provincia autonoma di trento agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente. Deliberazione della Giunta provinciale n. 1227 del 22 maggio 2009. Linee guida e indicazioni operative per l’utilizzo di terre e rocce derivanti da operazioni di scavo. www.appa.provincia.tn.it/suolo/rocce_scavo/. - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOAgenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente
Deliberazione della Giunta provinciale Deliberazione della Giunta provinciale n. 1227 del 22 maggio 2009n. 1227 del 22 maggio 2009
Linee guida e indicazioni operative per l’utilizzo di terre e rocce derivanti da operazioni di scavo
- APPROFONDIMENTI -
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www.appa.provincia.tn.it/suolo/rocce_scavo/
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOAgenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente
CONFINE TRA RIFIUTI E NORMATIVA DI DEROGA CONFINE TRA RIFIUTI E NORMATIVA DI DEROGA
Conferimento di terre e rocce da scavo in impianti di
recupero rifiuti o in discarica
Riutilizzo integrale di terre e rocce da scavo come
sottoprodotti
Si applica:la normativa sui rifiuti
Non si applicano:l’art. 186 del D.Lgs. n. 152 del 2006 e
la deliberazione n. 1227 del 2009(quindi non devono essere prodotti i moduli previsti dalla deliberazione)
Si applicano:l’art. 186 del D.Lgs. n. 152 del 2006 e
la deliberazione n. 1227 del 2009
(quindi devono essere prodotti all’Autorità competente i moduli previsti dalla deliberazione secondo le relative
tempistiche)
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CONFINE TRA RIFIUTI E NORMATIVA DI DEROGA CONFINE TRA RIFIUTI E NORMATIVA DI DEROGA
Terre e rocce da scavo generate come rifiuti:
Terre e rocce da scavo generate come sottoprodotti:
Gli impianti mobili devono essere autorizzati secondo l’art. 208,
comma 15 del D.Lgs. n. 152 del 2006
1. Gli impianti mobili non necessitano di autorizzazione secondo l’art. 208, comma 15 del D.Lgs. n. 152 del 2006;
2. deve esserci certezza dell’integrale utilizzo di tutte le frazioni prodotte;
3. possibile utilizzo di impianti mobili anche nel sito di deposito provvisorio.
IMPIANTI MOBILI PER: RIDUZIONE VOLUMETRICA – MACINATURA - VAGLIATURA
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UTILIZZO NELLO STESSO SITO DI PRODUZIONE UTILIZZO NELLO STESSO SITO DI PRODUZIONE
Ai sensi dell’art. 185, comma 1, lettera c bis), del D. lgs. n. 152 del 2006, il suolo non contaminatoil suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso dell’attività di costruzione, ove sia certo che il ove sia certo che il materiale sarà utilizzatomateriale sarà utilizzato a fini di costruzione allo stato naturale nello stesso sito in cui è stato scavatonello stesso sito in cui è stato scavato, è escluso dall’ambito di applicazione della disciplina in materia di gestione dei rifiuti e delle presenti linee guida.
Certezza dell’utilizzo nello stesso sito:previsione a livello progettuale
Non si pongono limiti temporali sul deposito provvisorio
“Suolo non contaminato” ?!Diverse interpretazioni…
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UTILIZZO NELLO STESSO SITO DI PRODUZIONE UTILIZZO NELLO STESSO SITO DI PRODUZIONE
“Suolo non contaminato” ?!Diverse interpretazioni…
Interpretazione rigorosa (Ministero dell’Ambiente):
obbligo di verifica che le concentrazioni siano inferiori alle CSC
(In senso stretto la definizione di “suolo non contaminato” ai sensi del D.Lgs. 152/2006 imporrebbe addirittura la verifica di superamento delle CSR !)
Interpretazione “pratica”:
Assenza di eventi di contaminazione presenti o pregressi
Cautelativamente: fare le analisi finché non si chiarisce la questioneCautelativamente: fare le analisi finché non si chiarisce la questione05
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CAMPIONAMENTO E ANALISI - tempisticheCAMPIONAMENTO E ANALISI - tempistiche
Comunque sempre prima dell’utilizzo:
Anche successivamente alla consegna dell’elaborato progettuale (Mod.A: qui il geologo può ipotizzare le caratteristiche che poi vanno verificate)
Prima dello scavo (mediante sondaggi)
In fase di scavo (campioni dai cumuli)
e non al termine dello scavo
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CAMPIONAMENTO E ANALISI – numero di campioniCAMPIONAMENTO E ANALISI – numero di campioni
Volume da scavare < 3.000 m3 almeno 1 campione
Volume da scavare > 3.000 m3almeno 1 campione
+1 campione aggiuntivo al superamento
di multipli interi di 3.000 m3
NOTE:• per terreni boschivi il volume di riferimento è di 10.000 m3;
• presenza di eterogeneità litologiche o di utilizzo del sito: n. di campioni opportunamente incrementato;
• scavi per gallerie naturali: n. campioni definito nel progetto in funzione delle formazioni geologiche.
PRECISAZIONE:
• numero minimo di campioni: è riferito al volume da scavare progettualmente previsto;
• numero effettivo di campioni: va determinato sul volume scavato.
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CAMPIONAMENTO E ANALISI – tecniche di campionamentoCAMPIONAMENTO E ANALISI – tecniche di campionamento
Prelievo tramite sondaggi
Prelievo da cumuli
Campionamento sistematico
Campionamento casuale
Campionamento da singoli strati
Campione puntuale
Campione incrementale
Campione puntuale
Campione medio
IL CAMPIONE DEVE ESSERE RAPPRESENTATIVO
(UNI 10802:2004)
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CAMPIONAMENTO E ANALISI - metodiCAMPIONAMENTO E ANALISI - metodi
Terre e rocce da scavo Terre e rocce da scavo come RIFIUTI:come RIFIUTI:
Terre e rocce da scavo come SOTTOPRODOTTI:
• Campione tal qualeCampione tal quale
• Analisi sul Analisi sul tal qualetal quale
• Campione privo della frazione > 2 cm
• Analisi sulla frazione < 2 mm
• Concentrazione riferita alla totalità dei materiali secchi comprensiva dello scheletro
(Allegato 2 alla Parte IV – Titolo V – del D.Lgs. 152/2006)
1) RISPETTO DEI LIMITI DELLE COLONNE A E B
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CAMPIONAMENTO E ANALISI - metodi CAMPIONAMENTO E ANALISI - metodi
Terre e rocce da scavo Terre e rocce da scavo come RIFIUTI:come RIFIUTI:
Terre e rocce da scavo come SOTTOPRODOTTI:
• Campione tal qualeCampione tal quale
• Analisi sul Analisi sul tal qualetal quale secondo la secondo la norma UNI EN 12457-2norma UNI EN 12457-2
• Campione privo della frazione > 2 cm
• Analisi sulla frazione < 2 cm secondo la norma UNI EN 12457-2
2) RISPETTO DEI LIMITI DEL TEST DI CESSIONE
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95% in peso < 4 mm; 24h
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CAMPIONAMENTO E ANALISI – casi particolariCAMPIONAMENTO E ANALISI – casi particolari
1. Roccia compatta o ghiaia > 2 cm Non si effettua la caratterizzazione.Ma: indicazione della natura geologica del materiale nella relazione geologica per evitare utilizzi poco sicuri.
2. Strati di materiali diversi destinati a siti ed utilizzi diversi
Vanno campionati e caratterizzati separatamente (un Mod. A per ogni strato !).
3. Strati di materiali diversi, non separabili
Possono essere campionati e caratterizzati insieme (unico Mod. A) purchè abbianounica destinazione.
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CAMPIONAMENTO E ANALISI – casi particolariCAMPIONAMENTO E ANALISI – casi particolari
4. Vagliatura con produzione di una frazione < 2 cm e una frazione > 2 cm
Campionata e caratterizzata la frazione < 2 cm, ma se non conforme si intende non conforme anche la frazione > 2 cm
5. Primo strato con presenza di rifiuti e secondo strato pulito
Gestione separata dei due strati se ben riconoscibili e definiti: • primo strato: caratterizzazione e gestione ai sensi della normativa sui rifiuti;• secondo strato: caratterizzazione e gestione ai sensi della deliberazione n. 1227 del 2009.NB: SE NON SONO SEPARABILI SONO TUTTI RIFIUTI
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TERRE E ROCCE DA SCAVO PROVENIENTI DA FUORI PROVINCIATERRE E ROCCE DA SCAVO PROVENIENTI DA FUORI PROVINCIAO DESTINATE IN SITO EXTRAPROVINCIALEO DESTINATE IN SITO EXTRAPROVINCIALE
Se l’attività di produzione o di utilizzo delle terre e rocce da scavo avviene solo parzialmente sul territorio della Provincia di Trento
Rispetto delle linee guida linee guida provincialiprovinciali limitatamente agli adempimenti connessi con l’attività svolta sul territorio provinciale.
Rispetto dell’art. 186 del d.lgs. dell’art. 186 del d.lgs. n. 152 del 2006 e della n. 152 del 2006 e della normativa eventualmente normativa eventualmente stabilita a livello localestabilita a livello locale per le attività di produzione o di utilizzo delle terre e rocce da scavo condotte in territori diversi da quelli della Provincia di Trento.
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TERRE E ROCCE DA SCAVO PROVENIENTI DA FUORI PROVINCIATERRE E ROCCE DA SCAVO PROVENIENTI DA FUORI PROVINCIAO DESTINATE IN SITO EXTRAPROVINCIALEO DESTINATE IN SITO EXTRAPROVINCIALE
ESEMPIO
Modello A
Modello B
Modello C
Modello D
Se il sito di origine è in provincia
Se l’origine è in provincia; se è fuori è necessario solo entro il confine
Da parte del produttore, se l’origine è in provincia; da parte dell’utilizzatore se la destinazione è in provincia
Se l’origine è in provincia
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PROGETTI SOTTOPOSTI A VIAPROGETTI SOTTOPOSTI A VIANel caso di progetti di VIA è necessario distinguere (in virtù della legge provinciale n. 28 del 1988) fra
progetti di massima e progetti esecutivi.
In caso di progetti di massima / preliminari, il procedimento di VIA può fornire indicazioni o
prescrizioni che vanno recepite nelle successive fasi progettuali. La "gestione" ed il controllo delle terre e
rocce da scavo rimane comunque di competenza del Comune.
In caso di progetti esecutivi / definitivi, il progetto deve contenere tutte le indicazioni relative alla
gestione delle terre e rocce da scavo.
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
•Semplifica il riconoscimento di fondi naturali
•Individua macroaree omogenee
•CSC = C max•Subaree incluse nelle macroaree
•Peggioramento max 20%•Conferimento a destinazione
•Assunzione di naturalità•Considerazioni geologiche
•Assenza di un valore numerico•Approccio qualitativo
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I DEPOSITI DI SCARTI DA LAVORAZIONE MINERARIA SONO RIFIUTI
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
Possibilità di omogeneizzazione delle terre
purché
Frazioni che superano singolarmente le CSC per presenza naturale
Operazione effettuata nel sito di origine
Frazioni tutte provenienti dal sito di
origine
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
Possibilità di omogeneizzazione delle terre
purché
Le analisi devono essere fatte prima
dell’omogeneizzazione per evitare la diluizione di inquinanti antropici
Successivamente all’omogeneizzazione si ripetono le analisi per
verificare la compatibilità col sito di
destinazione 18
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
ESEMPIO 1
MACROAREA
origine destinazione
destinazione
Cmax=100
Cmax=90
C<=1.2x90=108
Cmax=85
C<=1.2x85=102
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origineCmax=105
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
ESEMPIO 2
LEVICO (FONDO = 81 mg/kg)
origine destinazione
destinazione
Cmax=100
Cmax=90
C<=1.2x90=108
Cmax=85
C<=1.2x85=102
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origineCmax=80
(sempre, senza analisi a destinazione)
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 CAMPIONAMENTO SITO DI DESTINAZIONE
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5.000 m2
5.000 m2
campione composito
•ALMENO 1 CAMPIONE COMPOSITO OGNI 5000 m2
•CAMPIONE FORMATO DA ALMENO 5 INCREMENTI
•INCREMENTI FINO A 1 M DAL P.C.
(incrementi)
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DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
ESEMPIO NUMERICO OMOGENEIZZAZIONE
mg/Kg 2
mg/Kg 2001 Kg000260
,
,
AAs
APb
A
C
.C.M
mg/Kg 90
mg/Kg 40 Kg000300
,
,
AAs
BPb
B
C
C.M
mg/Kg 6.578
mg/Kg 1.49
,,
,,
BA
BBPbAAPbPbPb
BA
BBAsAAAsAsAs
MMMCMC
MMC
MMMCMC
MMC
A B
+
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DELIBERAZIONE 1227 DEL 22 MAGGIO 2009DELIBERAZIONE 1227 DEL 22 MAGGIO 2009DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009 DELIBERAZIONE 1666 DEL 3 LUGLIO 2009
CONCLUSIONI - PRINCIPALI VANTAGGI
1. AGEVOLAZIONE NEI TEMPI DI DEPOSITO NEL CASO DI RIUTILIZZO NEL SITO DI ORIGINE
2. IN PROSPETTIVA, ESENZIONE DA ANALISI NEL CASO DI CUI SOPRA
3. AGEVOLAZIONI NELLA MOVIMENTAZIONE DI TERRE E ROCCE NEL CASO DI FONDI NATURALI
4. VELOCIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEI FONDI NATURALI ATRAVERSO L’INDIVIDUAZIONE DI MACROAREE
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GRAZIE GRAZIE
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