parrocchia s. maria immacolata – motte di...
TRANSCRIPT
![Page 1: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/1.jpg)
25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo, 1767
Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luino
Via delle Motte, 21 – 21016 – Luino (Va) – tel. 0332 530306
Sito web: http://parrocchia‐motte‐in‐luino.webnode.it/ email: [email protected]
![Page 2: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/2.jpg)
Novità importanti per le Parrocchie di Luino La vita della Chiesa e quindi anche delle nostre parrocchie deve impegnarsi per manifestare la gioia
del Vangelo e della sequela di Gesù: sia ad alto livello, insegnamenti del Papa e Vescovi, sia a livello
delle “Periferie” cioè di base, delle parrocchie/comunità, attraverso la fraternità collaborativa.
“Gesù ci insegna sempre ad andare all’essenziale, ad assumere con responsabilità la propria vita e
Missione per vivere da figli di Dio e fratelli di Gesù. Pensiamo ai messaggi del Papa per i nuovi anni:
”Fraternità, fondamento e via per la pace (2014). Non più schiavi ma fratelli (2015). Vinci
l’indifferenza e conquista la Pace e Fraternità “(2016) …E ancora impariamo da Maria ad essere più
coraggiosi nel seguire la Parola di Dio, che è Parola di Vita.”
É quanto si sta per fare anche nelle
nostre parrocchie di Luino che stanno
avviandosi sempre più alla “Comunità
Pastorale” come è riportato nelle
pagine centrali di questo giornalino con
gli appunti dell’incontro del Vicario
Episcopale mons. Franco Agnesi con i
consigli pastorali delle parrocchie di
Luino, dopo la visita pastorale del
nostro cardinale Scola.
“…Man mano bisogna acquistare una
mentalità non egoistica, ma sempre più
aperta agli altri, altruistica. Questi passi
verranno fatti con calma e occorrerà tempo.
Papa Francesco predilige una Chiesa in uscita, come ribadisce, una Chiesa aperta, più di comunione
e fraternità, secondo l’insegnamento del Concilio.
É la strada che ci sta davanti a cominciare da questa anno che ci apprestiamo ad iniziare.
É necessario pregare di più e una maggiore disponibilità e collaborazione per il bene di tutti, delle
nostre Parrocchie e di tutta la Chiesa e anche della nostra società e una visione più positiva e di fede
vissuta da ciascuno di noi.
Buon Nuovo Anno di grazia nel Signore Gesù, il Signore del tempo e della storia, come dice San
Paolo: “Cristo ieri, oggi e sempre“.
don Ilario
Giornalino N. 214 gennaio/febbraio 2017
stampato in proprio per uso parrocchiale
![Page 3: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/3.jpg)
E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. (Cor 1, 22)
Saulo di Tarso, che poi divenne San Paolo, il grande apostolo delle genti, ricorda ai Filippesi (Fil. 3) la sua precedente esperienza di persecutore di cristiani: era uno zelante fedele della Legge giudaica, e convinto di essere nel giusto, quando andava casa per casa a rastrellare i cristiani per portarli in carcere.
Poi avvenne l’incontro con Cristo sulla via di Damasco. Un incontro inaspettato, che lo lascia sgomento: “Saulo, perché mi perseguiti”? Da quel giorno per il funzionario romano cambia tutto, è una metanoia radicale quella che vive, nel periodo di solitudine e raccoglimento in se stesso, dopo, il futuro San Paolo.
La testimonianza di Paolo ribadisce che si può essere zelanti e in perfetta buona fede anche sul sentiero sbagliato. Precedentemente, lui non era certo una cattiva persona, anzi, era considerato molto bene dai suoi correligionari, faceva il suo dovere, ottemperava ai precetti, combatteva quella che per lui era un’eresia.
Finché Cristo non gli ha aperto gli occhi, e l’ha chiamato. Nel Cristianesimo Dio cerca i suoi, e li raccoglie preso di Sé. Non è l’uomo che cerca Cristo, ma è Lui che si avvicina agli uomini, fino a scendere sulla Terra per compiere, per amore, l’estremo sacrificio. Non esiste altra religione al mondo in cui ci sia questo messaggio di redenzione e di salvezza, i falsi dei non salvano nessuno.
Comparare o peggio credere che tutte le religioni siano equivalenti, vuol dire rinnegare la missione salvifica di Cristo, e San Paolo lo dimostra con l’esempio della propria vita: se fosse bastato essere una brava persona, zelante, religiosa, ligia, perché convertirsi al Cristianesimo, perdendo tutto quello che aveva conquistato nel mondo? Tranquillità, prestigio, considerazione sociale, rispetto, Saulo perse tutto per seguire Gesù. Si mise in pericolo, girò mezzo mondo per portare la Parola di Cristo ai pagani, perse la vita per la sua testimonianza.
Egli è l’esempio primo di evangelizzazione. Paolo ci ispira e ci dice: Volete essere apostoli di Cristo? Volete rinascere alla vera Vita? Se sì, lasciatevi afferrare da Lui, lasciatevi convertire, cioè trasformare da Cristo.
Paolo con la sua conversione radicale (molto simile a quella di santi altrettanto grandi, come Agostino e Francesco), ribadisce a chiare lettere che solo Cristo salva, che solo Cristo è la Via, la Verità e la Vita, e chi si allontana da Lui non sarà salvato, né dalle buone intenzioni, né dalle buone opere, né dal rispetto per le leggi umane, né dalle false religioni. Paolo con la sua instancabile opera di evangelizzazione in tutto il mondo allora conosciuto, ci dimostra che non basta essere salvati dalla nostra fede in Cristo, ma che abbiamo il dovere di portare la Parola a chiunque ne sia lontano, per garantire a tutti la stessa salvezza, come comandato da Gesù stesso. Questa è la nostra religione, e seguirne i fondamenti non significa essere fondamentalisti, ma cristiani coerenti, e non solo di facciata.
VÉÇäxÜá|ÉÇx w| fA ctÉÄÉ
Caravaggio 1600/1601 ‐ Santa Maria del Popolo, Roma
![Page 4: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/4.jpg)
Visita pastorale del card. Angelo Scola al decanato di Luino
Lo scorso 14 ottobre il nostro Arcivescovo ha fatto visita al nostro decanato di Luino nella ricorrenza del biennio dedicato alla riflessione sulla lettera pastorale “Educarsi al pensiero di Gesù”, che terminerà il prossimo 31 maggio 2017.
Si è iniziato con la preghiera composta dal Vescovo e dedicata a Maria:
“O Maria che nasci aurora di salvezza propizia a noi tuoi figli gli stessi sentimenti di tuo figlio Gesù aiuta la nostra libertà a pensare secondo Cristo tutte le cose.”
al ringraziamento da parte di don Sergio per la gradita visita è seguita una esposizione dello stesso dove sono state evidenziate le difficoltà che, anche nel nostro territorio, ha portato la secolarizzazione rendendo difficile il tema della evangelizzazione e della missionarietà. La precarietà del lavoro aumenta il malcontento dei cittadini per cui diventa maggiormente faticoso coniugare la Fede alle ragioni del vivere.
Nella programmazione della serata erano previsti cinque interventi dei cittadini, qui di seguito riportati, ai quali l’Arcivescovo ha risposto in modo esauriente spiegando in anteprima che quando i cristiani si incontrano non fanno una semplice riunione ma prolungano l’assemblea Eucaristica che diventa assemblea Ecclesiale all’interno di un cammino dove si sviscerano i diversi problemi per giungere ad una soluzione comune. Dicono i filosofi che prima del peccato originale l’uomo nasceva dall’orecchio quindi dobbiamo sentire bene quello che dice il nostro interlocutore per capire meglio noi stessi. Dobbiamo aprirci all’altro e non chiuderci nel nostro “IO” egoistico così da diventare “NOI”. Tutti siamo soggetti della Chiesa che è Gesù ed è proprio Lui che ci convoca tutti nelle assemblee (anche i laici) e lo scopo dell’Arcivescovo è istruire e incoraggiare tutto il popolo di Dio che gli è stato affidato. Purtroppo si è creato un fossato tra la Fede e la vita ed è difficile la testimonianza perché il fossato si allarga sempre più.
L’Arcivescovo nota nei fedeli una differenza sostanziale nel modo nel quale si comportano a secondo se sono all’interno della Chiesa o nella società. In Chiesa manifestano desideri profondi e spirituali ma quando escono e entrano nel mondo, nel loro quotidiano, diventano altre persone, diventano muti e non ragionano più come Gesù. Nella vita non serve fare tante cose, l’importante è vivere come Cristo e testimoniarlo ovunque. É bene ricordare quello che dice Papa Francesco: “Il cristiano deve camminare, edificare, testimoniare, custodire” sempre e in ogni luogo.
Il primo intervento della serata lo fa Vanna che fa parte di una unità pastorale comprendente Dumenza, Due Cossani ed Agra e trova che in questo contesto è difficile avere un unico obiettivo poiché le problematiche dei paesi sono diverse e ognuno finisce per perdere la propria identità.
Il secondo intervento lo fa Monica che denuncia il fatto drammatico di trovarci nel periodo dell’indifferenza e della paura per cui fatichiamo a vivere con gioia. Manca la scintilla dell’incontro degli uni verso gli altri.
Sono due domande che, dice il Vescovo con soddisfazione, vanno alla radice del problema: per quanto riguarda il problema di Vanna questo è determinato dal fatto che impediamo al nostro “IO” di diventare “NOI”, l’IO anima si deve identificare nel nostro corpo umano che cresce e cambia e così anche la mia mentalità deve essere sempre più adeguata alla realtà. Ciò vale per il soggetto ma deve valere anche per l’intera comunità. L’IO deve essere sempre immerso nel NOI e questo è decisivo per la buona e giusta crescita di noi stessi. Tutto ciò è legato ai tempi che sono lunghi e quindi per il raggiungimento dell’obbiettivo occorre molta pazienza e attendere che la fede investa l’IO senza rivalità e senza competizione. Bisogna esporsi al nuovo.
Le “periferie” delle quali parla il Papa sono quelle della nostra anima. Dobbiamo uscire dal radicalismo della nostra anima e sperimentare il nuovo che ci viene messo davanti dalle circostanze e dalla provvidenza. Importante è non puntare sul Potere. Occorre coraggio e capire che attualmente i giovani non possono essere educati da una sola Parrocchia, ma lo stile di vita che è cambiato deve essere centrato su comunione, collaborazione e corresponsabilità.
Visita del Card. Angelo Scola
![Page 5: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/5.jpg)
Dobbiamo operare non da soli ma con gli altri, come è detto nel Vangelo da Gesù: “Amatevi gli uni gli altri” e siate tutti fratelli miei e tra di voi. L’obiettivo è lavorare insieme.
Nel secondo intervento di Monica l’Arcivescovo si domanda: Cos’è che sprigiona la scintilla del desiderio? Deve innanzitutto nascere un’affezione come avviene tra due fidanzati. Il Signore fa in modo che questa circostanza si manifesti ed ecco che questi, che prima non si conoscevano, grazie a quella scintilla si innamorano. Ciò che va oltre la morte è l’incontro che ciascuno di noi ha con Gesù. Ognuno di noi deve ritrovare in sé stesso quel momento speciale e deve fargli prendere forma nella sua anima, deve ritrovare la scintilla che ha
attualizzato il Battesimo. In quel momento diamo del tu a Gesù e ci viene in mente il salmo: “Il tuo volto Signore, io voglio vedere il tuo volto”. Occorre perseverare in questo incontro con una realtà dinamica che lo fa crescere e mantiene viva quella scintilla dentro di noi. L’incontro personale con Gesù può avvenire in qualunque momento per ciascun uomo e ciascuna donna e ci permette di vivere nella nostra famiglia, nella società, nel lavoro una eterna giovinezza interiore per cui anche a 90 anni ci sentiamo giovani.
Il terzo intervento lo fa Natale che chiede spiegazioni sulla Cultura del dialogo esistenziale con le altre Comunità.
Il quarto intervento lo fa Lena che chiede qual’ è oggi il servizio del cristiano ai giovani.
Il quinto intervento lo fa Giancarlo il quale chiede come reagire alla crisi del lavoro. Anche la Svizzera che era, per la nostra zona di confine, una risorsa, non offre più la sicurezza di prima.
L’Arcivescovo risponde a Natale dicendo che il dialogo non può mascherare un monologo. Dialogo è comunicare insieme. Dialogare vuol dire camminare insieme verso la comprensione della realtà che spesso non è facile da capire però non posso pretendere che l’interlocutore debba accettare tutto quello che dico senza diritto di replica. Il dialogo esistenziale può avvenire in diversi modi. Può riguardare il problema dell’immigrazione: oggi circa 100 milioni di persone stanno emigrando ed il tema inter‐religioso è all’ordine del giorno. Come dice Papa Francesco molti problemi si risolverebbero con la fine delle guerre ma le Potenze invece di dialogare fanno prevalere i propri interessi legati al denaro, alla costruzione di armi, per cui le guerre continuano. Molti Stati europei invece di costruire ponti, come suggerisce il Papa, costruiscono muri.
Poi esiste il dialogo tra la madre e il proprio figlio su un altro tema spinoso e dilagante che è quello della droga. Anche qui, al vertice, ci sono interessi legati a denaro “il dio soldo” ed è, perciò, un tema difficile da trattare. Su tutti questi argomenti occorre lavorare insieme e non scoraggiarci. Al di sopra di tutto e di tutti c’è Gesù misericordioso nel quale dobbiamo sempre confidare e pregare. L’Arcivescovo, a tale scopo, ha istituito a Milano, con diverse personalità tra cui Cacciari, un centro dal nome “I dialoghi di vita buona” e anche se la strada è molto ardua stanno ottenendo qualche successo.
L’Arcivescovo risponde a Lena dicendo che attualmente si sta vivendo una crisi educativa profonda. Al primo posto c’è l’educazione che, purtroppo, è venuta a mancare. Le famiglie spesso si dividono e non danno più il supporto che davano una volta alla Società. Inoltre sono venute a mancare le sedi educative private, gli oratori scarseggiano, e il ragazzo si trova di fronte a un mondo frantumato e deve fare molta fatica a ricomporre i pezzi. La sua salvezza per ritrovare il senso della vita e seguire l’esempio di Gesù. Gesù deve essere maestro di vita.
L’Arcivescovo risponde a Giancarlo dicendo che occorre vivere bene l’esperienza di una comunità in uscita, aperta a 360°, trasformando nel quotidiano l’IO personale e farlo diventare il NOI della Chiesa. Collaborare con tutta la Società senza scoraggiarsi e realizzare l’amicizia civica tra i popoli non curandosi delle diversità esistenti tra loro. Come esempio cita la Santissima Trinità dove le tre persone sono diverse l’una dall’altra ma tra di loro c’è la collaborazione più precisa e perfetta.
Una notizia bellissima che ci viene data in anteprima dall’Arcivescovo: il 25 marzo 2017 Papa Francesco sarà in visita a Milano.
Rachele
![Page 6: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/6.jpg)
Martedì 25 ottobre 2016 il Vicario Episcopale di zona Mons. Franco Agnesi, ha incontrato presso la Scuola Parrocchiale “Istituto Maria Ausiliatrice” in Luino, alcuni componenti dei Consigli Pastorali e degli Affari Economici delle cinque Parrocchie di Luino (Luino, Creva, Voldomino, Motte, Colmegna), per continuare la visita iniziata dal Card. Angelo Scola il 14 ottobre u.s.
L’incontro ha voluto verificare se il cammino delle cinque Parrocchie procede nella direzione voluta dal Vescovo il quale nel suo precedente incontro ha ribadito più volte che il punto nevralgico di riferimento della nostra Fede deve essere esclusivamente l’immagine di Gesù. Dobbiamo seguire il Suo esempio. Il nostro operato e le persone che incontriamo dobbiamo vederle con gli occhi di Gesù con il quale dobbiamo sentire un legame profondo. Con il Concilio Vaticano Secondo conclusosi l’11/10/1966, del quale quest’anno si è festeggiato il 50° anniversario, la Chiesa ha avuto un notevole rinnovamento e quest’anno Papa Francesco ha voluto ricordare e festeggiare l’artefice di questo grande evento, San Giovanni XXIII°, iscrivendolo nel calendario proprio l’11 ottobre.
Grazie a Lui ed al Concilio da Lui fortemente voluto preghiamo nella nostra lingua di appartenenza e finalmente capiamo quello che diciamo e partecipiamo attivamente alla Santa Messa. Il Concilio ha messo, inoltre, in risalto i motivi di collaborazione, di sostegno, di
aiuto, di devozione che devono sussistere tra i fedeli che partecipano alla vita cristiana.
Per quanto riguarda la partecipazione all’Eucarestia ci sono attualmente regole che prima non c’erano: bastava entrare in Chiesa all’elevazione perché la S. Messa fosse valida e si usciva anche prima della Santa benedizione. Ora è stato ben definito che perché la S. Messa sia valida devono essere ascoltate per intero le letture e si deve uscire solo dopo la Santa benedizione.
Ci sono quattro ambiti ben delineati da seguire:
1. l’Eucarestia ‐ dobbiamo avere la piena consapevolezza di partecipare al mistero della passione e morte di Gesù e riuscire a trasmettere tale sentimento anche agli altri;
2. la catechesi ‐ dobbiamo occuparci dell’iniziazione cristiana dei ragazzi per aiutarli a scoprire ciò che faranno un domani della propria esistenza;
3. la carità ‐ invogliare i giovani a seguire l’esempio di Gesù nel modo in cui Lui guardava i piccoli (che non sono solo i bambini ma anche gli ammalati, ecc…);
4. la cultura ‐ occorre suscitare nelle persone che contattiamo l’importanza delle feste patronali, le unità di quartiere, i giochi di squadra, ecc… al fine di trasmettere la voglia di solidarietà e amore degli uni verso gli altri, sollecitare lo spirito di collaborazione, che può essere risvegliato anche grazie allo svago ed il divertimento.
Le comunità parrocchiali devono confrontarsi tra di loro, senza il desiderio di prevalere le une sulle altre per dimostrare maggiore bravura e capacità, ma con la modestia e l’umiltà, spinte unicamente dal desiderio di agire nel modo migliore per il bene della comunità e seguendo l’esempio di Gesù.
Dice Papa Francesco in “Vangeli Gaudium” che tutte le comunità devono andare verso una conversione pastorale missionaria.
Nei confronti di due genitori che chiedono il battesimo per il loro bambino e manifestano questo desiderio noi dobbiamo costituire per loro un “dono di missione” ed essere “buoni seminatori” e fare in modo che il loro desiderio si realizzi. Infatti, lo stile della Chiesa di oggi deve avere un’impronta di comunione.
Visita di Mons. Franco Agnesi
![Page 7: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/7.jpg)
Il volto della Chiesa deve essere comunitario, fraterno, mentre:
prima era : una parrocchia ‐ un campanile ‐ un Parroco oggi sempre di più : una parrocchia ‐ un campanile ‐ una comunità
Il Parroco collabora con gli altri presbiteri e con il Vescovo. Tutti dobbiamo essere in relazione e collaborazione con le altre comunità pastorali.
Nelle Comunità pastorali ci sono 3 nuovi passaggi:
Rimangono le Parrocchie come entità territoriali.
I parrocchiani, però, devono interagire tra di loro, scambiarsi i doni cioè gli aiuti gli uni verso gli altri e ciò consente loro di non sentirsi “da soli” e di diventare più competitivi in quanto desiderano curare maggiormente la loro Parrocchia perché non diventi meno bella e più trascurata rispetto alle altre. I bilanci sono distinti, però i Parroci devono sentirsi corresponsabili della buona conservazione anche dei beni altrui e partecipare alla restaurazione anche delle altre Chiese in quanto occorre aiutarsi insieme.
Essere più missionari. Il grave problema riguardante i “profughi” non può essere affrontato e risolto da una sola Parrocchia. Occorre incontrarsi con le diverse comunità pastorali e confrontarsi per migliorare ed affrontare tutte le sfide che, oltre a questa che attualmente è la più grande, vengono poste davanti ad esse (i diversi gruppi, Caritas, oratori, calendari per le feste, educazione dei giovani, ecc…). É necessario incontrarsi e vedere quello che può essere fatto, quello che può essere migliorato. Come si è già detto nel precedente incontro con il Vescovo, lo stile di vita che è cambiato, comporta la necessità della comunione, collaborazione e corresponsabilità tra le diverse Parrocchie.
La Diaconia è formata da gruppi di presbiteri, diaconi, laici che hanno il compito di attuare le scelte fondamentali per un cammino comune. Ora si stanno muovendo i primi passi. Occorreranno forse venti anni per vedere risultati finali e definitivi.
Cambierà anche l’immagine del prete che viene molto ridimensionata rispetto a quella attuale. Non ci sarà più la figura del prete eroe tipo “don Matteo” che si vede in TV. Ad esempio, il futuro prete verrà nominato nel presbiterio di Luino e opererà nella Parrocchia dei S.S. Pietro e Paolo. Nel presbiterio ci sono anche i diaconi perché la Chiesa svolge non solo un servizio liturgico ma anche economico, della carità, della fraternità incentrato attorno alla preghiera. Man mano bisogna acquistare una mentalità non egoistica ma sempre più aperta agli altri, altruistica. Questi passi comunque verranno fatti con calma e occorrerà ancora molto tempo.
Papa Francesco sogna una Chiesa missionaria capace di trasformare ogni cosa per l’evangelizzazione del mondo attuale e non è favorevole all’autopreservazione (cioè preservare quello che già c’è e conservare le strutture esistenti). Predilige una Chiesa in uscita come ribadisce spesso, una chiesa aperta, più di comunione e fraternità, secondo l’insegnamento del Concilio. È la strada che ci sta davanti, a cominciare da questo anno che stiamo iniziando. È necessario pregare di più ed una maggiore disponibilità e collaborazione per il bene di tutti e di tutta la chiesa.
Don Ilario
È facile scansare la freccia di un nemico, ma difficile da evitare la lancia di un amico
Un uomo è valutato dal suo cervello come un coltello è valutato dalla lama
Esiste una sola libertà: la verità. Esiste una sola schiavitù: la menzogna.
![Page 8: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/8.jpg)
Incontro del 7/9/2016 – relatore: don Giovanni Mariani Seconda relazione: “Ristabilire la comunione” ‐ Educare i ragazzi alla celebrazione della riconciliazione.
Si è introdotto il tema con la lettura del Vangelo secondo Giovanni (15, 5‐8) in cui Gesù dice: “Io, sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me porta molto frutto. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. In questo è glorificato il padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo.
Don Giovanni Mariani in questa catechesi ci invita a collegarci ai precedenti incontri, da lui tenuti, il 4/9/2014 e il 9/9/2015, di cui riporto di seguito, gli appunti ad essi relativi:
1. Incontro del 4/9/2014: “La Comunità educante racconta il Vangelo – Introdurre alla vita cristiana” Per fare una buona catechesi ai ragazzi, per dare loro un’ottima formazione cristiana, bisogna avere la collaborazione dei genitori i quali non devono delegare completamente il compito dell’iniziazione cristiana alla Parrocchia. I ragazzi dai 7 agli 11 anni non sono in grado di misurare l’oggettività di quanto dice la Chiesa se a casa avvertono disinteresse e disinformazione da parte dei propri genitori. Occorre una fiducia di base tra i genitori e la Parrocchia tenendo conto che i primi educatori sono i genitori e quindi il primo passo che si deve fare e conoscersi e a questo scopo devono essere sfruttate tutte le occasioni per organizzare incontri, cercare di condividere con loro le scelte.
Sono tre le cose fondamentali da tenere presente: conoscenza, accoglienza e modalità pratiche. Attualmente le situazioni familiari sono complicate: ci sono bambini con due mamme, altri con due o tre papà, comunque il vissuto familiare deve essere in sinergia con quello della Parrocchia. Bisogna cercare sempre la strada della diplomazia, non cercare lo scontro per evitare che i genitori si sentano “trattati male” e che si allontanino dalla Chiesa. Occorre evitare che le persone non frequentino più la Parrocchia per motivi banali, quali litigi per la scelta dei fiori, oppure per gli orari in cui fare le riunioni, ecc. e si deve cercare sempre la strada dell’accordo poiché l’interesse primario è il bene dei ragazzi”.
2. Incontro del 9/9/2015: “Andare a preparare la Pasqua per noi – Introdurre alla celebrazione nel percorso dell’iniziazione Cristiana – Esperienza di Chiesa”.
Preparare i bambini ai Sacramenti fa parte dell’Iniziazione Cristiana. La terminologia con cui identifichiamo i riti religiosi non sono immediatamente percepiti dalla nostra cultura per cui i bambini che non frequentano la Chiesa non hanno le informazioni necessarie per capire i gesti religiosi (fare il segno della croce, tenere le mani giunte, inginocchiarsi, ecc.) eppure, i bambini, hanno la predisposizione, più sono piccoli più entrano in sintonia con il linguaggio della liturgia.
La parola chiave è “partecipazione”. Con il Concilio Vaticano Secondo si sono acquistate tre caratteristiche fondamentali che non si potevano avere quando la S. Messa era in latino e non si capivano le parole.
La consapevolezza che consiste nel partecipare attivamente alla S. Messa. Occorre comprendere i riti attraverso le preghiere. Devi dare un senso e una spiegazione a quello che stai facendo.
La partecipazione attiva che non è uguale per tutti. Occorre interrogarsi su quello che il rito suscita in noi. Come dice S. Benedetto “Bisogna mettere d’accordo la voce con il cuore”. Ciascuno deve dare un significato personalizzato alle cose che vive. Quello che ho ascoltato durante il catechismo non è uguale a ciò che sento durante la celebrazione liturgica.
La interiorizzazione cioè la partecipazione piena e la piena condivisione. La dimensione interiore di salvezza che mi offre quel rito. Non bisogna essere “muti spettatori”.
Per ottenere ciò non bisogna partecipare solo a celebrazioni importanti (Comunioni, Cresime, Matrimoni, ecc.). Come “a pregare si impara pregando” così per apprendere bene il messaggio della S. Messa occorre partecipare a più celebrazioni. Ogni celebrazione è l’occasione per acquisire esperienza. L’educazione alla celebrazione non dipende dalla spiegazione ma la dobbiamo trovare in noi stessi poiché il collaboratore per eccellenza è lo Spirito Santo, lasciamo fare a Lui!
Per accompagnare il bambino all’incontro con Cristo e generare in lui la fede i catechisti e gli operatori pastorali devono assolvere ai compiti fondamentali previsti dalla Costituzione Conciliare sulla liturgia, cioè la
![Page 9: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/9.jpg)
“Sacrosanctum Concilium”.
Tutti questi compiti devono lavorare insieme. La partecipazione alla Santa Messa deve essere: consapevole/attiva e pia/fruttuosa/piena. Ciò non era possibile precedentemente al Concilio perché l’apprendimento era difficoltoso, a volte impossibile, a causa della non conoscenza del rito e, soprattutto, a causa del suo svolgersi in una lingua incomprensibile alla maggior parte dei fedeli. Si era obbligati ad essere “muti spettatori”. Occorre partecipare al rito con canti e gesti e cioè in modo attivo, per arrivare all’esperienza spirituale della salvezza.
La riforma del Concilio Vaticano Secondo mette in grado di vivere da cristiano anche dopo la celebrazione e ci sarà la pienezza completa quando tutte le componenti interiori ed esteriori si uniranno armonicamente e ci permettono di non incorrere nel pericolo di cui parla il profeta Isaia: “questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore e la sua vita sono lontani da me”.
Altro elemento fondamentale è comprendere e capire i gesti simbolici (aspersione con l’acqua e dell’incenso, fare il segno della croce con l’acqua benedetta) e le parole presenti nel rito a cui rispondere. Interiorizzare questi gesti e parole equivale a pregare.
Per educare i bambini alla celebrazione, soprattutto quando si tratta di riti importanti (solitamente più lunghi del solito) al fine di farli stare tranquilli, i catechisti devono diventare animatori e costruire una celebrazione. Occorrono tre cose fondamentali: spiegare quello che succede durante il rito liturgico. La conoscenza di ciò che succede dà la
tranquillità; eseguire, cioè insegnare le preghiere che si eseguiranno durante la S. Messa ed anche i gesti ad essa
inerenti; riprendere per comprendere “costruire una celebrazione” per educare i bambini a vivere la parola
di Dio. Ritorniamo al tema odierno del 7/9/2016: “Educare i ragazzi alla celebrazione della riconciliazione”.
L’immagine della vite, utilizzata dall’evangelista Giovanni, permette di meglio individuare il valore che il quarto Sacramento della Riconciliazione ha nella vita del cristiano. Noi siamo in “comunione” con il Signore Gesù che non ci abbandona mai anche quando noi pensiamo solo a noi stessi e gli voltiamo le spalle. Tutta la comunità educante deve collaborare insieme per comunicare ai ragazzi questa straordinaria verità che non è mai stata così attuale come in questo anno giubilare della misericordia (8/12/2015 – 20/11/2016), dove il Sacramento della Riconciliazione è alla base per ottenere l’indulgenza plenaria.
Fondamentale è il pentimento dei propri peccati per ottenere il perdono divino e il premio della felicità eterna.
Questo cammino viene fatto in comunione da tutto il Decanato composto dai diversi amministratori delle Parrocchie in modo che non si sentano caricati di un peso gravoso ma diventino parte integrante di una comunità (unità pastorale) che collabora per il bene di tutti. I membri del Decanato devono scoprire la bellezza di scambiarsi i doni per un unico fine: “il progetto divino per la salvezza delle anime”.
Occorre spiegare ai ragazzi il tema del peccato e del perdono gratuito di Dio e ciò deve essere agganciato al vissuto dei ragazzi e avere, come esempio, il modo di vivere di Gesù (Maestro di vita). Naturalmente occorre il sostegno della famiglia che è al primo posto nell’educazione dei figli. L’educazione dei giovani al Sacramento della Riconciliazione si effettua su tre versanti differenti che devono interagire tra loro: Spiegare cosa vogliamo che il ragazzo faccia per raggiungere i suoi desideri, le sue aspirazioni. Riprendere per Approfondire. Se ciascuno non ritorna su quello che ha compiuto con interiorità non ottiene un risultato favorevole.
In conclusione, nella riconciliazione, si vivono tre esperienze: ‐ penitenza, ‐ richiesta di perdono, ‐ concludere con gioia.
![Page 10: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/10.jpg)
I catechisti devono produrre occasioni di celebrazione della riconciliazione in modo che i ragazzi possano vivere in pienezza la gioia che comporta questo Sacramento. Come dice l’evangelista Giovanni, il cristiano si distingue dagli altri per la gioia che ha dentro di lui. Ciò è ribadito anche da papa Francesco che ripete spesso che chi ha il volto triste non è un buon cristiano.
Dobbiamo essere sereni e forti nella certezza di avere lo Spirito Santo che ci dà una mano nei momenti di difficoltà.
Rachele (continua)
“Vorremmo una casa per i poveri” Visita degli scolari di quinta elementare in Comune. Nei
desideri dei bimbi la sistemazione di un vecchio immobile
per giocare, e anche una pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Come si fa a non sentire una stretta al cuore quando i più
piccoli, in una letterina consegnata a mano al sindaco
scrivono: “Vorremmo una casa per i poveri?” È
quanto avvenuto il giorno 24 ottobre, nel corso della visita
della classe quinta delle scuole elementari delle Motte,
quartiere luinese. I ragazzi sono arrivati in municipio
accompagnati dalle maestre Gabriella e Patrizia, accolti dal
vicesindaco Alessandro Casali che ha spiegato loro la
posizione degli uffici, come è organizzato il lavoro del Comune e cosa fanno i dipendenti.
Ai bambini è stata mostrata la sala del consiglio comunale, il
salone dove si riunisce la giunta e l’ufficio del sindaco, dove
hanno incontrato Andrea Pellicini a cui è stata consegnata una
lettera scritta di pugno dagli scolari. I ragazzi stanno studiando
anche le regole che servono per gestire il territorio e hanno
persino fatto delle domande agli amministratori sul pgt, il
piano di governo del territorio. Hanno dimostrato grande
maturità, rivolgendo un pensiero alle persone bisognose e
chiedendo al sindaco di realizzare un’abitazione per i poveri.
Fra le richieste anche una pista di pattinaggio sul ghiaccio, che
l’anno scorso il Comune ha posizionato a ridosso delle
festività natalizie nei pressi dell’imbarcadero.
E poi ancora, scrivono i bimbi: «Alle Motte davanti al negozio “In butega” c’è una casa abbandonata dove mi
piacerebbe realizzare uno spazio dedicato ai bambini», scrive Gabriele, «o una ludoteca per ritrovarci
a giocare anche quando piove» aggiunge Erika, «o una sala giochi» chiede Martina, o ancora «una pista di
pattinaggio, o un parco avventura», sognano Siria e Matteo. Nei desideri dei piccoli c’è tanto sport,
avventura e voglia di crescere: tutte richieste ascoltate dall’amministrazione. «Ringrazio di cuore i bimbi, le
maestre Gabriella e Patrizia e soprattutto i genitori che hanno permesso ai loro figli di trascorrere qualche
ora in Municipio – ha commentato il vice sindaco Alessandro Casali ‐ I piccoli si sono dimostrati preparati e
molto interessati a tanti argomenti riguardanti il territorio. Mi ha fatto piacere che ci abbiano sottoposto le
loro richieste e che siano stati così dinamici ed interattivi. Queste esperienze si ricordano per tutta la vita».
Il sindaco Andrea Pellicini a colloquio con i ragazzi
Il vicesindaco Alessandro Casali spiega ai ragazzi come funziona il comune
![Page 11: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/11.jpg)
Don Giorgio Ferrario e i suoi 50 anni di sacerdozio: una vita per Curiglia.
Nell’omelia, facendo riferimento al Vangelo del giorno, don Giorgio ha condensato in poche parole il messaggio di fraternità recato dal cristianesimo: l’accoglienza e l’ospitalità, stili di vita conosciuti dagli abitanti della montagna, un appello di scottante attualità di fronte ad una biblica emigrazione di popoli che bussano alle nostre porte. E di grande capacità di accoglienza e di disponibilità senza riserve hanno parlato il sindaco Ambrogio Rossi ed una giovane parrocchiana.
La sua casa sempre aperta a tutti, il suo sostegno morale nelle circostanze più cupe e dolorose, il suo consiglio illuminante nei momenti bui della vita: queste gli elementi distintivi di un’azione pastorale discreta, ma straordinariamente incisiva. Forse don Giorgio, come ha riconosciuto il sindaco Rossi, avrebbe potuto spendere i suoi talenti in una realtà ben più vasta di Curiglia, ma qualche santo in paradiso ha concesso a questo piccola comunità sperduta in una valle di frontiera di godere di un insperato privilegio.
A festeggiare don Giorgio c’erano il prevosto di Luino, don Sergio, don Ilario delle Motte e don Viniero salito fin qui dalla dirimpettaia Valle Veddasca.
C’erano inoltre il sindaco di Dumenza, dove per sei anni don Giorgio ha esercitato con grande generosità il suo ministero, c’era il comandante della stazione dei Carabinieri, ex colleghi delle scuole e tanti ex alunni che hanno trovato in lui un padre mite, ma autorevole nelle tappe fondamentali della loro vita professionale ed affettiva.
La commozione si è stemperata in un momento di intensa gioia con l’esibizione del folto coro gospel Gap di Como, comparso improvvisamente sulla scena al termine della Messa. Un rinfresco d’eccezione attendeva tutti al Circolo parrocchiale, dove il festeggiato ha ricevuto in dono un’avveniristica poltrona per i momenti di relax, rari in verità.
Don Giorgio ha dovuto però riporre nel cassetto un sogno che ha accarezzato per anni: concludere i suoi giorni all’Alpone, in una sorta di romitaggio, come i padri del deserto. Rimarrà comunque a Curiglia, in mezzo alla sua gente che è stata sempre la sua unica, vera famiglia.
![Page 12: Parrocchia S. Maria Immacolata – Motte di Luinofiles.parrocchia-motte-in-luino.webnode.it/200119312-72a697496a... · 25 gennaio - Nicolas-Bernard Lépicié, Conversione di Saulo,](https://reader034.vdocuments.site/reader034/viewer/2022052021/60353fb33635694d4c1d26aa/html5/thumbnails/12.jpg)
NATI
01 – Metaldi Melissa
02 – Gramegna Alice
03 – Pellegrino Diego
04 – Battaglia Luca
05 – Badiali Federico
06 – Leardini Luce
07 – Rossi Enea
08 – Bottari Jacopo
09 – Ferrari Emma
10 – Casdia Beatrice
RITORNATI AL PADRE
01 – Passera Margherita – anni 92
02 – Badi Fermo – anni 84
03 – Ballinari Gianfranco – anni 72
04 – Socchetto Cloris ved. Tronci – anni 91
05 – Saredi Orsolina ved. Lanella – anni 87
06 – Broggi Walter – anni 64
07 – Bianchi Ezio – anni 71
08 – Vasconi Franco – anni 70
09 – Tarantini Maria ved. Doria – anni 90
10 – Ferrari Rosa ved. Giavazzi – anni96
11 – Berro Bianchi Cintya Bolzanaro – anni 60
12 – Vanni Lina ved. Lanella – anni 91
13 – Sai Piero – anni 80
14 – Dellea Aldo – anni 64
15 – Benedetti Andreina – anni 89
16 – Curnis Angela – anni 85
17 – Napoli Antonietta – anni 90
18 – Guidetti Rosanna – anni 77
19 – Oddone Mario – anni 92