professione calcio - sfoglia il settimanale - anno iii n.21
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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21TRANSCRIPT
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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma
IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 21 02 giugno 2011 1€
Ora tocca a voi
Play-off e Play-out Prima e Seconda Divisione
il futuro in 90 minuti
Il 12 Giugno
le società della DCFsono chiamate a decidere il proprio futuro: Dipartimento
o Padovan?
EDITORIALEIl Dipartimento
Interregionale e i feudatari
Giacomini
LEGA PROSupercoppa Prima
DivisioneRieti/Sbaffi
LEGA PROSupercoppa
Seconda DivisioneRedazione
LNDIntervista a
Minetti presidente CRER
Grisoli
All’interno: Rubrica di Gasperini, Albese, Belluno,
Ponsacco, Orvietana, Cynthia, Battipagliese,
Noto, dal Campo al Foro, e campionato Sammarinese
Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009
Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma
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Direttore responsabileMassimiliano Giacomini
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CaporedattoreFlavio Grisoli
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RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi
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Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco
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Hanno collaborato Guido Del Re, Riccardo Morgigno , Stefano Santini
Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com
Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma
Alberto Mambelli, Benedetto Pi-
ras (Vice presidente Area Cen-
tro), Antonio Cosentino (Vice presi-
dente Area Sud). Tre uomini per due
posti. No, non mi sto sbagliando. I
posti sono, anzi potrebbero essere,
due. Uno derivante dalla trasforma-
zione del Comitato Interregionale a
Dipartimento che avverrà il 20 giu-
gno; l’altro dalla fine della Divisione
Calcio Femminile che si tramute-
rà (forse già entro la fine di questo
mese, anche lei), in Dipartimento.
Visto che il Dipartimento Interregio-
nale, come ci ha anticipato in una
precedente intervista, il presidente
Carlo Tavecchio, dipenderà a grandi
linee dalla presidenza della Lega o da
un delegato nominato dal presiden-
te, la stessa cosa dovrebbe accadere
nel Dipartimento Femminile. Siamo
sul campo delle ipotesi ma non così
fantascientifiche. Proprio per questo
i posti a disposizione per i tre vice-
presidenti diverrebbero “solo” due.
Se è vero che il posto da delegato per
l’Interregionale sembra esserselo già
aggiudicato il vicepresidente vicario
Alberto Mambelli (per buona pace di
Antonio Cosentino, che a malincuore
digerirà la nomina del suo collega),
la lotta è aperta per il posto da nu-
mero uno (ok, formalmente un dele-
gato, ma pur sempre un “capoccia”)
della nuova realtà femminile. Se è
vero come è vero, che tra poco tem-
po verrà fatta una consultazione per
un nuovo presidente dell’Area Nord
della Lega Dilettanti, posto lasciato
vacante da Vaccari, neo presidente
del Cr Veneto, ci si aspetta che l’altra
poltrona venga decisa prima di met-
tere nel calderone dei papabili un
terzo incomodo. Benedetto Piras ci
dicono non abbia velleità verso uno
dei due dipartimenti (sempre se il
femminile finisca per essere ingloba-
to alla LND), a differenza di Antonio
Cosentino. Le ombre e i dubbi sul
movimento in rosa si dipaneranno
il 12 giugno quando le società del-
la DCF saranno chiamate al voto o
con l’attuale numero uno Giancarlo
Padovan oppure unica soluzione, vi-
sto che la Federcalcio non aiuterà il
movimento neanche “una tantum”,
la Divisione diverrà Dipartimento.
A quel punto ci sarà un posto da
“delegato” per il femminile ed è lì
che si sposterà l’attenzione di tutti.
L’importante è che siano le società
del mondo femminile a scegliere, in
piena autonomia, il proprio futuro.
Se poi ci sarà una delega dalla presi-
denza della Lega Nazionale Dilettanti
anche per il Dipartimento femminile
bisognerebbe capire chi è il più adat-
to per lanciare (o rilanciare) il movi-
mento in rosa italiano. L’errore più
grave sia nell’Interregionale che nel
Femminile sarebbe quello di pensa-
re di poterne fare un proprio feudo
come alcune volte è accaduto e con-
tinua ad accadere in al-
cuni Comitati.
Se i Dipartimenti diventassero due, ci sarebbe posto per due poltrone? Attenzione ai feudatari...
Massimiliano GiacominiMassimiliano Giacomini
NUMERO 21 - 02 giugno 20112 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
T C A STattica
LEGENDA
Curiosità Approfondi-mento
Statistica
Chiusa la stagione 2010/11 con la Coppa Italia, immeri-
tatamente vinta dall’Inter su un generoso ma spreco-
ne Palermo (il vulcanico Zamparini, che ha voluto invitare a
Roma insieme a 40mila tifosi, anche il nuovo socio arabo,
ha chiamato l’Inter la “Banda Bassotti” e forse ha ragione,
ma l’esperienza dei nerazzurri è troppo superiore alla bravu-
ra dei giovani rosanero che hanno sbagliato reti incredibili,
danneggiati anche dal mediocre Morganti che finalmente,
dopo questa ultima penosa esibizione andrà in pensione
per raggiunti limiti di età), si tirano le somme della stagione
e si pensa al prossimo campionato. Si fanno sogni (tanti) con
soldi (pochi) avendo ancora davanti agli occhi lo spettacolo
del Barcellona stellare che ha fatto diventare piccina un’al-
tra stella del calcio europeo come il Manchester di mister
Ferguson. E vedendo simile spettacolo, si capisce come il
calcio italiano, con la sua gretta mentalità, stia scendendo
vertiginosamente i gradini del ranking UEFA. Se si pensa che
l’80% dei giocatori blaugrana proviene dalla famosa “Cante-
ra” dove si allevano i giovani per poi lanciarli in prima squa-
dra, non si capisce come mai in Italia, pur con tanti proclami,
si rimane sempre al palo. I risultati parlano chiaro: Spagna
su tutti e poi Inghilterra. Ci ha superati persino la Germania
e quest’anno pure il Portogallo (in finale di Europa League
con due squadre). In mezzo a tutto questo ci sono le prime
mosse di mercato delle squadre più deluse che intendono
(almeno a chiacchiere) investire per tamponare i precedenti
fallimenti. Ritorna la Nazionale, praticamente già qualificata
agli Europei e Prandelli convoca (giustamente) quasi tutti i
suoi uomini, compreso il veterano Pirlo. Infine voglio spen-
dere una parola sul Torino. Spiace vederlo cosi mal ridotto,
tanto da perdere la gara decisiva per i play-off e con la conte-
stazione sempre più virulenta dei suoi arrabbiatissimi tifosi.
Una società gloriosa guidata ormai da molti anni da dirigen-
ti incompetenti che ora se ne devono andare. Una Serie A
senza il Toro è ridotta, ma chi è causa del suo mal pianga
se stesso. Ora lottano per salire Padova, Novara, Varese e
Reggina. Domenica sera il primo atto, e sapremo qualcosa
in più. Io un’idea in testa ce l’ho già, però
me la tengo per me.
Morganti rovina il sogno al Palermo e (finalmente) se ne va in pensione. Caro Toro tutti a casa4 NUMERO 21 - 02 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Mauro Gasperini
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Padova il miracolo, Toro flop
Classifica P G V N S GF GS
Atalanta 79 42 22 13 7 61 35Siena 77 42 21 14 7 67 35
Novara 70 42 18 16 8 63 38Varese 68 42 16 20 6 51 34Padova 62 42 15 17 10 63 48Reggina 61 42 15 16 11 46 40Livorno 59 42 15 14 13 49 46Torino 58 42 15 13 14 49 48Empoli 57 42 13 18 11 46 39
Modena 55 42 12 19 11 46 51Crotone 54 42 13 15 14 45 50Vicenza 54 42 15 9 18 44 54Pescara 53 42 14 11 17 44 48
Cittadella 51 42 12 15 15 50 54Sassuolo 51 42 13 12 17 42 46Grosseto 51 42 12 15 15 43 50Ascoli-6 50 42 14 14 14 44 48
Albinoleffe 49 42 13 10 19 55 66Piacenza 46 42 11 13 18 50 63Triestina 40 42 8 16 18 34 57
Portogruaro 40 42 10 10 22 39 63Frosinone 38 42 8 14 20 46 64
42° Giornata 29/05/2011Albinoleffe-Siena 1-0Ascoli-Triestina 3-0Cittadella-Pescara 3-2Grosseto-Atalanta 1-1Livorno-Frosinone 2-1Novara-Modena 2-3Portogruaro-Crotone 2-3Sassuolo-Reggina 3-2Torino-Padova 0-2Varese-Piacenza 1-0Vicenza-Empoli 1-1
MARCATORI23 Gol: Piovaccari (Cittadella, 9r)19 Gol: Bianchi (Torino, 3r) Abbruscato (Vicenza, 2r)18 Gol: Calaiò (Siena, 4r)17 Gol: Cacia (Piacenza, 2r) Bonazzoli (Reggina, 2r) Coralli (Empoli, 4r) Bertani (Novara)15 Gol: Succi (Padova, 5r) Gonzalez (Novara)
Spareggi
Play-off semifinale (2/6-5/6)Reggina-NovaraPadova-Varese
Play-out (4/6-11/6)Piacenza-Albinoleffe
Con i verdetti già emessi in testa alla clas-
sifica, la 42esima ed ultima giornata, che
chiude il campionato di Serie bwin, è servita
però a definire le griglie di play-off e play-out.
Andiamo con ordine. L’Atalanta perde a Gros-
seto (reti di Tiribocchi e Caridi) il punto nec-
essario per suggellare con la prima posizione
un campionato esemplare che le ha regalato
la promozione, anche perché il Siena (seconda
neopromossa) cade sul terreno dell’Albinoleffe
per merito di un gol di Grossi a pochi minuti
dal termine. L’undici di Mondonico disputerà il
doppio confronto dei play-out per decidere chi
resterà nella serie cadetta contro il Piacenza,
caduto invece a Varese, grazie a un gol di Na-
darevic a tempo scaduto. Dagli spareggi retro-
cessione a quelli promozione: giornata amara
per il Torino che, superato in casa per 2-0 dal
Padova, vede sfumare la possibilità di lottare
per tornare in serie A. Doppio colpo dell’undici
di Dal Canto invece che, con i gol di Cuffa e De
Paula, conquista i tre punti play-off, dove in-
contrerà proprio il Varese. L’altra gara di post
season vedrà di fronte Reggina e Novara,
entrambe sconfitte domenica. Gli amaranto
perdono 3-2 sul campo del Sassuolo: a segno
Montiel e Viola per i reggini, Consolini e due
volte Martinetti per i modenesi. Stesso risul-
tato anche per il Novara, con l’altra modenese.
I ragazzi di Bergodi vincono in Piemonte, con
la doppietta di Mazzarani e il gol di Greco, che
rispondono alle reti azzurre di Coubronne e
Pinardi. Retrocesse già dalla scorsa settimana
in Lega Pro Triestina, Portogruaro e Frosinone
escono tutte sconfitte dall’ultimo impegno in
cadetteria. Il laziali perdono 2-1 a Livorno (Da-
nilevicius, Cellerino e autorete di Lambrughi);
la Triestina è travolta per 3-0 dall’Ascoli (doppi-
etta di Feczesin e Moretti), mentre il Portogru-
aro cede in casa al Crotone (Gerardi e Altinier
per i ragazzi di Agostinelli, Matute, Cutolo e
Curiale per i calabresi). Abbruscato e Brugman
firmano il pari tra Vicenza e Empoli, mentre il
capocannoniere Piovaccari sigla una doppietta
nel 3-2 finale del Cittadella sul Pescara (di Di
Roberto, Giacomelli e Verratti gli
altri gol).
Allenatore: Alessandro Dal Canto (Padova)
Cano(Padova)
Renzetti(Padova)
Camisa(Varese)
Cuffa(Padova)
Feczesin(Ascoli)
Grossi(Albinoleffe)
Piovaccari(Cittadella)
Regonesi(Albinoleffe)
Mazzarani(Modena)
Moretti(Ascoli)
Martinetti(Sassuolo)
Stefano Santini
7NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 7
Quattro pretendenti per un posto, quello
che garantisce il sole (e i danari) della Serie
A. Quattro mister che inseguono un sogno, o un
riscatto: Gianluca Atzori (Reggina), Attilio Tesser
(Novara), Giuseppe Sannino (Varese), Alessandro
Dal Canto (Padova). «A Torino – dichiara Atzori,
tecnico della Reggina, sicuramente una delle
note più liete di questa stagione cadetta - si è
consumato il verdetto definitivo dei play-off. Noi
al Braglia non abbiamo avuto la mentalità giusta,
peccato. Comunque ora giocheremo la prima in
casa al Granillo e dovremo cercare la vittoria, al
ritorno poi non sarà facile sul sintetico di Nova-
ra». Inoltre il tecnico ciociaro parla chiaro del suo
organico: «I diffidati sono rimasti quasi tutti a
casa. I miei giocatori devono mettercela tutta per
dimostrarmi di che pasta sono fatti. In settima-
na, in allenamento, si è respirata un’atmosfera
positiva, frutto anche della posizione che abbia-
mo conquistato in classifica, nonostante lo scet-
ticismo che ci ha accompagnato anche durante
la stagione, nonostante stessimo facendo molto
bene. Giocheremo per vincere sia all’andata che
al ritorno. Ora siamo in ballo e dobbiamo balla-
re. Proviamoci, dobbiamo provarci perché fino-
ra abbiamo fatto tanto. Arrivare quinti o sesti
era uguale». Tesser non è preoccupato del calo
fisiologico dei suoi, ma di certo non dorme son-
ni tranquilli: «Abbiamo perso contro il Modena,
abbiamo perso in casa e non ci voleva. Era una
gara che noi dovevamo provare a vincere come
abbiamo fatto, però loro avevano la testa più sca-
rica ed erano leggeri nella testa e nelle gambe.
Noi sentiamo leggermente la pressione, che sale
sempre di più, verso la semifinale contro la Reg-
gina di Bonazzoli e compagni. Contro i modenesi
non abbiamo giocato male, ma vincere ci sareb-
be valso da stimolo in più, una carica aggiuntiva
per questo finale molto bollente e faticoso». E
sulla doppia sfida con i calabresi? «Non avevamo
nessuna preferenza e chiunque capitava nei play-
off non c’era problema, noi diamo comunque tut-
to sul campo, fino alla fine. Dobbiamo pensare
esclusivamente a noi stessi per arrivare concen-
trati e giocarci le nostre partite come siamo capa-
ci di fare». «Il Padova entra a questi play-off con
pieno merito – dichiara schietto Giuseppe Sanni-
no, tecnico del Varese dei miracoli - alla fine sono
convinto che le quattro che si giocheranno la se-
rie A abbiano mostrato le cose migliori. Il Padova
è una squadra che mi piace, gioca bene, ha fatto
come quelle contrade che entrano alla fine per il
rotto della cuffia e magari sono il vero avversario
da temere. Padova meglio della Reggina? Una
vale l’altra, a questo punto non avevo preferen-
ze. Ci aspetterà una doppia sfida molto dura». La
forza del Varese? «Non c’è il leader, siamo uniti.
Abbiamo passato un anno intenso e difficile ma
molto gratificante. Ci rimane qualche problemi-
no di condizione e di piccoli infortuni in vista dei
play-off». “Riccioli d’oro” Dal Canto ha preso il
posto di Calori sulla panchina dei veneti: «È stata
una grande partita dove sapevamo che il Toro ci
avrebbe messo in difficoltà e lo ha fatto nella pri-
ma mezz’ora. Sapevamo che sarebbe stata dura
e noi siamo stati bravi a colpire al momento giu-
sto. Varese o Novara è la stessa cosa, sono due
squadre che possono mettere in difficoltà chiun-
que. Di tutte le squadre che erano ai play-off ave-
vamo la sfida più difficile per dispendio di energie
psicofisiche. Dobbiamo recuperare qualcosina».
Il comandante ha strappato il quinto posto alla
Reggina e tolto di mezzo il Toro. Ora ecco Sanni-
no: «Sono meglio strutturati in difesa, il miglior
pacchetto arretrato della categoria. Ma anche
contro Novara o Reggina sarebbe stata dura lo
stesso». Doveva essere un traghettatore, lo han-
no voluto i calciatori in primis Italia-
no, ed ora tutta la città è in delirio.
Riccardo Morgigno
Quattro pretendenti per un posto al sole........e ai danari della Serie A. Abbiamo sentito i tecnici di Reggina, Novara, Varese e Padova
Dal canto, mister del Padova (Foto Arcivio)
Sannino tecnico del Varese (Foto Arcivio)
88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011
L’ultima giornata della regular season di Serie
bwin ha sancito (ma già dalla scorsa setti-
mana erano certe) le retrocessioni di Triestina,
Portogruaro e Frosinone in Lega Pro. Se per i
veneti si trattava del primo anno in cadetteria
dopo l’incredibile vittoria dello scorso anno, per
Triestina e Frosinone il baratro della Lega Pro si
riapre inesorabile dopo una lunga militanza nella
seconda serie nazionale. Gli alabardati torneran-
no a calcare i campi della vecchia Serie C dopo
addirittura undici anni (anche se c’è da dire che i
biancorossi erano retrocessi lo scorso anno, salvo
poi usufruire del ripescaggio. Ciambella di salva-
taggio che non potrà essere reiterata), mentre i
ciociari dopo cinque stagioni rivivranno il limbo
della Lega Pro. Tre squadre, tre protagonisti di-
versi in ruoli diversi per farci raccontare come
hanno vissuto questi mesi travagliati: Marco Cu-
nico, capitano del Portogruaro; Valter Alessandro
Salvioni, tecnico della Triestina; Armando Ortoli,
direttore sportivo del Frosinone. «Cosa sia man-
cato non lo so – commenta abbastanza abbattu-
to Cunico, bandiera del “Porto” – forse uno alla
fine raccoglie quello che semina. Probabilmente
se tutti avessimo messo qualcosa in più, ci sarem-
mo salvati. Esperienza, un pizzico di fortuna, è un
insieme di fattori che poi ti permette di mante-
nere questa categoria». Nonostante la stagione
difficile, Cunico è sempre stato quello che ha
ammainato la bandiera per ultimo, un vero ca-
pitano: «Faccio fatica a dare giudizi individuali,
sia quando si vince, sia quando si perde. Adeguo i
giudizi ai risultati della squadra, quindi per quan-
to riguarda il mio rendimento non posso ritener-
mi soddisfatto». L’arrivo di Agostinelli sembrava
poter dare la scossa giusta: «Ci ha compattati
a livello difensivo, e dopo le vittorie con Albino-
leffe, Piacenza e Siena sembrava che qualcosa
potesse girare a nostro favore, invece poi siamo
crollati». Sul futuro: «Aspettiamo che la società
si esponga, per capire i progetti, le ambizioni per
la prossima stagione». Salvioni è un passionale,
e al telefono la forza non gli manca, nonostante
la mancata salvezza: «Abbiamo incontrato tan-
ta sfortuna, soprattutto con Frosinone, Empoli
e Novara. Partite nelle quali abbiamo sprecato
occasioni importanti e buttato punti pesanti».
La situazione ambientale certo non ha giovato:
«No, perché c’era sempre molta tensione, la piaz-
za è esigente e pretende dei risultati all’altezza
del nome della squadra. Io avevo accettato con
molto entusiasmo la chiamata da parte del presi-
dente Fantinel». Per il futuro personale, Salvioni
non si sbilancia, anche se: «Io non ho mai fatto
contratti di due anni, perché può darsi che non
vada bene io alla società o viceversa. Con l’Anco-
na feci un accordo per sei partite e dopo la fine
del campionato rinnovammo per l’anno successi-
vo. Sarà così anche adesso. Io – conclude Salvio-
ni – se fossi la società, non mi riconfermerei mai,
perché non ho raggiunto l’obiettivo. Ma se mi do-
vessero chiedere di restare per tornare subito in B
probabilmente accetterei». Da Frosinone bocche
cucite, la botta della retrocessione si è fatta sen-
tire: «Ora è il tempo delle riflessioni – ammette
Armando Ortoli, il ds dei laziali – per capire quel-
lo che si dovrà fare il prossimo anno. Degli errori
sono stati commessi, è chiaro. Quando le cose
non vanno per il verso giusto, le responsabilità
sono di tutti, credo che questo sia lapalissiano.
Questa sarà la settimana per capire come ci do-
vremo muovere, anche per quanto
riguarda il mister».
Flavio Grisoli
Triestina, Portogruaro e Frosinone in Lega ProLa retrocessione delle tre società viste dai protagonisti
Cunico, capitano del Portogruaro
(Foto Archivio)
Salvioni, tecnico della Triestina (Foto Archivio)
Fabiola Rieti e Sara Sbaffi
La supercoppa di Lega Pro è la ciliegina
sulla torta di un anno spettacolare per
la Nocerina di Gaetano Auteri. Non sazi
della B conquistata con tre giornate d’an-
ticipo, i molossi hanno ottenuto la vittoria
nel doppio scontro con il Gubbio. L’andata
sul terreno del “Pietro Barbetti” era fini-
ta in parità (1-1), nel secondo atto al “San
Francesco” i rossoblu, sebbene rimasti in
dieci al diciottesimo minuto per l’espulsio-
ne di Gaetano Carrieri, non sono riusciti a
schiacciare i campani e ne ha così approfit-
tato Gigi Castaldo, segnando la rete decisi-
va a sei minuti dalla fine. Una stagione da
incorniciare per mister Auteri che riporta
Nocera tra i cadetti dopo trentatré anni di
assenza. Con la sua consueta schiettezza, il
tecnico rossonero commenta così l’incon-
tro di Supercoppa: «Abbiamo vinto meri-
tatamente su un Gubbio molto forte. La
prima partita è stata parecchio tirata e noi
abbiamo fatto decisamente meglio di loro,
il ritorno invece è stato più equilibrato».
Nella gara del San Francesco l’allenatore
avversario, Torrente, ha adoperato un mo-
dulo speculare a quello usato dal tecnico
siciliano: il 3-4-3 auteriano è caratterizzato
da ritmi alti, velocità, pressing e dal collet-
tivo più che dai grandi nomi. «Torrente si
è adattato al nostro modulo tattico e ha
fatto bene perché hanno giocato meglio
rispetto all’andata». Auteri ha cominciato
ad allenare dopo che un brutto infortunio
al ginocchio gli ha impedito di continua-
re la sua carriera da calciatore: «Avevo
trent’anni quando mi sono fatto male e
ho smesso di giocare. Tra i due ruoli (gio-
catore e allenatore) la differenza si sente.
L’allenatore vive meno bene rispetto al cal-
ciatore perché avverte di più le responsa-
bilità». Sul caso De Liguori il mister auspi-
ca una soluzione a breve: «È una cosa che
si risolverà, è un ragazzo che ha qualità e
valori umani fuori discussione. Bisogna an-
che tener presente che è nato e cresciuto
in un quartiere difficile (Ponticelli a Napo-
li). Però sul valore della persona non c’è
niente da dire». Sugli spalti i tifosi hanno
dedicato cori e striscioni al capitano pro-
tagonista della promozione, che ora è agli
arresti domiciliari con l’accusa di traffico
di droghe sintetiche. Il mister del Gubbio,
Vincenzo Torrente, condivide con noi le
sue impressioni all’indomani della finale
di Supercoppa Lega pro Prima Divisione:
«È stato un peccato, perché abbiamo fatto
un’ottima partita per circa un’ora. Abbia-
mo creato, ma non siamo riusciti a concre-
tizzare, ci è mancato solo il gol. Invece la
Nocerina è stata più cinica e ha mostra-
to di essere una squadra più esperta con
molti giocatori importanti. L’individualità
dei singoli ha prevalso, infatti è andata in
Supercoppa: La Nocerina si prende tutto
1010 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011
La festa dei tifosi molossi (Foto Pisani)
gol con Castaldo». Alla vigilia della parti-
ta l’allenatore eugubino, in un’intervista
rilasciata per il nostro sito internet www.
professionecalcio.eu, aveva fatto un po’ di
pretattica annunciando di presentarsi con
il classico assetto di gioco che contraddi-
stingue la sua squadra. Invece in partita si
è presentato con un sistema di gioco spe-
culare alla squadra di Auteri che adotta il
3-4-3 e ha motivato in questo modo la sua
scelta: «È un modulo che mi piace come
alternativa al 4-3-3, poi mi mancavano
Sandreani (il capitano: la fascia è andata
al centrale difensivo Briganti, colpevole
in occasione del gol decisivo del bomber
di Giugliano) e Suciu, quindi ho scelto di
variare con un sistema di gioco che qual-
che volta ho utilizzato anche in campio-
nato. Sono molto soddisfatto di come ha
reso la squadra, perché abbiamo concesso
poco nonostante avessimo un assetto tat-
tico non abituale». Alla squadra umbra è
mancato solo il gol e chissà se in sede di
calciomercato si lavorerà per portare con
la casacca rossoblu un attaccante di peso,
ma il tecnico chiarisce: «Sono discorsi
prematuri, ma se resterò a Gubbio non
mi interessa un giocatore fisico, almeno
come prima scelta, preferisco un attaccan-
te che dà profondità di movimento e che
si smarca velocemente». Con il senno del
poi, forse Torrente si sarebbe comportato
diversamente e avrebbe modificato un po’
la squadra per arginare meglio la compagi-
ne di Auteri? «Tutto si è deciso all’andata
perché eravamo rimaneggiati e stavamo
senza tanti giocatori. La Nocerina, invece,
si è presentata al completo a Gubbio tro-
vando un pareggio che ha meritato. Il ri-
sultato nel ritorno invece è stato bugiardo,
perché per come siamo stati in campo me-
ritavamo di più. Visto le assenze, tornando
indietro, forse nell’andata avrei cambiato
qualcosina, però è anche vero che veni-
vamo da una settimana di festeggiamenti
per la vittoria del campionato e l’approccio
in campo non è stato lo stesso che abbia-
mo avuto nel ritorno». Per quanto riguar-
da i valzer di panchine tipici di fine stagio-
ne si parla molto di Vincenzo Torrente al
Palermo, ma lui frena: «La Serie A è il so-
gno di tutti gli allenatori giovani come me.
Sento tutti questi discorsi, anzi li leggo, e
mi fa piacere essere accostato a panchine
importanti, ma non c’è nulla di concreto.
L’unica cosa vera è che incontrerò la pros-
sima settimana i vertici del Gubbio ed io
amo parlare delle cose con-
crete».
1111w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011
Auteri alza al cielo la Supercoppa
(Foto Sito Ufficiale)
Fabiola Rieti e Sara Sbaffi
Il Tritium prosegue la sua corsa e la fa-
vola è ormai diventata una realtà con
cui le avversarie si devono scontrare. La
squadra di Trezzo sull’Adda vince anche la
Supercoppa di Seconda Divisione archi-
viando prima la pratica Latina e poi neu-
tralizzando il temutissimo Carpi. Ai bian-
cazzurri è stato sufficiente un incontro
a reti inviolate per far propria la coppa,
grazie alla decisiva vittoria sul campo del
“Domenico Francioni” di Latina. Il tecni-
co degli abduani Stefano Vecchi non si è
voluto accontentare e raccoglie un altro
successo in questa stagione, conferman-
dosi un allenatore di livello: «Abbiamo
giocato a viso aperto, visto che si cercava
di vincere senza assilli. Ci sono state occa-
sioni da una parte e dall’altra. Il Carpi ha
dimostrato di essere pericoloso, ma siamo
stati bravi a concedere poco». Il Tritium
ha dato prova della sua forza, giocando
in 10 contro 11 ma tenendo bene il cam-
po. Nonostante l’ingresso per il Carpi di
un altro attaccante (Antonio Di Gaudio),
l’occasione più ghiotta arriva proprio per
la compagine lombarda che dal dischet-
to con Alessio Dionisi fallisce la possibi-
lità di passare in vantaggio. Mister Sotti-
li ha speso parole di elogio per il lavoro
del collega trezzese, che ha a sua volta
ricambiato: «Lo ringrazio per l’attestato
di stima e credo che anche lui abbia fatto
un gran lavoro a Carpi. Pure loro erano
neopromossi, hanno vinto il campionato
e sono arrivati in finale di Coppa Italia.
Non è facile combattere su più fronti e
mantenere la calma». Adesso la stagione
è finita davvero e per il Tritium è tempo di
vacanza, ma prima c’è bisogno di stilare
il progetto per il prossimo anno. Il tecni-
co abduano ci offre qualche anticipazio-
ne: «Per i giovani ci appoggeremo all’A-
talanta, vedremo come si strutturerà la
società per poi decidere se inserire qual-
che giocatore di categoria». L’accoppiata
Vecchi e la Tritium si prendono la Seconda Divisione
1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011
Supercoppa
Campionato e Supercoppa non è riuscita
al Carpi, ma Stefano Sottili è ugualmen-
te orgoglioso della sua squadra: «È sta-
ta una bella partita, sia agonisticamente
che tecnicamente. Ho visto due squadre
che hanno provato a superarsi pur trat-
tandosi di una partita di finale di stagio-
ne. Sembrava più una finale play-off per
la voglia e la determinazione messa in
campo dalle due squadre. Nonostante le
numerose assenze da entrambe le parti
e due gol annullati nessuna delle due ha
prevalso sull’altra – prosegue nell’analisi
della gara di domenica il tecnico del Carpi
Stefano Sottili – e da parte mia comun-
que sono estremamente soddisfatto dai
miei ragazzi. L’unico rammarico è per le
occasioni da gol non concretizzate. Non
abbiamo sfruttato la superiorità numeri-
ca. Siamo stati penalizzati per il fatto di
aver giocato l’ultima gara due giorni pri-
ma, mentre il Tritium quindici giorni fa».
Venerdì scorso, prima della finale di su-
percoppa, l’allenatore di Figline Valdarno
aveva confessato ai nostri taccuini (l’in-
tervista è stata pubblicata sul nostro sito
www.professionecalcio.eu) che avrebbe
volentieri tolto Roberto Floriano ai suoi
avversari, mentre Vecchi avrebbe fatto
a meno del bomber Alessandro Cesca:
«Entrambi ci abbiamo visto giusto, per-
ché Cesca ha giocato al di sotto del suo
potenziale e Floriano è stato espulso per
doppia ammonizione, ma ha disputato
lo stesso un’ottima gara con le sue fiam-
mate e le sue. In campo si sono viste due
squadre che hanno meritato di vincere il
campionato con qualità fisica e brillan-
tezza, sembrava già una partita di Prima
Divisione». C’è ancora incertezza sul suo
futuro e sulla questione stadio: «Non lo
so se rimarrò su questa panchina – am-
mette il tecnico dei modenesi – per il mo-
mento sto aspettando che in settimana il
Carpi mi faccia sapere qualcosa, non c’è
ancora niente di ufficiale». E sempre in
questa settimana si attende un incontro
tra la Giunta comunale e la società sui
lavori dello stadio “Sandro Cabassi” per
capire se il sogno della Prima Divisione
potrà diventare realtà. La squadra più
delusa da questa Supercoppa è il Latina
(ha perso entrambi
gli scontri per 1-0),
ma mister Stefano
Sanderra non ha
nessun rammarico:
«Ce la siamo gio-
cata fino alla fine,
ma abbiamo tro-
vato squadre più
forti di noi». Riper-
correndo le partite
del torneo, i nero-
blu non sono stati
molto fortunati:
«Abbiamo dato
tutto quello che
potevamo dare.
In un triangolare
però è difficile ri-
salire se perdi la
prima partita. Nel
primo match ab-
biamo subito il gol nei primi dieci minuti e
nel secondo abbiamo fallito un rigore che
ci avrebbe regalato un pareggio. Comun-
que quando giochi con le prime dei gironi
ci può stare». Dopo aver ufficializzato il
rinnovo del contratto di un anno, il tecni-
co laziale è ormai lanciato verso l’avven-
tura nella categoria superiore e ha le idee
chiare sul lavoro mentale che chiederà ai
suoi giocatori: «Mi adatterò alla società
che ha l’obiettivo della salvezza e l’impie-
go dei giovani. L’ex C/1 è un campionato
diverso, duro e sarà molto difficile, per-
ché dovremmo adeguarci
come mentalità».
1313w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011
A sinistra mister Vecchi esulta, qui sopra i festeggiamenti del Tritium
(Foto Sito Monzani-Tinelli))
1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011
Sara Sbaffi
Una Feralpisalò al suo secondo anno di play-
off ma che stavolta parte favorito, in virtù
del secondo posto in classifica e una Pro Patria
eroica che agguanta la finale degli spareggi pro-
mozione nonostante tutte le difficoltà societa-
rie: sono queste le due compagini che si gioche-
ranno il passaggio in Prima Divisione nell’andata
del 5 giugno e nel ritorno del 12. Claudio Rastel-
li, il tecnico della Feralpisalò, sicuro della buona
prestazione dei suoi nell’incontro di semifinale
con il Renate commenta così la gara: «È stata
intensa, abbiamo giocato bene soprattutto nel
primo tempo, poi, complice anche il caldo, nella
seconda parte abbiamo abbassato un po’ il rit-
mo e il Renate ha fatto qualcosa in più». Ora l’at-
tenzione è rivolta tutta a domenica, allo stadio
“Lino Turina”, perché arriva la Pro Patria: «Sono i
più forti del girone, sarà una partita difficile, cer-
cheremo di metterli in difficoltà anche se hanno
veramente pochi punti deboli, sono completi in
tutti i reparti, sono una squadra da categoria
superiore». Il tecnico azzurroverde può ritenersi
fortunato visto che l’uomo migliore dei tigrotti,
Mario Pacilli, salterà la finale per l’espulsione
contro la Pro Vercelli: «Effettivamente Pacilli
era quello che temevamo maggiormente». Se
l’allenatore continuerà a sedersi sulla panchina
dei leoni del lago si saprà soltanto dopo la finale:
«Non abbiamo ancora parlato del futuro con la
società, siamo troppo concentrati su queste ulti-
me due gare, a stagione conclusa penseremo al
prossimo anno». Dal canto suo Raffaele Novelli
è consapevole che l’impresa che sta conducen-
do ha dello straordinario e neanche l’arbitraggio
della semifinale può fermarla: «Ci sono svariate
situazioni poco chiare e molti dubbi sulle am-
monizioni. Soprattutto il doppio giallo a Mario
Pacilli (il primo per un fallo e il secondo per rea-
zione verbale) non c’era, abbiamo ricevuto falli
peggiori di quello commesso dal nostro attac-
cante. Questo arbitro ci ha un po’ danneggiato
ma una parte di colpa è anche la nostra, siamo
caduti in trappola, dovevamo rimanere più fred-
di e allontanarci dalla situazione. Dispiace sia
andata così però la qualificazione è meritatissi-
ma, abbiamo condotto un campionato sempre
in testa. Se non fosse stato per quei sette punti
di penalizzazione adesso eravamo già in Prima
Divisione». Adesso bisogna ritrovare la concen-
trazione per la finale, l’allenatore dei tigrotti ha
solo parole di stima per i suoi avversari: «È una
squadra costruita per vincere, è partita bene poi
ha avuto un periodo di rallentamento, ha cerca-
to di arrivare nelle prime posizioni e ha battuto il
Renate che era una buon gruppo. La Feralpisalò
ha un alta intensità di gioco, sono esperti, hanno
una buona difesa e un ottimo attaccante come
Andrea Bracaletti. Ma tutto il collettivo è buo-
no ed equilibrato». È alquanto strano centrare
una qualificazione con una squadra che ha alte
possibilità di non esistere più il prossimo anno:
«Pensiamo alla partita e all’aspetto tecnico per
ricevere almeno una gratificazione sportiva vi-
sto che economica non c’è. Continuiamo a gio-
care bene per far gioire i nostri tifosi che ci stan-
no aiutando. Bisogna tenere lontani gli aspetti
societari, ci siamo costruiti questi
risultati nonostante le situazioni
esterne».
Play-off 2 ̂Divisione A: Chi è pronto a spiccare il volo?
Pro Patria-Feralpisalò un solo posto per la storiaLe immagini dell’incontro tra Pro Patria e
Feralpisalò (Foto Pro Patria Club)
Fabiola Rieti
Tra delusi e vincenti arrivano i primi ver-
detti sulle retrocessioni: Sanremese salva,
Sacilese retrocessa in serie D. Nel play-out che
si è giocato domenica 29 maggio tutto è sem-
brato girare a favore dei liguri, che sono andati
a conquistare in trasferta un 1 a 1 fondamen-
tale. Mister Giancarlo Calabria della Sanrem-
ese non era in panchina a causa della squali-
fica, ma ha sofferto e gioito con i suoi come
se stesse in campo: «È stato un pareggio dal
sapore di vittoria di un campionato. Sono sod-
disfatto perché non era un risultato così scon-
tato, visto che il affrontavamo in casa loro e il
supporto del pubblico era forte». La squadra bi-
ancoazzurra ha mantenuto i nervi saldi, come
commenta l’allenatore: «Ad inizio del secondo
tempo la Sacilese si è innervosita, non riusciva
ad arrivare in porta e noi in contropiede tene-
vamo bene il campo. Con il calo fisico i gioca-
tori avversari hanno cominciato a risentirne
anche mentalmente e questa situazione ci ha
avvantaggiati». Infatti la squadra di Sacile ha
contato tre espulsi: Gritti e Kabine in campo
e l’allenatore Andretta per proteste. Questo
stillicidio di rossi troverà spiegazione poi nelle
dichiarazioni del tecnico dei friulani. Sul suo
futuro, per ora, il tecnico matuziano prefer-
isce non parlare: «Non so ancora, per ora mi
godo questo risultato fantastico, sono arrivato
in un momento difficile ed è stato bello riuscire
insieme al mio staff a centrare il mantenimen-
to di categoria. Il resto si vedrà in settimana
quando incontrerò la società». L’angolo dei
delusi è occupato da mister Stefano Andretta
della Sacilese che non accetta di buon grado il
verdetto del campo, che li condanna alla ret-
rocessione in serie D: «Abbiamo subìto episodi
particolari che hanno condizionato la partita,
come l’interpretazione di certi falli e un calcio
di rigore assurdo, dato ad un giocatore che è
caduto da solo in area, quando l’arbitro era a
30 metri di distanza». Secondo l’allenatore bi-
ancorosso, l’arbitro e i suoi collaboratori hanno
sulla coscienza questa sconfitta dei liventini:
«La gestione della partita da parte della terna
non è stata equa e ci ha penalizzato quando la
partita si stava incanalando a nostro favore.
Nel migliore momento ci è crollato il mondo
addosso, ma il calcio è anche questo». La rab-
bia del tecnico è condivisa da tutta la squadra
che anche in campo avevano manifestato il
proprio dissenso: «Ci tenevamo a mantenere
la categoria, anche perché alcuni dei giocatori
in campo avevano conquistato la Seconda Divi-
sione nel 2008/2009 e sentivano molto la par-
tita. A fine match i ragazzi erano delusi, ho visto
anche delle lacrime. Certo, l’obbligo di vincere e
la pressione del campo non ci ha aiutati, ma
rimane il fatto che la partita sia stata poco chi-
ara e questo ha lasciato oltre che il rammarico
anche il dubbio». I progetti per il prossimo
anno ancora non sono maturati, brucia troppo
la sconfitta, ma Andretta spiega: «Non sono io
a dover decidere se seguire la squadra in se-
rie D. È la società che valuterà il mio operato e
verificherà se ci sono stati errori». Però la Sac-
ilese potrebbe essere ripescata, vista la situazi-
one deficitaria di molte squadre di Lega Pro in
vista delle iscrizioni al prossimo campionato.
E come diceva una signora con l’ombrello e la
borsa: con un po’ di zucchero la
pillola va giù.
La Sacilese retrocede in D e punta al ripescaggio
1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 aprile 2011
Play-out 2^ Divisione A: Sanremese in fiore
Immagini del match che ha visto il pareggio tra
le due formazioni (Foto Riviera24.it)
Sara Sbaffi
Sarà tutta all’insegna della Toscana la sfida fina-
le dei play-off del Girone B della Seconda Divi-
sione. In campo scenderanno Carrarese e Prato,
vincenti nelle semifinali contro L’Aquila e San Ma-
rino. È il Prato la vera sorpresa di questi spareggi
dopo una folle gara con L’Aquila che i tifosi e mi-
ster Bellini non dimenticheranno tanto facilmen-
te: «Onestamente in vent’anni che faccio questo
lavoro non ho mai visto una cosa del genere –
ammette il tecnico dei pratesi. Fino all’espulsione
è stata una gara bloccata e il pareggio ci stava. Poi
ci sono stati i due rossi in contemporanea e da lì è
successo di tutto. Al novantunesimo eravamo in
vantaggio e sembrava fatta, al novantatreesimo
L’Aquila pareggia e smorza le nostre speranze. Ma
si sa che nel calcio non c’è niente di scontato ed è
arrivata la seconda rete. È stata una partita soffer-
ta e proprio per questo è ancora più bello averla
vinta». I biancoazzurri sono riusciti a riacciuffare
con tanta grinta una finale che sembrava ormai
sfuggita: «Questo è il tema dominante dell’ultima
parte della nostra stagione. Nelle cinque partite
finali abbiamo totalizzato quindici punti, vincendo
cinque incontri di seguito. Anche i play-off sono
stati soffertissimi ma tutti i risultati sono meritati,
abbiamo affrontato la conclusione del campiona-
to con l’obbligo di vincere. Grande merito l’hanno i
ragazzi, che non hanno mai mollato». La Carrare-
se è uno scoglio difficile, ma con i lanieri non si può
mai dire l’ultima parola, come dimostrano i recen-
ti risultati: «Se guardiamo l’andamento della sta-
gione, loro sono favoriti. Ma gli spareggi promo-
zione sono gare a sé stanti, comunque abbiamo
grande rispetto degli avversari». Il tecnico tosca-
no analizza il prossimo incontro: «Loro sono una
squadra costruita per vincere, completa in ogni
reparto, non hanno punti deboli e hanno grandi
individualità come Pisani, Giovinco, Corrent che
stanno facendo molto bene, sono giocatori di ca-
tegoria superiore. Non sarà una partita semplice
per nessuno, anche per loro le semifinali non sono
state facili, quindi non si può mai dire cosa succe-
derà, in partite del genere può succedere di tut-
to». E la semifinale con L’Aquila ne è una prova. Da
parte sua Francesco Monaco è preoccupato per
l’affollamento nell’infermeria azzurra; nella semi-
finale contro il San Marino è stato costretto a ri-
voluzionare la difesa vista l’indisponibilità di Diego
Vannucci, Emanuele Orlandi e Sacha Cori e la gara
è stata tesissima, per alcuni minuti la sua squa-
dra era virtualmente eliminata (in dieci uomini e
sotto di due gol) poi è arrivata la rete della quali-
ficazione con Matteo Merini: «È stata dura. Il San
Marino ci ha messo in difficoltà. Hanno pesato le
assenze importanti, però per quello che abbiamo
fatto quest’anno e per gli ultimi venti minuti della
gara di ieri è giusto che siamo passati noi». Ora
il tecnico brindisino sente la tensione della finale
e la responsabilità di confermare la buona anna-
ta: «Sarà una partita tosta anche questa. Il Prato
è una compagine in salute, soprattutto sul finire
del campionato ha dimostrato il suo valore. Noi
però abbiamo fatto una cavalcata eccezionale e
siamo consapevoli della nostra forza. Spero di re-
cuperare qualche giocatore infortunato». Intanto
a seguire con ansia le sorti della Carrarese c’era in
tribuna il portiere della Juventus Gianluigi Buffon,
sponsor e tra poco anche socio uffi-
ciale degli azzurrogialli.
Play-off 2^ Divisione B: Una questione Toscana1818 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 aprile 2011
Prato e Carrarese si giocano un posto in ParadisoLe immagini del match di campionato tra Prato
e Carrarese (Foto Sito Carpi)
1919w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011
Fabiola Rieti
Trapani e Avellino sono le candidate al pas-
saggio di categoria per il girone C e dopo
180 minuti pirotecnici, rispettivamente con
Neapolis e Milazzo, si sfideranno il 5 e il 12 giu-
gno nella finale per gli spareggi promozione di
Seconda Divisione. Roberto Boscaglia, mister
della squadra siciliana, approda meritatamente
al turno successivo, dopo aver ben guidato la
squadra verso le parti alte della classifica: «Sono
molto soddisfatto dall’andamento della squadra
in questi play-off, abbiamo costruito tanto e con-
cesso molto poco. Il risultato poteva essere an-
che più largo, ma va bene così». Se per i granata
il passaggio era quasi scontato, i campani sono
i veri outsider di questo raggruppamento, ma il
tecnico trapanese non sembra meravigliato: «La
forza dell’Avellino è nota sia per il suo organico
sia per le sue individualità, poi nell’ultimo perio-
do si sono anche ritrovati come squadra e que-
sto ha giocato a loro favore. Noi sapevamo che
era una mina vagante, adesso questo abbina-
mento si ripete e ci affronteremo nuovamente,
sperando in un esito migliore». Il mister si rife-
risce alla stagione scorsa, quando si scontraro-
no nella semifinale play-off in serie D e vinse la
squadra campana, salvo poi essere entrambe
ripescate per il salto di categoria. «Stiamo pre-
parando bene questa partita – ha proseguito
Boscaglia - noi abbiamo il vantaggio della posi-
zione in classifica, ma a questo punto abbiamo
il 50% di possibilità di passare entrambi». Come
proverà a rendere vani gli attacchi dell’Avellino?
«È una squadra che difetti non ne ha, perché
se è in giornata lascia poco al caso. L’obiettivo
sarà quello di attaccarli in velocità, dove forse
sono un po’ più deboli, e puntare a neutralizza-
re le loro molte individualità. Certo, dobbiamo
stare attenti a non aprirci troppo al loro gioco
altrimenti sarebbe davvero un suicidio per noi».
Per Salvatore Vullo, allenatore dell’Avellino, non
è una sorpresa aver raggiunto la finale: «Io non
mi sento un outsider, perché l’Avellino, con il bla-
sone e il passato che ha, ha conquistato questo
traguardo sul campo e si trova nel posto giusto».
I granata sono un osso duro da sfidare, perché
è una squadra che ha tentato la corsa alla vetta
della classifica, non riuscendo nell’aggancio al
Latina, ma da molti è stata considerata la rive-
lazione del campionato. Il mister campano però
chiede massima concentrazione al suo gruppo:
«Con il Trapani mi aspetto una risposta forte
dalla squadra, li abbiamo battuti in campionato
con un largo 4 a 0, ma ogni partita è una storia a
parte e questi play-off sono come un mini torneo
a sé stante. Credo che troveremo un Trapani to-
nico, forte, impegnato e ben preparato a livello
psicofisico». Se qualche mese fa gli irpini sono
riusciti ad annullare la compagine di Boscaglia,
potrebbero farlo anche in occasione della finale:
«Difficile individuare i loro punti deboli. L’ultima
volta siamo riusciti a colpirli nello spazio che ci
concedevano in difesa. Comunque sono situa-
zioni che si potranno vedere solo sul rettangolo
di gioco, perché in occasione degli spareggi non
è detto che si presentino con lo stesso assetto
utilizzato in campionato». C’è un giocatore che
teme di più tra i granata? «Un giocatore da solo
non vince mai», ha concluso erme-
ticamente il tecnico biancoverde.
Lupi contro Cavallucci: è sfida apertaIl match di ritorno in campionato tra Avellino
e Trapani (Foto Alfredo Spagnulo)
Play-off 2^ Divisione C: Avellino vs Trapani
21NUMERO 21 - 02 giugno 2011
Per l’Albese del presidente Franco Rava, quello contro il Rivoli era
un play-out che li vedeva partire sfavoriti. Sia per motivi di clas-
sifica (38 per i cuneesi, 44 per i torinesi), che per i risultati nella stag-
ione regolare. «Anche se – ci tiene a precisare il numero uno dei bian-
cazzurri – sia all’andata che al ritorno, anche a detta loro, avremmo
meritato di vincere». Invece all’andata si impose il Rivoli per 2-1 men-
tre al ritorno, un mese fa circa, terminò 1-1 con il pareggio del Rivoli
ben oltre il recupero. «Ma nei play-out la musica è diversa, le qualità
tecniche si azzerano, contano gli attributi. E noi abbiamo costruito la
salvezza con la prima gara in casa – terminata 3-0 per l’Albese di mis-
ter Rosso – conducendo “la” partita. E il punteggio – prosegue Rava
– sarebbe potuto essere più largo. Al ritorno ci hanno messo in seria
difficoltà perché sono una buona squadra, ma siamo rimasti calmi e
compatti e abbiamo portato a casa la salvezza». La gara di ritorno
a Rivoli è terminata 2-2 dopo che i padroni di casa erano avanti di
due gol all’intervallo. Per il futuro cosa ci si deve aspettare ad Alba?
«Sono 8 anni che sono qui –
confessa Rava – e se non trovo
qualcuno disposto a darmi
una mano, lascio. Io sono una
persona seria, e non intendo
cominciare una stagione se
non ho certezza di finirla ono-
rando tutti gli impegni. Qual-
che spiraglio
c’è, vedremo».
Il Belluno conquista la perma-
nenza in serie D e spedisce
all’inferno dell’Eccellenza l’Opi-
tergina. Mister Roberto Raschi
ha ripercorso il match di ieri con
la stessa veemenza ed emozione
con cui ha condotto i suoi ragaz-
zi ad un pareggio (2-2, dopo lo
0-0 dell’andata) che è valso una
vittoria: «Ieri la partita è stata la
classica da dentro o fuori, dove
può succedere di tutto. Noi ab-
biamo avuto un percorso lungo
e travagliato durante l’anno. Ci
siamo trovati di fronte una squa-
dra antitetica alla nostra, molto
forte in attacco con grandi nomi.
Mentre noi siamo un po’ sterili,
ma in questo match dopo il loro
gol fortunoso, abbiamo reagito
conquistando un rigore netto.
Su punizione sono andati nuova-
mente in vantaggio i nostri av-
versari e nell’intervallo ci siamo
guardati in faccia e ho chiesto di
mettercela tutta. Siamo torna-
ti in campo e abbiamo trovato
il pareggio su rigore e con tre o
quattro contropiedi importanti ci
siamo resi pericolosi. Poi la pau-
ra e la tensione hanno annien-
tato i nostri avversari». Per la
prossima stagione il tecnico gial-
loblu pensa di poter proseguire
la sua avventura a Belluno: «Ho
preso la squadra che aveva solo
9 punti. Poi ne abbiamo fatti 39.
Non faccio il finto tonto, è inutile
dire che mi aspetto
la conferma».
Il Mobilieri Ponsacco Calcio, do-
menica 29 maggio scorso, ha
battuto 2-1 il Carpenedolo aggiu-
dicandosi la tanto sospirata salvez-
za nei play-out del girone D della
Serie D, dopo che la gara d’andata
era terminata 2-0 sempre a favore
dei pisani. I marcatori della parti-
ta sono stati Scalzo e il capitano
Menicucci su rigore, mentre per
la squadra bresciana il gol della
bandiera è stato segnato da Bian-
cospino. E dire che nelle gare di
campionato (fra l’altro l’ultima
giocata alla terzultima) il Carpene-
dolo aveva fatto soffrire parecchio
i toscani, imponendogli un pareg-
gio e una sconfitta. A fare la diffe-
renza, secondo il mister dei ros-
soblu Riccardo Marmugi, è stato
l’aspetto mentale: «Siamo riusciti
a mantenere la categoria grazie
ad una preparazione di 15 giorni
dal punto di vista nervoso. I ragaz-
zi sono stati bravi a mantenere la
calma e a centrare così l’obiettivo
prefissato». L’allenatore toscano,
raccolto questo successo, spe-
ra nel prosieguo dell’avventura:
«Avrei piacere di portare avanti il
lavoro che abbiamo condotto fino
ad oggi io e il mio staff, perché cre-
do ci siano elementi buoni su cui
poter lavorare. Però purtroppo ci
sono situazioni societarie che van-
no sistemate. In questo senso ci
deve essere l’interesse delle istitu-
zioni a curare la società e il sindaco
su tutti deve muover-
si in tal senso».
Belluno, Raschi: “Ora la riconferma” Marmugi: “Ponsacco avanti insieme”Fabiola Rieti Fabiola Rieti
Albese, Rava: “Futuro da decidere” Flavio Grisoli
w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Rava (Foto Archivio)
NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 23
«Una salvezza sudata», così esordisce Luciano Silvestrini all’indomani
della sconfitta contro il Sanluri per 1-0 che però, in virtù dell’identico ri-
sultato (a parti invertite) dell’andata in Sardegna, ha permesso ai genzane-
si di rimanere in Serie D visto il miglior piazzamento in classifica. «Certo,
negli ultimi minuti abbiamo tremato parecchio – dice ridendo Silvestrini,
forse anche per scaricare ancora la tensione accumulata nella partita di
domenica scorsa – perché da una sconfitta indolore, si poteva tramutare
in qualcosa di molto peggio. E perdere in maniera decisiva contro una
squadra che avevamo battuto nei tre precedenti quest’anno sarebbe stato
davvero una beffa atroce e impossibile da digerire». Effettivamente, nei
tre incontri prima di quello di domenica fra Sanluri e Cynthia la formazione
laziale aveva sempre vinto senza subire reti (1-0 e 2-0 in campionato e 1-0,
nell’andata play-out), quindi le parole del dirigente sono più che giustifi-
cate. Quanto merito c’è di mister Sibilia in questa salvezza? «Il mister ha
grandi meriti, ma credo sia più giusto suddividerli fra tutti quanti. Sibilia
ha avuto la grande qualità di costruire un gruppo forte, granitico, e negli
ultimi due mesi abbiamo avuto un ruolino di marcia spettacolare, per-
dendo solo con l’Aprilia». Cosa ci si può
attendere dal Cynthia per la prossima
stagione? «I programmi sono ancora
in alto mare – conclude Silvestrini – un
po’ per scaramanzia, un po’ perché tut-
to l’assetto dirigenziale e tecnico è da
riconfermare. Una volta definito ques-
to, si comincerà a lavorare
per la prossima Serie D».
Il Cynthia e una salvezza sudata Flavio Grisoli
(Foto Archivio)
Mister Silvano Fiorucci è il
mago dei play-out: infatti
per il secondo anno consecutivo è
stato chiamato a sostituire un colle-
ga sulla panchina dell’Orvietana ad
un mese dalla fine del campionato.
Senza tentennamenti il tecnico di Cit-
tà di Castello ha condotto la squadra
alla salvezza, vincendo 3 a 0 contro il
Montevarchi nello spareggio: «È sta-
ta una partita bellissima, la squadra
ha espresso un buon gioco e ho visto
anche bei movimenti». Se tre indizi
fanno una prova, i due anni fotocopia
per la compagine di Orvieto induco-
no a pensare che qualcosa in società
non funzioni: «Io sono arrivato solo
nell’ultimo mese, ho giocato quat-
tro partite e non ho idea di cosa non
abbia funzionato durante l’anno. Nel
periodo che ho allenato, la squadra
ha risposto bene e ha avuto un buon
rendimento». Per il prossimo anno
l’allenatore preferisce non fare pro-
grammi: «Non lo so, anche lo scor-
so anno arrivai l’ultimo mese. Vinsi
i play-out e poi con la società non ci
siamo trovati. Io credo che prima si
debba ricostruire la società e poi se ne
riparlerà. Io non ho la fretta di un ven-
tenne di tornare subito
in panchina».
La Battipagliese festeggia la
salvezza nel girone H della
Serie D. Il tecnico Roberto Chian-
cone commenta così le gare dei
play-out: «Contro il Pisticci ab-
biamo meritato più noi che loro,
siamo stati svantaggiati da un
rigore non dato e un gol valido
annullato. Il pareggio è stato
giusto, abbiamo giocato a calcio
soprattutto gli ultimi quindici mi-
nuti quando loro hanno trovato
la rete che ha riaperto i giochi
(ritrovando il pari con il rigore
trasformato da Tranfa)». Il mister
bianconero è arrivato a Battipa-
glia a metà stagione, prendendo
il posto di Santosuosso, ed è ri-
uscito a risollevare le sorti della
squadra: «Da quando ci sono io
abbiamo fatto venticinque punti,
una media alta rispetto alle al-
tre compagini. Se il campionato
fosse cominciato quando sono
sopraggiunto io, nel girone di
ritorno, non avremmo giocato
neanche i play-out». Sul futuro
suo e della squadra i dubbi sono
parecchi: «Non so niente, so solo
che ora festeggiamo e rompiamo
le righe, poi nei prossimi giorni
capiremo se si farà una socie-
tà più ampia. Soprattutto se si
realizzerà un progetto serio e
importante che dia continuità
al lavoro fatto fino adesso. Se
smantelleranno la squadra vuol
dire che non vogliono fare bene,
non si possono cambiare ogni
anno venti ragazzi, in tal caso
tutto il lavoro svolto
andrebbe perso».
Orvietana salva grazie al mago Fiorucci Battipagliese: Salvezza e incertezzaFabiola Rieti Sara Sbaffi
(Foto Archivio)
2424 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011
Il Noto conquista una sofferta salvezza nel gi-
rone I della Serie D dopo una stagione gravata
da una forte penalizzazione. Ben cinque sono i
punti in meno nella classifica dei granata che,
con quei punti, si sarebbero salvati matema-
ticamente senza passare dalle forche caudine
degli spareggi. Invece sulla strada dei ragazzi
guidati in panchina da mister Angelo Galfano
(subentrato a Giancarlo Betta a marzo a seguito
della sconfitta patita a Marsala per 1-0. Insieme
al tecnico, fu allontanato anche il direttore spor-
tivo Cesare Sorbo) si è frapposta la Rossanese,
compagine che proveniva dall’Eccellenza e che
necessitava di almeno una vittoria per sperare
nella salvezza (visto che, ricordiamo, a parità
di gol realizzati si salva la squadra meglio piaz-
zata in classifica). Il pareggio ottenuto in terra
calabrese aveva aumentato notevolmente le
speranze dei siciliani. Speranze che poi si sono
concretizzate domenica: ancora uno 0-0 e Noto
che può tirare un sospiro di sollievo. Di poche
parole il tecnico degli aretusei, Angelo Galfano:
«Sapevamo che sarebbe stato difficile, nono-
stante la classifica dicesse che avevamo 12 pun-
ti di vantaggio su di loro, senza la penalizzazio-
ne chiaramente. Abbiamo vinto sotto l’aspetto
mentale, più che sullo quello tecnico. Le squa-
dre alla fine si sono equivalse, perché la paura
di subìre un gol ha fatto la differenza». A livello
psicologico, la penalizzazione di cinque punti
quanto ha influito? «Parecchio, perché sarem-
mo stati salvi da un pezzo». Ora, con la salvezza
in tasca, si può cominciare a programmare la
prossima stagione. Mister Angelo Galfano ha
già avuto modo di parlarne con la società? «Sì,
ora ci dobbiamo sedere tutti insieme per capire
quali sono i programmi e le ambizioni della so-
cietà. Devo verificare se collimano con le mie».
In quale caso collimerebbero? «Se si decidesse
di costruire una squadra adatta per
vincereGalfano, trainer del Noto (Foto Archivio)
Il Noto spedisce la Rossanese in Eccellenza Flavio Grisoli
Comitato regionale Emilia-Romagna
Flavio Grisoli
Maurizio Minetti: “Avremmo bisogno di un altro girone di Eccellenza. Il nuovo Dipartimento Interregionale?
Mambelli e Cosentino credo abbiano interessi e velleità che non ha Piras”
Emilia-Romagna, terra di monti e di mare. La-
boriosa ed ospitale da sempre, ha in Maurizio
Minetti il presidente del suo Comitato regionale
della LND dal 2001. Insieme a lui, come ormai i
nostri lettori avranno imparato nel corso di que-
ste settimane, nel solco delle interviste effettuate
ai suoi colleghi presidenti, cerchiamo di capire lo
stato dell’arte all’interno del suo Comitato. «Sicu-
ramente, rispetto ad un anno fa – quando Minetti
fu intervistato dal nostro settimanale l’ultima vol-
ta – la situazione è cambiata in meglio per quanto
riguarda le omologazioni dei nostri campi. Posso
dire con grande soddisfazione che sono tutti a re-
gistro, sono stati controllati tutti. Sul nostro sito
internet c’è l’elenco aggiornato dei campi – poco
più di mille – e dal primo luglio ricominceremo,
anche alla luce del nuovo regolamento». Che cosa
prevede questo nuovo regolamento? «Fonda-
mentalmente, zone di campo per destinazione più
ampie, e tempi per le omologazioni diversi». Sulla
proposta avanzata dai suoi colleghi (restringere i
campi laddove si trovi l’impossibilità di allargare il
campo per destinazione), Minetti è d’accordo in
linea di principio, ma scettico quanto alla sua ef-
fettiva realizzabilità: «La discussione è interessante
e da sviluppare, però sarà molto difficile da chiu-
dere con un risultato positivo. Ci sono nel nostro
Paese situazioni complicate, con campi che sono
già al limite in quanto a dimensioni, soprattutto al
Sud». Come abbiamo notato in più di un’occasione
parlando con i numero uno regionali, le Ammini-
strazioni locali stentano a mantenere il ritmo delle
omologazioni e della corretta manutenzione dei
campi: «Posso dire con soddisfazione che la no-
stra è una bella situazione – commenta Minetti –
perché le cifre per l’omologazione, 120 Euro ogni
quattro anni, non ci porta nessun problema con gli
Enti locali. Anche perché, con un costo del genere,
se non interviene il Comune, interviene la società».
Ma avremo un giorno, un mondo senza deroghe?
MInetti, ridendo, risponde: «Per avere un’Italia
omologata tutta alla stessa maniera – un’omolo-
gazione “omologata” potremmo dire – ci vorrà del
tempo. Nonostante la nostra situazione sia miglio-
re che da altre parti, anche noi rilasceremo delle
deroghe. Faccio un esempio: a Bologna ci sono di-
versi campi, meno di una decina comunque, dove
è molto complicato intervenire perché sono all’in-
terno della città. Lì, in quei casi, lo strumento della
deroga è inevitabile». Erba sintetica: Minetti vive
la realtà del calcio emiliano-romagnolo da 10 anni
come presidente, ma vive il calcio da 40 (come lui
stesso ammette). È indubbio affermare che pro-
prio in questo ultimo decennio la superficie alter-
nativa all’erba naturale ha preso piede anche in
categorie importanti, raccogliendo alterni e discor-
danti giudizi. Come si colloca in questo contesto il
Comitato regionale Emilia-Romagna? «Abbiamo
pochissimi campi in erba sintetica – esordisce
Maurizio Minetti – credo nell’ordine dei 40. Al di
2626 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011
là della questione meteorologica, che non ci pena-
lizza come in altre Regioni più settentrionali, que-
sto è un momento, economicamente parlando,
molto difficile e per un Comune investire 500mila
Euro per costruire un campo in erba sintetica è una
spesa che non si può permettere di affrontare». La
struttura dei campionati è stata modificata negli
ultimi anni, e non sono alle viste ulteriori rivisita-
zioni: «Abbiamo raggiunto una situazione stabile,
dopo che abbiamo provveduto a rivedere tutto
negli ultimi cinque anni. Abbiamo un migliaio di
società e, come altri Comitati regionali, avremmo
bisogno di un altro girone di Eccellenza». Il rappor-
to che si è instaurato con le società (che non per
niente hanno rinnovato a Minetti la fiducia per la
terza volta) è sempre positivo: «Sì, ci incontriamo
molte volte con le società, soprattutto quelle di
Eccellenza e Promozione, perché vogliamo essere
sempre al passo con le loro istanze e richieste. Noi
siamo dalla loro parte e vogliamo fare i loro inte-
ressi». L’ultimo argomento, come di consueto, è la
riforma dello Statuto federale: che cosa succede-
rà il 20 giugno? «Mah, intanto bisogna vedere se
alla fine si farà qualcosa il 20 giugno – risponde,
abbastanza spiazzante, Minetti – perché so che il
presidente della Federcalcio Abete ha convocato
le componenti qualche giorno prima per vedere
di trovare un accordo tra i capi delle componenti.
È la posizione degli allenatori l’incognita. Certo, se
le posizioni poi dovessero rimanere questo, io non
so quanto senso avrebbe far venire 600 persone
a Roma il 20 giugno». È assurdo però nel 2011
avere uno Statuto di una federazione sportiva più
blindato della Costituzione (tra le più garantiste e
protette del mondo occidentale) italiana: «È vero
– risponde Minetti – ma come sa, è nato in sta-
to di regime commissariale. E se non si dovesse
trovare un accordo per quanto riguarda il diritto
di veto, allora si potrebbe cominciare a pensare
nuovamente ad un Commissario. Però sarebbe
davvero l’ultima, l’extrema ratio». Un senso, però,
l’Assemblea di riforma dello Statuto celo dovrebbe
avere, perché allo stato attuale un punto sul quale
tutti sono d’accordo è il passaggio da Comitato a
Dipartimento dell’Interregionale: «Sì, è una modi-
fica che abbiamo chiesto noi e che credo sia giusta
e democratica». Si vocifera, nei corridoi di Piazzale
Flaminio, che Tavecchio darà la delega a capo del
Dipartimento a uno dei suoi vicepresidenti: Mam-
belli, Piras o Cosentino. Chi dei tre secondo Minet-
ti? «Secondo me nessuno – replica secco – almeno
per il momento. Conosco bene Benedetto – Piras
– perché è un amico. E non mi ha mai espresso la
volontà di ricoprire questa carica, pur molto impor-
tante. Di Mambelli e Cosentino non saprei dire, ma
credo che abbiano qualche interes-
se e velleità in più».
2727w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011
In questa fase di stallo, a campionati ormai
finiti, in cui probabilmente molte squadre
non avranno i requisiti per l’iscrizione al cam-
pionato 2011/2012 e in cui si parlerà solo
di calciomercato, trovo difficile trattare un
argomento attinente al momento o comun-
que interessante. In questo periodo oltre a
leggere di grandi nomi quali: Benzema, Me-
nez, Sanchez, Tiziao, Caiao e Semproninho,
sentiremo spesso e volentieri parlare di Co.Vi.
So.C.. Non si tratta né di un grande centra-
vanti né di un guru del calcio, bensì di un or-
ganismo istituito presso la F.I.G.C., trattato
dagli articoli 78 e ss della “Bibbia” (id est:
N.O.I.F.). La Commissione di Vigilanza sulle
Società di Calcio Professionistiche ha un man-
dato quadriennale, è un organo formato da
un presidente e da quattro componenti nomi-
nati a maggioranza qualificata dal Consiglio
Federale, di cui due su designazione del Presi-
dente della Commissione vigilanza e controllo
società professionistiche del CONI, che siano
in possesso dei requisiti stabiliti dall’art. 36
c.3 dello Statuto Federale, ossia: a) Docen-
ti universitari di ruolo in materie giuridiche
e economico-aziendali, anche a riposo; b)
Magistrati di qualsiasi giurisdizione, anche
a riposo; c) Dottori commercialisti, avvocati,
notai, avvocati dello Stato o consulenti del la-
voro laureati in economia e commercio con
almeno dieci anni di anzianità nella funzione,
anche a riposo. L’efficiente funzionamento
della Co.Vi.So.C. è assicurato dalla F.I.G.C. in
quanto fornisce i mezzi idonei allo svolgimen-
to del lavoro, ad esempio tramite l’istituzione
di un nucleo di ispettori iscritti nell’albo dei
dottori commercialisti ed esperti contabili o
nel registro dei revisori dei conti o nell’albo
del consulenti del lavoro. Le attività svolte
dalla Co.Vi.So.C. sono di tipo preparatorio,
consultivo, di controllo e di contabilità e bi-
lancio. L’attività preparatoria è coordinata da
un professionista esterno iscritto all’albo dei
dottori commercialisti ed esperto in materie
contabili, finanziarie e giuridiche. L’attività di
controllo ha lo scopo di garantire il regolare
svolgimento del campionati, avendo la fun-
zione di “controllo” sull’equilibrio economico-
finanziario delle società di calcio professio-
nistiche e sul rispetto dei principi di corretta
gestione. Nello svolgere tale attività, la Co.Vi.
So.C. ha la potestà di richiedere alle società
il deposito di dati e dei documenti contabili e
societari; richiedere ad un Consiglio formato
da tre tecnici nominati dal Presidente fede-
rale di esprimere un parere non vincolante
sulle operazioni di trasferimento del calcia-
tori; proporre al Consiglio federale atti idonei
a verificare l’esistenza di corrette condizioni
di gestione sotto il profilo economico-finan-
ziario; proporre attività di indagini e proce-
dimenti disciplinari. L’organo in questione è
dotato anche di poteri sanzionatori, come
previsto dall’art. 81 N.O.I.F. (Poteri sanziona-
tori). In caso di violazione delle norme fede-
rali in materia economico-finanziaria esercita
le attribuzioni previste dall’art. 90 N.O.I.F, che
affronteremo nei prossimi articoli. La Co.Vi.
So.C. può essere attivata dal Presidente della
F.I.G.C. ogni qualvolta lo ritenga opportuno.
L’attività contabile e di bilancio, ossia il lavoro
più corposo svolto dall’organo in questione,
lo affronteremo nei prossimi appuntamen-
ti per 2 semplici motivi: 1) per non annoiar-
vi, e 2) per tenervi incollati alla rubrica “Dal
campo al foro”. Come “Beautiful” insegna…
www.studiolegaledelre.it
Dal campo al Foro
Guido Del Re
Co.Vi.So.C
29NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Niente di nuovo sotto il sole. Anzi, sotto i
riflettori dello stadio Olimpico di Serra-
valle. Tre Fiori e Tre Penne si ritrovavano per
l’ennesima finale giovedì scorso, con i cam-
pioni in carica, guidati da Floriano Sperindio,
forse non così favoriti come nelle preceden-
ti occasioni; il Tre Penne, l’eterno rivale, con
qualche speranza in più di strappare un tro-
feo ai cannibali del monte Titano. Già dai pri-
mi minuti di gioco si capiva che qualcosa non
andava negli sfidanti: timorosi, compassati,
distratti. «Abbiamo gestito male l’inizio gara,
e la palla non girava come avremmo voluto
– il commento di Stefano Ceci, tecnico del
Tre Penne – quindi posso dire che di tutte le
finali che abbiamo giocato contro il Tre Fiori,
questa è stata la peggiore». Diametralmente
opposto il giudizio di Sperindio: «Abbiamo
fatto una buona partita, e abbiamo meritato
di più rispetto alle altre finali. Loro correvano
di più rispetto a noi, e questo lo sapevamo,
ma ci siamo sistemati bene in campo e abbia-
mo controllato le operazioni». Al minuto 21,
la zampata del bomber di razza Alessandro
Giunta, ha fatto mettere la freccia ai campio-
ni in carica e indirizzato la finale ancora sulla
via del Tre Fiori. Da lì, il Tre Penne non è più
riuscito a mettere seriamente in difficoltà
Micheletti, e la gara è scivolata via: «Abbia-
mo mancato un appuntamento importan-
te. L’unico rischio che potevamo correre in
questa gara era quello di arrivare stanchi a
livello psicologico. E così è stato, purtroppo.
Erano tre mesi che aspettavamo di gioca-
re questa gara, e anche i nostri giocatori più
esperti un po’ sono mancati giovedì scorso.
Abbiamo creato pochissimo in fase offensiva,
e chi ci ha visto giocare durante la stagione
regolare sa che è una cosa che ci è capitata
pochissime volte». Dopo l’ultima gara della
stagione, spazio alle prospettive dei due mi-
ster. Sperindio già la scorsa settimana ci aveva
rivelato che la sua avventura al Tre Fiori si sa-
rebbe conclusa giovedì scorso: «Sì, lo confer-
mo. Per ora non ho nessun
contatto, sono in attesa».
Resterà però nello staff
della Nazionale di Mazza?
«Sì, il mio contratto con la
Federazione scade ad otto-
bre, dopo l’ultima gara del-
le qualificazioni – che tra il
3 e il 7 giugno prossimi ve-
drà impegnata la Nazionale
titana contro Finlandia e
Ungheria; entrambe le gare
si giocheranno a Serravalle – a Euro 2012».
Ma non ce l’ha veramente mai fatto un pen-
sierino alla panchina della Nazionale? «Mi
piacerebbe, certo. A chi non piacerebbe, ma
non credo che sarà possibile», facendoci ca-
pire che ci sono degli ostacoli non tecnici tra
lui e la panchina della Nazionale. «Io ho già
un accordo con la Società – la risposta di Ceci
– che però ha una postilla: se mi dovesse ar-
rivare a breve un’offerta con delle prospettive
solide dall’Italia, c’è la risoluzione consensua-
le del contratto. Comunque, già da lunedì sto
lavorando alla prossima stagione, visto che i
preliminari di Europa League cominceranno il
30 giugno». Nel secondo tempo i mister sfrut-
tano tutti i cambi a disposizione ma la musica
non cambia: il Tre Fiori dei “vecchietti terribi-
li” di Floriano Sperindio mena le danze a ritmi
lenti e il Tre Penne è stordito e oppone una
resistenza quasi passiva. Come se si fosse ar-
reso dopo i primi venti minuti ad
un ineluttabile, e triste, destino.
Nelle due foto la gioia
del Tre Fiori
(Foto Pruccoli)
Tre Fiori campione, e Ceci (Tre Penne) vuole l’ItaliaFlavio Grisoli Campionato Sammarinese
31NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u