piero di blasio, guardia la bella, mille anni di arte

29
1 Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte nella Città dei Sanframondo, ed. DiaKronia, Vigevano, 1993, pp. 176, prezzo 75.00 lire Abstract 2021 con note storiche NOTE STORICHE: Guardia Sanframondi è un comune italiano di 4.844 abitanti della provincia di Benevento in Campania. Dal XII secolo al 1806 ha fatto parte della contea di Cerreto Sannita, retta prima dalla famiglia Sanframondo e poi, dal XV secolo, dalla famiglia Carafa. Il suo nome deriva proprio dai Sanframondo che la dotarono di un possente castello, teatro di almeno due assedi nel corso del Quattrocento. Il Comune è noto per i suoi vini pregiati e per i suggestivi riti settennali di penitenza in onore dell'Assunta. Diverse sono le opinioni degli studiosi sulle origini della cittadina, che alcuni fanno risalire ad epoca romana o sannita, altri ad epoca longobarda, altri al periodo normanno. È certo che il territorio fu abitato fin da tempi antichissimi, come testimoniano diversi ritrovamenti di manufatti litici del paleolitico inferiore. Altri reperti furono trovati nella Grotta Sant'Angelo di Cerreto Sannita. Gli scavi, diretti dal locale antropologo Abele De Blasio nel 1896, portarono alla luce cocci di creta, una punta di lancia silicea, frammenti di ossa animali. La grotta fu dimora dell'uomo anche nell’età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di asce di bronzo, monili vari, punte di lancia, fibule, un rasoio, uno scarnatoio o scarificatore, un ago da cucire, quattro ciondoli. A testimonianza dell'età del ferro ci sono un dolmen, un monumento sepolcrale, una punta di lancia di ferro, due fusaiole, dei menhir (questi ultimi abbattuti e andati perduti). A favore della tesi romano-sannita si adduce la posizione geografica, ideale per ogni insediamento di tipo militare. L'ipotesi longobarda è legata alla suddivisione della società in Liberi, Guerrieri e Servi. In ogni contado si ebbero corti, vichi e casali. Tra i vichi, nell’anno 856, si nomina un Vicus de Tremundi, successivamente alterato in Vico San Fremondo che avrebbe dato origine all'odierna Guardia Sanframondi. Questa tesi è stata scartata da un recente studio che correla il nome del comune alla famiglia francese dei Sanframondo, erede nel XII secolo del feudo di Cerreto e dei comuni vicini. In seguito la località assunse il nome di Warda (Luogo di guardia o di vedetta). I conti Sanframondo dotarono Guardia di un possente castello, teatro di due memorabili assedi. Nel 1461 i Sanframondo, dopo il saccheggio da parte delle truppe di Ferdinando I di Napoli, persero i loro feudi e furono costretti all'esilio. Ad essi succedettero i Carafa, duchi di Maddaloni e conti di Cerreto Sannita, fino al 1806, anno in cui i Francesi proclamarono l'abolizione del feudalesimo. Guardia così rientrò nella Contea Superiore dei Carafa, con capoluogo Cerreto. Nei secoli il paese fu colpito da alcune catastrofi naturali, tra cui il terremoto del 1456 e quello ancor del 1688, che lo distrusse quasi del tutto mietendo circa 1200 vittime. Guardia fu ricostruita nello stesso posto, grazie alla tenacia dei suoi abitanti. Nel XVIII secolo divenne un fiorente centro della concia delle pelli. Nel 1810, la commissione feudale riconobbe all'Universitas Guardiese la proprietà della "montagna di Guardia" e abolì i diritti baronali. Nel 1811, con Murat, Guardia entrò nel distretto di Piedimonted’Alife, nel 1861 passò dalla Terra di Lavoro alla neonata Provincia di Benevento. Nel 1943 fu cannoneggiata dalle truppe statunitensi, con danni agli edifici e morti di civili e tedeschi. Negli ultimi anni il Paese sta impegnandosi per risolvere il grave problema dell'abbandono del centro storico. NOTE DEL CURATORE: Aldilà di ogni definizione, Guardia Sanframondi è un Paese da conoscere e da vivere, con caratteristiche uniche e indescrivibili. Nessuna mediazione. Il Saggio Guardia la bella, di Piero di Blasio, è un bell’esempio della vasta produzione culturale prodotta dalla cultura guardie(n)se, ormai non più reperibile. Queste righe hanno lo scopo di diffondere l’opera e la sua memoria a distanza di trent’anni. Il presente Abstract comprende poche pagine del volume originale ed è composto da immagini in forma degradata, per scopi culturali-didattici, nel rispetto dei diritti di copyright, che appartengono all’autore e ai soggetti interessati, secondo l’istituto internazionale del fair use e la logica del buon senso. Guardia Sanframondi, 29 maggio 2021.

Upload: others

Post on 19-Apr-2022

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

1

Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte nella Città dei Sanframondo, ed. DiaKronia, Vigevano, 1993, pp. 176, prezzo 75.00 lire

Abstract 2021 con note storiche

NOTE STORICHE: Guardia Sanframondi è un comune italiano di 4.844 abitanti della provincia di Benevento in Campania. Dal XII secolo al 1806 ha fatto parte della contea di Cerreto Sannita, retta prima dalla famiglia Sanframondo e poi, dal XV secolo, dalla famiglia Carafa. Il suo nome deriva proprio dai Sanframondo che la dotarono di un possente castello, teatro di almeno due assedi nel corso del Quattrocento. Il Comune è noto per i suoi vini pregiati e per i suggestivi riti settennali di penitenza in onore dell'Assunta. Diverse sono le opinioni degli studiosi sulle origini della cittadina, che alcuni fanno risalire ad epoca romana o sannita, altri ad epoca longobarda, altri al periodo normanno. È certo che il territorio fu abitato fin da tempi antichissimi, come testimoniano diversi ritrovamenti di manufatti litici del paleolitico inferiore. Altri reperti furono trovati nella Grotta Sant'Angelo di Cerreto Sannita. Gli scavi, diretti dal locale antropologo Abele De Blasio nel 1896, portarono alla luce cocci di creta, una punta di lancia silicea, frammenti di ossa animali. La grotta fu dimora dell'uomo anche nell’età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di asce di bronzo, monili vari, punte di lancia, fibule, un rasoio, uno scarnatoio o scarificatore, un ago da cucire, quattro ciondoli. A testimonianza dell'età del ferro ci sono un dolmen, un monumento sepolcrale, una punta di lancia di ferro, due fusaiole, dei menhir (questi ultimi abbattuti e andati perduti). A favore della tesi romano-sannita si adduce la posizione geografica, ideale per ogni insediamento di tipo militare. L'ipotesi longobarda è legata alla suddivisione della società in Liberi, Guerrieri e Servi. In ogni contado si ebbero corti, vichi e casali. Tra i vichi, nell’anno 856, si nomina un Vicus de Tremundi, successivamente alterato in Vico San Fremondo che avrebbe dato origine all'odierna Guardia Sanframondi. Questa tesi è stata scartata da un recente studio che correla il nome del comune alla famiglia francese dei Sanframondo, erede nel XII secolo del feudo di Cerreto e dei comuni vicini. In seguito la località assunse il nome di Warda (Luogo di guardia o di vedetta). I conti Sanframondo dotarono Guardia di un possente castello, teatro di due memorabili assedi. Nel 1461 i Sanframondo, dopo il saccheggio da parte delle truppe di Ferdinando I di Napoli, persero i loro feudi e furono costretti all'esilio. Ad essi succedettero i Carafa, duchi di Maddaloni e conti di Cerreto Sannita, fino al 1806, anno in cui i Francesi proclamarono l'abolizione del feudalesimo. Guardia così rientrò nella Contea Superiore dei Carafa, con capoluogo Cerreto. Nei secoli il paese fu colpito da alcune catastrofi naturali, tra cui il terremoto del 1456 e quello ancor del 1688, che lo distrusse quasi del tutto mietendo circa 1200 vittime. Guardia fu ricostruita nello stesso posto, grazie alla tenacia dei suoi abitanti. Nel XVIII secolo divenne un fiorente centro della concia delle pelli. Nel 1810, la commissione feudale riconobbe all'Universitas Guardiese la proprietà della "montagna di Guardia" e abolì i diritti baronali. Nel 1811, con Murat, Guardia entrò nel distretto di Piedimonted’Alife, nel 1861 passò dalla Terra di Lavoro alla neonata Provincia di Benevento. Nel 1943 fu cannoneggiata dalle truppe statunitensi, con danni agli edifici e morti di civili e tedeschi. Negli ultimi anni il Paese sta impegnandosi per risolvere il grave problema dell'abbandono del centro storico.

NOTE DEL CURATORE: Aldilà di ogni definizione, Guardia Sanframondi è un Paese da conoscere e da vivere, con caratteristiche uniche e indescrivibili. Nessuna mediazione. Il Saggio Guardia la bella, di Piero di Blasio, è un bell’esempio della vasta produzione culturale prodotta dalla cultura guardie(n)se, ormai non più reperibile. Queste righe hanno lo scopo di diffondere l’opera e la sua memoria a distanza di trent’anni.

Il presente Abstract comprende poche pagine del volume originale ed è composto da immagini in forma degradata, per scopi culturali-didattici, nel rispetto dei diritti di copyright, che appartengono all’autore e ai soggetti interessati, secondo l’istituto internazionale del fair use e la logica del buon senso. Guardia Sanframondi, 29 maggio 2021.

Page 2: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

2

Piero Di Blasio

GUARDIA LA BELLA

Mille anni di arte nella città dei Sanframondo

DIAKRONIA

Page 3: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

3

a Gemma lnsogna

Progetto e realizzazione editoriale Diakronia Edizioni

Redazione Mariella Bocca

GraGca Cristina Mirabelli

Testo e servizi fotografici Piero Di Blasio

Apparato iconografico Archivio Costa. Archivio Diakronia

Questo prodouo è lutelato dalla normatiua sul copyright. È quindi vietala la riprod11.:io11e del prodotto nel suo complesso e di parti d i esso senza la necessaria autorizzazione. L'elabor=ione del testo, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eve11t1wli involontari errori o inesattezze.

© Copyright 1993 - Oiakronia, via P. L. Albini, 4/b - Vigevano

Page 4: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

4

La storia di una città non è scritta soltanto nelle carte d 'archivio, ma anche nel­la sua conformazione urbanistica. nei monumenti, nelle testimonianze artisti­

che, nelle tradizioni popolari. È dunque una storia che si compone anche di imma­gini. Secondo tale prospettiva è stata raccontata lei millenaria vi.cenda di Guardia in questo volume, nel quale l'apparato fotografico non funge da semplice commento visivo ma forma parte integra.nte della narrazione. Il percorso propostoci ha tre tappe salienti, che coincidono con le emergenze culturali della città. La prima è il centro stori.co, dove si leggono ancora le tracce delle origini e dello sviluppo del ca­strum guardiese nel Medioevo , con, il graduale affermarsi del d-0minio dei Sanfra­mondo. La seconda è l 'opera pittorica di Paolo de' Matteis, attivo in San Sebastia­no e in altre chiese locali durante quella fase tardo - barocca che fu anche un mo­me~to di parti.colare floridezza economica, La terza, infine, è una festa che ancora si ce'Lebra a Guardia ma le cui radici affondano nel Xlii secolo: quella dell'Assunta, nella quale sopravvive la memoria delle sacre rappresentarioni medievali. Non si è spenta, dunque , l'eco del passato nella città dei conciatori di cuoio, nella città dei Sanframondo: Guardia "la Bella" . All'autore del volume va ri.conosciiito il merito di avere contribuito, con questa opera, non solo alla val-0rizzarione del patrimonio culturale di Guardia ma, perpetuandone attraverso l 'immagine la memoria stori­ca, anche alla sua tutela.

011. Ferdinando Facchiano Ministro della Protezione Ci'Vile

Page 5: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

5

, 'In esso I.e rime e I.e metri.che del poema sono sostituite dal turbinio di luci. colori, volute, putti, stucchi, affreschi, sculture, marmi" ... :

queste parol.e fanno parte della. dichiarazione d 'amore, che 1tn giovane professionista di Guardia Sanframondi, Piero Di Blasio, fa alla propria terra, dalla cui bell.ezza, giovanissimo, viene folgorato e di cui indaga gli anfratti più profondi, le pietre più lontane, Cerca nella storia, interroga il passato, scruta negli abissi dell'animo umano, ponendo domande che vanno oltre la vita e i ricordi degli uomini. Prepotentemente sospinto a conoscere la memoria storica della stia terra, l 'autore cerca di rispondersi, esaminando antichi documenti e frequentando quei tesori che, nascendo, trova e, crescendo, scopre in una cattura reciproca irreversibil.e. Colpito nel contempo dalla magnificenza dell'arte del suo luogo di nascita e dall'abbandono in cui quest'arte stessa viene /a.sciata, lancia un appello attra·verso spaccati rarissimi e stupendi di vita locai.e, ignorati anche dagli stessi guardiesi, affinché si prenda coscienza del proprio patrimonio culturale. Al "poema epico per immagine" il Di Blasio dedica un inno, affidando l.e sue emozioni all.e pagine di un libro raro, sia per la parte fotografica, eseguita personalmente, servendosi di preziose immagini con le quali ha anche vinto due concorsi.fotografici nazionali. sia per l'autenticità degli argomenti, sia per le fonti di dif.ficil-e reperimento, si.a per I.e scrupolose e ardue ricerche architettoniche e archeologiche effetttiate. È un libro d 'arte, non solo di quella. visibile a tutti, ma anche di qu-ella nascosta e misconosciuta, non disgiunta da un folclore locale, che, in qu-esto caso, si rinnova ogni sette anni in maniera eclatante e fastosa: la festa dell'Assunta. Questo libro, questa emozione vivrà dove vivono /,e

emozioni scritte, nelle biblioteche, dove s 'incontrano, parlano, da dove lanciano richiami. I libri non sono mai fermi, scendono dagli scaffali, attraversano i cieli, gli oceani, hanno bisogno di mani che li tocchino, di occhi che li l.eggano: imprigionano una vita, ma soprattutto contengono messaggi da trasmettere. Perciò Piero Di Blasio ne ha curato anche la veste tipografica. affidando il suo lavoro all 'esperienza affermata della Casa Editrice d 'Arte Diakronia , che ha costruito un gioiello di non comune pregio , evidenziando gusto raffinato per la scelta e l 'equilibrio degli elementi tipografici, che, se concordati all'unisono, realizzano la perfezione estetica . Pertanto, io spero che, confortato dal successo di questo primo libro "Guardia la bella", l 'autore si metta di nuovo alla ricerca di scorci altrettanto profondi e soprattutto riceva impulso per sondare tutto quello che, "o per colpa o senza colpa'', non è stato ancora possibile verificare.

Gemma In.sogna

Page 6: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

6

Questo libro è il frutto di una ricerca rispondente, prima di tutto, a una mia specifica, personalissima esigenza: dare una rispostu. ai

tanti interrogativi che il mio essere guardiese ha posto e continua a por­mi. La ricerca delle radici di ciascuno di noi è già di per sé un lavoro lungo e faticoso; ma, quando si cerca nel pur ricco orizzonte guardiese, ci si scontra con un inverosimile, inaccettabile vuoto di memoria, imma­gini, testimonianze, che caratterizza la nostra storia collettiva. Non esistono, tuttavia, soltanto i dati oggettivi: ognuno di noi ha detle sensazioni, delle intuizioni, un colloquio speciale con una. pietra, un an­golo di strada, iin 'opera d'arte, ttn evento spettaco/,are che, a volte, so­no capaci di suscitare ed evocare un intero macrocosmo. Le conclusioni cui sono fin qtti pervenuto sono, o·vviamente, individuali e hanno preso corpo pian piano nella mia cosci.enza, sedimentandovisi man mano che gli anni sono passati: riescono a dare, in qualche modo, una risposta soddisfacente alle mie domande; ma qu,esto non vuol dire assolutamente che esse si pongano come Risposte Universali. Possono es­sere viste al più come uno spunto, un ulteriore tassello posto nel puzzle della conoscenza della nostra storia presente e passata: sono e resto un dilettante in tutto nella vita - tranne nel mio lavoro di dentista, spero! -e questo mi piace. A un certo punto, tuttavia, il consenso che questa ricerca ha suscitato in coloro i quali ne sono stati messi a conoscenza ha perm,esso che, dalle nebbie della riservatezza (se non, addirittura, della timidezza), emer­gesse la necessità di darle tm senso più pieno e compiuto. Tutto 1wcque quando, quattordicenne, presi a, giocare con una vecchia Kodak che, all'epoca, girava per casa. Come spesso accade, il gioco pian piano crebbe per trasformarsi in vero e proprio amore e. talvolta, anche in furiosa passione. Oggi, per me, la fotografia è una taciuta aspirazione. Il secondo evento casuale, importante ai fini di questo discorso, è stato l'avere avuto la fortuna di assistere una dozzina di anni fa, quando l'im,. pegno politico e sociale era d'obbligo per noi.figli del Settantasette, alla rappresentazione del Mistero Buffo di Dario Fo. L'impatto con quello spettacolo fu letteralmente fulminante: mi trovai ad ascoltare qualcuno che non conoscevo e che mi parlava di me, di cose che mi appartenevano da sempre, con una padronanza assolutamente sconcertante. Allora nacque il mio interesse per il teatro medievale che man mano si è rivela­to sempre più attuale. E, dall'incontro di questi due elementi fortuiti, nasce questo libro, che è anch'esso fortuito, poiché la sua realizzazione pratica è stata quanto di più complesso e travagliato si possa immaginare. Esso è, prima di tutto, un atto d'amore verso una terra il più delle volte avara ma, talvolta, anche generosissima. Spero eh.e gli inevitabili detrattori ne tengano con­to e mi permetto di esortarli con un antichissimo motto, cui aderisco in­condizionatamente: hunc qui leges peto perlegas e, possibilmente, di far­lo con la mente sgombra da pregiudizi!

Piet·o Di Blasio

Page 7: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

7

- SOMMARIO

IL TEATRO DELLE COSE Guardia dei misteri I Normanni Falcone Beneventano I Longobardi I Sanframondo e l'età antica La preistoria e le origini

L'epopea di un ceto La corporazione e San Sebastiano L'epopea dei cuoiari

IL TEATRO DEL MONDO I "Misteri" di Guardia L'analisi della festa Dal teatro tardo-imperiale al dramma liturgico cristiano La liturgia drammatica dei benedettini La sacra rappresentazione popolare e le confraternite La festa Le confraternite La spugna della Controriforma Il culto dell'Assunta L'epopea di un popolo La fortuna critica della festa

IL TERRITORIO E LA CITTÀ Guardia "La Bella" I restauri Cronologia tipologica degli insediamenti telesini Protagonisti e comprimari Pianificazione Podium ad casteUumfaciendum Fulcri del "castrum" I quartieri agricoli Pascoli, allevamento e concia Mercenari normanni Signoria longobarda Parrocchia primitiva

Bibliografia Ragionata

17

20

20 22 23 26

27

42

42

44

51

52

84

86 92

93

94

96

101 104 108 112

115

124

124 132 134 135 137 138 142

146 149 149

154

171

Page 8: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

8

(1) Fioravanti Sanzari, I Re Peni­tenti, Bari 1961. (2) P. Adolfo Di Blasio, Il Nostro Paese. Cnva de' Tirreni 1956.

GUARDIA DEI MISTERI

La prima menzione di Guardia, pervenutaci dal lontano XII se­colo, è contenuta nell'opera storica di Alessandro Telesino, ret­

tore della potentissima Abbazia di San Salvatore, che viene incari­cato ufficialmente dalla sorella di Rugge1·0 Il di narrarne le gesta. Re Ruggero soggiorna almeno due volte nell'Abbazia Telesina , ospite dell'abate Alessandro, forse nel 1136 e nell' anno seguente. Nel corso di questi soggiorni egli ha modo di visitare il circondario e, certamente, anche Guardia - già denominata in questo modo e indicata come "municipium" da Alessandro - rimanendone meravi­gliato e facendovi compiere larghi lavori di ammodernamento delle strutture difensive. Analizzando quanto riferito dall'Abate Telesi­no, emerge in primo luogo quell'appellativo di "municipium" con­ferito a Guardia che sta a testimoniare inequivocabilmente il f~tto che all'epoca in cui viene redatta la cronaca non esiste solo UD ca­stello ma una vera e propria comunità organizzata amministrativa­mente. Alcuni autori portano ad estreme conseguenze questo con­cetto concludendo: "Ruggero II dovette meravigliarsi non tanto per la posizione strategica di Guat·dia, poiché per un re guerriero un castello, anche se importante, non poteva essere oggetto di stupore. Egli, invece, dovette notare in Guardia un fervore di vita cittadina, raro a riscontrarsi in quel tempo" (1) ; oppure: " un municipio, tro­vato tale in quell' anno, non era sorto come UD fungo in pochi anni: aveva invece la sua storia ... " (2).

INORMANNI Un' altra serie di considerazioni si può trarre dalla notizia che Re Ruggero fa ampliare le fortificazioni di Guardia: si limita ad ap­portare modifiche al solo castello, come fino ad oggi sì è creduto, o piuttosto tali opere coinvolgono l 'intero nucleo abitato che, ancora oggi, si presenta cintato di impressionanti ed inespugnabili mura difensive? Se si analizzano le caratteristiche urbanistiche del centro fortifica­to di Guardia emerge la chiara aderenza delle sue strutture agli schemi militari tipici degli insediamenti normanni: un castello in posizione dlevata rispetto al resto dell'abitato (quando non è possi­bile naturalmente, i Normanni costruiscono delle vere e proprie colline artificiali chiamate "motte" su cui innalzare il castello); il fossato intorno alla motta, costituito a Guardia in parte dagli alvei dei due ruscelli Carbonara e Ratello, mentre quasi ce1·tamente non è mai esistito un alveo artificiale trasversale che li collegasse, da molti identificato nell'attuale Via Pontile che dovrebbe il suo nome

20

Page 9: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

9

:? l

Page 10: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

10

Alcw1i momenti della Festa dell'Assunta durante i riti settennali degli anni 1961-1968. Da Giovanni Giordmw, "Riti di

nante, che riga i volti dei Crisi.i, il co1·po di San Gerolamo, quello del bestemmiatore lapidato e quello vero dei battenti che, a centi­naia e per ore, continuano a torturarsi il petto. Intorno, poi, ai personaggi centrali dei Misteri rigidamente com­pressi nel loro ruolo, orbita tutta una corte dei miracoli di perso­naggi più o meno importanti ai fini del racconto e che, proprio per questo, spesso vengono affidati a interpreti scelti apposta perché capaci di farne giullarescamente una "macchietta", un racconto all'interno del racconto stesso: è in questi casi che, c01ne in un pre­sepe napoletano, la fervida e ingenua fantasia popolare può libera­mente spaziare verso orizzonti che trascendono il pu1·0 momento catechetico del fatto narrato per farsi elemento vivo e vitale, vivifi­catore per l'intera economia della rappresentazione; pretesto di riaffermazione di un 'identità culturale profondamente radicata, vissuta quotidianamente e ostinatamente perseguita malgrado o contro i luoghi comuni dell'insopportabile cultura di massa oggi imperante.

59

penitenza e di propiziazione", Benevento 1981. Jmmagini. f otograf u:he del prof. Francesco De Cesare.

Page 11: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

11

I "MISTERI" DI GUARDIA

Ogni sette anni Guardia diventa palcoscenico di 1111 evento a11tropo/ogico unico al mondo: la Festa de/l'Assunta. Con caratteristiche rimaste immutate nei

secoli, la festa proietta chi prende parte all'evento come spettatore, e chi lo rappresenta, in una realtà culturale lontana ma tuttora profondamente radicata nella comunità guardiese: quella degli antichi spettacoli iti11era111i delle confraternite medievali.

E ne/l'occasione il se111ime11to religioso popolare guardiese tocca vette esaltanti di profonda spiriwalità.

60

Page 12: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

12

Page 13: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

13

I "MISTERI" DI GUARDIA

66

Page 14: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

14

Profeti. '·vergi11elle". legionari. dame e feudatari. sa11ti ed eretici. co11 coro11e cli spi11e e f,111i annodate attorno al collo i11 sPg110 di penirenza, guerrieri se111i1111di e sefraggi abissini,

67

.llado1111e e Cristi, adulti e ba111bi11i. ••i11te,·pretari" da attori non professiouisti. sfila110 11er ore e giorni, rigida111e111e i111mPdesi111ati 11el ruolo loro asseg11ato.

Page 15: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

15

I ·'MISTERI" DI GUARDIA

72

Page 16: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

16

73

La rappresentazione del "mito del b1w11 selvaggio", uno dei momenti suggestivi delle processioni guardiesi.

Page 17: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

17

I "MISTERI" DI GUARDL\

76

Page 18: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

18

I "MISTERI" DI GUARDIA

82

Page 19: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

19

Larga è la partecipazione popolare, e giovanile, al corteo dei battenti, un evento profondamente

I

83

religioso che riesce a sopravvivere in urici società fondamentalmente anticlericale.

Page 20: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

20

tro i limiti dell'ortodossia, laddove ciò sia possibile ovviamente: è questo l'unico. irrilevante contributo che la Controriforma porta alla trndizione dei Misteri guarcliesi. E gli Orntoriani guardiesi non hanno neanche, quasi certamente, la forza cli opporre alle sopravvivenze del teatro medievale itinerante quel nuovo modo di intendere il teatro (recitar cantando), che pu­re vede la luce proprio nel romano Oratorio dei Filippini alla Valli­cella e che ha largo successo negli anni successivi, clivenendo. insie­me a quello elaboralo dai Gesuiti, l\mico tipo di spettacolo religio­so barocco. Del resto, neanche a livello di pura reminiscenza sovrastrutturale è possibile individuare nei Misteri guarcliesi alcunché J el teatro ba-

103

L'immagine dell',issu11ta, eseguita dal guardiese Giacomo Tomaselli nel 1888. Da L. /ulia11i, ''Guardia Sa11framondi. Un paese", Guardia 1989.

Page 21: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

21

Il territorio e la città di Guardia conserrmno trcwce evidenti del passato sociale ed eco110111ico. La prese11za del clero e dei frati

~ do,nenicani e francescani

doveva essere molto forte e no11 sempre tollerata dal potere laico se il circuito murario del castrum segue, in corrispondenza del Santuario dell'Assunta, Ult andamento

119

accidentato, quasi a volerlo escludere dall'ambito com,miwrio, e Porta di Santo, a fronte, sembra sia stata voluta piì,, per separare che per unire,

Page 22: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

22

~, GUARDIA ·'LA BELLA"

120

Page 23: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

23

GUARDIA ··LA BELLA.'

122

Page 24: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

24

~------(;,.~

,,. .Lit.:. ~ 1',t,(w · ./1lio.

,.,.,,. J·M,t/.J"' ~ ........_~

'-' ~, •• ,,~ Jlf._.~"t•Ut.o ~Traf•, .. ,i l •m•4t~ r-,1,r.p,,1u•# v.tul,/1,c-it,~ZL#~ . ' ,.. ~ ~ Pr 1',Juont. 0 ..,~ · .. ~ ..

M.irt \11.~r L•J•~

t ...N'unJ,ÌII• a'~ "$•/f• c,u~~-. P,~,,.._,~,;.: t.". wr•M o~ ',

m-R~;-J.-.rr;/.... ~ r.011nP •• ~ -,,.,,n • . ,.~J,;·

A ru I o ) '411,.·os,,..~~:i

·::~~ "J•O,:'"':'•' 1'! r-1, 1-a,~ , . .,11 ~ òf;t: ~

•mi)c,.. g.ref._,Jl,iJ,,:r,i.r6•11

:f..•1 o,r,.,.~-~r .,.,..,,. ·~ .. tL~

orr A• 1r

o "·'· -C,s.-7,/,fl : • •Li,~.!A..,! "'· .1,~~,J .,,if,,.,..,-i;.,.

8 ~ ,a., !,•

!..~tr'"'• r J )d,.,1114{,i

.. ,

v,i.:. o$• , ... w

125

Lo Valle Tel.esina, dalla "Corto della Campania e terra di lavoro" di F. Magini.

RRA LAVOR:

• o tq>Ji'r.-, . · tAlfi';,n-•6 l<•firU.0

~ - •

·C,-.,u. · c.. , , "" J;.q. ,,,.11;

...

\'

Page 25: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

25

155

Immagine di una via ciel centro storico di Guardia.

Page 26: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

26

BIBLIOGRAFIA RAGIONATA

Mancano del tutto tewti rigc1rosamente scientifici sulla storia di Guardia e della Festa dell'Assunta, a dispetto dei fiumi di inchiostro che sono stati versati. Veramente fondam,entali sono: Fioravanti San.zari, l re penitenti nei settennali riti di Guardia Sanfra• m-0ndo, Bari 1961. Abele de Blasio, Guardia Sariframondi notizie storiche - appunti su Li­rnata, Napoli 1961. Giovanni Giordano, Riti di penitenza e di propiziazione, Benevento 1981.

otizie interessanti, -Spigo.lature, interpretazioni si possono trovare in numerosi altri testi, fra i quali ho consultato: AA. YV., Guardia Sanfrarnwndi passato e presente, San Nicola la Strada 1982. Fausto C81'lesino, Triti set1tennali di Guardia Sarifrarnondi. Un messag­gio da riscoprire. San Nico]a la Strada 1982. Nicola Cusano, Evolttzi-One della struttura sociale ed economica a Guar• dia Sanfram.ondi, Guardia Sanframondi 1989. P. Adolfo di Blasio, Il nostiao paese, Cava de' Tirreni 1956. P. Adolfo di Blasio, Nota storica sulle antiche città sannite, Napoli 1959, Luca Iuliani, Le processioni penitenziali, Benevento 1982. P. Giuseppe Lando, Riti e mi-Steriguardiesi, Guardia Sanframoncli 1982. P. Giuseppe Lando - Luca Iuliani, Storia di una statua. in "Annuario 1977 Ass. Storica del Medio, Volturno", Piedimonte Ma tese 1977. P. Giuseppe Lando, Sulla s,~ia dei n,eri, Guardia Sanframondi 1980.

Un'interessante panoranùca sulle sfortune critiche della Festa guardiese, oon un'ampi11 antologia di documenti attestanti vari attacchi condotti ne­gli ultimi decenni conll·o i battenti ad opera tanto del poter e religioso quanto di quello politico, è contenuta nell'appendice del libro cli: Luca Iuliani, Guardia Sa,nframondi un paese, Guardia Sanframondi 1989.

Dell'ormai pe1·duto patrimonio artistico afferente allo smembrato Museo degli Argenti cli Guardia rimane, purtroppo, solamente il catalogo della raccolta. a cura della Soprintendenza ai beni AA e SS della Campania: AA. VV., Il museo di Guardfia Sanframondi, Salerno 1979.

Un eccellente apporto alla conoscenza del Settecento Guanliese è rappre-­sen.tato dal catalogo della mostra allestita a Guardia nel 1989 dalla So­printendenza per i beni AA AA SS di Caserta e Benevento: AA. VV., Paolo De' Matteis. 1989.

P er la conoscenza delle vi,:ende storiche che hanno travagliato la Valle Telesina è fondamentale la )lettura di almeno due testi sull'antica Telesia: Nicola Pacelli, Telesia e la 1Valle Telesina, Napoli 1980;

171

Page 27: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

27

I , _(,\ :, . , ~z I '·, -.: , .I.I_ '!,:,,;,:~~-'

BIBLIOGRAFIA

e iJ veramente eccellente Emilio Bove, San Salvatore Telesino: da casale a comune, San Salvatore Telesino 1990.

Ho, inoltre, consultato a più riprese, fra gli altri, lo studio fondamentale di Salmon sui Sanniti (1985) senza trovarvi niente di significativo riguar­do all 'oggetto del presente studio, specialmente in relazione alle tesi so­stenute da Adolfo Di Blasio che, pertanto, non ritengo attuahnente condi­visibili. P oiché la mia ricerca mi ha condotto a ritenere fortemente che Guardia esistesse già al tempo dei Longobardi, sono riuscito, non senza faticosi pellegrinaggi presso le lihrerie, a reperire alcuni testi su questo misterioso popolo. Il quadro che è emerso dalla lettura di questi lihri è stato veramente sconfortante, avendo dovuto const atare che troppo poco ancor a si sa su questo bistrattato p eriodo della nostra storia, specialmen­te in relazione alla Langobardia Minor, n el cui ten-itotfo Guardia rien­tra. Alcuni indizi , che h anno rafforzato ulteriormente le mie convinzioni, li bo riscontrati in due libri che raccomando a chi volesse approfondire l' at·gomento: Alessandro Melucco Vaccaro, I Longobardi in Italia, Milano 1988. AA. VV. , U Italia dei Longobardi, Milano 1987.

Di una certa utilità è risultato anche il catalogo della mostra su I Longo­bardi tenutasi a Cividale del Friuli dal giugno al settembre del 1990: no­nostante essa abbia preteso di esaurire l'argomento su questo popolo, b en poco ha indagato sulla Langobardia Minor - di cui, del resto, ben po­co si sa - risultando alla fine meno esaustiva dei due testi precedentemen­te citati. Vi ho per ò trovato un interessantissimo elenco di probabili lon­gohardismi ereditati poi dalla lingua italiana: non solo mi è stato possibi­le verificare quanto già riportato da de Blasio circa l' origine del vocabolo "Gua1·dia" ma ho anche potuto verificare quanti dei longobat·dismi ri­portati sono ancora oggi presenti nel nostro dialetto.

Molto diverso è, invece, il discorso sui Normanni: una quantità in1pres­sionante di dati e di pubblicazioni è facihnente reperibile. Essendo indi­scusso e indiscutibile il ruolo centrale della dinastia normanna dei San­framondo nell'ascesa di Guardia ed essendo stato tale periodo ampia­mente indagato dai ricercatori locali ho tenuto presente solo un testo: AA. VV. , La, cultura nei secoli normanrw-svevi, Cinisello Balsamo 1983.

La presenza degli Ebrei a Gua1·dia è un dato acquisito da lungo tempo: le nostre conoscenze sono solo quelle che ci ba u·amandato qualche raro do­cumento molto tardo; ancora una volta non disponiamo di alcuna certez­za al riguardo. P er questo motivo, ho ritenuto opportuno approfondire Fa1·gomento consultando: P. G . Donini, Le comunità ebraiche nel rrwndo. S toria della diaspora dalle origini ad oggi, 1988.

li2

Page 28: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

28

C. Mannucci, Antisemitismo e ideologia cristiana sugli Ebrei, Milano 1982. B. Segre, Presenza ebra,ica e conflitti di potere nel T<zrdo Medioevo cri­stiano, in "Comunità", 1167, 1972. J . StaLT, The Jews in the Byzantine Empire 641-1204, Athen 1939.

Per una maggiore compirensione della Festa dell'Assunta, il discorso si complica euo1·memeute. Troppa mi è parsa la partecipazione emotiva de­gli autori locali per pote1r sperare di avere un quadro veramente obietti­vo; il più delle volte, poi, essi provengono da ambienti ecclesiastici per cui, quando non negano del tutto l'evento, sono principalmente interes­sati a mediarne i contenutti, ce1·cando di ricondurli entro i binari, che so­lo parzialmente le appartengono. della manifestazione meramente religio­sa. Mi sono mosso, allora, ceL"cando analogie di carattere generale fra la Festa guardiese e eventi simili maggiormente indagati nell ' ambito degli studi sul teatro medievale. ln primo luogo devo citare, non solo per ragionj di ordine affettivo, ma anche e soprattutto perché esso rappresenta un'edizione critica di note­vole valore scientifico il Mistero Buffo di Dario Fo, Torino 1977. Di interesse veramente lllOtevolissimo è stata anche la lettura di due ag­giornatissimi testi divulg~ttivi: L. Allegri, Teatro e spett11colo nel Medioevo, Roma - Bari 1988. J. Drumhl (a cm·a di), Tl teatro medievale, Bologna 1989. Altri impot·tantissimi test.i mi sono sembrati: AA. VV. Il movimento de.i disciplinanti nel Vll centenario, in particola1·e, M. Apollonio e I. Baldelli, P erugia 1962 , Atti del convegno. L. Allegri, Teatro, spazio, società, Fossalta di Piave 1982. M. Apollonio, Storia del ,teatro italiano , Firenze 1981. G. Bacbtim, L'opera di Rabelais e la ciiltura popofa,re. Riso, carnevale e f esta nella tradizione medievale e rinascimentale, Torino 1979, 1. Baldelli, La lauda e i disciplinanti, in " Medioevo volgare da Montecas­sino all 'Umbria'', Bari 1971. L. Banfi, Sacre rappresentazioni del Quattrocento, Torino 1963. L. Bonfantini, Le sacre rappresentazioni italiane (dal sec. Xlll al sec. XVI), Milano 1942. S. Carandini, Teatro e spettacolo nel Medioevo, in "Letteratura Italia­na'' di A. Asor Rosa , Tor:ino 1986. A. n·Ancona, Sacre rappresentazioni dei secoli Xlv, XV e XVl , Firenze 1971. A. D'Ancona , Origini del teatro italiano, Torino 1971. V. De BarthoJomaeis. La.ude drammatiche e rappresentazioni sacre, Fi­t·enze 1943. J. Drumhl, Questioni mei:odo'-ogiche e problematiche del gruppo destina­tario , in "Biblioteca Teat1rale" 15-16, 1976. J. Drumhl, Quem Qiiaeritis: teatro sacro dell'Alto Medioevo. Roma 1981.

173

Page 29: Piero di Blasio, Guardia la Bella, Mille anni di arte

29

BIBLIOGRAFIA

A. Fortini, La g1iardìa in Assisi e le origini del teatro italiano, Assisi 1961. A. Frugoni., Sui flagellanti del 1260, in "Bollettino dell' Istituto Stol'ico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano" , 75, 1963. G. Galli, Laudi inedite dei disciplinanti umbri, Bergamo 1910. I. Magli, Gli uomini della penitenza, Milano 1977. E. Monaci, Appunti per la storia del teatro italiano. Uffizi drammatici dei disciplinanti dell'Umbria , Imola 1874. A. Nicoll, Lo spazio scenico. Storia dell'arte teatrale, Roma 1971. A. Nicoll, Masks, mims and miracles; studies in the poptilar theatre, New York 1963. R. Pacciani, La città come palcoscenico; luoghi e proiezwni urbane della sacra rappresentazione nella città italiana fra Trecento e Quattrocento, in "Ceti Sociali e Ambienti Urbani", Viterbo 1986. G. Padoan, Il senso del teatro nei secoli senza teatro, in "Concetto, Sto­ria, Miti e Immagini del Medioevo", Firenze 1973. J. Ch. Payen, Theatre medieval et culture urbaine, in "Revue d'histoire du Théatre", 1983. B.J. Russe}, Il diavolo nel Medioevo, Roma-Bari 1987. I. Siciliano, Il teatro medioevale francese , Venezia 1944. P. Toschi, Teatro italiano nei. secoli Xlll , XIV e XV, Firenze 1925-26. P. Toschi, Dal dramma liturgico alla rappresentazione nel Medioevo , Bologna 1989. V. Fwnagalli, Solitudo carni.s. Vicende del corpo nel Medioevo, Bologna 1990. J. Le Goff, L'uomo medioevale, Roma-Bari 1987. G. G. Merlo, Eretici ed eresie medievali, Bologna 1989. J .C. Schmitt, Il gesto nel Medioevo, Roma-Bari 1990, G. Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella sodetà medi-evale ita­liana. Secoli XI-XIV, Firenze 1922.

174