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ALBARONCO - Manuale Scuola Calcio - Stagione 2010/11 Pagina 1 di 17 Manuale SCUOLA CALCIO ALBARONCO www.albaronco.it Indice Pagina Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………. 1 Le aspettative 1.1 - Quali sono le aspettative della società?.......................................................................... 1.2 - Quali sono le aspettative degli allenatori?....................................................................... 1.3 - Quali sono le aspettative del coordinatore tecnico?....................................................... 1.4 - Quali sono le aspettative dei giocatori?........................................................................... 2 - Cosa intendiamo per programmazione della scuola calcio? 2.1 - Da dove partiamo? ………………………………………………………………………………………………. 2.2 - Cosa si intende per obiettivo?.......................................................................................... 2.3 - Con quali mezzi e rispettando quali metodi si possono raggiungere gli obiettivi?............. 3 L’attività sportiva giovanile 3.1 - Cosa intendiamo per attività giovanile?........................................................................... 3.2 - Che valore dare all’attività sportiva giovanile?................................................................. 4 Vuoi conoscere i trucchi per essere un bravo allenatore? 4.1 - Quali sono i sette segreti per un buon allenamento?....................................................... 4.2 - Come si pone un allenatore significativo?....................................................................... 4.3 - Qual è il ruolo dell’allenatore?........................................................................................ 4.4 - Perché è costruttivo un clima motivazionale positivo?.................................................... 4.5 - Alcune false credenze sul modo di apprendere dei bambini……………………………………........ 4.6 - Qualè la differenza tra capacità motorie e schemi motori?.............................................. 5 - Quali sono le differenze tra le categorie? 5.1 - Caratteristiche bambini 5-6 anni……………………………………………………………………………………. 5.2 - Caratteristiche bambini 6-7 anni……………………………………………………………………………………. 5.3 - Caratteristiche bambini 7-8 anni.…………………………………………………………………………………… 5.4 - Caratteristiche bambini 8-10 anni………………………………………………………………………………….. 2 3 3 4 4 4 4 6 7 8 8 9 9 10 11 11 13 14 14 16 14

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ALBARONCO - Manuale Scuola Calcio - Stagione 2010/11

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Manuale

SCUOLA CALCIO ALBARONCO

www.albaronco.it

Indice Pagina

Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………. 1 – Le aspettative

1.1 - Quali sono le aspettative della società?.......................................................................... 1.2 - Quali sono le aspettative degli allenatori?....................................................................... 1.3 - Quali sono le aspettative del coordinatore tecnico?....................................................... 1.4 - Quali sono le aspettative dei giocatori?...........................................................................

2 - Cosa intendiamo per programmazione della scuola calcio? 2.1 - Da dove partiamo? ………………………………………………………………………………………………. 2.2 - Cosa si intende per obiettivo?.......................................................................................... 2.3 - Con quali mezzi e rispettando quali metodi si possono raggiungere gli obiettivi?.............

3 – L’attività sportiva giovanile 3.1 - Cosa intendiamo per attività giovanile?........................................................................... 3.2 - Che valore dare all’attività sportiva giovanile?.................................................................

4 – Vuoi conoscere i trucchi per essere un bravo allenatore? 4.1 - Quali sono i sette segreti per un buon allenamento?....................................................... 4.2 - Come si pone un allenatore significativo?....................................................................... 4.3 - Qual è il ruolo dell’allenatore?........................................................................................ 4.4 - Perché è costruttivo un clima motivazionale positivo?.................................................... 4.5 - Alcune false credenze sul modo di apprendere dei bambini……………………………………........ 4.6 - Qual’è la differenza tra capacità motorie e schemi motori?..............................................

5 - Quali sono le differenze tra le categorie? 5.1 - Caratteristiche bambini 5-6 anni……………………………………………………………………………………. 5.2 - Caratteristiche bambini 6-7 anni……………………………………………………………………………………. 5.3 - Caratteristiche bambini 7-8 anni.…………………………………………………………………………………… 5.4 - Caratteristiche bambini 8-10 anni…………………………………………………………………………………..

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Introduzione

“Il progetto che nasce nel 2010 percorre una strada nuova, mai battuta dall’Albaronco: seguire le indicazioni degli esperti in pedagogia e dei tecnici calcistici. E’ doveroso per chi, con umiltà, si prefigge di fare il meglio possibile ma sarebbe un errore gravissimo affidarsi a programmi già “preconfezionati” da altre società. Per stilare un programma “su misura” ho chiesto, chiedo e chiederò la collaborazione di tutte le persone che orbitano nella scuola calcio.

Molte volte la cosa più difficile è’ cominciare’, in quanto non si sa da dove partire. La scelta delle attività e la pianificazione delle stesse è tanto importante quanto ciò a cui mi ispiro per compiere la mia mansione: il sorriso dei bambini. La società si impegna a farli crescere dal punto di vista umano e calcistico, mirando ad avere una base solida su cui costruire il proprio futuro; io vi invito a farlo nella maniera più divertente possibile”.

Coordinatore Tecnico Scuola Calcio

Matteo Ambrosi

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1 – Le aspettative

Alla fine dell’anno l’efficacia o meno del programma verrà determinata dal soddisfacimento o meno delle aspettative della società, dei giocatori e degli allenatori.

1.1 - Quali sono le aspettative della società?

La società Albaronco ha deciso di investire risorse nella scuola calcio per:

- Aumentare il livello tecnico delle giovanili.

- Sottolineare l’importanza del rispetto delle strutture, dell’immagine, dei compagni di squadra e degli avversari (finalità educative.)

- Far sì che il giocatore che approda al calcio a11 abbia già la padronanza dei fondamentali tecnici e conosca la differenza tra tattica individuale e collettiva.

- Dar spazio al naturale desiderio di confrontarsi e misurarsi ponendo la massima attenzione sull’autostima, l’autonomia, lo spirito di iniziativa e la creatività del giocatore.

1.2 - Quali sono le aspettative degli allenatori?

Nel primissimo incontro tecnico ci siamo chiesti cosa ci aspettiamo da un lavoro coordinato e pensato nella continuità. Le diverse risposte possono essere raggruppate in 2 categorie a seconda del loro fondamento: fatti e emozioni.

OGGETTIVE fatti

SOGGETTIVE emozioni

- Delineazione delle competenze dei vari soggetti operanti nella scuola calcio (allenatori, dirigenti, supporti, società, ecc)

- Sostegno da parte della società nelle decisioni gestionali del gruppo

- Incontri tecnici periodici - Una stagione di crescita, sia per i ragazzi che per l’allenatore

- Rispetto delle strutture, dei compagni e degli avversari (disciplina)

- Entusiasmo e gioia nell’applicarsi per l’Albaronco.

- Strumenti e metodologie per l’analisi tecnica dei giocatori

- Il riconoscimento dell’importanza dei fondamentali nel gioco calcio

- Consigli ed esercizi per rendere l’allenamento più ludico possibile (imparare giocando.)

- Delucidare le preoccupazione per chi incomincia il percorso da allenatore

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1.3 – Quali sono le aspettative del coordinatore tecnico?

- Essere presente in società e facilmente reperibile

- Riuscire a fornire un supporto morale e tecnico agli staff che seguiranno le squadre.

- Creare una base solida su cui costruire il grande progetto “scuola calcio”.

- Riuscire a riconoscere le idee e le azioni positive e al tempo stesso lavorare e correggere su ciò che è meno produttivo.

1.4 – Quali sono le aspettative dei giocatori?

Il grande motore che spinge un bambino ad allenarsi è il divertimento. Solo se trova un ambiente socievole, compagni rispettosi, un allenatore presente e attento, il bambino farà di tutto per non mancare ad una seduta. La vittoria o meno di una partita influisce solo in minima parte sulla presenza e relativa crescita di un giocatore, mentre, dei compagni violenti, un allenatore incompetente o la monotonia degli esercizi possono indurre il bambino a interrompere la stagione.

2 - Cosa intendiamo per programmazione della scuola calcio? Per programmazione s’intende partire da un’analisi della situazione, stabilire gli obiettivi delle attività, rapportarli alle capacità di tutti e di ciascuno, valutare che gli obiettivi siano effettivamente conseguiti e, in difetto, modificare la progettazione stessa in modo adeguato. Essa non va affatto confusa con l’elaborazione scritta anticipata dei contenuti di ogni allenamento, che pure ne costituiscono una parte, o con la sola scansione annuale in termini di proporzionalità, ma va piuttosto vista come un metodo generale che permetterà all’allenatore e agli atleti di trarre il massimo vantaggio dalle situazioni di allenamento. Con il termine programmazione s’intende, infatti, un circuito di operazioni fondamentali che vengono eseguite per individuare le varie fasi di un’azione didattica che sia verificabile, migliorabile, trasferibile perché collaudata sulla base di un progetto realizzato.

2.1 - Da dove partiamo?

E’ importante partire dai bisogni dell’atleta. Un bisogno da soddisfare diventa una meta, e la capacità di aiutare gli atleti a raggiungere le loro mete è uno strumento per accedere alla loro motivazione. Ecco perché importa conoscere gli aspetti motivazionali della scelta sportiva operata dai nostri allievi per poter organizzare l’attività e finalizzare il lavoro. Conoscere i fattori motivazionali permette ad un allenatore di mantenere ed incrementare la motivazione alla pratica sportiva. Più importante ancora e’ avere rispetto degli atleti in quanto persone stabilendo obiettivi conseguibili di prestazione in relazione alle caratteristiche individuali: età, maturazione fisiologica, cognitiva e emozionale. L’allievo deve essere al centro delle nostre scelte metodologiche e didattiche.

2.2 - Cosa si intende per obiettivo?

Per obiettivo si intende il risultato atteso di un processo di pianificazione, nel nostro caso ciò che il giocatore dovrebbe saper fare al termine di un ciclo delle attività. In generale il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile dovrebbe essere quello di una costruzione di base delle capacità motorie, ovvero dello sviluppo armonico generale del fisico, in un contesto di educazione e formazione della personalità. Solo nel rispetto delle leggi che regolano la crescita fisiologica e psicologica è possibile

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garantire al fanciullo, e quindi al futuro atleta, i benefici effetti di una sana attività fisica ed il risultato sportivo. Nel dettaglio, gli obiettivi preferiamo diversificarli in: educativi e calcistici. Quest’ultimi a loro volta si distinguono in specifici e didattici.

Obiettivi educativi: riassunti in linee guida morali, orientamenti di fondo, principi d’azione. Sono l’orizzonte educativo entro il quale vorremmo veder i nostri giocatori.

Esempi: - sviluppo abilità sociali; - sviluppo di una personalità critica; - rafforzamento dell’identità personale del bambino sotto il profilo corporeo, intellettivo e

psicologico.

Obiettivi calcistici (generali): investono un’area disciplinare specifica come ad esempio l’educazione motoria oppure una disciplina sportiva (come nel nostro caso), e riguardano sempre affermazioni a carattere generale sia pure circoscritti alla disciplina in questione.

Esempi:

- presa di coscienza della funzione del corpo intesa come espressione della personalità;

- miglioramento progressivo e finalizzato del comportamento motorio.

Obiettivi specifici: fanno riferimento all’obiettivo generale e lo definiscono in modo più dettagliato, spesso descrivendone i parametri o fattori che concorrono a determinarlo. Esempi:

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-conseguimento di un elevato sviluppo delle capacità coordinative e condizionali; -sviluppo e strutturazione della capacità tattico-decisionali; -acquisizione e perfezionamento delle abilità generali e specifiche del gioco del calcio; -sviluppo e strutturazione delle capacità psico-motivazionali.

Obiettivi didattici definiscono in maniera più precisa, ma non ancora osservabile e valutabile, le abilità che concorrono al raggiungimento degli obiettivi specifici. Determinano le proposte da formulare nello sviluppo pratico della lezione-allenamento e possono prevedere una progettazione didattica di breve respiro, di uno o più mesi,di una settimana o addirittura di una singola lezione-allenamento. Esempi: -"sviluppo delle capacità di differenziazione e di trasformazione"; -"apprendimento della tecnica del passaggio interno - collo"; -"sviluppo della forza degli arti inferiori"; -"apprendimento della tecnica e della tattica dell’1c1 in attacco". ATTENZIONE! Per poter avere obiettivi precisi, quindi poter osservare e valutare il grado di apprendimento raggiunto dagli allievi, è necessario trasformare gli obiettivi che abbiamo chiamato didattici in obiettivi didattici operativi o comportamentali.

Didattico operativo o comportamentale (D.O.C.) è la descrizione di un modello di comportamento che, a nostro avviso, l’allievo deve saper esibire. E’ importante che venga sempre specificato per iscritto, in modo da poter essere in grado di controllare, verificare se gli obiettivi hanno raggiunto ciò che era stato programmato in precedenza. Come si fa a rendere l'obiettivo didattico operativo preciso, osservabile e valutabile? Indicando nella nostra descrizione scritta la performance, la condizione, il criterio. Facciamo un esempio: non è concepibile proporre una o più lezioni obiettive con indicazioni generiche come "capacità coordinative", oppure "forza", o ancora più abilità tecniche. Come potremo mai osservare e quindi valutare se tale obiettivo è stato raggiunto? Tale verifica può essere influenzata ad esempio dalle differenti condizioni in cui va effettuato il gesto. Inoltre quale sarà il minimo risultato che mi farà dire che l'obiettivo è stato raggiunto? Tutto ciò è possibile solo se, come affermato precedentemente, indico la performance, la condizione ed il criterio. Una buona esposizione di un obiettivo didattico potrebbe essere la seguente: - performance: conduzione della palla... - condizione: ...in slalom tra 6 paletti a 1m. di distanza tra loro, ad una velocità blanda con cambi di

direzione alternativamente di DX e di SX... - criterio:...non perdere la palla che andrà condotta nei cambi di direzione senza che si allontani per

più di 70 cm. dai piedi. Saper effettuare almeno 4 tentativi su 6. Solo ora l'obiettivo didattico è diventato operativo o comportamentale, tale cioè da ritenersi preciso, osservabile e quindi valutabile.

2.3 - Con quali mezzi e rispettando quali metodi si possono raggiungere gli obiettivi?

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Per scegliere lo strumento e la metodologia dobbiamo capire chi abbiamo di fronte e pensare a dove vogliamo arrivare. Porsi problemi di metodo significa domandarsi, ad esempio, quale sia il modo migliore per organizzare la propria attività pratica per sviluppare e perfezionare le abilità tecniche, tattiche e le motivazioni dell’allievo.

Nei casi in cui è l’istruttore a "prescrivere" la soluzione (metodo prescrittivo) si parla di metodi deduttivi. Nei casi in cui l’allievo viene lasciato libero o al massimo viene "guidato" nella soluzione del compito (metodo della scoperta guidata) si parla di metodi induttivi. Noi proponiamo l’utilizzazione di più metodi d’insegnamento poiché ciascuno presenta vantaggi e svantaggi, limiti e potenzialità.

L’Albaronco è comunque propensa a dare, nelle fasce più piccole d’età, una prevalenza a metodologie di tipo induttivo, intervenendo con i più grandi in modo più analitico e prescrittivo. Attività globali come i giochi, le partite o, eventualmente, gli esercizi di situazione, danno ampie possibilità di essere svolte con procedure induttive. Le esercitazioni su gesti o parti di essi sviluppate in modo analitico sono più facilmente proponibili con modalità prescrittivo-direttive. Noi utilizzeremo, sia pure in proporzioni diverse, a seconda della categoria cui ci rivolgiamo e secondo il periodo dell’anno, le seguenti modalità esecutive:

1 Esercitazioni (Coordinazione + tecnica)

Parte analitica, senza disturbi o interferenze e dando il tempo al bambino di esplorare il gesto.

2 Esercizi e/o giochi situazionali Qui si apprendo le modalità funzionali del gesto (come e quando utilizzarlo). 3 Giochi a tema

4 Gioco-partita Qui il bambino si diverte e cerca sempre di utilizzare i gesti in suo possesso (l’allenatore enfatizzerà il ragazzo che si impegna ad utilizzare i nuovi gesti).

Modalità esecutive del singolo allenamento

Per la proporzionalità secondo cui le capacità motorie, le abilità tecnico-tattiche, nonché i contenuti, devono essere proposti durante il corso dell’anno sportivo, vedi le seguenti tabelle:

Rapporto annuale degli obiettivi specifici

Capacità Piccoli amici

Primi Calci Mini Pulcini Pulcini

Tattico-decisionale 15% 15% 20% 20%

Senso-coordinative 40% 40% 30% 20%

Abilità tecniche 30% 30% 35% 35%

Condizionali 10% 10% 10% 15%

Tattica di gruppo 5% 5% 5% 10%

Rapporto annuale delle principali modalità esecutive

Modalità esecutive Piccoli amici

Primi Calci Mini Pulcini Pulcini

Parte analitica 10% 15% 15% 20%

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Esercizi e/o giochi situazionali

35% 30% 30% 30%

Giochi a tema 35% 35% 35% 30%

Gioco-partita 20% 20% 20% 20%

Queste proporzioni, puramente indicative, vogliono mettere in evidenza quanto segue:

Il tempo dedicato alle "esercitazioni", proposte prevalentemente a carattere analitico, va via via aumentando col crescere dell’età;

Il tempo dedicato agli "esercizi e/o giochi situazionali", proposti prevalentemente a carattere globale, che danno un grosso contributo all’apprendimento della capacità tattico-decisionale, va diminuendo a favore del gioco-partita e dell’analisi dei gesti tecnici;

Il tempo dedicato ai "giochi a tema" va diminuendo a favore dell’apprendimento di nozioni riguardanti i principi base del gioco di squadra;

Il tempo dedicato al "gioco di squadra" va crescendo poiché ci si avvicina alla conclusione del ciclo della scuola calcio e si comincia "l’avventura" del settore giovanile con i "giovanissimi" e gli "allievi".

3 – L’attività sportiva giovanile

3.1 - cosa intendiamo per attività giovanile?

L’allenamento giovanile è un processo guidato, di crescita e maturazione fisica e psicologica, attuato attraverso la pratica organizzata di corrette esercitazioni fisiche, tendenti a migliorare la propria efficienza fisica, il tutto in un contesto nel quale si realizza anche un’importante funzione educativa. Importantissimo è ricordare che

Gli atleti giovani non sono

“adulti in miniatura” ma persone con specifiche esigenze e caratteristiche

3.2 - che valore dare all’attività sportiva giovanile?

La pratica sportiva è strumento e mezzo per sviluppare caratteristiche positive e per favorire un armonico sviluppo psico-fisico. Inoltre l’attività sportiva ha funzioni di: • socializzazione • divertimento • aggregazione • acquisizione di abilità

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4 – Vuoi conoscere i trucchi per essere un bravo allenatore?

4.1 - quali sono i sette segreti per un buon allenamento?

Caratteristiche psicomotorie, obiettivi, attività e test cambiano a seconda della categoria mentre esistono 7 segreti per un buon allenamento attuabili per qualsiasi categoria. I principi che un buon allenatore deve rispettare affinché l’allenamento sia efficace per l’incremento di una determinata qualità sono:

Progressività

Frequenza

Variabilità

Specificità

Multilateralità

Consapevolezza

Individualizzazione

Flessibilità

La progressività dei carichi di lavoro è una condizione primaria perché l’allenamento sia efficace e razionale; un carico iniziale troppo pesante porta ad un peggioramento delle capacità lavorative e della motivazione. Obiettivi raggiungibili rafforzano il senso di autoefficacia.

La frequenza dell’allenamento, invece, permette all’organismo di mantenere le capacità acquisite e di raggiungere nel tempo una performance ottimale. Una scarsa frequenza agli allenamenti provoca decadimento delle capacità acquisite.

La variabilità, invece, ha la necessità di cambiare periodicamente la natura dello stimolo dell’allenamento; la ripetitività agisce negativamente sul sistema nervoso, con conseguente abbassamento delle capacità lavorative e della motivazione.

La specificità dello stimolo di allenamento rappresenta il principio più delicato; perché un programma di allenamento sia il più possibile proficuo, deve sviluppare le capacità fisiologiche specifiche necessarie per una determinata attività sportiva. Bisogna prendere in considerazione l’età del giocatore, le capacità neuromuscolari, l’aspetto tecnico, ecc. ecc. andando sempre più nello specifico.

La multilateralità è una caratteristica importante sia nel giovane che nell’atleta adulto, è necessario che le diverse capacità vengano sviluppate contemporaneamente e che durante le sedute si proponga un lavoro specifico e tecnico. Questo principio costituisce il fondamento per la costruzione del giovane calciatore.

La consapevolezza prevede che l’atleta a cui è rivolto l’allenamento sia informato sugli scopi prefissati e la metodologia che si intende adottare. In altre parole, cosa l’atleta deve aspettarsi da un’esecuzione corretta della forma di lavoro proposta.

La flessibilità, infine, è la capacità di adattare la forma di lavoro alle diverse condizioni che si possono presentare, sia esterne (pioggia, neve, campo pesante) sia interne alla squadra (stanchezza, difficoltà tecniche). Se la seduta non è adattabile, l’allenatore deve avere pronta una forma di lavoro diversa che proponga obiettivi simili.

4.2 - Chi è un allenatore significativo?

Un allenatore significativo:

Propone sfide accessibili

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Fornisce informazioni tecniche tattiche adeguate.

Dà una chiara visione degli obiettivi da raggiungere.

Garantisce un supporto cognitivo adeguato

Distingue gli interventi a seconda del contesto.

Configura possibili situazioni critiche

Fornisce percezione di competenza

Fornisce esempi di autocontrollo

Responsabilizza e si auto responsabilizza in maniera congrua.

Lavora sulle relazioni interpersonali all’interno del gruppo.

Lascia spazio alla comunicazione con e tra i suoi atleti.

Utilizza stimoli positivi condizionati e incondizionati.

Utilizza stimoli negativi condizionati

Favorisce lo spazio per risposte creative

Esercita un atteggiamento di ascolto attivo.

Lavora sugli aspetti cognitivi oggettivi (caratteristiche della situazione) e soggettivi (sulle caratteristiche specifiche dei singoli.)

Non desidera un atleta a propria immagine e somiglianza.

4.3 - Qual è il ruolo dell’allenatore?

L’allenatore è l’anello di collegamento tra l’atleta e le sue mete. E’ una figura determinante nel rapporto tra disciplina sportiva e atleta.

L’allenatore è

Un leader Un educatore

Un tecnico È fondamentale che ciascun allenatore sia: - consapevole dei valori in cui crede - consapevole del proprio modo di essere - consapevole del proprio livello di autostima …che stabilisca: - la propria motivazione l’allenatore - che scopi si prefigge ... essere capace di mettere in discussione il proprio operato nell’interesse degli atleti (soggetti in formazione). L’allenatore è una figura molto significativa per i giovani atleti, in quanto attraverso il suo comportamento trasmette aspettative, sollecitazioni , i riconoscimenti e rinforzi, stile di gestione del gruppo e delle attività, metodo didattico, modalità di valutazione.

4.4 - Perché è costruttivo un clima motivazionale positivo?

Un clima motivazionale positivo influisce sul motore di spinta dell’apprendimento del giocatore. Se una persona è orientata sul compito l’attenzione è posta sull’apprendimento di abilità e conoscenze. Invece se una persona è orientata su se stesso l’attenzione è posta sulla competizione. Dipende dalla maggiore o minore rilevanza degli stimoli posta dall’allenatore verso una delle due direzioni.

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CARATTERISTICHE DEL CLIMA IN RELAZIONE ALL’ORIENTAMENTO (L’allenatore determina in prima persona il clima motivazionale)

Impegno

OOrriieennttaammeennttoo aall ccoommppiittoo Prestazione

OOrriieennttaammeennttoo aallll’’eeggoo

Come ragiona Il soggetto vuole dimostrare la propria

competenza e padronanza.

Il soggetto dimostra il proprio grado di abilità nel confronto con gli altri

Obiettivo Fare del proprio meglio, fare progressi e superare le difficoltà.

Fare meglio degli altri, nascondere la propria incompetenza.

Concezione Della capacità: dipende anche dall’impegno.

È indipendente dall’impegno

Percezione della competenza

Basata su standard personali Basata su confronto con gli altri

Successo Fare progressi nel tempo Superare gli altri con sforzo limitato

Clima motivazionale

- Maggiore importanza attribuita all’impegno.

- Ai progressi ottenuti - Alla collaborazione tra i compagni - Atteggiamento individuale rivolto

all’acquisizione di competenze.

- Sottolineare l’insuccesso e il confronto con gli altri.

- Evidenziare gli errori - Sollecitare la competizione interna al

gruppo.

I giovani con

- Hanno una solida stima di sé - Non cercano conferme dal confronto con

gli altri. - Concepiscono la capacità legata

all’impegno. - Il successo è legato ai processi personali,

sanno affrontare le sconfitte. “LO SPORT E’ DIVERTIMENTO”

- Hanno una bassa stima di sé - Hanno bisogno di conferme

dall’esterno e dal confronto con gli altri.

- Concezione della capacità indipendente dall’impegno

- Non sopportano le sconfitte, sono costretti a mettere in discussione il valore della propria persona.

“DEVO VINCERE A TUTTI I COSTI”

4.5 - Alcuni malintesi sul modo di apprendere dei bambini Come adulti spesso formuliamo delle supposizioni sui bambini che diamo per scontate, ma che sul piano pratico e reale si rivelano scorrette:

Si ritiene che i bambini siano più vicini agli adulti nel loro pensiero che nei sentimenti. Per esempio le parolacce che i bambini dicono, e che hanno sentito dai grandi o dai compagni, non vengono dette in funzione di quanto loro comprendono, bensì in relazione all’effetto che hanno sugli altri e sugli adulti in particolare. Sono orientati a credere che sia molto più grave (sul piano della responsabilità) rompere accidentalmente dodici bicchieri che romperne uno intenzionalmente.

Si ritiene che i bambini imparino meglio quando stanno fermi.

Per i bambini è fondamentale imparare attraverso le azioni eseguite sugli oggetti e sulle cose. Tutto ciò che i bambini imparano attraverso l’esperienza in prima persona non è altro che capacità di “interiorizzare azioni”.

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E’ fondamentale che l’allenatore/istruttore: 1) abbia presente i segnali che i bambini danno (soprattutto non verbali); 2) tenga conto che la strumentazione degli oggetti migliora la capacità di tenerseli a mente; 3) tenga presente il contesto spaziale dell’apprendimento.

Si ritiene che siano tranquillamente in grado di apprendere le regole come concetto generale. Le regole inizialmente vengono comprese per singoli casi particolari. Quando un allenatore si ritrova a dover ripetere alcune norme, ciò va considerato normale in funzione del fatto che: 1) la capacità di generalizzare deve costruirsi nel tempo; 2) la generalizzazione si struttura in base alla competenza nel definire categorie ( non spingersi in palestra, non subito viene esteso anche a situazioni diverse come lo spogliatoio – i bambini non tengono conto della differenza di gridare dopo una vittoria e di manifestare magari lo stesso comportamento in un mezzo pubblico)

Si ritiene che l’accelerazione verticale sia più’ efficace dell’elaborazione orizzontale. Si pensa che l’accelerazione, l’anticipazione costituisca un elemento positivo unicamente perché i bambini mostrano di averne opportunità. Sappiamo però che non teniamo conto quanto entrino in gioco la componente emotiva e affettiva e spesso i nuovi apprendimenti, per essere consolidati, debbono essere applicati a contesti diversi e non meramente ripetuti . Si ritiene che si possa alzare “tranquillamente” il quoziente intellettivo. L’insegnamento può contribuire al miglioramento delle condizioni mentali di apprendimento. L’acquisizione di competenze/abilità non costituisce un elemento di miglioramento intellettivo. La forzata precocità e anticipazione rappresentano spesso un passaggio inutile e demotivante per i bambini mentre rappresentano spesso un bisogno degli adulti.

4.6 – Qual’è la differenza tra capacità motorie e schemi motori?

Le capacità motorie sono l’insieme di presupposti che l’individuo possiede per realizzare prestazioni motorie. Sono elementi generali del movimento e comprendono capacità coordinative e capacità condizionali.

CAPACITÀ MOTORIE

CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI - capacità di apprendimento - capacità di controllo - capacità di trasformazione e adattamento capacità coordinative speciali - anticipazione - combinazione - differenziazione - equilibrio - fantasia motoria - orientamento - reazione - ritmo

CAPACITÀ CONDIZIONALI - forza - resistenza - velocità - mobilità

mentre gli schemi motori e posturali sono gli elementi semplici del movimento che ci permettono di relazionarci con il mondo esterno • camminare • correre

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• saltare • arrampicare • strisciare e rotolare • afferrare, lanciare,calciare

Età (anni) forza rapidità Resistenza organica

Capacità coordinative

Mobilità articolare

6 - 8

Blando intervento sul

trofismo muscolare

Intervento progressivo

Instabilità

psicologica per

impegni

ripetitivi

Età ottimale di

intervento Blando

intervento

9 -11

Intervento progressivo sul

trofismo muscolare

Età ottimale di intervento

Intervento

progressivo

Età ottimale di

intervento Età ottimale di

intervento

5 - quali sono le differenze tra le categorie della Scuola Calcio?

La categoria viene determinata dall’età perché tra i 6 e gli 11 anni il bambino muta nel corpo e nella mente. Anche in pochi anni capacità motorie, sviluppo cognitivo, abilità relazionali, proprietà di linguaggio cambiamo sensibilmente. Le nostre attività perciò sono programmate tenendo conto delle capacità psico-motorie e la scelta degli argomenti viene orientata dagli obiettivi specifici della disciplina. Qui sotto riporto le relazioni preparate dagl’allenatori della stagione 2010/11

5.1 - Categoria PICCOLI AMICI: 5-6 anni Redattori: Elia Moretti, Marco Provolo A 5/6 anni sono preponderanti gli aspetti ludici, di divertimento, utilizzando la palla acquisisce abilità

motorie nuove, scopre il proprio corpo prende coscienza in modo sempre più preciso del suo schema

corporeo. a partire da questa età attraverso il gioco con la palla socializza ed inizia a confrontarsi con gli

altri, possedere la palla lo rassicura e lo fa sentire importante, tant’e che ne diviene anche geloso ed il

passare la palla all’altro si verifica solo quando il bambino ha stabilito con lui un rapporto positivo a sette

anni la cognizione del bambino è molto limitata, il bambino può utilizzare simboli e rappresentare eventi

semplici, e’ il periodo dell’egocentrismo infantile ossia il bambino non e’ in grado, o se lo e’ lo e’

parzialmente di adottare punti di vista differenti dai suoi) ed il ragionamento e’ ancora semi-logico in

questo periodo le capacità personali sono calcolate a partire dai risultati e dalle valutazione dell’adulto a cui

il bambino in questa fase e’ molto sensibile. la causa principale del risultato risulta essere l’impegno il

giocare a calcio a 6/7/8 anni non deve essere solo gioco con la palla, ma anche gioco con il proprio corpo,

con i compagni, sapersi orientare nello spazio e nel tempo, adattarsi alle diverse situazioni che si verificano

durante il gioco.

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5.2 - Categoria PRIMI CALCI Redattori: Nicola Mazzo, Enrico Aldegheri Capacità motorie

Il bambino a 7/8 anni in questo periodo tende a consolidare la propria struttura in quanto rallenta la crescita in altezza e aumenta il diametro traverso del tronco (TURGOR).

E’ in grado di elaborare le informazioni precedentemente acquisite (camminare, correre, rotolare, ecc.), ha un corretto equilibrio di movimento, comincia ad evolversi in lateralità, esegue discretamente movimenti combinati. Non ama attività monotona, ripetuta e prolungata.

Sviluppo cognitivo

Gioco e fantasia sono predominanti ma passa dalla fase esplorativa a quella organizzativa e creativa; è intelligente, concreto, riesce a costruire semplici schemi e apprendere con una certa facilità. Si rende disponibile ad accettare nuovi compiti. Non riesce a mantenere la motivazione per obiettivi a lungo periodo. E’ più prudente, preciso e completo.

Abilità relazionali

Desidera essere gratificato nelle sue iniziative; passa pin piano dalla fase egocentrica a quella del gioco di gruppo; è più socievole e dà molta importanza al giudizio degli adulti sul proprio operato.

Proprietà di linguaggio

Linguaggio semplice, spesso imita i personaggi dei cartoni animati, i discorsi sono ancora abbastanza egocentrici. Copia il linguaggio e le parole dette dagli allenatori anche per fare qualche battuta.

5.3 - Categoria MINI PULCINI 8-10 anni Redattore: Gionatam Tessari, Rocco Zanuso

Capacità Motorie

Il bambino di otto/nove anni è un bambino che:

- sa correre con la palla e superare un avversario

- ha voglia di apprendere e progredire sul piano motorio

I punti dove le carenze sono più frequenti, riguardano la differenziazione cinestetica (soprattutto nella progressività del gesto e nell’elasticità muscolare), la lateralizzazione e la strutturazione spazio temporale degli spostamenti in rapporto alla palla.

Gli schemi motori di base sono sostanzialmente corretti e iniziano ad acquisire anche qualche efficacia (rapporto favorevole tra peso corporeo e massa muscolare) per cui il bambino ha una coordinazione oculo-manuale completa.

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L’organizzazione spazio temporale è ancora in evoluzione perché essendo più ricca nei dati da acquisire, è la più dipendente dall’esperienza, oltre che dallo sviluppo; è possibile richiedere , movimenti precisi che mettono alla prova la combinazione dei segmenti corporei. E’ questo un periodo nel quale si possono proporre esperienze motorie con richieste anche piuttosto complesse e durante il quale inizia la prima vera fase degli apprendimenti tattici, dell’acquisizione cioè, della capacità di scegliere fra più comportamenti possibili, in dipendenza ad una analisi della realtà.

Il tratto dominante del comportamento motorio del bambino in questa età è la notevole vivacità e mobilità che si accompagna ad una loro disponibilità a risolvere problemi di movimento di tipo sportivo. I bambini dominano il loro impulso a muoversi (caratteristica degli anni precedenti), si concentrano su una determinata attività, e sono molto più equilibrati e costanti nel volere un risultato (motivazione esterna), in questa età in genere dimostrano un maggior adattamento a situazioni nuove.

Una tendenza evolutiva molto accentuata dello sviluppo motorio nel periodo che va dal settimo al decimo anno d’età è “il rapido incremento delle capacità di apprendimento motorio”. Le forme di movimento sportivo esercitate più frequentemente cominciano a stabilizzarsi nel loro svolgimento dinamico spaziale, e va considerato come una conseguenza dei rapidi progressi compiuti, sia dal punto di vista fisico che psichico, come in varie capacità organiche-muscolari e in particolare coordinative.

Il rapido incremento della capacità di apprendimento motorio corrisponde allo sviluppo della capacità di controllo di combinazione dei movimenti.

Molto evidenti sono i progressi nello sviluppo della frequenza dei movimenti. Vale la pena notare che la resistenza di medio periodo e quella di lungo periodo rappresentano molto chiaramente le forme di movimento di sollecitazione della resistenza più adatte a questa età. In genere lo sviluppo della capacità di forza non è soddisfacente.

Capacità cognitive

Il bambino di otto/nove anni è un bambino che:

- ha una capacità di attenzione decisamente buona

- sa ragionare per risolvere i problemi concreti (seleziona la risposta)

- è pronto a giochi di regole

La fascia d’età presa in considerazione, sotto l’aspetto intellettivo è nota come l’età della ragione, perché il bambino diventa capace di ragionare nell’ambito delle operazioni concrete, di compiere operazioni mentali flessibili e reversibili. Il suo pensiero perde il carattere unidirezionale determinando un’analisi e valutazione obiettiva, su basi logiche e quantitative della realtà circostante e delle proprie azioni.

E’ il periodo delle regole, il bambino le apprende, le assimila e le applica con positive ripercussioni nell’ambito sociale (e sportivo).

Abilità relazionali

Il bambino di otto/nove anni è un bambino che:

preferisce colpire per tirare piuttosto che colpire per passare la palla ad un compagno

è disposto a privarsi del pallone se questo comporta un vantaggio per la squadra- possiede ormai un senso di squadra se, anche se impiegherà ancora tempo perché si sviluppi il concetto di

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tattica (decentramento rispetto al fulcro del gioco)

non rifiuta più i giochi di competizione

Una delle più importanti conquiste di questa fase evolutiva è la “capacità di decentrare”. Per decentramento si intende la capacità da parte dell’allievo di focalizzare la propria attenzione su più attributi di un oggetto, di un evento (analisi della situazione di gioco), di comprendere le relazioni esistenti tra le dimensioni.

Grazie a tale processo il bambino è in grado di valutare una situazione di gioco; per esempio che un suo compagno è situato in una posizione migliore della sua e quindi deve cooperare, interagire con lui per mezzo della trasmissione della palla.

Il decentramento implica l’evoluzione di diversi aspetti:

- L’organizzazione spaziale; inizialmente di tipo egocentrico “ il bambino organizza il mondo circostante prendendo come punto di riferimento il proprio corpo, e tutto il mondo circostante è organizzato partendo da esso, c’è una continua proiezione di sé stessi nell’ambiente (centramento).

Successivamente il bambino sarà in grado di scegliere altri punti di riferimento per centrare il suo spazio d’azione, e quindi sarà in grado di relazionarsi con l’ambiente.

-La socializzazione; il relazionarsi con l’ambiente ed il rispetto delle regole, porta il bambino ad avere il bisogno di interagire, di collaborare con i compagni. Nasce così il significato di “gioco di gruppo”. In questa fase evolutiva la tecnica ( abilità motoria) può essere automatizzata.

L’allievo ha la capacità di selezionare la risposta motoria in funzione della situazione di gioco, anche se l’abilità può essere disturbata da variazioni esterne ed interne (fatica, tensione agonistica, emozione).

Proprietà di linguaggio

Vi è un incremento notevole delle capacità di comprendere sia mentalmente che verbalmente i dettagli della realtà. Dopo opportune istruzioni verbali e dimostrazioni infatti i bambini imparano sempre più a comprendere nella loro globalità, compiti di movimento adeguati alle loro capacità di prestazione, e reagiscono sempre più opportunamente ed efficacemente alle correzioni dei loro movimenti.

5.4 - Categoria PULCINI-10 anni RedattorI: Davide Rossetto, Salvatore Fedele, Nicola Soave

Capacità motorie:

Nei bambini di 10 anni l’apparato locomotore tende a consolidarsi , rallentando la forte spinta in altezza e aumentando i diametri trasversi del tronco. Le costole si abbassano con notevoli benefici sull’aumento della capacità vitale e dell’efficienza generale dell’apparato respiratorio. Il cuore assume dimensioni più proporzionate rispetto alla massa corporea totale.

Sviluppo cognitivo:

Questa età è definita “età della ragione” in quanto ad una più concreta intelligenza fa riscontro una maggiore consapevolezza di sé. Il bambino riesce a formulare concetti astratti,analizzando e valutando oggetti e situazioni da vari punti di vista. E’ intelligente,concreto ed è in grado di perfezionare le proprie abilità ad apprendere altre più complesse,costruendo programmi motori sempre più adeguati e rispondenti

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ai compiti da risolvere.

L’accettazione delle regole e la disponibilità alle varie attività motorie permettono di poter programmare delle forme di allenamento contenenti anche elementi tecnici di base della disciplina sportiva .Il tutto deve essere sempre proposto in forma di gioco.

Abilità relazionali:

All’interno del gruppo socializza e partecipa,entro il quale definisce il suo ruolo. Quest’ultimo avviene con entusiasmo e forte motivazione nel perseguire obiettivi comuni.

Proprietà di linguaggio:

Il bambino di 10 anni può apparire desideroso di comunicare ma non è in grado di trovare le parole giuste, utilizzando frasi abbreviate caratterizzate da una struttura grammaticale eccessivamente semplice in rapporto all'età.

Una fonte utile per chiarire eventuali dubbi sulle caratteristiche che differenziano le categorie della Scuola Calcio è il sito è

www.settoregiovanile.figc.it/