solomagazine nuoto marzo 2011
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La rivista del nuoto internazionale e italianoTRANSCRIPT
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Anno 1| numero 1
nuotoRYAN LOCHTE«PER mE CONTA sOLO NuOTARE E viNCERE»
GIOVANILE
MASTER
SALVAMENTO
ACQUE LIBERE
SOCIETA'
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EDITORIALEdi Walter PerosinoDirettore responsabile
Nuoto, solo nuoto. Un magazine che già nella cover indica senza mezzi ter-
mini la sua natura, cioè esaltare un gesto naturale come nuotare, ecco cosa
è Solomagazine Nuoto. Il nostro compito sarà proprio quello di portare alla
luce l'essenza di questo sport che per praticanti è tra i più diffusi del pianeta
e lo faremo lasciando parlare i protagonisti, cercando di vivisezionarli con la
curiosità di chi non si accontenta di frettolose interviste a bordo vasca. Ryan
Lochte pensiamo sia già un bel biglietto da visita, ma non solo. Il nostro nuoto
non sarà solo quello dei campioni più celebrati, ma anche di coloro che con
entusiasmo vivono la loro gioventù e sognano un risultato di prestigio oppure di
chi vuole superare i propri limiti a dispetto della carta d'identità.
E cercando di non scordare che esistono tante strade per cavalcare l'acqua,
in particolar modo il mare che rappresenta per tutti una sfida perenne, at-
traverso la pratica del salvamento e dei cimenti in acque libere. Solomagazine
Nuoto si ripromette di tenere ben acceso il cono di luce verso tutti coloro che
non possono fare a meno del cloro, compresi insospettabili uomini o donne di
spettacolo come, in questo numero di esordio, il comico Sergio Sgrilli. Cerche-
remo, comunque, di non perdere il contatto con la base e lo faremo attraverso
due sezioni destinate a crescere nel tempo: uno dedicato alle nostre società,
a quei centri di aggregazione e promozione dell'attività natatoria sparsi in ogni
angolo del nostro Paese, e l'altro ai Comitati regionali ai quali, grazie alla pre-
ziosa collaborazione della Federazione, metteremo a disposizione questo web-
magazine per portare in vetrina i propri campioni. Nuoto, solo nuoto, il nostro
obiettivo è questo, parlarne e stuzzicare la curiosità e l'interesse di chi al nuoto
ha consacrato le proprie passioni.
6 6 Ryan Lochte non vuole fermarsi fino a Rio 2016di Alberto Dolfin
14 Le frecce tricolori, giovani velocisti crescono di Luca De Matteis
Flavio Bizzarri presenta i Campionati Giovanili primaverili di Luca De Matteis
30 Alessia Polieri e un pensiero fisso: i Mondiali di Shangai di Luca De Matteis
35 Dal campione al “novellino” di Luigi Nervo e Andrea Ciccone
38 Francesco Giannetta, un drago di 94 anni di Luigi Nervo
Direttore responsabileWalter perosino
Direttore amministrativomonica Gini
reDazioneCorso mediterraneo 67 torino Fax 011 [email protected]
i nostri Collaboratori:Gianmario bonzi, andrea Ciccone, Federico Colbertaldo, luca De matteis, alberto Dolfin, luigi nervo e la redazione di nuotoacquelibere.com
Contributo FotoGraFiCo archivio Fin, Francesco alessandro armillotta, Getty images, archivio tuttosport
proGetto GraFiCosimone Caltabiano e Claudia rubiu
realizzazione GraFiCaClaudia rubiu / talia verlato
solomagazine nuotoè una produzioneautorizzazione del tribunale
di torino n.ro 8/11 del 25 gennaio 2011
anno i, numero 1 marzo 2011
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in primo piano
spazio azzurro
giovanile
master
acque libere
fuori corsia
focus regioni
le nostre rubriche
le nostre società
Sommariosommario sommario sommario sommario sommarioSommario
Chiara Pidello, la regina d'Egitto di Luigi Nervo
45 Ezio Della Savia e il ricordo di Brema di Luigi Nervo
48 Nuoto in acque libere, storia di passione52 Andrea Volpini svela il fascino delle maratone argentine a cura della redazione di nuotoacquelibere.com
Il comico Sergio Sgrilli non rinuncia mai al cloro di Gianmario Bonzi
75 Una finestra sull'attività nazionale attraverso i Comitati regionali
The Scienzy's spot di Federico Colbertaldo
70 Al cuore del nuoto di Andrea Ciccone
58 Canottieri Napoli verso il centenario60 Montebelluna in alto con Dinic62 Imola Nuoto, la forza di un gruppo64 Tuatha Dè senza confini
salvamento
la storia
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L'ALLigATORE HA ANCORA fAmERyan Lochte punta a fare incetta di medaglie all’Olimpiade di Londra e non ha intenzione di smettere almeno fino a Rio de Janeiro 2016
di ALbeRtO DOLfin / foto Getty images
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Ryan Lochte e l’acqua sono una cosa sola. Probabilmente, al posto dell’alligatore tatuato sulla sua spalla destra ci sarebbe dovuto essere un anfibio, vista la doppia vita del nuotatore ameri-cano. eppure, proprio vi-cino al rettile, campeggia una scritta in greco che significa “primo”, che ben giustifica la scelta e testimonia la fame di vittoria del campione nato il 3 agosto 1984 a Canandaigua, nello stato di new York.
L’alligatore sulla pelle del cam- pione americano sottolinea anche l’inscindibile legame con l’Università
della Florida, località da cui è partita la sua crescita sportiva e dove tuttora si allena, a Gainesville. Qui Ryan è cresciuto seguendo i consigli di papà Steve e mamma Ileana, assieme alle due sorelle maggiori ed i due fratelli minori. In Florida, ha poi conosciuto anche Gregg Troy, coach che lo ha trasfor-mato da grande promessa delle piscine al numero uno del nuoto mondiale, come è stato riconosciuto dalla Fina nel 2010. Ma a Lochte non interessa la fama o il giudizio della gente, lui vuole soltanto vincere più gare possibili. Dentro di sé, il poliedrico ventiseienne sa benissimo che per farlo deve confrontarsi con un mito vivente quale Michael Phelps. Un atleta per cui Ryan nu-tre un profondo rispetto, ma non timore reverenziale, come ha dimostrato ai Giochi Panpacifici del 2010 quando per la prima volta lo ha battuto nei 200 misti. Già, i misti. La disciplina che meglio rappresenta la ver-satilità di Lochte, capace di lottare ad armi pari con i campioni di tutti e quattro gli stili e di affondarli con le sue stupefacenti fasi subacquee. Quest’estate, Lochte proverà a vincere più ori di tutti ai Mondiali di Shang-hai. Ma la rassegna iridata non sarà altro che la prova generale in vista dell’Olimpiade di Londra 2012. D’altronde, la collezione di medaglie olimpiche dell’alligatore ameri-cano, che annovera già tre ori, un argento e due bronzi in due edizioni dei Giochi disputate, aspetta solamente di essere ulteriormente arricchita: tra Londra e Rio De Janeiro, le occasioni non mancheranno di certo.
Partiamo con qualcosa di semplice: come ha cominciato a nuotare?«Ho iniziato a otto anni. Mio padre era un al-lenatore di nuoto, quindi frequentavo già la piscina. E così è cominciato tutto».
Perché ha scelto proprio il nuoto?«Penso che si tratti di un legame speciale tra me e l’acqua. Anche quando ho una brutta giornata, appena metto un piede in acqua, tutto il resto scompare, non ha più impor-tanza. E come se fossimo solo io e l’acqua: mi sento a casa».
Chi è stato il suo primo allenatore?«Mia madre sin da quando ero piccino. Poi, durante la mia crescita, sono stato seguito anche da mio padre».
Qual è invece il suo rapporto con l’attuale coach, Gregg Troy?«Abbiamo davvero un bel rapporto. Lui per me è come se fosse un secondo padre. E’ sempre stato molto presente da quando ha cominciato ad allenarmi. Gregg è senza dub-bio uno dei migliori allenatori al mondo». Come si struttura la settimana tipica di allenamento di Ryan Lochte?«La mia settimana di lavoro si divide in due parti. Il lunedì, mercoledì e venerdì sono più o meno simili: al mattino nuoto per due ore, dalle 6 alle 8, poi torno a casa, mi rilasso e mi preparo per gli allenamenti pomeridiani. Poi dall’1.30 alle 3.30 si torna in acqua per altre due ore di nuoto. A questo segue un’ora di esercizi come correre, salire e scendere i gradini dello stadio, palla medica ed altri esercizi fisici.
Martedì, giovedì e sabato, invece, abbiamo allenamento in piscina dalle 7.30 alle 10. Successivamente, ci dedichiamo per circa due ore al sollevamento pesi, prima di tornare in acqua». Passando ad un elemento tecnico: quanto ha lavorato sul suo dorso, dalla partenza alla subacquea, per diventare il numero uno al mondo?«In realtà non ci lavoro abbastanza quanto vorrei. Le uniche occasioni che ho per mi-gliorare il mio scatto dal blocco sono gli al-lenamenti ed i meeting, competizioni che servono a preparare i grandi appuntamenti
come Mondiali e Olimpiadi. Questi sono praticamente i soli momenti in cui riesco a lavorare su questi elementi».
In particolare, i suoi avversari invidiano la sua straordinaria subacquea. Il dorsista austriaco Markus Rogan, ad esempio, l’ha definita “fantascientifica”. E’ una dote naturale o qualcosa che ha svilup-pato col tempo?«In realtà, ho sviluppato il mio colpo di gambe subacqueo quando ero al penul-timo anno del college, tra i diciotto ed i diciannove anni. Ho lavorato molto sulla flessibilità delle mie anche. Grazie a que-sto, le mie gambe sono diventate ancora più potenti e quando facevamo esercizi specifici, riuscivo ad arrivare a calciarmi la schiena. E penso che ciò mi abbia aiutato moltissimo». Lei è un fantastico interprete dei misti. C’è però, tra i quattro stili, uno che pre-dilige?«In realtà no, adoro tutti e quattro gli stili. Poi, quando sono tutti e quattro assieme, è
davvero dura, ma è proprio questo che mi piace dei misti. Se però devo dire uno dei miei punti di forza, direi le frazioni a dorso e a rana nei misti».
Che cosa ne pensa della decisione della Fina di tornare ai costumi in tessuto. E’ stato difficile per lei adeguarsi prima ai cosiddetti “costumi gommati” per poi tornare a quelli in tessuto?«Se devo dire la verità non è stata così dura per me. Non mi piaceva particolarmente indossare i costumi completi, non mi è mai piaciuto. Ho sempre pensato che quando in-dossavamo quel tipo di costume era come se stessimo imbrogliando. Trovavo sbagliato che il costume contasse più del nuotatore invece del contrario. Ed ora che non c’è più questo tipo di costume intero e che siamo tornati al pantaloncino per gli uomini, credo che sia una grande opportunità di vedere realmente quali siano i valori in campo. In quanto non mi è mai piaciuto particolar-mente usare il costume intero, è come se adesso mi sentissi di nuovo a mio agio in questo sport».
intervista intervista ı Ryan Lochte
«La GEnTE dICE ChE sono IL MIGLIoRE, QuEsTa è soLo La LoRo oPInIonE. Io MI sEnTo sEMPRE Lo sFIdanTE»
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LE fRECCE TRiCOLORiSono agguerriti, giovani e velocissimi. ecco come la 4x100 azzurra punterà in alto di LuCA De MAtteiS / foto francesco Alessandro Armillotta
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mente difficile, data l’inaspettata e pre-matura scomparsa di Alberto (chiamarlo per cognome non penso sia necessario) che probabilmente è stato il miglior al-lenatore italiano di sempre, non soltanto per i grandi successi ottenuti ma soprat-tutto per il suo carattere e per la po-sizione che aveva creato (C.T. è riduttivo) che lo rendevano insostituibile. In questa condizione lei ha cercato continuità con il passato, che era rappresentato da Ste-fano Morini, Moro per tutti, il vice-ct per anni accanto ad Alberto. Il Moro si è tro-vato a gestire una situazione complicata dato il carattere molto forte e orgoglioso di Federica, concedendo, a mio modo di vedere, a Federica ampi spazi, troppi
Vorrei innanzitutto ringraziare la redazione intera di Solomaga-zine Nuoto per la fiducia nei miei
confronti e come ovvia conseguenza anche tutti i lettori, che rendete possi-bile l’esistenza di questo progetto. A mio modo di vedere uno sport un po’ troppo trascurato dai media tradizionali come il nuoto, ha la necessità di espandere la propria visibilità attraverso tutte le pos-sibilità che l’era digitale ci offre, e un e-magazine come questo rappresenta il modo più efficace per raggiungere il più vasto numero possibile di appassionati, che sono davvero parecchi! L’idea di que-sto mio spazio è nata sul new media per eccellenza, facebook, ed è proprio anche dall’utilizzo di canali come quest’ultimo che cercherò di trovare gli spunti neces-sari per esprimere un mio personalissimo punto di vista sull’argomento che di volta in volta stuzzicherà di più il mio interesse, cercando di mantenere sempre costante il collegamento con voi lettori affinché io possa anche sentire la vostra opinione, che ritengo fondamentale! A tal pro- posito intendo subito scusarmi se i primi risultati non saranno eccelsi, ma si tratta del mio primo contributo ad un magazine e probabilmente avrò bisogno di un po’ di tempo per aggiustare la mira.
Dopo questa breve ma necessaria introduzione, è il caso di passare all’argomento della rubrica di questo mese: il trasferimento di Federica Pel-legrini e Luca Marin (non dimentichiamo-lo) alla corte di Philippe Lucas. Gli aspetti da analizzare sono diversi e gran parte dei quali sono stati ampiamente dibattuti dalla grande comunità di appassionati che quotidianamente si ritrova nel forum di nuoto per eccellenza: www.corsia4.euInnanzitutto, questo “abbandono” si-gnifica che i tecnici italiani non sono competenti? Semplicemente, Federica si è trovata in una condizione estrema-
siamo al passo successivo della vicenda: la scelta del nuovo allenatore.
Bisogna innanzitutto chiarire che gran parte dei tecnici italiani sono tecnici so-cietari e un’eventuale scelta di Federica di un tecnico non appartenente al suo
club, l’Aniene, o ad un ambiente stretta-mente federale, avrebbe di sicuro creato qualche malumore. Oltre a questo, visto tutto il clamore intorno alla vicenda, an-che l’allenatore prescelto sarebbe stato investito da un interesse mediatico senza pari, cosa che non tutti sono disposti ad accettare. Federica oltre a ciò sentiva la necessità di allentare un po’ la pressione a cui era sottoposta in Italia e quindi, dopo un breve periodo di indecisione, la pista Lucas è sembrata perfetta: tecnico con base all’estero, abituato a grandi pressioni (in Francia è una star), abituato ad allenare caratteri forti (quasi tutti, e a ragione, lo ricordano per essere stato il tecnico storico della francese Laure Ma-naoudou) ma soprattutto un semi-ditta-tore. E’ bene chiarirlo, Lucas non indica la strada, la impone, e in questo particolare periodo della carriera di Federica questa è probabilmente la strada giusta. Ci sarà tempo per conoscersi ed apprezzarsi, ora bisogna solo ubbidire!
Questa scelta esterofila rappresenta uno smacco per il nostro nuoto? Non credo, moltissimi dei più grandi nuotatori mon-
diali si allenano in Paesi diversi da quello di origine, ed è giusto che anche i nuota-tori si aprano un po’ a quello che il mon-do ha da offrire. L’assenza di Federica in Italia rallenterà la crescita del nuoto italiano? Onestamente credo che per il settore maschile non cambierà (e non è
mai cambiato) nulla. Per quanto riguarda il settore femminile la differenza potreb-be, e dico potrebbe, riguardare la 4x200 donne, ma viste le esperienze precedenti e considerato che di fatto Federica si alle-na come e con gli uomini, la sua assenza dalle italiche vasche risulterà ininfluente alle altre atlete in lotta per un posto nella 4x200, che oltretutto essendo orfana del-la migliore Alessia Filippi, è decisamente meno competitiva del passato. Le pros-pettive di Federica rimangono invariate? Difficile a dirsi, io come amico e come ti-foso (da sempre) di Federica credo di si, ma tutto è nelle sue mani.
Concludendo, ritengo che tutto sommato questa vicenda possa essere positiva un po’ per tutti (tranne che per le casse fe-derali) e non ci resta quindi che attendere i primi riscontri cronometrici* per capire come sta procedendo l’avventura di Fe- derica e Luca in quel di Parigi, ovviamente con un occhio in vista dei Campionati Mondiali di Shanghai. Detto, considerato e sentenziato ciò, posso dire che questo mio primo intervento è giunto al termine. Se ho tralasciato qualche aspetto non
preoccupatevi, nel caso rimedierò presto. A questo punto non mi resta che salutarvi e… al prossimo numero!* neanche il tempo di pubblicare l'articolo e Federica ha stabilito il primo primato italiano dell'era post-costumoni, che dire... complimenti!
RUBRICA DI FEDERICO COLBERTALDO The Scienzy's spot
probabilmente, e questa situazione alla lunga ha portato ad un rapporto atleta-allenatore non più subordinato, ma pari-tario. Nel nuoto questo non funziona. Tralasciando il burrascoso periodo di rot-tura, già ampiamente descritto dai gior-nali e sul quale preferisco sorvolare, pas-
Pellegrini in francia, ecco come la penso
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QuEsTi giOvANi sONO già gRANdiAl via a Riccione i Campionati Giovanili primaveriliL'acqua avrà tinte dorate grazie a flavio bizzarri
di LuCA De MAtteiS
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PidELLO REgiNA
d'EgiTTOLa portacolori dei Vigili del fuoco Salza di torino
è passata al salvamento da quattro anni ed ha chiuso il 2010 con due record del mondo
e il trionfo nella German Cup
di LuiGi neRVO – foto di francesco Alessandro Armillotta