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PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA
Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
24 ottobre 2016
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Questa mattina abbiamo trovato la bacheca del Partito Democratico Vimodrone e del Basta un SÌ - Comitato Vimodrone imbrattata da persone incivili e con poco senso democratico. SAREBBE MEGLIO AFFRONTARE NEL MERITO LE COSE E CON PIÙ' CIVILTÀ, NOI CI SIAMO. Partito Democratico PD Milano Area Metropolitana PD Adda - Martesana Basta un sì Milano SÌ Pietro Bussolati Matteo Renzi Vania Gardinazzi Alessandro Alfieri Alessandro Iobbi Alberto Fulgione
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Venerdi 25 novembre
alle ore 21.00 a Melzo
Incontro di Zona
sulle ragioni del SI
Con
On. Simona Malpezzi
On. Matteo Mauri
Fabio Pizzul
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La sede del PD di Trezzo D’Adda sarà aperta ogni domenica mattina dalle ore 10 alle ore 11.30 vi aspettiamo. Durante le aperture è possibile tesserarsi. Il segretario Antonio Bassani
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“Ci vuole un’Italia più forte per un’Europa più giusta. E
per questo ho scelto di chiamare a raccolta tutto il
partito in una manifestazione nazionale di piazza il
prossimo 29 ottobre a Piazza del Popolo. Ritorniamo in
piazza, tiriamo fuori le nostre bandiere, raccontiamoci
l’orgoglio di far parte della più grande comunità
politica europea”.
Matteo Renzi annuncia così la manifestazione
nazionale del PD di sabato 29 ottobre, a Piazza del
Popolo, per promuovere il ‘Sì ad un’Italia più forte, a
un’Europa più giusta’.
Segui la diretta streaming a partire dalle ore 12.00
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Stefano Cagelli @turbocagio · 23 ottobre 2016
Obama, D’Alema, l’Europa. Cosa ha detto
Renzi a “In 1/2 ora”, in 5 pillole Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è
stato intervistato da Lucia Annunziata
L’endorsement di Obama è un motivo
d’orgoglio per l’Italia “L’onore dell’ultimo
saluto del Presidente Obama fatto all’Italia è un
motivo d’orgoglio per l’Italia, non per
me. Obama è molto preoccupato dall’Europa e
condivide le prese di posizione di chi chiede
più crescita e meno austerità. Quello del
presidente americano è stato un grande endorsement per l’Italia. Fuori dalle beghe e dalle
polemiche, c’è un mondo che guarda all’Italia con ammirazione e rispetto. Quanto al
referendum, il dato di fatto è che il Sì si tiene l’endorsement di Obama e il No si tiene quello
di D’Alema”.
Costi della politica, perché non diamo lo stipendio ai parlamentari in base alle presenze
in Aula? “Riguardo alla proposta di ridurre gli stipendi dei parlamentari presentata dal
Movimento 5 Stelle, il Pd non è contrario ma favorevole a ridurre gli stipendi. Dipende da
come si fa, però. I 5 stelle sono quelli che la buttano in calcio d’angolo quando sono in
difficoltà. Io faccio una controproposta: perché invece di dare l’indennità piena, non diamo
l’indennità in base a quelle che sono le presenze in Aula? Di Maio ha il 37% di presenze
alla Camera, diamogli il 37% dello stipendio. Detto questo, il Pd è disponibile a discutere
di tutto”.
La riduzione del numero dei parlamentari sta già nella riforma “La riduzione del
numero dei parlamentari è evidente. Si passa da 950 a 730, fa 220 in meno, la matematica
non è un’opinione. E i 100 senatori saranno eletti direttamente dai cittadini. Il punto vero è
se vogliamo semplificare il Paese o no. E’ molto semplice. Il 4 dicembre i cittadini voteranno
e decideranno se vogliono mantenere il sistema attuale o cambiare verso un sistema con
meno poltrone, con un sistema più semplice senza il bicameralismo perfetto. Sì o No, non
ci sono altre opzioni, non ci sono terze vie, non è il televoto a Sanremo”.
La battaglia con l’Europa non riguarda i numeri ma i principi “Con l’Europa non è
importante lo zero virgola. Non stiamo litigando con Bruxelles, non stiamo litigando con
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24 ottobre 2016
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nessuno. L’Italia dà 20 miliardi di euro al bilancio europeo e ne prende indietro 12. Noi
chiediamo questo all’Europa: perché noi che siamo tra i maggiori contributori dobbiamo
sobbarcarci tutto il carico dell’emergenza migranti. Non so quando e se arriverà la lettera di
richiamo ma il punto non è questo. Noi vogliamo cambiare le regole europee fatte in passato:
è normale che noi diamo una mano a salvare i migranti in mare e gli altri paesi che sono
stati salvati dall’Europa se ne fregano? Poi vogliamo riportare la crescita al centro, come ha
detto Obama. Per fare questo occorre andare a Bruxelles a testa alta”.
Ai giudici chiedo che si arrivi a sentenza, nient’altro “Quello che chiedo io ai giudici è
che si facciano i processi e si arrivi a sentenza in tempi brevi e certi. Nell’ultima settimana
Lella Paita, candidata del Pd alla presidenza della Regione Liguria, è stata assolta dopo
essere stata accusata di omicidio per i fatti legati all’alluvione di Genova. E così è successo,
prima di lei, ad Errani, a De Luca, a Graziano, a Penati e a tanti altri. I magistrati annunciano
uno sciopero? Non capisco perché, abbiamo aumentato le risorse per la giustizia e non
chiediamo niente se non la necessità di fare i processi e arrivare a sentenza”.
Unità.tv @unitaonline · 23 ottobre 2016
Padoan: “L’Europa scelga: sta con noi o con Orban?”
Il ministro dell’Economia a
Repubblica: “Bruxelles può
accettare il fatto che il nostro
deficit passi dal 2 al 2,3 per cento
del Pil per far fronte all’emergenza
terremoto e a quella dei migranti
oppure scegliere la strada
ungherese. Ma così sarebbe l’inizio
della fine”
“L’Europa deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal
2 al 2,3 per cento del Pil per far fronte all’emergenza terremoto e a quella dei migranti.
Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri, e che va
rigettata. Ma così sarebbe l’inizio della fine“. Lo afferma il ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan in un’intervista a Repubblica in cui si leva “qualcuno dei tanti sassolini rimasti nelle
scarpe” perché, dice, in molti “hanno guardato al dito più che alla luna, e la luna è una manovra
con meno tasse e più attenzione alla crescita, in coerenza con quello che abbiamo gia’ fatto negli
anni passati”.
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“Le indicazioni che vengono dal G20 sono tutte indirizzate alla crescita, contro l’austerità e per
contrastare le diseguaglianze. In questo senso l’Italia con questa manovra può essere un modello
per l’Europa”, dichiara Padoan, secondo cui l’1% di crescita nel 2017 è “una stima prudente”.
“Oggi il problema non è dire sì o no all’Europa, ma dire sì a un’ Europa diversa, che non
stia ferma e invece si muova”. Padoan bolla come “ridicole” le accuse di mance e condoni in
vista del referendum, al quale voterà con “un Sì convinto, perché la riforma costituzionale
avrà un effetto di traino su tutte le altre riforme“. Il ministro spiega quindi che per la legge di
Bilancio “bisognerà aspettare ancora qualche giorno, ma non è sospesa in attesa di indicazioni o
telefonate da Bruxelles: si tratta solo di un maggior lavoro di contabilità e di coordinamento per
la Ragioneria generale dovuto alla nuova normativa”.
Sul deficit strutturale, “abbiamo aperto una discussione per cambiare il metodo di calcolo, che
secondo noi non misura la realtà delle cose. Ci sono otto paesi che chiedono la modifica ed altri
se ne sono aggiunti verbalmente negli ultimi giorni ma inspiegabilmente non si procede”, afferma
Padoan. In merito alla marcia indietro sulla misura sul contante, “non si trattava assolutamente di
un condono che favoriva gli evasori, ma abbiamo deciso di eliminare il forfait per non dare adito
nemmeno al minimo sospetto di voler favorire chi non rispetta le regole, evidenzia Padoan.
Nell’intervista il ministro definisce “dialettico e collaborativo” il rapporto con il premier Matteo
Renzi. Sulle critiche del presidente dell’Inps Tito Boeri alle misure sulle pensioni, “alcune delle
proposte di riforma della previdenza che proprio lui ha presentato nei mesi scorsi avrebbero
creato dei problemi importanti di appesantimento della spesa e messo a rischio i conti pubblici”.
Benedetta Scagnelli @skabenny · 21 ottobre 2016
Non esiste un Renzi per ogni territorio,
bisogna lavorare tra la gente
I più giovani preferiscono i riflettori della politica che conta, i selfie con i vip, al lavoro giorno dopo giorno con l’elettorato Il 16 ottobre la mia regione, l’Emilia Romagna è stata protagonista del referendumday,
diverse comunità da Rimini a Piacenza si sono espresse sulla fusione dei comuni, per un
totale di sei consultazioni. Solo due, hanno ricevuto parere positivo.
Qualcuno dirà: perché ti prendi la briga di scrivere di un voto così locale? Perché anche
nel mio comune nel quale sono segretaria del PD si è votato e questa campagna elettorale,
ma anche il risultato del voto, non solo a casa mia, evidenzia un trend negativo, che
potrebbe rappresentare anche un sentiment in vista del 4 dicembre.
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24 ottobre 2016
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A risultati ufficiali, il primo commento che ho condiviso è che ha vinto il popolo da bar,
quello che si reca alle urne non tanto perché vuole votare per qualcosa, ma contro
qualcuno. Quello che all’ora dell’aperitivo domenicale si addentra in argomenti
“contro” senza mai entrare nel merito del provvedimento che volta dopo volta
critica.
Winston Churchill diceva che il miglior argomento contro la democrazia è una
conversazione di cinque minuti con l’elettore medio. Ma ciò che stupisce è il fatto che
l’altra metà della luna, in gran parte, non è andata a votare. Il gruppo dirigente del Pd era
interamente schierato a favore delle fusioni, in linea con gli obiettivi di mandato dati da
Bonaccini.
Gli elettori hanno in gran parte dei casi bocciato la nostra proposta; se l’elettore medio non
le considera nemmeno, noi non siamo stati in grado di intercettare chi le nostre ragioni
almeno le ascolta. Perché?
Renzi è un vincente, da solo riesce a spostare l’ago della bilancia. Ma non esiste un
Renzi per ogni territorio, vulnus da colmare col gioco di squadra, ma spesso nelle
province, si pensa più al proprio destino che a quello della comunità, sfilacciando
ancora di più un sistema partito delicato e precario. Non dobbiamo nasconderci nemmeno
come generazione.
Noi, i più giovani preferiamo i riflettori della politica che conta, i selfie con i vip, al
lavoro giorno dopo giorno con l’elettorato. Anche io sono figlia di questo meccanismo
(anzi se Matteo -Renzi- potessimo fare un selfie alla Leopolda) nel quale si assume
importanza, rispetto a quante foto abbiamo con il politico di punta del momento, in
una sorta di gioco delle figurine Panini.
La politica è fatta di fatica che non si esaurisce nel volantinaggio del sabato
pomeriggio, ma nel progetto di un ascolto che purtroppo non siamo più capaci, o non
abbiamo più voglia, di fare. Da qui al 4 dicembre la partita è aperta, ma dobbiamo essere
ora più che mai una comunità in sneakers più che in tacco 12 perché ieri a casa mia hanno
vinto i “No” e non è stata una bella sensazione.
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24 ottobre 2016
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Una legge di civiltà
Dopo anni di attesa ora l’Italia ha
una legge contro il #caporalato
Approvata la legge contro il caporalato e altre forme di sfruttamento in agricoltura Approvato uno dei provvedimenti
più importanti e attesi: la legge
contro il caporalato. Con questa
legge vogliamo fermare una delle
piaghe più gravi che affliggono la
nostra agricoltura.
“Il ddl sul contrasto del caporalato approvato oggi è un provvedimento di civiltà”. Lo dichiara Stefania Covello, deputata e responsabile Mezzogiorno del Partito democratico. “Questo provvedimento – spiega – introduce maggiori sanzioni e più controlli come mezzo per tutelare la dignità del lavoro e dei lavoratori. Il nostro obiettivo è impedire che possano ripetersi casi drammatici come quello di Paola Clemente, la bracciante morta di fatica nell’ estate 2015 nelle campagne di Andria. Ho anche presentato un ordine del giorno, che è stato accolto, con cui il governo si impegna a rafforzare i presidi delle forze dell’ordine per i controlli nell’alto Jonio cosentino, e in particolare
nella piana di Sibari, ovvero in una delle aree in cui il caporalato fa registrare la maggiore incidenza”.
“Oggi è stato compiuto un passo fondamentale per estirpare, in Italia e nel Mezzogiorno, un fenomeno odioso e indegno di un Paese civile”, conclude Covello.
“La legge contro il Caporalato è finalmente una realtà. Una legge che dà strumenti a migliaia di lavoratori contro una forma odiosa di sfruttamento, spesso nelle mani di malavita e criminalità organizzata. Una legge per la dignità dei lavoratori e a sostegno degli agricoltori
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onesti. Nelle nostre campagne, di caporalato si continua a morire. Finalmente entreranno in vigore norme adeguate, come la confisca dei patrimoni e il rafforzamento del profilo sanzionatorio con la restituzione dei contributi pubblici. Colpire le rendite è l’unico deterrente contro le mafie. Da oggi è più forte chi prima non aveva voce. É un passo importante che rafforza il nostro Stato di diritto ed ognuno di noi. Un ringraziamento va a quanti si battono quotidianamente contro questo calvario e ai ministri Orlando e Martina che se ne sono fatti interpreti”. Lo afferma il senatore del Pd Francesco Verducci.
“L’approvazione della legge sul caporalato è un’importante vittoria e dimostra la volontà di questo Governo di punire severamente chi sfrutta i lavoratori e viola la dignità delle persone. Grazie all’impegnativo lavoro dei ministri Orlando e Martina e al forte impulso dato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi questo provvedimento è finalmente legge”. Lo afferma il deputato nazionale del Partito Democratico Giuseppe Berretta, relatore della legge contro il caporalato approvata poco fa in via definitiva alla Camera. “Questo provvedimento vuole combattere un fenomeno vergognoso, diffusissimo soprattutto nelle campagne italiane, che colpisce circa 400 mila lavoratori sia italiani che stranieri – prosegue Berretta – L’ultima legge del Parlamento risaliva addirittura agli anni ’60 per cui è stato fondamentale intervenire”. “La legge approvata oggi prevede infatti la riscrittura del reato di caporalato, con pesanti sanzioni penali per l’intermediario e per il datore di lavoro che sfruttino i lavoratori approfittando del loro stato di bisogno – conclude il relatore della norma – Si è voluto così ridare dignità al lavoro nelle campagne, tutelando di fatto anche le aziende sane, che rispettano le regole e i contratti, oggi penalizzate da una concorrenza sleale che scarica i propri costi sulla pelle dei lavoratori”.
Il fenomeno dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura – secondo stime sindacali e delle associazioni di volontariato – coinvolge circa 400.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri, ed è diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell’agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività, dal pomodoro ai prodotti della viticoltura.
Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro
La norma incide con significative modifiche al quadro normativo penale attuale, sostituendo l’articolo 603 bis con un nuovo articolo che riscrive la condotta illecita del caporale, indicando per la fattispecie base del reato (chi recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno, e il datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera reclutata anche – ma non necessariamente – con l’utilizzo di caporalato, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno) la pena della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato. Il datore di lavoro risponde del reato di caporalato (a prescindere dall’intervento del caporale) solo se sfrutta e approfitta dello stato di bisogno dei lavoratori.
La fattispecie aggravata del reato prevede la reclusione (da cinque a otto anni e multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato) quando il reato di caporalato come descritto nella fattispecie-base, è compiuto mediante violenza o minaccia.
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24 ottobre 2016
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Nel caso in cui il numero dei lavoratori coinvolti sia superiore a tre, uno o più di essi sia minore di età ovvero i suddetti lavoratori siano stati esposti a situazioni di grave pericolo,
sono previste aggravanti con aumento della pena da un terzo alla metà.
L’indice dello sfruttamento coincide con la presenza di una o più condizioni:
1) retribuzioni reiterate palesemente difformi dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
2) reiterata violazione dell’orario di lavoro, dei periodi di riposo, del riposo settimanale, dell’aspettativa obbligatoria, delle ferie;
3) violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
4) sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti.
Con il nuovo articolo 603-bis.1 si prevede l’applicazione delle attenuanti di pena – diminuita da un terzo a due terzi – (utilizzando il modello già sperimentato nella normativa anticorruzione e in quella sugli ecoreati) per coloro che si adoperano per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, ovvero aiutano concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella raccolta di prove decisive per l’individuazione o la cattura dei concorrenti o per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.
Con il 603-bis.2 si introduce il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro tra i reati per i quali è sempre disposta la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto o il profitto, salvo che appartengano a persona estranea al reato.
Fondo anti-tratta
I proventi delle confische ordinate a seguito di sentenza di condanna o di patteggiamento per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro sono assegnati al Fondo anti-tratta, la cui operatività è estesa anche all’indennizzo delle vittime del reato di caporalato.
Rete del lavoro agricolo di qualità
Viene integrato e rafforzato il quadro normativo che ha istituito nel 2014 la Rete, finalizzata a rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso la certificazione del possesso, da parte delle aziende che vi aderiscono, di determinati requisiti di legalità e rispetto delle disposizioni vigenti in materia di lavoro.
Completano il disegno di contrasto del fenomeno del caporalato: misure per favorire il regolare trasporto dei lavoratori agricoli, attraverso la stipula di apposite convenzioni con la Rete del lavoro agricolo di qualità; l’adozione di un apposito piano di interventi per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori stagionali, adottato previa intesa con la Conferenza unificata.
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24 ottobre 2016
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Verso il referendum, tutto quello
che c’è da sapere
La nostra guida per sapere, per capire e per scegliere in vista dell’appuntamento di ottobre
A ottobre gli italiani saranno chiamati a confermare o meno la riforma costituzionale che
porta la firma di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, approvata definitivamente dalla
Camera (dopo sei passaggi parlamentari) lo scorso 12 aprile.
In questa pagina (in costante aggiornamento) raccogliamo informazioni, notizie e
commenti sulla riforma.
PER SAPERE
Come cambia la Costituzione: i punti principali della riforma
La Costituzione prima e dopo la riforma: il confronto tra i due testi (documento del Servizio
studi della Camera)
Le 25 risposte di Renzi alle critiche sulla riforma di Rudy Francesco Calvo
Maria Elena Boschi risponde a uno studente catanese
Sei nuovi percorsi democratici di Luciano Pizzetti
Come costituire un comitato per il Sì
PER CAPIRE
Quanto c’è di vero nelle condizioni della minoranza dem di Rudy Francesco Calvo
Né la destra, né i grillini faranno barricate per il No. Ecco perché di Mario Lavia
Noi favorevoli alle riforme non siamo “in dissenso dall’Anpi”: la lettera di 70 senatori del Pd
all’Associazione dei partigiani
Perché l’Anpi ha ragione di Carlo Smuraglia
Perché l’Anpi ha torto di Marcello Flores e Alberto De Bernardi
“Spacchettare il referendum? È fantacostituzionalismo” intervista a Carlo Fusaro
PER SCEGLIERE
“Le ragioni del Sì”: il manifesto di 186 costituzionalisti
“Se vince il no sarà paralisi definitiva”: l’opinione di Giorgio Napolitano
Cosa diceva il Pci di Berlinguer sul bicameralismo
La svolta di Enrico Letta: “Voterò Sì” di Mario Lavia
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24 ottobre 2016
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“Il referendum non sia una battaglia tra arcangeli e gufi”: l’appello di Pier Luigi Bersani
(video)
Dio Bonino, Roberto! la lettera di Sergio Staino a Benigni
“Nessun rischio autoritario, giuste le modifiche alla Carta” intervista a Sabino Cassese
Un Sì per non tornare nella palude di Stefano Ceccanti
I pinocchi del No/1. Bufale settimanali contro la riforma costituzionale di Carlo Fusaro
I pinocchi del No/2. Se neanche i giuristi sanno leggere e contare di Carlo Fusaro
I pinocchi del No/3. Chi spara balle e chi aggiunge offese di Carlo Fusaro
Perché non reggono gli argomenti dei giuristi del No di Stefano Ceccanti
Cari Professori del No… di Elisabetta Gualmini e Salvatore Vassallo
Questo testo è contro il populismo di Ernesto Auci
Un Sì nel merito per un’Italia più forte di Marco Martorelli
Aiutaci a cambiare l'Italia
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Unità.tv @unitaonline · 26 settembre 2016
Ecco su che cosa si vota Non c’è quorum e vince la
scelta indicata dalla maggioranza di coloro che
andranno a votare Il testo del quesito del Referendum
costituzionale ha uno stile molto
diverso dalle schede del passato.
La scelta, che ha acceso anche
una polemica politica, è legata alle
disposizioni di legge del ’70
per promuovere il più possibile un
testo chiaro a tutti i cittadini.
Nella scheda elettorale per il Referendum che potrebbe confermare o respingere la riforma
costituzionale approvata dal Parlamento, comparirà questo quesito: “Approvate voi il testo
della legge costituzionale concernente ‘Disposizioni per il superamento del
bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il
contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del
Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione’ approvato dal
Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?“.
COME SI VOTA – Alla fine del quesito ci sono due caselle, una con il Sì e una con il No. Basta
barrare con una ‘x’ la propria scelta. Non c’è quorum e vince dunque la scelta indicata dalla
maggioranza di coloro che andranno a votare.
LA LEGGE DEL 1970 – A stabilire come si formula il testo del quesito referendario è la legge
352 del 1970 su “Norme sui Referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa
del popolo”. All’articolo 16 stabilisce infatti che il quesito da sottoporre a Referendum “consiste
nella formula seguente: ‘Approvate il testo della legge di revisione dell’articolo… (o degli articoli
…) della Costituzione, concernente … (o concernenti …), approvato dal Parlamento e pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale numero … del … ?'; ovvero: ‘Approvate il testo della legge
costituzionale … concernente … approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
numero … del … ?'”.
L’OK DELLA CASSAZIONE – L’ordinanza con la quale l’Ufficio centrale per il Referendum
presso la Corte di Cassazione ha dichiarato conforme alla legge il testo del quesito referendario
è dell’8 agosto scorso.
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24 ottobre 2016
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Il PD in aiuto per l’emergenza terremoto
Carissime, Carissimi, dopo il devastante terremoto che ha colpito il centro Italia ci siamo subito raccordati con il livello nazionale per fare in modo che anche il PD lombardo possa essere d’aiuto. Tutti noi possiamo contribuire – in
particolare attraverso la rete dei nostri Circoli e delle Feste de L’Unità che si stanno svolgendo nella nostra Regione – non solo personalmente, ma anche diffondendo attraverso tutti i canali disponibili (le Feste, il passaparola, i siti e social network…) le coordinate bancarie per la raccolta fondi in favore della popolazione colpita. (Qui maggiori informazioni sulla raccolta fondi)
Coordinate bancarie: Iban – IT96H0103003200000006365314 Bic – PASCITMMROM
Partito Democratico “Raccolta Fondi per Terremoto” Via di Sant’Andrea delle Fratte 16 00187 Roma
Sono sicuro che ci attiveremo da subito nel modo più ampio possibile: grazie a
tutti voi per quello che farete.
Un caro saluto,
Alessandro Alfieri, Segretario regionale PD lombardo
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Cari Compagni, Cari Amici,
Vi chiedo una mano per sostenere l'Unità e per accompagnare lo sforzo che stiamo facendo per restituire forza e vitalità al nostro giornale, che ho iniziato a dirigere da quindici giorni.
L'Unità è una voce forte e sincera che guarda a tutto l'arco delle forze progressiste e che considera avversari non solo la destra bigotta e intollerante ma anche la sinistra intollerante e bigotta.
Stiamo già lavorando per rinnovare il giornale anche graficamente aumentando il numero delle pagine e arricchendolo di nuovi contributi.
Insieme dobbiamo migliorare la presenza del giornale di carta, e di una carta più appropriata alle immagini cui vogliamo far posto, sul territorio nazionale, cercando di tornare finalmente, con un numero di copie sufficienti, in tutte le edicole italiane.
Nell'immediato, conoscendo le varie difficoltà che tanti lettori trovano adesso a reperire il nostro giornale, abbiamo pensato ad un abbonamento speciale online:andando sul sito www.unita.tv cliccate su «abbonati al giornale» e, tra le varie offerte, scegliete magari l'abbonamento speciale per tre mesi a soli 10 euro.
E' un'offerta che facciamo a tutti voi perché possiate seguirne la crescita qualitativa. Spero che siate in tanti a fare questo piccolo gesto perché più sarete e più infonderete in tutti noi la fiducia di star facendo un lavoro utile al nostro futuro. Ho scritto utile, non necessario e tanto meno indispensabile: fare insieme una cosa utile e, chissà, bella, è la nostra aspirazione.
Grazie a tutti Sergio Staino