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Perché abbiamo sostenuto l’approvazione del Piano Cave Il 16 marzo la Provincia di Modena ha approvato il Piano Infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE). Il Comune di Castelfranco Emilia, e con lui altri comuni modenesi, ha scelto di pianificare insieme alla Provincia il proprio Piano delle Attività Estrattive (PAE). Il Piano approvato risulta significativamente diverso da quello ipotizzato nel giugno 2008. Il percorso di confronto, anche aspro, all’interno del PD, unito ad un’ampia fase di ascolto della cittadinanza da parte dell’Amministrazione Comunale, ha contribuito in maniera determinante alla formulazione delle modifiche al Piano. Il PD ha deciso di programmare un argomento, quello delle escavazioni, che in molte parti di Italia, è lasciato al “non governo” con evidenti difficoltà nella gestione e nella tutela del territorio. Il PD è per non lasciare le cose al caso ma per costruire e verificare con i cittadini percorsi che possano tenere insieme le diverse istanze, anche nel duro confronto Il risultato di tale percorso è un PAE impostato sul fondamentale equilibrio tra necessità di reperimento dei materiali e tutela del territorio, nel quale la potenzialità di ghiaia scavabile è stata ridotta, rispetto al Piano iniziale (che era quantificato in 5,5 mln di metri cubi), di 2 mln di metri cubi. Tale equilibrio è ottenibile tramite una fase attuativa che trova i suoi punti di forza in un percorso formato da: - una filiera di PIANI DI ESCAVAZIONE DI PICCOLE DIMENSIONI - un sistema dei controlli da attuare direttamente in cava, - forti vincoli sulle profondità di scavo per la tutela delle falde, - certezza dei ripristini e della consegna delle zone recuperate alla collettività, in un meccanismo fidejussorio e sanzionatorio efficace (prima di scavare il cavatore deve dare il 100% dei soldi che corrispondono all’opera che deve fare nel ripristino) Solo le imprese che rispettano le regole imposte dal consiglio comunale potranno cavare ghiaia, altrimenti non viene data la concessione allo scavo. Abbiamo scritto per la prima volta nero su bianco le REGOLE dei futuri piani coltivazione delle cave. Il Comune di Castelfranco E. è stato l’unico, già nella fase di pianificazione, a individuare tali concetti come elementi irrinunciabili per la concessione delle autorizzazioni allo scavo, così come è stato sancito che PRIMA DI AUTORIZZARE QUALUNQUE NUOVA ATTIVITÀ ESTRATTIVA È NECESSARIO IL RECUPERO DELLE CAVA STORICA E LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE INFRASTRUTTURALI PUBBLICHE NON FATTE IN PASSATO. Committente Responsabile Luca Sabattini Tali elementi si integrano con i lavori in corso finalizzati alla pianificazione e alla realizzazione di un sistema di mobilità a livello comunale e sovracomunale (provinciale e con i comuni territorialmente contermini) per ridurre gli impatti sulla collettività generati dagli spostamenti dei mezzi pesanti connessi all’attività estrattiva.

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Piano delle attività estrattive

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Page 1: PIAE

Perché abbiamo sostenuto l’approvazione del Piano Cave

Il 16 marzo la Provincia di

Modena ha approvato il Piano

Infraregionale delle Attività

Estrattive (PIAE). Il Comune di

Castelfranco Emilia, e con lui

altri comuni modenesi, ha

scelto di pianificare insieme alla

Provincia il proprio Piano delle

Attività Estrattive (PAE).

Il Piano approvato risulta

significativamente diverso da

quello ipotizzato nel giugno

2008. Il percorso di confronto,

anche aspro, all’interno del PD,

unito ad un’ampia fase di

ascolto della cittadinanza da

parte dell’Amministrazione

Comunale, ha contribuito in

maniera determinante alla

formulazione delle modifiche al

Piano.

Il PD ha deciso di

programmare un argomento,

quello delle escavazioni, che in

molte parti di Italia, è lasciato al

“non governo” con evidenti

difficoltà nella gestione e nella

tutela del territorio. Il PD è per

non lasciare le cose al caso ma

per costruire e verificare con i

cittadini percorsi che possano

tenere insieme le diverse

istanze, anche nel duro

confronto

Il risultato di tale percorso è un

PAE impostato sul fondamentale

equilibrio tra necessità di

reperimento dei materiali e

tutela del territorio, nel quale la

potenzialità di ghiaia scavabile è

stata ridotta, rispetto al Piano

iniziale (che era quantificato in 5,5

mln di metri cubi), di 2 mln di

metri cubi.

Tale equilibrio è ottenibile

tramite una fase attuativa che

trova i suoi punti di forza in un

percorso formato da:

- una filiera di PIANI DI

ESCAVAZIONE DI PICCOLE

DIMENSIONI

- un sistema dei controlli da

attuare direttamente in cava,

- forti vincoli sulle profondità di

scavo per la tutela delle falde ,

- certezza dei ripristini e della

consegna delle zone

recuperate alla collettività, in

un meccanismo fidejussorio e

sanzionatorio efficace (prima

di scavare il cavatore deve dare

il 100% dei soldi che

corrispondono all’opera che

deve fare nel ripristino)

Solo le imprese che rispettano le regole imposte dal consiglio comunale potranno cavare ghiaia , altrimenti non viene data la concessione allo scavo.

Abbiamo scritto per la prima volta nero su bianco le REGOLE dei futuri piani coltivazione delle cave. Il Comune di Castelfranco E. è stato l’unico, già nella fase di pianificazione, a individuare tali concetti come elementi irrinunciabili per la concessione delle au torizzazioni allo scavo , così come è stato sancito che PRIMA DI AUTORIZZARE QUALUNQUE NUOVA ATTIVITÀ ESTRA TTIVA È NECESSARIO IL RECUPERO DELLE CAVA STORICA E LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE I NFRASTRUTTURALI PUBBLICHE NON FATTE IN PASSATO.

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Tali elementi si integrano con i lavori in corso finalizzati alla pianificazione e alla realizzazione di un sistema di mobilità a livello comunale e sovracomunale (provinciale e con i comuni territorialmente contermini) per ridurre gli impatti sulla collettività generati dagli spostamenti dei mezzi pesanti connessi all’attività estrattiva.

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