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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Salvami Regina Numero 58 Febbraio 2008 Lourdes: 150 anni dalle apparizioni

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    Salvami Regina

    Numero 58 Febbraio 2008

    Lourdes: 150 anni dalle apparizioni

  • QMontaggio fotografico della Basilica con la grotta del Santuario di Lourdes

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    ui, nella grotta di Massabielle, la Vergine invita Bernadette a

    recitare il Rosario sfilando Ella stessa i grani. Questa grotta diventata, cos, la sede di una mirabile scuola di orazione,

    dove Maria insegna a tutti a contemplare, con un amore fervido, il volto di Cristo.

    (Giovanni Paolo II, Lourdes 14/8/2004)

  • Anno X, numero 58, Febbraio 2008

    Direttore responsabile: Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione: Guy Gabriel de Ridder, Juliane

    Vasconcelos A. Campos, Luis Alberto Blanco Corts, Mariana Morazzani

    Arriz, Severiano Antonio de Oliveira

    Amministrazione: Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE) CCP 13805353

    Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2, DR PD

    www.araldi.org www.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazione

    Privata Internazionale di Fedeli di Diritto Pontificio

    ArAldi del VAngeloViale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5

    00165 Roma Tel. sede operativa

    a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio: Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura: Istituto Veneto di Arti Grafiche

    Gli articoli di questa rivista potranno essere riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli firmati di responsabilit dei rispettivi autori.

    SalvamiRegina

    Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    SommariOScrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    Commento al Vangelo Come sar la felicit eterna?

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10

    Lourdes e linvincibilit del Bene (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

    Convertito dallEucaristia

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .32

    Il tesoro della preghiera Preghiera di SantAgostino al Divino Spirito Santo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36

    Lourdes e la lotta tra il bene e il male

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .24

    E accaduto nella Chiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

    Storia per bambini . . . La testimonianza dei tre gigli

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

    La fiamma che non si estingue mai

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    Ricetta Riso danatra

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37

    Il Tesoro della Confessione

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30

    Il tempo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38Bernadette: il maggiore miracolo di Lourdes

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18

    La voce del Papa Discepoli e missionari di Ges Cristo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

  • 4 Salvami Regina Febbraio 2008

    Scrivono i lettori

    Arricchimento dAto dAllA rivistA

    Quanto il Magistero della Chiesa insegna di pi sublime sulla Santis-sima Vergine, lo vediamo realizzar-si nella fede di tutti gli uomini e don-ne che ricorrono alla protezione del-la Santa Madre di Cristo e che, con molta semplicit, hanno avuto alcune delle sue testimonianze raccolte nel libro che mi stato inviato, intitola-to Alla fine, il mio Immacolato Cuo-re trionfer.

    Al ringraziamento per il ricevi-mento del presente testo aggiungo la mia soddisfazione per larricchimen-to che, mensilmente, la Rivista Araldi del Vangelo d a noi e alla Sala di Let-tura e Stampa della Diocesi di Caic.

    Invocando laffettuosa benedizio-ne del Signore sopra gli Araldi del Vangelo, mi raccomando alle loro preghiere, nella certezza che la San-tissima Vergine distribuir molti tor-renti di grazie sopra i figli e le figlie che il Crocifisso le ha affidato.

    Mons. Manoel Delson Pedreira da Cruz, OFMCap

    Vescovo Diocesano di Caic (Brasile)

    rinnovAmento dellA culturA cAttolicA

    gi da qualche tempo che stava-mo aspettando unoccasione per far-vi i complimenti per le edizioni sem-pre pi belle della rivista. In questo mondo inondato di immagini, le vo-stre foto e illustrazioni sono sem-pre stimolanti; perfino la qualit del-la carta ha un effetto benefico: pia-cevole toccarla. I commenti di Don Joo Cl sul Vangelo aprono i nostri occhi ed espandono i nostri orizzon-ti con analisi inedite e penetranti. Le

    parole della Scrittura assumono un nuovo rilievo nella nostra vita perso-nale quotidiana. Di copertina in co-pertina, ogni edizione migliore ri-spetto a quella precedente. Preghia-mo affinch la sua diffusione conti-nui a crescere. Il nostro mondo ha bi-sogno di una nuova evangelizzazione e del rinnovamento della cultura cat-tolica come quella portata dalla vo-stra rivista.

    Jack e Carol WeustenWaterloo, Ontario (Canada)

    lettore Assiduo Potete considerarmi un assiduo

    lettore della Rivista Araldi del Vange-lo. La leggo dalla prima allultima pa-gina. Mi servo anche di alcuni articoli per riflettere con i miei fedeli.

    Don Siro Brunello SXAbaetetuba (Brasile)

    rinforzA ed AffinA lA miA fede una rivista cos sommamente

    bella ed arricchente, che mi trasporta alleterno, al divino, per questo mo-tivo, desidero ardentemente riceverla per saturarmi di un contesto che rin-forza ed affina la mia fede. Per il be-ne di tutti, continuate a seguire que-sta linea senza scoraggiarvi mai. Il mio effusivo ossequio a Cristo, lUni-co che ci mantiene saldi.

    Mariano Anibarro DavillaAvila (Spagna)

    unA osservAzioneVi scrivo per far presente che nel

    numero 56 dicembre 2007 pag.51 del-la rivista avete sbagliato la provenin-za dellalbero di Natale donato al Santo Padre nel Natale 2006; lalbe-ro proviene dalla Calabria nel Bosco del Gariglione nel Parco Naziona-le della Sila,nella provincia di Catan-zaro. Erroneamente avete inserito la provenienza dallAustria. Con locca-sione faccio i complimenti per la bel-

    la Vostra Opera, che il Signore vi Be-nedica.

    Salvatore GiglioAlbi (CZ)

    lA rivistA ci AstrAe dAl difficile vivere quotidiAno

    Ringrazio per linvio della Rivi-sta Araldi del Vangelo, che ci allonta-na dal difficile vivere quotidiano che i mezzi di comunicazione si incarica-no di collocarci sempre di fronte, mo-strandoci una dura realt nella qua-le i valori della persona ogni giorno si deteriorano e, purtroppo, finiscono per intaccare la famiglia. In verit, la rivista ci offre lopportunit di cono-scere di pi, di nutrirci con le novit della nostra Chiesa e di irrobustire la nostra fede con notizie piene di spe-ranza e amore.

    Maria Matilde Matute VargasQuito (Equador)

    lAvoro con frutti di sAntitSto ricevendo le riviste e le leggo

    con entusiasmo! Che Dio, Nostro Si-gnore, e la nostra Madre vi benedica-no per lapostolato che state facen-do e per il vostro lavoro che produ-ce tanti frutti di santit. Sono conten-ta di ricevere tutti i mesi la rivista e di conoscere cose tanto profonde. Es-sa straordinaria per i suoi articoli, che aumentano la nostra fede in Ge-s Cristo.

    Isabel Flores de SilvaSullana (Per)

    fecondit ApostolicADesidero leggere questa bellissima

    Rivista Araldi del Vangelo finch avr vita. meravigliosa, e come insegna a vivere la vita! Le illustrazioni sono indescrivibili e il contenuto, grandio-so. Mi felicito con tutti per la fecon-dit apostolica della rivista.

    Maria das Dores Alemo TavaresBelo Horizonte (Brasile)

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    Salvami Regina

    Numero 58

    Febbraio 2008

    Lourdes: 150 anni

    dalle apparizioni

    C

    Febbraio 2008 Salvami Regina 5

    Editoriale

    Santuario della Madonna di Lou-rdes. Nellovale, corpo incorrotto di Santa Bernadette Soubirous

    (Foto: Sanctuaires Notre-Da-me de Lourdes/EURL Basili-que du Rosaire. Ovale: Srgio Hollmann)

    hi avesse conosciuto Ges, nel corso dei suoi primi trentanni di vita, do-po aver assistito alla sua nascita nella grotta di Betlemme, sarebbe portato a chiedersi perch il figlio di Dio abbia scelto un luogo tanto povero per nasce-

    re e condizioni cos umili per lo svolgimento della propria esistenza. Questo interrogativo forse potrebbe generare anche altre domande: non avrebbe

    potuto Lui, essendo Onnipotente, venire al mondo manifestando la sua gloria e ma-est, per farsi adorare da tutti gli uomini? Non sarebbe stato pi facile che, agendo cos, tutti Lo accettassero come il Messia promesso?

    La Seconda Persona della Santissima Trinit prefer rivestirsi della fragilit del-la condizione umana invece di manifestare la sua grandezza intrinseca, creando co-s un sublime paradosso.

    Tutto nella vita di Nostro Signore obbedisce a disegni pieni di Sapienza. Se la sua divinit fosse stata esternata in una forma inequivocabile, rivestendosi di potere e fol-gorante bellezza, la virt della Fede non sarebbe stata necessaria per credere in Lui. Sarebbe bastata una semplice constatazione dellintelligenza e un piccolo sforzo della volont, allo stesso modo in cui per locchio umano sufficiente aprire le palpebre per captare la luce e discernere tutto quanto sta allinterno del suo campo visivo.

    Essendo la sua regalit e divinit riconosciute da tutte le categorie sociali, dai po-teri civili e religiosi, che merito ci sarebbe stato, per gli uomini, nel credere in Lui?

    Ecco una delle ragioni per le quali il Figlio di Dio ha voluto incarnarSi in un corpo sofferente, senza la trasparenza della sua natura increata ed eterna: offrire alluomo la possibilit di praticare la Fede.

    Nonostante questo, la divinit di Ges non mai stata dissociata dalla sua uma-nit. Sarebbe persino assurdo pensare ad un Cristo meramente umano, come han-no fatto gli ariani e altre sette. Daltro canto, sbaglierebbe anche chi ritenesse pos-sibile linsuccesso definitivo di una Persona che assuma, cos, una tanto fragile na-tura, poich alla divinit intrinseco il trionfo, per quanto le circostanze parlino in senso contrario.

    La vittoria di Ges si manifester, soprattutto, alla fine dei tempi, quando Egli verr a giudicare i vivi e i morti ma nel corso della storia, essa diventa palese anche nellinvincibilit della Chiesa, per la promessa di Nostro Signore a San Pietro: Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. (Mt 16, 18).

    Qualunque sia la circostanza storica, per quanto gravi siano le persecuzioni o le manifestazioni dellodio di Satana e del male contro la Sposa di Cristo, si pu dire che Essa sar non soltanto invincibile, ma trionfante!

    precisamente questa invincibilit della Chiesa, del Papa, di Ges e di Maria, che le parole dellEm.mo Cardinal Ivan Dias, allapertura dellanno giubilare di Lourdes, ci ricordano: Qui a Lourdes, come in qualunque altro luogo del mondo, la Vergine Maria va tessendo unimmensa rete dei suoi figli e figlie spirituali in tutta la Ter-ra, per lanciare una forte offensiva contro le forze di Satana, per incatenarlo e preparare, cos, la vittoria finale del suo Divino Figlio, Ges Cristo.

    Lourdes e LinvincibiLit deL bene

  • Discepoli e missionari di Ges Cristo

    U

    6 Salvami Regina Febbraio 2008

    La voce deL PaPa

    n altro anno sta per finire. Come primo evento saliente di questo periodo, tra-scorso tanto veloce-

    mente, vorrei menzionare il viaggio in Brasile. Il suo scopo era lincontro con la V Conferenza generale dellEpisco-pato dellAmerica Latina e dei Carai-bi e conseguentemente, pi in genera-le, un incontro con la Chiesa nel vasto Continente latino-americano. Prima di soffermarmi sulla Conferenza di Apa-recida, vorrei parlare di alcuni momen-ti culminanti di quel viaggio.

    Ricordi del viaggio apostolico in Brasile

    Innanzitutto mi rimane nella me-moria la solenne serata con i giova-ni nello stadio di San Paolo: in essa, nonostante le temperature rigide, ci trovammo tutti uniti da una grande gioia interiore, da unesperienza vi-va di comunione e dalla chiara volon-t di essere, nello Spirito di Ges Cri-sto, servi della riconciliazione, amici dei poveri, dei sofferenti e messagge-ri di quel bene il cui splendore abbia-mo incontrato nel Vangelo.

    Esistono manifestazioni di massa che hanno solo leffetto di unauto-affermazione; in esse ci si lascia tra-volgere dallebbrezza del ritmo e dei suoni, finendo per trarre gioia soltan-to da se stessi. L invece ci si apr pro-prio lanimo; la profonda comunio-ne che in quella sera si instaur spon-taneamente tra di noi, nellessere gli uni con gli altri, port con s un esse-re gli uni per gli altri. Non fu una fuga davanti alla vita quotidiana, ma si tra-sform nella forza di accettare la vi-ta in modo nuovo. Vorrei, quindi, rin-graziare di cuore i giovani che hanno animato quella serata per il loro es-sere-con, per il loro cantare, parlare, pregare, che ci ha interiormente pu-rificati, migliorati migliorati anche per gli altri.

    Rimane indimenticabile anche il giorno in cui, insieme ad un gran nu-mero di Vescovi, sacerdoti, religiose, religiosi e fedeli laici ho potuto ca-nonizzare Fra Galvo, un figlio del Brasile, proclamandolo santo per la Chiesa universale. Dappertutto ci sa-lutavano le sue immagini, dalle quali si sprigionava il fulgore della bont di cuore che egli aveva trovato nellin-

    contro con Cristo e nel rapporto con la sua comunit religiosa. []

    Con particolare vivacit ricordo il giorno nella Fazenda da Esperana, in cui persone, cadute nella schiavit della droga, ritrovano libert e spe-ranza. Arrivando l, come prima cosa, ho percepito in modo nuovo la for-za risanatrice della creazione di Dio. Montagne verdi circondano lampia vallata; indirizzano lo sguardo verso lalto e, allo stesso tempo, danno un senso di protezione. Dal tabernaco-lo della chiesetta delle Carmelitane scaturisce una sorgente di acqua lim-pida che richiama la profezia di Eze-chiele circa lacqua che, scaturendo dal Tempio, disintossica la terra sala-ta e fa crescere alberi che procurano la vita.

    Dobbiamo difendere la creazione non soltanto in vista delle nostre uti-lit, ma per se stessa come messag-gio del Creatore, come dono di bel-lezza, che promessa e speranza. S, luomo ha bisogno della trascenden-za. Solo Dio basta, ha detto Teresa dAvila. Se Lui viene a mancare, al-lora luomo deve cercare di supera-re da s i confini del mondo, di aprire

    Incontrandosi con la Curia Romana, il Papa ha ricordato con piacere un importante avvenimento dellanno 2007: il viaggio apostolico in

    Brasile, analizzando in profondit il tema della V Conferenza Generale del CELAM, da lui inaugurata ad Aparecida

  • Febbraio 2008 Salvami Regina 7

    davanti a s lo spazio sconfinato per il quale stato creato. Allora, la dro-ga diventa per lui quasi una necessi-t. Ma ben presto scopre che questa una sconfinatezza illusoria una bef-fa, si potrebbe dire, che il diavolo fa alluomo. L, nella Fazenda da Espe-rana, i confini del mondo vengono veramente superati, si apre lo sguar-do verso Dio, verso lampiezza del-la nostra vita, cos avviene un risana-mento. A tutti coloro che l operano rivolgo il mio sincero ringraziamen-to, e a tutti coloro che l cercano la guarigione, il mio cordiale auspicio di benedizione. []

    La Conferenza di Aparecida

    E alla fine Aparecida, In mo-do del tutto particolare mi ha tocca-to la piccola statuina della Madon-na. Alcuni poveri pescatori che ripe-tutamente avevano gettato le reti in-vano, trassero fuori la statuina dal-

    le acque del fiume, e dopo ci final-mente si avver una pesca abbondan-te. la Madonna dei poveri, diven-tata essa stessa povera e piccola. Co-s, proprio mediante la fede e lamo-re dei poveri, si formato intorno a questa figura il grande Santuario che, rimandando tuttavia sempre alla po-vert di Dio, allumilt della Madre, costituisce, giorno per giorno, una ca-sa e un rifugio per le persone che pre-gano e sperano. Era cosa buona che l ci riunissimo e l elaborassimo il do-cumento sul tema Discipulos e mi-sioneros de Jesucristo, para que en l tengan la vida.

    Certamente, qualcuno potrebbe subito fare la domanda: Ma era que-sto il tema giusto in questora della storia che noi stiamo vivendo? Non era forse una svolta eccessiva verso linteriorit, in un momento in cui le grandi sfide della storia, le questioni urgenti circa la giustizia, la pace e la

    libert richiedono il pieno impegno di tutti gli uomini di buona volont, e in modo particolare della cristianit e della Chiesa? Non si sarebbero dovu-ti affrontare piuttosto questi proble-mi, invece di ritrarsi nel mondo inte-riore della fede?

    Cosa significa essere discepolo di Cristo

    Rimandiamo, per il momento, a dopo questa obiezione. Prima di ri-spondere ad essa, infatti, necessa-rio comprendere bene il tema stesso nel suo vero significato; una volta fat-to questo, la risposta allobiezione si delinea da s.

    La parola-chiave del tema : tro-vare la vita la vita vera. Con ci il tema suppone che questo obiettivo, su cui forse tutti sono daccordo, vie-ne raggiunto nel discepolato di Ge-s Cristo come anche nellimpegno per la sua parola e la sua presenza. I

    Lincontro del Papa Benedetto XVI con la Curia Romana ha avuto luogo la mattina del 21 dicembre 2007 nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico

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  • 8 Salvami Regina Febbraio 2008

    cristiani in America Latina, e con lo-ro quelli di tutto il mondo, vengono quindi innanzitutto invitati a ridiven-tare maggiormente discepoli di Ge-s Cristo cosa che, in fondo, gi siamo in virt del Battesimo, senza che ci tolga che dobbiamo diventar-lo sempre nuovamente nella viva ap-propriazione del dono di quel Sacra-mento.

    Essere discepoli di Cristo che co-sa significa?

    Ebbene, significa in primo luogo: arrivare a conoscerlo. Come avviene questo? un invito ad ascoltarlo cos come Egli ci parla nel testo della Sa-cra Scrittura, come si rivolge a noi e ci viene incontro nella comune pre-ghiera della Chiesa, nei Sacramenti e nella testimonianza dei santi. Non si pu mai conoscere Cristo solo teori-camente. Con grande dottrina si pu sapere tutto sulle Sacre Scritture,

    senza averLo incontrato mai. Fa par-te integrante del conoscerLo il cam-minare insieme con Lui, lentrare nei suoi sentimenti, come dice la Lettera ai Filippesi (2,5). Paolo descrive que-sti sentimenti brevemente cos: ave-re lo stesso amore, formare insieme unanima sola (smpsychoi), andare daccordo, non fare niente per rivali-t e vanagloria, non mirando ciascu-no ai propri interessi soltanto, ma an-che a quelli degli altri (2,2-4).

    La catechesi non pu mai essere so-lo un insegnamento intellettuale, de-ve sempre diventare anche un impra-tichirsi della comunione di vita con Cristo, un esercitarsi nellumilt, nella giustizia e nellamore. Solo cos cam-miniamo con Ges Cristo sulla sua via, solo cos si apre locchio del no-stro cuore; solo cos impariamo a com-prendere la Scrittura ed incontriamo Lui. Lincontro con Ges Cristo richie-

    de lascolto, richiede la risposta nella preghiera e nel praticare ci che Egli ci dice. Venendo a conoscere Cristo ve-niamo a conoscere Dio, e solo a par-tire da Dio comprendiamo luomo e il mondo, un mondo che altrimenti ri-mane una domanda senza senso.

    Diventare discepoli di Cristo dun-que un cammino di educazione verso il nostro vero essere, verso il giusto es-sere uomini. NellAntico Testamento, latteggiamento di fondo delluomo che vive la parola di Dio veniva rias-sunto nel termine zadic il giusto: chi vive secondo la parola di Dio diventa un giusto; egli pratica e vive la giusti-zia. Nel cristianesimo, latteggiamen-to dei discepoli di Ges Cristo veniva poi espresso con unaltra parola: il fe-dele. La fede comprende tutto; que-sta parola ora indica insieme lessere con Cristo e lessere con la sua giusti-zia. Riceviamo nella fede la giustizia

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    Visita del Papa Benedetto XVI alla Basilica di Nostra Signora Aparecida il 13 maggio 2007

  • Febbraio 2008 Salvami Regina 9

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di questi documenti pu essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa

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    ljdi Cristo, la viviamo in prima persona e la trasmettiamo. []

    La Storia ha bisogno del Vangelo per giungere al suo compimento

    Il discepolo di Ges Cristo deve essere anche missionario, messag-gero del Vangelo, ci dice quel docu-mento. Anche qui si leva unobiezio-ne: lecito ancora oggi evangelizza-re? Non dovrebbero piuttosto tutte le religioni e concezioni del mondo convivere pacificamente e cercare di fare insieme il meglio per lumanit, ciascuna nel proprio modo?

    Ebbene, indiscutibile che dob-biamo tutti convivere e cooperare nella tolleranza e nel rispetto reci-proci. La Chiesa cattolica si impegna per questo con grande energia e, con i due incontri di Assisi, ha lasciato anche indicazioni evidenti in questo senso, indicazioni che, nellincontro a Napoli di questanno [2007]. []

    Ma questa volont di dialogo e di collaborazione significa forse allo stesso tempo che non possiamo pi trasmettere il messaggio di Ges Cri-sto, non pi proporre agli uomini e al mondo questa chiamata e la speran-za che ne deriva? Chi ha riconosciuto una grande verit, chi ha trovato una grande gioia, deve trasmetterla, non pu affatto tenerla per s. Doni cos grandi non sono mai destinati ad una persona sola.

    In Ges Cristo sorta per noi una grande luce, la grande Luce: non pos-siamo metterla sotto il moggio, ma dobbiamo elevarla sul lucerniere, per-ch faccia luce a tutti quelli che so-no nella casa (cfr Mt 5,15). San Pao-lo stato instancabilmente in cammi-no recando con s il Vangelo. Si senti-va addirittura sotto una sorta di co-strizione ad annunciare il Vangelo (cfr 1 Cor 9, 16) non tanto a moti-vo di una preoccupazione per la sal-vezza del singolo non-battezzato, non

    ancora raggiunto dal Vangelo, ma per-ch era consapevole che la storia nel suo insieme non poteva arrivare al suo compimento finch la totalit (plro-ma) dei popoli non fosse stata rag-giunta dal Vangelo (cfr Rm 11,25).

    Per giungere al suo compimento, la storia ha bisogno dellannuncio del-la Buona Novella a tutti i popoli, a tut-ti gli uomini (cfr Mc 13,10). E di fatto: quanto importante che confluiscano nellumanit forze di riconciliazione, forze di pace, forze di amore e di giusti-zia quanto importante che nel bi-lancio dellumanit, di fronte ai sen-timenti ed alle realt della violenza e dellingiustizia che la minacciano, ven-gano suscitate e rinvigorite forze anta-goniste! proprio ci che avviene nel-la missione cristiana. Mediante lincon-tro con Ges Cristo e i suoi santi, me-diante lincontro con Dio, il bilancio dellumanit viene rifornito di quelle forze del bene, senza le quali tutti i no-stri programmi di ordine sociale non di-ventano realt, ma di fronte alla pres-

    sione strapotente di altri interessi con-trari alla pace ed alla giustizia riman-gono solo teorie astratte.

    Aparecida ha deciso in modo giusto

    Cos siamo tornati alle domande poste allinizio: Ha fatto bene Apare-cida, nella ricerca di vita per il mon-do a dare la priorit al discepolato di Ges Cristo e allevangelizzazione? Era forse un ripiegamento sbaglia-to nellinteriorit? No! Aparecida ha deciso giustamente, perch proprio mediante il nuovo incontro con Ges Cristo e il suo Vangelo e solo cos vengono suscitate le forze che ci ren-dono capaci di dare la giusta risposta alle sfide del tempo. []

    Certo, non bisogna illudersi: i pro-blemi che pone il secolarismo del no-stro tempo e la pressione delle pre-sunzioni ideologiche alle quali tende la coscienza secolaristica con la sua pretesa esclusiva alla razionalit de-finitiva, non sono piccoli. Noi lo sap-piamo, e conosciamo la fatica della lotta che in questo tempo ci impo-sta. Ma sappiamo anche che il Signo-re mantiene la sua promessa: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).

    In questa lieta certezza, accoglien-do la spinta delle riflessioni di Apa-recida a rinnovare anche noi il no-stro essere con Cristo, andiamo fi-duciosamente incontro al nuovo an-no. Andiamo sotto lo sguardo mater-no dellAparecida, di Colei che si qualificata come la serva del Signo-re. La sua protezione ci rende sicu-ri e pieni di speranza. Con questi sen-timenti imparto di cuore a voi qui presenti e a quanti fanno parte della grande famiglia della Curia Romana la Benedizione Apostolica.

    (Discorso alla Curia Romana per la presentazione degli auguri natalizi,

    21/12/2007)

    Mi ha commosso, in modo molto particolare, la piccola statua di

    Nostra Signora Aparecida.

  • Sei giorni dopo, Ges prese con s Pietro, Gia-como e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigura-to davanti a loro; il suo volto brill come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco ap-parvero loro Mos ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Ges: Signore, bello per noi restare qui; se vuoi, far qui tre tende, una per te, una per Mos e una per Elia. Egli stava an-cora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse

    con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: Que-sti il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono com-piaciuto. Ascoltatelo. Alludire ci, i discepoli cadde-ro con la faccia a terra e furono presi da grande timo-re. Ma Ges si avvicin e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete. Sollevando gli occhi non videro pi nes-suno, se non Ges solo. E mentre discendevano dal monte, Ges ordin loro: Non parlate a nessuno di questa visione, finch il Fi-glio delluomo non sia risorto dai morti (Mt 17, 1-9).

    a Vangelo A

    Cattedrale della Trasfigurazione di Nostro Signore, Markham (Canada)

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  • Come sar la felicit eterna?

    Don Joo Scognamiglio Cl Dias, E.P.

    Febbraio 2008 Salvami Regina 11

    commento aL vangeLo Seconda domenica di QuareSima

    La Trasfigurazione stata per i discepoli unanticipazione del godimento del Cielo ed unimmensa consolazione per affrontare le future prove della Passione e Morte di Ges. Anche ciascun battezzato riceve consolazioni, come stimolo a perseverare al servizio di Dio.

    I LImmensa feLIcIt deL ParadIso ceLeste

    San Paolo dichiara ai Corinzi di essere stato rapito al Cielo in un mo-mento della sua vita, e di avervi udito parole impossibili da essere trasmes-se e tanto meno da poter essere spie-gate: fu rapito in paradiso e ud pa-role indicibili che non lecito ad alcu-no pronunziare (2 Cor 12, 4).

    Infatti, per i mistici diventa diffici-le esternare le loro esperienze interio-ri, possiamo ben comprendere quin-di, quanto mancassero a San Paolo i termini di paragone per riferire ci che gli era successo, poich, secondo quanto egli stesso aveva detto prece-dentemente: Quelle cose che occhio non vide, n orecchio ud, n mai entra-rono in cuore di uomo, queste ha pre-parato Dio per coloro che Lo amano (1 Cor12, 9). Ecco la meraviglia che ci aspetta nel momento in cui entrere-mo nella vita eterna. Tutto questo de-ve aver fornito a San Paolo un consi-

    derevole motivo per perseverare fi-no allora del suo martirio, nonostan-te egli allora avesse visto soltanto dei riflessi di quellAssoluto che oggi con-templa faccia a faccia.

    Visione beatifica e conoscenza di Dio attraverso le creature

    Secondo San Tommaso dAquino, tutti gli esseri creati da Dio potrebbe-ro essere stati superiori, ad eccezione di tre: lumanit di Cristo, per il suo essere unita ipostaticamente alla per-sona del Figlio; la Vergine Santissi-ma, in quanto Madre di Dio, e la vi-sione beatifica, per il fatto di trattarsi della visione dello stesso Dio 1.

    San Paolo afferma che nelle attua-li circostanze la nostra conoscenza imperfetta, ma quando verr ci che perfetto, quello che imperfet-to scomparir (1 Cor 13, 10). E ren-de ancora pi chiara questidea utiliz-zando questo paragone: Quandero bambino, parlavo da bambino, pensa-vo da bambino, ragionavo da bambi-no. Ma, divenuto uomo, ci che era da bambino lho abbandonato. Ora vedia-mo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia (1 Cor 13, 11-12).

    nellinesauribile e sempre

    rinnovata visione beatifica che luomo

    trova la pienezza della

    felicit

    Consideriamo pi a fondo fin do-ve pu arrivare la nostra intelligenza rafforzata dalla fede quale sar les-senza della nostra felicit quando ac-cederemo alla visione beatifica.

  • Quando amiamo, stiamo

    cercando un riflesso di Dio esistente

    in questi o in quegli oggetti del

    nostro amore

    12 Salvami Regina Febbraio 2008

    Talmente ricco stato luniverso teologico ricevuto da San Paolo di-rettamente dallo stesso Cristo Ges che, alle volte, tesi di preziosa sostan-za rimangono, nelle sue lettere, come avvolte allinterno di altri temi. Que-sta, in concreto, una di loro. Infat-ti, la nostra conoscenza imperfet-ta, poich, sia che riguardi il campo naturale della pura intelligenza, o il campo soprannaturale, mediante la virt della fede, incluso il campo del-la profezia, ha una caratteristica co-mune: lelaborazione successiva rea-lizzata sulla base di concetti creati e con lo sforzo dellastrazione.

    Al contrario, vedendo Dio faccia a faccia, la fede sar ridondante in vi-sione e, pertanto, si estinguer con tutta la conoscenza astrattiva.

    Ora vediamo come attraverso uno specchio ossia, per mezzo di uno strumento, conosciamo Dio solo perch, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con lintelletto nel-le opere da lui compiute (Rm 1, 20). E a partire da questo contatto diret-to con le creature che elaboriamo al-tri motivi e principi attraverso la stes-sa fede, utilizzando concetti creati. Per questo oscura la nostra cono-scenza e, pertanto imperfetta. Tutta-via, quando arriver la fine, avremo una conoscenza immediata, chiara e totale di Dio, sebbene non possiamo conoscerLo totalmente.

    La felicit dellessere intelligente: lesercizio delle sue facolt

    Forse capiamo ancor meglio la questione seguendo il ragionamento di San Tommaso dAquino 2. Secon-do il Dottor Angelico, il desiderio di felicit dellessere intelligente lo por-ta a cercare la sua stessa perfezione, esercitando le sue pi elevate facolt. Questo si verifica persino riguardo gli stessi sensi, perci possiamo consta-tare che locchio si rallegra nel vede-re, e il palato, nellassaporare, men-tre costituisce un tormento linattivi-t forzata dei medesimi.

    Ora, la felicit dellessere intel-ligente si verifica anche nelleserci-zio delle sue facolt ed egli diventer tanto pi felice quanto pi nobili es-se saranno e pi bello ed elevato log-getto sul quale si esercitano. Non c dubbio che, naturalmente parlando, niente esista di pi eccellente nelluo-

    te rende ancora pi chiaro il concet-to: La beatitudine perfetta [] pos-siede la riunione di tutti i beni, dovu-ta allunione con la fonte universale di ogni bene. Cos, non necessita di ognu-no dei beni particolari 4.

    Da qui comprendiamo perch certi santi abbiano sperimenta-to una tale carica mistica damore da giungere quasi allo svenimento. Chiss, forse possiamo farci unidea migliore di quanto immensa e piena sar la felicit della nostra volon-t in Cielo, se analizziamo la ragio-ne del movimento del nostro amore per le creature, qui sulla Terra. Sen-za rendercene conto, infatti, qua-si sempre in forma implicita, quan-do amiamo, stiamo cercando un ri-flesso di Dio esistente in questi o in quegli oggetti del nostro amo-re 5. Tenendo ci ben presente, pos-siamo chiederci: quale non sar la nostra felicit nel Cielo, quando ci presenteremo davanti a Dio stesso, faccia a faccia?

    Piacere: il possesso del bene desiderato

    Dalla visione di Dio faccia a fac-cia e da questo reciproco amore tra Lui e me, sovrabbonder un eter-no e indescrivibile piacere, perch quando si prende possesso di un og-getto molto desiderato da sempre, si diventa felici. Fin quando ci non ci appartiene, ci si consuma per otte-nerlo. Nel riceverlo definitivamen-te, in questo si riposa e di questo si fruisce. Ecco in cosa consiste la fe-licit. Quanto migliore sar logget-to e maggiore la sua durata, propor-zionalmente pi intenso sar il pia-cere che ne risulter.

    Lessere umano, nellessenza del suo spirito, specificamente intel-ligenza e amore. In Cielo, il deside-rio di conoscere soddisfatto in for-ma piena nella visione della Verit, Bont e Bellezza, ossia, dello stes-so Dio. Lansia di amare e di esse-re amati si placa interamente, poi-ch non solo ameremo Dio, ma sa-

    mo della sua intelligenza e niente possa superare la suprema verit che lo stesso Dio. , pertanto, nelline-sauribile e sempre rinnovata visione beatifica che luomo trova la pienez-za della felicit, estensiva a tutti i suoi legittimi desideri, come quello di go-vernare: e regneranno con lui (Ap 20, 6); o la necessit dei beni: Insie-me con essa mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani una ricchezza incalco-labile (Sap 7, 11). Infatti il momen-taneo, leggero peso della nostra tribola-zione, ci procura una quantit smisu-rata ed eterna di gloria (2 Cor 4, 17).

    Amore: la ricerca incessante di Dio

    Lo stesso si pu dire a proposito della volont, perch in Cielo chia-ramente vedremo Dio faccia a faccia come il compendio di ogni bene, pro-prio come ci insegna San Tommaso: La ragione comune della beatitudine il bene comune perfetto. Cos lo ha inteso [Boezio] quando ha detto che lo stato perfetto della riunione di tut-ti i beni, non intendendo altra cosa per questo, se non che il beato nello stato del bene perfetto 3. E successivamen-

  • Febbraio 2008 Salvami Regina 13

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    Sul Tabor, Ges ha manifestato ai tre apostoli la chiarezza della Sua anima e del Suo corpo per incoraggiarli, in funzione della gloria finale, a percorrere lo spinoso e drammatico cammino del calvario

    Quale non sar la nostra

    felicit nel Cielo, quando ci presenteremo

    davanti a Dio stesso, faccia a faccia?

    remo coscienti e avremo lesperien-za di tutto lamore che Egli ha per noi, oltre tutto eternamente, con-templando aspetti nuovi dellEsse-re Assoluto e Infinito, accresciuti dallinsuperabile convivio di Ges nella Sua santissima umanit, della Vergine Maria, nostra Madre, degli angeli e dei santi.

    Che cos il Cielo?

    Questo il Cielo, il fine ultimo e la realizzazione di tutte le aspirazio-ni pi profonde delluomo, lo stato di felicit suprema e definitiva 6; e questa la gloria che trapela sul Ta-bor, nellatto della trasfigurazione del Signore. Ha manifestato ai tre apostoli la chiarezza della Sua ani-ma e del suo corpo per incoraggiar-li, in funzione della gloria finale, a percorrere lo spinoso e drammati-co cammino del calvario e, con for-za danimo, accettare il futuro mar-tirio nellepilogo delle loro vite.

    Su questo quadro di fondo, analiz-ziamo il Vangelo di questa Seconda Domenica di Quaresima.

    II La trasfIgurazIone deL sIgnore

    Sei giorni dopo, Ges prese con s Pietro, Giacomo e Giovan-ni suo fratello e li condusse in di-sparte, su un alto monte.[]

    San Luca parla di otto giorni. Sa-r pi facile comprendere quanto ap-

    soltanto ai giorni intermedi, come ci spiega San Gerolamo7. Il dopo con-sidera come punto di riferimento la scena della confessione e del primato di Pietro, in Cesarea. Da qui partono verso il Monte Tabor che dista circa 80 km, situato ai confini della Gali-lea e della Samaria. Ges si compiace per laltezza delle montagne, e l cer-ca di prodigare i Suoi grandi misteri.

    In questo caso concreto, ha scel-to il Tabor forse per simbolizzare la necessit di elevare i nostri cuori al di sopra delle cose di questo mon-do per dedicarci pi facilmente al-la meditazione delle verit eterne in modo da trarne ogni profitto, come conferma San Remigio: Con questo il Signore ci insegna che necessario, per chi desidera contemplare Dio, non lasciarsi impantanare nei bassi piace-ri, ma elevare lanima alle cose celesti, per mezzo dellamore verso le realt superiori. Insegna ancora ai Suoi di-scepoli che non devono cercare la glo-ria della loro beatitudine divina nelle regioni inferiori del mondo, ma nel re-gno della beatitudine celeste. E sono

    parente sia questa discrepanza se te-niamo conto che un evangelista con-sidera il giorno di partenza e quello di arrivo, mentre Matteo si riferisce

  • Loro non videro al Tabor la divinit del Verbo di Dio, ma appena una

    frangia del fulgore dellumanit sacra di Ges

    14 Salvami Regina Febbraio 2008

    condotti separatamente perch tutti i santi stanno appartati, con tutta la lo-ro anima e con la direzione della fede, da qualsiasi macchia, e saranno radi-calmente separati nei tempi venturi o anche perch molti sono i chiamati e pochi sono i prescelti 8.

    I commenti si moltiplicano a pro-posito della ragione per cui Ges abbia scelto questi tre apostoli per godere del Suo convivio glorioso. Un motivo chiaro e immediato bal-za subito agli occhi: questi avrebbe-ro visto pi da vicino le umiliazioni per le quali sarebbe passato il Sal-vatore. Come anche era fondamen-tale che ci fossero alcuni testimoni della gloria di Ges per sostenere, nella prova della Passione, gli apo-stoli nelle loro tentazioni.

    Appartarsi dalle creature con-dizione indispensabile per entrare in contatto con Dio e, pi ancora, per vederLo.

    Il fulgore splendido dellanima di Ges

    E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brill come il sole e le sue vesti divennero candide co-me la luce.

    In che cosa sar consistita questa trasfigurazione? Evidentemente, gli apostoli non videro la divinit del Ver-bo di Dio, inaccessibile agli occhi cor-porali. Videro appena una frangia del fulgore della vera gloria dellumani-t sacra di Ges. Probabilmente, nien-te pi che il dono della chiarezza di cui

    godono i corpi gloriosi.Teniamo presente

    quanto il Salvatore pre-ferisse la notte per pre-gare e proprio per que-sto, tale importantis-simo avvenimento de-ve essere avvenuto do-po limbrunire, nel si-lenzio della natura, poi-ch Egli Si manifesta a noi anche cos, quando facciamo tacere, nel no-stro intimo, il vocio del-le creature e cerchia-mo le luci dellalto do-po aver spento quelle di quaggi.

    Il suo volto somiglia-va al sole quando splende in tutta la sua forza (Ap 1, 16), ossia, luci in for-ma di raggi partivano dal Suo Sacro Volto e si irra-diavano a buona distanza. Senza smettere di avere la stessa fisionomia, non possedendo connotazioni terrene, divenne raggian-te di luce e splendore, con piena vitalit e dolcezza. Possiamo ben immagina-re la Sua grandezza quan-

    do verr a giudicare i vivi e i morti al-la fine dei tempi, quando il Suo volto sar di gran lunga ancor pi luminoso che in questa occasione.

    Se la fede degli apostoli avesse avuto bisogno di una conferma testimoniale, l si trovavano i due massimi rappresentanti della Legge e dei

    Profeti che adoravano Ges Cristo

    Per quanto raffinata sia larte umana, le difficile superare cer-te bellezze della natura uscite dalle mani di Dio. Al di sopra di queste, ci sono le meraviglie della grazia, le quali oltrepassano tutti i limiti. Cos devono essere state le vesti di Ges durante la Sua trasfigurazione, mol-to diverse, del resto, dalle nostre ve-sti umane, destinate al disfacimen-to. Il fulgore delle vesti di Ges era pallida esteriorizzazione della glo-ria della Sua adorabile anima, beata per la grazia di unione e per trovarsi nella visione beatifica fin dal primo istante della Sua creazione.

    Quante illusioni causano alle volte, i nostri sarti e stilisti, quando con un certo successo, grazie alla loro abilit, riescono a coprire i difetti di un cor-po concepito nel peccato e da questo macchiato. In questi casi, il vestito fi-nisce per rettificare le linee storte del-la natura. Durante la Trasfigurazio-ne tutto stato differente, la bellezza dellanima di Ges ha rivestito la sua natura umana perfettissima. stata la gloria interiore che si esplicitata al-la vista di chi ha avuto la felicit di tro-varsi sul Tabor in quel momento.

    Il potere sopra la morte e la vita

    Ed ecco apparvero loro Mos ed Elia.

  • Solamente Cristo Ges adempie a tutti i requisiti di Figlio perfetto,

    giacch possiede la medesima

    sostanza del Padre

    Febbraio 2008 Salvami Regina 15

    Se la fede degli apostoli necessi-tasse di una conferma testimoniale, l stanno due massimi rappresentanti uno della Legge e laltro dei Profeti ad adorare Cristo Ges. Intimamen-te legati al Messia compiono, in mo-do sovrano, le esigenze giuridiche per garantire lautenticit di una testimo-nianza assoluta. Termina la Legge, si compiono le Profezie. Tutta la crea-zione si prostra ai piedi del Promes-so dei popoli.

    Questi due grandi personaggi ap-paiono nella Trasfigurazione del Si-gnore, come ci assicura San Giovanni Crisostomo, affinch si sapesse che Egli aveva potere sopra la morte e so-pra la vita, per questa ragione presenta Mos, che era morto, ed Elia, che an-cora viveva 9.

    Ruolo delle consolazioni nella vita

    Pietro prese allora la parola e dis-se a Ges: Signore, bello per noi restare qui; se vuoi, far qui tre tende, una per te, una per Mo-s e una per Elia

    Pietro sar confermato nella grazia solamente a Pentecoste; fino a quel momento, la sua loquacit gli con-ferisce il merito della manifestazio-

    sa del Sommo Sacerdote (cfr. Mt 26, 69-74; Mc 14, 66-72; Lc 22, 55-60; Gv 18, 25-27). Sul Tabor, invaso da una smisurata gioia, desidera perpetua-re quella felicit. Pietro non anco-ra sufficientemente istruito dallo Spi-rito Santo per sapere quanto la Terra non sia lambiente per il piacere per-manente. Non ha nozione di quanto le consolazioni siano ausili passeggeri concessi da Dio per stimolarci al Suo servizio e a soffrire per Lui.

    Io e il Padre siamo una cosa sola

    Egli stava ancora parlando quan-do una nuvola luminosa li avvol-se con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: Questi il Fi-glio mio prediletto, nel quale mi sono compia-ciuto. Ascoltatelo.

    Nelle Sacre Scrittu-re, appare qualche vol-ta questa o quella nuvola per simbolizzare la pre-senza di Dio e la Sua te-ofania. Vari sono i passi dellEsodo in cui esse so-no utilizzate come segna-li sensibili della manife-stazione divina: ed ecco la Gloria del Signore ap-parve nella nube (Es 16, 10); Quando Mos entra-va nella tenda, scendeva la colonna di nube []. Tut-to il popolo vedeva la co-lonna di nube, che stava allingresso della tenda e tutti si alzavano e si pro-stravano ciascuno allin-gresso della propria tenda (Es 33, 9-10); ecc.

    Non resta il minimo dubbio che del Padre la voce che proclama: Que-sto il mio Figlio. Ed in-fatti, analizzando in pro-fondit, solamente Cristo Ges adempie a tutti i re-quisiti di Figlio perfetto.

    Possiede la medesima sostanza del Padre in una maniera cos completa-mente perfetta da costituire una sola e medesima cosa con Lui: Io e il Pa-dre siamo una cosa sola (Gv 10, 30). E, pertanto, uguale al Padre: Filip-po? Chi ha visto me ha visto il Padre (Gv 14, 9). Nelle Sue due nature, Egli la Parola che manifesta il Padre: irradiazione della sua gloria e im-pronta della sua sostanza (Eb 1, 3), in quanto Dio. Daltro canto, lo ha fatto anche attraverso la sua umanit: Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomi-ni che mi hai dato dal mondo (Gv 17, 6); Io ti ho glorificato sopra la ter-ra, compiendo lopera che mi hai da-to da fare (Gv 17, 4). Oltre a ci, la Sua stata uninsuperabile obbedien-za: Non sia fatta la mia, ma la tua vo-

    L si trovava lo stesso Mos, che anticamente aveva detto al popolo eletto: Il Signore tuo Dio

    susciter per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto (Dt 18, 15).

    ne di fede nella divinit di Ges (cfr. Mt 16, 16; Mc 8, 29; Lc 9, 20), o il de-merito della promessa temeraria di non rompere mai la sua fedelt (cfr. Mt 26, 33-35; Mc 14, 29; Lc 22, 33; Gv 13, 37), o della negazione nella ca-

  • La voce del Signore tocca nel profondo

    il cuore degli innocenti, proprio come successo a Pietro nella barca,

    o a Tommaso nel Cenacolo

    16 Salvami Regina Febbraio 2008

    lont (Lc 22, 42); mio cibo fare la volont di Colui che Mi ha mandato (Gv 4, 34); si fece obbediente fino al-la morte e alla morte di croce! (Fil 2, 8). Sempre con intera sottomissione, imitandoLo in tutto: Il Figlio da s non pu fare nulla se non ci che vede fare dal Padre (Gv 5, 19).

    Sebbene siamo veri figli di Dio, come ci assicura il salmi-sta Io ho detto: Voi siete dei, siete tutti figli dellAltissimo (Sal 82, 6) -, noi lo siamo per misericordiosa adozione. Il Figlio di Dio per natura, uno solo: Il Figlio di Dio venuto e ci ha dato lintelligenza per conoscere il vero Dio (1Gv 5, 20).

    Prediletto, nel quale mi sono compiaciuto

    Quando amiamo, cerchiamo nelloggetto del nostro amore, una bont che vi preesiste, in quanto ri-flesso dello stesso Dio. Il nostro amore non efficiente al punto da produrre la bont negli oggetti da noi amati. Al contrario, lamore di Dio, secondo San Tommaso dAqui-no, tanto ricco che introduce la bont nellessere da Lui amati. Egli la Bont in essenza che ha diffu-so in tutte le Sue creature. Tuttavia, qui il Padre afferma di aver posto tutta la Sua compiacenza nel suo Unigenito, proprio come ci dichiara San Giovanni: Il Padre ama il Fi-glio e gli ha dato in mano ogni cosa (Gv 3, 35). Pertanto, collocando in Lui tutto il Suo amore, ha posto in Lui, tutta la Sua bont.

    AscoltateLoL stava proprio Mos, che in altri

    tempi aveva detto al popolo eletto: Il Signore tuo Dio susciter per te, in mez-zo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto (Dt 18, 15). A lui, pi tardi, si sarebbe associata la voce di un altro maestro: Elia.

    I maestri dellAntico Testamen-to erano autentici mentre cercava-no di annunciare il Messia che sareb-be venuto o la Sua dottrina. Lo stesso si deve affermare a proposito di tut-ti coloro che sono venuti dopo Cri-sto: essi sarebbero stati veri maestri nella misura in cui avessero appre-so e trasmesso la dottrina del Divi-no Maestro, come Egli ha affermato: Uno solo il vostro maestro (Mt 23, 8). Egli non insegna come un co-mune professore che cerca di illustra-re ai suoi alunni per mezzo di puri ragionamenti, Egli si basa sulla pro-pria conoscenza, in quanto Sapien-

    za infinita, e sulla Sua autorit di Fi-glio di Dio, per questo esige la no-stra fede. La Sua vita ci ha offerto, ad ogni passo, motivi sufficienti per cre-dere in Lui. un dovere da parte no-stra credere nella Sua Parola, imitare i Suoi esempi, praticare la Sua legge, ecc.; in questo consiste lobbedienza allordine del Padre: ascoltateLo.

    La fragilit umana davanti alla gloria di Dio

    Alludire ci, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono pre-si da grande timore.

    La voce del Signore tocca nel pro-fondo il cuore degli innocenti, pro-prio come successo a Pietro nel-la barca, o a Tommaso nel Cenacolo: cadono con la faccia a terra. Sui mal-vagi, il suo effetto tuttaltro: cado-no di schiena, proprio come succes-so ai soldati che sono andati a cattu-rare Ges nellOrto degli Ulivi.

    San Gerolamo, cerca di spiegar-ci le ragioni di questa caduta degli apostoli: Per tre motivi sono cadu-ti terrorizzati: perch hanno compre-so il loro errore, per essere stati avvol-ti dalla nuvola luminosa e aver udito la voce di Dio che parlava loro. Non potendo la fragilit umana sopporta-re una cos grande gloria, essa si spa-venta con tutto il suo corpo e tutta la sua anima, e cade per terra: infat-ti luomo che non conosce la sua mi-sura, quanto pi desidera elevarsi fi-no alle cose sublimi, tanto pi scivola verso quelle basse10.

    Per tre motivi gli Apostoli caddero terrorizzati: perch avevano compreso il loro errore, per essere stati avvolti dalla nuvola luminosa e aver udito la voce di Dio che parlava loro.

  • Il Cielo unenorme

    manifestazione della bont di Dio, un

    ricchissimo tesoro di felicit

    Febbraio 2008 Salvami Regina 17

    Ma Ges si avvicin e, toccatili, disse: Alzatevi e non temete.

    Al di l dellonnipotenza del-la Sua presenza e della Sua voce, Ges ha voluto toccarli con la Pro-pria mano. Questo fatto ci fa veni-re in mente il passo di Daniele: una mano mi tocc e tutto tremante mi fece alzare (Dn 10, 10). diven-tato, cos, evidente per loro quanto questa forza provenisse da Ges e non dalla loro natura.

    Sollevando gli occhi non videro pi nessuno, se non Ges solo.

    Sono scomparsi dai loro occhi la Legge e i Profeti. Ora capiscono spe-rimentalmente quanto Ges sia lat-teso dai popoli.

    Dopo la contemplazione necessario dedicarsi allazione

    E mentre discendevano dal mon-te, Ges ordin loro: Non par-late a nessuno di questa visione, finch il Figlio delluomo non sia risorto dai morti.

    Persino in cima al Tabor, termi-nano le gioie, come sempre accade in questa terra di esilio. necessa-rio che scendano dal monte tutti co-loro che, oltre a ci, sono chiama-ti alla vita attiva. Dopo essersi ar-ricchiti delle grazie di Dio, attraver-so la contemplazione, necessario abbracciare i penosi compiti del-la predicazione e della carit. Non avrebbero dovuto dire niente a nes-suno, perch se fosse stato divulgato al popolo la maest del Signore, que-sto stesso popolo si sarebbe opposto ai principi dei sacerdoti e avrebbero impedito la Passione, e cos si sareb-be ritardata la Redenzione del gene-re umano 11.

    III concLusIone Io sono troppo grande, e troppo

    superiore il destino per cui sono na-to, perch io possa rimanere lo schia-

    vo dei miei sensi 12. Questa sta-ta la conclusione alla quale giun-to Seneca per pura elaborazione fi-losofica, senza avere la minima ri-velazione di qualcosa di analogo al-la Trasfigurazione del Signore. Sul Tabor, Ges Cristo va di gran lunga pi in l: nella Sua divina didattica, ci fa conoscere un frammento del-

    Sul Tabor la voce del Padre pro-clama: ascoltateLo. Questa rac-comandazione si rivolge soprattut-to a noi, battezzati, poich siamo fi-gli adottivi di Dio quindi siamo gi passati per unimmensa trasforma-zione nell ascesa allordine sopran-naturale, smettendo di essere esclu-sivamente pure creature. Tutta-via, quando penetreremo nellordi-ne della gloria, unaltra trasforma-zione avverr, poich saremo come Lui adesso. Per giungere a questo stato, Ges ci invita a iniziare at-traverso le difficolt dei primi pas-si nel cammino della virt, sostenuti subito da molta pace danimo e, al-la fine, saremo noi stessi trasfigura-ti nellalto del Tabor eterno.

    Il Cielo, in s e per s, unenor-me manifestazione della bont di Dio, un ricchissimo tesoro di felicit che Egli ci promette e un potente sti-molo ad accettare con amore le cro-ci durante la nostra esistenza terre-na. Confidiamo in questa promessa sulla base delle garanzie della Trasfi-gurazione del Signore e chiediamo alla Madre della Divina Grazia che benevolmente ci aiuti con i mezzi so-prannaturali affinch noi giungiamo incolumi, decisi e sicuri al buon por-to delleternit: il Cielo.

    1) AQUINO, San Tommaso de. Summa Teologica, I, q. 25, a. 6, ad. 4.

    2) Idem, Summa contro i Gentili, l. 1, c. 100.

    3) Idem, Summa Teologica, I-II, q. 3, a. 2, ad. 2.

    4) Idem, ibidem, I-II, q. 3, a. 3, ad. 2.5) Idem, ibidem, I q. 44, a. 4 ad. 3.6) CIC, 1024.7) AQUINO, San Tommaso de. Ca-

    tena Aurea.8) Idem, ibidem.9) Idem, ibidem10) Idem, ibidem11) SAN REMIGIO apud AQUINO,

    San Tommaso de. Catena Aurea.12) Seneca: Ep. 65.

    la Sua gloria nei riflessi della chia-rezza propria del Suo corpo dopo la resurrezione. Pallida esemplifi-cazione di ci che vedremo nel Cie-lo, in quanto frutto dei meriti della Sua Passione, del fulgore della Sua visione beatifica e dellunione ipo-statica. Come obiettivo immedia-to, Egli ha voluto rendere pi for-ti i suoi discepoli affinch assumes-sero con eroismo le tristi prove del-la Sua Passione e Morte, a margine della manifestazione della Sua divi-nit. Tuttavia, non era estraneo ai Suoi divini disegni, il lasciar conse-gnato alla Storia, le vere e reali gio-ie riservate ai giusti post mortem.

    Come contropartita, il demonio, il mondo e il peccato ci prometto-no felicit con apparenza di assolu-to. Invece, la loro fruizione qua-si sempre fugace e seguita da ama-re frustrazioni, oltretutto, al termi-ne di questa vita saremo gettati nel fuoco eterno per castigo, se non avremo avuto, da parte nostra, un vero pentimento, un proposito di ri-parazione e lottenimento del per-dono di Dio.

  • Bernadette: il maggiore miracolo di Lourdes

    LTamara Victrio Penin

    18 Salvami Regina Febbraio 2008

    Mentre si stanno compiendo i 150 anni dalle apparizioni della Madonna nella grotta di Massabielle, i nostri occhi si rivolgono alla bambina a cui la Madonna ha parlato. La sua vita, trascorsa in genuina virt, espressa con eloquenza dal fatto che Dio ha nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le ha rivelate ai piccoli (Lc 10, 21).

    ourdes! Dove trovere-mo i termini adatti per esprimere ci che que-sto nome significa per la devozione cattoli-

    ca nel mondo intero? Chi potr tra-durre in parole lambiente di pace che avvolge la grotta sacra nella qua-le, esattamente 150 anni fa, la San-tissima Vergine venuta a stare con lumile Bernadette e ad inaugurare, in modo definitivo, un nuovo vinco-lo con lumanit assetata di refrigerio e pace?

    Per disegno della Provvidenza Divina, a questo luogo si associa-ta unazione intensa della grazia, ca-pace specialmente di trasmettere al-le migliaia di pellegrini, provenienti da lontano, la certezza interiore che le loro preghiere sono benignamente ascoltate, i loro drammi pacificati, le loro speranze rafforzate. Infatti, nel

    corso di un secolo e mezzo, le aspre rocce di Massabielle sono divenute palco delle pi spettacolari conver-sioni e guarigioni, legando alla Santa Chiesa Cattolica un tesoro spirituale di valore incalcolabile.

    A Lourdes tali guarigioni e conver-sioni si rivestono di una grandiosit pe-culiare, davanti alla quale la nostra lin-gua ammutolisce. L, davanti a noi, sta la sublimit del miracolo. In ogni ca-so, non si pu parlare di Lourdes sen-za ricordare con venerazione il per-sonaggio legato, in modo indissolubi-le, a questa storia di benedizioni e mi-sericordie. La modesta pastorella alla quale la Madonna apparsa, il pri-mo e maggior miracolo di Lourdes: el-la simbolizza lintegra fedelt agli ap-pelli di conversione e penitenza, che in quei giorni furono lanciati dalla Regi-na dei Cieli, e che avrebbero raggiunto i pi lontani angoli della Terra.

    Infanzia caratterizzata dalla FedeBernadette nata in un secolo di

    profonde trasformazioni. Incoraggia-ta, da un lato, dallo slancio di devozio-ne mariana che il pontificato del Bea-to Pio IX stava suscitando, la seconda met del secolo XIX assisteva allavan-zata insolente dellateismo e del mate-rialismo. Gli spiriti erano divisi e, al fi-ne di agire precisamente in questo cro-cevia della Storia, Maria Santissima ha voluto servirsi della figlia primogenita della coppia Soubirous.

    Quanto distanti, per, da que-ste considerazioni erano Franois e Louise, il 7 gennaio del 1844! Nasce-va loro la figlia Bernadette, al Muli-no di Bolly, nei dintorni di Lourdes, durante i giorni felici dellabbondan-za che essi vi trascorsero. La bambina fu battezzata, ricevendo il nome della sua madrina Bernard, al quale fu ag-giunto quello della Signora che le sa-

  • Febbraio 2008 Salvami Regina 19

    rebbe dovuta apparire. Marie Berna-dette, ecco come si chiamava Ber-nadette, che non sfugg al dimi-nutivo affettuoso che lavreb-be accompagnata per il re-sto della vita.

    Al Mulino di Bolly tra-scorse la sua prima in-fanzia, caratterizzata da una religiosit au-tentica e sincera. La frequentazione dei sacramenti, la pre-ghiera, uniti ai piedi del crocifisso e unesi-mia pratica dei princi-pi cristiani, corrispon-devano ad un dovere morale per quella cop-pia di contadini. Berna-dette crebbe, per cos di-re, respirando la santa fede cattolica nello stesso modo in cui respirava laria pura del-la regione montuosa dei Pirenei.

    La miseria fece visita alla famiglia dei Soubirous

    Lepoca era difficile e gli affari di Franois Soubirous andavano ma-le. Quando Bernadette aveva 8 anni, si trasferirono in un mulino pi sem-plice e nel giro di tre anni affittaro-no una capanna sul ciglio della stra-da. Ormai cresciuta, lei seguiva i pro-gressivi insuccessi dei genitori e af-frontava, con ammirevole rassegna-zione, la situazione di indigenza a cui si videro ridotti nel 1856, al punto da dover traslocare nellantico carcere di via Petis-Foses: un cubicolo umi-do e malsano, che le autorit locali avevano giudicato inadeguato persi-no per i carcerati.

    La povert l era completa. La stanza misurava meno di cinque me-tri per quattro e la famiglia non pos-sedeva assolutamente nulla, oltre al-la mobilia pi indispensabile e al-la biancheria. La luce del sole non vi penetrava mai, frenata dalla grata della finestra e dal catenaccio della pesante porta reminiscenze dellan-

    tica prigione. Ci vivevano i genitori e i quattro bambini, costantemente tor-mentati dalla fame. Quando riusciva a comperare il pane, la madre lo divi-deva tra i piccini, che anche cos non si sentivano sazi. Bernadette, non ra-re volte, si privava della sua piccola porzione a favore dei pi piccoli, sen-za mai dimostrare la minima sconten-tezza per questo.

    La notte, senza riuscire a dormi-re, tormentata dallasma, Bernadette piangeva. La causa principale di quel-lo sfogo, per, non erano la malattia o le dure privazioni materiali. Luni-co desiderio dellangelica creatura era di fare la prima comunione, ma la necessit di prendersi cura dei fratel-li e della casa le impediva di frequen-tare il catechismo, di imparare a leg-gere e a scrivere e persino di parla-re in francese. Infatti, quando la San-tissima Vergine le rivolse la parola, lo

    fece in patois, il dialetto della regio-ne di Lourdes. Se Bernadette desi-

    der qualcosa per s, nei giorni della sua infanzia, fu soltan-

    to di ricevere il Santissimo Sacramento, il Signore of-

    feso dai peccati degli uo-mini, che lei aveva im-parato tanto presto a consolare.

    Giornate di pascolo a Bartrs

    Le poche volte che Bernadette fre-quent le lezioni di catechismo a Lou-rdes furono sventura-te, perch non riusciva

    a seguire gli altri bam-bini, molto pi giovani e

    avanti di lei. Louise Sou-birous si preoccupava per la

    figlia, di tredici anni, che an-cora non aveva fatto la prima co-

    munione, decidendo di chiedere allamica Marie Lages di accoglier-la a Bartrs villaggio non molto lon-tano da Lourdes in modo che Ber-nadette potesse frequentare le lezioni di catechismo.

    Per considerazione e amicizia, Ma-rie Lages la accolse nella sua casa, ma non fu tanto fedele alla promessa quanto ci sarebbe da aspettarsi: subito occup Bernadette nei servizi di casa e nella cura dei bambini, mentre suo marito trov in lei la pastorella ideale per il suo gregge di agnelli. Fu in que-sto periodo di pascolo che Bernadette si solidific nella preghiera, durante le lunghe ore trascorse nel pi comple-to silenzio nel privilegiato panorama pirenaico. Contemplativa, lei allestiva un piccolo altare in onore della San-tissima Vergine e passava ore di gran-de fervore recitando il Rosario, lunica orazione che conosceva.

    Un fatto accaduto a Bernadet-te in questepoca, dimostra la purez-za cristallina del suo cuore. Un gior-no, quando Franois Soubirous an-d a far visita alla figlia, la trov tri-

    Santa Bernadette Soubirous

  • 20 Salvami Regina Febbraio 2008

    ste ed abbattuta. Le chiese che cosa la affliggesse.

    Tutti i miei agnelli hanno la schiena verde rispose.

    Il padre, intuendo che si trattas-se del marchio impresso da un nego-ziante, fece una battuta scherzosa:

    Hanno la schiena verde perch hanno mangiato molta erba.

    E possono morire? chiese im-paurita Bernadette.

    ForseAddolorata, cominci a piange-

    re allistante ed il padre allora le rac-cont la verit.

    Suvvia, non piangere. stato il negoziante che li ha marchiati cos.

    Pi tardi, quando la presero in gi-ro per il fatto di aver creduto ad un simile scherzo, la sua risposta costitu una dimostrazione involontaria della sua elevata virt.

    Io non ho mai mentito, non po-tevo supporre che quello che mio pa-dre mi diceva non fosse vero.

    I giorni scorrevano lentamente nel piccolo villaggio ed erano gi passati sette mesi da quando Bernadette era arrivata. Quanta speranza di appros-simarsi alla mensa eucaristica ave-va al suo arrivo e che delusione spe-

    rimentava ora, dopo poche lezioni di insignificante istruzione! Quellatte-sa interminabile laffliggeva, ma, co-me tutto nella vita delluomo, fu per-messa da Nostro Signore.

    Accetta quanto ti capita, sii pa-ziente nelle vicende dolorose. Sta unito a lui senza separartene, perch tu sia esaltato nei tuoi ultimi gior-ni (Sir 2, 3-4). Queste parole, scono-sciute a Bernadette, significano esatta-mente il modo in cui Dio ha procedu-to a suo riguardo. Nello stesso tempo in cui la grazia ispirava nella sua ani-ma un ardente desiderio delle cose del cielo, queste sembravano esserle tolte. Per questo, la sua ansia si rafforzava e tutto quello che era terreno si andava configurando come poca cosa ai suoi occhi, sempre pi adatti a comprende-re le realt soprannaturali. Come so-lito capitare alle anime che Dio mette alla prova con lunghe attese, le erano riservate grazie molto pi grandi.

    Celestiale sorpresa

    Di ritorno alla casa paterna, Ber-nadette riprese le antiche faccende. Nella mattina indimenticabile dell11 febbraio 1858, usc con la sorella Toi-nette e lamica Jeanne Abadie verso

    il bosco, per raccogliere stecchi di le-gno per il caminetto e ossi da vendere per poter comprare del cibo. Cammi-narono molto fino a che giunsero nel-la grotta di Massabielle, dove Berna-dette non era mai stata. Mentre le vi-vaci bambine attraversavano lacqua gelida del fiume Gave, Bernadette si preparava a fare lo stesso, ecco ci che successe, raccontato dalla stessa:

    Udii un rumore, come se fosse un fruscio. Allora, girai la testa verso il la-to del prato, vidi che gli alberi non si muovevano assolutamente. Continuai a togliermi le scarpe. Ascoltai di nuovo lo stesso rumore. Sollevai il capo, guar-dando verso la grotta. Vidi una Signo-ra tutta di bianco, con un vestito bian-co, una cintura azzurra e una rosa gial-la sopra ogni piede, del colore della ca-tena del suo rosario: i grani della coro-na erano bianchi 1.

    Era la Santissima Vergine che le sorrideva e la chiamava perch si av-vicinasse. Timorosa, Bernadette non si fece avanti, ma prese la sua corona e cominci a pregare. Lo stesso fece la bella Signora, sebbene non muo-vesse le labbra, la seguiva con la sua stessa corona. Al termine del Rosa-rio, Ella scomparve.

    Limpressione che questa prima ap-parizione produsse in Bernadette fu profonda. Senza riconoscere in Lei la Madre celeste, la bambina si sent ir-resistibilmente attratta da questa fi-gura cos amabile e ammirevole, alla quale non pot smettere di pensare. Quando una suora le chiese, anni pi tardi, nellinfermeria del convento, se la Signora era bella, ella rispose:

    S! Talmente bella che, quan-do La si vede una volta, si desidera la morte soltanto per tornare a vederla!

    Diciotto incontri a Massabielle

    Per quanto Bernadette avesse chiesto alle sue due compagne, alle quali aveva raccontato quanto visto, esse non si mantennero in silenzio per molto tempo. Subito, decine di persone nelle vicinanze commen-tavano lavvenimento soprannatu-

    Nella grotta di Massabielle, dove Maria ha chiesto a Bernadette di pregare per i peccatori, si operano veri miracoli della grazia

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  • Febbraio 2008 Salvami Regina 21

    rale. Era appena linizio: limpres-sionante popolarit delle apparizio-ni assunse proporzioni tali che il 4 marzo, insieme a Bernadette, si tro-vavano niente meno che ventimila pellegrini.

    Prima di ogni visita della Madon-na, Bernadette sentiva un forte de-siderio di andare a Massabielle. Fu quanto successe nei giorni 14 e 18 febbraio, quando un intimo presen-timento la condusse fino alla grotta. Nella seconda apparizione, la Vergi-ne Santissima rimase nuovamente in silenzio, disse qualche parola soltan-to il giorno 18, come ci narra lob-bediente bambina: La Signora mi parl soltanto la terza volta. Mi chie-se se volevo andare l per 15 giorni. Io risposi di s, dopo aver chiesto il per-messo ai miei genitori 2.

    La quindicina di apparizioni, che avvenne tra il 18 febbraio e il 4 mar-zo, con leccezione dei giorni 22 e 26, costitu il grande fuoco di irradiazio-ne del messaggio affidato a Berna-dette. Ogni giorno si moltiplicava il numero di quelli che vi assistevano, i quali avevano intrapreso penosi viag-gi, attratti dai celestiali colloqui. No-nostante nessun altro oltre a Berna-dette vedesse la Signora, tutti sen-tivano la Sua presenza e si commuo-vevano per lestasi della contadina.

    Lei non sembrava essere di que-sto mondo disse una testimone.

    Le parole della Madonna non fu-rono molte, ma di espressivo signifi-cato. Disse a Bernadette quello stes-so giorno 18: Non prometto di far-ti felice in questo mondo, ma senzal-tro nellaltro. E altre volte: Voglio

    che venga qui molta gente. Prega Dio per i peccatori! Bacia la terra per i pec-catori! Penitenza, penitenza, peniten-za!. Va e di ai preti che costruiscano qui una cappella. Voglio che tutti ven-gano in processione. Sempre durante la quindicesima, la Regina dei Cieli confid tre segreti e insegn una pre-ghiera a Bernadette, che recit con insuperabile fervore tutti i giorni del-la sua vita.

    Dopo un lungo silenzio riguardo la sua identit, la Signora rivel il suo nome a Bernadette nella 16 appari-zione, il 25 marzo del 1858: Io sono lImmacolata Concezione. Era una solenne conferma del dogma procla-mato dal Beato Pio IX, quattro anni prima, la purezza della dottrina sa-rebbe stata coronata, dora in avanti, dalla bellezza dei miracoli.

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    Il Santuario di Lourdes uno dei maggiori centri di pellegrinaggio del mondo cattolico, che tutti gli anni accoglie circa 6 milioni di pellegrini

  • 22 Salvami Regina Febbraio 2008

    Trasformata dalla MadonnaUno dei criteri di prudenza adot-

    tati dalla Santa Chiesa per verifica-re lautenticit delle rivelazioni come quelle che ricevette Bernadette, os-servare attentamente la condotta dei veggenti. In loro, si riflette invariabil-mente la veracit ed il tenore di quel-lo che dicono di vedere: la loro testi-monianza personale decisiva.

    Nel caso di Lourdes, proprio come successo ai pastorelli di Fatima, il mutamento che si oper in Bernadet-te pu essere considerato un miraco-lo della grazia. I loro gesti, modi, pa-role e, soprattutto la loro devozione avrebbero acquisito unindescrivibile brillantezza al contatto con la Regina dei Cieli: Nel suo atteggiamento, nei suoi tratti fisiognomici, si vedeva che la sua anima era rapita. Che pace profon-da! Che serenit! Che elevata contem-plazione! Lo sguardo della bambina verso lapparizione non era meno me-raviglioso del suo sorriso. Era impossi-bile immaginare qualcosa di cos puro, cos soave, cos amabile... 3.

    Dopo lestasi, lei manteneva la chiave di sublimit che laveva perva-sa: il modo in cui faceva il segno del-la croce, la sua compostezza durante la preghiera e la sua finezza di tratto, congiunti alla semplicit, erano pi di-stinti di quelli di una qualunque dama che avesse passato la vita intera eser-citandosi nellarte del savoir-plaire.

    Non sfugg ai genitori che si ope-r in lei una trasformazione nel corso di questultimo mese. Non furono vane per lei la contemplazione e le lezioni celesti. [] avendo visto piangere la Signora di Massabielle per il peccato e i peccatori, questa bambina analfabeta comprese il grande dovere della penitenza e dellora-zione 4. Persino lo stesso Don Peyra-male, il parroco di Lourdes, celebre per la sfiducia per tutti i fatti relazionati da Bernadette, confess: tutto in lei si evoluto in un modo impressionante 5.

    Rispondendo ai magistrati

    Gli spiriti scettici erano in attesa degli avvenimenti. Sommamente ir-

    ritati dallaffluenza delle moltitudini alla grotta, dicevano: incredibile che vogliano farci credere alle appa-rizioni in pieno secolo XIX. Tali uo-mini riponevano le loro speranze pi nelle loro moderne invenzioni che nellonnipotenza di Dio: stupidit e oscurantismo ammettere la possibili-t di apparizioni e miracoli nellepoca del telegrafo elettrico e della macchina a vapore 6.

    Proprio davanti alle autorit, che pensavano in questo modo, Berna-dette dovette deporre tre volte nel breve periodo di una settimana, an-cora durante la quindicina delle ap-parizioni. Durante le interminabili indagini in cui la subissarono di do-mande maliziose, Bernadette ud co-se brutali: Ti arresteremo! Che cos che vai a cercare nella grotta? Perch fai accorrere tanta gente? Ti mettere-mo in prigione! Ti uccideremo in pri-gione! 7. La chiamarono bugiarda, vi-sionaria, pazza. A tutto questo lei ri-spondeva soltanto con la verit, sop-portando queste sofferenze con umil-t e dolcezza. Le sue risposte sensa-te confusero i magistrati, che non eb-bero mai alcun motivo legale per ar-restarla.

    Lopinione finale a cui arrivarono ri-guardo a Bernadette e che inviarono al Ministro della Giustizia di allora, fu questa: Secondo il ridotto numero di coloro che pretendono di avere dalla loro parte il buon senso, la ragione e la scien-za, Bernadette Soubirous portatrice di uninfermit mentale nota: vittima di allucinazioni, soltanto questo! 8. Avran-no avuto, come pretendevano, la ra-gione dalla loro parte? La risposta non tard molto a diventare chiara.

    La fonte miracolosa e il richiamo allespiazione

    Nellapparizione del 25 febbra-io, la Santissima Vergine disse a Ber-nadette: Va a bere alla fonte. Ber-nadette and al fiume Gave e bevve. Tuttavia, non era al fiume che Lei si riferiva, ma ad un angolo della grotta dove cera soltanto acqua sporca. La

    bambina scav e bevve. Da quella fonte oscura sgorg discretamente lacqua miracolosa, che di l a pochi giorni zam-pillava in abbondanza con meraviglia da par-te di tutti.

    I malati non indugia-rono a servirsene e le guarigioni inesplicabi-li incominciarono il 1 marzo. Infermi dati per spacciati dalla ragione e dalla scienza vedeva-no i loro mali scompa-rire in un istante, men-tre gli argomenti di in-numerevoli cuori reti-centi si trasformavano in canti di fede.

    Quando Bernadet-te, pi tardi, si ser-v dellacqua per le sue penose malattie, questa non le fu efficace. Le chiesero allora:

    Questacqua guarisce gli altri malati, perch non guarisce te?

    Forse la Santissima Vergine vuo-le che io soffra fu la sua risposta.

    Infatti, la sua vocazione era soffri-re ed espiare per la conversione dei peccatori. La fonte non era per lei.

    Questa figlia prediletta di Maria comprese con profondit il suo sin-golare richiamo. Tutto quanto avreb-be avuto da patire fisicamente e mo-ralmente da quel momento in poi il che non fu poco lei desiderava unirlo ai meriti infiniti del Redentore crocifisso, affinch fosse pieno lef-fetto delle grazie profuse nella grot-ta. Mai un mormorio, una lamentela o un atto di impazienza si sciolse dal-le sue rassegnate labbra, abituate in modo eroico al silenzio e allimmola-zione.

    NellAsilo e a Nevers

    Dopo il ciclo delle apparizioni, tutti volevano vedere Bernadette e toccar-la. Le chiedevano benedizioni, ruba-

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  • Febbraio 2008 Salvami Regina 23

    vano reliquie Uomini illustri intra-presero lunghi viaggi per conoscerla e alte figure ecclesiastiche non nascon-devano la loro ammirazione davanti a lei. Tuttavia, quanto la facevano soffri-re per questo! Nella sua genuina umil-t, Bernadette si sentiva a disagio di fronte a tante manifestazioni di defe-renza. Il suo pi grande desiderio era di essere dimenticata, voleva che sol-tanto la Vergine Santissima fosse og-getto di elevazione ed amore.

    A Lourdes, visse altri nove anni nellAsilo, amministrato dalle Suo-re della Carit e dellIstruzione Cri-stiana, di Nevers. Aiutava nella cure da prestare ai malati, nei servizi della cucina, nello stare attenta ai bambi-ni. A 23 anni part per la Casa Madre della Congregazione, a Nevers, de-siderando ardentemente una vita di raccoglimento e di preghiera.

    Sono venuta qui per nasconder-mi disse.

    I suoi tredici anni di vita religiosa furono segnati dalla pratica di tutte le

    virt e, in modo speciale, quella del distacco da se stessa e dellamore ver-so la sofferenza. A partire da questo periodo, trascorse nove anni di inin-terrotte infermit: lasma inclemente, un doloroso tumore al ginocchio, che degener in una terribile carie delle ossa. Il giorno 16 aprile 1879, a 35 an-ni di et, lei consegn la sua anima al Creatore.

    Mi troverete presso la roccia

    I suoi resti mortali incorrotti costi-tuiscono una delle pi belle vestigia della felicit eterna che Dio abbia con-cesso ai poveri mortali in questa valle di Lacrime. Intatto, puro, angelico il corpo di Bernadette, davanti al qua-le il pellegrino si sente attratto a pas-sare ore di seguito in orazione, alzan-dosi con la dolce impressione di esse-re penetrato nella felicit eterna di cui gode la veggente di Massabielle.

    L stanno, chiusi, ma eloquenti, gli occhi che una volta hanno contem-plato la Santissima Vergine, ad inse-

    Corpo incorrotto di Santa Bernadette Soubirous Nevers (Francia)

    gnarci che gli unici ad essere esaltati sono i mansueti e gli umili di cuore; a ricordarci che, per realizzare le Sue grandi opere, Dio non ha bisogno delle forze umane, ma della fedel-t alla voce della Sua grazia.

    Sappiamo che la missione di Bernadette non terminata. Lazio-

    ne benefica della sua intercessione si fa sentire vicino alla grotta, come lei stessa ha predetto: Mi troverete presso la roccia che tanto amo. Che ella ci ottenga, in questanno di giubi-leo e azione di grazie, una fiducia in-crollabile nel potere di Colei che ha detto: Io sono lImmacolata Conce-zione.

    1) RAVIER, Andr. Bernadette Soubi-rous. San Paolo: Loyola, 1999, p. 12.

    2) Idem p.183) DEZIRAT, Antoine, apud TRO-

    CHU, Francis. Bernadette Soubirous. Lisbona: Aster, [s.d.], p. 161.

    4) TROCHU, Francis. Bernadette Sou-birous. Lisbona: Aster, [s.d.], p. 185.

    5) RAVIER, Andr. Bernadette Soubi-rou. San Paolo: Loyola, 1999, p. 30.

    6) TROCHU, Francis. Bernadette Sou-birous. Lisbona: Aster, [s.d.], p. 94.

    7) Idem, ibidem, p. 158.8) AZIZ, Philippe. Os milagres de Lour-

    des. San Paolo: Difel, 1982, p. 33.

    I tredici anni di vita religiosa di Santa Bernadette sono stati segnati dalla pratica di tutte le virt e, in modo particolare, dal distacco da se stessa e dallamore per la sofferenza

  • Lourdes e la lotta tra il bene e il male

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    24 Salvami Regina Febbraio 2008

    Il Cardinale Ivan Dias stato inviato dal Papa Benedetto XVI per aprire lanno giubilare del 150 anniversario delle apparizioni a Lourdes. Nelloccasione, il porporato ha pronunciato una

    calorosa omelia, nella quale ha risaltato lattualit e limportanza del messaggio di Lourdes nel contesto odierno.

    a Vergine Santa sce-sa dal Cielo come una madre molto preoccu-pata per i suoi figli e fi-glie che vivevano nel

    peccato, lontano dal suo Figlio Ges. apparsa alla Grotta di Massabiel-le, che allepoca era una palude dove pascolavano i maiali, e precisamente l ha voluto fare erigere un santuario, per indicare che la grazia e la miseri-cordia di Dio devono superare la mi-serabile palude che rappresenta i pec-cati umani.

    Molto vicino al luogo delle appa-rizioni, la Vergine ha fatto sgorgare una sorgente di acqua abbondante e pura, che i pellegrini bevono e porta-no nel mondo intero con tanta devo-zione. Ci sta a significare il deside-rio della nostra affettuosa Madre di spargere il suo amore ed il saluto di suo Figlio fino allestremit della ter-ra. Infine, da questa Grotta benedet-

    ta, la Vergine Maria ha lanciato una chiamata pressante a tutti per prega-re e fare penitenza al fine di ottenere la conversione dei poveri peccatori.

    Lotta feroce e permanente tra le forze del bene e del male

    Ci si chiede: quale significato pos-sa avere il messaggio della Vergine di Lourdes per noi oggi?

    Io desidero localizzare queste ap-parizioni nel pi largo contesto del-la lotta permanente e della feroce esi-stente tra le forze del bene e del male fin dal principio della Storia delluma-nit, nel Giardino del Paradiso, e che continuer fino alla fine dei tempi. Le apparizioni di Lourdes sono, difatti, tra le prime della lunga catena di ap-parizioni della Madonna che hanno avuto inizio 28 anni prima, nel 1830, in Rue du Bac, a Parigi, nella qua-le annunciava lentrata decisiva della Vergine Maria nel cuore delle ostilit

    tra lei ed il demonio, come descrit-to nella Bibbia, nel libro della Genesi e dellApocalisse.

    La Medaglia, detta miracolosa, che la Vergine fece incidere in que-sta circostanza, la rappresentava con le braccia aperte da uscivano dei rag-gi luminosi, significanti grazie che di-stribuiva al mondo intero. I suoi pie-di si posavano sul globo terrestre e schiacciavano la testa del serpente, il diavolo, indicando la vittoria che la Vergine portava sul mentitore e sulle forze del male. Intorno allimmagine si leggeva linvocazione: Oh Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

    da notare che questa grande ve-rit DellImmacolata Concezione di Maria sia stata affermata qui 24 an-ni prima che il Papa Pio IX lavesse definita dogma di fede (1854): quat-tro anni pi tardi qui a Lourdes, No-stra Signora ha voluto, lei stessa, rive-

    Cardinale Ivan DiasPrefetto della Congregazione per lEvangelizzazione dei Popoli

  • Febbraio 2008 Salvami Regina 25

    lare a Bernadette di essere Immaco-lata Concezione.

    Maria ci invita a far parte della sua legione

    Dopo le apparizioni di Lourdes, la Vergine Santissima non ha smes-so di manifestare, nelle sue diverse apparizioni nel mondo intero, vive preoccupazioni materne per la sor-te dellumanit. Dovunque, ha chie-sto preghiere e penitenza per la conversione dei peccatori, perch prevedeva la rovina spirituale di certi paesi, le sofferenze che il San-to Padre avrebbe subito, lindebo-limento generale della fede cristia-na, le difficolt della chiesa, la ve-nuta dellanticristo ed i suoi tenta-tivi per sostituire Dio nella vita de-gli uomini: tentativi che, malgrado i loro successi splendenti, sarebbero destinati tuttavia allinsuccesso.

    Qui, a Lourdes, co-me dovunque nel mon-do, la Vergine Maria sta tessendo unim-mensa rete tra suoi fi-gli e figlie spirituali sparsi nel mondo in-tero, per lanciare una forte offensiva con-tro le forze di Satana, per chiuderlo e prepa-rare cos la vittoria fi-nale del suo Divino Fi-glio, Ges Cristo.

    La Vergine Ma-ria oggi ci invita, anco-ra una volta, a far par-te della sua legione di combattimento contro le forze del male. Co-me segno della nostra partecipazione alla sua offensiva, Ella chiede fra laltro la conversio-ne del cuore, una gran-de devozione alla San-ta Eucaristia, la recita quotidiana della coro-na del Rosario, la pre-ghiera senza tregua

    e senza ipocrisia, laccettazione del-le sofferenze per la salvezza del mon-do. Queste potrebbero sembrare delle piccole cose, ma sono potenti nelle ma-ni di Dio, al quale niente impossibile. Come il giovane Davide che, con una piccola pietra ed una fronda, ha abbat-tuto il gigante Golia venuto al suo in-contro armato di una spada, di una lan-cia e di un giavellotto (cfr. 1 Sam 17, 4-51), anche noi, coi piccoli grani del-la nostra corona, potremo affrontare eroicamente gli assalti del nostro av-versario temibile e cos vincerlo.

    La vittoria finale di Dio

    La lotta tra Dio ed il suo nemico sempre rabbiosa, ancora pi oggi che al tempo di Bernadette, 150 anni fa. Il mondo infatti si trova inghiottito terribilmente nella palude di un se-colarismo che vuole creare un mon-do senza Dio; di un relativismo che

    soffoca i valori permanenti ed immu-tabili del Vangelo; e di unindifferen-za religiosa che resta imperturbabile di fronte ai beni superiori e alle co-se che riguardano Dio e la Chiesa. Questa battaglia fa delle innumere-voli vittime nelle nostre famiglie e tra i nostri giovani.

    Alcuni mesi prima dellelezione di Papa Giovanni Paolo II (9 novembre 1976), il Cardinale Karol Wojtyla di-ceva: Ci troviamo oggi di fronte al pi grande combattimento che lumanit abbia mai visto. Non penso che la co-munit cristiana labbia compreso to-talmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli Anti-Vangelo. Una co-sa tuttavia certa: la vittoria finale ap-partiene a Dio e ci si verificher gra-zie a Maria, la Donna della Genesi e dellApocalisse che combatter alla testa dellesercito dei suoi figli e figlie contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccer la testa del serpente.

    Alla Grotta di Massabielle la Ver-gine Maria ci ha insegnato che la vera felicit si trover unicamente nel Cie-lo. Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nellaltro, ha det-to a Bernadette. E la vita di Bernadet-te ce lha illustrato molto chiaramen-te: lei che aveva avuto il privilegio sin-golare di vedere la Santissima Vergi-ne, stata segnata profondamente dalla croce di Ges, fu consumata in-teramente dalla tubercolosi, ed mor-ta giovane, allet di 35 anni.

    In questo Anno Giubilare, rin-graziamo il Signore per tutte le mol-te grazie corporali e spirituali che ha voluto concedere a tante centi-naia di migliaia di pellegrini in que-sto luogo santo, e per lintercessione di Santa Bernadette, chiediamo al-la Vergine Maria la grazia di fortifi-carci nel combattimento spirituale di ogni giorno affinch possiamo vivere in pienezza la nostra fede cristiana.

    (Omelia della Messa celebrata a Lourdes, 8/12/2007

    Traduzione Araldi del Vangelo)

    Il Cardinale Ivan Dias, durante la commemorazione del 13 maggio nel Vaticano

    Vic

    tor

    Toni

    olo

  • 2008: iniziare lanno ai piedi di Ges Sacramentato

    26 Salvami Regina Febbraio 2008

    araLdi neL mondoaraLdi neL mondo

    Portogallo Il Coro e la Banda Studentesca degli Araldi del Vangelo ha eseguito nella Basilica dei Martiri, a Lisbona, lOratorio di Natale, di Heinrich Schutz. Mons. Alfio Rapisarda, Nunzio Apostolico in Portogallo, ha

    onorato levento con la sua presenza e lo ha chiuso in gloria, rivolgendo ai presenti eloquenti e ispirate parole.

    Brasile Prima della Messa del mattino di Natale, presieduta dal Card. Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, Coro e Orchestra Internazionale degli Araldi del Vangelo hanno offerto

    a Sua Eminenza e ai fedeli presenti una presentazione di musiche natalizie.

  • 2008: iniziare lanno ai piedi di Ges Sacramentato

    araLdi neL mondo

    Febbraio 2008 Salvami Regina 27

    araLdi neL mondo

    Spagna LEminentissimo Cardinal Antnio Caizares Llovera, Arcivescovo Primate della

    Spagna, ha visitato la casa degli Araldi, vicino a Toledo, dove ha assistito ad una presentazione

    del Presepio con luci e suoni.

    una consuetudine tra gli Aral-di, incominciare il Nuovo An-no in orazione, ai piedi di Ges

    Sacramentato. Nella Grande San Pao-lo, il luogo scelto per loccasione, sta-ta la Chiesa della Madonna del Rosa-

    rio, nel seminario degli Araldi. Dopo la Santa Messa, si cantato il Te Deum davanti al Santissimo Sacramento so-lennemente esposto, segnando cos, con un inno di giubilo e azione di gra-zie, lingresso nellanno 2008.

    Brasile Nellauditorio della Madonna della Luce, il ramo femminile degli Araldi del Vangelo ha promosso, per le famiglie delle aspiranti, una

    commemorazione natalizia, nella quale non mancata anche laccogliente presenza di San

    Nicol, in mezzo ai bambini.

  • Missione Mariana a Tocantins

    N

    28 Salvami Regina Febbraio 2008

    ella citt di Araguana, nel nord dello stato di Tocantins (Brasile), il parroco, Don Jos Noleto de Sousa, PODP, ha incentivato la

    realizzazione di una Missione Mariana per preparare la commemorazione del cinquantesimo della Parroc-chia del Sacro Cuore di Ges ed il 1 anniversario del-la sua elevazione a Santuario diocesano. Per una set-timana, i giovani missionari hanno condotto la statua pellegrina della Madonna di Fatima a 1079 residenze e a 271 stabilimenti commerciali o istituzioni pubbli-che. Come fanno abitualmente nelle Missioni Maria-ne, hanno realizzato un rilevamento di fedeli che desi-deravano ricevere Sacramenti: Battesimo, 686; Prima Comunione, 784; Cresima, 857; Matrimonio, 273 cop-pie; Unzione degli Infermi, 29. Un altro risultato ot-tenuto in questo lavoro evangelizzatore stato quello di 96 parrocchiani che hanno manifestato il desiderio di essere decimisti; inoltre sono stati formati 35 nuo-vi gruppi dellApostolato dellOratorio dellImmacola-to Cuore di Maria. Circa 2500 fedeli hanno assistito

    alla Messa di chiusura della Missio-ne Mariana, dopo la quale stata

    incoronata solennemente la sta-tua pellegrina della Madon-

    na di Fatima.

    Visita allAsilo infantile Madre di Dio

    Tutti chiedono la Medaglia Miracolosa

    La Madonna visita i focolari

    TOCANTINS

    Fiume AmazonasAraguana

    Sono stato carcerato e Mi sei venuto a far visita

    NellOspedale Generale di Referenza di Araguaa

  • Casa Madonna del Monte Carmelo

    I

    Febbraio 2008 Salvami Regina 29

    Colombia Il Cardinale Pedro Rubiano Senz con i nuovi cooperatori Araldi del Vangelo dopo

    latto di consacrazione alla Madonna, nella Cattedrale di Bogot.

    Filippine Filippine Incontro degli Oratori dellImmacolato Cuore di Maria, nella parrocchia di

    San Pietro Claver, a Tarragona, Davao Oriental.

    Messico Nella diocesi di Acapulco, la statua pellegrina della Madonna di Fatima, visita la

    parrocchia di Tecoanapa.

    Italia Visita pastorale del Vescovo Diocesano di Avezzano, Mons. Pietro Santoro, a Cappelle dei Marsi,

    parrocchia affidata ai sacerdoti Araldi del Vangelo.

    n occasione delle feste natalizie, Don Mario Beccar, E.P., ha celebrato una Messa nella fu-tura cappella della Casa del Monte Carm