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Universit ` a degli studi di Padova Facolt ` a di Ingegneria Tesi di Laurea in Ingegneria Elettronica Sistema di supervisione e controllo con tecnologia Tridium Relatore Candidato Prof. Stefano Vitturi Damiano Pengo Anno Accademico 2009/2010

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Universita degli studi di Padova

Facolta di Ingegneria

Tesi di Laurea in

Ingegneria Elettronica

Sistema di supervisione e controllo

con tecnologia Tridium

Relatore Candidato

Prof. Stefano Vitturi Damiano Pengo

Anno Accademico 2009/2010

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Universita degli studi di Padova

Facolta di Ingegneria

Tesi di Laurea in

Ingegneria Elettronica

Sistema di supervisione

con tecnologia Tridium

Relatore Candidato

Prof. Stefano Vitturi Damiano Pengo

Anno Accademico 2009/2010

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Dedica

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Indice

1 Introduzione 7

1.1 Supervisione di impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

1.2 Descrizione della ditta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

1.3 Rapporto con il committente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

1.4 Obiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

1.5 Struttura della tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

2 La tecnologia Tridium 11

2.1 Architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

2.2 Piattaforme hardware . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

2.2.1 JACE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

2.2.2 Vykon HVAC IO modules . . . . . . . . . . . . . . . . 13

2.3 Programmi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15

2.3.1 Workbench (Work Place) . . . . . . . . . . . . . . . . 15

2.3.2 Station . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

2.3.3 Daemon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

2.3.4 Tipi di protocolli proprietari Niagara . . . . . . . . . . 17

2.3.5 Data and Control Model . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

3 Realizzazione del progetto 21

3.1 Definizione dei requisiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

3.1.1 Definizione dei punti da sottoporre a controllo . . . . 21

3.1.2 Definizione funzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

3.1.3 Definizione delle informazioni da archiviare . . . . . . 21

3.2 Controllo accessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

3.2.1 Interfaccia uomo-macchina . . . . . . . . . . . . . . . 22

3.2.2 Logica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

3.3 Consumi elettrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

3.3.1 Interfaccia uomo-macchina . . . . . . . . . . . . . . . 28

3.3.2 Logica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

3.4 Aria compressa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

3.4.1 Interfaccia uomo-macchina . . . . . . . . . . . . . . . 32

3.4.2 Logica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

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3.5 Riscaldamento presse schiumatura . . . . . . . . . . . . . . . 333.5.1 Interfaccia uomo-macchina - Caldaie . . . . . . . . . . 343.5.2 Configurazione - Caldaie . . . . . . . . . . . . . . . . . 343.5.3 Interfaccia uomo-macchina. - Presse . . . . . . . . . . 353.5.4 Configurazione - Presse . . . . . . . . . . . . . . . . . 353.5.5 Logica - Presse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

3.6 Riscaldamento ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 403.6.1 Interfaccia uomo-macchina . . . . . . . . . . . . . . . 40

3.7 Alcune questioni a contorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 433.7.1 Sicurezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 433.7.2 Allarmi ed eventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

4 Conclusioni 47

5 Bibliografia 49

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Capitolo 1

Introduzione

1.1 Supervisione di impianti

I sistemi di supervisione sono richiesti su impianti produttivi caratterizzatida elementi tecnologici e organizzativi eterogenei. Al sistema di supervi-sione e demandato il compito di rappresentare tramite pagine grafiche ilfunzionamento dell’impianto, nonche accettare comandi dagli operatori perla conduzione dell’impianto stesso. Nell’integrazione di sottosistemi etero-genei distribuiti si devono adottare tecnologie convergenti che tendono acentralizzare a livello di supervisore le informazioni del campo, in questa fa-se di concentramento si affrontano problemi di incompatibilita tra i diversicanali preposti al trasporto delle informazioni, per questo motivo mante-nere i sottosistemi separati sembrerebbe a primo impatto la soluzione piusemplice ma in realta e inefficiente per attuare una ottimizzata conduzionedell’impianto. Nei sistemi con elevata complessita tecnologica e gestionale,il ruolo degli operatori e sempre piu critico, per la necessita di una specializ-zazione sempre piu spinta e di una sorveglianza continua al fine di garantirela sicurezza del sistema e la continuita del servizio.

Per aiutare gli operatori alla conduzione e manutenzione dell’impianto(Facility Management) si devono soddisfare le loro esigenze di accessibilitae di fruibilita delle informazioni a tale compito risponde l’interfaccia uomo-macchina che ha l’obiettivo di rendere le interazioni tra operatori e sistemasemplici ma sufficientemente complete per la determinazione del correttoprovvedimento da adottare. Le informazioni presentate nella WUI (WebUser Interface) devono essere sintetiche rappresentazioni degli stati dei pro-cessi e dei comandi di controllo. In generale le azioni di controllo impartitedall’operatore corrispondono ad un insieme di azioni di comando reali ingrado di orientare l’evoluzione del processo nella opportuna direzione.

Alcuni degli aspetti che distinguono e caratterizzano un sistema di con-trollo sono:

• La distribuzione geografica.

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• La distribuzione dell’ intelligenza del controllo.

• Il grado di iterazione tra operatore umano e sistema.

• I tempi di reazione a un evento prodotto dal processo controllato.

1.2 Descrizione della ditta

Il progetto e stato svolto durante il tirocinio nell’azienda QuickLink Solu-tions srl con sede operativa ad Albignasego e sede legale a Verbania. Si trattadi una ditta emergente che opera nel settore del Building Management e del-le applicazioni M2M (Machine to Machine). Tra servizi e prodotti che laditta presenta si trovano soluzioni integrate per il controllo e la supervisionedegli edifici e macchinari, che si basano su piattaforme Tridium di ultima ge-nerazione. QuickLink Solutions e una delle ditte partner, con certificazioneOEM Original Equipment Manufacturer di Tridium azienda leader mondialeper lo sviluppo e marketing di software e hardware adatto alle applicazio-ni Building Control, Facility Management, Industrial Automation, EnergyInformation Systems, Smart Home, Phisical Security, ecc..

L’azienda operando in uno dei settori dell’IT (Information Technology),ha bisogno di figure professionali che dimostrino attitudini e competenze nelcampo, buona conoscenza dell’inglese, ma anche capacita di analisi logica edi sintesi abbinata ad una propensione verso il Problem Solving.

Nella realizzazione delle opere di supervisione e necessaria una pianifi-cazione strategica delle risorse da destinare ad ogni progetto, per garantireuna perfetta sinergia, tra persone, tecnologie e processi, al fine di ottenereefficienza produttiva e performance elevate.

Per sviluppare con tecnologia Tridium l’azienda fa partecipare gli svilup-patori ad un primo training, della durata di 7 giorni, finalizzato ad acquisirela certificazione TCP (Technical Certification Program). Il corso combina lateoria alle attivita pratiche legate allo sviluppo. La sede adibita ai corsi sitrova a Coolham, West Sussex, UK e appartiene alla catena Tridium EMEA( Europe, the Middle East and Africa ).

Fig. 1.1: Sala adibita ai corsi di Tridium EMEA. Situata a Coolham, UK

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1.3 Rapporto con il committente

Per la realizzazione del progetto e stata necessaria una prima fase iniziale fi-nalizzata alla stesura dei requisiti del BMS (Bulding Management Systems).Tali requisiti definiscono il sistema nel suo modo di comportarsi e costitui-scono l’accordo formale tra il committente e chi realizza il progetto. Perarrivare a delle scelte progettuali si devono comprendere esigenze e desideridel cliente senza trascurare la fattibilita delle richieste, infatti, come a voltecapita, alcune di queste devono essere accompagnate da una negoziazionemirata ad ottenere soluzioni ragionevoli per entrambi. Il progetto deve evi-tare sovradimensionamenti o ridondanze della strumentazione impiantisticada installare, mentre dal punto di vista economico deve risultare interessanteper quando riguarda i costi di realizzazione che dovranno essere paragonatia quelli da sostenere nel caso di edifici costruiti secondo criteri tradizionali.Per la raccolta delle informazioni utili alla conduzione ed alle finalita dellavoro sono stati fissati numerosi incontri, telefonate ed e-mail con il com-mittente o chi per lui responsabile, il notevole scambio di informazioni erichieste e stato necessario a rendere il processo di realizzazione dinamico,capace quindi di rispondere al meglio agli eventi imprevedibili. Durante larealizzazione le problematiche che sorgono sono notevoli e i tempi per la lorodiagnosi devono rimanere brevi per rispettare le tabelle di marcia stabilite.Il rispetto delle tempistiche di consegna anche parziali dei lavori, non de-ve prescindere dai requisiti di qualita, affidabilita richieste dalle specificheaccordate.

1.4 Obiettivi

La continua innovazione, che coinvolge tutti i componenti, sia informatici cheelettronici, le moderne tecnologie a microprocessore e la continua evoluzioneinformatica, combinate con la conoscenza specifica del processo impianti-stico costituiscono l’ambiente nel quale si sviluppa un BMS in tutte le suecomponenti, a partire dalla Workstation sino ad arrivare al singolo sensoreo attuatore. In tale contesto un sistema di supervisione e controllo deverispondere a requisiti come:

• Utilizzo condiviso delle risorse di rete (LAN, WAN, Server, ecc).

• Utilizzo delle comuni e avanzate tecnologie e standard di mercato nelcampo applicativo e comunicazione.

• Eterogeneita dei componenti del sistema.

• Assicurare lo scambio di informazioni fra tutti i livelli e fra tuttigli elementi di pari livello che costituiscono il sistema informativodell’edificio.

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• Realizzare un sistema di intelligenza distribuita sia su area locale chegeografica.

• Realizzare un ambiente che permetta una corretta pianificazione dellagestione dell’edificio.

Raggiunti tutti questi requisiti il risultato sara un edificio intelligente ad altocontenuto tecnologico.

1.5 Struttura della tesi

Capitolo 1 Introduzione

Capitolo 2 La tecnologia Tridium

Capitolo 3 Realizzazione del progetto

Capitolo 4 Conclusioni e sviluppi futuri

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Capitolo 2

La tecnologia Tridium

2.1 Architettura

NiagaraAX e la terza generazione del software Niagara Framework di Tri-dium. Si tratta di un ambiente completamente scritto in linguaggio JAVAe pensato come strumento ideale per i SI (Systems Intergrator) e gli svilup-patori (Developer) che devono integrare sistemi eterogenei come controlloridedicati, HVAC (Heating Ventilation and Air-conditioning), attuatori, mi-suratori, sensori, ecc.. L’idea e far convergere sottosistemi e dispositivi inun’unica piattaforma gestibile via web da un qualsiasi terminale remoto chedisponga di un browser. Il concetto che sta alla base di NiagaraAX e lapossibilita di acquisire e uniformare con il software Middleware tutti i datiprovenienti da differenti sottosistemi e trasformarli in una serie di modellisoftware caratteristici del Framework pertanto trattabili nel Workbench.

Fig. 2.1: Modelizzazione Niagara.

L’ambiente di sviluppo Workbench mette a disposizione un insieme distrumenti grafici intuitivi che permettono ai Systems Integrator la creazionedi applicazioni software senza stesura di codice. Maggiore e la conoscenza

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dei modelli e moduli (Modules) disponibili, maggiori sono le potenzialitanella creazione di sistemi di controllo e supervisione.

2.2 Piattaforme hardware

Il software NiagaraAX puo essere ospitato su un’ampia gamma di piatta-forme che spaziano dai controllori dedicati fino ai server.

2.2.1 JACE

L’acronimo JACE corrisponde a Java Application Control Engine e si rife-risce ad una compatta piattaforma dedicata al controllo. Tipicamente nellaJACE vengono ospitati i processi Station e Daemon. La struttura presentacarattestiche di modularita che permettono l’espansione delle funzionalita.Generalmente viene fissata su barra DIN in prossimita del locale contententele periferiche da gestire. A bordo della JACE sono presenti due connettoriRJ-45 per la connessione Ethernet a 10/100-Mbit, inoltre tutti i modelli so-no dotati di microprocessore che, oltre a fornire funzioni di calcolo, gestisceun dispositivo UART per le comunicazioni seriali asincrone delle interfacceRS-232 e RS-485 sulle linee locali multi-drop. Per rispondere alle necessitadi avere ulteriori porte di comunicazioni sono disponibili delle optional card.

Nel punto in cui viene installata la JACE vengono raccolti i dati dalcampo, l’accorpamento delle informazioni si basa su due fattori, uno geo-grafico legato alla topologia dell’impianto e l’altro dovuto alla necessitadi raggruppare le informazioni in sottoinsiemi legati dal punto di vistafunzionale.

Fig. 2.2: JACE solutions

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Le JACE per mezzo della logica caricata a bordo possono operare azionidi controllo in modo indipendente dal Supervisor utilizzando algoritmi dipre-trattamento delle informazioni che, oltre ad osservare l’evoluzione deiprocessi controllati all’occorrenza, ne orientano il comportamento. Il cen-tro di supervisione (AX Supervisor) e in grado di influenzare la logica dicontrollo presente all’interno delle JACE definendo gli obiettivi di funziona-mento di ogni singolo dispositivo, ma non si cura della gestione dei singolidispositivi che viene invece demandata alle JACE. La fase di creazione dellalogica di controllo e la configurazione dei componenti del Framework avvieneall’interno dell’ambiente software Station. Le Station una volta terminatevengono trasferite nelle JACE con il servizio Station Copier presente nelWorkbench.

Fig. 2.3: Presentazione della JACE.

2.2.2 Vykon HVAC IO modules

Sono moduli I/O ausiliari da connettere alle JACE per l’interfacciamentocon impianti tecnologici del tipo HVAC.

• IO-16: e provvisto di 8 ingressi universali, 4 uscite digitali e 4 usci-te analogiche. Gli ingressi a seconda della configurazione dei registrisupportano termistori, resistori, tensioni continue da 0-10 V, correntivariabili tra 4-20 mA e ingressi digitali.

• IO-34: rispetto al modello precedente, aumenta la connettivita a 16ingressi universali, 10 uscite digitali e 8 uscite analogiche.

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Fig. 2.4: Schema semplificato della connessione dei moduli HVAC IO.

AX Supervisor

Il termine AX Supervisor si riferisce ad una Station caricata su server o work-station che esegue la funzione di supervisore centrale. Supporta la gestionedi multiple JACE che vengono dislocate negli impianti di grandi dimensio-ni, inoltre opzionamente, puo essere collegato ad altri sistemi che utilizzanoil protocollo IP come BACnet IP, OPC (client), Modbus TCP, EIB/KNX,LON-IP e SNMP.

Fig. 2.5: Architettura tipica con AX Supervisor.

Nel Supervisor viene creato un ambiente che permetta il dialogo tra l’o-peratore e l’intero BMS ovvero cio che viene definito come interfaccia uomo-macchina HMI (Human Machine Interface). Le pagine per la consultazionedel BMS sono dispobibili collegandosi come host client al PC Server da unaqualsiasi postazione con terminale video in cui sia installato un browser web.

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2.3 Programmi

2.3.1 Workbench (Work Place)

Workbench e il termine che indica la piattaforma per lo sviluppo delle ap-plicazioni, essa fornisce un ambiente interattivo di programmazione di tipografico ad oggetti, il quale consente di realizzare programmi in forma didiagrammi a blocchi. Viene considerato lo strumento di riferimento per iSystem Integrator che lavorano nella creazione dei programmi denominatiStation.

Fig. 2.6: Architettura tipica con AX Supervisor.

Workbench conserva comunque molte similitudini con gli ambienti diprogrammazione tradizionali: presenta tutti i tipi di dati e gli operatori pre-definiti di uso comune, permette di generare nuovi tipi di dati combinandotra loro tipi elementari e di controllare l’esecuzione dei processi ricorren-do a strutture di controllo di flusso come ad esempio cicli e costrutti perl’esecuzione condizionale di codice.

Un aspetto distintivo rispetto alle comuni piattaforme di sviluppo con-siste nel dare la possibilita agli sviluppatori di realizzare e integrare moduliaggiuntivi consultando la documentazione e le API Application Program-ming Interface messe a disposizione. All’occorrenza gli sviluppatori potran-no realizzare degli strumenti personalizzati o creare driver proprietari daaggiungere a quelli gia presenti.

Per fornire assistenza, o semplicemente per eseguire configurazioni, ilWorkbench si connette come client alla Station, ad ogni connessione client-

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Programma ’tradizionale’ Programma Workbench

Il codice e una collezione di modulisorgente con istruzioni nella formadi testo.

Si utilizzano collezioni di compo-nent connessi seguendo un dia-gramma a blocchi.

I dati sono contenuti in variabili diprogramma.

I dati sono contenuti in oggetti(component).

Le istruzioni modificano il contenu-to delle variabili

I component passano informazio-ni ad altri oggetti tramite icollegamenti.

Le istruzioni vengono eseguite insequenza e costrutti di control-lo possono alterarne l’ordine diesecuzione delle istruzioni.

L’esecuzione avviene in manieraparallela, ed e influenzata dal-la disponibilita di informazioni al-l’ingresso degli oggetti e dallestrutture di controllo.

Tabella 2.1: Differenze e peculiarita tra Workbench e un programmatradizionale.

server con protocollo proprietario Fox, vengono richiesti dei credenziali diaccesso.

Lo strumento contiene il codice nella forma di diagramma a blocchi, ede sostituito da

• component : elementi di elaborazione elementare.

• link : collegamenti che uniscono i component e permettono lo scambiodi dati.

Nella tabella 2.1 sono riportate le differenze e similitudini tra un programmatradizionale e Workbench, valutando gli aspetti del codice, dei dati e delflusso di elaborazione.

2.3.2 Station

Station e l’ambiente software nel quale i componenti del Niagara Frameworkinteragiscono. Questo programma applicativo sfrutta la Java Virtual Ma-chine installata nella JACE o nel Supervisor, nelle versioni rispettivamenteJ2ME(Micro Edition) o J2SE (Standard Edition). Con il termine Stationspesso ci si riferisce all’ambiente che accomuna tutte le piattaforme di con-trollo che possono spaziare dalla piu piccola JACE al server in cui e installatoAX Supervisor.

Un particolare interessante consiste nel poter salvare una Station su ununico file in formato XML con estensione .bog. Nell’indagare sul contenutodel file si evidenzia la presenza di una struttura gerarchica ad albero in cui

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ogni nodo corrisponde un components con le sue property e l’insieme dei linkdefinisce come le property sono connesse tra loro.

2.3.3 Daemon

Daemon e un programma scritto in codice nativo utilizzato nel bootstrapdelle station e per la gestione configurabile della Platform, come ad esempioil settaggio dell’indirizzo IP. Il suo codice nativo viene pre-installato su tuttii controllori JACE per essere fin dalla prima installazione avviato durante ilboot di queste.

Ogni volta che dal Workbeanch di una macchina remota, si apre una nuo-va Platform Session, si stabilisce una connessione al Daemon. Nel sistemaoperativo Windows il Daemon appare come un normale servizio.

Fig. 2.7: Processi e protocolli dell’architettura NiagaraAX

2.3.4 Tipi di protocolli proprietari Niagara

Nonostante sia buona norma nella definizione delle interfacce fare riferimen-to agli standard disponibili, capita di trovarsi, come nel caso del FrameworkNiagara, ad utilizzare sistemi di comunicazione proprietari che impongonol’uso dei soli dispositivi in grado di utilizzare l’interfaccia di comunicazioneadottata. In genere la condivisione dei modelli di comunicazione dovrebbeessere vista ”in primis” come garanzia di continuita prima che di qualita, erappresentativa di un bene, per chiunque deve realizzare sistemi che abbia-no aspettative di vita superiori alla vita media di un prodotto tecnologicocommerciale. Di seguito vengono riportati i protocolli di rete proprietari

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che tipicamente si utilizzano nel Framework per gestire i flussi di dati tra iprogrammi interni a Niagara.

• FOX: protocollo proprietario TCP/IP utilizzato per la comunicazionetra Station e tra Workbench-Station. Forma uno strato di protocol-lo asincrono del tipo multiplexed peer to peer sopra al socket TCPsuppoerta quindi applicazioni multiple sullo stesso socket. Richiedeautenticazione e si basa sul modello request/response.

• HTTP: protocollo standard usato dai browsers per accedere alle pa-gine sulle Station.

• Niagarad: protocollo proprietario utilizzato per la comunicazione traWorkbench-Daemon.

Fig. 2.8: Principi su HTTP e FOX tunneling

2.3.5 Data and Control Model

Nelle Station ogni dato prelevato dal campo in real-time e normalizzato (nor-malized) e riposto all’interno del database della Station come proxy points.I points sono un gruppo speciale di components classificabili in categorie divalori:

• Boolean: sono utilizzati per rappresentare valori binari.

• Numeric: rappresentano valori analogici come ad esempio la tempe-ratura di una termocoppia.

• Enum: rappresentano valori enumerati che stabiliscono un legame travalore intero e stato, per fare un esempio si pensi alla velocita di unaventola Off, Low o Fast. A questa categoria di dati discreti fanno capole informazioni che possono assumere solamente stati logici distinti.

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• String: consistono in un insieme di caratteri ASCII; ad essi fanno ca-po tutte le informazioni che possono essere rappresentate come insiemedi caratteri e che spesso corrispondono a un messaggio da interpretaredirettamente nella lingua degli operatori. Si pensi ad esempio al casoin cui si debba comandare un pannello per segnalare un’informazio-ne ad un operatore di campo riguardo una particolare operazione dasvolgere. Per fare un esempio si consideri il messaggio operatore eseguioperazione: 13 dove 13 indica il codice di un’operazione da svolgere, esicuramente piu compresibile un comando del tipo esegui operazione:apertura valvola di bypass .

A seconda del suffisso Point o Writable le indicate categorie di punti possonoessere in sola lettura o lettura-scrittura, come ad esempio BooleanPoint oBooleanWritable. Ogni point ha la proprieta Out che a sua volta fornisce leproprieta value, facets, status, priority, in particolare status da informazionisulla validita dell’associato campo value. I possibili stati sono ok, fault,down, stale, overridden e alarm.

Fig. 2.9: Gli otto tipi di Control Points del modulo Control

Tra le librerie (modules) accessibili tramite la Palette si puo trovarel’utile KitControl contenente vari components collegabili a control pointse proxy points. I proxy points sono una classe con caratteristiche simili aisopra indicati control point ma con un’estensione proxy che permette la solalettura o la lettura-scrittura dei dati presenti nei dispositivi remoti collegatial sistema. Il modulo KitControl fornisce oggetti per manipolare i daticontenuti nei points e modellare logiche di controllo. A seguito un elencocon alcuni gruppi di components apparteneti al modulo KitControl :

• PID loop and sequencens components.

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• Boolean logic components.

• Math components (solo per valori numerici) .

• Miscellaneous.

Fig. 2.10: Uso concettuale di KitControl secondo una modellazione adoggetti.

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Capitolo 3

Realizzazione del progetto

3.1 Definizione dei requisiti

La fase inziale della realizzazione del sistema di BMS comporta la definizio-ne dei requisiti ovvero l’individuazione delle richieste a cui il sistema devesoddisfare. Tali richieste costituiscono l’accordo formale tra il committentedel sistema di supervisione e chi lo realizza. Bisogna tenere presente cheil progetto si inserisce in un impianto in cui esperienze pregresse non sonodisponibili, quindi alcuni requisiti si devono definire in fasi successive. Spes-so le richieste del cliente devono essere tradotte in un linguaggio tecnico dalfornitore in modo da poterle interpretare, cosı come le proposte del fornitoredevono essere tradotte in linguaggio comprensibile al cliente.

3.1.1 Definizione dei punti da sottoporre a controllo

La prima cosa che deve emergere nella definizione dei requisiti e il numeroe la natura dei punti da controllore ovvero si identificano i punti di I/O daprelevare direttamente dal processo. Tutti i punti di controllo sono riportatie organizzati secondo l’hardware e l’ambito nella tabella controlli.

3.1.2 Definizione funzionale

Le funzionalita fondamentali sono formalizzate con il cliente nella docu-mentazione di progetto, in particolare le procedure automatiche, le logichedi automazione e l’iterazione del sistema con l’operatore. La conoscenza diqueste informazioni permette di scegliere la tipologia degli apparati perifericie le funzioni che questi devono essere in grado di svolgere.

3.1.3 Definizione delle informazioni da archiviare

Una volta definiti i punti da acquisire e le funzioni del sistema, si determina-no l’insieme delle informazioni da archiviate per consentire la conservazione

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della storia dei processi. L’adozione di un data base relazionale RDBMS(Relational Database Management System) e una scelta obbligata per po-ter ricreare degli scenari fuori linea e permettere lo studio a posteriori deglieventi.

3.2 Controllo accessi

Il controllo del perimetrale raccoglie informazioni di tipo digitale, data lanatura delle informazioni, si utilizzano un serie di stati digitali ben identi-ficati e distinti tra loro. Ai vari portoni dislocati nell’impianto si associanosolamente due stati: portone aperto o portone chiuso. Questi stati rappre-sentano lo stato fisico del portone e possono essere rappresentati per mezzodi un’informazione di tipo digitale, specificatamente la chiusura del contat-to sull’ingresso dell’IO Module collegato al portone e associato allo statologico true mentre il contatto aperto viene associato allo stato logico false.Solitamente questi segnali sono prelevati da contatti senza alcun potenzialedetti in gergo ’contatti puliti’. Per interpretare la posizione di contatto sideve collegare un estremo del contatto ad una sorgente di potenziale comu-ne e successivamente verificare se il contatto e chiuso o aperto valutando latensione. Puo capitare la necessita di introdurre una sorta di controllo dicongruenza sull’informazione, infatti, considerando il caso di contatto aper-to, esso non fornisce informazioni sullo stato di collegamento fisico con ildispositivo trasduttore, il cavo interrotto potrebbe indurre a pensare che ilportone e aperto quando in realta non lo sia. Per fornire un semplice statodiagnostico e possibile introdurre un controllo di congruenza utilizzando dueporte separate collegate a due informazioni distinte, cio comporta un dispen-dio di hardware aggiuntivo che si compensa con l’aumento di informazione econ essa il suo grado di affidabilita. Gli stati logici disponibili saranno 4 masolo 2 saranno ammessi e congrui, gli altri serviranno come segnalazione dianomalie. Definiamo le informazioni digitali in ingresso all’apparato dallaparte del campo, come tele segnali o digital input e viceversa quelli in uscita,come telecomandi o digital output.

3.2.1 Interfaccia uomo-macchina

A questo componente e demandata la gestione delle iterazioni con l’uomoe quindi nella progettazione della HMI si devono tenere in considerazioneaspetti che riguardano la comunicazione con l’essere umano piuttosto chele caratteristiche di ottimizzazione tipiche delle macchina utilizzata. Nonsolamente gli aspetti piu direttamente collegati alla restituzione delle infor-mazioni all’utente, ma anche ogni aspetto che possa facilitare il compitodell’uomo nell’iterazione con il sistema. La responsabilita dell’interfacciauomo-macchina e quella di agevolare il compito dell’operatore umano: piu

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facile ed intuitiva risulta l’iterazione con il sistema, migliore sara il risul-tato. Curare l’usabilita corrisponde a mettere a proprio agio gli operatorianche con il secondo fine di ottenere un ampio utilizzo del sistema che saravisto dagli operatori come un aiuto nello svolgimento delle attivita di tuttii giorni. Chi consulta la HMI dovra essere guidato da un menu di imme-diata comprensione, attraverso i quali e possibile accedere per specificazionisuccessive a qualsiasi tipo di informazione disponibile. La HMI si basa sullepagine di presentazione create nel SupervisorAX. La loro creazione di basaprincipalmente su tre passi :

• Creazione di una view : quando si crea una view, si instaura unarelazione tra un file Px e un component. Px e un tipo speciale di fileXML in cui si inseriscono associazioni a componets con informazionidi interesse.

• Bind data: dopo aver creato un file Px ”vuoto”, si possono aggiun-gere dei Widget ovvero, oggetti grafici animabili con collegamenti alleproperty dei points desiderati (data binding).

• Creazione del Nav file: viene utilizzato per associare ad un profiloutente un sottoinsieme di view tra quelle disponibili. Si pensi al casodell’addetto alla sicurezza che necessita di accedere alle sole paginelegate al controllo accessi.

Per lavorare sulle view si utilizza PxEditor, uno degli strumenti grafici delWorkbench. Ogni Widget ha degli attributi detti Properties configurabili

Fig. 3.1: Px Editor

con box di dialogo che appaiono quando si fa un doppio click su un’oggettoinserito nella Px page.

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Fig. 3.2: Dialog Box per la configurazione delle Properties di un Widget:BoundLabel

In seguito vengono descritti gli ambienti che compongono la strutturadella WEB (Web User Interface).

Layout

Nell’ambiente di layout i portoni sono suddivisi in due categorie: portoniordinari e portoni per l’accesso dei vigilanti. Dalla pagina Home premutoil tasto “Accessi perimetrali” appare un schema topografico generale del-l’azienda, in cui sono dislocati i vari accessi secondo le reali posizioni. Lerappresentazioni simboliche dei portoni sono semplici pallini. L’animazioneconsiste in un lampeggio e il passaggio in un stato di allarme nel caso diuna apertura o chiusura di un portone durante il periodo di osservazione. Ilcolore rosso viene associato allo stato di allarme di un portone della catego-ria vigilante mentre per i portoni ordinari si e scelto il giallo. L’utente puoresettare gli allarmi semplicemente cliccando nel portone allarmato, l’azionedi ”click” fa cessare il lampeggio e impone un colore rosso/giallo fisso, salvoche nel frattempo avvenga un nuova apertura o chiusura. Il ”click” su unqualsiasi portone oltre ad annullare lo stato di allarme, permette di accederealla pagina contenente una tabella che riporta gli orari di apertura e chiusuradel portone stesso. Ovviamente la mancanza dell’orario di chiusura denun-cia il fatto che la porta e tutt’ora aperta. Il controllo delle aperture-chiusuree di eventuali allarmi deve avvenire solo all’interno di un orario prestabilitodagli operatori del sistema, che identifichera gli orari e i giorni di interessecon l’uso di schedulatori. In questo ambito, come in altri, l’organizzazionedei dati utilizza la tecnica di rappresentazione per strati, che prevede l’in-dividuazione di piu livelli informativi, definiti in maniera indipendente gliuni dagli altri. Seguendo quest’ultimo principio la planimetria generale esuddivisa in 4 aree per migliore la precisione nella posizione dei portoni. Suogni pagina sono disponibili 7 tasti per cambiare ambito ed area di controllo.

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Configurazione

L’ambiente di configurazione e finalizzato per attualizzare azioni di condi-zionamento dei processi controllati e per la verifica degli effetti delle scelteattuate. Anche in questo caso i portoni sono stati ragruppati in 4 aree ri-spettanto le logiche di aggregazione presentate nell’ambiente di layout. Larappresenzazione adottata per questo ambiente e di tipo tabellare. Conl’obiettivo di una immediata interpretazione ogni tabella rispetta uno sche-matico in cui ogni riga e associata ad un singolo portone e ogni colonnariporta uno dei parametri da configurare. La prima riga della tabella ha lafunzione di descrivere in maniera sintetica i valori riportati nelle colonne.La prima colonna riporta un descrizione del portone, la seconda permettela selezione dello schedulatore a cui il portone fara riferimento, segue l’in-serimento con spunta della categoria del portone, infine due icone con lafunzione di hyperlink permettono di accedere alla pagina di configurazionedello schedulatore e alla tabella con gli storici di apertura-chiusura.

3.2.2 Logica

La scelta dei points dipende dalla natura della grandezza fisica che si vuolegestire, con questa prima distinzione si decide in base al tipo di dato qualeutilizzare tra le varianti Numeric, Boolean, Enum o String. Ogni proxy pointdi lettura o lettura-scritura possiede delle proprieta caratteristiche legate altipo di protocollo utilizzato per comunicazione, tali proprieta sono raccoltenella estensione proxy.

Fig. 3.3: NdioBoardManager

Si cominciano a prelevare gli Ndio proxy points dal campo seguendo i se-guenti step: Dalla SideBarePane si segue la diramazione Station => Config=> Drivers. Con un doppio click su Drivers si entra nella videata DriverManager, da qui si seleziona il tasto NewDeviceNetwork che fa comparirea video una finestra di pop-up in cui si specifica l’intenzione di allestire latipologia NdioNetwork.

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Creata l’architettura Ndio si passa al livello dispositivi. Con un doppioclick su NdioNetwork si entra nella videata Ndio Board Manager, da qui conil tasto Discover puo essere lanciato Ndio Board Discovery job che avvia unprocesso di ricerca dei moduli IO collegati alla JACE. Al termine della ricer-ca, nel top pane compare la lista delle NdioBoard installate, per mapparlenel database della Station occorre selezionarle e fare un click su Add.

Di regola su tutti i component del Framework hanno di default quattroview accessibili facendo un click con tasto destro sul components, nel casoparticolare della view:PropertySheet di un NdioBoard si possono configuraree valutare le proprieta dell’oggetto, una di queste e di notevole interesse inquanto informa sullo “stato di salute” della Board.I possibili Status of Health che possono verificarsi sono:

• Ok: quando la comunicazione non presenta problemi.

• Disable: avviene nel caso la Property enable della NdioBoard e postaa False. In questo stato il polling alla Board viene sospeso.

• Fault: e dovuto ad un errore di comunicazione, come ad esempio nelcaso di dupplicazione del numero della Port associata alla Board.

• Down: anch’esso segnala un errore di comunicazione.

Come per la ricerca delle NdioBoard anche per NdioPoint e disponibile unNdioPointManager per l’apprendimento automatico. Lanciando la procedu-ra Discover, nella top pane compaiono gli NdioPoint disponibili, selezionan-do quelli desiderati point e facendo click sul tasto Add appare una finestradi pop-up che permette la configurazione di quelli selezionati. La fase dimappatura dei point deve essere eseguita con cura per evitare banali erroridi configurazione delle Property :

• Name: nome associato al particolare Ndio proxy point, deve risultaresignificativo per rendere intuitiva la comprensione della tipologia didati che identifica.

• Type: nel caso di un’ingresso che preleva informazioni binarie siimposta come BooleanInputPoint.

• Address: va indicato il valore decimale corrispondente al numerodell’I/O scelto per la variabile booleana.

• Poll Frequency: si tiene il valore di default Normal.

• Conversion: si mantiene in Default.

• Facets: si associano le seguenti coppie true-APERTO e false-CHIUSO.

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Nella realizzazione della logica oltre ai NdioProxyPoint accorrono del-le variabili in cui memorizzare stati che accompagnano il processo. Nellatabella 3.1 sono riportati le tipologie di Control Point e la loro associatafunzione.

Fig. 3.4: WireSheet della logica di un singolo portone del controllo accessi.

La lettura dello stato AlarmColorDoor dal SupervisorAX anima il coloredel pallino che simboleggia la presenza del portone.

ScheduleSelector e collegato a Schedule che a sua volta restituisce l’uscitadello schedulatore selezionato. Gli schedulatori di default pongono l’uscitain off, quest’ultimo stato impone come si puo notale dalla figura Enable-Control a false e EnableAlarm a Normal. Se la porta e chiusa e avvieneun riconoscimento dello stato di allarme su AckBlink (oggetto OneShot), uncontatore, che conta il numero di aperture viene resettato. Si tenga contoche l’incremento del contatore avviene solo se l’abilitazione al controllo del-l’allarme e attiva. Nell’instante iniziale di un qualsiasi periodo osservazionelo schedulatore abilita EnableControl ed EnableAlarm, l’oggetto And ese-gue AND logico tra BooleanDelay1 ed EnableAlarm, la sua uscita a true perun tempo di 2 secondi impone lo stato EmergencyInactive su AlarmColor eAlarmBlick. Di conseguenza essi passano rispettivamente allo stato normale false.

Risulta, come su richiesta che la visualizzazione degli allarmi viene reset-tata automaticamente ogni volta che inizia un nuovo periodo di osservazione.AlarmMemory prima di venire resettato da un nuovo orario di schedulazio-ne contiene il vecchio valore di AlarmColor e AlarmBlink. Quindi anche sesi esce dall’orario di schedulazione il valore di AlarmColor e il AlarmBlickpermangono.

Inizialmente i portoni possono assumere 2 stati:

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Control Points

Name Type Values

DoorType BooleanWritable standard, vigilant

AlarmColorDoor EnumWritable normal, standard, vigilant

EnableControl BooleanWritable true, false

EnableAlarm EnumWritable normal, standard, vigilant

AlarmBlink EnumWritable normal, standard, vigilant

AckBlink OneShoot true, false

ScheduleSelector EnumWritable schedule1, .., schedule8

Tabella 3.1: Control pointss presenti nel controllo accessi perimetrali.

• Verde fisso.

• Verde lampeggiante quando il portone si e allarmato in un passatoperiodo di osservazione e non e stato resettato l’allarme.

3.3 Consumi elettrici

L’obiettivo di questo ambito di controllo e il monitoraggio dei consumi dellostabilimento. Le misure sui singoli carichi sono archiviate nel database BQL(Baja Query Language) simile al noto SQL(Structured Query Language) madi casa Tridium. Il database e consultabile in qualsiasi momento per veri-ficare i consumi avvenuti in particolari periodi, e inoltre possibile generarerapporti e tabelle di vario tipo e formato contenenti: informazioni su con-sumi mensili, settimanali, giornalieri, da data a data, per ogni carico o persomme si carichi. Tutte le registrazioni si potranno esportare in CVS. (Ex-cel) In base ai trend storici dei consumi gli operatori, manutentori potrannoindagare e segnalare picchi di consumo, e all’occorenza, promuovere azionisugli impianti compatibilmente ai vincoli produttivi e alle priorita.

3.3.1 Interfaccia uomo-macchina

Layout

La pagina di layout riporta una planimetria generale in cui ad ogni multi-metro e associato un oggetto grafico che riporta il valore istantaneo dellapotenza impegnata e, in aggiunta, un nome sintetico identificativo a cui ilvalore si riferisce. Lo sfondo del multimetro assume un colore giallo in casodi mancanza di comunicazione, mentre per la distinzione tra trasformatorie utenze si utilizza il colore verde per la prime e blu per le seconde, comeriportato nella leggenda posta affianco alla rosa dei venti. Un click soprail multimetro di interesse permette di accedere all’associata pagina con larappresentazione grafica dei consumi.

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Consultazione

Le pagine di consultazione mantengo tutte una struttura tabellare che separautenze e trasformatori con una TabbedPane. Ogni riga contiene, la descri-zione del multimetro, la potenza attiva istantanea, i consumi settimanali,un indice percentuale che rende conto del “peso” della utenza sul consumototale e delle icone per collegamenti al grafico e alla tabella dei dettagli. Lapagina dettagli riporta una serie di valori caratteristici della utenza come:la tensione e corrente delle 3 fasi, la potenze attiva, reattiva, apparente, lafrequenza, il fattore di potenza e l’energia attiva giornaliera. La pagina conil diagramma temporale riporta i valori della potenza attiva storicizzati neltime range selezionato. La tabella contiene i valori storicizzati del consumoin KWh di ogni ora, anche in questa rappresentazione e possibile selezionareil time range di interesse.

3.3.2 Logica

Per realizzare questa sezione del controllo le JACE devono interfacciarsi condei contatori di energia, dai quali estrarre un’ampia serie di informazionicome valori istantanei di tensioni, correnti, potenze, cos-fi istantanei e valorimedi degli stessi, misure di energia e altre ancora.. L’elevato numero diinformazioni da trattare impone per il trasferimento di queste l’utilizzo diuna interfaccia seriale, il costruttore ha optato per Modbus. Per instaurareun corretto canale di comunicazione tra JACE e dispositivo periferico sidevono configurare Serial port parameter o Trasmission mode.

Fig. 3.5: Modello di Energy Management Meters della ditta Carlo Gavazzi.

I multimetri utilizzati sono siglati CPT-DIN AV53HS1BX e prodottidella ditta Carlo Gavazzi. Per la comunicazione espongono un’interfacciaModbus su una porta seriale RS-485. Per la corretta configurazione dellarete e necessario anche lo studio della documentazione denominata SerialCommunication Protocol relativa agli strumenti della categoria CPT-DINBasic, nella quale prelevare informazioni relative alla mappatura delle va-riabili sulla RAM (RAM Memory mapping) dello strumento, alla funzionidisponibili e al data format delle informazioni trasmesse, in particolare:

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• Baud rate La velocita di trasmissione di 9600 baud.

• Start bit 1 bit.

• Data bit 8 bit.

• Stop bit 1 bit.

• Parity nessun bit di parita.

Per rendere effettiva la comunicazione tra analizzatori di rete e JACE adognuna deve essere installata una rete del tipo ModbusAsyncNetwork. Perinstaurare la rete dal Workbench tramite la Side Bar Pane si deve accedere alDriver Manager, con un click su New si apre un pop-up menu per la selezionedel modulo di comunicazione da installare. Con questi semplici passi si creaun’architettura software per la gestione di una rete Modbus, la fase successivaconsiste nella settaggio dei parametri dalla ModbusAsyncNetwork tramite laview:PropertySheet. I principali parametri sono:

• Serial Port Config Port Name:COM2, Baud Rate:9600, DataBit8,StopBits:1, Parity:none.

• Modbus Data Mode RTU

• Float Byte Order 3210

• Long Byte Order 1032

Dopo aver creato la rete Modbus si e interessati ad aggiungere i dispositi-vi (ModbusAsyncDevice) che prevediamo di collocare a monte della JACE,per questa fase si accede alla view:ModbusAsyncDeviceManager del Modbu-sAsyncNetwork, anche in questo caso, alla creazione segue un settaggio deiparametri tra cui il piu importante e il Device Address (1 - 247).

Per ogni analizzatore di rete ci si limita alla mappatura dei soli puntiaventi informazioni di interesse per il committente, anche se gli strumenti, ingenerale, fornisco molte piu misurazioni di quante ne vengano apprezzate.Nella tabella 3.2 sono riportati i points mappati. Sia noto che la scala einfluenzata dal rapporto di trasformazione fornito dal committente e dallaconfigurazione dello strumento.

Se poniamo lo sguardo sul WireSheet della logica consumi si vede che ilpoint EW e collegato all’oggetto SlidingWindowDemandCalc appartenentealla libreria Energy. Questo oggetto eseguendo una serie di calcoli sul valoreletto della EW, dai quali fornisce il valore dei KW richiesti nelle ultimi 5 o 15o 30 minuti, inoltre il valore dei KWh orari e giornalieri. Ai points Demand15e Daily sono aggiunte le estensioni NumericInterval che storicizzano i proprivalori ogni 15m e 1h rispettivamente, questi dati vengono archiviati nelBQL e successivamente riutilizzati per la generazione di grafici e tabelle.

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Fig. 3.6: WireSheet della logica di un singolo multimetro del controlloconsumi elettrici.

ControlPoints

Name DataAddress

Data Type ConversionScale

v1, v2, v3 280, 286, 28c Integer Linear 0.1

a1, a2, a3 282, 288, 28e SignedInteger Linear 0.1

Pw Pvar Pva 29e, 2ae, 2a6 SignedInteger Linear xy

Frequenza 2b8 Integer Linear

cos-fi 2be Integer Default

EW EVAR 2c6, 2ca, Long xy

Tabella 3.2: Punti prelevati dagli analizzatori di rete CPT-DINAV53HS1BX.

La storicizzazione dei dati puo venire disabilitata da una logica che verificala presenza di eventuali stati Disable, Down o Fault della comunicazione almultimetro.

3.4 Aria compressa

Questo controllo e piuttosto semplice e le logiche si limitano a valutare itempi di manovra. Le valvole dell’aria compressa sono associate allo statodi due interruttore elettronici che, essendo rappresentativi dei due finecorsa,uno di chiusura e uno di apertura, possono avere i seguenti valori riportatinella tabella 3.3.

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CFC di apertura CFC di chiusura Pos. interruttore

aperto chiuso chiusurachiuso aperto aperturaaperto aperto intermediaaperto chiuso incongruente

Tabella 3.3: Tabella stati delle valvole dell’aria compressa

La posizione intermedia indica che l’organo sta compiendo la manovra,mentre la posizione incongruente indica un malfunzionamento nell’organo onei contatti ausiliari.

3.4.1 Interfaccia uomo-macchina

Layout

Sullo sfondo e presente la planimetria generale e sopra di questa sono posi-zionati secondo reali locazioni, gli oggetto animati simboleggianti le valvoledell’aria compressa, ogni oggetto riporta data-ora del prossimo cambio distato, specificandone con l’animazione di una figura .gif lo stato. Il pan-nello informa sulla attivazioni di comandi manuali inserendo al posto delladata-ora del cambio stato, la scritta “Forzatura”. Se la forzatura e allo statoaperto oppure chiuso lo si capisce dal tipo di icona grafica dell’oggetto. Unclick sopra la valvola di interesse permette di accedere all’associato grafico.

Configurazione

La pagina di configurazione riporta per ogni colonna la descrizione dellavalvola, lo stato, i bottoni per eseguire i comandi “Auto”, “Open”, “Close”,e un pulsante per la selezione dello schedulatore. Due icone permettono diaccedere ai grafici e al settaggio del ritardo per fine corsa che consiste neltempo in cui l’interruttore permane in una posizione intermedia, tale perio-do deve essere confrontabile con il tempo di manovra dell’interruttore. Se iltempo si protrae oltre tale limite si indica la presenza di malfunzionamento.Per questo e stata creata una logica che valuta il tempo di permanenza inquesto stato e genera eventuali allarmi in occorrenza. Su ogni riga e presen-te un indice percentuale che rende conto delle ore di attivita della pompain rapporto al tempo totale trascorso dall’ultimo reset. L’azione di resetdel tempo richiede una conferma per evitare azioni tempestive. In questomodo l’operatore si trova costretto a una doppia operazione per l’invio delcomando; solitamente si ritiene che questa tecnica sia sufficiente a escluderel’invio di comandi involontari.

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3.4.2 Logica

Per questo controllo sono sfruttati gli I/O presenti nelle Board a 34 e 16points. Per ogni valvola del driver si prelevano 2 valori: il segnale di va(valvola aperta) e quello di vc (valvola chiusa) che rileva lo stato del con-tatto di fine corsa, assieme costituisco il FBK della valvola. Il CMD haun estensione BooleanCommandFailureAlarmExt che genera un allarme nelcaso di fallimenti nei comandi, o meglio quando l’ingresso FeedbackValue siadiverso dal valore di CMD. Il BooleanWritable rinominato ValveSelector econtrollollato nell’in10 dallo schedulatore e negli ingressi di set dai comandimanuali degli operatori della WUI.

Fig. 3.7: WireSheet della logica di una valvola del controllo aria compressa.

3.5 Riscaldamento presse schiumatura

Nella logica di questo controllo saranno presenti processi di elaborazione fi-nalizzati alla realizzazione di procedure automatiche di controllo, indispensa-bili quando la dinamica del processo non consente un tempestivo interventodell’operatore umano per l’attuazione di azioni o procedure di controllo. Ilsistema di controllo agisce in completa autonomia assolvendo l’operatoredall’attuazione di azioni periodiche e abituali. In questo ambito di controllosono numerose le misurazioni di temperatura con l’utilizzo di termocoppieo una resistenze variabili NTC o PTC che fungono da trasduttori.

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3.5.1 Interfaccia uomo-macchina - Caldaie

Layout

In questa pagina e presente un quadro mimico dell’impianto formato dallacaldaia a metano e quella a cippato. In queste rappresentazioni schema-tiche le informazioni sono ridotte e associate in modo univoco all’organocorrispondente per evitare di introdurre ambiguita. Si tenga presente chela rappresentazione simbolica dei processi controllati e stata regolata dallanascita di simboli standardizzati che coprono la maggior parte delle realtadel mondo dell’automazione. Uno degli enti piu attivi alla generazione ditali standard e ISA (International Standard Association ). Nel quadro mi-mico generale dell’impianto caldaie sono posizionate 3 temperature rilevatesul serbatoio della centrale e 4 coppie di temperatura di mandata e ritornoper ognuno dei circuiti di riscaldamento. Le temperature del serbatoio edelle centrali sono interrogabili graficamente. Oltre alle temperature sonoriportati lo stato di funzionamento e l’indicazione dell’orario della prossimaaccensione o spegnimento. Le 4 coppie di temperatura di mandata-ritornosono affiancate a oggetti contenenti immagini .gif a forma di pompa. L’ani-mazione a seconda del valore del feedback agisce sul movimento e lo sfondodell’immagine. Affianco alle temperature del serbatoio sono presenti delleimmagini statiche a forma di termometro.

3.5.2 Configurazione - Caldaie

La pagina riporta informazioni raggruppate in 4 sezioni, tra cui 3 di solaconsultazione, in particolare:

• La prima sezione visualizza tre temperature del serbatoio accumulocon un hyperlink al loro grafico.

• La seconda sezione si riferisce alle due caldaie. Ognuna delle qualipresenta una descrizione, lo stato rilevato, le temperature di mandata,ritorno, le ore di attivita e un hyperlink al grafico.

• La terza sezione tratta la gestione delle pompe dei circuiti di riscalda-mento. Le righe rispettano lo schema dell’aria compressa ma aggiun-gono un percentuale indicativa dell’attivita della pompa e un collega-mento alla pagina del singolo schedulatore che in quel momento risultaselezionato.

• La quarta e ultima sezione si riferisce all’allarmistica. Riporta 4 allarmicon spia luminosa e una descrizione a fianco di ognuno.

Sulla pompa P4 puo essere attivata, tramite spunta, una logica ulteriore chepermette accende la pompa solo se una condizione sulla temperatura esternarispettata.

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3.5.3 Interfaccia uomo-macchina. - Presse

Layout

Sulla planimetria generale dell’azienda sono posizionati oggetti grafici cheriportano l’indicativo della pressa e il valore in realtime della temperaturadi ognuna. L’animazione agisce sul colore dello sfondo per informare sullostato operativo che puo essere uno dei seguenti: fuori dall’intervallo di sche-dulazione, accesa o spenta nell’intervallo di schedulazione. Un click sopra lapressa di interesse permette di accedere all’associato grafico.

3.5.4 Configurazione - Presse

Pagina di configurazione presse contiene informazioni organizzate un formatabellare con 13 colonne. In particolare: descrizione, temperatura rilevata erichiesta, tre bottoni per scegliere il modo di funzionamento, lo stato richie-sto e l’orario della prossima accensione calcolata da una logica dedicato cheaccende anticipatamente in modo tale da trovare le macchine in condizionedi regime fin dall’inizio dell’orario lavorativo, questo evita l’inutile tempo diattesa per avviamento dei macchinari. Ogni pressa ha una pagina per i set-taggi dei parametri per l’accensione anticipata e per la gestione di sinotticidi allarme dei pannelli di controllo presenti nell’impianto. Il significato deiparametri che seguono sara chiaro dopo la lettura della logica.

• gradiente termico

• soglia allarme di bassa temperatura in preaccesione

• soglia allarme bassa temp. Nell’orario di schedulazione

• differenziale

• differenziale allarme

I grafici delle presse permettono l’analisi delle accensioni. Ogni diagrammariporta la temperatura richiesta quella rilevata e gli istanti di accensione ospegnimento, in questo modo diventa strumentale alla verifica che gli anda-menti delle grandezze evochino curve tipiche durante l’avviamento e duranteil funzionamento a regime.

3.5.5 Logica - Presse

La logica per la gestione delle presse e stata applicata con l’ausilio dei con-trollori IR33 Universal della ditta Carel. Si tratta di strumenti adatti alcontrollo di temperature in unita di condizionamento, refrigerazione e riscal-damento. Per la programmazione dello strumento e necessario uno studiodei manuali facilmente reperibili nel sito internet della azienda costruttri-ce. Nell’impianto, IR33 deve gestire con le uscite a rele l’avviamento della

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Control Points

Name Type Values

Trich NumericWritable 0-100 gradi

Tril NumericWritable 0-100 gradi

Gradiente NumericWritable –

DiffPreactive NumericWritable –

AlarmStLow NumericWritable –

AlarmStLow NumericWritable –

ScheduleSelector EnumWritable schedule1, .., schedule8

CarelFDK BooleanWritable On Off

CommandOnOff NumericWritable On Off

Tabella 3.4: Control points presenti nel controllo presse schiumatura.

Fig. 3.8: Modello di controllore IR33 Universale per HVAC della dittaCarel.

pompa per l’acqua calda nella pressa di schiumatura e gestire un sinotticodi allarme presente nel pannello di controllo della stessa. L’obiettivo delcontrollore e mantenere la temperatura della pressa attorno ad un setpointsettabile e accendere la spia di allarme se la temperatura scende sotto uncerto limite nell’intervallo di schedulazione. Lo strumento possiede i seguentiI/O:

• D01, D02, D03, D04: uscite digitali per comandare i rele 1,2,3,4.

• A01, A02, A03, A04: uscite PWM per il comando di rele allo statosolido (SSR) esterni oppure uscite analogiche.

• B1, B2: sonda 1 e 2.

• DI1, DI2: ingresso digitale 1 e 2.

Settando i parametri dello strumento come indicato nella Tabella 3.4 e pos-sibile associare DO1 al setpoint St1 e differenziale P1 e di riflesso DO2 alSt2/P2. Impostati i sopra indicati parametri la logica agisce soltanto sul

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ControlPoints

Parametro Descrizione valore da set-tare

indirizzo

Comando diON/OFF delcontrollo

Comando diON/OFF delcontrollo

binario 36

c34 dipendenzaDO1 a St1/P1

1 127

c38 dipendenzaDO2 a St2/P2

1 134

c33 funzionamentospeciale

1 28

Tabella 3.5: Parametri di programmazione.

comando ON/OFF per abilitare o meno il controllo da parte del IR33 Uni-versale. I valori di St1, St2, p1 e p2 sono disponibili all’operatore dalla WUI.Formalizziamo la logica limitandoci ad una serie di punti fondamentali:

• Accensioni anticipate secondo un gradiente termico scelto dall’opera-tore.

• Lo spegnimento non avviene anticipatamente. La pressa si spegneappena esce dall’intervallo di schedulazione.

• Il secondo rele del Carel gestisce un sinottico di allarme nell’impianto.

• Gestione del seguente caso critico: durante l’accensione anticipata lapressa ha una temperatura inferiore alla normale soglia di allarmepertanto, si genera un allarme“falso positivo”inadeguato. La soluzionee la possibilita di avere 2 soglie di allarme a seconda che la pressa sitrovi accesa in preaccensione o nell’orario di schedulazione la logicaimpone la soglia corretta.

Nella tabella 3.5 sono riportati le tipologie di Control Point e la loro as-sociata funzione. Nel WireSheet si puo vedere che PressSelector e l’oggettoprincipale che abilita il controllo infatti risulta collegato con LinkMark Link-From al comandoOnOff dell’IR33. Quando il controllo e On l’IR33 come giaaccennato gestisce le uscite rele 1 e rele 2 per mantenere la temperaturaattorno ad St1 e accendere un sinottico di allarme nel caso di superamentodei limiti impostati sulle variabili AlarmStLow e AlarmStHigh. L’abilita-zione del controllo dell’IR33 e quindi l’accensione della pressa proviene dalSchedule o da PreactiveValidator. Quest’ultimo e un component specialenon appartiene alla categoria dei ControlPoint ma a quella dei ProgramMo-dule. Program e dotato della view: ProgramEditor che consiste in un editor

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di programmazione dove scrivere con linguaggio java le funzioni che si de-sidera che l’oggetto esegua. Si comprende subito le notevoli potenzialita dipoter scrivere le istruzioni che l’oggetto deve eseguire, questo apre le por-te alla creazione di funzioni speciali non presenti nelle librerie fornite. Percontenere la stesura a seguito viene introdoto il codice relativo all’oggettoPreactiveValidator, ma come si nota nella PropertySheet sono presenti altridue oggetti Program con TAG timeSelect e preactiveTime.

/* Auto-generated ProgramImpl Code */

import java.util.*; /* java Predefined*/

import javax.baja.sys.*; /* baja Predefined*/

import javax.baja.status.*; /* baja Predefined*/

import javax.baja.util.*; /* baja Predefined*/

import com.tridium.program.*; /* program Predefined*/

public class ProgramImpl

extends com.tridium.program.ProgramBase

{

////////////////////////////////////////////////////////////////

// Getters

////////////////////////////////////////////////////////////////

public BStatusBoolean getNextValue()

{ return (BStatusBoolean)get("nextValue"); }

public BAbsTime getCurrentTime()

{ return (BAbsTime)get("currentTime"); }

public BAbsTime getNextTime()

{ return (BAbsTime)get("nextTime"); }

public BAbsTime getPreActTime()

{ return (BAbsTime)get("preActTime"); }

public BStatusBoolean getValid()

{ return (BStatusBoolean)get("valid"); }

////////////////////////////////////////////////////////////////

// Setters

////////////////////////////////////////////////////////////////

public void setNextValue(javax.baja.status.BStatusBoolean v)

{ set("nextValue", v); }

public void setCurrentTime(javax.baja.sys.BAbsTime v)

{ set("currentTime", v); }

public void setNextTime(javax.baja.sys.BAbsTime v)

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{ set("nextTime", v); }

public void setPreActTime(javax.baja.sys.BAbsTime v)

{ set("preActTime", v); }

public void setValid(javax.baja.status.BStatusBoolean v)

{ set("valid", v); }

////////////////////////////////////////////////////////////////

// Program Source

////////////////////////////////////////////////////////////////

public void onStart() throws Exception

{

// start up code here

}

public void onExecute() throws Exception

{

// execute code (set executeOnChange flag on inputs)

if ( getNextValue().getValue() == true)

{

if( getPreActTime().getMillis() < getCurrentTime().getMillis() )

setValid( new BStatusBoolean(true) );

else

setValid( new BStatusBoolean(false));

}

// nextValue is off then no action performed.

else

setValid( new BStatusBoolean(false));

}

public void onStop() throws Exception

{

// shutdown code here

}

}

Come gia detto uno degli obiettivi consiste nel trovare la pressa ‘’calda” perl’orario di schedulazione. Per decidere l’orario di preaccensione la logica sibasa su un gradiente termico stimato dell’operatore in base alle condizionidella pressa sull’impianto. Per decidere l’orario di preaccensione la logicavaluta anche la temperatura rilevata e richiesta e ovviamente l’orario dischedulazione.

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Fig. 3.9: WireSheet della logica un ir33 del controllo riscaldamento presseschiumatura .

3.6 Riscaldamento ambiente

Questo ambito di controllo mira ad una ottimizzazione energetica dei con-sumi elettrici e dei combustibili per il riscaldamento. L’obiettivo viene rag-giunto attraverso logiche di controllo basate sul regime di occupazione deilocali e finalizzate al massimo sfruttamento dei contributi della radiazionesolare e di luce naturale. La capacita di modificare l’evoluzione dello statodel processo deve corrispondere a un insieme finito di azioni di tipo determi-nistico attuabili a scopo di controllo. Se cosı non fosse il sistema potrebbeforzare il processo medesimo, fatto che puo non soltanto vanificare l’attivi-ta del processo medesimo ma anche condurre a condizioni di pericolo. Unsistema di controllo che puo portare a condizioni non deterministiche nonappartiene alla categoria dei sistemi di controllo.

3.6.1 Interfaccia uomo-macchina

Layout

Le pagine di layout sono cinque: una vista generale e quattro sezioni ingi-gantite delle zone: principale, polivalent, materie prime e spedizioni. Nellaplanimetria generale sono dislocati oggetti dinamici costituiti da un’iconaanimata a forma di ventola affiancata al valore della temperatura rilevata.Precisiamo che ogni singolo oggetto informa sullo stato assunto dal parti-colare aerotermo in quel momento. Il numero rilevante degli aerotermi hacomportato la necessaria convergenza dei valori in gruppi. Ogni gruppo con-tiene il valore di due o piu aerotermi. Una logica dedicata calcola per ognigruppo le seguenti 2 informazioni:

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• La temperatura media tra le temperature del gruppo.

• Se almeno un aerotermo del gruppo e acceso.

I gruppi di aggregazione desiderati dal committente sono stati forniti infase di sviluppo. Le sezioni permettono di disporre in maniera precisa tut-ti gli aerotermi presenti nell’impianto. Tutti gli oggetti nelle planimetriegenerale sono dotati di hyperlink che puntano alla pagina riferita alla se-zione di appartenenza. Gli oggetti contenuti nelle sezioni sono interrogabiligraficamente.

Configurazione

AEROTERMI L’ambiente per la configurazione e stato scomposto in 4aree, ognuna di esse e ulteriormente suddivisa in reparti e uffici con Tabbed-Pane. La struttura tabellare e organizzata in gruppi di aerotermi associatiad una stessa pompa. Ogni pompa e interrogabile graficamente e anima losfondo in base al proprio stato. Inoltre affianco al nome della pompa so-no presenti due configurazioni l’una che permette la contemporaneita delleaccensione degli aerotermi, l’altra che semplicemente spegne la pompa nelcaso la temperatura esterna sia maggiore di una certa Tx impostata dall’o-peratore. Ogni riga e associata ad un aerotermo e riporta la descrizione,la temperatura richiesta, rilevata, la velocita della ventola, la scelta delloschedulatore, e l’orario di accensione calcolato dall’OptimizeStartStop. Peruna calcolo ottimale dell’orario di accensione degli aerotermi viene utilizzatoil componente OptimizeStartStop. Nella configurazione per ogni aerotermoe presente una pagina di setting accessibile tramite un’icona. I valori disetting sono:

• differenziale

• attivazione della regolazione automatica e dinamica

• drifttime per degree

• runtime per degree

• old parameter multiplier

• stato dell’ottimizzatore

Il grafico deve essere utile a verificare che l’impianto segue un certo compor-tamento preventivamente definito, ma allora, niente di meglio che fornire undiagramma temporale contenente il valore di riferimento pianificati per lagrandezza d’interesse e il suo valore reale.

CENTRALI TERMICHE La pagina di configurazione delle centralitermiche ha l’ordinaria struttura tabellare. Una riga informativa e sei righeassociate ai bruciatori. Ognuna di queste riporta le seguenti informazioni:

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• lo stato rilevato e richiesto

• la selezione dello schedulatore

• i 3 tasti per la selezione del modo di funzionamento

• l’allarme di blocco della caldaia.

• la temperatura di mandata-ritorno

• consumi

Come per gli aerotermi una pagina di setting in cui bloccare l’accensione incaso di temperatura esterna minore di un valore settabile.

Le tipologie di logiche possono essere distinti in prima approssimazionein 2 suddivisioni. La prima e estesa alla maggioranza degli aerotermi, inparticolare per tutti gli aerotermi che fanno capo alle pompe L, C, A ,B, U,V, Z, Y, W, R, Q, P, S. La seconda logica da considerare e quella applicataagli uffici. Per la valutazione di questa e necessaria un’ulteriore suddivisionein pompe come segue:

• logica UFF1 per gli aerotermi dipendenti dalle pompe D F.

• logica UFF2 per gli aerotermi dipendenti dalle pompe I1 e I2, G, H.

• logica UFF3 per gli aerotermi dipendenti dalla pompa T.

• logica UFF4 per gli aerotermi dipendenti dalle pompa E.

Fig. 3.10: WireSheet della logica di un aerotermo del controlloriscaldamento ambientale.

La logica e strutturata secondo la gerarchia caldaia => pompe => ae-rotermi. La logica delle caldaie non merita particolari attenzioni in quanto

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riproduce una logica gia vista negli altri controlli. Si basa semplicemente suuna accensione richiesta dagli schedulatori, oppure da comandi manuali diforzatura da parte degli operatori e inoltre indipendente dalle pompe e dagliaerotermi. La logica di accensioni delle pompe e aerotermi sono correlatetra loro. Al momento della commissione dell’opera si supervisione dell’im-pianto, gli ambienti da climatizzare erano gestiti da una serie di controlloriIR33, pertanto per la gestione di questo ambito e stato sufficiente portare eampliare a livello di BMS quella gestione che prima veniva fatta localmenteper ogni dispositivo. Per gestire le accensione si e deciso di farle ”parti-re’ dagli aerotermi, questi a loro volta accedendosi fanno partire le pompe.Secondo le specifiche quando un aerotermo si accende deve trovare acquacalda sulla conduttura, per fare cio si e deciso di interporre tra l’uscita delcontrollore IR33 e il segnale di ingresso per accensione dell’aerotermo, uncollare sul tubo di ritorno delle pompe, in modo tale da abilitare la chia-mata di accensione solo dopo la rivelazione della presenza di acqua caldanella conduttura. In questo controllo si fa notare che l’uscita di Schedulenon corrisponde piu ad uno stato binario ma ad una temperatura desideratanell’ambiente, questa viene scritta nel St1 dell’IR33.

3.7 Alcune questioni a contorno

3.7.1 Sicurezza

Nelle richieste di progetto si e parlato del problema sicurezza. Per risponderea queste esigenze si sono attuate tecniche di separazione delle aree accessibilialle funzioni del sistema e alle attivita degli addetti. In generale le pagine dilayout e consultazione sono state rese disponibili per la fruizione dei valori,mentre le pagine di configurazione sono limitate ai soli responsabili dell”eser-cizio dell’impianto con il fine di contenere i rischi di malfunzionamenti. Peraccesso alla HMI il sistema richiede la identificazione del profilo utente conl’inserimento di User e Password, successivamente per ogni pagina visionatao comando richiesto verifica il sitema verifica volta per volta che l’operatoreabbia le autorizzazione per accedere a quest’ambito o eseguire il comando.

3.7.2 Allarmi ed eventi

Nel campo dei sistemi di BMS e doveroso fare una distinzione tra il termineevento e il termine allarme. Per evento si intende l’istante in cui il valoredi una misura passa da una banda all’altra. L’allarme invece e una condi-zione associata ad ogni banda (tranne la normale in cui l’allarme rientra):viene generato nel momento in cui la misura assume un valore che la portanella relativa banda e permane per tutto il tempo in cui il valore rimaneal suo interno. Ogni volta che un allarme o un evento si genera l’operatoree chiamato ad effettuarne un riconoscimento, cio significa prendere visione

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della sua segnalazione e quindi della potenziale situazione di pericolo per ilprocesso. Per facilitare il compito dell’operatore e metterlo in condizionedi avere informazioni immediate su eventi e allarmi correntemente attivi ilsistema utilizza Alarm Console nella quale introduce o aggiorna una voceogni volta che viene generato un allarme o un evento. Nel momento in cuila condizione anomala scompare e si ritorna al normale funzionamento ilsistema segnala il ritorno da una condizione di allarme o da un evento. Sel’operatore aveva gia effettuato il riconoscimento, l’allarme o l’evento vienerimosso dalla lista degli allarmi/eventi attivi, altrimenti vi rimane fino ache non sara riconosciuto. Un’altra operazione che il sistema compie sulleinformazioni di allarme/evento e l’associazione dell’etichetta “tempo”. Ognivolta che un allarme/evento si genera, viene riconosciuto, viene cancellato, ilsistema associa all’informazione l’istante temporale in cui cio e avvenuto. LaConsole permette di ordinare gli allarmi secondo varie apzioni come si vededalla figura in basso. Altre funzioni che il sistema di supervisione puo met-tere a disposizione per agevolare le operazioni di trattamento allarmi/eventisono attuabili a livello di logica e consistono in:

• associazioni a categoria

• assegnazione di priorita

• associazione di permessi operatore

Queste associazioni hanno lo scopo di consentire una gestione evoluta degliallarmi sia in termini di classificazione degli stessi che di abilitazione deglioperatori al trattamento.

Fig. 3.11: Alarm Console di Tridium.

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Fig. 3.12: Alarm record dialog box di Tridium.

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Capitolo 4

Conclusioni

L’evoluzione dei dispositivi JACE comportera richieste sempre piu esigentidel punto di vista della:

• Capacita di eleborazione.

• Integrazione di funzioni comuni programmabili con facilita.

• Standardizzazione delle interfacce e dei protocolli di comunicazione.

• Capacita di interfacciamento con altri apparati di campo.

L’evoluzione delle tecnologie di comunicazione, degli apparati di acquisizio-ne dati e dei sistemi di elaborazione, degli strumenti di campo quali sensorie attuatori stanno conducendo a una visione nuova dell’architettura dei si-stemi di controllo. Le accresciute capacita di ognuno di questi elementirendono sempre piu ampio il ventaglio delle scelte relative alla distribuzio-ne o concentrazione delle funzionalita del sistema, alla definizione dei flussiinformativi (che non si limitano piu agli scambi centro-periferia ma vedonospesso gli apparati periferici comunicare autonomamente tra loro), alla lo-calizzazione dell’informazione. Quanto detto fa comprendere che coloro sitrovano a realizzare sistemi di controllo hanno a disposizione una varieta disoluzioni impensabile solo pochi anni or sono e, per questo, sono chiamatia una competenza che supera il problema della realizzazione per giungerealla capacita di compiere la scelta migliore caso per caso. La scelta dei di-versi componenti e la loro configurazione per la realizzazione di questa oquella funzione, la distribuzione di alcune funzioni e la concentrazione di al-tre, caratteristiche tecnologiche e funzionali sono tutti elementi che debbonoessere analizzati all’ombra di un’architettura del sistema che prende formadalle scelte che verranno compiute non essendo piu il punto di riferimentodal quale far discendere le scelte.

Il sistema di supervisione diventa uno strumento che permette una dimi-nuzione di impegno del personale, che proprio dal sistema di automazione

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si trova sostituito nello svolgere i compiti di controllo. Questo fatto nonsempre si risolve in una riduzione del personale, ma puo essere motivo diricollocazione a riqualificazione. Per questo motivo l’adozione di un sistemadi supervisione viene visto con diffidenza dal personale anche per il fattoche una scelta di questo genere comporta un cambiamento di abitudini euna possibile perdita di sicurezze accumulate nel corso della vita lavorativa.La diffidenza nei confronti delle conseguenze che l’adozione di un sistema diautomazione comporta spesso si manifesta nella resistenza a questo tipo dinovita e nel tentativo, nei casi peggiori, di denigrare le caratteristiche delsistema stesso al fine di giustificarne il mancato utilizzo.

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Capitolo 5

Bibliografia

• Niagara AX- 3.X User Guide.

• Niagara AX- 3.X Kit Control Guide.

• Niagara AX- 3.X Install and Startup Guide.

• Niagara AX- 3.X Ndio Guide.

• Niagara AX- 3.X Drivers Guide.

• JACE-2 mounting and wiring instructions.

• IO-34 installation and configuration instructions.

• IO-16 installation and configuration instructions.

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