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1 Supplemento al numero di Maggio 2011 del mensile Set

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Supplemento al numero di maggio 2011 di SET

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  • 1Supplemento al numero di Maggio 2011 del mensile Set

  • 2CONVEGNO ORE 18.00 Saluti ed apertura conve-gno Modera Nadia VerdileSaluti istituzionali: Consigliera di Parit Provincia di Caserta dott.ssa FRANCESCA SAPONE Avv. Tiziana Colamonico Responsabile Sez. Famiglia Avvocati senza frontiera Rapporto sullo stato delle madri nel mondo: statistiche a confronto.Avv. Giovanna Barca - Responsabile Sez. Caserta Osservatorio Nazionale sul-la FamigliaPAUSA MUSICALELimportanza dellallattamento mater-no: Nyonyo dalle il tuo senoDott. Attilio Romano Direttore reparto neonatale A.O. CasertaDott.ssa Simona Pesce Pediatra indi-rizzo neonatologia terapia intensiva neo-natale A.O. Potenza PAUSA CAFFE (19.20)Una mano alla mamma ed al suo bam-bino: lesperienza del progetto di co-operazione internazionale da parte di alcuni medici casertani.

    Dott. Bruno Santoro Ideatore progetto Ospedale Tharaka Esperienze di integrazione culturale e so-ciale delle mamme africane a CasertaSuor Rita Giaretta Direttrice Casa RutASTA DI BENEFICENZAORE 20.00 PAUSA DEGUSTAZIONE

    SERATA SPETTACOLOORE 20.30 PERFORMANCE APERTU-RA di Assunta ImprotaPRESENTAZIONE di Michela FormisanoINTERVISTA (Suor Rita, Alessia Calien-do e Dott. Bruno Santoro)SFILATA GOD IS WOMAN di Alessia Caliendo (21.00)ORE 21.10 PAUSA DEGUSTAZIONELA CORALE DEI NOMI PROPRI di Mi-chele PaganoPRESENTAZIONE DOCUMENTARIODOCUMENTARIO DASPU di Valenti-na Monti (21.40)ORE 22.30 CHISURA SERATA

    PROGRAMMA GOD IS WOMAN18 Maggio 2011 - Cineclub Vittoria - Casagiove (Ce)

    Info: Gaetano Ippolito - Tel/Fax 0823.752037 - Mob. 347.5012171 - Mail [email protected]

  • 3Certi eventi non nascono per volont precisa, cio non sono frutto di scelte rigidamente prestabilite. Certi eventi sembrano quasi frutto del caso. Costruzioni al-chemiche che si producono e si estendono at-traverso un processo virale. Una proliferazione spontanea come la lava che sgorga dalle frat-ture della terra. Come il vento che viene e che passa. Come una parola che rimbalzando da bocca in bocca diventasse prima un sottile bru-sio e poi un discorso sempre pi chiaro e netto. Cos sgorga GOD IS WOMAN. Per gioco e per passione. Perch noi e chi collabora con noi le cose le facciamo sempre con amore senza obbe-dire a nessuno spartito ideologico. Alessia Ca-liendo, giovane e talentuosa stilista casertana parla con Giovanni Barca, avvocato che difen-de i diritti delle mamme, e nasce il primo nucleo del progetto. Poi lidea coinvolge Titti Malorni della comunit Ruth che ospita donne africane sottratte allo sfruttamento che lavorano nella cooperativa NewHope che ne favorisce il rein-serimento in societ e lintegrazione culturale. Nasce la collaborazione con Suor Rita Giaret-ta. Giovanna coinvolge avvocati e medici che difendono la vita e la salute di donne e bambini calpestati in nome di uno dei tanti identici ed invisibili interessi del potere. GOD IS WO-MAN il grido prepotente della madre. Il Vagito inarrestabile del nascituro. E le adesioni alli-niziativa vengono gi come gocce di pioggia. La giornalista Nadia Verdile, esperti di diritto che promuovono cause umanitarie come Tiziana Colamonico e lo stesso Avv. Barca, medici so-cialmente e professionalmente impegnati come il Dott. Santoro ed il Dott. Romano, la pediatra Simona Pesce e Suor Rita, le artiste Assunta

    Improta e Titti Russo e Rossella Chieffo, balloon designer, coinvolta in un innovativo allestimen-to scenografico dello spazio. Si cerca un posto

    dove realizzare levento, il comune di Caserta tentenna, balbetta, si smaterializza, ombra di un ombra, referente solo del proprio potere e dei propri interessi. Inciampa, cade, finisce

    nella polvere e viene commissariato. Il commis-sario fa lordinaria amministrazione. In parti-colare si occupa di bandire concorsi e decidere fondamentali cariche pluriennali riguardanti la cultura (vedi Roberto Solofria e le sue ac-cuse di camorra istituzionale e culturale sul

    nostro territorio e relative logiche spartitorie) proprio a poche settimane dalle elezioni. Alessia allora si rivolge a quel gruppo di volontari che fa cultura su questo territorio, nonostante tutto perch non si arrende e non smette di lottare per un cambiamento di questa mentalit pro-vinciale nel migliore dei casi, camorristica per tutti gli altri. Si rivolge a TERRA DI CINEMA. Organizzazione senza vertice. Soffio di vento. Lava che sgor-

    Donne ed eventi fuori dagli schemi.GOD IS WOMAN.

    di Gaetano Ippolito

  • 4ga dalle fratture della terra. Non lo diciamo per piaggeria. Lo diciamo perch sogniamo che lon-da di questo cambiamento cresca e si allarghi. Sogniamo una rete senza centro che sia capa-ce di collegare menti e progetti. Una rete che vada oltre il nostro territorio. Una rete che sia connessione di iniziative di grande spessore culturale e umano. Allora aderiamo senza ten-tennare. Senza pensare alla fatica ed alle conse-guenze. Senza pensare allimmediato vantaggio. Perch pensiamo che sia uniniziativa giusta e lodevole. Perch questo il compito che ci sia-mo dati. Contattiamo il Cineclub Vittoria, vera istituzione culturale sul nostro territorio e rice-viamo una entusiasta adesione. Si parte. Tan-ti fili a tessere una tela colorata come le stoffe

    africane degli abiti realizzati da Alessia. Tanti colori come i graffi di luce di Assunta. Tan-to amore come nei volti dipinti di Titti Russo. Tutti con la medesima alchemica gioia di vive-re. Si aggiunge allevento un frammento della corale dei nomi propri, bellissimo spettacolo di Michele Pagano ed il documentario Daspu di Valentina Monti, omaggio audiovisivo ad una straordinaria storia di riscatto sociale al femminile. Il 18 maggio la data fissata per lini-ziativa. Alla fine si far. Altre adesioni sono in

    arrivo. E non detto che ancora qualcosa non cambi. Ma si sa, non si pu arginare il vento, ne fermare la lava.

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    M a g g i o 2011

    FACEBOOK: unisciti a SETWEB.ITwww.setweb.it

    6 Terra di CinemaTerra di donne. Noi con God Is Woman.

    9 Alessia CaliendoUn piccolo report di un grande sogno.

    13 DASPU, PUTAS PRET--PORTER.Il documentario di Valentina Monti

    Monologhi femminili di Officina Teatro

    Assunta Improta e Titti Russo

    16 Frammenti di unaCorale

    19 Donne, arte in origine.

    Foto copertina: autoscatto di Assunta Improta

  • 6C chi guarda le nuvole passare e si domanda infinite cose in un battito di ciglia. In quelle nuvole ci vedi tutta la tua vita. I volti e le parole, i momenti pi belli e quelli pi dolorosi. Ti domandi come quello spettacolo di luce e ovatta possa essere ope-ra del caso. Ci vedi dentro i baci e le carezze materne. Ci vedi un volto di donna sorridente. Non basta tutto il male del mondo a cancellare quella sensazione. Quando ci riesci a stare un poco con il naso allins, pensi che la terra che calpesti il riflesso di un sogno materno. Un ri-flesso che trascende le lacrime e porta in grem-bo un senso di infinita rinascita. La nostra terra

    soprattutto terra di donne. Madri che portano ancora la vita dentro. Il divino che esiste pu manifestarsi solo attraverso la voce ed il corpo della donna. Donne che portano sulle spalle un peso che anche un germoglio, una forza rigo-gliosa e potente. La forza del vagito. Il travaglio doloroso che esplode nella ciclicit dellesisten-za umana. Il compito di vivere e generare la vita non un accessorio della femminilit. il sen-so dellessere femminile. La potenza generatrice dellessere umano nella donna. Dentro que-ste parole c una riflessione lirica e filosofica

    difficile da accettare oggi. La cosmologia laica

    e individualista dello scientismo ha aperto le porte ad un mondo totalmente desacralizzato dove i discorsi di genere vengono impiantati su una forma di pensiero unico basato sulla de-responsabilizzazione dellessere umano che ha come unico contraltare lasservimento del pen-siero alle ideologie neoclericali. Nessuno sem-bra davvero interessato a riflettere sullessere

    umano. Nessuno sembra ricordare che siamo una delle specie che abitano questo pianeta. Che potenzialmente siamo ununica comunit

    pensante capace di cooperare per il bene comu-ne, nostro e delle altre specie che vivono con noi. Esseri di vita affratellati nella vita. In un unico battito cardiaco, un unico respiro. Siamo immagine di Dio solo ed unicamente nel senso di protendere infinitamente verso il divino. Un

    divino che abbiamo sotto i piedi. Sulla testa e nel cuore. Nel sorriso e nelle carezze di nostra madre. Per questo TERRA DI CINEMA ha ade-rito e ha voluto promuovere GOD IS WOMAN. Per ricordare a noi stessi, tra il serio ed il fa-ceto, che latto biologico del generare e latto creativo cio il suo riflesso culturale nascono

    dalla stessa matrice femminile. Dio donna. Lessere umano donna, quando crea e genera.

    Terra di donne. Noi con God Is Woman.TERRA DI CINEMA

    di Domenico Nespolinofoto di Alessandro Santulli

  • 7Terra di donne. Noi con God Is Woman.

    Dire Donna per lEssere Umano intero vuol dire capovolgere millenni di pregiudizi e potere maschile. Dire Donna per lEsse-re Umano capovolgere lusuale metonimia Uomo uguale Essere Umano. Il segrega-zionismo di genere non ha nessun senso ne come valore biologico, ne come nuovo potere dellindividuo. lennesimo errore basato sulla confusione a proposito del senso della liberta. La liberta sempre liberta da e non libert di. Es-sere liberi vuol dire uscire dal pregiudizio e dalloppressione. Poter estendere il proprio essere in un continuo processo di comuni-cazione umana e di comunione del sentire. La libert di uninvenzione funzionale al consumo, alla perenne insoddisfazione, alla solitudine di fronte un sistema che ti schiaccia e che palesemente o sottilmente ti sottomette alle sue logiche. Dire che Dio donna non fare un discorso di genere se non nel senso di genere umano. Dio donna. Io sono donna.

  • 8*LittleBlackDress*

    *LBD*Alessia Caliendo

  • 9UN PICCOLO REPORT DI UN GRANDE SOGNO.

    Sono appena rientrata da uno splendi-do pomeriggio trascorso nella sartoria della Cooperativa New Hope, dove si concretizzato God is Woman. Un progetto che vedr la luce il 18 maggio dopo pi di un anno dal suo primo step. Un anno in cui si evolu-to, arricchito e rivisitato senza mai arrestarsi grazie alla mia tenacia ed a quella dellavvoca-to Giovanna Barca, amica stimata e compagna davventura. Tutto partito da alcuni scatti che ritraggono il suo bambino, Alessio, e dal desi-derio di stampare gli stessi su t-shirt diffuse dal mio marchio a livello nazionale ed interna-zionale, operazione che desideravamo diven-tasse un vero e proprio progetto di solidariet. Mentre si cercava unassociazione interessata alla collaborazione, arrivata la richiesta del Dott. Santoro, che ci chiedeva di aiutarlo a rac-cogliere fondi per il reparto di pediatria e ne-onatologia dellOspedale S. Orsola di Tharaka in Kenya (www.tharakahospital.org), realizzato grazie al contributo di vari enti, associazioni ed organizzazioni della provincia di Caserta, attualmente in gravi difficolt. Mentre Giovan-na, che collabora con Avvocati senza frontiere, pensava ad una conferenza sul tema, io veni-vo a conoscenza della cooperativa New Hope, nata da un sogno della comunit casertana Ruth, che gestisce un centro per giovani don-ne migranti vittime di situazioni di violenza e sfruttamento. Ho pensato subito a proporre una collezione di solidariet: abiti ideati da me e realizzati dalle giovani donne migranti che la-vorano presso la cooperativa. Il tutto con wax originali africani. Bambini, donne che hanno superato le difficolt, maternit. Quindi lidea,

    cio che Dio donna, creativa ed insieme cre-atrice. Sul nostro cammino ci siamo imbattute

    di Alessia Caliendo

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    in Gaetano Ippolito di Set Magazine e Terra di Cinema, e Domenico Nespolino, regista e video maker, che ci hanno offerto il loro supporto per larricchimento dellevento, nellartista Assunta Improta che, con le sue sfere di luce, inneggia alla femminilit e alla maternit, in Nadia Ver-dile, scrittrice e giornalista che ha dato il suo pieno sostegno ed Errico Fabio Russo che si offerto di spalleggiarmi nella realizzazione delle immagini simbolo della campagna, per culmi-nare con Rossella Chieffo, balloon designer che si prodigata per curare lallestimento. Com-patti abbiamo creativamente occupato il Ci-neclub Vittoria di Casagiove, luogo simbolo di tante iniziative culturali territoriali, perlopi di nicchia. Caserta, Campania, Italia, a sostegno e nel rispetto delle donne e dellinfanzia. God is woman e lo pensiamo in tanti.

    Alessia Caliendo titolare e main designer di LittleBlackDress, lifestyle brand e store dal 2007, una dichiarazione programmatica di sti-le allinsegna della semplicit, della versatilit e della raffinatezza con un tocco cosmopolita.

    Alessia collabora con brand e designer interna-zionali, organizza eventi culturali, promoziona-li e promuove campagne di sensibilizzazione. Nota al grande pubblico per le sue must have e slogan tees altrettanto conosciuta per abitini bon ton sartoriali e accessori dal design inno-vativo. Ogni sua creazione corredata da un concept. Dopo i successi del Fashion Camp mi-lanese, del ByHand di Torino, del sold out pres-so alcuni noti concept store, di un mese fa la sua vittoria al Mimma Ninni wants you, the first ever competion, rivolta ad artisti, designer

    e fotografi di tutto il mondo.

    Alessia CaliendoLittleBlackDresswww.littleblackdress.itvia Battistessa 3381100 CasertaItaly

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    Limpida la sinossi del documentario pro-grammato in chiusura di GOD IS WO-MAN. Un gruppo di prostitute a Rio de Janeiro, che combatte per il riconoscimento dei diritti e per ridurre il pregiudizio nei propri con-fronti, crea una griffe che rapidamente invade le sfilate di moda brasiliane. Queste donne sono ora pronte a cavalcare le passerelle interna-zionali e a trasformarle in occasioni attraverso cui ottenere visibilit per la loro causa. Infatti Valentina Monti, giovane e talentuosa regista del documentario, ci proietta in questa stra-ordinaria storia di riscatto dallo sfruttamento e dal pregiudizio. Una storia che vede come sfondo un Brasile in cui convivono malessere e straordinari esempi di rinnovamento sociale. Cos nasce Daspu, marchio di moda realizzato da prostitute brasiliane ed ispirato dalle loro vite. Il nome non casuale, ovviamente. Infatti si tratta di una sigla nata dallabbreviazione di Das Putas che significa letteralmente delle puttane. Questa trovata nasce con lo scopo di promuovere unesistenza pi dignitosa anche per loro. Ma parla in generale a tutta quellu-manit schiacciata mostrando che esiste una strada, in questo caso creativa che pu cam-biare e scardinare le regole del gioco. La prima collezione si intitolata Strada 69 ed stata ispirata al cliente tipo, cio il camionista, co-lui che passa e non torna. Abiti colorati e mol-to brasiliani ma senza essere volgari perch nonostante il nome provocatorio, la collezione rivolta a tutte le donne. Nata con intenti mi-litanti lidea ha presto spopolato, portando al successo inaspettato queste giovani e fantasio-se ragazze brasiliane.Mezzo per cambiare la societ, Daspu si rive-

    lato anche una terapia per le ragazze. Mettendo-le sotto i riflettori lassociazione ha fatto molto per la loro autostima. Quelle che si vendevano la sera nelle strade pi squallide di Rio per qual-che ora sono trattate come star. Hotel di lusso, servizi fotografici, viaggi in aereo, le ragazze di Daspu vivono un sogno e suscitano linvidia del-le colleghe che dividevano con loro il marciapie-de. []Se il successo mediatico e commerciale del marchio innegabile, il suo impatto sociale e politico resta difficilmente misurabile []. (fonte la repubblica)La giovane regista come per altri suoi lavori, ri-esce a scavare dentro le viscere di unumanit dolente per scoprivi la forza inestinguibile del-la volont di rinnovamento. Valentina Monti un premiato regista di documentari. I suoi film sono stati proiettati in festival internazionali e in onda su canali televisivi. Girls on the air, suo ultimo film, stato finalista per il miglior documentario di media lunghezza IDFA 2009 (International Documentary Film Festival Am-sterdam).Laureata in Arte Contemporanea presso lU-niversit di Bologna, Valentina ha continuato

    Viaggio nelluniverso femminile che non si arrende, che sempre alla ricerca del riscatto. Le donne che racconta Valentina Monti sono quelle che amiamo di pi.

    DASPU, PUTAS PRET--PORTER.

    di Gaetano Ippolito

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    a lavorare come regista e AP per diverse pro-duzioni in Italia. Come regista, ha frequentato ESoDoc (European Social Documentary) nel 2005 ed stata selezionata al Berlinale Talent Campus e presso la Clinica Doc nel 2006. Ha trascorso un anno (2007) a Berlino con una borsa come parte del programma di Nipkow. Il suo primo film documentario Radio La Colifa-ta (Fourlab, 2005), ha vinto numerosi premi in festival internazionali. Attualmente sta lavo-rando e vivendo a Londra.Daspu, Putas pret--porter i documentario di Valentina Monti che abbiamo scelto per voi, da proporvi nella rassegna di Terra di Cinema. E siamo sicuri che vi piacer.

    VALENTINA MONTI

    Regista di film documentari pi volte premia-ti. Il suo ultimo film Girls on the air stato nominato come miglior documentario di media durata al Festival Internazionale del film docu-mentario di Amsterdam (IDFA) nel 2009. Lau-reata in Arte contemporanea presso lUniversi-t degli Studi di Bologna, frequenta nel 2005 lEsoDoc (European Social documentary) ed selezionata come regista di talento al Berlinale Talent Campus e alla Doc Clinic nel 2006. Il suo primo film documentario Radio La Colifa-ta vince diversi premi. Vive e lavora a Londra.

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    FRAMMENTI DI UNA CORALE di Domenico Nespolino

    Vi confesso che lo spettacolo di Michele Pagano non lho ancora visto, ed per questa ragione che sono andato a spul-ciare su internet alcuni articoli su La Corale dei nomi propri. Vi riporto alcuni frammenti di quello che ho trovato. Mi ha colpito in parti-colare un frammento di donna capace meglio di me di raccontare ci che si vive e si prova di fronte a questo racconto lucido e viscerale del-la condizione femminile. Mi bruciano gli occhi e mi duole il plesso solare, scossa da un tremi-to che rimanda a tutti i patimenti infami subiti dal mio genere: sono donna, ho appena assistito a La Corale dei nomi propri. Credevo di essere una, invece sono migliaia di donne; e di ognuna porto il peso ed il dolore. Di ognuna sento e levo la voce, come una serie di aliti accordati in un

    fiato unico, antico, dolente, vero. Cerco il mio nome, ne trovo tanti: fin quando non avr spo-sato il mio, reale, non si compir il mio destino. Nel nome, secondo le filosofie orientali, c un segno identificativo che supera la sonorit, e ritorna indietro pi denso. Strano che a ricor-darmelo sia un uomo, e peraltro pi giovane di me. (Rossella Barsali)Questo piccolo frammento di Rossella Barsali punge ed illumina sulla forza di questo even-to, su quei contenuti capaci di andare oltre il discorso di genere per parlarci delle contrad-dizioni dellessere umano. Ci parla di uomini aguzzini o inermi di fronte allingiustizia. Ma ci parla anche del coraggio femminile. Del corag-gio dei nomi propri. Quel coraggio che chiama a raccolta uomini e donne di buona volont che non smettono di lottare e che vedono nella forza de fiori dacciaio quellindomita carica palingenetica e creatrice che contraddistingue lessere donna. Il coraggio femminile diviene modello umano generalizzato. Come uomo lo riconosco. Ho molto da imparare da una don-na. Il coraggio di fronte al dolore e la capacita di sacrificio sono un fiato unico, antico, do-lente che innerva complessivamente lesse-re umano che scevro dalle differenze di ogni tipo ritrova se stesso, le proprie origini ed il

    proprio destino. Un altro frammento trovato per caso. Il regista Michele Pagano conferma la sua arte visionaria e sensibile. Sei donne in carne e ossa, sei nomi propri che si incontrano in una corale; sei sto-rie vere che si intrecciano, tra fasci di luce e bui profondi, in una sinfonia dolorosa e rabbiosa. Mi sento colpevole per il solo fatto di essere un maschio, ammette uno spettatore al termine della piece. La corale dei nomi propri un cal-cio nello stomaco, la scarica elettrica del ma-lamore, lodore della carne viva che brucia, il lamento soffocato della bimba prostituta, lultimo respiro inciampato in un rantolo, la vita che pul-sa nella pancia e il ricatto del padrone che dice: o il figlio o il lavoro. Storie tratte da testi, tra gli

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    altri, di Dacia Maraini e Concita De Gregorio, da articoli di giornali e fatti di cronaca delle nostre terre. Michele Pagano, coadiuvato da Laura Ros-setti, ha rivisitato i testi e ne ha tirato fuori un lavoro che quasi schiaffeggia lammutolito spet-tatore. (Redazione Pupia)Ed infine le parole dello stesso Michele Pa-gano. Abbiamo scelto di soffermarci su storie dure, laceranti, al limite e spesso oltre il limite. Non labbiamo fatto n per sfruttare tendenze pietistiche n perch non ci fossero modelli po-sitivi da proporre. Ma abbiamo notato che nelle storie scelte, nelle situazioni estreme, risaltava ancora di pi il coraggio delle donne. I testi e le storie selezionate ci hanno via via cos coinvolti e sconvolti che ci siamo accorti presto che propor-re uno spettacolo non poteva esaurire la nostra voglia di raccontare, di esplorare, di scavare. E per questo che abbiamo cercato altri interlocuto-ri. Ed cos che nato il progetto de La Corale dei nomi propri. Questo progetto si arricchisce quindi di una nuova tappa. Un piccolo frammento della co-rale sar messo in scena il 18 maggio presso il Cineclub Vittoria a Casagiove (CE) nellambito

    delle evento GOD IS WOMAN ad integrare una serata gi molto intensa dedicata alluniverso femminile ma anche e soprattutto alla solida-riet concreta verso chi patisce il pregiudizio e lindifferenza. Una solidariet che travalica il discorso di genere. Il dolore di chi subisce e ri-sponde con lamore accomuna tutti in ununica corale del riscatto umano.Dallestro e dalla passione di Michele Pagano, che ne cura anche la direzione artistica, Offici-nateatro il tentativo (riuscito) di dare spazio allarte, alle libere espressioni teatrali. Un posto in cui larte si crea, si forma. Unofficina, appun-to. E, infatti, Officinateatro uno spazio ricavato da una vecchia fabbrica dimessa di San Leucio che oggi si presenta come una struttura indi-pendente di 90 posti. Uno spazio (s)componibile dove il palco diventa platea e viceversa, dove lo spettatore potr vivere lo spettacolo da protago-nista, trovandosi seduto ogni volta in un angolo diverso. Un luogo aperto che permette di speri-mentare larte in ogni sua forma e in ogni suo genere senza obblighi e limiti di spazio. (Comu-nicato stampa Officinateatro).

  • 18di Titti Russo

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    Assunta Improta e Titti Russo.DONNE, ARTE IN ORIGINE.

    di Gaetano Ippolito

    Difficile immaginare due modi di fare arte tanto lontani stilisticamente quanto vicini nel sentire. Due ricerche estetiche assolutamente divergenti nella forma quanto vicine nel messaggio. Assunta Impro-ta, giovane e talentuosa artista napoletana, il prototipo dellinnovatrice assoluta, capace quindi di spingere la ricerca dellespressione fino a fondere pittura e scultura, performan-ce, fotografia e video; Titti Russo invece la classica pittrice figurativa dai tocchi poetici e delicati. Il giorno e la notte quindi dal punto di vista della forma. Non cos nel messaggio e nel significato del loro lavoro. Soprattutto per quella parte che pi intimamente le acco-muna. La ricerca del senso dellorigine, quel richiamo atavico e vitale della terra bruciata dal sole. Il corpo femminile portato al centro di una cosmologia che richiama lumana memo-ria allessenza delluniverso e della coscienza umana. Di Assunta ha detto il noto agente let-terario Enzo DElia che le sue opere posseggono una sensualit latente, dagli echi che sfiorano il misticismo, [] con i suo tratti rievoca una reli-giosit arcana. La natura e luomo, colti nei loro aspetti primigeni, trionfano nei quadri capaci di trasmettere suggestioni primordiali; e primor-diali e sensuali sono le donne Africane di Tit-ti Russo, portatrici simboliche di quelle forze primigenie che sono a fondamento dellessere umano. Nadia Verdile, addetta stampa di GOD IS WOMAN parla in questi termini delle opere della delicata artista casertana: ci sono tante africane, nelle veneri nere di Titti Russo; velate, svelate, guerriere, contadine, donne dalla fati-ca raccontata sul volto, madri tenere, bimbe in corsa, giovani gazzelle, slanciate verso sava-ne che sono insieme libert e prigione []. Nei dipinti di Titti Russo, le veneri nere non sono mai violate. Qualche volta si intravede un messag-

    gio religioso, si riconosce lislam che non detto, non raccontato, trapela. Qualche volta si respi-ra il vento del deserto ma non descritto, non indicato. Solo un sospiro invisibile traspare, non sai se c, tra i tratti del pennello lo senti. Dal 18 magio le due artiste saranno in mostra pres-

    so il Cineclub Vittoria nellambito della rasse-gna TERRA DI CIENMA con GOD IS WOMAN, evento poliedrico e visionario sulla dimensione femminile dellessere umano. Unopera di Titti Russo sar messa allasta per reperire fondi per il reparto di pediatria e neonatologia dellOspe-dale S. Orsola di Tharaka in Kenya (www.thara-kahospital.org). Assunta Improta che coordina anche la mostra aprir levento con una perfor-

    di Titti Russo

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    mance artistica dallo stesso titolo dellevento, un esperienza dove luce ed impatto emotivo del gesto si fondono a raccontare il profondo lega-me tra biologia e cultura umana. Titti Russo nasce ad Alife (CE); vive e lavora a Caserta, laureata allAccademia di Belle Arti di Napoli, insegna discipline pittoriche presso il Liceo Ar-tistico Statale. San Leucio di Caserta. Assunta Improta, pittrice, scultrice e perfor-mer, nata a Napoli nel 1981, dove si laureata allAcc. Di Belle Arti, ha esposto in diverse per-sonali e collettive ottenendo premi e consensi. Tra le mostre ed i premi recenti, diploma do-nore allIncontro Cult.Larte e il mare (Piano di Sorrento 2007, Monte di Procida 2008); per-sonale al comune di Atella; menzione speciale

    al concorso Napoli nel cuore (Castel dellOvo 2008); personale ad Aversa con il patrocinio della regione Campania; coll. 40 artisti C/Arte Napoletane a Napoli, Roma , Nizza e Bru-xelles; Gran Premio Cavaliere di Malta; targa donore e titolo di Maestro Italiano del Colore /Grecia 2010 dallAcc. dei Dioscuri; attestato al merito al premio Citt di New York 2010. Collabora con enti pubblici e privati campani nella realizzazione di iniziative di promozione sociale e artistica. responsabile del labora-torio di pittura dellAssociazione Funicul e coordinatrice del progetto Arte Nascosta. Re-censita tra gli altri da Ennio DAgostino, Anna Francesca Biondolillo, Antonio Januario, Piera Arezzy, Enzo DElia.

    Titti Russo nasce ad Alife (CE); vive e la-vora a Caserta, laureata allAccademia di Bel-le Arti di Napoli, insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale. San Leucio di Caserta. Vive e lavora a Caserta.Ha iniziato, giovanissima, la sua attivit artisti-ca di disegnatrice, pittrice e si esprime anche

    attraverso la tecnica delle incisioni, queste pub-blicate nei libri: Carissima compagna mia e Un anno di lettere coniugali di Nadia Verdile.Ha partecipato a diverse manifestazioni: nella citt di Caserta, Casertavecchia, San Nicola (CE), Caiazzo (CE), San Potito San.(CE), Capua (CE), Napoli, Cortona (Arezzo), Casagiove (CE).

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    di Assunta Improta

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    di Assunta Improta

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    di Assunta Improta

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    www.terradicinema.it