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01/05/15 09:35 Guitar Club Magazine Pagina 1 di 9 http://www.guitarclubmagazine.com/# QUESTO MESE IN EDICOLA SOMMARIO GUITAR CLUB LIVE SOCIAL Entra nell’area Video Lessons! ed inoltre.... TOMMY BOLIN __________________ ALLA PAGINA LESSONS trovi gli audiofile delle rubriche pubblicate sul magazine! __________________ TOMMY BOLIN Teaser 40th Anniversary Edition UDR Music Thomas Richard Bolin (Sioux City 1951 – Miami 1976). Padre di origine scandinava e madre siriana, si innamora perdutamente della musica a soli 5 anni, dopo aver assistito ad uno show di Elvis Presley. Folgorato dal King, impara in poco tempo Heartbreaker Hotel e poi prende parte a un talent show televisivo titolato Kids Corner, naturalmente vestito come il suo idolo. L’idea è di suonare la batteria, ma il costo eccessivo dello strumento, dirotta Tommy Bolin su una più economica chitarra. La prima è una Silvertone con ampli integrato, seguita da una Gretsch Country Gentleman, a sua volta rimpiazzata da una Mosrite. Nel frattempo prende lezioni private, bruciando le tappe. Cacciato da scuola perché rifiuta di tagliarsi i lunghi capelli (siamo nel 1967), cambia diverse band alla ricerca di una propria e ben definita identità artistica. Nel 1968 forma gli Zephir con cui incide due album di matrice hard rock mentre, tra le tante collaborazioni, è da ricordare quella con il batterista Billy Cobham sull’album Spectrum. Dopo un periodo travagliato con la James Gang, decide di tentare la carta solistica e, nell’ottobre del 1975, fa uscire Teaser, che può a ragione considerarsi la summa del Tommy Bolin pre-Deep Purple.

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QUESTO MESE IN EDICOLA SOMMARIO

GUITAR CLUB LIVE SOCIAL

Entra nell’area Video Lessons!

ed inoltre....TOMMY BOLIN__________________ALLA PAGINA LESSONStrovi gli audiofile dellerubriche pubblicate sulmagazine!__________________

TOMMY BOLIN

Teaser 40th AnniversaryEdition

UDR Music

Thomas Richard Bolin (SiouxCity 1951 – Miami 1976). Padredi origine scandinava e madresiriana, si innamoraperdutamente della musica asoli 5 anni, dopo aver assistitoad uno show di Elvis Presley.Folgorato dal King, impara inpoco tempo HeartbreakerHotel e poi prende parte a un talent show televisivo titolatoKids Corner, naturalmentevestito come il suo idolo. L’ideaè di suonare la batteria, ma ilcosto eccessivo dellostrumento, dirotta Tommy Bolinsu una più economica chitarra.

La prima è una Silvertone conampli integrato, seguita da unaGretsch Country Gentleman, asua volta rimpiazzata da unaMosrite. Nel frattempo prendelezioni private, bruciando letappe. Cacciato da scuolaperché rifiuta di tagliarsi ilunghi capelli (siamo nel 1967),cambia diverse band alla ricercadi una propria e ben definitaidentità artistica.

Nel 1968 forma gli Zephir concui incide due album di matricehard rock mentre, tra le tantecollaborazioni, è da ricordarequella con il batterista BillyCobham sull’album Spectrum.

Dopo un periodo travagliatocon la James Gang, decide ditentare la carta solistica e,nell’ottobre del 1975, fa uscireTeaser, che può a ragioneconsiderarsi la summa delTommy Bolin pre-Deep Purple.

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In esso si ritrovano le suesfaccettature musicali: dal jazzal funky, dalla fusion al rock,dal country al reggae. Il tuttosupportato da una salda base diblues style.

Proprio quando si stapianificando la scaletta finale(giugno 1975), Bolin è invitatoda David Coverdale a unirsi aiDeep Purple al posto deldimissionario Ritchie Blackmore(in realtà la band ha giàprovato Clem Clempson, ma aCoverdale e Glenn Hughes nonva a genio...) Bolin in cuor suovorrebbe rifiutare ma sabenissimo che una simileoccasione capita una sola voltanella vita, e accetta.

A questo punto deve dividersitra le registrazioni del nuovolavoro dei Purple (Come TasteThe Band) e la carriera dasolista. I due album esconoentrambi nell’ottobre del 1975,e Teaser risente positivamentedel nuovo ruolo del suo leader.La critica è prodiga di giudizipositivi, ma dati gli impegni coni Purple, l’album non può esseresupportato da un tourpromozionale; il che provoca inlui un grande svilimento (ed laconseguente impennatadell’uso di cocaina).

In ogni caso, brani come TheGrind, Homeward Strut eSavannah Woman rimarrannodei piccoli classici del mood diBolin, confermando il suosmisurato talento chitarristico.

Dopo aver abbandonato iPurple, tornerà alla carrierasolistica incidendo l’albumPrivate Eyes , ma l’abuso didroghe e alcol porrà fine allasua vita in una camerad’albergo di Miami il 4 dicembredel 1976... a soli 25 anni, dopoaver aperto un concerto di Jeff Beck. “A talent so bright, a lifeso short” titolerà un giornale.

Nel 2007 la Dean Guitarspresenterà la Tommy BolinTribute, basata sull’adorataStratocaster del ‘74 di Bolin,quella con il suo volto inciso sul retro del body.

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Oggi la UDR Records celebra il40esimo anniversario di Teasercon un ricco boxset (3lp + 2cd), in grado di offrire unapanoramica generale del lavorodi Tommy Bolin, essendocomposto (oltre che dall’albumoriginale) di tracce inedite eremix alternativi estratti dalleregistrazioni di Teaser; più 2 cdlive contenenti performance diBolin all’Ebbets Field, alNorthern Lights, al My Father’sPlace e ad Albany.

GLYN JOHNSGLYN JOHNS

Sound Man

Blue Rider Press

La prossima volta che vi trovatea casa di qualcuno che havissuto l’età d’oro del rock – glianni dal 1963 al 1976, daiBeatles al punk – fate questosemplice esperimento.Rovistate nella sua collezione dicd o vinili dando un’occhiataalle note di copertina di classicicome Beggars Banquet e LetIt Bleed (RollingStones), Odgen’s Nut GoneFlake (Small Faces), Shine OnBrightly (Procol Harum), AbbeyRoad e Let ItBe (Bealtes), Slowhand (EricClapton), Who’sNext e Quadrophenia (Who) SelfPortrait (Bob Dylan), CombatRock (Clash) o il primo degliZeppelin. Noterete la presenzadi una didascalia ricorrente:“prodotto da Glyn Johns”.Oppure, varianti come“engineered by Glyn Johns”.Oppure ancora, “mixed by GlynJohns”. Insomma, avete capitobene, stiamo parlando dellaautobiografia dello stesso Johnsda leggere tutta d’un fiato...

Trascorrere una gran quantitàdi tempo tra le mura di uno

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studio di registrazione,tentando di ottenere il migliorrisultato possibile, può esseremeraviglioso e gratificante, maanche un’esperienzadisorientante e stordente.Momenti di incredibile creativitàed euforia possono alternarsiad altri di frustrazione e noiosaripetitività... non scordiamo chei sound engineer sono lepersone che devono esseresempre presenti in studio,catturando takes, aggiustandolivelli e parametri, piazzandomicrofoni e collegando cavi.Affrontando problemi tecnici ipiù disparati e disfunzionicomportamentali così diffuse trale rock star ed il loroentourage; mediando tra egotrip e richieste assurde e quelleche sono le realtà tecniche veree proprie di uno studio...

Ebbene, Glyn Johns halavorato con le più famose rockband e Sound Man è il suo librodi quasi 300 pagine, in cuinarra i momenti cruciali di unaavventura durata quasi mezzosecolo.

Una volta iniziato a lavorare,all’alba dei Sixties, Johns non siè più fermato, passando da unasession di studio all’altra connonchalance... Chiedetelo aiGlimmer Twins(Jagger/Richards) con cui hacondiviso oltre un decennio, oal Pete Townshend dei tempidi Who’sNext e Quadrophenia. Oppureai Beatles dell’ultimo periodo,certo fecondo ma assaiturbolento.

“Scesi dall’aereo e mi recaisubito agli uffici della Apple, eda lì agli Olympic Studios peruna session pomeridiana con gliStones. Poi, dopo essereripassato alla Apple per unoscambio di idee con PaulMcCartney e John Lennon, viaverso la Royal Albert Hall perregistrare un concerto di JimiHendrix... ”

Per Glyn John – per 20 lunghianni – questa è stata… la suaroutine!

Naturalmente nel libro glianeddoti si sprecano. Parlandodei 13 anni trascorsi alla cortedei signori Jagger eRichards: “Mick è sempre statomolto collaborativo econcentrato, Keith non mi hamai salutato, mai unbuonasera, evitando qualsiasipur velato complimento per illavoro svolto...” Riguardo a Ian“Stu” Stewart, il sesto Stone

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allontanato perché“esteticamente noncompatibile”: “era l’unico cheriusciva a esprimersiliberamente nei confronti diMick e Keith senza incorrerenelle loro ire. Prese benel’essere stato defenestrato,considerando un’opportunitàquella di girare il mondo investe di road manager. Quandoera il momento di salire sulpalco, andava a prendere iragazzi nel backstageesclamando ‘Alzate il culo, mieipiccoli pezzi di merda!... Sonosicuro che nessun altro suquesto pianeta abbia maiparlato loro in questo modo. Loha fatto sempre, sino alla suamorte nel 1985...”

RANDY RHOADSRANDY RHOADS

Immortal Randy Rhoads –The Ultimate Tribute

Randy Rhoads - non siamo noia scoprirlo - è stato uno tra ichitarristi più influenti evenerati, capace di attraversarecome scheggia impazzita il cieloterso dell' hard rock lasciandoun segno indelebile. Soprattuttoconsiderando l’ultima partedella sua carriera, quellatrascorsa al fianco di OzzyOsbourne...

Proprio sul periodo con Ozzy,con qualche doverosadigressione nel repertorio deiQuiet Riot (la primaincarnazione artistica diRhoads), si basa la scaletta diquesto The UltimateTribute: collezione di 11 classici(co)firmati dal celebrechitarrista californiano e quiriproposti da 20 tra vecchi amicie compagni d'avventura (vediRudy Sarzo e Frankie Banali).Come dire? Il gotha di rock emetal.

Prodotto da Bob Kulick, Immortal Randy Rhoads– The Ultimate Tribute (UDRRecords), è accompagnato(nella deluxe edition) da unbonus dvd che includeinterviste condotte dallo stessoKulick ad alcuni degli artisticoinvolti nel progetto, più un

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interessante documentariodedicato alla Musonia School ofMusic, la scuola di musicasituata a North Hollywoodfortemente voluta dalla madredi Randy (musicista e cantante)e diretta dal fratello Kelle (checompare anche sul disco).

L’album si apre sulle note alcardiopalma di Crazy Train, unclassico. La voce è di SerjTankian, mentre la sezioneritmica è formata da RudySarzo (basso) e Vinnie Appice(batteria), e già questo la dicelunga... Ma se a ciò aggiungetela chitarra di uno scatenatoTom Morello, avrete allora unquadro preciso dell’impattosonoro che vi attende.Naturalmente, i punti di forzadell’album in questione - voci aparte a cui è riservato ilcompito non facile avendocome pietra di paragone Ozzy -sono i chitarristi: tutti impegnati ad onorare lamemoria di Randy. Ognunoseguendo il proprio estro egusto, evitando il copia/incolla(ed è un bene) e cercando diinterpretare un copione giàottimo di suo.

Un album corposo, pregno diottima musica e ricco diprestazioni di alto, a voltealtissimo, livello. Tutti gli invitatifanno onore al festeggiato,ricordandolo con prove, se nonsempre maiuscole, certamentesentite e colme di affetto mistoa profondo rispetto. Stilare unaclassifica di merito sarebbesbagliato e trarrebbe in ingannovista la soggettività del giudizio:ciò che conta è l’entusiasmo ela partecipazione, e qui ce n'èda vendere! Alla base delprogetto, una sola regola “fatein modo che tutto suoni allagrande...” E così è stato.

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