partecipazione anno ii numero 5

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Promosso dalle Compagne e dai Compagni del circolo SEL CasadellaSinistra XIII Municipio Partecipazione”: L’autobiografia del nostro territorio, scritta dai nostri cuori anche su Partecipazione [email protected] Anno II Numero 5 Benvenuta Sinistra è il titolo della nostra campagna elettorale, è, più che un auspicio, la convinzione della bontà delle nostre proposte. Al fianco di Pier- luigi Bersani, per l’Italia, e di Nicola Zingaretti, per il Lazio, intendiamo costruire quell’alternativa di governo al montismo sfrenato e alla mala ge- stione del la destra affarista e per nulla trasparente della Polverini, in grado di rivoluzionare pratiche e metodologie, di riavvicinare i cittadini alle istitu- zioni e di tradurre concretamente la voglia di giustizia sociale che preme nel tessuto dei rap- porti sociali. Mai più tasse indiscri- minate, mai più gio- chi sporchi alle spalle e in barba agli italiani: intendiamo liberare le energie della creatività con il sostegno alle imprese innovative, liberare il lavoro dal fardello della restaurazione dei rapporti tra padro- ne e operaio resti- tuendo dignità e diritti pieni al lavo- ro, dare un futuro e una prospettiva di vita alle nuove generazioni dando loro la chiave per trasformare questo Paese in una terra di opportunità e non da cui fuggire. Vo- gliamo meno spese di guerra e più spese per i servizi e il sociale, vogliamo restituire alla politi- ca l’importanza e l’onorabilità di cui si è andata perdendo traccia in favore di facili e comodi populismi. Vogliamo contrapporre alla speculazione edilizia e al consumo del suolo l’amore per la terra e la sua cura. Vogliamo rinvigorire l’economia con scelte eque, mettere all’angolo la speculazione finanziaria e l’arroganza dei grandi capitali quando, per il profitto, seppelliscono i diritti dei lavoratori e i sogni di una intera fascia di popolazione strangolata dai debiti. Voglia- mo, infine, porre al centro di questa campagna elettorale, il disagio di milioni di pensionati, chiedendo una diversa politica fiscale per la tassazione sul loro reddito e una rivalutazione an- nuale per le pensioni. Ma questo non basta, serve una legge nazionale con un fondo a sostegno delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, con una difesa reale sia del sistema sani- tario pubblico che del welfare pubblico, per rispondere ai bisogni delle persone anziane. Ed è per questo che diamo il benvenuto alla Sinistra, alla Sinistra di governo che porta nelle sedi istituzionali le vertenze territoriali, il sentire e le emozioni della passione politica. Siamo la sini- stra della proposta e non della sterile e autoreferenziale protesta. Questa volta giochiamo per vincere e lo vogliamo fare con una coalizione salda, autorevole e progressista.” In Questo Numero: Intervista ad Adriano Labbucci di Maurizio Carrozzi Benvenuta Sinistra di Massimo Cervellini Intervista a Paolo Perelli di Assunta Giacca Homo Homini Lupus di Paola Valeri Benessere Psicologico e Territorio di Emanuele Grilli di Maurizio Carrozzi Adriano Labbucci è nato a Roma, laureato in storia moderna ha da sempre associato l'impegno socia- le con quello politico svolgendo dal 2003 al 2008 il ruolo di presidente del consiglio provinciale di Roma. Nel 2011 ha pubblicato il libro "Camminare, una rivoluzione": Adesso si candida alle elezioni regionali del Lazio nella lista di SEL…(continua a Pag. 2) Benvenuta Sinistra, Speranze e Proposte per rilanciare la Sinistra di Massimo Cervellini Adriano Labbucci: “Riportiamo nel Lazio e nel paese la Buona Politica di Sinistra”

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Page 1: Partecipazione Anno II Numero 5

Promosso dalle Compagne e dai Compagni del circolo SEL CasadellaSinistra XIII Municipio

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“Partecipazione”: L’autobiografia del nostro territorio, scritta dai nostri cuori anche su

Partecipazione [email protected]

Anno II Numero 5

Benvenuta Sinistra è il titolo della nostra campagna elettorale, è, più che un

auspicio, la convinzione della bontà delle nostre proposte. Al fianco di Pier-

luigi Bersani, per l’Italia, e di Nicola Zingaretti, per il Lazio, intendiamo

costruire quell’alternativa di governo al montismo sfrenato e alla mala ge-

stione del la destra affarista e per nulla trasparente della Polverini, in grado

di rivoluzionare pratiche e metodologie, di riavvicinare i cittadini alle istitu-

zioni e di tradurre concretamente la

voglia di giustizia sociale che preme nel tessuto dei rap-

porti sociali. Mai più tasse indiscri- minate, mai più gio-

chi sporchi alle spalle e in barba agli italiani: intendiamo

liberare le energie della creatività con il sostegno alle

imprese innovative, liberare il lavoro dal fardello della

restaurazione dei rapporti tra padro- ne e operaio resti-

tuendo dignità e diritti pieni al lavo- ro, dare un futuro e

una prospettiva di vita alle nuove generazioni dando

loro la chiave per trasformare questo Paese in una terra di opportunità e non da cui fuggire. Vo-

gliamo meno spese di guerra e più spese per i servizi e il sociale, vogliamo restituire alla politi-

ca l’importanza e l’onorabilità di cui si è andata perdendo traccia in favore di facili e comodi

populismi. Vogliamo contrapporre alla speculazione edilizia e al consumo del suolo l’amore per

la terra e la sua cura. Vogliamo rinvigorire l’economia con scelte eque, mettere all’angolo la

speculazione finanziaria e l’arroganza dei grandi capitali quando, per il profitto, seppelliscono i

diritti dei lavoratori e i sogni di una intera fascia di popolazione strangolata dai debiti. Voglia-

mo, infine, porre al centro di questa campagna elettorale, il disagio di milioni di pensionati,

chiedendo una diversa politica fiscale per la tassazione sul loro reddito e una rivalutazione an-

nuale per le pensioni. Ma questo non basta, serve una legge nazionale con un fondo a sostegno

delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, con una difesa reale sia del sistema sani-

tario pubblico che del welfare pubblico, per rispondere ai bisogni delle persone anziane. Ed è

per questo che diamo il benvenuto alla Sinistra, alla Sinistra di governo che porta nelle sedi

istituzionali le vertenze territoriali, il sentire e le emozioni della passione politica. Siamo la sini-

stra della proposta e non della sterile e autoreferenziale protesta. Questa volta giochiamo per

vincere e lo vogliamo fare con una coalizione salda, autorevole e progressista.”

In Questo Numero:

Intervista ad

Adriano Labbucci

di Maurizio Carrozzi

Benvenuta Sinistra

di Massimo Cervellini

Intervista a Paolo Perelli

di Assunta Giacca

Homo Homini Lupus

di Paola Valeri

Benessere Psicologico

e Territorio

di Emanuele Grilli

di Maurizio Carrozzi

Adriano Labbucci è nato a Roma, laureato in storia moderna ha da sempre associato l'impegno socia-

le con quello politico svolgendo dal 2003 al 2008 il ruolo di presidente del consiglio provinciale di

Roma. Nel 2011 ha pubblicato il libro "Camminare, una rivoluzione": Adesso si candida alle elezioni

regionali del Lazio nella lista di SEL…(continua a Pag. 2)

Benvenuta Sinistra, Speranze e Proposte per rilanciare la Sinistra

di Massimo Cervellini

Adriano Labbucci: “Riportiamo nel Lazio e nel paese la Buona Politica di Sinistra”

Page 2: Partecipazione Anno II Numero 5

2 Partecipazione Partecipazione

Cioè?

La salute è un diritto: per questo i tagli proposti sono inaccetta-

bili. Bisogna intervenire sulla spesa e sulla qualità dei servizi,

rafforzando la sanità territoriale invece di scaricare tutto sugli

ospedali con conseguente aumento dei costi, riequilibrando il

rapporto con la sanità privata che nella nostra regione è eccessi-

vo, rendendo trasparenti i bilanci delle ASL. Inoltre la Regione

Lazio ha un grande compito di programmazione che in questi

anni, anche e soprattutto a causa della sciagurata giunta Polve-

rini, non ha svolto. Il welfare non è un lusso: è quel sistema che

ci rende cittadini. La prima cosa da fare è una nuova legge qua-

dro sui servizi sociali in grado di rispondere ai nuovi bisogni, di

promuovere reti di solidarietà e socialità coinvolgendo il terzo

settore e integrando il sociale col sanitario.

Hai più volte ribadito che la tutela dell’ambiente sarà

una “condicio sine qua non” della tua azione politica e

di governo, qualora il centrosinistra dovesse vincere le

prossime elezioni regionali…

E lo confermo. L’imperativo categorico da questo punto di vi-

sta è quello di dare uno stop al consumo di suolo e approvare

una legge regionale che tuteli l’Agro Romano dalla speculazio-

ne edilizia rilanciandone la vocazione agricola. Al contempo è

necessario rivedere completamente le politiche per le infrastrut-

ture. Non abbiamo bisogno del raddoppio del GRA o dell’alta

velocità. Serve invece investire sul ferro per sostenere i pendo-

lari che, per ragioni di studio o di lavoro, ogni giorno viaggiano

in condizioni incivili sulle linee regionali. E poi dobbiamo pro-

muovere lo sviluppo di un mobilità “dolce” con percorsi pedo-

nali e ciclabili.

Un programma ambizioso, forse anche un po’ utopistico.

Non ti pare?

Sono convinto che per imprimere una vera svolta alla politica,

per fare cose davvero diverse bisogna pensare e agire diversa-

mente. Non dobbiamo aver paura della radicalità delle idee. Le

battaglie perse sono solo quelle che non si danno.

(Continua da Pag 1..)

Labbucci, quali sono le ragioni che ti hanno spinto a

candidarti alle elezioni regionali del 24 e 25 febbraio?

Innanzitutto penso sia necessario voltare pagina scrivendo la

parola fine una volta per tutte al “berlusconismo” e ai suoi

derivati come la giunta Polverini che in questi anni è stata

impegnata in un'opera di sistematica demolizione del territo-

rio regionale, sotto ogni punto di vista. E poi bisogna chiu-

dere anche la fase del governo Monti. Si tratta in realtà di

due “destre: la prima, populista e demagogica, la seconda

tecnocratica, ma entrambe accomunate dal medesimo credo

liberista. Le ricette sia dell’una che dell’altra per uscire dalla

crisi economica sono in fondo le stesse: precarizzazione del

lavoro, indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori,

taglio delle pensioni, dello stato sociale, della sanità, sovrac-

carico di tasse per gli artigiani, i piccoli e piccolissimi im-

prenditori. Non una parola sulla tassazione delle rendite e

delle transazioni finanziare, né tanto meno sull’ipotesi di

tassare i grandi patrimoni. Insomma secondo loro la crisi la

devono pagare, come sempre, i soliti noti, che poi sono quel-

li che non hanno alcuna responsabilità per la crisi in corso.

Tutto ciò è inaccettabile e la sinistra ha il dovere di cambiare

radicalmente rotta rispetto a quanto è stato fatto fino ad ora.

In che modo?

Facendo esattamente il contrario di quello che hanno fatto

sia Berlusconi che Monti. E’ necessario recuperare risorse

da una parte tassando i grandi patrimoni e le rendite finan-

ziarie, dall’altra attraverso una lotta senza quartiere

all’evasione fiscale. E naturalmente tagliare drasticamente i

costi della politica. In questo modo sarà possibile realizzare

delle politiche che rimettano al centro il mondo del lavoro,

rifinanziando il welfare e facendo della cultura e

dell’ambiente il volano di un nuovo e profondamente rinno-

vato sviluppo economico.

Quali sono i punti fondamentali del tuo programma?

Innanzitutto rifinanziare la legge regionale sul reddito mini-

mo garantito già affossata dalla destra, un piano straordina-

rio del lavoro per la sicurezza e la manutenzione del territo-

rio, di scuole e alloggi pubblici, la stabilizzazione del lavoro

irregolare e sommerso negli appalti pubblici, l’utilizzo razio-

nale dei fondi comunitari. E poi naturalmente è necessario

riaprire la “partita” su stato sociale e sanità.

Inviate articoli e foto a: [email protected] siamo anche su

Page 3: Partecipazione Anno II Numero 5

3

Innanzitutto ringrazio il Vostro giornale

per l'ospitalità concessaci. Essenza Tea-

tro, lo spazio che ho costruito e che diri-

go ha poco più di un anno e si occupa,

in un rapporto di continuità con tutto il

mio percorso artistico e civile, di forma-

zione teatrale e della diffusione dell'Ar-

te, in particolare quella teatrale, e della

sperimentazione di nuovi linguaggi arti-

stici, che mettano sempre più le persone

al centro del progetto.

L'arte come elemento di elevazione cul-

turale ma innanzitutto spirituale, dove

per “spirituale” si intende l'intimo rap-

porto fra l'uomo e il suo io più profon-

do, e dove la ricerca della felicità passi

attraverso lo sviluppo dei propri bisogni

primari e non da quelli indotti dall'ester-

no. Raccontiamo e viviamo un teatro

vero, un “Teatro delle Emozioni”, un

teatro fatto di storie che diventano so-

gni. Un teatro fatto da artisti di grande

spessore e da uomii e donne di spessore

ancor maggiore. ESSENZA è un luogo

dove le persone si sentono a casa. Cal-

do, accogliente e creativo. Dove chi

vuol progettare può farlo, e realizzare le

sue idee artistiche. Un luogo magiko...

dove le emozioni sono di scena.

Da lungo tempo ti occupi di teatro su

questo territorio: spettacoli, scuola,

gestione di spazi culturali. Ti sembra

che l’offerta presente sia sufficiente?

Ritieni che l’amministrazione pubbli-

ca abbia investito in modo adeguato

in cultura?

L'Italia è uno Stato che da troppi anni

ormai non investe più in cultura e la

nostra amministrazione territoriale non

fa che seguire il trand nazionale. Cultu-

ra significa fornire strumenti per pensa-

re autonomamente, e questo a qualsiasi

leadership non piace. Meglio ignoranti e

allineati che pensanti e rivoluzionari....

Per questo la mia scelta di sempre è di

non essere omologabile a nessuna cor-

rente politica. La libertà di pensiero e di

creatività è la cosa a cui più tengo e a

cui ho dedicato tutta la mia vita ormai

arrivata a mezzo secolo. Ed è questa la

linea portante di ESSENZA TEATRO,

un Associazione Culturale che vive

grazie ai contributi dei suoi soci e

all'impegno personale di un piccolo

gruppo di carpentieri dell'Arte.

Per quello che riguarda la prima do-

manda, io ho sempre sostenuto che gli

spazi culturali non sono mai troppi, e

che non esiste concorrenza fra i teatri, i

cinema, le sale concerto, i musei... Im-

maginate un territorio, diciamo il no-

stro, con cento teatri, tutti con la loro

linea specifica. Avrebbero lo stesso

numero di spettatori e simpatizzanti che

hanno ora i cinque o sei spazi presenti.

Perchè la cultura si diffonde, quindi se

un bambino cresce in una città con 100

teatri conoscerà il luogo teatro prima di

un altro bambino che vive in una città

con 5 teatri.... e di certo prima o poi lo

frequenterà. Entrerà a far parte della sua

quotidianità. Come la televisione o il

cellulare. E' matematica non analisi

surreale. Se tu a casa ascolti tutti i gior-

ni fin da bambino musica classica,

quando crescerai quel genere di musica

non ti apparirà distante da te. Farà parte

del tuo DNA. Lo stesso vale per i teatri

o i musei... Poi è ovvio che la contami-

nazione e se vuoi anche la concorrenza

è stimolo di crescita.... Credo che il

buon operatore culturale sia quello che

si impegni a fare sempre meglio più che

a denigrare il lavoro degli altri...

Ti sei occupato anche della gestione

degli spazi spettacolo di Approdo alla

Lettura, ti sei misurato quindi con un

pubblico variegato, spesso occasiona-

le, diverso dal pubblico “invernale”

che sceglie di entrare in un teatro.

Cosa chiede questo pubblico

“estivo”e cosa si potrebbe dare di

più ?

Il problema non è quello che vuole il

pubblico ma quello che tu vuoi dargli.

Mi spiego meglio. Se io amministrazio-

ne voglio il facile consenso, porterò

uomini di spettacolo veicolati dalla tele-

visione e così tutti contenti.... 20 – 30

mila euro è mi sono aggiudicato una

fetta di popolarità... ma a cosa è servi-

to? Se invece investo la stessa cifra sulla

qualità, dando vita a manifestazioni belle,

divertenti, ma vitali e di maggior respiro,

probabilmente l'amministrazione se la

potrà rivendere con minore forza, da un

punto di vista mediatico. E allora perchè

farla? Per far crescere il Territorio e ma-

gari quelli che la pensano diversamente da

me? Meglio il consenso no? E' purtroppo

sempre un problema di visibilità e mai di

sostanza, o di strategia culturale. O meglio

la strategia c'è ma è sicuramente tutto me-

no che culturale.

Hai mai pensato di utilizzare spazi ora

abbandonati per fare cultura?

No.

Dopo aver per lungamente operato sul

litorale ti sei spostato nell’entroterra,

qual è la motivazione di questa scelta?

Facendo un primo bilancio, opteresti

per un ritorno ad Ostia?

Per me ESSENZA è in un luogo, e non

nell'entroterra di un altro. Comunque sia-

mo nello stesso Municipio. Quindi io sono

ad Ostia come quelli di Ostia sono a Dra-

goncello. E poi ESSENZA TEATRO è

così bello che non vorrei privarmene mai

più!

Il tuo è uno modo di fare spettacolo

molto originale: spettacolo con cena

inclusa, streaming della rappresentazio-

ne, biblioteca. Quali altre piacevoli no-

vità ci possiamo aspettare?

Le novità non sono in quello che si fa per

guadagnarsi “pubblico” ma in come si fa,

e negli obiettivi che si perseguono. Di

certo ESSENZA è in movimento conti-

nuo. Oltre me ci sono tante altre menti, e,

ripeto, da noi chi ha idee e voglia di fare,

e che sia qualificato e professionale, trova

sempre le porte aperte... Però un'idea io

l'avrei per unire insieme tutte le realtà

stabili del territorio... Ci sto lavorando

sopra e forse riuscirò a proporla in tempi

brevi agli altri colleghi che gestiscono

spazi artistici... Vedremo

In questa fase della tua vita, oltre ad

investire su te stesso, pensi di dover

impegnare le tue energie e la tua espe-

rienza anche per dare l’opportunità a

nuovi talenti di emergere?

L'ho sempre fatto e continuerò a farlo.

Sono un formatore.... E mi sembra già una

bella responsabilità!

Partecipazione

Paolo Perelli: “Essenza Teatro è un luogo dove le persone si sentono a casa” di Assunta Giacca

Page 4: Partecipazione Anno II Numero 5

4 Partecipazione Partecipazione

Le sedi fisiche debbono vivere, debbo-

no essere occasione di incontro e con-

fronto. Questo assunto ci ha spinto, do-

po aver aperto le nostre due sedi, dopo

averle arredate e rese accoglienti, a

cercare di riempirle di vita. Lo strumen-

to che abbiamo adottato, sono le nostre

riunioni, le assemblee gli incontri. Ab-

biamo in questo modo cercato di render-

le luoghi utili per incontrarci a parlare e

progettare politica, ma anche semplice-

mente per incontrarci e ritrovarci. La

nostra ambizione però è grande. A noi

interessa occuparci del luogo pubblico

come luogo di partecipazione ed incon-

tro, come strumento per mettere in con-

nessione conoscenze per costruire siner-

gie. A noi piace pensare che anche le

nostre piccole sedi possano essere

“luogo pubblico”. Un luogo pubblico

non può non occuparsi di Cultura,

quindi immediatamente abbiamo pensa-

to a quale poteva essere il nostro contri-

buto alla vita culturale del territorio.

Sappiamo che Il potenziale e il fabbiso-

gno di cultura è enorme, ed anche per

questo abbiamo dedicato una rubrica di

“Partecipazione” a questo tema I luo-

ghi ed i tempi sono sempre troppo po-

chi, quindi anche i nostri luoghi e tempi

possono essere utili. gli aperitivi cultu-

rali, inaugurati la domenica mattina,

sono il nostro piccolo contributo. Ab-

biamo iniziato con la presentazione del

libro di Adriano Labbucci “Camminare

una rivoluzione” domenica 20 gennaio

e con la presentazione della mostra fo-

tografica sulle carceri di Pino Rampolla

la domenica successiva che ha visto la

partecipazione di Luigi Nieri. «Non c’è

nulla di più sovversivo, di più alternati-

vo al modo di pensare oggi dominante.

Camminare è una modalità del pensie-

ro. È un pensiero pratico. È un triplo

movimento: non farci mettere fretta;

accogliere il mondo; non dimenticarci

di noi, strada facendo». Questa è la pre-

messa con la quale Adriano Labbucci

ha iniziato il suo percorso letterario e su

questa premessa si è articolato un lungo

confronto tra l’autore e il pubblico af-

frontando aspetti storici, filosofici e

culturali. Noi però restiamo un partito

politico, e non posiamo affrontare il

tema del camminare, anche partendo da

presupposti filosofici, senza considerare

le implicazioni politiche e amministrati-

ve che tale approccio ci pone. Per que-

sto ci siamo lasciati con l?impegno di

trasformare uno stimolo culturale in

azione politica e di proposta anche per

Ostia. La domenica successiva la pre-

sentazione della mostra Fotografica di

Pino Rampolla, che è rimasta nella no-

stra sede per una settimana è stata

L’occasione di affrontare la condizioni

delle nostre carceri. Rampolla ci ha

raccontato l’esperienza vissuta nelle

varie carceri italiane, la sua esperienza

umana maturata nel tentativo di rac-

contare con immagini in bianco e nero

la dura atmosfera della reclusione, fatta

di rumori e di umori difficili.

L’intensità di quelle immagini ci ha

permesso di soffermarci sulla condizio-

ne delle carceri italiane e con Luigi

Nieri abbiamo ragionato sul tema diffi-

cile del sovraffollamento. Ora il nostro

impegno è tutto rivolto alla campagna

elettorale ma abbiamo già pronti in

cantiere altri temi ed argomenti e dal

mese di marzo torneremo a proporre

temi di proficuo confronto, che

“partecipazione” non mancherà prima

di presentare e poi di commentare.

Quattro colpi di pistola, preceduti da un vio-

lento fendente sul cranio. "L'ho uccisa perchè

pensavo fosse un ladro"; Questa è la dichiara-

zione di Oscar Pistorius dopo aver massacra-

to la sua compagna. Immediatamente gli or-

gani di stampa internazionale si sono interes-

sati alla vicenda, marcando ripetutamente il

fatto che a scatenare la violenza sia stato il presunto tradimen-

to subito dall'atleta. L'impressione è che la "corsa" verso la

verità sia stata deviata nella ricerca della giustificazione

dell'atto, trasformando il movente del massacro nell'attenuante

del gesto. Quando un uomo uccide la propria compagna per-

chè ottenebrato dalla gelosia non si parla più di brutale violen-

za, ma di omicidio a sfondo passionale, e per questo lo voglia-

mo giustificare? Tutto nella realtà ci fa pensare che noi donne,

da quando nasciamo, abbiamo ruoli prestabiliti che presup-

pongono un comportamento di subalternità: il nostro modus

vivendi è condizionato da scelte maschili. Ma il modello pre-

costituito ci è indottrinato dalle nostre stesse madri per ragioni

ataviche che nulla hanno a che fare con il concetto di subalter-

nità e di proprietà accampato dall'uomo stesso. Il "rischio"

oggi è quello di alterare un equilibrio naturale scivolando ver-

so forme di frustrazione violenta. Ne sono testimonianza tutte

le brutalizzazioni fisiche e psichiche subite dalle donne per

opera di chi, infinite volte, ha giurato di amarle. Una violenza

lucida, materiale, organizzata, operata da chi non può definirsi

"folle" o giustificarsi come accecato dalla gelosia. Eppure i

media, gli opinionisti e, cosa più grave, molte donne tendono

a confondere l'attenuante con il movente. Ne sono testimoni i

titoli dei giornali, dove l'omicidio passionale è meno grave

delle altre forme di omicidio. Dove la vittima si è resa respon-

sabile della sua stessa "colpa". Rendersi conto di questo signi-

fica aver accettato l'idea che esiste una degenerazione di un

equilibrio naturale; Per tanto è necessario rispondere cultural-

mente, investendo la scuola e la famiglia di una responsabilità

formativa al fine di mettere al centro il rispetto della persona.

Homo Homini Lupus

di Paola Valeri

Aperitivi Letterari: Report di una bellissima esperienza di Redazione

Page 5: Partecipazione Anno II Numero 5

5 Partecipazione Partecipazione

Sono rimasto

profondamente

colpito dal Servi-

zio fotografico

fatto sulle Carceri

I t a l i a n e .

L’iniziativa, pro-

mossa dalla Casa-

dellasinistra del

XIII Municipio

mi ha dato

l’opportunità di riflettere, ancora una

volta, sulle Istituzioni Totali in Italia.

La Comunità Europea ci ha ricordato

che le nostre carceri, sovraffollate

fino all’inverosimile, hanno perso

( l’hanno mai avuta, mi chiedo)la loro

funzione di riabilitare e rieducare il

detenuto a vivere nella società rispet-

tando le regole di convivenza civile

nelle sue differenti forme. In realtà il

Carcere è una Istituzione che allarga

la frattura tra chi è “dentro” e chi sta

“fuori”. Questo significa che esso

stesso diventa una realtà con regole e

linguaggi che spesso sono soltanto condi-

visi da una ristretta parte della popolazio-

ne carceraria. Il detenuto in fondo è un

numero ed un “uomo maschera”che deve

appunto “dissimulare ogni emozione

evitando di manifestarla liberamente per

non incorrere in sanzioni interrogatori e,

a volte, pene corporali. Viene cosi’ ad

assumere un ruolo fondamentale il com-

portamento non verbale. Le ragioni per

cui nel carcere il detenuto è costretto ad

utilizzare un linguaggio non decifrabile

da chi lo controlla è legato alla funzione

di controllo e sorveglianza svolti dal per-

sonale. L’assunto di base è che ogni bi-

sogno e desiderio del detenuto viene rele-

gato in secondo piano rispetto al luogo in

cui egli si trova. Il degrado dell’umanità

proviene proprio dal fatto che tramite il

carcere la società si vendica sul crimina-

le, lo punisce per il suo comportamento e

lo umilia nella sua dignità di persona. Ne

deriva che il carcerato sviluppa una for-

ma di linguaggio che lo renda, almeno in

questo, libero di esprimersi con i compa-

gni per nutrire l’insopprimibile bisogno

di socialità e di scambio. Per sentirsi,

almeno dentro di sè meno sorvegliato e

piu’ libero. Tra i comportamenti non ver-

bali di maggiore rilievo in carcere (Carlo

Serra; Laura Fabrizi, Il Linguaggio degli

Occhi nelle Istituzioni Totali,ed. EUR,

1993) sono messi in atto quelli relativi

all’area del’espressione dei bisogni di

individualità e di aggressività e l’utilizzo

di tale linguaggio aumenta in frequenza

con l’allungarsi del periodo detentivo. Il

livello di istruzione è una variabile

“debole” nel senso che condiziona soltan-

to il tipo di linguaggio usato; anche un

superlaureato tenderà ad utilizzare un

codice criptato per sentirsi libero e fuori

controllo. Nel particolare l’uso della di-

stanza interpersonale, (ovvero la vicinan-

za o la lontananza che si sceglie di adot-

tare da una persona, il modo di vestire,

l’utilizzo di oggetti particolari di abbi-

gliamento(collane anelli cappelli), il mo-

do di pettinarsi. Il modo di guardare i

cenni del capo la postura sono altri segni

“paralinguistici” che vengono appresi ad

utilizzati per poter dialogare liberamente

senza l’intrusione degli altri, preposti alla

normalizzazione.

Benessere Psicologico e Territorio

Il Linguaggio del Corpo nei Diversi contesti di Emanuele Grilli

Come si fa a spiegare l'ovvio ? L'ovvio

in Italia è stato quasi sempre in mino-

ranza, e anche per questo che ci trovia-

mo nelle condizioni attuali; L'ovvio è

che è non è solo più importante, ma

anche più utile perseguire il bene comu-

ne, piuttosto che il proprio particolare:

c'è chi fa promesse che non potrà man-

tenere, e che fa finta di fidarsi, quando

gli dicono che una tassa verrà abolita,

ma dovrebbe interessare di più che cali

il peso complessivo dell'imposizione

fiscale, e che la tasse diventino tutte servizi per la colletti-

vità, perchè e più 'conveniente' ! In questa campagna eletto-

rale, sulla stampa e nei TG invece c'è di tutto, tranne i pro-

blemi reali di questo Paese, che restano sullo sfondo o addi-

rittura nascosti: lavoro, sviluppo, ambiente, scuola, come

uscire dalla crisi, costo della politica, queste le vere emer-

genze, ma la compagnia di giro MontiBerlusconiCasiniFini

parla d'altro, si rivolge a pezzettini di Paese, con promessi-

ne di piccoli vantaggi e con anatemi contro la Sinistra .

Dobbiamo far capire a tanti cittadini stanchi di proposte

politiche lontane dalla vita reale delle persone e di promes-

se mai mantenute, che sprecare il voto con la protesta non è

la soluzione, che c'è la buona politica e che questa si trova a

Sinistra...già...BENTORNATA SINISTRA !!!

Cosa Fare?

di Marco de Lindemann

"Il linguaggio del corpo, anticipa le parole, il corpo

tradisce la verità dell'inconscio;quello che vogliamo

tacere con la bocca viene espresso dal volto, dallo

sguardo dal respiro e dalla postura" (Sigmund Freud)

Page 6: Partecipazione Anno II Numero 5

6 Partecipazione

Nel mese di Marzo si terranno due

importantissime iniziative presso

la sede della Casa della Sinistra:

Domenica 10 Marzo, alle ore

11.00, presso la sede di Via Pucci

Boncambi n°59 si terrà

l’iniziativa “Femminicidio” parte-

ciperà l’On. Celeste Costantino.

A seguire ci sarà un aperitivo.

Venerdì 15 Marzo, alle ore

18.00, presso la sede di Via dei

Romagnoli si terrà l’iniziativa

“Donne e Lavoro”, parteciperà

Simona Cervellini e la Segretaria

CGIL Camera del Lavoro di Roma

Marina Pierlorenzi. A seguire ci

sarà la cena di sottoscrizione pres-

so l’adiacente struttura.

Piazza Cultura di Assunta Giacca

Scrivete a [email protected] siamo anche su

BENESSERE PSICOLO-

GICO E TERRITORIO

Ciclo di seminari a cura della

Dott.sa Vita Solaro e del

Dott.Emanuele Grilli

16 marzo 18 - 19.30 “Legami

sentimentali: aspetti che uniscono

e che separano”

23 marzo 18 - 19.30 “La coppia

nella terza età”

1 6 a p r i l e 1 8 - 1 9 . 3 0

“Separazione e genitorialità”

20 aprile 18 - 19.30 “Solitudine,

condivisione e nuove dipendenze”

I Seminari si svolgeranno nella

sede della Casa della Sinistra in

Via Pucci Boncambi n°59

F i l m C o n s i g l i a t i :

V I VA L A L I B E RTA '

di Roberto Ando'

C E N T R O A N Z I A N I

L O S C ARI O L ANT E :

Sabato 2 Marzo gita a

“Caprarola” con visita a

Palazzo Farnese e Giardini

A S S O C I A Z I O N E

MUSICALE ARCANGELO

CORELLI:

Venerdì 1 marzo

IL BELCANTO ALL’OPERA

musiche di Puccini, Lega,

Hoffenbach, Bizet

CEA

Venerdì 1 Marzo ore 8.30

TENUTA PRESIDENZIALE

DI CASTEL PORZIANO

Marzo 2013

Principali Appuntamenti

Piazza Cultura consiglia...

Page 7: Partecipazione Anno II Numero 5

7 Partecipazione

Siete tutti invitati,

Venerdì 15 Marzo

Alle ore 20.00

Al Centro Anziani :

“Lo Scariolante” di

Ostia Antica, alla ce-

na di sottoscrizione

organizzata dal circolo

SEL Casa della Sini-

stra.

Vi aspettiamo

Spazio Salute Mentale

Ogni Lunedì dalle 17.00 alle 19.00

Presso il Circolo SEL

“Casa della Sinistra”Alberto Corsi

A cura di Enzo Caserta

In questa campagna elettorale si parla poco di mafie e di come

queste riescano a condizionare il consenso elettorale. Al con-

trario, bisognerebbe mettere al centro dei contenuti il tema di

come le mafie riescano ad infiltrarsi nella politica e di come, in

questo modo, dettino le agende amministrative di chi poi viene

chiamato a governare. Questo è tanto più vero in una regione

come il Lazio da decenni attenzionata in modo particolare dalle

cosche della ‘ndrangheta che qui puntano a focalizzare una

rilevante parte dei loro interessi illegali. Tali interessi corri-

spondono all’esigenza di consolidare un potere economico

fatto di collusioni e di forza militare che rendono le mafie forti e radicate su tutto il

territorio regionale. Il problema è che tale consolidamento richiede il consenso del-

la politica e, quindi, la mafia è impegnata nel far vincere chi è in grado di far rispet-

tare i patti illegali che con essa vengono stretti. Patti che si caratterizzano in un

voto di scambio attraverso il quale si muove il consenso a favore di quei gruppi

politici in grado di restituire il consenso ottenuto attraverso una condotta illegale

nella gestione complessiva della cosa pubblica. La sinistra deve denunciare con

forza l’esistenza di questo pericolo di inquinamento del voto in questa campagna

elettorale e deve, soprattutto, convincere le classi più disagiate di questa regione

del fatto che la vittoria dei poteri illegali ed inquinati produce un grave danno al

mondo del lavoro e ai diritti dei cittadini. Occorre gridare la nostra assoluta volontà

di vincere per sconfiggere il condizionamento delle mafie nella gestione della cosa

pubblica come condizione di uno sviluppo del territorio coerente con le sue caratte-

ristiche paesaggistiche ed ambientali oltre che come condizione indispensabile alla

creazione di economia legale in grado di dare posti di lavoro e garanzia del rispetto

dei diritti dei lavoratori. Qui, poi, nel litorale dobbiamo essere ancora più decisi nel

dare un segnale di legalità e trasparenza che purtroppo i cittadini non percepiscono

per via del malgoverno ad opera di una destra demagogica ed inconcludente. Siamo

in un territorio dove i loschi interessi sia della camorra che della ‘ndrangheta si

manifesta attraverso il condizionamento di attività commerciali e nel settore del

turismo come dimostrano le recenti inchieste che hanno colpito clan proprietari di

stabilimenti importanti a Ostia. Tali inchieste dimostrano come il radicamento sia

forte e come la forza intimidatrice determina una grandissima capacità di arricchi-

mento attraverso tangenti e usura. Il problema diventa ancora più grande se si con-

sidera che ormai è acclarata la capacità di infiltrarsi negli appalti e nella intera filie-

ra del cemento. Ciò grazie anche all’adozione di strumenti urbanistici che hanno

solo favorito l’attività cementizia distruggendo il territorio e le sue potenzialità.

Inoltre, siamo di fronte a gruppi di potere in grado di fare proficuamente impresa e

di utilizzare le immense risorse finanziarie illecitamente introitate attraverso il per-

verso meccanismo di inquinamento nel settore del commercio, soprattutto della

grande distribuzione. Questi sono pericoli enormi per il governo democratico del

territorio e noi dobbiamo essere un argine in grado di contenere ed abbattere una

forza che ormai è diventata un intreccio di interessi politico-affaristico-mafiosi.

Ecco la sinistra di governo necessaria al paese e a questa regione, una sinistra balu-

ardo della legalità costituzionale come fonte del diritto e dello sviluppo democrati-

co del territorio.

Mafie: “Combatterle significa combattere anche la crisi economica” di Antonio Lavorato