palliative non significa inutili - la settimana livorno · delle cure palliative: molto si è...

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Chiara Domenici Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 26 aprile 2015 DI CHIARA DOMENICI chiaro l’articolo uscito recentemente sul Sir (Servizio Informazione Religiosa) a proposito delle Cure Palliative: molto si è fatto, ma molto resta ancora da fare. «Si calcola, infatti - scrivono- che ogni anno in Italia venga assistito da una “rete locale di cure palliative formalmente definita” non più del 20% degli utenti potenziali. Perché? Cosa non funziona ancora? Due i punti deboli ancora insoluti, che ostacolano di fatto la fruizione di questo “diritto”: l’informazione dei malati e la formazione dei medici palliativisti». (per leggere l’articolo integrale di Maurizio Calipari del Sir a proposito delle cure palliative: www.agensir.it) LA SITUAZIONE A LIVORNO Per capire come funziona il servizio a Livorno, lo abbiamo chiesto alla dottoressa suor Costanza Galli, responsabile dell’Unità di Cure Palliative della ASL 6 di Livorno, che solo nel 2014 ha preso in cura oltre 550 pazienti. «Il Servizio erogato come prevede la legge 38 del 2010 - spiega - è effettivo sia come assistenza domiciliare, per i pazienti che rimangono al proprio domicilio, sia come possibilità di accoglienza nel reparto detto "hospice". Già da qualche anno proprio come prevede la normativa nazionale e regionale è stata creata una unità apposita chiamata appunto di Cure Palliative che per tutto il territorio dell’ASL 6 (quindi da Livonro all’Elba) è responsabile dell’effettuazione di questo servizio. L’unità è composta da medici e infermieri ed in ogni zona collabora con il personale ASL locale. L’assistenza domiciliare inoltre è svolta in collaborazione con l’associazione cure palliative onlus che è convenzionata con l’ASL per tale servizio, il cui controllo di qualità e di organizzazione resta sotto la responsabilità dell’ASL». UN SERVIZIO COMPLETO «Siamo quindi in grado a È Livorno di offrire un servizio di ottima qualità con una copertura del fabbisogno che supera l’80% - sottolinea la dottoressa Galli - certo come descritto nell’articolo di Calipari ancora le cure palliative soffrono di un complesso di inferiorità perché poco considerate all’interno dello stesso mondo sanitario e della cittadinanza, in quanto si pensa che accompagnare una persona durante una malattia grave e progressiva, fino anche alla morte, sia un di più sanitario e non si capisce che è quel pezzetto di accompagnamento e di cura che può fare la differenza su tutto il percorso. Mi spiego: a cosa serve ricevere terapie e trattamenti di altissimo livello se poi quando il paziente ha più bisogno non si risponde a tutte le sue necessità, che naturalmente come ben detto sono di natura fisica ma anche e sopratutto psicologica, sociale e spirituale? La legge ha voluto segnare una discontinuità con questa mentalità rendendo le cure palliative un cosidetto LEA cioè UN LIVELLO ESSENZIALE DI ASSISTENZA CHE IN ITALIA VUOL DIRE DOVUTO DALLO STATO PER LEGGE AI SUOI CITTADINI. Molti però non lo sanno e questo dipende anche da fattori culturali tra i quali la rimozione dai nostri discorsi di temi come la malattia, la sofferenza e la morte (come se a non parlarne si potessero evitare!!)». HOSPICE E SERVIZIO DOMICILIARE «L’equipe quindi si prende carico di questi malati con un’assistenza domiciliare quotidiana e continua e con il ricovero in hospice. Inoltre - continua -viene anche offerto il servizio di un ambulatorio per la gestione dei pazienti che hanno condizioni discrete. I medici sono poi a disposizione dei colleghi ospedalieri o di medicina generale per consulenze e spiegazioni. L’ASL per far fronte a questo impegno ha redatto un progetto aziendale che prevede un cronoprogramma affinché le cure palliative diventino effettivamente un livello essenziale per i nostri cittadini, ha immesso risorse nel sistema non solo economiche (le convenzioni con le associazioni) ma anche umane con l’assunzione di un medico e l’impiego part time di altri due». LE ASSOCIAZIONI E I PROBLEMI DELLE FAMIGLIE «Grazie alla collaborazione con le associazioni onlus riusciamo davvero a soddisfare i criteri che prevede la legge. Certo - sottolinea suor Galli - si sta assistendo anche nella nostra città al fenomeno della difficoltà di poter svolgere un accompagnamento a casa perchè la rete familiare ha grossi problemi sia di natura economica che di tenuta. Sono quindi aumentate le richieste di inserimento in strutture socio sanitarie ormai stracolme e in reparto. Anche su questo ambito, credo, sarebbe utile una riflessione di tutta la cittadinanza e della classe politica che la rappresenta, per sviluppare dei percorsi di aiuto alle famiglie in difficoltà». COSA VUOL DIRE “PALLIATIVE” «Spesso - conclude - si pensa che il termine “palliativo” voglia dire o inutile o inerente la morte, ma non è così perché noi ci occupiamo concretamente di far stare meglio le persone che per esempio stanno facendo una chemioterapia e quindi hanno effetti collaterali, o persone che per il solo dolore non riescono a muoversi e dopo riprendono a camminare; inoltre sosteniamo la famiglia in questo accudimento, cercando di non farla sentire sola. Anche l’hospice non è il luogo dove si muore, ma dove si serve la vita fino alle estreme possibilità, certi che quello che ci sta davanti non è solo un paziente affetto da una patologia, ma una persona con il suo bagaglio di vita, di relazioni, di sofferenze e gioie da condividere come compagni di viaggio». UNA VEGLIA DI SPERANZA In occasione del 1° maggio, festa di S.Giuseppe lavoratore, la tradizionale veglia di preghiera diocesana organizzata dall’Azione Cattolica Il prossimo 30 aprile, vigilia della festa di S.Giuseppe lavoratore, l’Azione Cattolica in collaborazione con le altre Aggregazioni laicali organizza la consueta veglia diocesana di preghiera per il lavoro. Quest’anno la celebrazione si svolgerà nella chiesa di S.Giuseppe, in piazza 2 giugno, alle ore 21.15, e sarà come sempre presieduta dal Vescovo di Livorno, mons. Simone Giusti. Il titolo dell’edizione di quest’anno, ripreso da uno dei primi discorsi rivolti da papa Francesco ai giovani, sarà NON FATEVI RUBARE LA SPERANZA”. L’attualità continua a consegnarci la realtà di un Paese messo a dura prova dalla crisi economica e in particolare dalla perdita o dalla mancanza di lavoro per migliaia di persone. I dati sulla disoccupazione, specialmente dei giovani e in particolari zone d’Italia, sono tuttora impressionanti. L’interrogativo più diffuso è: Cosa fare? Come risolvere questi problemi? La comunità cristiana non ha soluzioni preconfezionate in tasca, ma con questa veglia intende esprimere in modo autentico e profondo la propria solidarietà e i propri sentimenti di vicinanza fraterna a coloro che hanno perso il lavoro o lo stanno cercando. Vogliamo dunque pregare perché di fronte ai molti problemi esistenti oggi nel mondo del lavoro non ci si scoraggi e non ci si chiuda nella difesa egoistica degli interessi personali o di gruppo; vogliamo pregare per le famiglie che stanno soffrendo per la mancanza di un lavoro o per i ritmi lavorativi che impediscono loro di vivere adeguatamente il proprio ruolo insostituibile nella società; vogliamo pregare perché il lavoro sia sempre rispettoso della dignità di ogni persona, venga vissuto con responsabilità e solidarietà, e sia per tutti fonte di speranza e di futuro. G.M. Durante la veglia sarà costituita la Consulta delle aggrega- zioni laicali per i problemi sociali e del lavoro Tutti testimoni delle tragedie del mare S iamo tutti testimoni delle tragedie del mare. Noi non sia- mo “testimoni diretti” ma siamo pur sempre persone che hanno saputo, che hanno ascoltato e veduto quello che quo- tidianamente accade nella zona sud del mar Mediterraneo, un mare sempre più ricco di morte. Impassibili e indignati restiamo allibiti dall’incapacità di fermare “carrette” stracol- me di vite umane ridotte a “sardine in scatola”. È la morte ne- gli abissi del mare che li accoglie, senza nome, e noi testimoni rimaniamo silenti nel nostro vivere quotidiano ovattato di tecnologie e in modo routinario ostentiamo una solidarietà tiepida e distante. Non siamo più capaci di urlare e perfino abbiamo perduto il gusto di protestare pacificamente per condannare un sistema che costringe ad un ben misero desti- no vite innocenti e indifese. Non possiamo pensare che acco- gliere i profughi sia un compito che non spetta anche a noi! Non possiamo continuare ad accontentarci di un sistema che invece di accogliere ha creato intorno a sé un apparato buro- cratico e economico che grida indignazione e vergogna. Fac- ciamo in modo che tutti i migranti-rifugiati trovino acco- glienza e siano inseriti nelle nostre comunità con dignità. Fa- voriamo il dono: noi diamo qualcosa a loro e loro in cambio donano qualcosa a noi. Evitiamo che “siano mantenuti” sen- za poter “far niente” e lasciati nel pericoloso ozio e nella profonda solitudine con se stessi. Evitiamo che le vite umane siano considerate solo un costo e trasformiamo i costi in ri- sorse aggiuntive per le nostre comunità. L a proposta di fede non potrà mai dimenticare la preghiera di Gesù "Padre, che siano una cosa sola affinchè il mondo creda". Sono parole che condizionano l’annunzio della fede alla testimonianza di "unità" nella Chiesa; di "unità" nella sua dimensione ecumenica, come all’interno di ogni Comunità. Ogni frattura, di qualsiasi genere, dottrinale o disciplinare, fra persone, fra Comunità o fra Chiese rende sterile la grande preghiera di Gesù; e nello stesso tempo contrasta con i valori sostanziali dell’annunzio di fede che si pretende di annunciare. Annunzio di fede con testimonianza di carità 1981 Le statistiche raccontano che c’è ancora molto da fare perché in Italia venga attuata completamente la legge sulle cure palliative; la dottoressa suor Costanza Galli, responsabile dell’Unità Cure Palliative di Livorno spiega come funziona la struttura locale Palliative non significa inutili La legge italiana e la situazione livornese attuale Nelle foto: in alto due spazi del reparto cure palliative dell’ospedale di Livorno, qui sopra la dottoressa suor Costanza Galli L’hospice non è il luogo dove si muore, ma dove si serve la vita fino alle estreme possibilità, certi che quello che ci sta davanti non è solo un paziente affetto da una patologia, ma una persona IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi LINEA di Pensiero di Luca Lischi

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Page 1: Palliative non significa inutili - La Settimana Livorno · delle Cure Palliative: molto si è fatto, ... in piazza 2 giugno, alle ore 21.15, e sarà come sempre presieduta dal Vescovo

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoChiara Domenici

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

26 aprile 2015

DI CHIARA DOMENICI

chiaro l’articolo uscitorecentemente sul Sir(Servizio InformazioneReligiosa) a proposito

delle Cure Palliative: molto siè fatto, ma molto resta ancorada fare. «Si calcola, infatti -scrivono- che ogni anno inItalia venga assistito da una“rete locale di cure palliativeformalmente definita” non piùdel 20% degli utentipotenziali. Perché? Cosa nonfunziona ancora? Due i puntideboli ancora insoluti, cheostacolano di fatto la fruizionedi questo “diritto”:l’informazione dei malati e laformazione dei medicipalliativisti».(per leggere l’articolointegrale di MaurizioCalipari del Sir a propositodelle cure palliative:www.agensir.it)

LA SITUAZIONE A LIVORNOPer capire come funziona ilservizio a Livorno, loabbiamo chiesto alladottoressa suor CostanzaGalli, responsabiledell’Unità di Cure Palliativedella ASL 6 di Livorno, chesolo nel 2014 ha preso incura oltre 550 pazienti. «IlServizio erogato comeprevede la legge 38 del 2010- spiega - è effettivo sia comeassistenza domiciliare, per ipazienti che rimangono alproprio domicilio, sia comepossibilità di accoglienzanel reparto detto"hospice". Già daqualche anno propriocome prevede lanormativa nazionale eregionale è stata creatauna unità appositachiamata appunto diCure Palliative che pertutto il territoriodell’ASL 6 (quindi daLivonro all’Elba) èresponsabiledell’effettuazione di questoservizio. L’unità è compostada medici e infermieri ed inogni zona collabora con ilpersonale ASL locale.L’assistenza domiciliareinoltre è svolta incollaborazione conl’associazione cure palliativeonlus che è convenzionatacon l’ASL per tale servizio, ilcui controllo di qualità e diorganizzazione resta sotto laresponsabilità dell’ASL».

UN SERVIZIO COMPLETO«Siamo quindi in grado a

È

Livorno di offrire unservizio di ottima qualitàcon una copertura delfabbisogno che superal’80% - sottolinea ladottoressa Galli - certocome descritto nell’articolodi Calipari ancora le curepalliative soffrono di uncomplesso di inferioritàperché poco considerateall’interno dello stessomondo sanitario e dellacittadinanza, in quanto sipensa che accompagnareuna persona durante unamalattia grave e progressiva,fino anche alla morte, siaun di più sanitario e non sicapisce che è quel pezzettodi accompagnamento e dicura che può fare ladifferenza su tutto ilpercorso.Mi spiego: a cosa servericevere terapie etrattamenti di altissimolivello se poi quando ilpaziente ha più bisognonon si risponde a tutte lesue necessità, che

naturalmente come bendetto sono di natura fisicama anche e sopratuttopsicologica, sociale espirituale? La legge havoluto segnare unadiscontinuità con questamentalità rendendo le curepalliative un cosidetto LEAcioè UN LIVELLOESSENZIALE DIASSISTENZA CHE INITALIA VUOL DIREDOVUTO DALLO STATOPER LEGGE AI SUOICITTADINI. Molti però nonlo sanno e questo dipende

anche da fattori culturali trai quali la rimozione dainostri discorsi di temi comela malattia, la sofferenza e lamorte (come se a nonparlarne si potesseroevitare!!)».

HOSPICE E SERVIZIODOMICILIARE«L’equipe quindi siprende carico di questimalati con un’assistenzadomiciliare quotidiana econtinua e con ilricovero in hospice.Inoltre - continua -vieneanche offerto il serviziodi un ambulatorio per lagestione dei pazienti che

hanno condizioni discrete. Imedici sono poi adisposizione dei colleghiospedalieri o di medicinagenerale per consulenze espiegazioni. L’ASL per farfronte a questo impegno haredatto un progettoaziendale che prevede uncronoprogramma affinchéle cure palliative diventinoeffettivamente un livelloessenziale per i nostricittadini, ha immessorisorse nel sistema non soloeconomiche (leconvenzioni con le

associazioni) ma ancheumane con l’assunzione diun medico e l’impiego parttime di altri due».

LE ASSOCIAZIONI E IPROBLEMI DELLE FAMIGLIE«Grazie alla collaborazionecon le associazioni onlusriusciamo davvero asoddisfare i criteri cheprevede la legge. Certo -sottolinea suor Galli - si sta

assistendo anchenella nostra città alfenomeno delladifficoltà di potersvolgere unaccompagnamentoa casa perchè la retefamiliare ha grossiproblemi sia dinatura economicache di tenuta. Sonoquindi aumentatele richieste diinserimento instrutture sociosanitarie ormaistracolme e inreparto. Anche suquesto ambito,credo, sarebbe utileuna riflessione ditutta la cittadinanzae della classepolitica che larappresenta, per

sviluppare dei percorsi diaiuto alle famiglie indifficoltà».

COSA VUOL DIRE“PALLIATIVE”«Spesso - conclude - si pensache il termine “palliativo”voglia dire o inutile oinerente la morte, ma non ècosì perché noi cioccupiamo concretamentedi far stare meglio lepersone che per esempiostanno facendo unachemioterapia e quindihanno effetti collaterali, opersone che per il solodolore non riescono amuoversi e doporiprendono a camminare;inoltre sosteniamo lafamiglia in questoaccudimento, cercando dinon farla sentire sola. Anchel’hospice non è il luogodove si muore, ma dove siserve la vita fino alleestreme possibilità, certi chequello che ci sta davantinon è solo un pazienteaffetto da una patologia, mauna persona con il suobagaglio di vita, direlazioni, di sofferenze egioie da condividere comecompagni di viaggio».

UNA VEGLIA DI SPERANZAIn occasione del 1° maggio, festa di S.Giuseppe lavoratore,la tradizionale veglia di preghiera diocesana organizzatadall’Azione CattolicaIl prossimo 30 aprile, vigilia della festa di S.Giuseppelavoratore, l’Azione Cattolica in collaborazione con le altreAggregazioni laicali organizza la consueta veglia diocesanadi preghiera per il lavoro. Quest’anno la celebrazione sisvolgerà nella chiesa di S.Giuseppe, in piazza 2 giugno,alle ore 21.15, e sarà come sempre presieduta dal Vescovo diLivorno, mons. Simone Giusti.Il titolo dell’edizione di quest’anno, ripreso da uno dei primidiscorsi rivolti da papa Francesco ai giovani, sarà “NONFATEVI RUBARE LA SPERANZA”.L’attualità continua a consegnarci la realtà di un Paese messoa dura prova dalla crisieconomica e inparticolare dallaperdita o dallamancanza di lavoroper migliaia dipersone. I dati sulladisoccupazione,specialmente deigiovani e in particolarizone d’Italia, sonotuttoraimpressionanti.L’interrogativo piùdiffuso è: Cosa fare?Come risolvere questiproblemi? Lacomunità cristiananon ha soluzionipreconfezionate intasca, ma con questaveglia intendeesprimere in modoautentico e profondola propria solidarietà ei propri sentimenti divicinanza fraterna acoloro che hannoperso il lavoro o lostanno cercando.Vogliamo dunque pregare perché di fronte ai molti problemiesistenti oggi nel mondo del lavoro non ci si scoraggi e nonci si chiuda nella difesa egoistica degli interessi personali o digruppo; vogliamo pregare per le famiglie che stannosoffrendo per la mancanza di un lavoro o per i ritmilavorativi che impediscono loro di vivere adeguatamente ilproprio ruolo insostituibile nella società; vogliamo pregareperché il lavoro sia sempre rispettoso della dignità di ognipersona, venga vissuto con responsabilità e solidarietà, e siaper tutti fonte di speranza e di futuro.

G.M.Durante la veglia sarà costituita la Consulta delle aggrega-zioni laicali per i problemi sociali e del lavoro

Tutti testimoni delle tragedie del mareSiamo tutti testimoni delle tragedie del mare. Noi non sia-

mo “testimoni diretti” ma siamo pur sempre persone chehanno saputo, che hanno ascoltato e veduto quello che quo-tidianamente accade nella zona sud del mar Mediterraneo,un mare sempre più ricco di morte. Impassibili e indignatirestiamo allibiti dall’incapacità di fermare “carrette” stracol-me di vite umane ridotte a “sardine in scatola”. È la morte ne-gli abissi del mare che li accoglie, senza nome, e noi testimonirimaniamo silenti nel nostro vivere quotidiano ovattato ditecnologie e in modo routinario ostentiamo una solidarietàtiepida e distante. Non siamo più capaci di urlare e perfinoabbiamo perduto il gusto di protestare pacificamente percondannare un sistema che costringe ad un ben misero desti-no vite innocenti e indifese. Non possiamo pensare che acco-gliere i profughi sia un compito che non spetta anche a noi!Non possiamo continuare ad accontentarci di un sistema cheinvece di accogliere ha creato intorno a sé un apparato buro-cratico e economico che grida indignazione e vergogna. Fac-ciamo in modo che tutti i migranti-rifugiati trovino acco-glienza e siano inseriti nelle nostre comunità con dignità. Fa-voriamo il dono: noi diamo qualcosa a loro e loro in cambiodonano qualcosa a noi. Evitiamo che “siano mantenuti” sen-za poter “far niente” e lasciati nel pericoloso ozio e nellaprofonda solitudine con se stessi. Evitiamo che le vite umanesiano considerate solo un costo e trasformiamo i costi in ri-sorse aggiuntive per le nostre comunità.

La proposta di fede non potrà mai dimenticare la preghiera di Gesù"Padre, che siano una cosa sola affinchè il mondo creda". Sono parole

che condizionano l’annunzio della fede alla testimonianza di "unità"nella Chiesa; di "unità" nella sua dimensione ecumenica, comeall’interno di ogni Comunità.Ogni frattura, di qualsiasi genere, dottrinale o disciplinare, fra persone,fra Comunità o fra Chiese rende sterile la grande preghiera di Gesù; enello stesso tempo contrasta con i valori sostanziali dell’annunzio difede che si pretende di annunciare.

Annunzio di fede con testimonianza di carità 1981

Le statistiche raccontano che c’è ancoramolto da fare perché in Italia venga attuatacompletamente la legge sulle cure palliative;la dottoressa suor Costanza Galli,responsabile dell’Unità Cure Palliative di Livorno spiega come funziona la struttura locale

Palliative non significa inutiliLa legge italiana e la situazione livornese attuale

Nelle foto: in alto due spazi del reparto curepalliative dell’ospedale di Livorno, qui sopra ladottoressa suor Costanza Galli

L’hospice non è il luogo dovesi muore, ma dove si serve lavita fino alle estremepossibilità, certi che quelloche ci sta davanti non è soloun paziente affetto da unapatologia, ma una persona

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

LINEAdi Pensiero

di Luca Lischi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI26 aprile 2015II

■ CARITAS: i dati del 2014

Un report per lavorare insieme sul territorio

dati che riempionole pagine del ReportCaritas 2014 nonsono certo

rassicuranti: raccontanonero su bianco quantoLivorno stiasoffrendo questacrisi infinita equanto ancora ci siada fare per sostenerechi è in difficoltà: piùdi 2000 persone sisono rivolte a Caritaslo scorso anno e diquesti, 870 (il 44%)lo ha fatto per laprima volta. Senzacontare chel’Osservatorio riportastatistiche parziali,inerenti le solerichieste a cui Caritasha potuto daresostegno con lerisorse adisposizione.Lavoro, casa ealimenti: sono questii bisogni cheregistrano i numeripiù alti.35.000 Euro (messi adisposizione da privati e partnerdi Caritas) hanno sostenutospese per affitti, utenze e lavorinelle abitazioni per il 64%;spese sanitarie per il 10%;hanno contribuito all’istruzione(libri, quaderni, corsi) per il 4%e alle spese di viaggio per il 6%,nonché partecipato alpagamento di altri debiti cheaffliggevano tante famiglie (230famiglie assistite di cui 139minori) per un altro 16%.In un anno sono stati preparatie consegnati 66.500 pasti(mensa di Torretta, mensa

I

parrocchia S. Lucia, pasti adomicilio, ronda della Carità,emergenza profughi: un terzodelle persone che usufruisconodella mensa non ha casa e nonpuò fare la spesa), insieme a3280 pacchi alimentari,destinati a 972 famiglie,attraverso la rete parrocchiale.Poi le borse lavoro, i corsi per lascuola dei mestieri, il centro perla famiglia in via Donnini, lecase di accoglienza per i minori,per i detenuti, per le madri solee il progetto SPRAR per iprofughi: tutti servizi che

Caritas mette ogni giornoa disposizione per chi sipresenta al Centro diAscolto e, semplicemente,chiede aiuto.Ma i dati del Report forsenon rivelano quantadedizione epartecipazione ci sia dietroquesti servizi Caritas, dovesi preferisce accompagnarein un percorso direintegrazione, piuttostoche dare indicazioni sucome risolvere i problemi;dove si mangia insieme,piuttosto che distribuirecibo, perché un pastocaldo consumato accantoad un’altra persona non èla stessa cosa che mangiare

da una scatoletta in un vicolo alfreddo; dove si incontra, siascolta e ci si fa prossimi,perché la condivisione è già diper sé un grande conforto.Questo perché dietro lestatistiche ci sono le persone, cisono situazioni di povertàinimmaginabili, sofferenzeindescrivibili che i numeri certonon possono raccontare."Chi conosce i servizi Caritas, saquanto per noi sianoimportanti l’accoglienza, loscambio, la relazione - affermasuor Raffaella Spiezio,

presidente della Fondazione - ed’altra parte noi non siamo ingrado di dare risposte a tutte lerichieste"."Caritas non è unamultinazionale del sociale -continua il direttore, diaconoEnrico Sassano - non riesce arisolvere autonomamente tuttele richieste di aiuto, c’è bisognodi una rete, di unire le risorse, dimettere a punto progetti disolidarietà a lungo termine, chenon si limitino a coprire solo leemergenze. I donatori ed ivolontari ci sono, certo, e sonoun dono grande, ma nonbastano: c’è bisogno anche diun sostegno istituzionale epersone qualificate, chepossano aiutare in problemi piùspecifici. Per questo abbiamorealizzato questo Report, perchéi nostri dati possano essere adisposizione anche delle altreagenzie di solidarietà sulterritorio e si possa lavorareinsieme, facendo scelte piùgiuste e mirate per il benecomune".

c.d.Il report è scaricabile sul sitocaritas e suhttp://www.lasettimanalivorno.it/01/caritas-i-dati-2014-un-report-per-lavorare-insieme-sul-territorio/

alina Terienti, viene dalla Molda-via ed è a Livorno dal 2004, Ana

Blinda anche lei Moldava è nella no-stra città dal 2005, Nadia Martisevskaè di Riga in Lettonia, dimora da noidal 2010. Ma cosa fanno queste tre si-gnore che lavorano come badanti? So-no tre persone che nella parrocchia diSant’Agostino frequentano il corso dilingua italiana per stranieri. Seguonoil corso per un duplice scopo: impara-re la lingua italiana per essere in gradodi scriverla e per potersi esprimere me-glio (in effetti ho potuto constatareche la parlano abbastanza bene, la lo-ro difficoltà consiste più che altro nel-lo scriverla), il secondo scopo è quellodi avere le cognizioni indispensabiliper affrontare nel miglior modo possi-bile gli esami di italiano che sono ri-chiesti per ottenere la carta di soggior-no. Già una volta hanno tentato di su-perare la prova, ma non sono risultateidonee, hanno perciò di nuovo pre-sentato la domanda e sono in attesa diessere nuovamente chiamate per so-stenere l’esame che viene indetto ognitre mesi.Questa attività di insegnamento allaparrocchia di Sant’Agostino dura or-mai da undici anni, da quando cioèEnrica Beccheretti, che è invece dellavicina parrocchia del Rosario, si prestanel dare lezioni agli allievi stranieri.Enrica è una maestra che durante lasua precedente attività lavorativa hainsegnato nelle Scuole Elementari

Brin e Albertelli. Con lei collabora An-na Puccin anche lei per vent’anni inse-gnante delle Scuole Elementari Collo-di. Persone di esperienza e competen-za dunque, che da diversi anni hannoavviato questa attività gratuitamente enel puro spirito del volontariato. L’in-segnamento della lingua si svolge daottobre a maggio nei locali messi a di-sposizione dalla parrocchia, le lezionivengono impartite una volta alla setti-mana dalle 15.30 alle 18 del giovedì,che è il giorno libero delle badanti.Anche quest’anno -ci dice Enrica - ab-biamo iniziato con la partecipazionedi 16 allievi, maschi e femmine, poicon l’andare del tempo la presenza si èridotta, all’inizio è stata programmatauna prova d’ingresso per poter calibra-re le lezioni, quindi siamo passati allostudio della grammatica: gli articoli, ilsingolare e il plurale, i verbi, poi i rac-contini brevi da cui estrapolare le do-mande per gli allievi. «Facciamo il no-stro meglio -conclude- perché i nostriallievi siano in grado di poter scriverebene e sostenere una conversazione».

Gianni Giovangiacomo

G

La scuola di italianoper stranieri aSant'Agostino

INSEGNANTISPECIALI

«CHIEDILO A LORO»: LO SPOT 8 PER MILLE GIRATO IN CARITAS È IN ONDA IN TV

Una speranza per chi vuole cambiare

otto per mille alla Chiesa Cattolicarisponde a povertà vecchie e

nuove»: così inizia lo spot dedicato alleattività formative che si svolgono nelcomplesso di via Donnini, un centro incui si offre una risposta decisa eimportante alle esigenze di coloro chevivono in situazioni di disagio, dovutespesso alla mancanza di lavoro. Quiartigiani in pensione trasmettono leproprie conoscenze a chi vuole affacciarsiper la prima volta al mondo del lavoro,oppure a chi lo ha perduto a causa dellacrisi economica. Tra le varie propostetroviamo il corso per manutentori eriparatori di biciclette con FernandoMesseri, un passato da corridore e unapiù che quarantennale esperienza daartigiano, sia come capo-cantiere delleCementerie Sacci, sia come apprezzatomeccanico di biciclette sportive in tuttaItalia. Fernando si avvicina alla Caritasgrazie ad un vicino che gli parla deiprogetti della Scuola.

’L««Non è certo facile apprendere in pochelezioni i principi della meccanica - spiegaFernando - è necessario anzituttoconoscere gli attrezzi del mestiere esapere come e dove mettere le mani, intutta sicurezza, riuscendo a lavorare sullabicicletta in modo completo, sia sultelaio, che sul cambio, sulle ruote, sulleguarnizioni e su molto altro. Ma hotrovato una “classe” di ragazzi attenti evolenterosi e, proprio per questo,abbiamo in programma di aggiungere, sepossibile, almeno un altro paio dilezioni». Il corso, infatti, prevede ottoincontri di tre ore ciascuno, con unprogramma pensato per fornire allostudente gli strumenti e le conoscenzeminime per riparare una o più biciclettein disuso di proprietà di privati o diservizi pubblici quali la Polizia

municipale. Pereffettuare le lezionipratiche è stata anchecreata una piccolaofficina adiacente lastruttura di viaDonnini. «Non è facileavvicinarsi al lavoromanuale - spiegaMarco Figlié,operatore della Caritasdiocesana e aiutantedi Fernando - ogginon sono molte lepersone disposte adapprendere unmestiere di questotipo. Muovere le mani

non piace. L’artigianato richiedepazienza, costanza e passione». Inoltre, inun mondo che “corre” e in un mercatodel lavoro in cui si cerca soltantoflessibilità, si perdono pratica edesperienza di attività che invecerichiederebbero anni di applicazione.«L’importante è non fermarsi - continuaFernando - se si rimane “senza far niente”è difficile riprendere ad essere attivi, efondamentale è anche invogliare igiovani o chi ha perso l’occupazione acredere nel proprio lavoro: proprio perquesto la Scuola dei Mestieri rappresentauna grande speranza per tutti coloro chevogliono cambiare la propria situazione».Per vedere il video collegarsi alla paginawww.chiediloaloro.it/storie/2015/la-scuo-la-dei-mestieriFabio Figara

Uno speciale sulla Scuola deiMestieri della Caritas livornesetra gli spot per le donazionidell’8x1000 alla ChiesaCattolica: tra i protagonisti glioperatori e gli allievi del corsoper riparare biciclette, direttoda Fernando Messeri

Nella foto ladott.ssa AnnaBanchi, suorRaffaella Spiezio,Enrico Sassano

Tutte lestatistichedell’osservatoriodelle povertàcurate dalladott.ssa Banchi

Il logo della PG

Gli ultimi giorni per partecipare al con-corso per disegnare il logo della PastoraleGiovanile. Guarda anche la pagina face-book della PG.

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI26 aprile 2015 III

■ QUATTRO DOMANDE AL GIORNALISTA Mauro Zucchelli

Livorno e il porto: un momento storicoDI CHIARA DOMENICI

l porto di Livorno stavivendo un momentostorico: il pianostrutturale cambia, gli

attori cambiano, siprospettano nuoveopportunità, ma la cittàsarà in grado di coglierlein tutta la loro portata? Neabbiamo parlato con il giornalista MauroZucchelli, che da anni siinteressa della realtàportuale, offrendo ailettori letture acute eintelligenti su questosettore.

Mauro, potrestisintetizzare in pochipunti questocambiamento che stavivendo il porto?«Basterebbe ricordareche il precedente PianoRegolatore (prg) risalivaa 62 anni fa, anzi dalpunto di vista deldisegno progettuale èancora antecedente:stiamo parlando del ’49quando ancora il portoera prima di tutto daricostruire. Non solo: itraffici non superavano idue milioni ditonnellate, cioè quasiquindici volte meno diadesso. Di più: non eraneanche immaginabilel’industrializzazionedelle banchine perché ilcontainer era molto di làda venire. Tutte ragioniche misurano ladistanza da quelpassato. Così passatoche il principaleterminal del porto, inDarsena toscana, è natosolo come variante. Cosìcome solo in variante èarrivato tutto il resto. Mala variante è unaemergenza, non undisegno. Anche se, aterra, tutti i prg daglianni cinquanta in poisono stati rivoluzionati acolpi di varianti. Mala portata storica èsoprattutto losguardo sul futuro:o Livorno costruiscela darsena Europa oresterà fuori dalnuovodimensionamentodelle flotte. Giustonon inseguire ilgigantismo di navikolossal daventimila teu, ma quihanno difficoltàstrutturali a entrareanche quelle dasettemila e presto lostandard mediterraneosarà sopra i 10mila teu».

I

Come giornalista tioccupi da molto tempodell’ambito portuale,quali sono a tuo avvisole prossime mosse cheLivorno dovrebbe fareper ritornarecompetitiva? Seiottimista?«La bussola c’è ed èl’espansione a mare conla Darsena Europa.Trattandosi diespansione, offre imargini anche per farstare meno strette anchealtre tipologie di trafficoo altre attività all’internodel porto. Penso peròche, prima di dar corso aun nuovo “risiko” cheinnescherebbesgomitate e sgambetti,sia necessario porreattenzione soprattuttoad altri aspetti.Ad esempio, la fase ditransizione da qui aquando la DarsenaEuropa sarà realtà: guaia mollare su micro-tunnel e allargamentodel canale d’accesso.Ad esempio, il rapportocon Piombino: 100chilometri a sud diLivorno è nato in pochimesi un nuovo portocon grandi fondali e

nuove banchine, è veroche non ha unentroterra che generitraffico ma se i due portidovessero innescare unaconcorrenza a suon diribassi si innescherebbe

di nuovo una spiralenegativa di riduzionedelle tariffe a vantaggiosolo degli armatori. Talecioè che non bastaneanche mantenere lastessa quantità di trafficoper generare lo stessofatturato (e dunque lastessa sostenibilitàoccupazionale).Ottimista? Difficiledirlo. Ma talvolta si ha la

sensazione che qui danoi si preferisca esserei padroni del propriostagno piuttosto cheal decimo posto nelMediterraneo.Figurarsi che,dipendesse da me, iocercherei di costruireun piano strategicocoordinato a tre fraLivorno, Pisa e Collemettendo a fattor

comune aeroporto,interporto e porto.Come? Dico una eresiaperché c’è unaasimmetria fra porto-istituzione (Authority) eaeroporto-spa (Sat),

l’uno pubblico e l’altroin mano a capitaliprivati: ma in cambio dipiù università a Livornoe collegamentimetropolitani non miscandalizzerei se Pisamettesse piede in portoe nell’Authority».

La città può vivere delsuo porto o èindispensabile losviluppo di altrisettori?«Abbiamo visto già inpassato la fragilità diuno sviluppo basato suqualsiasi tipo dimonocoltura, nonfoss’altro perché rendevulnerabili agli alti ebassi del cicloeconomico: in realtà,anche quando sembravache vivessimo di solicontainer, c’era ancoral’industria pubblica e lapubblicaamministrazione adassorbire manodopera,non com’è adesso.Il prg portuale, a parte il

nuovo polo containernell’espansione a mare,presenta un forteallargamento del portopasseggeri. Limitata è laricaduta in termini di“fatturato portuale” manon c’è nessun altrocollettore che richiamiqui così tanta gente: 2-3milioni di persone fratraghetti e crociere.Siccome il turismo è ilsettore dove è più alto ilmoltiplicatoreoccupazionale rispettoagli investimenti, eccoche possiamoimmaginare di guardarein questa direzione. Nonpotremo mai competerecon la cupola delBrunelleschi o con laTorre di Pisa, ma per i“repeaters” – cioè per chiè alla terza o quartacrociera nella nostrazona – forse è meglioscoprire la FortezzaVecchia o le cantine deigrandi vini d’eccellenzapiuttosto che rivedereper l’ennesima voltaquel che ha già visto.Solo che finora noilivornesi abbiamomostrato una attitudinerespingente: il mare, lacosta e gli stabilimentibalneari sono nostri eguai a chi viene dafuori».

Livorno e il porto,un’endiadi ritrovata omai perduta secondote?«Per una città e per unPaese è bene avere unamissione produttiva, unmestiere da (saper) fare.Non giriamoci intorno,per Livorno è il porto.Declinabile in tutti imodi che vogliamo sì,ma quello. E’ un po’ lanostra Fiat, d’accordo.Eppure credo che buonaparte dei livornesi nonabbia idea di quel cheaccade al di là della cintaportuale. DarsenaToscana, Alto Fondale,Molo Italia restanorealtà astratte per molti.Al tempo stesso, però,noto che il rapporto frala città e il porto è assaimigliore di quel che misembra accada altrove: iporti sono invadenti ecreano contraccolpisulle città ma qui da noinon sono sorti comitatio fronti di lotta contro leattività portuali. C’èdunque un climamigliore che altrove: enon crediate che siaqualcosa dasottovalutare».

Sarà di nuovo TAN!LA MANIFESTAZIONE E IL TROFEOVELICO

i svolgerà dal 23 aprile al 3 maggio la 32°edizione del Trofeo Accademia Navale e Città

di Livorno (TAN), la ormai tradizionalemanifestazione è stata presentata nel corso diuna conferenza stampa che si è tenuta nellaSala delle Cerimonie del Comune di Livorno.L’assessore alla Cultura, Serafino Fasulo,nel portare il saluto del sindaco Nogarin, hadefinito il TAN come “uno degli appuntamentipiù attesi della stagione primaverile”, unamanifestazione non solo agonistica ma che sicaratterizza anche per le iniziative collaterali disolidarietà e di alto livello culturale, unainiziativa dunque con la quale il binomioComune ed Accademia vuole valorizzare epromuovere il nostro territorio sia in camponazionale che internazionale.Il Presidente del Comitato Organizzatore, il Capitano di Vascello Claudio Gorini, haricordato che, come allievo, aveva partecipatonel 1981 al primo TAN che ancora oggi siprefigge di unire il territorio con la cittadinanzae le istituzioni. Il TAN è uno degli eventi velicipiù importanti del Mediterraneo e accoglie ivelisti di tutto il mondo. Agonismo, solidarietà ecultura sono gli elementi distintivi di questamanifestazione che si pregia della presenza dimolte Marine Estere e che quest’anno vedràanche la partecipazione di una delegazionecinese. Le due novità assolute di questaedizione sono costituite dalla Tuscany Regatta,riservata alle imbarcazioni più grandi che, in unpercorso di oltre 180 miglia, toccherannoGorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo,Giannutri, Isola del Giglio e l’Elba.L’altra novità è quella della Regata dellebarche a vela radiocomandate che si svolgerà il25 aprile presso la banchina della DarsenaNuova.L’addetto stampa dell’Accademia, il Capitanodi Corvetta Federico Dell’Agnolo, hamostrato ai presenti un filmato delle vicendedel TAN dal 1981, centenario dell’AccademiaNavale, fino ad oggi, un evento che per 360gradi tocca sport, cultura, filantropia, e che,come evento internazionale, promuove l’Italianel mondo. I dati dello scorso anno sono moltolusinghieri: si sono svolte 14 Classi di regate,306 le imbarcazioni usate, 22 le nazionipartecipanti, 25 i mezzi di assistenza, ancheper quest’anno è previsto, tempo permettendo,la disponibilità di un elicottero per la stampache raggiungerà i campi di regata.Il Capitano di Fregata, Raffaele Cerretini.Responsabile del settore agonistico del TAN, haringraziato i Circoli Velici livornesi per il lorocontributo a dar vita a una manifestazione chenel corso degli anni ha raggiunto un elevatolivello tecnico-sportivo e che nei prestigiosisponsor ha trovato un supporto determinante,quest’anno, tra l’altro, sarà presente a Livornola Classe Snipe, una regata nazionale validaper la selezione ai campionati mondiali diTalamone del prossimo settembre.Tutti erelatori hanno diffusamente parlato delVillaggio “Tuttovela”che lo scorso anno ha vistol’afflusso di ben 100 mila visitatori e di 120stand, alcune navette gratuite saranno messe adisposizione dei visitatori per arrivareall’Accosto 75. L’inaugurazione di Tuttovelaavverrà alle ore 11 del 23 aprile con l’aperturadello stand della Marina Militare, delleCapitanerie di Porto, della Mostra delModellismo, della Mostra fotografica dedicataalla Grande Guerra e della Mostra fotograficadi Livorno dal 1987 al 2013.Il 24 Aprile iniziano le prime regate e inAccademia si terrà la cerimonia dell’Aperturadel Trofeo. Il 25 aprile, sempre in Accademia,sarà inaugurato il Concorso “Il Mare e le Vele”sul tema “La solidarietà viene dal mare”, alle11 si potrà ottenere (fino alle 19) lo specialeannullo filatelico del Trofeo.Sottolineiamo alcuni tra gli avvenimenti piùimportanti: il 26 aprile alle 21.30 il Concertodel Coro Gospel Jubilation, il 27 aprile alle 10,incontro con l’Ing.Valfredo Zolesi sul tema:“Dalle vie del mare alle vie del Cielo”, con ilpossibile collegamento (ma non è ancoraconfermato) con Samanta Cristoforetti dallastazione spaziale internazionale.Il 28 aprile la giornata sarà dedicata alworkshop sulle opportunità lavorative nelsettore diportistico a cura dell’AutoritàPortuale, della Camera di Commercio e delCantiere Benetti, mentre alle 20.30 si terrà alTeatro Goldoni la Serata di Gala con il Concertodel pianista Francois Joel Thiallier che suoneràbrani di Schubert, Chopin, Debussy e Ravel.Mercoledì 29 alle ore 9, il clou, in Via Grande,preceduta dalla Fanfara dell’Accademia Navalesi potrà assistere alla spettacolare Parata delleMarine Estere, la stessa giornata, a partiredalla ore 10, sarà dedicata all’Unicef con ilcoinvolgimento delle scolaresche livornesi.Il 30 aprile alle 21.30, serata musicale dibeneficenza in favore dell’Avis con il Gruppo“30 Corde Live”.Il 1° maggio alle 10 iniziano le Regate delleVele Storiche e d’epoca.Il giorno di chiusura, il 3 maggio, alle 12 ci saràla Parata Navale di fronte alla TerrazzaMascagni e alle 17 il Concerto della Fanfaradell’Accademia Navale. L’Accademia Navalesarà aperta al pubblico nei giorni 25-26aprile e 1-2-3 maggio dalle 11 alle 13 edalle 16 alle 19.

Gianni Giovangiacomo

S«Io cercherei dicostruire un pianostrategicocoordinato a tre fraLivorno, Pisa eColle mettendo afattor comuneaeroporto,interporto e porto»

Non potremo maicompetere con la cupoladel Brunelleschi o con laTorre di Pisa, mapotremmo puntare sui“repeaters”, cioè chi èalla terza o quartacrociera nella nostra zona

La Messa in ricordo del calciatore Morosini

ome avevano promesso, la primasquadra e il settore giovanile, insieme

ai dirigenti del Livorno calcio, erano incattedrale al gran completo, nel giornodel terzo anniversario della morte diPiermario Morosini. La maglia amarantonumero 25 che per sempre resterà legataal nome del giovane giocatore tragica-mente scomparso, era appoggiata allaprima panca, davanti all’altare, accantoalle mani dei compagni di squadra e del-l’allenatore.Padre Gabriele Bezzi, Responsabile del-l’ufficio Diocesano per lo Sport, ha pre-sieduto la celebrazione: «Siamo qui co-me uomini di fede e di sport – ha detto –Ricordiamoci che la vita non finisce conla morte, Piermario è sempre presentequi con noi: ha lasciato questa terra manon è uscito dalla squadra. La sua vita siè solo trasformata. Piermario – ha conti-nuato padre Gabriele – ci ha solo prece-duto in Paradiso ed è là che lo troveremo

ad aspettarci, negli spogliatoi del cielo!Quando ognuno di noi sentirà il triplicefischio, segno che la sua vita è finita, co-me accade nelle partite di calcio, lo in-contrerà di nuovo e insieme festeggere-mo… cosa festeggeremo? Una serie A pe-

renne, senza play off…unabellissima serie A, in cui rea-lizzeremo i nostri desideri. Ese il Paradiso è la pienezza ditutti i nostri desideri, per noici sarà sicuramente anche ungruppo sportivo!!»Ricordando poi come losport possa essere un veicolodi bene, padre Bezzi ha invi-tato i giocatori a pensare aitanti più sfortunati che lo

sport non lo possono praticare: «Ognivolta che allacciamo le nostre scarpette –ha sottolineato – ricordiamoci di pensarea chi malato, soldato o impossibilitato,non può farlo».

c.d.

C

Mauro Zucchelli nella foto di Augusto Bizzi

Il Paradiso? Meglio della serie A

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TOSCANA OGGI26 aprile 2015IV

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI26 aprile 2015 V

VENERDÌ 24 APRILENella mattina udienze laici in vesco-vado18.30 preghiera per le vocazioni, in-contro con i cresimandi di S.LucaS.Lucia e S.Andrea e ammissione agliordini sacri del seminarista VincenzoCioppa, alla parrocchia di Santa Lucia

SABATO 25 APRILEPellegrinaggio diocesano a Torino, inoccasione dell’ostensione della Sin-done

DOMENICA 26 APRILE11.30 S. Messa e Cresime alla parroc-chia di S. Lucia ad Antignano

LUNEDÌ 27 APRILE21.15 incontro con le coppie di fidan-zati alla parrocchia di S.Jacopo

MARTEDÌ 28 APRILENella mattina, udienze clero in vesco-vado17.30 presso il centro culturale mon-signor Ablondi, incontro promossodal Progetto Culturale dal titolo "De-sidero, quindi sono?" (vedi locandi-na in pagina)

MERCOLEDÌ 29 APRILE9.00 riunione amministrativa in ve-scovado

GIOVEDÌ 30 APRILENella mattina udienze laici in vesco-vado

VENERDÌ 1 MAGGIO10.30 S. Messa alla chiesa di SantaCaterina

SABATO 2 MAGGIO18.00 S. Messa alla chiesa di San Mi-chele al Gabbro

DOMENICA 3 MAGGIO11.00 S. Messa e cresime alla chiesa diSant’Andrea Apostolo16.30 S. Messa e incontro con i giova-ni del V vicariato alla chiesa di SanLeopoldo a Vada

Agenda del VESCOVO

La scomparsa di ELIO TOAFF Quell'amicizia con il vescovo Ablondi che ha fatto storia

Il rabbino «figlio delle Livornine»ivorno è sempre rimasta nel cuore del rabbino Toaff ed è pro-prio nella sua città natale che ha voluto essere seppellito; nella

Livorno che tanto amava e che amava ricordare, come ha racconta-to il figlio durante la commemorazione funebre davanti al Tempiodi p.zza Beneamozegh. Un momento di preghiera e ricordo a cuiin tanti hanno voluto partecipare: ebrei e non ebrei, autorità esemplici cittadini, che lo hanno conosciuto personalmente o solostimato, ma che hanno voluto rendere omaggio a questo piccologrande uomo e maestro, “figlio delle Livornine”, come lo ha defi-nito il sindaco Nogarin.Un uomo che ha saputo compiere gesti di dialogo e umanità cheresteranno per sempre nella storia. A noi piace ricordare la suagrande amicizia con il vescovo Ablondi, e di quando insieme, “in-ventarono” laGiornata dell’amicizia ebraico cristiana che ogni an-no si festeggia il 17 gennaio.È questo forse uno dei ricordi più belli che la comunità cattolicapuò tributare alla figura del rabbino Toaff: quell’amicizia, stima edrispetto tra due uomini che è viva ancora oggi tra le due comunità,quella cattolica e quella ebraica.

c.d.

L

VENERDÌ 24 APRILE LA GIORNATA DELLE VOCAZIONI

L’AMMISSIONE AGLI ORDINISACRI DI VINCENZO CIOPPA

n occasione della Giornata mondiale di preghieraper le vocazioni (domenica 26 Aprile) la Diocesi di

Livorno ha preparato un momento speciale Venerdì24 alle 18 nella chiesa di S. Lucia. Un incontro di ri-flessione e preghiera a cui sono invitati a parteciparesacerdoti, diaconi e laici della Diocesi, che vedrà lapresenza dei prossimi giovani cresimandi delle par-rocchie S. Andrea, S. Luca e S. Lucia e dei seminari-sti, che parteciperanno anche all’ammissione del lo-

ro compagno Vincenzo Cioppaagli ordini sacri da parte del Ve-scovo.L’ammissione agli ordini sacri èil primo passo verso il sacerdo-zio, solitamente avviene tra ilsecondo e terzo anno di semi-nario e rappresenta un prenderecon sempre maggiore impegnoquella formazione spirituale,umana e culturale che deve es-sere essenziale per un prete.Con la ammissione agli ordini

sacri, si inizia lo studio pieno della Teologia e la for-mazione di ministro della Parola e dell’Eucaristia.

CONOSCIAMO IL SEMINARISTA VINCENZOVincenzo Cioppa è nato il 14 agosto, ha 23 anni edè entrato in seminario a 20 anni dopo essersi diplo-mato in ragioneria e dopo aver iniziato gli studi dilettere moderne che poi ha lasciato. Nel suo primoanno a Livorno ha svolto il servizio nella Parrocchiadei santi Pietro e Paolo e in questi ultimi due anninella parrocchia di San Matteo. A Livorno si trovabene e la sua famiglia condivide in pieno la sua scel-ta, visto anche che, come racconta lui, la sua voca-zione è “nata” all’età di 9 anni!! Anche in Seminariosi trova bene, e ci rivela: “non potevo avere di megliodal Signore!”.

IBREVI DALLA DIOCESI

Peregrinatio MariaeIl “viaggio” della statua della Madonna diFatima Pellegrina del Santuario Portoghese,che si sposterà nei prossimi mesi in diverseparrocchie non solo cittadine, è iniziato sa-bato 18 aprile dalla parrocchia della SacraFamiglia di Shangay.Qui resterà fino a domenica 26 aprile conuna serie di momenti di riflessione e pre-ghiera guidati dal Movimento del Messaggiodi Fatima.Altre parrocchie della Diocesi ospiteranno lastatua della Madonna secondo il seguentecalendario:dal 12 al 24 maggio alla parrocchia di S.Luca a Stagnodal 24 al 31 maggio alla parrocchia di S.Giuseppe dal 13 al 21 Giugno alla parrocchia di S. Ja-copodal 4 all’11 Luglio alla parrocchia di S. Tere-sa a Rosignano Solvaydal 25 Luglio al 2 agosto alla parrocchia diS. Nicola all’Isola di Capraiadal 14 al 23 Agosto alla parrocchia di S.Leopoldo a Vada

Percorsi di LuceLUNEDÌ 4 MAGGIO ALLE 21.00Alla parrocchia del Sacro Cuore ai Salesiani,ultimo incontro per i separati, divorziati e ri-sposati

Formazione alla CaritàMARTEDÌ 5 MAGGIO ALLE 21.00Presso le Sorgenti di Carità, ultimo incontrodi formazione alla carità dal titolo "I Vescovie i poveri" guidato dal card. Francesco Mon-tenegro, arcivescovo di Agrigento

Diocesiinforma

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TOSCANA OGGI26 aprile 2015VI

DI MASSIMILIANO COLELLI

n tema ricorrentenell’economiamoderna è cheessa ha potuto

affermarsi come scienzarazionale soltanto nel momentoin cui si è affrancata dal mondomedioevale caratterizzato dallaproibizione dell’usura. Lariflessione cristiana in campoeconomico invece avrebbepotuto dare un importantecontributo alle scienzeeconomiche se soltanto fossestata studiata con attenzione,avendo messo a fuoco primadell’economia classica la teoriadel valore e dello scambio, i temidi utilità, scarsità, costo diproduzione, quello riguardantela moneta/finanza e l’interesse, ilprocesso di formazione delprezzo e del giusto prezzo». Con queste parole don LeonardoSalutati, docente di TeologiaMorale alla Facoltà Teologicadell’Italia Centrale, haevidenziato la necessità diconsiderare e valorizzare lariflessione scolastica nello studiodell’economia e in generale dellescienze sociali alla presentazionedel suo libro «Cristiani e uso deldenaro. Per una finanza dal voltoumano» (Urbaniana UniversityPress, Roma 2015, pp.227) che siè svolta giovedì 16 aprile nelSalone de’ Dugento in PalazzoVecchio. La conferenza, cuihanno partecipato oltre centopersone, è stata aperta dai salutidi Caterina Biti, Presidente delConsiglio Comunale. Quindil’introduzione di Maria FedericaGiuliani, PresidenteCommissione Cultura, gliinterventi di mons. AndreaBellandi, Vicario Generaledell’Arcidiocesi di Firenze,Giovanni Pallanti, giornalista escrittore, padre Leonardo Sileo,Direttore della casa editriceUrbaniana University Press,Piero Roggi, docente di Storia delpensiero economicoall’Università di Firenze, e larelazione dell’autore.«Nell’ambito dell’economiamoderna - ha sottolineato donSalutati - Schumpeter e Keynesconfermano la validità dellariflessione scolastica che è allabase dello sviluppo del grandeMagistero sociale della Chiesache ancora oggi continua achiamare la cristianità e ilmondo intero alla necessità ditenere presente l’eticanell’economia. Diversamente ilrischio è una crisi oggi ancorapiù grave di quella che si è

U«manifestata a partire dal 2008».Mons. Bellandi ha asserito che«il lavoro di don Salutati è moltoprezioso perché invita aprendere coscienza di come lafede possa illuminare i giudizicritici sulle realtà socio-economiche del tempo in cuistiamo vivendo. Papa Francesconella Evangelii Gaudium asserisceche la crisi finanziaria ha la suaorigine profonda nella crisiantropologica causata dalpredominio di un’ideologiamaterialista che poggia tuttasulla centralità e la prevalenzadel denaro negando il primatodell’essere umano».«Sia io che l’autore - ha messo inevidenza padre Sileo - avevamo

interesse che il libro ci fosse eavesse determinatecaratteristiche per essereutilizzabile quale strumentodi studio e ricercasoprattutto nelle scuole superiorie nelle università. L’opera di donSalutati ha il grande pregio diaccompagnare lo sguardo storicosull’attenzione che la Chiesa hadedicato al tema dello scambiodei beni. Non possiamo renderciconto della situazionecontemporanea se nonguardiamo la storia».Per Pallanti «si è creata unasituazione nella quale l’unicafonte di guadagno è losfruttamento del denaro per ildenaro, non investendo

nell’impresa percreare posti di lavoro e con giusteretribuzioni. Il capitalismo piùferoce e il comunismo piùrepressivo sono alleati. Questotesto mette le persone incondizione di avvicinarsi aiproblemi del potere, dei soldi edella ricchezza nonché di comesi fa a non sfruttare nessunorimanendo delle personeperbene. Il libro di don Salutatifa capire cosa bisognerebbe fareper rendere questo mondo piùumano e giusto. È pieno diriferimenti non solo al Magisterosociale della Chiesa ma anche apensatori liberali, liberisti,marxisti che vengono messi aconfronto l’uno con l’altro conuna narrazione che spiega lastoria economica del mondo».«Don Salutati - ha detto Roggi -sottolinea che sia l’economiaantica che il capitalismomoderno si fondano sullostrapotere dei creditori suidebitori. Tra i massimi creditorioggi vi sono il Fondo MonetarioInternazionale e la Bancamondiale. Un editoriale de "LaCiviltà Cattolica" del 1979metteva in risalto chel’insegnamento sociale dellaChiesa non è un relitto inutile daabbandonare al suo destino etanto meno è un peso mortonella vita della Chiesa di oggi».

arà il magico mondo di Oz a fare da filo conduttoredell’animazione estiva proposta da Anspi. La

presentazione del sussidio è avvenuta sabato 18 aprile aBrescia, durante l’assemblea nazionale. Una scelta, comeha spiegato Mauro Bignami, responsabile nazionale dellaformazione, che prosegue: «nella nostra linea di utilizzaregrandi storie della letteratura per ragazzi, perché pensiamoche anche la cultura sia un valore importante durante ilGrest».«Il meraviglioso mago di Oz» è il romanzo dello scrittoreamericano Lyman Frank Baum (1856-1919), pubblicatonel 1900 e che ebbe una fortunata trasposizionecinematografica nel 1939. Narra le vicende di Dorothy, unabambina che vive in Kansas con gli zii e il cane Toto. Ungiorno un tornado solleva la casa di Dorothy e la trasportain volo, depositandola nella Terra Blu dei Munchkin eschiacciando la malvagia Strega dell’Est. Di qui ha iniziouna vicenda che si snoda fra streghe buone e cattive, unleone codardo, il Boscaiolo di Latta e altri personaggifantastici, mentre Dorothy è alla ricerca del Mago di Oz,l’unico che possa aiutarla a tornarla nel luogo dove vivono

gli zii. Il sussidio è articolato in 16 capitoli e contiene ancheuna sezione dedicata a san Filippo Neri, l’inventoredell’oratorio nella Roma della Controriforma, del qualequest’anno cade il cinquecentenario della nascita. Ilmetodo del santo, è spiegato negli appunti per glianimatori "era infallibile: evitava lunghe prediche erimproveri. Piuttosto preferiva l’ironia e l’arguzia: per farcapire a un ragazzo gli aspetti su cui era importante che sicorreggesse, architettava ingegnose situazioni in cui questiveniva messo alla prova, e il ragazzo, sentendosi indifficoltà, giungeva da solo al cuore della faccenda,capendo cosa era necessario migliorare".Su questa base, la proposta di riflessione consiste in unaquotidiana valutazione di quanto, nelle azioni di ciascuno,abbiano avuto parte il cuore, il cervello e il coraggio. Ilsussidio sarà distribuito gratuitamente a tutti i circoli Anspi.Coloro che volessero adottarlo per le attività estivepotranno acquistare le copie necessarie attraverso lo zonaledi Perugia, che si occupa della distribuzione. Per contatti:Erica Picottini, [email protected] tel. 3895816173 .

Stefano Di Battista

S

La proposta di Anspi per l’animazione estiva: il mago di Oz

Il denaro nel pensiero cristiano:«Per una finanza più umana»

■ IL LIBRO Presentato in Palazzo Vecchio il volume di don Leonardo Salutati

A Prato il raduno regionaledei gruppi «Padre Pio» della Toscana

na giornata dedicata al ricordo del Santo da Pietralcinaquella del 24 aprile, che vede a Prato il raduno dei gruppi

di preghiera di Padre Pio provenienti da tutta la Toscana. Unincontro non solo per ricordare il Santo, ma anche le figure chemaggiormente gli furono vicine in vita e che ricevettero da luicomprensione e accoglienza. Tra queste quella di GuglielmoSanguinetti, originario di Parma, che dopo essersi convertito inseguito all’incontro col Santo padre, collaborò con lui alla co-struzione dell’ospedale «Casa Sollievo della Sofferenza». Al ra-duno interverranno anche fra Luciano Lotti, Direttore di «Studisu Padre Pio», Roberto Trucchi, Presidente nazionale delle Mi-sericordie (una delle quali, la confraternita di Borgo San Loren-zo, fu fondata per volere di Sanguinetti) e Domenico Crupi, Vi-ce Presidente e Direttore generale della Fondazione «Casa Sol-lievo della Sofferenza». La giornata pratese inizia nella catte-drale e prosegue nella chiesa di San Domenico, con il saluto didon Francesco Bazzoffi, Coordinatore dei gruppi della Tosca-na, prima della Messa presieduta da fra Carlo Maria Laborde.

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web: www.irecooptoscana.it

Non solo FSE, i Fondi interprofessionali comeopportunità di finanziamento della formazioneaziendale: parliamo di FON.COOPOltre al Fondo Sociale Europeo esistono altre opzioniper finanziare in misura del 100% i costi dellaformazione aziendale: i Fondi PariteticiInteprofessionali nazionali per la formazionecontinua. Si tratta di organismi di natura associativapromossi dalle organizzazioni di rappresentanza delleParti Sociali e hanno la finalità di raccogliere e stanziarefondi per la formazione dei dipendenti aziendali.L'adesione gratuita ad uno dei 18 Fondi presenti in Italiaconsiste nel versamento dello 0,30% dell'importo dellebuste paga dei lavoratori dipendenti. Lo 0,30%, nel casodi non adesione ad un fondo interprofessionale ècomunque versato in un Fondo Ministeriale destinatoad iniziative contro la disoccupazione involontaria. È opportuno non sprecare la quota dello 0,30% deicontributi versati all'Inps (il "contributo obbligatorio perla disoccupazione involontaria"), ma destinarla allaformazione gratuita dell'azienda. L'adesione a un fondonon comporta alcuna spesa per le imprese. Ed èpossibile in qualsiasi momento, senza alcuna penale,rinunciarvi.

FORMAZIONE FON.COOP Le aziende che aderiscono gratuitamente al Fondoparitetico FON.COOP possono ricevere contributi afondo perduto per coprire al 100% i costi dellaformazione del proprio personale. FON.COOP è il FondoParitetico Interprofessionale Nazionale per laFormazione Continua delle imprese cooperative alquale possono aderire liberamente anche le impresenon cooperative.Formazione a costo zero per le aziende cheaderiscono al fondo interprofessionale FON.COOP: 9milioni di euro con gli Avvisi 26, 27, 28 e 29 per tutto ilterritorio nazionaleIRECOOP (L'Agenzia Formativa di riferimento diConfcooperative) è in grado di gestire la progettazione,gestione e rendicontazione di piani formativi rivolti aidipendenti delle aziende aderenti a FONCOOPgarantendo all'azienda la copertura del 100% dei costi.Le attività devono svolgersi sul territorio regionale.FONCOOP finanza in parte anche attività di consulenzaa supporto della formazione ed un'azienda come quelladi cui mi hai parlato credo abbia fabbisogni formativiabbastanza costanti.Per partecipare ai bandi è necessario iscriversi al Fondoentro il 16 di ogni mese e predisporre un formulario online.SCADENZE e TIPOLOGIE di BANDOL'avviso 26 "Progetti Standard" finanzia iniziativeformative fino ad euro 70.000,00 si è aperto lo scorso 15aprile e prevede la stipula di un accordo sindacaleentro il 13 maggio 2015 e la presentazione on line delprogetto entro il 28 maggio 2015.L'avviso 27 "Progetti Complessi" fino ad euro100.000,00 partirà il prossimo 20 aprile e prevede lastipula di un accordo sindacale entro il 17 giugno2015 e la presentazione del progetto on line entro il 2luglio 2015. Il progetto può essere presentato daun'azienda aderente al fondo o da un'agenzia formativaaccreditata.L'avviso 28 è invece rivolto ad aziende in crisi (CIG oContratti di solidarietà) che prevede fino ad euro 70miladi contributo. La scadenza è prevista per il 29 maggio2015.L'avviso 29 SMART prevede voucher allo sportello dieuro 3.500,00 ad azienda per lo svolgimento di circa34/35h di formazione di cui il 50% di training on the job(affiancamento sul posto di lavoro). Si tratta di unamodalità rapida, semplice ed indolore (in due settimanei corsi iniziano e finiscono)! Sarà possibile presentare ledomande a partire dal 20 maggio 2015.Per ulteriori informazioni: IRECOOP Toscana tel.055/432737 - [email protected]

A caccia di talenti per il progetto con Google sulleeccellenze in digitaleÈ partito il progetto Unioncamere/Google "Made in Italy- Eccellenze in Digitale 2015", che nasce per favorirel'inserimento di giovani competenze ICT (INTERNET andCOMMUNICATION TECHNOLOGIES) nelle imprese. 46Camere di Commercio italiane hanno aderitoall'iniziativa e da giugno ospiterà due borsisti che, dopouna adeguata formazione, lavoreranno con le impresedel territorio. Sono aperte le iscrizioni sul sitowww.tagliacarne.it. C'è tempo fino al 30 aprile per inviare la propriadomanda di ammissione da compilare esclusivamenteon line. All'interno della domanda va inserita laprovincia di richiesta di assegnazione.Il progetto si svolgerà da giugno 2015 a aprile 2016. Icandidati selezionati godranno di una borsa di studio di9 mila euro.DI SEGUITO EVIDENZIATE LE CAMERE DI COMMERCIOTOSCANE E QUELLE DI PROVINCIE LIMITROFESupportano il progetto le 46 Camere di Commercioaderenti all'iniziativa che svolgono azioni promozionalipresso le imprese del territorio di riferimento edospitano i giovani selezionati, presso la propria sede opresso strutture locali individuate.Le Camere di Commercio aderenti sono: Alessandria,Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Biella,Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza,Cuneo, Fermo, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, LaSpezia (limitrofa a Massa Carrara), Latina, Lecce,Lucca, Macerata, Monza e Brianza, Novara, Nuoro,Padova, Pavia, Pesaro e Urbino (limitrofa ad Arezzo),Piacenza, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria,Reggio Emilia, Roma, Sassari, Savona, Sondrio, Taranto,Terni, Torino, Trento, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Verona, Viterbo (limitrofa a Grosseto).

DALLE DIOCESI

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CONCORSO SCOLASTICO TOSCANA OGGI26 aprile 2015 VII

Diocesi di SIENA-COLLE VAL D’ELSA-MONTALCINO

Il Cristo di Marco Romanoe l’abbazia di Conèo

onosciuto e amatodai colligiani, ilCrocifisso diMarco Romano è

stato venerato per moltianni nella chiesaparrocchiale di S.Agostino, dove fu portatonel 1971. Dallatestimonianza di don VerisConsumi si sa cheproveniva dalla chiesa diSanta Maria a Radi diMontagna (Sovicille); nel1987 venne restaurato etrasferito nel museo civicoe diocesano di Colle di Vald’Elsa.Non si hanno notizie certesu Marco Romano; solograzie agli studi di Previtaliè stato possibile ricostruirele tappe significative dellasua vita e del suo percorsoartistico.Lo scultore fu attivo dallaseconda metà delDuecento fino alla primametà del Trecento. Lavoròper il duomo di Siena,realizzando nellacontrofacciata due leoni,considerati guardiani delleaperture, e quattro busti,dei quali non si spiega lapresenza. Fu chiamato aCremona dal vescovo dellacittà e dopo la morte diBeltramo Aringhieri,fratello del vescovo, ne realizzò ilmonumento funebre a Casole d’Elsa,costruito in marmo, e poi dipinto. Nel1318 si recò a Venezia e firmò il sepolcrodi San Simeone nella chiesa di SanSimeone Grande a Venezia, che ful’unica e ultima testimonianza della suaattività certificata grazie all’iscrizione:«Celavit Marcus opus hoc insigneRomanus. Laudibus non parcus: est suadigna manus».Il Crocifisso è l’ultima opera realizzatadello scultore in territorio senese,probabilmente prima del 1313, sucommissione di Ranieri di Beltramo. Il

Cristo, scolpito a tuttotondo in legno, intagliatoe policromato, ha unaspetto molto naturale eimpostazione classica.Gesù è rappresentatonell’attimodell’inspirazione. NelCrocifisso vediamo tutto ildolore umano, accentuatodall’aspra smorfia dellabocca e dall’espressionedel volto. La testa è inposizione inclinata erivolta verso la destra,tanto da sembrareparallela al corpo; in unmodo per cui fa pensare almomento in cui Cristorivolge alla madre leultime parole, secondo ilracconto evangelico diGiovanni. Le arcatesopraccigliari presentanoun taglio rettilineo, il nasoè aquilino e sottile e lenarici dilatate; i capellisono disposti in grandi eparallele striature, la barbaè arricciata e le labbrasono carnose.L’intagliatura a profondisolchi della capigliatura siespande sulle spalle e daquesta, sul lato sinistro, sistacca il lungo ciuffo, cheoccupa uno spaziodavanti al petto. La cassatoracica è dilatata e per

questo le costole e la piegadell’ombelico sono ben visibili; la pellesi ritrae dalle ferite, lasciando scoperta lacarne e i tendini del piede; una torsioneincava la spina dorsale, della quale sipossono contare le vertebre. Ognipiccolo dettaglio della fisionomia ècurato nei particolari. Anche se dopo ilrestauro il Crocifisso si presenta privodella braccia e della croce, è di unasuggestione unica, sembra staccarsi dallegno e protendersi verso chi vi sirivolge, mostrando tutta la sua umanitàsofferente nell’evento che prelude allaResurrezione.

C abbazia di Santa Maria Assunta,nonostante abbia una degna storia,non è molto conosciuta; forse acausa dei pochi abitanti di Conèo.

È opportuno invece conoscere l’importanzache ha avuto nel tempo per la gente dellaValdelsa, soprattutto in relazione alle vie dipellegrinaggio medievali; questo è un luogodenso di spiritualità, cultura e arte.Riferendosi all’abbazia di Badia a Conèo, sipensa ad un monastero vallombrosano enon solo alla chiesetta che troviamo sullaprovinciale n° 27 tra Colle Val d’Elsa eCasole d’Elsa.L’abbazia si trova nei pressi di Badia aConèo, frazione di Colle Val d’Elsa, èfacilmente accessibile sia dalla stradaprovinciale che la collega alla città diArnolfo, sia dall’antica strada romana che lacollega alle abitazioni del piccolo borgo.Oggi fa parte dell’arcidiocesi di Siena, Colledi Val d’Elsa e Montalcino.Sin dall’antichità il complesso di Conèo èstato punto di riferimento sia in camporeligioso che artistico. Si adottò fin daprincipio la regola benedettina, ma a causadi una riforma lo ricordiamo come uno deipiù antichi monasteri vallombrosani e, comedi norma avveniva per le badie, divenne lacommenda di Alessandro Farnese, chedivenne papa con il nome di Paolo III.L’abbazia di Santa Maria Assunta, trovandosisulla via Francigena, è stata un luogo dipassaggio per molti pellegrini, i quali,insieme alla fede, portarono la loro cultura.Inoltre, avendo vissuto diverse età, questo

monastero ha accumulato moltecaratteristiche architettoniche.Per questi motivi l’abbazia non è puramentedi stile romanico, bensì romanico-senese. Lapianta della chiesa è a croce latina, adun’unica navata conclusa da un transetto econ un a cupola su pennacchi con tiburioesterno ottagonale. In parte la strutturadell’abbazia è stata influenzata dalla vicinaVolterra, in quanto la facciata presenta unapartizione in arcate di stile volterrano.Durante i secoli la posizione isolata dellachiesa è stata motivo di disinteresse da partedi chi la doveva custodire, quindi non è statarestaurata se non nel 1920; ma questopermette di poter fare una «lettura»profonda dell’abbazia e capire come eranola vita e le condizioni originarie nelmonastero. Molto interessanti sono le

immagini, le sculture e lediverse forme chetroviamo fuori dellachiesa, che propongonoimmediatamente, alcunedomande sul lorosignificato.Probabilmente questerappresentazioni furonoispirate ad alcuni eventiche suscitarono pauradella morte e dellemalattie; ma allo stessotempo indirizzano ilpensiero alla ricerca diDio del significatoprofondo dell’esistenza.

’L

a via Francigena collegail Nord Europa a Roma.

La presenza di questastrada ha permesso loscambio di segni,immagini, cultura. Con ilcontinuo passaggio dipellegrini e mercanti èstato possibile, nel tempo,alle varie culture dientrare in contatto econoscersi.Ancora oggi rappresentaun sentiero spirituale,perché collega luoghi digrande rilievo per ilCristianesimo.Essa passa anche a Colledi Val d’Elsa e noi ragazzeci ritroviamo quasi tutti isabati e le domeniche,specialmente in primavera, perincamminarci sulla Francigena.La sentiamo così nostra, ormai,

che ognuno di noi potrebbechiamarla la «mia» Francigena.Il nostro è un momento di

ritrovo per poter stare insieme.Lungo la strada vi è un notomadonnino, ricavato nel muroesterno di una casa, situata inVia Volterrana n. 12. Laformella presenta uno sfondoverde ai lati, giallo dietro la

figura della Madonna,raffigurata a mezzo busto. Ha ilvelo azzurro che le copre latesta e scende sulle spalle,lasciando intravedere i capelli.La veste scende sino al bracciosinistro, dove tiene, con il collo

appoggiato al suo petto, ilBambino.A scuola abbiamo realizzatodue formelle di ceramica, di cuiuna riproduce la Madonna e,l’altra, uno scorcio delpaesaggio della Francigena.Abbiamo lavorato a mano laceramica e le abbiamo dato laforma voluta. Dopo la cotturaabbiamo smaltato lemattonelle.Il lavoro è stato duro e a voltedifficile, ma abbiamoriprodotto qualcosa chesentiamo nostro, perché parteintegrante della nostra vitaquotidiana.

Adriana PelusoEmilia Corti

Matilde ScopetaniLucilla Cacace

Laura MaioElisa Ziviello

L

La «mia» Francigena Un’operadi casa nostra

Articoli della classedi Religione III E

del Liceo ScientificoAlessandro Voltadi Colle Val d’Elsa

e (in basso) di alcunealunne di II

della scuola mediaArnolfo di Cambio,anch’essa a Colle

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TOSCANA OGGI26 aprile 2015VIII