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S C U O L A E CULTURA ANTIMAFIA
per un ponte culturale nel mediterraneo
www.scuolaeculturaantimafia.it - www.etnomediterranea.org – email: [email protected]
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PALERMO, VENT’ANNI DOPO ….
di Anna Maria Ajovalasit
23 mag.2012: l’arrivo degli studenti al porto di Palermo
Il Procuratore antimafia Pietro Grasso
Possono vent’anni cambiare la vita di una città? Vent’anni,
meno di una generazione, ma eventi straordinari riescono
concretamente a lasciare una traccia, e più di un segno hanno
certamente inciso nell’anima collettiva della città, le stragi del
1992, al punto che chi le ha vissute, come me, che ero nel
pieno della mia attività professionale, ne porta ancora, nella
mente e nel cuore le tracce di emozioni profonde ed
ineguagliabili. Sembrava che ci avessero tolto tutto, ogni
possibilità di andare avanti e di costruire qualcosa, sovrastati,
come ci sentivamo, da un male che era al di sopra di noi e
contro il quale le nostre armi pacifiche della formazione e
della cultura temevamo non poter essere sufficienti. Ma non ci
siamo arresi, non ci siamo fermati ed il mondo della Scuola,
oggi, è più che mai in fermento e pronto a reagire e ad agire.
Abbiamo coltivato il seme della speranza ed oggi ne vediamo i
frutti.
Anche quest’anno abbiamo visto giungere al nostro porto più
di duemila giovani, provenienti da diverse città d’Italia, pieni
di entusiasmo e di voglia di esprimersi, desiderosi di
testimoniare e di rappresentare, concretamente, un futuro
nuovo per il nostro Paese, E se ricordiamo che, evidentemente,
nessuno di loro ha vissuto, “in diretta” quei tragici momenti,
possiamo ancora una volta esser riassicurati sul valore e sulla
capacità della Scuola di fare formazione valorizzando anche i
momenti più tragici del nostro recente passato. E si sono
trovati insieme ed hanno subito socializzato i nostri giovani
con i ragazzi di tutt’Italia, con la stessa spontaneità e con lo
stesso entusiasmo con cui si potrebbero condividere momenti
di solo svago o di sport. E sono questi eventi che ci fanno ben
sperare che la nostra città, la nostra isola non vengano
considerate lontane o emarginate, come inevitabile
conseguenza della “lontananza” fisica, ma che, a giusto titolo
possano costituire quel tessuto “connettivo” nuovo su cui
porre le basi di una società diversa che dal passato tragga le
giuste indicazioni per costruire un futuro che sia il più possibile
“a misura di uomo”. (continua a pag. 3)
SCUOLA
E CULTURA ANTIMAFIA
SOMMARIO
Palermo, vent’anni dopo …
di Annamaria Ajovalasit pagg. 1-3
Placido Rizzotto, un ribelle che diventa eroe
di Maria Vita Gambina pag. 4
I percorsi della memoria
di Carmelo Botta pagg. 5-6
Palermo apre le porte…
di Cecilia Villanova pagg. 7-9
Palermo apre le porte: elenco dei siti e delle scuole
pagg. 10-11
SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte"
Quali prospettive per un Progetto pedagogico di
"adozione" dei monumenti in chiave di legalità e
territorio?
di Claudio Paterna pagg. 12-13
Alla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato
alla “cittadinanza attiva”
di Salvina Cangiamila pagg. 14-16
IV Quaderno della Memoria
Cultura Antimafia Didattica Comunicazione Memoria
per contrastare la mentalità mafiosa
di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro pag. 17
LETTERA APERTA: L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE
DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”
di Roberto Tripodi pagg. 18.19
BICENTENARIO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DI PALERMO
(1812-14) di Claudio Paterna pag. 20
OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”
ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA pagg. 21-22
GIUGNO 2012
ANNO XXVIII
NUMERO 6-7
Invio gratuito on-line
Reg. Trib. Di Palermo
n. 41 del 12/11/1991
Direttore responsabile:
Claudio Paterna
Indirizzi web:
www.scuolaeculturaantimafia.it
www.etnomediterranea.org
e-mail:
gli articoli possono essere anche inviati a: [email protected]
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3
Palermo, vent’anni dopo …
Ed abbiamo avuto quali ospiti eccellenti il
Presidente della Repubblica, il Presidente del
Consiglio, Il Ministro Guardasigilli, il Procuratore
Capo Antimafia, e tante altre illustri personalità la
cui presenza è per noi non solo segno di
solidarietà e testimonianza ma anche impegno e
promessa per l’avvenire. La nostra non è più la
città che lasciò risuonare isolato come “voce nel
deserto” il grido inascoltato di Libero Grassi, il
primo a denunciare il sopruso e la violenza
mafiosa del taglieggiamento, ignorato da
istituzioni ed opinione pubblica. Oggi i giovani di
“Addio, pizzo,” sono stati capaci di dare una svolta
significativa all’impegno antimafia di gran parte di
attività commerciali della nostra città e sono una
presenza costante dell’impegno giovanile per
l’affermazione della legalità. Oggi se esiste una
legge dello Stato che emargina e condanna le
collusioni politico-mafiose, lo si deve agli
industriali palermitani che si sono ribellati ed
hanno voluto esprimere un “no” netto ed
inequivocabile alla prevaricazione mafiosa ed
all’indebita in gerenza nel mondo del lavoro e
degli affari. Oggi la nostra città è cambiata, in
quanto non ha subito recenti, evidenti attacchi di
violenza mafiosa, ma perché cambi sul serio,
perché si vedano i risultati di una svolta reale, c’è
bisogno dell’impegno, forte e convinto, di una
classe politica nuova ed indenne da
“contaminazioni”, una classe dirigente che sappia
“rompere” con un passato di tolleranza e di
illecite connivenze e che si ponga come obiettivo
primario quello della crescita che può avvenire
soltanto attraverso la creazione di occupazione e
di posti di lavoro che siano in grado di
emancipare la città e di togliere manovalanza alla
sempre presente minaccia mafiosa.
Per questa via soltanto faremo in modo di non
tradire le speranze e le prospettive di giovani che
stanno vivendo il momento, unico ed inimitabile
dei loro sogni e delle loro speranze. Nessuno di
noi ha il diritto di distruggere le loro legittime
aspettative. Tutti, anzi, dovremmo impegnarci e
fare fronte comune perché la nostra città possa
essere finalmente “libera” ed artefice della propria
sopravvivenza. Soltanto che dobbiamo amarla.
Aveva detto Paolo Borsellino.”Palermo a me non
piaceva, ma siccome l’amavo ho desiderato fare
qualcosa per cambiarla” Amarla al punto di farsi
uccidere per cercare di cambiare qualcosa.
Anna Maria Ajovalasit
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Placido Rizzotto, un ribelle che diventa eroe
Il 24 Maggio 2012, alla presenza del
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
ed esponenti del governo nazionale e regionale,
si sono celebrati i funerali di Stato per Placido
Rizzotto, nella chiesa madre di Corleone, paese
di origine del sindacalista, ucciso dalla mafia il 10
marzo 1948. Monsignor Di Cristina, vescovo di
Monreale, nell’omelia, ha definito Placido “un
vincitore”. “Coloro che l’hanno ucciso sono i veri
perdenti agli occhi di Dio e della società umana.
Siamo grati a questo figlio dimenticato per la sua
attività politica e sindacale a favore dei più
deboli e contro il sopruso mafioso”. Ma chi era?
Era un giovane contadino corleonese, che dopo
la II guerra mondiale, dopo aver combattuto da
partigiano, divenne sindacalista nel suo paese,
socialista, segretario della camera del lavoro di
Corleone. Corleone era una città che in quel
periodo vedeva tante famiglie di contadini
ridotti alla fame e alla miseria dalla prepotenza
degli agrari, proprietari terrieri e dei mafiosi.
Ogni mattina, nella piazza del paese, si riunivano
i contadini in attesa di essere chiamati a lavorare
i campi dai campieri o gabelloti che escludevano
tutti coloro che avevano il coraggio di chiedere il
rispetto dei propri diritti di uomini e lavoratori.
Placido è uno di questi, inizia a costituire delle
cooperative e a occupare i feudi abbandonati ed
incolti, così facendo dava una possibilità di
riscatto a se stesso e ai suoi compagni,
ridicolizzando la mafia di Luciano Liggio. Uno
sconosciuto, un ribelle che diventa eroe, in
nome dei suoi ideali di giustizia, per la sua lotta
alla mafia, senza paura. “Terra, diritti, lavoro , il
lavoro libero è la radice profonda della
democrazia”: gridava. Nel paese si era
scontrato con la prepotenza del boss Michele
Navarra, medico famoso e potente e dei suoi
collaboratori, tra cui Luciano Liggio. Navarra era
chiamato dai “picciotti”, in modo sacrilego, “U
patri Nostru”, senza di lui non si muoveva foglia.
Placido aveva guidato con successo le lotte dei
contadini contro l’espropriazione delle terre,
intralciando “gli affari” di Cosa Nostra e della
politica. Il 10 marzo 1948, mentre si stava recando
ad una riunione sindacale, venne rapito, ucciso e
fatto sparire. Il suo assassinio avviene alla vigilia
delle elezioni del 18 Aprile 1948, quando, dopo le
stragi di Portella della Ginestra e di Partinico, la
mafia e il banditismo di Salvatore Giuliano,
stipulano accordi con i palazzi di Roma per
bloccare l’avanzata delle sinistre in Italia. I resti
del sindacalista furono ritrovati a Rocca
Busambra, foiba, trasformata in cimitero dalla
mafia, un anno dopo la sua scomparsa, dall’allora
giovane comandante dei carabinieri Carlo Alberto
Dalla Chiesa. Due mesi fa, grazie alla
comparazione del DNA con quello del padre, gli
esperti hanno accertato che quei resti sono di
Rizzotto. I mandanti ed esecutori, catturati dal
capitano Dalla Chiesa, furono tutti assolti “per
insufficienza di prove”. Rizzotto paga con la vita la
sua battaglia per i diritti dei lavoratori. Ma la sua
memoria resta in Sicilia e nel Paese. A lui sono
dedicate vie, strade, piazze e un vino che i ragazzi
di “Libera Terra” producono nei terreni , confiscati
alla mafia. Oggi, dopo 64 anni, Placido Rizzotto ha
avuto finalmente giustizia, ma soprattutto, il
riconoscimento da parte dello Stato di essere
stato un eroe della Patria. “ C’è molto di nuovo, in
Sicilia, ha detto il Capo dello Stato, c’è molto di
nuovo nella coscienza della gente Siciliana e in
modo particolare, dei giovani Siciliani”. La storia
di Placido Rizzotto, come quella di altri eroi, uccisi
dalla mafia, va oltre i confini della semplice
biografia, è una grande storia, una vicenda che ha
in sé la storia della Sicilia, una Sicilia onesta che
lotta ancora contro i poteri criminali e il
malaffare.
Maria Vita Gambina
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“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”
Un progetto Pon Un progetto Pon Un progetto Pon Un progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzottofa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzotto
Le nostre attività didattiche hanno avuto inizio negli stessi giorni in cui la Polizia Scientifica di Palermo annunciava l’avvenuta identificazione delle ossa di Placido Rizzotto. Commentando la notizia in aula, gli studenti proposero di ricordare la vicenda esaltante e tormentata di questo giovane siciliano partigiano, sindacalista, combattente dell’antimafia, che aveva generosamente offerto alla lotta per la terra e per il lavoro gli anni migliori della sua vita fino al sacrificio estremo. Abbiamo accolto volentieri la proposta e - accantonato temporaneamente il progetto iniziale, dedicato ad altri momenti e figure dell’epopea antimafiosa in Sicilia – ci siamo messi subito all’opera. L’entusiasmo degli studenti è stato decisivo nella stesura di questo brevissimo ma intensissimo omaggio alla figura eroica di Rizzotto. La preparazione, la formazione culturale, il metodo nella ricerca e il rigore nello studio hanno fatto il resto. Riteniamo utile raccontare come sono nate le pagine che compongono questo piccolo diario di una grande vita. Gli studenti si sono suddivisi in gruppi di lavoro. Accanto ai gruppi che hanno ricostruito i singoli episodi della storia del sindacalista di Corleone, hanno lavorato i gruppi che si sono dedicati alla correzione e alla impaginazione del testo e alla scelta iconografica. Insieme, abbiamo deciso il titolo del documento; insieme, abbiamo deciso di titolare i singoli paragrafi con le date memorabili della vicenda. Non sono state decisioni dettate da esigenze cronologiche; ci è sembrato che evidenziare quelle date contribuisse a rendere la giusta drammaticità alla narrazione della vicenda dipanatasi in oltre sessant’anni di storia. Una storia incalzante, condita da colpi di scena, intrecciata con le vicende di altre figure eroiche come quelle di Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre. Le date sono scolpite nella memoria, sono simboli
Carlo Alberto Dalla Chiesa
Pittura fotografata da Mario Cucina
Il presidente Napolitano ai funerali di Placido Rizzotto
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“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”“I Percorsi della memoria”
Un progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido RizzottoUn progetto Pon fa rivivere a scuola la drammatica vicenda di Placido Rizzotto
La sorella di Rizzotto davanti al busto che lo ricorda
della storia collettiva eroica e drammatica di uomini, movimenti e comunità. I diari sono resoconti di una passione, di una idea, di una lotta, di un sacrificio. Ripercorrere il diario e le date della storia di Placido Rizzotto significa inerpicarsi lungo i percorsi della memoria di una generazione di giovani che, nella Sicilia degli anni quaranta del Novecento, aspirava, con il pensiero e con l’azione, ad una rivoluzione della realtà siciliana. Significa recuperare la memoria delle lotte sociali nell’isola, la memoria dei siciliani che fecero la Resistenza al nazifascismo, la memoria dei siciliani che non si arresero alla mafia, la memoria del sindacalismo siciliano costretto a battersi su due fronti: quello antimafioso e l’altro della giustizia sociale. Alla fine del percorso ci siamo ritrovati in una vasta distesa, verde come la speranza; e ci siamo convinti – docenti e studenti – che il diario e le date di Placido Rizzotto dimostrano che la Sicilia non è irredimibile e che non tutti i siciliani sono disposti a rassegnarsi, memori delle grandi rivoluzioni e dell’eroismo dei loro padri.
Carmelo Botta, Tutor
Michelangelo Ingrassia,
Esperto esterno
Corleone: Funerali di Placido Rizzotto (foto Cucina)
Funerali di Placido Rizzotto (foto Cucina)
Immagine di Placido Rizzotto ricostruita
da Mario Ritarossi per un poster della CGIL
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Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.
Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012
Caratterizzata dal ricordo del ventennale
delle stragi di mafia, si è conclusa la 18ª
edizione di “Palermo apre le porte. La scuola
adotta la città”. Il tema ispiratore del progetto,
per il terzo ed ultimo anno, è stato “Palermo:
luogo d’incontro della storia” avendo quali
punti di riferimento le porte di Palermo, quelle
ancora esistenti e quelle di cui si conservano
solamente la memoria o i ruderi. Il 16 gennaio
la splendida cornice del Teatro Massimo ha
ospitato la cerimonia d’apertura. L’occasione è
stata utile per mettere in evidenza
l’importanza di celebrare un rito. Il rito, infatti,
ha lo scopo di rendere visibile alla società
un’esperienza, una situazione, un sentimento
che appartiene ad una o più persone. Il rito
aiuta a riconoscersi in una comunità e facilita il
sentimento di appartenenza, rinsaldando i
legami interni alla comunità.
Sotto una leggera pioggerella e con tanta
voglia di ricominciare, i bambini ed i ragazzi
delle scuole si sono stretti attorno al Teatro in
un abbraccio virtuale dei monumenti della
nostra Palermo. Con il sottofondo musicale del
film “La vita è bella” e tenendoci tutti per
mano ha preso il via il nostro progetto. Il rito,
iniziato fuori con l’abbraccio e con la consegna
della chiave della città alle scuole, si è
concluso, all’interno del Teatro, con una
professione di testimonianza ed impegno da
parte di tutti gli attori coinvolti nel progetto
che mi sembra bello riportare perché contiene
l’essenza del progetto ed i suoi obiettivi
educativi. Il testo che segue è stato letto, nelle
parti di propria competenza , dai referenti
dell’Amministrazione Comunale e degli Enti
Gestori, dagli alunni delle scuole suddivise per
anno di adozione del sito prescelto, dai
referenti della Associazioni.
IL GIURAMENTO
“Noi alunni delle scuole (seguivano i nomi
delle istituzioni scolastiche che adottavano
peri il terzo anno quel monumento)
partecipiamo con orgoglio a questa
manifestazione. Abbiamo scoperto di essere
nel posto giusto, quello in cui vogliamo
crescere e vivere. Abbiamo scoperto,
attraverso la conoscenza approfondita in
questi anni , l’identità del sito adottato e ci
siamo ritrovati a condividere una memoria
collettiva che appartiene a noi cittadini di
Palermo. Ci impegniamo a dare un contributo
per la costruzione di una cittadinanza attiva.
Ci impegniamo quotidianamente per
riscattare la nostra Palermo dalle ingiustizie e
da coloro che ne deturpano il “volto”
bellissimo con azioni cattive ed illegali. Ci
impegniamo a non assumere atteggiamenti
di disinteresse nei confronti del nostro
patrimonio culturale e di contrastare tutte le
azioni che potrebbero rovinare e portare Al
degrado i nostri beni monumentali. Abbiamo
scoperto , infine, che dalle radici di un grande
passato dobbiamo trarre la forza per costruire
il nostro futuro.
Noi referenti delle Associazioni ( seguivano i
nomi della Associazioni che adottano)
coinvolte nel progetto di adozione di
monumenti, vogliamo testimoniare il nostro
amore verso Palermo e l’impegno della
società civile nell’affiancare le scuole in
questo percorso di scoperta, riscoperta e
partecipazione per la costruzione della nostra
storia. Ci impegniamo a collaborare per la
promozione di processi di costruzione
dell’identità culturale della nostra città. Noi,
referenti dell’Assessorato Pubblica Istruzione
e degli Enti Gestori ci impegniamo a fare tutto
il possibile per tutelare il nostro
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Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.Palermo apre le porte. La Scuola adotta la città.
Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012Edizione 2012
patrimonio culturale e per promuoverne una
sempre più ampia fruizione, nella
consapevolezza della nostra missione
istituzionale e della certezza che il bene
culturale è patrimonio della collettività.Ci
impegniamo a non disperdere la memoria e a
favorire la diffusione della conoscenza presso le
giovani generazioni, a sostenere le scuole nel
loro percorso educativo volto a formare cittadini
capaci di tutelare consapevolmente i beni della
città.”
Il progetto che si è snodato lungo 6 week-end
distribuiti tra i mesi di gennaio e maggio, si è
concluso con la riconsegna della chiave della
città al neo sindaco appena eleto, prof. Leoluca
Orlando, davanti la scalinata del Teatro
Massimo in occasione della prima “Notte
Bianca della Scuola” svoltasi il 25 maggio.
L’evento, inserito nell’offerta progettuale del
“Laboratorio cittadino di educazione alla
legalità”, è stato dedicato ai giudici Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino ed agli uomini di
scorta per testimoniare il rinnovato impegno a
costruire una Palermo migliore, dove la mafia,
la criminalità, la violenza, il degrado, l’incuria,
l’ignoranza saranno cancellati con i colori della
Speranza. Gli alunni ed i giovani studenti di
Palermo, dalle 18.00 all’una del mattino hanno
animato via Roma e dintorni, via Cavour, via
Belmonte e via Ruggero Settimo, chiuse al
traffico per l’occasione, con esibizioni musicali,
danze, esposizioni, manifestazioni artistiche,
passeggiate storico-monumentali, laboratori.
Hanno voluto, in occasione del ventennale
delle stragi, ricordare alla cittadinanza che al
difficile momento attuale occorre reagire con
vitalità ed ottimismo: la scuola e la cultura
possono essere la risposta alla crisi culturale,
sociale ed economica del nostro paese e
La notte bianca della Scuola a Palermo
9
della nostra città in particolare. Gli spazi sono
diventati dei palcoscenici delle loro espressioni
creative e di tutto ciò che sanno e amano fare.
Grazie alla spontanea e gratuita collaborazione
tra le scuole, imprese, enti ed Amministrazione
Comunale la Notte Bianca della Scuola insegna a
tutti che Palermo ci appartiene, che è compito di
tutti contribuire alla sua valorizzazione, che solo
se mettiamo insieme le sinergie positive
riusciremo a creare sviluppo, che utilizzare la
straordinaria scenografia di Palermo può anche
essere un’operazione condotta senza
investimenti. Basta volerlo. “ Forse tra coloro che
hanno vissuto sul nascere questa iniziativa
talvolta, durante i diversi incontri preparatori,
faceva capolino la paura che qualcosa avrebbe
potuto non andare per il verso giusto. La
macchina messa in moto era sicuramente
imponente e la fatica per guidarla tanta, ma con
caparbietà fino all’ultimo si è lavorato tutti
insieme perché la scuola palermitana avesse la
sua prima notte bianca. 25 Maggio 2012, data da
non dimenticare, la scuola palermitana in strada
ha cambiato il volto a Palermo… da tempo
intorpidita. E’ stato bellissimo vedere per strada
studenti, genitori, docenti, dirigenti e personale
della scuola, mostrare quanto la scuola sia viva e
quanto tutti insieme si possa e si debba fare per
questa nostra città. ( Maria Stella Lombardo e
Rosaria Ferrigno, docenti dell’I.C. Principessa
Elena)”. A Palermo la notte del 25 maggio
soffiava una brezza diversa… sapeva di
giovinezza… di vitalità… di comunità… sapeva del
bisogno e del desiderio e dell’impegno a vivere in
una Palermo migliore !
Cecilia VillanovaCecilia VillanovaCecilia VillanovaCecilia Villanova
Responsabile Attività Culturali
Settore Servizi Educativi
Comune di Palermo
Immagine elaborata dall’I.C. Maria Adelaide
Palazzo Abatellis, Madonna del Bronzino
Manifesto dell’I.C. Maria Adelaide
10
SITI ADOTTATI
SCUOLE ED ASSOCIAZIONI
SITI ADOTTATI
SCUOLE ED
ASSOCIAZIONI
ALBERGO DELLE POVERE
D.D. SALGARI CASINA CINESE
D.D. S. LORENZO A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE
ECOLOGIA PALERMO
ARSENALE BORBONICO I.C. ARENELLA Scuola elementare CASTELLO A MARE I.C. BUONARROTI
BIBLIOTECA REGIONALE A. BOMBACE
IST. REGINA MARGHERITA
CASTELLO DELLA ZISA I.T.C. CRISPI
CAMERA DELLO SCIROCCO
I.C. MANTEGNA BORSELLINO
CASTELLO DI MAREDOLCE
S.M.S QUASIMODO I.C. PADRE PINO PUGLISI
LICEO SCIENTIFICO BASILE
CAPPELLA DEL SABATO I.C. NUCCIO CHIESA ANGLICANA "HOLY CROSS" ASS.NE HOMBRE
CAPPELLA DELLA SOLEDAD CENTRO POVEDA CHIESA DELL'ASSUNTA I.C. MADRE TERESA DI
CALCUTTA
CAPPELLA DELLE DAME S.M.S. VITTORIO EMANUELE III
CHIESA DEI SANTI 40 MARTIRI E DI SAN
RAINERI DEI NOBILI PISANI (ALLA GUILLA)
ASS. MADRE SERAFINA FAROLFI
CAPPELLA S.GIUSEPPE SCUOLA PARITARIA SAN GIUSEPPE
CHIESA DEL GESÙ (CASA PROFESSA)
ISTITUTO CIELO D’ALCAMO
CASA NATURA IN FAVORITA
A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE
ECOLOGIA PALERMO
CHIESA DI S. ANTONIO DA PADOVA S.M.S. CESAREO
CASERMA VV.FF. I.C. SANZIO SCUOLA DELL’INFANZIA
CHIESA DI SAN GIOVANNI DECOLLATO
ASS. AMICI DI SAN
GIOVANNI DEC. CHIESA DI SANTA
CRISTINA LA VETERE S.M.S. GRAMSCI CHIESA DI SANTA
CHIARA ASS.NE SANTA CHIARA
CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI (LA
GANCIA)
I.T.N. GIOENI TRABIA
CONSERVATORIO DI STATO V.BELLINI
SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE SARDEGNA
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CATENA
ISTITUTO S.MARIA
MAZZARELLO FONDO MICCIULLA AGESCI
CHIESA DI SANTA MARIA LA NOVA S.M.S Florio
FONTANA ANTICO MONASTERO DI S.
CHIARA ASS.NE SANTA CHIARA
CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA I.C. LOMBARDO RADICE GIARDINI COSTA (EX
VILLA TERRASI) ISTITUTO FIABA
CHIESA DI SANT'ANIANO ASS. DAEDALUM
GIARDINI ORNAMENTALI PALAZZINA CINESE
D.D. S. LORENZO SCUOLA DELL’INFANZIA
CHIESA DI SANT'ORSOLA
ITGS PARLATORE LA CUBA D.D. RAGUSA MOLETI
CHIESA VALDESE ISTITUTO VALDESE
LICEO ARTISTICO DAMIANI ALMEYDA
LICEO ARTISTICO DAMIANI ALMEYDA
CIMITERO DEGLI INGLESI I.C. ARENELLA MERCATO STORICO DI
BALLARÒ ASS.NE SANTA CHIARA
CITTÀ DEI RAGAZZI I.C. FALCONE MURO PUNICO ASS.NE SANTA CHIARA COLLEZIONI MUSEALI
DELL' IST.TO PARLATORE
ITGS PARLATORE MUSEI DI CASA PROFESSA I.C. NUCCIO
MUSEO DELLA VIGNICELLA
CENTRO DIURNO ANZIANI MUSEO PITRÈ D.D. PALLAVICINO
Palermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la cittàPalermo apre le porte. La Scuola adotta la città 2012201220122012
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SITI ADOTTATI
SCUOLE ED ASSOCIAZIONI
SITI ADOTTATI
SCUOLE ED
ASSOCIAZIONI
MUSEO DELLE MARIONETTE
D.D. LEONARDO DA VINCI MUSEO NUNZIO RUSSO SCUOLA PRIM. PAR. S.
GIUSEPPE
MUSEO DIOCESIANO
SCUOLA MARCELLINO CORRADINI
ORATORIO DEI TERZIARI (CORTILE DELLA
GANCIA)
I.T.N. GIOENI TRABIA
ORATORIO DI SANTA CITA
D.D. FERRARA
PLESSO VALVERDE PORTA NUOVA I.C. LOMBARDO RADICE
ORATORIO S. LORENZO
IPSSAR CASCINO
QUINTA CASA DEI PADRI GESUITI I.C. KAROL WOJTYLA
ORATORIO DEL SS.ROSARIO IN SAN
DOMENICO
ISTITUTO S.MARIA MAZZARELLO
RISERVA DI CAPO GALLO I.C. PRINCIPESSA ELENA
PALAZZO ABATELLIS
D.D. BORGO NUOVO I I.C. CRUILLAS
SAN GIOVANNI DEGLI EREMITI
D.D. ORESTANO
PALAZZO AJUTAMICRISTO
I.C. PIRANDELLO – BORGO ULIVIA
SANTUARIO DI SANTA ROSALIA
ISTITUTO SACRO CUORE DEL VERBO INCARNATO
PALAZZO COMITINI I.P.S.S.C. SALVEMINI SCAVI ARCHEOLOGICI A VILLA BONANNO D. D. GARZILLI
PALAZZO DELLE FERROVIE D.D. INGRASSIA
STABILIMENTO BALNEARE DI
MONDELLO
S.M.S. BORGESE – XXVII MAGGIO
PALAZZO FERNANDEZ
I.C. COLOZZA - BONFIGLIO
STAZIONE DI S. ERASMO S.M.S. DON MILANI
PALAZZO MIRTO D.D. GIOTTO ASS.NE HOMBRE
TEATRO MASSIMO
I.T.C. FERRARA
PARCO DELLA FAVORITA
A.V. CIRCOLO LEGAMBIENTE
ECOLOGIA PALERMO
TEATRO POLITEAMA GARIBALDI
ASS.NE COLLEGIUM ARS MUSICA
PIAZZA VITTORIO VENETO
ISTITUTO PARITARIO FORM@T
TORRE DELLA TONNARA DI MONDELLO
ASS.NE AIAMOLA ASS.NE ITINER’ARS
PIAZZETTA ACQUASANTA
I.C. ARENELLA Scuola media
VILLA ALLIATA CARDILLO I.C. SCIASCIA
VILLA D'ORLEANS D.D. ORESTANO VILLA BONANNO D.D. GARZILLI
VILLA FALCONE MORVILLO
CENTRO GIOVANI BORGO NUOVO VILLA GIULIA
SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE
GALILEO GALILEI
VILLA FORNI
SCUOLA DELL’INFANZIA COM. PALMERINO
E D.D. GABELLI
VILLA LAMPEDUSA ISTITUTO FIABA
VILLA TRABIA D.D. RAPISARDI VILLA NISCEMI I.T.C. LIBERO GRASSI
VILLINO FLORIO ISTITUTO PURICELLI
VILLINO IDA I.C. SANZIO SCUOLA MEDIA
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SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte" Quali prospettive per un Progetto pedagogico di "adozione" dei monumenti in chiave di
legalità e territorio?.
Le parole della dirigente Villanova
sull'esperienza 2012 di "Palermo Apre le
Porte" sono un sicuro stimolo nel
proseguimento di questa attività che, nei suoi
presupposti, proponeva un Progetto
pedagogico di base, tale da rendere il
territorio palermitano e le sue testimonianze
d'arte come un "testo" da Leggere( per
apprendere e innovare la Didattica) ma
soprattutto un "testo" da " sperimentare"
con l'attività scolastica di salvaguardia sul
Bene collocato nel territorio.
Le cose non potevano andare meglio
con l'arrivo del nuovo sindaco Leoluca
Orlando, che nel 1994 ha avviato sotto la sua
gestione il progetto e che ora col nuovo
assessore Barbara Evola, si appresta a
rivigorire la non facile gestione dei percorsi
negli ultimi dieci anni di vita.
Anni difficili potremmo chiamarli ,
anzitutto per mancanza di risorse idonee a
favorire il pieno coinvolgimento di insegnanti e
allievi: come si fa una "adozione" se non ci
sono soldi per pubblicare un opuscoletto, un
manifesto, per acquistare libri di
documentazione, per pagare anche
qualche ora di straordinario agli insegnanti,
per avviarli a un corso di aggiornamento, per
creare
percorsi dotati di minibus o mezzi pubblici
fruibili, per collegare gli itinerari all'indotto
turistico, per distribuire giorno per giorno le
notizie sugli itinerari, per creare piccoli punti di
ristoro agli alunni e agli insegnanti( che
svolgono tutto gratuitamente ma almeno...),
per dare infine fondi alle stesse scuole al fine
di realizzare angoli museali per le famiglie,le
associazioni di quartiere e così via?
Credo sinceramente che l'amministrazione
comunale precedente abbia ereditato un grande
progetto pedagogico di cui ha compreso solo una
parte, ovvero la "spettacolarità" della
partecipazione studentesca, senza cogliere
assolutamente il valore intrinseco di educare
i giovani alla legalità nel territorio; e a
questo fine non basta soltanto convogliare i
ragazzi alla manifestazione del 23 maggio
per sentirsi più puliti nella coscienza
antimafia. Ci vuole ben altro!
La coscienza antimafia va costruita
ogni giorno- lo diciamo come Associazione
da 25 anni ma ci conforta il giudizio degli
esperti- e va costruita con pratiche
quotidiane che nascono in classe; e
l'adozione del monumento(che qualcuno
chiama l'adozione del Territorio) è uno
strumento formidabile che punta non solo
alla conoscenza, all'apprendimento delle
discipline umanistiche(ma anche scientifiche
se si coniuga l'Adozione col Restauro)ma
anche alla TUTELA del territorio in cui si
studia, si vive e si gioca. Solo comprendendo
il valore della TUTELA DEL PATRIMONIO, DEI
BENI, SI HA COSCIENZA DI LEGALITA, DI
EDUCAZIONE ANTIMAFIA!
In questo senso non si può chiedere
agli insegnanti di svolgere una funzione
esclusiva di "missionari", anche se fare
l'insegnante senza una "mission" appare
assai maldestro: Gli insegnanti al pari degli
alunni, delle loro famiglie, delle associazioni
culturali di quartiere, delle parrocchie,vanno
coinvolti in un progetto globale educativo
che vede l'Amministrazione Comunale e gli
enti locali (Soprintendenza, Provincia,
Regione, Università, Curia Arcivescovile,
ecc.)NON OSTILI al progetto di valorizzazione
dei beni Culturali nella città.
Credo che negli scorsi dieci anni sia
mancata proprio questa "convinzione"
nell'affrontare un Progetto pedagogico così
importante: la motivazione a fare
Apprendimento, magari fuori dalle regole
tradizionali dell'aula scolastica, a fare
Sistema tra Scuola e Istituzioni del territorio,
a fare una gara di emulazione tra cittadini in
erba e cittadini maturi nella comune idealità
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SI E' CONCLUSA LA XVIII EDIZIONE di "Palermo Apre le Porte" Quali prospettive per un Progetto pedagogico di "adozione" dei monumenti in chiave di
legalità e territorio?.
di una città più vivibile, più curata, più pulita in
senso lato.
Oggi si può riprendere quel cammino iniziato 18 anni fa.... Sicuramente validi i dieci percorsi prescelti per l'ultima edizione:Le antiche Porte della città sono un punto di riferimento notevolissimo ,anche se i monumenti da "adottare" coprono un area ben più grande del centro storico. Penso all'attività dei ragazzi della SMS Quasimodo che da anni si occupa di valorizzare il castello di Maredolce, ora restaurato. Insieme agli studenti del damiani Almeyda, della media Puglisi, del Liceo artistico hanno creato un percorso virtuoso fuori dalle mura della città contribuendo a rendere più vivibili le nostre periferie(hanno realizzato il filmato "I paradisi del Re", hanno reinventato i luoghi di svago nel quartiere Brancaccio, hanno creato le "Carte d'identità" della zona, hanno creato un sistema di segnaletica, ecc.), ma quanto resta da fare....basta pensare al degrado della zona ponte dell'Ammiraglio, una trincea di buche e accampamenti di nomadi! Eppure accade che gli studenti del Volta ogni anno si rechino il 27 maggio a deporre un fiore per ricordare quel luogo epico di una battaglia... Ma di posti così ce ne sono tanti dentro e fuori il centro storico di Palermo! Penso al Bicentenario del Parlamento Siciliano del 1812, e penso ai luoghi segnati da lapidi e da abitazioni nobiliari che hanno segnato quel periodo, dentro e fuori del centro storico(Villa Belmonte, villa Spina, villa Airoldi ecc.). Penso al cinquantenario del film il "Gattopardo" di Luchino Visconti con le belle scenografie girate a Palazzo Ganci, alla Magione,alla Piana dei Colli e mi sovviene di dire: Questa città ha da offrire itinerari per ogni epoca storica, collegando la memoria all'identità attuale!
Villa Belmonte
Palermo, La Cuba
Bene ha fatto il sindaco Leoluca Orlando ad esordire nel suo nuovo mandato recuperando 45 milioni di euro dei Fas per investirli nelle scuole, e bene ha fatto insieme al Prefetto e ai carabinieri ad inaugurare l'INSULA TRE allo ZEN con la piantumazione simbolica di alberi! Sono atti significativi di una nuova gestione della cosa pubblica, che lasciano ben sperare anche per un vero e grande progetto pedagogico sulla città. Ma si tratta di lavorare e offrire le proprie braccia e il proprio cervello per un progetto più complessivo che veda questa città, finalmente protagonista, finalmente all'altezza del suo quinto posto tra le città più popolate d'Italia, e al sesto posto tra le aree metropolitane più grandi dell'Europa mediterranea(escludendo la Turchia e l'europa centro- settentrionale). Palermo Apre le Porte è una grande idea che va coltivata al meglio e va resa più estesa nel coinvolgimento effettivo degli studenti, delle famiglie, delle associazioni..... Claudio Paterna
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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanzaalla “cittadinanzaalla “cittadinanzaalla “cittadinanza attiva”attiva”attiva”attiva”
L’esperienza effettuata quest’anno con gli alunni
di una classe terza, è stata la naturale
conclusione di un percorso didattico imperniato
sulla legalità, iniziato in prima media, con la
lettura della nostra Costituzione, in chiave
“ludica”, per avviare i piccoli lettori alla scoperta
dei valori più profondi in essa contenuti, poiché
convinti che essa sia, come scrive Don Ciotti nel
suo ultimo saggio ( “La speranza non è in
vendita”) “un altissimo esempio di pedagogia
della libertà” in quanto fondata su diritti, ma
anche su doveri, che non sono “obblighi”, poiché
“la democrazia può reggersi solo su scelte libere e
consapevoli”.
I presupposti teorici su cui si è basato il percorso
didattico intrapreso, sono stati dunque quelli
perseguiti, ormai da decenni, dal fondatore
dell’associazione “Libera”, che è stato capace di
dare una svolta decisiva alla lotta alla mafia,
attraverso progetti educativi, azioni di sostegno
ai deboli ed emarginati, ma anche opere sociali.
Tutto questo ha consentito spesso di ridare
dignità ai singoli e giustizia alle comunità offese,
puntando soprattutto sul valore dell’impegno di
ciascun cittadino poiché “la democrazia … ha
bisogno del contributo e della responsabilità di
tutti”.
La Costituzione, dunque, intesa come “pedagogia
della libertà”, dove la libertà coincide con il senso
di responsabilità dell’individuo, il quale, facendo
liberamente il proprio dovere nella comunità in
cui si trova ad operare, impegna anche la propria
libertà “per liberare le persone che ancora libere
non sono”, per rendere fattiva la democrazia.
Questi presupposti nella vita scolastica
quotidiana si sono tradotti in un lavoro basato su
precise azioni didattiche:
• Osservazione, nel corso delle attività in
classe, dei comportamenti dei singoli allievi
nelle dinamiche di gruppo, per evidenziare il
valore della collaborazione e della solidarietà,
nel raggiungimento di un traguardo;
• Disponibilità a sostenere, fuori dalla classe,
mediante l’ascolto attivo, la manifesta
richiesta di aiuto degli alunni più fragili e
disagiati;
• Mettere allo scoperto conflitti latenti,
scaturiti da piccoli episodi di discriminazione
e di prevaricazione, facendo leva sulla
partecipazione della classe alla risoluzione del
conflitto, per sviluppare empatia e senso di
corresponsabilità;
• Sottolineare il valore dell’impegno individuale
e del contributo prestato, per il buon esito
delle attività proposte;
• Proporre letture su tematiche adolescenziali,
mirate a suscitare riflessioni sui propri
comportamenti, stati d’animo, ed eventuali
malesseri o disagi, mediante questionari,
dibattiti, produzioni scritte.
Anche la scelta delle letture, fatta sui libri di
testo, ma anche su varie pubblicazioni e
quotidiani, prendendo spunto da fatti di cronaca
e di attualità, ha seguito una logica finalizzata alla
scoperta del danno che ogni comportamento
illecito può procurare, prima sul piano individuale
e poi a livello sociale, in un crescendo di gravità
sempre più elevato e proporzionale al contesto
socio-economico in cui si è sviluppato.
Così dal disagio giovanile si è passati ad affrontare
il problema dell’uso delle droghe, della
microcriminalità e quindi della criminalità
organizzata: origine, struttura, affari e rete di
relazioni sociali e politiche. Successivamente, la
storia di alcune delle numerose vittime della
mafia e le azioni antimafia che ne sono
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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”
conseguite; infine, l’analisi delle trasformazioni
strutturali dell’organizzazione mafiosa, in rapporto
ai cambiamenti socio-economici, poiché con essi si
trasforma e poi si alimenta. Attraverso anche la
visione di film e documentari, l’interesse della
classe verso l’argomento si è fatto sempre più
intenso ed è cresciuta la consapevolezza di quanto
il fenomeno mafioso sia a noi tanto vicino da
suscitare paura e sgomento. Ed è a questo punto
che, per una serie di circostanze favorevoli, è stato
possibile aderire ad una iniziativa che un gruppo di
poliziotti volontari della Squadra Mobile di
Palermo porta avanti da anni, anche per sfatare
molti pregiudizi e stereotipi nei loro confronti,
radicati soprattutto nei quartieri ad alta densità
mafiosa, come quello di Brancaccio, in parte
bacino d’utenza della nostra scuola.
Il progetto, intitolato “Se vuoi”, propone “senza
imporre” una serie di attività tese a far conoscere
non solo il ruolo delle forze dell’ordine, ma
soprattutto a fare scoprire gli aspetti più umani
della figura del poliziotto, che col suo lavoro,
spesso rischioso, difende i valori dell’onestà, della
giustizia e del rispetto delle regole, indispensabili
per la convivenza civile e democratica. Questo
progetto, articolato in tre giornate, dedicate alla
scoperta delle ferite più profonde inferte dalla
mafia alla nostra città e quindi alla nostra
economia, ci ha consentito di ascoltare le
testimonianze dei parenti delle vittime e di
incontrare personaggi che non hanno ceduto ai
ricatti della mafia; visitare inoltre le sedi di alcune
sezioni operative della polizia di stato, ha offerto ai
ragazzi la rara opportunità di essere
accompagnati, con il pullman della Polizia, dai
tutori delle nostre istituzioni, questa volta senza
divisa e sotto le sembianze di formatori di
coscienze, custodi della “memoria” di uomini e di
eventi, di cui gli alunni non avevano avuto
conoscenza diretta. Tutto ciò ha permesso di far
nascere in loro la consapevolezza del contributo
che ciascuno può dare, per continuare il cammino
già tracciato contro la sopraffazione e la
corruzione. Inoltre, è stata un’esperienza di forte
impatto emotivo visitare i luoghi delle stragi,
ascoltare i testimoni di eventi percepiti come
lontani, poiché conosciuti solo sui libri. Gli alunni
hanno avuto modo di conoscere da vicino le
storie di uomini, che con il loro lavoro quotidiano
e onesto, ci hanno lasciato una società migliore,
difendendo i diritti dei cittadini, fino a perdere la
propria vita. Durante la visita alla sala operativa
del 113 e della sezione scorte o al reparto volo di
Boccadifalco, i ragazzi hanno potuto
personalmente constatare, come ogni giorno ci
sono uomini che devono fare i conti con la
propria paura, per divenire sempre più vigili e
attenti, ostinati nella difesa dei cittadini onesti,
per una società più giusta. La casa-museo di
Peppino Impastato, dove vengono custoditi
oggetti, libri e fotografie che lo ritraggono nei
momenti salienti della sua breve vita, ci ha
profondamente commosso, colmando
improvvisamente la distanza fra le pagine scritte
o filmate e la vera realtà storica. E’ stato pure
significativo il silenzio con cui la classe ha
affrontato la vista del tunnel sotto l’autostrada,
dove a suo tempo furono inserite ingenti quantità
di esplosivo per provocare la strage di Capaci; lo
stesso silenzio con cui in via D’Amelio hanno
ascoltato le storie delle giovani vite della scorta di
Borsellino, raccontate da un poliziotto loro
amico.Nel pomeriggio della terza giornata, la
classe, accompagnata presso una libreria
cittadina, è stata coinvolta in un dibattito con
alcuni dei personaggi già incontrati nelle giornate
precedenti, per confrontarsi, tutti insieme,
sull’esperienza, traendone ciascuno le personali
conclusioni. Avere l’opportunità di parlare con la
figlia e la moglie di Libero Grassi, con il cugino del
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Alla MediaAlla MediaAlla MediaAlla Media Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato Franchetti un percorso didattico finalizzato alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”alla “cittadinanza attiva”
Giudice Livatino, con un imprenditore che oggi può
rifiutarsi pubblicamente di pagare il pizzo, con un
collaboratore di Don Pino Puglisi e con alcuni
giornalisti impegnati nella lotta alla mafia, è stata
per tutti i ragazzi un’esperienza nuova, che ha fatto
crescere in loro la consapevolezza dell’enorme
peso che il problema mafioso ha per lo sviluppo
della società siciliana e non solo.
Infatti, nell’elaborato svolto nei giorni successivi, la
traccia che questa esperienza ha lasciato in questi
ragazzi è stata così incisiva che si è pensato di
conservarne in qualche modo la memoria. Così
alcuni di loro hanno realizzato un CD in power
point combinando alcune fotografie, scattate nei
vari momenti, con gli stralci dei commenti desunti
dai loro elaborati, accompagnandoli con una
canzone opportunamente scelta. E’ stato realizzato
infine un tabellone illustrativo, sotto forma di
fumetto, che costituisce una sintesi di quanto i
ragazzi hanno appreso e delle finalità perseguite:
diventare cittadini consapevoli, responsabili e
attivi. Bisogna ancora aggiungere che la giornalista
Gilda Sciortino, che ci ha accompagnati nell’intero
percorso con la Polizia, in un suo articolo apparso
nella rivista on-line edita dall’associazione “Pio La
Torre”, ha sottolineato l’importanza
dell’esperienza, per la formazione di cittadini
consapevoli e liberi di fare le loro scelte in una
società risanata dai condizionamenti mafiosi.
Esperienze come questa realizzata nella nostra
scuola, da sempre impegnata nell’educazione alla
Legalità, dovrebbero trovare ampia diffusione nei
mezzi di informazione, per essere ripetute e
incentivate, in modo da non dipendere dalla buona
volontà dei singoli o dal volontariato di alcuni
esponenti delle Istituzioni. La centralità che la
scuola ricopre nella formazione di cittadini
responsabili e attivi, dovrebbe avere riscontro
pratico nelle scelte politiche di uno Stato
S.M.S. R. Franchetti
democratico e non essere possibili soltanto
grazie alla motivazione profonda, che spinge a
“resistere” alle “picconate” ricevute dalle più
recenti “riforme”, gran parte di noi insegnanti
che continuiamo a imperniare la nostra azione
didattica sui valori della legalità.
Salvina Cangiamila
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IV Quaderno della Memoria
Cultura Antimafia Didattica Comunicazione Memoria per contrastare la mentalità mafiosa
Il IV quaderno della Memoria “Cultura Antimafia
– Didattica Comunicazione Memoria per contrastare la mentalità mafiosa”, di Carmelo Botta, Francesca Lo Nigro e Michelangelo Ingrassia, si presenta come conclusione di un percorso organico che, attraverso l’analisi di momenti, eventi, fenomeni che hanno caratterizzato la storia locale, regionale, nazionale e mondiale dell’umanità, hanno offerto agli studenti delle scuole della provincia di Palermo l’opportunità di riflettere su quei momenti e su quelle manifestazioni della storia che spesso si sono presentati come tentativo di annientamento dei diritti umani.
Il progetto, promosso e finanziato dalla Provincia Regionale di Palermo, nelle persone del Presidente Giovanni Avanti e del Vicepresidente (con delega ai Diritti Umani e alla Legalità) Pietro Alongi, ha coinvolto nel corso del presente anno scolastico, decine di scuole e migliaia di studenti della provincia di Palermo, intessendo un rapporto virtuoso e continuo tra istituzione politica e istituzione scolastica.
In particolare, questo quarto quaderno, pubblicato in occasione del XX anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, nasce come riflessione collettiva sulla presenza del fenomeno mafioso in Sicilia, ma soprattutto sulla presenza, più o meno evidente, della cultura e della mentalità mafiosa a tutti i livelli e in tutti gli ambienti.
L’esigenza dell’analisi culturale e teoretica del fenomeno mafioso e delle sue manifestazioni nasce soprattutto in ambito scolastico e impegna prioritariamente la didattica e l’educazione.
La contraddizione diventa la categoria che stimola la ricerca: da una parte la consapevolezza che solo una seria e scientifica programmazione educativa che impegni tutte le istituzioni educative, culturali, sociali, politiche, può provocare quella rivoluzione culturale di fondo che ruota attorno alla sfera dell’antimafia; dall’altro la consapevolezza che culture e modalità di
interazione continuano a riproporre codici, atteggiamenti, comportamenti, luoghi comuni che tentiamo di demolire.
Liceo Croce: Alunni e da sx il prof. Botta, la D.S. Catalano, il vicepresidente della Provincia di Palermo Alongi e la presidente dell’Associazione Scuola e Cultura Antimafia Annamaria Ajovalasit
La consapevolezza del contraddittorio diventa allora quella molla che ci impegna ancor di più nel nostro ruolo di educatori e formatori, che ci vincola nella nostra professione e ci spinge a fondo all’interno del problema, non per fare lotta all’organizzazione mafiosa, non è il nostro mestiere, ma per contrastare quella mentalità mafiosa che alligna nella nostra terra.
La riflessione e l’impegno diventano collettivi nel momento in cui, accanto al lavoro dei docenti, si muove e si intreccia l’impegno degli studenti, che hanno partecipato, con le loro ricerche e i loro racconti di donne e bambini vittime della mafia, alla realizzazione del quaderno.
La speranza di redenzione di questa “terra irredimibile” scaturisce proprio da questa generazione di giovani e adolescenti che mostrano interesse e passione nel fare e trasmettere cultura antimafia.
Carmelo Botta
Francesca Lo Nigro
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L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”
All’istituto superiore, sede del futuro corso “di
formazione per le competenze linguistiche”, è
pervenuta, nei giorni scorsi, una
“dichiarazione di indisponibilità e di
rivendicazione”, da parte delle maestre della
Direzione Didattica Statale Giuseppe Scelsa
(Plesso Barone) di Palermo, che protestano
per essere state invitate dal preside a
frequentare il corso ministeriale che avrebbe
dovuto insegnare alle maestre elementi
certificati di lingua inglese da insegnare ai loro
studenti. La questione è, a mio avviso,
interessante, perché illustra, con dovizia di
particolari, lo stato di degrado e di anarchia
della nostra scuola siciliana e il ruolo che in
questo contesto svolgono il MIUR, il sindacato,
il personale. In sostanza le maestre
esprimono la loro Rimostranza, attraverso un
documento, che appare scritto dall’avvocato
di un sindacato, per essere state invitate a
imparare un po’ di inglese. Le Maestre non si
ritengono obbligate all’adempimento extra
contrattuale e reagiscono all’invito del
dirigente scolastico (reggente) con ragioni di
fatto e di diritto. Dicono innanzitutto di non
aver presentato alcuna richiesta di
partecipazione al corso. Poi, che la richiesta di
frequenza contrasta coi loro diritti che
prevedono, per l’acquisizione delle
competenze della lingua inglese, la loro
disponibilità. Le maestre ricordano
all’avventuroso direttore didattico che il
Collegio non ha approvato il corso
ministeriale, né avrebbe potuto farlo, visto che
il corso superava le 40 ore (?). … E qui a
richiamare il CCNL 2006/09, l’art. 29, la lettera
b) il comma 3 e tutta una serie di norme
interpretate ad hoc per dimostrare che tutte
le attività devono passare al vaglio od alla
approvazione del Collegio dei docenti. Ma
non basta, le maestre ricordano allo
sprovveduto reggente che il corso, voluto
dal Ministro Profumo, che insiste per dare
alle maestre competenze certificate in
inglese utilizzando i soldi del Fondo Sociale
Europeo, non è stato approvato dalla
contrattazione decentrata di istituto. Le
maestre spiegano, al basito dirigente
reggente, che avrebbero dovuto ricevere
una nomina con specificato il compenso per
partecipare al corso (17,50 euro per ogni
ora di frequenza del corso), naturalmente
dopo immissione dell’attività tra quelle
retribuite a mezzo di contrattazione di
scuola tra dirigente e RSU.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da
ridere. Il direttore del corso, sconsolato, ha
inviato la lettera di rimostranze al MIUR che
la risposto laconicamente: “Pazienza”,
invece di licenziare le maestre e assumerne
altre che sapessero di inglese.
La questione non può tuttavia essere
liquidata con una battuta. Essa mostra con
chiarezza la continua arrendevolezza del
MIUR a fronte di ogni protesta sindacale.
Mette in evidenza come, nelle scuole senza
preside, si perda il senso del dovere e la
tensione professionale. Emerge dalla
vicenda una scuola in cui il personale sia
ormai convinto di dover decidere in proprio i
carichi di lavoro, anche perché l’ARAN, sulla
testa e sulla pelle delle scuole e dei dirigenti
scolastici, ha firmato contratti sbracati che
concedono di tutto e di più in cambio di
niente. Il sindacato poi, continua a tenere
una linea irresponsabile, con cui non si batte
affatto per migliorare la professionalità del
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L’ATTO DI RIMOSTRANZA DELLE MAESTRE DELLA DIREZIONE DIDATTICA “ SCELSA”
personale e i suoi livelli retributivi (nella
scuola gli italiani sono i meno valutati e i
meno pagati), ma le pensa tutte per evitare
che i propri iscritti lavorino, tanto in caso di
contrazione (cioè di diminuzione di iscritti per
scarsa professionalità del personale) chi esce
fuori dal circuito sono i più giovani e non i
peggiori: basti pensare a come difende il
mancato controllo delle presenza nelle
assemblee sindacali in orario di lavoro.
Questo fenomeno di degrado è
particolarmente diffuso in Sicilia, dove il
senso del dovere è meno presente. Io credo,
per averci lavorato quattro anni, che un Atto
di Rimostranza del genere, in Valtellina, non
sarebbe neppure stato possibile immaginarlo.
Ma da noi è la norma. Basti pensare a come
sono gestiti gli ex PIP regionali nelle scuole.
Dipendono dalla Associazione Social Trinacria.
Quando i presidi segnalano all’associazione
che un loro dipende lavora in media tre giorni
al mese, e quando si presenta puzza d’alcool,
non succede niente. Quando lo stesso
comportamento viene segnalato
all’assessorato regionale, anche in questo
caso nessuna risposta. Solo quando viene
segnalato al Commissariato di Brancaccio,
viene rimosso (nel senso che viene trasferito
ad altra sede, non licenziato). In queste
condizioni, sperare che la nostra Regione
possa uscire da questa crisi strutturale,
economica, etica e morale, è pura velleità.
Roberto TripodiRoberto TripodiRoberto TripodiRoberto Tripodi
La RedazioneLa RedazioneLa RedazioneLa Redazione
Sulla formazione in servizio dei
docenti e sulla vicenda oggetto
della nota di Roberto Tripodi, la
redazione di questa rivista si rende
disponibile ad ospitare nei prossimi
numeri un confronto ritenendo
l’argomento di estrema
importanza per la scuola italiana.
20
BICENTENARIO DELLA CARTA COSTITUZIONALE DI PALERMO (1812-14)
Passata sotto silenzio nei mass media nazionali,
l'anniversario della prima Costituzione liberale
dell'Italia preunitaria, nata a Palermo nel 1812 ,
ha avuto eco soprattutto negli Stati Uniti e in
Gran Bretagna per la coincidenza con
l'anniversario della Costituzione spagnola di
Cadice, modellata anche questa sui principi
ispiratori del liberalismo riformista britannico.
Anche noi facciamo un breve accenno sul
significato complessivo riservandoci un maggiore
impegno nei prossimi numeri della rivista che,
trattando i temi dell'educazione alla legalità non
può trascurare un evento così importante, non
solo per la Sicilia ma per tutta la penisola, evento
legato ai temi delle moderne Costituzioni
fondate sulla tripartizione dei poteri, sul
Bicameralismo, sul Diritto all'autodeterminazione
dei popoli , sulla libertà di stampa, di parola e di
giustiza.
Il Bicentenario andrebbe divulgato nelle scuole di
ogni ordine e grado, laddove venisse
accompagnato dai preziosi pannelli documentari
realizzati dall'Assemblea Regionale Siciliana, in
mostra fino a ottobre 2012, ma proprio per
questa ragione dovrebbero essere portati in
rassegna per tutte le scuole lungo l'arco del 2013
e del 2014, biennio legato all'operatività dei
decreti costituzionali del Parlamento
siciliano(1813-1814).
Francesco Padovano - La notte del 19 luglio 1812
Archivio di Stato- Costituzione siciliana del 1812
L'occasione di questo Bicentenario, che valorizza
la Prima Costituzione moderna votata da un
Parlamento nell'Italia preunitaria, si presta a
trattare i coevi temi della Cultura (i mecenati
dell'archeologia in Sicilia,la Letteratura
dell'Arcadia, le architetture esoteriche e i Giardini
della Memoria, le arti pittoriche,
musicali,scultoree,decorative di inizi ottocento), i
temi della tutela ambientale(le prime leggi a
favore della conservazione, gli Orti
Botanici),dell'Istruzione Pubblica in Sicilia(De
Cosmi, le scuole pubbliche,i musei, le biblioteche),
del turismo di viaggio(i grandi viaggiatori stranieri
in Sicilia, i Luoghi dell'identità e della memoria alla
fine del XVIII sec.), dell'economia
preindustriale(opifici di stato, estrazione dei
minerali, imprenditoria vitivinicola, serica,
navigazione marittima e cantieri, i mestieri
artigiani), la cooperazione mediterranea (i
modelli costituzionali analoghi adottati in
Spagna,Grecia,Egitto,Corsica,Malta e il
superamento delle barriere commerciali
regionali), il sorgere dell'identità nazionale
italiana(il pensiero liberale anglosassone nel
Risorgimento italiano, le rivoluzioni costituzionali),
le prime istituzioni di fratellanza europea e
universale.......
Claudio Claudio Claudio Claudio PaternaPaternaPaternaPaterna
21
OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”
ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA
Venerdì otto giugno i Senatori Giuseppe Lumia e
Fabio Giambrone con al seguito una delegazione
del Senato, sono venuti in visita nella nostra
scuola: il plesso “G. Turrisi Colonna” per premiare
noi alunni della quinta B in quanto nel corrente
anno scolastico abbiamo partecipato al concorso
“Vorrei una legge che” indetto dal Senato della
Repubblica e rivolto all'ultima classe della scuola
primaria.
Il nostro lavoro, un libretto intitolato “Mauro alla
scoperta della Costituzione”si è classificato tra i
primi dieci posti. Il venti del mese di Marzo la
nostra preside Maria Cordone, con il vicepreside
Francesco Camillo e le maestre Elena Cino e
Antonina Tartamella sono andate al Senato a
Roma per ricevere il premio che consiste in una
bellissima targa ed alcuni libri sulla Costituzione.
Al loro rientro a scuola ci avevano riferito che
alcuni rappresentanti dei Senatori volevano
conoscere personalmente anche noi bambini per
premiarci.
Così il giorno otto giugno prima di concludere il
nostro ciclo di scuola primaria è stato molto
emozionante e gratificante incontrare i Senatori
nella sala teatro del plesso Turrisi Colonna, dove
era stato organizzato un piccolo concerto musicale
e corale in onore di questo evento. Dopo avere
ascoltato la musica abbiamo potuto dialogare con
il Senatore Lumia e con il senatore Giambrone
sulla nostra proposta di legge, raccontando le
motivazioni del nostro lavoro. I nostri compagni:
Giorgia Di Meo, Carolina Incontrera, Pietro Perez
hanno illustrato alcuni temi di discussione come
quello dell'uguaglianza dinnanzi alla legge, il
diritto allo studio, la tutela dell'ambiente, il
significato di democrazia, tutela del lavoro, per
sottolineare in fine che il tema che ha visto tutti
noi alunni concordi e artefici di un progetto di
legge è stato quello dell'abbattimento delle
barriere architettoniche. Con le maestre abbiamo
I senatori Lumia e Giambrone con gli alunni e la D.S.
della Turrisi Colonna
parlato del significato di barriere architettoniche
ed abbiamo scoperto che ancora oggi nella
nostra città ed in tutta L'Italia, non vengono
rispettati gli adattamenti previsti per rendere più
facili i percorsi quotidiani alle persone
diversamente abili.
Gli adattamenti in questione riguardano in
particolare i marciapiedi, i passaggi pedonali, i
parcheggi, i servizi urbani...Per non costituire
barriera gli adattamenti dovrebbero permettere
ad una persona diversamente abile in carrozzina
di passare e muoversi agevolmente. Partendo
proprio dagli edifici scolastici in un capitolo del
nostro libro viene raccontata la storia di
Antonino, un bambino diversamente abile in
carrozzina che chiede aiuto a Mauro per salire le
scale che portano nella propria scuola. Mauro
chiede a sua volta aiuto a Paolo, un giovane
avvocato dedito ad una buona politica e già
deputato, per presentare una proposta di legge
per l'abbattimento delle barriere architettoniche
negli edifici scolastici.
22
Ma oltre a raccontare le nostre storie , abbiamo
voluto sottolineare ai Senatori e a tutto il
pubblico presente che durante questi cinque
anni abbiamo partecipato a diverse
manifestazioni sull'educazione alla legalità, non
ultima la giornata del 23 maggio scorso per la
commemorazione della Strage di Capaci e il 24
maggio alla giornata del “Tricolore Vivo” dove
abbiamo raccolto il merito di un altro premio: l'
affido per un anno scolastico della Bandiera
Italiana dell'Esercito per l'esecuzione del brano
musicale “ la Nostra Bandiera”da parte del Coro
della scuola del quale fanno parte anche alcuni
di noi.
Così abbiamo concluso in bellezza il nostro
primo ciclo di studi e ringraziamo di cuore tutti i
docenti e la preside dell'I.C. Turrisi Colonna / B.
D'Acquisto che ci hanno permesso di vivere la
scuola come luogo felice di incontri, di passioni
per le varie iniziative culturali, sportive che ci
hanno fatto crescere gioiosamente. “Partecipare
è vincere” questo sarà il nostro motto del
futuro, perché non può esserci vera democrazia
senza partecipazione.
Gli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª BGli alunni della 5ª B
La Scuola Turrisi Colonna in piazza Gran Cancelliere
Alunni della Turrisi Colonna
OTTO GIUGNO 2012 “GIORNATA DI LEGGE E DI FESTA”
ALLA SCUOLA G.TURRISI COLONNA
GIUGNO 2012 -ANNO XXVIII - NUMERO 6-7
Invio gratuito on-line Reg. Trib. Di Palermo n. 41 del 12/11/1991
Direttore responsabile: Claudio Paterna
Indirizzi web: www.scuolaeculturaantimafia.it www.etnomediterranea.org
e-mail: [email protected]
gli articoli possono essere anche inviati a: [email protected] [email protected]