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GNGTS – Atti del 20° Convegno Nazionale / 03.01 B. Della Vedova (1) , C. Trocca (1, 2) , F. Zgur (1, 3) , R. Nicolich (1) e A. Primiero (1, 2) (1) Università di Trieste, Dipartimento di Ingegneria Civile, Sezione Georisorse e Ambiente (2) Direzione Regionale Protezione Civile, Regione Friuli-Venezia Giulia (3) Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS, Trieste SISMICA AD ALTA RISOLUZIONE PER LO STUDIO DEGLI ACQUIFERI PROFONDI NELLA FASCIA COSTIERA DELLA PIANURA FRIULANA Riassunto. Il costo di una campagna d’acquisizione sismica è critico e può essere contenuto attraverso un’attenta valutazione degli obiettivi e un’accurata pianificazione delle operazioni. Con questi presupposti è stata portata a termine con successo un’indagine sismica ad alta risoluzione nella Bassa Pianura Friulana (in località Canedo-Pertegada – UD), mirata alla definizione e caratterizzazione degli acquiferi profondi. In particolare, gli obiettivi specifici sono: l’individuazione della stratigrafia sismica delle formazioni sedimentarie cenozoiche, che ricoprono il basamento carbonatico mesozoico posto a una profondità di 700-800 m, e la caratterizzazione e calibrazione degli acquiferi profondi (alcuni dei quali interessati da termalismo) mediante il confronto del dato sismico con le stratigrafie ed i logs da pozzo. I parametri di acquisizione adottati (120 canali, copertura 1500%, 5 m di intertraccia, scoppi ogni 20 m e cariche di esplosivo di soli 75 g), hanno garantito un ottimo compromesso tra la penetrazione richiesta per raggiungere l’obiettivo più profondo (la Piattaforma Carbonatica) e la risoluzione necessaria alla definizione degli acquiferi più superficiali (frequenze superiori ai 300 Hz). L’interpretazione delle unità principali è stata eseguita sulla base dei dati stratigrafici del pozzo Cesarolo-1, ubicato a circa 6 km a SO della linea, e di tre pozzi per acqua, con profondità superiore a 500 m. I più significativi tra gli orizzonti interpretati, sono il tetto dei carbonati, alla base della sequenza cenozoica, e le soprastanti molasse neogeniche (calcareniti del Burdigaliano e del Langhiano). Gli acquiferi tardo Miocenici e Quaternari sono stati risolti con successo e correlati con i dati stratigrafici riconosciuti nei pozzi per acqua. L’indagine ha confermato la potenzialità del metodo sismico ad alta risoluzione nell’ambito di tematiche idrogeologiche. La validazione e l’estrapolazione dei risultati e il confronto con i numerosi pozzi presenti nella Regione ha consentito di aggiornare la mappa della base del Quaternario, da utilizzare come punto di partenza per la gestione e lo sfruttamento delle risorse idriche. HIGH RESOLUTION SEISMIC FOR THE STUDY OF DEEP ACQUIFERS IN THE FRIULI PLAIN Abstract. The cost of a seismic survey is critical and should be minimized whenever possible by an accurate planning. This was successfully achieved during a High Resolution Seismic survey carried out in the Friuli-Venezia Giulia coastal plain (Canedo-Pertegada – UD) and focused on the characterization and exploitation of the deep water acquifers in the area. The specific targets are the seismic stratigraphy of the Cenozoic sediments covering the carbonatic basement, 700-800 m deep, and the seismic characterization of the clastic acquifers, by comparing the seismic data with the borehole stratigraphy and well logs. The acquisition parameters adopted (120 channels, 1500% fold, 5 m trace interval , 20 m shot point interval and explosive charges of 75 g) represent a very good compromise between the requested penetration to imagine the Carbonatic Platform and the resolving power needed for the definition of the shallow structures (frequencies up to 300 Hz were recorded). The interpretation of the main horizons is based upon the revisited stratigraphy of Cesarolo 1 well, located approximately 6 km to the southeast of the seismic line. The deepest identified reflector is the top of carbonates; a good image for the Burdigalian and Langhian calcarenites and for the overlying clastic deposits was also obtained. The Late Miocene and Quaternary acquifers were successfully resolved and correlated with the stratigraphic data and well logs. The survey demonstrated the excellent potential of the High Resolution Seismic method for hydrogeological applications. The calibration of the results with several wells in the region allowed the reconstruction of a first map of the base of Quaternary deposits, extended over the whole plan, that can be useful for groundwater exploitation and management.

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GNGTS – Atti del 20° Convegno Nazionale / 03.01

B. Della Vedova (1), C. Trocca (1, 2), F. Zgur (1, 3), R. Nicolich (1) e A. Primiero (1, 2)

(1) Università di Trieste, Dipartimento di Ingegneria Civile, Sezione Georisorse e Ambiente (2) Direzione Regionale Protezione Civile, Regione Friuli-Venezia Giulia (3) Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS, Trieste

SISMICA AD ALTA RISOLUZIONE PER LO STUDIO DEGLI ACQUIFERI PROFONDI

NELLA FASCIA COSTIERA DELLA PIANURA FRIULANA Riassunto. Il costo di una campagna d’acquisizione sismica è critico e può essere contenuto attraverso un’attenta valutazione degli obiettivi e un’accurata pianificazione delle operazioni. Con questi presupposti è stata portata a termine con successo un’indagine sismica ad alta risoluzione nella Bassa Pianura Friulana (in località Canedo-Pertegada – UD), mirata alla definizione e caratterizzazione degli acquiferi profondi. In particolare, gli obiettivi specifici sono: l’individuazione della stratigrafia sismica delle formazioni sedimentarie cenozoiche, che ricoprono il basamento carbonatico mesozoico posto a una profondità di 700-800 m, e la caratterizzazione e calibrazione degli acquiferi profondi (alcuni dei quali interessati da termalismo) mediante il confronto del dato sismico con le stratigrafie ed i logs da pozzo. I parametri di acquisizione adottati (120 canali, copertura 1500%, 5 m di intertraccia, scoppi ogni 20 m e cariche di esplosivo di soli 75 g), hanno garantito un ottimo compromesso tra la penetrazione richiesta per raggiungere l’obiettivo più profondo (la Piattaforma Carbonatica) e la risoluzione necessaria alla definizione degli acquiferi più superficiali (frequenze superiori ai 300 Hz). L’interpretazione delle unità principali è stata eseguita sulla base dei dati stratigrafici del pozzo Cesarolo-1, ubicato a circa 6 km a SO della linea, e di tre pozzi per acqua, con profondità superiore a 500 m. I più significativi tra gli orizzonti interpretati, sono il tetto dei carbonati, alla base della sequenza cenozoica, e le soprastanti molasse neogeniche (calcareniti del Burdigaliano e del Langhiano). Gli acquiferi tardo Miocenici e Quaternari sono stati risolti con successo e correlati con i dati stratigrafici riconosciuti nei pozzi per acqua. L’indagine ha confermato la potenzialità del metodo sismico ad alta risoluzione nell’ambito di tematiche idrogeologiche. La validazione e l’estrapolazione dei risultati e il confronto con i numerosi pozzi presenti nella Regione ha consentito di aggiornare la mappa della base del Quaternario, da utilizzare come punto di partenza per la gestione e lo sfruttamento delle risorse idriche.

HIGH RESOLUTION SEISMIC FOR THE STUDY OF DEEP ACQUIFERS IN THE FRIULI PLAIN

Abstract. The cost of a seismic survey is critical and should be minimized whenever possible by an accurate planning. This was successfully achieved during a High Resolution Seismic survey carried out in the Friuli-Venezia Giulia coastal plain (Canedo-Pertegada – UD) and focused on the characterization and exploitation of the deep water acquifers in the area. The specific targets are the seismic stratigraphy of the Cenozoic sediments covering the carbonatic basement, 700-800 m deep, and the seismic characterization of the clastic acquifers, by comparing the seismic data with the borehole stratigraphy and well logs. The acquisition parameters adopted (120 channels, 1500% fold, 5 m trace interval , 20 m shot point interval and explosive charges of 75 g) represent a very good compromise between the requested penetration to imagine the Carbonatic Platform and the resolving power needed for the definition of the shallow structures (frequencies up to 300 Hz were recorded). The interpretation of the main horizons is based upon the revisited stratigraphy of Cesarolo 1 well, located approximately 6 km to the southeast of the seismic line. The deepest identified reflector is the top of carbonates; a good image for the Burdigalian and Langhian calcarenites and for the overlying clastic deposits was also obtained. The Late Miocene and Quaternary acquifers were successfully resolved and correlated with the stratigraphic data and well logs. The survey demonstrated the excellent potential of the High Resolution Seismic method for hydrogeological applications. The calibration of the results with several wells in the region allowed the reconstruction of a first map of the base of Quaternary deposits, extended over the whole plan, that can be useful for groundwater exploitation and management.

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GNGTS – Atti del 20° Convegno Nazionale / 03.01

INTRODUZIONE Le indagini sismiche ad alta risoluzione per scopi idrogeologici sono parte degli

obiettivi specifici dello studio preliminare degli acquiferi profondi della Pianura Friulana promosso dall’Università di Trieste e dall’OGS nell’ambito di una convenzione stipulata con la Direzione Ambiente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Gli obiettivi principali della ricerca sono i seguenti: 1) la ricostruzione della stratigrafia sismica delle formazioni sedimentarie recenti, che ricoprono il basamento carbonatico Mesozoico, posto a una profondità di 700-800 m nell’area litorale della Regione, con i metodi della sismica ad alta risoluzione in 2D; 2) la caratterizzazione sismica degli acquiferi profondi in una zona dove la stratigrafia di dettaglio è nota dai pozzi per ricerca d’acqua e da quelli profondi per la ricerca d’idrocarburi.

AREA DI STUDIO

L’area di studio è ubicata nella zona costiera della Bassa Pianura Veneto-

Friulana, in prossimità della foce del fiume Tagliamento (Fig. 1). In quest’area sono stati individuati diversi acquiferi geotermici, fra i quali: un acquifero profondo entro i calcali (< 720 m), con una temperatura di circa 65 °C, rilevato durante la perforazione del pozzo di esplorazione Cesarolo 1 (AGIP, 1972), e una serie di altri acquiferi idrotermali ad acqua dolce con una temperatura fino a circa 50 °C, la cui presenza è stata più volte confermata da numerosi pozzi d’acqua, perforati a profondità variabili dai 250 m ai 600 m all’interno delle formazioni Quaternarie, Plioceniche e Tardo Mioceniche.

ASSETTO IDROGEOLOGICO DELLA PIANURA FRIULANA

La Pianura Friulana rappresenta l’area stabile di avampaese adriatico, verso cui avanzano i sovrascorrimenti ed i fronti di deformazione delle Alpi Meridionali (da Nord) e delle Dinaridi-Alpi Giulie (da ENE). I suoi margini verso le catene sono interessati da deformazione e attività sismica attuale, mentre la maggior parte delle strutture sepolte sotto la pianura non è attualmente attiva.

Da un punto di vista idrogeologico, la Pianura Friulana può essere suddivisa in due domini principali: l’alta pianura, a Nord, caratterizzata dalla presenza di depositi ghiaiosi e sabbiosi molto permeabili, e la bassa pianura, a Sud, in cui sono prevalenti limi e argille.

Le due aree sono separate dalla fascia delle risorgive, dove parte delle acque sotterranee provenienti dagli acquiferi dell’alta pianura vengono a giorno, a causa della minor permeabilità dei terreni.

Le acque di ricarica, infiltrandosi nei depositi a grana fine della bassa pianura, alimentano numerosi acquiferi confinati (ne sono stati classificati fino a 8 interni alla copertura clastica Quaternaria), separati da intervalli di argille impermeabili. Si ritiene che la ricarica degli acquiferi artesiani della Bassa Pianura avvenga principalmente attraverso la complessa rete di paleo-alvei sepolti che costituiscono gli antichi letti di fiumi e canali che drenavano la pianura.

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GNGTS – Atti del 20° Convegno Nazionale / 03.01

Fig. 1 - I due domini idrogeologici principali della Pianura Friulana.

Fig.1: Distribution of temperature at 500 m a.s.l. depth (dotted lines) in the Friuli coastal area (Calore et al., 1995). Continuous lines are the Isobaths of the Top of Mesozoic Carbonate platform. (Trocca, 1998).

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Palmanova

Lignano

Grado

0 5 10 15 km

Fig. 2 - Distribuzione della temperatura a 500 m di profondità (linee rosse tratteggiate) nell’area costiera della Bassa Pianura Friulana (Calore et al., 1995). Le linee continue rappresentano le isobate relative al top della Piattaforma Carbonatica Mesozoica (Trocca, 1998).

Il sottosuolo della pianura è caratterizzato da sequenze clastiche Plio-

Quaternarie sovrastanti le formazioni molassiche Mioceniche e quelle flyschoidi Eoceniche, che a loro volta ricoprono la Piattaforma Carbonatica Mesozoica (Marzona, 1991; Barnaba, 1990).

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I dati geofisici (gravimetrici, magnetometrici e sismici) e le stratigrafie dei pozzi profondi e per acqua, individuano nella zona costiera un importante alto strutturale della Piattaforma Carbonatica Mesozoica ad una profondità di circa 700-750 m, costituito, nella parte alta, dai carbonati Mesozoici di scogliera. Nel complesso i carbonati possono raggiungere i 6 km di spessore.

La circolazione idrotermale entro le formazioni carbonatiche di scogliera (Calore et al., 1995) genera un’anomalia termica in tutta la fascia costiera e porta temperature dell’ordine dei 50-60 °C, a meno di 700 m dal piano di campagna (Fig. 2).

ACQUISIZIONE DEI DATI L’acquisizione della linea sismica ad alta risoluzione è stata effettuata in località

Canedo, Comune di Precenicco, lungo un profilo che si sviluppa per quasi 3 km in direzione E-O. La scelta dell’area da investigare (Fig. 6) è stata effettuata in funzione della possibilità di calibrare i dati sismici sui pozzi per acqua presenti nell'area (Pertegada, Canedo e Sette Casoni), i quali raggiungono gli acquiferi sabbiosi e ghiaiosi del tardo Miocene, a una profondità massima di 560 m.

Per gli obiettivi più profondi di 1 km, la linea sismica è stata calibrata sulla base delle stratigrafie e dei logs dei pozzi profondi Cesarolo 1 e Marinelle, che distano 6-7 km, in direzione Ovest. In particolare, la stratigrafia rivisitata del Cesarolo 1, è stata resa recentemente disponibile dall’ENI, Direzione AGIP.

I parametri di acquisizione adottati (Tab. 1) sono stati scelti in base all'esigenza di poter disporre sia di elevate frequenze, per una definizione ottimale degli obiettivi più superficiali, che di offset sufficienti per poter illuminare il target più profondo (Piattaforma Carbonatica Mesozoica).

Tab. 1 - Parametri di acquisizione.

N° canali 120

Configurazione off-end e split asimmetrico 24 – S – 96

Distanza gruppi 5 m

Geofoni 12 x 1 in gruppo Frequenza 10 Hz

Offset minimo 10 m Offset massimo 600 m Sorgente Dinamite Intervallo di scoppio 20 m (ogni 4 tracce) Carica 70 g circa Profondità fori 3 m Copertura nominale 15 Lungh. registrazione 2 s Campionamento 1 ms

La sorgente sismica è stata fornita da cariche di dinamite da 70 g che hanno

garantito frequenze del segnale superiori ai 260 Hz. La profondità di scoppio di 3 m, posta al di sotto della falda superficiale, ha garantito un ottimo accoppiamento, limitando al minimo la dispersione dell'energia.

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È stato scelto uno stendimento di 120 canali in split-asimmetrico (24-96) utilizzando catene di 12 geofoni da 10 Hz (raggruppati in piazzola) per ciascun canale. L'offset massimo di 600 m è stato verificato essere sufficiente per una buona risoluzione del target profondo. Lo split asimmetrico, rendendo disponibile una gran quantità di profili coniugati a rifrazione, ha consentito una definizione ottimale della velocità del primo rifrattore, necessaria per il calcolo delle correzioni statiche di campagna. L’offset minimo di 10 m ha consentito di ottenere immagini degli orizzonti più superficiali, con adeguata copertura.

ELABORAZIONE DEI DATI

La sequenza di elaborazione (Fig. 3) è stata mirata all’ottenimento del miglior

rapporto possibile segnale-rumore, con il fine di recuperare e rinforzare il segnale utile e di rimuovere il rumore presente nelle registrazioni di campagna, come: il ground roll, l’onda d'aria e le riverberazioni di corto periodo. Le tracce, o parti di esse, eccessivamente rumorose sono state rimosse durante la fase di editing manuale. La deconvoluzione ha contribuito a migliorare la risoluzione verticale e a sopprimere le multiple di corto periodo (Fig. 4).

RIFORMATTAZIONE

EDITING-QC

RECUPERO AMPIEZZE

DECONVOLUZIONE

STATICHE

ANALISI DI VELOCITA’

STATICHE RESIDUALI

TOP MUTE

CDP STACK

BILANCIAMENTO

FILTRAGGIO TVF

SEZ. PROFONDITA’

VEL.MEDIE

Fig. 3 - Sequenza di elaborazione.

Le correzioni statiche di campagna sono state computate sulla base dei primi

arrivi delle onde rifratte (statiche a rifrazione). Le analisi di velocità sono state eseguite tramite l’utilizzo di pannelli CVS (Constant Velocity Stack) applicando due cicli di correzioni statiche residue surface consistent, basate su un riflettore ad alto contenuto in frequenza. Questa tecnica ha consentito di ottenere un’ottima continuità laterale di tutti i riflettori presenti nella sezione stack (Fig. 5). La conversione in profondità è stata realizzata assegnando una funzione di velocità medie, derivata dalle velocità sismiche RMS e calibrata sui pozzi disponibili nell’area interessata dal profilo.

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Fig. 4 - Elaborazione dei dati sismici. Nella versione deconvoluta (centro) la compressione dei segnali e l'attenuazione delle riverberazioni superficiali rendono chiaramente identificabili i segnali riflessi. Da notare come l'operazione determini un rafforzamento dell'onda d'aria nelle sue componenti di alta frequenza.

Fig. 5 - Effetto delle correzioni statiche sulla sezione stack.

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Fig. 6 - Sezione sismica interpretata CAN-1.

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INTERPRETAZIONE DEI DATI

L’interpretazione dei dati sismici a riflessione è un processo complesso, volto alla definizione del significato geologico degli attributi di una sezione sismica. Nell’interpretazione è necessario verificare la consistenza del dato sismico con tutti i dati disponibili nell’area e con i principi guida della geologia e della fisica. Un’interpretazione coerente e consistente non garantisce, però, in assoluto la correttezza dell’interpretazione geologica.

L’interpretazione geologica e la caratterizzazione litostratigrafia delle facies sismiche della sezione CAN-1 sono state eseguite in maniera ricorsiva, operando sulla sezione sismica stack e su quella convertita in profondità (Fig. 6).

La calibrazione dei dati sismici è stata eseguita integrando i dati stratigrafici e geofisici del pozzo Cesarolo 1 (cortesia ENI, Direz. AGIP) (Fig. 7), con le stratigrafie dei molti pozzi per acqua disponibili nella stessa area (Fig. 8).

Fig. 7 - Calibrazione dei dati sismici: la stratigrafia e i logs di resistività e PS del pozzo Cesarolo 1 (a sinistra), sono correlati con la terminazione occidentale della linea CAN-1 (a destra), distante dal pozzo circa 6 km.

In particolare, il pozzo Pertegada dispone di stratigrafia e di logs da pozzo di

discreta qualità, fino alla profondità di quasi 600 m dal p.c. L’integrazione di questi insiemi di dati, di diversa qualità e risoluzione, ha garantito la calibrazione degli

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acquiferi profondi fino al tetto della piattaforma carbonatica mesozoica (posta a circa 750 m dal p.c.), con una risoluzione comparabile a quella della linea sismica CAN-1.

BOTTOM OF ACQUIFER D

BOTTOM OF ACQUIFER G

BOTTOM OF ACQUIFER I

Stefanini and Cucchi (1977), Barnaba (1990)

0

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(m)

Pozzo Pertegada Pozzo Buffon Pozzo Sette Casoni

Fig. 8 - Sezione Pertegada-Laguna di Marano ottenuta dalla correlazione dei dati disponibili dei pozzi per acqua presenti nella zona d’indagine. Sono indicati gli acquiferi principali. La stratigrafia del pozzo Sette Casoni è stata cortesemente fornita da P. Benedetti.

Le correlazioni stratigrafiche tracciate in base a queste calibrazioni (Figg. 7 e 8)

hanno permesso di identificare i principali orizzonti delle sequenze clastiche Cenozoiche (Plio-Quaternarie, Mioceniche ed Eoceniche) ed alcuni degli acquiferi più importanti entro i depositi Quaternari (Fig. 9). Lo spessore del Quaternario nell’area d’indagine varia fra 400 m, ad Est, e 450 m, ad Ovest.

Dal confronto fra le stratigrafie dei pozzi a disposizione e la sezione sismica, è stato possibile identificare e caratterizzare i seguenti orizzonti sismo-stratigrafici, corrispondenti a precise discontinuità litologiche (Fig. 6):

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Tetto dei carbonati (C): L’orizzonte C corrisponde al più profondo degli obiettivi previsti dall’indagine. Esso rappresenta una superficie di erosione ed una discordanza stratigrafica. L’ampia lacuna stratigrafica nella successione (mancano, o sono molto sottili, tutti i termini del Paleogene: dal Paleocene all’Oligocene) testimonia un episodio di emersione molto prolungata e probabilmente accompagnata da processi di erosione e carsismo. La superficie di erosione costituisce il tetto dei calcari mesozoici (Calcari del Cellina). Essa è posta a circa 750 m di profondità, all’estremità occidentale, e a circa 700 m, all’estremità orientale. I riflettori continui e coerenti osservabili al di sopra dell’orizzonte C sono l’immagine di serie in top-lap sui carbonati e di stratificazioni entro i depositi miocenici (Gruppo della Cavanella).

Tetto del Burdigagliano (B): è un orizzonte interno al Gruppo della Cavanella posto a circa 550-650 m di profondità. Esso segna il passaggio tra le arenarie del Burdigaliano, di poco più di 100 m di spessore, e le sovrastanti calcareniti del Langhiano (circa 50 m).

Tetto del Langhiano (L): definisce il tetto del Gruppo della Cavanella, caratterizzato da qualche decina di metri di calcareniti. Il riflettore definisce chiaramente un significativo salto di impedenza acustica che differenzia le alternanze di arenarie, sabbie e argille Tortoniane sovrastanti, dalle arenarie e calcareniti langhiane. Lo spessore della formazione di Cavanella è di circa 200 m e si mantiene costante lungo la sezione.

Base del Pliocene (P): la base del Pliocene è una superficie di discordanza e anche di erosione (mancando la serie evaporitica messiniana) fra le argille e sabbie Plioceniche sovrastanti e le più antiche arenarie e sabbie (Tortoniano). Lo spessore delle arenarie Tortoniane è di circa 100 m e si assottiglia leggermente verso l’estremità orientale.

Orizzonte (FL): è un acquifero posto a circa 500 m di profondità sulla sezione ed è alloggiato entro le sabbie tortoniane. Esso è fatto corrispondere all’acquifero incontrato nel pozzo Pertegada a 540-560 m di profondità. Dalla sezione sismica si desume per l’acquifero uno spessore di circa 10-15 m; esso appare discontinuo nella porzione centrale della linea, probabilmente a causa di una variazione di facies e/o di porosità. Questo acquifero è artesiano e leggermente salmastro.

Base del Quaternario (Q): la base del Quaternario o tetto delle argille e sabbie plioceniche è un riflettore debole e poco evidente; ciò è probabilmente dovuto al fatto che non esiste una netta differenziazione sismica fra serie plioceniche e serie basali quaternarie, a meno di una differenza di compattazione. La sua localizzazione è stata individuata sulla base dei dati del pozzo Cesarolo e dei pozzi per acqua.

Questa interfaccia è stata posizionata sulla base delle indicazioni del sovrastante acquifero Fi ed è localizzata a circa 450 m di profondità, all’estremità Ovest, e a circa 400 m all’estremità orientale. Lo spessore del Pliocene sembra ridotto a qualche decina di metri solamente.

Orizzonte (FI): è posto a profondità di circa 420 m, ad Ovest, e di circa 380 m, ad Est. Esso corrisponde al livello di ghiaie e sabbie grossolane (in prossimità della base del Quaternario) riconoscibile sia nel pozzo Cesarolo 1 che nei tre pozzi per acqua: Pertegada, Buffon e Sette Casoni. La stratigrafia del pozzo Cesarolo 1 mostra uno strato di ghiaie e sabbia grossolane tra 422 ai 432 m. Sopra e sotto tale formazioni la stratigrafia mostra la presenza di livelli argillosi. Lo strato grossolano è intercettato anche dal pozzo Pertegada (420-430 m); esso è sede di un importante falda artesiana, corrispondente all’acquifero indicato in letteratura come acquifero Fi (Barnaba, 1990). Nell’interpretazione della linea sismica la base di tale falda Fi è

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stata tracciata seguendo la base del riflettore. Poiché la profondità di questa falda all’estremità orientale della linea è di circa 30-40 m più superficiale di quanto non lo sia nei pozzi Pertegada e Buffon (più a Ovest) e poiché questo è anche in accordo con l’andamento delle unità litostratigrafiche più profonde fino alla Piattaforma Carbonatica, ciò potrebbe suggerire l’ipotesi che esista una culminazione secondaria locale della Piattaforma Carbonatica, più a Est, nella Laguna di Marano.

Fig. 9 - Calibrazione dei dati sismici. La linea sismica CAN-1 passa in prossimità del pozzo Buffon, la cui stratigrafia è mostrata sulla destra.

Orizzonte (FG): questo riflettore si trova a una profondità di circa 280 m,

all’estremità occidentale della sezione, e a circa 250 m, ad Oriente. Esso corrisponde al livello di ghiaie e sabbie riconoscibile sia nel pozzo Cesarolo1 che nei tre pozzi per acqua: Pertegada, Buffon e Sette Casoni. L’orizzonte è continuo e ben riconoscibile lungo tutta la sezione, esso corrisponde all’acquifero G.

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Orizzonte (FD): il riflettore è debole e meno chiaro degli orizzonti “acquiferi” precedenti, anche perché è di spessore più limitato e quindi meno ben risolto. Esso è posto ad una profondità di circa 160 m, al di sotto della lente di argilla A, e corrisponde al livello di ghiaie e sabbie riconoscibile sia nel pozzo Cesarolo1 che nei tre pozzi per acqua: Pertegada, Buffon e Sette Casoni. L’orizzonte è continuo e riconoscibile lungo tutta la sezione, esso corrisponde all’acquifero D.

Orizzonte (A): questo riflettore, posto alla profondità di circa 120-130 m è un orizzonte continuo su tutta la sezione e mostra una buna riflettività, rispetto ai sedimenti sovrastanti: Esso è stato interpretato come corrispondente allo strato di argilla che sta alla base della trasgressione tardo Quaternaria con sabbie e conchiglie, riscontrata nelle stratigrafie dei pozzi di taratura. Questo orizzonte separa nettamente le sequenze sedimentarie organizzate e probabilmente più compattate, poste a profondità maggiore di 120-130 m, da quelle più superficiali sismicamente poco differenziate e praticamente trasparenti.

Orizzonte (T): questo riflettore caratteristico, posto a circa 20-30 m di profondità, corrisponde alla base di un intervallo contenente livelli di qualche metro di torba, riscontrato anche sui pozzi di calibrazione. Da un punto di vista stratigrafico e paleo-ambientale, esso costituisce un evento sincrono.

CONCLUSIONI

L’indagine ha confermato l’ottima potenzialità del metodo sismico ad alta

risoluzione, nell’ambito delle applicazioni idrogeologiche. L’utilizzazione di un elevato numero di canali e l’impiego di una perforatrice a limitato impatto ambientale (LIA) capace di prestazioni molto elevate (più di 80 fori/giorno), hanno consentito di ridurre i costi della sismica rendendone possibile l’applicazione nella prospezione idrogeologica e nella caratterizzazione sismo-stratigrafica di dettaglio (1-2 m) in prossimità della superficie. La mancanza molto frequente di adeguate tarature cronostratigrafiche per i depositi clastici Quaternari e Neogenici rende questa metodologia geofisica un ottimo strumento per la correlazione areale degli acquiferi, per la definizione di bacini di ricarica e spartiacque sotterranei e per la gestione e lo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee.

Ringraziamenti. Si ringrazia il Dr. Guglielmo Berlasso, Direttore del Servizio Geologico, Direzione dell’Ambiente, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, per l’autorizzazione alla pubblicazione dei dati presentati.

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