rischi naturali ed antropici
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Carrellata sui principali rischi naturali ed antropici.TRANSCRIPT
Tipologie dei rischiConcetti generali e scenari di rischio
Dr. Carlo Alberto Cucchia
Obiettivi
Definizione di rischio Dispositivo di PC in generale Principali scenari di rischio
NATURALE ANTROPICO
Strumenti di previsione e prevenzione.
CONCETTO DI RISCHIO E’ la possibilità che si verifichi un evento dannoso di
carattere incerto ed è definibile in termini matematici come una funzione di tre termini:
SCENARIO INCIDENTALE, evoluzione dell’incidente, sequenza di eventi (vedi evento iniziatore) PROBABILITA’ (di avvenimento dello scenario), frequenza di accadimento (solitamente in un anno) DANNO (conseguente all’evento), o magnitudo. N° morti, feriti, danni potenziali alle infrastrutture
e all’ambiente.
Più formalmente:
CONCETTO DI RISCHIO Quindi avremo che:
Come abbassiamo il rischio? Ad es. applicando dei valori ad azioni di mitigazione:
α - Strumenti di prevenzione
β - Procedure operative sse < 1
γ - …..
RISCHI Quali rischi? (di massima)
NATURALI ANTROPICI
- Sismico- Vulcanico- Idrologico
- Neve- Valanghe- Uragani- Siccità
- Idrogeologico- Frane
- Incidenti industriali (334/99)- Incendi- Strutturali (infrastrutture)
- NB: diretto o indiretto- Altri…
-….Difesa Civile
PROTEZIONE CIVILE Complessa organizzazione nazionale, opera ai
fini della salvaguarda della vita e dei beni. L. 225/92 – Previsione, prevenzione, soccorso,
ripristino. Ecc ecc ecc….
La differenza tra Protezione e Difesa, pur di fronte ad un comune obiettivo*, è nel modo di leggere il contesto ed attuare l’azione necessaria.
--------- > Resilienza: protezione e difesa del cittadino
FASI ATTENZIONE: è noto che in una certa area
potrebbe verificarsi un certo evento, in un certo momento.
PREVENZIONE, Piani di PC.
PREALLARME: l’evento è ritenuto tangibile nell’arco di poco tempo.
I Piani di PC vengono implementati
ALLARME: l’evento è appena avvenuto. Si sta operando
RISCHI NATURALI
SISMICO L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio
sismico del Mediterraneo ... Perché?
ZOLLA EUROASIATICA
ZOLLA AFRICANA
SISMICO
12k km
SISMICO Meccanismo d’azione:
L’involucro solido della superficie del pianeta (litosfera), è composto da placche (tettonica a placche o zolle), che premono le une contro le altre. I movimenti delle zolle determinano in profondità condizioni di sforzo e di accumulo di energia.
SISMICO Conseguenze: in funzione di Δt avremo che il materiale oggetto
di sforzo arriverà al limite di resistenza, con rottura e formazione di faglie.
L’energia accumulata nel tempo viene liberata e si verifica il terremoto.
SISMICO
Qui si generano le onde (P, S ..poi .. R, L)
SUPERFICIE
SISMICO
SISMICO Sistemi di previsione:
Non esiste alcun metodo che permetta di prevedere esattamente data, luogo e dimensione.
Ma è possibile fare una previsione in termini di probabilità basata sullo storico.
Ciò significa studiare la sismicità storica da un lato, e dall’altro seguire i fenomeni sismici in atto. (ricorrenza)
Fenomeni precursori: studio e rilevamento di valori anomali di certi parametri o grandezze (onde P, che possono rallentare fino al 10%); sollevamento e subsidenza.
Precursori geochimici, gas inerti come Ar, Rn, He, Ne, Xe liberati prima di un terremoto e individuabili nelle acque sotterranee limitrofe. Variazione dei livelli di pozzi e portata di sorgenti (acqua torbida). ∆t acque
SISMICO Sistemi di prevenzione:
La previsione stessa (in questo caso la zonazione) tende, come per gli altri rischi, a prevenire quindi mitigare gli eventuali effetti sulle persone.
Norme di costruzione antisismica
Idonei sistemi di allarme ed evacuazione
Procedure di sicurezza e D.P.I.
VULCANICO La pericolosità di un vulcano dipende dal tipo
di eruzione a cui esso dà luogo.
EFFUSIVA: colate laviche lente, si ha, infatti, tutto il tempo necessario per evacuare la zona.
ESPLOSIVA: emissione di grandi quantità di materiali eiettati dal vulcano, solidi e gas (piroclasti), nemmeno un’azione tempestiva può scongiurare la catastrofe.
VULCANICO la localizzazione dei vulcani è ben nota, gli
interventi di previsione e di prevenzione possono essere più efficaci che nel caso dei sismi.
CLASSIFICAZIONE SISMICA
Classificazione
Sismica dell’Italia
ANNO 2003
1 2 3 4
Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
VULCANICO Elementi per la valutazione di attività
vulcanica:
DEFORMAZIONE DEL SUOLO CAMPO GRAVIMETRICO variazioni del campo
gravitazionale in base al magma sottostante CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLE FUMAROLE
VULCANICO In Italia:
Stromboli, iperattivo, esplosivo (3-5 eventi l’ora)
Etna , alta attività effusiva
Vesuvio, assenza di attività vulcanica evidente (*)
Campi Flegrei, bassa attività sismica costante
Vulcano, condizione di riposo, intensa emissione di gas
Ischia, attività vulcanica limitata, costante, emissione di gas
I vulcani sottomarini del Tirreno, Marsili vulcano + grande d’Europa,(50km), non vi è accesso diretto, ma l’attività è dimostrata da fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e manganese.
IDROLOGICO Ciclo dell’acqua…
RISCHIO PIENA / ESONDAZIONE….
« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma »
IDROLOGICO Bacino idrografico: è l'area topografica di
raccolta delle acque confluenti verso un determinato corpo idrico recettore.
spartiacque
IDROLOGICO Corso d’acqua: SI DIFFERENZIA, in 3 tratti:
SUPERIORE o torrenziale, breve e veloce, erosione verso valle INTERMEDIO o vallivo, cascate e rapide ai primi stadi INFERIORE o di pianura
Meandri, accentuano sempre più la loro curvatura, col tempo i due colli si uniscono formando un laghetto a ferro di cavallo
Attività deposizionale, ad es. isole.
IDROLOGICO Dimensione verticale:
IDROLOGICO Rischio piena ed esondazione:
Afflusso meteorico sul bacino idrografico (o scioglimento)
Saturazione del terreno Concetto di “pioggia efficace” L’acqua confluisce sul canale principale Incremento di portata
VELOCITA’
AREA FLUSSO
CONSEGUENZE
Genesi fluviale
???
IDROLOGICO Durante una piena vi è un alto trasporto di
inerte che va a depositarsi dove meno lo si desidera creando seri problemi (strade, abitazioni).
INFLUENZA ANTROPICA:
TAGLIO DEI BOSCHI: Può ampliare i picchi di piena aumentando il rischio d’esondazione.
URBANIZZAZIONE: impermeabilizza il suolo riducendo l’infiltrazione e accelerando il deflusso superficiale
FATTORI DI VALUTAZIONE:
Le abitazioni dovrebbero essere costruite nelle zone prive di rischio idrologico
I canali dovrebbero essere lasciati liberi senza ostruzioni
Il rimboschimento di pendici riduce il deflusso e smorza l’intensità delle piene, ma se il suolo è saturo la copertura non serve a niente.
La velocità di deflusso è anche diminuita da pratiche agricole particolari (ad es. arare seguendo le isoipse, terrazzamenti).
IDROLOGICO
CASSE D’ESPANSIONE: Si riempiono quando il livello sale
particolarmente, in periodi di “magra” possono essere coltivate ma non abitate
IDROLOGICO
IDROLOGICO
Fiume Tagliamento – Regione Friuli
L'area delle tre casse di espansione-laminazione previste dal progetto:1) ha 2402-3) ha 430
AZIONI D’EMERGENZA Il successo operativo di questi interventi dipende dalla capacità di
previsione delle piene e dall’efficacia dei sistemi d’allarme:
AVVISI RADIO-TELEVISIVI AVVISI DIFFUSI CON ALTOPARLANTI VIA TERRA O ARIA (elicotteri)
MODELLISTICA IDROLOGICA RADIOTRASMITTENTI ACCOPPIATE A PLUVIOMETRI, che inviano dati ad un pc che li
decodifica e li analizza* SCANSIONE RADAR DELLA PIOGGIA, in modo da combinare ad un modello di un
idrogramma di piena per favorire previsioni in tempo reale mentre una piena sta montando
IDROLOGICO
IDROLOGICO
IDROLOGICO
IDROGEOLOGICO
Rischio connesso all'instabilità dei pendii dovuta a particolare conformazione geologica e geomorfologica di questi ed in conseguenza di particolari condizioni ambientali, meteorologiche e climatiche che coinvolgono le acque e il loro ciclo nel suolo
DISSESTO IDROGEOLOGICO insieme dei processi morfologici* che
hanno un'azione incisiva nei confronti del suolo e QUINDI dei manufatti.
IDROGEOLOGICO
IDROGEOLOGICO
FRANE(dip. dalla morfologia)
CROLLO Distacco di roccia
RIBALTAMENTO SCIVOLAMENTO COLAMENTO SMOTTAMENTO
Piccole frane
IDROGEOLOGICO
FRANE(dip. dalla morfologia)
CROLLO Distacco di roccia
RIBALTAMENTO SCIVOLAMENTO COLAMENTO SMOTTAMENTO
Piccole frane
IDROGEOLOGICO
La frana del VajontUn fenomeno naturale trasformato dall’uomo in tragedia
“Un sasso è caduto in un bicchiere, l’acqua è uscita sulla tovaglia. Tutto qua. Solo che il sasso era grande come una montagna, il bicchiere alto centinaia di metri, e giù sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi”.- Dino Buzzati -
Il 9 ottobre 1963 oltre 240 milioni di metri cubi di roccia scivolarono nel lago alla velocità di 20-25 m/s
Longarone 8 0ttobre 1963 Longarone 9 ottobre 1963
1917 VITTIME
RISCHI ANTROPICI
RISCHIO INCENDIO
Boschivi urbani Industriali
Triangolo del fuoco….
RISCHIO TRASPORTI
Codice Kemler
CODICE DI PERICOLO
CODICE DELLA MATERIA
N° ONU
PRIMA CIFRA= Pericolo principale 2 Gas 3 Liquido infiammabile4 Solido infiammabile5 Comburente 6 Tossico7 Radioattivo 8 Corrosivo9 Pericolo di reazione violenta spontanea
SECONDA CIFRA= PERICOLO ACCESSORIO
1 Esplosione2 Emanazione gas 3 Infiammabile 5 Comburente 6 Tossico8 Corrosivo 9 Reazione violenta (decomposizione spontanea)
Codice della materia (numero O.N.U.)
1001 acetilene 1079 anidride solforosa 1613 acido cianidrico
1005 ammoniaca anidra 1089 acetaldeide 1654 nicotina
1011 butano 1090 acetone 1680 cianuro potassio
1016 ossido di carbonio 1114 benzolo 1710 trielina
1017 cloro 1134 clorobenzene 1779 acido formico
1027 ciclopropano 1170 alcool etilico 1791 ipoclorito di sodio
1028 freon 12 1202 gasolio 1805 acido fosforico
1038 etilene 1203 benzina 1823 soda caustica
1040 ossido di etilene 1223 kerosene 1869 magnesio
1045 fluoro 1230 alcool metilico 1888 cloroformio
1049 idrogeno 1267 petrolio 1971 metano
1050 acido cloridrico 1268 olio lubrificanti motori 2015 acqua ossigenata
1053 acido solfidrico 1381 fosforo 2304 naftalina
1072 ossigeno 1402 carburo di calcio 2209 formaldeide
1075 GPL 1428 sodio 2761 ddt
1076 fosgene 1547 anilina 9109 solfato di rame
Legge 334/99 e s.m.i. Tutte le attività industriali che dichiarano un
certo quantitativo di sostanze pericolose (vedi allegati) deve provvedere a redigere il PEI e il PEE
INDUSTRIALE