rondanelli b
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VINO E LONGEVITA’
Mariangela Rondanelli
Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali,
Sezione di Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana,
Facoltà di Medicina e Chirurgia,
Università di Pavia
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La mortalità per tutte le cause può essere l’indicatore migliore per riassumere gli effetti
più severi dell’alcol sulla salute, dove si possono valutare congiuntamente gli effetti
sia negativi che positivi dell’alcol sulla mortalità.
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Lo studio scientifico piu famoso su questo tema e stato
pubblicato nel 1995 in Danimarca ed e conosciuto come
il Copenhagen City Heart Study “lo studio danese”.
Le persone analizzate in questa ricerca erano 6051
maschi e 7234 donne, di eta compresa fra 30 e 79 anni.
Il risultato piu importante dello studio fu che il rischio
di morte era ridotto in chi consumava abitualmente
vino. La riduzione del rischio era pari al 20% nei
bevitori moderati, cioe in chi assumeva
da 7 a 9 bicchieri di vino per settimana.
Questo risultato non si osservava quando la bevanda
alcolica assunta era costituita da birra o superalcolici,
anzi con l’aumentare del consumo di superalcolici
aumentava la mortalita.
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La relazione tra consumo di alcol e mortalità nella mezza età è una curva
a forma di
J
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La curva a J
Fatto 1 il rischio di morte dei non bevitori, il rischio scende a 0.8 (-20%) nel bevitori moderati (10-20 g/die) per poi risalire nei forti bevitori. Per le donne, la curva è spostata verso sinistra, e il minimo della mortalità si ha tra 0-10 g/die
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La riduzione della mortalita nei soggetti che
consumavano vino era dovuta al minor numero
di patologie cardiache e di patologie
cerebrovascolari (ictus).
Interessante e pure il fatto che, in questo
gruppo, la mortalita era comunque minore
rispetto agli altri soggetti studiati, anche quando
nel modello di analisi si prendeva in
considerazione la mortalita per ogni tipo di
causa.
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… ma il vino non contiene solo alcol
Il vino si differenzia dalle altre bevande alcoliche, poiché ha una origine diversa (uva) e contiene sostanze che potrebbero avere anch’esse effetti sulla salute
(polifenoli)
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Prev Med.
2004 May;38(5):613-9.
A meta-analysis of alcohol consumption and the risk of 15 diseases.
Corrao G, Bagnardi V, Zambon A, La Vecchia C.
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1. riduce la formazione di placche nelle arterie, fenomeno che
inizia in giovane età e aumenta durante tutta la vita, in misura
maggiore o minore in funzione di varie condizioni genetiche e
comportamentali
2. riduce il colesterolo LDL, il colesterolo cattivo,
3. aumenta il colesterolo HDL, il colesterolo buono,
4. interferisce con l’attività dei radicali liberi, bloccando il
processo di ossidazione del colesterolo LDL, il quale, solo dopo
questa trasformazione, è in grado di avviare la catena di lesioni
arteriosclerotiche
5. interferisce con l’aggregazione delle piastrine, riducendo la
formazione di trombi. Questo effetto sembra da attribuirsi in
modo particolare al resveratrolo.
L’azione è simile a quella espletata dall’aspirina, farmaco di uso
molto comune in soggetti affetti da malattie cardiocircolatorie.
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6. diminuisce la duplicazione delle cellule muscolari
lisce della parete vasale, rallentando l’ispessimento
parietale.
7. determina un aumento della produzione di ossido
nitrico, una sostanza che agisce da potente
vasodilatatore, peculiarità questa che lo rende molto
utile addirittura come farmaco in soggetti affetti da
disturbi ischemici di cuore.
8. ottimizza l’attività dell’insulina, un ormone utile
non solo per controllare il tasso di glucosio nel sangue
(glicemia), ma responsabile anche di un incremento
del rischio di aterosclerosi.
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Nel 2004 e stato pubblicato sulla rivista
americana JAMA lo studio HALE
(Healthy Aging: a longitudinal study in
Europe) condotto dal 1988 al 2000 in
undici Pesi europei, fra cui l’Italia, con
l’intento di analizzare la mortalita in
1507 uomini e in 832 donne, in
apparente buona salute, di eta
compresa fra 70 e 90 anni, in rapporto
a quattro fattori considerati protettivi e
benefici.
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Il nostro stile di vita ha un effetto sulla longevità
adesione alla dieta mediterranea
uso moderato di alcol
praticare attività fisica
non fumare
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La dieta mediterranea, il consumo moderato di alcool, l’attività fisica e l’assenza di tabagismo sono risultati associati a una riduzione della mortalità globale (hazard ratio rispettivamente di 0.77, 0.78, 0.63 e 0.65) dopo correzione per fattori che comprendevano l’età , il sesso e l’indice di massa corporea. Risultati analoghi sono stati osservati per quanto riguarda la mortalità legata a coronaropatia, patologia cardiovascolare e cancro.
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Rispetto a chi aveva 0 o 1 fattori, chi li aveva tutti e 4 aveva una riduzione della mortalità del 65%
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La combinazione dei 4 parametri di stile di vita faceva diminuire la mortalità per tutte la cause di confondimento fino a un
hazard ratio di 0.35.
In totale, alla mancata adesione a questo stile di vita sano erano attribuibili: -il 60% della mortalità globale,
-il 64% della mortalità coronarica, -il 61% dei decessi di origine
cardiovascolare -il 61% dei decessi per cancro.
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Il nostro stile di vita ha un effetto sulla longevità
Rispetto a chi aveva 0 o 1 fattori, chi li aveva tutti e 4 aveva una riduzione
della mortalità del 65%
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… Il consumo di alcol in Italia
il modo di consumare alcol in Italia è diverso rispetto ai paesi del Nord Europa
Prevalentemente vino Consumo ai pasti Consumo giornaliero regolare, senza
picchi concentrati in uno o due giorni (binge drinking)
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MEDITERRANEAN WAY OF DRINKING AND
LONGEVITY.(in press)
“Critical Reviews in Food Science and Nutrition”
(IF: 4,789)
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