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Rassegna Stampa di sab. 16, dom. 17 e lun. 18 maggio 2015 SNALS / CONFSAL Testate on line 18/05/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB il Sole 24 Ore 17/05/2015 SCUOLA, COBAS NEL MIRINO DEL GARANTE il Sole 24 Ore 16/05/2015 SI' DELLA CAMERA ALL'ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO Corriere della Sera 17/05/2015 LA SFIDA DEI COBAS SULLA SCUOLA "BLOCCHEREMO GLI SCRUTINI" Corriere della Sera 17/05/2015 BASTA UN PROF PER FERMARE UNA CLASSE Corriere della Sera 16/05/2015 SCUOLA, APPROVATI I PRIMI ARTICOLI la Repubblica 16/05/2015 SCUOLA, ARRIVANO I PRIMI SI' ALLA RIFORMA SINDACATI IN PIAZZA:"PROTESTA A OLTRANZA" la Stampa 17/05/2015 SCUOLA, SINDACATO DIVISO I COBAS: STOP AGLI SCRUTINI Avvenire 17/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, LO STRAPPO DEI COBAS Avvenire 17/05/2015 LE SIGLE AUTONOME IN CERCA DI CONSENSI CAVALCANDO IL DISAGIO il Tempo 16/05/2015 MINORANZA DEM IN PIAZZA CON I SINDACATI E A MONTECITORIO L'ESECUTIVO VIENE BATTUTO Arena/Giornale di Vicenza 18/05/2015 SCRUTINI, L'INCONGNITA DEI COBAS IL PREMIER: "ASCOLTERO' TUTTI" Bresciaoggi 18/05/2015 SCRUTINI, L'INCOGNITA DEI COBAS IL PREMIER: "ASCOLTERO' TUTTI" Corriere delle Alpi 18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA, C'E' LA "PASSEGGIATA ILLUMINANTE" Corriere dell'Umbria 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI 11 E 12 GIUGNO Gazzetta del Sud 18/05/2015 DUE GIORNI AL VOTO FINALE: PROTESTE DIFFUSE E INCOGNITA SCRUTINI Gazzetta di Reggio 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI Giornale di Sicilia - Ed. Caltanissetta-Enna- Agrigento 18/05/2015 DOCENTI E PERSONALE DELLA SCUOLA, OGGI UN SIT-IN CONTRO LA RIFORMA il Gazzettino 18/05/2015 "BASTA CON IL 6 POLITICO" LA SCUOLA TORNA IN PIAZZA il Mattino 18/05/2015 SCUOLA, MARATONA AL VIA TRA LE PROTESTE DEI PROF Il Piccolo 18/05/2015 SINDACATI DIVISI SUL BLOCCO DEGLI SCRUTINI Il Quotidiano del Molise 18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA, DOMANI IL PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA Il Tirreno 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI La Citta' (Salerno) 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Gazzetta del Mezzogiorno 18/05/2015 SCUOLA, L'APERTURA DEL PREMIER "PRESIDE-SCERIFFO? VEDIAMO" La Nuova del Sud 18/05/2015 SCUOLA La Nuova Ferrara 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Prealpina 18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA CON L'INCOGNITA SCRUTINI La Provincia - Ed. Lecco 18/05/2015 BUONA SCUOLA DOMANI PRESIDIO La Provincia Pavese 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Repubblica - ed. Torino 18/05/2015 DOCENTI E ALLIEVI ANCORA IN PIAZZA "VIA LA BUONA SCUOLA DI RENZI" La Stampa - Ed. Alessandria 18/05/2015 IN BREVE - I SINDACATI DELLA SCUOLA SCENDONO IN PIAZZA La Voce di Mantova 18/05/2015 DOMANI IL PERSONALE DELLA SCUOLA IN ASSEMBLEA DAVANTI ALLA PREFETTURA l'Eco di Bergamo 18/05/2015 LA "BUONA SCUOLA" TRA IL DIRE E IL FARE Liberta' 18/05/2015 SCUOLA, E' INCOGNITA SCRUTINI

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Rassegna Stampa di sab. 16, dom. 17 e lun. 18 maggio 2015

SNALS / CONFSAL Testate on line 18/05/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB il Sole 24 Ore 17/05/2015 SCUOLA, COBAS NEL MIRINO DEL GARANTE il Sole 24 Ore 16/05/2015 SI' DELLA CAMERA ALL'ALTERNANZA SCUOLA - LAVORO Corriere della Sera 17/05/2015 LA SFIDA DEI COBAS SULLA SCUOLA "BLOCCHEREMO GLI SCRUTINI" Corriere della Sera 17/05/2015 BASTA UN PROF PER FERMARE UNA CLASSE Corriere della Sera 16/05/2015 SCUOLA, APPROVATI I PRIMI ARTICOLI la Repubblica 16/05/2015 SCUOLA, ARRIVANO I PRIMI SI' ALLA RIFORMA SINDACATI IN

PIAZZA:"PROTESTA A OLTRANZA" la Stampa 17/05/2015 SCUOLA, SINDACATO DIVISO I COBAS: STOP AGLI SCRUTINI Avvenire 17/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, LO STRAPPO DEI COBAS Avvenire 17/05/2015 LE SIGLE AUTONOME IN CERCA DI CONSENSI CAVALCANDO IL

DISAGIO il Tempo 16/05/2015 MINORANZA DEM IN PIAZZA CON I SINDACATI E A MONTECITORIO

L'ESECUTIVO VIENE BATTUTO Arena/Giornale di Vicenza

18/05/2015 SCRUTINI, L'INCONGNITA DEI COBAS IL PREMIER: "ASCOLTERO' TUTTI"

Bresciaoggi 18/05/2015 SCRUTINI, L'INCOGNITA DEI COBAS IL PREMIER: "ASCOLTERO' TUTTI" Corriere delle Alpi 18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA, C'E' LA "PASSEGGIATA ILLUMINANTE" Corriere dell'Umbria 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI 11 E 12 GIUGNO Gazzetta del Sud 18/05/2015 DUE GIORNI AL VOTO FINALE: PROTESTE DIFFUSE E INCOGNITA SCRUTINI Gazzetta di Reggio 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI Giornale di Sicilia - Ed. Caltanissetta-Enna-Agrigento

18/05/2015 DOCENTI E PERSONALE DELLA SCUOLA, OGGI UN SIT-IN CONTRO LA RIFORMA

il Gazzettino 18/05/2015 "BASTA CON IL 6 POLITICO" LA SCUOLA TORNA IN PIAZZA il Mattino 18/05/2015 SCUOLA, MARATONA AL VIA TRA LE PROTESTE DEI PROF Il Piccolo 18/05/2015 SINDACATI DIVISI SUL BLOCCO DEGLI SCRUTINI Il Quotidiano del Molise

18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA, DOMANI IL PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA

Il Tirreno 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI La Citta' (Salerno) 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Gazzetta del Mezzogiorno

18/05/2015 SCUOLA, L'APERTURA DEL PREMIER "PRESIDE-SCERIFFO? VEDIAMO"

La Nuova del Sud 18/05/2015 SCUOLA La Nuova Ferrara 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Prealpina 18/05/2015 RIFORMA DELLA SCUOLA CON L'INCOGNITA SCRUTINI La Provincia - Ed. Lecco

18/05/2015 BUONA SCUOLA DOMANI PRESIDIO

La Provincia Pavese 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI la Repubblica - ed. Torino

18/05/2015 DOCENTI E ALLIEVI ANCORA IN PIAZZA "VIA LA BUONA SCUOLA DI RENZI"

La Stampa - Ed. Alessandria

18/05/2015 IN BREVE - I SINDACATI DELLA SCUOLA SCENDONO IN PIAZZA

La Voce di Mantova 18/05/2015 DOMANI IL PERSONALE DELLA SCUOLA IN ASSEMBLEA DAVANTI ALLA PREFETTURA

l'Eco di Bergamo 18/05/2015 LA "BUONA SCUOLA" TRA IL DIRE E IL FARE Liberta' 18/05/2015 SCUOLA, E' INCOGNITA SCRUTINI

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L'Unione Sarda 18/05/2015 SCUOLA: VOTO MERCOLEDI', SCRUTINI A RISCHIO Mattino di Padova e catena Veneta

18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI

Messaggero Veneto 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI Messaggero Veneto 18/05/2015 DOMANI SERA IL FLASH MOB DEL PERSONALE DELLA SCUOLA TRENTINO 18/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, SINDACATI DIVISI Corriere del Veneto - Ed. Vicenza (Corriere della Sera)

17/05/2015 TORCE ELETTRICHE IN PIAZZA I SINDACATI UNITI MARCIANO CONTRO LA "BUONA SCUOLA"

Corriere.it 17/05/2015 BASTA UN PROF PER FERMARE UNA CLASSE Gazzetta di Mantova 17/05/2015 MARTEDI' MATTINA PRESIDIO DEI SINDACATI CONTRO LA RIFORMA 8 Giorno/Resto/Nazione

17/05/2015 I COBAS SFIDANO GOVERNO E GARANTE "ORA BASTA, BLOCCO DEGLI SCRUTINI"

Il Giornale del Piemonte (Il Giornale)

17/05/2015 SINDACATI IN PIAZZA CONTRO LA "SCUOLA DI RENZI"

Il Giornale di Vicenza 17/05/2015 SCUOLA, FIACCOLATA, ANTI-RIFORMA Il Giorno - Ed. Bergamo - Brescia

17/05/2015 BUONA SCUOLA, ANCORA PROTESTE

il Manifesto 17/05/2015 E' SCIOPERO DEGLI SCRUTINI il Manifesto 17/05/2015 Int. a D.Pantaleo: "SENZA RISPOSTE CI SARA' IL BLOCCO" Il Mattino - Ed. Benevento

17/05/2015 SCUOLA, NUOVA ONDATA DI PROTESTE IL MALCONTENTO APPRODA IN PREFETTURA

Il Mattino di Padova 17/05/2015 ASSEMBLEA IN TUTTE LE CLASSI DECISA DA OGNI ISTITUTO Il Messaggero - Ed. Latina

17/05/2015 "LA BUONA SCUOLA" RIPORTA IN PIAZZA DOCENTI E PRECARI

Il Resto del Carlino - Ed. Ferrara e Provincia

17/05/2015 'FLASH MOB' SUL LISTONE E SIT IN DAVANTI ALLA PREFETTURA.

Il Secolo XIX - Ed. Savona/Cairo/Val Bormi

17/05/2015 DISPERSIONE SCOLASTICA SEMPRE PIU' SU: 12 PER CENTO

Il Tirreno - Ed. Pisa 17/05/2015 IL POPOLO DELLA SCUOLA TORNA IN PIAZZA Ilsole24ore.com 17/05/2015 SCUOLA, COBAS NEL MIRINO DEL GARANTE La Gazzetta del Molise 17/05/2015 BUONA SCUOLA, ECCO LE RAGIONI PER DIRE NO ALLA RIFORMA La Nazione - Ed. Lucca 17/05/2015 COBAS, SIT-IN IN PIAZZA GUIDICCIONI La Nuova Ferrara 17/05/2015 TANTI LIBRI LANCIATI IN ALTO: "ABBASSO LA BUONA SCUOLA" la Prealpina 17/05/2015 PRESIDIO DEI PROFESSORI DAVANTI ALLA PREFETTURA la Repubblica - ed. Bari

17/05/2015 "MINACCE DEI PROF AGLI STUDENTI CHE HANNO BLOCCATO I TEST"

LA SICILIA 17/05/2015 I COBAS BLOCCANO GLI SCRUTINI La Sicilia - Ed. Agrigento

17/05/2015 DOCENTI E ALUNNI IN PIAZZA CONTRO LA "BUONA SCUOLA"

La Sicilia - Ed. Enna 17/05/2015 DECRETO "BUONA SCUOLA", NUOVO SIT IN DI DOCENTI E ATA AL PROVVEDITORATO

la Stampa - ed. Torino 17/05/2015 IN BREVE - DOMANI IN PIAZZA CONTRO LA BUONA SCUOLA La Stampa - Ed. Valle d'Aosta

17/05/2015 IN BREVE - PRESIDIO PERMANENTE CONTRO LA BUONA SCUOLA

La Voce di Mantova 17/05/2015 SCUOLA, TUTTI I SINDACATI CONTRO RENZI Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Lecce

17/05/2015 SIT-IN E BLOCCO SCRUTINI: RIPARTE LA PROTESTA DEI PROF

Affaritaliani.it 16/05/2015 SCUOLA, LA PROTESTA A ROMA AL PANTHEON: "RITIRATE IL DDL" Arena/Giornale di Vicenza

16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SI' ALLA CAMEA A ROMA SINDACATI IN PIAZZA

Bresciaoggi 16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SI' ALLA CAMERA A ROMA SINDACATI IN PIAZZA E Polis Bari 16/05/2015 PRIME... EMOZIONI Gazzetta del Sud 16/05/2015 "BUONA SCUOLA" TRA PIAZZA E AULA APPROVATI I PRIMI SETTE

ARTICOLI Gazzetta di Parma 16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SCUOLA, I PRIM SI' TRA LE PROTESTE Giorno/Resto/Nazione 16/05/2015 STOP AI LAVORI D'AULA: C'E' IL SIT-IN RIBELLI DEL PD IN PIAZZA COI

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SINDACATI Il Giornale di Brescia 16/05/2015 APPROVATI I PRIMI ARTICOLI MA LA PIAZZA RESTA CALDA il Manifesto 16/05/2015 Int. a P.Bernocchi: "MANIFESTIAMO CONTRO IL GOVERNO DOMENICA

7 GIUGNO" il Manifesto 16/05/2015 SCRUTINI, LO SCIOPERO SI FA Il Quotidiano del Sud 16/05/2015 AL PANTHEON A ROMA SIT-IN DELLE PRINCIPALI SIGLE Il Quotidiano del Sud - Basilicata

16/05/2015 AL PANTHEON A ROMA SIT-IN DELLE PRINCIPALI SIGLE

la Gazzetta del Mezzogiorno

16/05/2015 MA I SINDACATI NON MOLLANO URLA E FISCHI AI POLITIC

la Gazzetta del Mezzogiorno

16/05/2015 SCUOLA, RENZI ACCELLERA SULLA RIFORMA DALLA CAMERA VIA LIBERA AI PRIMI ARTICOLI

La Provincia (CO) 16/05/2015 SCUOLA,PRIMI SI ALLA RIFORMA I PROF IN PIAZZA La Provincia (CR) 16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SI' ALLA CAMERA LA SICILIA 16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SI' ALLA CAMERA La Stampa - Ed. Cuneo 16/05/2015 CUNEO, INSEGNANTI ANCORA MOBILITATI CONTRO LA RIFORMA la Vallee Notizie 16/05/2015 PRECARI, APPELLO DELLO SNALS ALLA REGIONE l'Eco di Bergamo 16/05/2015 SCUOLA, PRIMI SI' ALLA RIFORMA I PROF IN PIAZZA Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Lecce

16/05/2015 BLOCCO DEGLI SCRUTINI SINDACATI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 18/05/2015 NELLA RIFORMA LA TAGLIOLA SUI RESIDUI "DIMENTICATI" Corriere della Sera 18/05/2015 RIMBORSI, LA PROMESSA DEL PREMIER "500 EURO A 4 MILIONI DI

PENSIONATI" Corriere della Sera 18/05/2015 Int. a D.Faraone: FARAONE: "IL BLOCCO DEGLI SCRUTINI ALLA FINE

NON CI SARA'" Corriere della Sera 18/05/2015 SCUOLA, APERTURA SUL RUOLO DEI PRESIDI Corriere della Sera 17/05/2015 "LO SCIOPERO SARA' UN BOOMERANG" RENZI E IL DIALOGO DIRETTO

CON I DOCENTI Corriere della Sera 17/05/2015 INTERVENTI E REPLICHE - ABBANDONO SCOLASTICO la Repubblica 18/05/2015 RENZI:"UNA TANTUM DI 500 EURO PER 4 MILIONI DI PENSIONATI CHE

PRENDONO FINO A 3MILA EURO" la Repubblica 18/05/2015 SCUOLA AL RUSH FINALE LA MINORANZA DEL PD OFFRE AL GOVERNO

UNA TREGUA ARRNATA la Repubblica 17/05/2015 BLOCCO SCRUTINI, I COBAS SFIDANO IL GARANTE la Repubblica 16/05/2015 AGNESE RENZI CI PROVA, MA IL SUO LICEO E' UN FORTINO DEL NO la Repubblica 16/05/2015 Int. a G.Cuperlo: "RIFORMA SENZA CORAGGIO SE IL PREMIER DIALGOA

ALLORA LA CAMBI CON NOI" Affari&Finanza (la Repubblica)

18/05/2015 L'EXPO RACCONTATO AI RAGAZZI E' UN SUCCESSO IN 72 PAESI

Affari&Finanza (la Repubblica)

18/05/2015 SOLO IPAD, NIENTE PIU' LIBRI? LA SCUOLA DICE "NO"

la Stampa 18/05/2015 ARRETRATI, PER 4 MILIONI DI PENSIONATI UN RIMBORSO DA 500 EURO IN AGOSTO

la Stampa 18/05/2015 Int. a D.Faraone: "SCUOLA, LA LEGGE PUO' CAMBIARE la Stampa 17/05/2015 "FORMARE I DIRIGENTI E CONTROLLARLI" CONVITTO, RICETTA DI UN

SUCCESSO la Stampa 17/05/2015 RENZI RASSICURA I PROFESSORI E SCENDE IN CAMPO PER IL VOTO la Stampa 16/05/2015 "ERA ORA: DAL PRESIDE NOTAIO PASSEREMO A QUELLO CHE DECIDE" la Stampa 16/05/2015 SCUOLA, ALLA CAMERA I PRIMI SI' RENZI: AVANTI ANCHE SUI PREMI la Stampa 16/05/2015 MINORANZA PD E SINDACATO IN PIAZZA FRONTE DEL NO VERSO LA

PROVA DI FORZA il Messaggero 18/05/2015 SCUOLA, IL GOVERNO STRINGE I TEMPI SCONTRO SUL BLOCCO DEGLI

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SCUTRINI il Messaggero 17/05/2015 RENZI ASCOLTA MA TIRA DRITTO "SULLA RIFORMA NON MOLLO" il Messaggero 16/05/2015 SCUOLA, ALLA CAMERA PRIMI SI' ALLA RIFORMA RENZI: NIENTE DECRETI

PER ASSUMERE PRECARI il Tempo 18/05/2015 ABILITATI A INSEGNARE MA SENZA SPERANZA DI ASSUNZIONE. CHI

PENSA A NOI? Il Secolo XIX 18/05/2015 RENZI E LA CONSULTA: DAL 1 AGOSTO 500 EURO A 4 MILIONI DI

PENSIONATI Roma 18/05/2015 SCUOLA, VA RISTABILITA LA DIGNITA' DELLA DOCENZA il Mattino 17/05/2015 PER LE VALUTAZIONI DI FINE ANNO POSSIBILI SLITTAMENTI DI 5 GIORNI la Discussione 16/05/2015 RENZI: "IMPEGNO PER IL FUTURO, A SCUOLA SOLO PER CONCORSO" la Repubblica 18/05/2015 MATTARELLA SI TAGLIA LO STIPENDIO Affari&Finanza (la Repubblica)

18/05/2015 L'E-LEARNING INTERNAZIONALE PER LE NUOVE ELITE

il Giornale 18/05/2015 Int. a C.Rovelli: "LA FISICA E' UN COLPO DI FULMINE PER LEI DEVO VIVERE ALL'ESTERO"

il Mattino 18/05/2015 MATTARELLA CONTRO L'INTOLLERANZA "PIU' RISPETTO DELLE DIFFERENZE"+++

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 17/05/2015 PENSIONI, DECRETO PRONTO MA E' PROBABILIE IL RINVIO il Sole 24 Ore 16/05/2015 LA CONSULTA E L'ILLUSIONE DI "DIRITTI" SENZA FINE il Sole 24 Ore 16/05/2015 JOBS ACT, MODIFICHE IN ARRIVO SU MANSIONI E COLLABORAZIONI il Sole 24 Ore 16/05/2015 "RIMBORSI PARZIALI SULLE PENSIONI" Corriere della Sera 17/05/2015 PENSIONI, SPUNTA L'IPOTESI "MINIMA" RIMBORSI TRA 2,5 E 3,5 MILIARDI Corriere della Sera 16/05/2015 ISTAT, INPS, INAIL UN PROGETTO DOPO LA GELOSIA SUI NUMERI il Messaggero 17/05/2015 PENSIONI, IL DECRETO VERSO LO SLITTAMENTO VERTICE RENZI-PADOAN il Messaggero 16/05/2015 RENZI: RESTITUIREMO PARTE DEGLI AUMENTI MA LA PRIORITA' SONO GLI

ASSEGNI PIU' BASSI il Tempo 16/05/2015 SUI RIMBORSI DELLE PENSIONI IL GOVERNO FA L'EQUILIBRISTA

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16/05/2015

Sciopero degli scrutini, i sindacati della scuola non fanno retromarcia. Anche nel Salento

Lecce. Sciopero degli scrutini nella concreta eventualità che la protesta delle parti sociali, dei lavoratori della scuola e della società civile tutta dovesse rimanere inascoltata; presidio dei lavoratori della scuola, presso la Prefettura di Lecce martedì 19 maggio alle ore 17; Astensione dalle attività non obbligatorie; Boicottaggio dell'adozione di libri di testo; Flash mob che saranno di volta in volta veicolati attraverso tutti i canali di comunicazione e condivisione.

Sono queste le iniziative che saranno intraprese e che sono state sancite dall’incontro che si è tenuto questa mattina tra le organizzazioni sindacali della provincia di Lecce: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Fgu–Gilda. Le cinque sigle sindacali unitariamente, lo hanno dichiarato al termine della conferenza stampa che si è svolta nella sede della Cgil, in via Merine 33 a Lecce. Ivana Aramini di Flc Cgil; Gianna Guido di Cisl Scuola; Giovanni Caretto di Uil Scuola; Maria Rosaria Valentino di Snals; Maria Rosaria Ferilli di Fgu Gilda. Sono stati loro i firmatari del documento che ha stabilito le sopracitate iniziative.

È muro contro muro, quindi, tra le parti. I sindacati, ma anche docenti e studenti, non intendono fare alcun passo indietro e pongono il loro veto più assoluto sulla riforma de “La Buona Scuola” decisa dal Governo Renzi. Le sigle sindacali, quindi, confermano lo stato di agitazione e mobilitazione della scuola che nell’immediato, a livello provinciale, si concretizzerà con le iniziative sopracitate. Attraverso una nota stampa fanno sapere che la decisione è stata presa: “Dopo aver reputato del tutto insufficienti e inadeguati gli emendamenti al Ddl Scuola e preso atto della assoluta indisponibilità del Governo all'ascolto e alla distensione dei tempi per iniziare un confronto serio e produttivo con le parti sociali e con il mondo della Scuola; conseguentemente anche all'incontro del 12 maggio con le delegazioni nazionali dei Sindacati Scuola che non ha portato le sperate e significative modifiche al Ddl; in considerazione degli atti mediatici e demagogici messi in atto dal Presidente del Consiglio che di fronte a una lavagna, ergendosi a docente dei docenti, ha creduto di istruire gli italiani, ritenuti incapaci di comprendere da sè, sulla necessità della riforma sulla scuola, illustrandone come sempre gli aspetti ritenuti più importanti e sottacendo le conseguenze e gli aspetti subdoli della stessa”.

 18/05/15

Protesta contro il decreto-scuola: Cobas pronti a bloccare gli scrutini «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi, chi boicotta i test Invalsi o chi blocca gli scrutini non fa un bell'esempio di educazione civica». Il rimbrotto arrivato da Renzi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione.

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E dunque, a tre giorni dal voto finale (atteso per mercoledì) alla Camera, sul ddl Buona scuola pende come una spada di Damocle sul termine dell'anno scolastico la protesta annunciata dai comitati di base che sperano di trovare l'adesione degli altri sindacati. Che però, per il momento, non li seguono. «Viene da chiedersi che senso abbia, in questo momento, assumere come questione centrale del dibattito il cosiddetto “blocco degli scrutini”, offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile concentrare l'impegno», fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima. I sindacati diversi dai Cobas protestano, ma in altri modi. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno organizzato un presidio a piazza Montecitorio. Manifestazioni a macchia di leopardo si svolgeranno poi a livello territoriale. «Ci sono ancora tre settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di iniziative. Intanto - spiega il segretario confederale Cgil Gianna Fracassi - verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante l'incontro con il Governo si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento».

 18 maggio, 2015

Flc Cgil, domani il presidio in piazza Prefettura CAMPOBASSO. Dopo la grande mobilitazione unitaria del 5 maggio, che ha visto un’altissima adesione allo sciopero generale del personale scolastico, dal governo non sono giunte aperture alle tante criticità evidenziate nel testo del DDL n.2259. Gli emendamenti approvati in Commissione istruzione non modificano l’impianto generale, che è quello di una scuola disegnata secondo un modello autoritario, individualista, gerarchico e aziendalista, che discrimina e divide, ponendosi anche in contrasto con i principi costituzionali. Per questa ragione, la mobilitazione continua, con presidi unitari, flash mob, manifestazioni davanti a Montecitorio e davanti alle prefetture di tutta Italia, nei giorni in cui il DDL verrà discusso in Parlamento (18, 19 e 20 maggio). Nell’ambito del percorso unitario di iniziative concordate, le segreterie regionali della FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, organizzano per martedì 19 maggio, a partire dalle ore 17.30 fino alle 19.30 un’ASSEMBLEA PUBBLICA CON PRESIDIO davanti alla prefettura di Campobasso e chiederanno un incontro al Prefetto perché, in qualità di rappresentante del Governo, riporti le considerazioni della scuola molisana sul DDL in discussione in Parlamento. Sarà l’occasione per ribadire: l’urgenza di un piano di assunzioni per migliorare l’offerta formativa e per soddisfare anche le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi dai piani di stabilizzazione. E’ necessario che si faccia un decreto legge per garantire le assunzioni dal 1° settembre e occorre predisporre un piano pluriennale che interessi il personale docente ed il personale ATA, completamente escluso dalle stabilizzazioni, pur avendo maturato il diritto. il rifiuto di un modello di governo della scuola autoritario, gerarchico ed aziendalista, tutto concepito a scapito della collegialità e della dimensione cooperativa che deve caratterizzare la progettazione e la gestione delle attività nelle scuole autonome; la salvaguardia delle prerogative contrattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l’assegnazione di sede, la mobilità, la retribuzione accessoria e la progressione di carriera; la necessità di un ascolto reale e non virtuale, di tutti i soggetti interessati dalla riforma, perché la scuola è un diritto costituzionale e non può essere solo prerogativa di chi sta al governo.

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All’incontro sono invitati i rappresentanti dei partiti politici e delle istituzioni, che saranno chiamati a confrontarsi con lavoratori, studenti, genitori e quanti vorranno dare il loro contributo per fermare la deriva della scuola pubblica prevista nel DDL in discussione.

16/05/15

Prossima settimana assemblee, presidi e flash mob in tutta Italia contro il ddl di Renzi Molte sono le iniziative in tutta Italia, che sono in preparazione dai sindacati, per la prossima settimana contro il disegno di legge della Buona Scuola di Renzi, in discussione alla Camera dei Deputati. In Valle D’Aosta CISL Scuola, FLC CGIL, SAVT École e SNALS Confsal, in vista della votazione alla Camera dei Deputati del DDL 2994 “La Buona Scuola” organizzano per i prossimi lunedì 18 e martedì 19 maggio, un presidio permanente - 24 ore su 24 - davanti al Palazzo Regionale di Aosta in difesa della scuola pubblica. Il presidio “Riforma sì, ma non così” sarà luogo e occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle rivendicazioni del sindacato rispetto alla proposta governativa. Previsto per il 18 anche un flash mob con appuntamento alle ore 20.30, sempre sotto al Palazzo Regionale. All’iniziativa sono invitate anche le famiglie e gli studenti; ognuno deve portare con sé una candela o un lumino. A Varese FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS e GILDA danno appuntamento a tutto il personale delle scuole della provincia per una assemblea in orario di lavoro con presidio davanti alla Prefettura di Varese, Piazzale Libertà, 1 il 19 maggio 2015 dalle ore 8.00 alle ore 11.00. I sindacati chiedono:un piano pluriennale di assunzioni di migliaia di docenti e ATA esclusi dal DDL; la cancellazione dei nuovi super poteri dei dirigenti scolastici; il rinnovo del CCNL e regole oggettive e nazionali su mobilità, carriera e salario. Due le manifestazoni in Puglia: una a Foggia e una a Brindisi. I sindacati scuola di Foggia danno appuntamento alle ore 17.00 di martedì 19 maggio 2015 presso la Prefettura in Via Garibaldi per un presidio in cui manifestare il dissenso verso i contenuti del disegno di legge in discussione alla Camera; un’assemblea pubblica a Brindisi per lunedì 18 maggio a parte dalle ore 19.00 sulla Scalinata Virgilio, con accensione di lumini rossi in difesa della scuola pubblica.

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Riforma. Apertura ad abilitati II fascia GI, si discute ancora. Ma precari storici GaE chiedono tutela Un'altra conferma alla possibile apertura delle assunzioni anche agli abilitati della II fascia delle graduatorie di istituto proviene da un articolo del Corriere.it Lo avevamo anticipato nella nostra intervista al segretario Nigi dello Snals Nigi, SNALS: Governo non arretra su poteri dirigenti. Blocco esami di Stato. Apertura solo su assunzioni II fascia e lo aveva anticipato il deputato leghista Roberto Simonetti che in commissione Lavoro, in sede di parere al DDL Buona scuola, ha ottenuto una risposta positiva sull'estensione del piano straordinario di immissioni in ruolo anche agli abilitati delle GI (leggi) Purchè si mantenga integro l'impianto (autonomia, valutazione e merito ne sono i cardini) la compagine governativa si dimostra ancora disponibile a cambiamenti e modifiche. Una delle ipotesi è che alla Camera la riforma venga approvata senza scossoni, per poi lasciare campo aperto al Senato. Uno di questi cambiamenti - dice il Corriere - potrebbe riguarda le assunzioni, testuali parole "all'esame l'ipotesi di aprire a precari di II fascia e Tfa" "Stiamo cercando punti di incontro — conferma la relatrice Maria Coscia — come l'emendamento approvato contro le chiamate discriminatorie: ma bisogna parlarne, altrimenti la tensione resta alta". Naturalmente se il provvedimento dovesse subire modifiche al Senato dovrà ritornare nuovamente alla Camera. I tempi rimangono quelli, la riforma deve essere attuata entro metà giugno, per garantire l'avvio del prossimo anno scolastico. Per questo motivo è già stato inserito l'emendamento secondo il quale la legge sarà esecutiva dal giorno stesso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I precari delle Graduatorie ad esaurimento naturalmente stanno con le antenne drizzate: le 100.701 assunzioni (da dividere al 50% con le GM del concorso 2012, non si sa ancora se solo con i vincitori o anche con gli idonei) non si toccano. L'estensione del piano anche agli abilitati delle Graduatorie di istituto non può che interessare una fase successiva. Emerge da alcune lettere che vengono inviate alla nostra redazione che i precari delle graduatorie ad esaurimento non si sono sentiti tutelati dai sindacati, impegnati esclusivamente nella lotta per un piano pluriennale di immissioni, distogliendo lo sguardo da alcune "storture" e compromessi ai quali i supplenti delle Graduatorie ad esaurimento dovranno cedere pur di essere assunti con questo piano straordinario di immissioni in ruolo. Precari GaE abbandonati dai sindacati. Lettera

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 16/05/2015

RIFORMA SCUOLA, APPROVATI I PRIMI ARTICOLI: COBAS PRONTI AL BLOCCO SCRUTINI I Cobas hanno già indetto sciopero per i due giorni che seguono la chiusura dell'anno scolastico. di Matteo La Stella Roma- Nella giornata di ieri sono arrivati i primi si alla Camera per il ddl scuola, contestato in piazza da professori e sindacati. Tutto è filato liscio in aula, salvo una piccola scivolata determinata da una serie di equivoci su un emendamento. Ma se da una parte l'Italia -”Non può perdere tempo”-, come sostiene il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dall'altra, coloro i quali verranno “investiti” dal decreto sulla “Buona Scuola” dichiarano guerra. In Piazza della Rotonda, a pochi metri dal Pantheon i professori e i sindacalisti appoggiati dalla minoranza Pd, da Sel e dai pentastellati contestano duramente ciò che sta avvenendo. GLI ARTICOLI APPROVATI La seduta alla Camera di venerdì viene aperta dalle rassicurazioni del premier Matteo Renzi che avalla una discussione sul -”Merito”- e con -”tutti”-, a patto che poi venga presa una decisione per l'italia che-”non può perdere tempo”-. Guardando al pluricontestato stralcio delle 100mila assunzioni, la testa di serie della maggioranza Pd dice di non poter fare nulla perchè le immissioni di ruolo sono legate al nuovo modello di scuola e le due cose non possono esse scisse. Al via dunque le votazioni. Passano i primi 7 articoli alla Camera durante tutto l'arco della giornata, con un intoppo che si materializza solo difronte all'emendamento dell'articolo 6, appoggiato dal governo ma respinto dall'assemblea. All'interno dello stesso equivoci dettati da -”un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non coincide con la struttura del teso”- , puntualizza il relatore. Passano invece: l'articolo 1 del ddl sull'autonomia scolastica, capace di esaltare il Ministro dell'istruzione Giannini che twitta -”Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia”. Viene approvato successivamente l'articolo due che prevede l'aumento delle responsabilità per il dirigente scolastico. Più tardi è la volta dell'articolo 3, che prevede l'ingresso nelle scuole del “curriculum dello studente” oltre all'introduzione di insegnamenti opzionali che faranno media all'esame di Stato. Superano la votazione anche gli articoli 4 e 5, che prevedono rispettivamente l'alternanza scuola lavoro, capace di dirottare il percorso scolastico dei giovani verso il mondo del lavoro nel corso degli ultimi tre anni delle scuole superiori e l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. L'articolo 7 , preceduto dallo scivolone sul sesto, prevede invece lo stanziamento di 90 miliardi per l'innovazione digitale. Arrivati all'articolo numero 8, la seduta si chiude incoraggiata anche dal fatto che la giornata sta volgendo al termine. La votazione che ha visto finquì il governo barcamenarsi tra rifiuti ponderati e larghe intese riprenderà lunedì. LE PROTESTE IN PIAZZA Clima rovente invece in piazza dove impazza la protesta. Di fronte al Pantheon, sindacalisti e insegnati fanno muro alla dottrina sulla scuola propinata dal governo. Intervengono al sit in anche alcuni parlamentari durante una pausa dalla seduta. Nasce una piccola discussione tra Fassina della minoranza PD e una frangia di manifestanti, e ancora è la volta di Susanna Malpezzi della commissione Cultura, contestata all'urlo di-”Malpezzi vattene”- . Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda quello di ieri è stato solo l'inizio. Promettono di essere li anche lunedì e martedì. Non solo, c'è chi minaccia il blocco degli scrutini con conseguenti ripercussioni sugli alunni, come i Cobas che hanno già indetto sciopero per i due giorni che seguono la chiusura dell'anno scolastico. Al blocco delle attività affiancano anche una manifestazione prevista per il 7 giugno. In questo modo i Cobas sperano di coinvolgere anche altre sigle sindacali nel duro braccio di ferro che stanno portando avanti.

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Data 17 -05-2015 n Sole9]{l mmrn Pagina 17

Foglio 1

Confermati due giorni di sciopero durante gli scrutini, la risposta di Alesse: valuteremo -Sindacati divisi

Scuola, Cobas nel mirino del Garante Renzi: ascolto ma è diverso da assecondare, gli assunti resteranno -«Paura delle elezioni? Nel 2018»

Giorgio Pogliotti ROMA

Nel mirino della commissio­ne di Garanzia sono fIniti i Cobas che hanno annunciato due giorni consecutivi di sciopero che im­patteranno sugli scrutini e su ogni attività scolastica, a partire dal giorno seguente la fme delle le­zioni (scaglionati a seconda delle regioni). Il presidente dell'Auto­rità sugli scioperi ha lanciato un monito: «Chi si muove al di fuori della legge e delle regole produce un danno a senso unico contro gli studenti e le loro famiglie -ha det­to Roberto Alesse - a loro dovrà spiegare le ragioni di un eventua­le blocco illegale degli scrutini. L'Autorità valuterà se la procla­Jl}.azione dei Cobas è legittima, e lo farà con il massimo rigore, a tu­tela degli utenti». In caso di viola­zioni è previsto il ricorso alla pre­cettazione, con sanzioni econo­miche per i sindacati responsabili da smila a 100rnila euro.

Mentre Flc-Cgil, Cisl-scuola, Uil-scuola, Gilda e Snals prose­guono il pressing per ottenere modifIche al Ddl scuola, dicen­dosi pronti a proseguire la mobi­litazione con scioperi brevi, non di un'intera giornata, che potreb­bero anche coinvolgere gli scru­tini, nel rispetto dei limiti fissati dalla legge. In attesa che domani alla Camera riprenda l'esame del

Da domani riprende l'esame alla Camera a partire dall'articolo 8. Il voto finale dell'Aula di Montecitorio è previsto per mercoledì

disegno di legge (venerdì sono stati approvati i primi? articoli), il premier Matteo Renzi replica su twitter alle critiche di un fol­lower (<<parlate tanto e non ascoltate nulla») sostenendo che «ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici».Alla do­mandase sia più preoccupato per il destino dei professori o per le prossime elezioni, Renzi rispon­de «le elezioni politiche saranno nel2018. Quelle europee nel 2019. Lascuolac'èsempre».Achiloac­cusa di aver fatto una riforma ca­lata dall'alto, il presidente del

Consiglio risponde «Lei ha par­tecipato alle consultazioni sulla Buona Scuola? Abbiamo iniziato a settembre», pur assicurando «sto leggendo le risposte dei prof, faremo tesoro di suggeri­menti e critiche».

Il fronte dei sindacati che hain­detto lo sciopero delS maggio at­tende di conoscere le risposte che arriveranno dalla Camera: «Da domani partono le mobilitazioni con assemblee nelle scuole -spie­gaDomenico Pantaleo (Flc-Cgil) - e il coinvolgimento di studenti e famiglie. Nell'incontro nella sede del Pd ci è stato detto che le modi­fIche al Ddl saranno presentate anche al Senato, ipotizzando tre passaggi parlamentari. Senza il consenso nella scuola, sarà diffI-

cile attuare la riforma». Cauto sullo sciopero Francesco Scrima (Cisl scuola): «Abbiamo un con­fronto in atto. Aspettiamo l'esito e poi si vedrà». A Palazzo Chigi, nell'incontro con il governo, era stato preannunciato un tavolo con il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, atteso per martedì. «Dopo questo confron­to, unitariamente,conglialtrisin­dacati, decideremo cosa fare, se e come proseguire la mobilitazio­ne. Tutto dipende dalle risposte dell'Esecutivo».

La strategia delle cinque sigle è sintetizzata da Massimo Di Men­na (Uil Scuola) «Sono tre le que­stioni cruciali: la stabilizzazione dei precari, i poteri dei dirigenti scolastici, le tutele contrattuali. In assenza di risposte dal gover­no, e senza ulteriori modifIche in Parlamento, faremo scioperi che potrebbero coinvolgere anche gli scrutini, nel pieno rispetto della legge». In base all'accordo delI999 che regola il conflitto nella scuola, in concomitanza con gli scrutini si possono effet­tuare due scioperi - che vanno proclamati com S giorni di preav­viso -ma non si può provocare un ritardo nelle operazioni di scruti­nio superiore ai S giorni rispetto alla scadenza programmata, mentre non è ipotizzabile alcuno slittamento dei termini per le classichesvolgonogliesamicon-

clusivi dei cicli di istruzione (ter­za media, maturità, abilitazione professionale). Di Menna esclu­de ci possa essere un altro sciope­ro per l'intera giornata, come ilS maggio: «Ci è costato 42 milioni di euro che ci piacerebbe venis­sero restituiti alla scuola e non possiamo chiedere altri sacrifIci a professori e personale Ata».

Quanto agli scioperi dei Co­bas, interessano 1'8 e 9 giugno Emilia-Romagna e Molise; il9 e il 10 Lazio e Lombardia; il 10 e l'n Puglia, Sicilia e Trentino; l'n e il 12

Liguria, Marche, Sardegna, To­scana, Umbria, Campania e Ve­neto; il 12 e ilI3 Abruzzo, Basilica­ta, Calabria, Friuli Venezia Giu­lia, Piemonte e Val d'Aosta; ilI? e ih8 per l'Alto Adige.

Alla Camera il voto fInale è pre­visto per mercoledì 20 maggio; si tratta di capire cosa farà la mino­ranza del Pd, visto che diversi esponenti (da Gianni Cuperlo a Stefano Fassina, a Guglielmo Epi­fani, a Alfredo D'Attorre) hanno partecipato all'assemblea di ve­nerdì dei sindacati che hanno il sostegno di Sel e Movimento S stelle. Un appello a favore del Dd! è stato lanciato da Maurizio Sac­coni (Ap): «Tutta la destra libe­ralpopolare, tanto di maggioran­za quanto di opposizione, ha il do­vere di difendere la riforma della scuola dai tentativi di "spiumarla" messi in atto dalle corporazioni e dall'area conservatrice del Pd».

It,Rlf'RODUZlONERISERVATA

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n Sole9]{l mmrn Data 16-05-2015 Pagina 4 Foglio 1

vie della ripresa approvate Via libera alle materie opzionali, al curriculum degli studenti e ai 90 milioni per scuola digitale e laboratori

I Ilkm in COI1 ì sindacati I All'assemblea pubblica contro la riforma

presenti Civati, Cuperlo, Epifani e Fassina IN

Sì della Camera all'alternanza scuola-lavoro Per la riforma primi voti in Aula - Il premier: niente decreto legge per le assunzioni dei precari

Giorgio Pogliotti Claudio Tucci ROMA

Più alternanza scuola-lavoro (le ore di formazione on the job salgono ad almeno 400 ore negli ultimi tre anni degli istituti tecni­ci e professionali, si scende a 200 ore neilicei) . Arriva il curriculum dello studente, che sarà valutato all'esame di maturità. Si apre agli insegnamenti opzionali (fami­glie e studenti dal terzo anno po­tranno scegliere una parte del proprio percorso, fermo restan­do le discipline base).

La Camera ha approvato ieri i primi sette articoli del Dd! «Buo­na Scuola». Fuori dall'Aula, in piazza, i sindacati hanno conti­nuato la protesta e confermato la volontà di scioperare anche du­rante il periodo degli scrutini. Il premier, Matteo Renzi, ha rispo­sto di voler proseguire nella linea del dialogo,maharibadito che alla fme «si deve decidere. L'Italianon può più perdere tempo». Il presi­dente del Consiglio non ha fatto passi indietro sul piano di maxi­stabilizzazione di oltre 100mila precari, che non sarà stralciato per fmire in un decreto legge; e

Le novità approvate

Arriva il curriculum dello studente di cui si tiene conto nell'esame di Stato. I1curriculum raccoglierà non solo i dati relativi al percorso di studio, ma anche le esperienze di alternanza,le attività culturali, sportive e di volontariato dei ragazzi. Inoltre si apre agli insegnamenti opzionali alle superiori. Così ragazzi e famiglie potranno scegliere una parte del percorso formativo, ferme restando le discipline base

non ci saranno retromarce nean­che sulla valutazione dei docenti: «Ci sono soldi in più, premiamo chi è stato più bravo». Mentre sul­l'ipotesi di precettazione dei do-

centi in caso di astensione per bloccare gli scrutiniRenziha par­lato di «tema abbastanza prema­turo», pur ritenendo la «stragran­de maggioranza dei professori «persone serie», che «non pena­lizzano i propri studenti».

Ma il clima, anche dentro Mon­tecitorio, resta teso. E non manca

qualche intoppo. La commissio­ne Bilancio ha dato parere favore­vole al Dd! con una trentina di os­servazioni, trasformate in altret­tanti emendamenti (sostanzial­mente per garantire l'invarianza finanziaria delle norme). Duran­te l'esame dell' articolo 6 si è posto in votazione un emendamento della Bilancio e il governo è stato battuto, ma la relatrice, Maria Co­scia (Pd), ha subito chiarito che il disco rosso «non incide sul com­plesso della legge». D n auspicio a non procedere «muro contro muro» è arrivato anche dalla se­gretario generale della Cei, Nun­zio Galantino.

I lavori dalla Camera riprende-

Si rafforza l'alternanza: leoredi formazione on the job salgono ad almeno 400 negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali; e arrivano ad almeno 200 nei licei (sempre negli ultimitre anni). Il governo stanzia 100 milioni di euro (si decuplicano i fondi attuali, circa 11 milioni). L'alternanza si potrà svolgere a nche a Il' estero per favorire anche l'acquisizione di una lingua

ranno lunedì dall' articolo 8 (orga­nico dell'autonomia). E si affron­teranno pure i temi divisivi del ruolo dei presidi e della valutazio­ne dei docenti. «Continueremo a dialogare con tutti - sottolinea la responsabile Scuola del Pd, Fran­cescaPuglisi -. Crediamo che lari­formacontengaciòcheservedav­vero alla scuola italiana».

Tra gli articoli approvati ieri spicca la definizione del «Piano dell'offerta formativa (Pof)>>, che conferma il passo indietro sui po­teri del preside: il dirigente for­mulerà solo gli indirizzi del Pof, ma sarà il collegio dei docenti a elaborarlo e il consiglio diistituto, nel quale siedono anche studenti e famiglie, ad approvarlo. Disco verde anche alle disposizioni sul­l'insegnamento nelle carceri e sull'innovazione (qui si stanziano 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori). Ok anche a una prima semplificazione deglilts (si continua però a non affrontare il nodo governance).

Tornando all'assemblea pub­blica organizzata da Flc-Cgil, Ci­sI-Scuola, DiI-Scuola, Snals e Gil­da, hanno partecipato circa un centinaio di persone; tra loro c'erano esponenti di SeI, della mi-

(iOVIEIUJO La maggioranza è andata sotto su un emendamento della commissione Bilancio. La relatrice Coscia (Pd): non incide sul complesso della legge

noranza del Pd e del Movimento 5 Stelle come Alessandro Di Batti­sta. C'è stato qualche battibecco tra alcuni precari e Stefano Fassi­na, in piazza insieme a Guglielmo

Epifani, Gianni Cuperlo, e al fuo­riuscito Pippo Civati, mentre al suo arrivo è stata contestatala de­putata renziana Simona Malpez­zi, giunta per ascoltare. I sindaca­listi hanno ribadito la richiesta di stralciare il piano delle assunzioni dalDdledi modificare lapartedel provvedimento relativa ai poteri del dirigente scolastico. Come forma di lotta, per aggirare la pre­cettazione che scatterebbe in ca­so di blocco degli scrutini, il coor­dinatore della Gilda, Rino Di Me­glio, ha proposto uno sciopero al contrario: fare gli scrutini in mo­do molto scrupoloso, sollevando continuamente il "legittimo dub­bio", per determinare uno slitta­mento dei tempi senza incorrere in sanzioni. Massimo Di Menna (DiI Scuola) ha contato ben 342 circolari emesse dal ministro Giannini, quasi una al giorno, ed ha citato il premier Renzi «che nel video della lavagna ha indicato come obiettivo l'eliminazione delle circolari».

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 17 -05-2015 Pagina 2 Foglio 1 /2

La divisione tra i sindacati. E il premier difende la riforma su Twitter

La sfida dei Cobas sulla scuola «Bloccheremo gli scrutini»

«Blocco di tutti gli scrutini e di ogni attività scolastica per tutto il personale per due gior­ni consecutivi, a partire dal giorno seguente la fine delle le­zioni, differenziata per regio­ne», oltre a una <<lllanifestazio­ne nazionale il 7 giugno» e a «due giornate di mobilitazione unitaria tra il 18 e il 20»: i Cobas provano ad alzare il livello dello scontro sulla riforma della scuola, approdata alla Camera, e annunciano lo sciopero degli scrutini. n rischio? Che voti ed esami slittino, con conseguen­ze spiacevoli per studenti, fa­miglie, casse dello Stato.

Ma l'annuncio resta per ora isolato: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, forti dei 618 mila portati in piazza il 5 maggio, con uno sciopero costato ai dipendenti 42 milioni, si smarcano dal sin-

115 per mille Il sottosegretario Faraone annuncia: «Cambieremo il 5 per mille come richiesto»

dacato di base, che rappresenta il 3,5%. «Sappiamo che il clima potrebbe spingere anche molti nostri iscritti ad aderire», am­mette Francesco Scrima, Cisl: ma i confederali aspettano che il governo «faccia un atto di re­sponsabilità». Non ci stanno a essere trascinati nella polemi­ca politica: «La nostra battaglia p.on ha niente a che vedere col rapporto tra maggioranza e op­posizione e coi rapporti all'in­terno del Pd», precisa Massimo Di Menna, Uil. Insistono: «Su assi.mzioni per tutti, contratti e poteri dei dirigenti non cedia­mo», dice Mimmo Pantaleo, Cgil. Ma prestano anche orec­chio ai segnali che arrivano dal governo. A partire dal presi­dente del Consiglio Matteo Renzi, che twitta tutto il sabato pomeriggio per rispondere agli

insegnanti e ai critici: «Certo che chi è stato assunto non è li­cenziato dopo tre anni. È una delle tante leggende metropo­litane». E poi: «Cosa c'entra la mafia con i dirigenti scolasti­ci?». E ancora: «Non stiamo li­cenziando nessuno. E il piano pluriennale c'è. Ma con concor­so». Per concludere: «Faremo tesoro di suggerimenti e criti­che, ma ascoltare non significa assecondare» .

L'obiettivo è chiaro, e confer­mato dallo staff che sta cercan­do quella mediazione che a og­gi sembra ancora possibile: «L'importante è mantenere in­tegro l'impianto. Di tutto il re­sto si può discutere», spiega il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone. Piccole aper­ture sono in arrivo: <<Alla Ca­mera modificheremo il 5 per

Ministro Stefania Giannini, responsabile dell'Istruzione, dell'università e della ricerca dal febbraio 2014 (Roberto Monaldo/LaPressel

mille nella direzione richie­sta», quindi nell'ottica di non favorire i versamenti solo per le scuole più ricche e fortunate, anticipa. E prende piede anche l'ipotesi che a Montecitorio la riforma possa essere approvata senza scossoni, come ha dimo­strato il voto veloce degli arti­coli dal 1 ° al 7° (escluso il 6°). E che poi a Palazzo Madama pos­sano arrivare i cambiamenti ve­ri, anche su assunzioni (all'esa­me l'ipotesi di aprire a precari di II fascia e Tfa) e presidi. «Stiamo cercando punti di in­contro - conferma la relatrice Maria Coscia - come l'emen­damento approvato contro le chiamate discriminatorie: ma bisogna parlarne, altrimenti la tensione resta alta».

Valentina Santarpia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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T a sfida dei Cobas sulla scuola «Bloccheremo gli scmlllu»

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COBBIEBE DELLA SEBA

La riforma

_lIgovemo Renziha promosso un piano di riforma dell'Istruzione ribattezzato «la Buona scuola». Presentato a settembre 2014e sottoposto per un mese a discussioni in un tour nelle città italiane e a una consultazione online,si articolava in principio intomoa 12 punti.

e Tra gli elementi principali, l'assunzione di «150 mila precarb), l'abolizione delle supplenze a breve termine, premi agli insegnanti più bravi, un rapporto più intenso con il mondo del lavoro e una maggiore attenzione alle nuove esigenze formative, con un migliore insegnamento delle lingue straniere e una nuova centralità delle competenze informatiche

• Il piano dopo una serie di modifiche è diventato un disegno di legge ora all'esame della Camera,che venerdì ne ha approvato sei articoli. I sindacati. fortemente critici, hanno attaccato i n particolare le misure sui precari, quelle sul cosiddetto «preside-sindaco», sulle procedure per la scelta dei docenti e di assegnazione dei bonus in base al merito

Gli articoli approvati alla Camera

L'articolo 1 L'artic:olo 2 Liartkolo3 del ddl della parla del Pof, il introduce il Buona scuola Piano dell'offerta curriculum dello approvato alla formativa, che studente, che sarà Camera ogni scuola valutato anche incrementa sceglie in base alla Maturità . "autonomia alle sue esigenze per un giudiZiO scolastica e al territorio complessivo

L'articolo 4 è sull'alternanza scuola-lavoro: fino a 400 ore di stage in azienda per tecnici e profeSSionali

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L'articolo 5 prevede il rafforzamento dell'Istruzione anche in altri ambiti, come gljistituti

L'articolo 7 è quello che parla del Piano nazionale della scuola digitale: sul piatto 90 milioni

e 200 per lliceall penitenziari perii 2015

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J a sfida dei Cobas sulla scuola «Bloccheremo gli SCl1llllU»

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 1 /2

Basta un prof per fermare una classe Mal di testa improvviso c visita dal ncurologo, o interventi firune per allungare i tempi I trucchi per boicottare i giudizi. «Nel '88 ci tuffammo nel lago gelato per mnrnalarci»

d i fabrizio Caccia

ROMA « ... E poi c'è sempre la fa­mosa epidemia!». il prof duro e puro alle prese col ddl Renzi, che si sente umiliato «da anni di tagli» alla scuola, dal «con­tratto bloccato ormai dal 2006», prova uno scatto d'orgo­glio ricordando quella «magica senI» di primavera romana del 1988, quando lui e un po' di col­leghi - alla vigilia degli scruti­ni di un'altra stagione di lotte - decisero di tuffarsi insieme nelle acque gelide dellaghetto dell'Euro li risultato fu che, il mattino dopo, vennero tutti colti da attacco febbrile e gli scrutini in q1.}estione slittarono di giorni, settimane, fino ad av­venuta guarigione. Il' «party epidemico» - come fu ribat-

tezzato - superò indenne le visite fiscali.

Tutte le strade portano al «blocco». Sono svariate- e assai fantasiose - le vie della protesta quando il gioco si fa duro, nel mondo della scuola. «Attenzione però, il "datevi malati" è !'indicazione sbaglia­ta», eccepisce convinto il por­tavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi. «Noi non stia­mo giocando a nasconderci né vogliamo la prova muscolare col governo - spiega -. Cre­diamo anzi che la lotta contro il ddl Renzi debba andare avanti a' viso aperto, con la massa di consenso più larga possibile al­le spalle, compresi sperabil­mente i confederali e quelli di Gilda e Snals, perché altrimenti se il numero di chi protesta non è adeguato, anche trucchi e trucchetti alla fine non fun­zionano». Già, i «trucchetti»: Uno di questi, nel gergo delle lotte, quando s'avanza lo spet­tro della precettazione per non far slittare gli esami, viene an­che chiamato «sciopero deon­tologico» o «deontologia ap-

Sto leggendo le risposte dei prof. Faremo tesQro di suggerimenti e critiche. La scuola è LA sfida per riportare l'1talia a fare ... l'Italia

@gae1972 non stiamo licenziando nessuno. E il piano pluriennale c'è. Ma con concorso

@CateOliverio mi perdoni, ma cosa c'entra la mafia con i dirigenti scolastici? Non le pare un giudizio superficiale?

plicata». Succede quando un consiglio di classe decida di mobilitarsi, senza voler patire le trattenute in busta paga de­gli scioperi legittimi o le multe esose di quelli non proclamati: la tecnica è auella di affrontare le valutazioni degli studenti «con molta calma». Così, con le aule-pollaio di oggi, con 28-30 alUIlni da esaminare, ognu­no dei 10 prof del consiglio di classe comincerà a parlare «ad libitum»», per ore, del singolo candidato, col risultato che lo scrutinio dell'intera classe ter­minerà dopo settimane.

Stefano D'Errico, segretario nazionale di Unicobas, ricorda le proteste estreme di fine anni Ottanta, «con gli scrutini che slittarono di un mese, ne parla­rono pure in Argentina ... ». Pe­rò i tempi sono cambiati, già nel 'go intervenne la legge 146 che stabilì precise sanzioni in caso di sciopero selvaggio. Contro le multe (che oggi van­no da 200 euro in su a seconda dei giorni d'astensione) si è già sperimentata - «e lo si farà probabilmente anche quest'an­no», prevede Bernocchi -l'ef-

ficacia della «cassa di resisten­za» o «di solidarietà», un fon­do comune per ammortizzare la protesta a oltranza, pagando un po' tutti le spese di ognuno.

il fatto è che per essere vali­do, lo scrutinio dev'essere svol­to da un «collegio perfetto», cioè vi devono presenziare tutti gli insegnanti del collegio di classe: basta che ne manchi uno e si blocca. Si capisce come sia facile - in linea teorica -rallentarne i tempi. E sebbene, per far svolgere gli scrutini del­le «classi terminali», quelle cioè con gli esami alle porte, i prefetti possano decidere la precettazione, ecco - conclu­de il prof duro e puro che 30 anni fa s'immerse nellaghetto dell'Eur - che anche oggi, nel­la Scuola 2.0, la risposta più ef­ficace può rivelarsi il certificato medico: «Un improvviso forte mal di testa accusato durante lo scrutinio e una visita successi­va dal neurologo, perché il ddl Renzi in fondo produce incu­bL».

Già. Bisognerà vedere, però, in quanti lo seguiranno.

fabrizio Caccia ,s) RIPRODl)?IONr RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

le regole

lIf, Basta che scioperi un solo insegnante per bloccare gli scrutini: il capo di istituto non può infatti sostituirlo in nessun caso. Lo scrutinio viene sospeso e rinviato finché non sono presenti tutti gli insegnanti

lIf, Il preside non può neppure spostare lo scrutinio a sciopero già proclamato (una modifica della data limiterebbe il diritto di sciopero, un comportament o antisindacale e quindi sanziona bile in base allo Statuto dei lavoratori)

lIf, Unallegato al contratto della scuola (attuazione legge 146/90) chiarisce però che se gli scioperi awengonoin concomitanza con gli scrutini non possono fare slittare gli stessi nel caso che siano necessari allo svolgimento degli esami finali (di terza media odi Maturità). Negli altri casi possono farli slittare solo fino a un massimo di 5 giorni

L'attesa per il voto e restate che incombe

Un am10 di scuola condensato in una mattina, il profumo e i suoni dell' estate che entrano dalle finestre. Da studenti, i giorni degli scrutini sono stati da sempre questo, a qualunque latitudine, qualunque fossero le leggi scolastiche in vigore o le vertenze sindacali in atto. c'è quel senso di atmosfera sospesa, di attesa prima dell'esposizione dei tabelloni col verdetto fiI1ale; c'è voglia che tutto si compia alla svelta perché la tensione è tanta e perché là fuori il mondo intero aspetta di essere conquistato ed esplorato. Il protagonista del «Giardino dei Finzi Contini» vaga un pomeriggio intero in bicicletta per Ferrara perché non ha il coraggio di tornare a casa e dire ai genitori di essere stato rimandato in matematica. Passerà ore di tormento ma in compenso incontrerà la donna che segnerà per sempre la sua vita. Gli scrutini, in fondo, sono anche questo.

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Ritaglio

Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 2/2

SCRUTINIO

Dal1atino scrutinium <<frugamento, perquisizione». Indica una scelta a cui si perviene attraverso l'attento esame di titoli o voti. Nella scuola è la valutazione, periodica e di fine anno, dell'apprendimento degli studenti fatta dal consiglio di classe presieduto dal dirigente scolastico (o da un suo delegato). Per la validità delle deliberazioni da assumere devono essere presenti tutti i docenti, secondo il principio del cosiddetto «Collegio perfetto». Nel caso un docente sia assente (per malattia, congedo maternità o simili) deve essere sostituito da un altro insegnante della medesima materia in servizio presso la stessa scuola. O da un altro individuato tramite le graduatorie dei supplenti.

!Il R!PRODUZiONE RiSERVATA

PRECETTAZIONE

È il provvedimento amministrativo straordi·· nario con il quale l~autorità competente può imporre il. termine di uno sciopero e la ripresa del lavoro. Introdotto in Italia dalla legge del 12 giugno 1990 (poi modificata nel 2000), ~i applica solo ai servizi essenziali di pubblica utilità e può riguardare, oltre ai lavoratori dipendenti, anche i privati che li gestiscono. Nel caso in cui i lavoratori precettati si rifiutino di tornare al lavoro, possono incorrere in una sanzione pecuniaria per ogni giorno di violazione, fino all'arresto per interruzione di pubblico servizio. II garante per gli scioperi Roberto Alesse ha detto che in caso di blocco degli scrutini la precettazione sarebbe «la via obbligatoria».

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COBBIEBE DELLA SEBA I

Data

Pagina

Foglio

16-05-2015 6 1

Scuola, approvati i primi articoli N o di Renzi allo stralcio delle assunzioni Respinta la richiesta della minoranza demo TI voto sui presidi rinviato a lunedì

«Pronti a discutere nel meri­to di tutto. Ma dopo aver di­scusso, si decide. L'Italia non può più perdere tempo»: il pri­mo tweet di giornata del pre­mier Matteo Renzi dà la linea al disegno di legge sulla scuola, che approda alla Camera men­tre la minoranza del Pd tenta l'abbraccio con SeI, Movimento 5 Stelle e sindacati, scendendo in piazza del Pantheon a Roma.

«Facciamo le assunzioni e solo dopo un vero confronto approviamo le altre norme», invoca dalla minoranza dem Stefano Fassina. Ma Renzi va availti «come un treno»: fare subito le assunzioni stralcian­dole dal ddl scuola «è impossi­bile - spiega -, perché senza un nuovo modello» la scuola diventerebbe «un grande am­mortizzatore sociale». E il pre­mier ostenta sicurezza anche

ARoma

27 Un momento dell' assemblea delle sigle

Gli articoli sindacali della scuola ieri al

del disegno Pantheon,a di legge Roma, per di riforma del sistema

protestare contro il ddl del

nazionale governo Renzi di Istruzione sulla «Buona e formazione scuola». (<<La Buona

Il tutto mentre scuola») varato la Camera dal Consiglio approvava i dei ministri il 12 marzo

primi articoli della riforma (foto Percossi / Ansa)

sul paventato blocco degli scrutini. Non solo perché il Ga­rante degli scioperi potrebbe precettare gli insegnanti, con­siderando lo sciopero «illegit­timo»: per Renzi l'ipotesi bloc­co «è un tema prematuro, una questione tecnica», dunque «se ne parlerà più in là».

Ora a tenere banco per il pre­sidente del Consiglio e i suoi è il disegno di legge, quei 27 arti­coli ritoccati decine di volte dalla commissione Cultura e che nel pomeriggio di venerdì - a parte la pausa manifesta­zione - sfilano veloci al voto della Camera, «battezzati» dai tweet dei big che hanno contri­buito al testo. <<Approvato arti­colo 1 #labuonascuola. Final­mente si potrà dare piena at­tuazione all'autonomia», scrive il ministro dell'Istruzione, Ste­fania Giannini, che intanto fa

una lunga chiacchierata con il capogruppo uscente del Pd Ro­berto Speranza. «Montecitorio approva art. 2: ogni scuola sce­glie piano offerta formativa se­condo esigenze studenti e ter­ritorio», sintetizza il sottose­gretario all'Istruzione, Davide Faraone. «Con l'articolo 3 viene introdotto il curriculum dello studente, che sarà valutato alla Maturità», sottolinea la depu­tata pd Anna Ascani, che con Simona Malpezzi «sfida» il centinaio di persone al Panthe­ono «Con #labuonascuola raf­forzato legame scuola-lavoro, ecco cosa dice l'articolo 4 appe­na approvato», cinguetta il mi­nistero dell'Istruzione. Aggiun­gendo un'ora dopo: «Ok su ar­ticolo 5 per rafforzare insegna­mento in istituti penitenziari». Mentre il pd Filippo Crimì esul­ta per «l'articolo 7 per il Piano

nazionale della scuola digita­le». Accantonato l'articolo 6, sugli istituti tecnici superiori: il capogruppo vicario pd Ettore Rosato minimizza come <<inci­dente di percorso» lo scivolone del governo che va sotto duran­te il voto, ma di fatto manca il parere della commissione Bi­lancio su un emendamento della Commissione. Rinviati a lunedì i voti su articolo 8 (rete di organico funzionale) e 9 (po­teri dei presidi), due temi caldi. E i sindacati affilano già le ar­mi: FIe CgU, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Montecitorio lunedì e martedì. Mentre l'Anief insiste: l'approvazione alla Camera pu­ra «formalità», la partita vera «si gioca al Senato».

Valentina Santarpla 'WII @ValentinaSant18

© R!PRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica Data 16-05-2015 Pagina 2/3 Foglio 1 /2

Scuola, arrivano i primi sÌ alla riforma Sindacati in piazza: "Protesta a oltranza"

Approvati 6 articoli alla Camera I prof: "Bloccheremo gli scrutini" Critiche a Fas5ina: "Visvendete"

CORRADOZUNINO

ROMA. In aula si approvano gli articoli dall'l al 7 - escluso il 6, in attesa di parere di bilancio - alla velocità gradita al premier. Autonomia

scolastica, cento milioni sull' alternanza scuo­la-lavoro, novanta sullo sviluppo digitale in classe e inuovilaboratori, poi lezioni nelle car­ceri, contrasto al bullismo, più ginnastica, l'in­troduzione in aula dell'a:Jimentazione, della

storia del cinema, la cittadinanza attiva. Fuo­ri,ma proprio fuori dalla Camerachevistaeap­prova "La buona scuola", duecento passi da lì, al Pantheon, si alza invece il livello della prote­sta degli insegnanti: «Andiamo avanti nella mobilitazione», urla Mimmo Pantaleo, segre­tario scuola della Cgil, «scioperiamo durante gli scrutini, senza danneggiare le famiglie, ese il garante ci vuole fermare la risposta sarà du­ra. Trasformeremo le scuole italiane in un'u­nicaassemblea».Assembleepermanenti, vec­chi tempi.

La base spinge - perché la protesta negli istitutieinstradaètenutasudaidocentiinruo­lo ancor prima che dai precari - ed è pronta a giocarsi tutte le armi. Cisl e Uil sul blocco degli scrutini frenano, il presidente dell' autorità su­gli scioperi ha ribadito: «Se si fermano nel pe­riododellepagelleprecettonuoviinsegnanti» .

Unicobas, però, ha già proclamato lo" strike fi­naie": sarà nel periodo compresotral'8, ultimo giorno di scuola, e il 18 giugno. GiulianaAnto­netti, abilitata di seconda fascia, già vicepresi­de sul Lago di Garda, ora in una scuola parita­ria romana, dice: «Abbiamo fatto ginnastica mentale per dieci anni: siamo abituati alla lot­ta. Assunti a settembre, licenziati a giugno. La vita da precario del Miurè durissima. Noncifa­remo licenziare da Renzi, siamo in tanti».

Al Pantheon (ieri pomeriggio) sono solo in trecento, masi considerano avanguardia: «115 maggio ha scioperato il 67 per cento degli in­segnanti, il premier ci ha davvero uniti». Alle quattro e mezza passate arriva il plotone dei parlamentari dissidenti, a piedi ovviamente. Sei ha chiesto e ottenuto, nel turbine delle ap­provazioni, un'ora di tempo per incontrare il presidio dei cinque sindacati. Non fila via liscia quasi per nessuno, fischiati, arronzati. Simona Malpezzi, insegnante Pd, renziana di genera­zione e di slancio, si prende il coretto ·Vattene a casa, Malpezzi vattene a casa". Accompa­gnata da Anna Ascani, precisa: «Mi chiamano per nome perché mi conoscono, dialogo conio­ro da mesi».

Arriva Gianni Cuperlo, poi l'ex segretario del Pd, Guglielmo Epifani. Pippo Civati, fresco fuoriuscito, commenta: «Il Pd sta perdendo il suo elettorato». Stefano Fassina, che ha appe­so il suo restare nel partito a tre punti - stabi­lizzazione nel tempo di tuttii precari, meno po­teri ai presidi, via la chiamata diretta degli in­segnanti -, viene attaccato da una seconda fa­scia: «Vistatetuttisvendendo». L'aumento dei toni segnala, in piazza, il timore della sconfit­ta. Chi propone di assumere i 36 mesi. chi chie­de i tirocinati dentro subito. Giovanni Scaglio-

ne - lui terza fascia in un comprensivo di Ostia, 50 anni, otto di Storia dell' arte insegna­ta in classe, a settembre sarà per strada - so­stiene che alla stuoia servono più di 160 mila docenti e che bisogna lasciare andare in pen­sione i profusurati per liberare cattedre. Mar­co Pannella filosofeggia: «lo sono vecchio e Renzi non so chi sia». I cinque Stelle non fanno distinzione tra Pdmaggiore e minore: «Venite in piazza a piangere, poi tornate dentro e fate tutto quello che vi dice i! ras».

Il ministro Stefania Giannini twitta, da den­tro, ogni articolo approvato: "Articolo 2, scuo­leapertei! pomeriggioeclassimeno affollate ... Articolo 3, curriculum dello studente". Il Mo­vimento 5 Stelle, con un emendamento anti griffe, ha evitato registri di classe con i!logo della Nike: niente sponsor privati in Classe. So­no 750 gli emendamenti sopravvissuti. Poi ar­riva lo scivolone: il governo va sotto su una va­riazione all'articolo 6. Ha dato parere favore­vole, così la relatrice di maggioranza, ma non

passa: 130 sì. 163 no. Il gruppo Pd stàva discu­tendo come votare, il presidente Roberto Gia­chetti ha chiuso in fretta. Poi si è scusato: «Ho indotto una votazione che sarebbe andata di­versamente».

In mattinata Matteo Renzi era stato, al soli­to, tranchant «Lo stralciodelle assunzioni non si farà e non si toccano i soldi in premio agli in­segnanti più bravi. L'lta:Jia non può più perde­re tempo». Il sindacato di base Aniefrilancia sull'ultima vittoria in tribunale: «Il ministero cede le armi dopo l'annuncio dei nostri ricorsi: sì all'inserimento degli abilitati in seconda fa­scia». Molti docenti immaginano che sarà un tribunale l'ultima speranza per!lntrare dopo il grande setaccio della Buona scuola. Si riparte lunedì, dall' articolo 8 (su 27). Mercoledì i! vo­to finale, poi i! complicato passaggio al Senato.

© RIPAODUZIONE RISERVATA

L'AUTONOMIA L'articolo l, approvato ieri alla Camera, prevede l'introduzione dell'autonomia dei singoli istituti. Scelta di docenti e programmi

L'ORGANICO L'articolo 2 delinea l'organico dell'autonomia scolastica: "Funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali"

GLlITIS Con l'articolo 6 sono stati affidati fondi agli Istituti tecnici superiori (ltis) collegando queste istituzioni specializzate allivello di occupazione giovanile

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la Repubblica Governo battuto per "errore tecnico" su un emendamento. Il ministro Giannini: "Stanziati 90 milioni per il piano digitale"

Cgil: "Sciopereremo senza danneggiare le famiglie, se il garante ci vuole fermare la risposta sarà dura"

Data 16-05-2015 Pagina 2/3 Foglio 2/2

Scuola,amvano I pnmlsÌ allanfonna Smdacatl m pIazza "Protesta a oltranza"

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Data 17 -05-2015

LA STAMPA Pagina 6 Foglio 1

Scuola, sindacato diviso I Cobas: stop agli scrutini Sfida al Garante. Le altre sigle: prima il confronto con il governo

la legge

_ lo scrutinio è fatto dal Con­siglio di classe. _ Devono essere presenti tutti i docenti perché sia vali­do. _ Nel caso un docente sia assente va sosti­tuito con un docente della stessa materia della scuola. _ Se il docen-te non esiste ne va nominato uno scorrendo la graduatoria dei supplenti. _lIdocente che sciopera non può essere sostituito. _ Il dirigente di istituto non

I può spostare lo scrutinio a scio­pero già procla­

I mato. _ lo sciopero non può differi­

I re gli scrutini propedeutici all'esame di

I terza ~~dia e di matunta. _Anchenegli

I altri casi lo s~io­pero nonpuo far slittare gli

I scrutini oltre i 5 giorni della scadenza pro-

I grammata.

ROMA

La minaccia parte pesante ma già in serata finisce derubricata a «fuga in avanti» di organizza­zioni di base. In mattinata i Co­bas avevano alzato il tiro contro il ddl «Buona scuola» procla­mando il blocco degli scrutini per due giorni. Analoga rispo­sta era arrivata già venerdì dal­l'Unicobas, che ha piazzato la stessa forma di protesta fra 1'8 e il 18 giugno, mentre gli altri sin­dacati del settore temporeggia­no o prendono le distanze.

Voto in aula, protesta fuori Il Garante sugli scioperi, Rober­to Alesse, conferma «massimo rigore a tutela degli utenti», ma i Cobas sono pronti a proseguire la lotta anche oltre i due giorni di blocco già indetti: ne discute­ranno durante il voto sulla rifor­ma alla Camera. Le altre sigle sindacali congelano nuove ini­ziative di protesta.

I Cobas sfidano «le minacce di precettazione» e lanciano un

In piazza La manifesta­

zionedi ve­nerdì a Roma,

di fronte al Pantheon

appello: «Facciano lo stesso tutti gli altri sindacati», invitati co­munque a manifestare, assieme al «popolo della scuola pubbli-

ca», domenica 7 giugno. Insom­ma in piazza i sindacati erano uniti contro la riforma, ma ades­so le sigle si dividono sul blocco degli scrutini. No secco della Ci­si, più possibilista la Cgil che pe­rò ammette che «non si tratta dello strumento migliore di mo­bilitazione: non lo abbiamo mai usato». Scioperi brevi, non di un'intera giornata, che potreb­bero anche coinvolgere gli scru­tini e, comunque, nel rispetto della legge, ipotizza la Uil. «Ab­biamo già deciso, tutti e cinque i sindacati (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals,) - spie­ga il leader Massimo Di Menna -di aspettare che il Governo af­fronti con noi le tre questioni cruciali: precari, poteri dei diri­genti scolastici, tutele contrat­tuali». Partita aperta,dunque. Battaglia sulle date Non c'è un calendario nazionale: i giorni in cui si fanno gli scrutini variano da scuola a scuola. E

dunque se i sindacati dovessero indire astensioni dal lavoro per il 3, il4 o il5 giugno è possibile che in qualche istituto ci siano scru­tini: per legge possono essere rinviati, rispettando un vincolo. Non devono slittare per più di 5 giorni rispetto alla scadenza programmata. Nel Pd France­sca Puglisi ricorda a Stefano Fassina che nel 2013 disse no a un piano di assunzioni di 60mila insegnanti. «II Governo inseri­sca in Aula le proposte che arri­vano dalla scuola» esorta l'espo­nente M5s, Luigi Di Maio.

«Spero che Renzi ci ripensi: le riforme di destra mettono il potere nelie mani di pochi e nella riforma non c'è un euro per il di­ritto allo studio» lamenta Artu­ro Scotto, capogruppo di SeI. Renzi mantiene dritta la barra, avverte che «ascoltare non è as­secondare», mentre si cerca una via d'uscita. Innanzitutto sui tempi. Il provvedimento, infatt~ sarà votato mercoledì in Aula per arrivare alla discussione ve­ra al Senato dopo la prima setti­mana di giugno. In pratica, ad elezioni regionali fatte. [GIA.GAL.]

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Data 17 -05-2015 Pagina 8 Foglio 1 /2

Renzi: ascolto i prof ma vado avanti

Scrutini, Cobas • • msaopero No del Garante

Sul blocco degli scrutini i Co­bas strappano e annunciano due giornate di mobilitazio­ne al termine delle lezioni. Immediata la replica del ga­rante degli scioperi che par­la di «atto illegittimo che danneggia studenti e fami­glie». Ma la mobilitazione dell'intero fronte sindacale prosegue. Da parte sua il premier Renzi prosegue la sua campagna informativa sulla riforma scolastica e, via Twitter, assicura: «Faremo tesoro dei suggerimenti e delle critiche dei docenti». Domani riprende a Monte­citono l'esame della riforma.

LIENZ! A PAGINA 8

Blocco scrutini, lo strappo dei Cobas Due giorni di stop. Il Garante avverte: atto illegittimo che danneggia studenti

ENRICO LENZI MILANO

locco degli scrutini e di ogni attività per due giorni al ter­mine delle lezioni. I Cobas

rompono gli indugi proclamando l'a­stensione dal lavoro e di fatto strap­pando l'unità del fronte sindacale. «Un atto illegittimo, che dovremo va-1utare» fa sapere Roberto Alesse, pre­sidente dell' Autorità di garanzia su­gli scioperi. Un'ulteriore scintilla su una situazione incandescente che sta accompagnando l'approvazione della riforma della scuola all' esame della Camera dei Deputati: da parte sua il premier Matteo Renzi prose­gue nella «campagna informativa» sul disegno di legge e contempora­neamente vuole lanciare segnali di­stensivi al mondo della scuola. «Sto

leggendo le risposte dei prof. Fare- dacale confederale (Cgil-Cisl e Uil) mo tesoro di suggerimenti e critiche» con l'aggiunta di Gilda e Snals (sto­fa sapere in uno dei diversi tweet che riche sigle dell' autonomia sindacale) il presidente del Consiglio è abitua - «ha deciso di aspettare che il gover­to a lanciare in rete. E che anche ieri no affronti con noi le tre questioni non sono mancati in un botta e ri- cruciali: precari, poteri dei dirigenti sposta virtuale con i contestatori. Co- scolastici, tutele contrattuali». Di fat­sì a chi gli consigliava di ripassare il to i tre punti su cui nell'ultimo in­concetto di democrazia, il premier contro con il governo non vi sono ha replicato: «Ascoltare significa a- state risposte positive. In tutti i casi

scoltare, non assecondare per forza. Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici ... ». Domani l'aula di Montecitorio pro­segue nell' esame del disegno di leg­ge e il fronte della mobilitazione non sembra destinato a placarsi. Lo strap­po dei Cobas potrebbe infatti accen-

dere ulteriormente la piazza, anche se il leader della Uil scuola Massimo Di Menna fa sapere che il fronte sin-

sarebbero allo studio «scioperi bre-

vi, non di un'intera giornata, che po­trebbero coinvolgere gli scrutini, e comunque nel rispetto della legge». E proprio su questo punto ha giàfat­to risentire la propria voce il garan­te, Alesse, stigmatizzando l'annun­cio dei Cobas: «Chi si muove al di fuo­ri della legge e delle regole produce un danno a senso unico contro gli studenti e le loro famiglie. A loro do­vrà spiegare le ragioni di un even-

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tuale blocco illegale degli scrutini». Duro anche il confronto sul no di Renzi a stralciare le assunzioni in un decreto legge, perché la loro assun­zione necessita dell'impianto che prenderà forma con la riforma. «Non è vero che senza le "innovazioni"

«Riforma non va imposta»

«È un buon prowedimento, in un settore che ha bisogno di essere rinnovato. Ma le scelte non possono essere imposte».

«Legittimo blocco scrutini»

«Diritto di ribellarsi per chi mette in evidenza il proprio disagio durante gli scrutini o i test Invalsi».

E Renzi dibatte della riforma su Twitter: faremo tesoro dei

suggerimenti dei prof

Data 17 -05-2015 Pagina 8 Foglio 2/2

contenute nel disegno di legge le lOOmila assunzioni non sarebbero motivate - denuncia Francesco Scri­ma leader della Cisl- scuola -: oggi i posti coperti con contratto di lavoro precario - e senza i quali la scuola non potrebbe funzionare - sono più

o meno 130rnila, centomila assun­zioni sarebbero addirittura insuffi­cienti a "eliminare il precariato", o­biettivo dichiarato dallo stesso Ren­zi». E domani il confronto dentro e fuori il Palazzo continuerà.

La precettazione

In caso di "fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati ... " cagionato "dall'interruzione o dalla alterazione del funzionamento dei servizi pubblici"

Può prevedere il differimento dello sciopero ad altra data, oppure la riduzione della sua durata. Può inoltre prevedere l'osservanza di misure idonee ad assicurare livelli di funzionamento del servizio pubblico compatibili con la salvaguardia dei diritti dell'utenza

ANSA ..::.e.ntime.tri

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Le sigle autonome in cerca di consensi cavalcando il disagio

e si guardasse ai numeri, i Co­bas rappresentano poco più del 6,3% degli insegnanti ita-

liani. Una cifra che non dovrebbe affatto preoccupare sull' andamen­to regolare degli scrutini di fine an­no. «Sono così pochi, che i casi di blocco saranno ridotti a un nume­ro irrisorio di casi» si potrebbe pen­sare. Invece la situazione appare un po' più complessa. Nelle recenti elezioni periI Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione i Cobas, assieme ad un'altra sigla sindacale dell'autonomia -1'Anief, anch'essa attorno al 6,5% dei voti­, hanno visto aumentare i propri consensi, anche se globalmente l' a­rea dell' autonomia si è assestata at­tomo al 14,5%, raddoppiando i con­sensi complessivi, ma restando co­munque una minoranza all'interno della rappresentanza sindacale. Dall' altra parte i confederali raccol­gono ancora 1'85,5% dei consensi, anche se in calo rispetto a prece­denti consultazioni. Dunque lo strappo deciso dal sin­dacato guidato dal portavoce Piero Bernocchi, sembra puntare a due o­biettivi: costringere il resto del fron­te sindacale a passare dalle minac­ce di sciopero alla proclamazione reale dell'astensione dal lavoro, e dall' altra porsi alla guida di un mal­contento che tra i docenti sta rag­giungendo livelli elevati. Una ope­razione perraccogliere più consen­si? Anche. Ma resta una situazione piuttosto tesa nel mondo della scuola. Lo sciopero unitario del 5 maggio scorso lo ha dimostrato: c'è chi è sceso in piazza, chi è stato a scuola, ma ha dedicato le ore della giornata a parlare del disegno di leg­ge. Una mobilitazione che non si ve­deva da anni e che il fronte confe­derale, allargato a Snals e Gilda, per il momento intende mantenere sul piano del confronto dialettico e po­litico, lasciando l'ipotesi di un nuo­vo sciopero come extrema ratio, l' at -to estremo quando nulla sembra più possibile.

Enrico Lenzi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 17 -05-2015 Pagina 8 Foglio 1

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-ILILL'Tl E~M! \\,/ \~' 1 ~ I/d .1 [---_II '~'J __

Il Ddl Scuola in Aula alla Camera

Minoranza Dem in piazza con i sindacati E a Montecitorio l'esecutivo viene battuto • Assemblea dei sindacati al Pantheon sulla scuola nel giorno in cui la Camera comincia a votare la riforma. Insieme ai sindacalisti delle rap­presentanze regionali di Fie Cgil, Cisl e Dil scuola, Snals e Gilda, anche numerosi parlamentari, in particolare dellaminoranzaPd presente con Gianni Cuperlo, Guglielmo Epifani, Stefano Fassina. Presenti l'ex Pd Giuseppe Civati, il capogruppo Sei Arturo Scotto e Alessandro Di Batti­sta (M5S).AMontecitorio nel frattempo avviene il primo incidente parla­mentare, con il governo che viene battuto in Aula su un emendamento della commissione di merito che viene respinto col parere favorevole del governo. Finisce con 130 sì e 163 no. Il vicecapogruppo Pd Ettore Rosato dà la colpa al presidente di turno Roberto Giachetti (Pd): «Ha chiuso la votazione mentre il gruppo stava orientandosi sul voto, per questo è stato bocciato. Non drammatizziamo». Gli articoli 7 e 8 della riforma vengono regolarmente approvati e Giachettifa mea culpa: «Chiedo scu­sa perché ho indotto una votazione che sarebbe andata diversamente. Non l'annullo perchè è mia responsabilità. Ora sarò meno flessibile».

Data 16-05-2015 Pagina 7 Foglio 1

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Bresciaoggi Data 18-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

IL DDL DELLA SCUOLA. Mercolecn il voto finale alla Camera. Gli altri sindacati non aderiscono all'ipotesi del blocco

Scrutini, l'incognita dei Cobas n premier: <<Ascolterò tutti» «Siamo disponibili al confronto», dichiara Renzi: «Ma la stagione del 6 politico è comunque finita» Il Garante studia la precettazione

ROMA

La riforma della scuola merco­ledì alle 20 riceverà alla Came­ra il via libera, per poi passare, dopo le regionali, al Senato. Ma rimane sotto il tiro della protesta di sindacati e profes­sori, e con la spada di Damocle del blocco degli scrutini. Il pre­mier continua a difendere la «Buona Scuola» e a tenere aperto il dialogo. Ma questo, come chiarito ieri nel botta e risposta su 1Witter con gli inse­gnanti, non vuole dire che il go­verno cambierà strada o accet­terà minacce da chi, come i Co­bas, annuncia il blocco degli scrutini o il boicottaggio dei test Invalsi. «Non si gioca sul­la pelle dei ragazzi», avverte il premierall'annunciodiparali­si degli esami. Il merito e l'au­tonomia restano i pilastri del­la riforma perché «a differen­za di quanto pensa qualche professore, è finita la stagione del 6 politico».

Il rimbrotto di Renzi difficil­mente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garan­te sugli scioperi, Roberto Ales­se, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione. Gli altri sindacati, però, non se­guonoiCobas: «Vienedachie­dersi che senso abbia, in que­sto momento, assumere come questione centrale del dibatti­to il cosiddetto blocco degli scrutini, offrendo al governo un comodo diversivo per disto­gliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile concentrare at­tenzione e impegno», fa nota­re il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima. I sindacati diversi dai Cobas protestano in altri modi. FIc Cgil, Cisl Scuola, DiI Scuola, Snals e Gilda hanno organizza­to un presidio a piazza Monte­citorio: oggi e domani dalle 16.00eiI20dalle9, un'iniziati­va pubblica, a microfono aper­to con interventi a staffetta.

Manifestazione sulla scuola dei Cobas e degli studenti medi

Manifestazioni a macchia di leopardo anche a livello terri­toriale: a Pordenone oggi è pre­visto un flash mob organizza­to da un gruppo di lavoratori della scuola supportato dalla FIc; domani è in calendario un presidio davanti alla Prefettu­ra di Firenze (evento Face­book); nello stesso giorno a Vi­bo Valentia altro flash mob a cui hanno aderito diverse si­gle sindacali; e ancora doma­ni in Molise i sindacati della scuola hanno promosso un' as­semblea pubblica con presi­dio davanti alla Prefettura di Campobasso. «Ci sono ancora tre settimane prima che finisca la scuola e stiamo mettendo in campo una serie di iniziative. Intan­to», spiega il segretario confe­derale della Cgil Gianna Fra­cassi, «verificheremo se rispet­to a quello che ci è stato detto nell'incontro a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di confron­to prima delle votazioni in Se­nato. Se poi la disponibilità

manifestata a parole si rivelas­se un'operazione fatta per prendere tempo in concomi­tanza di eventi che con la scuo­la nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concedere nulla, ne trarremo le conseguenze». DUBBI SUL GOVERNO.Alla reale disponibilità al cambiamento del Governo crede poco la de­putata di Forza Italia Daniela Santanchè: «Sulla scuola Ren­zi si dichiara disponibile a mo­difiche, ma crediamo che mol­to incida il periodo elettora­le». Il testo pomo della discor­dia torna comunque oggi sot­to esame alla Camera.

I parlamentari hanno già vo­tato gli articoli sull'autonomia scolastica, sul piano dell'offer­ta formativa, sul curriculum dello studente, sull'alternanza scuola-lavoro, sull'insegna­mento nelle carceri e sugli isti­tuti tecnici superiori, sull'inno­vazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi crucia­li come quelli sul piano di as­sunzioni e sulle competenze dei presidi. e

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DOMANI

Rifonna della scuola, c'è la "Passeggiata illuminante"

• BELLUNO

Si chiama «Passeggiata illumi­nante» ed è in programma do­mani sera a Belluno per «dare lu­ce alla scuola pubblica». Orga­nizzata dai sindacati Cgil, Cis!, Uil, Snals e Gilda, la manifesta­zione è stata organizzata per «manifestare il totale dissenso di studenti, genitori e operatori scolastici verso il disegno di leg­ge sulla scuola in discussione al­la Camera». Il programma preve­de il ritrovo in piazzale della Sta­zione a Belluno alle 20, la passeg­giata fino a piazza Duomo. Alle 2l.30 previsti alcuni interventi.

Data 18-05-2015 Pagina 11 Foglio 1

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Data 18-05-2015

CORRIERE MBRIA Pagina 10 Foglio 1

La decisione per l'Un7bria da parte dei Cobas, i sindacati conjederali in attesa

Blocco scrutini Il e 12 giugno ~ PERUGIA Due giorni da segnare sull'agenda. In Um­bria i Cobas hanno annunciato il blocco de­gli scrutini per l' Il e il 12 giugno e di tutte le attività scolastiche al termine delle lezioni. I Co bas dell'Umbria insieme ai colleghi del­le altre regioni si stanno mobilitando in vi­sta delle due date anche se sulla protesta, come è noto, pende la decisione del presi­dente dell' Autorità di garanzia sugli sciope­ri Roberto Alesse che proprio ieri si è detto pronto a intervenire. In attesa del provvedimento del garante che dovrebbe mettere un po' di ordine a tutta la questione i Cobas pongono quattro doman­de spiegando così la decisione di incrociare le braccia per i due giorni di giugno. "Perchè - si domandano i Cobas - dovrebbe­ro essere i cittadini e non lo Stato ad occu­parsi del fmanziamento della scuola pubbli­ca?". E ancora: "Come fa un dirigente, chia­mato a gestire centinaia di docenti, a cono­scere dettagliatamente le capacità didatti­che di ognuno di loro?". Infme gli ultimi due quesiti: "Come farà il preside stesso ad 'ac­quistare' un docente per insegnare nella sua scuola, senza mai averlo visto nè conosciu­to, soltanto perchè il suo nome compare ne­gli Albi territoriali? Com'è possibile affidare a studenti e genitori il compito di stabilire

Ministro all'Istruzione Stefania Giannini

aumenti salariali del 1 O per cento agli inse­gnanti migliori?". Queste le domande che i Cobas hanno po­sto annunciato il blocco degli scrutini per la metà di giugno. Intanto l'annuncio dei Co­bas del blocco di tutti gli scrutini ha provve­duto ad agitare ancora di più il mare delle polemiche sul decreto la Buona Scuola: se da una parte i docenti sono più che mai intenzionati ad andare fmo in fondo nella loro battaglia contro questa riforma che non piace, dall' altra si assiste ad una presa di posizione più moderata da parte dei sin­dacati confederali che, per il momento, deci­dono di non salire sull"arca della protesta'. Per il momento, infatti, l'iniziativa dei Co­bas, che rappresentano poco in Umbria per quanto riguarda il personale scolastico, re­sta 'isolata' perchè Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno deciso di restare a guardare, appellandosi, invece, ai clamorosi risultati dello sciopero del 5 maggio con 1'80% delle adesioni nella regione. La situazione resta comunque delicata. Confederali, Snals e Gilda anche in Um­bria preferiscono attendere gli eventi nono­stante l'arrabbiatura del corpo decente sia decisamente alta. Anche stamattina ci sarà un presidio di fronte al parlamento. In base a quanto succederà anche in aula i sindacati decideranno il da farsi. <li

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Gazzetta del Sud "Buona scuola"

Due giorni al voto finale: proteste diffuse e incognita scrutini

Renzi: boicottare i test Invalsi non è bell'esempio di educazione civica

ROMA

«Non si gioca sulla pelle dei ragazzi», «chi boicotta i test lnvalsi» o chi "blocca gli scrutini" non dà «un bell'e­sempio di educazione civi­ca". Il rimbrotto arrivato ieri da Matteo Renzi difficil­mente basterà a far cambia­re idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Ro­berto Alesse, ha già fatto sa­pere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precet-tazione. .

E dunque, a due giorni dal voto finale (atteso per mer­coledì 20) alla Camera, sul ddl Buona scuola pende co­me una spada di Damocle sulla fine dell'anno scolasti­Co la protesta annunciata dai comitati di base, con la speranza di trovare, strada facendo, l'adesione degli al­tri sindacati.

Sindacati che però, per il momento, non li seguono.

Scrima (Cisl): la minaccia dei Cobas distoglie l'attenzione dai veri nodi del dibattito in corso·

"Viene da chiedersi che sen­so abbia, in questo momen­to, assumere come questio­ne centrale del dibattito il cosiddetto "blocco degli scrutini", offrendo al gover­no un comodo diversivo per distogliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile ~ fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima ~ concentrare attenzione e impegno».

I sindacati diversi dai Co­bas protestano, ma in altri modi. FIe Cgil, Cisl Scuola, uil Scuola, Snals e Gilda hanno organizzato un presi­dio a piazza Montecitorio: oggi e domani dalle 16 e il 20 dalle 9, è prevista un'ini­ziativa pubblica e aperta a tutto il mondo della scuola e alla società civile, a microfo­no "aperto", appuntato, e con interventi a staffetta. Manifestazioni a macchia di leopardo si svolgeranno poi a livello territoriale: a Por­denone oggi è previsto un flash mob organizzato da un gruppo di lavoratori della

scuola supportato dalla FIe; domani è in calendario un presidio davanti alla Prefet­tura di Firenze (evento Fa­cebook); nello stesso giorno a Vibo Valentia in Piazza Martiri d'Ungheria altro fla­sh mob a cui hanno aderito divei~e sigle sindacali; e an­cora domani le segreterie re­gionali del Molise dei 5 sin­dacati della scuola hanno promosso un'assemblea pubblica con presidio da-

vanti alla Prefettura di Cam­pobasso.

"Ci sono ancora 3 setti­mane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stia­mo mettendo in campo, nel­le varie reiioni, una serie di iniziative. Intanto ~ spiega il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi - veri­ficheremo se rispetto a quel­lo che ci è stato detto duran­te l'incontro con il Governo a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento. Se poi la di­sponibilità all'ascolto mani-

Cobas sul pieOO di guerra. Ha minacciato il blocco degli scrutini contro la riforma del governo: ma gli altri sindacati per ora mantengono le distanze

Data 18-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

festata a parole si rivelasse un'operazione fatta per prendere tempo in concomi­tanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fa­re, per poi chiudere la par­tita senza concedere nulla, ne trarremo· le conseguen­ze". Alla reale disponibilità al cambiamento del Gover­no crede poéò la deputata di Forza Italia Daniela Santan­chè: «Sulla scuola Renzi si dichiara disponibile a modi­fiche, ma crediamo che mol­to incida il periodo elettora­le".

Il ddl pomo della discor­dia torna comunque oggi sotto esame alla Carnera. I parlamentari hanno già da­to il via libera agli articoli sull'autonomia scolastica, sul piano dell'offerta forma­tiva, sul curriculum dello studente, sull'alternanza scuola-lavoro, sull'insegna­mento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sul­l'innovazione digitale.

Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assunzio­ni e sulle competenze dei presidi. ~

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Data 18-05-2015 Pagina 14 Foglio 1

PROTESTA. I sindacati saranno davanti alla sede dell'ex provveditorato

Docenti e personale della scuola, oggi un sit-in contro la riforma ••• Un un altro forte segnale per dire no alla «Buona scuola», pro­mossa dal governo Renzi. È quel­lo che vogliono dare i sindacati provinciali del comparto scuola di Cgil, Cis!, Uil e degli autonomi di Snals e Gilda che per oggi po­meriggio dalle 16,30 hanno orga­nizzato un presidio di tutti gli ope­ratori del settore davanti gli uffici dell' ambito territoriale XIII ovve­ro l'ex provveditorato.

Per i segretari provinciali del settore di Cgil, Angela Accascina, CislFabio Russo, UilMichele Sol­lami, Snals lilla Giarrizzo e Gilda Fina Roccobene la presenza al presidio dovrà essere numerosa per dare un ulteriore segnale di forza ed unità di tutto il settore contro la riforma del mondo del-

CON LA LEGGE GELMINI NEL TERRITORIO PERSI GIÀ 650 POSTI NEGLI ULTIMI ANNI

la scuola che il governo di Matteo Renzi sta portando avanti lo stes­so malgrado allo sciopero dello scorso 5 maggio abbia visto in tut­ta Italia una adesione di oltre l' ot­tanta per cento di tutti i lavoratori interessati.

«Malgrado questi forti segnali il parlamento si mostra sordo alle istanza che provengono dalla ba­se - commentano i segretari - , gli

emendamenti apportati non mo­dificano l'impianto gerarchizzan­te e non cancellano l'impronta aziendalistica. Il personale do­cente e Ata intende continuare la protesta fino al blocco degli scru­tini, se si dovesse rendere neces­sario».

Il sindacato chiede che il Go­verno riveda integralmente il di­segno di legge, estrapolando la parte riguardante l'immissione in ruolo del personale precario. Già il tenitOlio provinciale anche nel settore della scuola in questi ultimi anni ha pagato un carissi­ma prezzo in termini di posti di la­varo persi visto che con la «rifor­ma Gelmini», si sono persi tra per­sonale Ata e docenti oltre 650 uni­tà. (*RICA*)

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IL GAZZETTINO

«Bastacon I

Data

Pagina

Foglio

18-05-2015 4 1 /2

Renzi avverte «quei professori che mantengono la filosofia» del tutti promossi Oggi altre manifestazioni in tutta Italia contro la rifonna. Sindacati sempre divisi

ROMA - «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi», «chi boicotta i test Invalsi» o chi «blocca gli scrutini» non fa «un bell'esem­pio di educazione civica». Il rimbrotto arrivato ieri da Mat­teo Renzi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precetta­zione. Il premier si è detto disponibile ad ascoltare tutti «ma poi dobbiamo decidere». Ai professori Renzi manda un messaggio chiaro a dimostrare che lui la sua riforma vuole farla: «Penso anche che in qual­che professore ci sia ancora l'idea di mantenere la filosofia del 6 politico. Ma è finta la stagione del 6 politico».

Dunque, a due giorni dal voto fi­nale (atteso per mercole­dì) alla Ca­mera, sul ddl Buona scuola pen­de come una spada di Damocle sulla fine dell' anno scolastico la protesta an-

nunciata dai comitati di base con la speranza di trovare, strada fa­cendo, l'ade­sione degli altri sindacati. Che però, per il momento, non li seguono. «Vie­ne da chiedersi che senso ab­bia, in questo momento, assu­mere come questione centrale del dibattito il cosiddetto 'bloc­co degli scrutini', offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile - fa nota­re il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima - concentra­re attenzione e impegno».

I sindacati diversi dai Cobas protestano, ma in altri modi. FIe Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuo­la, Snals e Gilda hanno organiz­zato un presidio a piazza Monte­citorio: domani e martedì dalle 16.00 e il 20 dalle 9, un'iniziati­va pubblica e aperta a tutto il mondo della scuola e alla socie­tà civile, a microfono aperto con interventi a staffetta. Mani­festazioni a macchia di leopar­do si svolgeranno poi a livello territoriale: a Pordenone oggi è previsto un flash mob organiz­zato da un gruppo di lavoratori della scuola supportato dalla FIe; domani è in calendario un

presidio davanti alla Prefettura di Firenze (evento Facebook).

«Ci sono ancora tre settima­ne prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo metten­do in campo, nelle varie regio­ni, una serie di iniziative. Intan­to - spiega il segretario confede­rale della Cgil Gianna Fracassi - verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante l'incontro con il Gover­no a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provve­dimento. Se poi la disponibilità all'ascolto manifestata a parole si rivelasse un'operazione fatta per prendere tempo in concomi­tanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita sen­za concedere nulla, ne trarre­mo le conseguenze». Il disegno di legge pomo della discordia torna comunque questa matti­na sotto esame alla Camera. I parlamentari hanno già dato il via libera agli articoli sull'auto­nomia scolastica, sul piano dell'offerta formativa, sul curri­culum dello studente, sull'alter­nanza scuola-lavoro, sull'inse­gnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'in­novazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cru­ciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle competenze dei presidi.

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IL GAZZETTINO

La Cgil: vedremo seilgÒverriò

............................... , .................................... .

conferma la volontà ....... ·················dicòrifròrifàrsf»

Data 18-05-2015 Pagina 4 Foglio 2/2

POSIZIONE

li premier bacchetta i Cobas che intendono

bloccare gli scrutini

MERCOLEDÌ

li disegno di legge alla prova della Camera

con il voto finale

PROTESTA Renzi pronto al dialogo ma

vuole la riforma. La

protesta torna in piazza

mentre mercoledì alla

Camera ci sarà il voto

finale sul testo del

disegno di legge

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Data 18-05-2015

IL ,,"~MATTINO Pagina 8 Foglio 1 /2

Scuola, maratona al via tra le proteste dei prof Renzi apre sui presidi ma awerte: «Il merito non è il6 politico»

Elena Romanazzi

I tre articoli più contestati verranno analizzati oggi. Sono quelli che af­frontano l'organico dell' autono­mia, le competenze del dirigente scolastico e il piano straordinario di assunzioni. Tre punti chiave del­la riforma insieme al sistema di va-1utazione dei docenti che sono in parte, oggetto, della rivolta dei sin­dacati. La tensione sulla «Buon scuola» resta alta. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno organizzato per un presidio a partire dalle 16 a piazza Montecitorio, mentre per il 20, giorno del voto, si ritroveranno alle 9. Gli autonomi, invece, vanno oltre con lo sciopero degli scrutini con date diverse, legate al calenda­rio scolastico delle regioni.

Un annuncio che da giorni non piace al premier e a tutto l' esecuti­vo. «Non si gioca sulla pelle dei ra­gazzi», «chi boicotta i test Invalsi» o chi «blocca gli scrutini» non fa «un bell'esempio di educazione civi­ca». Il rimbrotto arrivato ieri da Mat­teo Renzi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzio­ni, la precettazione. E dunque, a due giorni dal voto fmale sul ddl Buona scuola pende come una spa­da di Damocle sulla fme dell'anno scolastico la protesta annunciata dai comitati di base con la speranza di trovare, strada facendo, l'adesio­ne degli altri sindacati. Che però, per il momento, non li seguono. <<Viene da chiedersi che senso ab­bia, in questo momento, assumere come questione centrale del dibat­tito il cosiddetto «blocco degli scru­tini», offrendo al governo un como­do diversivo per distogliere l'atten­zione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile - fa nota-

re il leader della Cisl scuola, France­sco Scrima - concentrare attenzio­ne e impegno».

«Ci sono ancora 3 settimane pri­ma che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di ini­ziative. Intanto - spiega il segretario confederale della Cgil Gianna Fra­cassi - verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante l'incontro con il Governo a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di con­fronto prima delle votazioni in Se­nato sul provvedimento. Se poi la disponibilità all'ascolto manifesta­ta a parole si rivelasse un' operazio­ne fatta per prendere tempo in con­comitanza di eventi che con la scuo­la nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concede­re nulla, ne trarremo le conseguen­ze».

La disponibilità a cambiare non è solo un annuncio spot del gover­no. Modifiche ci saranno. E Renzi ieri ha aperto una possibilità di in­tervento su uno dei nodi cruciali. Ovvero la valutazione. Sul princi­pio non si torna indietro su questo è stato chiaro. <<Io credo che la mag­gior parte degli insegnanti sia pron­to per un sistema di valutazione -spiega nel corso di una intervista a Gilletti - qualcuno dice che non de­ve dipendere dal preside ma da un nucleo tecnico, ma io penso che in qualcuno resti l'idea di mantenere una filosofia del 6 politico, invece c'è bisogno di dire: è finita la stagio­ne del 6 politico, ora è il tempo del merito».

Su questo aspetto c'è una apertu­ra. Come verrà concretizzato è an­cora tutto da decidere. O comun­que non sembra che prima dell' ap­provazione alla Camera arrivino le modifiche. Il comitato di valutazio­ne - suggerisce Massimo di Menna leader della Uil- perchè si effettiva­mente tecnico dovrebbe essere

composto dal dirigente, dai docen­ti, ma ci dovrebbe essere alla fine anche un ispettore di dipartimen­to. Possibili modifiche in vista an­che sul5Xl 000 per evitare che ci sia­no differenze tra le scuole. Mentre resta ancora aperta la partita delle assunzioni: ovvero se a partire da settembre entrerà in classe con un contratto non a termine anche una quota cospicua di idonei del con­corso 2012 e magari anche un fetta di docenti di II fascia, ovvero gli abi­litati dai Tirocini formativi attivi e daiPas.

Alla reale disponibilità al cam­biamento del Go-verno crede poco la deputata di For­za Italia Daniela Santanchè: «Sul­la scuola Renzi si dichiara disponi­bile a modifiche, ma crediamo che molto incida il pe­riodo elettorale». Il ddl pomo della discordia torna comunque oggi

I \,;011)a5 Blocco degli scrutini agiugno legato allo stop delle lezioni

sotto esame alla Camera. I parla­mentari hanno già dato il via libera agli articoli sull' autonomia scolasti­ca, sul piano dell' offerta formativa, sul curriculum dello studente, sull' alternanza scuola -lavoro, sull'insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'innovazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle competenze dei presidi.

I sindacati non hanno avuto nes­suna convocazione. Oggi non sono programmati incontro per entrare nel merito delle possibili modifi­che. Ma un vertice ci potrebbe esse­re subito dopo il voto della Camera, quando il ddl passerà al Senato.

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IL PICCOLO Data 18-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

Sindacati divisi sul blocco degli scrutini Dopo la proposta dei Cobas. Rush finale alla Camera per le votazioni sulla Buona Scuola

• ROMA

«Non si gioca sulla pelle dei ragazzi», «chi boicotta i test Invalsi» o chi «blocca gli scru­tini» non fa «un bell'esempio di educazione civica». Il rlm­brotto arrivato ieri da Matteo Renzi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sa­pere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precetta­zione. E dunque, a tre giorni dal voto finale (atteso per mercoledì 20) alla Camera, sul ddl Buona Scuola pende come una spada di Damocle sulla fine dell' anno scolastico la protesta annunciata dai co­mitati di base con la speranza di trovare, strada facendo,

Una manifestazione dei Cobas

l'adesione degli altri sindaca­ti .

<<Viene da chiedersi che senso abbia, in questo mo­mento, assumere come que­stione centrale del dibattito il cosiddetto "blocco degli scru­tini", offrendo al governo un comodo diversivo per disto­gliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile - fa notare il leader della Cis l scuola, Fran­cesco Scrima - concentrare at­tenzione e impegno».

I sindacati diversi dai Co­bas protestano, comunque. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuo­la, Snals e Gilda hanno orga­nizzato un presidio a piazza Montecitorio: oggi e domani dalle 16 e il 20 dalle 9, un'ini­ziativa pubblica e aperta a tut­to il mondo della scuola e alla

società civile, a microfono aperto con interventi a staffet­ta. Manifestazioni a macchia di leopardo si svolgeranno poi a livello territoriale. «Ci so­no ancora tre settimane pri­ma che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo metten­do in campo, nelle varie regio­ni, una serie di iniziative. In­tanto - spiega il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi - verificheremo se si riapre uno spazio di confron­to prima delle votazioni in Se­nato sul provvedimento. Se poi la disponibilità all' ascolto manifestata a parole si rivelas­se un' operazione fatta per prendere tempo in concomi­tanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concedere nulla, ne

trarremo le conseguenze». Alla reale disponibilità al

cambiamento del governo crede poco la deputata di For­za Italia Daniela Santanchè: «Sulla scuola Renzi si dichia­ra disponibile a modifiche, ma crediamo che molto inci­da il periodo elettorale».

Il ddl pomo della discordia torna comunque oggi sotto esame alla Camera. I parla­mentari hanno già dato il via libera agli articoli sull'autono­mia scolastica, sul piano dell' offerta formativa, sul cur­riculum dello studente, sull'alternanza scuola-lavo­ro, sull'insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'innovazione di­gitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle competenze dei presi­di.

Renzi: sulle pensioni 500 euro una tantum

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Il

Mobilitazioni in tutto il Paese Riforma della scuola,

domani il presidio davanti alla Prefettura

Continuano le mobilitazioni per la scuola e per dire no al cosiddetto decreto di riforma in esame al Parlamen­to. I sindacati hanno indetto per Martedì 19 Maggio alle ore 17.30 un presidio unitario in piazza Prefettura "la buona scuola siamo noi". Dopo la grande mobilitazione unitaria del 5 maggio, che ha visto un'altissima adesio­ne allo sciopero generale del personale scolastico, dal governo non sono giunte aperture alle tante criticità evi­denziate nel testo del Odi n.2259. Gli emendamenti approvati in Commissione istruzione non modificano l'im­pianto generale, che è quello di una scuola disegnata secondo un modello autoritario, individualista, gerarchi­co e aziendalista, che discrimina e divide, ponendosi anche in contrasto con i principi costituzionali. Per que­sta ragione, la mobilitazione continua, con presidi uni­tari, flash mob, manifestazioni davanti a Montecitorio e davanti alle prefetture di tutta Italia, nei giorni in cui il Odi verrà discusso in Parlamento (18, 19 e 20 maggio). La mobilitazione toccherà anche Campobasso, infatti, nell'ambito del percorso unitario, le segreterie regionali della Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, organizzano per martedì dalle ore 17.30 fino alle 19.30 un'assemblea pubblica con presidio da­vanti alla prefettura di Campobasso e chiederanno un incontro al Prefetto perché, in qualità di rappresentante del Governo, riporti le considerazioni della scuola moli­sana sul Odi in discussione in Parlamento. Sarà l'occa­sione per ribadire, l'urgenza di un piano di assunzioni per migliorare l'offerta formativa e per soddisfare an­che le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi dai piani di stabilizzazione.

E' necessario che si faccia un decreto legge per ga­rantire le assunzioni dal 1 0 settembre e occorre predi­sporre un piano pluriennale che interessi il personale docente ed il personale Ata, completamente escluso dalle stabilizzazioni, pur avendo maturato il diritto. Sarà ribadito il rifiuto di un modello di governo della scuola autoritario, gerarchico ed aziendalista, tutto concepito a scapito della collegialità e della dimensione coopera­tiva che deve caratterizzare la progettazione e la gestio­ne delle attività nelle scuole autonome; la salvaguardia delle prerogative contrattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l'assegnazione di sede, la mobilità, la retribuzione ac­cessoria e la progressione di carriera; la necessità di un ascolto reale e non virtuale, di tutti i soggetti interessati dalla riforma, perché la scuola è un diritto costituziona­le e non può essere solo prerogativa di chi sta al gover-

Data 18-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

- -

no. All'incontro sono invitati i rappresentanti dei partiti politici e delle istituzioni, che saranno chiamati a con­frontarsi con lavoratori, studenti, genitori e quanti vor­ranno dare il loro contributo per fermare la deriva della scuola pubblica prevista nel Odi in discussione.

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IL TIRRENO Data 18-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

Blocco scrutini, sindacati divisi Cobas per ora isolati. Rush finale alla Camera per il voto sulla "Buona Scuola"

t ROMA

«N on si gioca sulla pelle dei ra­gazzÌ», «chi boicotta i test In­valsÌ» o chi «bloccagli scrutini» non fa <<un bell' esempio di educazione civica». Il rimbrot­to arrivato ieri da Matteo Ren­zi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai qua­li il Garante sugli scioperi, Ro­berto Alesse, ha già fatto sape­re che è pronto a valutare, ol­tre alle sanzioni, la precettazio­ne. E dunque, a tre giorni dal voto finale (atteso per mercole­dì 20) alla Camera, sul ddl Buo­na Scuola pende come una spada di Damocle sulla fine dell'anno scolastico la prote­sta annunciata dai comitati di base con la speranza di trova­re, strada facendo, l'adesione degli altri sindacati. Che però,

Una manifestazione dei Cobas

per il momento, non li seguo­no.

<<Viene da chiedersi che sen­so abbia, in questo momento, assumere come questione cen­trale del dibattito il cosiddetto "blocco degli scrutini", offren­do al governo un comodo di­versivo per distogliere l'atten­zione dal cuore delle questioni su cui è invece indispensabile - fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima -concentrare attenzione e im­pegno».

I sindacati diversi dai Cobas protestano, ma in altri modi. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuo­la, Snals e Gilda hanno orga­nizzato un presidio a piazza Montecitorio: oggi e domani dalle 16.00 e il 20 dalle 9, un'iniziativa pubblica e aperta a tutto il mondo della scuola e

alla società civile, a microfono aperto con interventi a staffet­ta. Manifestazioni a macchia di leopardo si svolgeranno poi a livello territoriale. «Ci sono ancora 3 settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di iniziative. Intanto - spiega il segretario confede­rale della Cgil Gianna Fracassi - verificheremo se si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento. Se poi la di­sponibilità all'ascolto manife­stata a parole si rivelasse un'operazione fatta per pren­dere tempo in concomitanza di eventi che con la scuola nul­la hanno a che fare per poi chiudere la partita senza con­cedere nulla, ne trarremo le

conseguenze». Alla reale disponibilità al

cambiamento del governo cre­de poco la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè: <<Sul­la scuola Renzi si dichiara di­sponibile a modifiche, ma cre­diamo che molto incida il peri­odo elettorale».

Il ddl pomo della discordia torna comunque oggi sotto esame alla Camera. I parla­mentarihanno già dato il via li­bera agli articoli sull'autono­mia scolastica, sul piano dell' offerta formativa, sul curri­culum dello studente, sull'al­ternanza scuola -lavoro, sull'in­segnamento nelle carceri e su­gli istituti tecnici superiori, sull'innovazione digitale. Al va­glio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle compe­tenze dei presidi.

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18-05-2015 3 1 /2

Il Garante sugli scioperi, Alesse, conferma la linea dura e fa sapere di essere pronto a valutare anche la precettazione

Il voto finale del ddl è atteso per mercoledì. Cgil, Cis I e Uil dicono no allo sciopero e annunciano manifestazioni

Scuola, 1'apertura del premier «Preside-sceriffo? Vediamo» Ma attacca i Cobas: blocco degli scrutini gioco sulla pelle dei ragazzi

• ROMA. «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi», «chi boicotta i test Invalsi» o chi «blocca gli scru­tini» non fa «un bell'esempio di educazione civica». Il rimbrotto arrivato da Matteo Renzi diffi­cilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione.

I sindacati diversi dai Co­bas protesta­no, ma in altri modi. FIe Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno orga-nizzato un presidio a piazza Monte­citorio: doma­ni e martedì dalle 16 e il 20 dalle 9, un'iniziativa pubblica e aperta a tutto il mondo della scuo­la e alla società civile, a microfono aperto con interventi a staffetta.

Manifestazioni a macchia di leo­pardo si svolgeranno poi a livello territoriale: a Pordenone oggi è previsto un flash mob organizzato da un gruppo di lavoratori della scuola supportato dalla FIe; mar­tedì è in calendario un presidio davanti alla Prefettura di Firenze

E dunque, a tre giorni dal voto finale (atteso per mercoledì 20) alla Camera, sul ddl Buona scuola pende come una spada di Damocle sulla fine dell'anno scolastico la protesta annunciata dai comitati di base con la speranza di trovare, strada facendo, l'adesione degli altri sindacati. Che però, per il momento, non li seguono. "Viene da chiedersi che senso abbia, in questo momento, assumere come questione centrale del dibattito il cosiddetto 'blocco degli scrutinì, offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l'atten- (evento Facebook); nello stesso zione dal cuore delle questioni su giorno a Vibo Valentia in Piazza

Martiri d'Ungheria altro flash cui è invece indispensabile - fa mob a cui han-notare il leader della Cisl scuola, no aderito di-Francesco Scrima - concentrare verse sigle attenzione e impegno". sindacali; e

Oltretutto da Palazzo Chigi ar- ancora marte­rivano timide aperture. Per esem- dì le segrete­pio sulla figura del super preside rie regionali con poteri speciali. Ad aprire la del Molise dei porta a sindacati e docenti è lo 5 sindacati stesso presidente del Consiglio della scuola che su Rail ha detto a Massimo hanno Giletti: «Sul preside discutiamo. pro-Sono pronto mosso un'as-alla condivi- semblea pub­

blica con pre­sidio davanti

sione e al con­fronto».

alla Prefettura di Campobas-so.

"Ci sono an-cora 3 settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di iniziative. Intanto - spiega il segretario con­federale della Cgil Gianna Fra­cassi - verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante l'incontro con il Governo a Pa­lazzo Chigi si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento. Se poi la disponibilità all'ascolto mani­festata a parole si rivelasse un'operazione fatta per prendere tempo in concomitanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concedere nulla, ne trar­remo le conseguenze". Alla reale disponibilità al cambiamento del Governo crede poco la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè: "Sulla scuola Renzi si dichiara disponibile a modifiche, ma cre­diamo che molto incida il periodo elettorale" .

Il ddl pomo della discordia tor­na comunque domani sotto esame alla Camera. I parlamentari han­no già dato il via libera agli ar­ticoli sull'autonomia scolastica, sul piano dell'offerta formativa, sul curriculum dello studente, sul­l'alternanza scuola-lavoro, sull'in­segnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'in­novazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passaggi cruciali come quelli sul piano di assun­zioni e sulle competenze dei pre­sidi.

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LA STAMPA AI __ ESSANI)RIA

Alessandria I sindacati della scuola scendono in piazza _ Oggi, tra le 16,30 e le 18,30, presidio unitario dei sindacati sotto la sede della prefettura di Alessandria, in piazza della Libertà, per dire no alla riforma della Buona Scuola voluta da Matteo Ren­zio Di fronte al portone di Pa­lazzo Ghilini manifesteranno Flc Cgil, Cisl Scuola, Vil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu, che daranno vita a un vo­lantinaggio per chiedere il rinnovo del contratto nazio­nale di lavoro, un piano di as­sunzioni che soddisfi le aspettative dei precari (com­preso personale Ata) e una revisione dei nuovi poteri concessi ai presidi con la ri­forma in cantiere. [D. P.I

Data 18-05-2015 Pagina 48 Foglio 1

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la Voce di !1.antova Data 18-05-2015 Pagina 9 Foglio 1

Domani il personale della scuola in assemblea davanti alla Prefettura

Matleo Renzi spiega la sua "Buona Scuola"

Continua la mobilitazione dei docenti e personale Ata conlro il Ddl per la cosiddetta "Buona scuola" del premier Matteo Ren­zio I sindacati chiedono la stabilizzazione del perso­nale precario, che da affili fanno funzionare la scuola insieme ai colleghi di ruo­lo, rifiutano l'idea che a gestire gli istituti siano i manager, perchè si tratta di un'entità in cui docenti, Ata, studenti e genitori, partecipano ,ùla sua ge­stione. Infine l'aspetto del rapporto di lavoro del do-

cente, che va regolamen­tato per contratto e non per imposizione del datore di lavoro, perchè la libertà d'insegnamento rappre­senta uno dei capisaldi della noslra Costituzione. In risposta alla tre giorni di voto, che si tiene da oggi a mercoledì prossimo alla Camera sul D, continuano le manifestazioni in tutte le province italiane. Passa anche per Mantova la tap­pa della protesta innescata dalle organizzazioni sin­dacali. Domani dalle ore 8 alle 11, nell' area antistante

la Prefettura si tiene l' as­semblea provinciale di tut­to il personale della scuo­la, presenti i rappresen­tanti sindcali provinciali di Flc Cgil, Cisl Scuola, DiI Scuola e Snals Confsal. All' ordine del giorno ul solo argomento: "Disegno di legge "Buona Scuola": avvio della discussione al­la Camera sul testo ap­provato in Commissione". L'invito alla partecipazio­ne è esteso a tutti perché la lotta per la difesa della scuola statale è lotta di tutti.

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C ECO DI BERGAMO

l'INTERVENTO

La «buona scuola» tra il dire e il fare

LanOtiziaèdi questigior­ni: al Liceo Sarpi di Ber­gamo il dirigente scola­stico, professor Danùa­noPrevitali,hadecisodi

accettare l'incaricodi Dirigente pressoilministerodell'Istruzio­ne e di conseguenza ha lasciato la presidenza del Sarpi. Al suo posto è stato nominato il Diri­gente professor Giuseppe Pez­zoniE allora, qualèilproblema? Perundirigenteche se ne va. un altro ne arriva l Come la risolve semplicemente il nostro buon presidenteRenzi l Peccap>. però, che su due prestigiosi istituti orobiciavremoundirigente sco­lasticodimezzato.ldanniarre­cati alla scuola, in questi anni, dal sistema delle reggenze è an­cora oggi sotto gli occhi di chi la

scuola, la vive ogni giorno. Era proprio così urgente nominare Danùano Previtali dirigente al Miurdelnuovoufficionazionale che si occuperà dei sistemidiva­lutazione? Ci sono tre frasi del buon presidente Renzi che, se accostate a questa improvvisa violenza operata sul Sarpi e sul Suardo, ciconvinconoancoradi più chelabuonascuoladi Renzi «non s'ha da fare».

Laprimaaccompagnal'offen­sivamultimed.ialedelvideoregi­stratoepubblicatosulsitodiPa­IazzoChigiesuyoutube,suface­book e su twitter: «Ci sono dei momentiincuiillinguaggiodel­lafranchezzae della verità sono l'unica soluzione. Per questo ho sceIto di mettere lafacciae rac­contare cos'è davveropernoila

Data 18-05-2015 Pagina 14 Foglio 1

buonascuolID>.Lealtreduesono scrittenellamailinviatadal pre­mier a ciascun docente della scuola pubblica italiana, circa 750 mila persone (piùo meno i datidegliscioperantidel5mag­gio): «Ci serve restituire presti­gio e rispetto alla scuola», «Vo­gliamocheilpostodovestudiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa».

Mettendosiallalavagna,Ren­zi voleva forse scimmiottare il lavoro degli insegnanti ? Oppu­re, toccata con mano la rabbia del personale della scuola, che continuaanoncapire «la buona scuola», si è messo alla lavagna con la santa pazienza del mae­strodifronteagli allievi piùzuc­coni e l'ha rispiegata ? Ma è in questomodo,trattandoidocenti

come scolaretti, che si restitui­sce «prestigio e rispetto alla scuola» ? Ma se il nostro buon presidenteRenzi,nonhail titolo per insegnare e non è abilitato, cosacifaincattedra?Forsel'ha nominato qualche dirigente sce­riffo, suo anùco l

Evistochealnostrobuonpre­sidente Renzi piace tanto met­tercilafaccia, vengaaBergamo e spieghi agli studenti, allefami­glie e al personale delSarpi e del Secco Suardoperché conun solo provved.imento è stato capace di rendere acefali due «fioriall'oc­chiello» della scuola orobica, a due mesi dallaconclusione della scuolaedaunpassodagIiesanù di Stato? Presidente Renzi, noi siamo qui e l'aspettiamo. Lorls .enato Colombo

SegetarioptTh/ircialeSnalsConfS:lldi8erg3fTD

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UUNIONE SARDA Data 18-05-2015 Pagina 9 Foglio 1

Scuola: voto lllercoledì, scrutini a rischio ROMA. «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi», «chi boicotta i test Invalsi» o chi «blocca gli scrutini» non fa «un bell'esempio di educa­zione civica». Il rimbrotto arrivato ieri da Renzi difficilmente basterà a far cambiare idea ai Cobas ai quali il Garante sugli scio­peri, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione. E dunque, a tre giorni dal vo­to finale (atteso per mercoledì) alla Came­ra, sul ddl Buona scuola pende come una spada di Damocle sul termine dell'anno sco­lastico la protesta annunciata dai comitati di base che sperano di trovare l'adesione degli altri sindacati. Che però, per il momento, non li seguono. «Viene da chiedersi che sen­so abbia, in questo momento, assumere co­me questione centrale del dibattito il cosid­detto "blocco degli scrutini", offrendo al go­verno un comodo diversivo per distogliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui

Protesta per la scuola

è invece indispensabile concentrare l'impe­gno», fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scrima.

I sindacati diversi dai Cobas protestano, ma in altri modi. Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno organizzato un presidio a piazza Montecitorio: oggi e doma­ni dalle 16 e il 20 dalle 9 un'iniziativa aper­ta a tutto il mondo della scuola e alla socie­tà civile, a microfono aperto con interventi a staffetta. Manifestazioni a macchia di leo­pardo si svolgeranno poi a livello territoria­le. «Ci sono ancora tre settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una serie di iniziative. Intanto - spiega il segre­tario confederale Cgil Gianna Fracassi - ve­rificheremo se rispetto a quello che ci è sta­to detto durante l'incontro con il Governo si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul provvedimento».

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Domani in piazza Castello

Torce elettriche in piazza I sindacati uniti marciano contro la «buona scuola»

VICENZA Torce elettriche in piazza per «illuminare la scuola e chi ne decide le sorti». I sindacati, uniti, domani sera saranno in centro a Vicenza per protestare contro la riforma del governo Renzi sull'istruzione, in discussione alla Camera dei deputati in questi giorni. Cgil, Cisl, Dil, Gilda e Snals per l'occasione chiamano a raccolta non solo insegnanti, bidelli e tecnici, ma anche studenti e genitori. L'appuntamento è per le 20.15 in piazza Castello, da dove si snoderà il corteo che attraverserà corso Palla dio per poi arrivare al porticato del museo civico di Palazzo Chiericati. Qui ci saranno gli interventi dei manifestanti, pronti a stilare l'elenco delle ragioni del «no» alla riforma <<Buona scuola». «Attraverso le voci degli studenti, dei genitori e del personale racconteremo anche la scuola che vogliamo - anticipano i rappresentanti dei sindacati vicentini del settore - a chi verrà chiediamo di portare pile e luci perché la manifestazione sia colorata e il più possibile illuminata». (b.c.)

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Data 17 -05-2015 Pagina 10 Foglio 1

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Data 17 -05-2015

COBBIEBE DELLA BEB Pagina

Foglio 1

BASTA UN PROF PER FERMARE UNA CLASSE

Mal di testa improvviso e visita dal neurologo, o interventi fiume per allungare i tempi I trucchi per boicottare i giudizi. «Nell'88 ci tuffammo nel lago gelato per ammalarci» ROMA « ... E poi c'è sempre la famosa epidemia!». Il prof duro e puro alle prese col ddl Renzi, che si sente umiliato «da anni di tagli» alla scuola, dal «contratto bloccato ormai dal 2006», prova uno scatto d'orgoglio ricordando quella «magica sera» di primavera romana del 1988, quando lui e un po' di colleghi - alla vigilia degli scrutini di un'altra stagione di lotte - decisero di tuffarsi insieme nelle acque gelide del laghetto dell'Eur. Il risultato fu che, il mattino dopo, vennero tutti colti da attacco febbrile e gli scrutini in questione slittarono di giorni, settimane, fino ad avvenuta guarigione. Il «party epidemico» - come fu ribattezzato - superò indenne le visite fiscali. «Ma non datevi malati» Tutte le strade portano al «blocco». Sono svariate - e assai fantasiose - le vie della protesta quando il gioco si fa duro, nel mondo della scuola. «Attenzione però, il "datevi malati" è l'indicazione sbagliata», eccepisce convinto il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi. «Noi non stiamo giocando a nasconderci né vogliamo la prova muscolare col governo - spiega -. Crediamo anzi che la lotta contro il ddl Renzi debba andare avanti a viso aperto, con la massa di consenso più larga possibile alle spalle, compresi sperabilmente i confederali e quelli di Gilda e Snals, perché altrimenti se il numero di chi protesta non è adeguato, anche trucchi e trucchetti alla fine non funzionano». Già, i drucchetti». Uno di questi, nel gergo delle lotte, quando s'avanza lo spettro della precettazione per non far slittare gli esami, viene anche chiamato «sciopero deontologico» o «deontologia applicata». Succede quando un consiglio di classe decida di mobilitarsi, senza voler patire le trattenute in busta paga degli scioperi legittimi o le multe esose di quelli non proclamati: la tecnica è quella di affrontare le valutazioni degli studenti «con molta calma». Così, con le aule-pollaio di oggi, con 28-30 alunni da esaminare, ognuno dei 10 prof del consiglio di classe comincerà a parlare «ad libitum»», per ore, del singolo candidato, col risultato che lo scrutinio dell'intera classe terminerà dopo settimane. «Quella volta ne parlarono anche in Argentina» Stefano D'Errico, segretario nazionale di Unicobas, ricorda le proteste estreme di fine anni Ottanta, «con gli scrutini che slittarono di un mese, ne parlarono pure in Argentina ... ». Però i tempi sono cambiati, già nel '90 intervenne la legge 146 che stabilì precise sanzioni in caso di sciopero selvaggio. Contro le multe (che oggi vanno da 200 euro in su a seconda dei giorni d'astensione) si è già sperimentata - «e lo si farà probabilmente anche quest'anno», prevede Bernocchi -l'efficacia della «cassa di resistenza» o «di solidarietà», un fondo comune per ammortizzare la protesta a oltranza, pagando un po' tutti le spese di ognuno. Il fatto è che per essere valido, lo scrutinio dev'essere svolto da un «collegio perfetto», cioè vi devono presenziare tutti gli insegnanti del collegio di classe: basta che ne manchi uno e si blocca. Si capisce come sia facile - in linea teorica - rallentarne i tempi. E sebbene, per far svolgere gli scrutini delle «classi terminali», quelle cioè con gli esami alle porte, i prefetti possano decidere la precettazione, ecco - conclude il prof duro e puro che 30 anni fa s'immerse nel laghetto dell'Eur - che anche oggi, nella Scuola 2.0, la risposta più efficace può rivelarsi il certificato medico: «Un improvviso forte mal di testa accusato durante lo scrutinio e una visita successiva dal neurologo, perché il ddl Renzi in fondo produce incubi...». Già. Bisognerà vedere, però, in quanti lo seguiranno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GAZZETTA DI MANTDVA

SCUOLA/1

Martedì mattina presidio dei sindacati contro la riforma

Un piano di assunzioni, il rifiu­to di un modello di governo della scuola centrato sul diri­gente, la salvaguardia dei con­tratti: sono questi alcuni dei punti sui quali i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Snals stanno impo­stando la loro battaglia duran­te la discussione alla Camera della riforma del sistema sco­lastico. E per ribadire la loro contrarietà alle linee guida fi­nora emerse, i sindacati han­no organizzato per martedì dalle 8 alle 11 un'assem­blea-presidio davanti alla se­de della prefettura, in via Prin­cipeAmedeo.

Data 17 -05-2015 Pagina 7 Foglio 1

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Scuola, verso Lo c.rlf'llI'IItm~n

Data 17 -05-2015 Pagina 8 Foglio 1

sfi~ano I Cobas sfidano governo e Garante · «Ora basta, blocco degli scrutini»

I

Due giorni di stop. Le altre sigle aspettano la chiamata del ministro

MauriziD SaccDni (ApI Tutta Li! destra liberai popolare, ta nto di maggioranza quanto di opposizione. ha il dowre di difendere la riforma della scuola da j tentativi di 'splumarLa'

ArtUfD SCDtto (SaLI QueLlo che decideranno i sindacati riguarda La loro autonomia. Un sentimento viene prima di tutto, quelLo dl!LL' umiliazionI!. Questo il il Pal!sl! che paga pl!ggio gli insl!gnanti

Massimo Bray (PdJ Un paese diffl!rentl! è possibile, non nascondiamoci con La scusa che La crisi deve far tagliare i soldi alla cultura e alla scuola. E la più grande balla che abbiamo inventato

SIIY1a MutnlntDnla f-, ROMA

I COBA! sfidano il Garante e an­nunciano il blocco degli scrutini, Remi sì impegna a rispondere, uno ad uno, ai c.lirici. che colgono in Twitter il mezzo di dialogo piil immediato. E i sindacati piil gran­di ~ Cgi~ Cisl, Dìl, Sl1als e Gilda ~ reSlano aUa fill(~Slra in attesa della promessa chiamata da parte del ministro Giannini che ancora non è arrivata. Il limite che si danno è l'approvazione, ana Camera, de I te­sto finale che poi dovrà transitare in Senato, ossia tra martedì e mer­coledì.. Nell'attesa si ventila di scio­peri a ore, oppure a disciplina o area geografica, ma sempre «nel ri­spetto ddle leggi)) e IlOn senza di­stin zi Ollt~ con le sigle (Ii base che hanllo gettato il sasso neJ10 sta­gno. LA OIORNATA di 'fermo-·lavod' Il MontedtolÌo si apre fon la 301tila dei ColJ3s pronti a bloccare gli scrutini con un calendario di agita­zioni mirato regione per regione. Si l'alte con due giorni consecuti­vj: la legge ne prevede un massi-

DDmani ripresa dei lavori; si riparte dall'articola B sui super pateri ai dirigenti

mo dì dnque e ;gara.ntisce, cOlUun­que" le valutazIOni propedeutìche <l81i esami di Terza Media e ,"blu­ntà. Ipotesi acuÌ rellE')sce il mini· stro Giannini padando di falto {(molto grave)} ed escludendo anco-

ra lilla volta lo siraicio del provve­d imento sulle assuIIzioni dei lOOmila peecati Reazione dma ,mche da parte del Garante Roberto AJrsse che ha già anlidpato, nei giorni scorsi, che se la situazione lo richiederà è pron­to a decidere la prece ttazione a tu­tela <legh {~studenti e delle 10m fa· mipJie1\ E, tuttavia, altam.eute im· probabile che si arrivi a un nuovo sciopero generale che è cosl,lto, co­me spiegato da Massimo Di Men­na della Uil, 42 milioni di emo al· la categoria,

LA PROSSIMA settimana i nodi aro riveranno al pettine mentre il di­battito J)olìtico non si spt'gnf' Ile.m.­che nel week-end. Parla, così, un t.iepido ministro de1l1nterIIo, An-gelino Alfano, per bacchettare: {(Un buon provvedimento in un sett()fe che ha tHl profondo biso· gno di essere rinnovato. Jy~a le sC("l-

te non poS·SOIlO essere Imposte, vanno concordate con gli operato­ri e modifinae clove fosse necessa· rio) Si Slllllfca, il res.pomabile del Viminale, sollecitando nuovamen-te al confronto che è l'acCtlS3. dei sindacali ,~ non c'è stato nella mi· stira auspicata. Non sfugge al rontnddHtorio, ma !'Igorosamente via sodal, il pre­nùer dle ha lungamente cing1.1etta­lo CDII critici e fimtori della rifor­ma. Renzi afferma di prendere iII considerazione suggerimenti e con testazi on i, ma l'me anricipa che ~(ascoltaIe non signifìra asse. condare'''' lasciando intendere dle non ha alcuna in tellzione di rece­dere sulle posizioni dt'l governo, Quanto spazio di manovra ci sia si capirà domani quando, alla ripre­sa dei lav oli, tornerà di scena l'arti­colo 8 del testo che figua l'<ia i pote-ri dei dirigenti. Groviglio difficile da sciogliere quasi quanto quello delle assuIlziolli e degli i1'oti z.zati licenziamenti di quanti resteran­no nlOri dalle immissioni Rellzi nega: «Nessunlicenziamen­to, solo COIlCOI:S"1, ma la preoccupa­zione tra ì prccal'j segna allarme rosso.

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Data 17 -05-2015 il Giornale Pagina 15

del Piemonte Foglio 1

RIFORMA Tra votazioni e proteste

Sindacati in piazza contro la «scuola di Renzi» Domani presidio davanti alla prefettura. «Riformare facendo a meno di ascoltare è un atto di presunzione»

Elena Girani

• Alla Camera arrivano i pri­mi sì alla «Buona scuola». In piazza, invece, professori e sin­dacati - con in tasca un'altra idea di riforma - chiedono mo­difiche. Quel muro contro mu­ro, scongiurato dai vescovi ita­liani, persiste. E così si va verso altre giornate calde. Il premier Matteo Renzi continua arassi­curare sulla discussione sul «merito» e «con tutti»: l'impor­tante è che dopo si decida, per­ché «l'Italia non può perdere tempo». Niente da fare, però, sullo stralcio delle assunzioni dei l OOmila precari dal provve­dimento. Una decisione «im­possibile» - spiega il presidente del consiglio - proprio perché le immissioni in ruolo sono col­legate a un nuovo modello di scuola contenuto nel Ddi. Non possono viaggiare da sole. La Camera dà, allora, il via libera agli articoli sull' autonomiasco­lastica, sul piano dell' offertafor­mativa, sul curriculum dello studente, sull' alternanza scuo­la-lavoro, sull'insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecni­ci superiori, sull'innovazione digitale. Una riforma che Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda non riescono pro­prio a digerire. Saràcosìsitinda­vanti a Montecitorio domani e martedì. Se non bastasse, alcu­ne sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. Dalla capitale al re­sto del territorio nazionale, pro­vincia alessandrina inclusa. «N el corso degli incontri che si sono svolti aRomai sindacati in modo unitario hanno detto con estrema chiarezza che le modi-

fiche apportate dalla Commis­sione Istruzione al Disegno di legge non danno risposte suffi­cienti alle tante criticità su cui l'intero mondo della scuola è mobilitato. Il Governo inunpri­mo momento - ricordano dalla Cisl Alessandria-Asti - è sem­brato aprire una finestra di ascolto, ma le esternazioni del ministro Boschi e il videomes­saggio pubblicato in questigior­ni dal premier Renzi paiono di­re il contrario». Dal 5 maggio, giorno di uno sciopero di straor­dinariaintensitàepartecipazio­ne, quotidianamente hanno ri­badito le richieste: un piano di assunzioni che soddisfi le legit­time aspettative di migliaia di precari, personale docente e Ata, esclusi da quanto prevede l'attuale ddl; rifiuto di un mo­dello di governo della scuola centrato sulle prerogative del dirigente, a scapito della collegialità e della dimensione cooperativa; salvaguardia del­le prerogative contrattuali su materie come l'assegnazione di sede, la mobilità e la retribu­zione accessoria; esclusione di soggetti non adeguatamente qualificati nelle sedi di valuta­zione ai fini della conferma in ruolo e della valorizzazione pro­fessionale. Per questi motivi do­mani pomeriggio dalle 16,30 al­le 18,30 è organizzato un presi­dio unitario con volantinaggio sotto la sede della prefettura in piazzadellaLibertàadAlessan­dria. «Pretendere di riformare la scuola facendo a meno di ascoltarla è un atto di presun­zione che impedisce di percor­rere la strada della vera innova­zio ne, di un cambiamento giu­sto, necessario e condiviso».

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IL GIOBIALE DI VICEIZA I

Data

Pagina

Foglio

17-05-2015 25 1 /2

LA MOBILITAZIONE. Domani sera il corteo organizzato da tutte le sigle sindacali attraverserà le vie del centro storico

Scuola, fiaccolata anti-riforma Da piazza Castello al Chiericati Docenti, studenti e personale Ata uniti nel «no» al disegno di legge «Si deve tenere alta 1'attenzione»

Una fiaccolata per la scuola.. Pi­le e luci accenderanno doma­ni sera il centro città oltre che gli animi degli insegnanti che prenderanno parte allamobili­tazione organizzata da Cgil, Ci­sI, Uil, Snals e Gilda. Dopo lo sciopero unitario del 5 maggio scorso, con i vicentini che han­no sfilato in corteo a Milano, i sindacati tornano compatti in questa iniziativa che chiama a raccolta il personale docente e Ata, ma anche famiglie e stu­denti che non condividono il disegno di legge che nel frat­tempo ha ricevuto il primo sì alla Camera. Un voto con il quale viene riconosciuta l'au­tonomia in base alla quale ogni istituto potrà per esem­pio stabilire il monte ore an­nuale delle materie e aumenta­re l'orario settimanale com­plessivo estendendo le lezioni anche al pomeriggio. Ma i sin-

Il dissenso va legittimato con una presa di posizione unitaria delle parti sociali CGII.., CI51.., UII.., 5NALS, GILDA SINDACATI DELLA SCUOLA

dacati non ci stanno e prima che sia troppo tardi invitano ad alzare i toni.

«Scendiamo nuovamente in piazza per dire no al disegno di legge sulla scuola in discus­sione alla Camera; per segna­lare ai parlamentari di Came­ra e Senato che il mondo della scuola non vuole una legge co­me quella proposta dal gover­no; per raccontare la scuola che vogliamo attraverso la vo­ce di studenti, genitori, docen­ti e personale Ata», fanno sa­pere i segretari provinciali Franco Pilla (Cgil), Tina Cupa­ni (Cisl), Enrico Bianchi (Uil), Doriano Zordan (Snals), Rena­ta Veronese (Gilda). Saranno loro i registi della serata di do­mani, con ritrovo alle 20.15 in piazza Castello da dove parti­rà il corteo che attraversando corso Palladio arriverà in piaz­za Matteotti dove sono previ­sti interventi dal porticato di palazzo Chiericati. Ai parteci­panti è stato chiesto di portare pile e luci led per illuminare il percorso e per fare in modo che la manifestazione risulti più visibile. Sul palco che sarà appunto la gradinata del mu­seo civico non saliranno però i sindacalisti. «L'intenzione è lasciare la parola a chi la scuo­la la vive ogni giorno salendo in cattedra o entrando negli uf­fici di segreteria - fanno sape-

re - vogliamo dare voce ai mal di pancia di una categoria che vede la riforma come un peri­colo per la tra..'lparenzae l'auto­nomia della scuola. Non ci sa­ranno bandiere, se non quelle delle cinque organizzazioni sindacali».

I riflettori saranno accesi so­prattutto sulla figura del capo d'istituto che non avràsuperio­ri gerarchici e avrà carta bian­ca nella scelta del personale docente, selezionato da un al­bo regionale che verrà aggior­nato con cadenza triennale e che implica per gli insegnanti una maggiore mobilità. «Non si rendono conto - aggiungo­no gli organizzatori della fiac­colata alla quale prenderà par­te anche Interistituti, organi­smo che rappresenta i genito­ri delle superiori - che in que­sto modo si vanno a servire su un piatto d'argento gli stessi clientelismi, favoritismi e ne­potismi che hanno messo radi­ci nelle Università». Nella li­sta nera anche i cambiamenti che riguardano il collegio do­centi e il consiglio d'istituto «che il disegno di leggetra..'lfor­ma in organi puramente con­sultivi». Dopo l'unione fa la scuola, scritto sullo striscione dello sciopero del 5 maggio, lo slogan sarà «illuminiamo la scuola». «Vogliamo tenere al­ta l'attenzione sugli scenari che si vanno delineando - con­cludono - ma al tempo stesso legittimare il dissenso attra­verso una presa di posizione unitaria delle parti sociali. Al­trimenti la protesta rischia una deriva anarchica e contro­producente». e

©RIPROOU1IONf,RISFHVAIA

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Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 1

SINDACATI MARTEDI IN PIAZZA

Buona scuola, ancora proteste -SERGAMO­

PROSEGUE anche nella. Berga.masca.la mobilitazione dene sigle di Cgil,. Cisl e un, Snals El Gildill contro il disegno dileg:ge sulla "buona scuola", Martedì alle I S, davanti alla. sede della Prefettura, in via Tasso, è in programma un presidio di protesta. (<Ci incontriamo· spiepno ì sindaca.tl· per ribadire "urgenza di un piano assunzioni che soddisfi le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi da quanto prevede ,'attua.le stesura della. legge, pur avendo gli ste.5si requisiti di (;hi è nelle graduatorie a esaurimento; la necessità di un piano pluriennale che interessi U personale docente e il personale Ata; il rifiuto di un modeUo di governo della SCUola che enfatizza le prerogative del dirigente; la salvaguardia delle prerogative contrattuali sugli aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l'assegnazione di sede, la mobilità e la retribuzione accessoria; l'esclusione di soggetti non adeguatamente qualificati nelle sedi di valutaiione per la conferma in ruolo fil; la valorizzuiol1e professionale»). M.A.

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il manifesto Data 17 -05-2015 Pagina 2/3 Foglio 1 /2

I Cobas: sarà sciopero Il garante: è illegale L'agitazione contro il Dd! Scuola indet­

ta da Cobas e Unicobas dall'8 al 18 giugno. Per il presidente dell'autorità

di garanzia degli scioperi Alesse è «illegale, danneggia gli studenti». Bernocchi (Cobas): <<Avremmo preferito una convocazione unita­ria, ma rompiamo gli indugi per dimostrare la legittimità della lott<l». Pantaleo (FIe-Cgil) a Il manifesta: «Senza risposte dal governo, scio­pero unitario nel rispetto della legge. La pre­cettazione? Sarebbe una violazione del diritto di sciopero». Da domani a mercoledl manife­stazioni in tutto il paese contro la riforma Ren­zi-Giannini-Pd CICCARELLI I PAGINA 2

degli scru~l··""·· Lo hanno indetto Cobas e Unicobas dall'8 al18

giugno. Per il garante Alesse è «illegale, danneggia gli studenti»'. Da d0111:ani

manifestaziòni in tutto il paese contro il Ddl scuola Roberto Ciccarelli

L 'annuncio dello sciopero degli scrutini da parte dei Cobas e dell'Unicobas alimenta un val­

zer di dichiarazioni che allontano l' at­tenzione dalle mobilitazioni contro il Dd! scuola che da domani fino a mer­coledi percorreranno il paese da Nord a Sud.

Piero Bemocchi (Cobas) ha annun­ciato ieri due giornate di blocco delle attività in tutte le regioni: 1'8 e 9 giu­gno in Emilia-Romagna e Molise; il9 e lO in Lazio e Lombardia; ilIO e 1'11 in Puglia, Sicilia e Trentino; 1'11 e 12 in Liguria, Marche, Sardegna, Tosca­na, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e 13 in Abruzzo, Basilicata, Cala­bria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte

e Val d'Aosta; il 17 e 18 in Alto Adige. L'Unicobas di Stefano D'Errico farà la stessa cosa tra 1'8 e il 18 giugno. <<Avremmo preferito una convocazio­ne unitaria - sostiene Bernocchi - ma riteniamo che vadano rotti gli indugi per dare con urgenza un forte segna­le che tranquillizzi i docenti e che di­mostri la legittimità della forma di lot­ta proposta».

I sindacati più rappresentativi (FIe-Cgil, Cisl e Uil scuola, Gilda, Snals) si riuniranno in settimana per decidere. Francesco Scrima (Ci­sI) conferma quanto già detto a Il Manifesto il 13 maggio scorso: <<Ab­biamo un confronto in atto. Ci aspettiamo un atto di responsabili­tà da parte del governo. Dopo que­sto confronto unitariamente, con gli altri sindacati, decideremo cosa

fare, se e come proseguire la mobili­tazione».

Tutto dipende dal governo che ie­ri ha fatto sapere «di avere ricevuto i sindacati già tre volte» con la mini­stra dell'Istruzione Stefania Gianni­ni. Diversamente da quelle di Erco­le, è stata una fatica inutile dato che i sindacati prevedono di alzare la conflittualità arrivando ad uno scio­pero degli scrutini, il primo dal 1989. Lo show-down avverrà dopo l'approvazione del Ddl alla Camera prevista mercoledì 20 maggio.

Il loquace presidente dell' autorità di garanzia per gli scioperi Roberto Alesse ha fatto sapere che il blocco dei Cobas è «illegale». «Chi si muove fuori dalle regole danneggia sola e soltanto studenti e famiglie, e a loro dovrà spiegare le ragioni di un even-

tuale blocco illegale degli scrutini -ha detto -l'autorità, come annuncia­to nei giorni scorsi, valuterà la legitti­mità dell'atto di proclamazione nel­le prossime ore e lo faràcon rigore a tutela degli utenti». «li Garante fa ri­spettare la legge dell'accordo sulla scuola, non fa polemica con sinda­cati piÌl o ~no rappresentativi». Una precisazione inopportuna. La polemica è più virulenta che mai, e non l'hanno iniziata i sindacati.

La legge 146 del 1990 riconosce il diritto di sciopero durante gli scruti­ni tranne éhe per le terze medie o le quinte liceo. Il preside non può sostituire i docenti che scioperano, né rinviare lo scrutinio a sciopero già proclamato. Modificare la data significa limitare il diritto di sciope­ro. 10 scrutinio è sospeso e rinviato

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il manifesto fino a cinque giorni. Tecnicamente non è un «blocco», ma un rinvio. L'impatto politico della protesta sa­ràgrande.

E nell'interesse del governo Renzi distogliere l'attenzione dalle prote­ste con questa disfida in punta di di­ritto. Domani la scuola torna in piaz­za. Ad Aosta, ad esempio, è stato an­nunciato il presidio pennanente di 24 ore «Rifonna sì, ma non cosÌ» da-

vanti al palazzo regionale. Lo stesso slogan sarà usato sugli striscioni al presidio davanti alla Prefettura di Varese dalle 8 alle Il. Previste due manifestazioni a Foggia e a Brindisi.

Il centro della protesta sarà a piaz­za Montecitorio a Roma dove doma­ni e martedì è stato organizzato uno «speakers' comen>. Mercoledì sono state proclamate tre ore di assem­blea in tutte le scuole della Capitale

Data 17 -05-2015 Pagina 2/3 Foglio 2/2

per pennettere ai docenti di parteci­pare al presidio. Si pensa di costrui­re una catena umana per «circonda­re» il Parlamento. Le organizzazioni studentesche hanno annunciato la loro partecipazione.

Ieri Renzi ha inaugurato la saga del #matteorisponde su twitter. Nel lodevole intento di rispondere alla marea montante della protesta,' il presidente del Consiglio si è attesta-

to sull'imperativo del suo «storytel­Iing»: simulare il dialogo e andare avanti per incassare una lifonna che completa il suo disegno autori­tario. «Faremo tesoro di suggerimen­ti e critiche». E poi: «Dd! scuola cala­to dall' alto? Ascolto da settembre, dalla consultazione online». Quella che ha bocciato uno dei pilastri del­la «Buona Scuola»: l'abolizione de­gli scatti di anzianità. Ma questo Renzi non lo dice.

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il manifesto Data 17 -05-2015 Pagina 2 Foglio 1

PANTALEO (FLC-CGIL)· «È previsto dalla legge. La precettazione? Viola il diritto di sciopero»

«Senza risposte ci sarà il blocco» Domenico Pantaleo, segreta­rio Flc-CglI, organizzerete uno sciopero durante gli scrutini?

È del tutto evidente che davanti alla chiusura del governo rispet­to alle ragioni dello sciopero ge­nerale nella scuola metteremo in conto anche questa possibili­tà. Sciopereremo durante gli scrutini nel rispetto delle regole che prevedono la possibilità di astenersi dal lavoro per due gior­ni consecutivi, spostando gli scrutini fino ad un massimo di cinque giorni.

Il governo sostiene che dan­neggerete gli studenti e le fa­miglie.

Non riusciranno a metterci gli uni contro gli altri. Le regole ser­vono proprio a questo. Al gover­no ricordo che in questi mesi noi, e non loro, abbiamo aperto un dialogo con gli studenti e le fa­miglie. Non è un caso che gli stu­denti oggi siano una parte essen­ziale della mobilitazione.

Cobas e Unicobas hanno già indetto lo sciopero degli scru­tini. Con Cisl, UII, Snals e Gil­da lo proclamerete in maniera unitaria?

Ci riuniremo la prossima settima­na e decideremo.

La mlnistra dell'Istruzione Gian­nini ha definito lo sciopero una scelta «grave» e sostiene che siete divisi. È vero?

Assolutamente no. Lo dimostra .. no le tante iniziative e manife· stazioni che si terranno da do­mani Saranno forti, imponenti e importanti. Non c'è alcun ca­Io di tensione. C'è voglia di con­tinuare a lottare insieme. L'uni­di tiene.

E se scatta la precettazione? Noi staremo nelle regole. Se ci sa­rà la precetta7ione significa che è il garante sugli scioperi a non ti-

spettarle. Sarebbe un attacco al diritto allo sciopero.

Come spiega questo atteggia­mento del Garante Alesse?

I sindacati più rappresentativi harmo marllfestato responsabili· tà. Non capisco queste sue uscite senza specificare che è prevista la possibilità di fare sciopero du­rante gli scrutini.

È Il governo a fare presslC:lni? Mi auguro che il garante sia indi­pendente. Certo, le pressioni del govemo sono evidenti. Nella sto­ria delle lotte nella scuola non c'è mai stata una precettazione. Nella storia della scuola durante la Repubblica, almeno.

Carmelo Barbagallo, segreta­rio generale della un, sostiene che il Ddl scuola potranno ~n­che approvarlo, ma non sarà mai applicato perché i sindaca­ti si opporranno nelle scuole. Condivide?

Sono d'accordo con lui. Se ci sa­rà un disegno di legge approva­to con i numeri, ma senza con­senso, è del tutto evidente che non sarà applicato tranquilla­mente nelle scuole. A quel pun­to sarà legittimo da parte di chi non lo condivide mettere in campo tutte le azioni necessarie per garantire i diritti e la dignità delle persone.

Con quali strumenti blocchere­te la riforma?

Sul precariato ricorreremo ai tri­bunali. Qualsiasi violazione della libertà di insegnamento, o del contratto, saranno denunciate. Ricorreremo a tutti gli strumenti possibili.

Il prossimo anno la scuola sarà ìngovernabHe?

No, ma diventerà un luogo di conflitto che nessuno auspica perché in questa fase la scuola deve essere un luogo di condivi-

A Renzi e Giannini: «Approvare il Ddl senza consenso farà esplodere il conflitto nelle scuole l'anno prossimo e loro saranno i responsabili»

sione e di miglioramento per tut­ti. Il conflitto lo sta creando il go­verno Renzi e se ne dovrà pren­dere tutte le responsabilità. Noi, invece, crediamo che occorra la responsabilità di tutti per favori­re la crescita del nostro sistema di istruzione.

Lo sciopero generale non è sta­to tardivo? Perché non farlo già durante la consultazione sulla Buona scuola in autun­no?

Bisogna capire che fare uno scio­pero significa chiedere un sacrifi­cio alle persone che perdono una giornata di lavoro. Non è una richiesta semplice da fare

nella nostra situazione economi­ca. Voglio ricordare che prima dello sciopero generale del 5 maggio abbiamo fatto tante co­se. Una marllfestazione unitaria sul contratto nella pubblica am­ministrazione, la manifestazione a piazza Santi Apostoli a Rma del­le Rsu, le assemblee nelle scuole. Quella consultazione in rete è sta­ta una bufala, ma siamo riusciti a salvare gli scatti di anzianità che invece dovevano essere aboliti. La mobilitazione è stata coeren­te e tempestiva. Un crescendo che è arrivato allo sciopero gene­rale e oggi si sta estendendo.

Quanto ha pesato la spinta dal basso dei docenti e degli stu­denti?

Tantissimo. È accaduto la stes­sa cosa contro la riforma Gelmi­ni. Nelle scuole si è aperto un dibattito, oggi lavoriamo insie­me a famiglie, associazioni, stu­denti, docenti e personale Ata. Questi ultimi, vorrei ricordare, sono stati completamente igno­rati dalla riforma.

Quali sono gli aspetti della rifor­ma che la fanno indignare di più?

L'idea di un uomo solo al coman­do, il preside manager, che eroga 200 milioni di euro al 5% dei do­centi. E il resto? Sono tutti «im­meritevoli»? Con questa norma si vuole demolire il contratto del­la categoria bloccato da anni e si cancella la libertà di insegnamen­to trasformando i docenti in sud­diti. Si continuerà a tagliare sulla scuola, ma si concepisce un 5 per mille che favorirà le scuole dei benestanti. Si incentivano le scuole private, compresi i diplo­mifici. L'impianto di questo Ddl è vergognoso. Da organo costi tu .. zionale trasforma la scuola in un'impresa. ro. ci.

•• - ... ----- IL PRESIDI DEI CONSIGLIO

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lUi'MATTINO Data 17 -05-2015

IL~MATTINO Benevento Pagina 33 Foglio 1

Scuola, nuova ondata di proteste il malcontento approda in Prefettura

Martedì iniziativa dei sindacati in concomitanza con il voto sul disegno di legge del governo

I flash-mob, lo sciopero, i mes­saggi sulla bacheca del presiden­te del Consiglio Renzi, le risposte al vetriolo alla mail di quest' aulti­mo, e ora l'assemblea-presidio. Non si ferma la mobilitazione della scuola contro il disegno di legge del governo che in questi giorni viene discusso e votato a Montecitorio. «Riformare la scuola - si legge in una nota con­giunta di Fie Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Fgu Gil­da Unams - è giusto e necessario, ma non è certo possibile farlo at­traverso decisioni unilaterali del governo che, nonostante la gran­de adesione allo sciopero del 5 maggio, continua a non rispon­dere alla richiesta di cambiamen­to sugli aspetti più critici del dise­gno dilegge. Per questo la nostra mobilitazione continua!».

L'appuntamento è per marte­dì 19 maggio, dalle 17 alle 19, da­vanti alla Prefettura di Beneven­to. Il presidio, spiegano gli orga­nizzatori, è stato convocato per ribadire: «l'urgenza di un piano di assunzioni che soddisfi le legit­time aspettative di migliaia di precari esclusi da quanto preve­de l'attuale stesura della legge e la definizione di un piano plu­riennale che interessi il persona­le docente e il personale ausilia­rio, tecnico e amministrativo, del tutto escluso, a torto, dal dise­gno della cosiddetta "Buona Scuola"; il rifiuto di un modello di governo della scuola centrato su prerogative del dirigente a sca­pito della collegialità e della di­mensione cooperativa che deve

La mobilitazione Scuola, dopo quello del5 maggio, si prospettano altri scioperi e diverse iniziative di protesta

caratterizzare la progettazione e la gestione delle attività della scuola»; per chiedere (<la salva­guardia delle prerogative con­trattuali su materie che investo­no aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l'as­segnazione di sede, la mobilità e la retribuzione accessoria» così come «l'esclusione di soggetti non adeguatamente qualificati nelle sedi di valutazione ai fini della conferma in ruolo e della valorizzazione professionale». Ma sindacati e docenti vogliono sottolineare soprattutto (<la ne­cessità di ascolto reale e non vir­tuale sull'impianto della riforma stessa». E invece «il disegno di legge sulla "Buona Scuola" non risolve queste questioni perché non rinnova i contratti, concede pochi soldi a pochi docenti, non cancella la precarietà, mette in discussione la libertà dell'inse-

I super-poteri «No a un modello basato su prerogative del dirigente a scapito di collegialità e dimensione cooperativa»

Senza dialogo «Renzi sta andando avanti senza ascoltare le ragioni dei tanti che il 5 maggio sono scesi in piazza»

gnamento, ignora il personale Ata, sostiene insomma un mo­dello di scuola autoritario e ingiu­sto per chi nella scuola lavora, per i precari e per gli studenti».

«Chi persevera su questa stra­da - conclude la nota a fIrma di Vincenzo Delli Veneri, Evelino Del Ninno, Amleto De Nigris, Ita­lo e Rosa e Colomba Donnarum­ma - non conosce lo stato reale della scuola statale e soprattutto non ha intenzione di ascoltare le ragioni di quell'80% di lavoratri­ci e lavoratori della Scuola, gli stu­denti, i genitori che hanno scio­perato e manifestato il5 maggio. Sui diritti allo stu dio e sui diritti deilavoratorinon siamo disposti a cedere, per questo la mobilita­zione continua e siamo tutti coin­volti».

m.s.p. © RIPRODUZION E RISERVATA

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il mattino Data 17 -05-2015 Pagina 20 Foglio 1

LA PROTESTA DELLA SCUOLA

Assemblea in tutte le classi decisa da ogni istituto Muro contro muro. Anche e specialmente a Padova, come in tutto il Veneto, lo scontro tra i sindacati del settore, con i Co­bas che già minacciano il bloc­co degli scrutini ed il Governo sulla riforma della Buona Scuo­la, il cui primo articolo è stato approvato, a maggioranza alla Camera, si fa sempre più in­candescente. Come prima re­gione in Italia, i sindacati di ca­tegoria di Cgil, Cisl ed Uil, as­sieme allo Snals ed alla Gilda, dopo il grande sciopero, riusci­to, di martedì 7 maggio, hanno indetto, in tutte le scuole del Veneto di ogni ordine e grado, un' assemblea in orario di lavo­ro nelle prime due ore di lezio-

ni, che dovrà essere gestita di­rettamente dalle Rsu d'istituto. In pratica un secondo sciope­ro, di due ore, che comporterà o il semaforo verde per il ritor­no a casa degli studenti prima del suono della prima campa­nella, oppure, specialmente nelle scuole dell'obbligo, l'ini­zio delle lezioni a partire dalla terza ora. «La discussione alla Camera dei Deputati della ri­forma, progettata dal ministro Stefania Giannini e presentata dallo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è par­tita con il piede sbagliato» sot­tolinea Tiziano Sandonà, della segreteria provinciale della Ci­sI del settore. if. pali.)

«Fanno solo politica evitate i negozi Acc»

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I I

Data 17-05-2015 :ili JlrS5alll\frO Pagina 41 LATINA Foglio 1

"La buona scuola" riporta in piazza docenti e precari lA PROTESTA

me l'ulteriore taglio alle risorse economiche e ai posti di lavoro, chiedono poi di stabilizzare tutto

Hanno protestato ieri mattina in il personale precario e mantenere piazza della Libertà sotto la prefet- le graduatorie, di difendere il lavo-tura di Latina i docenti e n perso- ro e il ruolo del personale Ata e dei naIe Ata insieme ai sindacati di docenti e di sconfiggere !'idea che Cgil, Cisl, un, Snals e Gilda. Prote- le regole nei rapporti di lavoro si stano ancora una volta contro la possano fissare fuori da accordi riforma della scuola "La buona sindacali e dall'ascolto delle parti scuola" del governo Renzi che li ha sociali come accadrebbe se la ri-già portati in piazza lo scorso 5 forma passasse, grazie alla chia-maggio con un'adesione che ha su- mata diretta che n dirigente scola-perato il 90%. "L'unione fa la scuo- stico potrebbe fare in autonomia. la: riformiamola insieme" è lo slo- A questa protesta si è unita anche gan scelto dai manifestanti ieri quella dci Cobas contro i test In-mattina che hanno interessato del valsi e la "scuola-quiz" che "sman-problema anche il prefetto di Lati- tella materialmente e cultural-na Pierluigi Faloni al quale chiedo- mente !'istruzione, trasformando i no d'intervenire per portare all'at- docenti in addestratori di quiz". tenzione dci Governo quello che Fra.Ba. non va nel mondo della scuola, co- © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data 17 -05-2015

ILSECOLOXIX SAVONA Pagina 19 Foglio 1 /2

PREOCCUPANO I DATI SULSAVONESE. DALLA REGIONE UN INVITO AI PRESIDI: «MOTIVATE I RAGAZZb,

Dispersione scolastica sempre più su: 12 per cento Voti scadenti e disagio familiare le cause d'abbandono Cinque studenti su cento si ritirano già in prima

IL GRIDO d'allarme arriva dalla Regione Liguria. La di­spersione scolastica alle su­periori, nella provincia di Sa­vona, raggiunge il12 percen­to. Un da to che si allinea al re­sto della Liguria, ma che, non per questo, è meno preoccu­pante. A dirlo è l'assessore di Palazzo Fieschi, Pippo Ros­setti che, in occasione di un tavolo di lavoro sul tema, ha invitato le scuole a lavorare su metodologie che sosten­gano i ragazzi e li convinca a non abbandonare l'istituto superiore.

«Nella nostra regione - di­ce Rossetti - alle superiori perdiamo ogni anno almeno 4mila studenti. Ragazzi che, nella maggior parte dei casi, finiscono in strada, senza nemmeno una qualifica che permetta loro di accedere a un posto di lavoro». Le cause sono svariate: si va dai falli­menti scolastici, ai disagi fa­miliari.

studenti si perdono per strada

ogni anno, alle superiori, in Liguria

Una problematica partico­larmente sentita negli istitu­ti professionali.

Soltanto nei professionali savonesi, lo scorso anno sco­lastico, quasi il 10 per cento degli studenti non è stato ammesso all'anno successi­vo a causa di un eccesso di as­senze. Inoltre, ben il 5 per cento dei ragazzi si ritira dal­la prima, quasi il9 per cento si ritira dalla seconda, il 3 per cento dalla terza e ancora il 9 dalla quarta.

«Situazioni delicate, che possono avere conseguenze gravissime sulla vita di un ra­gazzo - dice Enzo Sabatini, segretario provinciale dello Snals-. I motivi sono molti, ma non è secondario l'alto numeri di studenti nelle clas­si, che non permette ai do­centi di dedicare a chi resta indietro maggior attenzio­ne».

Da qui, l'impegno di nume­rosi istituti savonesi che, an­che con il sostegno della Re-

degli studenti delle Professionali

ha perso l'anno per troppe assenze

gione, hanno dato vita a pro­getti mirati ad arginare il fe­nomeno. «Lo scorso anno -spiega la dirigente, Genzia­nella Foresti -l'Istituto Supe­riore di Cairo è stato nomina­to capofila di un progetto contro la dispersione scola­stica, insieme al Mazzini-Da Vinci di Savona, all'Alber­ghiero di Finale e al Giancardi Galilei Aicardi di Albenga. Con circa 100mila euro ab­biamo dato vita a un proget­to' organizzato su quattro azioni. L'azione Aè quella che ci siamo aggiudicati noi, in­sieme a Savona e Albenga, prettamente legato alle scuole e finalizzato a una se­rie di azioni individuali dedi­cate agli studenti a rischio nel biennio delle superiori».

Le azioni B e C erano rivolte al terzo settore, al mondo del volontariato, con interventi gestiti dal mondo del volon­tariato e svolte all'interno delle scuole, in base alle indi­cazioni dei docenti. s.c.

L'assessore Pippo Rossetti

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IL TIRRENO

LA PROTESTA

Data 17 -05-2015 Pagina 5 Foglio 1

n popolo della scuola torna in piazza Manifestazione da via Croce contro il disegno di legge del governo

t PISA

Il popolo della scuola scende nuovamente in piazza per esprimere il proprio dissenso al disegno di legge sulla "Buona scuola" che il governo Renzi sta portando avanti. Domani, alle 18, i sindacati Flc-Cgil, Ci-sI-Scuola, DiI-Scuola, Snals-Confsal, Gilda, Co-bas-Scuola, le organizzazioni degli studenti medi Officina de­gli studenti-Unione degli stu­denti e Rete degli studenti me­di, quella degli universitari Sini­stra per... e quelle dei lavoratori della scuola Coordinamento

della e per la scuola pubblica e Lavoratori precari della scuola si riuniranno in presidio in via Benedetto Croce per «difende­re la scuola pubblica» affinché «resti democratica, partecipa­ta, condivisa, libera, includen­te, solidale e basata sullavoro».

Dopo il concentramento par­tirà la manifestazione che gli or­ganizzatori hanno titolato "Il lungo abbraccio alla scuola pubblica". «Lo vorremmo gran­de e forte questo abbraccio, per dire no ad un disegno di legge che mira a stravolgere i valori, i principi e il futuro della scuola pubblica italiana - spiegano -.

Abbiamo scelto di far partire la manifestazione da un istituto scolastico del centro della città come simbolo di una scuola che vorremmo al centro e nel cuore del nostro Paese».

L'obiettivo è formare, al gri­do di "La buona scuola è di tut­ti", una lunga catena umana «a difesa della nostra scuola - con­tinuano gli organizzatori - dei nostri ragazzi e dei nostri dirit­ti». I promotori della manifesta­zione invitano i partecipanti a munirsi di un fiocco, un brac­cialetto o un nastro di color bianco. (d.r.)

iElRIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola, Cobas nel mirino del Garante

Data 17 -05-2015 Pagina

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Argomenti: Flc I Senato I Comitato Esecutivo I Robelio Alesse Uil Scuola I Frallcesco Scrima I Stefania I Camera dei deputati I C isl

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ROMA

Nel mirino della commissione di Garanzia sono finiti i Cobas che hanno annwlciato due giorni consecutivi di sciopero che impatteranno sugli scrutini e su ogni attività scolastica, a partire dal giorno seguente la fine delle lezioni (scaglionati a seconda delle regioni). Il presidente dell'Autorità sugli scioperi ha lanciato un monito: «Chi si muove al di fuori della legge e delle regole produce un danno a senso unico contro gli studenti e le loro famiglie - ha detto Roberto Alesse - a loro dovrà spiegare le ragioni di un eventuale blocco illegale degli scrutini. L'Autorità valuterà se la proclamazione dei Cobas è legittima, e lo farà con il massimo rigore, a tutela degli utenti». In caso di violazioni è previsto il ricorso alla precettazione, con sanzioni economiche per i sindacati responsabili da smila a 100mila euro.

Mentre Flc-Cgil, Cisl-scuola, Uil-scuola, Gilda e Snals proseguono il pressing per ottenere modifiche al Dd! scuola, dicendosi pronti a proseguire la mobilitazione con scioperi brevi, non di un'intera giornata, che potrebbero anche coinvolgere gli scrutini, nel rispetto dei limiti fissati dalla legge. In attesa che domani alla Camera riprenda l'esame del disegno di legge (venerdì sono stati approvati i primi 7 articoli), il premier Matteo Renzi replica su twitter alle critiche di un follower (<<parlate tanto e non ascoltate nulla») sostenendo che «ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici». Alla domanda se sia più preoccupato per il destino dei professori o per le prossime elezioni, Renzi risponde «le elezioni politiche saranno nel 2018. Quelle europee nel 2019. La scuola c'è sempre». A chi lo accusa di aver fatto una riforma calata dall'alto, il presidente del Consiglio risponde «Lei ha partecipato alle consultazioni sulla Buona Scuola? Abbiamo iniziato a settembre», pur assicurando «sto leggendo le risposte dei prof, faremo tesoro di suggerimenti e critiche».

Il fronte dei sindacati che ha indetto lo sciopero del 5 maggio attende di conoscere le risposte che arriveranno dalla Camera: «Da domani partono le mobilitazioni con assemblee nelle scuole - spiega Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) - e il coinvolgimento di studenti e famiglie. Nell'incontro nella sede del Pd ci è stato detto che le modifiche al Ddl saranno presentate anche al Senato, ipotizzando tre passaggi parlamentari. Senza il consenso nella scuola, sarà difficile attuare la riforma». Cauto sullo sciopero Francesco Scrima (Cisl scuola): «Abbiamo un confronto in atto. Aspettiamo l'esito e poi si vedrà». A Palazzo Chigi, nell'incontro con il governo, era stato preannunciato un tavolo con il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, atteso per martedì. «Dopo questo confronto,

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Il SOIC214JDill.lB._

unitariamente, con gli altri sindacati, decideremo cosa fare, se e come proseguire la mobilitazione. Tutto dipende dalle risposte dell'Esecutivo».

La strategia delle cinque sigle è sintetizzata da Massimo Di Menna (Uil Scuola) «Sono tre le questioni cruciali: la stabilizzazione dei precari, i poteri dei dirigenti scolastici, le tntele contrattuali. In assenza di risposte dal governo, e senza ulteriori modifiche in Parlamento, faremo scioperi che potrebbero coinvolgere anche gli scrutini, nel pieno rispetto della legge». In base all'accordo del 1999 che regola il conflitto nella scuola, in concomitanza con gli scrutini si possono effettuare due scioperi - che vanno proclamati con 15 giorni di preavviso -ma non si può provocare un ritardo nelle operazioni di scrutinio superiore ai 5 giorni rispetto alla scadenza programmata, mentre non è ipotizzabile alcuno slittamento dei termini per le classi che svolgono gli esami conclusivi dei cicli di istruzione (terza media, maturità, abilitazione professionale). Di Melma esclude ci possa essere un altro sciopero per l'intera giornata, come il5 maggio: «Ci è costato 42 milioni di euro che ci piacerebbe venissero restituiti alla scuola e non possiamo chiedere altri sacrifici a professori e personale Ata».

Quanto agli scioperi dei Cobas, interessano 1'8 e 9 giugno Emilia-Romagna e Molise; il9 e il lO Lazio e Lombardia; ilIO e 1'11 Puglia, Sicilia e Trentino; 1'11 e il 12 Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d'Aosta; il 17 e il18 per l'Alto Adige.

Alla Camera il voto finale è previsto per mercoledì 20 maggio; si tratta di capire cosa farà la minoranza del Pd, visto che diversi esponenti (da Gianni Cuperlo a Stefano Fassina, a Guglielmo Epifani, a Alfredo D'Attorre) hanno partecipato all'assemblea di venerdì dei sindacati che hanno il sostegno di SeI e Movimento 5 stelle. Un appello a favore del Ddl è stato lanciato da Maurizio Sacconi (Ap): «Tutta la destra liberalpopolare, tanto di maggioranza quanto di opposizione, ha il dovere di difendere la riforma della scuola dai tentativi di "spiumarla" messi in atto dalle corporazioni e dall'area conservatrice del Pd».

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Data 17 -05-2015 Pagina

Foglio 2/2

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, Dopo la grande mobilitazione unita­ria del 5 maggio, che ha visto un'al­tissima adesione allo sciopero generale del personale scolastico, dal governo non sono giunte aperture alle tante criticità evidenziate nel testo del DDL n.2259. Gli emendamenti appro­vati in Commissione istruzione non modificano l'impianto generale, che è quello di una scuola disegnata se­condo un modello autoritario, indivi­dualista, gerarchico e aziendalista, che discrimina e divide, ponendosi anche in contrasto con i principi costituzio­nali. Per questa ragione, la mobilitazione continua, con presidi unitari, flash mob, manifestazioni davanti a Monte­citorio e davanti alle prefetture di tutta Italia, nei giorni in cui il DDL verrà discusso in Parlamento (18, 19 e 20 maggio). Nell'ambito del percorso unitario di iniziative concordate, le segreterie re­gionali della FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL Scuola, SNALS Con­fsal e GILDA Unams, organizzano per martedì 19 maggio, a partire dalle

ore 17.30 fino alle 19.30un'ASSEM­BLEA PUBBLICA CON PRESI­DIO davanti alla prefettura di Campobasso e chiederanno un incon­tro al Prefetto perché, in qualità di rappresentante del Governo, riporti le considerazioni della scuola molisana sul DDL in discussione in Parlamento. Sarà l'occasione per ribadire: l'urgenza di un piano di assunzioni per migliorare l'offerta formativa e per soddisfare anche le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi dai piani di stabilizzazione. E' necessario che si faccia un decreto legge per garantire le assunzioni dal lO set-tembre e occorre predi-sporre un piano pluriennale che inte-ressi il personale do-cente ed il personale ATA, completamente escluso dalle stabilizza-zioni, pur avendo matu-rato il diritto. il rifiuto di un modello di governo

Data 17 -05-2015 Pagina 5 Foglio 1

della scuola autoritario, gerarchico ed aziendali­sta, tutto concepito a scapito della collegia­lità e della dimensione cooperativa che deve caratterizzare la pro gettazione e la gestione delle atti­vità nelle scuole autonome; la salvaguardia delle prerogative con­trattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rap­porto di lavoro, come l'assegnazione di sede, la mobilità, la retribuzione accessoria e la progressione di car­riera; la necessità di un ascolto reale e non virtuale, di tutti i soggetti interessati dalla riforma, perché la scuola è un di­ritto costituzionale e non può essere solo prerogativa di chi sta al governo. All'incontro sono invitati i rappresen­tanti dei partiti politici e delle istitu­zioni, che saranno chiamati a confrontarsi con lavoratori, studenti, genitori e quanti vorranno dare il loro contributo per fermare la deriva della scuola pubblica prevista nel DDL in discussione.

Flc Cgil

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da speculazioni e manomissioni

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Page 58: Rassegna Stampa di sab. 16, dom. 17 e lun. 18 maggio 2015 › ... › uploads › 2015 › 05 › 15_05_16-17-18.pdf · 2017-01-07 · Rassegna Stampa di sab. 16, dom. 17 e lun. 18

Data 17 -05-2015 Pagina 11 Foglio 1

MARTEDì MANIFESTAZIONE CONTRO IL GOVERNOJ BLOCCO SCRUTINI

Cobas, sit -in in piazza Guidiccioni BLOCCO degli scrutini e sit in da­vanti all'ufficio scolastico provin­cial 1.', in piazza Guidi ociolli, alle 15 di Illutl'(iì, La. città del ili ini­stro Stefa Ili a G lal1111n l è i n riv Di ti! con tro la riforma de Ila sCllola, A. trainare la protesta i sindacati a sì­glI.' unite: Fie Cgil, CisI scuola., Snals., mI, Gilda e Cobas che pf'f

mutedì hanno organizzato., invio rn ndo tlltta la dUildi n<lllza a pane­cipare, il sit in cittadino davanti al­la sede dell'V sp., un 'in lzia tiva dal ti tolo sÌJ,l,nificativ o: {{La buona stl.lola siìllllO noil), i~hìediamo il dtiro del Ddl sulla 'Cilttivil scllola' - dicbiilfilllO le ol"l";l:ilrlizzazionì - e Ull decreto legge stnlcio pel: l'as.­sunzione di tutti i precari che lavo­rano da anni nella scl.lola, lI1.artedì alle 15 invi tiamo tutto il POlXllo della scuola pubblica a partecipa-

re: docenti, Ala, studenti, geni to­ri., cittadini democratici che han­no a cuore la scuola pubblica della CostitllzionCll, Intanto Col.la$ sce­glie la linea dIna facendo da apripi­sta anche per lo sciopero degli S,XlI­tini, che potrebbero rinviare gli esili nelle scuole (al momento non quelli delle classi terminali),

dN RISPOSTA alle minacce dì precettazione, abbiam:o indetto il blocco degli scru tini e di O,g,ni atti­vità scolastica per due giorni, au­spìrnnclo che lo stesso facdano tut­ti gli altri sindaCHi - è il comunica­to ufficiale di Cobas - Bocciamo il "cattivo maestro" Renzi e il suo Ddi, no al preside-padrone, ilO ai quiz, sì all'assunzionI' siabill' clei precari secondo la sentenza della Corte di gillstizia europea, Propo-

lliamo inoltre agli altri sindacali e al POlXllo della scuola pubblica di l'ssere tutti In piazza domenìrn 7 giugno in difesa della buona istm­ziolle), (ILa minaccia di prt'et'ttaIe gli insegnanti. con ti n ua Co bas -è un oltraggio alla scuola pubblica, una di qUl'lle prepotenze verbali che eccìtano gli animi e aocendo­no lo scontro sociale, E ìnfatt.i Iles­sun governo in Italia è mai ricorso davvem alla precettazione dei pl'O­

fesso IÌ », Su questo fronte Cobas ammette che avrebbe preferito da subito una convocazione lIllitada, che però, auspica il sindacato,. po­trebbe avvenire più avanti. Il bloc­co degli scrutini nelle nosae scuo­le avverrà 1'11 e il 12 giugno ma non riguarderà., se lo sciopero non si estenderà, Ilè le lerze medie né le quinte superiori.

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Data 17 -05-2015

la Nuova Ferrara Pagina 16 Foglio 1

DOMANI FLASH MOB IN PIAZZA

Tanti libri lanciati in alto: «Abbasso la buona scuola»

La conferenza stampa di sindacati scuola e associazioni studentedesche

Come anticipato dalla Nuova, ie­ri un vasto fronte composto da sindacati e associazioni ha an­nunciato una nuova agenda di iniziative contro il disegno di leg­ge La Buona Scuola, in discussio­ne in questi giorni alla Camera. Domani alle 18.20 in piazza Trento Trieste si svolgerà un flash mob dei lavoratori del set­tore ma anche di studenti e fami­glie: i partecipanti sono invitati a portare un libro (magari la Costi­tuzione) che, a un segnale con­venuto, innalzerarmo al cielo. A seguire, dalle 19 fino alle 24, 'Pa­role e musica in libertà', vale a dire microfono aperto e inter­venti musicali. Martedì, invece, dalle 17 alle 19 si svolgerà un pre­sidio in Ercole I d'Este, davanti alla Prefettura, durante il quale i sindacalisti contano di essere ri­cevuti dal rappresentante del Governo. Ieri in piazza Verdi si è saldato un ampio fronte, che non comprende solo tutti i sin­dacati (Cgi!, Cis!, UiI, Snals-Con­fsal, Gilda-Unams) ma anche Re­te degli Studenti, Unione degli Studenti, Comitato a sostegno della Lip, Anpi, Movimento di cooperazione educativa e Pro­teo FareSapere. «Quanto sta ac­cadendo è talmente grave che è necessario che quanti vivono la

scuola aderiscano alla mobilita­zione - lancia l'allarme la segre­taria Flc-Cgil Hania Cattani -. Nonostante lo sciopero sia stato molto partecipato, con punte fi­no 90% in alcuni istituti del no­stro territorio, come non accad­de nemmeno in epoca Gelmini, il Presidente del Consiglio non si è fermato e continua a procede­re in tempi rapidi e stretth>. An­che Valentina Cervi di Gilda de­nuncia un «eccesso di fretta», mentre il segretario della Uii Scuola Paolo Accardo continua a rimarcare «la totale autonomia del dirigente nella vita scolasti­ca» tra i punti più problematici del disegno di legge. Tra gli stu­denti Fabrizio Pasqualini e Libe­ro Dondi, entrambi dell'U ds, de­nunciano gli sgravi fiscali per chi sceglie le scuole private e le po­chissime risorse per il diritto allo studio. Maria Giovanna Grazzi dello Snals segnala le «troppe de­leghe in bianco, ben tredici, con­tenute nella proposta», mentre Alessandra Zangheratti della Ci­si parla delle l OOmila assunzioni promesse come di <<un ricatto, e comunque insufficienti rispetto alle necessità». Sul tavolo resta l'arma finale: il blocco degli scru­tini.

Gabriele Rasconi

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Presidio dei professori davanti alla Prefettura Martedì nuova protesta contro il Governo

Docenti e personale ausiliario varesino della scuo­la tornano in piazza. Non accadeva da parecchio tempo, anche se le numerose e partecipate as­semblee delle ultime settimane, tenutesi in tanti isti­tuti della provincia, lo lasciavano presupporre. Martedì mattina dalle 8 alle 11, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, in pratica il novanta per cento e oltre della rappresentatività sindacale dietro le cattedre e nel­le segreterie, terranno un presidio davanti alla Pre­fettura, così come accadrà in un centinaio di capo­luoghi di provincia e di regione sparsi in tutta Italia. I motivi della protesta, di cui si parla sui mass media da diversi giorni, sono noti: rivedere il disegno di legge che il governo Renzi sta portando all'appro­vazione della Camera (il voto finale è atteso proprio per martedì o per mercoledì prossimi). Così come noto è il poker di richieste che verrà consegnato an­che al prefetto di Varese, Giorgio Zanzi: piano plu­riennale di assunzioni per quanti sono al momento esclusi dal decreto; no ai superpoteri concessi ai dirigenti; rinnovo del contratto collettivo di lavoro, bloccato da sette anni e con concrete prospettive di un ulteriore blocco almeno sino al 2018; nuove regole in tema di mobilità, carriere, salario. Sono in primo luogo i docenti cosiddetti "di terza fascia" a scendere in campo; per loro (ci parla di qualche centinaio di persone solo in provincia) il decreto sulla Buona Scuola non prevede alcuna possibilità di impiego né a settembre (quando Ren­zi promette di awiare a ruolo oltre 100mila inse­gnanti) né dopo, in quanto si andrebbe verso una stabilizzazione del corpo docente. Questo dopo anni in cui il Ministero dell'Istruzione ha continuato ad assumere in via temporanea e quindi illudendo di procedere prima o poi ad una assunzione in pianta stabile. Basta accedere ad una piattaforma online per ren­dersi conto che molto spesso si tratta di persone non più giovanissime, magari padri o madri di fa­miglia, alle prese con un prowedimento di governo che non dà loro scampo. Ma a dir poco arrabbiati sono anche i loro colleghi più fortunati, coloro che possono vantare una cattedra a tempo indetermi­nato: per loro insegnare sta significando classi con numero eccessivo di alunni, anche più di trenta, fat­to che un tempo era solo eccezionale, riconosci­menti economici uguali -già bassi- a quelli del 2008, allontanamento dell'età pensionabile e, dun­que, aumento della forbice di età rispetto a quella degli studenti e, in prospettiva, allungamento del­l'orario lavorativo.

Riccardo Prando

Data 17 -05-2015 Pagina 13 Foglio 1

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la Repubblica

LA DENUNCIA

"Stop ai test Invalsi studenti puniti"

INSUFFICIENZE in pagella, voti bassi in condotta e sospensio­ni. Sono le ritorsioni dei presi­

di contro gli studenti che hanno boicottato i test Invalsi. Per ora si tratta solo di minacce. <<Inaccet­tabili» le rispedisce subito al mit­tente la coordinatrice dell'Unio­ne degli Studenti di Bari, Miriam Rossi. Ma il ri.<;chio che i dirigenti scolastici diano seguito alle san­zioni disciplinari sbandierate è tutt' altro che infondato.

FRANCESCA RUSSI A PAGINA VII

"Minacce dei prof agli studenti chehanno bloccato i test" I sindacati lanciano 1'allarme "Stanno intelVenendo i presidi"

FRANasCA RUSSI

INSUFFICIENZE in pagella, voti bassi in condotta e sospensio­ni. Sono le ritorsioni dei presi­

di contro gli studenti che marte­dì scorso hanno boicottato i test Invalsi. Per ora si tratta solo di minacce. <<Inaccettabili» le rispe­disce subito al mittente la coordi­natrice dell'Unione degli Studen­ti di Bari, Miriam Rossi. Ma il ri­schio che i dirigenti scolastici, an­dati su tutte le furie per la diser­zione di massa organizzata dai ragazzi iscritti al secondo anno di licei e istituti tecnici e profes­sionali di Bari, diano seguito alle sanzioni disciplinari sbandiera­te è tutt' altro che infondato.

Il boicottaggio delle prove na-

zionali Invalsi, ritenute nozioni­stiche e costose, a Bari ha regi­strato un'adesione di circa il 70% nelle scuole superiori: più di

due studenti su tre hanno lascia­to i banchi vuoti e si sono riuniti in assemblea fuori da scuola. Ma anche fra i ragazzi che sono en­trati in classe, perchè messi alle strette da docenti e presidi, mol­ti, circa il 10%, hanno annullato i test con risposte sarcastiche e ir­riverenti. Un atteggiamento che ha indispettito qualche dirigen­te scolastico.

«Al ritorno a scuola dopo il boi­cottaggio sono cominciati i pro­blemi - spiegano i ragazzi dell'Uds - ci siamo trovati a do­ver combattere contro presidi autoritari che ci hanno minaccia-

to». Poi, mettendo tutto nero su bianco in una nota, i giovani dell'Uds fanno l'elenco. «Al liceo scientifico Salvemini di Bari la preside ha minacciato l'abbassa­mento del voto della condotta e del profitto in generale ai ragaz­zi che hanno boicottato le prove

Invalsi. Caso simile è avvenuto al liceo artistico De Nittis-Pascali, dove la preside ha girato le classi minacciando gli studenti di ri­percussioni sui loro voti, taccian­do di ignoranza i docenti. All'isti­tuto tecnico Pietro Sette di San­teramo è stata minacciata la so­spensione dalla vicepreside per chi aveva deciso di non entrare il giorno della somministrazione dei test preferendo un'assem­blea fuori scuola alla schedatura.

Data 17 -05-2015 Pagina 7 Foglio 1 /2

E inaccettabile questa linea du­ra che va a minare la possibilità degli studenti di coltivare un pensiero critico. Queste pratiche sono tutte riconducibili al profilo

del preside-manager presente all'interno del ddl "Buona Scuo­la". Ma le indimidazioni non ci fermano».

La protesta, infatti, prosegue. Dopo lo sciopero che il 5 maggio ha portato in piazza a Bari 25mi­la tra docenti, sindacati e studen­ti, domani pomeriggio a partire dalle 16 è previsto un nuovo sit in, convocato da Cgil, Cis!, UiI, Snals e Gilda, in piazza Prefettu­ra in concomitanza con l'avvio della discussione del disegno di legge sulla scuola alla Camera.! Cobas intanto minacciano il bloc­co degli scrutini.

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LASICILIA Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 1

SCUOLA. I sindacati autonomi non mollano: «Serve un segnale foIte». I confederali attendono il confronto col ministro Giannini

I Cobas bloccano gli scrutini Inascoltato l'appello del Garante che ha minacciato la precettazione degli insegnanti

Sciopero articolato a scacchiera per due giorni consecutivi: in Sicilia il 10-11 giugno

ANNA RITA RAPETTA

RoMA. Blocco degli scrutini e di ogni at­tività scolastica per tutto il personale per due giorni consecutivi, a partire da quello successivo alla fine delle lezioni. I Cobas fanno spallucce davanti al mo­nito dell'Autorità di garanzia per gli scioperi, che ha evocato la precettazio­ne nel caso in cui la protesta uscisse dai binari della legittimità, e invitano gli al­tri sindacati di settore a unirsi alla lot­ta contro la "Buona scuola". I Cobas hanno anche programmato una mani­festazione nazionale per il 7 giugno e messo a punto il calendario del blocco degli scrutini che sarà a macchia di leo­pardo: 1'8-9 giugno in Emilia-Roma­gna e Molise; il 9-10 in Lazio e Lombar­dia; il 10-11 in Puglia, Sicilia e Trentino; 1'11-12 in Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12-13 in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Val d'Aosta; il 17 -18 in Alto Adige.

«Riteniamo che vadano rotti gli indu­gi per dare con urgenza un forte segna­le che tranquillizzi i docenti e che di­mostri la legittimità della forma di lot­ta proposta», precisa il portavoce dei Cobas, Bernocchi, che procede con lo strappo forte del fatto che, per legge, gli scrutini per essere validi devono preve­dere la presenza di tutti gli inseganti

che formano il consiglio di classe e che l'assenza di un solo insegnante è suffi­ciente per bloccare gli scrutini. I presi­di, inoltre, non possono procedere allo scrutinio finale prima che siano termi­nate le lezioni, e non si possono sposta­re d'ufficio scrutini già convocati nei giorni di sciopero, mossa che si confi­gurerebbe come attività anti-sindacale e, quindi, perseguibile.

«Restiamo in attesa di un'altra con­vocazione da parte del cattivo maestro Renzi affinché spieghi, fra l'altro: come potrebbe un preside con centinaia di docenti nei vari plessi - che vede, al più, due o tre volte l'anno in collegio docenti - giudicarne le capacità didat­tiche; come lo potrebbero fare, addirit­tura, i genitori e gli studenti, assegnan­do aumenti salariali a un 10% di "mi­gliori" docenti; con quali doti mediani­che un preside "ingaggerà" dagli albi territoriali docenti mai visti e cono­sciuti; perché dovrebbero essere i citta­dini, e non lo Stato, a finanziare le scuo­le con il5 per mille», prosegue Bernoc­chi pronto alla mobilitazione unitaria in programma a partire da domani e fino a mercoledì, in occasione del voto sul ddl alla Camera.

L'awertimento del Garante rimane inascoltato. «L'Autorità, come annun­ciato nei giorni scorsi, valuterà la legit­timità dell'atto di proclamazione nelle prossime ore e lo farà con rigore a tute-

la degli utenti», ribadisce Alesse, presi­dente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. «Detto questo - conclude Ales­se - il Garante fa rispettare la legge del­l'accordo sulla scuola; non fa polemica con i sindacati più o meno rappresenta­tivi».

Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Gil­da e Snals, dal canto loro, prendono tempo. «Abbiamo un confronto in cor­so e un appuntamento (forse la prossi­ma settimana) con il ministro, Gianni­ni. Ci aspettiamo un atto di responsabi­lità da parte del governo rispetto alle ri­vendicazioni del mondo della scuola. Tutto dipende dalle risposte che arrive­ranno dall'esecutivo», afferma il segre­tario generale della Cisl-Scuola, Scri­ma. Gli spazi di manovra non sono am­pi.

Il governo ha aperto ad alcune modi­fiche, ma Renzi difende la riforma a tutto tondo nel botta e risposta su twit­ter con i docenti. Nega che chi è assun­to possa essere licenziato dopo tre an­ni (<<leggenda metropolitana») e respin­ge la tesi secondo cui politici e mafiosi sono pronti all'assalto dei presidi-ma­nager per infiltrarsi anche nella scuola: «Superficiale il giudizio sui presidi». E a chi gli chiede "ma tu di cosa ti preoccu­pi: dei professori o delle elezioni? ", ri­sponde sorvolando sulle amministrati­ve in vista e taglia corto: «Le politiche ci saranno nel 2018. Le europee nel 2019. La scuola c'è sempre».

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LASICILIA LA SICILIA

Circa 150 i partecipanti che hanno portato con loro un cero per celebrare i "funerali" della scuola pubblica

Docenti e alunni in piazza contro la "buona scuola" Agrigento torna in piazza contro la rifor­ma del Governo Renzi chiamata "Buona scuola". Un corteo, promosso dalle sigle della sCliola di Cgil, Uil e Snals, si è tenll­to ieri pomeriggio tra piazza Cavour e piazza Vittorio Emanuele per ribadire il secco «nO}) a quello che per molti è LITI

progetto di smantellamento del sistema dell'istfllzione pllbblica.ln strada sono scesi almeno 150 tra insegnanti, rap­presentanti sindacali, cittadini e qualche stlldente per partecipare ad lIna marcia che era stata resa nota solamente nella tarda serata di venerdì. In mano molti recavano una candela o UTI lumino, sim­bolo di un "funerale" della scuola pub­blica l'be il Governo vorrebbe celebrare con la sua riforma.

,Gli atti che si stanno per approvare -spiega Gaetano Bonvissuto, Cgil Fie -vanno verso la privatizzazione dell'i­stfllzione pllbblica. Si pensi a provvedi­menti come la possibilità di destinare il 5 per mille alla scuola privata, l'aumen­to dei finanziamenti alla stessa e lo stra­potere - continua - che viene garantito ai dirigenti scolastici, grazie alla totale assenza di partecipazione. Le RSll, ad esempio, non avranno nessun ruolo, non potranno avere nessun dialogo con la dirigenza, che acquisisce cosÌ un po­tere abnorme. QlIesto è l'inizio della lotta, non ci fermeremo»,

,E' una battaglia che va sostenuta perdlé stiamo affrontando lIn momen­to estremamente difficile nel mondo della scuola - dice Calogero Burgio, Uil Scuola -, La sCLlola va ritoccata, interve­nendo su problematiche come l'edilizia scolastica o illinnovo del contratto dei docenti, che ad oggi hanno letteralmen­te stipendi da fame,.

,Con la scusa delle stabilizzazioni dei precari - dice invece Angelo Amato, Snals - si VlIole passare un modello di scuola che elimina la democrazia e im­pone un dirigente dittatore che può tut­to, anche disporre il licenziamento dei lavoratori nell'anno di prova>.

GIOACCHINO 5CHICCHI

Data

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17-05-2015 28 1

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LA SICILIA

LA SICILIA Enna

Decreto ((Buona scuolan, nuovo sit in di docenti e Ata al Provveditorato

f. g.) Il personale della scuola continua la sua protesta contro la riforma e domani i rappresentanti sindacali hanno deciso di organizzare un presidio davanti gli uffici del Proweditorato agli studi. «Lo sciopero del 5 maggio - ha dichiarato Angela Accascina della Cgil-Scuola - ha segnato un grande momento di partecipazione democratica dei lavoratori che, con l'astensione dell'80%, hanno voluto esprimere tutta la loro rabbia e contrarietà al Decreto legge sulla "Buona Scuola". Malgrado le tante manifestazioni organizzate dai sindacati e dai lavoratori della scuola il Parlamento si mostra sordo alle istanze che provengono dalla base. Gli emendamenti apportati non modificano sostanzialmente l'impianto gerarchizzante e non cancellano l'impronta aziendalistica». Il personale docente e Ata intende continuare la protesta fino al blocco degli scrutini, se si dovesse rendere necessario. E per difendere la scuola della Costituzione, continuare la mobilitazione e mantenere alta l'attenzione sulle problematiche scolastiche, le organizzazioni sindacali F1c-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams hanno deciso di organizzare domani alle 16,30 un sit -in nel piazzale antistante l'Ambito Territoriale XlII di Enna (ex Proweditorato).

Data 17 -05-2015 Pagina 28 Foglio 1

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LA STAMPA J I

Sindacato Presidio pennanente contro la Buona Scuola _ Prosegue la protesta contro la «Buona Scuola» di Renzi. In vista della votazione alla Camera del disegno di legge di riforma dell'Istruzio­ne, la Fic CgiI, la Cisl Scuola, ii Savt École e lo Snals Confsal organizzano per domani e per martedì un presidio perma­nente, 24 ore su 24, davanti a Palazzo Regionale. «II presi­dio - dicono i sindacat.i - sarà l'occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle ri­vendicazioni del sindacato». Domani è anche previsto un «flash mob» con appunta­mento alle 20,30, sempre in piazza Deffeyes, al quale sono invitate anche le famiglie e gli studenti. «Ognuno - chiedono gli organizzatori - deve porta­re una candela o un lumino». I sindacati ricordano che è possibile firmare la petizione per chiedere il ritiro del pro­getto di legge sul sito www.change.org oppure su www.orizzontescuola.it/no­def52536.

Data 17 -05-2015 Pagina 47 Foglio 1

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la Voce di !1.antova

Un sit-in martedi 19

Scuola, tutti i sindacati contro Renzi I sindacati non mollano. Dopo il successo dello sciopero unitario adesso ci provano con l'assem­blea sindacale unitaria. Per la mattinata di martedì 19 maggio, dalle ore 8 alle 11, le organizzazioni sin­dacali Flc-Cgil, Cisl Scuola ViI scuola di Man­tova e Snals Confsal, pres­so l'area antistante la Pre­fettura in via Principe Amedeo 30, si sono dati appuntamento e hanno convocato unitariamente un' assemblea sindacale provinciale di tutto il per­sonale attivo nelle scuole virgiliane. All'ordine del giorno ci sarà il disegno di legge "Buona scuola" allo stu­dio del governo, e in par­ticolare l'avvio della di­scussione alla Camera dei deputati sul testo appro­vato in commissione. Al­l'assemblea saranno pre­senti i rappresentanti sin­dacali territoriali delle Or­ganizzazioni Sindacali. Tutte le scuole hanno chiesto ai docenti inte­ressati all'assemblea sin­dacale di comunicare la loro adesione per consen­tire l'organizzazione del­l'attività scolastica ed av­vertire e famiglie degli alunni. Si prospetta un'a­desione massiccia.

Data 17 -05-2015 Pagina 7 Foglio 1

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Quotidiano Lecce I

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17-05-2015 19 1 /2

Sit -in e blocco scrutini: riparte la protesta dei prof I sindacati, in maniera congiunta, hanno programmato l'astensione degli insegnanti dalle attività non obbligatorie

• Pronti a tutto, i sindacati di categoria, anche al blocco de­gli scrutini, e dopodomani sit-in del mondo della scuola davanti alla Prefettura, a parti­re dalle 17. Hanno messo l'el­metto Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Fgu-Gilda, annunciando, ieri mattina in conferenza stampa, le prossi­me azioni di protesta contro la riforma de "La Buona Scuo­la". Il bollettino di guena? Lo hanno snocciolato i segretari generali provinciali dei sinda­cati che sventolano la bandiera della protesta: Giovanni Caret­to, Uil scuola; Gianna Guido, Cisl Scuola; Maria Rosaria Va­lentino, Snals; Maria Rosaria Ferilli, Fgu-Gilda.

I prof si astenanno dalle at­tività non obbligatorie, boicot­teranno l'adozione di libri di testo, saranno inscenati Flash mob e, come ultima ratio, lo sciopero degli scrutini da at­tuarsi «nella concreta eventuali­tà che la protesta delle parti so­ciali, dei lavoratori della scuo­la e della società civile tutta dovesse rimanere inascoltata».

Un cartello di guena che avrà ripercussioni anche econo­miche, a partire dalle case edi­trici specializzate nel settore della scolastica. Sono stati gli stessi sindacati di categoria a sottolineare che le case editrici hanno già lamentato i rischi per la loro produzione editoria­le, se gli insegnanti non sce­glieranno i libri di testo. E poi.

Anche il settore turistico po­trebbe pagare il prezzo: il bloc­co degli scrutini, infatti, incide­rà sulla vita delle famiglie e -per dirne una - sulle vacanze.

E ancora. Nel corso della conferenza stampa non è man­cata la bacchettata ai politici salentini che «da una parte si dichiarano solidali con i lavora­tori della scuola, dall'altra plaudono su Facebook al cam­mino della riforma e ai voti fa­vorevoli che si susseguono al­la Camera». Gianna Guido ha affermato a chiare lettere che «il sindacato non si occupa di politica, ma chiediamo ai poli­tici salentini una presa di posi­zione chiara». Mentre Giovan­ni Caretto ha puntato il dito verso il Governo che «dando poteri straordinari ai dirigenti scolastici e coinvolgendo nella valutazione dei prof, studenti e genitori, ha voluto mettere la categoria degli insegnanti nella posizione di chi è subalterno».

Intanto si è sgombrato il campo delle esitazioni per quel che riguarda il blocco de­gli scrutini, almeno a livello provinciale, e Ivana Aramini ha sottolineato che «siamo ani­vati a questo punto perché non c'è nessuna volontà, da parte del Governo, di confronto ed è grave che sia stata legata la ri­forma alla stabilizzazione dei precari, come pure è altrettan­to grave che materie contrattua­li siano state inserite in questo disegno di legge: non era mai accaduto».

Parlano con la mano sul cuore, i sindacalisti, perché pri-

ma di essere impegnati nella tutela dei diritti dei lavoratori sono essi stessi dei prof e sulla riforma hanno ben chiara una circostanza: «Possono appro­varla, ma ad applicarla saremo noi». Della serie: non finirà a tarallucci e vino.

Si respira amarezza tra i sindacati perché dopo la pode­rosa manifestazione dello scor­so 5 maggio erano convinti che il governo si sarebbe fer­mato ad ascoltare le ragioni

della piazza. Così non è: Ren­zi viaggia a velocità supersoni­ca e il voto finale della Came­ra è atteso per mercoledì.

La speranza? I sindacati sperano che al Senato Renzi abbia difficoltà con i numeri e, quindi, passino alcuni emenda­menti. In primis quello che ri­dimensiona i poteri dei dirigen­ti scolastici: il disegno di leg­ge prevede che i dirigenti pos­sano nominare, con criteri di­screzionali, i docenti inclusi ne-

gli albi tenitoriali, per attività extracurricolari; come pure hanno un ruolo più pregnante nella formulazione del Piano triennale dell'offerta formativa e nella distribuzione delle in­dennità ai prof che saranno ero­gate su suo insindacabile giudi­ZIO.

Questa una delle parti più dolenti, per il mondo della scuola pronto ad anoventare il clima.

M.Moll. ------I Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatari<-, .. _ .. .... ..... ,t" .... """ ......... """ ..... ...., ................

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Quotidiano Lecce

"Settimana mondiale della tiroide": test per i bimbi • Quella che si aprirà domani è la "Settimana mondiale della tiroide" e, come ogni anno, nel Salento è prevista una giornata di screening gratuito dedicato ai bambini. Martedì 19 maggio l'appuntamento è a Casarano (ore 9-13) e a Gallipoli (15-19). Quest' anno il tema conduttore della settimana è "Poco sale, ma iodato:

la prevenzione delle malattie tiroidee si fa mangiando sano". In particolare, Giuliana Cardinale e Nicola Corciulo, medici responsabili degli Ambulatori di Endocrinologia Pediatrica delle Divisioni di Pediatria dei Presidi Ospedali eri di Casarano e di Gallipoli hanno scelto di aderire alla richiesta della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) di contribuire all'iniziativa mondiale di sensibilizzazione e prevenzione, promossa anche dalle altre società scientifiche del settore (Associazione italiana della tiroide, Società italiana di Endocrinologia, Associazione dei medici

La manifestazione É prevista per martedì mattina a partire dalle 17 davanti alla Prefettura

L·h· ''ri hO" l n a ,R, se. lO

Tra le iniziative di protesta anche quella di boicottare l'adozione dei libri di testo

Grandi poteri ai dirigenti scolastici: il nodo cruciale • Una riforma in dieci punti o, secondo le voci critiche in dieci slogan. Tanti gli slogan renziani per veicolare il m'odello di. scuola del futuro immaginate nella riforma che, per la pnma volta, non è legata al nome del ministro dell'Istruzione ma ha un titolo che vuole evocare buone intenzioni, "La ' Buona Scuola". Quindi? La buona è buona autonomia. Il dirigent~ sceg~ie la sua. squadra. Piano straordinario e poi solo concorsI. StudIare per Il futuro Scuola-lavoro e digitale. Stop class~ "poll~io". Un~ Card per l'aggiornamento. Un bonus per valonzzare I docentI. La Scuola trasparente. Investire sul futuro con il 5 per mille e school bonus. Un bando per le "Scuole Innovative" e controlli sui controsoffitti. Ma il mondo della scuola non si fida degli slogan.

Data 17 -05-2015 Pagina 19 Foglio 2/2

endocrinologi, European Tyroid Asociation) e dal comitato delle associazioni dei pazienti (CAPE). L'obiettivo dell'iniziativa salentina è quello di diffondere la "cultura" delle malattie tiroidee in età pediatrica, di far conoscere la problematica della carenza di iodio e l'importanza di questo minerale per la salute, soprattutto in età infantile e adolescenziale. Per tutta la settimana, inoltre, nel corso della quotidiana attività clinica, ambulatoriale e di reparto, sarà fatta divulgazione delle problematiche relative alla carenza di iodio, attraverso poster, opuscoli illustrativi e brevi presentazioni dedicati all'argomento.

Continuano le iniziative dei sindacati contro la riforma della scuola, Ieri conferenza stampa congiunta AI tavolo: Giovanni Caretto, Uil scuola; Gianna Guido, Cisl Scuola; Maria Rosaria Valentino, Snals; Maria Rosaria Ferilli, Fgu-Gilda.

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Data 16-05-2015 Pagina

Foglio 1

SCUOLA, LA PROTESTA A ROMA AL PANTHEON: "RITIRATE IL DDL"

Roma, (askanews) - Mentre la Camera ha votato i primi articoli della riforma della scuola, sit-in di protesta al Pantheon, a Roma, per chiedere di modificare il testo del disegno di legge che, secondo alcuni, è stato addirittura peggiorato.La manifestazione ha riunito studenti, docenti e personale degli istituti scolastici di Roma e provincia e alcuni deputati dell'opposizione, Sei, Movimento 5 stelle e Fratelli d'Italia, e la sinistra interna del Pd. Tra questi Stefano Fassina, Gianni Cuperlo e il fuoriuscito Dem Pippo Civati.Con i manifestanti anche le bandiere di alcune sigle sindacali: Cgil, Csil e sindacati come Gilda e Snals. Alcuni insegnanti precari hanno portato cartelli con le richieste di modifica al ddl, come no allo "strapotere del preside e alla scuola di classe".Un'insegnante:"Sono molte di più le persone che si devono assumere, non vi fate ingannare dai numeri. Questo ddl è l'antitesi della continuità. Hanno assunti i precari e ci precarizzano tutti"."Noi parliamo con gli alunni, dialoghiamo, se loro non ci fanno domande vuoi dire che la lezione è andata male. Lui ha parlato da solo, così sa dialogare lui. Da solo. Siamo davvero disperati perché non è giusto per nessuno di noi".

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IL GIOBIALET'A .... ena DI VICEIZA L lo I

Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

RIFORMA. Appello del segretario generale della Cei, Galantina, a evitare il muro contro muro: «Studenti protagonisti»

Scuola, primi sÌ alla Camera ARoma sindacati in piazza

Passano sette articoli della legge Il ministro Giannini soddisfatto

ROMA

Alla Camera arrivano i primi sì alla «Buona scuola». In piaz­za, invece, prof e sindacati -con in tasca un'altra idea di ri­forma -chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cerca il dialogo, viene contesta­to. Il punto di incontro è anco­ralontano, dunque. Quel «mu­ro contro muro», deplorato ie­ri mattina dalla Cei, persiste.

Ieri è stata un'altra giornata calda per il mondo della scuo­la. In apertura, la rassicurazio­ne del premier Matteo Renzi in merito alla discussione sul «merito» e «con tutti»: l'im­portante poi è che dopo la di­scussione si decida, perché «l'Italia non può perdere tem­po». Niente da fare invece sul­lo stralcio delle assunzioni dei lOOmila precari dal provvedi­mento. Una decisione «impos-

Renzi: discutiamo nel merito econtutti ma poi si decida, non possiamo perdere tempo

sibile», spiega il presidente del Consiglio, proprio perché le immissioni in ruolo sono collegate al nuovo modello di scuola contenuto nel disegno di legge. Non possono viaggia­re da sole.

Ieri la Camera ha approvato i primi sette articoli della rifor­ma. 1\1tto è filato liscio, salvo un piccolo incidente di percor­so: in un emendamento che contiene un'osservazione tec­nica della commissione Bilan­cio e recepito dalla Commissio­ne Cultura, il governo va sotto. «Non incide con la struttura del testo», precisa il relatore. La Camera dà allora il via libe­ra agli articoli sull'autonomia scolastica - «finalmente si po­trà dare piena attuazione al­l'autonomia», twitta Giannini -sul piano dell'offertaformati­va, sul curriculum dello stu­dente, sull'alternanza scuola­lavoro, sull'insegnamento nel­le carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'innovazione di-

Sit-in al Pantheon, i manifestanti contestano Fassina e Malpezzi gitale.

PROTESTE. Ma se a Montecito­rio ci sono pochi intoppi per il governo - e pare avverarsi il «clima di confronto» auspica­to dalla presidente Laura Bol­drini - in piazza suona tutta un'altra musica. Quella della protesta. Al sit-in promosso al Pantheon da sindacati e inse­gnanti hanno partecipato an­che alcuni parlamentari. Si è registrato un battibecco tra Stefano Fassina, minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemen­te contestata anche la renzia­na Simona Malpezzi, della commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: «Malpezzi vattene».

E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui: FIc Cgil, Cisl Scuo­la, DiI Scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Montecitorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, al­cune sigle sono pronte a bloc-

care gli scrutini nonostante le ventilate ipotesi di precettazio­ne. Unvito arriva dai Cobas. Ma anche la FIc Cgil rivendica il diritto di sciopero, pure nel periodo degli scrutini.

APPELLO CE I. Sulla riforma del­la scuola scendono in campo i vescovi che chiedono di avere attenzione soprattutto agli stu­denti perché sono loro gli «unici veri protagonisti». A parlare di istruzione è il segre­tario generale della Conferen­za Episcopale Italiana, monsi­gnor Nunzio Galantino.

Per prima cosa chiede che al settore sia dato il giusto valo­re. «Non si può sacrificare tut­to», dice il vescovo, «al molo­ch del PiI o del patto di Stabili­tà. Ci sono delle priorità e la formazione è una di queste». Galantino invita al dialogo tra le parti, governo e sindacati. «Una riforma così importante e nodale non può vivere di col­pi di scena o colpi di ma­glio» .•

Un momento dell'assemblea delle sigle sindacali della scuola contro il Odi del governo Renzi

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Niente da fare sullo stralcio delle assunzioni dei 100m ila

.. ALICE FUMIS

Alla Camera arrivano i primi sì alla IIBuona s?uola ll

• In piazza, Invece, prof e sindacati - con In tasca

un'altra Idea di riforma chiedono modi­fiche. E qualche parlamentare, che cerca Il dialogo, viene contestato. Il punto di In­contro è ancora lontano, dunque. Quel Ilmuro contro muro!!, scongiurato Ieri mat­

tina dalla Cel, persiste. E così quella di Ieri è stata un'altra giornata

"calda" per Il mondo della scuola. In aper­tura, la rasslcuraZlone del premler Matteo Renzi In mento alla diScussione sull'mento ll e "con tutti": l'Importante pOI è che dopo la di­scussione SI decida, perché "l'Italia non può perdere tempo". Niente da fare Invece sullo stralclo delle aSsunZioni del 100 mila precari dal prowedlmento. Una deciSione "ImpossI­bile" - spiega Il presidente del consiglio - pro­prio perché le Immissioni In ruolo sono colle­gate a un nuovo modello di scuola contenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole. La Camera awia qUindi la votazione SUI primi ar-

ticoll del prowedlmento. In aula CI sono Il mi­nistro dell'IstruZione, Stefania Giannini, e Il sottosegretario, Davide Faraone. Nel corso della giornata passano I primi articoli, sette dalla mattina alla prima serata.

Tutto fila liSCIO, salvo un piccolo incidente di percorso, dettato da una serie di equIvocI: In un emendamento che contiene un1osserva­zione tecnica della commiSSione BilancIo e recepito dalla Commissione Cultura, Il Go­verno va sotto. SI tratta di Ilunlultenore chia­rezza di Indicazione, cIle non Incide con la struttura del testo", precisa il relatore. La Ca­mera dà allora Il via libera agii articoli sull'au­tonomia scolastica - "finalmente SI potrà dare piena attuazione all'autonomla", tWltta Giannini - sul plano dell'offerta formativa (che aveva fatto discutere l'opposizione per il potere assegnato al presidi), sul cUrriculum dello studente, sull'alternanza scuola-lavoro, sull'Insegnamento nelle carceri e sugli Istituti tecnici superiori, suWinnovazione digitale. Ma se a Montecltorlo ci sono pochi Intoppi per Il governo - e pare awerarsi Il IIcl lma di con­

fronto" auspicato dalla Presidente, Laura

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16-05-2015 4 1

Boldrini . In piazza suona tutta un'altra mu­sica. Quella della protesta. AI sl\-in promosso al Pantheon da sindacati e Insegnanti hanno partecipato anclle alcuni parlamentari. du­rante una pausa della discussione. Un1acco­gllenza "fredda".

SI è registrato un battibecco tra Stefano Fasslna, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contestata anche la renzlana SI­mona MalpeZZl, della Commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: 'MalpeZZI vattene'. E per chi questa riforma non la può dlgeme Il dissenso non finisce qUi: Flc Cgil. Cisl Scuola, UII Scuola, Snals e Gilda pro­mettono Slt in davanti Montecltorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutinI. L'InVito ar­riva dal Cobas. Ma anche la Flc Cgil rivendica Il diritto di SCiopero, anche nel periodo degli scrutini.

Non piacciono dunque le parole del presI­dente dell'autorità sugli SCiOperi, Roberto Alesse: lise la proclamaZione awenisse In pa­lese contrasto con la normativa dice - la proclamazione sarebbe illegittima e spette-

rebbe all'autOrità valutare, oltre alle sanzioni la precettazlone ll

E sulla querelle Interviene anche Renzi, ch, rassicura: la precettazlone è Il un tema abba stanza prematuro: è una questione tecnica se ne parla più in là ll

• Ma, osserva, IIla stra grande maggioranza degli Insegnanti san' persone serle, perbene e non mettono a rI

schiO I propri ragazzI e Il lavoro di un ann, con Il blocco degli scrutinI". Lunedì allora, ricominCia, chi In piazza, chi in aula. Il segre tarlo generale della UII, Carmelo Barbagallo rinnova la richiesta di "modifiche profonde 8 ddl".

E la leader della CgII, Susanna Camusso, rI

badisce che "da tempo Il sistema dell'ap prendlstato In Italia SI è progresslvament, deteriorato. Il preSidente del consiglio h, detto che SI doveva mettere mano alla far mazione profeSSionale e costruire un efficaCE sistema duale. Nella riforma della scuol, però non c'è traccia di tutto questo". E anchE gli schieramenti pOlitiCI sono pronti ad affi lare le armi, anche In vista delle regionali dE 31 maggio.

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Data 16-05-2015 Pagina 2/3 Foglio 1 /2 Gazzetta del Sud

Ancora una giornata calda di proteste

"Buona Scuola" tra piazza e Aula Approvati i primi sette articoli Al Pantheon contestati Fassina e la deputataMalpezzi{Commissione Cultura) Renzi: discutiamo, ma poi si decide. Le assunzionidéLprecad non per decreto

A.liceFumis ROMA

Alla Camera arrivano i primi sì alla "Buona scuola". In piazza, invece, prof e sindacati - con in tasca un'altra idea di riforma -chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cerca il dia­logo, viene contestato. Il punto di incontro è ancora lontano, dunque. Quel <<muro contro muro», scongiurato ieri matti­na dalla Cei, persiste.

E così quella di ieri è stata un'altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In apertu­ra, la rassicurazione del pre­mier Matteo Renzi relativa alla discussione sul «merito» e "con tutti»: l'importante poi è che do­po la discussione si decida, per­ché «l'Italia non può perdere tempo». Niente da fare invece sullo stralcio delle assunzioni dei 100 mila precari dal provve­dimento. Una decisione "im­possibile» - spiega il presidente del consiglio-proprio perché le immissioni in ruolo sono colle­gate a un nuovo modello di scuola contenuto nel ddL Non possono viaggiare da sole.

La Camera avvia quindila vo-

Persiste dunque il muro contro muro che i vescovi volevano fosse scongiurato

I sindacati rivendicano il diritto di sciopero e stigmatizzano il monito del garante

tazione sui primi articoli del no -:-e pare avverarsi il "clima di 'trasto con la normativa - dice­provvedimento. In aula ci sono c?nfronto» auspicato dalla pre- ~sarebb~illegittima e spettereb­il ministro dell'Istruzione, Ste- sIdente, Laura Boldrini - in 'Deall'autofitàvaJutare 'oltreal­fania Giannini, e il sottosegre- p.iazza suona tutta un'altra mu- !esaniioni,la precetta~ione». E tario, Davide Faraone. Nel cor- SIca. Q1.!epa della protesta"" sulla querelle interviene anche so della giornata passano i pri- Al SIt-~ prom?s~ .ql. P::tn~ Renzi; che rassiCUra: la precet­mi articoli, sette dalla mattina theon da srndacan e rnsegnann tazione è "un tema abbastanza alla prima serata. Tutto fila li- hannoparte~ipatoariehealCUl)i prematuro: è una questione scio, salvo un piccolo incidente parlamentan, durante una pau- tecnica se ne parla più in là» dipercorso,dettatodaunaserie sa. della discussio~:. U~'acco- Ma, o~serva, "la stragrand~ di equivoci: in un emendamen- ghenza."fredda». SI e regIStrat? maggioranza degli insegnanti to che contiene un'osservazio- un batnbe~co tra Stefano Fassl~ sono persone serie, perbene e ne tecnica della commissione na,de~ammoranzaPd,ealCUOl non mettono a rischio i propri Bilancio e recepito dalla Com- precan. Brev~ment~ contestata ragazzi e il lavoro di un anno missione Cultura, il Governo va anch~ la renZlana S.1II1.0na Mal- con il blocco degli scrutini». sotto. Si tratta di "un'ulteriore peZZI, della ComrrusslOne Cul- Lunedì allora si ricomincia chiarezza di indicazione, che tura, a cui i manifestanti hanno chi in piazza, chi in aula. li se~ non incide con la struttura del urlato >- ,iMalpezzi va:ttene». E gretario generale della Uil, Car­testo», precisa ilrelatore. LaCa- per chi questa riforma non la melo Barbagallo, rinnova la ri­mera dà allora il via libera agli può digerire, il dissenso non fi- chiesta di «modifiche profonde articolisu1l'autonomiascoIasti-· nisce qui: FIc Cgil, Cisl Scuola, al ddk E la leader della Cgil, ca - "finalmente si potrà dare Uil Scuola, Snals e Gilda pro- Susanna Camusso, ribadisce piena attuazione all'autono- mettono sit in davanti Monteci- che "da tempo il sistema del­mia», twitta Giannini - sul pia- torio sia lunedì che mar:tedì. E l'apprendistato in Italia si è pro­no dell'offerta formativa (che se non bastasse, alcune SIgle so- gressivamente deteriorato. li ayeva fatto discutere l'opposi- n~pr?ntea ~locca~egliscrutini. presidente del consiglio ha det­ZlOne per il potere assegnato ai L rnVlto arnva daI Cobas. Ma to che si doveva mettere mano presidi), sul curriculum dello anche la FIe Cgil rivendica il di- alla formazione professionale e studente; suffirltemanza scuo- ritto di sciopero, pure nel perio- costruire un efficace sistema la-lavoro, sull'insegnamento do degli scrutini. Non piacciono duale. Nella riforma della scuo­nelle carceri e sugli istituti tec- dunque le parole del presidente la però non c'è traccia di tutto nici superiori, sull'innovazione dell'autorità sugli scioperi, Ro- questo». E anche gli schiera­digitale. Ma se a Montecitorio ci berto Alesse: "Se la proclama- menti politici sono pronti ad af­sono pochi intoppi per il gover - zione avvenisse in palese con- filare le armi, anche in vista del-

le regionali del31 maggio ...

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GAZZIl'l'1Jl DI PARMA

6AUEI"Jlt.IHPlUlMA

SABATO 16 MAGGIO 2015

Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1 /2

3

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"Il problema è che si guarda alla scuola da tante prospettive, ma poco da quella degli unici protagonisti: i ragazzi» . Primo piano

..:.ll..~ ____ . ____ . __ ~ ______ M __ -=· __ ~Nunzio GaIantino segretario generale della Cei

MURO CONTRO MURO BATTAGLIA ALLA CAMERA, GOVERNO BATTUTO SU UN EMENDAMENTO MINORE. PALAZZO CHIGI: «IMPOSSIBILE ANTICIPARE L~ ASSUNZIONI»

Scuola, i primi sì tra le proteste Renzi: «Discuto, ma poi si decide». Polemiche sul blocco degli scrutinLII Garante: «Pronta la precettazione»

di scuola contenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole.

~~ Alla Camera arrivano i primi sì alla Buona scuola». In piazza, in­vece, prof e sindacati -con in tasca un'altra idea di rifonna-chiedono modifiche. E qualche parlamen­tare, che cerca il dialogo, viene contestato. n punto di incontro è ancora lontano, dunque.

La Camera avvia quindi la vo­tazione sui primi articoli del prov­vedimento. In aula ci sono il mi­nistro delllstruzione, S~a Giannini, e il sottosegretario, Da­vide Faraone. Nel corso della gior­nata passano i primi articoli, sette dalla mattina alla prima serata.

Tutto fila liscio, salvo un piccolo incidente di percorso, dettato da una serie di equivoci: in un emen­damento che contiene un'osser­vazione tecnica della commissio­ne Bilancio e recepito dalla Com­missione Cultura. il Governo va sotto. La Camera dà allora il via libera agli articoli sull'autonomia scolastica - «finalmente si potrà dare piena attuazione all'autono­mia», twitta Giannini - sul piano dell'offerta fonnativa (che aveva fatto discutere l'opposizione per il potere assegnato ai presidi), sul

E così quella di ieri è stata un'al­tra giornata calda. In apertura. la rassicurazione di Matteo Renzi in merito alla discussione sul «me­rito» e «con tutti»: l'importante poi è che dopo la discussione si decida. perché «l'Italia non può perdere tempo». Niente da fare invece sullo stralcio delle assun­zioni dei 100 mila precari dal provvedimento. Una decisione «impossibile» -spiega il premier­perché le immissioni in ruolo so­no collegate a un nuovo modello

Renzi: «Nel Pd non ci sono impresentabili» Fino ad ieri c'era anche la sorella di un killer della malavita foggiana, Vincenzo Cenicola, 30 anni, condannato per un omicidio, tra i candidati al consiglio regionale in Puglia. C'era, perché Carmela Cenicola, 42 anni, dietro alle pressioni di Sei ha ritirato la candidatura. Sempre ieri è stato chiesto il rinvio a giudiziO del presidente del Consiglio regionale della Campania, Pietro Foglia, candidato Ncd. La Campania è la Regione in cui iI·candidato del Pd Vincenzo De Luca, oltre a rischiare di essere sospeso, se eletto, per la legge Severino, è sostenuto «da impresentabili, trasformisti,

opportunisti», come hanno detto alcuni esponenti del Pd. PropriO per tentare di porre un freno à queste imbarazzanti condotte la Commissione Antimafia ha deciso di vagliare le candidature per le regionali. Ieri il premier Matteo Renzi ha ribadito che «il Pd non ha candidati impresentabili alle regionali, anche in Campania. Ci sono alcune liste con candidati impresentabili, che avrei francamente evitato di mettere. Ma sul Pd sono pronto alla prova del nove».

curriculum dello studente, sull'al­ternanza scuola-lavoro, sull'inse­gnamento nelle carceri e sugli isti­tuti tecnici superiori, sull'innova­zione digitale. Ma se a Monteci­torio ci sono pochi intoppi per il governo - e pare avverarsi il «cli­ma di confronto» auspicato dalla presidente, Laura Boldrini - in piazza suona tutta un'altra mu­sica. Quella della protesta.

Al sit-in promosso al Pantheon da sindacati e insegnanti hanno partecipato anche alcuni parla­mentari, durante una pausa della discussione. Un'accoglienza «fredda». Si è registrato un bat­tibecco tra Stefano Fassina. della minoranza Pd, e alcuni precari. E per chi questa rifurma non la può digerire il dissenso non finisce qui: FIc Cgil, Cisl Scuola. Uil Scuo­la. Snals e Gilda promettono sit-in davanti Montecitorio sia lunedì che martedì.

E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. L'invito arriva dai Cobas. Ma an­chela Flc Cgil rivendica il diritto di sciopero, anche nel periodo degli scrutini. Non piacciono dunque le parole del presidente dell'autorità sugli scioperi, Roberto Alesse: «se la proclamazione avvenisse in pa­lese contrasto con la normativa -dice - la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all'auto­rità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione». Renzi rassicura: la precettazione è «un tema ab­bastanza prematuro». Ma. osser­va. «la stragrande maggiora.nza degli insegnanti sono persone se­rie, perbene e non mettono a ri­schio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scru­tini».

Lunedì allora si ricomincia. chi in piazza, chi in aula. E anche gli schieramenti politici sono pronti ad affilare le armi .•

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GAZZIl'l'1Jl DI PARMA

Sindacati e oppositori ancora in piazza

Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 2/2

I prof contestano i politici: battibecco tra Fassina e i precari •• Ancora proteste contro la ri­forma della scuola da parte dei sindacati, che non indietreggiano nemmeno suRa possibilità di scioperare durante gli scrutini, nonostante il reiterato awerti­mento del garante. Dopo la gran­de partecipazione aie manifesta­zioni del 5 maggio, il sit-in con­vocato in piazza del Pantheon a Roma dalle principali sigle (FIe CgiI, CisI Scuola, Uii Scuola, SnaIs e Gilda) ha richiamato non troppi irriducibili. Ma durante la so­spensione dei lavori in Aula sul dcii, molti parlamentari di mag-

gioranza e opposizione si sono affacciati, chi per padare e av­versare la riforma anche dal pal­co, chi solo per ascoltare. E' stato quello il momento più caldo. E non sono mancate le contesta­zioni. Numerosi i rappresentati della minoranza dem con, tra gli aRri, Gianni CUperlo, Fex segre:­tario Pd Guglielmo Epifani e Al­fredo D'Atton'e. Con loro anche Arturo Scotto e molti albi par­lamentari di SeI. C'era anche il fuoriuscito Pd Giuseppe Civati, che ha rninimizzato le aperture del premier aie modifiche: «Solo

un ammorbidimento dei toni». E Stefano Fassina, protagonista di un battibec:co con UM precaria, che gli ha urlato le ragioni della protesta. «Lunedì votiamo gli ar­ticoli fondamentali sui poteri dei presidi e le assunzioni. Se il pre­sidente del Consiglio è disponi­bile, votiamo subito le modifi­che». A rinfocolare la polemica gli esponenti del Movimento cin­que Stelle, con Alessandro Di Battista che appeM arrivato in piazza ha definito la presenza degli esponenti democratici «la foglia di fico del sistema Renzi.

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Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

Stop ai lavori d'Aula: c'è il sit-in Ribelli del Pd in piazza coi sindacati I parlamentari alla protesta. Ma i professori fischiano tutti i politici

Elena G. Palldarl ROMA

LA CARICA l'ha suonata Pippo Ci­vati: ((AI Pantheon ci dovrebbe andai"\? tutto il Parlamento, sareb­be doveroso, nt'i confronri cleHa cosa piil preziosa della cosa pub. blica della Repubblica, che è pro­prio la scuola». Così., mentre Al1u­lì) Scotto, capogruppo di Se~ chie­deva la sospensione clelia seduta alla Camera per consentire ai par­lamentali (che stavano proprio vo­tanclo il ddl Giaunini) di portare solid;lIietà ai sindacati della swo­la, c'era già chi aveva mollato lo scrann o in direzion e Pantheon, Dove Cgì~ Cisl e Uil, con Snals e Gilcla, avevano Olganizzato un'as­semblea pu bblica di pro testa con­tro il governo e contro il pmvvedi­mento, Stefililo Fassilla è stato il pdmo ad incamminarsi verso la piazza, st8u i to a iliO la dallo stesso Civati,. poi da Scotto, Epitìmi e Gianni Cupedo. In pratìca, le punte di diamante della sinistra dissidente antirenziana. Accolti dagli applausi dei (pOcll~ giusto un centinaio) numifestami anche ,Marco Paunella e Alessandro di Battista dei 5 SI e Ile.,

Mentre Scotto ISell grida di non credere alle parole del premìer, arrivano le deputate renziane. E gli insegnanti non vogliono ascoltarle

Contestazioni per Fusina e per le due ambasciatrici mandate da Renzi al pntSidio

MA È STATO Fassilla il protagoni­sta della lJli ma ora, Cile a chi lo incrociava sulla via del pìccolo pako ali esti.to di [l'O n te alla faccia­ta della 'Iomba dei l'e', Ulla volta digerite le critiche (<<La sinistra 11011 si deve svender'e)), ha squa­demato 1m ultimatum. L'ennesi­mo, «Senza correzioni alla legge sulla scuola il mio passag,gio nel Pc! si conclude; la scuola è decisi­va)" Renzi non vllole modifiche, ma la pressione dei professori scontenti comincia a pesare an­che sulle sue spalle, Teme le Ilme regionali e la diserzione dei do­centi. diserzione su cui Sei solrta fone, «Non credete alle aperture di Renzi - urlava ieri elal palco Scotto·~ lui !em e solo un terremo­to alle Regionali», Tallt'è che pro­piio mentre Fassìna scandiva il s 110 «votiamo su bi to le modi ti che, perchè aspettare ìl pasSll88Ìo al Se­nato?,>, da 1111 angolo della piazza hanno fatto capolino due deputa­te rellzialle dal pedigree certifica­to come Anna Ascani e Simona ,\1,all"'2:zi, quest'uUima vera paslo­Ilalia del Il?nzismo e voce di liJel.i­mento per il tema scuola. E, infa!­ti, i prof non le hanno fatto scon­ti. "Mal pezzi, vatteneeee! Selva

«MI CONTESTANO PER IL CONFRONTO» Sì, mi hanno contestato, ma questo accade perché mi c:onoscono. E io li c:onosco per nome. Perché il rapporto c:on loro c'è sempre stato e io sono contenta di averli inc:ontrati. Li ho incontrati in diverse sedi, anche quando hanno oc::cupato la sede del Pd. SIMONA MALPEZZI

di Renziiiì! !,}. E, anCota, <<Aia/pez­zi a casa, a casa! !! l). Dietro di lei osservavano la scena, con un cer­to llollSoché di soddisfazione, il bcrsaniallo Nico Srumpo e i dissi­dI'n 1i dI'm Vacca, PollaSf ,iII i, Z08-gia e D'Attorre. Lei ha fatto spal­lucce: (Perché Vel,,~() contestata? Perché io parlo con i doceutl»,

Peccato che loro, invece, 11011 vo­lessero sentirla. D'a1l.111 paHe, è Mato l'iii volte richiesto, da chi ha preso la parola, di straldare il pia­no delle assunzioni dal dcll, così come di modificare la patte del provvedimento relativa ai poteri ciel preside, ma dalle due 'amba­sciatrici' del premier nessuna apertura né, talltomeno, promes­se.

TANT'È che i sindacalisti, alla fi­ne, hanno promesso - loro - che la mobilitazione contro la rifor­ma proseguirà, se llecesslIlio an­che durante gli scrutini. SoloPan­nella, alla fine, ha regalalQ IHI toc­co d'j mnia alla ma Il ifestazione, Alla domanda dì Ull pmf su cosa pensasse dì Renzì alla lavagna con il gessetto in mano, il vecellio leader radicale, sìgam in bocca, ha risposto: ,,,\ia chi cazzo è Ren­zi? lo sono troppo vecchio, Renzi non lo COllOSCO pmpIio,," l), Giil, alt li tem pL I SIlOi.

Srop al lavon d'Aula: c'èil siI-in Ribelli del Pd m piazza COI smdacal! lparlnmenlanal1aprote!ilf"~aJprote.,,,,nfi\"(hWJj{)MtJ,polilll,

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GIORNALE DIBRESCIA

Data 16-05-2015 Pagina 4 Foglio 1

Approvati i primi articoli ma la piazza resta calda Renzi: discussione con tutti sul merito, ma poi si decide. I sindacati: la protesta non si ferma

ROMA. Alla Camera arrivano i primi sì alla «Buona scuola». In piazza, invece, prof e sinda­cati - con in tasca un' altra idea di riforma - chiedono mo­difiche. E qualche parlamen­tare, che cerca il dialogo, vie­ne contestato.

Giornata calda. Il punto di in­contro è ancora lontano, dun­que. E così quella di ieri è stata un'altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In aper­tura, la rassicurazione di Ren­zi in merito alla discussione sul «merito» e «con tutti»: l'im­portante poi è che dopo la di­scussion si decida, perché «l'Italia non può perdere tem­po». Niente da fare invece sul­lo stralcio delle assunzioni dei 100 mila precari dal provvedi-mento. Una decisione <<im­possibile» - spiega n premier -

proprio perché le immissioni in ruolo sono collegate a un nuovo modello di scuola con­tenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole. I primi voti. La Camera avvia quindi la votazione sui primi articoli del provvedimento. Nel corso della giornata passa­no i primi otto articoli. La Ca­mera dà quindi il via libera agli articoli sull'autonomia scolastica, sul piano dell'offer­ta formativa (che aveva fatto discutere l'opposizione per il potere assegnato ai presidi), sul curriculum dello studen­te, sull'alternanza scuola-la­voro, sull'insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull'innovazione di­gitale. Ma se a Montecitorio ci sono pochi intoppi per il go­verno - e pare avverarsi il «cli­ma di confronto» auspicato dalla Presidente, Boldrini - in piazza suona tutta un'altra musica. La protesta. Al sit -in promos-

La protesta. Una delle numerose proteste degli insegnanti

so al Pantheon da sindacati e insegnanti hanno partecipato anche alcuni parlamentari. Un'accoglienza «fredda». Si è registrato un battibecco tra Fassina, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contestata anche la renziana Malpezzi, della Commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: <<Vattene». E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso nonfi­nisce qui: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda pro­mettono sit in davanti Monte­citorio sia lunedì che martedì.

E se non bastasse, alcune si­gle sono pronte a bloccare gli scrutini. L'invito arriva dai Co­baso Ma anche laFlc Cgil riven­dica il diritto di sciopero, an­che nel periodo degli scrutini. N on piacciono dunque le pa­role del presidente dell'autori­tà sugli scioperi, Alesse che ha prospettato la precettazione. E sulla querelle interviene an­che Renzi, che rassicura: la

precettazione è <<un tema ab­bastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là». Ma, osserva, <<la stra­grande maggioranza degli in­segnanti sono persone serie, perbene e non mettono a ri­schio i propri ragazzi e il lavo­ro di un anno con il blocco de­gli scrutinÌ».

Lunedì allora si ricomincia, chi in piazza, chi in aula. Il se­gretario generale della un, Carmelo Barbagallo, rinnova la richiesta di «modifiche pro­fonde al ddi». E la leder della Cgil, Susanna Camusso, riba­disce che «da tempo il sistema dell'apprendistato in Italia si è progressivamente deteriora­to. Il presidente del consiglio ha detto che si doveva mette­re mano alla formazione pro­fessionale e costruire un effi­cace sistema duale. N ellarifor­ma della scuola però non c'è traccia di tutto questo». E an­che gli schieramenti politici sono pronti ad affilare le armi, anche in vista delle regionali del 31 maggio. "

Approvati i primi articoli ma la piazza resta calda

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il manifesto PIERO BERNOCCH. (COBAS)

«Un corteo contro Renzi il 7 giugno» Duplice proposta dei Cobas agli altri sindacati della scuola: «Convocare una grande manifestazione nazionale domenica 7 giugno con genitori e stu­denti per dimostrare al governo che, nonostante la lavagna e le balle, non hanno convinto nessuno». E poi: «Fa­re tutti insieme uno sciopero per bloc­care gli scrutini» L'intervista a Piero Bernocchi

FRANCHI I PAGINA 3

BERNOCCHI (COBAS)

«Manifestiamo contro il governo domenica 7 giugno»

Massimo Franchi

Sono gli altri sindacati ad es-

« sere arrivati stùle nostre po-sizioni. n N o di Renzi al de­

creto sulle assunzioni dimostra che il ddl non è emendabile. Allora noi pro­poniamo agli altri sindacati di convo­care una grande manifestazione na­zionale domenica 7 giugno con geni­tori e studenti per dimostrare al go­verno che, nonostante la lavagna e le balle, non hanno convinto nessu­no». Piero Bernocchi, 68enne pensio­nato della scuola a 1.300 euro al me· se, non 'se n'era mai andato. Ma il suo ritorno a palazzo Chigi ha fatto notizia.

Bernocchi, Renzl e il garante degli scioperi mettono le mani avanti: moral suaslon e precettazlone, Il blocco degli scrutini non si può fa­re.

A parte per le classi terminali, non è cosÌ. E a dirlo è la legge. La 146 non ne parla e l'accordo pattizio del 1999 fra governo e sindacati firmatati par­Ia di sanzioni pecuniarie e/o discipli­nari. Ma ai sindacati, non ai singoli docenti.

Scrima, il segretario della Cisl scuola sostiene che sia «una prote­sta da sindacato autonomo, non di sinistra ...

Noi come Cobas nascemmo con il blocco degli scrutini del 1988. Fu lun­go sei mesi, da febbraio a giugno. Poi gli scrutini si fecero quando ottenem­mo l'tùtimo aumento salariale rile­vante nella scuola. Oggi la situazione è ancora peggiore: l'attacco è al con­cetto stesso di scuola pubblica. Per questo le associazioni degli studenti, coloro che sarebbero colpiti dalla protesta, si sono dette favorevoli. E credo che, a parte la Cisl, lo siano an­che gli altri confederali.

Voi però non fate parte dei 5 sinda­cati - Flc Cgll, Uil Scuola, Cisi Scuola, Gilda e Snals - che hanno presentato la piattaforma. Quali sono le differenze di valutazione?

Noi fin da settembre scorso abbiamo parlato della Cattiva scuola di Renzi. Noi siamo stati i primi a chiedere un decreto per tutti i precari che hanno 36 mesi di contratto, come da senten­za della Corte europea. Noi abbiamo proposto per primi il 5 maggio come sciopero contro le prove Invalsi. So­no gli altri ad essere arrivati stùle no­stre posizioni. Ora noi chiediamo lo­ro di continuare la lotta insieme.

E come?

Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

1118 e il 19 (lunedì e martedi, ndr) so­no in programma iniziative cittadi­ne. Noi crediamo che sia l'occasione per sondare i docenti sulla proposta di blocco degli scrutini. Se, come cre­do, la gran parte di loro sarà d'accor­do, chiediamo di annunciare già due giorni di sciopero per i primi giorni degli scrutini che variano da regione a regione a causa delle elezioni. In più visto che Renzi continua ad attac­carci dicendo che la scuola è di tutti non dei sindacati, chiediamo di orga­nizzare una grande manifestazione nazionale per un giorno non lavorati­vo, per esempio domenica 7 giugno, in cui chiamare a manifestare fami­glie e studenti. Gli stessi che erano in piazza il5 maggio.

Crede che l'unità sindacale regge­rà?

Me lo auguro. Questa volta la minac­cia è troppo grande: la privatizzazio­ne mascherata da autonomia e il con­trollo politico-burocratico degli inse­gnanti tramite personale ubbidiente. Un processo cominciato con la pari­tà del 2000 e che va avanti sottraen­do risorse all'istruzione: se nel 1986 su 100 lire investite nel pubblico l3,2 andavano ad investimenti dagli asili all'università, ora su 100 euro siamo calati a 8,6, mentre la media europea è 13,3. Ma comunque l'unità della ca­tegoria, degli studenti e dei genitori è fortissima. Ed è il governo a non ave­re consenso.

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Consigli di classe! III

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il manifesto Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

CONFuno • Pantaleo (FIe-egil): «Non accettiamo ricatti. La reazione sarà dura»

Scndini, ·10 sciopero si fa Roberto Ciccarelli

Se il garante pensa di mette­re in discussione il diritto

«allo sciopero, sappia che la reazione sarà dura. Noi vogliamo scioperare anche nel periodo degli scrutini, nel rispetto della scuola, degli studenti e delle famiglie. Per questo non accettiamo ricatili>. Questa è la risposta, determinata, del segretario FIe-Cgil Domenico Pantaleo al Garante degli scioperi Roberto Alesse e al presidente del Consiglio Renzi secondo il quale <<la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie e per­bene e non metterebbero a rischio i propri ragazzi e il lavoro degli inse­gnanti con il blocco degli scrutini». L'assemblea organizzata dai sinda­cati FIe, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gi­Ida di Roma e Lazio ieri in piazza del Pantheon si è chiusa con una certezza: lo sciopero ci sarà e sarà duro. A meno che il governo e il Pd non cambino profondamente la ri­forma della scuola, accettaIÌdo di ri­discuterla da cima a fondo. I toni dei sindacalisti, trasportati dalla ba­se degli insegnanti definita più vol­te dal palco «inferocita» contro Ren-

Barbagallo (ViI): «Possono votare la riforma della scuola, ma quella riforma non sarà mai applicata»

zi, non hanno lasciato alcun dub­bio. «Conosciamo perfettamente la legge che regolamenta gli scioperi -ha detto Di Menna (Uil Scuola) - Si può fare slittare gli scrutini per un massimo di quattro giorni. Lo scio­pero si fa nel rispetto della legge. TI governo ha creato uno scontro con la scuola e quindi con il paese. Lo sciopero degli scrutini è una forma di lotta necessaria che il governo non può evitare. Andremo avanti». Quando la riforma sarà legge - ha awertito il segretario generale del­la Uil Carmelo Barbagallo - per il governo la situazione diventerà in­gestibile. «Possono votarla - ha det­to - ma nella scuola quella riforma non sarà mai applicata. Non siamo disponibili a fare un accordo co­munque sia: vogliamo modifiche profonde al Dd!». Da settembre Renzi affronterà dunque un conflit­to molecolare ancora più intenso, in ogni classe, in ogni istituto, per tutto il prossimo anno scolastico.

Ecco come sarà effettuato il pri­mo sciopero degli scrutini dal 1989 quando i docenti si astennero per 15 minuti a testa. Stavolta è proba­bile che i sindacati, in maniera uni­taria, si asterranno per ventiquat-

tr' ore facendo slittare gli scrutini di­quattro giorni fino all'ultimo gior­no utile, quello prima dell' esame di maturità (a Roma il 16 giugno). È una forma di protesta clamorosa e gli equilibri sono delicati. I ragazzi inizieranno l'esame senza conosce­re il voto di ingresso. In attesa di un definitivo chiarimento sulle modali­tà dello sciopero, la mobilitazione continuerà in maniera unitaria a partire da lunedi a Roma a piazza Montecitorio e in tutte le città italia­ne. TI 18 e 19 maggio è previsto uno «speakers' corne!». Mercoledì 20, giorno del via libera della riforma alla Camera, in tutti gli istituti della Capitale sarà indetta un'assemblea di tre ore dalle 9 per permettere di raggiungere il presidio a Montecito­rio: <<la piazza della scuola italiana» la chiamano i sindacati. L'idea del­la Gilda è organizzare una «catena umana» attorno alla Camera. Lo slogan: «Riformiamo la scuola, ma riforrniamola insieme». TI 28 mag­gio a Roma sarà organizzata un'al­tra manifestazione di protesta men­tre le commissioni al Senato inizie­ranno a lavorare sul Dd!.

Al presidio di ieri al Pantheon hanno partecipato delegazioni di

parlamentari Pd, 5 Stelle, SeI dopo che è stata accordata l'interruzione di un' ora della discussione richie­sta dal capogruppo SeI alla Camera Arturo Scotto. Tra gli altri c'erano i deputati della minoranza Dem, Al­fredo D'Attorre e Stefano Fassina. Quest'ultimo, prima di intervenire dal palco, è stato contestato da al­cuni docenti che hanno urlato: «La sinistra non si svende». Contestate duramente anche le deputate ren­ziane Anna Ascani e Simona Mal­pezzi: <<A casa! A casa!». In piazza, tra le telecamere del «circo mediati­co» c'era la presenza imponente di Alessandro Di Battista (Cinque Stel­le), Giuseppe Civati che ha già la­sciato il Pd, Fabio Rampelli di Fdi, e un folto gruppo di bersaniani, tra i quali Epifani, Stumpo, Giorgis, En­za Bruno Bossio, Danilo Leva. E poi Gianni Cuperlo. Seduto in una pol­trona di vimini, chiesta in prestito da un bar, Marco Pannella dei Radi­cali fumava un sigaro: <<<<Renzi alla lavagna? - ha detto - Ma chi cazzo è? Sono troppo vecchio, io Renzi non lo conosco». In una piazza di­stratta dall' andirivieni dei turisti sorpresi, ieri era palpabile la distan­za tra il governo, il parlamento e il mondo maggioritario di una scuola inquieta e pronta al conflitto.

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Data 16-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

I sindacati non indietreggiano. Il blocco degli scrutini fra le ipotesi di lotta

Al Pantheon a Roma sit-in delle principali sigle Molti deputati Pd presenti. Si fa vivo anche Pannella: «lo sono vecchio. Chi è Renzi?»

M!!lUUIiIA DI GIACOMO ROMA -Ancora proteste contro la ri­forma della scuola da parte dei sinda­cati, che non indietreggiano nemme­no sulla possibilità di scioperare du­rante gli scrutini, nonostante il reite­rata avvertimento del garante. Dopo la grande partecipazione alle mani­festazioni del 5 maggio, il sit in con­vocato in piazza del Pantheon a Ro­ma dalle principali sigle (FIe Cgil, Ci­sI Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda) ha richiamato non troppi irriducibi­li. Ma durante la sospensione dei la­vori in Aula sul ddl, molti parlamen­tari di maggioranza e opposizione si sono affacciati, chi per parlare e av­versare la riforma anche dal palco, chi solo per ascoltare. E' stato quello il momento più caldo. E non sono mancate le contestazioni.

Numerosi i rappresentati della mi­noranza dem con, tra gli altri, Gian-

ni Cuperlo, l'ex segretario Pd Gu­glielmo Epifani e Alfredo D'Attorre. Con loro anche Arturo Scotto e molti altri parlamentari di SeI. C'era anche il fuoriuscito Pd Giuseppe Civati, che ha minimizzato le aperture del pre­mier alle modifiche: «Solo un am­morbidimento dei toni». E Stefano Fassina, protagonista di un battibec­co con una precaria, che gli ha urlato le ragioni della protesta degli inse­gnanti di "seconda fascia". «Lunedì votiamo gli articoli fondamentali sui poteri dei presidi e le assunzioni. Se il presidente del Consiglio è disponibi­le, votiamo subito le modifiche. Per­ché aspettare il passaggio al Sena­to?», aveva appena finito di dire l'e­sponen te democratico, prima di esse­re incalzato dalla docente. Contesta­ta la renziana Simona Malpezzi, com­ponente della Commissione Cultura, apostrofata con cori "Malpezzi vatte-

ne. Malpezzi a casa". Amaro Cuperlo: «E' necessario che la sinistra di go­verno ascolti la piazza. Martedì c'è stato lo sciopero con la più alta parte­cipazione da 10 anni. E il problema non è la contrapposizione tra mag­gioranza e minoranza del Pd. Il mio problema è se il mio partito si mette contro una parte importante del Pae­se». A rinfocolare la polemica gli esponenti del Movimento cinque Stelle, con Alessandro Di Battista che appena arrivato in piazza ha defi­nito la presenza degli esponenti de­mocratici «la foglia di fico del siste­ma Renzi. Fanno credere ai sindacati e ai cittadini che c'è una parte buona del Pd». Apparizione in piazza anche per il leader Radicale Marco Pannel­la, col solito aplomb e sigaro d'ordi­nanza: «lo non protesto ma propon­go», ha detto a chi gli chiedeva come mai si unisse alla manifestazione. E Renzi col gessetto? «lo sono vecchio. Chi è Renzi?», ha risposto.

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Data 16-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

I sindacati non indietreggiano. Il blocco degli scrutini fra le ipotesi di lotta

Al Pantheon a Roma sit-in delle principali sigle Molti deputati Pd presenti. Sifa vivo anche Pannella: (<Io sono vecchio. Chi è Renzi?»

ROMA -Ancora proteste contro la ri­forma della scuola da parte dei sinda­cati, che non indietreggiano nemme­no sulla possibilità di scioperare du­rante gli scrutini, nonostante il reite­rata avvertimento del garante. Dopo la grande partecipazione alle mani­festazioni del 5 maggio, il sit in con­vocato in piazza del Pantheon a Ro­ma dalle principali sigle (FIe Cgil, Ci­sI Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda) ha richiamato non troppi irriducibi­li. Ma durante la sospensione dei la­vori in Aula sul ddl, molti parlamen­tari di maggioranza e opposizione si sono affacciati, chi per parlare e av­versare la riforma anche dal palco, chi solo per ascoltare. E' stato quello il momento più caldo. E non sono mancate le contestazioni.

Numerosi i rappresentati della mi-

noranza dem con, tra gli altri, Gian- ne. Malpezziacasa". AmaroCuperlo: ni Cuperlo, l'ex segretario Pd Gu- «E' necessario che la sinistra di go­glielmo Epifani e Alfredo D'Attorre. verna ascolti la piazza. Martedì c'è Con loro anche Arturo Scotto e molti stato lo sciopero con la più alta parte­altriparlamentaridiSel.C'eraanche cip azione da 10 anni. E il problema il fuoriuscito Pd Giuseppe Civati, che non è la contrapposizione tra mag­ha minimizzato le aperture del pre- gioranza e minoranza del Pd. Il mio mier alle modifiche: «Solo un am- problema è se il mio partito si mette morbidimento dei toni». E Stefano contro una parte importante del Pae­Fassina, protagonista di un battibec- se». A rinfocolare la polemica gli co con una precaria, che gli ha urlato esponenti del Movimento cinque le ragioni della protesta degli inse- Stelle, con Alessandro Di Battista gnanti di "seconda fascia". «Lunedì che appena arrivato in piazza ha defi­votiamo gli articoli fondamentali sui nito la presenza degli esponenti de­poteri dei presidi e le assunzioni. Se il mocratici «la foglia di fico del siste­presidente del Consiglio è disponibi- ma Renzi. Fanno credere ai sindacati le, votiamo subito le modifiche. Per- e ai cittadini che c'è una parte buona ché aspettare il passaggio al Sena- del Pd». Apparizione in piazza anche to?», aveva appena finito di dire l'e- per il leader Radicale Marco Pannel­sponentedemocratico,primadiesse- la, col solito aplomb e sigaro d'ordi­re incalzato dalla docente. Contesta- nanza: «lo non protesto ma propon­ta la renziana Simona Malpezzi, com-go», ha detto a chi gli chiedeva come ponente della Commissione Cultura, mai si unisse alla manifestazione. E apostrofata con cori "Malpezzi vatte- Renzi col gessetto? «lo sono vecchio.

Chi è Renzi?», ha risposto.

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IAGAlZElfAlmMIlZOGIORNO Data 16-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

LA PROTESTA LA CGlL: ((RISPOSTA DURA A CHI VUOLE METTERE IN DISCUSSIONE IL DIRITTO ALLO SCIOPERO Il

Ma i sindacati non mollano urla e fischi ai politici

\Il ROMA. Ancora proteste con­tro la riforma della scuola da par­te dei sindacati, che non indie­treggiano nemmeno sulla possi­bilità di scioperare durante gli scrutini, nonostante il reiterato avvertimento del garante. Dopo la grande partecipazione alle ma­nifestazioni del 5 maggio, il sit in convocato in piazza del Pantheon a Roma dalle principali sigle (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda) ha richiamato non troppi irriducibili. Ma durante la sospensione dei lavori in Aula sul ddl, molti parlamentari di mag­gioranza e opposizione si sono affacciati, chi per parlare e av­versare la riforma anche dal pal­co, chi solo per ascoltare. È stato quello il momento più caldo. E non sono mancate le contestazio­ni.

Numerosi i rappresentati della minoranza dem con, tra gli altri, Gianni Cuperlo, l'ex segretario Pd Guglielmo Epifani e Alfredo D' Attorre. Con loro anche Arturo Scotto e molti altri parlamentari di Sel. C'era anche il fuoriuscito Pd Giuseppe Civati, che ha mi­nimizzato le aperture del pre­mier alle modifiche: «Solo un am­morbidimento dei toni». E Ste­fano Fassina, protagonista di un battibecco con una precaria, che gli ha urlato le ragioni della pro­testa degli insegnanti di seconda fascia. «Lunedì votiamo gli ar­ticoli fondamentali sui poteri dei presidi e le assunzioni. Se il pre-

ROMA La protesta al Pantheon

sidente del Consiglio è disponi­bile, votiamo subito le modifiche. Perchè aspettare il passaggio al Senato?», aveva appena finito di dire l'esponente democratico, prima di essere incalzato dalla docente. Contestata la renziana Simona Malpezzi, componente della Commissione Cultura, apo­strofata con cori «Malpezzi vat­tene. Malpezzi a casa». Amaro Cuperlo: «E' necessario che la si­nistra di governo ascolti la piaz­za. Martedì c'è stata lo sciopero con la più alta partecipazione da lO anni. E il problema non è la contrapposizione tra maggioran­za e minoranza del Pd. Il mio problema è se il mio partito si mette contro una parte impor-

tante del Paese». A rinfocolare la polemica gli

esponenti del Movimento cinque Stelle, con Alessandro Di Batti­sta che appena arrivato in piazza ha definito la presenza degli esponenti democratici «la foglia di fico del sistema Renzi. Fanno credere ai sindacati e ai cittadini che c'è una parte buona del Pd». Apparizione in piazza anche per il leader Radicale Marco Pannel­la, col solito aplomb e sigaro d'or­dinanza: «lo non protesto ma pro­pongo», ha detto a chi gli chie­deva come mai si unisse alla ma­nifestazione. E Renzi col gesset­to? «lo sono vecchio. Chi è Ren­zi?», ha risposto poi ironizzando.

Con il premier alla lavagna, nel video in cui spiegava i con­tenuti della Buona Scuola, se l'è presa il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo: «Renzi - ha detto il sindacalista dal palco -dovrebbe andare dietro la lava­gna. Forse non sa che molte scuo­le non hanno ancora avuto le ri­sorse per il funzionamento e i gessetti devono portarli da casa gli insegnanti». Quindi sul pro­seguo della protesta ha avvertito: «Se il garante pensa di mettere in discussione il diritto allo scio­pero sappia che la reazione sarà dura, perchè noi vogliamo poter scioperare anche nel periodo de­gli scrutini, nel rispetto della scuola, degli studenti e delle fa­miglie».

Melania Di Giacomo

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IAGAlZElfAlmMIlZOGIORNO Data 16-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

IL PROVVEDIMENTO DAL GOVERNO APERTURA AL DIALOGO, liMA POI SI DECIDEn. NULLA DA FARE ALLO STRALCIO DELLE ASSUNZIONI DEI1 OOMILA PRECARI

Scuola, Renzi accelera sulla riforma dalla Camera via libera ai primi articoli

ti ROMA. Alla Camera arrivano i pri­mi sì alla «I3uona scuola». In piazza, invece, prof e sindacati chiedono mo­difiche. E qualche parlamentare, che cerca il dialogo, viene contestato. il pun­to di incontro è ancora lontano, dunque. E così quella di ieri è stata un'altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In apertura, la rassicurazione del premier Matleo Renzi in merito alla discussione sul «merito» e «con tutti»: l'importante poi è che dopo la discus­sione si decida, perchè «l'Italia non può perdere tempo». Niente da fare invece sullo stralcio delle assunzioni dei 100 mila precari dal provvedimento. Una decisione «impossibile» - spiega il pre­sidente del consiglio - proprio perchè le immissioni in ruolo sono collegate a un

nuovo modello di scuola contenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole.

La Camera avvia quindi la votazione sui primi articoli del provvedimento. In aula ci sono il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. e il sottosegretario, Davide Faraone. Nel corso della gior­nata passano i primi articoli, sette dalla mattina alla prima serata. Tutto fila liscio, salvo un piccolo incidenle di per­corso, dettato da una serie di equivoci: in un emendamento che contiene un'os­servazione tecnica della commissione I3ilancio e recepito dalla Commissione Cultura, il Governo va sotto. Si tratta di «un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non incide con la struttura del te­sto», precisa il relatore. La Camera dà allora il via libera agli articoli sull'au-

tonomia scolastica - «finalmente si po­trà dare piena attuazione all'autono­mia», twitta Giannini - sul piano dell'offerta formativa, sul curriculum dello studente, sull'alternanza scuo­la-lavoro, sull'insegnamento nelle car­ceri e sugli istituti lecnici superiori. sull'innovazione digitale. Ma se a Mon­tecitorio ci sono pochi intoppi, in piazza suona tutla un'altra musica. Quella del­la protesta.

Al sit-in promosso al Pantheon da sindacati e insegnanti hanno parteci­pato anche alcuni parlamentari. duran­te una pausa della discussione. Un'ac­coglienza «fredda». Si è registrato un battibecco tra Stefano Fassina, della minoranza Pd, e alcuni precari. Bre­vemente contestata anche la renziana

Mons. Galantino La Cei dice no al muro contro muro

con i docenti e gli studenti • ROMA. Un invito al dialogo perchè «non serve il muro contro muro», «occorrono ragioni condivise» e non «colpi di scena» o «colpi di maglio». Sulla riforma della scuola scendono in campo i vescovi che chiedono di avere attenzione soprattutto agli studenti perchè sono loro gli «unici veri protagonisti» di questa vicenda. A parlare di istruzione è il segretario generale della Conferenza Epi­scopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino. E per prima cosa chiede che al settore sia dato il giusto valore. «Non si può sacrifica­re tutto - dice il vescovo - al moloch del Pii o del patto di stabilità. Ci sono delle priorità e la formazione è una di queste». Ma comun­que la cosa più urgente per monsignor Galantino è rimettere al centro del dibattito i ragazzi. «Sento parlare di tante cose, di presidi e di altro, ma degli studenti quanti stanno parlando? Se si continua­no a fare aule di trenta ragazzi - ha detto il segretario generale della Cei per fare un esempio - qualsiasi sforzo di riforma sarà inutile». Il vescoVo in ogni caso riconosce che «ora si sente parlare anche di investimenti da parte del governo e questo è un passo in avanti». E in ogni caso «lo sforzo perfare uscire la scuola dal pantano c'è».

LA lIl'IlEA Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e, nella foto a destra, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini

Simona Malpezzi. della Commissione Cultura. E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Mon­tecitorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. L'invito arriva dai Cobas. Ma anche la Flc Cgil rivendica il diritto di sciopero, anche nel periodo degli scrutini.

Non piacciono dunque le parole del presidente dell'autorità sugli scioperi. Roberto AIesse: «se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa sarebbe illegittima e spet­terebbe all'autorità valutare, oltre alle sanzioni. la precettazione».

Alicefumis

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I La Provincia I

Data

Pagina

Foglio

16-05-2015 2/3 1 /2

Scuola, primi sÌ alla riforma I prof in piazza Lo scontro. Sit-in di docenti e sindacati a Roma mentre alla Camera passano gli articoli sull'autonomia

il ministro dell'Istruzione, Ste-ROMA fania Giannini, e il sottosegre-

AllaCameraarrivanoi tario, Davide Faraone. Nel cor­primi sì alla «Buona scuola». In so della giornata passano i pri­piazza,invece,profesindacati- mi articoli, sette dalla mattina con in tasca un'altra idea di ri- alla sera. Tutto fila liscio, salvo forma - chiedono modifiche. E un piccolo incidente di percor­qualche parlamentare, che cer- so, dettato da una serie di equi­ca il dialogo, viene contestato. voci: in un emendamento che

Il punto di incontro è ancora contiene un'osservazione tec-l t d q E 'q Il nica della commissione Bilan-on ano, un ue. COSI ue a .. . . di ieri è stata un'altra giornata CIO e receplt? dalla commlSSIO­«calda» per il mondo della ne Cultura, Il governo va sotto.

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La Camera avvia quindi la vazione digitale. Ma se a Mon tecitorio ci sono votazione sui primi articoli del

provvedimento. In aula ci sono pochi intoppi per il governo - e pare avverarsi il «clima di con-

fronto» auspicato dalla presi­dente, Laura Boldrini - in piaz­za suona tutta un'altra musica. Quella della protesta. Al sit-in promosso al Pantheon da sin­dacati e insegnanti hanno par­tecipato anche alcuni parla­mentari, durante una pausa della discussione. Un'acco­glienza «fredda». Si è registrato un battibecco tra Stefano Fassi­na, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contesta­ta anche la renziana Simona Malpezzi, della Commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: «Malpezzi vatte­ne».

E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda pro­mettono sit-in davanti Monte­citorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse alcune sigle so­no pronte a bloccare gli scruti­ni. L'invito arriva dai Co baso Ma anche la Flc Cgil rivendica il di­ritto di sciopero, anche nel peri­odo degli scrutini. Non piaccio­no dunque le parole del presi­dente dell'autorità sugli sciope­ri, Roberto Alesse: «Se la pro-

I Approvati anche il cun;clùlull dello studente e i criteri per l'insel;nlento nellTIondo del lavoro

I Restala lrunaccia di Cobas e Cgil di scioperare nel periodo degli scrutini

clamazione avvenisse in palese contrasto conlanormativa - di­ce - la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all'au­torità valutare, oltre alle san­zioni, la precettazione». E sulla querelle interviene anche Ren­zi, che rassicura: la precettazio­ne è «un tema abbastanza pre­maturo: è una questione tecni­ca, se ne parla più in là».

Ma, osserva, «la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini».

Lunedì allora si ricomincia, chi in piazza, chi in aula. Il se­gretario generale della Uil, Car­melo Barbagallo, rinnova la ri­chiesta di «modifiche profonde al ddI». E la leder della Cgil, Su­sanna Camusso, ribadisce che «da tempo il sistema dell'ap­prendistato in Italia si è pro­gressivamente deteriorato. Il presidente del Consiglio ha detto che si doveva mettere ma­no alla formazione professio­nale e costruire un efficace si­stema duale. Nella riforma del­la scuola però non c'è traccia di tutto questo».

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La Provincia di CREMONA

oiiti e rifo e

Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1

Ne<;suno stralcio per le as<:unzioni. TI garante minaccia precettazioni in caso di blocco degli Slwtini. TI premier: ipotesi prematura. No della Cei al «mlUD contro mwu»

Scuola, primi sì alla Camera Renzi: kuto, ma ]X)i si decide. Protesta di sindacati e ]X)litici al Pdntheon

di Alice Fumis

ROMA -Alla Camera arriva­no i primi sì alla «Buona scuo­la». In piazza, invece, profes­sori e smdacati - con in tasca un'altra idea di riforma­chiedono modifiche. E qual­che parlamentare, che cerca il dialogo, viene contestato. Il punto di incontro è ancora lon­tano, dunque. Quel «muro contro muro», scongiurato ie­ri mattina dalla Conferenza episcopale,-persiste. E così quella di ieri è stata un'altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In aper­tura, la rassicurazione del pre­mier Matteo Renzi di una di­scussione sul «merito» e «con tutti»: l'importante poi è che dopo la discussione si decida, :perché «l'Italia non può per­dere tempo». Niente da fare invece sullo straIeio delle as­sunzioni dei 100 mila precari dal provvedimento. Una deci­sione «impossibile» - spiega il presidente del Consiglio -proprio perché le immIssioni In ruolo sono collegate a un nuovo modello di scuola con-

tenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole. La Camera avvia quindi la vo­tazione sui primi articoli del provvedimento. In aula ci so­no il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, e il sottose­gretario, Davide Faraone. Nel corso della giornata passano i primi articoli, sette dalla mat­tina alla prima serata. Tutto fila liscio, salvo un piccolo in­cidente di percorso, dettato da una serie di equivoci: in un emendamento che contiene un'osservazione tecnica della Commissione Bilancio e rece­pito dalla Commissione Cul­tura, il governo va sotto. Si tratta dI «un'ulteriore chia­rezza di indicazione, che non incide con la struttura del te­sto», precisa ilrelatore. La Ca­mera dà allora il via libera agli articoli sull'autonomia scola­stica - «finalmente si potrà dare piena attuazione all'au­tonomia», twitta Giannini -sul piano dell'offerta formati­va (che aveva fatto discutere l'opposizione per il potere as­segnato ai presidi), sul curri­culum dello studente, sull'al­ternanza scuola-lavoro, sul-

l'insegnamento nelle carceri e sugh istituti tecnici superio­ri, sull'innovazione digItale. Ma se a Montecitorio ci sono pochi intoppi per il governo­e pare avverarsi il «clima di confronto» auspicato dalla presidente, Laura Boldrini -m piazza suona tutta un'altra musica. Quella della protesta. Al sit-in promosso al Pan­theon da smdacati e insegnan­ti hanno partecipato anche al­cuni parlamentari, durante una pausa della discussione. Un'accoglienza «fredda». Si è registrato un battibecco tra

Stefano Fassina, della mino­ranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contestata anche la renziana Simona Malpezzi, della Commissione Cultura. E il dissenso non finisce qui: FIe Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti a Montecitorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. L'invito arriva dai Cobas. Ma anche la FIe Cgil rivendica il

Fassina e D'Attorre, della minoranza Pd, ieri alla protesta dei sindacati della scuola

diritto di sciopero, anche nel periodo degh scrutini. Non piacciono dunque le parole del presidente dell'autorità sugh scioperi, Roberto Ales­se: «Se la proclamazione avve­nisse in palese contrasto con la normativa - dice -la pro­clamazione sarebbe illegItti­ma e spetterebbe all'autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione». E sulla que­relle interviene anche Renzi, che rassicura: la precettazio­ne è «un tema ab bastanza pre­ma turo: è una questione tecni­ca, se ne parla più in là». Un invito al dialogo perché «non serve il muro contro muro», «occorrono ragioni condivi­se» e non «colpi di scena» o «colpi di maglio» è giunto in­tanto da monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei. I vescovi chiedono di ave­re attenzione soprattutto agli studenti perché sono loro gli «unici veri protagonisti» di questa vicenda, e che alla scuola sia dato il giusto valore. «N on si può sacrificare tutto - dice monsignor Galantino - al moloch del PiI o del patto di stabilità. Ci sono delle prio­rità e la formazione è una di queste».

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LA STAMPA CUNEO

Data 16-05-2015 48 Pagina

Foglio 1

Cuneo, insegnanti ancora mobilitati contro la riforma Tavole rotonde, assemblee e proteste pubbliche Ieri l'incontro tra tutti i rappresentanti sindacali

LORENZO BaRATTO CUNEO

Assemblea pubblica con i par­lamentari dalla Granda, uno «speakers' corner» in piazza a Cuneo per dare voce a chi la riforma della scuola la vor­rebbe diversa. Senza esclude­re il blocco degli scrutini a fi­ne anno.

Il primo sì alla Camera Ieri c'è stato il primo via libera della Camera alla riforma della scuola e i sindacati si mobilita­no anche a livello locale. I punti contestati sono tanti: il Gover­no Renzi prevede che i dirigenti scolastici possano scegliere i prof con chiamata diretta da al­bi sub-provinciali, formazione obbligatoria dei docenti in ora­rio extrascolastico e anche la valutazione degli insegnanti da parte di un «comitato» compo-

Elogio per quattro

studentesse del Cillario

.. Quattro studentesse dell'Istituto Cillario di Alba si sono distinte nel concorso «Diventiamo cittadini europei» indetto dalla Consulta Regionale Europea. Sono

Eleonora Baldo e Giulia Morena per la classe 4aD, Chiara Vaina per la 5a D, già vincitrice nella 29a edizione, e Alba Martorana per la la 5aC, tutte seguite dalla professoressa Giuseppina Rava. Quest'anno le tracce riguardavano tematiche particolarmente concrete e attuali, quali la

sto dal dirigente, docenti, geni­tori e studenti. Tutte idee fino­ra contestate dagli «addetti ai lavori» e da tante famiglie e stu­denti. È stata anche annunciata l'assunzione di 100 mila precari in tutta Italia.

Un mese alla chiusura Così, anche se manca meno di un mese alla fine delle lezioni (ultima campanella: giovedì 11 giugno), il mondo della scuole cuneesi prepara nuove manife­stazioni. Il 5 maggio c'era stato lo sciopero generale: alta ade­sione nel Cuneese (intorno al 75% con picchi in Elementari e Medie), un centinaio dalla Granda a sfilare al corteo nazio­nale a Milano e un flash mob convocato spontaneamente in piazza Europa a Cuneo con 400 persone.

C'erano genitori e insegnan-

cittadinanza europea e il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile. [R. F.]

ti, studenti delle Superiori e personale amministrativo, tutti con un palloncino colorato e tanti con i fischietti.

Ieri i segretari provinciali delle diverse sigle si sono incon­trati a Cuneo per ragionare sul­le prossime mosse: c'erano Da­niela Bedino della Flc Cgil, Atti­lio Varengo per la Cisl Scuola, Pasquale Laise della UiI, Igor Ceroni per lo Snals e Antonio Antonazzo della Gilda. Sarà convocata una conferenza stampa il 25 maggio, mentre il5 giugno ci sarà una tavola roton­da con i partiti e le forze politi­che del territorio.

Speakers' corner Spiegano i sindacati: «Un'as­semblea pubblica, alla sera, probabilmente nello Spazio in­contri di via Roma, per ragiona­re sulla riforma e metterne in

F1ashmob Insegnanti e studenti il5 maggio scorso si sono ritrovati

in piazza Europa a Cuneo durante lo sciopero della scuola

luce i punti deboli, carenti o dannosi». Il pomeriggio del lO giugno si vuole allestire uno «speakers' corner» come Hyde Park a Londra, ma in piazza del municipio a Cuneo. Per «dare voce» a tutte le persone inte­ressate: studenti e famiglie, in­segnanti e personale Ata.

Blocco scrutini Da alcuni giorni si parla di bloc­co degli scrutini. I sindacalisti cuneesi: «Nessuno voleva con­flitti, ma confrontarsi con la po­litica. A livello unitario, il 18 aprile, i sindacati della scuola hanno proclamato lo sciopero del 5 maggio dicendo che "sa­rebbe stata utilizzata qualun­que iniziativa" per modificare la riforma. E si è parlato di non escludere il blocco degli scruti­ni, che inizieranno negli ulti­missimi giorni di lezione». Si è anche discusso del boicottaggio del test Invalsi alle Superiori.

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Precari, appello dello Snals alla Regione

Data 16-05-2015 Pagina 46 Foglio 1

AOSTA (fci) L'Amministrazione regionale «consideri attentamente la situazione e sfrutti i margini offerti dalla clausola di salvaguardia contenuta nel disegno di legge che prevede che la Valle d'Aosta disciplini autonomamente l'assunzione dei docenti». E' quanto chiede il Comitato precari Snals dopo aver analizzato il disegno di legge «La buona scuola» elaborato dal Governo Renzi.

«Benché preveda un piano straordinario di assunzioni per il prossimo anno scolastico - si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi - il disegno di legge "dimentica" moltissimi docenti, inseriti nelle graduatorie di istituto, in possesso di tutti i titoli necessari per accedere ai ruoli». Inoltre, <mon tutti coloro che sono inseriti nelle graduatorie ad esaurimento saranno assunti e rischiano, pertanto, di essere estromessi dal mondo della scuola, perché tali graduatorie in futuro non esisteranno più».

Lo Snals ricorda che <<i docenti precari, attualmente, assicurano il funzionamento delle istituzioni scolastiche regionali, poiché rap­presentano una percentuale molto significativa del loro organico, spesso superiore al 30 per cento» e che <<in Valle d'Aosta le assunzioni attualmente previste dal disegno di legge non coprirebbero i posti vacanti e non risolverebbero il problema del precariato».

Gli studenti invece prendono posizione sulla visita del premier Matteo Renzi di venerdì scorso, 8 maggio. «Matteo Renzi, che ostenta la sua volontà e il suo impegno nell'ascoltare tutti, è riuscito a sottrarsi, senza un cenno di scuse, a un confronto da egli stesso pubblicamente annunciato»: lo scrive in una nota l'Assemblea studentesca valda stana.

«Un gruppo di una decina di ragazzi - si legge - si è presentato per ascoltare il premier e per rispondere all'esplicito invito a prendere parte a un incontro su La buona scuola, richiesto in precedenza dal sindacato Cgil e da un gruppo di insegnanti. Durante il comizio Renzi tocca diverse problematiche, tra cui la scuola. Gli studenti non sono neanche menzionati, ma il Presidente annuncia che sul tema ascolterà una delegazione, come promesso. Terminato il comizio, studenti, sindacalisti e professori aspettano il Premier che però non si presenta. Dopo un attimo di confusione, si apprende che Matteo Renzi si era già allontanato, probabilmente uscendo dal retro, senza neanche comunicare la ritrattazione della sua promessa, infatti la notizia della 'fuga' viene comunicata da terzi».

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Data 16-05-2015

C ECO DI BERGAMO Pagina 2/3 Foglio 1 /2

Si in di docenti e sindacati a ma mentre alla Camera pa no gli artico ì sul l autonomia

ROMA Alla Camera arrivano i

primi sì alla «Buona scuola». In piazza, invece, prof e sindacati con in tasca un'altra idea di ri­forma - chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cer­ca il dialogo, viene contestato.

Il punto di incontro è ancora lontano, dunque. E così quella di ieri è stata un'altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In apertura, la rassicu­razione del premier Matteo Renzi in merito alla discussio­ne sul «merito» e «con tutti»: l'importante poi è che dopo la discussione si decida, perché d'Italia non può perdere temo po». Niente da fm'e invece sullo stralcio delle assunzioni dei 100 mila preeari dal provvedi­mento. Una decisione «impos·· sibile» - spiega il presidente del Consiglio - proprio perehé le immissioni in ruolo sono colle­gate a un nuovo modello di seuola contenuto nel ddI. Non possono viaggiare da sole.

La Camera avvia quindi la votazione sui primi articoli del provvedimento. In aula ci sono il ministro dell'Istruzione, Ste·· fanla Giannini, e il sottosegre­tario, Davide Faraone. Nel cor­so della giornata passano i pri­mi articoli, sette dalla mattina alla sera. Tutto fIla liscio, salvo un piccolo incidente di percor­so, dettato da una serie di equi­voci: in un emendamento che

contiene un'osservazione tec­nica della commissione Bil:m­cio e recepito dalla commissio­ne Cultura, il governo va sotto. Si tratta di «un'ulteriore chia­rezza di indicazione, che non incide con la stll.lttura del te­sto», precisa il relatore. La Ca­mera diI allora il via libera agli articoli sull'autonomia scola­stica "finalmente si potrà da­re piena attuazione all'autono­mia», twitta Gimmini - SIÙ pia­no dell'offerta formativa (che

aveva fatto discutere l'opposi­zione per iJ potere assegnato ai presidi), su] curriculum dello studente, sulla alternanza scuola-lavoro, sull'insegna­mento nelle carceri e sugli isti­tuti tecnici superiori, sull'inno­vazione digitale.

Ma se a Montecitorio ci sono pochi intoppi per il governo e pare avverarsi il «clima di con­fronto» auspicato dalla presi­dente, Laura Bolchinì - in piaz­za suona tutta un'altra musica. QuelladeUa protesta. Al sit-in promosso al Pantheon da sin­dacati e insegnanti hanno par·· tecipato anche alcuni parla­mentari, durante una pausa della discussione. Un'acco­glienza «fredda». Sì è registrato un battibecco tra Stefano Fassi­na, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contesta­ta anche la renziana Simona

della Commissione Cultura, a cui i manifestanti

hanno urlato: «Mal pezzi vatte­ne».

E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui: Flc CgiI, Cis! Scuola, UiI Scuola, Snals e Gilda pro­mettono sÌt-in davanti Monte­citorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse alcune sigle so­no pronte a bloccare gli scruti­ni. L'invito arriva dai Cobas. Ma anche la Flc Cgil rivendica il di­ritto di sciopero, mlche nel peri­odo degli sCl1ltini. Non piaccio­no dunque le parole del presi­dente dell'autorità sugli sciope­ri, Roberto Alesse: «Se la pro­clamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa - di­ce la proclmnazione sarebbe illegittima e spetterebbe all'au­torità valutare, oltre alle SaJ1-

zioni, la precettazione». E sulla querelle interviene anche Ren-

che rassicura: la precettazio­ne è «un tema abbastanza pre­maturo: è una questione tecni-

ca, se ne parla più in là». Ma, osserva, «la stragrande

maggioranza degli insegnm1ti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e n lavoro dì un anno con il blocco degli scrutini».

Lunedì allora si ricomincia, chi in piazza, chi in aula. Il se·· gretario generale della un, Car­melo Barbagallo, rinnova la ri­chiesta di «modifiche profonde

al ddI». E la leder della CgiI, Su­sanna Camusso, ribadisce che

«da tempo il sistema dell'ap­prendistato in Italia si è pro­gressivamente deteriorato. Il presidente del Consiglio ha detto che si doveva mettere ma­no alla formazione professio­nale e costruire un efficace si­stema duale. Nella riforma del· la scuola però non c'è traccia di tutto questo».

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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Quotidiano /Lecce

Blocco degli scrutini Sindacati pronti alla mobilitazione Le sigle provinciali oggi a Lecce contro il Governo «Non molliamo». Rifonna, primi sì alla Camera

Data 16-05-2015 Pagina 15 Foglio 1

testa. Ragioni che diventano testa: come potrà essere attua-di Maddalena MONGIO' sempre più robuste man mano ta Ul~a rifo~ma non cond~visa?

che alla Camera passano gli AbbIamo Incontrato MIchele «La mobilitazione non. si articoli di le e iù controver- ~milia~o, in qualità di segreta~

ferma, la protesta va avantI». .. .. gg ~l d' t' no regIOnale del Pd e non dI Su tutto la spada di Damocle SI: In ~nm~s ~u~.o e~ po en candidato governatore, non ha del blocco degli scrutini il cui s~a?rdInari ai dm gentI scola~ escluso che qualche modifica inizio scatta il prossimo 9 giu- ~tICl. . ~~n ?ovrebbero ~ss~r~I possa passare in Senato e ha gno, in tutte le scuole e il con- l polItICI dI ?e~tra o ?I SInI~ garantito che si farà portavoce to alla rovescia oggi è carico stra, almeno l sIndacatI non II delle nostre richieste». di tensione. Le posizioni sul hanno invitati visto che lunedì Claudio Menga, segretario blocco degli scrutini non sono scorso il tentativo di incontro regionale della Cgil scuola, av­univoche, su questo specifico non si è concretizzato per "im- verte: «Temo che la riforma pun~o, né t~a i sindacati,. n~ pegni improrogabili" di parla- passe~à alla Cam~ra, ma. que­tra l docentI, ma per ragIOnI mentari e consiglieri regiona- sta vIcenda andra avantI con di prudenza cioè per i riflessi li scarsa condivisione e aumente-che questa ~zione può avere, . Questa la motivazione fat- rà il riflesso: ?iretto. o i~dir~t­anche sul plano della respon- t . Il t' d to, sulla polItIca e, InevitabII­sabilità personale. quel che è a pervenIre a e segre ene a mente, sulle elezioni regiona-certo? Nessuno esclude nulla Salvatore Capone, d~putato li. Stiamo valutando le azioni e si aspetta la presa di posizio- del Pd;. Francesco ~runI, sena- da portare avanti e il blocco ne delle segreterie nazionali. tore .dI For~a .ltalIa; ~onato degli scrutini non ci vede com-

Se sulle forme di protesta BrunI, consIglIere regIOnale patti, ma non sarà la diversa si discute, nessun dubbio, in- del Gruppo misto. Ma i sinda- opinione su una forma di pro­vece, sulla condivisione piena cati vanno avanti, forti della testa che può rompere l'unio­nell'avversione alla riforma e loro unità e di un mondo del- ne sindacali riconquistata: è al 00verno che,. no~ostante la scuola più che mai compat- ~n val,?re ed è anche la nostra tentI qu~lche SOffIO dI flauto, tato a sostenere la battaglia ~ma. y edremo s~ fare uno va avantI come un treno ad al- sindacale. Così studiano le sCIOpero In concomItanza del­ta velocità. Il mondo della prossime mosse e agitano i l'~nizio degli scrutini, ma no~ scuo,la non sta a guardare, .que- sonni del Pd pugliese ribaden- bls,ogna sotto,;,alutare che e s~o e. certo, e attraverso l S?- do che "non è pensabile che u.n arma un ~o sp~ntata:. ~os~ clal .SI st~ tessendo una rete flt~ tutto questo non abbia riflessi SIamo f~e slIttare l termIn.I d~ ta dI resIstenza a oltranza. E l politici e perciò anche nelle conclUSIOne delle operaZIOnI sindacati della scuola sono urne»." di soli cinque giorni. Purtrop­più che mai convinti che la 10- «Non sono venute meno le po sta passando tutto, anche ro unità costringerà il Gover- condizioni che hanno mosso la chiamata diretta dei docenti no a ritornare sui suoi passi, alla mobilitazione _ afferma da parte dei dirigenti scolasti­almeno :p,e~ i l?assa.ggi della ri- Giovanni Caretto, segretario ci». forma pm Indlg~StI. . generale DiI scuola Lecce - e

. Questa ma~tIna Flc CgII, proprio per questo non si fer­Clsl Scu<?la, DII Scuola, Snals merà. Il Governo deve tenere e Fgu-GIIda hanno convocato conto che questa volta siamo una conferenza stampa, nella uniti e non divisi come acca­sed~ d~lla C~il, 'per chiarire le de al tempo della riforma Gel­ragIOnI che II spIngono a man- mini. Ma credo che abbia so t­tenere vivo il fuoco della pro- tovalutato la por.tata della pro-

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n Sole9]{l mmrn

Nella rifoffi1a latagiiola suiresidUi «dimenticati» "u' . na stampella in più per

. l'edilizia scolastica po-trebbe arrivare dal Ddl

sulla "Buona scuola", che pro­prio questa settimana è atteso alla prima approvazione della Camera (pur tra proteste e po­lemiche). Nella riforma, infat­ti, è contenuta l'ultima chiama­ta per le vecchie risorse asse­gnate per i lavori nelle scuole addirittura dal lontano 2007 e non ancora rendicontate. Già, perché proprio il Ddl ammette che delle erogazioni concesse finora alle Regioni e girate ai "proprietari" delle scuole (Co­muni e Province) in qualche caso si sono proprio perse le tracce, trai meandri delle com­petenze incrociate fra tre mini­steri (Istruzione, Economia e Infrastrutture) e gli enti locali responsabili dei cantieri.

Orail Ddl prova afare chia­rezza obbligando gli enti lo­cali a trasmettere a Miur e Cassa depositi e prestiti sia il monitor aggio degli interven­ti che la fotografia dello stato di attuazione dei piani annua­li di edilizia del triennio 2007-

. 2009. Chi non risponderà en­tro 60 giorni perderà sia le ri­sorse in uso sia la possibilità di ottenere altri fondi (600 milioni quelli delDdl).

Confermata, poi, la strada già tracciata del Fondò unico per l'edilizia a gestione diretta del ministero dell'Istruzio­ne: dopo il censimento, i resi­duiscovati andranno a conflui­re tutti sul Fondo. In conto vie­ne messa anche la - realistica -

. possibilità di perdere i finan­ziamenti De delPonFesr2007-2013 alle scuole per i ritardi (si veda l'articolo a fianco) e si' prevede quindi di attingere sempre dal Fondo per la resti­tuzione alla De. Di suo larifor­ma stanzia 300 milioni per i progetti di scuole innovative, una per ogni Regione, da indi­viduare però secondo un emendamento in arrivo senza

concorso di progettaziohe. Confermate in commissio­

ne anche le norme sblocca­cantieri per la scuola: sia il si­lenzio-assenso nelle confe­renze di servizi per i pareri ai lavori scolastici che non arri­vano entro 45 giorni, sia la pro­roga dei poteri straordinari in materia di appalti (soprattut­to sul taglio dei tempi di gara) a sindaci e presidenti di provin­cia fino al 2017. E va ben oltre il perimetro degli appalti "sco­lastici" l'ulteriore slittamento fino a novembre 2015 dell'ob­bligo per i Comulli non capo­luogo di provincia di affidare le proprie gare solo a soggetti aggregatori. Dna mini-proro­ga di altri due mesi, pensata per chiudere la partita dei 950 milioni di gare finanziate con il fondi Bei, da appaltare, ap­punto, entro il31 ottobre.

l «:JRIPRO~UZIONE RISERVATA

Data 18-05-2015 Pagina 5 Foglio 1

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COBBIEBE DELLA SEBA

o L'intervista

Faraone: «TI blocco degli scrutini alla fine non ci sarà» ---~-..,.--~---

di Mariolina tossa

C be farete, in caso .di blocco degli scrutini, precetterete? '

«Non si arriverà a tanto, sono convinto che la stra­grande maggioranza degli insegnanti non seguirà que­sta logica». Si dice ottimista il sottosegretario all'Istruzio­ne Davide Faraone, pensa che il governo abbia imboc­cato la strada giusta.

Non ci sono solo i Cobas però: una mail su due, in ri-,

. sposta alla lettera di Remi, è negativa.

«La stragrande maggio­ranza dei docenti è fatta di persone serie, con loro vo­gliamo dialogare e ascoltare, prendiamo indicazioni dalle loro critiche costruttive, quando entrano nel merito. A differenza dei Cobas o di quei sindacalisti che, pur di criticare ideologicamente la riforma, vorrebbero mettere

in discussione l'anno scola­stico».

Con i Cobas e altre sigle non volete dialogare?

«Non è che non vogliamo, è che non è possibile. Sono pregiudizialmente contrari».

Ma anche i tre sindacati confederali si aspettano modifiche.

«E noi ascoltiamo e inter­verremo mantenendo però invariato !'impianto della legge. ~ello non lo voglia­mo toccare. Nello specifico: fine della stagione del pre­cariato e della supplentite, nella scuola si entra solo per concorso. Collegamento scuola-lavoro. Infine, prin­dpio di autonomia, perché è qui che c'è tutta la responsa­bilità, e il merito, di inse­gnanti e dirigenti scolasti­ci».

I professori non vogliono un dirigente capo assoluto. temono logiche clientelari.

«Ma non ci saranno nuove infomate di presidi, i diri­genti sono quelli, abbiamo fiducia in loro, fanno un otti'­mo lavoro».

Assumerete 100 mila pre­cari, poi 60 mila con con­corso. E gli altri 120 'mila?

«Non possiamo assumerli tutti subito, noi seguiremo le richieste delle scuole per cancellare le supplenze brevi e consentire la ripresa di tut­te le attività formative ag-~untive». '

E cbi ba ottenuto l'abIli­tazione e rischia di perdere tutto?

«lo vedo la scuola come uno specchio che si è rotto. Ognuno pensa solo al pro­prio frammento. Bisogna in­vece rifare lo specchio. In passato sono stati fatti pa­sticci, ma che dovevamo fa­re, restare nella melma per la pace sociale? Ci voleva un governo che avesse il corag­gio di chiudere quella sta­gione e ripartire da zero. A costo di prendersi insulID>.

© RIPRODUZIONE RfSJ::RVATA

Data 18-05-2015 Pagina 6 Foglio 1

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 18-05-2015 Pagina 6 Foglio 1 /2

Scuola, apertura sul molo dei presidi Oggi la rifonna torna in aula, le riunioni fino all'ultimo per definire le modifiche Renzi: «Pronto al confronto». I nodi: le schede di valutazione e i precari esclusi

li ruolo del preside-sceriffo, le chance di assunzione per i precari, il merito dei docenti, che potrebbero essere giudica­ti (e quindi premiati) attraverso schede di valutazione. Eccoli i temi caldi della «Buona scuo­la» che arrivano oggi a Monte­citorio. Dopo aver approvato i primi sette articoli (escluso il 6°), oggi è previsto il voto del­l'articolo 8 (organico dell'auto­nomia), del 9 (competenze del dirigente), dellO (il piano di as­sunzioni). Il premier Matteo Renzi, mentre proclama che «è finita la stagione del 6 politico» anche per gli insegnanti, ag­giunge di essere «pronto al confronto» sul ruolo dei presi­di. Fervono le riunioni per met­tere a punto modifiche che ac­contentino le richieste della piazza del 5 maggio. L'ultima ci sarà stamattina alle 9.

Il merito

Ma quali sono i punti critici? Sull'organico funzionale la bat­taglia si gioca sulle reti territo­riali: che sono state trasforma­te già da regionali a provinciali. Ma «molti vorrebbero che i professori continuassero a gi­rare in base a graduatorie e punteggi, mentre per noi è fon­damentale che l'organico delle reti sia fissato per tre anni, per dare continuità didattica» spiega Simona Malpezzi (Pd).

Sul ruolo del dirigente scola­stico, la partita è più comples­sa. La norma è già stata modifi­cata. La valutazione del docen­te non sarà più fatta dal solo di­rigente - come in una precedente versione del dise­gno di legge - ma insieme al Comitato di valutazione, com­posto da docenti, genitori e, nel caso delle superiori, anche da studenti. Questa modifica

100 Mila

I docenti saranno giudicati in base

Sono 100.701 i precari che dovrebbero essere assunti grazie alla riforma della scuola. Quello delle assun­zioni fino a esaurimento della graduato­ria èuntema che non accon­tenta tutti

a progetti, risultati ottenuti, lavoro in team

ha scatenato ulteriori proteste, per il timore che i prof severi venissero «bocciati» dagli stu­denti scansafatiche. «Ma il co­mitato stabilirà solo i criteri per giudicare i docenti» spiega l'onorevole Anna Ascani. E allo­ra come saranno veramente da­ti i voti agli insegnanti? «In ba­se ai progetti, ai risultati otte­nuti dai ragazzi, al lavoro in te­am. Molti ci stanno chiedendo che vengano inserite anche delle schede di valutazione, da consegnare al comitato: non è detto che non siano introdotte dai decreti attuativi».

Se il dirigente valuta, lui da chi viene valutato, anche ai fini dell'aumento di stipendio? Nel­la nuova versione sono stati po­tenziati gli ispettori esterni. Ma significa che dagli attuali 60 si passa a 140, che in tre anni do­vranno valutare l'operato di cir-

ca 7.500 presidi in tutta Italia. L'altro tema è quello delle as­

sunzioni. Acclarato che le gra­duatorie ad esaurimento non saranno esaurite (restano fuori prof di scuola primaria e infan­zia), per i precari di II fascia -che hanno già ottenuto di poter continuare a lavorare anche se hanno più di 3 anni di servizio - si profila un'altra chance: lo sblocco del sostegno. C'è infatti !'ipotesi che i neo assunti siano liberi di scegliere tra sostegno e un'altra specializzazione: in questo caso si «libererebbero» nuovi posti per i precari di II fa­scia proprio sul sostegno.

Nodo da sciogliere anche su­gli idonei del concorso' 2012,

che saranno assunti, ma proba­bilmente prima del concorso del 2016. Sarà deciso nelle prossime ore, così come la mo­difica del 5 per mille, che di­venterà più «equo».

Valentina Santarpla © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I I

Data 18-05-2015

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 6 Foglio 2/2

La riforma • L'articolo 1 già approvato

• Il piano alla Camera

di riforma incrementa

dell'Istruzione l'autonomia

ribattezzato scolastica.

«La buona L'articolo 2

scuola» è stato riguarda il Pof,

presentato cioè il Piano

a settembre dell'offerta

2014, sotto- formativa che

posto perun ogni scuola

mese a discus- sceglie in base

sioniea una alle sue

consultazione esigenze e al

online,poi territorio

licenziato dal Consiglio dei • Novità anche

ministri lo per gli studenti: scorso marzo l'articolo 3 ---- - - ~- introduce il • Venerdì curriculum la Camera dello studente, ha approvato che sarà gli articoli 1-2- valutato anche 3-4-5e7 alla maturità del disegno per un giudizio di legge: oggi complessivo; dovrebbe l'articolo 4 toccare ad altri riguarda tre. Ai primi di l'alternanza giugno il testo scuola-lavoro arriverà in con 400 ore di Senato stage in ----- azienda per • I sindacati tecnici e hanno criticato professionali e soprattutto 200 per i liceali le misure che riguardano i precari, la figura del cosiddetto «preside-sceriffo», le procedure per la scelta dei docenti e quelle per l'assegnazione dei bonus in base al merito

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COBBIEBE DELLA SEBA Data 17 -05-2015 Pagina 4 Foglio 1

A PALAZZO CI-IIGI

«Lo sciopero sarà un boomerang» Renzi e il dialogo diretto con i docenti n presidente del Consiglio avverte la minoranza pd: sarebbe da irresponsabili usare la protesta

ROMA Non è facile, per Matteo Renzi, gestire il contenzioso sulla scuola in piena campa­gna elettorale. Il premier è convinto, come ha confidato ai suoi più stretti collaboratori, che il blocco degli scrutini si ri­velerà «un boomerang», per­ché le famiglie degli studenti «non simpatizzeranno con la protesta», che potrebbe rive-­larsi <<Un danno» per loro e per gli studenti stessi.

Ciò nonostante, il presiden­te del Consiglio si è reso conto che sfidare i docenti a due set­timane dal voto può comporta­re dei contraccolpi elettorali: «Abbiamo sbagliato la comu­nicazione della riforma, non è arrivato il messaggio giusto».

Adesso, quindi, bisogna «ri­mediare» a quegli errori. Per questa ragione il premier ieri ha deciso di «twittare» diretta­mente con gli insegnanti. Un dialogo senza intermediari, come piace a lui, bypassando i sindacati che, a suo avviso, so­no entrati in agitazione pro-

Il piano

prio perché con la riforma ri­schiano di perdere il loro ruo­lo.

Ma dialogare e «ascoltare» i suggerimenti non significa «assecondare». Già, Renzi è «pronto» a confrontarsi «sino in fondo» su questo tema, ma con grande sicurezza spiega anche ai fedelissiini che «sulla riforma si va avanti e non si molla», pur promettendo di «migliorare alcuni punti di quel testo».

In questa fase, però, meglio non calcare la mano e gli ac­centi per evitare polemiche. E per scongiurare che il blocco degli scrutini si estenda: quel­lo sì che sarebbe un fatto «gra­ve».

La speranza di Renzi è che la minoranza non utilizzi queste' polemiche, in campagna elet­torale' ai fini dello «scòntro in­terno»: «Sarebbe da irrespon­sabili». Il premier, che dice di provare «rispetto per le opi­nioni diverse» dalla sua, vor­rebbe che vi fosse altrettanto

Le tappe La riforma subirà una I" piazza

e La riforma nuova accelerazione Unflashmob della scuola (sotto nella

«rispetto» per «le regole inter­ne del partito».

L'occhio, come sempre, è ri­volto alla Liguria, dove il «por­tavoce di Berlusconi» potrebbe «essere favorito» dall'atteggia­mento dei dissidenti e dal caos suscitato dalla riforma della scuola (che potrebbe spingere una fetta dei docenti pd a non premiare il partito nelle urne). La Liguria è fondamentale, e infatti il premier dovrebbe chiudere la campagna eletto­rale a Genova.

Una vittoria di Toti equivar­rebbe a una rivitalizzazione di Berlusconi. Il che compliche­rebbe il cammino del governo in Senato. Non solo: un risulta­to del genere spingerebbe la minoranza (che è già tutta pro­iettata su questo obiettivo) a reclamare un Congresso anti­cipato. Una sconfitta di Toti, invece, farebbe deflagrare gli azzurri, e, magari, li costringe­rebbe ad ammorbidirsi a Pa­lazzo Madama.

E a proposito del Senato, do-

quando il testo pubblica Foto) inscenato

approderà in Senato approderà in da alcuni

Senato ai primi

200 studenti

di giugno djilvanti alla sede del Pd a Roma,

e Sono 27 Milioni Gli euro messi in campo ai primi

gli articoli dal governo per scatti di carriera

dimaggio, del disegno

legati a merito, anzianità e crediti dopo la

di legge manifestazione chiamato formativi e didattici (per il 2016) in piazza del «La buona Popolo contro

scuola» la riforma

che è stato

160 della scuola

varato dal (LaPresse)

conSiglio dei Ministri il 12

Mila le persone che, secondo marzo scorso il premier, saranno assunte nelle scuola nei prossimi anni (100 mila nell'anno, il resto con concorsi)

ve i numeri sono ballerini, quando la riforma della scuola approderà n, dopo le regionali, ai primi di giugno, l'atteggia­mento di Renzi muterà inevita­bilmente. Il premier spingerà il piede sull'acceleratore per­ché vuole ancora «mandare in porto» la legge entro la prima metà di giugno. Del resto, lo ha spiegato bene lui stesso: «Cambiare alcune parti della riforma si 'può, ma poi si deve decidere». Ossia, la si deve vo­tare, perché la legge, al pari delle altre che Renzi è già riu­scito a far approvare (ltalicum e Jobs act), è tra quelle riforme che per il presidente del Consi­glio rappresentano una «prio­rità». Ma proprio per questo, oltre alla Cgil, anche la mino­ranza pd, sul fronte della scuo­la, sta dando del filo da torcere al premier. Con il doppio sco­po di metterlo in difficoltà alle elezioni regionali e di dimo­strare che il Renzi decisionista può essere fermato.

Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Abbandono scolastico «In Italia ci sono 6 milioni di analfabeti e siamo ai primi posti in Europa per abbandono dell'obbligo scolastico». La denuncia di don Luigi Ciotti e Marco Rossi Doria al festival del libro di Torino, confermata dai dati allarmanti dell'ufficio statistiche del Miur, non ha interessato abbastanza stampa, governo e'sindacati. Si parla molto di scuola ma si trascura quello che la relazione dei due studiosi e i dati preoccupanti dell'lstat rivelano non solo da oggi. A Catania 232 genitori e 136 alunni sono stati denunciati per inosservanza continuata all'obbligo scolastico, Ma per arginare davvero il fenomeno

occorrono incisivi interventi che blocchino la consegna alle mafie, ha detto don Ciotti, di tanti giovani privi di istruzione.

Tina Lepri; Roma

Data 17 -05-2015 Pagina 35 Foglio 1

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la Repubblica Data 18-05-2015 Pagina 9 Foglio 1 /2

Scuola al rush finale la minoranza del Pd offre al governo una tregua annata Niente barricate come per l'Italicum: "La legge nQn è blindata" Il premiersul blocco scrutini: non si gioca sulle pelle dei ragazzi

FRANCESCO BEI

ROMA Per la Buona Scuola sono ar­rivatigliesamifinali.Sientranelvi­vo già questa mattina, per gli ulti­mi tre giorni di battaglia nell'aula dellaCameraAlvotogliartièolipiù contestati della riforma, ilnumero 9suipoteridelpreside,illOsuipre­cari e l'articolo 17 che riguarda il 5xlooo. Mentrele opposizioni affi­lanolearmi (ma con i numeri della maggioranza a Montecitorio non potranno. far molto), Renzi prose­guenelsuocontrattaccomediatico iniziato la scorsa settimana con il video alla lavagna. «Non si può mi­nacciare il blocco degli scru,tini -ha dichiarato al' Arena di Giletti -non si può giocare sullapelle deira­gazzi. Anche chi boicotta il test In­valsinondà unbell' esempiodiedu­cazione civica». E ancora, sui no piowti ,çontro la valutazione dei docenti: «Penso anche che in qual­che professore ci sia ancora l'idea di mantenere la filosofia del 6 poli­tico. Ma quella stagione è finita».

Intanto la minoranza dem sem­bra aversèelto una politica diversa rispetto alla totale contrapposizio­nesu1l1talicumcheportò38depu­tati a non votare la fiducia al go­verno.·Non una tregua vera e pr0-pria, ma un'apertura speculare a

quella mostrata dal governo. <<Ve­diamo - afferma Nico Stumpo, uno dei leader dell'area bersania­na - se è possibile fare accordi nel Pd. Sull'Italicum fu la decisione di Renzi dimettere la fiducia a far sal­tare il tappo, ma sulla scuola non c'è alcuna logica di bandiera. Ab­biamo presentato emendamenti di buon senso». Quali siano i punti su cui insisteranno di più lo spiega Andrea Giorgis: «D 5 per 1000 non ha più senso, visto che non si tratta di risorse aggiuntive ma di soldi dello Stato. Bisogna poi dare alme­no una prospettiva futura di stabi­lizzazione a tutti i precari che han­no fatto corsi abilitanti. Infinec'èla questione centrale, la collocazione deidocenti sul territorio: nonsipuò immaginare di creare scuole di se­rieA con più risorSe e con i docenti miglioriescuolediserieB con gli al­tri». Ma, dinuovo,nientebaITicate: «C'è un clima diverso - ammette Giorgis-perché il governo non ha blindato la riforma. In coIIÌmissio­ne il testo è stato migliorato e ora speriamo di migliorarlo anche in aula. Comunque a tutti noi sta a cuore una vittoria del Pd aIleregio­nali e lavoriamo perriconnettere il partito con il mondo della scuola».

Chi invece ancora non ha scelto se votare o meno il ddl è Alfredo

D' AttolTe,l' anima più ribelle-in­sieme a Stefano Fassina - del Pd: «La mia valutazione finale dipen­derà dalle modifiche sostanziali che devQno essere fatte al proget­to. Allo stato purtroppo non credo ci siano le condizioni per un votofa­vorevole». Fassina fa della riforma della Scuola addirittura un test, «Un passaggio decisivo per sceglie­re se restare" o meno nel partito. Anche SeI e Cinque Stelle, ovvia­mente, non faranno sconti. Carla Ruocco, l'unica donna del diretto­rio pentastellato, annuncia che do­mani il M5S sarà in piazza Monte­citorio «per una grande mobilita­zione insieme agli insegnanti e ai nostri attivisti». Ma già da oggi, benché molti deputati grillini (Ruocco compresa) non possano partecipare ai lavori perché san­zionati, «ci saranno scintille».

n governo comunque ritiene di aver aperto a sufficienza già in commissione, in aula il testo sarà difeso cosi com'è. «Ulteriori modi­fiche - rivela un renziano - ce le riserviamo semmai per il passag­gio al Senato». Intanto, sottotrac­cia, si apre un primo braccio di fer­ro tra governo e Ragioneria dello Stato. Oggetto: i bacini temtoriali daiqualiil preside potrà pescare gli insegnanti. Per la Ragioneria sa­rebbero troppo stretti.

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la Repubblica

La sfida dei Cobas: 2 giorni di blocco degli scrutini

CORRAOOZUNINOAPAGINA4

Data 17 -05-2015 Pagina 4 Foglio 1

Blocco scrutini, i Cobassfidano il Garante Due giorni di sciopero a inizio giugno. Il presidente della commissione di garanzia: il danno lo subiranno solo gli studenti Renzi: "Farò tesoro delle critiche, ma ascoltare non è assecondare". Dopo le ultime modifiche, scontente anche le paritarie

ROMA. Venerdì l'Unicobas, ieri i Cobas. Hanno proclamato in successione il blocco degli scrutini per due giorni. I sindacati confederali restano in àttesa: la Cgil vorrebbe muoversi, ma non intende rompere l'unità faticosamente costruita con Cisl e Uil che sulle pagelle consegnate in ritardo hanno forti dubbi. li Garante sugli scioperi, Roberto Alesse, viste le mosse dei sindacati di base, replica: «Chi si muoye fuori dalle regole danneggia solo studenti e famiglie e a loro dovrà spiegare le ragioni di un blocco illegale degli scrutini. Userò il massimo rigore». li portavoce Cobas, Piero Bernocchi, spiega: «Avremmo preferito una convocazione unitaria, ma dobbiamo dare con urgenza un segnale che tranquillizzi i docenti e che dimostri la legittimità della forma di lotta». Due giornate dì stop, a partire dal giorno seguente la fine delle lezioni, diversa per regione. Gli Unicobas, venerdì, avevano proposto due date tra 1'8 e il18 giugno, periodo in Ctli ci sarà la discussione finale sulla "Buona scuola" alla Camera. La base Cobas si dice pronta a proseguire la lotta oltre i due giorni indetti rischiando, così, denunce e precettazioni. Per domenica 7, sempre il sindacato di base, ha previsto una nuova manifestazione. La Cisl ricorda che prima dovrà consumarsi

BOTTA ERISPOSTA

l'incontro previsto con il ministro Stefania Giannini: "Siamo contrari a un blocco che ci mette contro famiglie e studenti, in quel periodo ci sono le ultime interrogazioni e compiti in classe». L'idea dei confederali è quella di scioperi brevi: la giornata del 5 maggio è costata 42 milioni a oltre 600 mila docenti. Ieri Matteo Renzi si è espresso via Twitter. "Sto leggendo le risposte dei prof», ha scritto il premier. "Faremo tesoro di suggerimenti e critiche, ma ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici... », ha risposto a un utente. Con i tweet Renzi ha confermato che la card per la formazione dei prof - 500 euro - varrà anche per i docenti di sostegno e che chi sarà assunto non sarà poi licenziato dopo tre anni. Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, ha ricordato a Stefano Fassina che quando era responsabile economico del partito "lo implorai, senza risultati, di inserire un piano di assunzioni di 60 mila insegnanti». E ora sulla "Buona scuola" arrivano le critiche degli istituti privati. A Firenze Luigi Sepiacci, presidente dell'associazione nazionale, dìce: «Questo testo condanna le paritarie a scomparire per l'impossibilità di reperire docenti qualificati».

(c.z.)

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"Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici...". Così Renzi ad un follower che scrive: "Parlate tanto e non ascoltate nulla"

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la Repubblica Data 16-05-2015 Pagina 4 Foglio 1

Agnese Renzi ci prova, ma il suo liceo è un fortino del no MASSIMOVANNI

FIRENZE. Non parlate di "Buona scuola" ai colleghi di Agnese, la first lady. Trovare un prof che plauda alla riforma voluta da suo marito Matteo Renzi, al li­ceo scientifico Ernesto Balducci di Pontassieve, poco lontano dalla casa del premier, è quasi una "mission impossible". Non che ci fossero molte speranze, in un istituto dove gli Unicobas sono il primo sindacato e dove si è scioperato con oltre 1'80% del­le adesioni. Agnese però, che sfila puntuale sotto la barra d'ingresso sulla sua Volkswa­gen Sharan, non si è data per vinta: nell' assemblea sindacale è pure intervènuta per sostene­re le ragioni della riforma. Ma perfino il blocco degli scrutini, nonostante le minacce di pre­cettazioni, non è ancora un ca­pitolo chiuso.

"All'inizio non mi sembrava così male, il piano assunzioni e il rapporto col mondo del lavoro mi parevano cose interessanti. Pure sui presidi manager non sono così negativa, anche se in Italia non c'è la cultura», dice Elisabetta Vatteroni, docente d'inglese. «Sono però sobbalza­ta sui finanziamenti alla scuola privata, perché quella pubblica deve venire prima di tutto», ag­giunge la profiscritta al Gilda. «Ci sono cose positive, ma sulla valutazione degli insegnanti non ci siamo: non si può pensa­re di farla col minimo dei costi, affidandola al preside, si formi­no piuttosto dei valutatori. Si di-

. ce sempre che gli insegnanti non vogliono cambiare ma è il governo ad avere un atteggia­mento chiuso, a rifiutare il dia-logo», sostiene Gabriella Tora­no,cheinsegnaitalianoelatino.

"n nome? Meglio di no», dice un prof di educazione fisica, ex

Cgil. «Ma il preside che decide tutto proprio non va: come si fa a giudicare un docente? Non siamo al tornio, dove puoi misu-

rare i pezzi e vedere se sono fat­ti bene. C'è il rischio che si vada per simpatie, che si crei compe­tizione dove dovrebbe esserci solo collaborazione», aggiun­ge. Fabrizia De Lorenzi che in­segna scienze umane, è «asso­lutamente contraria». Motivo? «Sono contraria alla scuola­azienda epoi capisco l'esigenza della valutazione ma attribuir­la ai presidi è assurdo: non han­no una specifica formazione» . Docente d'italiano e dirigente Unicobas, Federico Gattolin è ancora oltre. Perché il punto, spiega, non è come si valuta: «La valutazione come accesso ad un migliore o peggi?re sti-

pendio è inaccettabile. E solo il potere del merito e io rifiuto la logica meritocratica». E poi: «Questa riforma è l'attacco più organico alla scuola che abbia mai visto e la reazione si spiega con la difesa della propria di­gnità».

Precaria come Agnese, Catia Caroti vede una luce: «Almeno c'è l'assunzione dei 100mila precari, anche se non si è capito bene come saremo reclutati», dicelaprofcheinsegnainglese. Federico Petrucci, impegnato nel tirocinio formativo attivo necessario per accedere al con­corsone, non è invece convinto: «Peccato, speravo proprio che si aprisse qualche possibilità in più». Franco Banchi, storia e fi­losofia,neècerto: «Così com' èla riforma non funziona, la scuola non è unrninistero. E Remi può pagarla cara alle regionali,»'

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la Repubblica I

Data

Pagina

Foglio

16-05-2015 4 1 /2

"Rifonnasenza coraggio LE MODIflCHE

Un piano per tutti i precan e vanno

riviste le chiamate nominative

e il5 per mille se il premierstavolta dialoga allora la cambi con noi" Gianni Cuperlo . "La legge sulla scuola è una innovazione a metà, non puoi farla contro docenti e studenti"

ANNALISA CUZZOCREA

ROMA. Ha passato il pomeriggio a parlare con gli insegnanti che protestavano a piazza del Pantheon, Gianni Cuperlo. «Era giusto esserci» ,diceprimadi tor­nare alla Camera a votare. Per­ché la riforma della scuola - se­condo il leader di Sinistradem -deve cambiare. E perché la sini­stra del Pd «serve a Renzi prima di tutto».

Quali sono le modifiche neces­sarie per approvare questa riforma? «Stabilizzare 106miladocenti

e investire oltre 3 miliardi sull'e­dilizia è un fatto importante, ma è ovvio che si deve affrontare il tema degli abilitati di secondafa­scia. Non puoi dire a persone che insegnano da anni e con profes­sionalità "scusateci ma dovete tornare alla casella di partenza". C'è un'assenza di coraggio che emerge prima di tutto nel meto­do».

Quale? «I padri costituenti avevano

ipotizzato la scuola come un or­gano costituzionale al pari di

Parlamento e magistratura. An­che per questo ogni riforma deve coinvolgere i soggetti che do­vranno tradurla. Come puoi pen­sare di cambiare la scuola u con-tro" l'opinione della maggioran­za di insegnanti e studenti?».

Non crede alla volontà di dia­logo del gòverno? «La dimostri. Le piazze non si

sono riempite di tradizionalistio gente disinforIriata. li timore, fondato, è che si smarrisca il ca­rattere . universalistico dell'i­struzione».

Si può migliorare? «Sì, ora alla Gamera e poi al Se­

nato, ma serve la volontà. Sui precari, con un piano plurienna­le di assunzioni compatibile con la finanza pubblica e il percorso parallelo dei nuovi concorsi. Sul 5 per 1000 invertendo le percen­tuali:l'80percentoalfondodipe­requazione e il 20 alla contribu­zione diretta. Almeno se voglia­mo evitare che il dumping tra le scuole ricche e le altre aumenti ancora. Sulle superiori parificate l'invito è a rileggere la Costitu­zione. Infine va rivista la chia­mata nominativa da parte del

preside, perché qui entra in gio­co un altro principio costituzio­nale: la libertà e autonomia del­l'insegnante che dovrà essere valutato da chi ha titoli e compe­tenze per farlo».

Cosa farete se la riforma non cambia? «L'autogestione». Sia serio, la voterete o no? "Noi il testo vogliamo miglio-

rarlodavvero. Alla fine giudiche­remo il risultatò».

Su Jobs art e ltalicum siete stati. sconfitti. Non teme una margina1izzazione della sini­stra nel partito? «Quel che temo non è una mi­

noranza irrilevante, ma un par­tito della Nazione che per vince­re sacrifica una parte di sé».

Lei fa parte della sinistra ma-

sochista di cui parla Renzi? «Ho visto che nel concetto ha

assemblato Miliband a Londra e Pastorino a Bogliasco. A Renzi lo ripeto con garbo: se pezzi del Pd guardano altrove è un problema anche tuo. Forse la sinistra ma­sochista è quella che per espan­dere il consenso non ha scrupoli a stringere accordi con degli im-

LASlNW11lA

Fassinaseneandrà? . Spero ci ripensi. Di

certo nel Pd serve una sinistra,

soprattutto a Renzi presentabili o con pezzi della de­stra. Potrai anche vincere nelle urne, ma a quale prezzo?».

Civati è andato via, Fassina lo farà. Che ne pensa? "Vorrei davvero che Stefano ci

ripensasse. L'uscita di Pippo per meè una sconfitta delPd che ave­vamoimmaginatoeogginonc'è. Vedo anch'io che allo sportello del renzismo c'è gente in coda e parecchi ricevono premi e coc-

carde. A me preoccupa di più il flusso di chi prende l'uscita sen­za luminarie e clamori».

Lei resta? .. Per annihopensatoche stare

in questo partito fosse un desti­no. Ora sento che quell'apparte­nenza va costruita giorno dopo giorno. È un onere ma anche una sfida. NonritengoRenzi un usur­patore.Alcontrario, gli chiedo di fare lo statista e non il capo. Mi guardo attorno e vedo troppe rotture, troppi muri alzati, non verso le minoranze interne ma verso pezzi di società e di popolo. È questa la ragione profonda di una sinistra nel Pd. È qualcosa che serve prima di tutto al pre­mier. Appena passo da Palazzo Chigi lo scrivo sulla lavagna».

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Data 18-05-2015

l LA SCHEDA J

Quel pioniere nato sui Navigli, oggi campione di didattica I trent'anni di attività de La Fabbrica sono adesso raccolti nel nuovo sito www.lafabbrica.net. che racconta l'avventura iniziata sui Navigli a Milano nel 1984 (il nome è stato mutuato dalla società immobiliare che affittò ad Alberto Merlati il suo primo ufficio in via Gorizia). La prima iniziativa venne realizzata con la Snam e con la regione Piemonte, poco dopo arrivò il grande progetto sull'educazione stradale con F1at che, grazie alla sua presenza in Brasile con lo stabilimento di Belo Horizonte, favorì la replica del progetto nel Paese Sudamericano. Oggi La Fabbrica, la cui guida è passata dalle mani dell'ex cestista Merlati al più giovane Claudio Rovere, collabora con tutte le più importanti aziende italiane. Partita con meno di dieci persone, adesso ha più di 150 dipendenti e collaboratori sparsi in tutto il mondo.

(m.',,) CI RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERr DElLA SCUOLA Il AliANA GLI ALUNNI IN ITALIA

Pagina 59 Foglio 2/2

Anno scolastico 2013-'14. Sono escluse V. D'Aosta e Trentina A. A. Anno scolastico 2013-'14. Sono escluse V. D'Aosta e Trentina A. A.

INFANZIA

PRIMARIA

SECONDARIA 1° GRADO

SECONDARIA 2° GRADO

Qui sotto Alberto Merlati (1) e Claudio Rovere (2) presidente e amministratore delegato de La Fabbrica

1

7.263

.. STATALE 5.403 PARITARIA

FDllte:Min.t"'o;l'Ist",KJne. d,II'U,i,,,,tta, d,Ila Ri",,,

INFANZIA

PRIMARIA 2.596.915

.. STATALE SECONDARIA PARITARIA 1° GRADO

~ SECONDARIA 2.580.007

<s 2° GRADO ~

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~ ~

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Data 18-05-2015 Pagina 60 Foglio 1

[ l'INDAGINE]

Solo iPad, niente più libri? La scuola dice "no"

La scuola italiana è pronta per una didattica solo digitale? Sembra di no a guardare i risultati di un'indagine condotta dal portale Orizzonte Scuola.it sondando l'opinione di 1192 lettori (per lo più insegnanti). L'85% degli interpellati, infatti, ha detto "no" all'iPad esclusivo e all'abbandono dei testi cartacei. Alla domanda "Passeresti a una didattica integralmente digitale con l'lpad come unico strumento di lavoro" 1'84% dei partecipanti ha risposto "No, ci sono ancora troppe incognite". Per 74 docenti su 100, poi, le Tic (Information and communication technology) vanno utilizzate "con moderazione, cercando il giusto mezzo", mentre un cospicuo 17% afferma: "Farei di tutto per usarle il meno possibile".

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LA STAMPA Data 18-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

Arretrati, per 4 milioni di pensionati un rimborso da 500 euro in agosto UaIlllllllcio di Renzi dopo la Consulta: "Dall'una tantum esclusi i redditi oltre 3000 euro" E sulla riforma della scuola: "Finita la stagione del 6 politico anche per i professori"

ROMA

La notizia piomba nella fascia di massimo ascolto domenicale: «Quattro milioni di italiani dal primo agosto avranno in tasca più o meno 500 euro a testa», come rimborsi dovuti dalla sen­tenza della Consulta, annuncia il premier alla vigilia del consi­glio dei ministri che oggi forma­lizzerà questa decisione. Una sentenza che Renzi dice di non considerare «sentenza politica, perché la Consulta va difesa, è l'ultima istanza e quello che de­cide si accetta. È chiaro che ne avrei preferito un'altra, ma non mi metto a far polemiche con la Corte né con il governo di prima o con il· P~rlamento di prima che ha fatto la legge». Dunque il premier rompe gli indugi, pur sapendo che non tutti saranno soddisfatti, «per ora restano fuori «quelli con oltre 3000 eu­ro di pensione». E subito stoppa le polemiche, «quanti pensano che sia un bonus per le elezioni non potranno dirlo perché par-

te dallo agosto». Quanto alle ri­sorse necessarie, «ci sono que­sti 2 miliardi di euro che mi ero tenuto da parte per le misure contro la povertà che però fare­mo lo stesso con la legge di sta­bilità», assicura. Insomma, «la sentenza dice che il blocco del­l'indicizzazione delle pensioni dai 1350 euro in su andava fatto in altro modo. Ma nessuno per­derà un centesimo, scriveremo un nuova norma sul blocco che restituirà ad una parte dei pen­sionati una parte di questi de­nari». L'occasione dell'annun­cio è l'intervista su Raiuno con Giletti, dove Renzi tocca tutti i temi più caldi, economia, scuo­la, pensioni, regionali.

L'Autostrada incompiuta «Vedo segnali positivi sull'eco­nomia da prendere con buon senso, una parte dei contratti da precari diventa stabile, gli investitori tornano a compra­re, insomma l'Italia ce la può fare». Abito scuro e camicia bianca, Renzi esordisce così all'Arena nella fascia di massi-

16 2 I numeri del

problema

18 miliardi I:esborso

a carico del bilancio

miliardi ·La somma che

Renzi sembra intenzionato

a non pagare, rispettando solo in modo parziale

la sentenza

miliardi La cifra

che il premier aveva tenuto da parte per

le misure contro la povertà e che

intende far

statale se il governo

avesse deciso di rimborsare

in toto i pensionati

della Corte costituzionale

tornare con la legge di stabilità

mo ascolto domenicale. Prima di dare la notizia sui rimborsi ai pensionati il premier svela un sentimento di rabbia pro­vato nei camerini mentre aspettava il suo turno, nel blocco della trasmissione de­dicato ai vitalizi, «mi veniva voglia di dare un cazzotto su tavolo a vedere quello che con un giorno di lavoro prende 2700 euro». E di fronte al que­sito, «cosa odiano in lei?» tutti i suoi detrattori, Renzi mostra nonchalance, «ho un sacco di limiti, se parlano male di me fanno bene. Ma quello che ero rimarrò». E di notizia ne con­segna un'altra, «da domani ci sarà un nuovo amministratore delegato dell'Anas, entro il 2015 tutti i cantieri aperti avranno un'accelerazione defi­nitiva. E al massimo il prossi­mo anno l'autostrada Salerno­Reggio Calabria sarà conclu­sa». Ma dopo i crolli che ci sono stati, andranno messi più fondi «per controllare i viadotti».

Scuola e sei politico Il premier si mostra conciliante sul tema caldo della scuola, am­mette «errori comunicazione» e tende la mano, «mentre sulla legge elettorale ho fatto una for­zatura con la fiducia, sulla scuo­la sto dicendo: aiutatemi a capi­re dove sto sbagliando». Ma bac­chetta pure i professori: «una parte soffre per la meritocrazia, ma la maggior parte è pronta a un sistema di valutazione. Devo­Dò capire che anche per loro è fi­nita la stagione del sei politico». Il segnale forte è sul nodo del po­tere dei presidi, «discutiamone, sul potere di valutare i professo­ri forse i critici hanno ragione e abbiamo cambiato. Ma anche i professori devono capire che non si può minacciare il blocco degli scrutini, non si può gioca­re sulla pelle dei ragazzi. Chi vuole parlare troverà comun­que un'interlocutore attento». Ultima staffilata a chi boicotta gli Invalsi: «Non dà un buon esempio di educazione civica, se ci sono test da fare si fanno e gli scrutini pure». [CAR. BER.]

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato ieri all'Arena da Giletti

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LA STAMPA Data 18-05-2015 Pagina 5 Foglio 1 /2

"Scuola, la legge può cambiare Siamo pronti ad ampliare

il ruolo del collegio docenti" TI sottosegretario Faraone: "Discutiamo, l'importante è che si voti"

Davide Faraone, sottosegre­tario all'Istruzione, nei prossi­mi giomi incontrerà i sindaca­ti. Ci saranno ulteriori modifi­che alla riforma della scuola?

«Il provvedimento sarà chiu­so davvero solo il giorno del voto finale in Senato o alla Camera, se ci sarà un secon­do passaggio. Fino ad allora il ddl è aperto e modificabile. A patto di mantenere intatto l'impianto generale e sapen­do che riteniamo inaccetta­bile il blocco degli scrutini che danneggia gli student~ i genitori, gli italiani».

Siete pronti a discutere con gli esclusi dalle assunzioni?

«Abbiamo previsto 100mila assunzioni quest'anno e altre 60 mila per concorso il pros­simo anno. Vorrei ricordare che non c'è un altro settore della pa in cui si assumono 160mila persone in due anni, ma anche che non c'è da par­te nostra la volontà di andare avanti come un caterpillar. Discutiamo, l'importante è che questo non blocchi il provvedimento e che, termi­nata la discussione, si voti».

I sUpèrpoteri dei presidi: siete disposti a altre modifiche per ridurre al minimo il rischio di abusi?

«Stiamo parlando di presidi

che già lavorano nelle scuole. Chi pensa alla nascita improv­visa di presidi in grado di com­mettere chissà quali nefandez­ze o non li conosce, oppure li denigra. Noi, invece, abbiamo molta fiducia in loro e ne abbia­mo anche nei precari che lavo­rano nella scuola perché saran­no loro i 100mila che verranno assunti e all'interno dei quali i presidi chiameranno i docenti per le loro scuole. In ogni caso alcune modifiche sono già sta­te recepite come il piano del­l'offerta formativa che sarà ela­borato dal collegio dei docenti e non più dal preside e appro­vato dal consiglio di istituto. Questo vuoI dire che è il consi­glio di istituto, decidendo se puntare sull'insegnamento dell'inglese o di un'altra mate­ria, a limitare le possibilità di scegliere i professori. Se poi si vuole un ulteriore rafforza­mento del collegio dei docenti, ragioniamoci».

Un altro punto molto contesta­to è il fatto che i presidi valute­ranno gli insegnanti sulla base dei giudizi formulati da un co­mitato composto anche da ge­nitori e studenti.

«Il comitato sarà formato da una maggioranza di professori, un rappresentante degli stu­denti ed uno dei genitori. Avrà

il compito di stabilire i criteri generali per la valutazione dei professori. Nessun genitore o studente verrà chiamato a va­lutare i professori con nome e cognome».

A chi spetta invece la valutazio­ne vera e propria?

«Al preside. Ma non dimenti­chiamo che i presidi saranno a loro volta valutati e che un diri­gente bravo è quello che coin­volge tutta la comunità nelle sue scelte».

Gli albi: i professori hanno pau­ra di essere costretti a lavorare a molti chilometri da casa. Cosa risponde?

«E' un pericolo che non esiste. Tra le modifiche introdotte c'è anche il fatto che gli albi sono basati su reti di scuole e co­munque prevedono sposta-

menti molto limitati». Ai professori che non hanno un rinnovo di contratto da sette anni chiedete di rimanere a scuola per 50 ore ,'anno di for­mazione extrascolastica e non retribuita.

«La formazione è materia di legge delega, in Senato la di­scussione sarà aperta e co­munque è materia dell'autono­mia delle scuole. Comunque siamo consapevoli che i pro­fessori italiani sono i meno pa­gati d'Europa, ma noi abbiamo messo dei soldi nelle loro ta­sche: 500 euro l'anno della card e 500 milioni per il meri­to. E abbiamo investito 3 mi­liardi nella scuola e altri 4 nel­l'edilizia. È diverso dalla Gel­mini che aveva tagliato 8 mi­liardi».

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Data 18-05-2015

LA STAMPA Pagina 5 Foglio 2/2

Non sarà il preside da solo, ma tutto il consiglio di istituto a decidere se puntare sull'inglese o su un'altra materia

_ Il disegno di legge sulla scuola riprende oggi il suo cam­mino alla Came­ra, dove la scor­sa settimana ha ricevuto il via libera sui primi articoli. Il voto finale al docu­mento dovreb­be arrivare entro la giorna­ta di mercoledì

_ ~iter legi­slativo prevede, come per tutte le leggi, l'appro­vazione anche da parte del Senato: in caso di modifiche, il testo dovrà tornare alla Camera per un secondo voto

Abbia mo investito nella scuola 3 miliardi ~ altri 4 per l'edilizia E diverso dalla Gelmini che aveva tagliato otto miliardi

Il rischio per i professori di venir trasferiti in una scuola lontana da casa non esiste Davide Faraone Sottosegretario all'Istruzione

Davide Faraone,

sottosegretario all'Istruzione,

tornerà nei pros­simo giorni a

incontrare i sindacati che

protestano contro la riforma

del governo

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LA STAMPA Data 17 -05-2015 Pagina 7 Foglio 1

"Formare i dirigenti e controllarli" Convitto, ricetta di lll1 successo

Lo storico rettore del liceo romano: "TI preside è forte se decide con gli altri" un vantaggio rispetto ai colle­ghi delle altre scuole pubbli­che, quello di poter gestire ri­sorse proprie che provengono

on chiamatelo preside dalla retta che pagano i geni­sceriffo, per carità. tori. E questo ha aiutato il mio Anche se Emilio Fato- progetto». Non sono stati po­

vic per chilo conosce, per i ge- chi i contrasti del rettore con nitori che hanno scelto il Con- il corpo docente, soprattutto vitto nazionale Vittorio Ema- all'inizio quando l'impatto m~ele II di Rom~ rer i loro fi- con questo signore dalla parla­glI, questa defimZl?ne ca~za a ta e dai modi veloci, classe 1948, pennel~o. O quasI., Il tItolo profugo istriano cresciuto al esatto e rettore. Lo e ~tato. fi~ convitto di Cividale del Friuli, no all'anno scorso. SeI anm dI ha messo subito in chiaro le sue dirigenza in cui ha portato la intenzioni: rivoluzionare la scuola da 800 alunni a duemi- scuola. Parlava di mission e vi­la con una lunga lista di attesa sion di internazionalizzazione per chi vuole entrare. 120? e di ~erito, di competenze e di posti doman~e pelr ~OfiO Pl~~~I. competitività. Tra gli alunm mo tI « ~~ 1 I» Aveva in testa l'idea di un li­soprattutto della polItIca a ceo scientifico «cinese» e ai iniz~are da quelli de~ ministro professori che non volevano sa­dell Interno ~.gelIno Alfa- perne Fatovic ricordava che no. «Sono un dmgente con le era nella loro possibilità chie­idee chiare, ho sempre avuto

dere il trasferimento. «Chi non

si sente di lavorare in un pro­getto deve cambiare scuola», sottolinea. Ha deciso che ci do­vevano essere dei test di in­gresso per valutare le compe­tenze degli alunni e nonostante le proteste di molti genitori li ha introdotti. Per non parlare

della divisa scolastica con lo stemma del Convitto che Fato­vic ha fortemente voluto «come segno di distinzione e di egua­glianza» per cui c'è stata addi­rittura una interrogazione par­lamentare.

Ma il rettore non ama proprio il termine «sceriffo». «Sono uno che decide certo, ma sempre do­po avere convinto gli organi col­legiali. La scuola non è il far west ma un luogo educativo comples­so. Il problema per un preside non è poter assumere o licenzia­re un professore. Perché tanto

un professore che non ha voglia di lavorare quando si trova a do­ver rispondere a un dirigente capace stia certa che chiede il trasferimento». «L'importante, spiega Fatovic, è formare diri­genti competenti e mettere in atto una rete di controlli efficaci su presidi e insegnanti. La for­mazione deve essere continua partendo dal fatto che la scuola è nella sua essenza merito e ve­rifica». Fatovic fa notare che il numero delle iscrizioni ad una scuola è già un parametro per valutare preside e insegnanti.

«La mia ricetta per una buo­na scuola? Facile. Dignità dei luoghi. Dignità della professio­ne di educatore. Verifica del la­voro svolto. E coniugare le do­mande del sociale con i percor­si di eccellenza. Perchè punto di arrivo dei ragazzi non sarà lo stesso, ma lo deve essere quello di partenza».

Gi~ Il Convitto

Nazionale di Roma èuna

scuola pubblica,

ma ha uno Statuto che le concede una larga

autonomia

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LA STAMPA I

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17-05-2015 8 1 /2

Renzi rassicura i professori e scende in campo per il voto Dialogo su Twitter con i docenti, aperture su alcuni cambiamenti Rush fmale in prima persona nelle I-legioni per risollevare i consensi

CARLO BERTINI ROMA

Affrontare una tornata eletto­rale con oltre venti milioni di italiani e due spine nel fianco come scuola e pensioni non è impresa facile, Matteo Renzi lo sa e per questo sta provando a sminare il terreno dalle tensio­ni più acute. Le prossime due settimane saranno campali, sia sul fronte parlamentare che nelle piazze più spinose, Ligu­ria e Campania, dove si gioche­rà la campagna elettorale. Una campagna in cui il premier metterà la faccia, spendendosi se possibile in tutte le regioni per provare a risollevare da so­lo i consensi messi a dura prova proprio nel tradizionale bacino elettorale della sinistra, quello di insegnanti e pensionati. Ma se in Campania dovrebbe anda­re in veste più istituzionale per un'iniziativa come quella an­nullata ieri a Napoli per il lutto cittadino, l'inaugurazione della metro, in Liguria scenderà in

I tweet del . premler

Sto leggendo le risposte dei prof Faremo tesoro di suggerimenti e critiche: la scuola è lA sfida per riportare l'Italia a fare ... l'Italia

campo con tutto il suo peso di leader Pd, con un comizio di chiusura alla vigilia del voto proprio nella piazza di Genova. Il premier è preoccupato per la Campania, non solo per la vi­cenda delle liste impresentabili collegate a De Luca che lo ha fatto irritare non poco, ma an­che perché è una delle regioni che sforna il maggior numero di insegnanti italiani. La sua di­scesa in campo in Liguria, Mar­che e nelle altre regioni dimo­stra la volontà di affrontare di petto la sfida per poter inte­starsela al meglio in caso di una vittoria conquistata tutta in sa­lita. E se al Nord colpirà più Sal­vini, al Sud «sfotterà Berlusco­ni», prevedono i suoi. Facendo notare che la vittoria in Campa­nia avrebbe un alto valore sim­bolico anche perché è l'ultima ridotta di Berlusconi nel paese.

La doppia strategia Anche ieri dunque Renzi è ri­masto concentrato sui dossier pensioni e scuola: sul primo il

@CiaschiniEnrico ascoltare significa ascoltarel non assecondare per forza. Non è che o facciamo quello che dice lei o non siamo democratici

Consiglio dei ministri deciderà domani come procedere con i rimborsi; sulla scuola il pre­mier usa il doppio binario, co-

municativo e parlamentare, per far capire di esser pronto a concedere modifiche pur senza stravolgere il suo impianto di ri­forma. Il primo passo, che se­gnala il tentativo di raffreddare gli animi della classe docente, è stato aprire un canale di dialo­go diretto via twitter. Accettan­do un confronto anche aspro in un «tweetstorm» dopo essersi fatto stampar.e centinaia di mail dei professori, il premier di fatto scavalca i sindacati e si pone come interlocutore senza filtri di mezzo. «Sto leggendo le risposte dei prof. Faremo teso­ro di suggerimenti e critiche. La scuola è "La" sfida per ripor­tare l'Italia a fare ... l'Italia». A un follower che lo invita a «ri­passare il concetto di democra­zia perché parlate tanto e non ascoltate nulla», risponde che «ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Non

è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici...». E quando qualcuno gli ribatte po­lemico se lui si preoccupa dei professori o del voto, replica che «le elezioni politiche saran­no nel 2018. Quelle europee nel 2019. La scuola c'è sempre».

AI Senato si tratterà Ma che vi sia una volontà di cer­care un'intesa è evidente dalla modifica del calendario: doma­ni alla Camera le votazioni ri­partiranno proprio dal nodo dei poteri dei presidi, mercoledì ci sarà il voto finale e le modifiche su questo o su altri punti sono però rinviate al Senato. Dove il timing è stato volutamente al­lentato: la prossima settimana a Palazzo Madama «ricomince­ranno daccapo le audizioni, si entrerà nel merito e sarà in quella sede che si procederà con le modifiche», anticipa il sottosegretario alla Scuola Da­vide Faraone, renziano doc. «Si lavora a delle ipotesi per trova­re soluzioni e nel dialogo con i sindacati si vedrà chi vuole mi­gliorare il testo e chi no».

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LA STAMPA Data 16-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

"Era ora: dal preside notaio passeremo a quello che decide"

TI presidente dei dirigenti: nessuno scerifIo, saremo sorvegliati

FLAVIA AMABILE ROMA

ari o Rusconi, vice­presidente dell'Asso­ciazione Nazionale

Presidi, l'Aula della Camera ha approvato l'articolo 2, quello che secondo i contrari alla riforma introduce i presi­di-sceriffo. Che cosa cambia davvero? <Nuol dire che dai presidi-notai finalmente si passa ad una fase nuova, la dei presidi che decidonO».

E' questo il problema secondo chi ha manifestato in piazza: ddl dà ai presidi potere assolu­to di decidere.

«Il ddl prevede proprio l'oppo·· sto: perché il preside possa la­vorare deve essere dreolldatn da persone che diano il loro

Soddisfatto Il presidente dell' associa­zione nazio­nale presidi Mario Rusconi

contributo. E sa l'i'! valutato da un comitato che dare un giudizio sul suo operato. Se il giudizio sarà negativo il presi­de avrà un cartellino giallo. Se poi ancora i risultati non sa-

ranno positivi ci sarà il eartelli­no rosso e si dirù al preside di earnbiare mestiere, eome è sto che sia. Non è peW:""-)1,,,

una comunitù ehe costa tantis·· simo e che è più numerosa del­l'e8ercito non sia in grado di raggiungere i propri obiettivi».

I controlli in Italia spesso sono solo teorici e il numero ispettori del Miur è ridicolo ri­spetto a quello dei presidi da controllare. Con il ddl aumenta invece effettivamente la possibi-

lità di abusi soprattutto in tema di assunzioni che potranno av-venire diretta.

«Quella sta per essere ap-provata è una legge delega che avrà bisogno di decreti attuati­vi per essere operativa. Sarà lì

che verranno specificati i cri te-

Libertà di assumere non significa fare favori: basta con

l'i chiari e gli obiettivi che i pre­sidi dovranno seguire nelle scelte. I dirigenti non potranno chiamare un professore con competenze umanistiche ad in­segnare informatica. E, comun­que, non è possibile vivere in una cultura permanente del so­spetto. E' un sentimento conna­turato in una nazione in cui la corruzione è diffusa ma è anche vero che ehi sbaglia, chi usa clientelismi sarà mandato via e che intorno al preside esis! ono

con poteri di dei do-

E' anche vero che i maggiori po­teri saranno accompagnano da più responsabilità: ce la faranno i presidi?

«1';;' fondamentale che i presidi

abbiano intorno delle figure che possano lavorare con lui e dedi­care ore e energie. E' questa la parte del ddl che a noi presidi piace di meno. Nella spending

la cultura del sospetto

Perfare il nostro lavoro servirà un team: non saremo soli al comando

review sono stati aboliti i di­stacchi per i vice presidi che in­vece avevano un ruolo prezioso all'interno delle scuole e si è ot­tenuto un risparmio davvero minimo. Ci saremmo aspettati qualcosa in questo senso nel ddl che invece non c'è».

Che cosa? «Un riconoscimento a favore di tutte le figure di sistema che la­vorano nella scuola, mi riferisco ai professori che si occupano dei laboratori o delle bibliote­che o degli stage. Senza di loro i presidi non possono elaborare un'offerta formativa valida. Per parlare dei nuovi poteri confe­riti dal ddl: come si pensa che i presidi potranno esaminare tutti i curriculum dei professori da chiamare senza avere intor­no un team di persone'? La real­tà è che la nuova figura di presi­de è circondata da un managf~­ment diffuso che però non a,;rù remunerazione né ore dedicate per queste mansioni. Se sarà cosÌ questa nuova figura rimar­rà teorica perché nessun presi­de potrà lavorare da solo».

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Copie in nostro possesso di cattiva qualità

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LA STAMPA Data 16-05-2015 Pagina 2 Foglio 1 /2

Scuola, alla Camera i primi sì Renzi: avanti anche sui premi Via ai nuovi poteri per il capo d'istituto. il premer: "Non ci sarà il blocco delle scuole, sono convinto che la maggioranza di genitori e insegnanti sia d'accordo con il governo"

AMEDEO LA MATTINA ROMA

scuola italiana. Vuole limitare al massimo il potere dei sinda­cati e il meccanismo delle as­sunzioni che prescinda da un modello di scuola diverso. È il

A quindici giorni dalle elezioni terreno dello scontro più duro: regi0l!ali, Ren~i ha m~lti front! il governo non intende stralcia­apertI da gestIre. Il plU caldo e re dal disegno di legge le assun­la scuola che scuote un mondo zioni e inserirle in un decreto tradizionalmente legato alla si- immediatamente esecutivo. «E' nistra e lo ste~so Pd. Il pr~mier impossibile fare prima le assun­e la sua I?~ggIo~~n~a pero van- zioni e poi vedere quale modello no avantI: In~attllerI all.a.CaI?e: di scuola vogliamo - dice Renzi ra ~on? statI approvatI. l prImI in una lunga intervista a Radio artIcolI .de~ ddl tra ~Ul. quell~ Anch'io-perchéquestotrasfor­c?e att~I?UlSCe ~~~gIOrI pote~I merebbe il provvedimento in al. pr~sIdI,. uno dI plU contes~atI. un grande ammortizzatore per RInVIate Invece alla prossIma i precari». settimana le norme che intro-ducono nella scuola le valuta- 160 mila assunzioni zioni e i premi agli insegnanti Questo è l'obiettivo del governo. che hanno scatenato la prote- 160 mila tra questo e il prossi­sta dei sindacati. Ma per R~nz~ mo anno, mentre gli altri preca­«non valutare e trattare tuttI glI ri entreranno solo per concor­insegnanti allo stesso modo è so. Ecco, per Renzi la strada è un errore. Gli s~ipendi no~ .si ormai tracciata. Lo scontro con toccano, ma se Cl sono soldI In il mondo della scuola non lo più devono andare a chi lo meri-ta. E per la per la prima volta ci sono più soldi per la scuola». Renzi vuole cancellare, insom­ma, quella che chiama la cultu­ra del sei politico che non con­sente di rendere moderna la

preoccupa perché è convinto che una buona parte degli inse­gnanti e delle famiglie degli stu­denti sono dalla sua parte. CosÌ come gli sembra del tutto pre­maturo parlare di precettazio-

ni. «lo credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti siano persone serie e perbene che non metterebbero a rischio i propri ragazzi e il lavoro svolto in un anno con il blocco degli scrutini».

I problemi creati da altri La Corte Costituzionale obbliga il governo a restituire la manca-

ta rivalutazione delle pensioni decisa dal governo Monti. Il te­Boretto che il governo voleva utilizzare in altro modo è stato cosÌ bruciato. Ora Renzi dovrà decidere come fare, ma non sa­rà dato a tutti in maniera ugua­le. «Restituiremo una parte di questi soldi. Stiamo studiando come rispettare la sentenza e contemporaneamente l'esigen­za di bilancio sapendo che que­sti soldi purtroppo non andran­no ai pensionati che prendono 700 euro al mese».

La sinistra che aiuta il Cav Renzi sembra sempre più pre­occupato dell'esito elettorale in Liguria. Nei giorni scorsi ha parlato di una «sinistra maso-

le misure _Ipresidi, dice la legge, saranno sorve­gliati dal mini­stero: quelli che non centrano gli obiettivi riceve­ranno un primo «cartellino giallo». Se ne segue un secon­do, (rosso) dovranno cam­biare incarico

potranno assu-, mere gli inse­

gnanti con la chiamata diret­ta. Bisogna aspettare i decreti attuativi della legge

sapere che scuola avremo

~a~provate

IIIIIIIIIIII È stato approvato l'articolo che istituisce la figura del presi­de manager, che avrà autonomia sulla scelta degli insegnanti da assumere all'in­ternodelle scuole: forse la norma più osteggiata

IIIIIIIIIIII Nonèanco­ra chiaro, inve­ce, il meccani­smoconcuii super-presidi

IIIIIIIIIIII Renzi insi­ste sul fatto che le assunzioni nella scuola seguiranno la legge: prima le nuove regole, dice, poi gli insegnanti. Non possiamo sce­glierli senza

chista» che in quella Regione starebbe facendo la rianimazio­ne cardiaca a Forza Italia, met­tendo a rischio la vittoria della Paita. Accusa color che non ri­spettano le regole del Pd, che non accettano l'esito delle pri­marie, proprio come è accaduto in Liguria dove la minoranza si è staccata, candidando Pastori­no. Eppure, spiega il premier, «sanno di non poter vincere, nemmeno con un terno al lotto. Preferiscono far vincere Berlu­sconi e il suo portavoce Toti piuttosto che sostenere Paita. Quando stai dentro una comu­nità, se perdi non scappi con il pallone ... »,

Mai indicato direttori Tg C'è anche la riforma della Rai sul tavolo del premier, ma non intende accelerare. Nessuna forzatura e voti di fiducia. «Se non ci sarà la riforma della go­vernance, faremo le nomine in Rai con la legge Gasparri. Ma credo che ci sia ancora spazio per fare la riforma». Una cosa preme a Renzi sottolineare durante l'intervista a Radio Anch'io, quindi in casa Rai: «Non ho mai indicato i diretto­ri di Tg».

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LA STAMPA Data 16-05-2015 Pagina 3 Foglio 1 /2

Minoranza Pd e sindacato in piazza Fronte del no verso la prova di forza

Opposizione interna verso l'astensione sul voto finale. E la egil l'il ancia sullo sciopero FRANCESCA SCHIANCHI ROMA

«Malpezzi a casa», urlano alla deputata del Pd appena arri­vata in piazza, renziana che la riforma la sostiene. Poco più in là scuote la testa preoccu­pato Gianni Cuperlo tentando di rassicurare Stefania, Clau­dia, Giuliana, precarie di se­conda fascia che raccontano che no, loro nelle lOOmila as­sunzioni previste dalla legge non ci saranno, con buona pa­ce dei loro 11 anni di formazio­ne: «Avete ragione, abbiamo depositato emendamenti per cercare di correggere il te­sto». Nel giorno in cui comin­ciano i voti sulla riforma, a piazza del Pantheon, all'as­semblea pubblica e aperta ai parlamentari convocata dai sindacati per discuterne, a in­contrare un drappello di ma­nifestanti si presenta Sei, il M5S, pure Marco Panne Ila, ma anche parte del Pd. C'è una pausa di un'ora nei voti per consentire di partecipare: dalla maggioranza Pd, oltre

alla Malpezzi c'è anche Anna Cuperlo hanno presentato Ascani; e poi il fuoriuscito Ci- emendamenti per sopprimere vati e gran parte della mino- il meccanismo del 5 per mille, o ranza, Stefano Fassina sem- perlomeno rivederlo, perché pre più in sofferenza nel parti- così com'è congegnato rischia, to (<<la sinistra non si svende», spiegano, di favorire le scuole gli gridano, proprio mentre lui frequentate dai ricchi. Così co­dichiara che «se non ci sarà me non piace l'ipotesi di detra­una correzione radicale al ddl zioni fiscali anche per le parita­scuola il mio percorso nel Pd rie superiori. E poi, tre, si chie­si interrompe»), l'ex segreta- de un ridimensionamento dei rio Epifani, Alfredo D'Attorre, poteri del preside: «In Commis­Andrea Giorgis, Barbara Pol- sione sono stati tolti gli aspetti lastrini, i bersaniani Davide più estremi, ma gli resta il pote-Zoggia e Nico Stumpo. re di scegliere gli insegnanti,

Quel pezzo di Pd entrato in fi- con un margine di discreziona­brillazione sulla legge elettora- lità forte», bacchetta D'Attorre, le e che torna a preoccuparsi di che proprio per questo suo dis­questo testo. E a promettere senso ieri non ha votato l'artico­battaglia per tentare di vedere lo 2 della legge che fissa il prin­approvato qualcuno dei propri cipio del preside-manager. E emendamenti, su tre punti qua- ~he non esc1u~e, come Fassina, lificanti. Uno: un piano plurien- I~ voto contrarIo alla fine: «Dall~ naie di assunzione dei precari, rIsp~sta d~l ~o,:erno s~ gue~tI come ripete Fassina in una punti ~ruClall ~Ipendera Ii mIO piazza popolata di insegnanti atteggiamento m Aula». non stabilizzati. Due i finanzia- Una durezza che lo accomu­menti: da Area Riformista di na a Fassina - e non a caso di Speranza (assente in piazza entrambi si dic~ nel partito che perché a Benevento per campa- P?tre~bero uscI~e dopo. le Re­gna elettorale) e Sinistradem di glOnall - ma che SI sfuma m altre

Piazza del Pantheon L'assemblea pubblica sul

ddl scuola, aperta ai parlamentari, convocata

dal sindacato. Sopra: Cuperlo in piazza

per mille L'opposizione

interna del Pd frena

anche sul meccanismo

delS per mille: finireb­

be, dicono, per favorire le

scuole dei ricchi: avreb­

bero più denaro

Fassina e Cuperlo

Di entrambi nel partito si dice che

potrebbero uscire dal Pd

dopo le Re­gionali. Fassi­

na ieri ha detto che

«senza corre-zioni» sulla

scuola, il suo percorso

nelPd si conclude

aree della minoranza. In Area riformi sta spiegano che sì, quei punti non funzionano, ma, con­siderata anche la maggiore apertura di Renzi al confronto rispetto all'Italicum, il massimo di dissenso sul voto finale potrà essere l'astensione. Cuperlo si limita a rinviare la decisione a martedì: «Decideremo in base al testo che esce dall'Aula». Ieri si è arrivati a votare fino all'ar­ticolo 7, con pure una scivolata, il governo battuto su un emen­damento - per «un errore mate­riale», s'affretta a dire il dem Rosato - senza conseguenze so­stanziali sul testo. Ma i punti caldi, a cominciare dall'articolo che dettaglia i poteri dei presi­di, arrivano lunedì. In contem­poranea, i sindacati saranno in presidio a piazza Montecitorio. «Se il garante pensa di mettere in discussione il diritto allo sciopero sappia che la reazione sarà dura», avverte il segreta­rio della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, «vogliamo poter scio­perare anche nel periodo degli scrutini, nel rispetto di scuola, studenti e famiglie».

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Scuola, il governo stringe i tempi Scontro sul blocco degli scrutini ~ La maggioranza prova a chiudere alla Camera per mercoledì I Cobas danno battaglia. Renzi: un gioco sulla pelle dei ragazzi

Il CASO --------------

ROMA Il governo accelera sulla ri­forma della scuola e punta ad otte­nere il primo via ibera della Came­ra mercoledì in aula. Le polemi­che però non si fermano ed è sem­pre scontro sul blocco degli scruti­ni minacciato dai comitati di ba­se, ai quali il garante degli sciope­ri, Roberto Alesse, ha già fatto sa­pere che è pronto a valutare, oltre alle sanzioni, anche la precetta­zione. Ieri è di nuovo intervenuto Matteo Renzi, che conferma la vo­lontà di dialogare, ma nello stesso tempo avverte che esecutivo e maggioranza non hanno intenzio­ne di fermarsi.

ORE DECISIVE Quella che inizia è dunque una settimana decisiva per il disegno diJJe,gg~ :'l.<I. 13Llona,.s~ola": pelii,Jl via libera da parte dell'aula il pre­sidente del Consiglio dice però di n6flV'61ev mettere,la fiducia. L'in­vestimento politico sulla scuò'f.t

per Renzi è altissimo e allora, a "Domenica In", ha ribadito le sue convinzioni: «Non si gioca sulla pelle dei ragazzi - ha ricordato -chi boicotta i test Invalsi o chi blocca gli scrutini non fa «un bel­l'esempio di educazione civica».

In questa fase alla finestra ri­mangono i sindacati confederali che attendono l'approvazione del-

la riforma per fare valutazioni più approfondite. <<Viene da chiedersi che senso abbia, in questo mo­mento, assumere come questione centrale del dibattito il cosiddetto blocco degli scrutini, offrendo al governo un comodo diversivo per distogliere l'attenzione dal cuore delle questioni su cui è invece in­dispensabile - fa notare il leader della Cisl scuola, Francesco Scri­ma - concentrare attenzione e im­pegno».

«Ci sono ancora 3 settimane prima che finisca la scuola e da qui in avanti stiamo mettendo in campo, nelle varie regioni, una se­rie di iniziative - spiega il segreta­rio confederale della CgilGianna Fracassi - intanto verificheremo se rispetto a quello che ci è stato detto durante !'incontro con il go­verno a Palazzo Chigi si riapre uno spazio di confronto prima delle votazioni in Senato sul prov­vedimento. Se poi la disponibilità all'ascolto manifestata a parole si rivelasse un'operazione fatta per prendere tempo in concomitanza di eventi che con la scuola nulla hanno a che fare per poi chiudere la partita senza concedere nulla, ne trarremo le conseguenze». In­tanto, i sindacati diversi dai Cobas continueranno a protestare in tut­ta Italia, da oggi a mercoledì. L'INTERVENTO Nel suo intervento in televisione, Renzi ha ammesso che «sulla ri-

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Il PREMIER: È fiNn A l'ERAJJEl 6 POLITICO LA CGll: VEDREMO SE lE APERTURE fATTE DA PALAZZO CHIGI SONO REALI

forma della scuola ci sono stati er­rori di comunicazione per colpa mia», ma ha ribadito: «Mettiamo più soldi sulla scuola che in passa­to e apriamo alla meritocrazia. E' finito il tempo del 6 politico». Il premier ha poi confessato di esse­re stato rimproverato in casa, do­po il suo errore grammaticale nel video sulla Buona Scuola. «Sì, mia moglie con un sms immediato mi ha detto che su "umanista" ho sba­gliato».

L'OPPOSIZIONE Alla reale disponibilità al cambia­mento del Governo crede poco Forza Italia, che con Daniela San­tanchè attacca Palazzo Chigi: «Sulla scuola Renzi si dichiara di­sponibile a modifiche, ma credia­mo che molto incida il periodo elettorale» .

Il disegno di legge pomo della discordia torna comunque oggi al­l'esame dell'aula della Camera. I parlamentari hanno già dato il via libera agli articoli sull'autonomia scolastica, sul piano dell'offerta formativa, sul curriculum dello studente, sull'alternanza scuo­la-lavoro, sull'insegnamento nel­le carceri e sugli istituti tecnici su­periori, sull'innovazione digitale. Al vaglio dei deputati, ora, passag­gi cruciali come quelli sul piano di assunzioni e sulle competenze dei presidi.

Massimiliano Coccia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Renzi: sulla scuola non mollo ~Il premier: ascoltare non è assecondare, discutiamo ma poi si decide. Nodo paritarie ~ I Cobas sfidano il garante: scrutini bloccati per due giorni. Ma i sindacati sono divisi

ROMA Sulla riforma della scuola il premier Matteo Renzi ribadisce che «ascoltare significa ascolta­re, non assecondare per forza». E assicura che farà «tesoro di sugO" gerimenti e critiche». Ma i Cobas proclamano il blocco degli scru­tini per due giorni. I sindacati so­no divisi. Cgil, Cisl e Uil, infatti, prima di annunciare qualsiasi ti­po di azione su questo fronte vo­gliono vedere quale sarà il testo della riforma a fine corsa. Il Ga­rante sugli scioperi, intanto, ha fatto sapere che adotterà «il mas­simo rigore a tutela degli utenti».

Coccia, Conti e Menafra alle pago 2 e 3

Renzi ascolta ma tira dritto «Sulla riforma non mollo» ~ Dalla scuola alle pensioni, il premier ~ Dialogo aperto «per non fare dispetto non intende rinunciare al decisionismo a quanti fanno proposte in buona fede»

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Il RHROSCENA ROMA Niente pronostici e nessun paletto sotto il quale o sopra il qua­le si perde o si vince. Per Matteo Renzi «le elezioni regionali sono elezioni regionali». Punto. Il suo appuntamento con gli elettori non cambia e sta nell'agenda del 2018. Fino a quella data vuole andare avanti con il passo dei mesi tra­scorsi. Se da qualche giorno si dice disposto al dialogo sulla riforma della scuola, è «per non far dispet­to a quanti in buona fede fanno proposte concrete» di modifica della riforma Giannini e ai tanti candidati presidenti e consiglieri regionali del Pd che tra due setti­mane si giocano la poltrona.

SUGGERIMENTI La faccia sulla campagna elettora­le Renzi l'ha messa sin dal primo giorno e continuerà a farlo nelle ul­time due settimane, ma è convinto

che non sarà nè la campagna elet­torale nè il risultato a cambiare il percorso del governo. E se neppu­re una vittoria per sei a uno è in grado di far desistere la sinistra del Pd (si è visto anche dopo il 40% del­le Europee), figuriamoci un'even­tuale sconfitta. Ad adeguare il pas­so alle esigenze elettorali, Renzi

non ci sente. Ed è per questo che la riforma della scuola, partita a set­tembre, è arrivata nelle aule parla­mentari a ridosso della consulta­zione elettorale. Un timing non cercato, ovviamente, ma neppure evitato. «Faremo tesoro di suggeri­menti e critiche, ma ascoltare non è assecondare». Renzi tiene il pun­to. Lo stesso intorno al quale ha co­struito il voto sulla legge elettorale o sulla responsabilità civile dei giu­dici o sul taglio delle retribuzioni dei dipendenti pubblici sopra i 240 mila euro. «Discutiamo ma poi si decide». Per Renzi si tratta di un «cambiamento epocale» per la pa-

ludosa politica italiqna da sempre in gattopardesca sin toni a con chi evoca "ben altro".

Al "decisionismo" non intende rinunciare che si tratti di riforma della scuola, della giustizia o della grana delle pensioni (che non in­tende adeguare in toto «perché non voglio levare altre speranze ai giovani»). Alla minoranza del suo partito, pronta a scendere in piaz­za e ad indire referendum, lascia la responsabilità di un'eventuale sconfitta in Liguria come in Vene­to o in Campania. TAFAZZI A gufi e tafazzi vale per il premier la considerazione fatta ieri da due "non-renziani" come Emanuele Macaluso e Francesco Rutelli. «Se vedessi - sostiene l'ex senatore del Pci che di "ditta" se ne intende -che con il mio voto ci fosse il ri­schio di aiutare a fare prevalere il candidato della destra mi turerei il naso e voterei Pd». «Cercare di far vincere la destra - sostiene Macalu-

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Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 2/3

so -pensando così di favorire in fu- gia, e parecchie idee, quale fosse guria -dove la sinistra del Pd evoca turo la sinistra più radicale, ricor- un nemico del popolo». Un rischio, il voto per Pastorino - sta gasando da antiche e recenti sconfitte del!' quello denunciato da Macaluso e l'ex premier al punto da impensie­intera sinistra». Argomenti simili Rutelli, che in Liguria ha le fattez- rire illeghista Salvini terrorizzato usa Francesco Rutelli: «E' inconce- ze di Giovanni Ioti dietro il quale dall'idea di dover rientrare nell'or­pibile una specie di linciaggio da si- si scorge il "Rieccolo" della secon- bita del Cavaliere. nistra verso una persona che sta da Repubblica: Silvio Berlusconi. Marco Conti mettendo un 'indispensabile ener- Lg prospettiva di una vittoria 'in Li- © RIPRODUZIONE RISERVATA

I motivi della protesta

Il posto di ruolo per i precari non c'è per tutti

Il ddl "Buona scuola" prevede un piano straordinario di assunzione di oltre 100mila insegnanti precari, iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae) o vincitori del concorso del 2012. Escluse invece altre categorie, come gli idonei dell'ultimo concorso, gli abilitati o abilitandi del Tfa e i Pas. Decisione che ha sollevato la protesta dei docenti precari e dei sindacati.

CAMPAGNA EUTIDRALE NE PER I RISUlTATI DEL VOTO REGIONALE

I prof contrari iii ai presidi con su perpoteri

Agli insegnanti non piace la concentrazione di poteri nelle mani dei dirigenti scolastici che scelgono i docenti e decidono sui loro stipendi. La scuola ha bisogno di collegialità e non di un uomo solo al-comando. No quindi, ai superpoteri e modelli di gestione autoritaria che «stravolgono i principi di un'autonomia fondata su pluralismo culturale e libertà di insegnamento».

Contratti fermi e gli stipendi restano bassi

Da sempre gli insegnanti italiani lamentano il basso livello delle loro retribuzioni. Come per gli altri dipendenti pubblici i contratti sono fermi da sette anni. La riforma non prevede un miglioramento del reddito per il personale docente, a parte l'introduzione della "carta del professore": una somma pari a cinquecento euro anni per acquisti culturali. Ma questo evidentemente non basta a fermare la protesta.

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;,;;;~bgf_.~1 Remi: sulla scuola non mollo ~llP,-,=~:L l", ",m ~=,:';L, d"~";a~o6:;rnX"/"'"~~,,",oo,,,'

Sull' edilizia scolastica cifre contestate

Il governo ha sbloccato 4 miliardi per l'edilizia scolastica ma per gli oppositori sono poche decine di milioni di euro che «serviranno a fare ben poco sulle strutture scolastiche». Cioè per la costruzione di nuovi istituti e la messa in sicurezza delle scuole esistenti. Soprattutto perché non è stata ultimata l'anagrafe delle edilizie scolastiche, cioè il censimento della situazione degli istituti in Italia.

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I I servizi essenziali ---

I Sono Quelli dei settori che garantiscono "il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati"

TUTELA DELLA VITA

SICUREZZA

IGIENE PUBBLICA

PROTEZIONE CIVILE

SMALTIMENTO RIFIUTI

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INFORMAZIONE RADIO-TV PUBBLICA

.............................................

Il diritto di sciopero è sottoposto a precise regole

L'autorità garante può richiedere alcuni limiti, fino alla precettazione

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ANSA +.:.e.ntime.1Ti

Un frame del video girato da Renzi per illustrare la riforma (foto ANSA)

Data 17 -05-2015 Pagina 3 Foglio 3/3

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I

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16-05-2015 2/3 1 /3

Scuola, alla Camera primi sì alla riforma Renzi: niente decreti

• per assumere precarI ~Via libera dell'aula fino all'art.7 del ddl su potere dei presidi e curriculum dello studente. Prof in piazza, Fassina fischiato

Il. CASO ROMA Mentre il premier esclude decreti stralcio per l'assunzione dei 100 mila precari «<impossibi­le proprio perchè le immissioni in ruolo sono collegate al nuovo modello di scuola»), è iniziato il cammino di approvazione de "La buona scuola" da parte della Ca­mera. Ieri in una seduta abba­stanza concitata ha approvato i primi 7 articoli della riforma.

L'aula ha dato il via libera al­l'articolo 1 del testo (243 sì, 107 no e 1 astenuto) che determina l'au­tonomia degli istituti scolastici per quello che riguarda la gestio­ne e i parametri del monte ore an­nuale delle materie, il potenzia­mento del tempo scuola e la pro­grammazione flessibile dell'ora­rio complessivo che consentirà al­le scuole di essere aperte anche di pomeriggio. L'articolo 2 approva­to con 251 sì e 83 no, consegna al preside la possibilità di un'effica­ce e strutturale gestione del per­sonale scolastico, dei fondi del­l'istituto e delle strumentazioni tecnologiche e materiali. Con 267 sì e 92 no, è poi stato va­lidato dall'assemblea l'articolo 3,

che prevede l'attivazione, solo nel 2 o biennio e nell'ultimo anno del­le scuole secondarie di secondo grado degli insegnamenti opzio-

nali che saranno a discrezione degli studenti, avvalendosi anche della quota di autonomia e gli spazi di flessibilità. L'Aula ha poi dato il suo piace t all'articolo 4 ri­guardante l'alternanza scuola-la­voro ed il quinto articolo inerente all'insegnamento negli istituti pe­nitenziari.

SCIVOLONE DEL GOVERNO C'è da segnalare che il governo è stato battuto su un emendamen­to tecnico di merito della com­missione bilancio. L'errore, dovu­to per ammissione del vice presi­dente della Camera Roberto Gia­chetti che ha chiuso la votazione mentre il gruppo del Pd era in fa­se di orientamento del voto, non ha comunque influenzato il cam­mino della successive votazioni. Da registrare le perplessità espresse dalla Commissione Bi­lancio della Camera sulle coper­ture economiche della riforma, in particolar modo, quelle relati­ve alle modifiche approvate in commissione Cultura. Tuttavia a tenere banco per tutta la giornata

tuttavia sono state le dichiarazio­ni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha espresso soddisfazione per il ddl di rifor­ma: «Sono molto contento della discussione sulla scuola perché dopo anni e anni di chiacchiere fi­nalmente entriamo nel merito di

quella che è la principale sfida del Paese. Più parliamo con serenità e tranquillità nel merito della ri­forma, più abbiamo da guadagna­re. Finalmente si mette al centro la scuola».

GLI INVESTIMENTI Il premier ha inoltre sottolineato che «dopo aver discusso si deci­de, altrimenti il Paese di blocca». Renzi ha inoltre rivendicato gli investimenti del suo governo: «Siamo il primo governo che met­te più soldi sulla scuola. Centoses­santamila assunzioni tra questo e il prossim,o anno è una cifra enor­me. Per gli altri precari non ci può essere altra procedura che quella concorsuale. Prendo un impegno: si entrerà solo per con­corso e non separo le assunzioni dalla riforma, perché per troppo tempo nella scuola si è assunto senza criteri strutturali». Mentre erano in corso le votazioni, a po­chi passi dalla Camera in piazza del Pantheon, i sindacati confede­rali hanno dato vita ad una inizia­tiva di ascolto e confronto. Sono giunti fischi e contestazioni sia per le due deputate democratiche Simona Malpezzi e Anna Ascani che cercavano un dialogo in piaz­za e sia per l'esponente della mi­noranzadem Stefano Fassina.

Massimiliano Coccia © RIPRODUZIONE RISERVATA

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, Principali novità i Nelddl"Buonascuola" I -- ----- - ------1 -,----' ----,---

I ALTERNANZA I MATERIE . SCUOLA LAVORO POTENZIATE

400 ore di stage negli istituti tecnici I o professionali. 200 facoltative

'I per,il liceo. Sia in azienda, sia in enti pubblici

\

STIPENDIO INSEGNANTI

A enterà in base all'anzianità. I Dal2016 premi ai meritevoli

1:i,~:~~OF

Primaria: musica, educazione fisica e lingue. Medie: lingue, cittadinanza attiva e laboratori. Superiori: arte, diritto ed economia

PIANO STRAORDINARIO ASSUNZIONI

100 mila per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l'organico dell'autonomia (da GAE e vincitori concorso 2012)

, f<'

"I PARITARIE J 500 euro'per\aggiOlrnamen!o J professionale,attraverso!'Bcquisto le spese per l'iscrizione detraibili. i di libri, testi, strumenti digitali, ecc. I Possibilità di dare il5 per mille ~mazione in servizio ObbligatOria~_1 ad un preciso istitut~ __ _

Le DorIne approvate ieri

Autonomia ti Flessibilità su materie _li- dell' offerta e gestione formativa

L'articolo l prevede una rimoduLazione deL monte ore 'annuale delle materie, iL potenzia mento deL tempo scuoLa e La programmazione flessibiLe dell'orario compLessivo che consentirà anche L'apertura pomeridiana degli istituti. L'articolo 2 affida aL dirigente scoLastico «la garanzia di

. un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnoLogiche e materiali».

«IMPOSSIBILE STRALCIARE LA POSIZIONE DEI 100MILA IN ATTESA DI ENTRARE: LE IMMISSIONI IN RUOLO SONO COLLEGATE AL NUOVO MODELLO~,

Approvato con 297 sì contro 92 no anche L'articoLo 3, ovvero quello reLativo aL percorso formativo degli studenti. Arriva dunque il curricuLum dello studente: L'articoLo prevede infatti L'introduzione di insegnamenti opzionaLi nelle scuoLe superiori, che faranno media all'esame di Stato. E' iL cuore di quella che è stata definita La «flessibilità deLL'offerta formativa».

Data 16-05-2015 Pagina 2/3 Foglio 2/3

~ DIRIGENTE a. SCOLASTICO

-----,

Rotrà scegliere i docenti più adatti. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici

SCUOLA PiÙ AUTONOMA

Più strumenti ai presidi per gestire le risorse

ORGANICO FUNZIONALE

Per evitare la formazione di classi pollaio

EDILIZIA SCOLASTICA

Bando per costruzione di scuole altamente innovative

Stanziati 90 milioni per il digitale

L'AuLa della Camera ha approvato con 239 sì, 55 no e 9 astenuti L'articoLo 7 del ddL scuoLa su "Innovazione digitaLe e didattica LaboratoriaLe". «Con L'ok aLL'articoLo 7 - commenta iL ministro Giannini, via twitter­stanziati 90 milioni per il piano digitaLe e per i laboratori». L'articoLo 6 è stato invece accantonato perché manca iL parere della commissione BiLancio su un emendamento della commissione.

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-ILILL'Tl E~M! \\,/ \~' 1 ~ I/d .1 [---_II '~'J __

La lettera al premier del coordinamento Tfa

Data 18-05-2015 Pagina 4 Foglio 1

Abilitati a insegnare ma senza speranza di assunzione. Chi pensa a noi?

N on siamo i giovani neo­laureati che "possono aspettare": i partecipanti

al primo ciclo del TFA avevano un'età media di 38 anni nel 2013. Siamo docenti che hanno superato una durissima triplice prova selettiva: 10.500 vincitori su una platea di 115.000 aspi­ranti.

Non siamo rappresentati dai sindacati confederati che, ostili alla nostra abilitazione ottenu­ta per merito, hanno fatto ricor­so contro il bonus attribuito al titolo selettivo TFA.

Siamo gli eredi diretti degli abilitati SSIS che verranno tutti immessi in ruolo nel piano d'as­sunzioni. Loro, come noi, hanno superato prove selettive.

La differenza? Alloro percorso avete ricono­

sciuto, tempo indietro, valore concorsuale; al nostro no nono­stante gli ingressi di entrambi si­ano contingentati e legati al fab­bisogno regionale dei pensiona­menti.

E lasciateci aggiungere che le sfumature di un bando, cui non è seguita laRiformadelRecluta­mento prevista in quel periodo,

Concorso

non può essere considerato spar­tiacque tra categorie di insegna­ti ugualmente selezionati sul fabbisogno.

La differenza sostanziale tra SSIS e TFA non è quindi di meri­to, bensì soltanto cronologica: Il 31 dicembre 2006 è stata scatta­ta una foto delle Graduatorie Permanenti allora vigenti deci­dendo di renderleadEsaurimen­to, tranne poi riaprirle per l'ulti­mo ciclo SSIS.

Non per noi, però. Presidente, Le sembra lecito in­

centrare la sua riforma solo su "una foto ", peraltro dagli angoli sfocati, scattata quasi dieci anni fa?

Quale idea di Merito è quella che esclude i docenti più selezio­nati e formati degli ultimi anni? Docenti selezionati e abbando­nati nel limbo a causa di una

stratificazione normativa poste­riore che ci ha solo penalizzati.

La politica dei passati governi ha mutato le iniziali aspettative deformando in itinere il nostro percorso: esclusi illegittimamen­tedal concors02012, con l'attua­zione dei PercorsiAbilitanti Spe-

«Superata una selezione severa

Perché ci avete discriminato?»

ciali abbiamo visto vanificato il valore della nostra selezione le­gata ... eoraLei vuol proporci co­me unica via un altro concorso, come se tutto ciò che abbiamo dimostrato finora sia stato va-no.

Presidente Renzi, noi non sia­mo spaventati dal concorso ma amareggiati dal mancato rico­noscimento del nostro percorso altamente selettivo e professio­nalizzante. Chiediamo, quindi, che nel piano straordinario di assunzioni si possa far spazio (per i posti liberi dopo le immis­sionidaGAE) anoidocentiabili­tati TFA, selezionati su posti con­tingentati.

L'ex-ministro ono Gelmini, madrina del TFA, ha mostrato sensibilità e comprensione per il nostro caso e ha presentato emendamenti a nostro favore.

Adesso tocca a Lei dimostrare che il Suo governo crede davvero nel Merito e nei docenti Tfa che, seguendo le regole, lo hanno di­mostrato.

Coordinamento Nazionale TFA

#AbilitatiTfa Prof.ri Cipriani, Prellino

Burrasca, Viti

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L'OPINIONE

Scuola, va ristabilita la dignità della docenza DI ORAZIO ABBAMONTE

che una cattedra universitaria he l'istruzione sia un tema conferiva a chi la raggiungesse. centrale nel nostro Paese,

. l l fi Insomma, il mondo dell 'istruzio-non ce lo dicono so o e or- . . h ( ... ne, se non di rzcc ezza \ ma nem-

ti tenszonz che zntorno ad essa SI meno di povertà), viveva molto vanno addensando e che Pl otre~- della considerazione che gene-bero portare anche al se vagglO . , bI 31 ralmente lo circondava e czo de-occo " segue a .

Scuola, va ristabilita la dignità della docenza degli scrutini. In realtà, esse ven­gono da lontano, molto da lonta­no e la resistenza contro la rifor­ma, o semiriforma odierna non è solo il frutto, perché anche que­sto c'è, della frattura prodottasi tra il mondo sindacale e l'Esecu­tivo in carica; è anche, e soprat­tutto, l'esito della situazione de­terminatasi nel mondo scolastico per l'assenza d'ogni seria politi­ca dell 'istruzione, voluta con per­vicace determinazione per alme­no un cinquantennio. Fino al­l'inizio degli anni sessanta, ascen­dere ad una cattedra di liceo si­gnificava aver dimostrato pro­fonde competenze ed aver dato prova, nell 'ambito di difficili con­corsi d'accesso, d'essere a livelli molto elevati di cultura. Questo procurava naturalmente una col­locazione sociale eletta e di note­vole considerazione. Anche i do­centi dei gradi inferiori riscuote­vano rispetto e rimanevano lun­gamente nel ricordo dei loro al­lievi come coloro che avevano contribuito in modo significativo alla loro educazione. Basterebbe ricordare le tante pagine - talora retoriche s~ ma comunque segno di effettivo sentire - che la lette­ratura ha riservato al maestro ele­mentare ed al senso di dignità con il quale egli viveva la sua funzio­ne, pur spesso in condizioni eco­nomiche di non esattamente agia­te. Per non parlare poi del lustro

terminava un alto senso di re­sponsabilità per la funzione do­cente. Tutta quest 'aura è andata perdu­ta nel corso d'un cinquantennio, appunto. Un cinquantennio du­rante il quale quel criterio di qua­lificazione professionale e le con­seguenti gerarchie che avevano costituito il tratto distintivo della funzione docente è stato progres­sivamente soppiantato dalla logi­ca della sistemazione clientelare. L'accesso ai ruoli dell 'insegna­mento scolastico ha sempre più perso il senso della selezione dei migliori, per sostituirlo con l'in­gresso in interminate graduato­rie, gestite dal mondo del sinda­cato e dall 'apparato ministeria­le, per decenni stabilmente sotto­posto al controllo della Demo­crazia Cristiana. E concorsi ed abilitazioni (queste ultime, altro assurdo pasticcio), quando anche si facevano - spesso a posti zero - si svolgevano nella totale de­qualificazione, spesso all 'esito di corsi più o meno fantasma e co­munque del tutto in idonei a sti­molare le menti e rigorose sele­zioni. In realtà, l'insegnamento era rapidamente degradato da se­rio compito di formazione del cit­tadino responsabile e consapevo­le dei propri interessi e doveri, a mezzo per la raccolta del secon­do stipendio per la famiglia pic­colo e medio-borghese italiana. Il disastro che ciò ha provocato in termini di qualificazione sociale dei docenti e di formazione intel­lettuale dei discenti si è poi pro­gressivamente trasferito ai piani

Data 18-05-2015 Pagina 1 Foglio 1

più alti e nello spazio d'un ven­tennio ha anche disastrato l'Uni­versità, delle cui condizioni pre­ferisco non dire. Ora, non è difficile comprendere le ragioni dell 'ostilità ad una ri­forma che punta sul creare mec­canismi sia pur blandi di qualifi­cazione: perché s~ si ha proprio la sensazione che sia questa la vera ragione dell 'opposizione, quella più profonda non, invece, il fatto che queste valutazioni siano ri­messe al dirigente scolastico: una scelta per vero tutt 'altro che feli­ce, considerati i criteri di selezio­ne che presiedono alla nomina di questi ultimi. Il problema è che una mentalità largamente forma­tasi ai principi dell 'indistinzione - siamo tutti eguali, non esiste il merito - non può che vedere come fumo agli occhi una qualsivoglia forma di graduazione delle qua­lità, che vedrebbe anche intacca­re gli attuali assetti del potere sco­lastico. Ciò che altrove è ragione di stimolo al miglioramento, da noi provoca reazioni paralizzan­ti. Ma se non si troveranno modi per ristabilire la dignità della do­cenza - e, tra questi, il trattamento economico ne è certamente ele­mento determinante - è assai im­probabile che questo paese pos­sa davvero aver la sensazione di ripartire. Un 'impresa titanica, che però pur va avviata se non si vuoI perdere ogni speranza nel futuro. ORAZIO ABBAMONTE

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IL ,,"~MATTINO

legge

Per le valutazioni di fine anno possibili slittamenti di 5 giorni Nessun blocco degli scrutini, solo uno slittamento. Un allegato al contratto della scuola (attuazione legge 140/90-regolamentazione sciopero nei servizi pubblicO chiarisce cosa accade in caso di sciopero in concomitanza con gli scrutini. «Gli scioperi concomitanti con l'effettuazione degli scrutini finali non devono differirne la conclusione nei soli

casi in cui il compimento dell'attività valutativa sia propedeutico allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione», come gli esami di terza media o la maturità. Negli altri casi gli scioperi «non devono comportare un differimento delle operazioni di scrutinio superiore a 5 giorni rispetto alla scadenza programmata della conclusione».

Data 17 -05-2015 Pagina 7 Foglio 1

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laDiscussione

el corso di "Radio An­ch'io" su Radiol Ra!, il presidente del Consiglio

Matteo Renzì ha affermato: «È da settembre che discutia­mo della scuola, vogliamo rin­viare ancora? A me sta a cuore il futuro dei miei figli. Comun­que se non sbaglio il nostro è ancora un sistema bicamerale, quindi una discussione ha an­tora un senso". A proposito dell'assunzione dei precari, in­vece, Renzi ha detto: "160mila assunzioni In due anni sono una cifra enorme. lo prendo un impegno per il futuro, nella scuola si entrerà solo nel con­corso".11 premiar, che si è di­chiarato "contento della di­scussione sulla scuola perché dopo anni di chiacchiere si passa ai fatti", si è detto con­vinto che "l'Italia dei prossimi 20 anni vincerà o meno le sfide sulla base della qualità della nostra scuola". Renz; ha inoltre precisato che "più si discute della scuola e della riforma, meglio è. E' un fatto positivo che se ne parli. Meno male che se ne discute. Questo è il primo governo dopo decenni che mette più soldi per la scuo­la - ha aggiunto -. Ci sono più soldi ma non vogliamo darli non a tutti, ma il chi è stato più brallo", Comunque "se ac­cettiamo l'idea di assumere, lo facciamo perchè abbiamo un modello di scuola diverso.

Non esiste che dal Odi prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola, perchè questo trasformerebbe il prowedi­mento in un grande ammor­tizzatore per i precari". Il tema del blocco degli scrutini e la relativa precettazione è pre­maturo. "la stragrande mag­gioranza degli insegnanti sono persone serie e per bene, che non metterebbe a rischio il la­lIoro di un anno con il blocco degli scrutini. E' prematuro parlare di precettazione", ha chiosato Renzi.

Data 16-05-2015 Pagina 2 Foglio 1

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