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1 Azienda Speciale Servizi Infanzia e Famiglia - G.B. Chimelli PROGETTO EDUCATIVO

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Page 1: Prog. ed. nido - asifchimelli.eu educativo Nido il Castello.pdf · LA STORIA DEL NIDO Fare un bilancio di 30 anni di vita del ... serate di lavoro, ecc . L’educatore stava costruendo

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Azienda Speciale Servizi Infanzia e Famiglia - G.B. Chimelli

PROGETTO EDUCATIVO

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LA STORIA DEL NIDO

Fare un bilancio di 30 anni di vita del nido è estremamente difficile in un settore come il nostro nel quale il cuore, la mente, il corpo sono coinvolti in egual misura e in cui ogni pensiero personale è quotidianamente messo a confronto con quello degli altri. Il cammino è stato sì faticoso, ma in continua crescita. Agli inizi degli anni 80 la cultura sui nidi non era ancora diffusa: pochi i testi e i libri specifici, la ricerca universitaria era agli inizi, l’opinione pubblica non era convinta sulla bontà di questo servizio. L’asilo nido era collocato all’interno dell’area socio-assistenziale ed il suo riconoscimento nel settore educativo è avvenuto solo in seguito. Quando il nostro nido è stato aperto le iscrizioni non coprivano nemmeno la metà della capienza mentre vent’anni più tardi c’è stata la necessità di costruire un‘ altro nido, dopo aver già ampliato questa struttura, portandola da 42 a 62 posti. Gli sforzi iniziali degli operatori sono stati indirizzati prioritariamente verso la costruzione di una gestione sociale del servizio che coinvolgesse sia la componente politica sia le famiglie utenti e la cittadinanza. Il rapporto con le famiglie all’inizio era “timido”, insicuro, ma improntato nella direzione di una forte apertura: il nido volevamo costruirlo “insieme”. L’entusiasmo condiviso ha visto nascere molti momenti progettati assieme ai genitori: feste, serate di lavoro, ecc. L’educatore stava costruendo la sua identità tendendo talvolta a rifarsi al modello della scuola d’infanzia come più vicino punto di riferimento. Intanto la cultura del nido in tutta Italia cresceva, e anche noi, con la partecipazione a seminari e con la formazione costante, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci ed aprirci ad altre esperienze. Il Servizio Scuola Materna della Provincia Autonoma di Trento ha promosso, fin dall’anno di emanazione della prima legge sugli asili nido (1978), interventi di formazione ricorrenti che hanno permesso di soddisfare i nostri bisogni, garantendo nel contempo il sostegno di tecnici che tuttora lavorano con noi, aiutandoci in riflessioni ed approfondimenti sul piano educativo. Il primo grosso lavoro è stato quello sugli spazi: abbiamo condiviso l’idea che il nido dovesse diventare più accogliente, gradevole, in modo che tutti potessero ricevere sensazioni confortevoli e rassicuranti. Lo spazio interno è stato perciò modificato, allestendo angoli personalizzati sia per i bambini che per gli adulti: non più grandi spazi ma zone a misura di bambino, in cui fosse rispettato il bisogno di stare assieme e anche quello di “stare da soli”, il bisogno di esplorare, di muoversi, di costruire, di fare e di conoscere. Ciò ha permesso ai bambini di ricevere stimoli indiretti e di imparare a scegliere, a fare e ad esprimersi in modo autonomo senza che l’adulto fosse sempre e necessariamente il promotore dell’attività.

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Il bisogno del bambino di avere relazioni stabili e sicure non è stato però trascurato: è per rispondere a ciò che ad ogni piccolo gruppo viene assegnata una “figura di riferimento”. Questo ha contribuito all’instaurarsi di relazioni più intime e rassicuranti sia per il bambino che per il genitore. Dalle condizioni essenziali da offrire, via via il nostro procedere ha indagato vari contenuti della relazione educativa. Quello che troverete nelle pagine seguenti è il nostro attuale punto di arrivo.

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PREMESSA

Il concetto di progetto e di progettualità è l’aspetto portante dell’offerta educativa: è anche il contenuto valoriale più alto dell’intera organizzazione del nido. Il progetto si costruisce attorno a tre cardini fondamentali: la partecipazione, la programmazione, l’organizzazione. Tre termini che non è possibile separare, né tantomeno gerarchizzare e che trovano il significato più alto nella loro continua interazione. Il quarto cardine è il concetto ed il valore di competenza. La competenza non è un dato aprioristico, ma è un processo aperto che si alimenta degli apporti dei vari soggetti (educatori, famiglie, tecnici, ecc.) e che garantisce la qualità delle esperienze proposte, sorrette da alti livelli di conoscenza specifica delle questioni che collegialmente si vivono. Alla base del progetto vi è la convinzione:

� Che l’educazione dei bambini è questione che riguarda la famiglia, l’istituzione educativa, la società e pertanto richiede risposte collettive oltre che individuali;

� Che la formazione delle persone, e quindi anche dei bambini, avviene in più luoghi, nessuno dei quali è esclusivo;

� Che una gestione condivisa dell’educazione deve rendere espliciti il fine ed i processi che intende attivare;

� Che la partecipazione attiva dei genitori, laddove l’esperienza educativa la promuove, è percepita ed apprezzata dal bambino, che ne ricava piacere e sicurezza;

� Che la progettualità educativa è una procedura concreta che sostiene e modifica lo stile comportamentale, professionale e culturale del singolo operatore come del gruppo di lavoro.

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LA NOSTRA IDEA DI:

BAMBINO/BAMBINA

La nostra idea di bambino/a è quella di un soggetto attivo, capace fin dalla nascita di costruire relazioni, di esprimere i propri bisogni riguardanti:

• le necessità primarie (alimentazione, cambio, sonno….) • lo “star bene”, in termini di sicurezza ed affetto • la propria identità • la propria autonomia • la propria autostima

in un contesto di buone relazioni. EDUCAZIONE

La relazione adulto-bambino è una relazione asimmetrica dove l’adulto deve assumersi la responsabilità educativa di sostenere e supportare la crescita dei bambini nel senso di:

• riconoscere il bambino con la propria identità e unicità • saper leggere le competenze e i bisogni dei bambini • offrire contesti ed esperienze che consentano al bambino di esprimere le

proprie capacità • saper leggere e accogliere le “risposte”che i bambini restituiscono.

EDUCATRICE

Il ruolo dell’educatrice si caratterizza come:

• competenza nella cura del bambino sul piano psicologico, pedagogico e sul piano del suo benessere fisico, capace di proporre in forma intenzionale esperienze a sostegno della crescita

• sostegno, riferimento ed ascolto dei genitori, mediatore di relazione fra adulti • impegno nel condividere collegialmente le linee educative e gli obiettivi

formativi pensati per i bambini.

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LE SCELTE EDUCATIVE DEL NIDO PER RISPONDERE AI BISOGNI DEL/DELLA

BAMBINO/A

Per poter corrispondere in modo adeguato ai bisogni che i bambini esprimono riteniamo essenziale prestare attenzione a:

- le routines : - sono momenti strutturati e strutturanti per la relazione adulto-bambino, che

scandiscono la giornata, rispettosi dei tempi e delle competenze del bambino. Le routines sono importanti perché rappresentano momenti prevedibili e familiari, momenti che, giorno dopo giorno, diventano abitudini consolidate e che, pertanto, offrono sicurezza al bambino.

- le figure di riferimento, come “base sicura”.

E’ importante che il bambino ritrovi le stesse persone nella sua quotidianità, specialmente nei momenti di routines; ciò lo aiuta a consolidare le proprie sicurezze e a rafforzare la propria autostima.

- l’organizzazione degli spazi.

La stanza di riferimento rappresenta il primo luogo all’interno del nido dove il bambino matura il senso di appartenenza del suo essere al nido. Lo spazio deve circondare, deve essere leggibile, luogo del piacere, dello sperimentare, dello stare assieme in modo rilassante, comunicando e stimolando l’attivazione di ricordi. Le altre stanze sono riconosciute dal bambino per gli scambi e le relazioni che avvengono tra adulti e bambini, tra bambini e bambini, e che ricordano luoghi familiari.

Le premesse pedagogiche di nostro riferimento, a cui fanno seguito scelte educative specifiche, fanno riferimento a: Lo stare bene

Al nido è importante che il bambino venga accolto nella sua interezza, rispettando, quindi, i suoi affetti familiari, le esperienze personali e la sua identità. Nel momento dell’accoglienza il bambino deve ricevere attenzione e aiuto dall’educatore che dà significato positivo alle sue emozioni, in particolare nel distacco quotidiano dal genitore. Il sentirsi accolto fin dal primo momento è garanzia per proseguire serenamente la giornata.

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L’educatore deve saper trasmettere al bambino la sensazione che può trascorrere la giornata lontano dai suoi affetti familiari tranquillamente e serenamente. Uno strumento che aiuta in ciò è il “libretto della famiglia”, dove sono rappresentate le persone, le situazioni e gli oggetti a lui più cari, che, ripercorrendoli e narrandoli, restituiscono al bambino la presenza dei suoi affetti. Ad ogni bambino viene poi offerto uno spazio personale, rappresentato dall’ armadietto, dal lettino, dal posto a tavola, rispettando il suo agire ed il suo interesse spontaneo nel rapporto amicale con i propri compagni. L’identità

Il nido sostiene il processo di costruzione dell’identità individuale progettando esperienze significative ed adeguate all’età, utilizzando i vari linguaggi (corporeo, espressivo, motorio, sensoriale, affettivo, emotivo e creativo) come tramite per riconoscersi ed entrare in relazione con gli altri. La strada della costruzione della propria identità accompagna quindi il bambino durante tutta la frequenza al nido. L’educatore in ciò assume l’importante funzione di orientare le esperienze che il bambino va costantemente a costruire nel gioco, nelle relazioni, nello spazio. L’autonomia

E’ un punto cardine per la costruzione della propria identità. Pensiamo all’autonomia non solo come capacità di movimento e di soddisfazione dei propri bisogni fisici, bensì come capacità di relazionarsi con gli adulti e con i compagni, come capacità di scegliere, capacità di pensiero, di avere le proprie idee sulle cose, capacità di condividere e, soprattutto, capacità di saper affrontare le piccole difficoltà con adeguati comportamenti. L’educatore, a riguardo, assume fondamentale importanza ponendosi nella giusta vicinanza o distanza nella relazione con ogni singolo bambino, per consentirgli, giorno dopo giorno, di sperimentarsi e quindi di riconoscersi. L’autostima

E’ un sentimento molto importante che nasce in tenera età con le prime esperienze positive o negative e in relazione alle risposte che l’adulto dà al bambino. E’ attraverso questo sentimento che il bambino dà valore a se stesso e alla realtà che lo circonda.

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L’adulto pertanto deve essere attento a sostenere il processo di crescita dell’autostima proponendo al bambino esperienze comprensibili e semplici, che sappia affrontare senza dover gestire livelli di frustrazione troppo elevati. La realtà per lui deve essere chiara, facilmente leggibile e prevedibile.

L’educare

Riteniamo pertanto che riconoscere il bambino nella sua identità e unicità, significa conoscere, accogliere e rispettare la sua individualità, la sua storia personale e la sua cultura di appartenenza. Ogni famiglia ha una storia unica, diversa dalle altre: quando un bambino entra al nido porta con sé questa storia e il suo bagaglio di esperienze. L’educare parte dalla competenza nel saper leggere i bisogni cognitivi, psicomotori e relazionali dei bambini, nel conoscere le diverse fasi dello sviluppo e nel saper organizzare interventi adeguati. Educare è proporre in forma intenzionale esperienze formative sul piano emotivo e psicologico, strutturando attività guidate e libere, modificando spazi, proposte e materiali per sostenere la crescita e l’apprendimento. L’osservazione Lo strumento principale che ci permette di leggere i bisogni e le competenze del bambino è l’osservazione. I vari strumenti di osservazione a disposizione contribuiscono a qualificare maggiormente l’intervento educativo. L’osservazione è una costante metodologica del nostro lavoro. Ci sono dei momenti in cui questa modalità viene usata con maggiore intenzionalità e progettualità, definendo cosa, come e quando osservare. Durante l’inserimento, per esempio, si osservano e poi si annotano su un apposito quaderno note sul comportamento del bambino: stili di relazione con il genitore, strategie di distacco, rapporto con l’educatore, con l’ambiente e con gli altri bambini, modalità di ricongiungimento con le figure primarie. In questo caso lo strumento privilegiato d’osservazione è il metodo “carta e penna”. In situazioni particolari si usano altri strumenti quali le “Tabelle di Beller”, il “Profilo Socio-Affettivo”, la videoregistrazione. Attraverso l’elaborazione delle informazioni raccolte, possiamo meglio organizzare i contesti e le esperienze che consentono al bambino di esprimersi e di sperimentare, partendo dalle proprie capacità.

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L’INSERIMENTO

L’inserimento del bambino al nido è un momento estremamente delicato, ricco di attese e preoccupazioni. Le emozioni si mescolano alla curiosità verso gli altri bambini, verso l’educatrice e l’ambiente che lo circonda. L’inserimento è l’inizio di un percorso di crescita, da condividere insieme, in un luogo dove adulti e bambini vivono con piacere. Durante i primi giorni di frequenza è importante che un genitore (o una persona conosciuta dal bambino) sia presente, affinché il distacco sia graduale. Questa gradualità è necessaria perché il bambino vive per la prima volta l’esperienza della separazione e, quindi, deve sentirsi accettato e riconosciuto dalle nuove persone che lo accolgono e, soprattutto, compreso nella difficoltà che sta affrontando. Ogni bimbo ha bisogno di procedere a piccoli passi, senza sentirsi a disagio nella nuova realtà. Dopo i primi giorni la permanenza al nido del bambino aumenta e gradualmente si comincia a sperimentare l’uscita del genitore dalla sezione. Sia il bambino che il genitore sono sostenuti dagli educatori a vivere serenamente questa prima separazione. L’educatrice comincia così a far conoscere al bambino spazi, materiali, altri bambini, altri adulti, contribuendo a far nascere in lui un sentimento di fiducia e di nuovo attaccamento. Sempre nel rispetto dei tempi del singolo bambino, durante le prime due settimane di ambientamento si prevedono i momenti del pasto e del sonno. Si valuteranno congiuntamente con il genitore eventuali necessità del bambino rispetto ai tempi d’inserimento proposti. All’interno del nido è a disposizione uno spazio per accogliere i genitori nei momenti della loro uscita dalle sezioni. In questo spazio si dà modo ai genitori di esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni nel lasciare il proprio bambino e si pongono le basi per costruire un rapporto di fiducia nei confronti degli educatori. La coordinatrice interna è presente con loro per uno scambio comune su impressioni e sensazioni attorno all’esperienza che stanno vivendo. Spesso sono presenti genitori che hanno già vissuto questa esperienza di separazione: questi, attraverso la loro testimonianza, riescono a trasmettere tranquillità e fiducia a chi per la prima volta si trova coinvolto. La coordinatrice si propone anche da tramite per fornire informazioni sull’andamento dell’inserimento.

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A settembre, o quando all’interno del nido vi sono nuovi inserimenti nelle sezioni con bambini già frequentanti, l’inserimento dei nuovi bambini è organizzato nel seguente modo: � i bambini sono accolti alle ore 10.00 nelle stanze di loro riferimento; � i genitori rimangono insieme ai bambini nelle sezioni per un’ora. Rivestono grande importanza gli atteggiamenti ed i comportamenti che gli adulti, educatore e genitore insieme, mettono in atto per trasmettere sicurezza e fiducia al bambino. I ruoli da assumere possono essere così sintetizzati. Il ruolo del genitore Il genitore concorda con l’educatrice l’atteggiamento da assumere durante i primi giorni di permanenza al nido. Per prima cosa, è importante essere puntuali per cominciare insieme la giornata. Al genitore si consiglia di stare il più possibile seduto e parlare a bassa voce, per non trasmettere al bambino una sensazione di provvisorietà e confusione. Si consiglia anche di sostenere sempre con lo sguardo il proprio bambino mentre esplora l’ambiente, per non dare allo stesso l’idea di non essere visto. L’atteggiamento da adottare al momento del distacco viene concordato con l’educatrice, la quale, osservando le modalità messe in atto dal bambino, indirizza il genitore sul da farsi. Il ruolo dell’educatrice L’educatrice si propone come figura di riferimento sia per il bambino che per il genitore. Garantisce la sua presenza costante per tutto il periodo dell’inserimento. Predispone tutto il necessario in modo da offrire stabilità della sua presenza fisica e della relazione. Osserva il bambino per cogliere le sue abitudini, i suoi ritmi e le sue modalità di rapportarsi con il genitore. Valuta il momento opportuno per invitare il genitore a staccarsi dal bambino. Sostiene e agevola il momento del distacco.

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L’articolazione dell’inserimento

I SETTIMANA

I

GRUPPO

LUNEDI’

MARTEDI’

MERCOLEDI’

GIOVEDI’

VENERDI’

ORARIO

DI

FREQUEN

ZA

dalle 8.30 alle 9.30

dalle 8.30 alle 9.30

dalle 8.30 alle 9.30

dalle 8.30 alle 9.30

dalle 8.30 alle 9.45

II

GRUPPO

LUNEDI’

MARTEDI’

MERCOLEDI’

GIOVEDI’

VENERDI’

ORARIO

DI

FREQUEN

ZA

dalle 10.00 alle 11.00

dalle 10.00 alle 11.00

dalle 10.00 alle

11.00

dalle 10.00 alle 11.00

dalle 10.00 alle 11.30

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II SETTIMANA

I

GRUPPO

LUNEDI’

MARTEDI’

MERCOLEDI’

GIOVEDI’

VENERDI’

ORARIO

DI

FREQUEN

ZA

dalle 8.30

e gradatamente

fino al risveglio

dalle 8.30

e gradatamente

fino al risveglio

dalle 8.30

e gradatamente

fino al risveglio

dalle 8.30

e gradatament

e fino al risveglio

dalle 8.30

e gradatament

e fino al risveglio

II

GRUPPO

LUNEDI’

MARTEDI’

MERCOLEDI’

GIOVEDI’

VENERDI’

ORARIO

DI

FREQUEN

ZA

Dalle 9.30 e

gradatamente fino al

risveglio

Dalle 9.30 e

gradatamente fino al

risveglio

Dalle 9.30 e

gradatamente fino al

risveglio

Dalle 9.30 e gradatament

e fino al risveglio

Dalle 9.30 e gradatament

e fino al risveglio

III SETTIMANA

I e II

GRUPPO

LUNEDI’

MARTEDI’

MERCOLEDI’

GIOVEDI’

VENERDI’

ORARIO

DI

FREQUEN

ZA

dalle 8.30

fino al risveglio

dalle 8.30 alle 15.30

- dalle 7.15 per

chi ha l’anticipo

- dalle 8.30 per chi l’orario

normale alle 15.30

Orario

completo di frequenza richiesto

Orario

completo di frequenza richiesto

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I TEMPI DELLA GIORNATA E LE ROUTINES AL NIDO

La giornata del bambino al nido d’infanzia è articolata in più momenti. Le routines sono le situazioni che si ripetono tutti i giorni, secondo modalità e tempi uniformi, che consentono al bambino di orientarsi rispetto allo svolgimento della giornata: “ciò che accade adesso, si ripeterà”. Queste prevedibilità aiutano il bambino a costruire una sua rappresentazione della realtà all’interno della quale si possono definire relazioni ed attaccamenti affettivi stabili con gli adulti e gli altri bambini. I momenti dell’accoglienza al mattino, del ricongiungimento alla sera, del cambio, dello spuntino a metà mattino, del pranzo, del sonno, della merenda, sono contenitori temporali caratterizzati da contenuti conosciuti che rimandano ai significati citati. Altri tempi sono definiti nella loro cornice ma non in quel che accade in essi. Il momento del gioco libero, che avviene in spazi opportunamente organizzati, consente al bambino di muoversi liberamente, di esplorare materiali nuovi, di scegliere con chi giocare e quindi di costruire la sua autonomia e la propria capacità di esplorazione. Il momento del gioco strutturato, progettato dalle educatrici con costanza e sistematicità, consente al bambino di maturare nuove competenze nella direzione pensata dall’adulto e utili alla sua crescita affettiva e cognitiva.

I diversi significati della giornata educativa

L’accoglienza

Per il bambino è il momento del distacco dal genitore ed il passaggio tra l’ambiente casa e l’ambiente nido. E’ un momento carico di sensazioni ed emozioni che richiedono al bambino una complessa elaborazione interna che gli consente di saper affrontare il passaggio da una situazione (la casa) all’altra (il nido). Acquista pertanto importanza la ritualità, che favorisce l’aspetto del trovarsi e ri-trovarsi:

- ritrovare lo stesso spazio, seppur diverso da quello di casa - ritrovare un gruppo di bambini e di adulti già conosciuti - ritrovare le stesse modalità di relazione tra genitori, educatrici, bambini …

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Ciò aiuta il bambino a darsi la misura del tempo, della lontananza, della gioia della scoperta e ad infondergli sicurezza. Un orsetto, una copertina, un giochino, ecc., portato da casa, può rappresentare un legame simbolico, un filo di collegamento, tra ciò che si è momentaneamente lasciato e ciò che si ritrova. Nel corso della giornata questo “ oggetto transizionale” potrà ravvivare un legame ed una rappresentazione, soprattutto nei piccoli momenti di nostalgia, di ciò che non è presente ma sempre esiste. Il ricongiungimento La “fatica” del passaggio da una situazione all’altra si ripropone anche in questo momento. Al mattino è più il genitore che modula i tempi e i modi del distacco; nel ricongiungimento è più il bambino il protagonista attivo. C’è il bambino che abbandona immediatamente ciò che sta facendo per correre incontro al genitore; c’è il bambino che ha bisogno di un po’ di tempo per salutare e mostrare alla mamma o al papà le cose fatte e le esperienze vissute o per giocare con lui prima di andare via. Questi diversi modi sono tutti da assecondare in quanto anche il bambino esprime il proprio specifico modo di caratterizzare le relazioni. E’ l’educatrice che, conoscendo i diversi stili, accompagnerà queste differenze in modo adeguato e personalizzato, per accogliere mamma e/o papà. Il pranzo – lo spuntino – la merenda

Il cibo consumato al nido è ricco di molteplici significati: innanzitutto la necessità e il piacere di nutrirsi, poi la gioia di stare assieme e di condividere questi momenti importanti. Il bambino assapora il cibo con tutti i sensi, gusta anche con gli occhi, il naso, le mani, mangiando “colori – odori – sapori”. Cresce man mano in lui la capacità di esprimere le proprie preferenze e di autoregolarsi sulla quantità di cibo e, piano piano, con l’aiuto dell’educatrice, si lascia tentare anche da nuovi sapori. Le prime resistenze potranno via via essere superate, lasciando il posto a nuove disponibilità. Il cibarsi è anche un’esperienza senso-motoria importante: il bambino manipolando il cibo raffina la sua sensorialità, sviluppando, nel contempo, abilità di fine motricità.

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I momenti della consumazione dei pasti rappresentano inoltre un’esperienza sociale preziosa: mentre si mangia si conversa, si comunicano le proprie sensazioni (“è buono”…”non mi piace”…”non ne voglio più”…”ancora”…), si condivide, si imita l’altro, ci si aiuta a vicenda: cresce così la relazione con gli amici attraverso gli sguardi, i sorrisi, le parole e le imitazioni delle azioni. Non manca però la relazione individualizzata dell’adulto che sostiene ed orienta ogni singolo bambino con scambi verbali, visivi, e di aiuto nell’assumere comportamenti adeguati. Oltre al pranzo, anche lo spuntino del mattino e la merenda sono momenti importanti per scandire la giornata. Ogni gruppo si ritrova al mattino, tra le 9.15 e le 9.45, per iniziare assieme la giornata, sorseggiando l’infuso, gustando la frutta di stagione, il pane tostato. Il tutto si conclude gioiosamente con il coinvolgimento di grandi e piccini in filastrocche e canzoni. La merenda segna la conclusione della giornata trascorsa al nido condivisa con gli amici del gruppo. Questo rito quotidiano aiuta il bambino a maturare la consapevolezza dell’avvicinarsi del momento in cui ci si ricongiunge con i propri familiari. La cura del corpo Il momento del cambio è importante non solo per il benessere e l’igiene personale, ma anche dal punto di vista relazionale. In questa cornice si crea una relazione affettiva molto intima, dove l’educatrice risponde al bisogno di contatto fisico del bambino con parole, sguardi, coccole. La modalità relazionale evolve man mano che il bimbo cresce e si caratterizza prevalentemente nelle azioni rivolte a sostenere l’autonomia del bambino e la scoperta del proprio corpo. Il sonno

L’andare a nanna è una vera e propria esperienza di separazione perché significa rinunciare allo stato di veglia, al proprio essere presenti dentro la quotidianità; segna il distacco dagli altri, dai giochi e dagli interessi presenti nello stato vigile. Vengono prestate molte attenzioni nel rispettare i ritmi e le abitudini di ogni bambino, facilitando così il passaggio sereno dalla realtà al mondo dei sogni e sostenendo il piacere del risveglio vicino agli amici e all’educatrice. I bambini riposano nella stanza del sonno, organizzata in forma accogliente, calda e familiare. I colori delle pareti, delle tende, delle coperte sono tenui in modo da

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invitare al rilassamento. L’arredamento è a misura di bambino. L’atmosfera è “soft”: luce soffusa, musica dolce. I più grandi sono incoraggiati a svestirsi da soli per cominciare a far loro interiorizzare i preparativi a questo momento. L’addormentamento è personalizzato e ritualizzato: il ciuccio, il peluche, il libriccino …. e tante coccole.

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Le esperienze e le proposte di gioco in relazione all’età

Al nido vengono proposte vari tipi di attività.

Esperienze di manipolazione

Le mani sono uno strumento fondamentale del bambino per conoscere il mondo, per esplorarlo e per raccontarlo. Le mani, infatti, possono parlare, comunicare, esprimere e manifestare pensieri, emozioni, ma anche produrre cose inventate, create, costruite ex novo. In particolare: Giocare con la farina Ai bambini più piccoli l’esperienza con questo materiale viene proposta sul tappeto con bacinelle rotonde, per conoscere il materiale. Il bambino ha la possibilità di sperimentare la farina, toccandola con le mani fino ad arrivare al piacere di levare scarpe e calzini per sentirla anche sui piedi. Il gioco della farina accompagna gran parte dell’esperienza al nido, arricchendosi con strumenti vari come imbuti, bottiglie, vasetti dello yogurt, sessole, cucchiai e scodelle di varie misure. Dal pavimento le vaschette si spostano sul tavolino per favorire maggiormente l’interazione tra bambini. Giocare con l’acqua E’ un gioco che evoca nei bambini ricordi affettivi, emozionali, che lo vedono protagonista ancor prima della nascita. L’acqua produce suoni e rumori: può essere calda o fredda, trasparente o colorata; può far galleggiare o mandare a fondo gli oggetti; può bagnare; il sapone la può trasformare in schiuma; può scorrere o stare ferma. I bambini più piccoli sperimentano prima di tutto la conoscenza dell’acqua ferma nel lavandino: vedono, toccano, ascoltano, assaggiano … Con l’uso di piccoli contenitori e strumenti come imbuti, vasetti, barattoli trasparenti e/o colorati, barattoli di latta, spugne, tappi di sughero, conchiglie, cannucce, il gioco assume aspetti sempre nuovi e curiosi. I bambini più piccoli sperimentano prima di tutto la conoscenza del materiale, spruzzando, spargendo, manipolando; più tardi iniziano a travasare con oggetti quali imbuti, annaffiatoi, vasetti dello yogurt. Per i bambini più grandi questo materiale informe diventa gioco simbolico quando viene usato per prendersi cura di animali e bambole e con loro interagire.

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Giocare con la pasta pane L’uso della pasta pane è molto importante proprio per le caratteristiche del materiale stesso. La pasta pane, infatti, avendo, a differenza dell’acqua, consistenza, piace molto perché dà sicurezza ai bambini. Nel gioco è manipolata con le mani, assaggiata con la bocca, colorata con il cacao, con gli sciroppi, con i colori alimentari; può diventare “la pizza”, “gli gnocchi”, “la torta”; può essere cucinata, tagliata, arrotolata e con gli stampini assumere varie forme. Il gioco evoca le proprie esperienze emotive, rimandando il pensiero del bambino a quello che accade nella propria casa. Giocare con gli impasti vegetali e gli sciroppi Giocare con gli impasti vegetali è per il bambino un’importante esperienza affettiva. Il primo uso che i bambini fanno di questi materiali è il toccarli, assaggiarli, guardarli, annusarli, spalmarli sul proprio corpo. Il bambino al nido può giocare con il verde degli spinaci, il giallo delle carote, l’arancione della zucca, il rosso delle rape, il marrone del cacao, il bianco morbido della schiuma da barba, i profumi dolci degli sciroppi di amarena e di menta, sperimentando il piacere di lasciare tracce. Giocare con materiali naturali e destrutturati Manipolando i materiali naturali (sabbia, foglie, legnetti, cortecce, sassi, terra, creta, neve, pigne, carta, cartone …) i bambini conoscono e sperimentano le diverse caratteristiche dei materiali stessi. Il duro, il morbido, il freddo, il caldo, il pesante, il leggero, il friabile, il compatto, il bagnato, l’asciutto … diventano così conoscenze e saperi dei bambini e base per dare forma e struttura alle loro idee e ai loro primi “piccoli progetti”. I materiali si trasformano per i bambini in case, letti, cibo, tane e diventano quindi occasioni preziose per dar forma ai primi giochi simbolici. Questo materiale offre poi l’opportunità di essere in rapporto diretto con la natura e i suoi elementi. Giocare con il colore Nel laboratorio di pittura i bambini hanno la possibilità di giocare con i colori digitali atossici, le matite, i gessetti, i colori a cera, utilizzando, oltre al proprio corpo, strumenti come pennelli di varie forme e misure, spugne, spazzolini, spatole, rulli, macchinine, carte colorate ruvide, trasparenti, in modo da poter caratterizzare sempre in modo diverso i loro prodotti.

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Esperienze cognitive.

Nel viaggio di esplorazione e conoscenza della realtà, l’incontro con il mondo degli oggetti è pensato e strutturato in tre momenti e modi diversi, in base all’età dei bambini: nel primo anno con il cestino dei tesori, nel secondo anno con il gioco euristico, nel terzo con il gioco della costruzione con la colla. Il cestino dei tesori E’ sempre presente nel salone dei piccoli ed è proposto dall’educatrice in alcuni momenti della giornata. Contiene vari oggetti (non giocattoli) che sono presenti nei contesti conosciuti al bambino. Gli oggetti sono scelti con cura per suscitare curiosità, interesse, scoperta, conoscenza. Manipolando, osservando, mettendo in bocca gli oggetti, i bambini fanno scoperte importanti: il peso, le dimensioni, le forme, la consistenza, il rumore. Afferrare, succhiare, scuotere, battere, lasciar cadere, scegliere alcuni oggetti e scartarne altri, sono azioni che portano i bambini a saper misurarsi con le cose. Il gioco euristico Il termine “euristico” significa “riuscire a scoprire”. E’ un gioco caratteristico del secondo anno. Attraverso di esso i bambini capiscono che gli oggetti hanno una loro funzione e scoprono la tridimensionalità della realtà. Gli oggetti ed i materiali usati sono quelli già conosciuti attraverso il cestino dei tesori: tappi di sughero, scatole di varie dimensioni, contenitori di latta, catenelle, bigodini, anelli, “mollette”, nastri, corde, pon pon di lana, rotoli di cartone, fusi … I bambini giocano, scoprendo i materiali, senza l’aiuto dell’adulto: è il materiale che consente di portare avanti le loro esplorazioni.

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La costruzione con la colla Dopo aver conosciuto l’oggetto, averne imparato le funzioni, le proprietà e le caratteristiche attraverso il cestino dei tesori ed il gioco euristico, nel terzo anno i bambini hanno la possibilità di realizzare i propri progetti usando gli stessi materiali. E’ così che nasce la costruzione con la colla. Le scatoline diventano casette, trenini, torri, macchinine; i tappi di sughero e i bastoncini del gelato diventano torri, candeline, ruote; le carte colorate, la pasta, i pezzi di stoffa, le conchiglie … abbelliscono e la colla dà stabilità, rendendo duraturo nel tempo il prodotto del bambino, permettendogli di guardarlo e riguardarlo anche dopo diversi giorni.

Esperienze psicomotorie.

Anche il gioco psicomotorio accompagna i bambini durante tutta la loro frequenza al nido. Il corpo infatti rappresenta il primo strumento di conoscenza e di relazione che i bambini utilizzano fin dalla nascita. Attraverso il corpo i piccoli ricevono ed inviano messaggi, percepiscono il mondo esterno, passano progressivamente dall’indipendenza all’autonomia, esprimono i loro bisogni, le emozioni e i sentimenti. Il movimento è quindi strumento di conoscenza, di comunicazione, di ricerca attiva di adattamento. Al nido si propongono prevalentemente giochi senso motori di equilibrio/disequilibrio, scivolamento, dondolamento, caduta in uno spazio a misura di bambino e in assoluta sicurezza.

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L’attività motoria spontanea del bambino è caratterizzata dalla ricerca continua di contrasti: equilibrio – caduta, apparire – scomparire, salire – scendere, entrare – uscire, distruggere – costruire, aprire – chiudere, riempire – vuotare, esplorare – “nidificare”. Nello spazio organizzato a questo scopo viene consentita al bambino la ricerca attiva e condivisa di tutte queste esperienze e sostenuta la loro interiorizzazione.

Il gioco simbolico

Il gioco di finzione è la forma tipica che i bambini utilizzano per costruire una loro visione della realtà e per comunicare con gli altri.

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Il gioco simbolico consente al bambino di agire “come se”, di simulare azioni che derivano dal reale, diventandone padrone e sviluppando la capacità di rappresentazione mentale: fare la spesa, preparare il pranzo, lavare i panni … Vengono raggiunti così importanti obiettivi sul piano affettivo/relazionale, e sul piano cognitivo. Il bambino impara a proporsi liberamente nell’ambiente e con i coetanei; impara, giocando, ad avvicinarsi al mondo degli adulti, a dare un senso a se stesso ed alla realtà, modificandola. Il gioco simbolico ha inoltre in sé un senso sociale, coinvolgendo i bambini tra di loro e con gli adulti. Nel nido sono allestiti appositi spazi per consentire queste forme di gioco: l’angolo della casetta, l’angolo del travestimento, le piste delle macchinine, le tane degli animali.

Lettura e narrazione

All’interno del nido c’è uno spazio speciale dedicato ai libri, alle immagini, ai piccoli racconti e alle storie. È una piccola stanza, non a caso situata in una zona del nido tranquilla e silenziosa, organizzata con un tavolino, delle sedie, un grande tappeto con i cuscini, una libreria, dei grandi libroni. Per i bambini più piccoli la scelta cade sui libri sensoriali: grandi, con immagini semplici, costruiti con materiali che interessano i sensi del bambino (stoffa, plastica, cartone e così via): materiali che consentono di essere manipolati, annusati, portati alla bocca. Per i bambini più grandicelli la programmazione e l’organizzazione dell’esperienza di lettura sono basate su scelte di libri con testi brevi, illustrazioni molto chiare, con colori vivaci, contenenti storie assai semplici riferibili a situazioni elementari e ad oggetti che rientrano nella quotidianità della vita, capaci di attirare l’interesse e la curiosità.

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Per i bambini “grandi” nella scelta dei libri si privilegiano soprattutto pubblicazioni che riguardano l’ambiente, la natura, i personaggi della famiglia, che raccontano storie in cui il bambino si può identificare, che rimandano a valori come l’ affettività e l’amicizia, che lo introducono a luoghi e modi di vivere diversi da quelli familiari. Attraverso la storia animata il bambino diventa lui stesso protagonista. Con questa esperienza si favorisce l’espressione delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, costruendo i primi processi comunicativi. Prima ancora dei messaggi verbali, il rapporto che si stabilisce tra educatrice e bambino è innanzitutto rappresentato dal contatto fisico, tanto più intenso quanto più “l’ascoltatore” è piccolo: è in questo modo che la lettura è percepita come un momento di rapporto privilegiato, fonte di piacere, di attenzione e rassicurazione. L’educatore contribuisce a creare e mantenere un’atmosfera di calma e serenità usando un tono di voce affettuoso ed espressivo, rendendo così questa esperienza piacevole e desiderata. Il libro è presente comunque in ogni stanza, a disposizione del bambino; accompagna inoltre il bambino stesso nei vari momenti di routines, raccontandone le emozioni e dando la possibilità di riconoscerle come proprie. Anche per questo durante la permanenza del bambino al nido i genitori hanno l’opportunità di preparare ”il libretto della famiglia” per il proprio figlio dove mamma, papà, nonni, zii…..sono presenti e vicini tramite le immagini.

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GLI SPAZI

“L’essere umano per esprimersi, ha bisogno di uno spazio ben organizzato” Lo spazio opportunamente organizzato favorisce nel bambino il fare da solo, sperimentare e iniziare a costruire la propria autonomia, facendo esperienze in un ambiente intimo, pulito, sicuro con precisi punti di riferimento. Lo spazio che crea occasioni di relazione e di conoscenza è quindi una delle condizioni portanti per l’apprendimento. Gli spazi sono “luoghi” mentali, emotivi, affettivi, territori di vita … Il gruppo di lavoro pensa e crea angoli e “centri di interesse” dove la piacevolezza dello stare insieme dia un senso di accoglienza e familiarità, dove tutti possano sentirsi a casa. Gli ambienti raccolti e organizzati con materiali pensati e finalizzati inducono al rilassamento e alla concentrazione; sono predisposti al fine di facilitare l’incontro di ogni bambino con l’educatore e i materiali; offrono un senso di continuità e di flessibilità, sostenendo una prevedibilità che dà al bambino la possibilità di cogliere il senso della giornata educativa. L’ingresso L’ ingresso, con divano, piante e quadri alle pareti, fasciatoio, con appesa alla parete una sequenza di immagini che evocano relazioni (orsetto bruno che riabbraccia la mamma), offre un ambiente familiare e svolge una funzione di accoglienza per bambini e genitori. L’ingresso è il primo luogo di passaggio fra casa e nido. La presenza di sacchetti personali per le sovra-scarpe, di armadietti personalizzati con fotografia, di attaccapanni, di foto di bambini e di adulti del nido, rafforza il senso di identità e di appartenenza di chi in quel luogo vi “abita”. Nella zona del corridoio d’ingresso ci sono alcune bacheche riservate alle informazioni per gli adulti: menù settimanale, verbali del Comitato di gestione e dell’Assemblea dei genitori, iniziative dell’ASIF e del territorio. Una bacheca è riservata alle fotografie del personale per dare modo al bambino e al genitore di conoscere tutto il Gruppo di lavoro. Lo spazio riservato all’ingresso dei piccoli è stato pensato in forma più intima e raccolta con un accesso diretto alla stanza di riferimento. Lo spazio dei piccoli

Lo spazio dei piccoli è organizzato in cinque ambienti:

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Bagno Saletta da pranzo Stanza sonno Salone Stanza del vetro Il bagno E’ allestito con fasciatoi, lavarina, lavandini a canale a misura di bambino (con specchietti), attaccapanni e uno specchio rotondo sopra il fasciatoio per dar modo al bambino di vedere cosa fa l’adulto e giocare con la propria immagine. La saletta da pranzo. E’ allestita con tavoli a semicerchio con seggioloni che favoriscono la relazione e “lo stare insieme” tra educatrice e bambino, un mobile per le stoviglie e i generi alimentari, sedie basse. Stanza del sonno. Troviamo lettini bassi per garantire sicurezza e autonomia, mobili porta - biancheria, l’angolo morbido con mobiles dove il bambino prima di andare nel lettino può rilassarsi e prepararsi al momento del sonno, il cesto con orsetti e oggetti personali. Le stanze di riferimento sono il salone e la stanza del vetro. Il salone. E’ organizzato con percorsi sensoriali, mobili primi passi e zone morbide che favoriscono il rilassamento e i contatti corporei dei bambini tra di loro e con l’adulto. In questa zona, chiamata angolo morbido, c’è un grande specchio dove il bambino può giocare, riconoscere la propria immagine e riconoscersi, il tappeto morbido, un “bacone”, cuscini, peluches, bambole di stoffa. Nella stanza ci sono vari tappeti e cuscini, sostegni fissati al muro, mobili primi passi che aiutano il bambino ad alzarsi favorendo così la scoperta della dimensione verticale. Sul tappeto l’educatore propone varie esperienze di gioco come: il cestino del tesoro, il gioco euristico, i giochi sonori e sensoriali. I percorsi sensoriali, orizzontali e verticali, realizzati assemblando materiali diversi (tappi di sughero e di metallo, granaglie, spugne, conchiglie, ecc…) sono strutturati per bambini che iniziano a camminare: favoriscono e ampliano le esperienze sensoriali e la concentrazione. Esiste inoltre un angolo cucinetta dove il bambino inizia ad avvicinarsi al gioco del “far finta di …”.

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I mobiles e le strutture aeree appese al soffitto danno al bambino piacere, soddisfazione e curiosità, sviluppano la percezione visiva con i loro movimenti di luce, i riflessi, i colori, le diverse prospettive. La stanza del vetro. E’ più piccola e raccolta; è utilizzata anche dai bambini medi e grandi all’inizio della giornata per l’accoglienza (fino alle ore 8:30) e alla fine del pomeriggio per il ricongiungimento serale (dalle 16:00 in poi) perché c’è una grande vetrata che si affaccia sul vialetto d’ingresso dalla quale i bambini possono salutare e vedere arrivare i genitori. Nella stanza c’è un piccolo angolo morbido e una casetta con un piccolo lavandino vero, una cucinetta con bottiglie trasparenti contenenti alimenti e liquidi colorati, un mobile a giorno contenente cucchiai- pentoline - piatti in plastica –bicchieri … . Di fronte c’è un tappeto per le proposte di gioco circondato da un mobile primi passi e da una pista; anche qui troviamo un angolo del pasto con tavoli e sedie.

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Lo spazio dei medi e dei grandi

Si è voluto offrire ai diversi gruppi l’opportunità di sperimentare percorsi di gioco differenziati in stanze che sono caratterizzate in modo specifico, per dar modo ai bambini di usufruire al meglio dello spazio, avendo centri di interesse diversi in ogni stanza. Le stanze di riferimento per i medi e i grandi sono state pensate in attinenza alle fasi di crescita e di gioco dei bambini. La stanza delle costruzioni. Questa stanza accoglie due gruppi di nove bambini ciascuno e rappresenta il loro riferimento stabile sia per l’accoglienza (dopo le ore 8:30) che per il momento del pasto e del ricongiungimento serale (per i bambini che escono entro le 16:00). Nell’angolo delle costruzioni c’è un tappeto con mobili bassi e aperti, nei quali sono collocati cesti contenenti materiali diversi (clipo, lego, incastri, legnetti e macro lego…) per favorire abilità logiche e costruttive. Attraverso l’assemblaggio di tanti materiali il bambino sviluppa il coordinamento occhio-mano e il controllo dei propri movimenti; costruire gli permette anche di sperimentare la tridimensionalità dello spazio. In questa stanza si trova una pista costruita con cartapesta e materiali naturali per consentire il gioco simbolico con macchinine e mezzi di locomozione; di fronte ci sono le tane, costruite con cartapesta e materiali naturali che riproducono grotte e ripari per gli animali. A disposizione, sotto, ci sono cesti di vimini con animali di tutti i tipi. In questi spazi si possono sviluppare forme di gioco esplorativo, imitativo, simbolico. Il “far finta di”, può avvenire anche in contesti richiamanti vari aspetti della vita reale (negozio, meccanico, case): ciò costituisce un’occasione importante per riecheggiare eventi dell’esperienza familiare e per sperimentarsi nei diversi ruoli attribuiti alle persone care e/o conosciute. Ciò sostiene lo sviluppo del pensiero rappresentativo e il consolidarsi di schemi d’azione conosciuti o meno. Nell’angolo del cucù, costruito da un paravento con tende fisse e mobili, il bambino può avere uno spazio isolato dagli altri, rilassarsi o fare un gioco individuale. Vicino all’ingresso si trovano dei tavoli bassi con sedie e uno scaffale a giorno con il necessario per l’apparecchiatura dei tavoli (tovaglie, bavaglini, posate, bicchieri e brocche). La stanza delle bambole. Questa stanza è di riferimento stabile per tre gruppi di nove bambini ciascuno, sia per l’accoglienza, che per il momento del pasto e del ricongiungimento serale (per i bambini che escono entro le 16:00). Al suo interno è stato strutturato un angolo casetta che permette ai bambini di:

• manipolare materiali legati all’oralità, • esercitare ruoli tipici delle figure adulte, in particolare dei genitori, • esprimere le proprie emozioni e rivivere situazioni passate ed elaborarle,

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• fare una serie di operazioni logiche legate tra loro in sequenza e consolidarne gli schemi,

• imitarsi a vicenda e concordare azioni con i compagni per arrivare a uno scopo comune.

La casetta contiene mobili a misura di bambino, veri utensili da cucina, scatole vuote di generi alimentari (riso, pasta, the, detersivo…), bottiglie trasparenti con ceci, riso, pasta. Lo spazio per il gioco con le bambole è attrezzato con divanetti e cuscini, bambole di stoffa, vestiti, coperte, lettini e passeggini. Anche in questa stanza c’è una zona pasto con tavoli bassi, sedie e scaffali a giorno con il necessario per la preparazione del tavolo. Nel corridoio di fronte alla stanza è allestito un angolo del travestimento, con un grande specchio, un mobile-armadio con veri vestiti (giacche, gonne, gilet…), scarpe, borse, occhiali, berretti, sciarpe, cinture, foulards, braccialetti, guanti... tutto a disposizione del bambino.

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La stanza della psicomotricità. Nella stanza c’è una vasca in legno foderata con gommapiuma, riempita di cuscinetti in raso a tinte tenui (confezionati con l’aiuto dei genitori), per permettere il rilassamento e per dare la possibilità di provare sensazioni di contenimento, protezione e sicurezza, per nascondere se stessi e gli oggetti. La vasca è sopra un grande tappeto morbido che ricopre tutto il pavimento della stanza per dar modo al bambino di sperimentare il movimento in piena sicurezza. Appoggiato alla parete c’è un percorso di grandi cubi in gommapiuma, accompagnato per tutta la sua lunghezza da un grande specchio. Così allestita, la stanza offre al bambino la possibilità di sperimentare il movimento del proprio corpo e il corpo in movimento, in relazione ad oggetti e a compagni. Nel corridoio di accesso alla stanza c’è un percorso per il grande movimento, formato da blocchi psicomotori quali scalette, rulli, colline e scivoli. La stanza del libro e del gioco euristico. In questa stanza ci sono: un tavolo con sedie, un divano, poltroncine per i bambini e un mobile a giorno con i libri a disposizione del bambino, un grande tappeto appoggiato alla parete a cui sono appese le sacche contenenti i materiali per il “gioco euristico”. In questa stanza i bambini vengono anche accompagnati dall’educatore alla scoperta del libro, in maniera autonoma e non.

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I laboratori.

L’esperienza maturata e gli anni di formazione hanno fatto riflettere il Gruppo di lavoro sull’importanza di allestire laboratori per dare al bambino più occasioni di sperimentare sensazioni tattili arricchenti. Nel laboratorio della manipolazione i materiali sono in vista e a portata del bambino per stimolarlo a scegliere e sperimentare da solo. In questa stanza si trovano dei grandi tavoli bassi e mobili a giorno contenenti scatole trasparenti con dentro una grande quantità di materiali naturali e non (legnetti di varie misure, animali, omini, sassi di varie misure, conchiglie, ruspette, macchinine e vasche con sabbia e farina), vaschette contenenti materiali per il gioco del travaso, per la sperimentazione dei materiali e per il primo approccio con sabbia, farina e pasta pane (cucchiai, mestoli, mattarelli, formine, contenitori trasparenti di varie misure, imbuti, bottiglie trasparenti, mulini...). Nel laboratorio del colore ci sono tavoli e mobili a giorno con l’occorrente per la pittura e il segno grafico: pennelli, spatole, rulli, spugne, cannucce, colori digitali (tinte fondamentali), pastelli a cera, grembiuli, gessi colorati e carta di vari tipi. Sono messi a disposizione vari materiali naturali e non per impasti e pittura vegetale: farina, olio, sale, acqua, cacao, verdure frullate, sciroppi, colori per dolci, schiuma da barba, zucchero. Si aggiungono materiali per l’assemblaggio con la colla (semi, sassi, bottoni, pigne, foglie secche, conchiglie, tappi in sughero, cannucce, stoffe, pelli, colla e pennelli). Le stanze del sonno.

Il sonno dei bambini si svolge in ambienti appositamente organizzati allo scopo. In ogni stanza ci sono lettini impilabili, in legno, con materasso in gomma piuma e relativi sacchi a pelo in cotone trapuntato. Ogni lettino è personalizzato con foto del momento del sonno di ogni bambino. I lettini sono disposti in modo che ognuno sia a contatto con qualcosa di stabile-sicuro (parete, mobile, altro letto) per dare al bambino maggiore sicurezza nel momento dell’addormentamento. In ogni stanza ci sono dei cesti con oggetti personali o/e libretti per la lettura di immagini da usare prima e dopo il sonno. Vi è inoltre un mobile contenente pannolini e biancheria e, sopra questo, contenitori con ciucci, lettore cd per l’ascolto di musica rilassante durante l’addormentamento. Dalle finestre filtra una luce blu per creare un’atmosfera piacevole; su altre finestre ci sono delle tende oscuranti. Sulle pareti e sul soffitto sono attaccate stelline che si illuminano con il buio e, appesi in prossimità delle finestre, vi sono dei mobiles che riflettono la luce nelle loro parti iridescenti. Per gli adulti ci sono poltrone o divani che sono usufruiti per la sorveglianza dei bambini durante il sonno.

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I bagni.

Il bagno dei grandi è diviso in due spazi diversi ed è utilizzato da quattro gruppi in momenti diversi della giornata. In ciascun spazio ci sono lavandini con specchi, fasciatoio e, nella parti utilizzate dai più grandi, anche dei piccoli water; sulla parete ci sono dei ganci per gli asciugamani dei bambini con foto di riconoscimento. In alto vi sono mensole con materiali suddivisi in diverse scatole per il gioco dell’ acqua (tappi, bottiglie trasparenti e non), bambole, contenitori e cannucce di varie misure, saponette, materiali che galleggiano e non (tappi di sughero, legnetti, sassi, conchiglie). Sulle altre mensole sono disposti cestini contenenti il necessario per la cura del corpo e le scatole personali contenenti il cambio di ogni bambino. Nel bagno, inoltre, le zone sono racchiuse da due cancelletti di legno in tinte tenui. Vi è un altro bagno vicino alla stanza del sonno. Gli spazi di servizio.

La zona dei servizi comprende la cucina, la dispensa, la lavanderia, il guardaroba, lo spogliatoio e i bagni per gli adulti. Questa zona è dislocata in una parte specifica del nido, per non creare interferenze con la parte educativa. In quest’ area del nido c’è anche la sala riunioni, in cui si svolge il pranzo degli adulti. Al suo interno sono strutturati uno spazio-ufficio e uno spazio per i colloqui con i genitori. E’ qui che il Gruppo di lavoro del nido s’incontra per programmare l’organizzazione del servizio e per adottare le scelte educative ritenute più adeguate per i bambini e le famiglie. Il giardino.

Il benessere dei bambini si realizza attraverso l’attenzione particolare dedicata agli spazi e alle zone-gioco all’interno del nido, ma anche attraverso un contatto quotidiano con la natura. Il giardino è un contesto che, opportunamente utilizzato, consente al bambino di fare esperienze sensoriali, emozionali e di motricità globale molto importanti, potendo così esprimere in modo adeguato la propria energia interna. A tale scopo il giardino è attrezzato con scivolo, trenino, tunnel, casetta di legno, sabbiera con piani di legno per poter impastare la sabbia. Le zone d’ombra consentono di rilassarsi e talvolta stare a leggere in piccoli gruppi. Suddiviso in due aree pensate rispetto all’età dei bambini, il giardino circonda tutta la struttura nido.

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Lo spazio dedicato ai piccoli racchiude una terrazza che è sfruttata in primavera e in autunno; nello spazio dei più grandi viene utilizzato anche il viale e la pavimentazione che circonda tutto il nido per i tricicli, i passeggini-carriole ecc… . Nel grande spazio verde si esce tutto l’anno: l’inverno per giocare nella neve e nei mesi molto caldi per godere dell’ombra regalata dai numerosi grandi alberi.

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IL RAPPORTO NIDO - FAMIGLIA

La formazione del bambino avviene in più luoghi, nessuno dei quali è esclusivo. L’aspetto che accomuna i due diversi contesti per sostenere adeguatamente la crescita dei bambini è la coerenza delle scelte educative. E’ quindi fondamentale costruire continuità tra le esperienze che il bimbo vive in casa e le esperienze che sono offerte al nido. Uno degli obiettivi fondanti il progetto educativo del nostro nido è la costruzione di uno stretto rapporto di collaborazione con la famiglia, basato sulla reciproca fiducia, indispensabile per una vera azione educativa integrata. L’attiva partecipazione e il coinvolgimento della famiglia alla vita del nido sono le vie attraverso cui tale processo può sostanziarsi. Il nostro nido sostiene pertanto la partecipazione attiva dei genitori attraverso:

• Incontri di pre-inserimento Sono previsti due incontri di pre-inserimento: uno di gruppo e uno individuale. L’assemblea generale con i genitori dei bambini nuovi iscritti avviene solitamente nei mesi precedenti l’inserimento ed è la prima occasione di incontro tra famiglia e nido. In questa sede la coordinatrice pedagogica fornisce informazioni di carattere generale sul funzionamento del servizio. La coordinatrice interna presenta tutto il personale, la suddivisione dei gruppi di bambini con le educatrici di riferimento. Ogni gruppo poi raggiunge le proprie stanze, dove vengono date le prime informazioni relative alle modalità di svolgimento degli inserimenti, si concordano i colloqui individuali e si presentano gli spazi del nido. Il primo colloquio individuale ha l’obiettivo di raccogliere informazioni riguardanti le abitudini del bambino e le sue necessità, dando ascolto ai dubbi e alle emozioni espresse dai genitori.

• Incontri di verifica dell’inserimento Sono previsti due momenti: uno di sezione e uno individuale. L’incontro di sezione ha lo scopo di condividere le emozioni e quanto provato durante l’inserimento sia dai bambini sia dagli adulti. Si parla di come è strutturata la giornata, si fissano appuntamenti per i colloqui individuali. Nel colloquio individuale si accolgono prevalentemente le osservazioni del genitore e le sue domande. L’educatrice racconta più specificatamente del bambino e di questa sua nuova esperienza.

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• Colloqui individuali nel corso della frequenza del bambino

Oltre all’incontro di pre-inserimento e quello di verifica dell’inserimento il nido propone altri colloqui nel corso dell’anno. Oltre a questi, le educatrici sono sempre disponibili per altri colloqui, su richiesta dei genitori. I colloqui sono momenti di confronto e dialogo tra educatrici e genitori sulle modalità di crescita del bambino e sulle esperienze vissute a casa e al nido. Ci si ascolta, si scambiano informazioni, pensieri, aspettative e ci si accorda su strategie comuni d’intervento.

• Incontri di sezione Sono momenti collettivi di incontro tra educatrici e genitori della sezione di riferimento per raccontare le esperienze che i bambini fanno al nido. Sono momenti di dialogo e riflessione sulle proposte fatte ai bimbi e le motivazioni che le sottendono; sono anche momenti in cui si rinforza la conoscenza non solo tra nido e famiglia ma anche tra gli stessi genitori. Vengono, di norma, proposti due incontri di sezione all’anno.

• Serate di lavoro

Le serate di lavoro, proposte una volta all’anno, sono incontri dove assieme si costruiscono giochi e/o altri materiali per i bimbi. Questi appuntamenti più informali consentono uno scambio più amicale tra genitori e tra genitori ed educatrici, accompagnato dal piacere di realizzare assieme “qualcosa” per i bambini.

• Serate a tema

Il nido può offrire l’opportunità di incontri con la presenza di esperti per confrontarsi su tematiche educative d’interesse dei genitori.

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LA DOCUMENTAZIONE

Nel corso dell’anno educativo vengono documentate alcune esperienze o situazioni specifiche della vita del nido attraverso l’esposizione di cartelloni arricchiti di fotografie. In questo modo i genitori possono ripercorrere diversi momenti dei bambini al nido:

� momenti di gioco durante i primi giorni dell’inserimento e durante l’anno � momenti all’aria aperta nelle varie stagioni � esperienze “importanti” come la continuità con la scuola dell’infanzia o

ricorrenze particolari. Queste foto, assieme ad altre, vengono raccolte in un “diario personale” che viene consegnato ad ogni bambino alla fine del percorso al nido. Il “diario” è strumento privilegiato per permettere al bambino di ricordare, assieme ai suoi cari, la sua storia al nido. Altre esperienze vengono restituite ai genitori, negli incontri di sezione, attraverso diapositive, filmati, Power Point.

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L’ INTEGRAZIONE DEI BAMBINI

IN SITUAZIONE DI HANDICAP

Nel nido d’infanzia vengono inseriti, con diritto di precedenza rispetto agli altri, i bambini con particolari problemi di sviluppo con lo scopo di contrastare i possibili handicap che si potrebbero innescare a causa dei loro deficit. Viene offerta a questi bambini la possibilità di stare in un ambiente stimolante, poter interagire con i coetanei condividendo giochi, spazi, materiali e, soprattutto, poter avere un adulto competente nel leggere i bisogni e nel programmare gli interventi più consoni alle loro esigenze e possibilità. A riguardo le educatrici possono avvalersi di varie consulenze, dalla coordinatrice pedagogica, ai servizi socio – sanitari presenti sul territorio. L’intervento educativo si struttura a partire da un’osservazione accurata dei livelli di sviluppo del bambino, delle sue potenzialità e delle sue difficoltà. Gli interventi sono monitorati in forma condivisa: sono difatti previsti in corso d’anno degli incontri in cui sono presenti i genitori, l’educatrice di riferimento, la coordinatrice interna, la coordinatrice pedagogica e i vari specialisti che hanno in carico il bambino.

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LA CONTINUITA’ CON LA SCUOLA DELL’INFANZIA

Riflettere sul senso che può assumere la continuità tra nido d’infanzia e scuola dell’infanzia e sull’individuazione delle modalità operative che possono sorreggere questo compito educativo significa anche porre attenzione a che cosa può significare:

- la continuità per il bambino; - la continuità per i genitori; - la continuità per gli educatori.

� la continuità per il bambino E’ importante evidenziare le esperienze che il bambino ritrova in entrambi le strutture, che sono:

� le relazioni nel gruppo � le routines � il gioco

facendo emergere sia gli aspetti di familiarità sia le differenze. Per i bambini provenienti dal nido, infatti, queste esperienze che ritrovano alla scuola dell’infanzia non costituiscono dei veri e propri nuovi apprendimenti, in quanto le stesse sono caratterizzate da aspetti di familiarità e nel contempo fanno emergere differenze in cui il bambino non si riconosce.

� la continuità per i genitori

L’elemento della “differenza” è ancora più evidente sul versante dei genitori con i quali è bene confrontarsi per sottolineare l’opportunità delle stesse, in quanto legate agli stadi evolutivi del bambino. La costruzione del confronto si fonda quindi sul piano delle ragioni che motivano le scelte educative nei due contesti. Le sollecitazioni provenienti dai genitori aiutano inoltre il personale ad intraprendere processi di autovalutazione interna.

� la continuità per gli educatori

Le scelte educative che nelle due istituzioni vengono praticate si sorreggono sull’idea di bambino che il singolo educatore e l’intera istituzione ha in mente. E’ a partire da questa idea, rapportata all’età dei bambini, che scaturisce l’individuazione di bisogni, la definizione di obiettivi, la messa in atto delle condizioni che consentono il perseguimento degli stessi.

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