sorvegliare e punire - wikipedia

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19/10/13 Sor v egl i are e puni re - Wi k i pedi a i t.w i ki pedia.org/w/index .php?ti tl e=Sor v egl i ar e_e_punire&printable=y es 1/7  Sorvegliare e punire: la nascita della prigione Titolo origina le Surveiller et punir:  Naissa nce de la  priso n Autore Michel Foucault 1ª ed. originale 1975 1ª ed. italiana 1976 Genere saggio Sottogenere filosofia - sociologia Lingua originale francese Sorvegliare e punire Da Wiki pedia, l'encicl opedi a li bera . « Interrompo qui questo libro che deve servire da sfondo storico a diversi studi sul potere di normalizza zione e sulla formazione del sapere nella società moderna » (Michel Foucault, explicit  di Sorvegliare e punire )  Sorvegli are e puni re: la nascita della prigione (Surveiller et punir: Nai  ssance d e la pri son , 1975) è un saggio dello storico e filosofo fra ncese Michel Foucault. Traccia una disamina d ei meccanismi teorici e sociali sottesi ai massicci cambiamenti verificatisi nei sistemi penali dell'Occidente in età moderna. Si concentra principalmente su documenti storici francesi, tutta via gli argomenti sviscerati lo rendono di assoluto rilievo per tutte  l e società occidentali. È consi derato un 'ope ra c he ha segnat o - ispirandoli - molti successivi lavori d i teor  ici e  perf i no di artisti. Foucault mette in crisi il concetto, co munem ente accettato, che il carcere sia diventato una forma rilevante di  pu n i zione in conseguenza delle istanze umanitarie propugnate dai riformisti, benché, del resto, non giunga neppure a so stenere esp ressamen te l'avv i so o pposto . La  via per cui raggiunge questo effetto consiste nel tracciare meticolosamente i cambiamenti culturali che hanno condotto alla dominanza della prigione, concentrando la propria attenzione sul corpo e sulle domande di potere. La prigion e è una forma usata dalle "discipline", u n nuovo pot ere tecnologico, che può ritrovarsi, secondo l'autore, anche nelle scuole, negli ospedali, nelle caserme, e così via. Le  pri n ci pali i dee di Sorvegliare e punire possono essere raggruppate nelle quattro  part i di cu i si com pon e i l lavoro: s upplizio, punizione, disciplina e  pri g i on e. Indice 1 Capitolo per capitolo 2 In dettaglio 2.1 Supplizio 2.2 Punizione 2.2.1 Il nuovo "linguaggio" del punire 2.3 Disciplina 2.4 Prigione 3 Edizione italiana 4 Note 5 Bibliografia 6 Voci correlate 7 Altri progetti 8 Collegamenti esterni Capitolo per capitolo  Parte prima Suppl izi o

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 Sorvegliare e punire: la nascita

della prigione

Titolo originale Surveiller et punir:

 Naissance de la

 prison

Autore Michel Foucault

1ª ed. originale 1975

1ª ed. italiana 1976

Genere saggio

Sottogenere filosofia - sociologia

Lingua originale francese

Sorvegliare e punire

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Interrompo qui questo libro che deve servire dasfondo storico a diversi studi sul potere di

normalizzazione e sulla formazione del sapere nellasocietà moderna »

(Michel Foucault, explicit di Sorvegliare e punire)

 Sorvegli are e puni re: la nascita della prigione (Surveiller 

et punir: Nai ssance de la prison, 1975) è un saggio dellostorico e filosofo francese Michel Foucault.

Traccia una disamina dei meccanismi teorici e sociali sottesi aimassicci cambiamenti verificatisi nei sistemi penali

dell'Occidente in età moderna. Si concentra principalmente sudocumenti storici francesi, tuttavia gli argomenti sviscerati lorendono di assoluto rilievo per tutte le società occidentali.È considerato un'opera che ha segnato - ispirandoli - molti successivi lavori di teor ici e perfino di artisti.

Foucault mette in crisi il concetto, comunemente accettato, che il carcere sia diventato una forma rilevante di punizione in conseguenza delle istanze umanitarie propugnate dai riformisti, benché, del resto, non giunganeppure a sostenere espressamente l'avviso opposto. La via per cui raggiunge questo effetto consiste neltracciare meticolosamente i cambiamenti culturali che hanno condotto alla dominanza della prigione,concentrando la propria attenzione sul corpo e sulle domande di potere. La prigione è una forma usata dalle

"discipline", un nuovo potere tecnologico, che può ritrovarsi, secondo l'autore, anche nelle scuole, negli ospedali,nelle caserme, e così via. Le principali idee di Sorvegliare e punire possono essere raggruppate nelle quattro parti di cui si compone il lavoro: supplizio, punizione, disciplina e prigione.

Indice

1 Capitolo per capitolo2 In dettaglio

2.1 Supplizio2.2 Punizione

2.2.1 Il nuovo "linguaggio" del punire2.3 Disciplina2.4 Prigione

3 Edizione italiana4 Note5 Bibliografia6 Voci correlate7 Altri progetti8 Collegamenti esterni

Capitolo per capitolo

 Parte prima Supplizio

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I. Il corpo del condannatoII. Lo splendore dei supplizi

 Parte seconda Punizione

I. La punizione generalizzataII. La dolcezza delle pene

 Parte terza Disciplina

I. I corpi docili

L'arte delle ripartizioni

Il controllo dell'attività

L'organizzazione delle genesi

La composizione delle forze

II. I mezzi del buon addestramento

La sorveglianza gerarchica

La sanzione normalizzatrice

L'esame

III. Il panoptismo

 Parte quarta Prigione

I. Istituzioni complete e austere

II. Illegalismi e delinquenzaIII. Il carcerario

In dettaglio

Supplizio

Foucault inizia il libro esponendo il contrasto tra due forme di punizione:

1. il pubblico supplizio, violento e caotico, di Robert François Damiens, condannato per (tentato)regicidio[1] alla fine del XVIII secolo;

2. la pedante programmazione giornaliera prevista per gli internati in una prigione agli albori del XIX secolo.

Questi esempi ritraggono vividamente i vasti cambiamenti manifestatisi in meno di un secolo nei sistemi penalioccidentali. L'autore spinge il lettore ad interrogarsi su cosa possa aver condotto ad una trasformazione cosìradicale.

La risposta viene ricercata in un esame della pubblica tortura in sé. Sostiene l'autore che questo genere dispettacolo costituiva una sorta di "piazza teatrale" cui corrispondevano diverse funzioni e diversi effetti(desiderati ed indesiderati) per la società.

 Le funzioni perseguite erano:

riflettere la violenza del delitto originario sul corpo del condannato, a monito di tutti;

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 porre in atto la vendetta del sovrano - leso dal crimine (anche solo idealmente, ed al di fuori dell'ovviocaso del regicidio) - sul corpo del colpevole. La tesi di Foucault è che la legge era considerataun'estensione del corpo del sovrano, pertanto era pienamente logico che la vendetta si incarnasse nellaviolazione dell'integrità fisica (corpo) del condannato.

lcuni degli "effetti collaterali" (naturalmente indesiderati) erano:

fornire al corpo del condannato un palcoscenico su cui ricevere simpatia ed ammirazione;trasformare il corpo del condannato in un sito del conflitto tra le masse ed il sovrano. L'autore osserva in proposito che spesso le esecuzioni sfociavano in tumulti in appoggio del prigioniero.

Pertanto, conclude Foucault, in definitiva la pubblica esecuzione si rivelava obiettivamente controproducente e perfino anti-economica. Per di più essa era applicata in modo eterogeneo, irrazionale e quasi casuale. Neconsegue che il suo costo politico era troppo alto. Era addirittura l'antitesi dei più moderni interessi dello Stato:ordine e generalizzazione.

Punizione

Il passaggio alla prigione non fu immediato. Ci fu un cambio graduale, benché piuttosto rapido. La prigione fu preceduta storicamente da una forma diversa di spettacolo pubblico. Il teatro del pubblico supplizio cedette il posto alle catene di galeotti impegnati in lavori forzati. La punizione divenne "gentile", ma non per ragioniumanitarie, secondo la tesi già anticipata da Foucault. Egli afferma che i riformisti erano insoddisfatti della naturaimprevedibile, ed iniquamente distribuita, della violenza del sovrano concentrata sul corpo del condannato. Unamaggior razionalizzazione di tutto questo "processo produttivo"[2] era auspicata dai riformisti, anche in relazioneal principio che il potere dello Stato debba (o almeno dovrebbe) essere una forma di potere pubblico. Stando aFoucault, ciò stava a cuore ai riformisti più che gli argomenti umanitari.

Al di fuori di questo movimento verso la punizione generalizzata, sarebbe stato creato un migliaio di "mini-teatri"di punizione in cui i corpi dei condannati sarebbero stati esposti in uno spettacolo più ubiquo, controllato edefficace. I prigionieri sarebbero stati costretti a svolgere lavori che riflettevano i loro crimini, in tal modofornendo alla società una riparazione per le loro deviazioni. Questo avrebbe permesso al pubblico di vedere icorpi dei condannati che davano esecuzione alla loro punizione, e così riflettevano sui delitti commessi. Maquesti esperimenti durarono meno di vent'anni.

Foucault sostiene che questa teoria della punizione "gentile" rappresentò il primo allontanamento dall'eccessivaforza del sovrano, e verso mezzi di punizione più generalizzati e controllati. Però, suggerisce che il cambiamentoverso la prigione che seguì fu il risultato di una nuova "tecnologia" ed ontologia rivolte al corpo che si sarebbero

sviluppate nel XVIII secolo: la tecnologia della disciplina e l'ontologia dell'"uomo come macchina".

Sul piano più squisitamente socio-politico, l'autore sembra suggerire piuttosto scopertamente la tesi che lariforma del sistema penale (quasi coeva alla Rivoluzione francese) sia funzionale agli interessi della classe borghese che — non a caso — si sta viepiù affermando nel proprio crescente ruolo egemone proprio in quel periodo. Vi è un diverso modo di reprimere fermamente l'illegalismo dei beni (tipico della plebe, specie neisuoi strati marginali; furti, rapine, omicidi) rispetto ad una certa tolleranza verso l' illegalismo dei diritti (tipicodello scaltro borghese; truffe, corruzioni e simili):

«Bisogna concepire un sistema penale come un meccanismo per gestire gli illegalismi in modo

differenziato e non per sopprimerli tutti.»[3]

Il nuovo "linguaggio" del punire

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Tra la pagina 102 e la 110, l'autore enuncia una sorta di "decalogo" ("semio-tecnica", ovvero "tecnica dei segni punitivi" con cui i riformatori tentano di influenzare con universale efficacia i comportamenti sociali)[4] della politica criminale, interessante per la sua evidente attualità anche nel contesto contemporaneo:[5]

 Regola della quantità minimale. Poiché la pena deve avere un effetto preventivo, è opportunoche essa arrechi al colpevole un danno soltanto un po' maggiore del vantaggio che il reo si tenta di procurare con il delitto.

 Regola dell'idealizzazione sufficiente. Secondo le nuove idee, non è più il caso di ostentare isupplizi, perché è meglio mostrare l'idea (immagine mentale) della pena, piuttosto che la suaincarnazione sul corpo del condannato. Regola degli effetti laterali. La pena deve produrre il proprio effetto di "prevenzione generale"soprattutto nei confronti di chi non ha commesso il delitto (si arriva al paradosso di affermare che — se si fosse certi che il colpevole non ricadesse più nella propria condotta — sarebbe sufficiente far credere agli altri che lui sia stato davvero punito, e la pena effettiva non sarebbe quindineppure necessaria). Regola della certezza perfetta. È quello che i giuristi chiamano "certezza della pena": chi sbaglia,

deve sapere preventivamente che sarà quasi di certo punito, ed all'uopo andrebbe, peraltro,abolito il potere di grazia tradizionalmente rivendicato dai sovrani. Regola della verità comune. Abbandono delle prove legali, rifiuto della tortura, necessitàinsomma di una dimostrazione logica dell'esistenza della colpa strutturalmente analoga allametodologia della dimostrazione matematica. Regola della specificazione ottimale. «È necessario un codice esaustivo ed esplicito, chedefinisca i delitti, fissando le pene.»[6]

Disciplina

 Per approfondire, vedi Sovrastruttura.

Secondo Foucault, l'affermarsi della prigione come forma generalizzata di sanzione per ogni sorta di crimine è un portato dello sviluppo della disciplina registratosi nel XVIII e nel XIX secolo. L'analisi dell'autore si rivolge allacreazione di forme particolarmente raffinate di disciplina, aventi ad oggetto i più minuti e dettagliati aspetti delcorpo di ciascuna persona. Suggerisce anche l'idea che la disciplina abbia generato una nuova economia ed unanuova politica dei corpi. Le istituzioni moderne richiedevano che i corpi fossero individuati secondo i loro scopi,ed anche per l'addestramento, l'osservazione ed il controllo. Pertanto, sostiene, la disciplina ha creato una formadi individualità del tutto nuova per i corpi, che ha permesso loro di adempiere il dovere nelle forme delle

organizzazioni economiche, politiche e militari che emergevano nell'età moderna e tuttora continuano.

Questa disciplina delle individualità costruisce per i corpi che controlla quattro caratteristiche, e costruisce diriflesso un'individualità che è:

cellulare - determina la distribuzione spaziale dei corpi;organica - attraverso la codificazione delle attività in istruzioni dettagliare da seguire, tutte correlate fraloro;genetica - controlla l'evoluzione nel tempo dell'attività dei corpi;combinatoria - fa sì che la forza combinata di più corpi si fonda in una forza di massa.

Foucault suggerisce che questa individualità possa essere integrata in sistemi ufficialmente egualitari, ma cheutilizzano la disciplina per costruire relazioni di potere non egualitarie:

« Storicamente, il processo con cui la borghesia divenne nel corso del diciottesimo secolo la classe

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Il Panopticon, metafora ed incubodell'ascolto-sorveglianza.

 politicamente dominante viene mascherato con l'istituzione di una cornice giuridica esplicita, codificata eformalmente egualitaria, resa possibile dall'organizzazione di un regime rappresentativo parlamentare. Malo sviluppo e la generalizzazione di meccanismi disciplinari costituirono l'altro lato - quello buio - di tali

 processi. La forma giuridica generale che garantiva un sistema di diritti, egualitari in linea di principio, erasorretta da questi minuscoli, quotidiani, fisici meccanismi, da tutti questi sistemi di micro-potere -essenzialmente non-egualitari ed asimmetrici - che noi chiamiamo discipline. »

( pagina 222)

Secondo l'autore, la disciplina crea "corpi docili", ideali per leesigenze moderne in fatto di economia, politica, guerra - corpifunzionali in fabbrica, negli ordinati reggimenti, nelle classi scolastiche.Ma, per costruire corpi docili, le istituzioni che promuovono ladisciplina devono riuscire a:

1. osservare e registrare i corpi che controllano;2. garantire l'interiorizzazione dell'individualità disciplinare nei

corpi che vengono controllati.

Ossia: la disciplina deve imporsi senza una forza eccessiva attraversoun'attenta osservazione, e grazie a tale osservazione i corpi si forgianonella forma corretta. Ne discende la necessità di una peculiare formadi istituzione, che - secondo - Foucault, è ben esemplificata dal Panopticon di Jeremy Bentham.

Il Panopticon era la somma incarnazione di una moderna istituzionedisciplinare. Consentiva una costante osservazione caratterizzata dalla "veduta diseguale". Infatti, forse la piùimportante caratteristica del Panopticon risiedeva nella progettazione costruttiva[7] grazie alla quale il recluso

non poteva mai sapere quando (e se) effettivamente era sorvegliato. In tale modo, per l'appunto, la "vedutadiseguale" determinava l'interiorizzazione dell'individualità disciplinare, ed il corpo docile richiesto per gliinternati. Ciò significa che si è meno indotti a trasgredire leggi o regole se si crede di essere osservati, anche

quando in realtà la sorveglianza non è (momentaneamente) praticata. Pertanto, la prigione, specie sericalca il paradigma del Panopticon, offre la forma ideale di punizione moderna. Secondo Foucault, questo è ilmotivo per cui la punizione generalizzata, "gentile", delle catene di forzati ha comunque dovuto cedere il passo alcarcere. Quest'ultimo era la modernizzazione ideale della punizione, ed era quindi naturale che alla lunga prevalesse.

Fornita la dimostrazione logica del trionfo della prigione sulle altre forme punitive, Foucault dedica il resto del

suo libro all'esame preciso della sua forma e funzione nella nostra società, per porre a nudo le ragioni del suouso continuato, e per analizzare i supposti effetti di tale impiego.

Prigione

 Nell'esaminare la costruzione della prigione come mezzo centrale della punizione criminale, Foucault crea unasorta di cornice all'idea che la prigione sia divenuta parte di un più ampio "sistema carcerario", che è divenutoun'istituzione sovrana - che tutto egemonizza - nella società moderna. La prigione appartiene ad una rete piùvasta, comprendente scuole, istituzioni militari, ospedali e fabbriche, che materializza una società pan-ottica per i propri membri.[8] Il sistema crea "carriere disciplinari" (pagina 300) per chi accetta di rimanere nei "giusti

 binari" che gli sono stati assegnati. Il funzionamento di un tale sistema è propiziato dall'autorità scientifica dimedicina, psicologia e criminologia. È altrettanto fondamentale il principio che il sistema "non può fare a meno di

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 produrre delinquenti" (pagina 266). La delinquenza, in effetti, si produce quando la micro-criminalità sociale (adesempio asportare legname dal latifondo di un gran signore) non è più tollerata, e si crea una classe di"delinquenti" specializzati che agiscono quali surrogati della polizia nella sorveglianza della società.[9]

Edizione italiana

Michel Foucault, Sorvegliare e punire: la nascita della prigione, traduzione di Alcesti Tarchetti,

Einaudi Paperbacks, n. 77, poi ET n. 146, Einaudi, 1976, pp. 340. ISBN 8806174762 ISBN8806132857.

Note

1. ^ Per l'esattezza, l'attentato avvenne il 5 gennaio 1757 a Versailles e, per quanto sembri strano, Luigi XV morì divaiolo alcuni anni dopo (1774) il "regicidio" di cui trattiamo.

2. ^ Usiamo questa bizzarra metafora per sottolineare il fatto che non vogliamo richiamare esclusivamente il

concetto di "processo" in senso strettamente processuale-giudiziario, ma a tutta l'operazione di "trattamento" delreo, quindi in senso eminentemente sociologico.3. ^ Pag. 974. ^ «L'esempio non è più un rituale che manifesta, è un segno che ostacola.» (pag.102)5. ^ È chiaro che, tra le righe, non si fa solo o in principalità un discorso criminalistico, ma si analizza una precisa

teoria di comunicazione sociale, di linguaggio tra governanti e governati.6. ^ Pag. 1077. ^ Essa faceva ricorso soprattutto a specifiche condizioni di illuminazione, concepite per assicurare al

sorvegliante (che occupava una posizione centrale nell'ambito di una struttura architettonica radiale-concentrica)la visione delle celle dei prigionieri (ubicate lungo la corona più esterna della struttura radiale), mentre, per lostesso motivo, questi ultimi non potevano scorgere chi li osservava, né stabilire in quale momento tale

osservazione fosse realmente in atto.8. ^ Difficile non richiamare alla mente le suggestioni di opere artistiche come 1984, o il "video di The Wall.9. ^ Come non ricordare l'evoluzione falso-perbenista dei drughi di Arancia meccanica?

Bibliografia

George Riley Scott, Storia delle punizioni corporali, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2006. ISBN88-04-55899-7

Voci correlate

Michel FoucaultFlagellazioneJeremy BenthamPanopticonBiopoliticaPeter Szendy

Prospettiva drammaturgica

Riflessioni sulla pena di morteTeorie normative del diritto (in filosofia deldiritto)Tortura

Altri progetti

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 Wikiquote contiene citazioni da Sorvegliare e punire

Collegamenti esterni

(EN) Sparknotes entry on 'Discipline and Punish(http://www.sparknotes.com/philosophy/disciplinepunish/)(EN) Notes on the book at Dave Harris & Colleagues (http://www.arasite.org/foucpris.htm)(EN) Selected quotes from the book (http://www.libertysecurity.org/article203.html)(EN) Comments on translation (http://www.foucault.qut.edu.au/dp.html)(EN) Conferenza di Michel Foucault su Sorvegliare e Punire (1983), sottotitolata in italiano - Parte I(http://www.youtube.com/watch?v=9Bm3dd0D4KA)(EN) Conferenza di Michel Foucault su Sorvegliare e Punire (1983), sottotitolata in italiano - Parte II(http://www.youtube.com/watch?v=JB49i2qazTY)Articolo di Roberto Miglietta - filosofo (http://www.cooperweb.it/focusonline/morfologie.html)

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