rassegna di psicoterapie. ipnosi. medicina psicosomatica ... 20 n 2 maggio... · grafologico...
TRANSCRIPT
Rassegna di Psicoterapie.
Ipnosi. Medicina
Psicosomatica.
Psicopatologia Forense.
Periodico quadrimestrale a carattere scientifico
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "SAPIENZA"
VOLUME 20 – N. 2
Maggio – Agosto 2015
Volume 20 N° 2 - 2015
Periodico quadrimestrale a carattere scientifico di proprietà della UNIVERSITÀ DEGLI
STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” Comitato Consultivo
Cattedra di Psicopatologia Forense
(Dipartimento di Neurologia e Psichiatria), Universitá di Roma “La Sapienza” .
Direttore responsabile:
Vincenzo Mastronardi
Vice Direttore responsabile
Nino Anselmi
Direzione Scientifica onoraria:
Franco Granone e Antonio Maria Lapenta
Gli elaborati vanno inviati al Prof. Vincenzo
Mastronardi Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Universitá “La Sapienza”, P.le Aldo
Moro, 5 – 00185 Roma – Fax: 06/49912282
Comitato Scientifico: Maria Tosello
M. Calderaro, S. Agostini, V. Ferrante,
F.Massone, A.Miglino, E. Foppiani, E.
Marinelli, G. Montanari Vergallo
A.Pacciolla, C. Bairati Papi, D. Pescina, A.
Pomilla, S.Ricci, G. Saladini, S. Agostini, F.
Umani Ronchi, S. Zaami
Tutti i diritti sono riservati: Nessuna parte di
questa pubblicazione puó essere riprodotta,
trasmessa e memorizzata in qualsiasi forma e
con qualsiasi mezzo.
Per quanto non espressamente richiamato
valgono le norme delle Leggi sulla Stampa e le norme internazionali sul Copyright.
Stampa: Tipografia Lineart Studio – Via
Ottavilla, 10 – 00152 ROMA
Registrazione al Tribunale Civile di Roma n°
00325/96 (28.06.1996)
G. ABRAHAM (Ginevra)
D. AKSTEIN (Rio de Janeiro)
T. BANDINI (Genova),
M- BIONDI (Roma)
F. CARRIERI (Bari),
G. DE BENEDITTIS (Milano),
D. DE CARO (Roma),
M. C. DEL RE (Roma),
N.M. DI LUCA (Roma),
U. FORNARI (Torino),
L. FRATI (Roma),
V. GHEORGHIU (Giessen),
M. A. GRAVITZ (Washington),
W. KRETSCHMER (Tübingen),
C. LORIEDO (Roma),
E. MARINELLI ( Roma),
V. MASTRONARDI (Roma),
G. MONTANARI VERGALLO ( Roma) ,
G.C. NIVOLI (Sassari),
G. B. PALERMO (Las Vegas),
A. PETIZIOL (Roma),
P. PINELLI (Milano),
V. RAPISARDA (Catania),
L. RAVIZZA (Torino),
S. RICCI (Roma)
G. G. ROVERA (Torino),
N. RUDAS (Cagliari),
E. TORRE (Torino),
H. WALLNÖFER (Vienna),
J. C. WATKINS (Missoula),
L. WOLLMAN (New York),
J. K. ZEIG (Phoenix).
S. ZAAMI (ROMA )
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
6
SOMMARIO
- Calderaro Monica
IN TEMA DI SERIAL KILLER. DISAMINA
PSICOLOGICA DALLA SCRITTURA
Pag. 7
- Vassallo Agnese, Pomilla Antonella
LA TRASCURATEZZA INFANTILE: UNA
RASSEGNA DELLA LETTERATURA
Pag. 45
- Falcone Carmelinda, Pescina Danila
IL SUICIDIO COME ATTO LIBERATORIO
DEGLI ADOLESCENTI DA UN NEMICO
VIRTUALE: IL CYBERBULLISMO
Pag. 89
- Pescetti Roberto, Mastronardi Vincenzo
LE INVESTIGAZIONI SUI SINISTRI
MARITTIMI: OBIETTIVI E PRINCIPI CHIAVE
Pag. 157
Volume 20 N° 2 - 2015
7
Monica Calderaro1
IN TEMA DI SERIAL KILLER. DISAMINA PSICOLOGICA DALLA
SCRITTURA
Riassunto
Da una ricerca condotta presso la Cattedra di Psicopatologia forense (Dir. Prof.
V. Mastronardi) della Sapienza Università di Roma e nell’ambito
dell’insegnamento di Psicografologia presso i Master in Criminologia, si è
rivolto il focus attentivo, sulle ricerche relative alla disamina psicografologica
in tema di Serial Killer (oggetto del presente articolo), Sex Offenders, Classic
Mass Murder, Family Mass Murder, Madri Figlicide ed altre
fenomenologie criminali con l’intento di evidenziare ove esistenti,
caratteristiche ed indici grafologici, assimilabili ai vari soggetti responsabili
dello stesso tipo di reato e quindi possibili segni specifici da evidenziare.
Procedendo nella comparazione grafologica, sia pur tra differenti strutture di
personalità, si sono riscontrate alcune peculiarità come ad esempio, i segni che
riconducono all’aggressività, tipico tratto distintivo tra gli altri, degli Assassini
Seriali.
1 Psicografologa, Spec. in Psicologia Applicata alla Scrittura e in Perizie
Grafiche. Responsabile del “Laboratorio di Psicografologia” Associazione
Ricerca Scientifica e Studi Universitari privati – ARSSUP (Grono – Canton
Grigioni. CH). Ricercatore Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e
Psicopatologico Forensi. Docente di Grafologia, “Sapienza” Università di
Roma. Perfez. in Criminologia, Scienze Investigative e della Sicurezza.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
8
Interessante quanto emerso dal suindicato studio.
Considerando che la Psicografologia è un indicatore efficace della struttura di
personalità e quindi rappresenta un ottimo strumento rivelatore delle
dinamiche più profonde dell’individuo sia a livello intrapsichico che
interpersonale, (scevro da qualsivoglia ipotesi diagnostica), la scrittura può
essere considerata alla stessa stregua di una impronta grafica dello
“psichismo individuale” e la percentuale di certezza è dell’ 80% circa, li dove
peraltro non vi è possibilità di simulare o dissimulare, per una serie di fattori
specifici.
La ricerca nell’ambito dei Serial Killer, ha già orientato verso la tangibile
estrinsecazione di istanze aggressive, significative problematiche nella sfera
sessuale, nonché ad un tratto narcisistico particolarmente accentuato.
Parole chiave: Grafologia, Criminologia, Serial Killer, Psicografologia,
Aggressività.
Volume 20 N° 2 - 2015
9
ON THE SUBJECT OF SERIAL KILLER – PSYCHOLOGICAL
ASSESSMENT FROM THE HANDWRITING
Abstract
Following a research undertaken at the Chair of Forensic Psychopathology
(Director Prof. V. Mastronardi) of La Sapienza Rome University and in the
framework of Psychographology teaching at MS in Criminology, attention
focused on research about the psychographological assessment on Serial Killer
(subject on this article), Sex Offenders, Classic Mass Murder, Family Mass
Murder, Maternal Filicides and other criminal phenomenology with the aim
of pointing out features and handwriting indexes, wherever they exist,
comparable to various people liable for the same type of crime and then
possible distinctive marks to highlight. Moving forward with the graphological
comparison, particular aspects have been observed, albeit among distinct
personality types, such as marks leading to aggression, a hallmark, among all,
of Serial Killers.
Interesting outcome of the abovementioned study.
Considering the Psychographology is an effective indicator of personality
structure and therefore is a suitable instrument for uncovering the deepest
dynamics of the person, both at intrapsychic and interpersonal level, free of
any diagnostic hyphothesis, the handwriting can be regarded as graphics
impression of “individual psychism” and the reliability degree is about 80%,
being also not possible to simulate or disguise as a result of particular factors.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
10
The research on Serial Killers has been leading to tangible manifestation of
aggressive requests, important problems connected with the sexual sphere as
well as a narcissistic feature particularly marked.
Key words: Graphology, Criminology, Serial Killer, Psychographology,
Aggression.
Volume 20 N° 2 - 2015
11
La Psicografologia
Considerando che la Scrittura è come un’impronta digitale (una sorta di DNA
grafico), in quanto il soggetto nel gesto grafico proietta la parte inconscia
quindi lo “psichismo individuale”, è importante in questo caso sostenere, che
“Non è il singolo segno a determinare questa o quella tipologia di
caratteristiche psicologiche, bensì il concorso di diversi segni che talvolta
tendono a bilanciarsi neutralizzandosi tra loro o talvolta a rinforzarsi
vicendevolmente”.
Viepiù, nella disamina di un Profilo psicografologico (scevro da qualsivoglia
diagnosi) e rivolto all’evidenziazione dei “Tratti della personalità”, è della
massima importanza considerare il contesto grafologico che si esamina, in
quanto molto spesso, la chiave di lettura (a differenza del Falso documentale
mirato all’evidenziazione di più segni cosiddetti “coattivi”, tipici dello
“psichismo individuale”, che lì dove ripetuti più volte, ci consentono di
affermare se o meno un Documento come per es. un Testamento, appartiene
alla persona che lo ha vergato), nel Test psicografologico, va sempre osservato
tutto il contesto della scrittura, dove alcuni segni possono assumere in un
determinato quadro grafologico, un significato diverso dalla caratteristica
generale, vedi ad esempio un tratto grafico con direzione del rigo ascendente
indice generalmente di un tratto della personalità idealista e che aspira al
raggiungimento dei propri obiettivi, in un tracciato molle e con scarsa energia,
rivela invece, una lotta ad un “fundus depressivo”.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
12
Considerato quanto su scritto ed in relazione quindi al supporto che il Test
grafologico fruisce alla già disamina onnicomprensiva (vedi ad esempio
nell’ambito criminologico-forense), mediante il Colloquio clinico e quando
ritenuto necessario, con l’ausilio di Test Psicodiagnostici (cosiddetti
universalmente accettati), attualmente la Comunità scientifica, si sta sempre più
sensibilizzando all’utilizzo anche del Test grafologico che indubbiamente, si
rivela di utile supporto in grado di cogliere alcuni elementi e caratteristiche
essenziali al completamento di un profilo personologico (vedi ad es. tra gli altri,
il recente utilizzo di questo Test nel Caso di Cogne in Persona di Annamaria
Franzoni, condotto dal prof. Alberto Bravo).
Viepiù, nei casi in cui il soggetto è scomparso o deceduto, si rivela
estremamente importante il reperimento di saggi grafici in grado di fornici (in
questo caso), l’unico strumento possibile per poter risalire al ‘modus vivendi ed
operandi’ del soggetto e quindi il proprio modo di comportarsi, il tipo di
relazioni sociali e soprattutto con il rapporto con il proprio “Sé”, che potrà
essere in grado di fornirci attraverso la disamina di determinate caratteristiche
grafologiche, il ‘Profilo della Personalità’.
Prima di affrontare l’ambito squisitamente criminologico che vedrà la Disamina
Grafologica di tre Assassini Seriali, in estrema sintesi e per la curiosità del
lettore, si riportano qui di seguito le Competenze Specifiche dell’Esperto
Grafologo:
Volume 20 N° 2 - 2015
13
- Perito Esperto in Perizie Grafiche (Settore Giudiziario) Autenticità
di Documenti aventi valore legale, ovvero Falsi Grafici su
(Testamenti, Atti pubblici, Assegni ecc…)
- Consulenza aziendale
(Si applica sulla selezione ed assunzione del personale, ossia la disamina mirata
alle congenialità del singolo candidato per un incarico specifico)
- Orientamento Scolastico
(Come sostegno nei bambini e negli adolescenti durante il percorso scolastico,
mirato alle scelte esistenziali, ai fini di una congeniale scelta professionale)
- Profilo Psicografologico
(Sia in ambito criminologico-forense che terapeutico individuale, familiare e/o
per le dinamiche di coppia)
Fenomenologia dell’Omicidio Seriale
Prima di procedere alla Disamina relativa al profilo grafologico di un omicida
seriale, è doverosa una sia pur sintetica premessa sul tema e le relative
dinamiche che vi sono a monte, quali ad esempio le motivazioni, movente
ecc… Molteplici sono le teorie e le definizioni attribuite ai Serial Killer,
tuttavia, la maggior parte concordano sull’assunto che trattasi di individui che
commettono tali reati per motivazioni prevalentemente basate su elementi quali
predominio, sesso e vissuto di onnipotenza dato da un tratto narcisistico
particolarmente elevato e che per essere considerati assassini seriali, devono
commettere una serie di omicidi (da 2-3 in poi) in un determinato arco
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
14
temporale, seguendo rituali specifici che vanno a costituire quella che viene
definita “La Firma”. Vi sono poi Serial Killer che deviano dalla suindicata
descrizione e per questo ritenuti anche ‘atipici’. L’FBI 1979 (Federal Bureau of
Investigation), divide gli assassini multipli in tre sottocategorie:
- Serial Killer “assassino seriale” che secondo Douglas e Olshaker
(1999), uccide da tre a più vittime, in luoghi diversi e tra un omicidio e
l’altro, si verifica il “cooling-off” (intervallo emotivo) di cui la durata
può variare da settimane, mesi e/o anni. Le vittime possono essere
scelte a caso o in base a determinate caratteristiche . Ciò che lo
distingue, è l’azione delittuosa ripetuta con motivazioni distinte
rispetto ad altre tipologie di omicidi.
- Mass Murder “assassini di massa” che colpiscono in un luogo
preciso uccidendo diverse vittime e in un unico evento. Generalmente
i luoghi scelti sono molto affollati come ad es.: MacDonald, Scuole,
ecc…. La causa scatenante può essere una forte ferita narcisistica
come ad esempio un abbandono, licenziamento ecc..
- Spree Killer in stato di coscienza alterata, “assassino compulsivo” che
uccide in un lasso di tempo decisamente breve da due o più vittime in
una sorta di ‘raptus omicida” ed in luoghi diversi in seguito ad un
evento scatenante e dove l’omicidio diviene una sorta di ‘baldoria’ in
stile “Arancia Meccanica”.
Il Profilo Psicologico del Serial Killer
Volume 20 N° 2 - 2015
15
Holmes e DeBurger (1990), hanno concentrato le loro ricerche prevalentemente
sui serial killer e i delitti a carattere di mostruosità in genere. Tali Autori
ritengono che il contesto socio-culturale sia dell’assassino che della vittima,
può servire da co-fattore nella genesi dell’omicidio seriale riferendosi
specificamente a problematiche sociali (negli Stati Uniti) quali anomia,
deumanizzazione da parte della società, eccesso di violenza, mobilità ecc….
Grazie alla disamina rilevata dai dati su 110 omicidi seriali, la Sezione di
Scienza del Comportamento dell’FBI (1990), concentrò l’attenzione sulla
personalità e miratamente alle motivazioni che spingono a compiere l’atto
omicida, espletando una Classificazione di tipi di Serial Killer (modificata da
Palermo e Mastronardi 1995), sviluppando il cosiddetto “Profilo” sulla base di
criteri mirati a “modus operandi”, “area geografica”, “firma” ed in alcuni casi
attività di “staging”(voluta alterazione della scena criminis):
Il tipo Visionario;
Il tipo Missionario;
Il tipo Edonista;
Il tipo orientato al Controllo del Potere;
Il tipo Lussurioso;
di cui la panoramica onnicomprensiva relativa alle specificità delle suindicate
tipologie ed altro ancora, si rimanda al Volume: Mastronardi-Palermo “Il
Profilo Criminologico” (Op. cit.).
Pertanto l’attività di Profiling rivolta all’espletamento del profilo dell’ipotetico
autore del reato,, si articola e si costruisce sulla base di un insieme correlati
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
16
valutativi mirati, ricavati dall’osservazione della scena del crimine e di cui
l’assunto di base del Profiling come processo evolutivo, parte dai famosi 6
interrogativi anglosassoni della criminodinamica (Cosa – What?; Come –
How?; Quando – When?; Dove – Where?; Perché – Why?; Chi – Who?), a
vantaggio soprattutto di quel tipo di crimine apparentemente senza un movente
con modalità omicidiaria cruenta.
Sempre dal succitato Volume (Mastronardi – Palermo), si riporta qui di seguito,
la Tabella relativa alla Psicodinamica del Serial Killer del Controllo del
Potere, che ben si connota ai 3 soggetti scelti per disamina grafologica.
Sentimenti di inadeguatezza relazionale;
Frustrazione e collera per insoddisfazione dei propri bisogni
relazionali sessuali;
Negazione a se stesso delle proprie negatività;
Fantasie sessuali compensatorie insoddisfatte (masturbazione);
Distorsione cognitiva: 1. Attribuzione di colpa: “Sono le donne
responsabili di avermi provocato questa forma di tensione nervosa
con il loro sesso” (cfr. Patrick Byrne, 28 anni – 1959, Serial Killer di
origine irlandese); 2. Deumanizzazione della donna (“donna oggetto”);
Elaborazione di fantasie devianti di “possesso ad ogni costo”;
Autoinganno: immediata necessità di liberarsi da eventuali sensi di
colpa per mezzo di razionalizzazioni soggettive o diniego circa l’atto
compiuto: “E’ stata lei a provocarmi”;
Volume 20 N° 2 - 2015
17
Strutturazione di meccanismi di appetizione (addiction) per ragioni di
gratificazione soggettiva sia pur perversa di possesso: “Sono stato
capace finalmente di fare qualcosa di grande, ho veramente coraggio,
sono in gamba”.
(Palermo – Mastronardi “Il Profilo Criminologico” pag. 168)
Lo schema su riportato, ben si articola con le fasi di Norris (1988)
Aurorale (Fantastica sulla propria vittima)
di Puntamento (Ricerca della vittima ideale)
della Seduzione (Avvicinamento mediante strategie per conquistarne
la fiducia)
della Cattura (Obiettivo raggiunto)
Omicidiaria (Trionfo e potere sulla propria vittima in balia
dell’aggressore)
Totemica (Terminata la fase dell’eccitazione, molti assassini seriali,
sprofondano in una fase depressiva e per cercare di ritardarla,
solitamente si servono dei cosiddetti ‘souvenir’
Depressiva (Fase in cui per riuscire a provare il medesimo
eccitamento, devono ripetere il suindicato ciclo.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
18
Serial Killer: Profilo Psicologico dall’Analisi della Scrittura
Ted Bundy, John Wayne Gacy, Jeffrey
Dahmer,
TED BUNDY JOHN WAYNE GACY JEFFREY DAHMER
Volume 20 N° 2 - 2015
19
GRAFIE DI DUE S.K. IN
COMPARAZIONE
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
20
Breve Biografia di Jeffrey Dahmer:
- Soprannome: Il
Cannibale di
Milwaukee
- Luogo omicidi:
U.S.A.
MILWAUKEE -
WISCONSIN
- Periodo omicidi:
1978 - 1991
- Numero vittime:
17
- Modus operandi:
Torturava, faceva
a pezzi i corpi e
ne mangiava
alcune parti
- Cattura: 22
luglio 1991
- Condanna:
Ergastolo - per
ogni omicidio
commesso
totalizzando 957
anni di prigione
- Epilogo: Ucciso
in carcere il 28
novembre 1994
da un detenuto
Volume 20 N° 2 - 2015
21
Le sue parole prima della Sentenza:
« Ora è finita. Qui non si è mai trattato di cercare di essere liberato. Non ho
voluto mai la libertà. Sinceramente, volevo la pena capitale per me stesso.
Qui si è trattato di dire al mondo che ho fatto quello che ho fatto, ma non per
ragioni di odio. Non ho odiato nessuno. Sapevo di essere malato, o malvagio
o entrambe le cose. Ora credo di essere stato malato. I dottori mi hanno
parlato della mia malattia, e ora mi sento in pace. So quanto male ho
causato.... Grazie a Dio non potrò più fare del male. Credo che solo il Signore
Gesù Cristo possa salvarmi dai miei peccati.... Non chiedo attenuanti. »
RISULTANZE PERIZIA PSICHIATRICA: CENNI
George B. Palermo contrastò, in qualità di patologo forense, la difesa che
invocava per il cannibale l’infermità mentale e affermò con chiarezza che quel
“ragazzone intelligente e garbato, forse solo un po’ distaccato e freddo, era
perfettamente capace di intendere, di volere, di premeditare e di attuare con
lucidità ogni sua singola azione, quindi sano di mente”. Una perizia
coraggiosa ed esemplare che ancora oggi fa scuola di psichiatria e di
giurisprudenza nel mondo e che, allora, costò, a quel mostro non pazzo, la
condanna alla massima pena possibile.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
22
SCRITTURA DI JEFFREY DAHMER
Volume 20 N° 2 - 2015
23
Principali Caratteristiche della scrittura, mirate all’evidenziazione di tratti
distintivi inerenti le seguenti problematiche: Aggressività, Sessualità,
Affettività, Relazioni interpersonali, Scarsa autostima.
Spazio grafico ben riempito con margini irregolari (Necessità di
attenzione da parte degli altri, vissuto problematico con le figure
genitoriali)
Tratto irregolare (notevole difetto di logica e di continuità affettiva,
soffre di carenze affettive)
Distanza tra lettere (diminuzione del senso critico)
Distanza tra parole (necessità di prendere le distanze interpersonali)
Scrittura slegata (difficoltà di sintesi, discontinuità affettiva)
Punti sulle i alti (attribuzione massima a particolari minimi)
Allunghi inferiori pronunciati ed ispessiti (accentuata tendenza alle
esperienze di tipo materiale/sessuale a danno dell’obiettività – asola
nella lettera “g” incompleta e rifiutata = sfiducia nella congiunzione
sessuale”
Da pendente (inclinata a dx) a eretta (verticale) (vedi particolare
nella parola “life”) (momentaneo slancio verso l’interpersonale ma
pronto a tornare su se stesso)
Scrittura tendente al femminile (accentuata sensibilità)
Virgole grandi e distaccate dal testo (tendenza alla spinta
aggressiva)
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
24
Tagli “t” bassi: (tendenza alla rinuncia ai “diritti morali” non mi
interessa se gli altri mi giudicano o mi condannano)
Occhielli scoperti in basso nella lettera “a” e a destra nella lettera
“g” (sensibilità verso le cose materiali e sessuali giammai spirituali,
idealistiche o artistiche)
Firma distante dal testo con nome staccato dal cognome,
quest’ultimo meno comprensibile che si schiaccia nel procedere
(Presa di distanza tra se e gli altri. Maggiore importanza a se stesso
rispetto al ‘clan di provenienza’ (Rapporto disfunzionale con la figura
maschile [Padre])
Volume 20 N° 2 - 2015
25
PROFILO GRAFOLOGICO (SINTESI)
Da quanto emerso dalla disamina grafologica, in Jeffrey Dahmer si evidenziano
significative carenze affettivo-relazionali, con necessità di attirare l’attenzione
da parte degli altri, probabilmente a causa di un vissuto disfunzionale con le
figure genitoriali che presumibilmente non hanno soddisfatto le sue istanze
affettive, per questo l’omicidio e le modalità messe in atto, rappresentavano
l’unica sua forma di espressione.
Il suo quadro grafologico, è l’esempio della solitudine, nonostante gli sforzi di
approcciarsi con l’altro, non riusciva comunque ad interagirrvi con conseguente
emarginazione sociale. Tale vissuto di rifiuto e di senso di inadeguatezza lo
hanno spinto ad una forma di compensazione., con la necessità di esprimere in
senso deviante il possesso dell’altro essere umano.
Caratterizzato da un ‘IO’ deficitario, non in grado di mediare le richieste
impulsive, a tutto vantaggio di un marcato difetto di logica con conseguente
diminuzione del senso critico, dove le regole date dalla coscienza morale, erano
totalmente svanite.
L’autocontrollo ed il distacco emozionale, spiegano il vigile ‘modus operandi’,
e la capacità di resistere allo stress, essendo in grado di manipolare le vittime,
ivi compresa (stando alla descrizione della sua storia biografica), la polizia di
tre Stati, facendo di lui un soggetto capace di infondere fiducia negli altri sia
pur apparentemente.
Pertanto il conflitto interiore caratterizzato dalla necessità di sentirsi accettato e
l’impossibilità di comunicare a causa di ‘marcati deficit comunicazionali’,
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
26
associati a ‘nuclei ossessivi’, lo portavano verso un vissuto di rabbia ed
aggressività particolarmente accentuate che evidentemente nel momento
dell’acting-out, ha commesso gli omicidi come unica forma di soddisfacimento
di un’aggressività repressa estrinsecata solo nel momento omicidiario, con
conseguente ‘malato’ piacere sessuale, in grado di farlo sentire
narcisisticamente importante solo mediante tale evento, per poi farlo
sprofondare nuovamente in quella fase depressiva, di vissuto di solitudine e
disagio inaccettabili.
Appartiene alla tipologia del S.K. del ‘Controllo del Potere’.
Ritenuto capace di intendere e di volere, quindi, ‘sano di mente’
Volume 20 N° 2 - 2015
27
Breve Biografia di Ted Bundy:
- Nome: Theodore
Robert Bundy
“Ted” Bundy
- Soprannome: Lady
Killer, Killer delle
Studentesse
- Nascita: Burlington,
24 novembre 1946
- Morte: Florida, 24
gennaio 1989
- Vittime accertate:
30-35
- Vittime sospettate:
35-50+
- Periodo omicidi:
Presumibilmente dal
13 agosto 1961 o dal
1969; 1º febbraio
1974-9 febbraio
1978
- Luoghi colpiti:
Colorado, Florida,
Idaho, Oregon,
Utah, Washington,
California
- Metodi uccisione:
Assalto con arma
bianca,
strangolamento;
solitamente attirava
a sé la vittima con
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
28
degli stratagemmi
- Altri crimini:
Stupro, rapina
aggravata, evasione,
tentato omicidio, atti
di necrofilia e
mutilazione
- Arresto: 15
febbraio 1978; in
precedenza evase
due volte
- Provvedimenti:
Sedia elettrica
- Periodo
detenzione: 15
febbraio 1978-24
gennaio 1989
Volume 20 N° 2 - 2015
29
RISULTANZE PERIZIA PSICHIATRICA: CENNI
Fu sottoposto ai tradizionali Test MMPI e TAT (lui aveva studiato Psicologia).
La Diagnosi fu di “Personalità passivo-aggressiva”. Il risultato del suo QI
risultò superiore alla media anche se lui cercò di manipolarlo. Su richiesta della
difesa, fu disposta una Perizia Psichiatrica, i due Psichiatri che lo esaminarono,
lo ritennero capace di intendere e di volere pur se evidenziava un
comportamento antisociale. Venne giudicato ‘sano di mente’.
La Psichiatra Dorothy Otnow sostenne che l’imputato era affetto da
sindrome ‘maniaco-depressiva’, presentando un interessante relazione sulla
storia biografica di Bundy inerente un conflittuale rapporto con suo Nonno e la
figura materna che nei primi mesi di vita lo lasciò in un Istituto l’Elizabeth
Lund Home for Unwed Mothers.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
30
SCRITTURA DI TED BUNDY
Volume 20 N° 2 - 2015
31
Principali Caratteristiche della scrittura, mirate all’evidenziazione di tratti
distintivi inerenti le seguenti problematiche: Narcisismo, Aggressività,
Impulsività, Sessualità, Affettività, Relazioni interpersonali .
Spazio grafico riempito (al centro del foglio) (Desiderio di sentirsi al
centro dell’attenzione. Narcisismo)
Margini irregolari – molto spaziata a sx, dx progressivo (Distacco
dal passato con eccessiva volontà di proiettarsi verso il
raggiungimento delle proprie mete)
Oscura (Il testo incomprensibile, indica volontà di occultamento)
Rapida (Sbrigatività. Continuità del pensiero)
Stretta tra parole (Tendenza all’imprudenza nei rapporti)
Intricata (Tendenza alla confusione nelle facoltà attentive e
decisionali. Volontà di predominio, aggressività. Tipico indice della
personalità ‘Fallica’)
Interrigo stretto (Eccessiva confusione tra materialità e idealismo)
Da legata a molto legata (Desiderio di non interrompere i propri
pensieri ed azioni)
Tratto appoggiato (Desiderio di farsi notare. Aggressività)
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
32
Pendente ‘Molto Inclinata a dx’ (Imprudenza nei rapporti
interpersonali)
Ricci della fissazione materialistica (Notevole tendenza alle
scorrettezze etiche e materialistiche)
Tratto “t” nella firma superuncinato (Aggressività verbale
tendenzialmente amputata)
Lettere “g” con asole dilatate (Accentuazione della stimolazione
organico-sessuale)
Identità tra testo e firma (Il vissuto del proprio ‘Sé’ e l’etichetta
sociale esibita, sono rappresentati nello stesso modo)
PROFILO GRAFOLOGICO (SINTESI)
La problematica di fondo di Bundy, è l’abbandono e la delusione affettiva.
Dalle evidenze della sua storia, prima subisce l’abbandono da parte della madre
e successivamente della sua fidanzata.
La scrittura particolarmente inclinata (fa immaginare un cavallo al galoppo con
ritmo spasmodico e disinibito), indice di eccessiva imprudenza nei rapporti
interpersonali con cambiamenti repentini del tono dell’umore che varia tra
l’eccitato e il depresso (vedi la direzione discendente a fine rigo). E’ evidente
la componente etero aggressiva, data da forti e compulsivi lanci della
scrittura soprattutto nella zona bassa caratterizzata da allunghi eccessivi e
dilatati evidenzianti un’ esagerata ed incontrollata, spinta materiale-
sessuale, dove l’altro diviene solo uno strumento per il raggiungimento della
Volume 20 N° 2 - 2015
33
propria meta pulsionale da soddisfare nell’immediatezza, tipico indicatore della
prevalenza dell’ES (istanza pulsionale) a svantaggio di un ‘IO’schiacciato e
sopraffatto.
La scrittura presenta inoltre forti intricamenti (le righe si scontrano fra loro),
che denotano confusione nelle capacità attentive e decisionali, nonché
eccessiva prevaricazione in modo aggressivo/compulsivo.
Inoltre la marcata inclinazione degli assi letterali verso dx, denotano una
personalità decisamente abile nella fase della “seduzione” (di Norris), che
inevitabilmente ha trovato riscontro in molte vittime.
Viepiù, emerge la forte spinta narcisistica di chi vuole sentirsi importante ed al
centro dell’attenzione, come difesa e compensazione di chi non si sente
ascoltato, scegliendo di imporsi sull’altro in modo arrogante.
A differenza di Dahmer, dove il predominio sull’altro era più rivolto per
compensare un vissuto di inadeguatezza tale da renderlo esageratamente timido
nello scambio relazionale scegliendo quindi l’unica modalità per lui possibile di
condivisione relazionale, in Bundy il movente appare più di tipo rivendicatorio
di colui che non riuscendo a sopportare la ferita narcisistica, decide in modo
deviato, di punire a sua volta tutte quelle donne che andavano a rappresentare
per lui, un vissuto del passato, anche se entrambi colpiti a livello affettivo sia
pur per fattori diversi.
Appartiene alla categoria del S.K. del ‘Controllo del Potere’.
Ritenuto capace di intendere e di volere, quindi, ‘sano di mente’
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
34
Breve Biografia di John Wayne Gacy:
- Soprannomi: Pogo
the Clown, Killer
Clown
- Nascita: Chicago 17
marzo 1942
- Morte: Crest Hill,
10 maggio 1994
- Vittime accertate:
33
- Periodo degli
omicidi: 3 gennaio
1972 - 11 dicembre
1978
- Luoghi colpiti: Des
Plaines
- Metodi di
uccisione:
Strangolamento,
armi da taglio
- Altri crimini:
Sodomia, stupro,
tortura, rapimento
- Arresto: 22
dicembre 1978
- Provvedimenti:
Condanna a morte
tramite iniezione
letale
- Periodo
detenzione: 22
dicembre 1978 - 10
maggio 1994
Volume 20 N° 2 - 2015
35
RISULTANZE PERIZIA PSICHIATRICA: CENNI
In prigione Gacy tentò di invocare l'infermità mentale incolpando dei delitti il
suo alter ego malvagio, tale "Jack", ma senza riuscire a convincere gli
psichiatri del carcere che lo giudicarono in grado di intendere e volere.
Secondo rapporti medici pubblicati, John Wayne Gacy era uno psicopatico
riconosciuto che non mostrava alcun rimorso per i crimini commessi.
L'ultima dichiarazione al suo avvocato prima dell'esecuzione fu che "ucciderlo
non avrebbe comunque compensato la perdita delle vite degli altri e che lo
Stato lo stava assassinando". Le ultime parole del condannato prima della morte
furono semplicemente: «Baciatemi il culo!» (Kiss my Ass!)
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
36
Volume 20 N° 2 - 2015
37
Principali Caratteristiche della scrittura, mirate all’evidenziazione di tratti
distintivi inerenti le seguenti problematiche: Narcisismo, Aggressività,
Impulsività, Sessualità, Relazioni interpersonali .
Spazio riempiti completamente (Narcisismo)
I Margini: sx ben tenuto, superiore assente, dx progressivo
(Bisogno di sicurezza, paura dell’inconscio, imprudenza nei rapporti
interpersonali)
Direzione del rigo variabile tendenzialmente ascendente e
discendete a fine rigo (Ricerca di adattamento, compensa un
insicurezza di fondo. Tono dell’umore variabile)
Legata (Perseveranza nelle decisioni)
Rapida (Aumento dell’impazienza)
Larga tra parole (Guardingo nei rapporti interpersonali)
Pressione del tratto marcata (Necessità di dominio sugli altri)
Oscura (Il testo incomprensibile, indica volontà di occultamento)
Tagli “t” variabili (avanzati )[Compensazione con eccesso di
sicurezza], arretrati [paure], a laccio [aumento dell’impazienza])
(Compensa le paure esistenziali con eccessiva sicurezza di se, unita
alla spinta compulsiva)
Puntini sulle “i” accentati (Ansia nel collocamento delle cose =
insicurezza)
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
38
Virgole grandi e distaccate dal testo (Tendenza alla spinta
aggressiva)
Asole delle lettere “g” rifiutate (Non reale interesse per la sessualità,
ma mirata solo al predominio)
Lettera “y” nella firma – riccio del nascondimento (Tendenza
all’occultamento – pensieri e azioni)
Non identità tra testo e firma (Il vissuto del proprio ‘Sé’ e l’etichetta
sociale esibita, sono rappresentati in modo distinto)
Firma con iniziali grandi, il gesto grafico si schiaccia nel procedere
divenendo oscuro, con gesti allunghi lanciati, acuminati e
regressivi (Vissuto del proprio ‘Sé’ narcisistico , insicurezza di fondo,
rifiuto, forte spinta aggressiva)
PROFILO GRAFOLOGICO (SINTESI)
La scrittura di Gacy, è caratterizzata da forte spinta aggressivo-compulsiva, che
non riusciva a controllare con conseguente discontrollo degli impulsi. Tra le
altre caratteristiche, interessante quanto emerso dalla grafia, che evidenzia ‘non
identità’ tra testo e firma, tipico segnale di allarme in questi casi dove il
tratto distintivo è quello di esibire una personalità diversa da quella reale.
L’esagerata inclinazione della scrittura fino a schiacciarsi e a diventare oscura,
Volume 20 N° 2 - 2015
39
delinea un comportamento imprudente verso l’altro che non conta nulla se
non come strumento per i propri fini.
Si presenta apparentemente sicuro, tratto che compensa adottando un
comportamento prevaricatore ed oppositivo. Le relazioni in particolar
modo quelle intime, sono rifiutate e strumentalizzate.
La Firma molto lanciata esageratamente grande e sottolineata traccia un profilo
narcisista ed aggressivo, confermato dalla punteggiatura grande e distaccata
dal testo (virgole).
Evidenzia inoltre problematiche nella sessualità rifiutata e rivolta solo al
predominio sull’altro, a causa di paure ed insicurezze di fondo che teneva ben
occultate.
Come personalità, si avvicina più a Bundy e meno a Dahmer. Rispetto a quanto
commesso non evidenzia alcun pentimento, scevro da qualsivoglia senso di
colpa, fornendo a se stesso una personale spiegazione, con comportamento
sadico e cinico.
Appartiene alla categoria del S.K. del ‘Controllo del Potere’.
Ritenuto capace di intendere e di volere, quindi, ‘sano di mente’
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
40
CONCLUSIONI
Dallo studio effettuato e relativo alla disamina (nel presente articolo), di 3 tipi
di Serial Killer appartenenti alla tipologia del “Controllo del Potere”, quanto
emerso dai rispettivi ‘Profili grafologici’, va a confermare non soltanto le
ricerche della letteratura corrente sul tema, ma anche quanto emerso dalle
risultanze delle Perizie Psichiatriche espletate da parte di autorevoli esperti.
Dahmer omosessuale, personalità timida ed inadeguata con evidenti
problematiche affettivo-emotive e sessuali, che ha rivolto la propria
aggressività repressa verso soggetti maschi e di colore. Bundy deluso anche lui
a livello affettivo, ha rivolto la sua prorompente ed aggressiva personalità,
verso quelle donne che in qualche modo evidentemente, lo riportavano a vissuti
di un passato rimosso ma mai dimenticato. Gacy, pedofilo con forti
problematiche nella sessualità con probabile omosessualità latente e che
secondo quanto recita la sua storia biografica, sembrerebbe emergere una
relazione disfunzionale con la figura paterna che lo ha maltrattato e
ridicolizzato durante l’infanzia. All’età di nove anni, viene abusato
sessualmente da un amico di famiglia.
Sia pur per fattori diversi, prevalentemente mossi dalle stesse motivazioni:
delusione, rabbia, aggressività, ferita narcisistica insanabile. Tali vissuti, li
hanno rivolti nell’unico modo per loro possibile, quello di rifarsi solo
apparentemente del dolore subito in passato, insopportabile per delle
personalità come le loro. Nella realtà così come nella fiction, i serial killer
vengono definiti mostri, psicopatici alla continua ricerca di prede mirate, per
Volume 20 N° 2 - 2015
41
soddisfare il loro piacere impulsivo e ‘malato’. Caratterizzati
psicodinamicamente da specifiche componenti quali ad esempio:
- Timore di perdere la stima di sé
- Profonde aspirazioni narcisisithce
- Frustrazioni subite in tal senso
- Estrinsecazione della volontà di potenza compensatoria (il cosiddetto
‘sé grandioso patologico’ di Klein e Mahler o formazione reattiva di
superiorità nei confronti dei propri profondi sentimenti di inferiorità
- Il ‘Narcisismo maligno di Kernberg’
- Abnormi timori abbandonici a causa spesso dell’inesistente del tutto,
strutturazione del fisiologico complesso edipico e……
(Palermo – Mastronardi Il Profilo Criminologico pag. 153).
La Grafologia sta acquistando sempre più attenzione da parte della Comunità
scientifica, che in diversi casi, come ad esempio quello applicato nel contesto
criminologico-forense, propone un utilizzo sempre più innovativo del Test
grafologico, che va a completare una panoramica onnicomprensiva fornita dalla
letteratura corrente, nonché da studi e ricerche sempre più disponibili, ed in
alcuni casi a compensare eventuali lacune .
Per questo l’auspicio di chi scrive, è che ogni operatore del settore, sia quello di
compiere gli sforzi necessari per fare in modo che questa Disciplina, acquisti
sempre più spazi operativi, (evitando che alcuni la utilizzino come test da
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
42
salotto), dandogli la giusta connotazione scientifica, a tutto vantaggio di coloro
che operano in questo ambito.
BIBLIOGRAFIA
- ANGIONI M., FRATONI F., STRACCAMORE I., “APPUNTI DI
CRIMINOLOGIA E CRIMINALISTICA. NOTE ED
APPROFONDIMENTI SU VECCHIE TECNICHE E NUOVE
SCIENZE DELL’INVESTIGAZIONE”, Libreria Universitaria
Benedetti, L’Aquila, 2010
- CALDERARO M., “SLIDES LEZIONI MASTER DI
CRIMINOLOGIA” e “CORSO DI GRAFOLOGIA” Sapienza
Università di Roma
- DOUGLAS J.E., BURGESS A.W., BURGESS A.G., RESSLER R.K.,
“CRIME CLASSIFICATION MANUAL – IL MANUALE
DELL’FBI SULLA CLASSIFICAZIONE E INVESTIGAZIONE
DEI CRIMINI VIOLENTI” (Prima edizione italiana a cura di
Massimo Picozzi), CSE Ed., Roma, 2008
- MASTRONARDI V., BIDOLI S., CALDERARO M.,
“GRAFOLOGIA GIUDIZIARIA E PSICOPATOLOGIA FORENSE
(METODOLOGIA DI INDAGINE NEL FALSO GRAFICO E LA
Volume 20 N° 2 - 2015
43
CAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE DALLA GRAFIA –
GIURISPRUDENZA)”, Giuffrè Ed., Milano, 2010
- MASTRONARDI V. “MANUALE PER OPERATORI
CRIMINOLOGICI E PSICOPATOLOGI FORENSI” (V ediz.),
Giuffrè Ed., Milano 2012
- MASTRONARDI V., DE LUCA R., “I SERIAL KILLER”,
NEWTON & Compton, 2013
- NEWTON M., “DIZIONARIO SUI SERIAL KILLER”, Grandi
Manuali Newton, Newton & Compton Ed., Roma, 2004
- PALERMO G.B., MASTRONARDI V., “IL PROFILO
CRIMINOLOGICO. DALLA SCENA DEL CRIMINE AI PROFILI
SOCIOPSICOLOGICI”, GIUFFRE’ ED. 2010
SITOGRAFIA
- http://www.lextra.info/george-b-palermo-tarquiniese-milwaukee/
Pubblicato il 19 aprile 2014,
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
44
FILMOGRAFIA DI RIFERIMENTO
- DAHMER - IL CANNIBALE DI MILWAUKEE (2002) scritto e
diretto da David Jacobson e interpretato da Jeremy Renner.
- TED BUNDY (2002) scritto e diretto da Matthew Bright e
interpretato da Michael Reilly Burke
- TED BUNDY - Serial Killer, (2003) diretto da Paul Shapiro e
interpretato da Billy Campbel.
- IL MOSTRO (1986) (sceneggiato tv), diretto da Marvin J. Chomsky
e interpretato da Mark Harmon
- GACY (2003) film diretto da Clive Saunders e interpretato da Mark
Holton: John Wayne Gacy (adulto) Scott Alan Henr: John Wayne
Gacy (ragazzo) Adam Baldwin: John Gacy, Sr.
Volume 20 N° 2 - 2015
45
Agnese Vassallo2, Antonella Pomilla
3
LA TRASCURATEZZA INFANTILE: UNA RASSEGNA DELLA
LETTERATURA
Riassunto
Il presente lavoro ha voluto indagare una delle forme più diffuse ma spesso
meno conosciute del maltrattamento infantile, quella del neglect
(trascuratezza).
Attraverso una rassegna della letteratura scientifica prodotta sul tema si è
esaminata l’entità del fenomeno ed apprese le caratteristiche, i fattori di rischio
ad essa associati e le conseguenze a medio e lungo termine sullo sviluppo
psicofisico del bambino.
L’analisi ha confermato l’ipotesi di base: la diffusione del fenomeno è più
ampia di quanto ci si possa aspettare, e gravi le conseguenze per le giovani
vittime, considerando deficit nello sviluppo fisico, emotivo, cognitivo e
linguistico, difficoltà e/o isolamento in ambito scolastico e sociale, ed altresì in
alcuni casi insorgenza di comportamenti delinquenziali nella successiva età
adulta (con maggiore incidenza di reati contro il patrimonio).
Parole chiave:maltrattamento e trascuratezza infantile, epidemiologia, fattori
di rischio, conseguenze, comportamento criminale.
2Psicologa, Master di II livello in “Scienze Criminologico-Forensi”, “Sapienza”
Università di Roma 3 Psicologa, Criminologa, PhD in Psichiatria; Assegnista di Ricerca c/o
“Sapienza” Università di Roma.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
46
Abstract
The aim of this article is to investigate the neglect, one of the most common
types of child abuse, but often the least known.
Through a scientific literature review we have examined the extent and the
characteristics of the phenomenon, the risk factors associated and the medium
and long term consequences on the child’s mental and physical development.
The analysis confirmed the basic hypothesis: the spread of the phenomenon is
broader than would be expected, and the consequences for the young victims
are serious, considering deficits in the physical, emotional, cognitive and
linguistic development, difficulties and/or isolation in schools and social and
also, in some cases, the emergence of delinquent behavior in the subsequent
adulthood (with higher incidence of property crime).
Key words: child abuse and neglect, epidemiology, risk factors, consequences,
crime and delinquency.
Volume 20 N° 2 - 2015
47
1. Introduzione
I bambini hanno rappresentato, per molto tempo, una categoria di soggetti non
protetta né da norme morali né tantomeno dall’ordinamento giuridico in vigore.
La storia è ricca di testimonianze in tal senso e di episodi di violenza e
sopraffazione rivolti proprio verso coloro che dovrebbero essere salvaguardati e
tutelati, in primis da chi ne è diretto responsabile e, più in generale, dalla
società nel suo complesso.
Tuttavia, temi quali l’abuso, il maltrattamento e la trascuratezza infantile solo
negli ultimi decenni hanno ottenuto un ruolo di particolare rilevanza sociale e
di centrale interesse scientifico, in virtù della recente maggiore consapevolezza
sulla loro complessità e dell’esigenza di affrontarli attraverso un sistema di
analisi ed intervento di tipo multidimensionale, che integri gli aspetti
psicosociali, clinici, giudiziari e legislativi.
Nel 1999 l’OMS, dopo aver confrontato le definizioni di abuso presenti in 58
nazioni, fece sintesi degli elementi emersi affermando che «l’abuso o
maltrattamento infantile è costituito da tutte le forme di maltrattamento fisico
ed emozionale, abuso sessuale, trattamento negligente o commerciale che si
configurano come danno potenziale o attuale della salute del bambino, della
sua sopravvivenza, del suo sviluppo o della sua dignità nel contesto di una
relazione di responsabilità, fiducia o potere», mettendo in evidenza un ampio
spettro di condotte abusive che si possono concretizzare sia in atti commissivi
che omissivi, compiuti da genitori o da persone preposte alla cura del bambino.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
48
Secondo l’indagine pilota condotta nel 2012/2013 da Terre Des Hommes4 e
Cismai5, in Italia si annoverano quasi 100.000 minori vittime di abusi: la più
frequente tipologia di maltrattamento è risultata essere proprio la trascuratezza,
tanto di tipo materiale che affettiva (52,7%), seguita da altre forme di abuso
quali la violenza assistita (16,6%), il maltrattamento psicologico (12,8%),
l’abuso sessuale (6,7%), la patologia delle cure (6,1%) e il maltrattamento
fisico (4,8%).
Analogamente, anche in America un’indagine condotta nel 2012 dal Children’s
Bureau6 dell’ U.S. Department of Health and Human Services ha stimato un
numero pari a 686.000 vittime di abusi e trascuratezza, pur considerando un
calo pari al 4,2% rispetto al 2008. Anche dalla statistica americana emerge che
la percentuale più cospicua di casi di maltrattamento riguarda le situazioni di
4 Terre Des Hommes è un movimento da 50 anni impegnato in prima linea nella
protezione dei bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento
e nell’assicurare ad ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo.
Attualmente è presente in 64 paesi con oltre 840 progetti a favore dei bambini. 5 Il CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso
all’Infanzia) è stato istituito nel 1993 su iniziativa di alcuni centri attivi in Italia
nell’ambito della tutela e cura dei minori. Costituisce un’associazione unica in Italia per
le caratteristiche di interdisciplinarietà e di riflessione teorica a partire dalla pratica
direttamente esperita da chi lavora sul campo. Dell’Associazione fanno parte Centri e
Servizi appartenenti al settore pubblico e al terzo settore, attivamente impegnati nella
pratica degli interventi di protezione e cura delle bambine e dei bambini maltrattati e
delle loro famiglie. Nel 2005 il CISMAI è diventato Partner Nazionale dell’ISPCAN
(International Society for Prevention of Child Abuse and Neglect). 6 Il Children’s Bureau degli Stati Uniti è un’Agenzia federale organizzata all’interno
dell’United States Department of Health and Human Services' Administration for
Volume 20 N° 2 - 2015
49
trascuratezza (78,3%), seguita dal maltrattamento fisico (18,3%) e dall’abuso
sessuale (9,3%), per terminare con un 10,6% di vittime di altre tipologie di
maltrattamento, che vanno dalle minacce ripetute fino al vero e proprio
abbandono.
Eppure, a dispetto di tali riscontri, da sempre la problematica dell’abuso e del
maltrattamento infantile è affrontata e definita solo in ambito medico, con
interesse rivolto in modo specifico al maltrattamento fisico ed all’abuso
sessuale.
Questo perché è certamente più difficile indagare il neglect, ovvero tutte quelle
condizioni di trascuratezza, incuria e negligenza che si esplicano in modo meno
evidente e palese, e dunque non direttamente osservabile.
L’intento di questo lavoro è stato quello di reperire delle stime aggiornate in
merito alle situazioni di abuso all’infanzia e nello specifico alle condizioni di
trascuratezza ed incuria, ed altresì, attraverso l’analisi della letteratura di specie,
dare evidenza all’individuazione degli specifici fattori di rischio, considerando
le gravi conseguenze che derivano da tale fenomeno.
Il tutto al fine di segnalare l’importanza di incrementare gli studi di settore,
attraverso approcci di prevenzione ed intervento multidisciplinare che siano
davvero di tutela all’infanzia.
Children and Families. Si prefigge il compito di sviluppare la prevenzione contro
qualsiasi tipo di abuso all’infanzia e di migliorare le situazioni di affido e adozione.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
50
2. Che cos’è la trascuratezza infantile
Come si vedrà nel corso della successiva trattazione, numerosi riscontri di
letteratura mostrano come la trascuratezza infantile sia la più diffusa forma di
maltrattamento all’infanzia; essa tuttavia viene spesso difficilmente
riconosciuta e segnalata e per tale motivo la produzione scientifica a riguardo è
esigua e/o non esaustiva.
Peraltro è solo di recente che l’attenzione degli operatori si è progressivamente
rivolta ai minori vittime non tanto di abusi e violenze fisiche quanto di gravi
carenze nutrizionali, materiali o psicoaffettive, che vengono definite con il
termine di “violenze per omissioni”, ovvero appunto neglect.
A fronte dell’evidenza dei segni del maltrattamento fisico, quelli della
trascuratezza sono meno appariscenti ma provocano altrettanti danni ed in casi
estremi, per gravi carenze (alimentari o per mancanza di protezione o di cure),
la trascuratezza può essere altrettanto fatale. Anche perché, se la violenza fisica
tende ad essere episodica, almeno nel senso che le singole azioni violente sono
delimitate nel tempo, la trascuratezza è solitamente cronica e nella sua forma
estrema si identifica con l’abbandono.
In parte, la difficoltà di riconoscimento ed analisi dei fenomeni di trascuratezza
infantile è legata al fatto di non aver individuato una sua definizione esaustiva
ed unitaria, difficoltà che si riflette, dal punto di vista obiettivo e clinico,
proprio nel fatto di non trovarsi al cospetto di segni e sintomi direttamente
Volume 20 N° 2 - 2015
51
osservabili nel fisico dei bambini che vengono trascurati. Per questi motivi, le
ricerche condotte nel corso degli anni hanno spesso incontrato difficoltà di
carattere metodologico ed operazionale.
Ecco che, partendo dunque dalla necessità di dare definizione al fenomeno,
riportiamo come in letteratura, pur considerando la specificità di settore
all’interno del quale la definizione stessa è stata formulata (medico,
psicologico, legale, sociale, ecc.), con il termine trascuratezza si denota
“l’incapacità dei genitori a comportarsi adeguatamente per la tutela della
salute, della sicurezza e del benessere del bambino” (Kempe & Kempe, 1989).
A detta di Cawson, Wattam, Brooker & Kelly (2000), la trascuratezza in primo
luogo attiene all’assenza di cure genitoriali; Stevenson (1998) la definisce come
“una vasta gamma di comportamenti che vanno dalla scarsa cura fisica alla
mancanza di supervisione e controllo”, ed ancora Zuravin (1999) restringe il
campo alle sole omissioni di cure genitoriali, dal momento che uno dei doveri
dei genitori è quello di fornire al bambino cure e assistenza quotidiana.
Più articolata è invece la definizione di Di Blasio, che segue le linee
interpretative proposte dal Child Protection Register inglese, e così indica:
“una grave e persistente negligenza nei confronti del bambino o il fallimento
nel proteggerlo dalla esposizione a qualsiasi genere di pericolo, incluso il
freddo o la fame, o anche gli insuccessi in alcune importanti aree
dell’allevamento che hanno come conseguenza un danno significativo per la
salute e lo sviluppo, compreso un ritardo nella crescita in assenza di cause
organiche” (Di Blasio, 2000, pag. 14).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
52
Ancora, il National Child Abuse and Neglect Data System (NCANDS, 2000)
definisce il neglect come “una tipologia di maltrattamento che si riferisce al
fallimento del caretaker di fornire le cure necessarie e appropriate all’età del
bambino, nonostante sia finanziariamente in grado di farlo”.
In sostanza, volendo riassumere le varie descrizioni del fenomeno fin qui
elencate, si può dire che la trascuratezza è, più in generale, una grave o
persistente negligenza nei confronti del bambino, che si caratterizza in tutte
quelle situazioni in cui i genitori o le persone deputate alla sua cura non
provvedono adeguatamente ai suoi bisogni fisici e psichici, tanto da comportare
una grave compromissione del suo sviluppo.
Al di là della definizione, Dubowitz (2004) si è invece interrogato su altra
questione, ovvero sul dover considerare il fenomeno lungo un continuum di
“trascuratezza-non trascuratezza” o piuttosto in termini di variabile dicotomica,
“trascuratezza” vs “non trascuratezza”. Secondo l’Autore ed i suoi
collaboratori, il considerare la trascuratezza lungo un continuum permette di
superare il problema di una sua eventuale classificazione e di utilizzare un
approccio più “sensibile” al fenomeno.
Difatti, il termine generico di trascuratezza si riferisce ad un ventaglio
eterogeneo di condizioni che solitamente vengono suddivise in quattro diverse
tipologie: la trascuratezza fisica, quella emozionale, quella medico-sanitaria e
quella educativa, ognuna delle quali può sottendere ad ulteriori più specifiche
condizioni:
Volume 20 N° 2 - 2015
53
- la “trascuratezza fisica”, più direttamente riconoscibile, che si identifica
sia con gli atti che implicano omissioni nel provvedere ai bisogni di base
del bambino, inclusi quelli abitativi, alimentari o nell’abbigliamento, sia
con gli insuccessi nel predisporre condizioni di protezione necessarie ad
evitare che possano determinarsi eventuali incidenti o danni. In tutti
questi casi la trascuratezza fisica è conseguenza di un atteggiamento di
grave disattenzione da parte degli adulti di riferimento a qualsiasi tipo di
pericolo che può ledere l’incolumità fisica, la salute e lo sviluppo del
bambino;
- la “trascuratezza emozionale”, più difficile da documentare in modo
obiettivo, e che caratterizza l’intero contesto di vita del bambino che non
riceve cure adeguate e non è in grado di comprendere la disattenzione o
la non disponibilità di cui è oggetto. Equivale dunque alla mancanza di
responsività e all’indifferenza emotiva verso i bisogni del bambino e a
tutte quelle condizioni di coinvolgimento o di esposizione estrema a
conflitti e violenze familiari o a comportamenti devianti. Alcuni autori
(ad es. Veltkamp et al., 1994) inseriscono in questa categoria alcuni
comportamenti che si possono considerare al limite con il maltrattamento
psicologico tra cui il biasimo protratto, le critiche eccessive, la disparità
di trattamento tra fratelli, che possono favorire lo sviluppo di una distorta
percezione di sé, caratterizzata da autosvalutazione e senso di scarsa
efficacia;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
54
- la “trascuratezza medico-sanitaria”, che si concretizza nella mancanza di
quegli standard minimi richiesti per salvaguardare le condizioni di salute
fisica e mentale e concerne il rifiuto o l’omissione nelle cure mediche e/o
psicologiche;
- infine, la “trascuratezza educativa”, che implica l’inadempienza ai
bisogni educativi e cognitivi del minore, l’elusione dell’obbligo
scolastico e il rifiuto dei genitori a coinvolgersi nelle iniziative e nei
programmi indicati dagli insegnanti, limitando quindi anche le
opportunità di socializzazione.
Secondo altri autori (ad es. Giamundo, 2013), una classificazione di
trascuratezza può essere fatta anche in base al livello di gravità, ovvero
differenziandola in:
- “trascuratezza lieve”, se le manifestazioni prevalenti sono riferibili ad
azioni di cura non appropriate ai tempi o al momento evolutivo del
bambino, ad esempio le vaccinazioni non sono assolte nei tempi previsti
o una lieve carenza nell’igiene personale;
- “trascuratezza moderata”, che implica un aggravamento degli atti
omissivi, come l’alimentazione inadeguata;
- ed infine “trascuratezza grave o severa”, caratterizzata dal moltiplicarsi
di condizioni omissive, come l’esposizione al rischio di malattie per
assenza di cure mediche e l’elusione dell’obbligo scolastico. Questi
ultimi comportamenti trascuranti sembrano derivare da una disfunzionale
dinamica familiare con caratteristiche di cronicità.
Volume 20 N° 2 - 2015
55
3. Epidemiologia
Per quanto riguarda la rilevanza epidemiologica del fenomeno del neglect, i
riscontri statistici degli ultimi anni presentano un notevole incremento di
segnalazioni e denunce dei casi di trascuratezza, nella generale disamina delle
varie forme di maltrattamento ai danni dei minori.
Dati americani provenienti dal Third National IncidenceStudy of Child Abuse
and Neglect7 (NIS-3, 1996) indicano un’elevatissima percentuale di casi di
violenza all’infanzia (1.533.800 casi) e più del 50% di questi (879.000) si
riferisce proprio a episodi di trascuratezza, acuti o cronici.
Appare tuttavia difficile stimare le dimensioni mondiali del problema in quanto,
secondo quanto sostiene il primo rapporto mondiale su violenza e salute
pubblicato dall’OMS nel 2002 dal titolo World Report on Violence and Health
(WHO, 2002), è difficile comparare le rilevazioni effettuate da Paesi diversi,
poiché in molti di essi non esistono né gli stessi, né spesso adeguati, sistemi
legali o sociali con la specifica responsabilità della registrazione dei casi di
abuso ed incuria nei confronti dei bambini, peraltro spesso sotto-denunciati
anche se è in vigore specifico obbligo di farlo, unitamente al fatto che vi sono
differenze anche sulla stessa definizione legale e culturale di tali fenomeni.
Ciò nonostante, il rapporto sopra citato (WHO, 2002) ha comparato alcune tra
le allora più recenti indagini svolte in diversi Paesi del mondo in tema di abuso
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
56
all’infanzia e trascuratezza segnalando in particolare, per quanto riguarda
quest’ultima, la gravità dei seguenti Paesi:
- in Kenya l’abbandono e l’incuria sono stati gli aspetti del
maltrattamento infantile più citati da parte degli adulti della comunità
cui era stato chiesto di parlare del problema: in questo studio il 21,9%
dei bambini ha dichiarato di essere stato trascurato dai genitori;
- in Canada, uno studio nazionale condotto su un campione di minori
presi in carico dai Servizi Sociali ha documentato che, tra i casi di
incuria documentati, il 19% riguardava incuria fisica, il 12%
abbandono, l’11% incuria educativa (in particolare, il 48% dei danni
fisici erano dovuti alla mancata supervisione da parte di un genitore).
Dai dati provenienti dal National Child Abuse and Neglect Data System del
2008 è emerso che negli Stati Uniti si rilevava un numero complessivo di
minori vittime di maltrattamento pari a 772.000, di cui il 71,1% è stato vittima
di trascuratezza e ancora di questi il 2,2% di trascuratezza sanitaria (NCANDS,
2008). Il report stilato nel 2012 ha invece evidenziato un calo pari al 4,2%,
stimando un numero complessivo di 686.000 minori vittime di maltrattamento
rispetto ai 772.000 del 2008. Tuttavia, anche in quest’ultimo rapporto
(NCANDS, 2012) è stato evidenziato un numero maggiore di casi di
trascuratezza (78,3%), seguiti dalle altre tipologie di maltrattamento tra cui il
maltrattamento fisico (18,3%) e l’abuso sessuale (9,3%).
7 Rapporto governativo del Department of Health and Human Services degli StatiUniti.
Volume 20 N° 2 - 2015
57
Ancora, un recente studio condotto a Curitiba, in Brasile (Da Silva Franzin et
al., 2014) ha messo in evidenza come la percentuale più elevata di segnalazioni
di maltrattamento minorile ai danni di bambini ed adolescenti riguarda proprio
il neglect (57%), per un totale di 9.742 casi di minori vittime di trascuratezza; i
risultati hanno inoltre evidenziato una forte correlazione del neglect con altre
forme di maltrattamento quali la violenza fisica e quella psicologica. La
principale forma di trascuratezza riscontrata è stata la mancanza di protezione e
supervisione da parte dei genitori, seguita dall’incuria educazionale e da quella
sanitaria.
Passando a considerare la panoramica europea, il Concerted Action on the
Prevention of Child Abuse in Europe (CAPCAE, 1997, in May-Chahal, Bertotti
& Di Blasio, 2006) condotto su dati riferiti a 2.356 casi raccolti nel 1996 e 1997
in otto diverse nazioni (Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, Irlanda, Italia,
Paesi Bassi e Spagna) ha fatto emergere la gravità del fenomeno della
trascuratezza infantile sottolineando come in questi Paesi esso risulti la
tipologia di maltrattamento più evidente rispetto ad altre azioni abusive.
L’OMS stima che, in tutta Europa, 18 milioni di bambini ed adolescenti siano
vittime di violenza sessuale, 44 milioni siano vittime di violenze fisiche e 55
milioni siano vittime di violenze psicologiche. Nonostante il numero di studi
volti a specificare il fenomeno della trascuratezza sia scarso, si stima un 16,3%
di minori vittime di trascuratezza fisica ed un 18,4% di minori vittime di
trascuratezza emozionale (http://www.nonstiamozitti.azzurro.it/i-numeri-della-
violenza-nel-mondo/).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
58
Andando a specificare l’incidenza del fenomeno trascuratezza in Italia, già da
tempo è stato sottolineato (Di Blasio & Camisasca, 1996) come nel nostro
Paese manchi un registro nazionale che consenta di avere un quadro aggiornato
e completo sull’incidenza del fenomeno violenza all’infanzia.
Così ad esempio, i risultati di un report di ricerca relativo all’anno 2003 a cura
di Di Blasio & Rossi (2004) in cui sono stati coinvolti 39 servizi specificamente
dedicati al tema del maltrattamento, interni e dipendenti dalle ASL della
Regione Lombardia, hanno messo in luce un numero complessivo di bambini
presi in carico pari a 9.763 casi, di cui 8.573 vittime di violenza accertata e
1.190 colpiti da forme di disagio che lasciano sospettare la presenza di abusi o
violenze non ancora accertati. La ricerca ha confermato l’entità del neglect e la
sua prevalenza rispetto alle altre tipologie di maltrattamento in quanto si
trattava nel 66.5% di minori trascurati, seguiti da quelli maltrattati
psicologicamente (15%), fisicamente (9,5%) e abusati sessualmente (9%).
Secondo la più recente indagine condotta da Terre Des Hommes e Cismai
(2013), prendendo in considerazione un campione di Servizi Sociali di alcuni
Comuni italiani e considerando la popolazione complessiva di quasi 5 milioni
di residenti e di oltre 750.000 residenti minorenni, i casi registrati in Italia di
minori vittime di abusi sono quasi 100.000.
I risultati di questa indagine evidenziano che lo 0,98% dei minori presi a
campione viene assistito dai servizi sociali in quanto vittima di maltrattamento.
Anche in questa indagine, la tipologia di maltrattamento più frequente risulta
essere la trascuratezza, sia materiale che affettiva (52,7%), seguita da altre
Volume 20 N° 2 - 2015
59
forme di abuso quali la violenza assistita (16,6%), il maltrattamento psicologico
(12,8%), l’abuso sessuale (6,7%), la patologia delle cure8 (6,1%) ed il
maltrattamento fisico (4,8%).
4. Fattori di rischio
Ulteriore grande interesse in letteratura, è stato quello dell’indagine dei
cosiddetti fattori di rischio, ovvero tutti quegli aspetti che, più o meno presi
singolarmente o associati tra loro, consentono di prevedere un quadro di rischio
per il maltrattamento e/o l’incuria del minore.
Tra le variabili identificate, alcune riguardano i genitori (la giovane età, la
presenza di una patologia mentale, l’uso di sostanze stupefacenti), altre le
dinamiche all’interno della famiglia (la violenza domestica, la povertà e
l’isolamento sociale), altre ancora le caratteristiche specifiche del bambino (ad
esempio la disabilità e l’età).
Per quanto riguarda le caratteristiche familiari e genitoriali, la povertà
costituisce un importante elemento predisponente ed il fattore di rischio
maggiormente e più direttamente associato al neglect (Nelson, Saunders &
Landsman, 1993; Pelton, 1994; Wilson & Horner, 2005; Giamundo, 2013).
8 Con il termine Patologia delle cure si intende l’inadeguatezza o l’insufficienza di cure
fisiche e/o psicologiche fornite al bambino, in rapporto al suo momento evolutivo, da
parte di coloro che ne sono i legali responsabili. Comprende tre specifiche categorie:
l’incuria (fisica e/o psicologica), ovvero cure insufficienti; la discuria, cure distorte;
l’ipercura, cure eccessivamente medicalizzate.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
60
Stante i risultati del Third National Incidence Study of Child Abuse and Neglect
(NIS-3, 1996), i bambini che vivono in una famiglia con basso reddito o
monoparentale incorrono con maggiore frequenza nel rischio di subire
maltrattamenti fisici e/o variabili forme di trascuratezza. In particolare lo studio
evidenzia che, nell’87% dei casi, gravi negligenze all’accudimento vengono
perpetrati dalla madre, in quanto figura di allevamento prevalente (Di Blasio,
2000).
Ad analogo riscontro è giunto lo studio di Sedlak e coll. (Sedlak, Mettenburg,
Basenaet al., 2010), che ha specificatamente evidenziato come i bambini
provenienti da famiglie con reddito annuo inferiore ai 15.000 dollari hanno una
probabilità 44 volte superiore di poter essere vittime di trascuratezza, rispetto a
quelli provenienti da famiglie con reddito annuo superiore ai 30 mila.
Tuttavia, se da un lato la letteratura indica che sia di per sé la presenza di
difficoltà economiche a dar luogo ad agiti di maltrattamento e/o incuria,
dall’altro specifica come tale elemento piuttosto incida sui vissuti emotivi
personali del genitore e sull’esercizio della sua funzione di accudimento: “non
è il reale stato di difficoltà economica ad incidere sul comportamento
trascurante del genitore, quanto piuttosto la percezione del caregiver delle
avversità legate al basso reddito. È possibile ipotizzare che la rappresentazione
di sé come di un genitore incapace di provvedere economicamente alla
famiglia, incida sul senso di autoefficacia percepita, sulla capacità di
fronteggiamento degli eventi avversivi e, più in generale, sul sistema di
credenze relativo al sé” (Giamundo, 2013, pag. 285).
Volume 20 N° 2 - 2015
61
Così, secondo alcuni autori (Adler, Marmot, McEwen & Stewart, 1999;
Wilson, 2007) quando il basso status socio-economico è associato alla presenza
di fattori ambientali stressanti cronici – ad esempio disagio materiale,
insicurezza alimentare, instabilità residenziale, pericolosità del quartiere,
inadeguatezza della rete del trasporto pubblico, esperienza quotidiana di
stigmatizzazione ed esclusione sociale – vi è una grossa incidenza sui vissuti
emotivi personali delle figure di accudimento, ed in particolare quando queste
condizioni sono gravi e durano a lungo.
Altresì, in alcuni casi è stata evidenziata una più significativa correlazione tra
un basso reddito familiare e la trascuratezza fisica, rispetto ad altre tipologie di
neglect che viceversa erano meno sensibili alle difficoltà economiche (Slack et
al. 2004).
Secondo Burke e coll. (Burke, Chandy, Dannerbeck, et al., 1998), si possono
identificare tre gruppi di fattori implicati nella comparsa di comportamenti
negligenti: fattori legati alla capacità di responsività genitoriale rispetto ai
bisogni di accudimento della prole; fattori legati alla scarsa presenza e/o
supporto della rete sociale; fattori legati alla disponibilità e/o funzionalità di
risorse assistenziali e capacità di fruizione delle stesse da parte del singolo.
Polansky e collaboratori (1981) hanno documentato come l’isolamento o
l’impossibilità di usufruire di adeguati supporti sociali giochi un ruolo
importante nelle difficoltà che i genitori trascuranti hanno nell’adempiere alle
proprie funzioni genitoriali. L’isolamento sociale può portare alla cosiddetta
sindrome di “apatia-inutilità”, nella quale il genitore trascurante, solitamente la
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
62
madre, sentendo di non avere alcuna possibilità di risolvere le problematiche
familiari, assume un atteggiamento passivo, apatico e di insensibilità verso i
bisogni del figlio (Polasky et al., 1981 in Brassard, Germain & Hart, 1993).
Anche in un recente studio italiano (Cheli, Campieri, Fini, et al., 2012)
condotto su 87 soggetti in età evolutiva tra i 3 e i 18 anni presi in carico presso
un centro specialistico contro i maltrattamenti all’infanzia, sono stati
confermati i risultati provenienti dalle ricerche estere sopra citate: nelle
specifiche situazioni di incuria la ricerca ha evidenziato una stretta
interdipendenza con la povertà cronica (74%), con l’isolamento sociale (67%),
con il disinteresse e le scarse conoscenze dei caregivers sullo sviluppo del
bambino (63%), e con il basso livello di istruzione dei genitori (48%). In
aggiunta, lo stesso studio ha evidenziato altri fattori di rischio nell’ambiente
familiare che rivestono un ruolo importante nelle condizioni di abuso e/o
trascuratezza: ad esempio, le precedenti esperienze di vittimizzazione vissute
dal genitore nella propria infanzia (46%), che sembrano confermare la tendenza
ad una trasmissione transgenerazionale della violenza. Nel complesso, emerge
un quadro di diffuso disagio psicosociale che agevola comportamenti
genitoriali trascuranti ed omissivi verso la prole.
Relativamente allo specifico elemento dell’instabilità residenziale, le ricerche
hanno evidenziato come essa contribuisca significativamente ad esporre i
bambini a condizioni di trascuratezza (Dubowitz & Black, 2001; Turner,
Finkelhor et al.2012). Sembra infatti probabile che i frequenti spostamenti e
trasferimenti del nucleo familiare creino un contesto caotico, riducendo la
Volume 20 N° 2 - 2015
63
capacità dei genitori di monitorare, organizzare e rispondere ai bisogni
fondamentali dei figli (Turner H. et al., 2012).
Proseguendo nella disamina di altri fattori di rischio sempre di natura sociale, in
altri studi (Connel-Carrick, 2003; Acquistapace, Ionio et al., 2005), è stato
evidenziato come fattore di rischio significativo nel determinare gravi
situazioni di trascuratezza la condizione di monogenitorialità, e soprattutto nel
caso in cui questa riguardi la figura materna. Acquistapace e colleghi (2005),
infatti, sottolineano come la presenza del genitore singolo spesso associata alla
sua giovane età e ad un basso livello socio-economico, sia il fattore di rischio
preponderante per la trascuratezza in quanto solitamente si traduce in difficoltà
di tipo organizzativo e psicologico nella cura della prole. In aggiunta, se alla
monogenitorialità si associa un’elevata numerosità della prole (cioè pari o
superiore a 3 figli), ciò può rappresentare un importante fattore di
amplificazione dello stress. Infine l’autore riporta che nei casi in cui la famiglia
sia classicamente composta dalle due figure genitoriali, sono entrambi
trascuranti verso la prole, e ciò rappresenta una situazione assai grave in quanto
il bambino non trova all’interno del proprio nucleo familiare ristretto alcuna
figura di riferimento in grado di soddisfare o comprendere le sue esigenze.
Proseguendo verso la disamina di altri fattori, alcune fonti riportano
un’associazione tra disoccupazione e povertà da un lato e dall’altro alcune
condizioni cliniche (ad es. Depressione) e abuso di alcol e sostanze
stupefacenti. Tra queste non ne viene tuttavia specificato il rapporto di
causalità: se genitori con problemi di salute e/o di dipendenza da alcol o
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
64
sostanze incorrono in difficoltà nel trovare o mantenere un posto di lavoro
(ovvero la disabilità clinica può condurre alla disoccupazione, la quale porta
inevitabilmente alla povertà) può essere vero anche il contrario ovvero che
siano le situazioni di disagio socio-economico a condurre alle problematiche
precedenti (Wilson D., Horner W., 2005).
Andando a considerare nello specifico l’abuso di sostanze, la letteratura riporta
(Herskowitz, Seck, Fogg, 1989; USDHHS, 1999; Wang & Harding, 1999;
Donahue, 2004; Marquis, Leschied, et al., 2008;) come i genitori
tossicodipendenti abbiano più probabilità di mettere in atto comportamenti
trascuranti verso i figli; quindi l’abuso di sostanze da parte dei genitori è
certamente un’importante fattore predittivo rispetto ai casi di abuso e/o
trascuratezza (Marquis, Leschied, et al., 2008).
Altresì, secondo Leonard e Eiden (2007) l’abuso di alcol da parte della madre è
maggiormente correlato alle condizioni di trascuratezza, mentre quello da parte
del padre all’abuso fisico e sessuale (Leonard e Eiden 2007 in Giamundo2013).
Ancor più approfonditamente sul tema, il Fourth National Incidence Study of
Child Abuse and Neglect (NIS–4 2010), ha differenziato le diverse forme di
trascuratezza agita in base alla tipologia di sostanze utilizzate dai genitori
trascuranti: per quanto riguarda la trascuratezza fisica, ad incidere è in
particolare l’uso di droghe (14.7%), rispetto al consumo di alcol (11.3%);
similare riscontro si ha anche nel caso della trascuratezza emotiva e di quella
educativa, nelle quali incide maggiormente il consumo di sostanze rispetto a
quello di alcol.
Volume 20 N° 2 - 2015
65
Considerando invece la specifica incidenza delle patologie mentali, vengono
citate come comuni nei diversi casi di trascuratezza le Psicosi, il Disturbo del
Controllo delle Pulsioni, il Disturbo Borderline di personalità e le gravi
Depressioni (Montecchi, 2005). Le madri depresse hanno difficoltà a mantenere
la relazione con i loro figli, sono più irritabili e meno responsive, assumendo
comportamenti di chiusura in se stesse e disimpegno nell’accudimento (Hegar
& Yungman, 1989; Culp & Culp, 1989; Grayson, 2001; Zaslow, Capelli, et al.,
2001; Shay et al., 2008).
Per quanto concerne invece le evidenze riferite dalla letteratura in merito ai
fattori di rischio attribuibili al bambino, si citano intanto in generale l’età, il
temperamento, la nascita prematura e la disabilità.
In riferimento all’età, Montecchi (1994) ha operato una puntuale classificazione
cronologica delle varie forme di maltrattamento e/o incuria, così come segue: i
più gravi casi di incuria specificatamente di natura fisica, con sintomi clinici
eclatanti, si riscontrano più di frequente nei primi due anni di vita, mentre altre
tipologie di incuria sono riconosciute soprattutto quando i bambini cominciano
a frequentare la scuola dell’obbligo (incuria educativa, emotiva). Una specifica
forma di maltrattamento, la Sindrome di Münchausen per Procura9, è invece
9 Secondo i criteri diagnostici riportati dal DSM IV essa è riferibile al “Disturbo fittizio
per procura”. In questa sindrome il genitore, generalmente la madre, attribuisce al
bambino sintomi e malattie di cui non soffre realmente, ma che sono piuttosto il frutto di
una convinzione distorta radicata nello stato di salute fisica e psichica del genitore stesso
che, alla nascita del figlio, trasferisce su di lui (per procura) la propria convinzione di
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
66
presente in tutte le età, con una lieve prevalenza nel periodo pre-adolescenziale
(Montecchi, 1994).
Anche lo studio USDHHS (2006) afferma il dato che sono i bambini al di sotto
dei tre anni ad essere maggiormente a rischio di trascuratezza, e che ciò può
probabilmente dipendere dalla maggiore necessità di cure e sostegno che
caratterizzano questa fascia dello sviluppo.
Analogamente, in una ricerca longitudinale condotta in Francia dal 1991 al
2008 (Makhlouf & Rambaud, 2014), sono stati identificati 70 casi di bambini
morti a causa di omicidio o trascuratezza passiva, che equivalgono a 0.56 casi
l’anno di infanticidi su 100.000 bambini. Dal confronto operato dagli autori su
precedenti analoghe rilevazioni, simili risultati erano stati ottenuti in Giappone
(0.42 casi l’anno su 100.000 bambini) (Yasumi & Kageyama, 2009) e in Svezia
(0.6 casi l’anno su 100.000 bambini) (Somander & Rammer, 1991), mentre
tassi di prevalenza più elevati erano stati riscontrati in Nuova Zelanda (2.23
casi l’anno su 100.000 bambini) (Dean, 2004) e negli Stati Uniti (6.8 casi
l’anno su 100.000 bambini) (Lyman et al., 2003).
Dei 70 casi considerati nello stesso studio, nel 51.4% si trattava di bambini con
meno di 1 anno di età, risultato che andava già a confermare precedenti
rilevazioni sul tema (Brewster et al, 1998; Somander & Rammer, 1991;
Schloesser, Pierpont, Poertner, 1992; Schmidt, Erba, Madea, 1996; Vanamo,
Kauppi, et al 2001; Lucas et al, 2002; Lyman et al, 2003; Craig, 2004; GadEl-
malattia; nell’impossibilità di procurare la malattia al figlio essa ne altera, ove possibile,
Volume 20 N° 2 - 2015
67
Hak Ali, & AboEl-Atta, 2009; Yasumi & Kageyama, 2009). Specificando le
modalità di morte infantile in considerazione dell’età, la metà dei neonati erano
morti per trascuratezza passiva, abbandonati in luoghi isolati, per lo più
discariche, privi di alcun segno di ricezione di cure primarie elementari e
nessuna evidenza di traumi o altre specifiche cause di morte, per esempio
asfissia. Viceversa, gli infanticidi avvenivano in prevalenza per causa di traumi
cranici o colpi di pistola.
Per quanto riguarda l’identità di genere, essa non sembra essere un fattore di
rischio rilevante nel predire casi di trascuratezza, anche se secondo il World
Report on Violence and Health dell’OMS del 2002, nella maggior parte dei
Paesi considerati dallo studio sono le bambine a presentare un rischio più
elevato rispetto ai maschi per infanticidio, abuso sessuale ed incuria
nutrizionale ed educativa. I risultati di diversi studi internazionali mostrano
infatti che su 130 milioni di bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni che
non frequentano la scuola, il 60% di questi sono femmine. Alle bambine non è
infatti permesso di ricevere un’istruzione, poiché vengono obbligate a stare in
casa per occuparsi dei fratelli o per aiutare economicamente la famiglia con il
proprio lavoro.
Considerando le caratteristiche temperamentali, secondo De Panfilis (2000),
tanto i bambini con un temperamento irritabile quanto i bambini che si
mostrano più passivi e chiusi in se stessi, sono maggiormente a rischio di
gli esami di laboratorio.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
68
trascuratezza emotiva, sebbene non sia chiaro se siano queste caratteristiche
comportamentali a condurre il genitore a trascurarli o se, viceversa, questi
comportamenti siano il risultato di una trascuratezza pregressa da parte dei
genitori.
Infine, considerando altri fattori pur sempre riferibili al minore, sempre nel già
citato World Report on Violence and Health dell’OMS del 2002, è stato rilevato
che i neonati prematuri, i gemelli e i bambini con handicap presentino un
rischio più elevato di subire abuso fisico e/o incuria, dati confermati anche dal
Child Maltreatment Report del 2012 (WHO, 2012), stante al quale il 13,3%
delle vittime erano portatori di una qualche disabilità di natura fisica (disturbi
della vista o dell’udito, handicap fisico-motori) cognitiva (ritardo mentale,
disturbi dell’apprendimento) problematiche comportamentali, disturbi emotivi
o ancora altre patologie mediche.
5. Le conseguenze della trascuratezza
Ulteriori considerazioni sulla tematica riguardano le conseguenze sullo
sviluppo psicofisico, emotivo e cognitivo del minore vittima di neglect.
In primo luogo, alcuni riferimenti di letteratura riportano come la trascuratezza
può in alcuni casi essere di natura situazionale, ovvero relativa a circostanze
sporadiche e impreviste che possono però poi mutare positivamente, ma che più
frequentemente essa diventi cronica e quindi associata a problemi più
complessi (Steib & Blome, 2009). Quest’ultima si riferisce generalmente a
continui e gravi privazioni rispetto ai bisogni fisici ed emotivi necessari al
Volume 20 N° 2 - 2015
69
corso dello sviluppo del bambino, adoperati dal genitore o da altra figura di
caregiver (Kaplan, Schene, De Panfilis et al., 2009).
In generale, tra le problematiche riscontrate si annoverano (Gaudin, 1993;
Eckenrode, Laird & Doris, 1993; De Panfilis, 2006): deficit del linguaggio,
problemi scolastici, bassa autostima e scarse relazioni sociali, malattie croniche
e ritardo nella crescita, attaccamento disorganizzato e comportamento
oppositivo-provocatorio.
Relativamente alla specifica area cognitiva e dell’apprendimento, la letteratura
riporta il dato che i bambini vittime di trascuratezza mostrino livelli
significativamente più bassi di Q.I. (Perez & Widom, 1994; De Bellis, Hooper
et al., 2009), deficit linguistici sia in ricezione che in espressione (Gaudin,
1999; Sullivan, 2000), deficit visuo-spaziali, memoria e attenzione, ed un
maggior insuccesso nel rendimento scolastico (De Bellis,Hooper,Sprattet al.,
2009), in particolare nelle aree della lettura e del calcolo, rispetto ai bambini
non maltrattati o ai bambini vittime di maltrattamento fisico (Wodarski et al.,
1990; Eckenrode et al., 1990).
Raggiunta l’età scolare, questi bambini vengono spesso descritti dagli
insegnanti come distratti, poco coinvolti, molto dipendenti dall’insegnante
stesso ed incapaci di proprie iniziative creative, poco capaci di controllare i
propri impulsi, e soprattutto costanti nell’esprimere le proprie difficoltà nella
comprensione del lavoro scolastico giornaliero (Egeland et al., 1983;
Acquistapace & Ionio, 2005).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
70
Recenti risultati di indagine nel nostro Paese, hanno confermato la stretta
connessione tra maltrattamento e disagio e/o dispersione scolastica in età
adolescenziale (Cheli, Campieri, Fini, et al. 2012).
Per quanto riguarda la presenza di disturbi emotivi e comportamentali, come
evidenziato da Acquistapace & Ionio (2005), non vi è pieno accordo in
letteratura: mentre alcuni autori sostengono che tali disturbi siano direttamente
correlati ad esperienze di trascuratezza (De Paul & Arruabarrena, 1995), altri
non hanno riscontrato queste difficoltà (Wodarski, Kurtz, et al., 1990).
Gli ambienti socialmente ed emotivamente poveri, che sono spesso presenti nei
casi di trascuratezza, impediscono lo sviluppo delle normali competenze
emotive (Pollak et al., 2000) e possono condurre ad un impoverimento nella
reattività emozionale (Gilles et al., 2000; Van derVegt et al., 2009).
Pollak et al. (2000) hanno riferito che i bambini trascurati hanno maggiori
difficoltà nel riconoscimento delle emozioni rispetto al gruppo di controllo o ai
bambini maltrattati fisicamente; i deficit di comprensione emotiva risultano
soprattutto nella capacità di distinguere la gioia dalla tristezza, e le espressioni
di rabbia da quelle legate ad altre emozioni negative.
Anche i risultati emersi in uno studio di Sullivan e coll. (2008) hanno
confermato quanto precedentemente descritto: i bambini trascurati presentano
un deficit precoce nella competenza emotiva in tutte e tre le sue componenti,
quelle dell’etichettamento, del riconoscimento delle emozioni e
dell’abbinamento delle espressioni al contesto; generalmente si tratta di deficit
che persistono nel tempo (Sullivan, Bennett D, Carpenter, et al., 2008).
Volume 20 N° 2 - 2015
71
Uno studio longitudinale sullo sviluppo emotivo dei bambini maltrattati,
condotto da Young & Widom (2014) esaminando un campione10
di adulti che
erano stati fisicamente e sessualmente abusati e/o trascurati da bambini, allo
scopo di valutare l’impatto a lungo termine del maltrattamento sulle abilità di
elaborazione delle emozioni, ha ugualmente confermato i risultati già esposti:
in tali casi vi è una seria deficitarietà nel riconoscimento e nell’elaborazione
delle emozioni, e nello specifico di quelle positive. I ricercatori hanno spiegato
il risultato ipotizzando che questi adulti, precedentemente abusati e trascurati da
bambini, abbiano sviluppato una visione del mondo negativa che ha loro
impedito di riconoscere le emozioni positive. Se sin da bambini hanno ricevuto
e percepito esclusivamente emozioni negative, ciò ha reso più difficile in età
adulta il riconoscimento di quelle positive.
Facendo un ipotetico confronto di gravità tra le varie forme di trascuratezza
infantile, la letteratura indica come quella emotiva abbia conseguenze assai più
profonde di quella fisica, nonché di altre forme di maltrattamento. A tale
risultato sono ad esempio giunti Hildyard & Wolfe (2002), evidenziando un
significativo ritardo nello sviluppo e difficoltà nei vissuti delle relazioni di
attaccamento in bambini che erano stati vittime di trascuratezza emotiva: “tali
risultati sottolineano l’importanza del “nutrimento emotivo” nelle fasi iniziali
della vita di un bambino sul suo successivo sviluppo psicologico, paragonabile
10 Il campione è stato selezionato tra i casi di bambini maltrattati e trascurati segnalati tra
il 1967e il 1971 ed è stato seguito sino all’età adulta, attraverso periodici incontri ed
interviste di follow-up, conclusesi nel 2010.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
72
all’importanza del cibo e della sicurezza per lo sviluppo fisico” (Hildyard &
Wolfe, 2002, pp. 685-686).
Uno studio condotto da Arace e Gallino (2003), ha analizzato le
rappresentazioni mentali dei bambini in situazioni di grave deprivazione e
abuso emotivo attraverso la somministrazione del Disegno Cinetico della
Famiglia11
. I risultati hanno evidenziato che i disegni dei bambini trascurati si
caratterizzano per l’assenza delle figure genitoriali e per l’assenza dei
tradizionali ruoli genitoriali; per rappresentazioni grafiche delle figure adulte di
accudimento come non supportive, fragili, minacciose e ostili; per la scarsa
integrazione delle figure; per un’immagine di sé incompleta, svalorizzata e a
volte inconsistente, che non può comunicare le proprie emozioni attraverso le
espressioni facciali, impossibilitata a stabilire un contatto relazionale e ad
affermare la propria autonomia e indipendenza.
Anche altri Autori (Toth, Cicchetti, Macfie et al., 2002), avevano già segnalato
come i bambini trascurati mostrino deficitarie rappresentazioni positive del Sé
rispetto ai bambini che subiscono altre forme di maltrattamento, coerentemente
con le loro esperienze di accudimento: raramente infatti questi bambini
ricevono risposte ed attenzioni.
11 La caratteristica principale di questa versione del test consiste nel fatto che il soggetto
viene invitato a disegnare i componenti della propria famiglia mentre compiono
un’azione e aggiunge quindi la dimensione del movimento a un disegno altrimenti
statico, facilitando l’espressione della rappresentazione che il bambino ha delle
dinamiche familiari.
Volume 20 N° 2 - 2015
73
Per quanto riguarda l’indagine del comportamento adattivo12
nei bambini che
hanno subito abusi e trascuratezza, uno studio condotto da Viezel, Lowell et al.
(2014), ha esaminato 160 bambini in affido13
ed evidenziato come i bambini
che erano stati trascurati ottenevano punteggi significativamente più
compromessi in tutte e tre le aree indagate dal Vineland Adaptive Behavior
Scales I e II14
(comunicazione, abilità di vita quotidiana e socializzazione). I
bambini vittime di trascuratezza mostravano deficit significativi nelle
competenze linguistiche (tra cui la comunicazione espressiva, la comprensione
del linguaggio scritto e parlato), nelle abilità quotidiane (tra cui la cura
personale, la capacità di completare le faccende domestiche e le “living skills”
della comunità di appartenenza) e nelle competenze sociali (tra cui la capacità
di creare relazioni interpersonali, svolgere adeguate attività ludiche e di svago
ed esprimere adeguate strategie di coping).
Questi risultati sono coerenti a quelli emersi da precedenti ricerche
(Williamson, Borduin, Howe, 1991; Hildyard & Wolfe, 2002), che indicavano
12 Per comportamento adattivo si intendono le abilità concettuali (linguaggio, concetti
numerici), sociali (abilità interpersonali, concetto di sé, regole comportamentali)e le
competenze pratiche (cura di sé, della casa, gestione del tempo e del denaro) che le
persone acquisiscono nel corso della loro vita e che utilizzano nella quotidianità. 13 42 allontanati dalle loro famiglie a causa di abusi e 118 a causa di trascuratezza 14 Le Vineland Adaptive Behavior Scales valutano l'autonomia personale e la
responsabilità sociale degli individui dai 6 ai 60 anni, attraverso un'intervista semi-
strutturata rivolta a genitori e caregivers. Permettono di individuare punti di forza e di
debolezza del soggetto in specifiche aree del comportamento adattivo e di valutare le
abilità personali e sociali di una persona nell’ambito di contesti di vita quotidiani,
favorendo la programmazione di interventi individuali educativi o riabilitativi.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
74
come i bambini trascurati, più di quelli maltrattati fisicamente, abbiano
dimostrato difficoltà nell’interazione sociale, evidenziando un forte ritiro
sociale e isolamento (Viezel, Lowell, et al., 2014).
Relativamente all’area dei più generali comportamenti a rischio, Rodgers e
colleghi (2004), hanno rilevato una relazione significativa tra trascuratezza
fisica e gravidanze precoci ed individuato nei soggetti emotivamente trascurati
coloro che mettono in atto comportamenti poco responsabili come, ad esempio,
utilizzare meno frequentemente la cintura di sicurezza.
Anche il già citato studio di Acquistapace & Ionio (2005) aveva riportato degli
specifici comportamenti a rischio, quali i disturbi alimentari in età adulta (Kent,
Waller, Dagnan, 1999), le fughe da casa (Kaufman &Widom, 1999), la
prostituzione femminile (Widom & Kuhns, 1996) e la dipendenza da sostanze e
da alcol (Horwitz et al, 2001).
Ancora, numerose ricerche si sono da tempo interessate all’influenza dei
processi familiari, e nello specifico agli eventuali vissuti di abuso e
trascuratezza, nello sviluppo di comportamenti delinquenziali e criminali.
Tuttavia, se da un lato è stata posta grande attenzione agli effetti dell’abuso
fisico sulla delinquenza (McCord, 1983; Doerner, 1988; Widom, 1989), in
misura minore sono stati indagati gli effetti deleteri della trascuratezza sulla
criminalità posta in essere in età adolescenziale e adulta, associazione che è
stata tuttavia confermata (West & Farrington, 1973; Di Blasio, 1988; Widom,
1989; Rivera & Widom, 1990; Malamuth et al., 1991; Smith & Thornberry,
1995; Trickett & McBride-Chang, 1995; Rogosch, Cicchetti, Aber, 1995;
Volume 20 N° 2 - 2015
75
Maxfield & Widom, 1996; Widom, 2001; Acquistapace & Ionio, 2005;
Maughan & Moore, 2010).
Ad oggi, la maggior parte delle ricerche internazionali che hanno esaminato la
correlazione tra trascuratezza e delinquenza, hanno utilizzato dati provenienti
dal Child Protection Registers inglese e questo risulta assai problematico, in
quanto rende i dati ottenuti difficilmente generalizzabili al resto della
popolazione (Chapple, Tyler & Bersani, 2005).
Si può comunque citare qualche riferimento interessante. Ad esempio, come
riportato da Hildyard & Wolfe (2002), le persone che hanno subito
trascuratezza sono simili a quelle con storie di maltrattamento fisico in termini
di numero di arresti per crimini violenti commessi in età giovanile o adulta
(20% per la trascuratezza vs 21% per il maltrattamento fisico).
Lo studio longitudinale condotto da Chapple e coll. (Chapple, Tyler & Bersani,
2005) ha indagato gli effetti del neglect sull’autocontrollo, sulle relazioni con i
pari e sulla delinquenza. Riprendendo la definizione di autocontrollo data da
Gottfredson e Hirschi (1990), esso è la capacità delle persone di evitare
comportamenti criminali a prescindere dalle circostanze in cui si trovano:
dunque i giovani privi di autocontrollo tenderanno ad essere impulsivi,
insensibili e ad impegnarsi in azioni criminali o simili, mentre quelli con scarso
autocontrollo avranno comunque difficoltà a gestire le proprie emozioni e
agiranno senza pensare, ignorando spesso il dolore e la sofferenza degli altri.
Nello specifico, secondo gli Autori, uno scarso autocontrollo non è prodotto
dalla socializzazione o dall’apprendimento, ma dalla mancanza di accudimento,
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
76
disciplina o educazione. Ebbene, stante i risultati di Chapple e coll., i bambini
trascurati hanno maggiori probabilità di essere rifiutati dai loro coetanei e di
mettere in atto comportamenti violenti sin da piccoli, comportamenti che
persistono fino all’adolescenza e non riescono ad essere mediati
dall’acquisizione di maggior autocontrollo; tuttavia, gli autori hanno ammesso
di non essere giunti alla piena convalida dell’ipotesi di ricerca iniziale, tale da
poter porre in essere una causalità diretta tra i vissuti di trascuratezza e la
predittività di scarso autocontrollo (Chapple, Tyler & Bersani, 2005).
Un’interessante studio longitudinale condotto da Maughan & Moore (2010) su
un campione di bambini vittime di trascuratezza tra gli 8 ed i 9 anni di età ha
esaminato i tipi di reati da loro commessi in età adulta. Le tipologie di reato
maggiormente riscontrate dalle denunce dei casellari giudiziari sono stati: furto,
furto con scasso e possesso non autorizzato di veicoli, in linea con i risultati di
altri precedenti studi (Fagan & Abigail, 2001) che avevano già evidenziato
come la trascuratezza sia correlata soprattutto con la messa in atto di reati
contro il patrimonio.
Risultati simili sono stati raggiunti anche in una ricerca condotta su 161 giovani
delinquenti maschi detenuti in sei strutture penitenziarie in uno stato del
Midwest, che ha evidenziato come la trascuratezza fisica subita durante
l’infanzia sia il più importante fattore predittivo della successiva messa in atto
di comportamenti di status offense (ovvero comportamenti vietati ai minori
quali il consumo di alcol, scappare di casa e marinare la scuola), di reati contro
Volume 20 N° 2 - 2015
77
il patrimonio (furto, furto con scasso, incendio doloso e taccheggio) e di altri
comportamenti criminali violenti e non violenti (Evans & Burton, 2013).
Relativamente a disamine più approfondite sull’esplicitarsi dei comportamenti
di trascuratezza da parte delle figure di accadimento, il già citato studio di
Maughan & Moore (2010) ha altresì individuato ed analizzato quattro fattori di
rischio alla base del comportamento trascurante che possono condurre
all’adozione di comportamenti devianti e/o delinquenziali:
1. “separazione dai genitori” (distacco significativo dai genitori della durata
superiore ad un mese);
2. “organizzazione disorganizzata e caotica della famiglia” (ambiente sporco e
caotico, sovraffollamento, alloggio fatiscente o poco curato, trascuratezza fisica
del bambino);
3. “armonia coniugale e coinvolgimento del padre” (padre assente o
eccessivamente rigido o lassista, conflitti tra i genitori);
4. “supervisione dei genitori” (descrizione del tempo trascorso dal ragazzo fuori
casa e del tempo passato fuori casa dai genitori).
Tra tutti, il fattore “supervisione dei genitori” è risultato essere
significativamente associato con la delinquenza in età adulta, come già
riscontrato in precedenza da altri Autori (Hirschi, 1969), considerando che
l’assenza di figure genitoriali efficaci in termini di supervisione e offerta di
esempi comportamentali, può lasciare aperta la possibilità di acquisire i modelli
comportamentali da pari negativi.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
78
Il fattore due, “organizzazione disorganizzata e caotica della famiglia”, era già
stato citato da Bolger, Patterson & Kupersmidt (1998), che avevano sostenuto
come un ambiente domestico caotico e sporco può contribuire a creare
limitazioni nella sfera amicale e sociale dei bambini trascurati; sulla stessa
linea, altri Autori hanno sostenuto che le difficoltà a creare e a mantenere
relazioni prosociali tra i pari è associata ad un maggior rischio di delinquenza
da adulti (De Muth, 2004; De Paul & Arruabarrena, 1995).
Infine, anche se i fattori uno (“separazione dai genitori”) e due (“armonia
coniugale e coinvolgimento del padre”) non sono risultati essere
significativamente correlati con la delinquenza, gli Autori non ne hanno
comunque escluso un certo grado di influenza (Maughan & Moore S., 2010).
A tal proposito, secondo quanto riportato in Mastronardi (2012), diversi Autori
hanno tentato di individuare le cause della delinquenza in riferimento
all’assenza della figura materna e/o paterna, nonché alle carenze delle rispettive
funzioni di accadimento.
Secondo alcuni, “la separazione precoce dalla madre può provocare un
atteggiamento di indifferenza affettiva ed aggressività in quanto la perdita
dell’oggetto d’amore porta a rifiutare ogni legame affettivo per timore di
perderlo nuovamente: ciò condiziona una grave difficoltà di rapporti
interpersonali e, molto spesso, un’evoluzione antisociale. Effetti di questo
genere si verificherebbero frequentemente in soggetti istituzionalizzati nei
primi anni di vita” (Mastronardi, 2012, pag. 172-173); “altri Autori (Andry,
Seashore, Gregory, Warren e Palmer) hanno tentato, invece, di mettere in
Volume 20 N° 2 - 2015
79
evidenza una correlazione tra la delinquenza e la privazione paterna”,
sottolineando l’importanza della figura paterna per la formazione della
coscienza etico-sociale nel bambino, che può fungere da “fattore protettivo”
rispetto all’adozione di comportamenti devianti e/o delinquenziali
(Mastronardi, 2012, pag. 174).
In definitiva, le evidenze scientifiche sopra riportate contribuiscono ad
affermare che, nell’adozione di molti comportamenti devianti, nel complesso
concorre la copresenza di fattori quali: predisposizione individuale, cause
sociali ed influenza di ambienti familiari di crescita caratterizzati da situazioni
di grave deprivazione e trascuratezza, sia fisica che emotiva.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
80
Conclusioni
Il presente lavoro ha desiderato dare riscontri in merito alla distribuzione
epidemiologica del neglect infantile, agli specifici fattori di rischio ad esso
associati, nonché in merito alle conseguenze sul piano dello sviluppo
psicofisico, cognitivo ed emotivo.
La disamina della letteratura di specie non è resa agevole dal fatto che, nel
trattare di maltrattamento e/o trascuratezza ai minori, solo in pochi casi vi è
distinzione tra le varie forme in cui essa si può manifestare, così che si possa
specificatamente isolare la trascuratezza dalle varie altre forme in cui l’abuso
diventa agito.
Da un punto di vista quantitativo, la trascuratezza sembra tuttavia essere
prevalente rispetto alle condotte di abuso.
Per quanto riguarda i fattori di rischio, emerge che la povertà sia il fattore di
rischio più significativo nel predire situazioni di grave negligenza. In realtà, le
condizioni socio-economiche carenti non bastano, da sole, a rendere i genitori
negligenti, ma esse influiscono lì dove si aggiungono altri fattori legati alle
caratteristiche del caregiver o dell’assetto familiare, quali: la giovane età;
pregresse esperienze di simili vittimizzazioni vissute dagli stessi genitori (con
trasmissione trans generazionale della violenza e/o trascuratezza); l’assenza e/o
l’inefficacia di un’adeguata rete di supporto socio-assistenziale; l’abuso di alcol
e/o droghe; la presenza di disturbi mentali.
Volume 20 N° 2 - 2015
81
Relativamente ad altri fattori di rischio, attribuibili al bambino, emergono: la
tenera età; un temperamento particolarmente irritabile, ma anche l’opposto
temperamento di chiusura in sé; la disabilità fisica, motoria, cognitiva e
comportamentale.
Gli effetti della trascuratezza a medio e lungo termine sono molti e assai
drammatici: deficit cognitivi, linguistici, problemi scolastici, malattie croniche
e ritardo nella crescita, attaccamento disorganizzato, bassa autostima,
isolamento sociale, comportamento oppositivo-provocatorio e deficit nel
riconoscimento e nella comprensione delle emozioni, anche da adulti. È
emerso, inoltre, che la trascuratezza è spesso associata a comportamenti
delinquenziali, sia in adolescenza che in età adulta e che le tipologie di reato
prevalentemente associate al neglect sono i reati contro il patrimonio.
Fondamentale si mostra la necessità di approfondire la tematica, tanto in senso
definitorio quanto di disamina delle sue peculiarità esplicative, al fine di
adeguati interventi preventivi, riabilitativi e di sostegno in tutela dei minori che
ne sono vittime.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
82
BIBLIOGRAFIA
ACQUISTAPACE V. & IONIO C. (2005), “Cosa si cela dietro la
trascuratezza?”, Maltrattamento e abuso all’infanzia, 7(1):7-9
ACQUISTAPACE V. & IONIO C. (2005), “La trascuratezza:
caratteristiche, segni ed effetti”, Maltrattamento e abuso all’infanzia,
7(1):37-51
ACQUISTAPACE V., IONIO C., MILANI L., ET AL. (2005), “Segni e
sintomi della trascuratezza: una ricerca empirica”, Maltrattamento e abuso
all’infanzia, 7(1):57-73
AMMANITI M. (2001), Manuale di psicopatologia dell’infanzia,
Raffaello Cortina, Milano.
AMMANITI M. (2010), Psicopatologia dello sviluppo. Modelli teorici e
percorsi a rischio, Raffaello Cortina, Milano.
AMMANITI M., MATASSI R., SALM G., TOLINO G. (1981), Il
bambino maltrattato, Il Pensiero Scientifico, Roma.
ARACE A. & GIANI GALLINO T. (2003), “Abuso emotivo e grave
trascuratezza: la rappresentazione mentale della famiglia nei minori
deprivati”, Maltrattamento e abuso all’infanzia, 5(2):35-56
BRANDON M., BAILEY S., BELDERSON P., ET AL. (2014), “The Role
of Neglect in Child Fatality and Serious Injury”, Child Abuse Review,
23:235–245
Volume 20 N° 2 - 2015
83
BRASSARD M.R, GERMAIN R. & HART S.N. (1993), La violenza
psicologica contro bambini e adolescenti, Armando Editore, Roma.
BURKE J., CHANDY J., DANNERBECK A., ET AL. (1998), “The
parental environment cluster model of child neglect: an integrative
conceptual model”, Child Welfare, 389-405
CAMERINI G.B. & SECHI E. (2010), Riabilitazione psicosociale
nell’infanzia e nell’adolescenza, Maggioli, Santarcangelo di Romagna
(RN).
CHAPPLE C., TYLER K., BERSANI B. (2005), “Child Neglect and
Adolescent Violence: Examining the Effects of Self-Control and Peer
Rejection”, Violence and Victims, 39-53
CHELI M., CAMPIERI M., FINI A., ET AL. (2012), “Esperienze
traumatiche in età evolutiva e fattori di rischio familiari: un’indagine sugli
esiti nello sviluppo”, Maltrattamento e abuso all’infanzia, 14(3):91-103
DA SILVA FRANZIN L.C., ET AL. (2014), “Neglect Child and
adolescent abuse and neglect in the city of Curitiba, Brazil”, Child Abuse
& Neglect, 38:1706–1714
DE BELLIS M., HOOPER S., SPRATT E., ET AL. (2009),
“Neuropsychological Findings in Childhood Neglect and their
Relationships to Pediatric PTSD”, Journal of the International
Neuropsychological Society, 15(6):868–878
DEMAUSE L. (1983), Storia dell’infanzia, Emme Edizioni, Milano.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
84
DI BLASIO P. (2000), Psicologia del bambino maltrattato, Il Mulino,
Bologna.
DONOHUE B., AZRIN N., BRADSHAW K. (2014), “A Controlled
Evaluation of Family Behavior Therapy in Concurrent Child Neglect and
Drug Abuse”, Journal of Consulting and Clinical Psychology, 82(4):706–
720
EVANS C. & BURTON D. (2013, Oct.), “Five Types of Child
Maltreatment and Subsequent Delinquency: Physical Neglect as the Most
Significant Predictor”, Journal of Child & Adolescent Trauma, 231-245
EVANS-CAMPBELL T. (2008), “Perceptions of Child Neglect Among
Urban American Indian/Alaska Native Parents”, Child Welfare, 115-42
FAGAN A.A. (2001), “The Gender Cycle of Violence: Comparing the
Effects of Child Abuse and Neglect on Criminal Offending for Males and
Females”, Violence and Victims, 457-474
FARMER E. & LUTMAN E. (2014), “Working Effectively with
Neglected Children and Their Families – What Needs To Change?”, Child
Abuse Review, 23:262–273
FISCHETTI C. (1996), Innocenza violata, Editori Riuniti, Roma.
GIAMUNDO V. (2013), Abuso e maltrattamento all'infanzia: modelli di
intervento e terapia cognitivo-comportamentale, Franco Angeli, Milano.
GIUSTI E. & IACONO M. (2010), Abusi e maltrattamenti. Psicologia
della cura minorile, Sovera Edizioni, Roma.
Volume 20 N° 2 - 2015
85
HILDYARD K. & WOLFE D. (2002), “Child neglect: developmental
issues and outcomes”, Child Abuse & Neglect, 26(6-7):679-695
KAPLAN C., SCHENE P., DEPANFILIS D., ET AL. (2009),
“Introduction: Shining Light on Chronic Neglect”, Protecting Children,
24(1):2-8
KRUG E., DAHLBERG L., MERCY J., ET AL. (2002), “World report on
violence and health”, World Health Organization, Geneva.
MAKHLOUF F. & RAMBAUD C. (2014), “Neglect Child homicide and
neglect in France: 1991–2008”, Child Abuse & Neglect, 38:37-41
MARQUIS R., LESCHIED A., CHIODO D., ET AL. (2008), “The
Relationship of Child Neglect and Physical Maltreatment to Placement
Outcomes and Behavioral Adjustment in Children in Foster Care: A
Canadian Perspective”, Child Welfare, 5-25
MASTRONARDI V. (2012), Manuale per operatori criminologici e
psicopatologi forensi, V ediz., Giuffrè, Milano.
MAUGHAN D. & MOORE S. (2010), “Dimensions of Child Neglect: An
Exploration of Parental Neglect and Its Relationship with Delinquency”,
Child Welfare, 47-65.
MAY-CHAHAL C., BERTOTTI T., DI BLASIO P., ET AL. (2006),
“Child maltreatment in the family: a European perspective”, European
Journal of Social Work, 9(1):3-20
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
86
MILANIAK I., WIDOM C. (2014), “Does Child Abuse and Neglect
Increase Risk for Perpetration of Violence Inside and Outside the Home?”,
Psychology of Violence, 5(3):246-255
MILLER A. (1990), L’infanzia rimossa. Dal bambino maltrattato
all’adulto distruttivo nel silenzio della società, Garzanti, Milano.
MONTECCHI F. (1994), Gli abusi all’infanzia. Dalla ricerca
all’intervento clinico, La Nuova Italia Scientifica, Roma.
MONTECCHI F. (2005), Dal bambino minaccioso al bambino minacciato,
Franco Angeli, Milano.
NIKULINA V., WIDOM C., CZAJA S. (2011), “The Role of Childhood
Neglect and Childhood Poverty in Predicting Mental Health, Academic
Achievement and Crime in Adulthood”, American Journal of Community
Psychology, 309-321.
OSOFSKY J. & LIEBERMAN A. (2011), “A Call for Integrating a Mental
Health Perspective Into Systems of Care for Abused and Neglected Infants
and Young Children”, American Psychologist, 66(2):120–128
PETRONE L. (2005), E se l'orco fosse lei?: strumenti per l'analisi, la
valutazione e la prevenzione dell’abuso al femminile con un nuovo test per
la diagnosi, Franco Angeli, Milano.
SEDLAK A.J., METTENBURG J., BASENA M., ET AL. (2010), Fourth
National Incidence Study of Child Abuse and Neglect (NIS–4): Report to
Volume 20 N° 2 - 2015
87
Congress, Washington, DC: U.S. Department of Health and Human
Services, Administration for Children and Families.
STEIB S. & BLOME W. (2009), “How Can Neglected Organizations
Serve Neglected Children?”, Protecting Children, 24(1):9-19
SULIMANI-AIDAN Y. & BENBENISHTY R. (2013), “Child
Maltreatment Reports in Israel: The Intersection Between Community
Socioeconomic Characteristics and Ethnicity”, American Journal of
Orthopsychiatry, 83(1):29-36
SULLIVAN M., BENNETT D., CARPENTER K., ET AL. (2008),
“Emotion knowledge in young neglected children”, Child Maltreatment,
13(3):301-306
TOTH S., CHICCHETTI D., MACFIE J., ET AL. (1997),
“Representations of self and other in the narratives of neglected, physically
abused, and sexually abused preschoolers”, Development and
Psychopatology, 9:781-796
TURNER H., FINKELHOR D., ORMROD R., ET AL. (2012), “Family
Context, Victimization, and Child Trauma Symptoms: Variations in Safe,
Stable, and Nurturing Relationships During Early and Middle Childhood”,
American Journal of Orthopsychiatry, 82(2):209–219
CHILD MALTREATMENT (2012), U.S. Department of Health and
Human Services - Administration for Children and Families -
Administration on Children, Youth and Families - Children’s Bureau.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
88
VIEZEL K., LOWELL A., DAVIS A., ET AL. (2014), “Differential
Profiles of Adaptive Behavior of Maltreated Children”, Psychological
Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy, 6(5):574–579
VILLODAS M., LITROWNIK A., THOMPSON R., ET AL. (2012),
“Changes in Youth’s Experiences of Child Maltreatment Across
Developmental Periods in the LONGSCAN Consortium”, Psychology of
Violence, 2(4):325–338
WILSON D. (2007, June), Poverty and chronic neglect: An
epidemiological perspective.Presentation at Creative Solutions to the
Challenge of Chronic Child Neglect, New York City, NY.
WILSON D. & HORNER W. (2005), “Chronic Child Neglect: Needed
Developments in Theory and Practice”, Families in Society, 471-481
YOUNG J. & WIDOM C. (2014), “Long-term effects of child abuse and
neglect on emotion processing in adulthood”, Child Abuse & Neglect,
38(8):1369–1381
Volume 20 N° 2 - 2015
89
Carmelinda Falcone15
Danila Pescina16
IL SUICIDIO COME ATTO LIBERATORIO DEGLI ADOLESCENTI
DA UN NEMICO VIRTUALE: IL CYBERBULLISMO
Riassunto
Oggi siamo individui travolti dalla tecnologia, e ciò ha stravolto soprattutto la
vita degli adolescenti con le diverse forme di violenze celate nel lato oscuro del
web, che pur invisibili, sottili, hanno provocato la distruzione di vite fragili che
non hanno saputo reagire al nuovo pericolo del cyberbullismo.
Si è passato così dal bullismo reale ad un bullismo “virtuale”, più pericoloso e
minaccioso poiché le vessazioni possono verificarsi in qualsiasi ora del giorno e
della notte, provocando un grave malessere nella vittima che può sfociare in
disturbi psicopatologici e suicidi.
Il bambino o l’adolescente può essere umiliato in diversi modi: con messaggi
violenti o volgari diffusi su Forum o Social Network, con pubblicazione di
immagini intime e imbarazzanti (senza il suo consenso), o ancora con la
divulgazione e la condivisione di filmati relativi ad una situazione personale o
un’aggressione subita.
15
Laurea in Sociologia, Master in Criminologia e Scienze Strategiche-
Università di Roma “Sapienza”. 16
Psicologa, Criminologa, Psicoterapeuta. Specialista in Psicoterapia Breve ad
Approccio Strategico. Esperta in Psicologia delle Dipendenze. Coll. Prof.
Dipartimento di Neurologia e Psichiatria, Coordinatore didattico-scientifico
Master in Criminologia e Scienze Strategiche- Università di Roma “Sapienza”
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
90
Il cyberbullo è un utente anonimo o che utilizza un falso account, perciò risulta
difficile per la vittima individuare chi dietro a quel computer lo minaccia e lo
umilia continuamente. Dal 2008 vi sono stati svariati casi di suicidi: Amanda,
Hannah, Carolina, Andrea, di diversa provenienza geografica ma con storie
simili che fanno rabbrividire, soprattutto se si pensa che i responsabili sono
altrettanti ragazzi minorenni.
Parole chiave: cyberbullismo, suicidio
Abstract
Today individuals are overwhelmed by technology, and this has affect our lives
and especially the lives of adolescents with different forms of violence hidden
in the dark side of the web, which, although invisible and thin, it results in the
destruction of fragile lives who have not been able to react to the new threat of
cyberbullying. So from the real bullying, this has changed to another form, a
"virtual" bullying, the most dangerous and threatening kind, because the
harassment can occur at any time of the day or night, causing severe discomfort
in the victim, which can results in psychopathological disorders and suicide.
The child / adolescent can be humiliated in various ways: with violent or vulgar
messages left on different Forums or Social Networks, with the publication of
intimate and embarrassing photographs (without his/her consent), or with the
publication and sharing of movie clips related to a personal situation or with
straight aggression. The cyberbully is an anonymous user or sometimes use a
false account, so it is difficult for the victim to identify those who threaten and
Volume 20 N° 2 - 2015
91
humiliate him/her behind the computer. Since 2008, there have been several
cases of suicides: Amanda, Hannah, Carolina, Andrea, each one of different
geographical origin but with similar stories that make one shiver, especially if
you think that most of the bullies are underage boys.
Keywords: cyber-bullying, suicide, psychopathological disorders.
Che cos’ è il Cyberbullismo?
L’ultimo ventennio ha visto una profonda trasformazione riguardo al modo di
comunicare, e a poco a poco la comunicazione verbale è stata “sostituita” da
quella virtuale. Le tecnologie sono diventate sempre più potenti e sofisticate per
cui la quantità di informazioni che è possibile trasmettere diventa
potenzialmente infinita. Questa nuova era tecnologica ha abbattuto le barriere
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
92
spazio- temporali, in quanto è possibile comunicare con chiunque e ovunque17
,
con i relativi pericoli a cui possono incorrere soprattutto i più giovani.18
Tra questi rischi vi è una minaccia virtuale che invade il mondo dei
giovanissimi: il cyberbullismo, termine che indica atti di molestia e di bullismo
effettuati tramite mezzi elettronici. “Un tempo le vittime di Franti (il prepotente
del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis) o di Barry Tamerlane (il bullo del
17
Negli ultimi anni, secondo il rapporto Censis/Ucsi in Italia, gli utenti abituali
dei cellulari si sono raddoppiati raggiungendo la quota di quasi quaranta
milioni; contemporaneamente le persone capaci di utilizzare il computer sono
aumentate di cinque milioni e lo stesso vale per gli utenti di internet giunti a
undici milioni come utenti abituali, e diciotto milioni come utenti complessivi.
Tale rivoluzione ha coinvolto maggiormente i giovani. Ai tradizionali enti di
socializzazione si sono affiancati i media, fornendo una serie di valori, ruoli e
atteggiamenti che a volte integrano e a volte sostituiscono quelli forniti dalla
famiglia, dalla scuola o dalla comunità (Cf. M. Santilli, F. Salzillo, Bullismo e
Cyberbullismo, pp. 1-2, Tratto da: http://www.qualepsicologia.it/wp-
content/uploads/2013/04/30-Santilli-M.-Salzillo-F.-Bullismo-e-
Cyberbullismo.pdf). 18
Alcuni studi mostrano i rischi specifici legati all’uso dei PC in particolare,
nella misura in cui i dispositivi tecnologici si sono evoluti, l’oggetto sul quale
sono state condotte le ricerche è anch’esso cambiato rapidamente. Negli Stati
Uniti, il rapporto pubblicato nel 2000 dall’Alliance for Childhood, aveva una
tonalità molto critica e un punto di vista polemico riguardo alle tecnologie. In
tale rapporto emerge la preoccupazione dovuta alla constatazione che la vita dei
bambini si svolge principalmente davanti ad un monitor, con la conseguente
insorgenza di problemi quali l’obesità o i disturbi muscolo-scheletrici in
rapporto con lo sviluppo dell’uso del computer (Cf. M. Santilli, F. Salzillo,
Bullismo e Cyberbullismo, p. 2, Tratto da: http://www.qualepsicologia.it/wp-
content/uploads/2013/04/30-Santilli-M.-Salzillo-F.-Bullismo-e-
Cyberbullismo.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
93
Libro “L’inventore di sogni” di Ian Mcewan) rientrate a casa, trovavano, quasi
sempre, un rifugio sicuro, un luogo che le proteggeva dall’ostilità e dalle
angherie dei compagni di scuola. Oggi, la tecnologia permette ai bulli di
infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro
vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi, inviati con i
video-telefonini o pubblicati, su qualche sito internet”.19
Il termine cyberbullying è stato coniato dall’educatore canadese Bill Belsey
secondo cui: “Il bullismo implica l’uso di informazioni e comunicazioni
tecnologiche a sostegno di un comportamento intenzionalmente ripetitivo ed
ostile di un individuo o di un gruppo di individui che intende danneggiare uno
o più soggetti”.20
L’uso delle tecnologie di comunicazione elettronica è volto al coinvolgimento
in atti di crudeltà e comportamenti denigratori ripetuti che procurano danni
19
Pisano, Saturno 2008 (Cf. Manuale Pratico per la prevenzione del
Cyberbullismo e della navigazione online a rischio, p. 6, Tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf). 20
Altri autori si sono interessati al fenomeno, tra cui Smith e alcuni colleghi
che lo hanno definito come “ un atto intenzionale ed aggressivo portato avanti
da un individuo o un gruppo di individui, usando mezzi di comunicazione
elettronici in modo ripetitivo e duraturo nel tempo contro una vittima che non
può facilmente difendersi“ (Cf. L. Pitti, La definizione del Cyberbullismo in
adolescenza: un’analisi evolutiva, Facoltà di Psicologia, Università di Firenze,
p. 26, Tratto da:
http://www.cedostar.it/tesi/tesi_cyberbullismo_adolescenza_Pitti_2011.pdf).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
94
emotivi nei confronti di altri.21
La vittima viene tormentata, minacciata, vessata,
umiliata da un altro bambino o adolescente attraverso internet, tecnologie
interattive e digitali o telefoni cellulari.22
Molti sono i modi in cui le offese
possono avvenire: molestie, insulti, diffamazioni, messaggi violenti o volgari,
pubblicazione di immagini intime e imbarazzanti di un’altra persona senza il
suo consenso, filmare un’aggressione e poi condividerla con il cellulare o su
social network.
Non è un fenomeno tanto diverso dall’aggressività adolescenziale, la differenza
sta nel mezzo attraverso il quale avvengono gli atti. Un vero e proprio atto di
vigliaccheria, visto che chi lo pratica si nasconde dietro ad uno schermo e
spesso rimane anonimo. Un pericolo che fa tremare le vittime di questi
evanescenti carnefici, perché oltre a subire la violenza, non sanno come
difendersi e cadono in reti che risucchiano la loro autostima.
La ricerca Ipsos per “Save the Children” ha constatato che l’83% dei ragazzi
afferma che gli episodi di bullismo virtuale sono molto più dolorosi di quelli
21
Per denominare azioni aggressive ed intenzionali, eseguite persistentemente
attraverso strumenti elettronici (sms, mms, foto, video- clip, e-mail, chat
rooms, istant messaging, siti web, facebook, chiamate telefoniche), da una
persona o da un gruppo di persone, con il deliberato obbiettivo di far del male o
danneggiare un coetaneo che non può facilmente difendersi, Patchin, Hinduja,
2006, Smith, 2007, Willard, 2007 (Cf. Manuale Pratico per la prevenzione del
Cyberbullismo e della navigazione online a rischio, p. 6, Tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
95
reali. Nel cyberbullismo non ci sono limiti alle molestie, che potrebbero essere
continuamente perpetrate, in ogni ora del giorno e della notte, o potrebbero non
finire mai.23
Questi tipi di comportamento messi in atto di “nascosto” fanno sì che il
cyberbullo non si renda conto dei danni che provoca nei confronti della
vittima.24
Ciò perché, lo sviluppo delle nuove tecnologie ha permesso agli
adolescenti di oggi una presunta invisibilità, ovvero l’illusione di essere
22
Per parlare di cyberbullismo bisogna che il fenomeno avvenga tra due minori
(Stop Cyberbullying, tratto da:
http://stopcyberbullying.org/what_is_cyberbullying_exactly.html). 23
Il Cyberbullismo è simile ad altri tipi di bullismo, tranne il fatto che avviene
online e tramite testi di messaggio inviati con il cellulare. I bulli possono essere
compagni di classe, conoscenti online e utenti anonimi (Cf. What is
Cyberbullying?, National Crime Prevention Council, visionato sul sito:
Manuale Pratico per la prevenzione del Cyberbullismo e della navigazione
online a rischio, p. 6, Tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf). 24
Secondo la ricerca riguardante le motivazioni del cyberbullismo, svolta da
Hinduja e Patchin, il fattore determinante dei comportamenti aggressivi è
quello di vendetta. Sono spesso proprio le vittime del bullismo tradizionale a
compiere queste azioni, diffondendo delle informazioni private e intime dei
loro aggressori. Il 22,5% dei ragazzi ammette che è stata proprio la vendetta a
motivarli, il 18,7% riferisce che la vittima ha meritato questo trattamento ed il
10,6% ha perseguitato gli altri per puro divertimento. Sembrerebbe che gli
adolescenti ritengono che questo tipo di comportamento sia giustificato, anzi,
addirittura, non lo ritengono come una forma di bullismo. Inoltre, essi
sostengono che “non hanno voluto ferire” l’altra persona (Cf. A. Pilarska, Chi è
il Cyber bullo, Tratto da:
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
96
anonimi, invisibili. Questi aspetti fanno si che i ragazzi non temono di essere
rintracciati, quindi, di conseguenza, diminuisce la loro sensibilità di fronte alle
diverse tipologie di violenze.25
Anche se i cyberbulli esercitano i loro comportamenti nell’invisibilità e
nell’anonimato, ci sono alcune loro caratteristiche che possono aiutarci a
comprendere che tipologia di persone essi possano essere. Si potrebbe supporre
che siano ragazzi con una personalità piuttosto dominante rispetto ad altri, che
desiderino farsi “valere” con l’utilizzo della propria forza e dotati di un
temperamento impulsivo che si manifesta facilmente sotto la pressione di
diverse frustrazioni. In realtà sono soggetti che non hanno il coraggio di
mostrarsi di fronte alla vittima, infatti per loro è molto più semplice rimanere
nascosti, mantenere quindi la propria invisibilità, garantendosi l’opportunità di
rimanere intoccabili e di colpire la vittima senza essere visti e scoperti.
In Italia le vittime sono il 28% dei giovani, ma la conoscenza del fenomeno è
alta (69%). La ricerca svolta da Owens, Shute e Slee nel 2001 in Australia, su
un gruppo di 54 ragazze evidenzia il fatto che esse tendono ad usare approcci
più passivi, preferendo il cyberbullismo relazionale, ovvero quello che tende a
http://www.provincia.fe.it/download/cyberbulli.pdf?server=sd2.provincia.fe.it&
db=/intranet/internet.nsf&uid=47A5FBBA1FEF0E5EC12576D900520D43). 25
Evangelisti, 2009 (Cf. A. Pilarska, Chi è il Cyber bullo, Tratto da:
http://www.provincia.fe.it/download/cyberbulli.pdf?server=sd2.provincia.fe.it&
db=/intranet/internet.nsf&uid=47A5FBBA1FEF0E5EC12576D900520D43).
Volume 20 N° 2 - 2015
97
distruggere la vita sociale della vittima, in quanto più inclini alla competizione
e all’invidia rispetto ai maschi.26
Nel momento in cui si crea un gruppo di bulli, inizia l’incubo. Si distrugge la
privacy della vittima: rubando e- mail, profili o messaggi privati per poi
renderli pubblici, minacciando tramite sms, creando gruppi “contro” su un
social network o ancora diffondendo immagini denigratorie o intime.
Si superano così i limiti della legalità, del buon senso e dell’umanità.
Un‘umanità che viene a mancare, che scompare e muore man mano che
avvengono queste violenze mentali.
26
Per sentirsi più forti attaccando gli individui più timidi, quelli
dall’abbigliamento poco alla moda oppure quelli a cui invidiano qualcosa, ad
esempio la bellezza (Cf. Cyber- bullismo, una trappola virtuale, visionato sul
sito: http://www.wakeupnews.eu/).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
98
Le differenze tra il Bullismo e il Cyberbullismo
Il bullismo è figlio di un contesto culturale in cui prevale la forza e il potere, in
cui vige la distinzione tra vincenti e perdenti, in cui la sconfitta non è
accettabile e dove sono esaltati leader autoritari e immagini maschili e
femminili di successo. In una cultura fondata sui disvalori della sopraffazione,
dell’arroganza, della furbizia e della competizione, diventa naturale prevaricare
il più debole.27
Mentre il bullo si caratterizza per la prevaricazione fisica o sociale sulle
vittime, il cyberbullo possiede le abilità e la competenza nell’uso delle
tecnologie, superiore alla media dei suoi coetanei; il cyberbullismo consente al
cyberbullo di diventare “un eroe multimediale”. Shariff lo ha definito come un
bullismo latente, psicologico che viene messo in atto attraverso i media
elettronici come cellulari, weblogs, i siti web, le chat rooms on-line, le MUD
rooms, gli Xangas, i social network (Facebook, Youtube, orkut, MySpace).28
Mentre il bullismo è un fenomeno visibile e stimabile da parte degli adulti, il
cyberbullismo è subdolo e celato, tipico della “alwais on” generation, con
comportamenti comunicativi che sfuggono al controllo degli adulti.
27
D’amico, 2003 (Cf. M. Santilli, F. Salzillo, Bullismo e Cyberbullismo, p. 3,
Tratto da: http://www.qualepsicologia.it/wp-content/uploads/2013/04/30-
Santilli-M.-Salzillo-F.-Bullismo-e-Cyberbullismo.pdf). 28
I mud rooms sono domini multi- user in cui i soggetti possono indossare i
panni di diversi personaggi; gli Xangas sono profili personali online dove gli
adolescenti creano liste di persone che detestano (Cf. A. Gallina, Dentro il
Volume 20 N° 2 - 2015
99
Proprio per questo mentre nel bullismo tradizionale le vittime una volta
rientrate a casa, trovano in essa un rifugio sicuro, un luogo che le protegge dalle
ostilità esterne, nel cyberbullismo le persecuzioni possono non terminare mai.
Vi è una assenza dei limiti spazio temporali: mentre il bullismo avviene in
contesti e momenti specifici (nelle aule, o in ambienti ricreativi) il
cyberbullismo investe la vittima ogni qual volta si collega al mezzo elettronico
utilizzato dal cyberbullo.29
Inoltre non essendoci il feedback immediato e
tangibile della vittima, gli effetti del proprio comportamento lesivo vengono
minimizzati, riducendo sia sensi di colpa che le risposte empatiche nei
confronti della vittima.30
Bullismo. Contributi e proposte socio- educative per la scuola, Franco Angeli,
Milano, 2009, p. 71). 29
I cyberbulli sfruttano la tecnologia non più vincolati dai limiti temporali (la
durata della giornata scolastica) e geografici (la presenza fisica degli studenti in
un determinato luogo), possono “infiltrarsi” nelle case delle vittime,
perseguitandole, 24 ore su 24, con messaggi, immagini, video offensivi, i cui
effetti risultano amplificati rispetto alle tradizionali prepotenze (Cf. Z.
Formella, A. Ricci, Bullismo e dintorni. Le relazioni disagiate nella scuola,
Franco Angeli, Milano, 2011, p. 133). 30
Per il Cyberbullismo vi è una mancanza di feedback tangibili sul proprio
comportamento “Io non posso vedere te!” e conseguente insufficiente
consapevolezza degli effetti delle proprie azioni. Nel bullismo invece, vi è la
presenza di feedback tangibili da parte della vittima ai quali il bullo non presta
attenzione. Quindi vi è consapevolezza, ma fredda cognizione (Cf. Manuale
pratico per la prevenzione del cyber bullismo e della navigazione on line a
rischio, p. 7, tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
100
Mentre i bulli sono spesso studenti, compagni di classe o di un istituto
scolastico con il quale la vittima entra in relazione, i cyberbulli possono essere
degli sconosciuti o persone note che online si fingono anonime, e sollecitano
l’inclusione di altri “amici” anonimi, rendendo difficile per la vittima
l’individuazione dell’identità di colui con cui sta interagendo.31
Per quanto riguarda gli spettatori, ossia quegli studenti che nel bullismo sono
quasi sempre presenti, incoraggiando e provocando l’autore dei comportamenti
prevaricatori; nel cyberbullsimo questi possono essere assenti, presenti,
conoscere la vittima o ignorare la sua identità.32
Se presenti possono assumere
una forma passiva (se si limitano a rilevare, nelle proprie e- mail, sms, chat, atti
di cyberbullismo diretti ad altri), o attiva (se scaricando il materiale lo
segnalano ad amici, lo commentano o lo votano), diventando dei gregari del
cyberbullo o cyberbulli stessi.
Un’altra differenza sta nel “reclamizzare” i comportamenti vessatori: mentre i
bulli tendono a raccontare le loro prepotenze a studenti dello stesso istituto o a
31
Da parte del bullo c’è l‘intenzione di dominare nelle relazioni interpersonali,
rendendosi visibile; invece nel cyberbullismo c’è la percezione dell’invisibilità:
“Tu non puoi vedere me!” Anche se ogni computer lascia impronte che
possono essere identificate dalla polizia postale (Cf. Manuale pratico per la
prevenzione del cyber bullismo e della navigazione on line a rischio, p. 7, tratto
da: http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf). 32
Il bullo virtuale tende a fare ciò che non avrebbe il coraggio di fare nella vita
reale se non avesse la protezione del mezzo informatico (Cf. Cyberbullismo.
Manuale per gli insegnanti, Visionato su:
http://www.isnitti.gov.it/varie/as_12_13/booklet_ita.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
101
compagni del proprio gruppo, il materiale cyberbullistico invece può essere
diffuso in tutto il mondo ed è soprattutto indelebile: in quanto ciò che viene
pubblicato su internet, non si può facilmente eliminare. Quando il materiale
offensivo non viene pubblicato online, i cyberbulli possono, attraverso i
programmi gratuiti “peer to peer”, trasferirlo online, autorizzando persone
conosciute o sconosciute, ad operare il download dal proprio computer.33
La
vittima difficilmente racconta all’adulto ciò che sta accadendo, per vergogna e
per paura delle conseguenze.
Come detto in precedenza, il termine "bullying" o “cyberbullying” include sia i
comportamenti del "persecutore" sia quelli della "vittima" ponendo al centro
dell’attenzione la relazione nel suo insieme. Le dinamiche di potere insite nel
bullismo implicano una serie di comportamenti che denotano la presenza di
gravi problemi di disadattamento sia nel soggetto prevaricatore sia nelle sue
vittime. Se il primo dà segni evidenti d’irascibilità, denota un forte bisogno di
trasgressione, disprezzo nei confronti delle regole, danneggia le cose, usa la
violenza; il perseguitato è un soggetto debole, spesso solo e privo di amicizie,
insicuro, incapace di difendersi che solo raramente reagisce alle prepotenze. Se
reagisce, lo fa nei confronti di qualcuno percepito più debole.
33
Il materiale usato dai cyberbulli può essere diffuso in tutto il mondo. Un
commento o un immagine o un video postato, possono essere potenzialmente in
uso da milioni di persone (Cf. Cyberbullismo. Manuale per gli insegnanti,
Visionato su: http://www.isnitti.gov.it/varie/as_12_13/booklet_ita.pdf).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
102
Le caratteristiche del Cyberbullismo
Alcuni studi e ricerche recenti hanno permesso di individuare alcune
caratteristiche peculiari del fenomeno. Alcuni tratti sono comuni al bullismo
tradizionale, in quanto adotta le tipiche forme di esso ma vengono amplificati
dai mezzi elettronici. Quindi comunemente al bullismo:
- È una forma di abuso;
- Implica un comportamento aggressivo;34
- È un comportamento ripetuto nel tempo;35
- Vi è uno squilibrio di potere tra il cyberbullo e la
cybervittima;
- Vi sono sempre degli bystanders (spettatori).
34
In alcune circostanze il cyberbullismo è considerata una molestia. Quando
l’autore cerca di intimidire o di usare offese in relazione al sesso di una
persona, alla religione, all’orientamento sessuale, alla razza o alle differenze
fisiche (Cf. Surviving Cyberbullying, visionato sul sito:
http://kidshealth.org/teen/school_jobs/bullying/cyberbullying.html).
35
Nel cyberbullismo non ci sono limiti di tempo, le offese possono essere
perpetrate 24 ore su 24, tutti i giorni e in qualsiasi momento del giorno e della
notte. Quindi da parte della vittima vi è l’impossibilità di sottrarsi all’attacco
Volume 20 N° 2 - 2015
103
Accanto a questi tratti ve ne sono altri che caratterizzano in maniera più
specifica il fenomeno.
Prima di tutto l’anonimato, che consente a chi lancia l’attacco e si scaglia
contro un ragazzo, di nascondersi dietro ad un nickname rendendo così, difficile
l’individuazione di chi sta dietro al computer.
Vi è poi la facilità di diffusione: le informazioni messe in rete si diffondono
rapidamente e a volte sono incontrollabili anche da parte dei diretti interessati.
Inoltre vi è l’intenzionalità dell’attacco: la facilità di fraintendimenti e la
difficoltà a valutare esattamente la gravità delle azioni messe in atto nel mondo
“virtuale” aumentano il rischio di azioni percepite come più aggressive di
quanto inteso dall’autore.36
Come nel bullismo, anche qui possiamo avere: direct attacks (attacchi diretti,
ovvero messaggi inviati direttamente alla vittima) e Cyberbullying by proxy
(attacchi indiretti o per delega; quando ci sono dei complici in gioco, spesso
inconsapevoli del problema).
Negli attacchi diretti rientrano:
(Cf. What is Cyberbullying?, visionato sul sito:
http://www.stopbullying.gov/cyberbullying/what-is-it/index.html). 36
Cf. D. Diamantini, G. Mura, Sintesi della ricerca internazionale su:
Cyberbullismo e uso delle tecnologie tra i giovani, Centro di Alta Formazione e
Ricerca Avanzata QUA_SI, Milano, 2010, Tratto da:
http://www.unimib.it/upload/pag/1802106035/re/reportcyberbullismobicocca.p
df.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
104
i messaggi istantanei o sms di molestie (messaggi minacciosi37
o di odio inviati
contro qualcuno, la coalizione di bambini che inviano migliaia di messaggi di
testo dal dispositivo mobile della vittima, l’invio di minacce di morte tramite
video o foto o messaggi, etc);
l’appropriazione della password, e una volta rubata gli hacker possono
accedere al computer della vittima;
I blog (sono dei diari online, col quale molti adolescenti condividono i loro
pensieri, le foto con degli amici. Accade però che molti ragazzi utilizzano il
blog per danneggiare la reputazione di altre persone o per invadere la loro
privacy);38
I Siti web (si creano questi siti per poter insultare o mettere in pericolo la
vittima con pagine offensive, o pubblicando informazioni personali e immagini
diffamatorie);
37
Le minacce possono essere diverse: si utilizza spesso un linguaggio osceno,
possono essere dirette (tu sei stupido!), può riferirsi a danni fisici sulla vittima,
può essere generale (C’è una bomba nella scuola! O Non prendere l’autobus
della scuola oggi!), possono essere minacce di morte (Sto per ucciderti!) (Cf.
Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html). 38
Ad esempio nel caso in cui un ragazzo lasciato dalla sua fidanzata, sul blog
condivide link sulla sua rottura, o informazioni falsi e private sul suo conto, ciò
permette a chi legge i suoi post, di criticare la persona anche se non si sanno i
reali motivi della separazione. Oppure molti utenti creano dei blog al fine di
umiliare la vittima (Cf. Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html).
Volume 20 N° 2 - 2015
105
Invio di foto tramite e-mail o cellulare (invio di massa di e-mail ad altri utenti
che includono immagini nude o degradanti delle vittime. L’uso di telefoni ultra
tecnologici ha permesso ai cyberbulli di inviare tali immagini direttamente sul
dispositivo di altre persone, così che è possibile inviare il contenuto a tutti i
numeri presenti in rubrica. E’ possibile che dopo aver ricevuto immagini
compromettenti sul telefono, i ragazzi a sua volta inviano queste foto su siti
come Kazaa);
Polling internet (sondaggi che possono contenere domande o affermazioni
offensive sulle vittime);
Interactive gaming (giochi interattivi che permettono ai ragazzi non solo di
giocare ma di comunicare contemporaneamente con altri ragazzi);
l’invio di codici dannosi (virus, spyware e programmi di hacking, per
distruggere il pc o spiare la vittima)39
;
l’invio di contenuti porno attraverso l’e-mail e messaggi istantanei.
Il cyberbullo può riuscire ad ottenere l’account della vittima e inviare,
fingendosi quest’ultima, messaggi di odio a tutti gli amici della lista, talvolta
cambiando la sua password in modo da poter avere l’assoluto controllo (ciò
accade anche con la complicità di altre persone). Questo suscita la reazione di
altri ragazzi, che se la prendono con la vittima.
39
Ne è un esempio il cavallo di Troia che consente al cyberbullo di controllare
il computer della vittima e di poter cancellare anche il disco rigido del sistema
(Cf. Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
106
La situazione può degenerare se il cyberbullo fingendosi la vittima, entra in
forum o chat dove si incontrano pedofili e diffonde informazioni e immagini
sul suo conto, aspettando che i molestatori contattino la vittima.
La maggior parte degli attacchi si basano sulla diffusione di fotografie, di
immagini imbarazzanti, sulla creazione di hate page ed sul furto di identità
virtuale, usate per creare falsi profili sui social network o inviare messaggi
compromettenti a nome della vittima. E la facilità con cui le informazioni
viaggiano in rete è alla base di alcuni dei fenomeni più eclatanti quali lo “Star
wars kid” e “Moshilla”.40
Le varie forme e le tecnologie coinvolte
E’ possibile identificare principalmente due tipologie di persecuzioni in rete: le
cyberminacce e il cyberstalking.41
Le minacce online consistono in messaggi inviati ad una o più persone allo
scopo di esercitare violenza sulle vittime designate. Vi sono due tipi di
cyberminacce (harassment). Da una parte vi è la minaccia diretta, in cui un
ragazzo dichiara senza mezzi termini di uccidere qualcuno o se stesso.
40
Cf. D. Diamantini, G. Mura, Sintesi della ricerca internazionale su:
Cyberbullismo e uso delle tecnologie tra i giovani, Centro di Alta Formazione e
Ricerca Avanzata QUA_SI, Milano, 2010, Tratto da:
http://www.unimib.it/upload/pag/1802106035/re/reportcyberbullismobicocca.p
df. 41
Breguet, 2007, pp. 8-10, (Cf. M. A. Gallina, Dentro il bullismo. Contributi e
proposte socio- educative per la scuola, Franco Angeli, Milano, 2010, p.72).
Volume 20 N° 2 - 2015
107
Dall’altra parte la minaccia può anche essere indiretta, ed è ancora più
insidiosa, perché si legge tra le righe.42
In questo caso è qualcuno che vuole far
intendere la sua intenzione di suicidarsi, con frasi sul web del tipo: “Qual’ è il
senso della vita?”, inducendo anche ad altri ragazzi a chiedersi la stessa cosa.43
Il Cyberstalking è molto simile allo stalking tradizionale, e prevede
persecuzioni, minacce o intimidazioni e comprende anche l’intrusione nella
privacy di qualcuno.44
42
“Su di me niente, ma su molte mie amiche sì, come ho detto prima arrivavano
e-mail con le descrizioni e immagini volgari. Ho denunciato questa cosa, ma
continuano a farlo e molte volte capita anche nel computer di mio fratello
(maggiore) e ancora oggi io ho il computer sotto sequestro” (Valentina, 14
anni). Harassment: dall’inglese “molestia”, consiste in messaggi insultanti e
volgari che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso l’uso del
computer e/o del video telefonino. Accanto ad e-mail, sms, mms offensivi,
pubblicazioni moleste su Blog e spyware per controllare i movimenti online
della vittima. Le telefonate mute rappresentano sicuramente la forma di
molestia più utilizzata dai cyberbulli, soprattutto nei confronti del sesso
femminile (Cf. L. Toller, Chi c’è in chat? Dipendenze da internet e
videogiochi, Sovera Edizioni, Roma, 2011, p. 62). 43
Breguet, 2007 a, 2007b, p. 9. 44
Cyberstalking: invio ripetuto di messaggi che includono esplicite minacce
fisiche, al punto che la vittima arriva a temere per la propria incolumità.
Quando l’harassment diviene particolarmente insistente ed intimidatorio e la
vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica, il comportamento
offensivo assume la denominazione di cyberstalking, facilmente riscontrabile
nell’ambito di relazioni fortemente conflittuali fra coetanei e soprattutto nel
caso di rapporti sentimentali interrotti tra pari. (Cf. Violenza e prevenzione alla
violenza. Il Cyberbullismo, 2010, Tratto da: http://www.forum-
p.it/smartedit/documents/downloads/bullismo_e_cyberbullismo.pdf).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
108
Il Cyberbullismo si manifesta anche nelle chat rooms frequentate dagli
adolescenti, sottoforma di flaming, ovvero di messaggi volgari e osceni diretti a
una persona. Un metodo che i cyberbulli usano è quello di coinvolgere le loro
vittime in una conversazione e costringerli a confessare informazioni private e
personali. Così il bullo potrebbe conservare la conversazione e inoltrare i
segreti più intimi che la vittima era convinto di aver rivelato in confidenza.45
A differenza di quanto avviene nel cyberstalking46
, la Denigration, è un attività
offensiva ed intenzionale del cyberbullo che mira a danneggiare la reputazione
e la rete amicale di un coetaneo e si concretizza anche in una sola azione (ad
45
Il flaming (battaglie verbali online) è una forma di cyberbullismo atipica, in
quanto i messaggi elettronici, violenti e volgari, sono inviati da due contendenti
che hanno lo stesso potere, ma non necessariamente si frequentano nella vita
reale e che si affrontano “ad armi pari”, per una durata temporale delimitata
dall’attività online condivisa. Può essere utile sapere che durante la
partecipazione alle chat (soprattutto le ragazze) e ai videogiochi interattivi
(soprattutto i ragazzi), moltissimi preadolescenti ed adolescenti si “divertono”,
insultandosi reciprocamente. Il caso tipico è rappresentato da insulti verbali
all’interno di forum di discussione online (Cf. N. Pinna, L. Pisano, M. E.
Saturno, Prevenire il Cyberbullismo e la navigazione on line a rischio,
Cagliari, p. 8, tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pdf). 46
“Io sono stato vittima di cyberbullismo tramite sms, dopo aver conosciuto
una ragazza, in seguito ad averla frequentata un paio di volte, mi arrivavano
sms che mi minacciavano di essere picchiato se non lasciavo stare questa
ragazza”, Paolo, 16 anni, (Cf. L. Pisano, Le prepotenze online: il
cyberbullismo, p. 4, tratto da: http://www.ifos-
formazione.com/ifos/uploads/articoli%20bullismo%20e%20cyberbullismo/Le
%20prepotenze%20on%20line%20il%20cuberbullismo.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
109
esempio: pubblicare su un sito una foto ritoccata del compagno di classe al fine
di ridicolizzarlo, diffondere sul web materiale pedopornografico per vendicarsi
dell’ex fidanzata, etc.), capace di generare, con il contributo attivo ma non
necessariamente richiesto degli altri utenti di internet, conseguenze pericolose
non prevedibili.47
L’outing estorto, consiste nel condividere pubblicamente con altri, i segreti o le
immagini imbarazzanti della vittima, dopo essersene conquistato la fiducia. A
sua volta il cyberbullo, sollecita il compagno o gli altri utenti a condividere e a
diffondere sulla rete tali informazioni private (trickery).
Il trolling, prevede, la pubblicazione intenzionale di informazioni false nella
speranza di catturare pettegolezzi inconsapevoli, costringendo i coetanei a
rispondere e a contribuire ad una discussione che ha lo scopo di perseguitare la
vittima.48
Molto spesso accade che uno studente viola l’account di qualcuno (perché ha
ottenuto la sua password o perché è riuscito con appositi programmi ad
individuarla) e si spaccia per questa persona inviando messaggi, con lo scopo di
47
Implica il pubblicare all’interno di comunità virtuali quali mud, forum di
discussione, messaggistica immediata, newsgroup, blog o siti Internet di
“pettegolezzi”, commenti crudeli, calunniosi, offensivi, denigratori al fine di
danneggiare la reputazione della vittima “Mi hanno chiamato sul telefono per
insultarmi e dirmi che avrebbero messo su internet qualcosa su di me”,
Roberto, 14 anni, ( Cf. Psicologia e dintorni, Cyberbullismo- Tipologie,
Visionato sul sito:
http://www.psicologiaedintorni.com/2007/07/18/cyberbullismo-tipologie/). 48
Breguet, 2007 a, 2007 b, 2007 c, pp. 10-13.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
110
dare una cattiva immagine della stessa, per crearle problemi o metterla in
pericolo, danneggiandone la reputazione o le amicizie (Impersonificazione).
Il Cyberbashing o Happy Slapping49
è un comportamento criminale che ha
inizio nella vita reale (un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano o danno
degli schiaffi ad un coetaneo mentre altri riprendono l’aggressione con il
videotelefonino) e che poi continua, con caratteristiche diverse, online: le
immagini, vengono pubblicate su internet e possono essere visualizzate da altri
utenti sulla rete, che pur non avendo direttamente partecipato al fatto, possono
condividerle, commentarle e votarle. Il video “preferito” o ritenuto il più
“divertente” viene, addirittura, consigliato.50
Il Catfishing51
, una delle forme più comuni del cyberbullismo, si riferisce alla
creazione di un profilo fittizio sul web, il più delle volte con lo scopo di attirare
un utente in una finta relazione romantica. Ovviamente i ragazzi che creano
questi profili falsi utilizzano informazioni non veritiere con lo scopo di
49
Cf. Cyberbullying definitions and prevalence, visionato su:
http://www.cambridge.org/us/files/3713/7457/4417/CH07_Summaries.pdf. 50
Una delle ultime forme più diffuse è Happy slapping: è un fenomeno
osservato per la prima volta In Inghilterra nel 2004 e consiste in una
registrazione video durante la quale la vittima viene ripresa mentre subisce
diverse forme di violenza sia psichiche che fisiche per ridicolizzarla, umiliarla e
svilirla. Le riprese sono effettuate ad sua insaputa e le immagini vengono poi
pubblicate su internet e visualizzate da altri utenti (Cf. M. T. De Luca, Gli
adolescenti e il Cyberbullismo, 2013, Tratto da: http://www.avvocati-
web.it/85/articolo/cyber-bullismo.html). 51
Cf. Cyberbullying Research Center, Tratto da: http://cyberbullying.us/.
Volume 20 N° 2 - 2015
111
divertirsi e di ricevere contenuti privati e intime di altre persone, al fine di
condividerle il tutto con altri ragazzi.52
Una delle forme più ricorrenti tra gli adolescenti è il sexting, un fenomeno
molto diffuso nella fase di scoperta delle propria identità e sessualità. Si tratta
della trasmissione di un’immagine provocante di se stessi come un regalo molto
intimo ad un/una fidanzato/a. Ma è anche un modo per dimostrarsi adulti o più
maturi agli occhi degli altri e di se stessi.
Tra le ultime tipologie del cyberbullismo online, troviamo la bash board, una
sorta di “centro messaggi” dove vengono postati messaggi maliziosi ed odiosi.
Un ragazzo può creare siti web che contengono storie, scherzi, fotografie che
ridicolizzano le vittime. Alcuni bloggers dedicano intere pagine alle persone
che detestano maggiormente, spiegando anche i motivi di tale odio.
Diffuso è anche il grooming53
(l’adescamento in rete), un comportamento di chi
cerca di adescare sul web ragazzi/e per coinvolgerli in attività sessuali. Si parla
quindi di
52
Nel 2006 una ragazza di 13 anni Megan Maier ha iniziato una relazione
online con un ragazzo conosciuto col nome di Josh Evans. Per quasi un mese la
conoscenza va avanti esclusivamente online, in quanto Josh affermava di non
avere un telefono. Megan era una ragazzina che con le problematiche sul peso e
sull’autostima, soffriva di depressione, e con questo ragazzo i problemi erano
migliorati. Ma una domenica di ottobre Megan riceve un messaggio da Josh che
affermava di voler concludere la conoscenza. Da quel giorno furono pubblicati
link, pettegolezzi e offese sul conto di Megan. Pochi giorni dopo, Megan non
riuscendo a sopportare la situazione, si suicidò (Cf. Megan Meier Foundation,
Tratto da: http://www.meganmeierfoundation.org/megansStory.php).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
112
L’ampia varietà di tecnologia54
online ha permesso ai bulli di raggiungere
facilmente le vittime designate. Soprattutto i vari social network come
53
Non è una forma di cyberbullismo, ma comunque è un pratica che coinvolge
tantissimi adolescenti. Il grooming (dall’inglese “groom” - curare, prendersi
cura) rappresenta una tecnica di manipolazione psicologica che gli adulti
potenziali abusanti, utilizzano per indurre i ragazzi e/o le ragazze a superare le
resistenze emotive e instaurare con loro una relazione intima e/o sessualizzata.
Queste persone utilizzano strumenti come le chat, gli SMS, i social network,
per entrare in contatto con i ragazzi e le ragazze. Dopo i primi contatti, si
informano sul livello di privacy che il minore può garantire (dove è situato il
computer in casa, se i genitori sono presenti, ecc.) e dopo aver ottenuto queste
informazioni avviano un processo finalizzato a conquistarne la fiducia. Questo
è possibile, ad esempio, condividendo in un primo momento interessi comuni
(musica, attori/attrici preferiti, hobby, ecc.) per passare, poi, a confidenze di
natura sempre più privata e intima. In questa fase può verificarsi lo scambio di
immagini, non sempre a sfondo sessuale (almeno in un primo momento);
quando l’adulto è certo di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase
dell’esclusività, condizione necessaria per rendere impenetrabile la relazione a
persone esterne. È in questo momento che può avvenire la produzione, l’invio o
lo scambio di immagini – anche attraverso l’utilizzo di una webcam - a sfondo
sessuale esplicito e la richiesta di un incontro offline. Il minore stesso viene
sollecitato a inviare sue immagini e/o video. Le stesse immagini/video oppure i
testi inviati dal minore possono poi essere utilizzati in forma ricattatoria in
seguito ad un suo eventuale rifiuto nel continuare il rapporto online o
nell’avviare una vera e propria relazione sessuale (Cf. European Superkids
Online, Manuale per insegnanti, tratto da:
http://www.sicurinrete.it/superkids/manuale-superkids.pdf). 54
Telefoni cellulari dove si effettuano telefonate moleste, si condividono
immagini umilianti, si filmano atti di bullismo e aggressione per poi
condividerle. I programmi di messaggeria istantanea (IM), l’email le chat, le
webcams, video hosting- site, sociale network, videogiochi e console, software,
Volume 20 N° 2 - 2015
113
facebook, Myspace e Ask.fm sono i luoghi in cui l’abuso della persona è
maggiormente praticato.
I protagonisti
I protagonisti di tutte queste varie forme di cyberbullismo sono sempre gli
stessi: il cyberbullo, la cybervittima e i bystanders.
Il Cyberbullo
La maggior parte dei cyberbulli sono coetanei delle loro vittime, sia maschi che
femmine, possono essere amici, conoscenti online della vittima o degli
sconosciuti. Secondo uno studio condotto nel 2004 dal Journal of Adolescence,
il 68% di questi bulli (con un’età compresa tra i 9 i 14 anni) utilizzano internet
per più di quattro ore e più giorni alla settimana, mentre quelli il cui uso di
internet è esclusivamente rivolto alle chat hanno tre volte in più la possibilità di
molestare online gli altri.55
Il cyberbullo è un adolescente che ha dimestichezza nell’uso della tecnologia,56
poiché trascorre gran parte del tempo all’uso del computer, dei social network,
Youtube etc. (Cf. Cyberbullying definitions and prevalence, visionato su:
http://www.cambridge.org/us/files/3713/7457/4417/CH07_Summaries.pdf). 55
Cf. J. Beaver, The Profile of Cybebully, 2012, Visionato su:
http://www.publicengines.com/blog/2012/10/22/profile-of-a-cyberbully/. 56
Definiti i “nativi digitali” in quanto hanno competenze maggiori sulla
tecnologia, rispetto a coloro che dovrebbero arginare il fenomeno: gli
insegnanti e i genitori (Cf. Cyberbullismo, il lato oscuro della rivoluzione
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
114
dei blog, di dispositivi mobile e chat rooms.57
E’ un tipo aggressivo, ha
difficoltà nell’esprimere emozioni, ha un deficit di apprendimento e ha una
personalità iperattiva. Ragazzi spesso motivati dalla rabbia, dalla vendetta58
o
dalla frustrazione. Arrivano a compiere questi gesti per divertimento, per noia,
per ottenere una reazione dalla vittima, per ricevere dal mondo esterno tutte
quelle attenzioni che non ricevono quotidianamente dalla famiglia o dal gruppo
di amici.
Può diventare un circolo vizioso, in quanto spesso chi è vittima del bullismo
tradizionale diventa nel web un cyberbullo: una sorta di catena azione/reazione.
L’illusione all’anonimato può “dare il coraggio” a persone vittime di bullismo
nella realtà, di vendicarsi online per le prepotenze subite. Chi compie queste
prepotenze sul web non percepisce la vittima come una persona vera e propria,
bensì come un’entità semi- anonima, non dotata di emozioni o sentimenti.
Manca quindi un feedback verbale e corporeo che orienti chi agisce
nell’interpretazione degli effetti immediati delle azioni sugli altri.
digitale, Coworking for Blog, Tratto da:
http://blog.coworkingfor.com/cyberbullismo-il-lato-oscuro-della-rivoluzione-
digitale/). 57
Sono ragazzi che hanno ricevuto dai genitori tutti i dispositivi tecnologici in
commercio (Cf. Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html). 58
Cercano di vendicarsi di un ex fidanzata/o condividendo online falsi
pettegolezzi, foto o video personali, o per vendicarsi di un bullismo subito da
parte di alcuni studenti (Cf. Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html).
Volume 20 N° 2 - 2015
115
Possiamo individuare quattro tipologie di cyberbullo:
- L’angelo vendicativo: lo fa per aiutare se stesso o un amico
che ha subito un aggressione nella realtà. Generalmente è solo,
ma capita anche che condivida le attività e le motivazioni con
gli amici ristretti. Cerca di fare giustizia da sé, attraverso la
vendetta;59
- La vendetta e l’assetato potere dei Nerds: hanno bisogno di
un pubblico per vantarsi delle loro azioni. E’ interessante notare
come questi ragazzi siano spesso delle vittime di bullismo.
Possono essere fisicamente più piccoli, o di sesso femminile, o
non abbastanza popolari, ma con maggiori competenze nell’uso
della tecnologia, per questo si parla della “rivincita dei nerds”
nel cyberbullismo. La loro intenzione è di spaventare o mettere
in imbarazzo le loro vittime. Tendono a mantenere l’anonimato,
e condividono i loro comportamenti per ottenere simpatia e
successo online. Sono i più pericolosi per le loro competenze
59
E’ un atteggiamento sbagliato, poiché con la vendetta a sua volta si diventa
dei bulli, e ciò peggiora le cose anziché migliorarle. In secondo luogo queste
persone pensano di rimanere anonime sul web, e non sono consapevoli che
tutto viene registrato e viene individuato. Questi ragazzi dovrebbero parlare dei
loro problemi agli adulti di cui si fidano, per poter arginare il problema (Cf.
Bullies to Buddies, Four types of Cyberbullies, Visionato su:
http://www.starw.org/b2b/4TypesofCyberbullies.htm).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
116
tecniche e non hanno consapevolezza delle conseguenze delle
loro azioni;60
- Le mean girls: in questa categoria si riscontrano i cyberbulli
soprattutto femmine, annoiate in cerca di divertimento.61
Si
mostrano agli altri in modo tale da ottenere approvazioni e
ricompense dagli altri utenti e il gioco si interrompe quando
l’intrattenimento non raggiunge il suo valore (Vedi figura 2);
I cyberbulli involontari: sono ragazzi che non pensano di essere dei bulli. Essi
reagiscono a delle offese con messaggi carichi di odio e di disprezzo. A
differenza dei nerds, essi agiscono impulsivamente senza pensare alle loro
azioni, perchè sono feriti o arrabbiati per qualcosa che hanno subito online.
60
Sono dei geni della tecnologia, che hanno una competenza superiore nell’uso
del computer e di internet, per questo utilizzano la loro abilità per schiacciare
chi li ha aggrediti nella realtà. Sono pericolosissimi, poiché possono addirittura
provocare dei danni al computer della vittima, inviando virus, e distruggendo il
disco rigido del sistema (Cf. Stop Cybernullying, visionato sul sito:
http://stopcyberbullying.org/why_do_kids_cyberbully_each_other.html). 61
Le ragazze comunque mostrano maggiore “moralità” e hanno una percezione
più netta delle conseguenze e delle possibilità di ferire con azioni di
cyberbullismo, mentre i ragazzi vivono il tutto in modo decisamente più
goliardico (Cf. D. Diamantini, G. Mura, Sintesi della ricerca internazionale su:
Cyberbullismo e uso delle tecnologie tra i giovani, Centro di Alta Formazione e
ricerca avanzata QUA_SI, p. 5., Scaricabile in:
http://www.unimib.it/upload/pag/1802106035/re/reportcyberbullismobicocca.p
df).
Volume 20 N° 2 - 2015
117
Quindi reagiscono con rabbia e frustrazione, e solitamente lo fanno soli. Usano
dei criteri per scegliere le vittime: l’aspetto estetico (67%), la timidezza (67%),
l’orientamento sessuale (56%), l’essere straniero (43%), l’abbigliamento non
convenzionale (48%), la bellezza femminile che spicca nel gruppo (42%) e
persino la disabilità (31%).
Secondo un indagine di Save the Children Ipsos, il 72% dei ragazzi afferma che
questo è il fenomeno sociale più pericoloso del nostro tempo (vedi figura 3).
Figura 2. Entrambe i generi fanno Cyberbullismo, ma le
ragazze sono orientate più al gossip e alle e- mail cattive,
mentre i ragazzi sono più propensi al furto di ID e alle
telefonate.62
62
Cf. D. Diamantini, G. Mura, Sintesi della ricerca internazionale su:
Cyberbullismo e uso delle tecnologie tra i giovani, Centro di Alta Formazione e
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
118
Figura 3. La tavola dimostra come 2 ragazzi su cinque
sono vittime del Cyberbullismo, e il 61% di tale
fenomeno avviene sui social network (facebook,
twitter,etc.)63
ricerca avanzata QUA_SI, p. 5., Scaricabile in:
http://www.unimib.it/upload/pag/1802106035/re/reportcyberbullismobicocca.p
df. 63
Cf. West, Ecco le vittime preferite del cyber bullo, tratto da:
http://www.west-info.eu/it/cyberbullismo-diversita-save-the-children/.
Volume 20 N° 2 - 2015
119
La Cybervittima e il suo silenzio
“Sono una ragazza molto timida, mi piace stare da sola e a scuola non ho tanti
amici…” Queste le parole di Chiara, una ragazza vittima di cyberbullismo che è
riuscita a svelare il suo segreto, liberandosi di un peso che la tormentava ormai
da quasi un anno.64
Chiara ha incominciato a ricevere messaggi anonimi, colmi di insulti verso di
lei. Inizialmente ha cancellato i vari messaggi e ignorato la cosa senza parlarne
con nessuno. Quando i messaggi hanno iniziato a divenire più assillanti decise
di parlare dell’accaduto con il professore di italiano, che effettivamente aveva
notato l’atteggiamento strano della ragazza. Proprio grazie al suo aiuto riuscì a
difendersi da questo terribile nemico e ad uscire dalla trappola.
La storia di Chiara, ha avuto un buon fine, ma la maggior parte delle storie ha
delle conseguenze tragiche.
Siti come Ask.fm o lo stesso Facebook sono luoghi virtuali in cui gli
adolescenti possono scaricare le proprie frustrazioni e mal d'essere,
veicolandoli in una violenza subdola e astratta ma non meno pericolosa di una
fisica, come continuamente dimostrato.
Nella sola Gran Bretagna, quattro ragazzine si sono tolte la vita dopo aver
ricevuto insulti su Ask.fm, ma il fenomeno interessa tutti i paesi. Nel 2013 in
64
Cf. La storia di una Cybervittima, Repubblica@Scuola, 2013, visionabile su:
http://scuola.repubblica.it/lombardia-como-lcalessandrovolta/2013/la-storia-di-
una-cybervittima/4200/?id_contrib=2443.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
120
un Convegno svoltosi a Napoli è emerso come il 30% dei ragazzi italiani sia già
stato vittima di cyberbullismo.65
Le vittime subiscono le molestie online e non ne parlano con nessuno. Il
silenzio infatti, è una caratteristica comune delle cybervittime: perdono la
fiducia in se stesse, si chiudono e sviluppano paure, ansie, depressioni,
problemi nel rendimento scolastico e spesso tentativi di suicidio. Le ragioni che
spingono le vittime a non parlare sono: la vergogna, il timore di essere
rimproverati, e la paura ad non poter utilizzare più il dispositivo informatico.
Ciò favorisce l’incomprensione da parte degli adulti, che non riuscendo a
comprendere il nuovo mondo virtuale, a sua volta non capiscono i segnali degli
adolescenti in situazioni di pericolo, così la vessazione continua
ininterrottamente conducendo a conseguenze tragiche.66
65
Cf. Il Cybebullismo torna a uccidere nell’incomprensione e nel silenzio,
Articolo Tre, 2013, tratto su: http://www.articolotre.com/2013/08/il-
cyberbullismo-torna-a-uccidere-nellincomprensione-e-nel-silenzio/194759). 66
Il suicidio di Amanda Todd, la 15enne canadese di Vancouver che si è tolta
la vita per essere stata vittima di un cyber-bullo, è stato annunciato dalla stessa
ragazzina in un video, caricato su YouTube, nel quale affermava appunto di
essere vittima del cyber-bullismo (Cf. S. Vitale, Amanda Todd, il video della
ragazza suicida a causa del bullismo, 2012, Tratto da:
http://attualissimo.it/amanda-todd-il-video-della-ragazza-suicida-a-causa-del-
bullismo/).
Volume 20 N° 2 - 2015
121
Figura n. 4 La tavola spiega le diverse forme con cui vengono prese di mira i
ragazzi. 67
67
Cf. Save the Children, Safer Internet Day Study, il Cyberbullismo, Report
Onlus, Italia, 2013, scaricabile su:
http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img204_b.pdf.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
122
Gli spettatori o i Bystanders
Non serve essere esperti della rete per trovare filmati che facciano comprendere
la gravità di un gesto. La rete ci permette di osservare, come il “gruppo”
partecipa con ruoli differenti alle prepotenze: mentre una parte di esso sostiene
il bullo, una minoranza difende la vittima e molti invece, assumono un
atteggiamento passivo di spettatori neutrali.
Gli spettatori possono conoscere la vittima o ignorarne la sua identità, inoltre
possono assumere una funzione attiva, se il loro atteggiamento va a sostenere
attivamente il comportamento del cyberbullo (per esempio: scaricando
materiale della vittima, inviandolo agli amici, commentandolo e addirittura
votandolo, diventando così dei gregari del cyberbullo o cyberbulli stessi),
oppure possono assumere una funzione passiva, nel momento in cui essi si
limitano a rilevare nelle proprie e-mail, sms, chat, atti di cyberbullismo diretti
ad altri.
Tali azioni possono essere sollecitate dal cyberbullo stesso (reclutamento
volontario), oppure su spinta autonoma, cioè senza aver ricevuto specifiche
richieste (reclutamento involontario).68
Molti decidono di evitare il problema per paura di diventare vittima a loro
volta oppure perché non sanno cosa fare e che tipo di comportamento. Quindi
68
Cf. G. Alleruzzo, Le prepotenze on line: il cyber bullismo,
2013, tratto da:
http://www.osservatoriopsicologia.com/2013/03/03/le-
prepotenze-on-line-il-cyberbullismo/.
Volume 20 N° 2 - 2015
123
ritengono che evitare il conflitto sia la soluzione più giusta o la cosa migliore
da fare.69
Tutto questo incoraggia il bullo a continuare a molestare la vittima, poiché
pensa di avere il sostegno di un pubblico.
Tra gli spettatori vi sono coloro che passivamente osservano le azioni del
cyberbullo, e provano soddisfazione in ciò che egli compie, magari solo perché
non nutrono simpatia per la vittima. Alcuni possono essere osservatori che
vengono incitati a partecipare a questi atti; altri possono sentirsi impotenti e
provare dei sensi di colpa per non aver agito in aiuto della vittima.
Uno studio basato su tre i focus group, condotto su giovani di età compresa tra
12-16 anni70
, ha determinato come vi era una grande presenza si bystanders
69
Alcuni ritengono che lo scenario bullo – vittima, è un
problema che riguardi direttamente loro e quindi intervenire è da
“ficcanasi”; altri ritengono che se si interviene, si peggiorano le
cose, in quanto il bullo potrebbe indirizzare la sua azione a chi si
intromette; hanno anche il timore che raccontando quanto accade
ad un adulto, potrebbero essere esclusi dal mondo ed essere
etichettati in modo offensivo. Inoltre non intervengono perché
ritengono di non poter riuscire a risolvere la situazione (Cf.
Bystanders Role in Cyberbullying, visibile su:
http://us.reachout.com/facts/factsheet/bystanders-role-in-
cyberbullying). 70
Cf. A. Desmet, S. Bastiaensens, K. Van Cleemput., K. Poels,
H. Vandebosch, I De Bourdeaudhuij, Mobilizing bystanders
of cyberbullying: an exploratory study into behavioural
determinants of defending the victim, Department of Movement
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
124
passivi, che non assumeva nessun comportamento nei confronti del
cyberbullismo, al contrario cercava soltanto di confortare la vittima, anziché
fronteggiare il cyberbullo.
Le conseguenze del Cyberbullismo
Come abbiamo già visto, gli effetti possono essere in parte correlati al bullismo
tradizionale. Nel bullismo tradizionale, il bullo acquisisce modalità relazionali
caratterizzate da forte aggressività e dal bisogno di dominare sugli altri; tale
atteggiamento può diventare trasversale ai vari contesti di vita poiché il
soggetto tenderà a riproporre in tutte le situazioni lo stesso stile
comportamentale. Di conseguenza, a lungo termine si delinea per il bullo il
rischio di condotte antisociali e devianti in età adolescenziale e adulta.71
La vittima può manifestare disturbi di vario genere sia a livello fisico che
psicologico e scegliere di non frequentare più i luoghi dove rischia di incontrare
and Sport Sciences, Ghent University, Belgium, 2012,
Scaricabile in: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22954829. 71
Le conseguenze a breve dei bulli, riguardano: basso
rendimento scolastico; disturbi della condotta per incapacità di
rispettare le regole; difficoltà relazionali. A lungo termine:
bocciature e abbandono scolastico; comportamenti devianti e
antisociali (crimini, furti, atti di vandalismo, abuso di sostanze);
violenza intrafamiliare e aggressività sul lavoro (Cf. Telefono
Azzurro, Il fenomeno del Bullismo. Conoscerlo e prevenirlo, pp.
20-21, tratto da:
http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/P
ubblicazioni%20Gen.Ins.Edu/quaderno_bullismo.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
125
il suo persecutore.72
A distanza di tempo possono persistere tratti di personalità
insicura e ansiosa, e anche una forte depressione.73
I ruoli secondo alcune
ricerche, continuerebbero a persistere nel tempo: bambini che iniziano a subire
prepotenze già all’inizio dei primi studi scolastici, possono mantenere la
condizione di vittima negli anni.74
Ma anche il cambiamento è possibile, e
72
Le conseguenze per le vittime a breve termine: sintomi fisici
(mal di pancia, mal di stomaco, mal di testa); sintomi psicologici
(disturbi del sonno, incubi, attacchi di ansia); problemi di
concentrazione, di apprendimento e calo nel rendimento
scolastico; riluttanza nell’andare a scuola, disinvestimento nelle
attività scolastiche; svalutazione della propria identità e scarsa
autostima. A lungo termine: psicopatologie (depressione,
comportamenti autodistruttivi e auto lesivi); abbandono
scolastico; a livello personale (insicurezza, ansia, bassa
autostima, problemi dell’adattamento socio affettivo); a livello
sociale (solitudine, ritiro, relazioni povere) (Cf. Telefono
Azzurro, Il fenomeno del Bullismo. Conoscerlo e prevenirlo, pp.
20-21, tratto da:
http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/P
ubblicazioni%20Gen.Ins.Edu/quaderno_bullismo.pdf). 73
Le vittime di sesso maschile tendono ad essere più arrabbiate e
vendicative, mentre per le femmine vi è maggiormente
depressione e autocommiserazione (Cf. S. Hinduja, PH. D. and
J. W. Patchin,
Cyberbullying Research Summary Emotional and psychological
consequences, tratto da:
http://www.cyberbullying.us/cyberbullying_emotional_conseque
nces.pdf). 74
Anche per gli spettatori ci saranno delle conseguenze. Essi
vivranno in un contesto caratterizzato da difficoltà relazionali
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
126
perché ciò avvenga, è importante non solo l’intervento dei genitori, degli
insegnanti, e di altre figure adulte significative, ma anche di professionisti
psicologi che aiutino il bambino a recuperare un positivo adattamento.
Secondo uno studio condotto su oltre tremila studenti, si è rilevato che il 38%
delle vittime voleva vendicarsi, il 37% era arrabbiato e il 24% si sentiva
impotente.75
Come anche nel bullismo, le vittime soffrono di depressione, di ansia e altre
patologie legate allo stress che si ripercuoteranno anche nel rendimento
scolastico, tanto che alcuni ragazzi abbandonano la scuola o perdono
l’interesse a perseguire gli studi dopo il liceo. Poiché la loro reputazione è stata
danneggiata, si sentono esclusi, umiliati, emarginati e tendono ad allontanare
anche i compagni più stretti.76
che aumenta l’ansia sociale e rafforza una logica di indifferenza
e scarsa empatia, portando così a coloro che hanno assistito al
fenomeno a sminuire il problema o a negarlo (Cf. Telefono
Azzurro, Bullismo. Quali sono le conseguenze del bullismo?,
visibile su: http://www.azzurro.it/it/informazioni-e-
consigli/consigli/bullismo/quali-sono-le-conseguenze-del-
bullismo). 75
Cf. S. Hinduja, PH. D. and J. W. Patchin,
Cyberbullying Research Summary
Emotional and psychological consequences, tratto da:
http://www.cyberbullying.us/cyberbullying_emotional_conseque
nces.pdf. 76
In questi casi la maggior parte delle persone consiglia di
spegnere il computer o il dispositivo mobile. Ma questa
soluzione non viene accettata dagli adolescenti, che si rifiutano
Volume 20 N° 2 - 2015
127
Molti cambiano le abitudini alimentari, saltando i pasti o contribuendo a
disturbi come il binge eating77
e sviluppano disturbi nel sonno (insonnia,
incubi, sonnolenza).
Infine la conseguenza più estrema può essere il suicidio, visto l’unico mezzo
che possa risolvere la loro sofferenza, l’unico modo per fuggire realmente
dall’incubo che stanno vivendo.
Secondo uno studio, il 78 % degli adolescenti che si è suicidato è stato vittima
di bullismo sia a scuola che on-line, mentre solo il 17 % è stato esclusivamente
vittima di cyberbullismo. 78
di tagliare la comunicazione con il mondo. Se la comunicazione
viene impedita, si sentono maggiormente isolati e tagliati fuori
dal mondo (Cf. S. Gordon, What Are the Effects of
Cyberbullying?Discover how cyberbullying can impact victims,
visionabile su:
http://bullying.about.com/od/Cyberbullying/a/What-Are-The-
Effects-Of-Cyberbullying.htm). 77
Binge eating è un tipo di disturbo alimentare caratterizzato dal
consumo di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo,
seguito da sentimenti di vergogna, senso di colpa e la perdita di
controllo. Inizia nell’adolescenza e coinvolge sia i maschi che le
femmine (Cf. K. Rudlin, Signs and Symptoms of Binge Eating
Disorder in Teens, tratto da:
http://parentingteens.about.com/od/bingeeating/a/Signs-And-
Symptoms-Of-Binge-Eating-Disorder-in-Teens.htm). 78
Cf. B. Collevecchio, Cyberbullismo e social network, Florida
è l’ennesima vittima, Il Fatto Quotidiano, 2013, tratto da:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/09/cyberbullismo-e-
social-network-flora-e-lennesima-vittima/465249/.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
128
Bisogna sottolineare che in molti casi di suicidi adolescenziali, vi erano però
malattie mentali pre-esistenti.
Carolina, Amanda, Phoebe, Rehtaeh, Audrie, Felicia, Megan, Katie, Tyler,
Kennet, Davidel, Ryan, Erin, Shannon79
sono solo alcuni dei nomi di
adolescenti che negli ultimi anni si sono tolti la vita spinti da una persecuzione
via internet. Storie simili che fanno rabbrividire, soprattutto se si pensa che
dietro alle molestie ci sono ragazzi minorenni.
Felicia si getta sotto un treno nell'ottobre 2012 a Staten Island. Amanda
Cummings, dopo mesi in cui viene tormentata a scuola da alcuni bulli decide di
farsi investire da un autobus. La pagina Facebook creata dai genitori per
ricordarla è invasa da commenti offensivi: la sua morte viene derisa con
filastrocche, ingiurie e immagini. O il doppio dramma delle sorelle Erin e
Shannon Gallagher. Erin si toglie la vita stanca degli insulti quotidiani che
riceve sul web. Due mesi dopo Shannon si suicida perché non sopporta la
perdita della sorella. Megan Meyer si impicca nel bagno di casa. Tyler,
adolescente omosessuale, si uccide gettandosi da un ponte, in seguito ad una
pubblicazione di un video privato che circola tra i computer dell’università.
79
Uno dei social network seguito dalla maggio parte degli
adolescenti è Ask.fm, che supera oltre i sessanta milioni di
utenti, diventando un luogo privilegiato dai bulli di tutto il
mondo (Cf. Ask.fm social network del terrore, già cinque suicidi
a causa del cyber bullismo, 2013, visionato su:
http://www.downloadblog.it/post/91831/ask-fm-social-network-
del-terrore-gia-cinque-suicidi-a-causa-del-cyberbullismo).
Volume 20 N° 2 - 2015
129
Stessa storia e stesso tragico finale per Kennet: confida a un amico di essere
omosessuale, il quale lo racconta ai compagni di classe che creano
immediatamente una pagina Facebook per deriderlo, aggiungendo al gruppo
proprio gli amici di Kennet. Da quel giorno al ragazzo arrivano messaggi
minacciosi da sconosciuti e non ha la forza di reagire: "Mamma, non sai come
ci si sente a sentirsi odiati", scrive prima di togliersi la vita.80
Queste storie sono solo alcuni casi di vittime che vanno incontro a questo male
virtuale senza riuscire a trovare una via d’uscita.
La diffusione del Cybebullismo nel mondo
Ogni anno negli Stati Uniti si stima che circa 2 milioni di adolescenti tentino il
suicidio e circa 700.000 ricorrano alle cure in seguito al loro gesto: è la
maggiore causa di decesso fra i giovani di età compresa tra i 15- 24 anni.81
80
Cf. T. Rugi, Quando i social network uccidono adolescenti
vittime di bullismo, Roma, 2013, visionato su:
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/repit/2013/06/03/news
/quando_i_social_network_uccidono_gli_adolescenti_vittima_di
_cyberbullismo-60257903/. 81
La frequenza dei suicidi fra i bambini tra i 10 e i 14 anni è
stata di 1, 5 ogni 100.000 o 300 decessi fra 19. 895. 072 bambini
di questa età. La frequenza dei suicidi fra ragazzi tra i 15 e i 19
anni è stata di 8, 2 ogni 100. 000 o 1. 621 decessi fra 19. 882.
596 ragazzi di questa età. La frequenza dei suicidi fra giovani tra
i 20 e i 24 anni è stata di 12,8 ogni 100. 000 o 2.373 decessi fra
18. 484. 615 giovani di questa età (Cf. Il suicidio fra i giovani,
Associazione volontaria per la salute mentale Onlus, visionato
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
130
Sono vittime risucchiate della vertiginosa nube nera del web, sofferenti di
almeno un disturbo psichiatrico (più del 90% dei ragazzi).
Tutto questo perché ci troviamo in un epoca caratterizzata dalla
dematerializzazione della realtà, in riferimento alla scala della macrofisica,
ovvero la scala del mondo così come quotidianamente l’uomo lo reperisce
attraverso i sensi.82
Ciò fa riferimento al ruolo della scienza e della tecnologia,
e quindi all’impatto delle tecnologie emergenti (informatica,
telecomunicazione, robotica, internet, etc.) che producono un assottigliamento
della materialità nel mondo, e una dematerializzazione della nostra realtà nel
suo complesso.83
su: http://www.progettoitaca.org/area-stampa/la-salute-
mentale/glossario/88-il-suicidio-fra-i-giovani). 82
M. Born (1954, p. 31) ha richiamato l’attenzione sui pericoli
di estrapolare nozioni della fisica ad altri campi del sapere e
dell’esperienza. Una questione discussa anche nel convegno di
Firenze sui I livelli della realtà nel 1978 (Cf. T. Maldonado,
Reale e Virtuale, Giangiacomo Editori, Milano, 1992, p. 10). 83
In altre parole, si sarebbe ormai avviata una contrazione
dell’universo degli oggetti materiali, oggetti che verrebbero
sostituiti da processi e servizi sempre più immateriali. Il concetto
di de materializzazione, è stato reso accessibile al grande
pubblico con la mostra Les immateriaux al Centre Pompidou a
Parigi (28 marzo e 15 luglio 1985). Questa mostra era stata
concepita da J. F. Lyotard e Th. Chaput (1985). Ma tale concetto
ha avuto un ruolo importante nei programmi (manifesti) delle
neoavanguardie artistiche. In particolare, l’area concettuale ha
teorizzato la dematerializzazione dell’oggetto artistico (Cf. T.
Volume 20 N° 2 - 2015
131
Le nuove tecnologie, i media e i videogiochi ultra moderni hanno ridotto il
rapporto tra genitore e figlio, accentuando nei giovani comportamenti imitativi,
passivi e disidentificativi, che predispongono alla comparsa di turbe psico-
affettive, a ritardi e deformazioni del processo di formazione della personalità
corretta. Vediamo dei giovani sempre più soli e isolati in un circuito virtuale
ristretto, ove diventa più semplice e facile la manipolazione da parte del mezzo
esterno di comunicazione, specialmente se manca l’identificazione con il
genitore.84
Si sostituiscono così, le relazioni affettive con le relazioni interattive
tra coetanei prigionieri del web.85
Maldonado, Reale e Virtuale, Giangiacomo Editori, Milano,
1992, p. 10).
84
Il dialogo familiare stimola nel bambino le capacità di
riflessione e di concentrazione. Proprio perché il rapporto coi
genitori rappresenta il punto di incontro delle varie generazioni.
La famiglia ha sempre avuto una struttura psicologica basata su
ideali e valori etici e morali, che venivano e vengono trasmessi
ai figli con maggiore o minore rilevanza. Bollea ad esempio
sostiene che la presenza del padre nel gioco del bambino è di
estrema rilevanza nel processo di sviluppo della personalità e
della conoscenza della realtà dalla virtualità. L’afasia affettiva,
che si produce in assenza di comunicazione, privano i bambini di
modelli affettivi, e di fonti di conoscenza e di cultura. La
famiglia oggi ha il compito di educare i figli, di insegnare i
valori e i comportamenti, ma purtroppo subisce la concorrenza
spietata dei mass media, che offrono valori e modelli di
comportamento che attraggono più il bambino. Da questo
anomalo rapporto nascono incertezze e insufficienze dei
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
132
Le nuove generazioni si immergono nei social network, che fabbricano su di
loro sicurezze ed autostime fittizie, aumentando la competizione e distorcendo i
veri rapporti amicali. Si collegano compulsivamente al web alla ricerca di
nuove condivisioni e al controllo di possibili richieste o messaggi da nuovi
genitori, già penalizzati in questo ruolo dai profondi
cambiamenti sociali. Così la famiglia tende ad assumere più un
ruolo affettivo e sempre meno un ruolo educativo (Cf. F. Pira, V.
Marrali, Infanzia, media e nuove tecnologie. Strumenti, paure e
certezze, Franco Angeli, Milano, 2010, pp. 99-100). 85
Il colloquio in famiglia è stato sostituito dalla televisione, dai
videogiochi, dal cellulare e da internet. Le nuove tecnologie
amplificano questa disarmonia familiare e impongono la propria
filosofia della comunicazione irreale e consumistica. Inoltre la
televisione è stata definita “l’intruso familiare, la scuola degli
analfabeti istruiti, la bambinaia elettronica, il surrogato della
famiglia, la droga per immagini”, tutte le definizioni che hanno
sottointeso un significato negativo, ma che dicono della sottile
intrusione di questo mezzo nella quotidianità degli uomini. E
riprendendo le parole di Papa Giovanni Paolo II: “ La
televisione può arricchire la vita familiare, ma può anche
danneggiarla diffondendo modelli di comportamento falsati e
degradanti e invogliando i membri ad isolarli, allontanando i
figli dai genitori.. I genitori dovrebbero informare
anticipatamente i propri figli sul contenuto dei programmi e fare
di conseguenza la scelta consapevole per il bene della famiglia
se guardare o no … I genitori dovrebbero discutere della
televisione con i propri figli..” (Cf. F. Pira, V. Marrali, Infanzia,
media e nuove tecnologie. Strumenti, paure e certezze, Franco
Angeli, Milano, 2010, p. 100).
Volume 20 N° 2 - 2015
133
amici. Facebook86
e gli altri Network sociali “funzionano” mascherando le
personali ansie, preoccupazioni, sbalzi d’umore e il proprio senso di disistima e
di solitudine. In tal modo le richieste di nuove amicizie risultano quasi un
riempimento, una conferma e/o un rafforzamento del proprio ego. Si parla di
amicizia data e di amicizia richiesta, ma le amicizie che si creano sui Social
86
Facebook ergo sum: direbbe il filosofo dei tempi moderni se
avesse l’occasione di incontrare anche solo per un pomeriggio
un gruppo di adolescenti del 2011. L’uso dei social network
diventa sempre più diffuso tra le giovani generazioni. Gli spazi
vissuti non si limitano solo al muretto del quartiere: negli ultimi
anni nascono nuove piazze in cui i giovani e soprattutto i
giovanissimi incontrano gli amici, condividono pensieri,
comunicano le esperienze di ogni giorno. In principio fu la chat
di Messenger che permetteva di creare dei blog (spaces);
successivamente i social network si sono moltiplicati
differenziandosi, a seconda delle funzioni, per target di utenti.
Questi spazi si configurano quindi come dei luoghi di incontro
virtuali che espandono la possibilità di comunicare, pubblicare
immagini, condividere link, musica o video. Secondo il 43°
rapporto annuale del Censis (Centro Studi di Investimenti
Sociali) il 90,3% dei giovani tra i 14 e i 29 anni usa Facebook.
Un numero sempre maggiore di adolescenti è convinto che i
social network siano utili sia per mantenere il contatto con gli
amici di sempre come con quelli lontani, sia per fare nuove
conoscenze (Cf. N. De Santis, Dal contatto alla relazione:
educare nell’era dei social network, 2011, visionabile su:
http://giovani.azionecattolica.it/stampa-associativa/dal-contatto-
alla-relazione-educare-nell%E2%80%99era-dei-social-network).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
134
Network non sono reali: spesso le due persone non si sono mai conosciute e
magari mai si conosceranno nella realtà.87
Quando l’adolescente non è connesso al portale, o quando la connessione non è
possibile, si presentano seri sintomi psicologici come ansia, pensieri ossessivi,
depressione, attacchi di panico, paura (di rimanere soli), problemi di sonno,
insicurezza, che possono sfociare in problemi affettivi, sociali, familiari,
graduale isolamento, disgregazione del gruppo familiare e amicale. Questo
spiega, anche il perché di molte vittime del cyberbullismo che, pur ricevendo
continue minacce, offese, umiliazioni, non eliminano comunque i loro profili
dai vari social network. “Internet appare come un laboratorio per sperimentare
l’esperienza della costruzione e ricostruzione del sé: ci si modella e ci si ricrea
all’interno della realtà virtuale”.88
Questo significa per i giovani esistere, essere come gli altri e quindi parte di
una community.
Uno dei social network più frequentato dai giovani è Ask.fm,89
con più di
sessanta milioni di utenti e di questi 13,2 milioni lo visitano tutti i giorni (vedi
87
Cf. F. Castelli, I giovani e i social network, Aggiornamenti Educativi, p. 1,
tratto da: http://www.piccolaopera.it/Downloads/pag%206%207.pdf. 88
Cf. F. Castelli, I giovani e i social network, Aggiornamenti Educativi, p. 1,
tratto da: http://www.piccolaopera.it/Downloads/pag%206%207.pdf. 89
Ask.fm è stato fondato a Riga, in Lettonia, nel giugno del 2010. Il sito
funziona come Formsrping, un social network statunitense al quale da subito ha
cercato di fare concorrenza. Ask.fm permette a ogni utente di fare una
domanda, anche in forma anonima, e di ricevere risposte dagli altri
frequentatori del sito. Le domande possono essere sia scritte sia in video e
Volume 20 N° 2 - 2015
135
figura n. 5). Al momento dell’iscrizione, vi sono delle domande a cui bisogna
dare una risposta. Ovvio più sei brillante nel rispondere, più spiccherai nel
flusso home. D’altronde per i più impopolari c’è un piccolo aiutino: sotto la
finestra popolari ci sono vari utenti campioni di Q&A. Le loro risposte
raggiungono nel giro di pochi secondi centinaia di “cuori” (equivalente dei likes
di Facebook o dei preferiti di Twitter). Basta seguirli e si apre un mondo fatto
di fan di Justin Bebier, degli One Direction, di foto da diva. Tutto libero, tutto
accessibile, tutto pubblico. 90
Spesso i ragazzi si trovano di fronte a delle richieste assurde, e rispondono in
pubblico senza sapere chi ha fatto tali domande.
Proprio per questo recentemente è diventato l’epicentro del bullismo
elettronico, e del suicidio di molti giovani.91
possono essere dirette a una persona in particolare o a tutta la community. Il
problema è che spesso queste domande ricevono in risposta insulti, minacce e
istigazioni al suicidio. Le stesse che ha ricevuto Hannah Smith prima di
impiccarsi (Cf. Il social network ostaggio del bullismo, Internazionale, 2013,
Tratto da: http://www.internazionale.it/news/tecnologia/2013/08/08/ask-fm-il-
social-network-ostaggio-del-cyberbullismo/). 90
Cf. S. Carboni, Ask: il social network del Cyberbullismo Viaggio nel
ritrovo delle domande & risposte per under 18: tra insulti razzisti e
questioni troppo pesanti, la censura richiesta in Gran Bretagna e le stelline
da conquistare, Giornalettismo, 2013, tratto da:
http://www.giornalettismo.com/archives/1065603/ask-il-social-network-del-
cyberbullismo/. 91
L’ultimo caso è quello di Hannah Smith, una ragazzina inglese di 14 anni di
Lutterworth, nel Leicestershire, che il 2 agosto si è ipiccata dopo aver ricevuto
insulti e minacce su Ask. Secondo i giornali, da settembre a oggi, quello di
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
136
L’associazione di beneficienza contro il bullismo, Ditch the Label, ha effettuato
una ricerca annuale sul cyberbullismo in collaborazione con le scuole, le
università e altre organizzazioni, con lo scopo di ridurre il problema e porvi una
soluzione. L’obiettivo è: arrivare, attraverso approfondite ricerche e con il
coinvolgimento dei giovani, ad una comprensione del fenomeno; combattere il
problema con la collaborazione delle scuole, dei collegi, del governo, delle
organizzazioni, dei genitori e dei giovani; ed educare i giovani promuovendo
una cultura basata sull’accettazione e sull’amore di se stessi.
La ricerca è stata effettuata con la collaborazione di Habbo Hotel, la più grande
comunità online che coinvolge adolescenti di tutto il mondo. Uno dei più grandi
sondaggi che ha coinvolto più di dieci milioni di ragazzi dai 13 ai 22 anni di
diverse nazionalità92
(il 67% era del Regno Unito, il 17% degli Stati Uniti, il
12% dell’Australia e il 4% di altri paesi). Da questo studio è emerso come su
Hannah Smith è il quinto caso di suicidio di un adolescente legato ad Ask.fm. E
almeno un episodio simile si è registrato negli Stati Uniti. Il sito sta
guadagnando 300 mila nuovi utenti al giorno, ed è disponibile in 150 paesi.
Purtroppo, il bullismo che sta dilagando sulle sue pagine sembra inarrestabile
(Cf. Il social network ostaggio del bullismo, Internazionale, 2013, Tratto da:
http://www.internazionale.it/news/tecnologia/2013/08/08/ask-fm-il-social-
network-ostaggio-del-cyberbullismo/). 92
Ricerca effettuata in un periodo che va dal 28 Agosto al 10 settembre 2013
(Cf. Ditch the Label, The Annual Cyberbullying Survey, 2013, p. 4, Tratto da:
http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-annual-cyberbullying-survey-
2013.pdf).
Volume 20 N° 2 - 2015
137
un campionamento di 10.008 giovani, circa il 69% fosse stato interessato da atti
di cyberbullismo.93
Inoltre94
si è rilevato che:
93
Habbo è un social network frequentato da più di 2,5 milioni di adolescenti a
settimana. Grazie alla ricerca. Si è compreso come il cyberbullismo non sia
solo una “fase” passeggera, ma al contrario sta avendo un forte impatto sulla
vita di tantissime persone; danneggiando gravemente l’autostima e le
prospettive future dei giovani (Cf. Ditch the Label, The Annual Cyberbullying
Survey, 2013, p. 5, Tratto da: http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-
annual-cyberbullying-survey-2013.pdf). 94
Ogni settimana sul sito “Bullying Support Centre” vengono a far visita
milioni di adolescenti, in cerca di rifugio, sostegno, e consulenza. Tale sito
cerca di informare il più possibile sul fenomeno di bullismo, derivante molto
spesso da delle insicurezze personali e da delle lacune nell’educazione, sia alle
vittime che ai bulli. Tutto ciò con il coinvolgimento della musica, della moda,
della tecnologia e altri interessi che colpiscono i giovani, con lo scopo di
educare i giovani alla sicurezza online e all’accettazione di colui che viene
considerato diverso dalla norma (Cf. Ditch the Label, The Annual
Cyberbullying Survey, 2013, p. 4, Tratto da:
http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-annual-cyberbullying-survey-
2013.pdf).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
138
- Il 37% dei giovani lo subiva di frequente;
- Il 20% dei ragazzi subisce il cyberbullismo quotidianamente;
- l’89% dei giovani utenti era un cyberbullo;
- Non vi è differenza di genere, ovvero sia maschi che
femmine ne possono essere vittime (vedi figura n. 6);
- I social network più colpiti sono: Facebook, Twitter e
Ask.fm;
- Il 54% degli adolescenti che frequentano Facebook
affermano di aver sperimentato il cyberbullismo;
- Ha effetti catastrofici sull’autostima e sulla vita sociale di
circa il 70% dei ragazzi;
- Circa 5.430.000 giovani nel Regno Unito ha vissuto il
problema, e 1.26 milioni di soggetti lo ha subito tutti i giorni.
Poi la ricerca si è focalizzata sui social network usati più frequentemente (vedi
figura n. 6 e n.7).
Volume 20 N° 2 - 2015
139
Figura n. 5: il rank di Ask.fm è in netta crescita con 13,2
milioni di visitatori al giorno, è il 79° sito più popolare al
mondo. L’Italia figura tra i primi quattro paesi per numero di
utenti, preceduta solo da Stati Uniti, Brasile, Canada e
Turchia.95
95
Cf. S. Carboni, Ask: il social network del Cyberbullismo Viaggio nel ritrovo
delle domande & risposte per under 18: tra insulti razzisti e questioni troppo
pesanti, la censura richiesta in Gran Bretagna e le stelline da conquistare,
Giornalettismo, 2013, tratto da:
http://www.giornalettismo.com/archives/1065603/ask-il-social-network-del-
cyberbullismo/.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
140
Figura n. 6: Si nota come vi è una percentuale quasi equa sia per le
femmine (46%), sia per i maschi (52%). Inoltre si evince nella
figura sottostante, che i ragazzi più colpiti hanno tra i 15 e i 16 anni
(con il 13%).96
96
Cf. Ditch the Label, The Annual Cyberbullying Survey, 2013, p. 6, Tratto da:
http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-annual-cyberbullying-survey-
2013.pdf.
Volume 20 N° 2 - 2015
141
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
142
Figura n. 7: I social network più utilizzati, dove si riscontra
maggiormente il cyberbullismo sono: Facebook (54%), Twitter (28%) e
Ask.fm
(26%).97
97
Cf. Ditch the Label, The Annual Cyberbullying Survey, 2013, p. 6, Tratto da:
http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-annual-cyberbullying-survey-
2013.pdf.
Volume 20 N° 2 - 2015
143
La storia di Amanda Todd
Amanda Todd, 15 anni Canadese, si è tolta la vita il 10 ottobre del 2012, dopo
le ripetute vessazioni cha ha subito online per diversi anni.
Tutto comincia a 12 anni quando, come tante sue coetanee, Amanda ha iniziato
a utilizzare le chat per cercare nuove amicizie. Un giorno cede alle moine e alle
insistenze di un amico sconosciuto e mostra il suo seno via webcam. Una
leggerezza, forse anche priva di quella la malizia che tante coetanee di Amanda
mettono nei loro autoscatti pubblici o nelle sessioni in webcam con fidanzati
reali o virtuali. Da quel momento Amanda inizia ad essere ricattata e tormentata
da questa persona98
, che diventa, come si dice nel gergo della rete, un "roll",
ovvero una presenza fastidiosa che si muove unicamente per dare fastidio.99
98
Nel video diceva: “Conosceva il mio indirizzo, la mia scuola, gli amici, i
miei parenti” (Cf. L. Munginin, Bullied Canadian teen leaves behind chilling
YouTube video, 2012, visionabile su:
http://edition.cnn.com/2012/10/12/world/americas/canada-teen-
bullying/index.html?iref=allsearch). 99
Cf. Chi è Amanda Todd, la vittima di cybebullismo che Anonymous vuole
vendicare, Redazione GQ Italia, 2012, visionato su: http://www.gqitalia.it/hi-
tech/articles/2012/10/chi-e-amanda-todd-la-vittima-di-cyber-bullismo-che-
anonymous-vuole-vendicare.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
144
La foto del suo seno in breve tempo diventa di dominio pubblico, e a scuola i
compagni di classe e i suoi coetanei iniziano a disprezzarla, a molestarla, ad
offenderla con i più spregevoli epiteti.100
Amanda inizia a soffrire di ansia, depressione e attacchi di panico, si trasferisce
in un’altra città ed inizia a fare uso di alcool e droga. Poco tempo dopo la sua
foto in topless diventa l’icona di un profilo Facebook.101
Amanda si ritrova
sempre più isolata e disperata: la sua foto ormai era ineliminabile dal web.
Inizia ad autolesionarsi. Si trasferisce in un nuovo istituto scolastico, e prova a
cercare conforto confidandosi con un vecchio amico. Una sera lui la invita a
casa e, credendo di trovare affetto e comprensione, si abbandona tra le sue
braccia.
La settimana successiva, Amanda si ritrova circondata fuori da scuola: questo
“vecchio amico”, la sua ragazza e un gruppetto di altre 15 persone, iniziano a
insultarla, picchiarla, umiliarla riprendendo tutto con un telefonino. Tornata a
100
Cf. G. Dell’Arti, Storia di Amanda che s’è suicidata a 15 anni bevendo
candeggina per colpa di un cyberbullo, Altri Mondi, visionato su:
http://altrimondi.gazzetta.it/2012/10/22/storia_di_amanda_che_se_suicid/. 101
Nel video mostrato su youtube ella racconta di una webcam fatta con un
gruppo di amici in seconda media, che utilizzava spesso per ricercare nuove
amicizie; in quel momento si fece fotografare il seno nudo. Un anno dopo fu
ricattata da uno sconosciuto, che le chiedeva di mostrargli qualcosa, e siccome
conosceva tutta la sua vita, Amanda cedette. All’alba di Natale bussò la
polizia, dicendole che le sue foto era state diffuse. Da quel momento Amanda
fu in preda alla depressione, all’ansia e agli attacchi di panico (Cf. The history
of Amanda Todd, tratto da: http://www.youtube.com/watch?v=LkE7ShYhdHI).
Volume 20 N° 2 - 2015
145
casa disperata con l’unico intendo di togliersi la vita bevendo la candeggina;
fortunatamente viene salvata in tempo e ricoverata in un ospedale.
Al rientro a casa dopo la degenza in ospedale scopre la sua pagina di Facebook
invasa di messaggi violenti sul suo tentato suicidio.102
Cambia nuovamente città
con la madre, decidendo di non denunciare l’accaduto per cercare di
dimenticare quanto era successo. Purtroppo, anche a distanza di alcuni mesi, i
messaggi e gli insulti sul social network non si placano, al punto da peggiorare
ulteriormente lo stato psicologico, già fortemente provato, della ragazzina. Le
pillole antidepressive e le sedute con lo psicoterapeuta non sono bastate, e
finisce di nuovo in ospedale per due giorni a causa di un altro tentativo di
suicidio con overdose.103
Fino a quando il 10 ottobre del 2012 verso le 6:00 del mattino, Amanda viene
trovata morta impiccata nella sua stanza, lasciando come testamento delle sue
sofferenze un video su youtube dove racconta tutta la sua tragica esperienza.104
102
Frasi del tipo: “Se lo merita, hai levato via il fango dai capelli?Spero sia
morta!” (Cf. The history of Amanda Todd, tratto da:
http://www.youtube.com/watch?v=LkE7ShYhdHI). 103
“Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno”, erano le ultime parole dette da
Amanda nel suo video (Cf. B. R. Villalva, Amanda Todd: 15-Year-Old Tells
Story of Bullying and Suicide Before Death, 2012, visionato su:
http://global.christianpost.com/news/amanda-todd-15-year-old-tells-story-of-
bullying-and-suicide-before-death-video-83253/).
104
Amanda Todd, è stata trovata impiccata nella sua casa di Port Coquitlam,
British Columbia, in Canada, un mese prima del suo sedicesimo compleanno
(Cf. K. Dufour, Amanda Todd case highlights issue of online bullying. The
death of a Canadian teenager, who killed hrself last week, has led to outcry
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
146
La tragica storia di questa ragazzina ha fatto il giro del mondo, come la crudeltà
dei ragazzi che hanno provocato la sua morte.
E alla fine non rimane altro che la sua storia raccontata attraverso dei fogli che
lei mostra alla telecamera, senza voce, su un video di Youtube: il viso
scheletrico, i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle, lo sguardo perso nel
vuoto, lo sfondo grigio, sospeso in una terra di nessuno, tra la vita e la morte. E
quell’agghiacciante sequenza di fogli che racconta gli abusi subiti e si conclude
con la sua sentenza di morte: “non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno”. Un
atto di accusa, che chiama in causa la famiglia, una generazione di famiglie, di
padri e di madri analfabeti d’informatica e di accudimento. Perché la solitudine
può uccidere.105
Amanda però ha dimostrato coraggio nel lasciare ai posteri questo video,
probabilmente con la speranza di poter aiutare altri ragazzi vittime di questo
inferno.106
around the world about online bullying, 2012, tratto da:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/northamerica/usa/9612030/Aman
da-Todd-case-highlights-issue-of-online-bullying.html). 105
Vittima di cyber-bullismo si suicida a 15 anni. Su YouTube l'ultimo addio. Il
Canada scosso dalla vicenda di una ragazzina di Vancouver: sul web il suo
video-denuncia contro le violenze, tratto da:
http://artepensieri.forumfree.it/?t=63536075. 106
La madre di Amanda ha chiesto a YouTube di non togliere il video dal
web affinché diventi «uno strumento per combattere il “cyber-bullismo”» che,
secondo il Canadian Medical Association Journal, è la seconda causa di morte
tra i canadesi fra i 10 e i 19 anni (G. Dell’Arti, Storia di Amanda che s’è
suicidata a 15 anni bevendo candeggina per colpa di un cyberbullo, Altri
Volume 20 N° 2 - 2015
147
Pochi mesi dopo il gruppo hacker più famoso, gli Anonymous, ha voluto
vendicare la morte della ragazza, rendendo pubblica l’identità del “troll”: un
uomo di trent’anni del New Westminister, in British Columbia.107
Avevano
anche pubblicato un lungo video su YouTube (ora rimosso), mandato in prima
battuta alla filiale canadese di CTV News, che mostrava le immagini, le
informazioni personali del molestatore di Amanda, con gli screenshot degli
account utilizzati su altri portali e forum. Google ha prontamente cancellato il
filmato, perché violava la privacy dell'uomo, e gli Anonymous si sono dovuti
accontentare di pubblicarne un altro dove ne spiegavano semplicemente
l’obiettivo : “Di solito non ci piace dare una mano alla polizia ma siamo stati
costretti a mettere le nostre abilità a favore della protezione dei bambini” -
scrivono sotto il video -“ironia della sorte abbiamo qualche buona persona in
Mondi, visionato su:
http://altrimondi.gazzetta.it/2012/10/22/storia_di_amanda_che_se_suicid/). 107
«I vendicatori di Anonymous, gli hacker più temuti di Internet, quelli che
hanno attaccato la Cia e le banche d’America, entrando perfino nelle segrete
web dell’amministrazione di Barack Obama», si sono messi a caccia del mostro
che la perseguitava. A un certo punto hanno detto di averlo individuato
tracciando i suoi movimenti in rete e in un video su YouTube lo hanno
denunciato per nome e cognome con tanto di indirizzo. Si trattava di un
trentenne di New Westminster, British Colombia, che giorni fa era già
comparso davanti al tribunale di Vancouver per un altro caso di pedofilia.
Subito dopo l’annuncio di Anonymous, gli amici di Amanda hanno creato
pagine Facebook in cui avvertivano l’uomo di «dormire con un occhio aperto»
(G. Dell’Arti, Storia di Amanda che s’è suicidata a 15 anni bevendo
candeggina per colpa di un cyberbullo, Altri Mondi, visionato su:
http://altrimondi.gazzetta.it/2012/10/22/storia_di_amanda_che_se_suicid/).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
148
Vancouver che ha portato questa cosa all'attenzione dei nostri coordinatori. È
una storia davvero triste che ci riguarda tutti“.108
BIBLIOGRAFIA
Caffo A., Lo stalker di Amanda Todd svelato da Anonymous. ll
nome del cyber-stalker che ha spinto laragazza canadese al
suicidio il 15 ottobre rivelato dal gruppo: "Una vicenda che ci
riguarda tutti", 2012, tratto da:
http://mytech.panorama.it/anonymous-nome-stalker-amanda-
todd.
Castelli F., I giovani e i social network, Aggiornamenti Educativi,
tratto da:
http://www.piccolaopera.it/Downloads/pag%206%207.pdf.
Cyberbullismo. Manuale per gli insegnanti, Visionato su:
http://www.isnitti.gov.it/varie/as_12_13/booklet_ita.pdf.
Cyberbullying definitions and prevalence, visionato su:
http://www.cambridge.org/us/files/3713/7457/4417/CH07_Summ
aries.pdf.
Diamantini D., Mura G., Sintesi della ricerca internazionale su:
Cyberbullismo e uso delle tecnologie tra i giovani, Centro di Alta
Formazione e Ricerca Avanzata QUA_SI, Milano, 2010, Tratto
da:
108
Cf. A. Caffo, Lo stalker di Amanda Todd svelato da Anonymous. ll nome del
cyber-stalker che ha spinto la ragazza canadese al suicidio il 15 ottobre
rivelato dal gruppo: "Una vicenda che ci riguarda tutti", 2012, tratto da:
http://mytech.panorama.it/anonymous-nome-stalker-amanda-todd.
Volume 20 N° 2 - 2015
149
http://www.unimib.it/upload/pag/1802106035/re/reportcyberbulli
smobicocca.pdf.
Ditch the Label, The Annual Cyberbullying Survey, 2013, Tratto
da: http://www.ditchthelabel.org/downloads/the-annual-
cyberbullying-survey-2013.pdf.
Dufour K., Amanda Todd case highlights issue of online bullying.
The death of a Canadian teenager, who killed hrself last week,
has led to outcry around the world about online bullying, 2012,
tratto da:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/northamerica/usa/96
12030/Amanda-Todd-case-highlights-issue-of-online-
bullying.html.
Esposito F., Bullismo Perché, Sovera, Roma, 2009.
European Superkids Online, Manuale per insegnanti, tratto da:
http://www.sicurinrete.it/superkids/manuale-superkids.pdf.
Formella Z., Ricci A., Bullismo e dintorni. Le relazioni disagiate
nella scuola, Franco Angeli, Milano, 2011.
Gallina A., Dentro il Bullismo. Contributi e proposte socio-
educative per la scuola, Franco Angeli, Milano, 2009.
Hinduja S., PH. D. and J. W. Patchin,
Cyberbullying Research Summary Emotional and psychological c
onsequences, tratto da:
http://www.cyberbullying.us/cyberbullying_emotional_consequen
ces.pdf.
Il Cyberbullismo, Violenza e Prevenzione alla Violenza, 2010,
Tratto da: http://www.forum-
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
150
p.it/smartedit/documents/downloads/bullismo_e_cyberbullismo.p
df.
Maldonado T., Reale e Virtuale, Giangiacomo Editori, Milano,
1992.
Manuale Pratico per la prevenzione del Cyberbullismo e della
navigazione online a rischio, Tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pd
f.
Marrali V. Pira F., Infanzia, media e nuove tecnologie. Strumenti,
paure e certezze, Franco Angeli, Milano, 2010.
Pilarska, Chi è il Cyber bullo, Tratto da:
http://www.provincia.fe.it/download/cyberbulli.pdf?server=sd2.pr
ovincia.fe.it&db=/intranet/internet.nsf&uid=47A5FBBA1FEF0E5
EC12576D900520D43.
Pinna N., Pisano L., M. E. Saturno, Prevenire il Cyberbullismo e
la navigazione on line a rischio, Cagliari, tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.pd
f.
Pisano L., Le prepotenze online: il cyberbullismo, tratto da:
http://www.ifos-
formazione.com/ifos/uploads/articoli%20bullismo%20e%20cyber
bullismo/Le%20prepotenze%20on%20line%20il%20cuberbullism
o.pdf.
Pitti L., La definizione del Cyberbullismo in adolescenza:
un’analisi evolutiva, Facoltà di Psicologia, Università di Firenze,
Tratto da:
http://www.cedostar.it/tesi/tesi_cyberbullismo_adolescenza_Pitti
_2011.pdf.
Volume 20 N° 2 - 2015
151
Salzillo F., Santilli M., Bullismo e Cyberbullismo, Tratto da:
http://www.qualepsicologia.it/wp-content/uploads/2013/04/30-
Santilli-M.-Salzillo-F.-Bullismo-e-Cyberbullismo.pdf.
Save the Children, Safer Internet Day Study, il Cyberbullismo,
Report Onlus, Italia, 2013, scaricabile su:
http://images.savethechildren.it/IT/f/img_pubblicazioni/img204_
b.pdf.
Sbattella F., Analisi del rischio: dipendenza da internet,
Università cattolica del Sacro Cuore, Milano, 2006, Tratto da:
http://pkm360.it/studenti/calligher/dipendenza-internet.pdf.
Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Unità di Analisi
dei Crimini Informatici, Tratto da:
http://www.istruzionepadova.it/risorse/web/Web-in-
Cattedra_Cyberbullismo.pdf.
Telefono Azzurro, Il fenomeno del Bullismo. Conoscerlo e
prevenirlo, pp. 20-21, tratto da:
http://www.azzurro.it/sites/default/files/Materiali/InfoConsigli/Pu
bblicazioni%20Gen.Ins.Edu/quaderno_bullismo.pdf.
Toller L., Chi c’è in chat? Dipendenze da internet e videogiochi,
Sovera Edizioni, Roma, 2011.
Violenza e prevenzione alla violenza. Il Cyberbullismo, 2010,
Tratto da: http://www.forum-
p.it/smartedit/documents/downloads/bullismo_e_cyberbullismo.p
df
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
152
What is Cyberbullying?, National Crime Prevention Council,
visionato sul sito: Manuale Pratico per la prevenzione del
Cyberbullismo e della navigazione online a rischio, Tratto da:
http://www.viveremeglio.org/0_volumi/manuali/cyberbullismo.p
df
Zuccotti G. V., Giovannini M., Manuale di Pediatria. La pratica
clinica, Società editrice Esculapio, 2012.
SITOGRAFIA
http://altrimondi.gazzetta.it/2012/10/22/storia_di_amanda_che_se
_suicid/.
http://artepensieri.forumfree.it/?t=63536075.
Volume 20 N° 2 - 2015
153
http://attualissimo.it/amanda-todd-il-video-della-ragazza-suicida-
a-causa-del-bullismo/.
http://www.articolotre.com/2013/08/il-cyberbullismo-torna-a-
uccidere-nellincomprensione-e-nel-silenzio/194759.
http://www.avvocati-web.it/85/articolo/cyber-bullismo.html.
http://www.azzurro.it/it/informazioni-e-
consigli/consigli/bullismo/quali-sono-le-conseguenze-del-
bullismo.
http://blog.lab13.it/user-experience-2/cyberbullismo-combatterlo-
significa-vivere.html.
http://bullying.about.com/od/Cyberbullying/a/What-Are-The-
Effects-Of-Cyberbullying.htm.
http://cyberbullying.us/.
http://www.downloadblog.it/post/91831/ask-fm-social-network-
del-terrore-gia-cinque-suicidi-a-causa-del-cyberbullismo.
http://edition.cnn.com/2012/10/12/world/americas/canada-teen-
bullying/index.html?iref=allsearch.
http://www.giornalettismo.com/archives/1065603/ask-il-social-
network-del-cyberbullismo/.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
154
http://giovani.azionecattolica.it/stampa-associativa/dal-contatto-
alla-relazione-educare-nell%E2%80%99era-dei-social-network.
http://global.christianpost.com/news/amanda-todd-15-year-old-
tells-story-of-bullying-and-suicide-before-death-video-83253/.
http://www.gqitalia.it/hi-tech/articles/2012/10/chi-e-amanda-todd-
la-vittima-di-cyber-bullismo-che-anonymous-vuole-vendicare.
http://kidshealth.org/teen/school_jobs/bullying/cyberbullying.htm
l.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/09/cyberbullismo-e-
social-network-flora-e-lennesima-vittima/465249.
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/repit/2013/06/03/news/
quando_i_social_network_uccidono_gli_adolescenti_vittima_di_
cyberbullismo-60257903/.
http://www.internazionale.it/news/tecnologia/2013/08/08/ask-fm-
il-social-network-ostaggio-del-cyberbullismo/.
http://www.meganmeierfoundation.org/megansStory.php.
http://mytech.panorama.it/anonymous-nome-stalker-amanda-
todd.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22954829.
Volume 20 N° 2 - 2015
155
http://www.osservatoriopsicologia.com/2013/03/03/le-
prepotenze-on-line-il-cyberbullismo/.
http://parentingteens.about.com/od/bingeeating/a/Signs-And-
Symptoms-Of-Binge-Eating-Disorder-in-Teens.htm.
http://www.progettoitaca.org/area-stampa/la-salute-
mentale/glossario/88-il-suicidio-fra-i-giovani.
http://www.psicologiaedintorni.com/2007/07/18/cyberbullismo-
tipologie.
http://www.relationalaggression.com/2011/05/04/cyber-bully-
bystanders/.
http://scuola.repubblica.it/lombardia-como-
lcalessandrovolta/2013/la-storia-di-una-
cybervittima/4200/?id_contrib=2443.
http://www.starw.org/b2b/4TypesofCyberbullies.htm.
http://stopcyberbullying.org/what_is_cyberbullying_exactly.html.
http://www.tricitynews.com/news/179887911.html.
http://www.youtube.com/watch?v=LkE7ShYhdHI.
http://www.wakeupnews.eu/.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
156
http://www.west-info.eu/it/cyberbullismo-diversita-save-the-
children/.
http://voices.yahoo.com/5-consequences-cyberbullying-
7000794.html.
http://us.reachout.com/facts/factsheet/bystanders-role-in-
cyberbullying.
Volume 20 N° 2 - 2015
157
Roberto Pescetti109
, Vincenzo Mastronardi110
LE INVESTIGAZIONI SUI SINISTRI MARITTIMI: OBIETTIVI E
PRINCIPI CHIAVE
Riassunto
La navigazione è caratterizzata da rischi e pericoli derivanti dall’ambiente
stesso in cui viene svolta ed in tale ambito emerge, pertanto, la necessità di
conferire una grande rilevanza alla tutela della sicurezza.
La sicurezza della navigazione, intesa come “safety”, è diretta a salvaguardare
il mezzo, le persone e i beni a bordo dai rischi derivanti dall’attività di
navigazione e trasporto effettuata in ambienti che possono risultare pericolosi
per loro stessa natura ovvero possono diventarlo a seguito degli interventi
umani.
La tutela della “safety” si è poi estesa al lavoro e alla qualità della vita a bordo,
determinando l’interazione con le esigenze relative allo sviluppo sostenibile e
alla tutela dell’ambiente, che hanno fatto della sicurezza l’obiettivo principale
da raggiungere mediante la cooperazione tra gli Stati, determinando una
rinnovata attenzione all’emanazione di norme dirette a garantire la sicurezza
del trasporto marittimo.
Le problematiche correlate al tema della sicurezza marittima sono divenute di
grande attualità a fronte del verificarsi di gravi incidenti nelle acque
dell’Unione europea, causati soprattutto da navi petroliere, con conseguenti
109
Sottufficiale della Guardia Costiera, in servizio presso la Direzione Generale
per le Investigazioni Ferroviarie e Marittime – 3^ Divisione Investigazioni
Marittime del MIT, Master in Criminologia, Scienze investigative e Strategiche
per la Sicurezza. Unitelma Saopienza. 110
Psichiatra, Criminologo clinico. Titolare della Cattedra di Psicopatologia
forense - Dipartimento di Neurologia e Psichiatria. Sapienza Universià di
Roma.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
158
ripercussioni disastrose per l’ambiente marino111
, da cui è emersa, con sempre
maggiore evidenza, la necessità di dettare specifiche disposizioni in materia.
A tal proposito emerge con evidenza come la produzione normativa tragga la
sua origine dalle analisi condotte in occasione del verificarsi di nuovi disastri
marittimi, o eventi sfavorevoli, la cui dinamica e le cui conseguenze
evidenziano i limiti degli strumenti giuridici in vigore, determinando la
necessità di intervenire con attività di revisione, modifica e integrazione delle
disposizioni vigenti.
La considerazione relativa al fatto che il verificarsi di eventi sfavorevoli possa
essere un’occasione per determinare l’emanazione di nuove norme al fine di
dare una maggiore tutela alla sicurezza fa emergere come la rilevanza della
conoscenza dei processi e delle cause dei sinistri assuma una rilevanza
fondamentale.
Per quanto riguarda il profilo definitorio del “sinistro marittimo”, esso è un
qualsiasi evento da cui derivi la perdita di una vita umana o il grave ferimento
di una persona, la perdita della nave o un grave danno che comprende
l’incendio, l’incaglio, la collisione o il danno all’ambiente.
Il “sinistro marittimo” quindi è un evento che coinvolge interessi pubblici e
privati non solo in rapporto al pregiudizio che può derivarne alle persone ed ai
beni, ma anche per la necessità, avvertita dai governanti e condivisa
dall’opinione pubblica, di individuarne le cause (tecniche), al fine di acquisire
una conoscenza adeguata a contenere i rischi inerenti al trasporto per mare.
Il contributo che la conoscenza delle dinamiche di eventi di danno (o di
pericolo) in mare è in grado di assicurare allo sviluppo della normativa sulla
111
Il rischio principale per l’ambiente deriva dallo sversamento in mare di
grandi quantità di idrocarburi. Si pensi al caso Prestige il cui affondamento nel
2002 devastò la costa della Galizia, nonché al caso Erika del 12 dicembre 1999
relativo al naufragio della nave maltese a circa 70 km dalla costa francese, con
conseguente sversamento in mare di 20.000 tonnellate di petrolio.
www.emsa.europa.eu;
Volume 20 N° 2 - 2015
159
sicurezza, ha spinto quindi il legislatore internazionale e quello comunitario ad
intervenire organicamente nella materia, dettando principi fondamentali in tema
di inchieste sui sinistri marittimi. Il Codice IMO per le inchieste sui sinistri e
sugli incidenti marittimi ed in seguito la direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 28 maggio 2009 n. 18, delineano un procedimento di
accertamento di cui è accentuata la connotazione tecnica, in considerazione sia
dell’importanza assunta dal progresso tecnologico nella definizione del rischio
inerente alla navigazione, sia della sostanziale disattenzione delle procedure
(giudiziarie o amministrative) volte alla ricerca di responsabilità individuali nei
confronti degli aspetti organizzativi e di regolazione dell’esperienza nautica.
In attuazione della Direttiva è stato, da ultimo, emanato il d.lgs. n. 165 del 6
settembre 2011, che ha introdotto nell’ordinamento interno una nuova
procedura di indagine affidata ad un apposito Organismo di investigazione. Per
espressa previsione di legge questa inchiesta, orientata in via esclusiva alla
corretta analisi delle cause e circostanze del sinistro, si connota come “attività
di investigazione tecnica di sicurezza” posta in essere “allo scopo di ridurre
[…] potenziali analoghi rischi futuri112
.
Si tenterà, pertanto, di realizzare uno studio sul regime giuridico dell’inchiesta
tecnica marittima cui è chiamata l’amministrazione in caso di sinistri ed
incidenti in mare, analizzando le norme del diritto internazionale, comunitario e
della legislazione nazionale. Studio che si baserà sul ricorso a criteri di analisi
che tengano conto dell’origine internazionale del nuovo regime e della sua
trasposizione nei sistemi normativi degli Stati membri per il tramite di atti
dell’ordinamento comunitario, ma soprattutto sui risultati interpretativi acquisiti
dall’esame delle norme del d. lgs. n. 165/2011.
Si andrà, infine, ad approfondire gli obiettivi e i caratteri dell’attività
investigativa affidata all’Organismo investigativo, in quanto procedimenti
normativamente distinti ed indipendenti e che coesistono con speciali
procedimenti di inchiesta113
disciplinati dal Codice della navigazione, e che
112
Art. 1, comma 1, d.lgs. n. 165/2011; 113
Il Codice della navigazione disciplina le inchieste sui sinistri marittimi nella
Parte I, al libro IV sulle disposizioni processuali, Titolo I “Dell’istruzione
preventiva” e distingue l’inchiesta sommaria che l’autorità marittima è tenuta
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
160
l’Autorità marittima è tenuta ad avviare a seguito di un sinistro per accettarne le
cause e circostanze e ricercare eventuali colpe e responsabilità.
Erika, 12 dic 1999
Prestige, 13 Nov 2002
PAROLE CHIAVE: Inchiesta marittima, Codice IMO, SWtrategia
investigativa, Intervista dei testimoni, Fattore umano
ad avviare nell’immediatezza del fatto (art. 579) da quella formale (art. 579) di
eventuale e successiva esecuzione. Ingratoci C., Inchieste marittime e
investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano, 2012, p. 1;
Volume 20 N° 2 - 2015
161
MARINE CASUALTY INVESTIGATIONS: PURPOSE AND KEY
PRINCIPLES
Abstract
Navigation is characterized by the hazards and risks from the environment in
which it is carried out, therefore in this context the protection of safety assumes
a great importance.
Safety of navigation, intended as "safety", tries to preserve the means, the
people and the goods on board from the risks related to navigation and transport
carried out in environments that may be dangerous due to their nature or to
human intervention.
The protection of "safety" has been extended to work and quality of life on
board, resulting by the interaction between the need of sustainable development
and environmental protection, which have made security the main objective to
be achieved through cooperation between Member States, leading to a renewed
attention to the adoption of rules so to ensure the safety of shipping.
The issues related to the topic of maritime security have become very relevant
as upon the serious accidents in occurred in European Union waters, caused
mainly by oil tankers causing disastrous consequences for the marine
environment114
, which showed more and more clearly the need to dictate
specific provisions.
It is evident as production rules may have originated from the analysis
conducted on new maritime disasters, or adverse events, whose dynamic and
consequences highlight the limits of legal instruments in force, creating the
114
The main risk for the environment is derived from the spillage at sea of large
quantities of hydrocarbons. Consider the case where the Prestige sinking in
2002 devastated the coast of Galicia, as well as the case Erika on 12 December
1999 on the sinking of the Maltese about 70 km from the French coast,
resulting in the spillage at sea of 20,000 tons of oil. www.emsa.europa.eu;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
162
need for intervene with auditing activities, modification and integration of the
existing dispositions.
The consideration that the occurrence of adverse events is an opportunity to
determine the enactment of new legislation so to give a highet importance to
security, brings out the importance of knowledge of the processes and causes of
casualties assumes a fundamental relevance.
The profile defining the "marine casualty", it is any event which may give
cause loss of human life or serious injury to people, the loss of the ship or
serious damage to it including fire, grounding, collision or damage to the
environment.
The "marine casualty" so is an event involving public and private interests not
only related to the damage that may result to persons and property, but also
related to the need, felt by rulers and shared by the public, to identify the cause
(technical) in order to acquire knowledge for containing the risks in maritime
transport.
The contribution to the knowledge of the dynamics of events of damage (or
danger) at sea is helpful to ensure the development of safety regulations has
led, therefore, the Lawmaker and the International Community to intervene in
the organic matter, dictating fundamental principles in theme of investigation
on marine casualties. The IMO Code for the Investigation of Marine Casualties
and Incidents, and later the directive of the European Parliament and of the
Council of 28 May 2009, n. 18, outline an assessment process emphasizing its
technical connotation, both considering the importance of technological
progress in the definition of the risk inherent navigation, and the substantial
inattention to procedures (judicial or administrative) aiming at seeking
individual responsibilities towards the organization and regulation of boating
experience.
Recently, to implement the Directive was issued the Legislative Decree. N. 165
of September 6, 2011, which introduced into a new internal investigation
Volume 20 N° 2 - 2015
163
process entrusted to an ad hoc investigation. By express provision of law, this
survey geared exclusively to the correct analysis of the causes and
circumstances of the accident, it is characterized as "safety’s technical
investigation activity" put in place "in order to reduce [...] similar potential
future risks”115
.
It will attempt, therefore, to conduct a study on the the technical marine
investigation’s legal regime about which the administration is called to judge in
case of casualties and incidents at sea, analyzing the international law,
Community law and national legislation. The study will be based on the use of
analysis criteria considering the origin of the new international regime and its
implementation in the legal systems of the Member States by acts of
Community law, but mainly on the results obtained from the examination of
the interpretative standards of d. lgs. n. 165/2011.
Finally, the objectives and criterias of the investigative activity carried out by
the Investigtion Body will be deepened as distinct and independent, coexisting
with special procedures of investigation116
governed by the Navigation Code,
that the Maritime Authority is required to start after an accident, to ascertain the
causes and circumstances and look for any fault or responsibility.
KEY WORDS: Marine casualty Investigation, IMO Code, Investigation
strategy, Witness interview, Human factor
115
Art. 1, paragraph 1 of Legislative Decree. N. 165/2011;
116
The Navigation Code regulates the investigation of marine casualties in Part
I, Book IV on procedural provisions, Title I "Inquiries preventive" and
distinguishes the investigation summary that the maritime authority is required
to initiate in the immediacy of the fact (art. 579) to the formal (art. 579) and of
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
164
LE INCHIESTE MARITTIME
La disciplina delle inchieste marittime si colloca nel procedimento di
consapevolezza che la tutela della sicurezza ha assunto una rilevanza primaria,
superando l’impostazione che affida la salvaguardia della pubblica incolumità
in via esclusiva alla punizione, conferendo giusta rilevanza e preponderanza
all’attività di prevenzione, nella consapevolezza che, in tale prospettiva, la
citata finalità può essere meglio perseguita.
In tale ambito è necessario attribuire una grande rilevanza alle relazioni tra
autorità giudiziaria e organismi investigativi preposti allo svolgimento
dell’inchiesta tecnica.
L’attività investigativa di sicurezza svolge, infatti, un ruolo fondamentale nella
tutela della “safety”, in considerazione del fatto che l’analisi condotta è diretta
ad offrire le possibili spiegazioni in merito alla causa e alla probabile
concatenazione di eventi che hanno determinato il verificarsi dell’evento
accidentale. Tale fase del processo investigativo verte, quindi,
sull’individuazione del fattore che ha determinato l’incidente, sulle modalità
attraverso cui si è manifestato lo stesso e sul conferimento di una spiegazione
tecnica.
L’investigazione è, pertanto, diretta a identificare che cosa debba essere fatto
per evitare il ripetersi di eventi analoghi e proprio tale valutazione consente di
agire in via preventiva. Si determina, in tal modo, il conferimento di una
any subsequent execution. Ingratoci C., inquiries and investigations maritime
maritime, Giuffre Editore, Milan, 2012, p. 1;
Volume 20 N° 2 - 2015
165
particolare rilevanza all’attività di raccolta di dati, di studio, di analisi, di
verifiche riferite al settore del trasporto marittimo in cui possono essere presenti
fattori di rischio, che incidono anche sui soggetti agenti in tale ambito che
possono diventare, in via accidentale e nell’ordinarietà dei casi, fattori causali
dell’incidente.
Detto ciò, si ritiene che le inchieste sui sinistri marittimi siano state previste al
fine di conferire uno strumento di indagine sugli eventi straordinari e dannosi
della navigazione, col fine di salvaguardare la vita umana in mare, gli interessi
economici della spedizione e l’ambiente marino per evitare il reiterarsi di fatti
sfavorevoli, dando adeguata tutela alla sicurezza della navigazione intesa come
manifestazione dell’interesse dello Stato alla tutela della pubblica incolumità.
Nell’analizzare uno degli aspetti di maggior importanza delle inchieste
tecniche, ossia il rapporto tra le esigenze derivanti dallo svolgimento
dell’inchiesta giudiziaria e l’attività posta in essere dagli Organismi
investigativi per la sicurezza, risulta necessario trattare le recenti evoluzioni
normative intervenute sulle inchieste tecniche marittime di sicurezza, derivanti
dall’attuazione dei principi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti
nel settore del trasporto marittimo previsti nella Dir. 2009/18/CE e nel D.lg.
165/2011, che ha introdotto nel nostro ordinamento una nuova tipologia di
inchiesta, la quale differisce dalle già previste inchiesta sommaria117
e
117
Ai sensi dell’art. 578, prima comma, Cod. nav., quando giunga notizia di un
sinistro, l’Autorità marittima (o in mancanza, quella doganale e quella
consolare all’estero) è tenuta a procedere a “sommarie indagini” sulle cause e
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
166
formale118
e si prefigge l’obiettivo di migliorare la sicurezza della navigazione
mediante l’analisi delle cause e delle circostanze che hanno determinato il
verificarsi di sinistri e di incidenti marittimi, allo scopo di ridurre potenziali e
analoghi rischi futuri in un’ottica espressamente preventiva.
Il nuovo istituto delle inchieste marittime di sicurezza non costituisce un
unicum nel nostro ordinamento in quanto anche i settori aereo e ferroviario
prevedono analoghe fattispecie.
Il CODICE IMO per le inchieste sui sinistri e sugli incidenti marittimi
Al fine di delineare un quadre comune per la realizzazione delle indagini da
avviare a seguito di sinistri in mare, di fatto condotte dagli Stati secondo criteri
e finalità parecchio differenti, dopo diversi tentativi è stato elaborato in seno
all’IMO119
un Codice internazionale in materia di inchieste sui sinistri e gli
circostanze dello stesso, e prendere i provvedimenti occorrenti per impedire la
dispersione delle cose e degli elementi utili per ulteriori accertamenti. Ingratoci
C., Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano,
2012, p. 124; 118
Disciplinata dagli artt. 579 e seguenti, Cod. nav., presenta maggiori
complessità sotto il profilo procedurale. Disposta d’ufficio, o su istanza di parte
(armatore e proprietario della nave), dalla Direzione marittima territorialmente
competente (o dall’autorità consolare) cui sono trasmessi gli atti dell’inchiesta
sommaria, è eseguita da speciali commisioni inquirenti ivi costituite (art. 581
Cod. nav.); Ivi, p. 129; 119
L’International Maritime Organization (di seguito IMO), agenzia
specializzata delle Nazioni Unite il cui mandato istituzionale è quello di
Volume 20 N° 2 - 2015
167
incidenti marittimi (Code of International Standards and Recommended
Practices for a Safety Investigation into a Marine Casualty or Marine
Incident), adottato con la Risoluzione A.849(20) del 27 novembre 1997120
, e
successivamente modificato nel novembre del 1999. Lo strumento, definisce un
modello armonizzato di procedure d’inchiesta non solo al fine di individuare,
con maggiore livello di dettaglio, le cause tecniche dei sinistri marittimi (anche
attraverso il coordinamento sinergico delle azioni di tutti gli Stati interessati
dall’evento), ma soprattutto allo scopo di ottenere da un’attività investigativa, il
cui onere è distribuito su attori diversi, dati uniformi e quindi comparabili. Non
ultima, l’esigenza di rassicurare coloro che sono coinvolti nelle indagini in
qualità, ad esempio, di testimoni circa la sottoposizione delle loro dichiarazioni
ad un regime armonizzato, quale che sia lo Stato che conduce (o prende parte a)
gli accertamenti.
Il Codice consta di una parte I dedicata alle “norme generali”, comprendente
l’ambito di applicazione, le finalità e le definizioni, ed altre due parti relative,
migliorare le condizioni di sicurezza della vita umana in mare e di protezione
dell’ambiente marino, rappresenta la “competent international organization”
cui fanno riferimento, tra le altre, le disposizioni di cui agli artt.
197,200,201,211 e 217 della UNCLOS. L’IMO interviene nel settore della
sicurezza anche attraverso l’adozione di raccomandazioni (art. 3, Statuto).
www.imo.org; 120
La Risoluzione è un atto tipico dell’Assemblea dell’IMO che viene adottato
a maggioranza, il cui contenuto non è vincolante. C. Ingratoci, Inchieste
marittime e Investigazioni tecniche, Giuffrè Editore, Milano, 2012. p. 41 e ss.;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
168
rispettivamente, agli “standard obbligatori” (Parte II) ed alle “pratiche
raccomandate” (Parte III).
La nozione di sinistro e incidente rilevante ai fini investigativi è precisata nello
stesso documento, individuando i criteri per la classificazione della gravità dei
sinistri distinguendoli nelle differenziate categorie di molto gravi (very serious
casualties), gravi (serious casualties) e di minore rilevanza (less serious
casualties) o incidente marittimo (marine incidents). In particolare, ‹‹“i sinistri
molto gravi sono incidenti che comportano la perdita totale della nave, di vite
umane, o grave inquinamento; i sinistri gravi sono quelli che non sono
qualificati come molto gravi e che implicano un incendio, esplosione,
collisione, incaglio, urto, danni del maltempo, danni del ghiaccio (iceberg),
cedimento dello scafo o sospetto difetto dello scafo, ecc. conseguenti in:
immobilizzazione dei motori principali, ingenti danni agli alloggi, gravi danni
strutturali, come la penetrazione nello scafo di acqua, rendendo la nave
impossibilitata a procedere, ovvero inquinamento (a prescindere dalla
quantità), e/o guasti che necessitano di rimorchio o assistenza da terra; i
sinistri di minore rilevanza sono incidenti che non sono qualificati come molto
gravi o gravi e con lo scopo di registrare informazioni utili, comprendono gli
incidenti marittimi che a loro volta includono gli incidenti gravi e i quasi
incidenti”››121
.
121
Code of International Standards and Recommended Practices for a Safety
Investigation into a Marine Casualty or Marine Incident;
Volume 20 N° 2 - 2015
169
Non è chiaro, anzitutto, se la “loss of life” (perdita di vite), che qualificano il
sinistro marittimo come molto grave debba essere una conseguenza diretta e
immediata dell’evento o possa intervenire anche successivamente, a condizione
che sia correlata alle lesioni riportate a causa del sinistro. Quest’ultima
interpretazione sembra preferibile, in conformità di quanto previsto per il
settore aeronautico.
Nel concetto di “severe pollution”, ricadono anche gli eventi di mero pericolo,
quando il danno è stato scongiurato a costo dell’adozione di specifiche azioni
preventive, in mancanza delle quali si sarebbe determinato un grave
inquinamento.
Quanto alla definizione di “serious casuaties”, la nave è da ritenersi “unfit to
proceed” (impossibilitata a procedere) anche quando si trova in una condizione
di sostanziale difformità rispetto alle prescrizioni delle pertinenti convenzioni
internazionali in materia di sicurezza, ed è dunque inidonea (giuridicamente)
alla navigazione, rappresentando (sia pure presuntivamente) un pericolo per le
persone a bordo o determinando un irragionevole rischio per l’ambiente
marino.
Il documento definisce l’indagine avviata a seguito di un incidente, denominata
“marine casualty or incident safety investigation”, come un “processo” (inteso
come procedimento complesso e non quale esercizio di funzione
giurisdizionale) condotto a fini di prevenzione di incidenti e infortuni.
L’inchiesta consiste, infatti, di una serie di fasi coordinate che vanno dalla
raccolta di informazioni, all’accertamento delle circostanze, alla
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
170
determinazione delle cause e dei fattori contributivi, alla deliberazione delle
conclusioni e, infine, alla formulazioni di eventuali raccomandazioni.
Sotto il profilo dell’obbligo investigativo, il Codice IMO dispone che siano
effettuati adeguati accertamenti ogni volta che si verifichi un incidente di non
lieve entità, il quale coinvolga navi battenti bandiera di due Stati, ad opera delle
competenti amministrazioni nazionali.
Secondo le linee-guida riportate nell’allegato II al Codice, l’obiettivo di una
inchiesta di sicurezza viene identificato nell’attività di prevenzione, svolta
mediante l’identificazione di azioni correttive idonee allo scopo, diretta ad
evitare il ripetersi o il verificarsi di eventi dannosi. Posto ciò, le linee-guida
suggeriscono di sottoporre ad indagine particolareggiata non soltanto gli
incidenti gravi e molto gravi, ma anche tutti quelli di minore entità ma ritenuti
rilevanti ai fini delle raccomandazioni, estendendone così l’ambito
applicativo122
.
Da quanto esposto, emerge con evidenza come lo scopo dell’inchiesta oggetto
del Codice IMO sia di carattere prettamente tecnico. Infatti l’obiettivo che si
propone è quello di identificare le cause che hanno determinato l’incidente al
fine di evitare che analoghi eventi si ripetano, svolgendo un’attività di carattere
prettamente tecnico e natura amministrativa, dotata del carattere dell’autonomia
e dell’indipendenza rispetto ad eventuali procedimenti di altra natura, condotti
con riferimento al medesimo evento.
Volume 20 N° 2 - 2015
171
Per quanto attiene alla delimitazione dell’ambito applicativo, il Codice di
investigazione si applica nel caso in cui si verifichi un incidente di non lieve
entità che coinvolga due Stati diversi, secondo le modalità previste dagli
ordinamenti interessati. Nel caso in cui vi siano più Stati interessati alla
medesima inchiesta, lo Stato che assume il compito di condurre l’attività è
tenuto a garantire agli ispettori qualificati dell’altro Stato la partecipazione alle
indagini, conferendo loro i medesimi poteri attribuiti ai soggetti preposti allo
svolgimento dell’attività di inchiesta nell’ordinamento di appartenenza.
Qualora l’incidente si verifichi in alto mare lo Stato titolare dell’inchiesta viene
identificato in quello di bandiera, fermo restando il diritto-dovere di
cooperazione di altri Stati interessati, detentori di un interesse sostanziale
rispetto al sinistro, ai quali deve essere conferita la possibilità di prendere parte
ai sopralluoghi e agli interrogatori, con la facoltà di produrre, a loro volta,
prove e testimonianze.
Uno dei caratteri essenziali dell’inchiesta tecnica è la celerità nella conduzione
delle attività, le quali debbono essere iniziate immediatamente dopo il sinistro,
con la medesima priorità delle altre indagini, a tal fine ogni Stato è tenuto a
garantire all’ispettore qualificato il pronto accesso a tutti i documenti e le
informazioni ritenute necessarie, compresi i tracciati radar VTS, i documenti
relativi alla eventuale operazione di soccorso e i dati raccolti dai registratori
dati viaggio VDR (Voyage Data Recorder). L’introduzione di questi
122
Le linee guida sono state aggiunte al Codice IMO (nell’appendice 2) dalla
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
172
dispositivi, prevista già dal regolamento SOLAS V/20 per le navi passeggeri e
le altre navi con oltre 3.000 tonnellate di stazza costruite dopo il 1° luglio 2002,
è stimata necessaria al fine di facilitare le indagini dopo i sinistri. Infatti, i dati
forniti dal sistema di registrazione dei dati di viaggio e da altri dispositivi
elettronici possono essere utilizzati sia per finalità di ricostruzione retrospettiva
dell’evento, sia in via preventiva.
La ricostruzione di un sinistro, al fine di corrispondere agli scopi individuati nel
Codice IMO di investigazione, dovrebbe seguire le fasi di: raccolta dei dati, da
iniziare immediatamente, non appena si abbia notizia del sinistro;
determinazione della sequenza degli avvenimenti e ricostruzione del nesso
causale; identificazione delle azioni, condizioni, decisioni non sicure, per
ciascuna delle quali procedere a ulteriori valutazioni per identificare la
rilevanza del fattore umano ed individuazione del tipo di errore o di violazione
eventualmente commesso, i fattori subordinati e la causa remota, nonché i
potenziali problemi di sicurezza e sviluppo delle proposte per le azioni
correttive, confluenti nelle raccomandazioni finali.
L’appendice alla Risoluzione IMO 849(20) contiene anche una linea guida per
l’ispettore incaricato di condurre l’inchiesta che, fermo restando le necessità
particolari legate al tipo di incidente, dovrebbe condurre l’inchiesta esaminando
e valutando: dettagli e particolarità della nave, certificati e documenti della
nave e dell’equipaggio, particolari del viaggio, compreso il tipo di carico a
Risoluzione A.884.(21) del 25/11/1999;
Volume 20 N° 2 - 2015
173
bordo e se possibile i dati forniti dal VDR, dettagli delle condizioni meteo-
marine, ogni particolare dell’incidente, con particolare riguardo alle
comunicazioni eseguite dalle Autorità e dai centri SAR, il comportamento
tenuto dall’equipaggio e gli eventi occorsi dopo l’incidente, dettagli e
particolarità dei membri dell’equipaggio coinvolto.
Con riferimento agli aspetti inerenti alla qualificazione e alla competenza dei
componenti l’Organo investigativo, il Codice IMO specifica, inoltre, che
l’investigatore esperto nelle inchieste sui sinistri marittimi è nella generalità dei
casi il soggetto adatto a condurre le indagini, eccezione fatta con riferimento
agli aspetti delle indagini più specialistiche, afferenti alle caratteristiche del
fattore umano.
Dopo le necessarie fasi di raccolta informazioni e di analisi, l’Organo
investigativo emette una relazione, redatta secondo lo schema allegato al
Codice, che contiene l’indicazione delle informazioni più rilevanti raccolte, la
descrizione dell’incidente, le cause attive e latenti individuate e le
raccomandazioni sulle azioni correttive da effettuare per prevenire il ripetersi di
ulteriori eventi incidentali.
La Direttiva europea 2009/18/CE
Nel Libro bianco del 2001 “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il
momento delle scelte”, la Commissione indica come prioritaria l’esigenza di
effettuare indagini tecniche indipendenti, basate sull’analisi delle circostanze e
delle cause dei sinistri e incidenti marittimi, i cui risultati sono ritenuti utili a
prevenire i rischi connessi all’esercizio nautico e predisporre i mezzi più
opportuni per migliorare la normativa vigente.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
174
Il legislatore comunitario dedica, comunque, alla materia una limitata
attenzione nel quadro dei pacchetti Erika I123
e II124
, e in seguito Erika III125
,
probabilmente per la mancanza a livello internazionale di specifiche
disposizioni vincolanti.
La Direttiva 1999/35/CE126
, relativa ad un sistema di visite obbligatorie per
l’esercizio in condizioni di sicurezza dei traghetti roll-on/roll-off e di unità
123
Il pacchetto Erika I si compone di due direttive ed un regolamento adottati
nel 2001. La Dir. 2001/106/CE dispone il ricorso ad una “lista nera” in cui sono
inserite le petroliere che, per le gravi condizioni di sicurezza in cui versano,
sono bandite dai porti europei. La Dir. 2001/105/CE, disciplina le procedure di
riconoscimento, a livello comunitario, della società di classificazione che
conducono controlli di sicurezza per conto delle amministrazioni della
bandiera, ai fini del rilascio dei certificati di sicurezza previsti dalla normativa
internazionale. Il reg. 417/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio,
reca disposizioni sull’introduzione accelerata delle norme in materia di doppio
scafo o di tecnologia equivalente per le petroliere monoscafo.
www.europa.eu.it; 124
Il pacchetto Erika II, si compone di un regolamento ed una direttiva e
rafforza le misure precedentemente adottate dal legislatore comunitario. In
particolare, la Dir. 2002/59/CE istituisce un sistema capillare di controllo ed
informazione del traffico navale (Vessel Traffic Service – VTS). Il reg. (CE) n.
1406/2002 istituisce l’European Maritime Safety Agency (EMSA).
www.europa.eu.it; 125
Si tratta di otto provvedimenti, datati tutti 23 aprile 2009, che interessano i
principali aspetti della navigazione per mare, la cui attenta gestione è in grado
di meglio garantire la sicurezza della vita umana e la protezione dell’ambiente
marino. Formalmente si limita a riprendere, ed aggiornare, la pregressa
normativa. www.europa.eu.it; 126
Dir. Del Consiglio del 29 aprile 1999, in G.U.C.E. L 138 del 1 giugno 1999,
attuata nell’ordinamento italiano con il d. lgs. 2 febbraio 2001, n.28;
Volume 20 N° 2 - 2015
175
veloci di passeggeri, adibiti a servizi di linea, contiene una sola disposizione
(art. 12) al riguardo, in forza della quale viene richiesto agli Stati membri di
emanare le norme che, secondo l’ordinamento giuridico interno, consentono
loro, come pure a qualsiasi altro Stato membro che vi abbia fondato interesse,
di partecipare o collaborare alle inchieste sui sinistri marittimi occorsi ai
traghetti ro-ro e alle unità veloci di passeggeri o, se previsto del Codice IMO
sulle inchieste, di condurle direttamente.
L’indagine è avviata dallo Stato nelle cui acque si è verificato il sinistro o, in
mancanza, dall’ultimo Stato (membro) che abbia visitato la nave. Quest’ultimo
è responsabile dell’inchiesta e del coordinamento delle operazioni con gli Stati
che vi abbiano interesse, sino a che non venga individuato, di comune accordo,
lo Stato investigatore principale. Nel realizzare le inchieste celermente, ed in
maniera efficace, gli Stati si attengono alle previsioni del citato Casualty
Investigation Code.
Le Istituzioni comunitarie avvertono, peraltro, l’esigenza di sviluppare una
metodologia comune di indagine, in linea con i principi del diritto
internazionale; compito affidato dal Regolamento 1406/2002 all’Agenzia
Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA), al fine di facilitare la
cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione nel settore127
.
127
Una funzione di rilievo dell’EMSA, è quella diretta a favorire la
cooperazione tra Stati membri e Commissione nell’elaborazione di una
metodologia comune di indagine sugli incidenti marittimi, conforme ai principi
riconosciuti a livello internazionale, mediante il sostegno agli Stati membri
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
176
Nel quadro dei provvedimenti varati con il pacchetto Erika II, la Direttiva
2002/59/CE, che definisce un sistema di controllo del traffico navale e di
informazione a livello comunitario, estende l’obbligo investigativo previsto dal
diritto internazionale a tutti gli eventi che riguardino una determinata tipologia
di navi. L’art. 11, rubricato “Indagini sui sinistri” dispone infatti che, fatte salve
le previsioni dell’art. 12 della Dir. 1999/35/CE, gli Stati membri, nel condurre
le inchieste si conformano alle disposizioni del Codice IMO. Essi collaborano
comunque alle indagini in cui sono coinvolte navi che ne battono la bandiera.
In considerazione della rilevanza che la conoscenza dei processi causativi degli
incidenti in mare riveste per il miglioramento costante delle condizioni di
sicurezza della navigazione, il Parlamento Europeo ha infine invitato la
Commissione a presentare una proposta organica sulle indagini relative ai
sinistri marittimi.
Viene quindi emanata la Direttiva 2009/18/CE del 23 aprile 2009128
, che
stabilisce i principi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti nel
settore del trasporto marittimo modificando le Direttive 1999/35/CE e
2002/59/CE e con il fine di rendere quanto prima vincolanti le procedure di
nelle attività correlate alle indagini relative sugli incidenti marittimi gravi e
all’analisi dei rapporti esistenti sugli accertamenti relativi ai sinistri. Ingratoci
C., Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano,
2012, p. 80; 128
Tale Direttiva reca disposizioni volte a conferire piena effettività alle finalità
preventive dell’inchiesta tecnica nel rispetto dei principi già statuiti, a livello
Volume 20 N° 2 - 2015
177
indagini fissate nel Codice IMO e dare attuazione all’obbligo, pure previsto dal
diritto internazionale, di procedere ad inchieste di sicurezza in caso di sinistri
marittimi molto gravi129
. Al provvedimento in commento ha, poi, fatto seguito
l’adozione del Reg. (UE) n. 1286/2011130
, il che individua una metodologia
comune d’indagine sui sinistri marittimi e sugli incidenti marittimi
evidenziando la forte esigenza di conferire “prontezza operativa” allo
svolgimento dell’inchiesta stessa.
La Direttiva si propone lo scopo di conformare la disciplina comunitaria alle
disposizioni adottate in ambito internazionale in materia di inchieste. Le
previsioni normative citate sono dirette allo scopo di migliorare la sicurezza
marittima e a prevenire l’inquinamento causato dalle navi, riducendo in tal
modo il rischio di futuri sinistri mediante l’efficace svolgimento delle inchieste
di sicurezza, che non si propongono lo scopo di determinare profili di
internazionale, dalla Risoluzione IMO A.849 (20). In GUUE n. L 131 del 28
maggio 2009. Ivi, p. 81; 129
Ai fini dell’individuazione delle diverse fattispecie di sinistro (molto grave e
grave) e di incidente marittimo, la direttiva comunitaria richiama le definizione
contenute nel Casualty Investigation Code art.3, n. 2. Alla fattispecie del
sinistro molto grave possono essere ricondotti l’incendio, l’esplosione, la
collisione, i contatti, i danni cagionati dalle condizioni meteorologiche. Ivi, p.
84; 130
In GUUE n. L 328 del 10 dicembre 2011;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
178
responsabilità o attribuire colpe, ma sono dirette ad individuare profili di
miglioramento in un’ottica strettamente preventiva131
.
L’ambito applicativo fa riferimento ai sinistri e incidenti marittimi che
coinvolgono navi battenti la bandiera di uno degli Stati membri, si verificano
nel mare territoriale e nelle acque interne degli Stati membri132
o incidono su
altri interessi rilevanti degli stessi133
.
L’art.8 della Direttiva, difatti, prevede come gli Stati membri debbano
assicurare che le inchieste vengano svolte, sotto la responsabilità di un organo
inquirente permanente e imparziale, dotato dei necessari poteri e il cui organico
sia composto da personale inquirente adeguatamente qualificato e competente
in materia di sinistri e incidenti marittimi134
.
131
La soluzione individuata in ambito marittimo si rifà ai principi già
individuati a livello internazionale, comunitario e interno in ambito
aeronautico; 132
Come definiti dalla Convenzione UNCLOS; 133
Ai sensi dell’art. 2 la Direttiva non si applica ai sinistri e agli incidenti
marittimi che interessano: a) navi da guerra o destinate al trasporto di truppe o
altre navi di proprietà o in gestione di uno Stato membro che siano utilizzate
esclusivamente per fini pubblici non commerciali; b) navi senza mezzi di
propulsione meccanica, navi di legno di costruzione primitiva e navi ed
imbarcazioni da diporto non adibite al traffico commerciale, salvo che siano o
vengano in futuro dotate di equipaggio e trasportino più di 12 passeggeri a fini
commerciali; c) navi per la navigazione interna utilizzate nelle acque interne; d)
navi da pesca di lunghezza inferiore a 15 metri; e) unità fisse di perforazione; 134
Viene richiamato espressamente il Codice per l’attuazione degli strumenti
obbligatori dell’IMO allegato alla Risoluzione A 996(25) dell’assemblea
dell’IMO del 29 novembre 2007 in cui viene ribadito l’obbligo degli Stati di
Volume 20 N° 2 - 2015
179
All’Organo inquirente deve essere assicurata adeguata indipendenza sul piano
organizzativo, giuridico e decisionale da qualsiasi soggetto i cui interessi
possano entrare in conflitto con il compito affidatogli, al fine di realizzare
l’inchiesta di sicurezza in modo imparziale. Si ribadisce la necessità che venga
instaurata un’idonea prassi collaborativa con gli Stati membri.
Per quanto attiene agli incarichi affidati all’Organo inquirente, questi possono
comprendere la raccolta e l’analisi di dati relativi alla sicurezza marittima, in
particolare per scopi preventivi, purchè tali attività non ne compromettano
l’indipendenza o determinino la partecipazione ad attività di regolamentazione,
amministrazione o normazione.
Gli Stati membri, nell’ambito dei rispettivi ordinamenti giuridici, provvedono
affinchè il personale dell’Organo inquirente, o di qualsiasi altro Organismo cui
abbiano delegato l’inchiesta di sicurezza, ove opportuno in collaborazione con
le autorità responsabili dell’inchiesta giudiziaria, riceva le informazioni
pertinenti per condurre l’inchiesta di sicurezza.
Nello specifico, all’Organismo investigativo viene conferita la possibilità di
accedere liberamente a qualsiasi area pertinente o al luogo del sinistro135
; stilare
immediatamente l’elenco delle prove e provvedere alla ricerca e alla rimozione
bandiera di assicurare che le inchieste sulla sicurezza marittima vengano svolte
da inquirenti debitamente qualificati, competenti nelle materie relative ai
sinistri e agli incidenti marittimi. Ingratoci C., Inchieste marittime e
investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano, 2012, p. 86; 135
Nonché a qualsiasi nave, relitto o struttura, ivi compresi il carico,
l’attrezzatura o i rottami. Direttiva 2009/18/CE;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
180
controllate del relitto, nonché richiedere l’esame o l’analisi degli elementi136
;
interrogare testimoni senza la presenza di persone i cui interessi possano
presumibilmente pregiudicare il corretto svolgimento dell’inchiesta di
sicurezza.
Con riferimento, infine, ai rapporti con gli altri Stati137
, vi è la facoltà di
ottenere i verbali delle ispezioni e tutte le informazioni pertinenti in possesso
dello Stato di bandiera138
e di richiedere l’assistenza delle autorità competenti
136
Con la relativa facoltà di avere libero accesso ai risultati di tali esami o
analisi, nonché di accedere liberamente a qualsiasi pertinente informazione o
dato registrato, compresi i dati VDR, che si riferiscano alla nave, al viaggio, al
carico, all’equipaggio o ad altre persone, oggetti, situazioni o circostanze, farne
copia e uso; accedere liberamente ai risultati degli esami effettuati sui corpi
delle vittime o delle analisi eseguite su campioni prelevati dai corpi delle
vittime; richiedere e accedere liberamente ai risultati di esami sulle persone
partecipanti coinvolte nell’esercizio della nave o su altre persone interessate,
nonché di analisi su campioni prelevati dalle stesse. Direttiva 2009/18/CE; 137
Per quanto attiene allo svolgimento dell’attività di inchiesta deve essere
garantita la cooperazione e la reciproca assistenza nelle inchieste di sicurezza
condotte da altri Stati membri o la delega ad un altro Stato membro del compito
di dirigere tali inchieste ai sensi dell’art. 7 e il coordinamento delle attività dei
rispettivi organi inquirenti. Ibidem; 138
Nonché degli armatori, delle società di classificazione o di altri soggetti
pertinenti, sempre che tali soggetti o i loro rappresentanti risiedano nello Stato
membro. Ibidem;
Volume 20 N° 2 - 2015
181
degli Stati coinvolti, compresi gli ispettori dello Stato di bandiera e dello Stato
di approdo139
.
Nel disciplinare l’attività di inchiesta di sicurezza si prevede che i singoli Stati
membri debbano individuare, in conformità con il proprio ordinamento, lo
status giuridico dell’investigazione di sicurezza in modo tale da consentire lo
svolgimento delle attività nel modo più efficiente e rapido possibile, in rapporto
di indipendenza da eventuali indagini penali o da inchieste di altra natura
condotte parallelamente per determinare la responsabilità o attribuire colpe140
.
In relazione all’esercizio dei poteri istruttori degli inquirenti tecnici, l’art. 8
della Direttiva dispone genericamente come l’Organismo investigativo operi in
“cooperazione” con l’autorità competente per l’inchiesta giudiziaria, senza
attribuire a tale obbligo alcun ulteriore specificazione, con conseguenti
difficoltà applicative.
Dalle ricordate disposizioni emerge come uno degli aspetti fondamentali della
disciplina di settore sia determinato dalla necessità di conferire all’Organismo
investigativo un adeguato grado di autonomia, inteso come separatezza dai
procedimenti diretti ad individuare colpe e responsabilità141
.
139
I funzionari del servizio di Guardia Costiera, gli operatori del servizio di
traffico marittimo, le squadre di ricerca e soccorso (SAR), i piloti o altro
personale portuale o marittimo. Ibidem; 140
Garantendo che l’inchiesta tecnica non sia indebitamente preclusa, sospesa o
ritardata a causa di altre fattispecie di indagine. Ibidem; 141
Sebbene siano ben espresse le esigenze relative alla separazione tra
l’inchiesta amministrativa e quella giudiziaria, la previsione in base alla quale
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
182
Lo svolgimento dell’attività di investigazione di sicurezza è obbligatorio nel
caso in cui un sinistro marittimo molto grave142
si verifichi con il
coinvolgimento di una nave battente la bandiera nazionale143
, avvenga nel mare
territoriale e nelle acque interne144
o si riferisca ad un interesse rilevante dello
Stato membro145
.
le informazioni assunte per le esigenze dell’accertamento amministrativo
possono di fatto essere divulgate nel caso in cui “l’autorità competente in tale
Stato membro stabilisca che vi è un interesse pubblico prevalente alla
divulgazione”, sembra voler implicitamente dichiarare la prevalenza
dell’inchiesta penale su quella tecnica. Ibidem; 142
Per quanto attiene ai profili definitori viene effettuato un espresso rinvio al
Codice IMO per le inchieste sui sinistri e sugli incidenti marittimi. Ibidem; 143
Indipendentemente dal luogo del sinistro. Per quanto attiene, invece, agli
effetti sull’attività di navigazione, si evidenzia che, nel caso in cui la nave fosse
ancora in stato di navigabilità, la sua attività non dovrebbe subire alcun indebito
ritardo a causa dello svolgimento dell’attività di inchiesta tecnica. Ibidem; 144
A prescindere dalla bandiera della nave o delle navi coinvolte nel sinistro.
Ibidem; 145
In caso di sinistri gravi l’Organo inquirente effettua una prima valutazione
per decidere se debba essere avviata o meno un’inchiesta di sicurezza. Qualora
si decida di non avviare un’inchiesta di sicurezza, le ragioni di tale decisione
sono registrate e notificate ai sensi dell’art. 17.3. In caso di ogni altro sinistro o
incidente marittimo l’Organo inquirente decide se debba essere avviata o meno
un’inchiesta di sicurezza. Nelle decisioni l’organo inquirente tiene conto della
gravità del sinistro o incidente marittimo, del tipo di nave e/o di carico
interessato e della possibilità che i risultati dell’inchiesta di sicurezza
consentano di prevenire futuri sinistri e incidenti. Ibidem;
Volume 20 N° 2 - 2015
183
L’inchiesta di sicurezza è avviata entro il termine più breve possibile dopo il
verificarsi del sinistro o dell’incidente marittimo146
e, in ogni caso, entro i due
mesi successivi. Le modalità di svolgimento dell’attività147
sono determinate
dall’Organo inquirente dello Stato che dirige l’inchiesta, in cooperazione con
gli organi analoghi degli altri Stati aventi fondato interesse, secondo le regole
che ritiene più appropriate per conseguire lo scopo di prevenire futuri sinistri ed
incidenti148
.
Sono previsti due particolari tipi di atti conclusivi dell’indagine tecnica, i quali
non sono in alcun modo diretti ad identificare profili di responsabilità, il
rapporto, redatto entro il termine di 12 mesi dal verificarsi dell’evento secondo
un modello definito dell’Organismo investigativo (destinato alla pubblicazione)
e la raccomandazione in materia di sicurezza.
I dati sui sinistri e gli incidenti marittimi sono archiviati ed analizzati per mezzo
di una banca dati elettronica europea istituita dalla Commissione e denominata
Piattaforma Europea d’Informazione sui Sinistri Marittimi (European Marine
Casualty Information Platform – EMCIP).
146
L’art. 6 prevede che ogni Stato membro è tenuto a prescrivere che le autorità
competenti e/o i soggetti interessati comunichino immediatamente all’Organo
inquirente qualsiasi sinistro e incidente che rientri nell’ambito di applicazione
della presente Direttiva. Ibidem; 147
Gli Stati membri sono, altresì, tenuti a prevedere un rigido sistema di
protezione delle prove ai sensi dell’art. 13. Direttiva 2009/18/CE; 148
Nel condurre le inchieste di sicurezza, l’Organo inquirente segue la
metodologia comune d’indagine sui sinistri e gli incidenti marittimi sviluppata
ai sensi dell’art. 2, lettera e), del Reg. (CE) n. 1406/2002;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
184
Gli Stati membri, in stretta collaborazione con la Commissione, istituiscono un
sistema di cooperazione permanente affinchè i rispettivi Organi inquirenti
possano collaborare nella misura necessaria a perseguire gli obiettivi
individuati dalla normativa europea149
. Ai fini dello svolgimento delle
investigazioni di sicurezza, Gli Stati membri cooperano nella massima misura
possibile anche con i Paesi terzi titolari di interessi rilevanti, i quali sono
ammessi a partecipare all’inchiesta di sicurezza in qualsiasi fase del
procedimento150
.
149
Nel sistema di cooperazione permanente, gli organi inquirenti degli Stati
membri si accordano, in particolare, sulle migliori modalità di collaborazione al
fine di consentire: la condivisione tra gli organi investigativi di impianti,
dispositivi e attrezzature per l’indagine tecnica sui relitti e sull’attrezzatura
delle navi o su altri oggetti rilevanti ai fini dell’inchiesta di sicurezza, nonché
l’estrazione e la valutazione delle informazioni contenute nei VDR e in altri
dispositivi elettronici; l’acquisizione e la condivisione di informazioni utili per
analizzare i dati relativi ai sinistri ed elaborare opportune raccomandazioni in
materia di sicurezza a livello comunitario; la redazione di principi comuni per
monitorare l’attuazione delle raccomandazioni di sicurezza e per adeguare i
metodi di indagine al progresso scientifico e tecnico; la fissazione di norme
sulla riservatezza applicabili ai fini della condivisione, nel rispetto delle norme
nazionali, delle prove testimoniali e del trattamento dei dati e degli altri
documenti di cui all’art. 9, anche nelle relazioni con i Paesi terzi;
l’organizzazione, ove opportuno, di attività di formazione utili per gli
inquirenti; la fornitura di tutte le informazioni pertinenti agli organi inquirenti
che conducono le inchieste di sicurezza. Direttiva 2009/18/CE; 150
La cooperazione di uno Stato membro in un’inchiesta di sicurezza svolta da
un Paese terzo titolare di interessi rilevanti lascia impregiudicato l’obbligo di
svolgere l’indagine di sicurezza e di redigere il relativo rapporto a norma della
presente direttiva. Nel caso in cui un Paese terzo stia conducendo
Volume 20 N° 2 - 2015
185
Il Decreto legislativo n. 165/2011: oggetto e finalità dell’attività di
investigazione tecnica
Il nostro ordinamento ha attuato i principi fondamentali in materia di inchieste
sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo presenti nella Dir.
2009/18/CE mediante il Decreto legislativo n. 165/2011151
. È stata, così,
individuata la nuova fattispecie dell’inchiesta marittima di sicurezza, che
differisce dalle inchieste marittime sommaria e formale svolte dalle Capitanerie
di Porto, fattispecie ancora oggi vigenti in considerazione della mancata
abrogazione espressa o tacita delle disposizioni normative che ne recano la
disciplina.
Dall’analisi del testo normativo si evince come l’inchiesta tecnica di sicurezza
abbia l’obiettivo di migliorare la sicurezza della navigazione, nonché lo scopo
di prevenire l’inquinamento causato dalle navi, nel rispetto delle previsioni
internazionali e comunitarie previste in materia. Risulta, pertanto, evidente
come tale tipologia di indagine non sia diretta a determinare responsabilità,
un’investigazione di sicurezza che coinvolge uno o più Stati membri, questi
possono decidere di non condurre un’inchiesta di sicurezza parallela a
condizione che l’indagine di sicurezza condotta sia conforme al Codice IMO.
Art 12 della Direttiva 2009/18/CE; 151
In G.U. n. 223 del 6 ottobre 2011 (con data di entrata in vigore prevista per
il 21 ottobre 2011);
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
186
bensì ponga l’obiettivo di analizzare le cause e le circostanze che hanno
determinato il verificarsi di sinistri e di incidenti marittimi, allo scopo di ridurre
in tal modo, potenziali e analoghi rischi futuri152
.
L’art. 2 del Decreto individua l’ambito di vigenza, affermando l’applicabilità
della disciplina ai sinistri e agli incidenti marittimi che coinvolgono navi di
bandiera nazionale, ovunque si trovino, nonché nel caso in cui tali eventi si
verifichino nel mare territoriale o nelle acque marittime interne dello Stato153
e,
infine, qualora incidano su altri interessi rilevanti dello Stato154
.
L’art. 3 comma 2 della normativa in commento effettua un espresso rinvio al
Codice IMO per le inchieste sui sinistri e incidenti marittimi per quanto attiene
ai profili definitori, specificando le nozioni di sinistro marittimo, sinistro molto
grave, incidente marittimo, inchiesta di sicurezza sul sinistro o incidente
marittimo, Stato che dirige l’inchiesta.
Le disposizioni normative apportate dal provvedimento hanno, pertanto,
consentito al nostro ordinamento di essere rispettoso della Risoluzione IMO
A.849(20), la quale prevede una separazione sostanziale tra l’inchiesta tecnica e
152
L’unico onere posto in capo all’Organismo investigativo è quello di riferire
all’autorità competente circostanze ed elementi rilevanti sulle cause del sinistro
o dell’incidente marittimo, qualora dai risultati delle attività di investigazione
tecnica di sicurezza si possano desumere responsabilità. D. lgs. n. 165/2011; 153
Secondo la definizione presente nell’UNCLOS; 154
Sono espressamente individuate anche le fattispecie espressamente escluse,
in relazione alla destinazione dell’imbarcazione, ovvero per motivi attinenti alla
tipologia del mezzo utilizzato. Per quanto attiene alle categorie di esclusione il
Decreto riprende le stesse menzionate della Direttiva 2009/18/CE;
Volume 20 N° 2 - 2015
187
le inchieste condotte per altri fini e, in particolare, un’assoluta distinzione tra
l’inchiesta penale e l’inchiesta tecnico-amministrativa.
Tale differenziazione è opportuna al fine di garantire che venga rispettata la
finalità di ciascuna inchiesta, ossia l’identificazione della causa tecnica e la
responsabilità penalmente rilevante. Per tali scopi è necessaria una differente
conduzione investigativa155
, anche in considerazione del fatto che la stessa
ricostruzione degli avvenimenti e la determinazione del nesso causale tra i
diversi eventi varia sensibilmente a seconda delle finalità perseguite. Quindi,
non solo tra gli obiettivi delle inchieste, ma anche tra le metodologie da
adottare nella conduzione delle stesse, esiste una differenza tale da suggerire il
conferimento del carattere della separatezza.
Il sistema italiano previgente, il quale si basa sulle previsioni di cui agli artt.
578 e 579 Codice della navigazione, non consentiva di conseguire una netta
155
Ovviamente saranno diverse le modalità di acquisizione probatoria. Basti
pensare, a titolo esemplificativo, ai caratteri peculiari inerenti allo svolgimento
dell’audizione testimoniale, Reg. (UE) n. 1286/2011, art. 3.11, ove viene
previsto che gli investigatori individuino i testimoni da sentire e fissino un
programma di audizioni. In particolare viene previsto che, nel caso in cui non
sia possibile sentire direttamente alcuni testimoni, l’organo inquirente
principale prende misure per raccogliere la deposizione con altri mezzi, tra cui
viene prevista espressamente l’audizione telefonica, ovvero quella effettuata
per il tramite di altri investigatori qualificati nel campo della sicurezza
appartenenti allo Stato membro principalmente responsabile dell’inchiesta (su
precise indicazioni rese dall’investigatore incaricato della conduzione
dell’inchiesta). C. Ingratoci, Inchieste marittime e Investigazioni tecniche,
Giuffrè Editore, Milano, 2012. p. 173 e ss.;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
188
distinzione, in particolare con riferimento all’inchiesta formale, tra le finalità
del mero accertamento delle cause e l’identificazione dei responsabili156
.
Nemmeno la creazione della Commissione centrale per i sinistri marittimi ha
variato sostanzialmente l’impostazione originaria del Codice della navigazione,
dato che non le sono stati affidati compiti di indagine attivi.
La disciplina del citato Codice non risulta, pertanto, conforme a quanto
richiesto dalla Risoluzione IMO A. 849(20), in considerazione della potenziale
interferenza della ricerca delle responsabilità con l’individuazione delle cause
tecniche. Nello specifico, a rendere il dato normativo del Codice incoerente con
il principio voluto dalla Risoluzione IMO è anche la constatazione che, durante
l’inchiesta formale, gli Ufficiali/Sottufficiali delle Capitanerie non perdono la
qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria loro attribuita dall’art. 1235 Cod.
nav., dovendo, pertanto, rispettare tutti gli obblighi connessi a questa qualifica.
In particolare, qualora l’ufficiale venga a conoscenza di una fattispecie di reato,
è tenuto a darne notizia all’Autorità giudiziaria senza ritardo, comportando,
così, un’irrimediabile distorsione nella conduzione dell’inchiesta tecnica che,
da indagine meramente amministrativa, diviene anche inchiesta dagli aspetti
penali.157
156
Anche la modifica apportata dal D. lgs. 28/2001 ha meramente reso esplicito
il principio già noto che nella ricerca delle cause deve essere tenuto fermo
l’obiettivo fondamentale del miglioramento delle condizioni di sicurezza, senza
però attenuare il principio della ricerca dei responsabili. D. lgs. n. 165/2011; 157
Con il citato articolo normativo non è, infatti, possibile esperire un’indagine
sulla rilevanza dell’elemento umano per le finalità richieste del Codice IMO,
Volume 20 N° 2 - 2015
189
La necessaria distinzione dell’inchiesta tecnico-amministrativa, finalizzata
all’accertamento delle cause, dall’inchiesta penale il cui scopo consiste
nell’individuazione delle responsabilità, discende anche dalla diversa
ricostruzione della catena degli eventi che viene seguita in uno e nell’altro caso.
La ricostruzione di un sinistro, al fine di corrispondere agli scopi individuati nel
Codice IMO di investigazione, dovrebbe seguire le fasi di raccolta dei dati, da
iniziare immediatamente, non appena si abbia notizia del sinistro;
determinazione della sequenza degli avvenimenti e ricostruzione del nesso
causale; identificazione delle azioni, condizioni, decisioni non sicure, per
ciascuna delle quali procedere ad ulteriori valutazioni per identificare la
rilevanza del fattore umano ed individuazione del tipo di errore o di violazione
eventualmente commesso, i fattori subordinati e la causa remota, nonché i
potenziali problemi di sicurezza e sviluppo delle proposte per le azioni
correttive, confluenti nelle raccomandazioni finali.
Il nuovo apparato normativo previsto del Decreto legislativo n. 165/2011, come
detto, ha consentito al nostro ordinamento di adeguarsi ai principi statuiti
dall’IMO.
anche perché i marittimi, durante gli interrogatori, avendo di fronte un ufficiale
di polizia giudiziaria, tenderanno a discolparsi spostando l’attenzione sulle
“problematiche tecniche” afferenti gli impianti di bordo, per cui l’analisi
dell’elemento umano in tutte le sue diverse sfaccettature cede il passo ad una
maggiore attenzione e sopravalutazione dell’elemento tecnico; Ingratoci C.,
Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano, 2012,
p. 175;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
190
Il soggetto preposto allo svolgimento dell’inchiesta di sicurezza viene
individuato in un organizzazione già esistente, difatti, il Decreto individua
l’Organismo investigativo nazionale nella Commissione centrale di indagine
sui sinistri marittimi, istituita dall’art. 15 del D. lgs. n. 28/2001, che ha inserito
nel corpo del regolamento di esecuzione del Codice della navigazione, parte
marittima, l’art. 466 bis.
La Commissione158
, già incardinata presso il Ministero dei Trasporti, Comando
Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha esercitato, sin dalla sua
istituzione, funzioni di monitoraggio dei sinistri e compiti rilevanti in ordine
allo sviluppo delle misure di sicurezza in mare, attraverso la presentazione di
proposte per “interventi di modifica delle regole tecniche o normative che
risultino necessari o opportuni per il costante miglioramento delle condizioni di
sicurezza della navigazione, di salvaguardia della vita umana in mare e di tutela
dell’ambiente marino159
”.
Il Decreto n. 165/2011 ha trasformato, come detto, l’organo in Organismo
investigativo, ponendolo alle dirette dipendenze del Ministro delle
158
Nominata con decreto interdirigenziale dal Capo del dipartimento della
navigazione marittima ed interna e dal Comandante generale del Corpo delle
Capitanerie di Porto, la Commissione centrale è composta da un ufficiale
ammiraglio del Corpo medesimo che la presiede, da due ufficiali superiori, da
un ufficiale inferiore con funzioni di segretario, nonché da due dirigenti del
dipartimento della navigazione marittima ed interna e da un esperto designato
dal Ministero dell’ambiente, che va ad integrare la formazione per le questioni
inerenti al settore di competenza. Ivi p. 180; 159
Art. 466 bis, primo comma, reg. nav. mar,;
Volume 20 N° 2 - 2015
191
Infrastrutture e dei Trasporti160
e prevedendone una diversa composizione, da
definire attraverso un apposito decreto ministeriale, al fine di garantire
l’indipendenza ed autonomia dell’ente161
.
Nel quadro delle competenze di organizzazione delle procedure di inchiesta, di
cui agli artt. 5 e seguenti del D. lgs. n. 165/2011, l’Organismo investigativo
realizza un sistema di cooperazione permanente con i corrispondenti enti di altri
Stati membri, al fine di individuare metodi e procedure diretti a migliorare le
attività di indagine162
e coopera con i Paesi terzi titolari di interessi rilevanti
che, previo accordo, sono ammessi a partecipare alle indagini condotte a livello
nazionale in qualunque fase del procedimento163
.
Per quanto attiene al personale preposto alle funzioni ispettive, viene
espressamente statuito che deve possedere il carattere dell’indipendenza e
terzietà, non possa avere interessi diretti o indiretti, anche di tipo professionale,
o di consulenza, con imprese o soggetti pubblici o privati che operano nel
settore della navigazione. Nello svolgimento della sua attività, l’Organismo
investigativo può avvalersi anche dei corpi tecnici dello Stato e di altre
organizzazioni pubbliche specializzate, sulla base di apposite convenzioni164
.
160
Art. 4, comma 1, D .lgs. n. 165/2011; 161
Art. 4, comma 2, D .lgs. n. 165/2011; 162
Art. 10, D .lgs. n. 165/2011; 163
Art. 11, D.lgs. n. 165/2011; 164
A tale scopo l’Organismo investigativo istituisce un elenco di esperti, sia sul
piano tecnico che sul piano della disciplina, in materia di sicurezza della
navigazione marittima, adeguatamente qualificati e competenti nel settore dei
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
192
Nella conduzione delle attività di inchiesta di sicurezza, l’Organismo procede
in conformità alle norme e ai principi stabiliti nel Codice IMO per le inchieste
sui sinistri e gli incidenti marittimi165
, nonché nel rispetto delle previsioni
contenute nel Reg. (UE) n. 1286/2011 recante l’adozione di una metodologia
comune d’indagine sui sinistri e sugli incidenti marittimi166
.
Da quanto esposto emerge con evidenza come le funzioni attribuite
all’Organismo investigativo, afferenti allo svolgimento dell’inchiesta di
sicurezza, divergano totalmente dall’elenco delle funzioni originariamente
conferite alla Commissione centrale dall’art. 466 bis, commi dal quarto al
decimo, reg. nav. mar.167
, denotando il carattere eminentemente tecnico della
sinistri e incidenti marittimi, indipendenti dalle industrie navali e dalle imprese
armatoriali, anche esterni all’Amministrazione che, in caso di sinistri marittimi,
possano essere individuati per svolgere il ruolo di consulente. Ingratoci C.,
Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano, 2012,
p. 184; 165
L’Organismo investigativo, agisce senza ritardo non appena ha notizia del
sinistro ed è responsabile della tenuta e del costante aggiornamento della banca
dati europea sui sinistri marittimi ove vanno inserite, per ogni sinistro o
incidente marittimo nell’ambito di applicazione del decreto, le informazioni di
cui all’Allegato II, nonché della banca dati sui sinistri marittimi inserita nel
sistema globale integrato di informazione dell’IMO (GISIS). D. lgs. n.
165/2011; 166
In GUUE n. L 328 del 10 dicembre 2011; 167
Abrogati, con parziale conservazione del contenuto confluito nelle nuove
norme di cui agli articoli 5 e seguenti del D. lgs. n. 165/2011, che definiscono
le competenze dell’Organismo investigativo. D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
193
struttura, in origine chiamata a ricevere e valutare informazioni inerenti alle
inchieste condotte dall’Autorità marittima sui sinistri in mare168
.
Si evince, pertanto, come a seguito della recente riforma della disciplina, la
Commissione centrale, denominata oggi, Organismo investigativo ai sensi
dell’art. 4 D. lgs. n. 165/2011 e incardinata con Decreto ministeriale del 4
agosto 2014 n. 346 nella Direzione Generale per le Investigazioni Ferroviarie e
Marittime – 3ª Divisione Investigazioni marittime, sia preposta a svolgere la
funzione di accertamento e verifica della cause e circostanze relative ai sinistri
e agli incidenti marittimi e, quindi, a svolgere l’attività di inchiesta tecnica vera
e propria, di natura amministrativa e carattere preventivo169
.
168
Infatti, prima della riforma delle inchieste marittime, gli unici estremi di
intervento in relazione all’attività di inchiesta erano limitati alla ricezione e, se
del caso, valutazione delle istanze di partecipazione e collaborazione alle
indagini degli Stati interessati, nonché alla valutazione del rapporto finale della
commissione di inchiesta formale e alla rispettiva modifica dello stesso ovvero
allegazione delle osservazioni formulate. Venivano, altresì curati i rapporti con
le organizzazioni internazionali, anche ai fini della collaborazione dell’Italia
alle indagini realizzate da altri Stati e le attività attinenti alle relazioni con
l’IMO, la Commissione europea e, infine, con i Ministeri interessati. Ingratoci
C., Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore, Milano,
2012, p. 191; 169
Tutto ciò a differenza di quanto previsto anteriormente all’approvazione del
D. lgs. n. 165/2011, per cui le funzioni attribuite erano limitate alla raccolta
delle risultanze derivanti da inchieste, alle attività di natura consultiva, alle
eventuali apposizioni di modifiche ai rapporti finali e alle relazioni con gli altri
organismi interessati. Ibidem;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
194
La nuova attività investigativa di sicurezza nel Decreto legislativo n.
165/2011
Dall’analisi delle modalità di svolgimento dell’attività investigativa di
sicurezza, prevista dal citato decreto, emerge come uno dei suoi tratti
caratterizzanti consista necessariamente nella tempestività della sua
conduzione. Risulta, infatti, fondamentale che venga svolta in modo da non
recare pregiudizio alle celerità degli accertamenti diretti all’acquisizione di dati,
notizie e informazioni rilevanti per l’inchiesta di sicurezza, nel rispetto delle
esigenze di riservatezza e del segreto dell’attività di indagine170
.
Proprio al fine di conferire una metodologia comune sulle modalità di
svolgimento dell’inchiesta sui sinistri e incidenti marittimi è stato emanato il
Reg. (UE) n. 1286/2011171
, il quale, per sua stessa natura, risulta
immediatamente applicabile anche al nostro ordinamento172
.
Al fine di consentire che l’indagine di sicurezza possa essere effettuata con la
necessaria prontezza operativa, il regolamento in parola prevede espressamente
che gli Stati membri siano tenuti a prendere gli opportuni provvedimenti al fine
170
Ai sensi delle previsioni di cui all’art. 5 D. lgs. n. 165/2011; 171
In GUUE del 10 dicembre 2011 n. L 328; 172
Lo stesso provvedimento evidenzia come carattere essenziale di tale
tipologia di inchiesta sia quella diretta a conferire, non appena un sinistro o un
incidente vengano notificati, le risorse e le procedure in modo immediato, al
fine di consentire la tempestiva adozione delle prime misure. D. lgs. n.
165/201;
Volume 20 N° 2 - 2015
195
di consentire che l’Organo inquirente riceva tempestivamente (24 ore su 24) le
notifiche di sinistri e incidenti.
Viene, altresì stabilito, che la prima valutazione effettuata dagli Organismi
investigativi successivamente alla notifica è fondamentale affinchè gli stessi
stilino un quadro globale della situazione in modo tempestivo, riducendo al
minimo la perdita potenziale di elementi di prova e determinino le informazioni
necessarie per decidere l’intervento più appropriato. Nel condurre tale
valutazione risulterà, pertanto, necessario arrivare alla comprensione dei
seguenti elementi: gli eventi nel loro complesso, la tempistica da attuare, il
personale interessato e la categoria dell’evento.
L’art. 7 contempla espressamente i casi in cui è previsto l’obbligo di avviare
l’inchiesta di sicurezza, ovvero quando si sia in presenza di un sinistro molto
grave che possegga, in via alternativa, i seguenti requisiti:
coinvolga una nave battente la bandiera nazionale (indipendentemente
dal luogo del sinistro);
si verifichi nel mare territoriale e nelle acque marittime interne dello
Stato quali definite nell’UNCLOS (indipendentemente dalla bandiera
della nave o delle navi coinvolte nel sinistro);
incida su un rilevante interesse nazionale a prescindere dal luogo in cui
è avvenuto il sinistro e dalla bandiera della nave o delle navi coinvolte.
In caso di sinistri gravi l’Organismo investigativo effettua una valutazione
preliminare dei fatti e delle circostanze dell’evento finalizzata a determinare
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
196
l’attivazione formale dell’inchiesta di sicurezza. Il citato regolamento specifica,
inoltre, come in caso di ogni altro sinistro o incidente marittimo, sia attribuita
all’Organismo investigativo la facoltà di decidere se debba essere avviata o
meno un’indagine di sicurezza, rendendo un provvedimento motivato. Nel
prendere le decisioni di cui all’art. 7, comma 2, del D. lgs. n. 165/2011,
l’Organismo tiene conto della gravità del sinistro o dell’incidente marittimo, del
tipo di nave o di carico interessato e della possibilità che i risultati
dell’inchiesta di sicurezza siano tali da consentire un’efficace attività di
prevenzione di analoghi futuri sinistri e incidenti. Qualora esso ritenga di non
avviare un’investigazione di sicurezza, le ragioni di tale decisione vengono
registrate e notificate presso la banca dati europea per i sinistri marittimi
(EMCIP)173
.
L’inchiesta di sicurezza deve essere instaurata entro il termine più breve
possibile dal momento in cui si è verificato il sinistro o l’incidente marittimo e,
in ogni caso, entro il termine massimo dei due mesi successivi al verificarsi
dell’evento.
Nello svolgimento dell’attività di inchiesta tecnica l’acquisizione probatoria
assume una grande importanza. Tale elemento trova ampia rilevanza anche nel
Reg. (UE) n. 1298/2011, in cui si prevede che l’Organismo preposto allo
svolgimento dell’inchiesta, in stretta collaborazione con i suoi corrispondenti
degli altri Stati che presentano interessi sostanziali, sia tenuto ad elaborare
173
Potendo utilizzare, a tal fine, il modello di cui all’Allegato II del Decreto n.
Volume 20 N° 2 - 2015
197
rapidamente una strategia concernente la portata, l’orientamento e la tempistica
dell’inchiesta174
.
L’Organo inquirente competente per lo svolgimento dell’investigazione di
sicurezza nomina un responsabile dell’inchiesta, utilizza le risorse adeguate e
dà inizio all’acquisizione delle prove tempestivamente, nella consapevolezza
della rilevanza e delicatezza di tale fase175
. Con riferimento a tale fase, il D. lgs.
n. 165/2011 prevede che l’Organismo investigativo possa accedere liberamente
a qualsiasi area pertinente o al luogo del sinistro nonché a qualsiasi nave, relitto
o struttura176
e rediga immediatamente l’elenco delle prove e provveda alla
165/2011; 174
L’Organo inquirente continua a rivedere il piano nel corso dell’inchiesta; al
termine della fase di raccolta delle prove, esso ha riunito, nella misura del
possibile, tutti gli elementi di prova che potrebbero aver influenzato il sinistro o
l’incidente. La portata dell’inchiesta di sicurezza e la procedura da seguire sono
sufficienti per eliminare, per quanto possibile, incertezze e ambiguità e
consentire così l’elaborazione di valutazioni logiche fondate in merito alle
cause del sinistro o dell’incidente. Gli Organi inquirenti degli Stati membri che
presentano interessi sostanziali forniscono sostegno per quanto possibile, in
modo tempestivo, allo Stato membro principalmente responsabile
dell’inchiesta. Ingratoci C., Inchieste marittime e investigazioni marittime,
Giuffrè Editore, Milano, 2012, p. 184; 175
E anche in considerazione del fatto che la nave coinvolta in un sinistro o
incidente marittimo non dovrebbe essere trattenuta oltre il tempo strettamente
necessario alla raccolta delle prove. D. lgs. n. 165/2011; 176
Compreso l’accesso al carico, l’attrezzatura e i rottami. Ibidem;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
198
ricerca e alla rimozione controllate del relitto, dei rottami o di altri elementi o
sostanze177
ai fini d’esame o analisi178
.
Per l’Organismo risulta, altresì possibile, richiedere i risultati degli esami
condotti sulle persone partecipanti o coinvolte nell’esercizio della nave; è
prevista la facoltà di interrogare testimoni senza la presenza di persone i cui
interessi possano presumibilmente pregiudicare il corretto svolgimento
dell’investigazione di sicurezza; di ottenere i verbali delle ispezioni e tutte le
informazioni concernenti in possesso dello Stato di bandiera, degli armatori,
delle società di classificazione o di altri soggetti pertinenti179
, con l’eventuale
richiesta dell’assistenza delle competenti autorità degli Stati coinvolti.
L’unica disposizione inerente alla relazione intercorrente tra tale tipologia di
indagine e le concomitanti inchieste tecniche (assoggettate alla disciplina del
Codice della navigazione) originate dal medesimo evento si limita a specificare,
in modo generico, come la celerità garantita all’inchiesta di cui al D. lgs. n.
165/2011 debba essere pari a quella prevista in caso di sinistro molto grave,
177
Inclusa la possibilità di accedere liberamente a qualsiasi pertinente
informazione o dato registrato, compresi i dati del VDR, che si riferiscano alla
nave, al viaggio, al carico, all’equipaggio o ad altre persone, oggetti, situazioni
o circostanze, farne copia e uso; accedere liberamente ai risultati degli esami
effettuati sui corpi delle vittime o delle analisi eseguite su campioni prelevati
dai corpi delle vittime. Ibidem; 178
Con la possibilità di richiedere l’esame o l’analisi degli elementi stessi e di
avere libero accesso ai risultati. Ibidem; 179
Sempre che tali soggetti o i loro rappresentanti risiedano nello Stato
membro. D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
199
senza venire, quindi, ad effettuare ulteriori determinazioni in merito alla gravità
dell’evento.
Per quanto attiene, invece, alla problematica riguardante i rapporti con la
magistratura procedente nel caso dell’eventuale concomitante svolgimento di
indagini penali, l’Organismo investigativo svolge le proprie attività in
collaborazione con l’Autorità giudiziaria, la quale è obbligata ad assicurare che
tali attività non vengano indebitamente precluse, sospese o ritardate.
Nello specifico, l’art. 6 del Decreto in commento reca il regime delle inchieste
di sicurezza e prevede che l’investigazione di sicurezza sulle cause e
circostanze tecniche dei sinistri e incidenti marittimi sia indipendente nelle
finalità rispetto alle indagini di polizia giudiziaria o di altro tipo, condotte
parallelamente per determinare eventuali responsabilità dell’evento.
Posto ciò, risulta evidente come l’indagine di sicurezza non possa essere
oggetto di preclusioni, sospensioni o ritardi a causa delle esigenze derivanti
dalla conduzione delle concomitanti attività investigative180
, anche nel caso in
cui si svolga nel medesimo contesto operativo dell’inchiesta giudiziaria.
Viene, altresì, introdotto l’obbligo di segretezza in relazione a ogni
informazione assunta in occasione e agli effetti dell’inchiesta di sicurezza e, in
particolare, con riferimento agli accertamenti su fatti, stati e condizioni181
.
180
A meno che ricorrano prioritarie e inderogabili esigenze correlate alla
conduzione delle indagini giudiziarie. Ibidem; 181
La riservatezza ricopre, in particolare, tutte le testimonianze e le
dichiarazioni, relazioni o annotazioni, raccolte o ricevute dall’Organo
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
200
L’Organismo investigativo collabora con l’Autorità giudiziaria e l’Autorità
marittima nello svolgimento delle inchieste correlate ai sinistri e incidenti
marittimi ed è tenuto ad attivare, a tal fine, ogni procedura diretta a garantire
idonee forme di collaborazione182
con dette Autorità per rendere
reciprocamente disponibili, nel contesto delle rispettive attribuzioni, ogni
elemento tecnico di cui si sia a conoscenza, senza pregiudizio alcuno per il
buon esito delle rispettive indagini.
All’art. 8 dello stesso Decreto, sono previsti obblighi di cooperazione e
collaborazione, con la necessaria determinazione e attivazione di specifiche
procedure finalizzate allo scopo da parte dell’Organismo, al fine di evitare che
vengano avviate più inchieste parallele da parte di diversi Stati membri
coinvolti per uno stesso sinistro o incidente marittimo.
inquirente nel corso dell’indagine; i documenti da cui risulti l’identità di coloro
che hanno testimoniato; le informazioni di carattere sensibile e privato,
comprese quelle di natura sanitaria, che riguardano le persone coinvolte.
Ingratoci C., Inchieste marittime e investigazioni marittime, Giuffrè Editore,
Milano, 2012, p. 95; 182
La valorizzazione delle procedure di collaborazione tra organismo preposto
allo svolgimento dell’inchiesta di sicurezza e autorità giudiziaria accomuna le
previsioni di cui al decreto in commento a quanto previsto in materia di
inchieste aeronautiche, settore nel quale proprio attraverso lo svolgimento
coordinato di attività investigative, specie nella prima fase delle indagini,
l’ANSV è posta nella condizione di poter fornire un apporto specialistico,
qualificato e determinante, di potenziale utilità anche per l’inchiesta penale.
Art, 3, comma 3, lett. b) D. lgs. n.66/1999;
Volume 20 N° 2 - 2015
201
Trova espressa disciplina anche la problematica inerente la tutela dei dati
personali, per cui l’art. 9 prevede il divieto di divulgare, per finalità diverse, atti
e documenti relativi all’inchiesta, quali:
le prove testimoniali e le altre dichiarazioni, le relazioni e annotazioni
raccolte o ricevute dall’Organismo investigativo;
i documenti da cui risulti l’identità delle persone che hanno
testimoniato nell’ambito dell’inchiesta;
i dati sensibili che riguardano persone coinvolte nel sinistro o incidente
marittimo;
i relativi atti e documenti nel corso dell’attività d’inchiesta e fino alla
conclusione della stessa, nonché il contenuto delle relazioni non in
versione definitiva, in quanto atti sottratti al diritto di accesso di cui
all’art. 24 della legge 241/1990 (su cui deve essere osservato il segreto
d’ufficio).
Per quanto attiene alle disposizioni testimoniali, quelle relative al sinistro o
incidente marittimo assunte dagli investigatori dell’Organismo tecnico, non
possono essere utilizzate per scopi che esulano da quelli perseguiti dalle
inchieste di sicurezza e, in ogni caso, il loro trattamento deve avvenire secondo
modalità che escludano l’identificazione degli autori al fine di assicurare la
riservatezza183
.
183
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in casi eccezionali e con
provvedimento motivato, può derogare in tutto o in parte dai vincoli di
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
202
Il Decreto prevede, inoltre, ulteriori obblighi di collaborazione all’art. 12 che
impone, infatti, agli armatori e comandanti di unità navali, comprese quelle di
bandiera estera, di non intralciare e di collaborare con gli investigatori durante
l’attività d’indagine, di rendere disponibile qualunque fonte potenziale di prova,
come pure di favorire l’accesso a qualunque locale della nave e al relativo
armamento. Il medesimo obbligo grava in capo agli interessati a qualunque
titolo alla nave, al carico o al viaggio; al cantiere navale che ha costruito la
nave; alle imprese che hanno realizzato o partecipato all’armamento della nave;
ai componenti l’equipaggio e gli eventuali passeggeri; a qualunque altro
soggetto che, a giudizio dell’investigatore, possa essere in possesso di
informazioni utili all’inchiesta. Grande importanza viene assunta anche dalla
protezione delle prove, per cui il comandante della nave, l’equipaggio e gli altri
soggetti di cui all’art. 12, comma 2, compreso chiunque sia venuto a contatto
con fonti di prova rilevanti ai fini dell’individuazione delle cause dell’evento,
hanno l’obbligo, per quanto possibile secondo l’ordinaria diligenza di:
preservare le informazioni provenienti da carte nautiche, libri di bordo,
registrazioni elettroniche, magnetiche e cassette video come pure le
informazioni provenienti dai VDR e da altri apparecchi elettronici,
riguardanti il periodo precedente, concomitante e successivo
all’evento;
riservatezza stabiliti nel comma 1 dell’art. 9, qualora la divulgazione si renda
necessaria per l’attuazione di un interesse pubblico dello Stato ritenuto
prevalente rispetto alle finalità proprie del decreto. D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
203
impedire che tali informazioni siano cancellate o alterate;
prevenire l’alterazione di qualsiasi altra dotazione, attrezzatura,
dispositivo o di locali della nave rilevanti ai fini dell’indagine;
agire tempestivamente per raccogliere e conservare gli elementi di
prova o favorire la raccolta e la conservazione degli elementi di prova
da parte dell’investigatore.
Con riferimento agli atti conclusivi dell’inchiesta, l’art. 14 prevede come le
inchieste diano luogo alla pubblicazione di un rapporto184
.
L’Organismo investigativo pubblica i rapporti, comprese le relative conclusioni
e le raccomandazioni a fini preventivi e, nel caso in cui non sia possibile
redigere il rapporto finale entro tale termine, pubblica un rapporto provvisorio
entro dodici mesi dalla data del sinistro185
.
Altra tipologia di atto conclusivo è la raccomandazione in materia di sicurezza,
per cui l’Organismo investigativo trasmette le proprie raccomandazioni di
sicurezza al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, affinchè lo stesso
184
Redatto secondo un modello conforme all’allegato I del presente Decreto.
Nel caso di inchieste che non riguardano sinistri marittimi molto gravi o,
secondo il caso, gravi e i cui risultati potenzialmente non incidono sulle finalità
di prevenzione di cui al comma 2 dell’art. 1, l’Organismo investigativo
procede, previa valutazione dei presupposti, alla pubblicazione di un rapporto
semplificato. D. lgs. n. 165/2011; 185
L’Organismo investigativo invia alla Commissione europea una copia del
rapporto finale ovvero di quello provvisorio o semplificato. D. lgs. n. 165/2011;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
204
adotti i provvedimenti necessari a garantire l’osservanza delle citate
raccomandazioni, ivi compresa l’emanazione di avvisi urgenti.
Per quanto riguarda la valenza da attribuire ai rapporti conclusivi dell’inchiesta
di sicurezza nell’ambito di un eventuale procedimento amministrativo ovvero
penale, non sono previste disposizioni specifiche, non risultando, così, a loro
estensibile la propedeuticità delle previsioni contenute nel Codice della
navigazione, le quali conferiscono una forza privilegiata alle relazione di
inchiesta formale, documento acquisito in giudizio per volontà di legge.
In conclusione, in base a quanto affermato, si ritiene che il D. lgs. n. 165/2011
abbia introdotto nel nostro ordinamento, senza, tuttavia abrogare la disciplina
contenuta nel Codice della navigazione, una terza tipologia di inchiesta
marittima, cosiddetta di “sicurezza”, destinandola espressamente allo
svolgimento dell’attività di natura amministrativa a carattere preventivo, volta
alla tutela della sicurezza nel rispetto delle richiamate previsioni di natura
internazionale e comunitaria.
LA STRATEGIA INVESTIGATIVA
Le attività di indagine, come evidenziato nei capitoli precedenti, sono avviate
senza ritardo, non appena l’Organismo investigativo ha notizia del sinistro, e in
ogni caso entro due mesi dall’evento186
.
186
Art. 7, comma 3, del D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
205
L’art. 13, comma 2, D. lgs. n. 165/2011, fa gravare sull’Autorità marittima
individuata dall’art. 578 Cod. nav. e su quella Consolare all’estero, l’obbligo di
dare immediato avviso all’Organismo investigativo dei sinistri e incidenti
marittimi di cui abbia notizia, o anche del fondato convincimento che una nave
sia andata perduta o sia scomparsa.
Il processo investigativo si può scomporre in differenti fasi, a secondo del
quadro teorico cui ci si riferisce. Lo si può dividere, in particolare in tre linee di
attività principali: la raccolta dei dati, la loro analisi e lo sviluppo delle
conclusioni e la redazione della relazione finale contenente le criticità rilevate e
le raccomandazioni ritenute utili a risolvere tali criticità.
Al processo investigativo possiamo aggiungere una quarta fase e cioè la
supervisione della fase di attuazione di tali raccomandazioni.
Raccolta dei dati
Analisi dei
dati; Conclusioni
Criticità e
Raccoman
dazioni;
Relazione
finale
Monitoraggio;
Attuazione delle
raccomandazioni
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
206
Le indagini, quindi, debbono essere condotte con tempestività e sono
finalizzate a raccogliere dati, notizie ed informazioni rilevanti per l’inchiesta di
sicurezza.
In particolare, gli ispettori possono187
:
a) accedere liberamente a qualsiasi area pertinente o luogo del sinistro,
nonché a qualsiasi nave, relitto o struttura, ivi compreso il carico,
l’attrezzatura ed i rottami;
b) stilare immediatamente l’elenco delle prove e provvedere alla ricerca
ed alla rimozione controllata del relitto, dei rottami o di altri elementi
o sostanze ai fini d’esame o analisi;
c) chiedere l’esame o l’analisi delle suddette fonti di prova ed avere
libero accesso ai risultati delle stesse;
d) accedere liberamente a qualsiasi pertinente informazione o dati
registrati, compresi i dati VDR, che si riferiscano alla nave, al
viaggio, al carico, all’equipaggio o ad altre persone, oggetti,
situazioni, circostanze, nonché farne copia e uso;
e) accedere liberamente ai risultati degli esami effettuati sui corpi delle
vittime o delle analisi eseguite su campioni prelevati dai corpi delle
vittime;
f) richiedere i risultati di esami sulle persone partecipanti, coinvolte
nell’esercizio della nave o su altre persone interessate, nonché di
187
Art. 5, comma 2, del D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
207
analisi su campioni prelevati dalle stesse ed accedere liberamente ad
essi;
g) interrogare testimoni senza la presenza di persone i cui interessi
possano presumibilmente pregiudicare il corretto svolgimento
dell’inchiesta di sicurezza;
h) ottenere i verbali delle ispezioni e tutte le informazioni pertinenti in
possesso dello Stato di bandiera, degli armatori, delle società di
classificazione o di altri soggetti, a condizione che tali soggetti o i
loro rappresentanti risiedano in uno Stato membro;
i) richiedere l’assistenza delle autorità competenti degli Stati coinvolti,
compresi gli ispettori dello Stato della bandiera e dello Stato di
approdo, i funzionari del servizio di Guardia Costiera e di ricerca e
soccorso, gli operatori del servizio di traffico marittimo, i piloti e altro
personale portuale o marittimo.
L’elenco ripercorre le voci già indicate nell’art. 8 della Direttiva 2009/18/CE e
si segnala la mancata previsione del diritto degli ispettori di richiedere l’esame
autoptico sui corpi delle vittime (è previsto che essi possano accedere ai
risultati dello stesso, ove richiesto dalla competente Autorità giudiziaria). Non
si ritiene, infatti, che l’esame autoptico possa rientrare nelle ipotesi contemplate
dalla lettera c, dell’art. 5, comma 2, in commento (che conferisce agli inquirenti
il potere di richiedere esami ed analisi ed avere libero accesso ai relativi
risultati), posto che ad esso è dedicata la specifica previsione di cui alla lettera
e, della medesima disposizione. Ne discende la mancata soluzione di una delle
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
208
problematiche di maggiore conflitto tra Autorità competenti per l’inchiesta
tecnica e per quella giudiziaria. Il riferimento ai “testimoni”, di cui alla lettera
g, dell’art. 5 in esame, sembra improprio, in quanto le persone interrogate
possono fornire informazioni, ivi inclusi i loro personali convincimenti
sull’evolversi degli eventi, gli stati d’animo e le impressioni, espressi per quello
che sono ed acquisiti dall’ispettore tecnico come dati valutativi di una
situazione generale, al di là della loro provata fondatezza.
Le parti private (armatori, comandanti di navi, anche straniere e tutti coloro che
possono fornire notizie utili)188
, sono tenute a collaborare con gli investigatori
durante le indagini e a non intralciarne la realizzazione. Gli stessi soggetti sono
chiamati a preservare secondo l’ordinaria diligenza, e rendere disponibili, tutte
le potenziali fonti di prova con cui vengono a contatto189
.
Esaminando le informazioni rilevate in dettaglio, esse si possono classificare
come segue:
Fatti certi o evidenze, cioè dati che si sono potuti accertare con
sicurezza; tali dati si possono dividere in fatti oggettivi (come i danni o
i registri di navigazione) e fatti soggettivi (come le testimonianze);
188
Come visto in precedenza l’art. 12, D. lgs. n. 165/2011 include gli interessati
a qualunque titolo alla nave, al carico o al viaggio; il cantiere di costruzione; le
imprese che hanno realizzato o partecipato all’armamento; i componenti
dell’equipaggio ed i passeggeri; qualunque altro soggetto che possa essere in
possesso di informazioni utili all’inchiesta; 189
Art. 13, D. lgs. n. 165/2011;
Volume 20 N° 2 - 2015
209
Sentito dire (hearsay), cioè le testimonianze di seconda mano (da
tenere in considerazione anche se non pienamente attendibili);
Opinioni, cioè ciò che i testimoni pensano, credono o possono
produrre relativamente all’evento, da distinguere dai fatti a loro
conoscenza;
Opinioni di esperti, da intendersi come quei pareri forniti da persone
che abbiano autorevolezza scientifica, tecnica o professionale nell’area
specifica nella quale esprimono il loro parere;
Conflitti delle evidenze, quando sono in conflitto tra loro due o più fatti
certi; per stabilire la verità si deve allora far ricorso agli strumenti di
verifica;
Strumenti di verifica, cioè la verifica di tutti i dati sopra elencati,
facendo ricorso ad un controllo incrociato dei fatti oggettivi con le
affermazioni dei testimoni.
Nel caso in cui non sia possibile rilevare direttamente le informazioni (ad
esempio in caso di affondamento con perdita totale dei passeggeri e
dell’equipaggio), si dovrà cercare di stabilire le cause e le modalità
dell’incidente sulla base dei dati presenti negli archivi della società di
navigazione e nei registri dei porti e degli enti di classifica (analisi storica).
Più sinteticamente, possiamo classificare le informazioni nel seguente modo:
evidenze umane o testimonianze: comprendono anche le
osservazioni;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
210
evidenze fisiche: i materiali connessi all’incidente come strumenti
e attrezzature, parti, detriti, macchine e di altri oggetti materiali;
evidenze documentali: includono le informazioni in forma
cartacea ed elettronica, come le registrazioni, le relazioni, le
procedure e la documentazione in generale.
DINAMICA DELL’AZIONE INVESTIGATIVA
L’attività investigativa sulla genesi di un incidente ha lo scopo di rispondere ad
alcuni o a tutti dei seguenti interrogativi190
:
- What, when, where, ossia la descrizione del vero corso degli eventi;
- Why, cioè identificare i fattori causali basilari o che hanno contribuito
al verificarsi dell’incidente;
- Learning, identificare e ridurre le fonti di rischio in modo da prevenire
la ripetizione dell’evento incidentale;
- Blame, individuare se ci siano gli estremi per una responsabilità
penale;
- Pay, valutare la questione della responsabilità civile.
190
Snorre SKLET, Methods for accident investigation, Ross – NTNU, 2002;
Volume 20 N° 2 - 2015
211
Indagini sugli incidenti in mare significa determinare:
Si è accertato che le procedure di indagine sugli incidenti sono agevolate dalla
presenza di alcune premesse fondamentali per una buona riuscita dell’indagine:
- in ogni organizzazione dovrebbero esistere dei vincoli o delle barriere
tali da prevenire gli incidenti o mitigarne le conseguenze191
.
- alcuni tra gli incidenti più gravi sono stati attribuiti ad errori nei
sistemi di gestione, spesso influenzati anche da considerazioni aventi
Indagini sugli incidenti in mare significa determinare:
Che cosa è successo?
Come si potrebbero
evitare simili incidenti in futuro
?
8
Quali sono i
fattori e le
cause?
Perché è accaduto?
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
212
carattere politico, economico o sociale, piuttosto che relative al
sistema di sicurezza;
- la Commissione di indagine dovrebbe avere carattere di indipendenza
rispetto alle altre parti in causa, come abbiamo potuto vedere nel
Decreto legislativo n. 165/2011.
La fase iniziale dell’inchiesta consiste, quindi, nella raccolta delle prove per
poter determinare il chi, il che cosa, il quando, il come e il perché sia avvenuto
l’incidente o l’infortunio marittimo. Dette prove saranno poi decisive per
sostenere le conclusioni al termine dell’indagine, ma che al tempo stesso
debbono essere trattate e valutate con attenzione dall’investigatore per evitare
che egli possa correre il pericolo di trarre delle conclusioni troppo presto e
quindi affrettate.
Nell’ambito della raccolta delle prove durante l’inchiesta tecnica le tipologie
possono essere:
Prove umana o testamentaria;
Prove fisiche (apparecchiature, parti di ricambio, detriti,
hardware);
Prove documentali (relazioni, procedure, certificati);
Prove elettroniche (VDR, TVCC, VTS).
191
Ad esempio, nel campo marittimo, possono essere considerati barriere i
divieti di navigazione in determinate zone marittime o la limitazione al
trasporto di alcune merci secondo la loro composizione o la loro quantità;
Volume 20 N° 2 - 2015
213
L’investigatore all’atto della raccolta delle suddette tipologie di prove deve
controllare e conservare le stesse eseguendo fotografie e documentandole a
mezzo di strumenti elettronici (ripresa video/fotografica). Deve etichettare le
prove e raccoglierle in un apposito registro iniziato e mantenuto inserendo data,
ora, luogo e la persona che ha repertato le stesse, richiedendo anche la firma in
caso del loro trasferimento o prelievo. Tutte le prove raccolte dovranno essere
preservate in un deposito sicuro con accesso ristretto al solo personale
autorizzato. Naturalmente le prove elettroniche dovranno essere custodite con
ulteriore cura.
Documentazione e schizzi
11
• Tracciare e disegnare;
• Documento di che cosa si
trova.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
214
Per quanto riguarda le testimonianze, verranno trattate separatamente nel
seguente paragrafo visto il loro aspetto molto importante e specialistico e date
le competenze richieste a chi procede con l’interrogatorio, che nel nostro caso
viene denominato intervista.
La raccolta delle prove fisiche consiste nel repertare le varie attrezzature, gli
strumenti, i materiali e detriti dispersi; gli schemi o i modelli, i componenti e le
proprietà fisiche degli elementi anche nel caso ci si trovi di fronte, ad esempio,
a prove meno chiare ed evidenti come campioni e tracce di gas o liquidi.
Strumento vitale nella raccolta delle prove è la fotografia, la quale è un
importante aiuto nel ricordare ed aggiunge chiarezza quando viene inserita nel
report investigativo. L’investigatore deve effettuare più foto possibili (anche
più di quanto egli pensi!), iniziando da un layout generale del luogo dell’evento
passando poi alle aree danneggiate, alle rotture (prima della riparazione), agli
strumenti di bordo ed impostazioni di bordo, fino ad arrivare a fare foto in base
ai punti di vista dei testimoni chiave dell’inchiesta. Altrettanto utili saranno per
l’indagine le fotocopie di tutti i documenti disponibili.
Volume 20 N° 2 - 2015
215
Nell’investigazione possono essere di grande aiuto anche le registrazioni video
della struttura e disposizione del luogo dell’incidente e, per la ricostruzione del
luogo dell’evento, l’inserimento all’interno di esse dei punti di riferimento e dei
commenti che consentano una comprensione più facile, nel caso di una visione
dopo parecchio tempo dell’avvenimento del sinistro marittimo.
Le telecamere o macchine fotografiche spesso al giorno d’oggi sono combinate,
svolgendo sia video che foto, quindi è altresì importante che si utilizzi
un’attrezzatura di alta qualità digitale e che abbia capacità di assumere
numerose foto e video. Parecchia pratica da parte dell’investigatore
13
Attrezzature I controlli
Componenti difettosi
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
216
nell’utilizzo di questa strumentazione garantirà un importante familiarità con le
attrezzature.
Dopo un’iniziale mappatura del luogo, il controllo sistematico della zona
avverrà con il sondaggio delle attrezzature, dei veicoli e strutture al fine di
accertare se non vi sia alcuna indicazione di parti mancanti o fuori posto prima
dell’incidente. Si cercherà di notare l’assenza di tutte le parti di protezioni, di
comandi o indicatori operativi (strumenti, indicatori di posizione) tra le restanti
unità danneggiate. Si cercherà di identificare al più presto qualsiasi attrezzatura
che deve essere pulita prima di effettuare un esame dettagliato, collaudo o
prova; si noterà il percorso o i movimenti dai registri che possano ricondurre a
trovare i componenti mancanti e nel caso preparare una lista dei componenti
delle apparecchiature complesse da sottoporre ad ispezione accurata.
Normalmente la rimozione delle prove fisiche non dovrebbe iniziare prima che
i testimoni siano stati intervistati, in quanto il riferimento visivo del luogo dove
è avvenuto l’incidente, potrebbe stimolare la memoria dei test. Inoltre
l’estrazione non dovrebbe iniziare fino a quando non è stata registrata e fissata
la loro posizione, e l’investigatore deve essere a conoscenza che il luogo
dell’evento incidentale potrebbe essere stato abbastanza danneggiato da rendere
insicura la raccolta delle prove. Come detto prima, la posizione delle parti
rimosse deve essere marcata e si deve porre attenzione durante l’estrazione e
l’esame preliminare del luogo, onde evitare di rovinare o di alterare i segni
dell’impatto e le superfici squarciate.
Volume 20 N° 2 - 2015
217
Gli investigatori devono aver preso accordi con le altre parti interessate prima
di effettuare l’estrazione delle prove dal luogo del sinistro.
Raccogliere le prove documentali significa, per chi svolge l’inchiesta, reperire i
giornali di bordo, le letture delle apparecchiature e delle strumentazioni, i
manuali, le licenze, i certificati, le foto, i documenti delle procedure di bordo,
gli elenchi e le liste di controllo, sia in formato cartaceo che, talvolta, in
formato elettronico192
.
Ulteriori tipi di prove documentali, acquisibili nell’inchiesta, potrebbero essere:
192
Garantire ai fini dell’investigazione le fotocopie di tutti i documenti
menzionati, potrebbe essere rappresentativo e molto utile;
Esempio di campionamento di vernice
17
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
218
- documenti del controllo di gestione in grado di comunicare il come, il
quando, il dove delle aspettative della dirigenza e da chi sono state
eseguite le attività lavorative;
- archivi che indicano le performance (prestazioni) del passato e del
presente e lo stato delle attività lavorative, nonché del personale,
delle attrezzature e dei materiali coinvolti;
- reports che consentano di identificare il contenuto e i risultati di studi
specifici, analisi, verifiche, valutazioni, controlli, inchieste ed
indagini relative alle attività lavorative;
- documentazione che descriva le azioni intraprese in risposta agli altri
tipi di documenti;
- documentazione ISM (Codice Internazionale di gestione della
sicurezza) relativa allo standard internazionale per la sicurezza nella
gestione e nell’esercizio delle navi e per la prevenzione
dell’inquinamento.
Conseguire tutta questa documentazione, da parte dell’investigatore, è
importante per poter esaminare a fondo le carenze delle questioni organizzative,
dei sistemi di gestione e della linea di gestione e supervisione, in quanto
potrebbero aver contribuito al verificarsi dell’incidente.
Infine per quanto concerne le prove elettroniche che possono essere raccolta
durante l’inchiesta, esse potranno riguardare la “scatola nera” dei mari (VDR e
simplified-VDR) che può fornire ai fini dell’indagine i seguenti dati:
Volume 20 N° 2 - 2015
219
Data e ora;
Posizione;
Velocità;
Ordini del Comandante;
Audio del ponte di comando;
Comunicazioni radio;
Tracciati Radar e AIS (Automatic Identification System)193
;
Allarmi principali194
;
Ordini di manovra e le risposte del timone e dei motori;
Aperture dello scafo;
Lo stato delle porte tagliafuoco;
Accelerazioni e sollecitazione allo scafo.
Fondamentale è assicurarsi che siano sempre stati salvati i dati sul VDR!
193
Questo sistema permette di ricevere la posizione delle navi in tempo reale; 194
I seguenti 5 punti non sono richiesti nel caso dell’utilizzo del S-VDR;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
220
Oltre ai dati del VDR anche altri dispositivi elettronici potrebbero essere fonti
di prova, come il GPS (Global Positioning System)195
; l’ECDIS (Electronic
Chart Display and Information System) che permette la visualizzazione della
cartografia elettronica e di tutti i sistemi di informazione per la navigazione;
l’IBS (Integrated Bridge System) che è un sistema di cartografia per la
195
Occorrono diversi approcci per proteggere i dati del GPS nella memoria in
quanto possono essere rinvenuti completamente sommersi in acqua. Anche se
sono dispositivi impermeabili la loro memoria potrebbe perdere ugualmente i
dati;
Attrezzatura VDR
Pulsante
Salvataggio
dati
28
VDR mobile VDR capsula
Disco rigido rimovibile
Volume 20 N° 2 - 2015
221
navigazione sicura196
; i dati forniti dall’AIS degli Stati costieri; le registrazioni
dei tracciati Radar e delle comunicazioni in VHF; tutti i sistemi di
videoregistrazione CCTV e webcam; infine le comunicazioni avvenute tramite
telefoni cellulari.
Inoltre a bordo della nave (nei ponti e nella sala macchine) possiamo trovare
ulteriori apparecchiature di registrazione da cui recuperare fonti di prova, come
i sistemi di protezione antincendio, i sistemi di comunicazione interni alla nave,
le telecamere di sicurezza, il libro di bordo in formato elettronico, i sistemi di
gestione dei motori, le manutenzioni programmate e tutti i rimanenti sistemi di
gestione della sicurezza di bordo.
Nella raccolta delle prove fisiche, documentali e elettroniche, gli investigatori
naturalmente non potranno essere esperti in tutto! Quindi occorrerà una
valutazione iniziale del luogo dell’evento per poter stabilire e determinare le
fasi per la conservazione delle prove con l’eventuale intervento di appropriati
consulenti esterni specializzati, i quali saranno contattati direttamente oppure
già in forza all’Organismo investigativo tramite la stipula di contratti di
collaborazione.
L’utilizzo dei vari consulenti esterni specializzati avviene per effettuare:
Il collaudo dei materiali;
196
Generalmente è necessario consultare i manuali dei produttori dei sistemi di
navigazione;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
222
Collaudo di materiali
Prova di trazione;
Shear test per misurare la resistenza al
taglio;
37
Esame microscopico;
Meccanismo di rottura;
Prove di fatica.
Volume 20 N° 2 - 2015
223
I test;
Le ispezioni;
Test di Cavi e funi
Determinazione del carico di rottura di funi
e cavi;
Condizioni dei cavi;
Proprietà dei cavi. 38
Ispezione di Macchine e attrezzature
Causa del guasto;
Trovare il guasto;
Recupero dei dati;
Prova storica del servizio;
Test delle prestazioni.
39
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
224
infine i Servizi Forensi sui materiali della
nave, le sue strutture e attrezzature, i macchinari, gli equipaggiamenti
e le dotazioni di sicurezza individuali e collettive.
Servizi Forensi
Analisi dei campioni di vernice;
Composizione del
materiale;
Tossicologia;
Ripristino dei documenti;
Recupero dati dal disco rigido del
computer;
Indagini sugli incendi.
41
Volume 20 N° 2 - 2015
225
In caso di perdita totale o parziale della nave e delle corrispondenti prove del
sinistro, la ricerca avverrà tramite l’ausilio dei mezzi della Guardia Costiera,
nel caso siano ancora a galla, ovvero nel caso di affondamento, tramite la
localizzazione sonar del VDR (durata di 7 giorni) e l’utilizzo di un
ecoscandaglio Multibeam che viene utilizzato per la mappatura del fondale.
Inoltre potranno essere effettuate ricognizioni tramite subacquei e ROV
(Remotely – Operated Vehicle)197
in modo da poter raccogliere più prove
possibili.
197
Sottomarino a Comando Remoto;
Test indipendenti
• Giubbotti
• Zattere
• EPIRB
40
• Le prove contro le norme ISO
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
226
Ricognizioni subacquee - utilizzando i ROV
Rispetto al subacqueo:
• Maggiore resistenza
• Più sicuro
• Maggiore profondità
ma:
• Manipolazione Limitata
• Limitazione da parte del
flusso di corrente
43
Volume 20 N° 2 - 2015
227
Infine si tenterà, nel caso della perdita totale della nave in fondo al mare, il
recupero del relitto al fine di poter stabilire con maggiore certezza le cause
dell’evento incidentale.
Breve briefing con il subacqueo su tutto ciò che è necessario;
L’investigatore deve comprendere le limitazioni del subacqueo, ad es. tempo di
immersione, la visibilità, la corrente del mare;
Dare quante più informazioni su eventuali rischi noti e porre attenzione sulle responsabilità;
Ideale porre in testa al sub una telecamera collegata alla superficie e predisporre le comunicazioni per permettere di indicare la direzione al subacqueo;
Briefing con il subacqueo affinchè non
interferisca con il relitto investigato e sulle
prove che sono state trovate.
44
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
228
L’INTERVISTA DEI TESTIMONI La testimonianza da parte delle persone in merito all’evento incidentale è la
forma più volatile di prova da acquisire da parte dell’investigatore.
L’intervista (l’interrogatorio del teste nelle inchieste tecniche marittime) può
essere considerata una abilità, una sorta di “Arte dell’interrogare” da cui
ricavare deposizioni, testimonianze e prove dalla persona umana e la quale
richiede all’intervistatore di possedere un’ottima tecnica, capacità, abilità e
molta pratica.
In primo luogo l’intervista si compone di 5 fasi:
Le operazioni di recupero
• Costose e complicate;
• I ricuperatori hanno un unico
obiettivo e non sono le
indagini in caso di incidente! 45
• Importante essere al fianco dei ricuperatori;
• Testimonianza (tempo trascorso);
• Determinare un'accurata
indagine prima del recupero;
• Registro/documento delle azioni dei
ricuperatori;
Volume 20 N° 2 - 2015
229
1) Pianificazione e preparazione;
2) Coinvolgimento e spiegazione;
3) Racconto, chiarimento e stimolo;
4) Chiusura dell’intervista;
5) Valutazione.
Pianificare e preparare il colloquio significa prima di tutto essere preparati ad
identificare tutti i possibili testimoni e in seguito procedere ad intervistarli.
L’approccio al colloquio varia a seconda del testimone o della persona da
intervistare, in quanto, in seguito al sinistro marittimo, potremmo trovarci di
fronte a persone e testimoni chiave direttamente coinvolti nell’incidente oppure
a dei testimoni oculari. L’equipaggio, il personale della compagnia di
navigazione, i funzionari portuali e i designer delle attrezzature potrebbero
essere dei potenziali testimoni, sino ad arrivare ad ascoltare, in merito al
sinistro, i responsabili del servizio d’emergenza e gli altri operatori coinvolti.
Preparare il colloquio – intervista prima di ascoltare la persona vuol dire per
l’investigatore, decidere in merito al fine e all’ordine delle domande da porre
per raccogliere gli elementi, i fatti e le prove; decidere la dimensione e i ruoli
del team che sosterrà l’intervista, pianificare la tipologia di intervista ed infine
preparare il luogo dove avverrà il colloquio. Una pianificazione preventiva
impedisce delle prestazioni scadenti ed uno scarso rendimento!
Un piano ben strutturato del colloquio assicura che tutti gli argomenti vengano
trattati, evitando una serie di elenchi interminabili di domande, a cui il soggetto
debba rispondere con un si o un no; consente di porre domande o interrogativi
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
230
da cui possa emergere la stessa risposta; creare una buona atmosfera durante
l’intervista, può solo che incoraggiare l’intervistato a fornire tutte le
informazioni e a produrre un’ottima testimonianza.
Molto importante è non limitare l’intervista al solo ambito degli scopi e progetti
che ci si è prefissati.
Un esempio di formazione del piano di colloquio potrebbe essere il seguente:
- Cosa vuoi ottenere dall’intervista? Quale è
l’obiettivo?
- Quali sono gli argomenti e le informazioni
necessarie da trattare?
- Gli argomenti possono essere suddivisi?
- Come posso essere sicuro di aver trattato e
ottenuto le informazioni su ogni cosa?
Coinvolgere il testimone significa rassicurare e spiegare all’intervistato lo
scopo del colloquio, i suoi diritti, il ruolo dell’investigatore, le procedure che
verranno seguite durante l’intervista e persino chiedere il permesso di poter
utilizzare il registratore. L’utilizzo dei nastri o di registratori digitali ci
permetterà di avere un resoconto integrale e consentirà di concentrarsi sulla
testimonianza, ma attenzione presenta anche alcuni svantaggi, cioè ottenere il
consenso di chi rilascia la testimonianza.
Molto importante è stabilire sin da subito un buon rapporto nel colloquio,
rivolgendosi in modo educato, comportandosi in maniera naturale evitando di
far sembrare che l’intervista sia artificiosa.
Volume 20 N° 2 - 2015
231
L’intervistatore deve ridurre al minimo le interruzioni durante il colloquio,
impegnarsi a mantenere la conversazione in un’atmosfera di cordialità ed
intervenire abbastanza, in modo tale che serva a guidare il colloquio nella
direzione desiderata. Durante la conversazione l’investigatore deve dimostrare
un sincero interesse ed un’accurata comprensione empatica.
L’atteggiamento dell’intervistatore deve essere anche quello di cercare di
conoscere le esigenze dei testimoni dato che, potrebbe trovarsi di fronte a
persone nervose, professionisti o dilettanti, gente che abbia subito un lutto o
personaggi maliziosi e faziosi. Importante è anche conoscere il loro livello
culturale, la loro professione, nazionalità, sesso, età e posizione sociale.
Il momento del racconto dei fatti, il chiarimento degli stessi e lo stimolo a
ricordare può avvenire attraverso i seguenti “Metodi Sistematici”:
- colloquio conoscitivo, che consiste nella cooperazione con i testimoni
e che li aiuta a ricordare e permette loro di raccontare i fatti relativi
all’evento;
- gestione delle conversazioni, che consiste nell’avvicinarsi ai testimoni
e altri intervistati poco collaborativi, tentando di convincerli a
ricordare e a raccontare.
Nel colloquio conoscitivo è molto importante il richiamo alla memoria
cercando di ricreare il contesto, separare il racconto, modificare l’ordine dei
fatti e cercare delle prospettive diverse. Anche l’utilizzo dei colori, degli altri
sensi e l’ingrandimento delle immagini può risultare utile in tal senso.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
232
Verranno utilizzate prevalentemente le domande aperte, inserendo dei
suggerimenti e chiedendo dei chiarimenti. L’intervistatore seguirà un piano
flessibile e reattivo in base alle risposte che gli verranno fornite e al tempo
stesso dovrà essere attento al linguaggio del corpo.
Lo sguardo dell’intervistato è indicatore se egli dice la verità oppure sta
mentendo, difatti se egli si rifiuta di guardare negli occhi l’intervistatore, si può
arrivare alla conclusione che non stia dicendo la verità.
È consigliato l’utilizzo di carte nautiche, schemi, piani, progetti e giornali ma al
tempo stesso l’intervistatore dovrà evitare di prendere appunti e segnare solo i
punti di interesse. L’ideale come detto prima sarebbe di poter registrare
l’intervista.
Durante il colloquio è meglio evitare di interrompere l’intervistato ed è
consigliabile l’utilizzo delle pause, le quali possono aiutare il testimone ad
organizzare il proprio pensiero, le idee e le sue opinioni. Inoltre usare la pausa
può essere di aiuto nel caso il testimone abbia una sensazione emotiva, non sia
disposto a continuare in quel determinato momento e nel caso si voglia una
convalida della risposta con una richiesta imminente.
Anche nel caso di un teste che non sia collaborativo e cooperativo, il suo
utilizzo può essere utile per inserire un suggerimento o come si dice in gergo
una “imbeccata”.
L’errore da evitare nel colloquio è quello di porre più domande principali in
maniera diretta e frontale, domande suggestive e quesiti che permettano più
opzioni. Le domande ipotetiche e quelle che non seguano uno schema ben
Volume 20 N° 2 - 2015
233
preciso e che passano da un argomento all’altro sono da evitare, mentre quelle
chiuse sono da utilizzare con cura e accortezza. Un metodo di intervista
efficace è quello che propone le domande multiple di cui talune sono di tipo
chiuso ed altre di tipo aperto.
Nella fase di completamento dell’intervista, l’investigatore deve verificare e
convalidare i dettagli e rivedere se ha dimenticato di chiedere qualche altra
cosa. Deve ringraziare le persone intervistate e dire loro quali saranno i
prossimi passi dell’indagine, mettendo in rilievo, al tempo stesso, la loro
importanza come testimoni e la rilevanza delle loro testimonianze ai fini
dell’inchiesta. Alla fine del colloquio è bene accompagnare l’intervistato alla
porta e salutare con cordialità.
Al termine di tutto questo avviene la valutazione della testimonianza,
determinando l’accuratezza e la precisione del testimone e delle dichiarazioni
rilasciate, facendo dei riscontri con le altre fonti di prova, stimando la fiducia
espressa dal teste, esaminando lo stato psicologico del testimone ed infine
andando a valutare la “qualità” della testimonianza.
Nel corso del colloquio la testimonianza è suscettibile dell’influenza
dell’investigatore e l’errore di giudizio dell’intervistatore può essere dovuto,
non tanto alla sua scarsa preparazione quanto alla sua predisposizione al
pregiudizio che andrà ad interessare il suo parere o la sua opinione.
L’intervistato stesso può attribuire pregiudizi, tendendo ad addossare la causa
delle sue azioni alla situazione e all’ambiente in cui si trova, alla sfortuna o alle
carenze delle altre persone.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
234
Vi è una tendenza da parte sua di far spostare l’attribuzione delle colpe
all’azione sbagliata (come l’inesperienza degli operatori) e non apprezzare i
fattori ambientali e le altre pressioni in forza, in quel determinato momento.
L’intervistatore elabora un punto di vista e tiene conto solo delle prove e delle
testimonianze raccolte che rispondono ai preconcetti di cosa è accaduto e come
è successo l’evento, mentre rigetta e respinge le informazioni che danno una
veduta contraria dei fatti accertati.
Dieci Comandamenti di un buon ascolto
1. Smetti di parlare;
2. Mettere l'intervistato a proprio agio;
3. Ascoltare ed essere attenti - sintetizzare ciò che viene detto
spesso;
4. Rimuovere distrazioni;
5. Non scarabocchiare, non rispondere al cellulare;
6. Empatia con l'intervistato;
7. Essere paziente - consentire del tempo;
8. Non criticare o procurare imbarazzo;
9. Porre domande per guidare l'intervista;
10. Smetti di parlare ed interrompere;
LA RELAZIONE FINALE
A seguito dell’indagine, i dati salienti relativi all’evento, corredati dall’analisi
svolta, espressa in modo conciso, vengono formalizzati in un rapporto finale in
forma scritta, contenente anche le conclusioni alle quali si è giunti e le evidenze
a sostegno delle stesse.
Volume 20 N° 2 - 2015
235
La relazione finale è la parte cruciale del processo di indagine, in quanto
costituisce la sola prova ufficiale delle indagini svolte. Le linee guida
dell’EMSA forniscono degli utili suggerimenti per la sua redazione:
- occorre delineare una bozza di relazione appena possibile, utilizzando
il modello contenuto nell’allegato I alla Direttiva; qualora fossero
coinvolti più relatori, bisogna accertarsi che non vi siano vuoti o
sovrapposizioni tra i diversi compiti assegnati, in modo da non creare
duplicazioni o carenze;
- si deve predisporre uno schema della cronologia dell’incidente, delle
informazioni sullo scenario e dei fatti rilevati appena possibile;
- occorre effettuare continue revisioni per verificare se vi sono sezioni
da aggiungere o da amalgamare;
- nel caso in cui il lavoro di redazione sia effettuato da un gruppo di
relatori, occorre assicurare un’adeguata velocità di redazione della
relazione;
- se necessario, è opportuno usufruire della consulenza di un esperto di
scrittura tecnica, in modo che la relazione sia chiara, concisa, logica,
corretta e consistente.
La relazione deve essere composta dalle seguenti sezioni:
1. la sezione narrativa;
2. la sezione analitica;
3. la sezione conclusiva;
4. la sezione delle raccomandazioni.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
236
La sezione narrativa contiene una descrizione di come si sono svolti i fatti,
degli operatori coinvolti e dello scenario dell’evento incidentale; in questa
sezione si deve cercare di includere qualunque informazione che possa aiutare a
capire la dinamica dei fatti, senza però entrare nel merito dei fattori che li
hanno causati.
Le linee guida consigliano di non prevedere una sottosezione dedicata in modo
specifico alle informazioni relative al fattore umano, ma di integrare le
informazioni pertinenti all’interno delle appropriate sezioni. Se lo si ritiene utile
ai fini della comprensione dell’incidente, si possono anche prevedere dei
paragrafi separati, relativi a ciascuno dei soggetti coinvolti.
Per motivi di rispetto della privacy è consigliabile di non includere nel rapporto
i nomi e l’età delle persone coinvolte nell’incidente, a meno che essi non siano
rilevanti ai fini dell’inchiesta, come ad esempio l’identità dei morti. Le persone
interessate possono venire identificate per mezzo del ruolo da esse coperto
all’interno dell’organizzazione. Analogamente le informazioni relative a dati
riservati e sensibili devono essere fornite solo nel caso sia strettamente
necessario ai fini dell’inchiesta e, comunque, nel modo più diplomatico
possibile. È invece opportuno includere le eventuali informazioni, relative alla
buona condotta di uno o più membri dell’equipaggio, perché possa essere
valutata per un encomio.
In questa sezione devono essere illustrate anche tutte le deficienze e le criticità
alla sicurezza in modo che siano chiaramente identificate ed in modo che sia la
regola, che la violazione o la criticità ad essa associata, siano comprensibili
Volume 20 N° 2 - 2015
237
anche per un lettore inesperto. Allo stesso modo devono venire riportate anche
tutte le analisi e le attività relative alla sicurezza che sono state effettuate
anteriormente all’incidente.
La sezione narrativa dovrebbe anche includere tutte le informazioni e gli eventi
connessi alle varie circostanze relative all’incidente, come la pianificazione del
tragitto, le competenze dell’equipaggio, le risultanze dell’autopsia, così come le
testimonianze e le informazioni derivanti dai sistemi informativi e di
comunicazione, incluso il VDR.
Possono essere incluse nella sezione narrativa anche quelle osservazioni o
proposte di azioni correttive che potrebbero essere utili nella fase dell’analisi.
La sezione analitica contiene tutte le argomentazioni logiche ed i ragionamenti
che, partendo dalle informazioni fattuali, permettono di pervenire alla sezione
delle conclusioni.
A questo scopo, i componenti dell’Organismo investigativo devono vagliare le
informazioni rilevate in modo da selezionare quelle più rilevanti ai fini
dell’analisi, verificare che esse siano complete e ordinarle in modo da spiegare
nella maniera più chiara la dinamica dell’incidente.
Le informazioni si considerano rilevanti se conducono alla scoperta di una
causa o di un fattore latente, oppure se fanno insorgere dei dubbi nella mente
dei componenti dell’Organismo investigativo.
Gli eventuali vuoti nella documentazione possono essere riempiti per
estrapolazione dalle informazioni conosciute, ovvero con ipotesi plausibili che
comunque devono essere chiaramente dichiarate come tali. È infatti importante
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
238
che le assunzioni o le congetture, benchè permesse se fondate su
argomentazioni ragionevoli, siano identificate chiaramente in modo
appropriato. Se non ci sono ipotesi plausibili da indicare come fattori causali
dell’evento dannoso, non è inopportuno ammettere che le cause siano rimaste
indeterminate.
La sezione delle conclusioni è la parte della relazione che deriva direttamente
dalle informazioni della parte narrativa e dai ragionamenti della parte analitica.
Le conclusioni qui contenute sono basate sull’interpretazione e sulla
valutazione delle evidenze scientifiche; affinchè queste evidenze non siano
prese fuori dal contesto, se ne deve chiaramente identificare l’origine.
La sezione delle raccomandazioni contiene tutte le osservazioni o proposte che,
anche se non strettamente connesse ai fattori causali individuati, sono però
collegate con la materia oggetto dell’indagine. Per poter essere attuate in modo
effettivo, è opportuno che queste raccomandazioni siano ragionevoli e attuabili
in pratica ed è anche adeguato che queste raccomandazioni contengano
chiaramente le azioni da attuare, chi deve attuarle e l’urgenza con cui lo deve
fare.
Qualora non vi fossero delle raccomandazioni da comunicare, si può
ovviamente omettere dalla relazione finale la sezione delle raccomandazioni.
La relazione finale può contenere anche delle appendici contenenti tutte le
informazioni che possano essere ritenute rilevanti per l’inchiesta come, ad
esempio, dettagli sulla stabilità allo stato integro dell’unità navale, estratti da
regolamenti o istruzioni operative. A questo proposito dovrebbe essere inserita
Volume 20 N° 2 - 2015
239
nella relazione ogni informazione considerata utile per la comprensione della
dinamica e delle cause dell’evento, anche sotto forma di audiovisivo, carte
nautiche e cosi via tutto il materiale repertato nel corso della raccolta delle
prove.
Infine vale la pena riportare che:
- Le indagini sono ricordate attraverso le loro relazioni;
- Le migliori indagini possono essere danneggiate da un cattivo
rapporto.
HUMAN FACTOR – Il FATTORE UMANO
Tra i fattori causativi di sinistri ed incidenti in mare, il Codice IMO per le
inchieste sui sinistri e sugli incidenti marittimi riconosce particolare importanza
al “fattore umano” che, secondo quanto previsto dalla Risoluzione IMO
A.850(20), coinvolge tanto i comportamenti dell’equipaggio, quanto le
condotte delle autorità preposte ai sistemi a terra di assistenza alla navigazione,
come pure quelle degli organismi riconosciuti, dei lavoratori portuali addetti ai
terminal, dei piloti.
L’Human factor non è oggetto di accertamento quale causa immediata e diretta
dell’evento (in rapporto all’imputare specifiche responsabilità all’agente), bensì
rilevato come dato da cui è possibile muovere per individuare “cause latenti”,
di tipo organizzativo o di regolazione che pur rimanendo sullo sfondo, sono in
grado di condizionare il comportamento dei singoli, inducendo all’errore o
aggravandone le conseguenze. Le condotte individuali, infatti, non sono
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
240
necessariamente il prodotto di una scelta inadeguata (per negligenza,
imprudenza o imperizia) dell’agente; non di rado esse rappresentano l’effetto di
una serie di decisioni inappropriate, imputabili a diversi livelli di governo, che
si riflettono, quindi, all’interno di un’organizzazione del lavoro complessa e
generano “errori nascosti”, causalmente riconducibili al danno.
Fattori come la fatica, il sovraccarico di impegni o le pressioni economiche
contribuiscono significativamente a determinare un’alterazione delle capacità di
valutazione anche in professionisti competenti ed esperti. Del pari, lo stesso
insieme di regole cui è affidata la sicurezza può tradire il proprio obiettivo,
rivelando, in concreto, criticità in grado di agevolare ed anche determinare,
l’errore operativo.
Queste defaillances, che possiamo definire sistemiche, costituiscono l’oggetto
specifico dell’accertamento tecnico. La loro ricognizione è momento
fondamentale per la regolazione ed il controllo funzionale a garantire la
sicurezza in mare; la correzione delle stesse rappresenta il presupposto
necessario per l’efficacia di qualsivoglia misura preventiva e premessa
indispensabile anche per il corretto funzionamento dei meccanismi di tipo
sanzionatorio.
Le inchieste tecniche hanno spesso dimostrato come le cause degli incidenti
fossero largamente distribuite nell’intera organizzazione e risalissero ai diversi
momenti rispetto al manifestarsi dell’evento, non essendo, così, ascrivibili
Volume 20 N° 2 - 2015
241
esclusivamente a comportamenti negligenti e di imperizia degli operatori di
prima linea198
.
L’individuazione di carenze strutturali nel sistema di gestione del rischio
associato alla navigazione può condurre all’emanazione di una
“raccomandazione” di sicurezza, inserita nel rapporto finale di inchiesta, reso
pubblico e messo a disposizione di tutte le parti interessate. Quest’ultimo
rappresenta, dunque, lo strumento di documentazione e diffusione dei risultati,
in termini di conoscenza, dell’inchiesta tecnica.
Il patrimonio di informazioni acquisite attraverso un procedimento adeguato di
identificazione ed analisi del rischio inerente al trasporto marittimo, assicura
infatti un più efficace aggiornamento delle normative IMO a tutela della vita
umana in mare e protezione dell’ambiente marino, grazie alla formulazione di
proposte operative che sorreggono il processo decisionale delle organizzazioni
internazionali competenti in materia.
LA VALUTAZIONE DEL FATTORE UMANO: IL METODO SHELL
Come evidenziato dal Codice IMO, dall’analisi dei sinistri marittimi verificatisi
è emerso come la componente umana sia sempre presente e possa essere causa
determinante, concausa, ovvero elemento comunque idoneo a incidere
sfavorevolmente e tale da determinare il verificarsi di un sinistro, anche nel
198
Conducenti, piloti, ufficiali di nave, Comandanti, operatori di sale di
controllo o altro personale ai comandi di un particolare sistema. Guidelines
Human Factors dell’IMO;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
242
caso in cui si sia in presenza di situazioni caratterizzate da caso fortuito o forza
maggiore199
.
In considerazione di tali evidenze l’IMO ha ritenuto di incentrare la sua
attenzione non solo sull’evoluzione tecnica degli impianti di sicurezza da
installare a bordo delle navi, ma anche sulla competenza degli equipaggi e, in
particolare, sulla necessità che questi posseggano specifiche competenze
derivanti da una formazione specifica200
, da perseguire attraverso strumenti di
informazione (manuali operativi e di istruzione) e di formazione
(addestramento ed esercitazioni a bordo)201
.
L’analisi del fattore umano in un sinistro marittimo deve riguardare sia
l’operato dell’equipaggio sia del personale di terra, anche se la maggior parte
degli errori umani sono, comunque, riconducibili a componenti dell’equipaggio
stesso. Nella valutazione della componente umana in ambito marittimo è
199
Basti pensare alla presenza di particolari condizioni meteorologiche ovvero
alla presenza di guasti tecnici al mezzo. Ibidem; 200
La Convenzione STCW 78/95 prevede espressamente che ciascuna
amministrazione contraente ritiene le compagnie di gestione responsabili della
corretta formazione dei marittimi riferita sia alle sue funzioni sia
all’equipaggiamento ed abbia anche familiarizzato con le procedure in uso sulla
nave e le sue caratteristiche rilevanti per effettuare i compiti di routine e di
emergenza; 201
Non è un caso che nelle ispezioni di Port State Control effettuate da ispettori
qualificati, viene posta molta attenzione nello svolgimento dei controlli
operativi diretti a verificare non solo il funzionamento dell’impianto, ma anche
la capacità dell’equipaggio di farlo funzionare correttamente. Guidelines
Human Factors dell’IMO;
Volume 20 N° 2 - 2015
243
necessario tenere sempre in debita considerazione l’ambiente in cui vengono
svolte le attività, infatti vi sono diversi elementi che condizionano lo
svolgimento delle stesse e il rendimento professionale dei soggetti preposti.
Tali variabili sono rappresentate dalle caratteristiche della nave e, in
particolare, dalle condizioni di vita e di lavoro a bordo della stessa,
dall’organizzazione del lavoro, dalle procedure di gestione della nave da parte
della compagnia, dall’ambiente meteo-marino esterno e dalle condizioni della
persona, compresi i rapporti con gli altri soggetti che operano nella medesima
realtà. Risulta, pertanto, evidente che tutti i menzionati elementi siano idonei a
influenzare il rendimento della persona, in una interazione di complessità
elevata in quanto condizionata dagli aspetti di natura soggettiva in senso stretto.
Nell’ambito dell’attività di inchiesta viene, dunque, adottato il metodo
SHELL202
, il quale si basa sull’esame di quattro fondamentali aspetti del
sistema operativo, al fine di comprendere i complessi sistemi di interazione tra
gli stessi e valutare la rilevanza assunta, in tale ambito, dall’elemento umano.
202
Il metodo SHELL è stato ideato da E. EDWARDS al fine di esemplificare le
modalità di interazione tra i vari componenti del sistema, ossia l’uomo, la
macchina e l’ambiente. Su tale metodo è, poi, intervenuto F. HAWKINS in
termini migliorativi, definendo il modello definitivo SHELL. EMSA, Core
Skills for Accident Investigators Course, Lisbona, 2014;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
244
Gli aspetti fondamentali presi in considerazione nel metodo SHELL sono:
il Software inteso come organizzazione del lavoro a bordo
comprendendo tutto ciò che è collegato alla gestione dello stesso;
l’Hardware ossia l’elemento fisico;
l’Environment identificato come ambiente;
il Liveware qualificabile come componente umana sia centrale sia
periferica.
Gli aspetti ricordati costituiscono una componente essenziale dell’estrinsecarsi
dell’elemento umano nell’ambiente in cui opera, in considerazione del fatto che
questo non può essere correttamente analizzato se non si prende a riferimento il
sistema organizzativo in cui viene inserito l’operatore marittimo e, in
particolare, il sistema di gestione della sicurezza (Safety Management System).
Che cos'è SHELL?
SHELL è un promemoria per garantire che tutti gli aspetti dei fattori umani
siano compresi e trattati.
H
S L E
L
S - Software
H- Hardware
E - Environment
L - Liveware
21
Volume 20 N° 2 - 2015
245
SOFTWARE
H
S L E
L
Scoprire le linee guida, i criteri,
l’automazione, la formazione e il
software o il computer che la
persona stava utilizzando
30
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
246
La componente Hardware è riferita a tutti gli aspetti tecnici, ossia alla
tecnologia disponibile a bordo e, in genere, a tutti gli strumenti utilizzati per la
navigazione e la sicurezza, per cui risulta necessario individuare il grado di
conoscenza dell’apparato strumentale da parte dell’equipaggio.
L’Environment comprende tutte le condizioni ambientali in grado di
condizionare il rendimento professionale ed incidere sul profilo soggettivo del
marittimo, facendo riferimento non solo allo stato del mare e alle altre
condizioni ambientali esterne, ma anche a tutte quelle interne al mezzo
nautico203
.
203
Basti, infatti, pensare alle numerose variabili che possono caratterizzare un
ambiente ristretto come quello della nave, quali la temperatura interna, la
HARDWARE
H
S L E
L
Scoprire quali apparecchiature la
persona stava usando e prendere in
considerazione la sua idoneità/condizione
operativa
28
Volume 20 N° 2 - 2015
247
La componente Liveware centrale è rappresentata da tutti gli elementi
soggettivi individuali che determinano il comportamento umano204
e,
nell’analizzare tale componente, risulta necessario conferire un particolare
rilievo agli affetti causati dalla stanchezza.
rumorosità degli spazi destinati a riposo, le vibrazioni, le caratteristiche delle
postazioni di lavoro. EMSA, Core Skills for Accident Investigators Course,
Lisbona, 2014; 204
Il comportamento umano risulta fortemente influenzato dagli aspetti
caratteriali individuali, dalle eventuali inabilità temporanee e permanenti
ovvero dall’assunzione di particolari sostanze (alcool o droghe) ma anche dalle
attività svolte nell’ambito della gestione individuale del tempo. EMSA, Core
Skills for Accident Investigators Course, Lisbona, 2014;
ENVIRONMENT - AMBIENTE
H
S L E
L
Scoprire l'ambiente dove la
persona era in servizio o
impiegata
32
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
248
La componente Liveware periferica, invece, è costituita da tutti gli elementi
derivanti dal rapporto tra l’individuo e la comunità in cui è inserito205
.
205
A tale proposito viene a collocarsi la problematica della comunicazione tra i
componenti dell’equipaggio. Ibidem;
LIVEWARE (elemento centrale)
H
S L E
L
•La Persona: pilota,
comandante, motorista,
marinaio ecc.;
•componente centrale o modello
centrale (Hub) 22
•Elemento più importante
Potrebbero essere state influenzate le condizioni delle
persone?
22
Volume 20 N° 2 - 2015
249
La teoria dei fattori latenti semplifica l’organizzazione dei dati raccolti con il
modello SHELL offrendo, così, una migliore comprensione dell’influenza degli
stessi sulle prestazioni umane.
In tale ricostruzione vengono individuati cinque fattori determinanti, come i
responsabili decisionali, il management di linea, le condizioni del sistema, le
attività produttive e i meccanismi di difesa, che debbono essere presi in
LIVEWARE (periferica)
H
S L E
L
Scoprire con quali altre persone il
soggetto chiave stava lavorando o
interagendo.
34
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
250
considerazione al fine di determinare la sequenza degli eventi basandosi
sull’organizzazione delle informazioni riguardanti gli eventi e le circostanze.
L’aspetto temporale a cui devono essere ricondotti tutti i fattori causali
costituisce un fattore organizzativo importante in quanto gli eventi e le
circostanze che possono condurre a un incidente o a un inconveniente non sono
necessariamente e strettamente riconducibili (dal punto di vista temporale e
ambientale) al luogo di manifestazione dell’evento incidentale.
206
206
La teoria dei fattori latenti di Reason. EMSA, Core Skills for Accident
Investigators Course, Lisbona, 2014;
Volume 20 N° 2 - 2015
251
In questo modello, stabilendo un ordine sequenziale dei dati, viene introdotto il
concetto di fattori attivi e di fattori latenti, giungendo a classificare gli errori in
tre tipologie fondamentali, ossia quelli di esecuzione che si verificano a livello
di abilità (slips), quelli provocati da un fallimento della memoria (lapse) e gli
errori commessi prima della fase di esecuzione materiale dell’azione
(mistakes)207
.
Emerge, quindi, con evidenza come l’organizzazione debba essere
necessariamente dotata di una pluralità di barriere difensive, anche in
considerazione del fatto che le condizioni che determinano il verificarsi
dell’incidente sono costituite da una “traiettoria delle opportunità” tale da
oltrepassare le difese predisposte avvalendosi dei profili di criticità alle stesse
ascrivibili208
.
207
Le prime due tipologie di errore sono identificati da Reason come errori
attivi, cioè errori temporalmente e geograficamente collegabili all’incidente e
identificabili come causa individuale dell’evento. Quella dei mistakes, può
manifestarsi durante la pianificazione del lavoro o la produzione delle regole e
viene, a sua volta, distinta in errori ruled-based, in cui l’errore consiste
nell’applicazione della regola errata, o knowledge-base, dovuti a conoscenze
errate o frammentaria. I mistakes invece sono errori latenti. EMSA, Core Skills
for Accident Investigators Course, Lisbona, 2014; 208
Tale tipologia di criticità può essere causata sia dagli errori attivi che da
errori latenti. Ibidem;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
252
209
209
Il modello swiss-cheese di Reason. Ibidem;
Volume 20 N° 2 - 2015
253
Posto ciò, sulla base delle previsioni di cui al codice IMO per le investigazioni
sui sinistri marittimi, risulta possibile individuare diverse tipologie di errore
umano.
Nel caso in cui si sia in presenza di errori di pianificazione, integrati da una
volontaria inosservanza di specifiche norme e procedure in materia di
sicurezza, ci si riferisce alla fattispecie della violazione210
. L’errore, invece, si
riferisce a un evento determinato da un comportamento volontario, ma assunto
in virtù di presupposti errati, ascrivibili a una percezione della realtà inesatta211
.
La disattenzione consiste in un’azione pianificata in modo idoneo ma non
eseguita in modo corretto a causa di un calo d’attenzione dell’autore, mentre la
dimenticanza è un’azione ugualmente pianificata ma non eseguita.
Come anticipato, nei sinistri si assiste spesso alla sommatoria di diverse
tipologie di errore poste in essere da soggetti diversi e dalla classificazione dei
diversi tipi di errore umano risulta possibile determinare le cause al fine di
evitare il possibile ripetersi del sinistro e contribuire, così, al progresso della
tutela della sicurezza marittima212
.
210
Ad esempio nel caso in cui non viene intenzionalmente posto in essere un
adeguato servizio di vedette in caso di scarsa visibilità. Ibidem; 211
A titolo esemplificativo non viene compiuta una manovra elusiva per evitare
una collisione perché l’ufficiale di guardia pur essendosi avveduto del pericolo
giudica male la distanza. Ibidem; 212
Ciò avviene soprattutto nel caso delle collisioni che, coinvolgendo due navi,
sono state spesso causate dall’errore di almeno due soggetti. Ibidem;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
254
In linea di massima è possibile distinguere errori che sono basati sull’ignoranza
o sull’incapacità dell’autore; l’incapacità a svolgere determinate mansioni, a
sua volta, può essere determinata da una formazione professionale incompleta o
dalla mancata acquisizione di dati213
.
Il procedimento di identificazione delle cause determinanti l’errore è,
ovviamente, difficile proprio in considerazione della complessità dell’elemento
umano214
.
213
Ad esempio le carenze nella conoscenza delle corrette modalità di
utilizzazione della strumentazione di bordo. Ibidem; 214
È, infatti, possibile che un errore umano si verifichi per causa di uno stato
d’essere che difficilmente potrà essere compreso da altri, né tanto meno,
spiegato o analizzato. Ibidem;
Volume 20 N° 2 - 2015
255
215
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
256
L’ERRORE UMANO NEI SINISTRI MARITTIMI
I sinistri marittimi verificatisi negli ultimi anni hanno evidenziato l’importanza
del fattore umano e, in particolare, dell’errore umano visto come elemento
determinante per il verificarsi del sinistro216
, determinando, così, l’ingresso di
tale fattore a pieno titolo nello svolgimento delle inchieste marittime217
.
Come evidenziato in precedenza, si ritiene che una delle cause più rilevanti che
determinano gli errori umani nell’ambito della navigazione marittima sia la
fatica del personale imbarcato218
, infatti l’ambiente di bordo, per sua stessa
natura, impone difficili condizioni in capo al personale marittimo, con
conseguenze sia fisiche che mentali. Basti, infatti, pensare alla necessaria
permanenza del lavoratore marittimo a bordo del mezzo nautico per un lungo
periodo, caratteristica in virtù della quale la nave viene spesso considerata
215
Modello ibrido SHELL e di Reason - Codice IMO per le inchieste sui sinistri
e sugli incidenti marittimi; 216
Per una visione generale della rilevanza del fattore umano sui sinistri
marittimi degli ultimi anni vedasi la FSI Circular n. 12 IMO; 217
Questo metodo d’indagine e i risultati da esso raggiunti hanno portato, nel
corso degli anni, ad una cospicua evoluzione delle norme tecniche, puntando
allo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate per l’immediata rivelazione di
potenziali pericoli e di automatismi tecnici in grado di eliminare alla fonte i
possibili rischi di incidente. EMSA, Core Skills for Accident Investigators
Course, Lisbona, 2014; 218
Non esiste una definizione unica dell’elemento fatica. Questa può essere
definita come uno stato fisico di stanchezza, consistente anche nel sentire la
necessità di dormire a seguito di un prolungato periodo di lavoro fisico o
mentale, o a seguito di perdita di sonno, o a seguito di una prolungata
esposizione ad un ambiente avverso. MSC Circular n. 1014 dell’IMO;
Volume 20 N° 2 - 2015
257
come una vera e propria comunità viaggiante e non come un mero luogo di
lavoro.
Spesso l’eccessivo carico di lavoro che grava sui singoli soggetti preposti allo
svolgimento dell’attività di navigazione determina la fatica, elemento per molto
tempo sottovalutato in quanto attribuito all’incapacità del singolo soggetto di
sostenere l’attività lavorativa a cui risulta sottoposto219
. Tale manifestazione
soggettiva deriva, al contrario, a motivazioni organizzative e si pensi alla
riduzione del numero dei componenti dell’equipaggio che è intervenuta nel
corso degli anni, in considerazione dell’evoluzione dell’apparato tecnologico e
di automazione presente a bordo220
. A seguito del disastroso sinistro della
petroliera Exxon Valdez221
, in cui la fatica dell’equipaggio è stata riconosciuta
come elemento determinante il sinistro222
, potendo così, essere considerata
219
In particolare con riferimento a situazioni di stress. EMSA, Core Skills for
Accident Investigators Course, Lisbona, 2014; 220
Quasi tutte le navi sono ormai provviste della qualifica UMS (Unattended
Machinery Space). La nave ha, cioè, un sistema di automazione tale che
consente di lasciare la sala macchine senza presidio umano per un certo arco di
tempo. Le eventuali anomalie nel funzionamento delle macchine fanno suonare
un allarme che sveglia il personale di macchina e, nei casi più gravi, fanno
scattare un allarme in plancia ovvero producono l’arresto dei motori per
sicurezza. EMSA, Core Skills for Accident Investigators Course, Lisbona,
2014; 221
La petroliera Exxon Valdez si è arenata in Alaska nel 1989, causando un
disastroso danno ambientale. Ibidem; 222
L’inchiesta determinò che il terzo ufficiale di coperta, di guardia al
momento del sinistro, versava in un eccessivo stato di stanchezza determinata
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
258
come un problema oggettivo da cui ha tratto origine la previsione di una
specifica disciplina riferita alle ore minime da dedicare al riposo, poi immesse
nella convenzione STCW 78/95 e nella convenzione ILO 180223
.
L’analisi della fatica deve essere condotta mediante la valutazione in merito
alla sufficienza, ai fini della gestione della nave, della composizione numerica e
professionale dell’equipaggio, senza affidarsi in via esclusiva all’esame
dell’apparato documentale di riferimento.
Un altro aspetto che risulta necessario considerare, con riferimento alla
composizione degli equipaggi, è quello della sua composizione multietnica,
carattere da cui deriva un profilo di rischio per l’elemento umano, in
considerazione del fatto che può determinare l’insorgenza di problematiche
afferenti alle capacità di comunicazione e comprensione tra i vari membri
dell’equipaggio.
Per quanto attiene tale aspetto, le uniche disposizioni in materia prevedono
l’adozione di una lingua di lavoro comune a bordo della nave e l’uso
obbligatorio della lingua inglese nelle comunicazioni tra navi; alcune regole
dal carico di lavoro del giorno precedente che ne aveva offuscato i riflessi ed
abbandonato la soglia dell’attenzione. Ibidem; 223
La regola della STCW 78/95 prevede che al personale di guardia deve essere
assicurato nell’arco delle 24 ore un periodo di riposo di almeno 10 ore ci cui
almeno 6 continuative e di almeno 70 ore nei 7 giorni. Lo stesso principio è
ripreso dalla Convenzione ILO 180 e dal d.lgs. 271/1999 che anzi prevede un
periodo di riposo di 77 ore nei 7 giorni;
Volume 20 N° 2 - 2015
259
impongono, inoltre, la conoscenza dell’inglese marittimo per determinate
qualifiche224
.
Posto ciò, l’aspetto dinamico dell’elemento umano è stato preso in
considerazione con l’emanazione della Risoluzione A.850(20) dell’IMO che ha
sancito i principi e gli obiettivi che essa si propone di raggiungere225
.
Successivamente lo stesso Codice di indagine sui sinistri marittimi riconosce
l’importanza dell’esame dell’elemento umano e richiede un’accurata indagine
finalizzata anche alla determinazione della sua rilevanza.
Il 14 maggio 2007 l’IMO ha pubblicato il Rapporto MSC 83/INF.2226
, che
contiene le linee guida da utilizzare nell’implementazione del Formal Safety
Assessment (FSA)227
, una metodologia strutturata e sistematica delineata dal
Maritime Safety Committee allo scopo di elevare il livello di sicurezza
marittima, incluse la salvaguardia della vita umana e la protezione
224
Ci si riferisce all’Ufficiale di guardia di coperta o di macchina. Inoltre le
disposizioni della SOLAS e quelle della STCW fanno riferimento ad alcune
frasi standard di comunicazione marittima in lingua inglese denominate IMO
standard marine communication phrases e codificate nella risoluzione IMO
A.918(22) adottata il 25 gennaio 2002; 225
La risoluzione A.850(20) considera l’elemento umano come un elemento
complesso, rilevante sia per la sicurezza della navigazione che per la
prevenzione dell’inquinamento, riferito sia all’operato degli equipaggi
marittimi che la personale di terra, agli organismi riconosciuti e alle istituzioni,
determinato dalla capacità individuale, dal sistema di gestione, dalla cultura,
dall’esperienza e dall’addestramento ricevuto da ciascun marittimo; 226
Consolidated text of the Guidelines for Formal Safety Assessment (FSA) for
use in the IMO rule-making process (MSC/Circ. 1023-MEPC/Circ.392);
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
260
dell’ambiente marino, tramite la valutazione e il miglioramento delle normative
IMO esistenti.
227
Valutazione formale di sicurezza;
Volume 20 N° 2 - 2015
261
A questo scopo è stata elaborata una metodologia che comprende i seguenti
passi successivi:
1. Identificazione dei rischi;
2. Risk analysis (analisi dei rischi);
3. Opzioni di controllo dei rischi;
4. Valutazione costi-benefici;
5. Raccomandazioni per il processo decisionale.
Il 29 novembre 2007 l’IMO ha emanato la Risoluzione A.996(25) “Code for
the implementation of mandatory IMO struments” che elenca, tra l’altro, le
abilità che devono essere possedute da chi effettua delle indagini di sicurezza e
il ricorso anche ad esperti nelle tecniche di intervista, nella raccolta di prove e
nella valutazione degli effetti prodotti dall’elemento umano.
Recentemente l’IMO ha anche pubblicato la Risoluzione MSC.255(84) del 16
maggio 2008228
, che contiene un insieme di regole da osservare da parte degli
Stati membri come approccio comune da adottare nel condurre le inchieste di
sicurezza sui sinistri e sugli infortuni marittimi, incorporando le best practices
nell’esecuzione delle indagini sui sinistri già previste dal Codice IMO.
228
Adoption of the Code of the internazional standards and recommended
practices for a safety investigation into a marine casualty or marine incident
(Casualty Investigation Code);
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
262
Nel rapporto finale della 16^ sessione dei lavori del Sottocomitato Flag State
(FSI 16/18)229
, sono contenute diverse questioni relative alla sicurezza della
navigazione marittima, tra cui un capitolo concernente le attività in corso nelle
varie commissioni IMO nel settore degli incidenti e degli infortuni in mare. Tra
l’altro, contiene una riflessione sul documento MEPC 53/INF.7 relativo agli
incidenti indotti dal fattore fatica/sonno, a seguito di uno studio fornito
dall’Amministrazione marittima svedese sulle collisioni e gli arenamenti, in cui
il fattore fatica/sonno era stato identificato come principale fattore contributivo.
Il Codice IMO specifica, come abbiamo visto, la questione della qualificazione
e della competenza dei componenti dell’organo investigativo. L’investigatore
esperto nelle inchieste sui sinistri marittimi generalmente è la persone più
adatta a condurre le indagini, tranne per gli aspetti delle indagini più
specialistici relativi alle caratteristiche del fattore umano230
.
L’obiettivo del processo di realizzazione di una indagine su un infortunio
marittimo è quello di stabilire le circostanze inerenti l’infortunio, stabilire i
fattori causali, pubblicizzare le cause dell’incidente e formulare adeguate
raccomandazioni in materia di sicurezza. Idealmente, un indagine su un
229
Report to the Maritime Safety Committee and the Marine Environment
Protection Committee del 18 giugno 2008; 230
Infatti uno specialista del fattore umano può essere di notevole valore
all’inchiesta, oppure, oltre all’esperienza e alla conoscenza dei metodi
investigativi, si può anche prevedere per l’investigatore una formazione
specifica per l’identificazione dei fattori umani nei sinistri marittimi e negli
infortuni. EMSA, Core Skills for Accident Investigators Course, Lisbona, 2014;
Volume 20 N° 2 - 2015
263
infortunio marittimo dovrebbe essere indipendente e separata da qualsiasi altra
forma di inchiesta.
Le procedure da seguire da parte degli investigatori sono così elencate:
1. Raccogliere informazioni sull’evento;
2. Determinare la sequenza dell’evento;
3. Indentificare le azioni/decisioni e le condizioni pericolose;
e per ogni azione/decisione pericolosa,
4. Identificare la tipologia di errore o di valutazione;
5. Identificare i fattori alla radice dell’evento;
6. Identificare potenziali problemi di sicurezza e sviluppare delle
azioni correttive.
Nelle linee guida si richiede all’Organo investigativo di indagare quei fattori
che si stima possano produrre un impatto diretto o indiretto sul comportamento
umano e sulla capacità di esecuzione delle appropriate attività. Questi fattori
sono elencati nella figura sottostante:
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
264
231
231
Argomenti che devono essere esaminati dagli investigatori. Codice IMO per
Volume 20 N° 2 - 2015
265
Il passo successivo alla raccolta delle informazioni è l’analisi, definita come
una attività ordinata che impiega la logica e il raziocinio per costruire un
collegamento tra le informazioni fattuali e le conclusioni.
La categoria dell’errore umano, definita anche come violazione, determina,
nella maggior parte dei casi, una conseguenza giuridica sul soggetto poiché si
tratta di un errore basato sull’inosservanza di disposizioni o procedure di
sicurezza già identificate. Tralasciando le fattispecie dolose, si ritiene che le
violazioni possano rientrare, nella maggior parte dei casi, nell’ambito della
colpa grave, in considerazione del fatto che il comportamento tenuto è
qualificabile come negligenza o imperizia rispetto a una norma qualificata e
conosciuta (o quanto meno conoscibile) da parte del soggetto agente.
le inchieste sui sinistri e sugli incidenti marittimi.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
266
BIBLIOGRAFIA
Circolare Serie II n. 1 sui Sinistri Marittimi del 8.1.1963
Circolare n. 23 del 8.8.2001 “Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 28
Indagini sui sinistri marittimi”
Circolare MSC-MEPC.3/Circ.2 “Code of the International Standards and
Recommended Practices for a Safety Investigation into a Marine Casualty or
Marine Incident” del 13 giugno 2008
Codice della Navigazione (approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327), art. 578
e seguenti
Convenzione Marpol 73/78 “Convenzione internazionale per la prevenzione
dell'inquinamento da parte delle navi” del 2 novembre 1973
Convenzione SOLAS 74 “Convenzione internazionale per la salvaguardia
della vita umana in mare” del 1° novembre 1974
Convenzione Internazionale sugli Standards di Addestramento, Certificazione e
Tenuta della guardia per i marittimi (STCW), 1978, adottata dalla Conferenza
Internazionale sull’Addestramento e Certificazione dei marittimi il 7 luglio
1978
Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 10
dicembre 1982
Decreto Legislativo n. 28 “Attuazione della direttiva 1999/35/CE relativa a
un sistema di visite obbligatorie per l'esercizio in condizioni di sicurezza di
traghetti roll-on/roll-off e di unità veloci da passeggeri adibiti a servizi di
Volume 20 N° 2 - 2015
267
linea, nonché disciplina delle procedure di indagine sui sinistri marittimi” del
2 febbraio 2001
Decreto Legislativo n. 165 ”Attuazione della Direttiva 2009/18/CE che
stabilisce i principi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti nel
settore del trasporto marittimo e che modifica le direttive 1999/35/CE e
2002/59/CE” del 6 settembre 2011
Direttiva del Consiglio 95/21/CE relativa “all'attuazione di norme
internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell'inquinamento e le
condizioni di vita e di lavoro a bordo, per le navi che approdano nei porti
comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati
Membri” (controllo dello Stato di approdo) (GUCE L157) del 19 Giugno 1995
Direttiva del Consiglio 1999/35/CE relativa a “un sistema di visite obbligatorie
per l'esercizio in condizioni di sicurezza di traghetti roll-on/roll-off e di
unità veloci da passeggeri adibiti a servizi di linea” (GUCE L138) del 29
Aprile 1999
Direttiva 1999/95/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa
“all’entrata in vigore delle disposizioni relative all’orario di lavoro dei
marittimi a bordo delle navi che salpano da e verso i porti della Comunità”
(GUCE L014) del 13 Dicembre 1999
Direttiva 2001/25/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente
“ i requisiti minimi di formazione per la gente di mare” (GUCE L136
18.05.2001) del 4 Aprile 2001
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
268
Direttiva 2001/106/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica la
direttiva 95/21/CE del Consiglio relativa “ all'attuazione di norme
internazionali per la sicurezza delle navi, la prevenzione dell'inquinamento e
le condizioni di vita e di lavoro a bordo, per le navi che approdano nei
porti comunitari e che navigano nelle acque sotto la giurisdizione degli Stati
membri” (GUCE L019, 22.01.2002) del 19 Dicembre 2001
Direttiva 2009/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che stabilisce
“ i principi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti nel settore del
trasporto marittimo all’interno della Comunità” e che modifica le direttive
1999/35/CE e 2002/59/CE del 23 aprile 2009
EMSA - MAIG C1, Analyses, tools and techniques, Lisbona
EMSA - MAIG D1, Safety recommendations, Lisbona
EMSA – MAIG E1, Investigation Reports and Publications, Lisbona
EMSA, Core Skills for Accident Investigators Course, Lisbona, 2014
IMO - Maritime Safety Committee - Rapporto MSC 83/INF.2, “Consolidated
text of the Guidelines for Formal Safety Assessment (FSA) for use in the IMO
rule-making process (MSC/Circ.1023−MEPC/Circ.392)”, del 14 maggio 2007
IMO - Rapporto FSI 16/18 “Report to the Maritime Safety Committee and the
Marine Environment Protection Committee”, 2008
Ingratoci C., Inchieste marittime e Investigazioni tecniche. Giuffrè Editore,
Milano, 2012
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Incidentalità nella navigazione
marittima negli anni 2001 – 2010”, Roma, 2011
Volume 20 N° 2 - 2015
269
Rapporto IMO FSI 16/18 “Report to the Maritime Safety Committee and the
Marine Environment Protection Committee” del 18 giugno 2008
Reason, J., Human Error, Cambridge University Press, Cambridge, 1990
Regolamento al Codice della Navigazione (D.P.R. 15 febbraio 1952, n. 328),
art. 465 e seguenti
Regolamento (CE) N. 1406/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio che
istituisce “un'Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima - EMSA” (GUCE
L208 05.08.2002) del 27 Giugno 2002
Risoluzione IMO A.322(IX) “Conduzione delle indagini sugli infortuni” del 12
novembre 1975
Risoluzione IMO A.440(XI) “Scambio di informazioni nelle indagini sugli
infortuni marittimi” del 15 novembre 1979
Risoluzione IMO A.442(XI) “Risorse materiali e umane necessarie alle
Amministrazioni per le indagini sugli infortuni e sulla trasgressione alle
convenzioni” del 15 novembre 1979
Risoluzione IMO A.637(16) “Cooperazione nelle indagini sugli infortuni
marittimi” del 19 ottobre 1989
Risoluzione IMO A.849 (20) “Code for the Investigation of Marine
Casualties and Incidents” del 27 novembre 1997
Risoluzione IMO A.861(20) “Performance standards for shipborne Voyage
Data Recorders (VDRs)” del 27 novembre 1997
Risoluzione IMO A.850(20) “Human element vision, principles and goals for
the Organization” del 27 novembre 1997
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
270
Risoluzione A.884(21) “Emendamenti al Codice per l’investigazione sui sinistri
e gli incidenti marittimi” del 25 novembre 1999
Risoluzione MSC.163(78) “Performance Standards for Shipborne Simplified
Voyage Data Rocorders (S – VDRs)” del 17 maggio 2004
Risoluzione I M O A.996 (25) “Code for the implementation of mandatory
IMO instruments”, del 29 novembre 2007
Risoluzione IMO MSC.255 (84) “Adoption of the Code of the international
standards and recommended practices for a safety investigation into a marine
casualty or marine incident (Casualty Investigation Code)” del 16 maggio 2008
SITOGRAFIA
www.emsa.europa.eu
www.mit.gov.it
www.europa.eu.it
www.imo.org
www.un.org
www.governo.it
www.eur-lex.europa.eu
Volume 20 N° 2 - 2015
271
Norme di Pubblicazione per gli Autori
Chi vuole pubblicare lavori originali sulla “Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi. Medicina
Psicosomatica. Psicopatologia Forense”, di cui l’accettazione avverrà previo esame di
un Comitato Redazionale che può accettarli, rifiutarli o accettarli con riserva, deve
inviarli all’indirizzo di posta elettronica [email protected], rispettando le
seguenti indicazioni:
1. - il titolo completo del lavoro
2. - suo riassunto in italiano e “abstract” in inglese, contenenti le ragioni dello studio
compiuto, le principali osservazioni, e le conclusioni dell’Autore;
3. - parole chiave in italiano e “key words” in inglese
4. - nome e cognome dell’Autore (o Autori) in prima pagina in alto con richiamo a piè
di pagina con i suoi titoli e le qualifiche più rilevanti: qualora si tratti di un lavoro
di ricerca effettuato presso un istituto universitario o un reparto ospedaliero o altro
ente, indicarne la denominazione esatta, con la firma di autorizzazione alla stampa
del direttore, completo di numero di telefono e CAP;
5. - la bibliografia: le opere elencate vanno numerate progressivamente secondo
l’ordine alfabetico. Di ognuna va indicato il cognome dell’autore e le iniziali del
nome, il titolo del libro dell’edizione originale con in parentesi: città e casa
editrice. Nel testo la bibliografia va richiamata con il numero corrispondente posto
fra parentesi; il nome dell’autore citato va scritto in neretto, seguito dall’anno di
pubblicazione (es.: Granone, 1989); se le pubblicazioni citate per uno stesso autore
sono più di una, aggiungere la lettera alfabetica che la contraddistingue.
Si accettano anche volentieri, notiziari, notizie utili, interviste originali, recensioni,
condensazioni o traduzioni di articoli o riviste straniere di ipnosi, informazioni su
convegni e congressi.
Con l’atto dell’invio dei lavori originali, gli Autori si impegnano a non pubblicare lo
stesso lavoro in altra rivista, libro o in internet e cedono tutti i diritti alla Direzione della
Rivista. Per informazioni in proposito rivolgersi alla Direzione responsabile
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
272
Finito di stampare il
7 agosto 2015
presso
Lineart Studio
Via Ottavilla, 10 – 00152 Roma
Volume 20 N° 2 - 2015
273
SOMMARIO
- Calderaro Monica
IN TEMA DI SERIAL KILLER. DISAMINA
PSICOLOGICA DALLA SCRITTURA
Pag. 7
- Vassallo Agnese, Pomilla Antonella
LA TRASCURATEZZA INFANTILE: UNA
RASSEGNA DELLA LETTERATURA
Pag. 45
- Falcone Carmelinda, Pescina Danila
IL SUICIDIO COME ATTO LIBERATORIO
DEGLI ADOLESCENTI DA UN NEMICO
VIRTUALE: IL CYBERBULLISMO
Pag. 89
- Pescetti Roberto, Mastronardi Vincenzo
LE INVESTIGAZIONI SUI SINISTRI
MARITTIMI: OBIETTIVI E PRINCIPI CHIAVE
Pag. 157
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
274