pitacco gabriele
DESCRIPTION
The technical report - International competition for ideas “Youth Area at the Border” for the redevelopment of the former Civil Hospital - Gorizia Urban ProjectTRANSCRIPT
Abstract
This project states the centrality of the
architectural discipline.
The plint is used as a tool to measure the
landscape, the pure form as a territorial
landmak.
A circle, not only the geometric place of
the equidistant points, but the centralizing
element able to give order to the spatial
proposal with complexities’ gradiediens that
connects the different parts of the city.
The project creates formal, figurative and
symbolic relations with the pre-existances.
The maximum diameter of the circle is defined by
the study of the proportions of the buildings
that are set in relation.
The position of the circle create compositional
relation among the building 1 and 2, gently
touching or breaking inside them.
The upper limit is set, a strong planar surface
becomes the new horizon.
All the variations in section develop under
that lavel, showing the horizontal and vertical
connections that relate to the ground.
The existing buildings are used as ruins,
ignored or restorated.abstract-abstract-
abstract-abstract-abstract-
Come ogni esistenza individuale significa
negazione del resto, così ogni pensiero
dell’individuo non è che in quanto nega i
pensieri altri.
O meglio li nega in quanto appartenenti ad
altrui e li afferma come propri. Già l’uomo
come mangiando uccide per se la vita al frutto
del campo, così quando pensando si fa centro
della realtà la quale non è che un groviglio di
“centri”, uccide per se la vita per degli altri
centri (in quanto centri).
Carlo Michaelstaedter, La melodia del giovane divino (p.122), Adelphi, 2010
IL CORAGGIO DI GUARDARE OLTRE IL PENSIERO DEBOLE Con questo progetto vogliamo portare avanti
un’idea di sviluppo in cui la centralità dell’architettura emerga chiara e forte, dove sia l’architettura a dare regola al gioco.
Vogliamo raccontare una storia in cui il gesto architettonico ritrova il coraggio di farsi risolutivo del progetto e delle opportunità di sviluppo. Per questo siamo ripartiti da alcuni strumenti tipici della disciplina e della cassetta degli attrezzi dell’architetto che taluni vorrebbero superati: la piastra intesa come elemento capace di misurare il territorio, e la forma pura come segno territoriale riconoscibile.
Sulla base di queste riflessioni abbiamo pensato ad un grande cerchio, elemento puro per antonomasia, che diventi scambiatore delle energie del programma funzionale e rafforzi le centralità.
Vogliamo portare avanti uno schema che non si limiti a vedere il cerchio come il luogo dei punti equidistanti da un centro, ma proprio come elemento ‘accentratore’ del programma capace di organizzare la proposta spaziale con dei gradienti di complessità tali da poter aggiungere e ordinare le varie arre funzionali e predisporre i collegamenti fisici, visuali e di organizzazione spaziale che connettano le parti di città.
Un oggetto compiuto che propone delle relazioni con le prossimità risolvendo le ambizioni urbanistiche, rispetto al contesto più prossimo e la città attraverso l’architettura.Una nuova centralità che contemporaneamente
dia una organizzazione al campus ed una nuova lettura ‘unitaria’ alla città di Gorizia, che
comprende anche Nova Goriza, Sempeter e Rozna Dolina.
UNA FORMA SEMPLICE IN GRADO DI ORDINARE COMPLESSITA’ MAGGIORICreatività, aggregazione ricerca e
divulgazione, elementi importantissimi nella vita urbana e nello sviluppo economico delle comunità oggi è sempre più chiaro che debbano andare assieme, ma tutto può funzionare davvero solo se c’è un asse urbanistico di grande sostegno, per questo prendiamo il coraggio di dire che è necessario un grande attrattore che superi la logica della frammentazione e dei pezzi singoli di cui si è riempita la geografia contemporanea alla ricerca perenne di soddisfare piccole contingenze.Crediamo che sia oggi di nuovo più che
mai necessario pensare a qualcosa che sia leggibile come tale, che abbia il coraggio di proporre un ragionamento compiuto su cui dibattere, che abbia la forza di pretendere una riflessione teorica attorno agli strumenti dell’architettura
Il ragionamento sull’integrazione è legato alle ipotesi di lettura: una struttura che è complessa, ma che deve essere leggibile, in cui la forma sia forma è data. La forma dice tutto, collega, fa e disfa il progetto. È slegata dal contesto ma si relaziona in modo simbolico/figurativo con esso.
RELAZIONI CON IL CONTESTO E IL PROGRAMMA FUNZIONALEIl progetto instaura relazioni di tipo
formale, figurativo e simboliche con le pre-esistenze ponendosi in modo diverso con le diverse qualità architettoniche delle pre-esistenze di progetto.
Tutto si gioca sulle proporzioni e dimensioni della forma, benché consci che “non siamo qui
per cercare armonia e proporzione” secondo il famoso assunto di Peter Smithson, vediamo come necessario alla sopravvivenza della disciplina che ci sia una coscienza dell’esistenza di UNA proporzione e UN giusto passo, anche se essi convivono tra MOLTI.
La dimensione del diametro massimo del cerchio nasce dallo studio sulle proporzioni degli edifici con cui si relaziona (edifici 1 e 2); la posizione del cerchio invece lavora sul tema compositivo di della relazione con le pre-esistenze, dando forma all’attraversamento dell’edificio 1 e la tangenza con l’edificio 2.
Quello che si vuole mostrare è un insieme di regole possibili dove si esemplifichi come intersecare l’edificio 1 (che viene mantenuto per le sue qualità architettoniche e la sua potenza formale) marcandone il ruolo centrale e coinvolgerlo nella nuova progettazione e tangere/lambire l’edificio 2 creando una relazione fisica creare una relazione esplicita, anche se solo visuale con l’obitorio.La seconda regola è che il limite superiore
di questo cerchio è definito e fisso, piano e fa da linea di un nuovo orizzonte, le variazioni di sezione le pensiamo tutte sotto il nuovo orizzonte. quindi con parti che toccano terra, collegamenti, rampe, le parti dure dei teatri che arrivano al suolo piuttosto che con una parte a due livelli che tocca terra.
Come provocazione forse, come modello per lavorare con gli attrezzi dell’architettura si è creato un Gallaratese circolare, in cui i rimandi al lavoro di Aldo Rossi sono non solo formali, ma vogliono insistere su una serie di questioni analoghe partendo da una forma finita diversa.I materiali sono semplici, cementi pietre
e intonaci. il riferimento è il carpenter di corbu ad harvard, chandigar, soluzioni chiare e
secche.
Gli edifici esistenti si usano in un misto di “come una rovina” o come un restauro dell’esistente, senza un lavoro specifico su di essi, con un sano disinteresse, che può attivarsi poi in fasi successive per recupera nuovi spazi una volta attivato il programma.Le pre-esistenze danno forma al vivere
individuale, la ricettività turistica, la casa dello studente, gli uffici mentre il nuovo cerchio esplicita le forme del vivere collettivo raccogliendo gli spazi per l’aggregazione, il teatro, l’asilo gli spazi aperti.
L’edificio 2, vincolato, viene trasformato in un hotel di lusso vicino al nuovo oggetto architettonico e nell’ospedale si colloca una casa dello studente.
Le intersezioni e i conflitti architettonici tra le forme generano nuovi programma, il piano che viene tagliato dal cerchio, per esempio, è concepito come il luogo degli spazio servizi.
Le restanti parti, ancora potenzialmente di alto impatto architettonico ma troppo ideologizzate e legate ad un periodo storico passato, vengono svuotate della loro carica politico-rivoluzionaria per lasciarne il puro valore architettonico.
Il parco rimane libero, con i soli percorsi carrabili necessari.
Livello 1
Livello 0
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3
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Pianta livello 0scala 1|1000
1. galleria delle arti
2. sala espositiva
3. teatro
4. spazio multimedia
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Pianta livello 1scala 1|1000
1. ristorante
2. sala congressi
3. teatro
4. mensa studentesca
COSTIValutando l’edificio e il progetto ipotizziamo
come parametri:
Demolizioni................... 245,00 * mcNuove costruzioni............. 675,00 * mqRestauri...................... 1.050,00 * mqFiniture...................... 450,00 * mqInfrastrutture e impianti..560.000,00 a corpoRestauri del verde ........120.000,00 a corpo
Da cui si desume che il progetto nel suo complesso possa costare:
16.809.000,00
IL CORAGGIO DI GUARDARE OLTRE IL PENSIERO DEBOLE
Con questo progetto vogliamo portare avanti un idea di sviluppo in
cui la centralità dell’architettura emerga chiara e forte, dove sia
l’architettura a dare regola al gioco.
Vogliamo raccontare una storia in cui il gesto architettonico ritrova
il coraggio di farsi risolutivo del progetto e delle opportunità
di sviluppo. Per questo siamo ripartiti da alcuni strumenti tipici
della disciplina e della cassetta degli attrezzi dell’architetto che
taluni vorrebbero superati: la piastra intesa come elemento capace
di misurare il territorio, e la forma pura come segno territoriale
riconoscibile.
Sulla base di queste riflessioni abbiamo pensato ad un grande cerchio,
elemento puro per antonomasia, che diventi scambiatore delle energie
del programma funzionale e rafforzi le centralità.
Vogliamo portare avanti uno schema che non si limiti a vedere il
cerchio come il luogo dei punti equidistanti da un centro, ma proprio
come elemento ‘accentratore’ del programma capace di organizzare
la proposta spaziale con dei gradienti di complessità tali da
poter aggiungere e ordinare le varie arre funzionali e predisporre
i collegamenti fisici, visuali e di organizzazione spaziale che
connettano le parti di città.
Un oggetto compiuto che propone delle relazioni con le prossimità
risolvendo le ambizioni urbanistiche, rispetto al contesto più
prossimo e la città attraverso l’architettura.
Una nuova centralità che contemporaneamente dia una organizzazione
al campus ed una nuova lettura ‘unitaria’ alla città di Gorizia, che
comprende anche Nova Goriza, Sempeter e Rozna Dolina.
UNA FORMA SEMPLICE IN GRADO DI ORDINARE COMPLESSITA’ MAGGIORI
Creatività, aggregazione ricerca e divulgazione, elementi
importantissimi nella vita urbana e nello sviluppo economico delle
comunità oggi è sempre più chiaro che debbano andare assieme, ma tutto
può funzionare davvero solo se c’è un asse urbanistico di grande
sostegno, per questo prendiamo il coraggio di dire che è necessario
un grande attrattore che superi la logica della frammentazione e dei
pezzi singoli di cui si è riempita la geografia contemporanea alla
ricerca perenne di soddisfare piccole contingenze.
Crediamo che sia oggi di nuovo più che mai necessario pensare
a qualcosa che sia leggibile come tale, che abbia il coraggio di
proporre un ragionamento compiuto su cui dibattere, che abbia la
forza di pretendere una riflessione teorica attorno agli strumenti
dell’architettura
Il ragionamento sull’integrazione è legato alle ipotesi di lettura:
una struttura che è complessa, ma che deve essere leggibile, in cui la
forma sia forma è data. La forma dice tutto, collega, fa e disfa il
progetto. È slegata dal contesto ma si relaziona in modo simbolico/
figurativo con esso.
RELAZIONI CON IL CONTESTO E IL PROGRAMMA FUNZIONALE
Il progetto instaura relazioni di tipo formale, figurativo e
simboliche con le pre-esistenze ponendosi in modo diverso con le
diverse qualità architettoniche delle pre-esistenze di progetto.
Tutto si gioca sulle proporzioni e dimensioni della forma, benché
consci che “non siamo qui per cercare armonia e proporzione” secondo
il famoso assunto di Peter Smithson, vediamo come necessario alla
sopravvivenza della disciplina che ci sia una coscienza dell’esistenza
di UNA proporzione e UN giusto passo, anche se essi convivono tra
MOLTI.
La dimensione del diametro massimo del cerchio nasce dallo studio
sulle proporzioni degli edifici con cui si relaziona (edifici 1 e 2);
la posizione del cerchio invece lavora sul tema compositivo di della
relazione con le pre-esistenze, dando forma all’attraversamento
dell’edificio 1 e la tangenza con l’edificio 2.
Quello che si vuole mostrare è un insieme di regole possibili dove
si esemplifichi come intersecare l’edificio 1 (che viene mantenuto per
le sue qualità architettoniche e la sua potenza formale) marcandone
il ruolo centrale e coinvolgerlo nella nuova progettazione e tangere/
lambire l’edificio 2 creando una relazione fisica creare una relazione
esplicita, anche se solo visuale con l’obitorio
La seconda regola è che il limite superiore di questo cerchio
è definito e fisso, piano e fa da linea di un nuovo orizzonte, le
variazioni di sezione le pensiamo tutte sotto il nuovo orizzonte.
quindi con parti che toccano terra, collegamenti, rampe, le parti dure
dei teatri che arrivano al suolo piuttosto che con una parte a due
livelli che tocca terra.
Come provocazione forse, come modello per lavorare con gli attrezzi
dell’architettura si è creato un Gallaratese circolare, in cui i
rimandi al lavoro di Aldo Rossi sono non solo formali, ma vogliono
insistere su una serie di questioni analoghe partendo da una forma
finita diversa.
I materiali sono semplici, cementi pietre e intonaci. il riferimento
è il carpenter di corbu ad harvard, chandigar, soluzioni chiare e
secche.
Gli edifici esistenti si usano in un misto di “come una rovina” o come
un restauro dell’esistente, senza un lavoro specifico su di essi, con
un sano disinteresse, che può attivarsi poi in fasi successive per
recupera nuovi spazi una volta attivato il programma.
Le pre-esistenze danno forma al vivere individuale, la ricettività
turistica, la casa dello studente, gli uffici mentre il nuovo cerchio
esplicita le forme del vivere collettivo raccogliendo gli spazi per
l’aggregazione, il teatro, l’asilo gli spazi aperti.
L’edificio 2, vincolato, viene trasformato in un hotel di lusso vicino
al nuovo oggetto architettonico e nell’ospedale si colloca una casa
dello studente.
Le intersezioni e i conflitti architettonici tra le forme generano
nuovi programma, il piano che viene tagliato dal cerchio, per esempio,
è concepito come il luogo degli spazio servizi.
Le restanti parti, ancora potenzialmente di alto impatto
architettonico ma troppo ideologizzate e legate ad un periodo storico
passato, vengono svuotate della loro carica politico-rivoluzionaria
per lasciarne il puro valore architettonico.
Il parco rimane libero, con i soli percorsi carrabili necessari.
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scala 1|500
1. galleria delle arti
2. sala espositiva
3. teatro
4. spazio multimedia
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Pianta livello 1
scala 1|500
procedure di riduzione linguistica
proporzioni ed allineamenti
scala 1|2000
Come ogni esistenza individuale significa negazione
del resto, così ogni pensiero dell’individuo non è
che in quanto nega i pensieri altri.
O meglio li nega in quanto appartenenti ad altrui e
li afferma come propri. Già l’uomo come mangiando uc-
cide per se la vita al frutto del campo, così quando
pensando si fa centro della realtà la quale non è che
un groviglio di “centri”, uccide per se la vita per
degli altri centri (in quanto centri).
Carlo Michaelstaedter, La melodia del giovane divino
(p.122), Adelphi, 2010
1. ristorante
2. sala congressi
3. teatro
4. mensa studentesca