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Numero 116 Dicembre 2012 Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - NE/PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Associazione Madonna di Fatima Vivendo con Maria l’Anno della Fede

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  • Numero 116 Dicembre 2012

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    Associazione Madonna di Fatima

    Vivendo con Maria lAnno della Fede

  • PTroviamo caratterizzata con frequenza in queste pagine la soluzione ai problemi spirituali delluomo del XXI secolo (Cardinale Franc Rod, CM)

    ubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana, la collezione Linedito sui Vangeli offre al lettore un vero tesoro: i commenti di Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP, ai Vangeli di tutte le domeniche e solennit del ciclo liturgico. Sono gi disponibili i due volumi dellAnno C:

    Vol. V: Domeniche dAvvento, Natale, Quaresima, Pasqua e Solennit del Signore che decorrono nel Tempo Ordinario

    Vol. VI: Domeniche del Tempo Ordinario

    Prenoti fin da ora i suoi volumi!

    Richieste per telefono 041-560-0891 o per fax 041-560-8828, oppure scrivendo alla redazione,

    Via San Marco 2A - 30034 Mira - VE

    Linedito sui Vangeli

    Una collezione che le permetter di accompagnare il Signore Ges lungo tutte le domeniche dellAnno

    Liturgico insieme al fondatore degli Araldi del Vangelo

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  • Scrivono i lettori 4

    Vivendo con Maria lAnno della Fede (Editoriale) 5

    La voce del Papa Fissare la mente e il cuore in Dio

    6

    Commento al Vangelo La sconvolgente eccellenza della voce di Maria

    10

    I cicli liturgici domenicali Seguendo il Divino Maestro

    32

    Araldi nel mondo

    26

    Santa Caterina Labour La Santa del silenzio e della fiducia

    22

    Il Natale e la croce

    50

    I Santi di ogni giorno

    48

    Storia per bambini Gli occhi che si volsero alla Luce

    46

    accaduto nella Chiesa e nel mondo

    40

    La parola dei Pastori Ora testimonier Ges Cristo!

    38

    Tempo dAvvento Che i Cieli facciano piovere il Giusto!

    18

    SommariO

    Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    Anno XIV, numero 116, Dicembre 2012

    Direttore responsabile: Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane

    Vasconcelos A. Campos, EP, Luis Alberto Blanco Corts, Madre

    Mariana Morazzani Arriz, EP, Severiano Antonio de Oliveira

    Amministrazione: Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE) CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12

    Poste italiane, s.p.a Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE PD

    Contiene I.R.

    www.araldi.org www.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio

    ArAldi del VAngelo

    Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5 00165 Roma

    Tel. sede operativa a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio: Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura: MONDADORI PRINTING SPA

    VIA MONDADORI, 15 37131 VERONA

    Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli firmati di responsabilit dei rispettivi autori.

  • 4Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Scrivono i lettori

    Fedelt agli insegnamenti del PaPa

    Quello che contraddistingue que-sta Rivista la fedelt agli insegna-menti del Papa, il pastore massimo della nostra Chiesa. Essa risponde alle necessit dei cattolici del nostro tempo, in questo mondo pieno di ateismo e materialismo, e i suoi ar-gomenti si adattano alle diverse ca-ratteristiche dei suoi lettori.

    Abilio da S. S. J.Itaquaquecetuba Brasile

    diFFondere il Bene, il Vero e il Bello tra i gioVani

    La Rivista molto utile per me, perch sono insegnante e ho impo-stato tutti gli argomenti sul Bello, ed essi mi hanno aiutato nei conte-nuti trattati in classe. Il carisma de-gli Araldi si propone di diffondere il Bene, il Vero e il Bello, ed proprio questo che deve esser fatto, soprat-tutto negli ambienti giovanili, poi-ch, nel mondo in cui viviamo, que-sti valori sono quasi scomparsi!

    Teresa C. H. C.Maring Brasile

    Prezioso strumento di eVangelizzazione

    Ringrazio Dio per aver incontra-to nel mio cammino questAssocia-zione. Le meraviglie che trovo nel-la rivista Araldi del Vangelo sono una vera delizia per lanima. Nelle mie orazioni prego sempre per la San-ta Chiesa Cattolica, per lincremen-to delle vocazioni sacerdotali e reli-giose. In esse inclusa tutta lequi-pe che lavora a questo prezioso stru-mento di evangelizzazione.

    Maria T. V.Tacna Per

    linsieme ancora meglio!Con grande gioia, ricevo la Rivi-

    sta degli Araldi, dai suoi primi nu-meri. Grazie ad essa ho loccasione di approfondire e aggiornarmi sulle questioni della Santa Chiesa. I Com-menti al Vangelo, di Mons. Joo Sco-gnamiglio Cl Dias, sono straordinari e ci chiariscono molto bene la Paro-la di Dio. Mi piacciono molto anche gli ultimi messaggi del Papa, le Storie per bambini e la controcopertina, che presenta sempre qualcosa di speciale sulla Madonna. Insomma, ogni sezio-ne della Rivista molto buona, ma linsieme ancor meglio!

    Heloiza R. R.Campos dos Goytacazes Brasile

    riFlesso della Buona accoglienza

    La rivista Araldi del Vangelo un mezzo molto importante per far giun-gere i temi della nostra Religione alle famiglie e alle persone cui piace leg-gere. Le sezioni che pi mi piacciono sono il Commento al Vangelo e la Sto-ria per bambini... o adulti pieni di fede?, poich entrambe, ognuna a suo mo-do, traggono messaggi profondi e, allo stesso tempo, facili da intendere.

    Anche la vita dei Santi crea in noi la speranza di continuare a lottare per ottenere la salvezza e la stessa santit, mentre la sezione Scrivono i lettori, riflette la buona accoglien-za che ha la Rivista e le opinioni del-le persone sui temi che pi gli piac-ciono. In molti casi mi identifico con queste opinioni e, per questo, mi piace leggere questa sezione.

    Luis A. F. S.Bogot Colombia

    elaBorata con zelo e determinazione

    Vorrei complimentarmi con tutti i redattori, editori e lettori di questa bel-la e rinomata Rivista. Sono molto con-tenta di poterne disporre mensilmente

    poich, senza dubbio, un veicolo del-la grazia di Dio per il nostro tempo. Si vede che ogni pagina elaborata con zelo e determinazione, mostrando fat-ti e temi interessanti e attuali, sempre traendo una storiella alla fine, conte-nente un profondo insegnamento.

    Murillo M. de S.Goinia Brasile

    gioia e Pace nellanimaRingrazio molto per tutto il bene

    che ricevo dalla rivista Araldi del Vange-lo. Ogni mese aspetto impaziente che arrivi, poich la sua lettura mi riem-pie lanima di gioia e pace, mi soddisfa pienamente, e il suo tenore sidentifica con quello che sento in fondo al cuore.

    Pilar M. C.Denia Spagna

    attiVit in tutto il mondoHo avuto loccasione di leggere

    la rivista Araldi del Vangelo e mi so-no molto piaciuti gli articoli sulla vita dei Santi e sulle attivit che gli Araldi svolgono in tutto il mondo. Sono mol-ti i paesi beneficiati dalla loro evange-lizzazione e questa espansione mostra come Dio benedica la loro missione. Contate sulle mie preghiere per la fe-condit di questapostolato.

    Anna L. R.Via e-mail Brasile

    utile in Famiglia e nel laVoroRicevo la Rivista da qualche tem-

    po e mi piace molto la sua lettura, perch gli argomenti sono ben diver-sificati e ci alimentano in forma so-prannaturale. Essa mi stata molto utile in famiglia e nel lavoro, offren-do temi di conversazione su ci che pensa la nostra Chiesa. Mi piace mol-to il Commento al Vangelo, di Mons. Joo, poich le sue descrizioni sono cos vive che ci sembra di assistere al-la scena di cui egli fa lesegesi.

    Veronica L. B.Montes Claros Brasile

  • Numero 116

    Dicembre 2012

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    Dicembre 2012 Araldi del Vangelo5

    EditorialeViVendo con Maria lanno della Fede

    e durante la notte che si ha il maggior pregio di aspettare larrivo del nuo-vo giorno, anche vero che, quanto maggiore loscurit, sar pi facile di-stinguere qualche tenue luce allorizzonte. Questimmagine esprime, in un cer-

    to modo, la situazione dellumanit, come ci insegna Papa Benedetto XVI nellome-lia della Messa di apertura dellAnno della Fede. Il Pontefice rileva che negli ultimi decenni abbiamo assistito allavanzata di una desertificazione spirituale di un mon-do senza Dio.

    Tuttavia, a partire dallamara esperienza di questo deserto, luomo contempo-raneo pu, come figliol prodigo, riscoprire la gioia e la necessit di credere. Per questo, osserva il Santo Padre, nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni della sete di Dio, del senso ultimo della vita, e afferma che oggi pi che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e cos indicare la strada allumanit smarrita.

    Lo Spirito Santo ha suscitato, in vari angoli della Terra e nelle pi diverse fami-glie spirituali, anime che non si conformano con questo deterioramento spiritua-le, e aspirano al soprannaturale.

    Nella loro azione a favore della Nuova Evangelizzazione, proclamando nei pi diver-si paesi il nome di Ges e la dottrina della sua Santa Chiesa, gli Araldi del Vangelo pos-sono attestare che, dietro alla realt apparente di materialismo e godimento della vita, si trova una realt latente ma ben viva, di persone che manifestano questa sete di Dio e sono alla ricerca di un senso pi elevato da dare allesistenza terrena. Sono come oasi o torrenti sotterranei spirituali, nella desertificazione universale indicata dal Papa.

    Prova eloquente di questa realt la penetrazione dellApostolato dellIcona Maria Regina dei Cuori. Di questo ci offre un bellesempio, il glorioso Portogallo, dove annualmente circa diecimila partecipanti a questa iniziativa evangelizzatrice degli Araldi si riuniscono a Fatima per lodare la Madre di Dio e implorare rinno-vate grazie alla Chiesa e al mondo.

    Soprattutto il crescente numero di giovani vocazioni per gli Araldi, tanto nel settore maschile che in quello femminile, conferma una profonda azione della grazia in importanti filoni della giovent.

    Queste e altre manifestazioni della vitalit della Chiesa ai giorni nostri autorizza-no le pi grandi speranze, nonostante i dispiaceri e contro tutte le apparenze contra-rie. la prova non solo della promessa del Divino Redentore che le porte dellinfer-no non prevarranno contro la Chiesa, ma anche che questultima, fino alla fine dei tempi, continuer a crescere in grazia e santit, a somiglianza del Bambino Ges.

    Il giorno di domani appartiene solo a Dio. Nel frattempo, una cosa certa: in questo bivio in cui ci troviamo, tra gravi apprensioni e speranze incoraggian-ti, il miglior posto dove stare inginocchiati vicino al Presepio, a fianco di Maria Santissima e di San Giuseppe, adorando Dio Infante, nellincrollabile fiducia che, quando meno ci si aspetta, le oasi sparse e i torrenti sotterranei spirituali si tra-sformeranno in veri oceani di grazie!

    Aspetti del X In-contro dellAposto-lato dellIcona, re-alizzato il 20 otto-bre scorso a Fatima

    (Foto: Nuno Moura e Miguel Cunha )

  • Fissare la mente e il cuore in Dio

    S

    6Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    La voce deL PaPa

    Gli uomini erano pi attenti al regno della Terra, che al Regno dei Cieli e la dimenticanza di Dio si fatta abituale.

    iamo alla vigilia del gior-no in cui celebreremo i cin-quantanni dall apertura del Concilio Ecumenico

    Vaticano II e linizio dellAnno della fede. Con questa Catechesi vorrei ini-ziare a riflettere con qualche breve pensiero sul grande evento di Chie-sa che stato il Concilio, evento di cui sono stato testimone diretto.

    Bussola per navigare con sicurezza

    Esso, per cos dire, ci appare co-me un grande affresco, dipinto nella sua grande molteplicit e variet di elementi, sotto la guida dello Spirito Santo. Come di fronte a un grande quadro, di quel momento di grazia continuiamo anche oggi a coglier-ne la straordinaria ricchezza, a ri-scoprirne particolari passaggi, fram-menti, tasselli.

    Il Beato Giovanni Paolo II, al-le soglie del terzo millennio, scris-se: Sento pi che mai il dovere di indicare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficia-to nel XX secolo: in esso ci offer-ta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre (Novo millennio ineunte, 57). Penso

    che questa immagine sia eloquente. I documenti del Concilio Vaticano II, a cui bisogna ritornare, liberan-doli da una massa di pubblicazioni che spesso invece di farli conoscere li hanno nascosti, sono, anche per il nostro tempo, una bussola che per-mette alla nave della Chiesa di pro-cedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tran-quille, per navigare sicura ed arriva-re alla meta.

    stato possibile quasi toccare luniversalit della Chiesa

    Io ricordo bene quel periodo: ero un giovane professore di teolo-gia fondamentale allUniversit di Bonn, e fu lArcivescovo di Colonia, il Cardinale Frings, per me un pun-to di riferimento umano e sacerdo-tale, che mi port con s a Roma co-me suo consulente teologo; poi fui anche nominato perito conciliare.

    Per me stata unesperienza uni-ca: dopo tutto il fervore e lentusia-smo della preparazione, ho potuto vedere una Chiesa viva quasi tre-mila Padri conciliari da tutte le parti del mondo riuniti sotto la guida del Successore dellApostolo Pietro

    che si mette alla scuola dello Spiri-to Santo, il vero motore del Conci-lio. Rare volte nella storia si potu-to, come allora, quasi toccare con-cretamente luniversalit della Chie-sa in un momento della grande rea-lizzazione della sua missione di por-tare il Vangelo in ogni tempo e fino ai confini della terra.

    In questi giorni, se rivedrete le immagini dellapertura di questa grande Assise, attraverso la televi-sione o gli altri mezzi di comunica-zione, potrete percepire anche voi la gioia, la speranza e lincoraggiamen-to che ha dato a tutti noi il prendere parte a questo evento di luce, che si irradia fino ad oggi.

    Non cerano particolari errori di Fede da correggere o condannare

    Nella storia della Chiesa, come penso sappiate, vari Concili han-no preceduto il Vaticano II. Di so-lito queste grandi Assemblee eccle-siali sono state convocate per defi-nire elementi fondamentali della fe-de, soprattutto correggendo erro-ri che la mettevano in pericolo. Pen-siamo al Concilio di Nicea nel 325, per contrastare leresia ariana e ri-

  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo7

    badire con chiarezza la divini-t di Ges Figlio Unigenito di Dio Padre; o a quello di Efe-so, del 431, che defin Maria come Madre di Dio; a quel-lo di Calcedonia, del 451, che afferm lunica persona di Cristo in due nature, la natu-ra divina e quella umana.

    Per venire pi vicino a noi, dobbiamo nominare il Con-cilio di Trento, nel XVI seco-lo, che ha chiarito punti es-senziali della dottrina cattoli-ca di fronte alla Riforma pro-testante; oppure il Vaticano I, che inizi a riflettere su va-rie tematiche, ma ebbe il tem-po di produrre solo due docu-menti, uno sulla conoscenza di Dio, la rivelazione, la fede e i rapporti con la ragione e laltro sul primato del Papa e sullinfallibilit, perch fu in-terrotto per loccupazione di Roma nel settembre del 1870.

    Se guardiamo al Concilio Ecumenico Vaticano II, ve-diamo che in quel momen-to del cammino della Chiesa non cerano particolari errori di fede da correggere o con-dannare, n vi erano specifiche que-stioni di dottrina o di disciplina da chiarire. Si pu capire allora la sor-presa del piccolo gruppo di Cardina-li presenti nella sala capitolare del monastero benedettino a San Paolo Fuori le Mura, quando, il 25 genna-io 1959, il Beato Giovanni XXIII an-nunci il Sinodo diocesano per Ro-ma e il Concilio per la Chiesa Uni-versale.

    La prima questione che si pose nella preparazione di questo gran-de evento fu proprio come comin-ciarlo, quale compito preciso attri-buirgli. Il Beato Giovanni XXIII, nel discorso di apertura, l11 ottobre di cinquantanni fa, diede unindica-zione generale: la fede doveva par-lare in un modo rinnovato, pi in-

    cisivo perch il mondo stava rapi-damente cambiando mantenendo per intatti i suoi contenuti perenni, senza cedimenti o compromessi.

    Presentare il Vangelo al mondo in tutta la sua grandezza e purezza

    Il Papa desiderava che la Chiesa riflettesse sulla sua fede, sulle veri-t che la guidano. Ma da questa se-ria, approfondita riflessione sulla fe-de, doveva essere delineato in mo-do nuovo il rapporto tra la Chiesa e let moderna, tra il Cristianesimo e certi elementi essenziali del pensie-ro moderno, non per conformarsi ad esso, ma per presentare a questo no-stro mondo, che tende ad allonta-narsi da Dio, lesigenza del Vange-lo in tutta la sua grandezza e in tut-

    ta la sua purezza (cfr. Discor-so alla Curia Romana per gli auguri natalizi, 22 dicembre 2005).

    Lo indica molto bene il Servo di Dio Paolo VI nello-melia alla fine dellultima ses-sione del Concilio il 7 di-cembre 1965 con paro-le straordinariamente attua-li, quando afferma che, per valutare bene questo even-to: deve essere visto nel tem-po in cui si verificato. Infat-ti dice il Papa avvenuto in un tempo in cui, come tut-ti riconoscono, gli uomini so-no intenti al regno della ter-ra piuttosto che al regno dei cieli; un tempo, aggiungiamo, in cui la dimenticanza di Dio si fa abituale, quasi la sugge-risse il progresso scientifico; un tempo in cui latto fonda-mentale della persona uma-na, resa pi cosciente di s e della propria libert, tende a rivendicare la propria auto-nomia assoluta, affrancando-si da ogni legge trascendente; un tempo in cui il laicismo ritenuto la conseguenza le-

    gittima del pensiero moderno e la norma pi saggia per lordinamento temporale della societ In questo tempo si celebrato il nostro Conci-lio a lode di Dio, nel nome di Cristo, ispiratore lo Spirito Santo.

    Cos Paolo VI. E concludeva indi-cando nella questione di Dio il pun-to centrale del Concilio, quel Dio, che esiste realmente, vive, una persona, provvido, infinitamen-te buono; anzi, non solo buono in s, ma buono immensamente altre-s per noi, nostro Creatore, nostra verit, nostra felicit, a tal punto che luomo, quando si sforza di fissare la mente ed il cuore in Dio nella con-templazione, compie latto pi al-to e pi pieno del suo animo, lat-to che ancor oggi pu e deve essere

    Il Beato Giovanni XXIII ha dato unindicazione generale: la Fede dovrebbe parlare in

    un modo rinnovato, ma mantenendo intatti i suoi contenuti perenni

    Benedetto XVI durante lUdienza Generale del 10/10/2012

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  • CIl senso della parola aggiornamento

    8Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    il culmine degli innumerevoli cam-pi dellattivit umana, dal quale es-si ricevono la loro dignit (AAS 58 [1966], 52-53).

    La lezione pi semplice e fondamentale del Concilio

    Noi vediamo come il tempo in cui viviamo continui ad essere se-gnato da una dimenticanza e sordi-t nei confronti di Dio. Penso, allo-ra, che dobbiamo imparare la lezio-ne pi semplice e pi fondamentale del Concilio e cio che il Cristiane-simo nella sua essenza consiste nel-la fede in Dio, che Amore trinita-

    rio, e nellincontro, personale e co-munitario, con Cristo che orienta e guida la vita: tutto il resto ne con-segue.

    La cosa importante oggi, pro-prio come era nel desiderio dei Pa-dri conciliari, che si veda di nuo-vo, con chiarezza che Dio pre-sente, ci riguarda, ci risponde. E che, invece, quando manca la fe-de in Dio, crolla ci che essenzia-le, perch luomo perde la sua digni-t profonda e ci che rende grande la sua umanit, contro ogni riduzio-nismo. Il Concilio ci ricorda che la Chiesa, in tutte le sue componenti,

    ha il compito, il mandato di trasmet-tere la parola dellamore di Dio che salva, perch sia ascoltata e accolta quella chiamata divina che contie-ne in s la nostra beatitudine eter-na. [...]

    Il Concilio Vaticano II per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un pi intenso rapporto con il Signo-re, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana.

    (Passi dellUdienza Generale, 10/10/2012)

    i ritroviamo assieme oggi, do-po la solenne celebrazione che ieri ci ha radunati in Piaz-

    za San Pietro. Il saluto cordiale e fra-terno che ora desidero rivolgervi na-sce da quella comunione profonda che solo la Celebrazione eucaristica capace di creare. In essa si rendono vi-sibili, quasi tangibili, quei vincoli che ci uniscono in quanto membri del Col-legio episcopale, riuniti con il Succes-sore di Pietro. [...]

    Sono tanti i ricordi che affiorano alla nostra mente e che ognuno ha ben impressi nel cuore di quel perio-do cos vivace, ricco e fecondo che stato il Concilio; non voglio, per, dilungarmi troppo, ma riprenden-do alcuni elementi della mia ome-lia di ieri vorrei ricordare solamen-te come una parola, lanciata dal Be-ato Giovanni XXIII quasi in modo

    programmatico, ritornava continua-mente nei lavori conciliari: la parola aggiornamento.

    Aggiornamento non significa rottura con la tradizione

    A cinquantanni di distanza dallapertura di quella solenne As-sise della Chiesa qualcuno si do-mander se quellespressione non sia stata, forse fin dallinizio, non del tutto felice. Penso che sulla scel-ta delle parole si potrebbe discute-re per ore e si troverebbero pareri continuamente discordanti, ma sono convinto che lintuizione che il Bea-to Giovanni XXIII compendi con questa parola sia stata e sia tuttora esatta.

    Il Cristianesimo non deve es-sere considerato come qualco-sa del passato, n deve essere vis-

    suto con lo sguardo perennemen-te rivolto allindietro, perch Ge-s Cristo ieri, oggi e per leternit (cfr. Eb 13,8). Il Cristianesimo se-gnato dalla presenza del Dio eterno, che entrato nel tempo ed presen-te ad ogni tempo, perch ogni tem-po sgorga dalla sua potenza creatri-ce, dal suo eterno oggi.

    Per questo il Cristianesimo sempre nuovo. Non lo dobbiamo mai vedere come un albero piena-mente sviluppatosi dal granello di senape evangelico, che cresciu-to, ha donato i suoi frutti, e un bel giorno invecchia e arriva al tramon-to la sua energia vitale. Il Cristiane-simo un albero che , per cos di-re, in perenne aurora, sempre giovane.

    E questa attualit, questo ag-giornamento non significa rottura

    Laggiornamento propugnato dal Concilio non significa rottura con la tradizione, ma ne esprime la continua vitalit; non significa ridurre la fede,

    abbassandola alla moda dei tempi, al metro di ci che ci piace.

  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.vatican.va

    con la tradizione, ma ne esprime la continua vitalit; non significa ridur-re la fede, abbassandola alla moda dei tempi, al metro di ci che ci pia-ce, a ci che piace allopinione pub-blica, ma il contrario: esattamente come fecero i Padri conciliari, dob-biamo portare loggi che vivia-mo alla misura dellevento cristiano, dobbiamo portare l oggi del no-stro tempo nell oggi di Dio.

    Tutti nella Chiesa sono chiamati alla santit

    Il Concilio stato un tempo di grazia in cui lo Spirito Santo ci ha insegnato che la Chiesa, nel suo cammino nella storia, deve sempre parlare alluomo contemporaneo, ma questo pu avvenire solo per la forza di coloro che hanno radici profonde in Dio, si lasciano guidare da Lui e vivono con purezza la pro-

    pria fede; non viene da chi si ade-gua al momento che passa, da chi sceglie il cammino pi comodo. Il Concilio laveva ben chiaro, quan-do nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, al nu-mero 49, ha affermato che tutti nel-la Chiesa sono chiamati alla santit secondo il detto dellApostolo Pa-olo Questa infatti la volont di Dio, la vostra santificazione (I Ts 4, 3): la santit mostra il vero vol-to della Chiesa, fa entrare l oggi eterno di Dio nell oggi della no-stra vita, nell oggi delluomo del-la nostra epoca.

    Cari Fratelli nellepiscopato, la memoria del passato preziosa, ma non mai fine a se stessa. LAnno della fede che abbiamo iniziato ieri ci suggerisce il modo migliore di ri-cordare e commemorare il Concilio: concentrarci sul cuore del suo mes-

    saggio, che del resto non altro che il messaggio della fede in Ges Cri-sto, unico Salvatore del mondo, pro-clamata alluomo del nostro tempo.

    Anche oggi quello che impor-tante ed essenziale portare il rag-gio dellamore di Dio nel cuore e nella vita di ogni uomo e di ogni donna, e portare gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni epo-ca a Dio. Auspico vivamente che tut-te le Chiese particolari trovino, nel-la celebrazione di questo Anno, loc-casione per il sempre necessario ri-torno alla sorgente viva del Vangelo, allincontro trasformante con la per-sona di Ges Cristo.

    (Passi del discorso durante lincontro con i Vescovi che hanno partecipato al Concilio Vaticano II

    e i Presidenti delle Conferenze Episcopali, 12/10/2012)

    Il Concilio ci ha insegnato che la Chiesa, nel suo cammino lungo la Storia, deve parlare sempre alluomo contemporaneo, ma questo pu verificarsi solo mediante la forza di coloro che sono profondamente radicati in Dio

    Benedetto XVI ha ricevuto nella Sala Clementina i Vescovi che hanno partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II e i Presidenti delle Conferenze Episcopali, il 12/10/2012

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  • 10Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    a Vangelo A39 In quei giorni Maria si mise in viag-gio verso la montagna e raggiunse in fretta una citt di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccaria, salut Elisa-betta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il salu-to di Maria, il bambino le sussult nel grembo. Elisabetta fu piena di Spiri-to Santo.

    42 Esclam a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la ma-dre del mio Signore venga a me? 44 Ec-co, appena la voce del tuo saluto giun-ta ai miei orecchi, il bambino ha esul-tato di gioia nel mio grembo. 45 E Beata colei che ha creduto nelladempimento delle parole del Signore (Lc 1, 39-45).

    La visitazione di Giotto - Capella degli Scrovegni a

    Padova (PD)

  • La sconvolgente eccellenza della voce di

    Maria

    Dicembre 2012 Araldi del Vangelo11

    Quando lintelligenza si dissocia da Dio, perde la capacit di apprendere ci che la realt possiede di pi essenziale

    Iv domenIca davvento

    Udendo la voce della Madre di Dio, San Giovanni Battista fu immediatamente purificato dal peccato originale. Tale prodigio preannunciava le grandi trasformazioni riservate a coloro che, nel corso della Storia, sarebbero stati oggetto della materna intercessione di Maria.

    I Lo sguardo umano e Lo sguardo deLLa fede

    LApostolo insegna che il giusto vivr in vir-t della fede (Gal 3, 11). Questaffermazione mette in risalto la naturale insufficienza della nostra ragione per raggiungere, da sola, deter-minate verit della Religione Cattolica. Quan-do lintelligenza si dissocia da Dio, perde la ca-pacit di apprendere quello che la realt possie-de di pi essenziale: la sua presenza nellanima e in tutto luniverso creato. Basti ricordare la te-stimonianza di SantAgostino che, dopo aver percorso invano il mondo del pensiero alla ri-cerca del senso della sua esistenza, ha esclama-to: Tu eri dentro di me, pi allinterno del mio stesso intimo e pi elevato dellapice del mio es-sere.1 Ora, questa conoscenza gli fu data dalla fede, poich la vista umana non raggiunge Dio direttamente.2

    Allo stesso modo, quando analizziamo le Sacre Scritture non possibile seguirle con la pura intelli-genza. Questa resta al di qua dellampiezza sopran-naturale degli episodi della Storia Sacra, in mo-do speciale dei Vangeli, e a partire da un certo li-mite deve aprirsi alle ispirazioni dello Spirito San-to al fine di penetrare nel suo senso divino. Spetta a noi meditare su tali fatti come avvenimenti mossi dallazione diretta ed efficace del Creatore.

    Contempliamo, da questo punto di vista, la semplice narrazione del mistero della Visitazio-ne raccolta dal Vangelo di questa 4 Domeni-ca dAvvento. Si tratta di una signora che intra-prende un viaggio per far visita alla cugina, che a breve sarebbe diventata madre, per offrirle i suoi servizi. Le due si incontrano e manifesta-no mutuo affetto. Scena semplice, descritta sot-to le apparenze di un comune avvenimento fa-miliare, ma che abbraccia una profondit inson-

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

  • 12Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Tra i temi del colloquio di Maria con lAngelo, possiamo supporre che Ella abbia incluso quello della convenienza di far visita a sua cugina Santa Elisabetta

    dabile, degna di analisi e, soprattutto, di medi-tazione.

    II La santIt, un bene espansIvo

    Dopo il racconto dellapparizione dellAngelo a Zaccaria, fatto da San Luca in un dialogo di po-chi versetti (cfr. Lc 1, 11-20), lEvangelista riferisce che il popolo stava aspettando [...] ed era stupi-to del fatto che lui sintrattenesse cos a lungo nel santuario (Lc 1, 21). Tale particolare rivela che la conversazione deve esser stata pi estesa delle brevi frasi riportate dal testo sacro. Se cos acca-duto in questapparizione, che pensare della suc-cinta narrazione dellincontro di San Gabriele con la Vergine Santissima (cfr. Lc 1, 26-38)? Possiamo supporre che il colloquio non sia stato tanto bre-ve e, per umilt, Maria abbia desiderato che rima-nesse consegnato soltanto il necessario per la buo-na comprensione dellambasciata venuta dal Cie-lo. Consideriamo quanto lopportunit di discor-rere con Lei sia stata un privilegio per il celeste messaggero, e come egli avr desiderato di avva-lersi della circostanza, traendo il massimo profitto. Da parte di Lei, quanti pensieri elevati deve aver esposto a San Gabriele. Chiss, magari deve aver-gli chiesto consigli. La grande perfezione della na-tura spirituale dellAngelo, accresciuta dalla pros-simit con Dio, certamente ispirava nella Madon-na una santa affinit con il mondo angelico.

    Tra i temi di questo colloquio, possiamo sup-porre che Ella abbia incluso quello della conve-nienza di far visita a sua cugina Santa Elisabetta, che aspettava un figlio da sei mesi, come Le ave-va comunicato lAngelo. Maria si affrett a mani-festare la sua disponibilit di andare da lei che, come vedremo, era tutta fondata su ragioni so-prannaturali , sebbene sia probabile che prima di questo abbia passato un certo periodo in rac-coglimento, a seguito dello straordinario influsso di grazie allora ricevuto. Ella non Si ritenne esen-te dal dovere di dedicarSi al prossimo, piegando-Si, con prontezza, a compiere il caritatevole dise-gno. quello che narra lEvangelista.

    Lazione efficace nasce dalla contemplazione39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una citt di Giuda.

    Dopo aver dato il suo libero consenso a ren-dere effettiva lIncarnazione con un atto di mas-sima fedelt alla volont di Dio (cfr. Lc 1, 38), la Madonna non ha abbandonato la vita in socie-t, come dimostra la visita a sua cugina. Chi, sa-pendo di avere in gestazione lo stesso Figlio di Dio, diventando Madre della Seconda Persona della Santissima Trinit, penserebbe a una cugi-na? Unanima egoista, dopo aver ricevuto lam-basciata dellAngelo, vorrebbe abbracciare una

    LAnnunciazione, del Beato Angelico - Museo di San Marco, Firenze

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  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo13

    Maria par-tita subito, perch la vita sopran-naturale non comporta indugi, pigri-zia n tergi-versazioni

    malintesa vita di con-templazione, al fine di beneficiare dei vantaggi di questa prerogativa e godere delle consolazio-ni della comunione con Ges Bambino. Maria ha fatto lopposto: si messa in cammino subi-to, in quei giorni, poi-ch gli innocenti sinte-ressano pi agli altri che a di se stessi.

    Gerusalemme era si-tuata in cima a una mon-tagna di circa 800 me-tri di quota e la citt do-ve viveva Zaccaria Ain Karim, secondo unan-tica tradizione si tro-vava in una valle, a set-te chilometri a sudovest della Citt Santa. Naza-ret era situata a una buona distanza circa 130 km che per esser percorsa, comportava da tre a cinque giorni di viaggio, per un sentiero difficile e solitario attraverso le valli della Samaria e le re-gioni montagnose della Giudea.3 La Madonna su-per con animo risoluto tali ostacoli per giunge-re al villaggio. Tuttavia, saremmo lontani dal com-prendere la sua impostazione di spirito in questo tragitto, se non mettessimo in relazione la rapidi-t con cui realizz il percorso alla sua intensa vi-ta interiore.

    Essendo unanima meditativa, imbevuta di forte spirito di orazione, Ella ci mostra che la buona contemplazione travalica nellazione ben fatta, d gloria a Dio ed edifica il prossimo. Dobbiamo persuaderci che gli spiriti ferventi sono quelli che esercitano la loro missione con maggior successo, perch agiscono al soffio del-lo Spirito Santo. In questo caso, Maria spin-ta da un movimento divino, dal Verbo che porta in seno. Questo divino fardello, lungi dal farLa tardare, La eleva, La fa volare, La trasporta ver-so la cima delle montagne.4

    La fretta, manifestazione di fervore

    Bisogna evidenziare un altro aspetto in rela-zione ad una parola dellEvangelista: affretta-tamente. Perch Ella ebbe il desiderio di par-tire quanto prima al fine di stare con la cugi-

    na? Dopo lAnnunciazione, la Vergine Santissi-ma fu favorita con nuova pienezza dello Spiri-to Santo ed era esultante di gioia. Siccome il be-ne diffusivo,5 la Madonna, che non aveva nes-sun residuo di peccato e in Lei tutto era santi-t e virt, subito desider di condividere i teso-ri ricevuti. Con San Giuseppe non aveva la pos-sibilit di aprirsi, poich i fatti posteriori ci in-dicano che la Provvidenza ag con lui in manie-ra diversa, esigendo una grande fiducia in avve-nimenti che solo a poco a poco gli furono chia-riti. Per questo Ella prefer lasciare nelle mani di Dio qualsiasi comunicazione da esser fatta al-lo sposo. Tuttavia, siccome lAngelo aveva detto che Santa Elisabetta si trovava gi al sesto mese di un concepimento miracoloso, Maria la riten-ne occasione ideale per incontrarsi con lei, in-tuendo anche che non cera presso la cugina chi la aiutasse adeguatamente.

    Ella part subito, poich la vita soprannatura-le non comporta indugi, pigrizia n rinvii. ne-cessario osservare che il fatto di andare di fretta non significa che fosse turbata da qualche agita-zione, visto che Lei andava, senza dubbio, con tutto lequilibrio e la calma interiore. La fret-ta veniva dal desiderio di comunicare le mera-viglie che portava in S, e anche se avesse avuto tutta la disponibilit per aiutare nelle necessit pratiche, questa non era la ragione pi impor-

    La Madonna in cammino verso la casa di sua cugina Elisabetta - Basilica della Visitazione, Ain Karim (Israele)

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  • 14Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Nellistante della purificazione di San Giovanni Battista, Santa Elisabetta stata avvinta dallo Spirito Santo. Da chi le venuta questa grazia?

    tante. La considerazione per la cugina Le dava la certezza che non ci fosse nessun altro miglio-re per essere sua interlocutrice, visto che Elisa-betta era in un certo modo coinvolta nei mi-steri della Redenzione.6 Per amore del Divino Figlio che generava, si mise subito in cammino, come commenta SantAmbrogio: Frettolosa a causa del gaudio, si diresse alla montagna. Es-sendo piena di Dio, avrebbe potuto non elevarsi fino alle alture? I calcoli lenti sono estranei alla grazia dello Spirito Santo.7

    Oltre a questo, ci fu un motivo pi signifi-cativo che determin il viaggio, in relazione al-la persona e missione di San Giovanni Batti-sta. Grazie alla rivelazione dellAngelo, senza dubbio la Vergine Santissima sapeva che il fi-glio che Santa Elisabetta stava per dare alla lu-ce era il Precursore e, per questa ragione, ave-va la certezza che egli era associato in maniera particolare al piano della salvezza. Ora, Ella vo-leva collaborare affinch la gloria del suo Divi-no Figlio fosse la maggiore possibile, in un desi-derio corrispondente allelevato grado di perfe-zione e santit della sua anima. Per tale motivo corse con lintento di santificare quanto prima il Precursore, poich lidea che questuomo po-tesse nascere macchiato dal peccato contundeva coi suoi desideri.

    La Madonna and affrettatamente, allora, per trasmettere con esclusivit la Buona Novel-la a Santa Elisabetta e a San Giovanni Battista, diventando la prima Araldo del Vangelo del-la Storia. In questo senso sottolinea Monsabr: Ella non teme n le difficolt n le fatiche del viaggio, poich porta la grazia di Dio, e la gra-zia un dono cos grande che dobbiamo esser disposti a tutti i sacrifici per portarla a coloro a cui destinata.8

    Gli effetti di una visita di Maria40 Entrata nella casa di Zaccaria, salu-t Elisabetta. 41 Appena Elisabetta eb-be udito il saluto di Maria, il bambino le sussult nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo.

    Quanto ci piacerebbe sapere come Maria sa-lut Elisabetta in questoccasione! San Luca, per, non ha registrato tale particolare. Tutto indica che Lei, nella sua suprema umilt, arri-v con discrezione, senza richiamare lattenzio-ne su di S. Vedendo la cugina, la salut, chia-

    mandola per nome, e lo Spirito Santo ag in ma-niera sensibile.

    Dio talmente delicato la Delicatezza stessa che, avvicinandosi alle due anime elet-te, inond Santa Elisabetta di grazie, comuni-candole che la pienezza dei tempi era giunta e il Messia era l presente nel seno verginale della Madonna. Questa, a sua volta, Si rese conto che non era necessario spiegare nulla alla cugina.

    Possiamo ben immaginare lunzione e il po-tere della voce della Madre di Dio in funzione dei suoi frutti. Qualsiasi musica della Terra, per quanto bella e perfetta, non pu esserle compa-rata. Quella voce ha forza e penetrazione ed straordinariamente efficace! Dicendo Elisabet-ta, Maria lo fece con tanto amore che lintona-zione era carica di senso soprannaturale, dol-cezza e sublimit, poich la bocca parla dalla pienezza del cuore (Mt 12, 34).

    Segnale di questo il fatto che San Giovan-ni Battista abbia sussultato nel grembo di San-ta Elisabetta. La tradizione teologica ricono-sce che stato in questo momento che il pec-cato originale fu estirpato dal bambino, pro-prio come se egli fosse stato battezzato.9 Seb-bene un bimbo di sei mesi di gestazione anco-ra non abbia la capacit di comprendere, egli fu oggetto di un altissimo fenomeno mistico che, come affermano certi autori, gli diede un lampo di conoscenza razionale; tuttavia, sem-bra pi conforme alla fede che la vita divina,

    La Visitazione - Chiesa di San Giacomo Minore, Liegi (Belgio)

  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo15

    Ogni trasfor-mazione o progresso spi-rituale pos-sibile quando la Madonna prende li-niziativa di chinarSi su unanima

    esistente in Maria in pie-nezza e sovrabbondan-za,10 gli sia stata trasmes-sa dal timbro di quella vo-ce virginale e santificatri-ce: la grazia penetr in lui e si oper un vero Batte-simo, il quale gli infuse le virt e i doni, riempiendo-lo dello Spirito Santo.

    Il mistero della Visi-tazione fu unimmensa ef-fusione di grazie. La gra-zia si sparge sul Precurso-re, gli santifica la vita, gli illumina lintelligenza, gli inaugura e gli consacra la carriera, poich questo sussulto era precisamente la chiarissima indicazione

    della presenza del Verbo.11 Nellistante della purificazione di San Giovanni Battista, Santa Elisabetta fu inebriata dallo Spirito Santo. Tra-mite chi le venuta questa grazia? Qual sta-to il cammino scelto dal Divino Paraclito per riempirla di tali benefici? Si servito di quello che traboccava dalla sua Sposa, che era pi che sufficiente per elevare Elisabetta allauge della perfezione. Maria, nel corso di tutta la sua vita, fu sempre ornata da uno straordinario influsso di grazie, in costante aumento fino allistante della sua dipartita per leternit.

    Conoscere leffetto della voce della Santis-sima Vergine costituisce, pertanto, un magnifi-co insegnamento per noi. Se le acque sono sta-te scelte da Dio per listituzione del Battesimo e, come segno sacramentale dopo linvocazione dello Spirito Santo, hanno il potere di lavare il peccato, quanto pi potente la voce di Maria, al punto da santificare San Giovanni nel grem-bo materno! Ella ancora non era stata incorona-ta Regina dei Cieli e della Terra e, tuttavia, gi agiva come Interceditrice. stata sufficiente la sua voce e il suo desiderio affinch il bimbo fos-se mondato dal peccato originale, dando un sal-to di gioia.

    Vediamo, infatti, come ogni trasformazio-ne o progresso spirituale sia possibile quando la Madonna prende liniziativa di chinarsi su una-nima. Come insegna San Tommaso, lamore che scende efficace12 e, provenendo da Dio e dal-la Madonna, santifica. In questo senso, pertan-

    to, osserviamo una rilevante verit: in rapporto ai superiori nella linea dello spirito, pi impor-tante esser amato che amare.

    Lodi di unanima piena dello Spirito Santo42 Esclam a gran voce: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

    Lespressivit di Santa Elisabetta deve esser considerata come la reazione di unanima pre-sa dallo Spirito Santo. I suoi gesti e le sue pa-role sono degni di apprezzamento. Il testo af-ferma che la cugina della Madonna esclam a gran voce, proclamando con forza, entusia-smo e incanto quello che le accadeva in fondo al cuore in quel momento, per divina rivelazio-ne. Il suo clamore ci insegna che, quando una realt soprannaturale ci rivelata, non pos-siamo stare in silenzio, essendo nostro dovere esteriorizzare il giubilo che ci invade e rende-re manifesta la riconoscenza per il dono ricevu-to. Se non procediamo in questo modo, incor-reremo in omissione e ci renderemo meritevo-li di un rimprovero simile a quello fatto ai fa-risei che non hanno accettato la glorificazione del Salvatore: Vi dico che, se questi taceran-no, grideranno le pietre (Lc 19, 40).

    La nostra attenzione attratta qui anche da un altro particolare di grande importanza. San-ta Elisabetta avrebbe potuto aver formulato la frase in un ordine differente: Benedetto il frutto del tuo ventre e benedetta sei tu tra le donne!, ma, al contrario, ella prima elogi la Madonna. Agendo in questo modo, riconosce-va che il miglior modo di arrivare a Dio trami-te la Vergine Santissima. Chi pieno di Spirito Santo apprende con facilit questa verit, men-tre le anime lontane dalla luce divina si mostra-no reticenti rispetto allintercessione di Maria, sollevando obiezioni infondate a riguardo. In questo passo, lo Spirito stesso ci mostra che la forma pi rapida, sicura e certa per arrivare al Signore Ges farlo attraverso sua Madre.

    Umilt e gioia, segni della presenza di Dio43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.

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  • 16Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Per una magnifica illuminazione interiore, Elisabetta ha saputo che l stava Colei che portava in grembo colui che suo figlio avrebbe indicato, annunciando: Ecco lAgnello di Dio!

    SantElisabetta prosegue il suo elogio, assu-mendo unatteggiamento di umilt. Non pos-siamo dimenticarci che la Madonna era ancora molto giovane aveva allincirca quindici anni , mentre la cugina era anziana. Confermando la superiorit della virginale fanciulla, la spo-sa di Zaccaria si sottomette commossa, e non esita ad accoglierla con giubilo, seppur consi-derandosi indegna di simile grazia. Pertanto, la sua reazione analoga a quella di Maria da-vanti allAngelo, quando ha detto: Eccomi, sono la serva del Signore (Lc 1, 38). Dal te-nore dellesclamazione di Elisabetta possiamo concludere che lei, per una magnifica illumina-zione interiore, ha saputo di trovarsi al cospet-to di Chi portava in grembo Colui che suo fi-glio avrebbe indicato, annunciando: Ecco lA-gnello di Dio! (Gv 1, 29). Cos, ebbe cono-scenza dellIncarnazione del Verbo ancor pri-ma di esser trasmessa la notizia a San Giusep-pe, come frutto, senza dubbio, di una umilt che gi le abitava lanima da molto tempo. Da qui l possiamo misurare limportanza e il pre-

    mio che ci aspetta se anche riconosceremo la nostra insufficienza.

    Nel nuovo riferimento al movimento di San Giovanni Battista nel ventre di Santa Elisabet-ta, la madre caratterizza questa reazione come un sussulto di gioia. Quando riceviamo la gra-zia santificante, allo stesso modo ci riempiamo di giubilo e, se le corrispondiamo, troviamo la vera felicit. Nel mondo esistono gioie appa-renti che portano soddisfazioni momentanee, mentre la pratica della virt ci procura nellani-ma una contentezza di fondo che predispone a grandi atti di eroismo e si prolungher per tut-ta leternit. Questo un altro incoraggiante be-neficio della prossimit della Madonna la Ma-dre della divina grazia , che dobbiamo cercare con ogni impegno e ardore.

    Senza fede non c beatitudine 45 E Beata colei che ha creduto nella-dempimento delle parole del Signore.

    interessante analizzare lelogio di Elisabet-ta a Maria, riconoscendoLa come Colei che ha creduto. Lei pativa da sei mesi le conseguen-ze dellincredulit del suo sposo che, per aver dubitato dellannuncio angelico sulla nascita di San Giovanni Battista, era diventato muto. Co-s, Elisabetta pot meditare per lungo tempo sulla straordinaria importanza della virt della fede, e con questo ammirare meglio la virginale e innocente fede di Maria Santissima, che, per aver creduto pienamente nellAngelo, ha meri-tato il premio: Sar compiuto quello che il Si-gnore Le ha promesso.

    Credere seguire lesempio della Madon-na, che non ha preteso spiegazioni n ha cercato di condizionare lannuncio dellAngelo a quello che, secondo i suoi criteri, avrebbe potuto esse-re opportuno. Al contrario, acconsent con doci-lit a tutto quello che San Gabriele predisse, ren-dendo chiaro che pi importante che esser Ma-dre del Redentore che di per s una grazia insuperabile conformarsi interamente ai di-segni di Dio.13 Nei futuri anni della vita pubbli-ca di Ges, quando Gli annunceranno la presen-za di sua Madre, Egli risponder: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 8, 21); e, pi avanti, udendo un elogio fatto alla Madonna per il dono della maternit divina, dir anche: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la

    San Giovanni Battista e Santo Stefano (particolare) - Museo Nazionale dArte della Catalogna, Barcellona

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  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo17

    Maria Santissima nutre per ognuno di noi un amore incondizio-nato. Lei ci ama, non per qualche meri-to nostro, ma perch siamo figli di Dio

    parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 11, 28). Con tali affermazioni, il Maestro metteva in chia-ro che apprezzava pi la fedelt di Maria Santis-sima alla sua Parola che lincomparabile privile-gio di averLo generato nel tempo.

    III Le LezIonI deLLa vIsItazIone

    La Visitazione, notevole soprattutto per il suo senso mistico e simbolico, un marchio dellEra Cristiana in cui si manifestata la men-talit di Maria Santissima, tutta fatta di ammi-razione, umilt, modestia, affetto, prontezza, servizio, obbedienza, gioia e vita interiore.

    Se vogliamo che la nostra vita sia pervasa da questa luce mariana, chiediamoLe di conceder-ci la grazia di partecipare alla sua fede, per di-scernere lattuazione dello Spirito Santo nella quotidianit della nostra esistenza. Non ne-cessario che abbandoniamo gli obblighi familia-ri, professionali o i doveri di stato inerenti alla vocazione di ognuno, poich proprio nelleser-cizio perfetto di queste attivit che ci santifiche-remo. Proprio come Santa Elisabetta, siamo at-tenti alla presenza di Maria!

    Una delle pi belle lezioni della Liturgia del-la 4 Domenica dAvvento, di sicuro, limpor-tanza di essere amati da Maria Santissima. Ella ci ama, non per qualche merito nostro, per quello che abbiamo o facciamo, ma perch siamo figli di Dio. Il suo amore incondizionato. Chiediamo,

    Vergine del Giglio - Cripta della Cattedrale della Almudena, Madrid

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    1 SANTAGOSTINO. Confessio-num. L.III, c.7, n.11. In: Obras. 6.ed. Madrid: BAC, 1974, vol.II, p.142.

    2 Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO. Somma Teologica. I, q.12, a.1; 3.

    3 Cfr. GOM Y TOMS, Isidro. El Evangelio explicado. Introduc-cin, Infancia y vida oculta de Jess. Preparacin de su ministerio pblico. Barcelona: Rafael Casul-leras, 1930, vol.I, p.318; TUYA, OP, Manuel de. Biblia Comen-tada. Evangelios. Madrid: BAC, 1964, vol.V, p.759; FERNN-DEZ TRUYOLS, SJ, Andrs. Vida de Nuestro Seor Jesucri-sto. 2.ed. Madrid: BAC, 1954, p.22-24.

    4 NICOLAS, Auguste. La Vierge Ma-rie daprs lvangile. Paris: Augu-ste Vaton, 1857, vol.II, p.222.

    5 Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO, op. cit., q.5, a.4, ad 2.

    6 WILLAM, Francisco Miguel. Vida de Maria, Me de Jesus. Petrpo-lis: Vozes, 1940, p.85.

    7 SANTAMBROGIO. Tratado so-bre el Evangelio de San Lucas. L.II, n.19. In: Obras. Madrid: BAC, 1966, vol.I, p.96.

    8 MONSABR, OP, Jacques-Ma-rie-Louis. Petites mditations pour la rcitation du Sainte Ro-saire. 20.ed. Paris: Lethielleux, 1924, p.90.

    9 Cfr. SANTAMBROGIO, op. cit., n.23, p.97; CAMPANA, mi-le. Marie dans le Dogme Catho-

    lique. Montrjeau: J.-M. Soubi-ron, 1913, t.III, p.91; NICOLAS, op. cit., p.228; CASCIARO, Jo-s Maria et al. (Org.). Notas. In: NUEVO TESTAMENTO. 2.ed. Pamplona: Eunsa, 2008, p.382; MARQUES, Jos A. Co-mentrio a Lc 1, 44. In: SANTOS EVANGELHOS. Braga: Theolo-gica, 1994, p.718.

    10 Cfr. GARRIGOU-LAGRANGE, OP, Rginald. La Mre du Sau-veur et notre vie intrieure. Paris: Du Cerf, 1954, p.34-35.

    11 CAMPANA, mile. Marie dans le Dogme Catholique. Montrje-au: J.-M. Soubiron, 1912, vol.I, p.296.

    12 Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO, op. cit., q.20, a.2.

    13 Cfr. NICOLAS, op. cit., p.414-419.

    allora, con fervore, in questa settimana che pre-cede il Natale, che Lei ci parli in fondo al cuore e ci trasformi, nonostante tutti i dispiaceri, in entu-siasti araldi di Cristo ai nostri giorni.

  • Che i Cieli facciano piovere

    il Giusto!

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    18Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    temPo davvento

    Se, nel corso dei secoli passati, la Redenzione ha dato origine a tante e tanto grandi meraviglie, in quali nuovi splendori di virt, di santit e di eroismo non abbiamo diritto di sperare per il futuro?

    osa c di pi banale del-la pioggia? A volte sentia-mo soffiare il vento, vedia-mo accumularsi dense nu-

    bi allorizzonte e riversarsi la tempe-sta con violenza, nel bagliore dei ful-mini e nel fragore dei tuoni, agitando i mari e facendo tracimare i fiumi. In altre occasioni la terra si copre di neb-bia umida e lacqua cade sottile e con-tinua, per giorni e settimane. In molte regioni del nostro pianeta, a seconda della stagione dellanno, essa un epi-sodio quotidiano, al quale pochi pre-stano attenzione. Quando manca un

    Suor Clara Isabel Morazzani Arriz, EP

    argomento di conversazione, le perso-ne parlano di pioggia e bel tempo, ossia, di qualcosa privo dimportanza e trascendenza.

    Tuttavia, probabilmente solo chi ha vissuto lunghi periodi di siccit quando la terra assetata si apre in solchi e la vegetazione perde il rigo-glio e si inaridisce sa dare alla piog-gia il giusto valore e riconoscere i be-nefici incomparabili che essa apporta alla vita sulla Terra. Pur presentando-si sotto cos svariati aspetti, la pioggia conserva sempre la sua caratteristica di fecondare e dare vitalit.

    Simbolo delle benedizioni di Dio

    Siccome la finalit di ogni ele-mento della natura creato da Dio riflettere qualcosa della sua essen-za infinita o della sua azione, quel-la della pioggia di essere il simbolo dellabbondanza e dellefficacia del-le sue benedizioni.

    Troviamo nelle Sacre Scritture numerosi riferimenti che dimostra-no quanto essa fosse considerata in-dice della benevolenza divina, tra gli antichi, e la sua assenza un segno di castigo. Nel Salmo 83 leggiamo: Beato chi abita la tua casa: sempre

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  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo19

    canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuo-re il santo viaggio. Passando per la valle del pianto la cambia in una sor-gente, anche la prima pioggia lam-manta di benedizioni (5.7) e nel Si-racide: Bella la misericordia al tempo dellafflizione, come le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccit (35, 26).

    Se la pioggia rappresenta la libe-ralit dei doni divini che sono prodi-gati agli uomini, la terra sterile e rin-secchita assomiglia allanima privata della freschezza della grazia, incapa-ce di praticare qualsiasi atto di virt e, pertanto, di conquistare meriti so-prannaturali.

    Un mondo con necessit di rinnovamento

    Si avuta, nella Storia, una lun-ga epoca di siccit, di quattromila anni, nei quali lacqua della miseri-cordia divina era rara. Infatti, dopo la caduta dei nostri progenitori e la loro espulsione dal Paradiso, luma-nit ha cominciato a svilupparsi sul-la Terra col lavoro, nella sofferenza e nelle difficolt inerenti alla sua na-tura macchiata dal peccato.

    Poco a poco, trascinati dal disor-dine delle loro passioni, gli uomini hanno vaneggiato nei loro ragiona-menti e si ottenebrata la loro men-te ottusa. [...] Hanno cambiato la ve-rit di Dio con la menzogna e han-no venerato e adorato la creatura al posto del creatore (Rm 1, 21.25), fabbricando per s divinit secondo i loro capricci, in modo che si con-ciliassero con i loro istinti sregolati.

    Di conseguenza, dalluniversali-t dellerrore sono sorti tutti i crimi-ni, come da una germinazione natu-rale: idolatria, superstizione, magia, apoteosi di vizi incensati come divi-nit, ingiustizie, depravazione del-la carne, crudelt abominevoli. Tutti questi crimini che si producono, non come incidenti riprovevoli nella vita degli individui, delle famiglie e del-

    le societ, ma come costumi intima-mente radicati nelle nazioni, si svi-luppano comodamente sotto il tri-plice patrocinio delle leggi, dellopi-nione e della religione.1

    Questo stato di cose causava im-mensa frustrazione nelle anime e luniverso pagano sentiva la neces-sit di un rinnovamento. Sebbene sprofondati nelle loro credenze su-perstiziose, gli uomini conservava-no il ricordo della parola divina ri-volta ad Adamo ed Eva: a porre fi-

    ne ai mali del mondo, sarebbe venu-to un Salvatore, il quale avrebbe ri-generato lumanit e avrebbe indica-to le vie del futuro.

    In attesa della rugiada restauratrice

    In Israele, nazione che Dio ave-va reso depositaria della Fede e del-le promesse messianiche, il Signo-re, per bocca dei profeti, aveva an-nunciato in mille modi e sotto innu-merevoli forme le caratteristiche del Redentore, le sue azioni, la sua mis-sione, la sua grandezza. Tale speran-za era oggetto degli aneliti dei pa-triarchi e dei giusti che, nel corso dei secoli, mantenevano lo sguardo fisso nellavvenire e supplicavano lOnni-potente di abbreviare i tempi.

    Il gemito di quel pugno di anime pie potrebbe essere ben sintetizza-to nel passo del profeta Isaia, tanto ripetuto durante tutto il periodo li-turgico dellAvvento: Stillate, cie-li, dallalto e le nubi facciano piove-re la giustizia; si apra la terra e pro-duca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo (45, 8).

    Le versioni pi antiche della Bib-bia, seguendo la Vulgata, considera-vano questo passo come uno degli oracoli pi chiari riguardo al nome di Ges, visto che le parole giusti-zia e salvezza erano tradotte con Giusto e Salvatore, cio, Ge-s. Entrambe le varianti sono in pieno accordo, poich, scendendo dal Cielo, il Salvatore ha inaugurato unera di giustizia e santit.

    S, il Giusto, il Messia atte-so venuto, infatti, non con gran-de pompa e apparato, come molti immaginavano, ma rivestito di un Corpo sofferente come il nostro, al fine di irrigare con il battesimo del suo Sangue il grande deserto di questo mondo. N le anime pi ari-de, n i cuori pi induriti sono capa-ci di resistere allefficacia di questa rugiada ristoratrice.

    In mille modi e con innumerevoli immagini Dio aveva annunciato per mezzo dei profeti la grandezza del

    Redentore

    Profeta Isaia, dellAleijadinho Santuario del Buon Ges di Matosinhos,

    Congonhas do Campo (Brasile)

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  • 20Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Abbondanza di benedizioni versate dal Salvatore

    Considerando i 2000 anni dellEra Cristiana, costatiamo quanto la parola e lesempio dellUomo-Dio, trasmes-si dagli Apostoli, abbiano reso la terra buona e feconda. Lardore dei marti-ri, la purezza delle vergini e la sapien-za dei dottori sono varie espressioni di questunica giustizia versata dal cie-lo, cos come leroismo sublime dei religiosi, lo zelo dei missionari e la-more disinteressato di quelli che si de-dicano al bene del prossimo.

    Da questimmensa coorte di San-ti, con i quali la Chiesa, Corpo Mi-stico di Cristo, sempre si arricchisce, defluiscono altrettanti sviluppi ma-gnifici, come riflessi della perfezione delle anime. Vediamo, allora, lere-zione delle cattedrali, la raffinatezza della liturgia e dei paramenti, la po-licromia delle vetrate, la definizione dei dogmi, lo sbocciare degli ordini religiosi, la creazione delle universi-t, degli ospedali e dei monasteri... e, anche la cortesia nel tratto, lele-ganza negli abiti e nelle maniere, o il buon gusto nelle arti culinarie.

    Probabilmente quei molti profe-ti e re che furono ansiosi di vedere i giorni del Redentore (cfr. Lc 10, 24) non poterono neppure immagina-re labbondanza di benedizioni che si sarebbe riversata sui loro discenden-ti nella Fede. Tuttavia, con le loro rei-terate preghiere contribuirono a pre-parare i cammini del Messia e affret-tare lora benedetta del suo arrivo.

    Tempo di preparazione per la venuta del Salvatore

    Nel corso delle quattro settimane che precedono il Natale, la Chiesa, da secoli remoti, propone ai fede-li unadeguata preparazione per la grande solennit della nascita di Ge-s, cercando di indurli alla conver-sione come ricordano i paramen-ti viola , purificando le anime dal-le loro miserie, capricci e vergogne.

    Il costume di osservare tale pe-riodo di penitenza ha avuto inizio in Occidente e, pi tardi, penetra-to nelle chiese orientali. Si sa che in Francia, nel V secolo, si digiuna-va tre volte la settimana dalla festa di San Martino (11 novembre) fino

    a Natale, e i Vescovi si dedicavano con assiduit alla predicazione. Pi tardi, la pratica del digiuno diven-tata obbligatoria, non solo in Fran-cia, ma anche in Inghilterra, Germa-nia, Italia e Spagna. Col tempo, pe-r, questi digiuni si sono mitigati e lAvvento si ridotto a quattro setti-mane soltanto, proprio come al gior-no doggi.2

    Questa preparazione, tuttavia, non mira soltanto a rievocare la mil-lenaria attesa dellumanit per larri-vo del Salvatore ma a rivivere lo spi-rito di gioia e di speranza che ha di-stinto i giusti dellAntico Testamento, in previsione della sua comparsa.

    Se nella sua prima venuta Cristo venuto come pioggia soave, spar-gendosi su tutta lestensione della Terra, al fine di chiamare gli uomini e comunicare loro la sua grazia Io sono venuto perch abbiano la vita e labbiano in abbondanza (Gv 10, 10) , sappiamo che Egli torner un giorno con grande splendore e glo-ria per giudicare i vivi e i morti, co-me professiamo nel Credo ed Egli stesso ha annunciato: Come la fol-

    Nella sua prima venuta, Cristo si manifestato come una pioggia soave, su tutta la Terra, al fine di chiamare gli uomini e comunicare loro la sua grazia

    Adorazione dei Re Magi Abbazia benedettina di Subiaco

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  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo21

    gore viene da oriente e brilla fino a occidente, cos sar la venuta del Fi-glio delluomo. [...] Quando il Figlio delluomo verr nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si sieder sul trono della sua gloria (Mt 24, 27; 25, 31).

    Accettiamo il dolce invito del Bambino Ges

    NellAvvento contempliamo an-che la venuta intermediaria di Cri-sto, che si realizza incessantemen-te in modo mistico e misterioso in tutte le epoche, come hanno inse-gnato molti teologi, in particolare il grande San Bernardo: Conoscia-

    mo, infatti, tre suoi avventi: agli uo-mini, negli uomini, contro gli uomi-ni. [...] Ma, poich il primo e il terzo, per essere manifesti, sono molto no-ti, riguardo al secondo, che occulto e spirituale, ascolta lo stesso Signore che dice:Se uno mi ama, osserver la mia parola e il Padre mio lo ame-r e noi verremo a lui e prendere-mo dimora presso di lui (Gv 14, 23). Beato colui nel quale fai la tua di-mora, Signore Ges. Beato colui nel quale la sapienza edifica la sua casa, elevando sette colonne. Beata lani-ma che ricettacolo della saggezza. Chi questa? Lanima del giusto.3

    Sappiamo che Egli torner un giorno con grande splendore e gloria per giudicare i vivi e i morti, come professiamo nel Credo e come Egli stesso ha annunciato

    Il Giudizio Finale, del Beata Angelico Museo di San Marco, Firenze.

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    Il mondo doggi immerso in una grande desertificazione spi-rituale, dove il vuoto che si diffuso,4 come ha affermato Pa-pa Benedetto XVI allapertura dellAnno della Fede. Infatti, a so-miglianza della situazione nella quale si trovavano prima che il Fi-glio di Dio scendesse dal cielo, gli uomini odierni si trovano sprofon-dati nel peccato e facilmente si ri-volgono agli idoli, non pi quelli doro, argento, pietra o legno, ma alle divinit dei nostri giorni, for-se pi numerose di quelle dellAn-tichit pagana.

    1 MONSABR, OP, Jacques-Marie-Louis. Dimanches et Ftes de lAvent. 3.ed. Paris: P. Lethielleux, 1902, p.102-103.

    2 Cfr. GURANGER, OSB, Prosper. Lanne liturgique. LAvent. 20.ed. Tours: Al-fred Mame et Fils, 1920, p.1-8.

    3 SAN BERNARDO. Ser-mones de Tiempo. En el Adviento del Seor. Sermn III. In: Obras Completas. Madrid: BAC, 1953, vol.I, p.169.

    4 BENEDETTO XVI. Omelia nella Messa solenne di aper-tura dellAnno della Fede, del 11/10/2012.

  • La Santa del silenzio e della fiducia

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    22Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Santa caterIna Labour

    Solamente dopo la sua morte sono stati schiusi i veli delleroica umilt di quella monaca il cui silenzio aveva nascosto agli occhi del mondo la sua grandiosa missione: veggente e messaggera della Regina dei Cieli.

    lla fine del 1858, corre-vano a Parigi notizie sul-le apparizioni della Ma-donna a una contadi-

    na dei Pirenei, a Lourdes, un ango-lo di scarsa rilevanza del territorio francese. Si scambiavano impressio-ni sulle straordinarie guarigioni con-statate dopo che erano state utiliz-zate le acque della miracolosa fon-te della Grotta di Massabielle e, so-prattutto, si commentava la celebri-t della giovane veggente, Bernadet-te Soubirous, la cui semplicit e in-crollabile fede suscitavano lammi-razione del popolo, che gi la vene-rava come santa.

    Diffondendosi velocemente per la capitale francese, le notizie giunse-ro allorecchio anche delle Figlie del-la Carit di San Vincenzo de Paoli, che servivano gli anziani dellospi-zio di Enghien. Intavolarono unani-mata discussione, nella quale si ud unesclamazione uscita dalle labbra di una religiosa che, sebbene discre-tamente, si mostrava presa da vee-mente entusiasmo in quel momento:

    E la stessa!.1 Nessuna delle pre-senti comprese il significato di quel-le parole. Guardandosi tra loro con stupore, continuarono a parlare, co-me se non avessero udito nulla.

    Un arcobaleno mistico tra Rue du Bac e Lourdes

    Nel 1830, una novizia della Casa Madre della Compagnia delle Figlie della Carit, situata a Parigi in Rue du Bac, era stata anche lei privilegia-ta con apparizioni della Madonna, le quali avevano gi acquistato fa-ma mondiale. Oltre a fare importan-ti rivelazioni sul futuro della Con-gregazione e della Francia, la Ma-dre di Dio aveva affidato alla veg-gente la missione di far coniare una medaglia attraverso cui Lei avrebbe versato abbondanti grazie sul mon-do. La distribuzione dei primi esem-plari avvenne a causa dellepidemia di colera che infuriava a Parigi, fu-rono talmente tante e cos sorpren-denti le guarigioni attribuite alluso di questa medaglia non senza mo-tivo denominata dal popolo Miraco-

    losa , che in poco tempo essa si era gi diffusa in diversi paesi.

    Il nome della veggente, tuttavia, rimaneva incognito, anche tra le sue sorelle dabito. Fu rivelato soltanto dopo la sua morte: era la silenzio-sa, diligente e sempre ben disposta Suor Caterina Labour! I suoi oc-chi azzurri, sereni e limpidi, brillava-no di gioia sentendo parlare per la prima volta delle recenti apparizio-ni di Lourdes, uneco di quelle avve-nute in Rue du Bac. Era unaltra luce che spuntava nello stesso cammino di misericordia tracciato dalla Regi-na del Cielo per condurre lumanit a una nuova era di grazie mariane.

    Non cera dubbio, era la stessa! Alla novizia di Parigi, la Vergine aveva insegnato la formula per in-vocarLa: O Maria, concepita sen-za peccato. A Bernadette, cos Si era presentata: Io sono lImmaco-lata Concezione. Esultante di con-tentezza, Suor Caterina cominci a nutrire una profonda ammirazio-ne per la nuova veggente, malgra-do non la conoscesse. Non sapeva

    Suor Isabel Cristina Lins Brando Veas, EP

  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo23

    che, a Lourdes, Bernadette por-tava al collo la Medaglia Mira-colosa quando vide la Madre di Dio, e probabilmente nutriva nel suo cuore nobili sentimenti di ve-nerazione per la sconosciuta veg-gente della Vergine della Meda-glia... Secondo unottica sopran-naturale, cera una stretta unione di animo tra le due sante, che for-mava come un arcobaleno misti-co tra Rue du Bac e Lourdes.2

    Santa Bernadette dava prove di eroica umilt, restituendo alla Regina del Cielo gli onori e le lo-di che il popolo le tributava. Santa Caterina praticava in modo diffe-rente una pari umilt: dedita alle pi modeste funzioni nellospizio di Enghien, dove serviva gli anzia-ni e i poveri da oltre quarantanni.

    Infanzia avvolta da fede e seriet

    Quando Caterina nacque, il 2 maggio 1806, in Francia erano an-cora aperte le ferite dellirreligio-ne provocate dalla Rivoluzione del 1789. Nel piccolo villaggio borgogno-ne di Fain-ls-Moutiers, dove la fa-miglia Labour risiedeva, non cera un sacerdote. Per battezzare la neo-nata, fu necessario chiamare il parro-co della cittadina vicina. Nonostante la generalizzata negligenza religiosa del tempo, da cui non era esente suo padre, Pietro Labour, la fede di Ca-terina e dei suoi nove fratelli fu sal-vaguardata e rafforzata grazie allim-pegno della madre, Maddalena Gon-tard, la cui principale preoccupazio-ne nelleducazione dei figli fu quella di infondere in loro unillimitata fidu-cia nella Santissima Vergine.

    I primi anni di Zoe cos si chia-mava la nostra santa, prima dellin-gresso nella vita religiosa trascor-sero senza nubi, nelle gioie di unin-fanzia profumata dallinnocenza. Acquist ben presto il gusto per la preghiera e non esitava ad abbando-nare gli infantili divertimenti quan-do la madre la chiamava per pregare

    insieme davanti alla semplice statua della Madonna intronizzata in una sala della sua casa.

    Dotata di un precoce senso di re-sponsabilit e seriet, Zoe cap pre-sto le difficolt della madre nellese-cuzione degli ardui compiti di manu-tenzione della casa, e decise di aiu-tarla. Prima di compiere otto anni, sapeva gi cucire, mungere le muc-che, preparare la minestra e spazza-re il pavimento. La convinzione che la spingeva ad abbracciare con gio-ia il monotono lavoro quotidiano tanto in famiglia, durante linfan-zia e la giovent, quanto nellospizio di Enghien, nel corso di pi di quat-tro decenni fu da lei stessa spiega-ta con parole semplici e piene di lu-ce: Quando si fa la volont di Dio, non si sente mai fastidio.3

    Una grazia trasformante

    A nove anni di et, la piccola Zoe vide lorizzonte della sua vita oscu-

    rarsi per una tragedia: nellotto-bre 1815, mor sua madre. Con-templando il suo corpo inerte, pianse copiosamente, ma non per molto tempo, poich lei stessa le aveva insegnato a chi ricorrere nei momenti di afflizione. Passa-to il primo choc, si diresse alla sa-la, dove si trovava la statua della Madonna, davanti alla quale tan-te volte aveva pregato in compa-gnia della madre. Risoluta, sal su una sedia per porsi allaltezza del-la statua, labbracci ed esclam, tra i singhiozzi: Dora in poi, Tu sarai mia Madre!.4 La risposta della Regina del Cielo fu imme-diata. La bambina, che l era giun-ta debole e disfatta in lacrime, si ritir forte e disposta ad affronta-re le avversit. Fu questa lultima volta che pianse nella vita, poich la virt della fortezza laccompa-gn in un crescendo fino alla fine dei suoi giorni.

    Nel 1871, quando gi era una religiosa di 65 anni di et, il mo-

    vimento rivoluzionario della Comu-ne di Parigi le offr diverse occasio-ni per di manifestare, con eroismo, questa virt. Un giorno, per esem-pio, prese liniziativa di dirigersi al quartier generale degli insorti per difendere la sua superiora, contro cui era stato pronunciato un ordi-ne di detenzione. Espose i suoi ar-gomenti con tale fermezza davanti a quasi sessanta comunardi l presen-ti che fin per uscirne vittoriosa. Im-pressionati, i rivoluzionari comincia-rono a trattarla con molta deferen-za; arrivarono anche a chiederle di deporre nel processo di una prigio-niera, e considerarono la sua deposi-zione, favorevole allimputata, come lultima parola nel caso.

    Una dimostrazione concreta di questa grazia ricevuta nellinfanzia fu la costanza danimo con la qua-le sopport le numerose manife-stazioni dimpazienza e incredulit del suo confessore quando, per or-

    Il nome della veggente fu rivelato solo dopo la sua morte: era la silenziosa,

    diligente e sempre ben disposta suor Caterina!

    Santa Caterina Labour, intorno allanno 1850

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  • 24Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    dine della Madonna, gli racconta-va le visioni avute. Pochi mesi pri-ma di morire, confid alla superiora che latteggiamento di questo sacer-dote aveva costituito per lei un ve-ro martirio. Lei pat con la fortezza dei martiri questolocausto silenzio-so, che le era stato annunciato dal-la stessa Santissima Vergine, nella prima delle sue apparizioni: Figlia mia, il Buon Dio vuole incaricar-ti di una missione. Avrai molte dif-ficolt, ma le supererai, consideran-do che agisci per la Sua gloria. Sa-prai discernere quello che proviene dal Buon Dio. Sarai tormentata fi-no a che lo dirai a colui che inca-ricato di condurti. Sarai contraddet-ta, ma otterrai la grazia. Non teme-re. Di tutto con fiducia e semplicit. Abbi fiducia.5

    Una vera figlia di San Vincenzo de Paoli

    Sarai felice di venire a me. Dio ha disegni a tuo riguardo.6 Quan-do aveva circa 14 anni, Caterina sent in sogno queste parole diret-te a lei da un sacerdote sconosciu-to, il cui sguardo penetrante e pie-no di luce si incise per sempre nella sua memoria. Alcuni anni pi tar-di, visitando una casa delle Figlie della Carit, simbatt su un qua-dro del fondatore della Congrega-zione, San Vincenzo de Paoli, nella cui fisionomia riconobbe il sacerdo-te del sogno. Le fu chiara, allora, la vocazione cui gi si era sentita tan-te volte attratta: sarebbe stata figlia di San Vincenzo!

    Tuttavia, quando nel suo 21 compleanno, il 2 maggio 1827, an-nunci in casa la sua decisione, il padre si oppose tassativamente. Do-po aver tentato, invano, di dissua-derla dallabbracciare la vita religio-sa, il padre la invi a Parigi, a lavo-rare nel ristorante di un suo fratel-lo, nella speranza che l lei avrebbe finito per incontrare un buon parti-to e sposarsi.

    Quellambiente, per, frequen-tato da operai rudi e molte vol-te sfrontati, non fece che rafforza-re la purezza illibata della giova-ne. Tale era il suo amore per la vo-cazione che gi si comportava co-me unautentica Figlia della Carit, compiendo alla perfezione le racco-mandazioni fatte dal Santo alle sue figlie spirituali, tra cui questa: Se alle religiose [di clausura] prete-so un grado di perfezione, alle Figlie della Carit ne devono esser prete-si due.7

    Caterina non desiderava al-tra cosa che abbracciare per intero questardita meta, e persever nel suo proposito fino a vincere losti-nazione del padre. Se osserviamo bene le piccole cose, faremo bene le grandi,8 avrebbe lei scritto, decenni pi tardi, al termine di un periodo di esercizi spirituali.

    La fiducia e la semplicit di unanima innocente

    Finalmente, il 21 aprile 1830, Ca-terina arriv al Convento di Rue du Bac. Il Consiglio delle Superiore su-bito vide in lei unautentica vocazio-ne: Ha 23 anni ed perfetta per la nostra comunit: ha una buona de-vozione, buon carattere, tempera-mento forte, amore del lavoro ed molto gioiosa,9 fu il parere scritto a suo riguardo. Inoltre, era una genuina contadina, proprio co-me desiderava San Vincenzo, che aveva assunto i buoni attri-buti delle contadine come ba-se naturale per profilare lidea-le di virt delle Figlie della Ca-rit. Sia nella vita comunitaria, sia nel servizio dei poveri, e anche durante le manifesta-zioni soprannaturali di cui fu oggetto, sempre brill in Suor Cate-rina una delle virt pi amate dal Santo Fondatore: la sem-plicit di cuore.

    Lo spirito delle contadine semplicissimo: nessuna traccia di fingimento n parole di doppio sen-so; non sono testarde n attacca-te alle loro opinioni. [...] Cos, fi-glie mie, devono essere le Figlie del-la Carit, e sappiate che lo sarete se siete semplici, non recalcitranti, sot-tomesse al parere degli altri e can-dide nelle vostre parole, e se i vo-stri cuori non penseranno una cosa mentre le vostre bocche ne pronun-ciano unaltra.10 Questo ideale de-lineato da San Vincenzo ha trovato, quasi due secoli dopo, una perfetta realizzazione nellanima di questa diletta figlia.

    La settimana successiva al suo ar-rivo al convento, le apparve tre vol-te, in giorni consecutivi, il cuore di San Vincenzo, che le preannunciava le imminenti disgrazie che si sareb-bero abbattute sulla Francia, con la promessa che le due Congregazioni da lui fondate non sarebbero scom-parse. La fortunata novizia ebbe la grazia di vedere anche Cristo pre-sente nella Sacra Ostia, durante tut-to il tempo del suo seminario, tran-ne tutte le volte in cui io dubitavo,11 confid lei.

    Sarai contraddetta, ma avrai la grazia. Non temere.

    Apparizione della Madonna a Santa Caterina Labour Cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa, Parigi

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  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo25

    Imbevuta della Fede che muove le montagne e attrae la benevolen-za di Dio, Caterina non esit a chie-dere di pi: voleva vedere la Madon-na. Alla vigilia della festa del Fonda-tore che allora si commemorava il 19 luglio , le confid il un suo desi-derio in una breve orazione e and a dormire speranzosa: Andai a dor-mire con lidea che in quella stessa notte sarebbe venuta la mia buona Madre. Era da tanto che volevo ve-derLa.12 E fu generosamente esau-dita, non solo quella stessa notte, ma anche in altre due apparizio-ni, una in novembre e unaltra in di-cembre dello stesso anno 1830.

    Col passar degli anni, sintensifi-c in lei la fiducia filiale e illimitata che depositava in questi tre pilastri di devozione, a tal punto che, poco prima di morire, non pot nasconde-re lo stupore quando la superiora le chiese se non aveva paura della mor-te: Perch dovrei temere di andare a vedere Nostro Signore, sua Madre e San Vincenzo?.13

    La Santissima Vergine scelse bene

    Santa Caterina non viol mai il segreto sulla sua condizione di veg-gente e messaggera delle apparizio-ni della Medaglia Miracolosa. Tutta-via, molte persone giunsero a scor-gere in lei la prediletta della Re-gina del Cielo, tale era il suo amo-re a Dio, non solo affettivo, poich innegabile era la sua ardente piet, ma anche effettivo, come testimo-ni una delle sue contemporanee: Le sue azioni, in se stesse ordina-rie, lei le faceva in maniera straordi-naria.14 Cera in lei qualcosa di di-screto, irraggiungibile e ineffabile.

    La sua santit era la principale custode del segreto. Alle suore che osarono interpellarla in questo sen-so, la sua risposta consistette sempre in un assoluto silenzio. Un silenzio nato dallumilt, senza nulla di taci-turno n di scontroso; al contrario,

    un silenzio sacro, che arrivava a su-scitare venerazione.

    Quando, dopo la sua morte, fu an-nunciato alle Figlie della Carit il no-me della veggente di Rue du Bac, es-se ebbero una reazione caratterizzata pi dallammirazione che dalla sor-presa. Non era difficile associare le-semplare suora alla figura gi un po mitizzata della veggente igno-ta. Era impossibile non restare mera-vigliati nel costatare leccellenza del-la sua umilt, che laveva mantenuta nellanonimato, pur esercitando una missione di portata universale.

    Forse in quel momento sar ve-nuto in mente alle suore lingenuo detto che i bambini dellorfanatro-fio, diretto dalle Figlie della Cari-t, erano soliti ripetere tra loro, os-servando da lontano Suor Cateri-na Labour: La Santissima Vergi-ne ha scelto bene.15 Sarebbero state queste parole, cos vere, mero frutto dellimmaginazione infantile o avr Dio, ancora una volta nella Storia, rivelato ai piccoli i misteri nascosti ai sapienti e intenditori?

    Senza dubbio, pi luminosa delleroico silenzio la lezione di fi-ducia filiale lasciata da Santa Cate-rina nella Madre che mai ci abban-dona. La fiducia ottiene sempre questo premio. Chiedendo con fidu-cia, si riceve di pi, con pi certezza e pi abbondantemente. La fiducia

    ci apre il Sapienziale e Immacolato Cuore di Maria.16

    1 LAURENTIN, Ren. Vie de Catherine Labour. Paris: Descle de Brouwer, 1980, p.197.

    2 CORRA DE OLIVEIRA, Plinio. Con-ferenza. San Paolo, 12 nov. 1980.

    3 SANTA CATERINA LABOUR, apud LAURENTIN, op. cit., p.377.

    4 CL DIAS, EP, Joo Scognamiglio. A Medalha Milagrosa. Histria e celestiais promessas. So Paulo: Takano, 2001, p.7.

    5 LAURENTIN, op. cit., p.85.6 Idem, p.40.7 SAN VINCENZO DE PAOLI. Corres-

    pondence, Entretiens, Documents, apud HERRERA, CM, Jos; PARDO, CM, Veremundo. San Vicente de Pal. Bio-grafa y seleccin de escritos. 2.ed. Ma-drid: BAC, 1955, p.271.

    8 SANTA CATERINA LABOUR, apud LAURENTIN, op. cit., p.156.

    9 LAURENTIN, op. cit., p.50.10 SAN VINCENZO DE PAOLI, op. cit.,

    p.260.11 SANTA CATERINA LABOUR, apud

    LAURENTIN, op. cit., p.78.12 Idem, p.81.13 Idem, p.289.14 LAURENTIN, op. cit., p.375.15 BERNET, Anne. La vie cache de Cathe-

    rine Labour. Mesnil-sur-lEstre: Per-rin, 2001, p.225.

    16 CORRA DE OLIVEIRA, op. cit.

    Pi luminosa delleroico silenzio la lezione lasciata da Santa Caterina di fiducia filiale nella Madre che non abbandona mai

    Resti mortali di Santa Caterina Labour Cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa, Parigi

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  • IVivendo con Maria lAnno della Fede

    26Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    l Santuario di Fatima ha accolto, il 20 Ottobre, la decima edizione dellIncontro dellApostola-to dellIcona in Portogallo, che tutti gli anni attira

    migliaia di partecipanti.

    Rosario nella Cappella delle Apparizioni

    Lincontro iniziato con la recita del rosario nella Cappella delle Apparizioni, preceduta dai cordiali salu-ti di Mons. Serafino Ferreira e Silva, Vescovo emerito di Leiria-Fatima e le parole di benvenuto di Don Pietro Paolo de Figueiredo, EP, Direttore della Campagna Il Mio Cuore Immacolato Trionfer.

    Dopo il rosario, recitato con grande fervore, la molti-tudine si diretta alla Basilica della Santissima Trinit, dove Mons. Gioacchino Mendes, Vescovo Ausiliare di Lisbona, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con-celebrata da 18 sacerdoti.

    Messaggio del Papa e Benedizione Apostolica

    Giunti nella Basilica, stato letto il messaggio che ac-compagnava la Benedizione Apostolica concessa da Pa-pa Benedetto XVI a tutti i presenti.

    Nel messaggio il Santo Padre ha inviato un saluto cordiale a tutti i partecipanti allIncontro Nazionale del-le famiglie integranti lApostolato degli Araldi del Van-gelo, e li ha esortati a crescere nella coscienza che i cristiani, con la grazia di Dio, diventino templi dello Spi-rito Santo, pietre vive con cui si costruisce la Chiesa.

    Calorose parole di Mons. Gioacchino Mendes

    Nella sua omelia, Mons. Gioacchino ha sollecitato i membri della grande famiglia degli Araldi del Vangelo, rappresentata dalle circa diecimila persone l presenti, a proseguire con raddoppiata Fede la loro missione evange-lizzatrice: Come Maria Santissima che, dopo aver ascol-tato la parola di Dio nellAnnunciazione, si messa in cammino per servire sua cugina Santa Elisabetta, cos an-che gli Araldi, mediante lascolto e lobbedienza della Fe-de alla parola divina, sono chiamati a mettersi in cammi-no per servire i fratelli, e portare a loro Cristo, come Ma-ria, conducendoli allincontro con Lui.

    LEvento si chiuso con una solenne processione ver-so la Cappella delle Apparizioni, per il saluto finale.

    Fede e fervore Circa diecimila partecipanti sono giunti dalle pi diverse citt e villaggi del Portogallo,

    portando le rispettive icone.

  • Dicembre 2012 Araldi del Vangelo27

    Processione e saluto finale LEvento si concluso con una breve preghiera nella Cappella delle Apparizioni, dove tutti si sono diretti in solenne corteo. Il percorso stato animato da canti mariani fervorosamente

    accompagnati dai fedeli.

    Messa nella Basilica La Messa, presieduta da Mons. Gioacchino Mendes, Vescovo Ausiliare di Lisbona, e concelebrata da 18 sacerdoti, ha contato sulla presenza della Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria. Alla fine, Mons. Gioacchino ha collocato la corona sul capo della Statua, simbolizzando la consacrazione di tutti a Ges

    per mano di Maria.

  • 28Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Venezia Araldi del Vangelo hanno aiutato nel cerimoniale liturgico nella Messa per i fedeli defunti presieduta dal Patriarca, Mons. Francesco Moraglia, nella chiesa di San Michele.

    Messina Nella Parrocchia San Nicol di Bari, il 21 ottobre scorso, gli Araldi del Vangelo hanno recebuto nel Terzo Ordine il Sacerdote Don Pietro Scolaro e due coppie. La vestizione delle cappe e della casula

    si realizzata durante la messa celebrata da Don Mario Beccar.

    Modica (Ragusa) Missionari araldi hanno portato la Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Maria agli alunni della scuola delle Madri Benedettine. I bambini hanno risposto con molta vivacit e devozione

    alle domande che sono state loro rivolte dai missionari.

  • LLa Statua Pellegrina percorre le parrocchie

    Dicembre 2012 Araldi del Vangelo29

    a Statua Pellegrina del Cuore Immacolato di Ma-ria stata calorosamente ricevuta a settembre nel-

    la Parrocchia Santa Maria dei Martiri, di Salerno. Secon-do il parroco, alcune buone confessioni avvenute in que-sto periodo sono indice delle grazie ricevute dai fedeli.

    Durante la prima settimana di ottobre, sono state visitate diverse parrocchie della diocesi di Asti, in Pie-monte. In quella di San Giacomo Apostolo, ad Azza-no, ci sono state animate processioni. A Montemarzo, lo stesso Vescovo diocesano, Mons. Francesco Guido

    Ravinale, ha accompagnato il corteo che ha ricevuto la statua al suo arrivo. A Isola DAsti, gli alunni del Collegio Cardinale Sodano hanno recebuto com gioia lStatua della Madonna e a Rocca DArazzo si nota-ta nella Messa e nella processione la presenza di mol-ti fedeli che non avevano labitudine di frequentare la chiesa.

    Nella parrocchia di Scaletta Messina i fedeli hanno partecipato con entusiasmo alla veglia mariana conclu-sasi con lAdorazione Eucaristica.

    Isola DAsti

    Azzano Rocca DArazzo

    Salerno

    Montemarzo

    Scaletta Messina

  • 30Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    Argentina Durante la Missione Mariana realizzata nella Parrocchia di Santa Giulia, a Buenos Aires, la Statua Pellegrina stata ricevuta nella matrice dagli alunni del Collegio Santa Giulia (foto a destra).

    Ha visitato, tra molti altri luoghi, la residenza In Famiglia, dove Don Claudio Bareiro, EP, ha amministrato i Sacramenti agli anziani (foto a sinistra).

    Cile Nel convento delle carmelitane di Los Andes, dove vissuta e morta la prima santa cilena, stata realizzata in ottobre Una mattina con Maria (foto a sinistra). Il 12 settembre, il Diac. Pablo Beorlegui, EP,

    ha percorso i letti dellOspedale di Valparaiso portando una parola di conforto ai malati (foto a destra).

    Canada Cooperatori degli Araldi hanno partecipato a Montreal alla processione in onore della

    Madonna di Fatima presieduta dallArcivescovo, Mons. Christian Lpine.

    Colombia Il 14 ottobre, la processione Un miglio con Maria ha percorso le vie della parrocchia

    San Giuseppe di El Poblado, a Medelln.

  • Celebrazioni del 13 ottobreI

    Dicembre 2012 Araldi del Vangelo31

    n occasione del 95 anniversario dellultima appa-rizione della Madonna a Fatima, araldi di diversi

    paesi hanno organizzato Celebrazioni Eucaristiche in onore di Maria Santissima.

    A Houston, in Texas, 90 persone si sono consa-crate alla Madonna durante la cerimonia, mentre a Bogot la Cattedrale stata affollata da quasi 2.000 persone. Nella capitale del Messico, il Vescovo Au-

    siliare, Mons. Carlo Briseo Arch, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. C stata anche una ri-levante affluenza di fedeli nella Chiesa Madonna dellIncarnazione, a Lima, e nella Parrocchia San-ta Giulia, a Buenos Aires. Una grande fede hanno manifestato i fedeli ad Asuncin, che sono rimasti a lungo a venerare la Statua della Madonna una volta conclusa la cerimonia.

    Houston

    Lima

    Messico Asuncin

    Buenos Aires

    Bogot

  • Seguendo il Divino Maestro...

    L

    32Araldi del Vangelo Dicembre 2012

    a partecipazione al Ban-chetto Eucaristico, in-finito ossequio di Dio verso gli uomini, non

    pu esser vista come una mera rou-tine o un obbligo del fedele nei giorni di precetto. Infatti, essendo Dio la Sapienza in sostanza, tutto quanto Egli fa, obbedisce a un su-periore disegno il cui fine la sua maggior gloria, il miglior ordina-mento delle creature e il beneficio degli uomini.

    Considerati sotto questottica, gli obblighi che