sintassi elementi introduttivi dott.ssa beatrice morandina - università degli studi di macerata

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SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

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Page 1: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

SINTASSIelementi introduttivi

SINTASSIelementi introduttivi

Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

Page 2: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

LINGUISTICALINGUISTICA

La linguistica è costituita da più discipline che hanno oggetti di studio diversi:

1. FONETICA (che studia i foni)2. FONOLOGIA (che studia i fonemi)3. MORFOLOGIA (che studia la struttura della parola)4. SINTASSI (che studia la struttura della frase)5. SEMANTICA (che studia il significato)6. PRAGMATICA (che studia la prosodia e le implicature della

frase)

La linguistica è costituita da più discipline che hanno oggetti di studio diversi:

1. FONETICA (che studia i foni)2. FONOLOGIA (che studia i fonemi)3. MORFOLOGIA (che studia la struttura della parola)4. SINTASSI (che studia la struttura della frase)5. SEMANTICA (che studia il significato)6. PRAGMATICA (che studia la prosodia e le implicature della

frase)

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SINTASSI = COMBINAZIONI DI PAROLE

SINTASSI = COMBINAZIONI DI PAROLE

Sintassi = si occupa di combinazioni di parole che possono essere di due tipi:

1) combinazione di parole più piccole di una frase = sintagmi 2) combinazioni di parole che comprendono più frasi = discorsi o testi; dove la frase è insieme di più sintagmi.

PAROLA = concetto molto discusso che assume valori differenti (parola fonologica, morfologica, sintattica, semantica).

PAROLA SINTATTICA = coincide con quella morfologica ma da un punto di vista diverso: la morfologia per la quale la parola è il costituente massimo, si occupa della struttura interna della parola; mentre la sintassi, per la quale la parola è il costituente minimo, indaga le relazioni tra varie parole determinando la loro appartenenza a classi diverse.

Sintassi = si occupa di combinazioni di parole che possono essere di due tipi:

1) combinazione di parole più piccole di una frase = sintagmi 2) combinazioni di parole che comprendono più frasi = discorsi o testi; dove la frase è insieme di più sintagmi.

PAROLA = concetto molto discusso che assume valori differenti (parola fonologica, morfologica, sintattica, semantica).

PAROLA SINTATTICA = coincide con quella morfologica ma da un punto di vista diverso: la morfologia per la quale la parola è il costituente massimo, si occupa della struttura interna della parola; mentre la sintassi, per la quale la parola è il costituente minimo, indaga le relazioni tra varie parole determinando la loro appartenenza a classi diverse.

Page 4: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

Caratteristiche linguaggio umano

Caratteristiche linguaggio umano

La sintassi si basa su alcuni presupposti:

RICORSIVITA’ = essendo la lingua un sistema aperto dove si possono creare sempre parole nuove e frasi nuove, si possono costruire frasi sempre nuove di lunghezza indefinita, inserendo in una data frase un’altra frase e così via. (da frasi semplici a frasi complesse)

OCCORRENZA = partendo dal fatto che si devono delimitare le parti del discorso e non le singole parole, si stabilisce quali sono le parole che possono ricorrere o no assieme ad altre e quali sono le posizioni di tali occorrenze.

CRITERIO DISTRIBUZIONALE = le parole si distribuiscono all’interno della frase secondo la classe a cui appartengono.

La sintassi si basa su alcuni presupposti:

RICORSIVITA’ = essendo la lingua un sistema aperto dove si possono creare sempre parole nuove e frasi nuove, si possono costruire frasi sempre nuove di lunghezza indefinita, inserendo in una data frase un’altra frase e così via. (da frasi semplici a frasi complesse)

OCCORRENZA = partendo dal fatto che si devono delimitare le parti del discorso e non le singole parole, si stabilisce quali sono le parole che possono ricorrere o no assieme ad altre e quali sono le posizioni di tali occorrenze.

CRITERIO DISTRIBUZIONALE = le parole si distribuiscono all’interno della frase secondo la classe a cui appartengono.

Page 5: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

CI SONO VARI TIPI DI SINTAGMI CIOE’ DI RAGGRUPPAMENTI DI PAROLE:

SN = SINTAGMA NOMINALE ulteriormente scomponibile in compl. + N SV = SINTAGMA VERBALE ulteriormente scomponibile in V (+ compl.(+ SN)) SA = SINTAGMA AGGETTIVALE ulteriormente scomponibile in A + compl. SP = SINTAGMA PREPOSIZIONALE ulteriormente scomponibile in P + Compl.

Compl. = si intende genericamente l’intero argomento della testa che può essere ad es, det., sn, ecc.

SINTAGMI = si riescono a delimitare i sintagmi grazie ad alcuni criteri principali:

Movimento = parole che fanno parte dello stesso gruppo si spostano insieme

Ininseribilità = un costituente non può essere interrotto tramite l’inserzione di altri costituenti

Enunciabilità in isolamento = le parole che formano un gruppo possono essere pronunciate anche da sole e non in una frase completa, dato un contesto opportuno.

Coordinabilita’ = due sequenze di parole possono essere coordinate solo se appartengono alla stessa categoria (es.: *a mezzanotte E il poliziotto; Gianni è tornato nella sua città E nel villaggio della sua infanzia)

.

CI SONO VARI TIPI DI SINTAGMI CIOE’ DI RAGGRUPPAMENTI DI PAROLE:

SN = SINTAGMA NOMINALE ulteriormente scomponibile in compl. + N SV = SINTAGMA VERBALE ulteriormente scomponibile in V (+ compl.(+ SN)) SA = SINTAGMA AGGETTIVALE ulteriormente scomponibile in A + compl. SP = SINTAGMA PREPOSIZIONALE ulteriormente scomponibile in P + Compl.

Compl. = si intende genericamente l’intero argomento della testa che può essere ad es, det., sn, ecc.

SINTAGMI = si riescono a delimitare i sintagmi grazie ad alcuni criteri principali:

Movimento = parole che fanno parte dello stesso gruppo si spostano insieme

Ininseribilità = un costituente non può essere interrotto tramite l’inserzione di altri costituenti

Enunciabilità in isolamento = le parole che formano un gruppo possono essere pronunciate anche da sole e non in una frase completa, dato un contesto opportuno.

Coordinabilita’ = due sequenze di parole possono essere coordinate solo se appartengono alla stessa categoria (es.: *a mezzanotte E il poliziotto; Gianni è tornato nella sua città E nel villaggio della sua infanzia)

.

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VALENZA VALENZA

Ci sono elementi della frase che richiedono assieme ad essi la presenza di altri elementi. La presenza di tali altri elementi può essere obbligatoria (ARGOMENTI) oppure facoltativa (ELEMENTI CIRCOSTANZIALI)

Potremmo dire che gli ARGOMENTI partecipano al processo mentre i CIRCOSTANZIALI forniscono il contesto.

Bisogna ricordare che, sia nel caso della valenza verbale che della valenza dei nomi, possiamo avere elementi che ammettono più costruzioni.

Ci sono elementi della frase che richiedono assieme ad essi la presenza di altri elementi. La presenza di tali altri elementi può essere obbligatoria (ARGOMENTI) oppure facoltativa (ELEMENTI CIRCOSTANZIALI)

Potremmo dire che gli ARGOMENTI partecipano al processo mentre i CIRCOSTANZIALI forniscono il contesto.

Bisogna ricordare che, sia nel caso della valenza verbale che della valenza dei nomi, possiamo avere elementi che ammettono più costruzioni.

Page 7: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

Valenza verbaleValenza verbale A seconda del numero di argomenti che li accompagnano

possiamo avere 4 classi di verbi:

1) avalenti (zerovalenti)= non sono accompagnati da alcun argomento (es.: piove, nevica,)

2) monovalenti = accompagnati solo da un argomento (nome o sintagma nominale o frase): (es.: Antonio parla, bisogna che Antonio parta).

3) bivalenti = accompagnati da due argomenti, (il primo sempre nome o SN mentre il secondo può essere nome o sn oppure una frase): (es.: Giovanni teme il giudizio)

4) trivalenti = accompagnati da tre argomenti (due gruppi nominali e un gruppo preposizionale): (es.: Giovanni dice qualcosa a Pietro)

A seconda del numero di argomenti che li accompagnano possiamo avere 4 classi di verbi:

1) avalenti (zerovalenti)= non sono accompagnati da alcun argomento (es.: piove, nevica,)

2) monovalenti = accompagnati solo da un argomento (nome o sintagma nominale o frase): (es.: Antonio parla, bisogna che Antonio parta).

3) bivalenti = accompagnati da due argomenti, (il primo sempre nome o SN mentre il secondo può essere nome o sn oppure una frase): (es.: Giovanni teme il giudizio)

4) trivalenti = accompagnati da tre argomenti (due gruppi nominali e un gruppo preposizionale): (es.: Giovanni dice qualcosa a Pietro)

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Valenza dei nomiValenza dei nomi

I nomi come i verbi hanno una loro valenza: ci sono nomi argomentali e nomi non-argomentali (DIPENDE DAI CONTESTI, LO STESSO NOME PUO’ ESSERE SIA ARGOMENTALE CHE NON):

NOMI ARGOMENTALI = debbono essere seguiti da un complemento di specificazione. Anche i nomi argomentali possono apparire da soli ma il loro argomento è recuperabile in base al contesto. Realizzano una funzione semantica definita (ruolo tematico) (es. la partenza di Gianni = indica l’individuo che parte). NOMI “ASTRATTI” (la costruzione della basilica)

NOMI NON-ARGOMENTALI = possono ma non debbono seguiti da un complemento di specificazione. Normalmente l’argomento che segue indica relazione di possesso. NOMI “CONCRETI” (quella basilica)

I nomi come i verbi hanno una loro valenza: ci sono nomi argomentali e nomi non-argomentali (DIPENDE DAI CONTESTI, LO STESSO NOME PUO’ ESSERE SIA ARGOMENTALE CHE NON):

NOMI ARGOMENTALI = debbono essere seguiti da un complemento di specificazione. Anche i nomi argomentali possono apparire da soli ma il loro argomento è recuperabile in base al contesto. Realizzano una funzione semantica definita (ruolo tematico) (es. la partenza di Gianni = indica l’individuo che parte). NOMI “ASTRATTI” (la costruzione della basilica)

NOMI NON-ARGOMENTALI = possono ma non debbono seguiti da un complemento di specificazione. Normalmente l’argomento che segue indica relazione di possesso. NOMI “CONCRETI” (quella basilica)

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1) mono-argomentali = corrispondono a verbi monovalenti: es.: la camminata di Gianni (= Gianni cammina)

2) biargomentali = di solito derivati da verbi transitivi: es.: la spiegazione di Newton della forza di gravità (= Newton ha spiegato la forza di gravità)

3) trivalenti = come verbi trivalenti: es.: il dono di una collana a Maria da parte di Antonio. (=Antonio ha donato una collana a Maria).

1) mono-argomentali = corrispondono a verbi monovalenti: es.: la camminata di Gianni (= Gianni cammina)

2) biargomentali = di solito derivati da verbi transitivi: es.: la spiegazione di Newton della forza di gravità (= Newton ha spiegato la forza di gravità)

3) trivalenti = come verbi trivalenti: es.: il dono di una collana a Maria da parte di Antonio. (=Antonio ha donato una collana a Maria).

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TIPI DI FRASITIPI DI FRASI

FRASE SEMPLICE = si intende una frase che in essa non contiene altre frasi.

FRASE COMPLESSA = si intende una frase che in essa contiene altre frasi.

FRASI PRINCIPALI O INDIPENDENTI = si intendono frasi che hanno senso compiuto.

FRASI DIPENDENTI / SUBORDINATE / SECONDARIE = si intendono frasi che da sole non hanno senso compiuto.

FRASE SEMPLICE = si intende una frase che in essa non contiene altre frasi.

FRASE COMPLESSA = si intende una frase che in essa contiene altre frasi.

FRASI PRINCIPALI O INDIPENDENTI = si intendono frasi che hanno senso compiuto.

FRASI DIPENDENTI / SUBORDINATE / SECONDARIE = si intendono frasi che da sole non hanno senso compiuto.

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MODALITA’ DELLE FRASI:

1) dichiarative (enunciative)2) interrogative (distinte in interrogative si/no e interrogative WH)3) imperative4) esclamative

MODALITA’ DELLE FRASI:

1) dichiarative (enunciative)2) interrogative (distinte in interrogative si/no e interrogative WH)3) imperative4) esclamative

Page 12: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE FRASI:

POLARITA’ = oppone le frasi positive da quelle negative DIATESI = oppone le frasi attive da quelle passive SEGMENTAZIONE = le frasi segmentate sono quelle che

“staccano” un determinato costituente da tutti gli altri: 1) dislocate a sinistra (pronome di ripresa è facoltativo) :

es. questo film, non lo avevo mai visto. 2) tema sospeso (elemento non è mai preceduto

dall’eventuale preposizione che avrebbe nella frase non segmentata; il pronome di ripresa è obbligatorio): il presidente, la folla invocava soltanto lui.

3) topicalizzate (non c’è pronome di ripresa): Gianni ho visto ieri

4) dislocate a destra : lo riferirò ai giudici, quello che ho sentito.

5) frasi scisse : (frase principale verbo essere + dipendente introdotto da che): è in piazza che Gianni parlerà stasera.

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE FRASI:

POLARITA’ = oppone le frasi positive da quelle negative DIATESI = oppone le frasi attive da quelle passive SEGMENTAZIONE = le frasi segmentate sono quelle che

“staccano” un determinato costituente da tutti gli altri: 1) dislocate a sinistra (pronome di ripresa è facoltativo) :

es. questo film, non lo avevo mai visto. 2) tema sospeso (elemento non è mai preceduto

dall’eventuale preposizione che avrebbe nella frase non segmentata; il pronome di ripresa è obbligatorio): il presidente, la folla invocava soltanto lui.

3) topicalizzate (non c’è pronome di ripresa): Gianni ho visto ieri

4) dislocate a destra : lo riferirò ai giudici, quello che ho sentito.

5) frasi scisse : (frase principale verbo essere + dipendente introdotto da che): è in piazza che Gianni parlerà stasera.

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TIPI DI FRASI DIPENDENTITIPI DI FRASI DIPENDENTI

FRASI INCASSATE = dipendenti da quella precedente, di vari livelli: es. Maria ha detto [che Gianni crede]1 [che

Paolo abbia mentito]2

FRASI ARGOMENTALI = (la cui presenza è obbligatoria) 1) soggettive (es.:è possibile che Gianni parta domani) 2) oggettive o completive (es.: Gianni ha detto che

partirà domani) 3) completive nominali (frasi che sono argomento del

nome = es.: il fatto che i soldati si comportino così non ha meravigliato)

4) interrogative indirette (es.: Gianni non sa chi partirà domani)

FRASI INCASSATE = dipendenti da quella precedente, di vari livelli: es. Maria ha detto [che Gianni crede]1 [che

Paolo abbia mentito]2

FRASI ARGOMENTALI = (la cui presenza è obbligatoria) 1) soggettive (es.:è possibile che Gianni parta domani) 2) oggettive o completive (es.: Gianni ha detto che

partirà domani) 3) completive nominali (frasi che sono argomento del

nome = es.: il fatto che i soldati si comportino così non ha meravigliato)

4) interrogative indirette (es.: Gianni non sa chi partirà domani)

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FRASI CIRCOSTANZIALI:

1) temporale (es.: quando è arrivato Antonio, abbiamo potuto cenare) 2) causale (es.: dato che Antonio è arrivato tardi, abbiamo cenato in

fretta) 3) finale (es.: abbiamo aspettato Antonio per cenare tutti insieme) 4) consecutive (es.: abbiamo mangiato tanto che non abbiamo finito il

dolce) 5) condizionali (es.: se Emma avesse telefonato, avremmo potuto

partire insieme) 6) concessive (es.: benchè io avessi avvertito Antonio, il gruppo era

partito) 7) comparative (es.: abbiamo scritto relazioni più articolate di quanto

fosse richiesto)

FRASI RELATIVE

1) restrittive = indicano una delimitazione (es.: gli studenti, che non si sono iscritti [solo quelli e non tutti gli studenti], non possono sostenere l’esame)

2) appositive = aggiungono informazioni (Gianni, che non si è iscritto [aggiungo un’informazione spiegando il perché], non può sostenere l’esame)

FRASI CIRCOSTANZIALI:

1) temporale (es.: quando è arrivato Antonio, abbiamo potuto cenare) 2) causale (es.: dato che Antonio è arrivato tardi, abbiamo cenato in

fretta) 3) finale (es.: abbiamo aspettato Antonio per cenare tutti insieme) 4) consecutive (es.: abbiamo mangiato tanto che non abbiamo finito il

dolce) 5) condizionali (es.: se Emma avesse telefonato, avremmo potuto

partire insieme) 6) concessive (es.: benchè io avessi avvertito Antonio, il gruppo era

partito) 7) comparative (es.: abbiamo scritto relazioni più articolate di quanto

fosse richiesto)

FRASI RELATIVE

1) restrittive = indicano una delimitazione (es.: gli studenti, che non si sono iscritti [solo quelli e non tutti gli studenti], non possono sostenere l’esame)

2) appositive = aggiungono informazioni (Gianni, che non si è iscritto [aggiungo un’informazione spiegando il perché], non può sostenere l’esame)

Page 15: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

LA TEORIA DELLA GRAMMATICA GENERATIVO-TRASFORMAZIONALE

Rappresenta una delle più importanti e complete teorie riguardanti lo studio della sintassi ed è stata sviluppata da NOAM CHOMSKY a partire dagli anni Ottanta.

Bisogna notare che la teoria di Chomsky si è sviluppata

nell’arco di un ventennio attraverso varie fasi dove sono stati individuati elementi diversi: di conseguenza anche la teoria si è evoluta in sottoteorie che trattano aspetti e caratteristiche particolari del linguaggio. Alcune tra le sottoteorie più importanti che prenderemo in esame sono:

TEORIA DEI PRINCIPI E DEI PARAMETRI TEORIA DELLA REGGENZA E DEL LEGAMENTO TEORIA X - BARRA

LA TEORIA DELLA GRAMMATICA GENERATIVO-TRASFORMAZIONALE

Rappresenta una delle più importanti e complete teorie riguardanti lo studio della sintassi ed è stata sviluppata da NOAM CHOMSKY a partire dagli anni Ottanta.

Bisogna notare che la teoria di Chomsky si è sviluppata

nell’arco di un ventennio attraverso varie fasi dove sono stati individuati elementi diversi: di conseguenza anche la teoria si è evoluta in sottoteorie che trattano aspetti e caratteristiche particolari del linguaggio. Alcune tra le sottoteorie più importanti che prenderemo in esame sono:

TEORIA DEI PRINCIPI E DEI PARAMETRI TEORIA DELLA REGGENZA E DEL LEGAMENTO TEORIA X - BARRA

Page 16: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

Alcuni concetti fondamentali della Grammatica Generativo-

trasformazionale:

Alcuni concetti fondamentali della Grammatica Generativo-

trasformazionale:

SI FONDA SULL’IDEA DI UNA GRAMMATICA UNIVERSALE INTESA COME TEORIA DELLA CONOSCENZA E NON DEL COMPORTAMENTO.

SISTEMA DI PRINCIPI, CONDIZIONI E REGOLE CHE SONO ELEMENTI E PROPRIETA’ COMUNI A TUTTE LE LINGUE UMANE.

TUTTE LE LINGUE HANNO PROPRIETA’ COMUNI MA ALL’INTERNO DI ESSE SI POSSONO INDIVIDUARE DELLE CARATTERISTICHE CHE VARIANO DA LINGUA A LINGUA:

PRINCIPI = ESISTONO DEI PRINCIPI COMUNI A TUTTE LE LINGUE (FORMANO GRAMMATICA UNIVERSALE)

PARAMETRI = ESISTONO ANCHE PARAMETRI SPECIFICI DI CIASCUNA LINGUA (GRAMMATICA PARTICOLARE)

LINGUA = “INSIEME DI SPECIFICAZIONI DI PARAMETRI ALL’INTERNO DI UN SISTEMA INVARIANTE DI PRINCIPI DELLA GRAMMATICA UNIVERSALE”.

PARLANTE = CONOSCE UN INSIEME PRECISO DI PRINCIPI POTENZIALMENTE APPLICABILI AD OGNI LINGUA E UN INSIEME DI PARAMETRI CHE POSSONO VARIARE DA UNA LINGUA ALL’ALTRA ENTRO CERTI LIMITI DEFINITI.

ACQUISIZIONE = APPRENDERE IL MODO IN CUI QUESTI PRINCIPI SI APPLICANO AD UNA LINGUA PARTICOLARE E IL VALORE APPROPRIATO PER CIASCUN PARAMETRO.

SI FONDA SULL’IDEA DI UNA GRAMMATICA UNIVERSALE INTESA COME TEORIA DELLA CONOSCENZA E NON DEL COMPORTAMENTO.

SISTEMA DI PRINCIPI, CONDIZIONI E REGOLE CHE SONO ELEMENTI E PROPRIETA’ COMUNI A TUTTE LE LINGUE UMANE.

TUTTE LE LINGUE HANNO PROPRIETA’ COMUNI MA ALL’INTERNO DI ESSE SI POSSONO INDIVIDUARE DELLE CARATTERISTICHE CHE VARIANO DA LINGUA A LINGUA:

PRINCIPI = ESISTONO DEI PRINCIPI COMUNI A TUTTE LE LINGUE (FORMANO GRAMMATICA UNIVERSALE)

PARAMETRI = ESISTONO ANCHE PARAMETRI SPECIFICI DI CIASCUNA LINGUA (GRAMMATICA PARTICOLARE)

LINGUA = “INSIEME DI SPECIFICAZIONI DI PARAMETRI ALL’INTERNO DI UN SISTEMA INVARIANTE DI PRINCIPI DELLA GRAMMATICA UNIVERSALE”.

PARLANTE = CONOSCE UN INSIEME PRECISO DI PRINCIPI POTENZIALMENTE APPLICABILI AD OGNI LINGUA E UN INSIEME DI PARAMETRI CHE POSSONO VARIARE DA UNA LINGUA ALL’ALTRA ENTRO CERTI LIMITI DEFINITI.

ACQUISIZIONE = APPRENDERE IL MODO IN CUI QUESTI PRINCIPI SI APPLICANO AD UNA LINGUA PARTICOLARE E IL VALORE APPROPRIATO PER CIASCUN PARAMETRO.

Page 17: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

COMPETENZA = “IL SISTEMA LINGUISTICO CONCEPITO COME RAPPRESENTAZIONE MENTALE DELLA GRAMMATICA, CIOE’ L’INSIEME DI CONOSCENZE CHE UN PARLANTE IDEALE DI UNA DATA LINGUA POSSIEDE E CHE E’ SOTTOSTANTE AD OGNI SUA PRODUZIONE LINGUISTICA. CIO’ CHE PERMETTE AL PARLANTE DI PRODURRE E CAPIRE INFINITE FRASI E DI RICONOSCERE FRASI GRAMMATICALI DA FRASI AGRAMMATICALI.”

ESECUZIONE = DATI E FRASI PRODOTTE CONCRETAMENTE (TALVOLTA CON ERRORI, LAPSUS, CATTIVA ORGANIZZAZIONE, “DISTURBI” DELLA SITUAZIONE, CHE PERO’ NON INTERFERISCONO CON LA COMPETENZA)

GRAMMATICA = DESCRIZIONE DELLA COMPETENZA E NON DELL’ESECUZIONE.

TEORIA LINGUISTICA = CREAZIONE DI UNA GRAMMATICA FORMALE CHE INDIVIDUA LA STRUTTURA INTERNA DELLA MENTE UMANA.

COMPETENZA = “IL SISTEMA LINGUISTICO CONCEPITO COME RAPPRESENTAZIONE MENTALE DELLA GRAMMATICA, CIOE’ L’INSIEME DI CONOSCENZE CHE UN PARLANTE IDEALE DI UNA DATA LINGUA POSSIEDE E CHE E’ SOTTOSTANTE AD OGNI SUA PRODUZIONE LINGUISTICA. CIO’ CHE PERMETTE AL PARLANTE DI PRODURRE E CAPIRE INFINITE FRASI E DI RICONOSCERE FRASI GRAMMATICALI DA FRASI AGRAMMATICALI.”

ESECUZIONE = DATI E FRASI PRODOTTE CONCRETAMENTE (TALVOLTA CON ERRORI, LAPSUS, CATTIVA ORGANIZZAZIONE, “DISTURBI” DELLA SITUAZIONE, CHE PERO’ NON INTERFERISCONO CON LA COMPETENZA)

GRAMMATICA = DESCRIZIONE DELLA COMPETENZA E NON DELL’ESECUZIONE.

TEORIA LINGUISTICA = CREAZIONE DI UNA GRAMMATICA FORMALE CHE INDIVIDUA LA STRUTTURA INTERNA DELLA MENTE UMANA.

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PRINCIPIO DELLA DIPENDENZA DELLA STRUTTURA

LA CONOSCENZA DEL LINGUAGGIO SI BASA SU RELAZIONI STRUTTURALI CHE ESISTONO ALL’INTERNO DELLA FRASE E NON SULLA SEQUENZA DELLE PAROLE.

LA FRASE HA UNA STRUTTURA SINTAGMATICA: UNA FRASE NON E’ UNA SEMPLICE SUCCESSIONE LINEARE DI PAROLE MA E’ STRUTTURATA IN SINTAGMI (RAGGRUPPAMENTI STRUTTURALI DI PAROLE) CORRELATI L’UNO ALL’ALTRO.

L’ANALISI DELLA FRASE VIENE COMPIUTA ATTRAVERSO LA SUDDIVISIONE IN COSTITUENTI IMMEDIATI CIOE’ L’INDIVIDUAZIONE DEI SINTAGMI E LA LORO ULTERIORE SUDDIVISIONE IN COSTITUENTI PIU’ PICCOLI.

STRUTTURA PROFONDA = STRUTTURA SOTTOSTANTE/SOGGIACENTE A QUELLA CHE SI MANIFESTA (STRUTTURA ASTRATTA CHE SOGGIACE AD OGNI FRASE EFFETTIVAMENTE PRODOTTA)

STRUTTURA SUPERFICIALE = STRUTTURA CHE SI MANIFESTA CONCRETAMENTE (LA FRASE COSI’ COME APPARE)

PRINCIPIO DELLA DIPENDENZA DELLA STRUTTURA

LA CONOSCENZA DEL LINGUAGGIO SI BASA SU RELAZIONI STRUTTURALI CHE ESISTONO ALL’INTERNO DELLA FRASE E NON SULLA SEQUENZA DELLE PAROLE.

LA FRASE HA UNA STRUTTURA SINTAGMATICA: UNA FRASE NON E’ UNA SEMPLICE SUCCESSIONE LINEARE DI PAROLE MA E’ STRUTTURATA IN SINTAGMI (RAGGRUPPAMENTI STRUTTURALI DI PAROLE) CORRELATI L’UNO ALL’ALTRO.

L’ANALISI DELLA FRASE VIENE COMPIUTA ATTRAVERSO LA SUDDIVISIONE IN COSTITUENTI IMMEDIATI CIOE’ L’INDIVIDUAZIONE DEI SINTAGMI E LA LORO ULTERIORE SUDDIVISIONE IN COSTITUENTI PIU’ PICCOLI.

STRUTTURA PROFONDA = STRUTTURA SOTTOSTANTE/SOGGIACENTE A QUELLA CHE SI MANIFESTA (STRUTTURA ASTRATTA CHE SOGGIACE AD OGNI FRASE EFFETTIVAMENTE PRODOTTA)

STRUTTURA SUPERFICIALE = STRUTTURA CHE SI MANIFESTA CONCRETAMENTE (LA FRASE COSI’ COME APPARE)

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Ci sono tre tipi di RAPPRESENTAZIONE della STRUTTURA:Ci sono tre tipi di RAPPRESENTAZIONE della STRUTTURA:

DIAGRAMMA AD ALBERO

PARENTESI ETICHETTATE

REGOLE DI RISCRITTURA

DIAGRAMMA AD ALBERO

PARENTESI ETICHETTATE

REGOLE DI RISCRITTURA

Page 20: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

1) Diagramma ad albero:1) Diagramma ad albero:

FRASE:Il bambino

mangia la mela

FRASE:Il bambino

mangia la mela

SINTAGMA NOMINALESINTAGMA NOMINALE

SINTAGMA VERBALE

SINTAGMA VERBALE

VERBO

MANGIA

VERBO

MANGIA

SINTAGMA NOMINALESINTAGMA NOMINALE

DETERMINANTE

IL

DETERMINANTE

IL

NOME

BAMBINO

NOME

BAMBINO

DETERMINANTE

LA

DETERMINANTE

LA

NOME

MELA

NOME

MELA

Page 21: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

2) Parentesi etichettate:2) Parentesi etichettate:F = Il bambino mangia la mela[F [SN IL BAMBINO] [SVMANGIA [SN LA MELA]]]

3) Regola di riscrittura:

F SN SVSV V SN

F = Il bambino mangia la mela[F [SN IL BAMBINO] [SVMANGIA [SN LA MELA]]]

3) Regola di riscrittura:

F SN SVSV V SN

Page 22: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

Teoria dei principi e dei parametri

Teoria dei principi e dei parametri

Ogni individuo conosce principi applicati alla lingua e mediati da variazioni parametriche.

La conoscenza del linguaggio non consiste di regole come tali ma di principi soggiacenti dai quali derivano le regole.

Le regole quindi sono il modo per indicare la combinazione di principi.

Ciascuna lingua è costituita da particolari interazioni tra principi, parametri e proprietà lessicali.

Ogni individuo conosce principi applicati alla lingua e mediati da variazioni parametriche.

La conoscenza del linguaggio non consiste di regole come tali ma di principi soggiacenti dai quali derivano le regole.

Le regole quindi sono il modo per indicare la combinazione di principi.

Ciascuna lingua è costituita da particolari interazioni tra principi, parametri e proprietà lessicali.

Page 23: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

La grammatica generativa assume l’esistenza, nel linguaggio, di due componenti fondamentali: un lessico e un sistema computazionale.

La grammatica generativa assume l’esistenza, nel linguaggio, di due componenti fondamentali: un lessico e un sistema computazionale.

Linguaggio

costituito da:

Linguaggio

costituito da:

LessicoInsieme di classi di parole ciascuna dotata di proprietà

sintattiche, semantiche, morfologiche e fonologiche

LessicoInsieme di classi di parole ciascuna dotata di proprietà

sintattiche, semantiche, morfologiche e fonologiche

Sistema computazionale

Assegna ad ogni espressione linguistica una descrizione

strutturale

Sistema computazionale

Assegna ad ogni espressione linguistica una descrizione

strutturale

Page 24: SINTASSI elementi introduttivi Dott.ssa Beatrice Morandina - Università degli studi di Macerata

LINGUAGGIO

LESSICO SISTEMA COMPUTAZIONALE

STRUTTURA PROFONDA

SINTASSI STRUTTURA SUPERFICIALE

FORMA FONETICA FORMA LOGICA

rappresentazione attraverso rappresentazione alcuni aspetti sequenza di suoni significato

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La struttura profonda rappresenta il punto di congiunzione tra il lessico e il sistema computazionale: le descrizioni strutturali a livello di struttura profonda sono collegate alle proprietà del lessico e vengono poi trasformate in rappresentazioni di struttura superficiale. Le rappresentazioni della struttura superficiale vengono convertite da un lato in rappresentazioni in FORMA FONETICA struttura sintagmatica , dall’altro in rappresentazioni in FORMA LOGICA componente semantica.

C’è bisogno di un sistema per descrivere i suoni reali cioè di

una rappresentazione fonetica, c’è bisogno di un sistema per rappresentare il significato, cioè di una rappresentazione semantica; e c’è bisogno di un sistema per descrivere la struttura sintattica che li collega, cioè di un livello di rappresentazione sintattica.

La struttura sintattica collega forma fisica con significato astratto.

Sintassi quindi attraverso principi e parametri rende conto della relazione tra forma fonetica e forma logica.

La struttura profonda rappresenta il punto di congiunzione tra il lessico e il sistema computazionale: le descrizioni strutturali a livello di struttura profonda sono collegate alle proprietà del lessico e vengono poi trasformate in rappresentazioni di struttura superficiale. Le rappresentazioni della struttura superficiale vengono convertite da un lato in rappresentazioni in FORMA FONETICA struttura sintagmatica , dall’altro in rappresentazioni in FORMA LOGICA componente semantica.

C’è bisogno di un sistema per descrivere i suoni reali cioè di

una rappresentazione fonetica, c’è bisogno di un sistema per rappresentare il significato, cioè di una rappresentazione semantica; e c’è bisogno di un sistema per descrivere la struttura sintattica che li collega, cioè di un livello di rappresentazione sintattica.

La struttura sintattica collega forma fisica con significato astratto.

Sintassi quindi attraverso principi e parametri rende conto della relazione tra forma fonetica e forma logica.

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Trasformazione o movimento

Trasformazione o movimento

La trasformazione o movimento consiste nel passaggio dalla struttura profonda soggiacente, livello nel quale tutti gli elementi della frase stanno nella loro posizione originaria (funzioni grammaticali corrispondenti alle valenze), alla struttura superficiale al livello della quale gli elementi sono stati mossi per assegnare ad esempio ad una frase la modalità interrogativa o passare da una frase attiva a passiva:

es.: hai mangiato che cosa al ristorante struttura profondache cosa hai mangiatot al ristorante? struttura superficiale

La relazione tra struttura p e struttura s è una relazione di movimento: il movimento modifica una struttura p per dare una struttura s. Tuttavia nella struttura superficiale rimangono le tracce del movimento (indicate qui con t) che pur non avendo alcun contenuto fonetico mantiene tuttavia tracce nel contenuto mentale cioè nella forma logica.

La trasformazione o movimento consiste nel passaggio dalla struttura profonda soggiacente, livello nel quale tutti gli elementi della frase stanno nella loro posizione originaria (funzioni grammaticali corrispondenti alle valenze), alla struttura superficiale al livello della quale gli elementi sono stati mossi per assegnare ad esempio ad una frase la modalità interrogativa o passare da una frase attiva a passiva:

es.: hai mangiato che cosa al ristorante struttura profondache cosa hai mangiatot al ristorante? struttura superficiale

La relazione tra struttura p e struttura s è una relazione di movimento: il movimento modifica una struttura p per dare una struttura s. Tuttavia nella struttura superficiale rimangono le tracce del movimento (indicate qui con t) che pur non avendo alcun contenuto fonetico mantiene tuttavia tracce nel contenuto mentale cioè nella forma logica.

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PARAMETRO TESTAPARAMETRO TESTA Specifica l’ordine di alcuni elementi di una lingua Permette di esprimere delle generalizzazioni concernenti la

struttura dei sintagmi TESTA: Elemento essenziale di ogni sintagma.

Es. il SN ha come testa N; il SV ha come testa V; il SP ha come testa P, il SA ha come testa A.

Parametro testa indica la diversa posizione che la testa assume rispetto agli altri elementi del sintagma a seconda della lingua presa in esame: testa iniziale (a sinistra) o testa finale (a destra). In tutte le lingue le teste si trovano nella stessa posizione per tutti i sintagmi. (es. l’italiano è una lingua con parametro testa a sinistra quindi in tutti i tipi di sintagmi dell’italiano ritroveremo la testa a sinistra rispetto agli altri elementi contenuti nel sintagma).

Specifica l’ordine di alcuni elementi di una lingua Permette di esprimere delle generalizzazioni concernenti la

struttura dei sintagmi TESTA: Elemento essenziale di ogni sintagma.

Es. il SN ha come testa N; il SV ha come testa V; il SP ha come testa P, il SA ha come testa A.

Parametro testa indica la diversa posizione che la testa assume rispetto agli altri elementi del sintagma a seconda della lingua presa in esame: testa iniziale (a sinistra) o testa finale (a destra). In tutte le lingue le teste si trovano nella stessa posizione per tutti i sintagmi. (es. l’italiano è una lingua con parametro testa a sinistra quindi in tutti i tipi di sintagmi dell’italiano ritroveremo la testa a sinistra rispetto agli altri elementi contenuti nel sintagma).

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Principio di proiezione e ruolo θ

Principio di proiezione e ruolo θ

Principio di proiezione = richiede che la sintassi tenga conto delle caratteristiche lessicali dei vari elementi.

Ciascuna voce lessicale ha una determinata valenza e tale valenza ci indica il numero degli argomenti che devono accompagnarla, ma non ci indica la categoria sintattica che può variare a seconda della voce lessicale.

Entrata lessicale offre solo delle restrizioni sul tipo di parole che possono occorrere in un determinato tipo di costruzione.

Entrata lessicale non offre descrizione della relazione di significato che sussiste tra voce lessicale e argomenti che realizzano le sue valenze.

Principio di proiezione = richiede che la sintassi tenga conto delle caratteristiche lessicali dei vari elementi.

Ciascuna voce lessicale ha una determinata valenza e tale valenza ci indica il numero degli argomenti che devono accompagnarla, ma non ci indica la categoria sintattica che può variare a seconda della voce lessicale.

Entrata lessicale offre solo delle restrizioni sul tipo di parole che possono occorrere in un determinato tipo di costruzione.

Entrata lessicale non offre descrizione della relazione di significato che sussiste tra voce lessicale e argomenti che realizzano le sue valenze.

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Ruolo tematico o ruolo θRuolo tematico o ruolo θLa relazione di significato tra voce lessicale (nome, verbo, aggettivo, ecc.)

e argomenti è detta ruolo tematico (ruolo semantico) o ruolo θ.

Ruoli tematici:1) Agente = autore dell’azione2) Paziente = cosa colpita dall’azione3) Scopo = punto finale verso cui è rivolta l’azione4) Tema = la cosa mossa da un’azione5) Esperiente = entità che sperimenta un certo stato d’animo6) Beneficiario = entità che trae profitto da un’azione

Uno stesso ruolo tematico può essere realizzato tramite categorie sintattiche differenti

ma ciò non è arbitrario ANZI in alcuni casi AD UN DETERMINATO RUOLO TEMATICOCORRISPONDE SEMPRE UNA REALIZZAZIONE TRAMITE UNA DETERMINATACATEGORIA SINTATTICA: LA SELEZIONE C (CATEGORIALE) è DETERMINATA DASELEZIONE S (SEMANTICA) (es. agente sempre realizzato da SN, nella passivacompl. d’agente si realizza come SP poiché non è argomento ma circostanziale)

La relazione di significato tra voce lessicale (nome, verbo, aggettivo, ecc.) e argomenti è detta ruolo tematico (ruolo semantico) o ruolo θ.

Ruoli tematici:1) Agente = autore dell’azione2) Paziente = cosa colpita dall’azione3) Scopo = punto finale verso cui è rivolta l’azione4) Tema = la cosa mossa da un’azione5) Esperiente = entità che sperimenta un certo stato d’animo6) Beneficiario = entità che trae profitto da un’azione

Uno stesso ruolo tematico può essere realizzato tramite categorie sintattiche differenti

ma ciò non è arbitrario ANZI in alcuni casi AD UN DETERMINATO RUOLO TEMATICOCORRISPONDE SEMPRE UNA REALIZZAZIONE TRAMITE UNA DETERMINATACATEGORIA SINTATTICA: LA SELEZIONE C (CATEGORIALE) è DETERMINATA DASELEZIONE S (SEMANTICA) (es. agente sempre realizzato da SN, nella passivacompl. d’agente si realizza come SP poiché non è argomento ma circostanziale)

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PRINCIPIO DI PROIEZIONEPRINCIPIO DI PROIEZIONE Esiste una corrispondenza biunivoca tra argomenti e ruoli θ. Ogni argomento ha un ruolo θ ed uno solo, ed ogni ruolo θ è

assegnato ad un argomento ed uno solo. Le proprietà delle entrate lessicali si proiettano sulla

sintassi della frase. Garantisce che le proprietà delle entrate lessicali siano

mantenute durante tutta la derivazione della struttura (trasformazione da struttura p a struttura s) : per esempio garantisce la traccia mentale non realizzata foneticamente ma obbligatoria per il principio di proiezione. (es.: chi1 prevedi che Gianni incontrerà t1 a roma?) [dove chi non è argomento ma operatore e quindi il tema obbligatorio per il verbo incontrare e realizzato da un SN lascia la traccia]

Tale principio ci permette anche di verificare la grammaticalità di una frase poiché possiamo riscontrare la mancanza di ruoli obbligatori per esempio.

Esiste una corrispondenza biunivoca tra argomenti e ruoli θ. Ogni argomento ha un ruolo θ ed uno solo, ed ogni ruolo θ è

assegnato ad un argomento ed uno solo. Le proprietà delle entrate lessicali si proiettano sulla

sintassi della frase. Garantisce che le proprietà delle entrate lessicali siano

mantenute durante tutta la derivazione della struttura (trasformazione da struttura p a struttura s) : per esempio garantisce la traccia mentale non realizzata foneticamente ma obbligatoria per il principio di proiezione. (es.: chi1 prevedi che Gianni incontrerà t1 a roma?) [dove chi non è argomento ma operatore e quindi il tema obbligatorio per il verbo incontrare e realizzato da un SN lascia la traccia]

Tale principio ci permette anche di verificare la grammaticalità di una frase poiché possiamo riscontrare la mancanza di ruoli obbligatori per esempio.

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reggenzareggenza Relazione sintattica altamente astratta che sussiste tra un elemento “reggente”

ed uno che viene retto. Gli elementi reggenti sono tutti quelli che possono essere le teste lessicali di un

sintagma (N, V, A, P) e la categoria flessionale (fless) finita (ciò significa che deve esserci il morfema attaccato al verbo che contiene tempo e accordo = “Mary plays the play” dove plays indica sia tempo presente che genere sing.; mentre nel caso di “he considers Mary to play the piano” dove play è privo di flessione e preceduto dal marcatore infinitivale to).

PRINCIPIO DELLA REGGENZA PROPRIA = le categorie lessicali reggono “propriamente” mentre le categorie non lessicali no. Quindi N, V, A, P, sono automaticamente elementi che reggono propriamente, mentre FLESS non lo è.

Influenza unidirezionale dall’elemento reggente verso l’elemento retto. (es. Prep. A regge SN e quindi pronome prende forma me e non forma io).

Oltre al principio di proiezione dove vengono definiti i ruoli assegnati agli argomenti di un’entrata lessicale, grazie alla reggenza vengono ora assegnati:

1) caso (teoria del caso) determinati casi vengono assegnati a determinate posizioni di una struttura (es. viene da me e non da io)

2) flessione (tempo, accordo) (es. i fiori sono belli)

Relazione sintattica altamente astratta che sussiste tra un elemento “reggente” ed uno che viene retto.

Gli elementi reggenti sono tutti quelli che possono essere le teste lessicali di un sintagma (N, V, A, P) e la categoria flessionale (fless) finita (ciò significa che deve esserci il morfema attaccato al verbo che contiene tempo e accordo = “Mary plays the play” dove plays indica sia tempo presente che genere sing.; mentre nel caso di “he considers Mary to play the piano” dove play è privo di flessione e preceduto dal marcatore infinitivale to).

PRINCIPIO DELLA REGGENZA PROPRIA = le categorie lessicali reggono “propriamente” mentre le categorie non lessicali no. Quindi N, V, A, P, sono automaticamente elementi che reggono propriamente, mentre FLESS non lo è.

Influenza unidirezionale dall’elemento reggente verso l’elemento retto. (es. Prep. A regge SN e quindi pronome prende forma me e non forma io).

Oltre al principio di proiezione dove vengono definiti i ruoli assegnati agli argomenti di un’entrata lessicale, grazie alla reggenza vengono ora assegnati:

1) caso (teoria del caso) determinati casi vengono assegnati a determinate posizioni di una struttura (es. viene da me e non da io)

2) flessione (tempo, accordo) (es. i fiori sono belli)

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Parametro del soggetto nullo o parametro pro-drop

Parametro del soggetto nullo o parametro pro-drop

Etichetta pro che rappresenta il soggetto fonologicamente vuoto che è presente in queste frasi e da to drop che significa “lasciar cadere”. Riguarda il fatto che in una lingua siano possibili o meno delle frasi dichiarative senza che compaia un soggetto (frasi a soggetto nullo o senza soggetto).

PRINCIPIO DELLA CATEGORIA VUOTA = indica una categoria vuota in generale che può essere

1) quella della traccia t di un movimento 2) quella determinata dal PRINCIPIO DI PROIEZIONE ESTESO

che assume che tutte le lingue debbano avere un soggetto.

“UNA CATEGORIA VUOTA DEVE ESSERE PROPRIAMENTE RETTA”

Etichetta pro che rappresenta il soggetto fonologicamente vuoto che è presente in queste frasi e da to drop che significa “lasciar cadere”. Riguarda il fatto che in una lingua siano possibili o meno delle frasi dichiarative senza che compaia un soggetto (frasi a soggetto nullo o senza soggetto).

PRINCIPIO DELLA CATEGORIA VUOTA = indica una categoria vuota in generale che può essere

1) quella della traccia t di un movimento 2) quella determinata dal PRINCIPIO DI PROIEZIONE ESTESO

che assume che tutte le lingue debbano avere un soggetto.

“UNA CATEGORIA VUOTA DEVE ESSERE PROPRIAMENTE RETTA”

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Qualsiasi categoria vuota che sia t (traccia movimento) che pro (caduta soggetto) deve trovarsi in relazione strutturale di reggenza.

In altri termini per avere una frase a soggetto nullo ci deve essere un elemento che regge propriamente il soggetto (e quindi anche se non realizzato ne deve dar conto foneticamente):

Es.: in italiano: sono a Torino implica che la categoria fless. può reggere propriamente la categoria vuota pro: pro sono a Torino.

Es.: in inglese: speak dove la categoria fless. non è in grado di comportarsi come una categoria lessicale e quindi non regge propriamente la categoria vuota pro dando luogo ad una frase agrammaticale.

Es.: in italiano: parla dove categoria fless. ha tratti nominali quali lei/lui, sing.

Solo le lingue che contengano FLESS come elemento in grado di reggere propriamente permetterà dei soggetti nulli (la categoria fless. deve contenere dei tratti nominali)

Qualsiasi categoria vuota che sia t (traccia movimento) che pro (caduta soggetto) deve trovarsi in relazione strutturale di reggenza.

In altri termini per avere una frase a soggetto nullo ci deve essere un elemento che regge propriamente il soggetto (e quindi anche se non realizzato ne deve dar conto foneticamente):

Es.: in italiano: sono a Torino implica che la categoria fless. può reggere propriamente la categoria vuota pro: pro sono a Torino.

Es.: in inglese: speak dove la categoria fless. non è in grado di comportarsi come una categoria lessicale e quindi non regge propriamente la categoria vuota pro dando luogo ad una frase agrammaticale.

Es.: in italiano: parla dove categoria fless. ha tratti nominali quali lei/lui, sing.

Solo le lingue che contengano FLESS come elemento in grado di reggere propriamente permetterà dei soggetti nulli (la categoria fless. deve contenere dei tratti nominali)

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Principio del Legamento (forma di reggenza)

Principio del Legamento (forma di reggenza)

Si chiede se determinate espressioni all’interno di una frase possano o meno riferirsi alla stessa entità alla quale si riferiscono altre espressioni.

Riguarda il modo in cui i pronomi e altri tipi di nomi si pongano in relazione uno con l’altro. (condizioni nelle quali due espressioni possono essere coindicizzate)

Le classi di parole implicate sono:

1) espressioni referenziali 2) anafore 3) pronomi liberi

Si chiede se determinate espressioni all’interno di una frase possano o meno riferirsi alla stessa entità alla quale si riferiscono altre espressioni.

Riguarda il modo in cui i pronomi e altri tipi di nomi si pongano in relazione uno con l’altro. (condizioni nelle quali due espressioni possono essere coindicizzate)

Le classi di parole implicate sono:

1) espressioni referenziali 2) anafore 3) pronomi liberi

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PRONOMIPRONOMI PRONOMI PERSONALI = io, me, mi, tu, te + pronomi

riflessivi PRONOMI CLITICI = mi, ti, lo,la, ci, vi, li,le.

1) ricorre in posizione rigida (non può ricorrere nella posizione in cui sono gruppi nom. o pronomi liberi dotati della stessa funzione)2) posizione condizionata dal verbo a cui sono collegati (proclitici se lo precedono, enclitici se lo seguono)3) non può comparire in isolamento4) non possono essere coordinati tra loro

PRONOMI LIBERI = me, te, lui,lei, noi, voi, loroUso deittico = il loro riferimento è interno all’enunciato ma non esplicito.Uso anaforico (personali possono essere deittici mentre riflessivi sempre anaforici)= rimanda ad elemento presente all’interno della frase detto ANTECEDENTE.

PRONOMI PERSONALI = io, me, mi, tu, te + pronomi riflessivi

PRONOMI CLITICI = mi, ti, lo,la, ci, vi, li,le. 1) ricorre in posizione rigida (non può ricorrere nella posizione in cui sono gruppi nom. o pronomi liberi dotati della stessa funzione)2) posizione condizionata dal verbo a cui sono collegati (proclitici se lo precedono, enclitici se lo seguono)3) non può comparire in isolamento4) non possono essere coordinati tra loro

PRONOMI LIBERI = me, te, lui,lei, noi, voi, loroUso deittico = il loro riferimento è interno all’enunciato ma non esplicito.Uso anaforico (personali possono essere deittici mentre riflessivi sempre anaforici)= rimanda ad elemento presente all’interno della frase detto ANTECEDENTE.

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1) ESPRESSIONI REFERENZIALI: la loro referenza è necessariamente basata su qualcosa che si trova all’esterno della proposizione, non su qualche elemento interno.

Es.: Aldo sparò a lui (Aldo è una porzione di linguaggio messa in relazione con una porzione del mondo postulato)2)ANAFORE : hanno antecedente all’interno della proposizione di cui fa parte

Es.: Aldo sparò a se stesso (se stesso ha lo stesso indice di Aldo, si riferiscono alla stessa entità) però: Oscar disse che Aldo sparò a se stesso (se stesso non può che essere riferito ad Aldo, non ad Oscar).3) PRONOMI (personali): non hanno antecedente nella proposizione. Hanno antecedente all’esterno oppure in un’altra proposizione

Es.: Aldo sparò a lui (lui non ha come antecedente Aldo)Es.: Oscar disse [che Aldo sparò a lui] (dove lui ha come

antecedente Oscar che si trova in un’altra proposizione).

1) ESPRESSIONI REFERENZIALI: la loro referenza è necessariamente basata su qualcosa che si trova all’esterno della proposizione, non su qualche elemento interno.

Es.: Aldo sparò a lui (Aldo è una porzione di linguaggio messa in relazione con una porzione del mondo postulato)2)ANAFORE : hanno antecedente all’interno della proposizione di cui fa parte

Es.: Aldo sparò a se stesso (se stesso ha lo stesso indice di Aldo, si riferiscono alla stessa entità) però: Oscar disse che Aldo sparò a se stesso (se stesso non può che essere riferito ad Aldo, non ad Oscar).3) PRONOMI (personali): non hanno antecedente nella proposizione. Hanno antecedente all’esterno oppure in un’altra proposizione

Es.: Aldo sparò a lui (lui non ha come antecedente Aldo)Es.: Oscar disse [che Aldo sparò a lui] (dove lui ha come

antecedente Oscar che si trova in un’altra proposizione).

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DIFFERENZA ESSENZIALE TRA ANAFORE, PRONOMI E ESPRESSIONI REFERENZIALIDIFFERENZA ESSENZIALE TRA ANAFORE, PRONOMI E ESPRESSIONI REFERENZIALI

Concetto di proposizione diventa dominio locale= dove prop. È solo un esempio.

Per es.: Marta vedeva [se stessa correre sulla neve] dove apparentemente anafora non è legata alla proposizione però tale prop. È infinitivale e ha come sogg. Un’anafora . Quindi non c’è relazione di reggenza tra fless. non finito e sogg. Quindi va inteso come dominio locale non solo la prop. Incassata ma anche la prop. Principale.

1) anafora è legata in un dominio locale 2) pronome è libero in un dominio locale 3) espressione referenziale è libera

Tale principio si integra con le specificazioni di tipo lessicale poiché i principi dipendono dalla conoscenza di quali parole sono anafore e quali pronomi.

Ancora una volta stretta relazione tra sintassi ed elementi lessicali.

Concetto di proposizione diventa dominio locale= dove prop. È solo un esempio.

Per es.: Marta vedeva [se stessa correre sulla neve] dove apparentemente anafora non è legata alla proposizione però tale prop. È infinitivale e ha come sogg. Un’anafora . Quindi non c’è relazione di reggenza tra fless. non finito e sogg. Quindi va inteso come dominio locale non solo la prop. Incassata ma anche la prop. Principale.

1) anafora è legata in un dominio locale 2) pronome è libero in un dominio locale 3) espressione referenziale è libera

Tale principio si integra con le specificazioni di tipo lessicale poiché i principi dipendono dalla conoscenza di quali parole sono anafore e quali pronomi.

Ancora una volta stretta relazione tra sintassi ed elementi lessicali.

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Teoria x-barra Teoria x-barra La struttura sintagmatica è un sistema per cogliere le

relazioni strutturali della frase per mezzo del concetto “consiste di”. Un sintagma consiste di uno o più costituenti.

La struttura sintagmatica della frase è una gerarchia in cui ogni costituente consiste successivamente di altri costituenti, finchè restano solo elementi non espandibili ulteriormente.

Nella teoria x-barra si afferma che ogni sintagma è conforme ad alcuni requisiti:1) sintagmi sono endocentrici = ogni sintagma contiene almeno una testa2) la testa di un sintagma deve appartenere a una determinata categoria in relazione al tipo di sintagma (es. un sintagma nominale contiene una testa nominale: SN N

La struttura sintagmatica è un sistema per cogliere le relazioni strutturali della frase per mezzo del concetto “consiste di”. Un sintagma consiste di uno o più costituenti.

La struttura sintagmatica della frase è una gerarchia in cui ogni costituente consiste successivamente di altri costituenti, finchè restano solo elementi non espandibili ulteriormente.

Nella teoria x-barra si afferma che ogni sintagma è conforme ad alcuni requisiti:1) sintagmi sono endocentrici = ogni sintagma contiene almeno una testa2) la testa di un sintagma deve appartenere a una determinata categoria in relazione al tipo di sintagma (es. un sintagma nominale contiene una testa nominale: SN N

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3) ci sono 4 tipi di sintagmi lessicali: SN, SV, SA, SP. 4) ogni sintagma consiste di una testa lessicale (S,V,A,P,) e

di altri elementi che a loro volta sono sintagmi:

Es.: geloso di Maria = SA = A [geloso] + SP[P[di] + SN[maria]

La teoria x-barra sostiene che il livello sintagmatico (SX, in cui X sta per qualsiasi categoria lessicale) non è sufficiente a cogliere tutti i dettagli della struttura ma che è necessario un livello intermedio:

Es.: saluta suo figlio dalla finestra = SV = V (saluta) + SN (suo figlio) + SP (dalla finestra)

In questo schema non si distingue tra la relazione che intercorre tra saluta e suo figlio dove salutare è verbo transitivo (monovalente) e richiede argomento e la relazione tra salutare e dalla finestra dove dalla finestra è solo elemento facoltativo aggiuntivo (circostanziale)

3) ci sono 4 tipi di sintagmi lessicali: SN, SV, SA, SP. 4) ogni sintagma consiste di una testa lessicale (S,V,A,P,) e

di altri elementi che a loro volta sono sintagmi:

Es.: geloso di Maria = SA = A [geloso] + SP[P[di] + SN[maria]

La teoria x-barra sostiene che il livello sintagmatico (SX, in cui X sta per qualsiasi categoria lessicale) non è sufficiente a cogliere tutti i dettagli della struttura ma che è necessario un livello intermedio:

Es.: saluta suo figlio dalla finestra = SV = V (saluta) + SN (suo figlio) + SP (dalla finestra)

In questo schema non si distingue tra la relazione che intercorre tra saluta e suo figlio dove salutare è verbo transitivo (monovalente) e richiede argomento e la relazione tra salutare e dalla finestra dove dalla finestra è solo elemento facoltativo aggiuntivo (circostanziale)

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Sembra quindi esserci un livello intermedio che rende conto di queste relazioni: C’E’ UNA PROIEZIONE DI V SEGNALATO CON V1 :

SV

V1 SP

dalla finestraV SN

saluta suo figlio

Sembra quindi esserci un livello intermedio che rende conto di queste relazioni: C’E’ UNA PROIEZIONE DI V SEGNALATO CON V1 :

SV

V1 SP

dalla finestraV SN

saluta suo figlio

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La sintassi X-barra prevede un livello intermedio per tutti i sintagmi.

Si chiama teoria X-barra perché a seconda del livello di espensione vengono assegnate le barre: il livello più alto possiede due barre, livello intermedio una barra e la testa zero barre: SN = NII, mentre N= testa.

Ogni sintagma è costituito da una testa e da una serie di complementi (sintagmi completi) determinati dalle proprietà lessicali della testa.

La struttura X-Barra deve includere il livello in cui si coglie la relazione tra testa di categoria zero e il suo complemento:

XI = X + COMPL / COMPL + X (posizione dipende dal parametro testa)

Bisogna inoltre segnalare che i sintagmi hanno anche un terzo elemento principale cioè SPECIFICATORE (art. o pron. Dimostrat.) che stanno al fianco di XI

XII = XI + SPECIFICATORE / SPECIFICATORE + XI

La sintassi X-barra prevede un livello intermedio per tutti i sintagmi.

Si chiama teoria X-barra perché a seconda del livello di espensione vengono assegnate le barre: il livello più alto possiede due barre, livello intermedio una barra e la testa zero barre: SN = NII, mentre N= testa.

Ogni sintagma è costituito da una testa e da una serie di complementi (sintagmi completi) determinati dalle proprietà lessicali della testa.

La struttura X-Barra deve includere il livello in cui si coglie la relazione tra testa di categoria zero e il suo complemento:

XI = X + COMPL / COMPL + X (posizione dipende dal parametro testa)

Bisogna inoltre segnalare che i sintagmi hanno anche un terzo elemento principale cioè SPECIFICATORE (art. o pron. Dimostrat.) che stanno al fianco di XI

XII = XI + SPECIFICATORE / SPECIFICATORE + XI

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Si ha quindi una successione di specificatore + sintagma principale + compl.

Si aggiunge sintagma flessionale che porta morfema grammaticale in alto

Si ha poi sintagma complementatore per prop. Incassate.

Si ha quindi una successione di specificatore + sintagma principale + compl.

Si aggiunge sintagma flessionale che porta morfema grammaticale in alto

Si ha poi sintagma complementatore per prop. Incassate.

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Bibliografia di baseBibliografia di base

Si segnalano i seguenti manuali di base da cui sono stati tratti esempi e definizioni:

1) Graffi-Scalise, Le lingue e il linguaggio, Il Mulino, Bologna, 20022) Cook-Newson, La grammatica universale, Il Mulino, Bologna, 19883) Graffi, Sintassi, Il Mulino, Bologna, 1994

Si segnalano i seguenti manuali di base da cui sono stati tratti esempi e definizioni:

1) Graffi-Scalise, Le lingue e il linguaggio, Il Mulino, Bologna, 20022) Cook-Newson, La grammatica universale, Il Mulino, Bologna, 19883) Graffi, Sintassi, Il Mulino, Bologna, 1994