pagina99 2014.03.29

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ANNO 1 N. 35 WWW.PAGINA99 .IT QUOTIDIANO DI ECONOMIA E CULTURA 29 | 30 MARZO 2014 WEEK END EURO 3,00 Storie Anche in Italia si moltiplicano le aziende che producono droni per controllare il territorio 6 | 7 Carceri Reportage dall’isola di Gorgona. Che diventa un centro modello di sperimentazione 10 | 11 Mappe Viaggio a Shenzen, la New York cinese, inventata 30 anni fa e oggi simbolo del paese 14 | 15 Arti L’Aquila dopo cinque anni di nulla. Dove il restauro del patrimonio artistico è un miraggio 30 | 31 I conti al contrario di uno Stato che favorisce chi ha di più Italia, il welfare è dei ricchi GETTY IMAGES NICOLÒ CAVALLI E GIUSEPPE RAGUSA n C’è un’anomalia in Italia: il fatto che buona parte della spesa pubblica finisce nelle mani dei più ricchi. I dati del rapporto Society at a Glance 2014 dell’Ocse mostrano che lo Stato italiano trasferisce, in media, 7 mila euro l'an- no ai suoi cittadini. Ma le cose cambiano se il beneficiario sta nel 30% più povero o nel 30% più ricco della popolazione. Mentre per i se- condi i trasferimenti sono superiori ai 10 mila euro, per i primi si fermano a poco meno di 4 mila euro l'anno: il 51% rispetto alla media, contro il 146% ricevuto dai più ricchi. Ma non si tratta solamente dei cosiddetti “trasferimenti diretti”, come le pensioni, i sussidi di disoccupazione o gli assegni di in- validità, cioè tutti quei trattamenti che lo sta- to trasferisce direttamente nelle tasche dei beneficiari. Dietro la retorica di un welfare che si vor- rebbe universalistico, infatti, i servizi finan- ziati con la tassazione generale vengono spes- so catturati dalle fasce più benestanti della popolazione. Quelle che frequentano i teatri, le università, le biblioteche sussidiate dal set- tore pubblico. Mentre agli altri rimane un Stato visto con sempre più frequenza come un nemico. Sembra la fotografia di una redistribuzione di ricchezza dal basso vero l'alto, e di una pro- messa tradita. Pagina99 ha deciso di indagare questa situazione. n Per i lettori più fedeli è una conferma, per gli altri un annuncio: dalla prossima settimana pa- gina99 cambia passo. Non sarà più in edicola, dal martedì al venerdì, il giornale cartaceo. Il quotidiano si sposta sul web, il che permette di potenziare l’edizione del week end, che ar- riverà finalmente nelle edicole di tutt’Italia e che vi resterà per tutta la settimana. Come abbiamo già scritto sul quotidiano di giovedì, la nostra ambizione resta immutata: propor- re un sistema completo di informazione, con al centro l'economia e la cultura, che prenda tutto il bello e tutto il nuovo della carta e del web. Abbiamo cominciato a farlo dal 27 gen- naio mettendoci in rete, con pagina99.it, an- cora in versione beta; e abbiamo continuato con il debutto del quotidiano e del settimana- le. Dichiarando fin dall’inizio di essere un la- boratorio, dove si ricerca e si sperimenta: e come succede per tutti gli esperimenti, alcu- ne strade vanno abbandonate e ci si concen- tra su quelle più promettenti. Nel nostro caso l’edizione weekend è stata molto apprezzata e può contare su un pubblico e un’attenzione crescenti; e il sito web ha realizzato numeri molto positivi con permanenze sul sito eleva- tissime, da record. Assai più ardua è risultata la scommessa di portare gli stessi contenuti e la stessa linea editoriale giorno per giorno in edicola, dunque con i ritmi più veloci di un quotidiano e i costi legati alla sua distribu- zione fisica. Dunque, prendiamo atto e rilan- ciamo, spostando l’informazione continua sul web e potenziando l’appuntamento setti- manale in edicola. Dunque, da sabato 5 aprile pagina99we sarà nelle edicole di tutta Italia e ogni numero vi ri- marrà fino all’uscita di quello successivo. Quello che vi assicuriamo è che proseguiremo con un impegno e una cura ancora maggiore in ciò che vi proporremo e in più vi stupiremo con nuove iniziative sia sulla carta che digitali. Seguiteci nelle prossime settimane e vedrete. pagina99we e web, ricominciamo da due sabato 99 all’interno uu RENZI TIRA DRITTO Il decreto lavoro non si tocca. Lunedì la riforma del Senato alle pagine I, II e III uu MARÒ A UNA SVOLTA L’India sospende il processo Il governo: «Ora a casa» a pagina VI uu MANAGER TAGLIATI Dal primo aprile scatta il tetto agli stipendi pubblici a pagina I u segue a pagina 2 y(7HC2I3*SKKKKO( +&!"!%!?!}

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  • ANNO 1 N. 35 WWW.PAG I N A 99 .IT QUOTIDIANODIECONOMIAECULTURA 29 | 30 MARZO 2014 WEEK END EURO 3 ,0 0

    Storie Anche in Italia simoltiplicano le aziendeche producono droni percontrollare il territorio 6 | 7

    Carceri Reportagedallisola di Gorgona. Chediventa un centro modellodi sperimentazione 10 | 11

    Mappe Viaggio a Shenzen,la New York cinese,inventata 30 anni fa e oggisimbolo del paese 14 | 15

    Arti LAquila dopo cinqueanni di nulla. Dove ilrestauro del patrimonioartistico un miraggio 30 |31

    I conti al contrario di uno Stato che favorisce chi ha di piItalia, il welfare dei ricchi

    GETTY IMAGES

    NICOL CAVALLI E GIUSEPPE RAGUSA

    n C unanomalia in Italia: il fatto che buonaparte della spesa pubblica finisce nelle manidei pi ricchi. I dati del rapporto Society at aGlance 2014 dellOcse mostrano che lo Statoitaliano trasferisce, in media, 7 mila euro l'an-no ai suoi cittadini. Ma le cose cambiano se il

    beneficiario sta nel 30% pi povero o nel 30%pi ricco della popolazione. Mentre per i se-condi i trasferimenti sono superiori ai 10 milaeuro, per i primi si fermano a poco meno di 4mila euro l'anno: il 51% rispetto alla media,contro il 146% ricevuto dai pi ricchi.

    Ma non si tratta solamente dei cosiddettitrasferimenti diretti, come le pensioni, isussidi di disoccupazione o gli assegni di in-

    validit, cio tutti quei trattamenti che lo sta-to trasferisce direttamente nelle tasche deibeneficiari.

    Dietro la retorica di un welfare che si vor-rebbe universalistico, infatti, i servizi finan-ziati con la tassazione generale vengono spes-so catturati dalle fasce pi benestanti dellapopolazione. Quelle che frequentano i teatri,le universit, le biblioteche sussidiate dal set-

    tore pubblico. Mentre agli altri rimane unStato visto con sempre pi frequenza come unnemico.

    Sembra la fotografia di una redistribuzionedi ricchezza dal basso vero l'alto, e di una pro-messa tradita. Pagina99 ha deciso di indagarequesta situazione.

    n Per i lettori pi fedeli una conferma, per glialtri un annuncio: dalla prossima settimana pa -gina99 cambia passo. Non sar pi in edicola,dal marted al venerd, il giornale cartaceo. Ilquotidiano si sposta sul web, il che permettedi potenziare ledizione del week end, che ar-river finalmente nelle edicole di tuttItalia eche vi rester per tutta la settimana. Comeabbiamo gi scritto sul quotidiano di gioved,la nostra ambizione resta immutata: propor-re un sistema completo di informazione, conal centro l'economia e la cultura, che prendatutto il bello e tutto il nuovo della carta e delweb. Abbiamo cominciato a farlo dal 27 gen-naio mettendoci in rete, con pagina99.it, an-cora in versione beta; e abbiamo continuatocon il debutto del quotidiano e del settimana-le. Dichiarando fin dallinizio di essere un la-boratorio, dove si ricerca e si sperimenta: e

    come succede per tutti gli esperimenti, alcu-ne strade vanno abbandonate e ci si concen-tra su quelle pi promettenti. Nel nostro casoledizione weekend stata molto apprezzatae pu contare su un pubblico e unattenzionecrescenti; e il sito web ha realizzato numerimolto positivi con permanenze sul sito eleva-tissime, da record. Assai pi ardua risultatala scommessa di portare gli stessi contenuti ela stessa linea editoriale giorno per giorno inedicola, dunque con i ritmi pi veloci di unquotidiano e i costi legati alla sua distribu-zione fisica. Dunque, prendiamo atto e rilan-ciamo, spostando linformazione continuasul web e potenziando lappuntamento setti-manale in edicola.

    Dunque, da sabato 5 aprile pagina99we sarnelle edicole di tutta Italia e ogni numero vi ri-marr fino alluscita di quello successivo. Quelloche vi assicuriamo che proseguiremo con unimpegno e una cura ancora maggiore in ci chevi proporremo e in pi vi stupiremo con nuoveiniziative sia sulla carta che digitali.

    Seguiteci nelle prossime settimane e vedrete.

    pagina99we e web,ricominciamo da dues a b at o 99

    allinterno

    uuRENZI TIRA DRITTOIl decreto lavoro non si tocca.Luned la riforma del Senato

    alle pagine I, II e III

    uuMAR A UNA SVOLTALIndia sospende il processoIl governo: Ora a casa

    a pagina VI

    uuMANAGER TAGLIATIDal primo aprile scatta il tettoagli stipendi pubblici

    a pagina I

    u segue a pagina 2

    y(7HC2I3

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    &!"!%!?!}

  • 2 | STORIE | pagina 99we | sabato 29 marzo 2014 sabato 29 marzo 2014 | pagina 99we | STORIE | 3

    n Turchia, Messico, Grecia e Por-togallo. con questi paesi che l'Ita-lia si contende il podio del welfareal contrario, che d ai ricchi quelche potrebbe distribuire ai poveri.Seguono a ruota Lussemburgo eSpagna. Anche in Francia, Austria,Ungheria, Polonia, Irlanda e Giap-pone - pur in misura minore - i tra-sferimenti sono soprattutto a favo-re di chi fa parte del 30% a pi altoreddito.

    In tutti gli altri paesi economica-mente avanzati, invece, il rapporto capovolto: un danese che si trovanel 30% pi povero riceve dallo sta-to trasferimenti pari al 176% dellamedia, da paragonare al misero38% ricevuto da chi si trova nei cor-rispondenti decili pi ricchi dellapopolazione, cio il 30% a pi altoreddito.

    Cos accade in ognuno dei paesiscandinavi, in Belgio, in Svizzera,Olanda e nei paesi di matrice an-glosassone. In Germania, chi stanel 30% pi povero della popola-zione riceve il 113% rispetto al sus-sidio medio, mentre chi si trova nel30% pi ricco si attesta al 91%.

    Nellelaborazione Ocse, la m-montare dei trasferimenti pubblici ottenuto sommando assegni diinvalidit, pensioni, sussidi di di-soccupazione, maternit e assegni

    famigliari. Tuttavia, il livello di ag-gregazione di questi dati non con-sente di apprezzarne la composi-zione. Non quindi possibile sape-re quanta parte dei 7.080 euro disussidi ricevuti in media da un ita-liano sia dovuta, ad esempio, allepensioni.

    Un problema non da poco. Con ilrischio di finire per confrontare im-propriamente paesi caratterizzatida sistemi pensionistici molto di-versi per tipo di finanziamento enumero di persone che accedono albeneficio. In paesi con un sistemapensionistico per lo pi privato, laspesa dello Stato per le pensioni generalmente pi bassa.

    E poich le pensioni rappresen-tano la quasi totalit del reddito dichi le riceve - quindi sono ben pielevate degli altri trasferimenti so-ciali - il rapporto dellOcse risultadistorto a sfavore di quei paesi conampi sistemi di pensioni pubbli-che, come lItalia. Leffetto distorsi-vo poi acuito dal fatto che il me-todo di calcolo delle pensioni italia-ne dipende dal reddito ottenutodurante la vita lavorativa. Di conse-guenza, pensioni pi elevate sonosolitamente elargite a persone conredditi pi elevati.

    Per ovviare a questo problema,

    l'Ocse fornisce anche il risultato ot-tenuto escludendo tutti coloro conpi di 65 anni, quindi verosimil-mente pensionati. Eppure questacorrezione migliora la situazioneitaliana molto meno di quanto ac-cada per altri paesi. Anzi, la peggio-ra. I trasferimenti alle fasce a bassoreddito (il 30% dei pi poveri) pas-sano dal 56 al 51% rispetto al sussi-dio medio e quelli a favore del 30%pi ricco aumentano dal 146 al161%. Una situazione apparente-mente paradossale.

    LItalia, per, il paese dei babypensionati e una frazione impor-tante dei 55-64enni usufruisce deitrattamenti previdenziali. La Com-missione europea stima che let ef-fettiva di uscita dal mercato del la-voro in Italia oggi pari a 61,4 anni.E sono proprio i pensionati che, du-rante la crisi, hanno vissuto un ec-cezionale aumento della propria

    posizione relativa nella distribuzio-ne dei redditi. Secondo le statisti-che sulle dichiarazioni Irpef 2013,pubblicate questa settimana dalDipartimento delle Finanze e rela-tive all'anno d'imposta 2012, il red-dito medio dei pensionati aumen-tato nel 2012 del 4,6%, mentre di-minuito per tutti gli altri: -4,6%per i lavorati dipendenti, -11% pergli imprenditori, -14,3% per i lavo-ratori autonomi.

    Un aumento del reddito equiva-lente (misura pro-capite che tieneconto della dimensione e dellastruttura demografica della fami-glia) dal 95 al 114% rispetto al restodella popolazione italiana. Signifi-cativamente, il reddito equivalentedi coloro che hanno fra i 55 e i 64anni migliorato durante la crisi di18 punti percentuali.

    Queste dinamiche sono in partedovuto ai bassi tassi di inflazione e

    ai meccanismi di indicizzazione deititoli finanziari e dei trasferimenti.Ma anche dal fatto che, durante lacrisi, i trasferimenti pensionisticisono rimasti alti rispetto al restodella spesa sociale. Secondo Banki-talia, nel 2012 una famiglia il cuimaggior percettore di reddito unpensionato ha ricevuto in media16.467 euro dallo Stato, contro i1.885 euro ricevuti da una famigliacon un lavoratore dipendente. Seuna famiglia giovane riceve media-mente 2.815 euro in trasferimentidiretti, quelle comprese tra i 45 e i54 ricevono solamente 1.727 euro,10 volte in meno delle famiglie ilcui capofamiglia ha oltre 64 anni.

    Un impatto cos forte della com-ponente pensionistica richiede unesercizio diverso da quello dellO c-se. Per questo, pagina99 ha analiz-zato i microdati sui bilanci delle fa-miglie italiane al fine di verificare

    pensioni e sussididistorti: la spesainefficace dello Stato

    W E L FA R E W E L FA R E

    Robin Hood al contrario | Nella maggioranza dei

    paesi Ocse la spesa sociale serve per redistribuire

    ricchezza verso il basso. In Italia accade il contrario.

    Risultato di un mix male assortito di trattamenti

    pensionistici e sostegno solo a chi ha gi un lavoro

    OLIVER LANG/GETTY IMAGES

    SPESA SOCIALE Il grafico afianco mostra che in Italia isussidi statali finiscono ai piricchi (146%) rispetto alla media100 piuttosto che ai pi poveri(56%). Nel Nord Europa avvieneil contrario. Sopra, mostriamocome cambia la redistribuzionesenza considerare le pensioni, eil loro peso relativo sul bilanciodello Stato

    Una famiglia con un over65 riceve 16 mila euroallanno, agli under 35ne vanno meno di 3 mila

    FONTE: ELABORAZIONE PAGINA 99 SU DATI BANCA DITALIA - INDAGINE SUI BILANCI DELLA FAMIGLIE

    sommario

    n STORIE | pagine 2 -1 1

    Italia, il welfare dei ricchiIn apertura uninchiesta basata suunelaborazione di pagina99 di datiitaliani ed europei sulla distribuzionedella ricchezza. Risultato: la spesa so-ciale del nostro paese squilibrata.Favorisce i ricchi a scapito dei poveri.A seguire, uninchiesta sulleconomiadei droni in Italia: tutte le aziende cheproducono macchine volanti per ilcontrollo del territorio. E poi, inesclusiva: intervista a William Bin-ney, lex agente dellNsa, il servizio se-greto americano, che racconta comedopo il 2001 il governo Usa decise dispiare tutti i cittadini. E anche leaziende. Infine un reportage dallaGorgona, ex carcere modello neglianni Novanta, dove riprende unasperimentazione avanzata: rieducarei detenuti attraverso il lavoro.

    n MAPPE | pagine 1 2 -1 9

    Europa, perch il voto dimaggio cambia tuttoNel Parlamento di Strasburgo arrive-r una folta rappresentanza di euro-scettici. E secondo le nuove regole ilpresidente della Commissione dovressere eletto a maggioranza e non pisolo su indicazione dei Governi. Equesto crea tensione. Poi, un reporta-ge da Shenzhen, la New York cinese ecitt simbolo della crescita economi-ca. Infine, il Brasile cinquantannidopo il golpe, fra nostalgici del regi-me e revisionisti.

    n INNOVAZIONI | pagg. 20-23

    lultimo nemico da battereOvvero il cancro, lunica malattia chenegli ultimi decenni ha causato unacrescente mortalit a differenza ditutte le altre patologie. A seguire: ilvideogioco pi diffuso del mondo,che non solo appassiona oltre sessan-ta milioni di persone ma fa diventarericchi i suoi campioni.

    n IDEE | pagine 24 - 2 9

    Graffiti greciStreet art ad Atene: nel servizio diapertura le immagini degli straordi-nari artisti di strada che imbellisconoi muri e la citt con la loro arte. A se-guire il racconto di come funziona ilcrowdfunding, ovvero quando la follaprende il posto delle banche - e anchechi ne usufruisce, da Obama alle pic-cole startup innovative. Radiografiadi uneconomia in crescita. Per finirecon le ricerche, i libri e le migliori ideeda tutto il mondo.

    n ARTI | pagine 30-43

    LAquila, cinque anni di nullaReportage dalla citt abruzzese col-pita dal terremoto. Per scoprire che ilil restauro del patrimonio artistico un miraggio, mentre nel centro stori-co restano solo saracinesche abbassa-te, cantieri e ruspe. Viaggio in una cit-t fantasma. Che fare? Ricordare emettere in pratica la lezione inascol-tata (allora) del grande Giovanni Ur-bani. A seguire: il mercato dellartepi prolifico del mondo, ovvero il Qa-tar. Dove finiscono i grandi capolavo-ri pi costosi. E poi i graphic novel, ilcinema, i libri e la musica della setti-mana. Poi lincontro con uno dei pifamosi designer di auto, il giapponeseNakamura. Per finire la moda, con letendenze e gli stili del momento.

    n OZII | pagine 44-48

    A Cape Town, la citt madre suda-fricana scelta questanno come capi-tale mondiale del design, fra quartierialla moda e il porto turistico dove im-battersi nelle foche che sonnecchianosulle panchine. Gusti e sapori: allascoperta del Chianti, tra ottimi vini,resort a buon prezzo e antiche leggen-de. Infine il cruciverba e un gioco let-terario.

    u segue a pagina 4

    u segue dalla prima

    FONTE: OCSE, SOCIETY AT A GLANCE 2014

    quale sia la distribuzione dei trasfe-rimenti al netto di tale componen-te.

    Una volta eliminata, la distribu-zione dei trasferimenti statali assu-me dei connotati molto pi euro-pei: il trasferimento statale ricevu-to da chi si trova nelle categorie direddito pi basse sale al 156% ri-spetto al trasferimento medio,mentre quello ricevuto da chi stanell'estremit superiore della di-

    stribuzione dei redditi cala fino al-l'84%.

    Questa convergenza, tuttavia, soltanto apparente. Quello che ren-de lItalia comunque diversa daglialtri paesi, almeno da molti paesiOcse, il peso relativo della previ-denza sul bilancio dello Stato ri-spetto ad altre forme di trasferi-menti pubblici a scopi sociali. Dei422 miliardi di euro che, ogni an-no, il settore pubblico italiano ero-ga come trattamenti sociali, ben257 se ne vanno in pensioni: il 61%della spesa sociale e il 36% dellaspesa pubblica totale al netto degliinteressi. Si tratta della spesa pialta di tutta larea Ocse, pari al15,6% del prodotto interno lordo.In Germania, un paese caratteriz-zato dalla presenza di generosistrumenti di supporto al reddito, laspesa pensionistica si ferma al10,8% rispetto al pil. In Danimar-ca, invece, uno dei paesi pi redi-stributivi secondo i criteri Ocse, laspesa pensionistica rimane sotto il10% del pil.

    Parte della spesa per pensioni inItalia assorbita da prestazioninon giustificate sulla base dei con-tributi versati durante la vita lavo-

    rativa da parte di pensionati chehanno usufruito del sistema retri-butivo. Questo sistema legava lapensione all'ultimo stipendio rice-vuto, creando quindi uno squilibriotra i contributi versati e le presta-zioni effettivamente ricevute. Se-condo Tito Boeri, Fabrizio e Stefa-no Patriarca per lavoce.info, questosquilibrio era pari a circa 16 miliar-di di euro nel 2013. E si tratta sola-mente di un calcolo effettuato suuna porzione minima dei pensio-nati: 1,7 milioni rispetto al totale diquasi 12 milioni. Il segnale di unosquilibrio non solo fiscale, ma in-tergenerazionale.

    Squilibrio ancora pi evidente sesi fa il confronto con i 14 miliardi dieuro spesi nel 2012 dallo Stato per itrattamenti di disoccupazione, ilcui tasso ha raggiunto il 41% tra igiovani. Venti volte meno dellaspesa pensionistica totale. Senzacontare che questi 14 miliardi van-no a finanziare un sistema di sussi-di che, secondo i calcoli di p a g i-na99, lascia circa 1,8 milioni di per-sone senza alcuno strumento di so-stegno al reddito (oltre due milioni

    u LITALIA D AI RICCHI, IL NORD EUROPA AI POVERI

    u LEFFETTO DELLE PENSIONI SULLA REDISTRIBUZIONE

  • 2 | STORIE | pagina 99we | sabato 29 marzo 2014 sabato 29 marzo 2014 | pagina 99we | STORIE | 3

    n Turchia, Messico, Grecia e Por-togallo. con questi paesi che l'Ita-lia si contende il podio del welfareal contrario, che d ai ricchi quelche potrebbe distribuire ai poveri.Seguono a ruota Lussemburgo eSpagna. Anche in Francia, Austria,Ungheria, Polonia, Irlanda e Giap-pone - pur in misura minore - i tra-sferimenti sono soprattutto a favo-re di chi fa parte del 30% a pi altoreddito.

    In tutti gli altri paesi economica-mente avanzati, invece, il rapporto capovolto: un danese che si trovanel 30% pi povero riceve dallo sta-to trasferimenti pari al 176% dellamedia, da paragonare al misero38% ricevuto da chi si trova nei cor-rispondenti decili pi ricchi dellapopolazione, cio il 30% a pi altoreddito.

    Cos accade in ognuno dei paesiscandinavi, in Belgio, in Svizzera,Olanda e nei paesi di matrice an-glosassone. In Germania, chi stanel 30% pi povero della popola-zione riceve il 113% rispetto al sus-sidio medio, mentre chi si trova nel30% pi ricco si attesta al 91%.

    Nellelaborazione Ocse, la m-montare dei trasferimenti pubblici ottenuto sommando assegni diinvalidit, pensioni, sussidi di di-soccupazione, maternit e assegni

    famigliari. Tuttavia, il livello di ag-gregazione di questi dati non con-sente di apprezzarne la composi-zione. Non quindi possibile sape-re quanta parte dei 7.080 euro disussidi ricevuti in media da un ita-liano sia dovuta, ad esempio, allepensioni.

    Un problema non da poco. Con ilrischio di finire per confrontare im-propriamente paesi caratterizzatida sistemi pensionistici molto di-versi per tipo di finanziamento enumero di persone che accedono albeneficio. In paesi con un sistemapensionistico per lo pi privato, laspesa dello Stato per le pensioni generalmente pi bassa.

    E poich le pensioni rappresen-tano la quasi totalit del reddito dichi le riceve - quindi sono ben pielevate degli altri trasferimenti so-ciali - il rapporto dellOcse risultadistorto a sfavore di quei paesi conampi sistemi di pensioni pubbli-che, come lItalia. Leffetto distorsi-vo poi acuito dal fatto che il me-todo di calcolo delle pensioni italia-ne dipende dal reddito ottenutodurante la vita lavorativa. Di conse-guenza, pensioni pi elevate sonosolitamente elargite a persone conredditi pi elevati.

    Per ovviare a questo problema,

    l'Ocse fornisce anche il risultato ot-tenuto escludendo tutti coloro conpi di 65 anni, quindi verosimil-mente pensionati. Eppure questacorrezione migliora la situazioneitaliana molto meno di quanto ac-cada per altri paesi. Anzi, la peggio-ra. I trasferimenti alle fasce a bassoreddito (il 30% dei pi poveri) pas-sano dal 56 al 51% rispetto al sussi-dio medio e quelli a favore del 30%pi ricco aumentano dal 146 al161%. Una situazione apparente-mente paradossale.

    LItalia, per, il paese dei babypensionati e una frazione impor-tante dei 55-64enni usufruisce deitrattamenti previdenziali. La Com-missione europea stima che let ef-fettiva di uscita dal mercato del la-voro in Italia oggi pari a 61,4 anni.E sono proprio i pensionati che, du-rante la crisi, hanno vissuto un ec-cezionale aumento della propria

    posizione relativa nella distribuzio-ne dei redditi. Secondo le statisti-che sulle dichiarazioni Irpef 2013,pubblicate questa settimana dalDipartimento delle Finanze e rela-tive all'anno d'imposta 2012, il red-dito medio dei pensionati aumen-tato nel 2012 del 4,6%, mentre di-minuito per tutti gli altri: -4,6%per i lavorati dipendenti, -11% pergli imprenditori, -14,3% per i lavo-ratori autonomi.

    Un aumento del reddito equiva-lente (misura pro-capite che tieneconto della dimensione e dellastruttura demografica della fami-glia) dal 95 al 114% rispetto al restodella popolazione italiana. Signifi-cativamente, il reddito equivalentedi coloro che hanno fra i 55 e i 64anni migliorato durante la crisi di18 punti percentuali.

    Queste dinamiche sono in partedovuto ai bassi tassi di inflazione e

    ai meccanismi di indicizzazione deititoli finanziari e dei trasferimenti.Ma anche dal fatto che, durante lacrisi, i trasferimenti pensionisticisono rimasti alti rispetto al restodella spesa sociale. Secondo Banki-talia, nel 2012 una famiglia il cuimaggior percettore di reddito unpensionato ha ricevuto in media16.467 euro dallo Stato, contro i1.885 euro ricevuti da una famigliacon un lavoratore dipendente. Seuna famiglia giovane riceve media-mente 2.815 euro in trasferimentidiretti, quelle comprese tra i 45 e i54 ricevono solamente 1.727 euro,10 volte in meno delle famiglie ilcui capofamiglia ha oltre 64 anni.

    Un impatto cos forte della com-ponente pensionistica richiede unesercizio diverso da quello dellO c-se. Per questo, pagina99 ha analiz-zato i microdati sui bilanci delle fa-miglie italiane al fine di verificare

    pensioni e sussididistorti: la spesainefficace dello Stato

    W E L FA R E W E L FA R E

    Robin Hood al contrario | Nella maggioranza dei

    paesi Ocse la spesa sociale serve per redistribuire

    ricchezza verso il basso. In Italia accade il contrario.

    Risultato di un mix male assortito di trattamenti

    pensionistici e sostegno solo a chi ha gi un lavoro

    OLIVER LANG/GETTY IMAGES

    SPESA SOCIALE Il grafico afianco mostra che in Italia isussidi statali finiscono ai piricchi (146%) rispetto alla media100 piuttosto che ai pi poveri(56%). Nel Nord Europa avvieneil contrario. Sopra, mostriamocome cambia la redistribuzionesenza considerare le pensioni, eil loro peso relativo sul bilanciodello Stato

    Una famiglia con un over65 riceve 16 mila euroallanno, agli under 35ne vanno meno di 3 mila

    FONTE: ELABORAZIONE PAGINA 99 SU DATI BANCA DITALIA - INDAGINE SUI BILANCI DELLA FAMIGLIE

    sommario

    n STORIE | pagine 2 -1 1

    Italia, il welfare dei ricchiIn apertura uninchiesta basata suunelaborazione di pagina99 di datiitaliani ed europei sulla distribuzionedella ricchezza. Risultato: la spesa so-ciale del nostro paese squilibrata.Favorisce i ricchi a scapito dei poveri.A seguire, uninchiesta sulleconomiadei droni in Italia: tutte le aziende cheproducono macchine volanti per ilcontrollo del territorio. E poi, inesclusiva: intervista a William Bin-ney, lex agente dellNsa, il servizio se-greto americano, che racconta comedopo il 2001 il governo Usa decise dispiare tutti i cittadini. E anche leaziende. Infine un reportage dallaGorgona, ex carcere modello neglianni Novanta, dove riprende unasperimentazione avanzata: rieducarei detenuti attraverso il lavoro.

    n MAPPE | pagine 1 2 -1 9

    Europa, perch il voto dimaggio cambia tuttoNel Parlamento di Strasburgo arrive-r una folta rappresentanza di euro-scettici. E secondo le nuove regole ilpresidente della Commissione dovressere eletto a maggioranza e non pisolo su indicazione dei Governi. Equesto crea tensione. Poi, un reporta-ge da Shenzhen, la New York cinese ecitt simbolo della crescita economi-ca. Infine, il Brasile cinquantannidopo il golpe, fra nostalgici del regi-me e revisionisti.

    n INNOVAZIONI | pagg. 20-23

    lultimo nemico da battereOvvero il cancro, lunica malattia chenegli ultimi decenni ha causato unacrescente mortalit a differenza ditutte le altre patologie. A seguire: ilvideogioco pi diffuso del mondo,che non solo appassiona oltre sessan-ta milioni di persone ma fa diventarericchi i suoi campioni.

    n IDEE | pagine 24 - 2 9

    Graffiti greciStreet art ad Atene: nel servizio diapertura le immagini degli straordi-nari artisti di strada che imbellisconoi muri e la citt con la loro arte. A se-guire il racconto di come funziona ilcrowdfunding, ovvero quando la follaprende il posto delle banche - e anchechi ne usufruisce, da Obama alle pic-cole startup innovative. Radiografiadi uneconomia in crescita. Per finirecon le ricerche, i libri e le migliori ideeda tutto il mondo.

    n ARTI | pagine 30-43

    LAquila, cinque anni di nullaReportage dalla citt abruzzese col-pita dal terremoto. Per scoprire che ilil restauro del patrimonio artistico un miraggio, mentre nel centro stori-co restano solo saracinesche abbassa-te, cantieri e ruspe. Viaggio in una cit-t fantasma. Che fare? Ricordare emettere in pratica la lezione inascol-tata (allora) del grande Giovanni Ur-bani. A seguire: il mercato dellartepi prolifico del mondo, ovvero il Qa-tar. Dove finiscono i grandi capolavo-ri pi costosi. E poi i graphic novel, ilcinema, i libri e la musica della setti-mana. Poi lincontro con uno dei pifamosi designer di auto, il giapponeseNakamura. Per finire la moda, con letendenze e gli stili del momento.

    n OZII | pagine 44-48

    A Cape Town, la citt madre suda-fricana scelta questanno come capi-tale mondiale del design, fra quartierialla moda e il porto turistico dove im-battersi nelle foche che sonnecchianosulle panchine. Gusti e sapori: allascoperta del Chianti, tra ottimi vini,resort a buon prezzo e antiche leggen-de. Infine il cruciverba e un gioco let-terario.

    u segue a pagina 4

    u segue dalla prima

    FONTE: OCSE, SOCIETY AT A GLANCE 2014

    quale sia la distribuzione dei trasfe-rimenti al netto di tale componen-te.

    Una volta eliminata, la distribu-zione dei trasferimenti statali assu-me dei connotati molto pi euro-pei: il trasferimento statale ricevu-to da chi si trova nelle categorie direddito pi basse sale al 156% ri-spetto al trasferimento medio,mentre quello ricevuto da chi stanell'estremit superiore della di-

    stribuzione dei redditi cala fino al-l'84%.

    Questa convergenza, tuttavia, soltanto apparente. Quello che ren-de lItalia comunque diversa daglialtri paesi, almeno da molti paesiOcse, il peso relativo della previ-denza sul bilancio dello Stato ri-spetto ad altre forme di trasferi-menti pubblici a scopi sociali. Dei422 miliardi di euro che, ogni an-no, il settore pubblico italiano ero-ga come trattamenti sociali, ben257 se ne vanno in pensioni: il 61%della spesa sociale e il 36% dellaspesa pubblica totale al netto degliinteressi. Si tratta della spesa pialta di tutta larea Ocse, pari al15,6% del prodotto interno lordo.In Germania, un paese caratteriz-zato dalla presenza di generosistrumenti di supporto al reddito, laspesa pensionistica si ferma al10,8% rispetto al pil. In Danimar-ca, invece, uno dei paesi pi redi-stributivi secondo i criteri Ocse, laspesa pensionistica rimane sotto il10% del pil.

    Parte della spesa per pensioni inItalia assorbita da prestazioninon giustificate sulla base dei con-tributi versati durante la vita lavo-

    rativa da parte di pensionati chehanno usufruito del sistema retri-butivo. Questo sistema legava lapensione all'ultimo stipendio rice-vuto, creando quindi uno squilibriotra i contributi versati e le presta-zioni effettivamente ricevute. Se-condo Tito Boeri, Fabrizio e Stefa-no Patriarca per lavoce.info, questosquilibrio era pari a circa 16 miliar-di di euro nel 2013. E si tratta sola-mente di un calcolo effettuato suuna porzione minima dei pensio-nati: 1,7 milioni rispetto al totale diquasi 12 milioni. Il segnale di unosquilibrio non solo fiscale, ma in-tergenerazionale.

    Squilibrio ancora pi evidente sesi fa il confronto con i 14 miliardi dieuro spesi nel 2012 dallo Stato per itrattamenti di disoccupazione, ilcui tasso ha raggiunto il 41% tra igiovani. Venti volte meno dellaspesa pensionistica totale. Senzacontare che questi 14 miliardi van-no a finanziare un sistema di sussi-di che, secondo i calcoli di p a g i-na99, lascia circa 1,8 milioni di per-sone senza alcuno strumento di so-stegno al reddito (oltre due milioni

    u LITALIA D AI RICCHI, IL NORD EUROPA AI POVERI

    u LEFFETTO DELLE PENSIONI SULLA REDISTRIBUZIONE

  • 4 | STORIE | pagina 99we | sabato 29 marzo 2014

    se si prendono in considera-zione anche i giovani in cercadi prima occupazione), men-tre poco meno della met de-gli attuali beneficiari (eranoin totale 2,2 milioni nel2012) rimangono inattivi,cio sono disoccupati manon cercano lavoro. Il qua-dro di una spesa inefficace epoco equa.

    Secondo Maxime Ladai-que - che per lOcse ha curatoil rapporto Society at a glan-ce 2014 -, in Italia molti deitrasferimenti (comprese lepensioni) non sono correttiin base alla ricchezza di chi liriceve. In paesi come Austra-lia e Nuova Zelanda la m-montare di molti sussidi di-rettamente legato alla condi-zione patrimoniale dei bene-ficiari. In Italia, invece, tratutti i trasferimenti in dena-ro erogati, solamente il 9,9% legato alla ricchezza. Lamedia Ocse del 21%.

    I sussidi erogati dalla Cas-sa integrazione e guadagni,che nel 2012 stata finanzia-ta con sei miliardi prove-nienti dallo Stato, sono adesempio corrisposti in baseai contributi pagati dal sin-golo lavoratore, ossia dal suostipendio precedente - indif-ferentemente dalla condizio-ne patrimoniale del benefi-ciario. proprio questo unodei fattori che rende lItaliauno dei paesi in cui, in termi-ni assoluti, la spesa pubblicaa sostegno delle fasce pi po-vere della popolazione risul-ta essere pi bassa rispettoagli altri paesi Ocse.

    Una spesa pubblica forte-mente sbilanciata verso laspesa pensionistica con ef-fetti redistributivi rilevanti.Al margine, una spesa per ilwelfare insufficiente a fron-teggiare le condizioni di pre-cariet economica e sociale. la fotografia di un paeseche non riesce a stabilire lepriorit fra strati sociali e di-verse generazioni.

    Non certo che il tempoda solo possa aiutare a ren-dere la situazione pi equili-brata. Gli interventi che sisono succeduti per metterein sicurezza il sistema previ-denziale ridurranno pro-gressivamente il peso di que-sta spesa sul bilancio delloStato, ma leffetto sar lento.La Commissione europeastima un risparmio di circa16 miliardi lanno a regimenel 2060. Troppo poco per lacreazione di strumenti diwelfare moderni, come unsussidio di disoccupazioneuniversale che costerebbe aregime almeno 18 miliardi dieuro. Al contrario, se la spesapensionistica si allineasse aquella della Germania, il ri-sparmio sarebbe pari a 80miliardi di euro.

    La blanda risposta politicaa questa sfida, giustificata dacalcoli elettorali di breve pe-riodo e dalla risposta al ri-chiamo delle proprie rocca-forti elettorali, stata fino aoggi inadeguata alla posta ingioco di lungo periodo, chedeterminer di fatto la tenu-ta del tessuto sociale italia-no.

    @nicolocavalli@giuragusa

    u segue da pagina 3 cos i poveri paganoil biglietto dei ricchi

    Trasferimenti indiretti | Teatri. Lirica. Treni ad alta velocit.

    Universit. Tutti servizi utilizzati dalle fasce pi

    ricche. E poco da quelle meno agiate. Che per li finanziano

    n Roma-Milano in tre ore sferraglian-do su rotaia, concerto alla Scala, ritornoatterrando a Fiumicino, leggendo IlFoglio. Paga lo Stato. Gi, perch tuttequeste attivit hanno due caratteristi-che comuni: sono sussidiate attraversofinanziamenti pubblici e vengono uti-lizzate in larghissima parte da una fa-scia ristretta, e socio-economicamenteelevata, della popolazione italiana.

    Mai visti operai alla prima della Sca-la, che riceve 30 milioni di euro l'annodi finanziamenti statali. Se ne vedonoinvece, periodicamente, allAriston (18milioni di euro per lultimo Festival, dicui 7 provenienti dalla convenzione conil comune di Sanremo) ma sulle impal-cature, per minacciare di lanciarsi gi.Eppure le 14 fondazioni lirico-sinfoni-che italiane hanno perso negli ultimidieci anni almeno 250 milioni di euro eaccumulato debiti per 328 milioni, po-tendo attingere al bancomat del Fus, ilFondo unico per lo spettacolo, finan-ziato con fondi pubblici. lesito di unospoil system scientifico ai vertici dellefondazioni e di una moltiplicazione deicosti inconcepibili secondo le logiche dimercato. Una situazione che contribui-sce a mantenere i prezzi elevati, scorag-giando laccesso dei meno abbienti. Al-la faccia di Ivan Illich e della sua idea diassicurare a tutti quelli che hanno vo-glia di imparare la possibilit daccede -re alle risorse disponibili, in qualsiasimomento della loro vita. Il tentativodi privatizzazione, cominciato nel lon-

    tano 1996, ancora oggi una chimera,minato da privati che, come storica-mente accade in Italia, latitano prefe-rendo aspettare il continuo interventodi uno Stato che finisce per finanziaretutto senza governare nulla.

    Datemi tre miliardi di euro per ipendolari, ha dichiarato lammini -stratore delegato delle ferrovie MauroMoretti, ricordando che senza quellacifra a rischio il servizio ferroviario dibase. Quello dei pendolari, costante-

    mente in perdita, mentre le Frecce, chepossono contare su una clientela dispo-sta a pagare tra gli 80 e i 200 euro per latratta Roma-Milano, macinano chilo-metri e profitti, fino a trascinare nel2013 il bilancio di Trenitalia in positivoper il sesto anno consecutivo.

    Ma sullAlta velocit lo Stato ha inve-stito 32 miliardi di euro negli ultimiventanni, senza ottenere alcun miglio-ramento dei servizi a disposizione dellefasce pi basse dei clienti/contribuen-ti. Ecco alcuni degli esempi di come la

    selva di sussidi, contributi e agevolazio-ni che compongono il bilancio delloStato italiano finiscono spesso per nonessere altro che trasferimenti indirettiai ceti pi abbienti.

    Come i finanziamenti per leditoria,che solo di sussidi diretti hanno supe-rato nel 2012 i 46 milioni di euro. In unpaese in cui il 57% delle persone con lalicenza elementare, solitamente nellefasce a pi basso reddito, non legge librin giornali.

    Sono invece 7 i miliardi spesi per il si-stema universitario nel suo complesso.Secondo Andrea Ichino e Daniele Ter-lizzese, circa 2,5 di questi 7 miliardi so-no finanziati da contribuenti poveri,che non ricevono in cambio alcun servi-zio perch non hanno figli alluniversi -t. A beneficiare di questo sistema, al-meno in parte, gli studenti provenientidalle famiglie in cui almeno un percet-tore di reddito guadagna sopra i 31 milaeuro allanno: si tratta di quasi il 40%del totale degli studenti universitari.Che percepiscono un sussidio indirettodi un miliardo di euro dei 2,5 gi men-zionati. E se vero che il restante mi-liardo e mezzo finanzia gli studi di gio-vani provenienti da famiglie menoagiate, occorre prendere in considera-zione il fatto che a concludere la laureaspecialistica un gruppo molto ristret-to di studenti, per lo pi provenienti dafamiglie ad alto reddito ed elevato tito-lo di studio. Che frequentano quasi gra-tis luniversit pubblica.

    Non facile calcolare lentit effetti-va di questi trasferimenti indiretti e,come nel caso delluniversit, il dibatti-to aperto. Eppure lesperienza quoti-diana suggerisce chiaramente che lapromessa universalistica del sistema diwelfare italiano si in parte rovesciata,finendo per fornire alle categorie socia-li privilegiate gli strumenti di riprodur-re le proprie posizioni socializzandone icosti. E infatti la mobilit sociale italia-na oggi a livelli estremamente bassi.

    Ma non affatto detto che la soluzio-ne sia pi tasse e meno servizi. Nel 1998due scienziati politici, Walter Korpi eJoakim Palme, hanno analizzato unaserie di dati internazionali sulla basedei quali hanno elaborato il loro famo-so paradosso del welfare: le politichea favore dei poveri sono povere. In altreparole, i sistemi in cui c poco welfare emolta redistribuzione tendono a essereinefficaci nel contrastare le disegua-glianze. Si tratta di unevidenza empiri-ca che suggerisce la necessit di punta-re su politiche in grado di condurre auna migliore distribuzione delle abilite dei punti di accesso. Compresi quellidella Tav.

    NICOL CAVALLI

    LA SCALA Allestimenti in corsoallinterno dello storico teatromilanese

    PACO SERINELLI/GETTY IMAGES

    W E L FA R E

    Tutti a chiedere soldi alloStato. Che finanzia apioggia senza un orizzontestrategico. E dei servizi siappropriano i pi abbienti

  • 6 | STORIE | pagina 99we | sabato 29 marzo 2014 sabato 29 marzo 2014 | pagina 99we | STORIE | 7

    GABRIELE CATANIA

    n Lera dei droni comincia-ta. I pi noti sono quelli mili-tari: i temutissimi Uav dal lu-gubre profilo geometrico, uti-lizzati da Washington per eli-minare terroristi (veri o pre-sunti) in ogni angolo del mon-do. Ma non solo per quello: sipensi alla leggendaria bestiadi Kandahar, il drone StealthRQ-170 Sentinel con funzionidi ricognizione.

    Tutto per fa presagire lim-minente boom dei droni a usocivile. Degli Uav buoni, percos dire. Una tecnologia natain ambito militare si sta tra-sformando cos in un grandebusiness. Non sarebbe certo laprima volta nella storia: lamargarina fu sviluppata nellaFrancia di Napoleone III perfornire alle forze armate unavalida alternativa al burro; e ilprogenitore di Internet fu larete Arpanet, progettata daunagenzia del Pentagono.

    I droni sono un buonesempio per spiegare la molti-plicazione delle macchineautonome a cui stiamo assi-stendo, spiega a pagina99Erik Brynjolfsson, direttoredel Mit Center for Digital Bu-siness e autore, con AndrewMcAfee, del saggio The Se-cond Machine Age (W. W.Norton). I droni volanti, na-turalmente, stanno diventan-do assai popolari, e penso chene vedremo molti nel settoreprivato. Avremo anche autoche si guidano da sole; io hofatto un giretto su una di que-ste macchine, e penso cheavranno un impatto su milio-ni di posti di lavoro in Ameri-ca ed Europa, e cambierannoprofondamente il modo in cuifacciamo commercio. Inconclusione, secondo Bryn-jolfsson, avremo sempre piveicoli autonomi a terra, permare e per aria.

    Secondo un rapporto del2012 del Government Accoun-tability Office (Gao) degli Sta-ti Uniti, nazioni come lAu-stralia, il Brasile e il Giapponehanno usato gli Uav per scopiquali lapplicazione della leg-ge, la protezione dei confini, lospargimento di pesticidi sullecoltivazioni e il monitoraggioambientale. Negli Stati Unitila Nasa ha impiegato il droneda ricognizione Global Hawkper studiare i cambiamenticlimatici in unarea crucialecome lArtico. In America an-che il settore privato si stamuovendo: nel 2013 i capita-listi di ventura hanno investi-to pi di 40 milioni di dollariin startup legate ai droni; e hafatto il giro del mondo la noti-zia che il colosso delle venditeonline Amazon sta sviluppan-do droni per le consegne deipacchi a domicilio. So chesembra fantascienza, ma nonlo ha dichiarato Jeff Bezos,fondatore e presidente diAmazon, nel corso di un pro-gramma della rete tv Cbs .

    Daltra parte uno che di tec-nologia se ne intende, lalfieredei Makers nonch ex diretto-re di Wired Chris Anderson,ha fondato nel 2009 la 3D Ro-botics, unazienda che svilup-pa droni personali e tecnolo-gia Uav innovativa, flessibile eaffidabile, sia per il tempo li-bero che per il business. ALondra un ristorante di Sohodella catena YO! Sushi sta

    sperimentando droni-came-rieri, mentre in Kenya questogenere di macchine serve amonitorare le attivit deibracconieri e a proteggere glielefanti.

    Ma gli usi civili e commer-ciali degli Uav, nota il rappor-to del Gao, sono limitati intutto il mondo dalle restrizio-ni normative sulluso dellospazio aereo civile. Il ventoper sta cambiando. Nel 2015la Federal Aviation Admini-stration (Faa), lagenzia statu-nitense che sovraintende al-laviazione civile, consentirai droni di volare sopra i 120metri di altezza, una cosa oggiproibita. E di recente il nostroEnte nazionale per laviazionecivile (Enac) ha elaborato unregolamento ad hoc che en-trer in vigore il 30 aprile.

    Il regolamento, di cui noicondividiamo i principi, sol-

    tanto il primo passo del per-corso normativo. spiega apagina99 Paolo Marras, pre-sidente di Assorpas (lassocia-zione di categoria che riunisceuna settantina di attori dellafiliera dei sistemi aeromobili apilotaggio remoto) Comepi volte anticipato dallEnac,il regolamento sar seguito dauna circolare attuativa e dadelle linee-guida. Sarannoquesti ulteriori livelli di rego-lamentazione a determinarele modalit di evoluzione delmercato.

    Marras uno dei soci fon-datori dellAermatica, azien-da varesina che progetta,produce e commercializzapiccoli aeromobili a pilotag-gio remoto. A suo parere, inItalia, cos come in gran partedEuropa, ci troviamo in unmomento storico di transizio-ne verso un mercato regolato,vera garanzia di sviluppo alungo termine dellintero set-tore; proprio questa transizio-ne, e tutti gli appuntamenti aessa connessi, stanno metten-do in luce un elevato interessee numeri di una certa rilevan-za, se proiettati su un settoredel tutto nuovo.

    Marras riconosce che inItalia il volume daffari del set-tore di difficile misurazione,specie considerando che finoa oggi il mercato stato ingran parte sommerso. Tutta-via sono coinvolti centinaia dioperatori, di solito aziendemolto innovative, dalle picco-le dimensioni, tipicamentema non prettamente aeronau-tiche.

    Una di queste aziende laAeroDron di Parma, dove la-

    vorano cinque persone. Fon-data nel 2012, attualmente in-cubata al b-ventures, la Aero-Dron usa i droni per offrireservizi di ripresa aerea a bassaquota e alta precisione per at-tivit di analisi, tutela e salva-guardia del territorio e del-lambiente. In una nazione co-me lItalia, messa in ginocchiodal dissesto idrogeologico,servizi di questo genere posso-no senzaltro fare comodo. Co-me si legge nel sito della Aero-Dron, oggi voliamo sui bo-schi del Parco nazionale del-lAppennino Tosco-Emiliano,sulle gigantesche frane del-lAppennino Parmense, sulledistese di mais e pomodorodella Pianura Padana; osser-viamo allinfrarosso la disper-sione termica degli edifici neipiccoli comuni, supportiamo

    lo sviluppo di nuovi piani ur-banistici, ci occupiamo dellaqualit dellaria, dei baciniidrici e delle nostre coste.

    Fondatore e presidente del-la AeroDron Giorgio Ugoz-zoli, ingegnere elettronicoitalo-argentino con la pas-sione di portare sul mercatotecnologie ormai mature.AeroDron non costruiscedroni, precisa subito a p a g i-na99. Il nostro business nei servizi. Noi stiamo cer-cando di immaginare come idroni civili potranno in-fluenzare il mercato, perchqueste macchine sono arri-vate senza che esistesse unmercato, cio senza una do-manda specifica. Sono perconvinto che i droni divente-ranno sempre pi importan-ti: quando inizieremo a usar-

    li non potremo pi farne ameno.

    Anche se larchitettura deidroni civili simile a quelladegli Uav militari come il Pre-dator e il Reaper, per altriaspetti queste macchine sonoimparentate con gli smar-tphone che tutti noi abbiamoin tasca. La componentisticaviene da l. sottolinea Ugoz-zoli Lesistenza stessa deidroni stata resa possibile dal-la miniaturizzazione dei giro-scopi, dei gps e cos via, realiz-zata per gli smartphone.

    Dal punto di vista tecnolo-gico i droni sono sofisticati, eil principale ostacolo al lorodecollo ha natura logistica enormativa. Nei cieli italianivolano simultaneamentequalche migliaio di aerei diogni genere, e a terra ci sono

    centinaia di persone specializ-zate che li controllano. Si trat-ta di un modello che per nonpu essere applicato ai droni:se un domani ci saranno cen-tomila droni in volo, davveroassurdo ipotizzare migliaia diaddetti alla loro supervisio-ne.

    In futuro, dunque, serviruna tecnologia che li faccia vo-lare senza controllo umano.Oggi invece i droni sonomacchine generiche, bellissi-mi oggetti che volano, ma conpoco valore aggiunto. notaUgozzoli Bisogna individua-re le necessit dei mercati chei droni possano soddisfare;non possiamo limitarne le at-tivit alla fotogrammetria e si-mili. I droni di domani saran-no specializzati, costruiti adhoc per svolgere specifiche at-

    tivit.Tra le aziende che fanno

    droni c la SkyRobotic di Ter-ni, nata molto di recente mache impiega gi una decina dipersone. Siamo orientati allaproduzione di droni civili diclasse mini e micro. spiega apagina99 Michele Feroli, ge-neral manager della societ I droni di classe micro sonoquelli sotto i due chili, quellimini dai due ai venticinque. Inostri droni si fermano ai cin-que, sei chili. Li vendiamo aclienti istituzionali e privatiattivi nel settore del telerileva-mento, che li usano in variambiti: dallarcheologia alla-gricoltura di precisione, pas-sando per il monitoraggio am-bientale e la protezione civile.Tutto il mondo del remote sen-sing, insomma, che oggi inte-

    gra al satellite e allaviazionetradizionale anche i droni.

    Secondo Feroli si tratta diun settore assai promettentedal punto di vista economico,perch una tecnologia chepu risolvere in maniera effi-cace problemi fino a oggi dif-ficilmente risolvibili. Tantoche nei prossimi due anni ilmercato civile dovrebbe supe-rare quello militare.

    La genesi di SkyRobotic strettamente collegata allastoria della SiraLab Robotics,azienda di Terni che a SkyRo-botic ha trasferito know-howe ricerca. Nata nel 2007, tra leprime realt europee a svilup-pare tecnologia Uav, la Sira-Lab Robotics vanta un fattu-rato di quasi un milione di eu-ro, e circa una quindicina diaddetti. Siamo una societ diengineering nel campo della

    robotica. spiega il presiden-te Giorgio Belloni, ingegnereelettronico con un dottoratosugli aerei senza pilota allU-niversit di Perugia Per anniabbiamo lavorato allo svilup-po di Uav, poi abbiamo creatola SkyRobotic. Noi invece ri-marremo un laboratorio di ri-cerca e sviluppo, e tra le idee acui stiamo lavorando ci sonogli Usv, cio i droni natanti,che si muovono sullacqua.

    Per lArpa, lagenzia dellaregione Umbria per la prote-zione ambientale, SiraLabRobotics sta sviluppandoquello che forse il primodrone natante a uso civile inItalia, e lo stiamo facendo cer-tificare al Rina, il registro na-vale italiano.

    Il drone, chiamato Trasi-Bot, a propulsione elettrica,ed fatto interamente di allu-minio. Silenziosissimo, a zeroimpatto ambientale, sar usa-to per il monitoraggio am-bientale sul Trasimeno, il lagoumbro noto perch nel 217a.C., durante la Seconda guer-ra punica, le truppe cartagine-si di Annibale vi massacraro-no le forze romane del consoleFlaminio.

    Finora SiraLab Robotics hapotuto realizzare tecnologiapionieristica grazie agli in-troiti derivanti da collabora-zioni a progetti di ricerca congiganti militari europei comeThales e Finmeccanica(Niente armamenti, ma di-spositivi per la protezione deisoldati, precisa Belloni). Main futuro lazienda conta ditrasformare i droni di super-ficie in un core business. E tut-to il settore avr un grandesviluppo, ne sono sicuro.

    Innovazione | Leggerissimi. Senza pilota. Utili peril telerilevamento, larcheologia, lagricoltura, laprotezione civile. In cielo o sullacqua. Una nuovatecnologia si affaccia sul mercato. Anche in Italia

    ECO N O M I A ECO N O M I A

    un drone di due chiliper controllare il mondo

    IN AZIONE Nella fotogrande, un drone vieneimpiegato per condurrericerche nei settoridellagricoltura edellarcheologia .Nella foto di sinistra,un operatore dellaAeroDrone, azienda chefornisce servizi di ripresaper la tutela del territorio.In quella di destra,un drone duranteloperazione di rimozionedel treno deragliato inLiguria

    ERNESTO BENAVIDES/GETTY IMAGES

    va in scena la guerradegli automi volanti

    n Droni. Il visionario scrittoreamericano Philip K. Dick ave-va immaginato qualcosa di si-mile nel suo romanzo del 1960Vulcano 3: piccole entitmeccaniche volanti, usate perspiare e uccidere. Certo, la suaera fantascienza allo stato pu-ro. Ma la Cia utilizza propriogli Uav (Unmanned AerialVehicle, veicoli aerei senzaequipaggio) per eliminare intutto il mondo i terroristi.

    Queste macchine, benchusate soprattutto per scopi diintelligence, sorveglianza e ri-cognizione, fanno presagirecome probabilmente sar laguerra nel XXI secolo: roboti-ca, globale, asimmetrica.

    In base a una stima dellA-merican Civil Liberties Union,dal 2002 al 2012 i droni ame-ricani avrebbero ucciso quat-tromila persone, dallAfrica al-lAsia. Il trend si sarebbe raf-forzato sotto la presidenza diBarack Obama; secondo i re-porter Mark Halperin e JohnHeilemann, autori del saggioDouble Down: Game Change2012 (Penguin Press), il de-mocratico Barack Obama sisarebbe persino vantato con isuoi collaboratori di esseredavvero bravo a uccidere gen-te con i droni. Come ha scrittodue anni fa sul New York Ti-mes Peter Bergen, giornalistanonch direttore del NationalSecurity Studies Program delthink tank liberal New Ameri-ca Foundation, durante la m-ministrazione Bush, in Paki-stan cera un attacco con i dro-ni ogni 43 giorni; durante iprimi due anni di quella Oba-ma, ce n stato uno ogni quat-tro giorni.

    Tra le vittime dei droni biso-gna citare Anwar al-Awlaki,nato in New Mexico e influen-te membro di Al Qaeda. Consi-derato il possibile successoredi Osama Bin Laden, statoeliminato in Yemen nel 2011:si tratta del primo omicidio diun cittadino americano maiautorizzato dalla Casa Bianca.

    Ancor pi degno di nota il

    fatto che gli attacchi con i dro-ni siano de facto sotto il con-trollo della Cia, e non del Pen-tagono, che pure della partitacon il Joint Special OperationsCommand (JSOC). Il perch presto detto: quando c dimezzo la Cia facile catalogarelomicidio come operazionecoperta e quindi segreta, im-possibile da divulgare. E anchese le attivit militari tradizio-nali non dovrebbero rientrarein tale categoria, chiaro che idroni stanno diventando unostrumento militare sempre pi

    strategico.In base ai dati forniti dal Di-

    partimento della Difesa, le oredi volo degli Uav sono passatedalle 10 mila del 2005 alle ol-tre 500 mila del 2010. Un belsalto. E uno dei pi sofisticatidroni della General AtomicsAeronautical Systems (la z i e n-da di San Diego produttricedei famigerati Predator e Rea-per), lAvenger, ha una u t o n o-mia di quasi tremila chilome-tri dalla base pi vicina: pocomeno della distanza in lineadaria tra la base siciliana di Si-gonella e Teheran, per inten-derci.

    Ma i droni non si limitano avolare. Ne esistono anche diterrestri e acquatici. La poten-tissima agenzia del Pentagonoper linnovazione tecnologica(Darpa), sta investendo un belpo di milioni di dollari nel pro-gramma Hydra, un veicolosottomarino che dovrebbe tra-sportare droni volanti e subac-quei.

    Peraltro le forze militariamericane non sono le unichea puntare sui droni. In un rap-porto del 2012 il Government

    Accountability Office (Gao)degli Usa segnala che dal2005 il numero di paesi che haacquisito sistemi Uav quasiraddoppiato, da circa 40 a ol-tre 75. E se gli USA hannovenduto i loro Reaper e Preda-tor ad alleati-chiave come ilRegno Unito e lItalia, Israeleha esportato i suoi droni nonsoltanto in Germania, RegnoUnito e Francia (che li hannousati anche in Afghanistan),ma pure in India, Russia eGeorgia. Una scelta compren-sibile, almeno sul piano econo-mico, dato che gli Uav costanomolto (per un Reaper bisognasborsare oltre 12 milioni didollari); lexport dunque cru-ciale per sostenere questi n d u-stria ancora giovane.

    Anche la Cina sta puntandomolto sugli Uav, e lo stesso stafacendo, seppure con minoresuccesso, lIran. Senza contaregli sforzi di varie nazioni euro-pee (Italia inclusa), e di nuovepotenze regionali come la Tur-chia o il Sudafrica. Li m p e t u o-so sviluppo dei droni militaridesta preoccupazione in molti:dagli attivisti per i diritti uma-ni, che accusano la Casa Bian-ca di violare il diritto interna-zionale, ad artisti come il bri-tannico James Bridle.

    Ai droni militari Bridle hadedicato varie opere di m p a t-to, inclusa lo Uav Identifica-tion Kit, valigetta contenentevari modellini di droni, quasifossero giocattolini e non mac-chine letali. A detta della r t i-sta, viviamo tutti allombradel drone, anche se la maggiorparte di noi abbastanza for-tunata da non vivere sotto ilsuo fuoco diretto. Ma la men-talit che essi rappresentano la tecnologia usata per lo s c u-ramento e la violenza; lo f f u-scamento della moralit e del-la colpevolezza; lillusione del-lonniscienza e dello n n i p o t e n-za; il valore inferiore della vitaaltrui; la guerra davvero senzafine dovrebbe preoccuparcitutti.

    G .C .

    M AC E R I E Scuola afghana distrutta a seguito dellintervento di un drone NIEDRINGHAUS/LAPRESSE

    La AeroDron di Parmaoffre riprese a bassaquota a tuteladella m b i e n te

    Conflitto | Robotica, globale, asimmetrica.

    la strategia del XXI secolo. Senza truppe in campo

    SkyRobotic stasviluppando droninatanti, che simuovono sulla cq u a

    AERODRONLAPRESSE

    Le ore di volo dei dronimilitari sono passateda 10 mila nel 2005 a500 mila del 2010

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    GABRIELE CATANIA

    n Lera dei droni comincia-ta. I pi noti sono quelli mili-tari: i temutissimi Uav dal lu-gubre profilo geometrico, uti-lizzati da Washington per eli-minare terroristi (veri o pre-sunti) in ogni angolo del mon-do. Ma non solo per quello: sipensi alla leggendaria bestiadi Kandahar, il drone StealthRQ-170 Sentinel con funzionidi ricognizione.

    Tutto per fa presagire lim-minente boom dei droni a usocivile. Degli Uav buoni, percos dire. Una tecnologia natain ambito militare si sta tra-sformando cos in un grandebusiness. Non sarebbe certo laprima volta nella storia: lamargarina fu sviluppata nellaFrancia di Napoleone III perfornire alle forze armate unavalida alternativa al burro; e ilprogenitore di Internet fu larete Arpanet, progettata daunagenzia del Pentagono.

    I droni sono un buonesempio per spiegare la molti-plicazione delle macchineautonome a cui stiamo assi-stendo, spiega a pagina99Erik Brynjolfsson, direttoredel Mit Center for Digital Bu-siness e autore, con AndrewMcAfee, del saggio The Se-cond Machine Age (W. W.Norton). I droni volanti, na-turalmente, stanno diventan-do assai popolari, e penso chene vedremo molti nel settoreprivato. Avremo anche autoche si guidano da sole; io hofatto un giretto su una di que-ste macchine, e penso cheavranno un impatto su milio-ni di posti di lavoro in Ameri-ca ed Europa, e cambierannoprofondamente il modo in cuifacciamo commercio. Inconclusione, secondo Bryn-jolfsson, avremo sempre piveicoli autonomi a terra, permare e per aria.

    Secondo un rapporto del2012 del Government Accoun-tability Office (Gao) degli Sta-ti Uniti, nazioni come lAu-stralia, il Brasile e il Giapponehanno usato gli Uav per scopiquali lapplicazione della leg-ge, la protezione dei confini, lospargimento di pesticidi sullecoltivazioni e il monitoraggioambientale. Negli Stati Unitila Nasa ha impiegato il droneda ricognizione Global Hawkper studiare i cambiamenticlimatici in unarea crucialecome lArtico. In America an-che il settore privato si stamuovendo: nel 2013 i capita-listi di ventura hanno investi-to pi di 40 milioni di dollariin startup legate ai droni; e hafatto il giro del mondo la noti-zia che il colosso delle venditeonline Amazon sta sviluppan-do droni per le consegne deipacchi a domicilio. So chesembra fantascienza, ma nonlo ha dichiarato Jeff Bezos,fondatore e presidente diAmazon, nel corso di un pro-gramma della rete tv Cbs .

    Daltra parte uno che di tec-nologia se ne intende, lalfieredei Makers nonch ex diretto-re di Wired Chris Anderson,ha fondato nel 2009 la 3D Ro-botics, unazienda che svilup-pa droni personali e tecnolo-gia Uav innovativa, flessibile eaffidabile, sia per il tempo li-bero che per il business. ALondra un ristorante di Sohodella catena YO! Sushi sta

    sperimentando droni-came-rieri, mentre in Kenya questogenere di macchine serve amonitorare le attivit deibracconieri e a proteggere glielefanti.

    Ma gli usi civili e commer-ciali degli Uav, nota il rappor-to del Gao, sono limitati intutto il mondo dalle restrizio-ni normative sulluso dellospazio aereo civile. Il ventoper sta cambiando. Nel 2015la Federal Aviation Admini-stration (Faa), lagenzia statu-nitense che sovraintende al-laviazione civile, consentirai droni di volare sopra i 120metri di altezza, una cosa oggiproibita. E di recente il nostroEnte nazionale per laviazionecivile (Enac) ha elaborato unregolamento ad hoc che en-trer in vigore il 30 aprile.

    Il regolamento, di cui noicondividiamo i principi, sol-

    tanto il primo passo del per-corso normativo. spiega apagina99 Paolo Marras, pre-sidente di Assorpas (lassocia-zione di categoria che riunisceuna settantina di attori dellafiliera dei sistemi aeromobili apilotaggio remoto) Comepi volte anticipato dallEnac,il regolamento sar seguito dauna circolare attuativa e dadelle linee-guida. Sarannoquesti ulteriori livelli di rego-lamentazione a determinarele modalit di evoluzione delmercato.

    Marras uno dei soci fon-datori dellAermatica, azien-da varesina che progetta,produce e commercializzapiccoli aeromobili a pilotag-gio remoto. A suo parere, inItalia, cos come in gran partedEuropa, ci troviamo in unmomento storico di transizio-ne verso un mercato regolato,vera garanzia di sviluppo alungo termine dellintero set-tore; proprio questa transizio-ne, e tutti gli appuntamenti aessa connessi, stanno metten-do in luce un elevato interessee numeri di una certa rilevan-za, se proiettati su un settoredel tutto nuovo.

    Marras riconosce che inItalia il volume daffari del set-tore di difficile misurazione,specie considerando che finoa oggi il mercato stato ingran parte sommerso. Tutta-via sono coinvolti centinaia dioperatori, di solito aziendemolto innovative, dalle picco-le dimensioni, tipicamentema non prettamente aeronau-tiche.

    Una di queste aziende laAeroDron di Parma, dove la-

    vorano cinque persone. Fon-data nel 2012, attualmente in-cubata al b-ventures, la Aero-Dron usa i droni per offrireservizi di ripresa aerea a bassaquota e alta precisione per at-tivit di analisi, tutela e salva-guardia del territorio e del-lambiente. In una nazione co-me lItalia, messa in ginocchiodal dissesto idrogeologico,servizi di questo genere posso-no senzaltro fare comodo. Co-me si legge nel sito della Aero-Dron, oggi voliamo sui bo-schi del Parco nazionale del-lAppennino Tosco-Emiliano,sulle gigantesche frane del-lAppennino Parmense, sulledistese di mais e pomodorodella Pianura Padana; osser-viamo allinfrarosso la disper-sione termica degli edifici neipiccoli comuni, supportiamo

    lo sviluppo di nuovi piani ur-banistici, ci occupiamo dellaqualit dellaria, dei baciniidrici e delle nostre coste.

    Fondatore e presidente del-la AeroDron Giorgio Ugoz-zoli, ingegnere elettronicoitalo-argentino con la pas-sione di portare sul mercatotecnologie ormai mature.AeroDron non costruiscedroni, precisa subito a p a g i-na99. Il nostro business nei servizi. Noi stiamo cer-cando di immaginare come idroni civili potranno in-fluenzare il mercato, perchqueste macchine sono arri-vate senza che esistesse unmercato, cio senza una do-manda specifica. Sono perconvinto che i droni divente-ranno sempre pi importan-ti: quando inizieremo a usar-

    li non potremo pi farne ameno.

    Anche se larchitettura deidroni civili simile a quelladegli Uav militari come il Pre-dator e il Reaper, per altriaspetti queste macchine sonoimparentate con gli smar-tphone che tutti noi abbiamoin tasca. La componentisticaviene da l. sottolinea Ugoz-zoli Lesistenza stessa deidroni stata resa possibile dal-la miniaturizzazione dei giro-scopi, dei gps e cos via, realiz-zata per gli smartphone.

    Dal punto di vista tecnolo-gico i droni sono sofisticati, eil principale ostacolo al lorodecollo ha natura logistica enormativa. Nei cieli italianivolano simultaneamentequalche migliaio di aerei diogni genere, e a terra ci sono

    centinaia di persone specializ-zate che li controllano. Si trat-ta di un modello che per nonpu essere applicato ai droni:se un domani ci saranno cen-tomila droni in volo, davveroassurdo ipotizzare migliaia diaddetti alla loro supervisio-ne.

    In futuro, dunque, serviruna tecnologia che li faccia vo-lare senza controllo umano.Oggi invece i droni sonomacchine generiche, bellissi-mi oggetti che volano, ma conpoco valore aggiunto. notaUgozzoli Bisogna individua-re le necessit dei mercati chei droni possano soddisfare;non possiamo limitarne le at-tivit alla fotogrammetria e si-mili. I droni di domani saran-no specializzati, costruiti adhoc per svolgere specifiche at-

    tivit.Tra le aziende che fanno

    droni c la SkyRobotic di Ter-ni, nata molto di recente mache impiega gi una decina dipersone. Siamo orientati allaproduzione di droni civili diclasse mini e micro. spiega apagina99 Michele Feroli, ge-neral manager della societ I droni di classe micro sonoquelli sotto i due chili, quellimini dai due ai venticinque. Inostri droni si fermano ai cin-que, sei chili. Li vendiamo aclienti istituzionali e privatiattivi nel settore del telerileva-mento, che li usano in variambiti: dallarcheologia alla-gricoltura di precisione, pas-sando per il monitoraggio am-bientale e la protezione civile.Tutto il mondo del remote sen-sing, insomma, che oggi inte-

    gra al satellite e allaviazionetradizionale anche i droni.

    Secondo Feroli si tratta diun settore assai promettentedal punto di vista economico,perch una tecnologia chepu risolvere in maniera effi-cace problemi fino a oggi dif-ficilmente risolvibili. Tantoche nei prossimi due anni ilmercato civile dovrebbe supe-rare quello militare.

    La genesi di SkyRobotic strettamente collegata allastoria della SiraLab Robotics,azienda di Terni che a SkyRo-botic ha trasferito know-howe ricerca. Nata nel 2007, tra leprime realt europee a svilup-pare tecnologia Uav, la Sira-Lab Robotics vanta un fattu-rato di quasi un milione di eu-ro, e circa una quindicina diaddetti. Siamo una societ diengineering nel campo della

    robotica. spiega il presiden-te Giorgio Belloni, ingegnereelettronico con un dottoratosugli aerei senza pilota allU-niversit di Perugia Per anniabbiamo lavorato allo svilup-po di Uav, poi abbiamo creatola SkyRobotic. Noi invece ri-marremo un laboratorio di ri-cerca e sviluppo, e tra le idee acui stiamo lavorando ci sonogli Usv, cio i droni natanti,che si muovono sullacqua.

    Per lArpa, lagenzia dellaregione Umbria per la prote-zione ambientale, SiraLabRobotics sta sviluppandoquello che forse il primodrone natante a uso civile inItalia, e lo stiamo facendo cer-tificare al Rina, il registro na-vale italiano.

    Il drone, chiamato Trasi-Bot, a propulsione elettrica,ed fatto interamente di allu-minio. Silenziosissimo, a zeroimpatto ambientale, sar usa-to per il monitoraggio am-bientale sul Trasimeno, il lagoumbro noto perch nel 217a.C., durante la Seconda guer-ra punica, le truppe cartagine-si di Annibale vi massacraro-no le forze romane del consoleFlaminio.

    Finora SiraLab Robotics hapotuto realizzare tecnologiapionieristica grazie agli in-troiti derivanti da collabora-zioni a progetti di ricerca congiganti militari europei comeThales e Finmeccanica(Niente armamenti, ma di-spositivi per la protezione deisoldati, precisa Belloni). Main futuro lazienda conta ditrasformare i droni di super-ficie in un core business. E tut-to il settore avr un grandesviluppo, ne sono sicuro.

    Innovazione | Leggerissimi. Senza pilota. Utili peril telerilevamento, larcheologia, lagricoltura, laprotezione civile. In cielo o sullacqua. Una nuovatecnologia si affaccia sul mercato. Anche in Italia

    ECO N O M I A ECO N O M I A

    un drone di due chiliper controllare il mondo

    IN AZIONE Nella fotogrande, un drone vieneimpiegato per condurrericerche nei settoridellagricoltura edellarcheologia .Nella foto di sinistra,un operatore dellaAeroDrone, azienda chefornisce servizi di ripresaper la tutela del territorio.In quella di destra,un drone duranteloperazione di rimozionedel treno deragliato inLiguria

    ERNESTO BENAVIDES/GETTY IMAGES

    va in scena la guerradegli automi volanti

    n Droni. Il visionario scrittoreamericano Philip K. Dick ave-va immaginato qualcosa di si-mile nel suo romanzo del 1960Vulcano 3: piccole entitmeccaniche volanti, usate perspiare e uccidere. Certo, la suaera fantascienza allo stato pu-ro. Ma la Cia utilizza propriogli Uav (Unmanned AerialVehicle, veicoli aerei senzaequipaggio) per eliminare intutto il mondo i terroristi.

    Queste macchine, benchusate soprattutto per scopi diintelligence, sorveglianza e ri-cognizione, fanno presagirecome probabilmente sar laguerra nel XXI secolo: roboti-ca, globale, asimmetrica.

    In base a una stima dellA-merican Civil Liberties Union,dal 2002 al 2012 i droni ame-ricani avrebbero ucciso quat-tromila persone, dallAfrica al-lAsia. Il trend si sarebbe raf-forzato sotto la presidenza diBarack Obama; secondo i re-porter Mark Halperin e JohnHeilemann, autori del saggioDouble Down: Game Change2012 (Penguin Press), il de-mocratico Barack Obama sisarebbe persino vantato con isuoi collaboratori di esseredavvero bravo a uccidere gen-te con i droni. Come ha scrittodue anni fa sul New York Ti-mes Peter Bergen, giornalistanonch direttore del NationalSecurity Studies Program delthink tank liberal New Ameri-ca Foundation, durante la m-ministrazione Bush, in Paki-stan cera un attacco con i dro-ni ogni 43 giorni; durante iprimi due anni di quella Oba-ma, ce n stato uno ogni quat-tro giorni.

    Tra le vittime dei droni biso-gna citare Anwar al-Awlaki,nato in New Mexico e influen-te membro di Al Qaeda. Consi-derato il possibile successoredi Osama Bin Laden, statoeliminato in Yemen nel 2011:si tratta del primo omicidio diun cittadino americano maiautorizzato dalla Casa Bianca.

    Ancor pi degno di nota il

    fatto che gli attacchi con i dro-ni siano de facto sotto il con-trollo della Cia, e non del Pen-tagono, che pure della partitacon il Joint Special OperationsCommand (JSOC). Il perch presto detto: quando c dimezzo la Cia facile catalogarelomicidio come operazionecoperta e quindi segreta, im-possibile da divulgare. E anchese le attivit militari tradizio-nali non dovrebbero rientrarein tale categoria, chiaro che idroni stanno diventando unostrumento militare sempre pi

    strategico.In base ai dati forniti dal Di-

    partimento della Difesa, le oredi volo degli Uav sono passatedalle 10 mila del 2005 alle ol-tre 500 mila del 2010. Un belsalto. E uno dei pi sofisticatidroni della General AtomicsAeronautical Systems (la z i e n-da di San Diego produttricedei famigerati Predator e Rea-per), lAvenger, ha una u t o n o-mia di quasi tremila chilome-tri dalla base pi vicina: pocomeno della distanza in lineadaria tra la base siciliana di Si-gonella e Teheran, per inten-derci.

    Ma i droni non si limitano avolare. Ne esistono anche diterrestri e acquatici. La poten-tissima agenzia del Pentagonoper linnovazione tecnologica(Darpa), sta investendo un belpo di milioni di dollari nel pro-gramma Hydra, un veicolosottomarino che dovrebbe tra-sportare droni volanti e subac-quei.

    Peraltro le forze militariamericane non sono le unichea puntare sui droni. In un rap-porto del 2012 il Government

    Accountability Office (Gao)degli Usa segnala che dal2005 il numero di paesi che haacquisito sistemi Uav quasiraddoppiato, da circa 40 a ol-tre 75. E se gli USA hannovenduto i loro Reaper e Preda-tor ad alleati-chiave come ilRegno Unito e lItalia, Israeleha esportato i suoi droni nonsoltanto in Germania, RegnoUnito e Francia (che li hannousati anche in Afghanistan),ma pure in India, Russia eGeorgia. Una scelta compren-sibile, almeno sul piano econo-mico, dato che gli Uav costanomolto (per un Reaper bisognasborsare oltre 12 milioni didollari); lexport dunque cru-ciale per sostenere questi n d u-stria ancora giovane.

    Anche la Cina sta puntandomolto sugli Uav, e lo stesso stafacendo, seppure con minoresuccesso, lIran. Senza contaregli sforzi di varie nazioni euro-pee (Italia inclusa), e di nuovepotenze regionali come la Tur-chia o il Sudafrica. Li m p e t u o-so sviluppo dei droni militaridesta preoccupazione in molti:dagli attivisti per i diritti uma-ni, che accusano la Casa Bian-ca di violare il diritto interna-zionale, ad artisti come il bri-tannico James Bridle.

    Ai droni militari Bridle hadedicato varie opere di m p a t-to, inclusa lo Uav Identifica-tion Kit, valigetta contenentevari modellini di droni, quasifossero giocattolini e non mac-chine letali. A detta della r t i-sta, viviamo tutti allombradel drone, anche se la maggiorparte di noi abbastanza for-tunata da non vivere sotto ilsuo fuoco diretto. Ma la men-talit che essi rappresentano la tecnologia usata per lo s c u-ramento e la violenza; lo f f u-scamento della moralit e del-la colpevolezza; lillusione del-lonniscienza e dello n n i p o t e n-za; il valore inferiore della vitaaltrui; la guerra davvero senzafine dovrebbe preoccuparcitutti.

    G .C .

    M AC E R I E Scuola afghana distrutta a seguito dellintervento di un drone NIEDRINGHAUS/LAPRESSE

    La AeroDron di Parmaoffre riprese a bassaquota a tuteladella m b i e n te

    Conflitto | Robotica, globale, asimmetrica.

    la strategia del XXI secolo. Senza truppe in campo

    SkyRobotic stasviluppando droninatanti, che simuovono sulla cq u a

    AERODRONLAPRESSE

    Le ore di volo dei dronimilitari sono passateda 10 mila nel 2005 a500 mila del 2010

  • 8 | STORIE | pagina 99we | sabato 29 marzo 2014 sabato 29 marzo 2014 | pagina 99we | STORIE | 9

    LAURA LUCCHINI

    n Berlino. Prima di EdwardSnowden c stato William Bin-ney. Questo matematico dellaPennsylvania che ha lavorato per32 anni per la National SecurityAgency (Nsa), decise il 31 ottobre2001 di abbandonare lagenziainsieme a due colleghi. Volevanodimostrare di fronte ai tribunaliche i programmi di spionaggio esorveglianzaadottati dopogliat-tentati dell11 settembre eranoanticostituzionali. Il tentativonaufrag. In cambio, Binney fuvittima di una dura reazione delgoverno. Fu messo sotto inchie-sta, perquisito dallFbi, ricattatoe processato. Dimostr che sitrattava di una malicious prose-cution (processo senza giustacausa)e fuassolto.Alla lucedellasua esperienza, questo signoresettantenne, repubblicano datutta la vita e patriota convinto,non ha dubbi: Edward Sno-wden non aveva altra scelta, cidice in unintervista a Berlinoche si svolgenella caffetteria del-la Haus der Kulturen der Welt.

    Binney entr nellesercito Usanel 1965 come volontario e rapi-damente, dopo unesperienza inTurchia, grazie alle sue doti dimatematico, venne assegnato al-lasezionedianalisi deidati.Dal,alla Nsa il passaggio fu breve. Se-condo il New York Times, Binney considerato il migliore mate-matico che abbia mai lavoratonellagenzia. Fu lui a disegnaremolti dei programmi di spionag-gio che sono stati utilizzati fino al2001. Nonostante fosse rispetta-to e conosciuto nel Congresso,quando decise di denunciare lepratiche che riteneva illegali del-lNsa, le istituzioni gli si rivoltaro-no contro. I fatti sono documen-tati: nel 2007 lFbi fece irruzionenel suo domicilio, gli punt la pi-stola alla tempia mentre uscivadalla doccia, di fronte alla fami-glia. Perquis la casa e sequestr idocumenti e computer legati allasua nuova attivit. Pi tardi ilmatematico riusc a dimostrarein aula che linchiesta contro dilui era una montatura. Decise al-lora che non avrebbe mai pi ta-ciuto. Ora gira il mondo per par-lare in meeting e conferenze, do-ve spesso attorniato da hacker.

    Lei un patriota e un repub-blicano, perch dopo 32 anniha abbandonato la Nsa?

    Per via della corruzione, lefrodi e gli sperperi. La mia deci-sione si concretizzata dopo l11settembre. Dopo quella data ilgoverno ha iniziato a spiare tutti icittadini degli Stati Uniti e suc-cessivamente ha esteso questaattivit di spionaggio a tutto ilmondo. Mi sono opposto perchconsideravo che fossero attivitanticostituzionali e illegali. Inquel momento io ne ero parte eho pensato di doverne uscire ilpi rapidamente possibile.

    In particolare critic lado -zione di un programma dispionaggio, Trailblazer, e lab -bandono di un altro che lei ave-va contribuito a disegnare,ThinThread.

    Il problema non era solo cheThinThread era migliore, maanche che era gi in funzione. Lanostra proposta era di estenderequesto programma, ma questoavrebbe bloccato una serie di fi-nanziamenti da parte del Con-gressoper untotaledi 3,8miliar-di di dollari con il fine di svilup-pare unastrategia cheha portatoa ci che stiamo osservando ora(dopo le rivelazioni di EdwardSnowden, ndr). Per realizzarequesto programma erano neces-sari fondi per poter assumere so-ciet di sicurezza e costruire ungrande impero commerciale. Lanostra proposta implicava inve-stimenti minori e questo avreb-be significato meno denaro emeno potere per alcuni.

    Qual era concretamente ladifferenza?

    ThinThread era stato dise-gnato per selezionare, tra tutti idati, solo quelli rilevanti. Era unapproccio opposto alla raccoltadi dati di massa. Ci sono due ra-gioni che rendono poco conve-niente la raccolta di massa. Laprima che si tratta di una prati-

    ca che viola i diritti degli indivi-dui. La seconda che laccumulodi dati non conveniente ai finidellanalisi. Se stai cercando unaminaccia reale, un maggior nu-mero di dati aumenta il marginedi errore. In altre parole un ap-proccio che rende lanalisi menofunzionale.

    Perch illegale? anticostituzionale e viola il

    primo e quarto emendamentodella Costituzione degli StatiUniti. Il primo emendamentoprevede che i cittadini abbianodiritto di associazione. La rac-colta dei metadati permette didisegnare una mappa delle rela-zioni deicittadini ditutto ilmon-do. Il fatto che le associazioni sia-no controllate ne pregiudica la li-bert. Il quarto emendamentodifende la privacy dei cittadini. Imessaggi di posta elettronica so-no affari personali.

    Con questi argomenti lei,insieme ad altri due ex colle-ghi, ha cercato di dimostrareche le pratiche dellNsa eranoillegali di fronte ai tribunali.Perch non ci riuscito?

    Non ci siamo riusciti perchci sono troppe persone coinvolteche si trovano in posizione di po-tere e che sarebbero responsabi-li qualora i tribunali sancisseroche sono state violate leggi. Miriferisco a tutti i membri dellaCommissione di Sicurezza, ilpresidente, il vice presidente, ilprocuratore generale (dellam -ministrazione Bush, ndr). Que-ste persone si sarebbero difesecon tutti i loro mezzi. Accaddedunque che ci mandarono lFbi acasa. Gli agenti mi puntarono lepistole alla testa di fronte ai mieifigli, perquisirono la casa e siportarono via computer e mate-riali che mi erano serviti ad av-viare un nuovo business. Alla fi-na crearono prove false contro dinoi e fummo processati. Riu-scimmo a dimostrare che si trat-tava di una malicious prosecu-tion, un processo di calunnia, efummo assolti.

    Siete riusciti a dimostrareche il processo contro di voiera stato montato ma non chele attivit dellNsa erano ille-gali...

    Credo che sia dipeso moltodalla mia personale reputazionenel congresso. Non mi stavo na-

    scondendo. Ho disegnato moltidei programmi di spionaggiodellNsa, mi aspettavo che micredessero. Ero pronto a dichia-rare sotto giuramento. Per nonavevo portato via con me dalla-genzia i documenti per poterlodimostrare, come ha invece fattoSnowden. Lui, con i suoi docu-menti, hapotuto descrivereoltreogni dubbio ci che stava acca-dendo e tutti sono stati obbligatia credergli.

    Crede dunque che Snowdenabbia agito in modo corretto?

    Non aveva altra scelta. Sno-wden ha detto di aver studiatocon attenzione il nostro caso pri-ma di agire.

    Lei ha criticato Snowdenper avere svelato larchitettu -ra dello spionaggio estero...

    Forse andato un pooltre.Fuori dagli Stati Uniti i cit-

    tadini sono preoccupati per leviolazioni dei propri dirittigrazie al controllo delle comu-nicazioni, ma non hanno mo-do di denunciare i responsabi-li...

    Non c modo. Possono soloricorrere al governo del propriopaese che a sua volta pu affron-tare il tema nellambito di incon-tri bilaterali. Oppure si pu fal-sare lanalisi di dati della Nsausando in ogni mail una lista diparole sospette.

    Recentemente stato rive-lato che un criptografo belga,Jean Jacques Quisquater, era

    stato a lungo un obiettivo dellaGchq, un servizio segreto bri-tannico, solo per le caratteri-stiche delle sue ricerche. co-mune anche per la Nsa spiarequesto tipo di ricercatori?

    Certo, perch le agenzie vo-levano seguire il progetto a cuistava lavorando. Se qualcuno stamettendo a punto un nuovo si-stema di crittografia, loro voglio-no conoscerlo per essere in gradodi decifrarlo una volta arrivatosul mercato. A loro interessa lal -goritmo e le sue variazioni, inmodo che, una volta commercia-lizzato, sia sufficiente una pas-sword per poterlo decifrare.

    Era comune spiarei ricerca-tori quando lei era nella Nsa?

    S, lo si faceva con ogni tipo diricerca scientifica.

    Vuol dire che si spiano gliscienziati senza bisogno di al-cun mandato?

    Nel campo della matemati-ca, se qualcuno negli Usa sta la-vorando a una ricerca interes-sante, la Nsapu dichiarareemi -nent domain (espropriazione

    per pubblica utilit) su di essa eappropriarsene.

    Qual la procedura?La Nsa ha contatti con molte

    persone che lavorano nelle uni-versit e molti informatori impe-gnati in programmi di ricerca.Questi individui sanno esatta-mente quali sono le ricerche incorso in tutto il paese. Una voltaottenute queste informazioni, abbastanza facile seguire con at-tenzione le pre-pubblicazionidei paper. Ci sono diversi modiper tenere sotto controllo lattivi -t scientifica.

    Il presidente Barack Oba-ma ha insistito in varie occa-sioni sul fatto che non c' statospionaggio industriale.

    (Risata) Certo! Come i cana-desi chespiano Petrobrasin Bra-sile. Anche questo non accadu-to, vero? Obama un sognatore,la realt unaltra.

    Era normale perla Nsa spia-re a livello industriale altripaesi, anche alleati, per trarnevantaggi economici?

    Che io sappia questo nonavveniva quando io ero nella-genzia. Per la differenza chenoi non raccoglievamo ogni ti-po di dato, come poi accadutoin seguito. Ora si raccolgonodati su grande scala. compresi idati delle singole aziende. Que-sto rende virtualmente possibi-le lo spionaggio industriale. Ilproblema della natura umana che se dai a un uomo un deter-

    Spionaggio | Patriota, repubblicano, agentedei servizi Usa per 32 anni. Poi WilliamBinney si ribellato. finito sotto processo, stato assolto e ora racconta la sua verit

    SERVIZI SEGRETI SERVIZI SEGRETI

    Binney, lagente ribellecos spiavo le aziende

    WILLIAM BINNEY Negli uffici di Democracy Now! a New York, il 12 aprile 2012 JACOB APPELBAUM

    N SA Veduta aerea dellAgenzia per la sicurezza nazionale a Fort Mead LAPRESSE

    minato potere, questi finir perusarlo.

    Cosa pensa della riformadellNsa annunciata da Oba-ma?

    puramente cosmetica.Ha una proposta alternativa?Noi tre ex membri dellNsa

    abbiamo presentatoallammini -strazione una proposta in 21punti per riformare lagenzia.Sono cambiamenti radicali cheimpedirebbero allNsa di menti-re di fronte al Congresso, cosache ora accade impunemente.Uno dei suggerimenti era di in-trodurre una squadra di tecniciper la supervisione del lavoro inmodo da controllare che infor-mazione si sta usando in ogni

    momento e con che scopo. At-tualmente il Congresso non haaltra scelta che credere alla Nsa.La squadra tecnica dovrebbe pe-riodicamente informare il Con-gresso e io suggerii che fossecomposta a rotazione da hacker,che hanno le competenze perfarlo.

    Lei un esperto di della Rus-sia. Ci sono diverse teorie delcomplotto riguardo alle ragio-ni che hanno spinto Mosca aconcedere lasilo politico aSnowden. Crede che VladimirPutin si stiaapprofittando del-la sua presenza nel paese?

    No, il fatto che lammini -strazione di Obama vuole appli-care contro Snowden la legge an-

    tispionaggio del 1917. Per farlo fondamentale dimostrare chestavalavorandoper unaltropae-se. Non ci sono prove ma si stacercando di creare questa con-nessione con la Russia.

    Crede che il presidente Pu-tin si lasci sfuggire questa op-portunit?

    Credo nella versione dei fattifornita da Snowden e dai suoiamici Glenn Greenwald e LauraPoitras. E cio che egli abbia la-sciato loro tutto il materiale e siavolato senza documenti in Rus-sia. Sono convinto che abbia agi-to in questo modo consapevol-mente.

    Ci sono state numerose spe-culazioni riguardo al ruolo ri-coperto da Snowden allinter -no dellagenzia...

    Era un amministratore deisistemi e per questa ragione ave-va accesso a tutta la rete. compre-si tutti i database, visto che eraresponsabile di farli funzionarecorrettamente. NellNsa nonavevano modo di controllare ciche stava facendo.

    Com possibile che abbiasottratto una simile quantitdi documenti a una organizza-zione tanto impenetrabile?

    Nel 1994-95 proposi un si-stema di controllo interno allaNsa. Lo scopo era controllaretutto ci che veniva eseguito al-linterno dellorganizzazione intempo reale.

    Questo avrebbe anche offertola possibilit di ottimizzare il la-voro. Ci furono fatte due critiche:una da parte dei dipendenti, se-condo cui questo sistema avreb-be violato la loro privacy. La se-conda daparte deicapi, chevole-vano evitare che si controllassecome spendevano il denaro e se iprogrammi erano efficienti. Laproposta non fu approvata. Sno-wden riuscito a sottrarre i do-cumenti per la mancanza di uncontrollo interno.

    CRISTIANO VALLI

    n Quanto sono costate le rivela-zioni di Edward Snowden all'e-conomia degli Stati Uniti? I prin-cipali executive della Silicon Val-ley, fra cui Eric Schmidt di Goo-gle e Mark Zuckerberg di Face-book, hanno sollevato il proble-ma pi volte direttamente con laCasa Bianca; l'ultima in ordine ditempo venerd 21 marzo, duran-te uno degli ormai sempre pinumerosi incontri fra Obama e irappresentanti delle aziende del-la Bay Area.

    Se difficile prevedere le realiramificazioni del problema - lagran parte dei contratti delleaziende coinvolte hanno duratepluriennali - gli analisti concor-dano nel calcolare danni poten-zialmente devastanti, da subito,nel mercato del cloud compu-ting. Unanalisi della Informa -tion Technology and InnovationFoundation calcola che l'indu-stria di settore statunitense po-trebbe perdere 35 miliardi di dol-lari entro il 2016. una previsio-ne che molti considerano persinoottimistica se si pensa che una-naloga ricerca di Forrester Re-search ha previsto che nel peg-giore dei casi le perdite potrebbe-ro arrivare ai 180 miliardi di dol-lari, il 25% dell'intero mercato.

    Tutto ruota attorno alla fidu-cia perduta dei consumatori neiconfronti delle aziende statuni-tensi in tema di sicurezza. Si as-sociano le aziende Usa all'Nsa,non ci si fida della loro totale tra-sparenza. I danni sono diretti e

    indiretti, in entrambi i casi nonirrilevanti.

    Microsoft ed Ibm stanno co-struendo data-center fuori dalterritorio statunitense. Nel frat-tempo l'intera comunicazionedel gruppo stata focalizzata arassicurare gli utenti. Ibm ha in-vestito un miliardo di dollari, eMicrosoft, che sta perdendo mol-ti clienti istituzionali, fra cui ilgoverno del Brasile, poco meno.

    Il calo di immagine dei colossidellinformatica rinvigorisconola concorrenza, non solo all'este-ro.

    DuckDuckGo un motore diricerca nato per tutelare la priva-cy degli utenti: dopo le rivelazio-

    ni di Snowden ha visto incre-mentare le ricerche del 565% edha raccolto solo nell'ultimo meseinvestimenti per 14 milioni.

    In Francia e Germania non infrequente leggere nei bandi digara istituzionali che determina-te compagnie statunitensi nonvengono ritenute idonee in par-tenza, diffidate direttamente dalpartecipare. In questo modo, se-condo Forrester research leaziende Usa avrebbero gi persooltre settecentomila contratti.

    Difficile che la situazione pos-

    sa subire una inversione di ten-denza nel futuro prossimo, no-nostante le rassicurazioni diObama. La difesa delle aziendecoinvolte stata fin qui troppo si-mile a un semplice eseguivo gliordini, un problema di immagi-ne che torna di attualit ogni vol-ta che Snowden concede unin -tervista. successo anche la set-timana scorsa durante il suo in-tervento alla South By SouthwestConference in Texas, quando gliindici di diverse sosiet high techdi Wall Street sembravano scen-dere in sincro con le sue parole.

    Trasferire server all'estero ri-solve solo i problemi di immagi-ne e comunicazione: il ForeignIntelligence Surveillance Act ri -guarda infatti ogni server di pro-priet di una compagnia statuni-tense, anche su territorio stra-niero.

    Interessante, infine, rilevarecome tutte le analisi fin qui pub-blicate convengano su un ulte-riore fattore: la tecnologia utiliz-zata dalla Nsa in gran partestraniera, fornita da aziendee co-me Alcatel-Lucent, Ericsson,Nokia. Convinzione comune quindi che la pratica di mettere ilnaso negli archivi delle aziendenon fosse una esclusiva dell'Nsa.Per questo gli analisti concludo-no che le istituzioni dei paesi picoinvolti dallo scandalo Sno-wden potrebbero con il tempoammorbidirsi e diventare menoprotezioniste a svantaggio delleaziende Usa. Con l'eccezione del-la Francia, considerata da tuttipotenzialmente molto aggressi-va.

    Business | Aziende e istituzioni in fuga.

    Bandi di gara europei off-limits. Gli effetti collaterali

    del Datagate colpiscono le grandi compagnie Usa

    Microsoft, Ibm e le altrela sfiducia contagia i clienti

    Spiano tutte lericerche in crittografia,per poter decifrarequalunque cosa

    Snowden non avevaaltra scelta. Ha dettodi aver studiato il miocaso prima di agire

    Dopo l11 settembrehanno iniziato a spiaretutti i cittadini Usa e poidi tutto il mondo

    Gli analisti stimanoperdite potenzialicomprese tra i 35 e i 180miliardi di dollari

    IL CASO SNOWDEN LA RIFORMA DELLA NSA

    1. LA RIVELAZIONE

    6 giugno 2013: il Guardian rivelalesistenza di una decisione secreta-ta di un tribunale che impone allo-peratore di tlc Verizon di fornire al-la Nsa, lAgenzia per la sicurezzanazionale degli Stati Uniti, tutti idati telefonici dei suoi abbonati

    2. IL PROGRAMMA PRISM

    7 giugno 2013: il Guardian e il Wa-shington Post sostengono che laNsa e lFbi hanno chiesto anche adaltri giganti della rete, da Microsofta Google, di monitorare le comuni-cazioni di utenti stranieri al di fuori

    degli Usa. il programma top se-cret Prism, varato nel 2007 daGeorge W. Bush e rinnovato a di-cembre 2012

    3. SPUNTA LA TA L PA

    9 giugno 2013: da Hong Kong lexconsulente della Nsa ed ex agentedella Cia Edward Snowden rivela alGuardian di essere lautore delle ri-velazioni sul Datagate. Gli Usa loindagano e chiedono lestradizione

    4. LA DIFESA DEGLI USA

    12-15 giugno 2013: lUe chiedechiarimenti. Gli Stati uniti si difen-

    dono: Prism serve a combattere ilterrorismo. Facebook, Microsoft,Apple e Yahoo! rendono noto diaver ricevuto le richieste di infor-mazioni svelate da Snowden

    5. LA FUGA A MOSCA

    23 giugno-31 luglio 2013: Snowdenlascia Hong Kong e fugge a Mosca,dove rimane bloccato in aeroporto.Intanto lo Spiegel rivela che gli Usaspiavano sistematicamente anche idati Internet e telefonici degli al-leati europei. Il Datagate diventaun caso diplomatico. Dopo un lun-go tira e molla, il 31 luglio Snowdenottiene lasilo in Russia per un anno

    LA PROPOSTA DI OBAMA

    Il presidente degli Stati uniti Ba-rack Obama ha da poco presenta-to al Congresso una proposta diriforma della Nsa, lAgenzia na-zionale per la sicurezza, in basealla quale gli Usa non potrannopi raccogliere e conservare i datitelefonici degli abbonati.Secondo il progetto di riforma, alfine di garantire la tutela dellaprivacy, i dati degli abbonati(mail, messaggi di testo, numeri,ora, durata, luogo delle chiamate,identificativi) dovranno rimanerenella disponibilit degli operatori

    telefonici. Terminer cos il pro-gramma di intercettazione telefo-nica che ha portato allo scandalodel Datagate, il caso di spionag-gio internazionale rivelato dallexagente della Cia e collaboratoredellNsa, Edward Snowden, nelfrattempo riparato in Russia.In base alla normativa ancora og-gi in vigore (e che sar prorogataper altri 90 giorni) la Nsa pumantenere i dati degli utenti tele-fonici per un periodo complessivodi cinque anni. Se la proposta diObama sar approvata dal Con-gresso, in futuro il governo degliStati uniti potr comunque ri-chiedere alle agenzie di informa-zione e agli operatori telefonici

    notizie per scoprire eventuali retidi terroristi, ma le autorit coin-volte dovranno prima ottenerelautorizzazione di un giudice del-la Foreign Intelligence Surveil-lance Court(Fisc). In caso di ur-genza e in presenza di fondati ti-mori per la sicurezza nazionale, ilprogetto di riforma prevede pro-cedure accelerate di accesso ai da-ti sensibili degli abbonati checonsentiranno di ottenere imme-diatamente queste informazionidagli operatori telefonici. Secon-do Snowden, la proposta di Oba-ma segna un punto di svolta,ma ancora incompleta.

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    LAURA LUCCHINI

    n Berlino. Prima di EdwardSnowden c stato William Bin-ney. Questo matematico dellaPennsylvania che ha lavorato per32 anni per la National SecurityAgency (Nsa), decise il 31 ottobre2001 di abbandonare lagenziainsieme a due colleghi. Volevanodimostrare di fronte ai tribunaliche i programmi di spionaggio esorveglianzaadottati dopogliat-tentati dell11 settembre eranoanticostituzionali. Il tentativonaufrag. In cambio, Binney fuvittima di una dura reazione delgoverno. Fu messo sotto inchie-sta, perquisito dallFbi, ricattatoe processato. Dimostr che sitrattava di una malicious prose-cution (processo senza giustacausa)e fuassolto.Alla lucedellasua esperienza, questo signoresettantenne, repubblicano datutta la vita e patriota convinto,non ha