progetto tarò lettgdp

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E’ successo ancora. A distanza di poche settimane. Ribaltando l’ordine delle operazioni si è prima deciso quanto si doveva spendere e poi si è deciso come spenderli, tutti, comunque e subito, altrimenti si sarebbero persi i finanziamenti. Che sono soldi pubblici e meriterebbero di essere spesi bene per garantire i migliori risultati per la collettività. Prima si era intervenuti all’inizio di settembre con le controsoffittaturenelle scuole dove, in sette giorni, indagini avevano stabilito che erano necessari proprio determinati interventi, del costo esattamente corrispondente all’entità del finanziamento. Ora in cinque giorni è stato messo insieme un progetto che avrebbe dovuto riguardare “Interventi di ripristino della funzionalità idraulica del Tarò” che assommano, anche qui esattamente, la cifra del finanziamento: € 145.300. Chiedo scusa per un po’ di presunzione, alla quale accompagno però l’orgoglio per avere fatto, spendendo poco, molti interventi di sistemazione idrogeologica per il mio territorio, buona parte di quelli realizzati nel bacino del Torrente Tarò, portano la mia firma e da anni, alcuni ormai da una ventina, pare funzionino adeguatamente a Cabiate, Mariano, Capiago e Montorfano. Alcuni progetti sono anche stati redatti gratuitamente, al fine di sostenere la richiesta di finanziamento; la stessa offerta di collaborazione gratuita l’avevo avanzata anche al comune di Meda, ma senza ottenere alcuna risposta. Sulla base della mia competenza, che spero non si tenti, anche in questo caso, di mettere in discussione, mi permetto di fare le pulci al “progetto” che è in fase di attuazione. Un progetto che interviene per punti non appare essere la soluzione dei problemi idraulici legati al Tarò ed ai suoi affluenti. In sintesi si prevede di sistemare una frana nella Valle di Cabiate (al confine con Cabiate, per l’appunto) con una palificata (magari si può discutere della capacità antierosiva in alternativa o abbinata ad una scogliera, ma va bene), di procedere allo spurgo dei tratti tombinati di alcune vallette e di rimuovere un po’ di detriti nel Tarò, in particolare all’altezza del Condominio Belvedere. E’ evidente che un progetto redatto in cinque giorni risulta abbastanza approssimativo. Confonde i corsi d’acqua e prevede di fare la manutenzione della Valle della Brughiera (la valletta che scende tra Via delle Colline e Via San Giuseppe) anche in Via Manzoni (!), poi interviene sul ponte di Via Goldoni (?) e su una passerella in via “incognita” . Dimentica di prevedere una destinazione per i materiali che saranno “spurgati” dai tratti combinati (speriamo solo che non vengano “sparati” un poco più a valle). Non affronta il problemadella manutenzione idraulica e forestale di tutta le aste delle vallette, cosa che potrebbe essere fatta in economia, anche con l’intervento della Protezione Civile, così come abbiamo fatto, ad esempio, a Cabiate. Non risolve i nodi idraulici costituiti dai ponti della “Svizzera”, di Via Cialdini e alla “Cassina” dove il letto del torrente è stato rialzato e si verificano fenomeni di rigurgito (l’acqua “torna indietro” e sommandosi alla piena in arrivo contribuisce al rischio di esondazioni - questo problema è particolarmente evidente nel tratto a monte della Svizera sino al Condominio Belvedere, con tre depositi anomali e due “cascate” che, al contrari o, aumentano la forza erosiva del torrente). Al posto di interventi puntuali per la rimozione dei detriti nell’intorno dei tratti “tombinati”, detriti che si andranno ancora ad accumulare in occasione delle prossime piene, si dovrebbe intervenire per regolarizzare l’intero corso d’acqua nel tratto urbano. E infine, e questo è ancora più grave vista l’importante somma disponibile, non ricostruisce gli argini mancanti collassati con la piena dell’ 8 Luglio 2014. Speriamo che la programmazione comunale, nei mesi a venire, possa porre rimedio a queste mancanze, in particolare per le vallette di esclusiva competenza comunale per le quali, come detto, sono necessari ed urgenti interventi di costo contenuto, che possono essere attivati anche senza attendere ulteriori finanziamenti pubblici. Gianni Del Pero - Geologo

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Commento del geologo Gianni Del Pero sul progetto di manutenzione del Tarò approvato con delibera di giunta il 30-09-015

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Page 1: progetto Tarò lettGdP

E’ successo ancora. A distanza di poche settimane. Ribaltando l’ordine delle operazioni si è prima deciso quanto si doveva spendere e poi si è deciso come spenderli, tutti, comunque e subito, altrimenti si sarebbero persi i finanziamenti. Che sono soldi pubblici e meriterebbero di essere spesi bene per garantire i migliori risultati per la collettività. Prima si era intervenuti all’inizio di settembre con le “controsoffittature” nelle scuole dove, in sette giorni, indagini avevano stabilito che erano necessari proprio determinati interventi, del costo esattamente corrispondente all’entità del finanziamento. Ora in cinque giorni è stato messo insieme un progetto che avrebbe dovuto riguardare “Interventi di ripristino della funzionalità idraulica del Tarò” che assommano, anche qui esattamente, la cifra del finanziamento: € 145.300. Chiedo scusa per un po’ di presunzione, alla quale accompagno però l’orgoglio per avere fatto, spendendo poco, molti interventi di sistemazione idrogeologica per il mio territorio, buona parte di quelli realizzati nel bacino del Torrente Tarò, portano la mia firma e da anni, alcuni ormai da una ventina, pare funzionino adeguatamente a Cabiate, Mariano, Capiago e Montorfano. Alcuni progetti sono anche stati redatti gratuitamente, al fine di sostenere la richiesta di finanziamento; la stessa offerta di collaborazione gratuita l’avevo avanzata anche al comune di Meda, ma senza ottenere alcuna risposta. Sulla base della mia competenza, che spero non si tenti, anche in questo caso, di mettere in discussione, mi permetto di fare le pulci al “progetto” che è in fase di attuazione. Un progetto che interviene per punti non appare essere la soluzione dei problemi idraulici legati al Tarò ed ai suoi affluenti. In sintesi si prevede di sistemare una frana nella Valle di Cabiate (al confine con Cabiate, per l’appunto) con una palificata (magari si può discutere della capacità antierosiva in alternativa o abbinata ad una scogliera, ma va bene), di procedere allo spurgo dei tratti tombinati di alcune vallette e di rimuovere un po’ di detriti nel Tarò, in particolare all’altezza del Condominio Belvedere. E’ evidente che un progetto redatto in cinque giorni risulta abbastanza approssimativo. Confonde i corsi d’acqua e prevede di fare la manutenzione della Valle della Brughiera (la valletta che scende tra Via delle Colline e Via San Giuseppe) anche in Via Manzoni (!), poi interviene sul ponte di Via Goldoni (?) e su una passerella in via “incognita”. Dimentica di prevedere una destinazione per i materiali che saranno “spurgati” dai tratti combinati (speriamo solo che non vengano “sparati” un poco più a valle). Non affronta “il problema” della manutenzione idraulica e forestale di tutta le aste delle vallette, cosa che potrebbe essere fatta in economia, anche con l’intervento della Protezione Civile, così come abbiamo fatto, ad esempio, a Cabiate. Non risolve i nodi idraulici costituiti dai ponti della “Svizzera”, di Via Cialdini e alla “Cassina” dove il letto del torrente è stato rialzato e si verificano fenomeni di rigurgito (l’acqua “torna indietro” e sommandosi alla piena in arrivo contribuisce al rischio di esondazioni - questo problema è particolarmente evidente nel tratto a monte della Svizera sino al Condominio Belvedere, con tre depositi anomali e due “cascate” che, al contrario, aumentano la forza erosiva del torrente). Al posto di interventi puntuali per la rimozione dei detriti nell’intorno dei tratti “tombinati”, detriti che si andranno ancora ad accumulare in occasione delle prossime piene, si dovrebbe intervenire per regolarizzare l’intero corso d’acqua nel tratto urbano. E infine, e questo è ancora più grave vista l’importante somma disponibile, non ricostruisce gli argini mancanti collassati con la piena dell’ 8 Luglio 2014. Speriamo che la programmazione comunale, nei mesi a venire, possa porre rimedio a queste mancanze, in particolare per le vallette di esclusiva competenza comunale per le quali, come detto, sono necessari ed urgenti interventi di costo contenuto, che possono essere attivati anche senza attendere ulteriori finanziamenti pubblici. Gianni Del Pero - Geologo