pietro i di russia

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Pietro I di Russia Pietro I Romanov, (in russo: Пётр Алексеевич Рома́нов ? , traslitterato: Pëtr Alekseevič Romanov,/'pʲɔtr ʌlʲɪ'ksʲɛjɪvɪʧ rʌ'manəf/), detto Pietro il Grande (in russo: Пётр Великий ? , traslitterato: Pëtr Velikij ,/'pʲɔtr vʲɪ'likɪj/; Mosca, 9 giugno 1672 [6] San Pietroburgo, 8 febbraio 1725 [2] ), fu zar e, dal 1721, imperatore di Rus- sia. Il suo regno ebbe inizio nel 1682, all'età di 10 an- ni, in coreggenza con Ivan V, malato sia mentale sia fi- sico e pertanto impossibilitato a regnare. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1696, Pietro divenne l'unico sovrano fino al 1724, anno a partire dal quale la moglie Caterina I lo affiancò in questo compito. È considerato un eroe nazionale russo. Compare sulle banconote da 500 rubli e francobolli; gli sono dedicati monumenti e opere letterarie. Noto per l'elevata statura, era alto circa due metri. 1 Biografia 1.1 Gioventù ed ascesa al trono Pietro nacque a Mosca all'una del mattino del 30 mag- gio 1672, figlio dello zar Alessio e della sua seconda mo- glie Natal'ja Kirillovna Naryškina. Gli venne dato il nome Pietro in onore dell'apostolo e seguendo la vecchia usanza di prendere le misure ai bambini, fu dipinta un'immagine di San Pietro Apostolo su una tavoletta delle stesse misure del piccolo: 50 cm di lunghezza e 16 cm di larghezza. La nascita del nuovo zarevič fu annunciata dai rintocchi della campana della torre di Ivan il Terribile e i cannoni del Cremlino spararono a salve per tre giorni mentre le campane delle milleseicento chiese di Mosca suonavano a festa. Pietro venne battezzato dal confessore personale dello zar Alessio il 29 giugno, giorno della solennità dei Santi Pietro e Paolo. [8] L'8 febbraio 1676 lo zar Alessio morì e al trono di Russia salì Fëdor, primogenito semi-invalido di Alessio e del- la prima moglie Marija Miloslavskaja. Nel 1674 lo zar Alessio aveva infatti nominato, per pura formalità, il fi- glio Fëdor erede al trono pensando infatti che il figlio gli sarebbe premorto. Durante il regno dello zar Fëdor la vita di Pietro trascorse tranquillamente alternando i giochi allo studio nei palazzi del Cremlino o nel Kolomenskoe. L'educazione di Pietro era affidata a diversi tutori, tra i quali Nikita Zotov. Il 27 aprile 1682 lo zar Fëdor morì senza eredi. Il fratello di Fëdor, Ivan, primo in linea di successione, era invali- do ed infermo di mente e perciò l'assemblea dei boiari propose di far scegliere alla folla ammassata all'esterno del palazzo quale tra i due principi dovesse essere il nuo- vo zar. La folla, quasi all'unanimità, elesse Pietro come futuro zar sotto la reggenza della madre. [9] 1.2 La rivolta degli Strelzi La zarevna Sofia, figlia di primo letto di Alessio I, con- trariata della scelta, con l'aiuto di Ivan Miloslavskij, del principe Ivan Khovanskij e del principe Vasilij Golicyn istigò gli strelzi alla rivolta. Il 15 maggio 1682 i cavalieri Aleksandr Miloslavskij e Petr Tolstoj, su ordine di So- fia, si recarono nel Quartiere degli Strelzi informandoli che i Naryškin avevano assassinato lo zarevič Ivan e che volevano fare altrettanto con il resto della famiglia reale. All'udire tali informazioni, la rivolta scoppiò: armati di lance, alabarde, spade e moschetti gli Strelzi si diressero minacciosi verso il Cremlino. Giunti al palazzo gli Strelzi chiesero a gran voce che gli fossero consegnati i Naryškin e Artamon Matveev re- sponsabili, a loro dire, della morte dello zarevič Ivan. Compreso che la rivolta era frutto di un malinteso, Mat- veev chiese alla reggente Natalia di mostrare agli Strelzi che Pietro ed Ivan erano vivi. La donna, seppure spaven- tata, obbedì e questo fatto, insieme ad un discorso tenuto da Matveev e dal patriarca Gioacchino sembrò calmare la folla di rivoltosi. Ma appena Matveev rientrò dentro il palazzo, il principe Mikhail Dolgorukij, figlio del coman- dante degli Strelzi, minacciò la folla e questo gesto spinse gli Strelzi a riprendere la rivolta. Dolgorukij venne preso di peso e gettato sulle lance degli altri rivoltosi, quindi il suo corpo fu fatto a pezzi. Poi i rivoltosi penetrarono all'interno del palazzo dove diedero sfogo alla loro ira depredando e massacrando i loro rivali e coloro che li proteggevano. Tra le vittime di questo mas- sacro ci furono Artamon Matveev, la maggior parte dei boiari, Afanasij Naryškin, fratello della reggente Natalia, il direttore degli Affari esteri Ivanov, suo figlio Vasilij e il boiaro Romodanovskij. Il massacro terminò solo con il calare della notte e tutti corpi o i resti di essi vennero poi portati nella Piazza Rossa e per essere mostrati al popolo russo. Il giorno seguente gli Strelzi tornarono ad assaltare il Cremlino questa volta in cerca di Ivan Naryškin, secon- do fratello della reggente, di due medici sospettati di aver avvelenato Fëdor e di altri traditori. Dato l'esito negati- 1

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Pietro I Di Russia

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Page 1: Pietro I Di Russia

Pietro I di Russia

Pietro I Romanov, (in russo: Пётр АлексеевичРома́нов?, traslitterato: Pëtr Alekseevič Romanov, /'pʲɔtrʌlʲɪ'ksʲɛjɪvɪʧ rʌ'manəf/), detto Pietro il Grande (inrusso: Пётр Великий?, traslitterato: Pëtr Velikij, /'pʲɔtrvʲɪ'likɪj/; Mosca, 9 giugno 1672[6] – San Pietroburgo, 8febbraio 1725[2]), fu zar e, dal 1721, imperatore di Rus-sia. Il suo regno ebbe inizio nel 1682, all'età di 10 an-ni, in coreggenza con Ivan V, malato sia mentale sia fi-sico e pertanto impossibilitato a regnare. Alla morte diquest'ultimo, avvenuta nel 1696, Pietro divenne l'unicosovrano fino al 1724, anno a partire dal quale la moglieCaterina I lo affiancò in questo compito.È considerato un eroe nazionale russo. Compare sullebanconote da 500 rubli e francobolli; gli sono dedicatimonumenti e opere letterarie.Noto per l'elevata statura, era alto circa due metri.

1 Biografia

1.1 Gioventù ed ascesa al trono

Pietro nacque a Mosca all'una del mattino del 30 mag-gio 1672, figlio dello zar Alessio e della sua seconda mo-glie Natal'ja Kirillovna Naryškina. Gli venne dato il nomePietro in onore dell'apostolo e seguendo la vecchia usanzadi prendere le misure ai bambini, fu dipinta un'immaginedi San Pietro Apostolo su una tavoletta delle stesse misuredel piccolo: 50 cm di lunghezza e 16 cm di larghezza.La nascita del nuovo zarevič fu annunciata dai rintocchidella campana della torre di Ivan il Terribile e i cannonidel Cremlino spararono a salve per tre giorni mentre lecampane delle milleseicento chiese di Mosca suonavanoa festa. Pietro venne battezzato dal confessore personaledello zar Alessio il 29 giugno, giorno della solennità deiSanti Pietro e Paolo.[8]

L'8 febbraio 1676 lo zar Alessio morì e al trono di Russiasalì Fëdor, primogenito semi-invalido di Alessio e del-la prima moglie Marija Miloslavskaja. Nel 1674 lo zarAlessio aveva infatti nominato, per pura formalità, il fi-glio Fëdor erede al trono pensando infatti che il figlio glisarebbe premorto.Durante il regno dello zar Fëdor la vita di Pietro trascorsetranquillamente alternando i giochi allo studio nei palazzidel Cremlino o nel Kolomenskoe. L'educazione di Pietroera affidata a diversi tutori, tra i quali Nikita Zotov.Il 27 aprile 1682 lo zar Fëdor morì senza eredi. Il fratello

di Fëdor, Ivan, primo in linea di successione, era invali-do ed infermo di mente e perciò l'assemblea dei boiaripropose di far scegliere alla folla ammassata all'esternodel palazzo quale tra i due principi dovesse essere il nuo-vo zar. La folla, quasi all'unanimità, elesse Pietro comefuturo zar sotto la reggenza della madre.[9]

1.2 La rivolta degli Strelzi

La zarevna Sofia, figlia di primo letto di Alessio I, con-trariata della scelta, con l'aiuto di Ivan Miloslavskij, delprincipe Ivan Khovanskij e del principe Vasilij Golicynistigò gli strelzi alla rivolta. Il 15 maggio 1682 i cavalieriAleksandr Miloslavskij e Petr Tolstoj, su ordine di So-fia, si recarono nel Quartiere degli Strelzi informandoliche i Naryškin avevano assassinato lo zarevič Ivan e chevolevano fare altrettanto con il resto della famiglia reale.All'udire tali informazioni, la rivolta scoppiò: armati dilance, alabarde, spade e moschetti gli Strelzi si diresserominacciosi verso il Cremlino.Giunti al palazzo gli Strelzi chiesero a gran voce che glifossero consegnati i Naryškin e Artamon Matveev re-sponsabili, a loro dire, della morte dello zarevič Ivan.Compreso che la rivolta era frutto di un malinteso, Mat-veev chiese alla reggente Natalia di mostrare agli Strelziche Pietro ed Ivan erano vivi. La donna, seppure spaven-tata, obbedì e questo fatto, insieme ad un discorso tenutoda Matveev e dal patriarca Gioacchino sembrò calmarela folla di rivoltosi. Ma appena Matveev rientrò dentro ilpalazzo, il principe Mikhail Dolgorukij, figlio del coman-dante degli Strelzi, minacciò la folla e questo gesto spinsegli Strelzi a riprendere la rivolta.Dolgorukij venne preso di peso e gettato sulle lance deglialtri rivoltosi, quindi il suo corpo fu fatto a pezzi. Poi irivoltosi penetrarono all'interno del palazzo dove diederosfogo alla loro ira depredando e massacrando i loro rivalie coloro che li proteggevano. Tra le vittime di questo mas-sacro ci furono Artamon Matveev, la maggior parte deiboiari, Afanasij Naryškin, fratello della reggente Natalia,il direttore degli Affari esteri Ivanov, suo figlio Vasilij eil boiaro Romodanovskij. Il massacro terminò solo con ilcalare della notte e tutti corpi o i resti di essi vennero poiportati nella Piazza Rossa e per essere mostrati al popolorusso.Il giorno seguente gli Strelzi tornarono ad assaltare ilCremlino questa volta in cerca di Ivan Naryškin, secon-do fratello della reggente, di due medici sospettati di averavvelenato Fëdor e di altri traditori. Dato l'esito negati-

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2 1 BIOGRAFIA

vo della ricerca, gli Strelzi fecero ritorno al Cremlino an-che il terzo giorno minacciando la stessa famiglia reale senon fosse stato consegnato loro Ivan Naryškin. Ivan, nellasperanza di poter così calmare la rivolta, si consegnò nel-le mani degli Strelzi, i quali prima lo torturarono per oree poi fecero a pezzi il suo corpo. La rivolta ed il massacrocompiuto dagli Strelzi era così terminato.

1.3 I due zar

Il 23 maggio 1682 la zarevna Sofia istigò gli Strelzi affin-ché chiedessero un cambiamento al trono di Russia. Tra-mite una petizione mandata a Khovanskij, che Sofia ave-va già nominato loro comandante, gli Strelzi chiesero cheal giovane Pietro venisse affiancato il fratellastro Ivan sultrono di Russia o, in caso contrario, avrebbero nuovamen-te marciato contro il Cremlino. Riunitisi nel palazzo delleSfaccettature, il patriarca, gli arcivescovi e i boiari accol-sero la richiesta degli Strelzi e decretarono all'unanimitàche due zar avrebbero regnato insieme in Russia.Alcuni giorni dopo, il 29 maggio, gli Strelzi presentaronouna nuova petizione, la quale chiedeva che, data la giova-ne età dei due zar, diventasse reggente la zarevna Sofia.il patriarca e i boiari acconsentirono e quello stesso gior-no un decreto annunciò che la zarevna Sofia Alekseevnasostituiva la zarina Natalia in qualità di reggente. Appe-na divenuta reggente, Sofia provvide a mettere ai più altiposti di comando i suoi luogotenenti.Lo zio Ivan Miloslavskij fu primo consigliere fino allamorte; Fëdor Šaklovitij divenne il nuovo comandante de-gli Strelzi; il giovane monaco Sil'vestr Medvedev divennesuo consigliere ed il suo amante, il principe Vasilij Goli-cyn divenne il suo primo ministro. Il 25 giugno, alle orecinque del mattino, nella Cattedrale dell'Assunzione ebbeluogo la duplice incoronazione dei due zar Ivan e Pietro.

1.4 Vita a Preobraženskoe

Avendo timore per la propria vita e per quella dei figliPietro e Natalia, la zarina Natalia abbandonò il Cremli-no per trasferirsi con loro nella dimora di Preobraženskoesul fiume Jauza. Qui, il giovane Pietro ebbe modo di di-vertirsi giocando alla guerra insieme a quei compagni digiochi assegnatigli quando aveva cinque anni e provenien-ti dalle più nobili famiglie di boiari. Nel giro di pocotempo Pietro creò a Preobraženskoe un vero e proprioaccampamento di militari adolescenti.L'arruolamento in questo “esercito” fu permesso anche airagazzi provenienti dalle basse classi sociali come i figli discudieri e dei servi. Fu da questa accolta di giovani nobilie stallieri che Pietro in seguito formerà il reggimento Pre-obraženskij, rimasto in azione fino alla caduta della mo-narchia russa nel 1917.[10] Invece di assumere il grado dicolonnello, Pietro si arruolò nel reggimento Preobražen-

skij come tamburino per poter così suonare lo strumentoche adorava.Egli non faceva mai distinzione tra sé e gli altri suoi com-pagni di reggimento, arrivando perfino a dormire nelleloro stesse tende e a mangiare il medesimo cibo. Era suaconvinzione che “bisogna imparare il mestiere di solda-to ed eventualmente fare carriera iniziando dalla gavet-ta” e che se lui, lo zar, si comportava così, nessun nobi-le avrebbe osato reclamare per sé ruoli di comando sullabase del titolo. Questo curioso comportamento, Pietro selo porterà dietro per tutta la vita; infatti quando marceràcon il suo vero esercito o navigherà con la sua vera flottalo farà sempre da ufficiale subalterno e mai come caposupremo.[11]

Passando gran parte del suo tempo nei suoi giochi milita-ri, Pietro si era fortificato nel corpo ma non nella cultura.Infatti, da quando aveva lasciato il Cremlino, il giovanePietro aveva quasi completamente abbandonato gli stu-di. Nel 1688 Pietro ricevette in regalo dal principe JakovDolgorukij un sestante. Visto che nessuno era però in gra-do di dirgli come funzionasse quello strumento, lo zar sirecò nel Quartiere Tedesco in cerca di un esperto, chefu trovato nella persona di Franz Timmerman, un anzia-no mercante olandese. L'uomo fu ben disposto a spiega-re a Pietro l'utilizzo del sestante, ma in cambio preteseche il giovane zar si fosse messo a studiare l'aritmeticae la geometria. Pietro, spinto dal desiderio di usare lostrumento, si mise di buona lena a studiare aritmetica egeometria e tornò ad interessarsi anche a vecchie materiecome la geografia.Insieme a Timmerman, Pietro compì visite nei villaggivicini e nelle vaste tenute reali. Nel giugno 1688, mentresi trovavano in una tenuta reale vicino a Izmajlovo Pietrotrovò in un magazzino una vecchia barca rimasta inutiliz-zata da tempo e quasi completamente marcita. Su ordinedello zar, Timmerman rimise a nuovo la barca e da quan-do essa fu pronta in poi Pietro andò in barca tutti i giornilungo il fiume Jauza prendendo lezioni di vela.Desideroso di costruire nuove barche, insieme a Timmer-man e a Brandt, falegname olandese giunto in Russia nel1660, Pietro costruì un cantiere navale sulla riva orien-tale del lago Pleščeevo vicino a Pereslavl'. Insieme a lo-ro, e ad altri operai olandesi, lo zar lavorò alla costruzio-ne di cinque navi; tuttavia nessuna di esse era termina-ta allorquando Pietro fu costretto a tornare a Mosca perl'inverno.

1.5 Matrimonio con Evdokija

Nel frattempo si era aperto il problema della successioneal trono. Ivan, infatti, dal matrimonio al quale era statocostretto aveva avuto solo figlie femmine e alla zarevnaSofia era impedito il matrimonio. Pietro si trovava cosìcostretto a sposarsi e a generare un erede per il trono diRussia. Poiché egli non dimostrava il minimo interesse

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1.7 L'esautorazione di Sofia 3

per la cosa lasciò che fosse la madre Natalia a combinareil matrimonio.La donna scelse per il figlio la giovane Evdokija Lopu-khina, appartenente ad una vecchia famiglia moscovita.Il loro matrimonio, celebrato il 27 gennaio 1689, si rivelòun completo fallimento a tal punto che, dopo poco tem-po, a stento Pietro riusciva a sopportare la presenza dellamoglie al suo fianco. Ben presto tra la stessa Natalia edEvdokija iniziarono forti tensioni e divergenze.[12]

1.6 Al lago Pleščeevo

Nell'aprile 1689 prese le distanze da moglie e madre efece ritorno al lago Pleščeevo per controllare a che puntofosse la costruzione delle navi. Un ordine perentorio del-la madre lo costrinse a fare ritorno a Mosca, dalla qualeriuscirà ad allontanarsi solamente un mese dopo per farritorno al lago per completare le navi.Gli anni di reggenza furono per la Russia un vero disastro:l'esercito era male organizzato, la colonizzazione dellelontane province siberiane si era arrestata e il commerciorusso languiva in mani straniere. Gli unici successi era-no riscontrabili in politica estera. Ma questo non bastavaperò a far cessare il malumore del popolo.Costretto nuovamente a tornare a Mosca per una cerimo-nia ufficiale, Pietro venne messo al corrente del fatto chesi stava avvicinando una crisi politica che forse avrebbeportato alla fine politica della reggente Sofia. Infatti le duecampagne militari in Crimea volute dalla reggente e gui-date dal di lei amante, il principe Vasilij Golicyn, si eranoconcluse con due completi fallimenti e ciò aveva susci-tato un'ondata di risentimento nei sempre più numerosioppositori al regime di Sofia.

1.7 L'esautorazione di Sofia

Nel tardo pomeriggio del 17 agosto 1689 iniziò a circo-lare una lettera anonima nella quale si comunicava chenel corso della notte l'esercito privato di Pietro avreb-be assaltato il Cremlino ed ucciso lo zar Ivan e la reg-gente Sofia. Fëdor Šaklovitij, il nuovo comandante degliStrelzi, ordinò quindi che le porte del Cremlino fosserochiuse e che un gruppo di sentinelle pattugliasse tutta lastrada per Preobraženskoe. A Preobraženskoe la notiziadell'agitazione al Cremlino causò qualche allarmismo, manon venne presa nessuna precauzione.Quella sera un ciambellano di Pietro venne inviato alCremlino con un dispaccio d'ordinaria amministrazione.Sapendo che era stato inviato da Pietro, il corriere vennecatturato e condotto alla presenza di Šaklovitij. Appenaseppe quanto capitato al messaggero di Pietro, il luogote-nente colonnello degli Strelzi Larion Elizarov, fedele al-lo zar Pietro, dedusse che stava per iniziare l'attacco aPreobraženskoe ed inviò due uomini ad avvisare lo zar.I due messaggeri giunsero a Preobraženskoe poco dopo

la mezzanotte ed informarono Pietro dell'imminente at-tacco da parte degli Strelzi. Pietro, insieme ad alcuni fe-delissimi, fuggì nel cuore della notte da Preobraženskoeper rifugiarsi al monastero della Trinità. Nel giro di po-che ore Natalia ed Evdokija, fuggite da Preobraženskoe escortate dai soldati-ragazzi di Pietro, giunsero anch'esseal monastero.Compreso che la fuga di Pietro verso il monastero pote-va essere usata a vantaggio politico dello zar, Sofia ca-pì che la sua posizione era seriamente minacciata. Quan-do seppe che Pietro ordinò al colonnello del reggimentoStremjani, Ivan Cykler di raggiungerlo immediatamenteal monastero balenò in lei il terrore che Cykler potesseconfessare sotto tortura le intenzioni di Šaklovitij di eli-minare i Naryškin. Quando giunse al monastero, Cyklerdisse tutto quello che sapeva senza bisogno della torturae si offrì di passare dalla parte di Pietro. Vistasi perduta,Sofia capì che la sua unica salvezza sarebbe stata una ri-conciliazione inviò al monastero Ivan Troekurov affinchépersuadesse Pietro a ritornare nella capitale. La missionedi Troekurov ebbe però esito negativo.Pietro scrisse poi una lettera ai colonnelli di tutti i reggi-menti degli Strelzi ordinando loro di raggiungerlo al mo-nastero con dieci uomini di ogni reggimento. Sofia perimpedire una tale mobilitazione di Strelzi dichiarò chechiunque avesse avuto intenzione di partire per il mona-stero sarebbe stato decapitato. Il giorno seguente Pietroinviò un dispaccio ufficiale allo zar Ivan e a Sofia nel qualepregava la sorellastra perché provvedesse affinché i suoiordini fossero rispettati. La reggente, nella speranza diottenere una riconciliazione, supplicò il patriarca Giocac-chino affinché si recasse al convento a persuadere Pietro.Il patriarca si recò al monastero, ma appena vi giunse sischierò subito dalla parte del giovane zar.Il 27 agosto Pietro inviò nuove lettere ripetendo gli stessiordini delle precedenti e minacciando di morte coloro chenon lo avessero ubbidito. Queste lettere sortirono il loroeffetto ed una massa di Strelzi abbandonò la capitale perrecarsi al monastero. In un ultimo tentativo di risolverela crisi tramite una riconciliazione, Sofia decise di recarsilei stessa a parlamentare con Pietro.Partì accompagnata da Golicyn, Šaklovitij e un drappellodi Strelzi, ma una volta giunta al villaggio di Vozdviž ven-ne fermata dagli uomini di Pietro e costretta a tornare aMosca. Poche ore dopo Pietro inviò alla sorella altre mis-sive nelle quali annunciava di aver scoperto dell'esistenzadi un complotto per assassinarlo e che i due cospiratorierano Šaklovitij e Sil'vestr Medvedev, i quali dovevanoessere arrestati e condotti al monastero per essere pro-cessati. Tali lettere spinsero la maggior parte degli Strelziad abbandonare Sofia e a schierarsi con Pietro.Rimasta sola e senza via d'uscita, Sofia tentò di arringareuna folla di Strelzi e di cittadini, senza però riuscirvi. Il 14settembre giunse nel Quartiere Tedesco un proclama diPietro rivolto a tutti i militari che risiedevano nel quartierenel quale ribadiva l'esistenza di un complotto e li invitava

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4 1 BIOGRAFIA

a raggiungerlo al monastero. Dopo un dubbio iniziale, gliufficiali stranieri, capitanati dal generale Patrick Gordonpartirono alla volta del monastero. Gli Strelzi rimasti aMosca minacciarono Sofia di dare inizia ad una rivolta senon fosse stato consegnato loro Šaklovitij. La donna, neltimore di venire anch'essa uccisa in un eventuale tumulto,glielo consegnò ed essi lo portarono al cospetto di Pietro.La lotta era finita e la reggenza conclusa; Pietro avevavinto. Alla vittoria doveva seguire la vendetta. Il primo asubirne le più dure conseguenze fu Šaklovitij: interrogatosotto tortura confessò di aver tramato contro Pietro e fuper questo condannato a morte e decapitato quattro giornidopo fuori dalle mura del convento. Medvedev, intercet-tato mentre tentava la fuga in Polonia, fu condotto al mo-nastero, torturato, imprigionato, nuovamente torturato edinfine, due anni dopo, giustiziato.Golicyn, il quale si era presentato al monastero di suaspontanea volontà il giorno dell'arresto di Šaklovitij, fuprivato del titolo di boiardo e delle sue proprietà ed esi-liato con la famiglia in un villaggio dell'Artico. La reg-gente Sofia venne deposta e costretta a ritirarsi a vita nelconvento di Novodevičij. Il 16 ottobre 1689 Pietro fecefinalmente ritorno a Mosca tra due ali di folla in ginoc-chio che gli riconosceva per sempre il titolo di monarcaassoluto.

1.8 I primi anni di regno

Per altri cinque anni lo zar trascurò il governo per ritor-nare alla vita che conduceva a Preobraženskoe e al lagoPleščeevo fatta di soldati-ragazzi, di barche e di assen-za di responsabilità. Durante questo periodo il governofu amministrato da un ristretto gruppo di persone cheavevano sostenuto Pietro nel suo recente scontro con lareggente Sofia.La zarina Natalia ne era il capo nominale; il patriarcaGioacchino era il suo più stretto collaboratore; Lev Na-ryškin, fratello di Natalia, era il direttore degli Affariesteri e il boiaro Tikhon Strešnev era il ministro degliInterni. Si annoveravano al governo anche altri nomi diprestigio: Boris Golicyn, Urusov, Romodanovskij, Troe-kurov, Prozorovskij, Golovkin, Dolgorukij. Repnin e Vi-nius conservarono i loro mandati e Boris Šeremetev ri-mase a capo dell'armata russa meridionale a fronteggiarei tartari.

1.8.1 Nascita dello zarevič e morte del patriarca

Il 28 febbraio 1690 nacque lo zarevič Alessio Petrovič. Aquesta grande gioia per la Russia fece seguito un gran-de lutto: il 17 marzo di quello stesso anni morì infat-ti il patriarca Giacchino. Come suo successore parte delclero più colto, e lo stesso Pietro, proponeva Marcello,metropolita di Pskov mentre la zarina Natalia e i boia-ri proposero Adriano, metropolita di Kazan'. Dopo cin-

que mesi di dibattito, nonostante la ferma opposizione diPietro, fu scelto Adriano.

1.8.2 L'Allegra Compagnia

A partire dal 1690, dopo la morte del patriarca Gioacchi-no, Pietro iniziò a frequentare sempre più assiduamenteil Quartiere Tedesco. In tale luogo ebbe modo di cono-scere e stringere amicizia con Andrej Vinius, un russoolandese, con il generale scozzese Patrick Gordon e conl'avventuriero svizzero François Lefort. Fu proprio a ca-sa di Lefort che Pietro conobbe la giovane Anna Mons,figlia di un mercante di vini di Vestfalia.In breve tempo Anna divenne la sua amante e la rimaseper ben dodici anni, nel corso dei quali più di una volta ladonna sperò di poter rimpiazzare Evdokija come zarinadi Russia. Lo zar, Vinius, Gordon, Lefort, i principi rus-si Mikhail Čerkasskij e Fëdor Romodanovskij ed altrepersone formarono un gruppo molto compatto che pre-se il nome di “Allegra Compagnia”. Il gruppo conducevauna vita vagabonda piombando all'improvviso a mangia-re, bere e dormire in qualche villa nobiliare con grandestupore dei proprietari.

1.8.3 Giochi militari

Durante l'estate 1690 Pietro partecipò ad una manovramilitare durante la quale il reggimento Preobraženskij at-taccò il campo fortificato del reggimento Semenovskij.Durante questa esercitazione, Pietro stesso rimase feri-to quando un recipiente pieno di polvere pirica gli scop-piò vicino ustionandogli il viso. Nell'autunno 1691 ebbe-ro luogo due finte battaglie tra i due reggimenti. Nellaseconda di esse alcuni soldati persero la vita e Gordon eil principe Ivan Dolgorukij rimasero feriti, ma mentre ilprimo se la cavò con una settimana di riposo a letto, ilsecondo morì pochi giorni dopo a causa di un'infezione.

1.8.4 Arcangelo

Durante tutto questo periodo Pietro non aveva dimenti-cato le sue barche. Nel 1691 assunse venti ingegneri na-vali olandesi e quando si recò al lago Pleščeevo li trovòa lavorare con Brandt a due fregate e a tre imbarcazionida diporto. Nel 1692 Pietro si recò al lago per ben quat-tro volte ed in una di queste occasioni si fece accompa-gnare dalla madre e dalla moglie. Tornato a Mosca, nelnovembre 1692, Pietro fu colpito da un forte attacco didissenteria che lo costrinse a letto per sei settimane e chefece temere per la sua vita.A fine febbraio 1693 Pietro si recò nuovamente a Preslav'la lavorare alle sue navi e vi rimase per tutta la durata dellaQuaresima. Nel luglio di quello stesso anno Pietro, ormaistancatosi del lago Pleščeevo, si recò ad Arcangelo, unporto sito vicino al Mar Bianco, dove iniziò a navigare in

Page 5: Pietro I Di Russia

1.10 Seconda Campagna d'Azov 5

mare aperto a bordo del San Pietro, un piccolo battellocostruito appositamente per lui.Al termine dell'estate Pietro iniziò la costruzione di unvascello più grande dando ordine che venisse terminatoentro l'inverno. Inoltre chiese a Lefort e a Vinius di ordi-nare una fregata olandese a Nicholas Witsen, borgoma-stro di Amsterdam. Lasciato Arcangelo a metà settem-bre, Pietro rientrò a Mosca un mese dopo. Il 4 febbraio1694, dopo una malattia di soli due giorni, la zarina Na-talia morì all'età di quarantadue anni. Pietro si trovavaad un banchetto quando fu avvertito che sua madre stavamorendo.Corse immediatamente da lei, ma dopo un diverbio conil patriarca Adriano se ne andò incollerito. Si trovava aPreobraženskoe quando gli comunicarono che sua madreera morta. Caduto nello sconforto, Pietro non partecipòneppure ai funerali della madre, ma si recò a tumulazioneavvenuta a pregare da solo sulla sua tomba. Nella prima-vera 1694 Pietro tornò ad Arcangelo, ove trovò comple-tata la nave da lui iniziata l'estate precedente e alla qualevenne dato il nome di San Paolo.Deciso a recarsi al monastero Soloveckij, la notte del 10giugno Pietro salì a ordo del San Pietro insieme ad Afana-sij, arcivescovo di Kholmogory, alcuni amici ed un grup-po di soldati. Il giorno seguente, ad 80 miglia al largo diArcangelo, l'imbarcazione fu colpita da un violento nubi-fragio. Dopo circa ventiquattro ore di terrore la piccolanave giunse al monastero Pertominsk, nella cui cappellasi radunò l'intero equipaggio per ringraziare il Signore diaver salvato loro le vite. Il 16 giugno Pietro salpò nuova-mente alla volta del monastero Soloveckij, dove rimasetre giorni.Il suo ritorno ad Arcangelo fu salutato con gioia dagliamici, i quali temevano che, visto il temporale, il SanPietro fosse naufragato. Il 21 luglio la fregata olandeseSacra Profezia che Pietro aveva ordinato giunse al por-to di Arcangelo. Una settimana più tardi la piccola flot-ta di Pietro scortò un convoglio di mercantili olandesi einglesi di ritorno in patria fino a Svjatoj Nos. Memoriedell'esperienza precedente Pietro non volle avventurarsinelle acque del Mar Glaciale Artico e fece quindi ritornoad Arcangelo, dal quale partì il 3 settembre per ritornarea Mosca.Nel settembre 1694 in un'ampia vallata vicino al villag-gio di Kožukhovo si tenne l'ultima esercitazione militaredi Pietro in tempo di pace. Lo zar infatti decise che eragiunto il momento di smettere di giocare alla guerra edi rivolgere il suo esercito contro i turchi con i quali laRussia era ancora in stato di guerra.[13]

1.9 Prima Campagna d'Azov

Nell'inverno 1695 Pietro annunciò che in estate la Russiaavrebbe ripreso la guerra contro i tartari della Crimea e illoro padrone, l'impero ottomano. Il desiderio di Pietro di

raggiungere il mare e di mettere alla prova il suo esercitoinsieme ad altre ragioni (le continue incursioni tartare ela necessità di ottenere un risultato militare che soddisfa-cesse la Polonia) spinsero Pietro ad attaccare la fortezzaturca di Azov.Il duplice obiettivo della campagna di Azov consisteva nelcontrollo delle foci dei fiumi Dnepr e Don da dove i forti-ni turchi controllavano i cosacchi ucraini ed impedivanoai russi l'accesso al Mar Nero. Diversamente dalle prece-denti disastrose campagne, questa volta l'armata russa sisarebbe mossa via fiume usando le chiatte come mezzi ditrasporto.Furono formate due distinte armate: l'armata orientale,il cui compito era quello di muoversi a sud del Don perattaccare la fortezza di Azov, e quella occidentale, il cuicompito era muoversi lungo il Dnepr per attaccare i dueforti di Očakov e Kazikerman e distrarre il grosso dellacavalleria tartara dalle truppe di Pietro ad Azov. Nel me-se di marzo il generale Gordon lasciò Mosca con 10.000soldati muovendo verso sud attraverso la steppa mentreil grosso dell'esercito (21.000 uomini) con Pietro, Leforte Golovin lasciò la capitale a maggio imbarcandosi sullechiatte, raggiungendo Gordon ad Azov il 29 giugno.La campagna si rivelò però fallimentare a causa di diversiproblemi: mancavano ingegneri esperti in assedi; il siste-ma di approvvigionamento era impreparato ad affrontareil problema del vettovagliamento di 30.000 uomini per unlungo periodo; gli Strelzi si rifiutavano di eseguire ordiniimpartiti da ufficiali europei. A peggiorare la situazionefu il tradimento del marinaio olandese Jacob Jensen chepassato ai turchi rivelò loro importanti informazioni persconfiggere l'esercito russo. Il 15 agosto i russi sferraronoun massiccio attacco a sorpresa contro la fortezza senzaperò riuscire ad espugnarla e riportando perdite superioriai millecinquecento uomini.Un secondo attacco fallimentare e l'arrivo del freddo in-verno costrinse Pietro a togliere l'assedio ad Azov il 12ottobre. La ritirata verso nord fu un disastro che costò invite umane più della campagna di assedio. Per sette set-timana i russi arrancarono sotto la pioggia attraverso lasteppa inseguiti e falcidiati dalla cavalleria tartara. Il 2dicembre i superstiti raggiunsero Mosca. Pietro, imitan-do i precedenti di Sofia e Golicyn che egli stesso avevacondannato, tentò di mascherare la sconfitta imbastendoun trionfale rientro nella capitale.

1.10 Seconda Campagna d'Azov

Senza perdersi d'animo, Pietro iniziò subito i preparativiper un secondo attacco badando bene di risolvere i pro-blemi che si erano creati nel corso del primo. Ordinò lacostruzione di 25 galee provviste di armamento e di 1.300nuove chiatte in grado sia di trasportare viveri e truppe siadi poter affrontare le navi turche. Affinché fossero pronteentro il mese di maggio 1696, Pietro fece costruire nuovicantieri navali a Voronež, città sul fiume Don; ampliò i

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cantieri già esistenti; reclutò un enorme numero di ope-rai e si appellò al doge di Venezia affinché gli mandassetecnici esperti nella costruzione delle galee.Lo stesso Pietro si mise a costruire le navi: mentre il fu-turo “Grande” era impegnato in questa fatica erculea, l'8febbraio 1696 lo zar Ivan morì improvvisamente. OraPietro era il solo zar, l'unico, supremo governatore delloStato russo. Nonostante la mobilitazione generale fossepiù circoscritta rispetto alla precedente, la forza destinataa sferrare il secondo assalto ad Azov era il doppio: 46.000soldati russi affiancati da 15.000 cosacchi ucraini, 5.000cosacchi del Don e 3.000 calmucchi.Il 3 maggio parte della flotta russa iniziò il suo viaggiolungo il Don. Pietro, partito tempo dopo con una flottadi otto galee leggere, raggiunse il grosso della flotta il 26maggio. Si aprirono subito le ostilità. Il 29 maggio men-tre i turchi stavano trasportando dalle navi a terra i vive-ri destinati alla fortezza, i cosacchi riuscirono a catturar-ne dieci e a mettere in fuga gli altri. Alcuni giorni dopoPietro riuscì a far passare indisturbata la sua intera forzadi 29 galee oltre la fortezza di Azov. La città venne cosìcompletamente isolata. L'esercito russo riuscì a cingerecompletamente d'assedio la città.Il 26 giugno i cannoni russi aprirono il fuoco contro la for-tezza di Azov. Giorni dopo i turchi annunciarono la lororesa. Pietro permise loro di lasciare Azov chiedendo peròin cambio la consegna da parte loro del traditore Jensen.Pietro ordinò la demolizione di tutte le opere d'assedio edil ripristino delle mura fortificate e dei bastioni della città.Le moschee furono trasformate in chiese cristiane. Primadi lasciare Azov, Pietro assistette alla messa celebrata inuna chiesa nuova. Il 10 ottobre lo zar fece trionfale ritornoa Mosca.

1.11 Costituzione della flotta russa

Non appena celebrato il trionfo di Mosca, Pietro riunìa Preobraženskoe il consiglio dei boiari e annunciò lasua intenzione di colonizzare Azov e Taganrog e di co-struire una flotta navale. Trentamila famiglie di contadinie tremila Strelzi furono inviati ad Azov come coloniz-zatori militari mentre ventimila ucraini furono inviati aTaganrog a costruire il porto.Il 20 ottobre 1696 un decreto approvò la costituzione del-la Marina russa. Gli oneri per la costruzione delle nuovenavi, costruite nei cantieri di Voronež, furono suddivisitra i mercanti, la chiesa e i proprietari terrieri. Lo Statoavrebbe costruito per proprio contro dieci navi; ogni lati-fondista ne avrebbe costruita una; così come una ne do-veva costruire ogni grande monastero. Tutte queste navidovevano essere terminate in diciotto mesi.Nonostante da tutta Europa giunsero carpentieri navali,per costruire la flotta che Pietro aveva in mente ci sa-rebbe stato bisogno di molti più tecnici. Altro problemasi sarebbe presentato allorquando la flotta fosse stata va-

rata poiché almeno alcuni ufficiale dovevano essere rus-si. Il 22 novembre Pietro dichiarò che avrebbe manda-to più di cinquanta russi, in gran parte giovani rampol-li delle famiglie più nobili, in Europa a studiare nauticae ingegneria navale. Negli anni che seguirono, decine edecine di altri giovani russi vennero inviati all'estero perl'addestramento nautico; le conoscenze che portarono consé al loro rimpatrio concorsero a trasformare la Russia.

1.12 La Grande Ambasceria

Con la presa di Azov, Pietro aveva però ottenuto l'accessosolo al Mar d'Azov perché l'entrata al Mar Nero era anco-ra bloccata dalla potente fortezza turca di Kerč, posta ditraverso sullo stretto tra il Mar d'Azov e il Mar Nero. Perforzare questo stretto la Russia aveva bisogno non solo diuomini e tecnologia avanzata ma anche di alleati potentie fidati.Con lo scopo principale di creare un'alleanza contro iturchi venne costituita la Grande Ambasceria, alla qualeavrebbe prese parte lo stesso zar in incognito con il no-me di Petr Mikhajlov. Capo dell'Ambasceria, con il gra-do di primo ambasciatore, venne nominato Lefort. Glialtri due ambasciatori erano Fëdor Golovin e ProkofijVoznicyn. Al loro seguito c'erano venti nobili e trenta-cinque volontari; ai quali facevano seguito ciambellani,preti, segretari, interpreti, musici, cantori, cuochi, coc-chieri, settanta soldati e quattro nani, per un totale di oltreduecentocinquanta persone.[14]

Per governare la Russia in sua assenza, Pietro istituì unconsiglio di reggenza composto da Lev Naryškin, dalprincipe Boris Golicyn e dal principe Petr Prozorovskij.Nominalmente subordinato a questi tre uomini, ma difatto viceré di Russia fu il principe Fëdor Romodanov-skij.[14] La vigilia della partenza dell'Ambasceria fu fu-nestata da un tragico episodio: il colonnello degi StrelziIvan Cykler e due boiari furono imprigionati con l'accusadi aver complottato contro lo zar.Nonostante la scarsità di prove contro di essi, furono tutticondannati a morte e giustiziati in uno dei modi più atrociche la storia conosca: furono tagliate loro prima le gam-be e le braccia, poi la testa e sotto il palco del boia erastata posta la bara di Ivan Miloslavskij, aperta affinchéil sangue dei condannati defluisse sul cadavere.[15] Il 20marzo 1697 la Grande Ambasceria partiva alla volta diNovgorod e Pskov.

1.12.1 Livonia

Attraversata la frontiera russa, entrò nella provincia bal-tica della Livonia, controllata dagli svedesi. Intenziona-to ad attraversare la Dvina, Pietro fu invece costretto,causa la presenza di ghiaccio nel fiume, a fermarsi peruna settimana a Riga, capitale della Livonia. Erik Dahl-berg, governatore svedese di Riga, si ritrovò completa-

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1.12 La Grande Ambasceria 7

mente impreparato a ricevere con i dovuti onori i membridell'Ambasceria.[16]

Per tutta la settimana non si tennero banchetti o ricevi-menti per gli ambasciatori. Inoltre lo zar, sorpreso a di-segnare e a misurare i bastioni della città, rischiò di es-sere ucciso da una sentinella svedese che lo credeva unaspia russa. La vicenda si risolse con le scuse di Dahlbergfatte allo zar.[17] Queste cose contribuirono a far sì chenella memoria di Pietro Riga rimanesse sempre una cittàsgradevole e inospitale.

1.12.2 Ducato di Curlandia

Attraversata la Dvina, Pietro entrò nel ducato di Curlan-dia. Sebbene il suo paese fosse povero, il duca FedericoCasimiro Kettler non commise l'errore di Riga ed onoròl'Ambasceria con fastosi intrattenimenti.[17][18]

1.12.3 Brandeburgo

Destinazione successiva fu Königsberg, nell'elettorato delBrandeburgo, ove fu accolto dall'elettore stesso, FedericoIII di Hohenzollern. Federico sognava di trasformarel'elettorato in un potente regno che assumesse il nomedi Prussia e di trasformare il proprio titolo in Federi-co I, re di Prussia. Il titolo gli poteva essere concessodall'imperatore d'Austria, ma l'espansione del regno po-teva avere luogo solo a spese della Svezia. Federico cer-cava quindi l'alleanza russa per contrapporsi alla Svezia.Pietro, ancora in guerra con la Turchia, non ritenne op-portuno provocare gli svedesi ma stabilì con Federico untrattato di mutuo soccorso in caso di attacco da parte deiloro reciproci nemici.Malauguratamente anche a Königsberg Pietro si misenei guai. Il giorno del suo onomastico, facendo conto suuna visita di Federico, Pietro aveva preparato uno spet-tacolo pirotecnico in suo onore. Ignaro dell'importanzadella giornata, Federico aveva lasciato la città e delega-to alcuni suoi ministri a rappresentarlo alla festa dellozar. Pietro, rimasto offeso, proferì a voce alta la frase«L'elettore è una persona eccellente, ma i suoi ministri so-no il diavolo!» e poi, preso dall'ira, cacciò in malomodoun brandeburghese che pensava stesse ridendo di lui.Sbollita la rabbia, lo zar scrisse una lettera di scuse aFederico e prima della partenza fece ulteriore ammen-da inviando a Federico un grosso rubino.[19][20] Sebbe-ne desideroso di partire alla volta dell'Olanda, Pietro sivolle trattenere a Königsberg fino a quando non si fosserisolta la situazione della Polonia, il cui trono era con-teso da due pretendenti: Augusto, elettore di Sassonia eFrancesco Luigi di Borbone, principe di Conti, sostenutoda Luigi XIV.Un re francese sul trono polacco avrebbe significato la fi-ne della partecipazione della Polonia alla guerra contro iturchi e l'estensione del potere della Francia nell'Europa

orientale. Se la Dieta avesse eletto Conti come re, Pie-tro era pronto ad invadere la Polonia. Verso metà agostogiunse la notizia che Augusto di Sassonia era stato elettore di Polonia. Felice della cosa Pietro desiderava raggiun-gere l'Olanda via mare, ma fu costretto a cambiare i suoipiani a causa della presenza nel Baltico di navi da guerrafrancesi.Lo zar lasciò Königsberg in gran segreto per evitare diincontrare curiosi desiderosi di vederlo. Passando per laGermania, a Koppenbrügge, Pietro ebbe modo di co-noscere e pranzare con Sofia, vedova dell'elettore diHannover, e sua figlia Sofia Carlotta, elettrice del Bran-deburgo. Dopo questi incontri, Pietro si diresse versol'Olanda.

1.12.4 Olanda

Desideroso di visitare la città di Zaandam, celebre per isuoi cantieri navali, una volta che fu giunto ad Emmerichsul Reno, Pietro noleggiò una barca e si diresse con essaalla volta della città. Vi giunse la mattina di domenica 18agosto.[21] Presentatosi in incognito ad un cantiere, lo zariniziò a lavorare insieme agli altri operai alla costruzionedelle navi. In breve tempo la sua identità venne scoper-ta e in ancor minor tempo gente da tutta l'Olanda giun-se a Zaandam per vederlo. Pietro, non sopportando tuttaquella folla che gli impediva anche di uscire di casa, fucostretto a lasciare in fretta la città e a fare rotta versoAmsterdam.I magnati di Amsterdam, intuendo l'importanza che que-sta Ambasceria avrebbe potuto avere in futuro, per unosviluppo commerciale con la Russia, avevano deciso di ri-ceverla con gli onori e il protocollo riservati ai re. Furonoquindi organizzati ricevimenti, rappresentazioni d'operae balletti. Fu durante questi festeggiamenti che Pietroconobbe Nicholas Witsen, borgomastro della città. Conl'aiuto di Witsen, Pietro venne assunto a lavorare pressoi cantieri della Compagnia delle Indie Orientali.Inoltre, per aiutarlo nel tirocinio della costruzione nauti-ca, il consiglio dei direttori della Compagnia delle IndieOrientali ordinò di gettare la chiglia di una nuova frega-ta, affinché lo zar e i suoi compagni potessero studiare imetodi di costruzione olandesi proprio fin dall'inizio. Lafregata fu infine chiamata Gli Apostoli Pietro e Paolo ePietro lavorò alla realizzazione di ogni fase di essa.La curiosità di Pietro era insaziabile. Voleva vedere tuttocon i propri occhi; visitò fattorie, segherie, filande, cartie-re, botteghe di artigiani, musei, giardini botanici e labo-ratori. Durante i suoi mesi di permanenza ad Amsterdamconobbe architetti, scultori e Van der Heyden, l'inventoredella pompa da incendio, che tentò di persuadere a trasfe-rirsi in Russia. Fece visita all'architetto Simon Schonvoet,al museo di Jacob de Wilke ed imparò a disegnare sottola guida di Schonebeck.A Delft fece visita all'ingegnere barone di Coehoorn, che

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8 1 BIOGRAFIA

gli dette lezioni sulla scienza delle fortificazioni. Diver-se volte Pietro lasciò il cantiere per far visita al professorFredrik Ruysch, noto professore di anatomia. Fu Ruy-sch a consigliare Pietro nella scelta dei medici da portarein Russia addetti all'esercito e alla marina. A Leida Pie-tro conobbe il dottor Boerhaave, professore di anatomiae direttore di un noto giardino botanico. A Deft incon-trò il naturalista Antoni van Leeuwenhoek, inventore delmicroscopio.AdUltrecht Pietro ebbemodo di conoscere Guglielmo IIId'Orange, re d'Inghilterra e statolder dell'Olanda, un uo-mo che lo zar aveva ammirato fin dall'infanzia. Pietro glipropose un'alleanza di cristiani contro i turchi, ma Gu-glielmo, già impegnato nella guerra con la Francia, nonvolle assumersi l'onere di aprire un altro fronte di ostili-tà in oriente. Pietro, tramite la persona di Lefort, fece lastessa proposta ai capi formali dell'Olanda, Le Loro So-vranità degli Stati Generali, ma anche da essi ricevetteparere contrario.In Olanda Pietro conobbe anche il celebre ammiraglioolandese Gilles Schey, il quale fece realizzare per luiuna grande finta battaglia navale sull'Ij. Pietro tentò dipersuadere con ogni mezzo l'ammiraglio ad andare inRussia per supervisionare la costruzione della sua flotta,ma l'uomo declinò l'offerta proponendo al proprio postol'ammiraglio Cornelius Cruys. Durante l'autunno Pietro,accompagnato daWitsen, visitò l'Olanda in lungo e in lar-go. Eccetto che per queste gite, Pietro lavorò nel cantierenavale per quattro mesi. Il 16 novembre la nave era pron-ta per il varo e Witsen, a nome della città di Amsterdam,la offrì in dono a Pietro.Lo zar, commosso, volle chiamare la fregata Amsterdam.Pietro era compiaciuto del dono, ma lo fu ancora di piùdell'attestato ricevuto da Gerrit Pool, il capocantiere, do-ve si attestava che Petr Mikhajlov aveva acquisito le no-zioni fondamentali dell'arte nautica. Desideroso di ap-prendere i segreti fondamentali del disegno nautico, orache la fregata era finita, Pietro decise di recarsi in Inghil-terra per studiare le tecniche nautiche inglesi. Il 7 gennaio1698, dopo cinque mesi di permanenza in Olanda, Pietroe il suo seguito salirono a bordo della Yorke, nave ammi-raglia di Sir David Mitchell, che il giorno seguente partìper l'Inghilterra.

1.12.5 Inghilterra

Ventiquattro ore dopo la Yorke arrivò al largo della costadi Suffolk. Alla foce del Tamigi l'ammiraglio Mitchell ePietro si trasferirono su un'imbarcazione più piccola de-nominata Mary. La Mary risalì il Tamigi e la mattinadell'11 gennaio gettò l'ancora vicino al Ponte di Londra.Pietro passò i primi giorni londinesi in una casa sita alnumero 21 di Norfolk Street.[22]

Il 23 gennaio, accompagnato dall'ammiraglio Mitchell eda due compagni russi, Pietro fu ricevuto da re Guglielmoa Kensington Palace. Questa visita fu l'unica cerimonia

ufficiale cui partecipò Pietro durante il soggiorno londi-nese. In incognito amava camminare per la città incurio-sito da tutto. Per comodità e per sfuggire alla curiositàdella folla, lo zar si trasferì a Deptford nella Sayes Courtdi proprietà dello scrittore John Evelyn.Ben sapendo della scarsa osservanza di Pietro nei con-fronti della fede ortodossa, l'arcivescovo di CanterburyThomas Tenison e il re Guglielmo, con l'aiuto di GilbertBurnet, vescovo di Salisbury, tentarono di convertire lozar al protestantesimo senza riuscirci. In quel periodo di-versi appartenenti ad altre religioni tentarono la stessacosa. Sempre in quel periodo i mercanti inglesi chiese-ro ed ottennero dallo zar il monopolio per il commerciodel tabacco in Russia.Anche in Inghilterra, come in Olanda, Pietro lavorava neicantieri navali del basso Tamigi. Nei momenti in cui nonlavorava girava per Londra e dintorni per visitare tut-ti i luoghi interessanti. Visitò l'ospedale della marina aGreenwich, le tombe dei sovrani inglesi a Westminster,il castello di Windsor, Hampton Court, l'osservatorio diGreenwich, l'arsenale di Woolwich e la Torre di Londra.Durante il suo intero soggiorno in Inghilterra Pietro sidedicò alla continua ricerca di uomini qualificati da as-sumere al proprio servizio facendoli venire in Russia. Al-la fine convinse una sessantina di inglesi a seguirlo. Fraloro c'erano il maggiore Leonard van der Stamm, mae-stro carpentiere navale a Deptfort; il capitano John Per-ry, ingegnere idraulico al quale Pietro affidò la costruzio-ne del canale Volga-Don, e il professor Henry Farquhar-son, matematico dell'università di Aberdeen, incaricatodi fondare una scuola di matematica e scienza nautica aMosca.La simpatia e la gratitudine di Pietro per re Guglielmodivennero ancora più grandi quando il sovrano inglese glifece dono dell'imbarcazione Royal Transport, e raggiun-se il culmine quando poté assistere alle manovre navalidella flotta inglese, organizzate per lui nell'isola di Wight.Le relazioni tra i due sovrano andarono raffreddandosiquando Pietro scoprì che Guglielmo aveva spinto affinchél'imperatore d'Austria concludesse una pace con i turchi.Se tale pace avesse avuto luogo sarebbero venute meno leragioni che spinsero Pietro ad istituire la Grande Amba-sceria e cioè rafforzare l'alleanza della Russia con gli altristati contro i turchi.Pietro, sebbene riluttante, era dunque costretto a lasciarel'Inghilterra per recarsi a Vienna. Il 18 aprile fece la suavisita di congedo a re Guglielmo. Il 2 maggio lasciò Lon-dra con rammarico a bordo della Royal Transport. Feceun'ultima visita alla Torre e un breve scalo ai cantieri na-vali di Woolwich per salutare i suoi compagni di lavo-ro. Rimessasi in viaggio, al crepuscolo la Royal Trans-port giunse a Gravesend. La mattina seguente salpò allavolta di Margate, dove l'estuario del Tamigi incontra ilmare. Qui trovò una squadra navale inglese al comandodell'ammiraglio Mitchell, che lo scortò in Olanda.Pietro non ritornò mai più in Inghilterra ma gli rimase

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1.13 Primi cambiamenti in Russia 9

talmente nel cuore che ebbe più volte a dire «L'Inghilterraè la più bella e la migliore di tutte le isole del mondo.»[23]

1.12.6 Vienna

Durante la permanenza di Pietro in Inghilterra gli altrimembri dell'Ambasceria non rimasero con le mani inmano. Al suo ritorno in Olanda Pietro trovò ad atten-derlo una grande quantità di materiale, di armi, di stru-menti e di provviste navali. Inoltre l'Ambasceria avevaingaggiato 640 olandesi tra i quali anche il contrammi-raglio Cornelius Cruys e altri ufficiali di marina, mari-nai, ingegneri, tecnici, costruttori navali, medici e altrispecialisti.Il 15 maggio 1698 Pietro e la Grande Ambasceria lascia-rono Amsterdam dirigendosi, attraverso Lipsia, Dresda ePraga, in direzione di Vienna.Poiché l'imperatore Leopoldo I non ammetteva che al-cun altro mortale fosse suo pari se non il papa vennero acrearsi problemi circa i trattamenti che sarebbero dovutitenersi nei confronti dello zar di Russia. Pietro ottenne diincontrare il sovrano in modo informale nel Palazzo deiFavoriti.Nonostante tutte le attenzioni ufficiali ricevute, la mis-sione di Pietro a Vienna fu un fallimento diplomatico. LaGrande Ambasceria era andata a Vienna per cercare diconvincere l'Austria a una ripresa più intensa della guer-ra contro i turchi. Invece la diplomazia russa si trovò adiscutere con gli Asburgo per evitare una pace separa-ta tra l'impero e il sultano che di fatto era molto più fa-vorevole all'Austria che non alla Russia. Avendo capitoche gli austriaci erano più che risoluti a voler conclude-re la pace, Pietro pretese che l'imperatore facesse pres-sioni sui turchi affinché cedessero alla Russia la fortezzadi Kerč, senza la quale la nuova flotta russa non avreb-be mai potuto entrare nel Mar Nero. Sebbene fosse con-vinto che la Turchia non avrebbe mai ceduto la fortezzasolo con un'azione diplomatica, l'imperatore promise chenon avrebbe sottoscritto alcun trattato di pace con i turchisenza aver prima informato lo zar dei suoi termini.

1.12.7 Ritorno in patria

Il 15 luglio 1698, quando tutto era pronto per la parten-za dell'Ambasceria alla volta di Venezia, giunse da Mo-sca un dispaccio urgente di Romodanovskij con notizieinquietanti: quattro reggimenti degli Strelzi all'ordine dispostarsi da Azov alla frontiera polacca si erano ribellatie stavano marciando su Mosca. Pietro decise immediata-mente di non proseguire, di cancellare la visita a Veneziae ritornare aMosca per fronteggiare tutto quello che stavaaccadendo.Il 19 luglio Pietro lasciò Vienna in direzione dellaPolonia, dalla quale sarebbe poi proseguito fino a Mosca.A Cracovia venne raggiunto da un messaggero mandato

da Voznicyn con nuove e più confortanti notizie: AleksejSejn e il generale Gordon erano riusciti a intercettare edebellare i rivoltosi: centotrenta erano stati passati perle armi e milleottocentosessanta erano stati imprigionati.Pietro decise in ogni caso di rientrare in Russia dopo unanno e mezzo di lontananza ma riprese il viaggio moltopiù comodamente.Giunto nella città di Rawa nella Galizia Pietro incontròAugusto, elettore di Sassonia e re di Polonia. I quattrogiorni trascorsi a Rawa gettarono le basi per alcuni even-ti futuri che avrebbero riguardato il futuro della Russia.Fu infatti durante quei giorni che Augusto, che aveva giàottenuto l'appoggio di Pietro per l'incoronazione a re diPolonia, usufruì dell'amicizia dello zar per portare avan-ti un altro suo ambizioso progetto: un attacco congiuntoagli svedesi per togliere alla Svezia quelle province balti-che che escludevano la Russia e la Polonia dall'accesso alBaltico.La Grande Ambasceria era giunta al termine e lo scopoper la quale era stata creata era fallito. In termini di risul-tati pratici e pragmatici invece l'Ambasceria fu un succes-so. Pietro e i suoi ambasciatori erano riusciti a reclutarepiù di 800 esperti tecnici europei per essere immessi a va-ri livelli nell'economia russa. Ciò che aveva avuto mododi vedere ed imparare in Europa rafforzò nello zar la suaantica opinione, nata nel Quartiere Tedesco, che i russisi trovavano tecnologicamente indietro di decenni. Pie-tro quindi deciso a cambiare la nazione e a fornire eglistesso la forza sufficiente al mutamento.

1.13 Primi cambiamenti in Russia

Nella notte tra il 4 e il 5 settembre 1698 lo zar fece rien-tro a Mosca e dopo una breve visita al Cremlino andò apassare la notte al palazzo di legno a Preobraženskoe incompagnia di Anna Mons. La mattina seguente, appenala notizia del suo ritorno si diffusa, una folla di boiari edi ufficiali si recarono al palazzo per dargli il benvenu-to. Pietro li ricevette con grande entusiasmo, poi tiratofuori un rasoio da barbiere iniziò a tagliare le barba deipresenti.Per i russi la barba era un ornamento creato da Dio, por-tato dai profeti, dagli apostoli e da Gesù stesso. Tagliarlasignificava per loro commettere un peccato mortale. Pie-tro, invece, pensava che le barbe fossero incivili, ridicoleed inutili ed emanò un decreto che obbligava tutti i russi,contadini e sacerdoti esclusi, a radersi. Coloro che vole-vano continuare a portarla avrebbero dovuto pagare unatassa annuale che variava da due copeche per i contadinia 100 rubli per i ricchi mercanti.Non molto tempo dopo Pietro cominciò anche ad insiste-re perché i boiari abbandonassero i tradizionali abiti mo-scoviti per vestirsi all'occidentale. Nel gennaio del 1700lo zar emanò un decreto che obbligava boiari, pubbliciufficiali e proprietari terrieri ad abbandonare le loro lun-

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ghe vesti e procurarsi dei caffettani ungheresi o di stiletedesco.Desideroso già da tempo di porre fine al suo matrimoniocon Evdokija, mentre si trovava in Europa, Pietro chiesea LevNaryšlin e Tikhon Strešnev di convincere la zarina aprendere i voti e farsi monaca. Poiché i due uomini prefe-rirono che di tale onere se ne facesse carico lo stesso zar,pochi giorno dopo il suo ritorno a Mosca Pietro convocòla moglie per un'udienza. La donna rifiutò di farsi mona-ca asserendo il fatto che il suo compito di madre glieloimpediva. Lo zar decise quindi di risolvere la questionetogliendo Alessio alla madre ed affidandolo alle cure del-la sorella Natalia. Poco tempo dopo, una mattina, venneinviata a palazzo una carrozza; vi fu fatta salire Evdokijae venne trasportata al monastero Okrovski a Suzdal'. Qui,dieci mesi dopo, Evdokija fu obbligata a tagliarsi i capellie ad assumere il nome monacale di Elena. Pietro era cosìfinalmente libero.Un altro cambiamento imposto da Pietro riguardava il ca-lendario: fin da tempi antichissimi i russi utilizzavano ilcalendario bizantino, il quale calcolava gli anni non dallanascita di Cristo ma dal momento in cui essi reputava-no fosse stato creato il mondo e in cui l'anno iniziava ilprimo settembre. Nel dicembre 1699 decretò che l'annoseguente avrebbe avuto inizio il 1º gennaio e che avrebbeportato il numero di 1700. Veniva adottato così in Russiail calendario giuliano, all'epoca in uso solo in Inghilterra,che sarebbe rimasto in vigore fino al 1918.Pietro modificò anche il sistema monetario russo. Fino adallora circolava in Russia un'enorme quantità di monetestraniere con sovrimpressa la lettera M che voleva direMoscovia mentre le uniche monete russe regolari eranodei piccoli pezzi ovali d'argento chiamati copeche. In se-guito alla visita alla zecca reale inglese, Pietro era giun-to alla conclusione che, per incrementare il commercio,fosse necessario coniare una grande quantità di denarostatale, emesso e protetto dal governo. Ordinò quindi laproduzione di un grande numero di monete di rame chesostituissero le copeche; poi coniò altri pezzi d'argento ed'oro fino a giungere al rublo che valeva 100 copeche.Su consiglio di un servo, Aleksej Kurbatov, Pietro deci-se anche di adottare in Russia il sistema della carta bol-lata affinché tutti gli atti ufficiali, i contratti e altri do-cumenti dovessero essere scritti su fogli di carta di statocon sovrimpresso il bollo e, sul lato sinistro, l'aquila zari-sta. La carta sarebbe stata monopolio di stato e le entrateavrebbero incrementato il Tesoro.

1.14 Lo sterminio degli Strelzi

Per ordine dello zar, Romodanovskij portò tutti gli Strel-zi traditori a Preobraženskoe ove fece costruire quattor-dici camere di tortura per accoglierli. Sei giorni alla set-timana, settimana dopo settimana, tutti i millesettecen-toquattordici prigionieri sopravvissuti furono interrogatiper metà mese di settembre e quasi tutto quello di ot-

tobre. I sacerdoti scoperti colpevoli di aver pregato perla vittoria dei ribelli furono condannati a morte. Coloroche erano sospettati di essere simpatizzanti dei traditorivennero arrestati e sottoposti ad interrogatorio.Tutti i principale amici e luogotenenti di Pietro (Ro-modanovskij, Boris Golicyn, Sejn, Strešnev, Petr Prozo-rovskij, Mikhail Čerkasskij, Vladimir Dolgorukij, IvanTroekurov e Zotov) assistettero agli interrogatori e lostesso Pietro era spesso presente e interrogava personal-mente i condannati. Sebbene gli interrogatori furono con-dotti in segreto, tutta Mosca sapeva che qualcosa di tre-mendo stava accadendo a Preobraženskoe. Il patriarca inpersona si recò da Pietro per chiedere clemenza tenendoin mano un'immagine della Santa Vergine. Pietro risen-tito per la sua intromissione rispose al prelato che quellonon era un luogo in cui portare la Santa Vergine e chela Russia non si sarebbe salvata con la pietà ma con lacrudeltà.Dalle confessioni estorte a uomini annientati dalla tortu-ra, Pietro venne a sapere che gli Strelzi intendevano im-padronirsi della capitale, incendiare il Quartiere Tedesco,uccidere i boiari e mettere Sofia sul trono. Sotto torturauno strelez, Vaska Alekseev, dichiarò che due lettere, for-se scritte da Sofia, esortavano gli Strelzi ad insorgere, adoccupare il Cremlino e a chiamare la zarevna sul trono diRussia. Pietro si recò di persona a Novodevičij per inter-rogare Sofia, la quale negò di essere l'autrice delle lettere.Pietro le risparmiò la vita ma decise che la sua reclusio-ne dovesse essere ancora più stretta: Sofia fu obbligata atagliarsi i capelli e a pronunciare i voti col nome di Su-sanna. Venne confinata per sempre a Novodevičij dovevenne sorvegliata da cento soldati e non poteva riceverevisite.Per tutto l'autunno e l'inverno, a intervalli regolari di po-chi giorni, vennero giustiziate parecchie decine di ribel-li. Le prime esecuzioni iniziarono il 10 ottobre a Pre-obraženskoe: duecento furono impiccati alle mura dellacittà e dagli appositi pali che sporgevano dai parapetti,due Strelzi per palo. L'11 ottobre centoquarantaquattroStrelzi furono impiccati nella Piazza Rossa a dei pali chesporgevano dalle merlature del Cremlino. Centonove fu-rono decapitati con l'ascia o con la spada in un campodi Preobraženskoe. Per i preti che avevano incoraggiatogli Strelzi venne costruita davanti alla cattredrale di SanBasilio una forca a forma di croce. Per rendere assoluta-mente chiaro il nesso tra Sofia e gli Strelzi, centonovan-tasei ribelli furono impiccati a un'enorme forca di formaquadrangolare eretta vicino al convento di Novodevičijdove era imprigionata la zarevna. I tre supposti capi dellarivolta furono impiccati direttamente fuori dalla finestradi sofia.A cinquecento soldati sotto i vent'anni Pietro ridusse lapena a portare uno sfregio sulla guancia destra e ad esse-re esiliati. Ad altri furono tagliati naso e orecchie qualeinfamante marchio del loro tradimento.

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1.15 La grande guerra del Nord e la costruzione di San Pietroburgo 11

1.15 La grande guerra del Nord e lacostruzione di San Pietroburgo

Essendo fallita la prospettiva di una campagna congiun-ta contro l'Impero ottomano, Pietro stipula un trattato dipace con questo e rivolge nuovamente le sue attenzioni alMar Baltico il cui controllo è stato acquisito dall'Imperosvedese intorno alla metà del XVII secolo. Pietro, conl'appoggio di Danimarca, Norvegia, Sassonia e Regno diPolonia, dichiara quindi guerra alla Svezia che è guidatadal re sedicenne Carlo XII.La Russia scopre ben presto di essere scarsamente prepa-rata per affrontare la Svezia e il primo tentativo di conqui-stare le coste del Baltico finisce nel disastro della battagliadi Narva (1700), che sembra mettere fuori gioco la Rus-sia. Carlo XII approfittando del momento indirizza la suaazione contro Polonia e Sassonia. Nel frattempo Pietroriorganizza il suo esercito e conquista l'Estonia svedese.Sicuro di poterlo battere in qualsiasi momento, il re diSvezia ignora l'azione dello zar e continua a combatte-re in Polonia e Sassonia. Mentre polacchi e svedesi so-no impegnati a combattersi, Pietro fonda la grande cittàdi San Pietroburgo (in onore di San Pietro apostolo) inIngria, una regione catturata agli svedesi nel 1703, ser-vendosi delle capacità dell'architetto svizzero DomenicoTrezzini di Astano, che dapprima realizza la fortezza conal centro la cattedrale dei santi Pietro e Paolo, seguita poida numerosi altri importanti edifici amministrativi e dirappresentanza.

Pietro il Grande dopo la battaglia di Narva del 1700, in undipinto di Nikolaj Sauerweid del 1859

Pietro proibisce la costruzione di edifici in pietra al difuori di San Pietroburgo, che egli intende far diventa-re capitale della Russia, cosicché tutti gli scalpellini pos-sano partecipare alla costruzione della nuova città. Nel-lo stesso periodo Pietro si lega a Martha Skavronskaja,una lituana di povere origini presa prigioniera dai Rus-si durante la guerra del Nord.[24] Martha si converte al-la religione ortodossa con il nome di Caterina; i due sisposano segretamente intorno al 1707.

In seguito alle numerose sconfitte il re di Polonia AugustoII abdica nel 1706 lasciando libero Carlo XII di rivolge-re nuovamente le sue attenzioni alla Russia che invade nel1708. Dopo il suo ingresso in Russia Carlo sconfigge Pie-tro nella battaglia di Golovčin, nel luglio 1708, ma nellaseguente battaglia di Lesnava subisce, per la prima vol-ta gravi perdite, quando Pietro distrugge una colonna dirinforzi svedesi proveniente da Riga. Privato del loro aiu-to Carlo deve abbandonare il suo piano di marciare versoMosca.Non accettando l'idea di ritirarsi in Polonia o di tornarein Svezia, Carlo invade l'Ucraina. Abilmente Pietro si ri-tira verso sud distruggendo tutto ciò che potrebbe servireagli svedesi che vengono così a trovarsi in una difficilesituazione a causa della mancanza di rifornimenti e dellarigidità dell'inverno.Nell'estate del 1709 Carlo rinnova i suoi sforzi per con-quistare l'Ucraina ma si trova ad affrontare un nemi-co molto aggressivo e nella battaglia di Poltava (27 giu-gno 1709) Pietro raccoglie i frutti di anni di lavoro perpotenziare l'esercito russo infliggendo al nemico graviperdite (10000 morti) e catturando poi quanto rimanedell'esercito svedese.

Il cavaliere di bronzo, statua equestre che rappresenta Pietro ilGrande, eretta per volere di Caterina II

L'esito di questa battaglia ribalta le sorti della guerra: inPolonia Augusto II rioccupa il trono mentre Carlo si ri-fugia nell'Impero ottomano dove opera per convincere ilsultano Ahmed III ad aiutarlo a riprendere la guerra. Pie-tro incautamente dichiara guerra agli ottomani nel 1711ma la campagna a sud ottiene risultati fallimentari al pun-to che la Russia, per ottenere la pace, deve cedere i portisul Mar Nero conquistati nel 1697. In cambio il sultanoespelle il re di Svezia.A nord gli eserciti di Pietro hanno maggior fortuna e con-quistano la Livonia respingendo gli svedesi all'interno del-la Finlandia, che verrà occupata in larga parte nel 1714.La flotta russa riesce anche a violare le acque svedesi.Nell'ultima fase della guerra Pietro riceve anche l'aiutodell'Hannover e del regno di Prussia. Malgrado le scon-fitte Carlo XII continua a combattere e solo la sua mortein battaglia, nel 1718 permetterà l'apertura di trattative di

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12 1 BIOGRAFIA

pace.Nel 1720 la Svezia firma la pace con tutti i belligeran-ti tranne che con la Russia con cui firma poi il trattatodi Nystad, nel 1721, che mette fine a quella conosciu-ta come la Grande guerra del Nord. La Russia ottienel'Ingria svedese, l'Estonia svedese, la Livonia e parte del-la Carelia; in cambio versa due milioni di riksdaler e ri-nuncia a parte della Finlandia. Allo zar viene comunquepermesso di conservare alcuni terre finlandesi intorno aSan Pietroburgo che dal 1712 è divenuta capitale.

1.16 Gli ultimi anni

Ritratto di Pietro il Grande di Paul Delaroche.

Nel 1717 viene smascherata una congiura ordita dal bo-iaro Aleksandr Kikin, che raggruppava vari oppositori diPietro I attorno al suo figlio maggiore, Aleksej. La sen-tenza è di condanna a morte per tutti i cospiratori, inclu-so Aleksej, nel 1718.[25] Anche la madre di Aleksej vieneperseguita a causa di false accuse di adulterio.Gli ultimi anni di regno di Pietro I sono contrassegna-ti da ulteriori riforme. Nel 1721, dopo aver concluso lapace con la Svezia, viene acclamato Imperatore di tut-ta la Russia. (alcuni gli propongono di prendere il titolodi Imperatore dell'Est ma egli rifiuta). Il titolo imperialeviene riconosciuto da Polonia, Svezia e Prussia ma nondagli altri monarchi europei. Nella mente di molti la pa-rola imperatore connota superiorità sui semplici re. Moltiregnanti temono che Pietro voglia proclamare la sua auto-rità su di loro come, a suo tempo, l'imperatore del Sacro

Romano Impero aveva proclamato la sua supremazia sututte le nazioni cristiane.Pietro riforma anche il governo della Chiesa ortodossarussa. Il capo tradizionale della chiesa è il patriarca diMosca. Nel 1700, quando il seggio rimane vacante, Pie-tro non nomina un nuovo patriarca bensì un coadiutoreche svolge tutto il lavoro. Nel 1721 istituisce il Santo Si-nodo, un concilio di dieci ecclesiastici che prende il postodel patriarca e del coadiutore. Nel 1722 Pietro crea unnuovo ordine gerarchico per la nobiltà conosciuto comeTavola dei Ranghi, in esso la posizione è, formalmente,determinata dalla nascita.Allo scopo di privare i boiari del loro potere Pietro af-ferma che la posizione può essere determinata dal meritonel servizio all'imperatore. Sempre con lo scopo di ridur-re il potere dei boiari ha già, alcuni anni prima, soppressol'assemblea dei nobili (forma di consiglio dello zar) sosti-tuendola con un senato di dieci membri di sua nomina.La Tavola rimane in vigore fino alla fine della monar-chia in Russia nel 1917. Pietro introduce anche nuovetasse allo scopo di trovare i fondi per la costruzione diSan Pietroburgo.Abolisce la tassa sulla terra e quella sulla famiglia sosti-tuendole con un'imposta pro-capite. Le tasse sulla terrao sulla famiglia erano pagate solamente dai proprietari oda coloro che mantenevano una famiglia mentre la nuo-va tassa è pagata da tutti compresi servi e poveri. Nel1724 associa al trono Caterina, la sua seconda moglie,attribuendole il titolo di Imperatrice anche se peraltromantiene nelle sue mani tutto il potere.La sua ultima iniziativa militare fu la spedizione in Persia(1721-1724). Dawd Beg, khan persiano, nell'agosto 1721occupa Shemakha, importante emporio russo sulMar Ca-spio, nel kahanto di Shirwan, depredandone le mercanzie.Per ritorsione Pietro inviò 50.000 soldati con 80 navi nelmar Caspio, facendo occupare la penisola di Agrakan econquistando Derbent, mentre lo zar di Kartli VaktangIV con 30.000 uomini e il patriarca armeno con 8.000soldati, alleati ai russi, marciano con Dawd Beg a Gan-jia. Nel 1723 le truppe russe conquistano le province diGhilan e Bakù. Gli Ottomani accorrono in aiuto di DawdBeg e invadono Kartli, conquistano Tbilisi e i khanati diErivan e Tabriz.Nel settembre 1723 i Persiani chiedono la pace e si allea-no con i Russi ai quali è ceduta Derbent, Baku, Ghilian,Mazanderam e Astrabad (litorale occidentale e meridio-nale del Caspio). Nel giugno 1724 è firmata la pace russo-turca: gli Ottomani ottengono la Georgia, Erivan, Kasvine Shemakhà. Nel 1725 è completata la costruzione delPeterhof, un palazzo nei pressi di San Pietroburgo chediventa famoso come la Versailles russa.

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1.17 La morte 13

Pietro il Grande sul letto di morte

Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo):sarcofago di Pietro I

1.17 La morte

Non avendo eredi, una legge del 1722 concesse a Pietroil privilegio di scegliere il suo successore ed egli scelse lamoglie Caterina. Pietro morì nel 1725, venendo poi sep-pellito nella Cattedrale di Pietro e Paolo, nell'omonimafortezza da lui voluta a San Pietroburgo. L'imperatriceCaterina ha l'appoggio sulla guardia imperiale. Dopo lamorte di quest'ultima nel 1727 il trono passa al nipote diPietro I, Pietro II (figlio di Alessio) con il quale terminala discendenza diretta maschile dei Romanov.Dopo di lui la successione al trono è caotica: i due suc-cessivi monarchi sono figli del fratellastro di Pietro I, IvanV; i discendenti diretti di Pietro riconquisteranno il tronosolo nel 1741 con un colpo di Stato. Nessun figlio saliràdirettamente al trono occupato da un genitore prima diPaolo I che succede a Caterina la Grande, nel 1796, ol-tre settanta anni dopo la morte di Pietro I, che dedica alpredecessore la famosa statua equestre del Cavaliere dibronzo.

2 Figli

Dalle sue due mogli, Pietro ebbe sedici figli.Da Evdokija LopuchinaDa Caterina I

3 Ascendenza

4 Onorificenze

5 Pietro il Grande al cinema

Sulla vita dello Zar Pietro I il Grande sono stati realizzatisvariati film

6 Bibliografia

7 Note[1] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendario

giuliano la data è il 22 ottobre.

[2] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano la data di morte è il 28 gennaio.

[3] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano la data è il 23 maggio.

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14 10 ALTRI PROGETTI

[4] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano, la data è il 5 luglio.

[5] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano la data è il 27 aprile.

[6] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano la data di nascita è il 30 maggio.

[7] Secondo il calendario gregoriano. Secondo il calendariogiuliano la data è l'8 marzo.

[8] Robert K. Massie, pp. 22-23.

[9] Robert K. Massie, pp. 30-31.

[10] Robert K. Massie, p. 56.

[11] Robert K. Massie, p. 57.

[12] Nicholas Riasanovsky, p. 218.

[13] Nicholas Riasanovsky, p. 216.

[14] Robert K. Massie, p. 152.

[15] Robert K. Massie, p. 153.

[16] Robert K. Massie, p. 154.

[17] Robert K. Massie, p. 155.

[18] Ian Grey, p. 101.

[19] Michail Michajlovič Bogoslovskij, vol. 2, 1960, p. 101.

[20] Robert K. Massie, p. 157.

[21] Robert K. Massie, p. 161.

[22] Robert K. Massie, p. 180.

[23] Aleksandr Ignat'evič Andreev, Petr Velikij: SbornikStatej, BUR, 1947, p. 88.

[24] Irina Artem'eva.

[25] Touring Club Italiano, p. 271.

[26] Insignito dell'Ordine della Giarrettiera durante la GrandeAmbasciata, Pietro il Grande rifiutò l'onorificenza perchéla considerava troppo importante per uno come lui.

[27] L'anno di pubblicazione è molto posteriore all'anno in cuil'opera è stata scritta.

8 Bibliografia• Robert K. Massie, Pietro il Grande, traduzione diVittorio Benini, Milano, BUR, 2006, ISBN 88-17-86647-4.

• (EN) Nicholas Riasanovsky, A History of Rus-sia, Oxford, Oxford University Press, 2000, ISBN0-19-512179-1.

• (EN) Ian Grey, Peter the Great, Filadelfia (Penn-sylvania), J. B. Lippincott & Co., 1960, ISBN1-111-17924-7.

• (RU) Michail Michajlovič Bogoslovskij, Petr I: Ma-terialy dlja biografii, 5 volumi, L'Aia,Mouton, 1969,OCLC 185735681.

• Irina Artemʼeva, Caterina di Russia. L'imperatrice ele arti, traduzione di Alessandra Trevisan, Milano,Electa, 1998, ISBN 88-435-6565-6.

• Mosca, San Pietroburgo, traduzione di Nadia Boa-retto, Guide Routard. Europa, Touring Editore,2004, ISBN 88-365-2983-6.

9 Voci correlate• Potešnye vojska

10 Altri progetti

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• Wikimedia Commons contiene immagini oaltri file su Pietro I di Russia

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15

11 Fonti per testo e immagini; autori; licenze

11.1 Testo• Pietro I di Russia Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_I_di_Russia?oldid=73348590 Contributori: Snowdog, Gac, Ary29, Hellis,Madaki, Marcok, Carlomorino, Retaggio, Hill, Alfiobot, TierrayLibertad, Panairjdde, Francesco vin, ZeroBot, Luki-Bot, 5Y, Malemar,Square87, YurikBot, Nick1915, Pap3rinik, Cloj, Kal-El, Sid-Vicious, Marko86, FlaBot, SunBot, CruccoBot, Alessandro Ugo, Bukkia,Rutja76, Jalo, Eskimbot, Gpvosbot, Nanae, Valepert, Basilero, Il palazzo, Alexander VIII, Rago, Qbert88, Eumolpo, Un1c0s bot~itwiki,Moloch981, Paulatz bot, Sailko, Superchilum, Klaudio, SashatoBot, Grim80, Falcodigiada, Phyk, AttoRenato, Roby69m, Thijs!bot, Ma-thiasrex, Escarbot, Filbot, Derfel74, Ermanon, Elborgo, Teodoro Amadò, JAnDbot, Adelchi, Iiiioo, Rob-ot, Luigi Salvatore Vadacchi-no, Avemundi, MelancholieBot, RolloBot, Rei-bot, K.Weise, RiccardoP1983, The White Duke, TXiKiBoT, Aibot, VolkovBot, BetaBot,Abbot, Idioma-bot, Olandobot, Musso, Synthebot, Leopold, AlnoktaBOT, Simona65, Gregorovius, BotMultichill, Spinoziano, Desyman,SieBot, Araldo81, Phantomas, OKBot, Pracchia-78, Buggia, Wybot, Ficbot, ToePeu.bot, AnjaManix, DragonBot, Dr Zimbu, No2, Ticket2010081310004741, Alfonso I, Jacopo Werther, FixBot, RobotQuistnix, SilvonenBot, Louperibot, Shakko, LaaknorBot, Luckas-bot, Nal-limbot, FrescoBot, Ptbotgourou, Fazzino, AttoBot, Xqbot, AushulzBot, Gisegre, GhalyBot, RibotBOT, Princessary93, Teoamez, MA76,MastiBot, TobeBot, RedBot, DixonDBot, Horcrux92, Il Settecentesco, Franz van Lanzee, TjBot, Ripchip Bot, Maria.martelli, GrouchoBot,Nubifer, Tenebroso, EmausBot, GnuBotmarcoo, Franzy89, Shivanarayana, EdoBot, WikitanvirBot, Mjbmrbot, Lotje, Massimiliano Panu,Rezabot, MerlIwBot, Atarubot, Leonardofa94, Fabyrav, Pil56-bot, Tn4196, Botcrux, Grigo92, JarektBot, SamoaBot, Addbot, Darja82,Mirella Cece, Dialga8, SirGently, Witsen, Jordy95, Chilperico I, Da1993de e Anonimo: 76

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• [1] Artista originale:Monomakh-hat.png: Anonymous plate

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16 11 FONTI PER TESTO E IMMAGINI; AUTORI; LICENZE

• File:Jean-Marc_Nattier,_Pierre_Ier_(1717).jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0d/Jean-Marc_Nattier%2C_Pierre_Ier_%281717%29.jpg Licenza: Public domain Contributori: http://pics.livejournal.com/latiaris/pic/0001k2r6/s640x480 Artistaoriginale: Jean-Marc Nattier

• File:Nota_disambigua.svg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bc/Nota_disambigua.svg Licenza: Public domainContributori: Originally from it.wikipedia; description page is/was here. Artista originale: Original uploader was Krdan Ielalir at it.wikipedia

• File:Order_of_the_Garter_UK_ribbon.png Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7b/Order_of_the_Garter_UK_ribbon.png Licenza: CC BY-SA 2.5 Contributori: English Wiki Artista originale: Image sourced from 'Medals of the World' website:http://www.medals.org.uk/index.htm

• File:Orderelefant_ribbon.png Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/bc/Orderelefant_ribbon.png Licenza: Publicdomain Contributori: en.wikipedia.org Artista originale: User:Skibden

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• File:Sophia_Alekseyevna_by_anonim_(19_c.,_Hermitage).jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/84/Sophia_Alekseyevna_by_anonim_%2819_c.%2C_Hermitage%29.jpg Licenza: Public domain Contributori: http://www.hermitagemuseum.org/wps/portal/hermitage/digital-collection/01.+Paintings/173038/?lng=ru Artista originale:Public domain image (according to PD-RusEmpire)

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• File:Young_Peter_the_Great_of_Russia.jpg Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9b/Young_Peter_the_Great_of_Russia.jpg Licenza: Public domain Contributori: http://andcvet.narod.ru/roma/sam.html Artista originale: Ignoto

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