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Prof. Antonio Cavicchia Scalamonti Fondamenti di Scienze Sociali Rituale dell’interazione e conflitto. Un’introduzione alla sociologia di

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Page 1: Prof. Antonio Cavicchia Scalamonti Fondamenti di Scienze Sociali Rituale dellinterazione e conflitto. Unintroduzione alla sociologia di Randall Collins

Prof. Antonio Cavicchia Scalamonti

Fondamenti di Scienze Sociali

Rituale dell’interazione e conflitto. Un’introduzione alla sociologia di Randall Collins

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Randall Collins

Sociologo americano nato nel 1941, insegna all’Università della Pennsylvania.

Rituale dell’interazione e conflitto. Un’introduzione alla sociologia di Randall Collins

Sviluppa un particolare filone della sociologia del conflitto fondato sull’impianto teorico di Max Weber, integrato con il modello della solidarietà di Emile Durkheim e completato dalle intuizioni sull’interazione della vita quotidiana di Erving Goffman.

Quella di Collins è una microsociologia radicale.

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Teorie sociologiche, Il Mulino, Bologna, 1992

L'intelligenza sociologica. Un’introduzione alla sociologia non-ovvia, Ipermedium Libri, Napoli, 2008

Quattro tradizioni sociologiche. Manuale introduttivo di storia della sociologia, Zanichelli, Bologna, 1996

Storia delle teorie sociologiche, Zanichelli, Bologna, 1980

Sociologia, Zanichelli, Bologna, 1980

Bibliografia essenziale

2Rituale dell’interazione e conflitto. Un’introduzione alla sociologia di Randall Collins

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La teoria dei rituali dell’interazione

La base teorica della sociologia di Collins si fonda sui Rituali dell’interazione.

L’organizzazione sociale è fondata sugli incontri che hanno luogo nel micro livello.

La sociologia di Collins può essere definita anche situazionale.

I rituali dell’interazione si concatenano nel tempo e nello spazio, producendo le strutture più ampie della società.

La realtà sociale ha una configurazione routinaria e le basi della sua solidarietà sono di tipo pre-razionale ed emotivo.

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Stratificazione e sociologia del conflitto

Il modello di stratificazione sociale è bidimensionale: la dimensione verticale del potere e la dimensione orizzontale della socievolezza.

La stratificazione situazionale si fonda su catene di interazioni rituali che incidono sulla capacità degli individui di ottenere potere, deferenza e prestigio.

Nuova formulazione delle classi economiche e delle categorie di ceto e potere.

Analisi delle organizzazioni dove hanno luogo buona parte delle relazioni sociali e dei conflitti. Analisi dell’educazione - ambito fortemente connesso alla disuguaglianza e al conflitto tra gruppi.

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Stato e Geopolitica

Analisi dell’organizzazione statale.

Approccio tipico della sociologia storica.

Attenzione alle lotte di potere tra i gruppi e alla capacità di questi di procurarsi il controllo dei mezzi di coercizione e di legittimazione.

Analisi delle caratteristiche della Democrazia in termini di distribuzione del potere e di estensione del diritto di voto.

Analisi dell’incidenza di alcuni principi geopolitici sul potere territoriale dello stato, tra i quali il vantaggio territoriale e la gestione dell’espansione.

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Microsociologia della violenza

Approccio micro-sociale alla violenza tramite l’analisi dei comportamenti violenti reali.

Si basa sulla teoria dei rituali dell’interazione, dalla quale evince la difficoltà di usare violenza, poiché questa contrasta la propensione alla solidarietà sociale che i rituali dell’interazione sedimentano negli individui.

Analisi degli espedienti situazionali che innescano la violenza.

Violenza come atto di dominio dello spazio emotivo dell’incontro.

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La teoria dei rituali dell’interazione

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Approccio Micro-sociologico, alla cui base c’è la teoria dei rituali sociali.

L’unità fondamentale di analisi è la Situazione, in cui si svolgono le azioni.

I Processi sociali hanno tre macrovariabili incondizionate:

La distribuzione degli individui nello spazio

Il tempo in cui hanno luogo i processi sociali

Il numero di individui implicati Cioè:

Tutti i processi sociali hanno una certa durata, e vedono la presenza di una quantità di persone che contemporaneamente condividono lo stesso spazio.

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Azioni, Emozioni e Routine

L’agire sociale è soprattutto di tipo emotivo.

Ogni interazione sociale ha un fondamento pre-razionale.

Il comportamento sociale è sostanzialmente di tipo routinario.

La routinizzazione è la base delle strutture macro della Società.

L’aspetto emotivo è la base del legame sociale, ovvero un sentimento di fiducia reciproca: la solidarietà sociale.

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Caratteristiche del Rituale sociale

Il rituale sociale è il fondamento della solidarietà sociale. Fornisce ai gruppi unità, ideali comuni e una moralità condivisa.

Caratteristi del rito per Durkheim:Compresenza fisica dei membri di un gruppo: genera sintonia emotiva. che creerà poi la Coscienza collettiva e l’Identità collettiva Simboli o oggetti sacri Azioni ripetute

Caratteristiche del rituale dell’interazione per Goffman, che riprende le idee di Durkheim, ma le secolarizza: Compresenza fisicaSi costruisce una realtà condivisa e un centro di interesse, tramite la conversazione Inviolabilità degli aspetti rituali della situazione.

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Il rituale dell’Interazione di Collins

Collins riordina e rende sistematiche le teorie di Durkheim e Goffman:

Il rituale dell’interazione ha quattro ingredienti fondamentali:

Compresenza spaziale e reciproca influenza corporea, la materialità dell’interazione è un elemento fondamentale.

La situazione è strutturata e delimitata: ben chiara la differenza tra partecipanti ed esclusi dal rituale.

Attenzione condivisa e focalizzata su un oggetto comune, dando luogo ad una realtà condivisa. I partecipanti condividono una comune intensità emotiva.

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Risultati dei Rituali dell’Interazione

Se gli elementi costitutivi del rituale hanno effettivamente luogo, si ottengono quattro risultati principali:

Si crea un comune senso di appartenenza e la conseguente solidarietà di gruppo

L’individuo esperisce un flusso di energia emotiva che gli dona fiducia e sicurezza

Si generano i simboli che identificano il gruppo e l’appartenenza

Nasce una moralità condivisa e un senso di virtuosità dei membri del gruppo

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Tipologie di rituali e Simboli

Rituali formali: hanno un profilo istituzionale e ufficiale e sono parte della cultura esplicita di un gruppo

Rituali naturali: nascono spontaneamente e vi si aderisce in maniera inconsapevole, e spesso definiscono solidarietà momentanee e meno intense.

Rituali falliti (o vuoti): rituali che non riescono a creare un coinvolgimento emotivo, né una coesione di gruppo con la conseguente identità collettiva. Non producono simboli a cui aderire.

I simboli creati durante i rituali sono fondamentali per determinare la solidarietà sociale perché trasformano il clima emotivo del rituale in una energia emotiva di lunga durata.

Hanno un secondo e terzo grado di circolazione

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Le Catene di Rituali dell’interazione

La vita quotidiana si costituisce in catene rituali dell’interazione, cioè in ogni situazione ha luogo un rituale dell’interazione che può manifestare rapporti paritari o di subordinazione.

Le catene rituali dell’interazione sono regolate da una logica di mercato per cui ogni individuo cerca di massimizzare il livello di soddisfazioni emotive nei suoi incontri quotidiani.

Per far ciò ogni individuo deve possedere una serie di risorse culturali o simboliche e un livello di risorse emotive che compongono:

Il Capitale culturale

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Il Capitale Culturale

Il Capitale culturale è l’insieme dei simboli e degli elementi culturali che gli individui utilizzano all’interno delle loro interazioni sociali.

Capitale culturale generalizzato: è il repertorio di simboli che incarnano l’identificazione di gruppo della persona; inoltre indicano la classificazione in termini di potere e proprietà del gruppo sociale.

Capitale culturale particolarizzato: sono i simboli che hanno una particolare componente di memoria e sono connessi con persone particolari.

Reputazione: è la propria collocazione nella struttura sociale, ma è fuori dal controllo della volontà del soggetto, e dipendente invece dalla visione che gli altri hanno del soggetto.

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Stratificazione sociale e Catene di rituali dell’interazione

La proprietà e l’autorità, elementi fondanti della stratificazione sociale, sono il prodotto delle catene di rituali dell’interazione.

Il capitale culturale, fondamentale per avere una posizione di dominio all’interno di una interazione sociale, si riproduce per canali stratificati.

Le classi superiore riproducono il proprio capitale simbolico, come quelle inferiori, cristallizzando e rafforzando la stratificazione sociale, mantenendo e rafforzando lo squilibrio dell’energia emotiva all’interno delle interazioni sociali.

La stratificazione sociale è la disuguaglianza nelle risorse materiali e simboliche necessarie per accrescere l’energia emotiva all’interno delle interazioni sociali.

Trasformazione all’interno della stratificazione sociale attraverso cambiamenti legati al capitale culturale, generalizzato o particolarizzato.

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Stratificazione e sociologia del conflitto

Per stratificazione sociale si intende una divisione gerarchica per gruppi all’interno della società.

La base teorica risiede nella teoria dell’interazione sociale, cioè un approccio micro-sociologico, attenzione alle Situazioni.

Ordini della stratificazione: economico, culturale e politico (Approccio weberiano).

I tre ordini di stratificazione tendono alla convergenza. Per cui è si configura una stratificazione multipla: Classi, ceto, partito.

Posizione all’interno della stratificazione determina una cultura specifica e una particolare visione del mondo.

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Bidimensionalità della Stratificazione

Il modello di stratificazione sociale è bidimensionale: la dimensione verticale del potere e la dimensione orizzontale della socievolezza.

Il potere si manifesta nella capacità di dare ordini e nella loro esecuzione.

Chi ha potere: ha un dominio situazionale nei rituali dell’interazione e quindi una maggiore energia emotiva. si riconosce pienamente nelle norme e negli ideali del gruppo che gli ha conferito quel potere.

La dimensione della socievolezza cioè le reti sociali a cui l’individuo appartiene, è costituita da:Densità sociale: livello di compresenza fisica all’interno dell’universo sociale. Diversità sociale: livello di eterogeneità all’interno dell’universo sociale.

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Le culture di classe e di ceto

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Classe sociale: insieme di persone accomunate dall’esperienza occupazionale e dalla dotazione delle risorse materiali.

Ceto Sociale: gruppo che condivide una medesima identità culturale.

Sia la classe che il ceto danno vita ad determinate culture peculiari che determinano le diverse interazioni sociali e il proprio posizionamento in esse.

Basandosi sull’impianto teorico di Dahrendorf la classe sociale coincide con la classe di potere: l’accento si basa sulla capacità di impartire ordini.

Stratificazione all’interno della società come l’interazione tra i condizionamenti delle culture di classe e di ceto, a cui aggiungere la sfera del potere politico.

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Stratificazione e Organizzazioni

Le organizzazioni sono il luogo reale in cui avvengono la maggior parte dei fenomeni e dei processi sociali.

Esemplificano chiaramente la stratificazione del potere, del prestigio e della deferenza.

Mostrano come l’universo sociale sia una costellazione di gruppi di interesse in conflitto tra loro per ottenere il maggior numero di vantaggi possibili.

Dalle diverse posizioni all’interno di una organizzazione derivano le culture di classe.

All’interno delle organizzazioni conflitto tra chi ha potere e chi vuole smarcarsi da questo potere.

Importanti divengono allora le Forme di controllo.

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Forme di controllo

Coercizione: si costringono i subordinati ad eseguire gli ordini con la forza o la minaccia di essa.

Ricompense materiali: si retribuiscono i subordinati per far in modo che eseguano gli ordini.

Solidarietà: si tenta di far aderire i subordinati alle finalità dell’organizzazione, interiorizzandone così le norme e gli ideali.

Soddisfazione sufficiente: equilibrato mix delle forme di controllo precedenti, tarato sulle caratteristiche della situazione.

I rituali dell’interazione sono centrali nella gestione del potere. In particolar modo per quanto riguarda la capacità di ottenere Deferenza.

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Educazione e Stratificazione

La teoria si basa sui concetti weberiani di Comunità di interessi e chiusura sociale: il tentativo di un gruppo di circoscrivere l’accesso alle risorse o ai vantaggi della sua condizione a persone specifiche.

L’istruzione e i conseguenti titoli di studio sono credenziali necessarie per entrare a far parte delle classi sociali più elevate.

Titoli di studio come credenziali per ottenere una migliore Proprietà situazionale.

Livello culturale come valuta monetaria. Oltre ad indicare l’appartenenza di classe , è utilizzato per ottenere vantaggi materiali.

Inflazione delle credenziali educative.

Soluzioni

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La stratificazione situazionale

La stratificazione sociale equivale ad una distribuzione disuguale dell’energia emotiva.

Zelider Circuits: i capitali materiali o culturali all’interno della stratificazione sociale dipendono dalle reti sociali sulle quali insistono.

Allora classi sociali divengono un particolare tipo di circolazione del denaro, con le relazioni sociali che essa determina.

Nuova griglia di classi sociali:

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Stratificazione situazionale e vita quotidiana

La società contemporanea è caratterizzata da rituali dell’interazione più informali.

La stratificazione diviene situazionale perché l’appartenenza di classe e di ceto si innestano in rituali più informali.

La reputazione personale ha maggior importanza di quella di classe o di ceto. Però ha un ambito prettamente locale.

La società contemporanea è più eterogenea per questo l’ordine del dominio è situazionale ed ha luogo quando si riesce ad ottenere una superiorità nel livello di energia emozionale.

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Stato e Geopolitica

Analisi State-Centered: lo Stato è l’attore centrale dei processi sociali e politici e agente fondamentale delle trasformazioni socio-storiche.

Prospettiva storica e comparativa: solo attraverso uno sguardo storico e comparativo è possibile rintracciare i principi e i processi basilari che determinano la costituzione e la stabilità statale e le sue trasformazioni.

Approccio tipico della sociologia del conflitto: la società è una costellazione di gruppi in competizione tra loro per il potere, il prestigio e la ricchezza.

L’unità analitica fondamentale è il potere dello Stato.

Due livelli di analisi: organizzazione interna dello Statodimensione geopolitica

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Caratteristiche del potere statale

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La violenza (o coercizione) legittima è l’elemento principale del potere statale:

Forze dell’Ordine (Esercito e Polizia) come organizzazione delle forme di violenza legittima.

Rapporto tra le Forze dell’Ordine e la tipologia di produzione economica.

Lotta politica come conflitto tra gruppi che cercano di appropriarsi del controllo degli istituti di coercizione legittima.

La legittimazione del potere e Potere come profezia che si auto-adempie.

Stabilità del potere statale come interazione della coercizione, del possesso delle risorse e della legittimazione del potere.

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Gruppi di interesse

La Società è una costellazione di gruppi in contrasto tra loro.

I gruppi lottano per ottenere vantaggi dal punto di vista del potere, del prestigio e della ricchezza.

Per raggiungere i loro scopi mirano al controllo dello Stato.

Mobilitazione come:

variabile fondamentale nella lotta per il controllo dello Stato.

disponibilità di risorse materiali e simboliche per l’organizzazione della lotta politica.

I gruppi con maggiori capacità di mobilitazione e con maggior solidarietà interna sono favoriti nell’arena politica.

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Forme stataliElementi fondamentali della DEMOCRAZIA:

Potere diviso collegialmente.

Diritto di partecipazione al voto: quota della popolazione che partecipa alla vita politica.

Diritti Politici: libertà di mobilitazione politica, di informazione e di pensiero.

È possibile costruire diverse forme statali ideali combinando questi elementi:

Dispotismo idealtipico: Nessuna divisione del potere, nessun diritto di voto.

Autocrazia plebiscitaria: Bassa condivisione del potere, ampio suffragio.

Repubbliche oligarchiche: Alta condivisione del potere, ristretto suffragio.

Democrazia Moderna: Alta condivisione del potere, ampio suffragio.

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Classi sociali e Forme statali

Il conflitto tra le diverse classi sociali e i rispettivi interessi economici influenza la composizione e la trasformazione delle forme statali, che oscillano tra: Democrazia, Autoritarismo (Fascismo) e Socialismo.

Borghesia: Favorevoli alla democrazia. Fascismo nel caso in cui è presente un pericolo socialista che minaccia la proprietà privata.

Proprietari terrieri: Fascismo per conservare i vecchi privilegi; Democrazia se il sistema economico è di tipo capitalistico.

Burocrazia statale: Fascismo o Socialismo. A seconda delle dinamiche storiche.

Contadini: Gruppo con scarsa mobilitazione politica, di solito usato da altre forze politiche nell’arena della lotta politica.

Operai: Socialismo se borghesia collegata strettamente con il potere statale, Democrazia se borghesia più indipendente dal potere statale.

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Dimensione Geopolitica

I processi geopolitici, quali guerre e conflitti tra stati, sono importanti per la stabilità di uno stato.

Le principali categorie geopolitiche sono:

Il vantaggio Territoriale: essere uno Stato Periferico o avere confini protetti naturalmente consente un netto vantaggio geopolitico.

La gestione dell’espansione:

Uno stato più grande e con maggiori risorse materiali ha maggiori possibilità di espansione.

Gli stati che si estendono in maniera eccessiva devono mantenere un’adeguata gestione dei costi per evitare crisi interne.

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Microsociologia della violenza

In Violence. A Micro-sociological Theory (2008) indaga le situazioni reali in cui ha effettivamente luogo la violenza.

La teoria dei rituali dell’interazione è il supporto teorico su cui si basa la ricerca.

Si concentra sulle modalità attraverso cui nei contesti quotidiani si esprime nel concreto l’aggressione fisica.

Si basa sull’analisi di dati certificati, certi e documentati, raccolti attraverso osservazioni empiriche.

I fenomeni indagati sono i più vari dagli eventi bellici alle risse nel mondo dello sport.

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Caratteristiche della violenza

La violenza è situazionale. È la dinamica della situazione che rende possibile o meno il verificarsi di atti violenti.

La violenza non è innescata da particolari contesti culturali, sociali e motivazionali.

Infatti gli atti di violenza sono sempre minori dei contesti in cui la violenza secondo queste teorie dovrebbe prendere corpo.

Questo perché secondo la teoria dei rituali dell’interazione siamo portati naturalmente alla solidarietà sociale e ad una sorta di consonanza emotiva.

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Superamento della Tensione da confronto (Confrontational tension/fear).

Tale tensione può trasformarsi in Panico inoltrato o Foward panic, in cui la tensione è così elevata che sfocia in un atto violento.

Perché la violenza abbia realmente luogo è necessario che si verifichino delle condizioni indispensabili:

“Il forte che attacca il debole”

Requisiti situazionali per cui è possibile mettere in atto la violenza

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Il Forte attacca il debole

Situazione relazionale per cui è presente un soggetto palesemente più forte di un altro.

Si crea una relazione tra aggressore e vittima o di carnefice e vittima che deve essere reciproca e condivisa.

Si deve creare una specie di complementarità emotiva, in cui l’aggressore domina l’interazione dal punto di vista emotivo.

Altra situazione plausibile è quella in cui si predispone una contesa leale e onorevole, ad esempio un duello.

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La violenza come messa in scena

La violenza può prendere corpo e superare la tensione da confronto e la tendenza alla solidarietà rituale quando la situazione violenta viene regolamentata, organizzata e circoscritta.

Questo perché tale strutturazione situazionale ha la capacità di ovviare alla negazione della solidarietà rituale e così facendo limita e disinnesca la tensione da confronto.

Il pubblico può essere un importante induttore di tale situazione di violenza poiché ha una sorta di ruolo di controllo sulla situazione così strutturata.

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Il dominio emotivo dell’incontro

La violenza è un dominio emotivo della situazione.

È necessario acquisire delle competenze specifiche atte al superamento della tensione da confronto e alla rottura della solidarietà rituale.

Quindi sono pochi coloro che effettivamente compiono atti violenti.

Competenze e capacità di controllo situazionale vengono acquisite lungo l’intera catena di interazioni che il soggetto ha nel corso della vita.

Vi è una sorta di élite competente nel dominio emotivo della situazione ed una maggioranza passiva.

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