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1  

INDICE

1 PREMESSA ........................................................................................................................... 2

2 ASSETTO GEOMORFOLOGICO .......................................................................................... 3

2.1 CARTA GEOMORFOLOGICA ....................................................................................... 3

3 ASSETTO GEOLOGICO ....................................................................................................... 6

3.1 CARTA GEOLITOLOGICA ............................................................................................. 6

4 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO ............................................................................. 11

4.1 CARTA IDROGEOLOGICA .......................................................................................... 12

5 INDICAZIONI DI PROGETTO PER LA VARIANTE PAT .................................................... 14

5.1 CARTA DELLA FRAGILITA’......................................................................................... 14

5.1.1 Compatibilità geologica ..................................................................................... 14

5.1.2 Altri elementi di dissesto idrogeologico inseriti nella fragilità ............................ 17

5.2 CARTA DEI VINCOLI ................................................................................................... 17

5.3 CARTA DELLE INVARIANTI ........................................................................................ 17

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1 PREMESSA

Per incarico dell’Amministrazione Comunale di Grezzana, è stata svolta un’indagine al fine di

predisporre l’aggiornamento della cartografia geologica relativa alla Variante n. 2 del P.A.T..

La presente relazione compendia i dati presentati nei seguenti elaborati cartografici alla scala

1:10.000:

Carta Geomorfologica

Carta Geolitologica

Carta Idrogeologica

Gli aggiornamenti principali della parte geologica del quadro conoscitivo del PAT hanno riguardato

l’evoluzione morfologica del territorio, conseguente in particolare agli eventi gravitativi verificatisi

tra il 2011 e il 2013 sul versante presso Alcenago, a causa di crolli delle volte di galleria di cava in

sotterraneo.

La carta geomorfologica è stata aggiornata con l’inserimento di apposita grafia che individua lo

“sviluppo di cave in sotterraneo”.

Il contenuto della carta geolitologica non ha subito aggiornamenti sostanziali in riferimento alla

classificazione sia delle unità in affioramento del substrato roccioso, sia delle coperture detritiche,

colluviali ed eluviali.

L’aggiornamento principale della cartografia idrogeologica ha riguardato con l’inserimento

dell’idrografia superficiale

Per le legende delle diverse carte sono state utilizzate le grafie unificate predisposte dal Servizio

Geologia della Regione del Veneto.

Sulla base dell’aggiornamento del quadro conoscitivo e in particolare della carta geomorfologica è

stata rivista la classificazione del territorio comunale in funzione della sua compatibilità geologica

all’edificazione e allo sviluppo urbanistico in genere, cercando di mantenere comunque invariati i

principi di giudizio contenuti nel PAT originario.

Tali valutazioni hanno concorso alla formazione della tav. 3 del progetto di Variante al PAT “Carta

delle Fragilità

Indicazioni di carattere progettuale sono scaturite anche in merito ai Vincoli e alle invarianti.

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2 ASSETTO GEOMORFOLOGICO

Il territorio del comune di Grezzana si estende su una superficie di circa 49.5 km2 nel settore

centrale della Provincia di Verona. Confina a Nord con i comuni di Sant,Anna d’Alfaedo, Erbezzo,

Bosco Chiesanuova, a Est con Roverè Veronese, a Sud con Verona e a Ovest con Negrar.

Morfologicamente è caratterizzato per circa il 90% da aree di media ed alta collina si trova nella

Lessinia centro-meridionale e raggiunge quote di oltre 800m s.l.m. (Monte S. Viola)

La porzione pianeggiante è rappresentata dalla Valpantena, che con direzione prevalente N-S, è

anche l’elemento morfologico caratterizzante il territorio di Grezzana. E’ la sede dei principali

insediamenti abitativi ed industriali. Nei suoi settori più settentrionali, la valle è stretta e con ripidi

versanti, più a sud si apre progressivamente fino a congiungersi ai depositi alluvionali dell’alta

pianura veronese.

Il fondovalle è inciso dal torrente Valpantena, che presenta un corso rettificato arginato. Le quote

vallive vanno dai circa 400 m s.l.m., nelle porzioni più settentrionali, ai circa 150 m s.l.m. in quella

più meridionale. La sua pendenza media è dell’ordine di 2,5 %.

Numerose sono le valli trasversali che incidono i versanti collinari sia in destra che in sinistra

idrografica della vallata principale: in particolarmente le più sviluppate sono, da nord a sud, il Vaio

dell’Anguilla, il Vaio Fanaro, il Vaio Cavezze ed il Vaio Paradiso in sinistra idrografica della Val

Pantena, ed il Vaio Parol in destra idrografica.

Le aree collinari che hanno uno sviluppo areale più esteso nella porzione centro orientale del

territorio comunale, dove si raggiungono anche le quote più elevate. Sono contraddistinte da

morfologie prevalentemente dolci ed arrotondate con dossi cupoliformi di forma allungata.

Tra queste le principali sono la dorsale costituita dal Monte Comun (751m s.l.m.) e dal Monte

Tondo (703m s.l.m.); la dorsale che collega il Monte S. Viola (830 m s.l.m.), il Monte Castello

(708m s.l.m.) e il Monte Gazzo (500m s.l.m.).

2.1 CARTA GEOMORFOLOGICA

Gli aggiornamenti principali della parte geologica del quadro conoscitivo del PAT hanno riguardato

l’evoluzione morfologica del territorio, conseguente in particolare agli eventi gravitativi verificatisi

tra il 2011 e il 2013 sul versante presso Alcenago, a causa di crolli delle volte di galleria di cava in

sotterraneo.

La carta geomorfologica è stata aggiornata con l’inserimento di apposita grafia che individua lo

“sviluppo di cave in sotterraneo”.

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Queste superfici sono state inserite partendo dagli shape file disponibili sul geoportale della

Regione Veneto (tematismi cave attive e cave estinte).

Le cave in sotterraneo attive che insistono nel territorio di Grezzana sono le seguenti:

PROGRESSIVO CODICE NOME SUPERFICIE CAVA [mq]

MATERIALI

55 6092 CARRARA 182441 CALCARE PER GRANULATI

57 6101 SALINE DI ALCENAGO

221037 CALCARE PER GRANULATI

60 6097 VEGRI DI SOTTO CODA

59135 CALCARE PER GRANULATI

61 6095 RIE LUNGHE 351191 CALCARE PER GRANULATI

62 6096 BOAROL 298697 CALCARE PER GRANULATI

Oltre a queste è stato indicato anche lo sviluppo in sotterraneo di una sesta cava, classificata

come estinta, denominata “La Mariana” che si sviluppa a Nord e in continuità con la cava Saline di

Alcenago.

La delimitazione riportata nella carta geomorfologica riprende, con le opportune modifiche e

correzioni definite sulla base dell’analisi delle foto aeree, lo shape regionale che ne definisce

l’area concessionata.

Per quanto riguarda i dissesti gravitativi verificatisi sul versante interessato dalla cava Rie Lunghe,

la carta geomorfologica è stata aggiornata con gli elementi della frana di scorrimento che ha

interessato anche la strada provinciale. Sono state cartografate le “sinkholes”, rilevate sia

dall’analisi aerofotografica che da documentazione tecnica di studi sugli stessi da parte di vari

autori. In particolare si è fatto rifermento agli studi condotti dal Prof. Casagli per le perizie

commissionate dalla Provincia di Verona e dalla Procura della Repubblica.

Questi elementi sono stati cartografati con la simbologia relativa a frane di crollo attive non

essendo presente nelle grafie ufficiali una simbologia specifica.

Oltre all’aggiornamento della carta geomorfologica per i dissesti dell’area di Alcenago, è stata

rivista la classificazione di alcune frane sia attive che inattive presenti nel territorio.

In vari casi erano segnalate frane classificate di crollo che a parere dello scrivente sono meglio

riconducibili a movimenti traslativi e quindi a frane di scorrimento.

Di seguito si elencano gli elementi morfologici cartografati nella carta geomorfologica:

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Forme strutturali

o FAGLIA CERTA

o FAGLIA PRESUNTA

o ORLO DI SCARPATA RIPIDA INFLUENZATA DALLA STRUTTURA

Forme dovute alla gravità

o NICCHIA DI FRANA DI CROLLO

o NICCHIA DI FRANA DI SCORRIMENTO

o NICCHIA DI FRANA DI CROLLO NON ATTIVA

o NICCHIA DI FRANA DI SCORRIMENTO NON ATTIVA

o CORPO DI FRANA DI CROLLO

o CORPO DI FRANA DI SCORRIMENTO

o CORPO DI FRANA DI CROLLO NON ATTIVA

o CORPO DI FRANA DI SCORRIMENTO NON ATTIVA

Forme fluviali, fluvioglaciali

o ORLO DI SCARPATA DI EROSIONE FLUVIALE INFERIORE AI 5 METRI

o ORLO DI SCARPATA DI EROSIONE FLUVIALE ALTEZZA TRA 5 E 10 METRI

o ALVEO CON RECENTE TENDENZA ALL’APPROFONDIMENTO

o ALVEO CON RECENTE TENDENZA ALL’EROSIONE LATERALE

o SOLCO DA RUSCELLAMENTO CONCENTRATO

o SUPERFICIE CON FORME DI DILAVAMENTO PREVALENTEMENTE DIFFUSO

o SUPERFICIE CON FORME DI DILAVAMENTO PREVALENTEMENTE CONCENTRATO

o CONOIDE ALLUVIONALE CON PENDENZA FRA IL 2 E IL 10%

o CONOIDE ALLUVIONALE CON PENDENZA SUPERIORE AL 10%

Forme carsiche

o INGRESSO DI GROTTA

Forme artificiali

o ORLO DI SCARPATA DI CAVA ATTIVA

o ORLO DI SCARPATA DI CAVA ABBANDONATA/DISMESSA

o CAVA DI PICCOLE DIMENSONI ABBANDONATA O DISMESSA

o CAVA IN SOTTERRANEO

o MINIERA ABBANDONATA

o SVILUPPO DI CAVA IN SOTTERRANEO

o DISCARICA, TERRAPIENO

o OPERA DI CAPTAZIONE DI SORGENTI

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3 ASSETTO GEOLOGICO

Da un punto di vista geolitologico i rilievi, ricadenti nel territorio comunale, sono costituiti da rocce

prevalentemente calcaree che vanno dal Giurassico (Calcari Grigi di Noriglio, Ooliti di san Vigilio e

Rosso Ammonitico veronese, al Cretacico (Maiolica e Scaglia rossa) all’Eocene (calcari

Nummulitici).

Il substrato è spesso ricoperto da detrito di versante a granulometria prevalentemente limo

sabbiosa con pietrisco.

Sono inoltre presenti prodotti vulcanici terziari costituiti da basalti di colata, camini e filoni vulcanici,

vulcanoclastiti intra ed extradiatremiche

In alcuni settori sono stati riconosciuti accumuli di materiale di frane alcuni dei quali stabilizzati.

Le zone di fondovalle sono caratterizzate da depositi alluvionali, costituiti da limo argilloso con

ciottoli, sabbia fine e sabbia limo-argillosa con elementi di ghiaia

3.1 CARTA GEOLITOLOGICA

Il contenuto della carta geolitologica non ha subito aggiornamenti in riferimento alla classificazione

sia delle unità in affioramento del substrato roccioso, sia delle coperture detritiche, colluviali ed

eluviali.

La carta è stata aggiornata nella stesura definitiva con l’inserimento di dati stratigrafici relativi a

pozzi del catalogo ISPRA.

In allegato si riportano le relative schede tecniche.

Ai fini cartografici e come riportato nelle grafie unificate predisposte dal Servizio Geologia della

Regione del Veneto, le formazioni geologiche sono state assoggettate a raggruppamenti in

funzione della litologia, dello stato di aggregazione, del grado di alterazione e del conseguente

comportamento meccanico che le singole unità assumono nei confronti degli interventi insediativi e

infrastrutturali che lo strumento urbanistico introduce.

Rispetto ad una classificazione basata esclusivamente sulle formazioni geologiche, una legenda

litologica sviluppa criteri che consentono di distinguere le unità del substrato geologico da quelle

delle coperture di materiali sciolti.

Per quanto riguarda le unità del substrato si fa riferimento alla compattezza, al grado di

suddivisione dell’ammasso roccioso, al grado di alterazione, alla presenza di alternanze di

materiali a diverso grado di resistenza o coesione, alla tessitura e grado di cementazione delle

singole formazioni.

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Per quanto riguarda i materiali delle coperture, il riferimento fondamentale è quello che richiama il

processo di messa in posto del deposito o dell’accumulo, lo stato di addensamento e la tessitura

dei materiali costituenti.

Le unità litologiche cartografate sono le seguenti:

Litologia del substrato

ROCCE COMPATTE MASSICCE O A STRATIFICAZIONE INDISTINTA

Questa unità comprende le seguenti formazioni geologiche:

Calcari Grigi di Noriglio (Giurassico inferiore), si tratta di calcari e calcari argillosi suddivisi in strati

di potenza variabile dai 5 cm ai 2 metri, dal colore grigio più o meno chiaro al nocciola o al bianco

e talora dolomitizzati. La potenza massima di tale formazione è di circa 200 metri e affiora

prevalentemente nell’alta Valpantena, nelle porzioni più incassate del Vaio del Paradiso e sul

versante destro della Val Squaranto, formando pendii piuttosto ripidi;

Calcari Oolitici di San Vigilio (Dogger), si tratta di calcari oolitici e di calcari compatti di colore

giallastro, suddivisi in spesse bancate, ed affiorano in successione stratigrafica ai Calcari Grigi di

Noriglio lungo la Valpantena ed il Vaio del Paradiso, formando scarpate rocciose spesso

subverticali. Tale formazione è interessata da diffusi fenomeni carsici;

Rosso Ammonitico Veronese (Malm- Dogger), si tratta di calcari nodulari a grana fine e colore

variabile dal rosso, al rosa, fino al bianco. La potenza massima di tale formazione è di circa 20-30

m ed affiora prevalentemente in Valpantena, e nei Vai del Paradiso e dell’Anguilla.

ROCCE COMPATTE STRATIFICATE

Questa unità comprende le seguenti formazioni geologiche:

Biancone (Maiolica) (Cretaceo superiore – Cretaceo inferiore), tale formazione presenta una

notevole variabilità litologica. Nella parte inferiore è costituita da calcari di colore bianco a grana

finissima e suddivisi in strati da 5 a 20 cm di spessore. Verso l’alto, da calcari e calcari argillosi

fittamente stratificati, di colore da bianco a grigiastro e con intercalazioni di marne e argilliti e

numerosi noduli di selce nera. La potenza massima è di circa 180 metri.

Scaglia rossa (Cretaceo superiore), la parte inferiore di tale formazione è costituita da calcari

grigio-biancastro che gradatamente acquistano verso l’alto una colorazione da rosata a rosso

mattone, con stratificazione in livelli di 20-30 cm di spessore. La potenza massima è di circa 75

metri.

Calcareniti nummulitiche (Eocene medio - Eocene inferiore), si tratta di calcari di colore dal bianco

al giallastro, talora con stratificazione indistinta e che affiorano nella porzione occidentale del

territorio Comunale. La base di tale formazione è formata da un livello di hard-ground paleocenico.

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ROCCE SUPERFICIALMENTE ALTERATE CON SUBSTRATO COMPATTO

Comprendono i basalti di colata, i camini e filoni vulcanici, le vulcanoclastiti intra ed

extradiatremiche (Oligocene – Paleocene): si tratta di rocce vulcaniche e vulcanoclastiche a

chimismo prevalentemente basico formate da basalti di colata, da areniti vulcanoclastiche e,

secondariamente, da camini e filoni vulcanici. Tali formazioni rocciose di colore dal grigio al

nerastro presentano una spinta alterazione superficiale e sono poco affioranti.

Materiali della copertura detritica colluviale-eluviale

MATERIALI DELLA COPERTURA DETRITICA ELUVIALE E/O COLLUVIALE POCO ADDENSATI

E COSTITUITI DA ELEMENTI GRANULARI SABBIOSO-GHIAIOSI IN LIMITATA MATRICE LIMO-

SABBIOSA. Comprendono prevalentemente depositi costituiti da detrito di versante a pezzatura e

granulometria variabile, da molto a mediamente permeabili.

MATERIALI DELLA COPERTURA DETRITICA ELUVIO-COLLUVIALE POCO CONSOLIDATI E

COSTITUITI DA FRAZIONE LIMO-ARGILLOSA PREVALENTE CON SUBORDINATE

INCLUSIONI SABBIOSO-GHIAIOSE E/O BLOCCHI LAPIDEI. Comprendono le coltri pluvio-

colluviali di copertura dei versanti e i depositi prevalentemente argillosi di riempimento delle

depressioni carsiche, depositi da poco permeabili a praticamente impermeabili.

Materiali degli accumuli di frana

MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER COLATA O PER SCORRIMENTO, A

PREVALENTE MATRICE FINE ARGILLOSA TALORA INGLOBANTE INCLUSI LAPIDEI.

MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER COLATA O PER SCORRIMENTO, CON

CORPO DI FRANA STABILIZZATO, A PREVALENTE MATRICE FINE ARGILLOSA TALORA

INGLOBANTE INCLUSI LAPIDEI.

MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER CROLLO E COLATA DI DETRITI;

ABBONDANTE FRAZIONE LAPIDEA IN MATRICE FINE SCARSA O ASSENTE.

MATERIALI SCIOLTI PER ACCUMULO DI FRANA PER CROLLO E COLATA DI DETRITI

STABILIZZATO; ABBONDANTE FRAZIONE LAPIDEA IN MATRICE FINE SCARSA O ASSENTE.

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Materiali alluvionali e fluvioglaciali

MATERIALI GRANULARI PIÙ O MENO ADDENSATI DEI TERRAZZI FLUVIALI ANTICHI A

TESSITURA PREVALENTEMENTE GHIAIOSA E SABBIOSA.

MATERIALI A TESSITURA ETEROGENEA DEI DEPOSITI DI CONOIDE DI DEIEZIONE

TORRENTIZIA.

MATERIALI ALLUVIONALI A TESSITURA PREVALENTEMENTE LIMOSO-ARGILLOSA che

corrispondono ai depositi a granulometria eterometrica, prevalentemente fina, presenti nel

fondovalle della Valpantena

Alle differenti litologie viene associata una classe di permeabilità e comunque descritta nella

cartografia secondo le indicazioni fornite dalla Regione del Veneto:

LITOLOGIA CLASSE PERMEABILITA’

rocce compatte massicce o a stratificazione indistinta

02- Rocce mediamente permeabili per fessurazione

K =1 - 10-4 cm/s

rocce compatte stratificate 01 - Rocce molto permeabili per fessurazione e carsismo

K > 1 cm/s

rocce superficialmente alterate e con substrato compatto

02- Rocce mediamente permeabili per fessurazione

K =1 - 10-4 cm/s

materiali della copertura detritica eluviale e/o colluviale poco addensati e costituiti da elementi granulari sabbioso-ghiaiosi in limitata matrice limo-sabbiosa

2A- Depositi mediamente permeabili per porosità

K =1 - 10-4 cm/s

materiali della copertura detritica colluviale poco consolidati e costituiti da frazione limo-argillosa prevalente con subordinate inclusioni sabbioso-ghiaiose e/o di blocchi lapidei

3A - Depositi poco permeabili per porosità

K =10-4 - 10-6 cm/s

materiali sciolti per accumulo di frana per colata o per scorrimento, a prevalente matrice fine argillosa talora inglobante inclusi lapidei

3A - Depositi poco permeabili per porosità

K =10-4 - 10-6 cm/s

materiali sciolti per accumulo di frana per colata o per scorrimento, a prevalente matrice fine argillosa talora inglobante inclusi lapidei ma con corpo di frana stabilizzato

3A - Depositi poco permeabili per porosità

K =10-4 - 10-6 cm/s

materiali sciolti per accumulo di frana per crollo e colata di detriti; abbondante frazione lapidea in matrice fine scarsa o assente

1° - Depositi molto permeabili per porosità

K = 1 cm/s

Materiali sciolti per accumulo di frana per crollo e colata di detriti stabilizzato; abbondante frazione lapidea in matrice fine scarsa o assente

2A- Depositi mediamente permeabili per porosità

K =1 - 10-4 cm/s

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LITOLOGIA CLASSE PERMEABILITA’

materiali granulari più o meno addensati dei terrazzi fluviali e/o fluvioglaciali antichi a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa

2A- Depositi mediamente permeabili per porosità

K =1 - 10-4 cm/s

Materiali a tessitura eterogenea dei depositi di conoide di deiezione torrentizia

2A- Depositi mediamente permeabili per porosità

K =1 - 10-4 cm/s

Materiali alluvionali, fluvioglaciali, morenici o lacustri a tessitura prevalentemente limo-argillosa

3A - Depositi poco permeabili per porosità

K =10-4 - 10-6 cm/s

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4 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO

La vallata di Grezzana, per quasi tutta la sua estensione, è percorsa dal torrente della Valpantena

il cui bacino idrografico, alla sezione in prossimità del limite meridionale del comune zona di

Quinto) ha una superficie di circa 140 kmq. La sua massima portata definita dal PAI per un tempo

di ritorno di 50 anni è di 136 mc/s.

Il regime è tipicamente torrentizio, con portate legate all’andamento pluviometri all’interno del suo

bacino imbrifero.

Numerose sono le valli trasversali che incidono i versanti collinari sia in destra che in sinistra

idrografica della vallata principale: in particolarmente le più sviluppate sono, da nord a sud, il Vaio

dell’Anguilla, il Vaio Fanaro, il Vaio Cavezze ed il Vaio Paradiso in sinistra idrografica della

Valpantena, ed il Vaio Parol in destra idrografica.

Tutti i corsi d’acqua del territorio comunale hanno carattere effimero e presentano scorrimento in

alveo solo in occasione di precipitazioni particolarmente intense, a causa di un carsismo ben

sviluppato che caratterizza tutto il tavolato dei Monti Lessini. Il carsismo dei Lessini può essere

definito sia come “fluviocarso”, per l’evidente predominio delle forme fluviali, sia come “tectocarso,

per il forte condizionamento della tettonica, ed in particolare dei sistemi di fratture e di faglie.

Per il P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) nessuna porzione del territorio comunale è

considerata a pericolosità o a rischio idraulico.

Il piano di gestione del Rischio alluvioni del Distretto Idrografico delle Alpi Orientali non individua

zone di criticità per tutti gli scenari di alta e media probabilità (Tempo di ritorno 30 e 100 anni)

mentre individua nella parte sud del territorio comunale una zona allagabile, con altezza idriche

previste di 0-0.5 m per la maggior parte della superficie interessata e altezze comprese tra 0.5-1 m

e tra 1-2 m in alcune limitate aree, riferite ad uno scenario di bassa probabilità (tempo di ritorno

300 anni).

Piano di gestione del Rischio alluvioni del Distretto Idrografico delle Alpi Orientali

Aree allagabili TR 300 ANNI -

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12  

Nel contesto di un chiarimento dei ruoli dei diversi strumenti di pianificazione, il Comitato

istituzionale (con delibera n. 1 del 17.12.2015) ha stabilito che il PGRA non costituisce automatica

variante dei PAI - dei bacini componenti il distretto idrografico delle Alpi Orientali - che continuano

a costituire riferimento per gli strumenti urbanistici di pianificazione e gestione del territorio, nonché

per la pianificazione di settore che consideri l’assetto idrogeologico del territorio

Per quel che concerne le caratteristiche idrogeologiche, a scala regionale il territorio del comune di

Grezzana rientra nella zona degli acquiferi di montagna che hanno sede nel substrato roccioso di

natura calcareo-dolomitica e vanno a comporre la Serie Idrogeologica Veneta. A scala locale, è

presente il solo complesso idrogeologico sommitale della potente serie veneta denominato

complesso idrogeologico lessineo, ospitato in rocce di natura prevalentemente marina,

carbonatica, terrigena, terrigeno-carbonatica, vulcanoclastica, vulcanica con età compresa fra il

Triassico inferiore e l’Eocene.

Nei depositi continentali quaternari del fondovalle è presente invece un acquifero alluvionale

intermontano, permeabile per porosità di grado generalmente variabile in funzione della diversa

granulometria dei depositi che lo compongono.

La ricarica di tale acquifero è dovuta alla infiltrazione diretta delle precipitazioni meteoriche,

all’infiltrazione dall’alveo e dal subalveo dei corsi d’acqua, agli afflussi laterali dal substrato

roccioso, alla infiltrazione derivante dalle pratiche irrigue.

4.1 CARTA IDROGEOLOGICA

La cartografia idrogeologica è stata integrata con l’inserimento dell’idrografia superficiale e le

vasche/bacino.

Per quanto riguarda le acque sotterranee in tutto il territorio comunale la falda freatica si individua

a profondità ben oltre i 10 m dal p.c. Tutto il territorio è pertanto cartografato con la simbologia

specifica.

Gli acquiferi sospesi sui versanti collinari che danno origine alle sorgenti cartografate nella carta

idrogeologica possono determinare nelle aeree immediatamente a monte, presenza di falde che

saturano il sottosuolo a partire da profondità inferiori ai 10 m. La delimitazione di diverse classi di

soggiacenza della falda in corrispondenza delle scaturigini collinari non è tuttavia cartografa bile

alla scala del Piano e con il dettaglio dello stesso.

Si riportano di seguito le voci di leggenda della carta prodotta per la variante al PAT

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13  

LIMITE DI BACINO IDROGRAFICO E SPARTIACQUE LOCALI

La dorsale montuosa che corre dal Monte Comun (751 m s.l.m.) al Monte Tondo (703 m s.l.m.), in

prossimità del confine occidentale, funge anche da limite spartiacque tra il bacino idrografico della

Valpantena e quello della Valpolicella. La dorsale montuosa che collega il Monte S. Viola (830 m

s.l.m.), il Monte Castello (708 m s.l.m.), e il Monte Gazzo (500 m s.l.m.) funge da limite spartiacque

tra il bacino della Valpantena e quello della Val Squaranto. Lo spartiacque locale, con prevalente

direzione N-S, e che separa il bacino idrografico della Valpantena da quello del Vaio dell’Anguilla è

stato inoltre indicato.

CORSO D’ACQUA TEMPORANEO

Tutti i corsi d’acqua del territorio comunale hanno carattere effimero e presentano scorrimento in

alveo solo in occasione di precipitazioni particolarmente intense

VASCA/BACINO

Si ratta di invasi artificiali realizzati per lo più sul fondovalle pere scopi irrigui o di regimazione

idraulica

SORGENTI ED OPERE DI CAPTAZIONE

Oltre 80 sorgenti e punti d’emergenza idrica sono riportate in carta idrogeologica. Queste si

trovano ubicate prevalentemente nelle aree di media-bassa collina. Tra queste, oltre 40 sono

captate con opere di presa a protezione della risorsa idrica. in generale le portate sono assai

limitate e i regimi stagionali alquanto variabili.

POZZI FREATICI

sono localizzati prevalentemente nella porzione meridionale del territorio comunale, lungo il

fondovalle della Valpantena o in prossimità di questo..

POZZI E SORGENTI UTILIZZATI DALL’ACQUEDOTTO PUBBLICO

Un solo pozzo freatico, localizzato in prossimità del paese di Lugo, e tre sorgenti ubicate due in

destra idrografica della Valpantena, in prossimità dell’area di Monte Comun, ed una in prossimità

della località Pre dell’Acqua, in vicinanza del confine col Comune di Rovere Veronese, sono

captate a scopo idropotabile ed immesse nella rete acquedottistica pubblica.

Il pozzo di Lugo, terebrato nel febbraio del 2000, raggiunge una profondità di 380 m dal piano

campagna (p.c.) con livello statico della falda freatica a 180 m dal p.c.

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5 INDICAZIONI DI PROGETTO PER LA VARIANTE PAT

5.1 CARTA DELLA FRAGILITA’

Ai fini della definizione della pericolosità geologica del territorio comunale in rapporto

all’insediamento antropico, esistente o di previsione, il PAT individua e definisce i temi della

“compatibilità geologica” e del dissesto idrogeologico”.

La “compatibilità geologica” costituisce una sintesi degli elementi geologici, geomorfologici ed

idrogeologici emersi dal Quadro Conoscitivo del PAT e permette la suddivisione del territorio

comunale in funzione del livello di idoneità geologica alla trasformazione urbanistica.

Le “aree soggette a dissesto idrogeologico” sono zone interessate da fenomeni geologici,

idrogeologici e idraulici che inibiscono o condizionano l’utilizzazione urbanistica del territorio.

5.1.1 Compatibilità geologica

Sulla base dell’aggiornamento del quadro conoscitivo e in particolare della carta geomorfologica è

stata rivista la classificazione del territorio comunale in funzione della sua compatibilità geologica

all’edificazione e allo sviluppo urbanistico in genere, cercando di mantenere comunque invariati i

principi di giudizio contenuti nel PAT originario.

Per le aree prossime al confine di zone con diversa classificazione indicate dalla compatibilità

geologica, potranno essere predisposti, in sede di progettazione dei Piani degli Interventi, dei PUA

e dei PdC specifici studi di approfondimento, per la rappresentazione a scala adeguata degli

effettivi limiti delle componenti geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche, che concorrono alla

definizione della classe di compatibilità geologica di appartenenza.

AREE NON IDONEE

Sono state classificate come aeree non idonee: le aree di frana attive, quiescenti o comunque

rimobilizzabili, i versanti interessati da scarpate rocciose subverticali nonché le aree

sottoincombenti con possibile caduta massi, i versanti collinari a forte acclività, gli impluvi delle

aree collinari, le aree soggette ad erosione od arretramento, i solchi di ruscellamento concentrato

del reticolo idrografico, gli invasi idrici.

Sono state classificati come non idonee ai fini edificatori anche tutti i versanti interessati da attività

di cava in sotterraneo.

Normativa

Nelle aree non idonee non sono consentiti interventi di nuova costruzione, ricostruzione ed

ampliamento.

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Sono comunque consentiti interventi volti alla riparazione e al consolidamento dell’esistente o alla

stabilizzazione di eventuali forme di dissesto da verificarsi e da attuarsi con specifiche indagini

geologiche, geotecniche, idrauliche o forestali.

Non sono ammessi interventi di miglioramento fondiario e movimenti terra ad eccezione di quelli

strettamente necessari alla realizzazione degli interventi edilizi ammissibili per i fabbricati.

Sulla base di preventive e puntuali elaborazioni geologico-tecniche, finalizzate a

definire le modalità di realizzazione in sicurezza delle opere progettate, nonché dell’edificato e

delle infrastrutture adiacenti, sono, in generale, ammessi, nelle zone non idonee:

- gli interventi volti alla riparazione e al consolidamento dell’esistente edificato e alla stabilizzazione

di eventuali forme di dissesto;

- la realizzazione di infrastrutture stradali e di impianti tecnologici di interesse pubblico o funzionali

all’intervento edilizio riferito a fabbricati.

AREE IDONEE A CONDIZIONE

Le aree idonee a condizione presentano potenziali limitazioni all'edificazione e, pertanto, il PI, i

PUA ed i titoli edilizi dovranno contenere, a seconda del procedimento in corso, una specifica

Relazione geologica o Studio di compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica o

Relazione geologica e geotecnica che, sulla base di adeguati rilevamenti geologici e/o di indagini

geologiche sito specifiche, dimostri, in relazione al fenomeno geologico limitante accertato, la

fattibilità geologica e le misure di mitigazione per l’attuazione delle previsioni urbanistiche o la

realizzazione degli interventi in rapporto alle norme di tutela e di sicurezza.

Sono state cartografate con diversa simbologia le aree caratterizziate da diversi aspetti di fragilità

geologica che ne condizionano l’edificabilità:

aree idonea a condizione per problematiche di versante dovute ad acclività media

compresa tra il 15 e il 50%

aree idonee a condizione per presenza di carsismo

aree idonee a condizione per presenza di discariche e terrapieni

aree idonee a condizione per presenza di cave attive, estinte o abbandonate

aree a condizione per presenza di litologie eterogenee con limi e argille

Normativa

aree idonea a condizione per problematiche di versante dovute ad acclività media

compresa tra il 15 e il 50%

Gli interventi edificatori, specie se prevedono sbancamenti e riporti, devono essere

approfonditamente verificati, anche in riferimento alle caratteristiche geotecniche e

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geomeccaniche, in funzione delle possibili interazioni con le condizioni di stabilità locale e globale

del versante.

aree idonee a condizione per presenza di carsismo

Gli interventi dovranno in particolare essere preceduti da verifiche relative all'eventuale presenza

di cavità sotterranee che potrebbero determinare problemi di instabilità dell'edificato a seguito di

crolli di volte; dovrà essere studiata l'adozione di adeguati sistemi di depurazione di reflui civili e

produttivi nelle zone non servite da reti fognarie.

aree idonee a condizione per presenza di discariche e terrapieni

Gli interventi dovranno in essere preceduti, specie se interessate da aree di versante, da indagini

per definire spessori, caratteristiche geotecniche, consistenza del substrato di appoggio, nonché

verifiche di stabilità in riferimento alle tipologie fondazionali da prevedersi.

aree idonee a condizione per presenza di cave attive, estinte o abbandonate

l'edificabilità è vincolata, oltre che da specifiche norme di settore, alla verifica delle condizioni di

stabilità locale e globale dell'area.

aree a condizione per presenza di litologie eterogenee con limi e argille

Si dovrà caratterizzare la presenza delle coltri quaternarie e le modalità di deflusso delle acque di

origine meteorica allo stato attuale. Per gli interventi edificatori ed i movimenti terra per le finalità

agricole dovrà, a mezzo di indagini geologiche, si dovrà caratterizzare geotecnicamente i litotipi,

verificarne la stabilità locale e globale. Nelle sistemazioni agrarie non sono ammessi sbancamenti

o opere di sostegno fuori terra di altezza superiore a 3 m.

AREE IDONEE

Le aree idonee all’edificazione sotto il profilo geolitologico, idrogeologico e geomorfologico son

limitate alle sole arre con substrato roccioso affiorante o sub affiorante sotto limitata coltre

pedogenetica e colluviale, con assenza di evidenze di processi carsici e morfologici in genere e

con acclività inferire al 20% (10°).

Si tratta in sostanza delle aeree stabili anche sotto il profilo sismico e nelle quali gli effetti di

amplificazione sismica possono essere considerati nulli o comunque trascurabili.

Normativa

Le aree idonee non presentano condizioni di pericolosità o di penalizzazione geologica tali da

precludere o condizionare l’edificabilità che dovrà, comunque, avvenire nel rispetto delle norme

generali di tutela dal rischio geologico-idraulico.

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5.1.2 Altri elementi di dissesto idrogeologico inseriti nella fragilità

AREE SOGGETTE A POSSIBILE SPROFONDAMENTO CARSICO

AREE SOGGETTE AD EROSIONE

AREE DI FRANA

AREE SOGGETTE A CADUTA MASSI

Normativa

Tutte le aeree interessate da dissesto idrogeologico sono state classificate non idonee dal punto di

vista della compatibilità geologica e sono quindi assoggettata alla normativa specifica per le

stesse.

Sulle aree interessate da rischio e/o pericolosità per frane, smottamenti, cadute massi, sono

consentite le attività di movimentazione e/o asporto di materiali, comprese le attività di cava,

finalizzate alla messa in sicurezza dei siti medesimi previo apposito progetto.

5.2 CARTA DEI VINCOLI

Nella carta dei vincoli vanno inserite le delimitazioni delle aeree di frana individuate dal PAI (la

delimitazione può essere diversa da quella riportata nella carta geomorfologica e nella carta della

fragilità)

Vanno inoltre inseriti i punti di captazione (sorgenti e pozzi) di acque destinate al consumo umano

con la fascia di rispetto di 200 m.

Tutto il territorio è a vincolo sismico zona III di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei

Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, approvata dalla Regione Veneto con Deliberazione del

Consiglio Regionale n. 67 del 3 dicembre 2003.

5.3 CARTA DELLE INVARIANTI

Come “Invarianti di natura Geologica”, intese come ambiti territoriali caratterizzati da particolari

evidenze geologiche, nei quali non vanno previsti interventi di trasformazione se non per la loro

conservazione, valorizzazione e tutela, si propone di inserire gli imbocchi delle cavità carsiche e le

doline presenti sul territorio comunale.

Normativa

Il PAT individua le cavità naturali (grotte) la cui disciplina discende dall’art. 23 del PTCP e dall’art.

26 del PTRC.

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ALLEGATO

Schede tecniche pozzi stratigrafico da catalogo ISPRA

 

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