rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio "g" di selinunte
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Tesi di laurea di Marco CarellaRelatore: Prof. Fabrizio AgnelloTRANSCRIPT
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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO
DIPARTIMENTO DI RAPPRESENTAZIONE
CONOSCENZA
FIGURAZIONE
TRASFORMAZIONE
DELLAMBIENTE COSTRUITO/NATURALE
Tesi di Laurea di
Relatore:
Correlatori:
MARCO CARELLA
Prof. Fabrizio Agnello
Prof. Carlo Zoppi, arch. Mirco Cannella
Rilievo e Anastilosi Virtuale della peristasi meridionale del
Tempio G di Selinunte
ACORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA 4S
A.A. 2009-2010
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Tra il XVIII secolo ed il XIX, Hittof, Zant, Viollet Le Duc e Du Fourny, per il meridione d'Italia e per la Sicilia in
particolare, si dedicarono ai tesori italiani, mostrando di possedere un interesse di tipo documentario per un
inestimabile patrimonio monumentale ancora da scoprire. Ma, mentre erano intenti a tale tipo di interesse, questi
studiosi instaurarono, al contempo, uno specifico costume professionale e pedagogico: vedere conoscere,
tradurre in tavole grafiche ed esprimere didascalicamente il processo progettuale di cui l' architettura di pietra
diviene rappresentazione del processo stesso () Rilevare significa disegnare la cosa dell'architettura in modo
che l'osservatore possa intenderne sostanza: di forma, di uso, di struttura () significa rendere esplicito da parte
dell'operatore il rapporto che si instaura tra lo stesso e l'opera d'arte come opera di cultura () nella condizione
storica e percettiva cui esso appartiene.
Margherita De Simone
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1Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Indice
Introduzione
I. Studi sulla peristasi del tempio G
II. La problematica del riconoscimento dei frammenti archeologici, il rilievo come metodo rivelatore
III. Metodi di rilievo: diretto, topografico, fotogrammetrico e con laser scanner
IV. Fotopiano e fotomodellazione
V. Anastilosi virtuale dei frammenti, generazione del modello discreto e restituzione dei contenuti emersi Il crepidoma Analisi di quattro colonne del fronte sud Considerazioni sulle correzioni ottiche della colonna La trabeazione Blocchi a tenia, regulae e guttae Il triglifo Il geison La modanatura a becco di civetta Anastilosi virtuale e studio della peristasi e della sezione costruttiva
VII. Metodi alternativi di fruizione del bene monumentale: la realt virtuale e la realt aumentata
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2Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Introduzione
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3Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Sito nella collina orientale del parco archeologico di Selinunte, il pi grande dellarea
mediterranea (270 ha) e tappa obbligata del Grand Tour settecentesco, il tempio G
oggetto della nostra tesi che mira ad una ricostruzione scientifica della peristasi,
avvalendosi, in aggiunta ai mezzi del rilievo diretto tradizionale, delle moderne
tecnologie di rilevamento, ed in particolare di scansioni laser 3d e modellazione
fotogrammetrica, al fine di restituirne limmagine e le relative informazioni storiche e
morfologiche indagando sugli aspetti metrici e proporzionali. Lesame sulla peristasi si
concentra su tutto il fronte sud ed in particolare sullangolo sud-est (A) e su una
porzione ben conservata del fronte sud (B) (fig. 1).
1. Nuvola di punti dove sono indicate le aree oggetto di studio
Il primo capitolo descrive gli studi e le ricostruzioni del tempio effettuate a partire dal
secolo XVIII, ovvero dal momento in cui linteresse per larcheologia diviene sempre
pi indagine scientifica.
Il secondo capitolo affronta invece la problematica del riconoscimento dei frammenti
archeologici ponendo il rilievo come metodo di indagine per sciogliere i nodi
riguardanti la sezione costruttiva del tempio, grazie allo sviluppo di una metodologia a
tappe che parte dagli elementi certi del canone dorico, di cui si conosce forma e
posizione e che, attraverso i vuoti risultanti dalla loro giustapposizione, rende
riconoscibili per forma e grandezza i frammenti di difficile identificazione.
Il terzo e il quarto capitolo sono dedicati alle fasi del rilievo ed in particolare alle
metodologie utilizzate e agli strumenti adoperati, dei quali vengono illustrate le
caratteristiche tecniche e le modalit operative. Dopo aver sottolineato limportanza di
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4Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
una campagna conoscitiva basata sul rilevamento in campo attraverso metodologie
tradizionali di misurazione diretta e redazione di eidotipi, si amplia e si approfondisce
quanto esposto nel capitolo I, attraverso il rilievo dei frammenti con tecnologie laser
scanner e con fotomodellazione che generano un insieme di punti chiamato point-cloud
(nuvola di punti). Le nuvole di punti vengono elaborate attraverso operazioni di
orientamento, isolamento, estrazione di sezioni e ricerca dei piani di posa degli elementi
architettonici scansiti. Loperazione di individuazione degli elementi che strutturano la
forma geometrica viene quindi eseguita nella seconda fase (elaborazione dei dati), a
differenza di quanto avviene nel rilievo diretto e topografico per i quali tale operazione
precede lacquisizione delle misure.
Alla trattazione delle procedure che vengono utilizzate per la discretizzazione delle
suddette nuvole di punti in modelli concettuali, capaci di riassumere le caratteristiche
morfologiche e dimensionali del frammento al fine di ottenerne una corretta anastilosi,
dedicato il capitolo quinto. Tali procedure, come gi enunciato, vengono sperimentate
sugli elementi pi facilmente riconoscibili perch appartenenti al canone dorico, quali la
colonna divisa in rocchi, lelemento della trabeazione culminante nella classica
divisione in regulae e guttae, il fregio ed in particolare il triglifo ed il geison con cui
termina lintero ordine; i frammenti discretizzati vengono giustapposti secondo i piani
di posa trovati.
Gli esiti del lavoro, che mira ad una ricostruzione scientifica, sono presentati nel sesto
capitolo dove sono affrontate sia le problematiche riguardanti la rappresentazione dei
risultati di questa fase di studio sia la ricerca, attraverso i vuoti della sezione
costruttiva, di quei frammenti archeologici che in una prima fase non era stato possibile
riconoscere.
Questo iter ci ha portato ad indagare la peristasi del tempio, secondo un processo
circolare dal frammento-al rilievo-al frammento che si rivelato efficace poich stato
possibile ipotizzare una posizione dei reperti di difficile collocazione e quindi un
modello concettuale dellintera sezione costruttiva.
Il percorso conoscitivo intrapreso ha determinato altres la sperimentazione di un
metodo che attraverso il contributo intellettuale dellarchitetto, ovvero tramite due delle
competenze metodologiche che questo deve possedere quali lo studio e la capacit
interpretativa dei contributi storiografici, e la capacit di rilevare e dunque rivelare,
possa restituire il monumento alla collettivit che troppo spesso costretta ad una
fruizione passiva e povera di contenuti.
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5Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Il lavoro si chiude col capitolo settimo che tratta la sperimentazione di tipologie di
fruizione alternativa del bene monumentale, con particolare attenzione ai contenuti
scientifici emersi dalla redazione di questo lavoro, mediante lutilizzo della realt
aumentata e realt virtuale, tecnologia che oggi ambito di diversi studi e
sperimentazioni in vari settori accademici e che a nostro avviso risulta un valido mezzo
per offrire al visitatore un modo semplice ed intuitivo di fruizione guidata attiva a
costi contenuti.
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6Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Studi sulla peristasi del tempio G
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7Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Il tempio G di Selinunte, colonia megarese fondata dallecista Pammilo1, cento anni
dopo Megara Iblea (728 a.C.) su un territorio abitato da popolazioni indigene, sorge
sulla collina orientale ad ovest della valle del Cottone. La particolare disposizione dei
templi sullaltura ha indotto gli studiosi ad avanzare unipotesi di duplicazione del
modello dellacropoli di Alcatoo presso Megara Nysea2. In quest area sorgono, infatti,
le rovine di tre templi rigidamente allineati col fronte principale rivolto ad est di cui il
tempio G il pi settentrionale.
Questo si presenta come un insieme
ciclopico di ruderi, appartenenti ad uno
pseudo diptero ottastilo confrontabile
con i dipteri ionici orientali, la cui
costruzione, cominciata intorno al 530
a.C., potrebbe essersi protratta per una
durata di almeno centocinquanta anni
cos come si evince dalle
trasformazioni stilistiche che hanno
subito i fronti del tempio ed in
particolare dalla morfologia del capitello. Infatti, da oriente verso occidente troviamo
una sequenza di colonne pi snelle con capitello schiacciato nei lati orientale e
settentrionale, probabilmente risalenti al VI secolo, e colonne pi robuste di stile severo
nel fronte occidentale.A partire dalla met del XVIII lavvio degli scavi di Ercolano e Pompei, incoraggiati da
Carlo III di Borbone e sotto la direzione dellingegnere militare Joaquin de Alcubierre,
hanno portato alla luce resti archeologici di notevole pregio storico-artistico che hanno
inaugurato una nuova stagione culturale volta alla riscoperta dellantichit classica e ad
un rinnovato interesse per larcheologia.
Per la prima volta, infatti, il Grand Tour intrapreso da giovani rampolli di famiglie
aristocratiche ed eruditi del tempo, volenterosi di completare e ampliare la loro
formazione, si spingono oltre Napoli sino in Sicilia, per ammirare i resti archeologici di
Agrigento, Siracusa, Segesta e Selinunte.
Gi il viaggiatore olandese Jacobi Philippi DOrville in Sicula quibus Siciliane veteris
rudera, additis antiquitatum tabulis, illustrantur3, pubblicata nel 1764, fornisce un
1Sulla Storia di Selinunte: COARELLI-AORELLI 2000, pp. 72-79
2 Ivi, pp. 81-88, LAVADIOTTI-LIPPOLIS-ROCCO 2007, PP. 832-836
3DI MATTEO 1999, pp. 337-338; TUZET 1995, pp. 15-16
2. Veduta dei templi della collina orientale
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8Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
dettagliato resoconto dei luoghi visitati attraverso incisioni che ne documentano lo stato
di conservazione. Tra le pagine del suo diario di viaggio il DOrville, oltre ad illustrare
le rovine del tempio G quasi completamente ricoperte di sabbia, avanza lipotesi che
si tratti di una tipologia templare non chiara caratterizzata da una peristasi di 6x16
colonne. Tuttavia, nel 1767 lingegnere siracusano Andrea Pigonati a pubblicare una
rappresentazione del tempio, contrastante con quella del DOrville, di cui ipotizza per
primo la corretta distribuzione della peristasi in 8x17 colonne4.
Importante, a tal proposito, il contributo dei principi siciliani Ignazio Patern Castello
e Gabriele Lancillotto Castelli nominati nel 1779 regi custodi delle antichit siciliane.
Questi, avendo nel 1764 invitato i siciliani a contribuire alla pubblicazione dei pi bei
monumenti, apprezzarono notevolmente il lavoro del Pigonati.
Ignazio Patern Castello, in particolare, citando Selinunte e soffermandosi sulla
peristasi del tempio G nel suo Viaggio per tutte le antichit di Sicilia5, misura la
larghezza del tempio in 50 canne (una canna in Sicilia corrisponde a m. 2,062), la
lunghezza dellarchitrave in 27 palmi (un palmo in Sicilia corrisponde a m. 0,258098),
laltezza in 9 palmi e il diametro delle colonne in 13 palmi.
Ulteriori importanti informazioni circa le dimensioni del tempio, risalgono invece al
1771 quando il prussiano Joseph Hermann von Riedsel6, attraverso il resoconto del suo
viaggio, in forma epistolare, fornisce la misura del diametro delle colonne pari a 8
palmi, laltezza del fregio pari a 4 palmi e la misura complessiva del tempio pari a
160x80 passi.
Nel 1776 anche il pittore paesaggista Jean Houel7 nel suo Voyage pittoresque des isles
de Sicilile, de Malte et de Lipari, presentata a Parigi nel 1782, pubblica alcune viste del
tempio ed una tavola contenente una pianta in assonometria ed una veduta prospettica.
Le misurazioni indicano 51 tese e 4 piedi di lunghezza (una tesa era uguale a 6 piedi, un
piede misurava 3,48 cm) per 25 tese di larghezza del tempio ed unaltezza di 45 piedi.
Nel 1783 Henry Swinburne, viaggiatore anglosassone, pubblica a Londra Travels in the
two Sicilies8 dove misura il diametro delle colonne del tempio in 9 piedi e 3 pollici alla
base e 6 piedi e 3 pollici sotto il capitello, ritenendo inoltre che laltezza complessiva
non dovesse superare i cinque diametri, ovvero 50 piedi, e che le dimensioni principali
del tempio fossero 270x134 piedi.
4Ivi,pp.125PATERNO1781,pp.1471516DIMATTEO1999,vol.III,pp.4347;TUZET1988,pp.37407Ivi,vol.II,pp.7280;Ivi,pp.86988SWINBURNE17832000,pp.44
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9Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Lesperienze del XVIII secolo, riguardanti loggetto del nostro studio, si chiudono con
lopera del canonico Jean Claude Richard de Saint-Non9 il quale, non recandosi
personalmente in Sicilia, incarica il paesaggista C.L. Chatlet e gli architetti e pittori
J.L. Deprz e J.A. Renard, sotto la guida del letterato Dominique Vivant Denon, di
documentare le tappe del viaggio. Le informazioni cos raccolte confluirono
successivamente nel quarto volume sulla Sicilia pubblicato nel 187810.
Riguardo il tempio G lautore scrive: Cominciammo a disegnare i dettagli, il diametro
delle colonne ecc. e ne individuammo la pianta nel modo pi soddisfacente ed
incontestabile, bench presentasse una dimensione pi allungata che, nella parte
anteriore era occupata da un peristilio con tre colonne: proprio del terzo rango
interno di queste colonne che ne resta in piedi una, in tutta la sua altezza 11.
Queste osservazioni confluirono nella grande tavola comparativa12 di J.A. Renard dove
vengono illustrati la pianta, il prospetto e particolari architettonici del tempio,
riconosciuto come diptero ottastilo di 8x16 colonne.
Con lavvento del XIX secolo e lo sviluppo del fenomeno della specializzazione delle
scienze le campagne siciliane vedono viaggiatori di varia provenienza verificare gli esiti
dei resoconti settecenteschi con lapporto di consolidate basi scientifiche e una
9TUZET1988,pp.758510DIMATTEO1999,vol.I,pp.31131511VIVANTDENON17881979,pp.26612DESAINTNON17811786,Tablecomparativedestemple,destheatersetdequelquesautresedificesantiquesdelaSicilie,Tome4.Pl.enreg.p.192
3. Tavola comparativa di A. Renard, da Sain-Non 1786
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12Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Archeologi siciliani allora cominciano ad intraprendere campagne di scavo e rilievo in
tutta lisola e tra il 1831 e il 1832 Domenico Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco14,
presidente della Commissione di Antichit e Belle Arti fondata nel 1827, stila un
programma per Selinunte incaricando larchitetto Francesco Saverio Cavallari di
liberare i templi dalla sabbia ed effettuare lavori di restauro sulla collina orientale. I
rilievi del Cavallari confluirono nellopera di divulgazione, stampata nel 1834, Le
antichit di Sicilia esposte ed illustrate per Domenico Lo Faso duca di Serradifalco
socio di varie accademie. Cinque tavole di questo lavoro furono dedicate al tempio e
accompagnate da descrizione testuale: In quanto alla grandezza egli in vero
maggiore di ogni altro degli antichi, e quasi uguale pu dirsi a quello consacrato in
Agrigento alla stessa divinit; ma di gran lunga a questo superiore per la disposizion
della pianta, per le colonne isolate, e per gli enormi massi, ond costruito15.
Il tempio viene misurato in 207,6x440,2 palmi e viene definitivamente confermata
lipotesi tipologica di uno pseudo diptero ipetro octastilo con diciassette colonne sui lati
lunghi. Viene posta in accento la differenza relativa ai diversi stadi di lavorazione di
capitelli e colonne e le ultime due tavole dedicate al rilievo di particolari architettonici
tra i quali possibile distinguere la variet dei capitelli rilevati.
Questi studi, considerati i primi ad avere basi scientifiche, furono riproposti dal
piemontese Luigi Canina in Larchitettura antica descritta e dimostrata coi monumenti,
dallarchitetto Luigi Canina16 che, descrivendo il tempio, d per certi i dati ritenuti
ipotetici dal Serradifalco.
Trentanni dopo gli scavi del Serradifalco, Francesco Saverio Cavallari, nominato
presidente della Direzione delle Antichit, istituita dal governo italiano nel 1864,
riprende gli scavi sul tempio G stabilendo definitivamente il numero di colonne della
cella e la dimensione del naiskos.
Un contributo importante ci viene fornito inoltre dagli studi di Otto Puchstein che,
insieme a Robert Koldway, si reca in Sicilia tra il 1892 ed il 1895 e pubblica a Berlino
nel 1899 lopera Die griechschen tempel in unteritalien unt Sicilien17. Questi studia il
tempio G con un livello di approfondimento maggiore, tanto da rilevare i differenti
intercolumni dei fronti della peristasi, e mette in luce la presenza di tre tipi di colonne,
diverse per proporzioni e forma del capitello, e ascrivibili ad altrettante fasi costruttive.
14 CIANCIOLO COSENTINO 2004 15 SERRADIFALCO 1834, vol. II, p.2016CANINA 1837-41, vol V, VI 17KOLDEWAY-PUCHSTEIN 1899
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14Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
9. Studi proporzionali sui rilievi di Hulot e Fourgres
10. Particolare dell'ordine, da Hulot e Fourgres 1910
11. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres
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15Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
I rilievi di Hulot e Fourgres sono stati oggetto di un tentativo di restituzione di un
modello discreto, da confrontare con quello che sar risultante dalla conclusione di
questo lavoro.
12. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres
13. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres
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16Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Tra gli anni quaranta e cinquanta assistiamo allintervento sul Fusu de la Vecchia
diretto dallarcheologa Jole Bovio Marconi.
14. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres
15. Il restauro del "Fusu di la vecchia", Selinunte 1941, dall'archivio fotografico A. Salinas
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17Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Gli studi pi recenti sul tempio sono quelli del 1985 diretti dallarchitetto Giorgio
Gullini19 che attribuisce definitivamente il tempio al culto di Zeus e presenta ledificio
come lesaltazione del significato della peristasi come recinto trov la pi onumentale
espressione.
Lintervento corredato da una riproduzione fotogrammetrica con a tratteggio la
planimetria ipotizzata ed in rosso gli elementi del crollo.
16. Restituzione fotogrammetrica, da Gullini 1985
19GULLINI 1985, p.444
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18Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Recenti sono le pubblicazioni di Dieter Mertens20 e Laviadotti-Lippolis-Rocco21 che,
tuttavia, non apportano sostanziali novit allo stato degli studi.
Importante risulta citare il recente contributo che nel 2005 stato dato dal workshop22
internazionale Tecniche integrate di rilevamento per lanalisi e la conoscenza dei beni
archeologici: il tempio G di Selinunte promosso dal Dipartimento di Rappresentazione
delluniversit di Palermo e dal Dipartimento di Expressi Grfica Arquitectonica I
dellUniversitpolitcnica de Catalunya di Barcellona che ha coinvolti diversi ambiti
disciplinari ed elaborato le metodologie di anastilosi virtuale di una colonna del fronte
Nord attraverso lelaborazione di dati provenienti da scansioni laser23.
Il lavoro di ricerca che viene presentato prende le mosse dai primi studi eseguiti nel
corso del workshop e da ulteriori contributi presentati in tesi di laurea presso quest
facolt.24
20 MERTENS 2006 21 LAVIADOTTI-LIPPOLIS-ROCCO 2007 22 MARSIGLIA 2005 23 AGNELLO-LO MEO 2005, Il metodo studiato per lanastilosi dela colonna stato sviluppato nellambito della tesi di dottorato LO MEO 200724 M. SCHIERA, Il tempio G di Selinunte: Analisi storica e rilievo per lanastilosi virtuale di una porzione della peristasi.
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19Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La problematica del riconoscimento dei frammenti archeologici,
il rilievo come metodo rivelatore
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20Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La complessit dellargomento trattato richiede una profonda analisi e comprensione
delliter metodologico che sottende lanastilosi virtuale e la generazione del modello
discreto quale mezzo di prosecuzione del lavoro di ricerca sul tempio G e punto di
partenza per la sperimentazione di sistemi alternativi di fruizione del bene
monumentale.
Tali premesse implicano una piena consapevolezza degli aspetti operativi e
gnoseologici del rilievo architettonico.
Questo ha lo scopo di studiare e rappresentare un manufatto esistente attraverso
lutilizzo di rilievi gi prodotti in precedenza, schizzi quotati, documentazione
fotografica e disegni tecnici. Obiettivi del rilievo sono, ad esempio, lo studio, la
didattica, il restauro, la costruzione e la riqualificazione delloggetto rilevato. Un rilievo
eseguito in maniera scientifica viene condotto in pi fasi: la prima, prevede
lindividuazione della strumentazione tecnica a disposizione; la seconda, nonch la pi
importante, prevede la redazione di un progetto di rilievo che comprende
lindividuazione dei piani di sezione, dei piani di posa degli elementi, dei corretti
orientamenti e di tutte quelle caratteristiche morfologiche delloggetto che andranno
misurate; la terza fase, infine, prevede la realizzazione di schizzi o eidotipi (vedute,
piante, sezioni e prospetti) sui quali loperatore annota tutte le informazioni che
confluiranno nella restituzione finale, previa misurazione delloggetto mediante
lutilizzo degli strumenti e delle tecniche di rilievo adatte al caso. Al rilievo
propriamente detto, ovvero alla fasi precedentemente descritte, segue la fase di
restituzione grafica nella quale vengono redatti gli elaborati inizialmente previsti alla
scala di rappresentazione pi adatta al livello di dettaglio desiderato, che rappresentano
una discretizzazione soggettiva delloggetto condizionata dalle conoscenze e dalla
sensibilit di chi esegue il rilievo.
Indipendentemente dalla metodologia utilizzata, il momento intellettuale che sottende le
operazioni di rilievo corrisponde alla fase di progettazione dello stesso in cui si
prevedono le operazioni da svolgere (in relazione al prodotto da ottenere), la
suddivisione in parti delloggetto da rilevare, gli strumenti e le metodologie da adottare.
Dal punto di vista pratico il rilievo delloggetto avviene nel momento in cui, visionata
tutta la documentazione grafica disponibile, anche in scale dissimili, si passa alla
suddivisione dellorganismo architettonico in sottoparti, di dimensioni ragionevoli e con
caratteristiche morfologiche o funzionali riconoscibili, avendo cura di fissare alcuni
punti certi a cui ancorare tutte le diverse porzioni.
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21Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Dal punto di vista teorico, lavorando sulle singole parti per poi ricomporle, si evita di
incorrere in inesattezze grossolane circoscrivendo i margini di errore a limitate porzioni
per garantire cos la correttezza dellinsieme.
Nella fase di progetto di ogni rilievo vanno inoltre pensati i prodotti da realizzare. Il
primo fattore da considerare certamente il livello di dettaglio del rilievo, che fornisce
le indicazioni pratiche per la fase di acquisizione delle misure ed individua il limite
minimo rappresentabile.
Scelta la scala nominale25 si passa successivamente alla definizione degli elaborati
grafici utili alla rappresentazione delloggetto (piante, sezioni, profili, prospetti, modelli
3d) tenendo conto del prodotto da restituire, ma soprattutto ricordando che gli elaborati
finali devono fornire una dettagliata, esaustiva ed univoca descrizione delloggetto del
rilievo.
Nello specifico del nostro lavoro ci occuperemo di rilievo archeologico, uno dei
principali strumenti atti ad interpretare e ricostruire i manufatti del passato, il cui fine
la conoscenza della civilt materiale del mondo antico. Questa disciplina ci propone un
metodo di indagine rigoroso, che ha unimportanza fondamentale per l'analisi, lo studio
e la ricostruzione dei monumenti.
Ci ricorda Marco Bianchi nel suo Manuale di rilievo e di documentazione digitale in
archeologia26 che:
I metodi di lavoro degli ultimi anni sono stati profondamente aggiornati dalle
nuove tecnologie, anche se la pratica tradizionale del rilievo diretto ha ancora un ruolo
importante in ambito archeologico. Si utilizzano sul campo strumentazioni sofisticate e
veloci. L'informatizzazione dei dati acquisiti con il rilievo divenuta inoltre un'esigenza
irrinunciabile. In ogni modo occorre sempre tenere presente che il rilievo non una
fotografia della realt ma il frutto di una interpretazione che seleziona alcuni
elementi significativi in mezzo agli innumerevoli segni che compongono la visione del
manufatto. Ne consegue, anche per questi motivi, che l'insegnamento del rilievo
archeologico non pu essere separato da quello delle tecniche edilizie e delle culture
materiali del mondo antico.
Limpostazione di questo lavoro si rivelata particolarmente complessa per la
frammentazione degli elementi e per le dimensioni del manufatto.
25 scala nominale: un disegno numerico avente scala nominale 1:n ha contenuto metrico e qualitativo di
un corrispondente disegno disegnato di pari scala. La scala nominale rappresenta il rapporto di riduzione
per cui stato progettato e realizzato e, quindi, per cui corretto stampare il disegno. 26 BIANCHINI, Manuale rilievo e di documentazione digitale in archeologia, Ed. Aracne
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22Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Lintento quello di eseguire lo studio secondo gli obiettivi gi enunciati da Margherita
De Simone27: Il rilievo un lavoro che si esplica leggendo lambiente fisico artefatto-
naturale e, se tale lavoro critico, serve () per arrivare a valutazioni sulle quali
operare o indurre ad operare; che ha condotto ad affrontare gli studi secondo
metodiche storico-critiche ed a far corrispondere la fase del rilievo ad un momento di
approfondimento, che viene definito ancora dalla De Simone uno strumento per
conseguire documenti e testimonianze di ci che la storia e la cultura hanno
elaborato25.
La dimensione dei frammenti architettonici, che va ben oltre la possibilit di poterne
cogliere le caratteristiche con uno sguardo e identificarne in maniera sicura forma e
ruolo allinterno dellordine, ha richiesto particolare impegno nella fase dedicata al
processo conoscitivo e di comprensione. Lanalisi delle nuvole di punti generate dalle
scansioni laser, progettate per cogliere lintero tempio, non ha quasi mai una risoluzione
sufficiente ad individuare e capire i frammenti pi piccoli. Si cos scelto di iniziare
questa prima fase di approccio attraverso una serie di schizzi e la raccolta di prime
misure di massima del singolo frammento, cercando di avvicinarsi alla comprensione ed
alla formulazione di unipotesi relativa alla configurazione architettonica.
A questo proposito lo schizzo di campagna, inteso come attivit finalizzata alla
discretizzazione del dato reale si rivelato il solo modo di cominciare un rilevamento
che potesse rappresentare un percorso scientifico secondo un filo logico che solo la
reale cognizione delle cose pu dare, poich la configurazione e la forma sono i due
momenti tra i quali si realizza latto conoscitivo nei confronti della realt esterna27.
A questo primo momento, definito comprensione intellettuale, appartiene la fase di
riflessione, interpretazione e commento; la fase che, affondando le mani nel bagaglio
della storia, organizza la ricognizione culturale ed assegna il ruolo alle parti, in un
disegno complessivo che, oltre alle finalit prefissate, rappresenter un momento di
realizzazione di un metodo conoscitivo. La De Simone ricorda ancora che Tra il
XVIII secolo ed il XIX, Hittof, Zant, Viollet Le Duc e Du Fourny, per il meridione
dItalia e per la Sicilia in particolare, si dedicarono ai tesori italiani, mostrando di
possedere un interesse di tipo documentario per un inestimabile patrimonio
monumentale ancora da scoprire. Ma, mentre erano intenti a tale tipo di interesse,
questi studiosi instaurarono, al contempo, uno specifico costume professionale e
pedagogico: vedere conoscere, tradurre in tavole grafiche ed esprimere
didascalicamente il processo progettuale di cui l architettura di pietra diviene
27DE SIMONE, Disegno, rilievo, progetto, La Nuova Italia Scientifica, 1990
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23Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
rappresentazione del processo stesso () Rilevare significa disegnare la cosa
dellarchitettura in modo che losservatore possa intenderne sostanza: di forma, di uso,
di struttura () significa rendere esplicito da parte delloperatore il rapporto che si
instaura tra lo stesso e lopera darte come opera di cultura () nella condizione
storica e percettiva cui esso appartiene.
17. Schizzi ed eidotipi di frammenti del tempio "G"
Il termine eidotipo indica un disegno accurato, realizzato a mano libera dellarea o
delloggetto da rilevare, sul quale andranno segnate le misure rilevate; non , quindi,
solo un supporto per le misure ma un vero e proprio quaderno di appunti, sul quale il
rilevatore annota anche particolari, dettagli e impressioni del tutto soggettive. per
questo motivo che, per molti, leidotipo non ha solo il carattere di documentazione
provvisoria e di supporto, ma anzi parte integrante del progetto di rilievo e della
restituzione grafica del manufatto.
Il prelevamento delle misure si far, per quanto possibile, con la massima esattezza e
con particolare attenzione alla forma, per poter fissare le distanze che inquadrano i
frammenti e li collegano tra loro. Il rilievo di questi riuscir meglio quando si possegga
unadeguata conoscenza della forma caratteristica degli elementi architettonici.
Leidotipo quindi il mezzo primo di comprensione che ha permesso di acquisire
familiarit con loggetto di studio, e successivamente, attraverso un processo di
introiezione dei contenuti acquisiti, di poter dare sicurezza alle successive fasi di lavoro.
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24Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
18. L'ordine dorico, da Bianchini
La redazione delleidotipo stata finalizzata al riconoscimento dei frammenti degli
elementi canonici della trabeazione dorica28. La fase successiva stata quindi dedicata
28 L'ordine dorico il primo e il pi antico degli ordini architettonici greci, nacque nel Peloponneso e si diffuse
nell'entroterra greco e nelle colonie greche in Italia. In questo ordine sono costruiti tutti i templi della Magna Grecia e
alcuni degli edifici pi importanti della Grecia stessa, fra cui il Partenone nell'Acropoli di Atene e il Tempio di Zeus
ad Olimpia. La fondazione del tempio era in genere in pietra locale ed chiamata euthynteria, su di essa poggiano i
gradini di accesso al tempio (crepidoma), inizialmente in numero di tre, aumenteranno con il tempo. L'ultimo gradino
detto stilobate, in quanto vi poggia direttamente la colonna, priva di base, che in greco detta Stilo. Il fusto della
colonna rastremato verso l'alto, per evidenziare la contrapposizione di forze tra il capitello e l'architrave. Inoltre il
fusto presenta delle scanalature poco profonde unite a spigolo vivo che esprimono una spinta ascendente e
accentuano l'effetto chiaroscuro.
Esso caratterizzato da un rigonfiamento a due terzi dell'altezza detto entasi, che serve a correggere l'illusione ottica
del restringimento generata in una fila di colonne perfettamente tronco-coniche. La colonna poteva avere un'altezza
da 4,5 a 6 volte il diametro della sua base. Il capitello dorico era formato dall'echino, una specie di "cuscinetto
rigonfio" a forma di guscio di riccio di mare, su cui poggiava l'abaco, che ha la forma di un parallelepipedo a base
quadrata. Sopra il capitello si trova la trabeazione. Dal basso verso l'alto, in questo ordine essa composta da un
architrave liscio formato da blocchi che si congiungono al centro della colonna per una maggiore stabilit, sopra
poggia il fregio, suddiviso alternativamente in metope (b), spazi rettangolari che potevano essere lisci, scolpiti o
dipinti, e triglifi (a), rettangoli solcati verticalmente. Tra l'architrave e il fregio vi un listello continuo detto tenia sul quale sono applicati degli elementi rettangolare, le regulae (d) in corrispondenza dei triglifi. Sono decorati a gocce
(guttae). Il fregio dorico deve sempre iniziare con un triglifo. Al di sopra della trabeazione presente la cornice che
racchiude il timpano, uno spazio triangolare che andr ad accogliere le decorazioni frontonali. La cornice formata
da un geison orizzontale poggiante sulla trabeazione (e), e uno inclinato poggiante sul frontone. Su di questo posa una
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25Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
alla ricostruzione del disegno dellordine attraverso la giustapposizione dei frammenti,
ed infine alla sua analisi metrica e morfologica.
Anche il mezzo fotografico ha fatto parte integrante di questa prima fase ed ha
consentito di potere catalogare i frammenti riconosciuti, soprattutto quelli di dimensioni
minori, per il loro studio e dimensionamento e per la successiva individuazione
allinterno delle nuvole di punti. Quando la risoluzione delle nuvole di punti non era
adeguata, stata utilizzata la foto-modellazione, di cui parleremo pi avanti, per
riempire i vuoti e per reperire, attraverso lesecuzioni di fotopiani, informazioni
metriche e dimensionali necessarie allo scaling delle nuvole di punti risultanti.
Il lavoro si poi concentrato sui dati acquisiti mediante scanner laser secondo processi
che, come vedremo, richiamano fortemente i metodi diretti del rilievo. Le nuvole di
punti hanno costituito unalternativa alla misurazione diretta degli oggetti che risultata
molto pi semplice da un punto di vista operativo, ma impegnativa per quanto riguarda
la definizione di metodologie per lestrazione di modelli discreti.
sima (f). Tra il fregio e la cornice vi una decorazione continua a gocce, leggermente inclinata per far sgocciolare
meglio l'acqua, qui per cambia il nome da regulae a mutuli. La copertura dell'edificio era solitamente in tegole
chiuse, talvolta in marmo. Il tetto era fornito di grondaia decorata sui lati lunghi con antefisse che avevano il doppio
compito di scarico delle acque piovane e di evitare che l'acqua filtrasse sotto il tetto. Le estremit del tetto e la
sommit dove iniziavano i due spioventi, erano decorati con imponenti acroteri. Numerosi sono gli accorgimenti
visivi utilizzati nellordine dorico dagli architetti greci, che volevano rendere la visione dei loro templi pi armoniosa
e perfetta. Per primo le colonne sono rastremate, ovvero il diametro si riduce man mano che dalla base si risale verso
la cima. La rastremazione per non uniforme: a circa un terzo del fusto presente un lieve rigonfiamento detto
entasi, che impediva alla colonna di sembrare innaturalmente sottile. Le colonne stesse, inoltre, non sono mai
perfettamente verticali, ma presentano una leggera inclinazione verso linterno o, nel caso delle quattro dangolo,
verso le diagonali alla base del tempio. Questo artificio serve a controbilanciare il senso di oppressione che si
proverebbe di fronte a una colonna che, se perfettamente verticale, parrebbe invece pendere verso di noi. Un ultimo
accorgimento quello che riguarda lo stilobate, che leggermente convesso al fine di dare la sensazione di essere
invece perfettamente orizzontale: se fosse orizzontale, infatti, la presenza della massiccia serie di colonne darebbe
origine a un'illusione ottica che, al contrario, lo farebbe sembrare concavo.
19. Campagna di rilievo del Tempio "G" 20. Misurazioni di un rocchio di colonna
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26Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Il riconoscimento dei frammenti archeologici ed il loro isolamento hanno permesso
lacquisizione delle loro caratteristiche dimensionali con una buona risoluzione. La fase
di riconfigurazione dei frammenti, ovvero il loro corretto orientamento secondo i piani
di posa, ha permesso quindi di ottenere unanastilosi virtuale confrontabile con la
giustapposizione dei modelli discreti ricavati, attribuendo rigore a questa operazione e
dando anche interessanti informazioni sullo stato di degrado del monumento.
La fase di restituzione ha rappresentato, tuttavia, il momento pi interessante del lavoro,
poich, la riconfigurazione degli elementi discretizzati ha premesso di leggere i vuoti
della sezione costruttiva della trabeazione ed ha innescato un processo di ulteriore
indagine sui frammenti i quali, in parte, sono stati poi riconosciuti sulla base degli
aspetti morfologici e dimensionali che i suddetti vuoti rivelavano. La riconfigurazione
dei frammenti consente di avanzare unipotesi rigorosa della sua forma, secondo un
processo che attribuisce al rilievo il ruolo di momento metodologico di conoscenza e,
quindi, di rivelazione.
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27Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Metodi di rilievo: diretto, topografico, fotogrammetrico e con
laser scanner
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28Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La disciplina del rilievo si attesta nel corso del Rinascimento attraverso lo studio dei
monumenti romani compiuti da architetti, artisti ed eruditi e trover il suo principale
campo di applicazione nellarchitettura allo scopo di documentare i manufatti storici. Si
possono distinguere due metodologie fondamentali: il rilievo diretto e il rilievo
indiretto.
Per rilievo diretto sintendono operazioni di misurazione a stretto contatto con i
manufatti, che prevedono lutilizzo di strumenti semplici che vengono stesi lungo le
superfici per misurarne lunghezze e stabilire allineamenti; il vantaggio quello di
conoscere in modo immediato, diretto per lappunto, le misure del manufatto e
consentire la verifica di eventuali errori in corso dopera.
Di rilievo indiretto si parla, invece, quando le misurazioni vengono effettuate con degli
strumenti ottici, meccanici o informatici di grande precisione che, per ottenere una
trasposizione grafica, richiedono calcoli pi o meno complessi da parte delloperatore.
Tale tecnica comincia a svilupparsi in Europa a partire dal XVII secolo, nellambito del
rilevamento del territorio, quando venivano impiegati dapprima il goniometro e pi
tardi il teodolite ottico-meccanico. Entrambi gli strumenti infatti erano in grado di
eseguire misurazioni di angoli cui seguivano operazioni
trigonometriche per la determinazione delle coordinate
dei punti rilevati. La misurazione di un punto avveniva
attraverso il metodo delle intersezioni in avanti, che
richiedeva letture angolari da due stazioni differenti.
21. Strumenti per il rilievo diretto
22. Teodolite ottico-meccanico
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29Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Negli ultimi decenni, grazie ai progressi tecnologici, si sono potute sveltire queste
operazioni mediante lapplicazione di distanziometri elettronici ai comuni teodoliti
(stazione totale), in modo da associare la misurazione della distanza alla lettura
angolare. Ci ha consentito il riconoscimento di un punto ignoto a partire da una sola
stazione, sebbene risulti opportuno effettuare la lettura di angoli e distanze da un
secondo punto noto per risolvere il problema dellorientamento.
Attualmente, per, lutilizzo del teodolite, anche nella
sua versione pi evoluta, stato del tutto scalzato dalla
stazione totale, un sofisticato strumento di rilievo dotato
di un processore in grado di restituire in tempo reale le
coordinate spaziali dei punti rilevati utilizzando il
medesimo metodo di lettura di angoli e distanze.
Questo particolare apparecchio composto dal
basamento, che viene fissato a un treppiede per mezzo
di una vite centrale (comprende un piombo laser, che
serve per centrare il punto noto a terra, tre viti calanti
per la messa in bolla, e lalidada, dotata di cannocchiale,
mirino, bolla sferica, viti per i piccoli spostamenti) e da un computer provvisto di un
display e di una tastiera (comprendente tasti funzione per le principali operazioni, tasti
alfanumerici per linserimento dei dati e tasti di navigazione per spostarsi allinterno
dellinterfaccia del software).
Altro accessorio indispensabile infine il prisma
riflettente da posizionare sul punto da rilevare, che
possibile montare su unasta metallica (palina) oppure
su un treppiede. I punti da valutare attraverso i metodi
del rilievo indiretto topografico devono essere
univocamente definiti e riconoscibili in loco. Nella
prassi si usa materializzarli, ovvero farli corrispondere
ad oggetti riconoscibili sistemati appositamente che ne
fissano inequivocabilmente la posizione. I punti a terra
che costituiscono i vertici di una rete dinquadramento topografica, ad esempio,
vengono materializzati con chiodi speciali, detti appunto topografici, mentre i punti di
riferimento per la fotogrammetria e per i rilievi con laser-scanner sono segnalati con
marche metalliche bicolori a croce, ben visibili nei fotogrammi e nei file delle point-
clouds (perch rilevati ad una risoluzione maggiore).
23. Stazione totale
24. Prisma riflettente
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30Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Questi vengono riferiti ad un
unica poligonale topografica che
consente di orientare scansioni
fatte anche in tempi diversi; nel
nostro caso, infatti, le scansioni
fatte per colmare i vuoti delle
nuvole di punti della precedente
campagna di rilievo (2005), sono
state orientate e sovrapposte a
queste proprio grazie allutilizzo della medesima poligonale topografica.
Le operazioni di rilievo fondate sulla fotografia, invece, rientrano nel campo di
applicazione della fotogrammetria, che la scienza che utilizza le immagini
fotografiche di un oggetto per ricavarne le dimensioni.
La fotogrammetria costituisce un supporto fondamentale alle operazioni di rilievo
poich proprio dalle prese fotografiche possibile derivare informazioni utili per la
definizione dimensionale degli elementi. Questo possibile quando si ha laccortezza di
scattare la fotografia facendo attenzione a porre il piano della pellicola in modo del tutto
parallelo allelemento di interesse, avvalendosi inoltre di un sistema metrico a cui
riferire le dimensioni delle singole parti. In particolare, nellarcheologia, prassi
comune utilizzare un telaio costituito da una maglia quadrata di dimensioni note a cui
riferire la zona interessata.
Qualora sia necessaria una maggiore precisione possibile effettuare fotopiani o,
tramite prese stereoscopiche29, da elaborare con fotomodellazione, ottenere
informazioni tridimensionali delloggetto.
Diversamente, il dato fotografico pu essere utilizzato solo come supporto figurativo
come, ad esempio, nel rilievo del degrado.
29Leprese stereoscopiche sono coppie di fotografie dello stesso oggetto riprese secondo una direzione differente. Langolo che separa queste due riprese pu essere simile a quello formato dagli occhi o anche maggiore (iperstereoscopia). Per ottenere questo tipo di prese si pu ricorrere a speciali macchine dotate di due obiettivi o utilizzare un normale apparecchio fotografico spostandolo tra una ripresa e laltra. Nel fare questo lapparecchio deve essere mosso parallelamente ed necessario evitare variazioni di inquadratura nel senso verticale.
25. Poligonale topografica d'appoggio utilizzata per i rilievi
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31Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Il problema fondamentale dellutilizzo della fotografia nel rilievo che i fotogrammi
non sempre rispecchiano le condizioni ideali della prospettiva, infatti, anche usando
obiettivi con scarsa presenza di distorsioni non possibile ignorarne la presenza.
per questo che il fotogramma, quando viene utilizzato per processi fotogrammetrici,
deve essere calibrato neutralizzando in post processing le deformazioni della lente
attraverso i valori indicati nei certificati di calibrazione o via software mediante prese
fotografiche di specifiche griglie.
La fotogrammetria monoscopica consiste nel raddrizzamento di singoli fotogrammi da
cui si ricava una proiezione ortogonale di tipo bidimensionale chiamata fotopiano; la
fotogrammetria stereoscopica implica invece che loggetto sia fotografato da due punti
differenti in modo da ricavarne una visione tridimensionale; attraverso linserimento di
punti di coordinate note possibile riferire le misurazioni ad un sistema di coordinate
spaziali.
Questa scienza ha avuto ampio sviluppo a partire dallinizio del novecento nellambito
del rilevamento territoriale attraverso prese fotografiche da aeromobili
(aerofotogrammetria) ed in seguito ha trovato sempre pi numerose applicazioni, ad
esempio, nel rilievo di prospetti di edifici storici o in siti archeologici (fotogrammetria
terrestre).
26. Schema delle distorsioni a seconda dell'ottica utilizzata
27. Esempio di aerofotogrammetria e di fotogrammetria terrestre
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32Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La tecnologia pi recente infine il laser-scanner,
strumento largamente utilizzato in questo lavoro. Il laser
scanner effettua misurazioni automatiche di grandi quantit
di punti del suo campo visivo restituendo forme
tridimensionali riconoscibili.
Il laser scanner pu essere assimilato ad una stazione totale
motorizzata, in grado di acquisire le coordinate 3D dei punti
in tempi molto rapidi; al termine della scansione genera una
nuvola di punti che descrive in modo continuo la superficie delloggetto rilevato.
La mosaicatura di scansioni realizzate da stazioni diverse consente di acquisire tutte
quelle superfici in grado di definire la forma delloggetto.
Una classificazione di tali strumentazioni pu essere fatta in riferimento al principio su
cui si basa il funzionamento del sensore:
- Scanner laser a tempo di volo (TOF)
Lo strumento, dotato al suo interno di un emettitore
di impulsi laser, a scansione zenitale ed azimutale,
misura il tempo intercorso tra lemissione del
raggio luminoso e la riflessione dello stesso, a
mezzo di uno specchio rotante, sulloggetto da
rilevare (Time Of Flight), ottenendo la distanza tra
il centro dello strumento e il punto colpito, la cui
posizione determinata per coordinate polari e resa
in forma cartesiana secondo il sistema di
riferimento interno dello scanner.
Lutilizzo di questi particolari strumenti indicata per la scansione di ampie superfici.
Alla stessa categoria appartengono inoltre laser scanner, solitamente impiegati per il
monitoraggio ambientale, in grado di effettuare misurazioni a distanze superiori al
chilometro e dotati di un motore interno atto a consentire una rotazione completa
intorno allasse centrale, dispositivo che coadiuva lazione dello specchio rotante che
devia lemissione del raggio laser. La copertura di distanze cos importanti prevede un
livello di precisione attestato tra 3-5 mm, in cui il margine di errore direttamente
proporzionale alla distanza dello scanner dalloggetto. Una videocamera interna o una
macchina fotografica sincronizzata permette infine di acquisire le coordinate colore dei
singoli pixel e di associarle ai punti della nuvola.
28. Scanner laser Leica Scan Station 2
29. Schema di funzionamento scanner laser TOF
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33Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
- Scanner laser a triangolazione ottica:
lo strumento dotato di un emettitore, che invia un fascio laser di angolo noto
attraverso delle lenti cilindriche, e di un sensore/camera CCD, posto ad una
distanza nota dallemettitore, che rileva lintensit
luminosa riflessa dalla superficie colpita, calcolandone
langolo dincidenza e determinando cos la posizione
del punto mediante triangolazione.
La scelta di queste apparecchiature opportuna per
distanze non superiori ai 2,5 m dalloggetto ma offrono
una precisione nel rilievo a livello sub-millimetrico, che le rende indicate soprattutto per
il rilievo di manufatti di dimensioni ridotte. Ne esistono sia a raggio laser che a luce
bianca, sono dotate anchesse, come le precedenti, di fotocamere atte ad acquisire e
restituire le coordinate colore di ciascun punto e la mosaicatura delle singole scansioni
si effettua per sovrapposizione di punti omologhi.
- Scanner laser a comparazione di fase:
lo scanner, attraverso un comparatore di fase,
calcola la distanza delloggetto dallo strumento a
seconda della differenza di fase tra londa emessa,
armonica e di ampiezza o frequenza nota, e londa
riflessa dalloggetto. Il suo funzionamento, per
quanto analogo a quello dello scanner laser TOF,
consente scansioni pi con un notevole risparmio di
tempo nellacquisizione dei dati snellendo le
operazioni di scansione sul campo.
Occorre ancora ricordare che queste tecnologie di nuova generazione sono in grado di
effettuare rilievi topografici di luoghi di varie dimensione e a differente scala
architettonica, sia di esterni che di interni, pur necessitando di una fase di elaborazione
dei dati acquisiti che potrebbe apparire piuttosto impegnativa.
Le suddette tecnologie di rilievo sono state illustrate poich, come affermato dal
Bianchini: Gli sviluppi degli ultimi anni sono stati quelli di una crescente integrazione
tra le varie tecniche del rilievo indiretto, particolarmente nel campo della
documentazione dei beni culturali, le quali trovano una affiatata complementarit in una
gerarchica suddivisione di compiti che appare coerente con i fondamenti metodologici
delle procedure di misurazione.
30. Schema di funzionamento dello scanner laser a triangolazione ottica
31. Differenza di fase tra onda emessa e onda riflessa
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34Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Alla stazione totale infatti assegnato il compito di creare delle reti di inquadramento di
vertici topografici organizzati gerarchicamente in capisaldi primari e secondari, con una
precisione via via decrescente ma si ragiona su valori molto piccoli ben al di sotto
dei limiti di tolleranza stabiliti cui collegata in ultimo luogo una maglia di punti
particolari, contrassegnati da apposite marche, che costituiscono i riferimenti visivi per
le riprese fotogrammetriche e con il laserscanner. A questi ultimi due tipi di
strumentazioni spetta pertanto il ruolo di documentare il dettaglio dei manufatti
sostituendosi totalmente al rilievo diretto. Le due tecniche tendono verso la massima
reciproca integrazione in quanto la fotogrammetria stereoscopica viene utilizzata per
rivestire le nuvole di punti tridimensionali ottenute con il laser scanner spalmandovi
sopra le immagini fotografiche ortorettificate30.
Le restituzioni conseguite per mezzo di questi strumenti vengono elaborate tramite
appositi software, in una fase definita post-processing, cui segue la realizzazione di
modelli tridimensionali per applicazioni di realt virtuale e aumentata.
La difficolt di lettura dei manufatti archeologici, di cui spesso non sono riconoscibili i
frammenti ed il loro ruolo allinterno dellorganismo, pone il problema di riuscire ad
individuarne le tracce significative e metterle in evidenza nel disegno attraverso
limpegno intellettuale di chi opera il rilievo. Il processo di generazione di modelli
matematici attraverso lacquisizione di nuvole di punti, ad esempio, tramite
lorientamento dei frammenti, lestrazione di sezioni, la ricerca di piani di posa, la
base dellinterpretazione geometrica del frammento archeologico.
30M.Bianchini
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35Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Processi di supporto al rilievo: il fotopiano e la fotomodellazione
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36Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Il fotopiano
I fotopiani dei frammenti sono stati eseguiti utilizzando misure acquisite con metodo
diretto.
I fotopiani sono immagini ottenute attraverso la trasformazioni di proiezioni centrali (le
prese fotografiche) in proiezioni parallele ortogonali al piano prescelto. L'operazione
stata effettuata con il software RDF attraverso l'individuazione di un numero congruente
di rette parallele. La prima operazione da compiere consiste nelleffettuare la presa
fotografica e nel rilievare punti riconoscibili distribuiti uniformemente ed appartenenti
ad uno stesso piano.
33. Selezione delle rette orizzontali e verticali
32. Misure rilevate con metodo diretto
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37Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Attraverso lapposito comando si assegnano un numero minimo di quattro rette o
quattro punti di cui nota la direzione o la posizione. Il raddrizzamento verr eseguito
sfruttando la corrispondenza omografica tra la proiezione del piano descritto da tali rette
o punti ed il piano proiettato ortogonalmente sul quadro in vera forma e grandezza. Se i
punti sono pi di quattro il programma effettua calcoli alternativi che consentono di
valutare la precisione del fotopiano.
34. Calcolo dei punti di fuga
35. Calcolo dei parametri
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38Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Individuate le rette che, a raddrizzamento avvenuto, dovranno risultare orizzontali e
verticali, quindi si passa al calcolo dei punti di fuga e dei conseguenti parametri di
correzione, automaticamente effettuato dal programma.
36. Selezione dell'area di campionamento
Si procede, quindi, con la selezione dell'area che ci interessa raddrizzare e si definisce il
rapporto x/y reale delle distanze fra i punti scelti ed il valore in metri di un pixel, tramite
il quale il software ci fornisce automaticamente informazioni relative alla risoluzione e
alla dimensione dell'immagine corretta.
37. Inserimento delle misure rilevate
E' possibile, quindi, verificare le operazioni svolte attraverso un'anteprima e, se tutto
risulta congruente, concludere la procedura avviando la trasformazione tramite il
comando RDF.
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39Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
38. Visualizzazione dell'anteprima
Limmagine raddrizzata rappresenta il profilo del frammento in vera forma e grandezza
e questo verificabile importando tale immagine come raster in un programma CAD ed
effettuando delle misurazioni.
39. Fotopiano importato in programma CAD
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40Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Sar quindi possibile ricostruire idealmente il profilo del frammento e tramite un
processo di estrusione ricavarne un modello discreto.
40. Estrazione del modello discreto tramite processo di estrusione
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41Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La fotomodellazione
La fotomodellazione dei frammenti stata effettuata con Photomodeler scanner,
sofware che consente la generazione di nuvole di punti a partire da prese
stereoscopiche.
41. Coppie stereoscopiche
Il software utilizza coppie di prese fotografiche che, non corrispondendo ad una
prospettiva geometrica ideale, subiscono distorsioni radiali e tangenziali pi o meno
grandi a seconda dell ottica utilizzata. Le informazioni quantitative circa i parametri di
correzione possono essere tratte dai certificati di calibrazione delle ottiche, nel caso di
macchine fotogrammetriche, o nel caso di apparecchi fotografici semplici, tramite il
processo di calibrazione che viene eseguito elaborando fotografie di una griglia di punti
in dotazione (orientamento interno) capace di restituire i valori di distorsione
dellimmagine punto per punto a seconda delle caratteristiche delle ottiche usate.
42. Calibrazione delle distorsioni ottiche tramite griglia in dotazione
-
42Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
La prima operazione da compiere il riferimento reciproco delle prese a partire da punti
omologhi scelti nelle zone di sovrapposizione (orientamento esterno relativo).
43. Scelta dei punti omologhi nelle zone di sovrapposizione
Il numero dei punti scelti determina lapprossimazione del risultato e quindi lerrore
commesso; questultimo verificabile processando il progetto e leggendo lerrore
risultante dall operazione.
44. Calcolo dell'errore
Nella fase successiva di effettua l idealizzazione di tutte le immagini adoperate; tramite
questo processo il software in grado di applicare inversamente alle singole immagini i
valori di distorsione generati per mezzo della calibrazione trasformando le fotografie in
vere e proprie prospettive ideali.
-
43Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
Dopo questo processo possibile notare come le distorsioni di una presa fotografica
siano pi concentrate verso lesterno dellimmagine.
45. Idealizzazione delle prese fotografiche
Lultima operazione consiste nella selezione dellarea di campionamento, che deve
appartenere alla zona di sovrapposizione delle coppie di fotografie.
46. Selezione dell'area di campionamento
-
44Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte
E quindi possibile avviare la generazione della nuvola di punti decidendo il sampling
rate ovvero la distanza minima di due punti della nuvola che sar generata.
47. Parametri di generazione della nuvola di punti
Occorrer a questo punto effettuare lo scaling della nuvola di punti ottenuta, avendo
avuto cura di effettuare delle misurazioni del frammento sia per via diretta che
attraverso stazione totale.
48. Nuvola di punti da fotomodellazione
La nuvola di punti ottenuta pu essere quindi direttamente controllata, elaborata,
misurata o, tramite il processo di triangolazione, trasformata in una in mesh in grado di
mantenere la mappatura delle textures. Il risultato un valido ausilio ai fini del rilievo
in quanto consente di ricavare, con buona precisione e a basso costo, profili, misurare
distanze ed estrarre sezioni utili alla comprensione degli elementi architettonici in
esame.
-
45RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Anastilosi virtuale dei frammenti, generazione del modello
discreto e restituzione dei contenuti emersi
-
46RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Ilcrepidoma
Lanastilosi e la ricostruzione virtuale della peristasi sud del tempio G pongono come
prima problematica quella di inquadrare la successione di colonne allinterno di una
precisa dimensione del crepidoma, individuando in maniera esatta la dimensione
dellintercolumnio e la distanza della colonna dal bordo dello stilobate. Per la procedura
stato applicato il rilievo laser-scanner ottenuto durante la campagna di rilevamenti
svolta nel 2005 nellambito del workshop Tecniche innovative per il rilevamenti dei
beni archeologici promosso dal Dipartimento di Rappresentazione dellArchitettura
dell Universit di Palermo e dal dipartimento di Expressi Grafica Arquitectonica del
Politecnico di Barcellona (ETSAB).
49. Scansione del tempio e poligonale topografica
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47RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Il rilievo della lunghezza dello stilobate stato basato sullindividuazione di un piano
approssimato alla superficie verticale nel fronte Ovest e nel fronte Est.
A partire da questi piani di riferimento si rintracciata, mediante software, la distanza
tra i piani misurata secondo la normale a questi che approssimabile alla misura
ricercata.
50. Approssimazione di un piano alle superfici verticali dello silobate
.
51. Misura della distanza tra i piani individuati
-
48RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
La medesima operazione stata effettuata per i fronti Nord e Sud.
52. Approssimazione di un piano alle superfici verticali dello silobate
53. Misura della distanza tra i piani individuati
Si quindi giunti ad dimensionare i lati del rettangolo che descrive lo stilobate in
112,84 x 50,92 m.
-
49RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Laltezza massima dello stilobate stata rilevata generando il piano di riferimento
passante per i punti riconoscibili e misurandone la distanza con il livello pi basso di
posa dei frammenti. Laltezza rilevata di 1, 76 m, compatibile con la ricostruzione
effettuata da Hulot e Fourget da cui risulta pari a 1,80m.
54. Approssimazione del piano superiore dello stilobate
55. Misura dell'altezza dello stilobate
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50RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
La posizione della peristasi rispetto allo stilobate stata rintracciata attraverso la
sezione della nuvola di punti prima al livello dello stilobate e poi al livello delle
colonne. Le due sezioni sono poi state importate allinterno di un sofware CAD per
approssimarne la configurazione geometrica e misurarne le distanze cercate.
56. Sezioni della nuvola di punti a quote differenti
57. Estrazione delle informazioni dimensionali cercate da software CAD
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51RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Da queste operazioni stata dedotta la distanza media dellimoscapo dal bordo dello
stilobate; equivalente a 25 cm, ed una misura media dellintercolumnio le cui variazioni
sono probabilmente ascrivibili ai dissesti causati dal crollo pari a 6,63 m.
58. Misurazione delle sezioni estratte dalla nuvola di punti
-
52RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Lesito degli studi sul crepidoma e sul posizionamento della peristasi stato
rappresentato tramite una planimetria in scala 1:200. La sovrapposizione alla nuvola di
punti conferma le ipotesi fatte, poich anche i frammenti delle basi delle colonne non
considerate in questo studio risultano congruenti alla posizione degli imoscapi
ipotizzati.
59. Restituzione planimetrica dello stilobate e delle colonne del fronte Sud
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53RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Analisi di quattro colonne del fronte sud
Lindagine finalizzata al rilevamento e la restituzione di un modello scientifico della
colonna stata effettuata servendosi della nuvola di punti integrata dal rilievo di
maggior dettaglio effettuato nel corso dell elaborazione di questa tesi.
Si scelto di lavorare su quattro colonne in buono stato di conservazione che
corrispondono alle colonne 6, 7, 8 e 9 del fronte Sud da occidente.
Le colonne sono state individuate su una mappa dinsieme ed elaborate in ordine di
numerazione.
60. Mappa d'insieme delle colonne oggetto di studio
Va osservato che le colonne del tempio G, con leccezione di pochi casi isolati, sono prive di scalanatura. Il tempio non ha mai raggiunto, quindi, la sua fase ultima di definizione.
67 8
9
-
54RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Colonna 6
Della colonna sono sicuramente riconoscibili quattro rocchi rimasti allineati dopo la
caduta.
61. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 6
Lelemento A viene isolato dalla nuvola di punti
e riferito al piano orizzontale facendo passare un
piano di riferimento per i punti del suo piano di
posa superiore. Si ricava dunque una terna di assi
orientata secondo tale piano e si genera una
matrice di roto-traslazione per allineare le
coordinate della terna agli assi principali
Vengono quindi eseguite una serie di sezioni
orizzontali che verranno importate in un
programma CAD.
A
B
CD
A
62. Orientamento rispetto al piano orizzontale
63. Estrazione di sezioni orizzontali
-
55RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Le singole sezioni vengono approssimate a
circonferenze e, dallunione dei centri, viene
ricavato lasse del rocchio. La proiezione
orizzontale dellasse trovato viene utilizzata per
allineare correttamente i rocchi studiati. Gli scarti
nelle direzioni di queste rette, fra rocchi
successivi, corrispondono alle rotazioni secondo
assi ortogonali al piano di posa verificatesi nel
crollo.
Questa operazione viene eseguita imponendo una
matrice di roto-traslazione alla nuvola assegnando
come trasformazione il solo valore dellangolo
orizzontale trovato. Con queste operazioni la
nuvola di punti rappresentante il frammento stata
riferita al piano orizzontale e perfettamente
orientata secondo linclinazione della proiezione
orizzontale dellasse.
64. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali
65. Misura dell'angolo orizzontale di rotazione del frammento
66. Correzione dell'orientamento del frammento
-
56RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Le stesse operazioni vengono eseguite per il rocchio B:
B
67. Isolamento del frammento e ricerca del piano di posa orizzontale
68. Generazione di una terna di assi riferita al piano e rototraslazione del frammento
69. Estrazione delle sezioni orizzontali 70. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
71. Correzione dell'orientamento orizzontale del frammento mediante imposizione di una rotazione secondo l'asse Z
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57RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Le stesse operazioni vengono eseguite per il rocchio C e D:
I valori angolari di correzione trovati non presentano significative anomalie e possono
essere considerati attendibili per rotazioni subite in caduta.
C
D
72. Isolamento del frammento C e ricerca del piano di posa orizzontale
73. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali
74. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
75. Isolamento del frammento D e ricerca del piano di posa orizzontale
76. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
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58RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Le nuvole dei rocchi, correttamente orientate, vengono poi giustapposte grazie ai piani
di posa trovati in modo da potere misurare lentasi in prossimit del terzo dellaltezza
del fusto della colonna.
77. Giustapposizione dei singoli rocchi 78. Misura dell'entasi
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59RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Colonna 7
Della colonna sono
riconoscibili quattro
rocchi rimasti allineati
dopo la caduta, anche
questi vengono
nominati in ordine di
elaborazione.
Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6.
A
BCD
79. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 7
A
80. Isolamento del frammento A e ricerca del piano di posa orizzontale
81. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali
82. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
-
60RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
84. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali
85. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
C
83. Isolamento del frammento B e ricerca del piano di posa orizzontale
86. Isolamento del frammento C e ricerca del piano di posa orizzontale
87. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali
88. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
B
-
61RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
I valori angolari di correzione trovati non presentano significative anomalie e possono
essere considerati attendibili per rotazioni subite in caduta.
92. Giustapposizione dei frammenti orientati e misura dellentasi
D
89. Isolamento del frammento D e ricerca del piano di posa orizzontale
90. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali
91. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione
-
62RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Colonna 8
Della colonna sono
riconoscibili nove
rocchi rimasti allineati
dopo la caduta, questi
vengono nominati in
ordine di elaborazione.
Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6 e 7:
94. Procedura eseguita sullelemento A e misura dellangolo di correzione
95. Procedura eseguita sullelemento B e misura dellangolo di correzione
A
B
A
B
CDE
FGH
I
93. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 8
-
63RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
96. Procedura eseguita sullelemento C e misura dellangolo di correzione
97. Procedura eseguita sullelemento D e misura dellangolo di correzione
98. Procedura eseguita sullelemento E e misura dellangolo di correzione
C
D
E
-
64RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
99. Procedura eseguita sullelemento F e misura dellangolo di correzione
100. Procedura eseguita sullelemento G e misura dellangolo di correzione
101. Procedura eseguita sullelemento H e misura dellangolo di correzione
F
G
H
-
65RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
102. Elemento I (capitello) orientato secondo il piano orizzontale
103. Procedura eseguita sullelemento I e misura dellangolo di correzione
Gli angoli trovati non presentano significative anomalie e possono essere considerati
attendibili per quanto riguarda le rotazioni subite in caduta.
104. Anastilosi della colonna 8
I
I
-
66RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Colonna 9
Della colonna sono
riconoscibili sei rocchi
rimasti allineati dopo la
caduta, questi vengono
nominati in ordine di
elaborazione.
Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6, 7 ed 8.
106. Procedura eseguita sullelemento A e misura dellangolo di correzione
107. Procedura eseguita sullelemento B e misura dellangolo di correzione
A
B
AB
CDE
F
105. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 9
-
67RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
108. Procedura eseguita sullelemento C e misura dellangolo di correzione
109. Procedura eseguita sullelemento D e misura dellangolo di correzione
110. Procedura eseguita sullelemento E e misura dellangolo di correzione
C
D
E
-
68RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
111. Procedura eseguita sullelemento F e misura dellangolo di correzione
Gli angoli trovati non presentano significative anomalie e possono essere considerati
attendibili per quanto riguarda le rotazioni subite in caduta.
112. Anastilosi della colonna 9
F
-
69RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Da questo studio sulle quattro colonne stato possibile reperire i dati necessari per
ottenerne un modello discreto. E stata utilizzata come riferimento la colonna 8 perch
meglio conservata e rispondente dimensionalmente ai valori medi trovati.
113. Anastilosi della colonna 8
Si dapprima isolato il capitello allo scopo di modellare il solo fusto della colonna;
sono state quindi importate sulla nuvola di punti le sezioni del fusto ricavate dalle
circonferenze orizzontali tramite le quali stato possibile estrarre la posizione dellasse
della colonna che, come noto, risulta inclinato per correzione ottica verso la cella. E
stato poi ricavato il profilo della colonna e,attraverso un processo di rivoluzione attorno
al suddetto asse, ne stato modellato il fusto.
114. Isolamento del fusto, estrazione dellasse e modellazione tramite rivoluzione del profilo della colonna
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70RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Per la modellazione del capitello di proceduto misurando le dimensioni dellabaco e
costruendo il parallelepipedo che lo rappresenta.
115. Modellazione dellechino
Si poi estratto il profilo dellechino, successivamente modellato per rivoluzione, e
sono poi stati fatti coincidere gli assi dei frammenti per ricavare il modello completo
della colonna.
116. Modellazione dellabaco e modello completo della colonna
Dalla restituzione grafica della colonna, in
scala 1:10, possibile leggere, oltre alle
misure di massima, i valori angolari
corrispondenti alle sue deformazioni ottiche.
117. Restituzione del modello delle colonne del fronte Sud e sovrapposizione delle anastilosi effettuate
118. Pianta e viste frontale e laterale della colonna
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71RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Considerazioni sulle correzioni ottiche della colonna
Il rilievo comparato delle colonne suddette ha confermato la presenza delle pi comuni
correzioni ottiche che venivano imposte alla colonna dorica: inclinazione dellasse che
risulta di un valore angolare di 1,2 deg ed entasi. Questa, ad esclusione della colonna 6,
risulta approssimativamente uniforme ed quindi ipotizzabile che, sebbene il tempio
non fosse del tutto finito, questa correzione ottica sia stata imposta alle colonne nello
stadio di lavorazione preliminare a quello della scalanatura.
119. Confronto dellentasi nelle anastilosi operate
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72RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
La trabeazione
La modellazione del blocco di trabeazione stato eseguito confrontando gli aspetti
morfologici e dimensionali di tre frammenti riconosciuti lungo il fronte sud.
120. Mappa dinsieme dei frammenti di trabeazione riconosciuti
Il frammento A viene isolato e riferito al piano orizzontale per poi essere sezionato
secondo un piano orizzontale. Tale sezione permette di ruotare successivamente il
blocco intorno allasse z affinch le sue facce risultino parallele ai piani coordinati.
121. Orientamento del frammento A secondo il piano orizzontale e misura del valore angolare di correzione dellorientamento
AC
B
A
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73RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Loggetto viene quindi sezionato secondo i tre piani coordinati e le sezioni vengono
esportate in un software CAD per indagarne forma e dimensioni e costruirne il modello.
122. Sezioni del frammento secondo i piani coordinati
123. Studio delle sezioni estratte dal modello
124. Costruzione del modello discreto della trabeazione
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74RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Le medesime operazioni verranno eseguite sui frammenti B e C; viene quindi eseguito
un confronto dimensionale tra i blocchi utile ad individuare scarti dovuti allo stato
frammentario e corroso degli elementi rilevati.
125. Orientamento del frammento B
126. Sezione del frammento secondo i piani coordinati
127. Analisi morfologica e dimensionale delle sezioni operate
B
-
75RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
128.Nuvola di punti del frammento C
129.Misura dellangolo di rotazione intorno a z e sua applicazione alla nuvola di punti
130.Studio delle sezioni estratte e generazione del modello discreto
C
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76RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
E dunque possibile, attraverso i dati ricavati e la conoscenza della dimensione
dellintercolumnio del fronte realizzare il modello matematico di questo elemento.
131. Restituzione del modello del fronte Sud con elemento di trabeazione e sovrapposizione delle anastilosi effettuate
132. Pianta e vista frontale e laterale della trabeazione
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77RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Blocchi a tenia, regula e guttae
Il rilevamento di questi elementi, posti nella parte sommitale della trabeazione, stato
eseguito confrontando due frammenti rinvenuti lungo il fronte sud ed uno nei pressi del
fronte nord.
133. Riconoscimento del frammento tenia nella nuvola di punti
La nuvola di punti del blocco con tenia stata isolata, orientata e sezionata per
studiarne forma e dimensione.
134. Orientamento del frammento e studio delle sue sezioni
A
-
78RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte
Il frammento