san giovanni hospital in rome

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40 Projects Progetti Moreno Maggi 1 Località Location Piazza San Giovanni in Laterano, Rome, Italy Cliente Client Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata Progettisti Design Architects Paolo Portoghesi F. Pontoriero (preliminary project) Collaboratori Collaborators B. Castagna, M. Checchi, M. Di Giorgio, C. Di Stefano, M. Ercadi, S. Labriola, G. Mancarella, C. Panarese, G. Pellegrini, F. Tonnarini Consulenti Consultants S. Colalucci (restoration and paintings) U. De Martinis (technical plants) P . Liverani (archeology and topography) F. Marzullo (consolidation e renovation) G. Pezzotta (geology) M. Pisani (history of architecture) Realizzazione Completion time 1997 > 1999 Costo complessivo Total cost 5.702.603 Paolo Portoghesi San Giovanni Hospital in Rome from Paolo Portoghesi project report

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Architect : Paolo Portoghesi Designation : San Giovanni Hospital in Rome; Rome, Italy.

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Località Location Piazza San Giovanni in Laterano, Rome, Italy

Cliente Client Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata

Progettisti Design Architects Paolo Portoghesi F. Pontoriero (preliminary project) Collaboratori Collaborators B. Castagna, M. Checchi, M. Di Giorgio, C. Di Stefano, M. Ercadi, S. Labriola, G. Mancarella, C. Panarese, G. Pellegrini, F. Tonnarini

Consulenti Consultants S. Colalucci (restoration and paintings) U. De Martinis (technical plants) P. Liverani (archeology and topography) F. Marzullo (consolidation e renovation) G. Pezzotta (geology) M. Pisani (history of architecture)

Realizzazione Completion time 1997 > 1999

Costo complessivo Total cost € 5.702.603

Paolo PortoghesiSan Giovanni Hospital in Rome

from Paolo Portoghesi project report

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The historical vicissitudes of the S. Giovanni hospital complex and its premises undoubtedly make it one of the urban sites of Rome where the spirit of “eternal city” is most strongly felt. The hospital is, in fact, a living palimpsest that, in its superimposed layers, documents an age-old continuity of building initiatives.These initiatives reflect, in the alternation of flourishing and declining periods, the history of the city that has experienced, in the words of Calvino – “catastrophes and middle ages – has seen its houses inhabited by a succession of lin-eages... has seen its houses changed stone by stone”, but has always been able to find again “at the right moment, its gods.” Renovating the most ancient part of this com-plex, on the occasion of the very special Jubilee of the year 2000, which marked the transition from the second to the third millennium, was thus a precious occasion for “letting the pal-impsest speak”, for revealing its multifold lay-ers to make the complex structure fully appreci-able and legible in every part and to underscore the character it assumed starting from the first years of the second millennium, that of a public

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1The historical buildings system is composed by two bodies of the XVIth-century period, which corrispond to the ancient hospital structure: the SS. Salvatore Hospital with the S. Andrea church and on the side Donne Hospital with the Santa Maria Hall and a lateral service system with a portico and a fireproof stairway2Ground floor plan of SS. Salvatore Hospital: 1. Mazzoni Hall, reception desk and information: 2. information desk; 3. information atrium; 4. library; 5. Folchi Hall: congress center3Interior view of Mazzoni Hall, reception and information area. All of the interior furnishings are made to an apposite design

1Il sistema degli edifici storici è suddiviso in due corpi di fabbrica di origine seicentesca, riferiti alle due strutture ospedaliere antiche. In primo piano, l’Ospedale del SS. Salvatore con annessa la chiesa di Sant’Andrea; sul lato, l’Ospedale delle Donne costituito dalla sala Santa Maria, e da un sistema laterale di servizio, con un portico ed una scala a cordonata2Pianta del piano terra dell’ospedale SS. Salvatore: 1. sala Mazzoni: accoglienza e informazione; 2. atrio; 3. atrio informazioni; 4. sala Folchi: centro congressi3Vista dell’interno della sala Mazzoni adibita all’accoglienza e all’informazione. Tutti gli allestimenti degli interni sono stati appositamente disegnati

Le vicende storiche del complesso ospedaliero di S. Giovanni e delle aree su cui insiste ne fanno senza dubbio uno dei luoghi urbani di Roma in cui più chiaramente si avverte la caratteristica pre-cipua della sua identità di “città eterna”. Si tratta infatti di un vero e proprio palinsesto vivente che nei suoi strati sovrapposti documenta una conti-nuità significativa di interventi edilizi.Tali interventi corrispondono, nell’alternarsi di periodi di floridità e di crisi, alla storia di una cit-tà che ha visto passare – come ha scritto Calvino – “catastrofi e medioevi, ha visto stirpi diverse succedersi nelle sue case... cambiare le sue case pietra per pietra”, sapendo però ritrovare “al mo-mento giusto i suoi déi”. Poter restaurare la parte più antica di tale complesso, in occasione di un Giubileo particolarissimo come quello del 2000, che segna il passaggio dal secondo al terzo millen-nio, costituisce quindi un’occasione preziosa per “far parlare” il palinsesto, per metterne in rilievo i diversi strati, così da renderlo godibile nella sua complessità e leggibile in ogni sua parte e sottoli-neandone il carattere assunto, a partire dall’inizio del secondo millennio, come pubblica istituzione volta alla cura degli infermi e quindi all’esercizio della Charitas. Il compito specificamente assegna-to all’intervento di recupero e di restauro, consiste nella riattivazione delle corsie dell’Ospedale del SS. Salvatore, di quella dell’Ospedale delle Donne

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4The frescoed altar in the Women’s Hospital5The large conference hall on the ground floor of the SS. Salvatore Hospital6Ground floor plan of Women’s Hospital: 1. historic atrium; 2. Santa Maria Hall; 3. portico; 4. new fireproof stairway7The portico of Women’s Hospital distinguished by the use of travertine and peperino

4L’altare affrescato dell’Ospedale delle Donne5La grande sala conferenza al piano terra dell’ospedale di SS. Salvatore6Pianta del piano terra dell’Ospedale delle Donne: 1. atrio storico; 2. sala Santa Maria; 3. portico; 4. nuova scala antincendio7Il portico dell’Ospedale delle Donne caratterizzato dall’uso del travertino e del peperino

institution dedicated to caring for the sick and thus to the practice of charity. The specific task assigned the salvaging and restoration project was that of reutilizing the wards of the SS. Sal-vatore Hospital, those of the Women’s Hospital, and a number of annexed structures, among them the venerable little church of S. Andrea.Although this was only the first stage in a broad-er program of upgrading, it was crucially impor-tant in making available to the people of Rome and the pilgrims traveling to the Holy City for the Jubilee, monumental spaces of outstanding architectural quality representing the final and conclusive stage of a building process that has lasted over a thousand years (from the S. Andrea hospice built under Pope Onophrius I (625-638) to the construction of the Women’s Hospital by Giovanni Antonio De Rossi (1655). The method-ology applied in designing, based on the most up-to-date trends in the restoration field, calls for reviving the original characteristics of the great halls, essential to an understanding of the aesthetic intuition that guided the two archi-tects responsible for the project: G.B. Mola and Giovanni Antonio De Rossi. The Mazzoni Hall has been freed of all recent superfluous addi-tions with the exception of the service gallery with its stairway, from which the windows are opened and closed. The material and patterns for the hall’s floor were chosen taking into ac-count the original terracotta flooring, and the very frequent use of this material for floors in coeval projects (Castel S. Angelo, Campidoglio, Oratorio dei Filippini, etc.), always using two shades of color. The pattern derives specifically

e di una serie di locali annessi tra cui la veneranda chiesetta di S. Andrea. Pur trattandosi di una fase parziale di un più ampio programma di valorizza-zione è di grande rilevanza la possibilità di rende-re pienamente fruibili dai romani, e dai pellegrini giunti a Roma per il Giubileo, spazi monumentali di notevole qualità architettonica che rappresen-tano la fase finale e conclusiva di un processo edilizio durato più di mille anni (dall’ospizio di S. Andrea voluto dal papa Onofrio I (625-638) alla costruzione dell’Ospedale delle Donne per opera di Giovanni Antonio De Rossi (1655). La meto-dologia applicata nella progettazione tiene conto delle più attuali tendenze nel campo del restau-ro e prevede il ripristino di quelle caratteristiche dei grandi ambienti originari che sono essenziali per la comprensione della intuizione estetica che guidò i due architetti responsabili della loro confi-gurazione: G. B. Mola e G. Antonio De Rossi. L’am-biente della Sala Mazzoni è stato liberato di tutte le superfetazioni recenti, ad eccezione del ballatoio di servizio, con relativa scala di accesso, destina-to all’apertura e chiusura delle finestre. La scelta del materiale e del disegno per la pavimentazione della sala è stata fatta sulla base del pavimento ori-ginario in cotto e sulla frequenza altissima di pavi-menti realizzati in questo materiale in interventi coevi (Castel S. Angelo, Campidoglio, Oratorio dei Filippini, ecc.), sempre usando due sfumature di colore. Il disegno in particolare deriva da quello adottato da Borromini nel restauro della vicina basilica Lateranense, ma presente anche in S. Lorenzo in Lucina, in S. Maria in via Lata, ecc. La valorizzazione del carattere architettonico del-la sala Folchi è affidata dal progetto al contrasto

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8Detail of cornice and portico roofing:1. waterproof sheath; 2. mantle of bent roofing, tiles and plain roofing tiles; 3. palombella; 4. paving tiles; 5. exposed travertine paving tiles, 3cm thick; 6. reinforced concrete slab; 7. prefabricated predella; 8. concrete block wall; 9. brick wall; 10. stucco with pozzuolana cement and marble powder; 11. prefabricated predella; 12. travertine paving tiles; 13. IPE 400 steel pillar; 14. lacunar travertine slab structure; 15. IPE 400 steel girder; 16. UPN 180 curved structural steel9Detail of longitudinal section of portico:1. concrete slab; 2. sheath; 3. lodging layer; 4. mantle of bent roofing tiles and plain roofing tiles; 5. concrete block wall; 6. prefabricated predella; 7. IPE 400 structural steel girder; 8. frame with H-beams supporting travertine slabs; 9. lacunar travertine slab structure10Interior of the portico11The new emergency stairway in the Women’s Hospital

from the one adopted by Borromini in restor-ing the nearby Lateran Basilica, and is found also in S. Lorenzo in Lucina, in S. Maria in Via Lata and elsewhere. The architectural quali-ties of the Folchi Hall have been brought to light in the project through contrasting colors used on the walls and ceiling; new importance conferred on the main door to the church of S. Andrea; the unifying, dynamic role of the new flooring and the simplicity of the furnishings in light-colored natural wood and pastel fabrics designed to heighten the effect of aerial per-spective. For the Women’s Hospital plans call for the construction an outside safety stairway, located at the transverse axis of symmetry of the S. Maria Hall. The stairway appears as a tower with an exposed metal structure, rein-forced by four brick corner pillars that establish a relationship with the lower part of De Rossi’s façade, on which the plaster had disintegrated leaving clearly visible the masonry typical of Roman 17th century buildings. In restoring the facades of the Women’s Hospital the problem arose of reopening the entrance portico “with six pillars”, clearly described in a document coeval with its construction, and signed by the architect Giovanni Antonio De Rossi. The origi-nal syntagma, composed of a series of arcades inserted in the frame of an architectural order, has been evoked by inserting iron beams that serve as pillars and as architrave.

tra la tinteggiatura delle pareti e della volta, dalla valorizzazione della porta di accesso alla chiesa di S. Andrea, dal ruolo unificante e dinamico della nuova pavimentazione e dalla semplicità degli ar-redi previsti in legno naturale chiaro e stoffe ope-rate di colori pastello studiati per il rafforzamento dell’effetto di prospettiva aerea. Per l’Ospedale del-le Donne il programma prevedeva la necessità di realizzare una scala esterna di sicurezza, posta in corrispondenza dell’asse di simmetria trasversale della sala S. Maria. La scala ha il carattere di una torre con struttura metallica evidente, rafforzata da quattro pilastri angolari in mattoni che stabiliscano un rapporto con la parte inferiore della facciata del De Rossi, rimasta priva di intonaco, dove è ben vi-sibile la muratura, tipica del seicento romano. Nel-l’ambito del restauro delle facciate dell’Ospedale delle Donne si è posto il problema della riapertura del portico di accesso “con sei pilastri” chiaramen-te descritto in un documento coevo alla costruzio-ne e sottoscritto dall’architetto Giovanni Antonio De Rossi. Il sintagma originario, composto da una serie di arcate inserite nella intelaiatura di un or-dine architettonico, è rievocato con il montaggio di putrelle che fungono da pilastri e da architrave.

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8Particolare della cornice e della copertura del portico:1. guaina impermeabilizzante; 2. manto di tegole coppi ed embrici; 3. palombella; 4. pianella; 5. pianella in travertino a vista spessore 3cm; 6. soletta in c.a.; 7. predalla prefabbricata; 8. muretto in blocchi di cls; 9. muretto in laterizio; 10. stucco con calce pozzolana e polvere di marmo; 11. predalla prefabbricata; 12. pianella in travertino; 13. pilastro in acciaio IPE 400; 14. cassettonato in lastre di travertino; 15; trave in acciaio IPE 400; 16. profili centinati UPN 1809Dettaglio della sezione longitudinale del portico:1. soletta in cls; 2. guaina; 3. manto di allettamento; 4. manto di tegole coppi ed embrici; 5. muretto in blocchi di cls; 6. predalla prefabbricata; 7. trave in acciaio profilo IPE 400; 8. intelaiatura con ferri a doppio T di supporto alle piastre di travertino; 9. cassettonato in lastre di travertino10L’interno del portico11La nuova scala di emergenza dell’Ospedale delle Donne

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