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Percorso di formazione di supporto alla definizione del Piano di Zona ULSS 2 – MARCA TREVIGIANA Ditretti socio-sanitari di Treviso, Asolo, Pieve di Soligo Conegliano 30 gennaio - TERZO INCONTRO - [email protected]

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Page 1: Percorso di formazione di supporto alla definizione …...La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

Percorso di formazione di supporto alla definizione del Piano di Zona

ULSS 2 – MARCA TREVIGIANADitretti socio-sanitari di Treviso, Asolo, Pieve di Soligo

Conegliano 30 gennaio- TERZO INCONTRO -

[email protected]

Page 2: Percorso di formazione di supporto alla definizione …...La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

Primo Incontro

- Cenni sull’evoluzione dei sistemi di welfare e sulle linee guida regionali.- Dall’analisi dei bisogni, all’analisi dei rischi e delle vulnerabilità del territorio- Informazioni necessarie per conoscere il territorio e avviare il percorso di

programmazione:- Esaustività delle informazioni disponibili- Aree scoperte- Informazioni qualitative

5 dicembre

Secondo Incontro - Condividere una visione del territorio, le priorità legate a obiettivi di esito e di impatto delle politiche

- Quale modalità di partecipazione dalla consultazione alle co-progettazione 16 gennaio

Terzo Incontro

- Lavorare in maniera integrata: • Pubblico/privato• Delle politiche• Delle risorse

- Le azioni innovative- Valutare i Piani di zona- Il percorso di lavoro

30 gennaio

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Terzo Incontro:

La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

Conegliano, 30 gennaio 2020

[email protected]

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Analisi del contesto

Individua-zione delle

priorità

Obiettivi di esito e di impatto

Individua-zione delle

azioni

Monitoraggio e valutazione

La logica della programmazione

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Azioni strategiche – conferma di servizi / attivitàINNOVAZIONI

INTEGRAREpolitiche del

lavoro, istruzione, sociale, sanitarie,

urbanistiche, economiche

INNOVAREsperimentare, co-

progettare, responsabilizzazione

dei diversi stakeholders

CONSOLIDARE / riorientare il

sistema dei servizi ed interventi

esistenti

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Es.: Misure di contrasto alla poverta’

RDC

PON

Sia - REI

Misure comunali

Povertàeducativa RIA

SOAN.A.Ve.

Quanto stiamo incidendo?

OBIETTIVO: RIDUZIONE DELLA

POVERTA’

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Integrazione delle politiche

PON

Pove

rtà

educ

ativ

a

SOA

Interventi comunali

RIA

N.A.Ve.

Eccedenze alimentari

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PrioritàObiettivi

(di esito/impatto sociale)

Servizi/ attivitàCOMPLESSIVI (NON SOLO DELL’AREA DI

RIFERIMENTO)

Consolidati

Innovativi (totalmente o

in parte)

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Struttura PdZ• Obiettivo 1• Obiettivo 2• Obiettivo n.

• Servizio/ attività 1• Servizio/ attività 2• Servizio/ attività 3• Servizio/ attività n

OBIETTIVO 1 Servizio/attività 1Servizio/attività 2Servizio/attività 3

OBIETTIVO 2 Servizio/attività 4Servizio/attività 5Servizio/attività 6

OBIETTIVO N Servizio/attività 2Servizio/attività 4Servizio/attività 7Servizio/attività 8

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Percorso ipotizzabile

• Analisi contesto: rischi, vulnerabilità, bisogni, evoluzione dei fenomeni• Individuazione delle priorità di intervento (su quali rischi, vulnerabilità,

bisogni intendo intervenire)• Per ogni priorità, individuazione obiettivi di esito / impatto sociale• Definizione del sistema di offerta attuale• Per ogni obiettivo:

– incrocio con il sistema di offerta, – individuazione del grado di copertura, – collegamento ad eventuali altre politiche / interventi, – individuazione delle aree scoperte o poco coperte

Page 11: Percorso di formazione di supporto alla definizione …...La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio,

donne e giovani

Persone anziane

Persone con disabilità

Dipendenze

Salute Mentale

Povertà e inclusione

sociale

OUTPUT 2: Innovazionea) Processi / attività nei servizi consolidati che necessitano di essere innovati

b) Bisogni / rischi e vulnerabilità scoperti della popolazione nelle aree definitec) Individuazione di nuove aree trasversali di innovazione sociale

OUTPUT 1: analisi e conferma

- Ricostruzione domanda/ offerta, analisi bisogni, rischi, vulnerabilità dei territori

- Verifica e conferma dei servizi consolidati coerenti con l’analisi

Analisi quali-quantitativa del territorio in una prospettiva allargata, includendo anche

informazioni su politiche e aree diverse da quelle previste nei tavoli

e sui rischi

Page 12: Percorso di formazione di supporto alla definizione …...La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

Innovazione sociale:un mezzo non un fine

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It is about tapping into the ingenuity of charities, associations and socialentrepreneurs to find new ways of meeting social needs which are notadequately met by the market or the public sector. It can also be abouttapping into this same ingenuity to bring about the behavioural changes whichare needed to tackle the major societal challenges […] social innovationsempower people and create new social relationships and models ofcollaboration. They are thus innovative in themselves and good for society'scapacity to innovate” (European Commission, 2010).

• Risposta alternativa alle logiche del mercato e del settore pubblico

• Conduce a cambiamenti nel comportamento

• Produce empowerment

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I principali approcci

L’approccio pragmatico

bisogno sociale: Azioni dirette per specifici bisogni

sociali

resilienza: adattamento di

sistemi esistenti a nuovi paradigmi

L’approccio sistemico

sostenibilità: produrre valore in modo sostenibile

L’approccio manageriale

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responsabilità: Promuovere processi di redistribuzione e trasformazione dal

basso

L’approccio critico

relazioni: Nuove forme cooperative e collaborative

L’approccio comparativo

integrazione: nuovi e vecchi bisogni

nuovi servizi e capacitazione nuove relazioni e resilienza sostenibilità e cambiamenti

durevoli

L’approccio universale

I principali approcci

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«aperto»

«catalizzatore»

«multiforme»

«L'innovazione sociale non haconfini fissi: essa agisce in ognisettore, il pubblico, il non-profite il privato. Inoltre molte azionicreative si svolgono al confinetra un settore e un altro, e insettori completamente diversitra loro, come il commercioequo, l'apprendimento adistanza, gli ospizi, l'agricolturaurbana, lo smaltimento deirifiuti e la giustizia retributiva.»

[Murray et al. (2010) THE OPEN BOOK OF SOCIAL INNOVATION]

Concetto:

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In sintesi: elementi distintivi

Produzione need-driven

outcome-oriented

Processo aperto di co-creazione

reti di innovazione collaborativa

Cambio fondamentale nelle

relazioni tra gli stakeholders

Allocazione e/o riallocazione di valore pubblico

Misuraca et al., 2015; Bekkers et al., 2013

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A collaborative process where organisations (from different sectors) and individuals (including service users and providers), come together to address newsocial issues or improve the way of addressing old ones, thereby creating public value. If innovations are successful, these can scale - either by beingmainstreamed within the public sector, by being replicated, or by being rolled out in the market. In time, the adoption of these innovations brings aboutsystemic change.

Commissione Europea (2017), Vision and Trends of Social Innovation for Europe

Mettendo insieme i diversi elementi, possiamo definire l’innovazione sociale come:

Un processo collaborativo nel quale organizzazioni (di diversi settori) e individui (inclusi ifruitori dei servizi e gli erogatori), operano assieme per rispondere a nuovi problemisociali o migliorare il modo di rispondere ai vecchi, attraverso la creazione di valorecondiviso. Se l’innovazione ha successo, può essere replicata sia attraverso l’integrazionenel settore pubblico, sia nel mercato. Col tempo, l’adozione di tali innovazioni porta acambiamenti sistemici.

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Praticare l’innovazione sociale

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I macro trend dell’innovazione sociale (1)

1. Capacità istituzionale e benessere: nuovi strumenti, metodi e intermediari per aiutare a co-crearesoluzioni per il benessere; società che invecchia e cambiamenti nelle strutture familiari; work-life balance;autonomia e empowerment; combattere la solitudine e l’isolamento, promuovendo l’inclusione sociale.

2. Democrazia e fiducia: nuovi contratti sociali tra istituzioni pubbliche e cittadini; nuove partnership eforme di governance per la creazione di beni pubblici; nuovi strumenti per stimolare il coinvolgimento deicittadini e il dibattito democratico; crowdsourcing e processi decisionali partecipativi; evidenced-basedpolicy making.

3. Skills e il futuro del lavoro: gestire le conseguenze sul mercato del lavoro causate dalla rivoluzionetecnologica e dalle mutevoli condizioni socio-demografiche, e consentire alle persone di cogliere le nuoveopportunità lavorative invece di rimanere intrappolati in lavori precari, insoddisfacenti e di sfruttamento.

Commissione Europea (2017), Vision and Trends of Social Innovation for Europe

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I macro trend dell’innovazione sociale (2)

4. Internet technologies e interazioni online-offline: adattare i sistemi di protezione sociale alla rivoluzionetecnologica in corso; digital engagement, inclusione e literacy; valori, fiducia e governance nel mondoonline.

5. Nuovi strumenti finanziari: il ruolo della tecnologia (blockchain, big data, IoT) nel fornire una nuovachiave di lettura dei concetti di fiducia, rischio e prezzo.

6. Rinnovamento urbano: città più smart e sostenibili.

7. Interdipendenze globali: nuove relazioni tra pubblico e privato per aumentare la competitività el’inclusione; consumo responsabile; responsabilità collettiva; economia circolare.

Commissione Europea (2017), Vision and Trends of Social Innovation for Europe

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L’innovazione sociale nel PdZ

Azioni consolidate

Innovazione sociale

BILANCIAMENTO

INTENZIONALITA’

SOSTENIBILITA’

CONDIVISIONE

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L’INTEGRAZIONE DELLE RISORSE PER LA SOSTENIBILITA’ DEL PDZ

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Risorse (estratto da Linee Guida PdZ –DGR 426/2019)

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Fonti di finanziamento (estratto da Linee Guida PdZ – DGR 426/2019)

• Livello europeo– Fondo Sociale Europeo (FSE)– Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)– Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)– Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI)– Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD)

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Risorse (FSE+ & FESR 2021-2027)

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Risorse (FSE+ & FESR 2021-2027)

Page 28: Percorso di formazione di supporto alla definizione …...La condivisione delle attività e delle risorse, l’innovazione sociale, il monitoraggio e la valutazione del Piano di Zona

Risorse (FSE+ & FESR 2021-2027)

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Fonti di finanziamento (estratto da Linee Guida PdZ – DGR 426/2019)

• Livello nazionale– Fondo Nazionale per le Politiche Sociali– Fondo Nazionale per la non autosufficienza– Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare

(Dopo di Noi)– Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale– Fondo Politiche della famiglia– Fondo per le politiche giovanili– Fondo per le politiche relative ai Diritti e alle pari opportunità– Fondo per le misure anti-tratta

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Fonti di finanziamento (estratto da Linee Guida PdZ – DGR 426/2019)

• Livello regionale– Fondo Regionale per la non autosufficienza– Fondo Regionale per l’occupazione dei disabili– Fondo Regionale per le politiche sociali

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Fonti di finanziamento (estratto da Linee Guida PdZ – DGR 426/2019)

• Livello comunale– Secondo programmazione locale, anche in relazione alle

funzioni sociali delegate obbligatorie e facoltative

• Contribuzione dell’utenza

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Risorse

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• … …

• Collegarsi alle altre politiche sulle persone: lavoro, casa, educazione, prevenzione

• Includere nel Pdz anche le risorse territoriali che sostengono le azioni previste

• Adottare un approccio di welfare di comunità

• … …

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Altre opportunità di contributo/finanziamento

– Natura: pubblica/privata

– Ambito: internazionale/nazionale/regionale/locale

– Tipologia: Cash/In kind (servizi e/o attrezzature)\

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Altre opportunità di contributo/finanziamento

– Alcune opportunità di contributo private• Fondazioni (di origine bancaria, assicurativa, aziendale, di comunità o

di altra natura)• Chiese (es. 8 per mille Chiesa Valdese)• Aziende

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Altri strumenti

– Crowdfunding

– Co-progettazione

– Finanza sociale

– Social Impact Investing

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IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE DEL PDZ

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Alcuni significati della parola valutazione

Giudicare Valutare significa esprimere un giudizio su di un servizio, un evento, sugli effetti attesi o prodotti da una azione, una politica

Dare valoreAttribuire importanza, valorizzare gli aspetti positivi di una organizzazione, i risultati migliori di un servizio ma anche far emergere i limiti ed i problemi da risolvere.

Raccogliere informazioni con metodoAssumere un metodo per valutare significa arricchire la percezione individuale in modo da sostituire il pregiudizio degli operatori con la raccolta sistematica di informazioni relative agli oggetti di valutazione

Misurare Raccogliere informazioni tramite l’uso di indicatori consente di misurare i fenomeni sociali

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Valutazione: un termine polisemico

- EVALUATION: è l’attività di ricerca valutativa con finalità digiudizio o controllo applicata ad interventi/programmi/politichesociali;

- ASSESSMENT: è la valutazione, spesso applicata a singoli casi,come controllo o verifica, con standard

- MONITORING, audit, è la verifica riferita alla corrispondenza astandard/test ben precisi (audit)

- ACCOUNTING, è un resoconto

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Ex-anteProcessoMonitoraggioSoddisfazioneOutcome/ esitoImpatto SocialeQualità

QUALI SIGNIFICATI?

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La valutazione di processo (monitoraggio)

La valutazione di processo (monitoraggio) vuol dire: raccogliere le informazioni che consentano di gestire un servizio, un progetto, un piano, per orientarne lo sviluppo

Problemi metodologici• la valutazione di processo accompagna parallelamente tutto il processo di erogazione del

servizio• la raccolta di informazioni deve essere continua e parallela alla erogazione del servizio• gli strumenti di rilevazione devono essere poco sofisticati

• bisogna raccogliere informazioni sulle attività realizzate, sulle risorse utilizzate, sulla partecipazione, sulle reazioni al programma dei partecipanti

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La valutazione l’outcome / l’esito

La valutazione di outcome o di esito vuol dire:

giudicare gli effetti provocati da un programma, un intervento, un servizio sui beneficiari

degli interventi.

Per valutare l’outcome / l’esito bisogna:• fare dei confronti sui cambiamenti ottenuti misurando la situazione del/i beneficiario/i nel tempo• individuare indicatori validi, attendibili e sensibili

Problemi metodologici• Individuare chiari obiettivi di esito sul singolo o sul gruppo• riuscire a stabilire se l’eventuale cambiamento rilevato nel/i beneficiario/i possa essere dovuto a

fattori diversi rispetto al programma/intervento/servizio valutato

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La valutazione dell’impatto sociale

Valutare l’impatto vuol dire:

giudicare gli effetti duraturi provocati da una politica, un piano, un programma, sui diversi

stakeholders (diretti e indiretti) degli interventi

Per valutare l’impatto bisogna:• fare dei confronti sui cambiamenti ottenuti misurando gli elementi individuati nel tempo• individuare indicatori validi, attendibili e sensibili

Problemi metodologici• progettare un disegno di valutazione sostenibile • Includere i punti di vista dei diversi stakeholders• riuscire a stabilire se l’eventuale cambiamento rilevato possa essere dovuto a fattori diversi rispetto

alla politica/ valutata

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ValutazioneNon è un’operazione neutrale,… e il risultato di

Misurazione Giudizio

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Valutazione come con-fronto

Confronto longitudinale (i cambiamenti nel tempo)

Confronto trasversale(il confronto con le altre realtà)

Confronto partecipativo(il confronto con gli attori sociali)

Confronto con la teoria(il confronto con il dibattito scientifico, standard e norme)

Confronto con progettualità(obiettivi)

Necessità di Indicatori valutativi

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La valutazione

• Sempre più evocata• Presente ma non sempre usata• Talvolta solo ruolo formale• In alcuni casi attiva riflessività

Quale ruolo?SIMBOLICO o di supporto al processo azione/decisione

Come superare il ruolo simbolico?Quali elementi di complessità?

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Valutazione di sistema

• Valutare non è un atto esterno neutrale oggettivo.

• Valutare è un’azione che chiede coinvolgimento partecipazione inclusione.

• Una valutazione efficace genera apprendimento e produce empowerment.

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Come rompere il circolo vizioso

• Porre al centro il fabbisogno informativo (le decisioni) degli attori che raccolgono le informazioni

• Passare dalla cultura della proprietà a quella dello scambio del dato

• Sviluppare il sistema e la capacità di autovalutazione

Evidenze

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Il processo di raccolta delle informazioni: prerequisito all’avvio di processi di valutazione

• Sviluppare condivisione linguaggi e concetti• Ricomporre la frammentazione e sovrapposizione dei sistemi informativi

• Considerare le informazioni coerenti con le esigenze valutative degli attori

• Controllare la bontà statistica delle informazioni (validità, attendibilità, sensibilità)

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La Valutazione: alcune considerazioni generali

• Poniti il problema della valutazione nel momento stesso che cominci a pensare al piano/ progetto/ programma

• Non è possibile gestire un progetto/ un piano / un servizio senza verificare come viene realizzato

• Ognuno di noi giudica sempre ciò che fa, ma non sempre esprime un giudizio basato sulle informazioni giuste

– l’intuizione da sola non è sufficiente per esprimere un giudizio sulla realizzazione di un progetto/ piano

– non basta essere convinti che un progetto ha avuto successo; bisogna essere in grado di dimostrarlo agli altri

• Nessuna informazione ti consente di fare una valutazione se non è chiaro il suo legame con gli obiettivi che si vogliono realizzare

• Fare valutazione costa tempo e fatica, vale la pena solo se produce informazioni utili alle nostre decisioni e per spiegare agli altri ciò che siamo in grado di fare

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IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO

[email protected]

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La struttura organizzativa

Cabina di regia

famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio,

donne e giovani

Persone anziane

Persone con disabilità

Dipendenze

Salute Mentale

Povertà e inclusione

sociale

Piano di zona

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FACILITATORI / CONDUTTORI DEI TAVOLI TEMATICII facilitatori condurranno i tavoli tematici avranno un ruolo preminentemente metodologico.- Saranno uno per tavolo tematico (18 in tutto)

Avranno il compito di:• Organizzare gli incontri in collaborazione con l’ufficio di Piano• Concordare gli obiettivi degli incontri e condurre gli incontri in modo tale da raggiungere gli obiettivi

concordati• raccogliere osservazioni e indicazioni nel corso degli incontri, sintetizzare quanto emerso in

documenti in progress• raccogliere eventuali materiali di supporto al processo di programmazione (anche in raccordo con

l’ufficio di piano), sistematizzare tali materiali, renderli disponibili (se necessario) al tavolo• Fornire un supporto, se richiesto, ai referenti tecnici dei tavoli per la stesura del Pdz

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REFERENTI TECNICI DEI TAVOLI TEMATICIPer ogni tavolo tematico sarà presente uno (o più) referente tecnico

I referenti tecnici saranno coloro che dovranno garantire da un lato la conoscenza specifica del territorio di riferimento e dell’altra l’evoluzione del pensiero e delle riflessioni sulle tematiche trattate nel tavolo.

Avranno la responsabilità di verificare che venga garantita l’inclusione dei diversi punti di vista, il collegamento e l’integrazione con altre politiche e altri interventi, portando stimoli per il ripensamento e l’innovazione delle attività consolidate o di nuove aree di intervento.

I referenti tecnici lavoreranno in stretto contatto con i facilitatori, contribuendo alla stesura dei documenti intermedi di lavoro a validando tutti i materiali prodotti e condivisi nei tavoli.

I referenti tecnici avranno la responsabilità della stesura del piano di zona relativo alla specifica area e allo specifico territorio.

I referenti tecnici dei tre distretti parteciperanno alla formazione tematica dei tavoli

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Supporto

TAVOLI

Competenze metodologiche di

conduzione

Formazione ai conduttori dei tavoli

per ogni distretto

2 incontri di 6 ore tutti insieme

+ 3 incontri da 4 ore per ciascun distretto

Formazione congiunta a livello di ULSS per tematiche (tavoli)

2 incontri di 4 ore per ciascun tavolo

Accompagnamento sul campo

Incontri «individuali» a richiesta

Disponibilità di 8 pomeriggi tra aprile e

settembre

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febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre

Supporto alla cabina di regia Formazione conduttori / facilitatori

Treviso Asolo

Pieve di Soligo Formazione per area tematica

famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio, donne e giovani

persone con didabilità salute mentale

persone anziane dipendenze

povertà e inclusione sociale Formazione sul campo lavoro dei tavoli tematici

Tutti insieme

Tutti insieme

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Contenuti della formazione per i facilitatori / conduttori dei tavoli tematici

INCONTRI CONTENUTI TIPOLOGIA

1CONDIVISIONE CONCETTI BASE DELLA PROGRAMMAZIONE

COME ARRIVARE ALL’ANALISI DEL CONTESTOtutti insieme

6 ORE

2ANALISI DEL CONTESTO

Un incontro per distretto4 ORE

3 LA DEFINZIONE DEGLI OBIETTIVIL’INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’

Un incontro per distretto4 ORE

4LE AZIONI CONSOLIDATE

Un incontro per distretto4 ORE

5LE AZIONI INNOVATIVE

Un incontro per distretto4 ORE

6IL PIANO DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PDZ

tutti insieme6 ORE

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Contenuti incontri per area tematica (trasversali agli ambiti)

PRIMO INCONTRO Le linee di sviluppo dell’area: - i paradigmi di riferimento, - le strategie in atto e future per un welfare non solo riparativo, - l’intersezione con altre aree e contenutiEventuali esperienze innovative realizzate nell’ULSSPrime riflessioni di gruppo

SECONDO INCONTRO Ripresa delle riflessioni di gruppoIndividuazione di una vision comune di area