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POLITECNICO DI MILANO
Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria per l’Ambiente e Territorio DICA, Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale, sezione Ambientale
APPLICAZIONE DEL PROCESSO BIOLOGICO ANAMMOX PER LA RIMOZIONE DELL’AZOTO DA DIGESTATI
AGRO-ZOOTECNICI
Relatore: Dott. Ing. Davide Scaglione
Correlatore: Dott. Ing. Elena Ficara
Tesi di:
Viola Corbellini
Matricola 782193
ANNO ACCADEMICO 2012-2013
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Sommario 1. INTRODUZIONE .......................................................................................................................................... 8
1.1 Il ciclo dell’azoto ................................................................................................................................ 8
1.2 Processi convenzionali di rimozione biologica dell’azoto ............................................................... 10
1.3 La problematica dell’ azoto nei reflui agro-zootecnici .................................................................... 12
1.4 Processo Anammox ......................................................................................................................... 16
1.4.1 Stechiometria e cinetica ................................................................................................................. 16
1.4.2 Inibizione dell’attività anammox ............................................................................................. 18
1.5 Applicazione del processo anammox a piena scala ......................................................................... 22
2. SCOPO DELLA TESI ................................................................................................................................... 24
3. MATERIALI E METODI .............................................................................................................................. 25
3.1 Metodi analitici ................................................................................................................................ 25
3.1.1 Analisi delle forme azotate e COD ........................................................................................... 25
3.1.2 Analisi dei solidi sospesi........................................................................................................... 26
3.2 Reattore a sequenza di fasi SBR ...................................................................................................... 28
3.2.1 Funzionamento SBR ................................................................................................................. 31
3.2.2 Caratteristiche dell’influente ................................................................................................... 34
3.2.3 Gestione e monitoraggio del reattore SBR .............................................................................. 36
3.2.4 Prove di attività della biomassa anammox .............................................................................. 37
3.3 Prove manometriche ....................................................................................................................... 40
3.3.1 Elaborazione e trattamento dati ............................................................................................. 47
3.4 Preparazione soluzioni .................................................................................................................... 48
3.4.1 Preparazione alimento al reattore SBR ................................................................................... 48
4. RISULTATI E DISCUSSIONE ....................................................................................................................... 51
4.1 Risultati della gestione del reattore SBR ......................................................................................... 51
4.1.1 Andamenti dell’attività batterica anammox ........................................................................... 51
4.1.2 Andamento dei rapporti di consumo ...................................................................................... 54
4.1.3 Caratteristiche dell’effluente ................................................................................................... 58
4.1.4 Andamento del COD solubile .................................................................................................. 60
4.1.5 Andamento dei solidi sospesi .................................................................................................. 62
4.1.6 Prove granulometriche ............................................................................................................ 65
4.2 Risultati delle prove manometriche ................................................................................................ 68
4.2.1 Risultati della prova I. .............................................................................................................. 68
4.2.2 Risultati della prova II. ............................................................................................................. 73
4.2.3 Risultati della prova III. ............................................................................................................ 77
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5. CONCLUSIONI .......................................................................................................................................... 82
RINGRAZIAMENTI ............................................................................................................................................ 85
RIFERIMENTI .................................................................................................................................................... 87
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SINTESI
Il presente lavoro di tesi si inserisce in un più ampio progetto di ricerca del
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano
denominato BRAIN (Biotecnologie per la Riduzione dell'Azoto dai digestati con
processi INnovativi).
Esso ha come obiettivo quello di dimostrare la fattibilità tecnica ed economica di
un processo biologico avanzato che sfrutta la biomassa anaerobica ammonio-
ossidante anammox (ANaerobic AMonium OXidation) per rimuovere l'azoto
ammoniacale dalla frazione liquida dei digestati.
In particolare, questo progetto propone il trattamento completamente autotrofo
della frazione liquida derivante dalla digestione anaerobica di un refluo agro-
zootecnico (refluo suinicolo, pollina e scarti di mais) tramite una configurazione
di reattori a doppio stadio:
un reattore SBR (Sequencing Batch Reactor ) di ossidazione parziale ad
opera di biomassa autotrofa (PARNIT, PARtial NITrification ) che converte
il 50% circa dell’ammonio in nitrito (rapporto finale circa 1:1).;
un secondo reattore di tipo SBR, contenente biomassa autotrofa anammox
ammonio ossidante in grado di produrre azoto molecolare a partire da
ammonio e nitrito.
Gli obiettivi specifici del presente studio possono essere riassunti nei seguenti
punti:
Gestione e monitoraggio di un reattore di laboratorio SBR con processo
anammox a diverse condizioni di alimentazione, come modello per il
reattore pilota in campo, con lo scopo di semplificare il processo e renderlo
applicabile a più ampia scala;
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messa a punto ed applicazione di un protocollo di prova in batch di tipo
manometrico per valutare l’inibizione di substrati o sostanze contenute
nell’influente che possano interferire con l’attività della componente
microbica anammox.
Nel corso di precedenti lavori di tesi il reattore SBR di laboratorio è stato testato
in diverse condizioni di alimentazione, con diluizioni a partire dal 25% fino a
giungere al 100% nel corso di nove mesi.
Il presente lavoro sperimentale si è inserito nella fase di ricerca che giungeva al
termine e si è operato in condizioni di matrice PARNIT non diluita.
Dal monitoraggio quotidiano delle concentrazioni dei substrati, solidi sospesi
volatili e COD in entrata ed in uscita dal reattore a sequenza di fasi, si sono
potute trarre importanti indicazioni circa la fattibilità del processo in vista di
una applicazione a piena scala: dopo un tempo di acclimatazione più o meno
variabile, a seconda della diluizione, la biomassa autotrofa anammox si è
mostrata adatta a trattare reflui da digestati agro-zootecnici con percentuali di
rimozione medie del 97%.
In aggiunta alle diverse attività di gestione del reattore SBR di laboratorio, sono
state allestite e monitorate delle prove manometriche in bottiglie equipaggiate
con una testa Oxitop® in grado di rilevare la variazione di pressione. Questa
metodica permette una più semplice gestione e controllo rispetto alle prove di
laboratorio, con i reattori in continuo, proprio per la semplicità sia dell’apparato
sia della conduzione delle prove. Con il sistema Oxitop® si sono valutate alcune
possibili interazioni fra le sostanze contenute nella matrice reale e l’attività della
biomassa anammox. Nello specifico si sono effettuate 3 diverse tipologie di
prove.
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La prima era volta a valutare l’interazione tra l’attività della biomassa anammox
a diverse condizioni di diluizione della matrice reale, riproponendo in scala
minore la progressione già seguita con il reattore SBR da laboratorio.
I risultati analitici hanno mostrato come, così come avvenuto nel reattore di
laboratorio, all’aumento della percentuale di influente reale corrisponda una
proporzionale diminuzione dell’attività microbica, pari al 33% per matric reale
al 75% e del 77% per matrice reale al 100%.
La seconda prova aveva l’obiettivo di valutare separatamente la tipologia di
attività batterica della biomassa contenuta nel reattore SBR di laboratorio;
separatamente attività anammox ed attività eterotrofa denitrificante (con
aggiunta di carbonio esterno) con l’intento di fornire una stima della percentuale
delle due tipologie di biomassa presente.
Analisi hanno permesso di stabilire una presenza di attività eterotrofa
contestuale a quella autotrofa anammox variabile in funzione del carbonio
organico presente nella matrice PARNIT.
Infine sono state svolte prove di inibizione da shock salino, con NaCl, a diverse
concentrazioni utilizzando due biomasse autotrofe di tipo anammox acclimatate
e non rispetto al contenuto salino.
Il risultato di questa prova ha mostrato come la biomassa anammox mostri una
inibizione variabile rispetto alla concentrazione salina contenuta nell’influente.
In particolare per una biomassa anammox, acclimatata a reflui salini, la
riduzione di attività risulta meno marcata rispetto ad una biomassa non
acclimatata per la quale lo shock salino ha provocato l’inibizione dell’80%
dell’attività nell’arco di due giorni.
Questo aspetto conferma che la biomassa anammox per un impiego ad ampia
scala ha la necessità di essere acclimatata rispetto al refluo reale influente.
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1. INTRODUZIONE
1.1 Il ciclo dell’azoto
L’azoto è uno degli elementi più diffusi in natura e riveste un ruolo rilevante per
gli esseri viventi in quanto costituente fondamentale delle proteine e del DNA.
Le trasformazioni che l’azoto subisce nei diversi comparti sono riassunte nel
ciclo biogeochimico riportato in Figura 1.1.
L’intervento dell’uomo genera importanti immissioni di azoto nei comparti
acqua e suolo, portando a modificare il ciclo naturale e causando problemi
ambientali, quali l’eutrofizzazione, l’inquinamento delle falde e dei corpi idrici
superficiali. Nel tempo si è quindi reso indispensabile il controllo
dell’introduzione di azoto di natura antropica.
Figura 1.1 Il ciclo dell’azoto
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L’uso eccessivo di fertilizzanti in campo agricolo e l’allevamento di bestiame
tramite le deiezioni animali, sono due cause di introduzione di azoto che
provocano alterazioni del naturale ciclo biogeochimico. In Figura 1.2 viene
riportato il dell’azoto in cui viene introdotto il ruolo dell’allevamento e della
coltivazione.
Figura 1.2 Interferenze antropiche nel ciclo dell’azoto
Per far fonte all’impatto ambientale associato a questa problematica, la
normativa europea ha emanato una direttiva comunitaria nota come “Direttiva
nitrati” (91/676/CEE). Principale strumento della direttiva è stata
l’introduzione di aree sensibili dette ZVN (Zone Vulnerabili da Nitrati di origine
agricola) e la regolamentazione dell’utilizzazione agronomica dei reflui
zootecnici.
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Il recepimento italiano di questa norma, ha di fatto fissato il limite di azoto,
derivante dagli effluenti agro-zootecnici trasferibile sul terreno agricolo a 170
chilogrammi annui per ettaro.
Tale vincolo comporta la necessità di disporre di una Sau (Superficie agricola
utile) generalmente maggiore rispetto alle disponibilità di molti allevamenti
della Pianura Padana.
Tuttavia, una deroga (2011/721/Ue) permette alle aziende agricole di
Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, con almeno il 70 % di colture
con stagioni di crescita prolungate e con grado elevato di assorbimento di azoto,
di innalzare tale limite a 250 chilogrammi annui per ettaro.
1.2 Processi convenzionali di rimozione biologica dell’azoto
Nell’ambito dei trattamenti per la rimozione specifica dell’azoto organico e
ammoniacale negli impianti di trattamento di reflui civili, si opera
prevalentemente un processo di tipo biologico di nitrificazione/denitrificazione.
Sono inoltre possibili anche trattamenti quali la precipitazione chimica e lo
strippaggio dell’ammoniaca.
In particolare il processo biologico di rimozione dell’azoto ammoniacale opera le
trasformazioni presenti nei cicli naturali: una fase ossidativa di nitrificazione
con formazione di nitriti e quindi nitrati, seguita da una fase riduttiva di
denitrificazione ad azoto molecolare.
La nitrificazione avviene ad opera di due diverse specie di batteri autotrofi
aerobici obbligati, i primi appartenenti ai generi Nitrosomonas per l’ossidazione
dell’ammoniaca a nitriti, i secondi appartenenti ai generi Nitrobacter che
ossidano i nitriti a nitrati.
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I due stadi si svolgono in serie secondo le seguenti reazioni:
+
+ + H2O (Nitrosomonas)
(Nitrobacter)
E complessivamente tenendo conto anche della sintesi batterica:
+ + +
+ 1,98 + 0,94H2O
Si può osservare che per ogni grammo di azoto ammoniacale rimosso si
impiegano 4,2 g di O2, si producono 0,16 g di nuove cellule, si consumano 7,14 g
di alcalinità come CaCO3 e 0,308 g di CO2.
Il passo successivo per la rimozione biologica dell’azoto è la denitrificazione
operata generalmente da batteri eterotrofi dei generi Pseudomonas che
utilizzano i nitriti ed i nitrati come accettori di elettroni nell’ossidazione
biologica dei composti organici biodegradabili.
La rimozione avviene per stadi, a partire dagli ioni nitrato passando per gli ioni
nitrito, all’ossido nitrico, all’ossido nitroso, porta infine all’azoto gassoso:
NO N2O
Contrariamente al processo di nitrificazione, che consuma alcalinità, il processo
di denitrificazione eterotrofa produce 3,57 g CaCO3 di alcalinità per ogni
grammo di ridotto, reintegrandone così circa la metà di quello consumato
in nitrificazione.
Per la denitrificazione quindi è necessario una apporto di carbonio organico che
può essere:
carbonio esterno prontamente degradabile (metanolo, acido acetico,
miscele idroalcoliche);
carbonio interno, ossia già presente nel refluo tal quale;
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carbonio endogeno costituito dalla componente organica biodegradabile
risultante da fenomeni di lisi cellulare, mantenuto in condizioni endogene.
L’efficienza di rimozione è quindi governata dalla presenza di carbonio
prontamente biodegradabile; il cui rapporto con l’azoto richiesto è variabile
rispetto al tipo di carbonio utilizzato.
Solitamente, questo processo biologico, che vanta buona stabilità, affidabilità e
costi moderati, viene impiegato nel trattamento di acque reflue con
concentrazioni di azoto relativamente basse (meno di 100 mg N L-1) ottenendo
rimozioni dell’azoto del 90%.
1.3 La problematica dell’ azoto nei reflui agro-zootecnici
Nel caso di reflui molto concentrati (uno o due ordini di grandezza in più
rispetto ai reflui urbani), come quelli derivanti dall’ambito agro-zootecnico, i
principali trattamenti operati sul refluo prevedono l’utilizzo della digestione
anaerobica dei fanghi.
La digestione anaerobica è il trattamento che più si presta alla stabilizzazione
dei fanghi particolarmente concentrati grazie anche al bilancio energetico
positivo connesso e alla mancanza di aerazione e alla produzione di biogas.
Il fango digerito, che in gergo tecnico è detto “digestato”, proveniente da reflui
agro-zootecnici è caratterizzato da concentrazioni di azoto di circa uno o due
ordini di grandezza superiori a quelle tipiche dei reflui civili e da un contenuto di
sostanza organica biodegradabile in genere non sufficiente a sostenere la
denitrificazione convenzionale come trattamento per la rimozione dell’azoto.
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La recente maggiore diffusione della digestione anaerobica, e della conseguente
necessità di trattarne i reflui, ha stimolato lo sviluppo di soluzioni alternative,
indicate per reflui molto concentrati, che limitassero i costi legati all’aerazione
ed al dosaggio di soluzioni idroalcoliche necessarie alla denitrificazione
convenzionale.
Nello specifico il contenuto di azoto presente nel fango digerito non risulta
variato rispetto a quello del refluo influente alla digestione, in quanto l’azoto
subisce solo una piccola trasformazione ad ammoniaca gassosa. Sostanzialmente
vi è un aumento della frazione ammoniacale rispetto al contenuto di azoto
organico, in misura variabile rispetto al contenuto inizialmente presente.
Nell’ambito della ricrca di soluzioni alternative alla denitrificazione
convenzionale per il trattamento dei reflui di digestione, si inserisce il progetto
“BRAIN” ( Biotecnologie per la riduzione dell’Azoto dai digestati con processi
Innovativi ) per promuovere la sostenibilità economica e ambientale della
produzione del biogas, 2011-2012) coordinato dal Politecnico di Milano e
finanziato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con lo
scopo principale di valutare sperimentalmente la fattibilità tecnica ed economica
di processi biologici innovativi per la riduzione dell’azoto dal digestato.
Il progetto di ricerca è focalizzato sull’analisi e lo sviluppo delle tecnologie
biologiche innovative in grado di ottenere contestualmente riduzione del
contenuto di azoto nel digestato e abbattimento dei costi attraverso lo studio di
diverse possibili alternative.
Il presente lavoro di tesi fa parte della sperimentazione che prevede l’utilizzo di
un processo innovativo di rimozione di azoto dal digestato proveniente da un
allevamento suinicolo presso l’azienda agricola Cortegrande Srl a Casaletto di
Sopra (Cr).
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L’allevamento dell’azienda agricola consta di circa 2000 suini con una
produzione variabile tra 150 e 400 m3/d di refluo zootecnico. L’impianto di
trattamento, il cui schema è riportato in Figura 1.3, prevede una preliminare
separazione solido/liquido, la cui frazione liquida è inviata ad un processo di
trattamento convenzionale, il quale prevede una flottazione ed un processo a
fanghi attivi per la rimozione biologica dell’azoto ad opera di biomassa
eterotrofa in pre-denitrificazione e autotrofa per la nitrificazione.
I fanghi derivanti dal trattamento primario di flottazione sono invece inviati a
digestione anaerobica. Una volta digeriti subiscono una separazione
solido/liquido in centrifuga. Il surnatante della centrifugazione è reinviato in
testa all’impianto di trattamento per rimuovere il carico inquinante, mentre la
frazione solida è utilizzata come ammendante agricolo.
Figura 1.3 Schema di funzionamento dell’impianto di trattamento delle acque dell’azienda
Agricola Cortegrande
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La frazione liquida del digestato a valle della centrifugazione è in parte inviata
alla sezione pilota dedicata al progetto BRAIN, Figura 1.4.
Figura 1.4 Particolare dell’impianto e localizzazione della sezione pilota
La sezione pilota dell’impianto prevede due fasi di trattamento:
un reattore SBR (Sequencing Batch Reactor) di ossidazione parziale
dell’azoto ammoniacale a nitroso con il processo PARNIT ( che porta ad
avere un effluente con rapporto tra le due forme azotate circa 1:1;
la rimozione degli ioni ammonio e nitrito dall’effluente operata dalla
biomassa autotrofa anammox in un ulteriore reattore SBR.
Questi processi presentano notevoli vantaggi rispetto a quelli tradizionali tra cui
la riduzione dei costi di gestione fino al 90%, la riduzione della produzione di
fanghi del 90%, la riduzione di oltre il 60% della richiesta di ossigeno (assente
per il processo anammox) e l’assenza della richiesta di carbonio organico.
In questo lavoro di tesi è stato analizzato in particolare il processo di rimozione
anaerobica autotrofa anammox applicato all’effluente del reattore SBR PARNIT a
scala di laboratorio.
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1.4 Processo Anammox
1.4.1 Stechiometria e cinetica
La scoperta dei batteri anammox avvenne all’interno di un impianto di
denitrificazione nel quale si osservò la scomparsa di ammonio in ambiente
anaerobico. Il processo venne poi monitorato e tramite esperimenti la rimozione
fu attribuita ad un processo biologico (Kuenen, 2008). La stechiometria
accettata per il processo anammox è stata sperimentalmente proposta da Strous
et al. nel 1998.
Dall’analisi dei bilanci di massa si ha che i batteri anammox utilizzano anidride
carbonica CO2 come fonte di carbonio per produrre biomassa (CH2O0.5N0.15) e
ione nitrito non solo come accettore di elettroni per l’ossidazione
dell’ammonio ma anche come donatore di elettroni per la riduzione
dell’anidride carbonica secondo la reazione:
In questa reazione, circa l’89% dell’azoto in ingresso sia in forma di ammonio
che di nitrito viene convertito in azoto gas N2, mentre il restante 11% viene
ossidato a nitrato per produrre gli elettroni equivalenti richiesti per la sintesi di
nuova biomassa (Strous et al., 1998). Secondo l’equazione è necessaria una fonte
di nitrito e di ammonio per soddisfare il rapporto molare 1,32
mol /mol
.
Tale richiesta viene assolta anteponendo al processo anammox una fase di
nitritazione parziale regolata in modo tale da ottenere l’ossidazione aerobica
dell’azoto ammoniacale a nitrito con un rapporto in uscita circa 1:1.
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Attraverso la combinazione del processo di nitritazione parziale e processo
anammox, si ha una riduzione del fabbisogno di ossigeno del 60% rispetto al
processo convenzionale di rimozione nitrificazione/denitrificazione, a causa
della necessità di ossidare solo la metà dell’azoto ammoniacale e di ossidare
questo a nitrito anziché a nitrato. Altro aspetto peculiare è l’assenza di richiesta
di una fonte di carbonio organico per operare la denitrificazione (Jetten et al.
1998). E’ necessario quindi che per operare il processo anammox il rapporto
C/N si mantenga su bassi valori, per evitare l’eccessiva crescita di biomassa
eterotrofa denitrificante.
In Figura 1.5 viene riportato il precorso seguito dal processo anammox a
confronto con il processo convenzionale di rimozione dell’azoto. Il processo
anammox permette di ridurre l’azoto ammoniacale a gassoso percorrendo una
via più breve e più economica.
Figura 1.5 Comparazione del processo anammox e della denitrificazione convenzionale
I microrganismi anammox sono inoltre caratterizzati da una lenta crescita il cui
tasso è proposto essere 0,065 d-1 (Strous et al. 1998), il che porta ad una
duplicazione alla settimana. Analogamente al tasso di crescita, anche la costante
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di decadimento dei batteri anammox risulta essere piuttosto lenta, si riportano
in letteratura stime di 0,0048 d-1 a 35° (Scaglione et al. 2009).
L’attività specifica anammox è fortemente influenzata dal pH e dalla
temperatura. Valori di pH ottimali sono compresi tra 6,7 e 8,3 unità e riguardo
alla influenza della temperatura, l’intervallo di attività è compreso fra i 30° e i
40°C (Strous et al., 1999), con un valore di massima attività nel range compreso
tra 35° e 40°C.
1.4.2 Inibizione dell’attività anammox
Il processo biologico anammox è inibito da diversi fattori quali i substrati stessi
(ammonio e nitrito), la sostanza organica (tossica e non tossica), sali, metalli
pesanti, fosfati e solfati in misura variabile in relazione alle condizioni di
funzionamento, durata dell’esposizione e struttura fisica (granulare, sospesa o
adesa).
Inibizione da Ammonio
La concentrazione di ammonio non risulta particolarmente inibente l’attività, in
letteratura se ne riportano diversi valori. Hu et al. (2013) indicano che una
concentrazione di 980 mg L-1 per una durata di esposizione di più di una
settimana di non abbia apportato significative perdite di attività. Dapena-Mora
et al. (2007) riportano invece un valore IC50 di 770 mg L-1.
La componente legata all’ammonio sulla quale molti studi concordano essere la
reale specie inibente è l’ammoniaca libera FA (free ammonia )con un valore IC50
38 mg FA L-1 per prove di lunga di esposizione, ed un IC50 minore nel caso di
brevi esposizioni in ragione di 20-25 mg FA L-1 (Fernández et al., 2012, Jin et al,
2012). Concentrazioni maggiori, variabili nel range di 35-40 mg FA L-1 causano
una inibizione totale dell’attività anammox, inoltre si riporta una tossicità
intrinseca della FA per valori anche molto bassi pari a 1.7 mg FA L-1, questo
valore ampiamente minore di quelli sopra riportati fa ipotizzare che siano le
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condizioni di prova e la tipologia di processo (biomassa sospesa, adesa o
granulare) ad incidere fortemente sui risultati ottenuti.
Inibizione da nitrito
Numerosi studi si sono effettuati sull’inibizione dovuta al nitrito, confermando
che sia questo il substrato che incide significativamente sulla stabilità del
processo anammox in relazione alla concentrazione ed al tempo di esposizione.
Studi poco recenti, Strous et al.( 1999), riportano una inibizione completa per
valori maggiori di 1 mg NO2-N L-1, peraltro reversibile dosando idrazina e
idrossilammina. Lotti et al. (2012) suggeriscono che sia il tempo di esposizione
ad incidere significativamente sull’inibizione. In apparenza gli studi sembrano
essere discordi sul valore minimo incidente sull’attività riportando range molto
variabili tra i 5 ed i 280 mg NO2-NL-1 operando tuttavia in condizioni
estremamente diverse tali da non rendere confrontabili i risultati. Generalmente
basse concentrazioni non inibiscono l’attività in condizioni di alimentazione
continua e Strous et al.(1999) suggeriscono che la biomassa aggregata in granuli
venga totalmente inibita da una concentrazione di 100 mg NO2-N L-1. Inoltre
Dapena Mora et al. (2007) indicano un IC50 pari a 350 mg NO2-N L-1. Data la
variabilità dei dati di letteratura, non risulta ancora chiaro quale sia il valore
esatto di inibizione (reversibile) e di tossicità ( irreversibile) legato al contenuto
di nitrito, in quanto questi risultano strettamente dipendenti dal tempo di
esposizione e dalle caratteristiche del refluo influente.
Inibizione da COD
Il ruolo della sostanza organica sull’attività anammox può essere in ambito di
ricerca uno spunto interessante circa la valutazione di applicabilità del processo
anammox al trattamento di rimozione biologica contestuale di azoto e sostanza
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organica. Relativamente al contenuto di COD Jin et al. (2012) indicano che
concentrazioni superiori a 300 mg COD L-1 in condizioni di alimentazione
continua portano ad una inibizione totale della attività anammox. Molinuevo et
al. (2009) che operavano su refluo suino diluito indicano che un valore maggiore
di 237 mgCOD L-1 ha inibito totalmente l’attività anammox, rendendo
predominante la presenza di biomassa eterotrofa a scapito della più lenta
attività autotrofa anammox.
Inibizione da contenuto salino
I trattamenti biologici sono generalmente inibiti dalla salinità a causa dello
stress osmotico indotto sulla biomassa. Riguardo questo aspetto il processo
anammox si trova ad essere un trattamento promettente nel caso di acque reflue
ad alto contenuto salino per il fatto che la biomassa anammox sia attiva in
ambiente marino (Murray et al. 1995).
Jin et al. (2012) affermano che una media concentrazione nel range di 3-15 g
NaCl L-1 stimoli la formazione di biomassa granulare anammox, fissando di fatto
un limite oltre il quale si evidenziano fenomeni di inibizione.
Maggiori concentrazioni inibiscono la biomassa in misura variabile della
tipologia di sale testato. In particolare rispetto allo NaCl non si hanno effetti
inibenti fino ad una concentrazione di 8.78 g L-1, mentre si comincia ad avere
perdita di attività batterica per valori superiori a 7.45 g L-1 di KCl e 7.10 g L-1 di
Na2SO4.
Dapena Mora et al.(2007) valutano la concentrazione IC50 (corrispondente ad un
dimezzamento dell’attività massima) relativa a tre diversi sali Na2SO4, NaCl, e
KCl rispettivamente in 11.36 g L-1, 13.46 g L-1 e 14.9 g L-1.
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Risultando inoltre che l’inibizione dipenda oltre che dalla concentrazione,
dall’adattamento della biomassa stessa a trattare reflui con carico salino.
Un aspetto interessante è dato dalla possibilità di acclimare progressivamente la
biomassa ad operare con elevate concentrazioni saline, in particolare si possono
ottenere valori di attività paragonabili a quelli in reflui dolci, acclimatando
progressivamente la biomassa fino ad una concentrazione di circa 30 g L-1 con
un limite massimo di 45 g L-1.
Gli autori riportano a tal riguardo che uno shock salino di 30 g NaCl/L causa di
perdita di attività specifica anammox del 67.5% per una biomassa anammox non
acclimata, viceversa che una biomassa anammox adattata ha mostrato una
riduzione 45.1%.
Jin et al. (2012) riportano che si è individuata nella specie Candidatus Kuenenia
stuttgartiensis la migliore capacità di adattamento operando con una
concentrazione complessiva di 30 g/L comporta al 90% di NaCl e 10% KCl.
Inibizione da Antibiotici
Gli antibiotici ad uso umano ed animale si ritrovano spesso nei relative reflui
prodotti, in relazione alla presenza di questi, moti studi confermano l’inibizione
sulla attività anammox.
Jin et al. (2012) hanno testato l’influenza diverse tipologie di farmaci, tra i quali
Cloramfenicolo con una inibizione del 98% in ragione di una concentrazione di
200 mg L-1, sulla penicillina mostrando una riduzione dell’attività del 36% per
una concentrazione di 100 mg L-1 ed infine per l’ampicillina una concentrazione
di 800 mg L-1 ha portato una riduzione di attività del 94%.
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1.5 Applicazione del processo anammox a piena scala
Nonostante le potenzialità, questo processo ha incontrato diversi ostacoli per
l’applicazione a piena scala. Primo fra tutti il lento tasso di crescita della
biomassa, che a scala di laboratorio è stato ovviato utilizzando la tipologia di
reattore a sequenza di fasi SBR.
Il primo impianto a scala reale è stato implementato per il trattamento di acque
di rifiuto a Sluisjedijk, Rotterdam, in Olanda nel 2002. Più tardi in Austria, a
Strauss, si è progettato e utilizzato un reattore monostadio in cui la parziale
nitrazione ed il processo anammox avvengono nello stesso rettore in condizioni
di O2 limitante.
Attualmente la rimozione dell’azoto con processo anammox è applicata in circa
40 impianti a piena scala per il trattamento reflui municipali ricchi di azoto
ammoniacale, in reattori operanti in condizioni mesofile.
Risultati incoraggianti si sono avuti anche per reflui di diversa natura, ad
esempio nel trattamento del digestato e reflui farmaceutici (Hu et al. 2013,
Scaglione et al 2012). L’applicazione del processo anammox su scala industriale,
necessita di un accurato studio caso- specifico associato alla natura e quindi alle
caratteristiche del refluo da trattare.
In generale ci sono due differenti strategie per ottenere la presenza di due
substrati, ammonio e nitrito in rapporto 1:1, necessari all’utilizzo della
tecnologia anammox. Il nitrito può essere prodotto in un reattore aerobico
separato e successivamente trattato con biomassa anammox, come ad esempio il
reattore SHARON-Anammox (Single reactor High activity Ammonia Removal
Over Nitrite). Alternativamente è possibile realizzare il trattamento in un
reattore unico in condizioni di O2 limitante come ad esempio il reattore CANON.
23
Nella pratica esistono diverse denominazioni dei reattori, ma si riferiscono
sempre a queste due tipologie di applicazione mono o bi-stadio.
Un’altra caratteristica che differenzia il processo è la natura aggregativa della
biomassa anammox utilizzata, che in base a dove si è sviluppata la tecnologia ed
il tipo di reattore può trovarsi in diverse conformazioni. In particolare si ritrova
in forma sospesa in Svizzera ed Austria, di tipo granulare in Olanda, adesa su
supporto in Svezia e Belgio ed in reattori di tipo ibrido in Austria. Le diverse
terminologie utilizzate in relazione alla tipologia di biomassa sono riportate in
Tabella 1.1.
Tabella 1.1 Elaborazione di tabella tratta da Hu et al. (2013)
TIPOLOGIA DI BIOMASSA NOME DEL REATTORE NRR [Kg N /m3 d]
Sospesa Single suspended-growth SBR 0.5
NAS 0.26
Granulare CANON 1.2
SHARON-anammox 0.6
Ibrida DEMON 1.1
Adesa
ANITA-Mox 0.3-0.4
DeAmmon 0.05 [g N/m2 d]
OLAND 1.23
Aerobic deammonification 0.31-0.45
SNAP
24
2. SCOPO DELLA TESI
L’obiettivo di questo lavoro sperimentale è di valutare la stabilità del processo di
rimozione di azoto con biomassa anammox in relazione ad una matrice reale
non diluita, derivante da digestato agro-zootecnico.
Per la valutazione della stabilità del processo si sono monitorati i principali
parametri chimico-fisici (pH, temperatura, contenuto di solidi volatili) e misure
dell’attività batterica SAA (Specific Anammox Activity), con lo scopo di verificare
l’efficienza di rimozione in relazione al quantitativo di azoto caricato e alla
eventuale interferenza della matrice influente.
Nel contempo si è ricercata, attraverso prove in batch con misura manometrica,
la presenza di agenti inibitori della SAA.
In particolare si è valutata l’inibizione in relazione alla decrescente diluizione
della frazione solubile della matrice reale e l’interazione tra l’attività batterica
per diverse concentrazioni di sale.
Sono infine state effettuate prove per stimare la presenza di biomassa
eterotrofa nel reattore denitrificante in competizione con la biomassa anammox.
25
3. MATERIALI E METODI
3.1 Metodi analitici
In questo paragrafo vengono riportate la metodica e gli standard operativi che si
sono seguiti nello svolgere le analisi chimiche o fisiche inerenti alla gestione del
reattore SBR allo svolgimento delle prove manometriche.
3.1.1 Analisi delle forme azotate e COD
Per la determinazione delle concentrazioni di ione ammonio , ione
nitrito , ione nitrato
e COD si sono utilizzati i test in kit con
lettura spettrofotometrica. In particolare si sono utilizzati i kit commerciali
(Hach Lange GmbH, Dusseldorf, Germany) con misura su spettrofotometro
(Lange Xion500 ).
La procedura di misurazione prevede innanzitutto la filtrazione del campione, su
filtro in acetato di cellulosa a porosità 0,45 μm, atta a rimuovere la frazione
sospesa che rende problematica la misura di tipo ottico. Successivamente, in
base al valore di concentrazione attesa, si opera una diluizione tale da far cadere
il valore entro il range di rilevabilità specifico di ogni kit.
Infine si può leggere la misura con lo strumento ottico; più nello specifico
mentre per i campioni delle specie azotate la rilevazione con lo spettrofotometro
può essere effettuata rapidamente (circa 10-15 min), il kit per la misurazione del
COD prevede una fase di predigestione a 148 °C per 2 ore e solo a campione
raffreddato, può avvenire la lettura.
In Tabella 3.1 vengono riportate le specifiche dei kit utilizzati con il relativo range
di rilevabilità.
26
Tabella 3.1 Elenco dei kit test utilizzati con relativo range di rilevabilità
PARAMETRO CHIMICO NOME KIT RANGE MISURA
NO2- -N Lange LCK 341 0,015 ÷ 6,0 mgN L-1
Lange LCK 342 0,6 ÷ 6,0 mgN L-1
NH4+-N Lange LCK 304 0,015 ÷ 2,0 mgN L-1
Lange LCK 303 2 ÷ 47 mgN L-1
NO3- -N Lange LCK 339 0,23 ÷ 13,5 mgN L-1
COD Lange LCK 314 15 ÷ 150 mg COD L-1
Per le misure di azoto nitrico e del COD si è rilevata, in precedenti
sperimentazioni, una interferenza dovuta alla presenza di nitrito che porta a
sovrastimare la concentrazione delle due specie.
In particolare dovendosi rilevare la concentrazione di azoto nitrico in un
campione in cui vi era la presenza di una concentrazione non nulla di azoto
nitroso si dosava una quantità stechiometrica di acido solfammico NH2HSO3 che
reagisce con il nitrito a dare solfato secondo la reazione:
Mentre per quanto riguarda l’interferenza sulla misura di concentrazione del
COD si ha che ogni mg /L apporta un contributo di 1,19 mg COD/L;
valore che quindi deve essere sottratto alla misura finale del COD.
3.1.2 Analisi dei solidi sospesi
Per la determinazione di solidi sospesi (totali e volatili), si è utilizzata la
metodica standard APAT IRSA 2090.
27
I solidi sospesi totali presenti in un campione di volume noto vengono raccolti
per filtrazione su un apposito filtro carta GF/C dalla porosità di 0,45 μm,
precedentemente essiccato e pesato.
Ultimata la filtrazione si pone il filtro in forno ad una temperatura di 103-105°C
per un’ora, una volta raffreddato si pone in essiccatore e si procede alla pesatura
dei soliti sospesi totali (SST) che rapportati al volume forniscono la
concentrazione:
Dove:
M1 (mg) è il peso del filtro e del residuo rilevato dopo essiccamento;
M0 (mg) è il peso del filtro;
V (ml) è il volume del campione filtrato.
Successivamente il medesimo filtro con residuo viene incenerito in un forno a
muffola ad una temperatura di 550°C per un’ora. Dopo il raffreddamento e
l’essiccamento si pesa nuovamente il filtro e si determina il residuo fisso ossia i
solidi sospesi non volatili (SSNV).
Infine per differenza tra il peso dei solidi sospesi totali ed il residuo fisso si
calcola il contenuto di solidi sospesi volatili presenti, rapportando la massa al
volume del campione filtrato si ottiene:
Dove :
M1 (mg) è il peso del filtro e del residuo rilevato dopo essiccamento;
M2 (mg) è il peso del filtro e del residuo rilevato dopo incenerimento;
V (ml) è il volume del campione filtrato.
28
La misura dei solidi volatili è uno strumento di fondamentale importanza nella
gestione di una reattore biologico. Esso è utilizzato per fornire in maniera più o
meno precisa la quantità di biomassa presente nel volume campionato.
3.2 Reattore a sequenza di fasi SBR
Il reattore a scala di laboratorio, prodotto dall’azienda Pharmaring, è composto
da tre unità fondamentali:
il fermentatore
l’unità elettromeccaniche
l’unità logica;
in costante comunicazione tra loro.
Il controllo sul processo viene esercitato principalmente attraverso il touch-
screen montato sull’unità elettromeccanica e secondariamente attraverso un PC
connesso all’unità logica.
Il fermentatore, della capacità di 4 litri, è avvolto da una camicia esterna nella
quale è in circolo acqua riscaldata alla temperatura costante di 35 °C. Inoltre
come è possibile notare in Figura 3.2, al fermentatore è stato applicato un
rivestimento di alluminio al fine di riparare il mixed liquor, la miscela di
biomassa e surnatante, dalla luce onde evitare una indesiderata crescita algale.
L’unità meccanica consta delle seguenti apparecchiature:
5 pompe peristaltiche adibite alle funzioni di scarico, scarico di
emergenza da un troppopieno, carico, dosaggio di acido e dosaggio di
base per il controllo del pH;
2 elettrovalvole, adibite scopo di insufflare una miscela gassosa (95% N2 e
5% CO2) atta a mantenere le condizioni anaerobiche
5 sonde che monitorano in continuo, rispettivamente potenziale redox,
temperatura, pressione, concentrazione di ossigeno disciolto e pH;
29
il miscelatore meccanico ad asse verticale a velocità regolabile fra i 100 e
1000 rpm, costituito da 3 ordini di palettature rettangolari montate a
differenti altezze su di un asse, collegato all’esterno del reattore ad un
motore elettrico.
All’esterno sono poi fondamentali:
il contenitore ermetico di materiale plastico collassabile contenente
l’alimento, ed il contenitore adibito ad accogliere lo scarico;
la bombola contenente la miscela gassosa (95% N2 e 5 %CO2);
un sistema di controllo della sovrappressione del gas nella testa del
reattore;
costituito da uno sfiato immerso sottobattente in un cilindro, così da
mantenere una sovrappressione di circa 20 millibar;
2 bottiglie contenenti acido (HCl 0,1N) e base (NaHCO3 1N) utilizzate per
il controllo del pH.
In Figura 3.1 è riportato il dettaglio della testa del fermentatore con in evidenza
tutte le connessioni utili alla gestione ed al monitoraggio del reattore
Figura 3.1 Componenti della testa del fermentatore
30
In Figura 3.2 viene invece riportata una fotografia della struttura completa del
reattore SBR dove sono poste in evidenza le unità di controllo precedentemente
descritte.
Figura 3.2 Reattore SBR di laboratorio
Il reattore SBR di laboratorio contiene biomassa granulare, inoculata il 4 maggio
del 2012 (Figura 3.3) proveniente dal reattore anammox a scala reale
dell’impianto di depurazione di Rotterdam, Dokhaven-Sluisjesdijk (Olanda).
31
Figura 3.3 Particolare della biomassa anammox inoculata
3.2.1 Funzionamento SBR
Il reattore SBR è caratterizzato dall’operare le diverse fasi di trattamento in un
unico stadio, in particolare la successione avviene secondo una separazione
temporale e non spaziale come avviene nei processi ad alimentazione continua.
Un ciclo completo di funzionamento consiste in 5 fasi:
carico (fill), l’influente da trattare viene caricato, operando
contestualmente la miscelazione per permettere lo sviluppo immediato
della reazione; in questa fase viene inoltre operato un flussaggio dall’alto
con miscela gassosa (al 95% N2 ed al 5% CO2) onde evitare indesiderate
infiltrazioni di O2.
reazione (react), il mixed liquor è mantenuto in condizioni di
miscelazione completa;
32
sedimentazione (settle), condotta in condizioni di quiete permette la
sedimentazione della biomassa sul fondo per permettere che la successiva
fase di scarico non operi dilavamento della stessa;
scarico (draw), il surnatante viene scaricato in condizioni di quiete fino
ad un livello prestabilito;
inattività (iddle), il mixed liquor viene flussato dal basso per permettere
lo strippaggio dell’azoto gassoso prodotto.
Il reattore SBR a scala di laboratorio è impostato per effettuare 3 cicli completi al
giorno da 8h l’uno; la durata di ogni singola fase è riportata in Figura 3.4.
Figura 3.4 Suddivisione della fasi del ciclo durante la sperimentazione
La scelta di una fase di carico così lunga (5h e 30 min) rispetto alle altre è dettata
dalla necessità di mantenere un’alimentazione il più graduale possibile senza
causare effetti di inibizione dovuti all’instaurarsi di elevate concentrazioni di
nitrito (potenzialmente inibente come riportato nel paragrafo 1.4.2).
La presente sperimentazione è stata condotta alimentando matrice PARNIT al
100%. Tuttavia nel periodo finale della sperimentazione, a causa di un black out
elettrico, che ha di fatto interrotto la miscelazione ed il flussaggio del gas atto a
mantenere condizioni di anaerobiosi, è seguita una inibizione della biomassa a
causa di una probabile infiltrazione di O2.
0 1 2 3 4 5 6 7 8
FASI DEL CICLO
tempo [ore]
carico reazione sedimentazione scarico inattività
33
Per tale motivo, si è dovuto diluire la matrice reale PARINT con una matrice
sintetica per permettere una lenta ripresa della normale attività,si è terminato il
lavoro sperimentale con una percentuale di matrice PARNIT del 50%.
La gestione del reattore SBR è stata organizzata in maniera tale da avere ogni
settimana il dato aggiornato della massima attività specifica anammox (SAA) il
quale ha permesso di impostare il carico volumetrico di azoto NLR (Nitrogen
Loading Rate).
Durante la sperimentazione i valori del carico di azoto NLR, riportati in Figura 3.5
sono variati, in relazione alla variazione dell’attività specifica e alla percentuale
di matrice PARNIT, da un minimo di 0, 062 gN L-1d-1 ad un massimo di 0,65 gN L-
1d-1. Definito il valore del NLR compatibile con la capacità di rimozione da parte
della biomassa anammox, la preparazione dell’alimento veniva effettuata
aggiustando con sali di NaNO2 e NH4Cl al fine di portare ai valori desiderati.
In particolare le concentrazioni di nitrito e ammonio venivano corrette
impostando il rapporto
uguale a 1,3 secondo la stechiometria
anammox.
Figura 3.5 Valori di NLR e percentuale di refluo reale applicato durante la sperimentazione
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0 20 40 60 80 100 120
% R
EFLU
O R
EALE
NLR
[g
N /
L d
]
Tempo [giorni]
NLR % Refluo reale
34
Infine in Figura 3.6 sono riportate le concentrazioni in ingresso di ,
e nel tempo, espresse in g N/L.
Figura 3.6 Concentrazioni di N-NH4, N-NO2 E NTOT nel tempo
3.2.2 Caratteristiche dell’influente
Nel corso di questa sperimentazione si è alimentato il reattore SBR con matrice
reale PARNIT prevalentemente al 100% (ovvero senza diluizione), questa
matrice proveniente dal reattore SBR PARNIT sito nell’azienda agricola di
CorteGrande,(CR) ha avuto nel tempo contenuti variabili di ammonio, nitrito,
nitrato e CODs.
Il contenuto di ammonio e nitrito alimentato al reattore SBR di laboratorio è poi
stato modificato in base alla differenza tra il predefinito carico in alimentazione
e quello del refluo tal quale.
La matrice reale PARNIT è settimanalmente prelevata dall’impianto di Cremona
ove avviene il processo di trattamento di nitritazione parziale, trasferita e
stoccata in cella frigorifera a 4 °C.
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
0 20 40 60 80 100 120
Co
nce
ntr
azio
ne
[ g
/L ]
Tempo [giorni]
N-NH4 in N-N02 in NTOT in
35
Si procede quindi alla analisi delle forme azotate, del COD e dei solidi per
permettere la preparazione dell’alimento secondo i parametri fissati di carico e
rapporto stechiometrico
. In Tabella 3.2 si riportano le statistiche di
base per la matrice PARNIT alimentata nel corso della sperimentazione.
Tabella 3.2 Statistiche di base dei principali parametri dell’influente PARNIT
PARAMETRO UNITA' DI MISURA VALORE MINIMO VALORE MAX MEDIA
Concentrazione N-NH+4 mg N /L 170 681 456 ± 163
Concentrazione N-NO-2 mg N /L 280 674 511 ± 174
Concentrazione NTOT mg N /L 450 1355 967 ± 321
Concentrazione CODs mg CODS/L 994 1847 1459 ±162
Rapporto NO-2/NH+
4 - 0,9 1,6 1,2 ± 0,3
Il processo con biomassa autotrofa anammox si caratterizza per la buona
rimozione dell’azoto in relazione al basso rapporto C/N.
Il rapporto C/N nella matrice PARNIT alimentata al reattore SBR di laboratorio
deriva quindi dal rapporto tra il CODs (corretto sottraendo l’influenza della
concentrazione di nitrito presente nel campione) e la concentrazione di Ntot
calcolata come somma delle concentrazioni di ione ammonio, nitrito e nitrato.
Come si nota dalla Figura 3.7 il rapporto si è mantenuto costante per buona parte
della presente sperimentazione in ragione di 0,6, è andato poi ad assumere un
valor medio maggiore con un rapporto C/N di 1,6.
L’aumento del rapporto carbonio su azoto, comporta lo sviluppo di biomassa
eterotrofa denitrificante, la cui presenza è stata valutata attraverso una delle
prove manometriche.
36
Figura 3.7 Andamento nel tempo del rapporto C/N
3.2.3 Gestione e monitoraggio del reattore SBR
La gestione del reattore è stata programmata eseguendo nell’arco della
settimana tipo le seguenti attività:
Lunedì: analisi chimica delle forme azotate, COD e solidi sospesi (volatili
e totali) sul campione di uscita cumulata (venerdì- lunedì);
Mercoledì: saggio di attività batterica SAA;
Giovedì: analisi chimica delle forme azotate, COD e solidi dell’uscita
cumulata (lunedì-giovedì) e caratterizzazione chimica del refluo PARNIT;
Venerdì: preparazione dell’alimento in base ai dati caratteristici del
matrice PARNIT e del dato aggiornato del NLRmax.
Inoltre nel periodo di sperimentazione sono state eseguite due prove di analisi
granulometrica della biomassa presente nel reattore. Lo strumento utilizzato
per l’analisi è il modello CILAS 1180 che consente in la misura delle particelle tra
0,04 e 2.500 micron. Le particelle sottili sono misurate mediante diffrazione con
il metodo Fraunhofer, mentre le particelle grossolane sono misurate con un real-
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
0 20 40 60 80 100 120 140 160
Rap
po
rto
C/N
Tempo [giorni]
37
time Fast Fourier Transform dell’immagine ottenuta con una fotocamera CCD,
dotata di un’unità di elaborazione digitale.
3.2.4 Prove di attività della biomassa anammox
Le prove di attività rivestono un ruolo cruciale nella conduzione del lavoro
sperimentale.
Esse permettono di determinare sia il carico di azoto NRRmax (maximum
Nitrogen Removal Rate) che rappresenta la massima capacità di rimozione della
biomassa complessivamente presente, sia il rapporto di consumo tra nitrito e
ammonio indice della stechiometria della reazione.
La prova di attività prevede l’immissione istantanea (spike) di una quantità nota
di N-NO2 e N-NH4 che ne realizzi un rapporto tra le quantità di 1.3. L’immissione
è condotta forando con una siringa il setto posto in testa al fermentatore
mantenendo il reattore in completa miscelazione.
Passati 5 minuti si permette alla biomassa di sedimentare e appena possibile si
estrae un campione di surnatante, collegando una siringa alla tubazione di
uscita. In particolare la procedura corretta prevede di eliminare il primo volume
estratto per permettere la completa pulizia delle tubazioni di uscita e
l’avvinamento della siringa.
In seguito, ad intervalli regolari, si effettuano altre 2 o 3 campionamenti; le
concentrazioni di ammonio e nitrito analizzate, vengono riportate in funzione
del tempo.
Dal calcolo della retta di regressione si ricava la pendenza che fornisce il valore
di NRRmax espresso in mg N L-1min-1. In Figura 3.8 viene riportato un esempio di un
grafico ricavato dalla prova di attività.
38
Figura 3.8 Esempio di grafico relativo ad una prova di attività
Le rette di regressione in Figura 3.8 rappresentano il consumo di azoto nitroso,
ammoniacale e totale in funzione del tempo.
Moltiplicando il valore del NRRmax per il volume del reattore è possibile calcolare
il carico di azoto NRRmax espresso in (gN/d) rimuovibile. Questo valore viene
rapportato al carico di azoto applicato al reattore NLR, per avere una stima
percentuale del carico che si sta applicando rispetto a quello massimo
applicabile.
0
20
40
60
80
100
120
0 20 40 60 80 100 120 140
Co
nce
ntr
azio
ne
[m
g N
/L
min
]
Tempo [min]
NO2 NH4 NTOT
39
L’altra informazione ricavabile dalla elaborazione dei risultati della prova è il
rapporto di consumo
. Esso permette di stabilire se vi siano o meno
reazioni concomitanti rispetto alla attività anammox. Dal valore del rapporto di
consumo misurato rispetto a quello stechiometrico della biomassa anammox
pari a 1,32 è possibile dare una valutazione di massima della tipologia di
reazione concomitante intervenuta. In particolare un valore del rapporto
maggiore di 1,32 indica un consumo di azoto nitroso da parte della biomassa
eterotrofa, mentre un valore inferiore è possibile attribuirlo ad un maggiore
consumo di azoto ammoniacale da biomassa AOB. Essa in teoria a causa della
assenza di ossigeno, non dovrebbe essere in grado di operare nel reattore. Per
tale motivo il valore del carico NRRmax viene calcolato in base al solo consumo di
azoto ammoniacale, essendo il consumo di questo substrato nelle condizioni
anaerobiche mantenute nel reattore a differenziare l’attività anammox da quella
denitrificante ad opera di biomassa eterotrofa. La correzione del dato del NRRmax
si opera attraverso la seguente relazione:
Si procede poi la stima dell’errore standard SE commesso nel calcolo del NRRmax.
In particolare l’errore è calcolato se i punti di campionamento risultano essere
maggiori o uguali a 3, applicando la seguente relazione:
dove:
è la deviazione standard;
n è il numero di campionamenti.
40
3.3 Prove manometriche
Le prove manometriche per la determinazione dell’attività biologica sotto
diverse condizioni, sono state eseguite con lo strumento Oxitop® Measuring
Head con la metodica specifica per la biomassa anammox introdotta da Dapena-
Mora et al. (2007) e poi modificata da Scaglione et al. (2009).
Il metodo manometrico prevede la conduzione di prove in batch in cui viene
misurata a intervalli regolari la sovrappressione che si genera all’interno di un
recipiente ermeticamente sigillato.
Partendo dall’ipotesi che la miscela sia satura di N2 e che la quantità di gas
prodotta durante la prova non si disciolga nel liquido (ossia ne venga totalmente
misurata la corrispondente pressione esercitata sulla testa) la sovrappressione
generata è direttamente riconducibile alla produzione di gas da parte della
biomassa attraverso la nota legge dei gas perfetti.
Dove:
P è il valore di pressione misurato dalla testa (atm)
Vtesta è il volume dello spazio di testa della bottiglia (L)
n sono le moli di azoto in fase gassosa (mol)
R è la costante universale dei gas (0,0821 L atm K-1 mol-1)
T è la temperatura della bottiglia (K)
Nella equazione sopra riportata, sono a priori noti i valori di temperatura, la
costante universale di gas ed il volume di testa.
Attraverso il valore di pressione fornito dal controller, si è quindi in grado di
calcolare il numero di moli di azoto prodotte in fase gassosa.
41
Si determina poi il volume (ml) di N2 prodotto semplicemente moltiplicando il
numero di moli per il volume molare corrispondente alle condizioni effettive di
temperatura e pressione:
Con questa procedura è possibile calcolare il volume di azoto per ogni dato di
pressione ed il rateo complessivo di consumo.
Figura 3.9 Schema completo delle unità fisiche e logiche del sistema manometrico
Per una generica prova si allestiscono diverse bottiglie contenenti la biomassa
ed il refluo, una delle quali ha il ruolo di bianco di prova, mentre nelle altre si
effettuano modifiche e test a seconda della finalità della prova.
Una volta riempite, per mantenere le condizioni di anaerobiosi si opera un
flussaggio del mixed liquor (con miscela di gas 95% N2 e 5% CO2); si chiude la
42
bottiglia e tramite un rubinetto si flussa anche lo spazio di testa.
Successivamente vengono poste in un termostato alla temperatura costante di
35°C e mantenute in agitazione continua tramite un agitatore magnetico.
L’arco di durata di una prova completa è di circa una settimana, in cui ogni
giorno si procede con l’iniezione tramite spike di concentrazioni note di
ammonio e nitrito.
Figura 3.10 Particolare dello spike in bottiglia OxiTop
Passate 24h si procede a scaricare gli andamenti di pressione nel tempo di prova
attraverso il controller OxiTop; successivamente si prelevano con una siringa
piccoli volumi (2-5 ml) di surnatante da tutte le bottiglie e si determinano le
concentrazioni delle forme di azoto solubili di interesse (N-NH4,N-NO2 e N-NO3).
43
Nello specifico si usa effettuare le prove in condizioni di limitazione da nitrito,
questo permette di visualizzare graficamente l’esaurimento di tale specie.
Una volta terminata la prova, si aprono le bottiglie e si preleva un campione di
mixed liquor, mantenuto in agitazione, di circa 15ml per eseguire la stima dei
solidi sospesi volatili attraverso i quali si calcola l’attività specifica della
biomassa anammox (SAA).
Tramite questa metodica sono state effettuate 3 diverse prove volte a valutare:
I. L’inibizione dll’attività batterica anammox al variare della percentuale di
matrice PARNIT presente; riproponendo in scala minore la progressione di
diluizione già seguita con il reattore SBR da laboratorio;
II. l’attività batterica della biomassa contenuta nel reattore SBR;
separatamente attività anammox ed attività eterotrofa;
III. l’inibizione da salinità; effettuata con NaCl, a diverse concentrazioni con
due biomasse anammox, una acclimatata ad un contenuto salino, ed una
non acclimatata (di seguito indicata con NNA).
Nella prova I si è indagata la diminuzione di attività batterica anammox
allestendo 4 bottiglie contenenti la stessa quantità di biomassa ma differenziate
per la percentuale di matrice PARNIT con cui la biomassa è stata posta a
contatto (0% 50%, 75%e 100%).
Nello specifico, la matrice PARNIT è stata preliminarmente trattata con
biomassa eterotrofa per la rimozione totale del nitrito in essa contenuto. La
rimozione del nitrito è condizione strettamente necessaria alla conduzione delle
prove in batch, in quanto queste sono effettuate sempre in condizioni nitrito
limitante. Successivamente sull’effluente dal trattamento della matrice PARNIT
44
si è operata una centrifugazione spinta a 5000 g per 15 minuti per rimuovere la
frazione sospesa ( centrifuga tipologia Biofuge primo R Heraeus).
Con questa procedura si è ottenuta una matrice PARNIT a concentrazione di
nitrito nulla, assenza di sospesi e contenuto di azoto ammoniacale dell’ordine
dei 200 mg/L.
Una volta effettuata la prima prova relativa ai bianchi per ogni diluizione, si è
proceduto a sostituire i surnatanti. La biomassa anammox utilizzata per questa
prima prova è una biomassa stoccata in laboratorio con la caratteristica
principale di non essere mai entrata in contatto con la matrice PARNIT. Questo
fatto ha permesso di investigare l’inibizione su di una biomassa non acclimatata
al trattamento di tale matrice reale.
Le bottiglie denominate con le lettere A, B C e D erano cosi composte:
A bianco (0%): 30ml di biomassa anammox, 700 ml di refluo sintetico con
spike di ammonio, nitrato e nitrito limitante;
B (50%): 30 ml di biomassa anammox, 350 ml refluo sintetico + 350 ml di
refluo PARNIT con spike di ammonio, nitrato e nitrito limitante;
C (75%): 30 ml di biomassa anammox, 125 ml refluo sintetico + 525 ml di
refluo PARNIT con spike di ammonio, nitrato e nitrito limitante;
D (100%): 30 ml di biomassa anammox, 700 ml di refluo PARNIT con spike di
ammonio, nitrato e nitrito limitante.
Nella prova II si sono allestite in totale 4 bottiglie contenenti la biomassa
operante nel reattore SBR di laboratorio, con il fine di quantificare la presenza
relativa delle due specie presenti: colonie autotrofe anammox ed eterotrofe
denitrificanti, sviluppatesi nel tempo a causa della presenza (seppur limitata) di
carbonio degradabile presente nell’influente (PARNIT).
45
Attività anammox
La prova per valutare la attività specifica della biomassa anammox, è stata
effettuata minimizzando l’interferenza dei batteri denitrificanti. Si è usata
matrice sintetica (COD nullo) e si sono effettuati spike di ammonio, nitrito e
nitrato. Le concentrazioni iniziali erano per le due bottiglie di 63mg NH4-N/L, 63
mg NO2-N/L e 38 mgNO3-N/L. Il valore di attività è stato ricavato dalla
elaborazione delle curve di pressione ottenute suddivise per la concentrazione
di SSV della bottiglia.
Attività denitrificante
Si è valutata l’attività denitrificante dosando acetato di sodio, come fonte di
carbonio prontamente degradabile, in difetto. Ciò permette di valutare anche
l’attività endogena. Inoltre sono state verificate le due possibili vie utilizzate dai
batteri denitrificanti; dosando in una bottiglia solo nitrito, e nell’altra solo
nitrato. Inoltre in entrambe le bottiglie è stata utilizzata della soda in pasticche,
inserite in una apposita capsula all’interno della bottiglia, per operare
l’assorbimento della CO2 generata nel corso della denitrificazione. Questa
procedura permette di considerare la sovrappressione misurata dalla testa
Oxitop come produzione di solo N2.
Le bottiglie denominate SBR1, SBR2, NO2, NO3 erano così composite:
SBR1: 30 ml di biomassa dell’SBR 700 ml refluo sintetico con spike di
ammonio 63 mg/l, nitrato 37 mg/l e nitrito limitante 63 mg/L;
SBR2: 30 ml di biomassa dell’SBR 700 ml refluo sintetico con spike di
ammonio 63 mg/l, nitrato 37 mg/l e nitrito limitante 63 mg/L, nitrato e
nitrito limitante;
46
NO2: 30 ml di biomassa dell’SBR 700 ml refluo sintetico + acetato di sodio in
difetto (50% stechiometrico) 232 mg/L, spike di nitrito 63 mg /L;
NO3: 30 ml di biomassa dell’SBR 700 ml refluo sintetico + acetato di sodio in
difetto(50% dello stechiometrico) 385 mg/L, spike di nitrato 63 g/L.
Nella prova III si è valutata l’eventuale inibizione dell’ attività anammox dovuta
alla salinità.
Si sono allestite 5 bottiglie, delle quali 3 contenenti biomassa anammox
contenuta nel reattore SBR, nelle restanti la biomassa anammox non acclimatata.
Per tutte le bottiglie si è utilizzato refluo sintetico e si è dosato NaCl per valutare
l’inibizione in concentrazione pari all’IC50 e una concentrazione corrispondente
alla metà del valore IC50 per la biomassa anammox del reattore, e il solo valore
IC50 per la biomassa non acclimatata.
L’IC50 è la concentrazione tale per cui l’attività batterica specifica SAA si riduce
del 50%, Dapena Mora et al. (2007) indicano un valore specifico per la biomassa
anammox di 13,46 g NaCl/L.
Le diverse bottiglie sono state cosi allestite:
SBR BIANCO: 25 ml di biomassa del reattore SBR + 700 ml di refluo
sintetico;
SBR IC50/2: 25 ml di biomassa del reattore SBR + 700 ml di refluo sintetico
+ 7 g NaCl;
SBR IC50: 25 ml di biomassa del reattore SBR + 700 ml di refluo sintetico +
13,5 g NaCl;
ROT. BIANCO: 25ml biomassa NNA + 700 ml di refluo sintetico;
ROT. IC50/2: 25ml biomassa NNA + 700 ml di refluo sintetico + 7g NaCl.
47
3.3.1 Elaborazione e trattamento dati
I dati di sovrappressione misurati dal controller OxiTop devono subire una
elaborazione atta a ricavare informazioni ed interpretare il risultato.
Figura 3.11 Esempio dell’andamento nel tempo della produzione di N2 elaborata dai dati OxiTop
In Figura 3.11. è riportato un esempio di andamento della produzione di N2
ottenuto elaborando i dati di pressione scaricati dal controller Oxitop.
In questo modo si ricava si è calcolato il volume di N2 lordo (in blu nella figura).
E’ una considerata produzione lorda, poichè una quota della del gas prodotto è
dovuta alla contestuale attività eterotrofa denitrificante. Per calcolare la
produzione netta di N2 da parte della sola biomassa anammox, si è proceduto ad
una ulteriore elaborazione del dato.
Andando ad analizzare l’andamento della curva si possono osservare tre tratti
con diversa pendenza: un piccolo tratto iniziale di acclimatazione, dovuto al
riscaldamento della bottiglia a fenomeni non biologici e sviluppo della tensione
-0,005
0,015
0,035
0,055
0,075
0,095
0,115
0,135
0,155
0,175
0,195
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
Rat
eo
[g
N2
/ L
d]
N2
[m
l]
Tempo (ore)
N2 [ml] lorda N2 [ml] netta Rateo [g N2/ L d]
48
di vapore, un secondo tratto rettilineo caratterizzato da un’intensa attività
batterica, poi un netto cambio di pendenza (“ginocchio”) a cui segue un tratto di
natura rettilinea. Il punto in cui la pendenza diminuisce marcatamente indica
l’esaurimento del nitrito dosato per tutte le prove in concentrazione limitante
rispetto all’ammonio.
È proprio l’ultimo tratto che si deve associare alla produzione di N2 relativa alla
denitrificazione eterotrofa che utilizza il nitrato presente, frutto della
produzione dell’attività anammox in piccola parte e da quello dosato ad inizio
prova. Sottraendo quest’ultima pendenza ai volumi di N2 precedentemente
calcolati, si ottiene una nuova serie di dati dei volumi N2 netti (nel grafico in
verde). Infine per calcolare il rateo di rimozione, si rapporta la pendenza del solo
tratto centrale, relativo alla sola biomassa anammox, per la concentrazione degli
SSV della miscela.
3.4 Preparazione soluzioni
3.4.1 Preparazione alimento al reattore SBR
Per la maggior parte del periodo di questa sperimentazione, il refluo alimentato
al reattore di laboratorio è stato l’effluente del reattore PARNIT al 100% (non
diluito).
A scadenza settimanale si effettuava la caratterizzazione del refluo PARNIT,
proveniente dall’azienda agricola di CorteGrande (Cr) sopracitata, analizzando le
specie azotate ed il COD solubili e si procedeva alla preparazione dell’alimento.
Avendo fissato il carico di azoto ed il volume da alimentare venivano aggiunte:
49
le soluzioni di micro e macro nutrienti specifiche per la biomassa
anammox
sali di NaNO2 e NH4Cl in base alle caratteristiche del refluo PARNIT
atte ad aggiustare le concentrazioni in ragione del rapporto
stechiometrico applicato ;
1 g bicarbonato di sodio per ogni litro di alimento preparato.
Per la gestione del reattore SBR si sono preparate diverse soluzioni concentrate
in particolare:
soluzione di refluo sintetico di micro e macro nutrienti (Mineral merdium,
Sol I e Sol II;
soluzioni saline per la prova manometrica di inibizione da salinità (NaCl);
soluzioni di substrato azotato (
).
Il refluo sintetico è una soluzione contenente acqua ultrapura, micro e macro
nutrienti necessari al metabolismo anammox, preparato secondo la
composizione riportata in letteratura da Van de Graff et al. (1996) e Lopez et al.
(2008).
Tabella 3.3 Composizione chimica Mineral medium
Mineral Medium NaHCO3 1,05 g/L
KH2PO4 0,0625 g/L
CaCl • 2 H2O 0,3 g/L
MgSO4 • 7 H2O 0,2 g/L
HCl 1N 2 g/L
Soluzione I 1,25 mg/L
Soluzione II 1,25 mg/L
50
Tabella 3.4 Composizione chimica delle soluzioni I e II
Soluzione I EDTA bisodico 5 g/L
FeSO4 5 g/L
Soluzione II EDTA bisodico 15 g/L
ZnSO4 • 7 H2O 0,43 g/L
CoCl2 • 6 H2O 0,24 g/L
MnCl2 • 4 H2O 0,99 g/L
CuSO4 • 5 H2O 0,25 g/L
NaMoO4 • 2 H2O 0,22 g/L
NiCl2 • 6 H2O 0,19 g/L
NaSeO3 • 10 H20 0,16 g/L
H3BO4 0,014 g/L
51
4. RISULTATI E DISCUSSIONE
4.1 Risultati della gestione del reattore SBR
In questo paragrafo si riportano gli andamenti delle principali variabili di
interesse relative alla gestione del reattore SBR a scala di laboratorio.
4.1.1 Andamenti dell’attività batterica anammox
Nel corso dell’intero progetto partito nel maggio 2012, il reattore di laboratorio
SBR è stato alimentato con diluizioni progressivamente decrescenti della
matrice PARNIT.
In Figura 4.1 viene riportato l’andamento del NRRmax comprensivo dei dati ottenuti
nel corso delle diverse sperimentazioni in relazione alle diverse diluizioni della
matrice PARNIT.
Figura 4.1 Andamento del NRRmax e della percentuale di matrice PARNIT nel tempo
0
20
40
60
80
100
0
1
2
3
4
5
28-set 28-ott 27-nov 27-dic 26-gen 25-feb 27-mar 26-apr 26-mag 25-giu 25-lug
% r
eflu
o r
eale
NR
Rm
ax g
N/L
/d
52
A partire dalle prime diluizioni di matrice reale PARNIT si nota una progressiva
acclimatazione della biomassa alla matrice reale, con valori di attività crescenti.
A cui segue un periodo di attività stabile intorno al valore di 3,5 g N L-1d-1 (27
nov. 2012) corrispondente al 50% di refluo reale.
Raggiunto questo risultato costante di massimo rateo di rimozione, si è quindi
proceduto ad alimentare al 100% (28 feb. 2013). Si evince dall’andamento il
marcato decadimento dell’attività che raggiunge il minimo intorno al 27 marzo
con un valore di 0,33 g N L-1d-1 .
Vi è poi una lenta ripresa dell’attività fino ad una valore di 1,18 g N L-1 d-1 (12
giu. 2013), bruscamente interrotta, nell’ultimo periodo di sperimentazione, a
causa di problemi di natura elettrica, intervenuti nel laboratorio, a causa dei
quali la biomassa nel reattore SBR ha subito una inibizione da nitrito perdurata
tre giorni a causa di una concentrazione accumulata di circa 500 mg NL-1.
L’accumulo da nitrito è stato ovviato effettuando un lavaggio della biomassa
contenuta nel reattore. Nello specifico si è lasciata sedimentare la biomassa e si è
conseguentemente scaricato il surnatante carico di nitrito tramite la pompa
peristaltica. Si è riportato a volume il reattore utilizzando acqua di rete,
operando un contestuale flussaggio della miscela gassosa (95% N2 e 5% CO2) per
riportare le condizioni di anaerobiosi. Questa procedura applicata due volte, ha
permesso di abbattere rapidamente la concentrazione di nitrito.
A seguito del lavaggio si è proceduto ad alimentare il reattore in condizioni di
PARNIT diluito al 10% (. A seguito di questo inconveniente l’attività ha mostrato
ratei di rimozione in lenta ripresa.
Questo andamento nel tempo permette di stabilire tre importanti aspetti:
la biomassa anammox è in grado di rimuovere azoto della frazione liquida
di digestato agro-zootecnico pretrattato con un processo di nitritazione
parziale;
53
l’attività è fortemente influenzata dalla percentuale di refluo reale
alimentato;
la biomassa è in grado di acclimatarsi nel tempo alla matrice reale
PARNIT;
si può ipotizzare che una inibizione da alte concentrazioni di nitrito di
circa 500 mg/L prolungata per circa 72h possa essere reversibile
effettuando un lavaggio della biomassa
Per permettere una buona gestione del reattore ed avere rimozioni di azoto
costanti, andando a considerare l’andamento del valore di attività e del NRRmax ,
si è nel tempo adeguato il carico di azoto da applicare al sistema(NLR). In Tabella
4.6 si riporta l’andamento del rapporto NRRmax/NLR parziale, calcolato
considerando solo le rimozioni di ammonio e nitrito, a confronto con il valore di
NLR applicato in funzione alla percentuale di diluizione della matrice PARNIT.
Figura 4.2 Andamento del rapporto NRR/NLR nel tempo a confronto con il relativo NLR applicato
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0 20 40 60 80 100 120 140
% r
efl
uo
re
ale
NLR
[g
/L d
]
Tempo [giorni]
NLR (NH4+NO2) NRR/NLR (NH4+NO2) % REFLUO REALE
54
Come si può notare in Figura 4.2 il rapporto tra NRR/NLR considerando solo
ammonio e nitrito, si è mantenuto piuttosto costante al variare della % di
matrice PARNIT in ingresso. In Tabella 4.1 si mostrano i valori medi del rapporto
NRR/NLR ed il relativo NLR al variare della diluizione operata.
Tabella 4.1 Parametri statistici di NRR/NLR e NLR in funzione della percentuale di refluo PARNIT
% REFLUO REALE NRR/NLR (NH4+N02) NLR [ gN/ Ld]
100% 98%±4% 0,49±0,1
10% 101%±5% 0,06
25% 102%±7% 0,06±0,14
50% 105%±1% 0,12±0,14
Il confronto tra il valore del NLR applicato ed il rapporto NRR/NLR permette di
valutare se la quantità di azoto, come somma di ammonio e nitrito, è consumata
dal processo anammox e quindi se il sistema è correttamente dimensionato.
Nel corso del periodo di sperimentazione, il valore NRR/NLR è risultato
oscillante per i primi 40 giorni, fra 0,85 e 0,95 indice di un NLR leggermente
elevato rispetto alla capacità della biomassa di rimuoverlo.
Successivamente tra i giorni 40 fino alla fine della presente sperimentazione si
sono avuti valori del rapporto NRR/NLR medio del 100% per un NLR inferiore.
4.1.2 Andamento dei rapporti di consumo
I rapporti molari di consumo di
, e /
relativi alla stechiometria
anammox valgono rispettivamente 1,32 e 0,26.
55
In Figura 4.3 ed in Figura 4.4 sono riportati gli andamenti dei rapporti misurati nel
corso di questa sperimentazione posti a confronto con il relativo valore
stechiometrico.
Figura 4.3 Confronto tra l’andamento del rapporto NO2/NH4 misurato e stechiometrico
In Figura 4.3 si può notare l’andamento del rapporto molare misurato dal primo
giorno di questa sperimentazione di alimentazione con matrice PARNIT al
100%. L’andamento mostra fino al giorno circa 40, un rapporto di consumo
maggiore del valore stechiometrico. Questo fatto può essere attribuito ad una
fase di acclimatazione della biomassa posta a contatto la matrice PARNIT non
diluita.
Questa spiegazione può di fatto trovare conferma dall’andamento assunto dal
giorno 40. Si nota infatti un rapporto di consumo molto aderente al valore reale,
indicando quindi che la contestuale presenza di biomassa eterotrofa sul lungo
periodo non tende a non modificare i rapporti di consumo del nitrito rispetto
all’ammonio.
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
0 20 40 60 80 100 120 140
NO
2/N
H4
Giorni di lavoro
NO2/NH4 misurato NO2/NH4 stechiometrico
56
Figura 4.4 Confronto tra l’andamento del rapporto NO3/NH4 misurato e stechiometrico
Per quanto riguarda l’andamento del rapporto NO3/NH4 riportato in Figura 4.4 si
possono notare tre distinti tratti con valore piuttosto costante. Il primo periodo
con qualche valore piuttosto variabile indice di una acclimatazione che sembra
durare 20 giorni. Un primo valore costante sovra stechiometrico di 0,3.
Un secondo tratto della durata di 40 giorni circa con un valore piuttosto costante
di circa 0,15 e infine un altro tratto con valore medio di 0,05. I tratti relativi a
valori sottostechiometrici del rapporto molare indicano una presenza di attività
relativa a biomassa eterotrofa denitrificante, che consumando nitrato, tende a
ridurre il rapporto stechiometrico caratteristico della biomassa anammox.
Questo fatto induce a ritenere che nel tempo si è operato un progressivo
aumento della percentuale di biomassa eterotrofa denitrificante.
Questo aspetto è piuttosto importante, una piccola presenza di biomassa
eterotrofa porta nel complesso ad una rimozione globale di azoto maggiore che
se vi fosse esclusivamente biomassa autotrofa anammox.
In merito alla valutazione del rapporto molare e della attività denitrificante si
riporta in Figura 4.5 l’andamento del rapporto molare di NO3/NH4
contestualmente alla concentrazione di CODs nella matrice PARNIT.
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0 20 40 60 80 100 120 140
NO
3/N
H4
Giorni di lavoro
NO3/NH4 OUT NO3/NH4 stechiometrico
57
Dal grafico si può notare come la presenza di CODs sia abbastanza costante con
un valore di concentrazione di circa 0,9 g CODs L-1 , unica eccezione un breve
periodo in cui il valore medio è di circa 1,6 g CODs L-1.
Questo andamento nel tempo non permette di correlare in maniera, visibile in
un grafico, il contenuto di CODs al consumo di nitrato, causa di questo aspetto è
probabilmente legata allo sfasamento temporale occorrente tra la presenza di
CODs, che deve essere rapidamente degradabile (il COD misurato è una stima
globale del CODs, non diversificato in rbCOD, sbCOD o nbCOD)ed il conseguente
sviluppo dell’attività eterotrofa denitrificante.
Figura 4.5 Andamento nel tempo del rapporto molare NO3/NH4 e della concentrazione di CODs nell’influente
Per quanto riguarda l’interazione del contenuto di COD con l’efficienza di
rimozione dell’azoto del processo anammox, si riporta in letteratura che un
rapporto C/N fino a 0,5 g COD/g N (Hu et al.,2013) possa permettere alla
biomassa anammox di convivere con successo con biomassa eterotrofa. Dato che
tramite il processo anammox si è in grado di rimuovere ammonio e nitrito con la
produzione di 0,26 mol di NO3 per ogni mol di NH4 rimossa, un processo di
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
2
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0 20 40 60 80 100 120 140 C
OD
s [m
g/L]
NO
3/N
H4
Giorni di lavoro
NO3/NH4 misurato CODs
58
trattamento con sola biomassa anammox si ha una (seppur limitata)
concentrazione di azoto nell’effluente dovuta alla produzione di nitrato, di
conseguenza l’eventuale presenza di biomassa eterotrofa, garantita dal suddetto
rapporto C/N può portare il beneficio di aumentare il rendimento globale di
rimozione e la relativa diminuzione del rapporto molare osservata
sperimentalmente.
4.1.3 Caratteristiche dell’effluente
Le caratteristiche dell’effluente del reattore SBR sono la chiave della valutazione
di stabilità del processo anammox. Dalle analisi effettuate nel tempo di
sperimentazione, con alimentazione prevalente al 100% di matrice PARNIT, si
sono avuti gli andamenti di concentrazione in uscita a confronto con quelli in
ingresso riportati in Figura 4.6.
Figura 4.6 Andamento nel tempo delle concentrazioni di NH4,NO2,NO3 in ingresso ed uscita al reattore SBR
0,00%
20,00%
40,00%
60,00%
80,00%
100,00%
120,00%
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1
0 20 40 60 80 100 120 140
% R
EFLU
O R
EALE
Co
nce
ntr
azio
ne
[g
/L ]
Tempo [giorni]
NH4 IN NO2 IN NO3 IN NH4 OUT NO2 OUT NO3 OUT % REFLUO REALE
59
Per i primi 40 giorni di alimentazione al 100% PARNIT le concentrazioni in
uscita di ammonio piuttosto variabili tra lo 0,1 e 0,25 g/L indicano una fase di
acclimatazione della biomassa al refluo reale.
Successivamente e per tutto l’arco della durata della sperimentazione si sono
avute rimozioni di nitrito ed ammonio variabili tra il 90 ed il 100%. Per quanto
riguarda il nitrato, esso è dalla stechiometria anammox un prodotto di reazione
contestuale alla produzione di N2.
Risulta quindi normale aspettarsi un valore concentrazione in uscita
leggermente incrementato rispetto al valore in ingresso. Nello specifico si nota
dalla figura come per i primi giorni si sia avuta una rimozione parziale della
specie nitrato, che si giustifica con una denitrificazione eterotrofa dell’azoto.
Successivamente alla stabilizzazione della biomassa anammox avvenuta dal
giorno 40, si nota come la rimozione eterotrofa del nitrato risulti meno marcata.
In Tabella 4.2, sono riportati la media, il massimo, il minimo delle concentrazioni
in uscita delle tre specie azotate e i due rapporti NRR/NLR.
Tabella 4.2 Principali parametri relativi all’uscita del reattore SBR
NH4OUT NO2 OUT NO3 OUT NRR/NLR (NH4+NO2) NRR/NLR (NH4+NO2+NO3)
g/L %
MEDIA 0,03 0,02 0,07 100% 97%
MAX 0,26 0,16 0,13 110% 105%
MIN 0,00 0,00 0,00 80% 80%
Si evince dalla tabella che il rapporto NRR/NLR (carico di azoto rimosso rispetto
a quello applicato) calcolato tenendo conto solo delle specie ammonio e nitrito
risulti mediamente superiore a quello calcolato tenendo in considerazione anche
il nitrato. Ciò è attribuibile alla produzione di nitrato data dalla stechiometria
60
anammox. I valori percentuali dei rapporti indicano rimozioni medie tra il 97 ed
il 100% per tutto l’arco della sperimentazione. I valori del NRR/NLR superiori al
100% indicano un consumo giornaliero di azoto maggiore rispetto al carico
alimentato, ovvero dato dal consumo dell’azoto residuo del precedente ciclo.
4.1.4 Andamento del COD solubile
Alcune considerazioni sulla presenza del CODs per la valutazione di stabilità del
processo sono già state parzialmente indicate nei precedenti paragrafi.
Questo parametro permette avere una stima di larga massima della stabilità di
un processo biologico. In generale una concentrazione in uscita maggiore di
quella in entrata potrebbe indicare un decadimento cellulare interno al reattore
Viceversa una forte diminuzione rispetto all’ingresso porta invece ad ipotizzare
la presenza di attività eterotrofa.
In Figura 4.7 è mostrato l’andamento della concentrazione di CODs in ingresso ed
uscita al reattore, mentre In Tabella 4.3 sono mostrati i valori medi.
Considerando gli andamenti si nota che vi è una forte variabilità del valore del
CODs in ingresso con un valore minimo di 0,6 g/L (giorni 51-54) ed un massimo
di 1,77 g/L (giorno 100), determinato dalla variabilità della composizione della
matrice PARNIT, mentre per l’uscita si hanno un minimo di 0,4 g/L (giorno 97)
ed un massimo di 1,23 g/L (giorno 21).
Inoltre si hanno solo pochi punti di campionamento in cui il valore in uscita
risulta maggiore di quello in ingresso peraltro con valori piuttosto confrontabili
che rientrano nell’errore strumentale,valutabile attorno al 10%.
61
Tabella 4.3 Valori medi del CODs in ingresso ed uscita dal sistema
PARAMETRO STATISTICO CODs IN [g/L] CODs OUT [g/L]
VALORE MEDIO 0,9 0,7
DEVIAZIONE STANDARD 0,2 0,2
Inoltre andando ad escludere i valori per cui la concentrazione in uscita è
maggiore di quella in entrata, indice di un leggero accumulo, si è calcolata
l’efficienza di rimozione del CODs.
Il risultato dell’elaborazione dei dati ha portato a stimare una valore di
rimozione medio del 29% con un minimo del 2% (giorni 86-92) ed un massimo
del 73% (giorno 100). Risulta lecito attribuire la rimozione di carbonio organico
alla presenza di biomassa eterotrofa.
Figura 4.7 Andamento del COD solubile
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
0 20 40 60 80 100 120 140
CO
D [
g/L]
Tempo [giorni]
CODs IN
CODs OUT
62
4.1.5 Andamento dei solidi sospesi
Nel tempo si è mantenuta in costante monitoraggio la concentrazione dei solidi
sospesi volatili e totali in ingresso ed uscita al sistema. Come si nota dagli
andamenti riportati in Figura 4.8, ed i valori medi riportati in Tabella 4.4, gli SST in
ingresso ed in uscita sono stati mediamente confrontabili ma con un valore in
uscita leggermente inferiore. Ciò indica che vi siano stati piccoli accumuli di
sospesi nel reattore. Anche per quanto riguarda la frazione volatile si ha che in
ingresso la concentrazione risulta mediamente più alta che in uscita. I sospesi
volatili in ingresso sono da attribuirsi alla biomassa sfuggita ai trattamenti
precedenti. Si rileva inoltre che relativamente al giorno 100 si possono notare
delle concentrazioni più elevate di sospesi, rispetto all’andamento medio, sia in
ingresso che in uscita. Una spiegazione a questo fatto si può ritrovare nella
incertezza data dal campionamento e dall’avere eseguito la stima in singolo. Per
quanto riguarda il valore medio di 0,07 g SSV /L in uscita, esso indica una lieve
fuoriuscita di biomassa dal sistema. Questo aspetto può essere considerato una
capacità del sistema di selezionare granuli di biomassa caratterizzati da
dimensioni tali da avere una buona sedimentabilità (sedimentabili nel tempo
adibito a tale fase) e caratterizzati da una maggiore resistenza ad agenti
possibilmente tossici o inibenti l’attività offerta dalla dimensione stessa del
granulo. Nel paragrafo successivo vi è una possibile conferma di tale selezione
da parte del sistema, data dal riscontro delle prove di distribuzione
granulometrica dei granuli di biomassa.
63
Figura 4.8 Andamento dei solidi totali e volatili in ingresso ed uscita al sistema
Tabella 4.4 Valori medi delle concentrazioni di solidi sospesi, totali e volatili in ingresso ed uscita
SST [g/L] SSV [g/L] SSV/SST [%]
INGRESSO 0,14 0,13 92%
USCITA 0,09 0,07 98%
Inoltre nell’arco della sperimentazione si sono prelevati due campioni di mixed
liquor per valutare la concentrazione di solidi sospesi e totali all’interno del
reattore. Questo parametro permette di dare una stima della biomassa presente.
Determinando la concentrazione di biomassa è possibile dare una stima di larga
massima dello sludge retention time (SRT). Esso indica il tempo di ritenzione
medio della biomassa all’interno del reattore. Il valore di SRT si calcola come
rapporto tra la quantità su base secca di biomassa presente nel volume e la
quantità di biomassa allontanata dal reattore nel tempo. La biomassa allontanata
è data dalla somma di quella prelevata durante i campionamenti mixed liquor,
durante le prove di attività e quella che viene richiamata in uscita durante la fase
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
0,35
0,40
0 20 40 60 80 100 120
SS [
g/L]
Tempo [giorni]
SSV OUT
SST OUT
SST IN
SSV IN
64
di scarico del surnatante alla fine di ogni ciclo e misurata nello scarico cumulato
settimanalmente.
(x∙V)/(q ∙ xe + v ∙ x /1000)
Dove:
x è la concentrazione di biomassa [g SSV/L];
V è il volume del liquido nel reattore SBR [L];
q è la portata giornaliera alimentata in [L/d];
v è il volume di mixed liquor estratto durante le prove di attività ed i
campionamenti per la misura della concentrazione di biomassa [ml];
xe è la concentrazione di biomassa in uscita media settimanale [g SSV/L].
Avendo effettuato solo due campionamenti di mixed liquor si è potuta dare una
stima solo di due valori dello SRT del sistema che risulta essere medio
settimanale (data la misura settimanale dei solidi nell’uscita).
In Tabella 4.5 sono riportate le concentrazioni di SST e SSV relative ai due
campionamenti di mixed liquor (M.L. 1 e M.L.2) ed il valore stimato di SRT
medio settimanale. In particolare si nota anche un aumento nel tempo della
percentuale di volatili sul totale della frazione sospesa.
I valori delle concentrazioni dei SS e quindi del relativo valore di SRT sono affetti
da molta incertezza data dalla difficoltà prelevare un campione omogeneo di
mixed liquor dal reattore e dal fatto di operare la prova in singolo. Per tale
motivo le concentrazioni di SSV ed il relativo SRT calcolato sono da considerarsi
delle stima di massima.
65
Tabella 4.5 Esiti dei campionamenti del mixed liquor e SRT medi calcolati
SST [g/L ] SSV [g/L] SSV/SST [%] SRTmedio [d]
Mixed Liquor (3 apr-2013) 2,9 2,4 82% 29
Mixed Liquor (7 mag-2013) 1,9 1,6 88% 30
4.1.6 Prove granulometriche
Per la caratterizzazione della biomassa granulare contenuta nel reattore SBR,
sono state effettuate due prove di analisi granulometrica.
In Figura 4.9 sono riportate le distribuzioni granulometriche relative alle due
prove effettuate a distanza di 3 mesi durante l’alimentazione di matrice PARNIT
non diluita (4 aprile e 4 luglio, 2013).
Si nota dalla figura come entrambi i campioni abbiano distribuzioni bimodali,
una moda per granuli di piccolo diametro compreso tra 0 e 500 μm, l’altra per
granuli di maggior dimensioni comprese tra 500 e 2500 μm.
Un altro aspetto che si evince bene dal confronto è che il campione relativo al
106° giorno di lavoro (4 luglio) mostri una minore dispersione al valor medio
rispetto al campione prelevato 3 mesi prima.
In particolare il campione del 4 luglio ha frequenze relative più alte per un range
ristretto tra i 1100 e 1200 μm, mentre il campione del 4 aprile mostra frequenze
relative simili per un più ampio range tra gli 800 ed i 1500 μm.
Questa evidenza potrebbe come precedentemente analizzato, essere attribuibile
alle condizioni operative del reattore SBR, le quali potrebbero aver permesso di
selezionare, nel tempo, un ben preciso range di granuli con diametro di circa
1000 μm.
66
Inoltre, dai percentili riportati in Tabella 4.6 si evince che per entrambi i campioni
di biomassa, le più alte frequenze sono relative a particelle con diametro
compreso tra i 500 e i 2500 μm.
Figura 4.9 Distribuzione granulometrica della biomassa
Per classi di diametro superiore le due curve presentano frequenze diverse,
Come si nota anche dai i percentili il campione del 4 luglio presenta valori del
10° e 50° percentile di poco superiori, mentre il 90° percentile assume valore
simile.
Tabella 4.6 Percentili relativi alle distribuzioni granulometriche
PERCENTILE 15° giorno di lavoro
(4-apr 2013) 106° giorno di
lavoro (4 lug 2013) UNITA’ DI MISURA
10° 66,68 245,17 μm
50° 891,62 1092,98 μm
90° 1690,14 1693,93 μm
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00
%
Diametro [μm]
15° giorno di lavoro 106° giorno di lavoro
67
Il campionamento e la misura della distribuzione granulometrica nel tempo
permette di valutare se le condizioni operative del reattore SBR riguardo alla
tipologia di agitazione meccanica applicata alla miscela siano tarate in maniera
tale da non portare alla disgregazione del granulo.
Dalle evidenze sperimentali si evince che le condizioni siano piuttosto favorevoli
al mantenimento di una classe granulometrica di circa 1000 μm ed altresì
permettano un ulteriore accrescimento delle dimensioni che rende il singolo
granulo atto a resistere maggiormente alla presenza degli agenti inibitori
presenti nella matrice reale influente.
68
4.2 Risultati delle prove manometriche
In questo paragrafo si riportano i risultati ottenuti dalle prove effettuate in batch
con metodo manometrico presentate nel paragrafo 3.3.
4.2.1 Risultati della prova I.
Nella prova I si è indagata la diminuzione di attività batterica anammox
preparando 4 bottiglie contenenti la stessa quantità di biomassa e differenziate
dalla diversa diluizione della matrice PARNIT (0%, 50%,75% e 100%).
Come già riportato nel paragrafo 3.3 la biomassa anammox utilizzata per questa
prova era una biomassa stoccata in laboratorio, quindi non acclimatata a trattare
matrice PARNIT.
In particolare si ricorda che la matrice PARNIT è stata preliminarmente trattata
con biomassa eterotrofa per la completa rimozione del nitrito, poi centrifugata
per la rimozione della frazione sospesa. La matrice PARNIT effluente da questo
trattamento preliminare presenta una concentrazione di azoto ammoniacale di
circa 187 mg NH4-N/L.
La prova si è svolta in 5 giorni e sono stati somministrati in totale 4 spike. Il
primo giorno di prova si sono allestite le bottiglie, alimentate con refluo sintetico
per ottenere il bianco di prova relativo ad ogni diluizione ed effettuato il primo
spike di nitrito e nitrato in ragione di 63 mg NO2-N/L e 37 mg NO3-N/L.
Il secondo giorno si è effettuato il cambio del surnatante su tutte le bottiglie; in
particolare per il bianco si è sostituita la matrice sintetica con nuova matrice
sintetica e per le altre bottiglie si è effettuata la diluizione desiderata (50%, 75%
e 100%). si è poi effettuato il secondo spike per riportare la miscela alla
concentrazione iniziale di nitrito in base ai diversi consumi intervenuti per le
diverse bottiglie. Per i due giorni seguenti si è effettuato il campionamento di
69
fine prova e lo spike giornaliero per riportare le concentrazioni di nitrito al
valore iniziale.
Nella Tabella 4.7 sono riportati per ogni giorno di lavoro, i consumi di ammonio e
nitrito ed il relativo rapporto di consumo, l’attività specifica anammox ed il
valore percentuale delle attività rilevate per le diverse bottiglie, rapportandole
al valore di attività massimo, ovvero al valore di attività determinato sul bianco
di prova.
Tabella 4.7 Dati relativi alle analisi e elaborazioni della prova di inibizione della matrice PARNIT
GIORNI BOTTIGLIE Δ NH4 [mg/L] Δ NO2 [mg/L] Δ NO2/ΔNH4 SSA [gN2/gSSVd] % Sul Bianco
0
Bianco 0%PARNIT 11,5 59,7 5,19 0,10 100%
BIANCO 50% PARNIT 75,0 60,6 0,81 0,10 93%
BIANCO 75% PARNIT 75,0 59,8 0,80 0,11 111%
BIANCO 100% PARNIT 67,5 61,0 0,90 0,11 107%
SOSTITUZIONE SURNTANTE
1
Bianco 0% PARNIT 88 65,3 0,74 0,10 100%
50% PARNIT 14 64,4 4,60 0,10 108%
75% PARNIT 24 65,2 2,72 0,01 13%
100% PARNIT nd1 nd nd 0,02 16%
2
Bianco 0% PARNIT 34,5 62,5 1,81 0,10 100%
50% PARNIT 69,15 62,5 0,90 0,11 114%
75% PARNIT 20 60,75 3,04 0,06 59%
100% PARNIT nd nd nd 0,02 24%
3
Bianco 0% PARNIT 29,65 62,5 2,11 0,11 100%
50% PARNIT 11,95 62,5 5,23 0,10 93%
75% PARNIT 1,5 64,25 42,83 0,07 67%
100% PARNIT 25 77,5 3,10 0,03 23%
Dalla tabella si evince come i rapporti molari di consumo tra ione nitrito e ione
ammonio siano piuttosto diversi dal valore stechiometrico relativo alla biomassa
anammox.
1 Nd sta per non determinato. Nello specifico la misura analitica, a causa di un possibile errore umano, ha portato ad
ottenere un valore considerato non corretto, di conseguenza non viene riportato neanche il consumo relativo al giorno 3.
70
Questo fatto è da ricondursi alla presenza di biomassa eterotrofa che porta ad
una riduzione del rapporto molare NO2/NH4 relativo alla stechiometria
anammox. Si riporta inoltre che, da ulteriori prove in batch qui non riportate, è
emersa la possibilità che la biomassa anammox stoccata in laboratorio ed
utilizzata per questa prova avesse la tendenza a rilasciare nel tempo ione
ammonio. Questo aspetto può essere attribuito ad una degradazione della
biomassa a causa dello stazionamento in condizioni di stoccaggio troppo
prolungate.
Questo aspetto non permette di ritenere attendibili le misure analitiche relative
allo ione ammonio per questa prova, ma di indicare solo una misura qualitativa.
In Figura 4.10 sono riportati gli andamenti della attività specifica per le diverse
bottiglie. Dopo la sostituzione del surnatante, la diluizione al 50% non mostra
significativi cali di attività rispetto al valore del bianco, mantenendo per tutti i
giorni di prova, una attività specifica piuttosto costante variabile tra 0,9 e 0,11 g
N2 (g SSV d)-1. Diversamente è accaduto per la diluizione al 75% e per la bottiglia
contenente matrice PARNIT al 100%. Per entrambe le bottiglie si è avuto un
brusco calo di attività non appena poste in contatto con la matrice reale PARNIT.
Successivamente si ha una ripresa dell’attività della bottiglia 75% PARNIT fino a
giungere ad un valore di circa 0,7 g N2(g SSV d)-1. Ciò indica un lieve
acclimatamento alla matrice stessa. La bottiglia con matrice PARNIT al 100%
mostra una ripresa meno intensa fino al valore di 0,03 g N2(g SSV d)-1.
71
Figura 4.10 Attività specifica della biomassa delle diverse bottiglie nei giorni di prova
Data l’incertezza dovuta al rilascio di ammonio nel valutare i consumi ed i
rapporti stechiometrici di consumo dalle analisi chimiche, si può avere una
misura qualitativa della diversa inibizione sulla attività della biomassa indotta
dalle diverse diluizioni della matrice PARNIT dalla elaborazione dei dati di
pressione. Si riporta a tal proposito l’andamento dei volumi di azoto prodotti nel
tempo per le diverse bottiglie per la prova dei bianchi, e l’andamento relativo al
terzo spike di prova.
Figura 4.11 Produzione di azoto relativa alla prova dei bianchi
0,00
0,02
0,04
0,06
0,08
0,10
0,12
0,14
0,00 1,00 2,00 3,00
Rat
eo
[g
N2
/ g
SSV
d]
Tempo [giorni]
Bianco
50% PARNIT
75% PARNIT
100% PARNIT
BIANCHI SOSTITUZIONE SURNATANTE
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0,0 5,0 10,0 15,0 20,0
N2
pro
do
tto
[m
l]
Tempo [ore]
Bianco
50% PARNIT
75% PARNIT
100% PARNIT
72
Come si evince dalla Figura 4.11 tutte le bottiglie mostrano andamenti della
produzione di azoto confrontabili tra loro nella prova dei bianchi.
Figura 4.12 Azoto prodotto nel terzo giorno di prova
Diversamente, nella Figura 4.12 relativa al terzo giorno di prova, si nota come solo
la bottiglia con diluizione al 50% mostri una produzione di azoto confrontabile
con il bianco ma con pendenza nettamente superiore. Relativamente a questo
ultimo aspetto, non sono chiare le cause che abbiano determinato questa
maggiore attività. Peraltro dalla prova dei bianchi non erano emerse particolari
differenze nell’attività, fatto che permetteva di ipotizzare condizioni iniziali del
tutto confrontabili.
Nel tempo di prova di circa 20 ore la biomassa contenuta nelle bottiglie relative
alle diluizioni 75% e 100% PARNIT, non sono state in grado di completare la
rimozione dei substrati dosati, portando a concludere che la riduzione
dell’attività della biomassa anammox non acclimatata sia effettivamente
correlabile alla percentuale di refluo reale influente. In particolare dopo tre
giorni di contatto, solo la bottiglia con diluizione al 50% ha mantenuto una
0
10
20
30
40
50
60
70
0,0 5,0 10,0 15,0 20,0
N2
pro
do
tto
[m
l]
Tempo [ore]
Bianco
50% PARNIT
75% PARNIT
100% PARNIT
73
attività confrontabile con quella relativa al bianco di prova; mostrando una
riduzione di attività del 7%. Le bottiglie con maggiori percentuali di refluo reale,
con 75% e 100% PARNIT hanno invece avuto riduzioni complessive di attività
rispettivamente del 33% e 77%.
Questa progressiva riduzione percentuale crescente con % di matrice reale,
porta a dare conferma che la biomassa anammox sia inibita dalla matrice
PARNIT. In particolare avendo operato, a monte della prova, una denitrificazione
ed una centrifugazione spinta della matrice PARNIT, si ipotizza che l’agente o gli
agenti inibenti l’attività anammox siano da ricercarsi nella frazione disciolta del
PARNIT.
4.2.2 Risultati della prova II.
La seconda prova con metodo manometrico ha previsto l’allestimento di 4
bottiglie contenenti la biomassa operante nel reattore SBR posta in condizioni
favorevoli a valutare distintamente l’attività eterotrofa e anammox.
Per quanto riguarda la prova effettuata in condizioni favorevoli alla attività
anammox, si è operato in doppio per una durata di due giorni.
In Figura 4.13 sono riportati gli andamenti della produzione di N2 relativi ai due
spike per le due diverse bottiglie.
74
Figura 4.13 Produzione di N2 della biomassa dell’SBR posta in condizioni favorevoli ad attività anammox
In Tabella 4.8 si riportano le concentrazioni influenti dosate tramite spike, e quelle
misurate analiticamente al termine di ogni prova.
Tabella 4.8 Esiti delle misure analitiche
BOTTIGLIE
CONCENTRAZIONEin CONCENTRAZIONEout
NH4 NO2 NO3 NH4 NO2 NO3
mg NH4-N/L mg NO2-N/L mg NO3-N/L mg NH4-N/L mg NO2-N/L mg NO3-N/L
SBR1 (1° SPIKE) 63 63 38 10 0 48
SBR2 (1° SPIKE) 63 63 38 9 0 42
SBR1 (2° SPIKE) 50 63 48 2 1 55
SBR2 (2° SPIKE) 45 63 42 1 1 51
In Tabella 4.9 sono invece i dati relativi al consumo delle specie azotate di
interesse: ammonio, nitrito e nitrato unitamente ai rapporti molari di consumo
calcolati ed il rateo di produzione.
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
90,00
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00
N2
pro
do
tto
[m
l]
Tempo [ore]
SBR1 (1° SPIKE)
SBR1 (2° SPIKE)
SBR2 (1° SPIKE)
SBR2 (2° SPIKE)
75
Tabella 4.9 Consumi, rapporti molari e rateo relativo alla attività anammox
BOTTIGLIE CONSUMO RAPPORTI MOLARI DI CONSUMO RATEO
Δ NH4 Δ NO2 ΔNO3 Δ NO2/ΔNH4 Δ NO3/ΔNH4 g N2/L d
SBR1 (1° SPIKE) 53 63 -10,5 1,2 -0,2 0,25
SBR2 (1° SPIKE) 53 63 -4,6 1,2 -0,1 0,25
SBR1 (2° SPIKE) 48 62 -7,2 1,3 -0,2 0,23
SBR2 (2° SPIKE) 44 62 -9,2 1,4 -0,2 0,22
Come si nota in tabella i rapporti molari di consumo NO2/NH4 e NO3/NH4
risultano essere aderenti al valore stechiometrico della cinetica anammox. In
particolare il rapporto molare relativo al nitrato risulta negativo in quanto è un
prodotto di reazione della cinetica anammox, ed essendo il rapporto una misura
derivata dal consumo delle due specie risulta anch’esso negativo.
Nella prova di attività denitrificante si è dosato in due bottiglie acetato di sodio
come fonte di carbonio prontamente degradabile pari al 50% del fabbisogno
teorico relativo al substrato dosato.
Il fabbisogno stechiometrico relativo al nitrito è di 6,64 g NaCH3COOH/g NO2-N,
mentre il corrispettivo stechiometrico rispetto al nitrato è di 11 g NaCH3COOH/g
NO3-N. Si è poi calcolato il valore di COD corrispondente all’acetato dosato
considerando un valore di 0,78 g COD/g NaCH3COOH. Le concentrazioni in
ingresso ed uscita alla prova sono riportate in Tabella 4.10.
Tabella 4.10 Esiti delle prove di denitrificazione
BOTTIGLIA
CONCENTRAZIONE in CONCENTRAZIONE out
NO2 NO3 NaCH3COOH (50% difetto) COD NO2 NO3 CODs
mgNO2-N/L mg NO3-N/L mg/L mg/L mgNO2-N/L mg NO3-N/L mg/L
ROT. NO2 63 0 232 181 29 8 86
ROT. NO3 0 63 385 300 4 35 107
76
In Figura 4.14 si sono riportati gli andamenti della produzione di N2 relativi alla
prova di attività denitrificante, come si può notare per entrambe le curve vi è un
tratto iniziale di intensa attività, poi una fase di fermo e poi una rapida ripresa di
attività. Le curve ottenute indicano quindi nel primo tratto la produzione di N2
data dalla attività eterotrofa denitrificante.
L’attività denitrificante è stata calcolata sulla base della pendenza del primo
tratto di curva rapportata alla concentrazione di SSV presenti nella miscela.
Tabella 4.11 Consumi ed attività della prova di denitrificazione
BOTTIGLIA
Δ NO2 Δ NO3 Δ CODs RATEO
mgNO2-N/L mg NO3-N/L mg/L gN2/g SSV
ROT. NO2 33 -8 96 0,05
ROT. NO3 -4 27 193 0,04
Dalla Tabella 4.10 in cui sono riportate le concentrazioni in ingresso e in uscita dei
substrati, e messi a confronto con gli andamenti di produzione di N2, Figura 4.14 si
può notare che il primo tratto relativo all’attività denitrificante sia data dal
consumo di CODs prontamente degradabile dosato. Come ci si aspettava un
dosaggio pari al 50% del fabbisogno, ha portato ad una concentrazione residua
di substrati pari al 50% del valore iniziale.
Tuttavia, in via teorica, la concentrazione di CODs in uscita sarebbe dovuta
essere nulla. Il valore del CODs residuo misurato analiticamente può essere
attribuito ad una possibile degradazione della biomassa posta in condizioni
endogene. A tal proposito le prove di denitrificazione andrebbero ripetute per
consentire di valutare correttamente l’andamento nel tempo del CODs, ed
ottenere una migliore caratterizzazione della attività eterotrofa all’interno del
reattore SBR di laboratorio.
77
Dall’andamento delle curve si può solo supporre che il CODs dosato in condizioni
limitanti, sia effettivamente stato consumato nell’arco delle prime 5 ore e che
durante la fase di fermo di attività la biomassa abbia avuto modo di trovare una
fonte alternativa (carbonio derivante da lisi cellulare) di substrato per
riprendere l’attività denitrificante.
Figura 4.14 Andamenti della produzione di N2 della prova di denitrificazione
I risultati ottenuti, dato l’andamento peculiare delle curve ed le misura
analitiche non hanno permesso di valutare il consumo endogeno da pare della
biomassa eterotrofa, sarebbe quindi opportuno ripetere questa tipologia di
prova, concentrandosi sulla possibilità di dare anche una stima della percentuale
di batteri eterotrofi presenti sulla biomassa totale contenuta nel reattore.
4.2.3 Risultati della prova III.
Nella prova III si è indagata la risposta della attività della biomassa anammox ad
uno shock variabile di salinità.
0
2
4
6
8
10
12
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00
N2
pro
do
tta
[ml]
Tempo [ore]
ROT. NO2
ROT. NO3
78
Nel particolare si è testata la risposta dell’attività della biomassa anammox
acclimatata ad un modesto contenuto salino (operante da più di un anno
nell’SBR di laboratorio) su tre bottiglie indicate di seguito con SBR BIANCO, SBR
IC50/2 ed SBR IC50 che corrispondono rispettivamente al contenuto salino della
matrice sintetica, ad una concentrazione pari alla metà del valore IC50 indicato in
letteratura pari a 6,73 g NaCl/L, ed infine ad una concentrazione pari all’IC50 di
13,46 g NaCl/L. Il contenuto salino della matrice sintetica è stato valutato
sperimentalmente con misura di conduttività elettrica. Il valore di conducibilità
elettrica di un fluido è una misura indiretta della concentrazione salina. Le
quantità di sale dosato nelle prove è da considerarsi al lordo del contenuto
salino della matrice sintetica. L’IC50 è la concentrazione tale per cui l’attività
batterica specifica SAA si riduce del 50% indicato in letteratura da Dapena Mora
et al. (2007). Per valutare la risposta di una biomassa non acclimatata si è testata
su due bottiglie indicate di seguito con ROT. BIANCO e ROT. IC50/2 la risposta al
contenuto salino della matrice sintetica e dell’IC50/2 pari a 6,73 g NaCl/L su di
una biomassa non acclimatata.
In Figura 4.15 si mostra l’andamento di produzione di N2 relativa alla prova dei
bianchi relativa cioè alla prova in cui si valuta l’attività massima relativa alla
biomassa dosata e sulla quale si confrontano i successivi valori di attività.
Figura 4.15 Andamento della produzione di N2 per i bianchi di prova
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
90,00
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00
N2
pro
do
tto
[m
l]
Tempo [ore]
SBR BIANCO
SBR IC 50/2
SBR IC 50
ROT. BIANCO
ROT. IC50 /2
79
In Tabella 4.12 e Tabella 4.13 sono riportati rispettivamente i valori dell’attività
specifica separatamente per le due diverse biomasse. In particolare si nota come
per la biomassa acclimatata si hanno diminuzioni dell’attività media del 68% per
un contenuto salino pari a metà dell’IC50 indicato in letteratura, mentre si
riscontra una diminuzione media del 74% per il valore pari all’IC50.
La maggiore diminuzione dell’attività rispetto al valore indicato in letteratura,
ovvero del 50% rispetto al bianco, può essere attribuito alle diverse condizioni
rispetto a cui si è valutato in letteratura tale valore soglia.
Risulta tuttavia significativo che nell’arco di 4 giorni le riduzioni medie di
attività delle prove effettuate con la biomassa operante nel SBR, siano piuttosto
confrontabili nonostante le diverse concentrazioni saline, l’una pari al doppio
dell’altra.
Questo fattore è sintomo di una buona capacità da parte della biomassa
acclimatata a non risentire particolarmente dello shock salino per il range di
concentrazioni testate. Per quanto riguarda la biomassa non acclimatata si sono
avuti risultati diversi, in particolare il confronto tra le due biomasse può essere
operato sul valore pari alla IC50/2, essendo questa prova effettuata solo per
quella concentrazione.
Tabella 4.12 Attività specifiche e confronti percentuali con il bianco per la biomassa operante nell’SBR
GIORNI SBR BIANCO SBR IC 50/2 SBR IC 50
g N2/g SSV d g N2/g SSV d perdita attività % sul
BIANCO g N2/g SSV d perdita attività % sul
BIANCO
1 0,15 0,12 0% 0,15 0%
2 0,14 0,06 57% 0,06 60%
3 0,13 0,03 80% 0,02 87%
4 0,15 0,05 66% 0,04 77%
MEDIA 0,14 0,05 68% 0,04 74%
80
Tabella 4.13 Attività specifica per la biomassa non acclimatata a confronto con il bianco di prova
GIORNI
ROT. BIANCO ROT. IC50 /2
g N2/g SSV d g N2/g SSV d perdita attività % sul BIANCO
1 0,02 0,03 0%
2 0,02 0,008 62%
3 0,02 0,008 57%
4 0,02 0,003 86%
Come si evince dalla Tabella 4.13 ad una concentrazione di circa la metà dell’IC50 la
biomassa indicata con ROT IC50/2 ha mostrato una riduzione di attività media
del 86%, valore che risulta superiore a quello relativo alla bottiglia SBR IC50/2.
Da questo confronto è possibile validare l’idea generale che la biomassa
anammox sia in grado di operare in presenza di sali disciolti, va tuttavia previsto
un determinato tempo per permettere l’acclimatazione della biomassa al
contenuto stesso. In Figura 4.16 si riporta il grafico relativo al terzo giorno di
prova, in cui è particolarmente evidente il calo di produzione di attività data
dallo shock salino.
Figura 4.16 Andamento nel tempo della produzione di N2 relativamente al terzo giorno di prova
0
10
20
30
40
50
60
70
80
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00
N2
pro
do
tto
[m
l]
Tempo [ore]
SBR BIANCO
SBR IC 50/2
SBR IC 50
ROT. BIANCO
ROT. IC50 /2
81
Sarebbe opportuno effettuare ulteriori prove di più lunga durata per valutare e
confermare le evidenze preliminari. Dai risultati ottenuti in questa prova è
risultato che una biomassa non acclimata al contenuto salino abbia bisogno di un
tempo di acclimatazione dipendente dalla concentrazione di sale con la quale
viene posta in contatto. Ulteriori prove potrebbero permettere una stima del
tempo necessario alla biomassa di acclimarsi dopo l’iniziale ed immediata
riduzione di attività determinata dallo shock salino.
82
5. CONCLUSIONI
Durante questo lavoro sperimentale si è valutato il processo biologico anammox
di rimozione dell’azoto della frazione liquida di digestato agro-zootecnico
pretrattato da un reattore di nitritazione parziale.
Si è perseguito l’obiettivo di valutazione attraverso la gestione per circa 130
giorni di un reattore SBR a scala di laboratorio e l’utilizzo di prove in batch con
metodo manometrico.
Il carico medio di azoto applicato durante la fase di alimentazione non diluita è
stato di 0,5 gN L-1d-1, con efficienza media di rimozione delle forme azotate
solubili del 97%, dimostrando una capacità massima di rimozione pari a 0,65 g N
L-1d-1.
Inoltre la concentrazione di SSV in rapporto ai SST della biomassa presente nel
reattore SBR è in media risultata essere pari all’80%, indice di una buona
presenza di volatili.
La messa a punto del metodo manometrico ha permesso di valutare l’inibizione
della matrice PARNIT per diverse diluizioni per una biomassa anammox non
acclimatata a trattare tale matrice.
Si è quindi dimostrato che la frazione solubile della matrice PARNIT inibisce
istantaneamente l’attività della biomassa anammox per diluizioni maggiori del
50%. Ottenendo una riduzione di attività del 33% per matrice PARNIT al 75% e
del 77% con matrice non diluita.
Questo risultato permette di stabilire che la biomassa anammox è in grado di
rimuovere le forme azotate da tale matrice se sufficientemente acclimatata.
Sempre con metodo manometrico si è cercato di stimare l’eventuale inibizione
della attività da shock salino.
Si sono avute riduzione dell’attività diversificate per biomassa anammox
acclimatata e non al contenuto salino. Nello specifico la biomassa operante,
ovvero una biomassa anammox mediamente acclimatata ad un contenuto
83
salino) nel reattore mostra una riduzione di attività media del 68% se esposta
per 4 giorni ad una concentrazione di circa 7gNaCl/L, mentre per una biomassa
non acclimatata operante nelle stesse condizioni la riduzione media di attività è
stata dell’86%. Questo fatto indica la capacità di operare con un discreto
contenuto salino, e conferma altresì la capacità di adattamento della biomassa
anammox.
La stabilità del processo con influente PARNIT non diluito permette di affermare
che l’applicazione del trattamento bi-stadio, processo PARNIT di nitritazione
parziale e processo anammox sia una soluzione globalmente vantaggiosa dal
punto di vista economico per il trattamento della frazione liquida dei digestati
agro-zootecnici, dato il risparmio nella fase di parziale nitrificazione e dalla
natura autotrofa della biomassa anammox.
Tra gli aspetti che possono incidere sulla stabilità del processo biologico
anammox si segnala la variabilità delle caratteristiche della matrice PARNIT. In
un eventuale processo a scala reale operato in reattori bi-stadio, la caratteristica
variabilità dell’effluente PARNIT potrebbe essere minimizzata anteponendo al
processo anammox una vasca di accumulo in modo da permettere una
alimentazione continua al processo anammox di refluo PARNIT con
caratteristiche più omogenee limitando quindi l’interferenza sulla stabilità ed
efficienza conseguibili.
Si evidenzia la necessità di effettuare nuove prove con metodo manometrico in
merito alla valutazione della attività eterotrofa denitrificante, poiché dai risultati
non è stato possibile riuscire ad effettuare una stima percentuale della biomassa
eterotrofa presente nel reattore SBR. Inoltre le ulteriori prove potrebbero
permettere di calibrare la presenza di biomassa eterotrofa (in relazione al
contenuto di COD naturalmente presente) in modo da rendere massima
l’efficienza complessiva di rimozione dell’azoto.
Per quanto riguarda invece le prove effettuate sull’inibizione da salinità, si
segnala la necessità di valutare il tempo necessario alla biomassa anammox ad
84
adattarsi in relazione alla concentrazione di sale influente con test in batch di
più lunga durata.
Tutti gli aspetti di ricerca sugli agenti possibilmente inibenti e la relativa
risposta della biomassa, risultano fondamentali per meglio caratterizzare il
processo nel suo insieme e renderlo applicabile a scala reale.
85
RINGRAZIAMENTI
Nel corso di questi 5 anni sono tante le persone che mi sento di ricordare nei
miei ringraziamenti, il percorso è stato lungo ma sono davvero orgogliosa di
aver intrapreso questa avventura.
I primi ringraziamenti sono per coloro che mi hanno permesso di svolgere
questo lavoro sperimentale: in particolare la Prof.ssa Malpei per avermi messo a
conoscenza dell’interessante progetto di ricerca.
Ad Elena e Davide per avermi arruolato e seguito durante questi brevi ma
intensi mesi di ricerca. Siete una bella squadra e mi avete insegnato ad
apprezzare il lavoro di ricerca in tutte le sue sfaccettature.
Un ringraziamento a Fabio e Daniela con i quali ho condiviso divertentissimi
momenti di lavoro in laboratorio…
Ringrazio inoltre i tecnici ed analisti del laboratorio Laura, Enrico e Roger che,
ancora una volta, si sono mostrati nei miei confronti pazienti e cordiali, in
particolare Glauco, grazie per le chiacchierate!
A tutti i miei amici e colleghi che mi hanno accompagnato negli anni in questo
lungo, a volte difficile, ma mai noioso percorso“politecnico”. In ordine di
apparizione grazie a Bruno, Viviana, Valeria, Edoardo G., Edoardo T., Pistorius,
Spugni, La Fede, Scotti, Mario… è stato bello condividere con voi gioie e dolori!
A mio fratello Filippo devo un ringraziamento particolare per la infinita pazienza
avuta nell’ascoltare i miei, altrettanto infiniti, discorsi sugli anammox… Agli altri
fratelli Giorgio ed Alberto per avermi insegnato ad avere il coraggio e la voglia di
fare sempre meglio.
Ad Angelo ed agli animaniacs, per aver reso questo intenso periodo spensierato
e ricco di bei momenti…
86
Infine alla mia famiglia tutta, va il ringraziamento più sentito, per il sostegno,
l’entusiasmo e la passione che mi avete trasmesso.
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RIFERIMENTI
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