progetto formativo finalizzato alla prevenzione … · alla prevenzione e al recupero degli allievi...

63
PROGETTO FORMATIVO FINALIZZATO ALLA PREVENZIONE E AL RECUPERO DEGLI ALLIEVI DSA Dott.ssa Beatrice Lazzeri Psicologa Psicoterapeuta [email protected] tel. 347-4006724 Progetto formativo finalizzato alla prevenzione e al recupero degli alunni DSA

Upload: vuphuc

Post on 17-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

PROGETTO FORMATIVO

FINALIZZATO

ALLA PREVENZIONE

E AL RECUPERO

DEGLI ALLIEVI DSA

Dott.ssa Beatrice Lazzeri

Psicologa – Psicoterapeuta

[email protected]

tel. 347-4006724

Progetto formativo finalizzato alla prevenzione e al recupero degli alunni DSA

“Ci sono tonnellate di documenti prodotti dalla ricerca che dicono che la dislessia non è una

malattia, ma l’espressione di una piccola differenza di alcune aree del cervello che non impedisce di imparare, ma lo rende molto più

faticoso. E in questa società che vuole tutto e subito questa

fatica e lentezza non viene tollerata.”

(G. Stella)

COMPETENZE •CONOSCERE I DSA •CONOSCERE LA NORMATIVA VIGENTE •SAPER «UTILIZZARE» IL PDP •CONOSCERE I PRINCIPALI STRUMENTI, INFORMATICI E NON, PER I DSA •LA VALUTAZIONE DEGLI ALLIEVI DSA •LA MESSA IN PRATICA: WORKCASE

CONOSCENZE

•CONOSCENZE GENERALI SUI DSA •LA NORMATIVA SUI DSA E I BES •IL PDP •GLI STRUMENTI COMPENSATIVI E LE MISURE DISPENSATIVE

La Normativa di riferimento:

Consensus Conference dell'Istituto Superiore di Sanità L. 170 del 8 Ottobre 2010 Decreto ministeriale del 12 Luglio 2011 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, allegate al decreto ministeriale del 12 luglio 2011 Decreto ministeriale del 27 Dicembre 2012 Circolare ministeriale n. 8 del 6 Marzo 2013

DIRETTIVA BES 27.12.2012

‘‘Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.’’

DIRETTIVA BES 27.12.2012

Le principali categorie individuate sono 3: 1.Disabilita’ 2.Disturbi evolutivi specifici 3.Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale

MANUALI DIAGNOSTICI

ICD-10 Classificazione delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali (OMS – Organizzazione Mondiale della Sanita, 1996) DSM-IV Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza (APA – American Psychiatric Association, 1996)

DEFINIZIONE DI DSA

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento

possono essere caratterizzati come un

insieme variegato di sindromi con

alcuni elementi di sovrapposizione.

(Cornoldi, 1994)

Definizione secondo ICD 10 Questi sono disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle fasi iniziali dello sviluppo. Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere e non sono dovuti a una malattia cerebrale acquisita. Piuttosto si ritiene che i disturbi derivino da anomalie nell’elaborazione cognitiva legate in larga misura a qualche tipo di disfunzione biologica. Come per la maggior parte degli altri disturbi dello sviluppo, queste condizioni sono marcatamente più frequenti nei maschi. (OMS, 1992)

DSA - DISLESSIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. - DISGRAFIA: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. - DISORTOGRAFIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. - DISCALCULIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri. LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 – Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n. 244 del 18-10-2010 )

Caratteristiche distintive

• SPECIFICITA’: il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. • DISCREPANZA tra abilità nel dominio specifico interessato (deficitaria in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata) e l’intelligenza generale (adeguata per l’età cronologica).

Caratteristiche distintive

• FAMILIARITA’: è frequente riscontrare altri casi di DSA all’interno della stessa famiglia. • CARATTERE NEUROBIOLOGICO: l’eziopatogenesi del disturbo è riconducibile sia all’influenza biologica che all’influenza ambientale. • CARATTERE EVOLUTIVO del disturbo, con diversa espressività del disturbo in relazione alle diverse fasi evolutive.

Comorbilità

E’ rara la presenza isolata di uno solo di questi

disturbi. In situazioni di compresenza (con un

altro DSA o con altre condizioni cliniche) si

parla di COMORBILITA’ (o comorbidita).

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

Rispetto a:

• Deficit sensoriali

• Deficit linguistici

• Deficit di sviluppo generalizzato

• Deficit di coordinazione motoria

• Ritardo mentale

DSA e INTELLIGENZA

Per fare una diagnosi di DSA è necessario

escludere deficit intellettivi, QUINDI un

alunno con DSA ha un’intelligenza

almeno nella media.

DSA NON E’: • Un ritardo mentale

• Una conseguenza di un trauma o di una malattia

cerebrale acquisita

• Una conseguenza di un difetto della vista o dell’udito

o di una sindrome neurologica

• Una conseguenza di problemi psicologici della sfera

emotiva e dell’affettività

• Non è poca voglia di studiare!

Dislessia evolutiva:

La Dislessia Evolutiva è una disabilità specifica dell’ apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura e nella decodifica.

Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica.

Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza

generale.

(Definizione della International Dyslexia Association, 2003)

Comorbilità:

Inoltre vi è una elevata percentuale di soggetti in cui il disturbo

di lettura si associa a disortografia-disgrafia (sia come difficoltà

ad utilizzare il codice ortografico che come realizzazione di

pattern motori) e discalculia (difficoltà di calcolo e di

utilizzazione del sistema dei numeri), per lo meno nei primi anni

di scolarizzazione.

DISLESSIA •soggetti con un livello cognitivo nella norma spesso associata alla disgrafia, disortografia e alla discalculia •deriva da un deficit dalla componente fonologica del linguaggio •alta percentuale di familiarità/ereditarietà •colpisce maggiormente i maschi •difficoltà nella capacità di mettere in atto una serie di azioni •anche in sequenza tra loro •difficoltà nel ricordare sequenze •individuazione a 5 – 6 anni •decodifica non automatizzata •difficoltà di attenzione e concentrazione

DISLESSIA: possibili indicatori

• sostituzione di lettere simili (m/n - v/f – b/d – p/q)

• sostituzione di lettere omofone (b/p – t/d – f/v – s/z)

• inversioni di lettere (da/ad – per/pre – da/pa)

• difficoltà di riconoscere gruppi sillabici complessi (gn – ch – gl )

• difficoltà nelle parole funzionali (di, per)

• difficoltà a mantenere il rigo di lettura

• confonde i rapporti spaziali e temporali (dx/sx – ieri/oggi - giorni/mesi)

• difficoltà nell’espressione verbale e nel verbalizzare i suoi pensieri

DISLESSIA: possibili indicatori

• difficoltà nella ricopiatura dalla lavagna

• difficoltà a prendere appunti

• lentezza nella lettura, priva di espressività e poco fluente

• difficoltà nella lettura ad alta voce

• nella lettura/scrittura ripete sillabe/parole/frasi

• salta le parole

• non prende o trascrive i compiti per casa

• difficoltà a ricordare che giorno e’ o che mese e’

• non comprende quello che ha appena letto (?)

Disturbi specifici di scrittura (disortografia e disgrafia)

Il disturbo della Scrittura presenta una suddivisione:

- una di natura linguistica (deficit nei processi di cifratura): DISORTOGRAFIA - le difficoltà riguardano l‘aspetto ortografico della scrittura. In genere si riscontrano difficoltà a scrivere le parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto e/o a rispettare le regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali etc.).

- una di natura motoria (deficit nei processi di realizzazione grafica): DISGRAFIA - difficoltà a livello grafo-esecutivo. Il disturbo della scrittura riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato incerto, irregolare. E una difficoltà che investe la scrittura, ma non il contenuto.

DISGRAFIA • Difficoltà legate all’insieme delle abilità costruttive e visuo–spaziali

• Difficoltà nelle attività grafiche di mantenere i giusti rapporti spaziali e di misura delle lettere

• Difficoltà nelle realizzazioni di sequenze motorie coordinate

• Incapacità nella trascrizione di grafemi

• Prodotti grafici irregolari

• Non corretto utilizzo dello spazio nel foglio

• Scrittura obliqua

• Pressione della mano nel foglio troppo forte o troppo debole

• Cambiamento di direzione del gesto grafico (da dx a sx)

• Difficoltà nella riproduzione grafica delle figure geometriche

DISORTOGRAFIA

• Difficoltà nella trasformazione delle conoscenze fonologiche in quelle grafemiche

• Utilizzo scorretto delle regole ortografiche nelle composizione dei testi

• Difficoltà nella coordinazione visuo/spaziale

• Lentezza nella produzione

• Uso di caratteri diversi all’interno della parola

• Irregolarità ortografica

• Errori grammaticali e di spelling

• Omissioni, inversioni, sostituzione, inserzione di fonemi

DISORTOGRAFIA

• Problemi di doppie

• Produzione di parole omofone (a/ha – hanno/anno – è/e) e non

omofone

• Difficoltà nell’uso della punteggiatura, dell’ accentazione e nella

concordanza

DISCALCULIA (Disturbi specifici del calcolo)

Nella Discalculia si distinguono i profili connotati:

- cognizione numerica (cioè intelligenza numerica basale: meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategia di calcolo a mente);

- procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri);

- calcolo (recupero dei fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto)

Sono escluse dalla diagnosi le difficoltà di soluzione dei problemi matematici.

DISTURBO DELLA COMPRENSIONE DEL TESTO

• Nell’ambito della letteratura internazionale inoltre, vari studi stanno evidenziando, accanto al profilo della dislessia intesa come disturbo specifico della decodifica, anche l’accezione di disturbi della comprensione del testo scritto indipendenti sia dai disturbi di comprensione da ascolto che dagli stessi disturbi di decodifica.

• La CC accoglie l’invito a considerare il disturbo di comprensione come un possibile disturbo specifico di apprendimento ma sottolinea la necessità di studiarne meglio le caratteristiche, avviando progetti di ricerca in questa direzione, in particolare rispetto al ruolo della comprensione da ascolto.

CHI FA LA DIAGNOSI DI DSA?

In seguito alla L.170/2010 la diagnosi di DSA “e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio Sanitario Nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate.”

CHI FA LA DIAGNOSI DI DSA?

In seguito alla L.170/2010 ogni Regione ha emanato

proprie indicazioni attuative in ambito sanitario: la

Regione Toscana si è espressa con Delibera Regionale del

17 dicembre 2012.

QUANDO SI FA LA DIAGNOSI?

• DSA (dislessia, disortografia, disgrafia): dalla fine della seconda elementare

• Discalculia: dalla fine della terza elementare

Diagnosi fatte alla primaria vanno riaggiornate durante il percorso scolastico

DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE

Distinzione tra:

1. Bambini che presentano difficoltà scolastiche senza che vi siano evidenze per condizioni endogene che giustifichino queste difficoltà.

In questo caso le difficoltà sono probabilmente riconducibili a cause ambientali, cioè a fattori che riguardano l’ambiente educativo e relazionale o quello scolastico in cui il bambino vive (famiglia, contesto scolastico, ecc).

DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE

2. Bambini che incontrano difficoltà scolastiche in quanto portatori di una disabilità specifica di apprendimento di natura endogena.

Si tratta di problemi che sussistono indipendentemente dalla volontà del bambino o dall’atteggiamento educativo dei genitori.

DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE

Nel contesto italiano, per difficoltà pertanto si intende una prestazione da parte di uno studente inferiore ai livelli attesi per età o per scolarità, definita tale nel contesto scolastico attraverso la somministrazione, in genere collettiva, di prove standardizzate; quando si parla invece di disturbo di apprendimento si intende la verifica di una condizione attraverso un procedimento clinico che documenti la presenza di un deficit in grado di spiegare le problematiche dello studente.

Tressoldi P.E., Vio C. (2008), È proprio così difficile distinguere difficoltà da disturbo di apprendimento?, in "Dislessia", Vol. 5, n. 2, maggio 2008, pp.139-147

DISTURBO VS DIFFICOLTA’

DISTURBO DIFFICOLTA’

INNATO NON INNATO

RESISTENTE ALL’INTERVENTO

MODIFICABILE CON INTERVENTI DIDATTICI MIRATI

RESISTENTE ALL’AUTOMATIZZAZIONE

AUTOMATIZZABILE, ANCHE SE IN TEMPI DILATATI RISPETTO ALLA CLASSE

OSSERVAZIONE LONGITUDINALE

Quando le difficoltà in un ambito specifico persistono

alla scuola secondaria è ragionevole pensare a un

disturbo dell’apprendimento non diagnosticato, ma

occorre sempre prima informarsi sul percorso

scolastico precedente, parlare con la famiglia e

eventualmente suggerire un esame approfondito delle

difficoltà.

BAMBINI SENZA DIAGNOSI?

Perché ci sono bambini che apparentemente alla primaria non hanno avuto problemi, che invece si manifestano all’ingresso della prima media?

•Sottovalutazione della situazione

•Non conoscenza dei dsa

•Insegnanti “buonisti”

•Negazione da parte della famiglia

DSA NON DIAGNOSTICATI

• Nonostante le stime epidemiologiche indichino che dal 3 al 5% della popolazione in età scolare presenta un DSA, i dati di diagnosi riferiti ai servizi sanitari indicano solo l’1%.

• Quindi almeno 2 su 3 non sono diagnosticati durante il percorso scolastico.

(Ghidoni, E. & Angelini, D, 2008)

SITUAZIONI ETNICO-CULTURALI

Particolare cautela andrà posta in presenza di situazioni

etnico-culturali particolari, derivanti da immigrazione o

adozione, nel senso di considerare attentamente il rischio

sia dei falsi positivi (soggetti a cui viene diagnosticato un

DSA meglio spiegabile con la condizione etnico-culturale),

sia dei falsi negativi (soggetti ai quali, in virtù della loro

condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un

DSA).

SENZA DIAGNOSI…

I ragazzi che non sono riconosciuti come dislessici non ottengono alcuna facilitazione o adattamento della didattica che permetta loro di avere pari opportunità di apprendimento.

Il mancato riconoscimento ha importanti conseguenze psicologiche, determina spesso l’abbandono della scuola e talvolta un futuro professionale di basso livello, nonostante le potenzialità di creatività e di intelligenza che questi ragazzi manifestano.

Inoltre influisce negativamente sullo sviluppo della personalità e compromette un adattamento sociale equilibrato.

VANTAGGI DELLA DIAGNOSI…

• Attivazione misure previste dalla L.170/2010

• Stesura di un Piano Didattico Personalizzato

• Intervento mirato di potenziamento

• Avvio del processo di consapevolezza

• Scelta degli opportuni strumenti per lo studio

DIAGNOSI vs CERTIFICAZIONE

Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010 - le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento.

Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie.

DIAGNOSI

La FAMIGLIA richiede una valutazione ai Servizi

Il Servizio Sanitario Nazionale (o specialista e/o struttura accreditata) attiva iter diagnostico: NPI o Psicologo con specifica competenza effettua valutazione specialistica.

La Famiglia consegna la diagnosi alla SCUOLA

DIAGNOSI

Il Dirigente Scolastico riceve la diagnosi, l’acquisisce al protocollo riservato e la condivide con il gruppo docente

VIENE FORMULATO IL PDP (ENTRO 3 MESI)

Il Piano Didattico Personalizzato è uno STRUMENTO

DIDATTICO EDUCATIVO

Individua gli strumenti Fa emergere il «vero»

alunno

PDP

Il Consiglio di classe o TEAM DOCENTI prende visione della diagnosi all’inizio dell’anno scolastico per gli alunni che ne sono già in possesso.

La diagnosi può essere consegnata in qualsiasi momento dell’anno scolastico.

Il PDP, una volta redatto, DEVE essere consegnato alla famiglia in copia.

DIAGNOSI «PRIVATA»

La scuola farà il PDP in caso di diagnosi privata? Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.

C.M.8 del 08.03.2013

PDP: perché?

• permette di creare una personalizzazione del percorso formativo dell’alunno → percorso “su misura” • permette di monitorarne il suo andamento facilita il reperimento delle modalità didattiche attivate, il COME • favorisce il lavoro collegiale (condivisione nel programmare, nel processo di insegnamento – apprendimento, nel valutare) • facilita il passaggio di notizie al cambio del docente / ciclo scolastico

Articolo 5 LINEE GUIDA Interventi didattici individualizzati e personalizzati

La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti

di alunni e studenti con DSA, interventi didattici

individualizzati e personalizzati, anche attraverso

la redazione di un Piano Didattico Personalizzato,

con l’indicazione degli strumenti compensativi e

delle misure dispensative adottate.

Con la PERSONALIZZAZIONE…

“… si vogliono raggiungere

i medesimi obiettivi

attraverso itinerari diversi…”

Ciò implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e la trasmissione dei processi del «sapere» e del «saper fare» in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni.

(G. Chiosso – La personalizzazione dell’apprendimento)

L’azione INDIVIDUALIZZATA…

‘‘…pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo

classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione

delle caratteristiche individuali dei discenti…’’

Individualizzato è l’intervento calibrato sul singolo, sul

suo stile cognitivo e sui suoi tempi di apprendimento,

anzichè sull’intera classe.

Nella scuola INCLUSIVA…

…è l’insegnamento ad adattarsi agli studenti

per evitare abbandoni precoci e garantire a

tutti l’acquisizione delle competenze di base

nei vari settori del sapere e delle abilità

sociali.

PDP: strumento di inclusione

Il DM 5669/2011, attuativo della L. 170/2010 e le

Linee Guida annesse, definiscono il PDP come lo

strumento attraverso cui realizzare l’inclusione

scolastica degli studenti con Disturbi Specifici

dell’Apprendimento.

PDP vs PEI

PDP PEI

DIVERSIFICA: modalità, tempi, strumenti, quantità, nell’attuazione della programmazione comune della classe

DIFFERENZIA: contenuti e competenze specifiche

L. 170/2010 L. 104/92

PDP

Individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari dal Consiglio di Classe: l’obiettivo curricolare: “saper scrivere testi in modo ortograficamente corretto” viene modificato in“saper scrivere testi” Pur non raggiungendo l’obiettivo disciplinare nella sua completezza, si può rendere possibile il conseguimento della competenza fondamentale relativa alla scrittura: “saper comunicare’’

STRUMENTI COMPENSATIVI • Tablet o computer con programmi di videoscrittura,

correttore ortografico e sintesi vocale, o diversi ausili tecnologici (maggiori distributori Anastasis o Erickson)

• Audiolibri

• Testi scolastici con allegati CD-ROM

• Testi in formato PDF – Biblioteca digitale (reperibili presso AID)

• Traduttori automatici digitali

• Schede per le forme verbali, l’analisi grammaticale, logica , del periodo

STRUMENTI COMPENSATIVI • Dizionari in lingua straniera computerizzati con tabelle

e traduttori

• Tabelle e mappe concettuali per tutte le discipline

• Cartine geografiche e storiche

• Tavola pitagorica e tabelle delle misure e delle formule geometriche

• Strutturazione dei problemi per fasi

• Calcolatrice

• Lettura da parte dell’insegnante dei compiti in classe scritti

MISURE DISPENSATIVE • NON CHIEDERE:

a) Lettura ad alta voce

b) Scrittura veloce sotto dettatura (prendere appunti)

c) Uso del vocabolario cartaceo

d) Studio mnemonico (in particolar modo delle forme verbali)

e) La scrittura in corsivo in favore dello stampato maiuscolo

MISURE DISPENSATIVE • Evitare l’uso di materiale scritto a mano

• Evitare correzioni ortografiche

• Assegnare tempi maggiori per le prove scritte

• Interrogazioni programmate e verifiche comunicate per tempo

• Evitare più di una verifica o interrogazione nella stessa giornata

• Assegnare compiti a casa in misura ridotta

• Favorire l’apprendimento della lingua straniera nella forma orale

CONSIGLI METODOLOGICI

• SOSTENERE ED INCORAGGIARE L’APPRENDIMENTO ATTRAVERSO L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI COMPENSATIVI

• AFFIANCARE AL LINGUAGGIO VERBALE ALTRE CODICI (IMMAGINI, ESPERIENZE…)

• LAVORO PER GRUPPI DOVE POSSANO ESSERE MESSE IN RISALTO LE RISORSE DEL SINGOLO PIU’ DELLE DIFFICOLTA’

• INCORAGGIARE L’APPRENDIMENTO COLLABORATIVO

CONSIGLI METODOLOGICI

• PROMUOVERE LA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO MODO DI APPRENDERE AL FINE DI «IMPARARE AD APPRENDERE»

• SOLLECITARE LE CONOSCENZE PRECEDENTI PER INTRODURRE NUOVI ARGOMENTI A CREARE ASPETTATIVE

• SVILUPPARE PROCESSI DI AUTOVALUTAZIONE E AUTOCONTROLLO DELLE PROPRIE STRATEGIE DI APPRENDIMENTO

• PRIVILEGIARE L’APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE E LABORATORIALE

La partecipazione della famiglia è fondamentale per:

• sostenere la motivazione e l’impegno dell’allievo nel lavoro scolastico e domestico;

• verificare regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;

• verificare i materiali richiesti da portati a scuola; • incoraggiare l’acquisizione di un sempre maggiore

grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti;

• considerare non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.

(Linee guida 12 luglio 2011)

GRAZIE

per L’ATTENZIONE

Dott.ssa Beatrice Lazzeri

Psicologa – Psicoterapeuta

[email protected]

tel. 347-4006724