Parco Minerario Ing. Andrea Bonicelli, Schilpario (BG)Vent’anni di impegno per non dimenticare duemila anni di storia.

Un esempio di autosostenibilità economica nella gestione di siti minerari.

Ski-Mine, chi siamo…

Costituita nel 1997, fra un gruppo di appassionati di storia locale, la Ski-Mine (Schilpario Mineraria) nacque

con lo scopo di rivalutare e trasmettere alle future generazioni la

storia millenaria della tradizione mineraria Scalvina.

Cantiere Gaffione-1970

Il Parco Minerario Ing. A. Bonicelli

Con il motto «per non dimenticare» si predispose un programma di interventi che permettesse di dare un’identità al lavoro di recupero e di valorizzazione storica di un’area mineraria.Si decise di dedicare quest’area a colui che dedicò tutta la vita alle Miniere di Schilpario e ai loro minatori: l’Ing. Andrea Bonicelli.

Ing. A. Bonicelli nel cantiere Gaffione-1954

Storia locale

L’attività estrattiva e siderurgica in Valle di Scalve, rappresentò per duemila anni la principale fonte di sostentamento e di sopravvivenza per i suoi abitanti.

A seguito delle sanzioni economiche del novembre 1935, l’Italia fu costretta ad intraprendere la politica dell’Autarchia e ad investire notevoli risorse sul territorio nazionale per procurarsi materie prime indispensabili quali il ferro. Questo diede un formidabile impulso all’attività mineraria di Schilpario, con l’arrivo di tre colossi della siderurgia: Falck, Breda e Ilva.

Evoluzione dell’iniziativa

La Ski-Mine ha realizzato vari percorsi museali in sotterraneo, attrezzati con illuminazione elettrica, documentazione fotografica d’epoca, oggetti e utensili usati nella miniera, ferrovia originale con

vagonetti e trenini per il transito dei visitatori.

Si ampliano gli orizzonti…

Miniera Lupi, Valbondione (BG) Forno Fusorio, Gavazzo (BG)

Miniera Marzoli, Pezzaze (BS) Miniera Sant’Aloisio, Collio V.T. (BS)

Modello gestionale

Il personale…Pochi ma buoni!

Ma soprattutto ECLETTICI!

I collaboratori, l’Associazione ScopriValtrompia

Nel corso dell'anno duemila è stata fondata l'Associazione di promozione sociale denominata ScopriValtrompia. L’Associazione fa parte dell’associazionismo a livello provinciale. Essa è costituita da un gruppo di persone che operano come guide presso i siti minerari dell'Alta Valle Trompia e delle strutture di superficie ad essi collegati.

Per divertirsi un po’…

Alcune norme di «sopravvivenza»!

E’ necessario farsi conoscere, possibilmente a costo zero, ad esempio sfruttando i socialnetwork, in particolar modo Facebook; infatti abbiamo appurato nel corso degli anni chenon servono costose campagne pubblicitarie, ne affidarsi a Guru della comunicazione.Molto utili risultano essere anche i redazionali gratuiti su testate locali giornalistiche etelevisive a seguito di eventi ed iniziative.

Far riflettere il visitatore… interagire con lui… soddisfare la sua curiosità… cose utili per far sì chetorni a casa arricchito e contento.E’ necessario trasmettere al visitatore non soltanto nozioni storiche e culturali ma ancheimmergerlo, farlo partecipe di questo mondo di valori ormai scomparsi quali la convivialità e lospirito che accompagnava il lavoro dei minatori, cercando di far capire l’aspetto duro edella miniera, ma anche l’eccezionalità e l’unicità di quella che è un’attività ormai quasidimenticata, confrontandola con la realtà odierna.

Errori da non ripetere!

La gestione di un sito minerario non è un’attività di lucro!Stiamo attenti a pensare di sopravvivere contando su contributi pubblici, a menoche non siano al 100% a fondo perduto. Cerchiamo di allestire un’iniziativa cheabbia le gambe per poter camminare da sola e non necessiti ogni anno di continuiapporti di denaro.Ricordiamoci che siamo in una Regione non a Statuto autonomo.

Restiamo con i piedi per terra… o meglio sottoterra!

Cerchiamo di non perdere di vista chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo arrivare.Il visitatore non cerca Gardaland in questi siti; chi viene da noi cerca la genuinità di una storia vera.Di conseguenza cerchiamo di non stravolgere l’identità dei luoghi ma di tramandare intatta la memoria, tenendo presente che i protagonisti non siamo noi bensì le migliaia di uomini che in venti secoli hanno rinunciato al piacere della luce per permettere alle loro famiglie di sopravvivere.