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Numero 93 Gennaio 2011    P   o   s    t   e    I    t   a    l    i   a   n   e   s  .   p  .   a  .      S   p   e    d    i   z    i   o   n   e    i   n    A    b    b   o   n   a   m   e   n    t   o    P   o   s    t   a    l   e      D  .    L  .    3    5    3    /    2    0    0    3    (   c   o   n   v  .    i   n    L  .    2    7    /    0    2    /    2    0    0    4   n       4    6    )   a   r    t  .    1  ,   c   o   m   m   a    2  ,    D    R    P    D      C   o   n    t    i   e   n   e    I  .    R  .      P   e   r    i   o    d    i   c   o    d   e    l    l       A   s   s   o   c    i   a   z    i   o   n   e    M   a    d   o   n   n   a    d    i    F   a    t    i   m   a      M   a   r    i   a  ,    S    t   e    l    l   a    d   e    l    l   a    N   u   o   v   a    E   v   a   n   g   e    l    i   z   z   a   z    i   o   n   e  Salva mi Reg ina  Promuovendo la devozione a Maria

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    Numero 93

    Gennaio 2011

    PosteItalianes.p.a.-SpedizioneinAbbonamentoPostale-D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004n46)art.1,comma2,DRPD-ContieneI.R.-

    PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria

    ,StelladellaNuovaEvangelizzazione

    Salvami Regina

    Promuovendo la

    devozione a Maria

    http://-/?-http://-/?-http://-/?-http://-/?-
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    g

    San Francesco di Sales - SantaCueva de Manresa (Spagna)

    ella creazione Dio ha ordinato alle piante che

    producessero i loro frutti, ognuna secondola propria specie. Allo stesso modo Egli ordinaai cristiani, che sono le piante vive della SuaChiesa, che producano frutti di devozione, ognuno

    secondo le sue qualit e la sua vocazione.

    (San Francesco di Sales, Introduzione alla Vita Devota)

    N

    SergioHollmann

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    San Vincenzo Pallotti -Promotore

    dellapostolato laico

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    accaduto nellaChiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Storia per bambini... Limmagine dello specc

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Smagliante tradizione

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Intervista a Mons. Jean-Brugus - Magistero p

    ficio e universit cattol

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    Il Miracolo Eucaristico

    di Amsterdam

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    Nel cuore delluomo,liscrizione di Dio

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

    Commento al Vangelo Radicale cambiamentodei modelli nel rapportodivino e umano

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

    La voce del Papa Sollecitudineper la vita nascente

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    SalvamiRegina

    Periodico dellAssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    SommariO

    Anno XIII, numero 93, Gennaio 2011Direttore responsabile:

    Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione:Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane

    Vasconcelos A. Campos, EP,Luis Alberto Blanco Corts, Madre

    Mariana Morazzani Arriz, EP,Severiano Antonio de Oliveira

    Amministrazione:Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE)CCP 13805353

    Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99Poste Italiane s.p.a. - Spedizionein Abbonamento Postale - D. L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46)art. 1, comma 2, DR PD

    Contiene I.R.www.araldi.org

    www.salvamiregina.it

    Con la collaborazionedellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedelidi Diritto Pontificio

    ARALDIDELVANGELO

    Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 500165 Roma

    Tel. sede operativaa Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio:Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura:Pozzoni - Istituto Venetode Arti Grafiche S.p.A.

    Via L. Einaudi, 1236040 Brendola (VI)

    Gli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si inviicopia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati di responsabilit dei rispettivi autori.

    Limiti della libert (Editoriale) . . . . . . . . . . . .5

    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    http://-/?-http://-/?-
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    4 Salvami ReginaGennaio 2011

    SCRIVONOILETTORI

    CATECHESIACCESSIBILEEPROFONDA

    La rivistaAraldi del Vangelomeri-ta i complimenti non solo per la pre-sentazione grafica eccellente, ma an-che e principalmente per la cate-chesi ampia e profonda che presentain una forma simpatica e accessibile.

    Che il Buon Dio continui a confer-marvi in questo compito apostolico,dove tutti siamo chiamati, ma in for-ma differente, poich non tutti sappia-

    mo trasmettere gli insegnamenti dellaChiesa con simpatia ed efficienza.

    A. G. F. I.

    Castelo Branco Portogallo

    VOLARESENZAORMEGGI!

    Scrivo per manifestare la gioiache sento nel far parte di questope-ra evangelizzatrice. Sono stato moltocontento quando ho ricevuto, per laprima volta, la rivista Araldi del Van-gelo, poich mi sono sentito come labella aquila della copertina, a Vola-re senza ormeggi!. Traggo molto pro-fitto da ogni articolo che leggo atten-tamente e che, in questo modo, arric-chisce la mia vita spirituale, poich voiportate allinterno di questa Rivista lagrande essenza della nostra Religio-ne: la Parola di Dio, il Vangelo bencommentato, che illumina e rischiarala nostra anima e la nostra mente.

    Desidero felicitarmi con voi per

    la vostra fedelt a Cristo, alla Vergi-ne Maria e al Papa.M. G. F.

    Riacho do Dantas Brasile

    MIFALOTTAREPERESSERMIGLIORE

    Ho ricevuto in ottobre, come sem-pre, un bel numero della Rivista, cheho letto minuziosamente. E quantobene mi ha fatto! Alcuni argomenti,tra gli altri, mi hanno fatto ripensa-

    re e lottare per esser migliore: le pa-role del nostro Papa Benedetto XVI,che danno un programma di vita ainostri pastori, i Vescovi; il Commen-

    to al Vangelo, che ci esprime quantoluomo abbia necessit di ammiraree Gli angeli parlano?. Per mezzo diqueste parole piene di saggezza, horiflettuto e appreso molto.

    L. S. de F.

    Santiago Ci le

    EMINENTERISPOSTA

    ALLOSPIRITOSANTO

    I miei complimenti a tutti gliAraldi del Vangelo, in modo molto

    particolare, al suo Fondatore, Mons.Joo Scognamiglio Cl Dias, per le-minente risposta che ha dato alloSpirito Santo, fondando unoperacome questa, col suo ramo sacerdo-tale e tutta la crescita che state ma-nifestando in molte parti del mondo.Ricevo la Rivista da quasi un anno eho seguito con gioia il suo sviluppo.

    G B.

    Quito Ecuador

    ORGOGLIOSADIAPPARTENEREALLAFAMIGLIADEIDEVOTI

    ALLAMADONNA

    con immenso piacere e gratitudi-ne che Le scrivo, per ringraziarLa del-la tessera di membro-benefattore perlanno 2011 che mi ha inviato.

    Sono orgogliosa di appartene-re alla famiglia dei devoti alla Ma-donna di Fatima e di poter parteci-pare a questa fantastica iniziativa di

    evangelizzazione.Anche io avrei voluto stringerLe lamano e pregare con Lei davanti la sta-tua della Madonna, anche se solo in-tenzionalmente, Le sono vicina conil cuore pieno di gratitudine, amiciziae soprattutto ammirazione per que-sta bella iniziativa che state portandoavanti con immenso Amore.

    La ringrazio vivamente per aver-mi mandato per la prima volta la

    Medaglia Miracolosa cos abbiamoavuto la possibilit di conoscerci e dcollaborare.

    Ora, ogni mese aspetto una sua let-

    tera o le riviste Salvami Regina cheprima non sapevo esistessero; ad oggi ho ricevuto il bellissimo calendarioe tutto il restante materiale religiosoper poter pregare e affrontare le tante difficolt della vita.

    La novena, la Corona, le Medaglie Miracolose inviatemi mi hanno aiutato a pregare nei momentpi difficili, grazie, grazie, veramente grazie.

    S. S

    Monte San Giovanni FR

    CRESCEREEMATURARENELLAFEDE

    Desidero ringraziarvi per la Rivistacos bella, spirituale, formativa, educativa e interessante che mi avete in-viato. I suoi articoli ci aiutano a crescere e maturare nella fede. Che bello che esistano nella nostra Santa Madre Chiesa ministeri tanto impegnati nellannuncio del Vangelo, come glAraldi del Vangelo! Se ci fossero piministeri ugualmente impegnati, unmaggior numero di persone conoscerebbero Nostro Signore Ges Cristoper mezzo della Madonna, attraversoil loro lavoro evangelizzatore e le lorotestimonianze di vita.

    G. C. A

    Agua Caliente de

    Cartago Costa Rica

    COMMENTOALVANGELO

    Questa Rivista la pi importante messaggera della Chiesa Cattolica ai nostri giorni. Essa ci porta mensilmente notizie e uno stimolo per af-frontare le difficolt presenti, senzascoraggiarci n demoralizzarci. Senza dubbio, la sezione che mi attira dpi il Commento al Vangelo, per laprofondit dei suoi insegnamenti.

    J. C. A. de M

    Rio Claro - Brasile

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    Numero93

    Gennaio201

    1

    PosteItaliane

    s.p.a.-SpedizioneinAbbonamentoPostale-D.

    L.

    353/2003(conv.

    inL.

    27/02/2004n46)art.

    1,

    comma2,

    DRPD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria,

    StelladellaNuovaEvangelizzazione

    SalvamiRegina

    Promuovendola

    devozioneaMaria

    N

    Gennaio 2011Salvami Regina 5

    Editoriale

    Fedeli venerano laStatua PellegrinadellImmacolatoCuore di Mariaa Quintana

    Brasile

    (Foto: Sergio Cspedes Ros)

    LIMITIDELLALIBERT

    el Discorso della Montagna, sintesi della Buona Novella, Ges presenta, atutti coloro che sarebbero stati suoi discepoli nel corso della Storia, una dottrina morale divinamente insuperabile. Sarebbe stato impossibile ottenerla

    soltanto con lattivit della ragione. Fu necessario che lo stesso Verbo di Dio fatto car-ne la rivelasse, invitando, allo stesso tempo, con il suo sublime esempio a praticarla conla pi alta perfezione.

    Era da aspettarsi che gli insegnamenti di Nostro Signore, condensati in forma mirabile nelle otto beatitudini, scuotessero gli uomini di allora, riempiendoli di giubiloe ammirazione. Tanto pi che la dottrina del Salvatore mutava radicalmente i violenti costumi dellepoca, introducendo la bont e la benevolenza in un mondo le cui relazioni erano dominate dallegoismo.

    Invece, non fu questo che avvenne. Al contrario, soltanto una minoranza, corrispondendo alla grazia divina, divenne cristiana. E, per quasi tre secoli, essa fu oggettodi incomprensioni, calunnie e delle pi crudeli persecuzioni.

    Ora, perch questo odio contro quelli che volevano solo fare il bene?* * *

    Per il libero arbitrio, luomo ha sempre la possibilit di optare per il male, e a questo lospingono il clamore delle passioni sregolate, che pullulano nellanima dopo il primo peccato, come anche le tentazioni degli spiriti maligni. Vegliate e pregate, per non cadere intentazione, esorta Ges. Infatti lo spirito pronto, ma la carne debole (Mt 26, 41).

    Per poter percorrere le vie della virt, vincendo i tranelli di satana, contiamo sul potente ausilio dei Comandamenti, preziosi limiti che separano nitidamente ci che buono da ci che cattivo. Ma non solo. Nella sua infinita bont e compassione verso le nostre difficolt, Dio ha impresso nei nostri cuori la Legge Naturale, in modo che, anchesenza listruzione cristiana, contiamo su una guida sicura per seguire le vie del bene.

    Infatti, le nostre anime sono dotate di una facolt denominata sinderesi, il curuolo, dice San Tommaso dAquino, ammonire contro lerrore e inclinare al beneEssa come uno scrigno nel quale si trovano preziosi gioielli: sono le regole moraluniversali, impresse in modo indelebile nelle nostre anime. Grazie ad esse abbiamola capacit di giudicare se unazione buona o cattiva, e la nostra coscienza, cos illuminata, pu agire correttamente nei casi concreti, evitando di cadere negli abissi neiquali ci pu condurre la debolezza umana.

    Tuttavia, quante volte chiudiamo le nostre orecchie alla voce della coscienza ecediamo al tumulto delle passioni disordinate! In questi momenti, ricorriamo a ra

    gionamenti per giustificarci, ma questi non ci tranquillizzano. Scegliendo di praticareunazione malvagia, che pu offrirci un piacere passeggero, stiamo, nello stesso tempo, aprendo lanima a sofferenze e contrariet, poich la nostra coscienza per fortuna non ci lascer in pace.

    Perch per fortuna? Perch il suo richiamo ci prepara al pentimento e alla riconciliazione con Dio, in modo da riprendere il cammino della felicit eterna.

    Apriamo il nostro cuore, pertanto, a questa voce interiore che ci allerta sul male daevitare. Essa non costituisce un insopportabile intralcio al nostro libero arbitrio. Anzicome i limiti che indicano il tracciato di una strada, essa ci aiuta ad usare in modo ordinato la nostra libert, affinch possiamo esser Beati su questa Terra ed eternamente felici in Cielo.

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    6 Salvami ReginaGennaio 2011

    LAVOCEDELPAPA

    Sollecitudine

    per la vita nascente

    ari fratelli e sorelle, il no-stro radunarci questa se-ra per iniziare il camminodi Avvento si arricchisce di

    un altro importante motivo: con tuttala Chiesa, vogliamo celebrare solen-nemente una veglia di preghiera perla vita nascente. Desidero esprime-re il mio ringraziamento a tutti colo-ro che hanno aderito a questo invitoe a quanti si dedicano in modo speci-fico ad accogliere e custodire la vitaumana nelle diverse situazioni di fra-gilit, in particolare ai suoi inizi e neisuoi primi passi.

    Proprio linizio dellAnno Litur-gico ci fa vivere nuovamente latte-sa di Dio che si fa carne nel grem-bo della Vergine Maria, di Dio che sifa piccolo, diventa bambino; ci parladella venuta di un Dio vicino, che havoluto ripercorrere la vita delluo-mo, fin dagli inizi, e questo per sal-

    varla totalmente, in pienezza.Cos il mistero dellIncarnazionedel Signore e linizio della vita uma-na sono intimamente e armonica-mente connessi tra loro entro luni-co disegno salvifico di Dio, Signoredella vita di tutti e di ciascuno. LIn-carnazione ci rivela con intensa lu-ce e in modo sorprendente che ognivita umana ha una dignit altissima,incomparabile.

    Lamore verso tutti, se sincero, tende spontaneamente a diventare attenzione

    preferenziale verso i pi deboli e i pi poveri. Sotto questo punto di vista si

    posiziona la sollecitudine della Chiesa per la vita nascente.

    CDio ci rende partecipi dellasua stessa vita divina

    Luomo presenta unoriginali-t inconfondibile rispetto a tut-ti gli altri esseri viventi che popola-no la Terra. Si presenta come sog-getto unico e singolare, dotato di in-telligenza e volont libera, oltre checomposto di realt materiale. Vivesimultaneamente e inscindibilmen-te nella dimensione spirituale e nel-la dimensione corporea.

    Lo suggerisce anche il testo dellaPrima Lettera ai Tessalonicesi che stato proclamato: Il Dio della pace scrive san Paolo vi santifichi in-teramente, e tutta la vostra persona,spirito, anima e corpo, si conservi ir-reprensibile per la venuta del Signo-re nostro Ges Cristo! (I Tes 5, 23).

    Siamo dunque spirito, anima ecorpo. Siamo parte di questo mon-do, legati alle possibilit e ai limi-

    ti della condizione materiale; nel-lo stesso tempo siamo aperti su unorizzonte infinito, capaci di dialo-gare con Dio e di accoglierlo in noi.Operiamo nelle realt terrene e at-traverso di esse possiamo percepi-re la presenza di Dio e tendere aLui, verit, bont e bellezza assolu-ta. Assaporiamo frammenti di vitae di felicit e aneliamo alla pienez-za totale.

    Dio ci ama in modo profondototale, senza distinzioni; ci chiamaallamicizia con Lui; ci rende partecipi di una realt al di sopra di ogniimmaginazione e di ogni pensiero eparola: la sua stessa vita divina.

    Dignit incomparabiledella persona umana

    Con commozione e gratitudine prendiamo coscienza del valore, della dignit incomparabile dogni persona umana e della granderesponsabilit che abbiamo versotutti. Cristo, che il nuovo Ada-mo afferma il Concilio Vaticano II proprio rivelando il miste-ro del Padre e del suo amore, sve-la anche pienamente luomo a sestesso e gli manifesta la sua altissima vocazione ... Con la sua in-carnazione il Figlio di Dio si uni-to in certo modo ad ogni uomo

    (Gaudium et spes, n.22).Credere in Ges Cristo comporta anche avere uno sguardo nuovosulluomo, uno sguardo di fiduciadi speranza. Del resto lesperienza stessa e la retta ragione attestanoche lessere umano un soggetto capace di intendere e di volere, auto-cosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtterrene, che esige di essere ricono

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    Gennaio 2011Salvami Regina 7

    sciuto come valore in se stesso emerita di essere accolto semprecon rispetto e amore.

    Egli ha il diritto di non esse-re trattato come un oggetto dapossedere o come una cosa che

    si pu manipolare a piacimento,di non essere ridotto a puro stru-mento a vantaggio di altri e dei lo-ro interessi. La persona un benein se stessa e occorre cercare sem-pre il suo sviluppo integrale. Lamo-re verso tutti, poi, se sincero, ten-de spontaneamente a diventare at-tenzione preferenziale per i pi de-boli e i pi poveri.

    Su questa linea si colloca la sol-lecitudine della Chiesa per la vita

    nascente, la pi fragile, la pi mi-nacciata dallegoismo degli adulti edalloscuramento delle coscienze.La Chiesa continuamente ribadiscequanto ha dichiarato il Concilio Va-ticano II contro laborto e ogni vio-lazione della vita nascente: La vi-ta, una volta concepita, deve essereprotetta con la massima cura (Gau-dium et spes, n.51).

    Rispetto della vita nascente:

    responsabilit di tutti

    Ci sono tendenze culturali checercano di anestetizzare le coscien-ze con motivazioni pretestuose. Ri-guardo allembrione nel grembomaterno, la scienza stessa ne met-te in evidenza lautonomia capacedinterazione con la madre, il coor-dinamento dei processi biologici,la continuit dello sviluppo, la cre-scente complessit dellorganismo.

    Non si tratta di un cumulo di ma-teriale biologico, ma di un nuovo es-sere vivente, dinamico e meraviglio-samente ordinato, un nuovo indivi-duo della specie umana. Cos sta-to Ges nel grembo di Maria; cos stato per ognuno di noi, nel grem-bo della madre. Con lantico auto-re cristiano Tertulliano possiamo af-fermare: E gi un uomo colui chelo sar (Apologetico, IX, 8); non c

    alcuna ragione per non considerarlopersona fin dal concepimento.

    Purtroppo, anche dopo la nascita,la vita dei bambini continua ad essereesposta allabbandono, alla fame, alla

    miseria, alla malattia, agli abusi, allaviolenza, allo sfruttamento. Le mol-teplici violazioni dei loro diritti chesi commettono nel mondo ferisconodolorosamente la coscienza di ogniuomo di buona volont.

    Davanti al triste panorama delleingiustizie commesse contro la vitadelluomo, prima e dopo la nascita,faccio mio lappassionato appello delPapa Giovanni Paolo II alla respon-

    sabilit di tutti e di ciascuno: Rispet-ta, difendi, ama e servi la vita, ogni vi-ta umana! Solo su questa strada tro-verai giustizia, sviluppo, libert ve-ra, pace e felicit (Enc. Evangelium

    vit, 5). Esorto i protagonisti dellapolitica, delleconomia e della comu-nicazione sociale a fare quanto nel-le loro possibilit, per promuovereuna cultura sempre rispettosa dellavita umana, per procurare condizionifavorevoli e reti di sostegno allacco-glienza e allo sviluppo di essa.

    (Estratto dellomelia del27/11/2010)

    Con lorazione dei Primi Vespri della I DomenicadellAvvento, il Santo Padre ha celebrato, nella Basilica di San Pietro,

    la Veglia per la vita nascente

    F o t o : L O s s e r v a t o r e R o m a n o

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    8 Salvami ReginaGennaio 2011

    n questi giorni siete riunitiad Assisi, la citt nella qualenacque al mondo un sole(DANTE, Paradiso, Canto

    XI), proclamato dal Venerabile PioXII Patrono dItalia: san Francesco,che conserva intatte la sua freschez-za e la sua attualit i Santi non tra-montano mai! dovute al suo esser-si conformato totalmente a Cristo, dicui fu icona viva.

    Come il nostro, anche il tempo incui visse san Francesco era segnatoda profonde trasformazioni cultura-li, favorite dalla nascita delle univer-sit, dallo sviluppo dei comuni e daldiffondersi di nuove esperienze reli-giose.

    DallEucaristia scaturisce la vitaevangelica di San Francesco

    Proprio in quella stagione, grazieallopera di Papa Innocenzo III lostesso dal quale il Poverello di Assisiottenne il primo riconoscimento ca-nonico la Chiesa avvi una profon-da riforma liturgica. Ne espressio-ne eminente il Concilio Lateranen-se IV (1215), che annovera tra i suoifrutti il Breviario. Questo libro dipreghiera accoglieva in s la ricchez-za della riflessione teologica e del

    vissuto orante del millennio prece-dente. Adottandolo, san Francesco ei suoi frati fecero propria la preghie-ra liturgica del Sommo Pontefice:in questo modo il Santo ascoltava emeditava assiduamente la Parola diDio, fino a farla sua e a trasporla poinelle preghiere di cui autore, comein generale in tutti i suoi scritti.

    Lo stesso Concilio Lateranen-se IV, considerando con particola-re attenzione il Sacramento dellal-tare, inser nella professione di fedeil termine transustanziazione, peraffermare la presenza reale di Cristonel sacrificio eucaristico: Il suo cor-po e il suo sangue sono contenuti ve-ramente nel Sacramento dellaltare,sotto le specie del pane e del vino,poich il pane transustanziato nelcorpo e il vino nel sangue per divino

    potere (DS, 802).Dallassistere alla santa Messa edal ricevere con devozione la san-ta Comunione sgorga la vita evan-gelica di san Francesco e la sua vo-cazione a ripercorrere il cammino diCristo Crocifisso: Il Signore leg-giamo nel Testamento del 1226 midette tanta fede nelle chiese, che co-s semplicemente pregavo e dicevo:Ti adoriamo, Signore Ges, in tutte

    le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, poich con latua santa croce hai redento il mondo (Fontes Franciscanas, n.111).

    Sacerdoti, siate santi perchil Signore Santo!

    In questa esperienza trova origine anche la grande deferenza cheportava ai sacerdoti e la consegnaai frati di rispettarli sempre e comunque, perch dellaltissimo Figlio di Dio nientaltro io vedo cor-poralmente in questo mondo, se nonil Santissimo Corpo e il Sangue suoche essi soli consacrano ed essi solamministrano agli altri (Fonti Francescane, n.113).

    Davanti a tale dono, cari Fratelliquale responsabilit di vita ne con-segue per ognuno di noi! Badate

    alla vostra dignit, frati sacerdoti raccomandava ancora Francesco esiate santi perch egli santo (Let-tera al Capitolo Generale e a tutti frati, inFonti Francescane, n.220).

    S, la santit dellEucaristia esigeche si celebri e si adori questo Mi-stero consapevoli della sua grandezza, importanza ed efficacia per la vita cristiana, ma esige anche purezzacoerenza e santit di vita da ciascu

    Equilibrio tra

    novit e tradizione

    Il riformatore vero obbediente nella Fede: non si muove in

    maniera arbitraria, n si arroga alcun potere discrezionale

    sul rito; non il signore, ma il custode del tesoro istituito dal

    Signore e a noi affidato.

    I

    LOsservatoreRomano

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    Gennaio 2011Salvami Regina 9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.vatican.va

    no di noi, per essere testimoni viven-ti dellunico Sacrificio di amore diCristo. [...]

    Il riformatore vero obbediente alla Fede

    Lautentico credente, in ogni tem-po, sperimenta nella liturgia la pre-senza, il primato e lopera di Dio.Essa veritatis splendor (Sacra-mentum caritatis, 35), avvenimen-to nuziale, pregustazione della cittnuova e definitiva e partecipazionead essa; legame di creazione e diredenzione, cielo aperto sulla terradegli uomini, passaggio dal mondoa Dio; Pasqua, nella Croce e nellaRisurrezione di Ges Cristo; lani-

    ma della vita cristiana, chiamata allasequela, riconciliazione che muove acarit fraterna.

    Cari Fratelli nellEpiscopato, ilvostro convenire pone al centro deilavori assembleari lesame della tra-duzione italiana della terza edizionetipica del Messale Romano. La cor-rispondenza della preghiera dellaChiesa (lex orandi) con la regola del-la fede (lex credendi) plasma il pen-siero e i sentimenti della comunitcristiana, dando forma alla Chiesa,corpo di Cristo e tempio dello Spi-rito. Ogni parola umana non puprescindere dal tempo, anche quan-do, come nel caso della liturgia, co-stituisce una finestra che si apre ol-tre il tempo. Dare voce a una realtperennemente valida esige pertan-to il sapiente equilibrio di continui-t e novit, di tradizione e attualiz-zazione.

    Il Messale stesso si pone allinter-no di questo processo. Ogni vero ri-formatore, infatti, un obbedientedella fede: non si muove in manie-ra arbitraria, n si arroga alcuna di-screzionalit sul rito; non il padro-ne, ma il custode del tesoro istitui-

    to dal Signore e a noi affidato. LaChiesa intera presente in ogni li-turgia: aderire alla sua forma con-dizione di autenticit di ci che sicelebra.

    Oggi, la sfera morale statalimitata allambito soggettivo

    Questa ragione vi spinge, nellemutate condizioni del tempo, a ren-dere ancor pi trasparente e prati-cabile quella stessa fede che risa-le allepoca della Chiesa nascente. un compito tanto pi urgente inuna cultura che come voi stessi ri-levate conosce leclissi del sen-so di Dio e loffuscarsi della dimen-sione dellinteriorit, lincerta for-

    mazione dellidentit personale inun contesto plurale e frammenta-to, le difficolt di dialogo tra le ge-nerazioni, la separazione tra intel-ligenza e affettivit (Educare al-la vita buona del Vangelo, 9). Questielementi sono il segno di una crisidi fiducia nella vita e influiscono inmaniera rilevante sul processo edu-cativo, nel quale i riferimenti affi-dabili si fanno labili.

    Luomo contemporaneo ha in-vestito molte energie nello svilup-po della scienza e della tecnica, con-seguendo in questi campi traguar-di indubbiamente significativi e ap-prezzabili. Tale progresso, tuttavia, avvenuto spesso a scapito dei fon-damenti del cristianesimo, nei qua-li si radica la storia feconda del Con-tinente europeo: la sfera morale stata confinata nellambito soggetti-vo e Dio, quando non viene negato,

    comunque escluso dalla coscienzapubblica.Eppure, la persona cresce nella

    misura in cui fa esperienza del be-ne e impara a distinguerlo dal ma-le, al di l del calcolo che consideraunicamente le conseguenze di una

    singola azione o che usa come cri-terio di valutazione la possibilit dicompierla.

    Aggregare intorno allaresponsabilit educativa

    Per invertire la rotta, non suffi-ciente un generico richiamo ai valo-ri, n una proposta educativa che siaccontenti di interventi puramentefunzionali e frammentari. C biso-gno, invece, di un rapporto persona-le di fedelt tra soggetti attivi, pro-tagonisti della relazione, capaci diprendere posizione e di mettere ingioco la propria libert (cfr. Educa-re alla vita buona del Vangelo, n.26).

    Per questa ragione, quanto mai

    opportuna la vostra scelta di chia-mare a raccolta intorno alla respon-sabilit educativa tutti coloro chehanno a cuore la citt degli uomini eil bene delle nuove generazioni. Taleindispensabile alleanza non pu chepartire da una nuova prossimit allafamiglia, che ne riconosca e sosten-ga il primato educativo: al suo in-terno che si plasma il volto di un po-polo. [...]

    In questo cammino, vi esorto avalorizzare la liturgia quale fon-te perenne di educazione alla vi-ta buona del Vangelo. Essa introdu-ce allincontro con Ges Cristo, checon parole e opere costantementeedifica la Chiesa, formandola alleprofondit dellascolto, della frater-nit e della missione. I riti parlano inforza della loro intrinseca ragione-volezza e comunicabilit ed educa-no a una partecipazione consapevo-

    le, attiva e fruttuosa (cfr. Sacrosan-ctum Concilium, n.11).

    (Passi del Messaggio al CardinaleAngelo Bagnasco, in occasione della62 Assemblea Generale della Confe-

    renza Episcopale Italiana, 4/11/2010)

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    10 Salvami ReginaGennaio 2011

    In quel tempo: 1Vedendo le folle, Ges sal sul-la montagna e, messosi a sedere, gli si avvicina-

    rono i suoi discepoli. 2Prendendo allora la paro-la, li ammaestrava dicendo: 3 Beati i poveri inspirito, perch di essi il regno dei cieli. 4Bea-ti gli afflitti, perch saranno consolati. 5Beati imiti, perch erediteranno la terra. 6 Beati quel-li che hanno fame e sete della giustizia, perchsaranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perch

    troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore,perch vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pa-

    ce, perch saranno chiamati figli di Dio. 10Beatii perseguitati per causa della giustizia, perch diessi il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi in-sulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, di-ranno ogni sorta di male contro di voi per causamia. 12aRallegratevi ed esultate, perch grande la vostra ricompensa nei Cieli (Mt 5, 1-12a).

    a VANGELOA

    Il vasto panorama dominato dal Mare di Galileasuggeriva limmensit del globo terrestre comeauditorio per quelle parole

    Sul fondo: Veduta dal monte delleBeatitudini. In evidenza: Vetrate delConvento di Tyburn, Londra

    G u s t a v o K r a l j

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    Gennaio 2011Salvami Regina 11

    La figuramaestosa

    del Messiaincuriosivaimponevarispetto eattraeva

    COMMENTOALVANGELO IV DOMENICADELTEMPOORDINARIO

    Radicale

    cambiamento dei

    modelli nel rapporto

    divino e umano

    Nel Discorso della Montagna, il Signore Ges

    ha insegnato un nuovo modo di relazionarsi,

    diametralmente opposto ai principi e costumi vigenti nel

    mondo antico. Alla crudelt e alla durezza di tratto, si

    venuta a contrapporre la legge dellamore, della bont e

    del perdono, ben sintetizzata nelle otto beatitudini.

    I GESPROCLAMAUNADOTTRINAINNOVATRICE

    La figura maestosa del Messia e la sua sor-prendente dottrina incuriosivano, imponeva-no rispetto e attraevano nel contempo. Dal suosguardo profondo e sereno emanava unillimi-

    tata bont. Ascoltava tutte le richieste, guarivatutti i malati. Persino coloro che toccavano lor-lo del suo manto o erano solo accarezzati dallasua ombra, si vedevano favoriti dalla sua bene-fica onnipotenza. Da Lui gli afflitti ricevevanoineffabile consolazione.

    I miracoli diventavano pi numerosi ed unamoltitudine sempre maggiore Lo seguiva concrescente ammirazione: Tutto il popolo pende-va dalle sue parole (Lc 19, 48). Mai si era vistoin Israele un profeta simile.

    Sedotti lo erano anche gli Apostoli che daqualche tempo seguivano questo Taumaturgodotato di tale straordinario potere: con la suaazione, i ciechi cominciavano a vedere, gli stor-pi a camminare, i sordi a sentire, i lebbrosi di-ventavano puliti e i possessi si vedevano libera-

    ti. Ma i discepoli ritenevano erroneamente, inconsonanza con lopinione generale del popolo,che Egli fosse venuto per stabilire il predomi-nio di Israele sugli altri popoli della Terra. Lo-ro ancora sconoscevano la vera fisionomia delRegno predicato dal Divino Maestro e le rego-le che avrebbero dovuto governarlo, poich, co-me afferma Fillion, fino ad allora Ges avevaannunciato ai suoi compatrioti la venuta del Re-gno di Dio, sollecitandoli ad entrarvi, ma anco-ra non aveva descritto nei particolari le quali-

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

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    12 Salvami ReginaGennaio 2011

    Era locca-sione propizia

    per presentarepubblica-mente una

    summa degliinsegnamentiche Chiesaavrebbe dovu-

    to custodire,difendere edannuncia-re, nel corsodei secoli

    Montagna, vera sintesi del Vangelo e vetta dellaperfezione della Nuova Legge. Gli servono daesordio le otto beatitudini, come portale magnifico di un palazzo incomparabile.

    In questo discorso il Messia, a titolo di fondatore e legislatore della Nuova Alleanza, dichiara a

    suoi sudditi ci che chiede loro e quanto si aspettada loro, se vogliono servirLo con fedelt.2

    Violenta rottura con gli antichicostumi e preconcetti

    Ci oggi difficile, dopo due millenni, com-prendere la novit radicale contenuta in questeparole del Divino Maestro. Esse hanno portato al mondo una soavit nelle relazioni degli uomini tra loro, e di questi con Dio, sconosciutanellAntico Testamento e, a fortiori, tra le religioni dei popoli pagani.

    Afferma, a questo proposito, il CardinaleGom: Non siamo oggi in condizione di apprez-zare la trascendenza di questo discorso di Gespoich respiriamo nellatmosfera cristiana prodotta nel mondo da quei divini insegnamenti. [...Dobbiamo risalire ai tempi dei grossolani errordel paganesimo, che gli ascoltatori di Ges respiravano in quelloccasione [...] per poter valutare iprofondo contrasto tra gli insegnamenti del Mae-stro, la cultura e la sensibilit dei suoi ascoltatori.

    Infatti, le parole di Nostro Signore provocheranno una completa trasformazione dei costumdellepoca, caratterizzati dallegoismo, dalla durezza di tratto e persino dalla crudelt.

    Esse sono indicate a determinare anche unaviolenta rottura con i preconcetti dei contemporanei di Ges riguardo al regno messianico elo stesso Messia visto che aspettavano un Messia forte e potente nellordine temporale, formidabile guerriero che avrebbe dovuto soggiogarei popoli e collocarli sotto la ferula di Giuda, conGerusalemme come capitale gloriosa.4

    La felicit non sta nel peccato

    Afferma leloquente Bossuet: Se il Discorso della Montagna la sintesi di tutta la dottri-na cristiana, le otto beatitudini sono la sintesi del Discorso della Montagna.5Esse sintetizzano, di fatto, tutti gli insegnamenti morali datdal Redentore al mondo e stabiliscono i principdel relazionarsi prevalenti nel suo Regno.

    Praticandole, luomo trova la vera felicit checerca incessantemente in questa vita e che mai po-tr trovare nel peccato. Infatti, chi viola la legge d

    t morali che essi dovevano acquisire per esseredegni di appartenere a lui.1

    Momento opportuno per rendereesplicita la nuova dottrina

    Il passo del Vangelo qui commentato cor-

    risponde al momento in cui Cristo comincia arendere esplicita la sua innovatrice dottrina. Va-ri mesi erano trascorsi dall inizio della sua vi-ta pubblica. Egli si trovava allora nei dintorni diCafarnao, presso il Mare di Tiberiade, dove era-no venute per ascoltarLo ed esser curate per-sone da tutta la Giudea, da Gerusalemme, e dallitorale di Tiro e Sidone (Lc 6, 17).

    Ges aveva appena finito di scegliere dodi-ci tra i suoi discepoli, ai quali aveva dato il nomedi Apostoli (cfr. Lc 6, 13-16), preparando cosla fondazione della sua Chiesa. Era questa loc-

    casione propizia per presentare pubblicamenteuna summa degli insegnamenti che la Sposa diCristo, nel corso dei secoli, avrebbe dovuto cu-stodire, difendere ed annunciare a tutti i popoli. quanto Nostro Signore far nel Discorso della

    Guarigione di un uomo cieco Cattedrale di Gloucester, Inghilterra

    Con lazione di Ges, i ciechi cominciavano avedere, gli storpi a camminare, i sordi a sentire,

    i lebbrosi diventavano puliti e i possessi sivedevano liberati

    GustavoKralj

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    Gennaio 2011Salvami Regina 13

    La mentalipropria

    degli spiritmondani intutti i tempripete: Bei ricchi ei potenti,

    perch essi

    riescono asoddisfaretutti i lorocapricci edesideri

    Il Divino Maestro, al contrario, proclamer:Se qualcuno vuol venire dietro a Me rinneghise stesso, prenda la sua croce e Mi segua (Mt16, 24). Oppure: pi facile per un cammellopassare per la cruna di un ago che per un riccoentrare nel regno di Dio (Lc 18, 25).

    Pertanto, la contrapposizione tra la dottrinadellUomo Dio e lo spirito del mondo non po-trebbe esser pi completa! Cos, possiamo benimmaginare lo stupore di coloro che Lo segui-vano, udendoLo esaltare lopposto della felici-t, come era intesa dalla mentalit di quellepo-ca: Beati i poveri di spirito!

    Tanto pi che Ges era un esempio vivo edun modello insuperabile di questa innovatricedottrina. Creatore del Cielo e della Terra, avevascelto come culla una mangiatoia, posta in unagrotta fredda, riscaldata appena dalla presenza

    di un bue e un asinello. Dopo trentanni di esi-stenza umile e nascosta, pot dire durante la suavita pubblica: Le volpi hanno le loro tane e gliuccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio delluo-mo non ha dove posare il capo (Lc 9, 58).

    Occorre sottolineare, comunque, che No-stro Signore non sta trattando qui principal-mente della povert materiale, come indicacon acume Papa Benedetto XVI, nel suo libroGes di Nazareth: La povert di cui parla non mai fenomeno puramente materiale. La po-vert puramente materiale non salva, anche segli sfavoriti di questo mondo possono sicura-mente contare in modo molto particolare sul-la bont divina. Ma il cuore delle persone chenon possiedono nulla pu esser indurito, intos-sicato, corrotto interiormente pieno di cupi-digia, dimentico di Dio e avido solo di beni ma-teriali.8

    I poveri di spirito menzionati dal DivinoMaestro in questo versetto non sono i carentidi denaro, ma gli uomini indifferenti ai beni diquesto mondo, siano questi molti o pochi, da se-

    guire Ges Cristo.In mezzo allabbondanza e prosperit, unricco pu esser povero di spirito, con la prati-ca della carit e con la sottomissione alla volon-t di Dio, in funzione della quale amministra lasua ricchezza. Il santuomo Giobbe di questouno dei pi begli esempi. Daltra parte, un po-vero, che si ribella alla sua condizione, domina-to dallinvidia, dallambizione o dallorgoglio,sar un ricco di spirito al quale il Regno deiCieli non potr mai appartenere.

    Dio nellansia di soddisfare le sue passioni disor-dinate affonda sempre pi nel vizio fino a diven-tare insaziabile. Chiunque commette il peccato schiavo del peccato (Gv 8, 34), ammonisce Ges.

    Le anime pure e innocenti, al contrario, godo-no gi su questa Terra di una straordinaria gioia

    dellanimo, anche fra sofferenze e difficolt.Passiamo ora ad analizzare ognuna delle ottobeatitudini, vibranti verit il cui enunciato si suc-cede con maestosa cadenza, con un ritmo eleva-to, degno, imponente, proprio della Persona Di-vina che le proclamava: Beati, Beati, Beati....

    II I PRINCIPIMORALIDELLANUOVALEGGE

    In quel tempo: 1Vedendo le folle, Ge-s sal sulla montagna e, messosi a se-dere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.2Prendendo allora la parola, li ammae-strava dicendo....

    Per proclamare solennemente la sua dottri-na, Ges non ha scelto una sinagoga, e neppu-re il Tempio. Ha proferito queste otto magistra-li sentenze allaria libera, in un piccolo altopia-no situato al margine nordovest del Mare di Ti-beriade, vicino a Cafarnao.6

    Come sottolinea Fillion, grandiosa era lacattedra da cui avrebbe parlato, in consonanzacon largomento dello stesso discorso7: per tet-to aveva il cielo; per palco, una montagna e nonesistevano pareti... Davanti a S, il vasto pano-rama dominato dal Mare della Galilea suggeri-va limmensit del globo terrestre come udito-rio per quelle parole che, passando di regione inregione lungo i secoli, portate dalle labbra degliApostoli e dei loro successori, sono giunte finoa noi duemila anni dopo talmente vive comese fossero state pronunciate oggi.

    Povert materiale e povert di spirito

    3Beati i poveri in spirito, perch di essi il regno dei cieli.

    La mentalit propria degli spiriti mondaniin tutti i tempi ripete: Beati i ricchi e i potenti,perch essi riescono a soddisfare tutti i loro ca-pricci e desideri. Era questa la massima di vi-ta dei popoli pagani dellAntichit, e continuaad esserlo oggi, negli ambienti in cui Nostro Si-gnore Ges Cristo ha smesso di essere il centro.

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    14 Salvami ReginaGennaio 2011

    La mansuetu-dine elogiatada Cristo inquesto verset-to consiste,

    soprattutto,

    nellesse-re luomocostantemen-te Signoredi se stesso

    La povert di spirito consiste, pertanto,nellaccettazione della propria contingenza, nel-la compenetrazione della nostra totale dipen-denza da Dio, a cui tutto dobbiamo, e nella cer-tezza che la nostra esistenza un semplice cam-mino per giungere fino al Cielo. Chi procede

    cos, felice gi in questa vita, poich, essendolibero da ogni attaccamento disordinato e rivol-to ai beni spirituali, possiede in qualche manie-ra, con la grazia, la beatitudine eterna.

    Il valore della sofferenza davanti a Dio

    4Beati gli afflitti, perch saranno con-solati.

    Alla natura umana decaduta ripugnano il do-lore, il sacrificio e anche qualsiasi sforzo. Ma,nella seconda delle beatitudini Nostro Signo-

    re inneggia il pianto di quelli che sopportanola sofferenza fisica e il dolore morale per ragio-ni soprannaturali, come in espiazione per i pro-pri peccati, o cosa pi nobile in riparazioneper le colpe altrui. Beate sono le sante lacrimedi questi afflitti, che tanta consolazione possonoportare loro, aiutandoli a vedere il vuoto dei be-ni passeggeri ed a meritare quelli eterni.

    Essi saranno beati anche perch Dio nonsmette mai di confortare, gi su questa Terra, chiaccetta il dolore e, ad imitazione di Ges Cristo,si inginocchia davanti alla croce e la bacia primadi prenderla sulle spalle. Il loro godimento nonsar piccolo, dunque, come afferma San Giovan-

    ni Crisostomo, quando Dio chi ci consola, anche se i dolori cadono su di noi come i fiocchi dneve, li superiamo tutti. Egli ci d sempre una ricompensa superiore alle nostre fatiche.9

    La vera mansuetudine

    5

    Beati i miti, perch erediterannola terra.

    La mansuetudine elogiata da Cristo in questoversetto consiste, soprattutto, nellessere luomocostantemente Signore di se stesso, controllando le proprie emozioni ed impulsi. Essa gli impedisce di mormorare contro le avversit permesse da Dio e lo porta a non irritarsi per i difetti defratelli, cercando, al contrario, di sfatare gli equi-voci e scusare con generosit le offese ricevute.

    I miti di cuore non solo evitano la discordia con

    il prossimo, ma fanno ricorso a tutti i mezzi affinch essa non si stabilisca tra i fratelli. Sopportanoil peso della vita, conformandosi sempre alla volont di Dio. SantAgostino fa loro questo elogioQuando stanno bene, lodano Dio; quando stanno male, non bestemmiano; nelle buone opereche fanno, glorificano Dio, e nei peccati, essi accusano se stessi.10E ancora una volta il santo Giob-be, con la sua mirabile fedelt durante la terribileprova, ci sar di esempio di questa virt.

    E qual la terra che i miti possederanno?La terra dei vivi: il Cielo. Tuttavia, gi in questomondo, anche fra dolori e tristezze, godono duna costante gioia in fondo allanima, pregustazione del Regno Eterno.

    Le leggi dello spirito differisconodalle leggi del corpo

    6 Beati quelli che hanno fame e setedella giustizia, perch saranno saziati.

    Aver fame e sete di giustizia equivale a desiderare la santit. Ges loda qui lardua battaglia

    di coloro che, al fine di raggiungere la perfezione morale, lottano per progredire nella vita spi-rituale, esaminano con rigore la loro coscienza ecombattono con energia i propri difetti.

    Ora, le leggi dello spirito sono distinte daquelle del corpo. Quanto pi alimento spirituale riceve lanima, tanto pi aumenta il desideriodei beni eterni, perch Dio ha infuso nella natura umana unaspirazione per una felicit senza limiti. Come, allora, si potranno saziare quelli che hanno fame e sete di giustizia?

    Ges insegna agli Apostoli Cattedrale di SantIsacco,San Pietroburgo (Russia)

    Gust

    avoKralj

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    Gennaio 2011Salvami Regina 15

    Il puro dicuore ha tule intenzioned aspirazirivolteallAltissim

    e per ilbeneficio deprossimo

    Il nostro appetito per i beni eterni sar per-fettamente soddisfatto soltanto in Cielo, doveDio stesso sar la nostra ricompensa, ma gi suquesta terra, beati sono coloro che si nutronocon fervore del Pane degli Angeli e bevono condelizia lacqua dello Spirito offerta da Ges alla

    samaritana (cfr. Gv 4, 14).Con la misura con cui misurate...

    7Beati i misericordiosi, perch trove-ranno misericordia.

    A volte proviamo un vero orrore a perdona-re, perch riteniamo che sia conforme alla giu-stizia trattare ognuno rigorosamente secondo lesue opere e meriti.

    Tuttavia, il Buon Pastore ci invita qui a scusa-re le debolezze dei nostri fratelli ed a compatire

    le loro miserie. Pi avanti, nello stesso Discorsodella Montagna, Egli porter questa dottrina aconseguenze estreme inimmaginabili: Amate ivostri nemici, fate del bene a coloro che vi odia-no, benedite coloro che vi maledicono, pregateper coloro che vi maltrattano. [...]Amate inve-ce i vostri nemici, fate del bene e prestate sen-za sperarne nulla, e il vostro premio sar gran-de e sarete figli dellAltissimo; perch egli be-nevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate miseri-cordiosi, come misericordioso il Padre vostro(Lc 6, 27-28.35-36).

    Nel giorno del Giudizio, il Redentore ci trat-ter nello stesso modo in cui abbiamo trattato ilnostro prossimo: con la misura con cui misu-rate, sar misurato a voi in cambio (Lc 6, 38).Chi ha misericordia, perdona le debolezze de-gli altri con facilit, ed , a sua volta, perdona-to, secondo la richiesta formulata nel Padre No-stro: e rimetti a noi i nostri debiti come noi lirimettiamo ai nostri debitori (Mt 6, 12). Per-ch, aggiunge Ges, Se voi infatti perdonereteagli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste

    perdoner anche a voi; ma se voi non perdone-rete agli uomini, neppure il Padre vostro perdo-ner le vostre colpe (Mt 6, 14-15).

    Il privilegio di vedere Dio in questa vita

    8Beati i puri di cuore, perch vedran-no Dio.

    Quando si sente parlare di puri di cuore,si pensa subito alla virt angelica. Tuttavia, co-me spiega Fillion, queste parole non designano

    esclusivamente la castit, ma la rimozione delpeccato, lesenzione da ogni macchia morale. Ilcuore qui considerato, alla maniera ebraica,come il centro della vita morale.11

    La portata di questa espressione , quindi,molto pi ampia e profonda. Il puro di cuore hatutte le intenzioni ed aspirazioni rivolte allAl-tissimo e per il beneficio del prossimo. Ammi-rando tutto ci che santo, nobile ed elevato,trabocca del desiderio di fare del bene agli altri,per amore di Dio.

    Nel tentativo di descrivere lintima unione diqueste anime con il loro Creatore, Bossuet ri-corre a suggestivi paragoni: Un cristallo per-fettamente limpido, un oro perfettamente raffi-nato, una fonte perfettamente chiara non egua-gliano la bellezza e la limpidezza di un cuorepuro. [...] Dio Si compiace guardandoSi in lui

    come in un bello specchio: Si imprime in lui intutta la sua bellezza.12

    Sarebbe, tuttavia, un equivoco giudicare cheil premio promesso in questa beatitudine si rife-risca esclusivamente allEternit, esigendo tut-ta una vita di abnegazione e aridit, al fine di ot-tenere la Visione Beatifica. Piuttosto, come in-segna San Tommaso, nelle beatitudini il Signo-re promette la ricompensa anche per questomondo.13Fillion afferma che la purezza di cuoreconferisce gi su questa Terra, un inizio di vi-

    Se voi infatti perdonerete agli uomini le lorocolpe, il Padre vostro celeste perdoner

    anche a voi (Mt 6, 14).

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    16 Salvami ReginaGennaio 2011

    Nondobbiamorisparmiarealcuno sforzoanche dolorosoquando sitratta di

    raggiungerelarmoniatra i cuori edelevarli a Dio

    sione, una conoscenza pi perfetta di Dio che Sirivela alle anime pure.14

    Come avverr questo? Senza dubbio, permezzo della grazia. Infatti, mentre limpuri-t acceca le anime verso quanto elevato, chiha un cuore limpido vede Dio in questa vita at-

    traverso la fede, ammirando i riflessi divini nel-le creature; soprattutto, contemplando lazio-ne della grazia nelle anime. questa, del resto,una delle pi belle e alte manifestazioni di Diosu questa Terra.

    Come diventare un vero figlio di Dio

    9Beati gli operatori di pace, perch sa-ranno chiamati figli di Dio.

    Tutti i promotori della vera pace che latranquillit dellordine, secondo la celebre defi-

    nizione di SantAgostino15saranno chiamati fi-gli di Dio.

    Ora, per irradiare la pace necessario co-minciare a fruirne nel proprio intimo. Questosignifica non avere suscettibilit n risentimen-ti, sapendo cedere opportunamente alle esigen-ze del prossimo, anche sono o sembrano, pur-ch non ci facciano incorrere nel peccato. Allapratica di questo principio ci invitano nel mo-do pi radicale possibile, le parole pronunciatein seguito dal Signore, nello stesso Discorso: Achi ti percuote sulla guancia, porgi anche laltra;a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica(Lc 6, 29).

    Agire cos esige un vero eroismo, ma Cristoci insegna che non dobbiamo risparmiare alcu-no sforzo anche doloroso quando si trattadi raggiungere larmonia tra i cuori ed elevar-li a Dio.

    Se vogliamo, pertanto, esser figli di Dioimpariamo ad esser pacifici, ascoltando la bella esortazione di Bossuet: Abbiamo sempre parole di riconciliazione e di pace, in modo da addolcire lamarezza dei nostri fratelli contro dnoi o contro gli altri; cerchiamo sempre di ad

    dolcire le cattive relazioni, di evitare le inimici-zie, la freddezza, lindifferenza, infine, di ricon-ciliare quelli che sono in disaccordo. Questo fare lopera di Dio e mostrarsi figli suoi, imitando la sua bont.16

    La gioia nella persecuzione

    10Beati i perseguitati per causa del-la giustizia, perch di essi il regno deicieli 11Beati voi quando vi insulteran-no, vi perseguiteranno e, mentendo, di-

    ranno ogni sorta di male contro di voiper causa mia. 12aRallegratevi ed esulta-te, perch grande la vostra ricompen-sa nei Cieli.

    Per amore della giustizia, cio, della santitvivremo senza dubbio momenti in cui saremoincompresi ed anche perseguitati.

    In queste circostanze, non dobbiamo lasciarci abbattere. Ricordiamo, al contrario, che Dio il Signore della Storia e nulla accade senzail suo permesso, per quanto minimo sia: Duepasseri non si vendono forse per un soldo? Ep-pure neanche uno di essi cadr a terra senza cheil Padre vostro lo voglia (Mt 10, 29). Il Creatore ha tutto contato, pesato e misurato. Egli agi-sce sugli avvenimenti mirando sempre, insiemealla propria gloria, alla salvezza di quelli che sono suoi. Per questo, afferma San Paolo: Tutto

    1FILLION, Louis-Claude. Vidade Nuestro Seor Jesucristo.

    Vida pblica.Madrid: Rialp,2000, v.II, pag.94.

    2Idem, ibidem.3GOM Y TOMS, Isidro.El

    Evangelio Explicado. Barce-lona: Casulleras, 1930, v.II,pag.158.

    4Idem, ibidem.

    5BOSSUET.Meditations surlvangile.Versailles: Lebel,

    1821, pag.4.6Alcuni autori pensano che

    il Monte delle Beatitudi-ni sia oggi conosciuto anchecol nome di Corni di Hat-tin, situato a met cammi-no tra Cana e Cafarnao (cfr.GOM Y TOMS, op. cit.,pagg.155-156).

    7FILLION, op. cit., pag.92.

    8BENEDETTO XVI. Gesdi Nazaret. Milano: Rizzoli,

    2007, pag.100-101.9SAN JUAN CRISSTO-

    MO. Obras. Homilas sobre elEvangelio de San Mateo. Ma-drid: BAC, 2007, pag.275.

    10SAN AGUSTN. Obras - Ho-milas. Madrid: BAC, 1955,v.X, pag.53.

    11FILLION, Louis-Claude.La Sainte Bible commente.

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    Le beatitudnon sono frda essere

    studiatesolo conlintelligenzma princip

    di vita daessere lettie meditaticon il cuore

    quanto accade, concorre abeneficio dei giusti (Rm8, 28).

    In quante occasioni isanti sono stati oggettodelle persecuzioni pi in-

    giuste, per amore dellaverit? Tuttavia, non han-no perso la fiducia nel-la Divina Provvidenza,n hanno manifestato ri-sentimento contro i loropersecutori, che trattava-no con carit e senza odiopersonale, ma anche conlinnegabile superioritdelluomo che pratica lavirt, in confronto a chi si

    lascia trascinare dal vizio.Per questo, Dio stes-

    so Si incarica di ricom-pensarli molto al di l diquanto abbiano merita-to: possederanno il Regno dei Cieli, un premioeterno, infinitamente superiore ad ogni soffe-renza patita in questa vita.

    III INVITOALLARADICALITDELBENE

    La dottrina delle beatitudini ha rivela-to per leternit, come abbiamo visto, il vuo-to della felicit fondata sulla soddisfazionedelle passioni sregolate e sul possesso dei be-ni materiali. Infatti, come insegna magistral-mente il Santo Padre, i criteri mondani ven-gono sovvertiti quando la realt viene esami-nata nella corretta prospettiva, vale a dire, dal

    punto di vista della sca-la di valori di Dio, che sidifferenzia dalla scala divalori del mondo.17

    Con queste otto sen-tenze, per, Cristo ha in-

    dicato la via per ottene-re il Cielo, dove vedremoDio faccia a faccia e par-teciperemo alla stessa vi-ta divina, possedendo la

    stessa felicit di cui Egli gode. Chi regola la suacondotta secondo le beatitudini, comincia a pre-gustare spiritualmente, gi su questa Terra, lafelicit eterna.

    Le beatitudini non sono, pertanto, frasi daessere studiate solo con lintelligenza, in modofreddo, ma principi di vita da essere letti e me-ditati con il cuore, con il calore danimo di chivuol mettersi in cammino, seguendo i passi delSignore Ges.

    Con una soavit tutta divina, esse ci invitanoalla radicalit nella pratica del bene, poich il li-vello di virt che Cristo in esse ci propone, non altro che Se stesso, Dio stesso!

    Paris: Letouzey et An, 1912,v.VII, pag.43.

    12BOSSUET, op. cit., pag.16.13Cos, infatti, tutto quello che

    nelle beatitudini si [...] affer-ma come premio pu esse-re o la stessa beatitudine per-fetta, e in questo senso ap-partiene alla vita futura, o uninizio della beatitudine, co-me avviene tra i santi, e inquesto senso i premi appar-

    tengono alla vita presente.Infatti, quando uno comin-

    cia a progredire nelleserci-zio delle virt e dei doni, ci sipu aspettare da lui che siagiunto alla perfezione del-la sua camminata qui e nel-la patria (SAN TOMMASODAQUINO. Summa Teolo-gica,I-II, q.69, a.2, resp.).

    14FILLION,La Sainte Biblecommente, op. cit., pag.43.

    15La pace della Citt Celeste lordinatissima e perfetta

    unione per godere di Dio e,allo stesso tempo, in Dio. Lapace di tutte le cose, la tran-quillit dellordine(De civi-tate Dei, lib.XIX, c.XIII).

    16BOSSUET, op. cit., pag.18-19.17BENEDETTO XVI, op. cit.,

    pag.95.

    Il livello di virtche Cristo, nellebeatitudini, ci propone,non altro che Sestesso, Dio stesso!

    TimothyRing

    Sacro Cuore di Ges Casa Madre degli Araldidel Vangelo, San Paolo(Brasile)

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    18 Salvami ReginaGennaio 2011

    Nel cuore delluomo,

    liscrizione di DioOgni bambino nasce con uninnata capacit di distinguere il

    bene dal male. Si tratta di una tendenza naturale chiamata

    sinderesi nella tradizione filosofica e teologica, e confermata da

    esperienze scientifiche recenti.

    oglio parlarle di un caso,lettore, che certamentele familiare. Riferen-doglielo, desidero richia-

    mare lattenzione su un importanteinsegnamento che vi contenuto, sulquale poche volte riflettiamo. Insom-ma, come dicono i saggi, le grandi ve-rit molte volte sono nascoste nellerealt pi comuni.

    Immaginiamo la cucina di una ca-sa dove la mamma termina di prepa-rare una torta, cospargendovi sopraconfetti. Nel frattempo, il figliolettosegue ogni suo gesto, affascinato daicolori e dal delizioso aroma che sidiffonde in casa. Conclusa lopera-zione, lei ripone in frigorifero il dol-ce e raccomanda:

    Ora devo uscire, tu non toccare

    questa torta, perch per il comple-anno di tuo fratello!Il piccolo scuote affermativamen-

    te il capo. Di l a poco si trova solo incasa. Gioca un po in giardino, ma ilsuo pensiero rimane altrove: non re-siste e si incammina verso il frigori-fero, soltanto per guardare... Alla fi-ne, passa il ditino sulla saporita co-pertura per assaggiare... poi finisceper servirsi lautamente del dolce:

    oltre ad alcuni confetti, non trascu-ra di verificare la qualit della pastae poi torna in giardino, lasciando intutti gli angoli dolciastre ed ingenueimpronte digitali.

    Quando la mamma ritorna, subi-to nota i segni del misfatto.

    Sei stato tu?! chiede. No, non sono stato io! rispon-

    de il figlio. Non stai mentendo? indaga

    la madre ed il piccolo subito arros-sisce.

    Chi gli ha insegnato che non sipu mentire? Nessuno Alla suatenera et, non ha ancora nemme-no frequentato le lezioni di Catechi-smo, neppure conosce il significa-to della parola mentire. Eppure,il suo rossore costituisce la miglior

    prova che lui ha compreso la malva-git di una bugia, semplicemente ve-nendovi a contatto.

    Un inizio della moralenellanima umana

    Le Sacre Scritture, la tradizione ela filosofia indicano infatti lesistenzadi una qualit dellanima umana cheintuisce i primi principi morali, fin daibarlumi delluso della ragione, ren-

    dendola capace di orientarsi con ef-ficacia sulla via della retta condottaIn questo senso, significativo lammonimento di San Paolo ai RomaniQuando i pagani, che non hanno lalegge, per natura agiscono secondo lalegge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostranoche quanto la legge esige scritto neloro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai lorostessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono (Rm 2, 14-15).

    Commentando il Libro della Genesi, San Giovanni Crisostomo fanotare come i nostri progenitori discernessero gi la moralit dei loro atti: dopo aver peccato, Adamoe Eva si nascondono da Dio. Cai-no, mascherando la sua vera inten

    zione quando invita Abele ad andare con lui nel campo, rivela anchelui di non ignorare la malizia dellatto che aveva premeditato di praticare: il primo omicidio. Proprio comefecero i suoi genitori, quando venneinterrogato finge di ignorare il suocrimine. Pertanto, gi nei primorddella societ, ancor senza possederelettere, profeti o giudici, tutti conoscevano i loro doveri morali.1

    V

    Don Joshua Alexander Sequeira, EP

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    Gennaio 2011Salvami Regina 19

    Ricerche scientifichelo confermano

    Affinch la nostra riflessione nonpermanga circoscritta ai tempi im-memorabili, sar interessante analiz-zare i contributi offerti da studi mo-

    derni. Unequipe di scienziati del Di-partimento di Psicologia dellUniver-sit di Yale (Connecticut, USA), di-retta dal Prof. Paul Bloom, sta rea-lizzando ricerche i cui risultati, vistida molti come una scoperta inedita in un certo senso, di fatto lo sono ,corroborano il magistero multiseco-lare della Chiesa, e contraddiconoquanto stato insegnato per decennia schiere di laureandi in psicologia.2

    Riunendo gruppi di beb dai 6

    ai 10 mesi molto prima, pertanto,delluso della ragione , gli esper-ti hanno presentato loro la seguen-te situazione: un pallone di un car-tone animato che tenta di scalareuna ripida collina. Per due volte ca-de senza raggiungere la meta, ma laterza aiutato da un triangolo e rag-giunge finalmente la cima. Presto lascena si ripete con una variante: peraltre due volte la palla cerca di sa-lire la collina, senza riuscirci, men-tre la terza, invece di ricevere aiuto,un quadrato la spinge verso il bas-so. Interessati, i bambini seguono losvolgersi della trama e reagiscono inmodo sorprendente: l80% si mani-festano a favore del triangolo amicoe rifiutano il quadrato malevolo.

    Proseguendo nelle esperienze, glipsicologi hanno presentato un ca-ne giocattolo che tenta di aprire unascatola. Si avvicina a lui un orsac-

    chiotto di peluche e gli offre un aiuto,ma giunge un altro orso, si siede sul-la scatola e impedisce loperazione.La grande maggioranza dei bambini,quando stimolata ad eleggere unodei due, sceglie lorso servizievole. Inun terzo scenario, c in scena un coni-glio ladro che ruba la palla di un gatto,mentre un altro la restituisce. In que-sto caso, i bambini di cinque mesi scel-gono il coniglio benefattore, alcuni un

    po pi grandicelli prendono liniziati-va di picchiare quello cattivo.

    Approfondimenti rigorosi fatti apartire da queste constatazioni, di-mostrano che i bambini distinguonoazioni sociali come intrinsecamente

    buone o cattive e attribuiscono buo-ne e cattive qualit a chi le pratica,vedendole come originate da predi-cati essenziali e intrinseci (e non su-perficiali o estrinseci) dellagente.

    La cosa pi significativa, per, si verificata quando bambini di otto me-si hanno dovuto scegliere tra giochiche premiavano o punivano il coni-gliobeneficoe quellomalvagio. Quan-do si trattato del buon coniglio, lascelta infantile si indirizzata verso il

    giocattolo che lo aveva premiato; ma,nel caso delmalvagio, i bambini han-no preferito quello che lo castigava,nonostante la predilezione generaliz-zata per atti buoni negli altri esperi-menti. Si potrebbe affermare che era-no bambini giustizieri!3

    Evidentemente, molti aspetti diun sistema morale pienamente svilup-pato sono fuori dalla portata di bam-bini che ancora non parlano. [] Lenostre scoperte indicano che gli esseriumani si coinvolgono nella valutazio-ne sociale in una fase di sviluppo mol-to anteriore a quanto si pensava pre-cedentemente e sostengono lopinio-ne che la capacit di valutare gli in-dividui a partire dalle loro interazio-ni sociali universale e non appresa,4concludono Bloom e il suo gruppo.

    Slancio verso la

    rettitudine e la giustizia

    Siamo quindi di fronte ad unabi-tudine innata dellanima umana cheprecede e prepara in modo sponta-neo il giudizio della coscienza, costi-tuendo il punto di partenza su cui sicostruir ledificio della moralit.5

    Ampiamente studiato dalla Scola-stica, questo habitus si chiama sinde-resi, e fu definito da Papa Paolo VIcome una tendenza naturale cheguida lo spirito alla risorsa interiore

    I bambini di cinque mesi scelgonoil coniglio benefattore

    Fotogrammi del video diffuso daNew York Times nella sua pagina web

    l80% dei bambini si manifestano afavore del triangolo amico

    Le scoperte diBloom sostengonolopinione che lacapacit di valutare

    gli individui a partiredalle loro interazioni

    sociali universalee non appresa

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    a principi innati relativi allagire uma-no, i quali oltrepassano i limiti del-la sfera soggettiva e si rivolgono allo-rigine dellattivit cosciente.6 Glos-sando San Tommaso, lallora Cardi-nale Ratzinger la defin nel 1991 co-

    me unintima ripugnanza per il ma-le e unintima attrazione per il bene.7San Tommaso dAquino ci parla

    con maestria a questo proposito nelleQuestioni disputate Sulla verit, do-ve chiarisce lessenza e necessit dellasinderesi: Di conseguenza, affinchsia possibile la rettitudine negli attiumani, deve esserci un principio per-manente di incrollabile integrit, inrelazione al quale tutti gli atti umanisiano esaminati, di modo che questo

    principio permanente resista ad ognimale e rafforzi ogni bene. Questa lasinderesi, il cui ruolo ammonire con-tro lerrore e inclinare al bene.8

    In altre parole, labitudine dellasinderesi ci permette una trasforma-zione rapida e precisa dei primi prin-cipi che disciplinano gli atti morali,come lesempio della torta e le espe-rienze con i bambini. Ogni individuola possiede per il semplice fatto di es-sere razionale; nel periodo preceden-te al pieno uso della ragione, egli agi-sce nella medesima indeterminatezzain cui agisce la propria ragione; e inquello posteriore, conduce al fulcrodella verit morale, rendendo possi-bile alla coscienza lespressione di unparere ed offrendo le condizioni per-ch questo sia vero.

    Ne possiamo dedurre senza sfor-zo che esiste nelluomo uno slancioverso la rettitudine e la giustizia, che

    gli naturale quanto laria che respi-ra o i colori che osserva.La sinderesi non unattitudi-

    ne acquisita, perch anche se nonsi nasce con idee latenti, che cono-sceremmo senza sapere, come pre-tendevano Socrate e Platone por-tiamo sin dalla culla questo timbroindelebile che ci porta alla intuizio-ne dei principi primi. Eppure, no-to che la sinderesi non ci offre prin-

    cipi espliciti e formulati, rendendo-si indispensabile, per tale motivo,spiegare i termini che costituisconoi principi, attraverso il contatto spe-rimentale con la realt concreta: ibambini di cui sopra, per esempio,

    non reagirebbero come abbiamo vi-sto, senza il confronto con il com-portamento dei pupazzi, ma sar apartire da constatazioni come quel-le che, allet della ragione, sarannoplasmati tutti i criteri morali che gui-deranno il corso della loro esistenza.

    Sinderesi e coscienza

    Per quanto laiuto potente dellasinderesi ci accompagni in ogni mo-mento, toccher sempre alluomo la

    deliberazione sui suoi atti particola-

    altri, levitare un castigo o il proteggere la reputazione altrui.

    Sebbene sia una funzione primaria e propria della coscienza giudicare latto che si esegue nel presentein un determinato momento e luo

    go, essa pu anche analizzare avvenimenti del passato, come conformo non conformi ai principi della moralit o creare un senso di responsabilit morale in relazione a qualcosache sar fatto. Tre episodi biblici cene danno esempio.

    Quando venne fatta alla casta Susanna una proposta indecorosa da dueanziani del popolo (cfr. Dn 13, 20), levenne in mente nel medesimo istantela chiarissima nozione che quellatto

    fosse contrario alla Legge di Dio. Lasua reazione, lodevole per lintegrit dellopzione, indica una fedelt alla coscienza concomitante, che comanda, proibisce o permette latto nel momento che viene praticato: Preferisco cadere, senza colpa alcuna, nellevostre mani, che peccare contro il Signore (Dn 13, 23), rispose lei.

    Distinto fu il caso in cui il Divino Maestro, in risposta ai farisei chechiedevano la punizione delladultera, disse: Chi tra voi senza pecca-to, scagli per primo la pietra controdi lei! (Gv 8, 7). E cominci a trac-ciare nella sabbia iscrizioni misteriose che misero in fuga gli accusatoriA queste parole, sentendosi accusati dalla loro stessa coscienza, essi si ri-tirarono uno per uno, fino allultimoa cominciare dai pi anziani (Gv 89). Era la coscienza conseguente cheapprova, accusa o scusa latto gi pra-

    ticato a recriminare loro lerroreabbracciato da lungo tempo.Gi nelleroica epopea raccon

    tata dal Primo Libro dei Maccabeiquando giunge alle orecchie del popolo ebreo il decreto del re Antioco, che ordinava a tutti labbandonodella religione del Dio vivo, Mattatia e i suoi decidono di non prevaricare: Molti in Israele si fecero forzae animo a vicenda per non mangiare

    Una grande differenzasi interpone trasinderesi e coscienza:la prima infallibile,mentre la seconda

    passibile di errore

    ri, e qui emerge il ruolo svolto dallacoscienza.

    Don Victorino Rodrguez, OP, hadefinito la coscienza come un giudi-zio dettato dalla stessa ragione, che sibasa sui principi della moralit, sul-la liceit o illiceit di quanto luomoconcretamente ha fatto, sta facendo

    o far.9

    In una parola, la sinderesiindica il principio universale che sarapplicato dalla coscienza allatto con-creto, per questo il tomismo non qua-lifica questultima come unabitudinee nemmeno una potenza, ma un atto,un giudizio.10Cos, la sinderesi indi-ca sempre che la bugia illecita, ma la coscienza che deve applicare que-sto principio a circostanze particola-ri, come lapparire bene davanti agli

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    Gennaio 2011Salvami Regina 21

    cibi immondi , e preferirono morirepur di non contaminarsi con quei ci-bi (I Mc 1, 62). Ora, questa sceltaprecedette di molto il giorno in cuifurono chiamati a sacrificare davan-ti a tutti, cosa che significava una

    deliberazione della coscienza ante-cedente, la quale comanda, proibisceo permette un atto futuro.

    Vediamo cos quanto coscienzae sinderesi siano intimamente in-trecciate. Tuttavia, una grande dif-ferenza si interpone tra le due. Laseconda infallibile: allo stessomodo in cui il principio di contrad-dizione ci fissa nella certezza che unuomo non un albero n un uccel-lo, la sinderesi sempre ci dir che il

    furto un male, come anche lomici-dio, lo spergiuro e gli altri vizi. La co-scienza, al contrario, passibile di er-rore, poich essa pu emettere il suogiudizio coniugando un falso princi-pio particolare per ignoranza o col-pa al principio universale della sin-deresi o pu anche applicare questoinadeguatamente al caso specifico.Comunque sia, tutti hanno lobbligodi lavorare per correggere gli erro-ri della coscienza morale, frutti del-la debolezza umana dopo il PeccatoOriginale o dellambiente sociale.11

    Perch luomo fa il maleche non vuole?

    Sappiamo quanto lintelletto uma-no possieda una mirabile coesione:non ci piacciono menzogne, falsit oinganni. Ci sentiamo disgustati quan-do scopriamo una simulazione e, so-prattutto, quando assistiamo ad uni-

    niquit. Daltro canto, vibriamo dientusiasmo davanti alla proclamazio-ne della giustizia, o davanti a un au-dace atto in difesa del bene. Il nonti lecito! (Mc 6, 18) con cui SanGiovanni Battista si scagliato con-tro Erode, o lintrepido grido di Mat-tatia: Non ascolteremo gli ordini delre per deviare dalla nostra religionea destra o a sinistra (I Mc 2, 22), su-scitano in noi esclamazioni di giubi-

    lo, perch esprimono in forma para-digmatica quello che sentiamo esserlarecta ratio, la retta ragione.

    Queste reazioni sono frutto del-la sinderesi, la quale, come afferma il

    Dottor Angelico, non potr mai esserdistrutta.12Al contrario, essa continuaad esistere anche per i condannati allepene eterne, essendo causa primariadi quel verme roditore di cui ci parlail Vangelo (Mc 9, 34). Non altro cheuna perpetua accusa e rimorso per ipeccati commessi, che tormenta la co-scienza di quegli infelici.13

    C, pertanto, nella natura umanauna fondamentale e ontologica aspi-

    razione al bene, della quale il vizionon fa parte, poich esso non na-turale, ma il frutto di atti umani.14Sorge qui una domanda cruciale, ri-petuta da persone di tutte le genera-zioni, e in apparenza sempre nuova,

    nonostante sia tanto antica: perchscegliamo lerrore? Perch agiamotante volte in maniera riprovevole?

    In uno sfogo, San Paolo sembravoler tradurre questa perplessitdel genere umano dicendo: C inme il desiderio del bene, ma non lacapacit di attuarlo; infatti io noncompio il bene che voglio, ma il ma-le che non voglio (Rm 7, 18b-19).

    Bene apparente e bene reale

    Dopo lentrata del peccato nellaStoria, con la caduta dei nostri pro-genitori, luomo divenne propensoa praticare una specie di pseudobe-ne, che diletta le cattive inclinazio-ni dellanima decaduta mantenendo,nel contempo, lapparenza di rettitu-dine. Senza questa apparenza, la pra-tica del peccato sarebbe inconcepi-bile, poich psicologicamente im-possibile per luomo che la volontumana si getti verso il possesso di unoggetto se questo non presentatodallintendimento come un bene.15

    In che forma pu luomo confon-dere il bene apparente con quelloreale? La maniera in cui lintendi-mento cade in questo grande erro-re fondamento di ogni peccato descritta in modo particolareggiatoda padre Royo Marn quando trattadella psicologia del peccato.

    Nellapprezzare il valore di un

    oggetto creato, spiega il teologo do-menicano, lintelligenza pu ingan-narsi facilmente considerando certiaspetti di questo oggetto lusinghieriper una qualche parte dellinsiemeumano, mentre vede, daltro canto,che lo stesso oggetto presenta ancheaspetti rigettabili, per esempio, dalpunto di vista morale.

    Tra i due estremi, lintelligenza re-sta in dubbio. Se essa riesce a pre-

    SergioHollmann

    San Paolo Portico degli Apostoli,Cattedrale di Notre Dame, Parigi

    Quando i pagani, chenon hanno la legge,

    per natura agisconosecondo la legge,[...] dimostrano che

    quanto la legge esige scritto nei loro cuori(Rm 2, 14-15)

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    22 Salvami ReginaGennaio 2011

    scindere dal chiasso delle passio-ni, presenter questo oggetto al-la volont come qualcosa di sconve-niente equesta lo rigetter con ener-gia e prontezza. Ma se lintelligenzasmette di prestare attenzione a quel-

    le ragioni di sconvenienza e si fissasempre pi sugli aspetti lusinghieriper la passione, giunger il momen-to in cui prevarr in lui lapprezza-mento erroneo che, in fin dei conti, preferibile nelle attuali circostan-ze accettare quelloggetto che si pre-senta tanto seduttore. Chiudendo gliocchi sullaspetto morale, presente-r alla volont quelloggetto pecca-minoso come un vero bene, cio, co-me qualcosa degno di esser desidera-

    to.[...] Lintelligenza, offuscata dallepassioni, sar incorsa nellerrore fa-tale di confondere un bene apparen-te con un bene reale.16

    In questa prospettiva, per esem-pio, luomo sar portato a mentireper evitare un male maggiore, a ru-bare per equilibrare ricchezze o acommettere un assassinio per difen-dere il bene comune della nazione...

    Senza di Me, non

    potete far nulla

    Con piena ragione, il Cardina-le Ratzinger affermava: Il cammi-no elevato e arduo che conduce al-la verit e al bene non una via co-moda. Esso sfida luomo.17A que-

    sto proposito, San Tommaso inse-gna: Nello stato di corruzione, luo-mo sbaglia in quello che gli pos-sibile per la sua natura, a tal puntoche egli non pu pi con le sue forzenaturali realizzare totalmente il be-

    ne conforme alla sua natura. Tutta-via, il peccato non ha corrotto total-

    condo lespressione di padre Philipon, un abisso insormontabile separa la creatura dal suo Creatore,19eluomo si vede abbandonato alla propria debolezza, nel dilemma tra il be-ne desiderato e le sollecitazioni della

    concupiscenza. La grazia un ausilio dato da Dio alluomo per farlo volere ci che buono e agire bene,2

    senza la cui assistenza diventa chimerica la piena fedelt alla sinderesi, eimpossibile la familiarit con Dio.

    Quando meditiamo sulla Santa Cena e riflettiamo sulle parole dGes: Senza di me non potete farnulla (Gv 15, 5), chiss che non misuriamo lestensione di questo nulla, e il senso stretto in cui deve es-

    sere inteso. La pienezza della libert riservata ad ognuno di noi non sar mai raggiunta senza che il Redentore ci protegga nellintimo del nostro essere e ci conduca, Egli stesso sempre con lassenso della nostravolont , a tutte le forme di bene.

    Sotto linflusso della grazia, comincia a seccarsi il pantano dellerrore e diventiamo capaci di dirige-re le nostre azioni conformementeai criteri pi nobili, perch essi cominciano a piacerci pi delle sollecitazioni inferiori. Nasce la forza percompiere i buoni propositi, si acquietano le passioni, la fomes peccatismette di esser dominatrice e sstabilisce unarmonia simile a quella

    1Cfr. SAN GIOVANNICRISOSTOMO. OmeliaXII sopra le statue.PG49, 131-134

    2BLOOM, Paul. The Mor-al Life of Babies.In: TheNew York Times Mag-azine, 9/5/2010, pag.MM44: www.nytimes.com.

    3Idem. I video di alcuni te-sti sono accessibili nellostesso sito citato sopra.

    4HAMLIN, J. Kiley;WYNN Karen; BLOOMPaul. Social evaluationby preverbal infants. In:

    Nature. London, 2007,v.450, pag.558-559.

    5San Tommaso chiamala sinderesi di un co-stume naturale specia-le (SAN TOMMASODAQUINO. SummaTeologica, I, q.79, art.12,resp.); una disposizio-ne interiore innata, cheattua come unhabitus:

    Lhabitusdei primi prin-cipi, che si chiama sin-deresi (Idem, I, q.79,a.13, ad 3.). Sui costumi,

    la loro natura, distinzio-ne, possibilit di perditae diminuzione, San Tom-maso tratta con profon-dit nella Summa Teolo-gica, I-II, q.49-54.

    6PAULO VI. Udienza Ge-nerale,13/7/1977.

    7RATZINGER, Joseph.Elogio della coscienza:

    il brindisi del CardinaleIn:Il Sabato, 16/3/1991,pag.83-91.

    8SAN TOMMASODAQUINO.De Veritateq.16, a.2, sol.

    9RODRGUEZ Y RO-DRGUEZ, OP, Vic-torino. Temas-clave dehumanismo cristiano.Madrid: Speiro, 1984,pag.134.

    10ROYO MARN, OP, An-tonio. Teologa Moral pa-

    psicologicamenteimpossibile per luomoche la volont umana

    si getti verso il possessodi un oggetto se questonon presentatodallintendimentocome un bene

    mente la natura umana al punto daprivarla di tutto il bene che le na-turale. [] Egli [luomo] sembra uninfermo che pu ancora eseguire dasolo alcuni movimenti, ma non pumuoversi perfettamente come unoin buona salute, fino a che non ot-tenga la guarigione con laiuto dellamedicina.18

    Questo unguento soprannatura-le la grazia divina. Senza di lei, se-

    http://www.nytimes.com/2010/05/09/magazine/09babies-t.html?pagewanted=1&_r=1http://www.nytimes.com/2010/05/09/magazine/09babies-t.html?pagewanted=1&_r=1http://www.nytimes.com/2010/05/09/magazine/09babies-t.html?pagewanted=1&_r=1http://www.nytimes.com/2010/05/09/magazine/09babies-t.html?pagewanted=1&_r=1
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    Gennaio 2011Salvami Regina 23

    che possedeva il nostro padre Ada-mo nel Paradiso. LApostolo delleGenti, avendo supplicato il Divino

    Maestro che lo liberasse dallo sti-molo della carne, ricevette la piconsolante delle promesse: Ti ba-sta la mia grazia; la mia potenza in-fatti si manifesta pienamente nelladebolezza (II Cor 12, 9).

    La voce dellintegrit

    Nella meravigliosa traiettoria deisuoi venti secoli di esistenza, la San-ta Chiesa stata trasmettitrice del-la grazia e educatrice dei popoli. Fe-dele ai disegni del suo Fondatore, hasaputo portare al mondo intero lasalutare medicina dei Sacramenti ecurare a fondo la natura umana fe-rita dal peccato. Sotto la sua influen-za, fiorita la vera moralit.

    Santa Cena Basilica di Notre-Dame, Montral

    La pienezza della libert riservata ad ognuno di noi non sar mai raggiunta senza cheil Redentore ci protegga nellintimo del nostro essere

    Oggi, per, forse pi che mai,numerosi dei nostri coetanei sem-brano impegnati a percorrere vie

    ben diverse, trascinando un immen-so numero di anime a cercare nel-le pratiche pi riprovevoli e pecca-minose la felicit che queste non glipossono dare. In alcune societ, ad-dirittura, sembrano venir soffoca-te le legittime aspirazioni dellani-ma umana per alimentarla con unveleno di morte, le cui deplorevo-li conseguenze tutti possiamo con-fermare.

    il momento di non dimentica-re che nel cuore delluomo palpite-ranno sempre sante aspirazioni e li-nestinguibile desiderio di trovare inquesta vita riflessi delleterna beati-tudine e chiedersi come rinvigorirlio farli rinascere.

    Quando Papa Giovanni Paolo IIlanciava dalla Cattedra di Pietro ilgrido: La Chiesa ha bisogno di san-

    ti!,21lo faceva sapendo che lesem-pio dei giusti il pi potente mez-zo per suscitare nelle anime il sensomorale addormentato. Infatti la me-ra presenza di un beato una poten-te voce capace di raggiungere, senzaretoriche o argomentazioni, la zonapi profonda del cuore umano.

    Desiderando santit e cercandodi camminare verso la perfezione,possiamo star certi, pertanto, che latestimonianza viva della nostra inte-grit sar un efficace strumento perliberare e rafforzare nelle anime ilsenso morale intorpidito dal relati-vismo del mondo moderno. Questoconferisce un grandioso senso allanostra vita cristiana!

    ra seglares. 7.ed. Madrid:BAC, 1996, v.I, pag.157.

    11Cf. Catechismo della

    Chiesa Cattolica, n.1793.12 In un atto particolare, ilgiudizio universale del-la sinderesi distrut-to quando uno sceglie dipeccare. Perch in que-sta scelta, la forza del-la concupiscenza, o diunaltra passione, assor-be tanto la ragione che ilgiudizio universale del-

    la sinderesi non appli-cato allatto particolare.Ma questo non distruggela sinderesi nel suo insie-

    me, ma solo in un certosenso. Pertanto, assolu-tamente parlando, con-cludiamo che la sinde-resi non mai distrut-ta (SAN TOMMASODAQUINO.De Verita-te. q.16, a.3, resp.). Ve-dere anche Scriptum su-per sententiis, l.2, Dist.39,q.3. a.1.

    13ROYO MARN, op. cit.,pag.159.

    14MONGILLO, OP, Dal-

    mazio. In:Suma Teolgi-

    ca. So Paulo: Loyola,2005, v. IV, pag.289.

    15ROYO MARN, op. cit.,pag.232.

    16Idem, pag. 233.17RATZINGER, op. cit.18SAN TOMMASO DA-

    QUINO. Summa Teolo-

    gica, I-II, q.109, a.2, re-sp.

    19PHILIPON, OP, Ma-rie Michel.Los donesdel Espritu Santo. 2.ed.Madrid: Palabra, 1985,pag.251.

    20NICOLAS, OP, Jean-Herv. In: Suma Teolgi-ca. So Paulo: Loyola,2005, v.IV, pag.839.

    21Mensagem para a XXJornada Mundial da Ju-

    ventude, 6/8/2004.

    GustavoKralj

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    Il Miracolo Eucaristico

    di Amsterdam

    C

    24 Salvami ReginaGennaio 2011

    Un miracolo avvenuto nella pacata Amsterdam del secolo XIV

    ancor oggi fonte di devozione eucaristica per le migliaia di

    cattolici che partecipano alla Processione del Silenzio.

    orreva linverno dellan-no 1345. Amsterdam, ca-pitale dei Paesi Bassi, eraallepoca una piccola citt

    di pescatori sulle rive del fiume Am-stel. Nella fredda notte del 15 mar-zo, pochi giorni prima della Domeni-ca delle Palme, il parroco fu chiama-to a soccorrere un malato residentenellattuale Via Kalver. Accor-so immediatamente, il ministrodi Dio gli amministr lUnzionedegli Infermi e la Santa Comu-nione. Alcuni momenti dopo es-sere andato via, la violenza del-la malattia obblig luomo a vo-mitare in un catino, nel quale re-st depositata anche lOstia con-sacrata. Senza fare alcuna veri-fica, sua moglie o uninfermiera

    non si sa con sicurezza versil contenuto del catino sul fuocoche crepitava nel caminetto.

    Prima dellalba, di ritorno nel-la camera del malato, la donnapos casualmente lo sguardo sul-le fiamme e, con enorme sorpre-sa, vide fluttuarvi il Pane Eucari-stico, in perfette condizioni, co-me se fosse appena stato consa-crato dal sacerdote. Stese la ma-

    no e, senza bruciarsi, tolse dal fuocola Sacra Forma, la colloc in una sca-tola e subito dopo and a comunicareil fatto al parroco. Costui si affrett atornare sul posto, raccolse lOstia mi-racolosa e la port in chiesa.

    Il giorno dopo, per, la donnaapr per caso la scatola dove il gior-no prima aveva depositato lOstia

    Sacra e quale sorpresa! la ritrov l di nuovo! Nello stesso istante, chiam il prete e questi la riport nella chiesa. Lo stesso miracolo sripet unaltra volta.

    Dio voleva render pubblicoil fatto miracoloso

    Vedendo in questa insistenza isegno che Dio voleva renderpubblico laccaduto, il sacerdote organizz una solenne processione per ricondurre allachiesa il Santissimo Sacramento. Lanno seguente il Vescovodi Utrecht, Mons. Jan van Arkel, dichiarava lautenticit demiracolo e due anni pi tardi gi fu eretta una chiesa nellostesso luogo.

    A partire da allora, alla metdi marzo, venne realizzata unasplendida processione per commemorare laccaduto. Ad essaparteciparono personaggi illustri, come lArciduca Massimiliano dAustria, pi tardi lImperatore Massimiliano I. Questa manifestazione popolare dlode al Santissimo Sacramento fu proibita nel 1578, quan

    Aldo Leone

    stille-omgang.nl

    Antica illustrazione mostrante lOstiamiracolosamente preservata in mezzo

    alle fiamme

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    Gennaio 2011Salvami Regina 25

    do lamministrazione della citt cad-de in potere di borgomastri calvini-sti. Costoro confiscarono la cappellaeretta nel luogo del miracolo, che fi-n per essere demolita nel 1908, no-nostante le proteste dei cattolici, of-

    fertisi di comprarla.Durante il periodo di proibizio-ne del culto pubblico, le celebrazionidella Santa Messa e di altri atti cat-tolici di devozione si realizzavano incase private o edifici che non aveva-no lapparenza esterna di un tempioreligioso cio nelle chiese nascoste,come cominciarono ad esser chia-mate nel secolo XIX.

    Le Beghine

    Molto vicino al luogo del mira-colo si situava la cappella del Beghi-naggio. Beghine erano donne che senza fare i classici voti religiosi vi-vevano in comunit, dedite allora-zione e allassistenza di malati, po-veri, orfani e ogni specie di bisogno-si. La regola imponeva loro soltantolobbedienza al parroco ed il celiba-to per il tempo in cui fossero rima-ste in comunit.

    Anche alle Beghine fu confiscatala cappella. Intorno al 1665 esse chie-sero autorizzazione alla municipalitdi costruirne una nuova. Il permessofu concesso con la condizione che le-dificio avesse le caratteristiche di unachiesa nascosta. in questa cappella,consacrata a San Giovanni Battista ea SantOrsola, che da allora si man-tiene lAdorazione Eucaristica quo-tidiana, in ricordo del miracolo avve-nuto nel 1345.1

    La Processione del Silenzio

    Secondo quanto riferisce lattualerettore della cappella, padre Eugnevan Heyst, SSS, un uomo di nomeJoseph Lousbergh scopr nel 1881un documento datato 1651 che de-scriveva dettagliatamente le proces-sioni medievali realizzate in comme-morazione di questo miracolo. Deci-se allora, accompagnato da un ami-

    co, di percorrere il medesimo tra-gitto dellantica processione, comeun atto di adorazione a Ges Sacra-mentato. Cos fecero, ma in silen-zio e senza nessuna manifestazioneesterna di devozione, a causa dellerestrizioni al culto cattolico, impostedalle autorit calviniste.

    La sua idea fu accolta dai cattoli-ci olandesi con un entusiasmo tale,che ogni anno aumentava il nume-ro di fedeli che vi aderivano. Si for-m cos la Confraternita della Pro-

    cessione del Silenzio. Tutti gli an-ni, da allora, la

    stille-omgang.nl

    AldoLeone

    prima domenica dopo il 12 marzo, sirealizza la silenziosa processione,trala mezzanotte e le quattro del mat-tino, orario in cui si presume sia av-venuto il miracolo. Attualmente,vi partecipano circa 10 mila fedeli.Molti vedono in questatto di pietla continuazione del Miracolo Euca-ristico di Amsterdam.

    1LOstia miracolosa non si conser-vata. Essa ha cominciato a deterio-rarsi due anni dopo che il miracoloera avvenuto.

    Cappella delle Beghine, ad Amsterdam, dove perdura lAdorazioneEucaristica quotidiana, in ricordo del miracolo accaduto nel 1345

    Circa 10 mila fedeli partecipano annualmente alla Processione delSilenzio in ricordo del Miracolo Eucaristico. A fianco, un poster che

    invita i fedeli a partecipare allevento

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    nstancabilmente, la Cavalleria di Maria comunit itinerante degli Ardi del Vangelo percorre il Brasile, Paese-continente, realizzando Missi

    Mariane su invito dei rispettivi parroci.In modo metodico, i membri di questa comunit fanno visitano case,

    fici centri commerciali della parrocchia presso cui sono chiamati, portado la statua della Madonna. A tutti assicurano una parola di fede, di inraggiamento e di speranza, ma nel contempo portano anche ai fedeli i cramenti che hanno bisogno di ricevere, stimolandoli a partecipare favamente alla vita parrocchiale e spiegando loro limportanza di contrib

    re con la decima.Linteresse manifestato per il bene spirituale di ognuno, per molti s

    to occasione di vere conversioni. Questo meticoloso lavoro di infervoramto dei fedeli stato oltremodo benedetto dalla Divina Provvidenza; di quesono testimoni, come sempre, gli zelanti parroci che vedono concludere oMissione Mariana con le chiese straordinariamente affollate. Lo attestanosignificative foto pubblicate in queste pagine.

    I

    Promuovendo, da nord

    a sud, la devozione a Maria

    Anhumas

    Curitiba

    Monte Castelo

    QuintanaSo Jorge do Iva

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    Ipatinga

    Astorga

    Itamb

    Itapeva

    Buri

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    Maring

    Ipatinga

    Prata

    Quintana

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    Gennaio 2011Salvami Regina 29

    Calorose congratulazioni

    ai nuovi cardinali

    isite di calore il termine col quale si designanole visite fatte ai nuovi Cardinali, il giorno succes-

    sivo alla loro creazione. Questa tradizionale espressio-ne descrive chiaramente laffetto che i fedeli in generale,

    e gli araldi in particolare, hanno manifestato ai 24 nuovimembri del Sacro Collegio nel congratularsi per la loronomina. Nelle foto, Araldi del Vangelo di Roma con al-cuni dei nuovi Principi della Chiesa.

    V

    Cardinale Robert Sarah

    Cardinale Paolo Sardi

    Cardinale Raymond Burke

    Cardinale Mauro Piacenza

    Cardinale Gianfranco Ravasi

    Cardinale Angelo Amato, SDB

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    Ruanda Una Messa solenne da inizio alla consegna deiprimi Oratori a parrocchiani della Cattedrale di Butare, il

    pr