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Espansione on line Vol. S85 (Tomo A) 66 E SIMON EDIZIONI PERCORSO 3 Espansione on line Vol. S85 (Tomo A) E SIMON EDIZIONI Gruppo Editoriale Simone La tragedia COMPETENZE DI BASE Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo ABILITà Padroneggiare le strutture della lingua presenti nei testi Applicare strategie diverse di lettura Individuare natura, funzione e principali scopi comunicativi ed espressivi di un testo Cogliere i caratteri specifici di un testo teatrale, appartenente al genere della tragedia CONOSCENZE La caratteristiche del genere della tragedia Il contesto storico di riferimento di alcuni autori e opere Caratteristiche e storia della tragedia Origini e caratteristiche La tragedia è un genere teatrale molto antico. È nata in Grecia intorno al V secolo a.C. ma i suoi primordi vanno ricercati ancora più indietro nel tempo. Si caratterizza per tre aspetti princi- palmente: il protagonista e gli altri personaggi sono illustri figure del mito o della storia, la loro vicenda si conclude in modo funesto e luttuoso, lo stile impiegato è aulico e solenne. Le antiche tragedie greche, scritte in versi, erano recitate da attori e cantate da un coro (com- posto da un numero variabile di cantori, in genere da 12 a 15). Alle parti recitate dagli attori si alternavano infatti momenti di commento nei quali il coro, che era guidato da un corifeo e rappresentava la voce del popolo, svolgeva riflessioni ed esprimeva dubbi e giudizi. Gli attori apparivano molto diversi da come siamo abituati a vederli oggi. Innanzitutto, a recitare erano soltanto uomini (alle donne sarà proibito calcare le scene fino al Cinquecento). Erano al massimo in numero di tre e quindi ciascuno recitava più ruoli. Carat- teristico era il loro abbigliamento: portavano sempre una maschera e indossavano calzari dalla suola alta (detti coturni). Al centro di ogni intreccio vi erano grandi temi etici, relativi alla dimensione individuale o a quella collettiva: il rapporto tra libertà e destino, individuo e potere, giustizia terrena e divina. D’altra parte la tragedia svolgeva nell’antica Grecia un’importante funzione sociale: “educare” l’uomo e il cittadino. A essa si attribuiva infatti la capacità di trasmettere valori e indicare comportamenti. Le trasformazioni nel tempo Il modello della tragedia greca fu ereditato appieno dalla cultura latina. Con il tramontare del mondo classico, tuttavia, tramontò anche il genere della tragedia. Esso fu “riscoperto” e apprez- zato nuovamente nel clima di rivalutazione della cultura classica che si ebbe tra Quattrocento e Cinquecento. Mentre in Italia, però, non si assistette alla creazione di opere di particolare va- lore, nel resto di Europa il genere conobbe, e poi ancora più nel Seicento, un periodo di grande splendore.

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Page 1: Percorso 3 La tragedia2a Strega Ti darò un de’ miei venti. 1a Strega Tu mi contenti. 3a Strega E un altro io. 1a Strega Tutti gli altri sono in poter mio, ed i porti su cui soffiano

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Percorso3

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La tragedia COMPETENZE DI BASE

✔✔ Leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo

ABILITà✔✔ Padroneggiare le strutture della lingua presenti nei testi✔✔ Applicare strategie diverse di lettura ✔✔ Individuare natura, funzione e principali scopi comunicativi ed espressivi di un testo✔✔ cogliere i caratteri specifici di un testo teatrale, appartenente al genere della tragedia

CONOSCENZE✔✔ La caratteristiche del genere della tragedia✔✔ Il contesto storico di riferimento di alcuni autori e opere

Caratteristiche e storia della tragediaOrigini e caratteristiche

La tragedia è un genere teatrale molto antico. È nata in Grecia intorno al V secolo a.C. ma i suoi primordi vanno ricercati ancora più indietro nel tempo. Si caratterizza per tre aspetti princi-palmente:

✔› il protagonista e gli altri personaggi sono illustri figure del mito o della storia, la loro vicenda si conclude in modo funesto e luttuoso, lo stile impiegato è aulico e solenne.

Le antiche tragedie greche, scritte in versi, erano recitate da attori e cantate da un coro (com-posto da un numero variabile di cantori, in genere da 12 a 15). Alle parti recitate dagli attori si alternavano infatti momenti di commento nei quali il coro, che era guidato da un corifeo e rappresentava la voce del popolo, svolgeva riflessioni ed esprimeva dubbi e giudizi. Gli attori apparivano molto diversi da come siamo abituati a vederli oggi. Innanzitutto, a recitare erano soltanto uomini (alle donne sarà proibito calcare le scene fino al Cinquecento). Erano al massimo in numero di tre e quindi ciascuno recitava più ruoli. Carat-teristico era il loro abbigliamento: portavano sempre una maschera e indossavano calzari dalla suola alta (detti coturni).Al centro di ogni intreccio vi erano grandi temi etici, relativi alla dimensione individuale o a quella collettiva: il rapporto tra libertà e destino, individuo e potere, giustizia terrena e divina.

✔› D’altra parte la tragedia svolgeva nell’antica Grecia un’importante funzione sociale: “educare” l’uomo e il cittadino. A essa si attribuiva infatti la capacità di trasmettere valori e indicare comportamenti.

Le trasformazioni nel tempo

Il modello della tragedia greca fu ereditato appieno dalla cultura latina. Con il tramontare del mondo classico, tuttavia, tramontò anche il genere della tragedia. Esso fu “riscoperto” e apprez-zato nuovamente nel clima di rivalutazione della cultura classica che si ebbe tra Quattrocento e Cinquecento. Mentre in Italia, però, non si assistette alla creazione di opere di particolare va-lore, nel resto di Europa il genere conobbe, e poi ancora più nel Seicento, un periodo di grande splendore.

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Nell’Inghilterra elisabettiana operò un genio teatrale di tutti i tempi, William Shakespeare.

✔› Nel corso dell’Ottocento e soprattutto all’approssimarsi del nuovo secolo il ge-nere conobbe trasformazioni profon-de e radicali, fino a giungere sostanzial-mente a dissolversi.

La nuova sensibilità novecentesca, l’at-tenzione crescente all’uomo comune con la sua intricata e insondabile inte-riorità, la tendenza propria di questo periodo a “rompere” regole e canoni, condussero all’affermazione di nuove forme (come ad esempio il dramma borghese), in cui era sempre più labile il confine tra drammatico e grottesco, tragico e comico.

WilliamShakespeare Laprofezia

Macbeth, il protagonista, e il suo amico Banquo, incontrano, in un luogo aperto e desolato, tre streghe che predicono loro il futuro. La profezia che designa in Macbeth un sovrano e in Banquo un progenitore di re senza che egli stesso sia mai un monarca, darà il via a una serie di truci e orrendi delitti. Questo misterioso e inquietante incontro viene, poi, riferito da Macbeth alla moglie, l’ambiziosa Lady Macbeth, in una lettera.

Genere Opera Anno Tema Difficoltà

Tragedia Macbeth 1611 Il protagonista e un amico incontrano tre streghe, che faranno loro un’importante predizione: da qui avrà inizio tutta l’azione della tragedia

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Atto I

Scena 3Streghe, Macbeth, banquo, roSS, anguS

Tuona. Entrano le tre Streghe

la Strega Dove sei stata, sorella?2a Strega Ad ammazzare porci.3a Strega E tu, sorella, dove?1a Strega La moglie dì un marinaio aveva nel grembiale delle castagne e biasciava1, e biasciava, e biasciava: «Dammene un po’», faccio io, «Fatti in là, strega!» grida quella rognosa cibata di frattaglie2. Suo marito è andato ad Aleppo3 come maestro a bordo del Tigre, ma io volerò là in uno staccio4 e come uno scodato sorcio, farò, farò, e farò...

Le tragedie di Shakespeare, i cui testi si caratterizzano per una straordinaria modernità, sono in assoluto le più amate dal pubblico e rappresentate ancora oggi.

1. biasciava: masticava lentamente fa-cendo rumore.

2. frattaglie: interiora di animali macel-lati.

3. Aleppo: città della Siria settentrio-nale.4. staccio: setaccio.

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2a Strega Ti darò un de’ miei venti.1a Strega Tu mi contenti.3a Strega E un altro io.1a Strega Tutti gli altri sono in poter mio, ed i porti su cui soffiano ed i quadranti5 che conoscono sulla carta da navigare.Lo ridurrò arido come paglia: giorno e notte siederà la veglia sulle gronde6 delle sue ciglia; vivrà come chi per malia7 s’assottiglia.E assottigliarsi e struggersi deve nove per nove settimane grevi8: benché il su legno9 non possa affondare sarà sbattuto qua e là dal mare.Guardate cosa ho.2a Strega Mostrami, mostrami.1a Strega Qui c’è il pollice d’un pilota; naufragò, che alla patria faceva rotta. Tamburo di dentro.

3a Strega Un tamburo, un tamburo! Macbeth è giunto. TUTTE    Strette per man, le fatali sorelle corriere dei mari e delle terre, così girano in tondo, in tondo: tre per tre, e tre per me, e, per far nove, ancora tre. Zitte! L’incanto10 è compiuto.

Entrano macbETh e banqUo 

macbETh Un giorno così brutto e così bello, ad un tempo, non l’ho mai visto. banqUo Quanto si dice che vi sia di qui a Forres. Che sono quelle figure tutte grinzose, e così sel-vagge nel loro vestire, che non hanno l’aspetto degli abitatori della terra, e pur vi stanno sopra?

L’AuTOrE

5. quadranti: il quadrante è la quarta parte della circonferenza della bussola che si divide in 90°.6. gronde: parte del tetto che sporge fuori dal muro. Qui va inteso come

punta delle ciglia: si tratta di una me-tafora.7. malìa: maleficio, sortilegio.8. grevi: gravi, penose.9. legno: nave. Si tratta di una metoni-

mia: la materia (legno) indica l’oggetto (nave).10. incanto: incantesimo, magia.

William Shakespeare nacque nel 1564 a Stratford-on-Avon, una cit-tadina vicino Londra. La biografia dell’autore presenta poche notizie documentabili, per cui la sua rico-struzione risulta, in diversi punti, lacunosa e approssimativa.Figlio di un facoltoso guantaio, il giovane William, probabilmente, fu ammesso a frequentare la gram-mar school locale, dove apprese i primi rudimenti di retorica e logica nonché nozioni di latino. Nel 1582 sposò Anne Hathaway, dalla quale ebbe tre figli. Nel frattempo il pa-

dre cadde in disgrazia e William dovette lasciare Stratford-on-Avon alla volta di Londra dove si unì a varie compagnie di attori profes-sionisti, che recitavano sotto il pa-trocinio di un protettore.Nel 1594 entrò a far parte della più famosa di queste: la compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, che con l’avvento al trono di Giacomo I Stuart cambierà il nome in The King’s Men.Le sue prime pubblicazioni lette-rarie risalgono al 1593 con l’opera Venere e Adone e al 1594 con Il rat-

to di Lucrezia. Shakespeare scris-se anche una raccolta di Sonetti, dedicata a uno dei suoi numerosi protettori, Lord Southampton.La sua produzione drammatica copre un ventennio, quello che va dal 1591 al 1611. Ai primi otto anni del Seicento risalgono i grandi ca-polavori: Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth.Nel 1610 Shakespeare ritornò al suo paese natale e da quel mo-mento si ritirò a vita privata. Qui morì nel 1616.

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Vivete, o siete qualche cosa a cui si possa rivolgere una domanda? Sembra che mi intendiate, dal fatto che ciascuna di voi, proprio nel medesimo tempo, posa il suo dito rugoso sulle smun-te11 labbra: voi dovete esser donne, ma tuttavia la vostra barba12 mi impe disce di persuadermi che lo siete davvero.macbETh Parlate, se potete: che cosa siete?1a Strega Salve, Macbeth! salute a te, signore di Glamis!2a Strega Salve, Macbeth! salute a te, signore di Cawdor13.3a Strega Salve, Macbeth! che un giorno sarai re!banqUo Mio buon signore, perché trasalite14, e sembra che abbiate paura di cose che suonano così belle? In nome del vero, siete creature della fantasia, o siete in realtà ciò che esteriormente sembrate? Voi salutate il mio nobile compagno con un titolo di onore ch’egli già possiede, e con sì alta predizione di nobile acquisto e di regale speranza, ch’egli ne sembra rapito fuor di sé: a me non parlate. Se voi potete penetrare con lo sguardo dentro i semi del tempo, e dire quale granello germoglierà e quale no, allora parlate a me, che non sollecito né temo Ì vostri favori e l’odio vostro.1a Strega Salve!2a Strega Salve!3a Strega Salve!1a Strega Inferiore a Macbeth, e più grande di lui.2a Strega Non così felice, ma pur molto più felice.3a Strega Tu genererai dei re, senza esser tale tu stesso: così, salute, Macbeth e Banquoi Banquo e 1a Strega Banquo e Macbeth, salute!macbETh Restate, favellatici oscure15, ditemi di più. Che per la morte di Sinel16 io sono signore di Glamis, lo so: ma come di Cawdor? Il signore di Cawdor è vivo, e prospero gentiluomo; e in quanto all’essere re, ciò non ha la prospettiva di una cosa credibile, più che l’essere, io, signore di Cawdor. Dite, donde avete questa strana informazione? e perché su questa landa17 desolata arrestate il nostro cammino con tal saluto profetico? Parlate, ve lo ingiungo18.

Le STrEghE spariscono.

banqUo La terra ha le sue bolle, come l’acqua, e costoro son di quelle. Dove sono sparite? Nell’aria: e ciò che in loro sembrava corporeo s’è dissipato come un fiato al vento. Così fossero rimaste!Questi esseri dei quali parliamo, sono stati qui veramente, o noi abbiamo mangiato quella radi-ce insana19 che fa prigioniera la ragione?macbETh I vostri figli saranno re.banqUo Voi sarete re.macbETh E signore di Cawdor, anche: non sonava così?Su questo medesimo tono, e con queste medesime parole. […]

11. smunte: scarne, consunte, esangui.12. la vostra barba: i vostri capelli in-colti e scompigliati.13. Glamis ... Cawdor: due località della Scozia situate a nord di Edimburgo.14. perché trasalite: perché vi sorprendete.

15. favellatrìa oscure: che parlano in modo poco comprensibile.16. Sinel: padre di Macbeth.17. landa: pianura incolta e deserta.18. ingiungo: impongo.19. radice insana: Banquo fa riferi-

mento a un’erba magica che, una volta ingerita, provoca stordimento e alluci-nazioni.

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Scena 5

Una stanza nel castello di Macbeth.Entra Lady macbETh, leggendo una lettera.

Lady macbETh «Esse mi incontrarono il giorno della vittoria; ed io ho appreso dalla più au-torevole informazione che in loro è una scienza più che mortale20. Nel momento in cui ar-devo dal desiderio di interrogarle ancora, si trasformarono in aria, e in essa scomparvero. Mentre ne ero ancora compreso di stupore, giungevano messaggeri da parte del re, i quali mi salutarono ‘signore di Cawdor’; col quale titolo, appunto, prima mi avevan salutato queste sorelle21, e mi avevano rinviato al tempo avvenire, con queste parole: ‘Salve, o tu che dovrai essere re!’. Ciò ho pensato bene di far subito noto a te, o mia carissima compagna di grandezza, affinché tu non perdessi la tua parte di godimento, restando ignara della grandezza che ti è promessa. Riponi questa in fondo al tuo cuore, e addio». Tu sei Glamis e Cawdor; e sarai ciò che ti è stato promesso. Ma temo della tua natura; essa è troppo im-bevuta del latte della bontà umana, per prender la via più breve22. Tu vorresti esser gran-de; non sei senza ambizione: ma non hai il malvolere23 che dovrebbe accompagnarla: ciò che desideri sommamente, tu lo vorresti avere santamente; tu non vorresti agire in modo sleale, ma tuttavia vorresti ottenere ingiustamente: tu, o magnanimo Glamis, vorresti ave-re ciò che ti grida: «così devi fare, se lo devi avere»; e vorresti quel che hai più timore di commettere che desiderio che non sia commesso. Affrettati a venir qua, affinché io possa versarti nell’orecchio il mio coraggio, e riprovare, col valore della mia lingua, tutto ciò che ti allontana dal cerchio d’oro24, col quale il destino e un aiuto soprannaturale sembra ti vogliano incoronato.

[Trad. di M. Praz]

La profezia delle tre streghe scatenerà l’insaziabile brama di potere di Macbeth, che sarà incitato anche dall’ambiziosa moglie, Lady Macbeth.

20. una scienza … mortale: l’arte della divinazione. 21. queste sorelle: il riferimento è alle tre streghe. 22. per prender ... breve: dal

monologo dì Lady Macbeth emerge im-mediatamente come la donna sia più scaltra del proprio consorte.23. malvolere: malvagità.

24. cerchio d’oro: la corona.

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L’OPErA

II Macbeth, opera composta fra il 1603 e il 1606, è la più breve fra le tragedie shakespeariane e tuttavia la più potente per la sua pregnan-te indagine sulla natura delle gran-di passioni umane.Ambientata nella Scozia del secolo XI, la tragedia vede come protago-nista il valoroso generale Macbeth, che si è distinto per le sue gesta eroiche in una vittoriosa missio-ne di guerra contro i norvegesi. Macbeth viene insignito, a sua in-saputa, della nomina di signore di Cawdor dal re di Scozia Duncan. Al termine della battaglia Mac-beth e un altro prode guerriero, Banquo, incontrano in una landa deserta tre streghe che preannun-ciano al primo un futuro da re e al secondo una discendenza regale senza che egli stesso possegga mai la corona. Così Macbeth, for-temente suggestionato dalla pro-fezia delle streghe, sarà preda di

un’incontrollabile brama di potere che lo indurrà a cospirare contro il legittimo re Duncan al fine di ap-propriarsi della corona. Dopo aver invitato Duncan a pernottare nel suo castello, Macbeth nella notte lo uccide, incitato anche dalla mo-glie, che poi lo spinge a incolpare dell’assassinio alcuni servi. In se-guito Macbeth viene consacrato re, come avevano profetizzato le streghe, ma l’ambizione del pro-tagonista, sorretta anche dalla sua temeraria compagna, lo porta a uccidere ancora, innescando una lunga catena dì delitti volti a elimi-nare chiunque rappresenti un po-tenziale ostacolo al mantenimento del potere regale. Così Banquo, l’unico personaggio a conoscere la profezia delle streghe e a co-stituire uno dei possibili rivali di Macbeth, viene ucciso, sebbene Fleance, suo figlio, riesca a evitare la morte, dandosi alla fuga. Suc-

cessivamente i componenti del-la famiglia di un nobile scozzese, Macduff, fuggito in Inghil terra per convincere il figlio di Duncan, Mal-com, a riprendersi la corona, ven-gono trucidati. Tali orribili delitti suscitano nell’animo di Macbeth e di sua moglie un angoscioso senso di colpa che li conduce in un folle stato allucinatorio: il turbine della follia culmina nel suicidio di Lady Macbeth. Una sorte funesta si ab-batterà anche sull’eroe protagoni-sta della tragedia che subirà una completa disfatta.Il corso degli eventi vede gli eser-citi di Macduff e Malcom, inten-zionati ad assediare il castello di Macbeth, avanzare inesorabili at-traverso la foresta. La fine dell’eroe è vicina: essa avviene ad opera dì Macduff che lo uccide in duello.

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AnAlisi

1 Il testo appartiene al genere della tragedia: sia

l’ambientazione,sia ipersonaggi,sia il linguaggio

utilizzatosonocaratteristiciditalegenere.Soffer-

mal’attenzionesull’ambientazioneesuipersonag-

gi,mettendoinlucegliaspettichefannoascrivere

iltestoalgeneretragico.

2 Ora, invece, sofferma l’attenzione sul linguaggio

utilizzato: quale registro linguistico è impiegato?

Quali sono le caratteristiche linguistiche più evi-

denti?

3 Letrestregheappartengonoallasferadelsovran-

naturaleerappresentanoilFato,ildestinocuian-

drà incontro il protagonista della tragedia. Esse

sono tuttavia presentate come personaggi reali

concaratteristichefisichebenprecise.Comesono

descritte?

4 Laprofeziadelletrestreghelasceràilprotagonista

profondamenteturbatoelosproneràacompiere

azioniturpieirrazionali.Taleprofeziaassumedun-

queunafunzionebenprecisa,quelladifaremer-

gerealcuniaspettidelcaratterediMacbeth.Quali?

5 L’indole e il carattere del protagonista emergono

anchedalmonologodiLadyMacbethnellascena

5:com’èMacbethsecondoilpuntodivistadella

donna?

6 Ilmonologooffreanchechiariindizisullapersona-

litàdiLadyMacbeth.Comeappareladonna?

LABOrATOrIO

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