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LEGGE 26 OTTOBRE 1995, N. 447 - LEGGE QUADRO SULL'INQUINAMENTO ACUSTICO PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL COMUNE DI QUISTELLO Viadana, li 02.04.2008 Redatto da: ECONORD Vicolo S. Rocco 12/B VIADANA (MN) Tecnico Competente: Rossi Franco DGR Lombardia n° 3872/07

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LEGGE 26 OTTOBRE 1995, N. 447 - LEGGE QUADRO SULL'INQUINAMENTO ACUSTICO

PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA DEL COMUNE DI QUISTELLO

Viadana, li 02.04.2008

Redatto da: ECONORD Vicolo S. Rocco 12/B VIADANA (MN)

Tecnico Competente: Rossi Franco DGR Lombardia n° 3872/07

INDICE

1 PREFAZIONE

2 SUPPORTI TECNICI UTILIZZATI

3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO

4

INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI MAGGIORE CRITICITA

5 - EFFETTI DELL INQUINAMENTO SONORO SULL UOMO

6 - SUONO E RUMORE

7 - LE FONTI DEL RUMORE

8 - RIFERIMENTI NORMATIVI

9 - METODOLOGIA DI INDAGINE

10 INDAGINE TECNICA STRUMENTALE

11 CRITERI GENERALI DI CLASSIFICAZIONE

12 - PROPOSTA DI CLASSIFICAZIONE PER SINGOLO COMUNE

13 - LEGENDA

14 DESCRIZIONE CLASSI E RISPETTIVI LIMITI DI ZONA

15 INDIVIDUAZIONE E CLASSIFICAZIONE INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIARIE

16 RIASSUNTO TAVOLE DI ZONIZZAZIONE

17

VERIFICA COMPATIBILITA CON COMUNI CONFINANTI

18 - SISTEMI DI CONTENIMENTO DELL INQUINAMENTO ACUSTICO

19 - PROCEDURE DI APPROVAZIONE

20 NTA

1

PREFAZIONE

Il CONSORZIO DI SVILUPPO AREA OSTIGLIESE - OLTREPO

DESTRA SECCHIA c on determinazione del

11.03.2004 - n° p rot. 21/ 04 ha a ffida to a llo Stud io Ec onord snc

Vic olo S. Roc c o 12/ B

46019

VIADANA (Mn) l'inc a ric o d i p red isporre uno stud io tec nic o fina lizza to a lla definizione delle c a ra tteristic he del territorio dei Comuni aderenti a l p rogetto a i fini dell'app lic azione delle norme d i prevenzione dell'inquinamento acustico. La indag ine ha lo sc opo d i fornire a lle singole Amministrazioni un quadro informativo c irc a la situazione dell'inquinamento ac ustic o esistente sul territorio e uno strumento d i p rogrammazione per il conseguimento della riduzione dell inquinamento ac ustic o. Il p iano d i zonizzazione ac ustic a si p refigge di sa lvaguardare il benessere delle persone rispetto a ll'inquinamento ac ustic o nell'amb iente esterno e neg li amb ienti ab ita tivi, perseguire la riduzione della rumorosità nelle a ree ac ustic amente inquina te e p reserva re il territorio da fenomeni d i inquinamento acustico mediante adeguata programmazione. La p roposta d i c lassific azione si è basata sul c omp lesso d i da ti e informazioni ac quisite conformemente alle disposizioni del vigente quadro normativo di riferimento. Lo stud io ha c onsentito d i evidenzia re le sorgenti sonore c he a llo sta to a ttua le possono determinare fenomeni d i inquinamento ac ustic o e ha dota to le Amministrazioni d i uno strumento c he c onsente una c orretta p rogrammazione dello sviluppo e della gestione del territorio a tutela da ll inquinamento ac ustic o. Il Piano d i zonizzazione d i c ui tra ttasi è inserito nel p rogetto p iù genera le d i zonizzazione d i tutto l ambito territoriale come sopra descritto. Poic hè lo stud io si è sviluppato su base territoria le sovrac omuna le pa rti dello stesso vengono interamente riportate pur non interessando direttamente il territorio del Comune in esame.

2 SUPPORTI TECNICI UTILIZZATI

Il Comune d i QUISTELLO è dota to d i PRG su supporto informatic o (CAD) e pertanto la Tavola d i azzonamento è stata elaborato con questo strumento in formato DWG Al fine d i avere una visione d i insieme del territorio ed a rmonizzare la elaborazione fina le dei da ti si è p roc edure a riporta re su base CTR le tavole d i zonizzazione ac ustic a rela tivamente a lle infrastrutture d i trasporto (strade e ferrovie) d i tutti i c omuni evidenziando la pa rte d i c ompetenza territoriale. Su base CTR in formato DWG si è proceduto pertanto a redigere: Tavola di azzonamento infrastrutture viarie con le relative fasce di pertinenza Tavola di azzonamento infrastrutture ferroviarie con le relative fasce di pertinenza

3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO

L amb ito territoria le è generic amente ind ividuata c ome a rea del Destra Sec c hia e c omprende la parte più ad Est della Provincia di Mantova L a rea ind ividuata come Destra Secchia si incunea fra il territorio delle Province di Verona, Rovigo, Ferrara e Modena Il territorio nel suo insieme è interessa to da lla p resenza d i numerose infrastrutture d i trasporto c he c a ra tterizzano il territorio anc he da l punto d i vista dell inquinamento ac ustic o. I p rinc ipa li agg lomera ti urbani sorgono lungo l asse della SS12 e della SS496; questi stessi agg lomera ti sono interessa ti da lle due linee ferrovia rie c he a ttraversano da nord a sud (VERONA-BOLOGNA) e da ovest a est (linea SUZZARA-FERRARA) l intero territorio . L a rea p resenta una situazione non omogenea c on zone pesantemente industria lizza te ed a ree quasi esclusivamente agricole I p rinc ipa li poli p roduttivi sono ind ividuati nei Comuni d i Sustinente, Serrava lle Po, Ostig lia , Villa Poma, Sermide e Poggio Rusco Negli a ltri Comuni esistono rea ltà industria li anc he d i una c erta rilevanza ma che non assumono le caratteristiche di veri poli industriali. Nell amb ito territoria le sono p resenti anc he due imp ianti d i p roduzione d i energ ia elettric a La maggior parte del territorio è utilizzata per attività agricole e/o attività connesse. I dati relativi alla estensione territoriale ed alla popolazione residente nei Comuni aderenti al p rogetto sono così riassumibili (dati Provincia di Mantova 2006)

COMUNI ABITANTI ESTENSIONE Ha BORGOFRANCO PO 889 1.490 FELONICA 1.521 2.254 MAGNACAVALLO 1.738 2.823 OSTIGLIA 6.967 3.970 PIEVE DI CORIANO 998 1.263 POGGIO RUSCO 6.478 4.235 QUINGENTOLE 1.220 1.430 QUISTELLO 5.897 4.544 REVERE 2.512 1.420 SAN GIOVANNI d/DOSSO 1.265 1.524 SAN GIACOMO d/SEGNATE 1.756 1.627 SCHIVENOGLIA 1.263 1.317 SERRAVALLE PO 1.714 2.633 SUSTINENTE 2.274 2.629 VILLA POMA 2.047 1.429

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INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI MAGGIORE CRITICITA

Dal punto d i vista dell inquinamento ac ustic o le situazioni d i maggiore c ritic ità sono ric ollegab ili sostanzialmente a due fattori:

A) presenza di infrastrutture di trasporto B) presenza di aree o complessi industriali

Per quanto riguarda il p rimo punto, c ome d i seguito specificato, si evidenzia c ome il territorio sia interessato dalla presenza di importanti infrastrutture di trasporto In a lc uni Comuni (Ostig lia , Revere, Villa Poma e Poggio Rusc o) la situazione è partic ola rmente delic a ta in quanto p iù infrastrutture interessano il medesimo territorio c on la c ontemporanea presenza di infrastrutture ferroviarie e stradali. Per quanto riguarda il sec ondo punto le a ree p roduttive sono maggiormente c onc entra te nei Comuni di Ostiglia, Revere, Villa Poma, Poggio Rusco, Sustinente, Serravalle Po In pa rtic ola re nel Comune d i Ostig lia vi è la p resenza d i una c entra le per la p roduzione d i energ ia elettrica a ridosso del centro abitato

5 - EFFETTI DELL INQUINAMENTO SONORO SULL UOMO

Il p rob lema dell'inquinamento da rumore nell amb iente d i vita neg li ultimi anni sta interessando a ree urbane sempre p iù vaste e porzioni d i popolazione sempre maggiori a c ausa non solo dello sviluppo industriale, ma anche, e soprattutto, di una costante diffusione dei mezzi di trasporto I suoi effetti lesivi, d isturbanti o semplic emente fastid iosi, c ostituisc ono orma i un elemento d i grande rilievo nel definire le condizioni dello stato di qualità dell'ambiente in cui viviamo. Preme evidenzia re c ome il p rob lema dell'inquinamento ac ustic o sia sta to spesso a ffronta to superficialmente, malgrado in Europa una parte importante della popolazione sia esposti a livelli di rumore considerati inaccettabili, con il risultato che l'85% di costoro ne riceve danni non trascurabili Le p rinc ipa li c ause d i questo fenomeno sono da imputa re a l notevole inc remento dei veic oli d i superfic ie c he nell'ultimo ventennio si sono trip lic a ti e pertanto, se non verranno adotta te idonee p resc rizioni per l'abbattimento del rumore p rodotto da i veic oli a motore, in futuro dovremmo assistere a un inevitabile ulteriore peggioramento della situazione. Per c erc a re d i fa r fronte in via urgente a questa c resc ente situazione d i degrado amb ienta le, in Ita lia è entra to in vigore dapprima il D.P.C.M. 10 marzo 1991 c he p resc rive i "Limiti massimi d i esposizione a l rumore neg li amb ienti ab ita tivi e nell'amb iente esterno", seguito da ll'emanazione d i numerosi p rovved imenti a tti a definire i c riteri per il c ontenimento del rumore e la p ianific azione acustica del territorio L inquinamento sonoro è un fenomeno c he c oinvolge tanto g li amb ienti d i lavoro c he g li amb ienti di vita. All interno deg li amb ienti d i lavoro si c olloc a la p rob lematic a del risc hio d i perd ita della fac oltà ud itiva in quanto vi si trovano c ond izioni d i esposizione a va lori superiori ag li 80 dB(A) quotid iani per decine di anni. Per i livelli d i rumore risc ontrab ili nell amb iente d i vita non vi è evidenza ep idemiolog ic a d i un rischio analogo; si osservano però degli altri effetti, che nel complesso minacciano la salute. L insieme delle sorgenti c he nell amb iente d i vita p roduc ono energ ia sonora c ostituisc ono quello c he c on felic e intuizione R.M. Sc ha fer c hiamò il panorama sonoro , ind ic andolo c ome elemento c ostituente dell amb iente umano. Vengono indicati come rumori quei suoni c he degradano l identità sonora dell amb iente. I rumori p roduc ono nelle popolazioni esposte deg li effetti c he nel loro c omplesso, deteriorano, la qualità della vita; questi effetti sono di carattere extra uditivo o di alterazione dei comportamenti. Se i soggetti esposti a rumore non possono o non riesc ono a sottra rsi a l fa ttore inquinante, il p rolungarsi dell esposizione dà luogo a quelli c he vengono ind ic a ti c ome effetti extra ud itivi, i qua li possono avere come risultato ultimo ripercussioni negative sulla salute.

Gli effetti extrauditivi sono c ontradd istinti da c onseguenze d i ord ine psic osomatic o qua li p rob lemi a l sistema c ard iovasc ola re, a ll appara to d igerente, a quello resp ira torio nonc hé visivo e riproduttivo. Ta li effetti si orig inano in sede c oc lea re, là dove fluisc e l ec c itazione nervosa c he è d irettamente e indirettamente connessa con il sistema nervoso. Il rumore quindi interagisce con numerosi organi ed apparati attraverso una complessa azione sui sistemi neuro-regolatori.

Gli effetti di alterazione dei comportamenti o annoyace sono ric onduc ib ili a ll a lterazione del panorama sonoro. L a lterazione del panorama sonoro p rovoc a sensazioni d i sc ontentezza verso il rumore, vissuto c ome il responsab ile d i d iffic oltà o lentezza nell addormentamento, risveg lio durante il sonno,risveglio precoce, influenza sulle relazioni umane come interferenza alla c omprensione della pa rola , d iffic oltà d i c onc entrazione e quind i riduzione dell effic ienza sul rendimento lavorativo e sulla capacità di apprendimento. I soggetti esposti a rumore e impossib ilita ti a sottra rsi a ta le esposizione intrap rendono delle azioni per liberarsi di questa condizione che sentono sgradita e pericolosa per la loro salute. Tali azioni possono essere: • invitare il responsab ile della sorgente a desistere da ll a ttività rumorosa ; • adottare serramenti antirumore; • c amb ia re destinazione d uso dei loc a li dell appartamento; • cambiare abitazione o studio; • cercare protezione dalle autorità competenti; • organizzarsi in comitati antirumore; • organizzare vigorose manifestazioni di protesta. In ogni momento della g iorna ta lavora tiva e non lavora tiva siamo immersi in un universo d i suoni e rumori originati da attività umane e naturali; suoni e rumori ci trasmettono informazioni utili, senza le quali difficilmente potremmo vivere. La semplice misura di livelli sonori non ci fornisce informazioni sulla presenza di rumori. Al riguardo l Organizzazione Mond ia le della Sanità (OMS) definisc e il rumore c ome suono non grad ito . Le c ond izioni perc hé possa sussistere un p rob lema d i esposizione a l rumore sono dunque la perc ettib ilità d i un suono, il g iud izio c he se ne fa il soggetto perc epente e la reazione c he ta le suono provoca. Ind ividuare limiti spec ific i per tipolog ia d i sorgente sonora (es. tra ffic o veic ola re, aereo e ferroviario, sorgenti fisse, ecc.) significa riferire tali limiti a indagini sulle reazioni delle comunità.

LE SORGENTI DI RUMORE Da stud i eseguiti sul territorio naziona le egli ultimi dec enni il d isturbo c ausato da l rumore nelle a ree urbane è gradualmente aumentato. Sintetic amente si può d ire c he ta le fenomeno si è manifesta to in due fasi; nella p rima fase è sta to rileva to un inc remento dei livelli d i rumorosità , nella sec onda si è, invec e, assistito a una estensione delle a ree inquina te a fronte d i una sempre maggiore espansione ed ilizia . Il rumore urbano è il risultato del contributo di molteplici sorgenti che possono essere così distinte: 1. traffico veicolare; 2. traffico aereo; 3. traffico ferroviario; 4. attività artigianali; 5. attività industriali; 6. attività commerciali; 7. attività temporanee (cantieri, concerti, ecc.); 8. attività ricreative. Come g ià sottolinea to, il tipo d i rumore c he c oinvolge la maggior pa rte della popolazione europea è il rumore da traffico autoveicolare urbano.

A titolo esemplificativo sono individuati livelli di inquinamento acustico tipo

- automobili a bassa velocità 55 dbA Leq - motorini 70 dbA Leq - traffico pesante 85 dbA Leq - autocarri < 35 tonn di portata 90 dbA Leq

Il rumore da Tra ffic o Autoveic ola re Urbano (TAU) è c ausato da veic oli pesanti (c amion, autotreni, autobus e in genera le veic oli c on peso c omplessivo superiore a 35 quinta li), veicoli leggeri (automobili, furgoni e in generale veicoli con peso complessivo inferiore a 35 quintali) e motocicli. La rumorosità p rodotta da i veic oli ha orig ine da d iverse c omponenti, in pa rtic ola re: motore, resistenza dell a ria , rotolamento dei pneumatic i, motorizzazioni ac c essorie (imp ianto d i condizionamento, ventola del radiatore, ec c .), nonc hé l azionamento dei freni. Il motore è sede d i c ompressioni, sc opp i e dec ompressioni c he p roduc ono una quantità d i rumore in funzione diretta del numero di giri. Il rotolamento dei pneumatic i sull asfa lto è fonte d i rumore a seguito dell intrappolamento e successivo rilascio di aria dalle cavità, nonché di vibrazioni sulla carrozzeria. Il rumore derivante da lla resistenza dell a ria si rileva in genere solo a ve-loc ità superiore a 200 Km/h, quindi in un campo estraneo al normale flusso del traffico stradale urbano. Infine l azione dei freni c he si manifesta a ttraverso lo sfregamento fra ferodo e d isc o; se la p ressione fra i due elementi è eleva ta si può p rovoc are il trasc inamento del pneumatic o sull asfa lto; l azione c omb ina ta dei due fenomeni è causa di elevati livelli di rumorosità. Il rumore p rodotto da l motore degli autoveic oli risulta , a lle basse veloc ità , superiore a quello p rodotto da l rotolamento dei pneumatic i sull asfa lto. Mano a mano che la velocità cresce la rumorosità di rotolamento si fa più intensa fino a prevalere su quella prodotta dal motore. Diversamente, per quanto riguarda i mezzi pesanti, la c omponente motore p redomina sempre sulla componente pneumatici. Va inoltre c onsidera to quel pa rtic ola re aspetto del rumore urbano c ostituito da l suono delle sirene c he informano dell a ttività d i va ri servizi d i pubb lic a utilità (ambulanze, polizia , c a rab inieri e pompieri). I livelli sonori genera ti da l transito d i una sirena sono sempre dell ord ine dei 100/ 106 dB(A)Fmax e hanno quindi il potere di alterare significativamente e in maniera casuale il valore di LAeq,T . Per questo motivo andrebbero sempre eliminati, in fase di post-elaborazione, dal risultato di LAeq,T Abbiamo detto andrebbero perché nella nostra esperienza, orientativamente, sono ininfluenti per LAeq ,T dell ord ine dei 70 dB(A) o p iù e d iventano influenti per va lori inferiori. In genera le, c on l eliminazione da lla misura deg li eventi c asua li ad a lto c ontenuto energetic o, si osserva una stretta relazione tra il va lore d i livello equiva lente rileva to ed il numero d i veic oli (pesanti e leggeri) transitanti lungo un tratto stradale.

6 - SUONO E RUMORE

Per un inquadramento sistematic o dei va ri aspetti della c omplessa materia c he andremo a trattare, è opportuno premettere distinguere tra la nozione di suono e la nozione di rumore. Il suono è la c ausa delle sensazioni ac ustic he, c onsiste in vib razioni d i un mezzo elastic o a questo trasmesse dalle vibrazioni di un corpo eccitato (sorgente sonora). Condizione perc hè ta le fenomeno vib ra torio determini nell uomo la sensazione sonora è c he la frequenza delle dette vib razioni sia c ompresa fra i 16 e i 20.000 hertz; il suono c ompreso in ta le banda è perc ep ib ile a ll orec c hio dell uomo Si dicono onde sonore quelle mediante le quali si propaga il suono. Rumore non signific a semplic emente p roduzione d i vib razioni sonore, ma p roduzione d i vib razioni sonore tali da rendere il suono non sopportabile. Nella definizione di rumore subentra così un elemento soggettivo. Il rumore p roduc e effetti negativi sia nei c onfronti delle persone c he nei c onfronti dei beni; i fa ttori c he c ond izionano la lesività dell impatto sonoro sul soggetto esposto riguardano essenzia lmente: - il livello di pressione sonora misurato in decibel (dB) - il tempo di esposizione - lo spettro d i frequenza della sorgente sonora (le frequenze ud ib ili per l orec c hio umano sono c omprese fra 16-20 e 16.000-20.000 Hz; a l d i sotto d i 16 Hz si pa rla d i infrasuoni, sopra i 20.000 Hz d i ultrasuoni Gli effetti del danno sull uomo sono innumerevoli e, sec ondo g li esperti, si verific herebbero quando si superano in genere 85 dB a l c hiuso e 95 dB a ll aperto. E da rileva re c he l inquinamento da rumore è p iù peric oloso d i quello dell ac qua e del suolo perchè mentre questi ultimi rec ano noc umento a ll uomo solo se egli adopera per l a limentazione i p rodotti della terra o l ac qua per d isseta rsi, il rumore, non potendo l uomo b loc c are la funzione uditiva, agisce, comunque, sia sul piano fisico, sia su quello psichico.

7 - LE FONTI DEL RUMORE

Le sorgenti d i rumore reperib ili nelle a ree urbane sono essenzia lmente ric onduc ib ili in due grand i sistemi: A) Sorgenti Sonore fisse sono definite in modo tassa tivo da ll a rt. 2, c omma 1, lettera c ) della L. 447/95. Costituiscono sorgenti sonore fisse: a) gli imp ianti tec nic i deg li ed ific i: ad esemp io g li asc ensori, g li imp ianti d i risc a ldamento o d i c ond izionamento dell a ria , g li apparec c hi per uso domestic o e per a ttività umane, g li imp ianti idraulici ed elettrici, ecc; b) le insta llazioni unite ag li immobili anc he in via transitoria il c ui uso p roduc a emissioni sonore: ad esempio i sistemi di allarme; c) le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime, industriali, commerciali, agricole d) i parcheggi; e) le aree adibite a stabilimenti di movimentazione merci; f) i depositi di mezzi di trasporto di persone o merci; g) le a ree ad ib ite ad a ttività sportive e ric rea tive , qua li, ad esemp io, i c amp i d i tiro a segno, g li stadi, le discoteche.

B) Sorgenti sonore mobili non sono elenc ate da lla legge (a rt. 2, c omma 1, lettera d ), L. 447/ 95). La loro definizione è per esc lusione; sono sorgenti sonore mob ili tutte le sorgenti sonore c he non siano sorgenti fisse. Quind i, sorgenti mob ili sono, ad esemp io le automob ili p rive d i marmitta o c on autorad io ad eleva to volume, i rumori p rodotti da anima li domestic i, il tra ffic o veic ola re, ferrovia rio, aereo, le mac c hine agric ole, i mezzi nautic i, g li antifurti d i auto, ec c . Si tra tta d i sorgenti sonore c he non erano prese in considerazione come possibili fonti di inquinamento acustico dal DPCM 1/3/91. Per i rumori orig ina ti da veic oli a motore si app lic ano le d isposizioni c ontenute nel D.Lgs. 30/ 4/ 92 n. 285 e nel DPR 16/12/92, n. 495. Per le emissioni derivanti da sorgenti sonore fisse sono p revisti interventi d i tipo autorizzatorio; per quelle derivanti da sorgenti mobili, gli interventi sono di tipo regolatorio.

C) Sorgenti sonore temporanee hanno pec ulia rità a sé stanti e si p resentano c ome quelle a ttività c he p roduc ono, in via del tutto temporanea , rumore nell amb iente esterno. A titolo esemplificativo si tratta di cantieri edili, di manifestazioni che si tengono in luogo pubblico o aperto al pubblico, ecc., quando vengono utilizzati macchinari ed impianti rumorosi. In questi c asi pa rtic ola ri, si p revede la nec essità d i una autorizzazione c omuna le (a rt. 4, c omma 1, lettera g) e art. 6, comma 1, lettera h) L. 447/95) che può essere rilasciata anche in deroga ai limiti d i ac c ettab ilità p refissa ti e c he può detta re p resc rizioni c he devono essere osserva te da ll utilizza tore dell autorizzazione. L esposizione a l rumore va ria notevolmente da un c ittà a ll a ltra e da un quartiere a ll a ltro d i una stessa città. Fa ttori qua li la densità della popolazione, le d imensioni del c entro ab ita to, le c a ra tteristic he deg li insediamenti produttivi e del traffico veicolare modificano i dati rilevabili in maniera considerevole.

Ambiente abitativo. Ogni amb iente interno ad un ed ific io destina to a lla permanenza d i persone o c omunità ed utilizzo per le d iverse a ttività umane: vengono esc lusi g li amb ienti d i lavoro sa lvo quanto c onc erne l'immissione di rumore da sorgenti esterne o interne non connesse con l'attività lavorativa.

Rumore Qua lunque emissione sonora c he p rovoc hi sull'uomo effetti indesidera ti, d isturbanti o dannosi o che determini un qualsiasi deterioramento qualitativo dell'ambiente. Livello di rumore residuo - Lr E' il livello c ontinuo equiva lente d i p ressione sonora pondera to "A" c he si rileva quando si escludono le specifiche sorgenti disturbanti. Esso deve essere misura to c on le identic he moda lità imp iegate per la misura del rumore ambientale. Livello di rumore ambientale - La. E' il livello c ontinuo equiva lente d i p ressione sonora pondera to "A" p rodotto da tutte le sorgenti d i rumore esistenti in un da to luogo e durante un determina to tempo. Il rumore amb ienta le è c ostituito da ll'insieme del rumore residuo (c ome definito a l punto 3) e da quello p rodotto da lle specifiche sorgenti disturbanti. Sorgente sonora. Qua lsiasi oggetto, d ispositivo, mac c hina o imp ianto o essere vivente idoneo a p rodurre emissioni sonore. Sorgente specifica. Sorgente sonora selettivamente identificabile che costituisce la causa del disturbo. Livello di pressione sonora. Esprime il valore della pressione acustica di un fenomeno sonoro mediante la scala logaritmica dei decibel (dB) Livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A" E' il pa rametro fisic o adotta to per la misura del rumore; Leq (A),T esprime il livello energetic o med io del rumore ponderato in curva A nell'intervallo di tempo considerato. Livello differenziale di rumore. Differenza tra il livello Leq(A) di rumore ambientale e quello del rumore residuo. Rumore con componenti impulsive. Emissione sonora nella qua le siano c hia ramente ud ib ili e strumenta lmente rilevab ili eventi sonori d i durata inferiore ad un secondo. Rumori con componenti tonali. Emissioni sonore a ll'interno delle qua li siano evidenziab ili suoni c orrispondenti ad un tono puro o contenuti entro 1/3 di ottava e che siano chiaramente udibili e strumentalmente rilevabili. Tempo di riferimento - Tr E' il pa rametro c he rappresenta la c olloc azione del fenomeno ac ustic o nell'a rc o delle 24 ore: si ind ividuano il periodo d iurno e notturno. Il periodo d iurno è d i norma , quello rela tivo a ll'interva llo d i tempo c ompreso tra le h. 6,00 e le h. 22,00. Il periodo notturno è quello rela tivo a ll'interva llo d i tempo compreso tra le h. 22,00 e le h. 6,00. Tempo di osservazione - To. E' un periodo d i tempo, c ompreso entro uno dei temp i d i riferimento, durante il qua le l'opera tore effettua il controllo e la verifica delle condizioni di rumorosità. Tempo di misura - Tm. E' il periodo d i tempo, c ompreso entro il tempo d i osservazione, durante il qua le vengono effettuate le misure di rumore.

8 - RIFERIMENTI NORMATIVI

Il quadro normativo di riferimento è così composto:

Normative Nazionali

- DPCM 01.03.1991 Limiti massimi d i esposizione a l rumore neg li amb ienti ab ita tivi

- Legge Quadro n° 447 del 26.10.1995 sull inquinamento ac ustic o

- DPCM 14.11.1997 Determinazione dei va lori limite delle sorgenti sonore

- DMA 16.03.1998 Tec nic he d i rilevamento e d i misurazione dell inquinamento ac ustic o

- DPCM 31.03.1998 Atto d i ind irizzo e c oord inamento omissis

- DPR 18 novembre 1998 n. 459 Fasc e d i pertinenza infrastrutture ferrovia rie

- DPCM n° 215 del 16.04.1999 Regolamento rec ante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubb lic i eserc izi

- DPR n° 142 del 30.03.2004 Disposizioni per il c ontenimento e la p revenzione dell inquinamento ac ustic o derivante da l tra ffic o veic ola re

Normative Regionali

- L.R. 13 del 10.08.2001 Norme in materia d i inquinamento ac ustic o

- DGR n° 8313 del 08.03.2002 Moda lità e c riteri d i redazione della doc umentazione d i p revisione d i impatto ac ustic o e va lutazione revisiona le d i c lima ac ustic o

- DGR 9776 del 02.07.2002 Criteri tec nic i d i dettag lio per la redazione della c lassific azione ac ustic a del territorio c omuna le

- DGR 11582 del 13.12.202 Linee guida per la relazione b ienna le sullo sta to ac ustic o del c omune

9 - METODOLOGIA DI INDAGINE

La realizzazione del Piano di zonizzazione acustica è stata sviluppata per fasi successive.

La prima fase dell indag ine ha c omporta to lo stud io delle c a ra tteristic he del territorio a i fini dell'app lic azione del quadro normativo esposto med iante la rac c olta p reliminare d i da ti c he ha comportato la c onsultazione d i a tti e doc umenti aventi rilevanza nella p red isposizione delle successive azioni. In pa rtic ola re si è p roc eduto a lla ana lisi del Piano Regola tore Genera le per ind ividuare la destinazione urbanistic a d i ogni singola a rea per verific a la c orrispondenza tra la destinazione urbanistic a e le destinazioni d uso effettive ed alla analisi di tutti gli strumenti urbanunisti disponibili

La seconda fase dell'indag ine è c onsistita nella identific azione sia deg li insed iamenti p roduttivi, delle infrastrutture esistenti e d i ogni a ltra situazione potenzia lmente c ausa d i inquinamento acustico sia dei ricettori sensibili attraverso una serie di accurati sopralluoghi sul territorio Le osservazioni rac c olte in ta li c irc ostanze hanno c onsentito d i formare il quadro delle a ttività p roduttive e delle vie d i c omunic azione anc he solo potenzia lmente fonte d i inquinamento acustico. In particolare si è proceduto alla individuazione ed alla localizzazione delle seguenti realtà: - aree produttive - impianti industriali significativi - a ttività a rtig iana li, c ommerc ia li e terzia rie in genere maggiormente signific a tive da l punto d i vista acustico - ospedali, scuole, case di cura, case di riposo,ambienti sensibili, parchi, aree protette, ecc. - individuazione delle principali infrastrutture stradali, ferroviarie, scali, interporti e similiari - determinazione dei fattori da considerare nella classificazione del territorio Comunale secondo le indicazioni date dalla norma di legge

La terza fase dell'indag ine è c onsistita nella esec uzione d i una c ampagna d i monitoragg io sul territorio med iante una c ap illa re indag ine strumenta le c he ha c onsentito la stesura d i una p rima mappatura dell'inquinamento ac ustic o sul territorio, c on partic ola re a ttenzione a lle zone limitrofe alle maggiori infrastrutture ed agli insediamenti produttivi e commerciali. Lo stud io è c onsistito nella ac quisizione dei da ti ac ustic i rela tivi a l territorio c he possono favorire un p reliminare orientamento d i organizzazione delle a ree e d i va lutazione della loro situazione ac ustic a , ana lisi delle sorgenti sonore fisse e mob ili p resenti sul territorio, la va lutazione del rumore p rodotto da l tra ffic o veic ola re, la ind ividuazione d i situazioni d i superamento dei va lori d i a ttenzione, c ioè dei va lori d i rumore c he segna lano la p resenza d i un potenzia le risc hio per la salute umana o per l'ambiente, ecc. Questi da ti sono poi sta ti estrapola ti ed utilizza ti per il suc c essivo inquadramento anc he d i a ltre zone con caratteristiche assimilabili. Queste rilevazioni hanno c onsentito d i definire una p rima mappatura della situazione esistente ed hanno c onsentito d i verific a re la rispondenza fra la situazione esistente e la p rima ipotesi d i zonizzazione

La quarta fase dello stud io è c onsistita nella sudd ivisione del territorio in zone omogenee tenendo in deb ita c onsiderazione l ob iettiva d iversità fra le fina lità p rogrammatic he perseguite in sede d i p ianific azione urbanistic a ed i p rinc ip i informatori c he devono guidare l azione amministra tiva diretta alla tutela amb ienta le da ll inquinamento ac ustic o. La zonizzazione è sta ta p rec eduta da una ulteriore ac c ura ta indag ine sul territorio per ac c erta rne il reale utilizzo a prescindere dalla destinazione a suo tempo impressa dallo strumento urbanistico. La c lassific azione p roposta non è quind i solo frutto d i una indag ine tec nic o sc ientific a ma nasc e da lla c omparazione dei da ti ana litic i strumenta lmente rileva ti c on le effettive destinazioni d uso del territorio esaminato, tenendo presenti le a ttività , le infrastrutture e g li insed iamenti esistenti nonchè le scelte urbanistiche presenti e future delle amministrazioni Comunali

I dati a disposizione sono poi stati elaborati con la seguente metodologia:

- acquisizione dei dati acustici relativi al territorio che possono favorire un preliminare orientamento d i organizzazione delle a ree e d i va lutazione della loro situazione ac ustic a in base a fa ttori immediatamente individuabili quali sorgenti sonore fisse e mobili presenti sul territorio - aggregazione d i a ree c he potrebbero essere ac c orpa te in zone omogenee e quind i nella medesima c lasse e formulazione d i una p rima ipotesi d i c lassific azione per le a ree da porre nelle c lassi II, III, e IV assumendo l ob iettivo d i inserire a ree le p iù vaste possib ili nella c lasse inferiore tra quelle ipotizzabili - verifica delle ipotesi riguardanti le classi intermedie (II, III, IV). - ind ividuazione e c irc osc rizione deg li amb iti urbani c he inequivoc ab ilmente sono da a ttribuire, rispetto a lle loro c a ra tteristic he, ad una delle sei c lassi c on partic ola re a ttenzione a lla ind ividuazione delle c lassi I, V e VI, c he in genera le, sono fac ilmente desumib ili da ll ana lisi del PRG - verifica della collocazione di eventuali aree destinate a spettacolo a carattere temporaneo. - risoluzione dei c asi in c ui le destinazioni d uso del territorio induc ono ad una c lassific azione c on salti di classe maggiori di uno, cioè con valori limite che differiscono per più di 5 dB. - verific a della c oerenza tra la c lassific azione ac ustic a ipotizza ta ed il PRG a l fine d i evidenzia re l eventua le nec essità d i adotta re p iani d i risanamento ac ustic o idonei a rea lizza re le c ond izioni previste per le destinazioni urbanistiche di zona vigenti. - elaborazione d i una p rima ipotesi d i zonizzazione e verific a delle situazioni in p rossimità delle linee d i c onfine tra zone e la c ongruenza c on quelle dei Comuni limitrofi; ind ividuzione delle situazioni nelle quali si dovrà adottare un piano di risanamento acustico. - forma lizzazione dello sc hema d i p rovved imento c omuna le per l adozione della c lassific azione acustica.

10 INDAGINE TECNICA - STRUMENTALE

La mappatura del livello d i rumore esistente nel territorio dei Comuni interessa ti è servita c ome supporto per la Classificazione Acustica del territorio eseguita in base alla DGR citata Tenendo p resente c he le p rinc ipa li sorgenti d i rumore si c onfigurano c ome strade e ferrovie, per ottenere tale mappatura si è proceduto per le seguenti fasi:

localizzazione e classificazione per flusso di traffico delle infrastrutture viarie

localizzazione delle zone artigianali ed industriali

localizzazione delle infrastrutture viarie

sopra lluoghi in tutto il territorio c omuna le per verific a re ed agg iornare la c a rtogra fia e per verificare la classificazione delle strade

scelta delle posizioni di misura spot

esec uzione dei rilievi fonometric i c on c ontestua le rilievo del tra ffic o veic ola re (per le misure spot)

rilievo delle caratteristiche geometriche ed urbanistiche delle strade

elaborazione dei dati dei rilievi fonometrici

acquisizione delle informazioni relative alle infrastrutture ferroviarie

mappatura del livello del rumore tota le c on l utilizzo del modello ac ustic o Citymap

I rilievi fonometric i sono sta ti effettua ti per la maggior pa rte nel mese d i g iugno 2004; successivamente sono state eseguite misurazioni spot di controllo

Linee Guida per la caratterizzazione acustica del territorio

La c a ra tterizzazione ac ustic a del territorio ha assunto neg li anni un importanza sempre maggiore, in pa rtic ola re a pa rtire da l 1991 c on l emanazione del DPCM 1° marzo 1991 Limiti massimi d i esposizione a l rumore neg li amb ienti ab ita tivi e nell amb iente esterno ed in seguito della Legge 447/ 95 Legge Quadro sull inquinamento ac ustic o e dei suc c essivi dec reti app lic a tivi. La nec essità d i avvia re spec ific he politic he d i risanamento (Piani d i risanamento c omuna li

art. 7 L. 447/ 95, Piani deg li interventi d i c ontenimento e abbattimento del rumore

D.M. 29.11.2000), e pertanto d i ind ividuare una sc a la d i p riorità d i intervento, ha sottolinea to l esigenza d i ac quisire una conoscenza sistematica dei livelli di rumore sul territorio e della loro evoluzione temporale. Anc he la Proposta d i Direttiva europea sul rumore amb ienta le (2000) p revede l esec uzione d i misure e/ o l app lic azione d i modelli d i c a lc olo, a i fini d i una mappatura ac ustic a stra teg ic a , va le a dire di una mappa volta alla caratterizzazione acustica complessiva di una certa zona. La c onosc enza dei livelli d i rumore c he c a ra tterizzano una determina ta a rea , p iù o meno amp ia , ha una sua fondamenta le utilità , non soltanto in quanto permette d i desc rivere lo sta to ac ustic o dell amb iente, ma anc he perc hé fornisc e una base ind ispensab ile per la p ianific azione e la p rogrammazione territoria le ed urbanistic a , c osì c ome per la p ianific azione del risanamento acustico.

Anc he a lla luc e del quadro normativo vigente, si possono ind ividuare i p rinc ipa li ob iettivi d i un azione d i c a ra tterizzazione ac ustic a territoria le:

verific a re il rispetto, da parte d i una o p iù sorgenti d i rumore, d i determina ti va lori d i riferimento;

verificare il rispetto dei limiti fissati dalla normativa;

identificare le sorgenti di rumore ed il loro specifico contributo;

fornire g li e lementi d i c onosc enza dello sta to ac ustic o dell a rea d i interesse, a l fine d i desc riverne l evoluzione tempora le e d i d iffondere le informazioni a i va ri livelli istituziona li ed alla popolazione;

determinare i livelli d i esposizione a l rumore della popolazione, eventua lmente anc he a i fini di una stima degli effetti sulla salute;

individuare le a ree c ritic he in c ui c i si ha un potenzia le signific a tivo superamento dei limiti fissati dalla zonizzazione acustica e per le quali si rende necessario un piano di risanamento acustico;

fornire gli elementi utili alla predisposizione di un piano di risanamento;

fornire informazioni utili alla pianificazione territoriale;

valuta re uno sta to ante operam e/ o post operam (es.: va lutazione d i impatto ac ustic o, d i clima acustico, ecc.);

raccogliere dati acustici utili per sviluppare, verificare o tarare modelli di calcolo.

La p rec isa definizione deg li ob iettivi spec ific i dell indag ine è un passo fondamenta le da c omp iere p rima d i qua lsiasi a ltra azione; c iò anc he a l fine d i non sp rec are tempo e risorse in a ttività i c ui risultati potrebbero essere alla fine poco utili o addirittura inutilizzabili. La domanda d i informazione derivante da lla normativa ita liana , da lle esigenze delle amministrazioni loc a li, da lle p roposte d i normative europee, ec c . è, infa tti, estremamente d isomogenea ed è c omp ito a rduo c erc a re c on una sola risposta d i sodd isfa re esigenze anc he molto differenziate. In funzione dello sc opo dell indag ine ac ustic a , vengono sc elte le moda lità d i c amp ionamento del rumore. Il rumore amb ienta le, in pa rtic ola re in amb ito urbano, è c a ra tterizza to da una c erta va riab ilità sia nel tempo sia nello spazio: la molteplicità di sorgenti presenti, le diverse modalità di funzionamento delle stesse, la p resenza deg li ed ific i c ostituisc ono a lc uni deg li e lementi c he determinano l estrema c omplessità dell amb iente sonoro. La definizione delle moda lità d i esec uzione delle misure è pertanto un p rob lema p iuttosto c omplesso ed è nec essario fornire un ind ic azione p rec isa e dettag lia ta delle moda lità sc elte e seguite in una determinata indagine. Qua le c he sia la metodolog ia ind ividuata , si ritiene fondamenta le il riferimento a lla definizione d i mappatura ac ustic a da ta da ANPA (Agenzia Naziona le per la Protezione dell Amb iente), a ttraverso il CTN_AGF (Centro Tematic o Naziona le Agenti Fisic i); la mappatura ac ustic a è una desc rizione dei livelli sonori, ottenuta a ttraverso un attività d i rac c olta d i da ti ac ustic i c he sodd isfa a certi requisiti. I da ti ottenuti potranno essere utilizza ti per la determinazione d i opportuni ind ic a tori, la c ui p rinc ipa le c a ra tteristic a deve essere quella d i rendere immed ia tamente c onfrontab ile nel tempo lo stato acustico del territorio in esame. Tutto ciò anche con lo scopo, peraltro espressamente previsto dalla Proposta di Direttiva europea, d i informare i c ittad ini e d i aumenta rne il senso d i responsab ilità in riferimento a questa problematica ambientale, e, conseguentemente, di incrementare il livello di attenzione politica ed amministrativa sul tema specifico.

Strumentazione utilizzata

La strumentazione utilizza ta è tutta c ertific a ta e rispetta le normative in vigore. Cara tteristic a c omune d i tutti g li strumenti è la loro interfac c iab ilità c on appositi software d i elaborazione ed archiviazione dati. Per quanto riguarda le misure ac ustic he, in pa rtic ola re, g li strumenti utilizza ti nell esec uzione dei rilievi appartengono a lla c lasse 1 sec ondo le norme EN 60651/ 94 e EN 60804/ 94 c ome p resc ritto da: Dec reto 16/ 3/ 98, Tec nic he d i rilevamento e d i misurazione dell inquinamento ac ustic o , a rt. 2, comma 1. Come p resc ritto da ll a rt. 2, c omma 2, del Dec reto 16/ 3/ 98, i mic rofoni utilizza ti per le misure sono conformi alle norme EN 61260/1995 (IEC 1260); i calibratori sono conformi alle norme CEI 29-4. La strumentazione in oggetto è sta ta ta ra ta da Sit, Servizio d i Ta ra tura in Ita lia , p resso la L.C.E. d i Opera (MI). Come p revisto da l Dec reto 16/ 3/ 98 non sono interc orsi anc ora due anni da lla da ta dell ultima c a lib razione della strumentazione.

Strumentazione acustica mobile

Per i rilievi spot è stato utilizzato un analizzatore Larson & Davis 824. Tale strumento è sempre stato montato su cavalletto.

Schede della strumentazione utilizzata

Strumento modello Caratteristiche NR. serie

Larson Davis LD824 Fonometro analizzatore real time 1/3 oct. cl. 1

1693

Larson Davis CAL200 Calibratore cl. 1 0471

Canon Digital Ixus Fotocamera digitale -

Garmin eMap Rilevatore GPS -

Campo di utilizzo strumenti

Strumento

Utilizzo misure

Risposta in frequenza [Hz]

Range [dB(A)]

Temp. [°C]

Max UR [%]

Larson Davis LD824 Spot 20 20000 19 140 -10 50 90 n.c.

Larson Davis CAL 200

tutte 1000 94.0 (0.3) -10 50 95 n.c.

Dati rilevati

Tipo rilievo Misura Spot TH short Leq 1/8 s

Leq

SEL

Lmin Lmax

Acquisizione dati: costante di tempo Fast ponderazione in frequenza A. I solo Leq si intende ottenuto dopo eventuali operazioni di mascheratura. Per tutte le misure spot si è rilevato anche lo spettro memorizzato ogni minuto.

Ln (L1,5,10,50,90,95)

Metodologia di misura

La metodologia di misura utilizzata fa riferimento ai due precedenti capitoli Linee Guida per la caratterizzazione acustica del territorio e Criteri di classificazione acustica

Scelta dei punti di misura Una fase fondamenta le per la riusc ita della c ampagna dei rilievi c onsiste nella sc elta delle posizioni in c ui effettuare le misure; la c ampagna d i misura ha p revisto l esec uzione d i rilievi fonometrici:

sulle p rinc ipa li a rterie strada li c he a ttraversano il territorio c omuna le: strade p rovinc ia li, circonvallazioni;

su strade c omuna li per la c a ra tterizzazione del tra ffic o loc a le sia in a ree interessa te da un intenso traffico (zone commerciali e di servizi) sia a traffico ridotto (aree residenziali);

su strade c omuna li in amb ito agric olo per la va lutazione delle a ttività agric ole sul tra ffic o stradale e quindi sui livelli acustici in tale ambito territoriale;

all interno d i a ree a rtig iana li per l ind ividuazione dei livelli d i emissioni delle sorgenti p iù significative;

ai c onfini d i a ree p roduttive isola te per la va lutazione dell amb ito d i influenza delle a ttività nel territorio limitrofo.

Nella c a rtogra fia genera le d i zonizzazione sono ind ic a ti i punti nei qua li si è eseguita spec ific a rilevazione strumentale; ogni misura è stata georeferenziata. Le strade sono sta te c lassific a te in funzione della quantità d i tra ffic o e quind i è sta ta eseguita la misura per tratti con traffico omogeneo. In altre parole, se una strada presentava incroci con immissioni di traffico non trascurabile, la stessa veniva c onsidera ta c ome fosse d ivisa in due strade c on tra ffic o potenzia lmente d iverso e quind i la misura era ripetuta a monte e a va lle dell inc roc io stesso.

Se la strada c he si immetteva era una strada p riva ta o c on un tra ffic o trasc urab ile rispetto a lla strada p rinc ipa le essa veniva trasc ura ta e quind i la misura rimaneva unic a (ed eseguita ind ifferentemente a monte o a va lle dell inc roc io). Sec ondo le Linee Guida Emilia Romagna esiste una c orrelazione fra la quantità d i tra ffic o e la lunghezza della misura fonometric a (a pa rità d i p rec isione). In p ra tic a , maggiore è il tra ffic o, maggiore e p iù c ontinuo è il tipo d i rumore e basterà un tempo minore a ffinc hè la misura si stab ilizzi e un qua lsiasi evento rumoroso oc c asiona le (per esemp io c hiusura d i una portiera ) risulti trascurabile. Dopo ac c ura te ana lisi della relazione matematic a p roposta da lle linee guida ed una serie d i misure c amp ione c onsidera te non uffic ia li (in p ra tic a d i ta ra tura e non riporta te nello stud io) abb iamo dec iso d i effettua re le misure spot d i due dura te d ifferenti: da 15 minuti e da 30 minuti a seconda della quantità di traffico (o del livello di rumore corrispondente). Sono stati effettuati 52 rilievi fonometrici.

Rilievi di rumore

Il sistema d i rilievi fonometric i p revede, per c iasc una misura effettua ta , il c a lc olo del Leq(A), del Lmin(A), del Lmax(A), del SEL(A) e dei seguenti percentili: L1, L5, L10, L50, L90 e L95.

Tipo di misura Durata Cadenza

Spot 10 15 minuti 1 in periodo diurno: (fra le 9 e le 12)

Rilievi di breve durata

Il set-up d i misura per i rilievi spot, della dura ta d i 15 min, p revede il c amp ionamento c on c ostante Fast, la memorizzazione della Time History (short Leq) ogni sec ondo e quella dei perc entili a lla fine della misura. Oltre i perc entili, poic hé lo strumento p revedeva d i memorizza rne uno in p iù, è sta to memorizzato anche il L95. Da ta le set up si possono ric avare ovviamente, oltre a l Leq(A) a i Lmin(A), del Lmax(A), SEL(A), anc he tutti i percentili. Rilievi d i d iversa dura ta sono sta ti effettua ti per avere un ind ic azione del c lima ac ustic o in prossimità di aree produttive e quindi non specificatamente per sorgenti stradali. In tutte le misure spot è sta to memorizza to anc he lo spettro in 1/ 3 d ottava

Distribuzione temporale dei rilievi

Le misure sono sta te effettua te rig idamente sempre a l mattino fra le 9 e le 12 d i g iorni feria li per le infrastrutture d i trasporto; qua lora sia sta ta eseguita una misura a l d i fuori d i ta le interva llo temporale, tale rilievo è finalizzato alla caratterizzazione delle aree produttive. Ciò riveste importanza fondamenta le, poic hé ta li va lori, anc he se misura ti su b reve periodo, sec ondo le Linee Guida sono assunti a va lori rappresenta tivi del rumore d i zona a i fini dei futuri interventi di bonifica. In p ra tic a oltre a ll estrema c ura nella sc elta della posizione e nell ac c ura tezza della esec uzione della misura è molto importante il momento in c ui viene effettua ta ; infa tti b isogna c he sia sufficientemente caratteristico della zona. In a ltre pa role è nec essario c he la stessa misura ripetuta a d istanza d i tempo nella stessa postazione nella stessa fascia oraria dia gli stessi risultati. Parimenti se si otterrà un da to molto d iverso b isogna c he questo sia imputab ile a muta te condizioni di traffico o ad una bonifica effettuata.

Presentazione dei risultati

In questa stessa relazione vengono riportati e commentati in forma sia grafica sia tabellare i risultati p iù importanti g ià rie labora ti per essere utilizzab ili nella ta ra tura del modello matematic o. Sono quindi stati riportati solo i dati ritenuti più significativi.

Schede di rilievo acustico

Le schede di rilievo acustico hanno indicato la codifica della misura nella barra colorata con la fotografia del punto in cui è stato effettuato il rilievo con in evidenza lo strumento utilizzato. Di fianc o ad essa c è la mappa della zona c on indicato la collocazione del punto di misura. Viene poi annota to il g iorno, la da ta , l ora rio d i inizio e fine misura e la sua dura ta . Proseguendo verso il basso si trova la tabella con indicato il tempo di riferimento ed i valori misurati (Leq(A), SEL(A), Lmin(A), Lmax(A), L1, L5, L10, L50, L90 e L95). Viene poi identific a ta la sorgente, riporta to l ind irizzo p resso c ui è sta ta effettua ta la misura , le caratteristiche delle strada ed il traffico rilevato. Vengono poi riportate le condizioni meteo ed eventuali note aggiuntive utili per l approfond imento dell ana lisi dei risulta ti.

Risultati dei rilievi acustici

Nella seguente tabella riportiamo in estrema sintesi tutti i valori di rumore misurati nelle diverse posizioni; le misurazioni eseguite hanno interessato diversi punti ma in questa sede vengono evidenziati solo i dati più significativi. Per ogni rilievo effettuato è stata compilata una dettagliata scheda di misura

Punto

Leq Data Ora

Sorgente

Comune UBICAZIONE PUNTO

01 71.6 14/06/04 09:02 Strada SUSTINENTE SS 482 loc. sacchetta

02 64.1 14/06/04 09:22 strada SUSTINENTE SP 79

03 65.1 14/06/04 09:58 strada SUSTINENTE SP 80

04 71.8 14/06/04 10:22 strada SERRAVALLE SP 482

05 75.8 14/06/04 10:44 strada OSTIGLIA SP 482

06 73.4 14/06/04 11:05 strada OSTIGLIA SP 12

07 63.1 14/06/04 11:25 strada OSTIGLIA SP 80 Strada Fossato Novo Pedemontana

08 58.4 14/06/04 11:47 strada OSTIGLIA Strada comunale Santuario

09 52.9 14/06/04 12:27 fissa

OSTIGLIA Area prod. Ostiglia

Azienda Gelmi Inox

10 55.0 14/06/04 12:47 fissa OSTIGLIA Area prod. Ostiglia prox. Donaldson

11 63.2 14/06/04 13:05 fissa OSTIGLIA Area prod. Ostiglia prox. Azienda Ocis

12 64.9 14/06/04 14:11 fissa OSTIGLIA Area produttiva Ostiglia centrale ENEL

13 54.0 14/06/04 14:54 fissa OSTIGLIA Area prod. Ostiglia prox. Moser Rides

14 62.9 14/06/04 15:29 fissa SERRAVALLE Area prod. Ostiglia prox. Caprese

15 59.6 14/06/04 15:56 fissa SUSTINENTE Area prod. - prox. Azienda Silla

16 73.4 15/06/04 08:54 strada OSTIGLIA Via Rovigo

17 71.8 15/06/04 09:39 strada REVERE SP 34

18 68.8 15/06/04 10:06 strada REVERE SP 43

19 75.6 15/06/04 10:27 strada REVERE SS 12, prox. distributore ESSO

20 78.1 15/06/04 10:48 strada VILLA POMA SS12 n. 290

21 75.5 15/06/05 11:09 strada VILLA POMA SS 12 n°64-fra Villa Poma e Poggio Rusco

22 63.4 18/06/05 10:55 Strada SCHIVENOGLIA SP 70

23 71.0 15/06/04 11:51 strada S.G.DOSSO SS 496, tra Poggio Rusco e S. Giacomo

24 55.9 15/06/04 12:33 fissa POGGIO RUSCO Via Pluga- prox. Truzzi Prefabbricati

25 54.1 15/06/04 12:51 fissa POGGIO RUSCO Via del Lavoro- prox. Truzzi Prefabbricati

26 56.8 15/06/04 14:04 fissa POGGIO RUSCO Area prod. via G. Galilei

27 60.7 15/06/04 14:24 fissa POGGIO RUSCO Area prod.

via Mondatori

28 61.6 15/06/04 15:00 fissa S.G. SEGNATE Area prod. prox PSG Prefabbricati

29 62.9 16/06/04 08:55 strada POGGIO RUSCO SP 38

30 73.9 16/06/04 09:16 strada POGGIO RUSCO SS 496, tratto ad est di Poggio Rusco

31 71.1 16/06/04 09:40 strada POGGIO RUSCO Circonvallazione Poggio Rusco

32 68.2 16/06/04 10:01 strada POGGIO RUSCO Strada Tralaschino

33 64.5 16/06/04 10:20 strada S.G. DOSSO Via centrale di S. Giovanni del Dosso, 183

34 72.8 16/06/04 10:42 strada S.G. SEGNATE SS 496 n. 195

35 71.0 16/06/04 11:06 strada S.G. SEGNATE SP 45 a Sud dell inc roc io c on SP 44

36 72.7 16/06/04 11:25 strada S.G. SEGNATE SP 44 a Ovest di S. Giacomo n. 12

37 72.2 16/06/04 11:44 strada S.G. SEGNATE SP 44 a Ovest di S. Giacomo n. 92

38 52.7 16/06/04 12:08 fissa S.G. SEGNATE Zona artigianale S. Giacomo

39 52.8 16/06/04 14:02 fissa VILLA POMA Area prod. - prox. Azienda La Vetri

40 50.6 16/06/04 14:53 fissa REVERE Area prod. - prox. Azienda Bormioli

41 77.8 16/06/04 15:26 fissa REVERE Area prod. - prox. Azienda Betonrossi

42 72.7

17/06/04

08:54

strada QUISTELLO Ex SS 496 tratto S. Giacomo Quistello

43 67.2 18/06/04 10:11 strada S.G. SEGNATE Via Cantone, 63

44 71.7 17/06/04 09:31 strada S.G. SEGNATE SS 496 in prox. Ca di Pom

45 67.2 17/06/04 09:56 strada SCHIVENOGLIA Via Veneto n. 24

46 71.5 17/06/04 10:13 strada PIEVE CORIANO SP 43

47 62.8 17/06/04 10:34 strada QUINGENTOLE SP 72 tratto a Sud di Quingentole

48 73.0 17/06/04 10:58 strada QUINGENTOLE SP 43 n. 27 tratto a Ovest di Quingentole

49 67.9 17/06/04 11:39 strada MAGNACAVALLO SP 36, tratto a Est di Magnacavallo

50 61.8 17/06/04 12:17 strada REVERE Area prod. zona stazione mangimificio

51 54.4 17/06/04 14:30 strada QUINGENTOLE Area prod. Quingentole

52 70.8 18/06/04 09:22 strada FELONICA SP 35

Modello di previsione del rumore veicolare impiegato

Il p rogramma utilizza to è Citymap il qua le si basa su una banc a da ti c ostituita da i SEL rela tivi a l passaggio d i singoli veic oli; i SEL si d ifferenziano tra loro a sec onda della c a tegoria del veic olo e della fascia di velocità. Definiti i tra tti d i strada c on ugua li c a ra tteristic he, assoc ia ti ad essi il numero d i veic oli in transito d i g iorno e d i notte, il p rogramma c onsente d i stimare il livello equiva lente d iurno e notturno in qualsiasi punto del territorio e di ottenere la mappatura acustica del territorio stesso. Il p rogramma è sta to ta ra to sulla base dei livelli equiva lenti rileva ti per p iù g iorni in un c entina io d i posizioni in cui si è ritenuto che il rumore dominante fosse il traffico veicolare. Si è opera to sulla c a rtogra fia del territorio c omuna le c ostituita essenzia lmente da lla p lanimetria della c ittà (in c ui sono riporta ti g li ed ific i, le strade, ec c .) in formato vettoria le tra tta da l P.R.G. ed è stata realizzata una nuova cartografia vettoriale (estensione .dwg) costituita dal layer strade. Nel layer strade sono sta te d isegnate ex novo le polilinee delle strade p rinc ipa li ind ividuando i d iversi tra tti d i strada c on ana loghe c a ra tteristic he (tipo d i superfic ie strada le, la rghezza della carreggiata, flussi di traffico, ecc.). Per quanto riguarda ta li c a ra tteristic he, i da ti rela tivi a l tipo d i superfic ie strada le, a lla la rghezza , ec c . sono sta ti ac quisiti tramite sopra lluoghi, mentre i da ti dei flussi d i tra ffic o sono sta ti in pa rte rileva ti nell amb ito dell indag ine e in pa rte ac quisiti tramite sopra lluoghi. La nuova c a rtogra fia è sta ta suc c essivamente c onvertita in formato .dxf, in modo da poterla importare in Citymap. In Citymap sono sta ti inseriti tutti i da ti ric hiesti da l p rogramma, ossia per ogni polilinea sono sta ti inseriti i flussi d i tra ffic o rela tivi a lle 5 c a tegorie d i veic oli, le c orrispondenti 8 fasc e d i veloc ità , le 3 tipologie di superficie stradale, le 3 classi di pendenza.

11 CRITERI GENERALI DI CLASSIFICAZIONE

I parametri c onsidera ti nella p red isposizione della p roposta d i c lassific azione del territorio, a lla luc e dei risultati delle indagini e tenuto conto delle considerazioni svolte, sono i seguenti:

- caratteristiche urbanistiche del territorio - tipologie e densità del traffico gravante sulle infrastrutture stradali; - la densità della popolazione; - la densità di attività commerciali e servizi; - la densità di attività artigianali e industriali; - la p resenza d i infrastruttuire e strade d i grande c omunic azione, d i linee ferrovia rie, d i a ree

aeroportuali.

Si è dapprima p rovveduto a lla ind ividuazione delle a ree industria li, a rtig iana li e/ o c ommerc ia li ed a lla loro c olloc azione a ll interno del tessuto urbanistic o esistente. A queste a ree si è a ttribuito in linea d i p rinc ip io la Classe V; qua lora ta li a ree siano inserite a ll interno del tessuto urbanizzato ed in adiacenza a zone residenziali si è attribuita la Classe IV Nel c aso d i p resenza d i a ree industria li interessa te da ll insed iamento d i a ttività a c iclo c ontinuo si sarebbe attribuita la Classe VI Da ultimo si sono c onsidera te le zone c he per loro na tura ric hiederebbero una partic ola re a ttenzione e tutela qua li p lessi ospeda lieri, c ase d i riposo, p lessi sc olastic i, ec c a lle qua li andrebbe attribuita la Classe I o II ; non sempre è possibile inserire tali complessi in Classi adeguate in quanto inserite in zone ad alta densità abitativa con presenza di traffico veicolare Alle restanti pa rti d i territorio a ll esterno dei c entri ab ita ti non a ltrimenti c lassific a te si è p roc eduto alla attribuzione della Classe III

Nella a ttribuzione delle c lassi le d iffic oltà maggiori si sono avute nella a ttribuzione delle Classi II, III e IV per l ind ividuazione delle qua li è sta to nec essario considerare numerose variabili. Di seguito viene riporta ta una tabella riassuntiva deg li e lementi c onsidera ti nella a ttribuzione delle Classi II, III e IV.

Classe Traffico veicolare

Commercio e servizi

Industria e artigianato

Infrastrutture Densità di popolazione

Corrispondenze

II Traffico locale Limitata presenza di attività commerciali

Assenza di attività industriali e artigianali

Assenza di strade di grande comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali

Bassa densità di popolazione

5 corrispondenze o compatibilità solo con media densità di popolazione

III Traffico veicolare locale o di attraversamento

Presenza di attività commerciali e uffici

Limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività industriali

Assenza di strade di grande comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali

Media densità di popolazione

Tutti i casi non ricadenti nelle classi II e IV

IV Intenso traffico veicolare

Elevata presenza di attività commerciali e uffici

Presenza di attività artigianali, limitata presenza di piccole industrie

Presenza di strade di grande comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali

Alta densità di popolazione

Almeno 3 corrispondenze o presenza di strade di grande comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali

Aree in adiacenza ad Infrastrutture stradali

Per la c lassific azione delle zone ad iac enti a lle infrastrutture strada li, si è fa tto riferimento a lla DGR 9776/02 e si è proceduto nel seguente modo:

localizzazione ed individuazione delle infrastrutture viarie

sopralluoghi per verificare le effettive caratteristiche delle strade

caratterizzazione delle zone adiacenti

Il d.p.c.m. 14 novembre 1997 individua 4 categorie di vie di traffico: - Traffico locale - Traffico locale o di attraversamento - Ad intenso traffico veicolare - Strade di grande comunicazione

Ai fini d i una sudd ivisione in c a tegorie delle infrastrutture strada li si è fa tto riferimento a l D.lgs. 30 aprile 1992 n. 285 (Nuovo codice della strada) e successive modifiche ed integrazioni Si intende per traffico locale quello che avviene in strade c olloc a te a ll interno d i quartieri, non si ha tra ffic o d i a ttraversamento, vi è un basso flusso veic ola re, è quasi assente il tra ffic o d i mezzi pesanti; le strade d i quartiere o loc a li vanno c onsidera te pa rte integrante dell a rea d i appartenenza ai fini della classificazione acustica. Si ha traffico di attraversamento in p resenza d i eleva to flusso d i tra ffic o e limita to transito d i mezzi pesanti utilizza to per il c ollegamento tra quartieri e a ree d iverse del c entro urbano, ed in corrispondenza a strade di scorrimento.

Le strade ad intenso traffico veicolare sono strade d i tipo D inserite nell a rea urbana , c he hanno eleva ti flussi d i tra ffic o sia in periodo d iurno c he in periodo notturno; sono interessa te da tra ffic o d i mezzi pesanti. La intensità e la tipolog ia del tra ffic o sulle strade d i quartiere o loc a li (strade d i tipo E ed F d i c ui a l d.lgs. 285/92), è parametro fondamentale da valutare ai fini della classificazione acustica. Le strade di grande comunicazione (strade p rimarie e d i sc orrimento ) qua li ad esemp io tronc hi termina li o passanti d i autostrade, tangenzia li, strade d i penetrazione e d i a ttraversamento dell a rea urbana , strade d i grande c omunic azione a tte p reva lentemente a rac c og liere e d istribuire il tra ffic o d i sc amb io tra il territorio urbano ed extraurbano, sono c a tegorie ric onduc ib ili alle strade di tipo di strade A, B, D del d.lgs. 285/92. Per definire la classificazione delle aree in adiacenza alle infrastrutture stradali nel caso specifico ci siamo attenuti alla DGR 9776/02 citata la quale prevede quanto segue La p resenza d i strade d i quartiere o loc a li vanno c onsidera te pa rte integrante dell a rea d i appartenenza a i fini della c lassific azione ac ustic a e per esse non si ha fasc ia d i pertinenza quind i assumono la classe delle aree circostanti. La p resenza d i strade d i grande c omunic azione ha invec e l effetto d i determinare la c lassific azione delle a ree vic ine a ll infrastruttura strada le Le a ree in p rossimità delle strade d i grande c omunic azione sono a ree da inserire in Classe IV; In taluni c asi le suddette a ree possono essere inserite anc he in Classe superiore (V o VI) qua lora esistano o siano previste destinazioni urbanistiche con insediamenti produttivi o centri commerciali polifunzionali. Sono da a ttribuire in Classe IV le a ree p rosp ic ienti le strade p rimarie e d i sc orrimento ..omissis . a tte a rac c og liere e d istribuire il tra ffic o d i sc amb io fra territorio urbano ed extra urbano . Omissis . Per quanto riguarda la d istinzione tra le a ree d i c lasse IV e quelle d i c lasse III in relazione a lla c omponente tra ffic o, è nec essario esaminare c aso per c aso la tipolog ia dell infrastruttura via ria e delle aree urbanizzate che la stessa attraversa. Per le strade urbane va c onsidera to il volume e la c omposizione del tra ffic o; la p resenza d i una eleva ta perc entua le d i mezzi pesanti o d i intensi flussi d i tra ffic o porta a lla c onseguenza d i inserire in c lasse IV una strisc ia d i territorio la c ui amp iezza è funzione delle sc hermature (file d i fabbric a ti più o meno continue). Nel definire l amp iezza della strisc ia d i c lasse IV si tiene c onto deg li sc hermi interposti sul perc orso di propagazione del suono: file di edifici, facciate di isolati, dislivelli e barriere naturali. Sono da inserire in c lasse III le a ree p rosp ic ienti le strade d i quartiere, strade d i c ollegamento tra quartieri e c ioè utilizza te p rinc ipa lmente per la mob ilità interna ad uno spec ific o settore dell a rea urbana e corrispondono in generale alle strade di tipo E ed F. Modifiche alla viabilità che hanno carattere temporaneo non sono da considerare. Per definire la ampiezza delle fasce ci si è attenuti ai seguenti criteri. - Le fasc e d i territorio a i la ti delle infrastrutture p rinc ipa li, inserite in Classe IV, sono d i amp iezza pari a mt 100 dal centro della carreggiata - I fabbric a ti a qua lsiasi tito lo utilizza ti ad iac enti a lle sed i strada li p rinc ipa li c ompresi entro 100 mt da l c entro della c a rregg ia ta sono c onsidera ti ric ompresi nella fasc ia stessa e quind i c lassific a ti in Classe IV; qua lora l immob ile si estenda oltre i 100 metri la medesima c lasse si ritiene a ttribuita a tutto l ed ific io - Per le vie a ll interno del c entro ab ita to c he, pur non avendo le c a ra tteristic he delle infrastrutture di cui sopra, pur tuttavia evidenziano le caratteristiche di vie di attraversamento o comunque sono interessate da intenso traffico non locale la fascia di tolleranza di 100 metri si intende estesa a tutto l ed ific io p rosp ic iente la sede strada le.

Fasce di pertinenza infrastrutture stradali

Le p rob lematic he rela tive a ll inquinamento ac ustic o p rodotto da lle infrastrutture strada li è sta to normato da l DPR n° 142 del 30.03.2004

Disposizioni per il c ontenimento e la p revenzione dell

inquinamento ac ustic o derivante da tra ffic o veic ola re, a norma dell a rt. 11 L. 447/ 95 (GU n° 127 del 101.06.2004) Il p resente dec reto stab ilisc e le norme per la p revenzione ed il c ontenimento dell inquinamento da rumore avente orig ine da ll eserc izio delle infrastrutture strada li La applicazione di tale decreto è stata visivamente resa mediante apposita tavola

Fasce di pertinenza infrastrutture ferroviarie

per quanto riguarda le fasc e territoria li d i pertinenza delle strutture ferrovia rie, esse sono ind ividuate a ll a rt. 3 del DPR 18 novembre 1998 n. 459 c he le definisc e c ome segue: "A partire da lla mezzeria dei b ina ri esterni e per c iasc un la to sono fissa te fasc e territoria li d i pertinenza delle infrastrutture della larghezza di:

m 250 per le infrastrutture esistenti (o loro va rianti) e per le infrastrutture d i nuova rea lizzazione in a ffianc amento a quelle esistenti nonc hé per le infrastrutture d i nuova rea lizzazione c on veloc ità d i p rogetto non superiore a 200 km/ h. Ta le fasc ia viene sudd ivisa in due parti: la p rima p iù vic ina a ll infrastruttura , della la rghezza d i 100 m denominata fasc ia A; la sec onda p iù d istante da ll infrastruttura , della la rghezza d i 150 m denominata fascia B.

m 250 per le infrastrutture d i nuova rea lizzazione c on veloc ità d i p rogetto superiore a 200 km/h.

Nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture in affiancamento ad una esistente, la fascia d i pertinenza si c a lc ola a pa rtire da l b ina rio esterno p reesistente .

La applicazione di tale decreto è stata visivamente resa mediante apposita tavola

12 - PROPOSTA DI CLASSIFICAZIONE

Considera ti i moltep lic i aspetti sopra esposti si è a rriva ti a red igere la zonizzazione ac ustic a d i ogni singolo Comune c osì c ome d i seguito desc ritto e rimandando a lle singole tavole per la visione grafica. Il Comune di QUISTELLO è posto nella zona ovest dell amb ito territoriale in oggetto Il territorio comunale è caratterizzato da un centro abitato che si sviluppa lungo la ex SS 496 Le a ree p roduttive sono poste p reva lentemente a sud e ad est del c entro ab ita to; per le spec ific he c a ra tteristic he urbanistic he, per le d imensioni e per la tipolog ia d i a ttività svolta sono aree classificabili in Classe IV e V Vi è la p resenza d i aziende operanti nel settore elettromec c anic o c he ric hiedono l inserimento in Classe V con fasce di rispetto degradanti Come in p rec edenza evidenzia to nel c ap itolo rela tivo a i c riteri d i c lassific azione del territorio, la p resenza d i strade d i grande c omunic azione ha l effetto d i determinare la c lassific azione delle a ree vic ine a ll infrastruttura strada le Le aree in prossimità delle strade di grande comunicazione così come le aree prospicienti le strade p rimarie e d i sc orrimento ..omissis . a tte a rac c og liere e d istribuire il tra ffic o d i sc amb io fra territorio urbano ed extra urbano . Omissis .sono a ree da inserire in Classe IV; Per definire la amp iezza delle fasc e c i si è a ttenuti a i c riteri g ià esp lic ita ti a l c ap itolo Criteri genera li d i c lassific azione

Le aziende agric ole o d i trasformazione d i p rodotti agric oli e a llevamenti intensivi esistenti sul territorio sono inseriti in Classe IV a prescindere dalla campitura grafica Il resto del territorio è caratterizzato da aree agricole e rurali da inserire in Classe III Gli ambienti interni ai plessi scolastici così come le strutture sanitarie sono da considerarsi in Classe II a prescindere dalla campitura grafica All interno dell a rea oc c upata da l pa rc o loc a le d i interesse sovra c omuna le (PLIS) è storicamente insediato una struttura per l eserc izio della a ttività sportiva di tiro a volo. L a rea oc c upata da l PLIS è inserita in Classe II mentre l a rea d i pertinenza della struttura sportiva di Tiro a volo è da intendersi inserita in Classe IV a prescindere dalla campitura grafica La c oesistenza delle due situazioni non è inc ompatib ile né da l punto d i vista urbanistic o né da l punto di vista della normativa di cui trattasi In base a ll a rt 7 delle Norme Tec nic he Attua tive del Parc o delle Golene Foc e Sec c hia (PLIS) è infa tti ammesso lo svolg imento della a ttività sportiva esistente lega ta a l Tiro a Volo a fronte, in questa prima fase, di interventi di mitigazione. Nelle medesime NTA viene prevista la verifica di una eventuale ric olloc azione dell imp ianto. In base a lla L.R. 13 del 10.08.2001 Norme in materia d i inquinamento ac ustic o

ed a lla DGR 9776 del 02.07.2002 Criteri tec nic i d i dettag lio per la redazione della c lassific azione ac ustic a del territorio c omuna le , nella desc rizione delle singole Classi è p revisto quanto segue: Per i pa rc hi suffic ientemente estesi si può p roc edere ad una c lassific azione d ifferenzia ta in base a lla rea le destinazione delle va rie pa rti d i questi. Ove vi sia un importante p resenza d i a ttività c rea tive o sportive e d i p ic c oli servizi (qua li ba r, pa rc heggi, etc .), la c lasse ac ustic a potrà essere d i minore tutela. Per quanto qui d i c ompetenza pertanto è p revisto l inserimento dell a rea d i pertinenza in Classe IV (a p resc indere da lla c amp itura gra fic a ); qua lora si p rovveda ad una ri c olloc azione dell imp ianto in a ltra zona tutta l a rea inserita nel PLIS sarà inserita in Classe II

INFRASTRUTTURE PRINCIPALI

Infrastruttura stradale Infrastruttura ferroviaria

Ex SS 496 SP 43

SUZZARA FERRARA

Per quanto riguarda la infrastrutture strada li vigono le fasc e ed i limiti p revisti dal DPR n° 142 del 30.03.2004 così come riportati nella tavola specifica.

Per quanto riguarda la infrastruttura ferrovia ria vigono le fasc e ed i limiti p revisti da l DPR 18 novembre 1998 n. 459 così come riportati nella tavola specifica

13 - LEGENDA

Le d iverse Classi, c ui c orrispondono d iversi va lori limite, sono identific ab ili sulla c a rtogra fia in base agli specifici retini.

Classe Destinazione d uso del territorio Valori limiti massimi leq A

Diurno Notturno Colore

Tratteggio I Aree particolarmente protette 50 40 Grigio

Linee oblique

II Areeprevalentemente residenziali

55 45 Verde scuro Campitura piena

III Aree di tipo misto 60 50 bianco Campitura piena

IV Aree di intensa attività umana 65 55 Arancione Campitura piena

V Aree prevalentemente industriali 70 60 Rosso Campitura piena

VI Aree esclusivamente industriali 70 70 Blu Campitura piena

14 DESCRIZIONE CLASSI E RISPETTIVI LIMITI DI ZONA

Per facilitare la lettura di insieme delle cartografie del piano di zonizzazione e delle motivazioni che hanno portato a questa proposta illustriamo le definizioni delle 6 classi di appartenenza previste dalla Legge 447/95 così come ridefinite dalla DGR 7/9776 2002

Classe I CLASSE I Aree particolarmente protette Rientrano in questa c lasse le a ree nelle qua li la quiete rappresenta un elemento d i base per la

loro utilizzazione: a ree ospeda liere, sc olastic he, a ree destina te a l riposo ed a llo svago, a ree residenzia li rura li, a ree d i pa rtic ola re interesse urbanistic o, pa rc hi pubb lic i, etc . . Sono da includere in classe I: i complessi ospedalieri, i complessi scolastici o poli universitari, i parchi pubblici di scala urbana privi di infrastrutture per le attività sportive. I singoli ed ific i destina ti ad a ttrezza ture sanita rie, a sc uole, le a ree verd i d i quartiere vanno classific a ti in relazione a l c ontesto d i appartenenza : se ta le c ontesto è fac ilmente risanab ile da l punto di vista acustico la presenza di tali edifici o aree verdi può determinare la scelta della classe I, a ltrimenti si dovrà c lassific a re in base a l c ontesto e la p rotezione ac ustic a potrà essere ottenuta attraverso interventi passivi sulle strutture degli edifici. Le a ree sc olastic he e ospeda liere vengono c lassific a te in c lasse I ad ec c ezione dei c asi in c ui le stesse siano inserite in ed ific i ad ib iti ad a ltre destinazioni (ad esemp io c ase d i c ura , c linic he, asili e p ic c ole sc uole, etc ., inseriti in ed ific i c he hanno anc he a ltre destinazioni d uso); in ta l c aso assumono la c lassific azione a ttribuita a ll a rea c irc ostante l ed ific io in c ui sono poste. I pa rc hi e i g ia rd ini ad iac enti a lle strutture sc olastic he ed ospeda liere, se integra ti c on la funzione spec ific a delle stesse dovranno essere c onsidera ti pa rte integrante dell a rea definita in c lasse I. Per i pa rc hi suffic ientemente estesi si può p roc edere ad una c lassific azione d ifferenzia ta in base a lla rea le destinazione delle va rie pa rti d i questi. Ove vi sia un importante p resenza d i a ttività c rea tive o sportive e d i p ic c oli servizi (qua li ba r, pa rc heggi, etc .), la c lasse ac ustic a potrà essere d i minore tutela Le aree cimiteriali vanno di norma poste in classe I, ma possono essere inseriti anche in classe II o III. L ind ividuazione d i zone d i c lasse I va fa tta c on estrema a ttenzione a fronte anc he d i spec ific i rilievi fonometric i c he ne supportino la sostenib ilità . L esigenze d i ga rantire la tutela da l rumore in a lc une p ic c ole a ree fornisc e una va lida motivazione d i ind ividuazione d i una zona d i c lasse I anc he se d i d imensioni molto ridotte c he quind i non viene ing lobata nelle a ree a c lassific azione superiore. Nel p roc esso d i definizione della c lassific azione ac ustic a si deve p rivileg ia re l a ttribuzione a lla c lasse inferiore tra quelle ipotizzab ili per una determina ta a rea e c iò va le in pa rtic ola re per le a ree d i classe I. Limite diurno 50 dbA Limite notturno 40 dbA

Classe II

CLASSE II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale(DGR 7/9776 2002)

Rientrano in questa c lasse le a ree urbane interessa te p reva lentemente da tra ffic o veic ola re locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza d i a ttività industria li ed a rtig iana li . Fanno parte d i questa c lasse le a ree residenzia li c on assenza o limita ta p resenza d i a ttività commerciali, servizi, etc., afferenti alla stessa. In genera le rientrano in questa c lasse anc he le strutture a lberghiere, a meno c he le stesse non debbano essere inserite, a causa del contesto, in classi più elevate (classe III, IV, V). Possono rientra re in questa c lasse le zone residenzia li, sia d i c omp letamento c he d i nuova p revisione, e le zone d i verde p riva to c osì c ome c lassific a te neg li strumenti urbanistic i. A c ond izione c he l ed ific azione sia d i bassa densità , non si rilevi la p resenza d i a ttività p roduttive, a rtig iana to d i servizio c on emissioni sonore signific a tive a ttività c ommerc ia li non d irettamente funziona li a lle residenze esistenti, non siano p resenti infrastrutture d i trasporto ad ec c ezione d i quelle destinate al traffico locale. I c entri storic i, sa lvo quanto sopra detto per le a ree d i pa rtic ola re interesse storico-artistico-a rc hitettonic o, d i norma non vanno inseriti nella c lasse II, vista la densità d i popolazione nonc hé la presenza di attività commerciali e uffici, e ad esse dovrebbe essere attribuita la classe III o IV.

Limite diurno 55 dbA Limite notturno 45 dbA

Classe III

CLASSE III Aree di tipo misto(DGR 7/9776 2002)

Rientrano in questa c lasse le a ree urbane interessa te da tra ffic o loc a le veic ola re o d i attraversamento, c on med ia densità d i popolazione, c on p resenza d i a ttività c ommerc ia li, uffic i, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da a ttività c he imp iegano mac c hine opera tric i . Fanno parte d i questa c lasse le a ree residenzia li c on p resenza d i a ttività c ommerc ia li, servizi, etc ., le a ree verd i dove si svolgono a ttività sportive, le a ree rura li dove sono utilizza te mac c hine agricole. Sono da c omprendere in questa c lasse le a ree residenzia li c a ra tterizza te da lla p resenza d i viab ilità anc he d i a ttraversamento, d i servizi pubb lic i e p riva ti c he sodd isfano b isogni non esc lusivamente loc a li, c omprese a ttività c ommerc ia li non d i grande d istribuzione, uffic i, a rtig iana to a ridotte emissioni sonore, le a ree rura li interessa te da a ttività c he imp iegano mac c hine opera tric i da identific a rsi c on le a ree c oltiva te e c on quelle interessa te da ll a ttività d i insed iamenti zootec nic i. Gli insed iamenti zootec nic i rilevanti o g li imp ianti d i trasformazione del p rodotto agric olo sono da equiparare alle attività artigianali o industriali (classi possibili: IV V VI). In questa c lasse vanno inserite le a ttività sportive c he non sono fonte d i rumore (c amp i da c a lc io, campi da tennis, etc.).

Limite diurno 60 dbA Limite notturno 50 dbA

Classe IV

CLASSE IV Aree di intensa attività umana(DGR 7/9776 2002)

Rientrano in questa c lasse le a ree urbane interessa te da intenso tra ffic o veic ola re, c on a lta densità d i popolazione, c on eleva ta p resenza d i a ttività c ommerc ia li e uffic i, c on p resenza d i a ttività a rtig iana li; le a ree in p rossimità d i strade d i grande c omunic azione e d i linee ferrovia rie; le a ree portua li; le a ree c on limita ta p resenza d i p ic c ole industrie . Fanno parte d i questa c lasse le a ree urbane c a ra tterizza te da a lta densità d i popolazione e da eleva ta p resenza d i a ttività c ommerc ia li e uffic i, o da p resenza d i a ttività a rtig iana li o p ic c ole industrie. Sono inseriti in questa c lasse poli fieristic i, c entri c ommerc ia li, ipermerc a ti, imp ianti distributori d i c a rburante e autolavaggi, depositi d i mezzi d i trasporto e grand i autorimesse, porti lacustri o fluviali. Le aree destinate alla residenza e ad attività terziarie, interessate da intenso traffico veicolare, con a lta densità d i popolazione, c on eleva ta p resenza d i a ttività c ommerc ia li, c on p resenza d i a ttività artigianali. Le aree con limitata presenza di piccole industrie da identificarsi con le zone di sviluppo promiscuo residenziale-p roduttivo, e c on le a ree agric ole interessa te da lla p resenza d i imp ianti d i trasformazione del p rodotto agric olo (c aseific i, c antine soc ia li, etc .) c he sono da ritenersi a tutti g li effetti attività produttive. Limite diurno 65 dbA Limite notturno 55 dbA

Classe V

CLASSE V Aree prevalentemente industriali(DGR 7/9776 2002)

Rientrano in questa c lasse le a ree interessa te da insed iamenti industria li e c on sc arsità d i ab itazioni . Fanno parte d i questa c lasse le a ree interessa te da insed iamenti industria li c on sc arsità d i ab itazioni. La c onnotazione d i ta li a ree è c hia ramente industria le e d ifferisc e da lla c lasse VI per la presenza di residenze non connesse agli insediamenti industriali. Sono di norma individuate come zone urbanistiche di tipo D nei PRG.

Limite diurno 70 dbA Limite notturno 60 dbA

Classe VI

CLASSE VI Aree esclusivamente industriali (DGR 7/9776 2002) Rientrano in questa c lasse le a ree esc lusivamente interessa te da a ttività industria li e p rive d i

insed iamenti ab ita tivi . La c a ra tteristic a delle a ree esc lusivamente industria li è quella d i essere destina te ad una forte spec ia lizzazione funziona le a c a ra ttere esc lusivamente industria le-a rtig iana le. Può essere p resente una limita ta p resenza d i a ttività a rtig iana li. L a rea deve essere p riva d i insed iamenti ab ita tivi ma è ammessa l esistenza in ta li a ree d i ab itazioni c onnesse a ll a ttività industria le, ossia delle ab itazioni dei custodi e/o dei titolari delle aziende, previste nel piano regolatore.

Limite diurno 70 dbA Limite notturno 70 dbA

15

INDIVIDUAZIONE E CLASSIFICAZIONE INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIARIE

L amb ito territoria le ind ividuato c ome Destra Sec c hia è attraversato nel suo insieme da molte ed importanti infrastrutture di trasporto fra le quali strade statali (SS 12, SS 482, SS 496), numerose strade provinciali (SP 30, SP 33 , SP 34 , SP 35, SP 36 , SP40, SP 41,SP 43, SP 44, SP70, SP 72 , SP 79, SP 80) e da due tratte ferroviarie SUZZARA- FERRARA (Direzione Est - Ovest) e VERONA BOLOGNA (Direzione Nord Sud)

Alc une d i queste infrastrutture interessano il territorio del Comune d i QUISTELLO; per una mig liore visione di insieme è stata predisposta la seguente tabella riassuntiva.

COMUNE Infrastruttura stradale Infrastruttura ferroviaria

QUISTELLO Ex SS496

SP 43 SUZZARA - FERRARA

Per quanto riguarda la c lassific azione delle strade, a i sensi del D.L. n° 285 del 30.04.1992, questa viene determina ta p reva lentemente sulla base delle c a ra tteristic he geometric he delle stesse senza tenere in deb ito c onto la rea le spec ific a importanza delle stesse in termini d i flussi, tipologie di traffico, velocità medie di percorrenza, distanze da recettori, tipo di pavimentazione, ecc, Nessuno deg li aspetti fondamenta li in termini d i rilevanza da l punto d i vista dell inquinamento ac ustic o derivante da l tra ffic o veic ola re può essere pertanto tenuto in deb ita c onsiderazione proprio in ragione delle diverse finalità per le quali sono state concepite le diverse normative. Il D.P.R. n° 142 del 30.03.2004 Disposizioni per il c ontenimento e la p revenzione dell inquinamento ac ustic o derivante da tra ffic o veic ola re vic eversa si basa p roprio su questa c lassific azione per definire i limiti d i inquinamento ac ustic o derivanti da lle infrastrutture stesse aprendo la strada a potenziali situazioni confliggenti. In funzione della stesura del p resente p iano, pur basandoc i sui c riteri esp ressi da lla vigente normativa , la c lassific azione delle strade esistenti non è sta ta p resa in c onsiderazione in modo ac ritic o ma sono sta te fa tte anc he c onsiderazioni rela tive a ll effettivo utilizzo delle stesse ed in modo spec ific o a quegli aspetti rilevanti da l punto d i vista ac ustic o qua li ad esemp io i c a ric hi d i tra ffic o, la veloc ità d i perc orrenza , la tipolog ia d i pavimentazione, la sc orrevolezza , la funziona lità , le distanze, ecc In questo modo si è cercato di armonizzare le diverse finalità delle normative di riferimento le quali, se acriticamente applicate, potrebbero condurre ad erronee conclusioni. Bisogna in questa sede evidenzia re c ome Piano d i c lassific azione delle strade a i sensi del D.L. n° 285 del 30.04.1992 comunque non sia disponibile per tutti i Comuni Poic hé il Piano d i zonizzazione ac ustic a è strettamente c ollega to a l p iano d i c lassific azione strade, ad ogni mod ific a del sec ondo, si dovrà p roc edere ad una ulteriore verific a a l fine d i evita re possibili incongruenze Le fasc e d i pertinenza delle infrastrutture strada li e ferrovia rie sono determina te da spec ific a normativa

Fasce di pertinenza infrastrutture stradali - DPR n° 142 del 30.03.2004

La proposta per la classificazione delle infrastrutture stradali è la seguente:

STRADE EXTRA URBANE PRINCIPALI Tipo

Fascia A - 100 mt Colore rosso

Limite Diurno 70dbA Limite Notturno 60 dbA

Fascia B - 50 mt Colore blu

Limite Diurno 65 dbA Limite Notturno 55 dbA

Ex SS 496 Cb x x SP 43 Cb x x

STRADE URBANE Tipo

Fascia A - 100 mt Colore blu

Limite Diurno 65 dbA Limite Notturno 55 dbA

STRADE URBANE DI SCORRIMENTO Db x

Fasce di pertinenza infrastrutture ferroviarie - DPR 18 novembre 1998 n. 459

La proposta per la classificazione delle infrastrutture stradali è la seguente:

TRATTA FERROVIARIA SUZZARA FERRARA

Fascia A - 100 mt Colore giallo

Campitura piena

Fascia B - 150 mt Colore blu

Campitura piena PERIODO DIURNO 70 dbA 65 dbA PERIODO NOTTURNO 60 dbA 55 dbA

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RIASSUNTO TAVOLE DI ZONIZZAZIONE

Il piano di zonizzazione acustica è composto da una relazione tecnica e da elaborati grafici Gli elaborati grafici che compongono il piano fanno riferimento a 3 diverse normative

TAVOLA Piano di zonizzazione acustica ai sensi della DGR 9776/02 riporta graficamente la zonizzazione acustica del territorio ed è redatta su base CAD

TAVOLA Fasce di pertinenza infrastrutture stradali ai sensi del DPR n° 142 del 30.03.2004 riporta graficamente la ampiezza delle fasce di rispetto delle infrastrutture stradali esistenti su base CTR

TAVOLA Fasce di pertinenza infrastrutture ferroviarie ai sensi del DPR n° 459 del 18.11.1998 riporta graficamente la ampiezza delle fasce di rispetto delle infrastrutture ferroviarie esistenti su base CTR

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VERIFICA COMPATIBILITA CON COMUNI CONFINANTI

La Legge Quadro n° 447/ 95 p revede c he a ll interno del territorio c omuna le non possano essere poste in ad iac enza a ree a lle qua li siano sta te a ttribuite Classi c he d ivergano per p iù d i 5 dB(A) pena la obb liga torietà della stesura del P.R.A (Piano Risanamento Ac ustic o); gra fic amente ta le situazione si manifesta c on il c osiddetto sa lto d i una Classe

Tale p resc rizione deve essere rispetta ta anc he per a ree c onfinanti anc orc hé appartenenti a Comuni diversi. Si è quind i p roc eduto a verific a re lo sta to d i adeguamento a lle c ita te normative da parte dei Comuni c onfinanti ed in pa rtic ola re si è verific a to qua li fra questi si fossero dota ti d i un Piano d i zonizzazione acustica. Per rendere p iù fac ilmente c omprensib ile la situazione abb iamo riporta to gra fic amente il territorio p rovinc ia le evidenziando in c olore rosso il Comune d i riferimento, in c olore giallo i c omuni confinanti aderenti al progetto ed in colore azzurro i comuni confinanti non aderenti al progetto

L ambito territoria le formato da i Comuni aderenti a l p rogetto, p roprio per la pa rtic ola re conformazione geografica, determina la sussistenza di n° 3 diverse casistiche In base a lle d iverse c asistic he rileva te si è p rovveduto a verific a re la c onformità a quanto sopra esposto in merito a l c osiddetto sa lto d i c lasse esp lic itando le c onsiderazioni d i merito c ome d i seguito riportato

CASISTICA 1 - CONTIGUITA FRA I COMUNI ADERENTI AL PROGETTO Il c oord inamento e la verific a della c ompatib ilità dei d iversi p iani d i zonizzazione ac ustic a fra i Comuni c ontigui aderenti a l p rogetto (Quingentole, Sc hivenoglia , San Giovanni del Dosso, San Giacomo delle Segnate) è avvenuta direttamente in sede di stesura del piano stesso

CASISTICA 2 - CONTIGUITA FRA I COMUNI ADERENTI AL PROGETTO E COMUNI NON ADERENTI AL PROGETTO COMUNQUE DELLA PROVINCIA DI MANTOVA Per i Comuni non aderenti a l p rogetto c ontigui a l Comune aderente a l p rogetto (San Benedetto Po, Moglia) si sono fatte le seguenti considerazioni:

SAN BENEDETTO PO Il territorio di San Benedetto Po confina sul lato ovest con il Comune di Quistello Il Comune d i San Benedetto Po è dota to del p iano d i zonizzazione ac ustic a del territorio a i sensi della Legge Regionale 13/01 e della DGR 9776/02 Il territorio d i c onfine in entramb i i c omuni è destina to ad uso prevalentemente agricolo e quindi si può a ffermare c he fra i due c omuni non esiste soluzione d i c ontinuità da l punto d i vista della destinazione d uso del territorio In sede d i stesura del p iano d i zonizzazione ac ustic a , essendo il territorio d i c onfine a destinazione uso agricolo, è classificato in Classe III conformemente alle direttive previste nella DGR 9776/02 Le c onsiderazioni sopra esposte c i c onsentono d i c onc ludere c he vi sia c ongruenza tra le classificazioni acustiche dei due Comuni

MOGLIA Il territorio di Moglia confina sul lato sud ovest con il Comune di Quistello Il Comune d i Moglia è dota to d i una bozza non anc ora approvata del p iano d i zonizzazione acustica del territorio ai sensi della Legge Regionale 13/01 e della DGR 9776/02 Il territorio d i c onfine in entramb i i c omuni è destina to ad uso prevalentemente agricolo e quindi si può a ffermare c he fra i due c omuni non esiste soluzione d i c ontinuità da l punto d i vista della destinazione d uso del territorio In sede d i stesura del p iano d i zonizzazione ac ustic a , essendo il territorio d i c onfine a destinazione uso agricolo, è classificato in Classe III conformemente alle direttive previste nella DGR 9776/02 Le c onsiderazioni sopra esposte c i c onsentono d i c onc ludere c he non vi potrà c he essere congruenza tra le classificazioni acustiche dei due Comuni

CASISTICA 3 - CONTIGUITA FRA COMUNI ADERENTI AL PROGETTO E COMUNI DI ALTRE PROVINCE L a rea territoria le in oggetto c onfina c on la Provinc ia d i Modena Per quanto riguarda il coordinamento dei diversi piani di zonizzazione acustica fra Comuni aderenti al progetto ed i territori confinanti appartenenti ad altre Province/Regioni si evidenzia che il territorio di confine in entrambi i casi è destinato prevalentemente ad uso agricolo e quindi si può affermare che fra i diversi territori non esiste soluzione di continuità dal punto di vista della destinazione d uso del territorio In sede d i stesura del p iano d i zonizzazione ac ustic a , essendo il territorio d i c onfine a destinazione uso agricolo, non potrà essere classificato che in Classe III conformemente alle normative vigenti.

18 - SISTEMI DI CONTENIMENTO DELL INQUINAMENTO ACUSTICO

Il c onseguimento d i un abbassamento signific a tivo dei livelli sonori, per universa le c onvinc imento, non può essere c onseguito med iante la app lic azione d i un solo p rovved imento, ma è nec essario mettere in opera una pluralità di azioni anche di modesta efficacia. Alla ind ividuazione delle a ree p iù esposte ed a lla quantific azione del superamento dei limiti d i ac c ettab ilità è nec essario passare a lla fase d i risanamento a ttraverso l adozione d i una serie d i sistemi di contenimento del rumore. Bisogna quind i c onsidera re in via p riorita ria la nec essità d i interventi mira ti a risolvere, o quantomeno contenere, le situazioni più gravose e penalizzanti Nella stesura d i un p iano d i risanamento amb ienta le risulta d i fondamenta le importanza stab ilire una sc a la d i va lori c he tenga c onto della c lassific azione delle sorgenti d i rumore e della individuazione delle priorità e dei tempi di realizzazione degli interventi. Si deve quind i stab ilire un c riterio oggettivo d i va lutazione sulla base d i a lc uni p rinc ipa li pa rametri, c ome ad esemp io da ti sulla rumorosità , c lassific azione delle a ree, entità del superamento dei limiti d i ac c ettab ilità , numero d i ab itanti esposti a l rumore e va lutazione ec onomic a delle opere, oltre c he stab ilire un p rogramma d i p riorità d intervento a llo sc opo d i perseguire l ottimizzazione del rapporto costo/beneficio. Con i livelli limite p revisti da lla normativa i momenti d i superamento sono la norma e pertanto risulta improponib ile un opera d i risanamento estesa a tutti quei c asi in c ui i p revisti limiti risultino essere superati Gli interventi d i c ontenimento dell inquinamento ac ustic o possono essere asc ritti a lle seguenti tipologie: iniziative di prevenzione, interventi attivi e interventi passivi Possono essere definite iniziative di prevenzione quelle mira te a ll educ azione del c ittad ino quale p rimo a ttore nella vita quotid iana della c ittà , interventi attivi l insieme deg li ac c org imenti adotta ti direttamente sulla sorgente ed interventi passivi quelli che ostacolano o riducono la propagazione del rumore nell amb iente c irc ostante.

Iniziative di prevenzione In questi ultimi anni il modello d i sviluppo ha determina to un inc essante aumento del pa rc o mezzi circolante con le inelluttabili conseguenze che possiamo constatare Le ab itud ini non sono fac ili da c amb ia re ed è per questo motivo c he ac quista notevole importanza l educ azione del c ittad ino . Educ are il c ittad ino, c omprendere c he l amb iente in c ui viviamo è un bene c omune e c he la sua tutela va a g iovamento d i tutta la c omunità è uno degli aspetti su c ui anc ora molto c è da lavorare. Poic hè la sorgente p rinc ipa le d i inquinamento ac ustic o in amb ito urbano è dovuto a l tra ffic o veic ola re sul p iano delle inizia tive d i p revenzione d i fondamenta le importanza rimane la educazione dei cittadini ad assumere abitudini di comportamento più virtuose Al d i là delle inizia tive d i p revenzione c he ric hiedono temp i lunghi e d i inc erto risulta to si possono mettere in atto altre tipologie di intervento Queste si dividono in interventi attivi ed in interventi passivi Fra g li interventi attivi si possono annovera re i seguenti interventi d iretti a lla riorganizzazione del sistema di circolazione:

- Interventi sulla circolazione Ovviamente tutti gli interventi che tendono a limitare il traffico in determinate zone sono di per se il più valido strumento di riduzione dei livelli di inquinamento acustico determinati da traffico veicolare Una soluzione inc isiva , qua le può essere una riduzione importante del tra ffic o veic ola re, non sempre è in grado d i ga rantire pa rimenti una rilevante riduzione della rumorosità ; da stud i eseguiti si evinc e c he il d imezzamento del flusso veic ola re determina un c a lo d i 3 dB(A) a veloc ità med ia di percorrenza costante.

Situazione questa riscontrabile solo a livello teorico in quanto, a fronte di una diminuzione del flusso veic ola re, si ha per c ontro un aumento delle veloc ità d i perc orrenza c he limitano la riduzione reale della rumorosità in soli 1 o 2 dB(A). Da c iò ne c onsegue c he riduzioni d i anc he 1 dB(A) rappresentano, su volumi d i tra ffic o importanti, variazioni considerevoli. In relazione a l transito d i c ic lomotori, si può osserva re c he negli ultimi anni, fortunatamente, è venuta meno la cattiva abitudine di elaborare il motore e di installare silenziatori non omologati. Riteniamo infine c he mig lioramenti anc ora p iù signific a tivi potrebbero essere ottenuti solo ipotizzando delle d rastic he limitazioni del tra ffic o c on la c onseguente pedona lizzazione dei c entri urbani

- Riduzione della velocità La riduzione della veloc ità d i marc ia può porta re ad apprezzab ili riduzioni del rumore a pa tto c he sia mantenutala fluidità del flusso. Si pensi che la riduzione della velocità consente notevoli miglioramenti solo in ambito extraurbano, ove la rumorosità è orig ina ta p rinc ipa lmente da l rotolamento del pneumatic o sull asfa lto (ad esemp io: una riduzione della veloc ità da 100 a 50 Km/ h c omporta una a ttenuazione della rumorosità d i c irc a 10 dB(A); questa soluzione, app lic a ta a l tessuto urbano, non porta a dei risulta ti altrettanto apprezzabili in quanto, a causa della già ridotta velocità di scorrimento, è prevalente la rumorosità prodotta dal motore. Restringimenti di carreggiata o la sistemazione di ostacoli possono portare ad una riduzione media d i 1

4 dBA sa lvo genera re un inc remento del rumore nelle zone d i ingresso/ usc ita da l tra tto stradale oggetto di intervento determinato dalla conseguente frenata ed ripresa. La c olloc azione d i ostac oli trasversa li a lla strada solitamente inc rementa il rumore (da 1 a 5 dBA) a c ausa dell impatto delle ruote c on l ostac olo. La introduzione delle c osiddette zone 30 ottenute med iante una riduzione a rtific ia le della carreggiata danno risultati apprezzabili determinando una forzosa riduzione della velocità.

- Pianificazione urbanistica Una c orretta p ianific azione urbanistic a c onsente d i ridurre in modo c onsistente la p ropagazione del rumore aereo a ll interno delle a ree ed ific a te. Alcuni criteri basilari per una corretta pianificazione acustica possono essere così riassunti: - allontanamento delle vie di traffico dalle zone residenziali; - strade d i penetrazione nei quartieri c on trac c ia ti e c a ra tteristic he ta li da imporre bassa veloc ità ai veicoli; - zone di parcheggio protette da alberi o altri ostacoli; - inserimento d i ed ific i d i p rotezione (es. negozi, uffic i, ga rages, ec c .) fra le zone d i rumore e le abitazioni; tale accorgimento permette la protezione al rumore delle aree residenziali a scapito di quelle commerciali in cui la quiete non costituisce un obiettivo primario; - mod ific a dell orogra fia del territorio in modo ta le c he le a ree da p roteggere risultino ribassate rispetto alle sorgenti di rumore o la creazione di terrapieni con funzione di barriera - suddivisione del territorio in aree secondo il loro utilizzo (zonning); - progettazioni degli edifici secondo criteri di protezione al rumore

- Pianificazione del traffico Una c orretta p ianific azione c ome quella c onseguente a lla adozione del PUT c onsente d i ridurre in modo consistente la propagazione del rumore. I sistemi attualmente adottati sono brevemente i seguenti:

- riduzione della velocità - a llontanamento dei flussi verso assi via ri periferic i ove è p iù fac ile adotta re misure d i

protezione passiva e dove è minore la concentrazione di recettori - creazione di rotatorie anziché crocevia e/o semafori (riduzione stimata in 1-4 dbA) - in sonorizzazione autobus tradizionali in esercizio (riduzione stimata in 4-8 dbA) - introduzione di autobus, specie nel centro storico) a trazione elettrica - provvedimenti di restrizione alla circolazione di ciclomotori

- Uso di pavimentazioni fonoassorbenti Il rumore da traffico veicolare è determinato sia dalle parti meccaniche (motore, freni, ecc) sia dal rotolamento del pneumatic o sull asfa lto anc he a c ausa delle vib razioni indotte a l pneumatic o da lle irregola rità della superfic ie strada le, da lla p resenza d i pa rti p ic c ole d i inerti, per effetti lega ti a lla suc c essione d i c ompressioni e rilasc i d i a ria c he viene imprig ionata tra il pneumatic o e la superficie stradale (air pumping) ed altro ancora Gli asfa lti a bassa rumorosità sono ric onduc ib ili a i tip i d i asfa lti d renanti - fonoassorbenti c a ra tterizza ti da c omposizioni d ifferenti rispetto ag li asfa lti norma li e favorisc ono la d issipazione d i energ ia sonora per a ttrito a ll interno delle cavità. I produttori di tali asfalti dichiarano una riduzione di rumore fino a 10 dB(A). Considera to c he, c ome g ià antic ipa to, l effetto d i riduzione del rumore è determina to da lla porosità dell asfa lto, si è nota to, anc he a seguito d i va rie sperimentazioni, c he le c avità c on il tempo si ostruisc ono a c ausa d i polveri e detriti e pertanto l effetto fonoassorbente si riduc e drasticamente; per questo motivo la diminuzione reale si limita a circa 3-4 dB(A). Questi asfa lti riduc ono la loro potenzia lità fonoassorbente molto veloc emente (c .a . 1 anno) a c ausa della sed imentazione d i pa rtic elle d i materia li d i va ria na tura c he c ontribuisc ono ad otturare le cavità annullando la loro efficacia. I c osti d i posa e manutenzione sono molto eleva ti rispetto ad un asfa lto normale mentre la loro efficacia è facilmente soggetta ad annullarsi per i motivi sopra addotti Bisogna inoltre evidenzia re c ome da esperienze fa tte, c he queste tipolog ie d i asfa lti non danno grossi vantagg i in amb ito urbano ma p iuttosto trovano p iù effic ac e app lic azione sulle vie d i scorrimento ad alta velocità.

Gli interventi passivi possono essere così riassumibili:

Tipologie edilizie In molte occasioni ci troviamo a dover far fronte a scelte urbanistiche errate che hanno consentito la c ostruzione d i ed ific i anc he in luoghi troppo vic ini a lla sorgente d i rumore o in posizione non sufficientemente schermata. In questi c asi il p rogettista è c hiamato a rea lizza re deg li ac c org imenti c he garantisc ano un adeguata p rotezione deg li spazi destina ti a lle attività umane. Al riguardo riportiamo d i seguito a lc une ind ic azioni pa rtic ola rmente utili per un effic ac e tec nic a d i costruzione. - le fac c ia te rivolte verso la sorgente d i rumore dovrebbero essere d i eleva to spessore e p rive d i aperture e di balconi; - se è inevitab ile c olloc a re finestre rivolte verso la sorgente d i rumore b isogna dota rle d i serramenti ad eleva to isolamento, ga rantendo a ltresì c orretta ventilazione ed eventua le c ond izionamento, in modo c he non sia nec essario ap rirle per c amb ia re l a ria o rinfresc are l amb iente; - g li ed ific i p rossimi a lla strada è bene c he formino uno sc hermo c ontinuo in grado d i p roteggere l a rea c ortilizia interna ; - le tipolog ie a c orte o a sc hiera sono p iù ada tte a lle c asette isola te per rea lizza re g ia rd ini p rotetti dal rumore della strada; - le recinzioni murarie sono molto più efficienti delle cancellate seppure di diverso impatto; - la d isposizione dei loc a li neg li appartamenti deve tenere c onto delle esigenze d i quiete ric hieste da c amere da letto e sogg iorni evitando d i esporle d irettamente sulla fac c ia ta p iù esposta a l rumore - nella costruzione dei balconi il parapetto in muratura piena è da preferire quelli metallici aperti; - Le camere da letto è preferibile che siano situate sul lato opposto a quello del rumore; - in unità abitative confinanti è preferibile una disposizione simmetrica dei locali

Miglioramento dell isolamento acustico dei serramenti al ricettore Spesso si risc ontra c he insed iamenti residenzia li o insed iamenti c he per la loro fruizione ric hiederebbero partic ola ri a ttenzioni siano c a la ti in c ontesti c a ra tterizza ti da eleva ti livelli d i rumore. In c asi c ome questi, nei qua li risultino impra tic ab ili a ltri interventi d i mitigazione, si possono c onseguire c ond izioni d i c omfort ac ustic o a ll interno deg li amb ienti mig liorando le p restazioni ac ustic he dei serramenti, eventua lmente p rovvedendo a lla c limatizzazione, perseguendo c osì c ond izioni d i c omfort ac ustic o a ll interno degli amb ienti. Nell amb ito del p iano d i risanamento è opportuno p rovvedere a lla ric ognizione deg li ed ific i destina ti a funzioni sensib ili ed a ll ac c ertamento dei livelli d i rumore in fac c ia ta in modo ta le da intervenire sui serramenti per migliorare gli standard qualitativi interni Anc he nel c aso d i insed iamenti residenzia li esistenti c he si trovino in a ree nelle qua li non sono possib ili a ltri tip i d i interventi si può ipotizza re un p roc esso d i erogazione d i c ontributi per il mig lioramento dell isolamento ac ustic o dei serramenti; ovviamente la materia va regolamenta ta stabilendo criteri e modalità per i finanziamenti.

Barriere anti rumore Nelle situazioni in c ui non sia possib ile intervenire né sulla sorgente d i rumore né sug li ed ific i o sulle a ree c he da esso vengono investite, non rimane c he inserire uno sc hermo, qua le d ifesa passiva , alla propagazione del rumore. Le barriere anti rumore sono oggi installate con sempre maggiore frequenza in prossimità di strade, ferrovie o insediamenti industriali a protezione di aree residenziali, aree protette e ricreative. Nelle strade urbane la rea lizzazione d i sc hermi è ostac ola ta per rag ioni geometric he, estetic he e funzionali. Sc hermi c he svolgano anc he funzioni d i a rredo urbano, dota ti anc he d i va lore estetic o, possono essere p revisti in ta lune situazioni, p riorita riamente a p rotezione d i ed ific i sede d i a ttività p rotette (scuole e luoghi di cura). La rea lizzazione d i a rred i c on funzione d i sc hermi, sodd isfa tte le c ond izioni ric hiamate, rende possibile anche il recupero di spazi esterni altrimenti poco fruibili. Esistono in commercio vari tipi di barriere diversificate in base al materiale di cui sono fatte: acciaio o alluminio, legno, calcestruzzo, policarbonato, materiali refrattari, ecc. In molti c asi possono trovare imp iego anc he le c osiddette ba rriere na tura li ovvero barriere c ostituite da a lberi, c espugli, ec c . c he c ostringono il rumore a perc orsi c omplessi c on conseguente dispersione di energia. L effic ac ia d i ta li ba rriere è strettamente lega ta a l tipo d i vegetazione sc elta ; ad esemp io una p iantumazione d i spec ie a fog lie sempreverd i c onsente c a ra tteristic he d i abbattimento c ostanti per tutto l anno. L abbattimento offerto da questo tipo d i ba rriere è abbastanza c ontenuto, nell ord ine dei 5-6 dB(A). Da l punto d i vista ac ustic o, se ben p rogetta te e rea lizza te, le ba rriere possono garantire un livello di protezione generalmente compreso fra i 10 e 15 dB(A).

19 PROCEDURE DI APPROVAZIONE

La p roc edura d i approvazione del p iano d i zonizzazione ac ustic a è dettag lia tamente riporta ta a ll 3 della Legge Regione Lombardia n° 13 del 10.08.2001.

Tale articolo recita:

1. Il comune adotta con deliberazione la classificazione acustica del territorio e ne dà notizia c on annunc io sul Bollettino Uffic ia le della Regione Lombard ia . Il c omune d ispone la pubblicazione della c lassific azione ac ustic a adotta ta a ll'a lbo p retorio per trenta g iorni consecutivi a partire dalla data dell'annuncio.

2. Contestua lmente a l deposito a ll'a lbo p retorio la deliberazione è trasmessa a ll'Agenzia reg iona le per la p rotezione dell'amb iente (ARPA) e a i c omuni c onfinanti per l'esp ressione dei rispettivi pa reri, c he sono resi entro sessanta g iorni da lla rela tiva ric hiesta ; nel c aso d i infruttuosa scadenza di tale termine i pareri si intendono resi in senso favorevole.

3. Entro il termine d i trenta g iorni da lla sc adenza della pubb lic azione a ll'a lbo p retorio chiunque può presentare osservazioni.

4. Il c omune approva la c lassific azione ac ustic a ; la deliberazione d i approvazione ric hiama, se pervenuti, il pa rere dell'Agenzia reg iona le per la p rotezione dell'amb iente e quello dei c omuni c onfinanti e motiva le determinazioni assunte anc he in relazione a lle osservazioni presentate.

5. Qua lora , p rima dell'approvazione d i c ui a l c omma 4, vengano apporta te mod ific he a lla classificazione acustica adottata si applicano i commi 1, 2 e 3.

6. Entro trenta g iorni da ll'approvazione della c lassific azione ac ustic a il c omune p rovvede a darne avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.

7. I c omuni dota ti d i c lassific azione ac ustic a a lla da ta d i pubb lic azione del p rovved imento reg iona le d i c ui a ll'a rtic olo 2, c omma 3 adeguano la c lassific azione medesima a i c riteri definiti c on il suddetto p rovved imento entro dod ic i mesi da lla da ta d i pubb lic azione del provvedimento stesso. 8. Nel caso in cui la classificazione acustica del territorio venga eseguita contestualmente ad una va riante genera le del p iano regola tore genera le o a l suo adeguamento a quanto p resc ritto da lla l.r. 12/2005, le p roc edure d i approvazione sono le medesime p reviste per la variante urbanistica e sono alla stessa contestuali.

20 NTA

INDICE

Parte 1 COMPOSIZIONE DEL PIANO COMUNALE DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA

Art. 1 Elaborati

Art. 2 Procedure di approvazione del Piano di Zonizzazione acustica e sue varianti

Parte 2 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO Titolo 1 - ZONIZZAZIONE

Art. 3 Zone omogenee Art. 4 - Limiti di zona Art. 5 - Prescrizioni per le sorgenti sonore Art. 6 - Prescrizioni per le zone confinanti a diversa classificazione acustica Art. 7 - Aree militari Art. 8 - Aree in adiacenza alle infrastrutture stradali

Titolo 2 - TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

Art. 9 - Modifiche del territorio Art. 10 - Formazione dei piani urbanistici attuativi e progettazione delle infrastrutture di trasporto Art 11 - Progettazione infrastrutture di trasporto

PARTE 3 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI IMPATTO E CLIMA ACUSTICO

Art. 12 - Impatto acustico Art. 13 - Clima acustico Art. 14 Documentazione inerente la valutazione dell impatto e del clima acustico Art. 15 - Realizzazione delle opere di protezione passiva

PARTE 4

DISCIPLINA DELLE ATTIVITA RUMOROSE

Titolo 1

ATTIVITA RUMOROSE A CARATTERE TEMPORANEO

Art. 16 Generalità delle attività temporanee Art. 17 Manifestazioni a carattere temporaneo

Art. 18 - Procedure per l autorizzazione di manifestazioni a carattere temporaneo Art. 19 Attività Cantieristiche Art. 20 - Procedure per l autorizzazione di attività di cantiere Art. 21 Metodi di misurazione del rumore per le attività di cantiere

Titolo 2 - PARTICOLARI ATTIVITA RUMOROSE

Art. 22 - Attività agricole Art. 23 - Allarmi antifurto Art. 24 - Macchine da giardino Art. 25 - Impianti di condizionamento Art 26 Sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo

PARTE 5 - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI Art. 27 Definizione dei requisiti acustici passivi degli edifici

PARTE 6 PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI E SANZIONI Art. 28 Provvedimenti e sanzioni

Parte 1 - Composizione del Piano Comunale di Zonizzazione Acustica Elaborati e

procedure

Art. 1 - Elaborati

1.1 Il Piano Comunale di Zonizzazione Acustica è composto da: 1.1.1 Relazione tecnica in cui sono dettagliate le attività che hanno portato alla definizione della classificazione, sono desc ritti tutti i c asi in c ui da lla c a rtogra fia non è c hia ramente ind ividuab ile il c onfine tra due zone c onfinanti ed i riferimenti fisic i e spazia li c he rendano univoc amente identific ab ile il c onfine tra le due zone, sono motiva te e sc elte adotta te in relazione a lla c lassific azione ac ustic a nelle zone per le qua li non è sta to rispetta to il c riterio d i non porre a contatto zone che differiscono per più di cinque decibel. 1.1.2 Azzonamento acustico con individuazione delle osservazioni accolte 1.1.3 Norme Tecniche di Attuazione

Art. 2 Procedure di approvazione del Piano di Zonizzazione acustica e sue varianti

Le p roc edure d i approvazione della c lassific azione ac ustic a , c osì c ome la approvazione d i eventuali modifiche, sono quelle previste dalla normativa di riferimento (L.447/95 e L.R. 13/02)

Parte 2 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO

Titolo 1 - Zonizzazione

Art. 3 Zone omogenee

3.1 La classificazione del territorio comunale è redatta ai sensi della Legge n° 447 del 26/10/1995, Legge quadro sull inquinamento ac ustic o ed è basata sulle sudd ivisione dello stesso in zone

omogenee c orrispondenti a lle sei c lassi ind ividuate da l D.P.C.M. 14/ 11/ 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore , ed in pa rtic ola re: 3.2 CLASSE I: Aree particolarmente protette Rientrano in questa c lasse le a ree nelle qua li la quiete rappresenta un elemento d i base per la loro utilizzazione: a ree ospeda liere, a ree sc olastic he, a ree destina te a l riposo e a llo svago, a ree residenziali rurali e di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. 3.3 CLASSE II: Aree Prevalentemente residenziali Si tra tta d i a ree urbane interessa te p reva lentemente da tra ffic o veic ola re loc a le, c on bassa densità d i popolazione e limita ta p resenza d i a ttività c ommerc ia li ed assenza d i a ttività industria li ed artigianali. 3.4 CLASSE III: Aree di tipo misto Aree urbane interessa te da tra ffic o veic ola re loc a le o d i a ttraversamento, c on med ia densità d i popolazione, c on p resenza d i a ttività c ommerc ia li e d i uffic i, c on limita ta p resenza d i a ttività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali con impiego di macchine operatrici. 3.5 CLASSE IV: Aree di intensa attività umana Aree urbane interessa te da intenso tra ffic o veic ola re, c on a lta densità d i popolazione, eleva ta p resenza d i a ttività c ommerc ia li ed uffic i, p resenza d i a ttività a rtig iana li, a ree in p rossimità d i strade d i grande c omunic azione, d i linee ferrovia rie, d i aeroporti e porti, a ree c on limita ta p resenza d i piccole industrie. 3.6 CLASSE V: Aree prevalentemente produttive Aree interessate da insediamenti produttivi e con scarsità di abitazioni. 3.7 CLASSE VI: Aree esclusivamente industriali Aree esc lusivamente interessa te da a ttività p roduttive e p rive d i insed iamenti ab ita tivi; in pa rtic ola re, sec ondo quanto p resc ritto da i c riteri della Giunta Regiona le, rientrano in questa c lasse le zone produttive c on forte spec ia lizzazione funziona le a c a ra ttere esc lusivamente industria le-artigianale, ed in tale contesto vanno ricompresi anche gli edifici pertinenziali all'attività produttiva.

Art. 4 - Limiti di zona

4.1 In app lic azione del D.P.C.M. 14/ 11/ 97, per c iasc una c lasse ac ustic a in c ui è sudd iviso il territorio, sono definiti i va lori limite d i emissione, i va lori limite d i immissione ed i va lori d i qua lità , distinti per i periodi diurno (ore 6,00-22,00) e notturno (ore 22,00-6,00). 4.2 Le definizione d i ta li va lori sono stab ilite da ll a rt. 2 della Legge 447/95: 4.2.1 - va lore limite d i emissione: il va lore massimo d i rumore c he può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa; 4.2.2 - va lore limite d i immissione: il va lore massimo d i rumore c he può essere immesso da una o p iù sorgenti sonore nell'amb iente ab ita tivo o nell'amb iente esterno, misura to in p rossimità dei ricettori; 4.3 I valori limite di immissione sono distinti in: 4.3.1 - va lori limite assoluti, determina ti c on riferimento a l livello equiva lente d i rumore ambienta le; 4.3.2 - va lori limite d ifferenzia li, determina ti c on riferimento a lla d ifferenza tra il livello equiva lente di rumore ambientale ed il rumore residuo; 4.3.3 - va lori d i qua lità : i va lori d i rumore da c onseguire nel b reve, nel med io e nel lungo periodo c on le tec nolog ie e le metod ic he d i risanamento d isponib ili, per rea lizza re g li ob iettivi d i tutela previsti dalla presente legge.

Tab. 1 - Valori limite di emissione validi in regime definitivo (DPCM 14/11/97)

CLASSE AREA Valori limite di emissione in dB(A)

diurni notturni

I particolarmente protetta 45 35

II prevalentemente residenziale 50 40

III di tipo misto 55 45

IV di intensa attività umana 60 50

V prevalentemente industriale 65 55

VI esclusivamente industriale 65 65

Tab. 2 - Valori limite di immissione validi in regime definitivo (DPCM 14/11/97)

CLASSE AREA Valori limite assoluti di immissione dB(A)

diurni notturni

I particolarmente protetta 50 40

II prevalentemente residenziale 55 45

III di tipo misto 60 50

IV di intensa attività umana 65 55

V prevalentemente industriale 70 60

VI esclusivamente industriale 70 70

Tab. 3 - Valori limite di qualità validi in regime definitivo (DPCM 14/11/97)

CLASSE AREA Valori di qualità in dB(A)

diurni notturni

I particolarmente protetta 47 37

II prevalentemente residenziale 52 42

III di tipo misto 57 47

IV di intensa attività umana 62 52

V prevalentemente industriale 67 57

VI esclusivamente industriale 70 70

Art. 5 - Prescrizioni per le sorgenti sonore

5.1 All'interno del territorio c omuna le qua lsiasi sorgente sonora deve rispetta re le limitazioni previste da l D.P.C.M. 14/ 11/ 97 "Determinazione dei va lori limite delle sorgenti sonore" sec ondo la c lassific azione ac ustic a del territorio c omuna le, ad ec c ezione del rumore prodotto da lle infrastrutture ferrovia rie e da lle infrastrutture strada li per le qua li, a ll interno delle rispettive fasc e d i pertinenza, valgono i limiti stabiliti dal D.P.R. n° 459 del 18/11/98 e dal DPR n° 142 del 30.03.2004 5.2 Gli imp ianti a c ic lo c ontinuo devono rispetta re i limiti p revisti da l D.M. 11/ 12/ 96 "Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo". 5.3 Le tec nic he d i rilevamento, la strumentazione e le moda lità d i misura del rumore sono quelle ind ic a te nel Dec reto del Ministero dell'Amb iente del 16/ 3/ 98 Tec nic he d i rilevamento e d i misurazione dell inquinamento ac ustic o .

Art. 6 - Prescrizioni per le zone confinanti a diversa classificazione acustica

6.1 Gli elabora ti della zonizzazione ac ustic a del territorio c omuna le ind ividuano una c lassific azione ac ustic a per amb iti definita sulla base d i zone omogenee d i destinazione d uso. In relazione a ta le c lassific azione si possono ind ividuare tre possib ili situazioni rispetto a i c onfini tra zone appartenenti a classi acustiche differenti: 6.1.1 A - Situazioni di compatibilità Situazioni c on c lima ac ustic o a ttua le entro i va lori limite d i zona ind ic a ti da l D.P.C.M. 14/ 11/ 97 e adiacenza di zone di classe acustiche che non differiscono per più 5 dB(A). In questo caso non si rendono necessari interventi di risanamento. 6.1.2 B - Situazioni di potenziale incompatibilità Confini tra zone d i c lasse ac ustic he d ifferenti per p iù d i 5 dB(A), dove c omunque, da lle misure effettuate, non risulta allo stato attuale una situazione di superamento del limite di zona assoluto. Per tali ambiti non si rendono necessari, al momento, interventi di risanamento. In relazione a lla loro potenzia le p rob lematic ità , ta li situazioni dovranno essere period ic amente oggetto d i monitoragg io ac ustic o in quanto la mod ific a a lle fonti d i rumore p resenti, pur rispettando i limiti della c lasse p ropria , potrebbe p rovoc are un superamento dei limiti nella confinante area a classe minore. In c aso d i superamento d i ta li limiti si p roc ederà a lla p red isposizione d i un Piano d i risanamento acustico come al successivo punto 3 6.1.2 C - Situazioni di incompatibilità Confini tra zone d i c lasse ac ustic he d ifferenti per p iù d i 5 dB(A), dove le misure effettua te evidenziano il mancato rispetto dei limiti di zona. In questo c aso il Piano d i Risanamento Ac ustic o ind ividua l amb ito territoria le della situazione d i inc ompatib ilità e ind ividua le stra teg ie d i intervento nec essarie a riporta re il c lima ac ustic o entro tali limiti.

Art. 7 - Aree militari

7.1 A norma della Legge n° 447/ 95 (a rt. 11 c omma 3), la p revenzione e il c ontenimento ac ustic o nelle a ree esc lusivamente interessa te da insta llazioni milita ri e da lle a ttività delle Forze Armate, sono definiti med iante spec ific i ac c ord i da i c omita ti misti pa ritetic i d i c ui a ll a rt. 3 della Legge 34 dicembre 1976, n° 898, e successive modificazioni". 7.2 Le a ree suddette sa ranno c omunque azzonate sec ondo le d isposizioni del Piano d i Zonizzazione acustica ma la classificazione avrà effetto dalla loro eventuale dismissione .

Art. 8 - Aree in adiacenza alle infrastrutture stradali

8.1 Le fasc e d i territorio a i la ti delle infrastrutture strada li p rinc ipa li sono inserite in Classe IV e sono di ampiezza pari a mt 100 dal margine esterno della carreggiata. 8.2 I fabbric a ti a qua lsiasi titolo utilizza ti ad iac enti a lle sed i strada li p rinc ipa li c ompresi entro 100 mt da l marg ine esterno della c a rregg ia ta sono c onsidera ti ric ompresi nella fasc ia stessa e quindi classificati in Classe IV. 8.3 Qualora l immob ile si estenda oltre i 100 metri la medesima classe si ritiene attribuita a tutto l ed ific io nel suo c omp lesso. 8.4 Qua lora la p roprietà pertinenzia le non ed ific a ta si estenda oltre i 60 metri la medesima classe si intende estesa a tutta la proprietà ma non oltre i 100 metri). 8.5 Per i b revi tra tti c orrispondenti ad immissioni d i vie la tera li si c onsidera un a rretramento d i 50 metri. 8.6 Per le vie a ll interno del c entro ab ita to c he, pur non avendo le c a ra tteristic he delle infrastrutture d i c ui sopra , pur tuttavia evidenziano le c a ra tteristic he d i vie d i a ttraversamento o c omunque sono interessa te da intenso tra ffic o non loc a le, la fasc ia d i tolleranza si intende estesa a tutto l ed ific io p rosp ic iente la sede strada le. 8.7 All interno delle fasc e d i pertinenza delle infrastrutture strada li e ferrovia rie, limita tamente a l rumore p rodotto da ll eserc izio della infrastruttura , si app lic ano i limiti p revisti da l DPR n° 142 del 30.03.2004

Disposizioni per il c ontenimento e la p revenzione dell inquinamento ac ustic o derivante da tra ffic o veic ola re e da l DPR n° 459 del 18.11.1998

Disposizioni in materia d i inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario

Titolo 2 - TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

Art. 9 - Modifiche del territorio

9.1 Tutte le trasformazioni ed ilizie e urbanistic he devono ottempera re a genera li p rinc ip i d i tutela da ll'inquinamento ac ustic o inteso c ome apporto d i rumore nell'amb iente ab ita tivo o nell'amb iente esterno ta le da p rovoc are fastid io o d isturbo a l riposo ed a lle a ttività umane, pericolo per la sa lute umana, deterioramento deg li ec osistemi, dei beni materia li, dei monumenti, dell'amb iente ab ita tivo o dell'amb iente esterno o ta le da interferire c on le leg ittime fruizioni deg li ambienti stessi. 9.2 La d isc ip lina delle trasformazioni urbanistic he ed ed ilizie nonc hé g li usi c onsentiti del patrimonio ed ilizio d i nuova c ostruzione o esistente, devono garantire il rispetto dei limiti massimi d i esposizione al rumore definiti con la zonizzazione acustica del territorio comunale. 9.3 Sono d i c ompetenza dell'Amministrazione Comuna le la c lassific azione ac ustic a del territorio, l'adozione d i p iani d i risanamento ed il c ontrollo del rispetto della normativa per la tutela da ll'inquinamento ac ustic o, sec ondo il d isposto della legge 26.10.1995, n. 447, della L.R. 13/ 2001, nonché dei decreti e normative applicative della normativa comunitaria, nazionale e regionale. 9.4 La zonizzazione ac ustic a rappresenta lo strumento utilizza to in sede d i p ianific azione delle trasformazioni territoria li per ga rantire il rispetto dei limiti massimi d i esposizione a l rumore nell'ambiente esterno e il miglioramento del clima acustico all'interno del territorio urbano. 9.5 La zonizzazione ac ustic a c ostituisc e elabora to a c orredo deg li strumenti urbanistic i d i c ui è dotato il Comune.

Art. 10 - Formazione dei piani urbanistici attuativi e progettazione delle infrastrutture di trasporto

10.1 I Piani Urbanistic i a ttua tivi sono interventi d i p ianific azione c he a ttuano le p revisioni genera li c ontenute nel PRGC a ttraverso le p roc edure p reviste da lle legg i sta ta li e reg iona li vigenti nonc hé dalle NTA del PRGC

10.2 In sede di formazione dei piani urbanistici attuativi dovrà essere garantito: 10.2.1 Il rispetto dei limiti p revisti della zonizzazione ac ustic a sulla base della destinazione d 'uso del territorio ("limite di zona" diurno e notturno) all'interno del perimetro dell'area. 10.2.2 Il rispetto dei limiti p revisti da lla zonizzazione ac ustic a nelle zone limitrofe influenzate da i rumori p rodotti a ll interno del perimetro dell'a rea d i intervento c osì c ome definiti da l DPCM 14/11/97 10.3 Qua lora le emissioni sonore p reviste a ll'interno dell'a rea d i intervento portassero a l superamento d i detti limiti p resso le a ree c irc ostanti, dovranno essere p rogetta ti ed a ttua ti interventi od opere in grado di garantire la conformità ai limiti di zona. 10.4 Qua lora invec e il limite d i zona entro l'a rea d i intervento risulti supera to a c ausa d i rumore p roveniente da sorgenti sonore esterne a ta le aerea e p reesistenti, l'intervento stesso dovrà p revedere le adeguate opere d i mitigazione ac ustic a , idonee a lla d ifesa antirumore dell'a rea d i intervento, e conseguentemente al rispetto del limite di zona entro tale area. 10.5 Nella formazione d i p iani urbanistic i a ttua tivi nonc hé nella p rogettazione delle infrastrutture di trasporto si dovrà tenere conto delle due seguenti fondamentali categorie: 10.5.1 Attività o destinazioni d 'uso c he rappresentano sorgenti sonore fisse o sorgenti sonore mobili, cosi come definite dai commi c) e d) dell'art. 2 della legge 26.10.1995 n. 447. 10.5.2 Attività o destinazioni d 'uso c he c ostituisc ono potenzia li ric ettori dell'inquinamento ac ustic o e c he nec essitano d i pa rtic ola ri misure d i tutela (ospeda li o assimilab ili, sc uole o assimilab ili, a ree d i svago, residenza, ecc.). 10.6 La rea lizzazione d i nuovi insed iamenti residenzia li, a lberghieri, sc olastic i, o c omunque sede d i a ttività umane dovrà rispetta re i limiti e le p resc rizioni p reviste da l p resente p iano d i zonizzazione acustica . 10.7 Al fine d i rientra re a ll interno dei suddetti limiti e p resc rizioni potranno essere p revisti da l p iano a ttua tivo e rea lizza te da l soggetto a ttua tore opere d i mitigazione o d i risanamento acustico. 10.8 In c aso d i nec essità oc c orrerà p revedere apposite opere d i p rotezione, oppure specifiche forme d i gestione c he rendano c ompatib ile la c ompresenza o la c ontiguità dei d iversi tip i d i funzioni, p revedendo, ad esemp io, una regolazione degli ora ri d i eserc izio delle a ttività o limiti prestazionali, costruttivi o di altro genere. 10.9 La rea lizzazione dei p rovved imenti, deg li interventi o delle opere fina lizza te a l rispetto dei limiti rela tivi a lla c lassific azione ac ustic a del territorio è a c a ric o dei soggetti p roponenti sa lvo diverse disposizioni di legge

Art 11 - Progettazione infrastrutture di trasporto 11.1 All'interno del territorio comunale qualsiasi sorgente sonora deve rispettare i limiti previsti dal DPCM del 14.11.1997 relativi alle classi di destinazione d'uso del territorio indicate dalla zonizzazione ac ustic a , ad ec c ezione delle fasc e d i pertinenza delle infrastrutture strada li, ferrovia rie ed aeroportuali, per le quali si applicano i rispettivi regolamenti d'esecuzione di cui all'art.11 ,comma 1 della legge 26.10.1995, n. 447 e successive modifiche ed integrazioni alle quali si rimanda.

PARTE 3 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI IMPATTO E CLIMA ACUSTICO

Art. 12 - Impatto acustico

12.1 A c orredo dei p iani urbanistic i a ttua tivi c he p revedano la rea lizzazione d i opere o l insed iamento d i funzioni c onfigurab ili c ome fonti d i rumore e dei p rogetti rela tivi a lle infrastrutture d i trasporto, andrà p red isposta la Doc umentazione d i p revisione d i impatto ac ustic o redatta a i sensi della Legge n° 447/95. 12.2 L impatto ac ustic o può essere definito c ome l effetto, da l punto d i vista ac ustic o, c ausato da ll introduzione in un determina to c ontesto amb ienta le d i una o p iù sorgenti d i rumore le qua li si riverberano su rec ettori c he ne sub isc ono passivamente l effetto. 12.3 La previsione di impatto acustico di una sorgente è quindi la stima del suo apporto al livello di rumore ambientale presso i recettori sensibili più vicini. I p rinc ipa li esemp i d i a ttività ed opere per le qua li è nec essaria la doc umentazione d i impatto acustico sono i seguenti: -opere soggette a V.I.A. -aeroporti, aviosuperfici, eliporti; -strade di tipo A (autostrade), B (strade extraurbane principali), C (strade extraurbane secondarie), secondo la classificazione di cui alla delibera di Giunta Comunale n° -discoteche; - pubblici esercizi ; -impianti sportivi e ricreativi di grandi dimensioni; -ferrovie ed altri sistemi di trasporto collettivo su rotaia; - nuovi imp ianti ed infrastrutture ad ib iti ad a ttività p roduttive d i beni e servizi, a ttività c ommerc ia li classificati come media o grande struttura di vendita

Art. 13 - Clima acustico

13.1 A c orredo dei p iani urbanistic i a ttua tivi c he prevedano l insed iamento d i sc uole ed asili nido, ospeda li, c ase d i riposo e d i c ura , pa rc hi pubb lic i e nuovi insed iamenti residenzia li, andrà p red isposta la doc umentazione d i Va lutazione p revisiona le o va lutazione d i c lima ac ustic o redatta ai sensi della Legge n° 447/95 13.2 Il c lima ac ustic o può essere definito c ome la c a ra tterizzazione qua lita tiva e quantita tiva dell inquinamento ac ustic o c ui devono sottosta re i rec ettori inseriti in un determina to c ontesto amb ienta le. Il c onc etto d i c lima ac ustic o è pertanto strettamente c onnesso a i rec ettori p resso i quali le sorgenti di inquinamento acustico riverberano i loro effetti.

Art. 14

Documentazione inerente la valutazione dell impatto e del clima acustico

14.1 La redazione della doc umentazione p revisiona le d i impatto e d i c lima ac ustic o dovrà contenere le seguenti informazioni:

- definizioni tecniche - normativa di riferimento - inquadramento urbanistico e planimetrie - inquadramento acustico ed individuazione dei valori limite - metodi di previsione o metodologie di valutazione - desc rizione dell opera e delle sorgenti d i rumore - misure fonometriche (eventuali in fase predittiva) - confronto fra i valori previsti o rilevati ed i limiti di riferimento - eventuali opere di bonifica

14.2 La doc umentazione d i impatto acustico dovrà c omunque c onsentire la va lutazione comparativa tra lo scenario con la presenza e quello in assenza delle opere ed attività. 14.3 La doc umentazione d i clima acustico dovrà c omunque c onsentire la va lutazione dell esposizione a l rumore dei rec ettori la c ui c olloc azione è p revista nelle a ree interessa te da ll intervento.

14.4 La doc umentazione d i c ui a i c ommi 1 e 2 del p resente a rt. dovrà essere p red isposta da Tecnico competente in acustica ambientale 14.5 Qua lora i livelli d i rumore p revisti superino i va lori limite d i immissione ed emissione sonora stab iliti da lla zonizzazione ac ustic a a i sensi dei limiti definiti da l DPCM 14/ 11/ 97, la doc umentazione d i c ui a i c ommi p rec edenti deve c ontenere l'ind ic azione delle misure p reviste per ridurre o eliminare le emissioni sonore causate dalle attività e/o dagli impianti.

Art. 15 - Realizzazione delle opere di protezione passiva

15.1 La rea lizzazione e la verific a dell'effic ac ia delle opere d i p rotezione passiva , ove p reviste a i sensi d i legge, è c ond izione nec essaria e vinc olante per l uso degli ed ific i a lla c ui p rotezione ac ustic a esse risultano destina te o per la messa in eserc izio della infrastruttura d i trasporto o della attività cui esse si riferiscono. 15.2 La verific a dell'effic ac ia delle opere d i p rotezione deve essere c ertific a ta da un Tec nic o competente in acustica ambientale 15.3 La rea lizzazione dei p rovved imenti, deg li interventi o delle opere fina lizza te a l rispetto dei limiti di rumorosità c onseguenti a lle d isposizioni d i legge vigenti ed a lla c lassific azione ac ustic a del territorio è a carico dei soggetti individuati dalla legge 15.4 La rea lizzazione d i dette opere, quando effic ac i a i fini dei p rinc ip i della tutela acustica

c ostituisc e a ltresì Piano d i Risanamento Ac ustic o a i sensi dell'a rt. 7 della L. 447 del 26.10.1995.

PARTE 4

DISCIPLINA DELLE ATTIVITA RUMOROSE

TITOLO 1 Attività rumorose a carattere temporaneo

Art. 16 Generalità delle attività temporanee

16.1 La p resente parte 4 delle NTA d isc ip lina lo svolg imento delle a ttività temporanee rumorose a i sensi dell a rt.6 della L. 447/ 95 e dell a rt 8 della L.R. 13/ 2001 in deroga a quanto d isposto nelle precedenti parti delle NTA. Le a ttività da c onsidera rsi a carattere temporaneo possono essere generic amente asc ritte a lle a ttività d i c antiere, a ttività agric ola , manifestazioni pubb lic he, manifestazioni popola ri, manifestazioni music a li e l eserc izio d i tutte quelle a ttività c he c omunque abb iano il c a ra ttere d i temporaneità dove per temporaneità si intende qua lsiasi a ttività c he si esaurisc a in un a rc o d i tempo limitato e/o avvenga in un dato luogo in modo occasionale. 16.2 La p resente parte 4 delle NTA d isciplina in pa rtic ola re le moda lità per il rilasc io delle autorizzazioni c omuna li in deroga a i limiti fissa ti da lla c lassific azione ac ustic a del territorio per lo svolg imento d i a ttività temporanee e d i manifestazioni in luogo pubb lic o o aperto a l pubb lic o e per spettac oli a c a ra ttere temporaneo ovvero mob ile qua lora c omportino l imp iego d i sorgenti sonore o effettuino attività rumorose. 16.3 Tutte le a ttività temporanee non devono p referib ilmente c omporta re il superamento dei limiti p revisti da lla Tabella 4; Se ta li a ttività dovessero c omporta re il superamento dei suddetti limiti, in conformità alle possibilità di deroga stabilite dalla Legge 447/95 e dalla L.R. 13/2001 e successive mod ific he ed integrazioni, esse sono sottoposte a spec ific a autorizzazione c onformemente a lle procedure di seguito specificate. 16.4. Le ric hieste d i autorizzazione e le c omunic azioni p reviste nella p resente parte 4 delle NTA devono contenere tutte le informazioni e la documentazione indicata nella modulistica comunale.

Art. 17 Manifestazioni a carattere temporaneo

17.1 Sono manifestazioni a c a ra ttere temporaneo soggette a lla p resente d isc ip lina , a titolo esemp lific a tivo e non esaustivo, i c onc erti, g li spettac oli, le feste popola ri, le sagre, le manifestazioni d i pa rtito, sindac a li, d i benefic enza , le c eleb razioni, i luna park, le manifestazioni sportive, e simila ri c on l imp iego d i sorgenti sonore, amplific a te e non, c he p roduc ono inquinamento ac ustic o, purc hè si esaurisc ano in un a rc o d i tempo limita to e/ o non si svolgano nel medesimo luogo in modo permanente o ripetitivo. Le manifestazioni di cui sopra possono tenersi esclusivamente in aree inserite in Zona III°, IV° o V° 17.2 Lo svolg imento d i queste manifestazioni deve avvenire nelle a ree ind ividuate da l Comune a llo sc opo e devono, d i norma , rispetta re i limiti ind ic a ti nella Tabella 4 a llega ta spec ific a ti in funzione del tipo di manifestazione. La tabella fornisc e, in base a l tipo d i evento, i g iorni p revisti per lo svolg imento, g li ora ri, la dura ta massima ed i limiti massimi previsti. 17.3 Alle a ttività e manifestazioni d i c a ra ttere temporaneo non si app lic a il limite d i immissione differenziale, né si applicano le penalizzazioni previste dalla normativa tecnica. Al d i fuori deg li ora ri ind ic a ti in Tabella 4, devono c omunque essere rispetta ti i limiti d i c ui a l DPCM 14/11/97. In ogni c aso, per qua lsiasi tipo d i manifestazione, a i fini della sa lute deg li utenti, dovrà essere rispettato il limite di 108 dB(A) Lasmax nella posizione più rumorosa occupabile dal pubblico.

Art. 18 - Procedure per l autorizzazione di manifestazioni a carattere temporaneo

18.1 Lo svolg imento delle manifestazioni a c a ra ttere temporaneo devono rispetta re i limiti previsti alla Tabella 4. Qua lora i livelli d i inquinamento ac ustic o determina to siano inferiori a i limiti definiti nella Tabella 4, la manifestazione potrà avvenire p revia p resentazione a llo Sportello Unic o d i c omunic azione sottosc ritta da Tec nic o c ompetente in ac ustic a amb ienta le e c ontenere l esp lic ito impegno a l rispetto dei suddetti limiti La comunicazione deve essere presenta ta a lmeno 5 g iorni p rima dell inizio della manifestazione 18.2 Questa p roc edura è possib ile nei c asi in c ui per la manifestazione siano rispetta te le condizioni di seguito elencate: 18.2.1 a valenza pubblica con cadenza annuale o periodica; 18.2.2 organizzata nelle aree concordate con il Comune 18.2.3 per c ui è p revista un a ffluenza d i pubb lic o inferiore a 1.000 persone e d i dura ta inferiore a cinque giorni; 18.2.4 organizza ta , in spazi a ll aperto o in strutture c hiuse ed amb ienti, anc he non destina ti in forma espressa agli spettac oli, purc hé dota ti d i spec ific o imp ianto d i amplific azione e venga utilizzato tale impianto per la sonorizzazione delle manifestazioni; 18.2.5 organizza ta in spazi a ll aperto in c ui vengano insta lla ti a ll oc c asione imp ianti d i potenza non superiore a 2.000 Watt. 18.2.6 organizza ta a ll interno d i strutture non destina te in forma espressa ag li spettac oli, in c ui vengano insta lla ti a ll oc c asione imp ianti d i potenza non superiore a 3.000 Watt. 18.3 Qua lora per i d iversi tip i d i manifestazioni non vengano rispetta te tutte le c ond izioni riporta te in tabella 4 o nel p rec edente c omma 2, la manifestazione può avvenire p revia p resentazione a llo sportello unic o d i spec ific a ric hiesta d i autorizzazione c orredata della documentazione tecnica redatta da un tecnico abilitato competente e si intenderà autorizzata se entro 15 giorni non venga esplicitamente comunicato al richiedente il diniego. 18.4 La deroga può fa re riferimento sia a i va lori limite c he a limitazioni o a llungamenti dei limiti ora ri, delle p resc rizioni per il c ontenimento delle emissioni o quant a ltro ritenuto nec essario 18.5 Le manifestazioni p reviste nelle a ree destina te ad a ttività sanita ria d i ric overo e c ura devono essere sempre autorizza te in maniera espressa anc he nel c aso in c ui vengano rispetta ti i limiti previsti in Tabella 4

Tabella 4

tipo di manifestazione

giorni Limite orario

Max

Giorni

Annui

limite assoluto di immissione

in facciata

Limite max pubblico

luna park - dalla domenica al giovedì - venerdì e sabato e

09 - 23:00 09 - 24:00 60 85 dB(A) 108 db(A)

fiere,celebrazioni, circhi equestri, ecc

- dalla domenica al giovedì - venerdì e sabato

09 - 23:00 09 - 24:00 15 85 db(A) 108 db (A)

manifestazioni musicali a ll aperto

-dalla domenica al giovedì - venerdì e il sabato

09 - 24:00 09 - 01:00 3 95 dB(A) 108 dB(A)

manifestazioni popolari a ll aperto

-dalla domenica al giovedì -venerdì e il sabato

09 - 23:30 09 - 24:30 30 95 dB(A) 108 db(A)

altre attività con caratteristiche temporanee

-giorni feriali (periodo estivo

da aprile a settembre)

-giorni feriali (periodo invernale da ottobre a marzo)

-giorni festivi (periodo estivo

da aprile a settembre) -giorni festivi (periodo invernale da ottobre a marzo)

08:30 - 13:00 16:30 - 21:00

08:30 - 13:00 15:30 - 20:00

10:00 -13:0 17:00 - 21:00

10:00 - 13:00 16:30 - 20:00

3 80 dB(A) 108 db(A)

Concerti e manifestazioni al chiuso di supporto ad altre attività

Max 3 giorni alla settimana

20:30 - 00:30

Durata 4 ore

70 dB(A) 108 db(A)

Concerti e manifestazioni a ll aperto di supporto ad altre attività

Max 3 giorni alla settimana

20:30 - 00:30

Durata 4 ore

75 dB(A) 108 db(A)

Art. 19 Attività cantieristiche

19.1 Per c antieri devono intendersi i c antieri ed ili, i c antieri strada li e tutti queg li interventi d i c ostruzione, manutenzione , demolizione ed assimilab ili eseguib ili sul pa trimonio immob ilia re e fondiario. All interno dei c antieri tutti i mac c hinari, mac c hine opera tric i, a ttrezza ture e simila ri utilizza te dovranno essere rispondenti a lle normative d i riferimento in materia d i emissione ac ustic a e dovranno essere utilizzate in modo proprio ed adeguato alla loro originale funzione Dovranno c omunque essere appronta ti ed messi in a tto tutti g li ac c org imenti tec nic i e gestiona li a tti a minimizzare l impatto ac ustic o verso l ambiente esterno 19.2 L a ttività dei c antieri ed ili, strada li ed assimilab ili d i c ui a l punto p rec edente è svolta d i norma tutti i g iorni feria li da lle ore 07:30 a lle ore 12:00 e da lle ore 13:30 a lle ore 19:30 per tutto il periodo dell anno c on limite assoluto d i immissione in fac c ia ta d i 85 db (A) Leq 19.3 Eventua li va riazioni d i ora rio dovranno essere motiva te da spec ific he nec essità e c omprovate nell amb ito p rogettua le. A ta li a ttività non si app lic a il limite d i immissione d ifferenzia le, né si app lic ano le pena lizzazioni p reviste da lla normativa tec nic a per le c omponenti impulsive, tonali e/o bassa frequenza. 19.4 L esec uzione d i lavorazioni maggiormente d isturbanti (ad es. esc avazioni, demolizioni, etc .) e l imp iego d i mac c hinari p iù rumorosi (ad es. martelli demolitori, flessib ili, betoniere, seghe c irc ola ri, etc .) devono essere svolti mettendo in a tto tutti g li ac c org imenti tec nic o/ p roc edura li possibili per ridurre al minimo i fenomeni di inquinamento acustico verso gli ambienti abitativi 19.5 Durante g li ora ri in c ui è c onsentito l utilizzo d i a ttrezza ture e mac c hinari rumorosi non dovrà ma i essere supera to il va lore limite Laeq 85 dB(A), c on tempo d i misura TM (tempo d i misura ) d i 10 minuti, rilevato in facciata ad edifici con ambienti abitativi o assimilabili alla residenza. 19.6 Per c ontempera re le esigenze c antieristic he c on il quotid iano uso deg li amb ienti c onfinanti a ll a rea d i c antiere oc c orre c he il c antiere si doti d i tutti g li ac c org imenti utili a l c ontenimento delle emissioni sonore sia c on l imp iego delle p iù idonee a ttrezza ture operanti in c onformità a lle d irettive c omunita rie in materia d i emissione ac ustic a amb ienta le c he tramite idonea organizzazione dell a ttività ; 19.7 Ai c antieri ed ili o strada li per il rip ristino urgente dell erogazione dei servizi d i pubb lic a utilità (linee telefonic he ed elettric he, c ondotte fognarie, ac qua , gas, lavori d i manutenzione e rip ristino infrastrutture, etc .) ovvero in situazioni d i peric olo per l inc olumità della popolazione, è c onc essa amp ia fac oltà d i deroga ag li ora ri ed ag li ademp imenti amministra tivi p revisti da l p resente regolamento I c antieri posti in a ree partic ola rmente p rotette d i c ui a l DPCM 14/ 11/ 1997 e spec ific amente nelle a ree destina te ad a ttività sanita ria , d i ric overo e c ura , o posti in a ree c onfinanti a lle a ree ed a ttività d i c ui sopra , devono osserva re il limite d i LAeq = 65 dB(A), c on TM (tempo d i misura ) d i 10 minuti, rilevato in facciata agli edifici destinati alle attività di cui sopra.

Art. 20 - Procedure per l autorizzazione di attività di cantiere

20.1 Lo svolgimento nel territorio comunale delle attività di cantiere nel rispetto dei limiti di orario e d i rumore d i c ui a ll a rt. 19 delle p resenti NTA è oggetto d i p reventiva c omunic azione da p resenta rsi a llo sportello unic o unitamente a l resto della doc umentazione nec essaria a ll ottenimento del permesso d i c ostruire, a lla eventua le D.I.A. o ad a ltro p rovved imento c he autorizzi le opere da eseguire. 20.2 Se le a ttività genereranno livelli d i inquinamento ac ustic o inferiori o ugua li a i limiti d i rumorosità p revisti da lle p resenti norme, la c omunic azione dovrà essere sottosc ritta da Tec nic o c ompetente in ac ustic a amb ienta le e c ontenere l esp lic ito impegno al rispetto dei suddetti limiti. 20.4 Nel c aso in c ui le a ttività genereranno livelli d i inquinamento superiori a l 10 % dei limiti d i rumorosità p revisti da lle p resenti norme, la c omunic azione oltre a lla sottosc rizione da parte d i Tec nic o c ompetente in ac ustic a amb ienta le d i c ui a l c omma p rec edente, dovrà p revedere esp lic ita ric hiesta d i deroga c he si intenderà tac itamente rilasc ia ta se entro 30 g iorni non venga esplicitamente comunicato al richiedente il diniego.

Art. 21 Metodi di misurazione del rumore per le attività di cantiere

21.1 Le metodolog ie d i misurazione e d i indag ine devono essere eseguite c onformemente a i criteri stabiliti alla vigente normativa 21.2 Alle a ttività rumorose d i c ui a l p resente regolamento non si app lic a il limite d i immissione d ifferenzia le né a ltre pena lizzazioni definite da lla vigente normativa limita tamente a ll amb ito p revisto da lle spec ific he p resc rizioni p reviste per singola tipolog ia d i sorgente o a quanto definito nelle specifiche autorizzazioni in deroga 21.3 Le a ttività d i c ontrollo sono demandate a ll ARPA ed a l Corpo d i Polizia Loc a le nell amb ito delle rispettive competenze.

Titolo 2 - PARTICOLARI ATTIVITA RUMOROSE

Art. 22 - Attività agricole

22.1 Le a ttività agric ole a c a ra ttere temporaneo e/ o stag iona le svolte c on mac c hinari mob ili non nec essitano d i un p rovved imento espresso d i autorizzazione e non sono pertanto tenute a p resenta re c omunic azione delle da te d i svolg imento d i pa rtic ola ri a ttività purc hé le a ttrezza ture utilizzate rispettino le norme tecniche di omologazione. 22.2 Per rientrare nella fattispecie di cui al presente articolo occorre che siano compresenti tutti i requisiti della temporaneità , della stag iona lità e dell imp iego d i mac c hinari mob ili. 22.3 E vieta to su tutto il territorio c omuna le l utilizzo d i imp ianti per la d ispersione dei vola tili del tipo a cannoncino

Art. 23 - Allarmi antifurto 23.1 I sistemi d i a lla rme devono essere dota ti d i temporizza tore c he ne limiti la emissione sonora a massimo 5 minuti e le a ttrezza ture dovranno c omunque rispondere rispondere a i requisiti p revisti dalle specifiche normative di riferimento.

Art. 24 - Macchine da giardino 24.1 L utilizzo d i ta li a ttrezza ture (tosaerba dec espuglia tori, motoseghe, ec c ) è c onsentito su tutto il territorio purc hè rispettino le norme d i legge in materia d i potenza ac ustic a e quind i rispondano ai requisiti previsti dalle specifiche normative di riferimento. 24.2 L uso d i mac c hine e imp ianti rumorosi per l esec uzione d i lavori d i g ia rd inaggio è c onsentito nei g iorni feria li, esc luso il sabato, da lle ore 8.00 a lle ore 12.00 e da lle ore 15.00 a lle ore 20.00 e nei giorni festivi e al sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00. 24.3 L imp iego d i mac c hine ed a ttrezza ture per lavori d i g ia rd inaggio deve avvenire in modo ta le da limita re per quanto possib ile l inquinamento ac ustic o. 24.4 Rimane esc luso da lle p resenti d isposizioni l esec uzione d i servizi e lavori effettua ti dag li addetti alle manutenzioni del verde in aree ad uso pubblico

Art. 25 - Impianti di condizionamento 25.1 L insta llazione d i apparec c hia ture d i c ond izionamento è c onsentita esc lusivamente per impianti che rispettino i valori prescritti dalla vigente normativa. 25.2 Gli imp ianti devono essere insta lla ti adottando opportuni ac c org iamenti tec nic i nec essari a l rispetto delle norme qua li silenzia tori, isola tori mec c anic i, antivib ranti neg li appoggi e neg li anc oragg i e le a ttrezza ture devono rispondere a i requisiti p revisti da lle spec ific he normative d i riferimento

Art 26 Sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo

26.1 Tutte le sorgenti sonore d i pertinenza dei loc a li d i intra ttenimento danzante e d i pubb lic o spettac olo devono ademp iere a quanto stab ilito da l DPCM 16/ 04/ 1999 n° 215 Regolamento rec ante norme per la determinazione dei requisiti ac ustic i delle sorgenti sonore nei luoghi d i intra ttenimento danzante e d i pubb lic o spettac olo e nei pubb lic i eserc izi p resentando a l Comune regolare documentazione a firma di Tecnico abilitato.

PARTE 5 - REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI

Art. 27 Definizione dei requisiti acustici passivi degli edifici

27.1 I requisiti acustici passivi deg li ed ific i possono essere definiti c ome g li standard qua lita tivi minimi c he un amb iente ab ita tivo deve garantire a l fine d i sodd isfa re il benessere ac ustic o dei fruitori, isolando l amb iente da i rumori trasmessi per via solida e per via aerea da lle sorgenti interne ed esterne agli edifici. 27.3 In ogni caso dovrà essere certificato il rispetto dei requisiti acustici passivi così come stabilito da l DPCM 05/ 12/ 1997 Determinazione dei requisiti ac ustic i passivi deg li ed ific i verific a ti sec ondo le metodologie previste dalla vigente normativa. 27.4 Il Comune, d irettamente o avva lendosi dell ARPA, potrà procedere a verifiche a campione tese a sagg ia re l effettivo c onseguimento delle p restazioni d i p rotezione ac ustic a dell ed ific io. 27.5 In fase d i p resentazione d i ric hiesta d i permesso d i c ostruire o equiva lente DIA per opere classificate di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizia in relazione a quanto previsto dalle NTA del PRG e da l Regolamento ed ilizio vigente è nec essario a ttesta re il rispetto dei requisiti ac ustic i passivi degli edifici da parte di Tecnico competente in acustica ambientale 27.6 In sede d i domanda d i rilasc io del permesso d i c ostruire o DIA Ed ilizia il p rogettista dovrà c orredare la ric hiesta c on la doc umentazione inerente la p rogettazione ed il c ollaudo dei requisiti acustici passivi degli edifici attraverso le seguenti informazioni specifiche:

definizioni tecniche;

normativa di riferimento e criteri considerati;

inquadramento acustico ed individuazione dei valori limite;

metodologia di progettazione o valutazione;

calcoli o misure con determinazione degli indici di valutazione;

confronto tra i valori rilevati ed i limiti di riferimento;

eventuali opere di bonifica per rientrare nei limiti di legge;

informazioni tecniche relative alle prestazioni acustiche dei componenti edilizi impiegati (ad es. serramenti, muri d ivisori, sola i) o delle tec nic he c ostruttive p reviste (pavimenti ga llegg ianti, isolamento delle tubazioni, etc.). A tal fine, il progettista potrà alternativamente:

27.6.1 Adotta re soluzioni ana loghe g ià c ollaudate e c ertific a te a seguito della d isponib ilità d i un c ertific a to d i p rova d i labora torio, c he d imostri una p restazione acustica idonea ai sensi di legge 27.6.2 Adotta re soluzioni tec nic he ind ividuate anc he med iante p rogrammi d i simulazione c he garantiscano il raggiungimento della prestazione acustica richiesta 27.7 In tutti i casi sarà possibile fare riferimento a raccolte di dati e schede tecniche già esistenti, e rese d isponib ili da lle assoc iazioni d i c a tegoria dei p roduttori, da enti pubb lic i e d i ric erc a , e da i singoli p roduttori dei c omponenti ed ilizi (purc hé fornisc ano c ertific a ti uffic ia li d i p rova effettua ti in ac c ordo a lle norme tec nic he UNI o EN da parte d i labora tori uffic ia li d i p rova , pubb lic i o p riva ti, accreditati secondo le vigenti disposizioni di legge). Qua lora il p rogetto fac c ia imp iego d i soluzioni tec nic he innovative, per le qua li non esistono c ertific a ti d i p rova in labora torio o in opera , e non sono app lic ab ili le metod ic he d i c a lc olo semplific a to d i seguito riporta te, il p rogettista può p resenta re una relazione d i va lutazione preliminare delle p restazioni ac ustic he dell ed ific io, redatta da un tec nic o c ompetente. Contestua lmente a lla c omunic azione d i fine lavori dovrà essere p rodotto c ollaudo, sottosc ritto da tecnico abilitato, che attesti la rispondenza di quanto preventivamente dichiarato.

PARTE 6 PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI E SANZIONI

Art. 28 Provvedimenti e sanzioni

28.1 Chiunque superi i va lori limite stab iliti da lle p resenti norme è punito c on sanzione amministra tiva da 516,46 a 5.164,60 in ottemperanza a quanto stab ilito a l c omma 2 dell a rt.10 della Legge n.447/1995. 28.2 Le violazioni a lle d isposizioni stab ilite da lle p resenti norme e/ o a lle p resc rizioni impartite da l Comune in app lic azione delle stesse sono punite c on la sanzione amministra tiva da 285,23 a 10.329,14 EURO a i sensi del c omma 3 dell a rt.10 della Legge n.447/ 1995. 28.3 Quando le emissioni e/ o immissioni del rumore superano i va lori limite p revisti da lla leg islazione e normativa vigente o da lla c lassific azione ac ustic a del territorio c omuna le, il c ompetente Dirigente può ord ina re l adozione d i tutti g li ac c org imenti nec essari a riporta re i va lori delle emissioni e/ o immissioni sonore a norma, c ompresa la d isa ttivazione d i imp ianti o la sospensione d i attività. 28.4 Le a ttività d i c ontrollo sono demandate a l Comune anc he a ttraverso l ausilio tec nic o dell ARPA