rassegna 14 novembre

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14 novembre

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rassegna 14 novembre

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14 novembre

pagina 2

La Corte costituzionale

boccia le Regioni

contro il nucleare

IL PREMIERFA LA TRINCEA

A PALAZZO MADAMAAndrà al Senato dopo la Finanziaria

Ma la sfiducia era fissata alla Cameradi Sara Nicoli

S i farà processare, prima alSenato, poi alla Camera. Edopo la Finanziaria. Ma sa-rebbe un errore ciclopico

pensare che Berlusconi sia im-provvisamente rinsavito e si av-vii serenamente ad accettare lafine del suo governo (e forse delsuo impero) con senso delloStato, rispetto delle istituzioni eun occhio di riguardo alla tenu-ta dei conti e dei risparmi degliitaliani. Macché. Alla fine l’ideadiabolica è uscita di nuovo. Nul-la è stato lasciato al caso. La pri-ma notte romana dopo Seul haportato molto consiglio al Cava-liere che, infatti, ieri mattina, èapparso a Gianfranco Micci-chè, leader di Forza Sud, in for-ma “smagliante, come nel ‘94”.La nuova strategia è pronta, unsottile gioco di sponda persfruttare al meglio i tempi dellacrisi, traendone un vantaggiopolitico personale. Berlusconiaffronterà le mozioni che ri-guardano il governo (quella disostegno del Senato e quella disfiducia alla Camera) dopo il vo-to finale sulla legge finanziaria,

venendo incontro a quanto ri-chiesto anche dal capo delloStato, per non mettere a repen-taglio la stabilità economica delPa e s e .

LO HA SCRITTO in una let-tera ricordando a Fini e Schifanil’intenzione “di verificare il per-manere del rapporto di fiduciada parte del Senato e, immedia-tamente dopo, da parte della Ca-mera dei deputati”. Una letteracon cui, dice il capogruppo Pdalla Camera Dario Franceschini,il premier “calpesta” u n ' a l t ravolta le leggi: “Non si è mai visto

Fini, Casinie Rutelli fannoil Terzo poloL’11 dicembreil Pd vain PiazzaSan Giovanni

M AC E R I E in rimeTu crolli, Pompei

Il ministro Sandro Bondi spesso si esercita in versi, maessendo in queste ore impegnato in altro, lo scrittore DiegoMarani ha pensato di sostituirlo. Marani lavora presso laCommissione europea a Bruxelles dove si occupa dicultura. È l'inventore della lingua-gioco chiamata“e u ro p a n t o ”, costituita da un insieme di tutte le lingued’Europa. In Italia ha pubblicato diversi romanzi, tra cui“Nuova grammatica finlandese” e “L'ultimo dei Vostiachi”.Ecco le sue quartine dedicate al ministro.

T u crolli Pompei / Sui calli, i miei.Dimesso dovrei / fidarmi di lui.

Lui resta sul podio, / amico di gladioIo dentro lo stadio / patisco l'assedio.

Tu crolli Pompei. / Patrizi e plebei,cinerei cortei, / mi dicono sei

Tu miserevole / vero colpevole.Io no, storco il naso: / Non è Bertolaso?

Tu crolli Pompei / Sui miei zebedei.Ripari circensi / ridotti ad incensi.

Dimesso dovrei / fidarmi di lui.Ma i giorni son bui: / Chi, dice, è costui?

Son Bondi il poeta / che Arcore allieta!Ricordi le rime / per le signorine?

Tu crolli Pompei / e i cocci son miei.Gettarmi dovrei / nei Campi Flegrei

MAGGIORANZA (?)

SISTEMI ELETTORALI

NIENTE ACCORDO: LA “P O R C ATA” DI CALDEROLI RESISTEdi Caterina Perniconi

A l voto subito? Al voto amarzo? O nel 2013? In un

momento di equilibrio poli-tico precario, di certo c’èche prima di andare alle ele-zioni tutti i partiti cercheran-no di trovare un’alter nativaall’attuale legge elettorale.Quella che lo stesso ideato-re, il ministro Roberto Cal-deroli, ha definito “una por-cata”.Ma districarsi tra le possibilialternative e la probabilità direalizzarle non è facile. In-nanzitutto perché non èchiaro lo scenario in cui po-trebbe svilupparsi la riforma.Se ci sarà una crisi “pilotata”e un governo Berlusconi bissarà affrontata un’ipotesi,mentre in caso di governotecnico la legge potrebbe es-sere molto diversa.“Nutro molti dubbi sulla pos-sibilità di vedere realizzatauna riforma elettorale finchénon si chiarisce il quadro –spiega il politologo RobertoD’Alimonte – in ogni caso,con un nuovo governo dicentrodestra, nel quale fossepresente Silvio Berlusconi, lalegge elettorale non potrà

che restare quella attualecon qualche modifica. La pri-ma, e più pericolosa dellequali, è l’inserimento delpremio di maggioranza al Se-nato”.

UN’ARMA LETALE s e-condo D’Alimonte che il pre-sidente della Camera, Gian-franco Fini, metterebbe nellemani di Berlusconi. L’i n c e r-tezza del risultato del Senato,infatti, è l’unico punto deboleche frena il premier dall’a n-dare nuovamente subito alvoto. “D’altra parte per Fini –spiega ancora D’Alimonte –sarebbe impossibile ripristi-nare i collegi uninominali e

andare quindi a cercare unamediazione con Berlusconi,o con altri partiti, sulle can-didature. Se poi Fli si presen-tasse da solo, sarebbe un sui-cidio. Mentre il rischio di ungoverno tecnico-elettorale èquello di un accordo bipar-tisan che riporti al proporzio-nale e ai riti della Prima Re-pubblica. Cioè allo spappola-mento della rappresentanzapolitica del paese. Di certo,se la legge resta questa, ser-virà uno sbarramento al 40%per il premio di maggioran-za”.Il ritorno al proporzionalenon convince neanche il se-natore del Partito democrati-

co, Stefano Ceccanti. Secon-do il costituzionalista “non èprevedibile una riforma sen-za identificare lo scenario,l’unica scelta razionale sareb-be quella di ripristinare lo sta-tus quo e tornare al Mattarel-lum”. Per lui sarebbe impos-sibile modificare la “l e g gep o rc a t a ”, magari riducendo ilpremio di maggioranza, “p e r-ché porterebbe all’i n gove r-na bilità”. Ma nel Pd, ci sonoposizioni diverse, e ciò non faipotizzare una facile risolu-zione della questione. Per Lu-ciano Violante, nel “Po rc e l-lum” deve essere inserita“una soglia per il premio dimaggioranza dato che alle

D’Alimonte:“Impossibiler i p r i s t i n a rei collegiuninominali,per Fini sarebbeun suicidio”

–spiega –che di fronte a una mo-zione di sfiducia formalmentedepositata in base all’art 94 dellaCostituzione in una Camera, ilpresidente del Consiglio possadecidere di andare a chiedere lafiducia nell’a l t ra ”. Ma il Caima-no ha intenzione di sfruttare fi-no all’osso la questione del votosulla legge di stabilità; mandan-dolo il più possibile per le lun-ghe. I falchi del Pdl, consiglieridi tempesta e di tranelli, hannoinfatti spiegato al Cavaliere chepiù si va avanti, più si restringo-no i margini di Napolitano di la-vorare alla formazione di un go-verno alternativo a quello targa-to Berlusconi.

AL CAPO dello Stato, infatti,sono noti gli importanti appun-tamenti europei che attendonol’Italia a fine aprile e a cui sarànecessario arrivare con un nuo-vo governo saldamente in sellaper evitare problemi seri di per-manenza nella compagine euro-pea. Per le elezioni, dunque, re-sta aperto solo il ventaglio di fi-ne marzo-inizio aprile e se la cri-si si aprirà a gennaio, anziché ametà dicembre come succede-

L a Corte costituzionale, con unapronuncia di cui non sono state ancoradepositate le motivazioni, avrebbe

dichiarato illegittime le leggi regionali della Puglia,Basilicata e Campania che avevano vietatol’installazione sul loro territorio di impiantinucleari. Con questa pronuncia sarebbero quindinon legali le delibere approvate dai Consigli

regionali dei tre enti contro l’ipotesi di collocarenei tre territori centrali nucleari. Festeggia ChiccoTesta, un tempo in Legambiente oggi presidentedel Forum nucleare italiano: “Sono almeno tre leragioni che mi fanno accogliere con soddisfazionel’atto della Consulta: il ribadire la competenzaesclusiva dello Stato in materia di tuteladell’ambiente e in quella della sicurezza; il buon

senso; e l’interesse nazionale che su queste sceltedi politica è molto forte”. L’estate scorsa laConsulta ha rigettato i ricorsi con cui 10 Regioni(Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio,Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise)avevano impugnato la legge delega 99 del 2009con cui il governo ha fissato i principi generali peril ritorno del nucleare in Italia.

rebbe se la Finanziaria andassespedita, il Quirinale non avràtempo sufficiente per tentare laformazione di un governo dicoalizione finalizzato al cambia-mento della legge elettorale. Co-munque, gli uomini di Silvio so-no già al lavoro per garantirgli al-meno la fiducia di una delle dueCamere, quindi il Senato, checon l’addio dell’Mpa si è fattoterreno assai scivoloso. La cac-cia agli indecisi è in pieno svol-gimento e si sa, in queste occa-sioni il Caimano non ha mai ba-

dato a spese.Il Cavaliere, dunque, ha inten-zione di giocarsi solo con Bossila partita delle urne, anche se ne-gli ultimi giorni più di un osser-vatore aveva dato per incrinatoil rapporto tra i due per via del-l’ipotesi Tremonti a Palazzo Chi-gi come traghettatore fino a finelegislatura di un governo soste-nuto anche dalla Lega. Ma lì il Ca-valiere ha subito tirato fuori l’as -so, sogghignando la frase “Bossisarà senz’altro fedele”. Bossi eBerlusconi, dunque, stringeran-

no di nuovo un’alleanza di ferrolunedì sera ad Arcore durante laconsueta cena di inizio settima-na. Ma sul piatto ci sarà anche unaltro argomento, la nascita uffi-ciale, battezzata proprio ieri, delterzo polo formato da Fini-Casi-ni e Rutelli con l’Api. La nuovaalleanza politica potrebbe for-marsi in Parlamento con la firmadella terza mozione di sfiducia algoverno, che sarà certamentepresentata nei prossimi giorni.Ieri, infatti, ne hanno parlato Fi-ni, Casini e Rutelli durante un in-

Domenica 14 novembre 2010

Cosa c’è dopo il buioDOVE PORTA LA CRISI POLITICA

MAGGIORANZA (?)

richieste d’autoreìGianfranco Pasquino

Ricominciamodalla legalità

I gover ni“tecnici”

sono, spesso,pasticciati.Ma il presi-

dente della Repubblicanon è un pasticcione.Potrebbe, dunque, nelcaso in cui Berlusconiriuscisse a dimostrareche al Senato la suamaggioranza non mol-la e quindi non con-sentirà ribaltoni totalio parziali, chiederglidi indicare lui il capodel governo che faràuna legge elettorale de-cente e porterà, senzatraumi, il Paese alle ur-ne.Allora, dico che il diplo-matico Gianni Letta, checonosce un po’ tutti aRoma, è una soluzioneplausibile. Tuttavia, poi-ché i problemi da risol-vere sono politici e isti-tuzionali, e non è suffi-ciente raffreddare il cli-ma, affermo con con-vinzione che la sceltamigliore per tutti, da menettamente preferita, èValerio Onida.Presidente emerito dellaCorte costituzionale, uo-mo colto, operoso, maial di sopra delle righe,Onida conosce le regolee sa farle applicare.Non usa le cariche cheottiene per conquistar-ne altre. Un Paese mi-gliore comincia dalla le-galità e da istituzioniche funzionino secondola Costituzione. Yes, Va-lerio Onida can.

Maurizio ViroliNo alle urne,

serve prudenza

U n governodi tecnici –

se con questaespr essiones’intende un

esecutivo composto dauomini e donne probi ecompetenti, scelti e gui-dati da una personalitàindipendente dai partitipolitici designata dal ca-po dello Stato, insommaun nuovo Ciampi (del1993) – sarebbe di granlunga preferibile alleelezioni anticipate. Leragioni principali sonodue. La prima è la neces-sità stringente di unanuova elegge elettoraleche dia davvero ai citta-dini la possibilità di sce-gliere i rappresentantidella nazione (e tale puòessere a mio giudiziosoltanto un sistema pro-porzionale con saggiosbarramento) anzichépoter soltanto ratificarele decisioni delle oligar-chie di partito. La secon-da è che il pericolo mag-giore da scongiurare èuna nuova vittoria elet-torale di Berlusconi,un’eventualità tutt’altr oche remota, nel caso diimmediate elezioni. Te-nuto fuori dal governo,Berlusconi probabil-mente si indebolirebbementre l’opposizioneavrebbe tempo per cer-care un candidato credi-bile. La gravità della po-sta in gioco – la Repub-blica e la sua Costituzio-ne – impone la massimaprudenza.

Lucia AnnunziataIl pericolo delle

élite incontaminate

Q uelloCiampi,

fu utilissimoal Paese, malasciamo che

sia una eccezione.I governi tecnici sonomolto pericolosi perchéimmettono nel sistemauna velenosa delegitti-mazione dell’autoritàdel cittadino. I governitecnici nascono dall’i-dea che esiste una élite“incontaminata” dagliinteressi ideologici edeconomici, che, proprioper questo, può gover-nare meglio della politi-ca e che dunque non habisogno di essere vota-ta.A parte il ridicolo di zo-ne incontaminate(mentre noi viviamo eci sporchiamo le mani,questi tecnici vivonoforse nelle nuvole o inun frigorifero?), nonesito a considerarequesta idea ben più pe-ricolosa per il bene co-mune di quelle autori-tarie.Vi si esprime infatti unavisione piramidale dellerelazioni, una concezio-ne delle scelte comunicome più fallibili del-l’intervento dei pochi.Vi si ritrova insommaquella idea medie-val-giacobina dei rap-porti sociali che da sem-pre è il vero ostacolodella modernizzazionedel nostro Paese e dellarigenerazione della stes-sa politica.

Marco TravaglioElezioni subito,

poi i tecnici

G overno tecni-co per la ri-

forma elettorale,meglio di no. Se in-clude Pdl e Lega è

un’ammucchiata immonda enon riuscirà mai a cambiare lalegge. Se non li include e riescea cambiarla, è un’operazionecostituzionalmente legittima,ma politicamente indecente(chi ha perso le elezioni cam-bia la legge elettorale per farleperdere a chi le ha vinte); ma èmolto improbabile che Fli,Udc, Pd e Idv riescano ad ac-cordarsi su una soluzione chevada bene a tutti. Molto meglioandare a votare subito dopoNatale, appena possibile. È ve-ro che, pure in picchiata neisondaggi, il Pdl potrebbe ri-vincere alla Camera con la Le-ga. Ma non al Senato. DunqueB. dovrebbe cedere il passo aun governo che va da Fini aVendola. Tanto vale che Fli, Pd,Idv, Sel (e, se ci sta, Udc) si pre-sentino uniti alle elezioni conun tecnico candidato premier(un nome fra tanti, Ivan LoBello) per un governo a tempocon un programma di salvezzanazionale in pochi punti: risa-namento finanziario e rilanciodell’economia con guerra al-l’evasione e alla corruzione;smantellamento di tutte le leg-gi vergogna degli ultimi quin-dici anni e ripristino della giu-stizia; legge draconiana sulconflitto d’interessi; riformaelettorale maggioritaria a dop-pio turno. Durata massima:2-3 anni. Poi, deberlusconizza-to il Paese, di nuovo al voto:conservatori da una parte,progressisti dall'altra. Comenelle vere democrazie.

Oliviero BehaUn governo

di “transazione”

M eglio un“gover no

di transazione”,al di là del caba-ret terminologi-

co, un governo “inver na-le” come quelli “balneari”di una volta. E pensateche ciò non è detto nécontro Berlusconi che sidà sufficientemente ad-dosso da solo, né controil popolo sovrano e altrebaggianate simili (lo sa-rebbe, non lo è nei fatti),né contro il piacere enfa-tico di “nuove elezioni su-bito”, che sembrerebbesuonare meglio in un Pae-se sfatto. No. È che non sipuò fare altrimenti. Che avotare oggi ci andrebberoin pochi e comprensibil-mente: chiunque vincaperderebbe. Che siamoalla fine di Berlusconi,non del berlusconismoné di una democrazia mi-nuscola, ahinoi soltantonominale. Che è guastauna classe dirigente, ed ègià tanto che uno stracciodi questa classe politicariesca a “transar e” o a“transiger e” o a “trasan-dar e” fino a portare a ca-sa almeno una nuova leg-ge elettorale. Necessariama non sufficiente. Saràun governo tecnico, poli-tecnico o da Cnl ecc.?Ogni definizione ha co-munque il sentore di pre-sa per i fondelli. Mettetevidunque d’accordo tra de-stra e sinistra invece dispartirvi le spoglie delCaimano. Non è lui ad af-fondare, ma noi.

Draghi e Monti

Il governo tecnicoSe non si trova l’intesa

Voto anticipatoL’ ipotesi più verosimile, viste le

pubbliche dichiarazioni deigruppi politici presenti in Parlamen-to, apparirebbero le elezioni antici-pate (saltiamo le ipotesi della crisipilotata, che vedrebbe un rimpastodi governo e di programma, lascian-do immutata la maggioranza ormaitreppiede Pdl-Lega-Fli).Non si parla ancora di date, ma ilgoverno punta ad arrivare “in vita” afine dicembre, provando a rinviarele due votazioni sulla sfiducia (una aMontecitorio “c o n t ro ”, una al Sena-to “a sostegno”) giocando sull’alibidella legge finanziaria che si palleg-giano le due Camere.Gli scenari del voto, sondaggi allamano, restano foschi. La legge elet-torale Calderoli, infatti, affidando al

Senato i premi di maggioranza re-gione per regione, non sembra fa-vorire né l’attuale maggioranza, nél’opposizione. Il rischio concreto èche un’alleanza Pdl-Lega possa riu-scire a prevalere alla Camera, manon abbia i voti necessari per rac-cogliere una maggioranza anche aPalazzo Madama.Puntando sul tema della governabi-lità, il Pdl vorrebbe che il presidentedella Repubblica rimandasse al votosoltanto la Camera. Viste le crepeche però si stanno aprendo per il Pdlanche al Senato, la strada percorsasarebbe breve. Per adesso a chiede-re elezioni subito sono solo Lega eIdv. Il Pdl adopera il tema più comeuna minaccia che come una stradada percorrere con utilità.

L’ ipotesi di un governo tecnico, a gui-da “economica”, si fanno i nomi di

Mario Draghi, numero uno di Banca d’I-talia o Mario Monti, attualmente presi-dente della Bocconi, deve passare perle vie strette di Parlamento e Quirinale.Tra le forze presenti a Montecitorio ePalazzo Madama, l’idea di un esecutivotecnico, cui sarebbe affidato il compitodi fronteggiare la crisi finanziaria e, sepossibile, mettere mano alla legge elet-torale (ma qui la strada è ancora piùstretta), non pare ricevere grossi plau-si. Se Pdl e Lega (che al Senato contanotra i 160 e i 161 senatori, su una mag-gioranza d’aula fissata proprio in 161),si dicono in pubblico contrari a qual-siasi ipotesi che contempli un cambiodi maggioranza, l’idea fa proseliti tra lefile di Pd, Fli, Mpa, Radicali e Udc, con

la contrarietà dichiarata dell’Idv di DiPietro (“noi non vi parteciperemo,dando l’appoggio esterno per 90 giornie cominciando ogni giorno uno di noiad alzarsi e dire meno 89, meno 88, equando suona la campana tutti a casa”).Se le posizioni dei gruppi politici di Ca-mera e Senato non dovessero mutare,non sarà certo il Quirinale a far passarela scelta di mettere all’opposizione duedei partiti che hanno vinto le elezioni(Pdl e Lega). Anche per questa ragionenon è remota la possibilità di un gover-no più “politico”, sulla scia del Lamber-to Dini del ‘95: la presenza di un pre-sidente del Consiglio come potrebberoessere Beppe Pisanu, Giulio Tremontio Gianni Letta, potrebbe far converge-re in aula i voti di una parte della mag-g ioranza.

prossime politiche ci sarannotre poli e vincerà una coali-zione col 35-36%. Trovo aber-rante che si possa avere il 18%dei deputati in premio. Signi-ficherebbe affidare a una mi-noranza la possibilità di poteraddirittura intervenire sullaCostituzione”.

NEL FRATTEMPO unpool di senatori di centrode-stra si è riunito per elaborareuna proposta da approvare “acolpi di maggioranza”, se ilgoverno troverà un accordointorno a Berlusconi. Il pre-sidente della Commissione,Carlo Vizzini, ha spiegato diaver lavorato su due puntichiave: “Salvare la democra-zia dell’alternanza che ha por-tato alla democrazia diretta.Quindi un rapporto più chia-ro con gli elettori che possa-no scegliere un programma,un presidente del Consiglio euno o più parlamentari”. Ov-vero ritorno alle preferenze eun semi-presidenzialismo si-mile al sistema regionale. Ipo-tesi sulla quale non sarà facileaccordarsi coi finiani. Infinec’è l’ipotesi dell’Italia dei va-lori: “Al voto subito. Qualsiasisia la legge”.

Sondaggi e Camere

Tutti i numeri

sono contro B.

I numeri di Camera e Senato nonlasciano ben sperare per un prosieguodel governo Berlusconi. Dopo le

distinzioni operate dai finiani di Fli e dall’Mpa diLombardo, la Camera dei deputati è diventataun campo minato per l’esecutivo che nonpossiede più una maggioranza parlamentare insenso proprio senza l’apporto dei 35 deputati di

Fli. Difficile però per il governo avere unainterlocuzione fluida anche a Palazzo Madama,dove, dopo le ultime prese di posizione, l’assePdl-Lega è appeso al voto del senatore Massidda,ancora “indeciso” tra Pdl e Fli. Il sondaggiocurato da Renato Mannheimer, pubblicato ierisul Corriere della Sera, non favorisce nemmenol’ipotesi delle urne anticipate. Nelle intenzioni di

voto il Pdl si ferma al 26,5%, la Lega sale all’11,8.Cala anche il Pd, al 24,2, con l’Idv al 6,3 e l’Udcdi Casini al 5,8. I due movimenti dati però ingrandissima crescita sono Futuro e Libertà (cuiviene assegnato un sostanzioso 8,1) e SinistraEcologia e Libertà, che, con Nichi Vendola, siassesta al 6,7. La Federazione della Sinistra èdata al’1,7. Il Movimento 5 Stelle al 2,1.

Le vie d’uscitadalla crisi

nell’i l lu s t ra z i o n edi Doriano

contro dai liberaldemocratici,dove proprio Casini non haescluso la prossima convergen-za, in veste squisitamente elet-torale, delle “tre punte cen-t ro - va t i c a n e ”, come le ha chia-mate un “fa l c o ” berlusconiano.

ANCHE IL PD si prepara: ieriè iniziato il “porta a porta” delsegretario Pier Luigi Bersani.L’11 dicembre è fissata una ma-nifestazione a Roma in PiazzaSan Giovanni: “Da lì dovrà par-tire il risveglio del Paese”.

••17ELBAARCIPELAGODOMENICA 14 NOVEMBRE 2010

LAVISITADELGOVERNATORE

— PORTOFERRAIO —

LA CREAZIONE di un «distret-to di qualità» per contrastare lacrisi, che poggi sui pilastri dellaqualificazione dell’offerta turisti-ca, del territorio e dell’ambiente.E’ uno dei principali aspetti mes-si a fuoco, dopo una lunga serie diinterventi dei rappresentanti del-le categorie economiche, dagli as-sessori regionali nella sessione po-meridiana della Giunta itinerantesvoltasi all’Elba su richiesta del vi-cepresidente del consiglio regio-nale Giuliano Fedeli. «Questo ter-ritorio — ha detto l’assessore algoverno del territorio Anna Mar-son che ha sollecitato, per daregambe all’accordo di programmaauspicato dal presidente Rossi, laformulazione di un progetto uni-tario di territorio per l’arcipelago— deve elaborare insieme alla Re-gione una visione complessiva diciò che vuole e può essere nel futu-ro. E puntare su un progetto con-diviso di qualificazione ricorren-do a strumenti come quelli men-zionati dal sindaco di Portoferra-io: lo sviluppo di un parco agrico-lo, il no alle seconde case, unamaggiore attenzione a dove e co-me si va a costruire».

NEI PROGRAMMI dell’assesso-re Marson c’è anche il perfeziona-mento del piano paesaggisticoche nel caso dell’Arcipelago «de-ve da un lato coordinarsi megliocon le regole del Parco e dall’altrocoordinarsi con le altre azioni set-toriali della Regione nell’indiriz-zare le trasformazioni nelle zonenon vincolate». Ed il suo invito al-le categorie economiche è stato di«ragionare sulla qualità e sull’ade-guatezza al contesto delle trasfor-mazioni proposte e concorrere aformulare progetti sperimentali

sul paesaggio per i quali potrebbe-ro essere attivate delle linee di fi-nanziamento comunitario».

L’ASSESSORE all’ambienteBramerini sul tema rifiuti ha det-to che «è finito il tempo delle ex-municipalizzate che gestisconoservizi locali perché ora ci sonotre aree vaste, in cui va individua-to con gara un gestore unico ed ilterritorio elbano deve stare den-tro la gara». Sul fronte energeticol’obiettivo è che «l’Elba e l’Arcipe-lago diventino “carbon-free”, ma,per quanto riguarda lo sviluppo

delle rinnovabili c’è il condiziona-mento delle direttive nazionali co-me quella del 2007 che non preve-de impianti eolici nelle zone a pro-tezione speciale presenti anchesull’arcipelago».

QUANTO alla metanizzazione,come opera di compensazione delGalsi «il percorso è tracciato e isindaci hanno reagito positiva-mente al progetto commissionatodalla Regione che Snam è inten-zionata a presentare, ma prima ènecessario che venga individuatoil gestore della rete per l’Elba».L’assessore a cultura, turismo ecommercio Cristina Scaletti ha in-fine esortato gli operatori turisticielbani «a trovare approcci innova-tivi per costruire il futuro» assicu-rando che «la Regione sosterràchi accetterà questa sfida».

«IL PUNTO nascite di Portoferraio non deve chiudere». Lo afferma ilconsigliere regionale Nord Gian Luca Lazzeri, Lega Nord, che avevasollevato la vicenda e che ora esprime soddisfazione «perchè l’assessoreDaniela Scaramuccia ha dichiarato che farà di tutto per salvarlo».

Punto-nascite, Lega Nord soddisfatta per l’impegno della Scaramuccia

— PORTOFERRAIO —

L’AGENZIA per il Turismo dell’ArcipelagoToscano sparirà al pari delle altre Apt Tosca-ne. A confermarlo a margine dell’incontro chela giunta regionale ha avuto con gli ammini-stratori elbani è direttamente il governatoredella Toscana Enrico Rossi. «Vogliamo distin-guere — spiega il presidente Rossi — l’acco-glienza ed informazione che compete a livellolocale dalla promozione che deve essere fattada un ente regionale. Altrove fanno già così.

Mi riferisco alle regioni a nord della Toscana.Ciò non vuol dire che non si deve promuovereil territorio, ci mancherebbe. La provincia de-ve occuparsi con i comuni dell’accoglienza edinformazione sul territorio, raccogliere le do-mande di promozione del territorio di compe-tenza e, dopo averle sintetizzate, presentarleall’agenzia regionale per inserirle in un qua-dro generale. Insieme si può fare meglio, ag-gredire nuovi mercati, promuovere meglio levarie realtà della nostra regione e razionalizza-re la spesa. Tenere in vita Apt che, per legge,

non potrebbero fare promozione all’estero, misembra troppo».

ALLA LUCE di questo stato di cose, è ora for-temente a rischio il progetto di realizzazionedella nuova sede dell’Apt dell’Arcipelago To-scano alla Gattaia — i lavori, già iniziati in pri-mavera, non sono ancora ripresi dopo la pausaestiva — per il quale la Provincia ha ottenutoanche un finanziamento regionale. «Valutere-mo la situazione — conclude Rossi — ed even-tualmente provvederemo a riutilizzare queifondi per altre cose».

PORTOFERRAIO IL CONFRONTO CON LE CATEGORIE

L’isola deve diventareun «distretto di qualità»

I pilastri restano il turismo e la tutela dell’ambiente

VERTICE La riunione di ieri l’altro con la giunta regionale all’Elba

— PORTOFERRAIO —

IL COSTITUENDOcomitato «L’Elba è controil caro traghetti» ha decisodi promuovere un sit- in diprotesta davanti alla sedefiorentina della RegioneToscana in merito allavicenda Toremar. Latrasferta nel capoluogoregionale è stata fissata peril 22 novembre. Il sit indovrebbe svolgersi dalle 10alle 13. «Stante ildeludentissimo, ripetitivo“disco” dell’assessoreCeccobao — dice ilportavoce del comitatoGimmi Ori — riteniamodoveroso, per il nostrofuturo e quello dei nostrifigli, visto che si procedeanche con un bandocondizionato a rischioricorsi, di andare amanifestare davanti allapresidenza della Regione,proprietaria di Toremar. Apartecipare allamanifestazione staticasono invitati irappresentanti di tutte leforze politiche elbane,ovviamente senza bandieredi partito, le associazionidi categoria, i sindacati. E’ovviamente gradita lapresenza dei cittadini cheinvitiamo tutti apartecipare»..

NAVIGAZIONEUn traghetto della Toremar

— PORTOFERRAIO —

«AL DI LÀ delle ideologie politi-che dei vari comuni, occorre crea-re subito un tavolo al quale discu-tere unitariamente del futuro ditutti i lavoratori interessati e deiservizi essenziali per il territorio eper l’economia dell’Elba». Lo af-fermano all’unisono le organizza-zione sindacali Fp-Cgil e Fp-Cislche hanno proclamato lo stato diagitazione dei dipendentidell’Unione di Comuni sul cui fu-turo continua ad esserci grandeincertezza nonostante l’«aperturacondizionata» della Regione adiniziative di supporto economicoin grado di ripianare il bilancio.«Chiediamo alle istituzioni — di-cono i sindacati — un impegnoimmediato e risposte certe. Trapoco i lavoratori non avranno piùun salario perché è in atto uno sca-ricabarile tra enti ed istituzioni: ilavoratori non sono merce ma, so-no al servizio della cittadinanzaper la tutela e la sicurezza del terri-torio. Se è vero che ci sono consi-stenti debiti in bilancio è però al-trettanto certo che non sono i la-voratori i colpevoli di questa situa-zione e perciò non ne devono pa-gare le conseguenze».

I SINDACATI vogliono sensibi-lizzare l’opinione pubblica sullasituazione venutasi a creare.«Agli elbani, ma anche a tutti co-loro che frequentano il territorioper vari motivi — concludonoCgil e Cisl — chiediamo di esser-ci vicini nella lotta, solidali e por-tavoci delle nostre rimostranzeper il bene collettivo e per la dife-sa di un territorio di notevole inte-resse paesaggistico visitato da mi-lioni di persone. Auspichiamoche prevalga l’ interesse comunenella ricerca di soluzioni a breveper i lavoratori, per l’ambiente eper l’economia dell’intero territo-rio elbano».

PORTOFERRAIO «BISOGNA ELABORARE NUOVE STRATEGIE: NON SIGNIFICA CERTO TRASCURARE IL TURISMO»

Rossi conferma: «Sopprimeremo le Apt»

INTERVENTIEcco le proposte dei variassessori sui problemidell’Elba e dell’Arcipelago

PORTOFERRAIO«Macontroil caro-traghettiprotesteremoaFirenze»

PORTOFERRAIO

E i sindacativogliono certezzeper i lavoratoridell’«Unione»

PANORAMI Il bellissimoscorcio di una spiaggia elbana

IL TIRRENO Pagina 3 - Pisa Ricercatori e parlamentari «Affossiamo il ddl Gelmini» Incontro-dibattito con l’on. Ghizzoni e il senatore Pardi L.M. PISA. Mentre parlamentari e ricercatori si confrontano sul ddl Gelmini, una parte degli studenti universitari invoca misure drastiche. È quanto emerso dall’incontro di venerdì al Polo Carmignani tra il Coordinamento ricercatori, l’onorevole Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in Commissione cultura, e Francesco Pardi, senatore Idv. Introdotta dal ricercatore di ingegneria Giovanni Stea e moderata dalla ricercatrice di lettere Cristina Cassina, la discussione “Riforma dell’università sì, ddl Gelmini no” ha coinvolto circa cento persone. Durante l’intervento del prorettore vicario Nicoletta De Francesco, una cinquantina di studenti è entrata nell’aula magna con uno striscione azzurro che recitava «Il ddl va ritirato, nessun emendamento». È seguito l’ordinato abbandono dell’aula da parte degli autori della protesta, ma gli studenti presenti fin dall’inizio non si sono mossi. Il dibattito è proseguito. «Questo ddl - esordisce l’onorevole Ghizzoni - avrà bisogno di anni per essere applicato e il governo non reggerà di certo. Continueremo a opporci con tutti gli strumenti democratici in nostro possesso». Il senatore “Pancho” Pardi annuncia la strategia dell’Idv per evitare l’approvazione del ddl: «Continueremo a proporre emendamenti anche minimi alla legge che rende l’università piccola e poco costosa».

LA NAZIONE Pagina 16 –Grosseto Scarlino. Il centrosinistra e il piano d’azione per la riorganizzaione Poste, via all’assemblea pubblica Scatterà venerdì la manifestazione popolare. Poi consiglio aperto di GIANLUCA DOMENICHELLI ASSEMBLEA pubblica e seduta consiliare straordinaria. E’ il piano d’azione messo a punto dal centrosinistra di Scarlino contro il «piano di riorganizzazione» di Poste Italiane che prevede la chiusura dello sportello del Puntone a partire dal nuovo anno: venerdì una manifestazione popolare per chiamare a raccolta l’intera cittadinanza, martedì 30 un Consiglio comunale aperto cui parteciperanno le massime autorità provinciali e tanti sindaci vittime dei tagli ai servizi. «Le Poste, nonostante un utile di 900 milioni di euro nel 2009 a livello nazionale, stanno decimando il servizio sul territorio scarlinese — dicono il sindaco Maurizio Bizzarri, Sandro Pinzaferri e Roberto Bolognesi (Pd), Mauro Pasquali (Idv), Flavio Agresti (Sel), Giorgio Martellucci (Psi), Gianni Saracini (Pdci) e Edoardo Bertocci (Verdi) — visto che, dopo l’apertura a giorni alterni dell’ufficio del capoluogo, ora arriva l’annuncio dell’incredibile chiusura di quello del Puntone. Decisione incomprensibile e illogica. Quella frazione è tutt’altro che un centro in decadenza: basti pensare al nuovo porto turistico inserito nei circuiti delle manifestazioni veliche internazionali e sede di numerosi esercizi commerciali, alla crescita della popolazione e delle attività produttive con i piani urbanistici di prossima realizzazione. Il Puntone ha tutte le potenzialità per essere il centro più dinamico del Comune di Scarlino e persino del comprensorio, dopo Follonica. Il problema è politico. Ed è alla politica che ci dobbiamo rivolgere». Una battaglia da combattere su più fronti. «Condividiamo l’intenzione del presidente della Provincia di riunire i sindaci del Grossetano insieme al Prefetto per decidere il da farsi — ricordano i rappresentanti del centrosinistra scarlinese — e invitiamo i cittadini a continuare a scrivere al direttore provinciale di Poste Italiane una cartolina di protesta. Inoltre indiremo un’assemblea popolare nella sala Auser del Puntone, venerdì alle 21: vorremmo che partecipasse tutta la cittadinanza, assieme a sindacati e associazioni. Così come al Consiglio comunale aperto convocato martedì 30 alle 16 nella stessa sede: ci saranno anche l’onorevole Luca Sani, il presidente Leonardo Marras, il dirigente provinciale delle Poste, Fabio Gallinella, e tutti i sindaci che stanno subendo un ridimensionamento dei servizi».

CORRIERE DI AREZZO Stipendi non pagati, presidio all’Isi di Scandicci I lavoratori della ex Electrolux si sono fermati per un’ora e mezza: “Siamo esasperati” FIRENZE - Hanno scioperato per un’ora e organizzato un presidio davanti al loro stabilimento “ esasperati ” per la mancata erogazione degli stipendi e per chiedere sicurezza sul futuro dell’azienda. Sono i lavoratori della Isi (Italia Solare Industrie), l’ex Electrolux, dello stabilimento di Scandicci (Firenze), già al centro di numerose vertenze negli ultimi anni. “ Ci sono 370 famiglie esasperate, che non ricevono lo stipendio e non hanno prospettive - ha sottolineato Franco Nigi della Rsu Fiom - il nuovo soggetto industriale che ha rilevato la maggioranza delle azioni di Isi, la Sg Green Power che fa capo a Fausto Saccaro, ad oggi è inadempiente e non ha le condizioni per portare avanti il progetto industriale. Saccaro deve farsi da parte per il bene dei lavoratori e le istituzioni devono impegnarsi a trovare nuovi investitori ”. Per Nigi “ le commesse e le richieste ci sono, c’è una nuova linea da 320 persone, ma manca la liquidità ” . Per oggi è previsto un incontro tra l’assessore regionale al L avoro Gianfranco Simoncini e la proprietà, mentre il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia, in visita ieri a Firenze, ha annunciato che un tavolo ministeriale dedicato alla Isi è fissato per il 17 novembre a Roma. “L’intuizione iniziale di individuare un investitore nel campo dei pannelli solari - ha sottolineato Saglia - è stata felice ma occorre capire la solidità industriale del gruppo che vuole effettuare questo investimento che è significativo. Ci mettiamo in campo da subito e vogliamo contribuire, insieme alla Regione, a trovare gli investitori che possano accompagnare l’attuale proposta ” . Sulla questione è intervenuto anche il responsabile regionale del dipartimento lavoro-welfare dell’Idv Roberto Rizzo, secondo cui è necessario “che il progetto di riconversione, che potrebbe davvero rappresentare un virtuoso modello di uscita dalla crisi per molte altre realtà in difficoltà non naufraghi”.