progetto polo infanzia di borgo s.sergio · delle diversità e nella comune presa in carico delle...

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Tre Casette Tre Casette Tre Casette Tre Casette Tre Casette PROGETTO POLO INFANZIA DI BORGO S.SERGIO comune di trieste

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Tre CasetteTre CasetteTre CasetteTre CasetteTre Casette

PROGETTOPOLO INFANZIA

DI BORGO S.SERGIO

comune di trieste

Un nido d’infanzia e una scuola dell’infanzia, due strutture che hanno un’importanza fondamentale per la crescita e la formazione dei bambini e delle bambine. L’edificio, piacevole e funzionale, è stato progettato e realizzato in stretta collaborazione con i coordinatori pedagogici, futuri responsabili della gestione di questi servizi, che hanno curato anche la scelta e la disposizione dell’arredo interno ed esterno. Il nuovo Polo Infanzia, inserito nel rione periferico di Borgo San Sergio, oggetto, negli ultimi anni, di altre opere di riqualificazione che lo hanno reso sempre più accogliente e vivibile, è adiacente alla nuova biblioteca di quartiere ed è vicino ad altre strutture educative e scolastiche quali il Ricreatorio “Ricceri”, il nuovo Polo di Aggregazione Giovanile, l’Istituto comprensivo “Roli” con la scuola primaria e la media, la scuola dell’infanzia comunale “La Capriola”. Una collocazione quindi privilegiata che facilita la continuità ed il lavoro in rete fra le varie realtà educative e scolastiche presenti a favore di bambini, adolescenti, giovani e famiglie e consente di attuare un forte intervento educativo e di prevenzione del disagio. Il nuovo Polo Infanzia dunque, come opportunità , per i cittadini di Borgo San Sergio, di usufruire di nuovi servizi educativi che possono offrire una esperienza profondamente significativa per bambini e adulti ed agevolare le famiglie nel difficile e delicato compito dell’educare. IL DIRETTORE DEI SERVIZI PER L’INFANZIA E LA FAMIGLIA Dott. Maria Rosa Manià

Un sereno confronto tra le coordinatrici che hanno curato il presente progetto vuole aprire la strada alla futura collaborazione tra insegnanti, educatori, operatori che a diverso titolo daranno vita al polo infanzia attraverso la loro opera costante, ricca e complessa, assieme ai bambini, ai giovani e alle famiglie.

Il presente progetto è stato steso dalla coordinatrice delle scuole dell’infanzia Arcobaleno e La Capriola, Sig.ra Manuela Vascotto per le parti riguardanti gli ambienti della scuola dell’infanzia e dalla coordinatrice dei nidi d’infanzia Colibrì e Bosco Magico, dott.ssa Irene Fontanot, per le parti riguardanti la presentazione, gli ambienti del nido, le zone di passaggio interno e l’ambiente esterno.

Le parti riguardanti la premessa e le considerazioni finali su “Polo infanzia tra continuità e progetti speciali” sono state scritte a quattro mani.

Comune di Trieste, 2005-2006

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Dalle Indicazioni Nazionali riferite alla scuola dell’infanzia emerge che questa, ambiente di tutti, vero e proprio laboratorio sociale di osservazione e di prevenzione dei fenomeni di disagio, dev’essere altresì ambiente motivante, con gli obiettivi riferiti al bambino.

Attraverso il personale delle strutture sarà garantito quell’impegno professionale sorretto da uno stile relazionale guidato da saperi, attitudini, competenze, abilità, motivazioni che, nel rispetto e nella valorizzazione dei ruoli e delle diversità e nella comune presa in carico delle responsabilità, farà da garante alla promozione dello sviluppo della personalità di ciascuno nel rispetto dei diritti di tutti.

“Le tre casette”, destinate rispettivamente a nido d’infanzia, scuola dell’infanzia e servizi, vogliono porsi nella prospettiva di offrire opportunità di crescita alla comunità anche aprendosi ad incontri, scambi di esperienze e sperimentazioni volte a produrre innovazione e miglioramento.

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PRESENTAZIONE DELLE “CASETTE”

Emerge da una vasta letteratura, derivante da più ambiti disciplinari,

l’importanza assunta dallo spazio, inteso come ambiente, quale elemento determinante la qualità della vita3.

Per passare dagli assunti alla concretezza dei fatti e realizzare un progetto, qual è quello del polo infanzia, è importante che siano compresenti e compartecipi attori di ambiti istituzionalmente separati, quali l’urbanistica, il territorio, l’edilizia scolastica, l’educazione/istruzione, ma che si ritrovano, nella logica delle cose e della natura, uniti nell’impegno volto alla realizzazione di un prodotto unico.

Quanto più e laddove dai diversi ambiti si riescono a superare i vincoli di settore, tanto più e proprio lì, si può trovare la migliore riuscita del prodotto, quale esito originale e coerente di un processo svoltosi in modo unitario.

Le esigenze pedagogiche devono sapersi articolare con quelle architettoniche4, rispondendo anche agli indirizzi emergenti dalle politiche educative che richiedono l’attivazione di nuove tipologie di servizi educativi e formativi, per poter rispondere ai nuovi bisogni dei bambini e delle famiglie.

È in questa logica, dunque, che è nata l’esigenza di dare un’organizzazione flessibile agli spazi del polo infanzia.

Spazi che includono ambienti esterni ed interni di quattro “casette” che, collegate tra loro da percorsi interni, ospiteranno un nido d’infanzia di sessanta bambini, una scuola dell’infanzia di cinquanta, una zona servizi e, in prospettiva, una biblioteca ed altre tipologie di servizi integrativi aperti al territorio.

Tale spazio perciò sarà adattabile a destinazioni d’uso molteplici, utilizzabile in fasce orarie distinte ed aperto a diverse tipologie d’utenza anche in collaborazione con altri servizi.

Particolare attenzione verrà posta verso una concertazione che vedrà partecipi tutte le realtà educative del territorio, al fine di realizzare iniziative pensate per/da e assieme a tutte le fasce di età più giovani, dai 0 ai 24 anni.

In tale prospettiva, accanto a spazi destinati alle specifiche attività istituzionali, saranno predisposti spazi polivalenti per adulti e bambini, spazi attrezzati per attività specifiche di tipo artistico, multisensoriale, fantastico, motorio, ludico, d’incontro, di rappresentazione, di documentazione ecc...

“In questo senso, lo spazio diventa una risorsa che sostiene e qualifica le

intenzioni educative se: - promuove la sicurezza (1) e il benessere emotivo dei bambini e del personale; - tiene conto delle caratteristiche evolutive dei bambini, in quanto esistono

modi diversi di vivere, pensare e costruire lo spazio tra diverse età: cambiano i bisogni, le motivazioni e le competenze cognitive, motorie e sociali;

3Tale assunto si pone guardando allo spazio attraverso le lenti di un pensiero ecologico che lo coglie nel

suo insieme come unitas multiplex (E. Morin “Il Metodo. Ordine disordine organizzazione”. Feltrinelli, Milano 1988).

4 cfr.: Spazi: Luoghi di vita per l’infanzia, supplemento al n.10 (dicembre, 2005) della rivista Bambini,

edizioni Junior, Bergamo, anno XXI.

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- assume l'idea di bambino attivo, esploratore e ricercatore, che apprende

nell’interazione con l’ambiente fisico e sociale; - permette il costituirsi di un'identità personale, il lasciare traccia di sé, il

"ritrovarsi", ed anche l’espandersi della fantasia, dell’immaginazione e del pensiero;

- propone una diversificazione dello spazio in una pluralità di zone con

specifica valenza educativa ed affettiva (2); - si dimensiona in rapporto al numero ottimale di bambini previsto per lo

svolgimento di una data attività, alla tipologia d’attività che in essi si svolge ponendo attenzione a modalità d’accesso (libera, guidata dall’adulto), e modalità di comportamento (di grande movimento, statica) agli arredi e alle attrezzature necessari;

- favorisce la partecipazione e l'incontro in ogni loro forma non solo tra

bambini, ma anche tra bambini e adulti e tra scuola e famiglia; - rende compatibile la convivenza di più gruppi impegnati in attività diverse; - pone l'attenzione alla dimensione estetica, educa lo sguardo "al bello", al

gusto cromatico, al senso della forma; - identifica e caratterizza ciascun ambiente consentendo al bambino di

comprenderne le proposte e i comportamenti conseguenti; - accompagna il vissuto di “familiarità” riconoscibilità con il mutamento,

l’imprevedibilità che sollecitano vissuti di scoperta, curiosità, entusiasmo partecipativo, slancio comunicativo e attentivo;

- svolge una funzione narrativa: “parla", racconta, esplicita ciò che "si fa" e

lascia traccia nella nostra memoria”5 Note 1) Non ci riferiamo qui, esclusivamente, all'applicazione della normativa

vigente. Realizzare spazi di libero movimento, inteso sia in senso fisico sia psicologico, comporta da parte dell’adulto, la messa in sicurezza dell’ambiente e una sollecitazione al riconoscimento, da parte dei bambini, degli elementi di pericolosità e di rischio affinché questi non diventino una condizione limitante.

5 M. A. Nunnari, Direttrice Didattica, Città di Torino. Pubblicazione-dossier apparsa su www.infantiae.it

L’organizzazione degli spazi interni negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia: la proposta della città di Torino.

Da cui si è tratta ispirazione per la scrittura del presente documento progettuale.

5

2) L’idea vygotskijana di “area prossimale di sviluppo”, assume particolare

significato se riferita ad un ambiente che fornisce molti più stimoli di quelli immediatamente fruibili dai bambini.

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PRIMA “CASETTA”

Ingresso/accoglienza La “casetta” destinata ad accogliere prevalentemente bambini di età 12 - 36

mesi, sarà provvista di un’entrata ampia, con disimpegno che s’inframmezza da un lato ad una stanzetta di deposito per passeggini e dall’altro ad una stanza d’accoglimento.

L’insieme sarà attentamente arredato per garantire una comunicazione immediata con chi entra.

Albi informazioni; cassette delle lettere, reclami, messaggi; portariviste e libri per bambini ed adulti, poltroncine e panche per l’attesa, ma anche per favorire momenti di comune relax prima del saluto dei familiari o dell’uscita, saranno disposte attorno ad “un’oasi” di libri e riviste.

Allineati alle pareti verranno disposti

armadietti personalizzati su cui ciascun bambino, solitamente, ri-trova

la propria foto e le immagini di alcuni familiari; negli armadietti si depositano gli abiti, i propri oggetti, e spesso un pezzettino di quel mondo affettivo che è il segno e la promessa del ricongiungimento e del ritorno a casa.

Un fasciatoio ed un lavandino favoriranno le azioni di cura anche nei momenti di entrata ed uscita.

Documentazioni della vita del Nido potranno essere esposte6 negli spazi rimanenti (foto, cartelloni, elaborati dei bambini, degli educatori e dei familiari).

Il tutto sarà attentamente curato in modo tale da rendere gradevole la prima accoglienza, del bambino e della sua famiglia, garantendo da subito la trasparenza del Servizio che intende accoglierli; da qui, l’importanza riservata all’informazione come via privilegiata di partecipazione delle famiglie che potranno servirsi degli spazi previsti, proponendone ed inventandone di nuovi.

6 Ai sensi del D.Lvo.n.196/2003

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Salone Dall’entrata si accede ad un salone attorno al quale si orientano tutte le stanze

del nido. L’utilizzo del salone è stato pensato all’insegna della flessibilità, per favorire un

uso plurifunzionale del polo infanzia. Un salone dunque che permetta la realizzazione dei momenti di attività istituzionalmente programmata dal Nido ed allo stesso tempo che accolga attività integrate con l’adiacente scuola dell’infanzia e gli altri servizi del territorio; spazio che diventi luogo facilitante le attività di formazione del personale, luogo per interventi di sostegno alla genitorialità e punto di riferimento per le famiglie. L’ampiezza del salone e la pavimentazione, realizzata in legno, favorirà le attività motorie, e l’impiego di attrezzature e strutture predisposte per l’esercizio “grosso- motorio”. La presenza di uno spazio libero e sufficientemente ampio offrirà ai bambini la possibilità di sperimentarsi in una dimensione, sempre più ricercata nei nostri contesti di vita, connotati da ambienti ristretti, delimitati, compatti e ridondanti di oggetti, suoni, rumori, divieti e vere e proprie insidie per cittadini “fuori misura”. Questo spazio potrà essere vissuto e valorizzato nella sua forma “vuota”, cercando di allontanare la tentazione di considerarlo un posto ulteriore da “riempire” con degli oggetti “pre-confezionati” (tanto facilmente reperibili, quanto discutibilmente costosi). Questo spazio potrà essere un “qualcosa che diventa” e si trasforma attraverso la “semplice” presenza delle persone, dei grandi e dei piccoli, dei loro corpi, dei loro movimenti, delle loro voci, dei loro pensieri e delle relazioni che così emergeranno in un luogo, appunto, che di volta in volta s’inventerà, farà conoscere, farà giocare e farà crescere, perché lo “spazio” avvolge, unisce, separa, libera, racchiude, spaventa, diverte, accoglie, respinge,ecc...

In sintesi il salone si presenterà come un luogo capace di diventare tanto ricco quanto lo sarà chi andrà ad occupare i suoi spazi.

Il salone, nella sua veste polifunzionale sarà utilizzato per ospitare spettacoli, esposizioni e conferenze di dimensioni ridotte; a questo proposito saranno predisposti dei proiettori di luci a “spot”, un impianto stereofonico e dispositivi a soffitto per videoproiezioni.

Riunioni, incontri e feste per genitori di bambini della fascia 0-6 anni potranno trovare qui la loro migliore collocazione.

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Stanze – “laboratorio” Le stanze-“laboratorio” rispondono all’esigenza di allestire spazi che possano

offrire sollecitazioni ad una pluralità d’esperienze mirate: esplorazione, ricerca, ideazione, costruzione e produzione, che necessitano per la loro realizzazione di particolari condizioni strutturali come presenza d’acqua, possibilità d’oscuramento, isolamento acustico, attrezzature. In tali spazi verrà favorito sia l'incontro d’inter-gruppo, con relazioni allargate a bambini appartenenti a gruppi diversi (si pensa anche a gruppi misti con la presenza dei bambini della scuola dell’infanzia), sia la proposta di attività dirette a fasce di età omogenee e gruppi consolidati.

I laboratori sono spazi fortemente stimolanti e connotati, per dimensioni, arredi, attrezzature e materiali dall’attività che vi si svolge; pertanto, richiedono una certa fissità nel tempo, tale da consentire ai bambini di cogliere il messaggio che lo spazio vuol trasmettere e attivare comportamenti conseguenti.7

Inoltre, esiste la possibilità che questi spazi vengano utilizzati per attività di tipo integrato di formazione o proposte rivolte alle famiglie.

Stanza Atelier E’ una stanza dedicata ad interventi educativi che impiegano l’utilizzo di

materiali particolari per attività quali pittura, disegno, grafica, stampa, modellamento, scultura, lavorazione di materiali e manipolazione, ideazione di esperimenti “scientifici” e oggetti della fantasia, sperimentazione e soluzione di “problemi”, costruzione.

La stanza riceve la luce da nord, sarà perciò priva d’insolazione diretta, e sarà dotata di:

una vasca per il lavaggio delle attrezzature, un’uscita all’esterno, mobili con scaffali, contenitori, mobili con ripiani ad altezza bambini che consentono di accedere direttamente ai materiali e agli strumenti, carrelli porta colori, tavoli e banchi da lavoro, ampi spazi per poter stendere fogli di grandi dimensioni, cavalletti mobili che consentono un maggior grado di flessibilità interna, specchi, tavolo con superficie vetrata ed illuminazione dal basso.

7 M. A. Nunnari , op.cit. “Richiamiamo qui l’idea di schemi ambientali costituiti da quattro componenti: - Componenti cognitive, che forniscono indicazioni sul " che cosa è, come è, dove è " di un ambiente, in

altre parole sulla categorizzazione ambientale, sul contenuto e sulla localizzazione; - Componenti comportamentali, vale a dire " cosa ci si fa", considerando che ogni ambiente possiede

almeno una funzione e che le conoscenze in quest’ambito si strutturano in modo gerarchico; - Componenti affettivo/emotive, che indicano "cosa un ambiente suscita nel soggetto" e propongono una

distinzione tra emozioni suscitate da; - Componenti valutative, ossia "che giudizio dà il soggetto" su uno o più degli aspetti accennati. (E.

Mainardi Pweron, S. Falchero " Ambiente e conoscenza" La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994)”.

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Per le attività scientifiche, l’atelier raccoglierà oggetti di diverso materiale, dimensione, forma, spessore, ecc. per permettere ai bambini di “giocare con il pensiero” familiarizzando con differenti materiali e dimensioni degli stessi attraverso l’osservazione, il contatto, la combinazione, la giustapposizione, la trasformazione, la separazione (ed altro ancora), dei diversi elementi (preferibilmente naturali) messi a loro disposizione, in forma strutturata, da parte degli educatori ed insegnanti.

Stanza sensoriale

È stata pensata come spazio per attività finalizzate a: stimolare la funzione di alcuni sensi come l’udito e la vista, il tatto, la

propriocezione; per favorire la conoscenza del sé; per promuovere la creazione ed elaborazione di vissuti reali e immaginari; per organizzare momenti di “relax”. Nella stanza, oltre alla predisposizione di tracciati e percorsi sensoriali, si

collocherà una piscina sensoriale, che potrà essere riempita da materiali di diverso tipo: le classiche palline colorate sono solo uno dei possibili contenuti, altri saranno dettati dalla fantasia e dai saperi degli educatori che possono impiegare davvero di tutto (altri tipi di palline, di grana, materiali e dimensioni diverse, cuscini di diverse forme e colori, temperature, sacchi in stoffa riempiti a loro volta con, carte, foglie, gommapiuma, biglie, sonagli, ecc…).

La piscina potrà essere circondata da un telo multicolore garzato appeso al soffitto e diventare un luogo protetto, morbido e sicuro per un gruppo ristretto di bambini. All’”interno” si potrà prestare ascolto non solo alle proprie percezioni sensoriali, ma anche alle sensazioni ed emozioni evocate da storie, racconti, suoni, musiche, ecc.

La stanza conterrà un angolo particolare strutturato da specchi piani e deformanti attraverso i quali il bambino potrà riconoscere se stesso ed osservarsi giocando con il proprio corpo e la propria immagine in modi sempre diversi e curiosi.

Al soffitto saranno posizionati proiettori di luci colorate, per favorire esperienze di percezione del colore attraverso l’emissione luminosa. Giochi di ombre e luci potranno stimolare il bambino a sperimentare la percezione della realtà, vivendo le diverse modalità in cui uno stesso ambiente od oggetto può essere percepito in base al cambiamento

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delle condizioni luminose (buio, assenza di colore, varietà del colore, ombra,…). I bambini potranno “toccare” i fasci luminosi, spezzarli e ricomporli, rispecchiarsi nelle proprie ombre, proiettarne altre su parete o altrove e combinare l’esperienza alla fantasia producendo ed esprimendo anche in queste occasioni, pensieri, emozioni, narrazioni e nuovi giochi.

La stanza sarà inoltre predisposta per l’ascolto e la produzione musicale. Il locale disporrà di un impianto elettrico particolare con dotazione di più prese, per alimentare registratore, impianto hi-fi, PC, apparati multimediali in genere.

Il suono accompagna lo sviluppo del bambino sin da prima della nascita. Attraverso l’ascolto e la conoscenza dei rumori, dei suoni, dei ritmi che lo circonda, il bambino sviluppa le proprie potenzialità cognitive, emotive e relazionali oltre a quelle motorie.

Il “paesaggio sonoro”8 che l’ambiente educativo propone diventa allora indispensabile supporto allo sviluppo del bambino.

L’acquisizione delle competenze sonore e musicali sarà stimolata attraverso la presentazione di diverse tipologie di attività che prevedono l’esplorazione e la scoperta del proprio ambiente acustico, rumori, produzioni vocali e percezione di sonorità e di ritmi diversi, ascolto di materiali musicali, strumenti e composizioni ritmiche e sonore. Il corredo musicale, conservato dagli educatori in appositi armadi, “valige”( le più interessanti sono quelle costruite personalmente dagli educatori) e carrelli appositi, viene presentato ai bambini attraverso l’impiego di un metodo condiviso dagli educatori in situazioni di stage ed altri contesti formativi.

Stanze formazione/pranzo Gli educatori condividono un comune progetto educativo e si fanno garanti

della programmazione educativa e dei singoli progetti educativi e didattici che riguardano la totalità dei bambini accolti.

I bambini saranno inizialmente accolti in due gruppi (ciascun gruppo potrebbe comprendere indicativamente 20 / 24 bambini; quindi si tratta di “grandi gruppi”)9. L’iniziale suddivisione è mirata a garantire un contesto sociale sufficientemente ampio e diversificato ma, nel contempo, adeguatamente dimensionato, per favorire la reciproca conoscenza e familiarità, trattandosi appunto di “grandi gruppi”.

Il team degli educatori condividerà l’osservazione e la conoscenza di tutti i bambini del Nido e programmerà in base alle osservazioni del primo mese la formazione dei gruppi di bambini. Il tutto per favorire al massimo risposte adeguate ai bisogni dei bambini, bisogni che si sviluppano e si modificano anche in misura dell’evoluzione dei contesti.

8 Cfr. R. Murray Scafer, Il paesaggio sonoro, Milano Ricordi Unicopli, 1985. V.Iori “ Lo spazio vissuto” La Nuova Italia 1996

9 L’inserimento si svolgerà comunque seguendo la prassi consolidata dell’accoglienza a piccoli gruppi.

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Le due stanze formazione/pranzo saranno affiancate e comunicanti ed accoglieranno i due gruppi di bambini, tendenzialmente stabili ad inizio anno, in fase di inserimento e di consolidamento dello stesso: ciò significa che ciascuna stanza per le prime settimane risulterà essere un punto di riferimento per i bambini, per quanto riguarda l’accoglienza, i momenti dedicati al pasto ed i momenti di organizzazione delle attività di routine del cambio e del sonno.

Una volta acquisita la familiarità con tutti gli ambienti e le persone del Nido, i bambini potranno occupare gli spazi con tempi e modalità più flessibili, più adatte ai loro bisogni e rispondenti alle loro richieste. Alcuni angoli delle stanze potranno variare in corso d’anno per adattarsi ai gruppi di bambini (omogenei o misti) che di volta in volta potranno formarsi.

L'osservazione del comportamento dei bambini di età diverse nelle loro relazioni con coetanei ed adulto, nei loro tempi di attenzione, nelle loro modalità di comunicazione porterà a definire dei raggruppamenti ideali per lo svolgimento delle diverse attività.

Nei momenti dedicati alle attività, all’accoglienza, al saluto, le due stanze saranno di norma utilizzate in modo “permeabile” permettendo ai bambini di fruire dei diversi angoli, scegliendo spontaneamente le situazioni di gioco più rispondenti alle proprie esigenze ed entrando in relazione con tutti gli adulti e bambini del nido.

Le due stanze hanno una disposizione speculare e ciascuna di esse disporrà di una zona comprendente

tavolini di diversa dimensione e seduta, una parete con ampia scaffalatura e cassetti ad uso educatori (anche se non esclusivo), numerosi angoli che si differenzieranno nella proposta per ciascuna stanza.

Le zone con i tavolini potranno essere utilizzate, oltre che nella routine del pasto, per favorire attività che privilegiano la motricità fine, impegnando i bambini in attività di tipo strutturato (ad es. utilizzo di materiale plastico per favorire la manipolazione) e stimolando lo sviluppo cognitivo, (ad es. attraverso la composizione di puzzles, la presentazione di giochi di regole, ecc.)

Angoli Stanza 1 Angolo per il gioco simbolico ed imitativo della cucina: è un angolo che potrà

essere modificato grazie alla struttura modulare dei mobiletti.

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Angolo dell’ascolto: è un angolo morbido, fisso, fornito di cuscini, materassi e tende oscuranti in cui, di volta in volta, poter trovare rifugio, ascoltare, far viaggiare la fantasia, consolarsi, parlare…

Mobile libreria: a fianco dell’angolo dell’ascolto è disposto un mobile ben fornito di libri sia alla portata dei bambini, sia ad esclusiva portata dell’adulto.

Specchi: due specchi saranno disposti a lato rispettivamente del mobile libreria e dell’angolo dell’ascolto.

A fianco del mobile libreria potrà trovare collocazione tutto l’occorrente per il gioco del travestimento: abiti, oggetti, trucchi che possono richiamare il mondo delle fiabe e della narrazione. I bambini potranno così elaborare attraverso il travestimento le emozioni vissute attraverso le letture rivivendole e trasformandole da “protagonisti”.

Un siparietto ed una ricca scelta di marionette, potranno offrire ai bambini la possibilità di estendere ulteriormente le proprie capacità simboliche, immaginative, narrative, linguistiche, ecc.

Verrà data molta importanza alla proposta di esperienze teatrali, a riconoscimento del valore da queste apportato nello sviluppo delle diverse sfere della personalità.

Se si da per acquisito l’assunto che diverse forme di pensiero operano nella rappresentazione teatrale: un pensiero verbale, un pensiero spaziale, cinestesico e ritmico-musicale, un pensiero auto-osservante, un pensiero relazionale e interpersonale10; allora, un collegamento spontaneo ci porta a considerare l’attività teatrale come un’occasione per permettere all’educatore di adeguare l’intervento educativo a ciò che H. Gardner ha chiamato intelligenza multipla 11 e all’"intelligenza emotiva" come intesa da D. Goleman12.

Tali esperienze possono svilupparsi ed articolarsi in progetti educativi che trovano applicazione nei diversi spazi del Nido (es: costruzione di burattini, maschere e personaggi, libri e trasformazione fantastica di oggetti nell’atelier, lettura ed invenzione di fiabe nell’angolo dell’ascolto, drammatizzazione nella stanza sensoriale o nel salone, ecc…).

Angoli Stanza 2 Angolo del gioco costruttivo: il luogo in cui il pavimento è la superficie privilegiata, su cui sdraiarsi per

costruire, fare la pista delle macchinine, impilare torri di forme diverse, realizzare

10 Cfr. M. Cavallo, “Teatro come tecnologia del sé” pubblicato in: Informazione in psicologia,

psicoterapia, psichiatria, n. 27, Roma, 1996, pp.9-17 11 H. Gardner, L'educazione delle intelligenze multiple. Dalla teoria alla prassi pedagogica, Milano,

Anabasi, 1993.

12 D.Goleman, Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano, 1996, p. 64 1) conoscenza delle proprie emozioni, 2) controllo delle emozioni, 3) motivazione di se stessi, 4) riconoscimento delle emozioni altrui, 5) gestione delle relazioni.

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giochi di equilibrio e stabilità di oggetti. Due o più armadietti-contenitori permetteranno di conservare i materiali di costruzione ed allo stesso tempo delimitare lo spazio di gioco.

Un tappeto di idoneo materiale potrà essere utilizzato per rendere più confortevole la seduta dei bambini.

Angolo del gioco simbolico e imitativo:

Si tratta di un angolo strutturato, fisso, dotato di una ricca disposizione modulare dell’arredo, ideato allo scopo di creare momenti di gioco “raccolti” all’interno di una zona delimitata (che risulta visibile all’adulto che resta, però, all’esterno). Vi si entra attraverso una porticina e la particolare disposizione dei moduli permette il gioco “interattivo” di scambio e comunicazione con lo spazio esterno.

In tale angolo i bambini potranno trovare arredi e situazioni che richiamano quelle domestiche ed evocare, rielaborandole, le proprie esperienze quotidiane di vita: zona per il cambio dei pannolini munita di fasciatoio, carrozzine e bambolotti, lettini per il sonno, zona per la toilette e il trucco con travestimento. Gioco del supermercato con spazio per compravendita rivolto all’esterno.

Angolo raccolto Per venire incontro all’esigenza del bambino di trovare uno spazio silenzioso,

raccolto, rassicurante in cui rifugiarsi durante la giornata, per uscire dalla dimensione del grande gruppo, le educatrici, in modo creativo (attraverso l’uso di teli, scatoloni, tavolini, e altri materiali), potranno predisporre curate “nicchie” in zone della stanza che di volta in volta si presteranno ad accoglierle.

Servizi igienici La casetta ha due spazi riservati ai servizi igienici; tali spazi assumono

un’importanza non meno rilevante rispetto alle altre stanze, sia per le azioni di cura che vi si svolgono, sia per l’uso versatile cui si prestano nella quotidiana prassi educativa.

E’ importante che i locali igienici possano essere raggiungibili autonomamente dal bambino; la localizzazione è adiacente alle stanze riposo- relax, ed uno dei due bagni si aprirà frontalmente alle stanze formazione/pranzo.

I locali igienici si prestano molto bene ad essere utilizzati per:

- dedicare momenti di cura personalizzata, favorendo la relazione adulto-bambino fondata sull’attivazione di canali comunicativi di “contatto” fisico, tattile, oculare, verbale e non verbale;

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- stimolare l’autonomia: incoraggiando i bambini a prendersi cura del proprio corpo (lavarsi da soli le mani, asciugarsi,…) e sostenendo adeguatamente il processo di maturazione del controllo sfinterico, nel rispetto dei ritmi di sviluppo di ciascun bambino;

- far apprendere il rispetto dovuto allo spazio ed ai tempi degli altri: quando si usa il bagno in gruppo bisogna saper aspettare il proprio turno.

- proporre attività rivolte alla conoscenza del sé corporeo attraverso la proposta di giochi che prevedono, anche attraverso l’uso di vasche ed idonei contenitori e strumenti, il contatto/immersione con acqua e altri materiali (farine, paste, colori naturali,…); a questo fine, in ciascun bagno sarà collocato uno specchio di grandi dimensioni.

I bagni saranno provvisti di: lavabi ad altezza bambini (con miscelatore ad esclusivo controllo adulto), lavabi per adulti, vasi fissi, fasciatoi a due posti con scaletta laterale, muniti di ante e ripiani per riporre i pannolini ed i materiali di pulizia. Imbottitura del piano in poliuretano rivestito in tessuto vinilico. Contenitori igienici per pannolini usati. Mensole, armadietti a più caselle, appendiabiti, per riporre i ricambi dei bambini.

Spazi per il riposo/relax Il sonnellino ed i momenti di relax troveranno principale collocazione in due

stanze, una delle stanze sarà collegata alla stanza sensoriale, entrambe saranno attigue ai bagni, collocate a nord per evitare la luce diretta e provviste di tendaggi oscuranti e di luci a diffusione regolabile. Il pavimento sarà in legno ed alle pareti (soffitto) potranno essere appesi mobiles e lampade ad effetto speciale. Saranno inoltre previste delle prese elettriche per l’uso di apparecchi stereo HiFi. e piccoli scaffali o ceste con libri: la combinazione di un sottofondo musicale adeguato, luci soffuse ed una voce narrante conosciuta e rassicurante, offrirà ai bambini l’ambiente ottimale per abbandonarsi fiduciosi ad un sonno tranquillo.

La routine del sonno, occupando un tempo limitato nell’arco della giornata, non dovrà costituire limite ad un uso delle stanze funzionale ad altre attività.

Le brandine, costruite in materiale plastico, leggero, igienico e traspirante, saranno dotate di congegni che permetteranno una loro disposizione verticale in rispetto della sicurezza; ciò consentirà di acquisire ulteriori spazi a favore di attività mirate per piccoli gruppi.

Nelle stanze dovranno esserci dei capienti armadi per conservare la biancheria dei bambini (lenzuola e coperte).

Altre zone servizio La prima casetta è servita di un bagno per adulti diversamente abili e di un

ripostiglio di 8 m2 in cui andranno depositati i materiali di pulizia e le scorte di materiale igienico-sanitario.

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SECONDA CASETTA

Il gruppo tecnico che inizialmente aveva dato avvio al progetto di

ristrutturazione aveva considerato di poter sfruttare la posizione centrale della seconda casetta per attribuirne una destinazione d’uso prevalentemente funzionale alle altre casette; perciò troveranno qui ubicazione: le direzioni; gli spogliatoi ed i servizi igienici per il personale; la lavanderia e il deposito; la cucina. Questi spazi sono da ritenersi essenziali ai fini del buon funzionamento del Servizio: l’adeguata organizzazione degli spazi riservati al personale ha una ricaduta immediata sull’efficacia dell’azione educativa.

La sezione rivolta a sud-est sarà invece adibita a nido per bambini di età 3 -12 mesi.

Zona servizi Locali direzione/operatori Sono due stanze rispettivamente riservate alla scuola dell’infanzia ed al nido

d’infanzia, l’accesso sarà collocato lungo il corridoio interno ed ospiteranno gli uffici di direzione delle due strutture.

Sono spazi deputati non solo alla conservazione di materiale riguardante le pratiche d’ufficio, luoghi di raccordo con gli uffici centrali e punto di riferimento amministrativo per il personale e per l’utenza; bensì veri e propri spazi operativi in cui il lavoro del gruppo assume il suo carattere collegiale, in cui si rielaborano le esperienze, per favorire la nascita di progetti ed interventi sempre più pertinenti ed adeguati. Un lungo tavolo centrale permetterà al team di riunirsi comodamente e si presterà ad ospitare incontri con gli Organi Collegiali.

Un discreto numero di albi e bacheche garantirà una comunicazione continua ed una circolarità delle informazioni, indispensabile per dare maggior funzionalità ad un’organizzazione già si per sé molto complessa ed articolata. Sempre a tale scopo è stato predisposto un sistema di telefonia e citofonia interna in grado di collegare tra loro i diversi locali del polo infanzia.

Nella direzione della scuola dell’infanzia saranno organizzate riunioni comprensive del personale della scuola dell’infanzia La Capriola di via Curiel, 10. I gruppi di lavoro delle due scuole troveranno nella direzione il luogo della progettazione e della documentazione dove confrontarsi, elaborare progetti comuni, scambiarsi esperienze, elaborare percorsi paralleli.

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Sarà anche il luogo di incontro con gli enti preposti all’assistenza, con il ricreatorio, con le insegnanti della scuola primaria, con la scuola statale, incontri individuali o di piccolo gruppo con i genitori dei bambini frequentanti ecc.

La direzione è provvista di capienti armadi dove verranno conservate copie delle documentazioni, dei progetti, a testimonianza dei percorsi didattici e delle esperienze vissute dai bambini, durante il periodo di permanenza nella scuola.

Sarà d’uso consegnare ad ogni famiglia, alla fine dell’anno scolastico la documentazione esplicativa delle esperienze più significative, accompagnate da semplici testi, con gli elaborati dei singoli bambini e con fotografie del lavoro di gruppo. Un ricordo, un modo per “raccontarsi”, rendendo visibile e condividendo l’esperienza scolastica dei bambini con le famiglie.

Spazio per documentazione e progetti speciali L’ufficio di direzione/operatori del nido sarà provvisto di due terminali, uno ad

uso esclusivo del coordinatore ed uno per il personale, che ne disporrà per realizzare le programmazioni e per curare la documentazione dei progetti.

Il secondo terminale potrà essere utilizzato anche da soggetti terzi che collaboreranno con il polo-infanzia alla realizzazione di progetti speciali in collaborazione con il territorio: es. attivazione di un collegamento con “banca del tempo”, prestiti a distanza attraverso la costruzione di un’emeroteca e/o biblioteca e/o ludoteca virtuale, ecc…

Lo spazio sarà anche punto di riferimento per l’articolazione di un lavoro di rete con altre agenzie del territorio; a titolo di esempio, si possono considerare le attivazioni di progetti con alcune UOBA (unità operative bambini e adolescenti) dell’Azienda Sanitaria per concordare assieme interventi di promozione alla salute, ed altre iniziative che possano svolgersi nei locali del Nido (incontri con educatori, operatori, specialisti, neo-mamme e neo-famiglie, per affrontare tematiche quali: promozione dell’allattamento al seno, alimentazione nella prima infanzia, sviluppo motorio, ecc….); altre iniziative si potranno coinvolgere l’Università, e altri centri di ricerca e sperimentazione.

Capienti armadi saranno disposti lungo le pareti con il preciso scopo di conservare i documenti.

Documentare vuol dire, costruire una storia, raccontare, e perciò conferire delle identità ad un certo processo o percorso personale e/o collettivo; ma può anche significare ricerca dell’identità da parte dei soggetti coinvolti, una ricerca volta a ritrovare i significati delle proprie appartenenze individuali e di gruppo. Il processo del documentare assume così una rilevanza particolare nel proporsi come uno strumento privilegiato di costruzione e co-costruzione dei significati condivisi e quindi uno strumento produttore di cultura (da intendersi nella sua accezione antropologica) e quindi di società13.

Si agisce come gruppo di lavoro partendo dalla convinzione che la documentazione riveste una pluralità di funzioni secondo i diversi fruitori: adulti (genitori, educatori, cittadini…) o bambini. Per i bambini in particolare significa dare importanza allo sviluppo armonico della loro personalità, attivando in essi quel lungo processo di costruzione delle conoscenze, di sviluppo dell’autonomia

13 Cfr. J.S..Bruner, La ricerca del significto, Torino, Bollati Boringhieri, 1992. S.Bruner, La cultura dell’educazione, Milano, Feltrinelli, 1996.

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personale, d’incremento dell’autostima, di costruzione della propria identità, e del proprio essere sociale.

La documentazione che raffigura l’esperienza vissuta fisicamente ed emotivamente da parte del bambino nel contesto educativo, e più in la scolastico, contribuisce a sviluppare l’autonomia, l’identità, e la capacità di formarsi delle rappresentazioni mentali dei propri vissuti, articolate sulle dimensioni spazio-temporali proprie del mondo adulto.

Inoltre, il poter vedere documentata la propria esperienza gratifica e rassicura emotivamente il bambino rafforzandone lo sviluppo di un io forte.14

Locali di servizio Lungo il corridoio di passaggio si aprono le stanze adibite a: Lavanderia La lavanderia è un ambiente utilizzato durante tutto l’arco della giornata, in

esso si fa fronte ad un rilevante numero di cicli di lavaggio, asciugatura e stiratura della biancheria e dei giochi dei bambini.

Il personale d’appoggio la usa, inoltre, per interventi rivolti alla conservazione e riparazione di materiali in stoffa (cuscini, coperte, giochi,…) e per la realizzazione occasionale di giochi e decorazioni al fine di realizzare specifici percorsi educativi.

Bagni e Spogliatoi Di fianco alla lavanderia una successione di porte lungo il corridoio daranno

accesso a: - tre piccoli locali igienici per il personale, di cui uno riservato alle persone

diversamente abili. I locali saranno attrezzati di tazza e lavandino; - due spogliatoi dotati rispettivamente di doccia, lavandini con comando a

pedale, appendiabiti a parete ed a stelo, armadietti a scomparti con chiusura di sicurezza ad uso del personale educativo e di appoggio e armadietti più grandi, a doppio scomparto, ad esclusivo uso del personale di cucina.

Deposito Di fronte agli spogliatoi del personale ci sarà un deposito, dotato di ampie

scaffalature, per la conservazione di materiale igienico e di pulizia. Cucina Sarà attrezzata di tutto l’idoneo materiale previsto dalla Normativa e di quanto

di più adeguato il mercato offre in termini tecnologici per gli ambienti di cucina. Confezionerà e servirà tutti i pasti necessari al nido d’infanzia ed alla scuola

dell’infanzia del polo.

14 Cfr., C. Balsamo (a cura di), Dai fatti alle parole. Riflessioni a più voci sulla documentazione educativa,

Bergamo, Edizioni Junior, 1998, p.147.

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Una relazione a sé richiederebbe la considerazione di tutti gli aspetti educativi, formativi, relazionali ed emozionali racchiusi in un utilizzo ottimale delle cucine presenti all’interno delle scuole; qui ci si limita a sottolinearne l’importanza rimandando ai futuri progetti educativi, che verranno elaborati dal team di insegnanti, educatori, genitori, tecnici dell’alimentazione e quanti altri riterranno arricchente promuovere esperienze che richiedono l’utilizzo della cucina.

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AMBIENTI DEL NIDO D’INFANZIA PER BAMBINI DAI 3 AI 12 MESI

Ingresso/accoglienza In linea con le premesse pedagogiche esposte nella presentazione della prima

casetta, si sviluppa la disposizione dell’arredo d’ingresso riservato ai bambini più piccoli. Va detto che si tratta qui di uno spazio più contenuto rispetto al precedente, tuttavia risulterà provvisto di tutto il necessario per i momenti di passaggio: bacheche per le comunicazioni; portariviste; appendiabiti ed armadietti per gli abiti dei bambini; fasciatoio e mobili ad alveare per permettere ai genitori di conservare ed indossare calzature igieniche prima di accompagnare i bambini all’interno delle stanze-soggiorno. Nell’ingresso ci sarà un deposito passeggini.

Soggiorno-pranzo Si tratta di un ambiente ampio (76 mq.), con il pavimento in legno e le pareti

lavabili dotate di ganci per mobiles e bacheche per comunicazioni. Due stanze comunicanti ne definiscono la diversa fruibilità, garantendo risposte

adeguate ai bisogni dei bambini di questa fascia d’età. Nel rispetto dell’età dei bambini è stata posta particolare attenzione alla scelta delle caratteristiche delle superfici e degli arredi, valutando anche i singolari bisogni emergenti dalla progressiva acquisizione delle capacità di deambulazione e dall’evoluzione che accompagna il rapido sviluppo cognitivo ed affettivo.

Con forza s’impone qui, all’educatore che lavora in un contesto di relazione con persone di poche settimane di vita, l’adozione di un atteggiamento ed un approccio teorico consapevole dell’importanza di saper cogliere in termini integrati il cognitivo e l’affettivo, assumendosi quella responsabilità educativa15 che, di diritto, dovrebbe poi accompagnare i bambini fino all’età adulta.

Ogni spazio ed angolo è stato pensato e sarà ulteriormente pensato e curato per favorire lo sviluppo senso-motorio e per contenere emotivamente i bambini sia in situazione di gruppo, sia in momenti di interazione più personalizzati.

Zona pranzo Nel soggiorno è stata riservata una zona per il pranzo.

15 P.Bertolini, La responsabilità educativa., Coll. «Teoria dell’educazione», Il Segnalibro, Torino, 1996, 280.

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I pasti rappresentano momenti particolarmente importanti dal punto di vista emotivo/affettivo ed hanno bisogno di essere consumati in ambienti facilitanti anche il lavoro degli educatori che devono rispondere contemporaneamente alle richieste di molti bambini.

Essendo fondamentale la scelta di un arredo ergonomico sia per il bambino che per l’adulto, l’arredo si presenterà alquanto vario per potersi adattare a tutte le esigenze legate al rapido evolversi dello sviluppo psico-fisico dei bambini: sedute per l’adulto, seggioloni, tavoli con sedie a bassa seduta, tavoli a scomparsa agganciati alla parete, per permettere di sfruttare al meglio gli spazi nei diversi periodi dell’anno.

Angolo di specchi Sarà un angolo costituito da due mobiletti muniti di mensole a giorno, con dorso

a specchio, sistemati in modo tale da costituire un angolo unico con la parete su cui sarà posizionato uno specchio ulteriore che si presterà ad un curioso gioco di riflessi/riflessioni. I bambini impiegano piacevolmente molto tempo davanti allo specchio, in questo modo imparano a ri-conoscersi ed a riconoscere l’immagine degli amici. Lo specchio, con il tempo, diventa una vera palestra su cui esercitarsi a controllare i propri movimenti e la propria mimica.

L’angolo sarà arricchito con sostegni ed appoggi stabili a parete, corrimano colorati di diversa pendenza, superficie, grana e quota che favoriranno gli esercizi di acquisizione della postura eretta. Per rendere l’angolo più racchiuso e contenuto sarà possibile affiancarvi un “mobile primi passi” che offrirà molteplici occasioni percettive, tattili e di movimento (tunnel morbido, maniglie, oblò colorati, giochi tattili in

movimento,…).Un tappeto rigido potrà essere steso sul pavimento. Percorso motorio Saranno a disposizione degli educatori una serie di moduli di diversa

dimensione, forma, colore e pendenza atti a realizzare percorsi motori ed un ulteriore “mobile primi passi” anch’esso ricco di supporti e attrazioni particolari come specchi, superfici colorate roteanti, stimoli tattili ed acustici.

Angolo morbido Uno splendido angolo morbido

occuperà una porzione importante di spazio nella parte del salone più vicina alla zona sonno, all’accesso ai servizi igienici ed alla porta di collegamento con i locali di servizio e la direzione.

L’angolo è curato in ogni particolare, rivestito di materiali morbidi di stoffa

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alle pareti e tappeti di materiale vinilico al pavimento per garantirne l’igiene. Sarà un angolo oscurabile attraverso due teli blu e azzurri di diversa potenza oscurante, agganciati a corsie collocate all’apice di una struttura quadrata in legno, stabile e solida. Cuscini di diversa foggia, colore e dimensione, oggetti morbidi e giochi in peluches, strutture a ciambella per sostenere la seduta dei bambini che non hanno ancora sviluppato la muscolatura del tronco, troveranno qui la loro migliore collocazione assieme a molti altri oggetti previsti nelle programmazioni educative del gruppo di educatori.

In tale angolo i bambini, oltre alle normali attività, potranno schiacciare qualche pisolino durante la mattinata; oppure, attraverso opportuni e rapidi accorgimenti tale spazio potrà facilmente diventare una zona per il sonno, introducendovi all’occorrenza alcune brandine.

Vicino a tale angolo vi sarà un mobiletto di libri che potranno essere collocati anche su un altro carrellino mobile, provvisto di una selezione di marionette.

Armadio a parete Ad uso prevalente del personale ci sarà un ampio armadio a parete, dotato di

scaffali con e senza ante e cassetti. Stanza del sonno Nei primi mesi di vita i ritmi del sonno variano da soggetto a soggetto, è

importante perciò che vi sia sempre una stanza disponibile, dotata di tendaggi oscuranti.

I lettini saranno in legno, con sponde alte, a barre verticali, per garantire la visione di lato e saranno disposti in modo tale che ciascun bambino possa sentirsi più sicuro ed abbia la possibilità di tenere sotto controllo l’intera stanza. Ciascun lettino si distanzierà dall’altro per permettere il passaggio in sicurezza e la sosta dell’adulto nelle fasi del sonno e del risveglio. Il soffitto sarà arricchito con decorazioni e mobiles appesi a ganci decorativi colorati disposti alle pareti. Non mancheranno lampade con emissioni di luci tenui colorate ed illuminazione ad intensità regolabile.

La stanza sarà collegata al locale igienico e la parete confinante sarà dotata di un ampio foro rettangolare, anch’esso oscurabile, per permettere la realizzazione di attività che permettano all’educatore di spostarsi da una parte all’altra non perdendo mai di vista i bambini.

Cucinetta/pulizia

Il momento della pulizia del bambino come si è già detto è un momento importante che, tra le altre cose, va a consolidare il dialogo tra adulto e bambino. Il bagno è anche per i più piccoli un locale in cui realizzare esperienze molto piacevoli con i colori, l’acqua ed altre sostanze e materiali. Come nel caso dei bambini medio-grandi, anche in questo spazio verrà posizionato un grande specchio a parete, saranno inoltre

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presenti: - vaschetta per il bagnetto, munita di gruppo miscelatore e doccia a snodo; - fasciatoi, muniti di ante e ripiani, con imbottitura del piano in poliuretano

rivestito in tessuto vinilico. Andrà verificata la possibilità di collocare uno specchio a soffitto (sopra ai fasciatoi). Dietro i fasciatoi si aprirà il foro rettangolare munito di vetro trasparente per avere visibilità sulla stanza adiacente;

- contenitore igienico per pannolini usati; - armadietti a più caselle e mensole, per riporre i materiali di pulizia, i pannolini

ed il cambio di corredo personale dei bambini; - un armadio per la biancheria dei lettini;

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PASSAGGI INTERNI DI COLLEGAMENTO

Dalla prima casetta si accede alla seconda casetta, situata centralmente rispetto alle altre, attraversando un breve corridoio intramezzato da due rampe di scale.

Le scale saranno munite di una corsia montascale con piattaforma per disabili che permetterà di trasportare i carrelli per la distribuzione pasti ed una navetta16 speciale per il trasporto dei bambini più piccoli. Due corrimano risulteranno posizionati a quote diversificate, rispettivamente ad altezza bambino e ad altezza adulto.

Le scale sono considerate, in special modo negli edifici scolastici, una barriera architettonica, un ostacolo per tutti; di fatto, le scale, possono trasformarsi in un importante strumento didattico in mano all’educatore capace di riconoscerne le funzioni educative. Fermo restando che dovranno essere garantiti gli opportuni accorgimenti per le persone diversamente abili ed assicurati alcuni dispositivi di sicurezza.

Per il bambino che ha acquisito una discreta deambulazione, affrontare una scala è una sfida ed una conquista estremamente allettante. Dalla cima della scala è ad esempio possibile per il bambino sperimentare la diversa prospettiva offerta dalla visione dall’alto.

Dopo aver percorso la seconda casetta, il corridoio prosegue attraverso altre brevi scale, incrociando dapprima l’accesso interno alla quarta casetta, che sarà adibita a biblioteca, per portarsi subito dopo alla scuola dell’infanzia.

Tale “via interna” va considerata l’arteria principale di tutta la struttura del polo, grazie ad essa, infatti potranno realizzarsi e svilupparsi i progetti di maggior prestigio di tutto il complesso per l’infanzia di Borgo S.Sergio, che potrà sperimentare in concretezza una vera rete di Servizi. La continuità educativa 0-6 anni sarà un elemento che caratterizzerà fortemente le programmazioni educative ed il piano dell’offerta formativa del polo, come evidenziato al paragrafo “continuità” del presente progetto.

Lo spazio antistante la biblioteca sarà strutturato in modo da favorire l’incontro tra i genitori che disporranno di poltroncine e cassettoni di diversa seduta, di un tavolo, di armadietti per il deposito degli effetti personali, di portariviste, libri e bacheche. Tale spazio, inoltre, favorirà l’accoglienza dei genitori durante le fasi di inserimento dei bambini e potrà trasformarsi in un luogo sufficientemente appartato per madri in allattamento.

L’accesso alla biblioteca che riserverà uno spazio strutturato per la lettura riservata ai bambini dai 0 ai 6 anni, estendendo iniziative che si richiamano allo spirito del progetto nazionale “Nati per Leggere”, consentirà di promuovere progetti comuni atti a favorire la diffusione della lettura.

16 Si tratta di un mezzo pensato per far fronte a situazioni di pericolo che richiedono l’evacuazione

immediata di bambini molto piccoli. Risulta facilmente trainabile essendo provvisto di ruote piroettanti con fermo. Si presta ad essere utilizzato anche come box: è costruito in materiale igienico di tipo plastico, morbido al tatto, con imbottitura resistente. L’interno è provvisto di supporti ed è decorato con fantasie a colori tenui.

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TERZA “CASETTA”

La prima prova che esistiamo è che occupiamo uno spazio.

Le Corbusier

Arredare una scuola assume caratteristiche peculiari legate all’utenza a cui è destinata: l’edificio stesso assume un ruolo nei confronti del contesto urbano, del tessuto fisico, sociale e valenza simbolica perché è destinato a durare nel tempo.

Rendere visibili e comprensibili le caratteristiche di uno spazio scolastico significa dargli rilevanza facendolo percepire come spazio educativo, psicologico e culturale.

Si è cercato di organizzare una struttura dinamica, che ha bisogno di mutare nel tempo, che richiede continui aggiustamenti, continue modifiche in relazione a quello che si “fa” o che si vuole rappresentare.

Gli ambienti della scuola dell’infanzia presentano forme estetiche circolari e avvolgibili che ispirano accoglienza e curiosità.

Gli arredi sono improntati alla flessibilità cioè all’esigenza di utilizzare tali ambienti “luoghi educativi” in un ampliamento della destinazione d’uso.

I criteri sono riconducibili a: sicurezza, accessibilità, funzionalità ed interazione tra attività individuali e collettive, agio, gradevolezza, personalizzazione e organizzazione partecipativa degli utenti.

Ogni singolo spazio è stato “pensato”, cercando di ricavarne un angolo significativo ed ogni arredo a sua disposizione è suggeritore di emozioni, curiosità, pensieri, interpretazioni. Nella scelta degli arredi si è tenuto conto dell’utenza cui sono destinati, la scuola diventa così una struttura vivente: l’ambiente che può assumere dimensione fondante dell’esperienza formativa.

La scelta della varietà cromatica si svilupperà in funzione degli spazi e delle loro destinazioni d’uso.

La scuola dell’infanzia si identifica nella palazzina di color verde. Al suo interno punti di color verde si ritrovano nei servizi, nella pavimentazione della sala mensa, mentre i pavimenti sono in legno chiaro nelle aule.

I mobili contenitori e con scaffalature a giorno sono essenzialmente bianchi: sarà il bambino a portarne il colore attraverso i suoi elaborati ed attraverso la documentazione della scuola (comunicazioni, percorsi didattici ed altro) si caratterizzerà la struttura dandole un’impronta personalizzata.

Il bambino a quest’età trasforma ciò che vive ed incontra in immagini interiori, la dimensione artistica come risposta nei confronti del suo istintivo desiderio di bellezza.

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AMBIENTI DELLA SCUOLA

Atrio/ingresso

E’ il primo luogo di accoglienza, di presentazione, di conoscenza di un servizio:il passaggio del bambino dall’esperienza familiare all’esperienza di vita sociale.

Nel caso specifico è un luogo di transito gioco forza per le sue dimensioni: tuttavia ci sarà spazio per l’esposizione del menù e delle comunicazioni urgenti ed importanti generali della scuola.

Atrio principale E’ l’ambiente più ampio, che si articola in spazi definiti-indefiniti-da definire e

che ha come caratteristica la flessibilità di utilizzo e di costruzione di spazi. L’atrio principale della scuola è in una posizione centrale: è il luogo della

comunicazione. Da esso si accede a tutti gli altri ambienti: si presenta ampio, con una parete

ondulata alta cm 140 che spezza e divide il corridoio. La particolarità e l’originalità di questo muro-divisorio ha suggerito il

posizionamento di giochi “scientifici” a parete: dove i bambini sperimentano la sensorialità, il coordinamento pensiero-azione, la motricità fine attraverso un vero e proprio percorso interattivo.

Panchine ondulate, spogliatoi a chiocciola, riprendono il movimento del muretto divisorio.Gli spogliatoi, posti al lato sinistro rispetto all’entrata, dotati di rotelle con blocco, si prestano ad essere spostati ampliando ed utilizzando così lo spazio per attività di movimento dei bambini oppure per costruire uno spazio corale, dove ritrovarsi tutti assieme, vicini per partecipare ad attività di gruppo o per assistere alle rappresentazioni teatrali o drammatizzazioni con protagonisti i bambini stessi.

Una parte delle pareti è destinata agli specchi: vedersi riflesso allo specchio consente al bambino di osservare la propria immagine durante il movimento, vedere gli altri muoversi comparando le azioni.

Ci saranno specchi comuni che riflettono il bambino, specchi che giocano con la percezione dell’immagine di sé riflessa,

proiettandola in una dimensione fantastica e creando spazi infiniti e infinite ripetizioni ,

specchi che ripropongono la vicinanza, la lontananza, l’immagine riflessa ingrandita, rimpicciolita), dove il bambino si ritrova e gioca con il suo immaginario:

specchi deformanti, tridimensionali, concavi a bolle, pluri-duplicanti l’immagine stessa,

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specchi con forme diverse: luna, nuvole, sole, nei quali il bambino si vede riflesso parzialmente.

L’atrio prosegue offrendo un ampio spazio allargato delimitato da colonne. Questo spazio sarà dedicato alla musica, al teatro e alle rappresentazioni; a lato sarà fornito di un mobile, per posizionare materiali e uno scrigno per i travestimenti.

Nel teatrino polifunzionale con sfondi per utilizzi diversi (teatrino dei

burattini, teatro delle ombre cinesi, teatro delle voci, drammatizzazioni), il bambino potrà esprimere la propria creatività, verbalizzando esperienze, inventando racconti fantastici, interpretando ruoli e situazioni.

Potrà interpretare se stesso, il proprio vissuto, oppure interpretare personaggi fantastici, inventarli, stimolando la propria capacità di espressione verbale, la creatività nell’ambientamento delle storie, la ricerca di situazioni con lo sforzo di renderle comprensibili a chi le ascolta, un luogo relazionale, dove il bambino non solo estrinseca se stesso, ma costruisce una rete di rapporti con i compagni, un’intelaiatura socializzante in un gioco di ruoli.

La forma scelta nella rappresentazione e nell’animazione di racconti dipenderà oltre che dal vissuto del bambino anche dalla tecnica utilizzata, potranno essere recuperati a supporto anche materiali di uso comune. Compito dell’adulto sarà di ampliare e socializzare le proposte dei bambini.

Si potranno utilizzare, all’occorrenza semplici travestimenti o animare burattini, costruendo e decorando sfondi e paesaggi.

I teli serviranno a “esserci o non esserci”: essere i protagonisti o proiettare le proprie esperienze tramite “personaggi” scelti.

Uno spazio speciale sarà riservato al linguaggio musicale: musica come percezione di suono, ascolto, produzione spontanea e guidata, coralità.

Un pannello contenente i classici strumentini musicali sarà affisso alla parete, a portata di “suono”.

Una ricerca sulla musicalità più sofisticata, ma di semplice utilizzo da parte dei bambini è il luogo sonoro, che permette l’interattività del bambino con strumenti naturali, insoliti, ma di grande effetto sonoro, dove la musica diventa una scoperta intima, propria, all’interno di uno spazio delimitato che coinvolge tutti i sensi. Il luogo sonoro è un microambiente all’interno del quale il bambino può agire individualmente con strumenti musicali non convenzionali, non riconoscibili a prima vista, ma elementi da scoprire attraverso tutti i sensi.

Uscendo dallo spazio teatro e ripercorrendo il corridoio, sulle pareti inizialmente spoglie saranno affissi i lavori dei bambini, gli elaborati, inerenti ai percorsi

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didattici, alle festività, ai momenti significativi dell’esperienza personale e scolastica del bambino. Questi costituiranno parte della documentazione, destinata alle famiglie, ma anche testimonianza e ricordo di esperienze vissute dal bambino

(luogo della comunicazione). Nello spazio intermedio tra l’entrata

tra le due aule della scuola, che sono a specchio, sarà posto un “box” con diversi vani per le comunicazioni scritte tra adulti (personale scolastico-famiglie).

L’atrio, nella sua ampiezza e nella sua strutturazione, si presta ad essere utilizzato in modo flessibile, anche come luogo d’incontro assembleare con le famiglie in occasioni di festività, o

momenti comuni scuola-famiglia Aule Sono adiacenti, a specchio. Essendo prevista l’iscrizione di 25 bambini per ognuna delle due sezioni, sono

predisposte all’accoglienza dei bambini nella fascia d’orario 7.30-9.00, il luogo dove i bambini “iniziano” la giornata, fino all’arrivo di tutti i compagni.

Al momento del distacco dal genitore, il bambino dev’essere facilitato nel riprendere un gioco, nel ritrovare oggetti e spazi del giorno precedente, nel riporre in un mobile costituito da cassetti personali (uno per ciascun bambino), l’oggetto affettivo portato da casa.

Le due aule sono strutturate in angoli. La complessità nel predisporre angoli, gli stessi per ogni sezione, dove i materiali e gli arredi non sono occasionali, ma offrono la lettura dell’intenzionalità, è riuscire a far convivere i bambini di un gruppo piccolo, impegnati nella stessa attività, all’interno del gruppo grande della classe.

Gli angoli scelti per ambedue le sezioni sono: - un tappeto per le grandi costruzioni, con arredi bassi a scaffalature, ad altezza

massima del bambino. I giochi saranno contenuti in scatole facilmente raggiungibili perché a portata di bambino, i ripiani d’appoggio potranno essere utilizzati per creare piani differenziati rispetto al pavimento, per offrire prospettive diverse. Il tappeto potrà costituire anche uno spazio per la seduta a terra, in una dimensione diversa rispetto alla classica seggiolina. Ci si potrà sedere anche in gruppo durante un racconto o l’ascolto di una storia.

- la casetta (immancabile) costituita da: cucina, divanetto, libreria pensile, specchio dove i bambini possano trovare spazio per il gioco simbolico, proiettando situazioni tipo.Gli arredi,pur comprendendogli stessi elementi, sono strutturalmente diversi: in una sezione la cucina è più tradizionale, nelle seconda è più moderna.

- divisorio-teatrino (in una sola delle due sezioni) per le rappresentazioni estemporanee o per i piccoli gruppi, un luogo più circoscritto, raccolto, rispetto al teatro esterno, nell’atrio. Qui il bambino potrà giocare anche singolarmente.

- attività di disegno libero, su consegna, attività di manipolazione trovano la loro collocazione vicino a due mobili forniti di cassetti individuali, dove i bambini

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ripongono i loro elaborati, dove il contenuto è personale e riconosciuto esternamente dal contrassegno e dal nome affisso. I tavoli, a misura di bambino, avranno forme diverse per costruire un piano d’appoggio adeguato alla destinazione d’uso (un cartellone avrà la necessità di essere sistemato su un grande piano d’appoggio risultante dall’aggregazione di tavoli rettangolari, mentre il lavoro individuale o di piccolo gruppo potrà essere articolato su tavoli

risultanti da forme diversificate). tavolo a ventaglio (presente in una sola sezione) adatto ad essere utilizzato in

maniera diversificata con un numero variabile di bambini: sotto di esso trovano locazione materiali diversi in una cassettiera predisposta.

Nella sezione sono presenti alcuni armadi per contenere materiali vari ( materiale plastico, tempere, colori, giochi di regole, ecc.).

Vicino all’entrata, ma in posizione laterale un grande armadio in parte chiuso a chiave avrà la funzione di contenere materiali destinati alle insegnanti, dati personali dei bambini necessari per la comunicazione con le famiglie. Una base d’appoggio ribaltabile sarà a disposizione dell’insegnante. Si è pensato di togliere la classica scrivania dell’insegnante perché talvolta può costituire un elemento di distacco, di lontananza, mentre è intenzionale il senso dell’accoglienza da parte dell’adulto nei confronti del bambino, accoglienza che si estrinseca anche nella vicinanza-lontananza, nella comunicazione vocale, di sguardi.

Aula-morbido-relax Non va identificata

esclusivamente come la stanza del sonno, (anche se, potranno assolvere a questa funzione specie nel primo pomeriggio, mettendo a disposizione dei bambini che necessitano di dormire, brandine leggere che possono essere impilate), ma come ambiente del riposino, dove un piccolo gruppo di bambini trova un luogo rilassante, dove sdraiarsi, sedere sul morbido, in vari momenti della giornata.

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Due specchi saranno posti ad angolo, sotto di essi un materassone sensoriale contenente cuscino a riempimento d’acqua, cuscino a riempimento libero, cuscino sonoro; dal soffitto scenderà, per isolare o per circoscrivere lo spazio utilizzato, senza perdere di vista ciò che succede attorno, un velo del cielo stellato per creare quella sensazione di magia che suggerisce ai bambini e permette loro la rielaborazione delle esperienze vissute.

Accanto a questi specchi, materassini morbidi a pavimento e materassini a muro, con cuscini stella-luna-nuvola che rimandano alla notte, al buio, favorendo il relax.. Presso la parete una libreria verticale che conterrà una biblioteca con libri accuratamente selezionati, adatti a questa fascia d’età , accanto ad altri libri prodotti dai bambini stessi, spunto per la lettura di parole da parte degli adulti e di lettura di immagini da parte dei bambini nei momenti del racconto.

Lo stare assieme, il condividere il semplice ascolto di una storia può costituire un momento intimo del bambino, pur essendo presente in un gruppo numeroso.

La libreria si presta ad essere spostata essendo fornita di rotelle con blocco. In altre occasioni, quest’aula diventa anche il luogo della motricità che permette

ai bambini di esprimersi a di agire coinvolgendo tutti se stessi, sperimentando la sfera psico-senso-motoria, l’equilibrio del corpo e degli oggetti.

Lo spazio in realtà non è molto ampio, ma si presta ad essere “costruito” dai bambini stessi attraverso l’utilizzo dei materiali a disposizione.

Aula laboratorio E’ l’aula della manualità dove il pensiero si concretizza attraverso l’azione,

dove si sperimenta sia individualmente all’interno di gruppi medio-piccoli, sia in gruppi più numerosi.

L’importanza nel dotare la scuola di un laboratorio nasce dalla consapevolezza di avviare i bambini verso esperienze che difficilmente si realizzano nell’ambito familiare, perché mancano spesso i materiali, le tecniche e le conoscenze adeguate specie nell’uso di materiali “sporchevoli”.

Saranno utilizzati molti materiali naturali (per es. la creta) che è duttile, plasmabile, che può essere utilizzata come esercizio-piacere fine a se stesso, ma che necessita della partecipazione pluridimensionale del bambino (occhio-mente-mano). Queste attività diventano socializzanti quando si arricchiscono, da parte del bambino di accompagnamento verbale, investendo affettivamente, emotivamente, assumendo una maggior rilevanza quando il bambino passa dalla sensorialità alla progettazione individuale. Con i bambini più grandi si cercherà di farli condividere spazi, materiali per “costruire” o “inventare” assieme.

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Luogo interattivo naturale Un grande mobile a scaffalature con alcune scatole con lati chiusi, altre

trasparenti, dove esporre i prodotti del bambino o dove porre temporaneamente i “lavori” da completare, sarà affiancato da un mobile basso con piccoli cassetti da riempire con materiale occasionale, ma interessante agli occhi del bambino, materiali reperiti e portati anche da casa per essere utilizzati o assemblati in lavori individuali, comuni o complessi.

Lasciare in esposizione un’opera da completare, sia piana che tridimensionale e riprenderne il completamento in un momento successivo, dà al bambino modo di rielaborare, modificare, ampliare ciò che vuole rappresentare, fornendo un senso al “prima” e al “dopo”, magari attraverso i suggerimenti dei compagni.

L’aula sarà anche un “laboratorio di esperimenti” : i perché , le osservazioni dei fenomeni naturali, saranno riproposti ai bambini mediante esperimenti semplici, situazioni-problemi da risolvere. Materiali strutturati e non daranno l’opportunità al bambino di osservare, formulare ipotesi, sperimentare e riflettere su esperienze proposte anche dagli insegnanti.

La dotazione di un tavolo luminoso: per vedere le cose “dentro”, per “illuminare” un disegno, sovrapposizione di materiali semitrasparenti, elementi presenti in natura,ecc. potenzierà il campo della sperimentazione.

Due tavoli “a parete” potranno essere utilizzati in momenti specifici. Il laboratorio potrà divenire un luogo d’incontro e di collaborazione con le

famiglie nella promozione di attività specifiche, sarà un luogo dove bambino e famiglia collaboreranno e progetteranno assieme (es. laboratorio Pigotte).

Una delle finalità preposte sarà di avvicinare la famiglia alla dimensione-bambino, costruendo nel “fare assieme” una mappa di lettura da parte dell’adulto della dimensione infantile, del suo evolversi, della sua semplicità e complessità al tempo stesso.

Locali di servizio Sono due: il primo con scaffalature per il deposito di materiale di pulizia, ecc. il

secondo come deposito di materiale didattico, di cancelleria, di mezzi audiovisivi. Bagno adulti E’ costituito da un piccolo locale igienico con accesso per persone diversamente

abili, attrezzato con tazza e lavandino. Bagni bambini Sono gli ambienti della cura della persona, dove il bambino pratica attività per

un’educazione igienico-sanitaria. Sono due, attigui,posti di fronte alle sezioni. Tazze e lavandini sono a misura di bambino.

Vengono riproposti gli specchi: sopra i lavandini per essere utilizzati durante la lavatura dei denti; specchi a parete che riflettono interamente la figura umana, per avviare il bambino verso l’autonomia del vestirsi.

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Ai lati sugli specchi sono segnati indicatori delle altezze: il bambino potrà “vedere” la propria altezza all’inizio dell’anno scolastico e quella raggiunta alla fine; sarà una modalità di confronto indiretto (chi è il più alto/basso? quanto sono cresciuto?)

Asciugamani e spazzolini, personalizzati da contrassegni, troveranno collocazione su un carrello apposito.

Mensa Alcuni mobili conteranno suppellettili necessari al momento del pranzo, mentre

il cibo trasportato dalla cucina presente nella Seconda Casetta avverrà per mezzo di carrelli contenitori. Nella sala mensa è stato predisposto un piccolo lavabo per le necessità.

Premessa la valenza della mensa dal punto di vista alimentare, la condivisione del pranzo è una delle esperienze socializzanti più significative per i bambini.

I tavoli del refettorio sono di forme diverse e possono essere assemblati in vari modi.

Si è pensato di offrire questa pluralità di possibilità per mettere il bambino nella condizione di poter consumare il pasto in un gruppo piccolo (tavolo singolo) o di costituire tavolate.

I bambini potranno scegliere il/i compagno/i vicino ai quali sedersi, ma qualora questa scelta tendesse a diventare troppo ripetitiva, si proporranno schemi di tavolate dove i bambini si siederanno a turno accanto ad altri compagni, per evitare che certe scelte diventino “esclusive” e chiuse rispetto altre occasioni di socializzazione.

Il personale della scuola pranzerà assieme ai bambini: qualora se ne verificasse la necessità, la sala mensa accoglierà anche il personale adulto del nido.

Saranno organizzati, in itinere, in una prospettiva di un lavoro di continuità, inviti a pranzo per i bambini del nido d’infanzia.

La sala mensa, come tutte le aule della scuola, è direttamente comunicante con l’esterno.

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AMBIENTE ESTERNO

Quarant’anni di vita fra i bambini fanno fede che mezzo sovrano di sviluppo intellettuale e morale è il

contatto colla terra, col sole, coll’acqua: una ben intesa vita all’aperto.

R.Agazzi17

Questi ultimi decenni sono stati contrassegnati dalla comune, accresciuta, consapevolezza dell’importanza di favorire in ogni modo l’educazione ambientale, partendo dall’esperienza del contatto diretto con la natura ed i suoi elementi, non solo per l’arricchimento che può derivarne al singolo per il suo sviluppo intellettuale e morale (vedi esergo), ma anche perché essa rappresenta

uno dei più importanti strumenti di cui l’uomo oggi dispone per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni (fine ultimo dell’educazione). Tale affermazione, dall’apparenza altisonante, di fatto si regge sulla convinzione che l’educazione ambientale e l’educazione della mente (nella sua ecologia) non hanno confini18. Il contatto, la conoscenza ed il rispetto per l’ambiente che ci circonda e di cui siamo parte va curato sin dalla prima infanzia; disporre di spazi verdi esterni significa disporre di uno strumento didattico impareggiabile al fine di esercitare pienamente un’azione educativa dotata di senso.

L’esterno del polo infanzia è provvisto di uno

spazio verde, ricco di alberi ad alto fusto, aiuole e tratti erbosi. Le casette si situano su livelli scoscesi di terreno; scale e stradine di diversa

pendenza andranno a congiungersi alle tre entrate interne indipendenti delle strutture. La scuola dell’infanzia sarà servita da un’entrata esterna,

17 R.Agazzi, Come intendo il museo didattico,Brescia, La Scuola, 1045, p.37. 18Va fatto tesoro di questa preziosa idea che il mondo dell’educazione può cogliere dai contributi dei

grandi teorici dei sistemi complessi e dell’ecologia della mente per citarne (e scomodarne)alcuni: Bateson, Morin, Maturana, Varela, Von Foester.

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d’accesso dalla strada, indipendente da quella del nido d’infanzia. Internamente alla recinzione che circonda l’intero complesso saranno sistemati dei percorsi di collegamento tra una struttura e l’altra.

Le stanze principali delle tre casette disporranno di un’uscita all’esterno, servita da porte provviste di maniglioni antipanico.

Spazi delimitati da basse recinzioni, attentamente strutturati ed attrezzati andranno a disporsi quasi come un’estensione dei singoli locali formazione/soggiorno/pranzo/sonno. Essi saranno muniti di prese d’acqua, giochi attrezzati per l’esterno, pavimentazione antitrauma in corrispondenza dei giochi attrezzati, dispositivi per limitare l’insolazione diretta.

POLO INFANZIA TRA CONTINUITÀ E PROGETTI SPECIALI

Il momento di passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia è un’esperienza che coinvolge il bambino, la sua famiglia e gli operatori delle strutture coinvolte.

Un luogo dedicato specificamente a bambini della fascia 0-6 anni presuppone un pensiero pedagogico che deve essere condiviso dagli operatori delle strutture educative e supportato attraverso un continuo confronto che porti alla co-costruzione e realizzazione delle progettualità.

In modo specifico gli spazi nella scuola dell’infanzia sono stati pensati in prospettiva dell’inserimento di bambini di età inferiore ai tre anni alla loro prima esperienza con la scuola, nonché alla fruizione e alla condivisione di spazi e attrezzature, in momenti ludici specifici, da concordare in itinere, con i bambini frequentanti il nido d’infanzia.

Curare l’accoglienza dei bambini che effettueranno questo passaggio significa anche creare le premesse per favorire la partecipazione della famiglia alla vita delle istituzioni ed a tutti gli eventi che ruotano attorno ad essa.

In tal senso, la continuità troverà piena realizzazione nella sua prospettiva orizzontale e verticale d’integrazione con gli altri servizi educativi e scolastici del territorio. Particolare attenzione verrà rivolta, infatti, alla realizzazione di un’ attenta regia riguardante l’articolazione dell’offerta di tutti i servizi educativi del Comune di Trieste che già operano ed opereranno in loco (ricreatorio, s.i.s., centro di aggregazione giovanile, biblioteca, scuola primaria).

Nella prospettiva che trova tra i suoi obiettivi primari lo sviluppo di reti di solidarietà ed aggregazione familiari, come più volte emerso nel presente scritto, il complesso per l’infanzia si presterà a diventare un punto di riferimento per le famiglie degli iscritti e del territorio.

Troveranno espressione al suo interno tutte le iniziative volte a recepire le diversità dei bisogni dell’utenza offrendo molteplici occasioni di incontro, scambio, formazione, educazione, sostegno, partecipazione. Con particolare riguardo si sosterranno le famiglie in situazione di disagio garantendo loro la possibilità di utilizzare trasversalmente i Servizi. Nella sfera di intenzionalità che puntano ad un utilizzo pieno e ricco dell’esistente, nuove tipologie di servizi e d’uso degli spazi verranno ad affiancarne altre già collaudate, come ad esempio: le iniziative di giocanido, ludoteca, punti gioco, nidi leggeri, musei dei bambini itineranti, attivazione di istituti tipo banche del tempo, iniziative di solidarietà e mutuo aiuto, promozione ed educazione alla salute ed alla cittadinanza.

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SOMMARIO

PRESENTAZIONE DELLE “CASETTE” ................................ ………………..3

PRIMA “CASETTA” ............................................................................................. 6

SECONDA CASETTA ......................................................................................... 15

AMBIENTI DEL NIDO D’INFANZIA PER BAMBINI

DAI 3 AI 12 MESI................................................................................................. 19

PASSAGGI INTERNI DI COLLEGAMENTO................................................. 23

TERZA “CASETTA” ........................................................................................... 24

AMBIENTI DELLA SCUOLA............................................................................ 25

AMBIENTE ESTERNO....................................................................................... 32

POLO INFANZIA TRA CONTINUITÀ E PROGETTI SPECIALI............... 33