“questa e’ la dimora di dio con gli uomini” · chi nasce una sola volta. qui è la sorgente...
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“QUESTA E’ LA DIMORA
DI DIO CON GLI UOMINI”
Parole e segni: alla scuola della Liturgia
Trento, Vigilianum, venerdì 10 febbraio 2017
Laboratorio Arte e Scuola
Il giardino dei simboli
dalla domus
al domus:
L’unico edificio ereditato dalla
storia di questo periodo che
faccia riferimento ad un luogo
di culto è la casa dei cristiani
di Dura Europos antecedente
al 256
domus Ecclesiae
1 Ingresso alla casa
2 Peristilium – cortile
3 Porticato
4 Aula per la sinassi
5 Luogo di servizio?
6 Sala delle agapi
7 Battistero
8 Scala per salire
domus Ecclesiae
Dal Vangelo secondo Marco (14,12-16)
« Il primo giorno degli Azzimi, quando si
immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli
dissero: «Dove vuoi che andiamo a
preparare perché tu possa mangiare la
Pasqua?». Allora mandò due dei suoi
discepoli dicendo loro: «Andate in città
e vi verrà incontro
un uomo con una brocca d'acqua;
seguitelo e là dove entrerà dite al
padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è
la mia stanza, perché io vi possa
mangiare la Pasqua con i miei
discepoli? Egli vi mostrerà al piano
superiore una grande sala con i tappeti,
già pronta; là preparate per noi». I
discepoli andarono e, entrati in città,
trovarono come aveva detto loro e
prepararono per la Pasqua ».
Dagli Atti degli Apostoli (20,7-12)
« Il primo giorno della settimana ci
eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo
conversava con loro; e poiché doveva
partire il giorno dopo, prolungò la
conversazione fino a mezzanotte.
C`era un buon numero di lampade nella
stanza al piano superiore, dove eravamo
riuniti; un ragazzo chiamato Eutico, che
stava seduto sulla finestra, fu preso da un
sonno profondo mentre Paolo continuava
a conversare e, sopraffatto dal sonno,
cadde dal terzo piano e venne raccolto
morto.
Paolo allora scese giù, si gettò su di lui,
lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è
ancora in vita!». Poi risalì, spezzò il pane
e ne mangiò e dopo aver parlato ancora
molto fino all`alba, partì. Intanto avevano
ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono
molto consolati ».
Aula Dei,
quae est templum,
ubi scientia fit sapientia,
cultura humana cultus divinus,
thesis academica oratio
AULA
DUOMO
“Quanto terribile questo luogo!
Questa è proprio la casa di Dio,
questa è la porta del cielo” (Gen 28,17)
“ In verità vi dico …
… Io sono la porta delle pecore” (Gv 10,7)
“Io sono la vite vera …” (Gv 15,1)
“Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Mt 25,6)
“Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me” (Gv 7,37-38)
“Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6)
“Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Gv 14, 6)
“Qui nasce per il cielo un popolo di alto lignaggio,
cui lo Spirito dà vita nelle acque da lui fecondate.
Con virgineo parto,
la Madre Chiesa genera in queste acque
i figli che concepisce per virtù dello Spirito.
Sperate nel Regno dei Cieli,
voi che rinascete in questo fonte
alla beatitudine non può aspirare
chi nasce una sola volta.
Qui è la sorgente della vita, che irriga tutta la terra,
scaturendo dalla ferita del Cristo.
Immergiti, peccatore,
per purificarti nelle sacre onde;
l’acqua, in cui scendi vecchio,
ti restituirà a nuova giovinezza.
Se vuoi essere puro, lavati in queste acque,
quale che sia la tua colpa, originale o personale.
Nulla separa più i rinati: un solo fonte
li unisce, un solo Spirito, una sola fede.
Nessuno si spaventi
del numero o del peso delle sue colpe:
sarà santo chi nascerà da queste onde”.
(Iscrizione sul Battistero del Laterano)
“Di qui scaturisce la sorgente
che emana dal fianco di Cristo
e chi ne attinge entra nella vita eterna.
Di qui la lampada della fede
irradia il santo lume
che dissipa le tenebre della mente
e svela ai rinati nel Battesimo
le realtà celesti;
in questo fonte i credenti
sono immersi nella morte di Cristo,
per risorgere con lui a vita nuova”
(Preghiera di benedizione del Fonte)
“Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo,
verrà allo stesso modo
in cui l’avete visto andare in cielo”. (At 1,11)
“Nella Liturgia terrena noi partecipiamo per anticipazione alla Liturgia celeste che è celebrata
nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede
alla Destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo; insieme con tutte le
schiere delle milizie celesti cantiamo al Signore l’inno di gloria; ricordando con venerazione i
Santi, speriamo di aver parte con essi; aspettiamo come Salvatore il Signore nostro Gesù Cristo,
fino a quando egli comparirà, Egli che è la nostra vita,
e noi saremo manifestati con lui nella gloria” (SC 8)
“Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi,
anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.
Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi
facciate come io ho fatto a voi”
(Gv 13, 13-14)
“ Carissimi, conviene procedere d’accordo con la mente del Vescovo, come già fate.
I vostri sacerdoti ben reputati e degni di Dio sono molto uniti al Vescovo come le corde alla cetra. Per
questo dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canta a Gesù Cristo. E ciascuno diventi un coro,
affinché nell’armonia del vostro accordo prendendo nell’unità il tono di Dio, cantiate a una voce sola
per Gesù Cristo al Padre, perché vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere,
che siete le membra di Gesù Cristo.
E’ necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per essere sempre partecipi di Dio ”.
(Lettera di Sant’Ignazio, Agli Efesini IV,1-2)
“… per servire e non per essere servito ” (Mc 10,45)
Vis Evangelii
demones fugat
atria coeli pandet.
Virtutes confert
reparatque salutem.
(Ambone della Cattedrale di Bari)
“L’ambone è simbolo della pietra ribaltata del santo sepolcro, sulla quale l’angelo sedeva
all’ingresso del monumento, proclamando la resurrezione del Signore
alle donne che portavano gli unguenti.
Esso è dunque monumentum resurrectionis
sul quale si sale per annunziare che Cristo è risorto”.
(s. Germano di Costantinopoli)
“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Non è qui è risorto”
(Lc 24, 5-6)
“Io sono la luce del mondo;
chi segue me,
non cammina nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita”
(Gv 8, 12)
Riconosciamo nella colonna dell’Esodo
gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle
non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera
che l’ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.
Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen. (Preconio Pasquale)
“Tu che siedi sopra i cherubini, rivelati!” (Sal 79,1)
Santo
Santo
Santo
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria
“Pieni sono i cieli e la terra della Gloria tua”
“Il cielo sulla terra, dove Dio trascendente abita come a casa sua”
Beati qui ad coenam Agni vocati sunt …
“Così porranno il mio Nome sugli Israeliti e io li benedirò” (Num 6,27)
Andate in pace
“… e godendo il favore di tutto il popolo …” (At 2, 47)
“Beati coloro
che ascoltano
la parola di Dio
e la osservano”
(Lc 11, 28)
Fine