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ANNO XXVIII N° 24 - 3 Luglio 2011 1.00 Abbonamento annuo 30,00 - Abbonamento semestrale 15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO “Signore, da chi andremo?” Nello spirito del XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona, è stato celebrato il giorno del Corpus Domini I Vescovi delle Marche In una Cattedrale che non è riuscita a contenere tutti i fedeli accorsi per manifestare la propria fede nel Corpo e Sangue di Gesù, il nostro Vescovo, nella Santa Messa pomeridiana del giorno del Corpus Do- mini, ha così iniziato l’omelia: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. Quindi riportando le parole dell’Apostolo Pietro: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”, ha così continuato: “Signore, da chi andremo?”: è questo anche il tema del Congresso Eucaristico Nazionale, che si celebrerà ad Ancona il prossimo settembre con la partecipazione del papa Benedetto XVI. Da chi andremo? Il Signore ha parole di vita eterna, dona parole di vita vera, compie i nostri de- sideri più profondi, è la risposta alle nostre domande di vita. Il Signore è un cibo capace di saziare la fame della mente, che si interroga sul senso della vita, e di rispondere ai bisogni di ogni cuore, che domanda amore. E quindi, se tutto questo è vero, allora da chi possiamo andare ed essere sicuri lontani da lui? Ecco la domanda semplice e realissima, che quel pescatore di Galilea di nome Pietro esprime con tanto buon senso e con lucida conoscenza della esperienza umana”. Ed ha ag- giunto: “Gesù compie ogni desiderio umano, perché è il Signore. Ed i suoi seguaci, noi cristiani, anche se non sappiamo bene che cosa ci attenda nell’avvenire, sappiamo però con certezza di avere un futuro, anche se non conosciamo i particolari. Questa certezza sul nostro fu- turo è dono, è ricchezza, è euforia, è speranza, è vita”. A questo punto si è chiesto: “Come è possibile questo? Chi ci dona la forza per andare avanti nella vita, quando ci sentiamo deboli, incerti, incapaci, soli? “Chi mangia questo pane, vivrà in eterno”. Ed ha concluso ripetendo le parole della Samaritana: “Signore, dacci sempre di questo pane, per non avere più fame di coraggio, di speranza, di verità, di voglia di vivere, di fare del bene”. La Santa Messa è proseguita con una partecipazione veramente esemplare anche da parte dei tanti ragazzi che si di- stinguevano per il loro abito bianco, segno di aver ricevuto di recente la prima comunione. La concelebrazione dei Parroci della città e i canti eseguiti dalla Cappella Musicale della Cattedrale, hanno reso ancor più solenne la celebra- zione. Al termine una vera folla si è mossa per seguire in pro- cessione Gesù Eucaristico che è passato benedicente per le vie della nostra città. P.P. Finestra sulla Parola Terminate anche le solennità post-pasquali, riprendiamo il lezionario domenicale del tempo ordinario alla 14° domenica; dopo aver dato una rapida lettura mi viene in mente una reminiscenza degli studi li- ceali, l’«ossimoro» e, non essendo certa di ricordare bene, ne leggo la definizione sul vocabolario: «figura retorica che consiste nell’ac- costare nella medesima espressione parole che esprimono concetti op- posti». Ebbene, mi dico, se l’ossimoro fosse un fiore, queste letture somiglierebbero ad un prato fiorito! Cominciamo dalla prima (Zc 9,9- 10): re vittorioso/umile; passiamo dalla seconda (Rm 8, 9.11-13) se fate morire …/vivrete; e arriviamo al Vangelo (Mt 11,25-30) giogo/dolce e, ancora, peso/leggero. Tuttavia non credo che lo scrit- tore sacro volesse fare della retorica! Credo, piuttosto, che la Parola possieda la virtù di rendere “intel-legibile” pa- gina dopo pagina il Mistero di cui è ri- velazione, dove l’Amore, nella persona di Gesù Cristo, rende possibile il toc- carsi delle alterità più assolute Dio/uomo, spirito/corpo, morte/vita, e apre all’uomo le infinite possibilità di una esistenza umana vissuta in una lo- gica divina, secondo la quale, come canta la Vergine/Madre nel Magnificat, «ha rovesciato i potenti dai troni, ha in- nalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote». Oggi Gesù ci svela un segreto, tenuto nascosto dal Padre a favore dei piccoli: il suo regno non è soggetto alla legge di gravità, per cui è possibile trovare la dolcezza sottomettendosi ad un giogo ed esultare di gioia portando un peso leggero; non a caso, tornando alle reminescenze del liceo, nella lingua originaria dei van- geli, “aggiogarsi” vuol dire anche “unirsi in matrimonio” e il termine tradotto come “peso” indica specificatamente il “peso di una donna incinta”. E’ lo Spirito d’Amore con cui il Cristo, unendosi mistica- mente od ogni uomo che pronunzia il suo sì quotidiano sull’altare della vita, fa eternamente sbocciare la vita sulla terra. Le sorelle Clarisse della Santa Speranza C arissimi ospiti, la nostra Chiesa Marchi- giana è onorata e felice di accogliervi nella terra che le è affidata in custodia, per la cui bellezza e ricchezza di doni sempre ringrazia il Signore. Anche la vostra presenza è un dono che, a noi che viviamo qui, dà occa- sione di scoprire con sublime stupore la par- ticolarità e il valore di tante realtà in cui siamo immersi quotidianamente ma che ri- schiamo di non apprezzare pienamente. E questo a partire dalla storia, dalla cultura, dal- l’arte, fino alle tradizioni popolari che rap- presentano la radice del nostro presente e la linfa per il futuro. Anche il tempo della va- canza è un dono. In esso riscopriamo il senso e il va- lore della vita attraverso il riposo, che si fa necessario per chiunque viva con impegno e responsabilità il tempo dell’operosità. Tempo per rigenerare ciò che si consuma, per disten- Segue a pag. 2 dere ciò che è contratto, per riconciliare ciò che è diviso. Il tempo della vacanza sia, anche, la possibilità di incontrarci, senza fretta, con le persone più care, rinsaldando le relazioni più importanti e ricercando una sempre maggiore autenticità in esse. Questo desiderio profondo ci dà oc- casione di invitare ciascuno di voi al XXV Congresso Eucaristico Nazionale che avremo la grazia di vivere nella Diocesi di Ancona- Osimo e con la partecipazione delle altre Chiese della nostra regione dal 3 all’ 11 set- tembre prossimi. Il Congresso Eucaristico vuole es- sere una sosta, una pausa di raccoglimento e di meditazione davanti a Cristo Signore che di Sé ci ha fatto dono nella Eucaristia. Una spiritualità che ci faccia riscoprire esisten- zialmente la celebrazione dell’Eucaristia come fonte che genera, nutre, interpreta, educa la vita quotidiana: “l’Eucaristia per la vita quotidiana”, dall’interno della quale do- vrebbe continuamente sorgere la domanda: “Signore da chi andremo? “, che apre alla ri- sposta: “Tu hai parole di vita eterna “. A quanti hanno scelto le Marche per il tempo del riposo estivo Celebrato il 125° Anniversario dell’inaugurazione della linea ferroviaria Ascoli Piceno- San Benedetto a pag. 2

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ANNO XXVIII N° 24 - 3 Luglio 2011 € 1.00

Abbonamento annuo € 30,00 - Abbonamento semestrale €15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

“Signore, da chi andremo?”

Nello spirito del XXV Congresso Eucaristico

Nazionale di Ancona, è stato celebrato il

giorno del Corpus Domini

I Vescovi delle Marche

In una Cattedrale che non è riuscita a contenere tutti i fedeli accorsiper manifestare la propria fede nel Corpo e Sangue di Gesù, il nostroVescovo, nella Santa Messa pomeridiana del giorno del Corpus Do-mini, ha così iniziato l’omelia: “Chi mangia questo pane vivrà ineterno”. Quindi riportando le parole dell’Apostolo Pietro: “Da chiandremo? Tu hai parole di vita eterna”, ha così continuato: “Signore,da chi andremo?”: è questo anche il tema del Congresso EucaristicoNazionale, che si celebrerà ad Ancona il prossimo settembre con lapartecipazione del papa Benedetto XVI. Da chi andremo? Il Signoreha parole di vita eterna, dona parole di vita vera, compie i nostri de-sideri più profondi, è la risposta alle nostre domande di vita. Il Signoreè un cibo capace di saziare la fame della mente, che si interroga sulsenso della vita, e di rispondere ai bisogni di ogni cuore, che domandaamore. E quindi, se tutto questo è vero, allora da chi possiamo andareed essere sicuri lontani da lui? Ecco la domanda semplice e realissima,che quel pescatore di Galilea di nome Pietro esprime con tanto buonsenso e con lucida conoscenza della esperienza umana”. Ed ha ag-giunto: “Gesù compie ogni desiderio umano, perché è il Signore. Edi suoi seguaci, noi cristiani, anche se non sappiamo bene che cosa ciattenda nell’avvenire, sappiamo però con certezza di avere un futuro,anche se non conosciamo i particolari. Questa certezza sul nostro fu-turo è dono, è ricchezza, è euforia, è speranza, è vita”. A questo puntosi è chiesto: “Come è possibile questo? Chi ci dona la forza per andareavanti nella vita, quando ci sentiamo deboli, incerti, incapaci, soli?

“Chi mangia questo pane, vivrà in eterno”. Ed ha concluso ripetendo le parole della Samaritana: “Signore, daccisempre di questo pane, per non avere più fame di coraggio, di speranza, di verità, di voglia di vivere, di fare delbene”. La Santa Messa è proseguita con una partecipazione veramente esemplare anche da parte dei tanti ragazzi che si di-stinguevano per il loro abito bianco, segno di aver ricevuto di recente la prima comunione. La concelebrazione dei

Parroci della città e i canti eseguiti dalla Cappella Musicaledella Cattedrale, hanno reso ancor più solenne la celebra-zione. Al termine una vera folla si è mossa per seguire in pro-cessione Gesù Eucaristico che è passato benedicente per levie della nostra città. P.P.

Finestra sulla ParolaTerminate anche le solennità post-pasquali, riprendiamo il lezionariodomenicale del tempo ordinario alla 14° domenica; dopo aver datouna rapida lettura mi viene in mente una reminiscenza degli studi li-ceali, l’«ossimoro» e, non essendo certa di ricordare bene, ne leggola definizione sul vocabolario: «figura retorica che consiste nell’ac-costare nella medesima espressione parole che esprimono concetti op-posti». Ebbene, mi dico, se l’ossimoro fosse un fiore, queste letturesomiglierebbero ad un prato fiorito! Cominciamo dalla prima (Zc 9,9-10): re vittorioso/umile; passiamo dalla seconda (Rm 8, 9.11-13) sefate morire …/vivrete; e arriviamo al Vangelo (Mt 11,25-30)giogo/dolce e, ancora, peso/leggero. Tuttavia non credo che lo scrit-tore sacro volesse fare della retorica!Credo, piuttosto, che la Parola possiedala virtù di rendere “intel-legibile” pa-gina dopo pagina il Mistero di cui è ri-velazione, dove l’Amore, nella personadi Gesù Cristo, rende possibile il toc-carsi delle alterità più assoluteDio/uomo, spirito/corpo, morte/vita, eapre all’uomo le infinite possibilità diuna esistenza umana vissuta in una lo-gica divina, secondo la quale, comecanta la Vergine/Madre nel Magnificat,«ha rovesciato i potenti dai troni, ha in-nalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato iricchi a mani vuote». Oggi Gesù ci svela un segreto, tenuto nascostodal Padre a favore dei piccoli: il suo regno non è soggetto alla leggedi gravità, per cui è possibile trovare la dolcezza sottomettendosi adun giogo ed esultare di gioia portando un peso leggero; non a caso,tornando alle reminescenze del liceo, nella lingua originaria dei van-geli, “aggiogarsi” vuol dire anche “unirsi in matrimonio” e il terminetradotto come “peso” indica specificatamente il “peso di una donnaincinta”. E’ lo Spirito d’Amore con cui il Cristo, unendosi mistica-mente od ogni uomo che pronunzia il suo sì quotidiano sull’altaredella vita, fa eternamente sbocciare la vita sulla terra.

Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

C arissimi ospiti,la nostra Chiesa Marchi-

giana è onorata e felice di accogliervi nellaterra che le è affidata in custodia, per la cuibellezza e ricchezza di doni sempre ringraziail Signore. Anche la vostra presenza è undono che, a noi che viviamo qui, dà occa-sione di scoprire con sublime stupore la par-ticolarità e il valore di tante realtà in cuisiamo immersi quotidianamente ma che ri-

schiamo di non apprezzare pienamente. Equesto a partire dalla storia, dalla cultura, dal-l’arte, fino alle tradizioni popolari che rap-presentano la radice del nostro presente e lalinfa per il futuro. Anche il tempo della va-canza è un dono.

In esso riscopriamo il senso e il va-lore della vita attraverso il riposo, che si fanecessario per chiunque viva con impegno eresponsabilità il tempo dell’operosità. Tempoper rigenerare ciò che si consuma, per disten- Segue a pag. 2

dere ciò che è contratto, per riconciliare ciòche è diviso. Il tempo della vacanza sia,anche, la possibilità di incontrarci, senzafretta, con le persone più care, rinsaldando lerelazioni più importanti e ricercando unasempre maggiore autenticità in esse.

Questo desiderio profondo ci dà oc-casione di invitare ciascuno di voi al XXVCongresso Eucaristico Nazionale che avremola grazia di vivere nella Diocesi di Ancona-Osimo e con la partecipazione delle altre

Chiese della nostra regione dal 3 all’ 11 set-tembre prossimi.

Il Congresso Eucaristico vuole es-sere una sosta, una pausa di raccoglimento edi meditazione davanti a Cristo Signore chedi Sé ci ha fatto dono nella Eucaristia. Unaspiritualità che ci faccia riscoprire esisten-zialmente la celebrazione dell’Eucaristiacome fonte che genera, nutre, interpreta,educa la vita quotidiana: “l’Eucaristia per lavita quotidiana”, dall’interno della quale do-vrebbe continuamente sorgere la domanda:“Signore da chi andremo? “, che apre alla ri-sposta: “Tu hai parole di vita eterna “.

A quanti hanno scelto le Marche per il tempo del riposo estivo

Celebrato il 125° Anniversario dell’inaugurazione della linea ferroviaria Ascoli Piceno-San Benedetto

a pag. 2

Tanti momenti di festa lungo le stazioni hanno caratterizzato le cele-brazioni del 125° anniversario dell’inaugurazione della linea ferroviariaAscoli Piceno-San Benedetto del Tronto organizzate dall’Assessoratoprovinciale ai Trasporti e svoltesi domenica 26 giugno. Dovunque cen-tinaia di persone e la partecipazione corale degli amministratori localicon la fascia tricolore per ricordare il passato con lo sguardo rivolto alfuturo: l’elettrificazione della tratta, i cui lavori inizieranno il 15 luglioper terminare entro la fine del 2012 avviando una nuova fase per il ri-lancio dell’infrastruttura e dell’intero territorio. La lunga giornata è iniziata alle nove, alla stazione di San Benedettodel Tronto, dove le note festose delle banda della città e lo stendardomunicipale hanno salutato le autorità presenti tra cui il Presidente dellaProvincia Piero Celani, il Vice Presidente Pasqualino Piunti, il vescovodi San Benedetto mons. Gervasio Gestori, l’assessore provinciale aiTrasporti Filippo Olivieri, il nuovo Assessore ai Trasporti del Comune

di San BenedettoLuca Spadoni,l’ing. Luciano Frit-telli Capo Compar-timento di RFI e ilcolonnello Silvestriin rappresentanzadel reggimento pi-ceno. Quindi il treno, ad-

dobbato con ban-diere, coccardetricolori e stemmadella Provincia ègiunto alla sta-zione di Monte-prandone accoltodal sindaco Ste-fano Stracci, daun folto gruppo divolontari della protezione civile comunale presente anche con unità ci-nofile e tantissimi cittadini. Il Sindaco Stracci ha illustrato i lavori direstauro e di riqualificazione effettuati all’interno della stazione e nelpiazzale antistante, divenuto uno spazio di raccordo e condivisione, contanto di verde pubblico attrezzato con giochi per i più piccoli. E’ statainoltre inaugurata lanuova Sede Operativadella Protezione Civile,un prezioso presidio perla sicurezza del com-prensorio.Il convoglio ha poi pro-seguito verso Ascoli Pi-ceno.

Anno XXVIII

3 Luglio 20112

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continua dalla prima pagina

A quanti hanno scelto le Marche per il tempo del riposo estivo

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP)

REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63039 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 Tel. 0735 579210

Fax 0735 594833 e-mail: [email protected]

C.C.P. n. 14590632, intestato Curia Vescovile - Causale l’AncoraImpaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected]

Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Celebrato il 125° Anniversario dell’inaugurazione della linea ferroviaria Ascoli Piceno-San BenedettoTante manifestazioni lungo tutte le stazioni dei paesi interni

Gli ultimi accadimenti che abbiamovissuto a livello mondiale sono segni chevanno interpretati per dare prospettiva e va-lore alla vita quotidiana. Dalla guerra che siinsinua nella convivenza tra i popoli alla na-tura che nelle sue manifestazioni catastrofi-che ci ricordano la nostra fragilità di creature,emerge un fatto incontestabile: le scelte e icomportamenti dell’umanità debbono tenereconto maggiormente della vita e della per-sona e non essere condizionati da esigenzepuramente mercantili. Alla stessa maniera,ciascuno di noi è chiamato a fare scelte sem-pre più responsabili che tendano a prediligerela dignità della vita e della persona e a riget-tare la tentazione costante di progredire adogni costo ignorando il rispetto per l’altro. Iltempo della vacanza sia, dunque, l’occasioneper riconciliarsi con l’uomo e con la naturariconoscendo che il grande limite dell’uma-nità è quello di confidare troppo nella propriaforza, non riservando un’attenzione adeguataal creato e alla propria dimensione interiore,scrigno dell’Infinito che vive in noi. In que-sto ci accompagni la convinzione che nonpossiamo cambiare il mondo, ma che questocomincerà a cambiare quando avremo cam-biato noi stessi. Perché ciò accada abbiamobisogno di aiuto, di affidarci a Dio che cono-sce così bene la nostra persona a tal punto diaver fissato in noi la Sua immagine. Affi-diamo alla Vergine di Loreto, la vita delle vo-stre famiglie e, per Sua intercessione, scendasu tutti la benedizione di Dio, Padre del Si-gnore nostro Gesù Cristo e datore del suoSpirito.

12 Giugno 2011 - Domenica di Pentecoste I Vescovi delle Marche

+ Luigi Conti + Edoardo Menichelli

+ Gervasio Gestori + Francesco Giovanni Brugnaro

+ Pietro Coccia + Claudio Giuliodori

+ Francesco Marinelli + Silvano Montevecchi + Giuseppe Orlandoni

+ Gerardo Rocconi + Armando Trasarti + Giovanni Tonucci

+ Giancarlo Vecerrica.

SOCIETÀ E POLITICA

Quella sana laicità Il messaggio sociale di papa Benedetto XVI

Francesco Bonini

La crisi si avverte, l’incertezza, maanche la speranza e la necessità dipunti fermi, da condividere, su cuiinvestire e da cui ripartire. A SanMarino, di fronte ad una grandefolla accorsa per la messa solenne, come di fronte ai giovani e con le autorità e i rappresentantipolitici, Benedetto XVI ha riproposto il suo messaggio, in concreto i capisaldi della “sanalaicità”, come contributo di tutti, a partire dalla chiarezza dell’identità, al bene comune. Cosìha parlato di famiglia, di vita, di accoglienza, di lavoro, di precarietà. Ha esortato, in una pa-rola, al coraggio e al senso di responsabilità. Ha declinato insomma, ancora una volta, quelloche ormai si può definire il suo messaggio sociale. È evidente che dobbiamo attrezzarci, inItalia come in Europa, a fare i conti in modo adeguato, cioè creativo e originale, con una sta-gione sociale e politica nuova. È non tanto il dopo-crisi, quanto più esattamente il portatodella crisi, che sta ridisegnando non solo il quadro geopolitico della mondializzazione, maanche le nostre società europee. Benedetto XVI, nel suo ormai chiaro magistero socialechiama gli europei a ritrovare, a riconciliarsi con la loro identità profonda, che è tessuta dicristianesimo, per poter giocare il gioco dello sviluppo e, dunque, del futuro.Dallo stallo non si può uscire accentuando una linea di secolarizzazione che si poteva giusti-ficare con una certa sazietà opulenta, ma che alla lunga rischia di consumare energie sottra-endole alle nuove generazioni. Non è forse un caso che il Papa, che ha attraversato il XXsecolo, parli con tanta insistenza dei giovani, ne comprenda le difficoltà di lavoro e di pro-spettive, ma nello stesso tempo li inviti, li spinga all’impegno, a proporsi come nuova e rin-novata classe dirigente. Qualche commentatore ha notato che i reiterati appelli per l’affermarsidi una nuova leva di politici cattolici, non sono accompagnati dalla definizione di un concretopercorso, dunque possono apparire di maniera. In realtà non si può pre-determinare una vo-cazione. Certo però se ne possono favorire le condizioni, si può creare un ambiente favorevole,si può favorirne la maturazione e lo sviluppo. Ecco allora il senso di questo appello reiterato,che si colloca in un disegno organico di rinnovato slancio del messaggio sociale della Chiesa.

Di fronte al rischio dis-sipazione, di energie, dipersonalità, di forza pro-pulsiva, di fronte al ri-schio sterilità emarginalizzazione, ètempo di novità auten-tica. Perché emerga dalfrastuono, servono dellecondizioni rigorose, cheBenedetto XVI puntual-mente e pervicacemente

ci ricorda. Cominciare a metterle in atto, cioè riproporre pazientemente questo esercizio dicollegare identità, valori, operosità e idee, coraggio e responsabilità, permetterà anche di tro-vare quelle chiavi organizzative e di iniziativa, che finiranno con l’imposi nei fatti.

Inno all’EucarestiaSabato 25 giugno alle ore 21, presso la Catte-drale Basilica S. Maria della Marina in S. Be-nedetto del Tronto la Cappella Musicale Cat-tedrale ha tenutoun Concerto perCoro e Organo inoccasione dellapresentazionedell’Inno Eucari-stico del XXVCongresso Euca-ristico Naziona-le.La manifesta-zione è stata or-ganizzata dallaConferenza Epi-scopale Marchi-giana in collabo-razione con la CEI e l’Associazione MarcheOrgani. La Cappella, diretta dal M° MassimoMalavolta, ha visto all’organo il M° FilippoSorcinelli. Il concerto è stato aperto dalla pro-lusione di S. E. R. Mons. Gervasio Gestori,Vescovo Diocesano.Dopo l’Inno del Congresso di F.Impagliatelli,sono stati eseguiti: Adoro te,o panis coelicaedi Rihovsky; Adoro te devote di Bianchi; Osacrum convivium – Sulla patena - Io t’adoro,Si-gnore di Bartolucci; Piece d’Orgue di Bach;Ave Maria-Entrée Pontifical di Bossi; O sa-lutaris hostia di Perosi; Sacris solemniis diVater-Vitali; Lauda Sion di Haller-Vitali.

3Anno XXVIII

3 Luglio 2011 PAG

Il Santo Padre Bene-detto XVI, mercoledì,22 GIU. 2011, ha de-dicato la catechesi del-l’Udienza Generale dioggi, tenutasi inPiazza San Pietro conla partecipazione di10.000 persone, al

“‘libro di preghiera’ per eccellenza, il libro dei ‘Salmi’”. Nel Salterio, una raccolta di centocinquanta Salmi dell’AnticoTestamento, “trova espressione tutta l’esperienza umana” - hadetto il Papa - “Tutta la realtà del credente confluisce in quellepreghiere, che il popolo di Israele prima e la Chiesa poi hannoassunto come mediazione privilegiata del rapporto con l’unicoDio e risposta adeguata al suo rivelarsi nella storia”.Nonostante la molteplicità espressiva dei Salmi, “possono es-sere identificati due grandi ambiti che sintetizzano la pre-ghiera del Salterio” - ha spiegato il Pontefice - “la supplica,connessa al lamento, e la lode, due dimensioni correlate equasi inscindibili. Perché la supplica è animata dalla certezzache Dio risponderà, e questo apre alla lode e al rendimento di

grazie; e la lode e il ringraziamento scaturiscono dall’espe-rienza di una salvezza ricevuta, che suppone un bisogno diaiuto che la supplica esprime.(...) In tal modo, nella preghiera dei Salmi, supplica e lode siintrecciano e si fondono in un unico canto che celebra la gra-zia eterna del Signore che si china sulla nostra fragilità”.“I Salmi, (...), insegnano a pregare. In essi, la Parola di Diodiventa parola di preghiera (...). Chi prega i Salmi parla a Diocon le parole stesse di Dio, rivolgendosi a Lui con le paroleche Egli stesso ci insegna.(...) E, attraverso quelle parole, sarà possibile anche conoscereed accogliere i criteri del suo agire, e avvicinarsi al misterodei suoi pensieri e delle sue vie, così da crescere sempre piùnella fede e nell’amore”. “Insegnandoci a pregare, i Salmi ci insegnano che anche nelladesolazione, anche nel dolore, la presenza di Dio è fonte dimeraviglia e di consolazione; si può piangere, supplicare, in-tercedere (...), ma nella consapevolezza che stiamo cammi-nando verso la luce, dove la lode potrà essere definitiva”. “Altrettanto importanti e significativi sono il modo e la fre-quenza con cui le parole dei Salmi vengono riprese dal NuovoTestamento, assumendo e sottolineando quel valore profetico

suggerito dal colle-gamento del Salteriocon la figura messia-nica di Davide. NelSignore Gesù, chenella sua vita terrenaha pregato con iSalmi, essi trovano illoro definitivo com-pimento e svelano illoro senso più pienoe profondo. Le pre-ghiere del Salterio,con cui si parla aDio, ci parlano diLui, ci parlano delFiglio, immagine delDio invisibile, che ci rivela compiutamente il Volto del Padre.Il cristiano, dunque, pregando i Salmi, prega il Padre in Cristoe con Cristo, assumendo quei canti in una prospettiva nuova,che ha nel mistero pasquale la sua ultima chiave interpreta-tiva”. VIS

Meic marche- Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale

Il Meic Marche a Fonte Avellana

su temi eucaristici

Due incontri dedicati alla poesia,

Acquabona e Maiorino

Fonte Avellana. Nei primi tre giorni di lu-glio si svolge all’Eremo di Fonte Avellanala terza edizione delle Giornate di Spiri-tualità del Meic Marche, organizzate daMimmo Valenza. Quest’anno i lavori degliintellettuali cattolici marchigiani sono ri-volti ad approfondire i temi del CongressoEucaristico di Ancona in settembre su “Loriconobbero allo spezzar del pane”, mentredue serate sono dedicate alla poesia diMaria Grazia Maiorino ed al ricordo di Pli-nio Acquabona di Ancona. Il convegno ini-zia venerdì 1° luglio alle ore 17 sui temigenerali con gli animatori del Meic, e pro-segue poi alle 19 con la recita dei vespri insieme ai monaci. Alle 21 serata della poesianelle sale dell’Eremo in margine alla presentazione dell’ultimo libro della Maiorino, “Igiardini del mare” (peQuod 2011) con 9 disegni di Raimondo Rossi: i temi riguardano unitinerario poetico e civile, l’esperienza dell’Adriatico vista dal Cardeto, il mito di Anconama soprattutto inediti approfondimenti spirituali legati alla quotidianità. Gastone Mosciintervista l’autrice, il pittore Rossi parla degli angeli da lui disegnati e di quelli presentinelle poesie. Il sabato 2 luglio i temi eucaristici sono sottoposti a due tavole rotonde. La prima, nellamattinata, coordinata dal vescovo di Jesi Gerardo Rocconi, di “ascolto” delle domande chenascono nell’ambito ecclesiale e sociale con don Valter Pierini del Meic, il biblista Carminedi Sante, la studiosa di patristica M. Benedetta Zorzi, il teologo don Mario Florio. Il se-condo confronto nel pomeriggio, animato dallo scienziato Carlo Cirotto presidente nazio-nale Meic, è incentrato sulla “condivisione” attraverso la comunione, la predicazione e lamissionarietà con il filosofo maceratese Roberto Mancini, Giuseppe Elia del Meic di Torinoe la comboniana suor Maria Teresa Ratti. Seconda serata sulla poesia alle 21 con le letture dedicate ad un oratorio di Plinio Acqua-bona (1913-2002), un testo degli anni settanta su “La profezia del fuoco”: l’eco dei profetibiblici ed i segni dei tempi di un’epoca dissestata civilmente e spiritualmente, testo lette-rario sofferto musicato con successo da padre Armando Pierucci e presentato nella basilicadi San Ciriaco nel 1978 per la sua riapertura dopo il noto terremoto. Padre Pierucci è orasempre organista del Santo Sepolcro a Gerusalemme e quindi in questa occasione ci sa-ranno soltanto quattro voci recitanti, i poeti Fabio M. Serpilli e Maria Grazia Maiorino, loscrittore Alberto Calavalle e il prof. Gastone Mosci che coordina l’evento, accompagnatidall’esposizione di alcune interpretazioni calcografiche di Walter Angelici. Il sabato mattina, animato da Massimiliano Colombi della Cisl, è dedicato alle testimo-nianze ed alle esperienze della preghiera e del volontariato con centri significativi presentatida don Vinicio Albanesi della Comunità Capodarco, da Giuliana Chiorrini della Fonda-zione Carlo Urbani, da Sergio Paronetto vice-presidente di Pax Christi e da padre Ales-sandro Barban priore dell’Eremo.Le iniziative del Meic Marche sono numerose, aperte al dialogo e segnalate nel sito webwww.meicmarche.it (Meic Marche)

IL PAPA: NUOVO CICLO DI CATECHESI SU PREGHIERA CRISTIANA - n. 7LIBRO DEI SALMI: LIBRO DI PREGHIERA PER ECCELLENZA

Presso la Sala Stampa della Santa Sede, haavuto luogo la presentazione del XXV Con-gresso Eucaristico Italiano, in programma adAncona dal 3 all’11 settembre, sul tema:“”Signore da chi andremo? L’Eucaristia perla vita quotidiana”.Alla Conferenza Stampa sono intervenuti

l’Arcivescovo Edoardo Menichelli, di Anco-na-Osimo; il Dottor Vittorio Sozzi, Respon-sabile del Servizio Nazionale per il progettoculturale della Conferenza Episcopale Italiana(CEI); il Dottor Gio-vanni Morello, Presi-dente del ComitatoScientifico delle Mo-stre del Congresso eDon Ivan Maffeis, ViceDirettore dell’UfficioNazionale delle Co-municazioni Socialidella CEI.Il Santo Pa-dre Benedetto XVI sirecherà in Visita Pa-storale ad Ancona do-menica 11 settembre,e, alle 10.00, presso ilCantiere Navale dellacittà, presiederà la Concelebrazione Eucaristicaa conclusione del XXV Congresso EucaristicoNazionale. Nel pomeriggio è in programmaun incontro con le Famiglie e con i Sacerdotinella Cattedrale di San Ciriaco ed infine unIncontro con i Giovani Fidanzati nella PiazzaPlebiscito. Il Dottor Sozzi ha spiegato che leGiornate del Congresso saranno dedicate acinque ambiti: affettività, fragilità, lavoroe festa, tradizione, cittadinanza. “La cele-brazione del Congresso Eucaristico Nazionale”- ha detto - “può essere vissuta come un’im-portante opportunità per riaffermare pubbli-camente la fede nell’Eucaristia, Sacramentodi salvezza e di comunione”.Nell’ambito del XXV Congresso EucaristicoNazionale si svolgeranno una serie di eventiculturali fra i quali la Mostra “Alla Mensadel Signore”, Capolavori dell’arte europeada Raffaello a Tiepolo (Ancona, Mole Van-vitelliana, 2 settembre 2011-8 gennaio 2012).Lamostra, a cura del Ministero dei Beni Culturalie dei Musei Vaticani, ospiterà una serie dicapolavori dell’arte italiana ed europea dalQuattrocento all’Ottocento, sul tema dell’Ul-

tima Cena, nell’interpretazione degli artistiche vi hanno voluto raffigurare due momentidistinti, quali l’Istituzione dell’Eucaristia ela Comunione degli Apostoli. Per rendereancora più preziosa l’esposizione è stata pre-vista un’apposita sezione di oreficerie sacre,di ambito marchigiano, scelte soprattutto trai doni significativi fatti dai Pontefici, nelcorso dei secoli, alle varie chiese della Re-gione.Una seconda Mostra che fa da cornice alla

serie di iniziative collegate al Congresso èquella intitolata “Segni dell’Eucaristia”, or-ganizzata grazie alla collaborazione delleDiocesi marchigiane. Le mostre didattico il-lustrative sono basate sulla premessa che lachiesa, sia che si tratti di una grande basilicache di una semplice cappella rurale, è innan-zitutto il luogo di celebrazione della Messa,la cui liturgia è strutturata intorno al Sacra-mento principale: l’Eucaristia. Lo svolgimentodi tale rito liturgico richiede un complesso diapparati: mobili, oggetti, tessuti, connessicon l’altare e l’Eucaristia. (...) Raccontare edescrivere tutti gli “oggetti”, che siano espres-sione della religiosità popolare come dellamagnificenza della Chiesa e del loro rapportocon il territorio: edifici di culto, dipinti,oggetti, tessuti, vesti liturgiche, è il filo rossoche unisce tutte queste mostre.“‘Oggi devo fermarmi a casa tua’. L’Eucaristia,la grazia di un incontro imprevedibile”, è iltitolo di una terza mostra documentaria iti-nerante che partendo dal celebre episodio diZaccheo, illustra la radicale necessità chel’uomo ha dell’Eucaristia. VIS

IL PAPA CHIUDERÀ IL XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

Il SINODO in NUMERI - Qualche dato statisticoIn base ai dati relativi al Sinodo pubblicati sul sito della Diocesi nella apposita sezione, si possonotrarre, per pura curiosità e molto alla buona, alcuni dati statistici.Per chi non ha partecipato alleassemblee è necessario spiegare come si svolgevano i lavori. Il primo lunedì il relatore incaricatoillustrava l’argomento del laboratorio trattato. Il lunedì successivo tutti i sinodali che volevanosi prenotavano per fare i loro interventi a conclusione dei quali proponevano una o più mozionia modifica od in aggiunta ai paragrafi dei percorsi pastorali dello strumento di lavoro del Sinodo.In verità si potevano fare interventi anche su altre sezioni del laboratorio che però non prevede-vano mozioni da approvare. Il terzo lunedì si votavano le mozioni proposte ed intanto venivafatta la relazione di un altro laboratorio. E così ricominciava il ciclo. La lettera di nomina ve-scovile dei membri del sinodo del 20 novembre 2010 elencava 223 “sinodali”, ad essi andavanoaggiunti altri di nomina diretta del Vescovo. Il sito non riporta il numero di costoro: supponiamoche in tutto fossero 225. Il sito non riporta neanche il numero dei presenti nelle varie assembleema, verosimilmente, il loro numero si può supporre analogo a quello delle assemblee nelle qualisi votava. Così scopriamo che mediamente hanno partecipato alle assemblee 152 delegati parial 67 % dei “sinodali”. L’assemblea con più votanti è stata quella del 20 dicembre 2010 con 165presenti e quelle con minor numero (146) sono state quelle del 14 e 28 febbraio 2011. Sonostate votate 179 mozioni: i Laboratori che hanno avuto più mozioni sono stati i Laboratori ottavo(31) e terzo (30). Nessuna mozione è stata approvata all’unanimità. Di esse 176 sono state ap-provate, tre non approvate. La mozione che ha ottenuto il maggior gradimento è stata la numero4 del terzo Laboratorio (150 approvo, 5 non approvo) che aveva per oggetto “Giovani e servi-zio”. La meno …. gradita è risultata la mozione 13 del quinto Laboratorio (75 Approvo, 65 Nonapprovo, 6 Bianche). Ma anche la 14 del primo laboratorio (92 - 72 -1) e la 11.2 del secondoLaboratorio (87 – 60 – 5) sono state approvate con percentuali molto basse. Al di là di questipochi casi, tutte le altre sono state approvate con alte percentuali.Le mozioni non approvate: nr 4 laboratorio 5 che proponeva l’istituzione di una scuola diocesanadi scienze religiose (64 approvo - 78 non approvo - 4 bianche); nr 10 laboratorio 8 che racco-mandava ai sacerdoti la disponibilità della celebrazione della messa in latino, nella forma stra-ordinaria (68 approvo - 82 non approvo - 9 bianche); nr 15 laboratorio 2 che indicava comepercorso possibile il Cammino Neocatecumenale per i battezzati che si riavvicinano alla fede(44 approvo - 101 non approvo - 5 bianche - 2 nulle).Le schede di votazione prevedevano solo due possibilità: Approvo – Non approvo, ma, come sinota sopra, ci sono state anche, e non sporadicamente, schede bianche ed addirittura nulle.Come si è detto tutti i sinodali potevano intervenire: una “sinodale” non si è lasciata sfuggirenessuna possibilità ed è intervenuta per otto volte. I laici che in chiesa sono abituati ad ascoltare,in questa occasione si sono fatti coraggio ed i tre quarti degli interventi sono stati i loro.

Un “sinodale”

Una gemma nel cuore

Simona è un’alunna di mia moglie. Ha gli esami distato, ama scrivere e vorrebbe raccontare la sua storiad’amore: un amore nato tra i banchi di scuola. Vaspesso a vedere il suo ragazzo giocare a calcio. Lui èun campione, una promessa come si dice. Sul cellulareha una sua foto al mare, con gli occhiali da sole, ab-bronzato e affascinante. Simona ora piange. Matteonon c’è più, aveva un tumore ed è morto. Simona ha degli occhi bellissimi: il nostro sguardo si incrocia, ma guardarli è un attimoperché poi mi abbraccia e il suo abbraccio resterà impresso nella mia memoria per sempre.Per lei sono solo il marito della prof. e mi rendo conto che nessuna parola, nessun abbrac-

cio, nessun affetto può rendere giustizia all’esigenzadi felicità dell’animo umano. L’unica percezione cheho dentro questo abbraccio è che di fronte agli eventidella vita la prima, unica e vera sensazione è la fragi-lità umana. Eppure c’è una gemma di primavera infondo al nostro cuore, minuscola e fragile, che ci faancora alzare dal letto, andare avanti, studiare per gliesami, desiderare di scrivere un romanzo, riuscire aguardare ancora qualcuno negli occhi in cercad’amore.Non so cosa sia, ma è l’unica cosa che abbiamo, è

concreta, e la chiamiamo speranza.Se non fosse così Simona, non avrebbe studiato per la maturità, non si sarebbe iscritta alettere, non sarebbe uscita a prendere un gelato con gli amici, non sarebbe andata in va-canza dopo gli esami, non avrebbe iniziato a scrivere il suo primo romanzo…E il maritodella prof. non avrebbe mai trovato questa gemma anche nel suo cuore.

(Alessandro Ribeca – [email protected])

4 Anno XXVIII

3 Luglio 2011PAG

Parrocchia S. Benedetto MartireDon Remo Burrasca,

nel 60° anniversario di sacerdozio,

torna a celebrare la S. Messa

nella sua parrocchia d’origine

FOTOCRONACA

Nella spiritualità della festa del Corpus Domini,

torniamo a riflettere sul Sinodo

SINODO: libertà e comunione!

Lo Spirito Santo ci riunisca in unsolo corpo! E’ stato il tema che il Vescovo hascelto per il nostro sinodo. In una delle ultimesessioni è stata discussa ‘la libertà dei figli diDio’ quasi come un diritto dei singoli e dellecomunità a gestire le cose per proprio contosenza tenere in considerazione le scelte fattedagli altri. Mi sono chiesto come conciliarel’esigenza della libertà con le parole chespesso sono risuonate nel cammino sinodalequali comunione, corresponsabilità, collabo-razione. Esse parlano del volto di comunitàcristiane che camminano insieme, in un climadi fraternità, di franchezza nel dialogo e dimitezza nella ricerca di ciò che corrispondeal bene della comunità intera e, nello stessotempo, con uno stile che valorizzi ogni risorsae ogni sensibilità, Le discordie e le contrap-posizione interne che talvolta si avvertono,come l’operare completamente autonomodelle parrocchie o di realtà ecclesiali, possonomettere in dubbio la credibilità della mis-sione. Mi è capitato in questi giorni di leggerequanto Benedetto XVI ha scritto commen-tando i versetti 5,13-15 della lettera ai Galati:“Che la libertà non divenga un pretesto pervivere secondo la carne, ma mediante la ca-rità siate a servizio gli uni degli altri. Tuttala legge infatti trova la sua pienezza in unsolo precetto: amerai il prossimo tuo come testesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda,guardate almeno di non distruggervi del tuttogli uni gli altri!”. Il Papa ha detto: “Sonostato sempre incline a considerare questafrase come una delle esagerazioni retoricheche a volte si trovano in san Paolo. Sotto certiaspetti può essere anche cosi. Ma purtroppoquesto “mordere e divorare” esiste ancheoggi nella Chiesa come espressione di una li-bertà mal interpretata. È forse motivo di sor-presa che anche noi non siamo migliori deiGalati? Che almeno siamo minacciati dalle

stesse tentazioni? Che dob-biamo imparare sempre dinuovo l’uso giusto della li-bertà? E che sempre di nuovodobbiamo imparare la prio-rità suprema: l’amore?”.A tal proposito è interessantela rilettura ecclesiologica fattadal Cardinale di Milano, Dio-nigi Tettamanzi, nella prolu-sione al Convegno di Veronadel comandamento biblicodell’«ama il prossimo tuocome te stesso»,declinandoloin «ama la parrocchia altruicome la tua, la diocesi altruicome la tua, la Chiesa di altriPaesi come la tua, l’aggrega-zione altrui come la tua». Ènecessaria una pastorale d’insieme, realiz-zata non solo in Parrocchia, ma anche nellezone e nell’intera diocesi. Anche questo è unmodo per vivere la corresponsabilità che con-cretamente, come è stato ribadito ultima-mente anche dal Vescovo, richiede dei luoghiconcreti dove si può ‘prendere la parola’ edesercitarsi nella sinodalità. Tra questi ci sonosenz’altro gli organismi di partecipazione ec-clesiale: Consiglio Presbiterale e pastoraleDiocesano, Consiglio per gli Affari econo-mici, Consigli pastorali parrocchiali. “Lo Spi-rito indica una strada luminosa, sprona adandare avanti, permette di infiammare ilmondo, con il fuoco che è dentro di noi” ciha detto il Vescovo Gervasio nella Veglia diPentecoste. Questo è avvenuto anche nelcammino sinodale, ora occorre fare in modoche nessuno dica per la nostra carenza di en-tusiasmo che “c’è assenza di Pentecoste, c’èdimenticanza di effusione, c’è dentro di noiun vuoto, che deve essere riempito” (OmeliaVeglia di Pentecoste)

Gabriele Marcozzi

Appunti

di un catechistan. 3

Le sei antitesi in Matteo

30. NON GIURARE IL FALSO. MA IO VI DICOLa quarta antitesi riguarda il giuramento

e l’adempimento delle promesse fatte congiuramento (Mt 5,33-37). Non solo si deveevitare lo spergiuro, come diceva l’anticaLegge, ma si deve adottare, come insegnaGesù, un parlare talmente sincero che rendainutile il ricorso al giuramento.

1. Avete inteso che fu detto. Dice Gesù:“Avete anche inteso che fu detto agli anti-

chi: ‘non giurerai il falso, ma adempirai

verso il Signore i tuoi giuramenti’” (Mt5,33).

Gesù fa un rimando all’Antico Testa-mento, ma non direttamente a un comanda-mento del Decalogo. Certo “Non giurerai

il falso” (epiorkéô) è connesso al comanda-mento: “non pronuncerai invano il nome

del Signore, tuo dio” (Es 20,7); ma, comesi vede, si tratta di un legame molto gene-rico. Il Siracide fa un piccolo trattato sulgiuramento. Tra l’altro dice: “non abituare

la bocca al giuramento... chi giura e pro-

nuncia il nome di continuo di certo non

sarà esente da peccato” (Sir 23,9-10); “Se

giura il falso, non sarà giustificato” (Sir23,11). Mentre “adempirai verso il Signore

i tuoi giuramenti” èpiuttosto vicino aitesti che prescrivonola fedeltà ai voti pro-messi. “Quando uno

avrà fatto un voto al

Signore o si sarà im-

pegnato con giura-

mento a un obbligo,

non violi la sua pa-

rola, ma dia esecu-

zione a quanto ha

promesso con la

bocca” (Nm 30,3); eancora: “Quando avrai fatto un voto al Si-

gnore, tuo dio, non tarderai a soddisfarlo”(Dt 23,22).

Nel nostro testo viene quindi presoin considerazione sia il giuramento colquale si richiede a Dio che sia il testimonedi quanto uno afferma; sia il giuramentofatto come impegno solenne, come voto, diadempiere o no una data cosa. Lo spergiuroè chiamare Dio a testimone d una cosa falsa.

2. Ma io vi dico. Gesù, pur confermandoquanto era stato detto agli antichi, si colloca,anche in questo caso, su un livello antece-dente, che porti a fare a meno di ricorrere algiuramento: dire la verità, il togliere la men-zogna dalla propria vita. “ma io vi dico: non

giurate affatto, né per il cielo, perché è il

trono di dio, 35né per la terra, perché è lo

sgabello dei suoi piedi, né per gerusa-

lemme, perché è la città del grande Re.36non giurare neppure per la tua testa, per-

ché non hai il potere di rendere bianco o

nero un solo capello (Mt 5,35-36). Da varietestimonianze risulta che ai tempi di Gesùsi ricorreva con estrema frequenza al giura-mento. Una prova indiretta di ciò ci vieneanche dal nostro testo che elenca vari modidi giurare: per il cielo, per la terra, per Ge-rusalemme, per la propria testa. Già il Sira-cide, citato, aveva detto: “non abituare la

bocca al giuramento”3. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”,

“No, no”; il di più viene dal Maligno (Mt5,37). E’ in questa frase il vertice del perfe-zionamento che Gesù vuole compiere: pra-ticare la sincerità. La frase ha avuto la suaeco nel Nuovo Testamento (cf 2 Cor 1,17)ed è stata riprodotta da Giacomo: “Soprat-

tutto, fratelli miei, non giurate né per il

cielo, né per la terra e non fate alcun altro

giuramento. ma il vostro «sì» sia sì, e il vo-

stro «no» no, per non incorrere nella con-

danna” (Gc 5,12).4. Non giurate affatto (‘olôs). La proi-

bizione, che è ben netta e che ha creato nonpochi problemi, viene mitigata dal contesto,che è quello di non ricorrere al giuramento

con frequenza e diessere veritieri. Al-trove Gesù parla alungo del giura-mento e di alcunesue forme in Mt23,16-22 senza fareil minimo accennoalla sua proibi-zione. Inoltre,messo nella neces-sità di rispondere aCaifa che formu-lava la domanda

sotto forma di giuramento: “‘Ti scongiuro(exorkízô), per il Dio vivente, di dirci se seitu il Cristo, il Figlio di Dio’. ‘Tu l’hai detto– gli rispose Gesù’” (Mt 26,63-64).

Paolo ricorre, con disinvoltura, al giura-mento: “mi è testimone dio, al quale rendo

culto nel mio spirito...” (Rm 1,9); “Io

chiamo dio a testimone sulla mia vita...” (2Cor 1,23); “Dio e Padre del Signore gesù,

lui che è benedetto nei secoli, sa che non

mentisco” (11,31); “In ciò che vi scrivo – lo

dico davanti a dio – non mentisco” (Gal1,20); “dio mi è testimone del vivo deside-

rio che nutro per tutti voi” (Fil 1.8). LaChiesa, in certi casi, ha richiesto il giura-mento ai suoi figli.

Il più del “Si, quando è si”, e del“No, quando è no”, viene, dal Maligno, cioèdal demonio, colui che inganna e tental’uomo al male. Camminiamo lungo la viadella sincerità. [email protected]

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3 Luglio 2011 PAG

PAROLA DEL SIGNORE14’ DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Dal VANGELO secondo MATTEOIn quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, oPadre, Signore del cielo e della terra, perchéhai tenuto nascoste queste cose ai sapienti eagli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì,o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto miè stato dato dal Padre mio; nessuno conosceil Figlio se non il Padre, e nessuno conosceil Padre se non il Figlio e colui al quale il Fi-glio lo voglia rivelare.Venite a me, voi tutti,che siete affaticati eoppressi, e io vi risto-rerò. Prendete il miogiogo sopra di voi eimparate da me, chesono mite e umile dicuore, e troverete ri-storo per le vostreanime. Il mio giogoinfatti è dolce e il miocarico leggero”. (Mat-teo CAP 11,25-30)

Gesù in questo branoci vuole far capire chesoltanto i piccoli, i po-veri cioè gli umili, i disponibili sono capaci disuperare la propria intelligenza per arrivare allafede. Poiché l’umiltà è fondamentale per arri-vare a Dio. Umiltà, deriva da humus, cioè terra, umiltà èquindi riconoscere che noi siamo polvere difronte alla maestà di Dio, alla sua grandezza.L’umile è chi riconosce la distanza che esistetra cielo e terra, una distanza che solo Gesù haaccorciato perché il Cristo l’ha resa, con la suapassione, morte e resurrezione, particolar-mente breve. L’umiltà é un atteggiamentofondamentale nel rapporto col Padre celeste;infatti così è l’atteggiamento di Maria quandodice: Il Signore ha guardato l’insignificanzadella sua serva….. Grandi cose ha fatto in mel’onnipotente. Ma cerchiamo di capire cosavuole dire essere umili, poveri, piccoli. Qualisono le caratteristiche per essere così?Averecoscienza di non possedere soluzione precosti-tuite, di non avere ricette per vivere nella feli-cità, ma essere coscienti di potersi e doversiaffidare solo a Dio Padre. Avere unafiducia piena nel Signore e nella sua opera, es-sere occupati delle cose del mondo ma nonpreoccupati, non affannati, ma essere certi checon noi o senza di noi tutto andrà avanti lostesso. Avere il senso della misura, per cui tuttosiamo chiamati a compiere sapendo che tuttodipende da Dio.

Dobbiamo essere come bambini svezzati inbraccio alla mamma, fiduciosi e sereni perchénoi siamo nel palmo della mano di Dio.Un filosofo diceva:” il vero sapiente è coluiche sa di non sapere”, invece dal punto di vistabiblico il vero sapiente è colui che solo nella“conoscenza” di Dio e del suo “amore” fondatutto il suo sapere, tutta la sua vita, tutta la sua

fiducia e tutta la suasperanza. Ovvia-mente parliamo nondi una conoscenzaintellettuale, madella conoscenzadell’amore, della fi-ducia, dell’abban-dono. Della stessaconoscenza che ilbambino riponenella madre e nelpadre, tutto quelloche gli occorre sa-pere è che i genitorilo amano, che aloro può affidarsi,che tra le loro brac-

cia egli non ha niente da temere. La stessa conoscenza che fa dire al salmista: ilSignore è il mio pastore ….. se dovessi cam-minare in una valle oscura non temerei alcunmale …. o , La tua bontà Signore è grande finoai cieli e la tua fedeltà fino alle nubi….. o an-cora, Io invoco Dio, e il Signore mi salva.Quindi vediamo come essere umili, poveri,piccoli significa riporre ogni speranza e ognifiducia solo nel Signore, perché i piccoli sanno(ri-conoscono) che solo in Dio essi possonotrovare la felicità, la salvezza, la speranza, lagiustizia ma soprattutto l’amore. Chiediamo alSignore di aiutarci a tornare bambini, a fidarcidel suo amore e ad abbandonarci alla sua te-nerezza. RICCARdo

Pillole di saggezza:I POVERI POSSIEDONO

IL SEGRETO DELLA SPERANZA(BeRnAnoS)

TORNARE BAMBINO SIGNIFICA RIPORTARE NELLO SPIRITO

L’ELEMENTO NATIVO DELL’ESSERE;LA CAPACITA’ DI IMPARARE, DI STUPIRSI, DI PIANGERE

E DI RIDERE, DI TEMERE E DI AMARE. (PAolo VI)

Domenica 3 luglio

Ore 10.30 VallegrasciaS. Messa e Processione per la Festa della Madonna delle Grazie

Ore 16.00 Montemonaco - Foce: Benedizione Casa del Campo Scuola

Lunedì 4 luglio

Ore 18.30 Grottammare - Casa S. Francesco: S. Messa, in occasione della festa del Beato Pier Giorgio Frassati

Sabato 9 luglio

Ore 18.00 Colonnella - S. Cipriano: S. Messa, con la presenza delle Confraternite dell’Abruzzo e delle Marche

Domenica 10 luglio

Ore 17.30 ForceS. Messa e Processione, in onore della Beata Assunta Pallotta

Incontri Pastorali del VescovodURAnTe lA SeTTImAnA 3-10 lUglIo 2011

ASSOCIAZIONE ITALIANA

AMICI DEL PRESEPIO

Sezione di San Benedetto del Tronto

CI RISIAMO … PRESEPIO !Quello dell’ 8 , 9, 10 luglio sarà il quinto corso di presepismo che puntualmente , in piena

estate , benché lontani dal “clima” natalizio, gli amici del presepio della sezione di San Be-nedetto hanno programmato con il consueto entusiasmo visti gli eccellenti risultati degli annipassati. Un vecchio proverbio dice: “un buon soldato si forma in tempo di pace” così noi nonci siamo fatti sfuggire l’occasione per stare insieme per tre serate presso il salone della par-rocchia della Madonna del Suffragio messo gentilmente a disposizione dal parroco don Ro-berto.Il corso che è aperto a tutti verrà tenuto da alcuni nostri amici maestri d’arte presepiale.

Gli argomenti che saranno trattati sono riportati nel programma che è anche esposto alpubblico nella bacheca della sezione collocata in via Laberinto (dietro la chiesa di San Giu-seppe) della nostra città. È gradita la prenotazione.

La direzione della sezione coglie l’occasione per coinvolgere tutti i parroci della diocesiaffinché invitino i fedeli a parteciparvi. La realizzazione del presepe è armonia, condivisione,pace e cultura. Il dirigente, Roberto Angelini

6 Anno XXVIII

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Le cronache degli ultimi tempi sono scritte di episodi nefasti alla voce conservazione e tutela delpatrimonio culturale ma, nel paese di Montelparo nella nuova Provincia di Fermo, inizieranno abreve i lavori di recupero e restauro della chiesa rurale di santa Maria in Camurano, della parrocchiadi san Michele Arcangelo, nella diocesi si San Benendetto-Ripatransone-Montalto. Nel nostro terri-torio si incontrano molte chiese rurali dapprima sembrano niente ma, mano a mano che il visitatoresi ferma si svelano, sia per la bellezza naturale in cui sono immerse, sia come scrigni custodenti sor-prendenti meraviglie. La chiesa rurale di santa Maria in Camurano: un bene culturale architettonicoe artistico risalente alla prima metà del secolo XVI. Fino ad ora la documentazione archivistica èesigua la prima testimonianza è presente nel Cronologium fratrum et sororum tertii ordinis S. Fran-

cisci tam Regularis quam secularis, Caput XIX, De Provincia Marchiae Anconitaniae, Parma,

MDCLVIII- 1658, data la chiesa con l’annesso convento, al 1545: << Montis elpari S. mariae in Camurano extra dictam Terram anno 1545 die 11 octobris, concessius

Religioni pro qua recepit F. Paulus de Cremona dioacesis montis Alti, ut appareter rogitu Ioannis

Babttista Palmerij>>. La comunità francescana del Terzo Ordine si stanzia a Montelparo grazie alconfratello Paolo da Cremona. Le successive informazioni, sono repertate, nelle Sante Visite Pasto-rali. La prima che fa menzione di santa Maria in Camurano è quella fatta dal Vescovo C. Cancellotti(1660-1669) il 26-28 maggio 1669 a Montelparo dove si attesta la presenza della chiesa rurale. Essa,in seguito, viene ricordata nelle Sante Visite Pastorali del Vescovo A. Paganelli (1674-1706) e delVescovo L. Cecconi (1750-1756). Di qui a pochi anni con la pubblicazione storiografica: memorie

istoriche della nobil terra di montelparo del 1781, il canonico agostiniano Luigi Pastori redige, alcapitolo V, una piccola descrizione della chiese montelparesi tra le quali:<<[…] Una di S. maria in Camurano, che era dei Religiosi del Terz’ordine di San Francesco che

nel suo bel vaso contiene in mezzo una Cappella, come una piccola Chiesa col suo altare, ove si ce-

lebra, ed un Imagine di maria dipinta al muro. Questa all’intorno intonacata pulitamente con pietre

quadrate, nella parte dinanzi v’è la sua gran ferrata, nelle parti laterali due cancelli di ferro lavorati

in arabesco.[…]>>.

Per le notizie da noi rinvenute, la chiesa rimane di pertinenza del Terzo Ordine Regolare fino al 1638quando, Urbano VIII soppresse il convento francescano. Da questa data in poi, Santa Maria in Ca-murano, rimane di pertinenza della diocesi di San Benendetto, il vescovo L. M. Canestrari (1825-1846) l’ affidata alle cure del seminario montaltese. L’originaria chiesa di santa Maria in Camuranoè molto più antica, infatti la prima costruzione potrebbe risalire alla seconda metà del secolo XV.Nei pressi di quella odierna, difatti, risultano ruderi in pietra arenaria e materiale laterizio di riporto.Se, poi, confrontiamo questo dato con un inventario settecentesco depositato presso L’Archivio Sto-rico Parrocchiale Micaelico riscontriamo che, nei pressi della fabbrica si erigeva: <<[…] Addetto alla detta chiesa è l’abitazione consistente in sette stanze fra grandi e piccole sotto

le quali sono due cantine con canali ed una fila di loggiate v’è l’atrio con la cisterna. […]>>

Doveroso è, ricordare, che nella prima meta del secolo XIV, Montelparo, fu sottoposta ad una rivo-luzione urbanistica iniziata secoli prima con il fenomeno dell’incastellamento e culminata nella edi-ficazione del nuovo convento benedettino farfense di sant’Angelo in contrada Castello. Possiamo,allora, ipotizzare che il Terzo Ordine Francescano abbia acquisito, a Montelparo, una nuova sede,nella già esistente chiesa rurale con annesso convento in disuso e l’abbia ristrutturata o riedificatanel 1549 data presente nel sacello in area presbiteriale.

Lachiesa si orienta da est a ovest, il materiale costituente è il laterizio con la facciata a capanna, ilportale è di tipo pseudo rinascimentale con due piccole finestre rettangolari. L’ambiente interno èad un’unica navata con il presbiterio rialzato, dove insiste una pergula con la seganatura AVe mARIA

gRATIA PlenA A.d. 1549, quella descritta da Pastori, con l’unico pluteo in ferro e all’interno. Tragli intercolumni interni al sacello si palesano, diversi dipinti murali dei secoli XV e XVI. Al di làc’è la sacrestia, un aula rettangolare che finisce con il catino absidale semicircolare. Il tetto dellachiesa è a capriate sui muri portanti a destra e sinistra del presbiterio vi due altari anch’essi condipinti murari del secolo XVI.Solo l’insigne don Crocetti nei libri: la pittura di Fra marino Angeli e dei suoi continuatori (1985)e montelparo, guida storica e turistica (1990) ci descrive i dipinti murari dati a fresco del sacellonel catino absidale attribuendoli alla scuola farfense e in particolare a un maestro vicino al modus

operandi di Fra Marino Angeli. A nostro avviso, nel sacello, lavano tre artefici uno si occupa dell’ Annunciazione, un altro della ma-

donna della seggiola,e della Santa maria maddaelna e Sant’Antonio Abate e l’ultimo, nei primianni del 1500, del San Rocco e della Santa Vergine martire.

A causa del cattivo stato di conservazione o non avendo sufficienti elementi d’indagine non ci sen-tiamo in grado di formulare nuove ipotesi attributive.Sul piano del presbiterio sono stati eretti due altari con i dipinti murari dati a mezzo fresco con Sant’

Antonio abate e una madonna apocalittica tra i Padri della chiesa. Sotto l’affresco di Sant’Antonio

Abate c’è una segnatura su due file oramai quasi illeggibile:HoC oPUS eT AlTARe FeCeRUnT FIeRI JACoBUS AgnellUS de PATRIgno PInXIT. Dirimpetto il dipinto murario della madonna Apocalittica con i Patri della chiesa riporta anche la data22 gennaio 1567. Altresì, i due altari nella zona presbiteriale sono del 1567 del pittore montalteseGiacomo Agnello da Patrignone che lavora in tutta la zona fermana e medio ascolana nella secondametà del secolo XVI. In conclusione sosteniamo il fatto che, la chiesa rurale di santa Maria in Ca-murano a Moltelparo ha un altissimo valore sia artistico che architettonico che negli anni è stato sot-tovalutato e non solo, è uno di primi luoghi di interesse francescano nelle Marche. Il nostro fine ultimo e quello di sdoganare la conoscenza rintracciando la nostra memoria storicanelle vicende del monachesimo della Marche.

montelparo lì 18 giugno 2011

dott.ssa letizia Ferracuti Archivio Storico Parrocchiale micaelico, Parrocchia San michele Arcangelo.

Da Montelparo SANTA MARIA IN CAMURANO… PATRIMONIO CHE SI STA SALVANDO

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro

missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono distribuite a tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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esterno chiesa Santa maria in Camurano

7Anno XXVIII

3 Luglio 2011 PAG

Da Ripatransone a cura di A.g.

Restauro dei torrioni e delle mura medievali

A Ripatransone sono iniziati i lavoridi restauro e di consolidamento delsistema difensivo medievale, com-presi in un primo lotto d’interventoche riguarda il quartiere Agello, e chefa parte di un più ampio progetto peril recupero complessivo delle antichemura di difesa. L’intervento com-porta una spesa di 255 mila euro, at-tinti ai Fondi Europei, nell’ambito delprogetto “Waterfront e trasversalitàminore”, che ha visto diversi Co-muni, fra cui Ripatransone, impegnati perottenere risorse da investire sul territorio esui beni culturali. I lavori, progettati e di-retti dall’architetto ripano Moreno Farina,

sono eseguiti dalla ditta Acciarrì Costru-zioni di Patrignone di Montalto delle Mar-che, ed in questa prima fase riguardano untratto di cortina muraria con “sistema ascarpa” e due torrioni di difesa.

Da alcuni anni, a seguito del “Pattod’Amicizia” tra il Comune toscano di Cer-taldo (dove negli anni ‘50 e ‘60 si trasferi-rono famiglie intere diripani e di cossignanesi) edi Comuni di Ripatransone edi Cossignano, annualmenteed alternativamente si orga-nizzano a livello comunaletrasferte con destinazione ilmunicipio toscano o i duepiceni. Quest’anno la desti-nazione è stata Certaldo,dove nel tardo pomeriggiodi venerdì 17 Giugno sonogiunti, con due pullman, cit-tadini ripani e cossignanesi,per incontrare parenti edamici colà trasferitisi. Oltrealle autorità amministrative, per la secondavolta nell’ambito degli scambi, facevanoparte della comitiva trenta giovani atleti diRipatransone e di Cossignano, che nellagiornata di sabato 18 giugno, hanno effet-tuato con i coetanei certaldesi, partite ditennis, calcio e pallavolo. Nella tarda seratadello stesso giorno,nel centro polivalente

di Certaldo, gremito in ogni angolo, doveè stata servita una succulenta cena a basedi “Fritto misto” preparata dall’Associa-

zione Pro Loco di Cossi-gnano, i giovani atletisono stati premiati daisindaci dei tre Comunigemellati: Andrea Campi-noti (Certaldo), RobertoDe Angelis (Cossignano),Paolo D’Erasmo (Ripa-transone); il primo citta-dino ripano haconsegnato omaggi allefamiglie che hanno ospi-tato i giovani atleti piceni,e doni alle autorità: copiaanastatica dell’originalede “La spigolatrice di

Sapri” di Luigi Mercantini (a cura dellaBanca di Ripatransone Credito Coopera-tivo) ed una confezione di vini dei Colli Ri-pani, predisposta per i 150 anni dell’Unitàd’Italia. Al ritorno (domenica 19 Giugno)i gitanti hanno fatto una lunga sosta nellacittà di Arezzo, per visitarne il centro sto-rico.

Da Montalto Marche

La Cordata sull’Appennino BologneseSabato e domenica 18 – 19 giugno il Coro La Cordata di Montalto Marche ha partecipato consuccesso alla Rassegna di Canto Popolare “Come canta la montagna” organizzata dal coro ANAdi Vergato (BO) in alcune località dell’Appennino Bolognese. Hanno partecipato alla manife-stazione: Coro La Cordata di Montalto Marche - Coro CAI di Bologna - Coro ANA di Vergato- Coro La Baita di Cuneo. I cori si sono alternati per l’esecuzione nelle cittadine di Vergato eCastel d’Aiano. Il coro montaltese, diretto dal M° Patrizio Paci, si è distinto per la precisioneritmica, per la perfetta intonazione, per l’impasto sonoro, la fusione delle voci e l’espressivitàmanifestata durante l’esecuzione, sottolineata dai calorosi applausi del pubblico attento e pre-

parato, nonché dagli elogi di personalità dellacoralità popolare come il M° Mauro Camisa.La Cordata conclude così una stagione riccadi impegni e successi per poi riprendere a set-tembre quando canterà a Roccafluvione du-rante il Raduno Regionale degli Alpini ed aottobre in occasione delle commemorazioniufficiali del disastro della diga del Vajont aLongarone (BL).

La Banda di Montalto Marche torna agli antichi splendori

Negli anni 60-70 una banda musicale, tra le prime in Italia adavere le donne in organico, portava in alto con orgoglio il nomedella città di Montalto Marche, suonando nelle vie e nelle piazzedell’intera penisola. Mercoledi 15 giugno alle ore 21.00 sul sa-grato della Cattedrale S. Maria Assunta d Montalto Marche, inoccasione dei festeggiamenti del Patrono S. Vito, la Banda Cit-tadina diretta ancora dal M° Giuseppe Paci ha tenuto un bel con-certo, riscuotendo applausi e consensi del pubblico presente. Ad81 anni suonati, nel vero senso della parola, il M° Paci, che siè sempre distinto per la peculiarità dell’innovazione come l’in-serimento di brani di musica leggera, operette e colonne sonore,ha rimesso in piedi una formazione di primo ordine, formata daben 18 allievi locali, coadiuvati dai migliori strumentisti prove-nienti da tutta la provincia di Ascoli Piceno e da quella diFermo; una vera e propria orchestra di fiati ben assortita in tutti i reparti che ha evidenziato ot-tima preparazione musicale, intonazione, amalgama e musicalità per affrontare con disinvolturaun repertorio classico che comprendeva brani tratti dal Nabucco di G. Verdi ed il celebre IlRondò alla Turca di W. A. Mozart. Il concerto è stato introdotto dall’esecuzione della Marciasinfonica Olimpica di Orsomando e si è concluso con l’Inno degli Italiani di Mameli/Novaro,per poi lasciare spazio agli sbandieratori della Quintana di Ascoli sestiere di Porta Maggiore edal Sindaco che ha consegnato simbolicamente la chiave della città di Montalto alla statua delpatrono S. Vito. Le forti tradizioni musicali sono state sempre un punto fermo della cittadinamontaltese, che ha prodotto due splendide realtà, come la Banda ed il coro La Cordata, allequali va il merito di aver stimolato lo studio della musica nei giovani, generando nel corso deglianni una ventina di musicisti affermati, regolarmente diplomati nei conservatori. E’ suggestivopasseggiare durante la settimana nelle vie del centro storico della città sistina, dove i rumoridegli antichi mestieri ormai perduti sono lentamente svaniti in uno squillo di tromba, nel gor-gheggio di una soprano, nel trillo di un violino o nell’armonioso canto di un coro.

Acquaviva è sempre più SPONSALIAL’Amministrazione comunale del piccolo centro pi-ceno ha diramato il Calendario delle manifestazioniestive 2011. Un calendario ricco di appuntamenti lu-dici e culturali di un certo spessore. Dalla presenta-zione di libri di autori contemporanei (Moccia,Giacobbo, Filiberto di Savoia) a gare ciclistiche (ju-niores e a squadre), festival musicali (rock, operisti-che, taranta, chitarra), mostre di pittura(estemporanea e De Carolis), sagre gastronomiche(lumache e arrosticini) e fiere artigianali. Quasi un appuntamento al giorno. Il tutto a corollariodi quello più significativo dell’anno: SPONSALIA. La manifestazione medievale in costume,giunta alla sua XXIV edizione che il cav. Nello Gaetani, suo mentore da sempre, cercherà,nonostante le ridotte risorse e la poca solidarietà delle istituzioni, di organizzare al meglioperché “patrimonio comunale di Acquaviva, attraverso la quale è possibile la trasmis-sione della storia e della cultura tra le generazioni.” (così è scritto nella delibera comu-

nale). Nel corso della piacevole serata “trionfo del mare”, nel Resort “I Calanchi” diVincenzo Marcucci, l’anfitrione ha presentato alla stampa la kermesse del 4/5 Agosto, e delBanchetto Nuziale del 7, che concluderà la rievocazione storica nell’incomparabile scenariodella Rocca degli Acquaviva. Nel corso della serata è stata presentata la giovane e bella ElisaSpina, diciottenne sambenedettese, studentessa dell’Istituto Tecnico commerciale “Capriotti”,che indosserà i panni di Forasteria nella rievocazione storica acquavivana, ma aspirante, nellavita, a fare l’avvocato. Ancora ignoto il giovane che vestirà i panni di Rainaldo di Brunforte.Impresa laboriosa perché il giovane dovrà essere all’altezza della situazione, in quanto la par-tner è stata tra le dieci finaliste della manifestazione di Birigliani. Che è tutto dire. Il vicesindaco Compagnoni ha portato il saluto e la solidarietà dell’amministrazione comunale. Il“drappo” sarà realizzato su bozzetto dell’artista di Massignano, Giuseppe Alesiani. Il bigliettoè stato fissato a 70€. L’invito è di prenotare per tempo, dal momento che i posti in Fortezza,per ragioni di sicurezza, sono limitati e.Tì.

Trasferta a Certaldo per il gemellaggio

la giovane elisa Spina col cav. nello gaetani

Col “Concerto del Sostizio”, martedì scorso,primo giorno d’Estate, al Teatro delle Energiedi Grottammare si è felicemente conclusa laIII Edizione del “Wind Simphonic Festival”,la rassegna di concerti sinfonici, curata dallaFondazione Gioventù Musicale d’Italia con ilpatrocinio del Comune, della Provincia e dellaRegione Marche. Festival che s’era aperto aGennaio con l’omaggio al Centocinquante-simo dell’Unità d’Italia e proseguito nei mesidi febbraio, aprile e maggio con “viaggi” at-traverso musiche classiche e moderne. Le dueorchestre di fiati, “Laboratorio ensemble” e “G.Braga”, dirette dal maestro Federico Paci colcoordinamento di Romeo Petraccia, composteda studenti del Conservatorio e professori d’or-chestra, tra cui il giovanissimo (10 anni) Giu-seppe Paci, figlio del Maestro, seminascosto traleggii e strumentisti, hanno fatto riascoltare alnumeroso e qualificato pubblico le notissimemusiche da film, come “ El Camino real” di A.Reed, “Ciao Albertone !” di A.V. Marzi, “FilmFantasy” di A.V. Marzi, “Pirati dei Caraibi” diRadelt e Ricketts, “Carribean Variation” di deHaan. Vari bis alla fine, tra uno scroscio di ap-plausi e sonori commenti di approvazione.Nel corso della serata, l’assessore Piergallini haricordato che l’Amministrazione Comunale hacompilato il Calendario della Manifestazioniestive 2011, calendario che risulta più ridotto

rispetto a quello degli anni precedenti, ma senzaessere impoverito. “ Più essenziale, - ha detto -perché più austero. Siamo riusciti a trovare unanuova misura per l’anima culturale della città,più modesta perché consapevole della necessitàdelle rinunce, ma ugualmente accogliente e pro-positiva. Con la metà delle risorse disponibili eil doppio della passione abbiamo stilato questocalendario che brilla per l’intelligenza e scottaper il calore che tutti gli amici coinvolti glihanno trasmesso: cabaret, musica, letteratura,teatro, cinema, enogastronomia e poi merca-tini,fiere, visite guidate, quasi un appuntamentoal giorno, per tutti gli interessi, aperto a tutti”.A dimostrazione che alcune volte le situazionidifficili giovano a trovare le soluzioni giuste. Eche il denaro non è tutto, quando si può contaresulla generosità e il volontariato delle associa-zioni cittadine. e.Tì.

Il Concerto del Sostizio conclude la III Edizione del Wind Simphonic Festival

Il m° giuseppe Paci

8 Anno XXVIII

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Come già da diversi anni, aspettando l’arrivo dellaSolennità di Pentecoste, il Rinnovamento nelloSpirito Santo diocesano ha organizzato laFesta dello Spirito Santo, che si è svolta dal6 al 12 Giugno e si è conclusa nella BasilicaCattedrale Santa Maria della Marina con lagrande Veglia di Pentecoste di sabato 11 ela celebrazione dei Vespri seguiti dallaCelebrazione Eucaristica presieduti daS.E.R. Mons. Gervasio Gestori, dome-nica 12. Anche quest’anno, la Festa si èsvolta in maniera itinerante coinvolgendodiverse parrocchie della nostra Diocesi.Tutta la Festa è stata dedicata alla LetteraEnciclica Dominum et Vivificantem delBeato Giovanni Paolo II di cui ricorre,quest’anno, il XXV anniversario dalla pubbli-cazione. Gli incontri, che hanno visto sempre unafolta partecipazione di fedeli che riempivano via viale varie Chiese, iniziavano alle ore 21.30 con un primomomento dedicato alla catechesi sull’Enciclica ed un se-condo momento dedicato all’Adorazione Eucaristica. Laprima serata si è svolta nella Chiesa San Filippo Neri di SanBenedetto del Tronto e l’insegnamento è stato tenuto daDon Gabriele Paoloni. La seconda, nella Chiesa SacroCuore di Gesù di Centobuchi, con la catechesi di Camilla

Vitali, Missionaria del Cuore di Gesù; la terza,nella Chiesa Cristo Re di Porto d’Ascoli, con

Don Tiziano Napoletani. Le due serate se-guenti si sono svolte nella Chiesa San Ga-briele dell’Addolorata di Villa Rosa enella Chiesa San Pio V di Grottammarecon gli insegnamenti rispettivamente diMons. Federico Pompei e di Mons. Gio-vanni Flammini. Tutti gli incontri sonostati veramente edificanti ed i vari rela-tori ci hanno aiutato ad entrare semprepiù nell’Enciclica dedicata dal BeatoGiovanni Paolo II alla Terza Persona

della Santissima Trinità e capire sempremeglio lo Spirito Santo come colui che “è

Signore e dà la vita”. Presente sin dallacreazione, si è incarnato nell’immenso Sì di

Maria per essere poi donato alla Chiesa na-scente sulla Croce prima, ed a Pentecoste poi. È

compito di ogni cristiano accogliere questo dono prezio-sissimo facendolo conoscere sempre più e sempre meglio aquanti non lo conoscono attraverso un vero e proprio cam-mino di discepolato. Tuttavia, per realizzare ciò, è necessa-rio farci piccoli, umili, come Maria, perché lo Spirito Santodiventi in noi adorazione ed esperienza.

Silvia Del Zompo.

Dal Rinnovamento nello Spirito Santo nella Diocesi di San Benedetto

del Tronto, Ripatransone e Montalto.

FESTA DELLO SPIRITO SANTO 2011

Da Grottammare

Concerto per il patronoSan Paterniano 2011

La Corale Sisto V di Grottammare prosegue anche neimesi estivi i suoi impegni pubblici, per non far mancare aiconcittadini ed agli ospiti estivi il ricco, interessante e benarticolato repertorio che l’Associazione Polifonica è statain grado di preparare ed eseguire in oltre un trentennio divita associativa. In questo lungo percorso, non sempre fa-cile da gestire, il punto di riferimento sicuro è stata l’ac-corta, competente e sicura direzione del Maestro Luigi

Petrucci che proprioquest’anno festeggia il 25°di presenza nel sodalizio. Ilprimo appuntamento è fis-sato per il 6 luglio pros-simo alle ore 21.30presso la chiesa diSant’Agostino con l’ese-cuzione di un Concertoper Coro, Strumenti eVoce recitante, in occa-sione dell’apertura deifesteggiamenti delSanto patrono San Paterniano Ve-scovo. Per la prima volta (in realtà ce n’era stata un’altranel 2007, ma in maniera non ufficiale, con il testo el grillo

è buon cantore) la Corale, nella seconda parte concertisticasi misurerà con i versi del poeta Giarmando Dimarti,cantati nella sua vocalità particolarissima dall’attoreVincenzo di Bonaventura, tratti dal suo ultimo lavoropoetico: quattordici sonate ed una sarabanda, che siconclude proprio con il testo poetico i cieli immensi

ispirato alla musica di Benedetto Marcello sul SalmoXVII. Il presidente Alessandro Ciarrocchi ed il presi-dente onorario Mario Petrelli invitano gli ospiti presentie la cittadinanza tutta alla partecipazione, sicuri di of-frire una serata particolare capace di suscitare il lorol’infinitudine dei cieli immensi e sonori.

Ricordo di una mattina d’estate, 21giugno 2011. Era da non perdereun fenomeno di luce straordinariatra scienza e fede, nella bellissimae suggestiva Chiesa del MonasteroBenedettino Camaldolese di Valle-dacqua, nel comune di AcquasantaTerme, gioiello di architettura. An-ticamente, come si sa, precisi cal-coli matematici, basati sui rapportiterra costellazioni,consentivano distabilire il computo delle ore delgiorno e l’orientamento stagionale.E a tal riguardo è stato interessan-tissimo il fenomeno di luce alquale ho assistito: solstiziod’estate. Il primo raggio di sole chescavalca la collina, situata alle

spalle dell’Abbazia, s’infila nellamonofora absidale per posarsi sulpavimento davanti all’altare e illu-minare con intensità crescente, nelgiro di mezz’ora tutto l’internodella Chiesa. Ho goduto appieno ilfascino dell’evento e assistito cosìal graduale passaggio della penom-bra alla illuminazione completa.

“Per chiunque sia riuscito a vedereanche un poco della luce del Creatore,per la stessa luce della visionedi cui gode dentro di sé,si allarga la capacità della mente e si dilata in Dio.”Gregorio Magno, dialoghi II,35

Paolini Giuseppe

I Cieli Immensi narrano …

Da Monteprandone

Una simpatica sfidaSabato 18 e domenica 19 giugno, in concomitanza della festa parrocchiale delcompatrono San Cirino Martire, 30 ragazzi del Comune di Monteprandone,nati tra il 1993 ed il 1997, suddivisi in quattro squadre, hanno dato vita ad untorneo di calcetto organizzato in collaborazione con l’oratorio Parrocchiale. Avincere il torneo la formazione “QUELLI DEL CAMPETTO”, premiati con

la Coppa del Torneo ed un prosciuttodal parroco don Francesco Ciabattoni,mentre ai secondi classificati la forma-zione dell’ORATORIO REGINAPACIS una lonza. Al 3° posto i PINKDEVILS ed al quarto posto la forma-zione COOPERATIVA GEA. Sonostati inoltre premiati quale miglior di-fensore MARCO MORGANTI deiPink Devils; miglior giovane del Tor-neo, ILARIO GABRIELLI, classe

1997 de QUELLI DEL CAMPETTO;miglior portiere SIMONE ISOPI deiPink Devils, i Capocannonieri, AN-DREA LIBERATI e GIUSEPPE VEC-CIA autori in 2 partite di 5 goal a testaper la squadra dell’Oratorio ReginaPacis. Per il prossimo anno gli organiz-zatori stanno già pensando di aumentareil numero delle formazioni partecipantiper un torneo nel segno della simpatia edel divertimento. C.U.

Dalla Parrocchia Madonna di Fatima

Il gruppo dei giovani durante la missione

UNO SGUARDO SUL PICENO