psicoterapia coprorea-organismica. teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di kurt...

54
Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. Mauro Pini (a cura) Psicoterapia corporea-organismica. Teoria e pratica clinica Franco Angeli, Milano A.M. Bononcini, M. Brown, L.Corsi, G.della Torre di Valsassina, B.Gerg Santocchini, C. Helferich, G. Ligabò, R.W. Nathan, M. Pini, A. Pribaz, R. Sardi, R. Zerbetto   Introduzione di Mauro Pini 1 / 54

Upload: duongdan

Post on 02-Jul-2019

239 views

Category:

Documents


4 download

TRANSCRIPT

Page 1: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Mauro Pini (a cura) Psicoterapia corporea-organismica. Teoria e pratica clinica Franco Angeli, Milano

A.M. Bononcini, M. Brown, L.Corsi, G.della Torre di Valsassina, B.Gerg Santocchini, C.Helferich, G. Ligabò, R.W. Nathan, M. Pini, A.Pribaz, R. Sardi, R. Zerbetto

 

 

Introduzione di Mauro Pini

1 / 54

Page 2: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

Fondata dallo psicologo americano Malcolm Brown, attualmente direttore, con la moglie Katherine Ennis, dell’OrganismicPsychotherapyTraining Institute di Atlanta (USA), la Psicoterapia Organismicasi colloca nel filone delle terapie a mediazione corporea (cfr. Pasini, 1980; Boadellae Liss, 1986; Kepner, 1993), assumendo come modello teorico di riferimento le concezioni di KurtGoldstein(1934; 1954a; 1970).

Eminente neuropsichiatra tedesco, noto per gli studi sugli effetti delle lesioni cerebrali, Goldsteinaffermava l’esigenza di un approccio unitario al problema mente-corpo, nel tentativo diricomporre la storica frattura cartesiana fra res cogitanse res extensa: l’organismo si comporta come un tutto unificato e mai come una serie di parti differenziate.

2 / 54

Page 3: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

I presupposti unitari ed olistici della teoria di Goldstein hanno origini lontane nella culturaoccidentale; da Aristotele a Spinoza, daWilliam Jamesa JohnDeweye presentano numerosi elementi comuni con la psicologia della Gestalt e la teoria del campo di KurtLewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica, affermatasi inAmerica negli anni cinquanta come reazione alla egemonia del comportamentismo e della psicoanalisi. Abraham Maslow, uno dei suoi principali esponenti, considerava, infatti, la prospettiva organismicauna espressione del movimento umanistico della psicologia (Hall e Lindzey, 1978). I principi generali della teoria organismica possono essere riassunti nelle seguentiasserzioni: 1) la personalità normale è caratterizzata da coerenza, organizzazione,integrazione ed unità: la disorganizzazione esprime una condizione patologica determinata dainfluenze ambientali negative e, in minore misura, da anomalie strutturali; 2) l’organismoumano è un sistema altamente organizzato;l’insieme funziona  secondo leggi che non possono essere limitate alle singole parti; 3) lamotivazione dominante della persona è l’autoautoattualizzazione(o autorealizzazione), che esprime la tendenza a realizzare pienamente le proprie potenzialità; 4) vengonoenfatizzate le possibilità di sviluppo insite nell’organismo: quando esse incontrano un ambienteadatto produrranno un individuo sano e in armonia con l’ambiente; 5) pur condividendo iprincipi della psicologia della forma, la teoria organismicanon ha approfondito lo studio delle singole funzioni psichiche (percezione, pensiero,linguaggio, apprendimento), tradizionali aree di ricerca dei gestaltisti, in quanto ritenuto un limite nella comprensione dell’organismo come totalità integrata; 6) lostudio della persona deve fondarsi su una prospettiva capace di considerare la sua globalitàpiuttosto che basarsi su  indagini analitiche delle singole funzioni.

3 / 54

Page 4: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Malcolm Brown ha studiato filosofia nelle Università di Boston, di Harvard e della Columbia; successivamenteha conseguito il PhD in Psicologia a Londra, presentando una tesi sulla teoria della personalità di CarlRogers. Ha effettuatosvariati training presso la scuola reichianadi Oslo con Ola Rakness e Simeon Tropped in seguito con AlexanderLowena New York. Brownha scorto ben presto nella scuola norvegese di vegetoterapiae nella bioenergetica di Loweni limiti di una impostazione, a suo avviso, eccessivamente direttiva, costruita su tipologie caratteriali predefinite che rischiavano di perdere di vista l’unicità e la soggettività del paziente sostenutadallo stesso Reich. Le tecniche corporee standardizzatedella vegetoterapiacarattero-analitica finivano poi, secondo Brown, per sottovalutare l’importanza della sfera psichica, commettendo l’errore inverso della psicoanalisi, che aveva trascurato il corpo.

4 / 54

Page 5: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

La pubblicazione del volume “The healing touch: an introduction to Organismic Psychotherapy (Brown,1990), edito in Italia nel 1995  (a cui si rimanda il lettore per un approfondimento sistematicodel pensiero di Brown), rimase pressoché confinata ad un pubblico di addetti ai lavori, utilizzato dai trainers degli istituti americani ed europei che andavano formandosi nei primi anni ottanta. Nellostesso periodo le metodiche di Brown iniziarono ad affacciarsi anche in Italia per mezzo di un gruppo di professionisti che avevano effettuatodei training di psico-organismicain Germania, Danimarca e Svizzera, dando luogo alla costituzione della Società Italiana di Psicoterapia Organismica(SIPO), attualmente affiliata all’Associazione Italiana di Psicoterapia Corporea (AIPC). Franco Barbaglia(1985) nel libro “Ri-evoluzione nel corpo: introduzione alla psico-organismica” esponeva i principali contenuti dell’approccio di Brown e delle esperienze del gruppo italiano, che ebbero modo di essere ulteriormente approfonditinel primo congresso della SIPO, svoltosi a Milano nell’Ottobre 1986. La mancata traduzione italiana dell’opera principale di Goldstein“The Organism. A HolisticApproachtoBiologyDerived fromPathologicalData” (1934),e la scarsa diffusione delle sue concezioni in Europa , fatta eccezione per gli studi

5 / 54

Page 6: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

neuropsicologici sul pensiero concreto ed astratto nei pazienti cerebrolesi rendevano, però, poco agevole l’utilizzo della teoria organismica come modello di riferimento per le osservazioni cliniche ed ostacolavano il confronto con lealtre scuole psicoterapiche, anche con quelle ad orientamento corporeo ispirate, come è noto,all’opera di Reich o alla terapia della Gestalt(quest’ultima, per molti aspetti,  vicina alle concezioni di Goldstein, cfr. Zerbetto, 1999).

La Psicoterapia  Organismica si definisce come psicoterapia-corporea umanistica (Brown, 1979; 1990), in quantointende riunire in un unico approccio teorico-metodologico le principali posizioni della “terzaforza” della psicologia con le tecniche di lavoro corporeo ispirate alla tradizione reichiana. Il pensiero di Brown evidenzia, inoltre, l’influenza della psicologia analitica e, lastbutnot least, quella del poeta e romanziere D.H.Lawrence, noto al grandepubblico per “L’amante di Lady Chatterley” (1928).

6 / 54

Page 7: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Brown adotta una concezione multidimensionale del Sé, introducendo quattro polarità psicodinamiche, ispirate all’opera di Lawrence(1921) e strettamente legate al vissuto corporeo, che definisce con un lessico mutuato dallapsicologia esistenzialista europea “centri ontologici dell'Essere”: Agape-Eros ed Hara, situati nella metà anteriore del corpo (rispettivamente, superiore ed inferiore), Logos eGuerriero Spirituale, che hannosede nella metà corporea posteriore (rispettivamente, superiore ed inferiore). I quattro centri possiedono in uguale misura uno statuto metapsicologico, in quantoregolatori della dinamica energetica dell’organismo, e psicologico, quali attivatoridi significati, immagini archetipichee modelli di interazione soggetto-mondo. La introduzione dei quattro centri dell’Essere esprime il tentativo di ancorare nella dimensione“incarnata” della corporeità i fondamenti strutturali del Sé (cfr. Kepner, 1993); l’attività psichica, se disconnessa dalla totalità organismica, assume, secondo Brown, i connotati di una mente-cervello compulsiva, che richiama i concetti di psiche-intelletto di Winnicott(1958) e di Super io antilibidicodi Fairbairn (1952). Definita anche con il termine “circuiti cortico-spinali chiusi” (Brown

7 / 54

Page 8: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

, 1990), la “mente-cervello” rappresenta un'attività psichica conseguente alla frammentazione organismica(vedi capitoli 4 e 8) che inibisce il libero fluire dell'energia nel sistema e che, ostacolando laconsapevolezza dei bisogni emotivi primari del Sé, di natura relazionale, da luogo alla formazione della “corazza carattero-muscolare”, termine con cui Reich(1933) descriveva una modalitàdifensiva costante dell’Io finalizzata a contenere l’angoscia, una sorta di schermo somato-psichico protettivo nei confronti degli stimoli esterni ed interni.

I limiti della teoria di Brown vanno ricercati nella pregnanza della sua terminologia, densa diriferimenti ora alla tradizione umanistica ( Maslow, Rogers, May) edesistenzialista (Binswanger, Boss) ora alla scuola reichianae junghiana. Si ha l’impressione di una distanza fra l’esperienza clinica e le concezioni metapsicologiche introdotte nel “Contatto Terapeutico” (1990) (centri dell’Essere, Anima Incarnata, Sénucleare, tipi di radicamento, flusso vegetativo), riprese da Goldstein(egualizzazione, frammentazione organismica, alternanza) e da Lawrence. I costrutti impiegati da Brown possiedono un elevato livello di astrazione, forse eccessivo, in un periodo in cui lo sforzo sta indirizzandosi nella direzione opposta, vale a dire nell’utilizzo di costrutti di basso livello, maggiormente compatibili con ildato clinico e quindi suscettibili di verifica empirica (cfr. Wallerstein, 1988,

8 / 54

Page 9: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Fabozzie Ortu, 1996). Occorre pertanto ribadire, per evitare il rischio di una loro reificazione, che le definizioni metapsicologiche adottate da Brown(in primo luogo i centri dell’Essere) non rimandano a realtà anatomo-fisiologiche ma intendono fornire una mappa interpretativa dei fenomeni soggettivi legati al vissutocorporeo e alle sue trasformazioni nel corso della psicoterapia e nell’itinerario di crescitapersonale che conduce all’autoattualizzazione. Edè proprio il caso di ricordare, a questo punto, che la connessione fra modello teorico edesperienza clinica rappresenta uno dei problemi più controversi della psicologia dinamica, un“matrimonio difficile”, come puntualizza Bononcini(capitolo 7).

Nell’ambito delle terapie a mediazione corporea, uno dei contributi più significativi ed originalidell’indirizzo organismicoè costituito dalla definizione di due differenti stili di contatto fisico fra terapeuta e paziente, diimmediato riscontro applicativo: il contatto nutritivo e il contatto catalitico (Brown, 1990). Il primo stile descrive un contatto corporeo di tipo passivo, dolce, che mira aindurre uno stato di rilassamento e a stimolare la consapevolezza del corpo e delle emozioniad esso associate. Il contatto catalitico, utilizzato frequentemente dalle scuole neoreichiane e dalla bioenergeticadi Lowen, consiste in un lavoro maggiormente strutturato, comprendente esercizi di pressione sudeterminati gruppi muscolari cronicamente tesi ed è finalizzato al dissolvimento della corazza carattero-muscolare attraverso un incremento di arousal

9 / 54

Page 10: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

neurovegetativo che stimola l’abreazioneemozionale.

Non c’è dubbio che il contatto nutritivo rappresenta lo strumento più tipicamente impiegatodalla Psicoterapia Organismica rispetto ad altri indirizzi psicocorporei (cfr. Lena, 1995). Seapplicato con competenza e con il pieno rispetto dei principi etici e deontologici, il contattonutritivo può favorire la creazione di quello che Winnicott (1965) definisce “Safe-HoldingEnvironment”, ovvero di un ambiente in grado di contenere le emozioni e le parti scisse del paziente: i parallelismi con la tecnica attiva di Ferenczi(1932) appaiono evidenti, così come, sul piano della teoria della tecnica, quelli con la prospettiva dell’attaccamento della scuola di JohnBowlby.

In un articolo del 1979, pubblicato sul Journal of Humanistic Psychology, Brown sottolineache i principi che regolano l’uso del contatto fisico diretto si basano su una metodologiafondata sulla gratificazione del bisogno, in opposizione ai trattamenti prevalentemente basatisulla frustrazione, quale ad esempio la psicoanalisi classica. Nello stesso lavoro, Brown riprende la teoria gerarchica dei bisogni di Maslow (1954), affermando che l’efficacia dei trattamenti psicocorporei mirati alla progressiva dissoluzione dell’armatura caratteriale presuppongonola gratificazione dei bisogni di sicurezza e di affetto, collocati, rispettivamente, al secondo e alterzo gradino della scala motivazionale. Nella concezione di Maslow, l’esperienza della gratificazione assume una funzione di fondamentale importanza, poichéliberando l’organismo dal dominio dei bisogni appartenenti aun determinato cluster, consente di proseguire il percorso di crescita personale che conduce verso l’autoattualizzazione

10 / 54

Page 11: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

, la tappa finale della piena realizzazione individuale.

I significati e le implicazioni del contatto corporeo si estendono ben oltre il suo impiego a fini terapeutici, essendo connesso alla struttura profonda del Sé (cfr. Zerbetto, 1994). Toccareed essere toccati costituisce probabilmente un bisogno fondamentale dell’uomo ed è presenteanche nei primati ed in molte altre specie di mammiferi (Sicurelli, 1992) (gli scimpanzé mostrano spesso il bisogno di abbracciarsi). La fisicità del “cum” (con) “tactus” (tatto) esprime una modalitàdi comunicazione delle emozioni e degli atteggiamenti interpersonali presente in tutte leculture (Argyle, 1978) ed accompagna l’intero arco dell’esistenza, dalla nascita alla morte, fino a sfiorare lasfera del trascendente. Il bisogno di intimità rappresentato dal contatto fisico si ritrova trasversalmente nella dimensione biologica,psicologica, sociale e spirituale dell’uomo (cfr. Intelisano, 1994). Non è un caso che la tradizione cristiana sottolineiche il contatto con Dio prevede un coinvolgimento emotivo intenso, niente affatto privo dellacomponente corporea del calore e del contatto. Le opere di S. Teresa D’Avilae S. Giovanni della Croce sono ricche di riferimenti alla corporeità come componentefondamentale della comunione spirituale con Dio. Si legge nella “Notte Oscura” del Mistico di Fontiveros: “E’ bene dunque sapere come, dopo che l’anima con ferma risoluzione so è convertita alservizio di Dio, questi ordinariamente la nutrisce con spirito e l’accarezza come una madre amorosa, come fa con il suo tenero figlio che ellariscalda col calore del suo petto, nutrisce con il latte saporoso e con cibi delicati e dolci, portaalle sue braccia e ricopre di carezze…” (S. Giovanni della Croce, Notte Oscura, 1991, p.  353).

 

11 / 54

Page 12: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Il volume è diviso in due parti, la prima dedicata agli aspetti teorici, la seconda ai problemidella pratica clinica. Nel primo capitolo cerco di esaminare le principali motivazioni su cui si èfondato il divieto del contatto corporeo nella psicoanalisi classica, che di fatto hanno portato la tecnica analitica “a gettare via il bambino con l’acqua sporca”. Il contatto fisico è diventato benpresto uno dei dogmi dell’establishment psicoanalitico più resistenti al cambiamento; nonmancano tutt’ oggiposizioni che denotano una tendenza all’autoreferenzialitàe alla ritualizzazionedelle regole del settingche, come denuncia Cremerius (1999), aggravano irrimediabilmente lo stato di isolamento culturale di una certa psicoanalisi.Intendo sostenere che le ragioni della preclusione verso ogni forma di contatto fisico fraanalista e paziente sono riferibili, in sintesi, a quattro principali motivi, di cui tre a carattere teorico (a, b, c) e uno (d) dicarattere pragmatico-istituzionale: a) la concezione dell’affetto come “sessualità inibita nella meta” (Freud, 1929), legata al punto di vista economico della metapsicologiafreudiana, che ri(con)ducevaal primato della pulsione sessuale ogni manifestazione comportamentale del legame diattaccamento, dando luogo ad una erronea sovrapposizione fra bisogno di contatto di naturaerotica e non erotica;  b) la indebita estensione del principio psicoanalitico di astinenza aqualunque categoria di bisogni del paziente; c) la contrapposizione fra actingout nel transfert e capacità di insightche, estesa oltre il contesto clinico originario (il trattamento dei casi di isteria), ha introdottouna artificiosa incompatibilità fra attività motoria ed elaborazione cognitiva; d) lepreoccupazioni di Freud riguardanti i numerosi e documentati casi di violazioni dei confini sessuali del settingche minacciavano la rispettabilità dei membri della Società Psicoanalitica Internazionale e, di

12 / 54

Page 13: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

conseguenza, la credibilità stessa della psicoanalisi.

Il modello pulsionale della psicoanalisi, a partire dagli anni sessanta, è stato investito da una crisi profonda e forse irreversibile, legata al crescente dissenso interno riguardante il concetto di energia e ai risultati provenienti dai diversi settori della ricerca psicologica. La psicologia motivazionale, con i classici lavori di Berlyne (1960), e più recentemente di Zuckerman(1994), hanno messo a nudoi difetti del modello omeostaticodella metapsicologia freudiana, affermando le necessità dell’organismo di elevare anziché ridurre il livello dieccitazione.

I risultati dei noti esperimenti di Harlow sul contatto fisico nelle scimmie rhesus e l’affermarsidel paradigma dell’attaccamento di Bowlby, che dimostravano l’indipendenza del legame affettivo dalla gratificazione pulsionale, hanno permesso di inquadrare il problema del contatto corporeo secondo criteriradicalmente innovativi rispetto alla tradizione psicoanalitica. L’etologo EiblEibesfeldt (1970) metteva in evidenzacome Freud, facendo derivare i rapporti sociali dalla pulsione sessuale, abbia effettuato una curiosainversione del percorso evolutivo: “la sua idea che gli atteggiamenti affettuosi con cui unamadre cura i suoi piccoli (abbracci, baci, carezze) siano di origine sessuale è dovuta ad unainterpretazione capovolta della direzione evolutiva. In effetti, si tratta qui in primo luogo  dicomportamenti inerenti lasfera dei rapporti madre-figlio che solo secondariamente sono messi al servizio della coesionedegli adulti“ (p. 429, cit. in

13 / 54

Page 14: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Sicurelli, 1992, p. 176).

Partendo da queste premesse, gli sviluppi più recenti della scuola bowlbiana (cfr. Holmes,1993) riconoscono che il contatto corporeo rappresenta una componentefondamentale della relazione terapeutica, potendo favorire nel paziente la percezione delterapeuta come base sicura e quindi facilitare quel superamento dei modelli operativi interni disfunzionaliche stimola una ri-elaborazione di versioni narrative del Sé dotate di maggiore coerenza. Spostando il punto di osservazione nella prospettiva della psicologia umanistica si giunge a conclusioni analoghe: ilcontatto corporeo può consentire hicet nuncuna esperienza di gratificazione dei bisogni di sicurezza e di affetto che attiva i bisogni diautonomia e, conseguentemente, le motivazioni di ordine superiore come la creatività e l’autoattualizzazione.

Le valenze terapeutiche del contatto fisico non devono però far trascurare gli effetti deleteri diun uso improprio ed eticamente scorretto del medesimo, come accade nelle violazioni deiconfini sessuali del setting. Non è facile districarsi nelcomplesso panorama di notizie sui fenomeni di abuso, o più precisamente di sfruttamento (exploitation), sessuale del paziente, data la scarsità di dati attendibili sull’argomento. Gli studiosistatunitensi che si sono occupati del fenomeno dell’abusing therapistsesprimono opinioni spesso divergenti: per alcuni si tratta di una realtà in gran parte sommersa,trasversale ai vari indirizzi, molto diffusa ma scarsamente indagata a causa delle sue implicazioni etico-legali, mentre per altri costituisce un fenomeno, tutto sommato, di modeste dimensioni. Sebbenealcuni autori indichino delle misure di carattere preventivo utili sul piano operativo, apparedifficile, se non impossibile, rendere immune il terapeuta dal rischio di un coinvolgimentosessuale, che quando avviene decreta improrogabilmente la fine della terapia.

14 / 54

Page 15: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 La pubblicazione del volume di Smith, Clance e Imes della Georgia University sul contattocorporeo in psicoterapia (1998), introducendo un approccio ad un tempo clinico ed empirico,colma finalmente una lacuna non più giustificabile. La maggioranza dei lavori riportati da Smithe coll. concordanonel definire una serie di condizioni di applicabilità dei metodi di contatto fisico non erotico,sottolineando la necessità di adottare una prospettiva idiografica capace di valutare l’interazione fra una serie di variabili quali le caratteristiche personologichee psicopatologiche del paziente, del terapeuta, l’indirizzo di riferimento ed il contesto del trattamento. Ci auguriamo che l’impresa di Smithe coll. fornisca l’occasione per costruire un terreno di confronto fra psicoterapeuti e ricercatorifinalmente privo di ostacoli di natura ideologica o, peggio ancora, di preclusioni improntate a difesa dello statusquo delle varie “ortodossie” istituzionali, tradizionalmente refrattarie al cambiamento e alconfronto con le nuove evidenze della sperimentazione psicologica.

Luigi Corsi (capitolo 2) prende in considerazione i fondamenti epistemologici e storico-filosoficidelle concezioni di Brown, ponendo la questione energetica al centro della sua riflessione. Corsi ripercorresinteticamente le principali tappe del dibattito psicoanalitico sul concetto di energia psichicache hanno portato ad un cambiamento di paradigma nella psicoanalisi, dal modello pulsionaleal modello relazionale. L’autore intravede delle possibili compatibilità fra la teoria delle relazioni oggettuali e la concezione energetica di Brown, il quale “pur situandosi decisamentesul versante relazionale, pone non poca enfasi sulle energie psico-organismiche”. Dall’analisi di Corsi emerge, inoltre, la stretta concordanza tra Browne gli psicologi della “terza forza” sull’attribuzione del disagio psichico alla mancatagratificazione dei bisogni primari, e quindi ad interferenze o traumi ambientali, che consente di collocarlo fra i teorici della libertà positiva

15 / 54

Page 16: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

. La critica di Browna Jung appare assai sfumata, riducendosi alla constatazione che  le concezioni junghiane, essendo troppo vincolate al concetto di psiche trascendentale, rischiano di trascurare il vissuto del corpo nel lavoro analitico. Brown intende ri-affermare la realtà corporea, “incarnata” dell’anima, sostenendo lacomplementarietà tra la dimensione spirituale e quella biologica, la cui piena coincidenza sirealizza in quella condizione ad un tempo esistenziale e corporeadefinita pieno radicamento spirituale. Rendendo esplicitoil proprio debito nei confronti della psicologia analitica con l’affermazione che i quattro centri dell’Essere intendono porsi come il corrispettivo psicocorporeo della Sacra Quaternitàdi Jung, Brownsi allinea con i tentativi di Conger(1988) e di Ennis(1987, 1995) di accostare la tradizione junghianacon l’attenzione ai fenomeni corporei della scuola reichiana (cfr. Carotenuto, 1995). La portata umanistica della teoria di Brown, rileva Corsi, consiste nel progetto di riappropriazione del senso di unità con l’universo naturale che rappresenta un richiamo alle nostre più profonde sorgenti dicreatività individuale, come descritte da Lawrence

16 / 54

Page 17: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

nel saggio “Fantasia dell’inconscio” (1921).

Nel terzo capitolo Malcolm Brown fa il punto sulle principali evoluzioni della psico-organismica avvenute negli ultimi dieci anni. Le sue metodiche si sono ulteriormente differenziatedalle tecniche reichiane e loweniane, in quanto queste ultime comprendevano, secondo Brown, una impostazione eccessivamente attiva e direttiva, se non talvolta aggressiva, alla corazza carattero-muscolare, la quale, non va dimenticato, rappresenta una costellazione difensiva e in quanto talepossiede un valore adattativo. Brownprende le distanze da Reiche dalla bioenergetica, evidenziando l’importanza di costruire una relazione terapeutica basata sui presupposti rogersianidell’empatia e dell’orientamento centrato sul cliente, che considera fondamentali per stabilirel’efficacia di ogni tecnica corporea. La critica alla bioenergeticadi Lowen è piuttosto severa e non tiene sufficientemente di conto della evoluzione del pensiero loweniano(cfr. Lowen1991, 1994), rivelando un più generale dissenso verso lo stile di vita della società americana,troppo unilaterale secondo Brown, troppo basato su criteri di un efficientismo pragmatista che soffocano le possibilità di uncontatto autentico con la corporeità che presuppone, invece, un’accettazione profonda della

17 / 54

Page 18: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

propria vita affettiva. Per raggiungere una condizione di benessere psicofisico ed un senso di realizzazionepersonale è necessario recuperare i “ritmi lenti del sistema circolatorio”, il che significa seguirei ritmi naturali dell’organismo inteso come unità psicosomatica, che si oppongono a quelli frenetici della “mente-cervello” e delle società occidentali post-moderne: una sorta di monitoalla progressiva alienazione dell’uomo dalle proprie radici biologiche ispirato alla saggezzadelle religioni orientali e alle convinzioni del filosofo J.J.Rousseau.

Antonio Pribaz (capitolo 4) ci offre una approfondita analisi del punto di vista organismico,evidenziandone le connessioni con gli orientamenti relazionali della psicoanalisi ed in particolare con la scuola inglese delle relazioni oggettuali. Pribazdiscute gli apporti di autori come Bion, Winnicotte quelle della scuola di Bowlbye, per quanto riguarda le terapie a mediazione corporea, di Reich e Downing, rilevando l’importanza della qualità della relazione indipendentemente dall’indirizzo diappartenenza. Pribazconsidera, inoltre, la riformulazione del concetto di corazza carattero-muscolareeffettuato da Brown, sottolineandonele differenze con le originarie posizioni di Reich: mentre Reichè rimasto legato al modello classico della psicoanalisi, teorizzando la corazza come difesa psico-corporea dall’angoscia conseguente alla rimozione delle pulsioni, Brown

18 / 54

Page 19: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

propone una spiegazione basata sulla prospettiva delle relazioni oggettuali, riconducendonela genesi alla mancata gratificazione dei bisogni relazionali primari. Ridimensionando l’utilità della tipologie caratteriali reichiane, quando intese come etichette diagnostiche standardizzate che mettono in secondo piano la soggettività del cliente  Pribazevidenzia che la costruzione della diagnosi fenomenologia e psicopatologica, così come ladefinizione della strategia di trattamento, costituisce in primo luogo un evento fondato nellaqualità del rapportfra paziente e terapeuta. Anche il cammino verso l’autoatualizzazione, presupponendo un confronto con gli schemi relazionali disadattativi del passato e la conquista di nuove capacità di rapporto soggetto-mondo, non può ammettere una soluzione individualistica, o per meglio dire, basata su unapsicologia mono-personale(Gill, 1994),  della guarigione psichica.

La seconda parte inizia con un saggio di Brown (capitolo 5) dedicato alle modalità di impiegodel contatto corporeo diretto. Brownriprende la distinzione fra contatto nutritivo e contatto catalitico già trattata nei suoi precedentilavori, aggiungendo però un importante elemento: la rilevanza dell’azione sinergica fracontatto nutritivo e flusso sanguigno. Una sinergia psicofisiologicatestimone di uno stato di profonda sintonia affettiva fra paziente e terapeuta che trova il suocorrispettivo somatico in una distribuzione omogenea del flusso sanguigno, dal centro alla periferia dell’organismo, indice di una condizione di rilassamento profondo. Tuttavia, se applicato in mancanza di un sentimento di accettazione incondizionata e di empatia verso il cliente, il contatto diretto si traduce in unatecnica sterile, inefficace, che sovente rinforza le reazioni difensive del cliente. Brownapprofondisce, inoltre, le corrispondenze fra la tensione cronica di un determinato gruppo

19 / 54

Page 20: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

muscolare e la natura del blocco psichico, già teorizzata da Reich (1933). La scelta della tecnica di contatto adatta per quel particolare cliente in quelladeterminata situazione richiede al terapeuta di coniugare esperienza clinica, sensibilitàpersonale e conoscenza obiettiva della semeiotica dei processi psicofisiologicilegati alla espressione delle emozioni (cfr. Ruggieri, 1987). Un compito non certo standardizzabile poiché si determina all’interno di un campobi-personale assolutamente unico ed irripetibile(Gill, 1994).

Cristoph Helferich (capitolo 6) affronta il tema della formazione di immagini nel corso dellapsicoterapia corporea partendo da una prospettiva autobiografica, riportando cioè la propriaesperienza con i coniugi Brown. Nella cultura occidentale l’immagine vieneconsiderata, a differenza delle tradizioni orientali, una forma di conoscenza erronea, certamente inferiore rispetto alla facoltà razionale ed intellettiva (si pensi all’accezionenegativa del termine visionario), quando non sinonimo di delirio e di pazzia (Bodei, 2000). Riconducibile all’azione mistificatoria dei demoni nella iconografia medioevale (Schmitt, 1988) ma anche, paradossalmente, veicolo che permette l’accesso alle verità di fede, qualiad esempio le apparizioni, l’immagine costituisce lo strumento elettivo della comunicazionecon il trascendente ma anche, purtroppo, una potente arma a servizio del condizionamentosociale e della pubblicità. Helferich, presenta una serie di riferimenti storico-culturali che permettono di amplificare i significati della sua esperienza personale per collegarli a tematichearchetipiche. La riflessione di

20 / 54

Page 21: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Helferichpermette di apprezzare le potenzialità terapeutiche delle immagini, diametralmente opposteagli effetti negativi del loro utilizzo come dispositivi per l’adesione ai dettami della collettività;l’abuso dei mezzi audiovisivi, televisione ed internet, che può assumere tutti i connotati di unacondizione di addictiondi rilevanza clinica (McIlwrait, 1998; Young, 1998; Pullerà, Pini, Margaron, 1999), fornisce, a tal riguardo, un esempio di grande attualità. Nel contesto della psicoterapia, l’esperienza della immaginazione attiva rappresenta la via regia per accedereall’inconscio assai più che gli strumenti della logica e della comunicazione verbale. Si tratta,suggerisce Helferich, di saper cogliere, con un lavoro ermeneutico comprensivo dell’analisi dei vissuti corporei, i significati reconditi delle visioni personali cherimandano a memorie infantili non sufficientemente elaborate dalla coscienza. Nel setting, proprio perché condivise per mezzo del confronto intersoggettivo, le immagini si trasformano in visioni nel senso originario di strumenti che producono conoscenza, in visioniterapeutiche. La funzione terapeutica dell’immaginazione attiva è stata sottolineatadalla tradizione junghiana, che vanta una vastissima letteratura sull’argomento (cfr. Innocenzi, 1992). Come richiamo del diamon interiore, l’immagine può consentire lo sviluppo di un atteggiamento di ascolto dei contenuti dell’inconscio, trasformandosi, quindi, da elemento destabilizzatoredell’ordine razionale dell’Io, come nel caso delle psicosi, in agente di bilanciamento delleforze psichiche ed attivatorepsicobiologico

21 / 54

Page 22: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

dei processi di cambiamento. Risalgono a circa venti anni fa i primi lavori dei coniugi Simonton (1980) sulle tecniche di evocazione di immagini mentali positive nei pazienti oncologici che si sono rivelate capaci di attivare le risorse immunitarie dell’organismo e, in certi casi,  di contrastare la progressionedella patologia tumorale e di migliorare la qualità della vita.

Anna Maria Bononcini, trattando i fenomeni del transfert e del controtransfert (capitolo 7) inPsicoterapia Organismica(cfr. Goldstein, 1954b), mette in evidenzia le difficoltà che si incontrano nello sforzo di  coordinare livelli di spiegazione diversi, quali ilmodello teorico di riferimento ed il repertorio tecnico. La questione sottende un interrogativo dicarattere generale, assai più imbarazzante: quali fattori sono responsabili della guarigione?Poiché l’orientamento verso una certa scuola di pensiero, più che un scelta razionaleriflette le problematiche emotive del terapeuta, argomento noto da tempo alla psicologiaanalitica che descrive nel concetto di equazione personale (cfr. Jung, 1930; Carotenuto, 1991), per poter esercitare la professione di terapeuta non occorre rinnegare il proprio dolorepsichico bensì, come ci suggerisce Aldo Carotenuto(1998), saper  trasformare l’originaria ferita emotiva in una “feritoia”, un punto di osservazione che consente al terapeuta di accompagnare il paziente nella “discesa agli inferi” per ritrovare la strada della propria autorealizzazione. Ein questo tragitto il terapeuta non può che orientarsi sulla propria personalità e sul propriotraining formativo, gli unici strumenti che gli consentono di esercitare il suo mestiere. La Bononcinipuntualizza che l’elemento che contraddistingue l’approccio organismico

22 / 54

Page 23: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

di Brown nel trattamento dei fenomeni transferalie controtransferali, in quanto terapia a mediazione corporea, è dato dall’attenzione sistematica alle sensazioni somatiche.Più precisamente, il terapeuta cerca di individuare il rapporto fra ciò che sperimenta nelproprio corpo e ciò che esprime il paziente, al livello verbale e non verbale, ovvero di tradurrein sensazioni corporee gli stati emotivi che emergono nel corso delle sedute, per restituirle alpaziente dopo un lavoro di confronto e di verbalizzazione dell’esperienza.

Il contributo di Richard W. Nathan (capitolo 8) ci porta nel mondo affascinante, quantoinaccessibile, della psicosi, un vero e proprio terreno di frontiera per le terapie psicocorporee, soffermandosi sulle manifestazioni psicopatologiche del fenomeno della frammentazione organismica descritto da Goldstein(1934). Sebbene Reichnell’”Analisi del Carattere” (1933) abbia dedicato un abbondante spazio alla descrizione deltrattamento di una paziente schizofrenica (che tuttavia presentava la componente florida del disturbo e non la sintomatologia negativa, assai più grave e refrattaria altrattamento), la maggioranza dei casi descritti in letteratura dai terapeuti body-orientedriguardano i disturbi dell’area nevrotica e, in minor misura, borderline. Le ragioni di questa carenzasono molteplici ed esulano dagli obiettivi di questo volume; occorre tuttavia osservare che il lavoro sul corpo, dal momento che può indurre degli stati regressivi, presuppone un sufficientegrado di organizzazione e coesione dell’Io, assente o significativamente ridotto nei quadripsicotici. Nello stesso tempo, il linguaggio non verbale costituisce un canale espressivo estremamente importante in alcune sindromi psicotiche, specie in quelle classificabili nello spettroschizofrenico, che talvolta può stimolare l’acquisizione delle social skillsladdove le capacità verbali sono compromesse o notevolmente alterate, come ben sanno gli

23 / 54

Page 24: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

operatori della riabilitazione psichiatrica. Nathandescrive in dettaglio ciò che accade nella relazione con Francesca, una paziente in carico dalServizio Psichiatrico di Varese, esaminando concretamente le possibilità di costruire unaggancio terapeutico efficace attraverso l’impiego delle metodiche della psico-organismica.

Barbara Gerg Santocchini e Renata Sardi (capitolo 9) presentano un progetto diprevenzione-intervento nell’età evolutiva in cui sperimentano la tecnica della analisi delleregistrazioni audiovisive di GeorgeDowning (1995), utilizzandola come strategia di verifica della applicazione di una serie di metodiche psicocorporeealla diademadre-bambino. L’intervento consiste in sedute di gioco spontaneo, esercizi di contatto direttoed alcuni compiti di automonitoraggio, il tutto analizzato e restituito ai partecipanti in successivi incontri di followup. Il lavoro di Santocchini e Sardi si prefigge l’obiettivo di ottimizzare la comunicazione non verbale fra madre ebambino e di rilevare precocemente gli schemi relazionali disfunzionaliper attivare nella madre quel processo di “sintonizzazione degli affetti”, di cui parlarecentemente Stern(1995) che, nell’otticareichiana, potrebbe impedire, o quantomeno contrastare, la formazione della corazza carattero-muscolare. Nel bambino, l’ipertonomuscolare cronico legato all’emozionalità negativa conseguente ad un disturbo della relazione primaria, espresso talvolta nelle forme di iperattivitàmotoria che sottendono una condizione depressiva, potrebbe, infatti,  indicare la costituzioneprecoce di tipici pattern di contrazione muscolare (e viscerale) come risposta allo stress

24 / 54

Page 25: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

emozionale, che prefigurano la strutturazione di specifiche tipologie di corazzamento dell’adulto.

Introducendo gli argomenti affrontati nell’Appendice, che riporta una sintesi dei contenutitrattati dai coniugi Brown nel Seminario tenuto a Bologna nell’Ottobre 1999, Giulia DellaTorre di Valsàssina mette in evidenza le radici esistenzialiste delle concezioni organismiche,mostrandone le affinità con la fenomenologia di Husserle l’analitica di Heidegger. Tali presupposti rendono pressoché impossibile la trascrizione del pensiero di Brownin un modello che possiedai requisiti della verificabilità scientifica, ma consentono di apprezzarne pienamente il valoreumanistico. Nell’intervista vengonoriprese e puntualizzate alcune questioni quali la relazione terapeutica, la contrapposizione fra gratificazione e frustrazione dei bisogni del cliente, insieme ad aspetti della tecnica come ilproblema dell’actingout sessuale del terapeuta, la durata della terapia, l’impiego del contatto corporeo.

 

 

Riferimenti bibliografici

 

Argyle M. (1978). Il corpo e il suo linguaggio,  Tr. it. Zanichelli, Bologna, seconda edizione,

25 / 54

Page 26: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

1992.

Barbaglia F. (1985). Ri-evoluzione nel corpo: introduzione alla psico-organismica, CentroScientifico Torinese, Torino.

Berlyne D.E. (1960). Conflitto, attivazione e curiosità, Tr. it. Angeli, Milano, 1971.

Boadella D., Liss J. (1986). La psicoterapia dl corpo, Astrolabio, Roma.

Bodei R. (2000). Le logiche del delirio. Ragione, affetti, follia, Laterza, Roma-Bari.

Brown M. (1979). Beyond Janov: The Healing Touch, Journal of Humanistic Psychology,19(2), 69-89.

Brown M (1990). Il Contatto terapeutico. Introduzione alla Psicoterapia Organismica, Tr. It. Melusina, Roma, 1995.

Carotenuto A. (1991). Trattato di psicologia della personalità e delle differenze individuali,Raffaello Cortina, Milano.

Carotenuto A. (1995). Jung e la cultura del XX secolo, Bompiani, Milano.

Carotenuto A. (1998). Lettera aperta a un apprendista stregone, Bompiani, Milano.

Conger, J.P.  (1988). Jung and Reich: the body as shadow, Berkeley, North Atlantic Books.

26 / 54

Page 27: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Cremerius J. (1999). Il futuro della psicoanalisi, Psicoterapia e Scienze Umane, 4, 5-44.

Downing G. (1995). Il corpo e la parola, Tr. it. Astrolabio, Roma, 1995.

Eibl-Eibesfeldt I. (1970). I fondamenti dell’etologia, Tr. it. Adelphi, Milano, 1980.

Ennis K. (1987). The shadow and the body in theory and practice: the clinical application of thetheories of C.G. Jung and M. Brown. Master Thesis submitted to Antioc University.

Ennis K.  (1995). Il corpo e l’ombra, Anima e Corpo, 2, 40-57.

Fabozzi P., Ortu F. (1996). Al di là della metapsicologia, Il Pensiero Scientifico, Roma.

Fairbairn W.R.D. (1952). Studi psicoanalitici sulla personalità, Tr. it. Boringhieri, Torino, 1970.

Ferenczi S. (1932). Diario Clinico Ge-Ott.1932, Tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 1988.

Freud S. (1929). Il disagio della civiltà, In Opere 1924-1929, Vol.  X, Tr. it Boringhieri Torino,1978.

Gill M.M. (1994). Psicoanalisi in transizione, Tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 1996.

Goldstein K. (1934). The Organism. A Holistic Approach to Biology Derived from Pathological

27 / 54

Page 28: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Data in Man, Zone Book, NY, 1995.

Goldstein K. (1954)a. The concept of health, disease and therapy, American Journal of Psychotherapy, 8, 745.

Goldstein K. (1954)b. Transference in the treatment of organic and functional nervousdisorders, International Congress of Psychotherapy, Zurich.

Goldstein K. (1970). L’indirizzo organismico, in Arieti S. (a cura di), Manuale di Psichiatria, Borinnghieri, Torino, Volume III, pp. 1626-1641.

Hall C.S. Lindzey G. (1978). Teorie della personalità, Tr. it. Boringhieri, Torino, 1986, secondaedizione.

Holmes J. (1993). La teoria dell'attaccamento. John Bowlby e la sua scuola, Tr. it RaffaelloCortina, Milano, 1994.

Innocenzi R. (1992). L'immaginazione attiva in C.G. Jung, Melusina, Roma.

Intelisano S. (1994). Il senso del corpo  e l’esperienza del contatto nelle pagine neo-testamentarie, in Zerbetto R. (a cura di), Psicoterapia della Gestalt.Per una scienza dell’esperienza, Edizioni Centro Studi Psicosomatica, Roma, pp. 387-391.

Jung C.G. (1930). Prefazione a W. M. Kranefeldt, La psicoanalisi, in Opere, Vol. 4. Boringhieri ,Torino.

28 / 54

Page 29: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Kepner J.I. (1993). Body Process, Il lavoro con il corpo in psicoterapia, Tr. it, Angeli, Milano,1997.

Lawrence D.H. (1921). Fantasia dell’inconscio, Tr. it. Mondatori, Milano, 1978.

Lawrence D.H. (1928). L’amante di Lady Chatterley, Tr. it. Garzanti, Milano, 1987.

Lena C. (1995). L’uso del contatto diretto in psicoterapia organismica, Anima e Corpo, 2,58-65.

Lowen A. (1994). Arrendersi al corpo, Astrolabio, Roma.

Lowen A.  (1991). La spiritualità del corpo, Astrolabio, Roma.

Maslow A. (1954). Motivazione e personalità, Tr. it. Armando, Roma, 1973.

McIlwraith R.D. (1998). “I'm addicted to television": The personality, imagination, and TVwatching patterns of self-identified TV addicts, Journal of Broadcasting and Electronic Media, 42(3),  371-386.

Pasini W. (1982). Il corpo in psicoterapia, Raffaello Cortina, Milano.

Pullerà M., Pini M., Margaron H. (2000). Televisione, lavoro e attività sportiva: nuove dipendenze senza droghe, Giornale Italiano di Psicopatologia, 6, 240-241.

29 / 54

Page 30: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Reich W. (1933). Analisi del carattere, Tr. it. Sugarco, Milano, 1973.

Ruggieri V. (1987). Semeiotica dei processi psicofisiologici e psicosomatici, Il PensieroScientifico, Roma.

S. Giovanni della Croce (1991). Notte Oscura, in Opere, Tr. it. Postulazione generale deicarmelitani scalzi, Roma, sesta edizione, pp. 344-396.

Schmitt J.C. (1988). Medioevo "superstizioso", Tr. it. Laterza, Roma-Bari, 1992.

Sicurelli E.  (1992).  La felicità. Argomenti di psicologia umanistica, Giuffrè, Milano

Simonton O.C., Simonton S.S. Creighton J (1980). Stare bene nuovamente, Riza Libri,Milano.

Smith E.W., Clance P.R.,  Imes S. (1998). Touch in psychotherapy: Theory, research, andpractice, New York, USA: The Guilford Press.

Stern D.N. (1995). La costellazione materna, Tr. it. Boringhieri, Torino, 1995.

Wallerstein R.S. (1988). One psychoanalysis or many?, International Journal ofPsychoanalysis, 69, 5-21.

Winnicott D.W. (1958). Dalla pediatria alla psicoanalisi, Tr. it. Martinelli, Firenze, 1975.

Winnicott D.W. (1965). Countertransference, in maturational processed and the faciliting enviri

30 / 54

Page 31: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

nment, International University Press, New York, pp. 158-165.

Young K.S. (1998). Presi dalla rete. Intossicazione e dipendenza da internet, Tr. it CalderiniEdagricole, Bologna, 2000.

Zerbetto R. (1994). Il Sé come membrana: modello, metafora, epistème, in Zerbetto  R. (acura di), Psicoterapia della Gestalt. Per una scienza dell’esperienza, Edizioni Centro Studi Psicosomatica, Roma.

Zerbetto R. (1999). L’approccio della terapia della gestalt alla psicosomatica, in Reda M.A., Benevento D., Significato e senso della malattia, Atti del Congresso della SIMP, Siena3-6/11/1999, Tipografia Senese.

Zuckerman M. (1994). Behavioural expressions and biosocial bases of  sensation seeking,Cambridge University Press.

 

Psicoterapia corporea-organismica.

 

31 / 54

Page 32: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Teoria e pratica clinica

INDICE

 

Presentazione (Guido Ligabò)

Prefazione (Riccardo Zerbetto)

Introduzione (Mauro Pini)

Parte I : La teoria

 

Cap. 1) L’ultima frontiera della psicoterapia: il contatto fisico. Pregiudizi, uso illecito, ricerca. (Mauro Pini)

 

$ 1. Il pregiudizio: difesa della mente, limite della conoscenza

32 / 54

Page 33: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

$ 2. Uso illecito: terapeuta ferito, colpevole o incompetente?

$ 3. Ricerca: lo stato dell’arte

$ 4. Il futuro nella rete?

 

Cap. 2) Riflessioni sui fondamenti epistemologici e storico-filosofici delle concezioni organismiche di MalcolmBrown  (Luigi Corsi)

 

§1. Il contesto teorico e la centralità della problematica energetica

§2. Tra impresa conoscitiva e intuizione artistica:una prospettiva più ampia

§3.  L’Anima Incarnata e i Misteri Archetipici della corporeità

 

33 / 54

Page 34: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Cap. 3) Recenti sviluppi in Psicoterapia Organismica (Malcolm Brown)

 

§1. Introduzione

§2 Lo sviluppo maggiormente significativo: strutturare la relazione è assai più importante chestrutturare la volontà

§2a. I due livelli di ascolto

§3. L’umiltà dell’orientamento centrato sul cliente

§4. La transizione dagli stili di contatto nutritivi a quelli catalitici moderati.

§5. I ritmi della mente sono molto più veloci del sistema circolatorio integrato con la totalità organismica

§6.  Il pieno radicamento orizzontale chiama in causa le capacità di costruire le relazioni

 

Cap. 4) Psicoterapia Organismica. Un approccio fondato sulla relazione (Antonio Pribaz)

34 / 54

Page 35: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

§ 1. Aspetti generali

§ 2. Relazione come bisogno primario

§ 3. Frammentazione organismica

§ 4. La relazione in psicoterapia

§ 5. La relazione nella Psicoterapia Organismica

 

Parte II : La pratica

 

Cap. 5) Le applicazioni delle metodiche corporee in Psicoterapia Organismica: lasinergia fra contatto diretto e flusso sanguigno(MalcolmBrown)

35 / 54

Page 36: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

§ 1. L’uso  del contatto diretto nutritivo come arte intuitiva e scienza basata sull'esperienza

§ 2. La Cognizione dell’Essere e il Sé nucleare

§ 3. Dove e quando utilizzare i metodi di contatto diretto

 

Cap. 6) Visioni terapeutiche : l'esperienza della immaginazione

attiva nel trattamento organismico  (Cristoph Helferich)

 

§ 1. L’immagine in psicoterapia corporea

§ 2.  I tre episodi

§ 3.  Cognitio Dei experimentalis: visionari medioevali

36 / 54

Page 37: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

§ 4. “Micromondi”:  l’immagine nel sogno                                       

§ 5.  Immagini, dono della regressione

§ 6.  Visioni terapeutiche

 

Cap. 7) Transfert e controtransfert nella teoria e nella clinica organismica (Anna Maria Bononcini)

 

§ 1 Dalla teoria organismica alla pratica clinica, ovvero: scene da un  difficile matrimonio 

§ 2 L’incontro medico-paziente: dalla psicoanalisi alle psicoterapie ad orientamento umanistico

§ 3 Transfert e controtransfert nella psicoterapia organistica

§ 4  Istruzioni per l’uso

 

37 / 54

Page 38: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Cap. 8) Le prime fasi di un approccio psico-organismico con una paziente psichiatricaistituzionalizzata: l’incontro con Francesca  (RichardWolf  Nathan)

 

§ 1. Presentazione

§ 2. Prima seduta

§ 3 Seconda Seduta

§ 4. Gli incontri successivi

§ 5. Interpretazione

 

Cap. 9) Prevenzione e intervento nella prima infanzia: le metodiche psico-corporee inun gruppo di madri ed i loro figli (Barbara GergSantocchini, Renata Sardi)

38 / 54

Page 39: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

§ 1. Introduzione

§ 2. Obiettivi

§ 3. Metodologia

§ 4. Luca  (il bambino riconosciuto)

§ 5. Pietro (il bambino aggressivo)

§ 6. Considerazioni conclusive

 

 

Appendice: Giulia della Torre di Valsàssina (a cura di), A colloquio con Katherine e Malcolm Brown

 

39 / 54

Page 40: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

 

 

ABSTRACTS in italian of the book:

 

 

Psicoterapia Corporeo-Organismica. Teoria e pratica clinica

a cura di Mauro Pini, ed. Franco Angeli, Milano, 2001.

A.M. Bononcini, M. Brown, L.Corsi, G.della Torre di Valsassina, B.Gerg Santocchini,C. Helferich, G. Ligabò, R.W.Nathan

40 / 54

Page 41: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

, M. Pini, A. Pribaz, R. Sardi, R. Zerbetto

 

Il contatto fisico non erotico fra terapeuta e paziente costituisce ancora un tabù o configura una opzione metodologica possibile, se non addirittura utile per il conseguimento degli obiettividella terapia? Il modello psicoanalitico classico assimilava il bisogno di contatto corporeo alprimato delle pulsioni sessuali, effettuando, come ci ricorda l’etologo Eibl-Eibesfeldt, una curiosa inversione del percorso evolutivo. Le numerose evidenze sperimentali e clinichedella teoria dell’attaccamento diBowlbyhanno permesso di inquadrare il tema del contatto corporeo secondo criteri radicalmenteinnovativi rispetto alla tradizione freudiana. Relegata nelle zone d’ombra della psicoterapia,sovente terreno di coltura di pregiudizi, ma anche di illecite violazioni dei confini sessuali del setting, la dimensione della fisicità costituisce lo strumento elettivo degli indirizzi body-oriented,cui appartiene la psico-organismica.

Fondata dallo psicologo statunitense Malcolm Brown (PhD), la Psicoterapia Organismica esprime un originale tentativo di sintesi fra la scuola neo-reichiana e l’orientamento umanistico della psicologia, assumendo come paradigma di riferimento lateoria del neuropsichiatratedesco KurtGoldstein

41 / 54

Page 42: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

. La psico-organismicapresenta una nuova lettura del concetto di "corazza carattero-muscolare" di W.Reich, considerandola come una costellazione difensiva rivoltaa fronteggiare l'angoscia di frammentazione conseguente alla mancata gratificazione dei bisogni primari di relazione.Illibro raccoglie una serie di contributi che espongono, in maniera sistematica, i principali aspetti teorici ed operativi delle metodologie introdotte da MalcolmBrown.

 

 

CAP.1

L’ultima frontiera della psicoterapia: il contatto fisico. Pregiudizi, uso illecito, ricerca.(Mauro Pini)

Il capitolo di M. Pini si propone di esaminare le principali ragioni storiche e teoriche su cui si è fondato il divieto del contatto corporeo nella psicoanalisi classica, uno dei dogmi dell’establishmentpsicoanalitico più refrattari al cambiamento ed argomento spesso relegato nelle "zoned’ombra" della psicoterapia per le violazioni dei confini sessuali del setting. Mentre la tradizione freudiana, considerando l’affetto come "sessualità inibita nella meta" (Freud, 1929), ha erroneamente assimilato il bisogno di contatto corporeo al primato delle pulsioni

42 / 54

Page 43: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

sessuali,i contributi della scuola di J. Bowlby(cfr. Holmes, 1993) hanno permesso di inquadrare il desiderio di contatto fisico secondo criteriradicalmente innovativi, che ne sottolineanole finalità evolutive primarie nell’ambito delle relazioni d’attaccamento. La letteraturacontemporanea concorda nel definire una serie di condizioni di applicabilità dei metodi di contatto fisico non erotico, evidenziando la necessità di valutare l’interazione fra una serie di variabili quali lecaratteristiche personologichee psicopatologiche del paziente, del terapeuta, l’indirizzo di riferimento ed il contesto deltrattamento (cfr. Smith, Clance, Imes, 1998). L’autore auspica la costruzione di un terreno di confronto fra psicoterapeuti ericercatori sull’efficacia clinica del contatto corporeo finalmente privo di pregiudizialiideologiche o, peggio ancora, di preclusioni improntate a difesa dello status quodelle varie "ortodossie" istituzionali, tradizionalmente resistenti al confronto con le nuoveevidenze della sperimentazione psicologica.

 

CAP. 2

43 / 54

Page 44: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

Riflessioni sui fondamenti epistemologici e storico-filosofici delle concezioni organismiche di

Malcolm Brown(Luigi Corsi)

Luigi Corsi prende in considerazione i fondamenti epistemologici e storico-filosofici delleconcezioni di Brown, ponendo la questione energetica al centro della sua riflessione. Corsi ripercorresinteticamente le principali tappe del dibattito psicoanalitico sul concetto di energia psichicache hanno portato ad un cambiamento di paradigma nella psicoanalisi, dal modello pulsionaleal modello relazionale. Corsi intravededelle possibili compatibilità fra la teoria delle relazioni oggettuali e la concezione energetica di Brown, il quale "pur situandosi decisamente sul versante relazionale, pone non poca enfasi sulleenergie psico-organismiche". Dall’analisi di Corsi emerge, inoltre, la stretta concordanza tra Browne gli psicologi della "terza forza", ovvero la psicologia umanistica, sull’attribuzione del disagiopsichico alla mancata gratificazione dei bisogni primari, e quindi ad interferenze o traumi ambientali, che consente di collocarlo fra i teorici della libertà positiva.La critica di Brown a Jungappare, secondo Corsi, assai sfumata, riducendosi alla constatazione che le concezioni junghiane, essendo troppo vincolate al concetto di psiche trascendentale, rischianodi trascurare il vissuto del corpo nel lavoro analitico.

44 / 54

Page 45: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Brownintende ri-affermare la realtà corporea, "incarnata" dell’anima, sostenendo la complementarietà tra la dimensione spirituale e quella biologica, la cui piena coincidenza sirealizza in quella condizione ad un tempo esistenziale e corporeadefinita pieno radicamento spirituale. La portata umanistica della teoria di Brown, rileva Corsi, consiste nel progetto di riappropriazione del senso di unità con l’universo naturale che rappresenta un richiamo alle nostre più profonde sorgenti dicreatività individuale, come descritte da D.H.Lawrencenel saggio "Fantasia dell’inconscio" (1921).

 

CAP. 3

 

Recenti sviluppi in Psicoterapia Organistica (Malcolm Brown)

L’autore fa il punto sulle principali evoluzioni della psico-organismica avvenute negli ultimidieci anni, le cui metodiche si sono ulteriormente differenziatedalle tecniche reichiane e loweniane. Queste ultime comprendevano, secondo Brown

45 / 54

Page 46: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

, una impostazione eccessivamente attiva e direttiva, se non talvolta aggressiva, alla corazza carattero-muscolare, la quale, non va dimenticato, rappresenta una costellazione difensiva e in quanto talepossiede un valore adattativo. Brownprende le distanze da Reiche dalla bioenergetica di Lowen, evidenziando l’importanza di costruire una relazione terapeutica basata sui presupposti rogersiani dell’empatia e dell’orientamento centrato sul cliente, che considera fondamentali per stabilirel’efficacia di ogni tecnica corporea. L’approccio di Lowen, secondo il fondatore della psico-organismica, rappresenta una espressione dello stile di vita della società americana, troppo unilaterale, troppo basato sucriteri di un efficientismo pragmatista che soffocano le possibilità di un contatto autentico conla corporeità che presuppone, invece, un’accettazione profonda della propria vita affettiva. Brownritiene che per raggiungere una condizione di benessere psicofisico ed un senso di realizzazione personale sia necessario recuperare i "ritmi lenti del sistema circolatorio", il che significaseguire i ritmi naturali dell’organismo inteso come unità psicosomatica, che si oppongono aquelli frenetici della "mente-cervello" e delle società occidentali post-moderne.

 

CAP. 4

46 / 54

Page 47: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

Psicoterapia organismica: un approccio fondato sulla relazione (Antonio Pribaz)

Questo lavoro si propone come una analisi del punto di vista organismico, evidenziandone leconnessioni con gli orientamenti relazionali della psicoanalisi ed in particolare con la scuolainglese delle relazioni oggettuali. Si discutono apporti di autori come Bion, Winnicotte quelli della scuola di Bowlbye, per quanto riguarda le terapie a mediazione corporea, di Reiche Downing, rilevando l’importanza della qualità della relazione indipendentemente dall’indirizzo diappartenenza. Si evidenzia l’importanza della riformulazione del concetto di corazza carattero-muscolare effettuato da Brown, sottolineandone le differenze con le originarie posizioni di Reich: mentre Reichè rimasto legato al modello classico della psicoanalisi, teorizzando la corazza come difesa psico-corporea dall’angoscia conseguente alla rimozione delle pulsioni, Brown propone una spiegazione basata sulla prospettiva delle relazioni oggettuali, riconducendonela genesi alla mancata gratificazione dei bisogni relazionali primari. Ridimensionando l’utilità della tipologie caratteriali reichiane, quando intese come etichette diagnostiche standardizzate che mettono in secondo piano la soggettività del cliente si evidenzia che la costruzione della diagnosi fenomenologicae psicopatologica, così come la definizione della strategia di trattamento, costituisce in primo

47 / 54

Page 48: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

luogo un evento fondato nella qualità della "risonanza" fra paziente e terapeuta.

 

CAP. 5

 

Le applicazioni delle metodiche corporee in Psicoterapia Organismica: la sinergia fracontatto diretto e flusso sanguigno (Malcolm Brown)

In questo lavoro, dedicato alle modalità di impiego del contatto corporeo diretto, Brownriprende la distinzione fra contatto nutritivo e contatto catalitico già trattata nei suoi precedenticontributi (cfr. Brown, 1990), aggiungendo un importante elemento: l’importanza dell’azione sinergica fra contattonutritivo e flusso sanguigno. Si tratta di una sinergia psicofisiologicatestimone di uno stato di profonda sintonia affettiva fra paziente e terapeuta che trova il suocorrispettivo somatico in una distribuzione omogenea del flusso sanguigno, dal centro allaperiferia dell’organismo, indice di una condizione di rilassamento profondo. Tuttavia, seapplicato in mancanza di un sentimento di accettazione incondizionata e di empatia verso il cliente, sottolinea Brown, il contatto diretto si traduce in una tecnica sterile, inefficace, che sovente rinforza le reazioni difensive del cliente. Brownapprofondisce, inoltre, le corrispondenze fra la tensione cronica di un determinato gruppo muscolare e la natura del blocco psichico, già teorizzata da

48 / 54

Page 49: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

Reich(1933). La scelta della tecnica di contatto adatta per quel particolare cliente in quelladeterminata situazione richiede al terapeuta di coniugare esperienza clinica, sensibilitàpersonale e conoscenza obiettiva della semeiotica dei processi psicofisiologici legati alla espressione delle emozioni.

 

CAP. 6

Visioni terapeutiche: l’esperienza della immaginazione attiva durante il trattamento organismico(Christoph Helferich)

In questo articolo l’autore indaga sulla qualità e il valore terapeutico dell’immaginazione

spontanea in psicoterapia corporea ( cap. I). Inizia col racconto della propria esperienzapersonale di produzione di intense immagini di tipo religioso nel corso di variesedute con Katherine e Malcolm Brown (cap. II). Inseguito teorizza la qualità specifica di questo tipo di immagini, paragonandolo da un lato alle visioni mistiche medievali (cap. III), dall’altra allaproduzione di immagini dell’attività onirica (cap. IV), e infine connette la possibilità di questo tipo di produzione al tipo di consapevolezza in stati di regressione corporea (cap. V).Nell’ultima parte del saggio riprende il racconto della propria esperienza personale (cap. VI).Applicando i risultati delle sue considerazioni teoriche al proprio materiale esperenziale, l’autore è in grado di spiegare la valenza "logica" dell’immaginazione attiva, situata tra leparole astratte del linguaggio e le immagini emozionali del sogno. Tali immagini sono cariche

49 / 54

Page 50: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

di significato esistenziale e perciò di un alto valore terapeutico, tanto per il paziente quantoper il terapeuta.

 

CAP. 7

TRANSFERT E CONTROTRANSFERT NELLA TEORIA E NELLA CLINICA ORGANISMICA(A.M. Bononcini)

Il capitolo tratta del transfert e del controtransfert nell'ottica organismica. Viene sottolineatala necessità di mettere in relazione fra loro due diversi livelli esplicativi: il modello teorico diriferimento ed il repertorio tecnico.

In quanto terapia a mediazione corporea la Psicoterapia Organismica, nell'occuparsi deifenomeni transferali e controtransferali, si caratterizza per l'attenzione sistematica a tutto ciò che avviene a livello somatico: ilterapeuta deve poter individuare la relazione fra quanto egli sperimenta, via via, nel proprio corpo e quanto il paziente esprime a livello verbale e non verbale.

Su un piano più generale si afferma che il terapeuta deve essere capace di usare le propriepersonaliferite psichiche, trasformandole in un punto di vista privilegiato nell'osservazione dei processidel paziente. Ciò gli consente di risuonare con l'originaria ferita emotiva del paziente, fino a quando quest'ultimo non divenga capace di entrare in contatto con essa e di riprendere il cammino verso l'autorealizzazione.

50 / 54

Page 51: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

 

 

CAP.8

 

Le prime fasi di un rapporto terapeutico psico-organismico con una pazientepsichiatrica istituzionalizzata: l’incontro con Francesca ( R.W.Nathan)

In questo saggio vengono descritti i primi risultati di un programma formativo guidato da Richard Wolf Nathane realizzato presso l’azienda ospedaliera locale in collaborazione con l’unità operativapsichiatrica.

Diversi componenti della equipe psichiatrica, ognuno dei quali aveva partecipato all’interno dell’ospedale a programmi di formazione sui principi della psicoterapia organismica, ebbero modo di osservare, registrare su nastro e partecipare a una lunga serie di sedute diterapia di R.W.Nathancon Francesca.

Ogni sessione veniva poi discussa.

51 / 54

Page 52: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

In questa commovente storia, dominata alla fine da Francesca, noi arriviamo (al di là delledodici sessioni registrate) alla chiara conclusione che una terapia capace di muovere unarisonanza energetica organismica è efficace anche nel più ferito e frammentato essere umano.

 

CAP. 9

 

Prevenzione e intervento nella prima infanzia: le metodologie psicocorporee in gruppodi madri con i loro figli ( B.GergSantocchini, R.Sardi)

Barbara Gerg Santocchini e Renata Sardi descrivono nel loro articolo come intervengononella relazione madre-figlio per proteggere il bambino dagli effetti psicopatogeni della corazza del adulto.

Danno una linea guida in uno schema conflitto - intervento - risultato in tre fasi dellosviluppo:

a) da 8 a 14 mesi

52 / 54

Page 53: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

b) da 14 a 24 mesi

c) da 24 a 36 mesi

L’obiettivo ed i contenuti del presente intervento consistono nel favorire l’evoluzione di unnaturale processo di interazione fra madre e bambino. Seguono 2 casi clinici di Luca, unbambino " riconosciuto " e di Pietro, un bambino " aggressivo " .

 

Appendice

Colloquio con Katherine e Malcolm Brown ( G.della Torre di Valsassina )

E’ una intervista ai coniugi Brown in cui vengono messe in evidenza le radiciesistenzialistiche delle concezioni  della psicoterapia organismica, mostrandone l’affinità con la fenomenologia di Husserle con l’analitica di Heideggerper il quale il primo modo dell’essere d’esserci nel mondo non è affatto di natura conoscitiva, ma è un rapporto interpersonale affettivo che corrisponde, nel pensiero di Brown,  al bisogno del centro ontologico dell’ essere dell’area superiore anteriore del corpo (Eros- Agapé). Si apprezza pienamente il valore umanistico del pensiero organismicoin quantoconcerne specificamente la relazione terapeutica  come processo bipersonale

53 / 54

Page 54: Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica. · e la teoria del campo di Kurt Lewin, ma soprattutto con la cosiddetta “terza forza”, la psicologia umanistica,

Psicoterapia coprorea-organismica. Teoria e pratica clinica.

che coinvolge inevitabilmente i fenomeni relazionali del transfert e del controtransfert. Il terapeuta è tenuto a mantenere un atteggiamento positivo, di accettazione incondizionata verso il paziente favorendo la presa di coscienza (Logos)di ciò che gli è mancato lenendo il dolore della ferita emozionale. L’utilizzazione di tecniche dicontatto corporeo comportanosempre un coinvolgimento emozionale sia nel paziente che nel terapeuta. Da una condizioneiniziale, dove il potere del terapeuta è piuttosto alto, col proseguire della terapia, allentandosile difese del paziente, l’asimmetria tende a ridursi progressivamente e viene a svilupparsi lapossibilità dell’esserci che si reperiscein se stesso (centro ontologico Hara:anteriore-inferiore). L’esperienza dell’angoscia, la possibilità del nulla, della morte, permettonodi rifiutare di ripetere i progetti già esistenti nel mondo, i condizionamenti subiti e quindiprogettare per se stessi  un’esistenza autentica, emergendo come evento temporale finito:esserci per se stessi, esserci con gli altri nel pieno realizzarsi creativamente e attivamente del Sè(polarizzazione Logos-Guerriero Spirituale,Eros-Agapè- Hara).

 

 Leggilo

54 / 54