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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it L’Imu slitta a settembre Oggi il decreto legge sulla proroga del versamento per le prime case. Resta in sospeso il versamento dell’imposta sui capannoni Sospensione dell’acconto di giugno dell’Imu prima casa e slittamento del pagamento a settembre. È questa l’uni- ca certezza scaturita dall’incontro tra il governo e l’Anci nel corso del quale l’esecutivo guidato da Enrico Letta ha illustrato ai sindaci le linee generali del decreto legge che sarà approvato oggi in consiglio dei ministri. E se sem- brava certo che gli immobili delle im- prese sarebbero rimasti fuori da qua- lunque ipotesi di esenzione, l’incontro di ieri ha rimescolato le carte, segno che la materia sarà oggetto di ampia discussione. Cerisano a pagina 37 D’ALIA A ITALIAOGGI Le retribuzioni degli statali saranno sicuramente congelate fino a tutto il 2014 Ricciardi a pag. 9 La crisi del Pd viene da una linea politica errata e dall’ave- re al suo interno i capi tribù che hanno messo in campo lo scandalo dei 101 contro Ro- mano Prodi. Achille Occhetto, il segretario Pci della svolta della Bolognina dà a Pier Luigi Bersani le sue respon- sabilità. Ma l’analisi è net- ta: «Se Prodi se ne andasse non mi sorprenderebbe. Ha ricevuto 101 coltellate per arrivare al governo di larghe intese». Per Occhetto il Pd, nato con una crepa allargata dalla decisione di appoggia- re Monti, dovrà approfittare del congresso per creare una «costituente di rifondazione di un partito democratico e di sinistra». Rizzacasa d’Orsogna a pag. 5 Occhetto: che futuro può mai avere un partito che dà 101 pugnalate a Prodi? • Nuova serie - Anno 22 - Numero 116 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 17 Maggio 2013 PROSCIUTTO TOSCANO D.O.P. UN CAPOLAVORO SULLA TUA TAVOLA www.prosciuttotoscano.com * Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12) * con guida «La mia impresa» a € 2,50 in più; con guida «La proprietà industriale» a € 6,50 in più; con guida «Difendere i propri risparmi» a € 6,00 in più; con guida «Unico 2013» a € 6,00 in più; con il «Manuale Lavoro» a € 9,90 in più; con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più de pa ca il le ill de og br pr lu di ch di s 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Contabilità - Restyling per il leasing, verso una doppia contabilizzazione Fradeani a pag. 24 Lavoro - Italia malata di buro- crazia, denuncia Calderone (con- sulenti): regioni in ordine sparso su apprendistato, tirocinio e cig Longoni a pag. 23 Riscossione - Alemanno abolisce l’aggio e lancia pagamenti fino a 100 rate Migliorini a pag. 27 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - La sentenza della Cassazione sul sequestro del pc del professionista Documenti/2 - La bozza di decreto sul registro dell’olio Documenti/3 - Dipendenti part-time e avvocati, la sentenza della Cassazione D b r D Di p La v m c C s i n su i ii IL Giornale dei professionisti * * * A Lecce, bellissima capitale del barocco, una città di 95 mila abitanti, sono stati rilasciati, dall’amministrazione comunale, ben 12.757 permessi di accesso con le auto al centro storico. In particolare i consiglieri e gli as- sessori comunali in carica sono 42 ma i pass rilasciati a questa categoria sono ben 352. Dati questi numeri, risulta evidente a tutti che chi, a Lecce, non frui- sce del pass che gli consentirebbe di accedere comodamente con la quattro ruote fin nel centro della città, deve ritenersi ufficialmen- te un cretino. La seconda con- clusione è: come si fa a supporre di poter gestire un Paese dove succedono queste cose? DIRITTO & ROVESCIO La Cassazione conferma la misura cautelare sul materiale informatico dei professionisti indagati Pc sequestrabile per evasione Il professionista finito nel mirino degli inquirenti con l’ac- cusa di dichiarazione infedele ed evasione fiscale è soggetto al sequestro della pen drive e del computer. Ciò anche nel caso in cui sia un medico. La Corte di cassazione ha confermato la misura cautelare a carico di un odontoiatra accusato di dichiarazione infedele al quale la Guardia di finanza aveva sequestrato tutto il materiale informatico. Alberici a pagina 26 NELLA PASTA Barilla vuole essere un marchio globale Cervini a pag. 17 s 4 c q a s d q c t c d s EDITORIA A settembre il nuovo sito web dell’ Espresso Capisani a pag. 21 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A. da pag. 37 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

L’Imu slitta a settembreOggi il decreto legge sulla proroga del versamento per le prime case. Resta in sospeso il versamento dell’imposta sui capannoni

Sospensione dell’acconto di giugno dell’Imu prima casa e slittamento del pagamento a settembre. È questa l’uni-ca certezza scaturita dall’incontro tra il governo e l’Anci nel corso del quale l’esecutivo guidato da Enrico Letta ha illustrato ai sindaci le linee generali del decreto legge che sarà approvato oggi in consiglio dei ministri. E se sem-brava certo che gli immobili delle im-prese sarebbero rimasti fuori da qua-lunque ipotesi di esenzione, l’incontro di ieri ha rimescolato le carte, segno che la materia sarà oggetto di ampia discussione.

Cerisano a pagina 37

D’ALIA A ITALIAOGGI

Le retribuzioni degli statali saranno

sicuramente congelate fino a tutto il 2014

Ricciardi a pag. 9

La crisi del Pd viene da una linea politica errata e dall’ave-re al suo interno i capi tribù che hanno messo in campo lo scandalo dei 101 contro Ro-mano Prodi. Achille Occhetto, il segretario Pci della svolta della Bolognina dà a Pier Luigi Bersani le sue respon-sabilità. Ma l’analisi è net-ta: «Se Prodi se ne andasse non mi sorprenderebbe. Ha ricevuto 101 coltellate per arrivare al governo di larghe intese». Per Occhetto il Pd, nato con una crepa allargata dalla decisione di appoggia-re Monti, dovrà approfi ttare del congresso per creare una «costituente di rifondazione di un partito democratico e di sinistra».Rizzacasa d’Orsogna a pag. 5

Occhetto: che futuro può mai avere un partito che dà 101 pugnalate a Prodi?

• Nuova serie - Anno 22 - Numero 116 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 17 Maggio 2013 •

PROSCIUTTO TOSCANO D.O.P.

UN CAPOLAVORO SULLA TUA TAVOLAwww.prosciuttotoscano.com

* Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12) * con guida «La mia impresa» a € 2,50 in più; con guida «La proprietà industriale» a € 6,50 in più; con guida «Difendere i propri risparmi» a € 6,00 in più; con guida «Unico 2013» a € 6,00 in più; con il «Manuale Lavoro» a € 9,90 in più; con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più

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90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Contabilità - Restyling per il leasing, verso una doppia contabilizzazione

Fradeani a pag. 24

Lavoro - Italia malata di buro-crazia, denuncia Calderone (con-sulenti): regioni

in ordine sparso su apprendistato,

tirocinio e cig Longoni a pag. 23

Riscossione - Alemanno abolisce l’aggio e lancia pagamenti fino a 100 rate

Migliorini a pag. 27

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - La sentenza della Cassazione sul sequestro del pc del

professionista

Documenti/2 - La bozza di decreto sul registro dell’olio

Documenti/3 - Dipendenti part-time

e avvocati, la sentenza della Cassazione

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IL Giornale dei

professionisti* * *

A Lecce, bellissima capitale del barocco, una città di 95 mila abitanti, sono stati rilasciati, dall’amministrazione comunale, ben 12.757 permessi di accesso con le auto al centro storico. In particolare i consiglieri e gli as-sessori comunali in carica sono 42 ma i pass rilasciati a questa categoria sono ben 352. Dati questi numeri, risulta evidente a tutti che chi, a Lecce, non frui-sce del pass che gli consentirebbe di accedere comodamente con la quattro ruote fi n nel centro della città, deve ritenersi uffi cialmen-te un cretino. La seconda con-clusione è: come si fa a supporre di poter gestire un Paese dove succedono queste cose?

DIRITTO & ROVESCIO

La Cassazione conferma la misura cautelare sul materiale informatico dei professionisti indagati

Pc sequestrabile per evasione Il professionista fi nito nel mirino degli inquirenti con l’ac-

cusa di dichiarazione infedele ed evasione fi scale è soggetto al sequestro della pen drive e del computer. Ciò anche nel caso in cui sia un medico. La Corte di cassazione ha confermato la misura cautelare a carico di un odontoiatra accusato di dichiarazione infedele al quale la Guardia di fi nanza aveva sequestrato tutto il materiale informatico.

Alberici a pagina 26

NELLA PASTA

Barilla vuole essere

un marchio globale

Cervini a pag. 17

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EDITORIA

A settembre il nuovo sito web

dell’EspressoCapisani a pag. 21

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A.dapag.37

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2 Venerdì 17 Maggio 2013 I C O M M E N T I

The Pdl has presented a bill on wiretapping im-mediately unleashing controversy. Not on its

content, which is basic civil de-cency, but on the subject which cannot be tackled by definition, as some political and professio-nal environments think (see for example those journalists that are used to copy and paste scoops. Scoops that give a lot of notoriety with little effort. To get one you only need to have an easygoing prosecutor as friend who snoops for you.)

That the wiretapping pro-cedure is easily the instru-ment of abuse and damages to people (people like us) is shown by the fact that the famous su-per partes commission of the ten wise men, nominated by the president of the republic Giorgo Napolitano, at the end of his first mandate, had among the urgent matters to be tac-kled, that of a new regulation of wiretapping.

In illustrating their propo-sal the ten wise men had very smartly suggested a «better definition» of the use of some of those instruments of investi-

gation that are «more invasive with regards to basic rights, such as wiretapping, which must be applied in its characte-ristic as an instrument to find proof and not to find a criminal act.»

Furthermore, in their con-clusive report, the ten wise men specified that «there is a need to limit their publica-

tion so that the citizen’s right to information is not used as an excuse for a violation of the

basic rights of the individual.»

In practice, with this cle-ar and unequivocal report, the ten wise men opposed the so called trawl wiretapping (a technique that is even forbidden in fishing, imagine if it could be allowed in criminal law which has to do with people).

And they had also agreed to new rules on the publishing of recordings that are used in an investigation.

The left wing is against it be-cause it is not effected by the-se abuses: have you ever read, for example, a wire tap on the Mps or on the Penati cases? The center-left wing, for now, can do without protections.

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

The law on wiretapping, correct but a taboo

Il Pdl ha presen-tato un disegno di legge sulle in-tercettazioni ed è subito scop-

piato il finimondo. Non sul contenu-to, che è di civiltà, ma sulla materia che, per definizione, non può essere assolutamente affrontata, come ri-tengono alcuni ambienti politici e professionali (vedi, ad esempio, quei giornalisti che sono abituati agli scoop con il taglia e incolla. Scoop che danno molta notorietà con poca fatica. Per farli, infatti, basta avere per amico un pm disinvolto, e che origlia per te).

Che la disciplina delle intercettazio-ni si presti a notevoli abusi a danno delle persone (le persone siamo tutti noi) lo dimostra anche il fatto che la famosa Commissione super partes dei dieci saggi, nominata dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano, alla fi ne del suo primo settennato, ave-va indicato, nei punti urgenti che avrebbero dovuto essere affrontati dal nuovo governo (chiunque esso fosse stato), che doveva esserci an-che quello di una nuova disciplina delle intercettazioni. I dieci saggi, nell’illustrare la loro proposta, ave-vano, molto opportunamente, sug-gerito una «migliore defi nizione»

dell’utilizzo di alcuni strumenti di indagi-ne «più invasivi nei

confronti dei diritti fondamentali cioè, ad esempio, le intercettazioni, per le quali deve essere resa cogen-te la loro qualità di mezzo di ricerca della prova e non di strumento di ricerca del reato». Inoltre, sempre i dieci saggi, nel loro documento fi na-le, precisavano che «occorre porre limiti alla loro divulgazione perché il diritto dei cittadini di essere in-formati non costituisca il pretesto per la lesione dei diritti fondamen-tali della persona».

In pratica, con questa lucida e inequivocabile esposizione, i dieci saggi si sono opposti alla cosiddette inter-cettazioni a strascico (una tecnica, questa,

che è vietata persino nella pesca; immaginarsi nella procedura pena-le che ha a che fare con le persone). E avevano detto sì anche a nuove norme sulla pubblicazione delle re-gistrazioni che fi gurano negli atti di un’inchiesta. La sinistra è contro perché non viene toccata da questi abusi: avete mai letto, ad esempio, una intercettazione sul caso Mps o su quello Penati? Di tutele quindi il centrosinistra, per il momento, può farne a meno.

Proporla quindiè come

andare fuori gioco

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Legge sulle intercettazioniÈ giusta ma è un tabù

DI SERGIO LUCIANO

Attenzione, attenzio-ne! I tagli alla spesa pubblica rischiano di evaporare al pri-

mo sole di questa estate delle «larghe intese». Sarà che otto punti, per i «saggi» di Napoli-tano, erano troppo pochi per farci stare tutto; sarà che il mondo, guardato da un’ab-bazia come quella di Spineto, sembra molto più rigoroso e austero di quanto non sia nel-la realtà. Comunque stiano le cose, il governo Letta non ha ancora minimamente accen-nato ad aprire il libro dei ta-gli agli sprechi. Ed è lì, invece, che qualunque progetto, an-che a breve termine, dovrebbe pescare le risorse per decol-lare e arrivare a buon fine. Per esempio, in un recente convegno romano organizzato da Assoimmobiliare e Consip è emerso che gli spazi medi pro capite nei pubblici uffi ci in Italia sono di 20-25 me-tri quadrati. Troppi? Pochi? A confronto con una grande azienda privata, robusta e dinamica ma non sbarazzina (anche perché ha da poco ar-

chiviato una crisi) com’è Uni-credit, sono «troppissimi»: il doppio. In sostanza, la banca guidata da Federico Ghizzoni, trasferendo il proprio quartier generale dalla centralissima piazza milanese di Cordusio al nuovo grattacielo dell’Isola,

approfi tta per ristrutturare gli interni e ridurre lo spazio a disposizione per ogni addet-to a una «forbice» tra gli 11 e i 14 metri quadrati. Coinvol-gendo, in un gioco di domino, 25 mila dipendenti; liberando 130 immobili; risparmiando, a regime, 150 milioni di euro all’anno. Una cosa rivoluzio-naria. Lo chiamano «smart-working», sarà anche – per qualche sindacalista d’antan – inscatolamento da sardine, ma funziona.

Perché lo Stato non lo fa? Non perché non saprebbe come farlo: all’Agenzia del demanio sarebbero capacis-

simi. Ma perché quando ci si provano (e ci stanno pro-vando) vengano stoppati da lobby e veti incrociati. Allo stesso modo, dicono i «guru» della Romeo gestioni, razio-nalizzando gli spazi delle scuole pubbliche italiane si potrebbero liberare 12 mi-liardi di metri quadri (sì: mi-liardi, miliardi) risparmiando o recuperando 5 miliardi di euro all’anno. E intanto un signore importante come Sir Rocco Forte dichiara la pro-pria ferma intenzione – sarà l’origine italiana – di com-prare altri alberghi di lusso nel nostro Paese ma anche l’impossibilità di individua-re gli immobili adatti nelle due città-bersaglio, Milano e Venezia, perché mancano, a suo dire, quelli delle dimen-sioni e del prestigio giusti. E disponibili. Chi ha orecchie, intenda: non è onesto dire che manchi la liquidità, che non ci siano gli investitori. È anche colpa nostra, degli enti locali innanzitutto e dello Stato alle loro spalle, se non riusciamo a vendere un mattone, dei tanti – troppi – che ancora gravano sul demanio pubblico.

IL PUNTO

Tagli delle spese e dismissioni, il governo Letta non ci sente

DI MARCO BERTONCINI

Guadagnare tempo è l’odierno imperativo delle forze politiche.

Il Pd, eleggendo (meglio: nominando) segretario Gu-glielmo Epifani, ha avviato un’opera di decantazione, mirante a far passare la buriana post elettorale. I democratici hanno bisogno di molto tempo, perché le ferite sono recenti e san-guinanti. Ritrovare unità interna (ammesso che ci sia mai stata), linea politica, un minimo di coerenza, proget-ti e programmi rispondenti alla società presente richie-de mesi.

Anche il M5S necessita di tempo. Un certo numero di simpatie si è dissolto, ma i sondaggi non lo segnano in forte calo. I suoi eletti avreb-bero bisogno di uscire dalla minorità in cui si trovano, sia nei confronti di Grillo sia per apprendere almeno l’abbiccì della politica. Cer-to, se la capogruppo alla Camera non conosce nem-meno l’età necessaria per il Quirinale, è arduo pensare

che pure col tempo i grillini possano arrivare a uno sta-dio di normalità.

I montiani, invece, stanno sprecando proprio il tempo. Le fratture interne cresco-no. Se non si danno un ca-lendario per arrivare presto a costituire un vero partito, corrono il rischio non solo di restare un generico cartel-lo di parlamentari non più uniti nemmeno dall’artefat-to e presto sgonfi ato mito di Mario Monti, bensì di dis-solversi in più rivoli.

Quando al Pdl, resta a guardare, convinto che il tempo gli consenta di pro-seguire nell’incremento di simpatie che i sondaggi concordemente gli assegna-no. Questo vantaggio, però, è dovuto esclusivamente a insipienza, errori, incer-tezze, sbandate, degli altri; nulla è merito proprio. E sarebbe un guaio se il tem-po non fosse usato dal Cav per rifare la propria casa politica, rendendosi pure conto (restando ai proble-mi di tempo) di non essere immortale.

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LA NOTA POLITICA

Partiti impegnati aguadagnare tempo

Ogni volta un gruppo di pressione

o una lobby pone il veto

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3Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N OÉ allarme risorse su Imu, Cig e Iva, ma loro si baloccano con le intercettazioni e l’ineleggibilità di B.

Eppure Pd e Pdl parlano d’altro Alla Cig solo 700-800 mln. A giugno si paga per i capannoni

DI FRANCO ADRIANO

Il decreto che il Consiglio dei ministri approverà questa mattina dovrebbe prevedere uno stanzia-

mento di soli 700-800 milioni di euro per il rifi nanziamento della Cassa integrazione in de-roga come anticipato dopo l’in-contro con l’Anci dal ministro per gli Affari regionali, Gra-ziano Del Rio. Non saranno suffi cienti: è una cifra molto inferiore rispetto agli 1,2-1,5 miliardi necessari, secondo i sindacati, per rifi nanziare le esigenze fi no a fi ne anno. Si attingerà ai fondi europei, al contributo dello 0,30% dei fondi interprofessionali per la formazione continua e al fondo per la detassazione dei salari di produttività. «Sa-ranno risorse suffi cienti per fare un pezzo di strada, poi si tratterà di verifi care quel che serve per arrivare fino alla fi ne dell’anno», ha ammesso il vice ministro dell’Economia, Stefano Fassina. Ma, tant’è, il problema del reperimento delle risorse da mettere sul

piatto per qualsiasi misura economica, oggi è gravissimo. A tal punto che il presidente del consiglio Enrico Letta ha messo le mani avanti: «Non sarà il decreto dei miracoli». Stessa musica per quanto ri-guarda lo stop al pagamento della rata di giugno dell’Imu: l’altro pilastro del decreto che cerca di contemperare le due principali esigenze del mo-mento sulla base anche delle diverse sensibilità presenti

nella maggioranza. Infatti, non si potrà andare oltre al rinvio per la prima casa, men-tre per i capannoni industriali si resterà ancora nell’ambito

delle promesse (così anche per gli edifi ci rurali). La rata di giugno insomma dovrà es-sere pagata. Ancora Letta, a margine del suo incontro con il premier polacco Donald Dusk a Varsavia, ha sotto-lineato il necessario rigore: non si può compromettere in dirittura d’arrivo l’uscita dalla procedura di infrazione Ue. Nonostante l’impegno per una riforma più generale per rilanciare l’edilizia e rendere le famiglie italiane meno ap-pesantite dal fi sco: «Ci daremo 100 giorni di tempo», ha pro-messo Letta.

Niente soldi, ma Pd e Pdl litigano sul nulla o quasi

Con l’aggravarsi della crisi economica e con i problemi

che sono sul tappeto (oltre la Cig e l’Imu incombe l’aumen-to dell’Iva), sembrerebbe esse-re una cosa da pazzi mettere all’ordine del giorno le inter-cettazioni e l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Eppure, Pd e Pdl questo stanno facen-do. Basta enfatizzare i toni su vicende assolutamente marginali. Sull’ineleggibilità di Berlusconi a far alzare gli scudi al Pdl è stata una di-chiarazione ad Avvenire del capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda: «Secondo la legge italiana non è eleggibi-le, in quanto concessionario. È ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Fedele Confalonie-ri e non lui», cui è seguita una considerazione sul fatto che «non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlu-sconi». Sulle intercettazioni, invece, è insorto preventiva-mente il Pd sulla ripresen-tazione in parlamento della proposta di legge Alfano.

Vignetta di Claudio Cadei

DOMANI, COME TUTTI I SABATI, SU ITALIAOGGI

L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAISU ECONOMIA, POLITICA E FINANZA

ORSI & TORI

Continua a pagina 4

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4 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N O

Non reggono tanto i piani distinti di Berlusconi

Berlusconi continua a ripetere che processi e esecutivo sono su due pia-ni distinti. Ma il suo avvocato Piero Longo la pensa diversamente: «Se, al giudizio della Cassazione, Berlu-sconi fosse interdetto dai pubblici uffi ci, il governo forse cadrebbe un secondo prima dell’interdizione». E al di là delle vicende giudiziarie c’è sempre l’Imu che incombe. Il capo-gruppo Renato Brunetta ha riba-dito: «Riforma del’Imu complessiva o il governo rischia».

Napolitano butta acqua sul fuoco

«Puntiamo a portare avanti la barca tra i marosi, a dare fi ducia al Paese». Il presidente della Repubbli-ca, Giorgio Napolitano, è interve-nuto ieri sul Messaggero per gettare acqua sul fuoco e per dare una mano a Letta: «un presidente del Consiglio che non si lascia intimidire né da polemiche né da incidenti di percor-so». Per Napolitano era scontato che la coabitazione non fosse facile vi-sta la natura di «forze politiche che non rinunciano a reagire, ciascuna a modo suo». E ha aggiunto che «ci sono quelli che non si rendono con-to che siamo sul fi lo del rasoio con Bruxelles», su un margine stretto

per assicurarci «la fuoriuscita dalla procedura di infrazione» per eccesso di defi cit. Qualche ora più tardi le parole di Letta da Varsavia avrebbe-ro ricalcato questo atteggiamento.

Per annientare il Pd, Grillo fa il leader degli anti-berlusconiani

lastretegia di Beppe Grillo è chiarissima: Silvio Berlusconi ai suoi occhi è l’ultimo osta-colo che gli si para davanti. «Alla fine ne resterà uno solo. O noi o il nano. La scelta sarà questa. E sarà una scelta che arriverà molto presto», ha spiegato in un’intervista alla Stampa spiega che il ritorno alle urne po-trebbe essere vicino e che «noi un ritorno alla legge elettorale precedente lo soster-remmo, rifare i colle-gi sarebbe semplicis-simo». Ma, continua Grillo, «Berlusconi non vuole, è convin-to che se si rivota con questa legge lui

vince e va al Quirinale. A quel pun-to gli unici a poter impedire questo saremo noi, una Protezione civile». Sul fronte della crisi, Grillo sotto-linea che «è una situazione che non regge più , non ci sono più soldi nel-le Regioni per pagare il personal, a settembre crolla tutto, mi danno del catastrofi sta, ma è così». Una rete gettata per raccogliere gli anti-

berlusconiani di sinistra a disagio per il govenro delle larghe intese.

Sul vilipendio del grillini arriva una nota dei Quirinale

All’indomani dei procedimenti avviati a carico di alcuni simpatiz-zanti dell’M5S, e dopo la pubblica-zione sul blog di Grillo di un post

pieno di dubbi («Chi può essere al sicuro di un’even-tuale denuncia per una critica al presidente della repubblica?) proprio dalla presidenza della repubbli-ca è arrivata una lunga ed articolata nota per spie-gare che il Quirinale non esercita alcuna pressione sulla magistratura, che decide spontaneamente di indagare su ipotesi di vili-pendio al Capo dello Stato. Ma «resta come problema reale di costume politico e di garanzia democrati-ca quello della capacità di distinguere tra libertà di critica e ciò che non lo è», «specialmente quando si scada in grossolane, ingiu-riose falsifi cazioni dei fatti e delle opinioni».

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SEGUE DA PAGINA 3

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Con l’articolo di fondopubblicato a pag. 2e l’audio con la pronunciacorretta, disponibilegratis sul sito www.italiaoggi.it

Ogni giorno su

Come dimostra il fatto che più di un terzo del suo consenso è di ultrasessantacinquenni

Il Pd è un partito di vecchiHa perso il collegamento con i giovani in libera uscita

DI ADOLFO SCOTTO DI LUZIO

Per avere la misura esatta del significato dell’elezione di Gu-glielmo Epifani alla

segreteria del Pd bisogna pre-stare attenzione a un dato, come si diceva un tempo, oggetti-vo; alla compo-sizione demo-grafica della base elettorale del partito. Fa impressione, infatti, leggere che la metà degli elettori del-la maggiore formazione della sinistra italiana è fatta da individui che hanno dai cin-quantacinque anni in su e che, tra questi, coloro che superano i sessantacinque anni rappre-sentano più di un terzo del con-senso espresso nelle urne.

Fa impressione per un mo-tivo generale, innanzitutto. Perché alla r a p p r e s e n -tazione della soggettività giovanile, la sinistra, e il Partito comu-nista in modo particolare, hanno sempre af-fi dato, nell’ultimo mezzo secolo, il senso di un movimento politi-co che poteva orgogliosamente rivendicare un contatto intenso e vivo con le componenti più mobili e innovative della socie-

tà italiana, i giovani appunto. La rottura di queste ultime ele-zioni politiche, al contrario, se-gnala, non solo il ritorno sulla scena politica del nostro Paese di forze che lottano esplicita-mente sul terreno dell’autoaf-

fermazione co l let t iva in nome di una nuova partecipa-zione, ma dice anche, ed è la pri-ma volta da

cinquant’anni a questa parte, che queste forze si esprimono ormai totalmente al di fuori del perimetro culturale e ideologi-co della sinistra.

È qui allora che si quali-fi ca in maniera più specifi ca la scelta di Epifani. Il panora-ma della società italiana, come di molte società occidentali in questi ultimi decenni, è stato ridisegnato in modo sempre

più marcato da una nuova linea divisoria che attraversa lo spazio del lavoro, sepa-rando coloro che, per età e condizione generaziona-

le, appartengono a un’epoca di tutele corporative molto forti e quanti invece, venuti dopo, non hanno potuto benefi ciare della protezione e anche della copertura simbolica assicurata dalle strutture generalizzanti

dello Stato sociale. Da un lato i «lavoratori», dall’altro la massa dei precari, giovani per lo più, ridotti a una condizione di iso-lamento e di frammentazione di fronte ai processi dell’econo-mia. L’altra faccia, insomma, dell’euforia individualistica,

degli ultimi trent’anni.Questa contrapposizione tra

insiders e outsiders è ormai una chiave dominante per capire la debolezza del mondo del lavoro e la sua attuale «irrippresen-tabilità». La Cgil, in modo par-ticolare, esprime in maniera acuta questa nuova, ma ormai consolidata, contraddizione e ne incarna la dinamica nella forma più crudele, di un evi-dente invecchiamento del suo corpo politico, lo stesso che poi

sostiene largamente il Partito democratico nelle urne.

In questo senso, il fatto di aver affi dato a un ex leader di quel sinda-cato il compito di raccoglie-re un partito traumatizzato dallo shock elettorale e di traghettarlo verso il con-gresso, porta defi nitivamente allo scoperto quella condizione di sclerotiz-zazione della sinistra italiana sopravvissuta alla crisi dell’Ot-tantanove e destinata in questi anni, senza che se ne sia vera-mente accorta, a un processo accelerato di senescenza. Con quali conseguenze? In Italia si assiste a una sorta di rivin-cita degli out-siders su coloro che hanno uso di mondo e, per lunga abi-tudine, compe-tenza politica? Ripeto, la debolezza struttura-le delle forze politiche, su tutte quel Partito democratico che è stato abbandonato ad una irrilevanza burocratica, ha reso possibile quella nuova partecipazione che oggi anima i «grillini».

Quando cominciarono la loro avventura politica i dirigenti post comunisti aveva-no intorno ai quarant`anni. Si sentivano e avevano le energie

fi siche e intellettuali per pren-dere il comando della politica italiana. D’Alema, Veltroni, Bassolino, erano cresciuti in

un partito in cui i vecchi, il loro prestigio, la tradizione che incarna-vano, erano t u t t o . D a quei vecchi si affranca-rono con uno

strappo che era loro imposto dalla storia. Dopo vent’anni, si sono trovati a fronteggiare una generazione che, all`epoca della loro affermazione, usciva ap-pena dall’adolescenza. Eppure non sono stati loro a educarli, a curarne la formazione politi-ca e morale. Il risultato è stato

che ex giovani mai diventati padri si sono trovati da-vanti a dei figli politica-mente orfa-ni. Ai primi è toccato così

di ingrigire senza diventare veramente vecchi, ai secondi di crescere senza essere veramen-te giovani. Agli uni spettava in-segnare, agli altri produrre il cambiamento. Se siamo immo-bili in questa specie di palude è perché negli ultimi vent`anni nessuno in questo Paese ha voluto fare il mestiere che gli spettava.

*dal Corriere del Mezzogiorno

allo scoperto

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D’Alema e Veltroni sono degli ex giovani diventati padri senza aver educato e forma-to politicamente la ge-nerazione successiva

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che è difesa dalla Cgil

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La sinistra italiana, sopravissuta alla crisi dell’89, si è trovata,

senza che se ne accor-gesse, in un processo ac-celerato di senescenza

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La scelta come segre-tario di Epifani, ex

segretario della Cgil, dimostra che il Pd

non è in grado di fare i conti con se stesso

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Il risultato? Ex giova-ni, mai diventati padri, si sono trovati davanti

a dei fi gli che sono politicamente orfaniGuglielmo Epifani

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5Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N OPer Achille Occhetto sono stati quasi tutti, nel partito, a sostenere il governo Monti

Non si può incolpare solo BersaniSarebbero forse sue le 101 pugnalate inferte a Prodi?

DI COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA

A metà dell’intervista, la sottoscritta, non senza impertinenza, chiede: «E D’Alema? Non le

è sembrato che, all’indomani della débâcle elettorale del Pd, avesse fatto la critica più lu-cida e costruttiva?». Risponde Achille Occhetto (Sel), l’uo-mo della transizione dal Pci al Pds, e uno che la sconfi tta l’ha provata sulla propria pelle: «D’Alema, di costruttivo, non ha mai fatto niente in tutta la sua vita. Non vedo come possa esserlo stato tre mesi fa».

Torto, forse, non gli si può dare. Come non si può dare alla Jena Barenghi, che ieri azzannava Veltroni sul suo nuovo libro, E se noi domani - L’Italia e la sinistra che vorrei

(Rizzoli), disamina spietata della fallimentare gestione Bersani. Scrive Barenghi, in una stoccata che è un editoria-le: «Veltroni: ‘E se noi domani’. Noi: ‘E se lui ieri’». Nell’inter-vista a ItaliaOggi, mentre dà gli ultimi ritocchi al suo La gioiosa macchina da guerra, in uscita a giugno, Occhetto parla di Veltroni e del «difetto di fab-bricazione» del Pd, e propone le «primarie delle idee». Da svol-gersi in Rete. Come Grillo?

Domanda. Veltroni in-cita Renzi a prendersi il Pd e a rifondare il partito per conquistare il Paese. E propone una strada sempre meno socialdemocratica e sempre più «alla francese». Che ne pensa?

Risposta. Penso che è fran-camente riduttivo restringere il problema della crisi politica del Pd al dibattito se il leader di partito e quello di governo debbano coincidere e a mettere le prospettive di quel partito e della sinistra nelle mani di un nuovo salvatore. Con questo non voglio dire che Renzi non debba entrare in campo, né che non sia giusto parlare di bipolarismo alla francese. Ma ritengo che trivializzare il di-battito politico riducendolo alle regole e alla solita ricerca del personaggio salvifi co sia quan-to di più sbagliato e pericoloso. Per questa via si va verso una personifi cazione della politica che non mi convince e che fa-vorisce la pigrizia intellettuale di chi si nasconde dietro certe formulette per non fare i conti con l’analisi effettiva, quella che riguarda i rapporti di for-

za, i blocchi sociali, gli interessi contrapposti. Su questo sono durissimo.

D. Vedo.R. Veltroni preferisce il siste-

ma francese. Per carità, lo ap-prezzo anch’io. Ma questo non m’impedisce certo di vedere che Hollande non sta facendo una bella figura. A Veltroni dico che non bastano le regole istituzionali, ma che bisogna avere in testa anche qualche piccola idea.

D. Veltroni non ne ha?R. Sa cosa voglio dire. Ormai

le competizioni elettorali sono ridotte a una disfi da di Barlet-ta, dove conta-no i campioni che si scontra-no, senza che si considerino i rapporti di forza. Io sono molto critico del Pd, ma non possiamo dimenticare che il partito si è trovato nel-la diffi cile condizione di dover difendere il governo Monti, la cui politica aveva scatenato una forte opposizione.

D. Colpa loro, mi scusi. Era stato il Pd a non vole-re le elezioni anticipate. Un partito sicuro di sé, sicuro di ciò che è, non dovrebbe temere il voto.

R. Ha detto bene: sicuro di quello che è. Perché nella crisi del Pd vengono al pettine tutti i nodi legati alla sua nascita, il peccato originale. Il Pd ha un difetto di fabbricazione, una piccola crepa. Il fatto di essere una fusione a freddo, e non un’autentica contamina-zione ideale e politica tra va-rie componenti riformiste. Di fronte alle diffi coltà, cioè alla sconfitta elettorale, quel di-fetto di fabbricazione è venuto alla luce, spaccando il partito. Il governo Monti, come dico sempre, ha messo in ordine i conti e in disordine il Paese. Il Pd si è trovato in una posizione di né carne né pesce, condivisa da tutto il partito. Perché io non voglio difendere Bersani, ma chi nel Pd oggi lo critica, sul punto essenziale del rapporto con Monti aveva la stessa, iden-tica posizione di Bersani. Se non addirittura subalterna.

D. Quindi chiunque aves-se guidato il Pd in quel momento, con quella linea, avrebbe fatto la fi ne di Ber-sani?

R. Esatto. Questo per dire a Veltroni che quando si fa l’ana-lisi di una sconfi tta bisogna fare l’analisi completa. Non si pos-sono trovare giustifi cazioni ef-fi mere legate ai singoli uomini. È necessario mettere in discus-sione anche le linee politiche. Bersani ha le sue responsabi-lità, ma la sconfi tta del Pd non è stata causata dai suoi errori personali, esattamente come quella del Pds non fu causata

dalla «gioio-sa macchina da guerra». La crisi del Pd viene da una linea po-litica errata, da compor-tamenti sba-gliati seguiti alla sconfi tta

e dall’avere al suo interno i capi tribù che hanno messo in campo lo scandalo dei 101 con-tro Prodi. È l’insieme di queste cause che ha prodotto la crisi. Individuarne una sola è sba-gliato e non fa ben sperare di uscirne.

D. Lei è molto compren-sivo verso Bersani. Solida-rietà fra sconfi tti? Ha citato Prodi. Che da giorni, e in maniera non proprio som-messa, minaccia di abban-donare il Pd.

R. Non so cosa intenda fare, ma trovo a dir poco scandalo-so il trattamento riservato dal Pd al suo padre fondatore, colui che aveva capeggiato l’Ulivo, l’unico che aveva permesso alla sinistra di bat-tere Berlusconi. Se Prodi se ne andasse non mi sorprenderebbe. Ha capito benis-simo che non si è trattato di 101 persone che pas-savano lì e han-no espresso singolarmente la propria delusione, ma di gruppi precisi che hanno organizzato quel voto contro di lui con una strategia militare. Sono state 101 coltellate alla schiena. Un gesto orchestrato ad arte per arrivare, attraverso la riele-zione di Napolitano, a quella situazione di emergenza che ha aperto la strada al governo di larghe intese.

D. Addirittura una strate-gia militare?

R. Certo. Lo so perché sono gli stessi gruppi che allora avevano fatto la guerra con-tro di me. Anche se una cosa del genere ai miei tempi non sarebbe accaduta. Non mi va che in Italia si faccia di tutto per distruggere una sinistra

democratica. Certo, bisogna saper recuperare le temati-che fondamentali che distin-guono la sinistra dalla destra in modo moderno, non antico. Per questo non mi convince considerare come ricetta sal-vifi ca il non tener conto delle idee di Rodotà. La capacitò di sintesi di un Pd che si rinnova dovrebbe dimostrare di saper comprendere tutte le verità interne alle varie culture del-la sinistra, per portarle a un livello più alto e non tagliare problematiche, uomini, pen-sieri, pulsioni, sentimenti. Perché, altrimenti, come è già accaduto e mi dispiace per Vel-troni, si prende pochissimo dal centro e si fi nisce per perdere voti a sinistra.

D. A ottobre ci sarà il Congresso del Pd. Lei che cosa si augura?

R. Che i vari parti-ti, le varie forze del centrosini-stra, non si

riducano a fare i conti interni. Ritengo necessaria una costi-tuente aperta di rifondazione di un partito democratico e di sinistra. Hanno voluto togliere dal nome del partito il termi-ne “sinistra”: passi. Almeno che sappiano restaurare le idee della sinistra. Io riten-go che la strada maestra sia

quella di rimanere nel campo della sinistra europea, in quel Partito del Socialismo Europeo che io ho contribuito a fondare, rinnovandolo.

D. Ed Epifani, in tutto questo? Il suo discorso di insediamento non ha en-tusiasmato, per usare un eufemismo.

R. È ovvio che la scelta di uno come Epifani determini insoddisfazione, soprattutto nei giovani. Anche ad occhio nudo si vede che non può es-sere lui l’uomo che farà uscire il partito dalle secche in cui si trova. Io credo che prima di fare le primarie sui nomi oc-corra fare le primarie sulle idee. Mettendo in Rete alcune idee fondamentali della sini-stra e poi chiamando il popolo della sinistra a pronunciarsi e a proporne altre ancora. At-traverso un grande processo democratico che usi le nuove tecnologie in modo utile e non dispersivo.

@CostanzaRdO©Riproduzione riservata

D. Lei è molto compren-

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Hanno tolto dal par-tito il termine «sini-

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restaurare le idee della sinistra

Mario Monti, l’ex Caro Leader, il Salvatore della Patria che non ha salvato la patria (almeno non la nostra) e che ogni tedesco dabbene avrebbe voluto come genero, continuerà a indossare il loden? Un’accreditata scuola di pensiero ritiene infatti che a portargli (e portarci) sfi ga sia stato proprio il loden. Intendiamoci: magari non è così. Forse sono soltanto superstizioni. Ma perché rischiare e non mollare il loden, e adottare al suo posto il montgomery, diciamo? Non piace il montgomery? Troppo kitch le bottoniere? Troppo vistoso il cappuccio? Okay. Proviamo, allora, con un piumino. Perché non fare un pensierino su un soprabito di pelle in stile Gestapo o Ghepeù? O su un poncho da memoir garibaldino o da pisto-lero senza nome degli spaghetti western? Perché non provare magari con una pelliccia d’orso bianco (e relativo colbacco) da commissario del popolo anni sessanta? Questo per dire che una Scelta civica (così si chiamava la lista bocconiana) è certa-mente utile, ma che non è meno utile una Scelta estetica. Chi vuole cambiare il mondo cominci da se stesso: cambi look.

© Riproduzione riservata

IL CORSIVO

Il salvatore della Patria non ha salvato la patria

Si vede a occhio nudo che non può

certo essere Epifani l’uomo che farà usci-re il Pd dalle secche in cui esso si trova

Vignetta di Claudio Cadei

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6 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N OPer Peppino Caldarola non capisce più quale sia la sua missione. Si è disarticolato in correnti

Il Pd ha perso la propria animaAnche gli errori di Bersani sono stati incalcolabili

DI PAOLO NESSI

Dopo il disastro delle candidature di Franco Marini e di Romano Prodi, e dopo il flop di

Pier Luigi Bersani nel ten-tativo di formare un governo. Il partito, dopo essere restato senza leadership, è riuscito a trovare un accordo su Gugliel-mo Epifani.

Peppino Caldarola, gior-nalista e scrittore, ci spiega le ragioni di questa involuzione.

Domanda. Quali saran-no i nodi che il Pd dovrà affrontare dopo la nomina di Caldarola?

Risposta. Superato il vec-chio antagonismo da tra ex Dc ed ex Pci, oggi la linea di fron-tiera del Pd è un’altra. Una parte del partito, compresa la base più militante, è infatti attratta da una grande coali-zione a sinistra che arrivi fi no ai grillini; vorrebbe una sorta di riedizione del fronte popola-re radicale e gli piace l’idea di stare all’opposizione. Un’altra, invece, non vuol perdere la pro-pria fi sionomia di sinistra di governo, accetta con sofferen-za le larghe intese che hanno portato Letta a Palazzo Chigi e ritiene di dover continuare a parlare al Paese. All’interno di questo scontro ce n’è un altro, quello tra le varie componenti, ciascuna delle quali si sta ulte-riormente dividendo. Infi ne, c’è Renzi, che non si capisce anco-ra cosa voglia fare da grande.

D. Questi problemi sono gli stessi che hanno con-dotto al disastro dell’ele-zione del presidente della Repubblica?

R. Al di là delle correnti, c’è un problema culturale: il Pd ha perso la propria anima. Non si capisce più quale sia la sua missione. Non è stato ca-pace di allargare la sua base elettorale, e non si è accorto che nella società pesava sem-pre meno il lavoro dipendente, e sempre più una crisi sociale devastante. Si è indebolita la sua struttura tradizionale. D’altro canto, gli errori di Ber-sani sono incalcolabili: non ha fatto la campagna elettorale nella certezza della vittoria, non ha capito che il berlusconi-smo non è un fenomeno transi-torio, e che il grillismo non era un movimento di protesta mar-ginale; come se non bastasse, ha gestito il post-voto negando la sconfi tta, pretendendo di go-vernare senza maggioranza e bruciando uno dopo gli altri i candidati alla presidenza della Repubblica.

D. In questo contesto, quale sarà il compito del segretario?

R. Dovrà dedicare tutte le sue energie alla ricostruzione del partito. I militanti chiedono che ci metta l’anima per evitare che il partito imploda defi niti-vamente. Per questo, occorre una persona che abbia energia intellettuale, forza fi sica e dispo-nibilità. In tal senso, la regola

in base alla quale il cosiddetto “reggente” non dovrebbe po-tersi ricandidare non ha alcun senso. Se riuscisse a risollevare il partito, sarebbe suicida non proporgli di continuare.

D. Guglielmo Epifani ha queste caratteristiche?

R. Epifani ha le caratteri-stica del traghettatore, per l’esperienza e per l’età e, pro-

babilmente, non ha l’ambizione di restare più del suo mandato. Ha fama, inoltre, di grande me-diatore, avendo gestito la Cgil dopo la fase pansindacalista di Cofferati, riportandola al suo ruolo di sindacato. Potrà, quin-di, sedare gli animi, unifi care il partito e cercare di dargli un assetto interno che consenta di arrivare serenamente ad un

congresso vero e proprio.D. Se Epifani non avesse

ottenuto i voti necessari, cosa sarebbe accaduto?

R. Il partito sarebbe esplo-so. Ecco perchi i voti sono stati trovati, per poterlo eleggere. È stato lo spirito di sopravvivenza ha produrre la votazione unita-ria.

Ilsussidiario.net

DI RICCARDO RUGGERI

Il finanziamento della cassa in-tegrazione in deroga per il governo Letta&Alfano è un atto dovuto, il ministro Saccomanni

troverà i quattrini. A proposito, mi pia-ce il suo approccio scevro di ogni forma di supponenza professorale, apprezzo come comunica, la semplicità di elo-quio, senza mai giocare con le parole, con lui si capisce che nel bilancio non c’è più nulla «fra le pieghe», ormai è perfettamente stirato, anzi il tessuto è liso, trasparente.

Si devono trovare 1-1,2 miliardi solo per arrivare a fi ne anno. Appena saranno trovati, la pratica verrà chiu-sa, tutti deporranno le armi, tutti in vacanza, poi verso fi ne novembre la compagnia di giro politico-sindacal-confindustriale ricomincerà la sce-neggiata per il rifi nanziamento. E così all’infi nito. Una proposta in controten-denza: usiamo questi mesi per studiare una soluzione sistemica, non certo per risolvere il problema (questo è di com-petenza del mercato), ma quantomeno spendere i quattrini in modo intelligen-te. Provo imbarazzo a usare il termine

«politica industriale», avendo vissuto in questi quarant’anni, le oscenità che si sono perpetrate in suo nome, ma sareb-be proprio ciò che, in piccolo e in parte, occorrerebbe fare.

Quella che stiamo vivendo da cinque anni è una crisi di volumi. In questo caso la partita si gioca su due piani. Da un lato, le aziende do-vrebbero abbassare, se fossero brave, in modo più veloce del mercato, il B.E.P. (break-even-point o punto di pareg-gio), dall’altro dovrebbero investire, differenziando prodotti-mercati. Faci-le a dirsi, ma, nella realtà, il giochino è diffi cile, specie per chi non l’ha mai fatto: per esempio, occorre disporre di un management di prima qualità, e azionisti lungimiranti dotati di capitali adeguati. Nel nostro tessuto industria-le medio-grande trovare un’accoppiata del genere, idonea ai cicli di crisi, è impresa quasi disperata (siamo inve-ce ricchi di supermanager mediatici e azionisti focalizzati sui dividendi, non altrettanto sugli aumenti di capitale), mentre nelle piccole-medie aziende molte proprietà tendono a non reinve-stire i risparmi accumulati, ammesso che li abbiano ancora. Diffi cile dare loro torto, con un sistema burocratico-

fi scale come il nostro.Cinque anni di crisi violenta, che

in molti settori sono stati preceduti da un periodo di crisi strisciante, sono stati micidiali per il mondo del busi-ness, per esempio nella possibilità di ri-cupero di determinate professionalità, di reinserimento in processi produttivi che richiedono ritmi di lavoro particola-ri, e così via. Ci troviamo cioè di fronte a fenomeni nuovi e al contempo antichi: come ripensare il «modello azienda» in periodi di crisi strutturali di lungo periodo? Semplifi cando, possiamo af-fermare che il tessuto industriale delle aziende, che in questi cinque anni han-no fatto ricorso alle varie forme di cas-sa integrazione, sono profondamente mutate nella loro natura. Per dirla in modo brutale, alcune possono presto ritornare alla loro normale competiti-vità, ripristinando un nuovo B.E.P. e giocarsi il loro futuro in mare aperto: la crisi per loro sarà stata igiene. Altre invece sono irrimediabilmente morte, le loro proprietà, i loro manager, lo san-no perfettamente, fi ngono di fare piani strategici, di progettare investimenti (che si guardano bene dal rendere operativi), per spostare tatticamente nel tempo la dichiarazione uffi ciale di

morte: poi troveranno un casus belli, per uscire con eleganza e lasciare la patata bollente allo Stato.

Cassa integrazione in deroga si-gnifi ca che i quattrini non li mettono più, come nelle altre «casse», lavoratori e imprenditori. In tal caso era giusto che fossero loro a gestirle, ora non più, questi sono quattrini sottratti alla fi -scalità generale, quattrini di tutti noi, che vanno a peggiorare il nostro debito. Lo scenario è cambiato. Ora dobbiamo sapere che una parte di quei 1-1,2 miliardi sono destinati ad aziende che stanno vivendo un momento dif-fi cile, ma sono in grado di riprendersi, un’altra parte ad aziende tecnicamente morte, anche se sapienti maquillage co-prono il loro defi nitivo pallore cadaveri-co. Continuiamo pure, fi no a dicembre (e non potrebbe essere diversamente) a dare i quattrini della cassa in deroga secondo le regole attuali, ma usiamo questo periodo per affrontare il pro-blema. Mettiamo a punto due istituti diversi. Uno dovrà avere connotazioni economiche ben defi nite (il futuro), l’altro invece esclusivamente connota-zioni sociali (il passato).

[email protected]@editoreruggeri

BISOGNERÀ CAMBIARE MUSICA E DISINTINGUERE FRA LE IMPRESE IN DIFFICOLTÀ E QUELLE DECOTTE

Bravo Saccomanni ad avere trovato i soldi per la cassa integrazione in deroga fino a dicembre. Ma dopo…

DI PUCCIO D’ANIELLO

Munito della sua Panda rossa, sfoggiata anche nel giorno del giuramento al Quiri-nale, il neo ministro per i beni e le attività culturali Massimo Bray si fa notare. Pure quando deve andare al festival cinematogra-fico, mentre rimane intrappolato nel traffico. Arrivando tardi alla kermesse.

***

Alla Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, si sono posti alcune domande: è possibile coniu-gare il ricorso ai derivati finanzia-ri con il buon uso del potere? C’è compatibilità tra la gestione del ri-schio in ambito bancario e assicu-rativo e la gestione di se stessi? Si può parlare contemporaneamente di algoritmi e virtù? Per questo è stato ideato un corso, concepito come un ma-ster e in programma da ottobre a dicembre 2013, che prevede sessanta ore di lezioni sud-divise in otto moduli didattici, attraverso i quali si offrirà una sintesi di contenuti ne-cessari “affinché gli scenari presenti e futuri si aprano davvero su una finanza nuova, che

non riduca l’etica ad un’etichetta, ma la renda criterio costante e sicuro dell’azione econo-mica”. I docenti? D’eccezione: come Ettore Gotti Tedeschi, già alla guida dello Ior. E a chiudere il corso a dicembre sarà lord Brian Griffiths of Fforestfach, vice- chairman di Goldman Sachs: come si legge nel testo dira-mato dall’ateneo, «notoriamente coinvolto nei temi di etica e finanza».

***

Dopo il successo dei primi due libri, dedicati al regno d’Italia e alla re-pubblica, Il progetto editoriale «La lira siamo noi» di Editalia si com-pleta con il nuovo volume Uomini e monete tra le due guerre. L’opera sarà presentata in anteprima al salone del libro di Torino assieme a sei «riconiazioni» delle monete più significative dal punto di vista iconografico, scelte fra i tagli emes-

si in oro e in argento tra il 1922 e il 1936. L’iniziativa di Editalia sta stabilendo record assoluti nel mercato dei libri di pregio: tra il 2011 e il 2012, il volume La lira siamo noi dedicato alla repubblica ha venduto copie per un valore commerciale superiore ai 15 milioni di euro.

INDISCREZIONARIO

Massimo Bray

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7Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N OL’allievo di Aldo Moro, di cui non ricorda lo stile o l’eloquio, è per l’ineleggibilità di B.

Zanda è salito sulle barricatePd e M5S hanno i voti per cancellare B. anche al senato

DI MARCO BERTONCINI

Di f f ici le compren-dere come possano convivere Pd e Pdl, tenendo in piedi un

governo che ha una mag-gioranza numerica inver-samente proporzionale alla propria forza reale. Il colpo inferto ieri da Luigi Zanda con l’intervista al quotidia-no dei vescovi non è soltanto grave in sé, ma testimonia l’insofferenza dei democra-tici nei confronti dei sempre più teorici alleati. Non solo: Zanda è il numero uno del Pd al Senato, quindi è fra quei pochissimi che posso-no, addirittura individual-mente, determinare la vita, la sopravvivenza, l’agonia dell’esecutivo, posto che sot-to di sé ha il gruppo demo-cratico a palazzo Madama.

Con parole che certo non peccano di chiarez-za e che sono lontane mille miglia dall’antico linguag-gio di un Aldo Moro, per citare un politico cui Zanda potrebbe far riferimento, il capogruppo ha escluso la modifica delle intercetta-zioni dal programma di governo, ha rampognato gli interventi ministeriali con-

tro i magistrati, ha sollecitato Roberto Formigoni a dimet-tersi dalla presiden-za della commissione Agricoltura, ha irri-so l’ipotesi del lati-clavio vitalizio per il Cav. Soprattutto, però, è stato secco su una faccenda di non trascurabile peso: «Secondo la legge italiana Silvio Ber-lusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile».

Zanda ha ag-giunto, a scanso di equivoci: «Poi, se vuole una valuta-zione politi-ca, allo-ra sta facendo la domanda alla persona sbagliata: io sono un avversario politi-co di Berlusconi». Non è la prima volta che Zanda pro-pugna l’ineleggibilità di B. In passato, aveva attenua-to l’ipotesi richiamando le cinque precedenti occasioni in cui il Cav era stato di-chiarato eleggibile. Allora, però, non c’era un accordo di governo con il Pdl. An-che per la fonte donde pro-vengono, le minacce sono da prendersi con serietà. Viene, infatti, spontanea,

al ricordo, la disponibilità espressa da Maurizio Mi-gliavacca, poco più di due mesi fa (quand’era il braccio destro dell’allora segretario democratico Bersani), a esaminare favorevolmente un’eventuale richiesta di arresti per Berlusconi.

Logico che da molti esponenti del Pdl siano arrivate reazioni. Quando si dovrà discutere dell’ine-leggibilità di Berlusconi, se non intervenissero dal Pd contrarie indicazioni, non sarebbe impossibile

estromettere il Cav dal Senato, anche a costo di rimangiarsi cinque prece-denti e contrarie decisioni della Camera. Democratici e grillini hanno insieme la maggioranza assoluta, sen-za nemmeno contare Sel. Le affermazioni di Zanda possono apparire come una minaccia rivolta al Pdl: o vi calmate e appoggiate il governo, senza polemiche e senza far guerra alla magi-stratura, o potreste pagarla cara.

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DI DIEGO GABUTTI

Morbidi e accomodanti i berlusconiani, combattiva e nostalgica la sedicente «base» ex e postcomunista. Sono le pro-ve generali della commedia che ciascuno s’appresta a recitare sul palcoscenico del-la crisi italiana. A destra ci si attrezza per apparire, più che moderati, moderatissimi: disposti a ogni sacrificio - compreso il sacrificio supremo: governare con i «comunisti», che non soltanto tramano contro la pro-prietà privata, ma addirittura flirtano con la procura milanese - pur di «far ri-partire il paese». A sinistra si provano i soliti costumi di scena: abiti favolosi, da bestiario (o meglio da sartoria) me-dievale, in parte sinistra classicamente pura e dura, in parte liberaldemocrazia incravattata, in parte antipolitica. Pio-vono coriandoli e squillano le trombette. È Carnevale. A destra Colombina, a si-nistra Arlecchino.

«Antintellettuali rivoluzionari, As-sociazione degli (ASAR). È uno dei gruppi dispersi che, all’inizio del secolo XX, un certo Anglarès, capo carismatico d’una «setta» rivoluzionaria parigina, in-tende convocare nel tentativo d’avviare un processo d’unficazione. Gli altri grup-pi della lista compilata da Anglarès sono: i polisistematici; i co-materialisti fenome-nofili; i medium paralirici; gli antroposofi discordanti; i telepatici dialettici; i disar-monisti plurivalenti; gli spiriti incubofili; i simpatizzanti piatilekiani non riforma-

ti; gli jugoslavi anticoncezionali; i fana-tici indecisi partigiani dell’ultrarosso; i rivoluzionari asimmetrici puri; i polipsi-chici intolleranti; i terroristi antifascisti filomussoliniani d’estrema sinistra; la lega per i barbiturici; i fruttariani anti-poliziotti; i metapsichici non coordinati; il comitato di propaganda della psicanalisi per corrispondenza; i pararchisti sparsi; il gruppo Edouard Salton; i sociobuddi-sti dissidenti; i sindacalisti antimassonici integrali; i rivoltati nullificatori integrali; e trentun gruppi belgi» (Paolo Albani, Di-zionario degli istituti anomali nel mondo, Quodlibet 2009).

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleg-gio, due Maghi di Thomas Mann, o me-glio due Doktoren da film espressionista, non hanno bisogno d’entrare nella par-te. Ci sono cuciti dentro, come Edmond Dantès, il futuro Conte di Montecristo, quando si finge morto per essere gettato in mare dagli spalti del Castello d’If. A differenza dei democratici e dei berlusco-niani, che hanno più anime (e più facce) di quante normalmente ne occorrano a un partito, i grilliti non hanno la chance di cambiare parte. Sono condannati a fare smorfie da film muto, come il Nosferatu di Munau e i poliziotti ciccioni e baffuti delle comiche finali, fino alla fine della le-gislatura e oltre, fino alla fine del mondo, una gag involontaria dopo l’altra.

«Nazionale delle malversazioni, Isti-tuto (INM). Istituto preposto all’esercizio delle malversazioni e attività consimili,

di cui s’auspica la costituzione all’interno d’un progetto di legge sulla tutela dell’Or-dine Pubblico elaborato nel 1969 dall’allo-ra Ministro per le Persecuzioni Indirette, già fautore d’una legge sulla Rimozione dall’Impiegato e la Decelerazione degli Avanzamenti degli Elementi Pertur-batori e Sospetti. […] Nuovi ministeri ed enti poposti dal Ministro: Ministero della Pubblica Estorsione; Ministero per gli Appoggi Politici e Raccomandazioni; Ministero per le Privative e gli Appalti in Concussione; Comitato interministe-riale per il Peculato, la Frode e il Furto; Ente Statale di Favoreggiamento; Cassa per lo Sviluppo dell’Aggiottaggio; Archi-vio delle promesse elettorali; Centro di Prelevamento e Smistamento Fondi; Accademia Superiore d’Aggiornamento sulla Manipolazione dei Bilanci» (Paolo Albani, Dizionario degli istituti anomali nel mondo, Quodlibet 2009).Peccato non ci sia più una parte in com-media per alcuni dei protagonisti della seconda repubblica. Tonino Di Pietro, Gianfranco Fini, i centristi, i rifondatori del comunismo, Antonio Ingroia, Cor-dero di Montezemolo, Italo Bocchi-no. Senza di loro, il cast della commedia italiana s’impoverisce (meno male che a farci ridere, come marziani a Roma, c’è Grillology). Prima o poi li rimpiangeremo (e più prima che poi i seguaci dei due Comici smetteranno di farci ridere… già adesso, anzi, è più la voglia di strozzarli che quella di guardarli mentre s’esibisco-no in parlamento e fuori con una pallina rossa sul naso).

COMBATTIVA E NOSTALGICA INVECE LA BASE EX E POST COMUNISTA. È LA COMMEDIA POLITICA, RAGAZZI!

I berlusconiani si sono truccati da morbidi ed accomodanti

Vignetta di Claudio Cadei

Francia entra uffi cialmente in recessione e, come noi, di-venta “follower” della Gre-cia. A fi ne anno attendiamo la Germania

—RubyCanale5: un fl op. Rub-yLa7: un fl op. Berlusconi non tira più.

—Si mette male. Grillo: la nostra crescita sarà “geo-metrica”

—Grillo: “O noi o il nano”. Due nani fanno un uomo?

—Sono proprio mal messo. Per essere politicamente scorretto ho un’unica op-zione: il 5 per 1000 alla Chiesa Cattolica

—Ecclestone ha pagato una tangente di 44 mld a un banchiere tedesco: siamo dei poveracci anche nelle tangenti. Solo MPS può salvarci

—M a n c i n i c a c c i a t o dal Manchester City per “carenze di approccio oli-stico”. Chapeau Sceicco Mansour.

Riccardo Ruggeri

TWEET

PILLOLE

di Pierre de Nolac

Eduardo diceva che gli esami non fi niscono mai.

Come quellidella commissione europea.

* * *

Papa Bergoglio:«Oggi è in pericolola persona umana».

Ha sentito anche luila requisitoriadella Boccassini.

* * *

Alle isole Egadi è tornata la foca monaca.

Si è sparsa la voceche Berlusconinon è più premier.

* * *

Schettino non chiedeil rito abbreviato.

Vuole restarea bordo del processo.

* * *

Napolitano: «Bisogna rinnovare le istituzioni».

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8 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N OIl vignettista Giannelli sul Corriere confonde un disegno di legge con un decreto legge

I boatos sulle intercettazioniPer molti altri quotidiani ci sarebbe stato un blitz

DI CESARE MAFFI

L’allarme è stato ge-nerale. Il ritorno del disegno di legge Alfano sulle inter-

cettazioni (ora riproposto da Enrico Costa, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia a Montecitorio) è stato interpretato come una dichiarazione di guerra, un siluro alla già periclitan-te nave governativa, una riproposizione delle solite leggi ad personam. Invece si tratta soltanto di un heri dicebamus, di un ritorno là dove si era interrotta la pre-cedente legislatura.

Il Pdl aveva, l’anno scorso, detto, stradetto e ripetuto che il pacchetto della giustizia doveva com-prendere responsabilità ci-vile dei giudici, corruzione e intercettazioni. L’azione del governo Monti, combinata con l’ostilità del Pd e assom-mata alla battaglia campale condotta dalla stampa pro-gressista, paralizzò l’azione dei pidiellini, costringendoli a far passare soltanto la leg-ge sulla corruzione (se ne po-trebbe oggi giovare Filippo Penati, alla faccia dei van-taggi che il Cav cercherebbe sempre per sé) e a vedersi bloccate le altre due leggi.

Ebbene, che altro do-vrebbe oggi fare il Pdl, se non ripartire dov’era stato bloccato nella scorsa legisla-tura? Naturalmente, subito si è avvertita una levata di scudi in casa democratica, per tacere dell’immarcesci-bile Antonio Di Pietro che, dopo la trombatura, deve limitarsi a sbraitare fuori del palazzo. Ancor più rile-vante, però, sono apparsi i contraccolpi che ieri mattina si leggevano sulla stampa. Il Messaggero, quindi un quoti-diano non schierato a priori dalla parte del Pd, parlava di «blitz”, quasi che il depo-sito di un progetto di legge equivalesse all’emanazione di un decreto-legge. «Blitz» era pure la parola usata da Liana Milella, portaban-diera della perenne offensi-va dei republicones contro le riforme della giustizia: il quotidiano di largo Fochet-ti tirava fuori la dizione di «legge bavaglio», snoccio-lando tutte le voci contrarie (ampiamente condivise, va da sé).

Se era logico l’allarme di l’Unità («Intercettazio-ni, la minaccia Pdl»), in toni drammatici, non ci si sareb-be attesi che il Corriere della Sera facesse dell’argomento un tema portante della pri-ma pagina. Fra l’altro una reazione simile appare spro-

positata rispetto al semplice deposito di una fra le cen-tinaia di proposte di legge, nuove e ripescate, che affol-lano in questi giorni d’inizio della legislatura gli uffi ci parlamentari. A conferma-re il rilievo che il Corriere ha inteso assegnare alla faccenda c’è la circostan-za che Enrico Giannelli dedicava la quotidiana vi-gnetta proprio al disegno di legge (apostrofato erronea-mente, ma forse non inge-nuamente, «decreto») sulle intercettazioni, con Silvio Berlusconi suggeritore alle spalle di Angelino Al-fano al telefono con Gianni Letta, sotto il titolo «Ipse dixit». Essendo noto che le stroncature del vignettista irritano il Cav più di molti altri attacchi, c’è da scom-mettere che la circostanza non sia casuale.

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DI GIUSEPPE STAJANO

La notizia della «convocazio-ne» del ministro Anna Ma-ria Cancellieri, da parte del Consiglio superiore della ma-

gistratura, segnala il pericolo di una grave anomalia, qualunque sia l’angolo visuale da cui la si guardi. Se l’iniziati-va, infatti, fosse tesa a sollecitare una presa di posizione del ministro della Giustizia, e, suo tramite, dell’intero governo, sui processi (e le inchieste) a carico di Silvio Berlusconi, essa si collocherebbe senza alcun dubbio fuori di una corretta dinamica delle relazioni tra poteri dello Stato. Non c’è, né potrà mai esservi, una posizione «governati-va» in merito alle – autonome – attività di organi giudiziari, chiunque siano le persone (uomini politici, non meno che comuni cittadini) coinvolti dall’operato di magistrati. È curioso che nessuno lo rilevi, specie quanti sono stati pronti a levare immediatamente voci cen-sorie contro la presenza di esponenti dell’esecutivo, invero, in veste di parla-mentari, se non addirittura di semplici esponenti politici, al comizio svoltosi a Brescia a sostegno della candidatura a

sindaco della città di un appartenente al Popolo delle libertà.Immaginare, infatti, che Anna Maria Cancellieri possa esporre, innanzi al plenum del Csm, una fantomatica li-nea del dicastero che guida (o addi-rittura della compagine governativa di cui fa parte) in merito alle vicende giudiziarie che coinvolgono Berlusconi significherebbe legittimare un’inge-renza ancora più grave di quella che, a torto, si è addebitata ad Angelino Al-fano e agli altri ministri appartenenti al Pdl, in ragione della loro semplice partecipazione ad una manifestazione elettorale.Né, d’altra parte, la presenza del guar-dasigilli innanzi all’organo di governo autonomo della magistratura potrebbe giustificarsi in ragione della necessità di solidarizzare con i magistrati mi-lanesi (e napoletani), oggetto di pre-sunti attacchi da parte di Berlusconi. Il ministro della Giustizia è, infatti, il titolare, con il Procuratore generale presso la Corte di cassazione, del pote-re di avviare procedimenti disciplinari a carico di giudici e pubblici ministeri, sicché, a tacer d’altro, è semplicemente ridicolo pensare che possa (o, secondo

taluno, debba) fornire una sorta di «co-pertura» preventiva al loro operato. Né, infine, l’iniziativa potrebbe essere giustificata, come pure è stato adom-brato, dalla necessità che il Ministro riferisca in ordine ai punti programma-tici che il governo intenderà sviluppare in materia di giustizia. Il Csm non è, in-fatti, una terza camera parlamentare, chiamata a dare il suo placet a iniziati-ve legislative dell’esecutivo in tale am-bito, né tantomeno ad accordargli voti di fiducia. Può solo (ed è, invero, assai dubbia la portata di questo suo potere ) formulare pareri sui testi delle singole proposte di legge di iniziativa governa-tiva, in materia di organizzazione di uffici giudiziari. La convocazione del-la Cancellieri è, dunque, un’abnormità, una tipica espressione di quella tenden-za del Csm. a esorbitare dalle proprie competenze (come dimenticare l’ormai ricca casistica, sul punto, della giuri-sprudenza della Corte costituzionale), alla quale è giunto ormai il tempo che si rimedi, con iniziative tese a ricollocare tale organo nell’alveo assegnatogli dalla Costituzione.

*Avvocato [email protected]

QUESTO LINEA VA CONTRO IL CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLE RELAZIONI TRA POTERI DELLO STATO

Il Csm si ritiene la terza Camera, ma non lo è affatto

Angelino Alfano

DI ISHMAEL

Sul fascicolo dei deportati, racconta Aleksandr Solženicyn, figurava tal-volta la formula: «Da custodire in perpetuo». Si finiva nel Gulag (e ciò

nei casi fortunati, quando si scampava al colpo alla nuca nei sotterranei di qualche sede della polizia politica) per i motivi più incredibili. Comprese le barzellette sui le-ader del partito, racconta sempre l’autore del Primo cerchio e d’Una giornata di Ivan Denisovic.

Morale: se l’Italia, invece d’essere una repubblica borghese, fosse una demo-crazia popolare, come Cuba o la Corea del nord, Silvio Berlusconi (con la sue smanie da barzellettiere) sarebbe già da un pezzo ai lavori forzati. È dunque una fortuna per i suoi persecutori che egli ami il burlesque, e che non disdegni l’infrattamento con le gallinelle (imma-gino le chiami così, come romanzi di P.G. Wodehouse) di più larghe vedute, e nem-meno eviti di dare un colpo di telefono in questura quando una delle sue protette fi nisce nei guai con la polizia, tutte cose che da noi (democratici e popolari abba-stanza) equivalgono a un delitto.

Uno di quei delitti, anzi, che grida-

no vendetta al cielo e offendono a morte la comunità umana: grilliti, OccupyPD e popolo de sinistra. È dunque in virtù del-la sua scarsa virtù, cioè a causa dei suoi sozzi costumi, che il vecchio Ganimede può essere, se non custodito in perpetuo, almeno interdetto in perpetuo dai pub-

blici uffi ci, oltre che condannato a sei (6) anni di galera, come non capita neppure a tutti gli assassini, sia di mestiere che occasionali.

Qualcuno dirà: «Ma guarda: la ri-

chiesta d’interdire la Vecchia Sagoma dai pubblici uffi ci fi nchè campa, somiglia come una goccia d’acqua al proposito, va-gheggiato negli ultimi tempi da post ed ex, oltre che da grilliti e veterobolscevi-chi, di renderlo ineleggibile».

Vero: la somiglianza è innegabile, e an-che un po’ sorprendente. Ma non è che una coincidenza, e honni soit qui mal y pense: l’interdizione perpetua dai pub-blici uffi ci dev’essere la pena che tocca ai potenti quando approfi ttano d’una carica pubblica per evitare alle amichette la pri-gione (benchè i concussi, nel nostro caso, neghino d’essere stati concussi, il concus-sore neghi d’aver concusso chicchessia e nessuno, tanto meno i piemme, o anche solo una escort, fosse presente con un telefonino a fi lmare i fattacci brutti de Villa San Martino).

Come coincidenza, è una bella coin-cidenza, però. È grazie a questa coinci-denza che l’ex presidente del consiglio, scampato alla custodia in perpetuo nel Gulag, dove l’avrebbero sorvegliato a vista gli agenti del KGB in piedi sulle torrette di guardia, rischia in compenso l’addio in perpetuo alla politica attiva e il confi no illimitato in qualche giardinetto d’Arcore, Brianza, guardato a vista dagli altri giocatori di bocce.

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MAH! IL SECONDO OBIETTIVO VIENE RAGGIUNTO CON IL PRIMO

Non ha capito bene se Berlusconi debba essere ineleggibile oppure invotabile

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9Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N OIl ministro della Funzione pubblica apre alla proroga dei contratti di 110 mila precari

Statali, salari fermi fino al 2014D’Alia: le emergenze sono altre, va fi nanziata la CigDI ALESSANDRA RICCIARDI

Risorse per rinnovare i contratti non ci sono. Gianpiero D’Alia, ministro della Fun-

zione pubblica, vicepresiden-te vicario alla camera del gruppo di Scelta Civica per l’Italia in quota Udc, carica che abbandona con l’ingresso nel governo di Enrico Letta, precisa: «Nostro malgrado, non potremo rinnovare i con-tratti del pubblico impiego, il blocco previsto dal decreto Monti fino al 2014 purtroppo resta», dice D’Alia su uno dei temi più delicati del prossimo confronto con i sindacati, che già stanno pressando per un cambio di rotta. E annuncia i primi dossier del suo man-dato: un pacchetto di Sem-plificazioni da presentare a uno dei prossimi consigli dei ministri («avranno un impat-to immediato sulle imprese») e una ipotesi di proroga dei contratti in scadenza a luglio che interessano oltre 110 mila precari pubblici. La filosofia è chiara: «Lavoreremo sulle emergenze».

Domanda. Che farete sul decreto Monti, che è al parere delle commissioni parlamentari e che blocca i contratti pubblici e au-menti fino al 2014? Sarà modifi cato?

Risposta. Trovo giusta la rivendicazione di sbloccare i contratti, di dare aumenti a chi ha gli stipendi fermi dal 2009. Purtroppo le condizioni economico-fi nanziarie non ci consentono di riaprire la fi ne-stra dei contratti prima del 2014. Nostro malgrado, sia-mo costretti a confermare lo stop del decreto. Sì invece a un confronto sul futuro, ci si può

lavorare per riconoscere la dignità e la qualità dei lavoratori pubblici.

D. Salari fermi men-tre l’infl azione cresce. Certo non si può pen-sare che così aumenti-no i consumi...

R. Siamo tenuti a essere realistici, è un fatto di responsabilità. Dobbiamo far quadrare i conti e concentrare le risorse disponibili sulle emergenze più scottanti, come la copertura per la cassa integrazione, per dare una risposta a chi non ha più un lavoro. Lo stesso motivo per cui è giusto trovare una solu-zione per quei 110 mila lavo-ratori pubblici precari ci cui contratti scadono il prossimo fi ne luglio e che rischiano di andare tutti a casa.

D. Una proroga? R. I precari sono un’emer-

genza a stretta scadenza e con grande realismo dobbiamo oc-cuparcene.

D. La Cgil chiede un per-corso di stabilizzazione, anche per dare il segnale della discontinuità rispet-to al governo Monti.

R. Innanzitutto va supera-ta l’emergenza di luglio, poi si vede cosa realisticamente si può fare. Purtroppo le risorse sono quelle che sono.

D. Durante il governo Berlusconi, i dipendenti pubblici sono stati spesso additati come fannulloni che frenano la crescita economica del paese. An-che su questo i sindacati chiedono un cambio.

R. Incontrerò i sindacati la prossima settimana per chia-rire le priorità. Ma dico già da adesso che uno dei livelli d’in-

tervento del mio ministero sarà riconciliare il rapporto tra pub-blico e privato, evitando quelle generalizzazioni che coinvolgono in un giudizio indiscriminato tutti i dipendenti pubblici.

D. Intanto i tempi di attesa perché un inse-diamento pro-duttivo apra, perché un’im-presa possa la-vorare, restano

ancora alti.R. Stiamo esaminando un

pacchetto di Semplifi cazioni da portare a uno dei prossimi consigli dei ministri, in attua-zione di quanto previsto già dal governo Monti. Lo stiamo facendo in tandem con i vari ministeri coinvolti per cui non anticipo nulla, ma avrà un im-patto diretto sulle imprese.

D. Anche la legge Anti-corruzione fatta dal gover-no Monti va attuata.

R. É l’altro fi lone di inter-vento, daremo all’Anticorru-zione le gambe per camminare, a partire dal Piano nazionale da trasmettere alla Civit.

©Riproduzione riservataGianpiero D’Alia

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Troppe fibrillazioni, troppe chiacchiere. Da parlamentare navigato, Beppe Fioroni, ex ministro dell’istruzione del governo Prodi, parla-

mentare del Pd, avverte i navi-ganti della strana maggioranza: «Il governo rischia di andare a sbattere». Ovvero, per dirla con una battuta: «Una schermaglia al giorno leva... il governo di tor-no», ridacchia Fioroni, che nella vita privata è medico.

Domanda. Sulla giustizia si è riacceso lo scontro tra Pd e Pdl, le dichiarazione di fuo-co si inseguono da un fronte all’altro.

Risposta. Servono fatti per un paese in crisi nera e vanno fatti in silenzio e anche in fretta, invece si parla e troppo.

D. A chi si riferisce?R. A tutti.D. Anche a Luigi Zanda, che è tornato

a ribadire l’ineleggibilità del Cavalie-re?

R. Quando dico tutti, dico tutti, anche Zanda. E un giorno l’ineleggi-bilità, un altro le intercettazio-ni… insomma si va a sbattere, è solo un modo per farsi del male.

D. Sembra un governo un po’ esaurito. E non ha approvato ancora neanche un provvedimento…

R. Stiamo dando l’idea che ci siamo già pentiti dell’allean-za di governo, non è serio. Se non saremo capaci di risolvere i problemi del paese, gli italia-

ni penseranno solo che è stato un errore non aver fatto altro!

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AVVISO AI NAVIGANTI DELLA STRANA MAGGIORANZA. COMPRESO ZANDA

Fioroni (Pd): si chiacchiera troppoIl governo così rischia

Beppe Fioroni

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10 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N OLo dice l’economista Carlo Andrea Bollino autore di un Appello con Paolo Savona e altri

L’Europa deve essere ripensataBce più libera di operare e più potere al parlamento Ue

DI MICHELE PIERRI*

La crisi che attraversa l’Europa mina certezze consolidate e rischia di mettere a repen-

taglio il futuro delle nuove generazioni.L’aggravarsi delle condizioni economiche dell’area euro costituisce or-mai un bollettino di guerra al quale si sommano ogni giorno nuovi feriti: Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Ir-landa e forse Italia.Come impedire che anche il nostro pae-se vada alla deriva, trascinando con sé, come le ultime pre-visioni fanno ipotiz-zare, anche Francia e Germania? Una risposta ar-riva dall’Appello per un nuovo trattato europeo, un manifesto ideato dall’economista Paolo Savona, aperto a tutti e sotto-scritto in prima istanza da un gruppo di economisti, intellet-tuali, studiosi e giornalisti.

Fra i promotori anche l’eco-nomista Carlo Andrea Bol-lino, che in una conversazione spiega perché ripensare l’Eu-ropa è non solo possibile, ma anche essenziale.

Il ruolo della Bce- Per il professore ed economista, tra le migliorie necessarie c’è una radicale ridefi nizione del ruolo della Banca centrale europea. «Siamo convinti che la Bce non debba preoccuparsi solo di in-fl azione, ma anche di sviluppo. Deve, come le altre banche,

avere la possibi-lità di stampare moneta e fi nanzia-re politiche espan-sive. Ciò deve ov-viamente passare da una revisione di alcuni tratta-ti, tra cui quello di Maastricht». Su quale assunto economico si pog-gia questa tesi? «Prendiamo in esame il periodo

in cui la situazione europea si è aggravata. Negli stessi anni, tre aree economiche assimila-bili alla zona euro, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, cre-scevano grazie a un uso della leva monetaria e a un aumento degli investimenti. In Europa si è fatto esattamente l’opposto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Misure straordinarie- Non sfugge a Bollino una del-le principali obiezioni mosse

dai falchi del rigore: come la mettiamo con i conti pubbli-ci? «Nel nostro manifesto non chiediamo che si metta in di-scussione la strada intrapresa di risanamento delle fi nanze, ma riteniamo che le regole attuali vadano bene in un mo-mento di crescita, Per un perio-do straordinario come questo, nel quale siamo impantanati in una severa recessione, l’uni-ca strada per uscirne è quella di adottare misure che possano dare uno shock a un’economia bloccata».

Una nuova rappresen-tanza - Quanto immaginato dal manifesto contro l’austeri-tà nasce anche per porre rime-dio ad alcune anomalie di ca-rattere rappresentativo, come quella che vede la Commissio-ne europea non eletta dai cit-tadini. «Crediamo fortemente», dice Bollino, «in un impianto legislativo europeo che tenga conto del principio No taxation without representation. Ora assistiamo all’opposto, con un Parlamento europeo che viene votato, ma non ha possibilità di portare le istanze dei citta-dini. Anche ciò deve mutare se vogliamo un’Europa più coesa, prospera e giusta«, conclude l’economista.

* da formiche.net

DI MASSIMO TOSTI

Serpeggia il panico nel Pd: è vero che Romano Prodi progetta di stracciare la tessera?, si domandano ango-sciati molti dirigenti, pensando all’ipotesi di restare orfano dell’unico leader che si è dimostrato capace di battere in campo, sul terreno elettorale, l’odiato Cava-liere. È vero che adesso ci sono i rottamatori (Matteo Renzi), i giovani presidenti (Enrico Letta), quelli che votano sempre contro (Pippo Civati), i giovani turchi, le fan-ciulle battagliere (la Puppato e la Serracchiani) e persino i vecchi sindacalisti autorevoli e navigati (Guglielmo Epifani). Ma il vecchio capo dell’Ulivo è giudicato da molti insostituibile, alla faccia del ricambio genera-zionale e dell’esigenza di elimi-nare la vecchia nomenclatura. Prodi è considerato da molti più un amuleto che un leader: sol-tanto con lui al comando, il Pd si è preso qualche soddisfazione contro il centrodestra. Ma adesso il portafortuna è veramente ir-ritato con il partito che lo ha tradito (la colpa è di 101 franchi tiratori anonimi) che lo hanno impallinato nel secondo round (il primo aveva avuto come protagonista, altrettanto tradito, Franco Marini) della partita per il Quirinale. E fra le doti di Prodi manca del tutto (o almeno così è sembrato fino ad oggi) lo spirito sportivo e il sense of humour che consentono di accettare se-renamente una sconfitta. Interpellato personalmente a Bruxelles, l’interessato ha fornito risposte evasive (“sono indiscrezioni, lasciate che i giornali scrivano...”, ha replicato ai giornalisti che lo assediavano) che non hanno certo rincuorato i dirigenti del Pd, afflitti dalla nostalgia per i bei tempi. La nostalgia è giustificata dalla crisi spaventosa nella quale è piombato il partito, che continua a guardare al passato e a sperare nella “riserva”, cioè i vecchi pen-sionati capaci, ai tempi loro, di stimolare l’orgoglio di appartenenza. Prodi è uno dei protagonisti di quell’epoca, insieme a Massimo D’Alema, Walter Veltroni e, persino, Ste-fano Rodotà (sono in tanti a ritenere che sia stato un errore gravissimo quello compiuto da Pierluigi Ber-sani quando ha rifiutato di accettare l’indicazione del Movimento 5 Stelle in favore del giurista, ex presiden-te del Pds). E la nostalgia rappresenta la controprova dell’anima essenzialmente conservatrice dei militanti del partito, quelli che guardano come un alieno Matteo Renzi (che non parla la vecchia lingua del Pci) e come un infiltrato il nipote di Gianni Letta, il consigliere più ascoltato di Silvio Berlusconi. E Renzi, unico au-tentico riformista del Pd, è chiamato a riflettere sulla fisionomia degli elettori (soprattutto quelli del prossimo congresso del partito, prima ancora che quelli per le future elezioni politiche). Renzi è un candidato “anglosassone” (sia negli States che nel Regno Unito, i candidati premier vengono scelti sempre borderline, cioè prossimi alla linea di divisione della formazione opposta, in modo che possano catturar-ne i voti degli insoddisfatti) che ha riscosso più simpatie fra i simpatizzanti del centrosinistra che fra quelli della propria fazione. Le sue idee riformiste possono favorirlo (come dicono tutti i sondaggi) in una battaglia elettorale con un Pd Silvio-dipendente, ma non ne agevolano certo la scalata al vertice del Pd. È consapevole di questa debolezza interna, e se ne è già fatto una ragione. Sa che, oggi, rischia di perdere nel confronto con Enrico Letta. Ed è chiamato a decidere che cosa farà da grande, se il terreno continua ad essere quello sdrucciolo della nostalgia.

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TEMONO CHE PRODI NON RITIRI LA TESSERA

Fra i Pd un dubbio: è meglio dire largo ai vecchi?

Romano Prodi

Carlo Andrea Bollino

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11Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N ONel resto della Ue, dopo l’avvento della moneta unica, i disoccupati sono aumentati a dismisura

L’euro ha dato lavoro ai tedeschiLa Merkel può affermare di aver creato un milione di posti

DI FRANCO ADRIANO

L’avvento dell’euro è indissolubilmente legato all’aumento della disoccupazio-

ne con l’unica eccezione del-la Germania. Un fenomeno su cui non ha inciso la lunga crisi economica partita nel 2008. L’Istituto Vilfredo Pa-reto ha comparato il tasso di disoccupazione dei pae-si dell’area Euro, dei paesi della Ue e quelli europei extra Ue dal 2002 al 2013, calcolando l’incremento per-centuale sull’intero periodo e durante la crisi dal 2008 al 2013. «Ciò che salta imme-diatamente agli occhi», spie-ga il direttore Bruno Poggi, «è che nei paesi dell’Euro la disoccupazione aumenta di più che negli altri paesi europei. E in quelli della Ue aumenta di più che in quelli extra Ue. Un fenomeno che prescinde dall’ampiezza del debito pubblico dei singoli paesi e che riguarda tutti, ad eccezione della Germania che vede ridursi il numero dei disoccupati».

In particolare l’Italia è passata da un tasso dell’8,6 del 2002 all’11,2 del 2013 (con un incremento percen-tuale del 119,1%). All’inizio della crisi, nel 2008, il tasso di disoccupazione era del 6,7, dunque l’incremento percentuale rispetto al dato attuale è del 167,2%. Nello stesso periodo l’incremento medio dei paesi dell’area Euro, esclusa la Germania,

è del 203%. Quello degli al-tri paesi Ue, come per esem-pio Gran Bretagna, Svezia, Polonia, è del 183%. Il dato dei paesi extra Ue, come per esempio Russia, Turchia e Svizzera, è del 139%. L’Unio-ne europea non fa bene al la-voro e dove c’è l’euro è ancor peggio.

Tuttavia è la Germa-nia di Angela Merkel, in un quadro generalmente negativo per l’area Euro, a presentare un risultato in

controtendenza. Dal 2002 al 2013 è passata dall’8 al 5,4 facendo segnare l’uni-co decremento (-27%) della disoccupazione presente in classifi ca. Una performance che non ha subito gli effetti della crisi: il tasso nel 2008 era del 7,8, dunque i disoc-cupati in Germania negli ul-timi cinque anni sono calati del 31,8%.

Tra le altre compara-zioni effettuate nello stes-

so studio particolarmente significativa è quella sul rapporto disavanzo/pil che aumenta per tutti i paesi Ue, ma coloro che hanno adottato l’euro (Germania compresa) vedono un incre-mento decisamente maggio-re. L’Italia risulta essere, tra i grandi paesi, quella che si è dimostrata più virtuosa su questo parametro. Un moti-vo in più per chiedere una rifondazione dell’l’Europa come sta chiedendo a gran

voce il premier britannico David Cameron e che verrà richiesta dalla Francia fi nita uffi cialmente in recessione. Anche perché se oggi i pa-rametri di Maastricht fos-sero applicati alla lettera, l’Unione europea sarebbe composta da Finlandia, Da-nimarca, Svezia, Lussem-burgo, Estonia e Bulgaria. «Praticamente una Scandi-navia allargata e nulal più», conclude Poggi.

© Riproduzione riservata

da BerlinoROBERTO GIARDINA

L’ indice Dax dopo aver su-perato per cinque giorni il suo record, riprende fiato, ma le previsioni ri-

mangono sempre rosee. Un rialzo provocato dai bassi tassi di inte-resse che spingono gli investitori tedeschi in borsa, anche i piccoli risparmiatori. Ma la spinta decisi-va arriva dall’estero. La Germania viene vista come un porto sicuro, forse l’unico in Europa. Un´analisi della Ernst & Young per l´anno 2012, dimostra che il 58 per cento del pacchetto azionario delle 30 società quotate nel Dax si trova in mano a investitori stranieri (nel 2005 si era al 44), contro il 37 detenuto da tedeschi. Non è stato possibile accertare a chi appartie-ne il resto delle azioni. «A volte si ha l’impressione che ormai solo la sede di alcune società sia rimasta in Germania», commenta con iro-nia Die Welt.

«La Germania è vista come l´unica vincitrice nell’attuale cri-si dell’euro», osserva Martin Ück, della banca svizzera Ubs , «ameri-cani e giapponesi sono sempre più attratti da Francoforte». E nel 2012 ha influito anche la politica condotta da Mario Draghi alla Banca Europea, che è riuscita a dare nuova fiducia nella mone-ta europea. Le azio-ni tedesche vengono privilegiate da grandi investitori come fondi internazionali, ban-che, fondi pensione e assicurazioni.La quota “straniera” nelle grandi società tedesche non è omoge-nea. Arriva a una punta dell´81 per cento nella Deutsche Börse, al 77 alla Merck, al 75 all’Adidas, il 72 alla Bayer, il 68 alla Allianz, il 67 alla Daimler, il 63 alla Eon, scende al 43 alla VW, al 24 per la Henkel,

e al 31 per la Bmw.

Gli investitori non si limitano a incassare dividendi, e a puntare

sul rialzo dei titoli. Co-minciano a dire la loro sulle decisioni interne, come è avvenuto di re-cente alla Lufthansa per la nomina del nuo-vo capo del consiglio di sorveglianza. L’ameri-cana società di con-sulenza Institutional Shareholder Services (ISS) ha sconsigliato gli azionisti stranieri di appoggiare la no-mina di Wolfgang Mayrhuber, ex capo del Vorstand. Un pas-saggio che è quasi la norma in Germania.

La pressione sulla compagnia di bandiera è stata notevole, anche se gli stranieri detengono “solo” il 34 per cento delle azioni. Mayrhu-ber, secondo gli americani, aveva troppi mandati in diversi consigli

di sorveglianza per poter svolgere il suo lavoro.

La quota estera è forte anche nelle grandi banche: alla Commer-zbank siamo al 42, alla Deutsche Bank si arriva al 55 per cento, e non è un caso che gli ultimi capi non siano stati tedeschi. Allo sviz-zero Ackerman, che a suo tempo fu appoggiato dalla ISS, è seguito ora l´angloindiano Jain. Un tem-po, la prima banca tedesca svolge-va anche una politica influenzata dagli interessi nazionali. Alfred Herrhausen era un amico perso-nale del cancelliere Helmut Kohl, e lo consigliò per giungere all´unità tedesca, senza badare ai profitti immediati. Infatti fu ucciso dai ter-roristi della Baader Meinhof. Oggi la Deutsche Bank risponde agli azio-nisti sparsi in tutto il mondo. «Una situazione che dimostra quanto le società tedesche siano apprezzate in campo internazionale,” commen-ta con orgoglio Martin Steinbach della Ernst & Young.

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IL 58 PER CENTO DEL CAPITALE DELLE 30 SOCIETÀ QUOTATE NEL DAX È DETENUTO DA INVESTITORI ESTERI

Imprese tedesche sempre più in mano agli stranieri

Angela Merkel

Portogallo 4,2 17,5 426,8

Irlanda 4,2 14,1 361,5

Cipro* 4,2* 14,2 338,1

Lussemburgo 2,1 5,7 300,0

Olanda 2,5 6,4 278,3

Spagna 10,7 26,7 254,3

Grecia 10,9 27,2 254,2

Slovenia* 6,5* 9,9 162,3

Austria 4,1 4,7 138,2

Belgio 7,5 8,2 132,3

Francia 8,4 11 131,0

Italia 8,6 11,2 119,1

Malta* 7,8* 6,5 92,9

Finlandia 9,1 8,2 89,1

Slovacchia* 18,3* 14,5 75,5

Estonia* 9,1* 9,4 69,1

Germania 8 5,4 -27,0

Media paesi Euro 201**

Ungheria 5,6 11,2 189,8

Danimarca 4,7 7,2 180,0

GB 5,1 7,8 152,9

Svezia 5,8 8,4 142,4

Lettonia 12,8 14,3 110,9

Romania 9 6,7 -1,5

Rep.Ceca 7,6 7,3 -11,0

Lituania 14,9 13,1 -22,9

Bulgaria 19,2 12,6 -31,9

Polonia 19,4 10,7 -37,4

Media paesi UE 117

Incremento disoccupati dal 2002 al 2013 nell’area Euro e paesi Ue

* = Paesi entrati nella UE nel 2004 ** = esclusa la Germania

2002 2013 Incremento % 2002 2013 Incremento %

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12 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N OLa fondazione Ermitage di Ferrara, gemellata con il museo di S.Pietroburgo, chiude i battenti

Due milioni per non fare nullaTrascinati nella pessima fi gura, Napolitano e Prodi

DI GOFFREDO PISTELLI

Una dèbacle politica e culturale, una pes-sima figura con la Russia, coinvolgendo

anche il presidente della Re-pubblica, Giorgio Napolitano («un’apertura che conferma il respiro internazionale di Fer-rara e il suo ruolo privilegiato nella cultura europea» , disse all’inaugurazione), di Roma-no Prodi (allora presidente del consiglio, che firmò un protocol-lo d’intesa con Vladimir Pu-tin), di Francesco Rutelli che era ministro dei Beni cul-turali («giusto riconoscimen-to a una città che ha molto accresciuto la capacità di va-lorizzare il suo patrimonio storico artistico»), di Dario Franceschini, par-lamentare Pd ferrarese («sono orgoglioso del sostegno delle istituzioni del Paese alla stra-ordinaria iniziativa»). I conti in-dicano 2 milioni di euro pubblici buttati al vento, non poca cosa in questi tempi di spending re-view e di tassazione esorbitante. Una vicenda che ha dell’incre-dibile e infatti è già rimbalzata anche sulla stampa russa, fa-cendo fare all’Italia una figura davvero peregrina.

Si tratta della fondazione Er-mitage (nel nome, italianizzato,

è scomparsa l’h), che doveva es-sere la prestigiosa succursale italiana del blasonato museo russo. Per ospitarne la sede si fece avanti Ferrara, con l’allo-ra sindaco Pd, Gaetano Sa-teriale, che indossò nel 2007 la fascia tricolore e via con le cene uffi ciali, i viaggi, i brindisi all’amicizia italo russa, l’arrivo di Napolitano, il plauso di Pro-di, che dai tempi di Nomisma ha rapporti stretti con le auto-rità russe, non invitato (per sua fortuna) Silvio Berlusconi, amico di Putin ma pur sempre leader del partito in opposizione

al Pd, che invece vo-leva (e ha) messo il m a r c h i o sull’opera-zione, con giornalisti a r r i v a t i

da tutt’Italia e non solo. Ecco come descriveva la festa, la so-litamente compassata Pravda online: «A Ferrara verrà aper-ta una fi liale dell’Hermitage, la notizia è stata resa nota in questi giorni da parte della di-rezione del museo di San Pie-troburgo con una nota, nella quale viene specifi cato che la sede uffi ciale della fi liale ita-liana verrà ospitata nell’edifi cio ritenuto il simbolo di Ferrara, e cioè il castello Estense…. Nella fi liale italiana dell’Hermitage avranno periodicamente luogo mostre di pezzi d’esposizione

delle collezioni di uno dei più famosi e importanti musei del mondo…. Ricordiamo inoltre che l’Hermitage dispone già di fi liali aperte in precedenza a Londra, Amsterdam, Los An-geles, Las Vegas e Kazan».

Bello, no ? Solo che nel 2013 ci si è accorti che in sei anni solo una mostra ( G a r o f a l o , pittore locale del 400) è sta-ta realizzata e che il giochino prosciuga le casse pubbliche. Allora con buona pace di Na-politano, addio russi. È arriva-to l’imbarazzato annuncio in consiglio comunale: si vende la sede (palazzina Giglioli: era stata restaurata per ospitare gli uffici, spendendo 700 mi-lioni di euro, mentre la sede di rappresentanza era stata rica-vata in una sala affrescata del castello) e si chiude (licenziati i direttori scientifi ci Irina Arte-mieva e Francesca Cappel-letti). Motivo? La Provincia, già mezza morta, non sborsa più un quattrino mentre era stata tra le promotrici, le fondazioni hanno declinato l’invito, la Re-gione ha risposto picche seppur in modo schizofrenico poiché aveva stanziato 30 mila euro nel 2010, il Comune rimasto solo si arrende. In più l’onore-vole Franceschini era riuscito a fare arrivare dallo Stato un

fi nanziamento triennale di 750 mila euro ma quando si è trat-tato di rinnovarlo ha sbattuto contro l’austerity del ministero dell’economia.

Insomma, era stato costru-ito un megaprogetto coi piedi

d ’ a r g i l l a , roba da di-lettanti allo sbaragl io. Con l ’ag-gravante di avere messo in vetrina le più alte ca-

riche dello Stato e coinvolto il grande museo russo in un’ope-razione senza respiro.

Il nuovo sindaco, Tiziano Tagliani, anch’egli Pd, s’è ac-corto che «il Comune non può reggere l’inte-ro peso della fondazione». Gli fa eco l’as-sessore alla cultura, Mas-simo Maisto: «Ermitage è arrivata in città sei anni fa, parliamo di un’altra epoca. Oggi le priorità sono altre». Mentre il presiden-te della Provincia, Marcello Zappaterra, conclude. «Se nessuno ci mette i soldi non si può rimanere aperti».

A San Pietroburgo l’hanno presa male. Durante l’ultima visita il direttore del museo, Michail Borisovich, aveva elogiato la fondazione: «È un

centro che organizza moltepli-ci attività in campo culturale e artistico. A noi piace defi nirlo in modo uffi cioso una accademia russo-italiana». È rimasto di stucco quando ha appreso nei giorni scorsi che la fondazione viene cancellata con una de-libera del consiglio comuna-le. Il coordinatore locale del Pdl, che è anche consigliere comunale, afferma: «È surre-ale che una decisione di tale rilevanza sia stata trattata così in camuffa, pochi minuti in consiglio comunale, come per un buco su una strada di periferia». Gli appelli agli amici di ieri, da Prodi a Rutel-li, sono caduti nel vuoto. Pas-sata la festa, gabbato lo santo. E nessuno col rimorso di quei

2 milioni di euro butta-ti al vento. Per il Pd del ferra-rese Fran-ceschini si t ratta d i uno smacco

formidabile, tanto che sta cer-cando di rifi lare il cerino ac-ceso a un collega di partito, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. Anziché mandarli a casa, i russi sarebbero dirot-tati in laguna. Ma Orsoni per ora resiste: vorrebbe fare un piacere ai suoi amici piddini ferraresi ma anche le casse del suo Comune languono.

© Riproduzione riservata

DI GIANFRANCO MORRA

E se domani perdessi te / avrei perduto il mondo intero / sen-za di te”, urlava Mina in una struggente canzone del 1964.

Un refrain ripreso nel titolo di un breve e ben scritto libro di Walter Veltro-ni, appena edito (Rizzoli): “E se noi domani”. Anche lui non riesce a vi-vere senza il partner, il partito della sinistra. Cercò più volte di rilanciarlo, ma con scarso successo. Ora esclude di ritentarlo direttamente, vuole es-sere solo un padre nobile, uno stra-tega più che un generale, un vecchio zio un po’ rottamato che indica una strada ai giovani.

Un libro che cerca di fotografa-re “L’Italia e la sinistra che vor-rei”: a metà strada tra un ripetitivo “remember” e un visionario “yes, you can”. Walter lo presenterà domeni-ca alla Fiera del libro di Torino, in un luogo scolpito nella sua memoria, il Lingotto, da dove nel 2007 partì il suo viaggio infelice verso il governo. Poche ore dopo salirà sul palco Renzi, anche lui con un instant book: “Oltre la rottamazione” (Mondadori). Di rot-tamazione, di tutto e di tutti, Matteo è vissuto a lungo. Anche di Veltroni: “i suoi maggiori successi? come roman-ziere”. Ma ormai da rottamare, nel Pd,

non c’è rimasto niente, dovunque crepe e macerie, occorre ricostruirlo, magari usando anche i vecchi mattoni. Occorre andare “oltre”.

Dunque mentre Epifani ripara il telaio, dove verrà tessuta la tela del nuovo abito del Pd, i cavalli di razza si

scaldano per la corsa. L’era della rot-tamazione appartiene al passato, bi-sogna guardare in avanti. E Veltroni lo fa coraggiosamente, con una prosa a metà fra romanticismo e utopia. Non senza risentimenti e moderate vendet-te: anche se non fa mai nomi, i “cattivi”, come D’Alema e Bersani, si mostrano spesso dietro le parole.

Con schiettezza, Veltroni ricono-sce la crisi del Pd: un partito che si

è seduto su se stesso ed è ora incapace di ogni innovazione; si dice “riformi-sta”, ma non sa fare una sola riforma; continua a chiamarsi “progressista”, quando invece è divenuto conservato-re; si vanta della sua unità, mentre è lacerato da divisioni e personalismi; gli

iscritti fuggono e i giovani mancano. Per non dire della nuova classe di-rigente, che sta crescendo: “giovani politici di professione preoccupati solo della loro carriera, non importa in nome di quali idee”. Del resto lo sfacelo del Pd (“assemblaggio di due mezze mele”) è evidente nelle cifre della “più grande sconfi tta elettorale della sinistra”: Berlusconi ha perso sette milioni e mezzo di voti, ma non uno solo è andato a sinistra; la quale, anzi, ne ha persi tre e mezzo, quasi tutti confl uiti nel M5S.

Che cosa proporre, dunque? Una società in grado di rifi utare sta-

talismo e individualismo, i cui modelli Veltroni vede in Obama e nella Bonino: una sinistra, dunque, fortemente radi-cale, che sappia continuare le grandi imprese del passato: la resistenza, la rivolta del Sessantotto, la conquista del divorzio, aggiungendovi la cittadinan-za agli extracomunitari e il matrimonio “fra persone che si amano, non importa il loro sesso”. Una sintesi, dunque, di tutto il riformismo laicista, già tenta-

ta dall’Ulivo: moderati, laici, cattolici “aperti”, liberali, ambientalisti. Veltro-ni è un sentimentale: al suo album di fotografi e, oggi davvero sbiadite, non rinuncia. E lo intitola con tre roboanti parole: responsabilità, che implica una riduzione dello statalismo, un welfare state in parte privatizzato; comunità, ossia un solidarismo laico, che fa prevalere sull’egoismo corporati-vo la responsabilità sociale, anche ser-vendosi della comunicazione in web; eguaglianza delle opportunità: ossia un eguale punto di partenza per tutti, immigrati compresi, che vanno integrati concedendo la cittadinanza, in quanto per Veltroni sono una ric-chezza per il nostro paese (società della inclusione).

Sono pagine dotate di un forte pathos etico-politico, anche se un po’ sentimentali e lacrimogene. Idee comunque generiche e, in fondo, piut-tosto vecchie, simili a quei racconti che i reduci della guerra raccontavano agli amici: “quando ero in trincea…”. Proposte dolciastre ma fragili, che difficilmente potranno contribuire a far uscire il Pd dalle sabbie mobili. L’ex-sindaco di Roma commuove ma non convince. Ci riuscirà, nel libro che leggeremo la prossima settimana, il po-strottamatore sindaco di Firenze, così realista e anche un po’ cinico?

DOVE, DICE VELTRONI, I GIOVANI DIRIGENTI SONO PREOCCUPATI SOLTANTO DELLA LORO CARRIERA

Pd, un partito riformista che non ha mai riformato nulla

Vignetta di Claudio Cadei

ailmmszga

All’inaugurazione c’erano tutti i big.

L’inumazione inveceè avvenuta nell’ombracercando il silenzio

In sei anni di attivitàè stata fatta solo una mostra con un pittore

locale del 400, un certo Garofalo

2etPdrctu

Licenziati i due diret-tori scientifi ci,

si cerca di vendere la palazzina Giglioli: 700 mln di restauro

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13Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 MaggiP R I M O P I A N O

Badanti fashion in riva al lago

Lungolago di Como, ore 11 e 30. Sul marciapiede an-tistante la palizzata-scempio che da (troppo) tempo nasconde alla vista dei cittadini e dei turisti uno dei panorami più belli del mondo, mi trovo a rallentare dietro a due donnone di mezza età con un marcato accento dell’est Europa. «Tocca, tocca», dice quella più agèe «è una vera Gucci, questa. L’ho obbligato: o me la prendi originale o non mi vedi mai più». L’altra abbozza e tende una mano per constatare. Le dita indugiano sulla pelle e sul logo. «Si sente, si sente», è il responso. Le due, quindi, si avviano con calma verso l’elegante bar all’angolo in cerca di un posto al sole.

Tosca Conti – Milano

Per la Boccassini pari dignità?

Mi sbaglierò, ma dalle riprese televisive mi è parso proprio che Ilda Boccassini, ben noto p. m. nel proces-so Ruby, abbia alle proprie spalle un’ampia, comoda e imponente poltrona in pelle. Buon per lei, e nulla d’irregolare, va da sé. Però però… Mi è parso, sempre dalle riprese televisive, che le poltrone sulle quali si assidono i difensori siano meno ampie, meno comode e meno imponenti. Se così fosse, sarebbe una palese violazione del principio di pari dignità fra accusa e difesa, cardine del nuovo processo italiano. La pari di-gnità non si valuta soltanto dalla vicinanza dei banchi di accusa e difesa, parimenti distanziati dai giudici (terzi), ma altresì dall’eguaglianza dei banchi stessi. Mi pare che questa eguaglianza nell’aula milanese non si sia realizzata.

Gianni Boledi – Bologna

Rivoluzione civile? Mi mancano i pomodori

La Rivoluzione Civile? La facciamo mettendoci in fe-rie. Perché solo così, con la nostra assenza, serviamo il popolo sovrano. Specie se facciamo i magistrati; cioè quelli che lo stato vaccina, strapagandoli, per far rispettare le leggi, scansare le corruttele e mo-strare il buon esempio a chi giudica. Deve aver pen-sato questo Antonino Ingroia da Palermo, che mai ha potuto digerire il trasferimento ad Aosta deciso dal Csm. Così, un minuto dopo aver preso possesso dell’ufficio, il magistrato si è messo in ferie. Fino al 20 giugno. E io pago! In Valle, tra le vette, non crescono pomodori buoni da lanciare. Ma patate si. Pagherò anche quelle.

Michelle Villettaz – Bionaz (AO)

Papa Bergoglio piace ai twittaroli, ma…

Ci manca solo che comincino a chiamarlo il «compagno Francesco». Papa Bergoglio, su Twitter, è diventato la star di politici, maitres à penser, intellettuali ex or-ganici della sinistra. Piace, piace da matti, e tutti lo quotano (lo citano cioè) e lo rituittano (lo rilanciano) a destra e a manca. Passate le prime ore, per cui pen-sarono di farlo diventare il cappellano della dittatu-ra argentina, alcuni postando (cioè pubblicando) foto improbabili di un signore poco somigliante e che oggi avrebbe 90 anni, il romano pontefice esalta oggi la gauche tuittarola. Piace la sua semplicità di modi, le sua critica, neppure troppo velata, allo Ior, alla curia. Oggi, per esempio, impazza la sua critica all’evasione fiscale. Ogni tanto però intorno al romano pontefice i cinguettii cessano, inspiegabilmente. Mercoledì, per esempio, Francesco ha detto che la vita deve essere amata «specialmente quella indifesa nel grembo della madre». Attacco inequivocabile all’aborto, diffuso, an-che sul social network, dall’account papale @pontifex, che è stato però ignorato dai nuovi accoliti. Forse di-stratti dal processo Ruby.

Tito Mancuso Gedda - Carate Brianza (Mb)

Non sempre il reddito medio fa testo

Quando si divulgano dati relativi ai redditi medi di una determinata categoria, non si tiene mai conto della circostanza, tutt’altro che rara, che molti con-tribuenti esercitano più attività. Per esempio, un in-segnante che sia pure avvocato avrà senza dubbio un reddito limitato per la propria professione di le-gale, svolta a tempo parziale. Un fenomeno analogo si riscontra con le pensioni medie: troppo spesso si dimentica che milioni di persone fruiscono di due e anche più pensioni (per esempio, una di reversibilità), cosicché il reddito disponibile è ben più elevato di quello considerato medio.

Andrea Bissi - Roma

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Letta porta tutti i ministri in convento, «per programmare, conoscersi e fare spoglia-toio». Pensa che palle. Jena. La Stampa.

Oltre alle immagini pescate dal mondo contadino, Bersani usa altri immagini pre-se dal laborioso mondo artigianale delle offi cine e delle botteghe con i loro antichi mestieri: un partito si costruisce «a forza di cacciavite», «la lama si affi la sul sasso», «facciam l’amalgama», «bisogna trovare la quadra», non bisogna dimenticare che «mi è arrivato addosso un condominio quando feci lo spezzatino dell’Enel», ma qualcuno deve pur prendersi «il compito di far girare la ruota». E ancora: «Un ruolo di denuncia può rimpannunciarti», «giovane e vecchio non valgono un bottone» e, tra gli applausi crescenti della folla, «stavolta le lenzuolate le facciamo dal basso». Miguel Gotor, Sole 24 Ore, 12 settembre 2009.

Enrico Letta è giovane quanto basta, de-mocristiano quanto serve, garbato quanto è d’uopo. Non si è distinto in nulla, finora, ma in questa si-tuazione è una virtù. Non è istrione e piacione come Matteo Renzi, ma questo

gli dona serietà e un pizzico di affi dabilità. Marcello Veneziani. Il Giornale.

Resto convinto che Matteo Renzi può bat-tere Berlusconi. Ma i geniacci che hanno infi lzato Prodi nella elezione a presidente della repubblica proveranno a distruggere anche lui. Aldo Cazzullo. Sette.

La legge sul confl itto di interesse non si farà se Berlusconi non lo vuole, perché non ci sono i numeri, ma il punto è che bisogna-va vincere le elezioni. D’al-tronde quando la legge si poteva fare, noi del Pd l’ab-biamo rimandata. Matteo Renzi. la Repubblica.

Se Giuseppe Rotelli non aderisse all’aumento di capitale dell’Rcs, la sua quota (oggi superiore al 16%) si ridur-rebbe a circa il 3% della Rcs ricapitalizzata. Discorso simile per Diego Della Valle il cui

9% si diluirebbe a meno del 2%. Questo aumento di capitale fortemente dilu-itivo delle quote in essere fa davvero male a chi non lo sottoscrive. D’altra par-te, se i privati aderiscono

all’aumento, mettono altri quattrini in una società in cui contano poco e a benefi cio delle banche fi nanziatrici. Se non metto-no soldi, vedono le proprie partecipazioni al capitale polverizzarsi e chiudere così la loro storia in via Solferino. Nicola Porro. Il Giornale.

Nonostante gli abissi fi nanziari è andata avanti, a Palermo, la pratica di assumere i fi gli di chi andava in pensione. Dal 2004 al 2009, i dipendenti sono saliti da 1.800 a quasi 3 mila e la raccolta differenziata è, a Palermo, la più bassa di tutte le città ita-liane: su 860 tonnellate di rifi uti giornalieri fi nisce in discarica il 92%. Gian Antonio Stella. Sette.

La Cina è un paese già vecchio, già inde-bitato, già inquinato, già sovraproduttivo in certi settori. Le proiezioni del Fondo mone-tario internazionale (Fmi) a dieci anni (cre-scita dell’8,4% l’anno in media) sembrano eccessivamente ottimiste. Da un punto di vista generale la Cina ha moltiplicato il suo pil per dieci in un po’ più di trent’anni ed è diventato un paese e reddito medio. Con, oggi, un pil per abitante di 9.200 dollari (a parità di potere d’acquisto) la Cina non può più sperare in una tendenza di crescita così

forte come negli ultimi. Jean-Pierre Petit. Le Monde.

E basta con questa «Volare». L’ho sentita dappertutto, a Papeete e in Nuova Caledo-nia. Sarà stata anche una canzone rivolu-zionaria ma è ormai uno stereotipo, sembra sempre che non abbiamo altro da cantare in Italia. Se debbo fare un paragone da mu-sicista, preferisco mille volte «O sole mio». Zucchero. La Stampa.

Non fai più tempo a pen-sare una battuta che qual-cuno su twitter l’ha detta prima di te. Luciana Li-tizzetto. La Stampa.

Tutti vogliono parteci-pare, condividere. Pensiamo a YouTube. Cinquanta ore di produzione video sono generate dagli utenti ogni minuto. Con co-sti di produzione zero e ricavi pubblicitari importanti. Renato Soru, fondatore di Tiscali. La Stampa.

La rete siamo noi, la nostra vita globale è online, come persone e come cittadini. I nostri affetti più intimi sono su Facebook, il nostro lavoro appare su LinkedIn, le nostre foto non vanno nell’album come una volta ma su Instagram. Leg-

giamo online, online i nostri viaggi, online si matura il dibattito politico e culturale. Gianni Riotta. La Stampa.

Non potrei mai abitare una casa spoglia di libri. Sarebbe un posto dove mi sentirei a disagio, vuota dentro. I libri portano storie e riempiono il tempo e io adoro circondarmi di pagine di carta, girare fra gli scaffali e avvertire il richiamo dei libri che cercano attenzione. La mia libreria è un lungo, lungo corridoio che collega tutta la zona conviviale della mia casa con la parte più privata dell’abitazio-ne. Ecco, lì ci sono tutti i miei libri. Nada Malanima, cantante. la Repubblica.

Amor cuerdo, no es amor, l’amore cauto non è amore. Josè Martin, poeta cuba-no.

Nel 1993 l’American Jewish Committee conferì a Karski il massimo riconoscimento. Nel Memorabile discorso di accettazione, lo storico polacco si dichiarò sicuro che non ci sarebbe mai più stato un Olocausto contro gli ebrei e disse che sapeva perché. Si fermò un attimo e concentrò la sua spiegazione in una parola: pronunciò ciascuna delle tre sillabe di «Is-rae-el» come se fossero sepa-rate. Jan Karski, La mia testimonianza davanti al mondo. Adelphi.

Quando Napoli era una delle più illustri capitali d’Europa, una delle più grandi cit-tà del mondo, v’era di tutto a Napoli: v’era Londra, Parigi, Madrid, Vienna, v’era tutta l’Europa. Ora è decaduta, a Napoli non c’è rimasta che Napoli. Che cosa sperate di tro-vare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi trove-rete Napoli. Se rimarrete un po’ di tempo in Europa diventerete anche voi napoletani. Curzio Malaparte. La pelle.

Questa città, Milano, divenne per me il più bel luogo della terra. Milano è stata per me dal 1800 al 1821 il luogo dove ho costantemente bramato abitare. Stendhal, al secolo Marie Henri Boyle, in Sten-dhal il milanese di Grenoble di Mario Miglioretto e Bruno Migliorino. Mara-vigli editore.

Al ricco preferisco chi ha voglia di arric-chirsi. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

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PERISCOPIO

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14 Venerdì 17 Maggio 2013 P R I M O P I A N OPisapia diceva, un anno fa, no pasaran! Adesso, invece, ha approvato le aperture 24h su 24

Contrordine: negozi sempre apertiApplicata la legge. Senza nemmeno un mugugno, però

DI GOFFREDO PISTELLI

Contrordine compagni: negozi aperti, apertis-simi, addirittura tutta la notte. A Milano, la

giunta di Giuliano Pisapia ci ha ripensato: ieri l’assessore al Commercio Francesco D’Al-fonso, fedelissimo del sindaco che gli aveva affidato la pro-pria lista personale, ha depo-sitato in commissione le linee guida del settore che prevedo-no aperture “h24”, salvo che per gli esercizi cosiddetti della movida che dovranno chiudere i battenti alle 2 di notte. Inten-diamoci, Palazzo Marino, sede del municipio meneghino, non aveva alternative, perché così dispone la normativa naziona-le, quella sulle liberalizzazioni, introdotta dal Salva Italia di Mario Monti. Tuttavia l’as-sessore, in una nota, ha parla-to della necessità «di definire una strategia per lo sviluppo del settore, evitando qualsiasi contrapposizione tra le attività commerciali, soprattutto nelle fasce notturne, e il contesto so-ciale». Toni molto più pacati e molto distanti da quanto, non l’ultimo consigliere, ma lo stes-so primo cittadino andava af-fermando un anno fa, quando peraltro già ci trovavamo nella medesima situazione: una nor-ma nazionale dettava la linea a regioni, province e comuni.

Intervenendo, nel marzo 2012, al congresso cittadino delle Associazioni cristiane la-voratori italiani-Acli, Pisapia aveva infatti ricordato la con-trarietà del suo governo alle liberalizzazioni in materia di commercio introdotte, pochi mesi prima. La polemica, in quei giorni, investiva le aper-ture domenicali, tanto che il giorno successivo, anche l’ar-civescovo milanese, cardinale Angelo Scola, aveva tuona-to sullo stesso argomento da un pulpito del Giambellino, popolare quartiere milanese. «Noi abbiamo fatto la nostra parte con una delibera contro la liberalizzazione totale degli orari dei negozi che il Tar ha bocciato», spiegò Pisapia agli aclisti riuniti, «ma era un ge-sto che andava fatto». Dunque la rivendicazione di una rivolta amministrativa alla schiavitù dei tecnici al governo, tanto da far aggiungere al sindaco che «quando ritornerà la forza della politica, potremo ancora tentare di modifi care una legge ingiusta e non concepibile per uno stato democratico come il nostro». Coerentemente, pochi giorni dopo, in occasione del 25 aprile, Pisapia s’era rivolto ai commercianti invitandoli a te-nere le saracinesche abbassate per consentire ai lavoratori che lo avessero desiderato di par-tecipare alle celebrazioni della Liberazione d’Italia.

La legge è legge e Palazzo Marino ha dovuto adeguarsi, stavolta, però, non c’è stato non solo nessuna indignazione ma non si registrano neppure pre-cisazioni almeno sulla contra-rietà politica alla normativa nazionale. Anzi D’Alfonso, nel comunicato stampa, ha ricor-dato che «i cittadini fruitori hanno diritto a una città viva e servita anche nelle ore nottur-ne». Insomma, pare di scorgere quasi il tentativo di fare buon viso a cattiva sorte e pure di ca-valcarla un po’ questo shopping all night long, ovvero tutta la notte.Assente dalla comunica-zione, per esempio, un appello al governo di Enrico Letta, che peraltro celebra il ritorno della politica al governo del Paese, a rivedere la normati-va. Le leggi ingiuste, inconce-pibili addirittura, restano e la rivoluzione gentile s’adegua, fi schiettando indifferenza.

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I parlamentari hanno un’assistenzaintegrativa che si pagano da soli

Chi ha letto i giornali italiani del 15 maggio (compreso ItaliaOggi) ha appreso con sdegno che la famigerata «casta» dei parlamentari ne ha combinata un altra delle sue, estenden-do l’assistenza sanitaria integrativa anche alle coppie gay, privilegio, sempre secondo la versione data dai giornali, negata al comu-ne cittadino. Vediamo invece la verità, come emerge dalla lettura degli atti dell’Ufficio di Presidenza della Camera, che naturalmente nessuno si è dato la briga di andare a consul-tare prima di scrivere:1) i parlamentari si pagano di tasca propria l’assistenza sanitaria integrativa, circa 6 mila euro all’anno che confluiscono in un fondo che ha natura privatistica e solidaristica;2) dal 2001 (presidenza Casini) era stata introdotta una norma che permette al par-lamentare (pagando di più) di estendere i be-nefici del fondo anche al convivente «more uxorio», qualora la convivenza si protragga da almeno tre anni e risulti da iscrizione anagrafica o atto notorio; l’on. Scalfarotto ha chiesto che il termine «more uxorio» (vivere come marito e moglie) fosse comprensivo an-che del rapporto che intrattiene con l’uomo con il quale convive; martedì u.s. l’Ufficio di Presidenza della Camera ha cancellato dal regolamento il termine «more uxorio» ed ha introdotto il principio che il parlamentare può indicare come beneficiario dell’assistenza sanitaria integrativa un convivente da almeno tre anni;3) con questa modifica il Parlamentare può indicare un parente anziano, un fratello o una sorella, un amico o una persona con cui condi-vide una esperienza di laicato religioso, una persona di sesso diverso o dello stesso sesso con il quale può avere una relazione: la Ca-mera non entra nel merito delle motivazioni ma si limita a constatare questa convivenza

di solidarietà;4) la gestione del Fondo sanitario integrativo non grava in nessun modo sul Servizio sani-tario nazionale; se ci saranno maggiori spese saranno i parlamentari a pagarle di tasca propria;5) in Italia esistono già altri fondi sanitari, come quello dei giornalisti che prevedono l’estensione al convivente e qualsiasi cittadi-no è libero di fornirsi di coperture sanitarie integrative di questo tipo.Stando così le cose è chiaro che non ho potuto che commentare positivamente la decisione dell’Ufficio di Presidenza della Camera, che introduce lo stesso principio contenuto nel disegno di legge che ho presentato al Sena-to con il titolo di «Contratti di solidarietà e convivenza» sottoscrivibili da tutti coloro che vogliono regolamentare davanti ad un notaio tutti gli aspetti patrimoniale ed assistenziali del loro rapporto, non necessariamente col-legato a convivenze «more uxorio», etero od omosessuali.

Sen. Carlo Giovanardi, Pdl_______________

Il senatore Giovanardi, nella sua cortese pre-cisazione, dice che i parlamentari fruiscono di un’assistenza sanitaria integrativa che si pagano da soli (con circa 6 mila euro all’an-no) e quindi senza alcuna sovvenzione da parte dello Stato. Possono inoltre fare godere questi benefici anche al convivente, pagando di più (quanto di più?). Visto il livello delle prestazioni assicurate c’è la sensazione che i conti dei parlamentari vengano fatti tor-nare dai contribuenti. Ma se così non fosse, un fondo gestito cosi bene e che ha “natura privatistica e solidaristica” non converebbe farlo usufruire, alle stesse condizioni dei parlamentari, anche agli italiani che trovas-sero conveniente aderirvi liberamente? Se sì, come ci sembra ovvio, a chi ci si deve rivol-gere per entrare nel gruppo dei solidaristi a spese loro che sanno gestirsi così bene?

LETTERA

DI PAOLO MASSOBRIO

Il Salone del Libro a Torino. Ecco uno degli appuntamenti dell’anno, una tappa rassicurante come lo sono la vendemmia o la raccolta delle noci

la notte di San Giovanni. Siamo a Torino e il fatto di venirci a maggio è una cosa che, tutto sommato, non dispiace. Ed io, se non fossi imbrigliato da faccende di lavoro, mi prenderei un bel libro e me lo andrei a leggere sotto i portici di piazza San Carlo, mentre sfila quell’umanità va-ria che oggi annovera anche tanti turisti. Che il salone del libro nasca a Torino e debba restare a Torino è una cosa ovvia. Torino è storia, è cultura, è riflessione. È parte della vita del nostro paese e in piazza Castello sarà palazzo Madama a ricordarlo. Ma torniamo al Salone, che ha un pubblico tutto suo, diverso da al-tre fiere come potrebbe essere il Salone del Gusto che si anima ogni due anni nei medesimi padiglioni del Lingotto.

Il pubblico del Salone del Libro è

fatto di gente che si concede del tempo per leggere, nel segno del libro che non tramonta mai. E ci sono quelli che van-no al Lingotto per cercare e seguire gli incontri con gli scrittori celebri e quelli

che invece sanno pazientemente rovista-re fra le varie case editrici per trovare talenti letterari, al netto delle classifi che dei giornali. E’ un’arte anche questa, che richiede tempo, passione, capacità di let-tura al primo istante. Il decano dei librai della mia città, Cesarino Fissore, di-ceva che i libri vanno annusati: da lì si capisce se avranno successo.

Bè, tra le novità di quest’anno,

in fatto di odori c’è anche lo spazio Cook book, che corrisponde al boom di libri dedicati al cibo, fi gli di trasmissio-ni televisive, ma anche di cuochi celebri che trasmettono i loro segreti. Dentro a questo salotto, nel Salone, mi sono così cimentato, quest’anno, a percorrere la storia della creatività della cucina ita-liana, che curiosamente ha un inizio con Gualtiero Marchesi e una fi ne, lune-dì, con un suo allievo, Davide Oldani, campione della cucina pop. In mezzo, ci sono cuochi come Igor Macchia della Credenza di San Maurizio Canavese o Enrico Bartolini del Devero Hotel di Cavenago Brianza, ma anche una cuoca che si è formata su un libro, le Ricette regionali di Anna Gosetti della Salda, che porta il nome di Luisa Valazza, cuo-ca del Sorriso di Soriso. E che dire della

creatività della pizza, che sta vivendo una nuova stagione (la chiamano pizza contemporanea o pizza gourmet questa scuola di pensiero e di forno). Il campione assoluto, Simone Padoan della pizzeria Ai Tigli di San Bonifacio verrà a spie-gare cos’è un pizza di qualità. Ma non mancheranno i dolci con due specialisti diversi: Iginio Massari, mostro sacro del dolce e Luca Montersino, di Alba, che ha seguito una linea tutta sua, anche per abbracciare i colpiti dalle diverse pa-tologie alimentari di questo secolo.

Ma in tutti i casi, oltre ai libri che

accompagnano ogni autore, tanta crea-tività, che è un fenomeno tutto italiano, al quale il Salone, giustamente rende omaggio, ben sapendo di aprire la ghiotta querelle su cosa sia effettivamente cul-tura. E visto che siamo a Torino, l’omag-gio sarà anche per il prodotto tipico di questa città: il cioccolato, in tutte le sue declinazioni. Ci saranno i produttori, ma ci saranno anche incontri sul tema “ten-tazione e meditazione”, che seguiranno i vari fi loni letterari con abbinamenti di libri e rispettivi scrittori, di bevande... e naturalmente di cioccolati, non solo gian-duiotti. Insomma uno spasso. Ci vediamo a Torino!

OLTRE AI GRANDI CHEF C’È ANCHE IL CAMPIONE ASSOLUTO DELLA PIZZA, SIMONE PADOAN

Al Salone del Libro di Torino si mangia bene

Giuliano Pisapia

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15Venerdì 17 Maggio 2013ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIAViene d’Oltralpe il 38% degli spettatori del celebre teatro musicale di Venezia

Alla Fenice accorrono i francesiE con la prossima stagione estiva dovrebbero aumentare

da Parigi ALBERTO TOSCANO

Venezia è la città più internazionale del mondo, e La Feni-ce è lo specchio di

Venezia. Presentando ieri mattina a Parigi lo straor-dinario programma estivo delle rappresentazioni, il sovrintendente della Feni-ce, Cristiano Chiarot, ha annunciato che il 38% degli spettatori del teatro sono francesi.

Ragione in più per questa anteprima parigina, ospita-ta dall’Istituto culturale ita-liano (nello stesso palazzo, allora sede del ministero degli esteri, in cui Napo-leone Bonaparte incontrò per la prima volta, in occa-sione di una festa da ballo, Madame de Staël, grande amica e ammiratrice di Ve-nezia). L’estate della Fenice sarà incastonata nel festival «Lo spirito della musica di Venezia». Tante idee e tante proposte con un elemento in comune: il dialogo immagi-

nario tra i grandi della mu-sica e dell’arte che hanno amato Venezia, ambientan-dovi le loro opere.

L’idea è quella di cerca-re nel passato riferimenti culturali che vengono poi coniugati al presente, por-tando le rappresentazioni in luoghi altamente simbolici come la chiesa di San Rocco o Palazzo duca-le. Anche questo contr ibu irà a fare di Venezia la capitale mon-diale dell’opera durante la pros-sima estate.

A l la Fen i ce sarà rappresen-tata Madama Butterfl y di Gia-como Puccini, con un’allusione evidente al ruolo di Venezia come ponte tra Europa ed Estremo Orien-te. L’altra grande sfi da sarà l’Otello di Giuseppe Verdi a Palazzo Ducale, con la di-rezione del maestro Myung-Whun Chung. «L’Otello», ha detto alla presentazione

di ieri a Parigi il maestro Fortunato Ortombina, di-rettore artistico della Fenice, «è stato scritto per La Scala, ma i riferimenti a Venezia e alla sua Repubblica sono evidenti, per cui quell’opera è anche un omaggio alla città lagunare».

Soprattutto per queste due serie di rappresentazio-ni (Butterfly e Otello) gran-di imprese internazionali stanno acquistando bigliet-ti per offrire uno spettacolo indimenticabile ai loro mi-gliori clienti. Il sovrinten-dente Cristiano Chiarot ha

ricordato che La Fenice è il teatro italiano che produce più opere e concerti. Vene-zia è al primo posto per la produzione lirica in Italia e, grazie alla Fenice, è uno dei punti di riferimento mon-diali in questo campo.

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DI MASSIMO GALLI

Passare la dogana con uno Stradivari o un Guarneri è spesso un’impresa epi-ca. La burocrazia non guarda in faccia a nessuno. Ne sa qualcosa Raphaël

Merlin, 30 anni, francese, uno dei migliori vio-loncellisti del mondo, che suona nel Quatuor Ebène (Quartetto Ebano) e che, tornando dagli Stati Uniti dove era stato in tournée per tre set-timane, all’aeroporto di Parigi stava per lasciare l’area bagagli seguendo il percorso di chi non ha nulla da dichiarare. Pro-prio in quel momento un funzionario ha effettuato un controllo e Merlin è stato interrogato per cin-que ore.

La sua colpa? Non es-sere in regola con il suo violoncello, un prestigio-so Guarneri che egli non aveva né dichiarato né certifi cato. Il musicista ha spiegato che si trattava del suo strumento di lavoro, ma in dogana non hanno voluto sen-tire ragioni: un oggetto con più di mezzo secolo di vita e del valore superiore a 50 mila euro è considerato un’opera d’arte e farla viaggiare signifi ca esportare un bene culturale, anche se la fi nalità non è commerciale.

Il violoncello di Merlin appartiene, in realtà, a un mecenate tedesco. Nella stragrande maggio-ranza dei casi gli strumenti di questo tipo, che hanno un valore molto alto, vengono prestati ai musicisti da banche e fondazioni, le sole a poterseli permettere. Il francese avrebbe dovuto esibire in dogana un carnet Ata, un documento

legale internazionale che facilita il transito di determinate merci. Ma una cauzione può co-stare fi no al 40% del valore dello strumento musicale e non viene restituita nel caso in cui il documento venga smarrito. Alla fi ne, dopo una lunga serie di telefonate, Merlin è riuscito a far-si restituire il violoncello. Ora, però, chiede che le autorità affrontino il problema perché il suo quartetto tiene un centinaio di concerti all’anno e ogni trasferta non può diventare un incubo.

Non è certo l’unico caso di questo genere. Tre anni fa una disavventu-ra toccò alla violinista moldava Patricia Ko-patchinskaia, che alla dogana svizzera si vide confi scare il suo Guarne-ri del 1741, di proprietà della Banca nazionale austriaca, con un valore stimato in 4,5 milioni di euro. Riuscì a cavarsela con una cauzione di 450

mila franchi (363 mila euro) e una multa di mil-le franchi, circa 800 euro. La musicista, tutta-via, preferì ridare il violino al proprietario per non avere problemi. Nel 2011 il governo della Repubblica Ceca recuperò lo Stradivari che pre-stava al Quartetto Talich per evitare che fosse sequestrato all’estero.

Può accadere anche di peggio. Il violoncellista tedesco Alban Gerhardt, all’aeroporto di Wa-shington, si vide rompere l’archetto, un Heinrich Knopf dell’800, da un addetto alla sicurezza in-tento a richiudere il contenitore dello strumen-to. All’interno, diversamente da quanto si vede in certi fi lm, non c’era un fucile di precisione.

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Bisogna fronteggiare ostacoli alla dogana e con la polizia

Che fatica portarsi dietro uno Stradivari

DI ANGELICA RATTI

La guerra tra Airbus e il suo concorrente americano, Boeing, si arricchisce di un

nuovo episodio. Il costrutto-re americano non ha fatto in tempo a lanciare il suo nuovo vettore 777X, e i suoi rappresentanti hanno appena cominciato a parlare di prez-zi e di consegne, che subito è arrivata la contromossa del concorrente francese. Airbus ha svelato il suo primo esem-plare di Airbus 350-900, di-retto competitor del nuovo ae-roplano di Boeing. Airbus ha illustrato due versioni quella da 350 posti e da 440. L’aereo dovrebbe fare il suo primo volo di collaudo tra metà giugno e metà luglio. Airbus, decisa ad aggiudicarsi un vantaggio su Boeing, ha pubblicato le foto del nuovo jumbo circondato da centinaia di dipendenti della

società costruttrice. L’aereo, con la livrea blu, è stato bat-tezzato MSN001, e comincerà le prove di collaudo sulla pista di rullaggio fra una dozzina di giorni. Poi, seguiranno i test di analisi del comportamento dei motori e dei sistemi elettrici e elettronici. La versione A 350-900 che conta 314 posti è più leggera e più economica e fa risparmiare più carburante rispetto al modello attual-mente in circolazione grazie al fatto che nella costruzione sono stati utilizzati materiali compositi più leggeri di quel-li metallici presenti nei mo-delli precedenti. Airbus ha già ricevuto 616 ordini da 35 clienti per questo nuovo jumbo che esisterà in più versioni. Quatar Airways ne ha ordinati 80; Emirates 70; Cathay Pacific 46; Singapore Airlines 40. Entrerà in servi-zio nel 2014.

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Il primo A350-900 con 350 o 440 posti

Airbus svela il nuovo jumbo

Il teatro La Fenice e una scena di Madama Butterl y

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16 Venerdì 17 Maggio 2013 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIAPer il Die Zeit sono Optimistich in die Altersarmut, ottimisti verso la povertà in vecchiaia

I giovani tedeschi spendono tuttoNon si preoccupano del futuro e vivono alla giornata

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Amburgo è una delle cit-tà più ricche d’Europa, ieri come oggi. E una delle più eleganti, con

Monaco e Düsseldorf. Niente a che vedere con la proletaria Berlino. Vi abitavo da poco, ed entrai in un negozio per com-prare un pullover notato in ve-trina. «Perché vuole quello?», chiese la commessa, «costa 100 marchi». E mi propose un altro maglione per soli 60. «Ma quello è più bello», le spiegai. Lei mi guardò con commiserazione. Un pullover deve tenere cal-do, e basta. Pensai che avessi l’aspetto di un poveraccio, che il mio accento mi avesse tradito, o che per la commessa anseatica tutti gli italiani fossero immi-grati fuggiti dalla fame italica. Invece no. Era una saggia tede-sca, per la quale lo spreco è un peccato. Il Deutsche mark non esiste più, ma anche l’euro li in-voglia a essere saggi. Se a fi ne mese gli restano 100 euro in ta-sca, un francese, uno spagnolo, e un italiano, se ne vanno con la

moglie, o l’amica, al ristorante. Un tedesco corre a depositarli sullo Sparbuch, il libretto di risparmio, anche se gli rende lo 0,9 di interesse, meno della metà del tasso di infl azione. Li mette da parte, e ci perde. Non si sa mai, lui si aspetta sempre il peggio dalla vita.

Per mettere a posto i conti in Europa, i paesi debitori invita-no Angela e i suoi connazionali a spendere di più, comprando all’estero, si intende. Il loro atti-vo è formato dai nostri debiti, le rimproveriamo. Anche la signo-ra più potente del mondo è par-simoniosa, o avara, a seconda dei punti di vista: non sfoggia, ad esempio, le stesse toilette un anno dopo l’altro alle prime di Bayreuth? Non va a fare la spe-sa da sola ai grandi magazzini? E senza neanche farsi aiutare dalle guardie del corpo. A parte che se anche Angela e tutti i te-deschi si comprassero ogni set-timana un maglione italiano, o una camicetta, un paio di scar-pe, una borsetta made in Italy, non metterebbero a posto la nostra bilancia dei pagamenti, per la verità le cose stanno cam-

biando. E si fa fatica a rendersene conto, ac-cecati dai pregiudizi. I tedeschi diventano spendaccioni. Alme-no i giovani. Vanno al ristorante, a ballare, in vacanza, si vestono all’ultima moda. Non pensano al futuro. «Optimistich in die Altersarmut», titola il settimanale Die Zeit, ottimisti verso la povertà in vecchia-ia. Non mettono più soldi da parte, e non dipende dal fatto che guadagni-no poco. Quello che ricevono, lo spendono fi no all’ultimo cente-simo, la paghetta dei genitori, o lo stipendio. «Giovani e giovani adulti in Germania guardano ottimisticamente verso il futuro come mai era avvenuto», scri-ve la rivista, «sono convinti del loro successo personale e non temono la disoccupazione». Nonostante i genitori li ammo-niscano a pianifi care la vita, e ricordano che dovrebbero preoc-cuparsi di un domani, quando magari non avranno entrate

suffi cienti. Dovranno lavorare sempre più a lungo per ricevere la pensione, e questa sarà sem-pre più modesta. Andranno in-contro ad anni diffi cili se non penseranno a integrarla con una pensione supplementare privata, o con un’assicurazione. A stare ai calcoli, la maggioran-za riceverà come pensione non più del 40% dell’attuale reddito. Tutto invano. Il 90% non si pre-occupa, pensa che comunque andrà bene. Solo il 38% rispar-mia qualcosa pensando a un futuro meno roseo. È il risul-

tato di un’indagine condotta dalla Tns Infratest, che ha in-terrogato per telefo-no 2.500 persone tra i 17 e i 27 anni. Non è incoscienza. Sono consapevoli che pro-babilmente li atten-de un domani fi tto di nuvole, ma non ritengono di doversi preoccupare per quel avverrà fra trenta o quarant’anni. Sono anche incerti e diso-rientati. Forse non

sono diventati più parsimoniosi di mamma e papà, ma hanno perso la fiducia nello stato e nelle banche: l’attuale crisi ha dimostrato che non c’è rispar-mio sicuro. Gli interessi sono bassi, giocare in borsa è rischio per pochi. Scoprono dunque, come gli italiani, l’investimento immobiliare, ma chi ha meno di trent’anni, anche in Germania, non ha il capitale sufficiente per richiedere un mutuo. Al-lora tanto vale godersi la vita, all’italiana.

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Finora c’era il Lucentis di Novartis, in commercio dal 2006. Iniettato rego-larmente nell’occhio, si è

dimostrato effi cace contro la dege-nerazione maculare legata all’età, una patologia che porta alla cecità. Lucentis ha però un inconveniente: ogni dose costa 800 euro, e l’appli-cazione va ripetuta diverse volte al mese. Un costo troppo alto per i sistemi sanitari nazionali, anche perché sono centinaia di migliaia le persone affette da questa patologia, che colpisce tra il 15 e il 20% degli ultraottuagenari.

Un’altra molecola, l’Avastin (Ro-che), si è tuttavia dimostrata al-trettanto effi cace. Con un enorme vantaggio: un costo venti volte infe-riore rispetto a quello di Lucentis. Uno studio francese, coordinato dagli ospe-dali civili di Lione e pubblicato sulla rivista Ophtalmology, ha comparato l’effi cacia dei due farmaci su 501 pazienti affetti da Dmle, concludendo che le due molecole hanno effetti equivalenti, sia sul piano dell’effi cacia sia su quello degli effetti secondari. Questo studio conferma i risultati di analoghi lavori condotti in Gran Bretagna e Stati Uniti e giunti alla stessa conclusione: i due prodotti sono equiva-lenti, anche perché le loro strutture chimiche sono quasi similari.

Negli Stati Uniti, in Ita-lia, in Gran Bretagna e in altri paesi, l’Avastin, mal-grado la mancanza di au-torizzazione da parte delle autorità sanitarie, è larga-

mente utilizzato contro la Dmle, proprio a causa del suo costo inferiore. In Francia in-vece l’impiego dell’Avastin in oftalmologia è vietato dall’agosto 2012. Il ministro francese della sanità, Marisol Touraine, all’epoca riteneva evidentemente che toccasse alla Ro-che chiedere un’autorizzazione per trattare la Dmle con il suo Avastin. Tuttavia l’azienda farmaceutica non ha alcun interesse a farlo, visto che proprio una impresa appartenente al gruppo svizzero, la Genentech, aveva ven-

duto il Lucentis a Novartis. Roche, per le vendite di Lu-centis, incassa royalty molto elevate. Non sorprende dun-que che abbia tutto l’interesse a mantenere lo status quo.

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Efficace contro la degenerazione maculare legata all’età

Cecità, c’è un farmaco che costa 20 volte meno

DI SIMONETTA SCARANE

La Grecia si attende un boom di turisti quest’estate che si an-nuncia da record per

l’industria del turismo ellenico. I professionisti del settore sti-mano che saranno 17 milioni, per un fatturato di 11 miliardi di euro. Previsto l’arrivo di 3 milioni di inglesi, 3 milioni di tedeschi e 3 milioni di fran-cesi secondo le prenotazioni della Federazione greca degli albergatori. Intanto, sull’isola di Mykonos (nella foto), la più getto-nata delle Cicladi, ci sono già ameri-cani, russi, scandi-navi richiamati dai prezzi ribassati per effetto della crisi economica che rende la desti-nazione greca più competitiva. La sua immagine è migliorata rispetto all’anno scorso quando ancora erano molto pesanti le conseguenze della crisi. L’anno scorso di questi tempi ancora non si sapeva se il paese avreb-be avuto un governo stabile e neppure se sarebbe rimasto in Eurolandia. Oggi, ci sono meno scioperi, e meno manifestazio-ni. Inoltre, il mare turchese

continua a richiamare i turisti dall’Europa: di questi, l’80% è in cerca di vacanze marinare a un prezzo ragionevole. La Gre-cia sta tornando a essere una destinazione di prima scelta. Il ritorno di fiamma per le va-canze in Grecia contribuirà al risanamento dei conti pubblici del Paese. L’industria del turi-smo costituisce il 18% del pil greco. E se davvero arriveran-no i 17 milioni di turisti attesi

ci sarà nuovo lavoro, anche se stagionale, per i disoccupati, soprattutto i giovani, che per il 64% sono senza lavoro. Un record per l’Europa. E i denari che porteranno i turisti potran-no ridare speranza al popolo greco in dissesto finanziario e chiamato da Bruxelles a rispet-tare i suoi obiettivi in termini di deficit-pil, prima di ottenere una nuova tranches di aiuti Ue da 7,5 miliardi di euro.

In estate attesi 17 milioni di visitatori

Grecia, ci sarà il boom di turisti

Contro la degenerazione maculare legata all’età l’Avastin si è dimostrato altrettanto efi cace

del Lucentis pur costando 20 volte meno

I giovani tedeschi non risparmiano più

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette

in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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23Venerdì 17 Maggio 2013

O

conin edicola cDiritto

conin edicola c

& Fisco

Denuncia dei consulenti del lavoro: frammentazione regionale e adempimenti inutili

L’Italia malata. Di burocraziaVenti regole diverse su apprendistato, tirocinio e Cig

DI MARINO LONGONI

È la burocrazia uno dei maggiori ostacoli alla crescita del paese. Una burocrazia che, nella

lunga parentesi del governo dei tecnici, sembra aver rialzato la cresta: e adesso si cominciano a vedere i danni. È questo uno dei temi principali emersi nel corso del primo congresso dei consulenti del lavoro di Mon-za e Brianza, che si è svolto ieri all’interno del parco della Villa reale. Un paio di esempi concreti di situazioni parados-sali sono raccontati nelle due lettere pubblicate in questa stessa pagina: da una parte l’informatizzazione dell’Inps che si scontra con le informa-zioni errate date dai call center e con la necessità di «mandare un fax» (e aspettare poi la ri-sposta per qualche settimana) anche per le pratiche più sem-plici. Dall’altra funzionari che non riescono a distinguere un consulente da un responsabile legale di un’azienda, tanto da avviare azioni penali prive di alcun fondamento ma in grado di provocare ai diretti interes-sati danni irreparabili, come l’esclusione dall’albo profes-sionale.

Ci sono anche ragioni più strutturali: una di queste è sta-ta identifi cata dal presidente del consiglio nazionale dell’or-dine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, nella ri-forma dell’articolo 117 della costituzione, che ha portato a una frammentazione normati-va insopportabile in materia di lavoro. Ora infatti ci sono venti regimi diversi in materia di ap-prendistato, venti in materia di tirocinio e altrettanti sulla cassa integrazione in deroga. Con l’ulteriore conseguenza che se le regioni più struttura-te sono riuscite a darsi norme tutto sommato ragionevoli, in alcune regioni si naviga anco-ra in vuoti legislativi. Infatti un giovane sardo, a differenza del suo coetaneo lombardo, non riuscirà mai ad ottenere

un contratto di apprendistato, perché nella sua regione non si saprebbe quali regole applica-re. Oltretutto in ogni regione le norme, anche quelle nazionali, vengono interpretate in modo diverso, con il risultato che la confusione non fa altro che au-mentare e la certezza del dirit-to è ormai solo un ricordo degli anni lontani dell’università.

La Calderone ha anche de-nunciato che dopo la legge Fornero c’è stata una recru-descenza degli adempimenti inutili, come se il ceto degli alti burocrati abbia approfi t-tato della debolezza della poli-tica per ritagliarsi un ruolo di maggior potere. Sulle spalle, naturalmente, delle imprese e dei loro consulenti. «Talvolta»,

ha sottolineato il presidente, «i burocrati cer-cano di per-petuare un potere fine a se stesso. Prendiamo ad esempio il decreto sui debit i della p.a.: sono stati inseriti ben nove adempi-

menti (tutti molto complessi) per disciplinare le la restituzio-ne dei crediti delle imprese. Sembra che lo Stato dica agli imprenditori: siete proprio

sicuri di volerli questi soldi? In-

vece si tratta solo di dar seguito a un

diritto!».Sulle ventilate modifi che alla

riforma Fornero, la Calderone ha dichiarato che «sono ancora in fase di studio» anticipando che i correttivi più importanti potrebbero riguardare: la staf-fetta generazionale, ovvero le forme di incentivazione in usci-ta a fronte di nuovi ingressi di giovani lavoratori; la fl essibili-tà in entrata, con l’unifi cazione del contratto di lavoro accesso-rio e quello intermittente; l’ap-prendistato, con l’eliminazione del vincolo di assunzione a fi ne periodo. Si stanno mettendo a punto anche forme più effi caci di incentivazione alla conver-sione dei contratti a tempo de-terminato in indeterminato.

© Riproduzione riservata

Inps, altro che rivoluzione informatica

Un cliente si rivolge al nostro studio per la presentazione della domanda di pensione di vecchiaia. Da qualche mese l’Inps non accetta più istanze cartacee. La presentazione avviene esclusivamente online. Per poter accedere alla procedura, è necessario essere muniti di un Personal identification number (Pin), una chiave di accesso ai ser-vizi. Il cliente ne è munito e ci delega ad utilizzarlo.Tuttavia, nell’ambito della rivoluzione informatica, se così vogliamo chiamarla, messa in atto dall’Inps, i Pin sono stati divisi in due categorie: i Pin di consultazione e i Pin dispositivi. Tutti i Pin rilasciati prima di una certa data non sono dispositivi. Accedendo con il Pin di consultazione all’istanza di pen-sione, il sistema preavverte del fatto che sarà necessaria una conversione del Pin in dispositivo per poter rendere effettiva l’istanza. La conversione deve essere fatta dal cliente: via fax o via call center. Già qui la rivoluzione informatica scricchiola. Informo il cliente e conveniamo che sarà meglio tentare la via del call center, per ten-tare di abbreviare i tempi. Infatti, se la domanda non è completata entro la fine del mese la decorrenza slitterà di un mese ulteriore.Sennonché al call center non sanno che cosa sia un Pin dispositivo. Provo ugualmente a inviare la domanda. Mi ritorna il seguente messaggio via mail: si ricorda che il suo Pin risulta ancora «non dispositivo», per poter com-pletare il procedimento associato alla sua domanda di Pensione di vecchiaia inoltrata in data odierna è neces-sario che trasformi il suo Pin «in dispositivo».Burocrazia impazzita, cul de sac direbbero i Francesi. E non alluderebbero a un colpo di fortuna.

Stefano Camassa Consulentedel Lavoro Monza e Brianza

LETTERA/1

La legge non è uguale per tutti

Egregio direttoreÈ possibile secondo lei, in un paese civile, che un profes-sionista riceva una lettera a firma del direttore di una delle più importanti sedi Inps d’Italia, conte-nente una diffida penale nei propri confronti perché un’azienda, da me assistita, non avrebbe versato le ritenute previdenziali e assistenziali relative ad al-cuni lavoratori, quando sarebbe bastata una visura negli archivi dell’Inps per riscontrare che il sotto-scritto non è il legale rappresentante dell’azienda ma semplicemente un suo consulente. Una verifi-ca negli archivi dell’Inps avrebbe anche scoperto che le ritenute a carico dipendente per il periodo in contestazione, ossia luglio 2012, sono state versate molti mesi fa. Eppure questa lettera è stata scritta e spedita, mettendo in pericolo l’immagine di un professionista, il sottoscritto, che, in conseguenza della superficialità e faciloneria di qualcuno, potreb-be anche essere sospeso dall’albo di appartenenza (perché così impongono le norme che regolano la nostra categoria) pur senza aver commesso la mi-nima colpa. Ma è mai possibile che se io reco un danno a un’al-tra persona, nell’esercizio della mia professione o semplicemente guidando l’automobile, sarò proba-bilmente chiamato a pagare tutto, fino all’ultimo centesimo, mentre c’è una categoria di persone, evidentemente intoccabili, che quando crea danni enormi agli altri non risponde mai? Possiamo ancora ritenerci un Paese civile se le cose funzionano in questo modo? Scusi lo sfogo, che mi sono permesso perché su ItaliaOggi mi sembra di giocare in casa.

Lettera fi rmata

LETTERA/2

Marina Calderone

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24 Venerdì 17 Maggio 2013 GIUSTIZIA E SOCIETÀNuove regole da Iasb e Fasb sui principi contabili

Leasing restylingVerso doppia contabilizzazione

DI ANDREA FRADEANI

Rivoluzione in vista per la rappresenta-zione del leasing nel bilancio d’esercizio.

Il locatario dovrà patrimo-nializzare ogni operazione di durata superiore ai 12 mesi mediante l’iscrizione, fra le attività, del diritto all’uso del bene contro la rilevazione, fra le passività, del debito verso il locatore. Scompare quindi la storica distinzione fra leasing fi nanziario e operativo sosti-tuita, ai fi ni della valutazio-ne successiva, da quella fra leasing di macchinari/veicoli e immobiliare. Sono questi i punti essenziali dell’atteso secondo Exposure draft sul leasing pubblicato congiunta-mente ieri da Iasb (l’ente che si occupa dei principi contabi-li internazionali) e Fasb (l’en-te che si occupa dei principi contabili statunitensi).

Il motivo del cambio di rotta si fonda sull’incapacità delle vigenti regole, stigmatizzata dagli standard setter europeo e statunitense, di rappresen-tare correttamente il leasing – in particolare quello opera-tivo – nei suoi aspetti fi nan-ziari. Il lettore del bilancio non sarebbe in grado di com-

prendere facilmente, è questo il nodo gordiano, l’esposizione finanziaria verso la società di leasing. La distinzione fra operativo e fi nanziario, specie nel modello statunitense, sa-rebbe inoltre facilmente aggi-rabile e si presterebbe, quindi, alla formazione di debiti «fuori bilancio» di signifi cativa rile-vanza.

La nuova versione della bozza del futuro Ifrs (princi-pio contabile internazionale) sul leasing, viste le forti criti-che espresse dalla comunità bilancistica internazionale, non prevede però più una sola modalità di contabilizzazione. All’atto dell’iscrizione iniziale, è vero, ogni operazione supe-riore ai 12 mesi dovrà essere patrimonializzata (sia il diritto all’uso che il debito sono deter-minati in base al valore attuale dei pagamenti fi ssi e del valore residuo garantito), ma in sede di valutazione successiva sarà necessario qualifi carla rispetto a due tipologie.

La prima classe è quella dei leasing di macchinari/veicoli, ossia tutte quelle operazioni che coinvolgono beni (tipica-mente aerei, impianti, mac-chinari, attrezzature e mezzi di trasporto) soggetti a un si-gnifi cativo e rapido deperimen-

to fi sico o tecnologico; la bozza del nuovo principio prevede, in tal caso, l’ammortamento del diritto all’uso inizialmente ri-levato e la distinzione di quan-to viene pagato al locatore in quota capitale e interessi. La seconda classe riguarda, in-vece, il comparto immobiliare o, meglio, i contratti durante la cui operatività viene con-sumata una parte marginale dell’utilità residua del cespite locato (tipicamente terreni e fabbricati); il diritto all’uso sarà allora imputato a conto economico pro rata temporis, quale costo per l’uso del bene, mentre i pagamenti al locatore saranno stornati senza rilevare alcuna componente di natura fi nanziaria.

Il nuovo orientamento è di estremo interesse per il nostro paese, e non solo per gli Ifrs adopter, vista il ruolo, post ri-forma del diritto societario, che la canonica distinzione fra le-asing fi nanziario e operativo ha oggi nella nota integrativa civilistica. La sconfessione di tale modello, a cui il nostro legislatore si era ispirato, non potrà che determinare, con l’entrata in vigore del nuovo Ifrs, una rapida modifi ca nor-mativa.

©Riproduzione riservata

DI DARIO FERRARA

Legittima la cancella-zione dall’Albo dell’Or-dine forense per il di-pendente pubblico che

aveva optato per il part-time in modo da poter fare anche l’avvocato. È escluso, infatti, che la manovra bis (dl 138/11) abbia tacitamente abrogato le disposizioni della legge 339/03. E d’altronde anche la recen-te riforma forense conferma l’incompatibilità, benché non risulti ancora applicabile in merito perché manca ancora il provvedimento ad hoc del ministero della Giustizia. Lo stabiliscono le Sezioni unite civili della Cassazione con la sentenza 11833/13, pubblicata il 16 maggio.

Exit strategyVeniamo alla legge «incri-

minata». La normativa dispo-ne che gli avvocati dipendenti pubblici a tempo parziale che hanno ottenuto l’iscrizione sulla base della richiamata normativa del 1996 posso-no optare, nel termine di tre anni, tra il mantenimento del rapporto di pubblico impiego, che in questo caso ritorna ad essere a tempo pieno, e il man-tenimento dell’iscrizione all’al-

bo degli avvocati con conte-stuale cessazione dei rapporto di pubblico impiego; in questa seconda ipotesi il dipendente pubblico part-time conserva per cinque anni il diritto alla riammissione in servizio a tempo pieno; inoltre in caso di mancato esercizio dell’opzione tra libera professione e pubbli-co impiego entro il termine di trentasei mesi dall’entrata in vigore della legge stessa, i con-sigli degli ordini degli avvocati provvedono alla cancellazione d’uffi cio dell’iscritto dal proprio albo.

Interesse pubblicoInsomma, la legge 339/03

ha posto un aut aut ai travet che avevano scelto l’orario ri-dotto per esercitare la conte-stualmente professione foren-se. Non ha senso riproporre le argomentazioni contrarie all’incompatibilità anche dopo il dl 138/11, che pure ha in-trodotto liberalizzazioni nel mondo delle professioni oltre che nell’economia. Il punto è che deve escludersi ogni abo-lizione dei vincoli per effetto dello ius superveniens perché l’incompatibilità fra pubblico impiego, per quanto part-time, ed esercizio della professione forense risponde a specifi che esigenze di interesse pubblico: l’attività privata di avvocato ha natura molto peculiare e può dar vita a intrecci peri-colosi se combinata al lavoro di dipendente dell’ammini-strazione. Il «no» ai confl itti d’interesse viene anche dalla giurisprudenza della Consul-ta. Inutile infi ne invocare la giurisprudenza Ue, laddove la stessa Corte di giustizia euro-pea ritiene legittimo per il le-gislatore nazionale disporre la cancellazione dell’albo. Non si può dunque invocare il prin-cipio comunitario della libera circolazione contro la legge 339/03: la normativa, in effet-ti, non regola l’organizzazione della professione forense ma soltanto le modalità di svolgi-mento del servizio presso enti pubblici.

La sentenza della Cassazione

Travet part-time ma mai avvocati

Se i clienti sono rumorosi, il titolare del bar ne paga le conseguenze se nell’ambito dell’ordinaria gestione dell’at-tività non impedisce che gli avventori del locale provochino eccessivo rumore, tale da procurare disturbo alle ordinarie occupazioni ed al riposo degli abitanti degli immobili siti nei pressi del bar stesso. La Corte di cassazione, sez. I penale, con la sentenza n. 20207/13, depositata il 10 mag-gio, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso avverso la sentenza del Tribunale di Venezia per il reato di cui all’art. 659 del codice penale che punisce il disturbo delle occupa-zioni o del riposo delle persone. In sostanza, la Cassazione ha rilevato che la sentenza impugnata ha fatto corretta applicazione della giurisprudenza di legittimità, la quale ritiene che elemento essenziale della contravvenzione è l’idoneità del fatto, che nel caso specifi co, corrisponde a eccessivi rumori, strepiti e schiamazzi provocati dal per-sonale e dai frequentatori del bar, ad arrecare disturbo ad un numero indeterminato di persone. In sostanza, perché maturi l’ipotesi di reato non è richiesto l’effettivo disturbo al riposo di più persone, essendo invece necessario venga accertata l’astratta attitudine del fatto medesimo ad ar-recare tale tipo di disturbo. Nel caso specifi co, la sentenza impugnata ha adeguatamente motivato tale circostanza. E lo ha fatto sia con riferimento alla concreta sussisten-za di voci e rumori provenienti dal bar che si protrae-vano ben oltre la mezzanotte, e che si diffondevano per una vasta area circostante l’esercizio commerciale, sia la loro idoneità ad arrecare disturbo al riposo di un vasto ed indeterminato numero di persone, ovvero gli abitanti degli edifi ci circostanti. Del resto, secondo la Cassazione era del tutto irrilevante che due testi affermassero di non essere stati infastiditi dai rumori molesti, perché occorre al contrario fare riferimento al comune modo di sentire della generalità dei consociati. E, a tale proposito, afferma la sentenza «il vociare del personale e degli avventori di un bar è un evento oggettivamente idoneo ad arrecare disturbo al riposo delle persone costrette a vivere nelle vicinanze di tale fonte di rumori molesti».

Marilisa Bombi

Se i clienti sono rumorosi paga il titolare del bar

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Stop all’invio diplomatico dei decreti di sospensione delle patenti tedesche per i conducenti teutonici colti in fallo in Italia. Alla notifi ca dei provvedimenti sanzionatori ita-liani deve procedere l’autorità amministrativa nazionale. Lo ha messo nero su bianco il Consolato generale della repubblica federale di Germania con la nota prot. rk5 del 18 aprile 2013. La riforma della patente europea ha tentato di riordinare anche la questione dei trasgressori stranieri ai quali viene ritirata la patente per infrazioni gravi immediatamente contestate in Italia. In sostanza con le nuove regole in vigore dall’inizio dell’anno per i conducenti stranieri, in caso di violazioni per le quali è prevista la sospensione o la revoca delle licenza di gui-da, il documento viene subito ritirato e inviato alla pre-fettura. Nei quindici giorni successivi il rappresentante governativo, non potendo sospendere una patente stra-niera, emette un provvedimento di inibizione alla guida sul territorio italiano inviandolo, per prassi, al consolato competente per la notifi ca all’interessato unitamente alla licenza di guida. Questa pratica non è adeguata alle con-venzioni europee specifi ca di fatto la nota teutonica. Ma è anche lontana dal dettato normativo del codice stradale che prevede la notifi ca del provvedimento di inibizio-ne direttamente da parte dell’autorità amministrativa italiana, senza alcun giro postale della patente tedesca. In pratica la patente straniera ritirata per sospensione dovrebbe rimanere nel cassetto della prefettura mentre il provvedimento di inibizione alla guida sul territorio italiano dovrebbe essere notifi cato all’interessato dagli organi di polizia stradale nazionali. La nota del consolato specifi ca quindi che «le richieste di notifi ca di decreti da parte dei vostri uffi ci, relativamente alla sospensio-ne di patenti di guida tedesche sul territorio nazionale italiano, non vengono accolte da questa rappresentanza diplomatica». Il presente consolato generale, conclude la nota teutonica, provvederà solo alla eventuale restitu-zione delle patenti tedesche ritirate in Italia ai cittadini tedeschi colti in fallo dalla polizia.

Stefano Manzelli

Multe, il consolato tedesco non farà più da postino

Il testo della sen-tenza sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

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25Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 1I M P O S T E E TA S S ESTUDI DI SETTORE/ La Ctr Lazio ha detto sì alla differenziazione dell’impresa

Titolari anziani, Gerico addioEtà avanzata e strumenti obsoleti sono peculiarità

DI BENITO FUOCO E NICOLA FUOCO

Niente studi di settore per le imprese con i capelli bianchi. L’età avanzata del titola-

re e l’obsolescenza dei mezzi strumentali impiegati nell’at-tività sono elementi che dif-ferenziano l’azienda dal cam-pione standard preso a base da Gerico. Sono le conclusioni che si leggono nella sentenza n. 249/01/13 della Ctr Lazio dello scorso 22 aprile. Impugnando un accertamento da studi di settore, una contribuente si era difesa sostenendo di tro-varsi in un età ormai avanzata e di essere già in pensione, ag-giungendo oltretutto che anche i beni strumentali utilizzati erano piuttosto vetusti. Prima la Ctp di Roma e, successiva-mente, la Ctr Lazio, seppur con motivazioni differenti, hanno ritenuto fondate le giustifi ca-zioni avanzate in contenzioso. Nella pronuncia in commento, il giudice di seconde cure ri-chiama la recente pronuncia di cassazione n.3355 del 12

febbraio 2013, nella quale la Corte ha affermato la non ap-plicabilità degli studi di settore alle imprese con «specifi che ca-ratteristiche» non riconducibili al campione statistico studia-to dal fi sco. L’età avanzata, a parere della Ctr, rappresenta appunto un elemento di dif-ferenziazione dallo standard, suffi ciente, dunque, alla disap-plicazione dello studio di setto-re. «Nella specie», si legge nella pronuncia, «si tratta di impresa esercitata da persona d’età or-mai avanzata, peraltro titolare di trattamento pensionistico, e con utilizzo di beni strumentali ormai obsolescenti, da conside-rare quindi del tutto marginale rispetto agli standard previ-sti dagli studi si settore». La

sentenza appena esaminata aggiunge un ulteriore osta-colo, per gli agenti del fisco, all’applicazione degli studi di settore, strumento che negli anni è stato oggetto di ripetute censure e limitazioni da parte delle commissioni di merito e legittimità. Come nel caso della Ctr Lombardia, che ha di recente sostenuto l’esclusione dagli studi per l’imprenditore che abbia subito un intervento chirurgico limitante (sentenza n. 56/30/13, su ItaliaOggi Sette del 6 maggio).

Google e Amazon ancora nel mirino del Fisco bri-tannico. Il vicepresidente del colosso di Mountain View, Matt Brittin, è stato accusato ieri dal Public Accounts Com-mittee, la commissione della Camera dei comuni che si occupa di evasione fiscale, di non aver detto la verità durante l’ultimo intervento in Parlamen-to. In una seduta dello scorso novembre Brittin aveva infatti spiegato che il personale di Go-ogle nel Regno Unito non vende servizi a clien-ti britannici, e questo permette alla società di pagare tasse ir-risorie nel paese. La versione del top manager è che in Europa la pubblicità viene tutta venduta e contabilizzata dalla sede irlan-dese di Dublino. Versione che, co-me replicato ieri dalla presidente della commis-sione, Margaret Hodge, si è rive-lata falsa. «Siete una compagnia che agisce in malafede e usa fumo e specchi per evitare di pa-gare le tasse», ha detto la deputata. Cattive notizie ieri anche per Amazon, criticato dai media britannici e da rappresentanti laburisti per aver pagato l’anno scorso tasse per 2,4 milio-ni di sterline a fronte di vendite in Gran Bretagna pari a 4,3 miliardi. Non solo, nel periodo il gruppo americano ha ricevuto in contributi e agevolazioni fiscali una somma pari a 2,5 milioni di sterline.

La Francia studia una tassa sul vino. Dopo aver aumentato le accise su birra e liquori nel 2012, a Parigi si rincorrono voci insistenti su un possibile incremento delle imposte sul vino dopo che la Com-missione di valutazione e controllo della sicurezza sociale del Senato ha avvertito dell’eccessivo consumo di alcol nel Paese. Notizia che ha fatto saltare sulla sedia alcuni senatori sociali-sti, tra cui il presidente del gruppo socialista al Senato, François Rebsa-

men, che ha respinto con forza l’ipotesi. «Il consu-mo di vino non smette di diminuire in Francia, dove è stato dimezzato in 20 anni», ha spiegato Rebsamen aggiungendo che «la viticultura esce con difficoltà da una crisi maggiore. Non è quindi pensabile in questo mo-mento infliggere una tale tassa a questo settore».

Nel tentativo di disin-nescare la mina poten-zialmente molto perico-

losa dello scandalo del Fisco, Barack Obama ha licenziato il capo dell’Irs pubblicando online la lettera con cui è stato chiesto a Steven Miller di dimettersi «per rista-bilire la fiducia pubblica nel sistema del Fisco». In questo modo la Casa Bianca ha risposto in mo-do energico all’offensiva che i repubblicani hanno scatenato contro di lui da quando,è emerso, da un’inchiesta interna del-la stessa Irs, che l’agenzia del Fisco ha preso di mira i gruppi conserva-tori, in particolare quelli legati al Tea Party, che avevano fatto domanda di esenzione fiscale. «Gli americani hanno il dirit-to di essere arrabbiati per questo e anche io lo sono», ha spiegato Obama, «e non tollererò questo tipo di comportamento da nessuna agenzia, ma in particolare dall’Irs consi-derato il potere che ha».

Tancredi Cerne

FISCO DEGLI ALTRI

DI SERGIO TROVATO

L’ultima rata Tares, a conguaglio di quanto pagato dai contribuenti in acconto, deve essere versata ai co-muni. I gestori del servizio rifiuti

possono incassare solo i pagamenti in acconto. È quanto affermato dall’Ifel (fondazione Anci) con un nota del 10 maggio 2013, con la quale ha fornito dei chiarimenti ai comuni sulla cor-retta applicazione delle nuove disposizioni con-tenute nell’articolo 10 del dl 35/2013. Questa interpretazione si pone però in contrasto con quanto sostenuto dal ministero dell’economia con la circolare 1/2013.

Dunque, l’Ifel prende una posizione diver-sa dal ministero anche sulla riscossione della Tares, oltre che sull’Imu. Ha infatti precisato nella nota che i gestori del servizio possono incassare solo gli acconti. Il saldo va versato direttamente ai comuni. Mentre per il ministe-ro possono incassare anche il saldo. Secondo la fondazione Anci la circolare ministeriale «propone una lettura estensiva» dell’articolo 10 del dl «pagamenti p.a.», poiché attribuisce «direttamente alle aziende di gestione del ser-vizio rifi uti l’intero gettito annuale del tributo, previa delibera comunale in tal senso», nono-stante la norma non deroghi espressamente »alla diretta destinazione al comune delle som-me incassate a titolo di Tares, come prescritto ordinariamente dallo stesso comma 35, terzo periodo». La nota pone in rilievo che «una let-tura più prudente delle norme straordinarie recate dal dl 35» porta a escludere che il gesto-re incassi l’ultima rata 2013, in quanto «dall’attivazione del pagamento via F24 il comune

dovrebbe invece essere il diretto destinatario delle somme riscosse». Fermo restando che bi-sogna accelerare l’iter per i pagamenti delle somme dovute al gestore per l’attività svolta.

In effetti l’articolo 10, che deroga alla di-sciplina ordinaria del tributo, dispone che la nuova tassa sui rifi uti e la maggiorazione sui servizi si pagheranno con l’ultima rata, a con-guaglio delle somme versate in acconto. Le rate possono essere determinate in base a quanto già versato dai contribuenti nell’anno 2012 per Tarsu, Tia1 e Tia2. Inoltre la maggiorazione, fi ssata nella misura di 0,30 euro per metro quadrato, non può essere aumentata dai co-muni e il gettito è riservato allo stato. Gli enti locali, con propria deliberazione, possono sta-bilire il numero delle rate di versamento del tributo. Ma i cittadini devono essere informati, anche con la pubblicazione sul sito internet del comune, almeno 30 giorni prima della data di scadenza dei pagamenti. Per le prime due rate le amministrazioni locali possono inviare i modelli già predisposti per il pagamento di Tarsu, Tia1 o Tia2. Gli acconti verranno scom-putati dal quantum dovuto, a titolo di Tares, per l’anno 2013. La prima rata fi ssata ex lege per il mese di luglio, come previsto dal dl ri-fi uti (1/2013), può essere anticipata anche nel caso in cui il comune non abbia adottato il re-golamento, che deve essere emanato entro il prossimo 30 giugno. Concessionari e gestori del servizio possono continuare a riscuotere il tri-buto, con l’unico dubbio che possano incassarlo

per tutto il 2013, anche a saldo, o solo in acconto. Si ritiene più aderente al dettato normativo la circolare ministeriale, che opta per la prima soluzione.

©Riproduzione riservata

I gestori possono incassare soltanto gli acconti, dice l’Ifel

La Tares a conguaglio va versata al comune

Il principio

L’età avanzata del titolare dell’azienda o l’obsolescenza dell’azienda stessa e dei beni strumentali impiegati sono elementi di differenziazione dal campione standard utilizzato da Gerico e possono giustii care lo scostamento individuato dagli studi di settore.

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La nota Ifelsul sito www.italia-oggi.it/documenti

La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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26 Venerdì 17 Maggio 2013 I M P O S T E E TA S S ELa ctp di Prato ha accolto il ricorso del contribuente contro l’accertamento i scale

Il raddoppio termini a rischioI ritardi nelle procedure non lasciano spazio alla misura

DI ANDREA BONGI

Il ritardo nell’inoltro della notizia di reato alla Pro-cura e la mancata con-cessione del termine dei

sessanta giorni per le repliche al contribuente mettono in gi-nocchio l’uffi cio delle Entrate. È sulla base di queste eccezioni preliminari che la commissione tributaria provinciale di Pra-to (sentenza n.30/01/2013 del 16/05/2013) con una sentenza, ha accolto il ricorso presenta-to dal contribuente contro un avviso di accertamento con il quale la locale Agenzia delle entrate aveva dichiarato ille-gittima la detrazione dell’Iva su un acquisto immobiliare per euro 582 mila per una presunta frode fi scale con con-seguente invio della notizia di reato alla locale Procura della Repubblica. Secondo i giudici del capoluogo toscano l’operato dell’Uffi cio deve essere invece censurato sotto più punti di vi-sta.In primo luogo sull’utilizzo troppo disinibito della discipli-na del cd raddoppio dei termini per l’accertamento in presenza di fattispecie penalmente rile-vanti. A presidio del corretto uso del raddoppio dei termini,

si legge nella sentenza in com-mento, la normativa prevede l’obbligo della denuncia pe-nale senza ritardo ex articolo 331 del cpp. In tale contesto, alla luce anche della sentenza n.247/2011 della Corte costitu-zionale, prosegue la sentenza della Ctp di Prato, il giudice di merito ha il compito di ve-rifi care l’obiettiva sussistenza degli elementi utili all’insor-gere dell’obbligo di denuncia penale in capo al pubblico uffi ciale. Nel caso di specie la

notizia di reato, oltre a essere del tutto generica e come tale inidonea a identifi care gli asse-riti elementi di reato, non era neppure richiamata all’interno dello stesso avviso di accerta-mento. Da ciò ne consegue che quest’ultimo, essendo stato notifi cato in data posteriore al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presen-tazione della dichiarazione dei redditi contestata, deve ritenersi affetto da «prescri-zione del termine per l’accer-

tamento» e quindi illegittimo. Nonostante l’accoglimento di tale eccezione preliminare la commissione tributaria di Pra-to ha ritenuto di accogliere an-che gli altri motivi di doglian-za del contribuente statuendo altresì che a prescindere dal nome iuris attribuito all’at-tività di verifica esercitata dall’Uffi cio, quando la stessa si sostanzia nell’esame dei li-bri e delle scritture contabili è necessario che venga redatto un atto istruttorio a chiusura

di un’attività sostanziale tesa ad accertare situazioni giuri-diche sulla base di un’analisi critica di fatti e documenti. A fronte di tale atto istruttorio deve concedersi al contribuen-te il termine di 60 giorni per le osservazioni, fatti salvi i casi di comprovata e motivata urgen-za. In difetto dell’assegnazione di tale termine o dell’esistenza di tali motivi d’urgenza, l’ac-certamento è illegittimo. Nel merito poi le doglianze del contribuente sono apparse ul-teriormente fondate. Il diritto alla detrazione dell’Iva su di un acquisto immobiliare non può essere disconosciuto sulla base di ipotetiche fattispecie di accordi frodatori fra acquiren-te e venditore. Richiamandosi alla giurisprudenza comuni-taria la commissione ha pre-cisato come il cessionario «ha il diritto di detrarre l’Iva ove non sappia o non possa sapere di essere coinvolto in un mec-canismo fraudolento» (sent. Optigen N.C.62/93).

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Dal prossimo 10 giugno, la Direzione cen-trale normativa dell’Agenzia delle entrate sarà guidata da Annibale Dodero, in sostituzione di Arturo Betunio che si è dimesso per assumere un nuovo incarico professionale. Do-dero, 60 anni, dal 2011 direttore aggiunto della stessa Direzione centrale normativa, si è laureato con lode in Economia e commer-cio presso l’Università degli studi di Roma, con perfezionamento in diritto tributario internaziona-le. Ha percorso l’intera carriera all’interno dell’Amministrazione fi nanziaria a partire dal 1973, ricopren-

do numerosi incarichi di coordinamento e di responsabilità.Dirigente dal 1999,

Dodero ha svolto le funzioni di responsabile dell’Ufficio studi di settore nella Direzio-ne centrale accertamento dal 2000 al 2002 e dell’Uffi cio im-prese nella Direzione centrale normativa e contenzioso dal 2002 al 2009. Dal 2009 al 2011 ha ricoperto il ruolo di capo settore Imposte sui redditi e sulle attività produttive e, dal 1° aprile 2011, l’incarico di direttore aggiunto della Dc

normativa.

Dodero alla Direzione centrale normativa

Lo stato può rifi utare di restituire all’im-presa l’Iva che essa non ha potuto de-trarre a causa di un divieto della norma nazionale contrastante con la normativa comunitaria, qualora risulti che l’impre-sa non ha sopportato effettivamente il relativo onere economico, avendolo ri-percosso su altri soggetti. Lo ha stabilito la corte di giustizia Ue nella sentenza del 16 maggio 2013, causa C-191/12.Le questioni erano state sollevate dai giudici ungheresi nell’ambito di una controversia fra una società e l’ammi-nistrazione fi nanziaria, concernente il diniego di rimborso dell’Iva pagata su acquisti fi nanziati da aiuti pubblici, la cui detraibilità era stata esclusa dalla normativa nazionale in violazione del diritto comunitario, avendo la corte dichiarato, con sentenza del 23 aprile 2009, C-74/08, in contrasto con le di-sposizioni comunitarie sul diritto alla detrazione la norma ungherese che, in caso di acquisto di beni sovvenzionato da fondi pubblici, permette di detrarre l’Iva relativa a tale acquisto solo fi no a concorrenza della parte non sovvenzio-nata. Nell’affrontare le questioni, la cor-te ha ricordato che il diritto di ottenere il rimborso delle imposte riscosse da uno stato membro in violazione di norme del diritto dell’Ue costituisce la conseguen-za e il complemento dei diritti attribuiti agli amministrati dalle disposizioni del diritto dell’Ue. Pertanto gli stati membri sono tenuti, in linea di principio, a rim-borsare i tributi indebitamente riscossi, e ciò vale anche per l’Iva che il soggetto passivo non ha potuto detrarre in viola-zione del diritto dell’Ue.Il diritto alla ripetizione dell’indebito mira a rimediare alle conseguenze del-la riscossione indebita, neutralizzan-do l’onere economico che ha gravato

l’operatore che lo ha effettivamente sopportato. In via di eccezione, però, la restituzione può essere rifi utata qualora comporti un arricchimento senza causa degli aventi diritto; la tutela dei diritti non impone il rimborso di dazi, imposte e tasse riscossi in violazione del dirit-to dell’Ue quando sia appurato che la persona tenuta pagamento li ha di fat-to traslati su altri soggetti. Mancando una disciplina comunitaria in materia di domande di rimborso, spetta agli stati membri stabilire i requisiti in presen-za dei quali tali domande possano es-sere presentate, nel rispetto però dei principi di equivalenza e di effettività. Quest’ultimo principio, in particolare, impone che le condizioni per l’esercizio dell’azione di ripetizione dell’indebito siano stabilite dagli stati membri in base al principio dell’autonomia processuale, cosicché l’onere economico dell’imposta indebitamente riscossa possa essere neutralizzato. Pertanto, qualora sia stato integralmen-te neutralizzato l’onere economico che ha gravato il soggetto passivo a causa dell’imposta indebitamente riscossa, lo stato membro può rifi utare il rimbor-so di una parte di tale imposta in base alla considerazione che l’esecuzione di un tale rimborso comporterebbe a vantaggio del soggetto passivo un ar-ricchimento senza causa. La questione se, nella fattispecie, il rimborso richie-sto sia diretto soltanto a neutralizzare l’onere economico dell’imposta indebita o comporti, al contrario, un arricchimen-to senza causa a vantaggio del sogget-to passivo costituisce una questione di fatto che rientra nella competenza del giudice nazionale.

Franco Ricca© Riproduzione riservata

Lo stato non restituisce l’Iva in eccesso

Il professionista fi nito nel mirino degli inquirenti con l’accusa di dichiarazione infedele ed evasione fi scale è soggetto al sequestro della pen drive e del computer. Ciò anche nel caso in cui sia un medico.Lo ha sancito la Corte di cassazione con la sentenza n. 21103 del 16 maggio 2013. Dunque la sesta sezione penale del Palazzaccio ha confermato la misura cautelare a ca-rico di un odontoiatra accusato di dichiarazione infedele al quale la Guardia di fi nanza, nel corso di un’ispezione, aveva sequestrato tutto il materiale informatico, fra cui tutte le pen drive e i computer. L’uomo si era difeso so-stenendo la mancanza di pertinenza fra questi oggetti e la misura. La tesi non è stata accolta dal Tribunale del Ri-esame di Napoli che ha convalidato il sequestro. A questo punto la difesa del professionista ha presentato ricorso in Cassazione ma, ancora una volta, senza successo. I Supremi giudici hanno infatti reso defi nitivo il seque-stro spiegando che la legittimità del sequestro proba-torio deve essere valutata, non già nella prospettiva di un giudizio di merito sulla fondatezza dell’accusa, ma in riferimento all’idoneità degli elementi su cui si fonda la notizia di reato a rendere utile l’espletamento di ulteriori indagini, per acquisire prove certe o prove ulteriori del fatto, non esperibili senza la sottrazione all’indagato del-la disponibilità della «res» o l’acquisizione della stessa nella disponibilità dell’autorità giudiziaria. In questo caso il provvedimento probatorio risulta sor-retto da una motivazione che, per quanto riassuntiva o schematica, collega al ragionevole delinearsi di ipotesi criminose l’enunciazione descrittiva dell’inerenza o per-tinenzialità dei beni e cose sequestrate all’accertamento di dette ipotesi di reato. Insomma la misura, sia per i giu-dici di legittimità che per quelli di merito, è giustifi cata dal sospetto che il professionista abbia nascosto gran parte del suo fatturato e giro d’affari mediante un’ope-razione di ripulitura del pc. Nell’udienza svoltasi al Pa-lazzaccio lo scorso 26 marzo la Procura generale della Suprema corte ha chiesto il rigetto integrale del ricorso dell’odontoiatra e la confer-ma del sequestro.

Debora Alberici

Fisco, ok al sequestrodella pen drive con i dati

Annibale Dodero

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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27Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 1I M P O S T E E TA S S EAlemanno annuncia la sua riforma. L’Anci vuole prorogare Equitalia

A Roma riscossione softAbolizione dell’aggio, pagamenti in 100 rate

Pagina a cura DI BEATRICE MIGLIORINI

Abolizione dell’aggio e dilazioni di pagamen-to fino a cento rate. Innalzamento del

tetto per l’iscrizione di ipote-che da 20 a 30 mila euro, con la possibilità di arrivare fino a 50 mila euro, se l’ipoteca deve essere iscritta sull’abi-tazione principale. Queste le nuove modalità con cui verrà effettuata la riscossione coat-tiva nel comune di Roma. A renderle note ieri, il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, durante la presentazione del nuovo servizio di riscossione coattiva ad opera di Aequa Roma. Procede quindi a pie-no ritmo l’organizzazione per la presa in carico delle servi-zio da parte di Aequa Roma, uscita vittoriosa con 30 mila voti a favore, dal referendum indetto dal comune capitolino lo scorso 24 aprile (si veda Ita-liaOggi del 3 maggio). A segui-to dell’esito del referendum on line, la giunta comunale con la delibera 180/2013 ha infatti

decretato l’internalizzazione del servizio di riscossione co-attiva per le entrate tributarie, patrimoniali e per le sanzioni amministrative. Il tutto sotto l’occhio vigile di un comitato etico interno alla società, con poteri decisionali. In base al giudizio del comitato, infatti, potranno essere concesse le dilazioni o le sospensioni dei pagamenti. In base a quanto emerso ieri, la Aequa Roma, oltre a calibrare le azioni di riscossione a seconda delle specifiche situazioni, potrà an-che abbattere completamente l’aggio (il compenso che i con-tribuenti devono a Equitalia per la gestione del servizio) a carico del contribuente. Ad oggi, l’aggio di Equitalia è pari all’8% delle somme iscritte al ruolo. Tra le novità, anche quella dell’innalzamento del tetto minimo per l’iscrizione di ipoteca e per l’espropriazione. Il sindaco di Roma, Gianni Ale-manno, ha infatti dichiarato che «il tetto minimo per proce-dere con l’iscrizione di ipoteca o con l’espropriazione, passerà da 20 a 30 mila euro, e potrà

arrivare anche a 50 mila in caso di abitazione principale». Prevista infine, anche la pos-sibilità di poter ottenere una dilazione di pagamento fino a 100 rate. A fare da contro al-tare all’organizzazione roma-na, l’associazione nazionale comuni d’Italia. L’Anci chiede infatti la proroga al mandato di Equitalia, la cui scadenza è prevista per il prossimo 30 giugno. Il presidente dell’An-ci, Alessandro Cattaneo, nella lettera di ieri indirizzata al Ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, ha spiegato che la «proroga è necessaria sia per evitare rischi di collasso dell’intera gestione comunale, sia per at-tuare un percorso ben struttu-rato di riforma del sistema di riscossione». In base a quan-to sostenuto dal presidente Cattaneo, il mancano rinnovo del mandato alla società di riscossione, rischia far collas-sare più di 5 mila comuni che alla scadenza del 30 giugno, rischiano di trovarsi del tutto impreparati.

© Riproduzione riservata

Riaperti i termini per l’accesso al fi -nanziamento per i contribuenti emi-liani colpiti dal sisma, il modello si aggiorna. Slitta, infatti, al 15 giugno prossimo il termine ultimo per pre-sentare la documentazione utile per accedere al fi nanziamento del paga-mento dei tributi, dei contributi pre-videnziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria (si veda ItaliaOggi del 27 aprile). Questo è quanto emerge dal provvedimento dell’Agenzia delle entrate, pubblicato ieri sul sito. Un provvedimento dun-que, che con il nuovo modello aggior-nato, completa ed amplia il quadro di quanto già previsto dal dl 174/2012 che stabiliva al 30 novembre 2012, il termine ultimo per i contribuenti per la trasmissione della documenta-

zione necessaria per avere accesso al fi nanziamento. Con il nuovo modello contenuto nel provvedimento delle Entrate, così come previsto dall’art. 6 del dl 43/2013, potranno usufruire della riapertura dei termini, tutti i soggetti titolari di reddito di im-presa commerciale nonché tutti gli esercenti attività agricole. Per tutti i titolari di reddito di lavoro auto-nomo o dipendente invece, l’accesso al fi nanziamento dipenderà dal riu-scire a dimostrare di avere subito un danno economico direttamente derivante dal sisma. Alla stessa sor-te saranno sottoposti anche tutti i proprietari di unità immobiliari adi-bite ad abitazione principale e tutti i titolari di un domicilio fi scale o di una sede operativa. In base a quanto

stabilito dall’Agenzia, il requisito di base per poter accedere alla richie-sta di fi nanziamento è l’utilizzo del software apposito, reperibile diret-tamente sul sito delle Entrate. Non solo. Oltre l’utilizzo del software, è anche necessario che i contribuen-ti interessati, prima di inoltrare la richiesta, si registrino all’anagra-fe tributaria. Il codice fi scale che deve essere inserito all’interno del modulo da compilare, deve infatti essere quello inserito e registrato presso l’anagrafe tributaria, a pena di rifi uto automatico dell’accesso al fi nanziamento. Da un punto di vista procedimentale, è inoltre necessario che tutti i caratteri alfabetici siano in maiuscolo.

Beatrice Migliorini

Sisma, un nuovo modulo per accedere al fi nanziamento

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINODirezione Patrimonio, Approvvigionamenti e Logistica

Servizio Appalti e ContrattiServizio Amministrazione del Patrimonio

ESTRATTO AVVISO ESPLORATIVORICERCA IMMOBILE

Ente: Università degli Studi di Torino – Via Verdi n. 8 – 10124 Torino.Procedura: Avviso esplorativo non impegnativo per l'Amministrazione finalizzato allaricerca di un immobile da destinare a “Centro Didattico” della Scuola di Medicinadell’Università degli Studi di Torino.Pubblicazioni: L’Avviso integrale è stato pubblicato sul profilo di committentewww.unito.it, alla voce procedure immobiliari e all’Albo Ufficiale di Ateneo on-line.

Scadenza presentazione proposte: ore 12.00 del 10 giugno 2013.

Informazioni e chiarimenti: • Per informazioni tecniche rivolgersi alla DirezioneTecnica ai seguenti numeri telefonici: +39 011/670.4207 - 4301; email: [email protected]• Per informazioni inerenti la procedura rivolgersi al Servizio Appalti e Contratti e/o alServizio Amministrazione del Patrimonio, ai seguenti numeri telefonici: +39011/670.4249 – 4250; 4231; 4232, email: [email protected]; [email protected] del Procedimento: Dott. Roberto Barreri, Direttore della DirezionePatrimonio Approvvigionamenti e Logistica – tel: +39 011/670.4256, email: [email protected]

Il DirettoreDirezione Patrimonio, Approvvigionamenti e Logistica

Dott. Roberto Barreri

AVVISO DI GARAGara d’appalto - Servizi. Modalità scelta contraente: Procedura Aperta.

Gara n. TOLAV008-13. SS. SS. nn. 341 “Gallaratese” e 703 (Tangenziale di Novara) -

Servizio triennale omnicomprensivo di sgombroneve, trattamento antighiaccio e fornitura di

salgemma. Esercizio 2013-2016. Importo complessivo dell’appalto a corpo € 215.400,00.

LUOGO DI ESECUZIONE: Provincia di Novara.

TERMINE DI ESECUZIONE DELLE PRESTAZIONI: DAL 01/10/2013, OVVERO DALLA DATA

DEL VERBALE DI CONSEGNA DEI SERVIZI, AL 30/04/2016.

SCADENZA PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE ORE 13.00 DEL 08/07/2013.

Il bando di gara integrale inviato per la pubblicazione sulla G.U.U.E. in data 13/05/2013 e

pubblicato sulla G.U.R.I. n. 57 del 17/05/2013, è visibile presso l’Albo Pretorio dei comuni

di Torino e Novara, l’Albo della Stazione Appaltante - Compartimento ANAS S.p.A. di

Torino e Sezione Staccata ANAS S.p.A. di Novara; nonché sul sito internet aziendale

www.stradeanas.it, sul sito Ministero delle Infrastrutture www.serviziocontrattipubblici.it e

sul sito Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici www.regione.piemonte.it.

IL CAPO COMPARTIMENTO

Ing. Raffaele CELIA

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilità

per il Piemonte

CORSO G. MATTEOTTI, 8 - 10121 TORINO

Tel. 011/5739202 - Fax 011/5162982

sito internet www.stradeanas.it

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Gianni Alemanno

Le Fiamme gialle di Verona hanno scoperto 7 milioni di euro di investimenti non segna-lati al fi sco. Uno studio legale, rischia quindi fino a un milione di euro di multa per non aver svolto gli adeguati controlli sulle attività fi nanziarie dei propri clienti provenienti da paesi rientranti nella black-list. Gli esercenti le professioni di consu-lenza legale, in materia di riciclaggio, sono tenu-ti a funzioni di controllo e verifi ca sulla propria clientela quando questa si avvale delle professio-nalità dello studio per attività di investimento all’estero di carattere fi nanziario.

È stata sospesa la liberalizzazione del ca-botaggio terrestre. La notizia arriva dal porta-voce della Commissione trasporti dell’Unione europea. A ricordarlo, Anita (autotrasporto merci), che sottolinea come la liberalizzazione del cabotaggio è stata contrastata da molti paesi membri e da molte associazioni europee dei trasportatori. Anita per prima ha trovato alle-anze, non solo in seno al settore, ma anche con la Federazione europea dei sindacati del trasporto. «È chiaro che il ruolo del cabotaggio deve evolve-re nel lungo termine», ha dichiarato il porta-voce della Commissio-ne europea trasporti, «nel breve periodo, sarà possibile aumentare il controllo delle norme, inclusi gli aspetti sociali e far funzionare meglio il mercato per il bene di entrambe le parti, di chi lavora nel settore e so-prattutto dell’economia europea che dipende, in maniera vitale, dall’ef-fi cienza dei servizi di trasporto».

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28 Venerdì 17 Maggio 2013 DIRITTO E AGRICOLTURAIn arrivo un decreto sulla tracciabilità che riduce all’osso le esenzioni. I nuovi vincoli dal 2014

La filiera dell’olio sotto registroIl modello di carico e scarico Sian obbligatorio per tutti

DI ALBERTO GRIMELLI

Migliaia di olivicoltori, frantoiani, sansifi ci e commercianti prima esentati si

troveranno a fare i conti, dal 1° gennaio 2014, con il registro di carico e scarico dell’olio, meglio conosciuto come registro Sian. È questa la novità più signifi -cativa della bozza di decreto ministeriale, che sarà al vaglio del tavolo di fi liera la prossi-ma settimana, che recepisce il regolamento comunitario 299/2013. Il provvedimento eu-ropeo è stato varato il 26 marzo scorso. L’Italia è già pronta a darne attuazione estendendo il campo di applicazione del de-creto ministeriale 8077/09, che istituiva il registro Sian, a mol-ti più soggetti. Quanti? Secon-do il regolamento comunitario tutte «le persone e i gruppi di persone fi siche o giuridiche che detengono, ai fi ni dell’esercizio della loro professione o a fi ni commerciali, olio d’oliva ed olio di sansa, dalla fase dell’estra-zione al frantoio fino all’im-bottigliamento incluso, hanno

l’obbligo di tenere registri di entrata e di uscita per ogni ca-tegoria di questi oli». La nuova normativa europea estende quindi il campo di applicazione della tracciabilità obbligatoria anche agli oli di sansa e agli oli raffi nati, prima esclusi, ma soprattutto non ammette dero-ghe. Il dm 8077/09 invece pre-vedeva, all’articolo 7 comma 3 che fossero esclusi dal registro telematico di carico e scarico «gli olivicoltori che commer-cializzano olio allo stato sfuso

e/o confezionato, purché otte-nuto esclusivamente dalle oli-ve provenienti da oliveti della propria azienda, molite presso il proprio frantoio o di terzi». In base alla nuova formulazione la platea degli esentati si ridu-ce a sole tre categorie, ovvero per gli operatori che detengono oli esclusivamente «utilizzati per la preparazione di prodotti diversi dagli oli destinati all’ali-mentazione; destinati all’auto-consumo; preconfezionati ed etichettati». In base all’attuale

formulazione del decreto, inol-tre, non sarebbero tenuti al re-gistro di carico e scarico anche quegli olivicoltori che cedesse-ro l’intera loro produzione, in olive od olio, a un frantoio o a un commerciante. È suffi ciente invece confezionare anche una sola bottiglia per far scattare l’obbligo. Eludere il sistema di tracciabilità diventerà pra-ticamente impossibile. Ogni litro di olio d’oliva verrà mo-nitorato quasi in tempo reale. Infatti, «le annotazioni nei re-gistri si effettuano entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell’operazione, giorni festivi compresi». La tenuta dei registri potrà in ogni caso essere delegata, fermo restan-do la responsabilità in capo al titolare del registro stesso, alle associazioni di categoria mag-giormente rappresentative a livello nazionale ed ai centri di assistenza agricola. Le novità non riguardano solo la platea di operatori interessati dal re-gistro Sian ma anche i controlli. A vigilare sul settore olivicolo-oleario sarà il dipartimento dell’Ispettorato centrale della

tutela della qualità e repres-sione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf (Icqrf). A questo proposito pare abba-stanza limitato, studiato presu-mibilmente sulle esigenze dei paesi non produttori, il nume-ro minimo di controlli stabilito dall’Unione europea. In base a quanto disposto dall’articolo 2-bis, comma 4 del regolamento 299/2013 dovrà essere eseguito un controllo di conformità ogni mille tonnellate d’olio commer-cializzato. In Italia questo si-gnifi ca che l’Icqrf sarà obbliga-to a eseguire circa 600 verifi che all’anno, visto che consumiamo poco più di 600 mila tonnella-te di oli d’oliva. Tra le ragioni che potrebbero far scattare i controlli: il prezzo, il periodo di produzione, il paese di origine e quello di destinazione.

© Riproduzione riservata

SÌ ALLA POSSIBILITÀ DI VENDERE, MANIPOLA-RE E TRASFORMARE I PRODOTTI AGRICOLI E ZOOTECNICI DA PARTE DI UN IMPRENDITORE INDIVIDUALE AGRICOLO. L’attività di prepa-razione, cottura e confezionamento di ragù e spezzatino ottenuti con la carne del proprio bestiame rientrano nell’attività di manipo-lazione e trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici. L’impresa individuale agricola inoltre può vendere prodotti derivati ottenuti dalla manipolazione e trasformazione dei propri prodotti agricoli e zootecnici di conse-guenza nello specifi co anche ragù e spezzatino ottenuti con la carne del proprio bestiame fermo osservando ovviamente il rispetto dei requisiti igienico-sanitari prescritti per dette attività. Questa è la risposta fornita dal Mise con la risoluzione del 16 aprile 2013 n. 63083 al quesito posto da un Comune in merito alla possibilità da parte di un piccolo coltivatore diretto di avviare l’attività di vendita e la possibilità di preparare, cuocere, confezionare al pubblico anche ragù e spezzatino ottenuto con la carne del proprio bestiame.

L’AMMINISTRATORE UNICO DI UNA SOCIETÀ OPERANTE NEL COMPORTO ALIMENTARE o della somministrazione di alimenti e bevande può considerarsi in possesso del requisito profes-sionale solo qualora l’attività svolta, per al-meno due anni continuativi, nel quinquennio precedente, si sia concretizzata in compiti di gestione effettivamente operativi e svolti con carattere di abitualità e prevalenza. La pro-fessionalità deve essere documentata e deve essere in regola con le norme previdenziali e in grado a loro volta quest’ultime di attestare l’acquisizione delle competenze specifi che per il settore di attività. Questo è quanto contenuto nella risoluzione del 16 aprile 2013 n. 63161. La risoluzione risponde al quesito se possa ritenersi qualifi cato il soggetto che presta la propria opera, in qualità di amministratore unico, in una società che opera nel campo del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e affi ni. L’amministratore non ha percepito

stipendio in quanto socio e solo percettore di eventuali utili o perdite e pertanto non obbli-gato all’iscrizione all’Inps.

IL GIUDICE TRIBUTARIO PUÒ AUTONOMAMENTE ACCERTARE L’ESISTENZA DELLO STATUS DI COLTIVATORE DIRETTO nel rispetto della piena tutela del diritto soggettivo all’agevolazione fi scale. Lo status di coltivatore diretto neces-sario per l’agevolazione esisteva comunque, seppur nel triennio postumo al rogito non si era provveduto alla dimostrazione del presupposto soggettivo per mezzo di idonea documentazione rilasciata dall’ispettorato di competenza. Questo è il contenuto della sentenza del 2 maggio 2013, n. 10248 della Corte di cassazione. Il fatto in sintesi: il con-tribuente ricorrente lamentava il fatto che l’agenzia delle entrate aveva negato l’agevo-lazione sulla proprietà contadina in quanto al momento del rogito, in capo allo stesso, non fossero sussistenti i requisiti sostanziali previsti dalla legge n. 604/1954. I giudici di cassazione nell’accogliere il ricorso affermano che il contribuente possedeva ed ha speso la qualifi ca di coltivatore diretto già alla data del rogito. Il termine triennale per la produ-zione del certifi cato defi nitivo riguarda il diverso caso in cui il contribuente non risulti ancora possedere la qualifi ca e l’Ispettorato, competente al relativo riconoscimento, debba svolgere gli accertamenti necessari per accla-rare l’esistenza dei requisiti.

IL TITOLARE DI UN’ATTIVITÀ DI ERBORISTERIA PUÒ ANCHE SVOLGERE L’ATTIVITÀ DI MISCELA-ZIONE E VENDITA DI ERBE SFUSE SENZA ESSERE IN POSSESSO DEL DIPLOMA DI ERBORISTA . In quanto siano in presenza dell’assenza di una norma che lo preveda. È quanto affermano i tecnici del Mise con la risoluzione del 16 aprile 2013 n. 63187 in risposta a un quesito che verteva sulla possibilità di intraprendere l’attività di miscelazione e vendita di erba sfusa da parte di titolare di un erboristeria.

Cinzia De Stefanis

RISOLUZIONI E SENTENZE SULL’AGROALIMENTARE

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Page 23: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  L’Imu slitta a settembre Oggi il decreto legge sulla proroga del versamento per le prime case. Resta in

29Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17DIRITTO E IMPRESAIl Tar Calabria sui requisiti nelle gare per i progettisti

Gare, giovani unitiSe associati in Rti hanno i requisiti

DI ANDREA MASCOLINI

Nelle gare di progetta-zione il giovane pro-fessionista, se associa-to in raggruppamento,

non è tenuto a documentare requisiti di qualifi cazione, ma deve essere abilitato da meno di cinque, anni, iscritto all’albo e avere un preciso ruolo come progettista che gli consenta di acquisire un’utile esperienza formativa. È quanto afferma il Tar Calabria-Reggio Calabria, con pronuncia dell’8 maggio 2013, n. 268, che ha avuto an-che modo di precisare che nei raggruppamenti di progettisti il limite minimo per la man-dataria vale soltanto in caso di raggruppamenti orizzontali e nell’ambito dei sub raggrup-pamenti orizzontali. I giudici hanno preso in esame una gara di progettazione in cui il rag-gruppamento aggiudicatario, costituito in forma mista, aveva associato un giovane professio-nista che però non dichiarava né requisiti di qualifi cazioni, né quote di partecipazione al raggruppamento. Accertata la

fi nalità «promozionale» della norma sul giovane professio-nista (art. 253, comma 5 del dpr 207/2010) e il fatto che la «presenza» nel raggruppa-mento può anche non essere assicurata anche soltanto indi-cando un collaboratore di uno degli associati, il tribunale ha precisato che se il giovane pro-fessionista viene associato nel raggruppamento, non risulta-no comunque operanti anche nei suoi confronti gli obblighi di qualifi cazione, né l’obbligo (allora vigente) di indicare la quota di partecipazione. Per il collegio giudicante quel che conta (ed è questa la ratio del-la legge) è che il giovane pro-fessionista, senza assumere responsabilità sproporzionate rispetto alla sua limitata for-mazione professionale, possa partecipare al servizio di pro-gettazione oggetto dell’appal-to maturando esperienze pro-fessionali e lavorative. Devono però essere rispettati i paletti posti dal regolamento del Co-dice (non più di cinque anni dal superamento dell’esame di stato; iscrizione all’albo e

coinvolgimento come proget-tista nella compagine che si candida.. Il fatto che sia stato qualifi cato come «mandante», in assenza di una specifica previsione di quota parteci-pativa, «non può assurgere a causa di esclusione del rag-gruppamento, vista la fi nalità della previsione normativa e considerato che i requisiti di partecipazione previsti dal bando erano interamente as-solti dagli altri professionisti». Un secondo aspetto trattato nella sentenza attiene alla norma del requisito minimo che può essere richiesto dalle Amministrazioni la mandata-ria di un raggruppamento di progettisti. A tale riguardo il Tar precisa che l’articolo 261, comma 7 del dpr 207/2010 opera solo nell’ambito dei raggruppamenti orizzontali e che, quindi, nel caso speci-fi co il limite fi ssato (al 40%) doveva essere verifi cato non in rapporto all’intero ammontare dell’appalto, ma rispetto alla classe e categoria per la quale era stato costituito il sub rag-gruppamento orizzontale.

DI MARILISA BOMBI

Dal tabaccaio posiziona-to vicino alla chiesa si potrà anche acquistare un gratta e vinci ma

non si gioca con le slot machi-ne, almeno in Liguria e nelle altre regioni in cui il legislatore è intervenuto. Lo ha stabilito il Tar Liguria, sezione seconda, con la sentenza 753 depositata il 7 maggio 2013 che ha respin-to il ricorso presentato avverso il diniego opposto dal Comune di Genova. Secondo il Collegio, in pratica, non è incostituzio-nale la scelta della Regione di regolamentare la distribuzio-ne delle apparecchiature per il gioco lecito sul territorio, nell’ambito delle competenze spettanti alla Regione in ordine alla tutela della salute e delle politiche sociali, al fi ne di pre-venire il vizio del gioco anche se lecito. Condizioni, queste, cui è del tutto razionalmente preor-dinata una disciplina uniforme che non avrebbe senso limitare esclusivamente alle sale giochi solo perché le rivendite dei ta-bacchi hanno già, nel proprio

patrimonio, la possibilità di rivendere altri generi di giu-ochi e scommesse, considerate le differenze strutturali anche in termini di impatto psicolo-gico individuale sull’utenza. L’impresa ricorrente, peraltro, aveva cercato di sostenere la tesi della competenza esclusiva dello Stato in materia di gioco lecito e che, peraltro, non c’è corrispondenza tra la disciplina delle distanze fi ssata dalla Re-gione e le fi nalità di prevenzio-ne sociale che la legge esplici-tamente raffi gura. Ma secondo la Sezione, diversi sono i profi li di interesse statale e regionale. Nel senso che la legge regiona-le persegue la tutela sociale e della salute, mentre quella sta-tale assolve a criteri di ordine pubblico. Del resto, già la Corte costituzionale, con la sentenza 300 del 10 novembre 2011, ave-va rilevato la legittimità della scelta del legislatore (in quel caso la Provincia autonoma di Bolzano) di fi ssare un limite di distanza tra i luoghi dove è possibile praticare il gioco ed i luoghi cosiddetti sensibili, qua-li scuole e chiese.

Il Tar Liguria pone limiti ai tabaccai

Chiese vicine? No alle slot machine

Stanziati dal ministero dello sviluppo economico 2 milioni di euro a sostegno delle imprese produttrici di tessili cardati. Le regioni e le province autonome sono tenute a presentare i programmi entro l’8 luglio 2013. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 9 maggio 2013 n. 107 il decreto Mise del 6 marzo 2013. Il decreto disciplina i criteri, le condi-zioni e le modalità di attribuzione di alcune risorse del fondo «Made in Italy» alle regioni e province autonome di Trento e Bolzano che presentano programmi per incentivare: la quali-tà e la salubrità dei prodotti cardati attraverso l’innovazione e la sostenibilità ambientale di processo e di prodotto ; valo-rizzare i prodotti cardati attraverso marchi e certifi cazioni di qualità e di salubrità; e promuovere i prodotti cardati sui mercati. Nell’ambito della tipologia di azioni si sono vincolati i programmi regionali all’obbligo di previsione dell’azione di valorizzazione dei prodotti cardati attraverso l’ottenimento di marchi e/o certifi cazioni di qualità e di salubrità.

Cinzia De Stefanis

Tessile, 2 mln di europer le aziende produttrici Si alla fi nalità del nuovo regolamento eu-

ropeo in discussione, che punta ad aumentare la sicurezza dei veicoli. Giusto, quindi, omo-geneizzare gli standard tecnici di revisione, innalzare il livello della formazione del re-sponsabile tecnico e ampliare anche il mercato delle revisioni (la proposta è di arrivare a una revisione all’anno dopo i primi quattro anni).

No, invece, all’imposizione di un modello unico di organizzazione del sistema di revi-sioni, con la separazione tra offi cine di revisio-ne e offi cine di autoriparazione, per presunto confl itto di interessi. Perché questa divisione, se applicata in Italia, provocherebbe il crollo del sistema di revisione nazionale.

Sono queste le posizioni che Cna, Confar-tigianato e Casartigiani assumeranno Il 21 maggio prossimo, quando una loro delegazio-ne incontrerà a Strasburgo gli eurodeputati italiani in Commissione Trasporti che sta

discutendo la proposta di un regolamento europeo per la revisione periodica degli auto-veicoli. Obiettivo dell’incontro è chiedere agli europarlamentari di intervenire contro alcuni emendamenti alla proposta di regolamento che penalizzerebbe il sistema italiano di revisio-ne, mettendo a rischio 7 mila aziende, con 250 mila addetti, che effettuano circa 12 milioni di revisioni all’anno, con un giro d’affari di oltre 800 milioni di euro.

In Italia, va ricordato, il sistema delle revi-sioni oggi prevede che quando la macchina è nuova la prima revisione vada fatta dopo 4 anni, dopo di che ogni due anni, pena multa e ritiro del libretto. E sono due le leggi che rego-lamentano il sistema delle revisioni: la legge 122/92 che regolamenta le imprese dell’au-toriparazione; l’articolo 80 del nuovo codice della strada che regolamenta le revisioni.

Luigi Chiarello

Artigiani contro le offi cine per sole revisioni

Si è tenuta a Roma, presso la sede del Ministero dello sviluppo econo-mico, l’assemblea annuale dei soci Accredia - l’Ente unico nazionale di accreditamento - nel corso della quale il presidente Federico Grazioli ha illustrato i dati più signifi cativi dell’at-tività svolta nel 2012. Oltre 83 mila aziende e quasi 128 mila siti produttivi (uffi ci, stabilimenti ecc.) dispongono di certifi cati di sistema di gestione della qualità Iso 9001. Dopo il forte sviluppo registrato fi no al 2006, il numero di imprese certifi cate continua a crescere: +1,5% nel 2012, nonostante le gravi diffi coltà che il tessuto produttivo sta attraversando. La spesa delle imprese per la certifi cazione di qualità ammon-ta a 134 milioni di euro l’anno, pari all’1% degli investimenti complessivi in beni immateriali.

L’Antitrust ha condannato cinque ordini circondariali (Civitavecchia, Latina, Tempio Pausania, Tivoli e Vel-letri) per aver contrastato l’iscrizione di coloro che sono «fuggiti» in Spagna ed hanno ivi conseguito l’iscrizione all’albo degli avvocati senza sostenere alcun esame di abilitazione chiedendo Successivamente l’iscrizione a un albo forense italiano. L’Anai (Associazione nazionale avvocati italiani) esprime in una nota «piena adesione al com-portamento degli Ordini suindicati che dovranno impugnare il provvedi-mento adottato dall’Antitrust anche per contrasto co l dettato costituzionale che impone l’esame di stato».

Dal 21 al 23 maggio a Roma, Palazzo Borromini, per i suoi 130 anni, l’Istitu-to Storico Italiano dedicherà per la pri-

ma volta al pubblico dei non-addetti ai lavori l’evento «Medioevo quante storie!»: storici e scrittori (Barbero, Cardini, V.M. Manfredi, Silvia Ron-chey) dialogheranno in tre incontri sul rapporto Storia/narrazione.

Ad aprile, l’energia scambiata nel Mercato del Giorno Prima, dopo sette mesi, registra una lieve crescita tendenziale (+0,6%), mentre gli ac-quisti nazionali sono ancora in calo. Lo evidenzia la newsletter del gestore dei mercati energetici (Gme). La nuova contrazione delle importazioni (-9,4%) ha, invece, favorito la ripresa delle vendite da unità di produzione (+2,6%), tra cui prosegue la crescita da impianti a fonte rinnovabile. Nel Mercato a termine dell’energia (MTE), i prezzi dei prodotti negoziabili nel

mese evidenziano, in generale, una tendenza ribassista, con l’anno 2014 baseload scambiato a 61,00 €/MWh. Il prezzo medio di acquisto (Pun), con una fl essione di 2,94 €/MWh (-4,6%) su marzo e di 11,68 €/MWh (-16,1%) su aprile 2012, si è portato a 61,03 €/MWh, ai minimi da quasi tre anni.

Dal 20 maggio 2013 la Direzione Provinciale I di Napoli e l’Uffi cio Territoriale di Napoli 1 dell’Agenzia delle Entrate hanno un nuovo e unico ingresso in via Guglielmo Oberdan 1-3, strada riaperta di recente in se-guito ai lavori della metropolitana. Per l’Uffi cio territoriale di Napoli 1 un nuovo front offi ce nel cuore della città partenopea, dotato delle più moderne attrezzature informatiche e privo di barriere architettoniche.

BREVI

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30 Venerdì 17 Maggio 2013 LAVORO E PREVIDENZAParte l’iter per il contributo sostitutivo del congedo

Bonus bebè al viaEntro il 5 luglio l’accredito dei nidi

DI DANIELE CIRIOLI

Entra nel vivo la «mone-tizzazione» del congedo parentale. Ieri, infatti, l’Inps ha pubblicato il

bando che consente agli asi-li nido di accreditarsi al fi ne di entrare nell’elenco delle strutture abilitate e alle quali le madri lavoratrici potranno affi dare il neonato, ottenen-do il pagamento del servizio tramite la rinuncia e conver-sione del congedo parentale in contributo economico. L’ha reso noto lo stesso Inps con comunicato stampa. Gli asili nido hanno 35 giorni di tempo per presentare domanda (dal 31 maggio al 5 luglio). Una volta formato l’elenco, l’Inps darà il via libera al bando per l’assegnazione dei contributi alle lavoratrici.

La monetizzazione. È l’opportunità, sperimenta-le, introdotta per il triennio 2013/2015 dalla riforma For-nero (legge n. 92/2012). In pratica è la facoltà data alla madre lavoratrice di richie-dere, al termine del congedo

di maternità e in alternativa al congedo parentale, un vou-cher per acquistare servizi di baby-sitting o un contributo per pagare gli oneri della rete pubblica o privata dei servi-zi per l’infanzia. La facoltà è utilizzabile negli undici mesi dopo il congedo di maternità.

Il beneficio. Il beneficio consiste nel contributo di 300 euro mensili erogato per massimo sei mesi alle lavo-ratrici dipendenti e massimo tre mesi a quelle iscritte alla gestione separata. Due le mo-dalità di erogazione:

a) se utilizzato per gli asili nido, il contributo è liquidato direttamente dall’Inps alla struttura scelta dalla lavo-ratrice;

b) se utilizzato per servizi di baby-sitting il contributo è corrisposto tramite buoni lavoro (voucher).

Per ottenere il contributo, nell’una o nell’altra modali-tà, le lavoratrici devono pre-sentare domanda telematica all’Inps, il quale, nei limiti della copertura finanziaria (20 mln di euro) annuale,

provvede a redigere una graduatoria delle lavoratrici ammesse, tenendo conto tra l’altro dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) quale criterio di priorità.

Pagamento rette degli asili nido. La prima modali-tà si sostanzia nel benefi ciare del pagamento delle rette di asili nido. Ma non tutti gli asili nido danno diritto al risparmio alla lavoratrice; infatti, il benefi cio è erogato esclusivamente alla strut-tura scelta dalla lavoratrice purché tra quelle presenti in apposito elenco gestito dall’Inps. Al fi ne di redigere questo elenco, che ha validità annuale, l’Inps ha pubblicato ieri il bando in cui ha fi ssato i requisiti (regolarità contribu-tiva, previdenziale, assicura-tiva, in materia di sicurezza sul lavoro e sulla normativa antincendio) e i termini per la presentazione della do-manda, ossia dalle ore 00:00 del 15mo fi no alle ore 24 del 35mo giorno successivo alla pubblicazione del bando.

DI CARLA DE LELLIS

Più controlli nei servizi dei Caf sulla presenta-zione delle Dsu (le di-chiarazioni sostitutive

per l’Ise e Isee). Per il biennio 2012/2013, infatti, l’Inps ha stabilito la non liquidazione di compensi in alcune ipotesi di presentazione delle dichiara-zioni, nonché maggiori control-li sulla qualità del servizio. Lo spiega la circolare n. 82/2013 in cui l’Inps spiega la Conven-zione per il biennio 2012/2013. La nuova convenzione preve-de che non saranno compen-sate le Dsu con le seguenti caratteristiche, presentate dopo la prima che abbia dato origine alla certifi cazione Ise ed Isee: medesima data di sottoscrizione o date diverse; medesimo dichiarante o ap-partenente allo stesso nucleo; stesso anno reddito; stesso Caf o Caf diversi; valori economici e anagrafi ci inalterati. Inoltre, non verranno compensate le Dsu, dalla terza in poi, che abbiano date diverse di sotto-scrizione; stesso dichiarante o

appartenente allo stesso nu-cleo; stesso anno reddito; steso Caf o Caf diversi; variazioni dei valori economici e/o ana-grafi ci. Infi ne, non verranno compensate nemmeno le Dsu in cui il dichiarante o un altro componente del nucleo risulti inesistente o deceduto in data antecedente a quella della sot-toscrizione della Dsu.

Quanto ai controlli di quali-tà, la convenzione prevede che la risultanza di Dsu irregolari ai controlli automatici determi-nerà l’avvio di ulteriori attività di verifi ca miranti alle ipotesi di violazioni che comportano l’applicazione di penali a ca-rico dei Caf, tra cui il ritardo nella trasmissione della Dsu alla banca dati dell’Inps; la difformità tra i dati trasmessi alla banca dati Inps e quelli contenuti nel modulo di di-chiarazione; la ritrasmissione delle dichiarazioni con valori inalterati per un numero di volte superiore a due; la pre-senza di dichiarazioni presen-tate da soggetto inesistente o deceduto; la presenza di fi rma apocrifa sulle dichiarazioni.

Le regole nella nuova convenzione

L’Inps controllagli Isee dei Caf

CITTA’ DI IMOLAEstratto esito gara appalto

Procedura aperta per affidamento servizio postale per la corrispondenza dei Comuni di Imola, Castel San Pietro Terme, Casalfiumanese, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Medicina, Mordano e Nuovo Circondario Imolese – 01/04/2013-31/03/2015 CIG 4639489370. Aggiudicatario: RTR Poste S.r.l Napoli. Importo totale Euro 248.401,68 (IVA esclusa). RUP: Repizzi Viviana.

IL DIRIGENTE(D’Amore Dott.ssa Simonetta)

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ARCA – Agenzia Regionale Centrale AcquistiVia Fabio Filzi, 22 - 20124 Milano

Tel. +39 02.92.895.1Fax +39 02.37713.903

RETTIFICA BANDO DI GARA

Rettifica: Gara ARCA_2013_5 Procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/06 per l’affidamento del servizio di gestione delle postazioni di lavoro per la Regione Lombardia e per gli Enti del Sistema Regionale. Termine per il ricevimento delle offerte: 28/05/2013 Ora: 15.00, pena irricevibilità e/o non ammissione alla gara. Modalità di apertura delle offerte: 29/05/2013 Ora: 15.00.Quant’altro stabilito nel Bando di gara resta fermo ed invariato.

ARCA Agenzia Regionale Centrale Acquisti Il Direttore Generale Dott. Andrea Martino

Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana

Via Luigi Petroselli 45 - Roma (tel.066710.3146/2108)

Avviso di Procedura aperta

Appalto per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di costruzione dell’edificio da destinare a Museo Nazionale della Shoah, sito in Via Alessandro Tortonia (ora Largo Simon Wiesenthal) -Mun. III. L’aggiudicazione è disposta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa mediante offerta a prezzi unitari. Importo complessivo dell’appalto: 18.826.801,19 (IVA esclusa) così ripartito A) importo soggetto a ribasso d’asta € 18.013.238,12 di cui: importo lavori € 17.733.238,12 ed € 280.000,00 per progettazione esecutiva (comprensivi di C.N.P.A.I.A.); B) importo degli oneri della sicurezza non soggetto a ribasso d’asta € 813.563,07. Categoria prevalente: OG 1 -Class. VI. Categorie scorporabili: OG 11 -Class. V; OS 4 -Class. I; OS 21 -Class. VI. L’appalto è dato a corpo e a misura. Classi e categorie progettuali: si rinvia alla sezione III.2.3. del Bando di gara. Responsabile del Procedimento: Ing. Umberto Petroselli.(e.mail:[email protected]).Per i requisiti di partecipazione ed ogni altra informazione si rinvia al Bando integrale pubblicato sulla G.U.R.I. del 17 Maggio 2013 sul sito informatico dell’Albo Pretorio all’indirizzo URL www.comune.roma.it (Pubblicità Legale: Albo pretorio Pubblicazioni Matrimonio Bandi esiti gara) dal 17 Maggio 2013 al 16 Luglio 2013 unitamente al disciplinare e agli altri atti di gara nonché sul sito del Ministero Infrastrutture e Trasporti.Termine di scadenza offerte: ore 10,30 del del giorno 16/7/2013Data invio alla G.U.C.E.:13/05/2013

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTOIng. Umberto Petroselli

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31Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 1SPECIALE GNP/2013A Milano la giornata nazionale della previdenza. L’Adepp insiste: no alla doppia tassazione

Riforma del welfare ineludibileDal 2020 i costi sociali per lo stato saranno esorbitanti

Pagina a curaDI IGNAZIO MARINO

«La ri forma del welfare è inelu-dibile. C’è anco-ra qualche anno

a disposizione per farla ma non di più. A partire dal 2020, infatti, l’invecchia-mento della popolazione sarà così veloce che il si-stema pubblico dovrà farsi carico di costi esorbitanti per far fronte alla spesa sa-nitaria e all’assistenza degli anziani non autosuffi cienti». È questo il monito lanciato, durante la prima giornata nazionale della previdenza in corso a Milano, da Mau-ro Marè, presidente società per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione (Mefop) partecipata dal ministero dell’economia. «La riforma Monti-Fornero ha messo al sicuro i conti pubblici, ma oggi come non mai si pone il problema della tenuta sociale di un sistema previ-denziale finanziariamente sostenibile. Perché la pen-sione, comunque più bassa rispetto a quella percepita in passato, non basterà a far fronte ai bisogni cre-scenti di una popolazione

più longeva». Il tema è tan-to di attualità per il sistema pubblico quanto per quello privato. Non a caso la que-stione è stata affrontata ieri nel corso di un conve-gno organizzato dall’Adepp (l’associazione degli enti di previdenza privatizzati) per affrontare i nuovi obiettivi delle casse autonome dopo aver superato lo stress test della sostenibilità a 50 anni: welfare integrato e adegua-tezza delle prestazioni. Un confronto che, oltre al rap-presentante del Mefop, ha visto la partecipazione di Edoardo Gambacciani.

Il direttore generale delle politiche previdenziali del ministero del lavoro, dopo aver riconosciuto agli enti previdenziali di aver eserci-tato in maniera responsabi-le l’autonomia riconosciuta dalla legge, ha aggiunto: «ora che i numeri sono a po-sto è tempo di pensare alle persone. La pensione, in-fatti, è solo una esigenza della vita». Parlando a una platea di addetti ai lavori ha poi esor-tato i dirigenti degli enti a trovare quel-le convergenze, fra l’altro già in atto in

alcuni comparti (si veda Ita-liaOggi di ieri), per ampliare le forme di welfare esisten-ti e di crearne di nuove per aiutare i professionisti alle prese con la discontinuità la-vorativa. «Partendo da que-sta convergenza si potrà poi ragionare su eventuali misu-re premiali di vantaggio», ha aggiunto Gambacciani. «La doppia tas-s a z i o n e che su-biscono le casse dei pro-f e s s i o -nisti ita-liani non ha eguali in nessun

paese europeo», ha però ri-cordato Andrea Camporese che ha manifestato l’esigen-za di uscire dalla logica del rigore contabile e dare un po’ di ossigeno (con una fi -scalità meno pesante) a un comparto che negli ultimi anni ha visto ridurre i pro-pri redditi in maniera con-siderevole e dovuto mettere in cassa integrazione oltre 6 mila dipendenti. «Abbiamo una programmazione uni-versitaria che non funziona con facoltà che scoppiano e altre che, seppur a numero chiuso, producono un nume-ro di laureati che poi non riescono a trovare un’occu-pazione». Il riferimento è

ai circa 9 mila laureati in medicina che solo

nel 50% dei casi riescono a en-

trare in una scuola di spe-cializzazione (obbligatoria per esercitare

la professione). C’è poi il tema del micro-cre-

dito precluso ai giovani che vogliono avvia-re uno studio. E

tutto il fi lone del-

la long care term, ovvero di tutte quelle forme di cura della persona e di assistenza sanitaria.

«Di questo e di molto al-tro», ha concluso Campore-se, «la previdenza privata si fa già carico in parte, ma di certo se potessimo contare su una fiscalità di favore potremmo destinare risorse consistenti ad un welfare che in tempi di crisi è diven-tato fondamentale».

A ribadire infi ne la neces-sità di arrivare a un patto fi scale fra fondi integrativi e sanitari privati e stato ci ha pensato anche Giuseppe Roma, presidente del Cen-sis. «Un lavoratore, oggi, fra i 30 e i 40 anni ha un reddito medio di 20 mila euro. Quale previdenza complementare potrà mai garantirsi con questa cifra? Il tema della crescita del Paese e quindi dell’occupazione diventa quindi una questione cen-trale che dovrebbe esse in cima alle priorità del gover-no. Perché il peso di sistema previdenziale obbligatorio in equilibrio, in presenza di una crisi che sta duran-do più della seconda guerra mondiale, rischia di schiac-ciare tutto il resto».

Contributi previdenziali minimi, soggettivo e integrativo su misura per i circa 60 mila avvocati con un reddito inferiore ai 10 mila euro per i quali dal due febbraio 2013 è scattato l’obbligo di iscrizione a Cassa forense. Ai nuovi iscritti sarà consentito il beneficio di una volon-taria retrodatazione dell’iscrizione dall’inizio del praticantato. A fronte del pagamento ridotto si ipotizza una limitazione proporzionale del periodo annualmente accreditato ai fini pensionistici, con la facoltà di integrare in futuro la contribuzione ai fini del riconoscimento per intero delle annualità di iscrizione. Previste anche esenzioni temporanee dal pa-gamento dei minimi per soggetti in particolari condizioni e per le donne avvocato. Sono questi alcuni conte-nuti del regolamento attuativo della riforma forense (legge 247/2012) che Alberto Bagnoli, presidente di Cassa Forense, in occasione della Giornata nazionale della previdenza, anticipa a ItaliaOggi.

Domanda. Presidente quali sono i tempi di questo regolamento?

Risposta. Entro fine mese il do-cumento sarà, prima, portato all’at-tenzione del comitato dei delegati e, poi, al centro di un confronto con gli ordini forensi per recepire even-tuali osservazioni. L’approvazione definitiva è prevista per il mese di giugno. Confidiamo di inoltra-

re il testo ai ministeri vigilanti ben prima del termine di un anno asse-gnatoci dalla legge

D. La riforma è entrata in vigo-re il 2 febbraio. L’obbligo di con-tribuzione scatterà sui redditi prodotti a partire da questa data oppure dall’entrata in vigore del regolamento, prevedibilmente in autunno?

R. L’obbligo di corrispondere i con-tributi prescritti, anche quelli mini-mi, e pure nella misura ridotta dal nuovo regolamento, sarà valido anche per il 2013, e il versa-mento potrà es-sere effettuato in parte nel corren-te anno e in par-te nel prossimo. A tutti coloro che nel 2013 vorranno cancellarsi dall’al-bo forense sarà però con-

sentito di non versare alcun contri-buto minimo alla Cassa.

D. La norma ha creato qualche preoccupazione soprattutto fra i giovani relativamente alla tenuta del sistema (poiché la cassa appli-ca il sistema retributivo) e all’ab-bassamento delle tutele previden-ziali. Cosa ne pensa?

R. La verifica dell’impatto delle previsioni del nuovo regolamento sul bilancio della Cassa, e quindi sulla sostenibilità finanziaria del sistema,

di recente proiettata a cinquanta anni con le misure approvate dal ministro Fornero, tiene conto che nel vigente sistema, definito «retributivo misto», è già raggiunta la copertura integrale del carico pensioni-stico individuale mediante la contribuzione versata. In ogni caso, la ipotizzata frazionabi-lità dell’anno pensionistico, in

caso di contribuzione minima ridotta, permetterà di man-

tenere inalterato l’equili-brio di bilancio. A ciò

aggiungasi che nel sistema vigente

è prevista pure l’applicazione del sistema c o n t r i b u t i -

vo in caso di mancato rag-giungimento

dell’anzianità contributiva pre-scritta all’età della pensione. Tutto questo garantirà il mantenimento delle tutele previdenziali in misura equa e adeguata senza pesare sulle future generazioni.

D. Guardando i redditi medi de-gli ultimi 10 anni degli iscritti a cassa forense non sembra che ci sia stata alcuna evoluzione: siamo rimasti sui 48 mila euro. Secondo lei, la fi gura dell’avvocato è entra-ta in crisi con il sovraffollamento del mercato? R. In realtà anche per il 2012 non ci aspettiamo segnali di ripresa del reddito medio professionale, anche se l’ammontare delle contribuzio-ni versate sarà comunque tale da assicurare la stabilità sistemica, unitamente al processo costante di contenimento della spesa ge-stionale. Il notevole incremento del numero degli iscritti agli albi è sicuramente una forte concausa della contrazione reddituale, che viene appesantita ulteriormente dalla generale crisi economica e dalle notorie cause di inefficienza del sistema giustizia. Auspichiamo quindi che con il nuovo governo Let-ta e i ministeri vigilanti si possa ri-prendere quel dialogo costruttivo al quale l’Avvocatura tiene molto per il bene della categoria e soprattutto per la difesa dei principi di legalità nel nostro Paese.

ALBERTO BAGNOLI (CASSA FORENSE) ANTICIPA I CONTENUTI DEL NUOVO REGOLAMENTO

Contributi su misura per 60 mila avvocati con redditi bassi

Mauro Marè

Alberto Bagnoli

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32 Venerdì 17 Maggio 2013 SPECIALE CONGRESSO CONAFDal XV congresso di Riva del Garda le idee del Conaf per la ripresa economica

Scommettere sul made in ItalyAgroalimentare da valorizzare per far ripartire il Paese

Conoscere, valorizzare e innovare. È questa la ri-cetta dei dottori agrono-mi e dei dottori forestali

per far ripartire l’economia del Paese sfruttando la più grande risorsa del Paese insieme al pa-trimonio artistico-paesaggistico: l’agroalimentare made in Italy. «La conoscenza in tutti i settori è il motore dell’innovazione e dello sviluppo», sintetizza An-drea Sisti, presidente del Conaf, che da Riva del Garda lancia il suo manifesto per la valorizza-zione della bioeconomia quale settore di sviluppo. «Il Paese», continua il presidente del Co-naf, «in questi anni è cresciuto enormemente nel Made in Italy agroalimentare. Molte aziende seguite da validi colleghi hanno investito nella diversifi cazione e nel trasformazione delle mate-rie prime di qualità esportando i prodotti in tutto il mondo. Di-verso è l’aspetto del legame tra territorio e produzione, turismo e organizzazione dell’offerta. Il Paesaggio come elemento strutturale di organizza-zione valo-rizzazione e promo-zione del n o s t r o made in Italy non si è ancora affermato in modo organico. Occorre pertanto promuovere un azione di pro-gettazione dei territori legati alle produzioni di origine, rea-lizzare una matrice nazionale e promuoverla costantemente all’estero. Quindi investire nel Paesaggio, bene monopolistico in grado di attrarre investimen-ti ed al tempo stesso in grado promuovere il made in Italy». Una valorizzazione delle no-stre risorse che però non può prescindere dall’innovazione. Per Sisti «gli anni 90 e in parte quelli del Duemila sono stati quelli della «qualità», oggi nel nostro Paese per far ripartire l’economia, nel solco della qua-lità occorre innovare. Promuo-vere «l’innovazione di qualità» è l’altro punto essenziale per far crescere il nostro Paese. Inve-stire sulla ricerca partecipa-ta dove professionisti, im-prenditori e ricercatori si mettono insieme per sviluppare progetti». Infine la conoscenza quale leva per la cresci-ta. «Non deve passare il principio del momento che studiare oggi non serve a niente», conclude il leader della categoria. «Chi si laurea non deve mai smettere di investire su se stesso. L’Italia ha bisogno di donne e uomini che in-vestono su stessi e di uno Sta-to che crede nella cono-scenza».

Riva del Garda segna la svolta per i dottori agronomi e i dot-tori forestali. Dal congresso in corso (che domani chiuderà i battenti), infatti, la professio-ne uscirà più consapevole del cambiamento imposto dalla riforma delle professioni del 2012 voluta dall’ultimo go-verno Monti per incentivare la concorrenza nei servizi professionali. Si discuterà dell’obbligo assicurativo, del-la formazione continua, delle società tra professionisti e delle conseguenti modifiche al Codice deontologico. L’introdu-zione di nuovi oneri e doveri per il professionista, dunque, determinerà la necessità di nuove mo-dalità organizzative da sperimentare e attuare. Una riforma che, come spiega il presidente del Conaf Andrea Sisti, «an-drà a definire il nuovo ruolo della pro-fessione quale elemento fondamentale per la crescita del Paese, oggi in grado

di offrire maggiore garanzia di terzie-tà a seguito della separazione

delle funzioni disciplinari da quelle amministrative in capo agli ordini che vigi-lano sull’operato dei propri iscritti». A conclusione del

XV Congresso gli argomenti trattati attraverso le quattro

tesi congressuali ed i risulta-ti ottenuti saranno sintetizzati

in un documento finale dal titolo «Carta di Riva del Garda» con il quale inizierà un nuovo corso per la profes-sione. In attesa di conoscere l’esito del confronto interno, Sisti analizza le novità della riforma e il lavoro fin qui fatto dal Consiglio nazionale per attuarle.

Domanda. Presidente Sisti, il 14 agosto 2012 è entrata in vigore uffi -cialmente la riforma delle professioni voluta dall’ex governo Monti per ren-dere i servizi professionali più com-petitivi: qual è il suo giudizio politico complessivo?

Risposta. Dopo 20 anni che se ne par-lava, un giorno qualunque la riforma è arrivata. In linea di principio si può es-sere d’accordo. Il fatto è che la riforma si colloca in un periodo di recessione e quindi in sostanza è fuori tempo. In

concreto, poi, la legge aggrava i costi di ogni professio-

nista e su questo, come ordine, stiamo inter-venendo cercando di trovare soluzioni agli inevitabili costi della formazione e dell’as-sicurazione obbligato-ria. Occorre promuo-vere l’aggregazione degli studi professio-nali anche con politi-

che fiscali ad hoc, investire

sulla qualità e sull’internazionalizza-zione degli studi. Credo che la risposta politica degli ordini professionali tec-nici sia stata positiva, è stato fatto un grande lavoro sino ad oggi per recepire a livello ordina mentale le novità. Ma occorre fare altrettanto lavoro per farla attuare dagli iscritti e quindi renderla efficace per lo sviluppo del Paese.

D. Entriamo nello specifi co delle pre-visioni normative. Dopo la proroga di un anno per tutti, dottori agronomi e forestali entro il 13 agosto 2013 do-vranno essere dotati di polizza assicu-rativa per la prestazione professionale. A che punto siete?

R. In gennaio 2012 il Consiglio nazio-nale ha deliberato con una gara europea la scelta di un Broker in grado di affian-carci nell’attuazione di questo nuovo adempimento. Con Aon e i collaboratori del Cpnaf abbiamo, successivamente, analizzato il Dpr e definito un regola-mento attuativo per fare chiarezza. Que-sto documento interno è stato pubblicato in aprile per far comprendere meglio chi sono i soggetti obbligati, l’idoneità della polizza e le diverse forme assicurative. La polizza definita è stata quindi elaborata in maniera specifica per la nostra catego-ria. Dopo un’ attenta valutazione, fermo restando la possibilità che ogni iscritto possa assicurarsi individualmente, il Consiglio nella seduta del 9 maggio ha quindi deliberato l’avvio di una proce-dura di selezione di una compagnia in grado di fornire al Conaf una polizza collettiva ad adesione. Oggi 13 maggio è stata pubblicata la gara e per giugno verrà avremo il soggetto assicuratore che avrà proposto la migliore offerta. Tutti gli iscritti obbligati potranno, quindi, aderi-re dal portale www.conaf.it nello spazio sportello assicurativo professionale.

D. A che punto è l’istituzione dei nuovi consigli territoriali di disciplina, gestiti da soggetti diversi dai rappre-sentanti istituzionali?

R. I consigli di disciplina entreranno in carica a decorrere dall’elezione dei nuovi consigli territoriali come previsto dal Regolamento attuativo approvato dal ministero di Giustizia. Quindi dal primo gennaio 2014

D. La citata riforma ha reso obbliga-toria anche la formazione continua. La categoria ne aveva già discusso a Reg-

gio Calabria nel 2009. Quali sono stati i passi in avanti?

R. Dopo Reggio Calabria il Consiglio ha approvato il Regolamento di formazione è lo attuato per un periodo sperimentale triennale i cui termini sono scaduti il 31 di-cembre 2012. Siamo quindi nella condizione di valutare l’efficacia e la risposta dei no-stri iscritti e quindi valutare le opportune modifiche per il nuovo regolamento che rende-rà obbligatoria la formazione per gli iscritti. Praticamente dopo 4 anni se ne riparlerà a Riva del Garda consapevoli di quello che è stato fatto.

D. In un’ottica di evoluzione dell’esercizio della professione, il legi-slatore ha inteso dare la possibilità di costituire delle Società tra professioni-sti anche di capitale. Dottori agronomi e forestali, secondo lei, sfrutteranno l’occasione?

R. Secondo me sì. È un’opportunità per migliorare il lavoro professionale, la responsabilità verso il committente, per ridurre i costi e soprattutto per crescere. Il nostro è un lavoro in continua evolu-zione e nei prossimi anni ci sarà bisogno sempre di più di strutture organizzate e professionalmente competenti. Devo dire che andrà valorizzato il siste-ma delle reti di professionisti.

D. Il nuovo premier Enrico Letta nel suo discorso d’insediamento a Palazzo Chigi ha detto che le professioni saran-no valorizzate. È, dunque, fi nita l’era delle liberalizzazioni?

R. Spero che chi lavora e intraprende su stesso non venga demonizzato. Libe-ralizzare è un termine che presuppone che tutti possano fare qualsiasi cosa. Questo nel mondo del sapere specializ-zato è irresponsabile nei confronti della collettività. Dobbiamo parlare invece di salto di qualità delle professioni. I professionisti devono essere stimolati nell’innovazione e nella ricerca, devono promuovere spin-off, devono investire per promuovere conoscenza. Ecco qui è la sfida è nel nuovo Made in Italy, quello della conoscenza.

D Il Paese attraversa una crisi eco-nomica senza precedenti, come vede il futuro della sua professione soprattut-to dei più giovani?

R. Parto dal presupposto che da ogni crisi economica nasce qualcosa di nuovo. Nella novità i giovani sono quelli meglio attrezzati per sviluppare la professione. Se sanno cogliere le novità della riforma e cioè quelle delle società, della forma-zione allora il futuro sarà effettivamen-te loro. Noi come ordine cercheremo di garantire pari condizioni, cioè non far pesare l’esperienza o il curriculum nelle gare di servizi professionali, introdurre i crediti di formazione premiando quelli che si sono attivati nell’acquisizione della conoscenza, promuovere le aggregazioni dando i relativi supporti. Insomma inve-stendo nei giovani.

Ignazio Marino

L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE

Sisti: per la professione inizia un nuovo corso

uove mo sulla qualità e sull’internazionalizza

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il Rè sptecenel’estlenuràpedoRqu

Tutela del professionista e del cittadino: l’as-1. sicurazione obbligatoria per la prestazione professionale Crescere per competere e migliorare: la 2. formazione continua per la qualità della prestazione Le società tra professionisti: un nuovo model-3. lo organizzativo della professione per entrare in EuropaLa responsabilità del professionista: nuove 4. regole, nuove opportunità

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iTutela del professionista e del cittadino: l’as1

Le quattro tesi

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33Venerdì 17 Maggio 2013CONSULENTI DEL LAVOROAnalisi degli adempimenti in vista della dichiarazione dei redditi

Mod. 730 senza segretiNuove scadenze per l’assistenza fiscale

DI CELESTE VIVENZI

Con la pubblicazione sulla G.U. n. 99 del 29 aprile del Dpcm del 26 aprile 2013 è stato dif-

ferito al 16 maggio 2013 il termi-ne di presentazione del modello 730/13 al sostituto d’imposta da parte dei contribuenti che pre-sentano il modello attraverso i propri datori di lavoro o enti previdenziali. Conseguente-mente slitta al 14 giugno 2013 la data di consegna entro cui i sostituti d’imposta potranno consegnare al contribuente la dichiarazione dei redditi e il relativo prospetto di liquidazio-ne al sostituito (si ricorda che i termini iniziali erano rispetti-vamente il 30 aprile 2013 e il 31 maggio 2013). Come noto i sostituti d’imposta, come sopra indicato, non sono obbligati a prestare assistenza fi scale, ma ne hanno semplicemente la fa-coltà. Per tale motivo coloro che intendono prestare il servizio di assistenza fi scale devono co-municarlo ai propri dipendenti entro il 15 gennaio di ogni anno (c.d. assistenza fi scale diretta). In alternativa all’assistenza fi -scale tramite il sostituto d’im-posta, o nel caso in cui lo stesso non prestasse tale servizio, il contribuente può rivolgersi a un Caf o a un professionista abilitato (c.d. assistenza fi scale indiretta). Nel caso di specie il Caf o il professionista abilitato debbono provvedere alla veri-fi ca dei dati esposti e possono apporre il Visto di conformità. A partire dalle retribuzione di competenza del mese di luglio il datore di lavoro deve provvedere all’effettuazione dei conguagli in busta paga trattenendo o rimborsando le imposte risultanti dal Mo-dello 730-4 elaborato dal Caf o dal Professionista abilitato (non si eseguono versamenti o rimborsi d’imposta se l’importo non supera i 12 euro). Il sosti-tuto d’imposta, nel caso riceva in ritardo i risultati contabili delle dichiarazioni 730 dei pro-pri dipendenti, deve procedere all’effettuazione del conguaglio a partire dal primo mese utile e, in questo caso, non è respon-sabile del ritardato conguaglio. A seguito delle comunicazio-ni inviate in via telematica all’Agenzia delle entrate (la prima scadenza era il 31 mar-zo 2011 e successivamente, in caso di variazioni, entro il 31 marzo di ogni anno), i Sostituti o i loro consulenti ricevono il mod. 730-4 all’indirizzo di po-sta elettronica espressamen-te indicato nel modulo di cui sopra. I Caf e gli intermedia-ri sono comunque tenuti alla consegna dei mod. 730-4 per via ordinaria (posta, fax ecc.) quando l’Agenzia delle Entrate comunica loro l’impossibilità di recapitare in via telematica il risultato contabile al sostituto d’imposta di riferimento.

Prendo carta e penna e faccio un bell’espo-sto all’Ispesl, all’Asl, all’Ispettorato del lavoro, all’Inail e al Rina, denunciando carenze organizzative e lavorazioni non a regola d’arte, con conseguente necessità di interventi diretti a garantire la si-curezza dei lavoratori e alla popolazione residen-te. Così imparerà il Com-menda ad aver maggior rispetto dei sindacalisti in questa fabbrica. Se-

nonché l’ispezione arriva, il Commenda trema, io origlio, ma per sentir conclude-re che tutto il macchinario è decisamente

a posto. Al Commenda non tremava più niente quando ha firmato la lettera del mio licenzia-mento, con l’addebito di aver violato gli obblighi di lealtà, correttezza e buona fede, screditando l’operato della società e suscitando un grave allarme. Spero almeno

che un qualche giudice sappia apprez-zare la mia premurosità, diciamo così. Macché. Conclude la Corte di cassazione per la legittimità del licenziamento già pronunciata dalla Corte d’appello (Cass. lavoro n. 7499/2013). Ha ritenuto la Su-prema Corte «che la Corte territoriale con motivazione in fatto logica e incen-surabile abbia correttamente accertato che non ricorrevano i presupposti della continenza sostanziale e formale». Oltre al danno, anche la beffa: licenziato e in-continente.

Renzo La Costa

COSÌ È DECISO

Licenziamento, oltre al danno anche la beffa COSÌ È DECISOSÌ È DECI

SCADENZA IL CONTRIBUENTE IL SOSTITUTO D’IMPOSTA

Entro il 16 maggio 2013 (precedente scadenza 30 aprile 2013)

Presenta al proprio sostituto d’impo-sta la dichiarazione Mod. 730 e la busta contenente il Mod.730-1 per la scelta della destinazione dell’8 e del 5 per mille dell’Irpef.

Rilascia ricevuta dell’avvenuta presentazione della dichiarazione e della busta da parte del contri-buente.

Entro il 14 giugno 2013(precedente scadenza 31 maggio 2013)

Riceve dal sostituto d’imposta copia della dichiarazione Mod. 730 e il pro-spetto di liquidazione Mod. 730-3.

Controlla la regolarità formale della di-

chiarazione presentata dai contribuen-

ti, effettua il calcolo delle imposte,

consegna al contribuente copia della

dichiarazione Mod. 730 e il prospetto

di liquidazione Mod. 730-3.

A partire dal mese di luglio 2013(per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre 2013)

Riceve la retribuzione con i rimborsi o con le trattenute delle somme dovute.In caso di rateizzazione dei versamenti di saldo e degli eventuali acconti è trat-tenuta la prima rata. Le ulteriori rate, maggiorate dell’interesse dello 0,33% mensile, saranno trattenute dalle retri-buzioni nei mesi successivi. Se la retribuzione è insufi ciente per il pagamento delle imposte (ovvero degli importi rateizzati) la parte residua, maggiorata dell’interesse nella misura dello 0,4% mensile, sarà trattenuta dal-le retribuzioni dei mesi successivi.

Trattiene le somme dovute per le imposte o effettua i rimborsi. In ca-so di rateizzazione dei versamenti di saldo e degli eventuali acconti trattiene la prima rata. Le ulteriori rate, maggiorate dell’interesse del-lo 0,33% mensile, le tratterrà dalle retribuzioni nei mesi successivi. Se la retribuzione è insufi ciente per il pagamento delle imposte (ovvero degli importi rateizzati) trattiene la parte residua, maggiorata dell’in-teresse nella misura dello 0,4% mensile, dalle retribuzioni dei mesi successivi.

Entro il 30 settembre 2013

Comunica al sostituto d’imposta di non voler effettuare il secondo o unico acconto dell'Irpef o di volerlo effettuare in misura inferiore rispetto a quello indicato nel Mod. 730-3.

A novembre 2013

Riceve la retribuzione con le tratte-nute delle somme dovute a titolo di acconto per l’Irpef. Se la retribuzione è insufi ciente per il pagamento delle imposte, la parte residua, maggiora-ta dell’interesse nella misura dello 0,4% mensile, sarà trattenuta dalla retribuzione del mese di dicembre.

Aggiunge alle ritenute le somme dovute a titolo di acconto per l’Irpef. Se la retribuzione è insufi ciente per il pagamento delle imposte trat-tiene la parte residua, maggiorata dell’interesse nella misura dello 0,4% mensile, dalla retribuzione del mese di dicembre.

Entro il 1° luglio 2013Trasmette telematicamente all’Agen-zia delle entrate le dichiarazioni pre-disposte.

SCADENZA IL CONTRIBUENTE IL SOSTITUTO D’IMPOSTA

Le scadenze dell’assistenza fi scale diretta

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA E RELAZIONI ESTERNE

DELL’ANCL,ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSULENTI DEL LAVORO

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34 Venerdì 17 Maggio 2013 ISTITUTO NAZIONALE REVISORI LEGALIAssegnate le deleghe operative dell’Inrl per l’attività relazionale con Ue e istituzionali nazionali

Si rafforza l’asse con l’EuropaAl via la commissione interna sull’internazionalizzazione

Corre sul binario ad alta velocità Italia-Europa l’attività associativa dell’Istituto che con

la costituzione della commis-sione interna per la interna-zionalizzazione, coordinata dal consigliere nazionale Gianpa-olo Pistocchi e l’incarico per le relazioni con le istituzioni pubbliche nazionali affi dato a Michele Giannattasio, intende rafforzare quell’indispensabile raccordo tra il nostro paese e l’Unione europea che rappre-sentano i contesti operativi della nuova revisione legale.

«Non a caso», evidenzia il presidente dell’Inrl, Virgilio Baresi», abbiamo presenta-to a Bruxelles allo staff della Commissione Ue sul mercato interno, proprio alcuni giorni fa, il progetto di un network in-ternazionale dei revisori legali dove possa generarsi quell’utile confronto professionale e dove le associazioni di categoria dei paesi-membri potranno contri-buire tangibilmente a fronteg-giare la disoccupazione intel-lettuale giovanile. Perché per la prima volta l’Italia anticipa i

tempi e si fa promotrice di una rete internazionale che possa garantire soprattutto alle gio-vani leve di questa libera pro-fessione, valide alternative a consulenze nazionali».

Il tema della internaziona-lizzazione è vitale per la ca-tegoria perchè, come ribadito anche dal coordinatore Inrl Pi-stocchi, sarà possibile sfruttare al meglio il fatto che i revisori sono tra i pochi professioni-sti titolati a esercitare in uno qualsiasi dei 27 paesi-membri dell’Ue.

Così come sarà indispensa-bile proseguire, quale priorità,

l’attività relazionale con le istituzioni italiane e col mondo politico in genere per cogliere l’altro importante obiettivo dell’Inrl della rappresentanza tributaria, rivendicata da anni dallo stesso Istituto e che sa-rebbe il completamento logico e legittimo dell’attività di revi-sione. Unitamente alla cassa di previdenza e l’Inps.

Medesima rilevanza assume il compito della Commissione interna dell’Inrl sulle assicu-razioni, affidata a Massimo D’Amico: il nuovo contesto giu-ridico in materia di responsa-bilità civile e penale del reviso-

re, delineato dal dlgs 39/2010, impone infatti una specifica attenzione rivolta alle tutele assicurative di cui possono beneficiare i revisori legali. «Quella della assicurazione specifi ca per i revisori legali», sottolinea Baresi, «rappresen-ta una grande novità nel pa-norama professionale italiano e sarà di grande ausilio per affrontare con maggiore sere-nità e sicurezza la impegnativa attività di revisione».

È bene ricordare che la nor-mativa prevede una responsa-bilità civile del revisore verso la società che ha conferito l’in-

carico, una responsabilità so-lidale con gli amministratori ed una responsabilità penale in caso di falsità nelle relazio-ni o nelle comunicazioni dei responsabili della revisione legale, e nei casi di presunta corruzione e di presunti com-pensi illeciti. Passaggi assai delicati che impongono una tutela assicurativa coerente con i dettami della legge.

I vertici dell’Inrl intendono poi proseguire la fattiva, posi-tiva collaborazione con il Mef per portare a termine la stesu-ra degli ultimi decreti attuativi della nuova normativa sulla revisione legale, con lo sguardo rivolto a Bruxelles.

Pagina a cura diINRL

Istituto nazionale revisori legaliSede: Via Agnello 2, 20121 - Milano

Tel. 02 669.84.967 - Fax 02 700.38.329Uff. Rappresent.: Via Uffici del Vicario 49 -

Roma Rue de L'industrie 42 - Bruxelles

email: [email protected]

Virgilio Baresi Gianpaolo Pistocchi Michele Giannattasio

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35Venerdì 17 Maggio 2013ADC-SINDACATO NAZIONALE UNITARIO Le proposte dell’ADC per una riforma sostenibile dell’assistenza

Previdenza per il futuro Occorrono nuovi interventi sul welfare

Nella giornata di studio svoltasi a Roma il gior-no 8 maggio, organizza-ta dalla Cassa Nazio-

nale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti, la Commissione previdenza ADC ha presentato un elaborato con delle proposte di riforma sugli interventi di Assistenza a favo-re dei Dottori Commercialisti. Nella situazione particolare che sta vivendo la nostra categoria diventa necessario pensare che la Cassa debba svolgere un importante ruolo sussi-diario nell’accompagnamento dell’intera vita lavorativa del professionista fi no a giungere all’erogazione del trattamen-to pensionistico, con politiche che siano di supporto non solo nell’attività strettamente pro-fessionale, ma anche che inter-vengano nella sfera personale del professionista. Tale obietti-vo può essere raggiunto grazie all’esistenza di risorse fi nanzia-rie derivanti dal contributo inte-grativo. L’idea di fondo è quella di stabilire una priorità per le prestazioni utili a una platea il più allargata possibile, che non siano interventi a pioggia, che facciano i conti con le risor-se disponibili e che in qualche modo siano input di sviluppo e di crescita per la categoria. Gli interventi sono stati suddivisi

in programmatici e specifi ci. Si è pensato in linea generale di: eliminare il requisito minimo di anzianità per accedere ad alcu-ne prestazioni assistenziali; so-stituire i limiti reddituali riferiti al reddito imponibile con l’Isee, ottenere economie di scala sti-pulando convenzioni e/o accordi e fare sistema con le altre Casse di Previdenza; utilizzare Fondi Ue dedicati alle politiche di svi-luppo per i giovani e le donne.

Nello specifico sono stati proposti vari progetti: inter-vento sulla neogenitorialità finalizzato a dare supporto ai genitori nei primi anni di vita dei fi gli, sostenendoli con voucher per asili nido,scuole materne, centri estivi, Baby-sitter, convenzioni con presta-tori di servizi di prossimità, riconoscimento economico una tantum a un/una collega che supporta un neogenitore e/o prevedere un contributo alle spese sostenute dal ne-ogenitore a fronte di presta-zioni rese da altri colleghi. Interventi in campo sanita-rio mediante una gestione più elastica della polizza sa-nitaria collettiva sottoscritta dalla Cassa, contributi alle spese sanitarie . Per i giovani è stato elaborato un progetto che prevede un contributo in c/interessi e/o c/capitale per

l’avvio della professione , an-che tramite accordi con Fondi di Garanzia (es. Fidiprof ). In-centivazione del coworking

Al fi ne di agevolare le ag-gregazione anche interpro-fessionali. In ultimo è stata elaborata una proposta su un tema molto sentito quale quel-lo della Pensione indiretta per gli eredi dei giovani colleghi. Ad oggi in caso di decesso di un giovane collega la pensione erogata, calcolata con il siste-ma contributivo è veramente

modesta e di certo inadeguata per la sussistenza di una fa-miglia. Di Futuro, di Welfare si sente molto parlare, da un lato la crisi economica fa sì che la domanda di assistenza sia maggiore, dall’altro i fon-di disponibili si contraggono a causa della fl essione dei vo-lumi d’affari e dei redditi. La risposta che ADC ritiene deb-ba essere data non può che es-sere «solidarietà di categoria»; occorre però trovare un giusto equilibrio evitando di cadere nel

puro assistenzialismo, tenendo sotto controllo la gestione dei fondi dedicati all’assistenza at-tuando una politica che se pur oculata sia attenta al sociale, promuovendo una diffusa infor-mazione sulle prestazioni assi-stenziali erogate dalla Cassa di Previdenza in modo da convo-gliare le risorse la dove ce ne è bisogno. Il documento in forma integrale è disponibile sul sito www.adcnazionale.it

La Commissione Previdenza Adc

ADC FerraraL’assemblea della sezione di Ferrara tenutasi il 15 aprile scorso, ha nominato il nuovo Con-siglio Direttivo che risulta così composto:Presidente: Antonio AgrestaVice Presidente: Luciano MauroSegretario: Andrea RinaldiTesoriere: Francesca GiovanniniConsiglieri: Simone Marchesini, Andrea RanieriRevisori: Massimo Fozzato, Giovanna Ste-fanelli, Roberto FotiAi neo eletti gli auguri di buon lavoro dal Con-siglio Nazionale Adc

Il curatore fallimentare è un pubblico ufi ciale

L’8 marzo 2004 Ausonio Coli, dottore commer-cialista di Grosseto, marito e padre, veniva uc-ciso a colpi di pistola nel suo studio per mano

dell’amministratore di una ditta sottoposta a procedura fallimentare. È indubbio che, come molti altri servitori dello Stato, egli abbia perso la vita nell’espletamento delle proprie funzioni quale curatore fallimen-tare incaricato dal Tribunale di Grosseto e pertanto pubblico ufficiale. Il riconosci-mento della qualifica di “pubblico ufficiale” al dottore commercialista quale ausiliario del giudice nel difficile incarico di curatore fallimentare è un doveroso riconoscimento per il professionista e la sua famiglia. L’ADC ricorda i colleghi che hanno perso la vita nello svolgimento del loro dovere e ritiene che debbano essere assimilati alle vittime del dovere così come avviene per magistrati, agenti e ufficiali di polizia e tutte le catego-rie previste dall’art. 3 L. 466/1980 e pertanto i familiari debbano usufruire delle provvi-denze previste dalla legge.

NEWS

In attesa di uno scenario meglio deli-neato e fino a che non saranno indi-viduate delle nuove modalità o rein-trodotte le precedenti che favoriscano ed incentivino lo sviluppo della cultura negoziale è necessario permettere la sopravvivenza degli organismi che si erano costituiti. Il 24 ottobre 2012 la Consulta (sentenza n. 272) ha dichia-rato illegittima per eccesso di delega, quella parte del dlgs 28/2010 sulla Mediazione civile e commerciale, che disponeva tentativo obbligatorio di me-diazione prima di procedere in giudizio. L’istituto della mediazione civile quindi è tuttora in vigore ed è operativo per tutti quei casi in cui si voglia accedere volontariamente ad essa o quando pre-visto da specifiche clausole contrattuali o perché è il giudice ad invitare le parti a tentare la conciliazione. Quello che è venuto meno è l’obbligo di esperire il tentativo propedeuticamente alla pos-sibilità di procedere in giudizio.La norma ha introdotto in Italia una disciplina organica dei sistemi conci-liativi, destinata a tutto il diritto civile. L’inserimento della obbligatorietà ave-va lo scopo di incentivare l’utilizzo della mediazione superando il paradosso di un poco frequente ricorso ad essa no-nostante l’alta probabilità di successo

della procedura una volta che il ten-tativo veniva esperito. L’obbligatorietà poteva e doveva essere un volano per il diffondersi di una cultura conciliati-va basata sulla capacità dei singoli di negoziare le proprie controversie, con l’aiuto di un terzo, professionalmente preparato ad assisterle nella ricerca di soluzioni soddisfacenti per tutte le par-ti coinvolte. Lo spirito della mediazione non è quello di sostituirsi alla giustizia ordinaria quanto invece di affiancarsi ad essa per ampliare le varie modalità attraverso le quali una lite può essere trattata e risolta e anche prevenuta. L’inserimento della condizione di pro-cedibilità aveva fatto prevedere al go-verno un volume di procedimenti tale da giustificare i notevoli investimenti che gli organismi di mediazione hanno affrontato per rispondere ai requisiti imposti dal ministero. La categoria dei Dottori Commercialisti si è da su-bito impegnata nella diffusione della cultura della mediazione insieme ad altri professionisti. Molte persone han-no investito in un settore che si ritiene nevralgico per lo sviluppo della compe-titività del paese impegnando risorse finanziare e molte ore di formazione per acquisire le competenze necessa-rie. La sentenza della Consulta, pur lasciando in piedi l’impianto struttu-rale della mediazione, lo depotenzia in quello che doveva essere il suo mag-giore volano e alcuni di questi investi-menti sembrano essere, ora, eccessivi e difficili da sopportare. Nell’immediato e fino al momento in cui non saranno

individuate delle modalità che incenti-vino lo sviluppo della cultura negoziale sarebbe auspicabile, per permettere la sopravvivenza agli organismi che si erano costituiti, limitare la gravosità di alcuni dei requisiti richiesti. In parti-colar modo ci si vuole riferire ai questi: a) la stabile organizzazione, laddove la prassi ministeriale richiede l’assunzio-ne di personale a tempo indetermina-to e il decreto ministeriale prevede la presenza contemporanea delle sedi dell’organismo in almeno 2 differenti regioni o due diverse province della stessa regione, comportando spesso il sostenimento di costi di locazione e del personale raddoppiati. Esisto-no innumerevoli realtà economiche e giuridiche sul mercato assolutamente solide e stabili pur avendo un’unica sede operativa. Inoltre in questa fase di contrazione dei volumi le attività cui dovrebbe essere preposto il personale assunto potrebbero essere svolte dai soci stessi e da collaboratori attraver-so prestazioni svolte nell’ambito del lavoro autonomo; b) la previsione di cancellazione dell’organismo se nel biennio sono state svolte un numero di mediazioni inferiori a 10 perché ad ora potrebbero non esserci i numeri per sodisfare tale condizione; c) per lo stesso motivo sarebbe opportuno sospendere l’obbligo per i mediatori di svolgere almeno 20 tirocini nel biennio rinviandolo a quando si avrà modo di riscontrare una tendenza al rialzo del numero di procedimenti di mediazione in generale ed in particolare di quelli

ai quali partecipi anche la parte invi-tata, in modo che il tirocinante abbia effettivamente la possibilità di realiz-zare il numero di tirocini richiesto e di partecipare alle fasi attive del pro-cedimento di mediazione. Il Ministero della giustizia ha presentato il Libro Verde per la predisposizione del ma-nuale di qualità degli organismi di mediazione. Sono ben accette inizia-tive di questo tipo ed è altrettanto im-portante, in questo momento, fare si che organismi meritevoli composti da responsabili, e mediatori qualificati, che tanto hanno investito per specia-lizzare le proprie competenze, restino sul mercato. A lungo termine siamo sicuri che la mediazione si svilupperà perché così vuole un paese civile che, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, deve poter offri-re degli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi al giudizio ordinario semplici, accessibili, eco-nomici e rapidi, così come dimostra di essere la mediazione. Questo è il nostro augurio e auspicio più grande che rivolgiamo a tutto il paese. Fino ad allora chiediamo un intervento affinché quanto di buono realizzato a oggi possa essere salvaguardato e possa costituire la base per l’auspica-to sviluppo futuro a vantaggio di tutti gli operatori che credono fortemente in questo strumento e soprattutto a vantaggio delle imprese, dei consuma-tori e dei cittadini.

Francesco R. IannuzziConsigliere ADC - Roma

LA SENTENZA DELLA CONSULTA HA TOLTO L’OBBLIGATORIETÀ MA NON LA POSSIBILITÀ DI AVVALERSENE

Mediazione civile da rilanciare, ammorbidendo i requisiti

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Pagina a cura di ADC - Associazione

dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili

Sindacato Nazionale Unitarioe-mail: [email protected]

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C O M M E R C I A L I S T I E D E G L I E S P E R T I C O N T A B I L I

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36 Venerdì 17 Maggio 2013 TRIBUTARISTI - ANCOTL’obiettivo dell’Ancot: una tutela previdenziale adeguata per gli iscritti

Contributi sostenibili È tempo di superare la sperequazione

DI DINO AGOSTINI

Rendere equo l’insoste-nibile sistema della contribuzione previ-denziale dei profes-

sionisti iscritti alla Gestione Separata Inps che lentamen-te, ma inesorabilmente, sta «strangolando» un’intera cate-goria: questo è l’obiettivo prio-ritario dell’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, per il prossimo futuro proposto dal presidente Arvedo Mari-nelli al VIII Congresso nazio-nale dell’associazione. I lavori dell’assise si apriranno oggi a Rimini e si concluderanno domani, con l’elezione della nuova dirigenza che guiderà l’associazione per i prossimi quattro anni. La questione della previdenza dei profes-sionisti «senza cassa» è causa di una ingiustifi cata, per non

dire «razzista», sperequazione fra soggetti che operano nello stesso settore di attività sia a livello nazionale sia europeo. L’Ancot, in verità, già da diver-si anni ha sollevato il problema organizzando diverse iniziati-ve come le manifestazioni di sensibilizzazione presso le sedi Inps e l’organizzazione di convegni e incontri con politici e vertici dell’Istituto di previ-denza.

Sul tema, lo scorso ottobre, l’Ancot ha pubblicato un libro bianco dal titolo La previdenza dei lavoratori autonomi nella gestione separata dell’Inps dove, oltre a evidenziare le criticità del sistema, formula alcune proposte, a signifi care come l’Associazione Ancot, pri-ma fra tutte fortemente impe-gnata per l’approvazione del-la legge 4/2013, abbia avuto a cuore e seguito con attenzione

anche questa problematica. L’Ancot–Associazione nazio-

nale consulenti tributari, è una realtà associativa di riferimen-to per istituzioni e tributaristi professionisti, con un’elevata esperienza formatasi in ventot-to anni di vita associativa e di battaglie a tutela della libertà di esercizio della professione di tributarista: libertà fi nalmen-te sancita dalla legge 4/2013, ma che oggi richiede un nuovo impegno ancor più intenso e determinato.

È nella natura umana fare progetti e ricercare nuovi oriz-zonti, creando così favorevoli attese per ciò che sarà il doma-ni rispetto al presente. Aspet-tative di un futuro migliore che, per potersi concretizzare come tali, necessita di una se-ria fase di programmazione e soprattutto, se si vogliono rag-giungere gli obiettivi desidera-

ti, portate avanti da persone e organizzazioni competenti, capaci ed accompagnate da una buona dose di caparbietà. È con questa consapevolezza, rivolta al futuro, che l’Ancot affronta oggi il suo VIII Con-gresso nazionale.

Il Congresso è la massima espressione di partecipazione democratica, è il momento più importante di un sodalizio ed incide profondamente sul fu-turo dell’associazione e degli associati. È il momento in cui si stabiliscono le priorità e le linee politico-sindacali per i prossimi quattro anni.

La presenza di centinaia di tributaristi partecipanti come delegati al Congresso e sempli-ci Associati, non è, quindi, da considerare un evento straor-dinario, ma il segno evidente della forte vitalità e partecipa-zione associativa che caratte-

rizza l’AncotL’auspicio di chi scrive è che

l’Ancot, per il tramite dei suoi delegati e il neopresidente eletto, abbia la lungimiranza di trovare, in una rinnovata di-rigenza, nuove idee ed energie in grado di dare continuità e impulso a quanto fi n qui fatto e, con lo sguardo rivolto al fu-turo, garantire che l’interesse dell’associato e dell’Associa-zione siano sempre prioritari e a benefi cio di tutta la collet-tività.

Intensa e particolarmente im-portante è stata l’attività svolta dall’Ancot-Associazione nazio-nale consulenti tributari e con

il presidente del Comitato di sorve-glianza, Andrea D’Onofrio, abbiamo ripercorso le principali tappe della funzione sindacale svolta dall’asso-ciazione.

Domanda. Presidente D’Onofrio sono stati quattro anni vissuti molto intensamente?

Risposta. Certamente sì e nell’at-tività svolta dal Comitato di sorve-glianza mi preme sottolineare anche la funzione dei miei colleghi: Giorgio Schiavone, Roberta Belli, Stefano Trevisani e Roberto Ferrarese i quali insieme a me hanno condivi-so quest’esperienza di verifi ca dello stato di attuazione del programma approvato dal Congresso nazionale.

D. Per quanto riguarda l’attività sindacale dell’Ancot qual è il giudi-zio che avete espresso nella vostra relazione?

R. La Dirigenza nazionale ha avu-to come primario obiettivo quello di difendere la figura del consulente tributario e, soprattutto, quello di giungere al suo defi nitivo riconosci-mento. Infatti, dopo aver ottenuto l’iscrizione dell’Ancot, nel Registro per le associazioni, ai sensi dell’art. 26 del decreto legislativo 206/2007, da parte del ministero di grazia e giustizia, attraverso una intensa azione, da parte della Commissione politica, fatta sulle varie forze politi-che presenti in Parlamento, si è defi -nitivamente giunti all’approvazione della legge n. 4 del 14/1/2013 che ha, di fatto, sancito, giuridicamente, la fi gura del consulente tributario.

D. Qual è stata la funzione del Consiglio nazionale per tutelare la fi gura professionale del consulente tributario?

R. Importante è stato il dialogo intrapreso con tutte le forze politi-che presenti nel Parlamento, cer-cando di far conoscere quella che è la realtà della professione che svol-giamo, come nel caso della parteci-pazione dei rappresentanti della no-stra associazione, al «tavolo tecnico istituito» presso il ministero delle economie e delle finanze, laddove

il nostro apporto è stato continuo e propositivo. Importante è stato an-che il contributo fornito all’intero mondo politico circa una riduzione delle aliquote contributive dovute dagli iscritti alla gestione separata dell’Inps, come i consulenti tributari, registrando una sostanziale condi-visione, da parte dello stesso, sulle ragioni poste in essere dall’Ancot,

che determinano, di fatto «un cari-co» previdenziale, «sproporzionato», rispetto agli altri professionisti. In tal senso, di particolare importan-za, sono state le diverse giornate di manifestazioni, organizzate sul ter-ritorio nazionale, contro i così detti «Contributi Silenti» che hanno visto la partecipazione attiva e fattiva dei rappresentanti dell’Ancot anche at-traverso la pubblicazione di un «li-bro bianco» sull’argomento, curato dalla Presidenza nazionale e presen-tato nel corso dell’evento «PlusItalia» organizzato a Roma dal CoLAP. In tale contesto è opportuno sottolinea-re la presenza «determinante» della nostra Associazione nel «CoLAP».

D. Uno dei tratti distintivi dell’An-cot è la formazione?

R. La formazione professionale è condizione essenziale per svolgere l’attività di consulente tributario e rappresenta «il fiore all’occhiello» della nostra associazione. Molto im-portante è la convenzione stipulata dall’Ancot e dalla «Fondazione An-cot», con la Scuola superiore di eco-nomia e fi nanze «Ezio Vanoni».

D. Il comitato di vigilanza come giudica i rapporti instaurati dall’An-cot con le istituzioni?

R. Il presidente e il Consiglio nazio-nale hanno proceduto a stimolare il rapporto con gli Istituti previdenziali, Inps e Inail, le Camere di commercio e le Direzione regionali delle Agenzie delle entrate con i quali sono stati sti-pulati o rinnovati i protocolli d’inte-sa. A tal proposito, vanno segnalati i nuovi protocolli d’intesa sottoscritti con le Direzioni regionali delle Entra-te, Equitalia spa e, in ultimo, quello con l’Inps, che ha consentito a tutti gli associati, di usufruire telematica-mente, dei servizi messi a disposizio-ne dall’Ente previdenziale.

Vittorio Bellagamba

A CONFRONTO CON ANDREA D’ONOFRIO

L’Associazione dalla parte del consulente tributario

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE

CONSULENTI TRIBUTARI

Sede nazionale P.zza di Villa Fiorelli 1 - 00182 Roma

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37Venerdì 17 Maggio 2013

TÀ LE

on

LA PROPRIETINDUSTRIAL

in edicola coEnti locali

& FederalismoIL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

IMU/ Il governo ha illustrato all’Anci il decreto oggi in cdm. Alla Cig 700 milioni

Settembre, è tempo di pagareSlitta l’acconto di giugno. Spiragli per i capannoni

DI FRANCESCO CERISANO

Sospensione dell’accon-to di giugno dell’Imu prima casa e slitta-mento del pagamento

a settembre. È questa l’unica certezza scaturita dall’incon-tro tra il governo e l’Anci nel corso del quale l’esecutivo guidato da Enrico Letta ha illustrato ai sindaci le linee generali del decreto legge che sarà approvato oggi in consi-glio dei ministri. Ma per una certezza che resta, un’altra co-mincia a vacillare. Fino a ieri infatti sembrava assodato che gli immobili delle imprese (che a giugno andranno incontro a un vero e proprio salasso per il combinato disposto dell’au-mento del moltiplicatore e delle nuove modalità di cal-colo dell’imposta non più su aliquota standard, ma sulla base delle aliquote effettive fissate dai sindaci nel 2012) sarebbero rimasti fuori da qualunque ipotesi di esenzio-ne. L’incontro di ieri a palazzo Chigi ha rimescolato le carte, segno che la materia alquanto delicata sarà oggetto di ampia discussione in un consiglio dei ministri che si annuncia infuocato.

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, nell’illustrare ai sindaci i contenuti del prov-vedimento, l’esecutivo non ha espressamente menzionato gli immobili di categoria D come elementi di certa riscossione. E questo dimostra come il gover-no non abbia ancora espressa-mente escluso un intervento sull’Imu delle imprese da re-alizzare subito o entro luglio assieme ad una complessiva riforma della fi scalità locale nella quale troverà posto an-che il restyling del catasto e la revisione della Tares.

A corroborare l’ipotesi di un intervento sugli immobili produttivi sono arrivate anche le parole a caldo del vicemi-nistro all’economia, Stefano Fassina che uscendo da pa-lazzo Chigi ha affermato che il governo «non dimenticherà la parte che riguarda le imprese anche se può essere affrontata con modalità diverse da quelle della prima casa».

Conferme arrivano pure dai rappresentati dell’Anci saliti a Palazzo Chigi. «L’incertezza dell’esecutivo dimostra che il governo deve ancora affronta-

re il tema delle co-perture e prenderà una decisione dopo il confronto, tutto politico, che ci sarà in consiglio dei mi-nistri», ha commen-tato il presidente dell’Anci, Alessan-dro Cattaneo.

Il sindaco di Pa-via ha espresso soddisfazione per le assicurazioni che il governo ha dato ai comuni sulle co-perture del buco che si aprirà nei bilanci per effetto del mancato pagamento del-la rata di giugno. Il governo ha quantifi cato in 2 miliardi l’entità delle risorse che an-dranno garantite ai sindaci. Due miliardi e non un miliar-do e settecento milioni, segno che l’esecutivo ha deciso, in accoglimento delle richieste dell’Anci, di compensare la metà dell’intero gettito Imu prima casa 2012 (compren-sivo delle maggiori aliquote decise a livello locale). Tra-monta invece l’ipotesi di cal-colare le compensazioni sulla base del gettito Imu ad ali-quota standard (4 per mille), soluzione che avrebbe avuto il

pregio di non scaricare sulle casse dello stato gli aumenti decisi dai sindaci, ma avrebbe potuto creare clamorosi buchi nei conti dei comuni.

Tecnicamente le compen-sazioni saranno attuate at-traverso il sistema delle anti-cipazioni di tesoreria (si veda ItaliaOggi dell’8/5/2013). I comuni potranno quindi chie-dere alle banche un importo pari all’incasso dell’acconto Imu sulla prima casa e gli in-teressi per l’anticipazione re-steranno a carico dello stato. Una soluzione ragionevole e a basso impatto sui conti dello stato che però potrebbe avere

effetti negativi sul sistema creditizio. Alessandro Cosi-mi, sindaco di Li-vorno e coordinatore delle Anci regionali, lancia l’allarme: «Sottrarre 2 miliardi dal sistema bancario signifi ca togliere ri-sorse ai cittadini e alle imprese in un momento in cui en-trambi ne hanno bisogno».

Tuttavia, le cer-tezze sulle com-pensazioni non ri-solvono i problemi

che i sindaci avranno nel far quadrare i conti. Anticipazio-ni a parte, chiudere i bilanci entro il 30 giugno con l’acconto Imu slittato a settembre sarà un’impresa. La soluzione più semplice sarebbe una proroga a ottobre dei preventivi, ma si tratterebbe di uno slittamento fi n troppo eccessivo. «Chiudere i bilanci a ottobre sarebbe una sconfi tta», ribatte Cattaneo, «perché signifi cherebbe dire che il paese non ha capacità di programmazione e mette i comuni nelle condizioni di non programmare».

Tornando al decreto che sarà varato oggi, l’altro importante

capitolo sarà il rifi nanziamen-to della Cassa integrazione in deroga. Sul punto è emerso che le risorse saranno limita-te: 700-800 milioni.

La conferma è arrivata dal ministro per gli affari regiona-li, Graziano Delrio. «Si sta ancora discutendo, ma l’ordine di grandezza dovrebbe essere quello», ha detto mentre a palazzo Chigi il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, e il titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sta-vano ancora limando il testo. Per la Cig dunque, si attingerà ai fondi europei, al contributo dello 0,30% dei fondi inter-professionali per la forma-zione continua e al fondo per la detassazione dei salari di produttività. Un plafond ben lontano dagli 1,2-1,5 miliardi chiesti dai sindacati e dal Pd. Si tratta infatti di un primo step in vista di una revisione complessiva degli ammortiz-zatori sociali da completare entro l’anno. «Saranno risor-se suffi cienti per fare un pez-zo di strada, poi si tratterà di verifi care quel che serve per arrivare fi no alla fi ne dell’an-no», ha spiegato il vice mini-stro dell’Economia, Stefano Fassina.

© Riproduzione riservata

Si completa la prima fase di attuazio-ne dei decreto sblocca crediti. Dopo i 4,5 miliardi di bonus sul Patto distri-buiti nei giorni scorsi dal Mef, gli enti locali stanno per ricevere dalla Cassa depositi e prestiti un’iniezione di li-quidità da 3,6 miliardi per far fronte ai propri debiti pregressi. Diverse amministrazioni, tuttavia, sono rima-ste spiazzate dalla suddivisione del fi nanziamento in due quote annuali, di cui la seconda, non scorporabile dalla prima, sarà erogata solamente il prossimo anno.

Rispettando il termine del 15 mag-gio, la Cdp ha completato l’istruttoria sulle richieste di accesso alla prima tranche (pari al 90%) del fondo da 4 miliardi stanziato dal dl 35/2013 a favore degli enti a corto di cassa. Il restante 10% è stato accantonato per essere distribuito, insieme alle even-tuali somme non assegnate in prima istanza, sulla base delle domande che

perverranno entro il 30 settembre.Le domande presentate dagli enti

locali e positivamente verifi cate dal-la Cdp sono state circa 1.500, per un importo complessivo di circa 5,76 miliardi di euro. In mancanza della defi nizione di diversi criteri da parte della Conferenza Stato-città e auto-nomie locali (diversamente da quanto accaduto per le deroghe al Patto), il riparto è stato disposto secondo un criterio proporzionale, in relazione al rapporto fra le risorse disponibili e l’importo complessivo delle domande pervenute. In pratica, ciascun ente ha ottenuto circa il 62% di quanto richiesto. L’erogazione delle antici-pazioni avverrà in due tempi: 1,8 mi-liardi verranno distribuiti quest’anno, mentre il restante 50% nel 2014. Tale suddivisione è chiaramente prevista dall’art. 1, comma 10, del dl 35. Ciò che non era chiarissimo (e che infatti è sfuggito a non pochi enti) è che la

richiesta presentata entro lo scorso 30 aprile si riferiva sia alla quota re-lativa al 2013 che a quella a valere sul 2014. Mentre la prima verrà ero-gata subito dopo il perfezionamento del contratto (che a tale fi ne va sotto-scritto e trasmesso mediante telefax a Via Goito), la seconda arriverà solo il prossimo anno. Non solo: ma le due quote non sono autonome, nel senso che non si può accettare solo la prima e rinunciare alla seconda.

Il problema si pone soprattutto per quelle amministrazioni che hanno ot-tenuto spazi fi nanziari in misura su-periore alle loro effettive disponibilità di cassa. In tali casi, per evitare di incappare nelle sanzioni (due men-silità di stipendio) previste per chi non salda fatture per almeno il 90% dei margini acquisiti, l’unica strada è restituire una parte del bonus Patto entro il 5 luglio.

Matteo Barbero

PAGAMENTI P.A.

Dalla Cassa depositi 3,6 mld agli enti locali

Alessandro Cattaneo

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38 Venerdì 17 Maggio 2013 E N T I L O C A L IDECRETO PAGAMENTI/ L’Anci ha stimato gli effetti del dl. Mini-enti avvantaggiati

Enti, Patto abbattuto del 78%E al Sud gli obiettivi 2013 sono quasi azzerati (-97%)

DI MATTEO BARBEROE FRANCESCO CERISANO

Il decreto pagamenti ha abbattuto del 77% il pat-to di stabilità 2013 dei comuni. E a beneficiarne

sono stati soprattutto i mini-enti e il Sud. Per oltre 1.250 municipi lo sgravio concesso dal dl 35 è risultato essere superiore all’obiettivo di Patto 2013, mentre nel Meridione gli spazi finanziari aperti dal decreto hanno ridotto del 97% il Patto. È quanto emerge dai dati dell’Anci che ieri a Roma ha presentato un dossier sulla ripartizione territoriale delle risorse liberate dal decreto pagamenti.

Ai circa 4.800 comuni che hanno presentato richiesta (4.576 collocati nelle regioni or-dinarie, pari all’80% del totale, più altri 280 nelle regioni spe-ciali) sono andati poco meno di 3,5 miliardi, a fronte di circa 1 miliardo attribuito alle pro-vince. Circa il 70% degli spazi liberati a favore dei sindaci (2,5 miliardi) si riferisce a de-biti ancora non estinti, mentre i pagamenti già effettuati sono stati scontati per un importo pari a 954 milioni. 1.300 milio-ni circa hanno preso del Nord e altrettanti quella del Sud, mentre al Centro sono arriva-ti 760 milioni. Se rapportato all’obiettivo di Patto, lo sgra-vio a livello nazionale abbatte il 77,8% dello sforzo richiesto nel 2013, ma l’effi cacia relativa della misura risulta maggiore nei comuni più piccoli fra quel-li soggetti (ovvero fra 1.000 e 2 mila abitanti), che vedono az-zerato il proprio contributo.

La ripartizione territoria-le delle risorse. Se Bologna è la città meno indebitata d’Ita-lia, Venezia sembra passarsela peggio di Napoli. I numeri cal-colati dal Mef per distribuire i

bonus sul Patto messi a dispo-sizione dal dl 35/2013 riservano più di una sorpresa, se letti in una prospettiva geografi ca. E restituiscono una mappa della virtuosità abbastanza sui ge-neris. Tuttavia, occorre tenere conto del particolare contesto in cui sono calati, ovvero quello di un provvedimento che mira sbloccare i pagamenti fermi alla fi ne dello scorso anno da parte degli enti che hanno un’immediata ed effettiva di-sponibilità di cassa.

Con il decreto diffuso marte-dì scorso (si veda ItaliaOggi del 15 maggio), via XX Settembre ha ripartito 4,5 miliardi (ovve-ro il 90% dei 5 miliardi com-

plessivamente resi disponibili da decreto sblocca debiti) per consentire agli enti locali di pa-gare i propri fornitori. Gli spazi fi nanziari sono stati prioritaria-mente destinati a liberare i de-biti accertati al 31/12/2012 che risultavano ancora non estinti all’8 aprile scorso. In base alle richieste presentate da comuni e province, che sono state in-teramente soddisfatte, si trat-tava di 3.248 milioni di euro. Gli stessi enti, inoltre, hanno evidenziato ulteriori 2.010 mi-lioni di debiti già onorati prima del 9 aprile. Questi pagamenti da sono stati esclusi dal Patto per un importo complessivo di 1.210 milioni, pari alla dispo-

nibilità residua (4.500–3.248), ripartendo le deroghe in pro-porzione agli importi richiesti dai singoli enti. In pratica, ciascun ente ha ottenuto circa il 62% della propria richiesta (1.252/2.010). Applicando tale percentuale alla quota asse-gnata sui pagamenti già effet-tuati ed effettuando qualche somma, è possibile calcolare il totale dei debiti al 31/12/2012 in capo ad ogni amministrazio-ne. E qui iniziano le sorprese: Venezia primeggia sia in ter-mini assoluti che su base pro capite, sopravanzando netta-mente anche la superindebi-tata Napoli. Al contrario, se Campobasso è il capoluogo di

regione con il valore assoluto più basso, a livello pro capite a risultare di gran lunga la più virtuosa è Bologna, che fa me-glio anche delle città collocate nei territori a statuto speciale. Tuttavia, sarebbe pericoloso saltare subito alle conclusioni. Non è detto, infatti, che tali dati rifl ettano l’effettiva situazione dei diversi enti. Innanzitutto, si riferiscono ai soli debiti in con-to capitale certi, liquidi ed esi-gibili, ovvero fatturati, alla fi ne dello scorso anno. Sono esclusi, quindi, i debiti di parte corren-te, nonché tutti quelli maturati successivamente. Inoltre, il dl 35 chiedeva agli enti di indica-re i debiti che possono essere pagati pronta cassa, minac-ciando pesanti sanzioni a ca-rico di chi, dopo aver ottenuto il bonus sul Patto, non onori almeno il 90% delle fatture. È probabile, quindi, che molti enti a corto di liquidità si sia-no tenuti bassi nella richiesta, anche in considerazione delle incognite legate all’entità del-le anticipazioni erogate dalla Cassa depositi. Discorso in par-te diverso vale per un altro pos-sibile indicatore di merito che si può desumere dall’analisi dei dati del riparto. A fronte di enti virtuosi che hanno pagato tut-ti o buona parte dei loro debiti già prima dell’entrata in vigore del dl 35, ve ne sono altri, che, di fatto, hanno tenuto tirati i cordoni della borsa in attesa dello sblocco, il che può essere sintomo di cattiva program-mazione. Nel primo gruppo, spicca ancora Bologna, oltre ad Aosta e a Trento, che tutta-via sono avvantaggiate dal più favorevole regime fi nanziario che caratterizza le regioni ad autonomia differenziata. Sul versante opposto, a parte il caso estremo di Campobasso, si segnalano, oltre a Venezia, i casi di Roma e Firenze.

È possibile l’attivazione dell’in-dirizzo di posta elettronica del proprio gruppo consiliare al fi ne di agevolare la comunicazione con i cittadini?

In materia, si fa riferimento all’art. 9 del codice dell’amministrazione digi-tale di cui al dlgs n. 82 del 2005, come modifi cato dal dlgs n. 235 del 2010, recante «partecipazione democratica elettronica», con la quale il legislatore ha stabilito che le pubbliche ammini-strazioni devono favorire ogni forma di uso delle nuove tecnologie per pro-muovere una maggiore partecipazione dei cittadini al processo democratico.

Le scelte in ordine alla declinazione concreta del principio della partecipa-zione democratica elettronica e della compatibilità delle stesse con le esi-genze di ottimizzazione e contenimen-to dei costi rientrano nella autonomia decisionale del comune interessato.

Spetta, infatti, alle decisioni del con-siglio comunale, oltre che trovare solu-zioni per le singole questioni, valutare l’opportunità di indicare, con apposita modifi ca regolamentare, anche le ipo-tesi in argomento, al fi ne di assicurare il regolare funzionamento dei gruppi e l’ordinato svolgimento delle funzioni proprie dell’assemblea consiliare.

DIMISSIONIL’aver rassegnato le dimis-

sioni da sindaco al fi ne di pren-dere parte alle elezioni ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. d) del dl 18 dicembre 2012, n.223, e quindi aver accettato la candidatura in data antecedente a quella in cui le dimissioni rassegnate dallo stesso diventino irrevocabili, ne comporta la decadenza ai sensi dell’ art. 62 del decreto legislati-vo 18 agosto 2000, n. 267?

Le dichiarazioni di accettazione delle singole candidature, ai sensi dell’art. 20 del dpr 30 marzo 1957, n. 361, per l’elezione della camera dei deputati, e ai sensi dell’art. 9 del dlgs 20 dicembre 1993, n. 533, per l’elezione del senato della repubbli-ca, devono essere presentate, uni-tamente ai certifi cati di iscrizione elettorale dei candidati, a corredo della documentazione concernente la presentazione, da parte dei partiti e gruppi politici, delle liste dei can-didati stessi; ciò che dovrà essere ef-fettuato, con riferimento alle elezio-ni politiche indette, esclusivamente dalle ore 8 del 35° giorno alle ore 20 del 34° giorno antecedente a quello della votazione. Solo nel giorno stesso di presentazione della

lista dei candidati, può ritenersi che le dichiarazioni di accettazione delle candidature possano assumere giuri-dica rilevanza ed effi cacia, in quanto, prima di quel momento, l’accettazio-ne della candidatura rimane nella disponibilità della forza politica che l’ha raccolta e che, ovviamente, può desistere da formalizzare la propria partecipazione alla competizione o può anche ritenere di modifi care i componenti della propria lista. Per-tanto, se non revocate, a decorrere dal giorno successivo alla data del perfezionamento delle dimissioni

del sindaco dovrà essere avviata la procedura di scio-glimento del con-siglio comunale, ai sensi dell’art. 141 del dlgs 18 agosto 2000, n. 267.

OSSERVATORIO VIMINALE

Sulla casella mail del gruppo decide il consiglio comunale

Il riparto delle risorse

ComuneDebiti non

estintiDebiti già

pagatiTotale debiti

Debito pro capite

Totale bonus

Torino 33.610.000 36.433.000 92.100.679 10,59 70.043.000

Aosta 0 2.179.000 3.498.235 10,28 2.179.000

Genova 7.653.000 9.458.000 22.837.169 3,91 17.111.000

Milano 68.720.000 24.518.000 108.081.965 8,72 93.238.000

Venezia 61.529.000 62.838.000 162.411.093 62,26 124.367.000

Trento 183.000 3.372.000 5.596.514 4,91 3.555.000

Trieste 1.754.000 4.897.000 9.615.797 4,76 6.651.000

Bologna 0 3.696.000 5.933.674 1,60 3.696.000

Firenze 66.769.000 8.936.000 81.115.134 22,70 75.705.000

Roma 46.986.000 8.464.000 60.574.371 2,32 55.450.000

Ancona 3.219.000 1.999.000 6.428.257 6,40 5.218.000

Perugia 3.706.000 5.248.000 12.131.304 7,48 8.954.000

Napoli 94.938.000 20.417.000 127.716.091 13,29 115.355.000

Campobasso 3.013.000 0 3.013.000 6,19 3.013.000

Bari 6.320.000 10.819.000 23.689.161 7,51 17.139.000

Potenza 4.117.000 4.368.000 11.129.524 16,69 8.485.000

Catanzaro 5.259.000 2.601.000 9.434.727 10,56 7.860.000

Palermo 11.977.000 13.046.000 32.921.457 5,01 25.023.000

Cagliari 1.315.000 1.105.000 3.089.002 2,07 2.420.000

LE RISPOSTE AI QUESITI

SONO A CURA

DEL DIPARTIMENTO AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

DEL MINISTERO DELL’INTERNO

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39Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 Maggio 2ENTI LOCALIMolti comuni sono in affanno nel dei nire l’esatto ambito applicativo del dlgs 39/2013

Incompatibilità a due vieStretta per le partecipate, sugli incarichi decide l’ente

DI LUIGI OLIVERI

L’incompatibilità de-gli incarichi ai di-pendenti pubblici prevista dal dlgs

39/2013 riguarda esclusi-vamente lo svolgimento di attività professionali se fi -nanziate dall’ente di appar-tenenza, o di funzioni con poteri negoziali negli orga-ni di amministrazione del-le società partecipate. Non rientrano, dunque, nella disciplina del dlgs 39/2013 gli incarichi di diversa natu-ra, conferiti dalle pubbliche amministrazioni ai sensi del dlgs 165/2001.

Molte amministrazioni si stanno ponendo il problema della legittimità dello svolgi-mento di incarichi professio-nali, sotto forma di collabo-razione, consulenza, studio o ricerca, da parte di pro-pri dipendenti presso altre amministrazioni o, anche, a favore di società da esse partecipate, nonché presso soggetti privati anche non partecipati.

Il dubbio è se detti incari-chi restino o meno coinvolti dal regime di incompatibili-tà recentemente introdotto.

A ben vedere, il dlgs 39/2013 ha un ambito di ap-plicazione tendenzialmente ristretto, posto a scongiura-re il pericolo di un confl itto di interessi, consistente sia nella posizione di control-lore e controllato, sia nella

eventualità che incarichi in enti e società partecipate possano essere una sorta di compenso per decisioni di favore (altrimenti non spet-tanti) garantite dal dipen-dente destinatario.

Il rimedio posto dal dlgs 39/2013 è drastico: l’im-possibilità di continuare a condurre il rapporto di la-voro con l’amministrazione

di appartenenza, mentre si svolge anche l’incarico in-compatibile.

La fattispecie degli incari-chi di prestazione di lavoro autonomo contemplata dal dlgs 165/2001 e, segnata-mente, dall’articolo 7, com-mi 6 e seguenti, è totalmente differente. In questo caso, il dipendente pubblico viene chiamato non a svolgere funzioni connesse a poteri di governo e rappresentanza, ma a realizzare prestazio-ni di collaborazione. Non è, dunque, inserito nella gover-nance dell’ente, ma è un pre-statore di lavoro autonomo. Lo stesso vale nel caso in cui gli incarichi di collaborazio-ne siano conferiti da socie-tà partecipate e, a maggior ragione, da soggetti privati tout court.

In questo caso, non en-tra in gioco il dlgs 39/2013, ma l’articolo 53 del dlgs 165/2001, che regolamenta le ipotesi nelle quali l’ammini-strazione pubblica di appar-tenenza può autorizzarlo o meno allo svolgimento delle

prestazioni di lavoro autono-mo. Non scattano, dunque, le incompatibilità di cui al dlgs 39/2013, connesse esclusiva-mente alle fattispecie tipiche ivi elencate e non suscettibili di interpretazioni estensive. Si applica, invece, la disci-plina propria, quella del già citato articolo 53 del dlgs 165/2001, che non è mirata solo a scongiurare confl itti di interesse anche potenziali, ma è fi nalizzata ad assicura-re che le energie lavorative del dipendente - che condu-ce con l’amministrazione un rapporto in esclusiva - non siano assorbite da altre pre-stazioni lavorative, così ri-sultando pregiudicate.

Se l’amministrazione auto-rizza le prestazioni richieste dal dipendente, si esaurisce la fattispecie e non si aggiun-ge alla disciplina dell’articolo 53 del dlgs 165/2001 anche quella del dlgs 39/2013, per-chè si tratta di norme con fi nalità in parte simili, ma rivolte a casi del tutto auto-nomi e diversi tra loro.

© Riproduzione riservata

Autore – Valentina Di Gregorio

Titolo – L’appalto privato e pubblico

Casa editrice – Utet Giuri-dica, Milano, 2013, pp. 784

Prezzo – 85 euro

Argomento – Il volume edito dalla Utet analizza la disciplina in tema di appalto, esaminando sia i profi li privatistici (i sogget-ti e l’oggetto del contratto d’appalto, il subappalto e l’esecuzione dell’appalto con relative responsabilità), sia quelli di diritto pubblico, legati in specie ai sistemi di aggiudicazione e realizza-zione degli appalti di opere pubbliche. In particolare, il volume è aggiornato alla legge n. 35/2012 e alla legge n. 92/2012 in materia di responsabilità solidale di committente, appaltatore e subappaltatore in relazione alle retribuzioni, al tratta-mento di fi ne rapporto, ai contributi previdenziali e premi assicurativi dovuti ai lavoratori in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto, alla legge n. 27/2012 in tema di procedura di project fi nan-cing, alla legge n. 24/2012 in materia di l’emissione di obbligazioni nominative o al portatore da parte delle società di progetto e, infi ne, alla legge n. 44/2012 e alla

legge n. 134/2012, entram-be in tema di corresponsabi-lità dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori.

Autore – Rosanna De Nic-tolis

Titolo – Processo ammi-nistrativo – Formulario commentato

Casa editrice – Ipsoa, Mi-lano, 2013, pp. 2688

Prezzo – 150 euro

Argomento – Il volume edito dalla Ipsoa riporta le formule degli atti proces-suali di parte e del giudice alla luce del c.d. Codice del processo amministrativo (dlgs n. 104/2010). Oltre agli istituti che trovano col-locazione nel codice stesso, il formulario tratta anche di altri istituti pertinenti e connessi, dal regime fi scale del processo amministrati-vo ai ricorsi amministrativi ordinari, dal ricorso straor-dinario al presidente della repubblica alla tutela della privacy nel processo, dalla tutela indennitaria in caso di irragionevole durata del procedimento al processo telematico. Questa nuova edizione del formulario è aggiornata con il pri-mo e il secondo decreto legislativo correttivo del codice e con tutte le novi-tà normative in materia.Gianfranco Di Rago

LO SCAFFALE DEGLI ENTI LOCALI

Calabria

Dirigente amministrativo contabile. Comune di Rende (Cs), due posti parzial-mente riservati. Scadenza: 13/6/2013. Tel. 0984/1659200. G.U. n. 38Dirigente tecnico. Comune di Rende (Cs), due posti parzialmente riservati. Scadenza: 13/6/2013. Tel. 0984/1659200. G.U. n. 38

CampaniaIstruttore direttivo presso il settore amministrativo fi nanziario. Comune di Tortorella (Sa), due posti parzialmente riservati. Scadenza: 20/5/2013. Tel. 0973/374366. G.U. n. 31Vigile urbano agente di polizia muni-cipale part-time. Comune di Vairano Patenora (Ce), un posto. Scadenza: 10/6/2013. Tel. 0823/643723. G.U. n. 37

LazioIstruttore direttivo contabile. Comune di Mentana (Roma), un posto. Scadenza: 23/5/2013. Tel. 06/90969245.G.U. n. 32Istruttore tecnico geometra. Comune di Cerveteri (Roma), 30 posti. Scadenza: 3/6/2013. Tel. 06/89630213. G.U. n. 35

LiguriaIstruttore direttivo amministrativo. Provincia di Imperia, quattro posti. Scadenza: 27/5/2013. Tel. 0183/7041.G.U. n. 33

LombardiaFunzionario informatico. Comune di Crema (Cr), un posto. Scadenza: 20/5/2013. Tel. 0373/894316. G.U. n. 31Istruttore amministrativo. Comune di

Lovero (So), un posto. Scadenza: 6/6/2013. Tel. 0342/770055. G.U. n. 36Istruttore contabile a tempo parzia-le. Comune di Venegono Inferiore (Va), un posto. Scadenza: 20/5/2013. Tel. 0331/856027. G.U. n. 31

MarcheFunzionario amministrativo. Comune di Senigallia (An), un posto. Scadenza: 30/5/2013. Tel. 071/6629314. G.U. n. 34

PiemonteAgente di polizia municipale. Comune di Trecate (No), un posto. Scadenza: 20/5/2013. Tel. 0321/776337. G.U. n. 31Istruttore amministrativo dell’area amministrativa. Comune di Mollia (Vc), un posto. Scadenza: 30/5/2013. Tel. 0163/77102. G.U. n. 34

PugliaAgente di polizia municipale. Comune di Francavilla Fontana (Br), un posto. Scadenza: 3/6/2013. Tel. 0831/820111.G.U. n. 35Istruttore amministrativo. Comune di Francavilla Fontana (Br), un posto. Scadenza: 3/6/2013. Tel. 0831/820111.G.U. n. 35

ToscanaIstruttore amministrativo. Comune di Chiusi (Si), un posto. Scadenza: 12/6/2013. Tel. 0578/22361. G.U. n. 38

VenetoIstruttore amministrativo. Comune di Ronco dell’Adige (Vr), un posto. Scadenza: 3/6/2013. Tel. 045/6608214. Gazzetta Uffi ciale n. 35

CONCORSI

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40 Venerdì 17 Maggio 2013 A G E VO L A Z I O N IAnci e Dipartimento della gioventù lanciano la seconda edizione. Domande entro il 2/6

Amministratori sui banchiCorso di formazione per i politici locali under 35

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

Aperta la selezione per partecipare al corso per reperire fondi all’inter-no della pubblica am-

ministrazione, previste anche borse di studio per le spese di vitto e alloggio. È ai blocchi di partenza la seconda edizione del corso di formazione spe-cialistica in amministrazione municipale – ForsAm valida per l’anno 2013. Si tratta di un’iniziativa a valere sull’Ac-cordo tra Anci e Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale, denomina-ta «Scuola Anci per giovani amministratori» e avviata a partire dal 2012. La Scuola è rivolta agli under 35 impegna-ti nell’amministrazione delle città e dei comuni italiani ed è finalizzata all’acquisizione di valori, obiettivi e strumenti idonei a governare al meglio il proprio territorio. In particola-re, attraverso la propria Scuo-la per giovani amministratori l’Anci vuole contribuire a svi-luppare, consolidare e diffon-

dere un corpus di conoscenze utile a governare la crescente complessità del sistema delle comunità locali. La sede del corso è in Anci, presso il cen-tro documentazione dei comu-ni italiani, a Roma. L’istanza di ammissione va presentata tramite il sito internet www.scuolagiovaniam-ministratori.anci.it entro le ore 24,00 del giorno 2 giugno 2013.

Formazione per giovani ammini-stratori

Sono ammessi alla selezione sindaci, as-sessori, consiglieri comunali, presidenti e consiglieri di circo-scrizione, presidenti e assessori di unioni di comuni in carica al momento della presentazione della domanda, in possesso di un diploma di laurea almeno di primo livello e che abbiano un’età massima di 36 anni, da compiere entro il 31 dicembre 2013. Possono inoltre presen-tare domanda di ammissione i candidati alle elezioni ammi-

nistrative in programma il 26 e 27 maggio 2013, con riserva di ammissione alle prove di se-lezione solo in caso di elezione. Sono esclusi gli amministrato-ri che hanno partecipato alla prima edizione del ForsAm, tenutasi nel 2012.

Percorso da 252 ore in

9 mesiIl ForsAm è articolato in un

percorso integrato di forma-zione lungo un periodo di nove mesi, da luglio 2013 a marzo 2014. Le attività didattiche sono incentrate su un corso di formazione specialistica di 208 ore, preceduto da un corso di inserimento residenziale di 44 ore, fi nalizzato all’omoge-

neizzazione delle conoscenze e alla costruzione del clima di apprendimento. Il percorso for-mativo si articola nelle seguen-ti aree tematiche, che saranno affrontate in logica interdisci-plinare: i diritti, le regole, i set-tori di servizio, la gestione e la valorizzazione delle risorse, il reperimento delle risorse, l’in-novazione e le città, la politica di coesione nella programma-zione 2014-2020.

Iscrizione gratuitaLa frequenza del corso è

gratuita per i partecipanti, non è quindi prevista alcuna quota di iscrizione. È richiesta ai partecipanti una frequenza pari almeno all’80% del totale delle ore complessivamente previste per il corso di specia-lizzazione e per il corso di inse-rimento residenziale. In caso di frequenza inferiore alla soglia prefi ssata i partecipanti non sono ammessi alla prova fi na-le che permette di ottenere un diploma rilasciato da Anci.

Disponibili otto borse di studio per vitto e alloggio

Sono a disposizione otto borse di studio a esclusiva

copertura delle spese di vitto e alloggio durante i giorni di lezione. La richiesta potrà es-sere fatta a seguito del positivo esito della selezione, sulla base del proprio Isee. A tutti i par-tecipanti è richiesto un depo-sito dell’importo di mille euro a garanzia della buona con-servazione delle attrezzature concesse in comodato d’uso e della serietà dell’impegno di-dattico; il deposito verrà resti-tuito ai partecipanti ammessi alla prova fi nale al momento delle riconsegna delle attrez-zature una volta constatatane l’integrità.

Prove di selezione il 10 e 11 giugno

Coloro che avranno inviato la candidatura per partecipare al ForsAm e che risultano in possesso dei requisiti, saranno invitati alle prove di selezione, che si terranno nei giorni 10 e 11 giugno 2013 a Roma. Le prove di selezione consistono in un compito scritto di logica e un colloquio motivazionale. Gli esiti della selezione verran-no comunicati ai partecipanti entro il 21 giugno 2013.

INIZIATIVA ANCI

Per i comuni finanziamenti dal 5x1000Le risorse del 5x1000 rappresentano una importante fonte di fi nanziamento per i comuni. Anche per il 2013, infatti, tutti i contribuenti potranno destinare ai comuni il 5x1000 della loro imposta sul reddito delle persone fi siche/Irpef. La scelta av-viene in fase di compilazione delle loro dichiarazioni dei redditi attraverso Cud, modello 730 o modello Unico relative al periodo di imposta 2012. Una delle desti-nazioni previste dalla legge è il sostegno delle attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente. La scelta può essere effettuata semplicemente apponen-do la propria fi rma nell’apposito riquadro corrispondente alla specifi ca fi nalità; an-che i contribuenti che non presentano di-chiarazione dei redditi possono comunque destinare tale quota compilando l’apposita dichiarazione acclusa al Cud e presentan-dola alla posta o ad un Caf. La strategia del comune, oltre alla possibilità di proporre in anticipo dei progetti di interesse da fi -nanziare con tali fondi, deve essere quella di pubblicizzare tra i propri cittadini la possibilità di destinare il proprio 5x1000 a progetti locali, mantenendo quindi i fon-di sul proprio territorio. In quest’ottica, l’Anci propone sul proprio sito internet www.anci.it una sezione dedicata a questo scopo in cui fornisce ai comuni materiale utile a questo scopo, quali bozze di ma-nifesti, pieghevoli informativi, volantini e locandine da utilizzare per diffondere le informative ai propri cittadini. Il ma-teriale è disponibile nella sezione http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&Iddett=42016.

© Riproduzione riservata

Campania, la regione cede spazi finanziari agli enti locali. C’è tempo fi no al 23 maggio 2013 per presentare le istanze di ri-chiesta di spazi fi nanziari da parte delle province e dei comuni interessati. Si tratta della procedura di cessione degli spazi fi nan-ziari, così come disciplina-ta dall’articolo 1, commi 122, 123, 124, 125, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 e dall’art. 1, commi 138 e 138-bis, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, mediante riduzione dei propri obiettivi program-matici in termini di com-petenza eurocompatibile e di competenza fi nanziaria. Per effetto di questa norma la regione Campania deve cedere nell’anno 2013 spazi fi nanziari ai fi ni del patto di stabilità interno per com-plessivi euro 84.656.872,67, di cui euro 21.164.218,17 in favore delle proprie provin-ce ed euro 63.492.654,50 in favore dei propri comuni.

Premio Bicity 2013 per i comuni italiani. Il mini-stero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare promuove il concorso Bicity 2013 per favorire la mobilità sostenibile. Il premio, consistente in un riconoscimento, sarà at-tribuito a quattro comuni che abbiano incrementato la lunghezza delle piste ciclabili sul territorio dal

2011 al 2012. Le domande possono essere presentate entro il 31 luglio 2013.

Stanziamento di 1,2 milioni di euro per le buone pratiche in tema di immigrazione. Sarà aperto fi no al 5 luglio 2013 l’avviso pubblico per la presentazione di progetti a carattere territoriale fi -nanziati a valere sul Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi. Il bando, gestito dal mini-stero dell’interno, fi nanzia lo scambio di esperienze e buone pratiche. Il contribu-to può coprire fi no al 100% delle spese previste.

Toscana, incrementati gli anticipi sui fondi comunitari. Gli enti pub-blici che hanno diffi coltà fi nanziarie nell’attuazione di progetti fi nanziati sul Por Fesr 2007-2013 po-tranno richiedere anticipi maggiori di quelli previsti dai bandi di attuazione. Lo prevede la dgr n. 326/2013 che risponde agli ostacoli generati dal patto di sta-bilità.

AGEVOLAZIONI IN PILLOLE

a cura diSTUDIO R.M.

VIA V. MONTI 8, 20123 MILANO

TEL. 02 22228604 - FAX 0247921211VIA C. MASSEI 78, 55100 LUCCA

TEL. 058355465 - FAX 0583587528

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CANDIDATURE ENTRO IL 19/7

L’Ue stanzia 2,65 mln per un partenariato europeo dello sportLa Commissione Ue stanzia 2,65 per fi -nanziare progetti transnazionali proposti da enti pubblici o da organizzazioni senza scopo di lucro al fi ne di individuare e te-stare reti adeguate e buone pratiche nel settore dello sport. Si tratta dell’invito a presentare proposte Eac/S03/13 deno-minato «Azione preparatoria: Partena-riato europeo per gli sport». I progetti dovranno riguardare il rafforzamento della buona governance e della duplice carriera nello sport, favorendo la mobili-tà dei volontari, degli allenatori, dei diri-genti e del personale delle organizzazio-ni sportive senza scopo di lucro. Inoltre, potranno riguardare la protezioni degli atleti, in particolare i più giovani, con-tro i rischi per la salute e la sicurezza migliorando le condizioni di allenamento e di competizione, nonché la promozione di sport e giochi tradizionali europei. Il cofi nanziamento dell’Ue interverrà fi no a un massimo dell’80% dei costi ammissibi-li complessivi. Il contributo del candidato dovrà essere pari almeno al 20% del tota-le dei costi ammissibili. Le domande che comportano un fi nanziamento addiziona-le sono incoraggiate e riceveranno punti di priorità supplementari. I costi relati-vi al personale non possono superare il 50 % dei costi ammissibili complessivi. I progetti devono iniziare tra l’1 gennaio 2014 e il 31 marzo 2014 ed essere ultimati entro il 30 giugno 2015. Le candidature devono essere inviate entro il 19/7/2013. Bando è disponibile all’indirizzo http://ec.europa.eu/sport/preparatory_actions/doc1009_en.htm

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41Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 17 Maggio 2013A N U T E LL’Agente ha avvertito i comuni. Ma per la tassa rii uti il ricorso al ruolo è inevitabile

Riscossione locale a rischio caosNiente ruoli a Equitalia dal 20/5. Traballa la TaresDI CRISTINA CARPENEDO*

Con una nota diffusa negli ultimi giorni, Equitalia mette le mani avanti e anti-

cipa che la cessazione delle attività di riscossione diver-rà presto realtà. Il silenzio e l’indifferenza del legislatore, ancora sordo all’ennesima ri-chiesta di proroga, costringo-no l’Agente della riscossione ad assumere la più temuta delle decisioni: il blocco della riscossione di tutti i carichi consegnati fino alla dead line del 30 giugno. L’inter-pretazione alla disposizio-ne del dl 70/2011 contenuta nella lettera gg ter dell’art. 7, comma 2, non può che es-sere tra le più drammatiche. La cessazione dell’attività significa l’interruzione di tutte le attività in corso con restituzione agli enti credi-tori delle relative pendenze. Precisa la nota che gli enti dovrebbero considerare di interrompere l’attività di formazione e consegna del ruolo già dal 20 maggio prossimo, dato che per i nuovi ruoli la prosecuzione delle attività di riscossione avverà ad esclusivo rischio degli enti, compresa l’even-

tualità di una refusione dei costi subiti. Che valore dare a questa presa di posizione targata Equitalia? Dichiara-re in poche righe la restitu-zione delle pendenze assume il tono della minaccia, che non può trovare condivisio-ne. Il procedimento pubbli-co di riscossione è stato per anni imposto agli enti locali a garanzia della riscossione delle en-trate e regolato nella fase patologica dagli articoli 19 e 20 del dlgs 112/99. L’Agente della riscossione deve procedere alla notifica della cartella entro il nono mese successi-vo alla consegna del ruolo e trasmettere la comunicazio-ne di inesigibilità entro tre anni dalla stessa data (salvo proroga).

Il successivo discarico poggia sul meccanismo del silenzio assenso che può trovare spazio unicamen-te in un una previsione di legge. Sostanzialmente la riscossione a mezzo ruolo non è fondata su regole con-trattuali bensì su una disci-plina normativa scritta a tutela del credito pubblico. L’uscita di Equitalia non muta i termini e le condi-

zioni di questo rapporto che nasce da lontano. I ruoli resi esecutivi entro il 30 giugno seguiranno le regole proce-dimentali della normativa ora citata. La stessa proroga delle inesigibilità fi ssata al 31 dicembre 2014 per tutti i ruoli consegnati fi no al 31 dicembre 2011, è la riprova

della prosecuzione delle at-tività sui carichi pendenti. E così per i ruoli resi esecutivi fi no al 30 giugno prossimo. Non trova condivisione nem-meno lo scenario di refusio-ne delle spese per le ultime consegne di giugno. L’Agente della Riscossione quando ac-cetta un elenco di carico lo fa sulla base delle regole di legge. Diversamente rifi uta in toto, evitando la minac-cia delle eventuali spese, condizione improponibile a un ente pubblico, se non per farlo desistere dal ricorso al ruolo. Questo passaggio si presenta di grande attualità in vista della riscossione del Tares dato che, per effetto

del dl 35/2013, gli enti pos-sono ricorrere all’anticipata riscossione unicamente con i canali già in uso, situazio-ne che, per molti comuni ex Tarsu, si traduce nel ricorso al ruolo Equitalia.

Il nodo da sciogliere per i comuni attiene alla legit-timità di un affidamento, dato comunque in deroga, che supera il periodo tem-porale del 30 giugno 2013 e che Equitalia sembra aver risolto in una sorta di manleva in presenza di comportamento con-

cludente del comune per i ruoli consegnati dopo il 20 maggio. Tradotto, in questo caso il rischio dell’attività è trasferito sugli enti credito-ri, ad aggio invariato. Una risposta plausibile a una richiesta che risulta viziata fi n dall’origine, lascia il tem-po che trova; si deve ribadire che la vicenda dei rapporti tra le parti continua ad es-sere disciplinata dal dlgs 112/99 e che non può trova-re spazio una interpretazio-ne unilaterale a esclusivo svantaggio degli enti locali. Gli enti possono procedere con la consegna dei ruoli fi no al 30 giugno. Eventuali obiezioni o rigetti dovranno

essere sollevati dall’Agente della riscossione sulla base degli obblighi che lo stesso ha assunto nei confronti degli enti locali nell’ambi-to della funzione pubblica di riscossione. L’esigenza di trovare risorse fi nanziarie per garantire il servizio ri-fi uti deve avere priorità su tutto e ben venga in tale ot-tica una proroga al 31.12, se fi nalizzata a bloccare l’emor-ragia fi nanziaria dei comu-ni, già difettosa nella sua durata semestrale contro ogni principio di annualità delle imposte. È auspicabile la creazione di un percorso temporale di gestione delle pendenze o, quantomeno, la conferma dell’impianto nor-mativo fondato sul discarico per inesigibilità. Ne escono con le ossa rotte quei comuni che fi no ad oggi, fi delizzati Equitalia, non hanno ten-tato una forma diretta di riscossione o la selezione di un soggetto terzo usando le regole concorrenziali.

*funzionario responsabile entrate tributarie e patrimo-niali del comune di Jesolo, presidente regionale per il Veneto, componente osser-vatorio tecnico e docente Anutel

Come è noto in un momenti di spending review gli enti locali devono ingegnar-si per ridurre le spese. Il

contributo che può dare il settore tributi a tale obiettivo poggia sulla riduzione dei costi del servizio po-stale cartaceo. Senza contare che spesso la notifi ca di una raccoman-data non viene effettuata nel pie-no rigore normativo, oppure viene restituita al mittente per recapito insuffi ciente o altro.

Ecco perché si rende necessario per tutti i comuni implementare la comunicazione telematica e sensi-bilizzare i contribuenti all’utilizzo degli strumenti di comunicazione elettronica, attraverso l’uso della Pec defi nibile come un postino vir-tuale. Infatti con l’uso di tale stru-mento informatico risparmia sia il contribuente, a cui non verrebbero addebitate spese di stampa e spedi-zione, sia la pubblica amministra-zione che velocizza e mette in sicurez-za la procedura di notifica degli atti. L’Anutel invita i comuni a utilizzare la Pec per le notifi che/comunicazio-ni nei confronti dei contribuenti e delle imprese, che oltre a rispon-dere alle fi nalità espresse dal dlgs 82/2005 in termini di maggiore

effi cacia ed effi cienza dell’azione amministrativa, consente altresì all’ente un considerevole rispar-mio in termini di costi e di risorse impiegate rispetto al tradizionale invio dei documenti cartacei per mezzo del canale postale. L’utilizzo della Pec specialmente nell’ambi-to delle entrate comunali consente l’invio ai contribuenti di comuni-cazioni, modelli di pagamento dei tributi e delle altre entrate, nonché di solleciti di pagamento e in prospettiva (al momento non è ancora pacifico) la notifica di avvisi di accertamento, in sosti-tuzione degli attuali invii postali, con l’azzeramento dei costi di spe-dizione. La Pec alla data odierna viene utilizzata principalmente dai professionisti e dalle imprese, mentre è molto meno diffusa tra i cittadini. Per incentivarne l’utiliz-zo, il comune può contribuire for-nendo una Pec gratuita tramite la

convenzione Anutel-Aruba Pec che prevede un costo irrisorio pari a 1 € oltre Iva annuo. Tale Pec servirà al contribuente per inviare tutte le comunicazioni al proprio ente sen-

za spostarsi di casa, e verrà altre-sì utilizzata dall’ente per l’invio di

tutti gli atti che riguardano il cittadino/contribuente.

Descrizione del servi-zio - caratteristiche tec-niche:

- spazio disco minimo di 1 GB per ciascuna casella;

- traffi co illimitato; - antivirus (secondo quanto pre-

visto dalla normativa); - antispamming (secondo quanto

previsto dalla normativa); - accesso da tutti i client di posta

(Outlook, Outlook Express, Thun-derbird. Eudora ecc.);

- accesso via webmail (attraverso canale sicuro);

- possibilità di ricevere una noti-fi ca via email alla ricezione di un nuovo messaggio di Pec;

- ricezione e-mail non certifi ca-te;

- nell’ambito dello spazio dedi-cato, conservazione a tempo illi-mitato di messaggi, ricevute ed allegati;

- conformità alla normativa vi-gente (dpr 11 febbraio 2005 n. 68, dm 2 novembre 2005);

- validità legale dei messaggi in-viati/ricevuti;

- non ripudiabilità del messaggio inviato/ricevuto;

- garanzia dell’identità del mit-tente.

Caratteristiche del dominio certifi cato

Tutte le caselle verranno certifi -cate sul dominio Comune.pec.it

Per cui le caselle pec avranno la forma [email protected] (ad esempio: [email protected] ).

Per aderire i comuni potranno accedere direttamente dal sito www.anutel.it

ANUTEL HA STIPULATO UNA CONVENZIONE CON ARUBA

Dai comuni la Pec gratuita ai contribuenti

Franco Tuccio

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42 Venerdì 17 Maggio 2013 A N U S C AIl bilancio a un anno dall’entrata in vigore della riforma rivela più ombre che luci

Residenza in un giorno, un flopVerifi che lumaca. E si moltiplicano le false dichiarazioni

DI LILIANA PALMIERI

Il 9 maggio 2012 entrava in vigore l’art. 5 del dl n. 5/2012, convertito dalla legge n. 35/2012.

L’accoglienza ricevuta da-gli uffi ciali d’anagrafe è stata poco calorosa, non per via del-la normale resistenza nei con-fronti del nuovo che avanza, ma della consapevolezza che ci si trovava di fronte a una rivoluzione voluta per sem-plifi care la vita al cittadino, ma che chiedeva un costo al-tissimo da pagare: la messa a repentaglio della regolare te-nuta dell’anagrafe per effetto della modifi ca delle normali regole procedurali. È basta-to, infatti, ribaltare le fasi del procedimento amministrativo d’iscrizione anagrafi ca, anti-cipando il provvedimento d’iscrizione, variazione o can-cellazione ad un momento an-tecedente la fase istruttoria, per suscitare preoccupazione e disorientamento negli ope-ratori anagrafi ci.

Verrebbe da chiedersi: era proprio necessaria questa ri-forma? Poteva la necessità di dare segnali di semplifi cazio-ne ai cittadini trovare soddi-sfazione nella rivoluzione di un sistema, come quello ana-grafi co, che rappresenta, fuori da ogni dubbio, una delle basi fondamentali del nostro si-stema amministrativo? Tutti sanno che alla registrazione anagrafi ca sono connesse una molteplicità di conseguenze che si traducono in benefi ci, diritti e anche doveri. Elen-carli tutti, ammesso che sia possibile, sarebbe in questa sede inutile e noioso; però basti pensare all’assistenza sanitaria, al diritto di voto (e ai possibili fenomeni di tu-rismo elettorale che possono decidere le sorti di una con-sultazione elettorale, anche per una manciata di voti) ai benefici fiscali (vera pietra al collo della regolare tenuta

dell’anagrafe insieme con al-tri benefi ci di varia natura) e così via, benefi ci che si otten-gono rapidamente, anche a scapito di altri cittadini. Non si dimentichi, infatti, che il benefi cio di chi ha ottenuto indebitamente l’iscrizione anagrafi ca (o altri provvedi-menti quali il cambio di abi-tazione) si tramuta in un dan-no, che può assumere entità rilevanti, per altri cittadini e per la collettività in genere. I fautori di questa riforma, della quale sinceramente si poteva fare a meno, hanno puntato sulla responsabi-lizzazione del cittadino, che deve essere informato delle conseguenze che scaturisco-no dalla falsa dichiarazione anagrafi ca; prima fra tutte la decadenza dai benefi ci.

Tuttavia, l’esperienza ci sta insegnando che ciò che gli ufficiali d’anagrafe pre-sagivano si è puntualmente avverato; non bastano le san-zioni previste per le dichiara-zioni mendaci a scoraggiare il cittadino furbo. Le ragioni della debolezza di questa riforma sono tante e vale la pena di richiamarle. Uno dei motivi fondamentali è dato dall’introduzione, nell’ambi-to dei procedimenti anagra-fi ci a istanza di parte del c.d. silenzio-assenso: se l’uffi ciale d’anagrafe non invia al citta-dino la comunicazione di cui all’art. 10-bis della legge n. 241/1990 entro il termine, perentorio, dei 45 giorni dal-la data di presentazione del-la dichiarazione anagrafi ca, quanto dichiarato dal cittadi-no si considera conforme alla situazione di fatto in essere alla data della ricezione della dichiarazione (art. 20, legge n. 241/1990); in pratica, il prov-vedimento già adottato entro i due giorni dalla presentazio-ne dell’istanza si «consolida». Ora, potrebbe sembrare faci-le, a giudizio dei non addetti ai lavori, trovare la soluzio-

ne e cioè velocizzare gli ac-certamenti, per scongiurare il pericolo del determinarsi del silenzio-assenso. Sarebbe facile, ma in concreto non lo è, per svariati motivi; le per-duranti carenze di dotazioni organiche, una scarsa colla-borazione e un’errata conce-zione dell’importanza degli accertamenti, da farsi tempe-stivamente e non a campione, come erroneamente è stato sostenuto, stanno portando a una situazione insostenibile: in molti casi gli accertamenti non vengono effettuati ovvero vengono restituiti con ritardo, impedendo all’uffi ciale di ana-grafe di svolgere il suo compi-to e determinando un effetto inaccettabile: il consolidarsi di registrazioni anagrafi che in mancanza dei presupposti di legge. È un quadro abba-stanza sconfortante, se si con-sidera che anche nella vigen-za della previgente disciplina la decorrenza della variazione si ancorava al momento del-la presentazione dell’istanza, salvaguardando dunque i di-ritti del cittadino.

Ancora una volta, in questo strano Paese, è stata scelta la via più breve per ottene-re il risultato voluto e cioè il drastico taglio dei tempi di defi nizione dei procedimenti anagrafi ci.

Però il costo di tale scelta è piuttosto alto, poiché si è deciso di soprassedere a una regola fondamentale del pro-cedimento amministrativo: quella che vuole che il prov-vedimento amministrativo sia adottato dopo la neces-saria fase istruttoria e cioè dopo aver acquisito tutti gli elementi e le fonti di prova necessari. Purtroppo, oggi, dopo un anno di esperienza, superato l’iniziale e giustifi -cato disorientamento, anche grazie alla preziosa e capil-lare opera di formazione pro-fessionale svolta da Anusca, restano numerose zone d’om-

bra. Ad esempio, è necessario fare chiarezza su alcune que-stioni ancora dibattute, come la questione della necessaria segnalazione della discordan-za fra quanto dichiarato dal cittadino e quanto emerso dai successivi accertamenti; le autorità di pubblica sicu-rezza, destinatarie per legge di tale segnalazione, si com-portano in maniera disomoge-nea sul territorio nazionale, con grave danno al principio della parità di trattamento in casi uguali. Inoltre, biso-gna chiedersi se tutti siano pienamente consapevoli del-la gravità delle conseguenze che si determinano a seguito del silenzio assenso, nei casi in cui emerga a posteriori la mancanza dei presupposti di legge; su questo versante la dottrina si è sforzata di indi-viduare dei margini di azione per cercare di porre rimedio a un provvedimento anagrafi co indebitamente consolidatosi, nonostante la mancanza dei requisiti di legge; l’uffi ciale d’anagrafe conserva intatto il potere dovere di intervenire d’uffi cio per la regolare tenuta dell’anagrafe (segnalazione ex art. 16, dpr n.223/1989, avvio procedimento di cancellazione per irreperibilità ecc.). Resta, inoltre, ferma la possibilità di procedere, con le dovute cautele e nel rispetto delle regole generali del procedi-mento amministravo (incluso la comunicazione di avvio del procedimento) all’adozione di un provvedimento di an-nullamento in autotutela, ai sensi dell’art. 21-nonies legge n. 241/1990; tuttavia questa modalità operativa, previ-sta dall’art. 20 della legge n. 241/1990, implica la collabo-razione del comune di prove-nienza, che deve in ogni caso essere disponibile a reiscrive-re in anagrafe la persona. In defi nitiva, una rifl essione deve essere fatta anche sui costi da mettere in preventivo per eli-

minare tali effetti: si tratta di costi notevoli, sia in termini di risorse umane, sia in termini fi nanziari. Allora è legittimo chiedersi se sia il caso di ri-tornare sui propri passi e di cambiare strategia, tenendo anche conto del fatto che uno dei prossimi appuntamenti è rappresentato dall’istituzione e messa a regime dell’Anagra-fe nazionale della popolazione residente (art. 2, comma, 1 dl n. 179/2012, che ha sostitui-to l’art. 62 del Cad) una delle misure individuate dall’Agen-da digitale italiana. Dato che l’Anpr viene individuata dal legislatore quale «base di dati d’interesse nazionale», sembra inevitabile adoperarsi perché questo strumento sia attendi-bile, poiché basato su registra-zioni corrette e veritiere. Ed è anche doveroso rifl ettere sulle possibili disastrose conseguen-ze di un sistema che potrebbe non essere in grado di porre rimedio agli effetti illegitti-mi determinatisi a seguito di dichiarazioni anagrafi che non veritiere: oggi il comune provvede alle comunicazioni di annullamento dei provve-dimenti illegittimi ai diversi enti interessati. Domani il si-stema di gestione di tale fl usso di dati sarà in grado di gestire e tenere sotto controllo effi ca-cemente questo adempimento importantissimo?

«I servizi demografi ci: il fu-turo è già iniziato» è il ti-tolo scelto per il Convegno Nazionale Anusca, che nel prossimo novembre, dal 25 al 29, andrà in scena ad Aba-no Terme.

Un’edizione, la numero 33, che anche questa volta cer-cherà di rispondere in tutto e per tutto ai bisogni e alle aspettative degli operatori che interverranno da tutta Italia.

Il titolo è emblematico: i servizi demografi ci, in virtù delle nuove normative, si candidano sempre più ad avere un valore fondante per il vivere civile e il corretto funzionamento della macchina della pub-blica amministrazione. Il convegno sarà occasione per rifl ettere e confrontarsi su questo nuovo ruolo.

Il 33° convegno nazionale Anusca si svolgerà ad Abano Terme

Il prossimo 14 giugno presso la Sala plenaria dell’Accademia degli Uf-fi ciali di stato civile e anagrafe di Castel San Pietro Terme si svolgerà l’assemblea dei soci fondatori e dei soci sostenitori di Anusca per il rinnovo delle cariche sociali per il prossimo quadriennio.

Nell’occasione si procederà alla nomina del presidente di Anusca, dei membri della giunta esecutiva, dei revisori del conto, nonché dei componenti del consiglio generale.

I lavori si apriranno con la relazione tecnico – morale – fi nanziaria del presidente Gullini.

A seguire il neoeletto consiglio generale procederà all’approvazione del bilancio consuntivo 2012 e preventivo 2013, nonché alla nomina dei 4 vicepresidenti. Nell’impossibilità di intervenire, il socio potrà delegare un altro Socio in possesso dei requisiti richiesti, ma ogni par-tecipante può rappresentare al massimo tre persone aventi diritto.

I comuni potranno delegare sia un amministratore sia un funziona-rio. Per ragioni organizzative si prega di voler confermare per iscritto la partecipazione alla Segreteria (fax 051942733 – email [email protected]) entro il 7 giugno 2013.

Silvia Zini

Il 14 giugno si rinnovano le cariche sociali

Pagina a cura di Primo Mingozzi Uffi cio Stampa

Viale Terme, 105640024 Castel San Pietro Terme (BO)

Tel. +39 051/944641 r.a. - fax +39 051/942733

Internet: www.anusca.it e-mail: [email protected] - ufi ciostampa@

anusca.it

Una veduta di Abano Terme

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43Venerdì 17 Maggio 2013

Ftse Mib +0,29% con i bancari a due velocità. Stabile a 263 pb lo spread Btp-Bund

Milano continua ad acquistareNonostante il clima di generale cautela dei mercati

È stata una giorna-ta contrastata per i listini europei, do-minati da una certa

cautela e da alcune prese di beneficio. In questo conte-sto, Milano è stata la piaz-za migliore: il Ftse Mib ha chiuso a +0,29% e ha supe-rato la soglia psicologica del 17.500 punti a 17.544 punti. Ftse All share +0,22%, Ftse Mid cap +0,44%, Ftse Star +0,55%. Contrastato il resto d’Europa: Dax +0,09%, Cac-40 -0,08%, Ftse 100 -0,09% e Ibex -0,47%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segnava +0,03%, l’S&P 500 -0,05%, il Nasdaq +0,15%.

Nonostante la chiusura positiva, anche il Ftse Mib è stato indebolito dai dati americani del pomeriggio, che hanno deluso le attese. Le richieste dei sussidi di disoccupazione sono salite a 360 mila unità, mentre il dato sull’avvio di cantieri per nuove case ad aprile è crolla-to del 16,5% rispetto a marzo a 853 mila unità. L’indice Fed Filadelfi a si è poi attestato, in maggio, a -5,2 punti da-gli 1,3 di aprile (2,5 punti il consenso). I permessi per l’avvio di nuovi cantieri, in compenso, sono cresciuti del 14,3% a 1,17 milioni di unità, il massimo dal giugno 2008.I l d i f f e r e n z i a l e B t p -Bund ha chiuso presso-ché invariato a 263 pb. A piazza Affari, si è registra-ta l’ottima performance di Mediaset (+6,03%) che con-tinua a benefi ciare dei conti del primo trimestre pubbli-cati martedì, superiori alle

attese. In rialzo anche Mon-dadori (+6,48%), e L’Espres-so (+3,24%). Discorso diver-so per Rcs (-3,25%). Buoni risultati per Finmeccanica (+4,01%).

Tra i bancari ha brillato Unicredit (+2,34%); a segui-re, Banco popolare (+1,6%), Intesa Sanpaolo (+0,68%) e Ubi banca (+0,92%). Invaria-ta Mediobanca a 5,18 euro mentre Banca Mps ha ceduto lo 0,95%, Bper l’1,47%, Popo-lare Milano il 3,54%.

Giornata positiva anche per Telecom Italia (+2,26%), dopo l’annuncio, mercoledì, dell’ac-quisto di obbligazioni della controllata Telecom Italia ca-pital per 750 mln di dollari.

In negativo invece Autogrill (-0,97%) e Azimut (-1,96%).Sul resto del listino, male Geox (-4,92%) dopo i de-ludenti conti trimestrali e bene Kinexia (+3,14%) con risultati trimestra-li in forte miglioramento.Quanto all’euro, ha chiuso in leggero rialzo a 1,2917 dollari, dopo i deludenti dati macro Usa; dollaro in calo anche sullo yen a 101,98. Stabile il cambio euro-yen a quota 131,70.

Infine il petrolio: a metà seduta, a New York, il Wti segnava 95,25 dollari al ba-rile contro i 104,02 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

A marzo, il saldo della bilancia commerciale è stato positivo per 3,2 miliardi, in forte miglioramento ri-spetto al 2012 (+1,8 miliardi).

Secondo l’Istat, l’avanzo è il ri-sultato di un surplus sia con i pa-esi extra Ue (+2,6 miliardi) sia con quelli Ue (+0,6 miliardi). Al netto dell’energia, il saldo mensi-le è stato attivo per 7,5 miliardi.Rispetto a febbraio, a marzo c’è sta-to un aumento per entrambi i fl ussi commerciali con l’estero, più ampio per l’export (+1,2%) che per l’import (+0,2%).

L’aumento congiunturale delle esportazioni è stato prin-cipalmente determinato dalle vendite verso i paesi extra Ue (+2%).

La crescita è stata ac-centuata per i beni di consumo durevoli e non

durevoli (+5,9 e +2,7%) e per i beni strumentali (+2,1%).

L’incremento congiunturale dell’im-port è stato la sintesi dell’aumento degli acquisti dai mercati Ue (+2,4%) e della fl essione di quelli dai mercati extra Ue (-2,4%). In forte fl essione gli acquisti di prodotti energetici (-6,9%).

Nel primo trimestre, c’è stata una fl essione congiunturale per entram-bi i fl ussi, più ampia per le importa-zioni (-1,7%), che per le esportazioni (-0,4%).

Rispetto allo stesso mese del 2012, a marzo si è registrata una marcata

fl essione sia per le esportazioni (-6%) sia, in misura ancora più accentua-ta, per importazioni (-10,6%). L’am-piezza di queste fl essioni è stata in parte imputabile al diverso numero di giorni lavorati: 21 a marzo 2013, contro i 22 di marzo 2012. A marzo la riduzione tendenziale dell’export è stata particolarmente accentuata verso Spagna (-19,6%), Paesi Bassi (-13,9%) e Turchia (-11,9%). Sono calate le importazioni da Stati Uniti (-28,6%) e paesi Opec (-28,1%).

E’ risultata positiva anche la bi-lancia commerciale dell’eurozona: in marzo, ha segnato un attivo di 22,9

miliardi di euro ed è più che raddoppiato rispetto a febbraio, secondo Euro-stat. L’export è aumentato del 2,8% e l’import è sceso dell’1%.

© Riproduzione riservata

Raddoppia l’attivo commerciale in marzo

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 25,98 26,003 -0,0230 20,1552

Corona Danese 7,4529 7,4539 -0,0010 5,7819

Corona Norvegese 7,536 7,5415 -0,0055 5,8464

Corona Svedese 8,5893 8,596 -0,0067 6,6635

Dollaro Australiano 1,312 1,3015 0,0105 1,0178

Dollaro Canadese 1,314 1,3133 0,0007 1,0194

Dollaro N Zelanda 1,5796 1,5662 0,0134 1,2254

Dollaro USA 1,289 1,2864 0,0026 -

Fiorino Ungherese 290,51 292,27 -1,7600 225,3763

Franco Svizzero 1,2444 1,2499 -0,0055 0,9654

Rand Sudafricano 12,072 11,982 0,0900 9,3654

Sterlina GB 0,8455 0,8464 -0,0009 0,6559

Yen Giapponese 132,15 132,04 0,1100 102,5213

Zloty Polacco 4,1827 4,1827 - 3,2449

Tasso uffi ciale di riferimento 0,50 0,75 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 2,98 - -

Tasso Infl azione ITA 1,10 1,60 -0,50

Tasso Infl azione EU 1,10 1,70 -0,60

Indice HICP EU-12 119,80 119,40 0,40

HICP area EURO ex tobacco 116,83 116,94 -0,11

Tasso annuo crescita PIL ITA -2,30 -2,80 0,50

Tasso di disoccupazione ITA 11,58 9,76 1,82

1 sett 0,080

1 mese 0,077

2 mesi 0,073

3 mesi 0,067

4 mesi 0,062

5 mesi 0,056

6 mesi 0,051

7 mesi 0,046

8 mesi 0,044

9 mesi 0,041

10 mesi 0,040

12 mesi 0,039

Preziosi ($ per oncia)Oro 1385,2 1386Argento 22,69 22,74Palladio 737,75 743,75Platino 1482,5 1486,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 1802 1803Rame 7095 7096Piombo 1966 1967Nichel 14765 14770

Stagno 20620 20625Zinco 1790 1790Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 245,07 286,79Sterlina (n.c.) 250,33 297,22Sterlina (post 74) 250,33 297,22Marengo Italiano 194,16 227,36Marengo Svizzero 183,03 222,26Marengo Francese 181,79 221,74Marengo Belga 181,64 221,23

1 Sett. 0,083

2 Sett. 0,092

3 Sett. 0,102

1 M 0,112

2 M 0,162

3 M 0,202

4 M 0,237

5 M 0,270

6 M 0,301

7 M 0,330

8 M 0,359

9 M 0,395

10 M 0,425

11 M 0,456

12 M 0,486

1 sett 0,024 0,147 0,483 -0,003 0,099

1 sett 0,035 0,165 0,488 -0,003 0,103

2 sett 0,042 0,178 0,489 -0,003 0,110

1 mese 0,056 0,198 0,492 -0,003 0,121

2 mesi 0,093 0,235 0,499 0,006 0,138

3 mesi 0,120 0,274 0,506 0,018 0,155

4 mesi 0,150 0,317 0,531 0,038 0,178

5 mesi 0,174 0,369 0,564 0,063 0,216

6 mesi 0,200 0,420 0,591 0,080 0,243

7 mesi 0,231 0,471 0,639 0,101 0,286

8 mesi 0,261 0,513 0,694 0,122 0,326

9 mesi 0,290 0,551 0,734 0,145 0,355

10 mesi 0,321 0,594 0,777 0,173 0,385

11 mesi 0,350 0,638 0,834 0,210 0,412

12 mesi 0,383 0,690 0,884 0,245 0,437

1 anno 0,323 0,363

2 anni 0,388 0,428

3 anni 0,480 0,520

4 anni 0,613 0,653

5 anni 0,774 0,814

6 anni 0,943 0,983

7 anni 1,105 1,145

8 anni 1,258 1,298

9 anni 1,400 1,440

10 anni 1,529 1,569

12 anni 1,749 1,789

15 anni 1,980 2,020

20 anni 2,143 2,183

25 anni 2,198 2,238

30 anni 2,217 2,257

Fonte: Icap

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MercatiIN EDICOLA CON I

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44 Venerdì 17 Maggio 2013 MERCATI E FINANZA

www.aspecta.it

Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 15/05/2013 EUR 52,37

APF-Linea europea 15/05/2013 EUR 91,33

APF-Linea mondiale 15/05/2013 EUR 54,19

APF-Linea nord america 15/05/2013 EUR 92,36

Seven Stars Invest 15/05/2013 EUR 121,25

Valori al 16/05/2013

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1271,84

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 14,54 15/05/2013 GBP 12,27 15/05/2013 USD 18,69 15/05/2013

Healthcare Opportunities EUR 11,84 15/05/2013 GBP 10,00 15/05/2013 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 22,28 15/05/2013 GBP 14,66 15/05/2013 JPY 2289,76 15/05/2013

UK Absolute Return EUR 11,27 16/05/2013 GBP 9,53 16/05/2013 USD 14,50 16/05/2013 EUR 11,51 16/05/2013 GBP 9,74 16/05/2013 USD 14,81 16/05/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 15/05/2013

www.reyl.com

Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 101,55Em Mkts Eq B($) USD 162,92Em Mkts Eq F($) USD 160,80Em Mkts Eq J(Chf) CHF 147,72Em Mkts Eq L EUR 164,49Em Mkts Eq O EUR 166,50European Equities B EUR 269,88European Equities C(Chf) CHF 244,92European Equities D($) USD 268,08European Equities F EUR 261,99European Equities H EUR 254,59Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 111,68Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 110,90Long/Short European Eq B EUR 112,55Long/Short European Eq D ($) USD 112,87North American Eq. B($) USD 189,69North American Eq. E EUR 178,39North American Eq. F($) USD 185,29North American Eq. G EUR 172,82North American Eq. H($) USD 174,52

Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 126,88Div Income E EUR 128,80Div Income F EUR 126,88Div Income H USD 125,24Quality Bond Fund D USD 134,89Quality Bond Fund E EUR 135,76Quality Bond Fund F EUR 132,46Quality Bond Fund H USD 131,70

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Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,157

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,110

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,057

Alico Monet. Protetto 15/05/13 1,107

Alico P.P. Eur 2013 15/05/13 1,013

Alico P.P. Eur 2014 15/05/13 1,025

Alico P.P. Eur 2015 15/05/13 0,995

Alico P.P. Eur 2016 15/05/13 1,021

Alico P.P. Eur 2017 15/05/13 1,036

Alico P.P. Eur 2018 15/05/13 1,037

Alico P.P. Eur 2019 15/05/13 1,082

Alico P.P. Eur 2020 15/05/13 1,082

Alico P.P. Eur 2021 15/05/13 1,086

Alico P.P. Eur 2022 15/05/13 1,095

Alico P.P. Eur 2023 15/05/13 1,102

Alico P.P. Eur 2024 15/05/13 1,075

Alico P.P. Eur 2025 15/05/13 1,039

Alico P.P. Eur 2026 15/05/13 1,247

Alico P.P. Eur 2027 15/05/13 1,074

Alico P.P. Eur 2028 15/05/13 0,967

Alico P.P. Eur 2029 15/05/13 1,038

Alico P.P. Eur 2030 15/05/13 1,072

Alico P.P. Eur 2031 15/05/13 1,085

Alico P.P. Eur 2032 15/05/13 1,040

Alico P.P. Usa 2013 15/05/13 1,017

Alico P.P. Usa 2014 15/05/13 1,037

Alico P.P. Usa 2015 15/05/13 1,048

Alico P.P. Usa 2016 15/05/13 1,093

Alico P.P. Usa 2017 15/05/13 1,091

Alico P.P. Usa 2018 15/05/13 1,112

Alico P.P. Usa 2019 15/05/13 1,166

Alico P.P. Usa 2020 15/05/13 1,162

Alico P.P. Usa 2021 15/05/13 1,199

Alico P.P. Usa 2022 15/05/13 1,172

Alico P.P. Usa 2023 15/05/13 1,187

Alico P.P. Usa 2024 15/05/13 1,118

Alico P.P. Usa 2025 15/05/13 1,137

Alico P.P. Usa 2026 15/05/13 1,366

Alico P.P. Usa 2027 15/05/13 1,141

Alico P.P. Usa 2028 15/05/13 1,062

Alico P.P. Usa 2029 15/05/13 1,140

Alico P.P. Usa 2030 15/05/13 1,163

Alico P.P. Usa 2031 15/05/13 1,190

Alico P.P. Usa 2032 15/05/13 1,130

Alico P.P. Global 2013 15/05/13 1,005

Alico P.P. Global 2014 15/05/13 1,017

Alico P.P. Global 2015 15/05/13 0,993

Alico P.P. Global 2016 15/05/13 1,028

Alico P.P. Global 2017 15/05/13 0,971

Alico P.P. Global 2018 15/05/13 1,055

Alico P.P. Global 2019 15/05/13 1,154

Alico P.P. Global 2020 15/05/13 1,101

Alico P.P. Global 2021 15/05/13 1,113

Alico P.P. Global 2022 15/05/13 1,087

Alico P.P. Global 2023 15/05/13 1,109

Alico P.P. Global 2024 15/05/13 1,086

Alico P.P. Global 2025 15/05/13 1,078

Alico P.P. Global 2026 15/05/13 1,291

Alico P.P. Global 2027 15/05/13 1,054

Alico P.P. Global 2028 15/05/13 0,972

Alico P.P. Global 2029 15/05/13 1,061

Alico P.P. Global 2030 15/05/13 1,058

Alico P.P. Global 2031 15/05/13 1,104

Alico P.P. Global 2032 15/05/13 1,045

Alico Prot.Trim. Eur 15/05/13 1,080

Alico Prot.Trim. Usa 15/05/13 1,071

Alico Gest.Bilanc.Glob 15/05/13 1,281

Alico Gest.Cresc.Glob 15/05/13 1,259

Alico Gest.Azion.Glob 15/05/13 1,243

Alico Gest.Bilanc.Eur 15/05/13 1,269

Alico Gest.Cresc. Eur 15/05/13 1,219

Alico Gest.Azion. Eur 15/05/13 1,233

Alico Aper.Indiciz.Eur 15/05/13 0,882

Alico Aper.Indiciz.Usa 15/05/13 1,218

Alico Aper.Indiciz.Glo 15/05/13 1,066

Alico Aper.Indiciz.Ita 15/05/13 0,703

Alico Liquidita’ 15/05/13 1,091

Alico R. Prudente 15/05/13 1,132

Alico R. Bilanciato 15/05/13 1,040

Alico R. Crescita 15/05/13 1,015

Alico R. Multi Comm. 15/05/13 0,751

Alico Multi Comm. 15/05/13 0,780

Alico R. Peak Usa 2013 15/05/13 1,014

Alico R. Peak Usa 2014 15/05/13 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 15/05/13 1,042

Alico R. Peak Usa 2020 15/05/13 1,128

Alico R. Peak Usa 2025 15/05/13 1,143

Alico R. Peak Usa 2030 15/05/13 1,141

Alico R. Peak Usa 2035 15/05/13 1,065

Alico R. Peak Eur 2013 15/05/13 1,051

Alico R. Peak Eur 2014 15/05/13 1,054

Alico R. Peak Eur 2015 15/05/13 1,080

Alico R. Peak Eur 2020 15/05/13 1,156

Alico R. Peak Eur 2025 15/05/13 1,154

Alico R. Peak Eur 2030 15/05/13 1,192

Alico R. Peak Eur 2035 15/05/13 1,057

Alico R. Peak Asia 2013 15/05/13 1,075

Alico R. Peak Asia 2014 15/05/13 1,099

Alico R. Peak Asia 2015 15/05/13 1,131

Alico R. Peak Asia 2020 15/05/13 1,246

Alico R. Peak Asia 2025 15/05/13 1,310

Alico R. Peak Asia 2030 15/05/13 1,355

Alico R. Peak Asia 2035 15/05/13 1,286

Alico Sec. Acc. 2016 15/05/13 0,997

Alico Sec. Acc. 2017 15/05/13 1,099

Alico R. Sec. Acc. 2017 15/05/13 1,135

Alico P.P. Asia 2013 15/05/13 1,096

Alico P.P. Asia 2014 15/05/13 1,127

Alico P.P. Asia 2015 15/05/13 1,151

Alico P.P. Asia 2020 15/05/13 1,251

Alico P.P. Asia 2025 15/05/13 1,295

Alico P.P. Asia 2030 15/05/13 1,289

Alico P.P. Asia 2035 15/05/13 1,295

Alico Long Investment 15/05/13 0,687

Alico Energy 15/05/13 0,340

Alico Agriculture 15/05/13 0,646

Alico Metals 15/05/13 0,662

15/05/13

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PIP - FONDI INTERNI

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ATTIVO SPECIFICO

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UNIDESIO 760071 11,863 10/05/2013

UNIDESIO 760072 11,082 10/05/2013

UNIDESIO 760073 11,111 10/05/2013

UNIDESIO760074 12,073 10/05/2013

UNIDESIO 760075 12,537 10/05/2013

UNIDESIO 760077 11,224 10/05/2013

UNIDESIO 760078 10,877 10/05/2013

UNIDESIO 760079 11,100 10/05/2013

UNIDESIO 760080 11,003 10/05/2013

UNIDESIO 760082 10,362 10/05/2013

UNIDESIO 760085 10,674 10/05/2013

UNIDESIO 760087 12,121 10/05/2013

UNIDESIO 760088 11,236 10/05/2013

UNIDESIO 760091 11,433 10/05/2013

UNIDESIO 760092 11,393 10/05/2013

UNIDESIO 760095 10,501 10/05/2013

UNIDESIO 760096 10,709 10/05/2013

UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013

UNIDESIO 760098 11,660 10/05/2013

UNIDESIO 760099 11,325 10/05/2013

UNIDESIO 760100 11,145 10/05/2013

UNIDESIO 760102 10,962 10/05/2013

UNIDESIO 760104 10,568 10/05/2013

UNIDESIO 760105 10,747 10/05/2013

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,4200 10/05/2013

AZZOAGLIO DINAMICO 4,9190 10/05/2013

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,1430 10/05/2013

UNIDESIO PRUDENTE 11,2650 10/05/2013

UNIDESIO MODERATO 10,9480 10/05/2013

UNIDESIO ATTIVO 10,6960 10/05/2013

UNIDESIO VIVACE 10,0300 10/05/2013

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,3630 10/05/2013

AZIONARIO EURO 8,1880 10/05/2013

AZIONARIO GLOBALE 9,9600 10/05/2013

INDEX TOP 22 104,2200 27/02/2013 A+/S&P

THREE 2009 102,4300 27/02/2013 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 100,2500 27/02/2013 AA-/S&P

FTSE MIB 96,7150 15/05/2013

FTSE MIB 2010 95,1590 15/05/2013

EUROSTOXX 50 - 2010 96,3170 15/05/2013

INDEX TRENTA 2011 100,8220 15/05/2013

INDEX FOUR E 50 - 2011 100,2890 15/05/2013

INDEX STOXX EUROPE - 2011 101,0160 15/05/2013

EUROSTOXX 50 - 2012 96,9050 15/05/2013

PREVIMISURATO 12,8650 09/05/2013

PREVIBRIOSO 11,3330 09/05/2013

PREVIDINAMICO 12,5560 09/05/2013

LINEA 1 12,0470 30/04/2013

LINEA 1 - FASCIA A 12,4530 30/04/2013

LINEA 1 - FASCIA B 12,1380 30/04/2013

LINEA 2 11,8550 30/04/2013

LINEA 2 - FASCIA A 12,0760 30/04/2013

LINEA 2 - FASCIA B 12,1140 30/04/2013

LINEA 3 11,6650 30/04/2013

LINEA 3 - FASCIA A 11,8040 30/04/2013

LINEA 3 - FASCIA B 12,6320 30/04/2013

UNIDESIO 760106 11,199 10/05/2013

UNIDESIO 760109 11,160 10/05/2013

UNIDESIO 760110 10,862 10/05/2013

UNIDESIO 760124 11,643 10/05/2013

UNIDESIO 760125 11,349 10/05/2013

UNIDESIO 760129 11,787 10/05/2013

UNIDESIO 760130 10,820 10/05/2013

UNIDESIO 760133 11,062 10/05/2013

UNIDESIO 760137 10,638 10/05/2013

UNIDESIO 760139 11,604 10/05/2013

UNIDESIO 760140 11,598 10/05/2013

UNIDESIO 760141 10,310 10/05/2013

UNIDESIO 760145 11,398 10/05/2013

UNIDESIO 760147 11,321 10/05/2013

UNIDESIO 760149 11,308 10/05/2013

UNIDESIO 760150 11,373 10/05/2013

UNIDESIO 760156 10,208 10/05/2013

UNIDESIO 760157 11,520 10/05/2013

UNIDESIO 760158 10,218 10/05/2013

UNIDESIO 760159 11,072 10/05/2013

UNIDESIO 760160 10,792 10/05/2013

UNIDESIO 760163 10,171 10/05/2013

UNIDESIO 760167 10,844 10/05/2013

UNIDESIO 760169 11,675 10/05/2013

UNIDESIO 760170 11,182 10/05/2013

UNIDESIO 760173 10,815 10/05/2013

UNIDESIO 760174 11,081 10/05/2013

UNIDESIO 760179 10,756 10/05/2013

UNIDESIO 760180 10,910 10/05/2013

UNIDESIO 760181 10,865 10/05/2013

UNIDESIO 760182 10,404 10/05/2013

UNIDESIO 760183 10,910 10/05/2013

UNIDESIO 760184 10,883 10/05/2013

UNIDESIO 760185 10,895 10/05/2013

UNIDESIO 760186 10,818 10/05/2013

UNIDESIO 760187 10,986 10/05/2013

UNIDESIO 760188 10,779 10/05/2013

UNIDESIO 760189 11,003 10/05/2013

UNIDESIO 760191 10,353 10/05/2013

UNIDESIO 760192 11,006 10/05/2013

UNIDESIO 760193 11,036 10/05/2013

UNIDESIO 760198 10,009 10/05/2013

UNIDESIO 760201 10,848 10/05/2013

UNIDESIO 760202 11,011 10/05/2013

UNIDESIO 760203 11,572 10/05/2013

UNIDESIO 760205 10,531 10/05/2013

UNIDESIO 760206 10,522 10/05/2013

UNIDESIO 760210 10,553 10/05/2013

UNIDESIO 760216 10,069 10/05/2013

BILANCIATO 10,5130 10/05/2013

CONSERVATIVE 10,3570 10/05/2013

BOND MIX 10,5030 10/05/2013

BALANCED 10,9240 10/05/2013

GLOBAL EQUITY 12,1240 10/05/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2690 10/05/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,7920 10/05/2013

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,6840 10/05/2013

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 11,6500 10/05/2013

SCK DYNAMIC 100,08 30/04/2013 A+/S&P

S&BRIC 8-40 107,01 30/04/2013 A2/S&P

S&BRIC 8-40 SECOND EDITION 128,10 30/04/2013 A2/S&P

HELVETIA 4-30 99,83 15/05/2013

HELVETIA QUATTRO.10 97,5434 15/05/2013

HELVETIA WORLD EQUITY 122,7200 14/05/2013

HELVETIA EUROPE BALANCED 192,7900 14/05/2013

HELVETIA WORLD BOND 222,0100 14/05/2013

HELVETIA GLOBAL BALANCED 157,0600 14/05/2013

HELVETIA GLOBAL EQUITY 104,5300 14/05/2013

LINEA GARANTITA 11,6100 30/04/2013

LINEA BILANCIATO 12,3310 30/04/2013

LINEA OBBLIGAZIONARIO 12,0610 30/04/2013

LINEA AZIONARIO 8,4990 30/04/2013

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 10,6800 14/05/2013

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 10,6800 14/05/2013

098105098108105111103114

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl - ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A. - (1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

SEMPREINDIPENDENTE

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 30 APRILE 2013

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 30/04/2013 OBBLIGAZIONARIO

Adesso Index Aprile ‘07 100,000 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa2 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BB+ | BBB

Index Up 1-2008 97,920 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

CARISMI Più Certezza 8 100,320 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | BBB+** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 98,100 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 30/04/2013 OBBLIGAZIONARIO

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 99,050 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda vita 6&6 104,440 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 104,190 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A3 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 111,530 ABN AMRO BANK NV A3 | A | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 102,890 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 103,290 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Classic Markets 103,341 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 104,110 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 104,330 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 104,070 BANCA IMI S.p.A. - | BBB+ | BBB+ BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

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46 Venerdì 17 Maggio 2013 MERCATI E FINANZAL’ipotesi è rimbalzata da alcune agenzie di stampa americane

Addio Italia? No di FiatDopo l’ennesima voce di un trasloco in Usa

Anche ieri sono conti-nuati gli acquisti del titolo Fiat, che ha chiuso in progresso

dello 0,37% a 5,38 euro, dopo un massimo di 5,51 euro.

Martedì, il titolo aveva regi-strato una crescita del 7,63% superando di slancio la soglia psicologica dei 5 euro e aveva chiuso a 5,36 euro. Molte le ipotesi avanzate dagli anali-sti, dalle ricoperture sul titolo, agli acquisti sull’accelerazione delle trattative del gruppo con il sindacato americano Veba, per l’acquisizione della sua quota in Chrysler. Mercoledì, il titolo è stato tra i migliori dell’intero listino.

Ieri, il trend si è ripetuto, anche se con uno slancio infe-riore: il mercato si è fatto più prudente e ora attende rispo-ste alle voci, che circolano sui mercati.

Tra le molte voci, mercole-dì, alcune agenzie di stampa americane (riprese ieri da al-cuni quotidiani italiani) han-no rilanciato quella secondo cui Fiat starebbe per decidere dove allestire la sede strategi-

ca del gruppo, se mantenerla cioè a Torino o se spostarla negli Stati Uniti, dove il busi-ness di Chrysler è ormai de-cisamente superiore a quello del Lingotto e con prospettive assai più solide. Ricavi e utili dell’intero gruppo, nel 2012, sono infatti derivati solo per il

24% dall’Europa, contro il 90% fatto registrare nel 2004.

Le stesse fonti avvertono però che non è ancora stata presa alcuna decisione.

È una tesi sempre respinta sia dall’a.d., Sergio Marchion-ne, sia dal presidente, John Elkann. I massimi vertici

Fiat, infatti, hanno ripetuto in più occasioni che la scelta della sede è assolutamente non attuale, come ha riba-dito anche ieri un portavoce del Lingotto. In ogni caso, il Lingotto non esclude alcuna opzione.

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La spaccatura interna alla Federal reserve sul futuro del programma di acquisto asset per soste-nere la ripresa dell’econo-mia Usa è andata in sce-na a Milano, dove si sono confrontate le due linee di pensiero che alimentano il dibattito in seno al Fomc.A dare vita allo scontro, il presidente della Fed di Fi-ladelfi a, Charles Plosser, uno dei membri considera-ti tra i falchi, ed Eric Ro-sengren, presidente della Fed di Boston e membro votante del Fomc, ritenuto una delle colombe.

Per Plosser, è ormai tempo che la Fed inizi, già da giugno, a ridurre il vo-lume di acquisto di asset, in quanto le migliorate condizioni economiche, in particolare quelle del mer-cato del lavoro, «giustifi -cano» un rallentamento del Quantive easing (Qe) messo in atto al ritmo di 85 mld di acquisti mensili di treasury e mbs.

Di posizione opposta Rosengren, che ha inve-ce difeso l’attuale politi-ca monetaria della Fed, attaccando la rigida po-litica fiscale negli Usa, colpevole di limitare gli effetti dell’azione dell’isti-tuto centrale.

Per l’alto funzionario, la Fed sta «mancando» il suo duplice obiettivo di piena occupazione e di stabilità dei prezzi a cau-sa della rigida politica fi scale negli Usa che rap-presenta un grande freno alla ripresa economica.Secondo Rosengren, «l’at-tuale politica monetaria estremamente accomo-dante è appropriata» e i suo effetti sarebbero maggiori, se non fossero controbilanciati da for-ze contrarie come i ta-gli alla spesa federale. Con una serie di dati ma-cro contrastanti, il merca-to guarda con attenzione alle prossime mosse del Fomc, il 18 e 19 giugno. La Fed ha fornito al mer-cato linee guida precise su quali miglioramenti si aspetta di vedere dall’eco-nomia americana prima di cambiare la propria politi-ca accomodante.

Con un’inflazione di-stante dal target del 2% e pericolosamente tendente al ribasso, un tasso di di-soccupazione al 7,5%, an-cora lontano dall’obiettivo del 6,5%, sembra diffi cile ipotizzare che all’interno del Fomc, alla fi ne, a pre-varranno le posizioni dei falchi, almeno nel breve termine.

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SU QE IN USA

Fed, falchi e colombe a Milano

Hines Italia sgr e Qatar holding, brac-cio operativo del fondo sovrano qatariota, Qatar investment authority, hanno siglato una partnership strategica in Italia per lo sviluppo immobiliare di Porta Nuova a Milano, uno dei progetti di maggior riqua-lifi cazione urbana in Europa, con un valore di mercato superiore ai 2 miliardi di euro.Qatar holding, sottoscrivendo azioni di nuova emissione, acquisirà una parteci-pazione del 40%, mentre il restante 60% continuerà a essere detenuto dagli attuali sponsor del progetto. Il progetto di sviluppo immobiliare di Porta Nuova è fi nanziato da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Hypotheken-bank Frankfurt, Banca popolare di Milano e Monte dei Paschi di Siena. L’investimento di Qatar holding in Porta Nuova diversifi -ca il portafoglio in generale e aumenta la

presenza nel mercato immobiliare italiano in particolare.

«Porta Nuova rappresenta uno dei più im-portanti progetti di sviluppo immobiliare per il nostro gruppo e per i nostri investitori. Hines ha investito nel futuro dell’Italia, non solo con Porta Nuova, ma anche con un’im-portante piattaforma domestica di investi-mento e di gestione per conto di investitori nazionali e internazionali», ha commenta-to Jeff Hines, presidente e a.d. di Hines.«L’accordo raggiunto è un segnale fonda-mentale per il sistema economico italiano e per il mercato dei capitali internazionali», ha aggiunto Manfredi Catella, amministra-tore delegato di Hines Italia sgr, società di gestione del risparmio partecipata anche da Unipol con il 18%.

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Qatar holding entra a Porta Nuova

Magneti Marelli ha inaugurato in Cina un nuo-vo stabilimento per la pro-duzione di componentistica per l’illuminazione automo-tive. All’inizio, sarà dedica-to alla produzione di fanali posteriori, con una capacità produttiva di 2,4 milioni di fanali l’anno e un organico di circa 300 dipendenti; in seguito, anche alla produ-zione di proiettori anteriori e componenti elettronici per il lighting. L’impianto è sta-to realizzato con un investi-mento di 30 milioni di euro

Telecom Italia. Nuova accelerazione, ieri, in borsa, per il titolo, che ha chiuso a 0,65 euro, +2,26%, tra i mi-gliori del listino. A spingere la quotazione è stata anco-ra l’onda dell’annuncio di mercoledì, dell’acquisto di obbligazioni della control-lata Telecom Italia capital per 750 mln di dollari.

AgustaWestland (Fin-meccanica). Russia e Italia stanno sviluppando assieme un nuovo modello di elicotte-ro leggero, che dovrebbe esse-re certifi cato al massimo tra tre anni. A produrre il nuovo velivolo sarà Helivert, jv tra Russian helicopters e Agu-staWestland.

Enav. Utile netto 2012 a quota 46 milioni di euro per l’Enav, «nonostante la crisi del settore». L’utile net-to, «anche depurato dell’ef-

fetto del rimborso Ires», ha spiegato la società, eviden-zia un risultato che, «con i suoi 23 mln di euro, posi-ziona l’esercizio 2012 come uno dei migliori conseguiti dalla società in assoluto».

D’Amico. La controllata di d’Amico international shipping, d’Amico tankers limited, ha esercitato il di-ritto di opzione per la co-struzione presso il cantiere Hyundai Mipo dockyard, in Corea, di due nuove navi, la cui consegna è prevista per il secondo semestre del 2015, a un prezzo inferio-re a 30 mln usd ciascuna.

Rothschild. La divisio-ne di merchant banking ha completato il primo closing di Five arrows credit solu-tions (Facs), fondo di debi-to privato focalizzato sulle medie imprese dell’Europa occidentale, raccogliendo impegni complessivi pari a 235 milioni di euro.

Zurich insurance ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di 1,07 mi-liardi di dollari, -7% in ter-mini tendenziali, a causa di quello che la stessa società ha defi nito un «contesto di mercato diffi cile». Il dato ha deluso le stime degli analisti poste a 1,16 miliardi. I pre-mi lordi raccolti sono stati pari a 10,69 miliardi, +2% rispetto all’analogo periodo 2012.

BREVI

ai sensi delle disposizioni IVASS vigenti - valori in Euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell'articolo 8 comma 4 del Regolamento IVASS

n.38/2011, nell'apposita sezione del libro mastro. Redatto il 07 Maggio 2013

Skandia Vita S.p.A.Via Fatebenefratelli, 3 - 20121 Milano

SKANDIA PREVIDENZA

PROSPETTO SEMESTRALE DELLA COMPOSIZIONE

DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

www.skandia.it

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso 47.206 47.200

300 Altre attività patrimoniali 3.759 2.058

1000 Saldo attività della gestione separata 50.965 49.258

Categoria di attività: Alla chiusura Alla chiusura del semestre di del periodo di

riferimento riferimento prec.(30/04/2013) (31/10/2012)

(Importi da libro mastro1) (Importi da libro mastro1)

SEMESTRE DI RIFERIMENTO: dal 01/11/2012 al 30/04/2013

CODICE IMPRESA: 427 CODICE GESTIONE: 001

zero

3zero

9

Eukedos S.p.A.Sede in Gattatico (RE), via Verdi n. 41

Capitale sociale € 24.301.150,80 interamente versatoCodice fiscale e Registro delle Imprese di Reggio Emilia n. 01701100354

RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2013

Si rende noto che, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 154 ter del D. Lgs.58/98, il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013 è a disposizione delpubblico presso la sede sociale nonché sul sito internet della società www.eukedos.itnella sezione Investor Relations / Bilanci e Relazioni.

Gattatico (RE), 17 maggio 2013

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47Venerdì 17 Maggio 2013Venerdì 1MERCATI E FINANZAInchiesta verso la conclusione. Primi rinvii a giudizio entro l’estate

Mps, nuove perquisizioniLa Gdf in azione in Italia e in Svizzera

Nuova accelerazione dell’inchiesta del-la procura di Siena sull’acquisizione di

Antonveneta da parte di Mon-te dei Paschi e sugli strumen-ti messi in campo per finan-ziarla. Ieri mattina è partita una decina di perquisizioni da parte della Guardia di fi-nanza in varie città italiane, mentre, secondo fonti inve-stigative, altre perquisizioni sono avvenute in Svizzera. Tra le persone raggiunte dal provvedimento figura anche l’ex presidente di Richard Ginori, Roberto Villa, che in passato ha collaborato pro-prio con Baldassarri.

La notizia ha confermato che l’inchiesta ha imboccato il rettilineo fi nale. Gli inquirenti contano di chiudere il lavoro investigativo e stilare le prime richieste di rinvio a giudizio nel giro di un paio di mesi e, comunque, entro l’estate. Il tempo necessario per ottenere e vagliare le risposte alle roga-torie internazionali richieste, tra cui c’è quella per sentire il presidente del Santander,

Emilio Botin.L’accusa di sfruttamento

di alcuni titoli tossici, me-diati da una finanziaria di Paradiso, nel Canton Ticino, in Svizzera, sarebbe all’ori-gine delle perquisizioni.Le compravendite di questi titoli sarebbero avvenute, se-

condo l’ipotesi accusatoria, in danno del Monte dei Paschi.Contestualmente, sono state effettuate varie operazioni dalla Fiamme gialle in alcune città italiane, tra cui Raven-na, Bologna, Milano e Roma. Le operazioni della Gdf fa-rebbero parte di quel fi lone

di inchiesta legato all’ex capo area Finanza del Monte, Gian Luca Baldassarri, che è in cu-stodia cautelare nel carcere di Firenze. Vi sarebbero nuovi indagati, per lo più broker.

Per i nuovi indagati l’ipotesi di reato sarebbe il riciclaggio.

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Il nuovo statuto, approvato dalla Deputa-zione amministratrice della Fondazione Mps, che sarà inviato al ministero dell’economia per l’approvazione, non prevede la tassatività di Siena come sede della banca, ma un più generico e meno vincolante impegno per l’ente a far sì che la sede rimanga a Siena.

È quanto ha rivelato una fonte vicina al dossier, secondo cui la Fondazione non può impegnarsi oltre, visto che scenderà abbon-dantemente sotto la soglia del 30% del capi-tale di Banca Mps, una volta cedute le azioni ora in pegno per saldare il debito, che ha nei confronti delle banche. Inoltre, una posizione che tenesse come tassativa la sede della banca a Siena diffi cilmente potrebbe essere avalla-ta dal ministero. La ricaduta pratica di una scelta simile si apprezzerà quando verranno cedute le azioni della Fondazione ora in pe-

gno. Un vincolo alla città di Siena, di fatto, limiterebbe a soli investitori locali l’acquisto delle azioni. Il tema della senesità della banca è stato uno dei più controversi nel dibattito tra le diverse anime della Fondazione nel cor-so della stesura del nuovo statuto.

Un’altra variazione statutaria in forte di-scontinuità rispetto al passato sarà quella re-lativa alla presa delle autonomie locali sugli organi della Fondazione e quindi a cascata sul Monte. Anche in questo caso, sono passate le tesi che prevedono una decisa perdita di in-fl uenza da parte del territorio sugli organi di controllo dell’ente, in linea alle best practise volute dal ministero.

Infi ne, il nuovo statuto recepisce anche le indicazioni curriculari, che impongono alcuni standard minimi ai curricula dei candidati.

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Statuto Fondazione: Siena non tassativa

BOND TIER 1 E 2

Banco pop.riacquista 600 mln

Banco popolare riacquista i propri bond Tier 1 e Tier 2 per 600 mln euro. L’invito all’ac-quisto è iniziato ieri e termi-nerà il 24 maggio. Lo scopo dell’operazione, ha spiegato l’istituto in un comunicato, è «ricalibrare la composizione del patrimonio di vigilanza» in prospettiva delle modifi -che regolamentari previste dagli standard di Basilea III, offrendo, allo stesso tempo, a chi detiene i titoli, «la possibilità di smobilizza-re il proprio investimento a prezzi più elevati rispetto ai valori di mercato prevalenti registrati nel corso del perio-do antecedente l’annuncio dell’invito». L’operazione ha già ricevuto il via libera della Banca d’Italia e offre, a se-conda delle diverse emissio-ni, tra un minimo del 40% e un massimo del 105,25% del valore nominale.

Nella nota, l’istituto spiega anche che, con riferimento ai Banca Italease preferred se-curities, non sarà corrispo-sto alcun rateo interessi. Se il prezzo totale di acquisto supererà la soglia dei 600 milioni di euro, l’istituto, a sua discrezionalità, ripartirà l’ammontare totale tra cia-scuna serie.

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CHIESTI 12,7 MLD

Bond 30 anni Le cifre del successo

Oltre 170 investitori per una domanda di 12,7 mi-liardi di euro sui 6 asse-gnati hanno partecipato al collocamento del nuovo Btp a 30 anni, con scadenza 1° settembre 2044 e cedola annua del 4,75%. Quasi il 40% dell’emissione è stato collocato presso investito-ri di lungo periodo, fondi pensione e assicurazioni, mentre la quota sottoscrit-ta da fund manager è stata del 39%. Le banche si sono aggiudicate il 13%, mentre agli hedge funds è andato il 4%. Hanno partecipato anche banche centrali e istituzioni governative aggiudicandosi l’1,6%.

Il collocamento ha visto un’elevata partecipazione di investitori italiani, (47% dell’emissione). Rilevante è stata la quota di investi-tori inglesi (26,1%) a fron-te di una richiesta pari a circa il 36% della doman-da. Il resto dell’emissione è stato collocato in larga parte in Europa (Francia 5,5%, Germania 5%, paesi scandinavi 4,1%, Benelux 2,2%). Gli investitori Usa si sono aggiudicati il 9,4% dell’emissione.

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I fatti separatidalle opinioni

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Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea.ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 7397 del 10/12/2012

La Banca popolare di Milano ha revocato l’avviso di convoca-zione dell’assemblea

straordinaria del 22 giugno, che prevedeva la trasforma-zione dell’istituto in società per azioni. Nel nuovo ordine del giorno, rimane la proposta di aumento del capitale per un massimo di 500 milioni di euro per rimborsare i Tremonti bond. Nella parte straordina-ria, inoltre, viene inserita la fusione per incorporazione in Bpm di Banca di Legnano.

Dopo le dimissioni del presi-dente del cds, Filippo Annun-ziata e di altri membri del cds, l’assemblea dovrà ora nomina-re il presidente e cinque consi-glieri, di cui uno espresso dalla Fondazione Cr Alessandra.

Sul tema della nuova go-vernance dell’istituto, ieri si è espresso anche il sottosegreta-rio al welfare, Carlo Dell’Arin-ga, che, fi no a febbraio, sede-va nel Cds di piazza Meda.In merito al sistema di voto capitario, Dell’Aringa si è det-to convinto che «vada tutelato, altrimenti la banca non è più una cooperativa. Qualche ag-giustamento è necessario, per dare più spazio a rappresen-tanti del capitale e della società civile. Questa trasformazione in spa non mi sembra però una

soluzione necessaria per met-tere a posto la situazione del-la banca». Ieri il titolo è stato tra i peggiori del listino, dopo il downgrade di Moody’s da Baa3 a Ba3: ha chiuso a 0,44 euro, -3,54%.

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Popolare Milano verso l’assemblea

Salta la spa,non l’aumento

Nell’ambito del suo pro-gramma di euro medium term notes, Unicredit ha prezzato, in corrisponden-za di un rendimento di 152 punti base sopra l’Euribor a 3 mesi, un prestito obbli-gazionario a tasso variabi-le da un miliardo di euro.Lo ha rivelato una del-le banche coinvolte nell’emissione, che ha visto agire in qualità di lead manager, Bank of America Merrill Lynch, Hsbc, Morgan Stanley e la stessa Unicredit.

Piazza Cordusio aveva indicato come obiettivo di prezzo un rendimento di 155 punti base sull’Euri-bor a tre mesi per il bond, la cui scadenza è prevista a gennaio 2016.

UnicreditBond 1 mld

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