p n a e m . s 10 - openstarts.units.it · la monetazione quotidiana nell’altomedioevo italiano:...

636
POLYMNIA NUMISMATICA ANTICA E MEDIEVALE. STUDI 10

Upload: trandiep

Post on 15-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Polymnia

numismatica antica e medievale. studi

10

series editor: lucio cristante (University of Trieste)

scientific Board: Arianna d’ottone ramBach (“Sapienza” University of Rome), Giovanni Gorini (University of Padua), Stefan heidemann (University of Hamburg), Cécile morrisson (Centre d’Histoire et Civilisation de Byzance, Collège de France, Paris; Advisor for numismatics, Dumbarton Oaks, Washington), Andrea saccocci (University of Udine), Robert Kool (Israel Antiquities Authority-Jerusalem); Secretary: Bruno calleGher (University of Trieste)

editorial staff: Bruno calleGher, Arianna d’ottone ramBach, Ella Zulini (PHD University of Trieste)

Il bronzo come strumento di scambio e riserva del valore nell’Italia di età longobarda (secc. vi-viii) / Lorenzo Passera. – Trieste : EUT Edizioni Università di Trieste, 2018. – VI, 628 p. : ill. ; 24 cm. – (Polymnia : numismatica antica e medievale. Studi, 10)I Passera, Lorenzo1. MONETE – ITALIA – SEC. 6.-8-737.494501 (WebDewey 2017) Numismatica e sigillografia. Monete. Italia. Primo periodo, fino al 774

Il volume è stato sottoposto – nella forma del doppio anonimato – a peer-review di due esperti, di cui almeno uno esterno allo Scientific Board.

ISBN 978-88-8303-928-7 (print)

ISBN 978-88-8303-929-4 (online)

ImpaginazioneGabriella Clabot

Copyright © 2018 EUT Edizioni Università di Trieste

EUT Edizioni Università di TriesteVia E. Weiss 21, 34128 Trieste – [email protected] http://eut.units.ithttps://www.facebook.com/EUTEdizioniUniversitaTrieste

All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise without the prior permission of the publisher.

Il bronzo come strumento di scambio e riserva del valore nell’Italia di età longobarda (secc. vi-viii)

Lorenzo Passera

EUT EDIZIONI UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Premessa 1

Capitolo I – Premesse storiche ed economiche all’altomedioevo 5I.1. Appunti di storiografia sulla transizione all’altomedioevo 5I.2. Crisi economica e crisi monetaria dell’Impero 20I.3. Il pagamento in beni naturali nel tardo impero 25I.4. L’organizzazione altomedievale: economia monetaria o economia naturale? 30I.5. Le strutture dell’Italia Longobarda 40

Capitolo II – La moneta nell’Italia longobarda 49II.1. Monetazioni altomedievali 49II.2. Eruli e Goti 50II.3. Bizantini 52II.4. Longobardi 58II.5. La monetazione quotidiana nell’altomedioevo italiano: sintesi degli studi 66II.6. Il dibattito odierno 78II.7. Moneta romana in contesti successivi 83

Capitolo III – Catalogo dei rinvenimenti metallici in Italia in età longobarda 95III.1. Abruzzo 105III.2. Basilicata 114III.3. Calabria 118III.4. Campania 125III.5. Emilia-Romagna 130III.6. Friuli-Venezia Giulia 143III.7. Lazio 166III.8. Liguria 172III.9. Lombardia 175III.10. Marche 202III.11. Molise 211III.12. Piemonte 214

INDICE

VI

III.13. Puglia 225III.14. Repubblica di San Marino 232III.15. Sardegna 233III.16. Sicilia 240III.17. Toscana 246III.18. Trentino-Alto Adige 256III.19. Umbria 277III.20. Valle d’Aosta 285III.21. Veneto 286Tabelle dei rinvenimenti 305

Capitolo IV – Analisi dei dati 449IV.1. Presenza di metalli 449

Tavola IV.1 – Schede realizzate per ciascuna regione 454Tavola IV.2 – Regioni italiane: percentuali di metallo 456Tavola IV.3 – Italia altomedievale: metalli 459Tavola IV.4 – Presenze oro 460Tavola IV.5 – Presenze argento 460Tavola IV.6 – Presenze bronzo 462Tavola IV.7 – Presenze ferro 462Tavola IV.8 – Italia longobarda: metalli 464Tavola IV.9 – Italia bizantina: metalli 464

IV.2. Gruzzoli monetari e monete in tomba 465Tabella IV.10 – Rinvenimenti monetali censiti 470Tabella IV.11a – Rinvenimenti monetali in Tomba in aree di pertinenza longobarda (fino all’VIII secolo) 488Tabella IV.11b – Rinvenimenti monetali in Tomba in aree di pertinenza bizantina (fino al X secolo) 495

IV.2.1. Osservazioni generali sui rinvenimenti monetari 499Tavola IV.12 – Monete in tombe longobarde 502Tavola IV.13 – Percentuale monete in sepolture longobarde 503Tavola IV.14 – Monete forate rispetto al totale in tombe (Longobardi e Bizantini) 507

IV.3. Tesori e ripostigli 510Elenco tesori/ripostigli 513Tabella IV.15 – Composizione dei tesori 516

IV.3.1. Osservazioni sui tesori 517

Capitolo V – Considerazioni conclusive 521

Bibliografia 541

1

PREMESSA

L’argomento affrontato nel presente lavoro è l’analisi di alcuni aspetti della circo-lazione monetaria nell’Italia di età altomedievale. Dopo l’esperienza dei Goti e dei Bizantini, che continuarono ad emettere moneta secondo il sistema trimetallico del preesistente Impero Romano (d’Occidente), con l’arrivo dei Longobardi le cose cambiarono: essi scelsero di non coniare moneta spicciola, tradizionalmente in bron-zo e destinata allo scambio quotidiano, ma emisero solo esemplari aurei e frazioni argentee ad imitazione dei prototipi della zecca bizantina di Ravenna di fine VI - ini-zi VII secolo. Il mercato, così, si trovò sprovvisto di uno strumento monetario con cui misurare ed effettuare gli scambi ed è stato spesso ipotizzato che la contrazione generale della massa monetale abbia provocato il ricorso a forme di scambio non pienamente monetali. L’ipotesi secondo cui l’economia del Regno Longobardo, al-meno fino all’VIII secolo, non si basasse sullo scambio tramite moneta è motivata soprattutto dalla constatazione che le coniazioni in oro, longobarde o bizantine, non debbano mai aver avuto potere liberatorio presso questo popolo: esse si ritrovereb-bero prevalentemente in contesto funerario con valenza rituale o con funzione di simbolo sociale. Secondo alcuni autori le emissioni auree sarebbero state adottate o realizzate dai Longobardi per essere esibite come simbolo antropologico di status all’interno del gruppo di appartenenza, come parrebbero dimostrare i casi documen-tati in necropoli di moneta aurea montata a gioiello e come pendente.

Se appare certo che l’alto potere d’acquisto della moneta d’oro non consentisse, evidentemente, un suo utilizzo per procurare quotidianamente beni o merci, ci si è chiesti allora con quali strumenti si potesse provvedere alle esigenze dello scambio quotidiano. Diversi studiosi ipotizzano che si impiegassero le frazioni argentee lon-gobarde che venivano realizzate secondo il peso delle monete bizantine di riferimen-to, secondo altri il mercato degli scambi sarebbe stato invece integrato soprattutto dal reimpiego di nominali tardoantichi o dall’uso di metallo valutato a peso.

A questo quadro interpretativo non giungono elementi di chiarezza nemmeno dal-le fonti storiche e documentarie che, per i secoli VI-VII, sono estremamente lacuno-

2

se. Il problema non appare di semplice risoluzione perché sono molte anche le incer-tezze riguardo alle forme insediative longobarde che l’archeologia documenta nella penisola evidenziando forti differenziazioni regionali; solo negli ultimi vent’anni si è tentato di delineare un quadro verosimile riguardo al rapporto città-campagna, agli insediamenti d’altura, allo sfruttamento delle risorse, all’autoconsumo, all’edilizia religiosa cittadina, alle strutture monasteriali. A parte alcune aree meglio indagate, non sembra in generale nemmeno ben chiaro quale fosse il rapporto con il coevo mondo bizantino, sia dal punto di vista politico che economico.

Poiché la moneta era, allora come oggi, strumento giuridico e amministrativo per eccellenza del potere politico che ne garantiva la validità sul territorio soprattutto per le proprie esigenze tributarie, comprenderne la funzione risulta fondamentale per contribuire alla ricostruzione di quale entità fossero le dinamiche fiscali del Regno Longobardo. A molti studiosi è apparso per lo meno strano che i Longobardi, arri-vando in Italia, abbiano scelto di rinunciare alla comodità e funzionalità dello stru-mento monetario.

In merito alle monete bronzee tardoantiche, che molto frequentemente si recu-perano in contesti anche altomedievali, si discute da molto tempo riguardo alla loro possibile sopravvivenza come moneta suppletiva. Esse, come emerge anche dalle più recenti discussioni scientifiche, dovettero certo ricoprire un qualche ruolo eco-nomico nell’Italia Longobarda purché fossero però rapportate ad un qualche sistema monetale di riferimento: secondo alcuni potrebbe trattarsi di quello coevo bizantino che continuò ad essere mantenuto nelle confinanti aree italiane controllate dall’Im-pero orientale. Tuttavia, l’eventuale impiego di moneta bronzea tardoantica presso i Longobardi rimane solo un’ipotesi poiché si ignorano i criteri, ufficiali o meno, attraverso cui queste emissioni potrebbero esser state valutate.

Per tentare un approccio differente da quello esclusivamente numismatico, si propone qui una ricerca attraverso cui si è tentato di verificare quale fosse il va-lore complessivo delle masse metalliche documentate nell’Italia altomedievale, sia Longobarda che Bizantina. Solo così, forse, si potrebbe stimare un eventuale apprez-zamento del bronzo tale da farlo utilizzare come moneta sopravvalutata all’interno di un sistema bi-trimetallico. La rarità o meno delle specie metalliche potrebbe in-fatti aver influito sulla realizzazione dell’intero stock monetario. Non ci si è pro-posti quindi di confrontare solo i dati da ritrovamento di monete ma si è cercato di quantificare statisticamente i manufatti metallici di età altomedievale rinvenuti nella penisola italiana (determinandone anche la diffusione e la rarità) per apprezzarne il valore economico, quando monetati ma non solo, come strumenti di scambio o in momenti di tesaurizzazione.

Il problema della continuità o dell’interruzione della monetazione durante il pe-riodo altomedievale si inserisce in un’analisi più generale che indaga da tempo se vi

3PREMESSA

sia stata continuità e trasformazione del mondo romano in quello medievale, oppure brusca rottura col passato a causa delle “invasioni” barbariche. Nel presentare do-verosamente un quadro, seppur sintetico, della transizione dal mondo tardoantico a quello altomedievale, si sono indicate nel primo capitolo quali sono oggi le temati-che di maggior interesse sull’argomento (ad esempio se vi fu continuità economica o fine della fiscalità) con particolare attenzione su alcuni aspetti piuttosto rilevanti, fiscali e monetari, che avrebbero potuto condizionare l’economia dell’età successi-va. Poiché alcuni autori, come si è detto, ipotizzano per l’altomedioevo un ritorno allo scambio non monetale, sono state richiamate anche le interessanti discussioni sulla crisi economica e monetaria del mondo romano e le attestazioni sulle riscos-sioni previste in moneta o in naturalia, non trascurando di ricordare quali fossero i rapporti politici e militari (o anche economici) con le popolazioni del Barbaricum. Nell’analisi preliminare sono stati considerati anche i confronti scientifici riguardo alle modalità insediative scelte dai Germani/Barbari/Longobardi all’interno del ter-ritorio imperiale poiché, necessariamente, su tali forme (in rottura o in continuità col passato) si poteva organizzare anche l’amministrazione politica e tributaria del terri-torio. Nell’indagine introduttiva si è analizzato quale fosse l’economia predominante nel mondo altomedievale e, tentando di sintetizzare le principali riflessioni degli sto-rici al riguardo, non è stato difficile verificare ancora una volta quanto determinanti siano state per il pensiero odierno le intuizioni di storici ed economisti come Carlo Cipolla, Gino Luzzatto, Gian Piero Bognetti o Giovanni Tabacco.

Nel capitolo pertinente alla moneta si presenta il quadro delle monetazioni dell’I-talia altomedievale dall’età gota a quella longobarda: la sintesi che ne è derivata è funzionale alla ricerca ma nella stessa si è tenuto conto dei lavori più recenti a cui si potrà guardare per approfondimenti. Particolarmente vivace è la discussione che negli ultimi vent’anni si è sviluppata sulla monetazione longobarda: se molti aspetti sono ben noti, altrettanti purtroppo sfuggono ad una lettura unanime e rimangono molte le questioni non ancora risolte. In questa parte del lavoro è stata posta atten-zione anche al problema dello scambio quotidiano in età longobarda e al citato tema della sopravvivenza di moneta romana in contesti successivi.

L’idea di verificare la presenza generale dei metalli nell’Italia di età Longobarda, per confrontarne rarità e impiego, con particolare attenzione per il bronzo, si è con-cretizzata cercando di censire i contesti archeologici di età altomedievale e rilevando la presenza dei manufatti metallici. I risultati, disposti in un catalogo (che credo giustifichi l’ampia bibliografia di riferimento), sono stati poi trasformati in tabelle che restituiscono i dati riscontrati rendendoli più evidenti. All’analisi dei reperti cen-siti è dedicato il quarto capitolo: lo studio ha riguardato i dati generali desunti dalle presenze metalliche registrate per poi circoscrivere l’attenzione ai dati monetari da rinvenimento in contesto abitativo e in tomba; si sono analizzati da ultimo gli accu-

4

muli di beni (tesori e ripostigli) valutandone la composizione e la distribuzione cro-nologica. Le conclusioni riassuntive, per quanto naturalmente rivolte a dati parziali, hanno riservato delle sorprese spero utili alle discussioni future.

Il lavoro è basato sulla tesi di dottorato in Scienze dell’Antichità dal titolo Il bron-zo come strumento di scambio e riserva di valore nell’Occidente altomedievale, che ho discusso presso l’Università degli Studi di Udine nel giugno 2008, ma concentra l’attenzione su un periodo e su un’area geografica specifici. Ho scelto di rielaborare il lavoro considerando, a seconda dei casi, un aggiornamento, una selezione o un ampliamento dei dati archeologici raccolti in modo da renderli rappresentativi e fun-zionali allo studio condotto. Molto altro materiale è stato raccolto ma per ora rimane non utilizzato.

I fattori che hanno portato al consistente rimaneggiamento della ricerca iniziale sono prevedibili: il lasso di tempo trascorso dal termine dello studio ha reso inevi-tabilmente obsolete alcune letture scientifiche, di contro è enormemente cresciuto il numero dei contributi interessati alle fasi tardoantiche e altomedievali sia riguardo alle ricostruzioni storiche, all’archeologia longobarda o alla numismatica. Da ulti-mo, inevitabilmente e per fortuna, sono cambiate anche molte opinioni dell’autore.

Rispetto all’impianto iniziale sono stati corretti alcuni errori interpretativi allo scopo di presentare un’indagine che tenesse meglio conto delle linee di ricerca odier-ne e che potesse offrire spunti utili al dibattito scientifico. Il proposito futuro è quello di completare l’indagine, che qui è stata solo impostata, per comprendervi tutti i dati non presentati e allargando lo studio anche ad altri ambiti territoriali europei per il periodo V-X secolo.

Rivolgo i miei sentiti ringraziamenti ai professori Andrea Saccocci, Adriano Savio e Bruno Callegher per le discussioni scientifiche sugli argomenti affrontati, le indica-zioni metodologiche e la rilettura critica del testo. Ringrazio il Comitato scientifico della Collana Polymnia: Numismatica Antica e Medievale dell’Università di Trieste per aver accolto il lavoro. Grazie infine alla mia famiglia e alle persone che mi sono vicine. Resta inteso che la completa responsabilità di quanto scritto è mia.

5

caPitolo I

LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

I.1. APPUNTI DI STORIOGRAFIA SULLA TRANSIZIONE ALL’ALTOMEDIOEVO

Affrontare lo studio di un evento storico, o di un aspetto sociale, prevede spesso l’a-dozione di scansioni temporali arbitrarie che vengono adottate per essere funzionali alla ricerca. Ogni indagine, quindi, risente indubbiamente di impostazioni storiogra-fiche, siano esse tradizionali, contenutistiche, metodologiche o altro e così il periodo altomedievale, posto sulla linea del tempo tra le grandi civiltà classiche di Greci e Romani e la nascita delle identità nazionali nel pieno Medioevo dell’età comunale, viene spesso rappresentato come una fase di profonda decadenza e impoverimento sia economico che sociale1. Individuare chiaramente il perché non è facile ma di questa visione negativa sembra in gran parte responsabile la storiografia europea dell’Ottocento che raccolse soprattutto le riflessioni degli umanisti di XV e XVI secolo: questi, attribuendo alla cultura classica caratteri di assoluta positività, giudi-carono sfavorevolmente tutto il periodo trascorso dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente fino ai loro tempi2. Come è stato affermato, se nel 1400 si cercò di riva-lutare il ruolo dell’uomo, ponendolo al centro dell’universo, celebrando e favorendo la sua «formazione culturale»3, il giudizio peggiorò ancora nelle opinioni dei prote-

1 Tradizionalmente per gli studiosi italiani, quindi, si tratta del periodo tra fine V e XI secolo.2 serGi 1998, pp. 3-5. Lo studioso focalizzò l’attenzione, in particolare, sul fatto che l’o-

dierna visione del Medioevo non sia il prodotto di studi quanto il risultato di una idea psicologica collettiva influenzata e alimentata dai mass-media. Ne risulta che il Medioevo più noto è essen-zialmente quello del periodo finale (1300-1400), di cui si tende a mettere in risalto caratteristiche positive o negative a seconda della propria ideologia sociale o politica. Cfr. anche Ward-PerKins 2008, p. 220.

3 Porciani 2004, pp. 258-259. Il termine tedesco Bildung racchiude ed esemplifica la totalità dei significati della rinascita umanistica che sconfinava nell’erudizione, nell’arte, nella letteratura.

6 CAPITOLO I

stanti del Cinquecento e Seicento che contestarono l’accresciuto potere della chiesa romana a partire dall’epoca di Costantino4.

L’altomedioevo inizia certo dopo la caduta formale dell’Impero Romano d’Oc-cidente che fu il principale avvenimento dell’Europa nel V secolo ed ebbe evidenti ripercussioni per almeno tre secoli a seguire; una delle principali conseguenze fu lo stanziamento, su quello stesso territorio, di nuovi dominatori che prima risiedevano al di fuori delle frontiere5. I popoli «barbarici» entrarono nei confini dell’Impero approntando nuove realtà politiche e il tutto si sarebbe compiuto, almeno secondo quanto testimoniato da alcune fonti classiche, attraverso violenti momenti di conqui-sta6: tutta la ferocia dei guerrieri barbari sarebbe emersa nella volontà di obliterare quello che era stato prodotto dalla civiltà precedente. L’Europa, di conseguenza, sarebbe sprofondata per lunghi secoli cupi (chiamati per questa ragione dalla scuola storica inglese Dark Ages) in un periodo privo di strutture politiche in grado di am-ministrare adeguatamente, almeno rispetto al passato, le poche risorse sopravvissute e senza produrne nuove, impoverendo così le terre e cancellando tutto il sapere fino almeno al periodo carolingio.

Così uno dei temi maggiormente dibattuti dalla storiografia moderna è sta-to senz’altro quello di comprendere chi mai fossero questi “barbari” (soprattutto i Germani) che, se non provocarono direttamente la caduta dell’Impero Romano, per lo meno contribuirono in modo sostanziale alla sua rovina. Oltre ad individuarne le intenzioni politiche e i loro costumi si è soprattutto è indagato con quali modalità e intenzioni (politiche, militari, sociali) i “barbari” si rapportassero con l’Impero e attraverso quali forme si insediassero sul suo territorio. Se per gli storiografi tedeschi si parlò con convinzione di una fatale migrazione di popoli (Völkerwanderung)7, per italiani, spagnoli e francesi si trattò piuttosto di una vera “invasione”, descritta spes-so con accenti di brutale aggressività8.

4 deloGu 2003, pp. 14-15; cammarosano 2004, pp. 7-8; v. anche Balestracci 2015, pp. 15-16, utile anche per le pagine storiografiche riassuntive di studio e commento del fenomeno.

5 Le basi dell’analisi storica naturalmente in maZZarino 1959.6 Questa ricostruzione, condivisa da diversi autori classici (ma non solo), era oggettivamen-

te un po’esasperata in ragione degli intenti demagogici degli stessi, cfr. infra.7 Come ricordato da Geary 2013, p. 36, lo studioso viennese Wolfgang Lazius (1514-65),

pubblicò nel 1557 una monumentale ricerca per descrivere le origini storiche dei popoli residenti nelle terre degli Asburgo dal titolo De gentium aliquot migrationibus: la traduzione in lingua te-desca del concetto migrationes gentium venne resa letteralmente con il termine Völkerwanderung. Da allora la terminologia è adottata dagli autori di lingua tedesca (ma non solo) per indicare, anche da un punto di vista cronologico, la fase storica delle invasioni barbariche, cfr. anche Goffart 1989, p. 122. Non a caso la copertina originale del famoso lavoro di Walter Goffart (Goffart 1980) sulle «tecniche di insediamento» delle popolazioni barbariche sui territori dell’Impero Romano è tratto proprio dall’opera di Lazius.

8 Sulla predilezione dei popoli di lingua neolatina per la terminologia «invasione» cfr. halsall 2007, pp. 10-11.

7LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

Appare ovvio ribadire che di fatto le informazioni storiche di cui disponiamo sulle popolazioni barbariche e sul loro mondo ci giungono dagli stessi autori classici che con gli stranieri non erano certamente gentili9: sappiamo che i Greci utilizza-vano in senso dispregiativo l’appellativo barbaro per indicare quanti parlassero un linguaggio a loro incomprensibile e dal suono sgradevole10. In seguito, il termine divenne sinonimo di «straniero» ed oggi la storiografia utilizza il termine “barbaro”, spogliandolo di qualsivoglia connotato negativo, per indicare convenzionalmente un non-romano (in senso politico e civico, cioè privo della civitas) residente al di là dei confini imperiali11.

Oggi l’avanzamento degli studi rivaluta fortemente il periodo altomedievale e questa revisione – come si vedrà in seguito – è stata promossa da studiosi che pro-pongono interpretazioni storiografiche ricostruttive non sempre concordi.

Un forte impulso alla ricerca venne dagli studiosi tedeschi del XIX secolo che investirono consistenti risorse economiche e umane per indagare molte fonti origi-nali12: in realtà vi era di fondo l’interesse storico-politico ad individuare le origini dei popoli e delle nazioni europee contemporanee. Si pose così l’accento su alcuni acca-dimenti storici che avrebbero contribuito al formarsi degli Stati: oggi ci è chiaro che in realtà certa storiografia non cercò di raccontare gli eventi per comprenderli e spie-garli ma cercò piuttosto in quegli eventi le fondamentali ragioni ideologiche per giu-stificare la nascita delle nazioni contemporanee stravolgendo in alcuni casi la lettura di quanto accadde13. In particolare, si accolse la percezione che dei barbari-Germani emergeva dalla storiografia classica: si trattava di popoli dai tratti selvaggi costituiti da omoni dalle barbe ispide, dediti alla guerra e vestiti di pelli14. Da quest’immagi-ne dei Germani primitivi, per nulla confortante, gli autori tedeschi trassero invece caratteri positivi: ne evidenziarono la spontanea genuinità e promossero l’idea che tutto sommato si trattava di uomini puri, vicini ad un modo di vivere in armonia con

9 Non è certo il caso di elencare qui le fonti romane che trattarono dei Barbari e dei Germani, a partire da Cesare (De Bello Gallico, VI, 21-24), naturalmente la fonte primaria è il De origine et situ Germanorum di Tacito. Sul tema della rappresentazione dei barbari da parte dei Romani v. Geary 2002 (trad. it. Geary 2009).

10 Laderivazioneèdallaparolagrecaβàρβaρoςconcuisiindicavachinonparlavagrecoeil cui linguaggio era, piuttosto, simile a un balbettio. Al riguardo v. vismara 2002, I, cc. 1434-6; cfr. du canGe Glossarium, I, c. 570c.

11 Sintesi efficace in Gillet 2004, si vedano anche edWard 2009, Borri 2010 e BattaGlia 2013.

12 Ad esempio, dal punto di vista giuridico, si promosse l’edizione della poderosa serie dei Monumenta Germaniae Historica.

13 È l’idea principale del lavoro di Geary 2002 (trad. it. Geary 2009) intitolato significativa-mente The Myth of the Nations. Si veda anche il capitolo introduttivo di GasParri 1997, pp. 11-21.

14 Sull’aspetto dei barbari di fronte ai romani vedi ora lieBeschuetZ 2012.

8 CAPITOLO I

la natura e si ritennero fieri di discendere da questi uomini non-civili (naturalmente in senso classico) piuttosto che dall’uomo greco-romano dai costumi moralmente corrotti. Gli aspetti virtuosi del mondo barbarico erano quindi insiti nel loro pudore, nella lealtà d’armi, nella loro autentica istintività e tutto questo rappresentava, per gli storiografi tedeschi, il pretesto per vantare una propria ascendenza incontaminata e, va da sé, moralmente superiore ad altri popoli. Per molto tempo, come si vedrà in seguito, almeno fino alla metà del XX secolo, gli studiosi tedeschi cercarono di leggere nel fenomeno storico l’origine identitaria della loro nazione15.

In verità, come già accennato, la descrizione fornita dalle fonti classiche era una ricostruzione piuttosto fantasiosa anche perché tramandava un panorama etnico che era tutt’altro che omogeneo e l’immagine del barbaro che ne derivava era un’astra-zione che non rifletteva propriamente la realtà. Del resto, la varietà culturale riscon-trata anche dalla fonte archeologica dimostra come fosse impossibile, per gli autori storici classici, raccontare un panorama sufficientemente variegato e tutt’altro che inviolato da elementi romani. La purezza incontaminata dei “barbari”, così scevra da elementi greco-romani e vantata dalla storiografia tedesca ottocentesca, era comoda e utilitaristica ma appare oggi assolutamente immotivata poiché già da molti secoli, rispetto al momento delle “migrazioni-invasioni”, si era avviata una contaminazione e “romanizzazione” delle popolazioni barbariche e, anzi, vi fu molto probabilmente un fitto e strategico sistema di relazioni sia politiche che commerciali tra l’Impero e le etnie barbariche. Appare verosimile, ma del resto è anche documentato, che vi fos-sero dei rapporti diplomatici tra romani ed élite barbariche che controllavano intere tribù: mantenere buone relazioni era motivo d’interesse e convenienza da entrambe le parti. I romani, dal canto loro, cercavano di instaurare rapporti di convivenza pacifica essenzialmente per uno scopo: quello militare. E sin dal III secolo almeno era fortemente sentita, all’interno della compagine militare romana, l’esigenza di arruolare guerrieri barbari sia nelle legioni ordinarie che nelle forze ausiliarie. Per i barbari, invece, l’aver militato nell’esercito romano sarebbe stato visto presso le pro-prie tribù come un motivo di prestigio da esibire attraverso le armi: questo prestigio molto spesso si tramutava in esercizio di potere all’interno del gruppo originario16. Il meccanismo, che all’inizio fu senz’altro gestito in maniera consapevole da parte

15 Nel primo Ottocento i barbari Germani incarnavano i valori culturali comuni, nel primo Novecento i nazionalisti ne evidenziarono i caratteri antimoderni e militaristici, infine i nazisti li misero in relazione con l’idea di razza pura, incorrotta, cfr. Pohl 1998, p. 65-66.

16 Cary e Scullard smentendo l’ipotesi che la scomparsa della ‘razza romana’ sia stata pro-vocata dal processo di barbarizzazione dell’esercito determinante a rompere gli equilibri interni al sistema, hanno sostenuto piuttosto che l’ingresso di elementi barbari nelle classi militari non avrebbe provocato un calo di cives romani adatti al mestiere delle armi «ma solamente una mag-giore disaffezione dei non barbari per le condizioni di vita militare», v. cary-scullard 1981, p. 324.

9LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

dell’Impero, provocò però disparità sociali all’interno delle società barbariche: sem-pre più guerrieri investirono nella carriera militare svolta presso l’esercito romano per ricavarne promozione sociale. Vi era quindi al momento delle “invasioni/migra-zioni” barbariche una contaminazione tra elemento romano e barbarico (ovviamente il primo influenzava maggiormente il secondo) che era avviata già da molti secoli e che probabilmente era del tutto evidente ai contemporanei17.

Sembra così da sfatare l’idea che l’influenza di costumi tra romani e barbari fosse limitata al limes (quello reale, geografico, e non quello immaginario raccontato dai romani) e che man mano che ci si addentrasse nelle terre barbariche l’influenza ro-mana fosse meno sentita: il modello culturale romano, le mode, l’armamento erano profondamente penetrati nel Barbaricum proprio attraverso il veicolo di diverse élite tribali che col mondo romano intessevano stabilmente relazioni. Non pare da sotto-valutare anche quanto verificato dalle evidenze archeologiche nell’area dell’Europa nordorientale rispetto ai commerci: un flusso di beni d’ornamento personale, d’armi e di arredo raggiungeva la Germania certamente dai primi secoli dell’età imperiale18.

Per quanto riguarda gli ambiti di interesse della presente ricerca ricordiamo che i contatti tra Impero e Barbaricum sono stati indagati anche sulla scorta delle con-sistenti presenze monetali nel centro-nord Europa che potrebbero costituire un’atte-stazione di scambi commerciali: com’è ben noto dalla letteratura numismatica non pare appropriato però riconoscere allo strumento monetario rinvenuto nel mondo barbarico lo stesso ruolo economico che vigeva all’interno dei territori imperiali perché queste società sarebbero state prive del concetto moderno di «profitto» men-tre erano invece soggette a regole antropologicamente valide quali prestigio sociale, onore, tradizione19. In generale la moneta romana sarebbe stata quindi in uso presso i Barbari con svariate funzioni dipendenti dal periodo e dalle tradizioni locali, come simboli di status sociale o come dono o con funzione onorifica o funeraria all’inter-no di un sistema politico o religioso o tribale20. I tesori monetali recuperati indicano

17 Non si trattò comunque di una romanizzazione omogenea, quanto piuttosto di un processo diversificato in base alle aree regionali, come appare evidente soprattutto nell’ambito delle cono-scenze tecniche e artigianali, cfr. la salvia 2011, p. 70.

18 Al proposito v. ad es. eGGers 1951, hedeaGer 1978, callu 1992, Wells 1992, Rome 2013. Molti sono oggi gli studi storici ed archeologici che indagano l’argomento soprattutto per quanto riguarda l’area centro settentrionale dell’Europa. Si veda ad esempio croitoru 2014, Hrnčiarik- kuzmová 2016.

19 In realtà il pagamento dei tributi era spesso un regolare versamento (piuttosto copioso) per mantenere buoni rapporti con i barbari, ma sotto forma ufficiale di stipendi, elargizioni a foede-rati: molto probabilmente si evitava così di ammettere la debolezza militare romana di fronte a questi popoli; cfr. Börm 2008, pp. 330-1. In che forma avvenissero queste transazioni, se preva-lentemente in moneta aurea, barre di metallo prezioso, o altro ci è oscuro.

20 V. per tutti già BernareGGi 1970 e ora Bursche 2008, Bursche 2008a. Resta presente la possibilità che in molti casi le monete rappresentassero una risorsa destinata alla fusione. È sta-

10 CAPITOLO I

che il numerario romano argenteo, almeno per i primi due secoli imperiali, assunse certo il ruolo di sussidio, di donativa versati al fine di mantenere la sicurezza delle frontiere e si osserva invece, successivamente al periodo dei Severi, un brusco ridi-mensionamento dei tesori argentei con una maggior presenza di moneta aurea21, però le testimonianze archeologiche (ed epigrafiche22) indicherebbero un ruolo attivo del-la moneta come strumento di scambio, almeno a livello locale e con funzioni ben circoscritte23. Certamente è possibile che avvenissero transazioni sia in moneta che in metallo a peso, o in beni naturali, ma sempre e comunque il processo era regola-mentato all’interno di un quadro di scambi imposto dall’Impero e di certo contenuto ad ambiti probabilmente tribali. Resta salvo il fatto che la moneta, fuori dal territorio romano, non subisse alcuna sopravvalutazione24.

Rilevando questi contatti e constatando come sia piuttosto difficile individuare sempre una netta divisione tra elemento romano ed elemento barbarico, risulta fati-coso anche determinare quando e come sia veramente venuta a mancare in maniera netta la supremazia romana nelle varie zone del Barbaricum, per cui – secondo gli studi attuali – è bene proporre analisi organizzate su scala regionale25.

Alcuni dei problemi accennati si riflettono nella storiografia, per cui si sono af-fermate nuove metodologie di indagine e periodizzazione contraddistinte e influen-zate però anche dalla tradizione degli studi nazionali e dalle tematiche di ricerca26: ne consegue che gli studiosi dei vari paesi adottano a volte scansioni cronologiche differenti. Così in Italia l’età medievale inizia tradizionalmente con la deposizione

to recentemente avviato, sotto la direzione di Alexander Bursche e David Wigg-Wolf il progetto IMAGMA (Imagines Maiestatis. Barbarian Coins, Elite Identities and the Birth of Europe) che studia le monete barbariche d’imitazione degli originali romani come motivi di rappresentazione del proprio status da parte delle società indigene del Barbaricum. Lo scopo è comprenderne la fun-zione d’uso (da mezzo economico a simbolo di status) attraverso analisi fisiche e tipologiche per fornire nuovi elementi alla discussione sulla transizione dal mondo romano a quello altomedievale.

21 Sui tesori di moneta argentea v. soprattutto lucchelli 1998 e lucchelli 1998a.22 Ad es. è nota la stele funeraria della II metà del I sec. d.C. del negotiator Quintus Atilius

Primus dalla Slovacchia (v. KolniK 1978, mosser 2003, p. 171, nr. 13, tav. 4/13; documentazione on line presso il sito di F. und O. Harl, Ubi Erat Lupa, http://lupa.at/3865): la salvia 2011, p. 71 ricorda un’interessante attestazione di una transazione commerciale in Frisia, databile tra 29 e 116 d.C., tra un acquirente romano ed un venditore Germanico per un bue che implicò il passaggio di nummis CXV, ma la lettura secondo altri autori è differente (cfr. BoWman – tomlin – WorP 2009).

23 Cfr. hedeaGer 1988; hunter 2007, pp. 218-219, 221.24 Cfr. van heesch 2008 che ricorda, qualora si attribuisse presso i Barbari un eventuale

valore monetario, il non irrilevante problema di interrogarsi sulla sua possibile sopravvalutazione (spec. pp. 53-54).

25 In questo senso risulta oggi molto difficile proporre quadri d’analisi complessivi che ap-paiano soddisfacenti. Rispetto a quanto prospettato ottimisticamente in passato, sono sempre più frequenti gli studi (anche archeologici) circoscritti.

26 Vedi infra, nota 30.

11LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

di Romulo Augusto (476 d.C.) e si conclude con la scoperta dell’America (1492), e – come già detto – l’intero periodo si ripartisce principalmente in “altomedioevo” (secc. V-X) e “bassomedioevo” (secc. X-XV)27. Questi stessi periodi sono stati adot-tati dagli studiosi di lingua inglese rispettivamente come Early e High Middle Ages, mentre in lingua tedesca si utilizza Früh- e Hochmittelalter: in entrambi i casi la traduzione letterale è alto medioevo e medioevo centrale28.

Come già detto nel mondo anglosassone si utilizza anche la formula Dark Ages per indicare i secoli altomedioevali29 e nel centro-nord dell’Europa si adotta anche una suddivisione cronologica basata sulle evidenze archeologiche30. Negli anni ’70 del secolo scorso è stato proposto, e presto accolto sia presso il mondo accademico che nella manualistica31, un nuovo criterio di periodizzazione che, di fatto, rappre-senta una sorta di rivoluzione cronologica rispetto alle scansioni temporali usuali. È stato lo studioso anglosassone Peter Brown a considerare una nuova scansione temporale negli studi sottolineando come siano stati alcuni elementi culturali e reli-giosi a trasformare la realtà romana imperiale e a sopravvivere a lungo alla sua fine: questo periodo di transizione, dal IV secolo fino al VI, è definito “tarda antichità”32. In realtà lo studioso raccolse l’esigenza, da lungo tempo sentita, di riconsiderare la periodizzazione degli ultimi secoli dell’Impero alla luce di alcuni fattori oggettivi che erano certo culturali e sociali, ma anche religiosi, in particolare il nuovo ruolo da riconoscere al Cristianesimo a partire dall’epoca costantiniana. Queste analisi, per l’arco cronologico considerato, hanno determinato una nuova parentesi storica che sarebbe risultata interrotta dalla scansione cronologica tradizionale33.

27 La recente manualistica propone l’inserimento, tra alto e basso medioevo, del pieno me-dioevo, comprendente cioè i secoli XI-XIII.

28 Su queste terminologie si veda comunque deloGu 1994, pp. 70-1.29 Per l’analisi e l’origine di questa definizione v. nelson 2007. 30 Il periodo precendente alla nascita di Cristo è suddiviso in Early preRoman Iron Age (acro-

nimo ERIA che va circa dal 500 al 300) e PreRoman Iron Age (acronimo PRIA che copre il pe-riodo dal 300 al 1 a.C.). Il millennio successivo alla nascita di Cristo si divide in Roman Iron Age (RIA, dall’ 1 al 200 d.C.) e Late Roman Iron Age (LRIA, dal 200 al 600 d.C.). Quest’ultimo pe-riodo è detto anche Early Germanic Iron Age ed il VII secolo d.C. viene chiamato Late Germanic Iron Age.

31 Vedi ad es. cameron 2002; Cambridge 2001 considera la tarda antichità dal 425 al 600 d.C. 32 La definizione trova radice in «spätrömisch», parola utilizzata nelle opere di autori te-

deschi di fine Ottocento e inizi Novecento con particolare riferimento però non a studi storici ma culturali ed artistici; cfr. BurcKhardt 1898, pp. 275-6; rieGl 1901, p. V. L’opera di riferi-mento a cui guardare è BroWn 1971 (trad. it. BroWn 1974), commenti dell’autore sull’opera in BroWn 1997. Per una discussione critica v. murray 1983, Guide 1999, marcone 2008 (cfr. anche marcone 2004), Ward-PerKins 2008, pp. 205-23.

33 La lettura di Brown ha fortemente condizionato le ricerche storiche successive, fino a sollevare osservazioni provocatorie (alcuni storici hanno parlato di “esplosione” o “elefantiasi”

12 CAPITOLO I

È ovvio quindi che si verifichi la sovrapposizione tra la prima parte del Medioevo (“altomedioevo” secondo la scansione tradizionale italiana) e l’età tardoantica, ma è altrettanto ovvio che ogni indagine scientifica possa o debba occuparsi di un periodo o dell’altro a seconda degli interessi disciplinari34.

L’individuazione della tarda antichità come periodo storico da esaminare postula di fatto una continuità nell’esistenza delle strutture imperiali romane e sposta avanti nel tempo, rispetto al V secolo, la conclusione del mondo antico35. Inevitabile, nella discussione, non ricordare che già lo storico belga Henry Pirenne, negli anni ’20 del XX secolo, sostenne che le invasioni barbariche condizionarono certamente il pano-rama politico dell’Europa altomedievale in Occidente e, insediandosi, adottarono le strutture dell’Impero Romano ma tutto sommato non ne stravolsero gli ordinamenti economici e sociali; tali popolazioni, prolungarono anzi quel periodo storico defi-nito “antichità” fino almeno all’VIII secolo dopo Cristo. Furono piuttosto, secondo la famosa “These de Pirenne”, i conquistatori islamici a spezzare l’equilibrio com-merciale ed economico europeo che fondava le sue radici nel mondo classico, tanto da isolare l’Occidente latino-cattolico dall’Impero Bizantino che continuò invece a sopravvivere e a mantenere le sue strutture politico-economiche; l’avvento dei mu-sulmani avrebbe definitivamente distrutto la solida economia centralizzata romana che era riuscita a sopravvivere dopo il crollo del sistema romano grazie a scambi commerciali anche a lungo raggio: essa venne ora interrotta per lasciar posto ad una generalizzata economia di sussistenza in tutto il nuovo Sacro Romano Impero. Secondo Pirenne un nuovo periodo storico sarebbe perciò individuabile di fatto solo con l’avvento dei Carolingi e quindi la ripresa di un’economia di scambio di portata sovrannazionale sarebbe stata messa a punto solamente a partire dal XI secolo36. Quest’interpretazione storica è considerata superata37, ma l’importanza indiscussa

di tardoantico, si veda le riflessioni di Giardina 1999, lieBeschuetZ 2001, foWden 2002, cracco ruGGini 2004 e ancora Giardina 2004), ma senza dubbio ha spinto gli storici a riconsiderare pro-fondamente il periodo tra IV e VI secolo.

34 Giardina 1999, p. 169; chiaradonna 2013, p. 6, nota 16. Non è forse inopportuno sottoli-neare anche il fatto che ogni autore comprenda parentesi temporali differenti a seconda del filone di ricerca che esamina, ad esempio l’analisi socioeconomica proposta da WicKham 2005 (ed. it. WicKham 2009) considera per l’altomedioevo i secc. V-VIII.

35 In un simile quadro non passa certo inosservato il fatto che già in passato Henry Pirenne propose una ricostruzione molto discussa: l’effettiva fine del mondo antico non sarebbe da impu-tarsi alle invasioni barbariche quanto piuttosto all’espansione dei popoli arabi nel Mediterraneo avvenute qualche secolo dopo.

36 Cfr. Pirenne 2005b; loPeZ 1953-1955; loPeZ 1959, pp. 70-1, 74 e nota 5; Pirenne 2005a, soprattutto pp. 5-40. Una rivisitazione in chiave critica di questi lavori, basata però anche su re-centi acquisizioni archeologiche in hodGes – Whitehouse 1983 e Whitehouse 1989.

37 Gli storici hanno distinto tra accettazione della tesi di Pirenne e riconoscimento/ammis-sione della sua importanza nell’alimentare il confronto scientifico, cfr. Barnish 1989; Grierson

13LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

del lavoro di Pirenne sta oggi «nell’invito alla ricerca di nessi significativi ed espli-cativi fra l’analisi di quei due problemi [i.e. transizione fra antichità e medioevo e caratteri di continuità o cesura] e la ricerca dei mutamenti nelle relazioni tra produ-zione, moneta e scambio in età tardoantica e medievale»38.

Allo stato delle ricerche attuali il periodo tardo-antico e quello altomedievale vengono spesso discussi insieme perché secondo molta parte della storiografia non si rileva vi sia stata una netta cesura: spesso si parla di un periodo tardoantico che si prolunga ben oltre il V secolo evidenziandone gli aspetti di continuità. Così per di-versi autori non vi fu crollo del mondo romano ma piuttosto una decadenza progres-siva e inesorabile della grande struttura romana che portò a una fase di trasformazio-ne secolare che si concluse solo nel pieno Medioevo. Si tratta del filone storiografico che convenzionalmente si definisce “continuista” e che nega la rottura col passato per evidenziare invece gli elementi di persistenza del mondo romano mantenuti nei secoli a seguire39. Vi sono invece altri autori che, di contro, difendono fermamente l’idea che il periodo delle “migrazioni-invasioni” sia da considerarsi solo l’ennesi-mo ma decisivo elemento di rottura dell’equilibrio dello Stato romano e che in un preciso momento storico (il V secolo d.C.) vennero a mancare alcuni presupposti fondamentali (non necessariamente solo politici) tali da determinare una cesura netta e insanabile col passato.

Tra gli storici che osservano nel mondo medievale elementi di discontinuità con quello romano e quindi parlano esplicitamente di “rottura”, “crisi”, “caduta” ricor-diamo soprattutto Brian Ward-Perkins e Peter Heather40 mentre tra i “continuisti” i nomi degli esponenti principali sono quelli di Jean Durliat, Walter Goffart, in parte Chris Wickham41, insieme naturalmente a Peter Brown.

Tra i contributi che sostengono la discontinuità col passato naturalmente è stato importante quello di Bryan Ward-Perkins che ha focalizzato l’attenzione in partico-lare sulla rottura dell’equilibrio economico imperiale causata dalle invasioni barba-riche: l’Impero si era retto in piedi fino al V secolo grazie alla sofisticata rete fiscale che si fondava essenzialmente sull’apporto economico provvisto dalle esazioni che sostenevano burocrazia ed esercito. Dal momento in cui gli invasori barbari erano

1954, p. 69. Tra i molti contributi che confutano le idee di Pirenne, oltre alle opere citate supra alla nota precedente ricordiamo Pryor 1988; Whitehouse 1989; hodGes 1989, pp. 31-36; verhulst 2002, pp. 97-113.

38 Petralia 1995, p. 41.39 Vale la pena però sottolineare che anche fra gli storici “continuisti” non c’è totale unani-

mità di vedute.40 Ward-PerKins 2005 (trad. it. Ward-PerKins 2008), heather 2005 (trad. it. heather 2008),

heather 2010.41 I lavori principali cui riferire sono durliat 1988, durliat 1990; Goffart 1980, Goffart

2006, Goffart 2013; WicKham 1984, WicKham 2005 (trad. it. WicKham 2009).

14 CAPITOLO I

penetrati nei territori imperiali, però, alla macchina statale erano venuti a mancare consistenti introiti e dai territori conquistati non era più possibile ottenere il con-tributo precedentemente riscosso42. Ward-Perkins, nella sua approfondita disanima, sottolinea la complessità delle relazioni fiscali, economiche ma anche sociali all’in-terno dell’Impero ed il grado di comfort riconoscibile alla popolazione del tardo impero sulla scorta dei dati archeologici: tutti questi fattori vennero a mancare uno dopo l’altro in tempi e luoghi differenti43. Con il crollo del sistema fiscale dopo quel-lo politico, quindi, si deteriorarono anche le altre strutture politico-amministrative: l’insediamento dei nuovi popoli, secondo Ward-Perkins, provocò una rottura ben più profonda nell’intero sistema perché si interruppero quelle relazioni fra le va-rie economie regionali su cui basava l’Impero e che erano articolate tra prodotti di alta specializzazione e coltura estensiva mirata all’esportazione44. Di conseguenza si sarebbe ritornati a sistemi economici fondati su una produzione essenzialmente volta all’autoconsumo su scala locale o regionale45. Ne sarebbe conseguito anche un drastico impoverimento culturale e in questo senso, facendo fede al titolo del suo lavoro, Ward-Perkins ha parlato di “fine di una civiltà”. Di contro Heather ha sottoli-neato le cause esogene alla caduta dell’Impero che pagò la sua complessa situazione politica ma soprattutto militare nella stretta della violenza dei barbari Germani: la grande struttura romana fu costretta a cedere progressivamente su fronti diversi. I soldati romani non si arresero se non per esaurimento delle forze: non ci fu lento de-clino dell’Impero, ma una vera e propria caduta soprattutto militare46. Sarebbe stata la rinnovata capacità di coordinamento tra le gentes barbariche, il loro progredire rispetto al passato, la loro dinamicità etnica, a consentir loro di fiaccare la consueta resistenza romana47: Heather attribuisce in questo senso molta importanza al ruolo degli Unni e alle invasioni tra fine IV e inizi V secolo48. I pressanti e continui attacchi

42 Ward-PerKins 2005, pp. 41-42.43 id., spec. alle pp. 123-124, 128-132, 136-137.44 Per sostenere la sua tesi lo studioso fa ampio uso di informazioni archeologiche che os-

servano il brusco cambiamento nella presenza di alcune tipologie di beni come ad esempio le ceramiche (id., pp. 88-92 e App. alle pp. 184-187), e strumenti monetari (id., pp. 110-117).

45 id., in part. pp. 117-20.46 In questo senso, rispetto all’opinione di Gibbon, secondo cui fu il Cristianesimo a minare

le basi dell’Impero, Heather ne sostiene invece l’importante ruolo rafforzativo nelle capacità di organizzazione dei suoi seguaci, cfr. heather 2005, pp. 441-443.

47 Si veda heather 2005, p. 95 e già heather 1998, alle pp. 100-102. 48 heather 2005, pp. 87-88 sostiene che sia apparso evidente, attorno al III-IV secolo d.C.,

quanto l’influenza romana abbia condizionato il Barbaricum in molte componenti sia politiche, che sociali, che prettamente tecniche: si assistè allo sviluppo agricolo delle colture, alla riorganiz-zazione politica delle etnie, allo sviluppo tecnico nella realizzazione ed uso di manufatti che un tempo erano bronzei ed ora diventano ornati d’argento.

15LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

barbarici alla fine indebolirono economicamente l’Impero che perdendo territori e forze alla fine collassò49. In più le aristocrazie romane delle province invase si ritro-varono prive della protezione militare e del controllo amministrativo imperiale, per cui in molti casi si sottraevano dal versare i tributi dovuti50.

Gli storici che sostengono invece la sostanziale continuità e quindi trasforma-zione del mondo romano in quello medievale basano le loro osservazioni su diversi aspetti che ritengono fondanti e caratterizzanti la struttura imperiale: anche in questo caso la maggior parte degli autori identifica nel sistema fiscale romano il principale elemento su cui si reggevano l’unità e la coesione dell’Impero. Se, in effetti, c’era eterogeneità da un punto di vista etnico e militare, l’elemento imprescindibile e ca-ratterizzante dovette essere il sistema di esazione fiscale. Jean Durliat ha sostenuto che il sistema fiscale romano sia giunto indenne fino alla dinastia carolingia e, quin-di, se su quel sistema si reggeva l’intero Impero di fatto non ci fu rottura51.

Gli studi di Walter Goffart, per avvalorare la tesi della continuità, si sono con-centrati invece sulle tecniche di insediamento dei barbari: sarebbe stato più con-veniente per i Romani accettare i barbari piuttosto che combatterli per cui se li si stanziava all’interno dei confini dell’Impero alla fine sarebbero stati i barbari stes-si a costituire la frontiera difensiva52. Così, secondo, quest’autore, l’insediamento alla fine fu necessariamente pacifico, ed anzi concordato, poiché ai barbari veniva-no concesse le rendite dei terreni53. La posizione di Chris Wickham riguardo alla trasformazione sembra intermedia tra “continuisti” e quanti sostengono la rottura col passato poiché, ammettendo il disfacimento delle strutture economiche romane con l’avvento dei Barbari54, sostiene comunque che vi fu una sopravvivenza delle economie locali e quindi non vi fu un decadimento della civiltà ma fu la solidità fiscale dell’Impero a consentirgli di sopravvivere55. Con la caduta del sistema fi-scale le aristocrazie provinciali smisero di raccogliere le risorse economiche e si adattarono alla rinnovata situazione che sostituì probabilmente quella precedente, basata sul possedimento terriero56. Si trattò, secondo Wickham, di un cambiamento strettamente connesso con la struttura politico-sociale dei nuovi Regni: la ragion

49 heather 2005, p. 445. La visione di Heather, rispetto a Ward-Perkins, è meno catastrofica, cfr. Tedesco 2006, pp. 121-122.

50 Cfr. ad es. heather 2005, p. 447; cfr. anche Ward-PerKins 2005, p. 56.51 durliat 1990.52 Vedi infra al paragrafo I.5.53 Goffart è il caposcuola di una corrente storiografica che mira a svalutare la “germanicità”

dei barbari che talvolta emerge in certi scritti di autori tedeschi, cfr. Goffart 2002.54 I testi fondamentali di questo autore sull’argomento sono WicKham 1984 e WicKham 2005. 55 WicKham 2005, p. 72.56 id., p. 60; già WicKham 1994, p. 29.

16 CAPITOLO I

d’essere stessa degli eserciti “Germani” non era quella di ottenere una retribuzione (qualunque essa fosse, in moneta o in naturalia) quanto quella di onorare la tribù con il proprio servizio militare.

In generale lo studioso, giudicando che sia oggettivo ammettere approcci diversi alla problematica in esame, valuta che in passato vi sia stata qualche incompren-sione del tema, a causa dei tentativi di spiegare il fenomeno appoggiandosi ad una sola causalità. Questo appare riduttivo e semplicistico, poiché ogni singolo aspetto del mondo antico (religione, religiosità, letteratura, problematica schiavistica, lati-fondismo, contrasti tra poteri politici…) ha una sua propria evoluzione che merita adeguata attenzione57. Giudicando che spesso le analisi storico-economiche dell’età altomedievale siano basate su una ricostruzione sbagliata del sistema economico ro-mano (spesso differiscono tra loro anche sul quando il sistema di produzione schia-vistico sia stato rimpiazzato dal feudalesimo) Wickham si è riproposto di tracciare le linee fondamentali della struttura economica dell’Impero Romano Occidentale per proporre la sua lettura del problema; richiama perciò la definizione di Bloch secon-do cui nel mondo tardo-antico esistettero due modelli economici di produzione58: il sistema antico, essenzialmente basato sulla schiavitù, ed il sistema feudale, basato sulla servitù. Bloch, osservando la crescita ingente di schiavi durante le guerre di V e VI secolo, spiegò che tali schiavi non vennero impiegati come di tradizione nelle piantagioni con questa posizione, ma vennero trasformati in affittuari: la servitù del-la gleba nacque quando l’agricoltura romana collassò e gli affittuari si trasformarono in servi59. La ricostruzione di Bloch, giudicata sostanzialmente corretta da Wickham, dovrebbe esser perfezionata perché alcune fasi di transizione storica sembrerebbe-ro eccessivamente semplici e lineari60. In effetti, il sistema economico romano era

57 WicKham 1984, pp. 3-4. Lo studioso confuta dapprima le tesi di studiosi di formazione marxista (per cui afferma: «a great number of Marxist analyses are vitiated because they have got these descriptions wrong») che, solitamente attenti a sottolineare strutture e contraddizioni sociali, hanno spesso proposto argomentazioni a suo avviso deboli: i lavori criticati riguardano ForaboscHi 1976, che ha focalizzato la sua riflessione sulle ripercussioni che la crisi spiritua-le e l’avvento del Cristianesimo ebbero sull’economia, e anderson 1974, pp. 76-103, che si è soffermato sui cambiamenti economici dal III al VI secolo dopo Cristo. Wickham trova carente anche l’analisi di Engels (vedi ora engels 1968) che descrive il passaggio dal sistema economico tardoromano a quello altomedievale/feudale come la sostituzione di fattori caratteristici di Roma Imperiale (come ad esempio l’economia di stampo schiavistico, la “tirannia” e il rigido controllo statale…) da parte di un’economia più vitale.

58 WicKham 2005, pp. 57-62 e passim.59 Bloch 1975.60 Lo stesso Moses Finley, che segue di base la ricostruzione di Bloch, afferma di ritenersi

egli stesso incapace di definire degli stadi precisi di passaggio per la transazione dalla tarda anti-chità all’altomedioevo. finley 1984, p. 149.

17LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

passato da un modello “di non sfruttamento”61 che si articolava in città che si au-togestivano rifornendosi dal contado, a un modello economico basato invece sullo “sfruttamento”: la vita della città non si basava più sul ricavo derivante dalla terra, ma poggiava su una rete di consistenti tassazioni applicate ai centri che costituiva-no il tessuto del suo dominio62. Quando l’enorme ricchezza territoriale dello Stato finì in mano alle familiae senatorie che si procuravano un affitto fornito da locatari si passò infine al modello feudale63. Quello che sopravvisse, rispetto alle strutture sociali-economiche preesistenti, fu solamente il legame fra città e campagna che le classi aristocratiche mantenevano abitando in città ma traendo la propria agiatezza dalle tasse riscosse nei possedimenti in campagna64. Una testimonianza della soprav-vivenza di questo legame potrebbe esser riconosciuto in un episodio dell’età gotica tramandatoci da Cassiodoro65: nel 527 il Re Atalarico criticò i possessores di una città italiana (non precisamente identificabile) perché avevano operato una manovra speculativa vergognosa avendo acquistato a prezzo bassissimo dai piccoli coltivatori tutto il grano disponibile; successivamente, invece di immettere il grano acquistato sul mercato, lo avevano preservato in attesa dell’inevitabile carestia conseguente alla penuria di grano in circolazione per rivenderlo quindi ad un prezzo esoso. Sembra evidente che lo scopo dei maggiorenti cittadini non fosse solamente quello di ar-ricchirsi, ma chiaramente quello di ottenere le terre dei piccoli possessores costrin-gendoli ad indebitarsi per sopravvivere. Il Re goto impose invece agli speculatori di vendere il grano ad un prezzo equo66. Per quanto deprecabile, l’operazione in oggetto era purtroppo nota ed ampiamente praticata e non sarebbe stato questo l’ultimo cat-tivo esempio nell’altomedioevo67.

Il filone continuista è stato fortemente sostenuto anche dalla European Science Foundation che dai primi anni 90 del XX secolo ha finanziato una serie di incontri

61 L’esempio che l’Autore porta concerne il periodo repubblicano, cfr. WicKham 1984, p. 6: «The ancient mode in the mythical early Roman republic, for example, was non-exploitative».

62 Il momento di passaggio tra i due modelli è certamente da riconoscere nella fase di espan-sione della Repubblica Romana, con inizio almeno nel II secolo a.C.

63 La critica dell’interpretazione ideologica che danno gli studiosi di scuola marxista dei fenomeni storici porta Wickham a ricordare che i modelli economici sono costrutti ideali, di cui è più utile capire l’applicazione che la definizione; cfr. WicKham 1985, passim.

64 taGliaferri 1970, pp. 119-20; WicKham 1988, p. 144. A questo proposito, Barnish ha co-munque precisato che vi dovesse essere una differenza tra le famiglie senatorie del nord Italia (che con ogni probabilità mantenevano stretti legami con Gallia e Dalmatia), quelle di ambito romano e quelle meridionali, cfr. Barnish 1988, spec. pp. 134-8.

65 Cassiodoro, Variae, 9, 5; cfr. Giardina 1983.66 Tuttavia, liebescHueTz 1996 ricorda che in periodo goto appare solo come interesse di

secondaria importanza quello di tutelare la città e la popolazione.67 BroWn 1984, p. 114. Per un esempio, cfr. Guillou 1969, spec. alle pp. 179-86.

18 CAPITOLO I

di studio per il progetto internazionale The Transformation of The Roman World. Ne sono derivate ricerche e pubblicazioni sui vari aspetti della transizione, considerati soprattutto dalla prospettiva antropologica, sociale e archeologica68.

Da ultimo è maturato nel XX secolo un nuovo punto di vista storiografico che è strettamente connesso con quanto fin qui riassunto: esso riguarda i recenti studi sull’etnografia dei popoli tardoantichi ovvero altomedievali che, di fatto, influenza-no profondamente la ricostruzione storica e l’archeologia.

L’argomento fu posto all’attenzione degli studiosi nella II metà del secolo scorso e l’esigenza di approfondire questa materia mosse dai risvolti sociali e politici suc-cessivi alla II Guerra Mondiale in cui il nazionalsocialismo tedesco aveva cercato di dare significato concreto alle idee di unità e identità nazionale al di là di tutte le storicizzazioni: si vollero perciò indagare ancor meglio i fondamenti scientifici del concetto di popolo. Ovviamente la ricerca occupò soprattutto storiografi di lingua tedesca che dovettero superare il concetto ottocentesco che un popolo fosse deter-minabile da un punto di vista biologico. L’apporto fondamentale all’indagine venne da Reinhardt Wenskus che intervenne nel dibattito sulle origini etniche dei popoli altomedievali proponendo l’ipotesi che le tribù barbariche fossero state unite non dalla biologia quanto dalla credenza di spartire una comune origine etnica che veniva tramandata dai gruppi che esercitavano il comando. Questo gruppo di individui, che Wenskus definì «nucleo di tradizione» (Die Traditionskerne), sarebbe stato in grado di aggregare sempre più persone facendo leva sul mito della propria origine remota da cui traeva autorità (ma anche le proprie leggi): le etnie barbariche, perciò, si ri-conoscevano in un’istituzione, un diritto, una religione e si trattava di un elemento assolutamente soggettivo69. L’identità di un popolo era perciò elitaria. Oggi questi concetti sono stati rivisti ed elaborati (ed anche criticati) da studiosi facenti capo all’Università di Vienna, in particolare da Herwig Wolfram e dal suo allievo Walter Pohl70. Quest’ultimo, riconoscendo fondamentale l’intuizione di Wenskus, sostiene certo che le società barbariche non siano state dotate di un’unica identità etnica, ma suggerisce di considerarne anche la dinamicità e le contraddizioni: la trasmissione delle tradizioni sarebbe passata da differenti canali aggregativi non solo interni alle gentes ma venne influenzata anche da stimoli esterni. In questo senso Pohl ha par-lato quindi non di gruppi elitari di comando quanto piuttosto di «identità aperte»,

68 Il progetto esprime il clima politico dell’Unione europea odierna con attenzione al multi-culturalismo e al relativismo sociale. Il prospetto del progetto in Wood 1997. Cfr. le osservazioni di berTo 2016, in part. pp. 23-34. Per una riflessione tra politica romana al confronto con la situa-zione odierna si veda hiGley 2017.

69 Wenskus 1961.70 Il pensiero dei due studiosi sull’argomento in Wolfram 1970, Wolfram 1990, Wolfram

1994; Pohl 1998a, Pohl 2000, Pohl 2002, Pohl 2013.

19LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

le uniche che a suo dire avrebbero reso possibile l’integrazione di grandi gruppi tribali71. Da questo punto di vista il confronto col mondo romano appare eviden-te: l’Impero aveva di certo dato poco o nessuno spazio alle identità etniche poiché l’elemento caratterizzante del cittadino era la civitas, la cittadinanza, l’appartenere cioè allo stato romano. Tuttavia, fu proprio dal confronto con il mondo romano che probabilmente si formarono alcune gentes poiché a partire dal limes romano il mon-do romano e quello germanico, come si è già detto, erano da sempre in contatto. La revisione del concetto stesso di etnicità dei popoli barbarici suggerisce così che si trattasse di gruppi tribali “fluidi” in quanto ad accoglienza di elementi esterni e perciò compositi e non uniformi. Ne consegue quindi, per quanto riguarda la lettura archeologica, che queste linee di interpretazione storica influenzino significativa-mente l’interpretazione dei manufatti rinvenuti72. All’inizio del XX secolo, con tutte le implicazioni politiche su citate, si sosteneva una congruenza tra i dati archeologici e i relativi gruppi etnici che li avevano espressi: si trattava naturalmente del “para-digma storico-culturale” che avvalorava anche l’idea dell’immobilismo tipologico nei manufatti delle popolazioni73. Altri studiosi applicarono la stessa metodologia alle sepolture altomedievali fino all’individuazione di precise tipologie di manufatti e all’associazione di queste con le gentes testimoniate dalle fonti74. Ne conseguì che si sostenne una perfetta (o quasi) congruenza tra dato archeologico ed etnia di appartenenza. Nella II metà del Novecento gli esponenti della New Archaeology, di origine anglosassone, sottolinearono invece come la cultura materiale dei popoli an-tichi, di cui non contestavano la coerenza etnica, fosse piuttosto soggetta a variabili molto più complesse, come la società, l’ambiente, l’economia. Si proposero quindi studi che non tenessero conto solo dell’origine etnica di un popolo ma anche di tutti i processi sociali rilevabili: così i materiali raccolti vennero considerati anche come possibili indicatori di un qualche status interno ai gruppi tribali75. L’evoluzione suc-cessiva delle ricerche archeologiche ha posto in luce la necessità di adottare un mag-gior scetticismo nell’interpretazione “meccanica” della cultura materiale come fonte dei comportamenti sociali del passato: si è da allora riflettuto con maggior attenzione in merito alla scelta consapevole di utilizzo dei manufatti a seconda del contesto. Ne

71 Pohl 2000, p. 8. Cfr. anche l’opinione di heather 2005, pp. 95.72 Appare oggi fondamentale valenTi 2016 nel ripercorrere le tappe degli studi sull’archeo-

logia dei barbari Germani.73 Il metodo di ricerca (in inglese culture-history) fu in particolare sviluppato da Gustav

Kossinna (Kossinna 1911) riguardo alle indagini preistoriche secondo i cardini fondamentali di omogeneità della cultura di un popolo, di chiusura verso gli altri popoli e di conservazione delle tradizioni materiali.

74 In particolare, il riferimento è ai lavori di Franz Petri, Hans Zeiss e Joachim Werner.75 Per questo venne definita archeologia processuale.

20 CAPITOLO I

consegue che il paradigma storico-culturale sia oggi da considerarsi definitivamente superato a favore di analisi contestuali che considerino le possibili trasformazioni di significato del bene materiale. Secondo alcuni studiosi perciò, considerata la fluidità delle società barbariche e l’integrazione con il mondo dei romani, non appare più così semplice fornire un’identificazione dei contesti solo in base ai reperti un tempo caratterizzanti una precisa etnia, è invece opportuno definirne il ruolo in base al rango sociale e alla ricchezza. L’analisi, ovviamente, trova particolare applicazione nello studio della cultura materiale delle necropoli76: poiché il rito funebre rappre-senterebbe una fase di passaggio in cui esibire i ruoli sociali davanti alla comunità saremmo di fronte al prodotto di scelte locali che esprimono e manifestano attraverso il rituale le relazioni sociali. Queste relazioni vengono quindi espresse grazie ad una selezione di precisi oggetti, non necessariamente pertinenti alla vita del defunto, ma essenziali per affermare lo status del defunto e del suo gruppo famigliare: la distinzione del gruppo avverrebbe con il solo scopo dell’affermazione del proprio predominio sociale e in ragione di rapporti di forza tra i vari gruppi77. Il nuovo ap-proccio ha certamente incontrato ampio consenso ma anche posizioni più scettiche sul metodo stesso dato che, negando in qualsiasi modo le attribuzioni etniche su base archeologica, rischia di inficiare i risultati delle rigorose indagini compiute in precedenza. Per quanto riguarda il presente studio l’argomento non appare marginale perché, nel rileggere i dati archeologici (soprattutto funerari) e relativizzando il peso dell’etnicità, potrebbero risultare secondari anche aspetti a questa spesso connessi, come quelli religiosi, artistici, culturali, giuridici e soprattutto economici78.

I.2. CRISI ECONOMICA E CRISI MONETARIA DELL’IMPERO

Le ricerche sulla fine della struttura imperiale romana in occidente hanno quindi ve-rificato che le motivazioni del tracollo devono esser state molte, interne ed esterne, dirette ed indirette e comunque non sembra facile indicare una risposta chiara79.

76 Cfr. BarBiera 2012; Giostra 2017, pp. 16-20. 77 La bibliografia su queste letture e riletture antropologiche ed etnoarcheologiche è copiosa;

a livello generale rimandiamo almeno a la rocca 1997; Brather 2004; la rocca 2004a; rossi 2005; hodder 2012; GasParri – la rocca 2012.

78 Come già osservato ad esempio in deloGu 2007; valenti 2009; BroGiolo 2011, spec. p. 94; Giostra 2011; Giostra 2017, pp. 18-20.

79 Non pretendiamo certo di proporre qui una soluzione a questo problema storiografico che da decenni, se non secoli, interessa gli studiosi. Trattiamo l’argomento perché ci appare indi-spensabile a comprendere e discutere in seguito gli sviluppi economici dell’età altomedievale. Si cercherà, per quanto possibile, di delineare un quadro generale della questione, necessariamente sintetizzato, e di ridurre al minimo i rimandi bibliografici. Per una sintesi delle tematiche generali

21LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

Gli studi, anche recentemente, sottolineano come vi sarebbero state, nella lunga storia dell’Impero, varie crisi non sempre risolte in maniera completa e definitiva che avrebbero generato continui strascichi successivi. Di contro, le misure adottate dagli imperatori per arginare i vari problemi risultarono alle volte deleterie ed in alcuni casi accelerarono e peggiorarono situazioni già negative80.

Nelle analisi critiche riguardo ai processi ed alle motivazioni che portarono alla rottura dell’equilibrio generale nell’Impero occidentale si è in particolare sottoli-neato da parte di più autori quanto intimamente fossero connesse tra loro le varie problematiche che riguardavano tutto l’intero sistema (ad esempio l’esercito, il com-mercio, le alleanze politiche, le scelte economico-monetarie)81. Gli studiosi mettono in risalto anche il fatto che sia da ascrivere all’ampiezza territoriale dell’Impero e ai suoi particolarismi la difficoltà di comprendere le cause dei fenomeni storici ed economici ad esso collegati82, perciò indicare cause categoriche di sviluppo o regres-sione rischierebbe alla fine di privilegiare un punto di vista a scapito della visione d’insieme83. Certamente i problemi di gestione appaiono fisiologici per una strut-tura politica così territorialmente ampia e (sia socialmente che economicamente) sfaccettata, ma non riguardarono mai, com’è ragionevole sospettare, un solo ambito dell’organismo imperiale che – anzi – qualora venisse colpito da un problema in un settore, spesso finiva per coinvolgerne molti altri. Come si è accennato poco sopra, dal punto di vista dell’inquadramento storico non è raro rilevare come certi momenti di difficoltà, storicamente ben documentabili, siano stati originati in periodi prece-denti da cause non sempre verificabili ed identificabili. Così la “crisi del III secolo”, ad esempio, venne originata da complicazioni sorte almeno nel secolo precedente84.

Sembra però chiaro che alcuni settori del sistema romano furono determinanti: come abbiamo sottolineato poco sopra, il riferimento è chiaramente all’economia e all’amministrazione finanziaria (intesa in senso complesso). In particolare, le scelte economiche, specificatamente monetarie e di spesa dell’erario, offrono alla ricerca spunti interessanti. Indubbiamente le ripercussioni che le strategie politiche e/o mi-

di seguito elencate si vedano almeno carlà – marcone 2011; corBier 2005, corBier 2005a, GerBerdinG 2005, Geraci – marcone 2004, rostovtZeff 2003, savio 2001, lo cascio 1998, lo cascio 1997, lo cascio 1995, lo cascio 1986, cary – scullard 1981.

80 GerBerdinG 2005, p. 14.81 V. ad es. WicKham 2005, pp. 10-3, 829-30.82 Ward-PerKins 2000, p. 346.83 Cfr. humPhries 2000, passim.84 In cary – scullard 1981, a p. 321 si sottolinea come sia imprescindibile assumere la metà

del III secolo d.C. come punto di partenza per una seria analisi. Da quel momentoOltre storico Roma entrò in un periodo estremamente critico, forse il peggiore dalla II guerra Punica di età re-pubblicana. March Bloch affermò d’altronde che «per comprendere il regime monetario dell’alto Medioevo occorre risalire alla riforma monetaria di Costantino», cfr. Bloch 1981, p. 10.

22 CAPITOLO I

litari ebbero sui settori economici potrebbero fornire elementi utili allo studio per-ché le frequenti guerre contro popoli invasori e le discordie civili interne allo Stato provocarono ineluttabilmente non solamente una legittima crisi di fiducia verso il proprio benessere e la gestione della cosa pubblica da parte di coloro che prima erano mossi dall’iniziativa economica, ma anche un vero e proprio ostacolo agli spostamenti ed al circolare delle merci. In diverse occasioni i luoghi di mercato su-birono gravi limitazioni e in periodi di difficoltà, ad esempio nel III secolo d.C., le principali risorse tributarie vennero acquisite tramite requisizioni straordinarie e già non più attraverso un fondo erariale regolarmente alimentato da contribuzioni fisse85. Gli imperatori del IV secolo d.C. ereditarono un sistema economico che non poteva più contare su alcuni fattori economici che in precedenza erano stati considerati dei capisaldi come l’efficace organizzazione del commercio e il gettito derivante dalle tasse indirette: ne conseguì un peggioramento generale delle condizioni economiche accompagnato da continue e considerevoli fluttuazioni dei prezzi, e per di più da un progressivo deprezzamento della moneta86. L’aristocrazia latifondista godeva indub-biamente di una certa stabilità finanziaria che le derivava direttamente dai fitti sulle terre ed indirettamente dalla vendita dei prodotti agricoli, ma l’enorme ricchezza accumulata dalle familiae senatorie si traduceva comunque non in iniziative com-merciali, ma in un elemento di distinzione di classe che suggeriva di difendere il proprio status di ceto ed i propri interessi87.

L’energico sforzo di Diocleziano (284-305 d.C.) di risanare l’economia si con-cretizzò nell’introduzione di una nuova forma di tassazione che andava a colpire principalmente il reddito agrario88. L’imposta veniva calcolata sul rapporto tra terra coltivabile (iuga) e numero delle persone che vi lavoravano (capita): per le pri-me si ammetteva un versamento in prodotti, per le seconde si esigeva il pagamen-to di quanto dovuto in moneta89. Oltre a queste forme di tassazione, Diocleziano determinò anche le indictiones, ovvero le requisizioni statali regolari e regolate90. Contestualmente l’imperatore operò delle riforme monetarie per tornare ad un si-stema simile a quello approntato da Nerone nel I secolo d.C. e rigidamente control-

85 rostovtZeff 2003, in part. pp. 757, 765 e 772.86 Si veda per tutti le sintesi presentate da KinG 1993, passim e savio 2001, in part. alle

pp. 221-40.87 rostovZeff 2003, pp. 772-5; vera 1996, p. 170; cracco ruGGini 1961, passim; Kula

1970, pp. 27, 29, 42-4; Kula 1972, pp. 216-7. 88 Per le riforme economiche, anche precedenti, v. carrié 1993a. Per tutto il periodo compre-

so tra Diocleziano e Costantino, si rimanda alle sintesi di corBier 2005 e corBier 2005a. 89 L’innovazione agricola dell’imperatore si basò sull’equivalenza tra capita e iugationes: ad

un lavoratore doveva equivalere un’unità territoriale.90 cary – scullard 1981, p. 273.

23LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

lato dallo stato91. Egli emise monete auree ed argentee di ottima qualità intrinseca ma il mercato reagì in maniera imprevista: poiché il valore nominale della moneta divisionale enea era eccessivamente superiore rispetto al valore del suo metallo, la quotazione delle monete auree ed argentee rispetto a questa, lievitò al mercato nero con la conseguenza che le monete di metallo prezioso venivano sottratte al mercato e tesaurizzate.

Inoltre, i mercanti si rifiutavano di accettare il pagamento dei loro prodotti in moneta bronzea al valore stabilito dallo Stato e l’ascesa dei prezzi fu incontrollabi-le. Per cercare di ovviare all’inconveniente Diocleziano emanò un Editto (detto di Afrodisiade) in cui il valore di alcune monete veniva raddoppiato92. Nemmeno que-sto provvedimento dette tuttavia buoni frutti, per cui nel 301 d.C. l’imperatore tentò di bloccare l’ascesa dei prezzi con un Edictum De Pretiis Rerum Venalium, in cui si stabiliva il prezzo massimo a cui potevano essere vendute le merci e si inasprivano le pene per i trasgressori93. La stabilità economica prospettata da Diocleziano non trovò il successo sperato per diverse ragioni, su tutte il fatto che sarebbero occorsi diversi anni di pace e di sviluppo per poter rifondare una gestione economica ordinata94. Per garantire inoltre la sopravvivenza dell’Impero e delle sue strutture burocrati-che e militari, venne adottata la pratica dell’annona: poiché la stabilità della moneta era alquanto aleatoria, venne resa permanente l’esazione delle tasse in natura95. Per quanto destinata purtroppo all’inefficacia, l’importanza innegabile delle riforme dio-clezianee posò essenzialmente sul fatto che lo Stato romano poté contare di nuovo su un’uniformità nella monetazione (per quanto riguarda i nominali) e su una rete efficiente di zecche.

Il successore Costantino (306-37 d.C.) operò invece, anche in ambito economico-finanziario, una scelta epocale: creò nel 310 d.C. una nuova moneta d’oro, il soli-

91 Dal 286 si stabilì che la moneta aurea dovesse essere coniata sul peso di 1/60 di libbra (circa 5,45 g) e forse dal 294 si avviò la coniazione di nominali d’argento e bronzo (l’argenteus era coniato sul peso del denario di 1/96 di libbra, cioè 3,38 g; la nuova moneta bronzea, il nummus, era coniato sul peso triplo dell’argenteus: 1/32 di libbra ovvero 10,3 grammi circa). Sulla riforma monetaria dioclezianea la bibliografia è abbondante, per tutti si vedano RIC, v, vol. i, pp. 204-19; RIC, VI, pp. 93-4; maZZarino 1951; sutherland 1955; sutherland 1961; callu 1976; dePeyrot 1992; harl 1996, spec. pp. 148-57; ermatinGer 1996; monoPoli 1997; savio 2001, pp. 206-22.

92 Tale provvedimento pare riguardasse l’argenteus ma anche nominali bronzei; v. erim – reynolds – craWford 1971, pp. 175-6; Belloni 1993, pp. 266-7; savio 2001, p. 221.

93 PicoZZi 1963; sPerBer 1966; ErmatinGer 1990; cePeda 2005.94 Cfr. quanto detto da rostovtZeff 2003, a p. 758. Burnett 1987, alle pp. 126-7 ha sostenu-

to un ridimensionamento del ruolo di “innovatore” di Diocleziano, secondo l’autore inglese l’Im-peratore cercò sostanzialmente di riordinare il sistema monetario al pari di altri suoi predecessori.

95 micKWitZ 1932; hendy 1972; Jones 1975, p. 154. Secondo alcuni studi il tentativo dello Stato Romano di regolare il mondo degli scambi a tutti i livelli era di fatto uno dei freni alla libera iniziativa commerciale dei privati, cfr. rostovtZeff 2003, spec. pp. 765-6.

24 CAPITOLO I

dus96, su cui fondò il nuovo sistema monetario caratterizzato dal monometallismo aureo97. Gli esemplari argentei, di nuova produzione, erano miliarenses cambiati col solido secondo il rapporto 1/18 e silique che valevano 1/24 del solido. Le monete di bronzo argentato prodotte risultavano già di peso notevolmente inferiore rispetto allo standard dioclezianeo ed erano destinate ancora a svilirsi98. Tale scelta manifestò la chiara volontà imperiale di favorire i possessori e fruitori della moneta aurea, ovvero i ricchi proprietari aristocratici, a discapito naturalmente delle classi sociali intermedie e inferiori che utilizzavano prevalentemente moneta argentea e bronzea. La scelta di promuovere una monetazione basata sull’oro venne dettata da svariate ragioni, ma soprattutto dal fatto che finalmente l’Impero poté contare su un regolare approvvi-gionamento di metallo aureo reso disponibile sia da requisizioni operate ai danni dei rivali militari, sia dalla confisca dei tesori (aurei ed argentei) dei templi pagani, sia da nuove tasse imposte ai ceti abbienti e forzosamente esatte e pretese in moneta d’oro99.

L’iniziativa ebbe conseguenze deleterie e definitivamente devastanti per i fruitori della moneta divisionale enea a cui non si dette più una sopravvalutazione nominale rispetto al metallo100, ma che invece continuò ad essere conteggiata col suo valo-re reale rispetto alla moneta aurea. Ne risultò un inevitabile deprezzamento della moneta bronzea che si trovava in circolazione in esemplari dal peso estremamente variabile e in dimensioni sempre minori; contemporaneamente si generò un ver-tiginoso aumento dei prezzi. Il problema principale era che le monete dei metalli in circolazione, principalmente oro e rame, erano completamente svincolate l’una dall’altra101: all’attenzione riposta dallo Stato Romano alla gestione della moneta au-rea non corrispondeva inoltre la medesima cura verso la moneta bronzea che veniva immessa in circolazione dalla zecca senza che vi fosse un regolare ritiro dal mercato degli esemplari usurati. In realtà è possibile che fosse tollerata anche una forma di pagamento dei tributi in bronzo: Costantino, tra le varie riforme previste, introdusse due forme di tassazione chiamate chrysargyron (detta anche collatio lustralis) e fol-lis senatorius (detta anche collatio glebalis)102. La prima delle due contribuzioni era,

96 La moneta era coniata sul peso di 1/72 di libbra, cioè circa 4,5 grammi. Per la riforma di Costantino si veda per tutti Harl 1996, pp. 158-61; voGler 1998; corBier 2005; corBier 2005a.

97 callu – barrandon 1986; savio 2001, pp. 49 e 227.98 Per i dati pondometrici e di rapporto tra i nominali v. bibliografia citata alla nota precedente.99 cameron 1995, p. 146.100 Cfr. maZZarino 1998, pp. 668-9; de martino 1980, II, p. 387; Jones 1974, p. 226.101 Le monete argentee svolsero un ruolo tutto sommato marginale, probabilmente perché

presenti in forma minore nel mercato.102 Sul tema v. carlà 2009a. È presumibile che esistessero comunque altre forme di tassazio-

ne “dedicate”; cfr. Zosimo, Historia Nova, 2. 38. 1. Cfr. anche durliat 1990, pp. 31-3; vera 1996, p. 222 e note 179-80.

25LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

stando anche all’etimologia del termine stesso, mirata ad ottenere un tributo di 1/5 del guadagno ogni cinque anni (appunto lustralis) da tutti coloro che non vivevano dell’affitto di terre103: essa doveva essere probabilmente versata e riscossa in oro e argento. Sulla seconda, invece, il passo dello storico Zosimo che ci tramanda questa notizia, dice che essa doveva essere pagata “in moneta” (in bronzo?). Era forse que-sta l’unica circostanza in cui lo Stato romano accettava, per i pagamenti delle sue tasse, anche moneta enea104?

Le iniziative monetarie successive105, fino alla caduta del 476 d.C., anche se volte a risollevare le sorti dell’economia, continuarono però nel solco delle riforme co-stantiniane e nonostante i tentativi di renovationes monetae alla fine scontentarono soprattutto le classi detentrici di bronzo che avrebbero preferito di certo il ritorno alla situazione pre-costantiniana106. Solo l’iniziativa di Giuliano (360-3 d.C.) riuscì forse a bloccare in parte i prezzi, se non addirittura a farli scendere: egli intraprese una serie di riforme economico-fiscali mirate a risollevare la situazione generale e sociale e tentò di rivalutare la moneta di bronzo107.

Gli studi storico-numismatici hanno rilevato che vi fu in seguito solo ad opera di Valentiniano una serie di aggiustamenti nei rapporti di scambio tra i vari nominali che risultarono scambiati in relazione al valore dei metalli con cui erano composti108. Ne risultò una sostanziale stabilità nel sistema che, almeno apparentemente, perdurò fino alla deposizione dell’ultimo Imperatore.

I.3. IL PAGAMENTO IN BENI NATURALI NEL TARDO IMPERO

A causa della svalutazione monetaria, nel tempo si proposero quindi delle situazioni in cui il pagamento delle merci era ragionevolmente stabilito ed esatto ora in mo-neta, ora in bene naturale. Già a metà III secolo, la sollevazione di alcune categorie

103 Si trattava di un’imposta diretta che colpiva tutti coloro che commerciavano e traevano profitto dalle transazioni commerciali e tutti coloro che acquistavano materie prime e le rivende-vano come prodotto finito. Erano soggetti alla tassazione anche coloro che praticavano l’artigia-nato e le prostitute.

104 La collatio lustralis venne esatta in Oriente fino al maggio del 498 d.C., mentre in Occidente se ne trovano tracce fino al VI secolo, sotto il regno dei Goti; cfr. lieBeschuetZ 2003, p. 215.

105 Cfr. RIC VIII, pp. 32-49; carrié 1981; KinG 1993, pp. 25-33.106 Le nuove emissioni bronzee fallirono nel loro scopo e furono ritirate dalla circolazione

perchè erano di fatto dei multipli di monete svalutate che finivano per venire espulse dal mercato e tesaurizzate, cfr. carrié 1981, pp. 754-5.

107 Kent 1959; salamon 1979.108 savio 2001, pp. 238-9.

26 CAPITOLO I

professionali aveva indotto lo Stato a retribuire il loro salario in moneta o in natura a seconda del prezzo corrente del frumento109. Ancora sotto Valentiniano l’imposta in natura era preponderante rispetto all’adaeratio110: in realtà non si trattava sempre di scelte politiche, ma di conseguenze dettate da esigenze economiche. La disponibilità o l’indisponibilità dei prodotti, in relazione alle zone in cui erano necessari, determi-navano una politica della fiscalità che prescindeva da ogni volontà politica o privata. Così in Egitto, ad esempio, pare che nel periodo compreso dal IV al VI secolo, solo una parte ridotta delle tasse (circa un quarto) venissero riscosse in moneta sonante mentre la restante parte veniva corrisposta in natura111; allo stesso modo, nell’Italia suburbicaria, che riforniva l’Urbe di derrate alimentari, era possibile “aderare” le contribuzioni dovute112.

Nelle forme di scambio economico già del IV secolo d.C., in Occidente come in Oriente, Callu ha verificato l’esistenza di un processo per cui i canoni privati veni-vano pagati in beni naturali, mentre per quelli statali si poteva impiegare nei paga-menti anche metallo prezioso (oro ed argento). Evidentemente secondo lo studioso francese l’esigenza dello Stato di percepire tasse e crediti in denaro attraverso la pratica della già citata adaeratio avrebbe perciò comportato, dalla fine del IV seco-lo, una diffusione della moneta aurea a tutti i livelli113. Su questo punto ha dissentito Domenico Vera che non ritenne invece plausibile, in base alle leges e alle tracce desumibili dai contratti sopravvissuti fino a noi, che nel periodo tardoromano la moneta aurea avesse circolato anche presso i ceti contadini che versavano fitti ai pro-prietari: se la constatazione che “chi possedeva molta terra possedeva anche molto oro” è certamente vera, non necessariamente questo stesso oro derivava ai possidenti direttamente dai propri fittavoli. Non sarebbe perciò corretto sostenere che, poiché i latifondisti tardoromani disponevano di ingenti somme d’oro, quest’ultimo circolas-se anche presso i ceti inferiori che corrispondevano i fitti114. L’argomento richiama la discussione sul free coinage115 per cui in casi di necessità dovuta alla scarsità di

109 chastaGnol 1980, p. 227.110 L’aderazione consisteva nella conversione monetaria di tributi teoricamente richiesti in

natura.111 cracco Ruggini 1961, pp. 37 e nota 73; carrié 1981a.112 carrié 1981, p. 766.113 callu 1978.114 vera 1986, p. 372.115 Precisamente l’espressione indica la libera convertibilità di metallo in moneta presso la

zecca: tralasciando esempi riportati dallo studioso in relazione al periodo più antico (per cui si rimanda a carlà 2009, pp. 247-51, 258), si può ricordare un passo delle Variae di Cassiodoro (databili al 537 d.C.) da cui pare di capire che nella fase di dissoluzione dell’Impero, la pratica di coniazione di moneta derivata da metallo privato fosse diventato un costume abbastanza pra-ticato: Cassiodoro, Variae, 7, 32: «Formula qua moneta committitur […] tamen omnino monetae

27LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

circolante, si poteva ricorrere alla conversione di metallo in moneta presso la zecca emittente. Daniele Foraboschi ha approfondito il tema della scarsità di moneta e, rivolgendo l’attenzione anche al mondo greco e a quello tardoantico, ne ha dedotto che il problema della carenza di circolante minuto ha interessato in maniera ciclica il mondo romano116.

Whittaker ha avanzato l’ipotesi che nell’età bassoimperiale abbia avuto luogo una sorta di “decommercializzazione” operata dai grandi latifondisti, dalla Chiesa e dallo Stato: vi sarebbe stato un mantenimento (a addirittura un incremento) econo-mico nella produzione, a scapito del declino degli scambi. Questo modello si sarebbe concretizzato attraverso la realizzazione di spazi economici chiusi, che avrebbero sottratto parte degli scambi alle imprese commerciali libere. Ciò sarebbe stato pos-sibile solo grazie al fatto che queste entità territoriali disponevano di una propria organizzazione dotata di mezzi e persone; se così fosse i mercatores che ritroviamo citati in documenti e fonti sarebbero comunque degli agenti dipendenti dei ricchi possessores117. Secondo alcuni autori, già la crisi monetaria del III secolo avrebbe causato la volontà di evitare per quanto più possibile l’uso della moneta, per preferi-re invece forme di pagamento non-monetari, sia per quanto riguarda soggetti privati che l’Ente statale118.

Max Weber, nel tentativo di spiegare l’evoluzione economica nella fase di passag-gio dal mondo antico all’altomedioevo, sostenne che le grandi proprietà terriere dei latifondisti (prevalentemente appartenenti alla classe dei senatori romani) sviluppa-rono la tendenza ad organizzarsi in unità autonome caratterizzate anche da elementi economici – come lo scambio mercantile – che tradizionalmente sono attributi di una società inurbata. In conseguenza alla separazione del mondo agricolo da quello cittadino, l’economia di scambio causò un progressivo calo del bisogno di adottare una moneta per gli scambi e finì per ritornare ad un’economia naturale119.

In realtà se effettivamente i possessori esigevano che le tasse dei contribuenti venissero corrisposte in oro, è probabile che quest’oro sia stato ricavato dalla vendita

debet integritas quaeri, ubi et vultus noster imprimitur et generalis utilitas invenitur […] Pondus quin etiam constitutum denariis praecipimus debere servari, qui olim penso quam numero ven-debantur […]».

116 foraBoschi 2003, spec. pp. 236-7; sul problema si veda anche mroZeK 1987 e foraBoschi 1982. In carlà – marcone 2011, si fa più volte cenno a questa situazione, si veda ad es. p. 93.

117 WhittaKer 1983; contra vera 1988, p. 135 a nota 54; vera 1996.118 In questa forma sarebbero stati corrisposti anche canoni, compensi e contribuzioni; cfr. per

tutti micKWitZ 1932. In realtà la documentazione pervenutaci riguardo ad alcune aree dell’Impero contraddice questa generalizzazione.

119 WeBer 1981, l’argomento è trattato alle pp. 346-53, ma si veda spec. a p. 349. La tesi è ripresa anche nell’appendice intitolata Le cause sociali del tramonto della civiltà antica alle pp. 371-93.

28 CAPITOLO I

delle rendite naturali120. Domenico Vera, nel riassumere il comportamento econo-mico dei senatori romani di età tardoantica, ha parlato di possesso agrario, rendita, mercato, speculazione e spesa come «momenti diversi di un ciclo unitario all’interno del quale il canone subisce dei mutamenti di stato, passando dalla forma naturale a quella monetaria»121.

Sembra evidente che per il periodo tardoromano non ha senso parlare di contrap-posizione alternativa tra economia monetaria ed economia naturale: la discussione del tema appare artificiosa e forse inconcludente perché appare chiaro (forse anche per periodi successivi) che nella realtà tardoromana le due economie erano integrate ed a volte di difficile distinzione122: il fatto che una rendita assuma una veste natu-rale negli stadi primari non esclude certo che vi siano state tendenze verso forme di economia naturale, né l’impossibilità che essa diventi monetaria. In questo sistema economico appare di particolare interesse la figura del conductor: questi fungeva da intermediario tra possessore e fittavolo ed era l’esattore dei canoni che doveva prov-vedere a convertire in moneta aurea se gli venivano versati in derrate123. Il dominus non aveva naturalmente un diretto contatto con il mercato, e probabilmente non era nemmeno a conoscenza dei modi in cui incamerava i canoni d’affitto, ne dipendeva indirettamente attraverso quanto trasferitogli dal conductor. Il malcontento gene-rato dal disagio economico spinse, nella II metà del IV secolo, all’intensificazione delle rivolte popolari contro lo Stato Romano. Nel De rebus bellicis l’autore (ano-nimo), forse contemporaneo124, attribuì tali inquietudini all’eccessiva disinvoltura dello Stato nell’elargizione della moneta aurea e alla rovinosa situazione in cui le classi medio-basse erano precipitate125. In particolare, l’autore indica nell’Imperato-

120 Una notizia utile al nostro studio deriva da un’omelia del vescovo Basilio di Cesarea (369 d.C.) che nel rimproverare i ricchi latifondisti per la loro “fame d’oro” affermò che «tutte le mo-nete d’oro che derivano ai senatori non provengono direttamente dagli affittuari, ma sono il frutto della vendita dei loro beni sul mercato», cfr. Patrologia Graeca, 31, 269.

121 vera 1986, p. 380. 122 maZZarino 1951, pp. 211-6; WhittaKer 1980, pp. 6-8.123 Un passo dello storico Cassiodoro ci tramanda che, durante il Regno di Teodorico, i con-

ductores della Puglia versavano alla popolazione gota i loro fitti ricavandoli dalla vendita al mer-cato delle derrate di frumento che producevano («Dudum siquidem conductores Apuli deplorata nobis aditione conquesti sunt frumenta sibi inimicorum subreptionibus concremata, postulantes, ne cogantur ad integram praestationem, quibus commerciorum sunt commoda deminuta […]»); cfr. Cassiodoro, Variae, 1, XVI, 2; cracco Ruggini 1961, p. 210.

124 I contenuti del “libercolo” non sono limitati a descrizioni di macchine da guerra (che comunque sono state oggetto di attente confutazioni), ma il testo ha anche intenti riformistico-sociali. Sulla datazione dell’opera cfr. il riassunto nell’ introduzione di A. Giardina al De rebus bellicis 1989, alle pp. XXXVII-LII; vedi ora sopr. carlà 2009, pp. 124-8.

125 ireland 1979; lieBeschuetZ 1994, p. 121.

29LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

re Costantino l’iniziatore della dissipazione delle ricchezze126. Si tratta certo di uno dei passi del liberculus più noti e dibattuti sia per quanto riguarda gli aspetti storico-politici che quelli socioeconomici127.

Senza entrare nella discussione, ci si limiterà solo ad alcune considerazioni forse di qualche interesse in merito al panorama economico-monetario che si presentò a partire dalla metà del IV secolo fino alla caduta del Sistema: la moneta aurea continuò ad essere coniata in maniera abbondante secondo gli standard di titolo e peso stabiliti da Costantino, ma si diffusero sempre in maggior numero le frazioni del solidus: il semissis ed il tremissis. D’altro canto, la moneta argentea venne ad assumere un ruolo sempre più marginale, e nel V secolo d.C. venne coniata solo in maniera sporadica. Per quanto riguarda il bronzo, prodotto sempre in abbondanti quantità, subì continue riduzioni sia nel suo peso che nella qualità del metallo e i tentativi (soprattutto agli inizi del V secolo) di rialzarne il valore attraverso la conia-zione di esemplari di peso maggiore furono destinati al fallimento perché le nuove monete pesanti venivano immediatamente espulse dalla circolazione e tesaurizzate. Rimasero sul mercato solo esemplari di peso irrisorio (nummi, pesanti attorno al grammo) che supportavano l’economia quotidiana.

Come si vedrà tra poco gli studiosi che hanno trattato del passaggio dall’eco-nomia tardoromana a quella altomedievale si sono soffermati spesso sulla tematica dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi, collegate all’uso esclusivo di moneta o meno, ma nei numerosi contributi storiografici e di ambito economico (compresi quelli di interesse numismatico) le interpretazioni dei fenomeni e le opinioni espres-se non sempre contribuiscono a fornire risposte definitive.

Possiamo concludere che la moneta nell’Impero Romano era innanzitutto uno strumento fiscale dedicato alla riscossione dei tributi e al pagamento delle forze mi-litari per cui allo Stato, che coniava la moneta, non interessava in fin dei conti fornire al mondo del commercio un mezzo che facilitasse lo scambio128. Ne conseguiva che l’esigenza statale di immettere moneta nuova nel mercato o di ritirarla, o di aumen-tare il numero dei pezzi coniati in un metallo piuttosto che in un altro, era sempre e comunque legata alle richieste dell’erario (fiscus). Così il fiscalismo del basso Impero Romano era maggiormente articolato, rispetto a periodi precedenti, in tassa-zioni che venivano riscosse sia in moneta che in natura che prestazioni di servizi. Vi erano senz’altro alcuni tipi di beni che venivano quasi sempre scambiati senza l’in-tervento della moneta: si trattava dei beni d’uso comune o di consumo quotidiano, e queste permutazioni avvenivano con maggior probabilità all’interno di comunità che disponevano degli stessi oggetti.

126 De rebus bellicis 1989, vv. I, 2, 1-6.127 maZZarino 1951, pp. 76-9; maZZarino 1974, pp. 103-12; Giardina 1977. 128 hendy 1988, spec. pp. 30-2; Jones 1986, p. 441; crafWord 1975; contra fulford 1978.

30 CAPITOLO I

I.4. L’ORGANIZZAZIONE ALTOMEDIEVALE: ECONOMIA MONETARIA O ECONOMIA NATURALE?

Quale fu allora il sistema economico della prima età medievale? A questa doman-da non c’è ovviamente una risposta giusta, o almeno, non ce n’è una definitiva: il periodo altomedievale si presenta di non facile comprensione soprattutto a causa dell’estrema povertà delle informazioni documentarie che sono, all’evidenza dei fat-ti, gli strumenti del mestiere degli storici129. Di contro si è sviluppata in Italia, negli ultimi trent’anni, una scienza archeologica medievista (e quindi altomedievista) che sta contribuendo molto alle nostre conoscenze attraverso la lettura e lo studio dei rinvenimenti130. Come già detto poco fa l’età altomedievale appare particolarmente interessante per i suoi caratteri transitori tra l’età antica e quella pienamente medie-vale contraddistinta dal sistema politico-economico del feudalesimo131. Depeyrot, trattando il periodo, sembrò suggerire di intendere l’età altomedievale come una fase intermedia tra due crisi economico-monetarie causate da eventi drammatici. La prima crisi ovviamente sarebbe stata la caduta dell’Impero d’Occidente causata dalle invasioni barbariche di V secolo, la seconda avrebbe riguardato le invasioni arabe, normanne e ungare di X secolo che – a suo avviso – misero in crisi il sistema caro-lingio132. Quest’ultimo fu il prodotto dell’espansione dei Franchi nell’Europa centro-meridionale nella II metà del VIII: l’imperatore Carlo (Magno), in realtà non ancora incoronato, unificò la monetazione in tutto il territorio di sua dominazione e su di esso impose un’unica moneta d’argento133: le linee fondamentali della sua riforma

129 Il riferimento è tratto da GasParri 2017, p. 11. Sulle fonti altomedievali, oltre al testo cita-to, si vedano nuti 2006; maZZei-severini 2000; GasParri-di salvo-simoni 1992; cammarosano 1991.

130 Cfr. ricci 2001.131 Un riassunto articolato della situazione economica altomedievale italiana in Barni – fasoli

1971, spec. alle pp. 273-351; a livello più generale appare fondamentale la sintesi in WicKham 2005, pp. 693-824 (per l’Italia: pp. 728-41).

132 dePeyrot 1993, p. 558.133 Il verbo “imporre” rende sufficientemente l’idea che caratterizza una monetazione statale:

sussiste l’obbligo giuridico di utilizzarla nei pagamenti verso lo Stato emittente. L’efficienza della gestione finanziaria e monetale imposta dai Carolingi ci è testimoniata anche dall’abbondanza di documentazione sopravvissuta: ci sono giunti dei documenti grazie a cui è possibile ricostruire con precisione le date di introduzione delle nuove specie monetali; per l’Italia, ad esempio, cono-sciamo grazie al Capitolare di Mantova datato al 781 il momento certo in cui la moneta d’argento venne imposta nell’ex Regnum Langobardorum. Per le date delle riforme monetarie carolinge, v. Grierson 1965. Il testo del capitolare mantovano in MGH, Capitularia, I, n. 90: «De moneta, ut nullus post Kalendas Augusti istos denarios quos modo habere visi sumus dare audeat aut reci-pere; si quis hoc fecerit, bannum nostrum componat». Una più recente edizione del capitolare in aZZara – moro 1998, p. 50.

31LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

ebbero l’effetto di perdurare fino almeno alla metà del X secolo quando si iniziarono a registrare le prime testimonianze della perdita dell’equivalenza fra i denari emessi dalle zecche dell’Italia settentrionale134.

Se è certo vero che l’Italia presenti in età altomedievale connotati politici ben noti e definiti (prima vi regnarono i Goti, poi i Bizantini, quindi i Longobardi e infine i Carolingi), molti aspetti, tra cui l’economia, non sono ancora del tutto stati chiariti; anche riguardo alla monetazione, e in particolare allo scambio economico quotidiano, nonostante la ricerca scientifica abbia prodotto una letteratura abbastan-za copiosa sull’argomento non pare che si possano trarre conclusioni univocamente ritenute convicenti.

Il dato di fatto, attestato anche da fonti di età tardoantica, che esistessero specie monetali con relative “destinazioni d’uso” destinate cioè a diversi circuiti monetari, ha confortato l’idea – ancora accettata – che vi sia stata una sorta di generale arretra-mento economico, per cui la moneta non sarebbe più stata utilizzata per i livelli bassi dello scambio in favore di forme naturali di transazione135.

In apertura all’ VIII Settimana di Studi del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medievo, che si svolse a Spoleto nel 1960, il discorso inaugurale fu pronunciato da Gino Luzzatto136. L’economista ricordò come per comprendere l’economia e la monetazione di un dato periodo storico fosse necessario inquadrare gli studi nel panorama delle vicende sia economiche che politiche. In ragione di questo assunto, Luzzatto sostenne che, alla luce degli studi fino ad allora acquisiti, non era ragio-nevole asserire che l’economia del periodo altomedievale fosse stata un’economia naturale, un’economia basata cioè solo sullo scambio di beni contro beni: era oppor-tuno concentrare invece l’attenzione sul ruolo che era possibile attribuire alla moneta nell’economia altomedievale137. Poiché «economia naturale è quell’economia in cui il mezzo di scambio coincide con il mezzo scambiato, per cui il bene scambiato rappresenta il suo valore in sé» Luzzatto sostenne che le due condizioni necessarie

134 Prima di questo periodo i documenti restituiscono citazioni in cui la moneta è indicata in forma generica rivelando come non si sia sentita da parte dei compilatori l’esigenza di specificare la zecca di appartenenza del denaro con cui registrare la transazione, sottintendendo che – eviden-temente – tutti i denari coniati nel territorio mantenevano l’identico valore nominale e lo stesso contenuto di metallo intrinseco; cfr. saccocci 1991, p. 246 e saccocci 1992, p. 360.

135 Come si chiarirà nel capitolo successivo è una caratteristica dei regni romanobarbarici quella di coniare quasi esclusivamente moneta in oro. A questo schema aderirono le popolazioni di Visigoti, Suevi, Longobardi, mentre i Vandali in Africa fondarono la loro monetazione sull’ar-gento e sul bronzo. In Francia l’esperienza dei Merovingi non fu dissimile: essi coniarono tremissi aurei fino almeno al 670 circa d.C. quando cioè venne adottata una moneta nazionale d’argento.

136 luzzaTTo 1961.137 Giova forse ricordare che i due sistemi di scambio che forse semplicisticamente chiamia-

mo ‘economia monetaria’ ed ‘economia naturale’, non necessariamente devono essere alternative, ma possono a tutti gli effetti coesistere ed integrarsi a vicenda.

32 CAPITOLO I

per cui si possa parlare di un’economia “primitiva” (ovvero naturale) sono 1) che esistano su un territorio cellule economiche autosufficienti che producano al loro interno tutto il fabbisogno necessario alla sopravvivenza della popolazione138; 2) che per la mancanza di mezzi di scambio approntati si utilizzi il baratto139. In questa ricostruzione la moneta viene a perdere le sue funzioni di strumento di scambio, di strumento di misura del valore perché non interviene nello scambio economico rap-presentando il valore del bene scambiato. Poiché, per il periodo dal V/VI secolo al X, le due condizioni essenziali elencate da Luzzato non si erano realizzate non sarebbe stato corretto parlare di economia naturale.

Ross Balzaretti ha recentemente criticato un certo tipo di ricerca che ha visto nel “libero mercato” la forma sofisticata per definire un’economia sviluppata, bollando come “meno importanti” le altre forme di scambio140. La ricostruzione di Luzzatto appare oggi tutto sommato sia lineare che coerente, ma purtroppo quando si consi-deri il panorama economico all’interno del quale è opportuno vagliare il ruolo della moneta, la faccenda appare più complessa. Anche in questo frangente la carenza di fonti dirette che aiutino a ricostruire il quadro relativo all’economia, e l’estre-ma varietà di situazioni testimoniate sul territorio italiano (ma anche europeo) non hanno facilitato il lavoro degli studiosi. Essi hanno perciò cercato di esaminare l’in-tera struttura economica del mondo tardoantico-altomedievale sforzandosi di non applicarvi suddivisioni cronologiche troppo marcate, ma cercando di riconoscere dei modelli di gestione caratteristici nelle fasi di passaggio tra età tardoromana ed altomedievale.

La tematica ha favorito, almeno dagli anni ’30 del secolo scorso, un vivace con-fronto scientifico in cui sono stati messi in discussione anche gli stessi metodi di indagine adottati141. Riguardo agli aspetti economici, Carlo Cipolla, ormai quasi cin-quant’anni fa, sostenne che la principale domanda di chi si occupa di storia economica

138 Si tratta naturalmente del modello economico denominato “economia domestica chiusa” e proposto da bücHer 1936.

139 luzzaTTo 1961, p. 16.140 La pratica del baratto, ad esempio, supposta diffusa in gran parte dell’Europa altomedie-

vale soprattutto laddove la disponibilità di moneta spicciola era limitata o erano disponibili solo monete di alto valore nominale, era una pratica molto più complicata di quanto si possa pensa-re ed assunse probabilmente un ruolo molto più importante di quello supposto da molti storici nonostante non ne rimanga traccia archeologica o scritta. Si veda BalZaretti 2002, p. 119. La critica dello studioso si riferisce soprattutto a luzzaTTo 1961a, pp. 26, 29-30; Hill 1986, pp. 54-60; hodGes 1987. Mentre, al contrario, cita come esempio di flessibilità nel giudicare allo stesso grado di importanza forme alternative di scambio Grierson 1959. Su questo tema si veda anche reuter 1985 e l’introduzione in huGh-Jones – humPhrey 1992, alle pp. 1-20.

141 Abbiamo scelto di ripercorrere molti degli studi antecedenti anche se datati perché, come sarà evidente nello sviluppo della ricerca, si evidenziano affermazioni che oggi vengono, in tutto o in parte, riproposte.

33LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

medievale è sostanzialmente «quella di capire se nell’Alto Medioevo avesse domina-to un’economia monetaria o piuttosto un’economia naturale»142. Così, nel cercare di definire quale sia stato l’assetto economico caratteristico del periodo altomedievale in Europa occidentale, si è spesso ricorsi a queste due categorie alternative con lo scopo di indicare che in questa fase storica vi fu il ritorno allo scambio di beni di natura sen-za che vi fosse l’intermediazione di una qualche forma monetaria: ovviamente ci si riferiva in particolare ai livelli più bassi dello scambio, quelli eventualmente interes-sati da un uso quotidiano di moneta. Quest’opinione è stata originata sia dall’interpre-tazione delle testimonianze documentarie da parte degli storici, sia dal quadro della circolazione monetale ricostruito dagli studiosi di numismatica secondo i dati forniti dall’archeologia attraverso cui si assiste ad un forte movimento deflazionistico.

I ricercatori, in seguito, continuarono ad occuparsi dell’economia altomedievale (vista ora come naturale, ora come monetaria) analizzandola secondo un medesimo schema logico: dimostrare con un numero di esempi probanti l’una o l’altra tesi143.

Secondo Cipolla, però, la strada scelta per trovare una risposta a questa domanda era stata (almeno fino ad allora) solo parziale. A suo avviso negli studi di economia altomedievale si era cercato e si cercava di analizzare solamente uno dei due aspetti di uno stesso problema, solo quello, cioè, che riguardava l’offerta della moneta da parte di chi la forniva, tralasciando completamente di indagare quali fossero state le esigenze di chi la moneta la utilizzava quotidianamente. Lo studioso rimarcò che per verificare quale tipo di economia fosse stata prevalente nel periodo storico in que-stione si era scelto di verificare, sul totale delle transazioni commerciali tramandate dai documenti sopravissuti, solamente quante di queste si fossero avvalse o meno dell’ausilio di moneta metallica.

Poiché la vita economica è basata sull’operazione dello scambio, cioè su un atto che si compie quando un soggetto cede ad un altro soggetto un bene proprio in cambio del bene altrui, è utile sottolineare che questo processo si realizza perché ciascuna parte coinvolta ritiene l’atto vantaggioso ed attribuisce al bene che riceve un valore superiore a quello del bene che riceve. Come si è accennato, a seconda del mezzo con cui sono regolati gli scambi si possono avere principalmente due tipi diversi di organizzazioni della vita economica: l’economia naturale che è basata sullo scambio di beni contro altri beni e non presume l’esistenza di alcuno strumento monetario e l’economia monetaria che prevede invece l’uso di un mezzo di scambio (la moneta), comune e condiviso in un gruppo sociale, a cui si fa riferimento per quantificare il valore dei beni144.

142 Cfr. ciPolla 1961, p. 619.143 stumPo 1983, pp. 523-4, alla nota 3 la bibliografia riportata come esempio.144 ciPolla 1957, passim, parla di “pagamenti unilaterali” in riferimento a quei tipi di paga-

menti che prevedono la corresponsione in un’unica direzione, viceversa non lo è un baratto in cui

34 CAPITOLO I

L’economia naturale è caratterizzata principalmente dal baratto, ossia dallo scam-bio di una merce (o di una prestazione) contro un’altra merce (o prestazione)145. L’elemento indispensabile affinchè si attui questa operazione è che ciascuno dei due soggetti coinvolti abbia in mente una corrispondenza qualitativa, quantitativa e tem-porale tra ciò che offre e ciò che chiede: il bene posseduto che il soggetto va a cedere deve essere proprio della qualità che l’altro desidera, deve ammontare alla quantità da lui voluta e deve essere disponibile nel momento in cui egli la chiede, il che è essenziale nel caso di beni deperibili; ciascun soggetto, inoltre, deve ritenere che lo scambio gli sia conveniente. Naturalmente questi vincoli oggettivi e soggettivi limitano considerevolmente il volume degli scambi effettivi e ne rendono estrema-mente laboriosa la conclusione146. La valutazione soggettiva di un bene implica la nozione preferenziale del suo valore per cui, in un’economia naturale, lo scambio assunse (ed assume ancora oggi presso comunità primitive) la forma di “economia del dono”: uno dei più noti e celebrati esempi di questa pratica è quello riportatoci da Erodoto riguardo allo scambio di beni tra Libi e Cartaginesi147. Secondo questo passo i Cartaginesi, arrivati in prossimità delle coste sbarcavano le merci e le disponevano sulla spiaggia, quindi tornavano sulle loro navi e accendevano un fuoco. Vedendo il fumo, gli indigeni Libi andavano sulla spiaggia e depositavano la quantità di oro che a loro pareva soddisfacente in cambio delle merci. Quando i Cartaginesi riscen-devano a terra, se si ritenevano soddisfatti dello scambio, caricavano l’oro e se ne

c’è uno scambio. Esiste una terza forma generale di organizzazione di scambio: si tratta dell’e-conomia creditizia che è basata sulla creazione artificiale di moneta, ossia sull’uso da parte di un operatore di un mezzo di scambio del quale egli non ha la disponibilità qui ed ora e che gli viene fornito da qualcuno che invece ne dispone qui ed ora. Le tre forme di economia sono state oggetto dello studio di doPsch 1967 che ne ha perfezionato la definizione.

145 La terminologia venne introdotta nel dibattito scientifico moderno nel secolo XIX dallo studioso tedesco Bruno Hildebrand insieme ai concetti di economia monetaria ed economia cre-ditizia: l’autore li descrisse come fasi progressive del divenire storico e lo studio acquisì notevole credito ed alimentò la discussione per le possibilità che tali “categorie” fornivano all’interpre-tazione dei fenomeni della vita economica, cfr. Hildebrand 1864. In realtà già Aristotele aveva parlato di una sorta di economia domestica chiusa, da distinguere da quella naturale, e dell’op-portunità di adottare la moneta come metro di valore per facilitare lo scambio interno alla Poleis, cfr. finley 1970; più recentemente cfr. cuBeddu 2006.

146 Non è certo questa la sede per approfondimenti di teoria economica, ci limitiamo solo ad aggiungere a quanto già detto che gli studiosi hanno compiutamente analizzato le varie forme di economia naturale evidenziandone aspetti generali, particolari e circostanze. Tra tutti gli aspetti emersi e studiati l’unico cui è forse utile fare cenno è il concetto di “scambio ineguale” secondo cui lo scambio appare influenzato dal diverso grado di sviluppo economico e tecnologico che con-traddistingue i due contraenti. Secondo questa forma di transazione, ne risulta un netto svantaggio nello scambio da parte di uno dei due partecipanti: egli, per produrre ciò che cede, impiega una quantità di lavoro maggiore di quella che è stata necessaria a produrre l’oggetto che riceve.

147 Erodoto, Le storie, libro IV, n. 196.

35LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

andavano via, altrimenti non toccavano nulla ed aspettavano che gli indigeni aggiun-gessero altro oro. Questo processo si ripeteva fino alla completa soddisfazione dei due popoli.

Alfons Dopsch ha precisato che la nozione di “economia naturale” va distinta da quella categorizzata e definita da Karl Bücher a fine XIX come “economia dome-stica chiusa”148, in quanto gli elementi che subentrano in questo secondo processo dello scambio implicano anche fattori che sono tipici di un’attività commerciale e quindi anche l’“economia domestica chiusa” rientrerebbe nella categoria dell’eco-nomia monetaria149.

L’adozione del mezzo monetario ha rivoluzionato questo sistema di scambi, ma il processo storico che ha portato a questa acquisizione è il frutto di progressivi perfe-zionamenti realizzatisi in tempi molto lunghi e di difficile definizione.

Nel suo giustamente famoso scritto sulle origini della moneta, Philip Grierson affermò innanzitutto come “moneta” e “moneta coniata” siano due concetti ben di-stinti, intendendo con il primo vocabolo il concetto astratto di denaro e con il se-condo l’oggetto moneta concreto. Ricercare le origini delle due nozioni nella storia dell’uomo risulta agevole solo nel secondo caso, poiché si tratta di reperire delle informazioni su dove e quando appaia la prima moneta coniata mentre il concetto di moneta/denaro prevede una maggior astrazione e coinvolge processi istituzionali e storici che sono spesso di difficile identificazione150. La necessità di adottare uno strumento monetario in una società si basa sul concetto di misura del valore, e nelle leges barbarorum (V-VI sec.) il concetto si esplica nel termine guidrigildo (wergeld) ovvero la pratica codificata per quantificare in denaro il valore delle offese personali in modo da stabilire delle penali151. La scelta di oggetti preposti a quest’uso sarebbe stata fortemente condizionata dal fatto che essi potevano essere contati e che all’in-

148 Bücher 1936, pp. 57-9.149 doPsch 1967, pp. 12-5; le categorie dello scambio teorizzate da Bücher 1936 vennero

in seguito accolte solo come ‘categorie logiche’, ideali, utilissime e valide come termine di ri-ferimento per valutare gli stadi di specializzazione economica nello studio dei paesi; le stesse categorie vennero d’altro canto criticate in maniera decisa soprattutto riguardo all’impossibilità di considerarle coerenti e relative a periodi storici ben definiti; cfr. luzzaTTo 1936, p. XXXI.

150 L’argomento è tutt’ora oggetto di discussione scientifica approfondita che non è certamen-te opportuno ricordare in questa la sede: ci si limiterà a fornire alcuni limitati cenni generali per comporre un quadro utile al discorso che stiamo tentando di condurre; una buona sintesi recente è turri 2009.

151 Nel suo contributo Grierson tentò un’identificazione delle possibili tappe del processo che avrebbe potuto condurre le società arcaiche a stabilire un metro di valore sociale ed economico cui riferire: da oggetti che incarnavano un valore comunemente riconosciuto si sarebbe passati prima a raggruppamenti numerici di quegli oggetti (senza criterio di quantità né qualità) per poi definirne invece delle unità omogenee preferibilmente misurate a peso. L’ultima tappa sarebbe stata la formalizzazione legislativa di queste unità standardizzate.

36 CAPITOLO I

terno dei gruppi sociali in cui veniva operata questa scelta assumevano un valore comunemente riconosciuto (bestiame, denti, pellicce, conchiglie…). Il passaggio ad una qualche unità pre-monetaria costituita da metallo pare possa esser avvenuto per la particolare vocazione del materiale ad essere agevolmente misurato (cioè pesato), diviso, trasportato152.

Il tema ha ovviamente in letteratura l’illustre precedente di Marcel Mauss che nel 1914 aveva concentrato i suoi studi antropologici su una constatazione: in molte comunità antiche la nozione di denaro era strettamente connessa a quella di potere magico153, per cui lo scambio in origine non sarebbe stato esclusivamente di natu-ra economica, ma esprimeva anche fattori sociali, religiosi, giuridici… A sostegno dell’ipotesi altri studiosi ricordarono la frequente presenza in contesti votivi di re-perti ritenuti con ogni probabilità forme di pre-moneta (aes rude ad esempio). Nicola Parise, che ha concentrato molta parte della sua ricerca scientifica sulle origini della moneta, ha sostenuto la superiorità della tesi di Mauss su quelle degli studiosi tede-schi Bernhard Laum e Wilhelm Gerloff154. Il primo aveva sostenuto le origini sacrali del denaro155: tutte gli oggetti usati come misura del valore erano considerate tali nell’antichità perché strumenti del sacrificio. Di essi (tripode, lebete, spiedo, falce) solo lo spiedo però poteva rappresentare la misura di prestigio di un gruppo o di un singolo (come elemento “qualitativo”) e – proprio perché strumento per la distribu-zione del bene – la misura del valore delle cose scambiate (elemento “quantitativo”). Tripode e lebete, d’altronde, erano attestati come oggetti di prestigio consegnati come premio in agoni sportive. Gerloff aveva estremizzato il concetto ribadendo le origini marcatamente sociali del denaro, ma né Laum né Gerloff avevano oggettiva-mente messo in dubbio la riduzione di ogni forma di scambio a puro scambio eco-nomico. Mauss, invece, considerava il fatto economico un fenomeno assolutamente autonomo isolabile dagli altri aspetti della vita sociale.

Dal punto di vista antropologico, è verosimile credere che per facilitare lo scam-bio si cominciò probabilmente a scegliere una merce a cui tutti i soggetti di una comunità attribuivano un certo valore (i.e. una sorta di ‘potere d’acquisto’) e che

152 La ricostruzione di Grierson è debitrice, naturalmente, di alcuni lavori di Ernest Babelon (v. ad es. BaBelon 1897).

153 Vedi mauss 1965.154 Parise 2000, p. 10.155 Cfr. laum 1924. La sua teoria è stata confutata da einZiG 1949, secondo quest’ ultimo l’i-

dea teorica di Laum non aveva una validità generale per ogni periodo, ma poteva esser riferita solo alla Grecia più antica. Anche Gernet 1948 ha sottolineato che l’acquisizione di metri di misura per la definizione delle quantità avesse segnato il superamento di forme di scambio caratterizzate dalla nozione qualitativa e concreta. Su Laum si veda in particolare Parise 1997. Un panorama di queste problematiche, rivolte anche all’Oriente è esposto con una forma prevalentemente divul-gativa in Banca premonetale 2004.

37LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

per questa ragione era equamente accettata: si trattava di una sorta di moneta pri-mordiale; tale merce svolgeva la funzione essenziale della moneta anche se non ne aveva ancora i requisiti formali e materiali. Il fatto che esistesse una merce dal valore riconosciuto da tutti i membri di una comunità consentiva di fatto di accettare quella merce in funzione di un bene scambiato, tenendo comunque presente che il valore da applicare alle merci è necessariamente il medesimo quando all’interno di una comunità la disponibilità dei beni è presumibilmente la stessa.

Grazie all’uso del bene intermediario monetale non è più indispensabile la cor-rispondenza qualitativa e quantitativa tra ciò che si dà e ciò che si riceve, né è indi-spensabile che entrambi i soggetti dispongano contemporaneamente di quanto serve all’altro: è sufficiente che il venditore ritenga di ricevere una merce intermediaria spendibile in altri scambi e che (naturalmente) consideri conveniente tale operazione.

Gran parte del dibattito anche attualmente in corso sul tipo di economica adottata in un dato periodo storico – economia naturale o economia monetaria – ha focaliz-zato l’attenzione sul fatto che questa stessa distinzione in due categorie contrapposte non appaia sempre sufficiente ad indicare le modalità dello scambio note dai docu-menti storici. L’acquisizione sempre maggiore di un patrimonio documentario su cui muovere le proprie osservazioni sembra suggerire che le due forme di scambio fin qui indicate non si siano di fatto mai escluse a vicenda o si siano affermate sempre in maniera alternativa ma, anzi, siano spesso coesistite integrandosi e confondendo-si. Tuttavia, a livello generale, è abbastanza probabile, nell’evoluzione storica, che lo sviluppo della società e l’acquisizione da parte di questa di caratteri industriali abbiano condotto ragionevolmente ad una sempre maggiore economia monetaria a scapito di quella definibile puramente naturale156. La possibilità, avanzata più volte dagli studi, che in età antica esistessero forme “paramonetarie” (da riconoscersi for-se anche nelle varie forme di “tessere” arcaiche, romane o medievali sul cui ruolo economico esistono ancora dubbi), a cui venivano attribuite funzioni proprie della moneta per soccorrere il mercato qualora soffrisse l’esigenza di circolante spicciolo, conferma che spesso affermazioni categoriche per determinare se in un dato periodo storico piuttosto che in un altro sia prevalsa un’economia monetaria o un’economia naturale siano per lo meno imprudenti.

È opinione comune, anzi quasi assiomatica per il periodo altomedievale (ma non solo), che fosse ampiamente diffuso l’uso di sostituire nelle transazioni la moneta con beni in natura. Carlo Cipolla indicò i beni naturali soggetto di questo tipo di transizioni come «merce placibile», comprendendo in questo insieme beni metallici, generi alimentari, specie di preziosi…157

156 Cfr. romano – tucci 1983, p. XXVIII.157 ciPolla 1957, p. 16. Al proposito lo storico cita du canGe Glossarium, s.v. solidatus.

38 CAPITOLO I

La situazione che ci appare evidente per la realtà altomedievale (italiana ma ve-rosimilmente anche in riferimento ad altri Regni postromani) si verificò anche in passato, in società presso cui l’approvvigionamento monetale non fosse sempre suf-ficiente, ad esempio nello stesso Impero Romano, come appena visto.

In ambito bizantino non si può non richiamare la testimonianza del Codex giusti-nianeo in cui è possibile constatare come fossero già ammesse delle possibilità alter-native all’uso della moneta in particolare per corrispondere i tributi agrari: il canone annuo poteva esser pagato in oro, o pagato interamente in natura, o versato parte in oro e parte in natura: «sin autem reditus non in auro, sed in speciebus inferuntur, vel in totum vel ex parte»158. Probabilmente la norma aveva lo scopo di salvaguardare i fitti agevolando le forme tradizionali di pagamento, per cui – come si specifica in altre parti del testo relative all’argomento – vigeva l’obbligo di osservare gli usi antichi (per solita tempora, more solito ecc.) della proprietà agraria in oggetto159. Probabilmente quindi, ai tempi del governo di Giustiniano così come in precedenza, non è che vi fossero preferenze personali o delle disposizioni statuali per indicare come dovessero essere corrisposti i canoni dovuti: vigevano gli usi consuetudinari per cui sarebbe sbagliato anche attribuire ai contadini o ai proprietari, almeno in questo periodo, una posizione preferenziale verso l’uso della moneta (o di metallo a peso) rispetto alla corresponsione di canoni in natura160. È probabile che la moti-vazione di queste disposizioni imperiali (e anche di quelle precedenti alla data di regno di Giustiniano) riportate nel Codex fosse quella di mantenere il più possibile lo status quo e gli usi adottati, senza complicare le cose rischiando di peggiorarle. Anche da diverse notizie deducibili ancora dalle Variae di Cassiodoro pare evidente la prevalenza di forme di pagamento naturali, anche se probabilmente si tratta di tipologie di corresponsione di canoni che in realtà erano assai più variegate161. La zona bizantina ci fornisce dati preziosi soprattutto per il secolo VI: un papiro raven-

158 Codex Iustinianus, liber 11, titolo 48, 20, 2. Precedentemente, nello stesso titolo del Codex, è conservata una disposizione di Valentiniano I datata al 366 dC secondo cui si vietava ai proprietari di esigere dai propri coloni delle rendite in denaro: «[…] pecuniam non requirant, quam rustici optare non audent, nisi consuetudo praedii hoc exigat». Cfr. Codex Iustinianus, liber 11, titolo 48, 5. In questo caso con il termine pecunia si intende moneta in metallo prezioso (oro e argento), visto che la moneta bronzea era inflazionata.

159 In realtà la tematica è stata oggetto di discussione tra chi sostiene la scarsa ricettività da parte del mondo delle campagne romane di nuovi modelli per mantenere piuttosto usi consuetudi-nari; sul problema v. marcone 1997, pp. 39-42.

160 Così già cracco ruggini 1961, p. 250.161 Si osserva, negli studi economici relativi al periodo tardoantico, quanto il ruolo del bronzo

monetato venga spesso relegato a quello di moneta quasi inesistente, scomparsa, inflazionata. Spesso non viene nemmeno preso in considerazione nel suo ruolo monetario concentrando le valutazioni sulla presenza e il ruolo delle emissioni auree, che certo rappresentavano la misura del valore ma di certo non era accessibile a tutti i livelli sociali.

39LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

nate riporta i canoni che alcuni fondi rustici dovevano corrispondere alla Chiesa e ci riporta un preciso dato sugli oneri dei coloni nel periodo di passaggio tra tarda antichità e medioevo162. Dall’esame del documento si evince che il fittavolo era te-nuto a corrispondere non solo un canone aureo prefissato, ma anche alcune fisse in-tegrazioni in beni naturali163. Azzardare una generalizzazione del sistema attraverso quest’esempio è oggettivamente imprudente, vale la pena però richiamare un’altra attestazione contemporanea: si tratta di un’epistola di Papa Gregorio Magno che tramanda indicazioni sulla natura e la consistenza degli oneri dei fitti contadini in Sicilia164. La lettera è datata al 591 d.C. ed è indirizzata al diacono siculo incaricato dell’amministrazione dei beni ecclesiastici in Sicilia. Dalla lettera apprendiamo che i canoni d’affitto prevedevano sia il versamento di moneta che di beni in natura, ma anche la vendita di prodotti della terra ai diretti proprietari165. Forse, come ha osservato Vera commentando la stessa epistola di Gregorio Magno, erano gli stessi conductores, che fungevano da intermediari tra i contadini-coltivatori diretti ed il latifondista, a suggerire agli affittuari di non pagare la rendita in moneta aurea ma in una corrispettiva quantità (prevista dalla legge) in prodotti naturali. Poiché però la corrispondenza era stata stabilita adottando delle misure di capacità che venivano alterate dagli stessi conductores per lucrare sulla transazione, gli affittuari finivano per subire delle perdite consistenti; in realtà è possibile che i conductores esigessero una vera e propria tangente. Il Papato tentò comunque di aggiustare le cose, ristabi-lendo le misure di capacità prestabilite e rimborsando i fittavoli truffati166. Uno dei problemi fondamentali, quindi, è cercare di capire se vi sia stata o meno, nelle fonti legislative, una distinzione tra adaeratio e vendita al mercato dei beni naturali per ri-cavarne oro monetato con cui pagare gli affitti dovuti ma probabilmente una risposta soddisfacente non è ancora possibile.

162 Si tratta del famoso papiro P. Ital 3 in tJäder 1955, pp. 184-9 e 408-10. 163 Le citazioni monetarie nei documenti comprendono solidi e silique, senza specificazioni

di metallo.164 Gregorio Magno, Epistolae, V, n. 7; cfr. vera 1986, pp. 430-41 e nota 314; faBre 1896. 165 Già Mommsen al riguardo giudicò plausibile che i pagamenti dei canoni fossero da inten-

dersi completamente corrisposti in beni naturali, cfr. mommsen 1893, p. 52: «Aber diese Leistungen, obwohl natural, sind auch in Geld fixirt». contra cracco ruGGini 1961, p. 254 secondo cui i canoni venivano computati ed esatti in moneta d’oro. WhittaKer 1983, p. 168 sostenne invece che le compute (almeno nel caso citato) erano meramente formule amministrative di comodo: «In Sicily itself the coloni on Church estates sometimes had to market their own produce to pay cash rents, although the existence of accounts computed in gold was an administrative convenience and not necessarily proof that the peasants themselves carried out transactions in the market».

166 Falco 1986, p. 108; riZZo 2008, pp. 77-78 e bibl. citata.

40 CAPITOLO I

I.5. LE STRUTTURE DELL’ITALIA LONGOBARDA167

Come appare forse già evidente da quanto finora detto, le analisi sull’economia tar-doantica non trovano purtroppo soddisfacente prosecuzione per il periodo succes-sivo, soprattutto per quanto concerne la penisola italiana in occasione del dominio longobardo. È ancora la scarsità di documenti a compromettere, almeno per gran parte del periodo (fino all’VIII secolo), una ricostruzione chiara che possa indicare quali siano state le modalità di insediamento e di sfruttamento delle risorse agrarie o fiscali. Nonostante le molte problematicità la ricerca storica tenta di individuare i diversi risvolti amministrativi e politici, ma appare comunque estremamente diffi-cile offrire un quadro di sintesi omogeneo anche dal punto di vista dell’archeologia. Lo stanziamento dei Longobardi nelle regioni posizionate nel cuore dell’ex-Impero rappresenta probabilmente un valido argomento anche per analisi storiche che inten-dano verificare come sia avvenuto in generale l’insediamento dei barbari Germani nell’Occidente altomedievale. Va evidenziato tuttavia che gli insediamenti rurali nell’Europa postromana sono stati scarsamente studiati a livello generale a causa di differenziazioni microregionali talmente articolate da rendere difficile delineare un quadro generale168. Presentare una visione d’insieme dell’insediamento altomedie-vale appare perciò non solo difficoltoso ma, a causa delle diverse cronologie delle varie aree, anche il tentativo rischia di risultare estremamente impreciso perché – come osservato – spesso si tende a descrivere il processo in sé ma non i suoi sviluppi e le sue conseguenze169.

Osservando il caso italiano è preliminare una riflessione crediamo legittima: nonostante le poche tracce a disposizione sembra più che sensato ipotizzare che i Longobardi abbiano tentato di proseguire il sistema amministrativo incontrato in Italia170: in particolare gli studi sulla dominazione longobarda hanno focalizzato l’at-tenzione su vari aspetti economici e in particolare su quelli derivati dall’insediamento

167 Il paragrafo, impostato su una visione generale che può però apparire semplicistica, è funzionale a focalizzare l’attenzione sulle principali problematiche economico-monetarie che ver-ranno richiamate in seguito.

168 In realtà, come abbiamo avuto già modo di accennare, è probabilmente scorretto – se non addirittura imprudente – generalizzare le vicende che accaddero nelle varie parti dell’Impero: le differenze territoriali, derivate sia dalle caratteristiche geografiche che dalla storia sociopolitica locale, rendono assolutamente incompatibili tra loro molti territori dell’ex Impero ai fini di un’a-nalisi complessiva. Si aggiunge poi, nel caso specifico che stiamo considerando, il fatto che il tema è stato ed è ancora controverso anche in ragione del fatto che sussiste una dicotomia di studio tra le fonti scritte e le testimonianze archeologiche, cfr. al riguardo harrison 1993 e WicKham 2005a, p. 55.

169 WicKham 2002.170 Cfr. GasParri 2012, pp. 13-14.

41LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

terriero posto in atto dai primi momenti dell’invasione171. Sulla scorta della testimo-nianza di Paolo Diacono, pare che il popolo longobardo si impadronì delle proprietà fondiarie dei Romani in due distinti passaggi172: in una prima fase, inquadrabile dal momento della conquista dell’Italia (569) all’avvento al potere di Re Autari (584-90), l’espropriazione delle terre fu prepotente e violenta173; in seguito, invece, le ricchezze vennero organizzate e ripartite tra i Longobardi secondo dei criteri razio-nali174. L’assoggettamento dei romani al popolo vincitore fu comunque totale poiché i beni patrimoniali dei vinti vennero requisiti175, ma non sembra facile comprendere come agirono i Longobardi rispetto allo sfruttamento delle risorse terriere acquisite. La maggior parte degli studiosi sostiene che vi sia stata una “continuità” col mondo tardoantico176: non ci sarebbe stata cioè rottura netta col passato ed i latifondi agri-coli sarebbero stati coltivati almeno in parte con gli stessi criteri precedentemente adottati177. Paolo Diacono afferma che durante l’interregno dei Duchi, iniziato dopo la morte di Clefi (574) e protrattosi fino all’elezione di Autari (584), molti nobili fra i Romani vennero uccisi per rapina e quelli che rimasero vivi vennero spartiti «come fossero stranieri» e resi tributari affinché versassero ai Longobardi la terza parte dei loro raccolti178. In questa azione è stato riconosciuto lo stravolgimento della pratica tardoantica dell’hospitalitas, applicata con rigorosa frequenza dai conquistatori ro-mani nei territori sottomessi ma forse non disposta dai Longobardi con altrettanta diffusione179. L’hospitalitas prevedeva la concessione di un terzo delle terre (o delle tasse) di una data regione conquistata in cambio della dichiarazione di fedeltà all’in-vasore romano pur rimanendo politicamente indipendenti180. Nel caso longobardo,

171 Di certo il possesso della terra costituiva la vera ricchezza poiché aveva fino ad allora consentito all’aristocrazia senatoria di esercitare il governo. Anche in questo caso le fonti a dispo-sizione non facilitano il tentativo di ricostruire la situazione poiché le prime testimonianze utili appaiono solo dall’età di Liutprando (712-44). Un riassunto coerente anche se purtroppo eccessi-vamente sintetico è in humPhries 2000, pp. 535-51.

172 Già fasoli 1970, p. 49 ha evidenziato l’ambiguità delle forme dell’insediamento longo-bardo nelle campagne.

173 taBacco 1974, p. 99.174 HL, III, 32. In realtà la fonte di Paolo Diacono per la notizia è Secondo da Trento, Origo

gentis Langobardorum, 6.175 andreolli – montanari 1983, p. 46; contra WicKham 2005, p. 210.176 Si veda per tutti durliat 1990a.177 WicKham 2005, pp. 116-7; Pohl 2001, in part. alle pp. 189 e 201.178 HL, II, 32: «[…] multi nobilium Romanorum ob cupiditatem interfecti sunt. Reliqui vero

per hospites divisi, ut terciam partem suarum frugum langobardis persolverent, tributarii effici-untur». Cfr. il commento in Jarnut 1995, p. 47 e il panorama descritto in miGliaro – WicKham 1998, pp. 673-4.

179 GasParri 2012, p. 15.180 Goffart 1980, pp. 162-75 ; cesa 1982.

42 CAPITOLO I

invece, sarebbe stato l’invasore longobardo a concedere i due terzi delle terre agli occupanti romani, trattenendo per sé solo la restante parte: così facendo gli autoctoni romani perdevano di fatto il privilegio dell’esenzione fiscale, ma conservavano la proprietà181. Il sistema venne forse regolamentato solo in seguito, quando cioè i du-chi elessero Re Autari (584-90): le guarnigioni longobarde si erano ormai insediate nelle regioni italiane e ciascun Duca versò metà dei suoi possessi come dotazione regale: la perdita di queste ricchezze spinse probabilmente i Longobardi a rivalersi sui latifondisti romani182. Come avvenisse questo recupero di risorse non è chiaro: Gasparri e Wickham concordano sul fatto che qualora vi sia stata una forma di tassa-zione da parte dei Longobardi non ne è sopravvissuta traccia nella documentazione databile dal VII all’VIII secolo; forse si trattava di contribuzioni saltuarie o una tan-tum, per cui l’esazione di tributi non doveva essere per il popolo longobardi che una delle risorse marginali183, soprattutto considerando le contemporanee situazioni degli altri regni Barbarici europei184. È possibile che i proventi economici giungessero ai nuovi conquistatori o direttamente dall’hospitalitas oppure dalla tassazione delle grandi proprietà in mano ai latifondisti romani rimasti.

Osservando la struttura economico-agraria del primo periodo nel Regno Longobardo, pare comunque che siano state in numero abbastanza limitato le picco-le cellule proprietarie private, gestite da rappresentanti ecclesiastici di rango minore, o negozianti, o maestri artigiani, o medici. La gran parte del territorio era infatti di pertinenza del fiscus regio e degli apparati ecclesiastici maggiori ed era spesso concessa in locazione ad affittuari che la coltivavano. Certamente uno degli ostacoli che intralciava una regolare organizzazione degli appezzamenti maggiori in parti-celle terriere di agile gestione era la forte presenza di terreni boschivi che se da un lato costituivano una risorsa irrinunciabile dall’altro erano un ostacolo oggettivo alla spartizione dei beni fondiari.

In questo quadro povero di informazioni, i dati prettamente archeologici sem-brano suggerire che il libero mercato scomparve nel V-VI secolo sostituito da una rete di scambio su scala minore che basava i suoi rapporti su nuclei territoriali molto ridimensionati185.

181 taGliaferri 1970, p. 126; Jarnut 1995, p. 48.182 HL, III, 16.183 GasParri 2012, p. 13; WicKham 2005, p. 117.184 Si rileva un vero e proprio gap tra i livelli di sviluppo delle economie dei vari stati romano-

barbarici, ma in generale è possibile affermare che il passaggio del potere territoriale/economico dallo Stato ai privati sia senza dubbio da ritenere una delle leve principali che spinsero ai cambia-menti osservabili nei primi secoli medievali; WicKham 1984; hendy 1988.

185 Il panorama è descritto da hodGes 1988. saGuì 2001, pp. 63 e 67 rileva dalle fonti arche-ologiche che vi devono esser stati grandi cambiamenti rispetto ai secoli precedenti: prendendo come fossile guida la ceramica (che rispetto agli altri manufatti rappresenta un’eccezione perché

43LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

Attraverso l’Editto legislativo di Rotari (regnante dal 636 al 652) l’aspetto dell’in-sediamento territoriale longobardo che possiamo dedurre è cambiato rispetto a quel-lo precedente: si osserva ora un radicamento maggiore sui territori di insediamento e, soprattutto, appare ben documentata l’istituzione della curtis186. Si trattava di un modello complesso di sintesi tra i sistemi di sfruttamento economico che apparve dal VII-VIII secolo187. In realtà, secondo alcuni autori, già nei secoli precedenti il rapporto fra dominus e fittavoli sarebbe stato un anticipo del modello curtense188. L’assetto sostanziale del sistema curtense fu la divisione dell’azienda in due parti complementari: pars dominica (altrimenti detta “riserva” o “dominico”), e la pars massaricia (detta anche “massaricio”). La prima porzione di proprietà veniva gestita direttamente dal Signore, proprietario, grazie ad un gruppo di servi detti praebenda-rii che ricevevano vitto e alloggio. Tutto il frutto derivato dal lavoro di sfruttamento della pars dominica apparteneva in maniera totale al Signore. L’altra porzione della proprietà era invece gestita indirettamente dal Signore: egli riceveva dai fittavo-li agricoli che erano insediati sul “massaricio” un fitto annuale e delle prestazioni d’opera da svolgere nella pars dominica. La pars massaricia era frammentata in sotto-aziende (più o meno grandi) chiamate mansi189 in cui vivevano e lavoravano in quasi totale autonomia degli affidatari che potevano essere sia uomini liberi che servi. L’affitto che i concessionari versavano al Signore per poter lavorare la sua terra e goderne i frutti, veniva corrisposto solitamente sotto forma di beni naturali e generalmente si trattava di una parte del raccolto. I rapporti tra i fittavoli ed il Signore non erano diretti, bensì passavano attraverso delle figure “burocratiche” che ne svolgevano le veci amministrative e che erano detti villici, missi o actores. La cur-tis è probabilmente da considerarsi la cellula primaria su cui si basava la produzione

è indistruttibile e non si può riciclare) si evidenzia che il ruolo avuto in precedenza dall’Italia, riguardo al dominio anche economico soprattutto nella gestione dei mercati, è cambiato: ora af-fluiscono a Roma le merci e non più viceversa. Negli strati archeologici di VI-VII d.C. sono infatti in percentuale più numerosi i prodotti importati che locali.

186 Cfr. auGenti 2016, pp. 115-22. L’istituto curtense nell’Edictum Rothari è citato ai capitoli 32-34, 209, 269, 277-278, 283, 343, 346, 352, 379-380. Gianluigi Barni è di parere difforme: nè l’Italia nè la Francia ebbero mai una vera e propria economia curtense poiché, a suo avviso, non sarebbe mai venuta meno l’attività dello scambio; cfr. Barni 1974, pp. 188-9.

187 Un sinonimo di curtis, utilizzato soprattutto in area franco-tedesca, è villa. Mentre in area anglosassone si utilizza il termine manor. Riguardo all’origine dell’istituzione, per cui si è di-scusso se si trattasse di un’eredità tardo-romana o di un’innovazione, si rimanda alla seguente bibliografia: Pivano 1909; bogneTTi 1958; Jones 1966; Tabacco 1966; Pasquali 2002.

188 Jones 1966, alle pp. 83-5; dello stesso autore spunti interessanti sull’argomento in Jones 1964, Jones 1965.

189 Esistono delle varianti abbastanza comuni a questo termine: case massaricie, sortes, colonicae.

44 CAPITOLO I

agraria altomedievale190: secondo alcuni studiosi essa era un esempio tipico di “eco-nomia domestica chiusa”, cioè rivolta al consumo interno191. In seguito l’opinione si è evoluta: la curtis sarebbe invece segnale di un’economia decisamente dai caratteri più aperti (almeno nei secoli IX e X) in cui era presente un flusso di merci ma anche di monete da e verso l’esterno192.

Le forme di organizzazione del lavoro contadino – ben documentate soprattutto per l’età carolingia e posteriore – sono diffuse in maniera sporadica, come è stato di-mostrato spesso utilizzando gli inventari dei monasteri sotto cui ricadeva la gestione di grandi porzioni destinati all’uso agricolo193.

Rispetto a quei territori che rimasero sotto il diretto controllo del governo bi-zantino, nelle zone con forte presenza barbarica apparve in età altomedievale anche un’altra tipologia di istituzione: la corvée. Con questo termine si indica delle opere di lavoro fornite obbligatoriamente da contadini, coloni e in genere sottoposti al signore in cambio di altri beni: esse erano essenziali per il funzionamento della cur-tis194. Il sistema curtense mirava ad assicurare un’autosufficienza economica “il più possibile completa” attraverso l’integrazione di più settori economici specializzati (agricoltura, allevamento, artigianato)195. Il ricorso al mercato si rendeva necessario solo per quei prodotti che era impossibile produrre in autonomia. Tale modello era tuttavia ampiamente variato a seconda delle zone di insediamento: non dappertutto, ad esempio, era possibile produrre ogni specie vegetale o approvvigionarsi di metal-lo per costruire gli attrezzi, o ricavare sale per il fabbisogno alimentare degli abitanti o del bestiame. Per procurare quanto necessitava è presumibile si ricorresse a scambi interni alla cellula curtense, ma tale processo era fortemente limitato dal fatto che la disponibilità dei prodotti era spesso la stessa. Tuttavia, è possibile ipotizzare che

190 In ragione di quanto già affermato supra, il periodo interessato è da ritenersi comunque posteriore almeno alla metà del VII secolo.

191 Questa corrente di pensiero era caratteristica dei primi studi sul modello curtense ed appa-re sicuramente viziata dalla mancanza di elementi documentari che invece sono a nostra disposi-zione solo oggi. Attraverso un’indagine prettamente numismatica, basata sul confronto fra i teso-retti di tarda età romana e quelli di età carolingia, George Depeyrot ha sostenuto che la scomparsa dell’economia urbana e lo sviluppo rapido delle strutture latifondiste ha notevolmente contribuito a ridurre il sistema degli scambi e degli stocks monetari almeno fino al X secolo, quando le rin-novate condizioni economiche appaiono di nuovo favorevoli allo scambio; cfr. dePeyrot 1993, pp. 566-8.

192 Pasquali 2002, pp. 50-1; si veda soprattutto touBert 1983, pp. 43-63. 193 Pasquali 2002; touBert 1983; andreolli – montanari 1983; touBert 1973.194 Il dibattito storiografico sull’origine e la derivazione della corvè, per cui ci si chiede se

essa derivi da modelli precedenti tardoromani o sia stata istituita in epoca decisamente successiva, è articolato tra “continuisti” e “fratturisti”: per la prima corrente di pensiero – oggi meno accredi-tata – cfr. Jones 1966: per la corrente “fratturista” cfr. andreolli 1999, alle pp. 69-85.

195 Jones 1980, p. 193; ciPolla 1951, pp. 95-9.

45LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

curtes, fra loro attigue, sfruttassero questa vicinanza per compensare le proprie ne-cessità. Il fatto che molto spesso un Signore fosse proprietario di più curtes (anche non strettamente adiacenti) favoriva l’iniziativa di ricorrere a scambi interni alla stessa proprietà196. È allora probabile che esistesse, piuttosto che una curtis autosuf-ficiente, una sorta di “rete di possessi curtensi” che poteva garantire un buon livello di autosufficienza.

Per lungo tempo gli studi sul Regno Longobardo in Italia hanno visto questa fase storica come caratterizzata da un tipo di insediamento che privilegiava le aree non-urbane197 con accentuati caratteri di spopolamento e di abbandono delle vie di co-municazione che avrebbero iniziato a deteriorarsi198; Wickham ha ipotizzato che tale visione sia stata confortata dall’idea, nata nel Rinascimento italiano, della “barba-rizzazione” (tradotto qui dal lemma barbarism) del periodo altomedievale per cui la vita di città era vista come ‘culturalmente superiore’ rispetto a quella non-urbana199. Tuttavia, i dati archeologici di recente acquisizione, che rivelano un’evidente con-trazione degli spazi e dello sviluppo demografico200, hanno suggerito una revisione della questione confortando addirittura la tesi opposta secondo la quale i Longobardi fondarono città nel centro del loro Stato per sfruttare la rete preesistente di contatti circostanti gli insediamenti201. Riguardo alla continuità di vita degli insediamenti cittadini tra tarda antichità e altomedioevo, gli storici che hanno preso parte al dibat-tito non hanno unanimemente concluso se vi sia stata cesura o continuità nell’asset-to urbano anche in ragione delle difficoltà di lettura archeologica nei centri urbani che in molti casi mostrano stratigrafie compromesse. Se alcuni hanno visto nelle città altomedievali italiane delle entità che persero dapprima gran parte del ruolo mantenuto precedentemente per poi diventare nuovamente centri gestionali dal tardo VII secolo202, altri hanno individuato sostanziali elementi di continuità soprattutto

196 Si veda per tutti l’esempio riportato da touBert 1983, alle pp. 21-3: al centro di Alfiano (nell’attuale Lombardia) pare siano state collegate una quarantina di aziende.

197 V. ad esempio Wallace-hadrill 1952; BoGnetti 1966a; menGhin 1985. Una lettura ag-giornata in BroGiolo 2011.

198 loPeZ 1959, p. 70.199 Cfr. WicKham 2005, p. 644.200 Si veda per tutti la panoramica degli scavi italiani in BroGiolo – Gelichi 1998, pp. 55-8 e

passim; sulle città altomedievali cfr. anche Fasoli 1960 e Fasoli – manselli – Tabacco 1966.201 WicKham 1988, p. 144; harrison 1993, pp. 98-157; la rocca 1992, pp. 167-9; ciamPoltrini

1994, pp. 629-31; Goffart 1980, p. 4. Assolutamente in linea con questa ricostruzione christie 1995, p. 102 e humPhries 2000, p. 546.

202 Cfr. deloGu 1980, pp. 32-7; deloGu 1990, p. 157. Questa tesi è affrontata in maniera estesa in Rebirth of towns 1988. BalZaretti 1992, p. 118 ricorda l’affermazione di alcuni storici secondo cui la città sarebbe esistita solo nella mente degli annalisti ecclesiastici.

46 CAPITOLO I

nel collegamento tra centro abitato e hinterland203. Indagini archeologiche in centri urbani attestano come le attività produttive si spostino qui dalle campagne grazie alla nuova disponibilità di spazi e all’esigenza di riqualificare le città come centri episcopali. Allo stesso modo sembrano rivestire particolare ruolo i monasteri che si dimostrano centri produttivi. Alcuni centri urbani, ad esempio Brescia, attestano che l’insediamento longobardo richiese diverse attività produttive, i cui materiali erano verosimilmente destinati anche ad un mercato esterno alla città. Allo stesso modo è attestato certo uno scambio tra centri produttivi in località bizantine ed élites longobarde, come verificato dagli scavi presso la Crypta Balbi a Roma. La prose-cuzione della vita delle città bizantine non dovette certo manifestare chiusure verso le realtà longobarde contermini; da entrambe le parti non si trattava comunque di gestioni territoriali a carattere esclusivistico come testimonia il patto commerciale del 715/730204 redatto tra Re Liutprando e le autorità bizantine di Comacchio205.

Dal punto di vista dell’organizzazione del rapporto città-campagna Wickham ed Hendy giudicano il Regno Longobardo come uno stato relativamente evoluto da un punto di vista economico nonostante non perfettamente capace di esigere le tasse sfruttando lo strumento monetario come i predecessori Ostrogoti206. Hodges, invece, concentrando il suo studio sugli insediamenti altomedievali della Pianura Padana207 (che si rivela uno dei territori più intensamente popolati e sfruttati dell’intera pe-nisola italiana208) indica quest’area come il cuore pulsante del sistema economico dell’Italia settentrionale; esso, fondato su una matrice di stampo romano, sarebbe collassato solo al tempo dei Carolingi (dopo la metà del IX secolo) per poi riacqui-stare vigore nel X secolo209.

203 Questa affermazione, che pare oggi condivisa, è un’acquisizione recente; cfr. Ward-PerKins 1983, p. 117; WicKham 1981, pp. 80-5 (che basa la sua tesi su una continuità urbana delle città italiane soprattutto su documenti lucchesi); WicKham 2005, a p. 593 osserva come sia essenziale valutare principalmente gli insediamenti (che egli descrive in una serie articolata di tipologie) dal punto di vista del loro ruolo economico. BalZaretti 2002, p. 118 ha sottolineato la difficoltà anche di individuare con chiarezza il rapporto tra città e campagna tra V e VII secolo.

204 La data del documento non è sicura.205 Il patto è edito in hartmann 1904, pp. 123-4 e in bellini 1962, doc. 1. Un commento ac-

curato del patto e una riedizione in fasoli 1978, pp. 583-607. Si veda al riguardo anche la discus-sione successiva alla lezione Fasoli e in particolare l’intervento di Mor che propose una diversa datazione. Cfr. oggi il riassunto in Gelichi et al. 2012.

206 WicKham 1988, p. 147; hendy 1988, pp. 41-5. Riguardo alla tassazione nel mondo longo-bardo, si veda quanto detto precedentemente.

207 Le testimonianze a nostra disposizione su questo territorio, per quanto preziose, per i se-coli precedenti all’VIII dC (con la sola eccezione del territorio ravennate) sono però limitate e si basano soprattutto sull’Historia Langobardorum e su alcune Vite di Santi.

208 Si veda infra i capitoli del Catalogo relativi alle zone dell’Italia padana.209 Cfr. hodGes 1988, p. 86.

47LE PREMESSE STORICHE ED ECONOMICHE ALL’ALTOMEDIOEVO

Figura 1Croce funeraria detta “di Gisulfo” da Cividale del Friuli, VII sec. d.C. (Foto da I Longobardi, a c. di G. C. Menis, Udine 1990; cat. p. 149)

Figura 2Anello d’oro con solido bizantino di Costantino IV (668-80 dC) da Magnano in Riviera(Foto da Langobardia, a c. di S. Gasparri, P. Delogu, Udine 1990; cat. p. 155)

Figura 3Coppia di fibule longobarde a S in oro con pietre preziose(Foto da Longobardi d’Italia, a c. di G. C. Menis, Udine 1990)

Figura 4Brocca in lamina di bronzo dalla necropoli di San Mauro a Cividale del Friuli(Foto da La collina di San Mauro a Cividale del Friuli, a c. di I. Ahumada Silva, Firenze 2010; cat. p. 145)

1 2

3

4

48 CAPITOLO I

A livello generale è probabile che l’insediamento longobardo sfruttasse i siti pre-esistenti adattandoli alle proprie esigenze con una grande variabilità di attestazioni che sono documentate dall’archeologia attraverso insediamenti sparsi, aree urbane, ville rurali, luoghi fortificati210.

210 Un panorama analitico in BroGiolo – chavarria arnau 2005. Le indagini in Toscana sembra possano indicare caratteri peculiari: in conseguenza dei disordini di metà VI secolo (dopo la guerra greco-gotica) i coltivatori dei fondi si concentrarono in siti d’altura prediligendo l’al-levamento e lo sfruttamento minerario. In seguito questi insediamenti si trasformarono in curtes (VIII-IX secolo) e quindi in siti fortificati (X secolo). Il quadro è presentato in valenti 2004.

49

caPitolo II

LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

II.1. MONETAZIONI ALTOMEDIEVALI1

Come si è già avuto modo di anticipare, riguardo al periodo che copre i secoli V-X, le ricostruzioni delle monetazioni dei regni romani barbarici concludono che alla cadu-ta dell’Impero Romano2 vi fu una prima fase dominata essenzialmente dalla moneta aurea coniata sullo standard del terzo del solido (tremisse/tremissis da 1,5 g) ed una fase carolingia successiva in cui fu predominante la moneta argentea. Nel pieno e basso medioevo seguì un terzo momento caratterizzato dal riuso di moneta d’oro accompagnato dalla diffusione di monete di lega argentea (soprattutto denari e fra-zioni). Le gentes o tribù barbariche che ebbero contatti con l’Impero e con la realtà romana in veste di alleati o mercenari o tributarii necessariamente conobbero lo stru-mento monetario e questo rapporto delle popolazioni barbariche con la moneta, che forse in alcuni casi venne conosciuta per la prima volta, fornì loro delle esperienze che misero a frutto quando si insediarono nei confini imperiali3. Si ebbero in seguito

1 Una panoramica generale sull’argomento è reperibile in MEC 1, in particolare l’intro-duzione generale alle pp. 1-16; si veda anche BlacKBurn 2005. Per la penisola italiana studi generali che hanno analizzato la circolazione monetaria sono: BernareGGi 1970; arslan 1978; arslan 1984; rovelli 1992; arslan 1994; arslan 1998a; rovelli 2000; saccocci 2005; rovelli 2009; saccocci 2008; arslan 2012; rovelli 2012; saccocci 2013; rovelli 2015; saccocci 2016; rovelli 2017. Pare però opportuno ricordare che la tradizione di studi sul tema ha precedenti illustri, cfr. Wroth 1911; samBon 1912; monneret de villard 1919-1921; le Gentilhomme 1945.

2 Sull’ultima fase monetaria dell’impero cfr. Grierson – mays 1992; RIC X, passim.3 In un famoso passo dello storico Tacito si racconta come le popolazioni del Barbaricum,

forse sprovviste di miniere di metallo prezioso, utilizzassero la moneta romana: Tacitus, Germania, V “[…] quamquam proximi ob usum commerciorum aurum et argentum in pretio habent for-masque quasdam nostrae pecuniae adgnoscunt atque eligunt. Interiores simplicius et antiquius permutatione mercium utuntur. Pecuniam probant veterem et diu notam, serratos bigatosque. Argentum quoque magis quam aurum sequuntur, nulla adfectione animi, sed quia numerus ar-genteorum facilior usui est promiscua ac vilia mercantibus […]: «ma i popoli a noi più prossimi, a seguito dei rapporti commerciali, valorizzano l’oro e l’argento e mostrano di riconoscere e di

50 CAPITOLO II

considerevoli apporti alla continuità d’uso e di circolazione della moneta (soprattut-to aurea) che ritroviamo come caratteristici nella maggior parte dei nuovi regni del territorio dell’odierna Europa centro-meridionale. Fanno eccezione a questo quadro l’Inghilterra e la parte settentrionale della Gallia: alla caduta dell’Impero fece se-guito, in questi territori, una stasi della circolazione monetaria che riprese solo un secolo dopo rispetto agli altri regni barbarici. La maggior parte dei regni visse, a sua volta, fasi monetarie abbastanza ben identificabili: la prima fu caratterizzata da una monetazione aurea d’imitazione della romana preesistente (fase “pseudo-imperiale”) ed una in cui la moneta venne coniata invece con connotati tipologici prettamente autonomi (fase “nazionale”) tesi ad affermare l’indipendenza dello Stato rispetto ai prototipi. Ciascun regno ebbe tempi e modi autonomi per realizzare questo passag-gio, ma per tutti avvenne attraverso un processo di assimilazione che non sempre ci è chiaro. Accanto a queste monetazioni “barbariche” sopravvisse naturalmente la moneta emessa dall’Impero d’Oriente.

Qui di seguito si propone una sintesi delle monetazioni circoscritte al periodo V-VIII secolo e relative al territorio italiano.

II.2. ERULI E GOTI

I primi ad attuare l’emancipazione dalla moneta romana furono certamente i Vandali insediati nell’Africa settentrionale e per un breve decennio anche Odoacre (476-93 d.C.) in Italia.

Odoacre, di stirpe Erula, governò l’Italia a nome degli imperatori d’Oriente e di conseguenza molte delle sue monete vennero emesse col nome dell’imperatore orientale reggente4. La sua gestione della moneta fu storicamente importante perché

apprezzare alcune nostre monete; i popoli più interni praticano, con più semplice e antica forma di scambio, il baratto. Danno credito alle monete vecchie, note da tempo, quelle con l’orlo dentato o con impressa una biga. Ricercano l’argento più dell’oro, non per una particolare predilezione, ma perché il valore delle monete d’argento meglio si presta al commercio di oggetti ordinari e poco pregiati». Anche se lo storico scrive nel I secolo dopo Cristo alcune sue osservazioni sono sicuramente interessanti: i Germani davano credito alle monete note da tempo (con orlo dentato o con impressa una biga, cioè denari serrati e repubblicani) probabilmente meglio conosciute per la loro qualità. Il fatto che vi ricorressero di preferenza può significare solo che le monete argentee con cui erano venuti in contatto in seguito erano adulterate, o meglio svilite nell’intrinseco rispetto a quelle precedenti. Il primo ad applicare questo tipo di alterazione fu Nerone nel 63 d.C., cfr. per tutti savio 1972. Vedi supra paragrafo I.1.

4 Come Odoacre, anche i successori barbari che regnarono sull’Italia in nome dell’autori-tà imperiale d’Oriente emisero monete che recavano il nome dell’autorità che governava, fino a qundo tale pratica non venne interrotta dalla guerra greco-gotica promossa da Giustiniano (535-53 d.C.).

51LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

incoraggiò di nuovo la produzione di nominali d’argento (che naturalmente porta-vano il nome dell’autorità orientale) e, nonostante non si coniassero più abbondanti quantità di monete bronzee, emise a Roma una moneta enea del valore di 40 nummi5. Questa emissione si caratterizza per una resa del profilo imperiale più realistica e soprattutto differente rispetto alle precedenti monete di IV-V secolo; ci fu, probabil-mente, la volontà di richiamarsi a modelli tipologici dell’alto impero come parrebbe-ro confermare le lettere SC (Senatus Consulto, i.e. per determinazione del Senato6) su alcuni esemplari bronzei.

La discussione sull’attribuzione e sulla datazione di questa monetazione è tutta-via ancora aperta: se alcuni autori l’attribuiscono ad Odoacre (datandola al periodo immediatamente successivo alla deposizione di Romulo Augusto, c. 477-8 d.C.)7, altri propongono di assegnarla all’imperatore goto Teodorico nella circostanza della sua amministrazione su Roma (c. 490-1 d.C.)8. A questa emissione seguirono altre monete bronzee anonime di largo modulo e di pesi variabili che ebbero corso per tutto il periodo di dominazione ostrogota sull’Italia9.

Accanto a queste monete Odoacre coniò nella zecca di Ravenna emissioni argen-tee e bronzee che portavano una legenda o un monogramma col suo nome (sciogli-bile in FLavius ODOVACar) e vi impresse anche un suo ritratto. Al pari di quanto successe per le emissioni enee, l’impronta data alla monetazione da questo reggente influenzò le successive coniazioni10.

Il ruolo politico ricoperto dai re Goti, che erano stati chiamati e sostenuti dall’im-peratore d’Oriente Zenone a riconquistare in suo nome la parte occidentale dell’Im-pero, si manifestò anche nella monetazione che venne legittimata sui nominali aurei

5 È stata avanzata la possibilità che tale emissione rappresenti una sorta di anticipazione della (più nota) riforma di Anastasio realizzata nel 498 d.C. nella zecca di Costantinopoli: da allora venne coniata una serie di nominali bronzei per rifornire il mercato degli scambi ai livelli più bassi ed il nominale maggiore era proprio una moneta enea da 40 nummi chiamata follis; cfr. Grierson – mays 1992, p. 187.

6 Riguardo alla sigla SC presente su un follis emesso a nome del re goto Teodato nel 536, si vedano le osservazioni di Adriano Savio in savio 1984, spec. alle pp. 257 e 260. La scelta dei Goti di produrre monete con SC in realtà non è chiara, così come non è ancora stato sufficientemente chiarito quale sia il significato stesso delle lettere SC: sull’influenza della letteratura ottocentesca e di Theodor Mommsen sull’interpretazione di questa sigla, cfr. overbeck 1996, p. 125 note 12-3.

7 Cfr. MEC 1, p. 32; hahn 1988, 354-8; metlich 2004, p. 47.8 Kent 1959, p. 97; hendy 1985, pp. 488-90; RIC X, pp. 213-8; al riguardo cfr. anche la

discussione in Grierson – mays 1992, pp. 186-7.9 MEC 1, nn. 92-111.10 MEC 1, p. 28 e nn. 63-64; RIC X, pp. 213-4. Anche in questo caso si ritiene che queste

emissioni rappresentino un prototipo per le successive emissioni barbariche: il primo ad adot-tare quest’innovazione pare sia stato il re dei Vandali Gunthamund (484-96 d.C.) nella zecca di Cartagine.

52 CAPITOLO II

dalla titolatura imperiale, mentre in alcuni casi al rovescio (ma solo per i nominali d’argento) comparve anche il nome del re Goto11. Il primo di questi, Teodorico (493-526 d.C., legittimato dall’Impero dal 497 d.C.), emise nelle zecche di Roma, Milano e Ravenna monete in oro, argento e bronzo: coniò solidi, semissi e tremissi sia a nome dell’imperatore Anastasio (493-526 d.C.)12 che di Giustino I (518-27 d.C.)13, frazioni di siliqua d’argento a nome dell’imperatore14 e una serie anonima di folles enei e re-lative frazioni (20 nummi ossia ½ follis, 10 nummi, 5 nummi e 2½ nummi) databili al periodo compreso tra il 493 ed il 55315. Sembra chiaro l’intento di organizzare una circolazione monetaria destinata a raggiungere i livelli più bassi dello scambio.

I Re successori di Teodorico (Atalarico, Teodato, Vitige) continuarono a battere moneta basandosi sulle tipologie già introdotte e mantennero in attività le zecche di Ravenna, Milano, Pavia (Ticinum), Roma, Sirmium16 fino al momento della ricon-quista bizantina17.

Secondo un’ipotesi di Ermanno Arslan, l’occupazione franca di parte dell’Italia Settentrionale nel periodo 539-553 provocò il drenaggio sistematico della mone-ta ostrogota dall’Italia alla Gallia: tale movimento monetario sarebbe testimoniato dall’abbondanza di rinvenimenti di emissioni gote nell’odierna Francia18.

II.3. BIZANTINI19

Lo sviluppo delle monetazioni barbariche nell’Europa centrale e orientale dovette necessariamente confrontarsi con il mondo bizantino, che non solo sopravviveva

11 Per la monetazione gota, MEC 1, pp. 24-38; MIB I (pp. 77-91), II (pp. 30-2), III (pp. 55-8); suchodolsKi 1989; arslan 1993; Arslan 2004a; metlich 2004; demo 2004; arslan 2012; asolati 2012, pp. 47-146.

12 Metlich 2004, pp. 84-91.13 Metlich 2004, p. 92.14 Metlich 2004, pp. 98-104.15 Cfr. clover 1991, sulla base del riconoscimento di elementi metrologici comuni tra queste

monete con quelle Vandale, ritiene che possa esserci stato un accordo tra Vandali e Goti per uni-formare la moneta bronzea ed introdurre nella circolazione monete enee pesanti.

16 Riguardo alla zecca di Sirmium, nei Balcani, è recente la proposta di metlich 2004, p. 43-4 di non riconoscere le monete di questa zecca come gote, bensì di assegnarle ai Gepidi, che le avrebbero copiate dal prototipo goto.

17 Già loPeZ 1959, p. 74 sottolineò come la monetazione “conservativa” di stampo romano-bizantino sia stata di certo un simbolo dell’inalterabilità del potere imperiale; cfr. asolati 2012, p. 55 sulla ripresa di motivi stilistici di età Flavia nella monetazione gota.

18 arslan 2006, p. 367; arslan 1997.19 La monetazione di Bisanzio per l’Italia ha trovato soprattutto dagli anni ‘60 del XX se-

53LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

nella pars Orientis ma manteneva in Occidente porzioni considerevoli di territo-rio, soprattutto riguardo alle relazioni commerciali. Dopo l’ingresso dei Longobardi Bisanzio conservò in Italia la Liguria costiera, parte del territorio delle Venezie me-ridionali comprese le isole della laguna, una parte di territorio circostante Ravenna (l’Esarcato) e Bologna che si estendeva dall’Adige alla confluenza del fiume Panaro con il Po, le terre che lungo la costa adriatica comprendevano Rimini, Pesaro, Fano, Sinigaglia, Ancona, e verso l’interno anche le città dell’odierna Umbria con Urbino, Fossombrone, Jesi, Gubbio, e il montefeltrino20. Una fascia di territori bizantini uni-vano queste città a Roma e tagliavano trasversalmente la penisola italiana lungo il tragitto dell’antica Via Flaminia: parte della Tuscia e del Lazio unite a Roma stessa formavano il Ducato romano. Le propaggini del controllo orientale si estendevano poi verso il sud comprendendo la costa campana, le isole antistanti (Procida, Ischia, Capri) e alcune città dell’interno. Puglia, Calabria, Lucania e le isole maggiori del mar Tirreno (Corsica, Sardegna e Sicilia) formavano un gruppo consistente di ter-ritori che era amministrato in parte dall’Esarcato d’Africa. Contemporaneamente, quindi, alla monetazione dei Longobardi in Italia e alle monetazioni barbariche in Europa, si mantenne viva quella bizantina sia in Oriente, tanto nei domini italia-ni quanto nell’Africa settentrionale; queste realtà dovettero rapportarsi al Regno Longobardo che continuamente mirò, nella sua inevitabile espansione, a minare la continuità territoriale del territorio bizantino d’Italia21.

Le affinità delle provincie bizantine italiane con l’Africa settentrionale, fino a quando questa rimase sotto il controllo di Bisanzio, furono necessariamente molto strette e vi sono molti punti di contatto tra le due monetazioni bizantine d’Italia e d’Africa che le distinguono da quelle orientali.

La base della monetazione bizantina italiana (ma anche africana) era il solido d’o-ro affiancato dal follis da 40 nummi di bronzo, mentre i Longobardi non coniarono

colo, con il noto intervento di Philip Grierson a Spoleto (Grierson 1961a), un’opportuna revi-sione del quadro complessivo conosciuto su questa serie monetaria. La bibliografia scientifica relativa all’argomento si è notevolmente ampliata grazie all’intervento, oltreché di Grierson (che con Bellinger ha programmato e realizzato la serie dei cataloghi della Dumbarton Oaks Collection), anche di Cecile Morrisson (morrisson 1979; morrisson 1981; morrisson 1982) che ha decisamente arricchito il bagaglio di nozioni che oggi sono a nostra disposizione. Per la monetazione bizantina in Italia si vedano almeno Panvini rosati 1982; Grierson 1982, pp. 138-44 e passim; martin 1983; ercolani coccHi 1984; Hendy 1985; durliaT 1986; Hendy 1988; morrisson 1989; Gorini 1992a; hahn – metlich 2000, pp. 48-50, 53-6, 69-72; calleGher 2002; cosentino 2008 (pp. 201-11); morrisson 2011; travaini 2012; arslan 2012; morrisson–PriGent 2012; morrisson–calleGher 2014; calleGher 2017 (con interessante contestualizzazione della circolazione in area nord-adriatica). Su questi testi e su quelli citati nelle righe a seguire abbiamo tentato di presentare la sintesi del quadro politico-monetario che segue.

20 La descrizione delle aree bizantine in Zanini 1998, pp. 33-44.21 Grierson 1961a, pp. 36 e 38; Grierson 1982, p. 138.

54 CAPITOLO II

mai solidi e probabilmente neppure moneta bronzea22. Nell’VIII secolo la correlazio-ne in Italia tra economia monetaria bizantina e longobarda è quanto mai evidenziata dal fatto che il peggioramento della qualità della moneta aurea a Ravenna, Roma e Napoli è parallelo a quello verificabile per il Ducato (longobardo) di Benevento. Più in generale, nel VII-VIII secolo, anche la moneta bizantina d’argento e di bronzo venne emessa nella Penisola in quantità nettamente inferiori23.

Alla definizione seriale della monetazione bizantina delle zecche in territorio ita-liano ha concorso anche la ricerca archeologica suggerendo approfondimenti crono-logici importanti24.

Durante la guerra greco-gotica (537-52) le zecche di Ravenna e Roma, in eserci-zio per le autorità gote25, proseguirono la loro attività al servizio dei Bizantini (Roma dal 537, Ravenna dal 554); accanto a queste due sedi, per soddisfare il fabbisogno di moneta, si rese necessario approntare delle officine provvisorie, probabilmente zecche militari mobili su cui ancora non ci sono però informazioni certe. La struttura delle emissioni bizantine rispettò dapprima gli ordinamenti imperiali con la moneta aurea emessa in sedi prefettizie (Ravenna) e quella bronzea nelle sedi di diocesi (Roma). Si evidenziarono – rispetto alla parte Orientale – le conseguenze della mo-netazione ostrogota impiantata nei 50 anni precedenti: se il modello delle coniazioni auree a cui riferirsi rimase indubbiamente quello di Costantinopoli, le monete enee evidenziano generalmente un peso inferiore in confronto alle corrispettive orientali ma soprattutto, rispetto all’Impero Orientale, si continuò (a Ravenna) ad emette-re moneta argentea26. La conquista longobarda di Benevento e la fondazione del Ducato meridionale (570) spinse gli imperatori (forse già con Maurizio Tiberio 582-602) ad aprire zecche in Sicilia (prima Catania e poi Siracusa) dove pare venissero realizzate solo monete di rame destinate a rifornire il mercato di circolante minuto27. La Sicilia, pur appartenendo all’Impero, godeva di particolare autonomia rispetto alla prefettura di Ravenna ed era soggetta ad un pretore. La sua intensa produzione

22 Ma si veda al riguardo il paragrafo II.4. 23 Si veda supra bibliografia citata a nota 19 e il quadro presentato già da loPeZ 1959, p. 75

e nota 18.24 Il riferimento è in particolare alla proposta di attribuzione alla zecca di Roma di emissioni

in precedenza assegnate genericamente a “zecche italiane”. Si veda ad es. le riflessioni di rovelli 2001b, riguardo agli scavi da San Vincenzo al Volturno, e rovelli 2001c riguardo alla Crypta Balbi.

25 MEC 1, pp. 24-38.26 Si tratta naturalmente delle frazioni di siliqua (0,189 g circa) prototipo d’imitazione per le

emissioni longobarde pseudo-imperiali. Secondo arslan 2001c, pp. 247-8 alcune di queste emis-sioni (per Giustiniano I e Giustino II) potrebbero provenire da una zecca militare di area ligure (Luni?); cfr. anche arslan 2013, p. 233.

27 Si vedano per tutti PriGent 2013; castriZio 2008; morrisson 1998; GuZZetta 1995; castriZio 1991.

55LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

di moneta enea, tanto da surclassare le altre zecche italiane, potrebbe esser messa in relazione direttamente con specifiche necessità di approvvigionamento non solo della provincia italiana ma dell’intera sfera orientale e di Costantinopoli stessa28.

La ridistribuzione delle aree italiane in seguito all’insediamento dei Longobardi (tra il Regnum centrosettentrionale e i Ducati di Spoleto e Benevento), frammentò il territorio come già anticipato poco sopra. Venne creato l’Esarcato d’Italia (ante 584) verosimilmente con lo scopo di difendere i territori bizantini attraverso la riuni-ficazione straordinaria dei poteri amministrativi e militari sotto un’unica autorità29. Con quest’azione si procedette ad una militarizzazione della società con la creazione di cittadini-soldati pronti alla difesa30. La nuova situazione, caratterizzata da una sempre maggiore autonomia politica di alcune componenti territoriali, ebbe ovvie ripercussioni anche nella monetazione.

Il ruolo della zecca di Ravenna, dal momento della presenza longobarda in Italia, fu progressivamente ridimensionato31 (la città venne conquistata dal Re longobardo Astolfo nel 75132), e si ampliò invece quello delle zecche meridionali. Mentre in ge-nerale è da sottolineare il crescente impoverimento della qualità delle emissioni (sia in riferimento al peso che alla quantità di fino) parve crescere soprattutto l’importan-za di Siracusa, che batté ampiamente moneta d’oro. Per i territori bizantini compresi tra le due zecche citate, Ravenna e Siracusa, venne creata la zecca di Napoli33. Di conseguenza alla crescita di importanza di Siracusa, pare che, dalla metà del VII secolo circa, anche Roma abbia ridimensionato il volume delle sue emissioni bron-zee (che cessarono attorno al 720-740)34, peggiorando anche la qualità della moneta aurea ed emettendo a lungo solo tremissi aurei. Mentre l’oro rispettava le prerogative dell’autorità bizantina, le emissioni d’argento divennero a fine VII di tipo “bizantino-papale” con l’apposizione, al verso, del monogramma pontificio35. Roma riconquistò un ruolo importante un secolo dopo quando, in seguito alla sconfitta dei Longobardi ad opera di Carlo Magno, il controllo dei funzionari imperiali venne meno a favore dell’autorità papale di Adriano I (772-95) che emise denari leggeri adattati alla me-

28 PrigenT 2006.29 cosentino 2008, pp. 136-7; ferluGa 1991.30 V. per tutti Zanini 1998, pp. 56-9.31 Si veda ora sopratt. PrigenT 2016; morrisson-callegHer 2014; arslan 2005a; calleGher

2002.32 cosentino 2008, pp. 26, 137; Panvini rosati 1982, p. 666.33 La zecca venne aperta negli ultimi anni di regno di Costante II (614-68), attorno al 663

(cfr. rovelli 2010); nel 695 la zecca di Cartagine, in conseguenza alla conquista araba dell’Esar-cato d’Africa, venne spostata in Sardegna probabilmente a Cagliari (cfr. Guido 2002).

34 La minor presenza di moneta è probabilmente da correlare con un calo demografico, cfr. arslan – morrisson 2002, p. 1256 e bibliografia ivi citata. Si veda anche rovelli 2012.

35 rovelli 2012, p. 276; rovelli 1998; morrisson – barrandon 1988.

56 CAPITOLO II

trologia e allo stile carolingio: è verosimile ritenere che il controllo della zecca di Roma passò completamente sotto il Papato verso la metà dell’VIII secolo36.

A fine secolo, tuttavia, scomparvero tutte le zecche bizantine nella Penisola: l’espan-sione dei Carolingi pretese il totale controllo di ogni attività monetaria. Sopravvisse la sola zecca di Siracusa, finché non venne conquistata dagli invasori Arabi.

Riguardo alla monetazione, le emissioni dell’Italia bizantina presentano delle og-gettive difficoltà nel riconoscimento e nell’analisi, soprattutto perché l’individuazio-ne dei luoghi di emissione per le monete d’oro è pregiudicata dall’assenza di segni distintivi di zecca: i prodotti delle varie zecche possono essere attribuiti spesso solo grazie ad osservazioni tipologiche o, nel caso di un ritrovamento, alla vicinanza da un luogo presumibile di coniazione. Accanto alle monete genuine di zecca presumi-bilmente bizantina, però, circolavano delle imitazioni che vennero emesse nel primo periodo di dominazione longobarda, di conseguenza le imitazioni non sempre pos-sono essere agevolmente distinte dalle monete imperiali37.

In aggiunta a questa difficoltà nell’analisi generale della monetazione bizantina, si pone – come accennato – il problema della moneta d’oro che evidenzia per certe emissioni un sensibile calo nel peso a fronte della totale buona qualità del metallo. I solidi emessi da Giustiniano II (I regno: 685-95, II regno: 705-11) pesano 0,3 grammi in meno rispetto allo standard di 4,5 g stabilito in origine da Costantino I. Non sembra ci sia stato un processo graduale di svilimento del peso del solido: le prime attestazio-ni di questo impoverimento si notano negli esemplari di fine regno di Costantino IV (668-85)38, ma a fine VIII secolo il solido coniato pesava circa 3,9 grammi. Le zecche italiane, accanto al calo di peso descritto, aggiunsero inoltre un evidente peggiora-mento della lega aurea: a metà dell’VIII secolo la zecca di Roma emetteva solidi che contenevano sempre più rame. Questo peggioramento della moneta dovette essere, con buona probabilità, una delle dirette conseguenze della perdita di potere dell’auto-rità bizantina sulla penisola; in realtà tale fenomeno si propone parallelamente anche nelle monete d’oro longobarde (tremisses nell’Italia centro-settentrionale e solidi e tremisses nel Ducato di Benevento). Philip Grierson ipotizzò che tali aggiustamenti nella moneta aurea fossero stati necessari per adattarla al mutato sistema di peso e identificò queste monete alleggerite con il termine mancus (o mancuso) che ricorre nella documentazione di VII e VIII secolo. Con questo termine, cioè, si volle indica-re – almeno inizialmente – il solido siciliano alleggerito, mentre in seguito divenne probabilmente un termine d’uso corrente per indicare la moneta d’oro39.

36 Cfr. MEC 1, pp. 259-63.37 Panvini rosati 1982, pp. 656 e 665; grierson 1961a, pp. 45-6 e note relative. 38 oddy 1988.39 La tesi, espressa in Grierson 1954a, alle pp. 1071-3, venne corretta nella revisione edita

in Grierson 1979, Addenda and corrigenda, pp. 2-4. La supposizione su cui si basava lo studioso

57LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

Rispetto all’altra principale monetazione, quella enea, dal regno di Costante II in poi le emissioni di bronzo per la Penisola furono nettamente più esigue, per scompa-rire infine nel secolo VIII. Di contro sopravvisse un abbondante approvvigionamento di coniazioni bronzee dalla Sicilia, sintomo che nell’Italia bizantina più meridionale resisteva una considerevole attività di zecca che riforniva un vivo mercato mediter-raneo al pari delle altre province dell’Impero Orientale. Un recente studio ha appro-fondito le conoscenze sulla moneta enea ravennate, constatando che nell’Esarcato e nell’area nord-adriatica permanesse dal VI ad almeno tutto il VII secolo una situa-zione particolare di autonomia monetaria: il bronzo venne coniato su uno standard inferiore rispetto alla parte orientale per mantenere la moneta enea come strumento efficace atto allo scambio monetario quotidiano40. Ne consegue la constatazione che almeno nell’area circostante l’Esarcato si mantenne viva un’economia monetaria che probabilmente escludeva le emissioni siciliane e che collassò solo nell’VIII se-colo quando, per adattarla alla svalutazione dell’oro e mantenere il rapporto tra i due metalli, la moneta bronzea venne coniata con peso sempre più irregolare e calante.

Assieme all’impiego di moneta per corrispondere quanto dovuto, opinione con-divisa è che fosse praticata anche una sorta di “economia naturale”: in particolar modo per quanto riguarda la corresponsione di dazi e di tariffe agrarie, in alcuni casi si impiegavano derrate alimentari41. Significativo a questo proposito il commento di Durliat su una stele di IV-VII secolo rinvenuta in Sardegna che riporta le quote fissa-te da pagare per i mercatores che entravano in Carales-Cagliari: le tariffe predispo-ste erano stabilite ad valorem sui prodotti trasportati42. Comunque sembra evidente

era che il termine mancus compare per la prima volta proprio in documenti italiani di VIII e IX secolo, quindi non si può trattare di una derivazione dal termine specificatamente arabo (ovvero dal verbo mankush) per indicare una moneta “battuta”. La tesi oggi maggiormente condivisa è che con il termine mancuso si indicasse, nell’Occidente, la moneta araba d’oro «confondendo il nome arabo di questa (dinar) con l’aggettivo che spesso lo accompagnava (manqush = inciso)», mccormicK 2001, pp. 319-42 e 811-4; al riguardo cfr. saccocci 2004, p. 171, nota 14. Con l’i-potesi del Grierson concordano Gorini 1985, p. 66; rovelli 1993, pp. 549-50 (che si richiama soprattutto a duPlessy 1956); Quinsat 1997; ilisch 2004. A questa spiegazione Andrea Saccocci ha aggiunto la precisazione che dopo la riforma monetaria carolingia la parola mancuso venne utilizzata per indicare qualunque moneta aurea presente nella circolazione, mentre nella docu-mentazione scritta lo studioso osserva che mancuso assunse un valore di conto per indicare una misura fissa (30 denari) conteggiata in moneta occidentale, cfr. saccocci 2005, p. 115 e nota 73. Sul tema sono più recentemente tornati deloGu 2008, cosentino 2012 e PriGent 2014. Mentre Paolo Delogu ha ridimensionato la tesi di McCormick, per Cosentino e Prigent risulta valida la tesi di Grierson.

40 morrisson – calleGher 2014. Recentemente sul tema della circolazione di moneta bizan-tina enea è tornato calleGher 2017, offrendo un interessante quadro d’insieme delle emissioni ponendo a confronto le due sponde dell’Adriatico.

41 L’informazione già in Procopio, Storia delle guerre di Giustiniano, cap. 22.42 durliat 1982, p. 8 e nota 27.

58 CAPITOLO II

che la corresponsione di canoni in natura fosse accettata soprattutto per gli abitanti delle campagne. Questa possibilità d’uso potrebbe, secondo Durliat, spiegare anche la forte svalutazione che coinvolse la moneta bronzea a partire dalla II metà del VI secolo43. Il quadro dei rinvenimenti monetali altomedievali proposto da Ermanno Arslan ha suggerito allo studioso alcune osservazioni: per il VI secolo nelle aree dell’Italia settentrionale rimaste di dominio bizantino l’attività di scambio a livello basso sarebbe stata supportata da importazioni di moneta spicciola da Oriente44.

II.4. LONGOBARDI45

Con l’avvento del popolo Longobardo (569 d.C.), la situazione monetaria nella pe-nisola italiana pare cambiare radicalmente rispetto a quanto documentato dalla pre-senza bizantina: vennero emesse prevalentemente monete auree (tremissi) che dap-prima erano fedeli imitazioni dei prototipi bizantini ed in seguito assunsero caratteri di totale autonomia nel tipo e nella legenda. Sui Longobardi non sembrano esistere testimonianze monetali di alcun tipo riguardo al periodo precedente, per cui pare ra-gionevole ritenere che l’esperienza italica sia unica per questo popolo, tuttavia alcuni studiosi (soprattutto di lingua tedesca), sulla scorta di documentazione archeologica, hanno supposto l’esistenza di una fase di imitazione di emissioni bizantine già nel periodo antecedente, quando cioè il popolo longobardo era insediato in Pannonia46. È effettivamente ragionevole ammettere che già alla data del loro ingresso nella pe-nisola italiana i Longobardi conoscessero lo strumento monetario in ragione del fatto che, al pari degli altri popoli germanici erano già venuti in contatto con le strutture

43 Ibidem, p. 13.44 arslan 2005; arslan 2006, p. 373. 45 Manca oggi un Corpus dedicato alla sola monetazione longobarda, probabilmente in ra-

gione delle numerose incertezze che ancora sussistono su alcuni nominali. La bibliografia sull’ar-gomento è nutrita e un’elencazione bibliografica pressochè completa sul tema, fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, si può reperire in GianaZZa 1998. Dobbiamo soprattutto alle ricerche sistematiche di Ermanno Arslan, sviluppate attraverso numerosi contributi, il tentativo di sistema-zione organica della monetazione longobarda. I principali contributi cui riferire sono oggi MEC 1, pp. 55-73; arslan 1990; calleGher 2001; rovelli 2001; arslan 2002a; arslan 2002b; arslan 2003; Pardi 2003; arslan 2004; arslan 2010; saccocci 2010; arslan 2010a; arslan 2012; arslan 2013; saccocci 2016; arslan 2017. Oltre a questi studi, a volte riassuntivi o anche solo orientativi, la produzione scientifica degli ultimi anni ha analizzato molti aspetti per nulla secon-dari che certamente contribuiscono a fornire, se non soluzioni, almeno argomenti di confronto. Alcuni di questi aspetti verranno presi in considerazione nel testo a seguire.

46 Si veda ad es. stefan 1936; Werner 1962, p. 102; Werner 1973; cfr. arslan 2010, p. 161 e bibl. ivi indicata.

59LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

economiche romane47. Se di fatto è ammissibile che conoscessero la moneta, non è però altrettanto certo che la utilizzassero usualmente nelle transazioni economiche o con funzione economica: secondo alcuni studiosi quest’interpretazione è giusti-ficata soprattutto dal fatto che in contesti archeologici italiani ed esteri databili al periodo longobardo i reperti numismatici vengono rinvenuti quasi esclusivamente in tomba spesso adibiti a pendagli di collane e quindi relegati al ruolo di oggetti di oreficeria48. Una volta venuti in contatto con la realtà politico-economica dell’Italia, per questo popolo coniare moneta avrebbe assunto soprattutto l’importante funzione di manifestare il proprio status, la propria supremazia sugli autoctoni, dato che il diritto di conio e l’emissione monetale erano da sempre privilegi riservati all’autorità imperiale. La divisione politica del dominio dei Longobardi sulla penisola (Regno e Ducati meridionali) condizionò la monetazione di ciascuna area di dominazione49, con la conseguenza che le diverse zone svilupparono monetazioni con caratteristiche differenti. I Longobardi dell’Italia centrosettentrionale coniarono dapprima moneta di imitazione dei prototipi bizantini e poi (dal 688 con Cuniperto) emissioni autono-me “nazionali”; nel Ducato di Benevento, invece, venne mantenuta una monetazione fortemente aderente ai tipi bizantini con monete d’oro (solidi e tremissi) a cui si affiancarono, dopo la conquista carolingia, denari argentei. Per entrambe le aree non sono noti finora nominali enei chiaramente identificabili.

Nell’Italia centro settentrionale, il primo dei territori italiani ad essere conquista-to, per circa 120 anni dal loro ingresso (nell’intervallo di tempo compreso cioè tra il 569 d.C. ed il 690 circa), i Longobardi coniarono terzi di solido d’oro (tremissi) ad imitazione di quelli coevi bizantini battuti a Ravenna50 per Giustiniano (527-65 d.C.)51, per Giustino II (565-78 d.C.)52, e dopo un decennio di interregnum – durante il quale non sembra siano state realizzate monete – per Maurizio Tiberio (582-602 d.C.)53, per Eraclio (610-41 d.C.)54 e per il successore Costanzo II (641-68 d.C.)55. Coerentemente con quanto notato per gli altri Regni barbarici le monete sono dun-

47 Vedi sopra, pp. 9-10.48 BernareGGi 1983, p. 35-6; Werner 1973. Si tratta dell’interpretazione principale di

Ermanno Arslan, come vedremo. 49 Si veda supra quanto detto riguardo agli insediamenti bizantini.50 morrisson – PriGent 2012, p. 136: “Dès les années 580 en tout cas les attributions devi-

ennent encore plus complexes avec le début des frappes pseudo-impériales des Lombards sur le modèle ravennate aussi bien en or qu’en argent”.

51 Cfr. MEC 1, nn. 294-7.52 Cfr. MEC 1, nn. 298-9.53 Cfr. MEC 1, nn. 301-6.54 Cfr. MEC 1, nn. 307-10.55 Cfr. MEC 1, nn. 311-2.

60 CAPITOLO II

que allineate, in quanto ad elementi stilistici e ponderali, alla moneta bizantina, del resto i Longobardi dominavano da usurpatori un territorio che faceva formalmente ancora parte dell’Impero56. Probabilmente le prime monete di fatto longobarde, ben-ché non recanti il nome di un’autorità di tale popolo, sono però da riconoscersi negli esemplari recuperati in alcune necropoli cividalesi, spesso adibiti a pendaglio57. Il ri-ferimento è in particolare ad alcune presunte collane con monete dalle aree di Cella, San Giovanni e San Mauro (Cividale del Friuli): 21 tremissi da Cella-San Giovanni58 e 3 tremissi da San Mauro59. La caratteristica di queste monete è quella di presentare dei disegni particolarmente grossolani e poco fedeli rispetto al modello di riferimen-to. Gli studiosi hanno osservato, attraverso l’individuazione dei legami di conio tra i vari esemplari, l’impiego di un ridotto numero di coni per la loro realizzazione, da cui se ne può concludere che gli esemplari non devono praticamente aver circolato: alla realizzazione deve esser seguita la trasformazione in pendagli senza immissio-ne nel mercato60. La loro origine, quindi, va ricercata probabilmente a ridosso del momento dell’ingresso del popolo longobardo in Italia e la zecca di realizzazione secondo alcuni potrebbe forse individuarsi in Cividale61. Fino a che studi appro-fonditi o fortunati ritrovamenti non chiariranno l’origine di queste serie62, la prima monetazione longobarda andrà considerata quella delle emissioni descritte poco so-pra a imitazione dei prototipi bizantini da Giustiniano a Costanzo II con al dritto un

56 Bloch 1981, p. 12 sostenne che il popolo Longobardo imitò semplicemente le monete che conosceva e con cui era venuto precedentemente in contatto.

57 Cfr. calleGher 2001 (con puntualizzazioni in calleGher 2008). Si vedano anche arslan 2010; arslan 2010a. Si tratta degli esemplari definiti “pannonici” da arslan 1990, p. 166 come riferimento alla provenienza della gens e non in quanto realizzati in area pannonica (arslan 2010a, p. 198; arslan 2013, p. 225; vedi supra nota 52). calleGher 2008 invece li definisce invece “di transizione” tra uno stile rozzo d’imitazione ed uno più fedele ai prototipi bizantini: lo studioso ipotizza l’impiego di maestranze non particolarmente esperte in un arco cronologico strettamente circoscritto alla venuta in Italia; a questi esemplari sarebbero seguite monete ad opera di incisori “bizantini” (in quanto a etnia di appartenenza o di formazione) solo una volta conqui-stata Ticinum/Pavia.

58 Si veda il catalogo s.v. per i dettagli del ritrovamento. Indagini archivistiche recenti hanno appurato che i materiali, almeno per quelli raccolti nelle indagini dell’Ottocento, furono composti in collane solo successivamente alla loro scoperta probabilmente in occasione dell’esposizione museale; cfr. calleGher 2001, nota 23; calleGher 2008, p. 66 e nota 6; arslan 2010, nota 83.

59 ahumada silva 2010, pp. 127-8 e soprattutto arslan 2010a, passim. 60 calleGher 2008, p. 67; arslan 2010a, p. 196; arslan 2013, p. 226. Arslan, come si vedrà

poco oltre, ritiene la moneta aurea longobarda fondamentalmente priva di funzione economica quindi presume che la realizzazione delle monete sia praticamente stata finalizzata a farne gioielli. Recente è la constatazione dell’autore che i tre esemplari dalla necropoli di San Mauro non siano coniati ma fusi: arslan 2014a, p. 345 e nota 26.

61 L’ipotesi, benché espressa dubitativamente dall’autore, in arslan 2010a, p. 128.62 Attualmente lo studio più approfondito al riguardo, documentatissimo, è arslan 2010a.

61LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

busto di profilo e leggenda che copia (più o meno fedelmente) quella imperiale, ed al rovescio il tipo di una vittoria alata con leggenda spesso stravolta. Riguardo a zec-che di emissione longobarde, allo stato attuale degli studi, non è possibile avanzare alcuna ipotesi convincente ma sembra alquanto verosimile l’assegnazione almeno alla capitale longobarda Ticinum (Pavia); è tuttavia possibile, in base ai molti stili di realizzazione dei pezzi che fossero in attività più officine. La forma dei tondelli con cui vennero coniati gli esemplari monetati dalle zecche (o da una sola zecca?) lon-gobarde più settentrionali è caratteristica: man mano che trascorre il tempo è osser-vabile un allargamento del diametro dei pezzi a fronte di un sensibile alleggerimento del peso e ad un deterioramento della lega metallica, in molti casi compare anche un largo bordo non coniato63. La qualità del metallo utilizzato e comunque stata stima-ta di altissima qualità64. È stata individuata anche una serie di monete di probabile zecca toscana, ispirate prevalentemente ai tipi di Eraclio e Costanzo II e databili al periodo 620 ca. – 700 ca.65: i tondelli conservano un modulo minore rispetto a quelli padani mentre le legende diventano via via incomprensibili e apparentemente senza più senso66. L’allargamento del tondello, osservato poco sopra per le emissioni più tarde di area padana, si manifesta in area toscana solamente per alcuni esemplari leggermente successivi (700 ca. – 749 ca.) che portano al dritto, al posto del busto imperiale, il monogramma della città di Lucca (LVCA)67.

L’inizio di una monetazione “nazionale” longobarda venne avviata presumibil-mente dal re Cuniperto (688-700 d.C.) che per primo pose il suo nome sulle emissio-ni68. Tale innovazione fu probabilmente possibile solo grazie ad un patto trentennale di pace (680) firmato tra il Re Pertarito (672-88, di cui si conoscono solo monete argentee) e l’imperatore bizantino Costantino IV (668-85) che formalmente ricono-sceva l’esistenza di un Regno dei Longobardi69.

63 Per una possibile spiegazione vedi pp. 89-90.64 Si veda oddy 1972, pp. 202-3 (I classe).65 Anche il tipo del busto imperiale al dritto, raffigurato verso destra con corona diademata e

paludamentum, appare di stile più schematico in quanto viene rappresentato da linee più marcate che rendono la figura stilizzata e tratteggiata, per il tipo v. MEC 1, nn. 307-12.

66 loPez 1961, p. 77 ha ipotizzato che a questo abbia contribuito l’analfabetismo degli incisori.67 Cfr. MEC 1, n. 318.68 La tipologia era abbastanza canonizzata: al dritto era rappresentato un busto diademato

verso destra accompagnato da legende personali, al rovescio c’era una Vittoria alata; per il tipo cfr. MEC 1, n. 320. In realtà è noto da asta un esemplare a nome di Ariperto I (653-661 dC) su cui compare il nome del re ed al rovescio la vittoria alata (BernareGGi 1983, p. 158), nonostante l’apparente genuinità del pezzo (cfr. MEC 1, p. 62) si tratta probabilmente di un falso moderno.

69 Sulla pace “eterna” v. Jarnut 1995, p. 61; cosentino 2008, p. 261: deloGu 2010, p. 33: “… la conclusione della pace con l’impero costituiva un riconoscimento della fisionomia sovrana del loro re, legittimando anche sue iniziative in materia monetaria”.

62 CAPITOLO II

Cuniperto introdusse con un’emissione successiva un fondamentale cambiamen-to che venne mantenuto dai successori Ariperto II e Liutprando almeno per un cin-quantennio (690-740 ca.): mentre il diritto conservò il tipo di un busto diademato (e il nome del regnante), al rovescio la vittoria alata venne sostituita dal santo protettore del popolo longobardo, san Michele arcangelo, raffigurato di profilo armato con scudo e lancia70. Si trattò probabilmente della reinterpretazione del tipo della vittoria alata ripreso dagli esempi bizantini, a cui vennero però attribuiti ora connotati mi-litari71. Questa tipologia di tremissi, che rimase invariata per molto tempo e che ap-parentemente non presenta difficoltà classificatorie, pone però ancora dei problemi irrisolti: sul busto del dritto, o nel campo davanti al busto rappresentato, o anche a fine leggenda si notano spesso delle lettere alfabetiche (a volte in monogramma) che attendono ancora una spiegazione. L’ipotesi forse più diffusa è che si tratti di qualche sigla di zecca, mentre secondo altri, forse più plausibilmente, potrebbero indicare il monetiere72, ma finora nessuna soluzione è sembrata definitiva. Un’emissione di raccordo tra monetazione pseudo-imperiale e nazionale che invece probabilmente indica davvero un monetiere longobardo è quella che reca la legenda MARINVS MON(etarius) ed è forse databile al III quarto del VII secolo73.

Altri tipi di emissioni regali, ormai verso la metà dell’VIII secolo, mostrano al dritto motivi che sostituiscono il busto del Re di profilo: con Ratchis (I regno: 744-9 d.C.) viene rappresentato un busto barbuto di prospetto, mentre con Aistolfo (749-56 d.C.), ancora Ratchis (II regno: 758-7) e Desiderio (757-74) appare nel campo un monogramma regale (Christianus Rex? Dominus Noster Rex?)74; al ro-vescio si mantiene il tipo del San Michele armato. In seguito, re Desiderio, a par-tire dalla Tuscia, realizza ed estende al Regnum tremissi del tutto originali rispetto al passato: queste emissioni portano al dritto una stella circondata dalla legenda col nome del Re, e al rovescio una croce circondata col nome della città di zecca a cui

70 Le emissioni presentano tuttavia una progressiva svalutazione ed un peggioramento nella realizzazione tecnica.

71 Sull’adozione del tipo di San Michele v. arslan 2001e. 72 Un riassunto della discussione in Pardi 2003, pp. 19-21. Le lettere conosciute sono M,

V, S, T, N, B; osservazioni sull’argomento in bernareggi 1960, pp. 77-92; BernareGGi 1983, pp. 68-73 con bibliografia precedente. In arslan 1991a è stata proposta l’individuazione di alcuni monetieri.

73 arslan 2012, p. 521, ricordando la copiosità dell’emissione, la ricollega alla consuetudine merovingia di consentire sulla moneta il riferimento al monetiere solo per la parte epigrafica, il busto raffigurato quindi sarebbe comunque quello regale. Per BernareGGi 1983, p. 54 si trattò di un tentativo ducale di emancipazione dall’autorità regia (quindi andrebbe datata anteriormente al regno di Rotari 636-52) o comunque all’“imitazione pedissequa del numerario bizantino”.

74 Per Ratchis: bernareggi 1960, p. 160 (busto di prospetto) e p. 161 (monogramma); per Aistolfo: BernareGGi 1960, pp. 164-6; per Desiderio: bernareggi 1960, p. 167.

63LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

è riconosciuto l’attributo “FLAVIA”. Sono noti anche tardi tremissi “autonomi” di città “flavie” con stella al dritto e croce al rovescio con leggenda circondata da lettere inesplicabili75.

Riguardo all’argento, si registrano due principali tipologie di monete al mo-mento riconosciute come assegnabili ai Longobardi76: la prima di queste compren-de emissioni anonime che imitano frazioni di siliqua77 della zecca di Ravenna (per Giustiniano I e Giustino II78) e recano al dritto, al pari dei tremissi, un profilo im-periale diademato mentre al rovescio è presente un cristogramma (a volte tra due stelle)79. Questa serie non appare di facile collocazione cronologica ma è ragione-vole ritenere sia stata emessa e in uso almeno parallelamente alle prime serie auree pseudo-imperiali, non rimanendo in circolazione (secondo alcuni autori) oltre il VII secolo80; tuttavia – in base alla diffusione dei rinvenimenti ed alle varianti conosciu-te – è possibile che la tipologia si sia stabilizzata, “fossilizzata”, e sia proseguita per molto tempo inalterata81. La seconda emissione argentea dovrebbe svilupparsi nel VII e comprendere monete realizzate con tondelli molto sottili (risultano anche bratteate) che recano profilo imperiale e monogrammi, o croce potenziata, o il busto frontale di San Michele o ancora con una corona al rovescio che contiene una croce

75 Secondo Pardi 1999 e Pardi 2003, in part. pp. 106-10, non si trattò di un epiteto riferito esclusivamente alla città ma assunse il significato di connotare la città in quanto sede di zecca regale-statale. Ad oggi sono note le zecche di Brescia, Castelnovate, Castelseprio, Ivrea, Lucca, Milano, Pavia, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pombia, Reggio, Treviso, Vercelli, Vicenza.

76 Sintesi recente in arslan 2013, arslan 2016; si veda anche rovelli 2001, alle pp. 361-3; rovelli 2012, p. 275.

77 Molti nomi delle monete antiche ovviamente ci sono ignoti e sono di convenzione. Nel caso della siliqua il nome è da intendersi, come appurato dai recenti studi di Filippo Carlà, come un valore in oro pari a 1/24 del solido d’oro; carlà 2009, pp. 69-71, 133; tale valore poteva anche essere rappresentato da una moneta d’argento, ma difficile comprendere quale poteva essere il suo peso, non avendo praticamente alcuna informazione sul rapporto di valore AV/AR nel periodo longobardo. Quindi qualsiasi indicazione di silique, ½ silique, ¼ di silique etc. basata sul peso che la siliqua d’argento aveva forse nel IV secolo va considerata puramente convenzionale; in proposito v. ad esempio saccocci 2012, p. 174.

78 Per Giustiniano il tipo è DOC I, p. 183, nn. 339.1-3 (dataz. 552-65); per Giustino II il tipo è DOC I, p. 261, n. 215 (dataz. 565-78, visto dubitativamente come mezza siliqua).

79 Per il tipo cfr. MEC 1, nn. 295-7. 80 arslan 2016, p. 76.81 Così si epresse già Grierson 1956. Oltre a monete che riproducono i tipi ravennati di

Giustiniano I e Giustino II sono note anche mezze silique a imitazione di quelle di Tiberio II: gli esemplari portano un monogramma che dubitativamente è stato riferiro a Faroaldo I di Spoleto (576-90 d.C.) che si impadronì di Classe dal 579 al 586 d.C. (cfr. MEC 1, p. 631 e n. 300); Cfr. però arslan 2013, p. 82 (con riferimenti bibliografici precedenti) che lo attribuisce ad Adaloaldo, 616-25 d.C.

64 CAPITOLO II

e una mezzaluna82. Le più note (e forse discusse) sono le silique attribuite a Pertarito (672-88 d.C.) che probabilmente nella tipologia sono state ispirate dai denari franchi coevi83 e si presentano in due principali varianti: a) busto sul dritto e monogramma sul rovescio84, b) monogramma al dritto e rovescio incuso85. Sotto il profilo pondo-metrico queste emissioni sono coniate sul peso della siliqua bizantina e sulle sue fra-zioni (principalmente quarti ed ottavi) ma non si sono però finora individuati riscon-tri nelle fonti riguardo al valore ed al rapporto col tremisse aureo86; appare tuttavia abbastanza certo che si tratti di una monetazione slegata da quella pseudo-imperiale in quanto chi firma la moneta (benché di non sempre facile individuazione) sono autorità ducali o regali (ossia, verosimilmente, loro delegati)87.

È nota solo una circostanza in cui un re longobardo abbia coniato moneta diffe-rente da quelle descritte: Aistolfo (749-56 d.C.), nel periodo di dominio sulla città di Ravenna (751-3 d.C.), realizzò solidi (forse anche semissi), tremissi e folles di tipo bizantino88.

Diversamente dalle tipologie note per l’Italia centro-settentrionale, nel Ducato di Benevento viene mantenuta una monetazione dalle caratteristiche pienamente bizan-tine che inizia però probabilmente solo nel tardo VII secolo con Gisulfo I (689-706) e prosegue ben oltre la conquista carolingia del Regno Longobardo avvenuta nel 774 d.C.89. Le tipologie preminenti erano costituite da monete auree (solidi e tremis-

82 Riassunto bibliografico e indicazioni interpretative in calleGher 2009; Passera 2009; arslan 2013; per alcune di queste monete è ipotizzata l’esistenza di una zecca di produzione friu-lana (a Cividale del Friuli?); cfr. Kos 1981; hahn 1988a; con maggiore prudenza la tesi è stata di-scussa da calleGher 2001, pp. 688 e 690, con particolare riferimento alla nota 59. Sull’argomento è recentemente tornato arslan 2010.

83 MEC 1, p. 65.84 Cfr. MEC 1, n. 328; Wroth 1911, p. 136, n. 15; BernareGGi 1983, p. 205.85 Cfr. MEC 1, n. 331; Wroth 1911, p. 136, n. 16; BernareGGi 1983, p. 206.86 Cfr. Grierson 1956 e Kos 1981. 87 arslan 2016, passim.88 MEC 1, p. 65. I pesi delle emissioni (rarissime) sono vari e incoerenti, suggerendo si sia

trattato di coniazioni celebrative e prive di effettivo valore economico. Cfr. per tutti BernareGGi 1983, pp. 84-90.

89 Panvini rosati 1982, p. 656. Su questa monetazione cfr. MEC 1, pp. 66-72 e nn. 1085-1119; arslan 2003; arslan 2012b. Sulla scorta della documentazione archeologica da necropoli beneventane Ermanno Arslan propone di assegnare al Ducato una serie di emissioni anonime di piccolo modulo longobarde tradizionalmente attribuite alla Tuscia (tipo MEC 1, nn. 313-317) di cui è stato possibile anche individuare legami di conio: si tratterebbe, secondo lo studioso, di un’emissione pseudo-imperiale che imita il prototipo dell’imperatore Eraclio ed ebbe corso paral-lelamente (e separatamente) a quella del Regno per tutto il VII secolo. Cfr. arslan 2003; arslan 2004; arslan 2011; arslan 2012b. Vi sono tuttavia anche degli esemplari che sono stati rinvenuti nel Regnum (così come in Tuscia stessa) che rendono gli studiosi ancora prudenti nell’accogliere

65LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

si) che portavano sulle facce i due busti affiancati del duca beneventano e dell’im-peratore reggente: il riferimento iconografico rimase naturalmente quello contempo-raneo bizantino. Nel campo del dritto, accanto al busto del duca, compaiono lettere distintive utili ad identificare l’autorità ducale (ad es. G per Gisulfo): per tutta la fase ducale le autorità beneventane non firmano per esteso le emissioni limitandosi a riportare leggende scorrette che richiamano i nomi degli imperatori bizantini. Già con Romoaldo II (706-11 d.C.) scompare il busto imperiale sul rovescio e appare, coerentemente con le emissioni bizantine, una croce su gradini sui solidi e una croce semplice sui tremissi. Mentre il peso dei due nominali aurei diminuisce progressi-vamente fino alla conquista carolingia della penisola, le tipologie non variano. Con Arechis II (758-87 d.C.) si rende evidente anche nella monetazione la fase di pas-saggio dal Regno Longobardo a quello Carolingio: fino al 774 le monete di Arechis presentano la tipologia ducale già vista, ma in seguito il duca avvia una monetazione completamente autonoma (almeno nella parte epigrafica) e si firma princeps fino alla fine del suo dominio90. La conquista carolingia della penisola, in verità, non stra-volse in un primo tempo l’esistente monetazione: almeno fino al 78191 Carlo Magno mantiene nel centro-nord la coniazione di tremissi longobardi (apponendovi però il proprio nome)92, mentre al sud inizialmente prosegue le coniazioni in collaborazio-ne con i Duchi beneventani, a cui delega in seguito la gestione monetaria nell’Ita-lia meridionale. Così, quando viene imposto da Carlo il nuovo duca Grimoaldo III (788-806), figlio di Arechis II, le sue monete beneventane-carolinge mantengono lo stile precedente ma appaiono firmate (per la prima volta) dal duca e dal Dominus Rex carolingio (sono conosciute sia monete d’oro che denari a doppio monogram-ma93). Dal 792, però, Grimoaldo si ribellò a Carlo Magno ed emise ancora una volta monete autonome (sia in oro sia in argento) definendosi nuovamente princeps94. La monetazione beneventana successiva prosegue seguendo questi presupposti: vengo-no emessi solidi e tremissi aurei firmati dai Principi longobardi beneventani con la

la nuova ipotesi; cfr. ad es. asolati 2006, nota 1; calleGher 2008, p. 69. Per il momento la di-scussione rimane aperta.

90 Cfr. MEC 1, n. 1094.91 Anno del Capitolare di Mantova in cui venne proclamato l’obbligo di adozione della mo-

neta nova. 92 Attualmente la produzione di tremissi carolingi è attestata per le zecche di Bergamo

(BernareGGi 1983, p. 197), Coira (BernareGGi 1983, p. 200; sul fatto che Coira non appartene-va al Regnum Italicum, cfr. simonett 1978), Lucca (BernareGGi 1983, p. 201; travaini 1999), Milano (BernareGGi 1983, pp. 195 e 198), Pisa/Pistoia (MEC 1, pp. 60 e 210: tondo 1981, nota 17), Sibrium (forse da identificarsi con Castel Seprio, cfr. BernareGGi 1983, n. 199), Ticinum/Pavia (BernareGGi 1983, p. 196) e forse Ravenna (crusafont saBater 2004).

93 Cfr. MEC 1, n. 1098.94 Cfr. MEC 1, nn. 1099-1101.

66 CAPITOLO II

medesima tipologia fino a Radelchis (839-51 d.C.)95, e denari che presentano invece estrema varietà fino ad Adelchi (853-78 d.C.)96.

II.5. LA MONETAZIONE QUOTIDIANA NELL’ALTOMEDIOEVO ITALIANO: SINTESI DEGLI STUDI

In base al quadro appena proposto sulle monetazioni correnti presso le realtà politiche nate o sviluppatesi nella penisola italiana dopo la fine dell’Impero Occidentale appa-re così delinearsi una situazione abbastanza chiara che in poche righe potremmo così riassumere: in seguito alla scomparsa della monetazione imperiale romana trimetal-lica i nuovi regnanti Ostrogoti (come già Odoacre) proseguirono a coniare monete in tre metalli per sopperire a tutte le esigenze del mercato. Questa scelta fu ovviamente mantenuta anche durante il tentativo di Giustiniano di riconquistare l’Italia gota con-formemente a quanto già avveniva nel sopravvissuto Impero Bizantino d’Oriente. Allo stesso modo le aree bizantine proseguirono nella produzione ed utilizzo di mo-neta trimetallica, variando la produzione in centri diversi a seconda delle esigenze militari e politiche. Nel Regno Longobardo, invece, in una prima fase (VI-VII sec.) si imitò soprattutto moneta aurea (e in parte argentea) bizantina e poi, certamente dalla fine del VII secolo, fu emessa moneta nazionale ancora prevalentemente in oro con presenze meno chiaramente identificabili in argento. Il Ducato di Benevento a sud, separato territorialmente dal Regno, iniziò più tardi le sue emissioni autonome, ma rimase comunque nel solco di un forte legame tipologico con la realtà bizantina emettendo solidi e tremissi d’oro; solo con il riconoscimento del Ducato da parte di Calo Magno si intensificò una produzione monetale di denari argentei. Appare così evidente che il nominale prevalentemente coniato nella maggior parte della penisola italiana dal VI al VIII secolo era certo il tremisse aureo pesante circa 1,5 g: solo nel Ducato di Benevento si emisero anche solidi. Ma a parte alcune serie di monete argentee scomparì completamente nei provvedimenti monetari una coniazione del bronzo che era da sempre la moneta destinata alla circolazione quotidiana97.

L’evoluzione degli studi sulla monetazione complessiva del Regnum Langobar-dorum ha apportato alle nostre conoscenze consistenti innovazioni, grazie anche alle

95 Fanno eccezione i solidi emessi da Sicone (817-32) che mostrano al rovescio una straordi-naria immagine di San Michele alato con pastorale e globo crucigero (cfr. MEC 1, n. 1103; Aurei Longobardi 2005, pp. 21 e 59).

96 MEC 1, nn. 1113-9. Sulla tipologia v. rovelli 1995; day 1997, p. 22.97 Utili al riguardo le osservazioni di nef 1982, p. 488; fasoli 1958, pp. 144-6. Tuttavia

Ermanno Arslan ha recentemente assegnato ai Longobardi alcune serie di minimi bronzei, si veda infra per la discussione sul ruolo suggerito dallo studioso per questi esemplari.

67LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

nuove informazioni apprese dagli scavi archeologici. In particolare, dalla II metà del XX secolo l’attenzione è stata focalizzata anche sulla questione della moneta divisionale. Per la verità non sempre i contributi che sono apparsi hanno affrontato il problema in maniera specifica, anzi spesso hanno toccato l’argomento in maniera solo cursoria: non si è trattato naturalmente di un tentativo di evitare la questione, quanto di una presa di coscienza oggettiva – e a volte ammessa – del fatto che il tema si presentava e si presenta obiettivamente anche oggi di non facile risoluzione. Solo da quando è stato possibile delineare, sulla scorta delle acquisizioni di nuovi dati da rinvenimento archeologico e dalla loro pubblicazione in forma scientifica, un panorama più articolato della monetazione altomedievale che risultasse convincente è stato possibile tentare delle analisi efficaci, ma anche in passato vi sono stati dei validi tentativi di dirimere la questione.

Lo studioso che per primo ha dedicato attenzione all’argomento è stato probabil-mente Giulio Cordero di San Quintino98: l’autore, nel suo breve intervento volto a descrivere ed ad identificare le monete assegnabili alla stirpe longobarda, prese in considerazione anche il problema dello scambio quotidiano nel mondo longobardo sostenendo che – anche se non rimane alcuna traccia di moneta divisionale nelle fonti – fosse opportuno presupporne l’esistenza perché “il popolo Longobardo, che aveva ereditato la tradizione economica e gli usi romani in Italia, non avrebbe potuto rinunciare al conveniente uso di un mezzo comodo ed atto allo scambio minuto”. In conseguenza a questa affermazione, che pare quasi un postulato, Cordero identi-ficò nelle svalutate monete argentee bratteate del ripostiglio di Biella99, il circolan-te minuto cui guardare. A suo avviso le numerose monete argentee del ripostiglio, contrassegnate coi monogrammi di Pertarito (PER) e di Liutprando (LPR)100, erano così leggere in peso e di scadente qualità rispetto a quelle contemporanee bizantine, da assumere probabilmente il ruolo di moneta divisionale nell’economia quotidiana longobarda.

Oltre a queste emissioni, Cordero suggerì che fosse possibile assegnare ai Longobardi anche alcuni “minutissimi denari di puro rame […] con leggenda confusa su un lato e una croce latina in corona” che – se non proprio gote – erano a causa delle

98 cordero di san quintino 1834.99 Il ripostiglio di Biella appare ancora oggi di difficile definizione perché le notizie sulla

sua composizione sono giunte controverse, se non inesatte, sin dal momento del rinvenimento. Il ripostiglio venne rinvenuto nel 1833 circa, ma nemmeno l’esatta localizzazione è certa. Vi erano contenuti 28 (o secondo altre fonti solamente 12) tremissi aurei di Liutprando ed oltre 1600 mo-nete d’argento identificate come ottavi o ulteriori frazioni di siliqua. Le notizie a cui risalire per ricostruire l’esatta composizione del tesoretto non sono però coerenti. Vedi bernareggi 1960, pp. 113-7; BernareGGi 1983, p. 129; MEC 1, pp. 55, 65; arslan 1994, p. 512; arslan 1998, p. 296; demeGlio 2003, p. 182; cfr. anche lafaurie 1967; lafaurie 1990.

100 La sigla è stata letta come possibile abbreviazione anche di Livtpertvs.

68 CAPITOLO II

loro “forma e rozzezza”, attribuibili ai Longobardi101. Ma, avendo già riconosciuto la moneta divisionale longobarda nelle silique di Pertarito e successori, concluse che “quella di rame non fosse loro gran fatto necessaria”102.

Il ripostiglio di Biella, che aveva tanto soddisfatto il Cordero nella sua ricostru-zione della monetazione longobarda, spinse anche il suo acquirente – Domenico Promis – ad interessarsi a metà XIX secolo anche alla questione della moneta quo-tidiana dei Longobardi103. Lo studioso riconobbe nuovamente nei piccoli nominali argentei biellesi delle emissioni “dalla fattura tipicamente longobarda”, destinate alle “minute transazioni”, nonostante le fonti non registrino alcuna forma di transa-zione commerciale con moneta d’argento. Due rilievi avanzati da Promis sembra-no particolarmente interessanti sul numerario argenteo: le emissioni da assegnarsi a Pertarito presenti nel ripostiglio sarebbero state di due tipi abbastanza ben distinti (confermando quindi la notizia del Cordero sul ripostiglio), inoltre in base al loro peso ipotizzò che non si trattasse di silique, bensì di frazioni.

Sulla stessa posizione di Promis anche Camillo Brambilla104 il quale, in occasio-ne dell’esame di monete pavesi, ebbe modo di visionare la collezione del Promis ed evidentemente anche il ripostiglio di monete longobarde biellesi e confermò la lettura dei piccoli nominali argentei assegnandoli a Pertarito come emissioni frazio-narie della siliqua. Giudicando però il numerario argenteo conosciuto insufficiente a supplire alla circolazione quotidiana, avanzò l’interessante ipotesi di un uso – da parte dei Longobardi – di nominali bizantini che servissero da circolante minuto. Brambilla negò invece le tesi dello studioso tedesco Hermann Grote che aveva avan-zato l’ipotesi, che oggi possiamo definitivamente giudicare errata, secondo cui il monogramma PER leggibile sugli esemplari d’argento longobardi non sarebbe stato da interpretare come abbreviazione di PErctaritvs Rex (Re Pertarito), bensì sarebbe stata l’abbreviazione di imPERator. Per questa ragione le minuscole monete argen-tee di Biella sarebbero state assegnabili, secondo Grote, ad un periodo ampiamente successivo a quello longobardo: il XIII secolo105.

I due lavori, quasi contemporanei, di Jules Sambon e Warwick Wroth inquadra-rono la problematica della monetazione spicciola longobarda in maniera differen-te: il primo non prese nemmeno in considerazione la possibilità di una coniazione

101 L’ipotesi, come detto, è stata riproposta recentemente da Arslan, su questo punto si veda infra.

102 cordero di san quintino 1834, p. 19.103 Promis 1857, alle pp. 101-3. 104 BramBilla 1883, capitolo III.105 Cfr. bibl. a nota precedente e Grote 1881. Un posticipo al IX-X secolo era stato proposto

anche da bernareggi 1960, pp. 114-5 su base tipologica, ma poi l’Autore ha corretto la sua tesi e ha accettato (con riserve) l’assegnazione a Pertarito, cfr. BernareGGi 1983, pp. 141-8.

69LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

di moneta bronzea dei Longobardi stanziati nell’Italia settentrionale ma si limitò a comprendere nel suo repertorio monetazione aurea e argentea106; Warwick Wroth af-fermò invece che la carenza di un qualche circolante eneo destinato al piccolo com-mercio quotidiano era un fatto “perlomeno curioso”, ed allora non escluse, prudente-mente, che vi potessero essere in futuro, tra le monete bronzee riconosciute al tempo come monete vandale o gote, alcune emissioni di zecca longobarda. Naturalmente, concluse lo studioso inglese, i dubbi avrebbero potuto esser fugati solo dall’even-tuale rinvenimento di un ripostiglio in cui queste ipotetiche monete bronzee fossero state ritrovate in associazione con emissioni (auree o argentee) riconosciute come longobarde107.

Gli studi a seguire si caratterizzarono per un ritorno a posizioni più radicali e meno possibiliste nelle attribuzioni ai Longobardi; tra questi ricordiamo soprattutto il Corpus Nummorum Italicorum curato ed edito dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III: vennero assegnate al popolo longobardo solo le monete auree e le “mezze sili-que” del ripostiglio biellese mentre non veniva accolta alcuna proposta sull’apparte-nenza longobarda di monetazione enea108.

Nel suo ampio excursus sulla monetazione dell’Italia barbarica Ugo Monneret de Villard assunse posizioni decisamente più intransigenti: egli ritenne assegnabili a zecca longobarda solo i tremissi aurei noti, ed avanzò seri dubbi che anche le monete argentee di Biella con monogramma PER fossero assegnabili al popolo longobar-do109. Inoltre lo studioso prima ammise l’esistenza di una monetazione longobarda enea110, ma in seguito negò fermamente l’ipotesi111. Per supplire al commercio quo-tidiano, quindi, Monneret sostenne che fosse possibile ipotizzare il frazionamento della moneta aurea per creare delle unità minori più adatte a rappresentare una mo-neta “spicciola”112.

Certamente un ruolo importante in questo processo di ricerca va riconosciuto ad Ernesto Bernareggi, Gianpiero Bognetti, Philip Grierson e Roberto Sabatino Lopez, che verso la II metà del XX secolo hanno trattato in più occasioni la monetazione dei Longobardi segnalando le imprecisioni delle ricostruzioni precedenti e proponendo spesso valide interpretazioni.

106 samBon 1912, pp. 48-61.107 Wroth 1911, p. LX: «But the conjecture could only peraphs be accepted if we obtained ev-

idence of the occurrence of such coins in hoards of gold and silver money of undoubted Lombard origin».

108 Cfr. CNI, IV, nn. 456-8.109 monneret de villard 1920, pp. 193-4.110 monneret de villard 1919, p. 35.111 monneret de villard 1921, p. 193.112 monneret de villard 1919, p. 25.

70 CAPITOLO II

Grierson, in due dei suoi primi scritti pubblicati nel 1954 e nel 1956113, affron-tò – tra le altre tematiche – quella relativa alla monetazione divisionale del popolo Longobardo concentrandosi in particolar modo sulle emissioni argentee. Egli con-cordò con l’idea degli studiosi precedenti secondo cui i Longobardi avrebbero avu-to una abbondante monetazione argentea basata sui prototipi bizantini114 perché gli erano note le emissioni “barbarizzanti” con cristogramma che imitavano rozzamente monete di Ravenna (per Giustiniano I e Giustino II). Ma, a onor del vero, lo studioso cercò di inquadrare la problematica del commercio quotidiano in maniera più com-pleta possibile e vagliò varie possibilità che si potevano presentare agli studiosi per individuare una soluzione; queste le possibilità considerate: a) che vi fosse stata una continuazione d’uso di monete argentee e bronzee romane; b) che si fosse ricorsi a coniazioni “semipubbliche” o totalmente private d’argento o in rame; c) che si fosse utilizzato metallo non coniato valutandolo a peso115; e) che si utilizzasse moneta “naturale”. Lo studioso premise opportunamente che qualcuna o anche tutte le pos-sibilità avrebbero potuto non solo coesistere, ma essere integrate l’una con l’altra a seconda dell’esigenza del momento116.

Tralasciando per il momento la prima ipotesi prospettata, poiché la tratteremo tra poco, esaminiamo come Grierson affrontò la seconda ipotesi secondo cui avrebbero potuto circolare delle emissioni “non ufficiali”. Tale prospettiva era ritenuta possibi-le perché confortata dal fatto che i rinvenimenti di ripostigli costituiti da piccolissi-me monete enee di V secolo suggerivano che tale pratica avesse potuto esser messa in atto anche nei secoli a seguire117. Riguardo alla terza ipotesi, sull’uso di metallo pesato, si ricordò che questa pratica era stata utilizzata in tutti i periodi storici ben-ché le testimonianze più evidenti provenissero dall’Egitto altomedievale: da questa zona, in particolare, sono noti numerosi dischetti di vetro databili al VII-VIII secolo che portano delle iscrizioni che si riferiscono al relativo peso in metallo118. Oggi la

113 Grierson 1954 e grierson 1956.114 Così ad esempio anche fasoli 1958, p. 144.115 ciPolla 1957, p. 16: è possibile che, rispetto ad altre forme di beni alternativi alla moneta,

il metallo a peso fosse preferito quando si svolgevano scambi di livello internazionale, e che – di conseguenza – fosse agevole scambiare ‘a baratto’ con mercanti vicini.

116 Grierson 1954, p. 73. 117 Si veda per tutti asolati 2005a, pp. 22-3 e nota 90. 118 miles 1948; BaloG 1958; eldada 2002. In un recente contributo Erich Schilbach avanza

delle interessanti proposte di lettura delle lettere sui dischi vitrei: essi sarebbero pesi di controllo da 42 nummi e frazioni, cfr. schilBach 2005. Per questo tipo di rinvenimenti in Italia e spunti sulla loro interpretazione v. soprattutto gli studi di Claudia Perassi (Perassi 2002; Perassi 2006; Perassi 2008). Anticipiamo qui che tali materiali hanno suggerito ad alcuni studiosi ipotesi interessanti sulla monetazione altomedievale che ricorderemo tra poco (cfr. saccocci 2010, pp. 35-36; asolati 2012, pp. 118-32).

71LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

spiegazione più accreditata è che alcuni di questi dischi egizi venissero utilizzati per controllare il peso delle monete arabe d’oro e d’argento, mentre altri erano destinati a verificare il peso di monete in rame: queste non venivano coniate con un peso stabilito e preciso, ma venivano pesate ogni qualvolta si dovesse effettuare un paga-mento di una certa consistenza: in questo modo si stabiliva al momento che valore frazionario dare al peso rispetto al dirhem.

Poiché nell’Italia Longobarda questi esemplari vitrei, che sembrerebbero indi-care la pratica di pesare una quantità di metallo per effettuare un pagamento, sono apparentemente assenti119, Grierson spiegò che potrebbero essere proprio le fonti a fornire un’ indicazione in questo senso: le formule monetarie presenti nei documenti che sembrano indicare frazioni di moneta (solidi o tremisses120) potrebbero indicare pagamenti effettuati tramite metallo misurato a peso e non frazioni di valore propor-zionale alla moneta per effettuare piccoli pagamenti, secondo l’ipotesi di Monneret de Villard.

Per Grierson altri indizi farebbero supporre un diffuso impiego in età altomedie-vale di metallo valutato a peso, con riferimento comunque sempre all’argento121: la coniazione del denaro argenteo sarebbe iniziata nel mondo merovingio proprio allo scopo di facilitare un crescente numero di transazioni per le quali era richiesto un piccolo peso d’argento122. Riguardo al rapporto del bronzo con la pratica della pesa-tura, lo studioso ricordò come non vi fossero testimonianze che la pratica di paga-mento tramite metallo a peso fosse rivolta anche a questo metallo: esistono solamen-te dei rinvenimenti in sepolture di strumenti bronzei per verificare i pesi123. I pesi di controllo erano però generalmente fatti con vecchie monete romane di bronzo spesso

119 Gli esemplari si sono ritrovati in aree bizantine: Sicilia, Luni e dalla Crypta Balbi (v. spec. Perassi 2008, pp. 292-303).

120 Grierson 1954, pp. 77-8. Vale forse la pena di sottolineare che le Gentilhomme 1945, p. 37, ricordando il fatto che si conoscono solamente tremisses longobardi, ha proposto di ricono-scere come tremissi i solidi citati nella documentazione: per qualche arcaismo il termine tremisse sarebbe stata corrotto in solido. Va da sé che tale opinione è da respingere solo per il fatto che vi sono dei documenti in cui sono compresi entrambi i termini (solido e tremisse). La questione è ricordata anche in BernareGGi 1970, p. 130. Questo comunque non esclude la possibilità che il so-lido longobardo, come unità di conto, possa essersi svalutato fino ad avere il valore di un tremisse, si veda infra p. 89-90 .

121 La stessa opinione venne espressa nella discussione successiva all’intervento di dhénin 1993, alla p. 843.

122 In aggiunta a questo, Grierson ricordò che quando apparve il denaro merovingio aveva un peso di uno scrupolo, comodamente quantificabile in 1/288 di libbra; Grierson 1954, pp. 77-8.

123 La prima significativa ricerca è Werner 1954, si veda il catalogo per l’Europa, con analisi dei contesti e indicazioni bibliografiche, in duiZ 2015. Per l’Italia v. arslan 2014. Attestazioni di bilance in rinvenimenti italiani di età altomedievale sono a Castel Trosino (AP), Nocera Umbra (PG), Valperga (TO), Ortona (CH), alla Crypta Balbi, a Luni (Ortonovo, SP), al Castrum Perti (Finale Ligure, SV) e nel tesoro di Montepagano (Roseto degli Abruzzi, TE).

72 CAPITOLO II

saldate insieme o limate per raggiungere il peso desiderato, ma non è per niente certo che si volesse pesare solo metallo. Se comunque il bronzo fosse stato usato con una valutazione a peso, ce ne sarebbero rimaste delle testimonianze. L’ultima possibilità presentata da Grierson riguardava l’uso alternativo di moneta primitiva al posto di moneta coniata: con questa terminologia volle indicare “un’ampia classe di monete non metalliche”, cioè uno o più beni con un valore d’uso uniformemente ricono-sciuto all’interno di una comunità. La moneta primitiva più diffusa gli parve esser stata il bestiame124, ma ammise che vi potessero essere dei casi territorialmente ben delimitati in cui altri beni di consumo fungessero da misura del valore.

Riguardo proprio a quest’argomento interessanti stimoli al dibattito scientifico sull’argomento vennero suggeriti dagli studi di Gian Pietro Bognetti: egli intuì che per l’Italia Longobarda non era assolutamente possibile più sostenere il ruolo della moneta aurea come circolante a tutti i livelli dello scambio: l’alto valore intrinseco ed il conseguente alto potere d’acquisto dei tremisses li rendeva delle monete che non avrebbero potuto esser spese in occasione dello scambio quotidiano125. Inoltre, poiché tutto l’oro monetato longobardo viene quasi sempre ritrovato in ottime con-dizioni, ciò avrebbe significato che non circolava molto a livello quotidiano, ma era destinato alla tesaurizzazione126. Di conseguenza l’attenzione dello studioso si era concentrata sulla moneta argentea per valutarne i possibili usi nella circolazione, ma la scarsità dei ritrovamenti delle emissioni longobarde in questo metallo, ed il loro peso leggero e oscillante tra 0,15 e 0,45 grammi, sia nei rinvenimenti monetali che nelle collezioni dei medaglieri, gli suggerì l’idea che la moneta argentea avesse avuto nell’Italia longobarda un ruolo tutto sommato secondario rispetto all’oro ma non fruibile nella quotidianità. Nello scambio quotidiano, secondo Bognetti, non sarebbe quindi stata accettabile nemmeno l’ipotesi di Monneret De Villard, secondo cui per i piccoli pagamenti quotidiani si usasse frazionare materialmente la moneta in minori unità: quando i documenti sopravvissuti testimoniano un uso di moneta d’oro frazionata, avrebbero inteso indicare dei surrogati “naturali” della moneta127. Bognetti affrontò la questione in termini oggettivi: in una curtis, dove l’autorità del Signore sovrintendeva ad ogni attività e quindi regolava anche distribuzione e con-sumo dei prodotti, non doveva essere stata particolarmente sentita l’esigenza di una moneta spicciola; d’altro canto, negli scambi tra curtes la necessità di corrispondere un prezzo per derrate, per bestiame, per schiavi ma anche per fondi terrieri, ossia un prezzo per importi consistenti, avrebbe suggerito piuttosto l’uso di una moneta

124 Ricordò al proposito i codici legislativi dei Sassoni, in cui compare l’equiparazione quan-titativa tra moneta e bestiame.

125 Questa opinione venne ribadita anche in Barni 1974, pp. 175-6. 126 BoGnetti 1961, p. 136; questa lettura, come vedremo, è oggi condivisa da molti studiosi.127 BoGnetti 1959; bogneTTi 1961, p. 386; e soprattutto BoGnetti 1966b.

73LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

con un potere d’acquisto piuttosto alto, e questa moneta non avrebbe potuto essere che un’emissione aurea128. Questa ricostruzione, per quanto verosimile, valeva però – secondo lo studioso – solo per l’insediamento curtense: molte testimonianze do-cumentarie e studi attestano infatti che nelle città vi fossero delle attività artigianali che presuppongono l’esistenza di professioni “specializzate”129 per cui si rendeva necessaria una moneta dal piccolo potere d’acquisto per consentire la libera attività commerciale ed artigianale130. Lo studioso ricordò al proposito che il capitolo 242 dell’Editto di Rotari131 che riguarda il veto di coniare moneta senza il permesso regio si riferisce esplicitamente alla moneta aurea132, ma pare concedere la possibilità di coniare altra moneta (solo aurea?) purché con il consenso regale133.

Quindi non sarebbe esistita alcuna altra moneta non ufficiale perché altrimenti ce ne dovrebbe esser pervenuta almeno qualche testimonianza, così come è accaduto per le emissioni dei Vescovi di Luni, che emisero tessere di piombo e piccoli argentei di VII-VIII secolo per supportare lo scambio a livello “basso”134. A questi esemplari plumbei è stato ipotizzato potesse corrispondere un valore ben determinato (follari

128 BoGnetti 1966b, pp. 384-5.129 Testimonianze documentate di attività artigianali specializzate sono presenti nelle chartae

raccolte e commentate da Ernesto Bernareggi (cfr. BernareGGi 1970, passim) che testimoniano di sarti, calzolai, calderari, fabbri ferrai, orefici, monetari… In diversi luoghi dell’Italia longobar-da dovettero esistere dei magistri, degli artigiani che dipendevano da un un proprietario di una curtes, come ad esempio a San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia presso cui è testimoniata la presenza di carpentieri che prestavano la loro opera senza compenso; cfr. schiaPParelli 1924, n. 20. I più noti di questi artigiani sono i Magistri Commacini, di cui ci è rimasto una testimonianza, ad opera di Grimoaldo o Liutprando, riguardo ai compensi che ricevevano e che operavano in più luoghi, v. Magistri Commacini 1962, Magistri Commacini 2008. La presenza di artigiani e ma-gistri è registrata con precisione ad esempio nel 737 a Vianino – PR (cfr. CDL, I, n. 64), nel 739 a Toscanella – BO (cfr. CDL, I, n. 71), nel 742 e 765 a Lucca (cfr. CDL, I, nn. 60 e 80; CDL, II, n. 194). Sull’argomento prosopografico e sulle limitazioni documentali relative v. GasParri 1988, pp. 39-41.

130 BoGnetti 1966b, p. 385. 131 Il caput 242 recita «Si quis sine iussionem regis aurum figuraverit aut moneta confinxerit,

manus ei incidatur»; sull’Editto cfr. MEC I, pp. 60-61; si veda anche deloGu 2001; saccocci 2010, p. 37 e le perplessità di deloGu 2010, p. 129. Recentemente sull’argomento è tornato saccocci 2016, pp. 81-3.

132 loPeZ 1961, p. 75 sottolinea che il monopolio regio della moneta è imposto da Rotari per esercitarvi un lucro.

133 GualaZZini 1961, pp. 116-117. 134 Va considerato tuttavia che Luni non apparteneva al Regnum dei Longobardi, ma era sog-

getta alla dominazione dei Bizantini. Per questa ragione il CNI (vol. XI p. 205, nn. 1-9), maZZini 1918, monneret de villard 1920, pp. 194-6 attribuirono queste emissioni all’ultimo periodo di dominazione bizantina su Luni (594-641). Sulla moneta episcopale di Luni, v. maZZini 1918; Bertino 1972; tondo 1977; Bertino 1979; Bertino 1983; ricci 1988; rovelli 2000, p. 197; Bertino 2003, pp. 132-4.

74 CAPITOLO II

o mezzi follari?) corrispondente a moneta bizantina135, mentre per quanto riguarda le monetine argentee (assenti dal repertorio CNI), si tratta di emissioni piuttosto leggere (attorno a 1,20 g) che portano un monogramma al dritto (sciolto in Ecclesie Basiliane) ed una croce potenziata su gradino al rovescio136. L’esistenza di emissio-ni plumbee alternative alla moneta ufficiale, per soccorrere la circolazione minuta, secondo alcuni studiosi non sembra pregiudizievole dell’autorità imperiale, o incom-patibile con le emissioni ufficiali di Ravenna o di Roma137. Bertino ha formulato tali ipotesi ricordando che sono note in Francia monete della chiesa di Bordeaux datate all’età merovingia che portano al dritto la legenda ECL per Ecclesia138.

Bognetti, in base a queste considerazioni, non ritenne improbabile, allora, che si fosse scelto di utilizzare anche delle misure del valore che trovavano corrispon-denza nell’economia naturale139, ovvero beni di consumo quotidiano dal valore noto e condiviso che venivano però rapportati alla moneta aurea (regia) effettivamente coniata140. L’ipotesi venne supportata dallo studioso attraverso il ricorso a formule di pagamento che aveva notato essere in uso in Valtellina: i pagamenti, benché conteg-giati in moneta coniata, venivano esplicitamente effettuati tramite i generi alimentari di maggior consumo: segale e vino.

La pratica, attestata però da documenti non anteriori al XIV secolo, venne ipotiz-zata essere di uso “arcaico e tradizionalista”, per cui nonostante la zona interessata dal fenomeno fosse necessariamente coinvolta in traffici sovra-nazionali e non solo regionali, che prevedevano evidentemente la conoscenza e l’uso di numerario, si

135 Bertino 2003, loc. cit.136 Il primo rinvenimento di questa tipologia di monete risale al 1869: in una tomba ne ven-

nero trovati sei esemplari che vennero interpretati come monete vandale (cfr. remedi 1870). Tale assegnazione venne corretta da maZZini 1918 che le riconobbe come emissioni episcopali lunensi ma le attribuì, al pari delle tessere plumbee, all’ultimo periodo di dominio bizantino sulla città. Nel 1974 si rinvenne in scavo un altro esemplare argenteo con sigla EB al diritto e la lettera A nel campo al rovescio: Antonio Bertino in base alle caratteristiche ha proposto di assegnarla al perio-do tra la caduta del Regno dei Longobardi (775/6) e l’introduzione del denaro argenteo carolingio ad opera di Carlo Magno (781), cfr. Bertino 2003, pp. 133-4; Grierson 1982, p. 138.

137 tondo 1977, p. 300; Bertino 1965-1967, p. 201; Bertino 1972; Bertino 1973, nn. 167-168 e soprattutto pp. 878-80. Cfr. anche arslan 2001c.

138 Bertino 1973, p. 879; Moneta e scambi 1961 pp. 323-4. In realtà le attestazioni episcopali e vescovili sono più numerose, come ha descritto Grierson (si veda MEC 1, p. 139 e nn. di cata-logo relativi) sarebbero giustificabili con l’incremento della disponibilità di argento derivante dai tesori della Chiesa: la possibilità economica di coniare moneta venne a sostegno dell’economia interna agli stati ecclesiastici.

139 Si utilizza qui un’espressione impropria: con “economia naturale” si dovrebbe indicare un’economia completamente priva di moneta; un’economia in cui è presente, per quanto non uti-lizzata a vario titolo, una qualche forma monetale non è certo basata su beni naturali come metra di scambio; cfr. carlà-marcone 2011, p. 272.

140 Questa pratica avrebbe potuto essere del tutto ‘spontanea’ per il popolo dei Longobardi.

75LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

preferiva ricorrere a strumenti alternativi alla moneta. Oltre ai documenti valtelli-nesi, Bognetti ricordò come fossero stati ampiamente in uso nella Milano del XII secolo il panis de cambio e la scutella de cambio141 con cui si indicavano misure di capacità molto precise142. Queste misure, in alcuni casi coincidenti (anche con-divise?) tra diverse regioni, potrebbero esser state ratificate e codificate – sin dai tempi del Regnum Langobardorum – perché largamente impiegate e diffuse ed an-che agevolmente suddivisibili in unità inferiori143. Il metro di valutazione comune e coerente, espresso in beni naturali ovvero in moneta naturale, avrebbe così costituito l’alternativa alla moneta divisionale.

Certamente le considerazioni di Bognetti risentivano del clima dei dibattiti scien-tifici di metà del XX secolo inerenti alla contrapposizione tra economia naturale ed economia monetaria e al ruolo dell’argento come possibile alternativa all’oro nello scambio quotidiano (soprattutto in ambito carolingio): le scarse informazioni allora a disposizione, soprattutto per quanto riguarda i rinvenimenti archeologici, non in-ficiano però l’originalità della sua ipotesi che rimane comunque degna di attenzio-ne144. Oggi il panorama dei rinvenimenti archeologici di monete argentee longobarde è largamente mutato e se al tempo in cui scriveva Bognetti erano tutto sommato scar-si i rinvenimenti di silique (e frazioni) argentee longobarde, per cui la ricostruzione dell’economia monetaria era in gran parte basata sulle testimonianze delle fonti, le ricerche archeologiche successive hanno notevolmente arricchito il quadro noto145 anche se – come si vedrà – l’interpretazione di queste presenze non trova ancora spiegazioni pienamente condivise.

Il problema della moneta spicciola, divisionale, nell’Italia Longobarda venne de-finito da Lopez “il più enigmatico di tutti”146, proprio perché nella documentazione che ci è pervenuta non esiste alcun riferimento alla moneta quotidiana. Anch’egli si disse possibilista con Bognetti nel non ritenere che per sostituire la moneta quo-

141 Beroldus 1894, p. 16: «De decimis allodiorum Stiliconis comitis, cosi archiepiscopi veglo-nibus omni die dominico tribuunt quinque panes de cambio de secale, et illis remanet, et quinque paniciae scutellae de cambio similiter, et sexta illis remanet pro paratione cibi, qui praeparantur in hospitali eorundem veglonum, et eis serviendo omnia necessaria tribunt». Barni 1974, p. 43 affermò erroneamente che la formula comparisse già nell’Editto di Rotari.

142 Altre testimonianze, localizzabili a Bormio e a Milano, ricordano che anche a Bergamo, nel 1076, un documento attesta che veniva stabilita una quantità di farina per fare il pane, v. maZZi 1911, p. 55.

143 BoGnetti 1966b, pp. 389-90.144 rovelli 2001, p. 362. Sull’argomento si veda quanto detto anche al capitolo precedente.145 Per il quadro dei rinvenimenti di moneta argentea v. arslan Repertorio e aggiornamenti. Il

catalogo qui allegato (Capitolo III), come premesso, non è esaustivo e presenta una selezione dei materiali noti.

146 loPez 1961a, p. 151, come ricordato anche da marani 2016, p. 31.

76 CAPITOLO II

tidiana esistessero principalmente forme creditizie, ma piuttosto forme di moneta naturale: al riguardo però criticò l’uso a suo dire improprio nell’equiparare moneta naturale e moneta primitiva per il fatto che l’uso di beni naturali come mezzo di scambio non è, come già ben rilevato da Alfons Dopsch147, una pratica esclusiva delle società primitive, ma anche espressione di necessità in tempi più recenti148. Lo storico sostenne che il percorso verso un’economia naturale alternativa o sostitutiva di quella monetaria era iniziato già almeno nel V secolo: di quest’epoca si trovano infatti spesso ripostigli che non contengono solo monete contemporanee enee, ma anche monete bronzee «vecchie di decenni e perfino di secoli» ed anche imitazioni e contraffazioni, barrette e lingotti in metallo non coniato149. Lopez escluse a priori una sola delle alternative possibili per descrivere l’economia altomedievale italiana, quella secondo cui si fosse passati da un’economia completamente monetaria ad una completamente naturale: impossibile che si fossero dimenticati i vantaggi derivanti dall’uso della moneta in un mondo che era stato fortemente monetarizzato come l’Italia post-romana e post-ostrogota150. Piuttosto che la moneta naturale proposta da Bognetti, era a suo avviso più ragionevole ritenere che si fossero usate le vecchie monete enee di ostrogoti e romani. Come si poteva spiegare altrimenti la fase prece-dente all’acquisizione di moneta naturale? Con che moneta si acquistava la moneta naturale?151

Per quanto riguarda la relativa “scomparsa” della moneta argentea, fatto comune a tutti gli Stati barbarici, e alla sopravvivenza di quella bronzea di età precedenti, Lopez commentò che si trattava di un processo economico del tutto giustificato: per un’amministrazione statale coniare moneta d’oro e moneta di bronzo implicava lo stesso costo di produzione, essendo però la prima destinata al commercio “a lungo raggio” e la seconda al commercio “minuto”, allo Stato non conveniva certo mettere sul mercato alcuna moneta d’argento dato che le esigenze dello scambio erano già soddisfatte152. Per di più, riguardo al bronzo, per uno Stato era estremamente conve-niente mantenere in circolazione le vecchie monete che – valutate a peso, o a nume-ro – finivano immancabilmente impegnate nello scambio quotidiano, piuttosto che

147 doPscH 1967.148 loPez 1961, pp. 60, 64.149 loPez 1961, pp. 63 e 70: lo studioso ha affermato che «il medioevo numismatico si an-

nunciava fin dal terzo secolo, ma non cominciò veramente fino all’invasione longobarda». Per il quadro d’analisi sui ripostigli tardoromani di V secolo vedi supra nota 117.

150 Si veda quanto detto supra, ai paragrafi relativi alla monetazione tardoromana. Quasi negli stessi termini di Lopez si espressero anche Barni – fasoli 1971, p. 275; cfr. saccocci 2010, pp. 32-33.

151 loPez 1961, pp. 73-4.152 loPeZ 1959, nota 18.

77LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

implementare la coniazione di nuovi esemplari, operazione che implicava comunque un costo153.

La stessa domanda iniziale che aveva mosso gli interventi di Grierson e Lopez, coinvolse anche Ernesto Bernareggi, uno dei maggiori studiosi di storia ed econo-mia longobarda, il quale – rilevando che vi fosse stata presso il popolo longobardo solo moneta aurea e argentea – si chiese con quale mezzo i coloni obbligati a pagare annualmente un fitto potessero mettere insieme i solidi (o i tremissi) che dovevano versare, e con quale mezzo (anche monetario) «avveniva la lenta capitalizzazione dei risparmi che consentiva agli artigiani di acquistare degli appezzamenti di ter-ra e di elevarsi in tal guisa al rango di proprietari terrieri?», e ancora quale fosse «la moneta utilizzata negli scambi quotidiani per acquistare/vendere i beni di prima necessità?»154.

Analizzando la documentazione dell’epoca155 a Bernareggi parve evidente che non compariva alcuna traccia dell’esistenza di una moneta spicciola e che le uniche testimonianze documentarie di moneta divisionale rispetto al tremisse si riferivano a silique, però almeno sei documenti registravano formule monetarie espresse in frazioni di moneta aurea156.

Bernareggi accettò allora senza discuterla, sostenendo la genuinità e inequivo-cabilità dei documenti, la tesi già proposta da Monneret de Villard secondo cui nel mondo longobardo per pagamenti di piccola entità si fosse soliti utilizzare moneta aurea frazionata. Contestò quindi le precedenti affermazioni di Grierson, che negava con fermezza tale possibilità. Ricordò al riguardo la pratica testimoniata presso i Longobardi di frantumare oggetti preziosi per suddividerne il valore: in un famosis-simo documento di metà VIII secolo redatto ad Agrate (Monza), un longobardo di

153 loPez 1961, pp. 65-7.154 BernareGGi 1983, p. 127; in realtà lo studioso si chiese “con quale moneta”, intendendo

ovviamente “con quale mezzo monetario”. 155 L’analisi potè svolgersi solo su documentazione di avanzato VIII secolo.156 La documentazione, di VIII secolo, in CDL, n. 52 («[…] accepit Romoald presbiter [...]

auri tremisse nomero duos et tres portionis de tremisse. Crespolus germano suprascripto Gudemoni uindedit in ipso loco perteca una, […] et accepit […] quarta parte de tremisse. Munari filius […] accepit precio […] auri medio solido. […] Theodus uir honestus [...] accepit exinde precio ab emptore quarta parte de tremisse. Natale uir honestus [...] accepit precium ab empture quarta parte de tremisse. [...]»), n. 64 («[...]accepit Romoald uir uenerabilis presbiter [...] auri tremisse nomero quinque et quarta parte de sexto tremisse. [...]»), n. 79 («[...] accepit Romoald uir uenerabilis pre-sbiter [...] auri tremisse quattuor et medio[...]»), n. 119 («[…] accepisse tremesses duos et mecio [...]»), n. 130 («[…] accepit Heldepert uir deuotus […] auri solido uno et medio tremisse […]»); e di un documento della Constitutio Liuprandi (cfr. Porro lamBertenGhi 1873, V) databile forse al 730 (solido medio). Nel patto fluviale fra i Longobardi e i Comacchiesi datato al 715 (seguiamo qui la redazione di hartmann 1904, pp. 123-4) sono presenti due formule che riportano un valore monetario espresso in frazioni: «[…] Et qui uult sursum ascendere, det transitura solido medio; si uenumdauerit ad quatuor, det pro medio tremisse modia dua […]».

78 CAPITOLO II

nome Rodiperto/Rottpert ordinò per testamento che le sue argenterie (baxia una ma-iore adque scudellas duas et gorale uno […] uolo ut in die transitus mei fractam fiat) fossero rotte per esser distribuite ai poveri157. Lo stesso destino avrebbe dovuto toc-care anche alla sua cintura (ringa aurea), “spezzata e distribuita ai bisognosi”, se non fosse stata riscattata dal figlio con cento solidi, da destinarsi comunque in beneficen-za. Ancora più concrete, a detto dello studioso, le prove al riguardo che derivavano dai ripostigli monetali e che supportavano la tesi di un uso di moneta aurea frazio-nata: sia nel famoso ripostiglio di Ilanz (Svizzera)158, sia in quello di Mezzomerico (nei pressi di Novara)159 erano presenti degli “spicchi” di tremisse. Con quale altra spiegazione si sarebbe potuta giustificare la presenza in ripostiglio di tali frammenti insieme con monete integre, se non come frazioni di valore corrispondente?

II.6. IL DIBATTITO ODIERNO

Gli sviluppi ulteriori sull’argomento sono di recente elaborazione e si basano in gran parte sui numerosi dati archeologici acquisiti negli ultimi decenni160 ma anche sull’a-nalisi delle fonti documentarie161: sono state proposti approfondimenti sui vari aspet-ti dell’economia monetaria longobarda e in alcuni casi sono state presentate interes-

157 CDL, n. 82.158 Jecklin 1906; grierson 1953; asTengo 1960; bernareggi 1977; bernareggi 1983b;

BerGhaus 2000. 159 ruGGero 1908; raTTo 1956, n. 415; BernareGGi 1983, pp. 104-5 e passim; arslan 1978,

p. 69. 160 Ricordiamo il preziosissimo lavoro trentennale di censimento e raccolta dei dati proposto

e coordinato da Ermanno Arslan (arslan Repertorio con aggiornamenti in www.ermannoarslan.it). A questo si è recentemente aggiunto il lavoro curato da Luca Gianazza (www.sibrium.org).

161 Indubbiamente lo sviluppo delle digital humanities offre agli studiosi risorse che prima non erano sempre agilmente raggiungibili, si pensi ad esempio alla disponibilità on-line di fonti e repertoria (su tutti citiamo i MGH). Da questo punto di vista guardare a queste risorse e fruirne soddisfa due principali esigenze del ricercatore: se da un lato viene perennemente garantita l’ac-cessibilità alla fonte documentaria (archivistica, epigrafica, numismatica...), dall’altro la fruizione della fonte stessa viene agevolata da vari strumenti informatici che consentono in tempo reale l’interrogazione dei data base in cui sono registrate/conservate le risorse. Non meno importante è la constatazione che la comunità scientifica abbia iniziato a condividere gratuitamente le proprie risorse (articoli, contributi, appunti...) attraverso siti dedicati alla ricerca e da cui sono (almeno per ora) scongiurati i pericoli di degenerazione nel mondo “social”: strumenti sitografici come aca-demia.edu o le pagine personali di vari studiosi hanno reso la ricerca bibliografica estremamente fluida ed enormemente più comoda per accesso e consultazione (anche in termini di ingombro fisico). Si è amplificato, di contro, un problema: la fruizione e valutazione delle risorse stesse. Potendo infatti accedere così “democraticamente”, rapidamente e diffusamente a tutta una serie di dati, testi e “prodotti”, rimane presente il rischio di incorrere in materiali poco utili moltiplicando gli sforzi e il tempo, invece di ridurli, per individuare le risorse più adeguate e soddisfacenti.

79LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

santi riletture di ipotesi precedenti anche in relazione all’economia quotidiana. Qui ci limiteremo a richiamare solamente quelle linee di ricerca economico-numismatica che interessano la nostra indagine rimandando gli approfondimenti alla bibliografia citata162. Nonostante gli sviluppi osservati il quadro monetario (ed economico) al-tomedievale non appare ancora – nel suo insieme – di facile lettura e molti aspetti rimangono sconosciuti o comunque non pienamente condivisi163.

Rispetto alla storia degli studi fin qui delineata, i punti di maggior discussione degli studiosi di storia economica e numismatica longobarda sono principalmen-te due e sono gli stessi già discussi in passato: il ruolo della moneta nella società longobarda e i possibili strumenti di scambio nel quotidiano. In molti casi, come si vedrà, si tende a rispolverare ipotesi ben note. Vale ricordare, come si è già detto in più occasioni nel corso di questa ricerca, che non tutto ci è ben noto della moneta-zione longobarda: quel che è appurato deriva praticamente solo dalla documentazio-ne archeologica, dalle osservazioni tipologiche su monete musealizzate, e le poche informazioni archivistiche sopravvissute sono – per loro natura – verosimilmente selettive164.

Alcuni studiosi, riguardo alla moneta aurea, ritengono che – almeno nel Regno longobardo -essa venga realizzata con debole e marginale funzione economica per assumere invece il ruolo decorativo di simbolo di status (anche funerario) all’interno della comunità e riserva aurea da tesaurizzazione165. Questa posizione sembra og-gettivamente sposare le attuali letture archeologiche dei corredi di età longobarda: i materiali deposti sarebbero stati il frutto di una selezione conscia che rispettava

162 Per il quadro aggiornato sulla monetazione longobarda si rimanda alla bibliografia citata supra al paragrafo II.4.

163 Le monetazioni di Goti, Longobardi e Bizantini sono state oggetto, anche recentemente, di consistenti argomentazioni; vedi bibliografia citata supra ai paragrafi relativi.

164 Cfr. ad es. quanto osservato da rovelli 2009, pp. 46-7. Naturalmente le fonti documenta-rie da cui traiamo informazioni storico-numismatiche tendono a privilegiare la forma diplomatica del documento stesso, inserito in un contesto giuridico e sociale, così spesso le formule monetarie riscontrate sono riferite alla moneta ufficiale di conto e nulla ci dicono rispetto alle forme monetali correntemente in uso. A questo si aggiunge che molti studi archeologici preliminari a volte presen-tano purtroppo dati monetari sommari in attesa della pubblicazione definitiva, rovelli 2009, p. 45 e marani 2016, p. 44.

165 Si veda ad es. arslan 2017 ma la posizione dello studioso è rilevabile in molti suoi con-tributi precedenti. In arslan 2010a, p. 176: «Soprattutto l’oro, che troviamo riunito in collane e isolato, ci permette il sospetto di una produzione finalizzata prevalentemente all’utilizzo come elemento decorativo, con particolari valenze simboliche, e funerario. Sospetto che possiamo estendere anche alla moneta in bronzo e in argento». In generale la moneta aurea è comunque sempre oggetto privilegiato di tesaurizzazione, fatte salve le eccezioni; al riguardo si veda per tutti quanto detto da BomPaire 1993, p. 104.

80 CAPITOLO II

regole del gruppo di appartenenza del defunto166. Altri, invece, non mettono in dub-bio che la monetazione longobarda abbia avuto valenza pienamente economica e sostengono che i tremissi longobardi siano a tutti gli effetti da considerarsi monete, dato che vennero realizzati secondo standard ponderali condivisi e sono garantiti da un’autorità emittente167. Non solo dovette esistere quindi un sistema di conto presso i longobardi, ma le monete effettive in oro che ne rappresentavano le unità, vennero adattate nel tempo alle relative svalutazioni: così è stato anche ipotizzato che il tre-misse (unica moneta aurea effettivamente coniata) possa aver subito una tale rivalu-tazione nel VII secolo fino ad assumere il valore del solido di conto168.

Riguardo al problema della circolazione quotidiana, Ermanno Arslan riconosce ai nominali argentei un ruolo fondamentale: i Goti prima ed i Longobardi poi avrebbe-ro dato grande importanza alle emissioni d’argento attraverso una sempre maggiore articolazione dei nominali verso il basso (dal quarto all’ottavo di siliqua almeno, forse fino al sedicesimo) per sopperire al ruolo della moneta divisionale169. Sarebbe addirittura possibile ipotizzare il valore di cambio dell’1/8 di siliqua e del 1/16 di siliqua: il primo avrebbe assunto il valore di 60 nummi, il secondo quello di 30 num-mi170. La moneta argentea e bronzea del periodo goto, comunque, si sarebbe rarefatta in Italia per apparire invece oltralpe.

Secondo questo autore sarebbero da attribuire ai Longobardi anche alcune mo-nete bronzee di infimo valore che sarebbero scomparse rapidamente entro la metà del VI secolo per essere sostituite dai nominali argentei come circolante minuto171. Anche nelle aree che non verranno mai conquistate dai Longobardi e che rimarranno sempre sotto la stretta influenza bizantina, grandi ripostigli di monete in rame di in-fimo valore (presenti in circolazione con funzione monetaria) indicherebbero la con-trazione della circolazione del rame nello stesso periodo. Oltre alle iniziali monete in rame e ai nominali argentei Arslan suggerisce si usassero tondelli non coniati172, o materiali monetari più antichi173. In più lo studioso, osservando la oggettiva penetra-

166 la rocca 1997; la rocca 2004. Il problema è già stato accennato (con indicazioni biblio-grafiche), vedi supra, Capitolo I, note 75-77 e testo relativo.

167 calleGher 2008, p. 66.168 Come già accennato al paragrafo precedente; v. saccocci 2010, pp. 32-3.169 Da ultimo si vedano arslan 2018; arslan 2013 con bibliografia precedente; cfr. anche il

quadro delineato in saccocci 2005b, pp. 1038-9.170 arslan 1998a, p. 405 riprende la tesi da o’hara 1985, p. 128; contra rovelli 1989, p. 81.171 arslan 2002b e arslan 2007, concordano rovelli 2009, pp. 50-1 (così rovelli 2012, pp.

271-3; rovelli 2016, pp. 57-62 con ampia discussione sulle presenze note da scavo) e marani 2016, p. 43. La ricostruzione non è condivisa da asolati 2006; asolati 2008.

172 La proposta già in arslan 1991, pp. 87-8 venne avanzata in relazione all’osservazione dei materiali numismatici agli scavi della terza linea della metropolitana milanese.

173 La possibilità è considerata dallo studioso solo per ambiti strettamente locali.

81LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

zione della moneta bizantina in territorio longobardo, testimoniata dal ritrovamento soprattutto di folles enei, ipotizza che la moneta bronzea bizantina possa aver costi-tuito circolante alternativo alle emissioni argentee locali174.

In questo quadro appare evidente la ripresa di un’idea ben nota, già avanzata da Carlo Cipolla nel 1961 in un convegno a Spoleto e ripresa da Dhénin175: in una so-cietà complessa vi dovette essere una forte variabilità d’uso della moneta (nelle sue domanda e offerta). Da questo punto di vista, allora, se si accetta la ricostruzione ap-pena tracciata, la monetazione longobarda si inserirebbe nel solco della preesistente monetazione ostrogota in cui altri metalli (argento e bronzo) avrebbero assunto un ruolo altrettanto importante rispetto alla moneta d’oro, differenziandosi da altri stati barbarici con monetazione monometallica176.

Bruno Callegher, studiando i reperti monetali goti, bizantini e longobardi dei con-testi cividalesi, ha sostenuto – coerentemente con questo quadro – che probabilmente almeno nella regione friulana i dati suggeriscono di ritenere verosimile la sopravvi-venza di un’economia monetaria con domanda di moneta effettiva che veniva forse fornita dalle zecche bizantine (per l’argento e per il bronzo, per lo più ravennati) che rifornivano le sponde dell’Alto Adriatico177. A questa richiesta monetale, possono aver concorso le emissioni d’imitazione delle silique di Ravenna con chrismon che – come già detto – secondo alcuni studiosi, considerate le caratteristiche tipologiche e l’area di diffusione, potrebbero proprio esser state coniate a Cividale178.

Anche Alessia Rovelli, constatando l’incremento dei dati da rinvenimento di mo-neta argentea anche bizantina, registrati in alcuni casi al di fuori dei confini politici longobardi o bizantini, concorda che siano state proprio le piccole monete argentee bizantine (e le conseguenti imitazioni longobarde) a svolgere il ruolo di circolante spicciolo nell’Italia longobarda179, non dimenticando però che un importante ruolo possa esser stato svolto anche da emissioni gote e romane rimaste in circolazione180. Poiché il problema dell’esistenza o meno di una monetazione frazionaria utilizzata per le transazioni quotidiane nell’epoca longobarda è collegato al problema di un’ef-

174 arslan 2006, p. 382.175 ciPolla 1961, p. 624; dHénin 1993, pp. 832-7.176 Tale ricostruzione è oggettivamente verosimile ma difficile da provare in maniera incon-

futabile. Si veda per tutti arslan 1993.177 calleGher 2001, p. 679. Sul bronzo ravvenate e sul suo ruolo come suppletivo minu-

to nella circolazione delle regioni adriatiche settentrionali cfr. morrisson – calleGher 2014; calleGher 2017.

178 arslan 2010a, p. 184.179 Cfr. rovelli 2009; rovelli 2001, in partic. alle pp. 364-7; arslan 1998, spec. p. 297 e

supra.180 rovelli 2000, p. 196. Si veda comunque anche il paragrafo successivo.

82 CAPITOLO II

fettiva fruizione del mezzo monetario, Rovelli ha approfondito l’analisi di documen-ti pertinenti all’Abbazia di Farfa (RI) che le hanno consentito di verificare come tra il 718 ed il 781 l’adozione della moneta sia apparentemente discontinuo181. Come già ipotizzato da Grierson, la moneta aurea, generalmente il solido, assume molto spesso nella documentazione il ruolo di moneta “di conto”, di riferimento, che ha lo scopo di rendere per iscritto la misura del valore dell’importo oggetto di transazione e ha il vantaggio di rimanere stabile e fisso nel tempo182. Inoltre le fonti di Farfa databili al periodo compreso tra VIII e X183 secolo testimoniano il ricorso a diversi mezzi di scambio, come ad esempio beni naturali, metallo a peso (argento), ma anche moneta d’oro e d’argento184. L’autrice stima che circa il 60% degli importi presenti nelle carte sia espresso in modo “misto”, parte cioè in beni naturali e parte in moneta, mentre è attestato anche l’uso della stima di un bene in moneta contante attraverso la formula “solidos appretiatos”. Per ciò che concerne la citazione di metallo a peso, è stata evidenziata la formula “argenti libras” seguita dal numero di libbre per indicare la quantità: va sottolineato che il termine “libra” in questo caso non avrebbe mai po-tuto essere utilizzato per indicare un valore di conto secondo il sistema carolingio in quanto i documenti si riferiscono ad un momento in cui detto sistema non era ancora stato applicato in Italia. In altri casi, in cui la data dei documenti ricade in un mo-mento in cui invece il sistema di conto carolingio era in vigore, appare decisamente più difficile capire se si stia parlando di un pagamento previsto in libre di denari o in libre d’argento a peso185. Ciò nonostante Rovelli ha osservato che alla data di in-troduzione delle riforme (monetarie) carolinge in Italia non veniva necessariamente registrato l’uso della moneta imposta dall’imperatore: alcuni documenti attestano l’uso di pagare sia in moneta coniata che in natura. In alcuni casi è palese nelle chartae l’adozione quasi immediata della riforma carolingia che prescriveva l’uso di moneta nuova, in altri casi ancora è documentato un recepimento più tardivo. Nelle regioni gravitanti attorno al monastero regio di San Salvatore sul Monte Amiata, ad esempio, già nel settembre del 794 si concesse ad un affittuario la commutazione dell’importo precedentemente stabilito in solidos duo langobardiscos in un valore corrispondente di denari argentei186. Se si considera che il concilio di Francoforte,

181 rovelli 1993a.182 Cfr. ciPolla 1957, pp. 13-4; saccocci 1989, p. 304.183 Il periodo interessato nella documentazione di Farfa è numericamente ben rappresentato:

170 documenti.184 Si tratta di informazioni ben note, cfr. van WerveKe 1931, p. 428; Bloch 1939; doPsch

1967, p. 136.185 mccormicK 2001, pp. 326-30; rovelli 1993a, p. 550. 186 CDA, I, n. 45; con la scelta di specificare l’attributo langobardiscus si sono volute proba-

bilmente evitare eventuali possibili confusioni o con altre monete auree o, forse più probabilmen-

83LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

che stabilì l’adozione del nuovo sistema monetario nel Regnum si era tenuto nel maggio del 794, pare sorprendente la velocità di ricezione delle nuove direttive da parte dell’Abbazia. Tale adozione pare comunque esser stata del tutto discrezionale, dato che queste stesse direttive monetarie vennero totalmente disattese in ambiente lucchese, come paiono testimoniare i documenti per cui censi e penali erano stabiliti ancora in solidi aurei almeno fino al 798187.

Pare quindi di poter affermare che gli studiosi odierni concordino con molte delle intuizioni avanzate dagli studiosi della II metà del XX secolo: a fronte della coniazio-ne di una moneta aurea dall’alto potere d’acquisto, si dovettero utilizzare varie forme di transazione, compreso certo – ma non solo – beni in natura e metallo a peso188.

II.7. MONETA ROMANA IN CONTESTI SUCCESSIVI

Una delle possibili spiegazioni per giustificare la presenza di moneta romana in con-testi archeologici altomedievali è, come già visto, l’ipotesi che i nominali dell’Im-pero siano rimasti in uso anche in secoli successivi per essere utilizzati nella circo-lazione come numerario divisionale, oppure, secondo altre letture del fenomeno, la moneta romana avrebbe potuto rappresentare una forma integrativa o alternativa di forme monetarie (o non monetarie) di uso quotidiano. L’argomento rappresenta un tema di grande interesse sia per i numismatici, che indagano quale potesse essere un surrogato della moneta ufficiale destinato alla circolazione minuta nel mondo alto-medievale barbarico, sia per gli archeologi che rinvengono abbastanza di frequente monete romane in strati cronologicamente successivi e che vorrebbero poter gestire l’informazione numismatica in maniera corretta189.

te, con il soldo di conto carolingio, v. farinelli – francovich 1994, nota 21.187 Ancora nel 796 si registra una vendita per cui è stabilito un prezzo in solidi aurei (cfr.

MDL, V/2, n. CCLVII). Le prime attestazioni di pagamenti valutati in argento risalgono al 797 (MDL, V/2, nn. CCLXIII e CCLXXVII; MDL, IV/1, n. CXXI): vendite, censi e penali erano stabi-liti in solidi aurei sino al 798 (MDL, V/2, n. CCLXVII), quando comparve nei documenti il denaro argenteo, considerato però in questa fase solo come moneta di conto (MDL, V/2, n. CCLXXII); a quanto risulta dalla documentazione esaminata, infatti, il denaro coniato si sarebbe affermato solo a partire dall’801 quando veniva qualificato come “grosso” (MDL, IV/2, n. II; MDL, V/2, nn. CCXCVII e CCCX). Nei primissimi anni del IX secolo si richiese più semplicemente l’adozione di denari monetati, attraverso clausole che non caratterizzarono né la coeva documentazione luc-chese, né gli atti posteriori relativi allo stesso monastero amiatino.

188 calleGher 2001, p. 686; rovelli 2005, p. 121 ricordano il pagamento di 22 libbre d’ar-gento corrisposto al conte Amone nel 570-80 (HL, III, 8).

189 Il problema si manifesta in forma ancora più sentita quando il rinvenimento monetale rappresenta l’unico elemento datante di un contesto archeologico.

84 CAPITOLO II

Come si è ricordato, gli studiosi concordano sul fatto che non sia oggettivamente plausibile ammettere che in età altomedievale fosse stata completamente abbando-nata l’economia monetaria quotidiana in uso nell’Impero: il sistema degli scambi, oltreché estremamente comodo, era fin troppo ben sviluppato ed articolato perché improvvisamente (in seguito all’invasione Longobarda) se ne perdesse l’utilizzo, del resto gli stessi Ostrogoti lo mantennero e lo perfezionarono190. In aggiunta a questo è da giudicarsi piuttosto improbabile una completa cancellazione della moneta ne-gli scambi quotidiani quando si considera che sopravviveva nella stessa penisola italiana un’economia monetaria, quella bizantina, completamente autonoma e con una monetazione trimetallica che non pare accusare significativi momenti di stasi191. Impossibile, inoltre, ammettere l’idea che non vi fosse una qualche forma di con-fronto e scambio economico tra le due entità politiche.

Gian Piero Bognetti, come si è visto, escluse l’uso di moneta romana in contesto altomedievale192 perché a suo avviso se almeno fino all’Editto di Rotari la moneta aurea era di fatto una contraffazione (o un’imitazione) della moneta bizantina, ciò potrebbe significare solo che il sistema bizantino era comunque riconosciuto come valido dai Longobardi193. Poiché poi per utilizzare le antiche monete romane si pre-suppone che esse fossero valutate secondo il loro peso, dato che non aveva più senso considerarne il nominale, e considerando il fatto che nell’altomedioevo si ridusse l’uso di misure di peso, secondo Bognetti si ridurrebbe ulteriormente la possibilità che le antiche monete romane avessero potuto essere utilizzate come mezzo di scam-bio predominante nel piccolo commercio. In ragione di questa ulteriore considera-zione, lo studioso escluse un uso anche a peso dei numerari romani.

Osservando il dato archeologico, di per sé evidente, la “riscoperta” di questa tesi (sopravvivenza in circolazione di moneta tardoromana di IV e V secolo) è stata promossa negli anni ’80 del XX secolo da Giovanni Gorini194. Egli, limitandosi dap-prima a considerare nell’area del Triveneto alcuni rinvenimenti di moneta romana

190 Sul fatto che i Goti si siano perfettamente inseriti nella tradizione monetaria romana, cfr. per tutti hendy 1988; arslan 2001.

191 Bryan Ward-Perkins paragona il Mediterraneo del 600 d.C. al mondo preromano del 300 a.C. in cui, a un’economia evoluta nell’Est (che influenza ampie zone del sud-Italia, la Sicilia e la regione di Cartagine), si sarebbe contrapposta una situazione di evidente arretratezza economica nella zona Nord-Ovest; cfr. Ward-PerKins 2000, p. 382.

192 BoGnetti 1966b, pp. 385-6.193 Bognetti considerò una congettura l’opinione espressa in salvioli 1901 secondo cui i

Longobardi avrebbero utilizzato la moneta in rame bizantina, ma tale moneta «aveva corso per un valsente nominale arbitrario, come tessera, a cui il bisogno di traffici minuti dava valore e pregio. Per questa ragione il rame non era considerato come moneta vera, né mentovato nelle leggi e nei contratti».

194 Gorini 1988; Gorini 1992; Gorini 1993, pp. 6 e 8; Gorini 1997, p. 41.

85LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

in contesti nettamente successivi195, ricordò che la presenza in tali ambiti di questi «‘relitti’ del passato» è evidentemente da giustificare con il fatto «che esse non sono state espulse dal mercato perché non sono sopraggiunte le condizioni necessarie»196, ovvero, capovolgendo l’affermazione dello studioso, sussistevano le condizioni eco-nomiche per cui era conveniente utilizzare questi esemplari. Ai dati presentati da Gorini è oggi possibile – allargando il panorama territoriale e grazie agli sviluppi delle ricerche archeologiche e delle strumentazioni – aggiungerne molti altri197: l’ab-bondanza e la varietà dei tipi rinvenuti – benché prevalentemente bronzei – e delle situazioni in cui essi vengono ritrovati (isolati o in complessi associati) hanno spinto quasi tutti i numismatici che si sono imbattuti nel problema ad affrontare il tema per tentare di fornire una risposta alla presenza di queste monete198.

Se appare ormai condiviso, come sembrano indicare i dati archeologici, che la moneta tardoromana sia stata utilizzata in insediamenti bizantini in rapporto alle emissioni bronzee199, la situazione non è altrettanto chiara per le aree e i contesti longobardi.

Gli spunti per una trattazione organica dell’argomento sono stati proposti da Andrea Saccocci in un contributo apparso ormai 20 anni fa e recentemente ripreso ed integrato: nel lavoro l’autore non ha voluto ridurre il tema trattato alla questione bipolare sopravvivenza o non sopravvivenza di moneta romana in contesto medie-

195 Lo studioso richiamò diversi esempi di rinvenimento di moneta romana in contesti succes-sivi: ad es. a Sebatum, in Val Pusteria (rinvenimento non censito nel catalogo a seguire) 1 sesterzio di Antonino Pio venne ritrovato in strati di 2 secoli e mezzo posteriori (riZZi 1985, pp. 155-6); un anello aureo rinvenuto a Cividale del Friuli portava incastonata una moneta aurea di Tiberio (vedi catalogo s.v.); nell’isola di Torcello negli scavi del 1961-1962 si rinvenne in strato altomedievale 1 moneta di Claudio (taBacZynsKi 1977, alle pp. 279 e 282; contesto non presente in catalogo); sempre in contesto altomedievale in Valcavasia si recuperò 1 follis di Massenzio (rosada 1983, p. 570; contesto non in catalogo); a Rocca San Silvestro delle monete repubblicane e 1 sesterzio di Antonino Pio vennero rinvenute con monete di XII secolo; Gorini 1988 e Gorini 1992.

196 Gorini 1988, p. 2.197 Cfr. arslan Repertorio e aggiornamenti; si veda inoltre qui il Catalogo a seguire e il

Capitolo IV, nella parte dedicata all’analisi dei dati monetali. Un punto della situazione in Italia (fino al XII secolo) è ora in marani 2016.

198 Il fenomeno è ben noto per tutta l’area mediterranea, citiamo al riguardo alcuni studi che hanno più o meno approfonditamente trattato l’argomento; già cesano 1913; hadelson – Kustas 1964; morrisson 1980; reece 1984; riZZi 1985; miraGlia 1986; Brenot 1987; hahn 1987; arZone 1987, p. 206; morrisson 1989; molinari 1995; garraFFo 1996; marot 1997; saccocci 1997; arslan 1998; asolati 2000, pp. 116-7; Parodi 2001; arslan – ferretti – murialdo 2001, pp. 233-4; arslan 2001, pp. 240-2; BiJovsKy 2000-2002, alle pp. 202-7; Arslan 2002c, alle pp. 173-4; asolati 2002, in part. alle pp. 198-201; Fernández Flores 2002; Facella 2004, pp. 48-52; asolati 2014; si vedano ora gli atti del convegno Les trouvailles de monnaies romaines en con-texte médiéval (Paris 27-28 février 2015) in BomPaire – cardon – Geneviève – marani 2016.

199 Si veda per tutti rovelli 2016, in part. pp. 63-66 con indicazioni bibliografiche precedenti.

86 CAPITOLO II

vale, ma ha immaginato almeno 4 scenari possibili su cui improntare la discussio-ne200. Lo studioso prospetta una prima possibilità: la moneta tardoromana bronzea rimase in circolazione conservando un valore fiduciario ufficiale, quindi «con fun-zioni totalmente monetarie». Dopo la caduta del sistema Romano e la conseguente appropriazione (diremmo usurpazione, visto che il diritto di conio era prerogativa imperiale) da parte dei Longobardi dello ius cudendi, è possibile ipotizzare che i sot-tomultipli del solido, sia quelli coniati (tremisses e forse siliquae201) che quelli non più coniati (follis e nummus) venissero utilizzati come valori di conto. Le monete romane di IV-V secolo, ancora abbondantemente presenti in circolazione, avrebbero allora potuto assumere questi valori per rappresentarli nelle transazioni quotidiane. La seconda possibilità proposta è che i nominali tardoromani avessero certamente mantenuto un valore economico, ma limitatamente al metallo con cui erano com-posti. Essi, allora, avrebbero svolto un ruolo nel mondo longobardo come moneta valutata a peso magari in relazione alle contemporanee monete enee bizantine che continuavano ad essere battute e a circolare nelle aree limitrofe al Regnum202. Una terza condizione possibile, per spiegare la presenza delle monete bronzee di fine im-pero in contesto longobardo, è che esse fossero state completamente demonetizzate, private cioè delle loro funzioni come mezzo di scambio, come misura e riserva del valore, per finire con l’essere considerate oggetti decorativi di ornamento. Questa ipotesi giustificherebbe il fatto che, in complessi tombali altomedievali, si ritrovino di frequente esemplari monetali forati forse da interpretarsi come elementi di collane con funzione decorativa o di portafortuna. La quarta ed ultima proposta risolverebbe il problema ipotizzando che la presenza di queste monete tardoromane sia frutto di totale casualità: le emissioni sarebbero allora scomparse dalla circolazione alla cadu-ta dell’Impero e, in ragione della loro abbondanza, sarebbero state poi ritrovate per caso (anche dagli archeologi odierni) in tempi successivi senza però che venisse loro assegnato alcun valore monetario, fiduciario o di mezzo di scambio.

Lo studioso, nella sua precedente analisi (1997) respinse la prima e l’ultima delle ipotesi. La prima perché possibile ma indimostrabile: a tutt’oggi non esiste alcuna testimonianza documentaria che attesti se e come la moneta tardoromana enea fos-se rimasta in circolazione con un qualche valore ufficiale203. L’ultima delle quattro

200 saccocci 1997, in particolare alle pp. 387-8; vedi ora saccocci 2016.201 Ricordiamo quanto detto già supra: l’assegnazione del nominale siliqua (o frazioni) è

assolutamente arbitraria, e basata su osservazioni essenzialmente pondometrice e stilistiche.202 Vedi supra riguardo alla sintesi sulla monetazione bizantina. Per approfondimenti in rela-

zione ai valori dei metalli monetati di Bisanzio rimandiamo a durliat 1980.203 Tali nominali avrebbero potuto essere plausibilmente riferiti al sistema di conto al sistema

romano, ancora in uso, solo che per il momento non disponiamo di alcuna informazione riguardo agli eventuali modi o criteri in cui ciò avrebbe potuto concretizzarsi.

87LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

proposte gli parve altrettanto improbabile: per accettare che le monete romane (o meglio tardoromane) fossero completamente scomparse alla caduta dell’Impero bi-sognerebbe infatti ammettere che l’imposizione di una nuova monetazione da parte dei regnanti Goti fosse riuscita ad escludere completamente dal mercato il circo-lante precedente con un’efficacia che è difficile riconoscere ad uno Stato antico. La caratteristica della moneta antica di possedere comunque un valore intrinseco, dettato dal metallo con cui era composta, non poteva escluderne l’importanza alme-no come riserva metallica204. Rimanevano quindi solo due le ipotesi maggiormente accreditabili: che le monete tardoantiche potessero aver conservato un certo valore in relazione al loro metallo, oppure che la moneta tardoantica fosse sopravvissuta per ricoprire però solamente un ruolo come oggetto con funzione non monetaria. Lo stu-dioso, piuttosto che basarsi sulle attestazioni documentarie205, ha condotto la ricerca essenzialmente sull’analisi di dati archeologici. Al riguardo, nell’indagine è stato scongiurato il rischio che si fosse trattato di esemplari residuali come nel caso delle monete rinvenute nella Crypta Balbi, in via delle Botteghe Oscure a Roma206. Questo sito, per cui è stata accertata attraverso delle indagini archeologiche una prolungata attività d’uso, ha restituito una notevole quantità di reperti numismatici databili all’e-tà romano imperiale dispersi in strati nettamente più tardi (XI secolo). La perplessità di trovarsi di fronte ad una sorta di paradosso archeologico è stata superata grazie ad ulteriori approfondimenti scientifici essenzialmente basati sul confronto statistico della quantità di ceramica presente in quegli stessi strati e in strati successivi (di XI-

204 A sostegno della sua argomentazione, lo studioso, ricordò alcuni dei numerosi ripostigli che chiudono ad epoche successive ma che contengono monete tardoromane. Cfr. saccocci 1997, p. 389 e nota 7.

205 In effetti la documentazione, spesso recante formule monetarie “fossilizzate” non offre elementi sempre credibili. I ritrovamenti, sia da contesto stratigrafico che da rinvenimento in sepolture, sono l’unica tipologia di fonte che possa offrire al problema una qualche risposta ac-cettabile, come abbiamo detto nella premessa a questo lavoro: lo studio dei dati desumibili dalle diverse tipologie di ritrovamento monetale fornisce però, ovviamente, indicazioni differenti: i rin-venimenti sporadici in scavo archeologico forniscono notizie importanti inerenti alla circolazione monetaria poiché la moneta viene singolarmente persa quando circola o comunque quando passa di mano e viene scambiata (cfr. per tutti BlacKBurn 1993, pp. 39, 42) mentre le monete in tomba – tralasciando i connotati antropologici e rituali – implicano ragionevolmente che tali monete erano nella disponibilità di chi sceglieva di depositarle con il defunto.

206 Cioè presenti in uno strato archeologico di età successiva non in ragione ad una sua depo-sizione coerente con lo strato stesso ma solamente a causa di spostamenti di terra. Si tratta natu-ralmente di un argomento qui circoscritto ai reperti numismatici ma che in realtà coinvolge tutte le tipologie di rinvenimento in scavo archeologico. Sul problema in generale si veda GuidoBaldi – Pavolini – PerGola 1998. Sugli scavi della Crypta Balbi, v. andreoZZi – GraZiani – saGuì 1996; ricci 1994; ricci 1997; saGuì 1993; saGuì – manacorda 1995; efficace il riassunto in marani 2016, pp. 34-7.

88 CAPITOLO II

XIV secolo)207. È stato così possibile spiegare come la presenza delle monete roma-ne fosse assolutamente residuale208. Un famoso altro esempio riguarda gli scavi del 1976 condotti dall’Università americana del Michigan a Cartagine: l’indagine aveva evidenziato una corposa presenza di monete di età romana, che percentualmente surclassava gli altri esemplari numismatici presenti. La constatazione che i reperti monetali si addensavano proprio in quegli strati archeologici, riferibili ad attività di razzia degli edifici antichi, ha permesso di concludere che anche in questo caso ci si trovava davanti ad un caso di alterazione dei dati numismatici: le monete perciò non potevano essere considerate indicatori cronologici per la stratigrafia, ma ne erano estranei209. In ragione di queste esperienze, Saccocci ha ricordato come il «‘fanta-sma’ della residualità» sia da tenere sempre presente nel momento dell’analisi dei dati provenienti da un’indagine archeologica: dando comunque per ineccepibile la qualità dello scavo, e scongiurato ogni vizio di forma nella sua conduzione da parte degli archeologi, rimane comunque un numero sostanzioso di variabili che possono esser intervenute a determinare la presenza di un esemplare monetario nello strato210.

Confrontando i rinvenimenti in particolare di area veneta con quanto attestato dagli scavi svolti nell’area di Ravenna, a Saccocci parve allora abbastanza plausi-bile, in un quadro della circolazione monetaria altomedievale o comunque in con-testi economico/monetari simili in cui l’unica moneta emessa e circolante appare caratterizzata da un potere d’acquisto alto (tremisses aurei) e medio alto (siliquae d’argento), che per sopperire al ruolo di circolante divisionale, si ricorresse al riuso di moneta tardoromana con funzioni “parzialmente monetarie”. In altre parole, le monete bronzee romane venivano scambiate a peso probabilmente con un valore correlato a quello delle contemporanee monete bizantine che erano simili per peso e diametro211. Questo avrebbe significato che secondo lo studioso anche nelle aree lon-

207 rovelli – saGuì 1998, p. 187.208 Cfr. saGuì – Paroli 1989; rovelli 1989; rovelli 1985a, spec. pp. 136-7; rovelli 1990,

spec. pp. 185-6; rovelli 1993; rovelli – saGuì 1998.209 Cfr. humPhrey 1978, in partic. pp. 164-8; hitchner 1980; reece 1984; reece 1994; reece

1996. I dati forniti dai reperti numismatici rimasero comunque utili alle indagini sulla circolazione monetaria.

210 Cfr. saccocci 1997, pp. 389-93. Lo studioso aggiunse che i dubbi potrebbero esser sciolti grazie a «vaste indagini di tipo statistico», confrontando cioè, ad esempio, le monete romane pre-senti negli strati medievali con quelle ritrovate in strati della stessa area archeologica datati all’età romana da altri materiali. Se dal confronto statistico i tipi monetali delle due aree (medievale e romana) risultassero «percentualmente identici» parrebbe evidente giudicare come residuali gli esemplari romani in contesto medievale; se invece la presenza delle monete romane nelle due aree a confronto fosse differente, sarebbe allora rafforzata l’ipotesi della sopravvivenza di alcuni tipi monetali romani negli strati medievali.

211 calleGher 2017, p. 350, e nota 23, ipotizza una continuità d’uso della moneta bronzea tardoantica anche per l’ambito dalmata.

89LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

gobarde era sopravvissuta un’economia di scambio monetario almeno su area locale. Più recentemente lo studioso è ritornato sull’argomento potendo rivalutare la sua tesi di vent’anni fa sulla scorta di un maggior numero di studi e dati archeologici212. Oggi sappiamo, grazie al progredire delle ricerche sulla monetazione bizantina (anche italiana)213, che le aree della provincia bizantina italiana mantennero a tutti i livelli l’uso della moneta; in più il censimento dei dati archeologici consente di confronta-re in modo statisticamente affidabile la presenza di numerario bizantino nelle aree bizantine e longobarde. Il risultato del raffronto mostra una sostanziale similitudine nelle presenze rilevate214. Anche nella Toscana di età longobarda i dati archeologici sembrano indicare una maggior presenza di moneta bizantina proprio nel periodo della conquista longobarda che in quello precedente alla morte di Giustiniano215.

Secondo Saccocci, quindi, si potrebbe ipotizzare un’omogeneità di valori per le monete bizantine contemporanee e quelle tardoromane sopravvissute: entrambe avrebbero circolato nel Regno longobardo di VI-VII secolo (sostanzialmente fino alla riforma di Cuniperto), per soddisfare i piccoli scambi nel quotidiano. Ciò era potuto avvenire grazie al fatto che sarebbe sopravvissuto l’intero sistema di conto tardo-romano216 basato proprio su unità di basso valore non più coniate ma solo teo-riche. Il valore nominale (ovviamente variabile) delle unità di questo sistema sarebbe stato così rappresentato nel mercato dalle monete che conosciamo effettivamente a disposizione dei Longobardi: i tremissi aurei, le frazioni argentee (convenzional-mente silique)217 e le emissioni tardoromane (con moneta bizantina). Così il tre-misse non sarebbe stato alla base del sistema di conto (rappresentando l’effettiva coniazione del valore di 1/3 di solido) ma solo la moneta realmente coniata che rappresentava concretamente un valore che poteva variare in base al mercato. Una prova di queste alterazioni del valore di conto delle monete effettive longobarde (per cui dovevano essere adattate al valore di riferimento) potrebbe essere testimoniato, secondo Saccocci, dall’evidente aumento di diametro dei tremissi di VI-VII secolo che passa dai 15 millimetri circa a 22-23 millimetri. Si tratterebbe, secondo gli stu-di condotti, di una forma palese di rappresentazione della rivalutazione del valore

212 saccocci 2016.213 Vedi supra paragrafo II.3 e bibliografia relativa.214 Dopo la verifica di tale similitudine nelle aree di confine venete tra Longobardi e Bizantini

grazie a studi recenti (asolati 2012, pp. 320-38 e asolati 2015), l’analisi appare confermata per le aree adriatiche centrali a sud di Ravenna e nella Liguria (Perassi 2011b, pp. 296-9); v. saccocci 2016, p. 74.

215 saccocci 2013, pp. 25-7.216 Il contributo cui si fa riferimento è saccocci 2010 ripreso in saccocci 2016, alle pp. 78-84.217 Chiamati «denari» secondo saccocci 2010, p. 39 nota 33.

90 CAPITOLO II

della moneta218: il tremisse longobardo, come è stato appurato esser successo nella Gallia merovingia a partire dalla II metà del VI secolo, avrebbe progressivamente accresciuto il valore fino a quello di un solido219. Il diametro raggiunto dalla moneta longobarda alla fine sarebbe stato lo stesso dei solidi contemporanei bizantini220. Quindi secondo questo studioso, nella circolazione longobarda quotidiana le monete tardoromane, rapportate certo alle coeve bizantine, dovettero supplire alla circola-zione quotidiana in riferimento al sistema di conto sopravvissuto rappresentando lo strumento fondamentale (vista l’abbondanza nei rinvenimenti) per un’economia di piccolo scambio221. In questi scambi quotidiani, quindi, è probabile che si fosse utilizzato qualunque oggetto (monetale o monetato, o non monetale) che potesse rappresentare nello scambio commerciale i valori di riferimento del sistema222. Da questo punto di vista vi sono in effetti delle significative testimonianze documen-tarie di età longobarda da cui pare evidente l’intercambiabilità delle stesse merci di pagamento: nel 767 a Pistoia Guinifred ed eredi corrisponderanno alla chiesa «in ualliente tremisse, olleo, cera, auro; de ista tris res una quale habuerit»223. Allo stesso modo nel 772 a Cappiano (Fucecchio – FI) Audipert promette che darà alla locale chiesa di San Pietro per ogni anno «uno tremisse auro, aut oleo, cira, quem habuero»224. Una ulteriore riprova della rivalutazione di moneta bronzea romana (in questo caso altoimperiale) in contesto longobardo, secondo una recente ipotesi, po-trebbe essere testimoniato dall’uso degli esemplari di età flavia con incisi i numerali XLII e LXXXIII: essi sarebbero pertinenti proprio al periodo di poco successivo all’ingresso dei Longobardi in Italia perché le cifre starebbero ad indicare il loro va-lore espresso in peso di silique rispettivamente del mezzo follis e del follis al tempo dell’imperatore Giustino II (565-78)225.

218 saccocci 1999: l’osservazione del fenomento è in particolare riferita al periodo del Regnum Italiae di IX secolo, ma forse già evidente nella prima età longobarda.

219 L’ipotesi per la moneta longobarda in saccocci 2010, pp. 36-7, per i Merovingi v. MEC, 1, pp. 91-7. Anche deloGu 2010, pp. 127-8 ha discusso l’ipotesi per il periodo più tardo (fine VII-VIII secolo) e l’ha ritenuta improbabile nell’arco di tempo considerato.

220 Cfr. MEC 1, pp. 452–9.221 Secondo questa lettura, quindi, lo studioso sembra proporre oggi come valida la prima

delle sue ipotesi sulla sopravvivenza di moneta tardoromana in contesto longobardo, cioè che tali monete avessero potuto assolvere a una funzione totalmente monetaria.

222 Interessanti le osservazioni sulla monetazione araba presente in Italia a cui ricorre lo stu-dioso per avvalorare le proprie ipotesi; v. saccocci 2005a.

223 CDL, II, n. 206.224 CDL, II, n. 261. 225 saccocci 2010, pp. 35-6 e saccocci 2015. La tesi non è apparsa convincente ad altri stu-

diosi che hanno recentemente espresso opinioni interpretative differenti o hanno ribadito letture precedenti. Lo status quaestionis (fino al 2010) in GamBacorta 2010. L’impostazione della di-

91LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

Non esistono, purtroppo, attestazioni documentarie dirimenti sull’eventuale uso di moneta bronzea nelle transazioni longobarde, né tanto meno è sopravvissuta docu-mentazione che possa in qualche offrire chiarezza226 ma l’alto valore dell’oro mone-tato longobardo, verosimilmente non utilizzabile nel commercio spicciolo, è in realtà un problema che si presenta anche per il periodo successivo, quando si impose la sola moneta argentea con i Carolingi. Ne trattò già Philip Grierson almeno dagli anni ’60 del secolo scorso: pur presentando il vantaggio di una notevole semplificazione del circolante sul mercato, il denaro d’argento carolingio sarebbe stato caratterizzato da una circolazione piuttosto lenta e limitata227 perché possedeva probabilmente un valore d’acquisto troppo alto per essere impiegato quotidianamente. Su questo aspet-to quasi tutti gli studiosi paiono concordare228, tranne qualche storico – come Pierre Toubert – secondo cui l’avvento della moneta d’argento carolingia sarebbe andata a colmare quel vuoto creatosi per lo scambio quotidiano: egli riconobbe perciò un altissimo potere d’acquisto solo al tremisse aureo229.

Alessia Rovelli, sulla scorta di ampia documentazione archeologica ha effica-cemente dimostrato che il potere d’acquisto da riconoscere al denaro d’argento ca-rolingio, fosse tale da limitarne – perlomeno – la facile perdita accidentale230. Se le fonti documentarie carolinge riguardano transazioni ad un livello dello scambio medio-alto, quando si consideri i dati archeologici, si assiste invece alla dicotomia tra quantità di moneta espressa nelle fonti e quantità di moneta ritrovata negli sca-vi. I due dati appaiono nettamente divergenti: la moneta carolingia è rarissima nei ritrovamenti, mentre viceversa è abbondantemente presente nella documentazio

scussione in morrisson 1983 che li attribuisce ai Vandali (concorda manGanaro Perrone 2013, p. 271); secondo rovelli 2013, p. 196, i bronzi graffiati potrebbero esser riferiti alle truppe romane che soggiornarono nell’Africa vandalica e che ne avrebbero poi favorito la diffusione in Italia. Per un’attribuzione agli Ostrogoti v. asolati 2012, pp. 113-46; asolati 2018), per un’assegnazione al III, tra la riforma di Aureliano e quella di Diocleziano propende arslan 2017, in partic. pp. 14-5 (con anticipazioni in arslan 2012c, p. 766 e nota 16, arslan 2011, pp. 318-19 e nota 42).

226 Ricordiamo però l’ipotesi in saccocci 2010, pp. 36-7 che rilegge il capitolo 242 sulla moneta dell’Editto di Rotari come una possibile indicazione data dal legislatore nel vietare sia la coniazione dell’oro (moneta regale) che di ogni possibile sua sostituzione con monete che ne rappresentassero il valore. Quindi, potenzialmente, anche monete bronzee.

227 Cfr. Grierson 1961, pp. 360-1; contra meTcalF 1967, che poi si è detto d’accordo in meTcalF 1986, p. 324.

228 Opinione già in ciPolla 1956, p. 12 e condivisa da loPez 1961, p. 81; BoGnetti 1966b, p. 56; ciPolla 2001, pp. 20-1; rovelli 2009, pp. 67-8; rovelli 2012, p. 269.

229 touBert 1983, pp. 46, 54.230 rovelli 2000, pp. 209-23. L’autrice ha rilevato come siano percentualmente meno nume-

rosi i ritrovamenti di moneta carolingia in Italia rispetto all’Oltralpe. L’alto valore d’acquisto è giustificato dal fatto che, almeno in Italia, il denaro d’argento non veniva evidentemente smarrito facilmente.

92 CAPITOLO II

ne231. Cercare di giustificare questa situazione non è però facile: se in età romana fu determinante il ruolo dell’esercito nel favorire la circolazione e l’uso della moneta232, questo stesso ruolo non può di certo essere applicato né al periodo altomedievale, né all’area geografica definibile come «l’area del denaro d’argento» caratteristica dell’età carolingia. Troppe sono infatti le differenze regionali che si rilevano nello stesso panorama geografico italiano, per poter generalizzare: l’Italia settentrionale appare dalla documentazione certamente più sviluppata dal punto di vista dell’uso della moneta. Troviamo la citazione di denari carolingi come unico nominale presen-te nelle fonti documentarie, ma anche le testimonianze archeologiche di monete ca-rolinge sono tutto sommato numerose rispetto a quelle registrate in Italia centrome-ridionale233. Di conseguenza anche in età carolingia, a seconda delle necessità locali, la moneta argentea pare potesse essere affiancata da altre forme di scambio come beni in natura, metallo prezioso valutato a peso, moneta aurea234. La possibilità, già prospettata per l’economia curtense, che si utilizzasse forme di moneta naturale in forma di beni di consumo235, è considerata secondaria da Rovelli rispetto all’ipotesi che si potesse esser ricorsi anche a forme di credito di cui però non rimarrebbero testimonianze perché si trattava di transazioni tutto sommato di infima entità236.

231 rovelli 1994, pp. 523-4: la studiosa, a sostegno della sua tesi, porta come esempio i risul-tati che derivano da alcuni scavi archeologici in contesti pertinenti ad insediamento o frequenta-zione altomedievale. Per quasi tutti i contesti ‘romani’, pur con le dovute differenze, si assiste ad un calo di moneta posteriore al VI-VII secolo, con una sostanziale ripresa dal X-XI. Si veda anche rovelli 2009, p. 66 e nota 85.

232 Su quest’argomento si rimanda a craWford 1970, pp. 40-8.233 Chris Wickham ha appuntato che nella Tuscia, e in particolar modo nella zona del

Casentino, la riforma carolingia non attecchisce immediatamente, ma osserva che nei documenti lucchesi di XI secolo i rapporti sociali condizionano la determinazione del prezzo delle terre, con la conseguenza che la moneta nello scambio viene a diminuire il suo ruolo di misura del valore; cfr. WicKham 1987, pp. 361, 370. Le medesime osservazioni sono state mosse da levi 1985, pp. 95-116 per i documenti di Santena nel Piemonte. Nel Lazio altomedievale invece si registra una persistenza nelle registrazioni delle vecchie monete in uso nel periodo bizantino, immediatamente precedente alla riforma carolingia; in realtà, come rileva la stessa Rovelli, qui non si tratta di una situazione generalizzata come quella che appare essere nella Toscana rilevata da Wickham: ci sono degli esempi nelle fonti che potrebbero suggerire il ricorso a metallo prezioso a peso per effettuare i pagamenti. rovelli 1994, p. 534.

234 rovelli 1994, pp. 531-2, 534; rovelli 2009, pp. 55, 64. 235 Vedi supra e BoGnetti 1959.236 rovelli 1994, p. 532. L’ipotesi si basa su considerazioni antropologiche. Sulla base di un

articolo di Ercole Metalli (metalli 1903), la studiosa ricorda che nell’agro pontino (territorio del Lazio) è documentata presso i latifondi un’usanza di inizio XX secolo degli spacci (di proprietà del latifondista, naturalmente) dove i braccianti si recavano per svolgere degli acquisti. Non es-sendoci moneta, la spesa che il contadino effettuava veniva segnata su due pezzi di legno tramite una tacca (precisamente la pratica viene chiamata “a taglia”): i due legni venivano trattenuti l’uno dall’acquirente e l’altro veniva conservato allo spaccio. La spesa effettuata veniva poi scalata dal

93LA MONETA NELL’ITALIA LONGOBARDA

È stato Stanislaw Tabaczynski il primo ad ipotizzare, sulla scorta della documen-tazione numismatica ritrovata negli scavi a Torcello (monete romane in associazione stratigrafica con un denaro carolingio e con una moneta araba coeva), che la moneta romana fosse rimasta in circolazione come frazione divisionaria del denaro d’argen-to carolingio237, ma si tratta di una tesi che attende ancora una completa conferma, o una smentita. Successivamente questa ipotesi è stata proposta convincentemente da Bruno Callegher per i folles anonimi bizantini238.

Saccocci ha sostenuto che negli ultimi secoli del primo millennio gli emporia di origine bizantina avrebbero contributo a mantenere viva l’economia di scambio del Regnum a causa dello scarso utilizzo del denaro franco-carolingio in ragione del suo ruolo economico239: in effetti, come già osservato da Rovelli, la moneta argentea ca-rolingia si trova oltralpe con maggior frequenza rispetto che in Italia240. In particolare nei territori alpini pare accertato che vi fosse un’economia monetaria decisamente sviluppata per cui si sarebbe resa disponibile una discreta massa di circolante costi-tuita da monete bronzee bizantine, denari carolingi frammentati, metallo a peso, ma anche monete romane di bronzo241.

compenso del contadino. Sulla base di questa esperienza documentata, la studiosa ipotizza che anche in età altomedievale possano aver avuto luogo pratiche simili. Si ricorda che tale pratica non doveva essere poi così inusuale in tutta l’area europea. Michael Clanchy ha documentato la presenza di questa pratica in Inghilterra (dove si conservano ancora alcuni bastoni che recano incise delle tacche) almeno dal XII secolo, cfr. clanchy 1993, pp. 95-7.

237 taBacZynsKi 1977, p. 283.238 calleGher 1994.239 saccocci 2005; i siti in oggetto sono soprattutto Luni, Venezia e Aquileia, v. bibliografia

ivi cit. a nota 35. In maraZZi – BroGiolo 2001, p. 130, ricordando che la laguna veneta orbitava nell’ambito economico bizantino, si ipotizza che Venezia potrebbe non esser stata conquistata dai carolingi per evitare che la monetazione d’oro bizantina lì utilizzata potesse mettere in difficoltà la moneta d’argento franco-carolingia.

240 rovelli 2000, pp. 209-23.241 saccocci 2005; cfr. anche mccormicK 2001, pp. 681-6.

95

caPitolo III

CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICIIN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Il catalogo dei rinvenimenti che qui si presentano costituisce una parte sostanziale della ricerca condotta e sui dati in esso contenuti si muoveranno le analisi successi-ve analisi. Esso è stato organizzato in maniera da presentare sinteticamente l’elenco dei rinvenimenti metallici presenti nelle sepolture di età altomedievale finora rag-giunti. I ritrovamenti sono disposti secondo le attuali regioni italiane, in maniera da facilitarne l’identificazione geografica. La scelta di non numerare le singole schede si giustifica col fatto che l’ordine alfabetico ha contribuito, in quest’indagine tutto sommato preliminare, non solo all’organizzazione dei dati raccolti ma anche ad una più facile implementazione dei dati in un momento successivo. Nonostante la testimonianza della presenza gota e longobarda (anche in Italia) sia costituita prin-cipalmente dai corredi funerari, gli archeologi hanno in più occasioni sottolineato potenzialità e limiti di questa tipologia di fonte: come è stato già detto1, i nuovi oriz-zonti di ricerca sviluppati nell’ultimo trentennio rilevano come il corredo funerario non sia solo un’espressione dell’etnia di appartenenza del defunto, ma piuttosto ne esprima le valenze antropologiche connesse al contesto “famigliare” o tribale2.

L’interpretazione dei contesti funerari, attraverso l’analisi dei rinvenimenti da se-polture, è stato dunque oggetto di consistenti revisioni non solo per poter compren-dere – attraverso il cambiamento della “cultura dei morti” – quali fossero i cambia-

1 Vedi supra p. 20.2 Il tipo di approccio tradizionale è certamente derivato dalla metodologia sviluppatasi

nell’ambito della ricerca preistorica, per cui le necropoli vengono considerate nel loro complesso in funzione del fatto che sono ritenuti diretta espressione della società dei viventi. Cfr. sull’argo-mento chaPman-randsBorG 1981; melucco vaccaro 1982, pp. 153-4. Williams 2007 ha sottoli-neato il fatto che gli studiosi di recente dedicano sempre maggiore attenzione alle interpretazioni sociali dei riti funerari attestati in età altomedievale: tuttavia rimarca il fatto che la preferenza per un rituale funebre ed i suoi collegamenti con la società dei vivi sono ancora privi di letture decisive. In particolare, dal punto di vista dell’antropologia, ci sono completamente sconosciute le componenti “emotive” che hanno condizionato il cerimoniale di sepoltura. Cfr. anche dicKinson 2002, Williams 2005 e Williams 2005a e da ultimo BarBiera 2012, in part. pp. 98-99 e passim.

96 CAPITOLO III

menti delle mode e della “cultura dei vivi”3. In precedenza si tendeva a considerare senz’altro le necropoli come uno specchio fedele della società contemporanea, ma tale convinzione è stata rivista sulla scorta delle teorie etnogenetiche per cui è sem-pre possibile che la realtà venisse irreparabilmente deformata dalla ritualizzazione non solo religiosa, ma soprattutto sociale dei seppellimenti4. Se la metodologia di analisi dei corredi sepolcrali di età altomedievale presupponeva prima un’assoluta corrispondenza di tipo etnico tra committente e proprietario del manufatto oggi questa lettura è stata sconfessata dalle acquisizioni della ricerca antropologica ed osteologica: si sono infatti trovati corredi di tipo longobardo in sepolture che se-condo le analisi risulterebbero appartenere ad altro gruppo etnico e, viceversa, in sepolture di longobardi (in particolare quelli di sesso femminile) sono alle volte presenti elementi di corredo riconosciuti tradizionalmente come assegnabili ad et-nia romanza5. A questo si aggiunge che la distribuzione delle tipologie di manufatti non sempre rispecchia fedelmente la mappa degli insediamenti testimoniata dalle tracce documentarie. Anche dal punto di vista della correlazione fra la ricchezza del corredo e la presunta posizione sociale del defunto sono stati evidenziati alcuni limiti nell’analisi perchè il riconoscimento sociale di un individuo potrebbe esser passato attraverso altre forme ed aspetti del rito funerario di cui non si sono conser-vate tracce; in alcuni gruppi tribali germanici, perciò, il corredo funebre potrebbe non aver avuto l’importanza normalmente attribuitagli, mentre potrebbero esser in-tervenuti altri fattori (quali ad esempio il rituale funebre) che l’archeologia non è in grado di documentare. Tali riflessioni suggeriscono quindi agli archeologi, al fine di avanzare osservazioni complessive sugli insediamenti altomedievali che siano allo stesso tempo scrupolose e misurate, di considerare accanto ai corredi funerari altri fattori correlati, meno direttamente visibili, ma altrettanto importanti nello studio delle necropoli, come ad esempio la disposizione topografica delle inumazioni, la vicinanza-relazione tra esse, oppure, ad esempio, anche lo studio della sistemazione degli oggetti di corredo nella tomba6.

Le informazioni di indiscutibile utilità che invece possono fornirci le necropoli riguardo al rapporto con la società dei vivi che le hanno prodotte, sarebbero relative alle «categorie mentali» del popolo di fronte alla morte. Potrebbero essere esistite presso i popoli oggetto di studio delle tradizioni funerarie per cui l’abito funebre, di cui il corredo è ciò che rimane, fosse completamente diverso dal modo di vestire della quotidianità ovvero che l’abito della sepoltura possa esser stato un abito da cerimonia già utilizzato in particolari occasioni magari celebrative. Al riguardo le

3 la rocca 1989, pp. 83-4; melucco vaccaro 1978; BierBrauer 1980.4 L’idea già in Buchet-lorren 1927, pp. 27-9.5 KisZely 1979, p. 196; WicKham 1983, p. 94; Geary 1983, p. 17. 6 Cfr. la rocca 1989, pp. 86-7.

97CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

variazioni interne a sepolture che appaiono tipicamente e cronologicamente simili in un medesimo territorio hanno suggerito che possa non trattarsi di un riflesso diretto della posizione sociale ed economica del defunto: appare più ragionevole, invece, giudicare tali diversità come la diretta conseguenza della moda funeraria von cui si esprime la società che abita un determinato territorio. Così la presenza di un corredo (che non sempre è rappresentato da prodotti di metallo prezioso, ma anche da va-sellame da mensa o armi) serve a manifestare attraverso il rituale funebre l’apparte-nenza del defunto ad un gruppo etnico e lo status sociale della famiglia del defunto all’interno della comunità7; va ammesso però che ci sono anche elementi del corredo funebre che vanno distinti da quelli espressamente deposti per la sepoltura e che contengono motivi dichiaratamente distintivi del personaggio defunto.

Nonostante la definizione del concetto di “corredo funerario” non trovi ancora una risoluzione convicente, va detto però che ai fini del nostro studio non è es-senziale addentrarci nelle considerazioni pertinenti a distinzioni etniche o sessuali: la tipologia di fonte che abbiamo utilizzato è stata quasi obbligata in quanto è da considerarsi (al di là della valenza religiosa, etnica o sociale o comunque antropo-logica) una risorsa certa a cui potersi riferire per determinare, o meglio stimare, la presenza complessiva dei metalli e valutarne la portata “economica” rapportata ai beni monetati.

L’indagine ha ovviamente posto molti limiti, alcuni preliminari e necessari nella fase di impostazione, altri si sono fatti presenti nello sviluppo del lavoro. La prima verifica ha posto in attenzione che i dati da censire non fossero il frutto di alcun tipo di intrusione che compromettesse la genuinità del censimento, in seguito ci siamo chiesti quali criteri interessassero la ricerca stessa: è allora emerso che, riguardo ai dati da tombe/necropoli, non ci dovessimo preoccupare di quale fosse il tipo di depo-sizione in oggetto, se si trattasse cioè di una deposizione intenzionale, o incidentale o accidentale. Di conseguenza abbiamo scartato tutte le notizie sui connotati antro-pologici o religiosi del corredo funerario rilevati dagli autori; questi, eventualmente, verranno presi in considerazione in un secondo tempo.

L’adozione delle categorie tipologiche adottate nel catalogo per indicare di che tipo di rinvenimento si trattasse, sono conseguentemente il frutto di scelte funzionali alla gestione dei dati8, si troveranno indicati in sigla le seguenti classi.

7 L’attenzione dell’archeologia altomedievale si concentra di conseguenza sulla metodolo-gia da scegliersi per riuscire a distinguere le sepolture germaniche da quelle autoctone attraverso il tipo di corredo.

8 L’ideale sarebbe stato realizzare dei cataloghi dedicati per ciascuna categoria e per ciascu-na classe di oggetti.

98 CAPITOLO III

T = sepoltura/e: indica il rinvenimento di una sepoltura singola, in cui però posso-no esser stati deposti più inumati, nell’eventualità quest’ultimo dato non è stato riportato.

N = necropoli: indica il rinvenimento di più di una sepoltura; il gruppo è stato iden-tificato dall’autore che ha pubblicato il dato come un insieme coerente di inuma-zioni da un punto di vista dell’analisi scientifica.Riguardo ai dati desunti da tombe/necropoli, sono state espunte molte informa-zioni, come ad esempio se nel contesto tombale siano presenti o meno oggetti di corredo non metallici, o l’orientamento della sepoltura, o – come già detto – i dati di genere o il numero di inumati se la sepoltura sia singola, bisoma o plurima.

S = rinvenimento sporadico/isolato: indica che l’oggetto o gli oggetti non monetali elencati sono stati considerati dall’autore frutto di ritrovamento occasionale, op-pure in caso di indagine archeologica vanno separati dal contesto perchè erratici9.

M = rinvenimento monetale: indica che la moneta (o il bene paramonetale) è oggetto di un ritrovamento singolo, isolato. Non necessariamente la sigla indica che la moneta sia isolata da altri beni o separata dal contesto archeologico.

TES = tesoro/gruzzolo monetale: indica quei complessi che evidenziano un raggrup-pamento di più oggetti volutamente conservati insieme in ragione del loro valore. Non è ad esempio il caso di due monete di infimo valore nella stessa tomba, ma è certo il caso di due monete auree ritrovate insieme nello stesso contesto tomba-le. Per l’individuazione del tesoro ci siamo affidati alle indicazioni fornite dagli studiosi.

In molti casi si indicano, per un solo sito, due o più indicazioni di queste categorie (ad es. N/M/TES/S), ciò può esser dovuto o ad un dubbio non risolto dalla fonte che fornisce informazioni sul ritrovamento, o alla nostra prudenza nello scegliere di non distinguere la tipologia rispetto a quanto indicato dalla fonte di riferimento. Se il ritrovamento è contrassegnato da una totale insufficienza di informazioni tale mancanza è segnalata con un punto interrogativo.

Le schede sono elencate progressivamente in ordine alfabetico secondo criteri elencati qui di seguito.

intestaZione in Grassetto: Luogo di rinvenimento, Località – Provincia (Tipologia di rinvenimento) riguardo ai siti, si precisa che si tratta invariabilmente di Comuni Italiani, questo al fine di evitare sovrapposizioni o ripetizioni; non di rado, infatti, soprattutto in pubblicazioni di fine 1800 o anche della prima metà del

9 Per quanto ragionevolmente tali reperti siano da non considerare indicativi nell’indagine archeologica, sono comunque utili al censimento perchè pertinenti al periodo analizzato.

99CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1900 è possibile trovare la semplice indicazione di paesi, frazioni e località senza precisazioni ulteriori. Si è reso perciò necessario normalizzare a volte il dato geogra-fico di ritrovamento apportando le necessarie correzioni.

descriZione: si presenta la sintetica descrizione dei beni raccolti o scoperti e, se presente, la datazione proposta nella pubblicazione indicata nella bibliografia abbre-viata a fine scheda. Per ciascun elemento ritrovato è stato indicato il metallo costitutivo secondo le se-guenti abbreviazioni: AV = oro, AR = argento, B = lega bronzea, F = ferro, PB = piombo; qualora il metallo fosse solo deducibile, viene espresso tra parentesi, mentre quando non è stato proprio possibile risalire all’elemento il dubbio è espresso con un punto di domanda tra parentesi. Il dubbio si è posto spesso nel caso di manufatti di abbigliamento o utensili, mentre per le armi abbiamo dato per ovvio che – qua-lora non si fosse indicato – si intendesse composte di ferro; questo criterio è stato applicato ovviamente solo alle armi stesse e non vale, ad esempio, per le applique decorative o gli ornamenti dei foderi, o i pomoli delle impugnature, o le borchie di decorazione degli umboni.Per le monete si è mantenuta nelle schede l’indicazione del nominale desunta dalla fonte, per gli esemplari tardoantichi bronzei si è adottata la dicitura AE.

A corredo del catalogo, per una consultazione pratica, si è scelto di allegare delle ta-belle riassuntive in cui si riportano, suddivisi per regione, i dati schedati divisi nelle seguenti classi: dati identificativi del sito (ed eventuale località), provincia italiana, data del rinvenimento (se nota), datazione proposta per il rinvenimento (se nota), ti-pologia del rinvenimento (T/N/S/M/TES) generale o – quando possibile – articolata per tomba, elementi di abbigliamento, armamento, ornamenti personali e gioielli, re-cipienti, crocette funerarie, monete, tesori, instrumenta, altro. Per facilitare la lettura delle tabelle a ciascun metallo è assegnato un colore: giallo per l’oro, azzurro per l’argento, marrone per le leghe di bronzo (anche se in molti casi le fonti considerano la distinzione bronzo/rame, qui si è scelto di normalizzare il dato e comprenderlo in un’unica voce). Quando un oggetto è composto da due metalli differenti (ad esempio una spatha con pomolo d’argento) la casella è divisa nei due colori relativi. I casi in cui la fonte specifichi che l’oggetto schedato presenta doratura tale caratteristica è resa in tabella con un asterisco (i.e. *) mentre quando è presente argentatura gli aste-rischi sono due (i.e. **). Per evitare confusioni si è deciso di contrassegnare le casel-le con lo stesso simbolo del metallo utilizzato nelle schede. I casi dubbi, o presunti, sono indicati nelle tabelle secondo i seguenti criteri: quando il metallo è supposto la casella non appare pienamente colorata, ma colorata e barrata; quando invece la fonte bibliografica non specifica il materiale dell’oggetto, la casella relativa viene mantenuta bianca e non è nemmeno presente il simbolo del metallo ma viene sostitu-

100 CAPITOLO III

ito da un punto interrogativo. Allo stesso modo, quando in qualunque altro caso non ci sono elementi descrittivi utili, la casella è stata lasciata in bianco.

Anche riguardo alle categorie dei materiali da elencare si è convenuto di fare delle scelte, per il fatto che era necessario utilizzare degli insiemi categorici in cui poter agevolmente inserire qualsiasi tipo di manufatto metallico avremmo incontra-to. Abbiamo ritenuto che probabilmente un’eccessiva articolazione delle classi di materiali avrebbe costituito un intralcio nella gestione dei dati tabellari sia in com-posizione che in analisi.

Trattandosi di una ricerca essenzialmente statistica, abbiamo giudicato oggettiva-mente importante indicare nelle schede e nelle tabelle la quantità dei pezzi presenti nel sito schedato, così se nella scheda compaiono 2 orecchini d’oro, 1 spada di ferro, 1 coltello in ferro e 3 ornamenti in bronzo dorato, nelle caselle relative della tabella si troverà (nelle rispettive colonne tipologiche) 2 AV, 2 F, 3 B*. Le tabelle (grazie all’organizzazione tipologica e ai colori) sono concepite per facilitare l’inda-gine complessiva, ma si renderà opportuno – qualora si volesse conoscere gli esatti elementi rinvenuti nel sito descritto – consultare le schede in cui vengono elencati tutti i dati utilizzati e per cui è anche riportata la bibliografia specifica.

Le monete indicate in bibliografia esplicitamente con foratura sono segnalate in tabella con il simbolo ° dopo il metallo, ad esempio una moneta d’oro forata è indi-cata come AV°, una generica bronzea con B°, una tardoantica con AE°. Nonostante questi reperti monetali, secondo alcuni autori, siano da considerarsi elementi di ab-bigliamento o comunque oggetti di ornamento per esibire il proprio status perchè utilizzati come pendenti di collana, nel catalogo e nelle tabelle sono riscontrabili nella categoria monete (M).

Le classi dei materiali sono state scelte consultando le moderne edizioni dei re-perti da necropoli, ma sono disposti secondo criteri mirati alla nostra ricerca: sono stati individuati degli insiemi funzionali in cui potessero essere inseriti tutti i mate-riali metallici. Si tratta forse di categorizzazioni che potrebbero essere discusse, ma – lo ripetiamo – avremmo potuto anche considerare gli elementi metallici nel loro complesso per ciascun rinvenimento, perché lo scopo delle nostre verifiche è appu-rare quanti e quali metalli siano prevalentemente utilizzati, e solo secondariamente come. Qui di seguito si illustrano le classi dei materiali.

Abbigliamento: in questa categoria abbiamo inserito quei manufatti pertinenti non solo al vestiario (fibule, fibbie…), ma anche quelli relativi all’uso personale nella vita quotidiana come ad esempio gli spilloni per capelli e gli elementi di cin-tura multipla (anche se forse più attinenti all’armamento). È la classe di materiali di corredo che più varia come composizione metallica: esistono fibbie e placchette di diversi metalli, dall’oro, all’argento, al bronzo, al ferro. Numerosi anche gli esempi di metalli più vili (bronzo o ferro), bagnati o placcati in oro o argento.

101CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Armamento: in questo gruppo sono elencate le armi e le varie tipologie di guar-nizioni relative; riguardo alla varietà metallica, essi vengono rinvenuti sempre in ferro ma in alcuni casi le armi a lama lunga alle volte presentano pomoli o ghiere in argento o bronzo. Gli umboni di scudo, anch’essi in ferro, nella variante detta “scudi da parata” sono ornati di botttoni in bronzo dorato. A questo gruppo appartengono naturalmente anche punte di lancia e di freccia. Vi abbiamo inserito anche i coltelli, anche se questi potrebbero essere stati utilizzati come strumenti di lavoro. Tuttavia ci siamo permessi di scegliere questa soluzione perché non vi sono sostanziali dif-ferenze metalliche tra coltello-arma e coltello-strumento. Del resto il ruolo delle armi nelle sepolture è stato riconosciuto non con una funzione reale ma come un’ «espressione rituale di una condizione etnica, sociale e forse ideologica basata sullo status di guerriero»10.

Ornamenti personali e/o gioielli: abbiamo ritenuto opportuno accorpare en-trambe le specie perché esse molto spesso coincidono, e comprendono orecchini, anelli, collane, armille, ciondoli…

Recipiente: si tratta di una categoria particolare di manufatti metallici che as-sai spesso vengono ritrovati in bronzo (bacili detti “copti”), ma anche in argento. Abbiamo inserito in questa categoria anche gli enkolpia. Pare che a questi recipienti sia da riconoscere una qualche funzione esclusivamente funeraria e rituale.

Crocette: generalmente ritagliate da una lamina di metallo prezioso in seguito la-vorata a sbalzo o tramite impressione, pare fossero inerenti al costume funerario: ve-nivano probabilmente posate sulla fronte o cucite sul petto del sudario del defunto11.

Monete: abbiamo elencato in questa tipologia tutti i rinvenimenti di monete che, anche se qui vengono presentate in un proprio gruppo, vengono rinvenute in diverse classi di materiali: sia come circolante perduto accidentalmente (soprattutto), ma anche come elementi decorativi quando sono incastonate in anelli od orecchini, o forate come pendenti in caso di elementi di collana, o come oboli di Caronte, o come offerte votive. Naturalmente discuteremo nelle conclusioni il ruolo da riconoscere a questi reperti.

Instrumenta: sono gli oggetti, generalmente in ferro, che venivano presumi-bilmente utilizzati con una funzione essenzialmente strumentale e ben definibile. Ricadono in questa categoria cesoie, chiavi, rasoi, pinze, tenaglie, incudini, magli…,

10 Cfr. harKe 1990.11 Vedi p. 451.

102 CAPITOLO III

ma in alcuni casi abbiamo ritrovato degli oggetti che non erano in ferro ma in in bronzo, come ad esempio i “nettaorecchie” o le bilance o i contropesi.

Altro: in questa tipologia sono stati inseriti soprattutto quelli oggetti di difficile definizione archeologica perché presenti in frammenti nel contesto archeologico o la cui forma non è stata ricondotta a nessuna classe di materiali.

Alcune categorie “complesse”, che possono comprendere più tipologie di oggetti metallici, sono state utilizzate nelle schede e nelle tabelle secondo il criterio riassun-to nello schema sottostante:

Abbigliamento Fibula; Fibbia; Elemento di Cintura (guarnizione, puntale…); Ago crinale; Decorazioni d’abito; Applique...

Armi Spatha; Sax; Coltello; Umbone; Borchie dello scudo; Lancia; Freccia

Ornamenti e Gioielli Orecchino; Armilla/Braccialetto; Anello; Pendaglio

Recipienti Bacile “copto”; Coppa; Bicchiere; Encolpio

Instrumenta Forbici; Rasoio; Utensili da mensa (cucchiai); Pinzette da toilette; “Nettaorecchie”; Vomere; Zappa; Ascia; Piccone; Pettine per cardare; Falce; Incudine; Tenaglie; Stadera; Sgorbia; Sperone; Gancio; Bilancia

Altro Sigilli; Frammenti indefinibili; Oggetti con forme dubbie

In merito alle premesse al catalogo siamo consci che nelle pagine non sono certa-mente presenti tutti i rinvenimenti metallici di età altomedievale compresi (secc. V-X dopo Cristo) presenti sul territorio italiano, ma crediamo che il campione di infor-mazioni raccolto possa comunque rappresentare sufficientemente la distribuzione geografica e la tipologia dei metalli presenti nelle sepolture altomedievali italiane. Nonostante l’abbondanza di dati di cui possiamo disporre per l’analisi, è bene te-nere presente che gli elementi da corredi funerari rappresentano comunque sempre una selezione soggettiva dei gruppi tribali dettata da usanze e costumi insiti nella loro cultura materiale12. Rispetto ad altri periodi storici appare difficile tracciare un

12 Tabaczynsky 1976, p. 50. Si veda anche melucco vaccaro 1982, p. 133; la rocca-modonesi 1989, p. 149.

103CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

quadro generale del livello di vita delle popolazioni altomedievali, oggetto anche di questo studio, probabilmente anche a causa della carenza di altri generi di indizi come ad esempio le fonti scritte, il corredo da tavola e da cucina, gli oggetti di uso comune, l’edilizia13. Alcuni dubbi potrebbero esser sciolti da future pubblicazioni di ampi complessi funerari che per ora sono editi solo in forma preliminare14. Non crediamo sia fuori luogo rilevare che sono purtroppo comuni pubblicazioni di cor-redi funerari spesso limitati solo alle tombe con i corredi più ricchi15. Oltre ai limiti sopra descritti, dobbiamo rimarcare le limitazioni inflitte alla ricerca dall’eccessiva parcellizzazione dei dati e risultati da scavo in pubblicazioni che non sono sempre di facile reperibilità.

Le imprecisioni presenti nel Catalogo sono da imputare, oltrechè all’imperizia dell’autore, alle notevoli difficoltà incontrate nel reperire informazioni che non sem-pre sono risultate adeguatamente utilizzabili: si è reso necessario cestinare molti dati raccolti perché non esenti da imprecisioni o inesattezze o informazioni archeo-logiche confuse, contraddittorie o particolarmente lacunose. In diversi casi, inoltre, le fonti stesse, che hanno esaminato o riesaminato i materiali, sono risultate con-traddittorie rispetto alle notizie originali. In questi casi, dopo le verifiche, abbiamo prevalentemente privilegiato le informazioni dirette degli scopritori mediandole con le revisioni successive.

La ricerca catalografica fin qui compiuta, per quanto parziale e limitata, poggia le sue basi su dati forniti da fonti bibliografiche molto diverse perché si è potuto con-tare solo su pochissimi repertori che censiscano ritrovamenti altomedievali. Il fatto, inoltre, che molti dati siano stati editi solo in monografie o periodici di interesse strettamente “locale” ha condizionato decisamente la raccolta dei dati che si è potuta realizzare solo grazie ad uno spoglio quanto più sistematico possibile delle riviste archeologiche e storiche a grande, ma anche a media diffusione. Nonostante ciò, va detto che abbiamo potuto contare su alcune felici eccezioni quali le “schede archeo-logiche” approntate negli ultimi anni dalla rivista Studi Medievali e dai lavori di sin-tesi di Åberg (1923), Amante Simoni (1984), Antonelli e Tornese (2013), Bierbrauer (1975, 1984, 1991), Brozzi (1972 e 1986), Carretta (1982), Chiesi (1989), Fuchs

13 von hessen 1971.14 Questa osservazione è mossa in particolare da la rocca 1989, nota 10 che ricorda però

come “rare e recenti eccezioni” la pubblicazione della necropoli di Benevento in rotili 1977, quella delle necropoli istriane di Pinguente in Torcellan 1986 (su cui cfr. anche BroZZi 1987) e le considerazioni complessive di Silvia Lusuardi Siena (v. lusuardi siena-amBrosini 1987) sulle vicende insediative del territorio di Trezzo d’Adda; su questa necropoli e sul territorio circostante è oggi disponibile un poderoso ed esemplare studio complessivo in (lusuardi siena-Giostra 2012).

15 In questo senso rileviamo che di recente sono stati editi in maniera esaustiva, con revisione dei materiali e dei contesti, i dati riguardanti la necropoli di Castel Trosino (Paroli-ricci 2005), Nocera Umbra (ruPP 2006) e San Mauro a Cividale del Friuli (ahumada silva 2010).

104 CAPITOLO III

(1938), Fuchs e Werner (1950), Gelichi (1989), von Hessen (1968, 1971, 1974, 1975, 1982 e 1984), La Rocca (1989), La Rocca e Modonesi (1989), Maioli (1989), Melucco Vaccaro (1982), Possenti (1994), Riemer (2000), Rotili (1977), Staffa (1992), Sturmann Ciccone (1977)16. Risulta oggi irrinunciabile la consultazione del repertorio di rinvenimenti monetali altomedievali curato e coordinato da Ermanno Arslan17. Oltre agli scritti di illustri studiosi, abbiamo cercato di non escludere nes-sun tipo di fonte: sono risultate molto utili, ad esempio, le opere d’insieme di colle-zioni e i cataloghi di alcune mostre archeologiche che hanno interessato il periodo altomedievale sia di area nazionale che regionale.

16 ÅBerG 1923, fuchs 1938, fuchs-Werner 1950, von hessen 1968, von hessen 1971, BroZZi 1972, von hessen 1974, von hessen 1974a, BierBrauer 1975, von hessen 1975a, rotili 1977, sturmann ciccone 1977, carretta 1982, von hessen 1982, melucco vaccaro 1982, amante simoni 1984, BierBrauer 1984, von hessen 1984, brozzi 1986, cHiesi 1989, gelicHi 1989, la rocca 1989, la rocca-modonesi 1989, maioli 1989, BierBrauer 1991, staffa 1992, Possenti 1994, riemer 2000, antonelli-tornese 2013.

17 arslan Repertorio.

105CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.1. ABRUZZO

Aielli, loc. Sant’Agostino – AQ (N)scavi 1936 in necropoli; corredi confusi: chiodi B di pettine, 4 fibbie B, 2 placche di fibbia B, 11 fibule B, 2 armille B, 14 orecchini B, 5 anelli B, oggetto da toilette B, asticina di oggetto B, manico di scudo B, 1 piccolo unguentario B, 1 applique B, 1 parte di spillone B, 1 fibbia F, 1 fibula F, 1 guarnizione cintura F, 1 moneta forata B, frammenti armille B, 3 aghi crinali B, 1 piccolo coperchio B; datazione proposta VII-VIII dC; antonelli-tornese 2003, pp. 1637-45.

Aielli, loc. Monte Secine – AQ (S?)senza precisazioni, presso Museo Civitella: 1 fibula B; datazione proposta II metà VI – inizi VII dC; antonelli-tornese 2003, pp. 1645-8.

Barete, colle di Casciano – AQ (S?/T?/N?)1892: 2 fibbie AR dorato, 1 fibbia B; datazione proposta VI dC; BierBrauer 1975, pp. 336-7; Antonelli-tornese 2013, pp. 393-5.

Brittoli – PE (S)nella collezione De Vico, ante 1971: fibula B databile al VI-VIII dC “longobarda” senza ulteriori specifiche; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 23; staffa 1997, p. 136.

Campli, loc. Colle Arnaro (alias Arenario) – TE (T?)1921: rinvenimento forse da sepoltura di 1 fibbia AR dorato e 1 fibula B dorato gote di VI dC; fibula Galli 1942, p. 29; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 14.

Caporciano, loc. Cinturelli (alias Centurelli) – AQ (N)scavi 2009, necropoli V-VI dC; T8: moneta B Costanzo II (330-7 dC), elementi di collana AV; T9: 2 anelli (B), 2 armille (B), 1 orecchino B, 1 moneta B ill.; Antonelli-tornese 2013, pp. 395-6.

Castel del Monte, Piana San Marco – AQ (TES)scavi 2004: ripostiglio di 7 monete; 1 solido AV Giustiniano I e 6 AR, anche denaro Ancona di XV secolo; redi-ioveniTTi 2006.

Cepagatti, loc. Cantò-Minguccietto – PE (S)scavi 1973: in preesistente sito romano una fibula B databile al VI-VII dC; staffa 2005, p. 77; staffa 2010, p. 190.

106 CAPITOLO III

Chieti, territorio – CH (TES) ricordato ripostiglio con monete bizantine B; calleGher 2000, p. 30.

Chieti, territorio – CH (S?)collezione Zecca di II metà Ottocento: 2 orecchini B di VII dC; Antonelli-tornese 2013, pp. 413-4.

Città Sant’Angelo, loc. Fagnano – PE (S)scavi 1973 in villa romana con sopravvivenza successiva di età altomedievale di VI-VII dC: 1 punta lancia (F), 1 ascia F, 1 scalpello F; staffa 2005, pp. 68-9.

Civitella Casanova, loc. Monte Bertone – PE (N)necropoli altomedievale da cui spade (F), croci (?); chiariZia 1990, p. 189; staffa 2005, p. 107 e nota 318.

Civitella del Tronto, Contrada Salino – TE (S)da scavo 2 fibule gote (?); Galli 1942, pp. 30-1; staffa 1992, p. 812.

Civitella del Tronto, “fuori porta Napoli”, loc. ex chiesa San Lorenzo – TE (N)necropoli scavata nella II metà del 1800 da cui 1 scatola AV (pisside?), 1 lancia F, 1 spada F, monete AV “probabilmente bizantine” (1 Maurizio Tiberio? e 1 altro AV?), 1 bacile B, 2 anelli con sigillo AV, pendenti di collana AV; VI-VII dC; staffa 2000, p. 121; antonelli 2008, pp. 224-7.

Controguerra, loc. Belvedere – TE (S)fuori contesto e senza data: frazione di 1 fibbia gota AR dorato: VI dC; Galli 1942, p. 30; BierBrauer 1975, p. 263; staffa 1992, p. 812.

Corfinio – AQ (M)3 follis B bizantini; arslan Repertorio, n. 65

Crecchio, loc. Vassarella – Casino Vezzani – CH (TES)da scavi 1973, 1988, 1991 in Villa bizantina di VI-VII dC: cisterna pertinente a inse-diamento da cui corredo da mensa in lamina B: bacile, acquamanile, ansa di brocca, 1 paiolo; 4 staffe F, 1 lancia (F), 3 coltelli (F), 1 sax (F), 2 bracciali B dorato, 1 anel-lo sigillo B, caldaia in B già con restauri in antico, ascia F, ago crinale B, 1 amo F, sigillo doliare (B); Bizantini in Abruzzo 1993, pp. 40-1; staffa 2004, p. 378; staffa 2010, pp. 208-10.

107CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Cugnoli, loc. Arcitelli/case Mercurio – PE (S)da ricognizioni e saggi di scavo nel 1994 in sito tardo antico – altomedievale: 1 sesterzio di Filippo I Arabo (244-7 dC), anche scorie ferrose e resti di sepolture; staffa-troiano-verrocchio 1995, p. 14.

Cugnoli, loc. Cesure, PE (S)segnalazione di “rozzo edificio termale” da cui monete romane repubblicane ed im-periali (Teodosio) e tombe ad inumazione; tinoZZi 1966, pp. 6-7.

Cupello, loc. Azienda D’Avalos – CH (T)in villa tardoromana fibula B; staffa 1992, p. 817; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 24.

Farindola, loc. Trosciano inferiore – PE (S?)scavi 1937, da dati d’archivio punta lancia F, 2 pendagli B, di età altomedievale; staffa 2005, nota 209.

Forcella – TE (S)senza specificazioni: 2 orecchini AV databili V-VI dC; BierBrauer 1975, p. 282; staffa 1992, p. 812, nota 225.

Fossacesia, San Giovanni in Venere – CH (S)saggi archeologici 1998-9 presso sepolture dal IV al VII dC: dalla II fase (VI-VII dC) in T11: 1 armilla B; odoardi 2000.

Giuliano Teatino, contrada San Rocco – CH (N)1936 da necropoli: 2 fibule B, VI-VII dC; antonelli-tornese 2013, p. 417.

L’Aquila, territorio – AQ (M)senza precisazioni: 3 monete bizantine (B?); sTazio 1956, p. 202.

L’Aquila? – AQ (?)fino al 2009 presso il Museo cittadino almeno dal 1951, probabilmente provenienti dal territorio, VI-VII dC: 5 fibule B, 1 elemento fibbia (B), 2 elementi cintura (?) B; V-VII dC; antonelli-tornese 2013, pp. 386-8.

L’Aquila, loc. Civita di Bagno/Moriotola – (S)scavi archeologici? (data?), VI-VII dC: ascia F; redi-de iure-siena 2012, pp. 211-2.

108 CAPITOLO III

L’Aquila, loc. Coppito – (S)scavi anni ’80 del XX secolo: 1 frammento fibula B argentato, 1 placca B, VI-VII dC; antonelli-tornese 2013, pp. 388-9.

L’Aquila, loc. San Vittorino – (S)senza precisazioni: 1 orecchino AR, V-VII dC; antonelli-tornese 2013, pp. 389-90.

Loreto Aprutino, loc. Cappuccini – PE (N)necropoli altomedievale dall’età gota fibbia AR dorato, fibula frammentaria (?), 2 fibule non precisate databili al VI-VII dC; staffa 2005, p. 103.

Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, chiesa San Serotino – PE (N)scavi dal 1995 in necropoli probabilmente longobarda; sporadico: 1 elemento di cin-tura F ageminato AR; T115: 1 fibula B; staffa 2005, pp. 55 e 116; staffa 2010, pp. 195-9.

Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, collezione Casamarte – PE (N?/S?)reperti raccolti dal territorio 1800-1900: 4 fibule B, 1 fibula AR dorato, 1 fibbia AR dorato; staffa 1997, pp. 131-3.

Loreto Aprutino, loc. Poggio Ragone – PE (T)recupero di fibula (?) da sepoltura di VI-VII dC; staffa 2005, p. 104.

Martinsicuro, loc. Case Feriozzi – TE (N)scavi 1991, 1993, sepolcreto di VI dC; sporadica: fibbia B; T5: armilla B; Bizantini in Abruzzo 1993, pp. 24-5; staffa 1992, pp. 815-5; staffa 1997, pp. 121-2; staffa 2010, p. 213.

Massa d’Albe – AQ (S)scavi 1971, 1 fibbia B: datazione proposta VI-VII dC; Antonelli-tornese 2013, pp. 396-7.

Montenerodomo (Iuvanum) – CH (T)scavi archeologici sistematici dal 1990; sepoltura infantile con materiali di VI-VII dC: 1 orecchino AR, 2 armille B, 1 anello B; fuori contesto: 1 elemento forato (PB?); faBBricotti 1985; staffa 1992, p. 817; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 24; Antonelli-tornese 2013, pp. 418-9.

Mosciano S.Angelo – TE (T)2 monete carolinge in tomba: 2 AR Carlo Magno; savini 1925.

109CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Nocciano, loc. Casali – PE (S/T)scavi 1931: rinvenimento senza contesto di bacile copto B probabilmente pertinente a sepoltura longobarda VI-VII dC; staffa 2005, pp. 52 e 116; staffa 2010, p. 192.

Notaresco, loc. Santa Lucia – TE (N)da scavo di emergenza, necropoli VI-VII dC saccheggiata: recuperati 4 orecchini AR; da T1: 2 spilloni AR; gizzi 1986, pp. 260-1; staffa 1992, pp. 815-6; staffa 1997, pp. 127-9.

Notaresco, loc. Veniglia – TE (T)1930: fibula metallo (B) dorato VI-VII dC?; staffa 1997, p. 127; antonelli-tornese 2013, pp. 376-7.

Ortona, loc. Bardella-Ripari – CH (S)rinvenimento 1847 in deposito forse votivo di reperti romani e medievali: sicura-mente altomedievale 1 stadera (B); staffa 2004, pp. 375-6, nota 53.

Ortona, fraz. Caldari Vecchio – CH (N)rinvenimenti in periodo e circostanza imprecisata di sepolture altomedievali da cui: ago AR, crocetta B; staffa 2004, p. 389.

Ortona, loc. Cocullo – AQ (M)senza precisazioni 1 solido di Eraclio (610-40 dC); staffa 2004, p. 390.

Ortona, loc. San Donato, chiesa di San Marco – CH (S)inizi anni 1980: chiesa bizantina e altomedievale da cui 2 fibule B datate VI-VII dC, in una tomba esterna alla chiesa 1 orecchino (?); staffa 1997, pp. 141-2; staffa 2004, pp. 394-5.

Ortona, San Stefano in Rivo maris – CH (S)rinvenimento in scavi di lucerna bizantina B; staffa 2004, pp. 383-4.

Ortona, Santa Maria de Caldaria – CH (S)rinvenimento in lavori agricoli di coltellini e attrezzi F databili al IX dC, piccolo lingotto PB, scorie di fusione in F; staffa 2005, p. 232.

Ortona, San Tommaso – CH (S)rinvenimento di materiali anche metallici di VI-VII dC: lucerna B, varie monete non precisate, oggetto PB di VI dC; staffa 2004, pp. 382-4.

110 CAPITOLO III

Ortona, loc. Terravecchia, area della Passeggiata/loc. San Marco – CH (N?)rinvenimento nel 1880-1 di tombe altomedievali da cui anello B/F, fibule (?); staffa 1995b, p. 322; staffa 1997, p. 141; staffa 2004, pp. 381, 385.

Penne, territorio – PE (S?)presso Museo Archeologico: 1 fibula B, 1 borchia B, 1 placchetta B, 1 ciondolo B; staffa 1997, p. 131.

Penne, loc. Collalto, Masseria de Sanctis – PE (T)scavi 1990-6: tomba longobarda; da 1 tomba anello B; staffa 2005, p. 58; staffa 2010, p. 199.

Penne, loc. Sant’Angelo – Case Almonti – PE (S)indagini anni 1960 in villa romana con sopravvivenza altomedievale da cui 3 fibbie B; staffa 1997, pp. 130-1 e nota 91; staffa 2005, p. 84.

Pescocostanzo, loc. Colle Riina – AQ (N)indagini anni 1995-6 in necropoli di fine VI-VII dC saccheggiata; T1: 1 staffa F, 1 elemento di staffa (?) F, 4 anelli B, 1 chiodo F, 2 applique B con chiodino F; T2: 2 armille B (1 frammentaria) e altri frammenti (B) di armille, 1 anello B, 2 anellini AR (1 con castone); T4: 1 frammento F; T5: 1 frammento attrezzo F; T9: 46 chiodini (F) da calzari; T13: 1 elemento F (attrezzo?), 1 chiodo F, 1 anello B; T14: 1 moneta B illeggibile; staffa 1997, p. 137-41.

Piancarani – TE (S)rinvenimento 1921 di 1 fibula AR dorato, 1 elemento di cintura AR dorato; BierBrauer 1975, pp. 296-8.

Pineto, loc. Antiche Scerne – TE (N)sito abitato dall’alto impero all’età altomedievale: rinvenimenti dall’800, necropo-li con scheletri “frammisti a monete di B e AR specialmente di età antoniniana”; staffa 2005, p. 42 nota 12.

Prata d’Ansidonia, teatro – AQ (N)scavi archeologici anni 1980 in necropoli VI-VII dC: T1: 2 armi F; T2: 1 lama F; T3: 1 lama F; Antonelli-tornese 2013, pp. 397-9.

Prata d’Ansidonia/Peltuinum – AQ (T?)senza precisazioni, da probabile tomba con corredo in collez. privata (VI-VII dC): 1 crocetta AV, 1 cesoia F, fili AV; rotili 1992-1993; Antonelli-tornese 2013, pp. 398-400.

111CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Pratola Peligna, loc. Taverna della Chitarra – AQ (T/N)rinvenimento 1895 di sepoltura da cui 2 fibule B dorato V-VI dC; da altra sepoltura limitrofa: collana 31 elementi B, 1 anello metallo (B?), 1 pendaglio B; de nino 1896; BierBrauer 1975, p. 298.

Rosciano, loc. San Lorenzo/Il Bicchiere – PE (N)1992: saggi in necropoli di tarda età imperiale; da una T: 2 orecchini a poliedro AR, 1 spillone B forse goti; di Fulvio 1962, pp. 48-9, 64-7; blocH 1986, i, p. 383; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 24; staffa-troiano-verrocchio 1995, p. 10; riemer 2000, pp. 393-4; staffa 2010, p. 192.

Roseto degli Abruzzi, loc. Montepagano – Cologna Spiaggia (alias Cologna, loc. Case del Sordo-Case Bruciate) – TE (TES?)recuperato nel 1896 tesoro di VI dC in pentola B, 1 elmo goto F-B dorato, framm. vaso B, 3 framm. lamina B, piatto B, pentolino B, 2 bottiglie B, 1 framm. bilan-cia B, 1 piede lucerna B, 1 lucerna B, statuetta B fuso, 1 ansa B, 1 framm. anello B; mariani 1897; BierBrauer 1975, pp. 288-90; BierBrauer 1984, pp. 468, 491; FrancHi dell’orTo 1986; sTaFFa 1992, p. 811; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 15; Goti 1994, p. 192; staffa 2002, pp. 256-7.

Salino, loc. Civitella di Tronto – TE (S)rinvenimento senza precisazioni nel 1880 di 4 fibule AR dorato; BierBrauer 1975, pp. 313-4; Goti 1994, pp. 181-2.

San Benedetto dei Marsi – AQ (?)senza precisazioni, 1 orecchino B di VII-VIII dC; Antonelli-tornese 2013, p. 402.

San Buono, loc. Guardiola – Castellaro – CH (S)senza precisazioni, 1 fibula B di VI-VII dC; staffa 1997, p. 144.

San Egidio Alla Vibrata, loc. Colle Chiovetti – TE (N)indagini archeologiche 1900-1907, 1913: materiali di età barbarica databili al VI-VII dC dispersi: 1 borchia AV, 1 punta lancia (F), 2 anelli AV, 1 orecchino AR, 1 orec-chino (?); staffa 1992, pp. 814-5; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 24; staffa 2000, p. 121; antonelli 2008, pp. 185-6.

San Vito Chietino, loc. Murata Bassa – CH (N)indagini archeologiche, da T1 di VI sec. dC: chiodini F; T3: 1 specchio, e moneta non specificata; odoardi-staffa 1996, p. 461.

112 CAPITOLO III

Serramonacesca, loc. San Gennaro – CH (TES)in ricerche archeologiche 1976 in cisterna di Villa romana: circa 40 boccali in cera-mica con frammenti di oggetti B: 1 gancio, 1 pomello, 1 peso, 1 anello; datazione al VI-VII dC; staffa 1995, testo delle note 218-36.

Spoltore, fraz. Cavaticchi superiore, loc. Podere Tatoni – PE (S)da arature scavi in insediamento con continuità I – VII secolo dC: anche 1 moneta imperiale non leggibile; staffa-troiano-verrocchio 1995, p. 17.

Sulmona, Museo Civico – AQ (?)– reperti senza precisazioni, verosimilmente dal territorio: 2 fibule B; Antonelli-

tornese 2013, pp. 402-3.– Collezione Piccirilli: dal territorio? 1 fibbia da cintura gota (AR?) di VI dC; 1

fibula B di VI-VII dC; Antonelli-tornese 2013, pp. 403-4.

Teramo – TE (S?)documentata placca di cintura AR dorato di VI dC; antonelli-tornese 2013, p. 369.

Teramo, largo Madonna delle Grazie – TE (S?)documentata dall’area fibula B di VI-VII dC; antonelli-tornese 2013, pp. 368-369.

Tocco Casauria, Santa Maria degli Angeli – PE (TES)monete AV degli imperatori Giustino, Giustiniano ed Anastasio, probabile tesoretto; staffa 2002; staffa 2005, p. 112.

Torano Nuovo, loc. Torri – TE (N?)notizia archivio 1907: armi F da tombe “medievali”; staffa 1997, p. 125; antonelli-tornese 2013, p. 385.

Torre dè Passeri, loc. contrada Grotte-Vicenne – (N)scavi anni 20 e rinvenimento di tombe adiacenti a villa. Da 1: anello lamina B, punta lancia F, coltello F, frammenti anello B; staffa 2005, pp. 89-90, nota 231; da altra tomba: 7 anelli B e 3 pezzi catena B, punta lancia (F), 4 pezzetti F; staffa 2005, p. 91, nota 237.

Torricella Peligna, Piano di Santa Lucia – CH (TES)1922 senza precisazioni: parte di elmo goto B dorato e f, fine V dC; de nino 1897; BierBrauer 1975, pp. 320-2; Longobardi 1990, p. 100, n. II. 3; staffa 1992, p. 811; Bizantini in Abruzzo 1993, p. 15; Goti 1994, p. 192.

113CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Tortoreto? – TE (S?)forse rinvenimento sporadico di fine Ottocento: 1 fibbia lega B di fine V dC; antonelli-tornese 2013, pp. 384-5.

Tortoreto, loc. Le Muracche – TE (S)in scavo organizzato 1988-1991: 1 fibula AR dorato, 1 placchetta lega B: V-VII dC; antonelli-tornese 2013, pp. 383-4.

Tossicia – TE (S)notizia d’archivio: 2 orecchini AR di V-VI dC; antonelli-tornese 2013, p. 386.

Villalfonsina, loc. Morandici – CH (N)necropoli altomedievale di almeno 21 T scavata nel 2000-2001: T6: 1 ago crinale B; T10: 1 fibula ad anello B; T20: 1 coppia orecchini a cestello B; T22. 1 chiodo F; T23/26: 1 orecchino a cestello B argentato?; T26: 1 ago crinale AR; anche 4 anelli, 6 amille; aquilano 2001; cfr. aquilano 2008.

Villamagna – CH (S?)notizia d’archivio: 2 orecchini B di VI dC; antonelli-tornese 2013, p. 425.

114 CAPITOLO III

III.2. BASILICATA

Atella, contrada Serra San Marco – PZ (S)in saggi archeologici 1976, rinvenimento di monete bizantine dal 969 al 1067; Venosa 1984, p. 28.

Atella, contrada Magnone – PZ (N)necropoli indagata negli anni 1979-80 e databile al VII dC; T1: 1 orecchino AV, 1 fibula B, 1 armilla B; salvatore 1981, pp. 959-62; Venosa 1984, pp. 28-9; riemer 2000, p. 423.

Banzi, contr. Cervarezza – PZ (N)necropoli di IV-V dC rinvenuta nel 1975; T2: frammento fibula F, anello B; da altre tombe, senza precisazione, 1 fibula F, 1 fibula B, 1 orecchino AR; salvatore 1980; Venosa 1991, p. 285; riemer 2000, pp. 423-4.

Basilicata, territorio ? – (S)senza notizie di rinvenimento: orecchino AV databile al VII dC; Possenti 1994, p. 98.

Bradano, Ovile Dragone – MT (T)tomba di VI dC senza precisazioni da cui anche oggetti B; salvatore 1982, p. 55; riemer 2000, p. 427.

Bradano, Ponte San Giuliano – MT (T)tomba (?) di VI dC senza precisazioni da cui 1 boccale B conservato nel Museo Ridola di MT; salvatore 1982, p. 55; riemer 2000, p. 427.

Bradano, Santa Lucia – MT (T)reperti B di VI dC nel Museo Ridola di MT; salvatore 1982, p. 55; riemer 2000, p. 427.

Forenza, contrada Irene – PZ (N)rinvenimento occasionale in lavori agricoli di 2 fibule B databili al VI-VI dC; Venosa 1984, p. 28.

Genzano di Basilicata, contrada Pericolo – PZ (T)scavi ottocenteschi: spatha F, forse crocetta AV, anello AR; riemer 2000, p. 424.

115CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Genzano di Basilicata, loc. Rizzo – PZ (N)scavi ottocenteschi: fibule F e fibule B, orecchino AR, coltello (F); lacava 1889, p. 195; riemer 2000, p. 424.

Irsina – MT (TES)gruzzolo monetale ritrovato nel 1954: 68 folles bizantini con monete di IX-X dC; travaini 1995, p. 371.

Matera, loc. Picciano di La Martella – MT (?)rinvenimento in circostanze non precisate tra 1890 e 1905 di orecchino B; Bracco 1950, p. 149.

Matera, loc. Picciano di La Martella/Porticella – MT (?)rinvenimento senza precisazioni di armille B; salvatore 1981a; salvatore 1982, p. 57.

Matera, Largo San Francesco d’Assisi – MT (N)necropoli di 49 tombe datate al VI-VII dC scavata nel 1947, T25: 2 orecchini B; bracco 1950; marTorelli-amanTe simoni 1986, p. 174; riemer 2000, pp. 428-9.

Matera – MT (N)scavi 1996-1999 in necropoli da cui oltre 300 monete (B) datate al IX-X dC; Bruno 2001, p. 147.

Melfi, territorio – PZ (S)senza precisazioni: 2 armille B databili al VII dC; salvatore 1981, p. 961; Paolucci 1985, p. 700.

Melfi, loc. Leonessa, contr. Tesoro – PZ (N)necropoli scavata nel 1976, 4 tombe di VII-VIII, solo T1 con corredo di 1 anello AV, 2 orecchini (?); salvatore 1981, pp. 958-9; salvatore 1982, p. 56; Venosa 1984, p. 30; riemer 2000, pp. 424-6.

Metaponto, San Salvatore – MT (T)tomba databile al VI secolo da cui frammento di fibula B; salvatore 1981a; salvatore 1982, p. 57; riemer 2000, p. 429.

Metaponto, Lago S. Palagina – MT (N)necropoli scoperta nel 1879-80 e datata al VI-VII dC; T2: anello AR, armilla AR, 1 fibula B, filamenti broccato AV, montatura AV di 2 orecchini; lattanZi 1983.

116 CAPITOLO III

Pisticci, loc. Bosco Salice – MT (T)rinvenimento nel 1939 di tomba datata al VI dC, da cui 3 fibule B; riemer 2000, p. 427.

Rapolla, contrada Cerro, masseria Grimolizzi – PZ (N)necropoli scavata nel 1976 databile al VII-VIII dC; 1 fibula B, 2 fibule F, 1 coltello F; Venosa 1984, p. 33; riemer 2000, p. 426.

Senise, loc. Pantano – PZ (TES)tesoro bizantino databile al VI-VIII dC senza specificazioni di rinvenimento: crocet-ta AR con iscrizione, anello AV, treppiede-incensiere a semisfera B; liPinsKy 1971, pp. 278-91; salvatore 1981, pp. 953-4.

Senise, contrada Salza – PZ (T)tomba rinvenuta nel 1916 e databile al VII dC da cui 2 orecchini AV con sul retro im-pronta di solido AV di Eraclio e Tiberio (659-68 dC), 2 anelli AV, borchia AV, croce di lamina AV, frammento AV; de rinaldis 1916; BreGlia 1941, pp. 95-7; Ori e ar-genti 1962, pp. 76-7; Melucco vaccaro 1982, p. 115; Longobardi 1990, pp. 223-5; riemer 2000, p. 426.

Timmari – MT (N)necropoli altomedievale scoperta nel 1949; T8: 2 orecchini AR; anche 1 fibula B; datazione al VI-VII dC; Giardino 1991, p. 851; Possenti 1994, pp. 87-8; riemer 2000, p. 430.

Timpone del Pagliaro – MT (N)necropoli di 16 sepolture datate al VII dC da cui 1 anello AV; salvatore 1981, p. 948; riemer 2000, p. 430.

Tricarico, fraz. Calle – MT (N)necropoli indagata nel 1932-1947; T2: frammento di orecchino (?); T3: fibula B; mele 1935; Bracco 1949; riemer 2000, p. 427-8.

Venosa, anfiteatro – PZ (M/TES)– in scavi rinvenuta una moneta di Costante I in Tomba altomedievale; salvatore

1984, p. 87.– tesoretto di 227 monete romane “de’ bassi tempi”; d’aloe 1842-1843, pp. 12-3.

117CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Venosa, basilica della Trinità – PZ (S/N)in scavi e indagini di superficie anni 1960-70, necropoli di 25 sepolture: 1 orecchino AR e 1 fibula B databili al VI-VII dC, e anche 1 follis di Costante I (337-40 dC); T66: fili AV; T69: 1 crocetta B datata VI-VII dC; materiali anche dalle sepolture datate al VII dC: T71: 1 fibbia cintura B ageminato d’AR, 1 scramasax F, 1 linguetta principale di cintura B ageminato d’AR, 2 placchette cintura B ageminato d’AR; T (senza numero): 1 fibbia B, 9 elementi cintura B; scHeTTini 1966; roTili 1974; Venosa 1984, pp. 71, 79-81.

Venusio, via D’Appia – MT (N)3 tombe rinvenute nel 1934-5; T1: 1 armilla B; T2: 2 anelli B, 7 armille B; T3: 3 anelli B, 1 orecchino B, 1 fibula B; Melucco vaccaro 1982, pp. 115-6; riemer 2000, pp. 430-1.

118 CAPITOLO III

III.3. CALABRIA

Aieta, loc. Monte Calimaro – CS (M)senza precisazioni: 1 follis Leone VI (886-912 dC), 3 folles Costantino VII (913-59 dC), 2 folles Romano I (920-44 dC); tocci 1989, p. 109.

Belcastro, loc. Magliacane – CZ (?)collezione Attianese: 2 exagia B; arslan Repertorio, n. 129.

Botricello, Chiesa – CZ (S)in scavi 1967-72 in edificio con tombe databili al VI-VIII dC da cui 1 orecchino AV, 1 fibbia B, 1 fibula (?), 2 sigilli PB (databili il primo al 550-60 dC; il secondo all’VIII dC), 1 follis di Maurizio Tiberio (592-3 dC); arslan 1974-1975; riemer 2000, p. 432.

Bova Marina, loc. San Pasquale – RC (TES)in ruderi di sinagoga, ripostiglio monetale di 3070 monete B, solo 15 datate IV-VI dC; coscarella 1996, pp. 29-30.

Brancaleone – RC (S/M)senza precisazioni: da grotta 8 monete databili dal VII al X dC: 4 AV (1 tremisse Tiberio III, 698-705 dC; 1 tremisse Leone III-Costantino V, 720-35 ca. dC; 2 inde-finite), 4 B (1 follis Leone VI, 1042-50 dC; 1 follis Romano I, 886-912 dC; 2 folles anonimi databili al X dC); ProcoPio 1955; coscarella 1996, p. 30.

Calanna, contrada Marchese – RC (S)encolpio B rinvenuto nel 1919-20 e datato all’VIII dC; liPinski 1960.

Calanna – RC (TES)ripostiglio con 105 B bizantini di IX dC; GuZZetta 1986a, pp. 262-3; castriZio 2000, p. 211; arslan Repertorio, n. 160.

Caraconessa – KR (N)da necropoli di 19 tombe datate al VI dC: 2 fibule (?) bratteate AV, 1 orecchino AR, 1 anello B; sPadea 1991, pp. 558-9.

Castrovillari – CS (S)senza precisazioni 16 tessere mercantili AR di età altomedievale (V-VI dC); catanuto 1939, pp. 60-1.

119CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Castrovillari, contrada Celimarro – CS (N)da necropoli di 12 sepolture databili al VI-VII dC scavate nel periodo 1980-3: 4 fibbie B, 1 armilla B, 1 ago crinale B, 1 anello B, 1 lama coltello F, 1 cuspide lancia F; 1 crocetta PB; d’anGela 1980; salvatore 1982, p. 61; di vasto 1983, pp. 3-9: coscarella 1990, pp. 137-8; riemer 2000, pp. 431-2.

Castrovillari, loc. Calandrino – CS (S)senza indicazioni specifiche: 1 fibbia B databile al VI-VII dC; coscarella 1990, p. 138.

Catanzaro, loc. Castelluzzo di Sotto – CZ (N)da necropoli di 8 tombe datate al VI-VII dC: 1 orecchino B, «affibbiagli» B, collana AV; sPadea 1991a, p. 558.

Catanzaro, Santa Maria in Vetere – CZ (S)– in ricognizioni di superficie 1986 fibbie B e oggetti fittili di VI-XI dC; noyé

1988, p. 107.– in indagini archeologiche 1987 in sito di VI dC con persistenza di insediamento

da cui anche monete di X dC (7 folles anonimi B); coscarella 1996, pp. 51-2; bougard-noyè 1986, p. 1211.

Cerva, fraz. Ceramidio – CZ (N)da necropoli di 17 sepolture datate al VI-VII dC: 2 orecchini AR, 2 orecchini B, «af-fibbiagli» B, 1 fibula (?); sPadea 1991a, pp. 555-6.

Cinquefrondi, loc. Aracri-Rotondella – RC (N)da necropoli di V-VI dC un anello B; salvatore 1982, p. 61, coscarella 1996, p. 31.

Cirò Marina, loc. Silipetto – KR (N)in scavo di necropoli composta di 56 tombe datata VI-VII dC da cui orecchini AR, 2 orecchini (?), orecchini (?), orecchini B, 10 affibbiagli (?), 1 fibula B, anelli B, anelli F, 1 coltello F, 1 campanellino B; sPadea 1991a, pp. 559-60.

Cropani – CZ (N)scavi archeologici 1998-2001 di 72 sepolture databili tra VI e VII dC: anelli, fibbie, orecchini B, F ed AR, 1 sonaglio B, 1 fascetta piombo, 1 follis di IV secolo forato; aisa-corrado-de vinGo 2003.

120 CAPITOLO III

Crotone, loc. Carroceddu – KR (N)da necropoli da cui: fibule B, almeno 1 anello (?) datazione VI-VII dC; sPadea 1991a, pp. 561-3.

Crotone, loc. Punta Scifo – KR (TES)senza precisazioni, rinvenimento nel 1916 di ripostiglio di 103 monete AV di V-VI dC: 9 semissi e 9 tremissi di Anastasio; 11 solidi, 1 semisse e 3 tremissi di Giustino I; 8 solidi, 2 semissi e 11 tremissi di Giustiniano; novaco loFaro 1960; GuZZetta 2001, p. 565; arslan-morrisson 2002, p. 1291.

Crucoli, contrada Riganni – KR (N)da necropoli di 6 sepolture: gancio (F), 2 orecchini AR databili al VI-VII dC; sPadea 1991a, pp. 560-1.

Crucoli, loc. Fonte Manele – KR (T)sepoltura isolata con corredo di 1 anello B, 3 orecchini B databili al VI-VII dC; sPadea 1991a, pp. 560-1.

Cutro, loc. Steccato Marinella – KR (N)saggi 1996 in necropoli bizantina, solo 2 tombe intatte da cui 2 fibule B; cuteri 1998.

Drapia – VV (S)in scavi 1955 encolpio B a croce databile all’VIII dC; rotili 1980, p. 188.

Gallico Marina – RC (TES)senza precisazioni, ripostiglio di 13 folles recuperato nel 1958: datazione VI-X; GuZZetta 1983, p. 263; arslan 1994, p. 515; coscarella 1996, p. 89; MEC 14, p. 426, n. S16.

Locri, loc. Portigliola – Quote San Francesco – RC (S)in scavi organizzati 1981-2 e 1989 in complesso tardoantico, anche sepolture da cui fibbie (?) di VII dC; coscarella 1996, p. 34.

Malvito, loc. Pauciuri – CS (N)scavi dal 1980 in necropoli; unico corredo nella T18: 1 encolpio a croce B di IX-XII dC; lattanZi 1983a, pp. 119-20; croGieZ 1991.

Montebello Ionico, loc. Sant’Elia – RC (N/M)scavi regolari nel 1987 in necropoli tardoantica da cui 1 tremisse Maurizio Tiberio (582-602 dC); ProcoPio 1954, p. 15.

121CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Monte San Demetrio, loc. San Leo di Cataforio – RC (N)in scavi organizzati 1984 in complesso tardoantico, anche sepolture da cui fibbie (1 F?) di VII dC; minuto 1984, p. 21; coscarella 1996, p. 36.

Morano Calabro, loc. Sassone – CZ (M)– senza precisazione 2 folles Leone VI (886-912 dC); tocci 1989, p. 111.– scavi archeologici 1996: 1 follis Costantino VII (945-955 dC); roma 2010, p. 428.

Nicotera, fraz. Casino Mortelletto – VV (S)in insediamento di VI-VII dC: fibula B; lattanZi 1983a, pp. 108-9.

Nocera Terinese, loc. Piano della Tirena – CZ (N)necropoli in castrum bizantino da cui 1 moneta illeggibile (B) e 30 monete AV di IX dC e altri AV islamici; da T4: orecchino B; orsi 1916; valenZa mele 1991, pp. 24-5; coscarella 1996, p. 86; riemer 2000, pp. 432-4; GuZZetta 2001, p. 564.

Oppido Mamertina, chiesa SS. Florio e Lauro – RC (M)in scavi in chiesa altomedievale: moneta AV tremisse Teofilo (831-42 dC), coscarella 1996, p. 88.

Pentimele – RC (TES)senza precisazioni ripostiglio bizantino di 10 folles: 1 di VI, 3 di VII, 1 di VIII, 2 di IX, 2 di X dC, 1 anonimo; GuZZetta 1983, pp. 263-4; Arslan 1994, p. 516; coscarella 1996, p. 90.

Piscopio, loc. Piscino – VV (S)senza indicazioni di provenienza certa: monete AV (?), AR (?), B (?); coscarella 1996, pp. 56 e 87.

Platì – RC (M)senza precisazioni 1 follis B di Leone V, 813-20 dC; GuZZetta 1983, p. 260.

Polistena, loc. Villa – RC (M)in scavi 1 solido Tiberio III (698-70 dC); coscarella 1996, p. 88.

Reggio Calabria, adiacenze Prefettura – RC (N)necropoli rinvenuta nel 1886 da cui monete B bizantine; NdSc 1886, p. 439.

122 CAPITOLO III

Reggio Calabria, Banca Nazionale – RC (TES)rinvenimento nel 1885 di ripostiglio composto da 35 monete B databili IX secolo dC (Basilio I); mosser 1935, p. 71; coscarella 1996, p. 90; castriZio 2000, p. 215.

Reggio Calabria, loc. Stazione Lido – RC (S)in scavi in complessi di VI-VIII dC, 4 folles B (Eraclio, 618-9; Leone V, 813-20; Teofilo, Michele e Costantino, 829-42; Giovanni Zimisce, 969-76); racheli 1991.

Reggio Calabria, p.zza Vittorio Emanuele – RC (S)– encolpio B cruciforme rinvenuto nel 1883; farioli camPanati 1982, p. 415.– 2 croci PB, rinvenute nel 1885; coscarella 1996, p. 26.– 9 sigilli PB, rinvenuti nel 1885 e datati IX-X dC; GuZZetta 1991, pp. 63-5.

Reggio Calabria – RC (S)– encolpio cruciforme B rinvenuto nel 1913; Geraci 1975, pp. 23-4.– 15 anelli di cui 2 AV (e 13 B) databili al X dC; liPinsKi 1943-1944, pp. 223-4.– 10 anelli B bizantini; liPinsKi 1943-1944, pp. 222-7.– 1 anello B; minuto 1970, p. 11.– 1 armilla (?); liPinsKi 1943-1944, p. 228.– 3 pesi B di età bizantina; coscarella 1996, p. 27.– 10 sigilli PB databili dal VI al IX secolo; laurenT 1963, nn. 10, 903-4, 906-11, 914.– 2 sigilli PB di VIII-IX dC, minuto 1970, pp. 10-1.

Roccabernarda, contrada Serrarossa – KR (N)1973: da necropoli di 3 sepolture datate al VI-VII dC; T2: anello AR, 2 orecchini (?); T3: anello AV; salvatore 1981, p. 158; coscarella 1996, pp. 49-50.

Roccelletta – CZ (S)rinvenimento sporadico 1966 di fibbia B databile al VII dC; von hessen 1978a, pp. 47-8.

Rossano, loc. Sant’Antonio – CS (N)materiali recuperati nel 1934 da necropoli probabilmente di VI-VII dC: 1 spillo (?), delle crocette (?), 1 punta lancia (F), utensili (?); coscarella 1996, p. 110.

Rossano, territorio – CS (N)senza precisazioni: 1 follis di Leone VI di IX dC; coscarella 1996, p. 112.

123CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

San Sosti – CS (S)senza precisazioni, probabilmente da indagine di superficie: 2 sigilli PB con folles B di X dC; tocci 1989, pp. 23 e 111.

San Sosti, loc. Casalini – CS (S)– indagini archeologiche 1993: 1 follis B di X-XI dC; roma 2010, p. 427.– indagini archeologiche 2001-3: 1 orecchino B di IX-X dC; roma 2010, p. 428.

San Sosti, loc. Monte Mula – CS (S)da indagini di superficie anello AV a croce greca databile al VII-VIII dC; coscarella 1996, pp. 62-3.

Sant’Aniceto, loc. Motta – RC (S/M)scavi in complesso di XI secolo, nelle adiacenze 5 folles B (2 di VII dC, 1 di X dC, 1 di XI dC); GuZZetta 1991a, pp. 69-75.

Santa Severina – KR (S)rinvenimento in scavo di sigillo (PB) di X secolo; laurenT 1963, pp. 717-8.

Siderno, loc. Marina – RC (S)senza ulteriori precisazioni: lamina bratteata AV databile al VI-VII dC; di lorenZo 1886; farioli camPanati 1982, p. 412.

Spezzano Albanese – CS (S)da ricerche archeologiche: 1 denaro Ottone AR, 1 follis B anonimo di XI dC, fram-menti metallo non specificato, 1 fibula B di X-XI dC; coscarella 1990, p. 138.

Staletti, fraz. Copanello, Chiesa di San Martino – CZ (M)senza precisazioni: moneta B di Giovanni I Zimisce (976-1035 dC); ProcoPio 1959, p. 281.

Stilo, loc. Butteria – RC (T?)forse da sepoltura, anello AR datato al X dC rinvenuto a metà XX secolo con mate-riali ferrosi (armi?); liPinsKy 1943-1944, pp. 219-21.

Torre di Ruggiero – CZ (M)senza precisazioni moneta di VII dC: 1 B Leone III (717-41 dC); coscarella 1996, p. 86.

124 CAPITOLO III

Tropea, Monastero di Sant’Arcangelo – VV (N)nelle adiacenze del monastero necropoli di V-VII dC: 1 croce lamina AR, 1 orecchi-no (?); sabbione 1986.

Valanidi – RC (N)da tre sepolture frammenti orecchini B, 2 folles di IX-X dC (Leone VI, 886-912 dC; Romano I, 919-21 dC); Putortì 1912, p. 411.

Vibo Valentia, loc. Marina di Bibona – VV (S)senza specifiche: sigillo PB di VIII dC; laurenT 1963, p. 719.

Vibo Valentia, loc. Monte Poro – VV (S)rinvenimento in ricognizione di 20 fibbie B e 1 AV altomedievali; coscarella 1996, p. 48.

125CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.4. CAMPANIA

Altavilla Silentina, loc. S. Lorenzo – SA (N)scavi 1977-78, dataz. fine VI – prima metà del VII dC, T1: 2 orecchini B, anello B; T2: anello B; T7 armilla B, fibbia F; T11: armilla B, fibbia B; T12: 2 orecchini AR; T13: croce F, 1 moneta AR Eraclio (ottavo siliqua, monogramma); T14: 1 moneta AR Eraclio (ottavo siliqua, monogramma), coltello F; T15: 2 orecchini B, 2 coltelli F, 1 moneta AR Eraclio (ottavo siliqua, monogramma); altri oggetti senza contesto, 25 oggetti F (per lo più chiodi), 16 oggetti B (1 fibbia, 1 anello, 1 anellino, frammen-ti), 2 di PB, 1 AR databili al VII-VIII dC; Peduto 1979; iacoe 1984; mauro 1984; volPe 1984; Possenti 1994, pp. 91-2.

Arpaia – BN (TES)rinvenimento di ripostiglio monetale con circa 300 B di età gota; V-VI dC; staZio 1955; arslan 1994, pp. 510 e 514.

Battipaglia – SA (T)sepoltura di VI-VII dC da cui 2 orecchini B; Possenti 1994, p. 93.

Benevento ? – BN (M)croce AV con impresso un tremisse di Leone III (717-41 dC) all’incrocio dei bracci, conservata a Norimberga; menGhin 1977, pp. 27-8; rotili 1977, pp. 96-7; Melucco vaccaro 1982, p. 114.

Benevento – BN (TES)senza precisazioni: 1878, tesoretto di monete longobarde AV della zecca di Benevento di VIII dC; caPoBianchi 1892, p. 88.

Benevento – BN (TES)senza precisazioni: 1889, tesoretto di almeno 72 monete AV di Goti e Bizantini, V-VI dC; RIC X, n. XCI; arslan 1994, p. 514.

Benevento, Museo del Sannio – BN (N)scavi anni 80-90 in necropoli V-VIII dC; T3:chiodo F, nel riempimento moneta B IV-V dC; T6: 5 puntali cintura B, 1 coltello F, placca cintura F, 4 placche cintura B, fibbia B, placchetta B; T16: chiodo B; T22: chiodo F, strumento F con catena B, nelle pertinenze fibula B; T32: punta freccia F; fuori contesto: 1 placca cintura B, 2 fibbie cintura B, ardiglione fibbia B, fibula B, frammento fibula B, 2 pendagliet-

126 CAPITOLO III

ti B, ciondolo B con maglie catena, 3 spilloni B, rotellina PB (amuleto), ciondolo PB, utensile per la pulizia/chiudi-mantello B, spatolina B, coperchio di pisside B, coprifuso B, catenelle B, matassa fili B tardomedievale, frammento coltello F, plac-chetta F (instrumenta), chiave F, borchia B; nell’area dello scavo anche altri reperti numismatici; 15 monete, 1 tondello PB, 1 bolla PB; Testimonianze 1998, pp. 85-111, 115-8, 196-9.

Benevento, via P. Piperno – BN (T)scavi edili 1927: crocifisso in rame; rotili 1977, pp. 14-5; rotili 1982, p. 1026, n. I. I; roTili 1986.

Benevento, loc. Ponte, chiesa di Santa Anastasia – BN (T)scavi 1982 di tomba databile al VII dC da cui 1 sax (F), 2 fibbie (?), chiodini AR del fodero, puntale F del fodero; rotili 1982, pp. 1029-30, n. 5; roTili 1986.

Benevento, contrada San Vitale/ via Lungocalore Manfredi di Svevia – BN (S-T?)senza precisazioni: croce lamina AV e nel 1962: frammento AV (fibula?); rotili 1977, pp. 9-10 e 95; rotili 1982, p. 1029 (n. 3), p. 1027 (n. II.I); roTili 1986; Longobardi 1990, pp. 146-7.

Benevento, viale Principe di Napoli – BN (N)2 tombe in scavi edili 1927: materiale trafugato da cui si recupera solo 2 orecchini AV, ma da cui provengono anche 2 croci AV, 1 armilla AV, 5 spathae (F), 4 sax (F), 6 cuspidi lancia (F), umbone (F), 2 asce (F), 2 cesoie (F), 3 fibbie (B), 3 puntali cintura (B); ZaZo 1928; fuchs 1938, pp. 184-5; rotili 1977, passim; Melucco vaccaro 1982, p. 114; rotili 1982, pp. 1026-7, n. II.I; roTili 1986; Longobardi 1990, passim.

Benevento, via Valfortore – BN (T)scavi 1927 e 1965: Tomba da cui spatha (F), scramasax (F), croce lamina AV, umbo-ne (F), chiodi dello scudo (F?); ZaZo 1928; rotili 1977, p. 15; rotili 1982, p. 1026, n. II.I; roTili 1986.

Benevento – BN (T)rinvenimento 1948 di tomba datata al VIII-IX: 1 croce AR dorato, e patena (AR); felle 1994.

Bisaccia, loc. Pietradurante – AV (N)scavi 1979-80, necropoli datata al VI-VII dC; T4: 1 fibula B; T12: 1 fibula B; T17: 1 fibula B; riemer 2000, p. 405.

127CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Boscotrecase – NA (TES)ripostiglio di tremisses AV di VI secolo dC; arslan Repertorio, n. 1160.

Campania – (?)– senza provenienza specifica: orecchino AV databile al VI-VII dC; Possenti 1994,

p. 104.– senza provenienza specifica: orecchino AV databile al VI-VII dC; BreGlia 1941,

p. 97, n. 1005; Possenti 1994, p. 75.– senza provenienza specifica: orecchino AV databile al VI-VII dC; BreGlia 1941,

p. 58, n. 225; Possenti 1994, pp. 84-5.– senza provenienza specifica: orecchino AV databile al VI-VII dC; BreGlia 1941,

p. 97, n. 1004; Possenti 1994, p. 84.– senza provenienza specifica: orecchino AV databile al VII dC; BreGlia 1941,

pp. 96-7, n. 1006; Possenti 1994, p. 84.

Cancello ed Arnone, contrada Piazza Vecchia – CE (N)in lavori stradali 1925: necropoli da cui fibbia B di VII dC; macchioro 1925.

Capaccio, fraz. Ponte Barizzo, loc. Maida – SA (?)indagini archeologiche nel 1983, anche reperti altomedievali: fibule (?); cilento 1987, p. 236.

Capri, fraz. Marina Grande, Chiesa di San Costanzo – NA (T/N)sepolture di tombe altomedievali datate al VI-VII da cui 1 fibbia B; arthur 1991, p. 673.

Capua, territorio – CE (?)– senza precisazioni (forse da tomba?) 1 croce in lamina AV, forata con tre maglie

di catena; rotili 1982, p. 1030, n. 2.– senza precisazioni, probabilmente da tomba rinvenuta prima del 1879, 1 fibula

AV databile VI-VII dC; Werner 1936; roTili 1982, pp. 1030-1, n. 3.

Capua, via Madonna delle Grazie, propr. Carrillo – CE (S/TES)1980, lavori edili: tesoretto sparso di 47 monete B di IV-V secolo sepolte nel V-VI dC; arthur 1987.

Casalbore, Chiesa di Santa Maria dei Bossi – AV (N)dalla T36 databile al VII dC: 2 orecchini B con tracce doratura, armilla B, 1 ago B, 1

128 CAPITOLO III

spilla B; dalla T37: 2 orecchini B, spillone B, fibbia B, 2 armille B, anello B, placca B, frammento anello B; Possenti 1994, p. 92.

Cimitile, Basilica di San Tommaso – NA (N)dalla T E5 databile al VII dC: 1 orecchino B; Possenti 1994, pp. 92-3; stasolla 1993, pp. 259-60.

Cuma – NA (TES)3 ripostigli monetali con esemplari B; uno dei tre conteneva 213 B tardoromani di V-VI, anche moneta di VI-VII; staZio 1955, p. 188; miraglia 1986; arslan Repertorio, n. 1190.

?Ercolano – NA (?)2 orecchini AV databili al VI-VII dC senza notizie precise; BreGlia 1941, p. 98, nn. 1007-8.

Lacco Ameno – NA (TES)ripostiglio rinvenuto in vaso nel 1891 con 129 AV bizantini 610-681 dC; de Petra 1895; arthur 2002, p. 137.

Lacco Ameno, Santa Restituta – NA (S)dal territorio, in deposito presso la crypta: 12 AE bizantini non specif., 2 Giustiniano I/Roma (552-65, 1 decanummo, 1 pentanummo); 1 follis Costante II (641-68), ½ fol-lis Costantino IV (674-85), 1 follis AE (VIII dC), 1 frazione siliqua AR Costantino V (741-775); arthur 2002, pp. 134, 137; calleGher 2002, p. 265; arslan Repertorio, n. 1260.

Napoli, Chiesa di San Carminiello ai Mannesi – NA (TES)ripostiglio monetale con 32 B bizantini e vandali databile al di VI dC; arslan 1994, p. 516.

Napoli, via San Paolo – NA (M)moneta bizantina B (Tiberio II, 578-82) in sepoltura; arthur 2002, p. 137.

Napoli? – NA (TES)ripostiglio “da Napoli” di 8 AV: 2 bizantine di VI (Eraclio), 6 longobarde di VI dC; arslan 1999; arslan-morrisson 2002, p. 1299.

129CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Pattano – SA (N)scavi archeologici 1981, da due tombe 2 orecchini AV databili al VI-VII dC; Possenti 1994, p. 71.

Pratola Serra, Basilica di San Giovanni – AV (N)scavi archeologici di necropoli datata al VI-VII dC; T4: fibula AR; T8: fibula B; T11: moneta illeggibile (B); T16: 1 anello AR, 1 orecchino B, 1 moneta illeggibile (B); T20: 2 armille B dorato; T21: 1 moneta illeggibile (B); T25: 1 frazione siliqua “bar-barizzata” AR con monogramma Eraclio (610-41, zecca Benevento?); T27: 1 chiodo (F); T30: 1 moneta (?); T31: 1 chiodo B; T33: frammento chiodo (F); T38: crocet-ta AR, broccato AV, frammento orecchini F; T39: broccato AV, crocetta AR; T40: broccato AV; T41: 1 orecchino B, 3 armille B, 2 armille F, 1 moneta Valentiniano III (425-55) (B); T46: 1 crocetta AR; T62: broccato AV; T77: 1 crocetta AV, frammenti broccato AV; T78: 1 crocetta lamina AR, 1 o 2 monete B; T79: 1 fibula B, 1 crocetta AR; T82: 1 orecchino B, 1 fibula B; T84: 1 crocetta AR; T86: 2 orecchini AR, mon-tatura di gioiello AV; T90: 1 coltello F; cilento 1987, pp. 237-8; Peduto 1992.

Salerno, loc. San Leonardo – SA (T)in scavi archeologici 1999, rinvenimento in 2 tombe di 2 frazioni di siliqua AR per Eraclio/Benevento databili al VI dC (?), (T19 e T21); iannelli-scala 2000, p. 29.

Salerno, Villa d’Ayala – Valva – SA (S)reperti raccolti nel 1896 in scavi organizzati: 2 fibbie, 1 in B, l’altra B dorato databili al VII dC; d’anGela 1988.

Santa Maria Capua Vetere – CE (T-N)– rinvenimento di tomba nel 1847 da cui 1 croce in lamina AV; rotili 1982, p. 1030,

n. 1; reinecKe 1941, p. 43.– rinvenimento sepolture nel 1941; T2: 3 piccole croci B; carettoni 1943,

pp. 147-54.

Sessa Aurunca – CE (TES)ripostiglio con monete AV e B di VI dC: 2 AV di VI (Giustiniano I), 241 B di VI (Atalarico, Teodato, Baduela), 1 moneta B vandala di VI (Ilderico), 56 B bizantini di VI, 93 B illeggibili; levi 1919; BierBrauer 1975, p. 252; arslan Repertorio, n. 1430.

Taurasi – AV (TES)ripostiglio con 338 piccoli B di età gota: V-VI dC; sTazio 1956.

130 CAPITOLO III

III.5. EMILIA ROMAGNA

Arceto, loc. Via Orles Jemmi – Podere Frignani, RE – (S)senza specifiche: 1 ansa di recipiente B di età longobarda; lasaGna Patroncini 1990, p. 312; Flavia Regio 1993, p. 49.

Argenta, Pieve di San Giorgio – FE (S)in scavi archeologici 1983-6 rinvenimento di fibula AR dorato di età gota in chiesa di contesto tardo-medievale da cui anche 5 enriciani (zecca di Venezia); Gelichi 1983, pp. 311-2; maioli 1989, p. 250, nota 62; Goti 1994, p. 185.

Baggiovara, podere Fossa Buracchione – BO (N/S)indagini archeologiche 2006-7 in cantiere edile, dalla Fase III tardoantica rinveni-menti sporadici e da 20 tombe; T17: 1 braccialetto B, T21: 3 monete AE di V-VI dC; sporadici: 1 orecchino goto B di VI (fino al VII dC), 1 elemento B con terminazioni incrociate, circa 30 monete dal II al IV tra cui «tondelli monetali» II-IV, nummi AE IV-V, 1 moneta B IV dC, 1 antoniniano Probo (276-82 dC); losi-notari-PalaZZini 2011, pp. 61-3; PalaZZini 2011, pp. 70-2; raimondi 2011.

Bazzano, loc. Casini – BO (TES)pozzo deposito segnalato nel 1863 e vuotato nel 1873: 1 moneta B tardoantica, 1 mo-neta B Vespasiano, 9 vasi B, datazione VI-VII dC; cresPellani 1875; Tesori 2004, p. 184.

Bazzano, loc. Sgolfo – BO (TES)in occasione di pulizia di pozzo romano 1841 rinvenimento di 15 vasi B, 1 denaro AR (repubblica), 2 chiavi F, rottami fibule B, fine VI-VII dC; Pancaldi 1841; Tesori 2004, p. 184.

Bismantova – RE (N/T)– probabilmente da necropoli trovata nel 1863; unico elemento certo B di VI dC,

forse anche 2 punte freccia F, una rotella raggiata PB (ad uso femminile di amu-leto), 1 fibbia B di VII dC; forse anche “numerose monete AV di età bizantina e una brocchetta B”; chiesi 1989, pp. 141-2; Flavia Regio 1993, p. 47.

– 1976: rinvenimento casuale di sepoltura da cui 1 armilla B, 4 anelli B, coltello F (VII dC); chiesi 1989, pp. 141-2; Flavia Regio 1993, p. 47.

131CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Bologna, cattedrale di S. Pietro – BO (T)in controlli archeologici 1993-4, rinvenuta tomba probabilmente altomedievale da cui pugnale F, 1 moneta B non identificata, spilli B; ZanZotto 1993.

Bologna – BO (TES)ripostiglio detto “del Reno” rinvenuto nel 1857 con 100 monete AV bizantine e lon-gobarde; Se ne conservano 4 bizantine e 2 longobarde di VIII, 1 bizantina di IX, 13 islamiche di IX dC; arslan 1994, pp. 512 e 514; mccormicK 2001, p. 363 e pp. 829-30; arslan-morrisson 2002, p. 1274.

Bondeno – FE (TES)senza precisazioni, ripostiglio rinvenuto nel 1896 in cassetta: circa 2000 denari caro-lingi; Gorini 1989, p. 184; MEC 1, p. 237.

Boretto, loc. Froldo Santa Croce – RE (S)rinvenimento casuale di una moneta AV longobarda: tremisse stellato longobardo unico che attesta l’esistenza di una zecca a Reggio; BramBilla 1990; Flavia Regio 1993, p. 46.

Campeggine, territorio – RE (S)probabilmente rinvenuta nel XIX secolo 1 fibbia AR dorato di VI dC; BierBrauer 1975, pp. 262-3; chiesi 1989, p. 132; Flavia Regio 1993, p. 47.

Campeggine, loc. Braglia – RE (N?)senza specifiche, forse da necropoli inesplorata, 1 fibbia B databile a fine VI dC; chiesi 1989, p. 132; Flavia Regio 1993, p. 46.

Campeggine, loc. Razza – RE (T?)senza specificazioni: 1 sperone F; sturmann ciccone 1977, p. 20; chiesi 1989, p. 132; Flavia Regio 1993, p. 48.

Casalecchio di Reno – BO (N)scavi 1989-2001 in area di necropoli tardoantica e altomedievale, ca. 70 tombe; per la necropoli tardoromana di V dC corredo solo da T2: anello B, catenina F; T22: 2 orecchini B; nessun corredo per necropoli di VI dC; datata in base alla stratigrafia; cavallari 2003.

Castelbolognese, via Giovanni XXIII – RA (N)indagini archeologiche 1980: necropoli tardoantica costituita da 6 tombe di V dC;

132 CAPITOLO III

T1: 2 fibule AR dorato; T5: orecchino AR; maioli 1984, pp.469-71; maioli 1989, pp. 240-2; BierBrauer 1993; Goti 1994, p. 178.

Castellarano, pressi del Torrente Secchia – RE (N)– elenco dei pezzi donati nel 1872 da un rinvenitore in una necropoli: tre armille F,

1 fibula B, 4 scramasax F, 1 punta di lancia, più pendagli rivestiti di Rame, 1 fib-bia B, frammento di umbone di scudo in F ornato B, 1 puntale F laminato B di VII secolo, anello di fibbia F,1 moneta B forata; sturmann ciccone 1977, pp. 18-22; chiesi 1989, pp. 139-40; Gelichi 1989, pp. 417-8; Flavia Regio 1993, p. 52.

– scavi 1958, cinque tombe VII da cui due coltelli F; sturmann ciccone 1977, pp. 16-7; chiesi 1989, p. 140; Gelichi 1989, p. 418; Flavia Regio 1993, p. 54.

– scavi 1959, altre tombe VII con corredi oggi nel Museo di Reggio Emilia: puntale B, puntale F, 2 scramasax, punta lancia F, 1 coltello, 3 punte freccia a foglia di salice; chiesi 1989, p. 140; Gelichi 1989, p. 418; Flavia Regio 1993, p. 52.

Castellarano, Cà di Tullio – RE (N)1971: recuperati da tombe di VII dC: 1 coltello F, 1 fibbia B; sturmann ciccone 1977, pp. 17 e 29; chiesi 1989, p. 141; Gelichi 1989, p. 418; Flavia Regio 1993, p. 56.

Castellarano, viale della Pace – RE (N)rinvenimento primi ’70 di circa 20 tombe longobarde, da 1 tomba armilla B; Gelichi 1991.

Castellarano, Via Cusna n.1 – RE (T)scavi novembre 1976 rinvenimento casuale di sepoltura datata al VII da cui 2 ar-mille B, 4 anelli B, 1 coltello F con custodia B; Patroncini 1977; von hessen 1980; chiesi 1989, pp. 141-2; Gelichi 1989, p. 418; Flavia Regio 1993, p. 56; riemer 2000, pp. 365-6.

Cesena, area ex Congregazione Suore di Carità – FC (S)in scavo 1995-7: bottiglia B databile al VI dC; maioli 1997; Scavi Cesena 1999, p. 104.

Cesena, loc. Colle Garampo – FC (TES)rinvenimento anni 1950 di tesoro II metà VI dC composto da 2 piatti AR con 1 moneta B di Teodorico (494-526 dC); arias 1946-1948; Bollini 1982; Tesori 2004, p. 181.

133CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Ciano d’Enza, loc. Case Coppellini – RE (N).necropoli rinvenuta nel 1856 con 6 inumazioni: solo 1 anello B, un frammento di fibula (o di armilla) ed una fibbia; chiesi 1989, p. 137.

Classe, podere Chiavichetta – RA (S)in scavi organizzati, anni 1974-1983 nella zona dei magazzini portuali: puntale F ageminato in AR e ottone, abbondanti ceramiche, vetri, bronzi e monete: aureo di Onorio; datazione VII dC; maioli 1980b; maioli 1980c; maioli 1986; Gelichi 1989, p. 422, n. 18; Gelichi 1989a, pp. 186-8.

Cognento – MO (TES)rinvenimento in pozzo di ceramica e utensili di metallo databili al VI-VII dC; Tesori 2004, p. 185.

Collecchio – PR (N)ritrovamento casuale di cinquantotto tombe (VII dC), contenenti ognuna i resti di diversi inumati, con guarnizioni B di cintura, vari scramasax (F), vari coltelli (F), varie cesoie (F); marini calvani 1980, pp. 38-9; Gelichi 1989, p. 414, n. 3.

Faenza, via Mazzini, via Barbavara, palazzo Caldesi – RA (N)necropoli scoperta nel 1993-4 e databile VI-VII dC; T2: fibbia B; T3: fibbietta B; T4: spillone B; T5: spillone B, 2 orecchini B, 2 elementi decorativi B; Guarnieri 2003.

Fiorano, loc. Fornace Ape – MO (T)ritrovamento casuale di tomba del VI dC, contenente fibula AR dorato; violi 1970, p. 205 e nota 5; carretta 1981, pp. 277, 281; Gelichi-malnati-ortalli 1986, p. 644; Gelichi 1988, pp. 568-9; Gelichi 1989, p. 420, n. 14; Gelichi 1989a, pp. 175-7.

Gattatico, loc. Taneto – RE (?)senza precisazioni: punteruolo F, punta freccia F, fibbia B (V-VI dC), armilla B, pin-zetta B; sturmann ciccone 1977, p. 20; Flavia Regio 1993, p. 40.

Gazzola, frazione Rezzanello, loc. Paderna – PC (T)rinvenimento nel 1983 in lavori agricoli di tomba datata al VII dC da cui 1 scramasax F, elementi cintura F ageminato, 3 coltelli F, fibbia B, puntale cintura B; Longobardi 1990, pp. 71-2.

Imola, colline – BO (S)rinvenimenti post 1848 probabilmente da sepolture: pomo spatha AR, 2 elementi collana AV, pendente cintura B; Gelichi 1989, p. 421; Longobardi 1990, p. 195.

134 CAPITOLO III

Imola, territorio – BO (S)rinvenimenti senza precisazione: fibula AV, ascia F; fuchs-Werner 1950, p. 34; Gelichi 1989, p. 421; Gelichi 1989a, p. 173.

Imola, podere Cardinala, presso chiesa parrocchiale Croce in Campo – BO (S/N)rinvenimenti I metà 1800: 2 fibule B dorato, 1 fibula AR dorato, 2 cuspidi lancia F, spatha F: VI-VII dC; fuchs-Werner 1950, pp. 18-9; Ori e argenti 1962, pp. 68-9, tav. 69; Gelichi 1989, p. 421; Gelichi 1989a, pp. 160-1, 171-5.

Imola, Basilica di San Cassiano – BO (T)indagine 1985 in tomba di V-VI da cui 2 orecchini (1 in AR) e 1 armilla; Gelichi 1989b, p. 182, nota 62.

Imola, via Appia – BO (S)rinvenimenti senza precisazione: fibula a S in argento; Gelichi 1989, p. 421; Gelichi 1989a, p. 167.

Imola, podere Scaletta (presso Villa Clelia) – BO (N)in scavo 1894: 3 fibbie B, 1 fibula a S in AR dorato; Gelichi 1989, p. 422; Gelichi 1989a, p. 167.

Imola, Villa Clelia – BO (S/N/TES)– Via Croce coperta, scavi 1995: 43 tombe da cui monete V-VI dC (anche 2 di

Costanzo II, 333-61);– Predio Galletta, 1893-4: 4 sepolture da cui 1 fibula AR (VI dC), 3 fibbie B;– rinvenimenti nel 1934, 1957, scavi 1978: necropoli databile III – VI secolo, 139

tombe. Di V-VI dC secolo T20: 1 moneta tardoromana AE3; T27: moneta tardo-romana AE3; T33: 6 monete tardoromane impilate AE3; T63: moneta tardoroma-na AE4; T91: frammenti F, moneta tardoromana AE3; T112: moneta tardoromana AE4; T133: 2 armille B, 1 armilla F; T142: moneta tardoromana AE4; T155: 1 armilla B; T162: 1 orecchino AV, 1 fibbia F, 1 gancio F, 1 borchia F; T163: 1 armilla F, 3 armille B; T165: 1 punta lancia F, 1 anello AR; T176: 1 armilla AR, 1 armilla F; T185: fili broccato AV, 2 solidi AV (Onorio, Valentiniano III) trasfor-mate con ago AR in fibule, 2 fibule AV, anello AV, 2 ciondoli AR; T196: orec-chino AR; T231: 1 armilla B, 1 orecchino B, 1 orecchino AR; T274: 1 orecchino AV, 8 monete B (1 da 10 nummi goto B, 7 minimi B V dC); fornace: ¼ follis Teodorico, 512-22; US23: mezzo follis B; US104: 1 pentanummo Atalarico B, 1 pentanummo Vitige; US 5001 (V-VI dC): 1 fibula AR, monete B (IV-V dC); dal

135CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

fossato (US1443-1446): 1 fibbia AR (VI dC), 1 fibula B (V-VI dC), 4 monete gote B (1 da 10 nummi, 1 da 15 nummi Atalarico, 1 da 15 nummi Vitige, 1 ill.), ¼ siliqua Atalarico, 3 o 4 denari AR Ottone I-III (X dC); senza contesto di VI-VII dC: ¼ siliqua AR Teodorico, ¼ siliqua AR Atalarico, 4 B Todato, 1 follis B, 5 ½ follis B, 1 vandalica B, 1 orecchini B, fibule B, aghi crinali B, nettaorecchie B, fibbie cintura B, placche cintura B, fibbie per scarpe B, molte monete AE3 e AE4 in strati VI-VII dC; in strato di intonaco gruppo oggetti F databili al VI dC saldati dalla ruggine (probabile cassetta): graticola, spiedo, falcetto, martello, ascia, col-tello, vanga, lame; in altro ambiente altro gruppo F: 1 aratro, 1 piccone, 2 asce, 1 martello; sparsi: chiodi F, borchie B, borchie F, catena B, 2 ami B, coltelli F; Imola 1979; maioli 1980a; maioli 1980d; maioli 1989, pp. 242-7, 250; Gelichi et alii 1990; riemer 2000, pp. 367-71; Gelichi 2005; manZelli-Pinar Gil 2017.

Langhirano, fraz. Castrignano – PR (S/M)senza precisazioni, probabilmente da scavo, 2 fraz. siliqua longobarde AR (mono-gramma PER); arslan Repertorio, n. 1770

Maranello, loc. Gorzano– MO (TES)svuotamento pozzo 1878: 1 moneta Vespasiano B, 1 lama coltello (B?), chiodi F di pettine, 2 pesi PB, 1 moneta Faustina, 7 vasi B, 1 punta F, 1 rampino F, 1 elemen-to PB, 1 pala (?); datazione VI-VII dC; coPPi 1879; soGliani 1995; Tesori 2004, pp. 184-5.

Marzaglia, Colombarone, podere Corpus Domini – MO (T)tomba longobarda trovata nel 1911: 1 spatha F, 1 umbone (F), 1 morso da cavallo F, 1 fibbia di cintura B, anello B, tre placchette AR dorato; ducati 1913; sturmann ciccone 1977, pp. 11-2, 25-6; Gelichi-malnati-ortalli 1986, p. 644; Gelichi 1989, pp. 419-20, n. 13; Longobardi 1993, pp. 198, 200; Flavia Regio 1993, p. 59.

Modena, via Valdrighi – MO (T)rinvenimento casuale di tomba nel 1934: corredo di VI – VII dC composto da 1 spa-da (F), 1 umbone scudo F con 5 placche B, elemento conico B, cuspide lancia (F), puntale cintura AR; Gelichi-malnati-ortalli 1986, p. 642; Gelichi 1989, p. 419, n. 12; Gelichi 1989a, p. 177.

Modena, p.zza Grande – MO (T)rinvenimento casuale di tomba nel 1987 in scavi edilizi: corredo di VI dC composto da coltello F, 1 fibbia B, 5 anelli B; Gelichi 1989, p. 419, n. 12.

136 CAPITOLO III

Modena, piazza XX Settembre – MO (N)saggio di scavo 1997: necropoli IV-VI secolo con 19 inumazioni da cui 1 armilla (?), 1 borchietta B, monete (?); Giordani 1998.

Modena, territorio – MO (S)5 fibule longobarde B, 1 placchetta B, 3 fibbie B di provenienza imprecisata; carretta 1981a.

Modena, Palazzo della provincia – MO (S/N)scavi archeologici, 3 casse laterizie almeno altomedievali: da cui “monete utilizzate come pendagli di cui la più recente di Giustiniano”; cattani 1998, p. 43.

Modigliana, Museo – FC (M)presso il locale Museo e forse dal territorio: ¼ siliqua AR Odoacre (476-93 dC), ¼ siliqua AR Teodorico (494-526 dC); arslan Repertorio, n. 1940.

Modigliana, loc. Liverani di Sotto – FC (N)necropoli di 23 inumazioni datate VI-VII dC di cui 5 con corredo: orecchini B, brac-ciale F; in una T: 2 orecchini B, coltello F; leoni-montevecchi-Pini 1997.

Montale – MO (T)ritrovamento casuale di tomba del VI dC, contenente 2 fibule AR dorato, brocca B fuso, fibula B, ago crinale B, 2 anelli B; carretta 1981, pp. 269-281; Gelichi-malnati-ortalli 1986, pp. 644-5; Gelichi 1988, pp. 561-4; Gelichi 1989, p. 420, n. 15; Longobardi 1993, p. 212; soGliani 1995.

Montecchio Emilia, area ex. C.A.P.O.L.O. – RE (N/T)rinvenimento casuale di necropoli 1953: corredo solo in T11: spatha F, croce lamina AV: VII dC; chiesi 1989, p. 136; Gelichi 1989, p. 417; Flavia Regio 1993, pp. 44-5.

Montecchio Emilia, loc. Casone Campo la Motta – RE (N/T)da località non precisata 3 asce barbute F, sono databili VI-VII dC; sturmann ciccone 1977, p. 20; chiesi 1989, p. 136; Gelichi 1989, p. 416; Flavia Regio 1993, pp. 44-5.

Montecchio Emilia, Via Mazzini – RE (N/T)necropoli 1972, alcune tombe sconvolte: 1 scramasax, 1 moneta forata e un penda-glio B, una crocetta AV, un pugnaletto F, due coltelli F; datazione al VII dC; Gelichi 1989, p. 417; Longobardi 1993, pp. 73-4; Flavia Regio 1993, pp. 44-5.

137CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Montecchio Emilia, loc. Il Monte – RE (N/T)da sondaggi ultimo quarto del XIX dC 2 tombe. T1: fibbia cristallo con ardiglione B di età gota; T2: spatha, ascia, molletta B, 2 fibbie AV, lastre di astuccio AV; dalla stessa località (forse dalla tomba T2): parte inferiore di guaina di spatha in AR, fibbia in AR (VI dC), fibbia AV, parte inferiore di punta di fodero in AV; BierBrauer 1975, p. 160; sturmann ciccone 1977, p. 19; chiesi 1989, p. 135; Gelichi 1989, p. 416; Flavia Regio 1993, pp. 42-3.

Montecchio Emilia, loc. Ponte Enza, RE (N)febbraio 1894: necropoli; T5: frammenti spatha F, frammento secchiello B, fram-menti catino B, fibula B, catenella B, frammenti spade F e coltelli F; chiesi 1989, pp. 134-5.

Neviano degli Arduini, Pieve di Sasso – PR (N)scoperta 1997-8, necropoli da cui alcuni coltellini F, 1 puntale B e 5 pezzi (B), 1 fibbia F con chiodi AR, 7 elementi cintura F ageminati AR, datazione VII secolo dC; catarsi dall’aGlio 2000.

Nonantola, abbazia di S. Silvestro – MO (T)rinvenimento nel 1983 di tomba forse altomedievale da cui due anelli B per cintura; Gelichi 1993.

Parma, piazza Battisti – PR (S/M?)in tomba 1951 1 tremisse longobardo Maurizio Tiberio; arslan Repertorio, n. 1940.

Parma, piazza Garibaldi – PR (S/M?)in tomba 1951 1 tremisse Giustiniano; arslan Repertorio, n. 1943.

Parma, Bg. Angelo Mazza 9 – PR (N)indagini archeologiche presso la chiesa medievale di San Antonino, rinvenute anche tombe longobarde, da 1 tomba: 1 crocetta AV, elementi cintura B; catarsi dall’aGlio 1992, p. 12; Longobardi 1993, p. 59.

Parma, via Pellico – PR (N)rinvenimento nel 1990 di sepolture longobarde; 1 fibbia B, elementi cintura B; Longobardi 1993, pp. 12, 57-9.

Parma, via San Michele – PR (S)rinvenimento di fibbia B; BierBrauer 1975, p. 294.

138 CAPITOLO III

Parma, tra via Mazzini e via Garibaldi – PR (N)1948 in lavori edilizi necropoli di 5 sepolture, solo 1 con corredo di 1 crocetta AV, 1 anello AV; Gelichi 1989, p. 413, n. 2.

Parma, tra via Repubblica e Bg. Della Posta – PR (T)1950 in lavori edilizi tomba di VII dC: fibula AV, 5 dischetti lamina AV, 1 crocetta AV, resti di broccato AV, 2 anelli AV, 1 borchia AV, 2 pendenti AV, fibbia cintura (B), bacile B. Gelichi 1989, pp. 413-4, n. 2; von hessen 1984, pp. 396-8; BierBrauer 1984, pp. 484-5; Ori e argenti 1962, pp. 70-1, tav. 71b; monaco 1955.

Piacenza, tra via Sopramuro – p.zza Cavalli – via S. Donnino – PC (N)1934 in lavori edilizi necropoli da cui 2 fibbie B, forse anche 1 scramasax F; carretta 1980, pp. 55-63; Gelichi 1989, p. 413, n. 1.

Piacenza, Monte Claro – PC (M)ante 1580: moneta gota AR, ¼ siliqua Giustino I o Giustiniano I/Atalarico; tondo 1983; arslan 1994, p. 511.

Porretta Terme, Pieve – BO (TES)rinvenimento nel XVIII secolo di ripostiglio contenente anche monete AV di VI dC; arslan Repertorio, n. 1955.

Ravenna – RA (T)in scavi regolari 1854-5, tomba gota: 2 guarnizioni di sella costituite da 7 fasce d’AV databili al V-VI dC; viercK 1972; BierBrauer 1975, pp. 298-302; Goti 1994, pp. 193-4.

Ravenna, loc. Palazzette – RA (N)in T di VI-VII dC: 1 orecchino AR; Imola 1979, p. 36.

Reggio Emilia, Chiesa di Santo Stefano – RE (?)1963 nei pressi dell’abside: quattro tombe, da una 1 frammento B, un chiodo F; chiesi 1989, pp. 128.

Reggio Emilia, Via Cavour – RE (N/TES)ottobre 1957: in vaso (o tubo) di PB chiuso da piatto AR in scavi di abitazione roma-na materiali metallici databili al V-VI dC. Tesoro di monete e oreficerie: 2 coppe AR, fibula AV, 2 fibule AR dorato di V-VI dC, tre collane a maglie AV, 14 anelli AV di V dC (2 con monogramma), 1 anello AR rivestito AV, 2 pendenti dell’età di Teodorico AV, 3 pendenti AV tardoromani, 4 orecchini AV tardoromani, crocetta AV, fermaglio

139CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

AR, 2 bullae AV, 60 solidi AV della II metà del V dC (3 Marciano, 37 Leone I, 2 Zenone con Leone II, 17 di Leone, 1 di Basilisco e Marco), 1 scarabeo (?), 5 elementi collana AV, gancio collana AV, 1 fermaglio AV, due pinze (?), coppetta AV, 1 moneta AV tagliata in 7 pezzi, 33 pezzi di fusione AR, 10 ritagli di piatto AR; datazione V-VI dC; deGani 1959; BierBrauer 1975, pp. 198-204, 302-9; Goti 1994, pp. 202-7; chiesi 1989, pp. 122-7.

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Cairoli – RE (N)scavi 1947: 4 tombe con attribuzioni confuse; VI-VII dC. T1: Punta lancia F a foglia d’alloro, spillone B, bacile B con lettere greche sul bordo (parallelo con un esem-plare da Cividale): VI secolo. T2: crocetta AV, fibula staffa B laminata AR, puntale cintura AR, due rinforzi in AV per la spada, due falere per briglie AV-AR-B decorate con l’immagine di un cervo; piccola croce AV, puntalino AV: VII. 20 anni dopo il rin-venimento vennero consegnati anche 1 borchia AV a forma di croce, puntale fodero AV; Werner 1952, pp. 190-3; von Hessen 1966, pp. 402-4; von hessen 1974, p. 308; sturmann ciccone 1977, pp. 12-15, 26-7; chiesi 1989, pp. 128-30; Gelichi 1989, pp. 414-5; Longobardi 1990, p. 212; Flavia Regio 1993, pp. 35-6.

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Franchetti – RE (N)scavi 1958: 5 tombe di cui solo alcune con corredo; datazione VI-VII dC; T2: fibbia B: VI secolo. T4: spatha F, scramasax F, umbone scudo in F, fibbia cintura F: VI. T5: coltello F e una mazza F; chiesi 1989, pp. 130-1; Gelichi 1989, p. 414; sturmann ciccone 1977, pp. 15, 27-8; Flavia Regio 1993, pp. 36-7.

Rimini, loc. Sarzana – RM (N)scavi l979 in strato di demolizione su casa romana di I sec. dC: due sepolture, T1: coltello F e puntale di fodero F, moneta Gordiano Pio; T2: fibbia cintura B, coltello F, 5 punte di freccia F, acciarino F, databili al VII secolo; maioli 1983, pp. 151-60; maioli 1984, pp. 475-9; maioli 1988, pp. 353-5; maioli 1980; Gelichi 1989, p. 422, n. 19; maioli 1992a, pp. 230-6.

Rimini, Piazza Cavour – RM (TES)rinvenimento casuale in lavori edili 1961: tesoretto AR e B di VI dC; 2 fibule AR (1 dorata), 6 cucchiai AR, nettaorecchie B, ago B, pisside B, frammento specchio B; maioli 1992; Longobardi 2007, p. 185.

Rimini, area del Palazzetto dello Sport, RM (N/S)scavi l974-6: sporadici nel terreno: frammento croce in lamina AV databile al VII dC; maioli 1984, pp. 477-8; Gelichi 1989, p. 423, n.20; maioli 1992a, p. 218.

140 CAPITOLO III

Rimini, chiesa di San Lorenzo a Monte, area cimiteriale – RM (T)rinvenimento 1943: 2 orecchini B databili al VII dC; maioli 1984, p. 478; maioli 1992a, p. 228; Possenti 1994, p. 94.

Rimini, Palazzo Diotallevi – RM (S)rinvenimento anni ’80: bottiglia in lamina B; maioli 1992b, p. 287.

Rimini, letto del Fiume Marecchia – RM (S)– secchio B di età probabilmente altomedievale; maioli 1992b, pp. 287, 291.– fibbia a placca B; maioli 1992b, pp. 295-6.– encolpio a ciondolo B; maioli 1992b, p. 300.

Rimini, letto del Fiume Marecchia, Villa Zavagli – RM (S)encolpio a ciondolo B; maioli 1992b, p. 300.

Rimini, Mercato Nuovo – RM (T)scavi l937, corredo tomba di VI dC: 2 fibbie cintura B, 1 placca cintura B, 1 puntale cintura B, estremità fodero B; maioli 1992a, pp. 224-6.

Rimini, Palazzo Gioia – RM (T)scavi l956, corredo tomba di VI dC: 1 fibbia cintura B, 1 borchia B; maioli 1992a, pp. 221-4.

Rimini, presso Vecchio Museo – RM (?)senza notizie rinvenimento: pinzette B di VI dC, 1 nettaorecchie B di VI dC, 1 cion-dolo B di VI-VII dC, 1 orecchino B di V-VII dC, fibula B di VI dC, fibula B VI-VII dC, fibbia cintura B di VI-VIII dC, puntale cintura B di V-VII dC, puntale B di VII dC, ciondolo B di VI dC, ciondolo B di VI-VII dC, oggetto PB forse di VII dC; maioli 1992b, passim.

Rolo, loc. Strada Bedollo – RE (N)necropoli longobarda ritrovata nel 1872 vicino a 3 tombe romane; T1 di VII dC: 2 coltelli F, scramasax F con impugnatura intarsiata d’ AR, fibbia B, punta freccia F, punta lancia F; attorno alle tombe, fuori contesto: armilla B, armilla F, puntale cintura B, fibbia cintura B databile al VII; sturmann ciccone 1977, pp. 18-9; chiesi 1989, pp. 137-8; Gelichi 1989, p. 417, n. 9; Flavia Regio 1993, p. 50.

Sabbione – RE (S)sperone frammentario F databile tra 625-650 dC; sturmann ciccone 1977, p. 20; chiesi 1989, p. 138; Gelichi 1989, p. 417; Flavia Regio 1993, p. 48.

141CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

S. Cesario, greto del fiume Panaro – MO (TES)in pozzo romano (riutilizzato in epoche successive) deposito di materiali datato inizi VII secolo dC, scavo 1978: 1 pentola B, 2 zappe F, 1 vanga F, 1 gancio F, 1 paiolo B, 1 treppiede F; maioli 1979; maioli 1983.

S. Cesario, greto del fiume Panaro, propr. Cesari – MO (TES)senza precisazioni 1923: ripostiglio di 6 frazioni siliqua AR di tardo V- VI dC (5 Zenone/Odoacre; 1 Teodato?); maestri 1927; arslan Repertorio, n. 2010.

San Martino in Rio, via Marano loc. Fondo Colombarolo – RE (N)necropoli rinvenuta nel 1888 composta da 9 tombe: tra gli elementi di corredo una fibula F, e frammenti ed oggetti in F non meglio descrivibili; chiesi 1989, p. 138.

San Polo d’Enza, loc. Pontenovo – RE (N/T)rinvenimento casuale di necropoli giugno 1993?: dalle tombe danneggiate nel ritro-vamento si segnalano alcuni coltelli F di VII dC; Flavia Regio 1993, p. 46.

San Polo d’Enza, territorio – RE (N/T)da dati d’archivio del XIX secolo: coltello F, anellino B; Flavia Regio 1993, p. 46.

S. Sofia, loc. Chiesa di Sopra – FO (N)necropoli indagata nel 1984, solo 5 sepolture di VI dC scavate scientificamente, solo 2 con corredo; T1: orecchino AR; T2: 2 orecchini B; maioli 1984, p. 471; riemer 2000, pp. 372-3.

Sant’Ilario d’Enza, Chiesa Parrocchiale – RE (N)saggi 1880: 6 tombe su file. T1 tomba romana V-VI dC con 2 monete non leggibili di III secolo dC, anello B; T2 longobarda di VII dC: coltello F, fibbia B, placca cin-tura B. T3: fibbia cintura B di VII dC. Dalle altre sepolture, non distinte: 2 speroni F, fibbia cintura ed elementi B. A questi elementi si aggiunge una placca di cintura B di VII dC; sturmann ciccone 1977, p. 17; chiesi 1989, pp. 132-3; Gelichi 1989, pp. 415-6; Flavia regio 1993, p. 41; riemer 2000, pp. 366-7.

Sant’Ilario d’Enza, loc. Fiastri – RE (?)rinvenimento del XIX secolo conservato al Museo Chierici: fibbia triangolare B di VII dC; Flavia Regio 1993, p. 42.

Sant’Ilario d’Enza, loc. Chiavicone – RE (T)recupero 1992: 3 inumati in T1 ciascuno con elementi di corredo. 2 fibbie cintura F, 2 coltelli F; Flavia Regio 1993, p. 42.

142 CAPITOLO III

Sant’Ilario d’Enza, territorio – RE (?)materiale conservato nei Civici Musei di Reggio: 1 fibbia rotonda B di produzione romana ma ampiamente diffusa in necropoli longobarde; sturmann ciccone 1977, pp. 22, 39; chiesi 1989, p. 133; Flavia Regio 1993, p. 42.

Sasso Marconi, loc. Sirano – BO (T)ritrovamento casuale 1914 del VII dC, anello sigillo AV; neGrioli 1914, pp. 443-4 ; von hessen 1982a, p. 312; Gelichi 1989, pp. 420-1, n. 16.

Scandiano, loc. Fallegara – Madonna della Neve – RE (S)senza precisazioni 1 puntale di cintura IV – V dC; lasaGna Patroncini 1990, p. 313; Flavia Regio 1993, p. 49.

Spilamberto, greto del fiume Panaro, Villa Corticella – MO (TES)in pozzo romano (riutilizzato in epoche successive) deposito di materiali datato fine VI-VII secolo dC, scavo 1979: 1 moneta B (età imperiale?), 1 ascia F, 1 gancio F, 1 attrezzo F, 1 armilla B, 3 fasce F, 1 elemento PB (piede per cottura vasi); ParmeGGiani 1983; Tesori 2004, p. 185.

Vecchiazzano – FO (N)necropoli distrutta nel 1884 da cui fibbia cintura gota AR dorato, broccato AV, orecchi-no B, ago crinale B, elemento cintura B; maioli 1989, pp. 247-9; Goti 1994, p. 185.

Verucchio, fondo Lavatoio – FO (T)rinvenimento 1894 di 3 orecchini B in contesto più antico; riemer 2000, p. 373.

Via Romea, “Insula Silva”, Vaccolino – FE (N)necropoli altomedievale da cui 1 fibula AV di VII dC; Patitucci uGGeri 1975; Gelichi 1989, p. 151 nota 5.

Vicofertile, strada Martiri della Liberazione – PR (N/S)in lavori edili 1997-98: area insediata e cimitero. Da una T: 1 anello B; catarsi dall’aGlio 2000a.

Vigolzone, Borgo di Sotto, area Celaschi – PC (N)da segnalazioni scavo nel 1995 di necropoli con alcuni oggetti di corredo riferibili al VI secolo dC: da una T 2 coltelli F; saronio 1997.

Voghera, loc. Voghenza – FE (N)saggi di scavo in necropoli di 48 sepolture datata al VI-VII dC: orecchini, collane, anelli, spilloni; Berti 1990.

143CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.6. FRIULI VENEZIA GIULIA

Ampezzo, colle Savia – UD (N)1912, 4 tombe: 4 anello B, 6/7 armille B, 2 balsamari; toller 1963, pp. 19-20; brozzi 1986, p. 296, n. 7.

Ampezzo, colle Mulentet – UD (N)1962, 4 tombe datate al VI-VII dC con 2 coltelli, 1 lama forbici, frammento B arcua-to. Da altre 3 tombe un passante di cintura, un pugnale «relativamente recente», un bracciale, un coltello, frammenti filiformi ad arco e di bronzo. toller 1963, p. 21; brozzi 1986, p. 296, n. 7.

Aquileia, loc. Monastero – UD (S/T)senza precisazioni ma ante 1900: 2 fibule AR dorato, 1 fibbia cintura AR dorato, databili al V-VI; fibule ad arco, fibule zoomorfe, fibule a braccia uguali, databi-li al VI-VII; fuchs-Werner 1950, passim; BierBrauer 1975, pp. 255-7; BroZZi 1976, pp. 508-11, 513-4; BroZZi 1972, p. 41; brozzi 1986, p. 307, n. 58; Goti 1994, pp. 183-4.

Aquileia, via Roma – UD (S)da saggi di scavo del 2000 rinvenimento di una tomba datata al V-VII dC: borchiette del pettine in F, 1 armilla F, 1 coltello F, forse 1 ago crinale (?); BorZacconi-tiussi 2000.

Aquileia – UD (M)senza precisazioni XIX secolo: 1 AR carolingio di Venezia (820 ca.); schWeitZer 1848, p. 58.

Attimis, Chiesa di San Giorgio – UD (S)in indagini archeologiche del 2000: ½ siliqua gota di Vitige, 1 punta di lancia F, 1 ascia F; databili VI-VII dC; Buora-villa 2000.

Bagnaria Arsa – UD (N)necropoli di circa 10 tombe di VII dC; T1: fibbia B, pendente B, coltello F; T2: anello F; T4: ago crinale B, armilla B; T6: maglia catena B, acciarino F, chiodo F; T8: ago crinale AR; T9: 2 coltelli F, fodero coltello F; fibbia B; 2 elementi cintura B, fibbia F, acciarino F, pendente B; T10: armilla F; T11: spillone B; loPreato 1991.

144 CAPITOLO III

Basiliano, loc. Basagliapenta – UD (T)1848, certo da tomba di VII dC 1 crocetta AV, anello con scritta EMMANVEL e GVDESTER; brozzi 1977; brozzi 1986, pp. 303-4, n. 40.

Basiliano, Chiesa di San Marco – UD (N)1987-8: scavo archeologico di 4 tombe longobarde da cui coltelli (F), linguelle age-minate (?), speroni (?), fili di broccato AV; miraBella roBerti 1988; Buora 1990, p. 104.

Basiliano, loc. Vissandone – UD (T)1998: scavo archeologico di tomba longobarda databile al VI-VII dC da cui 1 coltel-lo F; Buora 1987, pp. 127-31; Buora 1988.

Bertiolo, Chiesa SS. Trinità – UD (N)in scavi archeologici anni ’80 necropoli adiacente la chiesa databile al VII secolo dC. T2: 2 coltelli (F); T4: orecchino AR; loPreato 1988.

Bertiolo, fraz. Virco – UD (N)1879: rinvenimento da tombe di 3 coltelli F con codolo; BroZZi 1972, p. 43; BroZZi 1976, p. 515; BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 304, n. 43.

Buja, loc. Collosomano – UD (T)– 1880, da ricca tomba di fine VI-inizi VII crocetta aurea del tutto simile (stesso

aurifex, stesso foglio d’oro) a quella trovata a San Salvatore di Majano; BroZZi 1978, p. 39; brozzi 1986, p. 295, n. 14; Buja 1993, p. 75.

– 1899, senza ulteriori specifiche: umbone F, punta lancia F, coltello (F) ; BroZZi 1981, p. 64; brozzi 1986, p. 295, n. 14.

– senza data e senza ulteriori specifiche: crocetta AV, forse la stessa del 1880?; fuchs 1938, p. 68; brozzi 1986, p. 295, n. 14.

Buja, San Lorenzo – UD (N)indagini archeologiche anni 1980-1982: in tomba di VII dC 1 fibbia B (agemina AV?) con chiodini del rimanente fodero di coltello (assente), forse corredi in area cimiteriale certamente due orecchini B; moreno Buora 1983; BroZZi 1986, p. 308; Buja 1993, p. 77.

Caneva, loc. Stevenà – PN (N)scavi 1984-6 in necropoli, da 4 tombe datate al VI-VII dC; T1: fibbia F, coltello F; T2: coltello F; T3: coltello F, armilla B, fibbia (B); BroZZi 1985; rosada-riGoni

145CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1988, pp. 306-7 e nota 111; riemer 2000, pp. 323-4.

Casarsa, loc. San Giovanni – PN (T)da tombe, dal 1956: prima metà VII. Guarnizioni di cintura (B?), fibbia a testa di cavallo con borchie (B?), sax F, coltello (F); Buora 1980, p. 67; BroZZi 1981, p. 73; brozzi 1986, p. 303, n. 38.

Cividale, territorio? – UD (S)– rinvenimento senza precisazioni: 2 orecchini AR di VI-VII dC ; Possenti 1994,

p. 59.– notizia di rinvenimento di tremisse longobardo; liruti 1749, pp. 5-6.

Cividale, ex proprietà Brosadola – UD (S)rinvenimento nel 1819 in scavi di 1 moneta AR riconosciuta come longobarda; Passera 2007, p. 208.

Cividale, ex proprietà Claricini – UD (S)rinvenimento nel 1819 in scavi di 1 moneta AR riconosciuta come longobarda; Passera 2007, p. 208.

Cividale, palazzo Pretorio – UD (S)da scavi negli anni 1980s: 2 staffe F di VII dC, 1 F da cavallo; Longobardi 1990, p. 467-8.

Cividale, loc. San Pantaleone, collina di San Mauro – UD (N)scoperta casuale di tomba femminile nel 1886, scavi organizzati nel 1994-6, 1998, individuate 79 sepolture (22 di età longobarda): T1 (570 ca.): 1 crocetta AV, 1 tre-misse barbarico AV per Giustiniano (527-65 dC), 1 fibula a S AR dorato, 1 fibula a staffa AR dorato; T2 (fine VI – inizi VII): 1 umbone F, framm. imbracciatura F, ribat-tini F/B, 1 spatha F, 1 fibbia AR, 3 placche AR, 3 placchette cintura B, 1 placchetta AR, 1 placchetta AR/B, 2 fibbiette AR, 1 scramasax F, 1 cuspide lancia F, 1 anello digitale AR, 1 cesoia F, 2 coltelli F, 1 attrezzo F, 1 lamina F, 1 acciarino F, 1 spillo acciarino F, pinzetta B, 1 dischetto F, 1 laminetta AR, ½ follis Giustiniano I (post 536, zecca Ravenna o Roma), 1 solido barbarico AV Giustiniano (538-65 dC); 1 an-toniniano (?) AE (II metà III dC), 1 follis fel temp reparatio AE (348-55 dC), 1 follis VOT/V AE (383-92 dC), 2 pesi B (non riconducibili a monete, uno pesa g 1,77, l’altro g 51,06), 1 peso PB/pseudomoneta g 3,76; T21 (570 ca): 2 fibule staffa AR dorato/F, 2 fibule S AR dorato/F, 1 ago crinale AR, 12 pendagli AV, 2 placchette B, 1 fibbia B, 6 guarnizioni cintura AR, 1 placchetta B, 1 ardiglione B, 1 oggetto inde-

146 CAPITOLO III

finito B, 1 coltello F, 2 guarnizioni fodero coltello AR, 1 padello B, 1 cesoia F con 2 placchette AR, 1 placchetta AR, 1 fibbia AR, 2 borchiette AR, 2 lamine F, 1 oggetto indefinito F, 1 gancio F, 8 asticelle F, 1 lamina F, 2 monete AE VICTORIAAVGGG (383-92 dC); T27 (570 ca): 2 fibule staffa AR dorato, 2 fibule S AR dorato, 1 ago crinale B, 1 fibbia F, 1 coltello F, 1 amuleto a disco B, 1 pisside B, 1 tremisse barba-rico Giustiniano (527-65 dC); T30 (570 ca): 1 umbone F, framm. imbracciatura F, 1 ribattino F, 1 spatha F, 6 placchette F con elementi B, 1 scramasax F, 1 lancia F, 24 frecce F, 3 puntali freccia F, 1 fibbia B, 1 coltello F, 1 puntale fodero F, framm lamina F, 1 asticella F, ribattini pettine B, 3 borchiette B, 1 armilla B, framm. AR indefiniti; T31 (570 ca): 1 armilla B, 1 coltello F, 3 anelli AR per collana, ribattini pettine 2 PB e 1 F, 1 placca cintura F; T33 (570 ca): 1 umbone F e 3 frammenti imbracciatura F, ribattini F, 1 spatha F, 1 placca F di cintura con ribattini B, 1 coltello F, 1 acciarino F, 1 spillo F, 1 borchietta B, 5 frammenti asticelle F; T34 (fine VI dC): 1 coltello F, 1 fibbia con placca B dorato, 1 controplacca B dorato, 1 puntale B forse dorato, 2 elementi F ageminato AR/B, 1 placchetta B, 1 placchetta F con elementi B, 1 moneta (antoniniano III-IV dC); T35 (670 ca.): 1 lancia F, 1 fibbia F, 1 placca F con 2 bor-chiette B, 1 fibbia B, 1 coltello, 1 chiave B, 6 borchiette B, 1 laminetta B; T39 (670 ca): 2 fibule staffa AR dorato/F, 1 fibula S AR dorato, 1 ago crinale B, 10 pendagli collana AV, 1 anello digitale AR, 1 fibbia cintura B, 1 amuleto a disco B, 1 spada da tessitura F, 1 coltellino F, 1 cesoia F, framm. custodia cesoie (?) in F, 1 manico recipiente F, framm. guarnizioni cintura AR; T41 (fine VI – inizi VII dC): 1 umbone F, imbracciatura F, 2 frecce F, 1 ribattino F, elementi arma F, 5 placche cintura F age-minato AR, 2 speroni F ageminato AR, 1 fibula AR dorato, 1 crocetta AV, pettine con 2 perni F, 4 guarnizioni AR; T43 (670 ca) tomba cavaliere e cavallo: 1 umbone scudo F, 1 imbracciatura F, 8 ribattini F/B, 1 spatha F, 1 puntale spatha B, elemento fodero F, 1 fibbia F con ribattino B, 1 controplacca F con ribattino B, 3 placchette F con 2 borchiette B, 1 scramasax F, 1 lancia F, 1 freccia F, 1 gancio faretra F, 1 fibbia F, 2 falere F, 2 fibbiette F, 2 borchiette F, 1 morso F, 1 fibbietta AR, rinforzi di fodero AR, 1 cesoia F, 1 pettine con elementi F, 1 scalpello F, 1 bulino F, 3 attrezzi F, 2 coltelli F, 2 elementi B, 5 verghette F, 1 oggetto indefinito F, 2 frammenti lamina F, 1 borchia F, 1 peso B con inciso N (Nomisma, 4,03 g), 1 moneta AR barbarica ¼ siliqua con chrismon; T44 (fine VI – inizi VII dC): 7 ribattini B dell’umbone, 1 puntale cintura AR, 7 elementi cintura F ageminata AR, 20 placchette cintura F ageminato AR, 1 puntale cinghia F ageminato AR, 1 fibbia F con ribattini B, 1 morso F con ribattini B, 1 morso F, 5 frecce F, 1 coltello F, 1 cesoia F, 1 placchetta B, 1 anellino F, 2 ver-ghette F, 1 maglia F; T50 (fine VI – inizi VII dC): 1 anello AR, 1 fibbia F, 1 fibbia F ageminata AR, 1 fibbietta B, 1 puntale B, 1 borchia F ornata d’AR, 3 borchie B, 1 coltello F, 1 pettine con elementi F, 1 moneta AR bizantina (quarto siliqua Giustino II, 565-78, Ravenna con chrismon); T51 (570 ca.): 2 fibule staffa AR dorato/F/B, 2 fibule S AR dorato/F, 1 ago crinale B, 3 pendagli AV, 1 fibbia F, 8 framm. guarnizioni

147CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

cintura AR, 2 guarnizioni fodero coltello AR, 1 puntale fodero AR, 2 puntali B, 1 cesoia F, 3 monete AV barbariche (tremissi stile Giustiniano 527-65 dC con identità di conio); T52 (570 ca.): umbone F, imbracciatura F, 1 spatha F, 1 fibbia F, 1 placca F, 1 acciarino F, 7 lamine F, 1 spillo F, 1 guarnizione AR, 8 frammenti guarnizione AR, 1 bacile B, 1 anello B, 1 gancio F, 2 coltelli F, 2 oggetti indefiniti F, 1 filo B, 2 pesetti PB; T53 (610-620 ca.): 2 fibule staffa AR dorato/F/B, 1 coltello F; T54 (I metà VII dC): 1 coltellino F, 1 ghiera B; T55 (570 ca.): 1 umbone F, 1 imbracciatura F e 6 ribattini F, 1 spatha F, 1 scramasax F, 1 fibbia F, 1 fibbietta F, 1 acciarino F, 1 pettine con perni F e B, 1 morso F, 1 borchietta B, 1 oggetto indefinito F, 50 framm. lamina F, 1 borchia F, 1 oggetto indefinito F; T56 (570 ca.): 1 fibula S AR dorato F, 1 ago crinale B, 2 pendenti AV, 1 fibbia F, 1 coltellino F; T57 (675-750 ca.): 1 fibbia F, 1 placca da borsa F, 1 acciarino F; T78 (570 ca.): umbone F, imbracciatura F, 2 ribattini F, 1 spatha F, 2 elementi rinforzo fodero spatha B, 1 fibbia F, 1 placca F, 1 anello di fibbia F, 1 cesoia F, 2 coltelli F, 1 pinzetta F, 1 fibbietta B, 1 acciarino F, 2 borchiette F, 1 verghetta F, 1 lamina F; sporadici: doppia borchia AV/AR, 2 cuspidi lancia F, 1 cuneo F, 2 aghi crinali B, 2 orecchini B, 1 pendaglio B, 1 guarnizione B, 2 borchie B, 1 ribattino PB, 1 amuleto PB, 1 laminetta B, 1 anello B, 1 fibbia F, 1 fibbia B, 1 peso B quadrato; Bernardi-drioli 1979, p. 18, n. 7; fuchs 1938, n. 11; BroZZi 1971a, pp. 124-5 e 128; ahumada silva 2010.

Cividale, Chiesa di San Giovanni Battista – UD (?)rinvenimento non precisato di elemento databile al VII dC: 1 crocetta AV, 1 disco lamina AV; Longobardi 1990, p. 462.

Cividale, Piazza Duomo – UD (S)rinvenimento casuale 1819 di linguella di cintura F databile al VII dC; Longobardi 1990, p. 105, n. II. 4.

Cividale, loc. Gallo – UD (N)– necropoli complessivamente composta da circa 22 sepolture scoperte e scavate

sin dal 1821, poi 1908, 1949-51, databile a fine VI dC; Tomba A: 1 crocetta AV, 2 passanti cintura AR, 1 puntale AR, 1 fibbia AR, 1 fibbia B, 1 laminetta B, 1 bacile copto B, 1 spatha F, 1 forfex F, 1 umbone F, 2 frammenti bracchiale F, 1 morso cavallo F, 1 coltello F, 1 punta lancia F, 10 elementi di cintura F; Tomba B: 1 coltello F; T1: 4 cerchi per borsa B, 1 fibbia (B), 1 fibbia B, 1 ago crinale B, 1 piccola piastrina B, 1 spatha F, 1 coltello F, 1 bracciale F; T2: 1 spatha F, 1 punta lancia F, 1 umbone F, 1 bracchiale scudo F, 2 coltelli F, 1 placchetta F con borchiette; T3: 1 fibbia F, 12 elementi F non definibili; T4: 4 fibule AR dorato e F, 1 coltello F; T5: 4 fibule AR dorato e F, 1 fibbia F, 1 anello AR, 1 anello B,

148 CAPITOLO III

1 orecchino B, 1 fibbia (F?), 1 coltello F, 1 bacile B, 1 spirale AR, 1 cerchietto B, 1 disco B, 1 lucchetto F, 1 disco forato B, 1 forcella AR, 10 laminette AR, 4 ciondoli AV con appiccagnolo; T6: 1 fibbia ovale B, 2 coltelli F, 1 chiave F; T7: 1 coltello F, 1 fibbia F, 1 braccialetto B, 4 anellini B, 1 frammento decorativo B; T9: 4 fibule AR dorato e F, 1 ago crinale B, 2 piastrine B, 1 cerchietto B, 20 laminette AR decorazione della borsa, 1 piccola spatha F, 1 braccialetto F, 1 anello con gancio F; T12: 1 lama coltello F, 1 fibbia B; T13: 1 spatha F, 1 lancia F; T14: 1 cuspide lancia F, 1 frammento umbone F, 9 frammenti spatha in F, 8 punte freccia F, 3 frammenti del bracchiale F, 7 frammenti lancia F, 1 morso cavallo F, 2 fibbie ovali F, 1 coltello F, 1 placchetta F con 3 borchiette B, 1 fibbia B, 1 fascetta B, 21 frammenti B non precisabili, 1 piastrina F; T15: 1 spatha F, 1 punta lancia F, 1 umbone scudo F, 1 coltello F, 1 bracchiale scudo F, 1 fibbia F, 9 frammenti F non determinabili; BroZZi 1970; BroZZi 1974-1975, c. 743; melucco vaccaro 1982, p. 88; ahumada silva 2008; Bertolini 2017, pp. 243-5.

– scavi archeologici emergenza 2008, 2010: T10: 1 coltello F di VII dC; BorZacconi 2012, p. 62.

Cividale, fuori Porta San Giovanni – UD (S/N)– rinvenimento nel 1886 di fibula AR databile al V dC; Longobardi 1990, p. 105,

n. II.5.– senza specifiche: bacile B di VII dC; Longobardi 1990, pp. 375, n. X. 19.

Cividale, via Roma – UD (N)rinvenimento casuale 1917 di T da cui sax (F) ed altro, disperso; BroZZi 1974-1975, c. 745.

Cividale, loc. San Giovanni-Cella – UD (N)necropoli romana e longobarda indagata sin dal 1817: corredi rimescolati; nel 1916 altri scavi di 277 tombe di cui solo 127 longobarde, e solo 47 con corredo; solo una tomba databile al VII dC distinta: 1 bacile B, 1 disco AV bratteato, 1 crocetta AV, 1 puntale AR; melucco vaccaro 1982, pp. 86-90. Reperti indistinti scavi 1821-22: 2 fibule AR dorato; T12: 2 fibule B dorato, 2 fibbie B, 1 fibbia AR, 1 anello F, 2 tre-missi AV (imitazioni barbariche di Giustino, 565-78 dC); Longobardi 1990, p. 364. T32: 2 fibule AR, 2 fibule AR dorato; T102: 2 fibule AR dorato, 2 chiavi B; T105/A: 1 fibula AR dorato, 1 fibula AR con impressa la riproduzione di 1 moneta di Lucilla, 1 guarnizione per cintura AR, 1 fibbia AR, 1 amuleto cristallo e B, 1 ciondolo con fascette B, T125/142/143: orecchini a globulo poliedrico AR, datazione al VI-VII dC; anche 1 aureo assegnato a Giustino e Giustiniano (518-38) e 15 tremissi d’imita-

149CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

zione; fuchs-Werner 1950; Brozzi 1964; brozzi 1976, p. 512; Possenti 1994, p. 59; Passera 2007, p. 208.

Cividale, loc. San Stefano «in Pertica» – UD (N)In Borgo San Pietro, scavi anni 1960; datazione II metà VI-VII secolo; T1: 1 croce AV, 1 fibula con controfibula AV, 2 linguette AV, guarnizioni AV per cintura (tutti i reperti dello stesso orafo), 1 bacile B; T2 (inizi VII dC secondo Possenti 2004, p. 124): 1 crocetta AV, tracce di fili AV, fibula completa in peltro (AR/B); T3: 1 cro-cetta AV; T4: 1 crocetta AV; T11 (inizi VII dC secondo Possenti 2004, p. 124): fili AV, 1 croce lamina AV, 1 bacile B; T12: 1 crocetta AV, sette bottoni a forma di man-dorla AV, completo per cintura AV, 1 bacile B; T13: 1 crocetta AV; Scavi 1987-8: T16 (VI sec dC): 1 armilla B, 1 fibbia B; T17 (I metà VI sec dC): 1 fibbia B ; T18 (VI-VII sec dC): 1 umbone scudo F, 4 framm. imbracciatura, ribattini e sbarretta F, 1 cuspide lancia F, 1 scramasax F, 1 spatha con pomolo F, 3 fibbie F e 6 elementi F della cin-tura, 1 guarnizione B, 1 chiodo F; T21 (VI-VII sec dC): 1 fibbia F, 1 coltello F; T22 (VI-VII sec dC): 1 fibbia F; T24 (VI-VII sec dC): 1 crocetta AV, 1 bacile copto B, 1 ascia F, 1 lancia F, 2 coltelli F, 1 cesoia F, 1 umbone con elementi F, 1 cerniera F, 6 framm. di rinforzo fodero spatha F, 1 spatha F, 8 elementi di cintura F decorato AR e Ottone , 3 fibbie con placca B decorato AR, 1 ribattino AR, 1 linguetta R, 2 fibbie F, 2 laminette B, 1 lamina B decorato AV, 1 acciarino F, 1 piastra B, 1 borchia F, 1 moneta AE3 di IV sec. dC, 1 barretta F, 1 laminetta F, 1 verga F, 1 asta F, 8 chiodi F; T25 (VI-VII sec dC): 1 coltello F; T26 (ultimi decenni VI dC): fili AV decorativi veste; T27 (fine VI- inizi VII sec dC): 1 crocetta AV, 1 fibula staffa AR decorato AV e F, 1 fibbia F, 1 coltello F; T28 (I metà VII sec dC): 1 fibbia F, 1 coltello F; T31 (II metà VI – I metà VII sec dC): 2 orecchini AR, 1 armilla F, 1 ardiglione F, 1 coltello F, 1 elemento F; T37 (II metà VI-VII sec dC): 1 armilla F; T38 (II metà VI-VII sec dC): 2 orecchini B, 1 coltello F, 1 ago F, 5 elementi F; T42 (VII sec dC): 2 armille B, 1 lamina F. Sporadico: 1 ascia F (V-VIII sec. dC). NB: i bacili B sono dello stesso artigiano; muTinelli 1961, pp. 147-8; BroZZi 1961; melucco vaccaro 1982, p. 88; ahumada silva 1990, pp. 21-97; Bertolini 2017, pp. 245-7.

Cividale, piazza delle Donne – UD (T)scavi ottocenteschi tomba detta “di Gisulfo” databile al VII dC: 1 crocetta AV, fram-menti di AV (ornamento della veste), 1 anello AV con moneta Tiberio (14-37 dC), guarnizione AV, 3 guarnizioni B dorato, 1 fibbia B, 1 linguella AR, 1 ardiglione di fibbia B, 2 speroni AV e AR, 1 umbone F con decorazione centrale B dorato, impu-gnatura scudo in F con decorazione B, 8 chiodi F, 1 coltello F, 1 punta lancia F, 1 elemento F (elsa spada?); BroZZi 1980a; Longobardi 1990, pp. 470-4.

150 CAPITOLO III

Cividale, ex piazza Fontana – UD (S)rinvenimento nel 1819 in scavi di 2 monete, 1 AR assegnabile forse ai Longobardi, e ½ follis bizantino di Eraclio I (610-41 dC); Passera 2007, p. 208.

Cividale, loc. Tomba del Collegio – UD (S)rinvenimento nel 1818 in scavi di 1 B bizantino (Giovanni Zimisce, 969-76 dC); Passera 2007, p. 208.

Cividale, Stazione ferroviaria – UD (N)– necropoli scavata in più tempi sin dal 1818; T1: crocetta AV, databile al VI-VII

dC; BroZZi 1974-1975, cc. 743-4.– da tomba anche bacile B; Longobardi 1990, p. 375; carretta 1982, n. 7.

Cividale, Tempietto Longobardo/Monastero di Santa Maria in Valle – UD (S)1917-8 circa: reperti da scavi. 1 fibbia F ageminata d’AR; BroZZi 1981a, p. 27.

Cividale, loc. Purgessimo – UD (S)1886, punta lancia F datata VI-VII dC; brozzi 1986, p. 302, n. 33; BroZZi 1981, p. 68.

Cividale, loc. Castello di Guspergo – UD (S)– senza precisazioni: punta lancia F; Longobardi 1990, pp. 465-7.– rinvenimento 1821 di 2 monete B riconosciute come longobarde; Passera 2007,

p. 208.

Cividale, loc. Grupignano, loc. Basso – UD (T)scavi Della Torre 1826: tomba di VII dC: 2 incudini F, strumento F, 1 fibbia AR, fram-menti di orecchini (?); BroZZi 1961, p. 14; BroZZi 1974-1975, c. 746; Longobardi 1990, p. 372.

Cividale, Monte Barda – UD (M)rinvenimento in sondaggi archeologici nel 1912 di 1 aureo di Giustiniano I (527-65 dC); ruPel 2005, p. 74.

Cividale, Monti Barda e Roba – UD (M)rinvenimento non precisato di “monete bizantine”; ruPel 2005, pp. 74-5.

Cividale, Chiesa di San Martino – UD (N)notizia da archivio del rinvenimento nel 1661 di 2 tombe; T1: elmo con gioielli AV, asta borchiata F dorato, fili AV; T2: 1 crocetta AV, 1 moneta moderna; BroZZi 1984, p. 45; Brozzi 1986a, p. 244.

151CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Cividale, Chiesa di San Giovanni in Valle – UD (T/S)notizia da archivio: nel 1750/1 rinvenimento di 3 arche in pietra; T1: resti di fili AV e 4-5 crocette AV; T2: 5 crocette AV, 1 scudetto AV con figura di cervo, 1 calice (?), 1 piatto AR; T3: 1 crocetta AV; BroZZi 1984, p. 45; Brozzi 1986a, pp. 246-7.

Cividale, fondo Zurchi – UD (T)da tomba scavata nel XIX secolo: falere delle briglie B dorato, 1 falera delle briglie AR, 1 morso equino F e B dorato, 1 bacile B databile al VII dC; carretta 1982, n. 17.

Codroipo, p.zza Garibaldi – UD (N)1956, tombe VI-VII dC da cui 1 umbone F, sax (F) con parti in B, coltello (F); BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 303, n. 39.

Cordenons, loc. Case Bicon – PN (N)necropoli (tardoantica?) di circa 10 fosse, da un’inumazione a cassa di laterizi un dupondio di Traiano posto nella bocca del defunto, da altre tombe qualche moneta e braccialetti non meglio precisati; di raGoGna 1963, pp. 68-72; onGaro-de Piero 1992, pp. 48-54; Antichità e altomedioevo 1999, p. 61, n. 1.

Cordenons, loc. Angora e Foradoris – PN (N)da 4 inumazioni (anni 1950s) una fibula a disco in R di VII dC, occhiello con placca di fibbia per cintura, pugnale, grossa lama B, braccialetto; di raGoGna 1963, pp. 72-5; onGaro-de Piero 1992, pp. 63-70; Antichità e altomedioevo 1999, p. 61, n. 2.

Cormons, fraz. Giassicco – GO (S)1882 in cava di ghiaia tre coltelli in F datati al VI-VII dC simili a quelli del sepolcre-to di Farra d’Isonzo; brozzi 1976, p. 514; BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 304, n. 42.

Corno di Rosazzo, fraz. Visinale dello Judrio – UD (N)senza ulteriori specifiche, tombe VII dC da cui coltelli (F), punte lancia (F), parte di scudo F; BroZZi 1981, p. 69; brozzi 1986, p. 304, n. 41.

Erto, loc. Cjampuz – PN (T)1958: da tomba, nel corredo 1 coltello F, 2 braccialetti B, 2 orecchini a globulo po-liedrico B datati al VI-VII, 1 frammento di orecchino B, 1 anello B; brozzi 1976, pp. 512, 514; BroZZi 1972, pp. 44-5; brozzi 1986, p. 295, n. 12.

152 CAPITOLO III

Erto, loc. Le Vare – PN (N)rinvenimento casuale 1977 tombe datate al VI-VII dC da cui 2 orecchini B, 2 brac-cialetti B, 3 coltelli F, frammento orecchino B, 1 fibula B, anellino B; BroZZi 1972, p. 45; brozzi 1986, p. 295, n. 12; Longobardi 1990, pp. 444-51; riemer 2000, p. 323.

Fagagna, loc. Ciconicco – UD (T)1878: da tomba spatha F e coltello F di VII dC; BroZZi 1980, nota 2; BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, p. 298, n. 24.

Fagagna, fraz. San Vito, loc. Batteana, propr. Lauzzana – UD (N)rinvenimento casuale di 11 tombe nel 1949 e nel 1962: da Ta: 1 fibula B, 2 guarnizio-ni cintura B, 1 borchietta B; da Tb: 1 punta freccia F, 1 sax F, 1 coltello F, 3 piastrine F ageminato AR, pezzi astuccio F ageminato AR e dalle vicinanze 2 coltelli F, 3 punte freccia (F), 1 fibula F, 1 chiodino B e inoltre, senza divisioni: 3 spathe F, 2 sax F, 5 coltelli F, 3 punte lancia F, 2 punte freccia F, 5 linguelle cintura B, 1 guarnizione B ageminata d’AR, 13 guarnizioni di cintura B, 1 nettaorecchie B, 3 borchiette B, anello di cintura B, 6 fibbie B, 1 umbone F, 1 astuccio F/AR, 2 piastrine F agemina-to AR, 1 fibula (?); datazione al VII dC; someda de marco 1951-1954, pp. 18-20; BroZZi 1980a; brozzi 1986, p. 298, n. 24.

Fagagna, loc. Valle – UD (N)marzo 1781, scoperta di necropoli di età longobarda da cui coltelli F; Buora 1981, pp. 31, 36-7.

Farra d’Isonzo, Monte Fortin, loc. Mainizza – GO (N)– gennaio 1781, scoperta di necropoli di età longobarda: coltelli F, armille B, orec-

chini B; Buora 1981, pp. 30-6.– 1933-42: T1: frammento coltello (F) con codolo; T2: frammenti di coltello (F);

T3: 2 coltelli (F); T5: 2 coltelli a codolo (F); T7: 2 coltelli (F), 1 oggetto F d’uso non identificabile (orecchino? chiodo ?); T9: frammenti coltello (F) con riccio-lo; T11-13: 3 orecchini B; datazione al VI-VII dC; brozzi 1969; brozzi 1976, pp. 513-4; brozzi 1986, p. 306, n. 51; Riemer 2000, pp. 308-9.

– altre tombe rinvenute e scavate nel 1989-1991; T46: 1 coltello F, 1 ago F datati VI-VII dC; T71: 1 bracciale B, VI-VII dC; T72: 1 cintura di sospensione B datata al VII dC; T84: 1 elemento AR; T90: 1 elemento AR; T98: 1 moneta (B) di III secolo assegnata a Gordiano Pio; T99: 1 elemento AR; materiale senza precisa-zione: 1 coltello F, 1 anello B con filo AV, 1 fodero di coltello B datati al VIII; deGrassi-maselli scotti 1989; deGrassi 1991; deGrassi 1994.

153CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Fontanafredda, zona Talmassons-Vigonovo, loc. Madoneta – PN (T)anni 1950s: tomba alla cappuccina con spada (F); moret 1998, p. 53; Antichità e altomedioevo 1999, p. 65, n. 15.

Fontanafredda, zona Talmassons-Vigonovo, loc. La Val – PN (S?)1984, fra embrici frammentati scramasax longobardo (F); negli anni 1940s: anche bottoni AV; Pes 1990, p. 13; moret 1998, p. 58; Antichità e altomedioevo 1999, p. 65, n. 15.

Fontanafredda, loc. S. Egidio – PN (N)1954, da sepolture terragne oggetti d’ornamento in B, AR tra cui 2 braccialetti data-bili all’età longobarda; Antichità e altomedioevo 1999, pp. 65-6, n. 16.

Forni di Sopra, loc. Andrazza, proprietà Cordonazzi – UD (T/N)– 1890, rinvenimento casuale di tomba databile al VI dC Notizie contraddittorie,

ma certamente fibula S in B; anche un disco forato (B?), un dischetto B ricoperto di lamina F, uno spillo B, un orecchino AR, un coltello (F); fuchs-Werner 1950, pp. 32 e 61; toller 1963, p. 18; brozzi 1986, p. 293, n. 6.

– 1896: 1 orecchino e 2 fibule (1 a S e 1 a testa di cavallo) datate al VII; toller 1963, p. 19; brozzi 1986, p. 293, n. 6.

Forni di Sopra, loc. Andrazza, proprietà Dalle Mule – UD (T)1899, rinvenimento casuale tomba databile al VI-VII dC da cui fibula S (B), un’asti-cella B; BroZZi 1981, p. 62; brozzi 1986, pp. 293-4, n. 6.

Gemona del Friuli, UD (T)1876, rinvenimento di coltello F da tomba, nessuna ulteriore notizia, datazione VI-VII dC; BroZZi 1981, p. 63; brozzi 1986, p. 295, n. 13; rosada-riGoni 1988, p. 312.

Gemona, fraz. Godo – UD (S)rinvenimento 1879 in luogo di necropoli romana: 2 orecchini (?) di età altomedieva-le; Coloni e legionari 1986, II, p. 15.

Gonars, loc. Cembri – UD (N)rinvenimento occasionale di necropoli nel 1948, datata al VI-VII: punte freccia F, 1 umbone scudo F, bracchiale scudo F, sax corti e sax lunghi, coltelli, punte lancia; BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 306, n. 50.

154 CAPITOLO III

Gonars, fraz. Fauglis – UD (T)in cava di ghiaia, tomba del VI dC da cui si recupera 1 umbone scudo (F); BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 306, n. 53.

Gorizia, fraz. Moraro, loc. Campo Sportivo – (N)1874: da necropoli di VII dC: 2 braccialetti B, 3 sax F di cui 1 con ghiera B, 12 col-telli F di cui 1 con tracce della ghiera B, 2 punte lancia F, 8 punte freccia F, 1 acciari-no F, 2 foderi sax F ageminato AR, 1 puntale arma non definibile in F ageminato AR, 1 fibbia F ageminata AR, 2 guarnizioni cintura F, 8 guarnizioni cintura B, 4 fibule B; Brozzi 1963; brozzi 1986, pp. 304-5, n. 45.

Gorizia, via Orzoni – (N)1943 rinvenimento casuale di due tombe di VII secolo da cui 2 sax (F), due spathe (F) e una punta di lancia (F); brozzi 1986, p. 305, n. 46.

Gorizia, territorio – (N)senza precisazioni: crocetta aurea longobarda conservata ai Musei Provinciali della città; fuchs 1938, p. 68; brozzi 1986, p. 305, n. 46; ahumada silva 1991.

Invillino, Colle Santino – UD (S/N)indagini archeologiche 1965-70 in abitato e necropoli con continuità I-VII dC: per il periodo I-IV soprattutto monete (anche dupondius Tito, Antonino Pio, Marco Aurelio) di III secolo (Alessandro Severo, Massimino il Trace, 6 di Gallieno, Claudio II, Aureliano) ma anche di IV (Costantino, Valentiniano e Teodosio). Di V secolo è un tremissis di Zenone (zecca di Milano 474-6 dC). 2 fibule (B) di V dC; oltre 7 spilli B V-VIII dC; 4 fibbie B di VI dC; elementi cintura B, 2 orecchini (B) di VII dC; peso monetale B bizantino; pomo F di spatha (F) di VII dC, oltre 100 punte freccia (F) databili V-VII dC; fibbia F, fibula B di VI dC; 2 ardiglioni AR-B VI dC; orecchino AR, fibbia B, 2 puntali cintura B, fibula B VII dC; fibula B VI-VII dC; T2: orecchini (?) di VIII dC; T3: orecchini (?) di VIII dC; T14: orecchini (?) di VIII dC; Fingerlin-garbscH-Werner 1968; BroZZi 1976, pp. 508-9; brozzi 1986, p. 294, n. 8; Longobardi 1990, pp. 147-50.

Invillino, Col di Zuca – UD (S)da indagini archeologiche anni ’70: 1 orecchino ar; BierBrauer 1973, c. 86; Longobardi 1990, p. 149, n. III, 18; Possenti 1994, p. 59.

Invillino, Col di Zuca – UD (S)– indagini archeologiche 1972-3; T15: 2 coltelli F, puntale cintura F datazione VI-

VII dC; Werner 1966; bierbrauer 1973.– indagini archeologiche 1962-74: croce d’altare B; BierBrauer 1980.

155CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Lestans, Chiesa di San Zenone – PN (?)1982, ma probabilmente da scavo 1 laminetta rettangolare B databile al VIII-IX dC; Piussi 1986; rosada-riGoni 1988, p. 304.

Lestizza, fraz. Sclaunicco – UD (N)da scavi in necropoli di 20 tombe datate dal I al VII dC, 1 orecchino in filo B; Buora 1990, p. 102; Buora 1990a.

Lovaria – UD (S)da sondaggio archeologico 1 placchetta longobarda (?); Buora 1990, p. 101.

Lusevera, loc. Pers – UD (T/S)1889: probabilmente da tomba orecchino B a gancio VI-VII dC; BroZZi 1972, p. 42; brozzi 1976, p. 513.

Magnano in Riviera – UD (T)rinvenimento casuale di tomba databile al VII-VIII dC da cui 1 anello AV (con mone-ta bizantina di Costantino IV, 668-80 dC), 2 speroni F e AR, 2 fibbie B, 1 controfib-bia B, 1 coltello F con ghiera B, 2 guarnizioni cintura AR; BroZZi 1985a; Longobardi 1990, pp. 464-5; villa 2017, p. 159.

Maiano, San Salvatore, loc. Campo Zampar – UD (N)– 1920 proprietà Luigi Burellis: tomba longobarda di cui rimane solo una spatha

(F); BroZZi 1961a, pp. 157-8 e spec. nota 6; BroZZi 1978, p. 39; brozzi 1986, p. 296, n. 15.

– 1921 proprietà Luigi Burellis: altra tomba longobarda di VII dC, 1 Sax F, 2 punte lancia F, 2 coltelli F con anello B, 1 punte freccia F, 1 spillone F con testa in B dorato, 1 cesoie F, umbone scudo F con borchie B dorato, maniglia di scudo F con elemento B, 2 speroni B, 2 fibule B, 2 fibbie B, 5 elementi cintura B ageminato AR, 1 elemento cintura B, 4 elementi F dello scudo, 1 elemento B non bene iden-tificato; brozzi 1961a, passim; BroZZi 1978, p. 39; brozzi 1986, p. 296, n. 15.

– 1936 proprietà Burelli: tomba longobarda da cui spatha (F); brozzi 1961a, p. 159.– 1943/5 proprietà Minisini: 60-80 tombe longobarde VII da cui 1 crocetta AV, 2

speroni B dorati, 9 fibule B, 2 puntali principali cintura B, elemento scudo B, 12 elementi cintura B, 6 fibbie B, 2 punte lancia F, 2 speroni F ageminato AR, 2 im-pugnature scudo F, 3 spathe F, 4 sax F, 4 coltelli F, 2 umboni scudo F, 1 chiodo F, fibula F, osso lavorato con lamina B; tra gli oggetti dispersi un paio di orecchini AV a cestello; brozzi 1961a, pp. 159-62; BroZZi 1978, p. 39; brozzi 1986, p. 296, n. 15; Longobardi 1990, pp. 108-12.

156 CAPITOLO III

Maiano, San Tommaso – UD (T?)rinvenimento occasionale 1984, probabilmente da tomba: 1 fibula B, 1 moneta Costantino (306-37 dC); Coloni e legionari 1986, II, p. 21.

Malnisio – PN (S/N)indagini di superficie senza contestualizzazione archeologica, da probabili sepoltu-re: 2 fibule (?), spilloni (B), orecchini (?), 1 punta di lancia (F), 2 lame di coltello (F), chiodi; le monete sono B consunti: 1 Probo (276-82 dC), 1 Massimiano (284-305 dC), 1 Costantino (306-37 dC), 1 Costanzo (337-61 dC), 1 Costante (337-50 dC), 1 Valente ( 364-78 dC), altre 7 non determinate; Grizzo 1974; rosada-riGoni 1988, p. 298.

Maniago, loc. Molinat – PN (S)da ricognizione e raccolta di superficie 1976-1988: 1 ascia barbuta F, 1 fibula B, 1 coltello F; datazione VI-VII dC; ahumada silva-testa 1991, pp. 57, 68, 86.

Manzano, castello – UD (S)in scavi 1991: fibbia B databile al VII dC; BroZZi 1991.

Meduno, fraz. Ciago – PN (S)in scavi archeologici 1997 in insediamento rurale databile all’età romana, rinveni-mento di 1 orecchino B databile al VI-VII dC; villa 1997.

Mereto di Tomba, loc. Le fratte – UD (S/T)probabilmente da tomba 1880: linguetta B e coltello (F) datati al VII dC; BroZZi 1981, p. 68; brozzi 1986, p. 298, n. 27.

Mereto di Tomba, propr. Rota – UD (T)probabilmente da tomba 1880: 6 punte freccia F di VII dC; BroZZi 1981, p. 68; brozzi 1986, pp. 298-9, n. 27.

Mereto di Tomba – UD (S)1948: punta freccia (F); brozzi 1986, p. 299, n. 27.

Mereto di Tomba, loc. cimitero – UD (T)1956: due coltelli F; brozzi 1986, p. 299, n. 27.

Mereto di Tomba, loc. Cortina – UD (N)1956 rinvenimento occasionale di 3 tombe datate alla fine VI – inizi VII dC da queste 1 umbone scudo F e un altro umbone (F), sax (F), coltello (F); brozzi 1986, p. 299, n. 27.

157CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Montereale Valcellina, collina di Grizzo – PN (N)da lavori stradali 1992-3: necropoli di 18 tombe datate al VII dC. Una sola scavata da cui coltello F, fodero di coltello F con ghiera B e catenella F, 2 armille B; vitri 1993.

Moruzzo, loc. Castello – UD (T/N)1908: senza specifiche rinvenute armi di VII dC tra cui punte di lancia (F); BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, p. 296, n. 19.

Muggia, loc. San Michele – GO (N)scavo organizzato 1991, 1993, dopo scoperte occasionali degli anni 1914, 1954, 1978, 1985: circa 130 tombe di VI-VII dC; 1 fibbia B con ardiglione F, 1 chiave (?), diversi orecchini B; maselli scotti 1993.

Nimis, loc. Pra di Ponte – UD (S)1907: punta di lancia (F) di VII dC; BroZZi 1981, p. 64; brozzi 1986, p. 296, n. 16.

Osoppo, loc. “Paradic” – UD (N?)rinvenimento occasionale nel 1929 e nel 1939 di tombe da cui “lame” (F) probabil-mente di età tardoantica-altomedievale; Coloni e legionari 1986, II, p. 11.

Ovaro, loc. Clavais – UD (N)1897 probabilmente da tomba in necropoli due orecchini B; toller 1963, p. 19.

Ovaro, loc. Luincis – UD (T)1880, singola tomba. Nel corredo anche orecchini B a gancio VI-VII dC; BroZZi 1976, p. 513; BroZZi 1972, p. 42; BroZZi 1981, p. 63; brozzi 1986, p. 293, n. 4.

Ovaro, loc. Liariis/Namontet – UD (N)scavo 1992 di necropoli databile al VII dC: T1: coltello F, anello B, ago con catena F, fibula B; T2: coltello F; T3: coltello F; T7: coltello F; T9: coltello F; T12: coltello F, catena F, ago crinale B, 2 orecchini B; concina 1992.

Ovaro, loc. Luint, presso la Chiesa parrocchiale – UD (N)1917 necropoli con corredo di una crocetta AV, armi (F), fibbie, orecchini; PelleGrini 1917, p. 233; BroZZi 1986, p. 293, n. 4.

Paluzza, loc. Pontaiba – UD (S)rinvenimento casuale 1885: punta di lancia F di VII dC; BroZZi 1981, p. 63; BroZZi 1986, p. 292, n. 1.

158 CAPITOLO III

Pavia di Udine – UD (S)da sondaggio archeologico 1 fibbia (?) datata al VI dC e una placchetta longobarda; Buora 1990, p. 101.

Polcenigo, presso il Colle San Bartolomeo – PN (N)necropoli rinvenuta in lavori agricoli nel 1968. Datazione VI dC: braccialetti B, 1 ago crinale (B); moret 1982, pp. 162-4; brozzi 1986, p. 307, n. 59; rosada-riGoni 1988, p. 312.

Pordenone, centro storico – PN (N)scavi archeologici in necropoli datata VIII-XI da cui fibbie, orecchini, coltelli; malaGola 1977.

Pordenone, loc. Rorai Grande – PN (T)tomba con braccialetti in lamina B di età altomedioevale; dalla zona anche una mo-neta B; Antichità e altomedioevo 1999, p. 66, n. 18.

Pordenone, loc. Rorai Piccolo – PN (?)fibula a cerchio di VI secolo; Antichità e altomedioevo 1999, pp. 66-7, n. 19; moreno 1986, p. 65.

Pordenone, loc. Torre – PN (S)in indagini archeologiche condotte nel 1994-6, rinvenimento sporadico di 1 orecchi-no B datato IX-XI dC; riGoni-venturini 1997.

Porpetto – UD (N)rinvenimento da probabile necropoli di materiali del VII dC: armi (F) e umboni (F), di cui uno da parata (F/B); BroZZi 1981, p. 71; brozzi 1986, p. 307, n. 57.

Povoletto, loc. Fauluzza di Magredis – UD (S)punta di lancia di VII dC; BroZZi 1981, p. 65; brozzi 1986, p. 298, n. 26.

Povoletto, fraz. Savorgnano – UD (T)1917: senza ulteriori notizie ma rinvenuta probabilmente in tomba una punta lancia (F) e una spatha F di VII dC; BroZZi 1981, p. 65; brozzi 1986, p. 297, n. 18.

Pradamano, loc. Lovaria – UD (N)in scavi 1987, 1992-94 necropoli altomedievale di oltre 60 sepolture. T4: ago crinale spezzato (?); T10: 1 orecchino a filo (?); T44: 1 orecchino AR; T54: guarnizioni di cintura B; anche altri elementi cintura B databili al VII dC, scramasax (F), frecce (F), coltelli F, raramente ornamenti (collane, orecchini); Buora 1988a; Buora 1993; Buora 1994.

159CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Premariacco – UD (S/T)1893, forse da tomba di VII dC: fibbia e braccialetto B; BroZZi 1981, p. 68; brozzi 1986, p. 302, n. 34.

Premariacco, propr. Del Fabbro – UD (T)1924, da tomba di VI-VII dC: orecchino (B); BroZZi 1981, p. 68; brozzi 1986, p. 302, n. 34.

Premariacco, fraz. Firmano, loc. Tombutis – UD (N)scavi 1953: circa 80 sepolture di VI-VII dC; TC: fibbia F; TE: fibbia B, coltello F; T1: coltello F; T2: frammento anello F, fibbia B, linguella B, coltello F; T3: col-tello F, frammento ardiglione F; T4: fibbia B, 3 guarnizioni cintura B, placca B, coltello F; T5: sax F, guarnizioni cintura F, 2 punte freccia F; T6: armilla B, fibbia ovale (?), coltello F, fibbia F ageminata, guarnizioni cintura B, linguella B; T7: 2 coltelli F, fibbia ovale B; T8: coltello F, armilla B, gancio F; T9: coltello F, armilla B; T10: coltello F, fibbia ovale F; T11: 2 orecchini B; T12: coltello F, 3 fibbie B; T13: acciarino F; frammento B; T14: coltello F; T15: 2 coltelli F, fibbia ovale B, 2 guarnizioni cintura B, 2 speroni B, 2 linguelle B; T16: 2 orecchini B, 2 armille F; T17: anello B, 1 moneta B Costantino I; T18: coltello F, chiodo F; T19: armilla B; T20: coltello F, fibbia ovale F; T22: fibbia F, ardiglione B, fibbia ovale F, punteruolo F; T23: coltello F, orecchino B; T24: coltello F, anello B; T25: coltello F, orecchino B, armilla B; fibbia (B); T26: coltello F, B illeggibile, gancio F; T27: coltello F; T30: orecchino B; Senza contesto: 12 monete tardoantiche B, 1 moneta Costantino I, 1 moneta Massenzio, 5 elementi cintura B, 14 coltelli F, 3 sax F, 1 armilla B, 1 anello B; BroZZi 1971; BroZZi 1972, p. 41; brozzi 1976, p. 512; Longobardi 1990, pp. 438--45; riemer 2000, pp. 303-6.

Premariacco, fraz. Ipplis – UD (T)tomba di VII dC: 2 fibbie B, 2 speroni B, 1 coltello F; Longobardi 1990, p. 443.

Premariacco, fraz. Orsaria – UD (N)1953, da tomba di VII dC: sax F, 3 guarnizioni B; BroZZi 1981, p. 69; brozzi 1986, p. 303, n. 37; Longobardi 1990, pp. 442-3.

Premariacco, loc. Ponte di Azzano – UD (N)1957, da tomba di VII dC: 2 speroni B, 2 fibbie (F), coltello F; BroZZi 1981, p. 63; brozzi 1986, p. 303, n. 35.

Prepotto – UD (S/T?)acquisto ante 1890 da parte del Museo Civico di Storia ed Arte, senza ulteriori no-

160 CAPITOLO III

tizie: brocca B, candelabro B, fibula AR di VI-VII dC; Bravar 1974; BroZZi 1981, p. 69; brozzi 1984, p. 47; brozzi 1986, p. 303, n. 36.

Pulfero, loc. Calla – UD (M)rinvenimento sporadico di tremisse assegnato ad Anastasio I (491-518 dC); BroZZi 1981b, pp. 60-1; ruPel 2005, pp. 39 e 95; Passera 2007, pp. 182 e 208.

Ragogna – UD (T?)rinvenimento occasionale senza precisazioni, probabilmente da tomba: 1 morso di cavallo (F), frammenti di lamine B; Coloni e legionari 1986, II, p. 24.

Ragogna, Chiesa di San Pietro in Castello – UD (T)in scavo 1993-5 tomba longobarda datata al VII dC: 1 puntale cintura AV con guar-nizione cintura AV, 1 anello della fibbia AR dorato, 1 guarnizione di cintura F con chiodini AR, borchie dello scudo da parata in B dorato; Tasca-visenTini 1996.

Remanzacco – UD (T)1968, tomba di VI-VII dC da cui 1 coltello F; BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, p. 300, n. 30.

Remanzacco – UD (T)XVIII secolo, tomba di VI-VII dC da cui 1 orecchino AV, 1 coltello B; Giovannini 2002.

Rive d’Arcano, loc. Rodeano Alto, loc. Fornace – UD (T)1915, tomba di fine VI, inizi VII dC da cui crocetta AV, 2 fibbie B, ardiglione fibbia B, 2 linguette per cintura (B); fuchs 1938, p. 68; BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, pp. 297-8, n. 22; Longobardi 1990, p. 438.

Rivignano, via Dante – UD (N)rinvenimento nel 1956 di 5 tombe di VII dC da cui 1 spatha (F), 5 coltelli F, 4 guar-nizioni cintura (?); BroZZi 1981, p. 71; brozzi 1986, p. 307, n. 56.

Rivignano, loc. Flambruzzo – UD (T)rinvenimento di tomba nel 1947, datata al VII dC: punta lancia (F), coltello (F); BroZZi 1981, p. 71; brozzi 1986, p. 306, n. 52.

Romans d’Isonzo – GO (N)necropoli longobarda scavata nel 1987-9 databile dal VI al VII dC; T25 (II metà VI): 1 umbone scudo F, imbracciatura F, 1 spatha F, 1 fibbia F, 1 coltello F, 1 punteruolo

161CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

F, 1 acciarino F, 1 lamina B, 1 borchietta di F ricoperto B; T30: 1 coltello (F); T31: 1 coltello (F); T34: 1 coltello (F); T35 (VI-VII): 1 ago F, 1 borchia F, 1 coltello F, 1 fodero di coltello in lamine F, elemento incerto F; T38 (post 568): 1 scudo F, fram-mento imbracciatura F, 1 cuspide lancia F, 2 coltelli F, 3 guarnizioni cintura F; T40 (VI-VII): 1 coltello F, 1 fodero coltello lamine F; T42 (VI-VII): 1 coltello F, 1 ago F; T43 (fine VI-metà VII): 1 coltello F; T44 (VI-VII): 1 coltello F, 1 armilla F; T45 (VI-VII): 1 coltello F; T46: 1 coltello (F); T47: 1 coltello (F); T49 (VII): 1 coltello F, 1 acciarino F; T50 (VII): 1 coltello F, 1 acciarino F; T51 (I metà VII): 1 coltello F, 1 fibbia B; T52 (VI-VII): 1 coltello F; T54: 1 coltello (F); T55 (fine VI): 1 umbone F, frammento imbracciatura F, 1 borchia F, 1 spatha F, 1 coltello F, 1 fibbia F; T56: 1 coltello (F); T59 (inizi VII): 1 fibbia F; T60 (VI-VII): 1 coltello F, 1 anello F; T63: 1 armilla (?); T66a (VII): bracciale F, 1 coltello F; T68: 1 coltello (F); T69 (VI-VII): 1 coltello F; T70 (VI-VII): 1 coltello F; T71 (VII): 1 coltello F, 1 catena di 3 anelli F; T73 (VII): 1 coltello F, 1 fodero lamine F; T74a (II metà VII): 1 coltello F; T74b (metà VII): 2 coltelli F, 3 guarnizioni cintura F, 1 anello del morso F, 1 fibbietta del morso B, 1 cesoia F, 1 punteruolo F, 1 moneta AE2 di IV dC, 1 fibbia B, 1 anellino incerto B, 1 laminetta incerta B; T77 (post 568): 3 guarnizioni cintura B, 2 fibule AR; T78 (VI-VII): 1 coltello F; T79 (inizi VII): 1 ago crinale AR, 1 elemento di collana B, 3 ciondoli AV, 1 anellino di collana F, 3 anellini F di bracciale, 1 fibula B, 1 fib-bia B, 1 anello B a cui erano attaccate 5 monete B forate (1 follis Costantino, 331-4 dC, 1 B Graziano 367-75 dC, 3 AE3 non determinabili), 1 coltello F, 1 anello fibbia B, 1 linguetta B di cintura, 1 catena B con 1 maglia in AR, 1 chiave F, 2 ciondoli a forma di croce B argentato; T85: 1 coltello (F), 1 fibbia (?); T86: 1 fibbia (?); T87: 1 coltello (F), 1 fibbia (?); T90 (inizi VII): 1 orecchino B, 2 monete illeggibili IV dC, 1 bracciale F, 2 anelli catena B, 1 anello catena F, 1 coltello F, 1 fodero lamina F; T91 (fine VI): 1 bracciale F; T92: 1 coltello (F); T93: 1 orecchino (?); T96: 1 coltello (F); T97 (II metà VI): 1 fibula AR dorato, 1 fibbia AR, 2 fibule AR; T98: 1 orecchino (?), 1 punteruolo (F); T99 (VI-VII): 1 elemento incerto F, 1 ago F; T100 (VI-VII): 1 coltello F; T112 (metà VII): 1 coltello F, 1 fibbia B con ardiglione F; T113 (II metà VI): 1 orecchino B, 1 armilla B, 1 ago F; T114 (VI-VII): 1 coltello F; T116 (VII): 2 monete forate in collana (1 B ill. di IV dC, 1 antoniniano di lega AR di III dC), 1 ar-milla B, 2 anelli B, 1 coltello F; T117: 1 coltello (F); T118 (VII): 1 coltello F, 1 punta freccia F, 1 fibbia F; T121 (metà VI): 1 coltello F, 1 fibbia B; T122: 1 acciarino (F), 1 coltello (F); T123 (II metà VII): 2 coltelli F, 1 bracciale F; T124 (VI-VII): 1 umbone scudo F, 1 imbracciatura F, 4 borchie F, 1 sax F, 1 lancia F, 1 coltello F, 1 fibbia F, 1 lamina incerta F, 1 linguetta B con chiodo F; T126 (VII): 1 coltello F, 1 fibula B, 1 bracciale F; T127: 1 coltello (F); T133: 1 coltello (F); T134: 1 coltello (F); T145 (II metà VII): 1 anello F; Longobardi a Romans 1989; Longobardi 1990, pp. 105-7; tomadin 1991; Riemer 2000, pp. 309-20.

162 CAPITOLO III

Sacile, fondo Michelin? – PN (S)senza data fibula zoomorfa altomedievale; Antichità e altomedioevo 1999, p. 64, n. 14.

San Daniele, Giavons, loc. Braide dal Sclaf – UD (M)1905: tremisse di Tiberio Costantino (578-82) conservato al Museo Archeologico Cividale. (sched. n. 1739). BroZZi 1978, p. 40.

San Giorgio di Nogaro – UD (S)da scavi all’interno della chiesa: 1 fibula (B) di VI dC; Buora 1992.

Santa Maria la Longa, fraz. Tissano, presso cimitero – UD (S)1955: coltello (F), linguetta B per cintura datati al VII dC; BroZZi 1981, p. 70; BroZZi 1986, p. 304, n. 44.

Santa Maria la Longa, fraz. Tissano, loc. Pascut – UD (N)1957: da necropoli datata al VII dC: coltelli (F), guarnizioni per cintura (?), fibbie (?), braccialetti (?); BroZZi 1981, p. 70; brozzi 1986, p. 304, n. 44.

Santa Maria la Longa, fraz. Santo Stefano – UD (T)1776: Crocetta aurea di V-VI dC in sarcofago romano riutilizzato; del bello 1969; Buora 1983, pp. 284-5.

San Pietro al Natisone, propr. Franceschini – UD (S)1913: senza ulteriori notizie ma probabilmente da tomba umbone F di VI dC; BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, p. 297, n. 21.

San Pietro al Natisone, loc. San Quirino – UD (N)in contesto altomedievale, recuperati oggetti metallici nel 1985: 11 pendenti B, 1 fibula B, collana di 23 monete B tardoantiche (IV-V dC) forate, 1 anello F; BroZZi 1986-1987.

Sequals, Castello di Solimbergo – PN (S)in indagini archeologiche condotte nel 2001, rinvenimento sporadico in strato di VII dC di 1 controplacca di cintura B, 1 cuspide freccia F; PiuZZi 2001.

Sesto al Reghena, loc. Marignana – PN (T)rinvenimento occasionale 1929: fibula B a forma di svastica, datazione VI-VII; BroZZi 1972, p. 42; BroZZi 1976, pp. 510, 515; Buora 1980, p.67; brozzi 1986, pp. 307-8, n. 60.

163CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Sevegliano – UD (S)rinvenimento occasionale 1964, sax F datato al VII; BroZZi 1981, p. 71; BroZZi 1986, p. 307, n. 55.

Tolmezzo, loc. Casanova, loc. Cort dal Salvan – UD (N)da tombe fibbie, coltelli, frecce, speroni; marinelli 1924, p. 410; brozzi 1986, p. 294, n. 9.

Torreano (c/o Cividale), fondo Paolucci, loc. Sotto Castello – UD (N)1908: sepolcreto. Tra i rinvenimenti una chiave F, una guarnizione per cintura, un anello (?) e un anello B, 2 orecchini a globulo poliedrico B e 2 orecchini a gancio VI-VII dC; BroZZi 1972, pp. 42-3; brozzi 1976, pp. 512-3, 515; brozzi 1986, p. 297, n. 20; riemer 2000, pp. 306-7.

Travesio – PN (T)tomba alla cappuccina con 2 monete (1 augustea, 1 antonina); rosada-riGoni 1988, p. 299.

Tricesimo, loc. Casanova – UD (N)1886: necropoli di VII dC da cui due fibbie (?), un puntale e una guarnizione di cin-tura (?); BroZZi 1981, p. 65; brozzi 1986, p. 296, n. 17.

Tricesimo, presso la ferrovia – UD (N)1878: necropoli di fine VI-VII dC da cui armi (F), punta lancia F, 2 umboni scudo (F); BroZZi 1981, p. 65; brozzi 1986, p. 296, n. 17.

Trieste – TS (N)scavi archeologici 1981, T3: fibbia F; T8: coltello F, 2 monete B (Costantino II, Costanzo Gallo); T19a: pendente B a forma di mezzaluna; maselli scotti 1982; riemer 2000, pp. 321-3.

Udine, Colle del Castello – UD (S)– scavi regolari 1986-9: fibbietta rettangolare AV di VI-VII dC; Buora 1990, p. 88;

Buora-fasano 1994, p. 179.– da scavo 1990: fibule e monete datate al VI dC; Buora 1990, p. 89.

Udine, loc. Godia, loc. Molino Boemo – UD (N)in data imprecisata, da necropoli di VI-VII dC secolo armi fra cui una spatha F, 2 orecchini a gancio (?); brozzi 1976, p. 513; BroZZi 1981, p. 66; brozzi 1986, p. 298, n. 25.

164 CAPITOLO III

Udine, loc. Passons – UD (N)1885: necropoli di VII secolo, solo una con corredo di linguetta cintura (B), fibbia B, guarnizione cintura B; BroZZi 1981, p. 67; brozzi 1986, p. 299, n. 28.

Udine, loc. Planis – UD (N)1874: necropoli di VII secolo da cui fibule (una gota), armi e 1 umbone di fine VI- inizi VII dC; BroZZi 1981, p. 67; brozzi 1986, p. 299, n. 29; Longobardi 1990, p. 108.

Udine, via del Gelso – UD (N)1949: tre tombe di VII secolo da cui 2 spathe (F), 3 punte lancia (F), 1 umbone (F); someda de marco 1953; brozzi 1986, p. 299, n. 29.

Udine, via Treviso – UD (T)1960: tomba femminile da cui 2 fibule AR dorato datate a fine VI; BroZZi 1981, p. 68; brozzi 1986, p. 299, n. 29; Longobardi 1990, p. 364.

Udine – UD (S)– 1963, senza ulteriori specifiche: punta di lancia di VII dC; BroZZi 1981, p. 68;

brozzi 1986, pp. 299-300, n. 29.– 1965, senza ulteriori specifiche: spatha di VII dC; BroZZi 1981, p. 68; brozzi

1986, p. 300, n. 29.

Varmo, loc. Romans, fondo Gattolini, località Campo Diaz – UD (S)fibula a croce in B databile nel VI-VII appartenente ad etnia romanizzata, occasio-nalmente anche in tombe longobarde; BroZZi 1972, p.42; brozzi 1976, pp. 510, 515; BroZZi 1981, p. 71; brozzi 1986, p. 305, n. 49.

Venzone – UD (S)punta di lancia F; BroZZi 1981, p. 63; brozzi 1986, pp. 294-5, n. 11.

Villesse, Chiesa di San Michele – GO (S)in indagini archeologiche del 2000: 2 frammenti di cintura in B databili V-VIII dC; BorZacconi-ventura 2000, c. 628.

Visco – GO (T)– in lavori agricoli 1952: tomba probabilmente longobarda da cui spatha (F); tassin

1983.– in lavori agricoli 1966: tomba longobarda da cui 1 fermaglio B e 1 orecchino B;

tassin 1983.

165CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Vivaro, loc. Pra Lorenzo – PN (S)da ricognizione e raccolta di superficie 1976-1988: 1 fibula B; datazione VI-VII dC; ahumada silva-testa 1991, p. 82.

Vivaro, loc. Tesis – PN (S)– da ricognizione e raccolta di superficie 1976-1988: 1 guarnizione di cintura B

databile al VI-VII dC; ahumada silva-testa 1991, p. 86.– presso l’antiquarium anche 2 fibbie B; ahumada silva-testa 1991, pp. 31 e 84.

Zuglio – UD (?)fibule B databili al VI appartenenti ad etnia romanizzata, occasionalmente in tombe longobarde, brozzi 1976, p. 508.

Zuglio, foro – UD (S)saggi e scavi 1990, 1992-93: buca nel foro databile al VI dC con moneta tardoantica; riGoni 1990; vitri-coraZZa-donat 1993.

Figura 5Fibula a staffa dalla Tomba 27 della necropoli di Santo Stefano “in Pertica” di Cividale del Friuli, fine VI d.C.(Foto da Archeologia dei Longobardi: dati e metodi per nuovi percorsi di analisi, a c. di C. Giostra, Mantova 2017; cat. p. 149)

Figura 6Fibula a bracci uguali dalla Tomba 41 della necropoli di San Mauro a Cividale del Friuli(Foto da La collina di San Mauro a Cividale del Friuli, a c. di I. Ahumada Silva, Firenze 2010; cat. p. 145)

166 CAPITOLO III

III.7. LAZIO

Albano Laziale, Catacombe di San Senatore – ROMA (N)scavi archeologici; T 103: 97 monete B datate dal IV al VI dC; T104: 2 ripostigli di monete B, 1) 224 B datati dal IV al VI dC, 2) 111 B di IV – VI; T105: 235 monete B datate dal IV al VI secolo; dal territorio anche 2 Tremisses AV bizantini (Giustiniano I); Martorelli 1992.

Allumiere, loc. Vaccareccia – ROMA (N)scavi 1985-9 in necropoli altomedievale; T1: 1 fibula B; 2 armille B; Benelli-nardi 1990.

Ariccia – ROMA (TES)ripostiglio monetale rinvenuto nel 1885: 213 AR di IX secolo (monete italiane, fran-che, inglesi). fiorelli 1885; fiorelli 1886; travaini 1992, pp. 165 e 171.

Bolsena, Santa Cristina – VT (N)– 1880, presso catacombe: tomba longobarda interna alla chiesa da cui crocetta AV

e 1 moneta AV di Eraclio (610-641); von hessen 1975a, pp. 61-3.– sepolcreto scoperto fortuitamente nel 1910 (o 1911): probabile cimitero cristia-

no riutilizzato; T3: stilo B; T4: 2 orecchini a cestello AV, 2 coltelli F, 1 armilla B, 1 moneta costantiniana forata B, stilo B, 3 aghi B; Possenti 1994, pp. 96-7; ciamPoltrini 1995a; riemer 2000, pp. 388-9.

Bomarzo, loc. Cimitero Vecchio o Santa Cecilia – VT (N)sondaggi e indagini archeologiche 1973 in necropoli da cui 1 fibbia F forse barbari-ca; rasPi serra 1974, pp. 70-6.

Capena, loc. Montecanino – ROMA (T? TES)indagini 1934 in necropoli di circa 50 tombe databili al periodo V-VII dC; da cassetta a fianco della T11: 2 orecchini AV, tracce di fili di broccato AV, catenina AV, 2 fibule AR, 1 spillone AR, 5 elementi di cintura AR dorato, 2 elementi cintura AR, 1 puntale AR, 2 fibbie B, 1 fibbia AR, 1 fibbia AV, 1 elemento di cintura B; Pallottino 1937; Bordenache BattaGlia 1983, pp. 147-51; Roma 2001, pp. 174-7.

Castro dei Volsci, loc. Casale Madonna del Piano – FR (N)– scavi anni 1989-90, necropoli con almeno 13 sepolture a deposizione plurima di

VI-VII dC nei pressi di insediamento precedente. T2: 2 orecchini AV, 2 orecchini

167CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

AR, 2 orecchini B, 1 orecchino AV, 2 orecchini B, spillone F, 2 fibule B; T8: fibu-la B, 8 elementi di guarnizione cintura B; fiore cavaliere 1992; fiore cavaliere 1993.

ripostiglio monetale di 1461 B e AR di IV-V: solo 1171 B leggibili; 1 AR di IV, 142 – B di IV, 156 B di V, 778 B di VI secolo; morello 2002, pp. 26-7.

Colleferro, Casa Ripi – ROMA (N) scavi 1990-91 in necropoli, da T: 1 fibbia di cintura B, databile al VII secolo dC, con 1 moneta B dell’imperatore Foca (602-10), 1 anello B; luttaZZi 2000.

Falerii – VT (TES)ripostiglio con circa 4000 B di IV-VI dC; asolati 2005a.

Fontana Liri – FR (TES)ripostiglio contenente 150 B: 2 V secolo, 148 di VI dC; calleGher 2002, p. 264.

Grottaferrata –ROMA (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1951 in contenitore PB: 40 AR X-XI dC; travaini 1980.

Ischia di Castro, Colli di S. Colombano – VT (N)necropoli altomedievale da cui 1 sax (F), 1 sperone B, 1 fibbia B, altre fibbie ed elementi di cintura F e B, 1 punta lancia F; incitti 1997.

Ischia di Castro, loc. Pianetto – VT (N?)ante 1957, necropoli da cui elementi non specificati in rame e ottone e “medaglie di varia forma”, anche 1 ago di fibbia B; datazione VI-VII dC; incitti 1997.

Ischia di Castro, Villa de La Selvicciola – VT (N)almeno 120 deposizioni di V-VII dC; T86/3: 2 armille B, 2 orecchini B; T82/1: 1 orecchino AR; T82/2: 1 scudo umbone (F); T86/6: 1 coltello F, 1 spillone B; T89/4: cintura con almeno 9 elementi F ageminati; T87/4: 1 coltello F, 1 cintura da spatha a cinque elementi B; T86/8: 1 sax (F), 1 un coltello (F), una moneta illeggibile (?), 1 acciarino (F), 1 fibbia B, 5 cuspidi di freccia (F), 1 linguetta da cintura (?), 1 anello B, 2 linguette (B), 1 fibbia B, 2 speroni (F); T86/9: 1 sax (F), 1 coltello (F), 1 accia-rino (F), 1 moneta B (IV dC), 2 placche B di cintura, 1 fibbia (?); T86/11: 2 speroni B, 2 fibbie (?), 2 fibbie (?), 1 sax (F), 1 coltello (F), ribattini e borchie fodero B, 15 elementi cintura F; T86/2: 1 fibbia (?), 1 puntale (?), 5 linguette (?), 2 staffe F, 1 col-tello (F); T86/13: 1 sax (F), 1 puntale (?), borchie e ribattini (?) del fodero, 1 coltello (F), 1 fibbia di cintura (?); T89/4: cintura di 9 elementi F; anche fibbie B, spilloni B, 2 speroni B; incitti 1997; arslan 2014, p. 342.

168 CAPITOLO III

Ladispoli, loc. Piane di Vaccina – ROMA (N)necropoli indagata nel 1983, composta di tombe databili al V-VI dC. TA: 1 chiodo F; TC: anello AV, 2 fibule AR dorato, spilli F; cosenTino 1986.

Ladispoli, loc. Statua – ROMA (T)tomba altomedievale da cui 1 frammento fibbia cintura B; 1 coltello (F); 1 tesoretto monete B; cosenTino 1986, p. 61.

Lazio meridionale (TES)ripostiglio di monete bizantine databili al VI dC: 2 tremissi AV Giustino II, 59 fra-zioni siliqua AR Giustiniano I e Giustino II, 4 B (3 B Giustiniano I, 1 B ostrogoto); PicoZZi 1972; Arslan 1994, pp. 510, 512 e 514; morello 2002; calleGher 2002, p. 262.

Mazzano Romano, fraz. Mola di Monte Gelato – VT (N)necropoli tardoromana/altomedievale nei pressi di insediamento romano indaga-ta già nel 1875, ma scavata nel 1983; T A23: moneta in strato di riempimento di Onorio; T A28: anello B; senza contesto: 1 bottiglia B; Potter-KinG 1988.

Montebuono – RI (TES)ripostiglio ante 1897: 13 AV di VI dC; arslan-morrisson 2002, p. 1290.

Montelibretti – ROMA (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1950 con monete B di V-VI dC, con anche almeno 2 mo-nete B (assi Vespasiano recanti l’incisione XLII); MEC 1, pp. 30 e 77-8; Pera 2000, p. 1459.

Priverno – LT (T)rinvenimento in scavo di una sepoltura di 6 AR Giustino II (565-78 dC); ceci 2005.

Roma, Colle Oppio, Porticus Liviae – ROMA (N)scavi 1980s, insedimento e sepolture databili al VI-VII secolo dC, T59: 1 disco PB pro-babile coperchio; T61: 1 spatha F, 1 fibbia cintura F, 1 placca B e AR, 1 placchetta AR; T95: 2 monete (1 nummus datato 341-8 dC e 1 AE ill.), 1 cerchio ornamentale B; T116: 1 anello B, 1 fibula B, 1 catenella B; T118: 2 elementi cintura B, 1 fibbia da borsa B, 1 coltello F, 1 follis Giustiniano (527-32 dC); marcelli 1989; Roma 2001, pp. 238-42.

Roma, Crypta Balbi – ROMA (S)– scavi organizzati dal 1993: 460 monete trovate, di cui 3 solidi AV, ripostiglio di

49 fraz. di siliqua bizantine di Costante II (+668 dC) occultate probabilmente nel

169CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

VII dC, le altre sono rinvenute con setaccio e datate al IV/V – VII dC tranne 6 monete imperiali. Anche sigilli PB con nomi di funzionari e bolle papali; saGuì 2002, pp. 8-9.

– scavi organizzati, resti di materiale da atelier di VI-VII secolo dC (gli elementi in PB sono spesso modelli da fusione): 2 lingotti PB, 9 elementi di bilance per pesatura di metallo B, 62 pesi B ageminato d’AR, 54 aghi da cucito B, 1 ditale B, 20 uncinetti B, 5 acciarini F, 1 cannello per saldature B, 1 punta per saldare B, 1 morsetto F, 3 martelli da orefice F, 1 martello da orefice B, 8 incudini F, 1 incudine B, 2 scalpelli F, 2 cesoie F, 1 sega F, 3 sgorbie F, 12 punteruoli F, 1 pun-teruolo B, 3 arnesi F, 1 trincetto F, 23 coltelli F, 3 ami da pesca B, 1 lamina PB, 7 lamine B, 8 fili B, 1 impronta da colatura per fibbia PB, 1 anello AR, 7 anellini B, 3 spilli B, 1 spillo AR, 48 spilloni crinali B, 1 spillone crinale AR, 17 orecchini B, 2 orecchini AR, 1 pendente collana B, 1 pendente collana PB, 1 elemento da de-corazione B, 3 catene B, 1 croce reliquiario PB, 4 fibule PB, 6 fibule B, 3 spilloni fermamantello (2 B, 1 AR), 2 armille B, 1 vite B dorato, 1 anello AV, 11 anelli B, 1 anello F, 3 anelli PB, elementi di cintura: 56 PB, 60 B, 14 F, 5 AR; elementi di briglie 12 PB, 1 B; morsi per cavalli: 1 F; placchette e bardature decorative 10 B; elementi della sella 2 B, 2 F, 2 PB; speroni: 1 PB, 1 F ageminato AR, 1 F; armi: 35 F, 10 B, 4 PB; lamelle per arco 3 B dorato, 1 F; strumenti: 73 B, 7 F, 4 PB; 1 non definito B; elementi di recipienti: 2 PB, 10 B, 1 AR, 9 F; 2 lucerne PB, 5 elementi di lampade B, 9 catenelle di lampade B; ricci 1997; Roma 2001, pp. 336-42.

Roma, Viminale – ROMA (S)da sterri edilizi 1 anello AV; Roma 2001, p. 365.

Roma, Via Flaminia, Basilica di San Valentino – ROMA (T)tomba gota di V-VI dC scavata nel 1888 da cui 2 fibule a forma di aquila AV (ardi-glione AR e molla B), fibbia cintura AR; Ori e argenti 1962, p. 76; BierBrauer 1975, pp. 309-13; Goti 1994, pp. 182-3.

Roma, foro – ROMA (TES)– probabile ripostiglio (borsa) con 205 B di IV-V dC; molinari 2002.– ripostiglio rinvenuto nel 1883 con 1 solido di IX dC e 830 denari AR di X dC;

metcalf 1992.

Roma, Laterano – ROMA (TES)rinvenimento nel 1587: numero imprecisato di monete AV di V-VI dC, anche altri materiali preziosi; mosser 1935, p. 73.

170 CAPITOLO III

Roma, Lungotevere Testaccio – ROMA (N)tombe rinvenute nel 1981-5 e databili al VI dC; TT1: 1 spillone F; TT3: 2 recipien-ti B; TT7: 1 spillone F; anche 2 monete nelle vicinanze: 1 follis B Costantino II (321-4), 1 moneta vandalica di V-VI dC; meneGhini 1985; menegHini 1986.

Roma, Palatino – ROMA (?)senza precisazioni: fibula AV di V dC, ricci 2001, p. 79.

Roma, Palatino, Vigna Barberini – ROMA (N)scavi 1980s, insediamento e sepolture databili al VI-VII secolo dC, T1: 1 fibbia AR dorato, con elementi B e F, 2 orecchini AR; T15: 6 bottoni AR pertinenti al vestiario, 1 fibbia F placcato AR, 1 fibbia B, 1 fibbia AR, 1 cesoia F; auGenti 1996, pp. 29-37; riZZo-villedieu-vitale 1999; Roma 2001, pp. 231-7.

Roma, Palatino – ROMA (S)da scavi organizzati in domus tardoantica: 1 tremisse Giustiniano II (685-95 dC); saGuì 2002, p. 29, nota 45.

Roma, San Lorenzo fuori le Mura – ROMA (?)senza precisazioni: croce AV di V dC, ricci 2001, p. 79.

Roma, San Paolo fuori le Mura – ROMA (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1843 (occultato nel 1060 ca.?) contenente moneta AR di X-XI dC; travaini 1992, p. 164 e 171.

Roma, Santo Stefano Rotondo – ROMA (M)in scavi, rinvenimento di 4 monete AR deposte in sepoltura (2 di Lotario/Gregorio; 1 Lotario/Sergio II; 1 Lotario/Leone IV): IX secolo dC; ceschi 1982.

Roma – ROMA (TES)rinvenimento nel 1830 di tesoretto monetale contenente AR di VIII-IX dC; arslan-morrisson 2002, p. 1275.

Roma, letto Tevere – ROMA (TES)forse ripostiglio di 31 monete AR datate 651-772 dC; o’hara 1985.

Roma, letto Tevere – ROMA (?)– senza precisazioni 1 orecchino B databile al VI-VII dC; Roma 2001, pp. 355-6.– senza precisazioni 1 bacile B databile al VI-VII dC; Roma 2001, pp. 421-2.

171CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Roma, Via Latina – ROMA (TES)ripostiglio con 20 AV di V-VI dC; arslan Repertorio, n. 3250.

Roma, Monumento a Vittorio Emanuele – ROMA (S)in scavo, 1 brocca di VI-VII dC; Roma 2001, p. 423.

Roma, fraz. Mezzocammino, loc. San Ciriaco – ROMA (TES/T/N/S)edifici e tombe scoperti 1915-16; da T: 1 chiodo F, 1 laminetta B; da vicina necropoli di 12 T gruzzoli monetali: T1: 1 AE Valentiniano I, AE Valente, 2 AE Arcadio, 13 AE ill., 11 tondelli non coniati; T2: 1 AE Valentiniano I, AE Valente, 1 AE Arcadio, 1 AE Teodosio, 12 AE ill., 12 tondelli non coniati; T3: 1 AE Massimiano Erculeo forato, 1 AE Costanzo II, 1 AE Valente, 14 AE ill., 15 tondelli non coniati; T4: AE Claudio II (mutilo), 2 AE Graziano, 13 AE ill., 22 tondelli non coniati; T5: 1 AE Valentiniano I, 1 AE Giuliano, 1 AE Costante, 22 AE ill., 9 tondelli non coniati; T6: 1 AE Valente, 1 AE Valentiniano II, 1 AE Teodosio, 1 AE Giovanni, 1 AE Libio Severo, 1 AE Zenone, 1 AE Odoacre, 1 AE Anastasio, 56 AE ill., 38 tondelli non coniati; fornari 1916; cesano 1918; mosser 1935, p. 53.

Sutri, loc. Condotti – VT (T)rinvenimento occasionale 1878 di tomba: 1 fibbia AR, 2 pendenti AV, 1 fibula AV, 1 spillo AV, 4 grani da collana AV, 1 fibuletta AV, 1 AR Tiberio II Costantino (574-82 dC), 1 moneta AE tardoantica, 1 croce AV; fiorelli 1878; ÅBerG 1923, p. 165.

Valentano, loc. Sorgenti della Nova – VTsenza precisazioni: 1 placchetta, 1 guarnizione B; KurZe-citter 1994.

Valentano, loc. Santa Lucia – VT (S?)senza precisazioni: 2 sax (F); KurZe-citter 1994; incitti 1997.

Veroli, Corso Vittorio Emanuele n. 3 – FR (N)scavi 1922 in necropoli di VI-VII dC senza distribuzione dei corredi: 5 anelli AR, 7 anelli B, 30 armille B, 1 orecchino AR, 5 orecchini B, 1 ago crinale B, 1 fibbia B, 9 pendagli B, 2 lance F, 1 sax F; luttaZZi 1992.

Viterbo – VT (TES)ripostiglio di X secolo scoperto nel 1844; numero imprecisato di monete AR datate 855-915; travaini 1992, pp. 166-8.

172 CAPITOLO III

III.8. LIGURIA

Andora, castello Clavesana – SV (S)insediamento fortificato scavato nel 1989-90: fornace di IX-X per la fusione del B; varaldo 1989.

Finale Ligure, Castrum di Sant’Antonino di Perti – SV (S)scavi 1982-1991: diverse fasi insediative, i reperti medievali provengono dall’area D settori T1-2-3-4-5, S1 e in parte U1; 7 monete: ¼ siliqua o 120 nummi AR di Foca (602-10) zecca Ravenna, ¼ siliqua o 120 nummi AR di Maurizio Tiberio (582-602) zecca Ravenna?, ¼ siliqua o 120 nummi AR di Tiberio II (578-82) zecca Ravenna?, ¼ siliqua o 120 nummi AR di Giustiniano I o Giustino II (527-78) zecca Ravenna, litra AR Siracusa di V a.C, AE2 di Graziano (367-383 dC), 3 ¼ siliqua AR Eraclio (610-41 dC), 1 AE Costanzo II (337-61 dC), 1 tessera PB; 1 fibbia F, 10 elementi cintura B, 2 staffe F per la sospensione delle armi, 3 borchie F, 3 punte freccia F, spillone F, 1 bulino F, 1 coltello F, 1 morso F, 2 ami da pesca F, 3 pesi da pesca PB, 1 fibula B, 1 orecchino B, 1 anello AR, 1 spilla B, 2 spille AR, 3 spilloni B, elementi catena B, 2 borchiette B, 1 anellino B, 2 pesi bilancia B con lettere N ed H, 1 bottone conico B, 3 fibbie B, 2 aghi B, chiodi (F), 1 uncino B, scorie di fusione F, crogio-lo fusione per F; Bonora-fossati-murialdo 1984, pp. 230, 232; castiGlioni et Al. 1992; S. Antonino 2001, passim.

Finale Ligure, Sant’Eusebio di Perti – SV (S)in chiesa databile al XI dC: 1966 rinvenimento 2 folles anonimi di X secolo dC; murialdo-scarrone 1983, p. 5; murialdo 1996a, p. 66; aroBBa-caramiello-falcetti-murialdo 2003, pp. 705-6.

Genova, Via San Vincenzo – GE (N)indagini archeologiche 1968-1971 in necropoli databile alla II metà VI dC: T4: 1 mo-neta AE4 (IV-V dC), 1 pentanummo B Atalarico (526-34) zecca di Roma; Gardini 1989.

Genova – (?)presso il Museo Civico di Livorno è conservata moneta romana alto imperiale con contrassegno XLII (Goti? Vandali?) proveniente da scavi locali; Pera 2000, p. 1459.

Ortonovo, fraz. Luni – SP (N/S/M)– scavi organizzati 1970-1: 1 bilancia B per monete, 1 fibula B argentato e 2 senza

argentatura di VII dC, 1 fibbia B di VI dC, gioiello B di VI dC, 1 elemento abbi-

173CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

gliamento B di VI-VII dC, 1 ardiglione B di fibbia di VII dC; 1 guarnizione B di cintura datata VII dC; 2 frammenti ornamentali B non datati, 2 fibulette B; 1 lami-netta B con chiodini F databile VI-VII dC; 1 pendaglio B. Scavi organizzati 1972-3-4: 1 morso di cavallo F datato VII-VIII, strumento F non definibile, 1 gancio F di VII-VIII, elemento in F di secchio e 1 coltello F datato VII-VIII dC; 1 unica tomba aveva il corredo metallico di 1 coltello F, datato VI-VIII; lusuardi siena 1973; Ward PerKins 1977a; Ward PerKins 1977b, p. 664; Monete Ostrogoti: 2 AV, 21 AR, 37 B; Monete bizantine: 50 B, 7 AV, 10 AR; 2 pesi bizantini (?); Longobardi: 2 AV, 2 AR; 1 moneta PB vescovi.

– tomba rinvenuta nel 1868: 1 moneta vescovi Luni PB, 3 AV longobardi; arslan Repertorio, n. 3380.

Ortonovo, fraz. Luni, territorio – SP (S)senza precisazioni in collezione pubblica dal 1883 (Acquisto Remedi): 4 fibule B, 16 fibbie B, 1 armilla B, 2 bottoni B, 21 placchette B, 1 puntale di cintura B, 3 anelli B, 4 fibbie (?), 1 controplacca B; Tuscia 1971, pp. 11-2.

Rossiglione, loc. Lagoscuro – GE (TES)in lavori edili 1 padella B di VII dC; Giannichedda 1993.

Sarzana – SP (TES)rinvenimento di ripostiglio carolingio: 12 AR (1 Carlo Magno VIII, 11 Carlo Magno IX dC); Bertino 2003, p. 131; arslan Repertorio, n. 3395.

Savignone – GE (S)in scavi 1975 in insediamento altomedievale chiodi F e 3 monete: 1 forse di Agrippina ora dispersa, 1 AE Teodosio I (379-395), 1 illeggibile spezzata a metà. fossati-BaZZurro-PiZZolo 1976, p. 314.

Savona, Fortezza del Priamàr, sepolcreto di Loggia del Castello Nuovo – SV (N)scavi archeologici organizzati in necropoli IV-VII dC; T1: fibula AV; T16: 1 anel-lo B, 1 moneta AE ill.; T18: 2 monete (AE Graziano, 367-83; AE Valentiniano II, 378-83); T20: 1 spillone B; T26: 1 coltello F, 1 borchia F; T32; 1 ago crinale B; T47: 2 cilindri lamina B (pesi da pesca); T50: 1 cilindro PB (da pesca), 1 anello B, 1 asticella B; T78: 1 fibbia B; T83: 1 disco B; T85: 7 elementi di cintura B; Benente 1990; lavaGna-varaldo 2000.

Varigotti, loc. Isasco – SP (T)indagini archeologiche: T8 siliqua longobarda AR con monogramma PER; lamboglia 1956, p. 65; murialdo 2003, p. 27.

174 CAPITOLO III

Ventimiglia, San Michele– IM (TES)rinvenimento ante 1827 di gruzzolo monetale AV, anche monete di Giustiniano I (VI dC); arslan 1994, pp. 512, 517.

Ventimiglia, Sant’ Agostino/ex San Simone – IM (M)rinvenimento ante 1883 moneta corrosa “carolingia”; Giovannetti 2007, p. 231, n. 59.

Ventimiglia, San Giovanni Battista – IM (M/T?)rinvenimento 1857, due monete AV Giustiniano I; arslan Repertorio, n. 3460.

175CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.9. LOMBARDIA

Abbiate Guazzone – VA (TES)ripostiglio in vaso di coccio con 23 AV di V- VI dC; arslan Repertorio, n. 3510.

Almenno San Salvatore , Chiesa di San Giorgio – BG (T)in scavi in chiesa 1988-1990 2 tombe altomedievali; T1: piccola fibula (?), fibbia F, 1 anello in B e AR; T2: 4 fibbie B, 1 fibbia F; fortunati-vitali 1988-1989a; Ghidotti 2003, n. 17.

Almenno San Bartolomeo, S. Tomé – BG (N)saggi in necropoli tardoantica da cui oggetti B e F; fortunati-vitali 1988-1989.

Arsago Seprio, presso Scuole – VA (N)– rinvenimento occasionale nel 1971 di necropoli di VII dC. T1: frammenti F; T2:

fibbia F; T4: punta lancia (F), 3 borchie scudo (B dorato), fibbia (?), moneta B; T5: crocetta AV, chiodo B, borchia scudo (B), 1 spatha (F); T6: fibula (ageminata?), pendenti cintura (ageminati?); calderini 1974, p. 1111, n. 10; marioTTi 1986.

– altre 12 sepolture scavate nel 1994 e datate al VII dC; T2: 1 fibbia e 5 elementi di cintura B; T4: 1 crocetta AV, 1 spatha F, 1 scarmasax F, 1 coltellino F, 1 punta freccia F, 3 fibbie e 11 elementi di cintura; T5: 1 scramasax F, 1 coltellino F, 1 fibbia, 11 elementi cintura B; T11: 1 fibbia B, 2 fibbie F, 1 spatha F, 1 sperone F ageminato; mariotti 1994.

Bagnolo Mella – BS (T)rinvenimento occasionale all’inizio nel 1900 di spatha F, punta lancia F, datazione VII dC; riZZini 1914, p. 347; Panazza 1964, p. 139; calderini 1974, p. 1120, n. 63.

Bedizzole, fraz. Pontenove, area della pieve – BS (N?)indagini 1996, forse da tombe altomedievali 1 fibbia cintura (?), 1 coltellino F; Breda-venturini 1995-7.

Bergamo, fraz. Colognola – BG (T)– da tomba longobarda scoperta nel 1888: crocetta AV, 3 borchie AV, 4 borchie B,

patera B, lama F; calderini 1974, p. 1115, n. 38.– tombe altomedievali scoperte negli anni ’80 del XX secolo. Nella T1: 2 fibbie F;

ForTunaTi zuccalà-viTali 1986.

176 CAPITOLO III

Bergamo, vicolo Ghiacciaia – BG (T)rinvenimento in scavi 1996-9 di tomba altomedievale da cui 1 anello (?), 1 fibbia (?), 1 pugnale F; fortunati Zuccalà 1998.

Bergamo, casa Ortelli, via Fara 19 – BG (N/TES)1888: scavi occasionali. Necropoli altomedievale: 6 sepolture plurime. Anello B. A lato delle sepolture tesoretto di ca. 50 monete B, dodici descritte dal I al III dC; Poggiani keller 1986a, p. 188; fornoni 1890, p. LXXXV.

Bergamo, casa Lorenzi, presso Chiesa di Sant’Andrea – BG (T)in scavi 1870 tomba longobarda databile VII dC: dal sito anche 4 monete romane forate, 1 B Roma Repubblica, 1 moneta Venezia di età moderna, 2 monete imperiali di Claudio il Gotico; vimercaTi sozzi 1835-68, tav. XXXII; Poggiani keller 1986b, p. 188; de marchi-cini 1988, p. 87; lusuardi siena 1989c.

Bergamo, loc. Loreto – BG (T)in scavi 1837 tomba longobarda databile al VI-VII dC: crocetta AV; vimercati soZZi 1835-68, tav. VI; Poggiani keller 1986b, p. 188; de marchi-cini 1988, pp. 40-4.

Besozzo, fraz. Bogno, loc. Castello – VA (N)rinvenimento occasionale di tombe da cui 1 umbone scudo (F) con borchie (B dora-to), 1 punta lancia (F) e 2 spathe (F); BaserGa 1917; calderini 1974, p. 1110, n. 3.

Boffalora d’Adda – LO (N?)rinvenimento in lavori edili nel 1978 di tomba longobarda: 1 crocetta AV, 1 spatha (F), 1 punta di lancia (F), frammenti F dell’umbone; sporadici: 1 fibbia B, 2 fram-menti di spada F, 1 sperone?; roffia 1978a; de marcHi 1986.

Boffalora d’Adda, loc. Pianone – LO (T/N)tomba rinvenuta nel 1986: 1 umbone F con decorazioni B dorato, spatha F, scrama-sax F, coltello F, cuspide lancia F, 3 fibbie B, 7 elementi cintura B, crocetta lamina AV, 1 aquila ad ali spiegate B dorato; I metà VII dC; ceresa mori 1987; sesino 1989a.

Bolgare, San Chierico – BG (N)scavi archeologici 2001-8: datata II metà VII dC, 284 tombe con pochi corredi: T4: nei pressi 1 moneta AE ill.; T60: 1 fibbia B con ardiglione F; T141: 1 anello AR; T152: 1 anello AR con castone; T180: 1 anello B; T190: moneta AE (Costantino II, 321 dC); t200: 1 sax F, 2 coltelli F, 1 fibba cintura F, 1 placchetta B dorato; Bolgare 2006.

177CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Borno, loc. Calanno, loc. ex Villa Baioni, ora via Marconi 231 – BS (T)interventi edilizi 1996: sepoltura longobarda con pugnale F e pendente cintura F; rossi 1995-7.

Botticino, fraz. Botticino Sera – BS (N)rinvenimento occasionale nel 1887 e nel 1892 di necropoli longobarda da 1 umbone scudo (F), 2 bracchiali di umbone (F), 3 spathe (F), 2 scramasax (F), 13 coltelli (F), 3 punte lancia (F), 1 punta freccia (F), elementi cintura B; riZZini 1894, p. 21; ÅBerG 1923, p. 157; Panazza 1964, pp. 139-42; calderini 1974, p. 1118, n. 52.

Brandico, loc. Prato Longo – BS (N)rinvenimento occasionale all’inizio del XX secolo di sepolture da cui 2 scramasax F; riZZini 1914, p. 352; Panazza 1964, p. 142; calderini 1974, p. 1119, n. 62.

Braone – BS (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1956 in teca PB: 9 AV di V-VI dC; arslan Repertorio, n. 3540; arslan-morrisson 2002, p. 1290.

Brescia, liceo Classico “Arnaldo” – BS (N)rinvenimento in scavi 1984 di 9 sepolture databili dal III al V dC da cui TA: 2 monete bronzee di fine IV – V dC; TB: 1 moneta non precisata nella terra di riempimen-to; TG: 3 anelli B, 1 gorgoneion AR, 1 moneta AE Valeriano (253-68); mariotti Branca 1984, p. 89.

Brescia, colle Cidneo, chiesa di San Pietro in Oliveto– BS (T)rinvenimento in lavori nel 1886 di sepoltura da cui diverse monete B del basso im-pero, 1 spatha (F) con impugnatura B; riZZini 1894, p. 18; ÅBerG 1923, p. 157; Panazza 1964, pp. 142-3; calderini 1974, p. 1118, n. 53.

Brescia, nuovo manicomio – BS (N)rinvenimento in lavori di sterro a fine XIX secolo: 2 umboni scudo (F), 1 frammento impugnatura scudo (F), 4 spathe (F), 2 sax (F), 3 coltelli (F), 2 lance (F), 1 ascia (F), 4 fibbie B, 1 fibbia F, 1 armilla B, 1 forbice (F), frammento catena B, 2 anelli B; riZZini 1894, p. 47; calderini 1974, p. 1118, n. 54.

Brescia, loc. San Bartolomeo, campo Vallotti – BS (T)in lavori agricoli nel 1900: sepoltura di II metà VII dC da cui 1 spatha F, 1 scramasax F, 1 lancia F, 4 linguette F ageminato d’AR, 1 sperone F con ageminatura AR, um-bone scudo F – B dorato, 6 borchie B dorato, fibula B, fermaglio B, 4 piastre AR e 3 piastre B dorato, 1 borchia B, 1 forbice (F), 3 frammenti decorativi B; riZZini 1914,

178 CAPITOLO III

pp. 355-7; ÅBerG 1923, p. 157; Panazza 1964, pp. 143-5; calderini 1974, p. 1118, n. 55.

Brescia, Chiesa di San Salvatore – BS (S/N)in lavori edili nel 1891: forbice F; riZZini 1894, p. 21; calderini 1974, p. 1118, n. 56.

Brescia, Chiesa di San Salvatore – BS (N)– scavi archeologici 1968: necropoli di VII dC T1: 5 elementi B di cintura, 10 chio-

di F; T2: 3 chiodi, 2 anellini AR; T3: frammenti coltello F, frammenti F, fram-menti chiodi F; T dell’abside: fibula B; PanaZZa 1972, p. 140; calderini 1974, p. 1119, n. 56; riemer 2000, pp. 328-9.

– scavi archeologici anni 1990, da sepoltura US421: fibbia carolingia VIII dC? de marchi 1998.

Brescia, Monastero di Santa Giulia – BS (S)fistula PB in strato longobardo, forse forno per attività fusoria; BroGiolo 1981, pp. 92-4.

Brescia, fraz. Volta Bresciana – BS (T)rinvenimento di tomba nel 1938 da cui umbone scudo F con 5 borchie da parata B dorato, maniglia scudo (F) con ai lati 2 borchie B dorato, fibbia F decorata in AR e AV, linguetta F, spatha F, sax F, fibbia B, 2 borchie B dorato, borchia B, 3 coltelli F, punta lancia F, puntale cintura B, disco B, asticciola F; Panazza 1964, pp. 145-8; calderini 1974, p. 1119, n. 57.

Brescia, via Musei n. 67 – BS (N)in lavori edilizi 1996-97, da due sepolture: 1 fibbia F, 1 fibbia B, coltellino F, databili alla prima metà del VII secolo; in strato di riempimento moneta AR carolingia; de vanna-dander-hoWes 1995-7.

Brescia, via Trieste, area ex Hotel Gallo – BS (T)in sondaggio archeologico 1991, 1 moneta Massimiano Crispo (290 dC); sepoltura di VII dC: anello F, 1 puntale cintura B, 1 borchietta (B); rossi 1991.

Brescia, territoriomateriali di incerta o sconosciuta provenienza ma provenienti dalla zona e conservati al Museo Cristiano di Brescia: 1 linguetta B di VII dC, 1 crocetta AV di VI-VII dC, 1 umbone scudo (F) con elementi B, 1 ascia (F), 4 spathe F, 3 sax F, 1 coltello F, 4 pun-te lancia F; fuchs 1938, n. 77; Panazza 1964, pp. 165-9; Longobardi 1990, p. 227.

179CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Brescia, Vicolo San Clemente/Vicolo Lungo – BS (N/TES?)da scavi organizzati in necropoli di VI-VII dC, 9 sepolture; da T (riempimento) 5 monete B da Probo a Costanzo II (276-335 dC); de marchi 2010.

Brescia, Via C. Cattaneo – BS (N)necropoli scoperta nel 2009: scavo di 8 sepolture; T1: 1 fibula B dorato (IV-V dC); T8: moneta tardoantica B (IV sec. dC); de marchi 2010.

Briosco – MI (TES)ripostiglio rinvenuto ante 1838: 63 denari AR di IX dC; Tesori 2004, p. 254.

Bulciago, loc. Bulciaghetto, presso Chiesa di Santo Stefano – LC (N)in lavori edili 1896 rinvenimento di 2 tombe (fine VI-630 dC) da cui 1 umbone scudo (F), 1 cesoia (F), 1 spatha (F), 1 cuspide lancia (F), 1 fibbia F con ageminatura AR con lamina B, 3 borchie B dorato, frammenti F (impugnatura scudo); BaserGa 1929; calderini 1974, p. 1112, n. 17; de marchi 2005, pp. 121-4.

Cadrezzate, loc. Merculo – VA (T)rinvenimento occasionale di tomba nel XIX secolo da cui 1 punta lancia (F) e 1 spa-tha (F); BaserGa 1928; calderini 1974, p. 1110, n. 6.

Calcinate, via Santo Stefano – BG (N)rinvenimento in scavi 1997-8 di necropoli di VI-VII dC; da 1 T: 2 elementi cintura F; canoBBio-fortunati Zuccalà-Zanella 1998.

Calvatone, loc. Costa di Sant’Andrea – (T)– rinvenimento senza precisazioni di fibula AR di VI dC; lusuardi siena 1989,

p. 193, nota 5.– in scavi circa 50 piccoli AE di IV-V dC; WilKens 1990, p. 85.

Calvisano – BS (N)necropoli scoperta nel 1891 da cui 144 oggetti: 1 umbone scudo F con borchie B, 1 maniglia di scudo con 3 borchie B, 5 punte lancia (F), 5 spathe (F), 17 sax (F), 24 coltelli (F), 2 elementi d’armi F, 7 croci AV, 1 armilla AR, 6 armille B, 2 armille F, 18 fibule B, 5 fibule F, 11 linguette B, 3 linguette F, 14 elementi cintura B, 4 chiodi B, 2 anelli digitali B, 2 anelli B, 1 disco B, 1 moneta AE basso impero (forata), 2 cannuc-ce B; 1 asticciola “nettaorecchie” B, 13 forbici F, 1 oggetto F a croce con 8 maglie catena B, 4 acciarini (F); riZZini 1894, p. 30; ÅBerG 1923, pp. 156-7; fuchs 1938, p. 80; lechi 1959, pp. 115-6; Ori e Argenti 1962, p. 244; Panazza 1964, pp. 148-57; calderini 1974, p. 1120, n. 67; Longobardi 1990, passim.

180 CAPITOLO III

Calvisano, fraz. Mezzane – BS (N/T)rinvenimento nel 1988 di 3 sepolture altomedievali: forse già nel 1947 crocetta AV da una tomba infantile; 1988: T1: 2 fibbie F, 5 elementi cintura F ageminato d’AR, 1 coltello; anche 1 piccolo AE ill. forato; datazione al VII dC; Breda 1988-9; de marchi 1992-1993; Ghidotti 2003, n. 11.

Calvisano, loc. Santi di Sopra – BS (N)rinvenimento e scavo nel 1988 di 87 sepolture altomedievali: solo 27 con corredo:T7: 1 anello B da cintura; T10: 1 coltello F; T11: 1 coltello; T12: 3 guarnizioni B, 3 guarnizioni F con decorazione B, 1 anello B; T14: 1 coltello F, 1 fibbia B; T17: 1 puntale F con decorazione B; T18: 1 coltello F; T19: 1 guarnizione F; T20: 1 coltello, 1 filo B; T26: 1 coltello F, 1 fibbia F; T34: 1 coltello F; T37: 1 coltello F, 1 anello B fibbia; T38: 1 controplacca B; T39: 1 coltello F, 1 elemento toilette B, 1 fibbia B, 6 puntali B, 3 guarnizioni B; T40: 1 fibbia B; T42: 11 elementi cintura B, 1 scramasax F; T44: 1 coltello F; T50: 1 coltello F, 1 acciarino F, 2 guarnizioni cintura F; T53: 1 coltello; T54: 1 coltello, 2 guarnizioni F; T59: 1 coltello F; T61: 9 guarnizioni B, 3 placchette B, 1 fibbia B, 1 coltello F, 1 chiave F; T65: 1 coltello F; T77: 2 coltelli F, 1 acciarino F, 3 guarnizioni cintura F; T79: 1 coltello F, 1 acciarino F, 2 guarnizioni cintura F, 1 anello cintura B, 1 scramasax F; T83: 1 placchetta B; T87: 1 coltello; sporadici: 1 fibbia F, 1 puntale F, 1 guarnizione F con decorazione B, 1 armilla B; Datazione al VI-VII dC. Breda 1988-9a; de marchi 1997; Ghidotti 2003, n. 12.

Calvisano, loc. Prato del Gioco – BS (T)– rinvenimento occasionale di sepoltura nel 1989-90 databile al VII dC; 1 lama

coltello (F), 1 fibbia B, 2 linguette B; chiarini 1990.– da altre 5 sepolture scoperte nel 1992 datate al VII dC: 1 armilla B, 1 rasoio F, 1

coltello F; Breda 1992-3; Ghidotti 2003, n. 20.

Campione d’Italia, San Zenone/San Zeno – CO (N/S)– scavi di necropoli 1996-1997, fine VII dC; T: tracce di broccato AV, nella parete

della tomba 1 siliqua longobarda (Pertarito, 672-88); anche 1 denaro AR ottolino (X dC); arslan Repertorio, n. 3580; CaPorusso 1995-7.

– scavi anni 2000: T con corredo di fine VII: 2 orecchini AV, 1 anello AV; Campione 2004.

Canneto sull’Oglio – MN (S)nel 1889 rinvenimento senza precisazioni: 2 pendenti orecchino (?); calderini 1974, p. 1122, n. 77.

181CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Carpenedolo, loc. Aia del Lupo – BS (T)in lavori agricoli 1903: sepoltura longobarda di VII dC con 1 umbone scudo F, 2 frammenti della maniglai dello scudo (F), 1 lancia (F), 1 spatha (F), 1 coltello (F), 1 moneta: denario Erennio Etrusco (227-51 dC), frammento instrumentum F, 2 elementi catena B; riZZini 1914, p. 349; Panazza 1964, pp. 157-8; PanaZZa 1972, p. 148; calderini 1974, p. 1120, n. 66.

Carpignago, stazione ferroviaria – PV (TES)tesoretto rinvenuto casualmente nel 1911 e interrato nel V dC: 13 aurei e 4 tremissi di Onorio, con collanina AV, 2 anelli AV, 1 anellino AV; Patroni 1911; Peroni 1967, p. 101-2.

Carvico, loc. San Tomé – BG (S)in scavi 1981 nell’insediamento medievale databile dal VII al IX dC. In scavi nella chiesa 1 fibbia F, 1 fibbia B con ageminatura AR databile al VII, frammenti coltello F; in scavi nel terrapieno 1 moneta di Carlo Magno (?); BroGiolo 1984; BroGiolo 1985, p. 140; de marchi-cini 1988, p. 88; BroGiolo 1989, p. 159.

Cassano d’Adda, loc. cascine San Pietro – MI (N)scavi d’emergenza 2010 in necropoli di 7 inumazioni, metà VII dC; T4: 8 elementi cintura B; T5: 9 elementi cintura B; T7: 6 elementi cintura B; altre 9 inumazioni non lontane nel 2011: T8: 9 elementi cintura B, 1 coltello (F); de marchi-ZoPfi 2014.

Cassano Magnago – VA (T?)spillone B in tomba altomedievale; neGro PonZi mancini 1983, p. 85.

Casteggio – PV (N)1930 senza ulteriori specifiche, 2 tombe a inumazione di V-VI dC; da a una sola 1 moneta; asse consunto Augusto, 1 fibbia B rivestita da laminetta AV; Peroni 1967, pp. 112-3 e 146; calderini 1974, p. 1115, n. 35.

Casteggio, via Torino – Via Roma, Area Quaglini? – PV (TES?/M?)indagini archeologiche: tesoretto monetale di V secolo dC, nelle fasi tardoantiche abbondante materiale numismatico di IV-V dC; NSAL, 1992-3, p. 66.

Castellaz Valdisotto, Chiesa San Bartolomeo – SO (S/M)da indagini archeologiche; V-VI dC: 1 fibula, 3 guarnizioni B, 1 manico di conteni-tore B; VI-VII dC: 1 punta freccia F, 2 guarnizioni B, 1 fibula B, 1 anello B, 1 anello F, 2 borchiette B dorato; IX dC: 1 puntale F; 1 moneta AE (non datata), 1 tremisse AV Cuniperto, 1 denaro AR Ludovico il Pio (814-40): de marchi 2015, pp. 637-45; arslan Repertorio, n. 3955.

182 CAPITOLO III

Castel d’Ario – MN (S)ardiglione di fibbia con scritta QUIDDILA, goto; coccoluto 1983, p. 387, 394; lusuardi siena 1989, p. 204.

Castelli Calepio, loc. Castel Rampino – BG (N)rinvenimento 1977 di almeno 8 sepolture databili VII dC, corredi confusi e forse ricostruibili: T1: 1 crocetta AV, 1 anello AV, 1 fibula zoomorfa F ageminato; T2: pro-fanata (furto armi) in antichità come T di Re Alboino, datata al VII dC: 6 elementi cintura F ageminato AR e B (AV?), 8 borchie e placchette AR dorato del fodero dello scramasax, 19 elementi della cintura di sospensione F ageminato, punta lancia F, 4 elementi delle cinghie degli speroni F, placchetta AR, cesoie F, forse 2 orecchini AV; T3: scramasax F, 5 elementi cintura F, frammento sperone F, 5 elementi F; PoGGiani Keller 1978; cini 1989; de marcHi 2006a (= de marchi 2007a).

Castelmella – BS (T)rinvenimento nel 1906 di sepoltura da cui spatha F; riZZini 1914, p. 346; PanaZZa 1964, p. 158; calderini 1974, p. 1119, n. 59.

Castelseprio, Basilica di San Giovanni – VA (T)in saggi di scavo nel 1955: tomba di VII secolo presso l’abside da cui 1 borchia AR; miraBella roBerti 1958, p. 85; Ori e Argenti 1962, n. 986; calderini 1974, p. 1110, n. 8.

Cava Manara – PV (T)1938-40, rinvenimento occasionale di tomba longobarda da cui 1 umbone scudo (F), 1 fibbia (?), 1 coltello (F), finimenti di cintura (B), punta lancia (F), scramasax (F), forbice (F); Peroni 1967, p. 143-5; calderini 1974, p. 1114, n. 31.

Cerlongo – MN (N)da circa 15 tombe scoperte nel 1920 circa datate IV-VI (?) dC: fibbie B, anelli B, armilla B, frammenti F, forse anche monete; calderini 1974, p. 1121, n. 75.

Cernago – PV (?)senza precisazioni: 2 crocette AV da sepolture; Peroni 1967, p. 129-32; calderini 1974, p. 1114, n. 28.

Cologno al Serio, loc. Podere Gamba – BG (T)scoperta nel 1882 una cuspide di lancia F da tomba databile al VIII-IX dC; mantovani 1891, pp. 75-8; calderini 1974, p. 1115, n. 41; de marchi-cini 1988, p. 90.

183CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Cologno al Serio, loc. Cascina Canterana – BG (T)scoperta 1882, tomba databile al VI dC da cui scramasax (F); de marchi-cini 1988, pp. 90-1.

Colognola al Piano – BG (T)scoperta nel 1888 tomba databile al VI dC da cui crocetta AV, 6 elementi cintura AV, 3 bottoni AV, 4 bottoni B, scramasax F, patera B; de marchi-cini 1988, pp. 92-5.

Como, chiesa SS. Cosma e Damiano – CO (N)in scavi 1990-1 due sepolture di VII dC; T1: elemento cintura (B), T2: pungoletto (?); de marchi 2001, p. 65.

Como, territorio – CO (?)senza indicazioni specifiche di provenienza, coppia orecchini AV datati al VI-VII dC; Giussani 1914, p. 71; Possenti 1994, p. 79.

Covo, Cascina Bellinzana – BG (N)necropoli altomedievale di 13 tombe nelle pertinenze di Villa romana. Da una sola tomba alcuni elementi di cintura AR; fortunati Zuccalà 1995-1997.

Cremona, fraz. Cervo, loc. Campo Morone – CR (TES)ripostiglio con 11 monete AV: 2 di V dC, 6 di V-VI dC, 3 di VI dC; arslan 1994, pp. 510, 514.

Cremona, Torrazzo – CR (M/T)in indagini archeologiche: 1 denaro AR di Ottone in tomba; Pontiroli 1993, p. 39.

Curtatone, loc. Buscoldo – MN (S/M/T)indagini archeologiche dal 2012 in abitato: Capanna 4: 1 coltello F; altri elementi PB, F, B non specificati, V-VII dC; da US 400: 1 AE3 Valente (364-78 dC), 1 AE4 e 1 AE3 da Costantino I a Costanzo II (330-5 dC), 1 follis e 1 AE3 Costanzo II (337-61 dC), 1 AE4 Arcadio (394-402 dC); T62: 1 moneta romana forata; marastoni 2017.

Darfo Boario Terme – BS (T)rinvenimento nel 1886 di tomba da cui 1 fibbia B, 2 armille B, 2 monete romane (Gallieno, Costanzo Gallo); riZZini 1894, p. 19; calderini 1974, pp. 1117-8, n. 49; riemer 2000, p. 350.

Darfo Boario Terme, Municipio – BS (N)rinvenimento nel 1963 di necropoli longobarda composta da 4 tombe da cui 1 fibula

184 CAPITOLO III

B dorato, 1 spillone B, 1 armilla B; PanaZZa 1964, p. 159; calderini 1974, p. 1118, n. 49; riemer 2000, p. 350.

Darfo Boario Terme, fraz. Corna – BS (N)– rinvenimento nel 1906 da necropoli: 4 fibbie B; riZZini 1914, p. 351; calderini

1974, p. 1117, n. 48.– rinvenimento nel 1939 di necropoli longobarda da cui 1 scramasax (F), 2 coltelli

(F); Panazza 1964, p. 158; calderini 1974, p. 1117, n. 48; riemer 2000, p. 330.– rinvenimento nel 1963 di necropoli longobarda di 4 sepolture da cui: 1 stilo B

con 8 maglie di catenella B, 1 armilla B, 1 armilla B dorato, Panazza 1964, pp. 158-60.

– da sondaggi 1999-2000 rinvenimento di necropoli altomedievale di 37 tombe: T24: 1 fibbia di cintura F; de vanna 1999-2000.

Dovera, loc. Rovereto di Postino – CR (T)rinvenimento sepoltura nel 1910: 1 spatha (F), 1 umbone scudo (F) e 4 borchie (B dorato), imbracciatura scudo (F), coltello F; calderini 1974, p. 1121, n. 72.

Erba – CO (T)rinvenimento casuale nel 1961 di tomba da cui 1 spatha (F); calderini 1974, p. 1111, n. 14.

Erbanno, Chiesa di San Martino – BS (T)rinvenimento casuale nel 1958 di tomba da cui 1 fibula B; PanaZZa 1964, pp. 160-1; calderini 1974, p. 1117, n. 47; riemer 2000, p. 330.

Fara Olivana con Sola – BG (N)indagini dal 2010 in 102 sepolture di VI-VII dC. 9 spade (F), 8 umboni F con alcune impugnature, 13 punte lancia F, elementi di cintura in F ageminato da 15 tombe, 3 fibule B dorato, 4 fibule AR con doratura, 2 fibule S (?), 1 fibula B; 26 elementi di cintura AR associati a fibula B; 12 croci AV; 18 monete di IV sec dC da 9 tombe: da T41: 10 pendagli AV; T60: 1 elemento di fermo della lancia (F?); T61: 2 orec-chini AV; T63: 2 borchie scudo B, 1 placchetta AR ad “S”; fortunati et al. 2014, pp. 150-9.

Fiesco, loc. Campo Basso – CR (T)rinvenimento nel 1967 probabilmente da sepoltura: 1 spatha (F), 1 scramasax (F), 1 imbracciatura scudo (F), 1 punta lancia (F); calderini 1974, p. 1121, n. 73.

185CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Flero – BS (N)rinvenimento occasionale in lavori agricoli nel 1898 di sepolture da cui 2 scramasax (F), 2 coltelli (F), 1 umbone F, 1 borchia dell’umbone B dorato, 1 spatha (F), 3 lance (F), 3 crocette AV, pinzetta B, sottile lamina AR; riZZini 1914, p. 351; ÅBerG 1923, p. 158; PanaZZa 1964, pp. 161-3; calderini 1974, p. 1119, n. 61.

Fornovo San Giovanni, via Cimosse – BG (N)scavi di 7 sepolture di età longobarda; T1: 1 armilla B, 1 fibbia cintura B, 2 borchie B, 4 elementi calzature B e F; T2: elementi cintura B, coltello F; fortunati Zuccalà 1991, pp. 63-5; fortunati Zuccalà 1992-3a.

Fornovo San Giovanni – Caravaggio, latifondo Vallicelle – campo/podere Cantacucco, loc. Mora di Fornovo – BG (N)– ante 1880: armi (F) non precisate; mantovani 1884-1890, pp. 121-30; de

marchi-cini 1988, p. 37.– 1880: da singola T: crocetta AV, scaramasax (F), pugnale (F), umbone (F) con

borchie (B) e frammenti impugnatura (F), 2 armille B, sperone B, disco B, plac-chetta B, 2 guarnizioni di cintura B, puntale cintura B, fibbia B, frammento filo B, bottone del fodero dello scramasax B; mantovani 1884-1890, pp. 121-30; von hessen 1983, pp. 34-5; de marchi-cini 1988, p. 37.

– 1880-3: probabilmente da T: umbone scudo (F), due punte lancia (F), spatha (F); mantovani 1884-1890, p. 125; de marchi-cini 1988, p. 37.

– 1883: corredi mescolati: 3 spathe (F), 1 scramasax (F), 1 umbone scudo (F), 2 punte lancia (F), imbracciatura scudo (F), 5 ribattini di scudo F, placca rettango-lare (?), frammento di ago (F), frammento sperone (F), 4 frammenti guarnizione cintura F, elemento ornamentale B, 2 fibbie B, rinforzo fodero spatha B, 6 monete romane forate AE, piastra rettangolare B, frammento filo AR, crocetta AV, fili AV; mantovani 1884-1890, pp. 121-30; de marchi-cini 1988, pp. 37-8.

– 1884: 7 coltelli (F) e 1 scramasax (F); mantovani 1884-1890, pp. 93-109; de marchi-cini 1988, p. 38.

– 1886: punta lancia (F); mantovani 1884-1890, p. 98; de marchi-cini 1988, p. 38.

– 1890: 3 crocette AV; 3 fibule a staffa AR, ago crinale AR; mantovani 1884-1890, pp. 97 e 107; de marchi-cini 1988, p. 38.

– riassunto rinvenimenti oggi presenti: 16 crocette AV, 3 monete tardoimperiali fo-rate (AE), 17 spathe (F), 4 elementi cintura (B), 5 guarnizioni cintura F, 1 fibbia (?), elementi cintura F ageminati B, 2 fibbiette B, 15 fibbie B, 3 cesoie (F), 9 coltelli (F), 1 rinforzo fodero spatha (B), 4 scramasax (F), 1 puntale fodero scra-

186 CAPITOLO III

masax (B), 9 punte lancia (F), 2 fermi dell’asta di lancia (F), 4 umboni di scudo da parata (F e bottoni B), 1 umbone con decorazione (F), 8 senza decorazioni (F), 4 ribattini umbone F, 9 ribattini umbone B dorato, 3 imbracciature scudo (F), 1 elemento ornamentale B, 3 elementi dello scudo F; mantovani 1884-1890, pas-sim; fuchs 1938, p. 74; calderini 1974, p. 1116, n. 44; de marchi-cini 1988, pp. 23-40; Longobardi 1990, p. 192; De marchi 2007.

– notizia d’archivio 1916: da tombe in necropoli longobarda 4 monete forate; an-toniniano AR Filippo arabo (248 dC), antoniniano AR Probo (276-82 dC), follis Costantino I (324-330 dC), AE3 Costante (346-350 dC); forse le stesse degli scavi precedenti; arslan Repertorio, n. 3594.

Garbagnate, Chiesa di San Nazario e Celso – LC (T)in lavori edili 1891 rinvenimento di tomba longobarda: 2 coltelli F, 1 fibbia B, 1 moneta (AE); baserga 1906; calderini 1974, p. 1112, n. 16; riemer 2000, p. 327.

Garlasco – PV (TES)rinvenimento di ripostiglio con monete bassomedievali, anche 1 miliareson AR Niceforo Foca (963-9 dC); chiaravalle 1988.

Garlasco, Madonna delle Bozzole – PV (T)rinvenimento e scavo archeologico 1982 di tomba longobarda databile al VII: 1 scra-masax F, 1 acciarino F, 2 elementi di cintura B; vannacci lunaZZi 1983.

Goito, fraz. Sacca di Goito, loc. Campo Chiesa Vecchia – MN (T)– da tomba di VII dC scoperta nel 1968: crocetta AV, coltello F, ardiglione di fibbia

F; calderini 1974, p. 1122, n. 76; attene franchini 1990, p.136; riemer 2000, p. 336.

– 1992: necropoli di circa 240 tombe con molti corredi che la datano al VII dC: 8 scramasax (F), 2 cuspidi lancia (F), 4 punte di freccia F, 32 coltelli F, manca-no spathe e scudi. Nei corredi femminili collane anche con elementi in metallo; 6 armille B e F, 6 orecchini B; numerose guarnizioni di cintura B e F; alcune monete AE forate: T2: 2 AE (1 di Costanzo, 348-50; 1 Valente e Graziano, 364-78); T102: 1 moneta AE (Magnenzio, 350-3); T199: 2 AE (1 Costantino, 313; 1 Costantinidi, 327-40); menotti 1992-3; menotti 1994; La necropoli di Goito 1994; Ghidotti 2003, n. 18.

Gorlago – BG (T)rinvenimento nel 1881 di tomba da cui fibula AR; calderini 1974, p. 1115, n. 37; de marchi-cini 1988, pp. 95-6.

187CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Gornate Olona, Santa Maria di Torba – VA (S-N)– in saggi archeologici 1977-78: 1 puntale B di cintura longobarda; roffia 1978.– moneta di Ottone (973-1002 dC) in scavi 1981; BroGiolo 1982a.

Griante, loc. San Martino – CO (TES)1932: tesoretto contenente 20 AV di VI; Giussani 1932-1933.

Grone, via Papa Giovanni XXIII – BG (T)da scavi 1998 rinvenimento tomba altomedievale da cui 1 anello B; canoBBio-fortunati Zuccalà-Zanella 1998a.

Guidizzolo, Via Grassi – MN (N)necropoli altomedievale con corredi di coltellini F, fibbie F e B; da una T: coppia armille B; menotti 1999-2000.

Gussago – BS (T)rinvenimento occasionale nel 1907 di sepoltura da cui 1 scramasax F e 1 coltello F; riZZini 1914, p. 352; PanaZZa 1964, p. 163; calderini 1974, p. 1118, n. 51.

Inveruno – MI (T)sepoltura non isolata scoperta in lavori edili 1930: 2 umboni F, 1 spatha (F), 1 lancia (F), imbracciatura scudo (F), frammenti di un’imbracciatura (F); calderini 1974, p. 1113, n. 21.

Iseo, loc. Breda – BS (N)necropoli di 11 sepolture; T2: fibbia F di VI-VIII dC; nei pressi della T6 chiodo F; BroGiolo 1981; riemer 2000, pp. 330-1.

Iseo, via Cavone – BS (N)in necropoli altomedievale complessivamente databile al VII-VIII dC, T3: mone-ta della II metà del IV-V dC; T4: moneta B del V-VI dC; T5: anello di B dorato; mariotti Branca 1984a; riemer 2000, pp. 331-2.

Laino, loc. San Vittorio (alias San Vittore) – CO (T)– rinvenimento occasionale di tomba longobarda di VI-VII dC nel 1908 da cui 1

sax F, 2 orecchini AV; Giussani 1914, pp.67-8; calderini 1974, p. 1111, n. 11; Possenti 1994, p. 80; Milano 1990, p. 358; riemer 2000, pp. 327-8.

– in saggi di scavo 1996-1997 materiali altomedievali: 1 spillone B, 1 puntale di cintura B, 1 moneta probabilmente di VI dC; noBile de aGostini 1995-97.

188 CAPITOLO III

Landriano, loc. Campo San Giorgio – PV (TES/T)rinvenimento nel 1897 in lavori agricoli di materiale datato al VI dC, tesoretto mo-netale disperso, 1 fibbia cintura AV, 2 elementi applicativi a trifoglio AV, fibula quadrata AV, montatura di cameo AV; Peroni 1967, pp. 119-22; BierBrauer 1975, pp. 285-6; Goti 1994, p. 188.

Leno, loc. Cimitero – BS (N)rinvenimento occasionale nel 1965 circa di sepolture da cui 2 spathe (F), 2 umboni (F), 2 crocette AV; von hessen 1973; calderini 1974, p. 1120, n. 65; de marcHi 2006.

Leno, fraz. Milzanello – BS (N)necropoli scoperta nel 1885: umbone scudo F con borchie e decorazione centrale in B, 3 spathe (F), 2 lance (F), 4 scramasax (F), 1 fibbia F, frammenti forbici (F), 5 mo-nete basso impero; riZZini 1894, p. 14; calderini 1974, p. 1120, n. 68; Longobardi 1990, p. 192.

Leno, loc. Campi San Giovanni – BS (N)scavi di emergenza 1993: necropoli di 93 sepolture databili al VII secolo dC da cui 1 crocetta in lamina AV, frammenti filo AV, 1 coltello F, qualche finimento F e B (cinture e cinghiette); Breda 1992-3a.

Leno, loc. Campo Marchione – BS (N)necropoli longobarda scavata 1994-6, 156 tombe con corredo. I fase (570-inizio VII dC): T21: 1 freccia F; T44: 1 spatha F; T51: 1 umbone F; T74: 1 ago crinale; T87: 2 fibule a staffa AR dorato, 1 ago crinale, laminette cintura AR, 2 fibbie B; T82: 1 scramasax F; T99: 1 lancia F, 1 scramasax F, 1 umbone F; T104: 1 ago crinale; T107: 1 scudo, 1 lancia; T108: 1 spatha F, 1 scramasax F, 1 scudo, 1 lancia; T112: 15 elementi cintura AR, 1 lancia F; T113: 1 ago crinale; T142: 1 fibula a S AR dora-to; T152: 1 fibula a S AR dorato, 4 pendenti AV, laminette cintura AR; T156: 1 ago crinale; T160: 1 lancia F; T167: 1 ago crinale; T168: 1 fibula a staffa AR dorato, 1 fibula B, 1 ago crinale; T185: 1 fibula a disco; T204: 1 ago crinale; T246: 2 fibule a staffa AR dorato, 1 ago crinale; II fase (I metà VII dC): T18: elementi B di cintura; T33: elementi B di cintura; T56: 2 orecchini a cestello AR; T57: 1 sax F, 1 spatha F, 1 lancia F, 1 sperone; T60: 1 sax F; T62: 1 sax F, elementi cintura (B?); T63: 1 ago crinale; T94: 1 ago crinale; T95: 1 scramasax F, 1 cintura F ageminato d’AR; T121: elementi F di cintura; T123: 8 monete romane forate; T128: spillo; T147: 1 scrama-sax F; T156: 2 orecchini a cestello AR; T178: 1 scramasax F, 1 freccia F; T179: 1 lancia, 1 scramasax; T190: 1 scramasax F; T195: 2 orecchini a cestello AR; T199: 2 orecchini a cestello AR; T200: elementi F di cintura; T208: 2 orecchini a cestello AR, 1 ago crinale; T238: 1 spillo; III fase (II metà VII dC-inizio VIII dC): T13: 1

189CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

freccia F; T14: 1 scramasax F, elementi cintura F; T16: 1 scramasax F; T17: elementi cintura F ageminato d’AR; T31: 1 scramasax F; T79: 1 scramasax F; T80: 1 scra-masax F; T141: 1 scramasax F; T180: 1 scramasax F, elementi cintura B decorato; T224: 1 umbone F, 1 lancia F, 1 scramasax F, 1 spatha F, 1 freccia F, attrezzi F (in-cudine, massello), elementi cintura B; T234: elementi cintura B decorato; almeno 20 monete romane forate. Complessivamente 625 oggetti F (armi e strumenti), 204 ma-nufatti B finimenti di cinture, fibule con doratura, anelli digitali, catenelle e monete tardoantiche utilizzate come pendenti, 36 oggetti AR (fibule, orecchini, elementi di collana, anelli e finimenti), 4 oggetti AV (4 pendenti); Breda 1995-7; Giostra 2011.

Lesmo, loc. Gernetto – MI (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1818 con 273 AV di V dC; Arslan Repertorio, n. 3680.

Ligurno – VA (T)rinvenimento 1879 di sepoltura databile VI-VII dC da cui 2 orecchini AR e 1 armilla B; lonGhi 1880; Possenti 1994, p. 78.

Lodi – LO (S)collana AV con pendaglio composto da solido AV di Teodosio I 379-95 datato al IV, Peroni 1967, pp. 51-2; Ori e Argenti 1962, p. 60, tav. 60.

Lodi Vecchio – LO (?)senza precisazioni: 2 crocette AV da sepolture; orsi 1887, p. 32; fuchs 1938, pp. 67, 72; calderini 1974, p. 1114, n. 27.

Lodi Vecchio, Via Pompeo Strabone – LO (S)indagini 2001 in edificio altomedievale da cui 1 paio di pinze F, 1 badile (F), 2 mo-nete AE non precisate; saronio 2001-2.

Lomello, Villa Maria/castello? – PV (S)in scavi archeologici 1990: 1 solido AV di VI dC e altre monete; arslan Repertorio, n. 3740.

Lozio, loc. Sommaprada, casale Santa Cristina – BS (N)in lavori agricoli nel 1889 scoperta una necropoli V-VI dC. T1: 2 orecchini B, 2 fibbie B, 2 pendenti orecchino B, 1 cubetto PB, 1 cubetto B (forse tessera?), 1 mo-neta Costantino I, 1 moneta di Tiberio B; T2: decorazioni B di umbone scudo; T3: 2 orecchini B, anello B; T4: decorazioni B di umbone scudo, frammenti F dell’umbo-ne; T5: 2 orecchini B, 2 guarnizioni B; Inoltre 1 frammento orecchino B; calderini 1974, p. 1117, n. 46; de marchi-cini 1988, pp. 63-71; riemer 2000, pp. 329-30.

190 CAPITOLO III

Madignano, loc. Ripalta Vecchia, santuario di Santa Maria del Marzale – CR (T)sepoltura di VII in chiesa di XI secolo: indagini 1985, armilla B; tosatti-Giacomini 1985; riemer 2000, p. 334; Ghidotti 2003, n. 8.

Mantova, loc. Ponte Rosso – MN (N)rinvenimento casuale nel 1994 di necropoli altomedievale composta da 29 tombe VIII; dalla T2: 1 fibbia F, 1 orecchino B; Ghidotti 2003, n. 22.

Mariano Comense, Battistero di San Giovanni Battista – CO (S/N)scavi archeologici programmati: nella fase forse altomedievale tombe; T9: 1 fram-mento B; BlocKley-simone ZoPfi-ansaloni-Brunelli 1999-2000, p. 218.

Melegnano, fraz. Santa Brera – MI (T)in lavori agricoli nel 1875 rinvenimento tomba: 4 anelli B, 2 fibbie (?), frammenti armille F, 3 borchie F, frammenti F; ÅBerG 1923, p. 158; calderini 1974, p. 1113, n. 25.

Milano, San Pietro in V[igna] – MI (T)rinvenimento nel 1186 dC di crocetta AV in sarcofago e databile al VI dC; calderini 1980; Brozzi 1986a, p. 243; fuchs 1938, p. 92, n. 176.

Milano, via San Raffaele – MI (TES)indagini archeologiche 1960 in pozzo: recipiente B contenente 3 bottiglie B e 1 cuc-chiaio AR databili al V dC; PalesTra 1964.

Milano, San Satiro – MI (TES)rinvenimento casuale 1951 in pozzo di manufatti metallici databili al I-V dC, ma interrato nel V dC: 3 cucchiai AR, vasi B, oggetti F; frova 1951.

Milano, Sant’Ambrogio – MI (T)1829, tomba longobarda da cui 1 lancia (F), 2 speroni (?), 1 crocetta AV con impressa moneta cinque volte, 1 anello sigillo AV (+MARCHEBADVS VIV); von hessen 1982a, pp. 309.

in scavi edili 1927, rinvenimento di sepoltura databile al V-VI dC: fibula a forma d’aquila B; BierBrauer 1975, pp. 286-8.

Milano, via Santa Maria Fulcorina – MI (TES)rinvenimento in indagini archeologiche 1985 in pozzo di manufatti metallici databili al V dC: 3 recipienti B, 30 monete AE (360-425 dC); chiaravalle 1989.

191CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Milano, Chiesa di Sant’Eustorgio – MI (S/N)da scavi archeologici 1998-1999 individuate 34 tombe databili dal III al VI dC. Da una tomba datata V-VI dC 1 B tardoantico (383-403) con 1 moneta B Teodorico o Vitige (489-526). ceresa mori-ruGGieri 1999-2000, pp. 225-7.

Milano, territorio – MI (S)rinvenimento nel 1887 senza precisazioni di 2 orecchini AV databili V-VI dC; BierBrauer 1975, p. 288; Goti 1994, p. 186.

Monticelli Pavese – PV (S)rinvenimento occasionale nel 1919 senza ulteriori precisazioni di 3 finimenti cintura longobarda in B; Peroni 1967, p. 146; calderini 1974, p. 1115, n. 33.

Montichiari – BS (T)rinvenimento nel 1958 di scramasax (F) da tomba; PanaZZa 1964, pp. 163-4; calderini 1974, p. 1120, n. 64.

Montichiari, loc. Fontanelle, monte S. Giorgio – BS (N)scoperta nel 1995 necropoli altomedievale con 11 inumazioni, da 1 sola tomba cor-redo costituito da lama di coltello (F). tononi 1995-7.

Montichiari, monte S. Zeno – BS (N)necropoli scavata 1998-2007 (oltre 330 inumazioni), datazione fine VI-I metà VII dC: T8: guarnizioni cintura B, scramasax F; T37: guarnizioni cintura B; T38: guar-nizioni cintura B; T44: guarnizioni cintura B, scramasax F; T61: guarnizioni cintura B; T65: guarnizioni cintura B; T134: guarnizioni cintura B; T81: scramasax F; da 1 sola tomba corredo costituito da lama di coltello (F); de marchi 2007b.

Monza – MZ (S)rinvenimento sporadico senza precisazioni nel XIX secolo di 2 crocette AV; orsi 1887; fuchs 1938, p. 47; calderini 1974, p. 1112, n. 18; carretta 1981a, p. 645.

Monza, Museo del Duomo – MZ (TES)corona detta di Teodolinda AV; chioccia e 7 pulcini AR dorato; Longobardi 1990, p. 100 (n. II.2), p. 233 (n. V.17).

Monza, Basilica di San Giovanni Battista – MZ (?)coperta AV dell’evangelario di Teodolinda; croce AV detta “di Agilulfo”; datazione VI-VII dC; Longobardi 1990, pp. 352-5.

192 CAPITOLO III

Monza, Tomba di Teodolinda – MZ (T)nella ricognizione del 1941: 9 borchie AV, doppia perla AV, guarnizione AV, filamen-ti AV, punta lancia F; haseloff 1952; calderini 1974, p. 1112, n. 18.

Mornico al Serio, proprietà Pesci – BG (T)scoperta e distrutta nel 1889 tomba da cui 1 coltello F, 1 moneta imperiale AE; calderini 1974, p. 1116, n. 42.

Nerviano – MI (TES)ripostiglio monetale in contenitore PB rinvenuto nel 1875: 21 AV di V-VI dC; asolaTi 1996.

Nosate – MI (N)rinvenimento casuale necropoli 1904-5, II trentennio VII dC: frammenti coltelli (F), 1 scramasax (F); ÅBerG 1923, p. 158; calderini 1974, p. 1112, n. 19.

Offanengo, loc. Dossello – CR (N)necropoli scoperta nel 1963 databile al VII dC; T1: crocetta lamina AV, umbone scudo (F), 2 lance (F), 2 elementi cintura B, 1 elemento cintura AR; calderini 1974, p. 1121, n. 71; melucco vaccaro 1982, pp. 91-2; Ghidotti 2003, n. 3; riemer 2000, p. 334.

Onore, Castello Pù – BG (T)rinvenimento 1956 di tomba databile al VI-VII dC cui 2 orecchini B, 2 anelli B, 2 armille B, fibula B, asta F; Bertolone 1960, pp. 110-1; calderini 1974, p. 1115, n. 36; de marchi-cini 1988, pp. 44-51; riemer 2000, p. 328.

Lenno, Ossuccio, loc. Campo – CO (N/T)– rinvenimento necropoli 1906-9, 4 sepolture corredi non affidabili: (fine VI dC-I

metà VII); T1: 1 spatha F; T2: 1 tremisse (?) Giustiniano I; T3: 1 scramasax, 1 guarnizione cintura F ageminata AR, 1 lancia, 1 chiave F, framm. di umbone F e borchie B; de marchi 2005, pp. 105-6, 117-20.

– rinvenimento tomba 1926 da cui 1 umbone (F) con 5 borchie B, 1 spatha (F), frammenti F di 2 imbracciature; BaserGa 1927; calderini 1974, p. 1111, n. 12.

Padenghe sul Garda, contrada Predello – BS (TES)rinvenimento nel 1885 di gruzzolo monetale con 12 AV di V-VI; fiorelli 1885a; BierBrauer 1975, p. 252.

193CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Palazzo Pignano – CR (S)rinvenimento sporadico 1957 ca. di anello AV sigillo longobardo (+ARICHIS); von hessen 1982a, pp. 308-9.

Pavia, territorio? – PV (? – T)– senza dati precisi: collana AV, cerchio AV, altomedioevali; Peroni 1967, pp. 111-2.– senza dati precisi: fibula B, datata al V-VIII dC; Peroni 1967, p. 100.– 3 umboni di scudo barbarici F; Peroni 1967, pp. 146-7.– fibula B senza provenienza; Peroni 1967, pp. 150-1.– sigillo plumbeo di Lotario, Peroni 1967, pp. 152-3.

Pavia, area Albergo Croce Bianca – PV (S)1870, peso monetario B/AR con scritta MAVRICIVS (11,6 g), forse databile al VI dC; Peroni 1967, pp. 123-4.

Pavia, loc. Campo Camino – PV (T)1870, rinvenimento occasionale di tomba da cui 2 crocette lamina AV, 1 spatha (F), 1 coltello (F), 1 umbone scudo (F), 1 morso cavallo (F); Peroni 1967, pp. 127-9; calderini 1974, p. 1114, n. 30.

Pavia, loc. Cascina Campeggi – PV (T)scavi della ferrovia 1862, rinvenimento senza precisazioni: da tomba 1 anello AV con monogramma Atalarico databile al VI-VII dC; Peroni 1967, pp. 111-2; calderini 1974, p. 1114, n. 30.

Pavia, loc. Lomellina – PV (T)senza dati precisi: 2 fibule B, datate al V-VIII dC; Peroni 1967, pp. 98-9.

Pavia, Palazzo Vescovile – PV (T)in scavi archeologici 2001, tomba di VIII secolo da cui una moneta AE; inverniZZi 2001-2.

Pavia, via San Giovanni in Borgo – PV (T)1906, rinvenimento di tomba con fibbia AV con struttura B, moneta AE di Antonino Pio (138-61), elementi cintura B, orecchino B, resto informe F; BierBrauer 1975, pp. 293-4; Peroni 1967, pp. 124-5.

194 CAPITOLO III

Pavia, San Michele Maggiore – PV (TES)1970-1, in lavori edili: ripostiglio di VI secolo oggetti preziosi tra cui 1 cucchiaio AR con monogramma, 1 patena AR, 1 frammento vaso AR; Peroni 1972.

Pavia, ponte coperto sul Ticino – PV (S)rinvenimenti in lavori 1949-50: materiale forse raccolto dall’acqua corrente e datato dal I al VII dC: crocetta B datata IV-V dC; asticciola B del IV dC; peso monetario B con sigla di due lettere greche gamma, non datato; frammento B di manufatto altomedievale; 5 finimenti cintura B di età longobarda; 2 ardiglioni B longobardi; lingua cintura B tardoantica; 4 linguette cintura B longobarde; lingua cinghia B VI-VII dC; passante cinghia B “barbarico”; finimento cintura F/B di età longobarda; 3 linguette cintura F barbariche; linguetta cintura F, VII dC; fibula PB VII-VIII dC; fibula peltro barbarica; crocetta PB VI-VII dC; braccialetto B di VII dC; spillone B tardoantico; bracciale B VI-VII dC; monile AV di V dC; puntale fodero B V-VIII dC; puntale B VI dC; impugnatura spatha F-B-AR databile al VII dC; sedia pieghevole F con ageminature AR, B dorato, datata al IX-X dC; Peroni 1967, pp. 71-98 e 154-72.

Pavia, loc. Vecchio Ospedale – PV (T)1868, rinvenimento occasionale di tomba da cui 1 crocetta AV e 2 orecchini AV; Peroni 1967, pp. 125-7; calderini 1974, p. 1114, n. 29; Possenti 1994, pp. 72-3.

Pavia, via Strada Nuova/via Calatafimi – PV (TES)rinvenimento occasionale nel 1934 di tesoretto monetale composto da 360 monete AR di IX dC; Peroni 1967, pp. 189-90; Grierson 1978, p. 287; colomBetti 2002, pp. 21-6; Tesori 2004, p. 254.

Pavone del Mella – BS (T)forse da singola tomba trovata nel 1888 e databile ai Longobardi: 3 spathe (F), 2 lan-ce (F), 1 fibbia (?), 1 asta con sovrapposto un uccelletto (?); Panazza 1964, p. 164; calderini 1974, p. 1120, n. 70.

Pellio, San Giorgio – CO (TES)rinvenimento in scavi anni 1990 di ripostiglio datato al X dC: 11 denari AR; uBoldi 1995-1997; arslan 2000; arslan 2001.

Peschiera Borromeo, fraz. Mirazzano, Chiesa SS. Cosma e Damiano – MI (S/N)da scavi organizzati tombe altomedievali. T1: tracce di B (oggetto d’uso personale di dimensioni piccole); T3: 1 moneta B sottile, 1 croce lamina B; starna 2001-2002.

195CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Pieve del Cairo, loc. Cascina Mercurina – PV (N)rinvenimento 1869 di necropoli da cui cuspidi lancia (F), umboni (F), spathe F, mo-nete forate (ad uso encolpio?), broccato AV, 5 crocette AV, 2 orecchini (?); Peroni 1967, pp. 132-6; calderini 1974, p. 1115, n. 34.

Ponte Lambro, loc. Schieppo – CO (S)scavi 1992-3 in villa rustica romana che evidenzia continuità d’uso fino al VI secolo dC: fibula B, moneta gota AR di Totila (vista come 1/8 siliqua); fortunati Zuccala 1992-3.

Pozzuolo Martesana – MI (N)scavi d’emergenza 2011: 7 tombe, dalla T6: fibbia B, 2 puntali B, 1 placchetta B, 1 fibbietta B; de marchi-ZoPfi 2014.

Predore, loc. Portone, via Molino – via Carrobbio – BG (N)indagini anni 90 del XX secolo, 2 tombe tardoromane datate al IV – V da cui 1 fibbia F; fortunati Zuccalà 1991a.

Robecco d’Oglio, fraz. Monasterolo, loc. Ex Mulino basso – CR (N)scavi dagli anni ’80 del XX secolo; T1: 3 anelli B, 5 armille B, 1 fermo di collana B; T2: 12 chiodi F; T6: elemento F non riconoscibile; sporadico dalla T12: fibula B di I dC; Passi Pitcher 1982; Cremona Romana 1985, pp. 295-300; riemer 2000, pp. 334-5.

Roccafranca, via Donizzetti, loc. Vezzola – BS (N)scavi archeologici 1981-2 di necropoli. Corredo solo nella T5: guarnizione completa di cintura in B e 1 coltellino F; T14: 3 anelli B, 2 orecchini B, in riempitura della fossa vasetto di foglia AR; T19: sette monete AE di cui 5 leggibili (1 Magnenzio, 1 Valente, 3 Graziano); T20: moneta piccola AE; una sola tomba ha corredo chiara-mente di VII secolo; roffia 1981; BroGiolo 1982; riemer 2000, pp. 332-3.

Rodano, fraz. Cassignanica – MI (T)rinvenimento di tomba nel 1923 da cui crocetta AV, spatha F, umbone scudo F, 3 borchie B dorato; fuchs 1938, p. 38; calderini 1974, p. 1113, n. 23; Longobardi 1990, p. 231.

Rodigo, loc. Corte Panicella – MN (T)rinvenimento casuale nel 1982 in lavori agricoli di tomba longobarda databile al VII dC: sax F, 1 coltellino F, fibbia F, 4 elementi B di cintura. roffia 1982a.

196 CAPITOLO III

Romano di Lombardia, fraz. Castelgabbiano, loc. Chiusone – BG (N)in lavori agricoli 1940: 3 tombe databili VI-VII dC da cui 1 spatha (F) con pomolo B, 1 umbone scudo (F), imbracciatura scudo (F), punta lancia (F), 1 scramasax (F), 1 coltello (F), frammento di crocetta AV, fibbia rotonda F, frammenti F, 1 moneta AE di Marco Aurelio (161-80 dC) forata e consunta; calderini 1974, p. 1116, n. 43; de marchi-cini 1988, pp. 96-8.

San Bassano, loc. Dosso – CR (N)rinvenimento e scavo nel 1983 di necropoli di 22 sepolture datata genericamente all’altomedioevo: in T1 fili AV; Giacomini 1983; riemer 2000, p. 336; Ghidotti 2003, n. 5.

San Colombano, loc. Ciossone – LO (TES)ripostiglio di monete bizantine AV di VI dC; montanari 1999a, p. 84; montanari 1999b, p. 113.

San Daniele Po – CR (TES)rinvenimento 1973 di ripostiglio di 3 solidi bizantini AV di IV dC; Arslan Repertorio, n. 3980.

San Zeno Naviglio – BS (?)senza specifiche, rinvenuta in scavo occasionale fibula AV databile al VII dC; fuchs-Werner 1950, pp. 36, 62; Ori e Argenti 1962, p. 855; Panazza 1964, pp. 164-5; calderini 1974, p. 1119, n. 60; Longobardi 1990, p. 210.

Sarezzo, loc. Brede – BS (N)scavi archeologici anni 1982 in necropoli di VII dC, 2 linguette cintura F; Breda 1982; riemer 2000, p. 333; Ghidotti 2003, n. 1.

Scaldasole, loc. Torre di Torti – PV (T)rinvenimento occasionale senza precisazioni di tomba longobarda da cui 1 spatha (F); calderini 1974, p. 1114, n. 32.

Scanzorosciate, casa Brentani – BG (S/T)forse da tomba scoperta nel 1845: umbone da parata (F e B) databile al VII dC con armi (F) più antiche; de marchi-cini 1988, pp. 51-9.

Sedriano, fraz. Roveda, loc. San Quirico – MI (T)sepoltura scoperta casualmente nel 1881: 1 umbone F, 1 spatha (F), 1 lancia (F), frammenti di un’imbracciatura (F), sette borchie B dorato; ÅBerG 1923, p. 158; calderini 1974, p. 1113, n. 22.

197CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Sergnano, loc. Campo della Chiesa – CR (N)armi F da tombe ritrovate nei primi anni del XX secolo; calderini 1974, p. 1121, n. 74.

Sermide – MN (TES)ripostiglio di 19 AV databili al VI secolo; o’hara 1979; calleGher 2002, p. 268.

Sesto Calende – VA (?)– rinvenimenti casuali nel secolo XIX senza specificazioni: 1 punta lancia (F), 2

spathe (F), 1 umbone scudo F; calderini 1974, p. 1110, n. 7.– Senza specifiche, forse rinvenuto per caso nel 1889: 1 orecchino AV di VI dC;

Possenti 1994, p. 71.

Sirmione, via Piana 30 – BS (T)rinvenimento nel 1954 di tomba altomedievale da cui 1 coltello (F); il forte 1987; roffia 2001-2002; riemer 2000, p. 333.

Sirmione, area ex Scuole Elementari – BS (T)scavi 1997-8: da contesto IV-VI anche una tomba altomedievale: 1 orecchino B; BishoP 1998.

Sirmione, via Antiche Mura – BS (S)scavi attorno all’anno 2000: da scavi in contesto archeologico materiale altomedie-vale: coltello F, 5 pesi per pescare, 2 monete B (1 ILL., 1 assegnata a Filippo I l’A-rabo, 244-7 dC); Portulano 1999-2000; Ghiroldi-Portulano-roffia 2001, pp. 121 e 125.

Somma Lombardo (?) – VA (TES)rinvenimento nel 1984 (?) ripostiglio di 23 tremisses longobardi (Liutprando) in vaso B; arslan 1994, p. 513; Arslan Repertorio, n. 4020.

Stezzano, terreno Caroli – BG (T)tomba ostrogota scoperta nel 1853 e databile al V-VI dC: fibula AR, 2 orecchini AV, pinzetta AR, spatola AR, nettaunghie AR, anello AR per tenerli insieme; BierBrauer 1975, pp. 315-6; de marchi-cini 1988, pp. 59-62.

Suzzara, p.zza Garibaldi, Chiesa di San Biagio – MN (N)da scavo 1998 individuazione di necropoli da cui crocefissi e medaglie di bronzo (?), grani di rosario e 1 moneta; attene franchini 1998.

198 CAPITOLO III

Terno d’Isola, chiesa di San Vittore – BG (N)rinvenimento in scavi 1985 di insediamento tardoantico e altomedievale databile al V-VI dC: dalla T7 1 anello AR con monogramma; zuccalà-viTali-zonca 1986; de marchi-cini 1988, pp. 98-9.

Torre del Mangano – PV (S)rinvenimento nel secolo XIX dC di fibbia AR dorato databile al V-VI dC; BierBrauer 1975, pp. 319-20; Peroni 1967, p. 113-5; Goti 1994, p. 181.

Torriano – PV (T/TES?)sepoltura rinvenuta nel 1869 dC e databile al V dC (forse VI?) da cui 2 fibule AR dorato, braccialetto AR dorato/F, anello AV, forse anche 6 monete AV di Zenone; BierBrauer 1975, pp. 318-9; Peroni 1967, pp. 116-7; Goti 1994, p. 181; facchini 1990, p. 459; Tesori 2004, pp. 176-7.

Trescore Balneario – BG (N)2 tombe scoperte nel 1878, databili al VI-VIII: 2 speroni B, 1 scramasax F, 3 chiodi F; de marchi-cini 1988, pp. 72-6.

Trezzo sull’Adda, necropoli – MI (N)– scavi 1976-8, 5 tombe longobarde di VI-VII dC. T1: spatha F con pomolo B ed

elementi AR ed AV, 2 guarnizioni del fodero AV, 1 scramasax F, 1 umbone F con 5 borchie B dorato, 1 cuspide lancia F, 1 puntale AV, 1 passante AV, 5 puntalini minori AV, 2 placchette cintura AV, 2 crocette AV, 1 anello AV con gemma incisa a granchio, 1 solido AV di Foca (607-8 dC), 1 fibbia B, 1 cesoia (F), 4 bandelle e 1 chiodo F; T2: 1 spatha F, 1 scramasax F, elementi del fodero B/AR, 1 punta lancia F, 1 umbone scudo F con guarnizioni B dorato, 2 coltelli F, 1 fibbia B, 1 puntale B, 1 guarnizione B ageminato d’AR, 1 passante B ageminato d’AR, 5 puntalini di cintura B ageminati AR, 2 fibbie B, 2 puntali B dorato, 3 placchette B dorato, 2 speroni F ageminato AR, 7 guarnizioni degli speroni F, 1 crocetta AV, 1 anello sigillo AV (RODCHISVIL), fili AV, 2 elementi del morso F; T3: 1 spatha F, 1 scramasax F con elementi del fodero B, 1 punta lancia F, 1 umbone scudo F con 5 guarnizioni B dorato, 2 coltelli F con manico guarnito B, 1 fibbia B, 1 controplacca B, 1 puntale B, 2 placchette (B), 5 elementi cintura secondaria B, 1 crocetta AV; T4: 1 umbone scudo con 5 borchie B, 1 spatha F, 14 elementi della cintura di sospensione F ageminato, 1 scramasax F, 1 borchietta del fodero B, 20 elementi F cintura sospensione sax, 1 cuspide lancia F, 6 punte freccia F, 2 speroni F, 4 elementi F della cinghia degli speroni, 1 morso F, 1 placchetta AR, 1 anello sigillo AV (ANSVALDO), fili broccato AV, 4 elementi F di cintura, 5 coltelli F, 2 cesoie F, elementi F della cassa, 1 gancio F; T5: 1 scudo F con 4

199CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

borchie B, 1 spatha F, 10 elementi F della cintura di sospensione spatha, 1 sax F ed elementi B (lamine e borchiette) del fodero, 1 cuspide di lancia F, 2 speroni F, 6 elementi F delle cinghie di speroni, 1 crocetta AV, 1 solido Eraclio con Eraclio Costantino (613-31 dC), fili broccato AV, 1 fibbia B, 1 coltello F, elementi F della cassa; Longobardi 1990, passim; roFFia 1986.

– scavi 1990-1, necropoli con 25 tombe; T3 (metà VII dC): 1 elemento indef. in F; T4 (fine VI – I metà VII dC): 2 appliques B; T5: 1 elemento indef. F; T8 (I metà VII dC): 1 fibbia B, 1 puntale F, 1 elemento catena F, 1 lamina B; T10 (fine VI – I metà VII dC): 2 asticciole AR, 1 armilla B; T12 (I trentennio VII dC): 3 chiodi AV, filo broccato AV, 1 chiodo F, 1 guarnizione calzatura AR; T13 (610-30 dC): 1 cesoia F, 1 coltello F, 1 crocetta AV, 1 spatha F, 4 elementi AR ageminato di rinforzo fodero, 9 elementi cintura F, 7 elementi cintura F ageminato, 2 coltelli F, 1 scramasax F, 1 fibbia F, 1 passante F, 1 bottiglia lamina B, 1 cerchio F, 1 bacile B, 11 chiodi F; T14 (VII dC), 1 crocetta AV, 1 elemento F; T15: 1 crocetta AV, 2 chiodi F, 1 lamina B; T16: 3 chiodi F; T 17: frammenti metallo (?); T20: 1 coltello F; T21 (fine VI – I decenni VII dC): 1 crocetta, 2 orecchini AR dorato, 19 chiodi F; T22: 1 fibbia F, 1 chiodo (?) F, 1 lamina B, 1 elemento F; T26: 1 coltello F, 5 chiodi F; T27: 1 coltello F; T29: 1 acciarino F, 1 coltello F; formica 1989; lusuardi siena 1989a; lusuardi siena 1989b; lusuardi siena 1992; lusuardi siena 1995; lusuardi siena-Giostra 2012.

Trezzo sull’Adda, loc. Sallianese, Chiesa San Michele – MI (N)scavi 2006-9, necropoli (terreno riempimento): 1 siliqua AR Pertarito; Giostra 2008-2009; Perassi 2012; arslan Repertorio, n. 4065.

Treviolo, fraz. Albegno – BG (T)rinvenimento di tomba longobarda databile al VII dC nel 1982 con corredo solo broccato AV; fortunati Zuccalà-vitali 1987.

Trivolzio, loc. Santi nel fondo La Maggiore – PV (TES)tesoretto rinvenuto nel 1940 composto da 4 collane AV e 3 anelli AV datato al V dC. Peroni 1967, pp. 106-10.

Valdidentro, Chiesa di San Martino – SO (S)da scavi archeologici: 1 spillone B (VI-VII dC), 2 orecchini B (VI-X dC), frammenti F e B; de marchi 2015, pp. 645-7.

Valtravaglia, loc. Ligurno – VA (T)rinvenimento occasionale di tomba nel 1879 da cui 1 braccialetto (?) e 2 orecchini AR; Bertolone 1939, p. 22; calderini 1974, p. 1109, n. 1.

200 CAPITOLO III

Varedo, via Veronese – MI (N)almeno tre tombe rinvenute occasionalmente in lavori edilizi nel 1962: 3 umboni scudo in F, 1 orecchino AR, 2 con borchie in B, 1 con borchie F, 3 spathe, 2 cuspidi lancia F, varie guarnizioni cintura B, 1 sperone F, coltelli F, molla di cesoia (F); Jorio 1987; sesino 1989b; Possenti 1994, p. 80.

Varese – VA (T)rinvenimento occasionale di tomba nel secolo scorso da cui 1 crocetta AV; fuchs 1938, p. 76; calderini 1974, p. 1110, n. 5.

Verdello, loc. Cascina San Giovanni – BG (T)da sarcofago ritrovato nel 1850 circa: 1 crocetta AV; mantovani 1891, p. 87; calderini 1974, p. 1116, n. 40; de marchi-cini 1988, p. 99.

Vestone, loc. Piana del Tone – BS (T)tomba di età altomedievale ritrovata nel 1964 in lavori edilizi: 2 monete AE (1 ill., 1 Costantino I, 306-37); Giovannetti 2007, p. 228, n. 37.

Villa Carcina, Scuola Teresio Olivelli – BS (N)– rinvenimento in lavori edili nel 1980 di sepolture di VII dC, da cui 1 fibbia cintu-

ra (?), 2 armille B; hudson-la rocca 1981; riemer 2000, p. 333;– rinvenimento 1986 datazione VII dC, T5: 2 anelli B; T7: frammento di pettine

d’osso con elementi B; breda-rossi 1986; riemer 2000, pp. 333-4.

Villa Carcina, fraz. Cogozzo – BS (T)rinvenimento e distruzione nel 1912 di ascia (F) da sepoltura databile al VII dC; riZZini 1914, p. 353; PanaZZa 1964, p. 165; calderini 1974, p. 1118, n. 50.

Visano – BS (T)scoperta nel 1889 una sepoltura da cui 1 crocetta AV; riZZini 1914, p. 349; fuchs 1938, pp. 29, nota 12 e 32, 80 e 87; Panazza 1964, p. 165; calderini 1974, p. 1120, n. 69.

Zanica, Campo Martino Corto – BG (T)scoperta e distrutta tomba longobarda nel 1846 databile al VI-VII dC da cui 3 crocet-te AV, 2 speroni F, 2 fibbie B; fuchs 1938, p. 72; de marchi-cini 1988, pp. 76-86; calderini 1974, p. 1115, n. 39; Longobardi 1990, pp. 201, 229-30.

201CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Zanica, loc. Capannelle – BG (N)indagini 2009 in 25 sepolture di VII-VIII dC. T5: 1 fibbia (B o F); T8: 1 fibbia (B o F); T10: 1 armilla (B?); T11: 2 orecchini AR; T16: 1 bracciale F, 1 umbone F; T18: 1 fibbia (B o F); T23: 1 elemento cintura F, 1 coltello (F); T24: 1 armilla B, 1 anello AR, 2 orecchini AR; T25: 1 fibbia (B o F); Zanica 2010.

Zeccone – PV (TES)rinvenimento occasionale 1869 di recipiente PB o B con 2 collane AV, 2 orecchini AV e 49 solidi AV di V secolo (444-77 dC); datazione V dC; Ori e argenti 1962, p. 215; Peroni 1967, pp. 103-6; BierBrauer 1978, p. 220.

Zinasco – PV (TES)ripostiglio di V-VI dC rinvenuto nel 1800: 130 AV bizantine; Arslan Repertorio, n. 4090.

202 CAPITOLO III

III.10. MARCHE

Acquasanta Terme, fraz. Cagnano – AP (N)necropoli: rinvenimento 1952, V-VI sec. ambiente probabilmente goto, T1-3: fibula AR dorato, 2 fibbie cintura AR dorato, anello AV, rivestimento coltello lamina AV, cucchiaio AR da toilette, 1 stuzzicadenti AR, 2 spatoline da toilette AR, pinzetta a molla in B, fibbia cintura AR con cellette AV, placca di serratura AR, fibbia B, anello B, catenella B, coltellino F, 2 pendenti in AR-B; Goti 1994, pp. 178-81; BierBrauer 1975, pp. 257-62; BierBrauer 1994, pp.178-81; Profumo 2005, pp. 866-7.

Ancona, via Menicucci – AN (S)in scavo archeologico 1978-9 1 moneta AV di Giustiniano (536-40 dC) e 1 cucchiai-no liturgico AR; Profumo 1982.

Ancona, Lungomare Vanvitelli – AN (S)scavi 1998: materiale sporadico, una moneta da XX nummi di Giustiniano (zecca di Salona). salvini 2003; Profumo 2005, p. 847.

Ancona (?) – AN (TES)ripostiglio di almeno 6 denari AR papali, identificati 1 di Leone IV (775-80 dC), 4 di Nicolò I (858-67), 1 di Marino I (882-4); Arslan Repertorio, n. 4320.

Arcevia, fraz. Avacelli, Chiesa di San Lorenzo – AN (T)tomba “longobarda” scavata nel 1954: VI-VII dC: 2 appliques di B dorato, 1 oggetto composto di filo B con anelli (forse montatura di specchio). Dall’area circostante monete augustee. Profumo 1995a, pp. 135-6; Profumo 2003, p.627; Profumo 2005, p. 848.

Ascoli Piceno, Territorio/collez. Civica – AP (S?)reperti conservati c/o Museo Archeologico Statale Ascoli P. di provenienza impreci-sa ma certa: 1 fibula gota AR dorato (V-VI dC), 2 anelli goti (?), 1 bottone bronzeo a forma di cicala (V-VI dC), 2 orecchini (V-VI dC), 1 puntale AR, gancio in F, morso in F, 1 spatha (F), 2 speroni (F), 3 elementi briglie (F), 1 orecchino AR (VI-VIIdC), 1 frammento orecchino (AR), 1 bacile B, 1 ciotola B, 2 fibule B, 2 fibule F ageminato, 1 coltello (F), 1 ascia (F), 2 fibbie (?), 1 anello (?), 15 fibule (?) di cui 1 è iscritta e datata VI-VIII dC, 11 fibule animalistiche (?), 2 fibule a croce, almeno 10 fibbie (?), 1 placchetta AV, più placchette in B dorato; 15 borchie e bottoni (B?) BierBrauer 1975, p. 262; staffa 1992, p. 812, nota 225; Possenti 1994, pp. 85 e 98; Profumo 1995; Profumo 2005, pp. 859-60.

203CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Ascoli Piceno, Fortezza Pia – AP (S)reperto presso Museo Archeologico Statale Ascoli Piceno: rinvenimento 1894 di 1 orecchino AV (V-VI dC): Profumo 2005, p. 859.

Ascoli Piceno, contrada «Campo» – AP (S/T/N)rinvenimenti da archivio 1765-82: «monete di Giustiniano», ornamenti cavallo AV, bottoni AV, punte di «sciable» AV, scatole AV, bacili B, e «attrezzi militari»; menGarelli 1902, cc. 147-8; Paroli 2005, p. 7.

Ascoli Piceno, contrada Pedata, vigna Mattia Rosa – AP (T)rinvenimento 1872 di tomba isolata riscontrata, noti solo alcuni oggetti: 3 lamine AV con ribattini AR, 3 placche AV, 1 bacile B, 1 lancia (F), 1 cesoia (F), 1 coltello (F), 1 sperone (F), 1 pugnale F ageminato; altri rinvenimenti di materiali in F nei dintorni; menGarelli 1902, cc. 149-151; Paroli 2005, pp. 7-8.

Ascoli Piceno, Castel Trosino, contrada Santo Stefano – AP (N)– scavi del 1893 ripresi nel 2001-3; complessivamente 270 tombe: TA: 1 monetina

B corrosa AE3/AE4 III-V (?) dC, 2 anellini B, 1 armilla B; TB: 2 spilli AR, 2 orecchini AV, 1 fibula AV con ardiglione AR, 1 piccola fibbia AR, 1 armilla AR; TC: 1 spillo AR, 1 orecchino B dorato, 1 fibbia B, 1 catenella B; TD: 1 tintinna-bulum B; TF: 1 catino B, 1 cesoia F, 1 coltello F, 1 lancia F, 2 elementi cintura F, 1 pugnale F, 5 puntali cintura AV, 2 ornamenti AV, 1 croce equilatera forata AV, 6 frammenti F, 1 coltello F ageminato AV, 8 placche cintura V, 2 frammenti speroni F; TG: 1 fibula circolare AV con elementi AR , 1 spillo AR, 1 armilla AR, 1 fibbia B, 2 fibule AR dorato; 1 ardiglione AR (spurio); TH: 1 spillo AR, 2 fibule AR dorato e 1 fibula AV, 1 fibbia B, 1 coltellino F; 1 ardiglione B; 14 ornamenti cin-tura AR; TI: 2 fibule AR dorato, 2 fibule AV, 1 coltello F, 1 asticella AR dorata, 1 crocetta AV, 1 anello B; tK: 2 guarnizioni ar, 2 orecchini AV, 2 spilli AR, 2 frammenti spillo/ardiglione AR, 1 fibula AV, 2 fibule AR dorato, 1 anello AR; TL: 3 spilli AR, 1 anello AR, 1 fibula AV, 1 fibbia B; TM: 1 spillo B, 1 spillone B; TP: 1 fibbia B; TR: 1 elemento di collana AR, 2 armille B, 2 fibule AR dorato, 1 fibbia B; TS: 2 orecchini AV, 2 fibule AR dorato, 2 anelli AV, 1 fibula AV, 1 crocetta AV; TT: 2 speroni F ageminati d’AR e B, 1 fibbia F ageminato d’AR e B, 5 elementi cintura F ageminato AR e B, 1 fibbia AR, 1 puntale AR, 1 framm. ardiglione B ageminato AR, 1 lancia F, 1 umbone F con maniglia F, 8 bottoni scudo in B dora-to, spada F, 1 cesoia F; TU: 1 spatha F, 1 umbone F e 1 maniglia F, 8 anelli B, 1 fibbia F, 1 catenella B; T2: 1 fibula AR, 1 coltellino F; T7: 1 asticella AR dorata, 1 crocetta AV, 1 collana con 7 solidi AV (1 Teodorico per Anastasio I 491-518, tracce fili AV, 1 globetto forato AV, 2 solidi Giustiniano I di Costantinopoli 527-65 e Roma 542-6, 1 solido Tiberio II di Ravenna 578-82 con ornamento a fili AV), 2

204 CAPITOLO III

anellini B, 1 fibula AV, 1 fibbia B, 2 anelli AV, 11 pendenti AV; T9: 1 parte dell’umbone F, 8 bottoni B dorato, 1 placchetta AR, 2 speroni F ageminato AR, 1 fibbia AR, 1 puntale cintura AR, 1 fibbietta AR, 2 guarnizioni AV; T11: 1 spillo AR, 1 fibula AR; T13: 1 ago crinale AR con elementi AV, 1 ago crinale B dorato, 1 guarnizione AR, 1 fibula AR; T16: 2 orecchini AV, 2 anelli AR, 1 fibula AV; T19: 2 orecchini AV, 2 spilli AR; T22: 1 fibbia B, 2 fibule AR dorato; T23: 2 spilli B, 1 coltello F, 2 monete AE IV-V dC forate con rimasugli di collana; T26: 8 guarnizioni AR, 5 spilli B, 1 stilo B, 1 ago crinale AR con capocchia AV; T30: 1 spillo B, 2 orecchini AV, 1 anello AV, 1 anello AR; T31: 3 spilloni B, 2 orecchini AR, 8 guarnizioni AR; T32: 1 fibula a croce AR con epigrafe RVSTICA+VIVAT; T33: 1 coltello F; T35: 2 orecchini AR, 1 spilla AR; T36: 1 spatha F, 2 coltelli F, 1 bacinella B, 10 punte freccia F, 11 guarnizioni cintura F; T37: 1 crocetta AV, 19 ornamenti cintura AR, 2 guarnizioni B, 2 attrezzi F (bilancia?); T41: 2 staffe B, 1 crocetta equilatera AV; T42: 1 spillone AR con 1 croce AV; T44-45: 1 cuspide lancia F, 1 fibula AR con spillo F; T47: 1 fibbia B; T48: 1 guaina di arma in B, 2 spilli B; T49: 1 fibbia F, chiodini B per pettine; T55: 1 spillo F ageminato AR, 1 catenella di cinque maglie B; T57: 1 fibula AV, 1 spillo B; T58: 1 fibbia B; T60: 2 spilli B, 2 orecchini AR; T64: 1 spillone B; T65: 2 pendagli B, 1 anello AV, 1 anello B, 2 coltelli F, 1 cofanetto F con elementi B, 1 astuccio coltello B; T67: fili AV, 1 placchetta B, elemento F di pettine; T68: 1 crocetta AV; T72: 1 fibbia B; T74: 1 fibbia B, 1 coltello F; T80: 1 moneta suberata Roma Repubblica C.AVG forata (135 aC), 1 armilla B; T82: 1 dischetto B, 1 fibbia B, frammenti F; T83: 1 fibbia B, 1 coltello F, 1 guaina coltello F, 13 elementi lamina F con agemina AR e B, 1 elemento F; T85: 3 monete B (1 asse forato di I-II dC, 1 AE forato di I-III con SC, 1 AE spezzato di I-IV dC), 1 anello AR; T86a: 2 orecchini AR, 1 ago crinale B; T87: 1 crocetta AV, 1 spillone B ageminato AR, 1 fibula AV, 1 maglia B, 1 pugnale F, placche AR di fodero coltello, filo AV; T89: 1 lama coltello F, 1 fibbia B; T90: 1 spatha F, 12 punte freccia F, 6 puntali inferiori asta F, 1 umbone scudo con immanicatura F, 4 borchie decorative scudo (B), 1 maglia F, 1 fibula B, 1 fibbia B, 1 puntale AR con monogramma, 1 fibbia AR, 1 placchetta AR, 17 guarnizioni cintura AV, 1 fibbia F ageminato AR, 2 controplacche fibbia F agemi-nate AR, 1 puntale F ageminato AR, 3 borchie B dorato della faretra, 1 custodia faretra B, 1 gancio B, 2 placchette delle redini AR, 2 puntali redini AR, 4 guarni-zioni cinghia cavallo AR, 1 elemento morso F con anello B, 2 elementi morso F con chiodi AR, 6 elementi decorativi cavallo AR, 5 elementi decorativi testa ca-vallo AV, 3 puntali (?), 5 placche decorative AV e perno AR, 1 coltello o scrama-sax F, 2 coltelli F, 1 cesoia F, 1 pettine con chiodi F, 1 bacile B; T91: 2 orecchini AR; T93: 2 orecchini AR, 1 spilla AR, 2 anelli AR, 1 lama coltello F; T94: 1 ar-milla F, 1 chiave F; T96: 2 monetine AE forate (1 di III-IV e 1 di IV-V dC); T97: 13 elementi F ageminato AR, 1 forbice F; T98: 1 gancio F; T103: 1 fibbia B, 1

205CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

lama coltello F; T108: 1 moneta forata come elemento di collana (AE di III-IV dC); T109: 1 fibbia B, 1 placca fibbia F, 2 puntali B, 1 fibbia F, 1 lastra di fibbia AR, 2 coltelli F; T111: 1 coltello F, 1 piastra B, 1 fibbia F, 16 guarnizioni F age-minato AR, 1 placchetta F, 1 cesoia F; T115: 1 spillone crinale AR, 5 solidi aurei in collana (Atalarico, Teodato e Vitige per Giustiniano I c. 530-9, Ravenna; 1 di Giustiniano I 527-65, Ravenna; 1 Giustino II 527-78, Costantinopoli; 1 Tiberio II 578-82, Ravenna), in filo di collana 4 tremissi con appiccagnolo (1 Tiberio II 578-82, Ravenna; 3 Maurizio Tiberio, 582-602 Tiberio II 578-82, Ravenna) e 9 pendagli AV, 1 fibula AV, 1 fibbia B, 1 moneta suberata romana rotta in 2 pezzi (quinario 98 aC T.CLOVLI Q), 1 coltello F; T117: 1 spillone AR; T119: 1 scra-masax F, 1 spatha F, 3 guarnizioni fodero scramasax AR, 4 borchie fodero scra-masax B, 1 guarnizione B, 12 borchiette ornamentali B, 1 coltello F con guarni-zioni AV, 1 lancia F, 1 roncola F, 15 punte freccia F, 1 gancio F per faretra, 1 anello faretra F, 1 umbone F, 1 maniglia F, 8 borchie (B), 1 elmo F (calotta, frontale e frammenti), 1 corazza (lamelle e frammenti), 3 placche F, 3 puntali F, 1 fibbia F, 1 maglia F, 7 frammenti F (foderi armi), 20 guarnizioni cintura Av, 1 elemento cintura AR, 5 elementi cintura F ageminato AR, 15 elementi cintura (anelli, fibbie, placche, puntali) F ageminato AR, 2 speroni F ageminato AR, 1 morso F, 5 elementi F, 1 anelli F ageminato AR, 4 decorazioni morso AR, 7 plac-chette AV decorative, 4 decorazioni bardatura AR, 3 placche ornamentali sella AV con chiodi B, 2 coltelli F, 1 cesoia F, 3 attrezzi F, 1 crocetta AV, 1 bacile B, 4 guarnizioni corno potorio AR; T121: 1 fibula AR, 1 ardiglione F; T122: 1 spillo B, 1 spillone B; T124: 2 orecchini AV, 2 spilloni AR, 1 fibula AR, 1 anello AV, 1 coltello F; T125: 2 orecchini AR; T126: 1 fibbia B, 1 puntale cintura AR con monogramma; T128-128a: 2 orecchini AV, 2 aghi crinali AR, 1 armilla B; T134: 1 fibbia B; T136: 1 fibula B con ardiglione F; T137: 1 fibbia B, 2 placchette B, 2 puntali cintura B; T142: 1 umbone F, 1 immanicatura F, 7 borchie (?), 1 fibula B, 1 puntale AR, 1 placchetta AR, 1 anellino AR, 2 bottoni AR, 1 bottone B, 22 guarnizioni cintura F ageminato d’AR, 10 guarnizioni cintura F ageminato d’AR, 3 guarnizioni cintura F ageminato d’AR, 1 anello F ageminato d’AR, 2 placchette F ageminato d’AR, 1 puntale F ageminato d’AR, 1 fibbia F, 1 frammento decora-tivo F, 1 coltello (F), 1 cesoia F, 1 bacile B, 2 borchie F; T145: 1 spillo B; T149: 1 fibbia B; T157: 1 spillone AR con capocchia AV, 8 guarnizioni AR, 2 spilli B; T158: 2 spilli B, 1 orecchino AV; T163: 1 fibbia B; T164: 2 orecchini AR, 1 spil-lone B, 1 moneta romana AR suberata B forata, 1 anello B, 1 anello AR; T167: 1 fibula B; T168: 2 spilli AR, 2 orecchini AV, 1 fibula AV, 1 anello AR, 1 anello AV; T169: 2 orecchini B, 2 spilli B, 1 monetina AE forata (I-V dC), 3 anellini B, 1 anello digitale B, chiodi di pettine F; T170: 1 sax F, 1 coltello F; T171: 1 fibula AR; T173: 1 spillo AR, 2 orecchini AV, 1 fibula AV, 1 anello AV, 1 coltello F, guaina coltello legno con lamina AR; T174: 1 fibbia B; T176: 1 umbone F con

206 CAPITOLO III

maniglia F, 1 anello F ageminato, 1 frammento F, 1 sax F, 1 spatha F, 1 puntale cintura F, 3 placchette F, 1 passante di cintura F, 7 decorazioni cintura F, 1 cuspide lancia F; T177: 2 orecchini AV, 1 crocetta AV, 1 fibula AV con spilla AR; T178: 1 fibbia F, 13 guarnizioni lamina AR; T180: 1 sax, 13 guarnizioni cintura F, 2 plac-chette F, 3 frammenti lamina F; T181: 2 orecchini AR, 1 fibula F, 1 armilla F; T182: 1 anello B; T184: 2 spilli B, 1 spillone F; T185: 1 spillone B, 1 coltello F; T190: 1 spatha F, 1 placchetta AR, 1 chiodo F; T192: 1 fibbia F; T205: 1 fibbia B, 4 coltelli F, 1 fibbia F ageminata d’AR, 4 guarnizioni B; Paroli-ricci 2005.

– scavi del 1893, ripresi nel 2001-3; complessivamente 16 tombe: T219: 1 fibbia B; T220: 1 fibula AR, 2 anelli AR, 1 anello AV; T234: 1 coltello F; Longobardi 1990, passim; Profumo 2005, pp. 860-4; MenGarelli-GaBrielli 1995; Paroli-ricci 2005.

Ascoli Piceno, località Monte Rocco, Selva degli Abeti – AP (N)necropoli rinvenuta ante 1894: VI-VII sec. 7/8 oggetti in B? Profumo 2003, pp. 632, 637-8 e Profumo 1995, p. 167, 169, 182.

Ascoli Piceno, loc. Rosara – AP (S)rinvenimento senza precisazioni di elemento di cintura goto di AV nel 1888; BierBrauer 1975, p. 313; staffa 1992, p. 812, nota 225; Goti 1994, pp. 185-6

Ascoli Piceno, loc. San Secondo – AP (S)rinvenimento senza precisazioni: fibula AR dorato di V-VI dC; BierBrauer 1975, pp. 314-5.

Camerano, contrada San Giovanni – AN (T)tomba longobarda in necropoli picena (VI-III a.C.), scavo ante 1985: V-VII, tomba femminile con bambino, 2 orecchini filo di B pendente a goccia in pasta vitrea, 1 armilletta F; Profumo 1985, pp. 581-2; riemer 2000, p. 388; Profumo 2005, p. 848.

Camerino, Museo Civico – MC (?)dal territorio (?) si conservano 2 speroni bronzei; salvini 2003, p. 175 e nota 58; Profumo 2005, p. 877-8.

Camerino, Vallicelle 1 – MC (N)2 tombe barbariche, rinvenute ante 1917: VII. Frammenti metallici di corredo ma-schile, umbone, spatha, sax. In proprietà vicina una tomba barbarica femminile con collana adorna di monete d’oro (dispersa); Profumo 1995, pp. 128, 130, 180; Profumo 2003, pp. 628-9.

207CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Camerino, Vallicelle 2 – MC (N)tombe longobarde, rinvenute nel 1939 e datate al VII dC. Corredo maschile, langsax, punta di lancia, sperone B, frammenti informi di F; Profumo 1995, pp. 128, 130, 180; Profumo 2003, pp. 628-9.

Civitanova Marche, via Cecchetti e via Buozzi – MC (N)scavo archeologico 1974 e 1977 di necropoli composta da 17 tombe e datata IV-V dC: corredi di monete, bracciali B, anelli B, anelli F; Profumo 1982a.

Colli del Tronto, territorio – AP (S?)senza ulteriori informazioni: fibuletta animalistica in B a forma di gallina del VI sec.; Profumo 1995, p. 149; Profumo 2005, p. 867.

Esanatoglia, località Crocifisso – MC (N)scavi soprintendenza 1997: necropoli con corredi scarsi: brocchette panciute mono-ansate (B?), orecchini a filo B; Profumo 2005, pp. 879-80; de marinis, silvestrini 2001.

Fabriano, Attiggio – AN (N)scavi 1998 in necropoli di 4 tombe: in una paio di orecchini a filo bronzeo (VI-VII); nanni 2001, p. 99; Profumo 2005, p. 849.

Falerone, località San Paolino – AP (?)da qui forse il bacile bronzeo copto ora al Museo di Fermo, databile al VI-VII; Profumo 2005, pp. 870-1.

Fano, Teatro Romano – PS (T)scavo organizzato dal 2001: necropoli altomedioevo da cui una moneta da tomba di neonato; Baldelli 2002, pp. 31-40; Baldelli 2003; Profumo 2005, pp. 893-4.

Fiuminata, Laverino – MC (N)scavi casuali 1973: necropoli di 8 tombe datate al VIIdC da cui 1 brocca monansata con beccuccio tubolare (B?), 1 boccaletto (B?), anello di fibula (B?); Profumo 1985, p. 584; Profumo 1995, pp. 142-3; Profumo 2005, p. 880.

Genga, Grotta del Mezzogiorno/di Santa Maria presso Frasassi – AN (TES)già nel 1938 paragnatide di elmo datato VI dC in B dorato al Museo Archeologico delle Marche. Nelle indagini dagli anni ’50 al XX secolo: 1 anello digitale in B; 1 paio orecchini AR, 1 campanello in bronzo, altri oggetti in F e B? datazione I metà VI; BierBrauer 1975, p. 283, n. 12; Possenti 1994, p. 86; Profumo 1995a, pp. 138-40; Profumo 2003, pp. 6, 26-7; Profumo 2005, pp. 849-50.

208 CAPITOLO III

Genga, Pianello, località Piagge del Prete – AN (T)tomba singola databile al VI-VII dC. Ritrovamento casuale: un anellino di B, fram-mento F. Profumo 2005, p. 850.

Jesi – AN (M)da scavo 1970-9 in insediamento databile dall’età protostorica all’Alto Impero ro-mano, da fossa medievale: 1 coltello longobardo F di VII dC, tra le 83 monete ro-mane anche 1 AR di Ravenna (Giustiniano I, 540-65), pp. 253 e 277; Brecciaroli taBorelli et Al. 1996-1997.

Macerata Feltria, Pieve di San Cassiano – PS (S)nei pressi dello scavo organizzato (anno ’90): 2 monete. Al presente 1 B Theodatus, nel passato (1869) 1 AV forse di Tiberio II Costantino. In un campo adiacente meri-dionale: 1 fibbia B da cintura di inizio VII dC; Profumo 2005, p. 897.

Macerata Feltria, territorio – PS (S)rinvenimento di frammento di fibula (B?) a spina di pesce con decori: VI-VII dC; Profumo 2005, p. 898.

Matelica – MC (TES)rinvenimento nel 1771 di ripostiglio bizantino con monete AV da Anastasio a Giustiniano I; datazione V-VI dC; calleGher 2001, p. 61.

Montefiore dell’Aso, Chiesa di Santa Maria della Fede – AP (N)da tombe anellini in rame o bronzo; PuPilli 1996, p. 64 e note 363-4; Profumo 2005, pp. 872-3.

Montottone, chiesa di San Pietro Martire (?) – AP (?)3 fibbie di cintura bronzee acquistate ante 1897: VI-VII dC; Profumo 1995, pp. 167, 181; Profumo 2003, pp. 636-7; Profumo 2005, p. 874.

Morro d’Alba, Sant’Amico, località Fonte del Re, casale Tonietti – AN (N)necropoli scavata 1894: sopravvivono solo 1 moneta AV di Teodorico trasformata in fibula. Dallo stesso sito 1 anello AV, 1 orecchino AV dispersi; datazione V-VI dC; BierBrauer 1975, pp. 292-3, n. 18; Profumo 2005, p. 853.

Pennabilli, Ca’ Romano – PS (?)raccolti materiali VI-VII dC: olle, paioli, anfore, brocche; Gardelli 1984, pp. 21, 60; Profumo 2005, p. 899.

209CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Pennabilli, località San Lorenzo – PS (?)raccolti materiali VI-VII: anse paioli, tegami, brocche; Gardelli 1984, pp. 18, 35-40; Profumo 2005, p. 901.

Pesaro, Via dell’Annunziata – PS (S)scavo casuale 1980: bacile copto B di VI-VII; Profumo 1995, p. 133; Profumo 2005, p. 887.

Pesaro, Colombarone – PS (S)scavi organizzati 18° sec. e 1984 e ss.: necropoli del VII su terreno di villa tardoan-tica. [1 delle tombe è del X = datata da un denaro di Ugo di Provenza]; dall’aGlio 1985; dall’aGlio 2001, p. 91; dall’aGlio-verGari 2001, pp. 151-72; Profumo 2005, pp. 880-8.

Pesaro, Monte Accio, località Villa Imperiale – PS (S)1949: Necropoli tardoantiche, V-VIdC, corredi recuperati sparsi: orecchini B, anelli sigillo con monogrammi, armille a nastro; Profumo 2005, pp. 889-90.

Pievebovigliana, Museo Civico del Castello – MC (N)scavi casuali 1926: tombe con corredi tra VI-VII in contesto anche più antico, 1 anello di fibbia con ardiglione; Profumo 1985, p. 584; Profumo 1995, pp. 142-3; mancini 2002a, p. 138; mancini 2002b, pp. 147-8;Profumo 2005, p. 881.

Pieve Torina – MC (TES)rinvenimento di ripostiglio con monete B databili al V-VI dC; fiorelli 1880.

Recanati – MC (TES?)ripostiglio contenente almeno 2 semisses AV di Costantino IV (668-9 dC); mccormicK 2001, pp. 363 e 844.

Roccafluvione, Forcella – AP (T)tomba femminile gota (?): V-VI dC, fibbia in B dorato, fibule AR, 2 orecchini AV; Goti 1994, p. 186; Profumo 2005, pp. 875-6.

Sant’Andrea di Grottammare – AP (T)rinvenimento occasionale nel 1839 di 3 fibule da tomba, 2 di AR dorato, 1 di AR; BierBrauer 1975, pp. 283-5; staffa 1992, p. 812, nota 225.

Sant’Angelo in Vado, fiume Metauro – PS (M)raccolta moneta B da 12 nummi di Maurizio Tiberio zecca Alessandria; Profumo 2005, p. 901.

210 CAPITOLO III

Sant’Elpidio a Mare, contrada Pozzetto – AP (S?)rinvenimento occasionale di età longobarda: maniglia bronzo dorato; PuPilli 1996, p. 68; Profumo 2005, p. 877.

Treia, area municipium romano di Trea (Crocifisso) – MC (S)scavi 1985-8: fuori tomba, fuori contesto una fibbia di cintura longobarda e monete (anche d’oro) tardoromane e bizantine; faBrini 1990; Profumo 2005, p. 884.

Urbisaglia, territorio – MC (S)fibula bronzea di tipo goto, V secolo dC, fibula bronzea a forma di colomba, VII secolo dC, fibula bronzea a bracci simmetrici VI-VII dC, armilla a nastro piatto in B, V-VI dC; faBrini 2002, pp. 92-6; Profumo 2005, p. 886.

211CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.11. MOLISE

Campochiaro, loc. Vicenne – CB (N)scavi 1987-90, 167 sepolture (12 con cavallo) databili al VII dC; T12: 1 anello F, 1 coltello F, 1 fibbia B, 1 moneta AV (tremisse VII dC); T15: 1 anello B, 1 fibbia B, 2 orecchini AR, 1 croce B, 2 monete B forate (folles IV dC); T16: 2 staffe F; T25: 2 orecchini AR, nettaorecchie B, fibbia B, coltello F, spillone F; T33: 1 anello AV con moneta riprodotta (tremisse), nettaorecchie B, catenina B, anello B, fibula B, fibbia B, controplacca B, 5 guarnizioni cintura B, 3 puntali cintura B, fibbia F, sax F, 1 cu-spide lancia F, 3 cuspidi freccia F, coltello F, morso cavallo F, 4 anelli F, 4 guarnizio-ni armamento cavallo B, 1 staffa F, 1 staffa B, 1 fibbia F, 1 anello F; T40: 2 orecchini AR, 1 fibbia B; T42: 2 orecchini AR, 1 anello B, 1 coltello F, 1 spillone F; T46: fibbia B, controplacca B, 7 guarnizioni cintura B, 5 puntali cintura B, sax F, coltello F, 2 cuspidi freccia F, 1 moneta AV (tremisse VII dC); T61: 1 fibbia F, 3 monete AR (con monogramma Eraclio, VII dC); T71: 1 anello B, 1 fibbia B, 2 coltelli F, elementi ornamentali cintura B, 1 punta freccia F, 1 scramasax F, 1 cuspide lancia F, 1 moneta AV (tremisse VII dC); T73: 1 anello B, 1 anello F, 1 scramasax F, 2 speroni B, 1 moneta AV (tremisse VII dC), 1 coltello F, 1 fibbia B, 1 fibbia F, elementi cintura B, 1 catena F, 1 morso cavallo F, frammenti briglie F; T76: 1 croce B, 1 catenina B, 3 fibule B, 1 coltello F, 1 fibbia F, 1 catenella F, 1 moneta AR (Eraclio); T81: 1 anello F, 1 anello B, elementi cintura F ageminato d’AR, 1 coltello F, 1 fibbia B, 1 fibbia F, 1 punta freccia F, 1 sax F, 1 spatha F, 1 moneta AV (tremisse VII dC); T84: 1 coltello F, 1 spillone B, 1 moneta AV (tremisse VII dC), 2 orecchini AR; T85: 1 sax F, 20 elementi F ageminato della cintura, 2 elementi F, 9 fibbie F, 1 moneta AV (1 tremisse Costante II, 641-68), 1 coltello F, 1 cuspide lancia F, 3 frecce F, 1 morso cavallo F con 4 guarnizioni B, 2 staffe (F), 5 placchette PB, 2 passanti F, 1 gancio F, 2 pendenti B, 2 anelli F, 14 elementi decorativi cavallo B, 6 puntali B, 1 fibbia (?), 46 chiodi F; T86: 1 fibbia F, 1 freccia, 1 punteruolo F, 2 coltelli, elementi cintura B, 1 moneta AV (tremisse VII dC); T98: 2 orecchini AR, 1 coltello F; T155: 1 moneta AV, 4 elementi cintura B, 1 armilla F, 1 coltello F, 2 chiodi F; t109: 1 anello f, 1 ago F, 5 chiodi F, elementi cintura F ageminato, 1 fibbia F, 7 frecce F, 1 gancio F, 2 monete AR (con monogramma Eraclio); T112: 1 moneta AR (con monogramma Eraclio); T114: 2 anelli B, 1 armilla B, 1 coltello F, 1 moneta AR (con monogramma Eraclio), 1 fibbia F, 2 orecchini AR, 1 punteruolo F; T115: 1 armilla F, 1 moneta AV (tremisse VII dC), 1 puntale B, 1 coltello F, 1 fibbia B; T116: 1 moneta B (Repubblica Romana, 211-208 aC); t129: 1 fibbia B, 2 orecchini AV, 1 anello B, 1 coltello F, 1 moneta AV (tremisse VII dC); t134: 1 coltello F, 1 moneta AR (con monogramma Eraclio); t145: 1 coltello F, 1 fibbia F, elementi cintura F, 2 moneta B (Repubblica Romana,

212 CAPITOLO III

II-I aC); t152: 1 anello B, elementi cintura F ageminato d’AR, elementi cintura B, 1 coltello F, 1 fibbia B, 1 1 moneta AV (tremisse VII dC); t154: 1 coltello f, 1 freccia F, 1 moneta AR (con monogramma Eraclio); T167: 1 brocca ar, 1 elemento F, 1 punteruolo F, 3 monete AR (con monogramma Eraclio); ceGlia 1988; Longobardi 1990, pp. 199-201; Samnium 1991, pp. 347-54.

Castropignano – CB (S)rinvenimento occasionale di 2 orecchini B databili al VII dC; de Benedittis 1988, p. 104; Possenti 1994, pp. 93-4.

Colletorto – IS (TES)ripostiglio di 125 B rinvenuto nel 1941, monete bizantine di X secolo dC (Costantino, Zoe, Romano I); MEC 14, p. 401.

Larino – CB (N)2 orecchini scavi archeologici 1981, da due tombe 2 orecchini AV databili al VI-VII dC; Possenti 1994, p. 71.

Larino – CB (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1992 con 20 denari carolingi: 1 Carlo Magno, 19 Ludovico il Pio; de Benedittis-lafaurie 1998; Tesori 2004, p. 253.

Matrice – CB (M)rinvenimento senza precisazioni di asse Vespasiano ritariffato da incisione XLII; barclay 1986.

Montagano, Santa Maria di Faifoli – CB (T)da tomba isolata 2 orecchini B databili al VII dC; Samnium 1991; Possenti 1994, p. 93.

Monteroduni, loc. Le Socce – IS (TES/N)ripostiglio rinvenuto a metà XIX secolo con più di 1000 B databili al periodo V-VI dC, quelli noti sono: 1 AE Leone I, 2 AE Anastasio, 26 AE Giustiniano I, 4 AE Vandali, 26 AE Ostrogoti (2 per Giustiniano I); friedländer 1849, p. 43; BierBrauer 1975, pp. 251-2; raddi 2003, pp. 1585-6.

San Vincenzo al Volturno – IS (S-N)scavi estensivi, materiali da sepolture e sporadici databili V-VIII e successivi. I rinvenimenti sono pertinenti a sepolture ma spesso sono dal riempimento o dalle

213CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

vicinanze. Non sono espressamente da considerare corredo. Del V-VI: [T761]: 2 orecchini AR, 2 anelli digitali AR, 1 bracciale B, 1 anello B, 1 elemento di cintura B, 1 chiodo F; [T789]: 2 orecchini AR, 1 bracciale B; [T751/2]: 4 orecchini AR, 1 collana AR, 1 catenina AR; [T40]: 4 armille B dal riempimento; [T910]: 1 anello B; [T790]: 1 orecchino B; [T920]: 1 orecchino B, 3 striscette B; [T800]: 1 armilla B; [T724]: 1 elemento B; [T810]: 1 catenella B; [T722]: 3 fascette B, 1 placchetta B, 1 frammento B indefinibile; [T923]: 1 fascetta B, 1 gancetto B; [T749]: 1 placchetta B, 1 pezzettino B (lingotto?); [T704]: 1 fascetta B; [T781/2]: 1 striscetta B; [T850]: 1 striscetta B; [T907]: 6 strisce B; [T717]: 1 frammento indefinibile B; [T724]: 1 frammento indefinibile B; [T850]: 1 frammento indefinibile B. Da scavi anche 5 bracciali B di V-VI dC, 6 anelli B, 4 elementi di cintura B, 2 spilli B, 29 catenelle B; 36 pezzettini di metallo B (striscette, residui di lavorazione), 7 ganci B, 4 plac-chette B, 16 sbarrette B, 110 striscette metallo B, 24 frammenti di lampada B, rivetti ed elementi B, circa 150 chiodi F, 7 striscette F, 8 cerchietti di lamina F, 5 ami F, 4 staffe F, 2 chiusure di cintura F, 2 anelli F, 1 chiusura di bretella F, 2 lingottini F, 2 chiavi F, 8 coltelli F, 2 fibbie F, 1 martello F, 5 punteruoli F, 2 spatole F, 1 ascia F, 1 tenaglia F, 1 spada, 1 punta di freccia F, 20 chiodi a ferro di cavallo, 1 catena F, 1 tu-betto F, 4 legacci F, 1 puntina F, 8 oggetti non identificabili F; in scavo 100 striscette PB, 7 foglietti PB, 13 oggetti non identificabili PB; 3 catenelle B e 1 elemento per lumi di IX dC. Un ripostiglio di orefice: 5 frammenti AR, 38 striscette B, frammenti fibule B, 1 amo (?), 3 sbarrette (B), chiodini (?), 12 oggetti tra ganci (?), placchette (B), catenelle (B), 1 peso (B), attrezzi, strumenti (F), dischetti. I manufatti plumbei sono listelli per finestre vetrate; monete: 1 intrusione di III aC, poi 1 asse I dC, 1 AE datato al III dC, 2 AE3 della II metà del IV dC, 1 AE 4 Valentiniano II (383-7 dC), 2 AE3 di IV dC, 7 AE4 di IV-V dC, 1 AE3-4 Teodosio II (402-5 dC), 1 AE3 Onorio (408-23 dC), 2 AE3 Valentiniano III (430-55 dC), 1 AE4 Marciano (450-7 dC), 2 AE4 Leone I? (457-74 dC), 2 AE4 di Leone I o Zenone (457-91 dC), 8 AE4 incerti di V dC, 1 nummus Odoacre o Teodorico (476-526 dC), 70 nummi incerti di V-VI dC, 1 nummus Atalarico (526-34 dC), 2 nummi Giustiniano I (1 Ravenna, 1 Cartagine, 537-47 dC), 3 nummi Baduela/Totila (541-52 dC), 1 nummo Giustiniano I o Baduela/Totila (547-52 dC), 1 pentanummo Giustiniano I o Giustino II (552-78 dC), 1 tremisse AV Giustiniano II (685-95, 705-11 dC), 1 pentanummo incerto di VI dC, 1 AE da XX nummi datato al 690/720-40 dC, 3 denari AR Sicone di IX dC, 1 denario Ludovico II con Adelchi di Benevento (867-70 dC), 1 denaro Longobardi-Benevento di X dC, anche 1 moderna e 1 contemporanea, 18 AE illeggibili (tardoan-tichi?); San Vincenzo 1985, pp. 61-81; Longobardi 2000, pp. 447-8, n. 333; riemer 2000, pp. 393-4; filiPPucci-mitchell-cann 2001; tremlett-coutts 2001; coutts 2001; maraZZi-strutt 2001, p. 333; Rovelli 2001a; arslan 2001d; rovelli 2001b; travaini 2003, p. 1056; marazzi 2006, pp. 50-61; Arslan Repertorio, n. 4690.

214 CAPITOLO III

III.12. PIEMONTE

Acqui Terme, loc. Bossalesio – AL (N)scoperta nel 1973: VII dC. Tomba 4: pettine in osso con chiodini in F; Tomba 5: orecchini in argento fuso e sotto il capo del deposto catenelle in B e F, e guarnizioni di cintura in lamine F, elemento F della cassa; Tomba 6: spillone B. crosetto 1987; Possenti 1994, pp. 78-9.

Alba, via Vernazza angolo con via Cavour – CN (S)scavi 1990-1: 1 fibbia B fuso; filiPPi 1993, p. 255.

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano – AT (S)in scavi ottocenteschi tombe e monete nell’area, presso la Chiesa un cucchiaio B; nelle vicinanze tombe e monete imprecisate; Bosio 1872, pp. 55; settia 1975, p. 330.

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano – Asti (T/M)rinvenimento 1 cucchiaio B; Bosio 1872, p. 55.

Alessandria, territorio: ex collezione Di Negro – Carpani – AL (?)materiali presso il museo di Alessandria senza specificazioni di provenienza e da-tabili al VI-VIII dC; 1 puntale cintura (B), 2 fibbie (?), 1 fibbia AR, 1 fibbia B, 2 anelli di fibbie AR/B, 5 anelli B, 1 cuspide lancia (F), 1 cuspide lancia F, 1 sax (F), 2 armille B, 1 nettaorecchie B, pinzetta da toilette B; antico Gallina 1980, pp. 141-8.

Alice Castello – VC (T)rinvenuta nel 1903 tomba di VII dC da cui: umbone scudo da parata (F) con decora-zioni in B dorato, 1 spatha (F), 1 lancia (F), 1 coltello (F), 1 fibbia F, crocetta AV. von hessen 1974, p. 503, n. 21; Pantò 1993; GerBore-Pantò-villa 1993.

Avigliana – TO (S)forse da sepoltura longobarda di VI dC fibula (?); fuchs-Werner 1950, n. A 122; von Hessen 1974, p. 502, n. 16.

Baldissero d’Alba – CN (N?)rinvenimenti durante la II Guerra Mondiale, senza specificazioni: 2 spathe (F), 1 punta lancia (F), 1 umbone scudo (F). 1 impugnatura scudo (F), 3 punte freccia (F); von hessen 1974, p. 506, n. 33.

215CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Beinasco – TO (T/N)da sepoltura longobarda o forse da più tombe di necropoli: guarnizioni cintura B, sperone B, crocetta AV; fuchs 1938, n. 104; von hessen 1974, p. 502, n. 14; neGro PonZi mancini 1983, nota 34.

Biella, territorio – BI (TES)rinvenimento 1833 (?) di ripostiglio monetale con milleseicento monete AR asse-gnate ai Longobardi: Pertarito; anche 12 o 28 Tremisses AV Liutprando; BernareGGi 1960, pp. 113-7; BernareGGi 1983, p. 129; MEC 1, pp. 55, 65; lafaurie 1990, pp. 93-6; arslan 1994, p. 512; arslan 1998, p. 296; demeGlio 2003, p. 182.

Borgo d’Ale, loc. Cappella di San Germano – VC (T)tomba longobarda scoperta nel 1960 e databile al VII dC: scudo da parata (F), spatha (F), sax (F), lancia (F), frecce (F), rimasugli arco (F), sperone B, placche cintura (?); von hessen 1974, pp. 503-4, n.22.

Borgo d’Ale – VC (T)tomba longobarda scoperta nel 1980 e databile al VII dC con corredo di 1 crocetta AV, 3 elementi cintura B, 1 sax F, 2 coltelli F, 1 spatha F, fibbia B, 7 elementi cintura B dorato, 1 cuspide lancia F, umbone F con elementi B dorato, cesoie F, 2 speroni F, 7 accessori degli speroni F, circa circa 20 chiodi F; Brecciaroli taBorelli 1982; la rocca 1989, p. 84; crosetto 1998, p. 216.

Borgomasino, loc. Cantarana – TO (N)– rinvenuta e distrutta necropoli tra 1893-5 da cui: 2 crocette AV, 2 orecchini AV,

1 moneta AV d’imitazione di Maurizio Tiberio, 1 orecchino AR, 1 bracciale B, 1 fibbia B, 4 placche cintura B; datazione VII dC; Peroni 1967, pp. 139-43; von hessen 1974, p. 503, n. 20; Possenti 1994, p. 60.

– dalla stessa necropoli probabilmente altri 2 orecchini AV di VI-VII dC; Possenti 1994, pp. 79-80.

– dalla stessa necropoli probabilmente altri 2 orecchini AV di VII dC; Possenti 1994, p. 96.

Borgosesia, loc. Monfenera – VC (M)nei pressi di focolare indagini 1971-7 1 moneta ostrogota B (526-552); Fedele 1983.

Borgovercelli – VC (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1993 con monete longobarde AV di VIII dC; demeGlio 2003, p. 183.

216 CAPITOLO III

Bra, fraz. Pollenzo, piazza Vittorio Emanuele – CN (N)in lavori edili 2002. trovata necropoli I-V dC Del V secolo il corredo femminile con 2 fibule AR, orecchini AV, piccola fibula AR, sigilli B; micheletto 1998, p. 67; micheletto et Al. 2004.

Caluso – TO (N)ritrovamenti nel 1889: conservati solo alcuni chiodi B di scudo da parata; ÅBerG 1923, p. 159; von hessen 1974, p. 503, n. 19.

Carignano, loc. Boatera – TO (N)rinvenimento a fine XIX secolo di necropoli di VII dC composta da 140 tombe: og-getti citati non divisi per tombe; von hessen 1974, p. 501, n. 10; scramasax, punte di freccia, coltelli, guarnizioni B, cesoie, monete forate, orecchini, 6 vomeri di aratro F, 2 umboni scudo (F); databili al VII-VIII: bacile B, fibula a croce B, punta spatha (F). micheletto 1998, p. 57; ferrero-uGGé 2011.

Carignano, loc. Fornace – TO (N)necropoli di 30 sepolture, solo due con corredo: T1: moneta romana AE forata; T2: cintura (?), coltello; Barello 2004, p. 153; ferrero-uGGé 2011.

Carignano, loc. Valdoch – TO (N)necropoli, 1925 (VII dC) da cui tombe con spatha, scramasax, speroni, elementi di cintura(1B),fibbia;ferrero-uGGé 2011.

Castiglione Torinese, fraz. San Martino, Chiesa di San Martino – ?? (N)indagini archeologiche dagli anni ’70 del XX secolo. Tombe interne alla chiesa. T32: moneta non precisata e frammenti metallo non precisati; T63: fibbia B; T34: fermalacci (?); T7N: fibbia (?) e frammenti metallo non precisati; Pantò-leonardi 2004, p. 217.

Centallo-Fossano, loc. Madonna dei Prati, pertinenze chiesa di San Gervasio – CN (N)scavi 1982-93: tombe in chiesa altomedievale in zona già di insediamento romano. Recuperate 2 fibbie di cintura B, 3 fibule B, altre in F, 2 orecchini (forse 4) AR. Nelle vicinanze, non in tomba, moneta carolingia attribuita a Ludovico II (822-875, imperatore dal 855 dC); fuori contesto anche un AE del Divo Augusto di età Giulio Claudia; molli Boffa 1982; molli Boffa 1983; molli Boffa 1984; molli Boffa 1984a; molli Boffa 1985, p. 20; molli boFFa 1986; PeJrani baricco 1997; Possenti 1994, pp. 60-1, 101-2; cantino WataGhin-uGGé 2001, p. 21.

217CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Collegno – TO (N)necropoli longobarda scavata nel 2002-3. T1 (VI dC): 4 monete (1 denario AR sube-rato di Domiziano, 82-90 dC, forato; 1 AE3 Costanzo II, 355-61 dC, forato; 2 AE di IV-V dC); T17 (660-90 dC): 1 sax F, 1 elemento del fodero del sax F, 2 elementi del fodero del sax B, 7 elementi di cintura F con borchie B, 1 coltellino F con fascetta B, 1 anello fibbia B con ardiglione F, 2 grappe B; T47 (VI-VII dC): 1 crocetta AV, 1 fibbia cintura B, 1 pendente di cintura B ageminato AR, 2 fibbiette F ageminato, 3 puntali di cintura AR, pettine con chiodini F; T48 (570-90 dC): 1 fibbia B con ardi-glione F, 1 crocetta AV, 2 fibule a staffa AR dorato, 1 coltellino F; T49 (VI-VII dC): 1 spatha F, 1 crocetta AV, 8 elementi di cintura F ageminato AR, 1 fibbia F, 1 coltello F, 8 chiodi della bara F; T53 (610-30 dC): 1 crocetta AV, 1 cuspide lancia F, 11 elementi della cintura F, 21 elementi di cintura F ageminato AR, 1 umbone scudo F, 4 borchie dello scudo B dorato, imbracciatura scudo F, 2 coltelli F, 1 sperone F ageminato B, 1 fibbia dello sperone F ageminato B; T58 (VII dC): 1 chiodo F; T60 (post 660): 1 sax F, 1 fascia rivestimento del manico del sax F, 1 perno B del fodero del sax, 1 borchia B del fodero del sax, 6 elementi di cintura F con agemina AR, 1 coltellino F; T69 (VII dC): 1 scaramasax F, 14 elementi della cintura F ageminato AR, 1 coltello F; T72 (post 660): 1 puntale di cintura F, 1 lamina F forse guarnizione cintura, 1 chiodo F; dall’area della necropoli, non in tomba, 1 dupondio di Caligola per Augusto (37-41 dC), 1 asse o dupondio di Marco Aurelio (161-76 dC), 1 sesterzio ill. di I-III dC, 2 folles Costantino I (324-30 dC), 1 AE4 Costantino II o Costanzo II (337-40 dC), 1 AE4 e 3 AE3 Costanzo II (342-61 dC), 1 AE4 Costanzo II per Giuliano (355-61 dC), 1 AE4 Graziano (378-83 dC); micheletto 2003, p. 697; Giostra 2004.

Craveggia – VB (N)necropoli indagata dal 1984: corredi di oggetti in metallo “semiprezioso” e monete AR e B, strumenti in F tra cui 2 cesoie; uGletti 1983; uGletti 1984; uGletti 1985.

Desana, fraz. Settime – VC (N?/TES?)– luogo noto per ripostiglio monetale di III dC acquisito nel 1938 dal mercato anti-

quario tesoro di oggetti preziosi AV e AR datato all’età gota e forse composito (I metà VI dC) consegnato al museo di Torino nel 1930. Probabilmente incompleto perché presentava sui gioielli ossidi di rame: 3 fibule AV con retro AR/B, 1 colla-na AV, 1 croce AV, 8 anelli AV, 4 orecchini AV, 3 anellini AV, 3 braccialetti AV, 1 encolpio (?) AV; 2 fibbie AR dorato, 2 fibule AR, 1 bastoncino toilette AR, 18 cuc-chiai AR; viale 1942; Ori e Argenti 1962, pp. 62-4, tavv. 63-4b; BierBrauer 1975, pp. 204-7, 263-72; Goti 1994, pp. 208-12; micheletto 2003, p. 697; aimone 2010.

– indagini archeologiche su più aree dal 1994: dalle aree E-D e dalla T29 recipienti in pietra ollare con tracce di iridescenza ramata e riconosciuti come crogioli, niente resti di fusione o scorie; T59: coltello F databile al VII dC; Pantò 1994; Pantò 2000, pp. 123-4, 126, 130.

218 CAPITOLO III

Domodossola, loc. Finero/Lo Scopello – VB (TES)rinvenimento 1888 di contenitore fittile contenente 2 orecchini AR, 2 anelli e 1 colla-na, 12 monete AV (Anastasio I, 491-518; Giustino I, 518-27; Giustiniano I, 527-65), 250 AR Gote; datazione II metà VI dC; ferrero 1889; rossi 1890.

Fossano, via Muratori – angolo via Mazzini – CN (S)da scavi 1995 guarnizione di cintura B databile al VII secolo; venturino GamBari-micHeleTTo-daviTe-giareTTi 1996.

Frascaro, loc. Cascina Brumosa – AL (N)scavo 1998-2000 in necropoli frequentata sin dall’età preistorica, 17 tombe di V-VI dC solo 2 con moneta: T1: orecchino B, fibula AR, fibbia F; T3: fibbia B, fibbia F, coltello (F), utensile (F), 1 AE3 Valentiniano I o II (364-78 dC); T7: fibbia B, anello B; T8: fibbia B, coltello F, fibbia F; T11: fibbia AR, coltello F, puntale del fodero B, fibbia F, ¼ siliqua AR di Teodorico (491-518 dC) di zecca Milano; T14: ardiglione di fibbia B; T16: fibula AR dorato, pendente di cintura fatto da 2 anelli B; T17: fibbia F. Nei pressi i resti di un secchio del pozzo: catena e fasce F; micheletto-Zanda-Barello 1999; micheletto-neGrino-Pirotto-venturino GamBari 2001; micheletto 2003, pp. 698-702.

Frossasco – TO (N)necropoli longobarda databile al VII dC di 25 sepolture scoperta nel 1941; rimane 1 spatha (F), elementi cintura (?), databili al VII dC. von hessen 1974, p. 502, n. 15; crosetto 1998, p. 215.

Gurro – VB (N)necropoli scoperta nel 1886 da cui 2 asce (F); von hessen 1974, p. 505, n. 29.

Lenta, Chiesa di Santo Stefano – VC (N)tomba di bambino con cesoie (F); crosetto 1998, p. 218.

Lu Monferrato, San Giovanni di Mediliano – AL (T)scavo organizzato 1992-3: puntale di cintura in B di VII secolo dC; demeGlio 1994, p. 272; demeGlio 2001, p. 603.

Mandello Vitta – NO (N)5 sepolture longobarde scoperte nel 1902 e databili al VII dC, solo da 1 T: sax (F), coltello (F), 1 crocetta lamina AV, 2 placche cintura B; fuchs 1938, n. 101; von hessen 1974, p. 504, n. 26.

219CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Marentino, località villa “Mon plaisir” – TO (T)in scavi agricoli 1887 probabilmente da tomba longobarda di alto rango crocetta AV; Pantò 2001, p. 106.

Masera – VC (TES)ripostiglio rinvenuto con 114 monete AR di VI dC (Giustiniano I, Giustino II), forse con monogrammi barbarici; calleGher 2002, pp. 265-6; demeGlio 2003, p. 182; arslan Repertorio, n. 5010.

Mercurago, località Motto – Caneva – NO (N)necropoli di circa 10 tombe indagata nel 1986, ma depredata in precedenza. Notizia non verificata di monete di Costanzo II e Magnenzio; sPaGnolo GarZoli 1988.

Mercurago, fraz. Arona – NO (T)rinvenimento 1981 di 1 tomba longobarda databile al VII: 1 umbone scudo con im-pugnatura (F), 1 spatha (F) con fodero ligneo, 1 punta lancia (F), 1 frammento di cesoia (F), 1 puntale di cintura F; PeJrani Baricco 1982.

Mezzomerico – NO (TES)ripostiglio di monete AV longobarde di VII-VIII dC; bernareggi 1976, p. 363; arslan 1994, p. 514; Arslan Repertorio, n. 5020.

Mombello Monferrato, loc. Molino Nuovo di Gambarello – AL (T)indagini dal 1994 presso villa rustica con tombe longobarde (VI-VII dC): T2: 1 ar-milla F; T7 (datazione C14 645-895): fibbia B (Zanda 1999, p. 184); T8: 1 fibbia B, 3 elementi cintura B, 7 elementi cintura F ageminato AR, 1 borchia B decorata AR, 3 perni B decorati AR, 2 anellini B, 1 borchia B, 1 umbone F decorato B, 2 elementi imbracciatura F decorato B, 1 rinforzo fodero F, 5 barrette F, fili broccato AV; T10 (VII dC): fili broccato AV, 2 monete forate (1 AE2 di IV dC, 1 denaro me-rovingio 675-750 dC); T12: fili AV; T13: 1 fibbia B decorato AR, 1 linguetta AR; T20: 8 guarnizioni cintura B, 2 anelli B, 2 anelli B/F, 1 elemento F, elementi cassa F; in scavo (o in tomba?): tremisse di Maurizio Tiberio (582-602 dC), 1 siliqua AR attribuita a Pertarito (672-88 dC), 1 antoniniano di Gallieno (254 dC); zanda 1996; micheletto-Zanda-Barello 1999, pp. 223-5; micheletto 2003, p. 697; Pantò-PeJrani Baricco 2001, pp. 17-22; Zanda-micheletto-vaschetti 2002; Barello 2007, p. 160; Giostra 2007, pp. 113-26..

Moncalieri, fraz. Testona – TO (N)necropoli di 350 tombe databile all’età longobarda scavata dal 1878: oggetti di VI-VII dC; von hessen 1974, p. 501, n. 7; BierBrauer 1975, pp. 316-8; Longobardi 1990, pp. 192-6, 207; Possenti 1994, pp. 67, 101; micheletto 2003, p. 697.

220 CAPITOLO III

Moncalieri, fraz. Testona, chiesa di Santa Maria – TO (N)scavi 1998-2001: 37 tombe interne ed esterne alla chiesa. Da trincea di spoliazione 1 puntalino B, 1 sperone B di età longobarda; Pantò 1999; Pantò-suBBriZio 2002, p. 167.

Moncalvo, loc. Santa Maria – AT (N)necropoli di Santo Stefano scoperta nel 1899 da cui 1 spatha (F); von hessen 1974, p. 505, n. 31.

Monteau da Po, loc. Industria – TO (T)scavo 1998, sepoltura di VI-VII dC da cui: 7 placche di cintura F, 1 coltello F; Zanda-Pantò 1999.

Novara – NO (?)croce AV con impresso un tremisse di Giustino II (565-78 dC), conservata a Norimberga; fuchs 1938, p. 35.

Ornavasso – VC (TES)rinvenimento nel 1854 di ripostiglio monete AR (399?); denari di Milano (Berengario I, 888-925; Rodolfo II di Borgogna, 922-6); schWeitZer 1854, pp. 82-4; Piana aGostinetti 1996, pp. 241-2.

Pecetto di Valenza – AL (S/N)da scavi 1980 in probabile villa romana con adiacente sepolcreto datato all’età alto-medievale; dallo strato di aratura superficiale di VI-VII: 1 moneta AR longobarda; dalle vicinanze 1 B di età Giulio Claudia; donZelli 1980.

Pertusio – TO (S)da insediamento longobardo 5 attrezzi metallici; PeJrani Baricco 1991.

Peveragno, fraz. Montefallonio, loc. Castelvecchio – CN (S)scavi 1993-6, insediamento forse databile al V-VI dC con molti materiali raccolti antecedentemente lo scavo forse anche posteriori; 1 fibbia cintura AR databile al VI dC, 1 fibbia F con ageminatura AR, 8 fibbie F, 2 ardiglioni B; strumenti fabbro: 3 martelli F, 1 incudine B, 2 scalpelli F (nel testo è acciaio), 3 lingotti F, 3 lingotti PB, 1 lima (?), fuori contesto: sgorbia (?), 3 verghe F, 3 bulini (F?), 1 lesina (F?), 8 scal-pelli (F?), 1 incudine (F?), 1 fustella (F?), 4 utensili (F), 1 spatola con catena (F?), 1 raschietto F, 1 attrezzo F, 4 verghe F, 1 frammento catena (F?), 1 gancio (?), 6 coltelli (F), 1 falcetto (F?), 1 ascia (F), 2 zappe (F), 1 lucerna F, 6 campanacci F, 2 fascette F, chiodi F, materiali carpenteria in F e in B, 2 punte freccia F, 1 sperone F, materiali F, 1 gancio B, 1 puntale B, 1 elemento di fibbia? B, 3 maglie catena B, 1 anello B con

221CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

coppiglia F, 1 anello B, 8 monete sporadiche senza contesto viste come materiale per la fusione (1 sesterzio Traiano 98-117 dC, 1 sesterzio Adriano 118 dC, 1 sesterzio I-II dC, 1 AE Marco Aurelio 161-180 dC, 1 antoniniano Gallieno 260-8, 1 follis post 295, 1 follis Costantino 319-20, 1 AE3 337-fine IV dC). Pantò 1994, p. 126, nota 54; micHeleTTo-venTurino gambari-caTTaneo cassano 1996, p. 248; micheletto 1995; micheletto 1998, pp. 54, 67-8; Longobardi 2007, p. 172.

Piemonte, territorio ? – (S)senza notizie di rinvenimento 2 orecchini AV databili al VII dC; Ori e argenti 1961, p. 242; Possenti 1994, p. 95.

Piemonte – (TES)notizia di ripostiglio rinvenuto negli anni 1980 con 150 circa monete longobarde AV di VIII dC; demeGlio 2003, p. 183.

Poirino – TO (N)rinvenimento 1896, da una tomba coltello (F); von hessen 1974, p. 499, n. 2.

Pollenzo – CN (S)da raccolta di superficie 2 fibule AR, 2 orecchini AV databile V-VI dC; micheletto 2003, p. 698.

San Colombano Belmonte – TO (T/N)scavi anni ’70 del XX secolo in fortificazione tardoantica: umboni scudo (F) di VII dC; von hessen 1974, p. 502, n. 18.

San Giulio d’Orta, Chiesa di San Lorenzo – NO (T)indagini dal 1983: da tombe nella chiesa databili all’età longobarda 1 puntale di cin-tura in F e 1 fibbia F con borchie B; Bertani 2004, p. 86; a p. 78 e nota 4.

San Ponso – TO (S)in strati direttamente sottostanti o limitrofi a tombe di VI-VII dC: 1 moneta di Valentiniano I (367-75 dC); PeJrani Baricco 1982, p. 155.

Sant’Albano Stura, loc. Ceriolo – TO (N)necropoli di VI-VII dC con oltre 800 sepolture ancora in fase di studio; T36: 1 orec-chino AV, 2 orecchini AR, 1 fibbia (B?), 1 armilla F; T68: 1 orecchino AV, 1 spillone B; T182 (fine VII dC): 2 fibbie (?); T338: 1 moneta B, 6 monete AR longobarde con monogrammi (ante 668); T352 (600 ca.): 1 spatha F, ornamenti cintura F; T365: 1 mo-neta AR longobarda con monogramma (ante 668); T375 (600 ca.): 2 spilloni (?); T389: 2 guarniz. F ageminato d’AR; T420: 1 fibula B; T454 (II metà del VII dC) tremisse

222 CAPITOLO III

longobardo per Maurizio Tiberio; T479: fibula S (AR), 1 orecchino AR, pendenti B; T499: monete B; T555: fili broccato AV, 1 spatha F, 1 umbone F; T586: moneta forata B da sospendere alla cintura?; T626: monete B; in genere: 3 asce, 15 spathe, 19 lance, 32 frecce, 1 scudo, 84 scramasax, coltellini, cesoie, fibule AR, anelli B e F, anche 1 nummus tardoantico B; micheletto-uGGé-Giostra 2011; micheletto et alii 2014.

Santo Stefano Belbo – CN (T)da tomba isolata trovata almeno nel 1897; 2 orecchini AV, 1 crocetta AV, fibule (?); von hessen 1974, p. 506.

Sozzago – NO (T)tomba scoperta a fine XIX secolo contenente: sax (F), lancia (F), 1 crocetta lamina AV; von hessen 1974, p. 504, n. 27.

Torino – TO (S)rinvenimento XIX secolo di tomba databile al VI-VII dC da cui 2 coltelli (F), 1 spa-tha (F), 1 cesoia (F), 1 umbone scudo (F); von hessen 1974, p. 499, n. 5.

Torino, loc. Lingotto – TO (T)rinvenimento 1910 di tomba di VI-VII dC: orecchini AV, collana AV, fibula AV, 2 fibule AR dorato, crocetta lamina AV, catino B; von hessen 1974, p. 499, n. 2; Possenti 1994, pp. 94-5.

Torino, loc. collina di Superga – TO (T)rinvenimento XIX secolo di tomba di VII dC: sax (F), elementi cintura B; von hessen 1974, p. 499, n. 3.

Torino, loc. Madonna in Campagna – TO (T)rinvenimento probabilmente di inizio XX secolo di tomba longobarda da cui 1 scra-masax (F); von hessen 1974, p. 502, n. 17.

Torino, Via Nizza – TO (N)rinvenimento in scavi nel periodo 1885-1901 di necropoli di VII dC: 2 spathe (F); da una singola sepoltura: “consuete armi” (F), “consuete parti cintura” (B), scudo da parata B dorato; von hessen 1974, p. 498, n. 1.

Tortona – AL (N)rinvenimento 1897 di necropoli tardoromana-gota V-VI dC da cui 5 fibule AR dora-to, 1 fibula AR o B, fibbia B con elementi AV, fibbia AR dorato, fibbia B (?), 4 fibbie AR, 1 fibbia B, 3 elementi cintura AR, 3 anelli B, accessorio toilette AR; BierBrauer 1975, p. 323-7; micheletto 2003, p. 697.

223CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Tortona – AL (?)materiali presso il museo locale senza specificazioni di provenienza: 1 fibbia cintura in cristallo di rocca e ardiglione B: V-VI dC, 5 fibbie B: V-VI dC, colino B; antico Gallina 1980, pp. 137-9.

Tortona, territorio: ex collezione Di Negro – Carpani – AL (?)materiali presso il museo di Alessandria senza specificazioni di provenienza: 4 fibule (?), 8 fibbie cintura (?), 2 orecchini (?): V-VI dC; antico Gallina 1980, nota 13.

Trino – VC (N)necropoli longobarda distrutta in lavori edilizi, salvo solo un puntale B di VII dC; Åberg 1923, p. 109; von hessen 1974, p. 504, n. 24.

Valperga, Santuario Castel Belmonte – TO (S)scavi 1968-75, 1986-98 in insediamento databile al periodo V-VII dC. Probabile ripostiglio di arnesi in ferro da fabbro in resti di botte (collegato ad attività metal-lurgica?) 4 vomeri F, piccone F, leva F, pettine per cardare F, treppiede F, morso F, 3 picconi F, 1 zappa F, 1 falce F, 1 falcetto F, 1 pala F, 1 vanga F, 1 stadera F, 1 sgorbia F, 1 compasso F, tenaglie F, 1 lingotto PB; anche 1 fibula B, 1 umbone da parata (corpo F e borchie B dorato), 1 bacile copto B, punta di spatha (F); scafile 1970; scafile 1971; scafile 1972; von hessen 1974, p. 502, n. 1; carducci 1975-1976; BierBrauer 1990, p. 52, nota 18; micheletto 1998, pp. 57, 60; Longobardi 1990, pp. 344-8; Longobardi 2007, pp. 172-3.

Verbano – Cusio – Ossola, loc. Al Mottarone – VB (S)rinvenimenti occasionali in lavori edilizi nel 1883: 2 puntali lancia (F), 1 ascia (F); von hessen 1974, p. 505, n. 28.

Vercelli, Ex Monastero delle Grazie – Chiesa di Santa Maria delle Grazie – VC (S)indagini archeologiche 1980-5: in strato tardoantico-altomedievale monete non spe-cificate; PanTò-gallesio 1986.

Vercelli, Duomo – VC (TES)tesoro della cattedrale databile al VII-VIII dC: reliquiario di legno ricoperto di lami-ne sbalzate d’AR; uGGè 2003.

Vercelli – VC (TES)rinvenimento ante 1758 di tesoretto con circa 30 monete carolinge AR di fine VIII dC; völckers 1965, pp. 97 e 177-9.

224 CAPITOLO III

Vignale Monferrato – AL (S)rinvenimento occasionale 1904 da lavori agricoli: orecchino AV databile al VII dC; von hessen 1974, p. 505, n. 30; Possenti 1994, p. 99.

Villaro di Ticineto, loc. Montaruc – AL (N)scavi nel 1975-6 su sito di Villa Romana: area cimiteriale di 160 tombe dal VI dC ai Carolingi: solo in una sepoltura 1 fibbia F e anello ovale. neGro PonZi mancini 1983; PeJrani Baricco, micheletto 1997, p. 298, nota 14. Anche moneta longobarda di fine VI- inizi VII in superficie ma in contesto romano di I-II, neGro PonZi mancini 1983, p. 89. Dallo scavo anche 7 monete di Geta, 8 di Severo Alessandro, forse di Caro, di Diocleziano 10, di Licinio Cesare 11, di Licinio Augusto 12, di Costanzo II 13; 1 consunto di Traiano fuori contesto; neGro PonZi 1982, p. 215 e note relative.

Figura 7Necropoli di Collegno (TO), corredo della tomba 47(Foto da Presenze longobarde. Collegno nell’alto medioevo, a c. di L. PejrANi BAricco, Collegno 2004; cat. p. 217)

225CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Figura 8Necropoli di Collegno (TO), corredo della Tomba 53(da Presenze longobarde. Collegno nell’alto medioevo, a c. di L. PejrANi BAricco, Collegno 2004; cat. p. 217)

226 CAPITOLO III

III.13. PUGLIA

Acquaviva delle Fonti, loc. Salentino – BA (T)rinvenimento nel 1977 di tomba altomedievale databile al VI-VII dC: 3 armille B; d’angela 1986, p. 918, n. 16.

Altamura, loc. Belmonte – BA (N)rinvenimento nel 1964 di necropoli databile al VI-VIII dC; T1: 1 pendaglio AV, 1 encolpio pendente a croce di lamina AV, frammento orecchino AV; T7: armilla AR; anello AR; T8: armilla B; T14: ago AR, ago B, frammento di stilo B, 2 orecchini AV, anello AV; d’angela 1986, p. 918, n. 15; salvatore 1982, p. 58; riemer 2000, pp. 415-7.

Barletta – BA (S)senza specifiche: almeno 3 fibule B datazione VI-VIII dC; d’angela 1986, pp. 916-7, n. 11; d’angela 1976, pp. 113-6.

Brindisi, loc. Colonne – BR (S)senza specifiche: encolpio cruciforme B datato al IX-X dC; d’angela 1986, p. 921, n. 25.

Brindisi, chiostro di S. Benedetto – BR (T)in interventi di restauro 1994: 2 tombe databili fine VI – inizio VII secolo dC T1: sarcofago con copertura di una stele di età imperiale con un’iscrizione in caratteri greci e fibula B. T2: orecchino AR; Braccio 1995.

Cagnano Varano, loc. Avicenna, piano di Carpino – FG (S/N)scavi 1953 in necropoli di VI-VII dC su precedente insediamento romano: 1 moneta con testa di Zeus, 1 anello B, 2 monete non specificate; da T1: 2 monete, forma PB sormontata da 4 aquile agli angoli, 2 lamine PB; T3: 4 monete non specificate, 2 aghi crinali (B?), 1 anello di metallo (?); T4-7: 1 cucchiaio B; T8-9: 1 moneta impreci-sata; T11: 2 orecchini AR, 1 armilla AV, 1 armilla F, 2 spilloni B, 1 ago B, 1 monete non specificata; T12: 1 ago B, 1 sigillo (?), 1 placca F, 2 placche B, 1 cucchiaio F; T13: 1 moneta non specificata; T14: 1 elemento B; T16: 2 armille (?), 1 spillone (?), 1 orecchino (?); T17: 1 ago B, 1 moneta non precisata; T18: 2 anelli incisi (?), 1 armilla F, 1 armilla B, 1 pendaglio B, 1 fibbia B, chiodi F, 1 spillone B; sporadici: 9 monete non precisate (si conservano tutti B: 12 di Augusto, 13 di Tiberio, 2 di Gaio, 3 di Claudio, 2 di Nerone, 1 di Tito, 4 di Domiziano, 1 di Adriano, 6 di Antonino Pio,

227CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1 di Alessandro Severo, 1 di Valente, 1 siliqua longobarda forse di Arechis zecca di Benevento, 1 follis di Romano I di X secolo), 1 fibbia B/F, 1 moneta di Augusto (27 aC-14 dC), 1 moneta di Claudio (41-54 dC), 1 coltello F, 1 piastra B, chiodi F, 1 calamaio AR, 6 elementi di cintura F ageminato; d’angela 1986, pp. 914-5, n. 1; GuZZetta 1988; von hessen 1988; D’anGela-liPPolis 1988, pp. 39-43; D’anGela-volPe 1991; Possenti 1994, pp. 61, 70-1, 88-9, 103-4.

Cagnano Varano, loc. Spineto – FG (S)scavi anni ‘70 in sito probabilmente romano, senza contesto 28 monete non specifi-cate, 1 moneta non specificata spezzata a metà, 1 fibbia (?), 1 laminetta AV, 1 aquila B; D’anGela-liPPolis 1988, pp. 43-4 e p. 144; D’anGela-volPe 1991.

Canne della Battaglia, loc. Fontanella – BA (N)da tomba: 1 scramasax F della II metà del VII dC; rotili 1984.

Canne della Battaglia, loc. Fontanella – BA (N)scavi 1959-60 in necropoli altomedievale, T21: 1 orecchino B/AR; T79: 2 orecchini AR; T552: 2 orecchini (?), 1 anello (?); tra le sepolture monete bizantine di IX-X secolo dC; riemer 2000, pp. 417-8.

Canne della Battaglia, contrada Stazione – BA (T)in lavori agrari 1996, tomba di VIII-IX da cui 1 fibula B; corrente 1997.

Canne della Battaglia, masseria Basso – BA (N)scavo nel 1938, da 4 oggetti di corredo personale: 9 fibule B, 6 orecchini B, 1 orecchi-no AR, 1 anello B; datazione VII-VIII dC; d’angela 1986, p. 916, n. 10; d’anGela 1992; riemer 2000, p. 417.

Canosa – BA (S)– senza specifiche: fibula B con scritto LUPU BIBA datazione VII-VIII dC;

salvatore 1979, p. 332; d’angela 1986, p. 916, n. 8.– senza specifiche: fibula AV datazione VII dC; d’angela 1986, p. 916, n. 9;

galasso 1969, p. 23.

Casamassima, Chiesa Matrice – BA (S/N)in scavi 1996-7 in seguito a lavori edilizi, necropoli di circa 32 tombe databili al VI-VII dC da cui 2 orecchini B dorato, fibbie F e osso, databili in via preliminare al VI-VII secolo; caliandro 1997; dePalo et al. 1998.

Ceglie Messapico, loc. Montagnulo – BR (S)

228 CAPITOLO III

rinvenimento senza specifiche di placca di cintura B databile al IX-X dC; d’anGela 1986, p. 921, n. 27.

Gallipoli – LE (?)– senza precisazioni: 3 placche di fibbia B databili al IX-XI dC; d’angela 1986,

pp. 923-4, n. 32.– senza precisazioni: anello B di V-VI dC; d’angela 1986, p. 924, n. 33.

Gennarano – LE (N)necropoli di VII-VIII secolo dC depredata, materiali in parte recuperati. T6: anello digitale AV, placca fibbia B; T22: 2 coltelli F: T26: 2 coltelli F, anello B; uGGeri Patitucci 1974; d’angela 1986, p. 921, n. 28; riemer 2000, pp. 421-2.

Giurdignano, chiesa “Le Centoporte” – LE1993: scavo in chiesa bizantina. Davanti trovata una necropoli da cui 3 fibbie: 2 B e 1 F databili al VI-VII dC; arthur 1994.

Laterza, loc. «Caione» – TA (N)rinvenimento occasionale 1974 di due tombe, una depredata da cui solo chiodi F, dall’altra 1 situla B, cuspide lancia F, 2 pugnali F, fibbia B con ardiglione F, borchie B, anelli B, 1 pendaglio B, elemento cilindrico (unguentario?) B, età tardoromana; d’angela 1986, pp. 920-1, n. 24; Riemer 2000, p. 420.

Latiano, contrada Grottole – BR (T)rinvenimento casuale nel 1922 di tomba databile al V-VI dC da cui anello B con inscritto monogramma a croce; Jurlaro 1971, p. 238; d’angela 1986, p. 921, n. 26; riemer 2000, p. 421.

Lucera, Castello, FG (N)da scavi 2004: 5 sepolture, 1 sola con corredo (VII dC); 1 spatha (F) e 1 coltello (F) con foderi F decorati B; Longobardi 2007, pp. 224-5.

Lucera, Chiesa di San Giusto, FG (Ts)1996: tesoretto di 900 monete datate tra il V e il tardo VI secolo dC; volPe-Biffino-PieTroPaolo 1966; volPe et al. 1997; volPe 1997.

Lucera, territorio – FG (S)senza specifiche: fibula AR con scritta databile al VII-VIII dC; salvatore 1979, p. 332; d’angela 1986, p. 916, n. 7.

229CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Martano, loc. Apigliano – LE (S)scavi 1997-1998 in due edifici di età bizantina un probabile forno per la lavorazione del ferro, con scorie. Tra i reperti monete di Romano I (919-921) e Costantino VII (945), anello B con monogramma; arthur 1999.

Massafra – TA (TES)rinvenimento 1973 di tesoretto monetale (289 pezzi) con esemplari tardoromani, bizantini e vandalici e tondelli non coniati; datazione IV-VI dC; travaGlini 1974; d’angela 1986, p. 920, n. 23.

Mattinata, loc. Agnule – FG (T)tomba altomedievale nei pressi di villa romana; datazione VII-VIII dC, corredo di 1 fibula B con scritto LUPU BIBA; sansone 1972, pp. 181-2, n. 19; salvatore 1979, p. 333; d’angela 1986, p. 915, n. 3.

Mattinata, contrada Stinco – FG (N)senza specifiche, 2 fibbie B datazione VI-VII dC; d’angela 1986, p. 915, n. 4.

Merine, masseria La Cornula – LE (N)da saggi di scavo 1975, necropoli depredata da cui anello AR, 2 coltelli F, fibula F, fibbia F; da scavi 1975, T1: 1 coltello F; T2: coltello F, 2 fibbie B; T3: coltello F, 2 fibbie F, placca traforata F; T4: coltello F, armilla F, fibbia B; T6: coltello F, fibula F, placca B; datazione VII dC; d’anGela 1982; d’angela 1986, p. 923, n. 29; riemer 2000, p. 422.

Modugno, loc. Paradiso – BA (N)da scavi di sepolture altomedievali 1 fibula B; d’anGela 1990a.

Monopoli, Santa Maria degli Amalfitani – BA (N)rinvenimento di 4 tombe da cui 1 ardiglione B, 1 moneta; carrieri 1991.

Monopoli, loc. Contrada Vagone – BA (?)rinvenimento di 2 orecchini F e B databili al VI-VII dC; carrieri 1991a.

Monte Sant’Angelo, Santuario di San Michele – FG (T?)senza specifiche, probabilmente da tomba scavata nel 1949-55: encolpio B datazione VI-VII dC; D’anGela 1980, p. 64; d’angela 1986, p. 915, n. 5.

Ordona – FG (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1965 con 148 monete AV bizantine: 1 solidus di Costantino

230 CAPITOLO III

VIII (960-1028 dC) e 147 solidi arabo-longobardi dell’ultimo quarto di X secolo; gurneT 1967; salvatore 1982, p. 60; MEC 14, pp. 401-2 e 419.

Oria, Scuola Media “F.Milizia” – BR (T)scavi archeologici 1999: Tomba databile al VI-VII dC da cui 1 anello digitale AR, 1 fibula AR; maruGGi 2000.

Otranto – LE (?)senza precisazioni: 6 orecchini AV databili al IX-XI; Ori e Argenti 1962, p. 68; d’angela 1986, p. 923, n. 31.

Otranto, Cattedrale – LE (T)in lavori edili rinvenimento di tomba da cui 1 fibula (?); d’anGela 1990b; riemer 2000, p. 423.

Otranto, via Borgo Corpo Santo – LE (N)in lavori edili rinvenimento di necropoli da cui 1 fibula (?); d’anGela 1990c; riemer 2000, p. 423.

Otranto, loc. Martiri – LE (T)rinvenimento 1930 di tomba databile al IX-XI secolo da cui 1 anello digitale AV e 4 orecchini AV; d’angela 1986, p. 923, n. 30.

Otranto – LE (S)in scavi di fornaci per ceramica datate all’età altomedievale 1 fibbia F, 1 coltello F; arthur-caGGia-cionGoli-mellisano-Patterson 1992, pp. 93 e 97.

Poggiardo, loc. Vaste, fondo Giuliano – LE (N)scavi archeologici 1991-2 e 1997-8: in sito di V-VI 50 tombe con corredi di orecchini AV, monete ?, spilloni AR e d’osso; D’andria 1998; d’Andria 1994; corredi oggetti in vetro, orecchini AR, B di VI dC; melissano 1999.

Putignano – BA (TES)rinvenimento 1950 in vaso di coccio di 140 monete bizantine non specificate; Arslan Repertorio, n. 5320.

Rignano Garganico, masseria Casone del Re – FG (N)1982: Necropoli altomedievale: da una tomba una cuspide di freccia in bronzo; russi 1984.

231CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Rutigliano, loc. Agro, contrada Purgatorio – BA (N)rinvenimento nel 1979 di necropoli di circa 12 sepolture databile al VII dC, 2 coppie orecchini AV, 2 anelli AR databili al II-I aC e riutilizzati, tracce di fili AV; salvatore 1981b; salvatore 1982, p. 60; salvatore 1982a; riemer 2000, pp. 413-5.

Rutigliano, Sant’Apollinare – BA (N)scavo 1895, da T6 femminile VI-VII dC da cui 2 orecchini AR, spillo F, nettaorec-chie AR, 2 fibbie B, anello B, 2 aghi crinali B, fibbia F, 2 orecchini B, 2 frammenti F; Pacilio 1987, pp. 106-7; Pacilio 1991, p. 12; Possenti 1994, p. 88.

Ruvo di Puglia, contrada Patanella – BA (N)necropoli indagata nel 1975: materiale B (fibule, anelli orecchini) caratteristico per il VII-VIII secolo, attribuibile a cultura autoctona; T2: 2 fibule B, 2 frammenti di orecchini B; T4: orecchino AR, fibula B; T7: 2 orecchini B; T10: 1 anello AR, 1 orecchino AR, anello di fibbia B; 1 forma per orecchini; liPinsKi 1973; salvatore 1976; salvaTore 1977; d’anGela 1986, n. 14; riemer 2000, pp. 418-20.

San Marzano, Casa Rossa – TA (N)in lavori agricoli 1974 rinvenimento di almeno 7 tombe databili al periodo VII-VIII dC, da cui 1 anello B, 1 fibula B; d’angela 1986, p. 920, n. 20; riemer 2000, p. 420.

Saturo, Masseria Longo – TA (N)scavi 1975 organizzati: necropoli di trenta T. Solo in 2 T reperti datati al VII-VIII secolo dC. T6: fibula B; T16: 2 fibule B, 1 anello F, orecchino B; d’angela 1986, p. 919, n. 19; riemer 2000, p. 421.

Siponto, adiacenze chiesa di Santa Maria – FG (N)scavi archeologici 1936: fili AV; encolpio B a forma di croce databile al VIII-IX dC; d’angela 1986, pp. 915-6, n. 6; riemer 2000, pp. 412-3.

Statte, contrada «Triglie» – TA (T)– rinvenimento occasionale 1964 di tomba di VII-VIII dC da cui 2 coltelli F, fibula

B; d’angela 1986, p. 920, n. 21; riemer 2000, p. 421.– senza specifiche: crocetta B; d’angela 1986, p. 920, n. 22.

Taranto – TA (TES)ripostiglio conservato al Museo Archeologico: 2 AR e 385 B di IX-X e 1 anello B; leuthold 1956.

232 CAPITOLO III

Terlizzi, contrada Ciurcitano – BA (N)rinvenimento casuale 1995. Dalla T2, con più inumati, tesoretto di 35 monete, datate tra la seconda metà del III e gli inizi del V secolo, e strumento F, 1 anello B; dePalo 1996.

Toritto, contrada Legna – BA (N)saggio di scavo nel 1995 in edificio di VIII dC da 8 sepolture da cui orecchini B, anelli B, fibbie B; riccardi 1996.

Trani, Cattedrale – BA (N)indagini archeologiche 1970-1 nella cripta. Tombe databili al VII-VIII dC, T1: crocetta AV; T2: crocetta lamina AR; T15: crocetta AR, broccato AV; mola 1974; d’anGela 1978; riemer 2000, p. 420.

Trani, Via Pedagio – BA (TES)rinvenimento ante 1885 di tesoretto monetale di circa 1025 folles bizantini databili al IX-X secolo; travaini 1995, p. 371.

Vernole, fraz. Vanze – LE (N)da tombe altomedievali scoperte nel 1941 e datate al VI-VII dC: orecchini, anelli, fibbie, fibule, coltelli; d’anGela 1989.

Vieste – FG (S)senza precisazione: anello B, 2 fibbie B datazione VI-VII dC; d’angela 1986, p. 915, n. 2.

233CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.14. REPUBBLICA DI SAN MARINO

Domagnano, fattoria Lagucci – Repubblica di San Marino (TES)scoperto nel 1893: tesoro di suppellettili ed oreficeria di età gota V-VI dC, non è chiaro se fosse unico all’origine o se sia l’unione di più tesori. Subito disperso e di difficile ricostruzione, rimangono 21 pezzi: 2 fibule a forma di aquila AV, 9 pendenti collana AV, 2 orecchini AV, 1 spillone per capelli AV, 1 anello AV, 3 montature di applique in AV, 2 puntali AV, 2 frammenti di catena, 1 fibula a forma di cicala AV; BierBrauer 1973; BierBrauer 1975, pp. 272-81; Kohl 1982; Kidd 1987; menGhin 1987, pp. 419-30; Goti 1994, pp. 194-200.

Domagnano, loc. Paradiso – Repubblica di San Marino (S)scavi 1998-2000 da cui 14 monete: alcune tardoantiche illeggibili (AE), 11 ostrogo-te: 1 fraz. siliqua AR (Teodorico per Giustino, 518-26), 10 decanummi B; ercolani cocchi 2001, pp. 158-9.

234 CAPITOLO III

III.15. SARDEGNA

Alghero, loc. Sant’Imbenia – SS (N)necropoli scavata nel 1998 ma già nota agli archeologi dal 1984. T1: 1 orecchino B; T6: 2 orecchini AR; T7: 1 orecchino AR; datazione al VI-VII dC; dall’area cimite-riale anche 2 monetine B tardoromane Massimiano e Licinio; 1 ripostiglio di 31 mo-netine B non specificate; rovina 1989; lissia 1989; manconi 1989; rovina 1998.

Borutta, Chiesa di San Pietro di Sorres – SS (T)tomba bizantina di VI-VII dC rinvenuta nel 1965 da cui 1 cintura di tre pezzi B, 1 coltello F, 4 punte di lancia F, 1 frammento sax F; senza contesto ma dai dintorni della T: 3 fibule B, 3 orecchini AR, 1 anello B, 1 armilla B, 1 puntale cintura B, fram-mento di arma F, 1 brocca B; maetZKe 1966; Paolucci 1985, pp. 699-700; serra 1988; Possenti 1994, p. 65; riemer 2000, p. 465.

Bortigali – NU (?)senza precisazioni: rinvenimento di 2 orecchini altomedievali AV; serra 1988; Possenti 1994, p. 63.

Bultei, Terme di San Saturnino – SS (S)senza precisazioni, materiali databili al VII dC: fibula B, frammento fibula B, 3 punte lancia F, frammenti di 2 armi da taglio F, frammenti di 3 fibbie F, frammento fibula F, 1 coltello F, frammento F; caPrara 1978; caPrara 1978a; riemer 2000, pp. 465-6.

cabras, loc. Sinis, Chiesa di San Giovanni – OR (N)dagli scavi nella necropoli monete B di VI dC (Giustino II e Maurizio Tiberio); salvi 2002, p. 179.

Cabras, loc. Tharros – OR (?)senza precisazioni: 1 orecchino altomedievale AV; martorelli-amante simoni 1986, pp. 176-7; Possenti 1994, p. 64.

Cabras, loc. Tharros – OR (M)da tomba 1 moneta AV forata; serra 2002, p. 155.

Cagliari, Chiesa di San Saturnino – CA (?)rinvenimento di ansa d’anfora fittile con bollo ricavato da moneta B di Costante II; salvi 2002, p. 226.

235CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Cagliari, loc. Villanova – CA (TES)rinvenimento nel 1897 di tesoretto monetale composto circa da 100 B di VI dC; Perantoni satta 1954, n. 43.

Cuglieri, loc. Cornus – OR (N)necropoli altomedievale di VI-VII dC scavata nel periodo 1977-83; T (A) non nume-rata: 4 orecchini AV, 1 anello AV; T4: 2 orecchini AV; T19: fibula B; T38: anello AR; T72: anello B; T75: 1 fibbia B; 6 monete B; T79: 1 moneta B; T80: 1 spillone AR, 1 fibula AR, tramatura AR di retina per capelli; T86: 2 orecchini AR; T90: 1 orecchino AV, 1 anello AR, 1 anello B; T91: 1 moneta B; T92: 1 orecchino AR, 1 orecchino B, 1 anello B; Sporadici: 2 fibbie B, 1 ardiglione B, 2 placchette di cintura B, 1 placchetta B, 4 fibule B, 1 coltello F, 2 fibule AR, 2 dischetti AR pertinenti alla fibula, 3 armilla B, 1 orecchino AV, 6 orecchini AR, 4 orecchini B, 1 ardiglione AR, 5 ardiglioni B, 4 anelli AR, 8 anelli B, 2 orecchini AV, 2 aghi crinali B, 2 fermavelo B, 1 fermavelo AR, 2 portacandele B, 3 ganci PB, 1 frammento B, 1 lamina PB, 22 laminette B, 6 borchie B, 10 chiodi F, 3 frammenti di chiodi B; 1 cucchiaino AR; 1 armilla AR, 2 anelli di catena AR; Pani ermini-Giuntella 1981; marTorelli-amanTe simoni 1986.

Cuglieri, loc. Pitinnuri, Santa Caterina – OR (TES)rinvenimento nel 1858? di tesoretto monetale composto circa da oltre 100 AV di VII dC; sPano 1858; sPano 1864; mosser 1935, pp. 22-3; cosentino 2002, p. 66; Guido 2002, p. 167.

Cuglieri – OR (TES)rinvenimento senza precisazioni di tesoretto composto da monete AV di VIII; cosentino 2002, p. 66.

Dolianova, loc. Su Bruncu e S’Olia – CA (N)– necropoli scoperta nel 1919 e databile al VI-VII dC. T1: 1 fibula AV; T2: 1 reci-

piente B, 3 anelli B, 1 anello AV; forse anche 2 orecchini AV, montatura di gio-iello AV; taramelli 1919; MarTorelli-amanTe simoni 1986, p. 174; salvi 1989, pp. 25-9.

– rinvenimento 1959 in tomba: 1 tremissis AV Liutprando forato; Guido 1993, p. 188.

Donori, contrada San Niccolò – CA (T/N)in scavi 1881 di chiesa tombe altomedievali da cui 1 croce lamina AR, anello B; fiorelli 1885b.

236 CAPITOLO III

Fordongianus, Chiesa San Lussorio – OR (S)in scavi nella cripta 3 tremisses di Liutprando (712-44) tagliati a crocetta funebre; Guido 1993, p. 188.

Laerru – SS (T)rinvenimento a inizio 1900 di tomba di VII dC in terreno agricolo: sax F, umbone scudo F con 5 borchie B, anello di fibula F, puntale cintura B; anche 1 tremisse di Liutprando con monetina “di bronzo bizantina”; anche 1 denaro AR in tomba; dessi 1908, pp. 307-8; riemer 2000, p. 466.

Lanusei – CA (N)in scavi 1996-7 dalla necropoli: 4 decanummi B (1 Maurizio Tiberio, 1 Eraclio, 2 Costante II), ½ follis B Tiberio II; mureddu 2002.

Muravera-San Vito – CA (T?)senza specifiche: 1 orecchino AR forse da sepoltura; Possenti 1994, p. 66.

Norbello, Chiesa di Santa Maria della Mercede – OR (N)rinvenimento nel 1986-8 di tombe altomedievali da cui orecchini AR; da 1 sepoltura: 2 orecchini AR, 1 fibula AR, 1 gancio AR, 1 anello a castone con monogramma AR, 1 spilla AR, placchette AR, 1 coltello F; salvi 2002b.

Nughedu Santa Vittoria – OR (N)senza specificazioni, ma forse da necropoli: 6 armille B, cit. in martorelli-amante simoni 1986, p. 176.

Nuoro, Via Ballero 32 – NU (T)rinvenimento 1975 di sepoltura datata al VI-VIII dC: 1 lancia F, 1 ardiglione B; serra 1978; caPrara 1984.

Nurachi – OR (N)necropoli rinvenuta negli anni 1980, costituita da una trentina di tombe di VI-VIII dC; Tg: 1 fibula F, 1 anello B, 1 fibula B, 1 coltello F, 2 frammenti di cintura F, 1anellodigitaleB;Tδ:3frammentiF,1coltelloF;Tι:fibulaAR,1spillo(F),2orecchiniAR,1pendenteAR;Tλ:2orecchiniB;Tν:2anelliB,,11dischettiB(mo-nete?) forati, 1 fibula B, 1 borchia B, 1 borchia F, 1 fibula F; zucca 1986; sTeFani 1985, pp. 61-5.

Oristano, piazza della Cattedrale– OR (N)scavi archeologici 1987 di tombe datate al VI-VII dC. 1 con corredo di orecchini B; seBis-Zucca 1987.

237CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Ossi, Chiesa di San Giovanni – SS (TES)ripostiglio 13 monete AV longobarde (Liutprando) e 6 bizantine (VIII dC); dessi 1908; mccormicK 2001, p. 354 e 845; cosentino 2002, p. 66; Guido 2002, p. 167.

Ozieri – SS (TES)– ripostiglio 1986 con 14 (?) monete bizantine AV databili al VI-VII dC; cosentino

2002, p. 66; Guido 2002, p. 167.– ripostiglio 1996-7 di circa 50 B bizantini databili al VI-VII dC; Guido 2002,

p. 167.– ripostiglio 1996-7 di 61 monete bizantine B non meglio specificate; Guido 2002,

p. 167.– ripostiglio 1996-7 di 72 monete bizantine non meglio specificate; Guido 2002,

p. 167.

Ozieri, loc. Ruinas – SS (TES)– ripostiglio rinvenuto nel 1990 con 12 monete bizantine B: 1 decanummion

Maurizio Tiberio (578-82), 1 Eraclio (618-9), 1 follis Costante II (652-3), 9 folles Leone V con Costantino (813-20); Guido 1994; Guido 2002, p. 167.

– ripostiglio 1998 con monete bizantine B (?) datate al VI-IX dC; Guido 2002, p. 167.

Perfugas – SSin località domus dell’ariete recuperati nel 1979 materiali da tombe altomedievali distrutte e datate al VI dC: armille F, 1 anello B; lo schiavo 1984.

Porto Torres, loc. Scoglio Lungo – SS (N)necropoli a camere rinvenuta in scavi 1963 e datata VI-VIII dC; camera 3-sarco-fago4: 1 orecchino AR, 1 anello digitale B; camera 3-sarcofago 6: pentola B, tazza B; camera 3-sarcofago 9: moneta B tardoantica illeggibile; camera 3-T1: 1 forcina B, 2 monete tardoantiche B; maetZKe 1965; serra 1988; Possenti 1994, pp. 65-6; riemer 2000, pp. 467-9.

Porto Torres, loc. Balai – (SS) (TES)ripostiglio in vaso di coccio con materiali preziosi scoperto nel gennaio 1921, datato al IX-X; 37 monete AV bizantine e 3 arabe (16 nomisma Teofilo con Michele e Costantino VIII, 829-842; 21 AV Basilio I con Costantino IX, 868-870; 1 dinar Muhammad I, 236 H/850; 2 dinar Ibrahim II, 267 H/880 e 279 H/883); 1 bracciale AV in 3 frammenti, 1 orecchino AV, 22 laminette AV. taramelli 1922; mosser 1935, p. 68; Perantoni satta 1956, pp. 157-8; taramelli 1985, pp. 10-2; saccocci 2005, p. 142.

238 CAPITOLO III

Posada, loc. Parte Sole, Chiesa Santo Stefano – NU (T)da tomba 1 tremisse AV Leone III (717-41 dC); MEC 14, p. 413.

Quarto Sant’ Elena, via De Gaspari/via Don Minzoni – CA (T)rinvenimento 1972 di sepoltura datata dal corredo al VI-VII secolo dC: 2 orecchini AV; serra 1976, p. 21; serra 1988; Possenti 1994, p. 64.

Sant’ Andrea Frius – CA (?)senza specificazioni 1 orecchino altomedievale AV; serra 1988; Possenti 1994, pp. 63-4.

Sant’Antioco, loc. Sa Trinidadi – CA (TES)ripostiglio di 1200 monete bizantine AV rinvenuto nel 1905: datazione IV-V dC; mosser 1935, p. 76; mccormicK 2001, p. 845.

Sardegna – (?)senza specificazioni 1 fibula lega AV-AR di VII dC; martorelli-amante simoni 1986, p. 174.

Sardegna (TES)rinvenimento occasionale nel 1965 di tesoretto monetale di 10 solidi: 4 solidi e 2 tremisses AV Tiberio III (698-705 dC), 4 tremisses Liutprando (712-44); mccormicK 2001, p. 354 e 845.

Sardegna (TES)rinvenimento 1975 di tesoretto monetale di 38 B bizantini di VII dC; mccormicK 2001, p. 354 e 845-6; Arslan Repertorio, n. 5430.

Sardegna (TES)rinvenimento tesoretto ante 1987 di 197 tremissi longobardi (6 Cuniperto, 56 Ariperto II, 133 Liutprando); Arslan Repertorio, n. 5440.

Sardegna (TES)rinvenimento tesoretto ante 1998 di monete altomedievali AV: almeno 4 tremissi Liutprando (712-44), 2 tremissi Desiderio, 1 tremisse Carlo Magno; travaini 1999.

Sassari, loc. Argentiera – SS (N)scavi: 2 monete cufiche in necropoli; rovina 2002, p. 174.

239CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Sassari, loc. Fiume Santo – SS (T)rinvenimento occasionale 1983 di tomba databile al VII dC: 2 armille B; riemer 2000, p. 469.

Sassari – SS (TES)– ripostiglio di 1200 B datate IV-V dC; mostecKi 1993.– ripostiglio rinvenuto nel 1878 di 200 monete AR di Ottone III (983-1002 dC);

Arslan Repertorio, n. 5785.

Serdiana – CA (N)da scavi archeologici: 2 tombe datate al VII secolo dC; T1: 1 fibula AV; T2: 2 orec-chini AV, 1 anello AV, 3 anelli B, 1 brocca B; caPrara 1978a, pp. 210-1.

Serdiana – CA (T?)senza precisazioni: 1 anello B; caPrara 1978a, p. 210.

Settimo San Pietro – CA (TES)ripostiglio monetale rinvenuto nel 1842: monete bizantine e romane, almeno 1 AV Maurizio Tiberio (582-602), 1 B Giulia Mamea, 1 B Tiberio Costantino (578-82); V-VI dC; cosentino 2002, p. 66; guido 2002, p. 168.

Siamanna – OR/Serramanna – CA (T/M)rinvenimento nel 1912 di tomba da cui collana con 70 monete tardoromane e bizan-tine; Guido 2002, p. 168.

Siligo – SS (S)senza precisazioni nel 1934 rinvenimento di materiali sporadici databili al VII dC: 2 fibbie di cintura B, 2 orecchini AV, 1 elemento di cintura B; Riemer 2000, p. 470; maetZKe 1958-1959.

Siligo, chiesa di Nostra Signora di Mesomundu – SS (N)in scavi di restauro 1964, 5 tombe di VII dC, dalla T1: 2 anelli digitali AR; stesso contesto ma senza attribuzione: orecchino AV, 1 fibula B; maetZKe 1965a; riemer 2000, pp. 469-70.

Siurgus Donigala, loc. Su Nuraxi – CA (T/M)da tomba di VIII-IX dC 1 moneta AR altomedievale; serra 2002.

240 CAPITOLO III

Telti – SS (TES)rinvenimento 1898 di ripostiglio 13 monete AV (11 Liutprando, 2 Carlo Magno), forse anche monete B bizantine; Arslan Repertorio, n. 5850.

Terranova Pausania, OL (TES)rinvenimento casuale 1920 forse altomedievale: vasi e porzioni di vasi in metallo (anche in ceramica); 1 fondo vaso B, 6 anse cesellate B, 2 padelle restaurate B, 4 paioli B; taramelli 1920.

Tissi, loc. Paris de Idda – SS (N)rinvenimento 1960 di 3 tombe di VII-VIII dC da cui 1 punta di lancia F, 3 elementi di cintura B; riemer 2000, p. 470; maeTzke 1958-1959; maTzke 1964.

Tonara, loc. Grotte su Toni – NU (?)circostanze e data sconosciuti di elementi altomedievali databili al VII dC: 1 anello di fibbia B, 1 fibbia F, punta lancia F, 4 coltello F; caPrara 1978a.

Viddazza – SS (?)circostanze e data sconosciuti: 1 orecchino AV, Possenti 1994, pp. 64-5.

Villanova Truscheddu, Chiesa di San Gemiliano – OR (T)una sepoltura di V secolo indagata in occasione di restauri edili: 2 orecchini AR, 3 armille F e AR; stefani 1984.

Villaurbana, loc. Murera – OR (T)da tomba 1 moneta AV forata (solido Teodosio); serra 2002, p. 155.

241CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.16. SICILIA

Acireale, Casalotto – CTin sito con presistenze a partire da I dC, tomba di VII-VIII dC da cui 3 monete bi-zantine (1 di Giustiniano I o II; 1 di Foca oppure di Niceforo II; 1 di Anastasio o Giustino I), 1 fibula B; liBertini 1922; riemer 2000, p. 436.

Acitrezza. loc. Feudo – CT (T/M)moneta B (Costante II, 659-668) di VII dC in terreno limitrofo a tomba; GuZZetta 1986a, p. 130.

Barrafranca, P.zza Fratelli Messina – Via Canale – C.so garibaldi – EN (T)4 fibule B, 1 moneta Gordiano (AE), 1 bracciale B; li Gotti 1959.

Barrafranca, loc. Sciorino – EN (?)frammento campana B, frammento orecchino B, armilla B; li Gotti 1959.

Buscemi, contrada Gufara – SR (N)scavo 1897 in necropoli di periodo bizantino V-VI dC da cui 4 fibule B; orsi 1912, p. 199; MarTorelli-amanTe simoni 1986, p. 174, nota 136; riemer 2000, p. 440.

Caltagirone, loc. Cotominello – CT (N)necropoli scoperta e scavata a inizio 1900; T6: 2 orecchini B, 1 anello B; orsi 1905a; orsi 1910, pp. 83-7; riemer 2000, p. 436-7.

Caltagirone, masseria Cotomino – CT (S/N)da insediamento/Necropoli: Fibbia cintura (?); orsi 1942, p. 114; martorelli-amanTe simoni 1986, p. 174, nota 136.

Caltagirone, loc. Piano delle Cannelle – CT (N)necropoli scoprata e scavata a inizio 1900; 2 orecchini AV, 1 solido bizantino AV, 1 orecchino B, 1 fibula B, elemento di cintura B dorato, 2 orecchini B, 3 fibule B, 1 moneta B di Domiziano forata; orsi 1910, pp. 83-7; riemer 2000, p. 436-7.

Caltagirone, loc. Poggio Racineci – CT (N)necropoli di circa 50 sepolture databili al VI-VII dC da cui 1 anello AR, 1 orecchino B, 1 orecchino AV, 2 orecchini AV; orsi 1942, p. 161; riemer 2000, p. 438.

242 CAPITOLO III

Caltagirone, fraz. San Mauro, contrada Palazzi di Sotto – CT (N)scavi 1904-5, necropoli di circa 20 sepolture altomedievali; sporadici 8 fibule B, 1 orecchino AV. T5: fibula F; T6: 1 orecchino AR, 1 fibula B; T15: 13 anellini B, 2 anelli con monogramma B, 2 monete AE bizantine di Maurizio Tiberio (582-602 dC) di zecca catanese, 1 capsella B, 1 fibula F; T16: 5 fibule B, 3 orecchini B, coltello F, oggetto F non identificato; T18: 2 fibule B, 1 anello F; T19: coltello F; orsi 1910, pp. 71-81; riemer 2000, pp. 438-40.

Caltagirone, Villa San Mauro – SRsenza precisazioni: Fibbia cintura (?); orsi 1942, p. 114; martorelli-amante simoni 1986, p. 174, nota 136.

Camarina, via Muraglia – RG (T)1 solidus di Maurizio Tiberio (VI dC) in tomba; riemer 2000, p. 448.

Camarina, via Pirrera – RG (T)1 follis di Giustiniano in tomba montato a pendente; riemer 2000, p. 449.

Campobello di Mazara – TP (TES)in scavi ferroviari 1878, tesoro di gioielli. Collana con croce AV e 3 solidi (Onorio e Teodosio II), datazione II metà VII-inizi VIII dC; fiorelli 1878.

Canicattini Bagni, contr. Bagni, SR (N)da necropoli di circa 12 tombe databili dal IV al VII dC scavate a inizio 1900: 1 orecchino B, moneta AE bizantina di Costantino II (VI-VII dC); orsi 1905; riemer 2000, p. 440.

Canicattini Bagni – SR (TES) vasellame AR da ritrovamento casuale, data occultamento proposta 549 dC: 1 piat-to, 1 coppa con coperchio, 2 coppe, 1 coperchio di coppa, 3 cucchiai; Tesori 2004, p. 181; aimone 2013.

Castellana Sicula – PA (TES)ripostiglio di 12 solidi databili al VI dC; Arslan Repertorio, n. 6250.

Centuripe – EN (N)scavo in necropoli di 24 tombe, T1: anello B, fibula B; T2: anello B, fibula B; T4: fibula B; T6: 2 anelli B; T8: 1 anello B, 1 fibula B; dannheimer 1989, pp. 36-42; riemer 2000, pp. 450-1.

243CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Chiaramonte Gulfi, Chiesa di San Nicola e Chiesa di Santa Elena – RG (N)necropoli tardoromana e altomedievale con oggetti dal IV all’VIII dC: 5 fibule B, anello di fibula (?), placchetta B, orecchino B, orecchino AR, gancio B, 3 anelli B, 1 anello AR, 1 fibbia di cintura B, 1 orecchino (?), 1 fibula (?), forcine per capelli in B, in AR, in AV; di vita 1951; di vita 1953; di vita 1953a; riemer 2000, p. 448.

Corleone, loc. Palastanga – PA (N)rinvenimento 1970 di tombe databili al VI-VII dC; T1: 2 orecchini AV; T2: 2 orecchi-ni B, 2 anelli B; von hessen 1971a, pp. 333-4; dannheimer 1989, pp. 40-1; Possenti 1994, pp. 85-6, 94; riemer 2000, pp. 462-3.

Gibellina – TP (T)rinvenimento da tomba di 1 armilla B; dannheimer 1989, pp. 42-4; riemer 2000, p. 461.

Licodia Eubea – CT (?)senza indicazioni specifiche: orecchino AV di VII dC; Possenti 1994, pp. 100-1.

Magnisi – SR (T)rinvenimento del 1892, tomba di fine VI dC: spillone B, 1 fibula B, 2 orecchini AR, 1 orecchino AV, 1 anello AR, 1 armilla B, 3 monete AE (1 Tiberio Costantino 574-84 dC; 2 tardoromane non specificate); riemer 2000, p. 448.

Mascali, fraz. Nunziata – CT (T)da tombe 2 monete bizantine: 1 decanummio Maurizio Tiberio, 1 ½ follis Costante II (662 dC); fallico-GuZZetta 2002, p. 717.

Milazzo – ME (TES)ripostiglio in coccio scoperto nel 1937: 58 solidi e 16 semissi: tutti di VII dC; Arslan Repertorio, n. 6840.

Mistretta – ME (N)necropoli di età altomedievale, t1: anello B; dannheimer 1989, pp. 43-8; riemer 2000, p. 435.

Monte Iudica – CT (TES)ripostiglio con 98 AV datati al VI dC; fallico-GuZZetta 2002, pp. 717-8.

Muraglia – RG (N)in resti di abitato precedente, indagini anni ’50 in necropoli databile V-VII dC da cui 1 solido di Maurizio Tiberio, zecca di Ravenna (582-602 dC); scrofani 1972;

244 CAPITOLO III

riemer 2000, p. 448.

Mussomeli – CL (N)necropoli tardoantica-altomedievale; T1: fibula B; T2: fibula B; T3: anello B; T4: anello B; T5: fibula B; dannheimer 1989, pp. 44-8; Riemer 2000, p. 437.

Nissoria, Contrada Torre – EN (T)rinvenimento 1953 di tomba databile al VI-VII dC da cui 1 catenella AV, 2 orecchini AV, anello AV, anello AR con moneta AR di Valentiniano III (425-55 dC); Gentili 1954; Possenti 1994, p. 85; riemer 2000, p. 415.

Noto, valle del Tellaro, pendici Monte Renna – SR (N)necropoli scavata a inizio 1900, datazione al V-VI dC: 6 fibbie B; orsi 1912, p. 199; marTorelli-amanTe simoni 1986, p. 174, nota 136; riemer 2000, p. 440.

Pantalica – SR (TES)in vaso contenitore B rinvenuto nel 1903: anelli, collane braccialetti AV e solidi aurei bizantini da Maurizio Tiberio a Costante II, datazione VI-VIII dC; orsi 1910; fallico 1975.

Parco, loc. Cozzo di Crasto – PA (N)necropoli depredata da cui 1 uncino F, 1 moneta Maurizio Tiberio (?); fiorelli 1880a.

Patti Marina – ME (N)rinvenimento 1973 di tombe databili al VI-VII dC su sito villa romana: oggetto B non riconoscibile; 2 orecchini AV, 1 croce lamina AV, spilla F, pendente lamina AV, fibula AR, 1 moneta B “col tipo delle grandi M con riconio di Eraclio”; voZa 1976-1977, pp. 574-9; riemer 2000, pp. 435-6.

Piazza Armerina, contrada Villa del Casale – EN (N)rinvenimento in necropoli di VI dC di tintinnabulum B; riemer 2000, p. 451.

Priolo Gargallo, loc. Thapsos/Magnisi – SR (N)scavi in necropoli; T3: 2 B tardoromane; anche 1 B Tiberio II Costantino (574-82); riemer 2000, p. 448.

Prizzi – PA (N)scoperta negli anni 1970; dalla TB: fibula B databile al VII dC; Werner 1977, pp. 346-9; dannheimer 1989, p. 45.

245CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Salemi – TP (N)necropoli rinvenuta a fine 1800 di circa 60 tombe databili al IV-V dC. T1: 2 orecchi-ni AV; T2: fibula B; T6: orecchino B; T7: falce F; T12: 2 orecchini AR; T16: anello AR, accetta F, chiodi F; T23: encolpio B; T24: anello B; T26: fibula B, 2 anelli F; T43: fibula B, fibula AR; T44: 2 orecchini AR; T45: anello B; T49: 2 orecchini AV; T50: forcella capelli AR, anello B; T54: 2 orecchini B, 16 perle di collana dorate, 4 perle AV, moneta di Graziano, anello AV, cammeo con montatura AV, spillone AR; T57: 2 anelli F; salinas 1893; Possenti 1994, p. 69-70; riemer 2000, pp. 461-2.

Santa Croce Camerina, loc. Pirrera – RG (N)scavi in basilica bizantina di sepolture; T6: moneta di Giustiniano (545-6 dC); genTili 1969, pp. 82-90; riemer 2000, p. 449.

Siracusa, vicino Albergo Roma – SR (N)scavi 1912-7: T2: 2 chiodi F, 7 anellini B; T8: 1 fibbia B, 1 follis Teofilo (829-42); T10: orecchino B; T11: fibbia B; T14: 4 chiodi F, 3 monete B vandaliche o gote; sporadiche 2 fibule B; datazione all’epoca bizantina (V-VI dC); anche 5 monete B di Eraclio (610-41)?; orsi 1918; GuZZetta 2002, p. 726; riemer 2000, pp. 440-2.

Siracusa, contrada Grotticelli – SR (N)grotte utilizzate per 10 secoli e scavate a fine 1800, i materiali altomedievali: Camera 1: T4: anello B, moneta illeggibile; Camera 2: T1: moneta B illeggibile, 1 moneta di Costantino I o II di IV dC; T3: anello AR, fibula F, fibula B; T4: fibula F; Camera 3: T1: moneta AE Costantino I; T3: moneta AE Costantino II; Camera 4: T3: moneta AE di Costante o Costantino II; T4: 3 monete bizantine (2 monete non specificate di Giustino o Giustiniano, 1 emissione speciale per la Sicilia con Testa/monogramma a nome di Eraclio); T8: moneta (B?) non specificata; Camera 5: T7: orecchino AV; T8: orecchino B; T9: orecchino B; T9: nel riempimento 2 B bizantine (1 illeggibile, 1 di Leone V e Costantino VII, 811-20); Camera 6: 10 tombe da cui 1 scatoletta B, 1 colino F, 1 pinzetta F, 1 chiodo, aghi F e 3 monete AE bizantine di Costanzo II e Costantino Pogonato (654-9) di zecca siciliana; Camera 7: T2: moneta AE illeggibile di V sec dC; T3: 2 orecchini B; Camera 8: T2: moneta B illeggibile; T4: orecchino B; T5: 1 orecchino B, 1 moneta AE illeggibile (Costantino?); Camera 13: T2: fibula B; T9: anello B; T13: orecchino AV; T14: orecchino B; T26: fibula B. ago F; TB’: mo-neta illeggibile non precisata; Camera 16: T1: pinzette B, placchetta B, frammento AR; T2: 1 follis B (Maurizio, Costantino e Teodosio, 582-602 dC), anello B; T7: fi-bula (?), orecchino B; T8: orecchino B, orecchino AV, frammento orecchino AR; T9: orecchino B, fibbia B; T13: orecchino AR, moneta AE di Costanzo II e Costantino Pogonato (654-9) di zecca siciliana; T14: armilla B, chiodo F; T15: anello B; T16: fibula B; Camera 18: orecchino AV, orecchino AR; Camera 20: orecchino AV, 2 mo-

246 CAPITOLO III

nete AE di IV-V dC, anello F; Camera 21: T1: vaso rituale B; Camera 22: 2 mone-te AE, 1 di Costanzo II (641-68 dC), l’altra di Costanzo II, Costantino Pogonato, Eraclio e Tiberio (659-68) di zecca siciliana; Camera 24: 1 anello B, 1 moneta AE di Costantino I o II; Camera 26: T1: 1 moneta di Michele e Teofilo (820-9 dC); Camera 29: 2 orecchini B, 1 fibula (?), 1 coltello F; camera 28: T2: 1 coltello F, 1 anello B; Camera 30: 90 monete tardoantiche AE da Costante e Costanzo a Teodosio e Onorio (fino al 424 dC); Camera 31: T1: anello B; T2: moneta AE illeggibile, anello B; T3: orecchino B; T4: moneta dioclezianea B; T5: anello B, 2 monete (B) bizantine, 1 di Costanzo II e Costantino Pogonato, Eraclio e Tiberio (659-68 dC) di zecca sicilia-na, l’altra di Costantino V e Leone IV (751-75 dC); Camera 32: T1: moneta AR di Eraclio ed Eraclio Costantino (613-41 dC), 1 armilla B, 1 armilla F; T2: 1 campa-nella B, 1 frammento orecchino B; da altre 10 camere 1 fibula B, 1 orecchino AV, 2 anelli digitali (?), monete bizantine dal VI all’VIII dC di zecca siciliana; orsi 1896.

Sofiana – CL (N)scavi in 1954-61 di necropoli con materiali databili dal I al VI dC; Camera II, T1: anello B, armilla B, fibbia F; T2: orecchino B, anello B, 2 spilloni B; T4: AE di Costantino, armilla B, 5 anellini B, 1 fibula B, frammento spillone B; T6: anello B, orecchino B, fibula B, 2 monete B illeggibili; T9: frammento orecchino B, frammen-to orecchino AR, 2 armille B, anello AR con moneta Giustiniano (?); T12: 7 perle di collana dorate, 3 anelli B, campanellina B, medaglione B, moneta Costantinidi forata; T30: 2 anelli B, 1 orecchio AR, 2 orecchino F, anello F, spillone F; parte orientale, TXLV: moneta illeggibile (B); TLI: 2 fibule B; TLV: moneta illeggibile B, orecchino B, armilla B, 2 placchette B forate; TLXI: 2 orecchini B, 2 anelli B, 2 placchette forate B, campanellino B; TLXVII: 2 orecchini B; TLXX: anello F, fibula B, 2 orecchini B; TLXXIII: 1 anello AR, 1 orecchino AR, 1 orecchino B, 1 spillone B; TLXXXVI: 1 fibula B; TCXI: 2 orecchini AR, 1 spillone B; T9: anello AR; T16: 2 orecchini B, 1 armilla B, 2 anelli B; T23: fibula B; T26: anello F, 1 orecchino B, 1 armilla B, 2 orecchini AV; T27: anello B, anello F; T28: 1 fibula B, 2 orecchini B, 2 armille F; T29: 1 orecchino B, 1 anello B; Ta: 2 orecchini AV; bonomi 1964; D’anGelo 1976, p. 384; Riemer 2000, pp. 452-61.

Taormina – ME (?)senza precisazioni: 1 fibbia (?), 1 orecchino AR; orsi 1942, p. 189; martorelli-amanTe simoni 1986, p. 174, nota 136.

Vittoria, Colle d’Oro – RG (N)necropoli, solo tre tombe intatte; T13: 1 follis Michele I e Teofilatto (811-3), T16: 1 follis Leone V-Costantino VII (813-820), T28: 1 follis Leone V-Costantino VII (813-820); uGGeri Patitucci 1975.

247CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.2.17. TOSCANA

Arezzo, Duomo Vecchio, colle di Pionta – AR (N)in lavori edilizi 1970: tomba 57 di VII dC da cui fili AV, 2 orecchini AV, 2 bracciali AV, 1 anello AV; Tuscia 1971, pp. 28-9; von hessen 1974, p. 1126, n. 9; Possenti 1994, p. 72; riemer 2000, pp. 376-7.

Arezzo, territorio – (S)senza precisazioni: 1 placchetta (?), 1 puntale (B), 1 fibula (?), 1 croce AV, 1 fibbia B, 1 anello B, 1 placchetta B, 1 fibula B, 1 frammento umbone di scudo B dorato; 2 spathe (F), 1 sax (F), 1 puntale B; Tuscia 1971, pp. 29-30.

Bagnoregio – PI (T)anello longobardo AV con legenda FAOLFVS; ciamPoltrini 1990.

Bagnoregio, Chiesa San Pietro a Civita – PI (T)– rinvenimento datato al 1727: anello sigillo longobardo AV (AVFRET); von

hessen 1982a, pp. 310-1.– senza ulteriori precisazioni: anello sigillo longobardo AV (OVA); von hessen

1982a, p. 310.

Bolsena, Santa Cristina – VT (T/N)da tomba in necropoli: 2 orecchini AV; Tuscia 1971, pp. 45-6.

Capraia Isola – LI (T)scavo 1988 di sepoltura datata V-VI da cui 2 fibbie cintura, 1 spatha (F), 1 pugnale (F); Bedini-ciamPoltrini-ducci 1992.

Casola in Lunigiana, fraz. Luscignano, loc. Gronda – MS (N/M)in terra di copertura della T10: 1 Ottolino AR Pavia in scavo; anche 2 monete B ro-mane non pertinenti alle sepolture; davite 1988, p. 400.

Castelnuovo Garfagnana1856: rinvenimento casuale di necropoli; T1: spatha F, sax F, lancia F, umbone? F, cesta F per reggere un vaso; T2: da vasetto moneta AE di Nerone, forse altre monete AV e AR disperse; ciamPoltrini 1995.

248 CAPITOLO III

Cecina, loc. San Vincenzino – LI (TES) in indagini archeologiche di superficie 1850 scoperto pozzo contenitore con dentro ceramica e oggetti F e B certamente post IV secolo, forse successivo; la rocca-Parra 1984.

Certaldo, loc. Poggio del Boccaccio – FI (TES)In pozzo reperti metallici B con ceramica, datazione al VI-VII dC; de marinis 1977, pp. 172-83.

Cetona, territorio – SI (S)senza precisazioni: 1 umbone scudo B dorato; Galli 1942; Paolucci 1985, p. 696, nota 9.

Chiusi – SI (N)– necropoli da cui 2 puntali per cintura B, 1 placca per cintura B, 2 contropiastre B,

databili al VII secolo dC; Tuscia 1971, pp. 36-7.– materiali senza provenienza né contesto: 1 umbone scudo F, 1 umbone F con 5

borchie B dorato, 1 fibula B, 2 coltelli F, 2 speroni B, 4 puntali B, 9 elementi cintura B; Tuscia 1971, pp. 36-7.

Chiusi, ex Foro Boario, Scuola Media – SI (N)– scavi 1953, ora presso Museo Nazionale Etrusco: T3: 2 orecchini B, fine V-I metà

VI dC; T4: filamenti AV, fine V-I metà VI dC; Paolucci 2009, pp. 24-5; Goti e Longobardi 2010, p. 14.

– rinvenimento sporadico 1986, ora presso Museo Nazionale Etrusco: 1 fibula staf-fa AR; Paolucci 2009, p. 26; Goti e Longobardi 2010, p. 14.

Chiusi, territorio – SI (S)senza precisazioni, materiali databili al di VII dC; 5 orecchini AR, 1 placca cintu-ra AR, 1 fibbia AR, 2 puntali cintura B, 2 placche B, 1 armilla B; Paolucci 1985, pp. 696-700; Possenti 1994, pp. 62-3, 87.

Chiusi, loc. Colle Lucioli – SI (N)rinvenimento 1872 in necropoli longobarda: almeno 2 tombe ciascuna con crocetta AV; orsi 1887; Paolucci 1985, pp. 698-9.

Chiusi, loc. Sarteano, podere Montarioso – SI (T)tomba isolata rinvenuta nel 1899 da cui 5 punte freccia F, 1 fibbia B databili al VII dC; Paolucci 1985, pp. 695-6; ciamPoltrini 1992, p. 700.

249CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Chiusi, Caserma carabinieri – SI (N)in lavori edilizi 1934, necropoli. Reperti rinvenuti in una sola tomba: 5 guarnizioni cintura F ageminata, 1 coltello F, 1 spatha (F), 1 lancia (F) databile al VII-VIII dC; von hessen 1974, pp. 1126-7, n. 15; Melucco vaccaro 1982, p. 96.

Chiusi, Cattedrale – SI (T)in lavori edilizi 1976 tomba addossata al perimetro esterno: 1 sax F, 1 passante B del fodero, chiodi e 30 ribattini B del fodero, 2 coltelli F, 1 specillo B, 1 fibbia B, 1 puntale cintura B; datazione al VII dC; maetZKe 1985.

Chiusi, fraz. Arcisa – SI (N)necropoli di 10 tombe di VI-VII dC scavate nel 1913-4. T1: spatha F, coltello F, fib-bia B, fibbia AR, oggetto F; T2: spatha F, resti umbone F, cuspide lancia F, coltello F, puntale cintura AR, 6 decorazioni cintura AR, puntale cintura AR, placca cintura AR, 9 placchette AR per cintura, 2 bottoni AR; T3: catenella B, coltello F, 1 placchetta B, fibula AR dorato, ago crinale AR, 6 ciondoletti di collana AV, 3 crocette AV, 2 puntali cintura AR; T4: coltello F, anello B, fibbia B, anello F, frammenti coltello F, 3 anelli B, ago crinale B, croce lamina AV, fibula AR; T5: lamine AR, frammenti AR, puntale di cintura AR, ciotola B con dentro resti di lamine AR, 3 placche AR, forbici (F), spatha (F), umbone scudo F con borchie B, coltello (F), cuspide lancia (F), 2 puntali di cintura AR, fibbia B, 3 borchie B di altro scudo, 1 fibbia B, 1 fermaglio AR, crocetta AV, 2 passanti cintura AR; T6a: spatha F, lancia F, frammenti coltello F, 2 puntali AR, 1 ago B; T6b: spatha (F), umbone scudo (F), frammenti lamina AR, catenella B con frammenti B, oggetto da lavoro PB, lama coltello F, custodia F per lancia, lancia F; T7: cuspide lancia F, umbone F, 3 perni F con teste B, coltello (F), spatha (F), fibbietta F, frammento F; T8: fibbia B, 2 anelli di cintura B, elemento F, bottoncino F; T9: fibbietta B, spillone B; T10: fibbia B. Senza provenienza precisa dalle tombe, ma certamente di pertinenza della necropoli: perno F, pomo spatha B, fibbia B; Tuscia 1971, pp. 32-6; von hessen 1971b, pp. 11-33; von hessen 1974, p. 1128, n. 16; maetZKe 1977; Melucco vaccaro 1982, pp. 96-7; Paolucci 1984; Goti e Longobardi 2010, pp. 16-17.

Colle Val D’Elsa, loc. Galognano/Pian de’ Campi – SI (TES)tesoro gotico rinvenuto nel 1963 (datazione metà VI dC), 6 pezzi ar: 4 calici, 1 pa-tena, 1 cucchiaio; von hessen-KurZe-mastrelli 1977; Longobardi 1990, pp. 351-3; Goti 1994, pp. 212-3.

Cortona, territorio – AR (S)senza precisazioni né notizie di rinvenimento, 1 fibbia B, 9 elementi cintura B, 2 puntali B, 3 puntalini B, 2 speroni B; Tuscia 1971, p. 31; Possenti 1994, p. 97.

250 CAPITOLO III

Fiesole, via Riorbico – FI (N)– necropoli di 27 tombe databili VI-VII dC scavate tra il 1873 e 1909-10. Tomba 4:

cuspide lancia F, legatura di filo di F pertinente alla lancia, coltello F, frammento anello fibbia F. Tomba 6: fibbia B con ardiglione F. Tomba 8: 1 crinale B; Tomba 9: fibbia B, frammento di puntale F ageminato, 2 oggetti F. Tomba 15: monetina AE irriconoscibile. Tomba 17: monetina AE irriconoscibile. Tomba 21: 3 fermagli di catenella AV, orlo di broccato in AV, oggetto F. Tomba 22: fibbia B, resti di col-tello F. Tomba 24: 2 chiodi F, monetina AE perforata (forse di età costantiniana). Tomba 26: frammento di coltello F. von hessen 1971b, pp. 37-50; von hessen 1974, p. 1125, n. 1; melucco vaccaro 1982, p. 96; riemer 2000, pp. 373-6.

– 1923: da altre 5 tombe, solo 1 instrumentum F; ciamPoltrini 1992, p. 696.

Fiesole, piazza Mino (ex Umberto I) – FI (N)2 tombe di VII dC scavate nel 1879: T1: 2 frammenti di coltello F, frammenti di puntali (?);T2: 10 frammenti cintura B ageminato AR; non assegnata a tombe, ma certamente di pertinenza della necropoli: 1 spatha (F); von hessen 1971b, p. 50; Tuscia 1971, p. 25; von hessen 1974, p. 1125, n. 2; riemer 2000, p. 376.

Firenze, Chiesa di San Michele – FI (S)1895: rinvenimento in scavi di fibula AR dorato databile al V-VI dC; ÅBerG 1923, p. 18; BierBrauer 1975, p. 282.

Firenze, via Giuseppe Richa – FI (N)rinvenimento 1928 da scavi occasionali di 3 tombe longobarde, in cui era anche 1 moneta illeggibile B (carolingia?); maGi 1929.

Firenze, territorio – (?)senza contesto né provenienza specifica: 2 fibule B longobarde; Tuscia 1971, p. 38.

Grosseto, fra via Montanara e Via Garibaldi/piazza del Duomo – GR (S)in lavori edilizi anni ’70 rinvenimento occasionale di 1 orecchino AV; melucco vaccaro 1971, pp. 43-4; Tuscia 1971, pp. 43-4; von hessen 1974, p. 1127, n. 11; Possenti 1994, p. 70.

Grosseto, località Bonelli – GR (S)reperto isolato: placca di cintura B. von hessen 1971b, p. 79; von hessen 1974, p. 1127, n. 14.

Grosseto, località Casetta di Mota – GR (N)necropoli di 14-5 sepolture, solo 2 con corredi. Tomba 1: fibula B. Tomba 2: 2 orec-chini B con filo di B, anellino B, anello B, fibula a lamina B, semisfera in lamina

251CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

B. von hessen 1971b, pp. 79-80; von hessen 1974, p. 1127, n. 13; riemer 2000, pp. 377-8.

Grosseto, località Grancia – GR (N)necropoli di 80 sepolture indagata dal 1955. T14: fibula B; T20: frammento coltello F, ghiera B di congiunzione del coltello con l’impugnatura, 2 puntali B, parte di acciarino F. T21: fibula B; T22: fibula B; T23: fibbia di cintura B, controplacca B, grande puntale di cintura B, piccolo puntale B, piccole placche di cintura B; T24: frammento di coltello; T25: ago crinale B, piccola maglietta B; T27: fibbia B, fram-mento di piccolo puntale B, frammento coltellino F; T28: frammento fibula B; T34: frammenti placca fibbia B, frammento orecchino B; T35: fibula di lamina B. Tomba 36: frammento di coltello. Tomba 42: pulisciorecchie B. Tomba 44: piccolo gancio B con 2 anelli appesi. Tomba 45: frammento di coltelo. Tomba 46: fibbia F. Tomba 47: piccolo frammenti di B o F. Tomba 48: piccolo puntale B. Tomba 49: fibula B. Tomba 50: fibula di lamina B, fibbia B, grande puntale B. Tomba 53: ago crinale B. Tomba 58: fibula B. Tomba 59: fibula di lamina B. Tomba 60: fibbia B, contropiastra B, puntale di cintura a becco d’anatra, 6 placche B di cintura, 2 altre piccole plac-che B. Tomba 61: frammenti sax. Tomba 62: fibbia B con le parti decorative in B e l’ardiglione F, controfibbia B, puntale B a becco d’anatra per cintura, 8 placche B di cintura, 2 piastre B. Tomba 72: grande fibula B. Tomba 73: fibbia B, grande puntale di cintura in B, puntale piccolo B, 2 piastre B di cintura. Non ben assegnati a tombe, ma certamente di pertinenza della necropoli: fibula di lamina B, fibula B, puntale B, sei frammenti di coltelli. von hessen 1971b, pp. 69-79; von hessen 1974, p. 1127, n. 12; Melucco vaccaro 1982, p. 97; riemer 2000, pp. 378-82.

Grosseto, territorio – GR (?)senza contesto né provenienza specifica: 1 sax F; Tuscia 1971, pp. 43-4.

Livorno, Rocca San Silvestro – LI (M)Negli scavi: anche un asse romano in contesto medievale; rovelli 1985.

Lucca, via Buia 37 – LU (T)tomba da cui punta cintura B; Città nascosta 2002, p. 21; ciamPoltrini-notini 1990, pp. 567-9.

Lucca, via Fillungo – LU (N)necropoli con almeno 4 deposizioni. Da una tomba: punta lancia (F), sax (F), coltello (F), 1 fibbia B, 1 fibbia F, varie placche B, puntali B; Città nascosta 2002, p. 21.

Lucca, San Lorenzo a Vaccoli – LU (T)Senza precisazioni: fibula (?) di VI-VII dC; fuchs-Werner 1950, n. A 90; von hessen 1974, p. 1126, n. 7.

252 CAPITOLO III

Lucca, Santa Giulia – LU (T)Sepoltura scoperta nel 1859 da cui anche 1 guarnizione molteplice di cintura AV di 16 elementi, 1 fibbia B dorato, 5 croci AV, 1 pendente AV, 2 speroni B, 1 fibula B dorato, scudo da parata F con 15 placchette di B dorato: datazione VII dC; Tuscia 1971, pp. 13-5; von hessen 1974, p. 1126, nn. 5-6; ciamPoltrini 1983, pp. 514-8; Città nascosta 2002, p. 21.

Lucca – Santa Reparata – LU (S)In scavi organizzati: 1 fibula a staffa ostrogota, 1 puntale di cintura, placca B di cin-tura longobarda, 1 calice VII; von hessen 1975.

Lucca, San Vincenzo – LU (S)scarti di lavorazione di officina bronzistica specializzata in elementi cintura e di ornamento di VII dC; ciamPoltrini-notini 1990, p. 585; Città nascosta 2002, p. 22.

Manciano, loc. S. Martino sul Fiora – GR (T)sepoltura da cui guarnizione di cintura com pleta (?); torelli 1982; ciamPoltrini 1983.

Marlia, presso Cartiere del Serchio – LU (T)Sepoltura scoperta nel 1969 e databile al VII dC: 1 puntale di cintura B, 1 lancia (F), 1 umbone scudo (F), frammenti maniglia dello scudo (F), 1 bottone di impugnatura del pugnale (?), 1 guarnizione multipla di cintura F con ageminatura di 14 elemen-ti, 1 fibbia B ageminato AR; lera 1969; Tuscia 1971, pp. 16-7; von hessen 1974, p. 1125, n. 4; ciamPoltrini 1983, p. 517.

Marsiliana, loc. Fosso Castione – GR (TES)piatto AR rinvenuto casualmente (?) databile al V dC; Tondo 1986; citter 1995.

Massa Marittima, loc. Montebamboli – GR (M)1 tremisse longobardo rinvenuto attorno al 1898; tondo 1990.

Monte Argentario, loc. Porto Ercole, pineta Feniglia – GR (TES)monete di Teodorico ?; Gamurrini 1868; ciamPoltrini 1993.

Montecroci – LU (S)anni ’70: senza ulteriori notizie, rinvenimento di materiali ceramici e 1 spillo B alto-medievale; ciamPoltrini 1990, pp. 692-3 e nota 23.

Montefiorino, loc. Farneta ? – AR (TES)segnalazione 1747 di ripostiglio con 6 monete AR (Ostrogoti, Vandali e Bizantini) VI dC; arslan 2003a.

253CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Montereggi, territorio – (S)senza precisazioni: 1 fibbia B; Tuscia 1971, p. 25.

Orbetello, loc. Cosa – GR (N)scavi archeologici 1990: tombe con monete di IX e X secolo; hoBart 1992.

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bagnacci dell’Osa – GR (M)senza precisazioni, tremisse AV a nome Ildibald citato da carchidio 1824.

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bengodi – GR (S)senza precisazioni, armilla B di VI dC; ciamPoltrini 1987.

Orbetello, territorio – GR (S)– senza precisazioni: fibbia databile al VII dC; ciamPoltrini 1983, p. 514, nota 14.– rinvenimento senza precisazioni di monili AV e 80 monete AV di Desiderio, VIII

dC; cardarelli 1925-1925, p. 86; Bisconti 1985; ciamPoltrini 1991.

Orbetello, loc. Talamonaccio – GR (T)senza precisazioni. 1 guarnizione F ageminato fine VII dC; citter 1993, pp. 623-4.

Piazza al Serchio, Pieve Vecchia – LU (N)Rinvenimenti dalla fine XIX/inizi XX secolo, metà secolo: necropoli saccheggiata e distrutta da cui armi (F), 1 fibula AV, 1 fibula a staffa (?); von hessen 1974, p. 1125, n. 3; von hessen 1975a, p. 47.

Pieve a Nievole, Chiesa di San Pietro – PT (S)indagini archeologiche 1997-2002: 1 ardiglione B di età gota; T11: 1 moneta tardo-romana (AE 4); anche resti di lavorazione di bronzo forse tardi, 1 peculio di almeno 5 piccoli B tardoantichi; CiamPoltrini-Pieri 2003, p. 24-5.

Pisa, Piazza dei Miracoli (alias Piazza Duomo) – PI (N)– due tombe di VII dC scoperte in lavori edilizi aprile 1949: T1: 2 sax F, 1 falcetto F,

1 placca cintura ageminata F e 14 frammenti ageminati, 3 fibbie B, 1 guarnizione cintura B, 1 fibbia AV, 3 bottoni B; T2: 1 spatha F, 1 sax F, 1 punta lancia F, 1 scudo F con elementi B, 2 frammenti imbracciatura F, 1 moneta AE ill., forse 3 coltelli F; non pertinenti 2 monete AE (1 Vespasiano, 1 Costantino); Tuscia 1971, pp. 19-20; von hessen 1974, p. 1126, n. 8; melucco vaccaro 1982, p. 95; Bruni 1994.

254 CAPITOLO III

– altre tombe di fine VI-I metà VII dC; T4: 1 fibbia F, frammento F; T6: 1 fibbia B, 1 puntale cintura B, 1 moneta B (Giustiniano I, 538-610); T7: 1 moneta B (Costantino IV, mezzo follis, zecca Roma, 674-85); dubbi sulla moneta della T6; alBerti-Baldassarri 1999.

Pitigliano, loc. Crocignanello – GR (T)– rinvenimento 1924: 1 spatha (F), 2 punte lancia (F), 2 speroni, elementi di cintura

in frammenti (?), datazione al VII dC; ciamPoltrini 1983, pp. 513-4.– Fra Pitigliano e Saturnia devono essere ubicate le due tombe da cui provengono le

due fibbie ad anello con ardiglione a scudetto entrate a far parte della collezione Ciacci; donati-michelucci 1981, p. 282.

Rocca Strada – GR (N)– Rinvenimento nel 1934 di necropoli di circa 7 sepolture da cui 1 crocetta AV,

fibule (?), bracciali (?); von hessen 1974, p. 1127, n. 10.– dalla T2: 2 orecchini AV, 2 fibule B datazione VII dC. Possenti 1994, p. 97.

Roselle – GR (T)sepoltura recentemente scavata databile al VI-VII dC da cui 2 orecchini AR, fibula B; Possenti 1994, pp. 88-9.

Rosignano Marittimo, fraz. Vada, Villa del pino – LI (T)senza ulteriori precisazioni: 1 armilla B datata VI dC conservata al Museo Civico di Livorno; ciamPoltrini 1987.

San Miniato, Chiesa di San Genesio, via Tosco Romagnola – PI (S)monete rinvenute in scavo: 15 di IV secolo, 2 quarti siliqua di Atalarico, 1 fol-lis bizantino (V-IX); rinvenute anche tombe con fibule tardoantiche e barbariche; cantini 2001.

Santo Stefano a Lupi, territorio? – LI (M?)rinvenimento asse Vespasiano con incisione “vandalica” XLII; morrisson 1983, p. 99.

Scansano, loc. Pian di Lance – GR (T?)1 cuspide lancia (F) “tipica della panoplia dei guerrieri longobardi”; PelleGrini 1898.

Siena, Ospedale di Santa Maria della Scala prima dell’Ospedale – SI (S)Indagini archeologiche anni 2000: 3 spilloni B databile al VI-VII dC, 2 spilloni B databili al VII, 2 spilloni B di VII dC; fibbia B datata al VI dC, varie placchette di vestiario B; passante B; chiodo F; maniglia di recipiente B di VII-VIII dC; elemento

255CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

B di bardatura databile al VII-VIII dC; chiave B di VII-VIII dC; 2 strumenti per lavorare legno 1 in F e 1 in B di IX dC, 1 ago B di IX dC, 1 chiodo F di IX dC; stru-menti 2 F, 4 B e vari chiodi F databili al periodo X-XIV dC; Belli 2005.

Siena, territorio – SI (TES)tesoretto monetale ritrovato attorno al 1720 in campagna: monete bizantine di Foca; ciamPoltrini 1990, p. 693.

Sorano, fraz. San Martino sul Fiora,in lavori edili 1924, tomba longobarda da cui 8 elementi cintura B dorato; ciamPoltrini 1983, pp. 511-3.

Sorano, loc. Il Poderone/Castellaccio – GR (T)senza precisazioni: 1 solidus di Giustino; ciamPoltrini 1983, p. 514, nota 12.

Sovana, territorio – GR (?)– rinvenimento ante 1891: 2 elementi cintura B; ciamPoltrini 1983, p. 511.– senza precisazioni: tomba forse longobarda rinvenuta negli anni 1920s da cui 1

cuspide lancia (F); ciamPoltrini 1983, p. 514, nota 12.

Toscana, territorio – (S)– senza precisazioni né notizie di rinvenimento, 1 fibula AV, 1 puntale cintura B;

Tuscia 1971, p. 26; Possenti 1994, p. 97.– senza precisazioni 2 fibbie (?) di VII dC; ciamPoltrini 1983.– senza precisazioni né notizie di rinvenimento, 1 fibula AR di fine VI (al British

Museum); Longobardi 1990, pp. 225-6.

Toscana – (TES)– scoperto ante 1776 ripostiglio di 119 denari AR: 22 di IX-X e 97 di X secolo dC;

arslan Repertorio, n. 7505.– scoperto tra 1834 e 1840 con numero imprecisato di monete AV longobarde di

VIII dC; arslan Repertorio, n. 7510.

Valdinievole, territorio – PT (T)senza precisazioni: 1 parte frontale di elmo B; Tuscia 1971, pp. 21-2.

Volterra, territorio – PI (S)senza notizie di rinvenimento, 1 orecchino AV databile al VII dC, 2 coppie speroni B, 2 sax F, 3 spathe F, 1 punta di lancia (F); Tuscia 1971, p. 26; Possenti 1994, p. 97.

256 CAPITOLO III

III.18. TRENTINO ALTO ADIGE

Ala – TN (S)– rinvenimento probabile nel XIX secolo: 2 spathe (F), 5 borchie B dorato del-

lo scudo, fibbia B; datazione VII dC; franZ 1944, p. 38; amante simoni 1984, p. 950, n. 84; BroZZi 1986, p. 335, n. 60.

– senza precisazioni: 2 spathe (F) datate VII dC; amante simoni 1984, p. 950, n. 84.– senza precisazioni: 3 fibbie B datate VII dC; amante simoni 1984, p. 950, n. 84.

Ala, Chiesa San Pietro in Bosco – TN (S/N)rinvenimento di spathe (F), asce (F), fibbie (?). Di certo: 1 fibbia cintura B, 6 ele-menti cintura B; datazione VII dC; amante simoni 1984, p. 951, n. 84.

Ala, Santa Margherita – TN (S)senza precisazioni: orecchino B di VII dC; amante simoni 1984, p. 951, n. 84.

Ala, fraz. Marani – TN (M)senza precisazioni: moneta gota d’AR. ½ siliqua di Teodorico per Anastasio (492-518); amante simoni 1984, p. 950, n. 83.

Ala, fraz. Marani – Binelunghe – TN (N)nel 1884: in lavori agricoli, tombe di VI-VII dC da cui 2 coltelli F; roBerti 1951, p. 348; amante simoni 1984, p. 950, n. 83; brozzi 1986, p. 335, n. 59; Gastaldo 1998, p. 39, n. 122.

Ala, fraz. Marani, loc. Felicét – TN (S)in epoca non precisata: francisca F di VII dC; roBerti 1951, p. 348; amante simoni 1984, p. 950, n. 83; brozzi 1986, p. 335, n. 59.

Aldeno – TN (S)sporadico rinvenimento nel 1901 di necropoli longobarda, il corredo di una tomba: 3 linguette per cintura B, 1 chiusura per cintura B, 2 placche B, 1 controplacca B, 1 orecchino B, 1 fibbia B, databili al VII dC; franZ 1944, pp. 36-7; amante simoni 1984, p. 939, n. 57; brozzi 1986, p. 330, n. 39.

257CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Arco – TN (T)– 1893: recupero probabilmente da tomba databile al VII dC: spatha (F), umbone

F; BierBrauer 1975, pp. 119-21, n. II. 21; amante simoni 1984, p. 939, n. 59; brozzi 1986, p. 331, n. 43.

– 1905: oggetti bronzei da tomba barbarica; roBerti 1951, p. 342; amante simoni 1984, p. 940, n. 61.

Arco, San Giorgio – TN (S)rinvenimento sporadico di fibula B altomedievale; cavada 1990, p. 737.

Arco, loc. Campo dei Mori – TN (S) senza precisazioni: 3 elementi di cintura B databili al VII dC.; amante simoni 1984, p. 940, n. 61.

Avio, piazzetta Era del Comun – TN (N)– 1902: da tombe di VI-VII dC 2 braccialetti B, 1 orecchino B, 4 guarnizioni cintu-

ra B; fibbia cintura F; roBerti 1951, p. 342; amante simoni 1984, p. 951, n. 85; brozzi 1986, p. 335, n. 61.

– 1922-3: da tombe 1 armilla (B); amante simoni 1984, pp. 951-2, n. 85.

Baselga di Piné, fraz. Miola, loc. Dosso della Clinga – TN (S)rinvenimento sporadico e senza precisazioni: sperone barbarico (F); RoBerti 1951, p. 350; amante simoni 1984, p. 927, n. 35.

Baselga di Piné, fraz. Miola, Castello – TNsenza ulteriori specifiche: 2 coltellini (F), 2 armille B; amante simoni 1984, pp. 923-4, n. 27.

Besenello, loc. Scotinelli – TN (N)1934: necropoli di VII dC: da una tomba 1 spatha (F), sax (F), umbone F con 3 bor-chie B dorato, 2 elementi cintura F ageminati; BierBrauer 1975, pp. 119-21, n. II.21; amante simoni 1984, p. 939, n. 59; brozzi 1986, p. 331, n.42; Longobardi 1990, pp. 119-21.

Borgo – TN (S)sporadico rinvenimento tra 1887 e 1888 di 1 fibbia B, 1 guarnizione cintura B di VII dC; franZ 1944, p. 35; amante simoni 1984, pp. 935-6, n. 49; brozzi 1986, p. 330, n. 38.

258 CAPITOLO III

Bosentino, ai Marmottini – TN (T)rinvenimento occasionale di tomba senza specificazioni databile al VI-VII dC da cui 3 braccialetti B; roBerti 1951, p. 343; amante simoni 1984, p. 937, n. 54; BroZZi 1986, p. 330, n. 36.

Bosentino, ai Nogaredi – TN (N)rinvenimento occasionale di necropoli 1909-25 databile al VII dC; da 1 sepoltura corredo di 1 spatha (F), 1 umbone F, punta lancia (F), coltello (F), frammenti di F; ciurletti 1980, pp. 356-7; amante simoni 1984, p. 938, n. 54; brozzi 1986, p. 329, n. 36.

Bosentino – TN (M)rinvenimento occasionale senza specificazioni di tremisse AV longobardo anonimo a nome di Maurizio Tiberio (582-602); amante simoni 1984, p. 938, n. 54.

Brentonico, loc. Palù – TN (N)rinvenimento casuale nel 1955 di necropoli di VII dC da una tomba: 1 scramasax (F), 2 coltelli (F), 1 fibula B, 2 fibbie B, 3 elementi cintura B, 1 bottone B, tre borchie di fodero dello scramasax B, acciarino F, linguetta cintura F; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 949, n. 81.

Brez, territorio – TN (N)necropoli datata al VI-VII scoperta nel 1882 da cui fibula B dorato, orecchino B, 1 fibbia di cintura B, frammenti F; roBerti 1951, p. 343; amante simoni 1981, p. 74; Amante simoni 1984, p. 915, n. 4; brozzi 1986, p. 322, n. 3.

Brez – TN (S)1964: rinvenimento casuale di fibula AV di VII dC; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 916, n. 4.

Burgisio, chiesa di Santo Stefano – BZ (T?)senza specifiche, elementi di cintura in F ageminato datati al 650 ca.; KerstinG 1993, p. 365.

Calavino, loc. Piasin Doss del Tribol – TN (T)1901: scramasax (F) in tomba; amante simoni 1984, p. 937, n. 51.

Calceranica – TN (M)rinvenimento occasionale senza specificazioni di moneta gota B da X nummi a nome di Todorico (512-22); amante simoni 1984, p. 938, n. 55.

259CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Calliano – TN (S)– 1857: senza specificazioni: 1 fibbia B, anello B, 1 punta lancia (F); VIII dC;

amante simoni 1984, p. 940, n. 60.– senza specificazioni: ghiera B di fodero di scramasax; amante simoni 1984,

p. 940, n. 60.

Campodeanno, fraz. Crescino – TN (N) rinvenimento in lavori agricoli, probabilmente da necropoli: coltelli (F), fibule (B?), frammenti lamine B; roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 923, n. 25.

Campodeanno, fraz. Dercolo, loc. alla Bosca – TN (N)rinvenimento occasionale nel 1885 di 4 tombe databili al VII dC, recuperato un sax (F); roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 923, n. 23; brozzi 1986, p. 323 n. 13.

Casatta – TN (T)rinvenimento occasionale nel 1891 di un coltello probabilmente da tomba; RoBerti 1951, p. 356; amante simoni 1984, p. 923, n. 24.

Castelfondo – BZ (S)senza precisazioni: 2 elementi di cintura B e 2 scramasax (F), databili al VII dC; RoBerti 1951, p. 343; amante simoni 1984, p. 915, n. 2.

Cavalese, loc. dosso di San Valerio – TN (S)scavo organizzato 1981: 2 fibule B, 1 di VI-VII e 1 di IX-X secolo dC; cavada-ciurleTTi 1986, pp. 88-9; cavada 1990, p. 737; BierBrauer 1991a, pp. 128-30.

Cavedine – TN (S)senza specificazioni: 3 braccialetti B di VI-VII dC; amante simoni 1984, p. 938, n. 56; brozzi 1986, p. 329, n. 34.

Cazzano – TN (T)senza specificazioni da tomba: 3 coltelli F, 1 oggetto F, 3 oggetti B; amante simoni 1984, p. 949, n. 82.

Cazzano – TN (N)1901: senza specificazioni da 5 tombe: 2 armille B; amante simoni 1984, p. 949, n. 82.

260 CAPITOLO III

Cis, loc. Mostizzolo – TN (S)rinvenimento 1906 di punte di lancia, 1 datata all’età barbarica; roBerti 1921, p. 39.

Civezzano, loc. Naroncol – TN (N)rinvenimento casuale nel 1913 di tombe databili al VII dC da cui 2 coltelli (F), 2 armille B; roBerti 1951, p. 344; amante simoni 1984, p. 939, n. 58.

Civezzano, loc. Al Foss – TN (N)– 1875-6: rinvenimento casuale in lavori agricoli di frammenti F, frammenti B e

umbone scudo (F); amante simoni 1984, p. 927, n. 37– 1885 rinvenimento tombe datate al VII dC dalla T1: spatha (F), fibbia F, placca e

controplacca cintura F, bottone dello scudo B; T2: punta lancia (F), bacile copto (B), spatha (F), fibbia F, 1 umbone F, sax (F), 3 punte freccia (F), cesoie F, cin-que borchie B dorato, crocetta lamina AV, fili AV, guarnizione F di recipiente in legno, bracchiale scudo F, 1 linguetta cintura F, 1 linguetta cintura B, frammento armilla F, frammenti F della cassa funebre; T3: 3 punte freccia (F), fibbia cintura B, 8 elementi di cintura B; fra la T3 e la T4: scalpello B; T4: 9 elementi di cintura B; camPi 1886; camPi 1909; ÅBerG 1923, p. 155; Fuchs 1938, p. 70; melucco vaccaro 1982, p. 91; amante simoni 1984, pp. 927-8, n. 37; brozzi 1986, p. 326, n. 26; ciurletti 1992.

Civezzano, Castel Telvana – TN (N)– 1886: rinvenimento casuale di tomba databile al VII dC da cui spatha (F), scrama-

sax (F), coltello (F), linguetta F dello scudo; camPi 1886; roberTi 1951, p. 344; Gorfer 1958, p. 430; amante simoni 1984, p. 929, n. 37.

– 1902 rinvenimento di 7 tombe datate al VII dC Dalla T6: placca cintura B argen-tato, fibbia cintura B dorato; T7: crocetta AV, bacile copto B, 2 fibbie per cintura B dorato, 2 linguette cintura B dorato, spillone AR, lamella AR, broccato AV, 2 orecchini AV; camPi 1886; WeBer 1902; ÅBerG 1923, p. 127; Fuchs 1938, p. 70; ciurletti 1978, pp. 61-5; ciurletti-cavada 1980, p. 150; amante simoni 1984, pp. 99, n. 37; brozzi 1986, p. 326, n. 26; Longobardi 1990, pp. 117-8.

Civezzano, loc. Castel Bosco – TN (S)registrazione di rinvenimento occasionale da ricognizione di superficie: 1 fibula di VI-VII dC; Pisu 1989.

Civezzano, territorio – TN (S)– rinvenimento senza precisazioni: materiali databili al VII dC 3 linguette cintura

261CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

B, fibbia cintura; camPi 1886, p. 21; roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 930, n. 37.

– rinvenimento senza precisazioni: materiali databili al VII dC: 3 placche cintura B, anello fibbia B, bottone B, linguette cintura B, fibbia cintura B; camPi 1886, p. 21; roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 930, n. 37.

Cles, loc. Campi Neri – TN (N)rinvenimento casuale nel 1887 di necropoli di VI-VII dC da cui 1 linguetta cintura B, 1 ago crinale B; roBerti 1951, p. 345; roBerti 1959, p. 322; amante simoni 1984, p. 917, n. 9.

Cles, fraz. Mechel – TN (N)epoca ignota, da 2 tombe di VI-VII: 2 fibule (B); roBerti 1951, p. 348; brozzi 1986, p. 322, n. 8.

Cloz – TN (N)da probabile necropoli databile al VII dC scoperta nel 1882, materiali conservati a Trento e ad Innsbruck così riassumibili: 4 elementi di cintura B, 2 orecchini B, 1 ago crinale B dorato; 1 orecchino AR, 2 aghi crinali B, 4 fibbie B, 6 elementi cin-tura B, 9 placche cintura B argentato, 1 elemento cintura B argentato, 1 pinzetta B; franZ 1944, pp. 27-9; BierBrauer 1975, p. 293; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 916, n. 5; brozzi 1986, p. 322, n. 5.

Cognola, loc. San Donà, TN (S)rinvenimenti senza precisazioni di due fibule B e due linguetta B; roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 931, n. 41; brozzi 1986, p. 326, n. 25.

Concei, fraz. Enguiso – TN (N)senza datazione, 5 fibule B, 3 fibbia B, 2 armille B, 2 orecchini B, 1 fodero di col-tello B; di VI-VII dC; roBerti 1951, pp. 345-6; amante simoni 1984, p. 943, n. 69; brozzi 1986, p. 332, n. 45; Longobardi 1990, pp. 125-6, nn. II. 25-33.

Concei, fraz. Lenzumo – TN (N)rinvenimento nel 1895 di necropoli di VII dC da cui 7 fibule B 2 orecchini AR, due puntali cintura B, 1 rasoio B, 4 coltelli F; 5 orecchini B; 2 fibule B, 2 anellini B, 8 frammenti di laminette B, catena F; ciurletti 1978, pp. 54-6; amante simoni 1984, p. 942, n. 67; brozzi 1986, p. 330, n. 40; Possenti 1994, pp. 82-3.

262 CAPITOLO III

Concei, fraz. Lenzumo, propr. Cigalotti – TN (?)senza precisazioni, orecchino B di VII-VIII dC; dal ri-Piva 1987, p. 282; Possenti 1994, pp. 99-100.

Concei, fraz. Locca – TN (N)senza specifiche: 2 fibule B di VII dC; roBerti 1951, p. 347; amante simoni 1984, pp. 943-4, n. 70; BroZZi 1986, p. 332, n. 48.

Coredo – TN (S)rinvenimento nel 1891 di 1 armilla B; camPi 1904, p. 144; amante simoni 1984, p. 919, n. 13.

Cunevo – TN (S – T)– rinvenimento probabilmente da tomba di 1 fibula a disco B databile al VII dC;

ÅBerG 1923, p. 155.– rinvenimento probabilmente da tomba di 1 fibula a disco B, 2 fibule B, 2 fibbie B,

3 elementi cintura B; datazione proposta VI-VII dC; franZ 1944, p. 34; roBerti 1951, p. 345; ciurletti-cavada 1980, p. 151; amante simoni 1984, p. 921, n. 20; brozzi 1986, p. 323, n. 12.

Denno – TN (N)– rinvenimento in lavori edilizi nel 1910 di necropoli: 1 armilla B di VII dC;

roBerti 1910; roBerti 1951, p. 345; amante simoni 1984, p. 922, n. 22.– rinvenimento occasionale di fibbia cintura B; amante simoni 1984, p. 922, n. 22.

Fai della Paganella – TN (S)rinvenimento occasionale di scramasax F; roBerti 1951, p. 346; amante simoni 1984, p. 925, n. 30; brozzi 1986, p. 325, n. 18.

Fiemme, Castello loc. Prai di Zelor – TN (N)rinvenimento nel 1933, probabilmente da tombe di VII sec. dC: ardiglione fibbia B, elemento cintura B; roBerti 1951, p. 343; amante simoni 1984, p. 921, n. 20.

Fiemme, Castello, cava di ghiaia – TN (N)– rinvenimento nel 1958 di necropoli longobarda di circa 50 tombe databili al VII

dC da cui 1 orecchino B dorato, 2 armille B, 1 armilla F, 1 coltello F; da 1 tomba: 2 orecchini B, 2 armille B; leonardi 1958; leonardi-marcozzi 1963; ciurleTTi-cavada 1980, pp. 150-3; amante simoni 1981, p. 75; BierBrauer 1991a, p. 126; Possenti 1994, p. 99.

263CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

– rinvenimento anni 1980: armilla B databile al VII dC; cavada 1982.

Fiera di Primero, loc. Imer – TN (T)da tomba scoperta nel 1965: 2 fibule B, orecchini, braccialetti, 1 ago crinale (B) da-tati al VI-VII dC; brozzi 1986, pp. 335-6, n. 62.

Flavon, chiesa parrocchiale – TN (T)rinvenimento in lavori edilizi di tomba di VII sec. dC: ardiglione fibbia B, pendaglio orecchino B, 2 orecchini B, pendenti B, fibbia scarpa B, 5 elementi cintura B; dal sito proverrebbe anche moneta AV di Giustino II; roBerti 1951, p. 346; amante simoni 1984, pp. 920-1, n. 19.

Folgaria – TN (S)1

rinvenimento casuale senza precisazioni di orecchino B di VI-VII dC; roBerti 1951, p. 346; amante simoni 1984, p. 915, n. 3; BroZZi 1986, p. 333, n. 51; Possenti 1994, pp. 66-7.

Fondo – TN (S)rinvenimento senza precisazioni di orecchino B di VI-VII dC; Possenti 1994, p. 67.

Fornace – TN (S)senza precisazioni: tremisse AV longobardo a nome di Giustino II; amante simoni 1984, p. 927, n. 35a.

Giovo, fraz. Palù – TNrinvenimento casuale nel 1953 di 1 coltello (F); amante simoni 1984, pp. 925-6, n. 32.

Ischia di Vela, loc. Podetti – TN (S)rinvenimento nel 1897-8 di 2 linguette B e di 2 placche cintura B; roBerti 1951, p. 354; amante simoni 1984, p. 931, n. 40.

Isera, fraz. Marano – TN (?)senza specificazioni: 4 elementi cintura B databili al VII dC; amante simoni 1981, p. 74.

1 Secondo altri autori la località di rinvenimento è Fondo (TN), cfr. brozzi 1986, p. 321, n. 1; franZ 1944, pp. 26-7.

264 CAPITOLO III

Isera, Castel Pradaglia – TN (?) senza specificazioni: 1 ascia (F), 2 punte lancia (F), 1 coltellino (F) databili al VI-VII dC; amante simoni 1984, p. 947, n. 74.

Lasino, fraz. Madruzzo – TN (T)da tomba senza ulteriori specificazioni: fibula B di VII dC; Longobardi 1990, pp. 126-7; roBerti 1951, p. 347; BierBrauer 1975, pp. 126-7, n. II. 35; amante simoni 1984, p. 937, n. 52; brozzi 1986, p. 329, n. 33.Lavis, territorio – TN (N)– da due tombe longobarde scoperte nel 1881 e datate al VII dC: crocetta lamina

AV, fibbia B, 2 linguette cintura B, bottoncino del fodero dello scramasax B, scra-masax (F), coltello (F); fuchs 1938, p. 70; roBerti 1951, p. 346; ciurletti 1980, pp. 359-60; amante simoni 1984, p. 926, n. 33; Longobardi 1990, p. 227, n. V. 8.

– senza precisazioni, datati al VII dC (probabilmente da tomba): umbone (F) con cinque borchie da parata B dorato, punta lancia (F), crocetta lamina AV; roBerti 1951, p. 347; ciurletti 1980, pp. 359-60; amante simoni 1984, p. 926, n. 33.

– senza precisazioni, tre borchie scudo (B), fibbia B, placchetta decorativa B, fi-bula B dorato datati al VI- VII dC; roBerti 1951, p. 347; roBerti 1959, p. 323; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 926, n. 33.

– senza specifiche: fibula in AR dorato databile al VI dC; franZ 1944, p. 34; BroZZi 1986, p. 325, n. 22.

Lavis, Maso Sornello – TN (S) senza precisazioni: fibula (?), spatha (F); roBerti 1951, p. 346; amante simoni 1984, p. 926, n. 33.

Lavis, fraz. Pressano – TN (N)– 1885: due tombe di VII, da cui una crocetta AV; fuchs 1938, p. 70; ciurletti

1980, p. 359; brozzi 1986, p. 325, n. 22.– post 1885: la Soprintendenza acquisisce , databili al VII, crocetta AV, punta lan-

cia (F), umbone F con borchie dorate, 1 sax (F), 1 coltello (F) datazione VII dC; fuchs 1938, p. 70; ciurletti 1980, pp. 359-60; brozzi 1986, p. 325, n. 22.

Loppio, Isola di S. Andrea – TN (S)– scavi archeologici 2000-2, gli oggetti sicuramente altomedievali: lucchetto F con

agemina B di VI dC, scramasax (F) di VI-VII dC, comuni gli oggetti F, raro l’B: 1 armilla B di VI-VII dC. Nello strato pertinente al periodo altomedievale 4 mo-nete bizantine di IV dC: 1 gloria exercitus 3, 1 urbs Roma, 1 fel temp reparatio,

265CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1 securitas reipublicae, anche 1 siliqua protobizantina di Giustiniano (zecca di Ravenna). 2 delle monete sono forate. maurina-PostinGer 2003, pp. 215-6;

– scavi archeologici 2004: 1 fibbia F, 1 ardiglione B, 1 placca F, 3 borchie B di VI-VII dC; maurina-PostinGer-Battisti 2004, pp. 38-9.

Manzano – TN (S)rinvenimento occasionale di fibula B datata al VI-VII dC brozzi 1986, p. 334, n. 56; roBerti 1951, p. 348; amante simoni 1984, p. 947, n. 76.

Marco, territorio ? – TN (S)senza notizie utili sul rinvenimento: orecchino AV databile al VII dC; Possenti 1994, pp. 98-9.

Mattarello – TN (S)senza specificazioni: 2 fibule B di VI-VII dC; roBerti 1951, p. 348; amante simoni 1984, p. 937, n. 53; brozzi 1986, p. 329, n. 35.

Mezzocorona – TN (N)probabilmente da tombe nel 1906-7: 1 moneta tardoimperiale forata B, 2 fibule B, 2 armille B, 1 scramasax (F), 1 punta lancia (F), 1 coltello (F), 3 orecchini B databili al VI-VII dC; roBerti 1951, p. 348; brozzi 1976, p. 507; amante simoni 1984, p. 924, n. 28; brozzi 1986, p. 324, n. 14; Longobardi 1990, p. 128, n. II. 37-9; BierBrauer 1991a, p. 126.

Mezzocorona, Castello di San Gottardo – TN (S)rinvenimento sporadico 1987 di fibula B databile al X dC; cavada 1989; cavada 1990, p. 738.

Mezzocorona, loc. Bosco alla Pozza – TN (S)senza ulteriori precisazioni: frammento fibula B databile al VII dC; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 925, n. 28.

Mezzolombardo, loc. Torresella – TN (N)probabilmente da tombe di VII dC: 1 umbone F, 2 linguette per cintura, tre fibbie e due braccialetti; roBerti 1951, p. 349; ciurletti 1978, pp. 53-4; brozzi 1986, p. 324, n. 15.

Mezzolombardo, loc. Strada alla Rocchetta – TN (N)rinvenimento occasionale 1881 di 2 tombe altomedievali da cui 1 sperone F e 2 col-telli F; amante simoni 1984, p. 923, n. 27.

266 CAPITOLO III

Mezzolombardo, loc. alla Calcara e zona limitrofa – TN (N)rinvenimento 1909: tombe altomedievali da cui 2 fibbie B, 5 elementi cintura B, 2 bottoni B, 1 coltello (F); amante simoni 1984, p. 923, n. 27.

Mezzolombardo, Castello – TNsenza ulteriori specifiche: 2 coltellini (F), 2 armille B; amante simoni 1984, pp. 923-4, n. 27.

Molina di Ledro, loc. Pre – TN (N)rinvenimento nel 1885 di circa 20 tombe da cui 2 orecchini AR, tre fibule B, 1 mone-ta illeggibile B, datazione al VI-VII dC; roBerti 1951, p. 350; BroZZi 1976, p. 507; amante simoni 1984, pp. 947, n. 75; brozzi 1986, p. 332, n. 47.

Molina di Ledro – Volta di Besta – TN (N)insediamento altomedievale da cui vari attrezzi artigianali, 5 fibule B databili V-VIII dC e 6 orecchini VII-IX; dal ri-Piva 1987; BierBrauer 1991a, p. 130.

Mori, fraz. Mont’Albano – TN (S/T)nel 1891 probabilmente da tomba di VII dC 1 coltello F e 1 sax F; roBerti 1951, p. 349; amante simoni 1984, p. 948, n. 78; BroZZi 1986, p. 335, n. 58.

Mori, dintorni – TN (S)nel 1881-2, senza specificazioni : 2 orecchini AR di VII dC; roBerti 1951, p. 349; brozzi 1986, p. 335, n. 58.

Mori, piazza Zocchelo – TN (N)in epoca non precisata da 1 delle tombe di VI-VII dC 1 orecchino AR, 1 fibbia B, 1 coltello F; roBerti 1951, p. 349; amante simoni 1984, p. 948, n. 79; brozzi 1986, p. 335, n. 58; Gastaldo 1998, p. 44, n. 121.

Mori, loc. Sano, loc. al Casale – TN (N)nel 1883: tombe di VI-VII dC 1 fibbia (?), 1 coltello (F), frammenti B e F, monete (B); roBerti 1951, p. 349; amante simoni 1984, p. 949, n. 80; brozzi 1986, p. 335, n. 58.

Nago-Torbole – TN (S)scavo di emergenza 1990 in insediamento altomedievale databile al VI-VII dC da cui 1 fibula B, 1 orecchino AR, placchetta B per cintura; cavada 1992; Possenti 1994, p. 83.

267CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Nanno – TN (S)orecchini e coltelli forse altomedievali; brozzi 1986, p. 323, n. 10.

Naturno, chiesa di San Procolo – BZ (T)scavi 1985-6, circa 60 tombe di VI-VII dC; 1 moneta romana non specif.; T21 (VII dC): 1 fibbia F; T44 (650 ca.): 1 sax F, 1 borchia F, 30 c.a borchie B (fodero e orna-menti); T49 di II metà VII dC: 1 orecchino B; T137: 1 coltello F; II senza contesto 1 coltello F, 1 elemento cintura F ageminato; KerstinG 1993; Possenti 1994, p. 103.

Noarna, loc. Castello – TN (S) 1860, senza ulteriori specifiche: spatha (F) di VII d.C; brozzi 1986, p. 331, n. 44.

Noarna – TN (S)1888, senza ulteriori specifiche: sax F di VII dC; roBerti 1951, p. 349; amante simoni 1984, p. 941, n. 64.

Nogaredo, loc. Bot de Fer – TN (N)– 1882: 5 tombe di VI-VII da cui 1 coltello F, anello F, fibbia (F); roBerti 1951,

p. 340; amante simoni 1984, p. 942, n. 65; brozzi 1986, p. 334, n. 55; Gastaldo 1998, p. 44, n. 118.

– senza specificazioni: rinvenimento di 2 spathe F; roBerti 1951, p. 340; BroZZi 1986, p. 334, n. 55.

– senza specificazioni: rinvenimento scramasax (F), fibbia cintura F databili al VI dC; amante simoni 1984, p. 942, n. 65.

Nogaredo, fraz. Brancolino, loc. Doss Pagano – TN (N)– nel 1819: 2 tombe di datazione incerta da cui 1 spatha (F), 1 punta lancia (F), 1

coltello (F), fibbie (?), monete (B); roberTi 1961, p. 117; amante simoni 1984, p. 944, n. 71; brozzi 1986, p. 334, n. 55.

– nel 1823: da tombe 1 punta lancia (F) e 1 moneta (B); amante simoni 1984, p. 944, n. 71.

Nomi, loc. Ai Brioni – TN (N)rinvenimento nel 1970 di 4 tombe databili al VII dC. Dalla tomba 2: 4 elementi cin-tura B, coltello F; da una sola T di VI-VII 1 orecchino B; Perini 1975; brozzi 1986, pp. 330-1, n. 41; BierBrauer 1991a, pp. 123-5; Possenti 1994, p. 103.

Pergine Valsugana – TN (S)rinvenimento nel 1894 di guarnizione cintura B datata al VII dC; franZ 1944, p. 35; amante simoni 1984, p. 935, n. 48, brozzi 1986, p. 329, n. 32.

268 CAPITOLO III

Pergine Valsugana, loc. Doss Tambos – TN (T)senza precisazioni, probabilmente da tomba: crocetta AV datata al VII dC; roBerti 1951, p. 350; amante simoni 1984, p. 935, n. 48; brozzi 1986, p. 329, n. 32.

Pergine Valsugana, fraz. Madrano – TN (S)rinvenimento senza precisazioni di 1 armilla B, cesoie F, 2 linguette cintura B data-bili al VII; franZ 1944, p. 35; roBerti 1951, p. 347; amante simoni 1984, p. 930, n. 38; brozzi 1986, p. 327, n. 27.

Piedicastello – TN (N)1838, rinvenimento casuale di tombe di VII dC. Da queste 1 crocetta lamina AV, 2 spathe (F), 3 coltelli (F), 2 placche cintura B; fuchs 1938, p. 72; roBerti 1951, p. 354; amante simoni 1984, p. 931, n. 43.

Piedicastello – TN (T)1921, rinvenimento casuale di tomba databile al VII dC. Corredo: 1 umbone scudo da parata (F-B), sperone (F), punta lancia (F), 2 elementi cintura B, 3 elementi cin-tura F, 9 linguette cintura B placcate AR; ciurletti 1978, pp. 65-6; ciurletti 1980, pp. 360-3; amante simoni 1984, p. 932, n. 43; Longobardi 1990, pp. 118-9.

Pinè, loc. Miola – TN (S)rinvenimento occasionale di 1 sperone F databile al VI-VII dC; roBerti 1951, p. 350; brozzi 1986, p. 326, n. 23.

Predazzo – TN (T)rinvenimento occasionale nel 1924 di 2 braccialetti F databili al VI-VII dC; roBerti 1951, p. 357; amante simoni 1984, p. 920, n. 17; brozzi 1986, p. 324, n. 17.

Romallo, propr. Casnar – TN (N)1904: rinvenimento casuale in lavori edilizi. Necropoli altomedievale da cui 6 ele-menti cintura (B); camPi 1904, pp. 148 e 151; roBerti 1951, p. 351; amante simoni 1984, p. 917, n. 7.

Romeno, Chiesa San Bartolomeo – TN (S)da lavori edilizi ante 1926: 1 reliquiario AR murato; amante simoni 1984, p. 917, n. 8.

Romeno, chiesa parrocchiale – TN (T)da lavori edilizi ante 1929, probabile tomba: 1 coltello (F), tre frammenti catenelle (F), fibula B; RoBerti 1930, p. 72; amante simoni 1984, p. 917, n. 8.

269CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Rovereto, loc. Sabbioni Alti – TN (N)– nel 1864, rinvenimento di necropoli datata al VII dC da cui 2 fibule B, orecchini

(?), elementi B dell’umbone dello scudo; elementi B del fodero dello scaramasax; roberTi 1961, p. 127; amante simoni 1984, p. 945, n. 73; brozzi 1986, pp. 333-4, n. 53.

– nel 1922, rinvenimento dalla necropoli di 1 coltello (F); amante simoni 1984, p. 945, n. 73.

– nel 1931, rinvenimento senza precisazioni ma probabilmente da tombe di VI-VII dC di 2 spathe (F) e 2 coltelli (F); roberTi 1961, p. 127, brozzi 1986, p. 334, n. 53.

Rovereto, verso Avio – TN (N) senza precisazioni: tombe da cui 1 fibbia (?), 1 armilla (B); amante simoni 1984, p. 945, n. 73.

Rovereto, Sant’Ilario – TN (N)rinvenimento nel 1922 di tombe databili al VI-VII da cui 4 fibule B, 1 sax (F), 1 fibbia B; roBerti 1951, p. 351; amante simoni 1984, p. 945, n. 73; brozzi 1986, p. 333, n. 52.

Rovereto, Corso Bettini – TN (N)– necropoli di VII sec. dC scoperta nel 1925-6, da cui 7 coltelli F, 1 cesoia F, 1

fibbia F, 1 acciarino F, 1 linguetta cintura F; amante simoni 1984, p. 945, n. 73.– nel 1931 rinvenimento di 3 tombe di VI-VII dC da cui 1 scramasax (F), 2 coltelli

(F), 1 fibbia F, 1 placca di fibbia F; roBerti 1951, p. 351; amante simoni 1984, p. 946, n. 73; brozzi 1986, p. 333, n. 53.

– nel 1960: ancora 5-6 tombe di VII dC da cui 1 scaramasax (F), 1 coltello (F), frammenti F, linguetta cintura B, ago crinale B, placca cintura B, moneta con 2 fori B, 2 armille B, chiodo di fodero di scramasax B, fibbia con placca e contro-placca B; amante simoni 1984, p. 946, n. 73.

– forse da tomba anche quattro esemplari di siliqua AR (Pertarito con monogram-ma); arslan 1999a, p. 373, nota 217.

Rovereto, viale Trento, loc. Drio Poz – TN (S)senza precisazioni, rinvenimento di 2 fibule B di VII dC; roberTi 1961, p. 127; amante simoni 1984, p. 946, n. 73; brozzi 1986, p. 333, n. 53.

270 CAPITOLO III

Rovereto, Dosso del Castello – TN (S)nel 1876 rinvenimento senza precisazioni di punta freccia F di VII dC; brozzi 1986, p. 333, n. 53.

Rovereto, TN – (S)– nel 1894 rinvenimento senza precisazioni di fibula F di VI-VII dC; brozzi 1986,

p. 333, n. 53.– senza precisazioni, materiali di VII dC: scramasax (F), punta lancia (F); amante

simoni 1984, p. 946, n. 73.– senza precisazioni, materiali di VII dC: fibbia (?), 1 fibula (?); amante simoni

1984, p. 946, n. 73.– senza precisazioni, materiali di VII dC: armilla B, 2 orecchini B, 3 fibule B;

amante simoni 1984, p. 946, n. 73.– senza precisazioni, rinvenimento di sax F e 2 fibule (?) di VII dC; ciurletti 1978,

p. 56; brozzi 1986, p. 333, n. 53.

Rovereto, fraz. Lizzana, Castello – TN (N)tombe emerse tra 1878-1950 da cui 2 spathe (F), 1 punte lancia (F), 2 fibule B, 6 sax (F), 2 coltelli (F), 1 anello B, 1 fibbia B, 7 elementi di cintura B, 1 pendaglio orecchi-no B, 2 passanti per cinghia B, VII dC; roBerti 1951, p. 347; amante simoni 1984, pp. 947-8, n. 77; brozzi 1986, p. 334, n. 54; cavada 1990, p. 737.

Rovereto – TN (S)fibula a croce in B databile nel VI-VII appartenente ad etnia romanizzata, occasio-nalmente anche in tombe longobarde; brozzi 1976, p. 510.

Rumo, fraz. Lanza – TN (S)rinvenimento occasionale 1874: fibula B datata VI-VII; roBerti 1951, p. 346.

San Lorenzo di Sebato – TN (TES)rinvenimento 1938: ripostiglio con solidi e tremissi bizantini (3 Leone I, 4 Zenone, 1 Basilisco, 4 Anastasio, 7 Giustino, 3 Giustiniano); arslan Repertorio, n. 8100.

San Michele all’Adige – TN (N)acquisto della Soprintendenza nel 1929: spatha, sax, punta di lancia databili al VII dC; ciurletti 1980, pp. 357-8; amante simoni 1984, p. 925, n. 29; BroZZi 1986, p. 324, n. 16.

271CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

San Michele all’Adige, presso Maso Zigainer – TN (N)necropoli romana con tombe altomedievali scoperta nel 1880, da cui 1 ascia F, 4 elementi di cintura B databili al VII dC; roBerti 1951, p. 352; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 925, n. 29.

Sanzeno, loc. Casalini – TN (S)conservato a Merano ma rinvenuto nel 1902: umbone F; dalla stessa località pinzetta B, 1 ago crinale (B), 1 guarnizione cintura B; WeBer 1903, passim; WeBer 1913, p. 66; roBerti 1951, p. 352; amante simoni 1984, pp. 917-8, n. 10; brozzi 1986, p. 322, n. 7.

Sanzeno, S. Maria Maddalena – TN (S)rinvenimento casuale 1877: reliquario AR; WeBer 1903, p. 163.

Sanzeno, San Romedio – TN (S)rinvenimento casuale 1972: 1 moneta Costantino, 1 carolingia Pipino il Breve, 2 frammenti cintura B, databili al VII; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 918, n. 11.

Sarmonico, loc. Seio – TN (S)senza ulteriori notizie: 2 orecchini B del VI dC, punte lancia (F), 1 fibula; roBerti 1951, p. 352; amante simoni 1984, p. 917, n. 6; brozzi 1986, p. 322, n. 4.

Sporminore – TN (S) rinvenimento nel 1906 di punta di lancia (F); amante simoni 1984, p. 923, n.26.

Stenico, loc. ai Ronchi – TN (N)da necropoli indagata nel 1919: 2 orecchini B di VI-VII dC; roBerti 1951, p. 353; amante simoni 1984, p. 936, n. 50; brozzi 1986, p. 327, n. 29.

Stenico, territorio – TN (S)– senza ulteriori precisazioni: 3 armille B databili al VII dC; roBerti 1951, p. 353;

amante simoni 1984, p. 936, n. 50.– senza ulteriori precisazioni: 1 armilla B; roBerti 1951, p. 353; amante simoni

1984, p. 937, n. 50; brozzi 1986, p. 327, n. 29.

Stenico, Doss del Castello – TN (N)nel 1921 da tombe di VI-VII dC 1 fibula B; roBerti 1951, p. 353; amante simoni 1984, p. 936, n. 50.

272 CAPITOLO III

Stenico, Valle d’Algone – TN (S)senza precisazioni ulteriori 1 fibula B con ardiglione F di VII dC; roBerti 1951, p. 353; amante simoni 1984, p. 936, n. 50; brozzi 1986, p. 327, n. 29.

Tassullo, fraz. Rallo – TN (N)in lavori agricoli nel 1885, due tombe di VII –VIII dC da cui 1 sax F, 2 coltelli F, 1 acciarino F, 1 armilla F, 3 fibbie B, 18 elementi cintura B, 1 placca cintura F, 3 linguette B ageminate, linguette cintura F con ageminatura; camPi 1886, pp. 30-2; RoBerti 1951, p. 350; ciurletti 1980, pp. 366-7; amante simoni 1984, pp. 74-5; brozzi 1986, p. 323, n. 9.

Tassullo, fraz. Sanzenone, loc. Vogan – TN (T)rinvenimento occasionale in lavori agricoli, da tomba anellino B, 4 fibule B, data-zione VI-VII dC; roBerti 1951, p. 352; amante simoni 1984, p. 919, n. 14; BroZZi 1986, p. 322, n. 6.

Tassullo, presso Castel Valer – TNsenza notizie né precisazioni, rinvenimento occasionale di fibula B; amante simoni 1984, p. 919, n. 16.

Telve di Sopra – TN (T)rinvenimento probabilmente da tomba di spatha F e umbone (F) con borchia dorata (B) databili al VII dC; roBerti 1951, p. 353; Amante simoni 1984, p. 931, n. 42; brozzi 1986, p. 330, n. 37.

Terlago, loc. Cedonia – TN (S)sporadico rinvenimento nel 1891 di due fibule B di VI-VII dC; ÅBerG 1923, p. 26; roBerti 1951, p. 349; amante simoni 1984, p. 927, n. 34; brozzi 1986, p. 326, n. 24.

Terlago, loc. Dos de la Costa – TN (N)rinvenimento nel 1876 di due tombe da cui due punte freccia F, borchie umbone scudo (B), fibbie (?), 1 coltello (F); roBerti 1951, p. 353; brozzi 1986, p. 326, n. 24.

Tiarno di Sotto, loc. Ceches – TN (N)da necropoli di almeno 2 tombe scoperte nel 1885: 2 fibule B, 1 orecchino B, ago cri-nale B databili al VI-VII dC; roBerti 1951, pp. 353-4; amante simoni 1984, p. 943, n. 68; Possenti 1994, p. 67.

273CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Trentino – TN (S)senza contesti né precisazioni, materiali databili al VI-VII dC: 4 fibbie B, 5 elementi cintura B, 6 fibule B, 13 orecchini AV, 1 orecchino B, 1 anello AV, 1 placca AR, 2 armille B, 7 cesoie (F), 1 spatha (F), 3 aghi crinali B; amante simoni 1984, pp. 952-3; Possenti 1994, pp. 82, 95-6.

Trento – TN (S/M)rinvenimento sporadico di materiali databili al VII dC: 2 fibbie cintura B, 3 placche cintura B, 2 armille B, 4 monete gote: ¼ siliqua AR (Teodorico a nome di Anastasio 492-512), 2 ¼ di siliqua di Atalaricus per Giustiniano (526-34), 1 moneta da X num-mi B di Atalarico; roBerti 1951, p. 356; amante simoni 1984, pp. 934-5, n. 46.

Trento, Porta Nuova – TN (T)1886 o 1887: rinvenimento tomba di VI-VII dC da cui 2 fibule B, 1 coltello F, 1 braccialetto B, 2 monete romane illeggibili, 1 orecchino B; franZ 1944, pp. 35-6; amante simoni 1984, p. 933, n. 46; brozzi 1986, p. 328, n. 31; Possenti 1994, p. 103.

Trento, piazzetta Adamo d’Aronio – TN (S)1900 in scavi edilizi: rinvenimento di scramasax (F) databile al VII dC; amante simoni 1984, p. 934, n. 46.

Trento, via Grazioli – TN (S)1901 in scavi edilizi: rinvenimento di punta di lancia (F) databile al VII dC; amante simoni 1984, p. 934, n. 46.

Trento, piazzetta Alessandro Vittoria – TN (T)1923 rinvenimento occasionale in scavi edilizi; T1: fibula AR ostrogota VI dC; T2: fibula B dorato di VI dC; roBerti 1951, p. 355; BierBrauer 1975, pp. 327-8, n. 38; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 934, n. 46.

Trento, via S. Maria Maddalena – TN (S)rinvenimento in necropoli di V-VI dC di 1 scramasax (F) di VI-VII dC; amante simoni 1984, p. 934, n. 46.

Trento, via S. Giovanni – TN (S)rinvenimento in lavori edilizi di 1 scramasax (F) di VI-VII dC; amante simoni 1984, p. 934, n. 46.

274 CAPITOLO III

Trento, loc. Doss – TN (S – N)– rinvenimento nel 1866: 2 orecchini AV, 2 armille B, datazione al VII dC; amante

simoni 1984, p. 932-3, n. 45; Possenti 1994, p. 81.– senza specifiche, nel 1903: armilla B; roBerti 1951, p. 354; amante simoni 1984,

p. 933, n. 45.– senza specifiche, nel 1941: materiali di VI-VII dC: 2 orecchini AV, braccialetti B;

roBerti 1951, p. 354; amante simoni 1984, p. 933, n. 45.– rinvenimento nel 1838 da necropoli di VI -VII dC: 2 spatha (F), tre sax (F), 2

guarnizioni cintura B, crocetta AV, borchia dorata B dello scudo; fuchs 1938, p. 72; Ciurletti 1978, p. 65; brozzi 1986, p. 328, n. 31.

– rinvenimento nel 1874 di necropoli di VII dC da cui 4 fibbie B, 1 bottone B, 1 borchia scudo B; amante simoni 1981, p. 75; amante simoni 1984, p. 933, n. 45.

Trento, loc. Doss – TN (T)rinvenimento nel 1921 di tomba del VII dC: punta lancia (F), umbone scudo da para-ta (F/B), 10 elementi cintura (B), sperone F; roBerti 1922; Ciurletti 1980, pp. 360-3; brozzi 1986, p. 328, n. 31.

Trento, loc. Doss – TN (M)senza specifiche: moneta gota da X nummi a nome di Atalarico (526-34); amante simoni 1984, p. 933, n. 45.

Trento, loc. Doss, chiesa Sant’Apollinare – TN (S)in lavori edili nell’area dell’abside capsella AR in scatola PB databile al VII; amante simoni 1984, p. 932, n. 43.

Trento, fraz. Maderno – TN (S)1885: rinvenimento occasionale di fibula ad arco B databile al VII dC; camPi 1904, p. 148; ÅBerG 1923, p. 73, brozzi 1976, p. 509; amante simoni 1984, p. 927, n. 36.

Trento, fraz. Povo, loc. Spre – TN (S)– 1889: rinvenimento fibula B di VI-VII dC; roBerti 1951, p. 350.– senza specifiche rinvenimento di 2 spade (F); roBerti 1951, p. 350.

Trento, fraz. Povo, loc. al Salé – TN (S)rinvenimento nel 1884 di fibula B di VI-VII dC; roBerti 1951, p. 350.

275CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Trento, territorio – TN (M)senza precisazioni: moneta gota da 40 nummi B a nome di Teodato (534-6) emessa dalla zecca di Roma; amante simoni 1984, p. 932, n.43.

Trento, piazza Duomo, Palazzo Pretorio – TN (N)scavi 1988: 7 tombe di V-VI dC; solo una con corredo T1: 2 armille AR, 2 fibule a staffa AR dorato, 1 fibbia F ageminata; cavada 1993.

Vadena – BZ (?)senza contesto né precisazioni: 1 fibula B, 1 linguetta di cinghia databili al VII dC; amante simoni 1984, p. 954.

Val di Non – TN (S)senza contesto né precisazioni: 1 fibula B di VI, 1 ruota in B di VI, 3 fibule B di VII, 1 armilla B di VII, 3 decorazioni cintura B di VII; BierBrauer 1975, pp. 293-4; amante simoni 1984, p. 953.

Vervò, Chiesa di San Martino – TN (N)rinvenimento sporadico nel 1890 da tombe di VI-VII dC: 5 fibule B, 1 coltello F, 1 armilla F, 1 armilla B, 1 anello B, 1 fibula B, 2 elementi cintura B, 2 orecchini AV; franZ 1944, pp. 31-3; roBerti 1951, p. 356; BierBrauer 1975, p. 293; amante simoni 1984, p. 920, n. 18; brozzi 1986, p. 323, n. 11; Longobardi 1990, p. 127, n. II.36; Possenti 1994, pp. 81-2.

Vervò, S. Martino, loc. La Regola – TN (S)rinvenimento nel 1913 in occasione di lavori agricoli: fibula B, 2 scramasax (F); amante simoni 1984, p. 920, n. 18.

Vezzano, fraz. Ciago, loc. Cignon – TN (T)da tomba di VII dC provengono 1 sax (F), 1 fibbia B, 3 armille B, 2 anelli B; amante simoni 1984, p. 930, n. 39; brozzi 1986, p. 328, n. 30; Gastaldo 1998, p. 48, n. 114.

Villa Lagarina, territorio – TN (N)necropoli scavata nel 1881 ma senza elenchi precisi: 1 fibula B, 1 fibbia B, 1 scra-masax (F), 1 punta lancia (F), 4 orecchini B; roBerti 1951, p. 357; amante simoni 1981, p. 74; amante simoni 1984, p. 941, n. 63; Possenti 1994, p. 100.

276 CAPITOLO III

Villa Lagarina, presso Chiesa – TN (T)da tombe di VI – VII dC rinvenute nel 1881: 4 orecchini AR, 1 fibula B; roBerti 1951, p. 357; amante simoni 1981, pp. 74-5; amante simoni 1984, p. 941, n. 63; brozzi 1986, p. 331, n. 44; Longobardi 1990, p. 123, n. II. 23-4.

Villa Lagarina, fraz. Pedersano, loc. Torrano – TN (S)rinvenimento occasionale nel 1884 di fibula B; brozzi 1976, p. 511; amante simoni 1984, p. 941, n. 62; brozzi 1986, p. 332, n. 49; BierBrauer 1991a, p. 125.

Villa Lagarina, fraz. Pedersano – TN (N)rinvenimento nel 1977 di 5 tombe, da cui una 1 lama F; ciurletti-cavada 1980, p. 145; amante simoni 1984, p. 941, n. 62; brozzi 1986, p. 332, n. 49.

Volano – TN (S)rinvenimento senza precisazioni, forse del 1867: fibula B di VI-VII dC; fuchs-Werner 1950, p. 44; amante simoni 1984, p. 942, n. 66; brozzi 1986, p. 333, n. 50; Longobardi 1990, p. 126.

Zambana – TN (S)rinvenimento occasionale nel 1903 di 1 fibula B databile al VII dC; roBerti 1951, p. 357; amante simoni 1984, p. 925, n. 31; brozzi 1986, p. 325, n. 19.

277CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.19. UMBRIA

Ancarano – PGtre placce di cintura B conservate al Museo Archeologico di PG, “probabilmente longobarde”; von hessen 1983, p. 42; scortecci 2004, p. 487.

Assisi, località San Fortunato – PGnecropoli di 13 tombe databili al VII dC da cui 1 fibbia B, in pozzo poco distante 1 anello B e 1 elemento B di collana; scortecci 2004, p. 486.

Assisi, località ponte San Vittorino – PG (N)necropoli di VII secolo dC da cui: 3 spathe (F), 3 scramasax (F), 8 punte lancia (F), 3 punte freccia (F), 1 umbone scudo F, 10 borchie B dorato, 1 puntale fodero AR, 1 puntale fodero B, placchetta AR, 2 fibbie AR, 14 elementi cintura B, placchetta B, 1 morso cavallo F, 1 disco decorativo F, 2 speroni B, 1 cesoia (F), 2 fibule (?), 1 fibula AV, 1 croce AV, 4 fibule B, 2 elementi cintura B, 18 guarnizioni cintura F ageminato, fibbia B; BroZZi 1985; Giostra 2003; scortecci 2004, p. 486.

Castel San Felice sul Nera – PG (N)saggi di scavo 1999: 7 tombe dal IV al VII dC: 1 fibbia F, 1 anello B; costamaGna 2001, p. 789; scortecci 2004, p. 487.

Città di Castello, Località Passerina, Villa Panicale – PG (N)da lavori agricoli nel 1889: necropoli di 3 sepolture databili a metà VII dC, ciascuna aveva: 1 spada, vari pezzi B del corredo per le vesti. In 1 tomba: coppia di speroni B. Molto materiale (non circoscritto) presso altre tombe: 1 spada F spezzata, sette cu-spidi di lancia F, 1 arpione F, 3 pezzi cintura in B, 1 pezzo cintura a duplice cerniera per ornamenti pendenti, 1 corda filo B, due fibbie, due ganci, 4 bottoni B; scortecci 2004, pp. 471-2.

Città di Castello, località Canoscio – PG (TES)campo adiacente al cimitero, scavi casuali 1935: tesoro di 27 pezzi d’argento (8 piat-ti, 1 catino, 4 coppe, 12 cucchiai, 2 colini): stessa bottega e stessa data; occultamento VII secolo; volbacH 1965; Longobardi 1990, p. 232; Goti 1994, p. 213; scortecci 2004, p. 472; aimone 2015a; aimone 2015.

Gualdo Tadino, località Cartiere – PG (S)1990: scavi organizzati. Necropoli. VII. Dalla tomba 2: coppia spilli crinali B e 8

278 CAPITOLO III

anellini B sul capo, orecchini bronzei; Dalla tomba 7: coppia orecchini B e armilla B. Dalla tomba 9: coppia orecchini B, armilla B, anello B. Dalla tomba 11: 2 fib-biette B, verso le gambe coltello F, dataz. VII dC; bonomi Ponzi 1996, pp. 178-81; scortecci 2004, pp. 477-8.

Gualdo Tadino, località San Facondino, Campo della Croce – PGda necropoli datata al VII dC, dalla T23: un orecchino a cerchio in B; scortecci 2004, pp. 476-7.

Nocera Umbra, località Pettinara, Casale Lozzi – PG (N)necropoli indagata dal 1975 databile al VI-VII dC; T5: 1 ago B; T8: coltello F; T9: 1 fibbia F, 1 coltello F; T10: 1 coltello F; T11: 1 placca scudiforme (?); T12: 3 puntali cintura F, 1 fibbietta F, 1 anello fibbia F, 1 fibbia F, 2 placche cintura F; 1 coltello F; frammenti F. T20: 1 fibula B; Tomba 21: 1 fibula ad anello B; T26: coltello F; T28: 1 coltello F, 1 fibbia F, 1 fibbietta B, 2 borchiette B; Tomba 30: frammento coltello F. T34: fibula a croce B, 2 orecchini B; T35: 1 coltello F, 1 utensile F; T36: 1 fibbia F; T40: 1 armilla B. T41: 1 fibbietta B, 1 frammento di fusione (?); von hessen 1976; von Hessen 1978; Melucco vaccaro 1982, pp. 105-6; la rocca 1989, p. 85; bonomi Ponzi-von Hessen 1996.

Nocera Umbra, località Piano di Colle – PG (S)senza specifiche, VI-VII dC: due fibbie B, 1 fibbia di cintura, 1 fibula ad anello, 1 anello di fibbia. bonomi Ponzi 1996, p. 185; scortecci 2004, p. 484.

Nocera Umbra, Piazza Medaglie d’Oro – PG (N)necropoli scavata 1953: 1 fibbia di cintura B; 1 elemento decorativo di fodero di scramasax; 1 Scramasax in F; 1 coltello F; 17 punte di freccia in F; 1 ago crinale; Melucco vaccaro 1982, p. 105; ProFumo 1996.

Nocera Umbra, loc. “il Portone” – PG (N)rinvenimento casuale di necropoli di 165 tombe, alcune con ricchi corredi, scavata a fine XIX secolo; T1: anello di impugnatura di spatha AV, 3 frammenti dello scudo B dorato, punta lancia F, 7 guarnizioni cintura AV, 1 fibbia cintura F, 2 anelli B, 1 cro-cetta AV, sedia pieghevole F, 1 frammento B; T2: 2 fibule AR, 1 crocetta AV, 1 ele-mento abbigliamento AV; T3: 1 fibula AR dorato, 1 crocetta AV, 1 fibula B, 2 fascette da polso in lamina AV, fili di broccato AV; T4: 2 fibule AR dorato, 2 fibbie in lamina AR, 2 frammenti B, 1 moneta AE illeggibile, 1 armilla AR; T5: 1 spatha F, 1 elemen-to B dell’impugnatura B, 3 elementi dello scudo F, impugnatura scudo F, 1 punta di lancia F, 3 briglie F, elementi AV del coprisella, 1 crocetta AV, 1 guarnizione della spatha F, 1 spatha F, 3 frammenti del cinturone di sospensione della spatha F, 4 ele-

279CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

menti della cintura F, 2 fibbie cintura AR, 2 rivetti del fodero del coltello AR, 1 ele-mento di serratura del fodero del coltello AR, 2 lame di coltello F, 1 forbice F, 1 sedia pieghevole F, 1 recipiente B; T6: 1 spatha F, 2 punte di lancia F, maniglia dello scudo F, 2 frammenti dello scudo F, 3 elementi dell’elmo F, 1 sax F, impugnatura sax AR, 1 morso del cavallo F, 3 elementi cintura F, 1 sperone F, 8 elementi cintura AR, 3 fibbie cintura AR, 3 rivetti AR, 2 fibbie AR, parte di fibbia B, 1 coltello F, 1 anello B, 1 fibbia B, 1 frammento inclassificabile B, frammenti coltello F; T7: 1 spatha F, 2 punte lancia F, 1 fibula B, 4 fibbie cintura F, 4 placche cintura F, 1 anello di cintura F, 2 coltelli F, 4 frammenti F; T8: 1 spatha F, 1 punta di lancia, 1 frammento di catena F, otto lame F, 1 frammento rasoio F; T9: 1 spatha F, 1 frammento di scudo F, fram-mento di bilancia B, anello B, frammento di B a forma di becco (accessorio), 1 col-tello F; T10 (570ca): armilla B, ago crinale e spillone AR, cerchio B con 4 anelli, 1 fibula AR, 2 fibule a S in AR, coltello F; T11 (570 ca): coppia fibule AR dorato, fibbia cintura F con ardiglione B, spillone AR, coltello F, guarnizione fodero coltello AR, 2 chiodini AR, nella mano dx: moneta romana B che dovrebbe essere illeggibi-le, ma che invece è 1 quadrante di Claudio (42-4 dC, tipo RIC, I, p. 127, n. 88 e tav. 16, n. 88); T12: 1 fibula B, 3 spilli F; T13: 2 fibule AR dorato, 1 fibbia F, 2 spilloni (1 AR e 1 B), 3 anelli B, 2 chiodi F; T15: 1 spatha F; T16: 1 spatha F, 1 sax F, 1 frammento di catena F, 1 morso di cavallo F, 2 linguette di fibbia AR, 1 chiusura di fibbia AR, 7 fibbie AR, 2 spilloni AR, 1 fibula AR, 1 fibula B, 1 coltello F, 1 anello B, 1 gancetto AR; T17 (fine VI dC): coppia fibule AR, 1 fibula a disco AV, collana di filo B con pendenti di lamina AV, 1 fibbia B con ardiglione F, coltello F, guarnizione AR del fodero del coltello, groviglio di filo AV, crocetta AV, sedia pieghevole F, pa-della B, brocca B; T18: 1 ciondolo AR, 1 fibbia F, 12 frammenti di cintura AR, 1 sax F, 1 coltello F, 1 elemento del fodero del coltello AR; T19: bilancina B; T20: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 2 fibule AR, 1 linguetta centrale di fibbia AR, frammenti scudo F, 1 coltello F, 1 crocetta AV, 1 forbice F, 15 frammenti cintura F, 5 elementi F non definibili; T21: 2 fibule AR dorato, 1 armilla B, 1 fibbia F, 1 fibbia B, 3 anello B, 1 coltello F; T22: 1 fibula AR dorato, 1 fibula B, 26 lamelle AR, 1 coltello F, frammen-to AR del fodero; T23: 2 fibule AR dorato, 1 spillone B, 1 braccialetto B, 1 fibula B, 30 lamelle AR, 1 coltello F, spatha F, 3 fascette AR, 1 frammento AR del fodero del coltello, 1 moneta B illeggibile, 1 spillone B, 1 frammento coltello F; T24: 1 spillone B; T25: 1 spillone B, 1 armilla B; T26: 1 coltello F; T27: 1 spatha F, 1 scudo F, im-pugnatura scudo F, 1 punta di lancia F, 1 coltello F, 1 sperone F, 1 fibbia F, 1 crocetta AV, 1 bacino B, 1 fibula B, 1 linguetta fibbia B, elementi del fodero del coltello F ageminato, 3 striscette F; T29: 1 fibula (?), 1 spillone B, 1 fibula B, 5 lamelle AR, 1 coltello F, frammenti AR del fodero del coltello, 8 chiodi F, 1 punta di freccia F, 1 orecchino B; T30: frammenti scudo F, 1 punta lancia F, 7 lamelle F pertinenti allo scudo, 1 fibula B, 1 lampada B; T31: 1 spillone B, 1 fibula B, 1 anello B, 2 fibbie B, 1 anello digitale AR, 1 frammento AR, 1 frammento B, 1 coltello F, 5 frammenti del

280 CAPITOLO III

fodero F; T32: 1 anello del pomolo della spatha F, 1 frammento dello scudo (F), 1 punta di lancia F, 1 sperone F, 1 fibbia F, 1 frammento F, 2 elementi cintura AR do-rato, 1 elemento di cintura AR e B dorati, 1 crocetta AV, 1 paiolo B, 2 frammenti di fibbie F, 1 gancio F; T33: 1 spillone B, 1 fibula B, 1 anello B, 1 fibbia F, 1 anello B; T34: 1 fibbia F; T36: 1 spatha F, 3 frammenti scudo F, 1 punta lancia F, 1 astina F non definibile, 1 morso F, 1 fibbia F, 17 frammenti di cintura AR, 1 forbice F, 1 cro-cetta AV, 1 bacile B, 1 fibula AR, 2 frammenti di guarnizione AR, punta fodero col-tello B, anello F, 2 frammenti B del fodero del coltello, barretta B non definita; T37: 2 fibule AR dorato, 1 fibula B, 1 spillone B, filo di B; T38: 1 spatha F, 1 scudo F, 1 punta di lancia F, 1 morso di cavallo F, 1 fibula B, 4 frammenti cintura AR, 1 crocetta AV, 1 bacile B, 1 fibbia F, 1 frammento di spillo F, 2 frammenti di catena F; T39: 2 fibule B, 1 spillone B, 3 elementi di cintura AR, 2 elementi di cintura B, 1 armilla B, 1 coltello F, 1 anello F, 1 moneta AR (Tito e Julia), 2 monete B non specificate, 1 fibbia B, 2 frammenti catena F; T40: 1 frammento ferro corroso non identificabile; T41: 1 fibbia F, 1 armilla AR; T42: 1 umbone scudo F, 1 spatha F, 2 fibule AR, 10 elementi di cintura AR, 1 elemento cintura B, 2 spilli AR, 1 paiolo B, 1 fibula (?), 1 coltello (F); T43: 1 crocetta AV, 1 coltello (F); T44: 1 fibula B; T45: 1 fibula B; T46: 1 frammento di fibula B; T47: 1 spatha F, 1 umbone scudo F, frammenti scudo F, 1 coltello F; T48: 1 spatha F, 1 elemento cintura B dorato, 3 fibule B, 1 punta freccia F, 1 gancio B, 1 coltello F, 1 bacile B; T49: 1 spatha F, 1 umbone F, 1 punta di lancia F, 4 punte di freccia F, 1 morso di cavallo F, 2 chiusure F, 3 elementi F, 1 coltello F; T51: 1 spatha F, 1 umbone di scudo con frammenti F, 2 fibbie F, 2 linguette AR, 1 sax F, 1 coltello F; T52: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 1 umbone di scudo F, 2 fibbie F, 3 elementi di cintura B, 1 coltello F, 1 frammento F indefinibile; T53: 1 fibula B, 1 spillone B, 3 elementi di elmo (?) B; T54: 1 spillone B, 3 fibule B, 1 frammento catenina B, 1 anello B, 6 elementi di cintura AR; T56: 1 fibula B, 1 coltello F, 1 mo-neta AV (solido Giustiniano I, 555-65 dC); T58: 1 fibbia F, 1 punta freccia F, 1 col-tello F, 1 forbice F; T59: 1 crocetta AV, 1 coltello F, 1 fibula B; T60: gancetto a croce AV, 2 spilloni AR, 1 fibula B, 2 fascette AR, 1 linguetta di fibbia B, spada F, 1 sedile pieghevole F, 1 crocetta AV, 1 anello F, 1 frammento F irriconoscibile, 2 frammenti B irriconoscibili; T61: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 1 umbone di scudo F; T62: 1 fibula F, 1 spillone B; T63: 2 fibule B, 1 spillone B, 2 anelli B, 11 anellini (?); T64: 1 spillone AR, 1 fibula F, 1 fibula B, 11 anellini (?), 1 spatha F; T66: 1 spillone AR, 1 rivetto B, 1 orecchino B, 4 frammenti F, 4 anelli B, 1 fibbia B, 1 coltello F, 1 fram-mento B; T67: 1 spatha F, 1 impugnatura scudo F, 1 umbone scudo F, 1 punta di lancia F, 1 frammento di morso per cavallo F, 4 puntali cintura AR, 2 fibbie F, 2 fibbie B, 1 elemento di cintura F, 1 frammento F, 1 coltello F; T68: 2 fibule AR do-rato, 1 spillone B, 1 moneta tardoromana B, 1 fibbia F; T69: 2 fibbie F, 1 coltello F; T71: 1 spatha F, 1 impugnatura scudo F, 1 umbone scudo F, 1 morso cavallo F, 1 sperone F, 3 fibule F, 1 coltello F, 1 contenitore B; T72: 1 fibula F; T73: 1 coltello F,

281CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1 fibula B, 2 elementi di cintura B; T74: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 1 umbone F, 1 morso F, 2 fibbie F, 3 elementi di cintura B; T75: 1 fibula F, 1 coltello F; T76: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 1 umbone scudo F, 1 morso per cavallo F, 2 fibbie F, 3 elementi di cintura F, 2 fibbie B, 1 elemento di cintura B, 1 armilla B, 1 sperone F, 1 forbice F, 1 sax F, 1 fascetta B; T77: 1 testa di rivetto B; T78: 1 spillone B; T79: 1 spatha F, 1 umbone di scudo F e impugnatura F, 1 punta di lancia F, 3 pezzetti di catena F, 1 fibula B, 1 morso F, 1 cerhietto F, 1 anello F, 2 frammenti F, 1 fibbia F, 14 guarnizioni di cintura AR, 1 crocetta AV, 1 anello AV, 1 sedia pieghevole F, 1 fibula B, 2 fibbie F, 1 guarnizione F, 1 anello F, 1 passante cintura AR, frammento di lamel-la F; T80: 1 spillone B; T82: 1 fibbia F; T83: 1 fibbia AR, 2 fibbie B, 1 coltello F; T84: 1 punta di lancia F, 2 guarnizioni cintura F, 9 guarnizioni cintura AR, 15 plac-chette AR, 2 fibule AR, 2 elementi di cintura AR, 1 sax F, manico di padella B, 5 guarnizioni di cintura AR; T85: 1 spillone B, 1 coltello F, 1 fibula B, 2 fibbie F, 10 guarnizioni cintura AR, 1 spillone AR, 1 moneta AV (solido Giustino II, 565-78 dC), 1 frammento di F, 1 coltello F; T86: 1 spatha F, 1 punta lancia F, 1 frammento F dello scudo, umbone scudo F, 1 morso di cavallo F, 1 guarnizione F, 1 fibula F, 3 punte di freccia F, 1 spillone B, 1 fascetta AR, 1 padella B, 1 fibbia F, 1 elemento B non defi-nibile, 1 frammento F non definibile; T87: 2 fibule AR dorato, 1 fibula AR, 1 cilindro AR non identificabile, 1 spillone B, 1 fibula B, 1 fibbia B, 1 anello B, 1 fibbia F, 1 recipiente B, 1 moneta (1/8 siliqua AR, Giustino II, 568-75 dC); T88: 1 fibula B; T89: 6 punte di freccia F, 1 fibula B, 1 crocetta AV; T91: 2 fibule B; T92: 1 catenina B, 1 elemento F; T93: 1 coltello F, 1 fibula B; T94: 1 spillone B; T95 (600 ca. dC) collana con anche lamina AV, 1 croce greca in lamina AV, 1 moneta AE forata non identificabile, 1 spada elemento F; T96: 1 fibbia B, 1 spillone B, 1 frammento F; T97: 1 fibula B, 1 coltello F, 1 freccia F; T98: 1 spatha F, 1 umbone scudo F, 3 fram-menti F dello scudo, 1 impugnatura dello scudo F, 3 punte freccai F, 1 punta lancia F, 4 guarnizioni della spada F, 1 guarnizione cintura B, 1 fibbia F, 1 sperone F, 1 frammento in F non definibile; T99: 3 anelli B, 2 fibule B; Tomba 100 (600 ca): 1 spillone AR, dischetti di orecchini AV, 1 croce greca lamina AV, 1 armilla AR, 1 mo-neta AE frammentaria e forata non id., 1 fibbia B, 4 puntali del vestiario in AR, 2 fibbia AR fuso, 1 placchetta rettangolare B, anello AV, sedia pieghevole F, 1 coltello F; T101: 1 spillone B, 1 crocetta AV, 2 linguette-decorazioni AR; T102: 1 fibbia F; T104: 1 fibula AR, 1 spillone B, 1 coltello F; T105: 2 monete B forate illeggibili, 1 spillone B, 1 fibula B, 1 puntale cintura B; T106: 1 spatha F, 1 umbone scudo F, 1 punta di lancia F, 1 morso di cavallo F, 1 fibbia F, 3 elementi di cintura F, 1 crocetta AV, 1 controplacca di cintura F; T107: 1 spillone B, 2 fibule B, 1 catenella B, 1 col-tello F, 2 elementi di cintura B, 1 spatha F, 2 monete B non leggibili; T108: 1 crocetta AV, 1 fibbia F, 1 spillone B; T109: 1 fibula B, 1 coltello F; T110: 1 frammento di fibula F, 1 coltello F, 7 guarnizioni di cintura F; T111: 2 spathe F, 2 umboni scudo F, 2 impugnature scudo F, 2 punte di lancia F, 1 sperone F, 1 coltello F, 5 frammenti F

282 CAPITOLO III

forse guarnizioni, 1 guarnizione di cintura AR; T112: 1 disco B, 1 spillone B, 2 fram-menti di lamina B; Tomba 113 (inizio VII): 1 fibula a croce B, 1 spillone B, 1 capoc-chia di spillone, 1 armilla B, 1 placca B; T114: 1 fibula B, 1 fibula F, 2 coltelli F; T115: 1 spatha F, 1 umbone scudo F, 1 impugnatura scudo F, 1 morso di cavallo F, 1 sperone F, 1 punta di freccia F, 1 decorazione della spatha F, 1 decorazione della spatha B, 1 coltello F, 1 anello digitale B; T116: 1 spillo F, 1 fibula F; T117: 1 fibula B, 1 umbone scudo B, 1 spatha F, 1 coltello F; T118: 1 spillone AR, 2 orecchini AV, 1 fibula AR; Tomba 119 (600 ca): punta lancia F, 1 spatha F, anello F, sax corto in F, croce lamina AV, guarnizioni cintura AV, morso per cavallo F, fibbia F; T120: 1 ar-milla B; T121: 1 fibula F, 1 coltello F, 1 borchia B; T122: 1 umbone F, 3 frammenti di umbone F, 1 frammento di F pertinente allo scudo, 1 spatha F, 3 fibbie F, 2 elemen-ti della sptha in F, 1 sax F, 1 moneta (AE di Gordiano III, 225-44 dC), 3 elementi decorativi B; T123: 1 fibula B, 1 fibula F, 1 punta di freccia F, 1 coltello F; T124: 2 fibule F, 5 decorazioni F; T125: 1 spatha F, 1 impugnatura scudo F, 1 umbone scudo F, 1 sperone F, 2 decorazioni F, 1 fibula B, 1 fibula F, 5 decorazioni di cintura F, 1 paio di forbici F, 1 coltello F, 1 gancio B, 1 crocetta AV, 5 decorazioni F; T126: fram-menti F ageminato; T127: 1 spatha F, 1 decorazione della spatha B, 2 elementi dello scudo F, 1 punta di lancia F, 1 coltello F; T128: 4 frammenti di catenella B; T129: 1 fibula B; T130: 1 punta di lancia F, 6 punte di freccia F, T131: 1 spatha F, 1 fibbia F, 1 coltello F, 1 crocetta AV, 1 decorazione di cintura F; T132: 1 spatha F, 3 elementi dello scudo F, 1 punta di lancia F, 1 sax F, 1 coltello F, 1 recipiente B, 4 frammenti di F; T133: 1 fibula B; T134: 1 spatha F, 3 elementi dello scudo F, 1 sax F, 1 fibbia F, 1 borchia F, controplacca F, 12 guarnizioni del cinturone di sospensione della spada F, 1 forbice F, 2 frammenti F; T137: 1 spatha F, 1 sax F, 1 punta di lancia F, 4 elementi dello scudo F, 3 frammenti di 2 speroni F, 1 fibbia F, 1 fibula F, 8 guarnizioni F; T138: 1 fibula F; T139: 1 spatha F, 1 elemento dello scudo F, 1 punta di lancia F, 1 fibula F; T140: 2 spilloni (1 AR e 1 B), fibbia e controfibbia B, 3 anelli B, 1 anello (?), 1 frammento di catenina AR; T142: 1 fibula B; T143: 1 spatha F, 2 elementi dello scudo F, 1 fibbia F, 1 coltello F, 6 guarnizioni di cintura B e AR; T144: 1 spillone B, 1 anello della cintura B, 2 anelli B, 1 spatha F; T145: 1 spatha F, 1 paio di forbici, 1 umbone scudo F con impugnatura F, 1 punta di lancia F, 1 morso di cavallo F, 1 sax F, 1 fibula B, 5 elementi di cintura B, 1 fibula B, 1 crocetta AV, 1 anello AR, 1 bacile B, 1 fibula B, 1 fibula F, 1 anello B, 1 anello F, 2 punte di freccia F, 1 coltello F; T147: 1 fibula B, 5 punte di freccia F, 1 crocetta AV; T148: 1 spillone B, 1 fibula AR, 1 armilla B, 1 crocetta AV, 1 spatha F; T149: 1 coltello F, 1 punta lancia F, 1 punta freccia F, 1 crocetta AV, 1 fibula B, 1 frammento di decorazione B; T150: 1 fibula AR dorato, 1 fibula AV, 1 fibbia B, 1 catenella B, 4 anelli B, 1 coltello F, 1 spatha F; T154: frammento di fibula B, 3 punte di freccia F, 1 puntale di cintura B, 8 guarni-zioni cintura F, 1 coltello F; T155: 1 fibula F, 1 gancio F, 1 frammento B; T156: 1 spatha F, 1 punta di lancia F, 1 umbone di scudo F, 1 elemento dello scudo F, 1 fibula

283CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

B, 4 puntali cintura F, 1 coltello F; T157: 1 fibula B, 1 fibula AR dorato, 1 coltello F, 1 elemento del fodero del coltello AR, 1 spillone F; T158: 1 fibula AR dorato; T159: 1 fibula F, 1 coltello F; T160: 2 spilloni AR, 2 orecchini AV, 2 anelli AR, 2 monete B non specificate, 2 fibule B, 1 controplacca B, 2 elementi cintura B, 1 spatha F, 3 anelli B; T161b: 1 coltello F; Tomba 162 (610/20): 1 fibula AR, 1 coppia orecchini AV, 1 placchetta AR; T 163: 1 spatha F, 1 umbone scudo F, 1 elemento dello scudo F, 1 punta di lancia F, 1 fibbia F, 1 coltello F; T164: 2 orecchini AV; T165: 1 fibula B, 1 coltello, 2 elementi di cintura B; Pasqui-PariBeni 1918; Melucco vaccaro 1982, pp. 105-13; Longobardi 1990, passim; ruPP 1996, pp. 89-129; ruPP 2006.

Orvieto, Cannicella – TR (N)necropoli di 4 tombe: inizi VII. 2 aghi crinali B, sax, ribattini B del fodero del sax, rimasugli della cintura per appendere l’arma; frascarelli 1998; Giontella 1999; scortecci 2004, p. 488.

Orvieto, località Crocefisso del Tufo – TR (T)sepoltura scoperta 1879: corredo “di età barbarica”; satolli 1983, p. 82; scortecci 2004, p. 488.

Perugia, Corso Vannucci, palazzo Donini – PG (TES)in scavo casuale del 1717, tesoro datato alla II metà VI dC: contenitore bronzo con 140 solidi di Giustiniano e Giustino II, 1 fibbia AV, 1 catena-collana AV, 2 orec-chini AV, 2 anelli AV, 1 piatto AR; ciamPoltrini 1985; Giostra 2003, pp. 1496-8; scortecci 2004, pp. 484-5.

Perugia – PG (TES)1896: tesoretto di 418 monete bronzee gote dell’età di Teodorico, Atalarico, Vitige e monete vandale dell’età di Ilderico e Gelimero; BierBrauer 1975, p. 252; scortecci 2004, p. 485.

Scheggia, località San Paterniano – PG (T)scavi organizzati post 1975: necropoli, in tomba (n.23) 1 anello B con castone; bonomi Ponzi 1996, p. 177.

Sigillo, località Villa Scirca – PG (S)scavi organizzati 1986-90 in insediamento rustico tardoromano (in una fossa di ri-empimento parecchie monete di fine IV – V secolo): placca di fibbia B ageminata in AR, datata I metà VII dC; bonomi Ponzi 1996, p. 178; scortecci 2004, p. 475.

284 CAPITOLO III

Terni, località Madonna del Cuore – TR (T?)rinvenimento in tomba (longobarda?) di moneta AV bizantina (Leone I, 457-74); arslan Repertorio, n. 8370.

Umbertide, Monte Acuto – PG (S)“Numerose monete” e frammenti di ceramica del V-VI; scortecci 2004, p. 476.

Figura 9Regno Longobardo, Tremisse di Cuniperto (688-700 dC) con Vittoria stilizzata al rovescio ante riforma(Collezione CRUP, Cividale del Friuli, Foto da Aurei Longobardi, a c. di S. Vitri, L. Passera, Trieste 2007)

Figura 10Regno Longobardo, Tremisse di Cuniperto (688-700 dC) con San Michele al rovescio post riforma (Collezione CRUP, Cividale del Friuli, Foto da Aurei Longobardi, a c. di S. Vitri, L. Passera, Trieste 2007)

Figura 11Regno Longobardo, frazione argentea (convenzionalmente detta «siliqua») attribuita a Pertarito (672-88) comparsa in Internet

285CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

III.20. VALLE D’AOSTA

Aosta, fuori Porta Decumana – (N)rinvenimenti sporadici sin dal 1857; scavi 1974-8 in necropoli datata dal I al VII-VIII dC; sporadiche 1 “maiorina” di Treviri di Teodosio 383 dC, 66 monete in strato: 20 di III , 28 di IV dC (12 della I metà, 8 della metà, 18 di fine secolo), 3 apparten-gono al IV-V dC e 4 al V dC e 1 al VI secolo; T274: 1 AE4 dei Costantini (337-50 dC); T302: 1 fibula a croce B di VI secolo con guarnizione PB; in strato 1 sceat di Eadberth di Northumberland – South Wessex (737-58 dC) in contesto con una fibbia zoomorfa AR databile al VI-VII dC e 2 pendaglietti (1 B, 1 AR); mollo meZZena 1982, passim; neGro PonZi mancini 1983, p. 90; orlandoni 1988, pp. 433-48; uBoldi 1995, I.3; arslan-morrisson 2002, p. 1275, nota 62.

Figura 12Ducato di Benevento, Tremisse a nome di Grimoaldo III e Carlo Re dei Franchi (788-792 dC)(Collezione CRUP, Cividale del Friuli, Foto da Aurei Longobardi, a c. di S. Vitri, L. Passera, Trieste 2007)

Figura 13Ducato di Benevento, Solido di Sicone (817-832 dC)(Collezione CRUP, Cividale del Friuli, Foto da Aurei Longobardi, a c. di S. Vitri, L. Passera, Trieste 2007)

Figura 14Asse di Domiziano che porta graffiato il valore XLII(Foto da M. Asolati, Praestantia Nummorum. Temi e note di numismatica tardo antica e alto medievale, Padova 2012)

286 CAPITOLO III

III.21. VENETO

Agordo, fraz. Calzon, propr. Chierzi – BL (N)1955: 2 tombe di VI-VII dC da cui 4 fibule B, 2 armille B; tamis 1960, pp. 121-2; brozzi 1976, p. 508; brozzi 1986, p. 309, n. 4.

Agordo, fraz. Parech, loc. Cesaruza – BL (N) – rinvenimento casuale in lavori edilizi nel 1928 di 8 tombe VI-VII dC da cui anelli

(?), orecchini (?)– rinvenimento casuale 1965 di 1 tomba del VI-VII d.C: da cui un orecchino B;

tamis 1968, pp. 1-3; BroZZi 1986, p. 309, n. 5.

Angarano – VI (S)punta di lancia in F databile al VII dC; cini-ricci 1979, p. 33; brozzi 1986, p. 315, n. 1; verGer 1993, p. 426, n. 8.

Arsié, loc. Il moro – BL (N)data imprecisata, necropoli di circa 10 sepolture datate al VI-VII dC si recupera solo un orecchino B; brozzi 1986, p. 312, n. 16.

Arzignano, loc. Altura – VI (N)in lavori estrattivi nel 1966, necropoli longobarda di VII dC composta di circa 20 tombe. Recuperate 4 monete romane forate, 2 scramasax F, puntale spada B, 2 fibbie B, 1 controplacca B, 6 elementi cintura B, 1 fibbia scarpe B, 1 asticella B, 7 coltelli (F); verGer 1993, p. 430, n. 17.

Asolo, Rocca – TV (N)anni 1950: rinvenimento di tombe a inumazione con corredi dispersi, si conserva forse un’armilla B; rosada-riGoni 1988, p. 306 e nota 107; la rocca 1989, p. 121.

Bardolino, loc. Casetta la Rocca – VR (T)ritrovamento casuale 1925: tomba di VII dC. Corredo: croce lamina AV, 18 grammi AV resti del tessuto, 2 speroni F ageminati d’AR e ottone, fibbia cintura F, umbone scudo (F), impugnatura scudo (F), coltellino (F), punta di lama di cesoia (F), punta lancia (F), scramasax (F), spada (F), controplacca cintura F ageminato, acciarino (F), punta lancia (F); fuchs 1938, p. 68; brozzi 1986, p. 317; la rocca-modonesi 1989, pp. 73-5; la rocca 1989, pp. 55-3 e 133; verGer 1993, p. 433, n. 27.

287CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Bassano del Grappa, loc. Lazzaretto, presso la Chiesa – VI (N)1898 rinvenimento occasionale di 2 tombe databili al VII dC da cui 2 umboni scudo F (1 con borchie dorate), due punte lancia F, spatha (F), coltello (F); BroZZi 1986, p. 315, n. 3.

Bassano del Grappa, orto casa Chini – VI (S/M)rinvenimento casuale di un follis di Eraclio (610-41 dC); Gorini 1989, nota 101; VerGer 1993, pp. 426-7, n. 9b.

Bassano del Grappa, territorio – VI (S)placchetta B di cintura databile al VII secolo dC; cini-ricci 1979, p. 35; verGer 1993, pp. 426-7, n. 9b.

Belluno – BL (S?)– senza ulteriori notizie: crocetta AV di prima metà VII dC; fuchs 1938, p. 70,

n. 28; alPaGo novello 1977, pp. 170-1; BroZZi 1982a, p. 91; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: crocetta AV di prima metà VII dC; fuchs 1938, p. 70, n. 27; BroZZi 1982a, p. 91; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: crocetta AV di fine VI dC; fuchs 1938, p. 70, n. 29; BroZZi 1982a, p. 91; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: fibula (AV) di fine VI dC; Werner-fuchs 1950, p. 34; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: anello AV di fine VI – inizi VII dC; alPaGo novello 1977, p. 170; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: ago crinale AV di fine VI – inizi VII dC; alPaGo novello 1977, p. 170; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

– senza ulteriori notizie: 4 elementi di collana in AV; alPaGo novello 1977, p. 171; BroZZi 1986, p. 311, n. 13.

Belluno, zona dell’Agordino – BL (N)probabilmente da necropoli, ma senza precisazioni: 3 fibule B, 1 armilla B, 1 anel-lo B, 1 cerchietto B, 2 orecchini B, pugnale F; VI-VII dC; Tamis 1960, pp. 127-8; brozzi 1976, pp. 508, 511.

Bovolone, via Silone – VR (N)scavi 1992 in necropoli altomedievale di 8 sepolture: 1 spillone F, 1 orecchino B, databile alla prima metà del VII secolo; salZani-riedel 1993.

288 CAPITOLO III

Breda di Piave, località Campagne – TV (N)in scavi 1993-7 necropoli di VII dC; T10: 1 fibbia B; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 76-81.

Breda di Piave, località Pero, Chiesa di San Giovanni – TV (S)singolo rinvenimento di moneta bizantina da 40 nummi di Maurizio Tiberio (589-90 dC); Il tempo dei Longobardi 1999, p. 141; RMRVe, II/2, 4/3/1.

Brentino – VR (S)in villa rustica trovata in scavi edilizi 1968-71: fibula B di VI secolo dC; hudson 1984, p. 39; la rocca-modonesi 1989, p. 72.

Breonio – VR (T)sepoltura isolata databile al VII dC da cui un orecchino B; la rocca-modonesi 1989, pp. 87-8.

Castelcucco, area Municipio – TV (N)rinvenimento 1874 di due sepolture datate al VI-VII da cui 1 fibbia B, 1 fibbietta B, 1 elemento applique B, 1 orecchino B; comacchio 1971, IV, p. 27; BroZZi 1986, p. 315, n. 1; rosada-riGoni 1988, p. 306, nota 108; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 116-20.

Castelgomberto – VI (N)in scavi edilizi 1986: necropoli di VII dC; recuperati 3 scarmasax (F), 1 fibbia scar-pe (?), 2 fibbie cintura B, 1 ago crinale F, 1 disco metallico con due fori (moneta?); verGer 1993, pp. 428-9, n. 14.

Castelnuovo del Garda, loc. Cappellina – VR (N)ritrovamento occasionale di necropoli in lavori agricoli 1970s: punta di lancia (F), spada (F) databili al VII dC; la rocca-modonesi 1989, p. 80; verGer 1993, p. 438, n. 36.

Cellore d’Illasi, Chiesa – VR (N)in scavi 1879, necropoli di VII con corredi mescolati: armilla B, 2 cerchi F, 6 monete romane forate che costituivano probabilmente una collana (1 B Domiziano, 81-96 dC; 1 B di I secolo; 1 B di II secolo; 1 B di III dC; 2 B non precisate e non leggibi-li), 2 umboni scudo, 1 umbone scudo da parata F e B, 2 perni di scudi da parata B, impugnatura scudo F, 2 spade F con bottone B in cima, 1 scramasax (F), 1 sax (F), 2 coltelli F, 1 punta lancia (F), 1 forbice (F), fibbia B, fibbia F, 2 croci lamina AV; altre 2 monete B romane bucate; ÅBerG 1923, p. 156; fuchs 1938, p. 70; von hessen

289CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1968, pp. 27-8. 62; BroZZi 1986, p. 319; la rocca 1989, p. 91; la rocca-modonesi 1989, pp. 96-9; Longobardi 1990, p. 192, n. IV; RMRVe, III/3, 17/4; verGer 1993, pp. 434-5, n. 31.

Cerna, loc. Monte Tesoro – VR (S)senza contesto: punta di lancia a foglia di salice datata al VII dC; von Hessen 1968, p. 32; la rocca 1984, p. 31; BroZZi 1986, p. 321; la rocca-modonesi 1989, pp. 86-7.

Cesiomaggiore, fraz. Pez, loc. “La Cesura del Cristo” – BL (N)tra il 1926 e il 1927: sepolcreto di circa 50 tombe da cui coltelli, spade, braccialetti ed altro; da una tomba un umbone di scudo da parata con sulla calotta una decora-zione in B dorato a forma di stella a 6 punte al centro da cui si dipartivano 4 grifoni; datazione al VII, materiali dispersi; calvi 1979, nota 9; BroZZi 1982a, pp. 90-1; brozzi 1986, p. 312, n. 16; verGer 1993, p. 425, n. 4.

Chiarano, località Prepier – TV (S)senza indicazioni: fibula B di IV-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, p. 95.

Cittanova, fondo Sammartini – VE (N)rinvenimento casuale nell’aprile 1913 di necropoli, da cui moneta AV bizantina: so-lido Leone III e Costantino V (731-2 dC); Gorini 1989, nota 177; lusuardi siena 1989, p. 256; verGer 1993, p. 432, n. 22.

Cologna Veneta, loc. Baldaria – VR (N)rinvenimento casuale 1896, materiale VI-VII: 3 armille B, 1 placca cintura (B), pun-tale cintura (AR), fibula B dorato, fibbia B; la rocca-modonesi 1989, pp. 112-3; la rocca 1989, pp. 92 e 114-5.

Colognola ai Colli, loc. San Zeno – VR (T)da sepoltura (isolata ?) acquisizione nel 1875: scramasax (F); la rocca-modonesi 1989, p. 94; verGer 1993, p. 438, n. 37.

Concordia Sagittaria – VE (S)rinvenimento senza precisazioni di fibula B di VII dC, la rocca 1984, p. 97.

Cordignano, Bg. Sant’Agata – TV (S)rinvenimento occasionale di braccialetto B databile al VI-VII dC; moret 1982, p. 168; brozzi 1986, p. 314, n. 24.

290 CAPITOLO III

Dolcè/Domegliara, territorio – VR (S)rinvenimento occasionale probabilmente tra XIX e XX secolo, di una fibbia B datata al VII dC; la rocca-modonesi 1989, p. 87.

Dueville, loc. Contrada Belvedere – VI (N)1911: necropoli longobarda da cui 12 coltelli F, 4 spathe F, 8 scramasax F, 2 cuspidi lancia F, 1 umbone scudo F, 6 elementi cintura B, 4 armille B, 2 fibbie B, crocetta AV, anello AV; baTTaglia 1916; cini-ricci 1979, p. 34; BroZZi 1986, p. 316, n. 3; la rocca-modonesi 1989, p. 169; verGer 1993, p. 428, n. 13.

Este, loc. Carceri (S)1950: rinvenimento sporadico di tremisse di Giustino II (565-78 dC); Gorini 1989, pp. 178-9 e nota 194; verGer 1993, p. 444, n. 53.

Este, propr. Nazari – PD (S)rinvenimento senza specifiche di fibula B databile al VII dC; la rocca 1984, p. 96.

Este, Villa Albrizzi – PD (T)rinvenimento 1928 da tomba di V-VI dC: 2 orecchini AV; BierBrauer 1975, p. 282; la rocca 1984, p. 95.

Farra di Soligo, Via Monchera Alta – TV (N)1974: rinvenimenti di tombe altomedievali ad inumazione: umbone scudo con bor-chie dorate, due punte lancia a foglia d’alloro, due spade e frammenti di una terza; datato ai primi VII secolo dC; malaGola 1977; BroZZi 1982a, p. 90; moret 1982, p. 176; BroZZi 1986, p. 314, n. 23; rosada-riGoni 1988, p. 307.

Farra di Soligo, via San Francesco – TV (N)– post 1918: due sepolture di VII dC da cui 2 spade F e una punta lancia F; moret

1982, pp. 177-80; brozzi 1986, p. 314; la rocca-modonesi 1989, p. 170; verGer 1993, p. 431, n. 20.

– 1974 circa: sei frammenti spade (F), parte di umbone di scudo da parata (F/B), frammenti informi di F; moret 1982, pp. 177-80; brozzi 1986, p. 314; verGer 1993, p. 431, n. 20.

Feltre, fraz. La Valle, loc. Sass de Calòn – BL (T)tomba ritrovata occasionalmente nel 1940-1 e datata al VI-VII dC da cui 4 fibule B, 1 braccialetto (B), un anello (B) ; aBerG 1923, p. 70; tamis 1960, pp. 125-6; BroZZi 1976, pp. 508-9; brozzi 1986, p. 310, n. 9.

291CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Feltre, fraz. La Valle, loc. Pian del Col – BL (T)rinvenimento anni 1940 di tomba altomedievale da cui 1 arma (F); tamis 1960, p. 126.

Feltre, p.zza Maggiore – BL (T)18 maggio 1910: tomba longobarda da cui crocetta AV; verGer 1993, p. 425, n. 5.

Feltre, loc. Porcen – BL (N)senza ulteriori specificazioni: rinvenimento a metà XX secolo di necropoli su un colle, da cui armi, coltelli, braccialetti; BroZZi 1982a, p. 90; BroZZi 1986, pp. 312-3, n. 17.

Follina, loc. Monte Castellazzo – TV (S?)da ricognizioni anni 1980 circa, materiali di VI-VII dC: 1 punta lancia F, 1 fibbia F, un frammento scaramasax (F) e 3 punte freccia (F); verGer 1993, p. 431, n. 18; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 110-1.

Fontanelle – TV (S)senza indicazioni: armilla B di VI-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 95-6.

Fonzaso, castello di Arten – BL (TES)indagini nel 1875: tesoretto di VI secolo disperso (occultamento 570 ca.), si conser-vano solo 2 piatti AR, anche 1 coppa AR; notizia di monili AV; rinvenuti anche 1 lama B, monete imperiali romane (?), 1 statuetta B, 1 fibula AR; calvi 1979, passim, nota 5.

Fumane, loc. Molina – VR (S)rinvenimento occasionale in scavi preistorici ante 1984, di un’armilla B datata al VII dC; la rocca 1984, p. 23, la rocca-modonesi 1989, p. 86.

Gaiba, loc. Chiunsano – RO (N)scavi 1992, 2 tombe gote di V-VI dC; T4: ago crinale AR con testa dorata, 1 armilla AR, 2 fibule AR dorato (la II ritrovata successivamente), 1 anello AR dorato, 1 fibbia cintura AR dorato, 2 anelli B; T5: 1 fibbia cintura AR; tchaPrassian 1992; BüsinG et al. 1993; Goti 1994, pp. 187-8.

Garda, pendici della Rocca (S)da raccolta di superficie 1984: puntale cintura F con ageminatura AR datato al VII dC; la rocca 1984, pp. 29 e 53; la rocca-modonesi 1989, p. 72; verGer 1993, pp. 432-3, n. 25.

292 CAPITOLO III

Garda, Rocca (T)in indagini archeologiche anni 2000, tomba gota da cui fibula (AR); BroGiolo-malaGuti-mancassola-riaveZ-scarin 2003, p. 203.

Gargagnago, via Ronco – VR (N)scavo organizzato anni 80 del XX secolo in sito protostorico e abitato anche in età altomedievale. Dalle sepolture: 3 coltelli F, 1 fibbia cintura F, 2 puntali cintura F; databile al VII-VIII dC; la rocca 1984, pp. 28-9; salZani 1983-1984; la rocca 1984-1985; la rocca-modonesi 1989, pp. 88-9; verGer 1993, pp. 433-4, n. 28.

Gazzo Veronese – VR (S)rinvenimento occasionale in anni ’30-’40 del XX secolo: orecchino B di VII dC; la rocca-modonesi 1989, p. 115; la rocca 1989, p. 129.

Gosaldo, loc. Al Don – BL (N)– nel 1910 circa tombe da cui “suppellettile bronzea”; tamis 1960, p. 124; BroZZi

1986, pp. 310-1, n. 11.– nel 1960 tomba di VI-VII dC da cui un orecchino B; tamis 1960, pp. 124-5;

BroZZi 1986, pp. 310-1, n. 11.

Isola di Mazzorbo, area della pieve di S. Michele Arcangelo – VE (S)sondaggio 1998: negli strati di VI secolo 1 orecchino B, 1 fibbia cintura (?); Bortoletto 1999.

Isola Rizza – VR (TES)in lavori agricoli 1872/3, 13 oggetti di VII secolo, ne rimangono 11: 1 bacile AR, 1 piatto AR, 3 borchie cintura AV, 2 fibule disco AV, 1 fibbia cintura AV, 6 cucchiai AR; von hessen 1968, pp. 43-53; melucco vaccaro 1982, pp. 90-1; Brozzi 1986, pp. 320-1; la rocca-modonesi 1989, pp. 111-2; Bolla 1999; Longobardi 1990, pp. 231-2, n. V.15.

Lamon, loc. Castel Tesino – BL (TES?)in incavo di roccia rinvenimento casuale nel 1836 di 1 calice AR datato al VI; Tesori 2004, p. 182.

Lazise, territorio – VR (N?)da collezione privata donata al Museo Civico di Rovereto, probabili corredi da necropoli: 2 anelli fibbia cintura B, 5 fibbie B, 3 puntali cintura B, 4 umboni

293CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

di scudo (F) 1 con ribattini B, ciotola B, 5 spade (F), scure (F); verGer 1993, p. 434, n. 30.

Legnago – VR (S)1931, rinvenimento di armi (F) tra cui uno scramasax di VII dC; verGer 1993, p. 442, n. 46.

Legnago, loc. Minerbe, fondo Stopazzola – VR (N)1874-80: necropoli di tombe del VII secolo. Da cui un anello B; 3 orecchini B; anello B; frammento di decorazione di cintura B; due monete B forate (1 asse di Galba e 1 di IV dC); 2 braccialetti B; un bracciale F; 3 frammenti di coltelli F; la rocca-modonesi 1989, pp. 114-5; verGer 1993, p. 441, n. 45.

Legnago, loc. Minerbe, fondo Weit-Weiss – VR (N)1881: necropoli di 12 scheletri con oggetti in B e F, recuperati solo 2 orecchini B di VI-VIII dC; verGer 1993, p. 442, n. 45.

Legnago, loc. Minerbe, podere Bellinato – VR (S)1880 circa: orecchino (B) di VI-VIII dC; verGer 1993, p. 442, n. 45; riemer 2000, p. 324.

Legnago, loc. Vigo – VR (N)rinvenimento in lavori in 1960s: necropoli di VII dC da cui 1 armilla (B) e 2 orecchi-ni (B); la rocca-modonesi 1989, p. 115; verGer 1993, pp. 442-3, n. 48.

Legnago, loc. Vigo, loc. Cesaro – VR (T)rinvenimento superficie 1951: VI-VII dC orecchino B; la rocca-modonesi 1989, p. 116.

Magrè, castello – BZ (T)senza ulteriori informazioni: morso di cavallo scoperto in Tomba di VI-VII dC; for-se insieme anche due placche fibbia B; la rocca-modonesi 1989, p. 176; VerGer 1993, p. 427, n. 10.

Maserada sul Piave – TV (T)rinvenimento occasionale 1994-5 da tomba: 2 orecchini AR di VI-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 97-100.

Megliadino San Vitale, loc. Oppi – PD (N)da necropoli di VI-VIII, alcuni orecchini B; verGer 1993, p. 444, n. 52.

294 CAPITOLO III

Mel, loc. Castello di Castelvint – BL (TES/T)– 1937: patera ar di VI dC; 3 monete: 1 follis B (Giustiniano I, 545-6 dC), 2 B

Marco Aurelio.– 1937-1938, sotto il pavimento della chiesetta di San Lazzaro, tomba longobarda da-

tata VI-VII: resti broccato AV, 2 ribattini AV, 4 linguette cintura AR, placca cintura AR, passante B dorato, placca quadrata traforata B, fibbietta AR, placca quadrata AR, placca d’argento inerente al fodero del coltello, manico bacile copto B.

– 1942: singolo rinvenimento di 1 tremisse AV longobardo (a nome di Giustiniano I, c. 568-690 dC); da Borso 1952, p. 57; calvi 1979; von hessen 1985; BroZZi 1986, p. 313, n. 18; RMRVe, I/1, 11/1(3); verGer 1993, pp. 425-6, n. 6.

Mel, loc. Zumelle – BL (T)tomba ritrovata nel 1965 e datata al VI-VII da cui 1 orecchino B; BroZZi 1986, p. 313, n. 19.

Mestre, viale Garibaldi – VE (S)in scavi 1992-4, in fosse di scarico di muratura anche strumenti B; colautti-ravaGnan 1994.

Mincio (fiume), presso l’imboccatura (T)ritrovamento occasionale di sepoltura: spada (F), sax (F), di metà VII; von hessen 1968, p. 3; la rocca-modonesi 1989, p. 80; verGer 1993, p. 438, n. 35.

Moldoi, c/o Sospirolo – BL (N)nel 1955, nel fondo Zasso, necropoli. Solo una con corredo: 1 spada, 1 sax, 1 punta lancia a foglia di foglia d’ulivo, un coltello, frammenti umbone, borchie dorate dello stesso, dataz. VII dC; BroZZi 1978a, p. 15; BroZZi 1982a, p. 91; brozzi 1986, p. 311, n. 12; la rocca-modonesi 1989, p. 178; verGer 1993, p. 424, n. 2.

Monselice, loc. Rocca – PD (N)1989: 5 tombe di VII dC. T748: 1 umbone scudo F con immanicatura, 1 spatha F, elementi F e B del fodero, 1 coltello F, 1 fibbia B, 1 acciarino F, 1 puntale B, 1 scra-masax (F), 1 fibbia F; T749: 1 lancia F, 1 crocetta AV; T729: 1 scramasax F, 1 fibbia F ageminato, 2 coltelli F, 1 elemento decorativo B, 1 fibbia B, 4 elementi decorativi F ageminato, 1 puntale AR con monogramma, decorazione AR niellato; T711: de-corazioni cintura B; T741/751: 1 fibbia B, elementi cintura B dorato, 1 coltello F, elementi cintura F ageminato; verGer 1993, pp. 443-4, n. 50; de marchi-Possenti 1998; de marchi-Possenti 2017.

295CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Montagnana, loc. Luppia Alberi – PD (N)sepolture di VI-VIII dC da cui alcuni orecchini B; verGer 1993, p. 444, n. 51.

Montecchio Precalcino – VI (N)rinvenimento senza precisazioni di spada (F) longobarda; la rocca 1989, p. 121.

Mozzecane, loc. San Zenone in Mozzo – VR (T)ritrovata occasionalmente nel 1880 o 1881 e datata al VII dC tomba da cui 1 punta di freccia (F), 2 coltelli F, barra che è forse un’impugnatura di scudo (F); la rocca-modonesi 1989, pp. 105-6; verGer 1993, pp. 440-1, n. 1448.

Negrar, loc. ospedale del Sacro Cuore – VR (N)– ritrovamento occasionale in lavori edilizi 1950. T1: spada F, umbone scudo (F) da-

tabili al VI dC; ZorZi 1952; von Hessen 1968, pp. 33-4; la rocca 1984, pp. 24-5; brozzi 1986, p. 318; la rocca-modonesi 1989, p. 85; verGer 1993, p. 434, n. 29.

– ritrovamento occasionale in lavori edilizi 1952. T2: fibula B databile al VI-VII dC; von Hessen 1968, p. 34; la rocca 1984, p. 37; brozzi 1986, p. 318; la rocca-modonesi 1989, pp. 85-6.

Nogara, loc. Ponte della Vallona – VR (N)indagine 1988 circa in necropoli, T5: 2 orecchini B (VII dC); salZani 1988; la rocca-modonesi 1989, pp. 116; verGer 1993, p. 442, n. 47.

Oderzo, territorio – TV (M)1740: rinvenimento senza precisazioni di moneta AV longobarda; asolaTi 2006, p. 208.

Oderzo, territorio – TV (S)senza precisazioni: 1 fibula B databile al VI dC, 1 fibula B di V-VII dC; la rocca 1984, p. 96; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 123-4.

Oderzo, ex carceri – TV (N-S)in scavi 1992-5 necropoli databile tra VI e VII dC; T1: 1 coltello F; T2: 1 anello B, 2 armille B, 1 fermo di collana B; T15: dal riempimento 1 B Maurizio Tiberio (586-602 dC); T25: moneta B in prossimità della mano destra (AE4 del IV dC), altre 4 monete B nel terreno di riempimento (AE4 Valentiniano II-Teodosio-Arcadio, 383-7 dC; 3 monete B di IV-V dC); da altre zone ma senza contesto: 1 anello fibbia AR, 1 guarnizione cintura AR; Il tempo dei Longobardi 1999; pp. 72-4; calleGher 1999.

296 CAPITOLO III

Pacengo, loc. Staffaletto – VR (T)probabile ritrovamento nel 1864, tomba di VII: punta di lancia (F), scramasax (F), spada F con bottone terminante B, punta di lancia (F); von Hessen 1968, pp. 30-1; brozzi 1986, p. 318; la rocca-modonesi 1989, pp. 78-9; verGer 1993, p. 435, n. 33.

Pacengo, loc. Porta Pacengo – VR (S)ritrovamento occasionale: punta di lancia (F) di VII dC; von Hessen 1968, p. 31; la rocca 1984, p. 92; brozzi 1986, p. 318; la rocca-modonesi 1989, p. 79.

Padova, area caffè Pedrocchi – PD (S)1819 in lavori edili varie monete B corrose e un AV di Maurizio Tiberio (582-602 dC). Gorini 1989, p. 177 e nota 85 .

Padova, viale Codalunga – PD (TES)1975: ripostiglio con denari ungheresi e monete AR Ommayadi (644-750 dC); arslan Repertorio, n. 9210.

Pasa, fondo Zuppani – BL (N)fine 1800: da una delle tombe 5 elementi cintura B databili al VII dC; verGer 1993, p. 423, n. 3.

Povegliano, loc. Ciringhelli – TV (N)in lavori stradali 1965: vasta necropoli di circa 100 tombe di VII dC: spada F con de-corazioni B; cesoie F, sax F, spada F, umbone F, impugnatura scudo F; BroZZi 1986, p. 320; la rocca 1989, pp. 93 e 110; la rocca-modonesi 1989, pp. 107-8; verGer 1993, p. 440, n. 42.

Povegliano, loc. Marinare – TV (T)in scavi preistorici nel 1892 si rinviene una tomba di VII secolo: sax (F), punta lancia (F), linguetta cintura F; von Hessen 1968, pp. 31-2; BroZZi 1986, p. 319; la rocca-modonesi 1989, p. 110; la rocca 1989, pp. 110, 114; verGer 1993, p. 440, n. 43.

Povegliano, loc. Madonna dell’Uva Secca – TV (S)in scavi di necropoli celtica negli anni 80 del XIX secolo: 2 fibule B, due coltelli F; la rocca-modonesi 1989, pp. 110-1; la rocca 1989, p. 114.

Povegliano, loc. Ortaia – TV (N)rinvenimento di tombe di VII secolo in lavori agricoli 1985 e indagini archeologiche derivate nel 1986; T1 (VII): scramasax (F), 3 borchie B, coltello F, 21 guarnizioni

297CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

cintura F con placcatura (10 puntali, passante, fibbia, 9 placche), frammenti F rife-ribili alla cintura, gancio F, placchetta traforata a forma di 8 in B, fibbia cintura F, 2 speroni B, fibbia B degli speroni, 2 puntali B degli speroni, passante B speroni; T4 (VII): fibbia B guarnizione cintura, 1 controplacca B, 7 elementi di guarnizione della cintura B, sax (F), tre perni del fodero del sax in B, laminetta B forse perti-nente alla chiusura del fodero del sax, placchetta B, scure F; T7 (VII): catena F con elementi B (2 perle, 1 fermaglio) ed elementi F (1 pendaglio), 4 monete B forate di IV dC (1 Costantino, 1 Costanzo Gallo, 2 Magnenzio), coltello F, armilla B, armilla B dorata; T35 (fine VI): umbone e impugnatura scudo F, 2 fibbie cintura F, piccolo puntale F, sax (F), coltello F, fibbia F decorata AR/B, anello di sospensione F, accia-rino F, 3 punte freccia (F); salzani 1986; salzani 1987; la rocca-modonesi 1989, pp. 125-36; verGer 1993, pp. 439-40, n. 41; la rocca 2004.

Quinto di Valpantena, loc. Polesago – VR (N)due sepolture scavate nel 1889, VII dC: un’armilla B; la rocca-modonesi 1989, p. 89.

Raldon, loc. Campagnola – VR (N)rinvenimento 1754 di necropoli di età romana: fibula (B?) databile al VI dC, monete non specificate; la rocca-modonesi 1989, pp. 104-5; la rocca 1989, p. 125.

Recoaro terme. Loc. Campetto – VI (S?)senza ulteriori specifiche nel 1976: fibbia a placca F con placcatura B databile VII-VIII dC; cini-ricci 1979, p. 35; BroZZi 1986, pp. 315-6; la rocca-modonesi 1989, p. 176; verGer 1993, p. 427, n. 11.

Rivoli, loc. Rocca – VR (S)scavi stratigrafici 1963 e 1979-84 in insediamento con sepolture; 1 con corredo: 2 punte di freccia (F), fibula B, guarnizione cintura B, placchetta di cintura F, da-tazione probabile VI-VII dC; hudson 1984, pp. 40-1; la rocca-modonesi 1989, pp. 75-6; verGer 1993, p. 433, n. 26.

Romano d’Ezzelino – VI (S)ante 1895: punta di lancia F di VI-VII dC; cini-ricci 1979, p. 35; BroZZi 1986, p. 315, n. 2; rosada-riGoni 1988, p. 306, nota 108; la rocca-modonesi 1989, p. 170; verGer 1993, p. 426, n. 7.

Roncade – TV (S)senza indicazioni: 1 punta di lancia F di VI-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, p. 96.

298 CAPITOLO III

Sandrigo, loc. Ca’ Marzan – VI (N)1920-1, necropoli da cui armi in F e qualche oggetto B. Dagli scavi 1921: 1 cuspide lancia (F), guarnizioni cintura B, 4 coltelli F; dalla tomba più ricca alcuni oggetti B, 2 armille B, pugnale F, fibula a balestra F, 1 moneta antoniniano forato per collana; cini-ricci 1979, p. 34; la rocca 1984, p. 9; brozzi 1986, p. 316, n. 42; la rocca-modonesi 1989, pp. 169-70; verGer 1993, pp. 427-8, n. 12.

Sant’ Anna di Alfaedo – VR (S)– rinvenimento occasionale in scavi preistorici ante 1968: ascia (F) datata al VII

dC; von Hessen 1968, p. 33; la rocca 1984, p. 35; BroZZi 1986, p. 317; la rocca-modonesi 1989, p. 87; verGer 1993, p. 443, n. 56.

– rinvenimento sporadico: 1 moneta gota B (XX nummi, post 491dC); RMRVe, III/3, 33/8.

Sant’Elena d’Este – PD (T?)1960: scramasax di VII dC senza ulteriori specifiche; verGer 1993, p. 444, n. 54.

Sarmede, Borgo Palù – TV (T)rinvenimento nel 1959 di tomba altomedievale (autoctona?) datata al VI-VII dC ad inumazione: da cui 1 orecchino B, 6 braccialetti B, 1 anello e frammenti anelli B, moneta B illeggibile; BroZZi 1982a, p. 93; brozzi 1986, p. 314, n. 22; rosada-riGoni 1988, p. 306; malaGola 1991.

Soave – VR (T)da sepoltura acquisizione nel 1881: fibbia cintura di VII dC; la rocca-modonesi 1989, p. 94; VerGer 1993, p. 439, n. 38.

Sommacampagna, Custoza – VR (S/M)in scavi 1877: monete AV (solidi e tremissi di Anastasio I e Giustiniano); RMRVe, III/3, 35/1.

Sovizzo, loc. le Battaglie, presso chiesa San Daniele – VI (N)– fine 1800: necropoli di VI-VIII dC da cui 365 coltelli (F), 400 elementi cintura

F e B, 27 scramasax (F), 25 spathe (F), 16 umboni (F), 28 cuspidi lancia (F), 23 fibbie scarpe e borse (?), 16 armille (B), ? orecchini, elementi F e B di corazza, 1 bacile copto (B).

– 1984, scavi archeologici, necropoli di almeno 133 tombe. 31 senza corredo, dalle altre 21 coltelli F, 2 linguette cintura B, 5 fibbie B, 2 armille B, 1 orecchino B. Datazione VI-VII dC; cini-ricci 1979, pp. 15-27; la rocca 1984, p. 23; BroZZi

299CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

1986, pp. 316-7; riGoni-hudson-la rocca 1988; la rocca-modonesi 1989, p. 169; VerGer 1993, pp. 430-1, n. 16.

Taibon Agordino, chiesa parrocchiale – BL (N)negli anni 1939-40 in scavi edilizi occasionali per la canonica: necropoli VI-VII dC di 5 sepolture da cui 7 fibule B, 4 orecchini B, 3 armilla B; tamis 1960, pp. 129-34; brozzi 1976, p. 508; brozzi 1986, p. 308, n. 1.

Tarzo – TV (T)senza ulteriori indicazioni, rinvenimento casuale di armille B, 1 fibula zoomorfa B e di 1 orecchino (B); Werner 1962, I, p. 128; von Hessen 1968, p. 14; brozzi 1986, p. 313, n. 20; la rocca 1989, p. 121.

Torcello, area chiesa Santa Fosca – Palazzo del Consiglio – VE (S)scavi archeologici 1961-2: in strutture officina vetraria anche una borchia di cintura longobarda di VII dC; lecieJeWicZ-taBacZynsKa-taBacZynsKi 1977, pp. 77 e 192.

Tregnago, Costa delle Saline – VR (N)20 sepolture scavate negli anni ’80 del XVIII secolo, databili al VI-VII. T17: coltello F; T18: anello B e frammento di perline di pasta vitrea; T19: fibbia ad anello in B, coltello F, scodella fittile; la rocca-modonesi 1989, pp. 94-6; riemer 2000, p. 324.

Treviso, via dei Mille – TV (N)in scavi 1994-5 necropoli di VI-VII dC; T1: 1 fibbia di cintura F; T10: chiodo F; T25: 1 fibbia F; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 82-9.

Treviso, via Tommaso da Modena – TV (T)sepoltura databile al V-VI dC con sarcofago ritrovata casualmente nel 1950: brocca-to AV; crocetta AV; lusuardi siena et Al. 1989, alle pp. 279-80; riemer 2000, p. 327.

Treviso, territorio – TV (S)– senza ulteriori indicazioni: puntale di cintura longobarda di VII dC; ÅBerG 1923,

p. 108; BroZZi 1986, p. 315, n. 4; la rocca-modonesi 1989, p. 165; verGer 1993, p. 431, n. 21.

– senza precisazioni: 2 umboni di scudo F, 2 spathe F, 2 scramasax, 4 punte lancia F, 2 fibule B, 1 orecchino B; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 124-32.

Valdagno, loc. Campetto – VI (S)rinvenimento occasionale di fibbia F placcata in B databile al VII dC; cini-ricci 1979, p. 35; BroZZi 1986, pp. 315-6.

300 CAPITOLO III

Valeggio sul Mincio – VR (S)rinvenimento occasionale in lavori agricoli nel 1976: armilla B; la rocca 1984, p. 91; la rocca-modonesi 1989, p. 103.

Venezia, San Lorenzo – VE (TES)ripostiglio rinvenuto nel 1592 con 400 monete AV arabe; solo 2 dinar sono cono-sciuti: 1 ommayade (715-6 dC), 1 abbasside (760-1 dC); RMRVe VI/2, 9/31, pp. 1-3.

Venezia, San Pietro in Castello – VE (S)scavi archeologici 1988: tremisse AV Eraclio (610-41 dC); Gorini 1989, nota 178; tuZZato 1991; verGer 1993, p. 432, n. 24.

Venezia, Sant’Elena – VE (TES)ripostiglio solidi AV bizantini di IX secolo dC; arslan Repertorio, n. 9450.

Verona, Via Bernardo da Canal – VR (T)scavi 2004: tomba di VII dC; 2 speroni B, 2 fibbie B, 2 passanti B, 1 scramasax F, 1 spatha, puntale F, 2 elementi di rinforzo del fodero F, 10 elementi cintura di sospen-sione B, 10 elementi cintura sospensione F ageminato, 1 coltello F, 1 elemento F; Giostra 2008.

Verona, Via Duomo – VR (T)scavi 2004: tomba bambina US233B (VII dC); 1 armilla B, 1 chiodo F, 1 borchia B, 5 monete forate (1 antoniniano Probo, 276-82; 1 follis Costante, 337-41; 1 Costanzo II, 355-61; 1 decanummo ostrogoto, 493-554; 1 follis Giustiniano, 527-65); Giostra 2008; calomino 2008.

Verona, Palazzo di Teodorico – VR (T)apertura nel 572 dC del sacello di Alboino da cui si recuperò la spatha e «tutto ciò di cui era ornato il corpo»; HL, II, 28; verGer 1993, pp. 435-6, n. 34.

Verona, Palazzo Zenobi – VR (N)scavo 1990-3, nel 1992 tomba (n. 81) di guerriero di VII dC: 1 umbone scudo F con guarnizioni B, 1 spatha F con pomolo B dorato (con immagine testa), 1 coltello F, 1 lancia F, elementi cintura F con borchie AR; Longobardi 2007, p. 233.

Verona, territorio – VR (N)1822, scoperta di necropoli forse di età longobarda: coltelli F; anche monete B di I secolo; Buora 1981, p. 32.

301CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

Verona, presso l’Arena – VR (S)rinvenimento del 1897: 1 coltello F di età altomedievale; la rocca Hudson 1986, p. 43.

Verona, via Cairoli – VR (T)rinvenimento del 1982: moneta B di IV secolo dC in tomba databile al VII dC; la rocca Hudson 1986, p. 43.

Verona, cortile Tribunale – VR (T)scavo stratigrafico 1982: tomba altomedievale databile alla prima metà del VII dC da cui 1 armilla B; hudson-la rocca 1983, pp. 15-7; hudson 1985, p. 284; la rocca Hudson 1986, p. 43; la rocca-modonesi 1989, pp. 55-8; verGer 1993, p. 437, n. 34; reiner 2000, pp. 324-5.

Verona, canale che unisce l’Adige al Chievo – VR (S)ritrovamento occasionale 1884: crocetta AV di inizio VII dC; la rocca-modonesi 1989, p. 58.

Verona, palazzo Miniscalchi in Cortalta – VR (T)trovata agli inizi del 1906 una tomba altomedievale 600-25 dC: croce AV, 2 orecchini AV a cestello, anello digitale AV; von Hessen 1968, p. 21; melucco vaccaro 1982, p. 90; la rocca hudson 1986, p. 42; brozzi 1986, p. 318; la rocca 1989, p. 91; la rocca-modonesi 1989, pp. 53-4; verGer 1993, p. 437, n. 34; Possenti 1994, p. 76 riemer 2000, p. 325.

Verona, Basilica di Santa Maria, corte di Sant’Elena – VR (T)scavi 1965-9, 1 tomba altomedievale con due deposti. T1 (adulto): fine VI-VII se-colo, fibbia B, anello AV con monogramma/aquila; T2: fibbia B, fibbia F. Datazione fine VI-inizio VII secolo; fiorio tedone 1985, passim; la rocca Hudson 1986, p. 42; la rocca-modonesi 1989, pp. 54-5; riemer 2000, pp. 325-6.

Verona, piazza Vescovado – VR (S)scavi soprintendenza in abitato tardoromano: 1 orecchino AR databile VI-VII dC; Possenti 1994, pp. 80-1.

Verona, via Monte Suello n. 2 – VR (N)necropoli scoperta nel 1964: 3 tombe longobarde di VII secolo dC T1: bacile copto B, punta lancia F, placca AR. T2: cuspide lancia a foglia d’alloro F, croce AV, spada F, morso cavallo in F, umbone scudo F; T3: umbone scudo F, impugnatura scudo F, 4 crocette AV, spada (F), coltello (F), armilla B, scramasax (F), 3 borchie AR pertinenti alle briglie del cavallo, 6 puntali piccoli e 1 grande AV, 11 placche AV, fibbia AR do-

302 CAPITOLO III

rato, bacile B, 2 puntali AR, placchetta AR, 2 fibbiette B per le briglie; rinaldi 1964; corrain-Piccinino 1964-5; von Hessen 1968, pp. 22-7; melucco vaccaro 1982, p. 90; la rocca 1984, p. 23; BroZZi 1986, pp. 318-19; la rocca hudson 1987, p. 44; la rocca-modonesi 1989, pp. 59-71; VerGer 1993, p. 436, n. 34.

Verona, territorio: grandi valli – VR (S)rinvenimenti durante bonifica 1855-79, datate al VII. Punta lancia (F), coltello F; von Hessen 1968, p. 33; la rocca 1984, p. 92; BroZZi 1986, p. 321; la rocca-modonesi 1989, pp. 109-10.

Verona, territorio – VR (S)anni 30-40 del XX secolo, senza ulteriori specifiche: orecchino B di VII dC; La rocca-modonesi 1989, pp. 115, 171; verGer 1993, p. 438, n. 34.

Vicenza, Porta Castello – VI (T)nella II metà dell’800 rinvenimento di sepoltura databile fine VI, inizi VII dC da cui 2 armille B; cini-ricci 1979, p. 35; la rocca 1984, p. 2; BroZZi 1986, p. 317, n. 73; la rocca 1989, p. 92 e 108; riemer 2000, p. 327.

Vicenza, Monastero Benedettino, presso basilica SS. Felice e Fortunato – VI (S)1759 circa: crocetta aurea con al centro l’immagine di un tremisse di Eraclio, datata post 610-VIII dC; lusuardi siena 1989d, p. 204; verGer 1993, p. 429, n. 15.

Vicenza, città – VI (S)1850 circa, senza ulteriori specifiche: 1 crocetta aurea di VII-VIII dC; lusuardi siena 1989, p. 307, nota 283; verGer 1993, p. 429, n. 15.

Vicenza, dintorni della città – VI (S)1968 in lavori edili: spatha (F); amante simoni 1984, p. 954; La rocca-modonesi 1989, pp. 166; verGer 1993, p. 429, n. 15.

Villafontana, territorio – VR (N)in lavori agricoli nel 1888, datazione V-VI dC: fibula B, 2 fibule AR; ÅBerG 1923, p. 156; BroZZi 1986, p. 321; la rocca-modonesi 1989, pp. 103-4.

Villamarzana – RO (TES)11 gennaio 1935, ripostiglio di 7 monete di Maurizio Tiberio (582-602 dC); Gorini 1989, p. 176, nota 80; verGer 1993, p. 445, n. 55.

Vittorio Veneto, Bg. Salsa, fondo Benedetti presso chiesa S. Michele – TV (T)– 1842, sepoltura da cui 1 spatha (F) e 1 crocetta AV di VII-VIII dC; fuchs 1938,

303CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

p. 94; BroZZi 1982a, p. 90; moret 1982, p. 243; BroZZi 1986, p. 313, n. 21; la rocca-modonesi 1989, p. 170; verGer 1993, p. 431, n. 19; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 101-2.

– 1989 in lavori per restauro: tomba longobarda datata al VII dC da cui fibbia F; Il tempo dei Longobardi 1999, p. 52.

Vittorio Veneto, loc. San Floriano – TV (T)rinvenimento occasionale 1990 circa di fibula B di VI-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 108-9.

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, tra Borgo San Giovanni e Pieve di Bigonzo – TV (N)senza specifiche nel XIX secolo: spade, coltelli, fibbie ed altro; disperso; BroZZi 1982a, p. 90.

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Palasi – TV (T)rinvenimento occasionale 1997 di borchia di scudo B dorato di VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, p. 103.

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, San Rocco – TV (S)– scavi archeologici 2003-6; fine VI-inizi VII dC: 1 fibbia AR; II metà VI-inizi VII

dC: 1 fibbia B;– II metà V-inizi VI dC: 1 armilla F; I metà VII dC: 1 puntale cintura F con chiodo

B; Giostra 2014.

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, Terzo – TV (?)segnalazione di rinvenimento di fibula (B?) barbarica; von Hessen 1968, p. 34; BroZZi 1986, p. 313; rosada-riGoni 1988, p. 307.

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Col del Mort – TV (T)1978 rinvenimento occasionale di 1 fibula AV, 1 fibula AR dorato, 1 fibbia B; di VI-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 103-8.

Vittorio Veneto, Contrada Biorca e Bg. Superiore – TV (N)necropoli scoperta nel 1833, da cui monete romane forate; moret 1982, p. 115; BroZZi 1986, p. 314, n. 21.

Vittorio Veneto, tra Bg. San Girolamo e Pieve di Bigonzo – TV (N)nel secolo XIX: tombe da cui armi, coltelli, fibbie; BroZZi 1986, p. 314, n. 21.

304 CAPITOLO III

Vittorio Veneto, territorio – TV (S)senza precisazioni: 2 fibule B databili al V-VII dC; Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 132-4.

Voltago Agordino, propr. Comina – BL (N)1908 da tombe di VI-VII dC 1 fibbia F, 31 fibule B, 1 armilla B, 1 sperone F, 2 fibbie B, 1 anello AR, 3 crocette B, 19 orecchini B e 4 AR, 2 frammenti catenina AR; tamis 1961, p. 20; brozzi 1976, pp. 508-10; BroZZi 1982a, p. 92; BroZZi 1986, p. 309, n. 6; Longobardi 1990, pp. 449-54, nn. X. 132-46; malaGola 1991a.

Voltago Agordino, fraz. Contura – BL (N) – rinvenimento casuale in lavori edilizi nel 1870 di tombe VI-VII dC da cui fibule

B, orecchini B, braccialetti B; tamis 1961, p. 17; BroZZi 1986, p. 310, n. 7.– rinvenimento casuale nel 1920 di tombe VI-VII dC da cui fibule B, braccialetti B;

tamis 1961, p. 17; BroZZi 1986, p. 310, n .7.– 1920 circa rinvenimento di necropoli da cui armille (B), fibule (B) ed anche monete

romane, probabilmente 1 di Nerone, 1 di Marco Aurelio, 2 sicure: 1 B Vespasiano, 1 B Commodo; Tamis 1961, pp. 16-7; Possenti 1994, pp. 59-60, 68, 102-3.

Voltago Agordino, fraz. Contura, loc. Campagna del Capoluogo – BL (T) rinvenimento casuale nel 1953 di una tomba databile al VI-VII dC da cui 1 fibula B, 1 orecchino B, 9 armille B, 1 spillone (B); tamis 1961, p. 17-9; BroZZi 1986, p. 310, n. 7.

Voltago Agordino, fraz. Frassene, loc. Sass del Preve – BL (T)tomba ritrovata occasionalmente nel 1947 da cui 1 fibula B; tamis 1961, p. 20; brozzi 1986, p. 310, n. 10.

Zevio, loc. Giare – VR (T)in scavi preistorici ante 1928, tomba di VII secolo dC sperone F, umbone scudo (F) con perni decorativi in F, frammento impugnatura (F), cuspide lancia (F), scure (F); von Hessen 1968, p. 29; BroZZi 1986, p. 317; la rocca-modonesi 1989, pp. 106-7; verGer 1993, p. 439, n. 40.

Zevio, Santa Maria, loc. Pila – VR (N)due tombe ritrovate nel 1879, datate al VI-VII. T2: coltello (F), fermaglio B con 4 borchie B; 1 controplacca B, placchetta B con borchie B, linguetta B, 2 placchette B, 2 placche sospensorie di spada B, forse spada, forse 2 fibule; von Hessen 1968, pp. 29-30; BroZZi 1986, p. 320; la rocca-modonesi 1989, pp. 105-6; Longobardi 1990, p. 196, n. IV. 78; riemer 2000, p. 326.

305CATALOGO DEI RINVENIMENTI METALLICI IN ITALIA IN ETÀ LONGOBARDA

TABELLE DEI RINVENIMENTI

306 CAPITOLO III

III.1.ABRUZZO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aielli, loc. Sant’Agostino AQ 1936 VII-VIII N 21 B 3 F 1 B 23 B 1 B° 3 BAielli, loc. Monte Secine AQ VI-VII S? 1 BBarete, colle Casciano AQ 1892 VI ? 2 AR* 1 BBrittoli PE VI-VIII S 1 BCampli, loc. Colle Arnaro TE 1921 VI T? 1 AR* 1 B*Caporciano, loc. Cinturelli AQ 2009 V-VI N +1AV 1B 4B 2 BCastel del Monte, Piana San Marco AQ 2004 VI-XV? Tes 1 AV 6 ARCepagatti, loc. Cantò-Minguccietto PE 1973 VI-VII S 1 BChieti, territorio CH Tes +BChieti, territorio CH ante 1850 VII S? 2 BCittà Sant’Angelo, loc. Fagnano PE 1973 VI-VII S 1 F 2 FCivitella Casanova, loc. Monte Bertone PE 1990c. N +1 F +1Civitella del Tronto, Contrada Salino TE VI S 2?Civitella del Tronto, loc. San Lorenzo TE XVIII sec VI-VII N +1 AV 2 F +3 AV 1 B 1 AV +1 AVControguerra, loc. Belvedere TE VI S AR*Crecchio, loc. Vassarella/Casino Vezzani CH 1973-91 VI-VII Tes 1B 5 F 2B* - 1B 4 B 6 F 1 BCugnoli, loc. Arcitelli, case Mercurio PE 1994 S 1 B +1 FCugnoli, loc. Cesure PE M +1 BCupello, loc. Azienda D’Avalos CH T 1BFarindola, loc. Trosciano Inferiore PE 1937 VI-VIII S? 1 F 2 BForcella TE V-VI S 2 AVFossacesia, San Giovanni in Venere CH 1998-9 VI-VII T11 BGiuliano Teatino, c.da San Rocco CH 1936 VI-VII N 2BL’Aquila, territorio AQ 3 BL’Aquila (c/o Museo Civico) AQ dal 1951 VI-VII ? 5B 3 BL’Aquila, Civita di Bagno/Moriotola AQ VI-VII ? 1 FL’Aquila, Coppito AQ XX sec. VI-VII S B - B**L’Aquila, San Vittorino AQ V-VII ? 1 ARLoreto Aprutino, loc. Cappuccini PE ante 1994 VI N AR*Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, Chiesa di San Serotino PE 1995-7 VI-IX N F** 1B

307TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.1.ABRUZZO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aielli, loc. Sant’Agostino AQ 1936 VII-VIII N 21 B 3 F 1 B 23 B 1 B° 3 BAielli, loc. Monte Secine AQ VI-VII S? 1 BBarete, colle Casciano AQ 1892 VI ? 2 AR* 1 BBrittoli PE VI-VIII S 1 BCampli, loc. Colle Arnaro TE 1921 VI T? 1 AR* 1 B*Caporciano, loc. Cinturelli AQ 2009 V-VI N +1AV 1B 4B 2 BCastel del Monte, Piana San Marco AQ 2004 VI-XV? Tes 1 AV 6 ARCepagatti, loc. Cantò-Minguccietto PE 1973 VI-VII S 1 BChieti, territorio CH Tes +BChieti, territorio CH ante 1850 VII S? 2 BCittà Sant’Angelo, loc. Fagnano PE 1973 VI-VII S 1 F 2 FCivitella Casanova, loc. Monte Bertone PE 1990c. N +1 F +1Civitella del Tronto, Contrada Salino TE VI S 2?Civitella del Tronto, loc. San Lorenzo TE XVIII sec VI-VII N +1 AV 2 F +3 AV 1 B 1 AV +1 AVControguerra, loc. Belvedere TE VI S AR*Crecchio, loc. Vassarella/Casino Vezzani CH 1973-91 VI-VII Tes 1B 5 F 2B* - 1B 4 B 6 F 1 BCugnoli, loc. Arcitelli, case Mercurio PE 1994 S 1 B +1 FCugnoli, loc. Cesure PE M +1 BCupello, loc. Azienda D’Avalos CH T 1BFarindola, loc. Trosciano Inferiore PE 1937 VI-VIII S? 1 F 2 BForcella TE V-VI S 2 AVFossacesia, San Giovanni in Venere CH 1998-9 VI-VII T11 BGiuliano Teatino, c.da San Rocco CH 1936 VI-VII N 2BL’Aquila, territorio AQ 3 BL’Aquila (c/o Museo Civico) AQ dal 1951 VI-VII ? 5B 3 BL’Aquila, Civita di Bagno/Moriotola AQ VI-VII ? 1 FL’Aquila, Coppito AQ XX sec. VI-VII S B - B**L’Aquila, San Vittorino AQ V-VII ? 1 ARLoreto Aprutino, loc. Cappuccini PE ante 1994 VI N AR*Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, Chiesa di San Serotino PE 1995-7 VI-IX N F** 1B

308 CAPITOLO III

Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, collezione Casamarte PE 1800-1900 ? 4B 2AR*Loreto Aprutino, loc. Poggio Ragone PE VI-VII T 1?Martinsicuro TE 1991 VI N 2 BMassa d’Albe AQ 1971 VI-VII S BMontenerodomo (Iuvanum) CH 1990 VI-VII T AR 2B PBMosciano S. Angelo TE VII-IX T/M 2 ARNocciano, loc. Casali PE 1931 VI-VII T? 1 BNotaresco, Santa Lucia TE anni 1990 VI-VII N 2 AR 4 ARNotaresco, loc. Veniglia TE 1930 VI-VII? T B*Cocullo AQ VII M 1 AVOrtona, fraz. Bardella-Ripari CH 1847 1 BOrtona, fraz. Caldari Vecchio CH N 1 AR 1 BOrtona, Chiesa di S. Marco CH VI-VII S/T 2 B 1 AROrtona, San Stefano in Rivo Maris CH S 1 BOrtona, Santa Maria de Caldaria CH IX S +1 F Pb FOrtona, San Tommaso CH VI-VII S +1 1 B PbOrtona, loc. Terravecchia/Passeggiata CH 1880-1 N? +1? 1 B/FPenne, territorio PE S? 3 B 1 BPenne, loc. Collalto, Masseria De Sanctis PE 1990-6 T 1 BPenne, loc. Sant’Angelo, case Almonti PE 1960 S 3 BPescocostanzo, loc. Colle Riina AQ 1995-6 VI-VII N 5 B 6B 2AR 1 B 3 F 1 FPiancarani TE 1921 VI-VIII S 2 AR*Pineto, loc. Antiche Scerne TE XIX sec. N +1 B +1 ARPrata d’Ansidonia, teatro AQ 1980 VI-VII N 4 FPrata d’Ansidonia/Peltuinum AQ VI-VII T? +AV 1 AV 1 FPratola Peligna, loc. Taverna chitarra AQ 1895 V-VI N/T 2 B* 32 B 1 BRosciano, loc. San Lorenzo, loc. Il Bicchiere PE 1992 VI N/T 2 AR 1 BRoseto, loc. Montepagano TE 1896 VI Tes? F B* 2 B 7 B 3 B +4 BSalino, loc. Civitella del Tronto TE 1880 S 4 AR*San Benedetto dei Marsi AQ VII-VIII ? 1 BSan Buono, loc. Guardiola CH VI-VII S 1 BSan Egidio alla Vibrata, loc. Colle Chiovetti TE 1900-13 VI-VII N? 1 AV 1 F 1 AR 2 AV

San Vito Chietino, loc. Murata Bassa CH 1976 VIT1 +1 FT3 1 ? 1 ?

Serramonacesca, loc. San Gennaro CH 1976 VI-VII Tes 1 B 3 BSpoltore, fraz. Cavaticchi Superiore, loc. Podere Tatoni PE S 1 ?

Sulmona, Museo Civico AQ? 1 B

VI ? 1 ARTeramo TE VI S? 1 AR*Teramo, l.go Madonna delle Grazie TE VI-VII S? 1 BTocco Casauria, Santa Maria degli Angeli PE V Tes +3AVTorano Nuovo, loc. Torri TE 1907 N? +1FTorre de’ Passeri, c. da Grotte-Vicenne PE 1920 c. N 3 F 9 B 3 B 4 FTorricella Peligna, Piano di Santa Lucia CH 1922 V-VI Tes F B*Tortoreto? TE XIX sec.? V-VII S 1 BTortoreto, loc. Le Muracche TE 1988-91 V-VII S AR* BTossicia TE V-VI S 2 ARVillalfonsina, loc. Morandici CH 2000-1 N 2 B AR 2 B 1 B** 1 F +?Villamagna CH VI S? 2 B

309TABELLE DEI RINVENIMENTI

Loreto Aprutino, loc. Colle Fiorano, collezione Casamarte PE 1800-1900 ? 4B 2AR*Loreto Aprutino, loc. Poggio Ragone PE VI-VII T 1?Martinsicuro TE 1991 VI N 2 BMassa d’Albe AQ 1971 VI-VII S BMontenerodomo (Iuvanum) CH 1990 VI-VII T AR 2B PBMosciano S. Angelo TE VII-IX T/M 2 ARNocciano, loc. Casali PE 1931 VI-VII T? 1 BNotaresco, Santa Lucia TE anni 1990 VI-VII N 2 AR 4 ARNotaresco, loc. Veniglia TE 1930 VI-VII? T B*Cocullo AQ VII M 1 AVOrtona, fraz. Bardella-Ripari CH 1847 1 BOrtona, fraz. Caldari Vecchio CH N 1 AR 1 BOrtona, Chiesa di S. Marco CH VI-VII S/T 2 B 1 AROrtona, San Stefano in Rivo Maris CH S 1 BOrtona, Santa Maria de Caldaria CH IX S +1 F Pb FOrtona, San Tommaso CH VI-VII S +1 1 B PbOrtona, loc. Terravecchia/Passeggiata CH 1880-1 N? +1? 1 B/FPenne, territorio PE S? 3 B 1 BPenne, loc. Collalto, Masseria De Sanctis PE 1990-6 T 1 BPenne, loc. Sant’Angelo, case Almonti PE 1960 S 3 BPescocostanzo, loc. Colle Riina AQ 1995-6 VI-VII N 5 B 6B 2AR 1 B 3 F 1 FPiancarani TE 1921 VI-VIII S 2 AR*Pineto, loc. Antiche Scerne TE XIX sec. N +1 B +1 ARPrata d’Ansidonia, teatro AQ 1980 VI-VII N 4 FPrata d’Ansidonia/Peltuinum AQ VI-VII T? +AV 1 AV 1 FPratola Peligna, loc. Taverna chitarra AQ 1895 V-VI N/T 2 B* 32 B 1 BRosciano, loc. San Lorenzo, loc. Il Bicchiere PE 1992 VI N/T 2 AR 1 BRoseto, loc. Montepagano TE 1896 VI Tes? F B* 2 B 7 B 3 B +4 BSalino, loc. Civitella del Tronto TE 1880 S 4 AR*San Benedetto dei Marsi AQ VII-VIII ? 1 BSan Buono, loc. Guardiola CH VI-VII S 1 BSan Egidio alla Vibrata, loc. Colle Chiovetti TE 1900-13 VI-VII N? 1 AV 1 F 1 AR 2 AV

San Vito Chietino, loc. Murata Bassa CH 1976 VIT1 +1 FT3 1 ? 1 ?

Serramonacesca, loc. San Gennaro CH 1976 VI-VII Tes 1 B 3 BSpoltore, fraz. Cavaticchi Superiore, loc. Podere Tatoni PE S 1 ?

Sulmona, Museo Civico AQ? 1 B

VI ? 1 ARTeramo TE VI S? 1 AR*Teramo, l.go Madonna delle Grazie TE VI-VII S? 1 BTocco Casauria, Santa Maria degli Angeli PE V Tes +3AVTorano Nuovo, loc. Torri TE 1907 N? +1FTorre de’ Passeri, c. da Grotte-Vicenne PE 1920 c. N 3 F 9 B 3 B 4 FTorricella Peligna, Piano di Santa Lucia CH 1922 V-VI Tes F B*Tortoreto? TE XIX sec.? V-VII S 1 BTortoreto, loc. Le Muracche TE 1988-91 V-VII S AR* BTossicia TE V-VI S 2 ARVillalfonsina, loc. Morandici CH 2000-1 N 2 B AR 2 B 1 B** 1 F +?Villamagna CH VI S? 2 B

310 CAPITOLO III

III.2.BASILICATA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Atella, contrada Serra San Marco PZ 1976 X-XI S +1 ?

Atella, contrada Magnone PZ 1970s VII T1 1 B 1 AV 1 B

Banzi, contrada Cervarezza PZ 1975 IV-VT2 1 F 1 B

N 1 F 1 B 1 AR

Basilicata, territorio VII S 1 AV

Bradano, Ovile Dragone MT VI T +1 B

Bradano, Ponte San Giuliano MT VI T 1 B

Bradano, Santa Lucia MT VI +1 B

Forenza, contrada Irene PZ VI-VII 2 B

Genzano di Basilicata, contrada Pericolo PZ XIX 1 F 1 AR 1 AV?

Genzano di Basilicata, loc. Rizzo PZ XIX +1 F +1 B 1 F 1 AR

Irsina MT 1954 IX-X Tes 68 B

Matera, loc. Picciano di La Martella MT 1890-1905 S 1 B

Matera, loc. Picciano di La Martella – Porticella MT +1 B

Matera, Largo San Francesco d’Assisi MT 1947 VI-VII T25 2 B

Matera MT 1996-9 IX-X N/M +300B

Melfi, territorio PZ VII 2 B

Melfi, loc. Leonessa, contrada Tesoro PZ 1976 VII-VIII T1 1 AV 2 ?

Metaponto, San Salvatore MT VI T 1 ?

Metaponto, Lago Santa Palagina MT 1879-80 VI-VII T2 1 B AV 2 AV 2 AR

Pisticci, loc. Bosco Salice MT 1939 VI T 3 B

Rapolla, contrada Cerro PZ 1976 VII-VIII N 1 B 2 F 1 F

Senise, loc. Pantano PZ VI-VIII Tes 1 AR 1 B 1 AR

Senise, contrada Salza PZ 1916 VII T 4 AV 1 AV (AV) a 1 AV

Timmari MT 1949 VI-VII T8 1 B 2 AR

Timpone del Pagliaro MT VII N 1 AV

311TABELLE DEI RINVENIMENTI

a 2 orecchini aurei portavano impressa l’impronta di un solido dell’Imperatore Eraclio.

III.2.BASILICATA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Atella, contrada Serra San Marco PZ 1976 X-XI S +1 ?

Atella, contrada Magnone PZ 1970s VII T1 1 B 1 AV 1 B

Banzi, contrada Cervarezza PZ 1975 IV-VT2 1 F 1 B

N 1 F 1 B 1 AR

Basilicata, territorio VII S 1 AV

Bradano, Ovile Dragone MT VI T +1 B

Bradano, Ponte San Giuliano MT VI T 1 B

Bradano, Santa Lucia MT VI +1 B

Forenza, contrada Irene PZ VI-VII 2 B

Genzano di Basilicata, contrada Pericolo PZ XIX 1 F 1 AR 1 AV?

Genzano di Basilicata, loc. Rizzo PZ XIX +1 F +1 B 1 F 1 AR

Irsina MT 1954 IX-X Tes 68 B

Matera, loc. Picciano di La Martella MT 1890-1905 S 1 B

Matera, loc. Picciano di La Martella – Porticella MT +1 B

Matera, Largo San Francesco d’Assisi MT 1947 VI-VII T25 2 B

Matera MT 1996-9 IX-X N/M +300B

Melfi, territorio PZ VII 2 B

Melfi, loc. Leonessa, contrada Tesoro PZ 1976 VII-VIII T1 1 AV 2 ?

Metaponto, San Salvatore MT VI T 1 ?

Metaponto, Lago Santa Palagina MT 1879-80 VI-VII T2 1 B AV 2 AV 2 AR

Pisticci, loc. Bosco Salice MT 1939 VI T 3 B

Rapolla, contrada Cerro PZ 1976 VII-VIII N 1 B 2 F 1 F

Senise, loc. Pantano PZ VI-VIII Tes 1 AR 1 B 1 AR

Senise, contrada Salza PZ 1916 VII T 4 AV 1 AV (AV) a 1 AV

Timmari MT 1949 VI-VII T8 1 B 2 AR

Timpone del Pagliaro MT VII N 1 AV

312 CAPITOLO III

Tricarico, fraz. Calle MT 1932-1947T2 ?

T3 1 B

Venosa, anfiteatro PZ T 1 ?

Venosa, anfiteatro PZ Tes 227 ?

Venosa, Basilica della Trinità PZ 1960-70

VI-VII

N 1 B 1 AR 1 B

T66 AV

T69 1 B

VIIT71 4 B** 1 F

T? 10 B

Venusio, Via D’Appia MT 1934-5

T1 1 B

T2 9 B

T3 1 B 4 B

III.3.CALABRIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aieta, loc. Monte Calimaro CS IX-X M 6 B

Botricello, Chiesa CZ 1967-72 VI-VII N 1 B 1? 1 AV 1 B 2 Pb

Bova Marina, loc. San Pasquale RC IV-VI Tes 15 B

Brancaleone RC 1973 VII-X S/M 4 AV 4 B

Calanna, contrada Marchese RC 1919-20 VIII S B

Calanna RC Tes 105 B

Caraconessa KR VI N 2?* 1 AR 1 B

Castrovillari CS V-VI ? 16 AR

Castrovillari, c.da Celimarro CS 1980-3 VI-VII N 5 B 2 F 2 B 1 Pb

Castrovillari, c.da Celimarro/Mass.Gallo CS X M 1 B

313TABELLE DEI RINVENIMENTI

Tricarico, fraz. Calle MT 1932-1947T2 ?

T3 1 B

Venosa, anfiteatro PZ T 1 ?

Venosa, anfiteatro PZ Tes 227 ?

Venosa, Basilica della Trinità PZ 1960-70

VI-VII

N 1 B 1 AR 1 B

T66 AV

T69 1 B

VIIT71 4 B** 1 F

T? 10 B

Venusio, Via D’Appia MT 1934-5

T1 1 B

T2 9 B

T3 1 B 4 B

III.3.CALABRIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aieta, loc. Monte Calimaro CS IX-X M 6 B

Botricello, Chiesa CZ 1967-72 VI-VII N 1 B 1? 1 AV 1 B 2 Pb

Bova Marina, loc. San Pasquale RC IV-VI Tes 15 B

Brancaleone RC 1973 VII-X S/M 4 AV 4 B

Calanna, contrada Marchese RC 1919-20 VIII S B

Calanna RC Tes 105 B

Caraconessa KR VI N 2?* 1 AR 1 B

Castrovillari CS V-VI ? 16 AR

Castrovillari, c.da Celimarro CS 1980-3 VI-VII N 5 B 2 F 2 B 1 Pb

Castrovillari, c.da Celimarro/Mass.Gallo CS X M 1 B

314 CAPITOLO III

Castrovillari, loc. Calandrino CS VI-VII S 1 B

Castrovillari, loc. Cannelle CS X M 1 B

Castrovillari, loc. Cipassi CS V M 1 B

Catanzaro CZ VII-IX ? 2 Pb 2 AV

Catanzaro, loc. Castelluzzo di Sotto CZ VI-VII N +1 B AV 1 B

Catanzaro, Santa Maria in Vetere CZ 1986 VI-XI S +1 B

Catanzaro, fraz. Ceramidio CZ VI-VII N +1 B 2 AR 2 B

Cinquefrondi, loc. Aracri-Rotondella RC VI-VII N 1 B

Cirò Marina, loc. Silipetto KR 1991 VI-VII N 1 B 1 F +2 AR +2 B 1 B

Cropani CZ 1998-2001 VI-VII N +1? +1 B +1 F +1 AR 1 B° 1 B 1 Pb

Crotone, loc. Carroceddu KR VI-VII N +1 B 1? 1 B

Crotone, loc. Punta Scifo KR VI-VII Tes 103 AV

Crucoli, contrada Riganni KR VI-VII N 2 AR 1 F

Crucoli, contrada Riganni KR VI-VII 4 B

Cutro, loc. Steccato Marinella KR 1996 N/T 2 B

Drapia VV 1955 VIII S 1 B

Gallico Marina RC VI-XI Tes 13B

Locri, loc. Portigliola – Quote San Francesco RC 1981-9 VII S +1 ?

Malvito, loc. Pauciuri CS 1980 IX-XII T 1 B

Montebello Ionico, loc. Sant’Elia RC 1987 VI N 1 AV

Monte S. Demetrio, loc. S. Leo Cataforio RC 1984 VII N 1 F +1?

Morano Calabro, loc. Sassone CZ IX/X S?/S 3 B

Nicotera, fraz. Casino Mortelletto VV VI-VII S 1 B

Nocera Terinese, loc. Piano della Tirena CZ IX N 1 B 30 AV 1 B

Oppido Mamertina, chiesa SS. Florio e Lauro RC IX S 1 AV

Pentimele RC VI-X M 10 B

Piscopio, loc. Piscino VV M AV AR B

Platì RC IX M 1 B

Polistena, loc. Villa RC VII M 1 AV

Reggio Calabria, adiacenze Prefettura RC 1886 N +1?

Reggio Calabria, Banca Nazionale RC 1885 Tes 35 B

Reggio Calabria, loc. Stazione Lido RC 1886 VI-VIII S 4 B

Reggio Calabria, p.zza Vittorio Emanuele RC1883 S 1 B

1885 IX S 2 Pb 9 Pb

Reggio Calabria RC

1913 S? 1 B

X S? 13 B 2 AV

S? 10 B

S? 1 B

S? 1 ?

S? 3 B

1963 VI-IX S? 10 Pb

VIII-IX S? 2 Pb

Roccabernarda, contrada Serrarossa KR 1973 VI-VIIT2 1 AR 1 ?

T3 1 AV

Roccelletta CZ 1966 VII S 1 B

Rossano, Sant’Antonio CS 1934 VI-VII N 1 F +1? +1? 1?

315TABELLE DEI RINVENIMENTI

Castrovillari, loc. Calandrino CS VI-VII S 1 B

Castrovillari, loc. Cannelle CS X M 1 B

Castrovillari, loc. Cipassi CS V M 1 B

Catanzaro CZ VII-IX ? 2 Pb 2 AV

Catanzaro, loc. Castelluzzo di Sotto CZ VI-VII N +1 B AV 1 B

Catanzaro, Santa Maria in Vetere CZ 1986 VI-XI S +1 B

Catanzaro, fraz. Ceramidio CZ VI-VII N +1 B 2 AR 2 B

Cinquefrondi, loc. Aracri-Rotondella RC VI-VII N 1 B

Cirò Marina, loc. Silipetto KR 1991 VI-VII N 1 B 1 F +2 AR +2 B 1 B

Cropani CZ 1998-2001 VI-VII N +1? +1 B +1 F +1 AR 1 B° 1 B 1 Pb

Crotone, loc. Carroceddu KR VI-VII N +1 B 1? 1 B

Crotone, loc. Punta Scifo KR VI-VII Tes 103 AV

Crucoli, contrada Riganni KR VI-VII N 2 AR 1 F

Crucoli, contrada Riganni KR VI-VII 4 B

Cutro, loc. Steccato Marinella KR 1996 N/T 2 B

Drapia VV 1955 VIII S 1 B

Gallico Marina RC VI-XI Tes 13B

Locri, loc. Portigliola – Quote San Francesco RC 1981-9 VII S +1 ?

Malvito, loc. Pauciuri CS 1980 IX-XII T 1 B

Montebello Ionico, loc. Sant’Elia RC 1987 VI N 1 AV

Monte S. Demetrio, loc. S. Leo Cataforio RC 1984 VII N 1 F +1?

Morano Calabro, loc. Sassone CZ IX/X S?/S 3 B

Nicotera, fraz. Casino Mortelletto VV VI-VII S 1 B

Nocera Terinese, loc. Piano della Tirena CZ IX N 1 B 30 AV 1 B

Oppido Mamertina, chiesa SS. Florio e Lauro RC IX S 1 AV

Pentimele RC VI-X M 10 B

Piscopio, loc. Piscino VV M AV AR B

Platì RC IX M 1 B

Polistena, loc. Villa RC VII M 1 AV

Reggio Calabria, adiacenze Prefettura RC 1886 N +1?

Reggio Calabria, Banca Nazionale RC 1885 Tes 35 B

Reggio Calabria, loc. Stazione Lido RC 1886 VI-VIII S 4 B

Reggio Calabria, p.zza Vittorio Emanuele RC1883 S 1 B

1885 IX S 2 Pb 9 Pb

Reggio Calabria RC

1913 S? 1 B

X S? 13 B 2 AV

S? 10 B

S? 1 B

S? 1 ?

S? 3 B

1963 VI-IX S? 10 Pb

VIII-IX S? 2 Pb

Roccabernarda, contrada Serrarossa KR 1973 VI-VIIT2 1 AR 1 ?

T3 1 AV

Roccelletta CZ 1966 VII S 1 B

Rossano, Sant’Antonio CS 1934 VI-VII N 1 F +1? +1? 1?

316 CAPITOLO III

Rossano, territorio CS IX M 1 B

San Sosti CS IX-X S +1 B 2 Pb

San Sosti, loc. Casalini CS 2001-3 IX-X S 1 B

San Sosti, loc. Monte Mula CS VII-VIII S 1 AV

Sant’Aniceto, loc. Motta RC 1990 c. VII-XI M 5 B

Santa Severina KR X S 1 Pb

Siderno, loc. Marina RC VI-VII S 1 AV

Spezzano Albanese CS X-XI S 1 B 1 AR 1 B ?

Staletti, fraz. Copanello, Chiesa S. Martino CZ X M 1 B

Stilo, loc. Butteria RC 1950 c. X T? 1 AR

Torre di Ruggiero CZ VII M 1 B

Tropea, Monastero di Sant’Arcangelo VV V-VII N 1 ? 1 AR

Valanidi RC IX-X N +1B 2 B

Vibo Valentia, loc. Marina di Bibona VV VIII S 1 Pb

Vibo Valentia, loc. Monte Poro VV S 20 B 1 AV

III.4.CAMPANIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Altavilla Silentina, loc. San Lorenzo SA 1977-8 VII-VIII

T1 3 B

T2 1 B

T7 1 F 1 B

T11 1 B 1 B

T12 2 AR

T13 1 F 1 AR

T14 1 F 1 AR

T15 2 F 2 B 1 AR

N 1 B 15B 1 AR 25 F 2 Pb

317TABELLE DEI RINVENIMENTI

Rossano, territorio CS IX M 1 B

San Sosti CS IX-X S +1 B 2 Pb

San Sosti, loc. Casalini CS 2001-3 IX-X S 1 B

San Sosti, loc. Monte Mula CS VII-VIII S 1 AV

Sant’Aniceto, loc. Motta RC 1990 c. VII-XI M 5 B

Santa Severina KR X S 1 Pb

Siderno, loc. Marina RC VI-VII S 1 AV

Spezzano Albanese CS X-XI S 1 B 1 AR 1 B ?

Staletti, fraz. Copanello, Chiesa S. Martino CZ X M 1 B

Stilo, loc. Butteria RC 1950 c. X T? 1 AR

Torre di Ruggiero CZ VII M 1 B

Tropea, Monastero di Sant’Arcangelo VV V-VII N 1 ? 1 AR

Valanidi RC IX-X N +1B 2 B

Vibo Valentia, loc. Marina di Bibona VV VIII S 1 Pb

Vibo Valentia, loc. Monte Poro VV S 20 B 1 AV

III.4.CAMPANIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Altavilla Silentina, loc. San Lorenzo SA 1977-8 VII-VIII

T1 3 B

T2 1 B

T7 1 F 1 B

T11 1 B 1 B

T12 2 AR

T13 1 F 1 AR

T14 1 F 1 AR

T15 2 F 2 B 1 AR

N 1 B 15B 1 AR 25 F 2 Pb

318 CAPITOLO III

Arpaia BN V-VI Tes 300 B

Battipaglia SA VI-VII T 2 B

?Benevento BN 1878 VIII Tes +1 AV

Benevento BN 1889 V-VI Tes 72 ?

Benevento, Museo del Sannio BN 1980-90 V-VIII

T3 1 B 1 F

T6 11 B 2 F

T16 1 B

T22 1 B 2 F 1 B

T32 1 F

N 9 B 1 F 3 B 2 Pb 2 B 15 ? 5 B 2 F 2 Pb

Benevento, via Piperno BN 1927 S 1 B

Benevento, loc. Ponte, Ch. S. Anastasia BN 1982 VII T 2 ? 2 AR 2 F 1 F

Benevento, c.da San Vitale BN 1 AV

Benevento, c.da San Vitale BN 1962 1 AV

Benevento, viale Principe di Napoli BN 1927 2 T 6 B 16 F 3 AV 2 AV 4 F

Benevento, via Valfortore BN 1927/65 T 3 F 1 AV +1 F

Benevento BN 1948 VIII-IX T 1 AR 1 AR*

Bisaccia, loc. Pietradurante AV 1979-80 VI-VII

T4 1 B

T12 1 B

T17 1 B

Boscotrecase NA VI Tes +1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VII 1 AV

Cancello ed Arnone, c.da P.zza Vecchia CE 1925 VII N 1 B

Capaccio, fraz. Ponte Barizzo SA 1983 ?

Capri, fraz. Marina Grande, Chiesa di San Costanzo NA VI-VII N 1 B

Capua CE 1 AV 3 AV

Capua CE ante 1879 VI-VII T 1 AV

Capua, via Madonna delle Grazie CE 1980 IV-VI Tes 47 B

Casalbore, Ch. Santa Maria dei Bossi AV VIIT36 2 B 2 B* 1 B

T37 3 B 6 B

Cimitile, Basilica di San Tommaso NA VII TE5 1 B

Cuma NA Tes ?

Cuma NA Tes ?

Cuma NA V-VII Tes 213 B

?Ercolano NA VI-VII 2 AV

Lacco Ameno NA 1891 VII Tes 129 AV

Lacco Ameno, Santa Restituta NA S 17 B AR

Napoli, San Carminiello NA VI Tes 32 B

Napoli, via San Paolo NA VI M 1 B

?Napoli NA VI Tes 8 AV

Pattano SA 1981 VI-VII N 2 AV

319TABELLE DEI RINVENIMENTI

Arpaia BN V-VI Tes 300 B

Battipaglia SA VI-VII T 2 B

?Benevento BN 1878 VIII Tes +1 AV

Benevento BN 1889 V-VI Tes 72 ?

Benevento, Museo del Sannio BN 1980-90 V-VIII

T3 1 B 1 F

T6 11 B 2 F

T16 1 B

T22 1 B 2 F 1 B

T32 1 F

N 9 B 1 F 3 B 2 Pb 2 B 15 ? 5 B 2 F 2 Pb

Benevento, via Piperno BN 1927 S 1 B

Benevento, loc. Ponte, Ch. S. Anastasia BN 1982 VII T 2 ? 2 AR 2 F 1 F

Benevento, c.da San Vitale BN 1 AV

Benevento, c.da San Vitale BN 1962 1 AV

Benevento, viale Principe di Napoli BN 1927 2 T 6 B 16 F 3 AV 2 AV 4 F

Benevento, via Valfortore BN 1927/65 T 3 F 1 AV +1 F

Benevento BN 1948 VIII-IX T 1 AR 1 AR*

Bisaccia, loc. Pietradurante AV 1979-80 VI-VII

T4 1 B

T12 1 B

T17 1 B

Boscotrecase NA VI Tes +1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VI-VII 1 AV

Campania VII 1 AV

Cancello ed Arnone, c.da P.zza Vecchia CE 1925 VII N 1 B

Capaccio, fraz. Ponte Barizzo SA 1983 ?

Capri, fraz. Marina Grande, Chiesa di San Costanzo NA VI-VII N 1 B

Capua CE 1 AV 3 AV

Capua CE ante 1879 VI-VII T 1 AV

Capua, via Madonna delle Grazie CE 1980 IV-VI Tes 47 B

Casalbore, Ch. Santa Maria dei Bossi AV VIIT36 2 B 2 B* 1 B

T37 3 B 6 B

Cimitile, Basilica di San Tommaso NA VII TE5 1 B

Cuma NA Tes ?

Cuma NA Tes ?

Cuma NA V-VII Tes 213 B

?Ercolano NA VI-VII 2 AV

Lacco Ameno NA 1891 VII Tes 129 AV

Lacco Ameno, Santa Restituta NA S 17 B AR

Napoli, San Carminiello NA VI Tes 32 B

Napoli, via San Paolo NA VI M 1 B

?Napoli NA VI Tes 8 AV

Pattano SA 1981 VI-VII N 2 AV

320 CAPITOLO III

Pratola Serra, Basilica di San Giovanni AV 1980s VI-VII

T4 1 AR

T8 1 B

T11 1 B

T16 1 AR 1 B 1 B

T20 2 B*

T21 1 B

T25 1 AR

T27 1 F

T30 ?

T31 1 B

T33 1 F

T38 AV 1 F 1 AR

T39 AV 1 AR

T40 AV

T41 4 B 2 F 1 B

T46 1 AR

T62 AV

T77 AV 1 AV

T78 1 AR +1 ?

T79 1 B 1 AR

T82 1 B 1 B

T84 1 AR

T86 1 AV 2 AR

T90 1 F

Salerno, loc. San Leonardo SA 1999 VIT19 1 AR

T21 1 AR

Salerno, Villa d’Ayala SA 1896 VII S 1 B* 1 B

Santa Maria Capua Vetere CE 1847 T 1 AV

Santa Maria Capua Vetere CE 1941 T2 3 B

Sessa Aurunca CE VI Tes 2 AV 391 B

Taurasi AV V-VI Tes 338 B

321TABELLE DEI RINVENIMENTI

Pratola Serra, Basilica di San Giovanni AV 1980s VI-VII

T4 1 AR

T8 1 B

T11 1 B

T16 1 AR 1 B 1 B

T20 2 B*

T21 1 B

T25 1 AR

T27 1 F

T30 ?

T31 1 B

T33 1 F

T38 AV 1 F 1 AR

T39 AV 1 AR

T40 AV

T41 4 B 2 F 1 B

T46 1 AR

T62 AV

T77 AV 1 AV

T78 1 AR +1 ?

T79 1 B 1 AR

T82 1 B 1 B

T84 1 AR

T86 1 AV 2 AR

T90 1 F

Salerno, loc. San Leonardo SA 1999 VIT19 1 AR

T21 1 AR

Salerno, Villa d’Ayala SA 1896 VII S 1 B* 1 B

Santa Maria Capua Vetere CE 1847 T 1 AV

Santa Maria Capua Vetere CE 1941 T2 3 B

Sessa Aurunca CE VI Tes 2 AV 391 B

Taurasi AV V-VI Tes 338 B

322 CAPITOLO III

III.5.EMILIA ROMAGNA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Arceto, Via Orles Jemmi RE 1 B

Argenta, Pieve di San Giorgio FE 1983-6 V-VI S 1 AR*

Baggiovara, Fossa Buracchione BO 2006-7

V-VII T17 1 B

V-VI T21 3 B

V-VI N 1 B 30 B ca. 1 B

Bazzano, loc. Casini BO 1873 VI-VII Tes 9 B 2 B

Bazzano, loc. Sgolfo BO 1841 VI-VII Tes +1 B 15 B 1 AR 2 F

Bismantova RE1863 VI-VII N 2 B 2 F 1 Pb 1 B + 1 AV?

1976 VII T 1 F 5 B

Bologna, cattedrale di San Pietro BO 1993-4 T +1 B 1 F 1 B

Bologna, ripostiglio “del Reno” BO 1857 VIII-IX Tes 100 AV

Bondeno FE 1896 VIII-IX Tes 2000 AR

Boretto, loc. Froldo Santa Croce RE VIII M 1 AV

Campeggine RE XIX? VI S 1 AR*

Campeggine, loc. Braglia RE VI N? 1 B

Campeggine, loc. Razza RE 1 F

Casalecchio di Reno BO 1989-2001 VT2 1 B 1 F

T22 2 B

Castelbolognese, via Giovanni XXIII RA 1980 VT1 2 AR*

T5 1 AR

Castellarano, presso Torrente Secchia RE

1872 VII N +6 B 2 F 6 F 3 F

1958 VII N 5 F

1959 VII N 1 B 1 F 7 F

? 1 B°

Castellarano, Cà di Tullio RE 1971 VII N 1 B 1 F

Castellarano, viale della Pace RE 1970s N 1 B

Castellarano, via Cusna RE 1976 VII T 1 F 1 B 6 B

Cesena, area ex Congregazione di Carità FC 1995-7 VI S 1 B

323TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.5.EMILIA ROMAGNA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Arceto, Via Orles Jemmi RE 1 B

Argenta, Pieve di San Giorgio FE 1983-6 V-VI S 1 AR*

Baggiovara, Fossa Buracchione BO 2006-7

V-VII T17 1 B

V-VI T21 3 B

V-VI N 1 B 30 B ca. 1 B

Bazzano, loc. Casini BO 1873 VI-VII Tes 9 B 2 B

Bazzano, loc. Sgolfo BO 1841 VI-VII Tes +1 B 15 B 1 AR 2 F

Bismantova RE1863 VI-VII N 2 B 2 F 1 Pb 1 B + 1 AV?

1976 VII T 1 F 5 B

Bologna, cattedrale di San Pietro BO 1993-4 T +1 B 1 F 1 B

Bologna, ripostiglio “del Reno” BO 1857 VIII-IX Tes 100 AV

Bondeno FE 1896 VIII-IX Tes 2000 AR

Boretto, loc. Froldo Santa Croce RE VIII M 1 AV

Campeggine RE XIX? VI S 1 AR*

Campeggine, loc. Braglia RE VI N? 1 B

Campeggine, loc. Razza RE 1 F

Casalecchio di Reno BO 1989-2001 VT2 1 B 1 F

T22 2 B

Castelbolognese, via Giovanni XXIII RA 1980 VT1 2 AR*

T5 1 AR

Castellarano, presso Torrente Secchia RE

1872 VII N +6 B 2 F 6 F 3 F

1958 VII N 5 F

1959 VII N 1 B 1 F 7 F

? 1 B°

Castellarano, Cà di Tullio RE 1971 VII N 1 B 1 F

Castellarano, viale della Pace RE 1970s N 1 B

Castellarano, via Cusna RE 1976 VII T 1 F 1 B 6 B

Cesena, area ex Congregazione di Carità FC 1995-7 VI S 1 B

324 CAPITOLO III

Cesena, loc. Colle Garampo FC 1950 VI Tes 2 AR 1 B

Ciano d’Enza, loc. Case Coppellini RE 1856 N 2 ? 1 B

Classe. Podere Chiavichetta RA 1974-83 VII S F** 1 AV

Cognento MO VI-VII Tes +1 F

Collecchio PR VII N +1 B +1 F +1 F

Faenza RA 1993-4 VI-VII

T2 1 B

T3 1 B

T4 1 B

T5 3 B 2 B

Fiorano, loc. Fornace Ape MO VI T 1 AR*

Gattatico, loc. Taneto RE V-VI 1 B 1 F 1 B 1 B 1 F

Gazzola, fraz. Rezzanello, loc. Paderna PC 1983 VII T +1 F** 2 B 4 F

Imola BO 1848 N 1 B 1 AR 2 AV

Imola BO 1 AV 1 F

Imola, podere Cardinala BO XIX VI-VII S? N? 2 B* 1 AR* 3 F

Imola, Basilica di San Cassiano BO 1985 V-VI T 1 AR +2 ?

Imola, via Appia BO S 1 AR*

Imola, podere Scaletta BO 1894 1 AR* 3 B

Imola, Villa Clelia BO193419571978

V-VI

T20 1 B

T27 1 B

T33 6 B

T63 1 B

T91 1 B +1 F

T112 1 B

T133 2 B 1 F

T142 1 B

T155 1 B

T162 1 F 1 F 1 AV 1 F

T163 1 F 3 B

T165 1 F 1 AR

T176 1 AR 1 F

T185 2 AV 2 AR b 2 AR 1 AV 2 AV c AV

T196 1 AR

T231 2 B 1 AR

V? T274 1 AV 8 B

VI fornace 1 B

US23 1 B

VI US104 2 B

IV-VI? US5001 1 AR +1 B

V-VI fossato 1AR 1B 4B 5AR

VI-VII N +5 B +1 F +2 B + 11B 2 AR 2 B

VI Tes +8 F

Tes 5 F

Langhirano, fraz. Castrignano PR VII S/M 2 AR

325TABELLE DEI RINVENIMENTI

b Filo d’argento collegato a 2 solidi aurei.c Vedi nota precedente.

Cesena, loc. Colle Garampo FC 1950 VI Tes 2 AR 1 B

Ciano d’Enza, loc. Case Coppellini RE 1856 N 2 ? 1 B

Classe. Podere Chiavichetta RA 1974-83 VII S F** 1 AV

Cognento MO VI-VII Tes +1 F

Collecchio PR VII N +1 B +1 F +1 F

Faenza RA 1993-4 VI-VII

T2 1 B

T3 1 B

T4 1 B

T5 3 B 2 B

Fiorano, loc. Fornace Ape MO VI T 1 AR*

Gattatico, loc. Taneto RE V-VI 1 B 1 F 1 B 1 B 1 F

Gazzola, fraz. Rezzanello, loc. Paderna PC 1983 VII T +1 F** 2 B 4 F

Imola BO 1848 N 1 B 1 AR 2 AV

Imola BO 1 AV 1 F

Imola, podere Cardinala BO XIX VI-VII S? N? 2 B* 1 AR* 3 F

Imola, Basilica di San Cassiano BO 1985 V-VI T 1 AR +2 ?

Imola, via Appia BO S 1 AR*

Imola, podere Scaletta BO 1894 1 AR* 3 B

Imola, Villa Clelia BO193419571978

V-VI

T20 1 B

T27 1 B

T33 6 B

T63 1 B

T91 1 B +1 F

T112 1 B

T133 2 B 1 F

T142 1 B

T155 1 B

T162 1 F 1 F 1 AV 1 F

T163 1 F 3 B

T165 1 F 1 AR

T176 1 AR 1 F

T185 2 AV 2 AR b 2 AR 1 AV 2 AV c AV

T196 1 AR

T231 2 B 1 AR

V? T274 1 AV 8 B

VI fornace 1 B

US23 1 B

VI US104 2 B

IV-VI? US5001 1 AR +1 B

V-VI fossato 1AR 1B 4B 5AR

VI-VII N +5 B +1 F +2 B + 11B 2 AR 2 B

VI Tes +8 F

Tes 5 F

Langhirano, fraz. Castrignano PR VII S/M 2 AR

326 CAPITOLO III

Maranello, loc. Gorzano MO 1878 VI-VII Tes B? F 7 B 1 B +3 F 2 PB

Marzaglia, Colombarone MO 1911 T 3 AR* 1 B 2 F 1 F 1 B

Modena, via Valdrighi MO 1934 VI-VII T 1 AR 3 F B

Modena, Piazza Grande MO 1987 VI T 1 B 6 F

Modena, Piazza XX Settembre MO 1997 IV-VI 1 B 1 ? +1 ?

Modena, territorio MO S 9 B

Modena, Palazzo provincia MO IV-V? S/N +1 B°

Modigliana, Museo FC M 2 AR

Modigliana, loc. Liverani di Sotto FC VI-VIIN +1 B 1 F

T 1 F 2 B

Montale MO VI T 2 AR* 2 B 2 B 1 B

Montecchio Emilia, area ex C.A.P.O.L.O. RE 1953 VII N/T 1 F 1 AV

Montecchio Emilia, loc. Casone Campo La Motta RE VI-VII N/T 3 F

Montecchio Emilia, via Mazzini RE 1972 VII N 4 F 1 B 1 AV 1 ?°

Montecchio Emilia, loc. Il Monte RE XIX V-VIT1 1 B

T2 3 AV 1 AR 1 F 1 AR AV 1 F 1 B

Montecchio Emilia, loc. Ponte Enza RE 1894 T5 1 B +2 F 2 B 1 B

Neviano degli Arduini, Pieve di Sasso MO 1997-8 VII N 1 F 6 B 8 F** +2 F

Nonantola, Abbazia di San Silvestro MO 1983 T 2 B

Parma, piazza Battisti PR 1951 VI-VII T 1 AV

Parma, piazza Garibaldi PR 1951 VI T 1 AV

Parma, Bg. Angelo Mazza 9 PR T +1 B 1 AV

Parma, via Pellico PR 1990 T +3 B

Parma, via San Michele PR S 1 B

Parma, tra Via Mazzini e via Garibaldi PR 1948 T 1 AV 1 AV

Parma, Via Repubblica e Bg. Posta PR 1950 VII T 6 AV 1 B 5 AV 1 B 1 AV AV

Piacenza, Via Sopramuro PC 1934 S 2 B 1 F

Piacenza, Monte Claro PC ante 1580 M 1 AR

Porretta Terme BO XVIII Tes AV ?

Ravenna RA 1854-5 V-VI T 7 AV

Ravenna, loc. Palazzette RA VI-VII T 1 AR

Reggio Emilia, Chiesa Santo Stefano RE 1963 S 1 F 1 B

Reggio Emilia, Via Cavour RE 1957 V-VI N/Tes 1 AV 3 AR* 33 AV 1 AR*

1 Pb

1 AV 61 d AV 2 ? 33 AR10 AR

1 AV

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Cairoli RE 1947VI T1 1 B 1 F 1 B

VII T2 1 B** 1 AR 4 AV 2 AR 2 AV

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Franchetti RE 1958 VI-VII

T2 1 B

T4 1 F 4 F

T5 2 F

Rimini, loc. Sarzana RM 1979 VIIT1 2 F 1 B

T2 1 B 6 F 1 F

Rimini, Piazza Cavour RM 1961 VI Tes 2 AR* 1 B3 B

6 AR

Rimini, area Palazzetto dello Sport RM 1974-6 VII S 1 AV

327TABELLE DEI RINVENIMENTI

d Un esemplare risultava tagliato in sette pezzi.

Maranello, loc. Gorzano MO 1878 VI-VII Tes B? F 7 B 1 B +3 F 2 PB

Marzaglia, Colombarone MO 1911 T 3 AR* 1 B 2 F 1 F 1 B

Modena, via Valdrighi MO 1934 VI-VII T 1 AR 3 F B

Modena, Piazza Grande MO 1987 VI T 1 B 6 F

Modena, Piazza XX Settembre MO 1997 IV-VI 1 B 1 ? +1 ?

Modena, territorio MO S 9 B

Modena, Palazzo provincia MO IV-V? S/N +1 B°

Modigliana, Museo FC M 2 AR

Modigliana, loc. Liverani di Sotto FC VI-VIIN +1 B 1 F

T 1 F 2 B

Montale MO VI T 2 AR* 2 B 2 B 1 B

Montecchio Emilia, area ex C.A.P.O.L.O. RE 1953 VII N/T 1 F 1 AV

Montecchio Emilia, loc. Casone Campo La Motta RE VI-VII N/T 3 F

Montecchio Emilia, via Mazzini RE 1972 VII N 4 F 1 B 1 AV 1 ?°

Montecchio Emilia, loc. Il Monte RE XIX V-VIT1 1 B

T2 3 AV 1 AR 1 F 1 AR AV 1 F 1 B

Montecchio Emilia, loc. Ponte Enza RE 1894 T5 1 B +2 F 2 B 1 B

Neviano degli Arduini, Pieve di Sasso MO 1997-8 VII N 1 F 6 B 8 F** +2 F

Nonantola, Abbazia di San Silvestro MO 1983 T 2 B

Parma, piazza Battisti PR 1951 VI-VII T 1 AV

Parma, piazza Garibaldi PR 1951 VI T 1 AV

Parma, Bg. Angelo Mazza 9 PR T +1 B 1 AV

Parma, via Pellico PR 1990 T +3 B

Parma, via San Michele PR S 1 B

Parma, tra Via Mazzini e via Garibaldi PR 1948 T 1 AV 1 AV

Parma, Via Repubblica e Bg. Posta PR 1950 VII T 6 AV 1 B 5 AV 1 B 1 AV AV

Piacenza, Via Sopramuro PC 1934 S 2 B 1 F

Piacenza, Monte Claro PC ante 1580 M 1 AR

Porretta Terme BO XVIII Tes AV ?

Ravenna RA 1854-5 V-VI T 7 AV

Ravenna, loc. Palazzette RA VI-VII T 1 AR

Reggio Emilia, Chiesa Santo Stefano RE 1963 S 1 F 1 B

Reggio Emilia, Via Cavour RE 1957 V-VI N/Tes 1 AV 3 AR* 33 AV 1 AR*

1 Pb

1 AV 61 d AV 2 ? 33 AR10 AR

1 AV

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Cairoli RE 1947VI T1 1 B 1 F 1 B

VII T2 1 B** 1 AR 4 AV 2 AR 2 AV

Reggio Emilia, Via Mazzini – Via Franchetti RE 1958 VI-VII

T2 1 B

T4 1 F 4 F

T5 2 F

Rimini, loc. Sarzana RM 1979 VIIT1 2 F 1 B

T2 1 B 6 F 1 F

Rimini, Piazza Cavour RM 1961 VI Tes 2 AR* 1 B3 B

6 AR

Rimini, area Palazzetto dello Sport RM 1974-6 VII S 1 AV

328 CAPITOLO III

Rimini, Chiesa San Lorenzo a Monte RM 1943 VII T 2 B

Rimini, Palazzo Diotallevi RM 1980s S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia / Villa Zavagli RM S 1 B

Rimini, Mercato Nuovo RM 1937 VI T 4 B 1 B

Rimini, Palazzo Gioia RM 1956 VI T 2 B

Rimini, presso Vecchio Museo e RM

VI ? 1 B 2 B

VI-VII ? 2 B 2 B

V-VII ? 2 B

VII ? 2 B

Rolo, loc. Strada Bedollo RE 1872 VIIT1 1 B 5 F AR

N 2 B 1 F 1 B

Sabbione RE VII S 1 F

San Cesario, greto fiume Panaro MO 1978 inizi VII Tes 2 B 5 F

San Cesario, greto fiume Panaro, proprietà Cesari MO 1923 V-VI Tes 6 AR

San Martino in Rio, Via Marano RE 1888 N 1 F F?

San Polo d’Enza , loc. Pontenuovo RE 1993 VII N +1 F

San Polo d’Enza RE XIX? N/T 1 F

Santa Sofia, loc. Chiesa di Sopra FO 1984 VIT1 1 AR

T2 2 B

Sant’Ilario d’Enza, Chiesa Parrocchiale RE 1880

V-VI T1 1 B 2 B

VII

T2 2 B 1 F

T3 1 B

N 2 B 2 F

Sant’Ilario d’Enza, loc. Fiastri RE XIX VII 1 B

Sant’Ilario d’Enza, loc. Chiavicone RE 1992 T 2 F 2 F

Sant’Ilario d’Enza, territorio RE 1 B

Sasso Marconi, loc. Sirano BO 1914 VII T 1 AV

Scandiano, loc. Fallegara RE IV-V 1 ?

Spilamberto MO 1979 VI-VII Tes 1 B 1 B 3 F PB 3 F

Vecchiazzano FO 1884 V-VI N 1 AR* 2 B 1 B AV

Verrucchio, fondo Lavatoio FO 1894 T 3 B

Via Romea, “Insula Silva” VII N 1 AR

Vicofertile, strada Martiri della Liberazione PR 1997-8 T 1 B

Vigolzone, Borgo di Sotto, area Celaschi PC 1995 VI N 2 F

Voghera, loc. Voghenza FE VI-VII N +1 ?

329TABELLE DEI RINVENIMENTI

e Luogo di conservazione.

Rimini, Chiesa San Lorenzo a Monte RM 1943 VII T 2 B

Rimini, Palazzo Diotallevi RM 1980s S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia RM S 1 B

Rimini, letto fiume Marecchia / Villa Zavagli RM S 1 B

Rimini, Mercato Nuovo RM 1937 VI T 4 B 1 B

Rimini, Palazzo Gioia RM 1956 VI T 2 B

Rimini, presso Vecchio Museo e RM

VI ? 1 B 2 B

VI-VII ? 2 B 2 B

V-VII ? 2 B

VII ? 2 B

Rolo, loc. Strada Bedollo RE 1872 VIIT1 1 B 5 F AR

N 2 B 1 F 1 B

Sabbione RE VII S 1 F

San Cesario, greto fiume Panaro MO 1978 inizi VII Tes 2 B 5 F

San Cesario, greto fiume Panaro, proprietà Cesari MO 1923 V-VI Tes 6 AR

San Martino in Rio, Via Marano RE 1888 N 1 F F?

San Polo d’Enza , loc. Pontenuovo RE 1993 VII N +1 F

San Polo d’Enza RE XIX? N/T 1 F

Santa Sofia, loc. Chiesa di Sopra FO 1984 VIT1 1 AR

T2 2 B

Sant’Ilario d’Enza, Chiesa Parrocchiale RE 1880

V-VI T1 1 B 2 B

VII

T2 2 B 1 F

T3 1 B

N 2 B 2 F

Sant’Ilario d’Enza, loc. Fiastri RE XIX VII 1 B

Sant’Ilario d’Enza, loc. Chiavicone RE 1992 T 2 F 2 F

Sant’Ilario d’Enza, territorio RE 1 B

Sasso Marconi, loc. Sirano BO 1914 VII T 1 AV

Scandiano, loc. Fallegara RE IV-V 1 ?

Spilamberto MO 1979 VI-VII Tes 1 B 1 B 3 F PB 3 F

Vecchiazzano FO 1884 V-VI N 1 AR* 2 B 1 B AV

Verrucchio, fondo Lavatoio FO 1894 T 3 B

Via Romea, “Insula Silva” VII N 1 AR

Vicofertile, strada Martiri della Liberazione PR 1997-8 T 1 B

Vigolzone, Borgo di Sotto, area Celaschi PC 1995 VI N 2 F

Voghera, loc. Voghenza FE VI-VII N +1 ?

330 CAPITOLO III

III.6.FRIULI V. GIULIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ampezzo, colle Savia UD 1912 N 11/12 B 2?

Ampezzo, colle Mulentet UD 1962 VI-VII N 1 ? 4 F 1 ? 1 F +1 B

Aquileia, loc. Monastero UD pre 1900V-VI S/T 3 AR*

VI-VII S/T +1

Aquileia, via Roma UD 2000 V-VII T 1? 1 F 1 F F

Aquileia UD XIX IX 1 AR

Attimis, Chiesa di San Giorgio UD 2000 VI-VII S 2 F 1 AR

Bagnaria Arsa UD VII

T1 1 B 1 F 1 B

T2 1 F

T4 1 B 1 B

T6 1 F B F

T8 1 AR

T9 3 B 1 F 2 F 1 B 2 F

T10 1 F

T11 1 B

Basiliano, loc. Basagliapenta UD 1848 VII T 1 AV 1 AV

Basiliano, Chiesa di San Marco UD 1987-8 VI-VIII N +1 ? +1 F AV +1 F

Basiliano, loc. Vissandone UD 1998 VI-VII T 1 F

Bertiolo, Chiesa SS. Trinità UD 1980Þ VIIT2 2 F

T4 1 AR

Bertiolo, fraz. Virco UD 1879 N 3 F

Buja, loc. CollosomanoUD

1880 VI-VII T 1 AV

1899 ? ? 3 F

? ? 1 AV

Buja, San Lorenzo UD 1980-2 VII T/N 1 B* 2 B

Caneva, loc. Stevenà PN 1984-5 VI-VII

T1 1 F 1 F

T2 1 F

T3 1 B 1 F 1 B

331TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.6.FRIULI V. GIULIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ampezzo, colle Savia UD 1912 N 11/12 B 2?

Ampezzo, colle Mulentet UD 1962 VI-VII N 1 ? 4 F 1 ? 1 F +1 B

Aquileia, loc. Monastero UD pre 1900V-VI S/T 3 AR*

VI-VII S/T +1

Aquileia, via Roma UD 2000 V-VII T 1? 1 F 1 F F

Aquileia UD XIX IX 1 AR

Attimis, Chiesa di San Giorgio UD 2000 VI-VII S 2 F 1 AR

Bagnaria Arsa UD VII

T1 1 B 1 F 1 B

T2 1 F

T4 1 B 1 B

T6 1 F B F

T8 1 AR

T9 3 B 1 F 2 F 1 B 2 F

T10 1 F

T11 1 B

Basiliano, loc. Basagliapenta UD 1848 VII T 1 AV 1 AV

Basiliano, Chiesa di San Marco UD 1987-8 VI-VIII N +1 ? +1 F AV +1 F

Basiliano, loc. Vissandone UD 1998 VI-VII T 1 F

Bertiolo, Chiesa SS. Trinità UD 1980Þ VIIT2 2 F

T4 1 AR

Bertiolo, fraz. Virco UD 1879 N 3 F

Buja, loc. CollosomanoUD

1880 VI-VII T 1 AV

1899 ? ? 3 F

? ? 1 AV

Buja, San Lorenzo UD 1980-2 VII T/N 1 B* 2 B

Caneva, loc. Stevenà PN 1984-5 VI-VII

T1 1 F 1 F

T2 1 F

T3 1 B 1 F 1 B

332 CAPITOLO III

Casarsa, loc. San Giovanni PN 1956Þ VII T +1 ? 1 F 1 F

Cividale, territorio? UDVI-VII S 2 AR

1 AV

Cividale, ex proprietà Brosadola UD 1819 1 AR

Cividale, ex proprietà Claricini UD 1819 1 AR

Cividale, Palazzo Pretorio UD 1980 VII S 3 F

Cividale, Chiesa San Giovanni Battista UD VII T 1 AV AV

Cividale, loc. San Pantaleone, San Mauro UD1886

1994-8

570ca T1 2 AR* AV 1 AV

VI-VII T2 7 AR 3 B 5 F 1 AR4B AV

5F B2F AR

1 PB 2 PB

570ca T21 4AR* 11AR 2B 11 AV 1 B 2 B 4F/AR

570ca T27 4AR* 1 B 1 F 1 B 1 B 1 AV 1 F

570ca T30 1 B 6 F 32 F 1 B 1 F F AR

570ca T31 1 F 1 B 3AR 1 F

570ca T33 1 F 3 F 2 F F

fine VI T34 3 B* 3F** 1B 1 F

670ca T35 2 F B 1 F F 1B 2 B

670ca T39 3AR* 2B AR 10AV AR B 1 F 3 F

VI-VII T41 7F** AR* 4AR 5 F AV

670ca T43 1AR 4F 1B 9F** B 1AR 1B f 9 F 7F 2B

VI-VII T44 AR 28F** F 5 F B 5 F 2F B

VI-VII T50 2F** 1F 5B 1 AR 1 AR 1 F

570ca T514 AR* 8 AR

3 AV 3 AV3 AR g

3 B 1 F 1 F

570ca T52 2 F 2 AR 3 F 1 B 1 B 5 F PB/B/F

610-20 T53 1 F

650ca T54 F B

570ca T55 4 F 4 F 3 F

570ca T56 AR* B F 2 AV 1 F

675-750 T57 2 F 1 F

570ca T78 2 F 2 B 3F B 5 F 4 F

N 4 B 1 F 4B PB 1 B 1 F 2B PB

Cividale, P.zza Duomo UD 1819 VII S? 1 F

Cividale, loc. Gallo UD 1821Þ fine VI

TA 4 AR 2 B 10 F 4 F 1 B 1 AV 2 F

TB 1 F

T1 6 B 1 B 2 F 1 F

T2 5 F 1 F

T3 1 F 12 F

T4 4 AR* 1 F

T5 4 AR* 4 B 2 F 1 F 13 AR4

AV4B 1 B 3 F 1 B

T6 1 B 2 F 1 F

T7 1 F 1 F 6 B

T9 20 AR 5 B* 1 F 1 F 1 F

333TABELLE DEI RINVENIMENTI

f Peso monetale.g Guarnizioni fodero coltello.

Casarsa, loc. San Giovanni PN 1956Þ VII T +1 ? 1 F 1 F

Cividale, territorio? UDVI-VII S 2 AR

1 AV

Cividale, ex proprietà Brosadola UD 1819 1 AR

Cividale, ex proprietà Claricini UD 1819 1 AR

Cividale, Palazzo Pretorio UD 1980 VII S 3 F

Cividale, Chiesa San Giovanni Battista UD VII T 1 AV AV

Cividale, loc. San Pantaleone, San Mauro UD1886

1994-8

570ca T1 2 AR* AV 1 AV

VI-VII T2 7 AR 3 B 5 F 1 AR4B AV

5F B2F AR

1 PB 2 PB

570ca T21 4AR* 11AR 2B 11 AV 1 B 2 B 4F/AR

570ca T27 4AR* 1 B 1 F 1 B 1 B 1 AV 1 F

570ca T30 1 B 6 F 32 F 1 B 1 F F AR

570ca T31 1 F 1 B 3AR 1 F

570ca T33 1 F 3 F 2 F F

fine VI T34 3 B* 3F** 1B 1 F

670ca T35 2 F B 1 F F 1B 2 B

670ca T39 3AR* 2B AR 10AV AR B 1 F 3 F

VI-VII T41 7F** AR* 4AR 5 F AV

670ca T43 1AR 4F 1B 9F** B 1AR 1B f 9 F 7F 2B

VI-VII T44 AR 28F** F 5 F B 5 F 2F B

VI-VII T50 2F** 1F 5B 1 AR 1 AR 1 F

570ca T514 AR* 8 AR

3 AV 3 AV3 AR g

3 B 1 F 1 F

570ca T52 2 F 2 AR 3 F 1 B 1 B 5 F PB/B/F

610-20 T53 1 F

650ca T54 F B

570ca T55 4 F 4 F 3 F

570ca T56 AR* B F 2 AV 1 F

675-750 T57 2 F 1 F

570ca T78 2 F 2 B 3F B 5 F 4 F

N 4 B 1 F 4B PB 1 B 1 F 2B PB

Cividale, P.zza Duomo UD 1819 VII S? 1 F

Cividale, loc. Gallo UD 1821Þ fine VI

TA 4 AR 2 B 10 F 4 F 1 B 1 AV 2 F

TB 1 F

T1 6 B 1 B 2 F 1 F

T2 5 F 1 F

T3 1 F 12 F

T4 4 AR* 1 F

T5 4 AR* 4 B 2 F 1 F 13 AR4

AV4B 1 B 3 F 1 B

T6 1 B 2 F 1 F

T7 1 F 1 F 6 B

T9 20 AR 5 B* 1 F 1 F 1 F

334 CAPITOLO III

T12 1 B 1 F

T13 2 F

T14 2 F 1 B 13 F 1 F 1 F 22 B

T15 1 F 4 F 9 F

Cividale, fuori Porta S. Giovanni UD1886 V 1 AR

VII 1 B

Cividale, via Roma UD 1917 N/T 1 F +1 ?

Cividale, loc. San Giovanni/Cella UD 1817Þ VI-VII

1 AR 2 AR* 1 AV 1 B 1 AV

T12 2 AR* 2 B 1 AR 2 AV 1 F

T32 2 AR 2 AR*

T102 2 AR* 2 B

T105/A 1 AR* 3 AR 1 B ?

T125 1 AR

T142 1 AR

T143 1 AR

N 16 AV

Cividale, loc. S. Stefano “in Pertica”, Bg. San Pietro

UD 1960Þ VI-VII

T1 +4 AV 1 B 1 AV

T2 1 AR B 1 AV AV

T3 1 AV

T4 1 AV

T11 1 B 1 AV AV

T12 + 7 AV 1 B 1 AV

T13 1 AV

T16 1 B 1 B

T17 1 B

T18 9 F 1 B 5 F 1 F

T21 1 F 1 F

T22 1 F

T24 8F** 3 B** 2 F 4 F 1 B 1 AV 1 B 6 F6 F

AR B

T25 1 F

T26 AV

T27 1 AR* 1 F 1 AV 1 F

T28 1 F 1 F

T31 1 F 2 AR 1 F 1 F 1 F

T37 1 F

T38 2 B 2 F 5 F

T42 2 B 1 F

N 1 F

Cividale, Piazza delle Donne UD 1817? VII T AV 2 AR 5 B* 3 F B 1 AV 1 AV 1 AV

Cividale, ex Piazza Fontana UD 1819 S 1 B 1 AR

Cividale, loc. Tomba del Collegio UD 1818 1 B

Cividale, «Tempietto Longobardo» UD 1917-8? S 1 F**

Cividale, loc. Stazione FS UD 1818ÞVI-VII T1 1 AV

T 1 B

Cividale, loc. Purgessimo UD 1886 VI-VII S 1 F

335TABELLE DEI RINVENIMENTI

T12 1 B 1 F

T13 2 F

T14 2 F 1 B 13 F 1 F 1 F 22 B

T15 1 F 4 F 9 F

Cividale, fuori Porta S. Giovanni UD1886 V 1 AR

VII 1 B

Cividale, via Roma UD 1917 N/T 1 F +1 ?

Cividale, loc. San Giovanni/Cella UD 1817Þ VI-VII

1 AR 2 AR* 1 AV 1 B 1 AV

T12 2 AR* 2 B 1 AR 2 AV 1 F

T32 2 AR 2 AR*

T102 2 AR* 2 B

T105/A 1 AR* 3 AR 1 B ?

T125 1 AR

T142 1 AR

T143 1 AR

N 16 AV

Cividale, loc. S. Stefano “in Pertica”, Bg. San Pietro

UD 1960Þ VI-VII

T1 +4 AV 1 B 1 AV

T2 1 AR B 1 AV AV

T3 1 AV

T4 1 AV

T11 1 B 1 AV AV

T12 + 7 AV 1 B 1 AV

T13 1 AV

T16 1 B 1 B

T17 1 B

T18 9 F 1 B 5 F 1 F

T21 1 F 1 F

T22 1 F

T24 8F** 3 B** 2 F 4 F 1 B 1 AV 1 B 6 F6 F

AR B

T25 1 F

T26 AV

T27 1 AR* 1 F 1 AV 1 F

T28 1 F 1 F

T31 1 F 2 AR 1 F 1 F 1 F

T37 1 F

T38 2 B 2 F 5 F

T42 2 B 1 F

N 1 F

Cividale, Piazza delle Donne UD 1817? VII T AV 2 AR 5 B* 3 F B 1 AV 1 AV 1 AV

Cividale, ex Piazza Fontana UD 1819 S 1 B 1 AR

Cividale, loc. Tomba del Collegio UD 1818 1 B

Cividale, «Tempietto Longobardo» UD 1917-8? S 1 F**

Cividale, loc. Stazione FS UD 1818ÞVI-VII T1 1 AV

T 1 B

Cividale, loc. Purgessimo UD 1886 VI-VII S 1 F

336 CAPITOLO III

Cividale, Castello Guspergo UDS? 1 F

1821 2 B

Cividale, fraz. Grupignano, loc. Basso UD 1826 VII T 1 AR 1 F 2 ? 3 F

Cividale, Monte Barda UD 1912 1 AV

Cividale, Monti Barda e Roba UD +1 ?

Cividale, fondo Zurchi UD 1826 VII T 1 B* 1 AR 1 B 1 F B*

Codroipo, p.zza Garibaldi UD 1956 VI-VII N 1 F 2 F

Cordenons, loc. Case Bicon PN N 1 ? + 1 B

Cordenons, loc. Angora e Foradoris PN 1950Þ VII N B 1 ? 1 F 1 B 1 ?

Cormons, fraz. Giassico GO 1882 VI-VII S 3 F

Corno di Rosazzo, Visinale dello Judrio UD VII N 1 F +2 F

Erto, loc. Cjampuz PN 1958 VI-VII T 1 F 6 B

Erto, loc. La Vare PN 1977 VI-VII N 1 B 3 F 6 B

Fagagna, fraz. Ciconicco UD 1878 VII T 2 F

Fagagna, loc. San Vito, propr. Lauzzana UD 1949/62 VII N +1 ? +1 F

Fagagna, loc. Valle UD 1781 N +1 F

Farra d’Isonzo, M.te Fortin, loc. Mainizza GO

1781 N +1 F +2 B

1933-42 VI-VII

T1 1 F

T2 1 F

T3 2 F

T5 2 F

T7 2 F 1 F

T9 1 F

T11-13 3 B

1989-91 VI-VII

T46 1 F 1 F

T71 1 B

T72 +1 B

T84 1 AR

T90 1 AR

T98 1 B

T99 1 AR

N 1 F 1 B 1 B AV

Fontanafredda, loc. Madoneta PN 1950 ca. T 1 F

Fontanafredda, loc. la Val PN 1984 S 1 F

Fontanafredda, loc. S. Egidio PN 1954 N +1 B 2 AR

Forni di Sopra/Andrazza, propr. Cordonazzi UD 1890 VI T 3 B 1 F 1 AR 1 ?

Forni di Sopra/Andrazza, propr. Dalle Mule UD 1899 VI-VII T 1 B 1 B

Gemona UD 1876 VI-VII T 1 F

Gemona, loc. Godo UD 1879 S 2 AR

Gonars, loc. Cembri UD 1948 VI-VII N + 7 F

Gonars, fraz. Fauglis UD VII S/T 1 F

Gorizia, fraz. Moraro, Campo Sportivo GO 1874 VII N 1 F** 2 F 12 B 28 F 2 B 1 F

Gorizia, via Orzoni GO 1943 VII N 5 F

Gorizia, territorio GO N 1 AV

Invillino, colle Santino UD 1965-70V S/N 2 B 1 AV

VI S/N 7 B 1 F

337TABELLE DEI RINVENIMENTI

Cividale, Castello Guspergo UDS? 1 F

1821 2 B

Cividale, fraz. Grupignano, loc. Basso UD 1826 VII T 1 AR 1 F 2 ? 3 F

Cividale, Monte Barda UD 1912 1 AV

Cividale, Monti Barda e Roba UD +1 ?

Cividale, fondo Zurchi UD 1826 VII T 1 B* 1 AR 1 B 1 F B*

Codroipo, p.zza Garibaldi UD 1956 VI-VII N 1 F 2 F

Cordenons, loc. Case Bicon PN N 1 ? + 1 B

Cordenons, loc. Angora e Foradoris PN 1950Þ VII N B 1 ? 1 F 1 B 1 ?

Cormons, fraz. Giassico GO 1882 VI-VII S 3 F

Corno di Rosazzo, Visinale dello Judrio UD VII N 1 F +2 F

Erto, loc. Cjampuz PN 1958 VI-VII T 1 F 6 B

Erto, loc. La Vare PN 1977 VI-VII N 1 B 3 F 6 B

Fagagna, fraz. Ciconicco UD 1878 VII T 2 F

Fagagna, loc. San Vito, propr. Lauzzana UD 1949/62 VII N +1 ? +1 F

Fagagna, loc. Valle UD 1781 N +1 F

Farra d’Isonzo, M.te Fortin, loc. Mainizza GO

1781 N +1 F +2 B

1933-42 VI-VII

T1 1 F

T2 1 F

T3 2 F

T5 2 F

T7 2 F 1 F

T9 1 F

T11-13 3 B

1989-91 VI-VII

T46 1 F 1 F

T71 1 B

T72 +1 B

T84 1 AR

T90 1 AR

T98 1 B

T99 1 AR

N 1 F 1 B 1 B AV

Fontanafredda, loc. Madoneta PN 1950 ca. T 1 F

Fontanafredda, loc. la Val PN 1984 S 1 F

Fontanafredda, loc. S. Egidio PN 1954 N +1 B 2 AR

Forni di Sopra/Andrazza, propr. Cordonazzi UD 1890 VI T 3 B 1 F 1 AR 1 ?

Forni di Sopra/Andrazza, propr. Dalle Mule UD 1899 VI-VII T 1 B 1 B

Gemona UD 1876 VI-VII T 1 F

Gemona, loc. Godo UD 1879 S 2 AR

Gonars, loc. Cembri UD 1948 VI-VII N + 7 F

Gonars, fraz. Fauglis UD VII S/T 1 F

Gorizia, fraz. Moraro, Campo Sportivo GO 1874 VII N 1 F** 2 F 12 B 28 F 2 B 1 F

Gorizia, via Orzoni GO 1943 VII N 5 F

Gorizia, territorio GO N 1 AV

Invillino, colle Santino UD 1965-70V S/N 2 B 1 AV

VI S/N 7 B 1 F

338 CAPITOLO III

VII S/N +5 B 1F 2 B 1 AR 1 B

VIII T2 2 ?

VIII T3 2 ?

VIII T14 2 ?

VI-VII S/N 1 B 100 F

VI-VIII S/N +7 B 1 B

Invillino, Col di Zuca UD S 1 AR

Invillino, Col di Zuca UD 1972-3 VI-VII T15 1 F 2 F

Invillino, Col di Zuca UD 1962-74 S 1 B

Lestans, Chiesa di San Zenone UD VIII-IX 1 B

Lestizza, fraz. Sclaunicco UD I-VII N 1 B

Lovaria UD S 1 B

Lusevera, loc. Pers UD 1889 VI-VII S/T 1 B

Magnano in Riviera UD Anni 80 VII-VIII T 3 B 2 AR 3 F 1 B 1 AV 1 AV

Maiano, San Salvatore, loc. Campo Zampar UD

1920 VII N/T 1 F

1921 VII N/T1 F B*

7 F 1 B* 2 B 1 F 1 B5 B 5 B**

1936 N/T 1 F

1943-5 VII N/T 29 B 1 F 15 F 1 B 2 AV 2 B* 1 AV 2 F** 1 B 1 F

Maiano, loc. San Tommaso UD 1984 S/T 1 B 1 B

Malnisio PN S/N + 2 ? 3 F +1 ? 13 B +1 F

Maniago, loc. Molinat PN 1976-88 VI-VII S 1 B 2 F

Manzano, castello UD 1991 VII S 1 B

Meduno, fraz. Ciago PN 1997 VI-VII S 1 B

Mereto di Tomba, loc. Le fratte UD 1880 VII S/T 1 B 1 F

Mereto di Tomba, propr. Rota UD 1880 VII S/T 6 F

Mereto di Tomba UD 1948 S 1 F

Mereto di Tomba, loc. cimitero UD 1956 T 2 F

Mereto di Tomba, loc. Cortina UD 1956 VI-VII N/T 1 F 3 F

Montereale Valcellina, collina di Grizzo PN 1992-3 VII N/T1 1 F 2 B F F B

Moruzzo, loc. Castello UD 1908 VII N/T +1 F

Muggia, loc. San Michele GO 1991 1993 VI-VII N 1 B 1 F +1 B 1 F

Nimis, loc. Pra di Ponte UD 1907 VII S 1 F

Osoppo, loc. Paradic UD 1929, 1939 S/N +1

Ovaro, loc. Clavais UD 1897 N 2 B

Ovaro, loc. Luincis UD 1880 VI-VII T +2 B

Ovaro, loc. Liariis/Namontet UD 1992 VII

T1 1 F 1 B 1 F

T2 1 F

T3 1 F

T7 1 F

T9 1 F

T12 1 F 3 B 1 F

Ovaro, loc. Luint, Chiesa parrocchiale UD 1917 N +1 ? +1 F +1 ? 1 AV

Paluzza, loc. Pontaiba UD 1885 VII S 1 F

Pavia di Udine UD VI S 2 ?

Polcenigo, Colle San Bartolomeo PN 1968 VI N +1 B 1 B

Pordenone, centro PN VIII-XI N ? ? ?

339TABELLE DEI RINVENIMENTI

VII S/N +5 B 1F 2 B 1 AR 1 B

VIII T2 2 ?

VIII T3 2 ?

VIII T14 2 ?

VI-VII S/N 1 B 100 F

VI-VIII S/N +7 B 1 B

Invillino, Col di Zuca UD S 1 AR

Invillino, Col di Zuca UD 1972-3 VI-VII T15 1 F 2 F

Invillino, Col di Zuca UD 1962-74 S 1 B

Lestans, Chiesa di San Zenone UD VIII-IX 1 B

Lestizza, fraz. Sclaunicco UD I-VII N 1 B

Lovaria UD S 1 B

Lusevera, loc. Pers UD 1889 VI-VII S/T 1 B

Magnano in Riviera UD Anni 80 VII-VIII T 3 B 2 AR 3 F 1 B 1 AV 1 AV

Maiano, San Salvatore, loc. Campo Zampar UD

1920 VII N/T 1 F

1921 VII N/T1 F B*

7 F 1 B* 2 B 1 F 1 B5 B 5 B**

1936 N/T 1 F

1943-5 VII N/T 29 B 1 F 15 F 1 B 2 AV 2 B* 1 AV 2 F** 1 B 1 F

Maiano, loc. San Tommaso UD 1984 S/T 1 B 1 B

Malnisio PN S/N + 2 ? 3 F +1 ? 13 B +1 F

Maniago, loc. Molinat PN 1976-88 VI-VII S 1 B 2 F

Manzano, castello UD 1991 VII S 1 B

Meduno, fraz. Ciago PN 1997 VI-VII S 1 B

Mereto di Tomba, loc. Le fratte UD 1880 VII S/T 1 B 1 F

Mereto di Tomba, propr. Rota UD 1880 VII S/T 6 F

Mereto di Tomba UD 1948 S 1 F

Mereto di Tomba, loc. cimitero UD 1956 T 2 F

Mereto di Tomba, loc. Cortina UD 1956 VI-VII N/T 1 F 3 F

Montereale Valcellina, collina di Grizzo PN 1992-3 VII N/T1 1 F 2 B F F B

Moruzzo, loc. Castello UD 1908 VII N/T +1 F

Muggia, loc. San Michele GO 1991 1993 VI-VII N 1 B 1 F +1 B 1 F

Nimis, loc. Pra di Ponte UD 1907 VII S 1 F

Osoppo, loc. Paradic UD 1929, 1939 S/N +1

Ovaro, loc. Clavais UD 1897 N 2 B

Ovaro, loc. Luincis UD 1880 VI-VII T +2 B

Ovaro, loc. Liariis/Namontet UD 1992 VII

T1 1 F 1 B 1 F

T2 1 F

T3 1 F

T7 1 F

T9 1 F

T12 1 F 3 B 1 F

Ovaro, loc. Luint, Chiesa parrocchiale UD 1917 N +1 ? +1 F +1 ? 1 AV

Paluzza, loc. Pontaiba UD 1885 VII S 1 F

Pavia di Udine UD VI S 2 ?

Polcenigo, Colle San Bartolomeo PN 1968 VI N +1 B 1 B

Pordenone, centro PN VIII-XI N ? ? ?

340 CAPITOLO III

Pordenone, loc. Rorai Grande PNT +1 B

S 1 B

Pordenone, loc. Rorai Piccolo PN VI 1 ?

Pordenone, loc. Torre PN 1994-6 IX-XI 1 B

Porpetto UD VII N +2 F + B*

Povoletto, Fauluzza UD VII S 1 F

Povoletto, fraz. Savorgnano UD 1917 VII T 1 F 1 F

Pradamano, loc. Lovaria UD 1987, 1992-4 VII

T4 1 ?

T10 1 ?

T44 1 AR

T54 +1 B

N +1 B +1 F +1 ?

Premariacco UD 1893 VII S/T 1 B 1 B

Premariacco, propr. Del Fabbro UD 1924 VI-VII T 1 B

Premariacco, fraz. Firmano, loc. Tombutis UD 1953 VI-VII

T “C” 1 F

T “E” 1 B 1 F

T1 1 F

T2 2 B 1 F 1 F

T3 1 F 1 F

T4 5 B 1 F

T5 +1 F 3 F

T6 1 ? +2 B 2 F 1 B

T7 1 B 2 F

T8 1 F 1 B 1 F

T9 1 F 1 B

T10 2 F

T11 1 B

T12 3 B 1 F

T13 1 F 1 B

T14 1 F

T15 5 B 2 F 2 B

T16 2 B 2 F

T17 1 B 1 B

T18 1 F 1 F

T19 1 B

T20 2 F

T22 1 F 1 B 1 F 1 F

T23 1 F 1 B

T24 1 F 1 B

T25 1 F 2 B 1 B

T26 1 F 1 B 1 F

T27 1 F

T30 1 B

N/S 5 B 17 F 2 B 12 B 2 B

Premariacco, fraz. Ipplis UD VII T 2 B 3 F

Premariacco, fraz. Orsaria UD 1953 VII T 3 B 1 F

Premariacco, Ponte di Azzano UD 1957 VII T 1 F 2 F 2 B

341TABELLE DEI RINVENIMENTI

Pordenone, loc. Rorai Grande PNT +1 B

S 1 B

Pordenone, loc. Rorai Piccolo PN VI 1 ?

Pordenone, loc. Torre PN 1994-6 IX-XI 1 B

Porpetto UD VII N +2 F + B*

Povoletto, Fauluzza UD VII S 1 F

Povoletto, fraz. Savorgnano UD 1917 VII T 1 F 1 F

Pradamano, loc. Lovaria UD 1987, 1992-4 VII

T4 1 ?

T10 1 ?

T44 1 AR

T54 +1 B

N +1 B +1 F +1 ?

Premariacco UD 1893 VII S/T 1 B 1 B

Premariacco, propr. Del Fabbro UD 1924 VI-VII T 1 B

Premariacco, fraz. Firmano, loc. Tombutis UD 1953 VI-VII

T “C” 1 F

T “E” 1 B 1 F

T1 1 F

T2 2 B 1 F 1 F

T3 1 F 1 F

T4 5 B 1 F

T5 +1 F 3 F

T6 1 ? +2 B 2 F 1 B

T7 1 B 2 F

T8 1 F 1 B 1 F

T9 1 F 1 B

T10 2 F

T11 1 B

T12 3 B 1 F

T13 1 F 1 B

T14 1 F

T15 5 B 2 F 2 B

T16 2 B 2 F

T17 1 B 1 B

T18 1 F 1 F

T19 1 B

T20 2 F

T22 1 F 1 B 1 F 1 F

T23 1 F 1 B

T24 1 F 1 B

T25 1 F 2 B 1 B

T26 1 F 1 B 1 F

T27 1 F

T30 1 B

N/S 5 B 17 F 2 B 12 B 2 B

Premariacco, fraz. Ipplis UD VII T 2 B 3 F

Premariacco, fraz. Orsaria UD 1953 VII T 3 B 1 F

Premariacco, Ponte di Azzano UD 1957 VII T 1 F 2 F 2 B

342 CAPITOLO III

Prepotto UD pre 1890VI-VII S? 1 B

VI T? AR 1 B

Pulfero, loc. Calla UD 1 AV

Ragogna UD T? +1 B 1 F

Ragogna, Chiesa di San Pietro UD 1993-5 VII T 1 AV 1 AR* +1 B*

Remanzacco UD 1968 VI-VII T 1 F

Remanzacco UD 18° sec VI-VII T 1 B 1 AV

Rive d’Arcano, Rodeano Alto, loc. Fornace UD 1915 VI-VII T 5 B 1 AV

Rivignano, via Dante UD 1956 VII N 4 B 1 F 5 F

Rivignano, loc. Flambruzzo UD 1947 VII 2 F

Romans d’Isonzo, loc. S. Sorz GO 1987-9 VI-VII

N

T25 1 F 3 F 2 F 1 F B

T30 1 F

T31 1 F

T34 1 F

T35 1 F 2 F 2 F

T38 3 F 4 F

T40 1 F 1 F

T42 1 F 1 F

T43 1 F

T44 1 F

T45 1 F

T46 1 F

T47 1 F

T49 1 F 1 F

T50 1 F 1 F

T51 1 B 1 F

T52 1 F

T54 1 F

T55 1 F 3 F 1 F

T56 1 F

T59 1 F 1 F

T60 1 F 1 F

T63 1 ?

T66a 1 F

T68 1 F

T69 1 F

T70 1 F

T71 1 F 3 F

T73 1 F 1 F

T74a 1 F

T74b 3 F 2 B 2 F 1 B 3 F 2 B

T77 3 B 2 AR

T78 1 F

T79 5 B 2 AR3 AV 4 F

5 B 2 F2 B 2 B**

343TABELLE DEI RINVENIMENTI

Prepotto UD pre 1890VI-VII S? 1 B

VI T? AR 1 B

Pulfero, loc. Calla UD 1 AV

Ragogna UD T? +1 B 1 F

Ragogna, Chiesa di San Pietro UD 1993-5 VII T 1 AV 1 AR* +1 B*

Remanzacco UD 1968 VI-VII T 1 F

Remanzacco UD 18° sec VI-VII T 1 B 1 AV

Rive d’Arcano, Rodeano Alto, loc. Fornace UD 1915 VI-VII T 5 B 1 AV

Rivignano, via Dante UD 1956 VII N 4 B 1 F 5 F

Rivignano, loc. Flambruzzo UD 1947 VII 2 F

Romans d’Isonzo, loc. S. Sorz GO 1987-9 VI-VII

N

T25 1 F 3 F 2 F 1 F B

T30 1 F

T31 1 F

T34 1 F

T35 1 F 2 F 2 F

T38 3 F 4 F

T40 1 F 1 F

T42 1 F 1 F

T43 1 F

T44 1 F

T45 1 F

T46 1 F

T47 1 F

T49 1 F 1 F

T50 1 F 1 F

T51 1 B 1 F

T52 1 F

T54 1 F

T55 1 F 3 F 1 F

T56 1 F

T59 1 F 1 F

T60 1 F 1 F

T63 1 ?

T66a 1 F

T68 1 F

T69 1 F

T70 1 F

T71 1 F 3 F

T73 1 F 1 F

T74a 1 F

T74b 3 F 2 B 2 F 1 B 3 F 2 B

T77 3 B 2 AR

T78 1 F

T79 5 B 2 AR3 AV 4 F

5 B 2 F2 B 2 B**

344 CAPITOLO III

T79 5 B 2 AR3 AV 4 F

5 B 2 F2 B 2 B**

T85 1 ? 1 F

T86 1 ?

T87 1 ? 1 F

T90 2 B 1 F 1 B 1 F 2 B 2 F

T91 1 F

T92 1 F

T93 1 ?

T96 1 F

T97 4 AR

T98 1 ? 1 F

T99 1 F 1 F

T100 1 F

T112 1 B 1 F 1 F

T113 2 B 1 F

T114 1 F

T116 1 F 3 B 2 B

T117 1 F

T118 1 F 2 F

T121 1 B 1 F

T122 2 F

T123 1 F 2 F

T124 1 F 1 B 4 F 1 F

T126 1 B 1 F 1 F

T127 1 F

T134 1 F

T145 1 F 1 F

Sacile, fondo Michelin? PN S 1 ?

San Daniele, loc. Giavons/Braide dal Sclaf UD 1905 VI M 1 AV

San Giorgio di Nogaro UD VI S 1 B

San Pietro al Natisone, propr. Franceschini UD 1913 VI S/T 1 F

San Pietro al Natisone, loc. San Quirino UD 1985 VI-VII S 1 B 11 B 23 B°

Santa Maria La Longa, fraz. Tissano, loc. cimitero UD 1955 VII S 1 B 1 F

Santa Maria La Longa, fraz. Tissano, loc. Pascut UD 1955 VII N +1 ? +1 F +1 ?

Santa Maria La Longa, fraz. Santo Stefano UD 1776 V-VI T 1 AV

Sequals, Castello di Solimbergo PN 2001 VII S 1 B 1 F

Sesto al Reghena, loc. Marignana PN 1929 VI-VII T 1 B

Sevegliano UD 1964 VII S 1 F

Tolmezzo, loc. Casanova, loc. Cort dal Salvan UD N +1 ? +1 F

Torreano di Cividale, loc. Sotto Castello UD 1908 VI-VII N 1 ? 5 B 1 ? 1 F

Travesio PN T 2 B

Trieste TS 1981

T3 1 F

T8 1 F 2 B

T19a 1 B

345TABELLE DEI RINVENIMENTI

T79 5 B 2 AR3 AV 4 F

5 B 2 F2 B 2 B**

T85 1 ? 1 F

T86 1 ?

T87 1 ? 1 F

T90 2 B 1 F 1 B 1 F 2 B 2 F

T91 1 F

T92 1 F

T93 1 ?

T96 1 F

T97 4 AR

T98 1 ? 1 F

T99 1 F 1 F

T100 1 F

T112 1 B 1 F 1 F

T113 2 B 1 F

T114 1 F

T116 1 F 3 B 2 B

T117 1 F

T118 1 F 2 F

T121 1 B 1 F

T122 2 F

T123 1 F 2 F

T124 1 F 1 B 4 F 1 F

T126 1 B 1 F 1 F

T127 1 F

T134 1 F

T145 1 F 1 F

Sacile, fondo Michelin? PN S 1 ?

San Daniele, loc. Giavons/Braide dal Sclaf UD 1905 VI M 1 AV

San Giorgio di Nogaro UD VI S 1 B

San Pietro al Natisone, propr. Franceschini UD 1913 VI S/T 1 F

San Pietro al Natisone, loc. San Quirino UD 1985 VI-VII S 1 B 11 B 23 B°

Santa Maria La Longa, fraz. Tissano, loc. cimitero UD 1955 VII S 1 B 1 F

Santa Maria La Longa, fraz. Tissano, loc. Pascut UD 1955 VII N +1 ? +1 F +1 ?

Santa Maria La Longa, fraz. Santo Stefano UD 1776 V-VI T 1 AV

Sequals, Castello di Solimbergo PN 2001 VII S 1 B 1 F

Sesto al Reghena, loc. Marignana PN 1929 VI-VII T 1 B

Sevegliano UD 1964 VII S 1 F

Tolmezzo, loc. Casanova, loc. Cort dal Salvan UD N +1 ? +1 F

Torreano di Cividale, loc. Sotto Castello UD 1908 VI-VII N 1 ? 5 B 1 ? 1 F

Travesio PN T 2 B

Trieste TS 1981

T3 1 F

T8 1 F 2 B

T19a 1 B

346 CAPITOLO III

Tricesimo, loc. Casanova UD 1886 VII N 4 ?

Tricesimo, c/o linea FS UD 1878 VI-VII N 1 F +3 F

Udine, Colle del Castello UD S 1 AV

Udine, fraz. Godia, loc. Molino Boemo UD VII N +1 F 2 AR

Udine, fraz. Passons UD 1885 VII N + 3 B

Udine, loc. Planis UD 1874 VII N +1 ? +1 F

Udine, via del Gelso UD 1949 VII N 6 F

Udine, via Treviso UD 1960 VI T 2 AR*

Udine, territorio UD1963 VII S? 1 F

1965 VII S? 1 F

Varmo, loc. Romans/Campo Diaz UD VI-VII S 1 B

Venzone UD 1 F

Villesse, Chiesa di San Michele GO 2000 V-VIII S 2 B

Visco GO1952 T 1 F

1966 T 1 B 1 B

Vivaro, loc. Pra Lorenzo PN 1976-88 VI-VII S 1 B

Vivaro, loc. Tesis PN 1976-88 VI-VIII S 1 B

Vivaro, territorio? PN 2 B

Zuglio, territorio UD VI +1 B

Zuglio, foro UD 1990-3 VI 1 ?

III.7.LAZIO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Albano Laziale, Catacombe S. Salvatore ROMA 1990sIV-VI

T103 97 B

T104 224 B

111 B

T105 235 B

VI N 2 AV

347TABELLE DEI RINVENIMENTI

Tricesimo, loc. Casanova UD 1886 VII N 4 ?

Tricesimo, c/o linea FS UD 1878 VI-VII N 1 F +3 F

Udine, Colle del Castello UD S 1 AV

Udine, fraz. Godia, loc. Molino Boemo UD VII N +1 F 2 AR

Udine, fraz. Passons UD 1885 VII N + 3 B

Udine, loc. Planis UD 1874 VII N +1 ? +1 F

Udine, via del Gelso UD 1949 VII N 6 F

Udine, via Treviso UD 1960 VI T 2 AR*

Udine, territorio UD1963 VII S? 1 F

1965 VII S? 1 F

Varmo, loc. Romans/Campo Diaz UD VI-VII S 1 B

Venzone UD 1 F

Villesse, Chiesa di San Michele GO 2000 V-VIII S 2 B

Visco GO1952 T 1 F

1966 T 1 B 1 B

Vivaro, loc. Pra Lorenzo PN 1976-88 VI-VII S 1 B

Vivaro, loc. Tesis PN 1976-88 VI-VIII S 1 B

Vivaro, territorio? PN 2 B

Zuglio, territorio UD VI +1 B

Zuglio, foro UD 1990-3 VI 1 ?

III.7.LAZIO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Albano Laziale, Catacombe S. Salvatore ROMA 1990sIV-VI

T103 97 B

T104 224 B

111 B

T105 235 B

VI N 2 AV

348 CAPITOLO III

Allumiere, loc. Vaccareccia ROMA 1985-9 T1 1 B 2 B

Ariccia ROMA 1885 Tes 213 AR

Bolsena, Santa Cristina VT

1880 T 1 AV 1 AV

1910T3 1 B

T4 2 F 2 AV 1 B 1 B° 4 B

Bomarzo, loc. Cimitero Vecchio VT 1973 N 1 F

Capena, loc. Montecanino ROMA 1930s V-VII T11 3 AV AV

Castro dei Volsci, Casale Madonna del Piano FR 1989-90

VI-VIIT2

2 B 1 F 3 AV 2 AR

4 B

T8 9 B

Colleferro, Casa Ripi ROMA 1990-1 VII N/T 1 F 1 B

Falerii VT IV-VI Tes 4000 B

Fontana Liri FR V-VI Tes 150 B

Grottaferrata ROMA 1951 X-XI Tes 1 Pb 40 AR

Ischia di Castro, Villa de la Selvicciola VT V-VII

T86/3 4 B

T82/1 1 AR

T82/2 1 F

T86/6 1 B 1 F

T89/4 9 F**

T87/4 5 B 1 F

T86/8 1 B 1 ? 9 F 1 B 1 ? 1 F

2 B

T86/9 2 B 1 ? 2 F 1 ? 1 F

T86/11 4 ? 15 F 2 F 2 B

T86/2 7? 2 F 1 F

T86/13 3 ? 2 F

N +1 B 2 B

Ischia di Castro, Colli di San Colombano VT N +1 B +1 F 1 F 1 F 1 B

Ischia di Castro, loc. Pianetto VT ante 1957 VI-VII N 1 B +1 ?

Ladispoli, loc. Piane di Vaccina ROMA 1983V-VI TA 1 F

TC 2 AR* 1 AV +1 F

Ladispoli, loc. Statua ROMA T 1 B 1 F

LazioVI Tes 2 AV 59 AR

4 B

Mazzano Romano, fraz. Mola di Monte Gelato VT 1875/1983

TA23 1 ?

TA28 1 B

N 1 B

Montebuono RI ante 1897 VI 13 AV

Montelibretti ROMA 1950 V-VI Tes +1 B

Priverno LT T 6 AR

Roma, Crypta Balbi ROMAS 3 AV

VII Tes 49 AR

Roma, Via Flaminia, Basilica di San Valentino ROMA 1888 V-VI T 2 AR 2 AV

Roma, foro ROMA IV-V Tes 205 B

Roma, foro ROMA 1883 IX-X Tes 1 AV 830 AR

Roma, Laterano ROMA 1587 V-VI Tes +1 ?

349TABELLE DEI RINVENIMENTI

Allumiere, loc. Vaccareccia ROMA 1985-9 T1 1 B 2 B

Ariccia ROMA 1885 Tes 213 AR

Bolsena, Santa Cristina VT

1880 T 1 AV 1 AV

1910T3 1 B

T4 2 F 2 AV 1 B 1 B° 4 B

Bomarzo, loc. Cimitero Vecchio VT 1973 N 1 F

Capena, loc. Montecanino ROMA 1930s V-VII T11 3 AV AV

Castro dei Volsci, Casale Madonna del Piano FR 1989-90

VI-VIIT2

2 B 1 F 3 AV 2 AR

4 B

T8 9 B

Colleferro, Casa Ripi ROMA 1990-1 VII N/T 1 F 1 B

Falerii VT IV-VI Tes 4000 B

Fontana Liri FR V-VI Tes 150 B

Grottaferrata ROMA 1951 X-XI Tes 1 Pb 40 AR

Ischia di Castro, Villa de la Selvicciola VT V-VII

T86/3 4 B

T82/1 1 AR

T82/2 1 F

T86/6 1 B 1 F

T89/4 9 F**

T87/4 5 B 1 F

T86/8 1 B 1 ? 9 F 1 B 1 ? 1 F

2 B

T86/9 2 B 1 ? 2 F 1 ? 1 F

T86/11 4 ? 15 F 2 F 2 B

T86/2 7? 2 F 1 F

T86/13 3 ? 2 F

N +1 B 2 B

Ischia di Castro, Colli di San Colombano VT N +1 B +1 F 1 F 1 F 1 B

Ischia di Castro, loc. Pianetto VT ante 1957 VI-VII N 1 B +1 ?

Ladispoli, loc. Piane di Vaccina ROMA 1983V-VI TA 1 F

TC 2 AR* 1 AV +1 F

Ladispoli, loc. Statua ROMA T 1 B 1 F

LazioVI Tes 2 AV 59 AR

4 B

Mazzano Romano, fraz. Mola di Monte Gelato VT 1875/1983

TA23 1 ?

TA28 1 B

N 1 B

Montebuono RI ante 1897 VI 13 AV

Montelibretti ROMA 1950 V-VI Tes +1 B

Priverno LT T 6 AR

Roma, Crypta Balbi ROMAS 3 AV

VII Tes 49 AR

Roma, Via Flaminia, Basilica di San Valentino ROMA 1888 V-VI T 2 AR 2 AV

Roma, foro ROMA IV-V Tes 205 B

Roma, foro ROMA 1883 IX-X Tes 1 AV 830 AR

Roma, Laterano ROMA 1587 V-VI Tes +1 ?

350 CAPITOLO III

Roma, Lungotevere Testaccio ROMA 1981-5

VI TT1 1 F

TT3 2 B

TT7 1 F

V-VI N 2 B

Roma, Palatino ROMA V 1 AV

Roma, Palatino ROMA S 1 AV

Roma, San Lorenzo fuori le Mura ROMA V 1 AV

Roma, San Paolo fuori le Mura ROMA 1843 X-XI Tes +1 AR

Roma, Santo Stefano Rotondo ROMA IX T 4 AR

Roma ROMA 1830 VIII-IX Tes +1 AR

Roma, letto fiume Tevere ROMA Tes 31 AR

Roma, Via Latina ROMA V-VI Tes 20 AV

Roma, fraz. Mezzocammino, loc. San Ciriaco ROMA 1915-16 IV-V T 1 F 1 B

T1 17 B 11

T2 16 B 12

T3 17 B 15

T4 16 B 22

T5 25 B 9

T6 64 B 38

Sutri, loc. Condotti VT 1878 T 1 AR 2 AV 7 AV 1 AV 1 AR 1 B

Valentano, loc. Sorgenti della Nova VT 2 B

Valentano, loc. Santa Lucia VT 2 F

Veroli, Corso Vittorio Emanuele 3 FR 1922 VI-VII N 2 B 3 F 6 AR 51 B

Viterbo VT 1844 IX-X Tes +1 AR

351TABELLE DEI RINVENIMENTI

Roma, Lungotevere Testaccio ROMA 1981-5

VI TT1 1 F

TT3 2 B

TT7 1 F

V-VI N 2 B

Roma, Palatino ROMA V 1 AV

Roma, Palatino ROMA S 1 AV

Roma, San Lorenzo fuori le Mura ROMA V 1 AV

Roma, San Paolo fuori le Mura ROMA 1843 X-XI Tes +1 AR

Roma, Santo Stefano Rotondo ROMA IX T 4 AR

Roma ROMA 1830 VIII-IX Tes +1 AR

Roma, letto fiume Tevere ROMA Tes 31 AR

Roma, Via Latina ROMA V-VI Tes 20 AV

Roma, fraz. Mezzocammino, loc. San Ciriaco ROMA 1915-16 IV-V T 1 F 1 B

T1 17 B 11

T2 16 B 12

T3 17 B 15

T4 16 B 22

T5 25 B 9

T6 64 B 38

Sutri, loc. Condotti VT 1878 T 1 AR 2 AV 7 AV 1 AV 1 AR 1 B

Valentano, loc. Sorgenti della Nova VT 2 B

Valentano, loc. Santa Lucia VT 2 F

Veroli, Corso Vittorio Emanuele 3 FR 1922 VI-VII N 2 B 3 F 6 AR 51 B

Viterbo VT 1844 IX-X Tes +1 AR

352 CAPITOLO III

III.8.LIGURIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Andora, castello Clavesana SV 1989-90 IX-X S ?

Finale Ligure, Sant’Antonino di Perti SV 1982-91 VI-VIII S 5 F 23 B 6 F3 F 2 B 8 AR 4 F 3 Pb

F3 AR 1 Pb 2 B +4 B

Finale Ligure, Sant’Antonino di Perti SV 1966 XI M 2 B

Genova, Via San Vincenzo GE 1968-71 VI-VII T4 2 B

Genova ? GE 1 B

Ortonovo, fraz. Luni SP

1970-1

VII S 1 B** 4 B 1 B

VI S 1 B 1 B

VI-VII S 2 B

? S 4 B 1 B

1972-4

VII-VIII S 1 F 3 F

? S 1 F

VI-VII T 1 F

1868 T 1 Pb 3 AV

V-VII M9 AV 31 AR

87 B

Ortonovo, fraz. Luni SP 1883 45 B 4 ? 4 B

Rossiglione, loc. Lagoscuro GE VII Tes 1 B

Sarzana SP VIII-IX 12 AR

Savignone GE 1975 S 1 B 2 ? +1 F

Savona, Priamar SV 1988-9 IV-VII

T1 1 AV

T16 1 AV 1 B

T18 2 B

T20 1 B

T26 1 F 1 F

T32 1 B

T47 2 B

T50 1 B 1 PB 1 B

353TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.8.LIGURIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Andora, castello Clavesana SV 1989-90 IX-X S ?

Finale Ligure, Sant’Antonino di Perti SV 1982-91 VI-VIII S 5 F 23 B 6 F3 F 2 B 8 AR 4 F 3 Pb

F3 AR 1 Pb 2 B +4 B

Finale Ligure, Sant’Antonino di Perti SV 1966 XI M 2 B

Genova, Via San Vincenzo GE 1968-71 VI-VII T4 2 B

Genova ? GE 1 B

Ortonovo, fraz. Luni SP

1970-1

VII S 1 B** 4 B 1 B

VI S 1 B 1 B

VI-VII S 2 B

? S 4 B 1 B

1972-4

VII-VIII S 1 F 3 F

? S 1 F

VI-VII T 1 F

1868 T 1 Pb 3 AV

V-VII M9 AV 31 AR

87 B

Ortonovo, fraz. Luni SP 1883 45 B 4 ? 4 B

Rossiglione, loc. Lagoscuro GE VII Tes 1 B

Sarzana SP VIII-IX 12 AR

Savignone GE 1975 S 1 B 2 ? +1 F

Savona, Priamar SV 1988-9 IV-VII

T1 1 AV

T16 1 AV 1 B

T18 2 B

T20 1 B

T26 1 F 1 F

T32 1 B

T47 2 B

T50 1 B 1 PB 1 B

354 CAPITOLO III

T78 1 B

T83 1 B

T85 7 B

Varigotti, loc. Isasco SP VII T8 1 AR

Ventimiglia, San Michele IM ante 1827 VI Tes +1 ?

Ventimiglia, Sant’Agostino IM ante 1883 VII-IX? M 1?

Ventimiglia, San Giovanni Battista IM 1857 VI M 1 AV

III.9.LOMBARDIAPr

ovin

cia

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Abb

iglia

men

to

Arm

i

Orn

amen

ti/G

ioie

lli

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Altr

o

Inst

rum

entu

m

Abbiate Guazzone VA V-VI Tes 23 AV

Almenno San Salvatore, Chiesa di San Giorgio BG 1988-90T1 1? 1 F 1 B 1 AR

T2 4 B 1 F

Almenno San Bartolomeo, S. Tomè BG N F B

Arsago Seprio, scuole VA

1971

VII

T1 F

T2 1 F

T4 1? 1 F B* 1 B

T5 1 B 1 F 1 B 1 AV

T6 +2 ?

1994

T2 6 B

T4 14 ? 4 F 1 AV

T5 11 B 2 F

T11 1 B 2 F 1 F 1 F**

Bagnolo Mella BS 1900 c. VII T 2 F

Bedizzole, fraz. Pontenove BS 1996 N 1 ? 1 F

355TABELLE DEI RINVENIMENTI

T78 1 B

T83 1 B

T85 7 B

Varigotti, loc. Isasco SP VII T8 1 AR

Ventimiglia, San Michele IM ante 1827 VI Tes +1 ?

Ventimiglia, Sant’Agostino IM ante 1883 VII-IX? M 1?

Ventimiglia, San Giovanni Battista IM 1857 VI M 1 AV

III.9.LOMBARDIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Abb

iglia

men

to

Arm

i

Orn

amen

ti/G

ioie

lli

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Altr

o

Inst

rum

entu

m

Abbiate Guazzone VA V-VI Tes 23 AV

Almenno San Salvatore, Chiesa di San Giorgio BG 1988-90T1 1? 1 F 1 B 1 AR

T2 4 B 1 F

Almenno San Bartolomeo, S. Tomè BG N F B

Arsago Seprio, scuole VA

1971

VII

T1 F

T2 1 F

T4 1? 1 F B* 1 B

T5 1 B 1 F 1 B 1 AV

T6 +2 ?

1994

T2 6 B

T4 14 ? 4 F 1 AV

T5 11 B 2 F

T11 1 B 2 F 1 F 1 F**

Bagnolo Mella BS 1900 c. VII T 2 F

Bedizzole, fraz. Pontenove BS 1996 N 1 ? 1 F

356 CAPITOLO III

Bergamo, fraz. Colognola BG1888 T 3 AV 4 B 1 F 1 B 1 AV

1980 c. T1 2 F

Bergamo, via Ghiacciaia BG 1996-9 T 1 ? 1 F 1 ?

Bergamo, casa Ortelli, via Fara 19 BG 1888 N/Tes 1 B 50 B

Bergamo, casa Lorenzi, Chiesa di Sant’Andrea BG 1870 VII T 4 B°

Bergamo, loc. Loreto BG 1837 VI-VII T 1 AV

Besozzo, fraz. Bogno, loc. Castello VA S 2 F B*

Bienno, chiesa di Santa Maria BS 1990 c. S 1 F

Boffalora d’Adda LO 1978 T 1 B 5 F 1 AV 1 F

Boffalora d’Adda, loc. Pianone LO 1986 VII T/N 11 B 4 F B* 1 AV 1 F

Bolgare, San Chierico BG 2001-8

VII T4 1 B

T60 1 B/F

T141 1 AR

T152 1 AR

T180 1 B

T190 1 B

T200 1 F 1 B* 1 F 2 F

Borno, loc. Calanno BS 1996 T 1 F 1 F

Botticino, fraz. Botticino Sera BS 1887-92 N +1 B 25 F

Brandico, loc. Prato Longo BS 1900 c. T 2 F

Braone BS 1956 V-VI Tes 1 Pb 9 AV

Brescia, liceo Classico “Arnaldo” BS 1984 III-V

TA 2 B

TB 1 B?

TG 3 B 1 AR 1 B

Brescia, colle Cidneo, San Pietro in Oliveto BS 1886 T 1 F B +1 ?

Brescia, nuovo Manicomio BS 1890 c. N 4 B 1 F 14 F 4 B 2 F

Brescia, loc. San Bartolomeo – Vallotti BS 1900 VII T 8 F** 5 B* 5 F B* 1 F

Brescia, Chiesa di San Salvatore BS

1891 S 1 F

1968VII

T1 5 B 10 F

T2 2 AR 3 F

T3 1 B 1 F F

VIII T 1 F

Brescia, Monastero Santa Giulia BS S Pb

Brescia, fraz. Volta Bresciana BS 1938 T F* F** 6 F 5 B* F

Brescia, Via Musei 67 BS 1996-7 VII N 1 F 1 B 1 F 1 AR

Brescia, Via Trieste, area ex Hotel Gallo BS 1991 VII T 1 B 1 B* 1 F 1 ?

Brescia, territorio BSVII S 1 B

VI-VII S 9 F AV 1 F

Brescia, vicoli San Clemente/Lungo BS VI-VII T 5 B

Brescia, Via Cattaneo BS 2009IV-V T1 1 B*

T8 1 B

Briosco MI 1838 IX Tes 63 AR

Bulciago, loc. Bulciaghetto, Chiesa Santo Stefano LC 1896 VI-630 N 1 F** 4 F 3 B* 1 F

Cadrezzate, loc. Merculo VA XIX T 2 F

Calcinate, via Santo Stefano BG 1997-8 VI-VII T 2 F

Calvatone, loc. Costa di Sant’Andrea CRVI S 1 AR

IV-V Tes 50 B

357TABELLE DEI RINVENIMENTI

Bergamo, fraz. Colognola BG1888 T 3 AV 4 B 1 F 1 B 1 AV

1980 c. T1 2 F

Bergamo, via Ghiacciaia BG 1996-9 T 1 ? 1 F 1 ?

Bergamo, casa Ortelli, via Fara 19 BG 1888 N/Tes 1 B 50 B

Bergamo, casa Lorenzi, Chiesa di Sant’Andrea BG 1870 VII T 4 B°

Bergamo, loc. Loreto BG 1837 VI-VII T 1 AV

Besozzo, fraz. Bogno, loc. Castello VA S 2 F B*

Bienno, chiesa di Santa Maria BS 1990 c. S 1 F

Boffalora d’Adda LO 1978 T 1 B 5 F 1 AV 1 F

Boffalora d’Adda, loc. Pianone LO 1986 VII T/N 11 B 4 F B* 1 AV 1 F

Bolgare, San Chierico BG 2001-8

VII T4 1 B

T60 1 B/F

T141 1 AR

T152 1 AR

T180 1 B

T190 1 B

T200 1 F 1 B* 1 F 2 F

Borno, loc. Calanno BS 1996 T 1 F 1 F

Botticino, fraz. Botticino Sera BS 1887-92 N +1 B 25 F

Brandico, loc. Prato Longo BS 1900 c. T 2 F

Braone BS 1956 V-VI Tes 1 Pb 9 AV

Brescia, liceo Classico “Arnaldo” BS 1984 III-V

TA 2 B

TB 1 B?

TG 3 B 1 AR 1 B

Brescia, colle Cidneo, San Pietro in Oliveto BS 1886 T 1 F B +1 ?

Brescia, nuovo Manicomio BS 1890 c. N 4 B 1 F 14 F 4 B 2 F

Brescia, loc. San Bartolomeo – Vallotti BS 1900 VII T 8 F** 5 B* 5 F B* 1 F

Brescia, Chiesa di San Salvatore BS

1891 S 1 F

1968VII

T1 5 B 10 F

T2 2 AR 3 F

T3 1 B 1 F F

VIII T 1 F

Brescia, Monastero Santa Giulia BS S Pb

Brescia, fraz. Volta Bresciana BS 1938 T F* F** 6 F 5 B* F

Brescia, Via Musei 67 BS 1996-7 VII N 1 F 1 B 1 F 1 AR

Brescia, Via Trieste, area ex Hotel Gallo BS 1991 VII T 1 B 1 B* 1 F 1 ?

Brescia, territorio BSVII S 1 B

VI-VII S 9 F AV 1 F

Brescia, vicoli San Clemente/Lungo BS VI-VII T 5 B

Brescia, Via Cattaneo BS 2009IV-V T1 1 B*

T8 1 B

Briosco MI 1838 IX Tes 63 AR

Bulciago, loc. Bulciaghetto, Chiesa Santo Stefano LC 1896 VI-630 N 1 F** 4 F 3 B* 1 F

Cadrezzate, loc. Merculo VA XIX T 2 F

Calcinate, via Santo Stefano BG 1997-8 VI-VII T 2 F

Calvatone, loc. Costa di Sant’Andrea CRVI S 1 AR

IV-V Tes 50 B

358 CAPITOLO III

Calvisano BS 1891 600 dC N47 B 3 F 1 AR 11 B

7 AV 1 B3 B

5 F 51 F 2 F 18 F

Calvisano, fraz. Mezzane BS 1988 VII N/T 2F 5F** 1 F AV 1 B°

Calvisano, loc. Santi di Sopra BS 1988

VI-VII

T7 1 B

T10 3 F

T11 3 F

T12 3 B 3F/B 1 B

T14 1 B 1 F

T17 1 B

T18 1 F

T19 1 F

T20 1 B 1 F

T26 1 F 1 F

T34 1 F

T37 1 B 1 F

T38 1 B

T39 10 B 1 B 1 F

T40 1 B

T41 11 B 1 F

T44 1 F

T50 2 F 1 F 1 F

T53 1 F

T54 2 F 1 F

T61 13 B 1 F 1 F

T65 1 F

T77 3 F 1 F 2 F

T79 1 B 2 F 1 F 1 F 1 F

T83 1 B

T87 1 F

N 3 F/B 1 B

Calvisano, loc. Prato del Gioco BS1989-90 VII T 3 B 1 F

1992 VII N 1 F 1 B 1 F

Campione d’Italia, San Zenone CO 1996-2000

VII T AV 1 AR

VII T 3 AV

X M 1 AR

Campo Camino PV VI-VIII 2 AV

Canneto sull’Oglio MN 1889 S 2 ?

Carpenedolo, loc. Aia del Lupo BS 1903 VII T 5 F 1 AR

Carpignago PV V Tes 4 AV 17 AV

Carvico, loc. San Tomè BG 1981 VII-IX S 1 F 1 B** 1 F 1 AR?

Cassano d’Adda, cascine S. Pietro MI 2010 VII

T4 8 B

T5 9 B

T7 6 B

T8 9 B 1 F

Cassano Magnago VA T 1 B

Casteggio PV 1930 V-VI N/T B* B

Casteggio, via Torino, via Roma PV V Tes ?

359TABELLE DEI RINVENIMENTI

Calvisano BS 1891 600 dC N47 B 3 F 1 AR 11 B

7 AV 1 B3 B

5 F 51 F 2 F 18 F

Calvisano, fraz. Mezzane BS 1988 VII N/T 2F 5F** 1 F AV 1 B°

Calvisano, loc. Santi di Sopra BS 1988

VI-VII

T7 1 B

T10 3 F

T11 3 F

T12 3 B 3F/B 1 B

T14 1 B 1 F

T17 1 B

T18 1 F

T19 1 F

T20 1 B 1 F

T26 1 F 1 F

T34 1 F

T37 1 B 1 F

T38 1 B

T39 10 B 1 B 1 F

T40 1 B

T41 11 B 1 F

T44 1 F

T50 2 F 1 F 1 F

T53 1 F

T54 2 F 1 F

T61 13 B 1 F 1 F

T65 1 F

T77 3 F 1 F 2 F

T79 1 B 2 F 1 F 1 F 1 F

T83 1 B

T87 1 F

N 3 F/B 1 B

Calvisano, loc. Prato del Gioco BS1989-90 VII T 3 B 1 F

1992 VII N 1 F 1 B 1 F

Campione d’Italia, San Zenone CO 1996-2000

VII T AV 1 AR

VII T 3 AV

X M 1 AR

Campo Camino PV VI-VIII 2 AV

Canneto sull’Oglio MN 1889 S 2 ?

Carpenedolo, loc. Aia del Lupo BS 1903 VII T 5 F 1 AR

Carpignago PV V Tes 4 AV 17 AV

Carvico, loc. San Tomè BG 1981 VII-IX S 1 F 1 B** 1 F 1 AR?

Cassano d’Adda, cascine S. Pietro MI 2010 VII

T4 8 B

T5 9 B

T7 6 B

T8 9 B 1 F

Cassano Magnago VA T 1 B

Casteggio PV 1930 V-VI N/T B* B

Casteggio, via Torino, via Roma PV V Tes ?

360 CAPITOLO III

Castel d’Ario MN VI S 1 ?

Castellaz Valdisotto, Chiesa di San Bartolomeo SO

V-VI S 4 B 1 B

VI-VII S 3 B 1 F 1 F 1 B 1 AV 2 B*

IX S 1 F 1 AR

N 1 B

Castelli Calepio, loc. Castel Rampino BG 1977 VII N/T 20 F** 1 B 3 F F** 3 AV 1 AV 1 F

Castelmella BS 1906 T 1 F

Castelseprio, Basilica di San Giovanni VA 1955 VII T 1 AR

Cava Manara PV 1938-40 T 1 ? +1 B 3 F 1 F

Cerlongo MN 1920 IV-VI N +1 B +1 B F

Cernago PV VI-VIII 2 AV

Cologno al Serio, loc. Podere Gamba BG 1882 VIII T 1 F

Cologno al Serio, loc. Cascina Canterana BG 1882 VI T 1 F

Colognola al Piano BG 1888 VI T 6 AV 3 B 3 AV 1 B 1 AV

Como, chiesa SS. Cosma e Damiano CO 1990-1 VII N 1 B 1 ?

Como, territorio CO VI-VII 2 AV

Covo, Cascina Bellinzana BG N +1 AR

Cremona, fraz. Cervo, loc. Campo Morone CR Tes 11 AV

Cremona, Torrazzo CR T 1 AR

Curtatone, loc. Buscoldo MN 2012 V-VII

S/M/T PB/F/B 1 F

US400 6 B

T62 1 B°

Darfo Boario Terme BS 1886 S 1 B 2 B 2 B

Darfo Boario Terme, Municipio BS 1936 VI-VII N 1 B* 1 B 1 B

Darfo Boario Terme, fraz. Corna BS

1906

VI-VII

N 4 B

1939 N 3 F

1963 N 2 B 1 B*

1999-2000 T24 1 F

Dovera, loc. Rovereto di Postino CR 1910 T 3 F B*

Erba CO 1961 T 1 F

Erbanno, Chiesa di San Martino BS 1958 T 1 B

Fara Olivana BG 2010 VI-VII N3 B* 4AR*

+15 F 30 F 12 AV 12 AV 12 B1 B 26 AR

Fiesco, loc. Campo Basso CR 1967 T 4 F

Flero BS 1898 N 8 F 1 F 3 AV AR 1 B

Fornovo San Giovanni, via Cimosse BG 1990 ca. N 8 B 1 F 1 B

Fornovo San Giovanni, campo Cantacucco BG

ante 1880 ? +1 F

1880 T 6 B 4 F 3 B 2 B 1 AV

1880-3 T? 4 F

1883 N1 F 4 F 8 F 5 F

1 B 1 AV 6 B° AR2 B AV 1 B

1884 N 8 F

1886 1 F

1890 4 AR 3 AV

1916 T 2 B° 2 AR°

Garbagnate, Chiesa San Nazario e Celso LC 1891 T 1 B 2 F 1 B

Garlasco PV Tes 1 AR +1

361TABELLE DEI RINVENIMENTI

Castel d’Ario MN VI S 1 ?

Castellaz Valdisotto, Chiesa di San Bartolomeo SO

V-VI S 4 B 1 B

VI-VII S 3 B 1 F 1 F 1 B 1 AV 2 B*

IX S 1 F 1 AR

N 1 B

Castelli Calepio, loc. Castel Rampino BG 1977 VII N/T 20 F** 1 B 3 F F** 3 AV 1 AV 1 F

Castelmella BS 1906 T 1 F

Castelseprio, Basilica di San Giovanni VA 1955 VII T 1 AR

Cava Manara PV 1938-40 T 1 ? +1 B 3 F 1 F

Cerlongo MN 1920 IV-VI N +1 B +1 B F

Cernago PV VI-VIII 2 AV

Cologno al Serio, loc. Podere Gamba BG 1882 VIII T 1 F

Cologno al Serio, loc. Cascina Canterana BG 1882 VI T 1 F

Colognola al Piano BG 1888 VI T 6 AV 3 B 3 AV 1 B 1 AV

Como, chiesa SS. Cosma e Damiano CO 1990-1 VII N 1 B 1 ?

Como, territorio CO VI-VII 2 AV

Covo, Cascina Bellinzana BG N +1 AR

Cremona, fraz. Cervo, loc. Campo Morone CR Tes 11 AV

Cremona, Torrazzo CR T 1 AR

Curtatone, loc. Buscoldo MN 2012 V-VII

S/M/T PB/F/B 1 F

US400 6 B

T62 1 B°

Darfo Boario Terme BS 1886 S 1 B 2 B 2 B

Darfo Boario Terme, Municipio BS 1936 VI-VII N 1 B* 1 B 1 B

Darfo Boario Terme, fraz. Corna BS

1906

VI-VII

N 4 B

1939 N 3 F

1963 N 2 B 1 B*

1999-2000 T24 1 F

Dovera, loc. Rovereto di Postino CR 1910 T 3 F B*

Erba CO 1961 T 1 F

Erbanno, Chiesa di San Martino BS 1958 T 1 B

Fara Olivana BG 2010 VI-VII N3 B* 4AR*

+15 F 30 F 12 AV 12 AV 12 B1 B 26 AR

Fiesco, loc. Campo Basso CR 1967 T 4 F

Flero BS 1898 N 8 F 1 F 3 AV AR 1 B

Fornovo San Giovanni, via Cimosse BG 1990 ca. N 8 B 1 F 1 B

Fornovo San Giovanni, campo Cantacucco BG

ante 1880 ? +1 F

1880 T 6 B 4 F 3 B 2 B 1 AV

1880-3 T? 4 F

1883 N1 F 4 F 8 F 5 F

1 B 1 AV 6 B° AR2 B AV 1 B

1884 N 8 F

1886 1 F

1890 4 AR 3 AV

1916 T 2 B° 2 AR°

Garbagnate, Chiesa San Nazario e Celso LC 1891 T 1 B 2 F 1 B

Garlasco PV Tes 1 AR +1

362 CAPITOLO III

Garlasco, loc. Madonna delle Bozzole PV 1982 VII T 2 B 1 F 1 F

Goito, fraz. Sacca, loc. Campo Chiesa Vecchia MN1968 VII T 1 F 1 F 1 AV

1992 VII N B F 10 F 36 F 12 B 5 B°

Gorlago BG 1881 T 1 AR

Gornate Olona, Santa Maria di Tomba VA1977-8 S 1 B

1981 X S/M 1 AR

Griante, loc. San Martino CO 1932 VI Tes 20 AV

Grone, via Papa Giovanni XXIII BG 1998 T 1 B

Guidizzolo, Via Grassi MNN F B +1 F

T 2 B

Gussago BS 1907 T 2 F

Inveruno MI 1930 T 2 F 4 F

Iseo, loc. Breda BSVI-VIII T2 1 F

T6 1 F

Iseo, via Cavone BS VII-VIII

T3 1 ?

T4 1 B

T5 1 B*

Laino, loc. San Vittorio CO1908 VI-VII T 1 F 2 AV

1996-7 S 2 B 1 ?

Landriano, loc. Campo San Giorgio PV 1897 V-VI Tes/T 4 AV 1 AV +1 ?

Lenno, Ossuccio, loc. Campo CO1906-1909 VI-VII N 1 F** 4 F +1 B 1 AV 1 F

1926 T 2 F 5 B 1 F

Leno, loc. Cimitero BS 1965 N 4 F 2 AV

Leno, fraz. Milzanello BS 1885 N2 F B

9 F 5 ? 1 F

Leno, loc. Campi San Giovanni BS 1993 VII N AV B 1 F 1 AV

Leno, loc. Campo Marchione BS 1994-1996

570-VII7 AR* 4 B +10?

15 F 4 AV+2 AR

I metà VII+2 B + 1 F

12 F 10 AR 8 B° 1 F+ 1 F** +5 ?

II metà VII-inizioVII

+1 B +1 F**13 F +20 B° +2 F

+1 F

Lesmo, loc. Gernetto MI 1818 V Tes 273 AV

Ligurno VA 1879 VI-VII T 2 AR 1 B

Lodi, territorio LO IV S 1 AV AV

Lodi Vecchio LO N 2 AV

Lodi Vecchio, via Pompeo Strabone LO 2001 2 B 1 F 1 F

Lomello, Villa Maria PV 1990 VI 1 AV +1 B

Lozio, loc. Santa Cristina BS 1889

V-VI T1 2 B 4 B 2 B 1 Pb 1 B

T2 +1 B

T3 3 B

T4 1 F B

T5 2 B 2 B

N 1 B

Madignano, loc. Ripalta Vecchia CR 1985 T 1 B

Mantova, loc. Ponte Rosso MN 1994 VIII T2 1 F 1 B

363TABELLE DEI RINVENIMENTI

Garlasco, loc. Madonna delle Bozzole PV 1982 VII T 2 B 1 F 1 F

Goito, fraz. Sacca, loc. Campo Chiesa Vecchia MN1968 VII T 1 F 1 F 1 AV

1992 VII N B F 10 F 36 F 12 B 5 B°

Gorlago BG 1881 T 1 AR

Gornate Olona, Santa Maria di Tomba VA1977-8 S 1 B

1981 X S/M 1 AR

Griante, loc. San Martino CO 1932 VI Tes 20 AV

Grone, via Papa Giovanni XXIII BG 1998 T 1 B

Guidizzolo, Via Grassi MNN F B +1 F

T 2 B

Gussago BS 1907 T 2 F

Inveruno MI 1930 T 2 F 4 F

Iseo, loc. Breda BSVI-VIII T2 1 F

T6 1 F

Iseo, via Cavone BS VII-VIII

T3 1 ?

T4 1 B

T5 1 B*

Laino, loc. San Vittorio CO1908 VI-VII T 1 F 2 AV

1996-7 S 2 B 1 ?

Landriano, loc. Campo San Giorgio PV 1897 V-VI Tes/T 4 AV 1 AV +1 ?

Lenno, Ossuccio, loc. Campo CO1906-1909 VI-VII N 1 F** 4 F +1 B 1 AV 1 F

1926 T 2 F 5 B 1 F

Leno, loc. Cimitero BS 1965 N 4 F 2 AV

Leno, fraz. Milzanello BS 1885 N2 F B

9 F 5 ? 1 F

Leno, loc. Campi San Giovanni BS 1993 VII N AV B 1 F 1 AV

Leno, loc. Campo Marchione BS 1994-1996

570-VII7 AR* 4 B +10?

15 F 4 AV+2 AR

I metà VII+2 B + 1 F

12 F 10 AR 8 B° 1 F+ 1 F** +5 ?

II metà VII-inizioVII

+1 B +1 F**13 F +20 B° +2 F

+1 F

Lesmo, loc. Gernetto MI 1818 V Tes 273 AV

Ligurno VA 1879 VI-VII T 2 AR 1 B

Lodi, territorio LO IV S 1 AV AV

Lodi Vecchio LO N 2 AV

Lodi Vecchio, via Pompeo Strabone LO 2001 2 B 1 F 1 F

Lomello, Villa Maria PV 1990 VI 1 AV +1 B

Lozio, loc. Santa Cristina BS 1889

V-VI T1 2 B 4 B 2 B 1 Pb 1 B

T2 +1 B

T3 3 B

T4 1 F B

T5 2 B 2 B

N 1 B

Madignano, loc. Ripalta Vecchia CR 1985 T 1 B

Mantova, loc. Ponte Rosso MN 1994 VIII T2 1 F 1 B

364 CAPITOLO III

Mariano Comense, Battistero S. Giovanni CO T9 1 B

Melegnano, fraz. Santa Brera MI 1875 T 2 ? 3 F 4 B F F

Milano, San Pietro in V[igna] MI 1186 VI T 1 AV

Milano, Via San Raffaele MI 1960 V Tes 4 B F 4 AR

Milano, San Satiro MI 1951 V Tes +1 B F 3 AR

Milano, Sant’Ambrogio MI1829 T 1 F 1 AV 1 AV h (1 AV) 2 ?

1927 V-VI T 1 B

Milano, via Santa Maria Fulcorina MI 1985 V Tes 3 B 30 B

Milano, Sant’Eustorgio MI 1998-9 V-VI T 2 B

Milano, territorio MI 1887 V-VI 2 AV

Monticelli Pavese PV 1919 3 B

Montichiari BS 1958 T 1 F

Montichiari, loc. Fontanelle BS 1995 N/T 1 F

Monza MZ XIX 2 AV

Monza, Duomo i MZ 1 AV 8 AR*

Monza, Basilica San Giovanni Battista MZ VI-VII 1 AV 1 AV

Monza, Tomba di Teodolinda MZ 1941 T 9 AV AV 1 F 2 AV

Mornico al Serio, propr. Pesci BG 1889 T 1 F 1 B

Nerviano MI 1875 V-VI Tes 1 Pb 21 AV

Nosate MI 1904-5 VII N +1 F

Offanengo, loc. Dossello CR 1963 VII T1 1 AR 2 B 3 F 1 AV

Onore, Castello Pù BG 1956 VI-VII T 1 B 6 B 1 F

Padenghe sul Garda, contrada Predello BS 1885 V-VI Tes 12 AV

Palazzo Pignano CR 1957 1 AV

Pavia, territorio PVS 1 B 3 F 2 AV 1 Pb

V-VIII 1 B

Pavia, area Albergo Croce Bianca PV VI? S B AR

Pavia, loc. Campo Camino PV 1870 T 3 F 1 AV 1 F

Pavia, loc. Cascina Campeggi PV 1862 VI-VII T 1 AV

Pavia, loc. Lomellina PV V-VIII 2 B

Pavia, Palazzo Vescovile PV 2001 VIII T 1 B

Pavia, via San Giovanni in Borgo PV 1906 T 1 AV +1 B 1 B 1 B F

Pavia, San Michele Maggiore PV 1970-1 VI Tes 2 AR 1 AR

Pavia, ponte Coperto sul Ticino PV 1949-50IV-V

N/T2 F 6 B 1 AV B B

VI-VII 7 B 1 B 1 F 1 B AR F B

Pavia, loc. Vecchio Ospedale PV 1868 V S 2 AV 1 AV

Pavia, via Strada Nuova PV 1934 IX Tes 360 AR

Pavone del Mella BS 1888 T 1 ? 5 F 1 ?

Pellio, San Giorgio CO 1990 X Tes 11 AR

Peschiera Borromeo, fraz. Mirazzano MIT1 1 B

T3 1 B 1 B

Pieve del Cairo, loc. Cascina Mercurina PV 1869-78 VI-VIII N +3 F 2 AV 5 AV 1+ AV

Ponte Lambro, loc. Schieppo CO 1992-3 VI S 1 B 1 AR

Pozzuolo Martesana MI 2011 N/T6 5 B

365TABELLE DEI RINVENIMENTI

h Crocetta con impressa la moneta.i Luogo di conservazione.

Mariano Comense, Battistero S. Giovanni CO T9 1 B

Melegnano, fraz. Santa Brera MI 1875 T 2 ? 3 F 4 B F F

Milano, San Pietro in V[igna] MI 1186 VI T 1 AV

Milano, Via San Raffaele MI 1960 V Tes 4 B F 4 AR

Milano, San Satiro MI 1951 V Tes +1 B F 3 AR

Milano, Sant’Ambrogio MI1829 T 1 F 1 AV 1 AV h (1 AV) 2 ?

1927 V-VI T 1 B

Milano, via Santa Maria Fulcorina MI 1985 V Tes 3 B 30 B

Milano, Sant’Eustorgio MI 1998-9 V-VI T 2 B

Milano, territorio MI 1887 V-VI 2 AV

Monticelli Pavese PV 1919 3 B

Montichiari BS 1958 T 1 F

Montichiari, loc. Fontanelle BS 1995 N/T 1 F

Monza MZ XIX 2 AV

Monza, Duomo i MZ 1 AV 8 AR*

Monza, Basilica San Giovanni Battista MZ VI-VII 1 AV 1 AV

Monza, Tomba di Teodolinda MZ 1941 T 9 AV AV 1 F 2 AV

Mornico al Serio, propr. Pesci BG 1889 T 1 F 1 B

Nerviano MI 1875 V-VI Tes 1 Pb 21 AV

Nosate MI 1904-5 VII N +1 F

Offanengo, loc. Dossello CR 1963 VII T1 1 AR 2 B 3 F 1 AV

Onore, Castello Pù BG 1956 VI-VII T 1 B 6 B 1 F

Padenghe sul Garda, contrada Predello BS 1885 V-VI Tes 12 AV

Palazzo Pignano CR 1957 1 AV

Pavia, territorio PVS 1 B 3 F 2 AV 1 Pb

V-VIII 1 B

Pavia, area Albergo Croce Bianca PV VI? S B AR

Pavia, loc. Campo Camino PV 1870 T 3 F 1 AV 1 F

Pavia, loc. Cascina Campeggi PV 1862 VI-VII T 1 AV

Pavia, loc. Lomellina PV V-VIII 2 B

Pavia, Palazzo Vescovile PV 2001 VIII T 1 B

Pavia, via San Giovanni in Borgo PV 1906 T 1 AV +1 B 1 B 1 B F

Pavia, San Michele Maggiore PV 1970-1 VI Tes 2 AR 1 AR

Pavia, ponte Coperto sul Ticino PV 1949-50IV-V

N/T2 F 6 B 1 AV B B

VI-VII 7 B 1 B 1 F 1 B AR F B

Pavia, loc. Vecchio Ospedale PV 1868 V S 2 AV 1 AV

Pavia, via Strada Nuova PV 1934 IX Tes 360 AR

Pavone del Mella BS 1888 T 1 ? 5 F 1 ?

Pellio, San Giorgio CO 1990 X Tes 11 AR

Peschiera Borromeo, fraz. Mirazzano MIT1 1 B

T3 1 B 1 B

Pieve del Cairo, loc. Cascina Mercurina PV 1869-78 VI-VIII N +3 F 2 AV 5 AV 1+ AV

Ponte Lambro, loc. Schieppo CO 1992-3 VI S 1 B 1 AR

Pozzuolo Martesana MI 2011 N/T6 5 B

366 CAPITOLO III

Predore, loc. Portone, via Molino BG 1990s IV-V N 1 F

Robecco d’Oglio, fraz. Monasterolo CR 1980s I-VI

T1 9 B

T2 12 F

T6 1 F

T12 1 B

Roccafranca, via Donizzetti 1981-2 VII

T5 +1 B 1 F

T14 5 B 1 AR

T19 7 B

T20 1 B

Rodano, loc. Cassignanica, cimitero MI 1923 T 1 F +1 F* AV

Rodigo, loc. Corte Panicella MN 1982 VII T 1 F 4 B 2 F

Romano di Lombardia BG 1940 VI-VII N 1 F 5 F B 1 AV 1 B° F

San Bassano, loc. Dosso CR 1983 T1 AV

San Colombano, loc. Ciossone LO VI Tes +1 AV

San Daniele Po CR 1973 IV Tes 3 AV

San Zeno al Naviglio BS VII 1 AV

Sarezzo, loc. Brede BS 1982 VII N 2 F

Scaldasole, loc. Torre di Torti PV T 1 F

Scanzorosciate, casa Brentani BG 1845 VII T? +1 F B

Sedriano, fraz. Roveda MI 1881 T1 F 3 F

7 B*

Sergnano, loc. Campo della Chiesa CR 1900s +1 F

Sermide MN VI Tes 19 AV

Sesto Calende VAXIX 3 F 1 F

1889? VI S 1 AV

Sirmione, via Piana BS 1954 1 F

Sirmione, ex Scuole BS 1997-8 IV-VI T 1 B

Sirmione, via Antiche Mura BS 2000 ca. 1 F 2 B 5 ?

Somma Lombardo VA 1984 VIII Tes 1 B 23 AV

Stezzano, terreno Caroli BG 1853 V-VI T 1 AR 2 AV 1 AR 3 AR

Suzzara, piazza Garibaldi MN 1998 N ?

Terno d’Isola, chiesa San Vittore BG 1985 V-VI T7 1 AR

Torre del Mangano PV XIX V-VI S 1 AR*

Torriano PV 1869 VI-VII T/Tes 2 AR* 1 AV 1 AR* 6 AV

Trescore Balneario BG 1878 VI-VIII N 1 F 3 F 2 B

Trezzo sull’Adda, Cascina San Martino MI1976-8 VI-VII

T1 9 AV 1 B7 F 5 B*

1 AV 2 AV 1 AV F 1 F2 AV AR

T2 2 B 7 B** 6 F B*

T38 B 5 F B

1 AV1 B 6 B*

T 41 AR 14 F** 15 F

1 AV 6 F28 F AV 6 B*

T516 F AV

5 F 4 B* 1 AV 1 AV 2 F1 B

367TABELLE DEI RINVENIMENTI

Predore, loc. Portone, via Molino BG 1990s IV-V N 1 F

Robecco d’Oglio, fraz. Monasterolo CR 1980s I-VI

T1 9 B

T2 12 F

T6 1 F

T12 1 B

Roccafranca, via Donizzetti 1981-2 VII

T5 +1 B 1 F

T14 5 B 1 AR

T19 7 B

T20 1 B

Rodano, loc. Cassignanica, cimitero MI 1923 T 1 F +1 F* AV

Rodigo, loc. Corte Panicella MN 1982 VII T 1 F 4 B 2 F

Romano di Lombardia BG 1940 VI-VII N 1 F 5 F B 1 AV 1 B° F

San Bassano, loc. Dosso CR 1983 T1 AV

San Colombano, loc. Ciossone LO VI Tes +1 AV

San Daniele Po CR 1973 IV Tes 3 AV

San Zeno al Naviglio BS VII 1 AV

Sarezzo, loc. Brede BS 1982 VII N 2 F

Scaldasole, loc. Torre di Torti PV T 1 F

Scanzorosciate, casa Brentani BG 1845 VII T? +1 F B

Sedriano, fraz. Roveda MI 1881 T1 F 3 F

7 B*

Sergnano, loc. Campo della Chiesa CR 1900s +1 F

Sermide MN VI Tes 19 AV

Sesto Calende VAXIX 3 F 1 F

1889? VI S 1 AV

Sirmione, via Piana BS 1954 1 F

Sirmione, ex Scuole BS 1997-8 IV-VI T 1 B

Sirmione, via Antiche Mura BS 2000 ca. 1 F 2 B 5 ?

Somma Lombardo VA 1984 VIII Tes 1 B 23 AV

Stezzano, terreno Caroli BG 1853 V-VI T 1 AR 2 AV 1 AR 3 AR

Suzzara, piazza Garibaldi MN 1998 N ?

Terno d’Isola, chiesa San Vittore BG 1985 V-VI T7 1 AR

Torre del Mangano PV XIX V-VI S 1 AR*

Torriano PV 1869 VI-VII T/Tes 2 AR* 1 AV 1 AR* 6 AV

Trescore Balneario BG 1878 VI-VIII N 1 F 3 F 2 B

Trezzo sull’Adda, Cascina San Martino MI1976-8 VI-VII

T1 9 AV 1 B7 F 5 B*

1 AV 2 AV 1 AV F 1 F2 AV AR

T2 2 B 7 B** 6 F B*

T38 B 5 F B

1 AV1 B 6 B*

T 41 AR 14 F** 15 F

1 AV 6 F28 F AV 6 B*

T516 F AV

5 F 4 B* 1 AV 1 AV 2 F1 B

368 CAPITOLO III

1990-1

metà VII T3 1 F

VI-VII T4 2 B

T5 1 F

VII T8 1 F 1 B 1 F 1 F

VI-VII T10 1 B 2 AR

VII T12 1 AR 3 AV AV 1 F

610-30 T13 11 F 7 F** 2 F 4 AR 2 B 1 AV 12 F 4 F

VII T14 1 AV 1 F

T15 1 AV 1 B 2 F

T16 3 F

T17 +1 F

T20 1 F

VI-VII T21 2 AR* 1 AV 19 F

T22 1 F 1 B 2 F

T26 6 F

T27 1 F

T29 2 F

Trezzo sull’Adda, loc. Sallianese MI 2006-9 T1 1 AR

Treviolo BG 1982 VII T AV

Trivolzio, loc. Santi del Fondo La Maggiore PV 1940 V Tes 7 AV

Valdidentro, Chiesa San Martino SO VI-X S 1 B 2 B B F

Valtravaglia, loc. Ligurnio VA 1879 T 2 AR 1?

Varedo, via Veronese MI 1962 N +1 B 3 F 5 F 1 AR 1 F

Varese VA XIX T 1 AV

Verdello, loc. Cascina San Giovanni BG 1850 T 1 AV

Vestone, loc. Piana del Tone BS 1964 T 2 B

Villa Carcina, Scuola Teresio Olivelli BS

1980VIIVII

N ? 2 B

1986T5 2 B

T7 B

Villa Carcina, fraz. Cogozzo BS 1912 VII T 1 F

Visano BS 1889 T 1 AV

Zanica, Campo Martino Corto BG 1846 VI-VII T 2 B 2 F 3 AV

Zanica, loc. Capannelle BG 2009 VII-VIII

T5/T8/T18/T25 4 B

T10 1 B

T11 2 AR

T16 1 F 1 F

T23 1 F 1 F

T24 3 AR 1 B

Zeccone PV 1869 V Tes 4 AV 1 B 49 AV

Zinasco PV 1800? V-VI Tes 130 AV

369TABELLE DEI RINVENIMENTI

1990-1

metà VII T3 1 F

VI-VII T4 2 B

T5 1 F

VII T8 1 F 1 B 1 F 1 F

VI-VII T10 1 B 2 AR

VII T12 1 AR 3 AV AV 1 F

610-30 T13 11 F 7 F** 2 F 4 AR 2 B 1 AV 12 F 4 F

VII T14 1 AV 1 F

T15 1 AV 1 B 2 F

T16 3 F

T17 +1 F

T20 1 F

VI-VII T21 2 AR* 1 AV 19 F

T22 1 F 1 B 2 F

T26 6 F

T27 1 F

T29 2 F

Trezzo sull’Adda, loc. Sallianese MI 2006-9 T1 1 AR

Treviolo BG 1982 VII T AV

Trivolzio, loc. Santi del Fondo La Maggiore PV 1940 V Tes 7 AV

Valdidentro, Chiesa San Martino SO VI-X S 1 B 2 B B F

Valtravaglia, loc. Ligurnio VA 1879 T 2 AR 1?

Varedo, via Veronese MI 1962 N +1 B 3 F 5 F 1 AR 1 F

Varese VA XIX T 1 AV

Verdello, loc. Cascina San Giovanni BG 1850 T 1 AV

Vestone, loc. Piana del Tone BS 1964 T 2 B

Villa Carcina, Scuola Teresio Olivelli BS

1980VIIVII

N ? 2 B

1986T5 2 B

T7 B

Villa Carcina, fraz. Cogozzo BS 1912 VII T 1 F

Visano BS 1889 T 1 AV

Zanica, Campo Martino Corto BG 1846 VI-VII T 2 B 2 F 3 AV

Zanica, loc. Capannelle BG 2009 VII-VIII

T5/T8/T18/T25 4 B

T10 1 B

T11 2 AR

T16 1 F 1 F

T23 1 F 1 F

T24 3 AR 1 B

Zeccone PV 1869 V Tes 4 AV 1 B 49 AV

Zinasco PV 1800? V-VI Tes 130 AV

370 CAPITOLO III

III.10.MARCHE

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Ele

men

to d

i abb

iglia

men

to

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acquasanta Terme, fraz. Cagnano AP 1952 V-VI T1-3 4 AR* 1 B 1 AV 1 F 1 AV 2 AR-B 5 AR 3 B

Ancona, Via Menicucci AN 1978-9 S 1 AR 1 AV

Ancona, Lungomare Vanvitelli AN 1998 S/M 1 B

Ancona AN VIII-IX Tes 6 AR

Arcevia, fraz. Avacelli, Chiesa San Lorenzo AN 1954 T 2 B* 1 B

Ascoli Piceno, Collezione civica AP V-VIII

1 AR* 1 AR

2 F 5 ? 2 AR 2 B 8 F +15 B17? 1 AV

+1 B* 1 B

2 F**

Ascoli Piceno, Fortezza Pia AP 1894 V-VI S 1 AV

Ascoli Piceno, contrada Campo AP 1765-82 S/T/N +1 B+1 AV

+1 +1 AV

Ascoli Piceno, contrada Pedata AP 1872 T 6 AV AR 3 F**? B 2 F F

Ascoli Piceno, Castel Trosino

AP

XIX TA 3 B 1 B

TB 3 AR 1 AV 2 AV 1 AR

TC 1 AR 2 B 1 B

TD 1 B

TF 1 AV 5 F 2 AV 1 B 1 AV 1 F 7 F

TG 2 B 3 AR 1 AR

TH 4 AR 1 AV 1 F 12 AV

TI 2 AV 2 AR 1 F 1 B 1 AV 1 AR

TK 1 AV 2 AR* 2 AV 1 AR 2 AR

TL 3 AR 1 AV 1 B 1 AR

TM 2 B

TP 1 B

TR 3 AR 2 B +1 AR

TS 1 AV 1 B 6 AR 4 AV 1 AV

371TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.10.MARCHE

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Ele

men

to d

i abb

iglia

men

to

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acquasanta Terme, fraz. Cagnano AP 1952 V-VI T1-3 4 AR* 1 B 1 AV 1 F 1 AV 2 AR-B 5 AR 3 B

Ancona, Via Menicucci AN 1978-9 S 1 AR 1 AV

Ancona, Lungomare Vanvitelli AN 1998 S/M 1 B

Ancona AN VIII-IX Tes 6 AR

Arcevia, fraz. Avacelli, Chiesa San Lorenzo AN 1954 T 2 B* 1 B

Ascoli Piceno, Collezione civica AP V-VIII

1 AR* 1 AR

2 F 5 ? 2 AR 2 B 8 F +15 B17? 1 AV

+1 B* 1 B

2 F**

Ascoli Piceno, Fortezza Pia AP 1894 V-VI S 1 AV

Ascoli Piceno, contrada Campo AP 1765-82 S/T/N +1 B+1 AV

+1 +1 AV

Ascoli Piceno, contrada Pedata AP 1872 T 6 AV AR 3 F**? B 2 F F

Ascoli Piceno, Castel Trosino

AP

XIX TA 3 B 1 B

TB 3 AR 1 AV 2 AV 1 AR

TC 1 AR 2 B 1 B

TD 1 B

TF 1 AV 5 F 2 AV 1 B 1 AV 1 F 7 F

TG 2 B 3 AR 1 AR

TH 4 AR 1 AV 1 F 12 AV

TI 2 AV 2 AR 1 F 1 B 1 AV 1 AR

TK 1 AV 2 AR* 2 AV 1 AR 2 AR

TL 3 AR 1 AV 1 B 1 AR

TM 2 B

TP 1 B

TR 3 AR 2 B +1 AR

TS 1 AV 1 B 6 AR 4 AV 1 AV

372 CAPITOLO III

TT 2 F 2 AR 4 F 8 B*AR

1 B 1 F FB

TU 2 F 8 B 2 F 1 B

T2 1 AR 1 F

T7 1 AR 1 AV 2 B 14 AV 1 AV 4 AV j

T9 3 AR 1 AV 3 F 8 B

T11 2 AR

T13 3 AR 1 B*

T16 1 AV 1 AV 2 AR

T19 2 AR 2 AV

T22 1 B 1 F 2 AR

T23 2 B 1 F 2 B° k

T26 1 AR 1 AV 8 AR 6 B

T30 1 B 1 AR 3 AV

T31 3 B 10 AR

T32 1 AR

T33 1 F

T35 3 AR

T36 2 F 13 F 1 B

T37 9 AR 1 F 1 AV 1 F

T41 1 AV 2 B

T42 1 AR 1 AV

T44-45 1 AR 1 F

T47 1 B

T48 2 B 1 B

T49 1 B B

T55 1 B** 5 B

T57 1 AV 1 B

T58 1 AR

T60 2 B 2 AR

T64 1 B

T65 4 F 8 B 1 AV

T67 2 F AV

T68 1 AV

T72 1 AR

T74 1 AR 1 F

T80 1 B 1 ?

T82 1 B 1 B (?) +1 F

T83 1 B +1 F** 2 F

T85 1 AR 2 B° l

T86a 1 B 2 AR

T87 1 F 1 B 1 F 1 F** +1 AV 1 AV 1 B

T89 1 AR 1 F

373TABELLE DEI RINVENIMENTI

j Montate in collana con 11 pendaglietti e fili aurei.k Forate perché probabilmente adibite a pendagli di collana.l Uno degli esemplari era anche spezzato.

TT 2 F 2 AR 4 F 8 B*AR

1 B 1 F FB

TU 2 F 8 B 2 F 1 B

T2 1 AR 1 F

T7 1 AR 1 AV 2 B 14 AV 1 AV 4 AV j

T9 3 AR 1 AV 3 F 8 B

T11 2 AR

T13 3 AR 1 B*

T16 1 AV 1 AV 2 AR

T19 2 AR 2 AV

T22 1 B 1 F 2 AR

T23 2 B 1 F 2 B° k

T26 1 AR 1 AV 8 AR 6 B

T30 1 B 1 AR 3 AV

T31 3 B 10 AR

T32 1 AR

T33 1 F

T35 3 AR

T36 2 F 13 F 1 B

T37 9 AR 1 F 1 AV 1 F

T41 1 AV 2 B

T42 1 AR 1 AV

T44-45 1 AR 1 F

T47 1 B

T48 2 B 1 B

T49 1 B B

T55 1 B** 5 B

T57 1 AV 1 B

T58 1 AR

T60 2 B 2 AR

T64 1 B

T65 4 F 8 B 1 AV

T67 2 F AV

T68 1 AV

T72 1 AR

T74 1 AR 1 F

T80 1 B 1 ?

T82 1 B 1 B (?) +1 F

T83 1 B +1 F** 2 F

T85 1 AR 2 B° l

T86a 1 B 2 AR

T87 1 F 1 B 1 F 1 F** +1 AV 1 AV 1 B

T89 1 AR 1 F

374 CAPITOLO III

T904 AR 2 B 26 F

11 B* 1 B +2 F 1 B30 AV +1 F 2 AR

T91 2 AR

T93 1 AR 1 F 4 AR

T94 1 F 1 F

T96 2 B

T97 1 F 1 F

T98 1 F

T103 1 B 1 F

T108 1 B° m

T109 2 AR 2 B 2 F 2 F

T111 9 F** 1 F 1 F

T115 1 AR 1 AV 1 B 1 F 6 AV5 AV + 4 AV n 1B o

T117 1 AR

T11929 AV 7 AR

23 F 1 AV 2 AR 6 AR 2 B 1 B 1 AV 5 F4 F** 7 F

T121 1 AR 1 F

T122 1 B 1 B

T123 3 AR 1 F 3 AV

T125 2 AR

T126 1 B 1 AR

T128-128a 2 AR 2 AV 1 B

T134 1 B

T136 1 B 1 F

T137 5 B

T142 6 F 1 B 5 AR 4 F 1 AR 1 B 1 F 21 F

T145 1 B

T149 1 B

T157 1 AR 1 AV 2 B 8 AR

T158 2 B 1 AV

T163 1 B

T164 2 AR 1 B 1 B° 1 B 1 F

T167 1 B

T168 1 AV 2 AR 4 AV 1 AR

T169 2 B 6 B 1 B +1 F

T170 2 F

T171 1 AR

T173 1 AR 1 AV 1 F** 3 AV

T174 1 B

T176 14 F 3 F 1 F

T177 1 AV 1 AR 2 AV 1 AV

T178 1 F 1 B 6 AR

375TABELLE DEI RINVENIMENTI

m Moneta forata per essere utilizzata come elemento di collana.n Le monete erano destinate all’uso di pendenti di collana.o Esemplare rotto in 2 pezzi forse databile all’alto Impero.

T904 AR 2 B 26 F

11 B* 1 B +2 F 1 B30 AV +1 F 2 AR

T91 2 AR

T93 1 AR 1 F 4 AR

T94 1 F 1 F

T96 2 B

T97 1 F 1 F

T98 1 F

T103 1 B 1 F

T108 1 B° m

T109 2 AR 2 B 2 F 2 F

T111 9 F** 1 F 1 F

T115 1 AR 1 AV 1 B 1 F 6 AV5 AV + 4 AV n 1B o

T117 1 AR

T11929 AV 7 AR

23 F 1 AV 2 AR 6 AR 2 B 1 B 1 AV 5 F4 F** 7 F

T121 1 AR 1 F

T122 1 B 1 B

T123 3 AR 1 F 3 AV

T125 2 AR

T126 1 B 1 AR

T128-128a 2 AR 2 AV 1 B

T134 1 B

T136 1 B 1 F

T137 5 B

T142 6 F 1 B 5 AR 4 F 1 AR 1 B 1 F 21 F

T145 1 B

T149 1 B

T157 1 AR 1 AV 2 B 8 AR

T158 2 B 1 AV

T163 1 B

T164 2 AR 1 B 1 B° 1 B 1 F

T167 1 B

T168 1 AV 2 AR 4 AV 1 AR

T169 2 B 6 B 1 B +1 F

T170 2 F

T171 1 AR

T173 1 AR 1 AV 1 F** 3 AV

T174 1 B

T176 14 F 3 F 1 F

T177 1 AV 1 AR 2 AV 1 AV

T178 1 F 1 B 6 AR

376 CAPITOLO III

T180 1 F +1 F

T181 1 F 2 AR 1 F

T182 1 B

T184 2 B 1 F

T185 1 B 1 F

T190 1 AR 1 F +1 F

T192 1 F

T205 4 B 1 F 4 F

T219/1 1 B

T220/2 1 AR 1 AV 2 AR

T234/16 1 F

Ascoli Piceno, Monte San Rocco/Selva degli Abeti AP ante 1894 VI-VII N +7 B

Ascoli Piceno, loc. Rosara AP 1888 V-VI S 1 AV

Ascoli Piceno, loc. San Secondo AP V-VI S 1 AR*

Camerino, contrada San Giovanni AN ante 1985 V-VII T 2 B 1 F

Camerino, territorio MC S 2 B

Camerino, Vallicelle 1 MC ante 1917 VII N 3 F +1 AV p

Camerino, Vallicelle 2 MC 1939 VII N +2 F 1 B +1 F

Civitanova Marche, via Cecchetti MC 1974/7 IV-V N +1 B +1 F +1 ?

Colli del Tronto AP VI 1 B

Esanatoglia, loc. Crocifisso MC 1997 N +1 B B?

Fabriano, Atteggio AN 1998 VI-VII T 2 B

Falerone, loc. San Paolino AP VI-VII 1 B

Fano, Teatro Romano PS 2001 N 1 ?

Fiuminata, Laverino MC 1973 VII N 1 B? 2 B?

Genga, Grotta del Mezzogiorno – Frasassi AN1938 VI Tes 1 B*

1950 VI-VII Tes 1 B 1 AR 1 B B? F?

Genga, Pianello, loc. Piagge del Prete AN VI-VII T 1 B 1 F

Jesi AN 1970-9VII T 1 F

VI S 1 AR 82 B q

Macerata Feltria. Pieve di San Cassiano PS

1869 VII S/M 1 AV

1990s VI M 1 B

? VII 1 B

Macerata Feltria PS 2000ca. VI-VII S 1 B

Matelica MC 1771 V-VI Tes +1 AV

Montefiore dell’Aso, Chiesa S. Maria AP N +1 B

Montottone, Chiesa di San Pietro Martire AP 1897 VI-VII 3 B

Morro D’Alba, Sant’Amico AN 1894 V-VI S 1 AV 2 AV 1 AV r

Pennabilli, Ca’ Romano PS +1 ?

Pennabilli, loc. San Lorenzo PS +1 ?

Pesaro, Via dell’Annunziata PS 1980 1 B

Pesaro, Colombarone PS 1984 X T 1 AR

Pesaro, Monte Accio, loc. Villa Imperiale PS 1949 V-VI N +1 B +1 AV

377TABELLE DEI RINVENIMENTI

p Collana di monete auree dispersa.q 82 monete romane probabilmente residuali.r Moneta aurea di Teodorico trasformata in fibula.

T180 1 F +1 F

T181 1 F 2 AR 1 F

T182 1 B

T184 2 B 1 F

T185 1 B 1 F

T190 1 AR 1 F +1 F

T192 1 F

T205 4 B 1 F 4 F

T219/1 1 B

T220/2 1 AR 1 AV 2 AR

T234/16 1 F

Ascoli Piceno, Monte San Rocco/Selva degli Abeti AP ante 1894 VI-VII N +7 B

Ascoli Piceno, loc. Rosara AP 1888 V-VI S 1 AV

Ascoli Piceno, loc. San Secondo AP V-VI S 1 AR*

Camerino, contrada San Giovanni AN ante 1985 V-VII T 2 B 1 F

Camerino, territorio MC S 2 B

Camerino, Vallicelle 1 MC ante 1917 VII N 3 F +1 AV p

Camerino, Vallicelle 2 MC 1939 VII N +2 F 1 B +1 F

Civitanova Marche, via Cecchetti MC 1974/7 IV-V N +1 B +1 F +1 ?

Colli del Tronto AP VI 1 B

Esanatoglia, loc. Crocifisso MC 1997 N +1 B B?

Fabriano, Atteggio AN 1998 VI-VII T 2 B

Falerone, loc. San Paolino AP VI-VII 1 B

Fano, Teatro Romano PS 2001 N 1 ?

Fiuminata, Laverino MC 1973 VII N 1 B? 2 B?

Genga, Grotta del Mezzogiorno – Frasassi AN1938 VI Tes 1 B*

1950 VI-VII Tes 1 B 1 AR 1 B B? F?

Genga, Pianello, loc. Piagge del Prete AN VI-VII T 1 B 1 F

Jesi AN 1970-9VII T 1 F

VI S 1 AR 82 B q

Macerata Feltria. Pieve di San Cassiano PS

1869 VII S/M 1 AV

1990s VI M 1 B

? VII 1 B

Macerata Feltria PS 2000ca. VI-VII S 1 B

Matelica MC 1771 V-VI Tes +1 AV

Montefiore dell’Aso, Chiesa S. Maria AP N +1 B

Montottone, Chiesa di San Pietro Martire AP 1897 VI-VII 3 B

Morro D’Alba, Sant’Amico AN 1894 V-VI S 1 AV 2 AV 1 AV r

Pennabilli, Ca’ Romano PS +1 ?

Pennabilli, loc. San Lorenzo PS +1 ?

Pesaro, Via dell’Annunziata PS 1980 1 B

Pesaro, Colombarone PS 1984 X T 1 AR

Pesaro, Monte Accio, loc. Villa Imperiale PS 1949 V-VI N +1 B +1 AV

378 CAPITOLO III

Pievebovigliana, Museo Civico del Castello MC 1926 VI-VII N 1 ?

Pieve Torina MC V-VI Tes B

Recanati MC VII Tes +2 AV

Roccafluvione, Forcella AP V-VI T 1 B* +1 AR 2 AV

Sant’Andrea di Grottammare AP 1839 T 2 AR* 1 AR

Sant’Angelo in Vado, fiume Metauro PS S 1 B

Sant’Elpidio a Mare, c.da Pozzetto AP T 1 B*

Treia MC 1985-8 S 1 ? +1 AV

Urbisaglia, territorio MC

V 1 B

VII 1 B

VI-VII +1 B

V-VI 1 B

III.11.MOLISE

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Campochiaro, loc. Vicenne CB 1987-90 VII

T12 1 B 1 F 1 AV 1F

T15 1 B 1 B 2 AR 1 B 2 B°

T16 2F

T25 1 B 1 F 1 F 2 AV 1 B

T33 11 B 7 F 6 F 4 B 1 AV 1B 3B 2F

T40 1 B 2 AR

T42 1 F 1 F 2 B 2AR

T46 14 B 4 F 1 AV

T61 1 F 3 AR

T71 +1 B 3 F 1 B 1 AV 2 F

379TABELLE DEI RINVENIMENTI

Pievebovigliana, Museo Civico del Castello MC 1926 VI-VII N 1 ?

Pieve Torina MC V-VI Tes B

Recanati MC VII Tes +2 AV

Roccafluvione, Forcella AP V-VI T 1 B* +1 AR 2 AV

Sant’Andrea di Grottammare AP 1839 T 2 AR* 1 AR

Sant’Angelo in Vado, fiume Metauro PS S 1 B

Sant’Elpidio a Mare, c.da Pozzetto AP T 1 B*

Treia MC 1985-8 S 1 ? +1 AV

Urbisaglia, territorio MC

V 1 B

VII 1 B

VI-VII +1 B

V-VI 1 B

III.11.MOLISE

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Campochiaro, loc. Vicenne CB 1987-90 VII

T12 1 B 1 F 1 AV 1F

T15 1 B 1 B 2 AR 1 B 2 B°

T16 2F

T25 1 B 1 F 1 F 2 AV 1 B

T33 11 B 7 F 6 F 4 B 1 AV 1B 3B 2F

T40 1 B 2 AR

T42 1 F 1 F 2 B 2AR

T46 14 B 4 F 1 AV

T61 1 F 3 AR

T71 +1 B 3 F 1 B 1 AV 2 F

380 CAPITOLO III

T73 +1B 1 F 1 F 1 B 1 AV +4 F

T76 3 B 1 F 1 F 1 B 1 AR 1F 1B

T81 1 B +1 F** 3 F 1 B 1 AV 1 F

T84 2 AR 1 B 1 AV 1 F

T856 B 20 F**

5 F 2 B 1 AV7F 48 F

13 F 18 B 7 PB

T86 +1B 1 F 1 F 1 AV 3 F

T98 2 AR 1 F

T109 2 F + 1 F** 7 F 2 AR 7 F

T112 1 AR

T114 1 F 3 B 2 AR 1 AR 2 F

T115 2 B 1 F 1 AV 1 F

T116 1 B

T129 1 B 2 AV 1 B 1 AV 1 F

T134 1 AR 1 F

T145 1 F +1 F** 1 B 1 F

T152 +1B +1F 1 B 1 AV 1 F

T154 1 F 1 AR 1 F

T167 1AR 3 AR 1 F 1 F

Castropignano, CB VII S 2 B

Collotorto IS 1941 X Tes 125 B

Larino CB 1981 VI-VII T 2 AV

Larino CB 1992 VIII-IX Tes 20 AR

Matrice CB V-VI M 1 B s

Montagano, Santa Maria dei Faifoli CB VII T 2 B

Monteroduni, loc. Le Socce IS XIX V-VI Tes/N + 1000 B

San Vincenzo al Volturno IS dal 1985 V-X

T761 1 B 4 AR 2 B 1 F

T789 2 AR 1 B

T751/2 6 AR

T40 4 B

T910 1 B

T790 1 B

T920 4 B

T800 1 B

T724 1 B

T810 1 B

T722 4 B

T923 1 B 1 B

T749 1 B 1 B

T704 1 B

T781/2 1 B

T850 1 B

T907 6 B

T717 1 B

T724 1 B

T850 1 B

381TABELLE DEI RINVENIMENTI

s Moneta contromarcata dalla sigla XLII: asse di Vespasiano.

T73 +1B 1 F 1 F 1 B 1 AV +4 F

T76 3 B 1 F 1 F 1 B 1 AR 1F 1B

T81 1 B +1 F** 3 F 1 B 1 AV 1 F

T84 2 AR 1 B 1 AV 1 F

T856 B 20 F**

5 F 2 B 1 AV7F 48 F

13 F 18 B 7 PB

T86 +1B 1 F 1 F 1 AV 3 F

T98 2 AR 1 F

T109 2 F + 1 F** 7 F 2 AR 7 F

T112 1 AR

T114 1 F 3 B 2 AR 1 AR 2 F

T115 2 B 1 F 1 AV 1 F

T116 1 B

T129 1 B 2 AV 1 B 1 AV 1 F

T134 1 AR 1 F

T145 1 F +1 F** 1 B 1 F

T152 +1B +1F 1 B 1 AV 1 F

T154 1 F 1 AR 1 F

T167 1AR 3 AR 1 F 1 F

Castropignano, CB VII S 2 B

Collotorto IS 1941 X Tes 125 B

Larino CB 1981 VI-VII T 2 AV

Larino CB 1992 VIII-IX Tes 20 AR

Matrice CB V-VI M 1 B s

Montagano, Santa Maria dei Faifoli CB VII T 2 B

Monteroduni, loc. Le Socce IS XIX V-VI Tes/N + 1000 B

San Vincenzo al Volturno IS dal 1985 V-X

T761 1 B 4 AR 2 B 1 F

T789 2 AR 1 B

T751/2 6 AR

T40 4 B

T910 1 B

T790 1 B

T920 4 B

T800 1 B

T724 1 B

T810 1 B

T722 4 B

T923 1 B 1 B

T749 1 B 1 B

T704 1 B

T781/2 1 B

T850 1 B

T907 6 B

T717 1 B

T724 1 B

T850 1 B

382 CAPITOLO III

N

10 B

14 F

11 B 1 AV + 63 B 162 B

5 F 2 F5 AR 174 F 19 F

140 B 20? 120 Pb

Tes +1 B

1? 5 AR

17 B 38 B

+1 F Pb

III.12.PIEMONTEPr

ovin

cia

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acqui Terme, loc. Bossalesio AL 1973 VII

T4 +1 F

T5 2 B B F

T6 1 B

Alba, Via Vernazza CN 1990-1 S 1 B

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano AT XIX S/N +1 ? 1 B

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano AT 1 B

Alessandria AL VI-VIII 1 B 1 AR 1 B 1 F 2 F 7 B 2 B

Alice Castello VC 1903 VII T 1 F 4 F +1 B* 1 AV

Avigliana TO VI T 1 ?

Baldissera d’Alba CN 1942-5 N? 8 F

Beinasco TO T/N + 1 B 1 B 1 AV

Belmonte CN 1968-75 V-VII Tes 1 B 1 F 1 F B* 1 B ? 21 F 1 Pb

Biella BI 1833? VII-VIII Tes +1600 AR 12 AV ?

Borgo d’Ale, loc. Cappella di S. Germano VC 1960 VII T +1 ? +6 F 1 B

Borgo d’Ale VC 1980 VII T 4 B 7 B* 6 F +1 B* 1 AV 10 F 20 F

383TABELLE DEI RINVENIMENTI

N

10 B

14 F

11 B 1 AV + 63 B 162 B

5 F 2 F5 AR 174 F 19 F

140 B 20? 120 Pb

Tes +1 B

1? 5 AR

17 B 38 B

+1 F Pb

III.12.PIEMONTE

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acqui Terme, loc. Bossalesio AL 1973 VII

T4 +1 F

T5 2 B B F

T6 1 B

Alba, Via Vernazza CN 1990-1 S 1 B

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano AT XIX S/N +1 ? 1 B

Albugnano, Santa Maria di Vezzolano AT 1 B

Alessandria AL VI-VIII 1 B 1 AR 1 B 1 F 2 F 7 B 2 B

Alice Castello VC 1903 VII T 1 F 4 F +1 B* 1 AV

Avigliana TO VI T 1 ?

Baldissera d’Alba CN 1942-5 N? 8 F

Beinasco TO T/N + 1 B 1 B 1 AV

Belmonte CN 1968-75 V-VII Tes 1 B 1 F 1 F B* 1 B ? 21 F 1 Pb

Biella BI 1833? VII-VIII Tes +1600 AR 12 AV ?

Borgo d’Ale, loc. Cappella di S. Germano VC 1960 VII T +1 ? +6 F 1 B

Borgo d’Ale VC 1980 VII T 4 B 7 B* 6 F +1 B* 1 AV 10 F 20 F

384 CAPITOLO III

Borgomasino, loc. Cantarana TO 1893-5

VII N 5 B 2 AV 1 AR 1 B 2 AV 1 AV

VI-VII N 2 AV

VI-VII N 2 AV

Borgovercelli VC 1993 VIII Tes +1 AV

Bra, fraz. Pollenzo CN 2002 V T 3 AR +1 AV +1 B

Caluso TO 1889 N B*

Carignano, loc. Boatera TO XIX VII-VIII N 1 B 2 F 1 F 1 B 6 F

Castiglione Torinese, fraz. San Martino TO 1970s

T32 1 ? ?

T34 1 B

T63 1 B

T7n 1 ? ?

Centallo Fossano, loc. Madonna dei Prati CN 1982-93

V-VIII N 5 B 1 F 2 AR

IX S 1 AR

I S 1 B

Collegno TO 2002 2004

VI T1 1 AR 3 B

660-90 T17 8 F 3 B 3 F 3 B 2 B

VI-VII T471 B 3 AR 2 F** 1 AV +1 F

1 B**

570-90 T48 1 B 1 F 2 AR* 1 F 1 AV

VI-VII T49 8 F** 1 F 2 F 1 AV 8 F

610-30 T53 11 F 22 F** 6 F 4 B* 1 AV

VII T58 1 F

Post 660 T60 6 F** 3 F 2 B

VII T69 14 F** 2 F

Post 660 T72 2 F 1 F

N/S 12 B

Craveggia VB 1984 N +1 B +1 AR +2 F

Desana, fraz. Settime VC

1930? VI Tes? 3 AV 2 AR* 2 AR 19 AV 1 AV 1 AV ? 19 AR

1994VII? T29 B ?

VII T59 1 F

Domodossola, loc. Finero VB 1888 VI Tes 2 AR 3 ? 250 AR? 12 AV

Fossano, via Muratori CN 1995 VII T? 1 B

Frascaro, loc. Cascina Brumosa AL 1998-2000 V-VI

T1 1 AR 1 F

T3 1 B 1 F 1 F 1 B 1 F

T7 1 B 1 B

T8 1 B 1 F 1 F

T11 1 AR 1 F 1 B 1 F 1 AR

T14 1 B

T16 1 AR* 2 B

T17 1 F

S +1 F

Frossasco TO VII N +1 ? 1 F

Gurro VB 1886 N 2 F

Lenta, Chiesa di Santo Stefano VC 1 F

Lu Monferrato, San Giov. di Mediliano AL 1992-3 VII T 1 B

Mandello Vitta NO 1902 VII T1 2 B 2 F 1 AV

Marentino, loc. Villa “Mon Plaisir” TO 1887 T? 1 AV

Masera VC VI Tes 114 AR

385TABELLE DEI RINVENIMENTI

Borgomasino, loc. Cantarana TO 1893-5

VII N 5 B 2 AV 1 AR 1 B 2 AV 1 AV

VI-VII N 2 AV

VI-VII N 2 AV

Borgovercelli VC 1993 VIII Tes +1 AV

Bra, fraz. Pollenzo CN 2002 V T 3 AR +1 AV +1 B

Caluso TO 1889 N B*

Carignano, loc. Boatera TO XIX VII-VIII N 1 B 2 F 1 F 1 B 6 F

Castiglione Torinese, fraz. San Martino TO 1970s

T32 1 ? ?

T34 1 B

T63 1 B

T7n 1 ? ?

Centallo Fossano, loc. Madonna dei Prati CN 1982-93

V-VIII N 5 B 1 F 2 AR

IX S 1 AR

I S 1 B

Collegno TO 2002 2004

VI T1 1 AR 3 B

660-90 T17 8 F 3 B 3 F 3 B 2 B

VI-VII T471 B 3 AR 2 F** 1 AV +1 F

1 B**

570-90 T48 1 B 1 F 2 AR* 1 F 1 AV

VI-VII T49 8 F** 1 F 2 F 1 AV 8 F

610-30 T53 11 F 22 F** 6 F 4 B* 1 AV

VII T58 1 F

Post 660 T60 6 F** 3 F 2 B

VII T69 14 F** 2 F

Post 660 T72 2 F 1 F

N/S 12 B

Craveggia VB 1984 N +1 B +1 AR +2 F

Desana, fraz. Settime VC

1930? VI Tes? 3 AV 2 AR* 2 AR 19 AV 1 AV 1 AV ? 19 AR

1994VII? T29 B ?

VII T59 1 F

Domodossola, loc. Finero VB 1888 VI Tes 2 AR 3 ? 250 AR? 12 AV

Fossano, via Muratori CN 1995 VII T? 1 B

Frascaro, loc. Cascina Brumosa AL 1998-2000 V-VI

T1 1 AR 1 F

T3 1 B 1 F 1 F 1 B 1 F

T7 1 B 1 B

T8 1 B 1 F 1 F

T11 1 AR 1 F 1 B 1 F 1 AR

T14 1 B

T16 1 AR* 2 B

T17 1 F

S +1 F

Frossasco TO VII N +1 ? 1 F

Gurro VB 1886 N 2 F

Lenta, Chiesa di Santo Stefano VC 1 F

Lu Monferrato, San Giov. di Mediliano AL 1992-3 VII T 1 B

Mandello Vitta NO 1902 VII T1 2 B 2 F 1 AV

Marentino, loc. Villa “Mon Plaisir” TO 1887 T? 1 AV

Masera VC VI Tes 114 AR

386 CAPITOLO III

Mercurago, loc. Motto-Caneva NO 1986 N +1 ?

Mezzomerico NO VII-VIII +1 AV

Mombello Monferrato, loc. Mol.Nuovo AL 1994

VI-VIIT2 1 B

T7 1 B

T86B 7F** 4B**

3 F B 5 F AV

VII T10 AV 1 AR° 1 B°

T12 AV

T13 1 F** 1 AR

T20 8 B 2 B 2B/F + F

N1 AV

1 AR1 B

Moncalieri, Testona, Chiesa S. Maria TO 1998-2001 S 2 B

Moncalvo, loc. Santa Maria AT 1899 1 F

Monteau da Po, loc. Industria TO 1998 VI-VII T 7 F 1 F

Novara NO 1 AV t (1 AV)

Ornavasso VC 1854 IX-X Tes 399? AR

Pecetto di Valenza AL 1980 VI-VII S/N 1 AR 1 B

Pertusio TO S 5 F

Peveragno, loc. Montefallonio CN 1993-6 V-VI? S8 F 4 B 2 F

1 B 8 B17 ? 2 B 8 F

3 PB1 AR 1 F** 4 B 35 F

Piemonte VII S 2 AV

Piemonte 1980s VIII Tes 150 AV

Piemonte 1980s VIII Tes +1 AV

Poirino TO 1896 T 1 F

Pollenzo CN S 2 AR 2 AV

San Colombano Belmonte TO 1970s VII S +1 F

San Giulio d’Orta, Chiesa di San Lorenzo NO 1983 T 2 F +1 B

San Ponso TO VI-VII N 1 B

Sant’Albano Stura, loc. Ceriolo TO VI-VII

T36 1 B?1 AV 2 AR

1 F

T68 1 AV 1 B

T182 2?

T338 1 B 6 AR

T352 + 1 F 1 F

T365 1 AR

T375 2 ?

T389 2 F**

T420 1 B

T454 1 AV

T479 1 AR 1 AR +1 B

T499 +1 B

T555 AV 2 F

T586 1 B°

T626 +1?

N AR 151 F F B 1 B +3 F

387TABELLE DEI RINVENIMENTI

t La crocetta porta impressa l’impronta di un tremisse di Giustino II.

Mercurago, loc. Motto-Caneva NO 1986 N +1 ?

Mezzomerico NO VII-VIII +1 AV

Mombello Monferrato, loc. Mol.Nuovo AL 1994

VI-VIIT2 1 B

T7 1 B

T86B 7F** 4B**

3 F B 5 F AV

VII T10 AV 1 AR° 1 B°

T12 AV

T13 1 F** 1 AR

T20 8 B 2 B 2B/F + F

N1 AV

1 AR1 B

Moncalieri, Testona, Chiesa S. Maria TO 1998-2001 S 2 B

Moncalvo, loc. Santa Maria AT 1899 1 F

Monteau da Po, loc. Industria TO 1998 VI-VII T 7 F 1 F

Novara NO 1 AV t (1 AV)

Ornavasso VC 1854 IX-X Tes 399? AR

Pecetto di Valenza AL 1980 VI-VII S/N 1 AR 1 B

Pertusio TO S 5 F

Peveragno, loc. Montefallonio CN 1993-6 V-VI? S8 F 4 B 2 F

1 B 8 B17 ? 2 B 8 F

3 PB1 AR 1 F** 4 B 35 F

Piemonte VII S 2 AV

Piemonte 1980s VIII Tes 150 AV

Piemonte 1980s VIII Tes +1 AV

Poirino TO 1896 T 1 F

Pollenzo CN S 2 AR 2 AV

San Colombano Belmonte TO 1970s VII S +1 F

San Giulio d’Orta, Chiesa di San Lorenzo NO 1983 T 2 F +1 B

San Ponso TO VI-VII N 1 B

Sant’Albano Stura, loc. Ceriolo TO VI-VII

T36 1 B?1 AV 2 AR

1 F

T68 1 AV 1 B

T182 2?

T338 1 B 6 AR

T352 + 1 F 1 F

T365 1 AR

T375 2 ?

T389 2 F**

T420 1 B

T454 1 AV

T479 1 AR 1 AR +1 B

T499 +1 B

T555 AV 2 F

T586 1 B°

T626 +1?

N AR 151 F F B 1 B +3 F

388 CAPITOLO III

Santo Stefano Belbo CN 1897 T + 1? 2 AV 1 AV

Sozzago NO XIX T 2 F 1 AV

Torino TO XIX VI-VII 3 F 1 F

Torino, loc. Lingotto TO 1910 VI-VII T 1 AV 2 AR* 3 AV 1 B 1 AV

Torino, loc. collina di Superga TO XIX VII T +1 B 1 F

Torino, loc. Madonna di Campagna TO XX T 1 F

Torino, Via Nizza TO 1885-1901 VII N +1 B +1 B* +2 F

Tortona AL 1897 V-VI N 5 AR* AV4 AR

1 AR4 B

Tortona AL V-VI ? 6 B 1 B

Tortona, territorio AL V-VI 12 ? 2 ?

Trino VC VII N 1 B

Valperga, Santuario Castel Belmonte TO1968-751986-98

V-VII S/Tes? 1 B 2 F 1 B 21 F PB

Verbano – Cusio – Ossila VB 1883 S 2 F 1 F

Vercelli, ex Monastero delle Grazie VC 1980-5 M ?

Vercelli, Duomo VC VII-VIII AR

Vercelli VC ante 1758 VIII Tes 30 AR

Vignale Monferrato AL 1904 VII S 1 AV

Villano di Ticineto, loc. Montarue AL 1975-6VI-IX N 1 F

VI-VII S 1 ?

389TABELLE DEI RINVENIMENTI

Santo Stefano Belbo CN 1897 T + 1? 2 AV 1 AV

Sozzago NO XIX T 2 F 1 AV

Torino TO XIX VI-VII 3 F 1 F

Torino, loc. Lingotto TO 1910 VI-VII T 1 AV 2 AR* 3 AV 1 B 1 AV

Torino, loc. collina di Superga TO XIX VII T +1 B 1 F

Torino, loc. Madonna di Campagna TO XX T 1 F

Torino, Via Nizza TO 1885-1901 VII N +1 B +1 B* +2 F

Tortona AL 1897 V-VI N 5 AR* AV4 AR

1 AR4 B

Tortona AL V-VI ? 6 B 1 B

Tortona, territorio AL V-VI 12 ? 2 ?

Trino VC VII N 1 B

Valperga, Santuario Castel Belmonte TO1968-751986-98

V-VII S/Tes? 1 B 2 F 1 B 21 F PB

Verbano – Cusio – Ossila VB 1883 S 2 F 1 F

Vercelli, ex Monastero delle Grazie VC 1980-5 M ?

Vercelli, Duomo VC VII-VIII AR

Vercelli VC ante 1758 VIII Tes 30 AR

Vignale Monferrato AL 1904 VII S 1 AV

Villano di Ticineto, loc. Montarue AL 1975-6VI-IX N 1 F

VI-VII S 1 ?

390 CAPITOLO III

III.13.PUGLIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acquaviva delle Fonti, loc. Talentino BA 1977 VI-VII T 3 B

Altamura, loc. Belmonte BA 1964 VI-VIII

T1 2 AV 1 AV

T7 2 AR

T8 1 B

T14 3 AV 2 B 1 AR

Barletta BA VI-VIII S 3 B

Brindisi, loc. Colonne BR IX-X 1 B

Brindisi, Chiostro di San Benedetto BR 1994 VI-VIIT1 1 B

T2 1 AR

Cagnano Varano, loc. Avicenna FG 1953 VI-X

N/T 2 B 6 F 1 F 1 B 3 ? 49 B 1 AR 1 F 1 AR

T1 2 ? 1 Pb 2 Pb

T3 2 B 1 ? 4 ?

T4-7 1 B

T8-9 1 ?

T11 3 B 2 AR 1 AV 1 B 1 ?

T12 3 B 1 F 1 ? 1 F

T13 1 ?

T14 1 B

T16 1 ? 3 ?

T17 1 ? 1 B

T18 2 B 2 ? 2 B 1 F +1 F

Cagnano Varano, loc. Spineto FG 1970s S 1 AV 1 B 29 ?

Canne della Battaglia, loc. Fontanella BA 1959-60

T21 1 B/AR

T79 2 AR

T552 3 ?

IX-X S +1 B

T 1 F

Canne della Battaglia, contrada Stazione BA 1996 VIII-IX T 1 B

391TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.13.PUGLIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acquaviva delle Fonti, loc. Talentino BA 1977 VI-VII T 3 B

Altamura, loc. Belmonte BA 1964 VI-VIII

T1 2 AV 1 AV

T7 2 AR

T8 1 B

T14 3 AV 2 B 1 AR

Barletta BA VI-VIII S 3 B

Brindisi, loc. Colonne BR IX-X 1 B

Brindisi, Chiostro di San Benedetto BR 1994 VI-VIIT1 1 B

T2 1 AR

Cagnano Varano, loc. Avicenna FG 1953 VI-X

N/T 2 B 6 F 1 F 1 B 3 ? 49 B 1 AR 1 F 1 AR

T1 2 ? 1 Pb 2 Pb

T3 2 B 1 ? 4 ?

T4-7 1 B

T8-9 1 ?

T11 3 B 2 AR 1 AV 1 B 1 ?

T12 3 B 1 F 1 ? 1 F

T13 1 ?

T14 1 B

T16 1 ? 3 ?

T17 1 ? 1 B

T18 2 B 2 ? 2 B 1 F +1 F

Cagnano Varano, loc. Spineto FG 1970s S 1 AV 1 B 29 ?

Canne della Battaglia, loc. Fontanella BA 1959-60

T21 1 B/AR

T79 2 AR

T552 3 ?

IX-X S +1 B

T 1 F

Canne della Battaglia, contrada Stazione BA 1996 VIII-IX T 1 B

392 CAPITOLO III

Canne della Battaglia, masseria Basso BA 1938 VII-VIII N 9 B 7 B 1 AR

Canosa BAVII-VIII S 1 B

VII S 1 AV 1 AV

Casamassima, Chiesa Matrice BA 1996-7 VI-VII +1 F 2 B*

Ceglie Messapico, loc. Montagnolo BR IX-X 1 B

Gallipoli LEIX-XI 3 B

V-VI 1 B

Gennarano LE VII-VIII

T6 1 B 1 AV

T22 2 F

T26 2 F 1 B

Giurdignano, chiesa “Le Centoporte” LE 1993 VI-VII S 2 B 1 F

Laterza, loc. Caione TA 1974 N 1 B 3 F +2 B 2 B +1 F

Latiano, contrada Grottole BR 1922 V-VI T 1 B

Lucera, Castello FG 2004 VII T 1 F/B 1 F

Lucera, Chiesa di San Giusto FG 1996 V-VI Tes 900 ?

Lucera, territorio FG VII-VII S 1 AR

Martano, loc. Apigliano LE 1997-8 IX-X 1 B +2 ? F

Massacra TA 1973 IV-VI Tes 289 ?

Mattinata, loc. Agnule FG VII-VIII T 1 B

Mattinata, contrada Stinco FG VI-VII 2 B

Merine, masseria la Cornula LE 1975 VII

N/S 2 F 2 F 1 AR

T1 1 F

T2 2 B 1 F

T3 3 F 1 F

T4 1 B 1 F 1 F

T6 1 F 1 B 1 F

Modugno, loc. Paradiso BA 1990s N 1 B

Monopoli, Santa Maria degli Amalfitani BA N 1 B 1 ?

Monopoli, loc. Contrada Vagone BA VI-VII 1 F 1 B

Monte Sant’Angelo, Santuario di San Michele FG 1949-55 VI-VII T 1 B

Ordona FG 1965 X Tes 148 AV

Oria, Scuola Media “F. Milizia” BR 1999 VI-VII T 1 AR 1 AR

Otranto LE IX-XI 6 AV

Otranto, Cattedrale LE T 1 ?

Otranto, Via Borgo Corpo Santo LE N 1 ?

Otranto, loc. Martiri LE 1930 IX-XI 5 AV

Otranto LE S 1 F 1 F

Poggiardo, loc. Vaste, fondo Giuliano LE 1991-8 V-VI N +1 AR +1 B +1 AV +1 ?

Putignano BA 1950 Tes 140 ?

Rignano Garganico, masseria Conte Re FG 1982 N 1 B21

Rutigliano, loc. Agro, contrada Purgatorio BA 1979 VI-VII AV

Rutigliano, Sant’Apollinare BA 1895 VI-VII T6 4 B 1 F 2 AR 3 B 1 F 1 AR 1 F

Ruvo di Puglia, contrada Patanella BA 1975 VII-VIII

T2 2 B 2 B

T4 1 B 1 AR

T7 2 B

T10 1 B 2 AR 1 ?22

393TABELLE DEI RINVENIMENTI

u Cuspide di freccia in bronzo (??).v Forma per orecchini.

Canne della Battaglia, masseria Basso BA 1938 VII-VIII N 9 B 7 B 1 AR

Canosa BAVII-VIII S 1 B

VII S 1 AV 1 AV

Casamassima, Chiesa Matrice BA 1996-7 VI-VII +1 F 2 B*

Ceglie Messapico, loc. Montagnolo BR IX-X 1 B

Gallipoli LEIX-XI 3 B

V-VI 1 B

Gennarano LE VII-VIII

T6 1 B 1 AV

T22 2 F

T26 2 F 1 B

Giurdignano, chiesa “Le Centoporte” LE 1993 VI-VII S 2 B 1 F

Laterza, loc. Caione TA 1974 N 1 B 3 F +2 B 2 B +1 F

Latiano, contrada Grottole BR 1922 V-VI T 1 B

Lucera, Castello FG 2004 VII T 1 F/B 1 F

Lucera, Chiesa di San Giusto FG 1996 V-VI Tes 900 ?

Lucera, territorio FG VII-VII S 1 AR

Martano, loc. Apigliano LE 1997-8 IX-X 1 B +2 ? F

Massacra TA 1973 IV-VI Tes 289 ?

Mattinata, loc. Agnule FG VII-VIII T 1 B

Mattinata, contrada Stinco FG VI-VII 2 B

Merine, masseria la Cornula LE 1975 VII

N/S 2 F 2 F 1 AR

T1 1 F

T2 2 B 1 F

T3 3 F 1 F

T4 1 B 1 F 1 F

T6 1 F 1 B 1 F

Modugno, loc. Paradiso BA 1990s N 1 B

Monopoli, Santa Maria degli Amalfitani BA N 1 B 1 ?

Monopoli, loc. Contrada Vagone BA VI-VII 1 F 1 B

Monte Sant’Angelo, Santuario di San Michele FG 1949-55 VI-VII T 1 B

Ordona FG 1965 X Tes 148 AV

Oria, Scuola Media “F. Milizia” BR 1999 VI-VII T 1 AR 1 AR

Otranto LE IX-XI 6 AV

Otranto, Cattedrale LE T 1 ?

Otranto, Via Borgo Corpo Santo LE N 1 ?

Otranto, loc. Martiri LE 1930 IX-XI 5 AV

Otranto LE S 1 F 1 F

Poggiardo, loc. Vaste, fondo Giuliano LE 1991-8 V-VI N +1 AR +1 B +1 AV +1 ?

Putignano BA 1950 Tes 140 ?

Rignano Garganico, masseria Conte Re FG 1982 N 1 B21

Rutigliano, loc. Agro, contrada Purgatorio BA 1979 VI-VII AV

Rutigliano, Sant’Apollinare BA 1895 VI-VII T6 4 B 1 F 2 AR 3 B 1 F 1 AR 1 F

Ruvo di Puglia, contrada Patanella BA 1975 VII-VIII

T2 2 B 2 B

T4 1 B 1 AR

T7 2 B

T10 1 B 2 AR 1 ?22

394 CAPITOLO III

San Marzano, Casa Rossa TA 1974 VII-VIII N 1 B 1 B

Saturo, Masseria Longo TA 1975 VII-VIIIT6 1 B

T16 2 B 1 F 1 B

Siponto, Chiesa Santa Maria FG 1936 VIII-IX S AV 1 B

Statte, contrada “Triglie” TA1964 VII-VIII T 1 B 2 F

S 1 B

Taranto TA IX-X Tes 2 AR 385 B

Terlizzi, contrada Ciurcitano BA 1995 III-V T2 1 B 35 ? 1 F

Toritto, contrada Legna BA 1995 VIII N +1 B +1 B

Trani, Cattedrale BA 1970-1 VII-VIII

T1 1 AV

T2 1 AR

T15 AV 1 AR

Trani, Via Pedagio BA ante 1885 IX-X Tes 1025 B

Vergole, fraz. Vanze LE 1941 VI-VII N +1 ? +1 ? +1?

Vieste FG VI-VII 2 B 1 B

III.14. SAN MARINO

Prov

inci

a

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di A

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

e

Mon

eta

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Domagnano, Fattoria Lagucci RSM V-VI 1893 Tes 6 AV 15 AV 2 AV

Domagnano, loc. Paradiso RSM 1998-2000 S1 AR

10 B

395TABELLE DEI RINVENIMENTI

San Marzano, Casa Rossa TA 1974 VII-VIII N 1 B 1 B

Saturo, Masseria Longo TA 1975 VII-VIIIT6 1 B

T16 2 B 1 F 1 B

Siponto, Chiesa Santa Maria FG 1936 VIII-IX S AV 1 B

Statte, contrada “Triglie” TA1964 VII-VIII T 1 B 2 F

S 1 B

Taranto TA IX-X Tes 2 AR 385 B

Terlizzi, contrada Ciurcitano BA 1995 III-V T2 1 B 35 ? 1 F

Toritto, contrada Legna BA 1995 VIII N +1 B +1 B

Trani, Cattedrale BA 1970-1 VII-VIII

T1 1 AV

T2 1 AR

T15 AV 1 AR

Trani, Via Pedagio BA ante 1885 IX-X Tes 1025 B

Vergole, fraz. Vanze LE 1941 VI-VII N +1 ? +1 ? +1?

Vieste FG VI-VII 2 B 1 B

III.14. SAN MARINO

Prov

inci

a

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di A

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

e

Mon

eta

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Domagnano, Fattoria Lagucci RSM V-VI 1893 Tes 6 AV 15 AV 2 AV

Domagnano, loc. Paradiso RSM 1998-2000 S1 AR

10 B

396 CAPITOLO III

III.15.SARDEGNA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Alghero, loc. Sant’Imbenia SS 1998

VI-VII T1 1 B

T6 2 AR

T7 1 AR

N 2 B

Tes 31 B

Borutta, Chiesa di San Pietro di Sorres SS 1965 VIIT 1 B 4 F 1 B

S 4 B 1 F 3 AR 1 B

Bortigali NU 2 AV

Bultei, Terme di San Saturnino SS VII 2 B 4 F 6 F 1 F

Cabras, loc. Sinis, Chiesa di San Giovanni OR VI +1 B

Cabras, loc. Tharros OR S 1 AV

Cabras, loc. Tharros OR M 1 AV°

Cagliari, Chiesa di San Saturnino CA ? w

Cagliari, loc. Villanova CA 1897 VI Tes 100 B

Cuglieri, loc. Cornus OR 1977-83 VI-VII T(A) 5 AV

T4 2 AV

T19 1 B

T38 1 AR

T72 1 B

T75 1 B 6 B

T79 1 B

T80 + 2 AR

T86 2 AR

T90 1 AV 1 AR 1 B

T91 1 B

T92 1 AR 2 B

N 19 B 4 AR 1 F 15 B 3 AV 11 AR8 B 4 Pb 3 AR

29 B10 F

397TABELLE DEI RINVENIMENTI

w Su vaso fittile impronta di moneta bronzea assegnabile a Costante II.

III.15.SARDEGNA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Alghero, loc. Sant’Imbenia SS 1998

VI-VII T1 1 B

T6 2 AR

T7 1 AR

N 2 B

Tes 31 B

Borutta, Chiesa di San Pietro di Sorres SS 1965 VIIT 1 B 4 F 1 B

S 4 B 1 F 3 AR 1 B

Bortigali NU 2 AV

Bultei, Terme di San Saturnino SS VII 2 B 4 F 6 F 1 F

Cabras, loc. Sinis, Chiesa di San Giovanni OR VI +1 B

Cabras, loc. Tharros OR S 1 AV

Cabras, loc. Tharros OR M 1 AV°

Cagliari, Chiesa di San Saturnino CA ? w

Cagliari, loc. Villanova CA 1897 VI Tes 100 B

Cuglieri, loc. Cornus OR 1977-83 VI-VII T(A) 5 AV

T4 2 AV

T19 1 B

T38 1 AR

T72 1 B

T75 1 B 6 B

T79 1 B

T80 + 2 AR

T86 2 AR

T90 1 AV 1 AR 1 B

T91 1 B

T92 1 AR 2 B

N 19 B 4 AR 1 F 15 B 3 AV 11 AR8 B 4 Pb 3 AR

29 B10 F

398 CAPITOLO III

Cuglieri, loc. Pittinuri, loc. Santa Caterina OR 1858 VII Tes 100 AV

Cuglieri OR VIII Tes +1 AV

Dolianova, loc. Su Bruncu CA1919 VI-VII

T1 1 AV

T2 4 AV 1 B

1959 VIII T 1 AV

Donori, contrada San Niccolò CA 1881 N 1 B 1 AR

Fordogianus, Chiesa San Lussorio OR VIII S 3 AV x

Laerru SS1900 VIII T 1 F 1 B 2 F 5 B 1 AV 1 B

T 1 AR

Lanusei CA 1996-7 VI-VII N 4 B

Muravera-San Vito CA T? 1 AR

Norbello, Chiesa di Santa Maria OR 1986-8N +1 AR

T 4 AR 1 F 3 AR

Nughedu Santa Vittoria OR N? 6 B

Nuoro, Via Ballero 32 NU 1975 VI-VIII T 1 B 1 F

Nurachi OR 1980s VI-VII

Ty 3 F 1 B 1 F 2 B

Tδ 1 F 3 F

Tι 1 AR 3 AR 1 F

Tλ 2 B

Tν 2 B 2 F 2 B 11B°

Oristano, piazza Cattedrale OR 1987 VI-VII T 2 B

Ossi, Chiesa di San Giovanni SS VIII Tes 19 AV

Ozieri SS 1986 VI-VII Tes 14 ? AV

Ozieri SS 1996-7 VI-VII Tes 50 B

Ozieri SS 1996-7 Tes 61 B

Ozieri SS 1996-7 Tes 72 ?

Ozieri, loc. Ruinas SS 1990 V-IX Tes 12 B

Ozieri, loc. Ruinas SS 1998 VI-IX Tes +1 B

Perfugas, loc. Domus dell’ariete SS 1979 VI N 1 B +1 F

Porto Torres, loc. Scoglio Lungo SS 1963 VI-VIII

Cam.3/sarc.4 1 AR 1 B

Cam.3/sarc.6 2 B

Cam.3/sarc.9 1 B

Cam.3/T1 1 B 2 B

Porto Torres, loc. Balai SS 1921 IX-X Tes 24 AV 40 AV

Posada, loc. Parte Sole, Chiesa S. Stefano NU T 1 AV

Quarto Sant’Elena CA 1972 VI-VII T 2 AV

Sant’Andrea Frius CA 1 AV

Sant’Antioco, loc. Sa Trinidadi CA 1905 IV-V Tes 1200 AV

Sardegna VII AV AR

Sardegna 1965 VIII Tes 10 AV

Sardegna 1975 VII Tes 38 B

Sardegna ante 1998 VIII Tes 7 AV

Sassari, loc. Argentiera SS N 2 ?

Sassari, loc. Fiume Santo SS 1983 VII T 2 B

Sassari SS IV-V Tes 1200 B

Sassari SS 1878 X Tes 200 AR

399TABELLE DEI RINVENIMENTI

x Tremissi tagliati a crocetta.

Cuglieri, loc. Pittinuri, loc. Santa Caterina OR 1858 VII Tes 100 AV

Cuglieri OR VIII Tes +1 AV

Dolianova, loc. Su Bruncu CA1919 VI-VII

T1 1 AV

T2 4 AV 1 B

1959 VIII T 1 AV

Donori, contrada San Niccolò CA 1881 N 1 B 1 AR

Fordogianus, Chiesa San Lussorio OR VIII S 3 AV x

Laerru SS1900 VIII T 1 F 1 B 2 F 5 B 1 AV 1 B

T 1 AR

Lanusei CA 1996-7 VI-VII N 4 B

Muravera-San Vito CA T? 1 AR

Norbello, Chiesa di Santa Maria OR 1986-8N +1 AR

T 4 AR 1 F 3 AR

Nughedu Santa Vittoria OR N? 6 B

Nuoro, Via Ballero 32 NU 1975 VI-VIII T 1 B 1 F

Nurachi OR 1980s VI-VII

Ty 3 F 1 B 1 F 2 B

Tδ 1 F 3 F

Tι 1 AR 3 AR 1 F

Tλ 2 B

Tν 2 B 2 F 2 B 11B°

Oristano, piazza Cattedrale OR 1987 VI-VII T 2 B

Ossi, Chiesa di San Giovanni SS VIII Tes 19 AV

Ozieri SS 1986 VI-VII Tes 14 ? AV

Ozieri SS 1996-7 VI-VII Tes 50 B

Ozieri SS 1996-7 Tes 61 B

Ozieri SS 1996-7 Tes 72 ?

Ozieri, loc. Ruinas SS 1990 V-IX Tes 12 B

Ozieri, loc. Ruinas SS 1998 VI-IX Tes +1 B

Perfugas, loc. Domus dell’ariete SS 1979 VI N 1 B +1 F

Porto Torres, loc. Scoglio Lungo SS 1963 VI-VIII

Cam.3/sarc.4 1 AR 1 B

Cam.3/sarc.6 2 B

Cam.3/sarc.9 1 B

Cam.3/T1 1 B 2 B

Porto Torres, loc. Balai SS 1921 IX-X Tes 24 AV 40 AV

Posada, loc. Parte Sole, Chiesa S. Stefano NU T 1 AV

Quarto Sant’Elena CA 1972 VI-VII T 2 AV

Sant’Andrea Frius CA 1 AV

Sant’Antioco, loc. Sa Trinidadi CA 1905 IV-V Tes 1200 AV

Sardegna VII AV AR

Sardegna 1965 VIII Tes 10 AV

Sardegna 1975 VII Tes 38 B

Sardegna ante 1998 VIII Tes 7 AV

Sassari, loc. Argentiera SS N 2 ?

Sassari, loc. Fiume Santo SS 1983 VII T 2 B

Sassari SS IV-V Tes 1200 B

Sassari SS 1878 X Tes 200 AR

400 CAPITOLO III

Serdiana CA VIIT1 1 AV

T2 3 AV 3 B 1 B

Serdiana CA T? 1 B

Settimo San Pietro CA 1842 V-VI Tes+1 AV

2 B

Siamanna OR1912 T +1 ? y

Serramanna CA

Siligo SS 1934 VII S 3 B 2 AV

Siligo, Chiesa di Ns. Signora di Mesomundu SS 1964 VIIT1 2 AR

S 1 B 1 AV

Siurgius Donigala, loc. Su Nuraxi CA VIII-IV T 1 AR

Telti SS 1898 VIII Tes 13 AV B ?

Terranova Pausania OL 1920 ? Tes 13 B

Tissi, loc. Paris de Idda SS 1960 VII-VIII N 3 B 1 F

Tonara, loc. Grotte su Toni NU VII 1 B 1 F 5 F

Viddazza SS 1 AV

Villanova Truscheddu, Chiesa di San Gemiliano OR V 2 AR 3 F**

Villaurbana, loc. Murera OR T 1 AV°

401TABELLE DEI RINVENIMENTI

y Si rinvenne una collana composta da monete tardoromane e bizantine.

Serdiana CA VIIT1 1 AV

T2 3 AV 3 B 1 B

Serdiana CA T? 1 B

Settimo San Pietro CA 1842 V-VI Tes+1 AV

2 B

Siamanna OR1912 T +1 ? y

Serramanna CA

Siligo SS 1934 VII S 3 B 2 AV

Siligo, Chiesa di Ns. Signora di Mesomundu SS 1964 VIIT1 2 AR

S 1 B 1 AV

Siurgius Donigala, loc. Su Nuraxi CA VIII-IV T 1 AR

Telti SS 1898 VIII Tes 13 AV B ?

Terranova Pausania OL 1920 ? Tes 13 B

Tissi, loc. Paris de Idda SS 1960 VII-VIII N 3 B 1 F

Tonara, loc. Grotte su Toni NU VII 1 B 1 F 5 F

Viddazza SS 1 AV

Villanova Truscheddu, Chiesa di San Gemiliano OR V 2 AR 3 F**

Villaurbana, loc. Murera OR T 1 AV°

402 CAPITOLO III

III.16.SICILIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acireale, Casalotto CT 1922 VII-VIII T 1 B 3 B

Acitrezza CT VII T/M 1 B

Barrafranca, Piazza F.lli Messina EN T 4 B 1 B 1 B

Barrafranca, loc. Sciorino EN 2 B 1 B

Buscemi, contrada Gufara SR 1897 V-VI N 4 B

Caltagirone, loc. Cotominello CT 1900 T6 3 B

Caltagirone, masseria Cotomino CT S/N 1 ?

Caltagirone, loc. Piano delle Cannelle CT 1900 N 4 B 1 B* 2 AV 3 B 1 AV 1 B°

Caltagirone, loc. Poggio Racineci CT VI-VII N 3 AV 1 AR 1 B

Caltagirone, fraz. San Mauro, contrada Palazzi di Sotto CT 1904-5

N 8 B 1 AV

T5 1 F

T6 1 B 1 AR

T15 13 B 2 B 1 B 2 B

T16 5 B 1 F 3 B 1 F

T18 2 B 1 F

T19 1 F

Camarina, Via Muraglia RG T 1 AV

Camarina, Via Pirrera RG T 1 B

Campobello di Mazara TP 1878 VII-VIII Tes 1 AV 3 AV z

Canicattini Bagni, contrada Bagni SR 1900 IV-VII N 1 B 1 B

Canicattini Bagni SR 549 Tes 8 AR

Castellana Sicula PA VI Tes 12 AV

Centuripe EN

T1 1 B 1 B

T2 1 B 1 B

T4 1 B

T6 2 B

T8 1 B 1 B

Chiaramonte Gulfi, Chiesa di San Nicola/Chiesa di Santa Elena RG IV-VIII N 6 B AV AR 4 B 2 AR 1 B

403TABELLE DEI RINVENIMENTI

z I solidi erano montati a collana con la crocetta.

III.16.SICILIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Acireale, Casalotto CT 1922 VII-VIII T 1 B 3 B

Acitrezza CT VII T/M 1 B

Barrafranca, Piazza F.lli Messina EN T 4 B 1 B 1 B

Barrafranca, loc. Sciorino EN 2 B 1 B

Buscemi, contrada Gufara SR 1897 V-VI N 4 B

Caltagirone, loc. Cotominello CT 1900 T6 3 B

Caltagirone, masseria Cotomino CT S/N 1 ?

Caltagirone, loc. Piano delle Cannelle CT 1900 N 4 B 1 B* 2 AV 3 B 1 AV 1 B°

Caltagirone, loc. Poggio Racineci CT VI-VII N 3 AV 1 AR 1 B

Caltagirone, fraz. San Mauro, contrada Palazzi di Sotto CT 1904-5

N 8 B 1 AV

T5 1 F

T6 1 B 1 AR

T15 13 B 2 B 1 B 2 B

T16 5 B 1 F 3 B 1 F

T18 2 B 1 F

T19 1 F

Camarina, Via Muraglia RG T 1 AV

Camarina, Via Pirrera RG T 1 B

Campobello di Mazara TP 1878 VII-VIII Tes 1 AV 3 AV z

Canicattini Bagni, contrada Bagni SR 1900 IV-VII N 1 B 1 B

Canicattini Bagni SR 549 Tes 8 AR

Castellana Sicula PA VI Tes 12 AV

Centuripe EN

T1 1 B 1 B

T2 1 B 1 B

T4 1 B

T6 2 B

T8 1 B 1 B

Chiaramonte Gulfi, Chiesa di San Nicola/Chiesa di Santa Elena RG IV-VIII N 6 B AV AR 4 B 2 AR 1 B

404 CAPITOLO III

Corleone, loc. Palastanga PA 1970 VI-VIIT1 2 AV

T2 4 B

Gibellina TP 1 B

Licodia Eubea CT VII 1 AV

Magnisi SR 1892 VI T 2 B 3 AR 1 AV 1 B 3 B

Mascali, fraz. Nunziata CT T 2 B

Milazzo ME 1937 VII Tes 74 AV

Mistretta ME T1 1 B

Monte Iudica CT VI Tes 98 AV

Muraglia RG 1950s V-VII 1 AV

Mussomeli CL

T1 1 B

T2 1 B

T3 1 B

T4 1 B

T5 1 B

Nissoria, contrada Torre EN 1953 VI-VII T 1 AR 4 AV 1 AR aa

Noto, Valle del Tellaro, pendici Monte Renna SR 1900 V-VI N 6 B

Pantalica SR 1903 VII-VIII Tes +2 AV 1 B +1 AV

Parco, loc. Cozzo di Crasto PA N 1? 1 F

Patti Marina ME 1973 VI-VII N 1 F 1 AR 3 AV 1 AV 1 B 1 B

Piazza Armerina, contrada Villa del Casale EN VI N/S 1 B

Priolo Gargallo, loc. Thapsos SR T3 3 B

Prizzi PA 1970 VII TB 1 B

Salemi TP 1890s IV-V

T1 2 AV

T2 1 B

T6 1 B

T7 1 F

T12 2 AR

T16 1 AR 1 F F

T23 1 B

T24 1 B

T26 1 B 2 F

T43 1 B 1 AR

T44 2 AR

T45 1 B

T49 2 AV

T50 1 AR 1 B

T54 1 AR 2 B 6 AV 1 ?

T57 2 F

Santa Croce Camerina, loc. Pirrera RG T6 1 ?

Siracusa, vicino Albergo Roma SR 1912-7 V-VI

T2 7 B 2 F

T8 1 B 1 B

T10 1 B

T11 1 B

T14 3 B 4 F

S 2 B

405TABELLE DEI RINVENIMENTI

aa La moneta era montata sull’anello.

Corleone, loc. Palastanga PA 1970 VI-VIIT1 2 AV

T2 4 B

Gibellina TP 1 B

Licodia Eubea CT VII 1 AV

Magnisi SR 1892 VI T 2 B 3 AR 1 AV 1 B 3 B

Mascali, fraz. Nunziata CT T 2 B

Milazzo ME 1937 VII Tes 74 AV

Mistretta ME T1 1 B

Monte Iudica CT VI Tes 98 AV

Muraglia RG 1950s V-VII 1 AV

Mussomeli CL

T1 1 B

T2 1 B

T3 1 B

T4 1 B

T5 1 B

Nissoria, contrada Torre EN 1953 VI-VII T 1 AR 4 AV 1 AR aa

Noto, Valle del Tellaro, pendici Monte Renna SR 1900 V-VI N 6 B

Pantalica SR 1903 VII-VIII Tes +2 AV 1 B +1 AV

Parco, loc. Cozzo di Crasto PA N 1? 1 F

Patti Marina ME 1973 VI-VII N 1 F 1 AR 3 AV 1 AV 1 B 1 B

Piazza Armerina, contrada Villa del Casale EN VI N/S 1 B

Priolo Gargallo, loc. Thapsos SR T3 3 B

Prizzi PA 1970 VII TB 1 B

Salemi TP 1890s IV-V

T1 2 AV

T2 1 B

T6 1 B

T7 1 F

T12 2 AR

T16 1 AR 1 F F

T23 1 B

T24 1 B

T26 1 B 2 F

T43 1 B 1 AR

T44 2 AR

T45 1 B

T49 2 AV

T50 1 AR 1 B

T54 1 AR 2 B 6 AV 1 ?

T57 2 F

Santa Croce Camerina, loc. Pirrera RG T6 1 ?

Siracusa, vicino Albergo Roma SR 1912-7 V-VI

T2 7 B 2 F

T8 1 B 1 B

T10 1 B

T11 1 B

T14 3 B 4 F

S 2 B

406 CAPITOLO III

Siracusa, contrada Grotticelli SR 1890s

Cam.1-T4 1 B 1 ?

Cam.2-T1 2 B

Cam.2-T3 1 F 1 B 1 AR

Cam.2-T4 1 F

Cam.3-T1 1 B

Cam.3-T3 1 B

Cam.4-T3 1 B

Cam.4-T4 3 ?

Cam.4-T8 1 B

Cam.5-T7 1 AV

Cam.5-T8 1 B

Cam.5-T9 1 B

Cam.5-T9/S 2 B

Cam.6 1 B 3 B +1 F 1 F

Cam.7-T2 1 B

Cam.7-T3 2 B

Cam.8-T2 1 B

Cam.8-T4 1 B

Cam.8-T5 1 B 1 B

Cam.13-T2 1 B

Cam.13-T9 1 B

Cam.13-T13 1 AV

Cam.13-T14 1 B

Cam.13-T26 1 B 1 F

Cam.13-TBi 1 ?

Cam.16-T1 1 B 1 F 1 B

Cam.16-T2 1 B 1 B

Cam.16-T7 1 ? 1 B

Cam.16-T8 1 AV 1 AR 1 B

Cam.16-T9 1 B 1 B

Cam.16-T13 1 AR 1 B

Cam.16-T14 1 B 1 F

Cam.16-T15 1 B

Cam.16-T16 1 B

Cam.18 1 AR 1 AV

Cam.20 1 AV 1 F 2 B

Cam.21-T1 1 B

Cam.22 2 B

Cam.24 1 B 1 B

Cam.26-T1 1 ?

Cam.28-T2 1 F 1 B

Cam.29 1 ? 1 F 2 B

Cam.30 90 B

Cam.31-T1 1 B

Cam.31-T2 1 B 1 B

Cam.31-T3 1 B

Cam.31-T4 1 B

407TABELLE DEI RINVENIMENTI

Siracusa, contrada Grotticelli SR 1890s

Cam.1-T4 1 B 1 ?

Cam.2-T1 2 B

Cam.2-T3 1 F 1 B 1 AR

Cam.2-T4 1 F

Cam.3-T1 1 B

Cam.3-T3 1 B

Cam.4-T3 1 B

Cam.4-T4 3 ?

Cam.4-T8 1 B

Cam.5-T7 1 AV

Cam.5-T8 1 B

Cam.5-T9 1 B

Cam.5-T9/S 2 B

Cam.6 1 B 3 B +1 F 1 F

Cam.7-T2 1 B

Cam.7-T3 2 B

Cam.8-T2 1 B

Cam.8-T4 1 B

Cam.8-T5 1 B 1 B

Cam.13-T2 1 B

Cam.13-T9 1 B

Cam.13-T13 1 AV

Cam.13-T14 1 B

Cam.13-T26 1 B 1 F

Cam.13-TBi 1 ?

Cam.16-T1 1 B 1 F 1 B

Cam.16-T2 1 B 1 B

Cam.16-T7 1 ? 1 B

Cam.16-T8 1 AV 1 AR 1 B

Cam.16-T9 1 B 1 B

Cam.16-T13 1 AR 1 B

Cam.16-T14 1 B 1 F

Cam.16-T15 1 B

Cam.16-T16 1 B

Cam.18 1 AR 1 AV

Cam.20 1 AV 1 F 2 B

Cam.21-T1 1 B

Cam.22 2 B

Cam.24 1 B 1 B

Cam.26-T1 1 ?

Cam.28-T2 1 F 1 B

Cam.29 1 ? 1 F 2 B

Cam.30 90 B

Cam.31-T1 1 B

Cam.31-T2 1 B 1 B

Cam.31-T3 1 B

Cam.31-T4 1 B

408 CAPITOLO III

Cam.31-T5 1 B 2 B

Cam.32-T1 1 B 1 F 1 AR

Cam.32-T2 1 B 1 B

N 1 B 1 AV 2 ? +1 ?

T2 1 B

Sofiana CL 1954-1961 VI

Cam. II-T1 1 F 2 B

Cam. II-T2 4 B

Cam. II-T4 2 B 6 B 1 B

Cam. II-T6 1 B 2 B 2 B

Cam. II-T9 3 B 2 AR 1 ? bb

Cam. II-T12 3 B 1 B 1 B° 1 B

Cam. II-T30 1 F 2 B 1 AR 3 F

ParteEst – Txlv 1 B

ParteEst – Tli 2 B

ParteEst – Tlv 2 B 2 B 1 B

ParteEst – Tlxi 2 B 4 B 1 B

ParteEst – Tlxvii 2 B

ParteEst – Tlxx 1 F 1 F 2 B

ParteEst – Tlxxiii 1 B 2 AR 1 B

ParteEst – Tlxxxvi 1 B

ParteEst – Tcxi 1 B 2 AR

ParteEst – T9 1 AR

ParteEst – T16 5 B

ParteEst – T23 1 B

ParteEst – T26 2 AV 2 B 1 F

ParteEst – T27 1 B 1 F

ParteEst – T28 1 B 2 B 2 F

ParteEst – T29 2 B

ParteEst – T“a” 2 AV

Taormina ME ? 1 ? 1 AR

Vittoria, Colle d’Oro RG

T13 1 B

T16 1 B

T28 1 B

409TABELLE DEI RINVENIMENTI

bb Moneta di Giustiniano, non specificata, montata su anello d’argento.

Cam.31-T5 1 B 2 B

Cam.32-T1 1 B 1 F 1 AR

Cam.32-T2 1 B 1 B

N 1 B 1 AV 2 ? +1 ?

T2 1 B

Sofiana CL 1954-1961 VI

Cam. II-T1 1 F 2 B

Cam. II-T2 4 B

Cam. II-T4 2 B 6 B 1 B

Cam. II-T6 1 B 2 B 2 B

Cam. II-T9 3 B 2 AR 1 ? bb

Cam. II-T12 3 B 1 B 1 B° 1 B

Cam. II-T30 1 F 2 B 1 AR 3 F

ParteEst – Txlv 1 B

ParteEst – Tli 2 B

ParteEst – Tlv 2 B 2 B 1 B

ParteEst – Tlxi 2 B 4 B 1 B

ParteEst – Tlxvii 2 B

ParteEst – Tlxx 1 F 1 F 2 B

ParteEst – Tlxxiii 1 B 2 AR 1 B

ParteEst – Tlxxxvi 1 B

ParteEst – Tcxi 1 B 2 AR

ParteEst – T9 1 AR

ParteEst – T16 5 B

ParteEst – T23 1 B

ParteEst – T26 2 AV 2 B 1 F

ParteEst – T27 1 B 1 F

ParteEst – T28 1 B 2 B 2 F

ParteEst – T29 2 B

ParteEst – T“a” 2 AV

Taormina ME ? 1 ? 1 AR

Vittoria, Colle d’Oro RG

T13 1 B

T16 1 B

T28 1 B

410 CAPITOLO III

III.17.TOSCANA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Arezzo, Duomo Vecchio, colle di Pionta AR 1970 VII T 57 5 AV AV

Arezzo, territorio AR 2 ? 4 B 1 B B* 3 F 2 B 1 AV

Bagnoregio PI 1 AV

Bagnoregio, Chiesa San Pietro a Civita PI 1727 1 AV

Bagnoregio, Chiesa San Pietro a Civita PI 1 AV

Bolsena, Santa Cristina VT T 2 AV

Capraia Isola LI 1988 V-VI T 2 ? 2 F

Casola in Lunigiana, fraz. Luscignano, loc. Gronda MS S 1 AR

Castelnuovo Garfagnana LU 1856T1 4 F 1 F

T2 1 B

Cecina, loc. San Vincenzino LI 1850 Post IV Tes +1 F +1 B

Certaldo, loc. Poggio del Boccaccio FI VI-VII Tes +1 B

Certona, territorio SI 1 F*

Chiusi SIVII N 5 B

? 14 B 4 F 1 F* 2 B

Chiusi, ex Foro Boario, Scuola Media SI 1953 V-VIT3 2 B

T4 AV

Chiusi, territorio SI VII S 2 AR 4 B 5 AR 1 B

Chiusi, Colle Lucioli SI 1872 +2 T 2 AV

Chiusi, loc. Sarteano, podere Montarioso SI 1899 VII T 1 B 5 F

Chiusi, caserma Carabinieri SI 1934 VII-VIII T 5 F** 1 F 2 F

Chiusi, Cattedrale SI 1976 VII T 4 B 3 F +1 B 1 B

Chiusi, fraz. Arcisa SI 1913-4 VI-VII

N/T1 1 B 1 AR 2 F 1 F

N/T2 11 AR 4 F

N/T3 4 AR 2 B 1 F 6 AV 3 AV

N/T4 5 B 1 AR 2 F 1 B 1 F 1 AV

N/T5 11 AR 5 B 1 F* 4 F 1 B AR 1 AV

N/T6a 2 AR 1 B 3 F

411TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.17.TOSCANA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Arezzo, Duomo Vecchio, colle di Pionta AR 1970 VII T 57 5 AV AV

Arezzo, territorio AR 2 ? 4 B 1 B B* 3 F 2 B 1 AV

Bagnoregio PI 1 AV

Bagnoregio, Chiesa San Pietro a Civita PI 1727 1 AV

Bagnoregio, Chiesa San Pietro a Civita PI 1 AV

Bolsena, Santa Cristina VT T 2 AV

Capraia Isola LI 1988 V-VI T 2 ? 2 F

Casola in Lunigiana, fraz. Luscignano, loc. Gronda MS S 1 AR

Castelnuovo Garfagnana LU 1856T1 4 F 1 F

T2 1 B

Cecina, loc. San Vincenzino LI 1850 Post IV Tes +1 F +1 B

Certaldo, loc. Poggio del Boccaccio FI VI-VII Tes +1 B

Certona, territorio SI 1 F*

Chiusi SIVII N 5 B

? 14 B 4 F 1 F* 2 B

Chiusi, ex Foro Boario, Scuola Media SI 1953 V-VIT3 2 B

T4 AV

Chiusi, territorio SI VII S 2 AR 4 B 5 AR 1 B

Chiusi, Colle Lucioli SI 1872 +2 T 2 AV

Chiusi, loc. Sarteano, podere Montarioso SI 1899 VII T 1 B 5 F

Chiusi, caserma Carabinieri SI 1934 VII-VIII T 5 F** 1 F 2 F

Chiusi, Cattedrale SI 1976 VII T 4 B 3 F +1 B 1 B

Chiusi, fraz. Arcisa SI 1913-4 VI-VII

N/T1 1 B 1 AR 2 F 1 F

N/T2 11 AR 4 F

N/T3 4 AR 2 B 1 F 6 AV 3 AV

N/T4 5 B 1 AR 2 F 1 B 1 F 1 AV

N/T5 11 AR 5 B 1 F* 4 F 1 B AR 1 AV

N/T6a 2 AR 1 B 3 F

412 CAPITOLO III

N/T6b 1 AR 3 F 2 F 1 B 1 Pb

N/T7 1 F 2 F 2 F 1 F

N/T8 3 B 1 F 1 F

N/T9 2 B

N/T10 1 B

N/S 2 B 1 F 1 B

Colle Val D’Elsa, fraz. Galognano SI 1963 VI Tes 6 AR

Cortona AR 15 B 2 B

Fiesole, via RiorbicoFI 1873-1910 VI-VII

T4 2 F 2 F

T6 1 F B

T8 1 B

T9 1 B 1 F** 2 F

T15 1 B

T17 1 B

T21 +1 AV 1 F

T22 1 B 1 F

T24 1 B° 2 F

T26 1 F

1923 T 1 F

Fiesole, piazza Mino FI 1879 VII

N/T1 +1 ? 1 F

N/T2 10 B**

N/S 1 F

Firenze, Chiesa di San Michele FI 1895 V-VI S 1 AR*

Firenze, via Giuseppe Richa FI 1928 N 1 B

Firenze, territorio FI 2 B

Grosseto, piazza Duomo GR 1970s S 1 AV

Grosseto, loc. Bonelli GR S 1 B

Grosseto, loc. Casetta di Mota GRT1 1 B

T2 4 B +1 B

Grosseto, loc. Grancia GR 1955

T14 1 B

T20 2 B 1 F 1 B 1 F

T21 1 B

T22 1 B

T23 5 B

T24 1 F

T25 2 B

T27 1 B

T28 1 B

T34 1 B 1 B

T35 1 B

T36 1 F

T42 1 B

T44 1 B

T45 1 F

T46 1 F

T47 B F

T48 1 B

413TABELLE DEI RINVENIMENTI

N/T6b 1 AR 3 F 2 F 1 B 1 Pb

N/T7 1 F 2 F 2 F 1 F

N/T8 3 B 1 F 1 F

N/T9 2 B

N/T10 1 B

N/S 2 B 1 F 1 B

Colle Val D’Elsa, fraz. Galognano SI 1963 VI Tes 6 AR

Cortona AR 15 B 2 B

Fiesole, via RiorbicoFI 1873-1910 VI-VII

T4 2 F 2 F

T6 1 F B

T8 1 B

T9 1 B 1 F** 2 F

T15 1 B

T17 1 B

T21 +1 AV 1 F

T22 1 B 1 F

T24 1 B° 2 F

T26 1 F

1923 T 1 F

Fiesole, piazza Mino FI 1879 VII

N/T1 +1 ? 1 F

N/T2 10 B**

N/S 1 F

Firenze, Chiesa di San Michele FI 1895 V-VI S 1 AR*

Firenze, via Giuseppe Richa FI 1928 N 1 B

Firenze, territorio FI 2 B

Grosseto, piazza Duomo GR 1970s S 1 AV

Grosseto, loc. Bonelli GR S 1 B

Grosseto, loc. Casetta di Mota GRT1 1 B

T2 4 B +1 B

Grosseto, loc. Grancia GR 1955

T14 1 B

T20 2 B 1 F 1 B 1 F

T21 1 B

T22 1 B

T23 5 B

T24 1 F

T25 2 B

T27 1 B

T28 1 B

T34 1 B 1 B

T35 1 B

T36 1 F

T42 1 B

T44 1 B

T45 1 F

T46 1 F

T47 B F

T48 1 B

414 CAPITOLO III

T49 1 B

T50 3 B

T53 1 B

T58 1 B

T59 1 B

T60 10 B

T61 1 F

T62 12 B 1 F

T72 1 B

T73 5 B

S 3 B 6 F

Grosseto, territorio GR 1 F

Livorno, Rocca San Silvestro LI 1 B

Lucca, Via Buia 37 LU T 1 B

Lucca, Via Fillungo LU T/N +2 B 1 F 3 F

Lucca, San Lorenzo a Vaccoli LU VI-VII T 1 ?

Lucca, Santa Giulia LU 1859 VII T 16 AV 2 B* 1 F 15 B* 1 AV 5 AV 2 B

Lucca, Santa Reparata LUVI S 2 ?

VII S 1 B 1 ?

Lucca, San Vincenzo LU VII +1 ?

Manciano, loc. San martino sul Fiora GR ?

Marlia, presso Cartiere del Serchio LU 1969 VII T 1 B 14 F 1 B** 3 F

Marsiliana, loc. Fosso Castione GR Tes 1 AR

Massa Marittima, loc. Montebamboli GR 1898 M 1 AV

Monte Argentario, loc. Porto Ercole GR Tes +1 ?

Montecroci LU 1970s S? 1 B

Montereggi FI 1 B

Orbetello, fraz. Cosa GR 1990s IX-X N +1 ?

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bagnacci dell’Osa GR M 1 AV

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bengodi GR VI 1 B

Orbetello, territorio GRVII S 1 ?

VIII Tes +1 AV 80 AV

Orbetello, loc. Talamonaccio GR VII S/T? 1 F**

Piazza al Serchio, Pieve Vecchia LU 1850s N 1 AV 1? +1 F

Pieve a Fievole, Chiesa di San Pietro PT 1997-2002 VIN 1 B +5 B B?

T11 1 B

Pisa, Piazza dei Miracoli PI 1949 VI-VII

N 2 AV 13 B** 2 F B 11 F 3 B 1 B F

T4 1 F 1 F

T6 2 B 1 B

T7 1 B

Pitigliano, loc. Crocignanello GR 1924 VIIT 3 F 2 ?

N? 2?

Rocca Strada GRVII T2 2 B 2 AV

1934 ? 1 AV

Roselle GR VI-VII T 1 B 2 AR

Rosignano Marittimo LI VI T 1 B

415TABELLE DEI RINVENIMENTI

T49 1 B

T50 3 B

T53 1 B

T58 1 B

T59 1 B

T60 10 B

T61 1 F

T62 12 B 1 F

T72 1 B

T73 5 B

S 3 B 6 F

Grosseto, territorio GR 1 F

Livorno, Rocca San Silvestro LI 1 B

Lucca, Via Buia 37 LU T 1 B

Lucca, Via Fillungo LU T/N +2 B 1 F 3 F

Lucca, San Lorenzo a Vaccoli LU VI-VII T 1 ?

Lucca, Santa Giulia LU 1859 VII T 16 AV 2 B* 1 F 15 B* 1 AV 5 AV 2 B

Lucca, Santa Reparata LUVI S 2 ?

VII S 1 B 1 ?

Lucca, San Vincenzo LU VII +1 ?

Manciano, loc. San martino sul Fiora GR ?

Marlia, presso Cartiere del Serchio LU 1969 VII T 1 B 14 F 1 B** 3 F

Marsiliana, loc. Fosso Castione GR Tes 1 AR

Massa Marittima, loc. Montebamboli GR 1898 M 1 AV

Monte Argentario, loc. Porto Ercole GR Tes +1 ?

Montecroci LU 1970s S? 1 B

Montereggi FI 1 B

Orbetello, fraz. Cosa GR 1990s IX-X N +1 ?

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bagnacci dell’Osa GR M 1 AV

Orbetello, fraz. Fonteblanda, loc. Bengodi GR VI 1 B

Orbetello, territorio GRVII S 1 ?

VIII Tes +1 AV 80 AV

Orbetello, loc. Talamonaccio GR VII S/T? 1 F**

Piazza al Serchio, Pieve Vecchia LU 1850s N 1 AV 1? +1 F

Pieve a Fievole, Chiesa di San Pietro PT 1997-2002 VIN 1 B +5 B B?

T11 1 B

Pisa, Piazza dei Miracoli PI 1949 VI-VII

N 2 AV 13 B** 2 F B 11 F 3 B 1 B F

T4 1 F 1 F

T6 2 B 1 B

T7 1 B

Pitigliano, loc. Crocignanello GR 1924 VIIT 3 F 2 ?

N? 2?

Rocca Strada GRVII T2 2 B 2 AV

1934 ? 1 AV

Roselle GR VI-VII T 1 B 2 AR

Rosignano Marittimo LI VI T 1 B

416 CAPITOLO III

San Miniato, Chiesa di San Genesio PI V-IX N/S +1 ?

15 ?

1 B

2 AR

Santo Stefano a Lupi, territorio? LI M? 1 B cc

Scansano, loc. Pian di Lance GR ? 1 F

Siena, Ospedale Santa Maria della Scala SI 2000 VI-VII S 8 B 1 B 6 B 4 F

Siena SI 1720 Tes +1 ?

Sorano, fraz. San Martino GR 1924 T 8 B*

Sorano, loc. Il Poderone GR T? 1 AV

Sovana GR ante 1891 T? 2 B

Sovana GR 1920s T 1 F

Toscana, territorio 1 AV 1 B

Toscana, territorio VII 2 ?

Toscana, territorio VI 1 AR

Toscana, territorio 1776 IX-X Tes 119 AR

Toscana, territorio 1834-1840 VIII Tes +1 AV

Valdinievole territorio PT S 1 B

Volterra PI VII 5 F 1 F 1 AV 4 B

III.18.TRENTINO A.A.

Prov

inci

a

Dat

azio

ne P

ropo

sta

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di A

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

e

Mon

eta

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ala TN VI-VII ante 1896 3 B 4 F 5 B*

Ala, San Pietro in Bosco TN VII + 7 B + F

Ala, Santa Margherita TN VII 1 B

Ala, fraz. Marani TN V-VI M 1 AR

417TABELLE DEI RINVENIMENTI

cc Asse di Vespasiano con incisione XLII.

San Miniato, Chiesa di San Genesio PI V-IX N/S +1 ?

15 ?

1 B

2 AR

Santo Stefano a Lupi, territorio? LI M? 1 B cc

Scansano, loc. Pian di Lance GR ? 1 F

Siena, Ospedale Santa Maria della Scala SI 2000 VI-VII S 8 B 1 B 6 B 4 F

Siena SI 1720 Tes +1 ?

Sorano, fraz. San Martino GR 1924 T 8 B*

Sorano, loc. Il Poderone GR T? 1 AV

Sovana GR ante 1891 T? 2 B

Sovana GR 1920s T 1 F

Toscana, territorio 1 AV 1 B

Toscana, territorio VII 2 ?

Toscana, territorio VI 1 AR

Toscana, territorio 1776 IX-X Tes 119 AR

Toscana, territorio 1834-1840 VIII Tes +1 AV

Valdinievole territorio PT S 1 B

Volterra PI VII 5 F 1 F 1 AV 4 B

III.18.TRENTINO A.A.

Prov

inci

a

Dat

azio

ne P

ropo

sta

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di A

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

e

Mon

eta

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ala TN VI-VII ante 1896 3 B 4 F 5 B*

Ala, San Pietro in Bosco TN VII + 7 B + F

Ala, Santa Margherita TN VII 1 B

Ala, fraz. Marani TN V-VI M 1 AR

418 CAPITOLO III

Ala, fraz. Marani – Binelunghe TN VI-VII 1884 T 2 F

Ala, fraz. Marani – Felicet TN VII 1 F

Aldeno TN VII ante 1901 T 4 B 1 B

Arco, territorio TN VII ante 1893 2 F

Arco, San Giorgio TN S 1 B

Arco, loc. Campo dei Mori TN VII 3 B

Avio, piazzetta Era del Comun TN VI-VII 1902 N 3 B F 3 B

Avio, piazzetta Era del Comun? TN 1922-3 N 1 B

Baselga del Piné, fraz. Miola, Dosso del Cinga TN S 1 F

Baselga del Piné, fraz. Miola, Castello TN S 2 B 2 F

Besenello, loc. Scotinelli TN VII 1934 N 2 B F 2 F B* F

Borgo TN VII 1887-8 2 B

Bosentino, loc. ai Marmottini TN VI-VII 1909 T 3 B

Bosentino, loc. ai Nogaredi TN VI-VII 1924-5 T 4 F

Bolentino TN VI M 1 AV

Bretonico, loc. Palù TN VII 1955 T 6 B F 3 F 3 B F

Brez, territorio TN VII 1882 T/N B B* F 1 B

Brez TN VII 1964 1 AV

Burgisio, chiesa di Santo Stefano BZ 650 T? +1 F**

Calavino, loc. Piasin Doss del Tribol TN 1901 T 1 F

Calceranica TN VI M 1 B

Calliano TN 1857 2 B 1 B 1 F

Campodeanno, fraz. Crescino TN N? +1 B +1 F B

Campodeanno, fraz. Percolo TN VII 1885 N 1 F

Casatta TN 1891 T 1 F

Castelfondo BZ VII 2 B 2 F

Castel Valer TN 1 B

Cavalese, loc. Dosso di San Valerio TNVI-VII

1981 S1 B

IX-X 1 B

Cavedine TN VII 2 B 3 B

Cazzano TN 3 B 3 F F

Cazzano TN 1901 N +2 B

Cis, loc. Mostizzolo TN 1906 S +1 ?

Divezzano, loc. Naroncol TN VII 1913 N 2 F 2 B

Civezzano, loc. al Foss TN 1875-6 1 F 1 B 1 F

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 2 B F 1 F

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T4 F 1 B

4 F 3 F +1 B* 1 B B F AV FAV

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 5 B 3 F

Civezzano, loc. al Foss TN 1885 S B

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 5 B

Civezzano, cortile di Castel Telvana TN VII 1886 T 3 F 1F

Civezzano, cortile di Castel Telvana TN 1902 T B F

Civezzano, loc. Castel Bosco TN VI-VII S 1 ?

Civezzano TN VII3 B

7 B

Cles, loc. Campi Neri TN VI-VII 1887 T/N 2 B

419TABELLE DEI RINVENIMENTI

Ala, fraz. Marani – Binelunghe TN VI-VII 1884 T 2 F

Ala, fraz. Marani – Felicet TN VII 1 F

Aldeno TN VII ante 1901 T 4 B 1 B

Arco, territorio TN VII ante 1893 2 F

Arco, San Giorgio TN S 1 B

Arco, loc. Campo dei Mori TN VII 3 B

Avio, piazzetta Era del Comun TN VI-VII 1902 N 3 B F 3 B

Avio, piazzetta Era del Comun? TN 1922-3 N 1 B

Baselga del Piné, fraz. Miola, Dosso del Cinga TN S 1 F

Baselga del Piné, fraz. Miola, Castello TN S 2 B 2 F

Besenello, loc. Scotinelli TN VII 1934 N 2 B F 2 F B* F

Borgo TN VII 1887-8 2 B

Bosentino, loc. ai Marmottini TN VI-VII 1909 T 3 B

Bosentino, loc. ai Nogaredi TN VI-VII 1924-5 T 4 F

Bolentino TN VI M 1 AV

Bretonico, loc. Palù TN VII 1955 T 6 B F 3 F 3 B F

Brez, territorio TN VII 1882 T/N B B* F 1 B

Brez TN VII 1964 1 AV

Burgisio, chiesa di Santo Stefano BZ 650 T? +1 F**

Calavino, loc. Piasin Doss del Tribol TN 1901 T 1 F

Calceranica TN VI M 1 B

Calliano TN 1857 2 B 1 B 1 F

Campodeanno, fraz. Crescino TN N? +1 B +1 F B

Campodeanno, fraz. Percolo TN VII 1885 N 1 F

Casatta TN 1891 T 1 F

Castelfondo BZ VII 2 B 2 F

Castel Valer TN 1 B

Cavalese, loc. Dosso di San Valerio TNVI-VII

1981 S1 B

IX-X 1 B

Cavedine TN VII 2 B 3 B

Cazzano TN 3 B 3 F F

Cazzano TN 1901 N +2 B

Cis, loc. Mostizzolo TN 1906 S +1 ?

Divezzano, loc. Naroncol TN VII 1913 N 2 F 2 B

Civezzano, loc. al Foss TN 1875-6 1 F 1 B 1 F

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 2 B F 1 F

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T4 F 1 B

4 F 3 F +1 B* 1 B B F AV FAV

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 5 B 3 F

Civezzano, loc. al Foss TN 1885 S B

Civezzano, loc. al Foss TN VII 1885 T 5 B

Civezzano, cortile di Castel Telvana TN VII 1886 T 3 F 1F

Civezzano, cortile di Castel Telvana TN 1902 T B F

Civezzano, loc. Castel Bosco TN VI-VII S 1 ?

Civezzano TN VII3 B

7 B

Cles, loc. Campi Neri TN VI-VII 1887 T/N 2 B

420 CAPITOLO III

Cles, fraz. Mechel TN VI-VII N 2 B

Cloz TN VII 1883 N 4 B

ClozTN

VI 1892 T 4 B 1 AR

VI 1892 T 2 B 2 B

VII 1892 T 1 B

? 1892 T 5 B B

? 1892 T 10 B*

Cognola, loc. San Donà TN VII N/T 4 B

Concei, fraz. Enguiso TN VI-VII N 12 B 1 B 4 F 9 B 3 B

Concei, fraz. Lenzumo TN VII 1895 N 9 B 2 AR

Concei, fraz. Locca TN VII N 2 B

Coredo TN 1891 S 1 B

Cuneo TN VII S/T 1 B

Cunevo TN VII 9 B 3 F

Denno TN VII 1910 N 1 B

Denno TN B

Fai della Paganella TN T/N +1 F

Fiemme, Castello, loc. Prai di Zelor TN VII 1933 T 2 B

Fiemme, Castello, cava TN VII 1958 N 2 F B* 2 B F

Fiemme, Castello, cava TN VII 1958 T 4 B

Fiera di Primero, loc. Imer TN VI-VII 1965 T 3 B +4 B

Flavon, Chiesa Parrocchiale TN VII T 6 B 6 B

Folgaria TN VI-VII S 1 B

Fondo TN VII 1913 ca. 2 B

Fornace TN VI AV

Giovo, fraz. Palù TN 1953 1 F

Ischia di Vela, loc. Podetti TN 1897-8 S 4 B

Isera, fraz. Marano TN VII 4 B

Isera, Castel Pradaglia TN VI-VII 4 F

Lasino, fraz. Mandruzzo TN VII T 1 B

Lavis TN

VII 1881 T/N 3 B 2 F 1 B AV

VII N 2 F 5 B* 1 AV

VI-VII N 3 B 1 B* 3 B

VI S 1 AR*

Lavis, Maso Sornello TN 1 ? 1 F

Lavis, fraz. Pressano TN VII 1885N 1 AV

N? 4 F 1 AV

Loppio, Isola di Sant’Andrea TN

VI

2000-2 S

1 F**

VI-VII 1 F 1 B

2 B 2 B°

1 AR

Loppio, Isola di Sant’Andrea TN VI-VII 2004 S 2 F 4 B

Manzano TN VI-VII 1875 N 1 B

Marco, territorio ? TN VII S 1 AV

Mattarello TN VII 1890 2 B

Mezzocorona TN VII 1906-7 T 2 B 1 B B

Mezzocorona TN VII 1932 N 1 B 1 B

421TABELLE DEI RINVENIMENTI

Cles, fraz. Mechel TN VI-VII N 2 B

Cloz TN VII 1883 N 4 B

ClozTN

VI 1892 T 4 B 1 AR

VI 1892 T 2 B 2 B

VII 1892 T 1 B

? 1892 T 5 B B

? 1892 T 10 B*

Cognola, loc. San Donà TN VII N/T 4 B

Concei, fraz. Enguiso TN VI-VII N 12 B 1 B 4 F 9 B 3 B

Concei, fraz. Lenzumo TN VII 1895 N 9 B 2 AR

Concei, fraz. Locca TN VII N 2 B

Coredo TN 1891 S 1 B

Cuneo TN VII S/T 1 B

Cunevo TN VII 9 B 3 F

Denno TN VII 1910 N 1 B

Denno TN B

Fai della Paganella TN T/N +1 F

Fiemme, Castello, loc. Prai di Zelor TN VII 1933 T 2 B

Fiemme, Castello, cava TN VII 1958 N 2 F B* 2 B F

Fiemme, Castello, cava TN VII 1958 T 4 B

Fiera di Primero, loc. Imer TN VI-VII 1965 T 3 B +4 B

Flavon, Chiesa Parrocchiale TN VII T 6 B 6 B

Folgaria TN VI-VII S 1 B

Fondo TN VII 1913 ca. 2 B

Fornace TN VI AV

Giovo, fraz. Palù TN 1953 1 F

Ischia di Vela, loc. Podetti TN 1897-8 S 4 B

Isera, fraz. Marano TN VII 4 B

Isera, Castel Pradaglia TN VI-VII 4 F

Lasino, fraz. Mandruzzo TN VII T 1 B

Lavis TN

VII 1881 T/N 3 B 2 F 1 B AV

VII N 2 F 5 B* 1 AV

VI-VII N 3 B 1 B* 3 B

VI S 1 AR*

Lavis, Maso Sornello TN 1 ? 1 F

Lavis, fraz. Pressano TN VII 1885N 1 AV

N? 4 F 1 AV

Loppio, Isola di Sant’Andrea TN

VI

2000-2 S

1 F**

VI-VII 1 F 1 B

2 B 2 B°

1 AR

Loppio, Isola di Sant’Andrea TN VI-VII 2004 S 2 F 4 B

Manzano TN VI-VII 1875 N 1 B

Marco, territorio ? TN VII S 1 AV

Mattarello TN VII 1890 2 B

Mezzocorona TN VII 1906-7 T 2 B 1 B B

Mezzocorona TN VII 1932 N 1 B 1 B

422 CAPITOLO III

Mezzocorona TN VI-VII 2 F

Mezzocorona TN 1 F 1 B 3 B

Mezzocorona, loc. Bosco alla Pozza TN VII 1 B

Mezzolombardo, Strada alla Rocchetta TN 1881 T 3 F

Mezzolombardo, loc. alla Calcara TN VII 1909 T 11 B 1 F

Mezzolombardo, Castello TN VII S 1 B

Mezzolombardo TN VII 2 F 1 B

Molina di Ledro, loc. Pre TN VII 1887 N + 3 B B

Molina di Ledro, Volta di Besta TNV-VIII 5 B

VII-IX 6 ?

Mori, fraz. Mont’Albano TN VII 1891 T 1 F

Mori TN VII 1881-2 2 AR

Mori, piazza Zocchelo TN VI-VII 1919 T 1 B 1 F 1 AR

Mori, loc. Sano, loc. al Casale TN N 1 B 1 F

Nago-Torbole TN VI-VII 1990 S 2 B 1 AR

Nanno TN +1 ? +1?

Naturno, Chiesa di San Procolo BZ

VII

1985-6

T21 1 F

VI-VII T44 1 F 30 ca. B

VII T49 1 B

T137 1 F

VI-VII N 1 F** 1 ? 1 F

Noarna TN VII 1888 1 F

Noarna, loc. Castello TN VII 1860 1 F

Nogaredo, loc. Bot de Fer TN V-VII 1882 N 1 F 3 F 1 F 1 F

Nogaredo, fraz. Brancolino, loc. Doss Pagano TN1819 N +1 ? 3 F +1 ?

1823 N 1 F 1 B

Nomi, loc. Ai Brioni TN VII 1970 N/T2 3 B 1 F

Pergine TN VII 1894 S B

Pergine, loc. Doss Tambos TN VII 1930 T AV

Pergine, fraz. Madrano TN VII S 2 B 1 B 1 F

Piedicastello TN VII 1838 N 2 B 5 F AV

Piedicastello TN VII 1921 T2 F

8 B 1 F 2 F** 1+ BF**

Pieve di Ledro TN VI-VII 1885 N 3 F 2 AR

Pinè, loc. Miola TN VI-VII S 1 F

Predazzo TN VI-VII 1924 T 2 F

Romallo, propr. Casnar TN 1904 T 6 B

Romeno, Chiesa San Bartolomeo TN ante 1926 1 AR

Romeno, Chiesa Parrocchiale TN 1929 T 1 B 1 F +1 F

Rovereto, loc. Sabbioni Alti TN VII 1864 N 2 B 5 B

Rovereto, loc. Sabbioni Alti TN 1922 N 1 F

TN VI-VII N 4 F

Rovereto, verso Avio TN N 1 ? 1 B

Rovereto, Sant’Ilario TN VI-VII 1922 N 4 B F

Rovereto, Corso Bettini TN VII 1925-6 N 2 F 7 F 2 F

Rovereto, Corso Bettini TN 1931 N 1 F 1 F 3 F F

Rovereto, Corso Bettini TN 1960 N 4 B 2 F 1 B 1 F 1 B B

423TABELLE DEI RINVENIMENTI

Mezzocorona TN VI-VII 2 F

Mezzocorona TN 1 F 1 B 3 B

Mezzocorona, loc. Bosco alla Pozza TN VII 1 B

Mezzolombardo, Strada alla Rocchetta TN 1881 T 3 F

Mezzolombardo, loc. alla Calcara TN VII 1909 T 11 B 1 F

Mezzolombardo, Castello TN VII S 1 B

Mezzolombardo TN VII 2 F 1 B

Molina di Ledro, loc. Pre TN VII 1887 N + 3 B B

Molina di Ledro, Volta di Besta TNV-VIII 5 B

VII-IX 6 ?

Mori, fraz. Mont’Albano TN VII 1891 T 1 F

Mori TN VII 1881-2 2 AR

Mori, piazza Zocchelo TN VI-VII 1919 T 1 B 1 F 1 AR

Mori, loc. Sano, loc. al Casale TN N 1 B 1 F

Nago-Torbole TN VI-VII 1990 S 2 B 1 AR

Nanno TN +1 ? +1?

Naturno, Chiesa di San Procolo BZ

VII

1985-6

T21 1 F

VI-VII T44 1 F 30 ca. B

VII T49 1 B

T137 1 F

VI-VII N 1 F** 1 ? 1 F

Noarna TN VII 1888 1 F

Noarna, loc. Castello TN VII 1860 1 F

Nogaredo, loc. Bot de Fer TN V-VII 1882 N 1 F 3 F 1 F 1 F

Nogaredo, fraz. Brancolino, loc. Doss Pagano TN1819 N +1 ? 3 F +1 ?

1823 N 1 F 1 B

Nomi, loc. Ai Brioni TN VII 1970 N/T2 3 B 1 F

Pergine TN VII 1894 S B

Pergine, loc. Doss Tambos TN VII 1930 T AV

Pergine, fraz. Madrano TN VII S 2 B 1 B 1 F

Piedicastello TN VII 1838 N 2 B 5 F AV

Piedicastello TN VII 1921 T2 F

8 B 1 F 2 F** 1+ BF**

Pieve di Ledro TN VI-VII 1885 N 3 F 2 AR

Pinè, loc. Miola TN VI-VII S 1 F

Predazzo TN VI-VII 1924 T 2 F

Romallo, propr. Casnar TN 1904 T 6 B

Romeno, Chiesa San Bartolomeo TN ante 1926 1 AR

Romeno, Chiesa Parrocchiale TN 1929 T 1 B 1 F +1 F

Rovereto, loc. Sabbioni Alti TN VII 1864 N 2 B 5 B

Rovereto, loc. Sabbioni Alti TN 1922 N 1 F

TN VI-VII N 4 F

Rovereto, verso Avio TN N 1 ? 1 B

Rovereto, Sant’Ilario TN VI-VII 1922 N 4 B F

Rovereto, Corso Bettini TN VII 1925-6 N 2 F 7 F 2 F

Rovereto, Corso Bettini TN 1931 N 1 F 1 F 3 F F

Rovereto, Corso Bettini TN 1960 N 4 B 2 F 1 B 1 F 1 B B

424 CAPITOLO III

Rovereto, Corso Bettini TN ? T? 4 AR

Rovereto, viale Trento loc. Drio Poz TN VII 2 B

Rovereto, Dosso del Castello TN VII 1876 S 1 F

Rovereto TN VI-VII 1894 S 1 F

Rovereto TN VII 1 F 1 F

Rovereto TN VII 2 B

Rovereto TN VII 4 B 3B

Rovereto, fraz. Lizzana, Castello TN VII 1878-1950 12 B 11 F 2 B

Rumo, fraz. Lanza TN VI-VII 1874 S 1 B

San Michele all’Adige, Maso Zigainer TN VII 1880 N 4 B 1 F

San Michele all’Adige TN VII ante 1929 N 3 F

Sanzeno, S. Maria Maddalena

TN

post 1846 2 B + 3 F B

Sanzeno, loc. Casalini post 1846 + 3 F

Sanzeno, loc. Casalini 1902 F

Sanzeno, San Romedio VII 1972 S 3 B F

Sarmonico, loc. Seio TN VI 1 ? +1 F 2 B

Sporminore TN 1906 1 F

Stenico, loc. ai Ronchi TN VI-VII 1919 N 2 B

Stenico, Castello TN VI-VII 1921 N 1 B 1 F

Stenico TN VII ante 1926 3 B

Stenico, valle dell’Algone TN VII S 1 B

Stenico TN 3 B

Tassello, fraz. Rallo TN VII-VIII 1885 N 24 B 1 F 3 F 1 F 1 F

Tassello, fraz. Sanzenone, loc. Vogan TN VI-V II 4 B 1 B

Tassello, Castel Valer TN 1 B

Telve di Sopra TN VII 2 F 1 F 1 B*

Terlago, loc. Cedonia TN VI-VII 1891 2 B

Terlago, loc. Dos de la Costa TN 1876 N 1? 2 F B

Tiarno di Sotto, loc. Ceches TN VII 1885 N 6 B 1 B

Trentino TN VI-VIII 20 B 1 AR 1 F 5 AV 12 B 7 F

Trento TN VII 4 B

Trento TN VII 1 B 2 B

Trento, oltre Porta Nuova TN VII 1887 2 B 1 F 3 B

Trento, piazzetta A. d’Aronio TN VII 1900 S 1 F

Trento, via Grazioli TN VII 1901 S 1 F

Trento, piazzetta A. Vittoria TN VI 1923 N 1 AR

Trento, piazzetta A. Vittoria TN VI 1923? T 1 B*

Trento, via S. Maria Maddalena TN VI-VII N F

Trento,via S. Giovanni TN VI-VII S F

Trento, Doss, Sant’Apollinare TN VII 1 PB

Trento, Doss TN VII 1866 S 2 AV 2 B

Trento, Doss TN VII 1874 T/N 5 B

Trento, fraz. Maderno TN VII 1885 S 1 B

Trento, fraz. Povo, loc. Spre TNVI-VII 1889 S 1 B

2 F

Trento, fraz. Povo, loc. al Salé TN VI-VII 1884 S 1 B

Trento, territorio TN VI M 1 B

425TABELLE DEI RINVENIMENTI

Rovereto, Corso Bettini TN ? T? 4 AR

Rovereto, viale Trento loc. Drio Poz TN VII 2 B

Rovereto, Dosso del Castello TN VII 1876 S 1 F

Rovereto TN VI-VII 1894 S 1 F

Rovereto TN VII 1 F 1 F

Rovereto TN VII 2 B

Rovereto TN VII 4 B 3B

Rovereto, fraz. Lizzana, Castello TN VII 1878-1950 12 B 11 F 2 B

Rumo, fraz. Lanza TN VI-VII 1874 S 1 B

San Michele all’Adige, Maso Zigainer TN VII 1880 N 4 B 1 F

San Michele all’Adige TN VII ante 1929 N 3 F

Sanzeno, S. Maria Maddalena

TN

post 1846 2 B + 3 F B

Sanzeno, loc. Casalini post 1846 + 3 F

Sanzeno, loc. Casalini 1902 F

Sanzeno, San Romedio VII 1972 S 3 B F

Sarmonico, loc. Seio TN VI 1 ? +1 F 2 B

Sporminore TN 1906 1 F

Stenico, loc. ai Ronchi TN VI-VII 1919 N 2 B

Stenico, Castello TN VI-VII 1921 N 1 B 1 F

Stenico TN VII ante 1926 3 B

Stenico, valle dell’Algone TN VII S 1 B

Stenico TN 3 B

Tassello, fraz. Rallo TN VII-VIII 1885 N 24 B 1 F 3 F 1 F 1 F

Tassello, fraz. Sanzenone, loc. Vogan TN VI-V II 4 B 1 B

Tassello, Castel Valer TN 1 B

Telve di Sopra TN VII 2 F 1 F 1 B*

Terlago, loc. Cedonia TN VI-VII 1891 2 B

Terlago, loc. Dos de la Costa TN 1876 N 1? 2 F B

Tiarno di Sotto, loc. Ceches TN VII 1885 N 6 B 1 B

Trentino TN VI-VIII 20 B 1 AR 1 F 5 AV 12 B 7 F

Trento TN VII 4 B

Trento TN VII 1 B 2 B

Trento, oltre Porta Nuova TN VII 1887 2 B 1 F 3 B

Trento, piazzetta A. d’Aronio TN VII 1900 S 1 F

Trento, via Grazioli TN VII 1901 S 1 F

Trento, piazzetta A. Vittoria TN VI 1923 N 1 AR

Trento, piazzetta A. Vittoria TN VI 1923? T 1 B*

Trento, via S. Maria Maddalena TN VI-VII N F

Trento,via S. Giovanni TN VI-VII S F

Trento, Doss, Sant’Apollinare TN VII 1 PB

Trento, Doss TN VII 1866 S 2 AV 2 B

Trento, Doss TN VII 1874 T/N 5 B

Trento, fraz. Maderno TN VII 1885 S 1 B

Trento, fraz. Povo, loc. Spre TNVI-VII 1889 S 1 B

2 F

Trento, fraz. Povo, loc. al Salé TN VI-VII 1884 S 1 B

Trento, territorio TN VI M 1 B

426 CAPITOLO III

Trento, piazza Duomo, Palazzo Pretorio TN V-VI 1988 T1 2 AR* 1 F** 2 AR

Vadena BZ VII 2 B

Val di Non TN VII 3 B 1 B

Val di Non TN VI 1 B

Val di Non TN VII 4 B

Valle Lagarina TN B 2 F 5 B

Vervò, Chiesa di San MartinoTN

VI-VII 1890 N 8 B 1 F

2 AV

2 B

1 F

Vervò, S. Martino, loc. La Regola TN 1913 S B 1 F

Vezzano, fraz. Ciago, loc. Cignon TN VII T 1 B 1 F 5 B

Villa Lagarina, territorio TN 1881 N 2 B 2 F 4 B

Villa Lagarina, chiesa TN VI-VII 1881 N 1 B 4 AR

Villa Lagarina, fraz. Pedersano, loc. Torrano TN 1884 S 1 B

Villa Lagarina, fraz. Pedersano TN 1977 N 1 F

Volano TN VI-VII 1867? B

Zambana TN VI-VII 1903 S B

III.19.UMBRIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Ele

men

to d

i abb

iglia

men

to

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ancarano PG 3 B

Assisi, loc. San Fortunato PGVII N 1 B

? 2 B

Assisi, loc. Ponte San Vittorino PG VII N1 AV 21 B 17 F 1 AR 1 F 1 AV 1 F 1 F

3 AR 18 F** 1 F 11 B* 2 B

427TABELLE DEI RINVENIMENTI

Trento, piazza Duomo, Palazzo Pretorio TN V-VI 1988 T1 2 AR* 1 F** 2 AR

Vadena BZ VII 2 B

Val di Non TN VII 3 B 1 B

Val di Non TN VI 1 B

Val di Non TN VII 4 B

Valle Lagarina TN B 2 F 5 B

Vervò, Chiesa di San MartinoTN

VI-VII 1890 N 8 B 1 F

2 AV

2 B

1 F

Vervò, S. Martino, loc. La Regola TN 1913 S B 1 F

Vezzano, fraz. Ciago, loc. Cignon TN VII T 1 B 1 F 5 B

Villa Lagarina, territorio TN 1881 N 2 B 2 F 4 B

Villa Lagarina, chiesa TN VI-VII 1881 N 1 B 4 AR

Villa Lagarina, fraz. Pedersano, loc. Torrano TN 1884 S 1 B

Villa Lagarina, fraz. Pedersano TN 1977 N 1 F

Volano TN VI-VII 1867? B

Zambana TN VI-VII 1903 S B

III.19.UMBRIA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Ele

men

to d

i abb

iglia

men

to

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Ancarano PG 3 B

Assisi, loc. San Fortunato PGVII N 1 B

? 2 B

Assisi, loc. Ponte San Vittorino PG VII N1 AV 21 B 17 F 1 AR 1 F 1 AV 1 F 1 F

3 AR 18 F** 1 F 11 B* 2 B

428 CAPITOLO III

Castel San Felice sul Nera PG 1999 IV-VII 1 F 1 B

Città di Castello, Villa Panicale PG 1889 VII

T1 +1 B 1 F 2 B

T2 +1 B 1 F

T3 +1 B 1 F

S 8 B 8 F 1 F

Città di Castello, loc. Canoscio PG 1935 VI Tes 27 AR

Gualdo Tadino, loc. Cartiere PG 1990 VII

T2 10 B 2 B

T7 3 B

T9 4 B

T11 2 B 1 F

Gualdo Tadino, loc. San Facondino PG VII N/T23 1 B

Nocera Umbra, loc. Pettinara, Casale Lozzi PG 1975 VI-VII

T5 1 B

T8 1 F

T9 1 F 1 F

T10 1 F

T11 ?

T12 8 F 1 F F

T20 1 B

T21 1 B

T26 1 F

T28 3 B 1 F 1 F

T30 1 F

T34 1 B 2 B

T35 1 F 1 F

T36 1 F

T40 1 B

T41 1 B ?

Nocera Umbra, loc. Piano di Colle PG VI-VII N? 2 B +1 ?

Nocera Umbra, Piazza Medaglie d’Oro PG 1953 N 1 B 19 F

Nocera Umbra, loc. Il Portone PG 1890

T1 7 AV 1 F1 AV 3 B*

2 B 1 AV 1 F 1 B1 F

T2 2 AR 1 AV 1 AV

600 T3 1 AR 1 B 2 AV 1 AV AV

T4 2 AR* 2 AR 1 AR 1 B 2 B

600 T5 4 F 2 AR1 AV AR 1 B dd 1 AV 6 F

10 F +1 B*

T6 13 AR 2 B 13 F 1 AR 1 B 2 F 1 B

T7 1 B 9 F 4 F 1 F

T8 10 F 2 F

T9 3 F 1 B 2 B

570 T10 4 AR 4 B 1 F 1 B

570 T11 3 AR* 1 F 1 F 3 AR 1 B ee

T12 1 B 3 F

T133 AR* 1 F

3 B 2 F1 B

429TABELLE DEI RINVENIMENTI

dd Il bacile porta tracce di riparazione in antico.ee Quadrante bronzeo datato all’età di Claudio (41-54 dC).

Castel San Felice sul Nera PG 1999 IV-VII 1 F 1 B

Città di Castello, Villa Panicale PG 1889 VII

T1 +1 B 1 F 2 B

T2 +1 B 1 F

T3 +1 B 1 F

S 8 B 8 F 1 F

Città di Castello, loc. Canoscio PG 1935 VI Tes 27 AR

Gualdo Tadino, loc. Cartiere PG 1990 VII

T2 10 B 2 B

T7 3 B

T9 4 B

T11 2 B 1 F

Gualdo Tadino, loc. San Facondino PG VII N/T23 1 B

Nocera Umbra, loc. Pettinara, Casale Lozzi PG 1975 VI-VII

T5 1 B

T8 1 F

T9 1 F 1 F

T10 1 F

T11 ?

T12 8 F 1 F F

T20 1 B

T21 1 B

T26 1 F

T28 3 B 1 F 1 F

T30 1 F

T34 1 B 2 B

T35 1 F 1 F

T36 1 F

T40 1 B

T41 1 B ?

Nocera Umbra, loc. Piano di Colle PG VI-VII N? 2 B +1 ?

Nocera Umbra, Piazza Medaglie d’Oro PG 1953 N 1 B 19 F

Nocera Umbra, loc. Il Portone PG 1890

T1 7 AV 1 F1 AV 3 B*

2 B 1 AV 1 F 1 B1 F

T2 2 AR 1 AV 1 AV

600 T3 1 AR 1 B 2 AV 1 AV AV

T4 2 AR* 2 AR 1 AR 1 B 2 B

600 T5 4 F 2 AR1 AV AR 1 B dd 1 AV 6 F

10 F +1 B*

T6 13 AR 2 B 13 F 1 AR 1 B 2 F 1 B

T7 1 B 9 F 4 F 1 F

T8 10 F 2 F

T9 3 F 1 B 2 B

570 T10 4 AR 4 B 1 F 1 B

570 T11 3 AR* 1 F 1 F 3 AR 1 B ee

T12 1 B 3 F

T133 AR* 1 F

3 B 2 F1 B

430 CAPITOLO III

T15 1 F

T16 13 AR 1 B 3 F 1 B 2 F 1 AR

600 T17 2 AR 1 AV 1 F AR1 B 2 B 1 AV 1 F AV

+1 AV

T18 1 F 12 AR 2 F 1 AR 1 AR

T19 1 B

VII T20 1 AR 3 F 1 B 1 AV 1 F

T212 AR* 1 B

1 F 1 B 3 B1 F

VI T22 2 F 3 AR 3 F AV B 1 B 1 AV

T23 32 AR* 3 B 3 F 4 AR 1 B 1 B

T24 1 B

T25 1 B 1 B

T26 1 F

T27 1 F 3 B 5 F F** 1 B 1 AV 1 F

T29 1 ? 5 AR 2 B 2 F AR 1 B 8 F

T30 1 B 9 F 1 B

T31 4 B 6 F 1 B 1 AR 1 AR

T32 2 AR* 2 F 1 B* 4 F 1 F 1 B 1 AV 1 F

T33 3 B 1 F 1 B

T34 1 F

T36 20 AR 1 F 5 F 3 B 1 F 1 B 1 AV 2 F 1 B 1 F

T37 2 AR* 2 B B

T38 1 B 1 F 4 AR 3 F 1 B 1 AV 5 F

T39 6 B 3 AR 2 F 1 B 1 AR 2 B 2 F

T40 1 F

T41 1 F 1 AR

600 T42 16 AR 1 F 1 B 2 F 1 B 1 F 54 AR

T43 1 F 1 AV

T44 1 B

T45 1 B

T46 1 B

T47 4 F

T48 1 B* 3 B 3 F 1 B 1 B

T49 8 F 3 F 1 F

T51 2 F 2 AR 4 F

T52 2 F 3 B 4 F 1 F

T53 2 B 3 B

T54 1 B 6 AR 1 B

T56 1 B 1 F 1 AV

T58 1 F 2 F 1 F

T59 1 B 1 F 1 AV

T60 4 AR 2 B 1 F 1 AV 1 F 1 AV 1 F

T61 3 F

T62 1 F 1 B 1 F1 B

T63 3 B 2 B 11 ?

T64 1 AR 1 F 1 B 1 F 11 ?

431TABELLE DEI RINVENIMENTI

T15 1 F

T16 13 AR 1 B 3 F 1 B 2 F 1 AR

600 T17 2 AR 1 AV 1 F AR1 B 2 B 1 AV 1 F AV

+1 AV

T18 1 F 12 AR 2 F 1 AR 1 AR

T19 1 B

VII T20 1 AR 3 F 1 B 1 AV 1 F

T212 AR* 1 B

1 F 1 B 3 B1 F

VI T22 2 F 3 AR 3 F AV B 1 B 1 AV

T23 32 AR* 3 B 3 F 4 AR 1 B 1 B

T24 1 B

T25 1 B 1 B

T26 1 F

T27 1 F 3 B 5 F F** 1 B 1 AV 1 F

T29 1 ? 5 AR 2 B 2 F AR 1 B 8 F

T30 1 B 9 F 1 B

T31 4 B 6 F 1 B 1 AR 1 AR

T32 2 AR* 2 F 1 B* 4 F 1 F 1 B 1 AV 1 F

T33 3 B 1 F 1 B

T34 1 F

T36 20 AR 1 F 5 F 3 B 1 F 1 B 1 AV 2 F 1 B 1 F

T37 2 AR* 2 B B

T38 1 B 1 F 4 AR 3 F 1 B 1 AV 5 F

T39 6 B 3 AR 2 F 1 B 1 AR 2 B 2 F

T40 1 F

T41 1 F 1 AR

600 T42 16 AR 1 F 1 B 2 F 1 B 1 F 54 AR

T43 1 F 1 AV

T44 1 B

T45 1 B

T46 1 B

T47 4 F

T48 1 B* 3 B 3 F 1 B 1 B

T49 8 F 3 F 1 F

T51 2 F 2 AR 4 F

T52 2 F 3 B 4 F 1 F

T53 2 B 3 B

T54 1 B 6 AR 1 B

T56 1 B 1 F 1 AV

T58 1 F 2 F 1 F

T59 1 B 1 F 1 AV

T60 4 AR 2 B 1 F 1 AV 1 F 1 AV 1 F

T61 3 F

T62 1 F 1 B 1 F1 B

T63 3 B 2 B 11 ?

T64 1 AR 1 F 1 B 1 F 11 ?

432 CAPITOLO III

T66 1 AR 1 B 1 F 5 B 4 F

T67 4 AR 3 F 2 B 5 F 1 F 1 F

T68 2 F 1 F

VII T69 2 B +1 AV 3 B 1 AV 1 F

T71 3 F 4 F 1 B 2 F

T72 1 F

T73 3 B 1 F

T74 3 B 2 F 3 F 1 F

T75 1 F 1 F

T76 5 F 3 B 4 F 1 B 3 F 1 B

T77 1 B

T78 1 B

T792 B 4 F

4 F2 F

1 AV 3 F 2 F15 AR 1 AV

T80 1 B

T82 1 F

T83 1 AR 2 B 1 F

T84 2 F 24 AR 2 F 1 B

600 T85 2 B 2 F 11 AR 2 F 1 AV 1 F

T863 F 2 B

5 1 B 1 F1 F

1 AR 1 B

T872 AR* 1 AR

1 B 1 B 1 AR 1 AR3 B 1 F

T88 1 B

T89 1 B 6 F 1 AV

T91 2 B

T92 1 B 1 F

T93 1 B 1 F

T94 1 B

600 T95 1 F +1 AV 1 AV 1 B°

T96 2 B 1 F

T97 1 B 2 F

T98 1 B 1 F 14 F 1 F 1 F

T99 2 B 3 B

600 T100 3 AR 1 B° 1 B 1 F +2 AV 1 AR 1 AV 1 B° 1 F

T101 1 B 2 AR 1 AV

T102 1 F

T104 1 AR 1 B 1 F

T105 3 B 2 B°

T106 5 F 3 F 1 AV 1 F

T107 6 B 2 F 2 B

T108 1 F 1 B 1 AV

T109 1 B 1 F

T110 8 F 1 F

T111 5 F 1 AR 9 F 1 F

T112 4 B

VII T113 3 B 1 B

433TABELLE DEI RINVENIMENTI

T66 1 AR 1 B 1 F 5 B 4 F

T67 4 AR 3 F 2 B 5 F 1 F 1 F

T68 2 F 1 F

VII T69 2 B +1 AV 3 B 1 AV 1 F

T71 3 F 4 F 1 B 2 F

T72 1 F

T73 3 B 1 F

T74 3 B 2 F 3 F 1 F

T75 1 F 1 F

T76 5 F 3 B 4 F 1 B 3 F 1 B

T77 1 B

T78 1 B

T792 B 4 F

4 F2 F

1 AV 3 F 2 F15 AR 1 AV

T80 1 B

T82 1 F

T83 1 AR 2 B 1 F

T84 2 F 24 AR 2 F 1 B

600 T85 2 B 2 F 11 AR 2 F 1 AV 1 F

T863 F 2 B

5 1 B 1 F1 F

1 AR 1 B

T872 AR* 1 AR

1 B 1 B 1 AR 1 AR3 B 1 F

T88 1 B

T89 1 B 6 F 1 AV

T91 2 B

T92 1 B 1 F

T93 1 B 1 F

T94 1 B

600 T95 1 F +1 AV 1 AV 1 B°

T96 2 B 1 F

T97 1 B 2 F

T98 1 B 1 F 14 F 1 F 1 F

T99 2 B 3 B

600 T100 3 AR 1 B° 1 B 1 F +2 AV 1 AR 1 AV 1 B° 1 F

T101 1 B 2 AR 1 AV

T102 1 F

T104 1 AR 1 B 1 F

T105 3 B 2 B°

T106 5 F 3 F 1 AV 1 F

T107 6 B 2 F 2 B

T108 1 F 1 B 1 AV

T109 1 B 1 F

T110 8 F 1 F

T111 5 F 1 AR 9 F 1 F

T112 4 B

VII T113 3 B 1 B

434 CAPITOLO III

T114 1 B 1 F 2 F

T115 6 F B 1 B 2 F

T116 1 F 1 F

T117 1 B 1 B 2 F

T118 3 AR 2 AV

600 T119 1 F +1 AV 4 F B 1 F 1 AV 1 F

T120 1 B

T121 1 F 1 B 1 F

T122 3 F 3 B 9 F 1 B

T123 1 F 1 B 2 F

T124 7 F

T125 12 F 1 B 4 F 1 AV 2 F 1 B

T126 F**

T127 5 F 1 B

T128 4 B

T129 1 B

T130 7 F

T131 2 F 2 F 1 AV

T132 4 F 1 B 4 F

T133 1 B

T134 15 F 5 F 1 F 1 F

T137 10 F 7 F 2 F

T138 1 F

T139 1 F 3 F

T140 1 AR 3 B 3 B 1 AR

T142 1 B

T1436 B 6 AR

4 F1 F

T144 3 B 1 F 2 B

T145 8 B 1 F 9 F 1 B 1 AR 1 B 1 AV 2 F

T147 1 B 5 F 1 AV

T148 1 B 1 AR 1 F 1 B 1 AV

T149 2 B 3 F 1 AV

T1501 AR* 1 AV

2 F 4 B2 B

T154 2 B 8 F 4 F

T155 1 F 1 F 1 B

T156 1 B 4 F 5 F

T157 1 B 1 AR* 1 F 1 AR 1 F

T158 1 AR*

T159 1 F 1 F

T160 2 AR 10 B 1 F 2 AV 2 AR 2 B

T161b 1 F

610-620 T162 2 AR 2 AV

T163 1 F 5 F

T164 1 AV

T165 1 B 1 F

435TABELLE DEI RINVENIMENTI

T114 1 B 1 F 2 F

T115 6 F B 1 B 2 F

T116 1 F 1 F

T117 1 B 1 B 2 F

T118 3 AR 2 AV

600 T119 1 F +1 AV 4 F B 1 F 1 AV 1 F

T120 1 B

T121 1 F 1 B 1 F

T122 3 F 3 B 9 F 1 B

T123 1 F 1 B 2 F

T124 7 F

T125 12 F 1 B 4 F 1 AV 2 F 1 B

T126 F**

T127 5 F 1 B

T128 4 B

T129 1 B

T130 7 F

T131 2 F 2 F 1 AV

T132 4 F 1 B 4 F

T133 1 B

T134 15 F 5 F 1 F 1 F

T137 10 F 7 F 2 F

T138 1 F

T139 1 F 3 F

T140 1 AR 3 B 3 B 1 AR

T142 1 B

T1436 B 6 AR

4 F1 F

T144 3 B 1 F 2 B

T145 8 B 1 F 9 F 1 B 1 AR 1 B 1 AV 2 F

T147 1 B 5 F 1 AV

T148 1 B 1 AR 1 F 1 B 1 AV

T149 2 B 3 F 1 AV

T1501 AR* 1 AV

2 F 4 B2 B

T154 2 B 8 F 4 F

T155 1 F 1 F 1 B

T156 1 B 4 F 5 F

T157 1 B 1 AR* 1 F 1 AR 1 F

T158 1 AR*

T159 1 F 1 F

T160 2 AR 10 B 1 F 2 AV 2 AR 2 B

T161b 1 F

610-620 T162 2 AR 2 AV

T163 1 F 5 F

T164 1 AV

T165 1 B 1 F

436 CAPITOLO III

Orvieto, loc. Cannicella TR VII N 2 B 1 F B

Orvieto, loc. Crocefisso del Tufo TR 1879

Perugia, Corso Vannucci PG 1717 II metà VI Tes 1 AV 4 AV 1B 1 AR 140 AV

Perugina PG 1896 Tes 418 B

Scheggia, loc. San Paterniano PG 1975 N/T23 B

Sigillo, loc. Villa Scirca PG 1986-90 N 1 B**

Umbertide, Monte Acuto PG V-VI +1 ?

III.20.VALLE D’AOSTAPr

ovin

cia

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aosta, fuori Porta Decumana AO 1974-8

I-VII S 51 ?

T274 1 B

VI T302 1 B

VI-VII S 1 AR 1 B 1 AR 1 AR

437TABELLE DEI RINVENIMENTI

Orvieto, loc. Cannicella TR VII N 2 B 1 F B

Orvieto, loc. Crocefisso del Tufo TR 1879

Perugia, Corso Vannucci PG 1717 II metà VI Tes 1 AV 4 AV 1B 1 AR 140 AV

Perugina PG 1896 Tes 418 B

Scheggia, loc. San Paterniano PG 1975 N/T23 B

Sigillo, loc. Villa Scirca PG 1986-90 N 1 B**

Umbertide, Monte Acuto PG V-VI +1 ?

III.20.VALLE D’AOSTA

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Aosta, fuori Porta Decumana AO 1974-8

I-VII S 51 ?

T274 1 B

VI T302 1 B

VI-VII S 1 AR 1 B 1 AR 1 AR

438 CAPITOLO III

III.21. VENETO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Agordo, fraz. Calzon, prop. Chierzi BL 1955 VI-VII N 4 B 2 B

Agordo, fraz. Parech, loc. Cesaruza BL1928 VI-VII N ?

1965 VI-VII T 1 B

Angarano VI VII S 1 F

Arsiè, loc. Il Moro BL VI-VII N 1 B

Arzignano, loc. Altura VI 1966 VII 10 B2 F 7 F

4 B° 1 B1 B

Asolo, Rocca TV 1950 N 1 B

Bardolino, loc. Casetta la Rocca VR 1925 VII T AV 1 F 7 F 1 AV 2 F** 2 F

Bassano del Grappa, Chiesa VI N2 F 7 B*

3 F

Bassano del Grappa, orto Chini VI S/M 1 B

Bassano del Grappa, territorio VI VII S 1 B

Belluno BL

VII 3 AV

VI 1 AV

VI-VII1 AV

1 AV

4 AV

Belluno, zona dell’Agordino BL VI-VII N? 3 B 1 F 6 B

Bovolone, via Silone VR 1992 VII N 1 F 1 B

Breda di Piave, località Campagne TV 1993-7 VII T10 1 B

Breda di Piave, loc. Pero, Chiesa di San Giovanni TV 1 B

Brentino VR 1969-71 VI S 1 B

Breonio VR VII T 1 B

Castelcucco, area Municipio TV 1874 VI-VII N 3 B 1 B

Castelgomberto VI 1986 VII N2 B 1 F

3 F 1 ?1 ?

Castelnuovo del Garda, loc. Cappellina VR 1970s VII N 2 F

439TABELLE DEI RINVENIMENTI

III.21. VENETO

Prov

inci

a

Dat

a de

l rin

veni

men

to

Dat

azio

ne d

C Pr

opos

ta

Tipo

logi

a rin

veni

men

to

Elem

ento

di a

bbig

liam

ento

Arm

i

Gio

ielli

/Orn

amen

ti pe

rson

ali

Reci

pien

te

Croc

etta

Mon

eta

Teso

retto

Inst

rum

entu

m

Altr

o

Agordo, fraz. Calzon, prop. Chierzi BL 1955 VI-VII N 4 B 2 B

Agordo, fraz. Parech, loc. Cesaruza BL1928 VI-VII N ?

1965 VI-VII T 1 B

Angarano VI VII S 1 F

Arsiè, loc. Il Moro BL VI-VII N 1 B

Arzignano, loc. Altura VI 1966 VII 10 B2 F 7 F

4 B° 1 B1 B

Asolo, Rocca TV 1950 N 1 B

Bardolino, loc. Casetta la Rocca VR 1925 VII T AV 1 F 7 F 1 AV 2 F** 2 F

Bassano del Grappa, Chiesa VI N2 F 7 B*

3 F

Bassano del Grappa, orto Chini VI S/M 1 B

Bassano del Grappa, territorio VI VII S 1 B

Belluno BL

VII 3 AV

VI 1 AV

VI-VII1 AV

1 AV

4 AV

Belluno, zona dell’Agordino BL VI-VII N? 3 B 1 F 6 B

Bovolone, via Silone VR 1992 VII N 1 F 1 B

Breda di Piave, località Campagne TV 1993-7 VII T10 1 B

Breda di Piave, loc. Pero, Chiesa di San Giovanni TV 1 B

Brentino VR 1969-71 VI S 1 B

Breonio VR VII T 1 B

Castelcucco, area Municipio TV 1874 VI-VII N 3 B 1 B

Castelgomberto VI 1986 VII N2 B 1 F

3 F 1 ?1 ?

Castelnuovo del Garda, loc. Cappellina VR 1970s VII N 2 F

440 CAPITOLO III

Cellore d’Illasi, Chiesa VR 1879 VII N 1 F 1 B 5 F6 F

1 B 2 AV 8 B° 1 F 2 F4 B

Cerna, loc. Monte Tesoro VR VII 1 F

Cesiomaggiore, fraz. Pez BL 1926-7 VIIN +1 ? +1 ?

T 1 F 1 B*

Chiarano, loc. Prepier TV IV-VII S 1 B

Cittanova, fondo Sammartini VE 1913 N 1 AV

Cologna Veneta, loc. Baldaria VR 1896 VI-VII N1 B 1 AR

3 B1 B* 1 B

Colognola ai Colli, loc. San Zeno VR ante 1875 T 1 F

Concordia Sagittaria VE VII S 1 B

Cordignano, Bg. Sant’Agata TV VI-VII S 1 B

Dolcè/Domegliara VR XIX-XX? VII S 1 B

Dueville, contrada Belvedere VI 1911 N 8 B 27 F 1 AV 4 B 1 AV

Este, loc. Carceri PD 1950 M 1 AV

Este, propr. Nazari PD VII S 1 B

Este, Villa Albrizzi PD 1928 V-VI T 2 AV

Farra di Soligo, Via Monchera Alta TV 1974 VII N 6 F +1 B*

Farra di Soligo, Via San Francesco TV1918 VII N 3 F

1974 7 F +1 B F

Feltre, fraz. La Valle, loc. Sass de Calòn BL 1940-1 VI-VII T 4 B 2 B

Feltre, fraz. La Valle, loc. Pian del Col BL 1940s T 1 F

Feltre, piazza Maggiore BL 1910 T 1 AV

Feltre, loc. Porcen BL XX N +1 ? +1 ?

Follina, loc. monte Castellazzo TV 1980s VI-VII S 1 F 1 F 4 F

Fontanelle TV VI-VII S 1 B

Fonzaso BL 1875 VI Tes 1 AR 1 B +1 AV? 3 AR +1 ? 1 B

Fumane, loc. Molina VR ante 1984 VII S 1 B

Gaiba, loc. Chiunsano RO 1992 V-VIT4 4 AR*

1 AR 2 B

1 AR*

T5 1 AR

Garda, pendici della Rocca VR 1984 VII S 1 F**

Garda, Rocca VR 2000 T 1 AR

Gargagnago, via Ronco VR 1980s VII-VIII N 3 F 3 F

Gazzo Veronese VR 1930-40 VII S 1 B

Gosaldo, loc. Al Don BL1910 ca. N B

1960 VI-VII T 1 B

Isola di Mazzorbo, area della Pieve di San Michele Arcangelo

VE 1998 VI S 1 ? 1 B

Isola Rizza VR 1872-3 VII Tes 6 AV 8 AR

Lamon, loc. Castel Tesino BL 1836 VI Tes 1 AR

Lazise, territorio VR N? 10 B 10 F B 1 B

Legnago VR 1931 VII S +1 F

Legnago, loc. Minerbe, fondo Stopazzola VR 1874-80 VII N 1 B 3 F 7 B 1 F 2 B°

Legnago, loc. Minerbe, fondo Weit-Weiss VR 1881 VI-VIII N 2 B

Legnago, loc. Minerbe, podere Bellinato VR 1880 VI-VIII S 1 B

Legnago, loc. Vigo VR 1960s VII 3 B

441TABELLE DEI RINVENIMENTI

Cellore d’Illasi, Chiesa VR 1879 VII N 1 F 1 B 5 F6 F

1 B 2 AV 8 B° 1 F 2 F4 B

Cerna, loc. Monte Tesoro VR VII 1 F

Cesiomaggiore, fraz. Pez BL 1926-7 VIIN +1 ? +1 ?

T 1 F 1 B*

Chiarano, loc. Prepier TV IV-VII S 1 B

Cittanova, fondo Sammartini VE 1913 N 1 AV

Cologna Veneta, loc. Baldaria VR 1896 VI-VII N1 B 1 AR

3 B1 B* 1 B

Colognola ai Colli, loc. San Zeno VR ante 1875 T 1 F

Concordia Sagittaria VE VII S 1 B

Cordignano, Bg. Sant’Agata TV VI-VII S 1 B

Dolcè/Domegliara VR XIX-XX? VII S 1 B

Dueville, contrada Belvedere VI 1911 N 8 B 27 F 1 AV 4 B 1 AV

Este, loc. Carceri PD 1950 M 1 AV

Este, propr. Nazari PD VII S 1 B

Este, Villa Albrizzi PD 1928 V-VI T 2 AV

Farra di Soligo, Via Monchera Alta TV 1974 VII N 6 F +1 B*

Farra di Soligo, Via San Francesco TV1918 VII N 3 F

1974 7 F +1 B F

Feltre, fraz. La Valle, loc. Sass de Calòn BL 1940-1 VI-VII T 4 B 2 B

Feltre, fraz. La Valle, loc. Pian del Col BL 1940s T 1 F

Feltre, piazza Maggiore BL 1910 T 1 AV

Feltre, loc. Porcen BL XX N +1 ? +1 ?

Follina, loc. monte Castellazzo TV 1980s VI-VII S 1 F 1 F 4 F

Fontanelle TV VI-VII S 1 B

Fonzaso BL 1875 VI Tes 1 AR 1 B +1 AV? 3 AR +1 ? 1 B

Fumane, loc. Molina VR ante 1984 VII S 1 B

Gaiba, loc. Chiunsano RO 1992 V-VIT4 4 AR*

1 AR 2 B

1 AR*

T5 1 AR

Garda, pendici della Rocca VR 1984 VII S 1 F**

Garda, Rocca VR 2000 T 1 AR

Gargagnago, via Ronco VR 1980s VII-VIII N 3 F 3 F

Gazzo Veronese VR 1930-40 VII S 1 B

Gosaldo, loc. Al Don BL1910 ca. N B

1960 VI-VII T 1 B

Isola di Mazzorbo, area della Pieve di San Michele Arcangelo

VE 1998 VI S 1 ? 1 B

Isola Rizza VR 1872-3 VII Tes 6 AV 8 AR

Lamon, loc. Castel Tesino BL 1836 VI Tes 1 AR

Lazise, territorio VR N? 10 B 10 F B 1 B

Legnago VR 1931 VII S +1 F

Legnago, loc. Minerbe, fondo Stopazzola VR 1874-80 VII N 1 B 3 F 7 B 1 F 2 B°

Legnago, loc. Minerbe, fondo Weit-Weiss VR 1881 VI-VIII N 2 B

Legnago, loc. Minerbe, podere Bellinato VR 1880 VI-VIII S 1 B

Legnago, loc. Vigo VR 1960s VII 3 B

442 CAPITOLO III

Legnago, loc. Vigo, loc. Cesaro VR 1951 VI-VII T 1 B

Magrè, castello BZ VI-VII T 2 B 1 F

Maserada sul Piave TV 1994-5 VI-VII T2 2 AR

Megliadino San Vitale, loc. Oppi PD VI-VIII +1 B

Mel, loc. Castello di Castelvint BL

1937 VI Tes 1 AR 3 B

1937-8 VI-VII T7 AR

2 B3 AV

1942 M 1 B 1 AV

Mel, loc. Zumelle BL 1965 VI-VII T 1 B

Mestre, via Garibaldi VE 1992-4 +1 B

Mincio (fiume) VII T 2 F

Moldoi, Sospirolo, fondo Zasso BL 1955 VII T 5 F B

Monselice, loc. Rocca PD 1989 VII T711 +1 B

T7295F** 2B

1 F 2 F1AR 1AR**

T741T751

1B +1B*

+1F**

748 1F 2B 4 F B 2 F

749 1 F 1 AV

Montagnana, loc. Luppia Alberi PD VI-VIII N +1 B

Montecchio Precalcino VI S 1 F

Mozzecane, loc. San Zenone in Mozzo VR 1880-1 VII T 4 F

Negrar, loc. Ospedale del Sacro Cuore VR 1950VI T1 1 F 1 F

VI-VII T2 1 B

Nogara, loc. Ponte della Vallona VR 1988 VII T5 2 B

Oderzo TV 1740 M 1 AV

Oderzo TV VI S 1 B

Oderzo TV V-VII S 1 B

Oderzo, ex carceri TV 1992-5 VI-VII

T1 1 F

T2 3 B

T15 1 B

T25 5 B

N 2 AR

Pacengo, loc. Staffaletto VR 1864 VII T3 F

1 F B

Pacengo, loc. Porta Pacengo VR VII S 1 F

Padova, area caffè Pedrocchi PD 1819 S1 AV

+1 B

Pasa, fondo Zuppani BL fine 1800 VII T 5 B

Povegliano, loc. Ciringhelli TV 1965 VII N 5 F B 1 F

Povegliano, loc. Marinare TV 1892 VII T F 2 F

Povegliano, loc. Madonna dell’Uva Secca TV 1880s N 2 B 2 F

Povegliano, loc. Ortaia TV 1985-6 VI-VII

T121 B 1 F 1 F 1 F

1 F4 B 4 B

T4 11 B 1 F 1 F

T7 1 F 1 B* 2 B 4 B° 1 F B

T35 4 F 1 F** 6 F 1 F 1 F

443TABELLE DEI RINVENIMENTI

Legnago, loc. Vigo, loc. Cesaro VR 1951 VI-VII T 1 B

Magrè, castello BZ VI-VII T 2 B 1 F

Maserada sul Piave TV 1994-5 VI-VII T2 2 AR

Megliadino San Vitale, loc. Oppi PD VI-VIII +1 B

Mel, loc. Castello di Castelvint BL

1937 VI Tes 1 AR 3 B

1937-8 VI-VII T7 AR

2 B3 AV

1942 M 1 B 1 AV

Mel, loc. Zumelle BL 1965 VI-VII T 1 B

Mestre, via Garibaldi VE 1992-4 +1 B

Mincio (fiume) VII T 2 F

Moldoi, Sospirolo, fondo Zasso BL 1955 VII T 5 F B

Monselice, loc. Rocca PD 1989 VII T711 +1 B

T7295F** 2B

1 F 2 F1AR 1AR**

T741T751

1B +1B*

+1F**

748 1F 2B 4 F B 2 F

749 1 F 1 AV

Montagnana, loc. Luppia Alberi PD VI-VIII N +1 B

Montecchio Precalcino VI S 1 F

Mozzecane, loc. San Zenone in Mozzo VR 1880-1 VII T 4 F

Negrar, loc. Ospedale del Sacro Cuore VR 1950VI T1 1 F 1 F

VI-VII T2 1 B

Nogara, loc. Ponte della Vallona VR 1988 VII T5 2 B

Oderzo TV 1740 M 1 AV

Oderzo TV VI S 1 B

Oderzo TV V-VII S 1 B

Oderzo, ex carceri TV 1992-5 VI-VII

T1 1 F

T2 3 B

T15 1 B

T25 5 B

N 2 AR

Pacengo, loc. Staffaletto VR 1864 VII T3 F

1 F B

Pacengo, loc. Porta Pacengo VR VII S 1 F

Padova, area caffè Pedrocchi PD 1819 S1 AV

+1 B

Pasa, fondo Zuppani BL fine 1800 VII T 5 B

Povegliano, loc. Ciringhelli TV 1965 VII N 5 F B 1 F

Povegliano, loc. Marinare TV 1892 VII T F 2 F

Povegliano, loc. Madonna dell’Uva Secca TV 1880s N 2 B 2 F

Povegliano, loc. Ortaia TV 1985-6 VI-VII

T121 B 1 F 1 F 1 F

1 F4 B 4 B

T4 11 B 1 F 1 F

T7 1 F 1 B* 2 B 4 B° 1 F B

T35 4 F 1 F** 6 F 1 F 1 F

444 CAPITOLO III

Quinto di Valpantena, loc. Polesago VR 1889 VII N 1 B

Raldon, loc. Campagnola VR 1754 VI N 1 B? +1 ?

Recoaro Terme, loc. Campetto VI 1976 VII-VIII S 1 F B

Rivoli, loc. Rocca VR 1963, 1979-84 VI-VII N/T 2 B 1 F 2 F

Romano d’Ezzelino VI ante 1895 VI-VII S 1 F

Roncade TV VI-VII S 1 F

Sandrigo, loc. Ca’ Marzan VI

1920-1 N +1 F B

1921N +1 B 1 F 4 F

T 1 F 1 F 2 B 1 AR° B

Sant’Anna di AlfaedoVR ante 1968 VII S 1 F

VR M 1 B

Sant’Elena d’Este PD 1960 VII T? 1 F

Sarmede, Borgo Palù TV 1959 VI-VII T 8 B 1 B

Soave VR 1881 VII T 1 ?

Sommacampagna, Custoza VR 1877 V-VI M +1 AV

Sovizzo, loc. le Battaglie VIFine 1800 VI-VIII N

200 F 200 B 434 F 16 B1 B

23 ? +1 ? +1 ?

1984 VI-VII N 7 B 21 F 3 B

Taibon Agordino, chiesa parrocchiale BL 1939-40 VI-VII N 7 B 7 B

Tarzo TV S 1 B +1 B 1 B

Torcello, area chiesa Santa Fosca VE 1961-2 VII S 1 ?

Tregnago, Costa delle Saline VR 1880s VI-VIIT18 1 B

T19 1 B 1 F 1 B

Treviso, via dei Mille TV 1994-5 VI-VII

T1 1 F

T10 1 F

T25 1 F

Treviso, via Tommaso da Modena TV 1950 V-VI T AV 1 AV

Treviso, territorio TV VIIS 1 ?

S 2 B 8 F 2 F 1 B

Valdagno, loc. Campetto VI VII S 1 F B

Valeggio sul Mincio VR 1976 S 1 B

Venezia, San Lorenzo VE 1592 VIII Tes 400

Venezia, San Pietro in Castello VE 1988 VII S 1 AV

Venezia, Sant’Elena VE IX Tes AV

Verona, Palazzo di Teodorico VR 572 T +1 ? 1 F +1 ?

Verona, Palazzo Zenobi VR 1992 VII T81 +1 F AR 3F B* 1 F

Verona, territorio VR 1822 N +1 F +1 B

Verona, presso l’Arena VR 1897 S 1 F

Verona, via Cairoli VR 1982 VII T 1 B

Verona, via Da Canal VR 2004 VII T 10 F** 14 B 5 F 2 F 1 F

Verona, via Duomo VR 2004 VII T 5 B° 1 F 1 B

Verona, cortile Tribunale VR 1982 VII T 1 B

Verona, canale VR 1884 VII 1 AV

Verona, palazzo Miniscalchi VR 1906 VII T 3 AV 1 AV

Verona, Basilica di Santa Maria VR 1965-9 VI-VIIT1 1 B 1 AV

T2 1 B 1 F

Verona, piazza Vescovado VR VI-VII 1 AR

445TABELLE DEI RINVENIMENTI

Quinto di Valpantena, loc. Polesago VR 1889 VII N 1 B

Raldon, loc. Campagnola VR 1754 VI N 1 B? +1 ?

Recoaro Terme, loc. Campetto VI 1976 VII-VIII S 1 F B

Rivoli, loc. Rocca VR 1963, 1979-84 VI-VII N/T 2 B 1 F 2 F

Romano d’Ezzelino VI ante 1895 VI-VII S 1 F

Roncade TV VI-VII S 1 F

Sandrigo, loc. Ca’ Marzan VI

1920-1 N +1 F B

1921N +1 B 1 F 4 F

T 1 F 1 F 2 B 1 AR° B

Sant’Anna di AlfaedoVR ante 1968 VII S 1 F

VR M 1 B

Sant’Elena d’Este PD 1960 VII T? 1 F

Sarmede, Borgo Palù TV 1959 VI-VII T 8 B 1 B

Soave VR 1881 VII T 1 ?

Sommacampagna, Custoza VR 1877 V-VI M +1 AV

Sovizzo, loc. le Battaglie VIFine 1800 VI-VIII N

200 F 200 B 434 F 16 B1 B

23 ? +1 ? +1 ?

1984 VI-VII N 7 B 21 F 3 B

Taibon Agordino, chiesa parrocchiale BL 1939-40 VI-VII N 7 B 7 B

Tarzo TV S 1 B +1 B 1 B

Torcello, area chiesa Santa Fosca VE 1961-2 VII S 1 ?

Tregnago, Costa delle Saline VR 1880s VI-VIIT18 1 B

T19 1 B 1 F 1 B

Treviso, via dei Mille TV 1994-5 VI-VII

T1 1 F

T10 1 F

T25 1 F

Treviso, via Tommaso da Modena TV 1950 V-VI T AV 1 AV

Treviso, territorio TV VIIS 1 ?

S 2 B 8 F 2 F 1 B

Valdagno, loc. Campetto VI VII S 1 F B

Valeggio sul Mincio VR 1976 S 1 B

Venezia, San Lorenzo VE 1592 VIII Tes 400

Venezia, San Pietro in Castello VE 1988 VII S 1 AV

Venezia, Sant’Elena VE IX Tes AV

Verona, Palazzo di Teodorico VR 572 T +1 ? 1 F +1 ?

Verona, Palazzo Zenobi VR 1992 VII T81 +1 F AR 3F B* 1 F

Verona, territorio VR 1822 N +1 F +1 B

Verona, presso l’Arena VR 1897 S 1 F

Verona, via Cairoli VR 1982 VII T 1 B

Verona, via Da Canal VR 2004 VII T 10 F** 14 B 5 F 2 F 1 F

Verona, via Duomo VR 2004 VII T 5 B° 1 F 1 B

Verona, cortile Tribunale VR 1982 VII T 1 B

Verona, canale VR 1884 VII 1 AV

Verona, palazzo Miniscalchi VR 1906 VII T 3 AV 1 AV

Verona, Basilica di Santa Maria VR 1965-9 VI-VIIT1 1 B 1 AV

T2 1 B 1 F

Verona, piazza Vescovado VR VI-VII 1 AR

446 CAPITOLO III

Verona, via Monte Suello n.2 VR 1964 VII

T1 1 AR 1 F 1 B

T2 3 F 1 AV 1 F

T318 AV 7 AR 2 F

1 B 1 B 4 AV U2 B 3 F

Verona, grandi valli VR 1855-79 VII 1 F 1 F

Verona, territorio VR 1930-40 VII S 1 B

Vicenza, Porta Castello VI 1850-1900 VI-VII T 2 B

Vicenza, Monastero Benedettino VI 1759 S 1 AV (1 AV) ff

Vicenza, città VI 1850 ca. VII-VIII S 1 AV

Vicenza, dintorni città VI 1968 S 1 F

Villafontana, territorio VR 1888 V-VI N 1 B 2 AR

Villamarzana RO 1935 VI-VII Tes 7 AV

Vittorio Veneto, Bg. Salsa TV1842 VII-VIII T 1 F 1 AV

1989 VII T 1 F

Vittorio Veneto, loc. San Floriano TV 1990 VI-VII T 1 B

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda TV XIX N +1 ? +1 F

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Palasi TV 1997 VII T 1 B*

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, San Rocco TV 2003-6VI-VII 1 AR 1 B 1 F

VII F/B

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Terzo TV 1 ?

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Col del Mort TV 1978 VI-VII T1 AV 1 AR

1 B

Vittorio Veneto, Contrada Biorca TV 1833 N +1°

Vittorio Veneto, tra Bg. S. Girolamo e Pieve di Bigonzo TV XIX N +1? +1?

Vittorio Veneto, territorio TV V-VII S 2 B

Voltago Agordino, propr. Comina BL 1908 VI-VII N 1 F 33 B 1 F 20 B 7 AR 3 B

Voltago Agordino, fraz. Contura BL

1870

VI-VII N

+1 B +1 B

1920 +1 B +1 B

1920 +1 B +1 B +2 B

Voltago Agordino, fraz. Contura, loc. Campagna del Capoluogo BL 1953 VI-VII N 1 B 1 B 10 B

Voltago Agordino, fraz. Frassene BL 1947 T 1 B

Zevio, loc. Giare VR 1928 VII 2 F 3 F

Zevio, Santa Maria, loc. Pila VR 1879 VI-VII T2 12 B 2 F

447TABELLE DEI RINVENIMENTI

ff Moneta impressa su crocetta aurea.

Verona, via Monte Suello n.2 VR 1964 VII

T1 1 AR 1 F 1 B

T2 3 F 1 AV 1 F

T318 AV 7 AR 2 F

1 B 1 B 4 AV U2 B 3 F

Verona, grandi valli VR 1855-79 VII 1 F 1 F

Verona, territorio VR 1930-40 VII S 1 B

Vicenza, Porta Castello VI 1850-1900 VI-VII T 2 B

Vicenza, Monastero Benedettino VI 1759 S 1 AV (1 AV) ff

Vicenza, città VI 1850 ca. VII-VIII S 1 AV

Vicenza, dintorni città VI 1968 S 1 F

Villafontana, territorio VR 1888 V-VI N 1 B 2 AR

Villamarzana RO 1935 VI-VII Tes 7 AV

Vittorio Veneto, Bg. Salsa TV1842 VII-VIII T 1 F 1 AV

1989 VII T 1 F

Vittorio Veneto, loc. San Floriano TV 1990 VI-VII T 1 B

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda TV XIX N +1 ? +1 F

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Palasi TV 1997 VII T 1 B*

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, San Rocco TV 2003-6VI-VII 1 AR 1 B 1 F

VII F/B

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Terzo TV 1 ?

Vittorio Veneto, fraz. Ceneda, loc. Col del Mort TV 1978 VI-VII T1 AV 1 AR

1 B

Vittorio Veneto, Contrada Biorca TV 1833 N +1°

Vittorio Veneto, tra Bg. S. Girolamo e Pieve di Bigonzo TV XIX N +1? +1?

Vittorio Veneto, territorio TV V-VII S 2 B

Voltago Agordino, propr. Comina BL 1908 VI-VII N 1 F 33 B 1 F 20 B 7 AR 3 B

Voltago Agordino, fraz. Contura BL

1870

VI-VII N

+1 B +1 B

1920 +1 B +1 B

1920 +1 B +1 B +2 B

Voltago Agordino, fraz. Contura, loc. Campagna del Capoluogo BL 1953 VI-VII N 1 B 1 B 10 B

Voltago Agordino, fraz. Frassene BL 1947 T 1 B

Zevio, loc. Giare VR 1928 VII 2 F 3 F

Zevio, Santa Maria, loc. Pila VR 1879 VI-VII T2 12 B 2 F

449

caPitolo IV

ANALISI DEI DATI

iv.1. PRESENZA DI METALLI

Il Catalogo è stato composto inserendovi quante più informazioni siamo riusciti a raggiungere riguardo ad oggetti metallici recuperati in Italia sia in siti funerari che in siti da rinvenimento archeologico o sporadici. Come premesso non sono stati appli-cati filtri selettivi (grandi necropoli, tombe privilegiate, o altro) e i rinvenimenti sono presentati disposti secondo l’ordine alfabetico delle regioni italiane.

Il numero dei reperti metallici schedati appare sicuramente condizionato dai nor-mali fattori di occasionalità che riguardano i ritrovamenti e la documentazione, ma di certo il progredire degli studi e la particolare attenzione a determinati ambiti re-gionali influenza il risultato. Non di meno appare significativo che alcuni contesti regionali denotino una particolare ricchezza di dati a causa della presenza sul loro territorio di grandi necropoli con una notevole quantità di corredi1. Viceversa altre regioni manifestano una minor incidenza di dati a causa della prevalenza di tombe isolate, che solo in alcuni casi presentano abbondanza di corredi, mentre la maggio-ranza delle volte conservano solamente qualche reperto.

Il dato numerico relativo alle varie Regioni, come abbiamo già avuto modo di anticipare, è probabilmente influenzato anche dalla tradizione di studi o dalle ri-sorse impiegate a livello amministrativo da alcuni enti (Soprintendenze, Gruppi Archeologici) rispetto ad altre. Così vi sono contesti regionali particolarmente ric-chi e contesti regionali più poveri. Naturalmente l’incidenza dei dati è direttamente proporzionale soprattutto alla densità insediativa nei territori italiani: nelle pianu-re della Val Padana la frequenza di rinvenimento è ragionevolmente maggiore, ad esempio, rispetto alle valli più periferiche. Come è possibile constatare, infatti, molti dei ritrovamenti sono il frutto di indagini d’emergenza resesi necessarie in seguito a sbancamenti o a lavori edili per la costruzione o il consolidamento di edifici o per

1 Ad esempio il Friuli Venezia Giulia (necropoli cividalesi), o le Marche (Castel Trosino).

450 CAPITOLO IV

la sistemazione di tratti stradali. Allo stesso modo l’incidenza dei dati desumibili da contesti ecclesiastici è particolarmente influenzata da interventi di ristrutturazione e rifacimento di edifici religiosi. Nella raccolta dei dati è emerso ancora una volta quanto siano importanti il rigore dell’indagine archeologica e l’accuratezza degli studiosi nel riportare i dati acquisiti: è prevalentemente da sepolture o da contesti altomedievali indagati archeologicamente che provengono informazioni ricche e scrupolose, mentre spesso le notizie raccolte da altre fonti risultano marginali e cur-sorie, se non addirittura superficiali e quindi inutilizzabili. La maggior parte dei dati raccolti che non è stato possibile inserire in catalogo, e quindi sfruttare per lo studio, provengono di fatto da fonti meno “professionali”, che non sempre hanno restituito informazioni affidabili. A questo si aggiunga, come già premesso, che il Catalogo qui compreso rappresenta verosimilmente, come sarà immediatamente evidente agli specialisti, solo una piccolissima porzione di tutti i dati a disposizione.

Generalmente è possibile affermare che il numero degli oggetti metallici presenti nei singoli ambienti altomedievali visionati (sia per quanto riguarda gli scavi che le sepolture) sono generalmente modesti; si differenziano solo le sepolture “privilegia-te”, cioè quelle inumazioni in cui è stato possibile riconoscere un numero cospicuo di oggetti di corredo spesso composto da materiale prezioso e di conseguenza ritenu-te pertinenti a personaggi particolarmente importanti o illustri 2.

Procedendo con un’analisi preliminare sulle classi dei materiali, è ovvio constatare che vi sono degli ambiti abbastanza ben distinti di ricorrenza dei metalli, e questa os-servazione vale indipendentemente dal contesto cronologico di appartenenza dei siti. Nel suo studio sulla necropoli di Castel Trosino3 già Mengarelli propose al riguardo una lettura dei sepolcri basata sul corredo secondo il rango sociale e il sesso degli inumati. Poiché l’archeologo aveva rilevato che le tombe con miscugli di metalli diver-si erano abbastanza rare, mentre prevalevano sepolture con corredo quasi totalmente monometallico, esse sarebbero state classificabili e riferibili ai vari status dei sepolti in vita: si trattava di una lettura a cui ancora oggi in molti casi ci si può riferire. Così, secondo Mengarelli, alcune tipologie di reperti sarebbero pertinenti a tombe maschili (armi soprattutto) ed altre a quelle femminili (orecchini, oggetti da toeletta…), mentre altre tipologie ancora riguarderebbero cavalieri longobardi (bacili, cesoie) piuttosto che fanti. Anche all’interno di queste due classi sarebbe stato possibile, secondo lo stu-dioso, osservare delle ulteriori suddivisioni sociali: i bottoni dell’umbone dello scudo, ad esempio, sarebbero stati un segnale di differenziazione gerarchica degli armati a seconda del metallo di composizione (ferro, bronzo, o bronzo dorato). Nei sepolcri di uomini “comuni”, perciò, secondo Mengarelli raramente si sarebbe ritrovato altro che fibbie o fibule nei metalli più vili quali bronzo e ferro, o qualche coltello.

2 Come già previsto non ci soffermeremo su analisi qualitative dei contesti tombali.3 menGarelli – GaBrielli 1995, cc. 5-39 e passim.

451ANALISI DEI DATI

Prescindendo da questa proposta classificatoria, che ci riguarda solo marginal-mente, recenti indagini hanno verificato che difficilmente nei corredi funerari si può leggere il riflesso delle condizioni economiche della relativa società dei vivi4. Come già ricordato, molti studiosi «hanno mostrato l’inconsistenza della correlazione di-retta tra qualità dei corredi e le condizioni socio-economiche di una società o di singoli individui». Per cui «la presenza o l’assenza di oggetti di corredo e la natura e la qualità degli stessi, non sono un puro e meccanico riflesso delle condizioni socio-economiche generali o personali, ma il frutto di precisi comportamenti ritualmente determinati, su cui naturalmente incidevano – e in misura non predeterminabile – va-riazioni individuali»5. Nei contesti archeologici che abbiamo considerato l’oro viene utilizzato soprattutto per la realizzazione di gioielli ed ornamenti, come previsto, ma in casi eccezionali viene impiegato anche per elementi di abbigliamento; com’è os-servabile dalle tabelle desunte dalle schede si tratta ovviamente di sepolture assegna-bili a personaggi che di certo ricoprirono un ruolo non comune (per ricchezza, livello sociale o per prestigio d’armi): la lettura viene spesso confermata dalla presenza nel corredo di altri elementi preziosi. In alcuni casi l’oro è presente nelle sepolture con funzione decisamente funeraria: le note crocette longobarde risultano prevalen-temente composte di lamina aurea6 ma nelle regioni meridionali sono testimoniate croci argentee (vedi ad. esempio Pratola Serra); una similare funzione funebre è pro-babilmente da riconoscere ai grovigli di fili forse destinati alla funzione di cuscino o anche a quello di preziosa decorazione tessile. Oltre a queste classi di materiali sono rinvenuti in oro anche alcuni reperti numismatici non solo presenti nelle tombe, ma anche in ritrovamenti da scavo organizzato o sporadici7.

È molto probabile che per questa tipologia di metallo, sempre prezioso e dalla ca-ratteristica inalterabilità, sarebbe ipotizzabile un riscontro effettivo superiore a quel-lo registrato: il suo valore venale ha certamente condizionato anche gli scopritori stessi, o attirato cercatori di tesori o tombaroli o predoni, finendo col pregiudicare i dati generali. Sono numerosi infatti i casi documentati, soprattutto nei secoli scorsi, in cui gli oggetti più preziosi venivano dispersi immediatamente dopo il rinveni-mento. In realtà questo è un problema presente anche oggi in considerazione degli scavi illegali e furtivi che vengono continuamente perpetrati. La considerazione, a onor del vero, dovrebbe essere riformulata ad un livello più generale: trattandosi di

4 Il concetto fu già chiaramente espresso in childe 1945; ucKo 1969. Oggi l’argomento è discusso in un numero molto più consistente di contributi. Sintesi efficaci, con bibliografia a cui riferire, in la rocca 2004a, Giostra 2011a, BarBiera 2012, Possenti 2014, Giostra 2017.

5 Gastaldo 1998, p. 20.6 Fanno eccezione le monete trasformate in crocette funebri dalla Sardegna, cfr. nel Catalogo

alla voce Fordongianus.7 Nello specifico si veda infra le riflessioni riguardo ai dati monetali rilevati.

452 CAPITOLO IV

ritrovamenti di materiali comunque preziosi (non necessariamente dal punto di vista metallico, ma soprattutto storico), non possiamo assolutamente escludere che solo una minima parte dei contesti funerari o da ritrovamento sporadico sia giunta fino a noi, 8 senza contare il fatto – anticipato nella premessa al Catalogo – che anche il tipo di fonte utilizzata potrebbe contribuire alla formulazione di interpretazioni errate poiché il corredo tombale è il frutto di scelte intenzionali e soggettive per cui potrebbe accadere che le necropoli del popolo barbarico più dotato d’oro nella vita quotidiana ne siano totalmente sprovviste perché il rituale funebre (qualora comun-que ne avessero uno) era improntato sulla deposizione in tomba di altre tipologie di oggetti costituiti da materiali deperibili.

L’argento è presente soprattutto nella classe degli oggetti di ornamento e gioielli, con delle eccezioni: in relazione all’equipaggiamento militare ci sono dei casi in cui ci sono pervenute delle armi da taglio per cui venivano realizzate delle argentature del pomolo dell’impugnatura. Questo metallo appare poi utilizzato anche per degli elementi di abbigliamento (essenzialmente fibule e fibbie/placche, ma anche botto-ni); sopravvivono anche delle monete argentee deposte in tombe o pertinenti a livelli altomedievali. Un uso di argento, soprattutto nei secoli VII-VIII, è accertabile nei manufatti per la cui decorazione è stata utilizzata la tecnica dell’ageminatura.

Alla realizzazione in bronzo, che risulta essere decisamente il metallo maggior-mente presente insieme al ferro, sono destinati manufatti di quasi tutte le tipologie. Possiamo trovare infatti fibbie, fibule, puntali primari e secondari di cintura (anche con tracce di doratura) attinenti all’abbigliamento, ma anche gioielli ed ornamenti (soprattutto armille ed orecchini); riguardo alle armi diverse componenti di queste vennero realizzate in bronzo per scopi probabilmente ornamentali: si tratta ancora di pomoli di impugnature, ma anche di parti di scudo (i bottoni, generalmente anche dorati, applicati all’umbone ferreo), e rinforzi di foderi di coltelli e gran parte dei chiodini/rivetti utili all’unione di parti di oggetti d’osso o lamine di altri metalli. Oltre ad un numero cospicuo di presenze monetali bronzee, su cui ci soffermeremo in dettaglio in seguito, si nota che anche alcuni strumenti di uso quotidiano (quasi pre-valentemente destinati alla cura personale) vennero forgiati in bronzo (ad es. pinzette e stili/nettaorecchie). Una grande importanza, almeno da un punto di vista antropo-logico, dovettero avere i recipienti bronzei che sono presenti nella forma di coppe e vasi provvisti o meno di gambe e manici9: essi ricoprivano di certo qualche impor-tante funzione funeraria, anche se non vengono rinvenuti con grande frequenza10.

8 Nel Catalogo sono assolutamente evidenti i casi i cui la raccolta delle informazioni è av-venuto solo a posteriori.

9 I recipienti in lamina bronzea sono attestati anche nelle forme di anfore, brocche, situle, pentole, paioli, bacini, secchielli: si tratta di vasellame detto “da mensa” e “da cucina”.

10 carretta 1982.

453ANALISI DEI DATI

Tali recipienti sono stati a lungo considerati come prodotti derivanti dall’Egitto alto-medievale, ma recentemente la loro realizzazione è stata ritenuta attribuibile all’area bizantina anche italiana11. Accanto a forme intere si registrano dei casi in cui il ri-trovamento pare assumere un carattere propriamente “economico”: i recipienti (non solo bronzei, però) sono in alcuni casi smembrati e ridotti in pezzi, per cui appare logico ipotizzare che il metallo siano stato accantonato e recuperato per un eventuale riciclo12.

Il ferro appare ovviamente adottato per la realizzazione delle armi e degli stru-menti di lavoro probabilmente a causa delle elevate caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni dinamiche e d’urto ed al basso valore economico che lo rendeva un metallo di più facile accesso. Gli attrezzi agricoli rappresentano una percentuale abbastanza rilevante di elementi ricorrenti nel catalogo, essi appaiono caratterizzati da morfologie a lunga continuità di vita in ragione del legame tra la loro forma e il loro utilizzo: in genere tutti gli strumenti da lavoro tendono a mantenere la stessa foggia per periodi molto lunghi e sono perciò scarsamente datanti13. Le tipologie di manufatti ricorrenti nei contesti indagati riguardano picconi, zappe, pale, cesoie, asce, vanghe, falci, mentre sono assenti aratri ed altri oggetti particolarmente in-gombranti. In ferro sono molto presenti elementi di abbigliamento od ornamenti, per cui sono spesso da ipotizzarsi placcature (in oro o argento) o anche una lavorazione ad agemina. Altrettanto abbondanti sono i frammenti ferrosi non interpretabili: la facile corruzione del metallo da parte degli agenti ossidanti ne inficia spesso il rico-noscimento a causa del cattivo stato di conservazione. Nonostante l’abbondanza di ritrovamenti, una certa rarità è senz’altro da rilevare in alcuni contesti (tuttavia di difficile definizione) geografici: i tesori che vedremo in seguito ne forniscono un’in-teressante testimonianza.

Passando all’elencazione dei dati valutati e rappresentati nella tabella sottostan-te, sono state realizzate complessivamente 1566 schede di siti, così suddivise per ciascuna regione: Abruzzo: 79; Basilicata: 30; Calabria: 93; Campania: 43; Emilia-Romagna: 108; Friuli-Venezia Giulia: 169; Lazio: 50; Liguria: 16; Lombardia: 222; Marche: 48; Molise: 9; Piemonte: 78; Puglia: 58; Sardegna: 61; Sicilia: 44; Toscana: 81; Trentino: 191; Umbria: 19; Val d’Aosta: 1; Veneto: 164.

11 Ibidem; Gelichi 1998, pp. 241-2.12 Si veda il caso dei bacili “rattoppati”, cfr. ad es. nel Catalogo il tesoro di Casino Vezzani

a Crecchio (CH) in cui era presente una caldaia con tracce di aggiustature ab antiquo, vedi anche infra.

13 Si è ritenuto che in epoca romana si sia verificata una sorta di “stagnazione” tecnologica nell’ambito agricolo, mentre sarebbe di contro verificabile una contrapposta evoluzione in perio-do medievale. Cfr. Gelichi 1998, pp. 243-4; manninG 1970.

454 CAPITOLO IV

Tavola IV.1 – Schede realizzate per ciascuna regione

164

1

19

191

81

44

61

58

78

9

48

222

16

50

169

108

43

93

30

79

Veneto

Val d'Aosta

Umbria

Trentino

Toscana

Sicilia

Sardegna

Puglia

Piemonte

Molise

Marche

Lombardia

Liguria

Lazio

Friuli Venezia Giulia

Emilia Romagna

Campania

Calabria

Basilicata

Abruzzo

La maggior incidenza dei riscontri è attestata nelle regioni della pianura padana, luogo di principale insediamento longobardo, mentre pare scendere nettamente in alcune regioni centro-meridionali14. Queste evidenze sono solo in parte dovute alla ricchezza della documentazione archeologica, mentre è probabile che nel risultato rientrino due fattori essenziali: in primis crediamo sia da rimarcare una tradizione di studi maggiormente sviluppata per i territori delle regioni settentrionali15, in secon-da istanza è possibile che sulla quantità di dati raccolti abbia influito l’esigenza da parte nostra di applicare delle scelte “di metodo”: abbiamo privilegiato – crediamo necessariamente – l’esame di quei territori che in età altomedievale erano posti sotto

14 È opportuno considerare, però, come già accennato preliminarmente, che vi sono delle diversità insediative e di sfruttamento delle risorse archeologiche che determinano sicuramente delle variazioni nei ritrovamenti.

15 La stessa osservazione è mossa più volte in riemer 2000, passim.

455ANALISI DEI DATI

la dominazione dei Longobardi e da cui, come pare evidente, era logico aspettarsi una maggior disponibilità di dati metallici pertinenti al nostro studio16. Le differenze numeriche che si rilevano fra le varie regioni settentrionali sono giustificate, oltreché da una maggior disponibilità di informazioni bibliografiche e di agevole consulta-zione, da una evidente presenza insediativa altomedievale; almeno secondo quanto rilevato dai relativi studi archeologici regionali17.

Il dato quantitativo che presentiamo non è influenzato, comunque, dal fatto che, soprattutto in alcune regioni (centro-settentrionali), siano presenti le grandi necropo-li longobarde: ciascuna di esse – come si evince dalle schede e dalle tabelle – è stata considerata come un sito singolo.

Nei grafici “a torta” di tabella IV.2 abbiamo riportato, per ciascuna regione, le evidenze che risultano considerando i metalli presenti18: oltre ad oro, argento, bronzo e ferro è stato riportato anche il piombo, variamente presente in forma di contenitori di tesoretti o di sigilli, pendagli oppure di pesi.

Nell’attribuire una valenza a ciascun dato raccolto si è assegnato il valore di un’unità a ciascun reperto considerando che per realizzare quel preciso bene, in quel metallo, ci dev’esser stata una scelta intenzionale condizionata da diversi fattori e quelli più importanti per quest’indagine sono certamente la disponibilità del metallo e il costo del manufatto.

Dai grafici è possibile arguire immediatamente che i metalli maggiormente pre-senti nei contesti sono Ferro (F) e Bronzo (B) e questo dato non dovrebbe sorpren-dere nessuno. Appare evidente, in qualunque indagine archeologica presso un sito altomedievale, che la preponderanza dei manufatti recuperati sia composta da questi due metalli che si preferivano nel fabbricare le armi e gli elementi di abbigliamento; per quanto riguarda invece manufatti aurei (AV) ed argentei (AR), essi appaiono decisamente più rari. Ancora meno rilevante appare il piombo che spesso non viene neanche registrato19.

16 Non per questo, però, come appare evidente dai risultati raccolti, si è tralasciato di consi-derare quanto emergeva dalle regioni di “pertinenza bizantina”.

17 Cfr. bibliografia cit. supra a p. 103-104 e nota 16.18 Per la realizzazione dei grafici analitici abbiamo utilizzato gli stessi criteri di cui ci siamo

serviti per comporre le tabelle precedentemente presentate: al colore giallo corrisponde l’oro, all’azzurro l’argento, al marrone il bronzo e al grigio il ferro.

19 Le motivazioni di questa assenza potrebbero essere tante, compreso il fatto che le regi-strazioni meno recenti abbiano tralasciato alcune segnalazioni o mal interpretato alcuni materiali. In molti casi in cui i materiali sono stati sottoposti a revisione scientifica è stato necessario cor-reggere le schede aggiungendo dei dati o modificando delle voci. Si tenga presente che in alcuni casi, benché manufatti in piombo siano stati raccolti, la percentuale in confronto agli altri materiali metallici si riduce talmente da apparire prossima allo zero.

456 CAPITOLO IV

Tavola IV.2 – Regioni Italiane: percentuali di metallo

Abruzzo Basilicata

AV 5%

AR 15%

B 60%

F 19%

PB 1%

AV 18%

AR 11%

B 61%

F 10%

Calabria Campania

AV 28%

AR 6%

B 59%

F 1% PB

6%

AV 38%

AR 5%

B 40%

F 16%

PB 1%

Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia

AV 21%

AR 16%

B 40%

F 22%

PB 1%

AV 8%

AR 11%

B 33%

F 48%

PB 0%

Lazio Liguria

AV 15%

AR 24%

B 37%

F 23%

PB 1%

AV 4%

AR 18%

B 67%

F 9% PB

2%

457ANALISI DEI DATI

Lombardia Marche

AV 14%

AR 9%

B 35%

F 42%

PB 0%

AV 34%

AR 26% B

20%

F 20%

Molise Piemonte

AV 2%

AR 5%

B 50%

F 33%

Pb 10% AV

14%

AR 17%

B 31%

F 37%

PB 1%

Puglia Sardegna

AV 10%

AR 10%

B 62%

F 17%

Pb 1%

AV 23%

AR 17%

B 45%

F 14%

PB 1%

Sicilia Toscana

AV 15%

AR 9%

B 67%

F 9% AV

21%

AR 11%

B 45%

F 23%

PB 0%

458 CAPITOLO IV

Trentino Alto Adige Umbria

AV 3%

AR 2%

B 65%

F 30%

AV 47%

AR 9% B

22%

F 22%

Valle d'Aosta Veneto

AR 40%

B 40%

PB 20%

AV 10%

AR 6%

B 48%

F 36%

PB 0%

Nonostante le evidenti differenze regionali i dati finora raccolti indicano che a livello generale il metallo con maggior ricorrenza è il bronzo, in successione, rispetto alla frequenza evidenziata nel grafico, sono ferro, oro e quindi argento e piombo. Si tratta naturalmente di una primaria constatazione puramente statistica, basata sulla media generale dei dati desunti dalla ricerca sulle regioni italiane e che quindi dovrà neces-sariamente esser rivista con l’aggiunta di tutti i dati mancanti: vi sono regioni in cui i metalli sono presenti con una percentuale inferiore a quella riportata nel grafico sot-tostante, e regioni in cui la percentuale è maggiore, ma crediamo di poter affermare che la tendenza generale è quella risultante dalla Tavola IV.320.

Il dato presentato, naturalmente, va preso con le dovute riserve: la netta differen-za di incidenza tra materiali “vili” e “preziosi” potrebbe fortemente dipendere non dalla situazione reale bensì dagli stessi dati rilevati; le motivazioni possono essere diverse: da un lato le fonti consultate, com’è osservabile in più casi, tendono a privi-legiare le informazioni inerenti a metalli preziosi rispetto a quelli più vili, quindi ne

20 La percentuale delle presenze potrebbe, una volta raccolti tutti i dati, potrebbe far diminu-ire la distanza tra bronzo e ferro e tra oro e argento.

459ANALISI DEI DATI

potrebbe conseguire che siano state sottaciute indicazioni riguardo a manufatti meno pregiati. In questo caso, il dato riguardante il ferro ne sottostimerebbe la presenza21.

Tavola IV.3 – Italia altomedievale: metalli

Oro 14%

Argento12%

Bronzo46%

Ferro 25%

Piombo3%

Da un altro punto di vista, non inerente alle fonti archeologiche, ma pertinente alla natura stessa dei metalli preziosi, è altamente plausibile – come già detto – che non siano giunte a noi tutte le informazioni a causa della rapidità in cui i rinvenimenti ve-nivano alla luce e venivano fatti oggetto di depredazione. È altresì possibile, infine, che i grafici rispecchino la reale situazione solo in quei casi in cui sia stato possibile raccogliere, grazie allo sviluppo delle ricerche archeologiche territoriali, un numero sufficientemente ampio di dati22. Un altro fattore che può influire sulla corretta com-posizione di questi dati potrebbe essere la presenza nelle regioni di grandi necropoli con centinaia di sepolture: la maggioranza di dati analizzabili risulta infatti un valore che influenza la percentuale di metalli presenti rispetto ad altre regioni. In più, come

21 È del resto ragionevole ritenere che siano stati segnalati con maggiore tempestività ed accuratezza oggetti di metallo prezioso e di maggior valore artistico. Allo stesso modo non pare improbabile pensare che si sia taciuto di informazioni che tutto sommato riguardavano metalli “di secondaria importanza”; al proposito ricordiamo l’emblematico titolo di un lavoro di Francesco Gnecchi, che nel 1897 presentava un tesoretto di monete tardoantiche bronzee come “miserabile”, cfr. Gnecchi 1897.

22 Come abbiamo più volte ricordato, il campione qui censito raggiunge probabilmente solo una piccola parte di tutte le informazioni disponibili.

460 CAPITOLO IV

Tavola IV.4 – Presenze: oro

1617

156171

121153

5813

27681

2261

2772

60142

21149

073

AbruzzoBasilicata

CalabriaCampania

Friuli Venezia GiuliaEmilia Romagna

LazioLiguria

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrentino Alto Adige

UmbriaVal d'Aosta

Veneto

Tavola IV.5 – Presenze: argento

4310

3024

171116

9155

1806161

7426

5136

7017

302

41

AbruzzoBasilicata

CalabriaCampania

Friuli Venezia GiuliaEmilia Romagna

LazioLiguria

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrentino Alto Adige

UmbriaVal d'Aosta

Veneto

461ANALISI DEI DATI

accade quasi sempre in queste necropoli, la presenza di sepolture con corredi par-ticolarmente ricchi (di gioielli, ma anche di armi…), può certamente sbilanciare il dato e caldeggiare interpretazioni non corrette.

Per le aree longobarde l’oro ricorre il maggior numero di volte in Lombardia (276 ritrovamenti): si tratta di un valore estremamente alto che, rapportato al numero di occorrenze lombarde (222 schede), parrebbe essere correlato ad una forte presenza insediativa nel territorio; un numero altrettanto alto di manufatti aurei è osservabile soprattutto per Campania, Toscana ed Umbria. Nelle aree longobarde è rilevabile una grande variabilità di ricorrenze auree, mentre per la Valle d’Aosta non è stato rilevato alcun oggetto d’oro. Tutte le regioni riconosciute nel lavoro come bizantine denotano una consistente incidenza di reperti aurei: quelle con il maggior numero di manufatti sono Calabria ed Emilia Romagna (circa 150 ciascuna), mentre per la Liguria il numero scende a 13 rinvenimenti.

Anche per gli oggetti d’argento la regione “longobarda” con il maggior numero di oggetti è la Lombardia (180) e a seguire il Friuli (171), mentre la regione “bizantina” più ricca di questo metallo appare l’Emilia (116). Per le altre aree, sia longobarde che bizantine, sembra di rilevare una ricorrenza quasi simile di manufatti d’argento: la presenza media (escludendo Lombardia, Friuli ed Emilia) è attorno alle 40 unità.

Si tratta soprattutto di elementi di abbigliamento (fibule e fibbie, spesso con do-ratura) e in qualche caso di gioielli. Da evidenziare la scarsa presenza di manufatti argentei per quanto riguarda la Campania, che appare invece ricca di elementi aurei.

Anche nel caso del bronzo in territorio longobardo la Lombardia è la regione che presenta il maggior numero di oggetti (675). In seconda battuta ci sono Molise (528), Friuli Venezia Giulia (528) e Trentino (503), ma anche Toscana e Veneto posseggono una buona percentuale di rinvenimenti bronzei. Le regioni “longobarde” a minor presenza bronzea sono la Valle d’Aosta, la Basilicata, e le Marche. Le regioni “bi-zantine” vedono una netta predominanza di elementi bronzei provenienti da Calabria e Sicilia, con importanti quantità di reperti anche da Liguria, Emilia-Romagna e Puglia.

Per il ferro, nonostante il grafico sembri appiattire molte regioni a causa dei picchi di Lombardia e Friuli, il metallo dimostra di essere ampiamente utilizzato ovunque si siano rinvenuti manufatti d’armi ed anche elementi di abbigliamento e naturalmen-te strumenti di lavoro come forbici, chiavi, picconi, zappe, rasoi, pinze, chiodi. Va doverosamente ricordato però che molti dei manufatti di ferro presentano un’agemi-natura d’argento, soprattutto in periodo tardo longobardo. In effetti è questo il tipo di elemento che è possibile censire considerando che abbiamo privilegiato la fonte archeologica ma – come abbiamo già sottolineato in precedenza – è probabilmente solo grazie a questa tipologia di fonte che possiamo sperare di trovare degli spunti interessanti.

462 CAPITOLO IV

Tavola IV.6 – Presenze: bronzo

17357

325180

528290

140208

67549

528130

162140

269298

50370

2347

AbruzzoBasilicata

CalabriaCampania

Friuli Venezia GiuliaEmilia Romagna

LazioLiguria

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrentino Alto Adige

UmbriaVal d'Aosta

Veneto

Tavola IV.7 – Presenze: ferro

5497

72765

16090

27827

49410

159434337

150232

710

265

AbruzzoBasilicata

CalabriaCampania

Friuli Venezia GiuliaEmilia Romagna

LazioLiguria

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrentino Alto Adige

UmbriaVal d'Aosta

Veneto

463ANALISI DEI DATI

Il confronto tra i dati desunti dalle aree longobarde e da quelle bizantine, risulta nei due grafici seguenti: ciascuno riporta la somma percentuale dei metalli considerati in ciascuna zona d’analisi23. Nel primo grafico, cioè, sono state considerate le regioni appartenenti in età altomedievale al dominio dei Longobardi (Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Val D’Aosta, Veneto) e la somma degli oggetti nei vari metalli è stata trasformata in percentuale rispetto alla somma totale degli oggetti. Lo stesso è stato fatto con l’area bizantina (comprendente le attuali Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia): le percentuali restituiscono la quantità di metallo presente rispetto alle zone di dominio/influenza bizantina.

Come sarebbe stato logico aspettarsi, si rileva nelle aree bizantine, una maggior presenza di oro e bronzo (i due metalli monetati), mentre nel Regnum e nei Ducati dei Longobardi sono bronzo e ferro i due metalli maggiormente diffusi. Rileviamo inoltre nel grafico una similitudine ed una differenza tra le due aree, esse riguardano il rapporto tra i dati dell’argento e quelli del ferro. Iniziando proprio da quest’ultimo metallo, l’osservazione che pare utile avanzare immediatamente, riguarda la forte discrepanza di dati: mentre nelle zone longobarde esso è ampiamente rappresentato (34%, cioè poco più di un terzo del totale), nelle aree bizantine esso è percentual-mente meno del doppio: appena il 14%. Sono due valori estremamente differenti che meritano qualche considerazione: probabilmente il dato è influenzato all’origine dalla fonte archeologica. Se, come abbiamo detto poco sopra, gran parte degli ogget-ti di ferro sono armi e strumenti, questa informazione ci viene essenzialmente dalle tombe longobarde in cui si era soliti seppellire assieme al defunto il suo armamento e magari i suoi attrezzi24. In tombe bizantine, o comunque nelle aree di pertinenza bi-zantina, il rituale funerario non prevedeva probabilmente tali riti, o non lo prevedeva comunque con lo stesso rigore con cui ritroviamo questa pratica in area longobarda.

23 Precisiamo ancora una volta che si tratta di una divisione assolutamente arbitraria, dovuta al fatto che si rende estremamente difficile rispettare i confini (tra l’altro estremamente mutevoli) delle amministrazioni antiche. In aggiunta a questo, alcune regioni odierne (come l’Emilia-Roma-gna, ad esempio) risultavano in antichità suddivise tra amministrazione Longobarda e Bizantina. Per risolvere questo problema abbiamo considerato quali erano le pertinenze politiche dei siti in-teressati dalla nostra ricerca. Attraverso quest’accortezza, abbiamo potuto concludere, ad esempio che la regione emiliana può essere considerata (nell’economia della nostra analisi) completamente bizantina. Ciononostante abbiamo conteggiato separatamente i contesti emiliani longobardi.

24 Sono note in Italia alcune tombe di fabbri: a Grupignano di Cividale (UD) il defunto venne interrato con i suoi strumenti di lavoro in ferro: incudini e attrezzi; a Castel Trosino (AP) la tomba 37 conservava oltre allo scheletro anche due arnesi in ferro e un crogiolo; la tomba 9 di Nocera Umbra (PG) custodiva armi e una bilancia; al santuario di Castel Belmonte a Valperga si ritrovò un ripostiglio di attrezzi da fabbro; a Leno, Campo Marchione (BS), la tomba 224 è stata attribuita ad un fabbro-orefice. In aggiunta a questi dati possiamo citare i casi della Crypta Balbi (attrezzi da forgia), di Ortonovo-Luni (SP) e di Ruvo di Puglia (BA) in cui sono state recuperati stampi per orecchini.

464 CAPITOLO IV

Poiché inoltre le grandi necropoli longobarde, soprattutto al centro-nord, si dimo-strano ricche di manufatti d’armi in ferro, appare chiaro che la quota percentuale di reperti ferrosi tende a salire. Una fortissima, e crediamo anche interessante, analogia tra le due zone, riguarda invece l’argento che risulta essere il metallo meno presente sia nelle zone longobarde che in quelle bizantine; per entrambe le aree il valore è notevolmente basso rispetto al totale: 10% nel primo caso e 14% nel secondo.

Tavola IV.8 – Italia longobarda: metalli

Oro 12%

Argento10%

Bronzo44%

Ferro 34%

Tavola IV.9 – Italia bizantina: metalli

Oro 19%

Argento14%

Bronzo53%

Ferro 14%

465ANALISI DEI DATI

IV.2. GRUZZOLI MONETARI E MONETE IN TOMBA

Anche per ciò che concerne i siti da cui provengono reperti monetali, l’analisi sug-gerisce alcune interpretazioni riguardo l’uso preferenziale di metalli in ambito alto-medievale. Lo studio dei ritrovamenti monetali in genere consente di cogliere alcuni aspetti importanti: il primo tipo di rinvenimento da considerare è quello pertinente alle monete da scavo e dovrebbe chiarire quale sia stato il circolante utilizzato preva-lentemente negli scambi; il secondo tipo di rinvenimento, i gruzzoli – ovvero i tesori – monetari, dovrebbero essere invece una spia evidente della sopravvenuta necessità di nascondere un insieme di monete. A questo bene, ovviamente, venne riconosciuto un valore economico. Se si tratta di tesoretti che evidenziano una tesaurizzazione in un tempo prolungato questi ultimi potrebbero essere il segnale di una selezione vo-lontaria di beni monetali da preservare in ragione del loro valore economico basato sul metallo stesso, se di tratta invece di ripostigli composti ed occultati in momenti di emergenza, essi dovrebbero rappresentare il bisogno di nascondere la propria ric-chezza monetaria momentanea e quindi riflettere quali fossero le tipologie di circo-lante a disposizione al momento dell’occultamento. Per il periodo altomedievale, però, risulterà forse particolarmente interessante concentrare dapprima l’attenzione sulle monete provenienti dalle tombe e sulle possibili interpretazioni proposte.

Il fenomeno della moneta deposta in tomba è un’usanza che ha richiamato l’atten-zione degli studiosi sulle funzioni anche rituali che appaiono testimoniate sin dai tem-pi classici25. Dal punto di vista dell’archeologia si evidenzia che questo costume pre-senta diverse variabili, di cui il rito dell’obolo caronteo non è forse che la più nota. Per il periodo interessato dalla nostra indagine, quasi sempre si tratta di un singolo esem-plare. A moneta di basso valore (cioè in bronzo), è affiancata a volte anche moneta di valore rilevante (soprattutto in oro). Per i periodi precedenti, invece, nei casi in cui è presente moneta in una tomba, l’inumazione rivela che accanto al corpo del defunto ne sono stata poste delle altre: esse vengono ritrovate disposte nei pressi della mano, o in corrispondenza degli occhi e non sempre si tratta di esemplari di scarso valore, ma anche di tesoretti veri e propri composti da monete bronzee. Il rituale ha sviluppi diversi nei periodi storici, e sembra scemare con l’avvento del Medioevo. L’usanza, che tradizionalmente passa sotto la generica definizione di “obolo di Caronte”, è in realtà un’eredità del mondo classico ed è testimoniata dalle fonti archeologiche alme-no dal V secolo avanti Cristo all’età tardoimperiale26. Nonostante le sfaccettature che

25 Su questo tema i contributi degli studiosi sono numerosi, si vedano suchodolsKi 1993; rovelli 1994; Caronte 1995; saccocci 1997; Trouvailles 1999; Perassi 2001; travaini 2004; BomPaire – cardon – Geneviève – marani 2016.

26 Blümner 1911, p. 486; friedländer 1921, p. 298; stevens 1991; vedi bibl. di nota precedente.

466 CAPITOLO IV

caratterizzavano il diverso contesto della Civiltà Ellenica dal mondo Romano in cui quest’usanza trovava spazio, il comun denominatore fra le due culture era il viaggio nell’oltretomba, per cui la moneta non era – almeno nelle intenzioni di chi la depo-neva – parte del rito funebre anche se, alla luce della lettura archeologica, inevitabil-mente ne diventava parte. Gli autori che si sono interessati al fenomeno hanno cercato di sposare l’evidenza archeologica della moneta rinvenuta anche frequentemente in tomba, con le fonti letterarie che raccontavano dell’onorario dovuto dai trapassati al mitologico traghettatore di anime nell’aldilà27. Per comprendere il fenomeno alcuni studiosi hanno cercato di analizzare e studiare il mito stesso di Caronte28, o in alcuni casi il ruolo simbolico della moneta29, altri si sono invece dedicati alla ricerca delle testimonianze letterarie al riguardo30.

Alcune fonti greche concordano sul fatto che la somma tradizionalmente do-vuta al traghettatore degli inferi fosse invariabilmente dell’importo un obolo31. Da Lucilio sappiamo ad esempio che Caronte dev’essere pagato necessariamente in metallo vile32, e le stesse indicazioni possono essere raccolte da Properzio33. Una

27 KurtZ – Boardman 1971, pp. 163, 166, 211 e 331; toynBee 1971, pp. 44, 119 e 124; Garland 1985, p. 23; Grinsell 1957.

28 sullivan 1950, p. 12; Waser 1898; lincoln 1980.29 sartori 1899; BorZa 1955. Per letture antropologiche della moneta si vedano Perassi

2005; travaini 2009. 30 Dalle fonti si possono trarre interessanti informazioni sia antropologiche che economiche.

Ad esempio Aristofane, in Rane, vv. 140-1 informa (anche se in maniera indiretta) che il costume di deporre monete in tomba riguardava una sola moneta. Quando infatti Dioniso tenta di riportare Euripide al mondo dei vivi, chiede ad Ercole come attraversare l’Acheronte e quello gli risponde che “verrà un vecchio marinaio che ti traghetterà per il prezzo di 2 oboli”. È noto che Aristofane basava molti dei suoi giochi di parole sull’attualità e il fatto che i 2 oboli previsti siano giudicati da Dioniso un’esosità, ci informa che la battuta non avrebbe funzionato se il pubblico non avesse avuto in mente due chiari concetti: 1) che c’era il costume di fornire un defunto di un solo obolo, e 2) che nell’Atene del V secolo c’era un’inflazione che faceva lievitare tutti i prezzi, perfino le tariffe funebri.

31 Secondo Diogene il Cinico, sulla lapide dell’eroe Leonida si leggeva: «O cupo traghetta-tore dell’Ade che scorri le acque dell’Acheronte in una oscura barca prendimi, […] Il mio baga-glio consta solo di un calice, un borsello, un vecchio abito e l’obolo che paga il passaggio di chi parte per sempre». Negli epigrammi funebri di Ammiano si legge: «[…] ti attende una porzione di terra uguale per tutti gli uomini, e ti ci sdraierai come Icaro, con niente più che un obolo […]».

32 Dall’autore sappiamo che quando il traghettatore ritorna nel mondo superiore nel VI seco-lo a.C. vede Creso che offre ad Apollo lingotti aurei presso il santuario di Delfi e chiede alla sua guida Ermes se quel metallo giallo dai riflessi rossi sia oro perché è la prima volta che lo vede. Lui conosce il bronzo perché raccoglie un obolo da ciascuno che compie il viaggio nell’aldilà. Ermes gli risponde che il bronzo è abbondante e perciò ha un valore inferiore all’oro.

33 Nell’Elegia per Cornelia l’autore mette in contrasto il mondo dei vivi in cui gli dei pos-sono esser smossi da una preghiera, con il mondo senza speranze dell’Ade dove “una volta che il raccoglitore (potitor) ha preso il suo pedaggio bronzeo (aera), la torbida porta inghiotte la pira

467ANALISI DEI DATI

caratteristica ulteriore derivabile dagli autori classici è che la moneta dovesse esser posta in bocca al defunto: concordano su questo Giovenale34, Luciano35 e soprattutto Apuleio. Questi, ne Le Metamorfosi, del II secolo d.C., specifica nel VI libro che Psiche in occasione della sua discesa agli inferi dovrà portare due monete (stipes) in bocca. Quando arriverà alla riva dei morti presso cui Caronte pretende il pedag-gio (portorium) in anticipo, dovrà lasciarlo prenderne una con la sua stessa mano direttamente dalla sua bocca. Dopo aver preso la scatola a Proserpina Psiche dovrà ritornare indietro al mondo e per riattraversare il fiume infernale darà a Caronte la seconda moneta36. Il secondo pedaggio servirà a corrompere Caronte affinché com-pia un’azione vietata riportandola indietro.

In sostanza tutti gli autori Greci o Latini concordano sul fatto che la moneta depo-sta in tomba, di metallo vile e dell’importo di un aes, sia un pedaggio per Caronte ma se ne deduce anche altro. Essi sono uniti dalla tematica e dal vocabolario utilizzato, ma la nozione antropologica che se ne evince è che vi sia stata un’ampia conver-genza nel conservare ed utilizzare il rituale della moneta posta in bocca ai defunti. Importante è anche il fatto che in questi passi si sottolinei il basso valore della mo-neta, benchè espresso da una singola moneta o da più di un nominale bronzeo37. In realtà in un passo di Apuleio il concetto del viaticum viene utilizzato prima in senso

rovesciata”. In questo passaggio il pedaggio è l’atto finale di separazione del vivo dal morto e la parola aera potrebbe essere sia un termine per indicare generalmente la moneta, ma anche il plurale di più unità monetarie bronzee. In ambo i casi, il suo significato è quello di indicare bassi nominali monetari di bronzo, esattamente come nel passo di Luciano. Properzio è uno degli autori Latini che, al contrario di quelli Greci, è impreciso nell’indicare il numero delle monete date a Caronte.

34 In un episodio della sua III satira Giovenale dice, parlando di Roma, che una moneta è tra-dizionalmente posta in bocca ai defunti: un uomo muore schiacciato da una lastra di marmo ligure; a casa sua gli schiavi stanno preparando un banchetto nell’attesa che egli rincasi, non rendendosi conto che egli sta già sedendo e rabbrividisce in attesa dell’arrivo del funebre traghettatore; egli non ha un bronzo (un triente) in bocca da offrire per il pedaggio e non ha nessuna speranza di attraversare il cupo fiume (Satira 3, vv. 265-268). L’intento di Giovenale è sottolineare l’ironia del fatto che un uomo ricco si trovi sprovvisto di una moneta che avrebbe sicuramente potuto avere nelle circostanze di una morte accidentale, ma grazie a questo passo sappiamo anche che la moneta per Caronte doveva esser posta in bocca al defunto al momento della sua morte.

35 Luciano scrive nelle Satire sui Funerali che il costume di porre una moneta in bocca al deceduto è uno dei rituali più diffusi relativi alle esequie: «La gente lo sa così bene che quando uno della famiglia muore, gli altri membri immediatamente gli mettono in bocca una qualunque moneta per pagare il traghettatore, senza considerare che tipo di moneta vada bene e si usi offrire a Caronte nel mondo sotterraneo e non si preoccupano se quella moneta Ateniese o Macedone, o un obolo Eginetico sia una tariffa accettata là; essi lo fanno anche perché, nella tradizione, se Caronte rifiuta il pedaggio il morto può tornare alla vita».

36 Apuleio, Metamorfosi, VI.18.vv. 4-5.37 In più di un’occasione le fonti sottolineano la connessione tra morte e povertà, suggerendo

come il basso valore della moneta sia simbolo della povertà della morte.

468 CAPITOLO IV

generale, poi in quello specifico quando si precisano le sue caratteristiche (aes): l’uso di questa parola parrebbe suggerire che le monete destinate ad accompagnare il defunto negli Inferi, perfino nel mondo romano, possano ben esser interpretati come elemento sostitutivo di beni alimentari offerti alla deposizione che avrebbero dovuto servire all’anima del defunto come provvigioni per il viaggio.

In seguito, nel mondo Cristiano Latino, la parola assunse il significato di “nu-trimento per l’anima” nel suo viaggio dopo la morte: viaticum è l’eucarestia, la comunione che il cristiano riceve sotto forma di ostia consacrata, ed il rito cristiano prende sostanzialmente il posto del classico “obolo di Caronte”. Una similitudine tra i due riti, obolo di Caronte ed Eucarestia Cristiana, è possibile individuarla nel fatto che in entrambi i casi le monete o l’ostia consacrata (n.b. entrambi di forma circolare) dovessero essere poste nella bocca perché l’offerta era percepita come un nutrimento. La testa era comunemente ritenuta la sede dell’anima che usciva dal corpo attraverso la bocca sotto forma di respiro e l’obolo posto nella bocca doveva perciò toccare l’anima del dipartente: c’era uno stretto collegamento col momento in cui avveniva questa pratica poiché il rito si compiva solo al momento della morte, quando cioè l’anima iniziava il suo viaggio per l’altro mondo. Il momento del posi-zionamento della moneta, come asserisce Properzio, è di fatto il momento di passag-gio tra la vita e la morte38. Secondo quanto detto appare perciò essenziale riuscire a distinguere, in ciascun contesto tombale schedato in cui si è recuperata moneta, qua-le sia riferibile al rituale caronteo di porre in bocca al defunto una moneta, rispetto ad altre usanze di seppellimento; è chiaro che quando si tratta di usanze rituali il valore economico dell’oggetto coinvolto appare assolutamente relativo a causa dell’impli-cazione di fattori religiosi. Vi sono, nelle schede raccolte relative alla deposizione di monete in tomba nei dati raccolti, delle situazioni alternative all’obolo caronteo: non sarà probabilmente facile o possibile proporne un’interpretazione, ma almeno definiremo per quali casi non si può parlare dell’uso di tale rito. Quello che sarebbe interessante riuscire a valutare in entrambe le situazioni (obolo di Caronte o non-obolo di Caronte) è comunque l’eventuale grado di importanza economica attribuita dalla società dell’inumato alla moneta impiegata.

Le tabelle qui di seguito sono realizzate rispettando la suddivisione approntata per il Catalogo e restituiscono i dati relativi ai ritrovamenti di monete; accanto alla loca-lità39 sono riportate le informazioni essenziali sul rinvenimento: datazione proposta e tipologia. Il termine sporadico indica un ritrovamento occasionale, non connesso ad

38 Difatti una delle prime cose da farsi in occasione di una morte era chiudere la bocca del defunto con del lino o nastri d’oro per assicurarsi che l’anima non tornasse nel corpo.

39 Per tutti gli approfondimenti, le notizie specifiche e la bibliografia relativa si rimanda alla scheda relativa nel Catalogo.

469ANALISI DEI DATI

ambito cronologico di scavo40. Con il termine scavi si suggerisce che l’esemplare mo-netale (singolo o associato) sia stato ritrovato in occasione di ricerche archeologiche autorizzate o in seguito comunque ad indagini simili di tipo scientifico. Per rappre-sentare in tabella i ritrovamenti da contesti funerari, sono state mantenute le tipologie utilizzate precedentemente nelle tabelle: tomba si riferisce a ritrovamenti in singola sepoltura – cui segue eventualmente il numero o la segnatura specifica (il numero o la lettera indicativa) – mentre necropoli indica monete che provengono da contesti tombali ma che non è possibile riferire in maniera specifica a tombe singole. Come abbiamo accennato poco sopra, e si tratta purtroppo di un grosso limite della ricerca che deriva principalmente dalle fonti, molte delle informazioni non utilizzate proven-gono da dati inesatti o anche confusi o contraddittori forniti dalla documentazione consultata. L’esempio che forse meglio rappresenta questa situazione è l’indagine che venne compiuta nel I quarto del XIX secolo a Cividale del Friuli nelle necropoli San Giovanni – Cella: i corredi vennero confusi e qualunque tentativo di ricostruire i singoli contesti tombali di ritrovamento pare esser risultato vano. Ne consegue che anche le monete, esattamente come per gli altri manufatti provenienti da ambienti archeologici simili, vengono elencate in maniera generica come provenienti da questa o quella necropoli, senza poter avanzare – di conseguenza – osservazioni maggior-mente specifiche41. Nelle tabelle si troverà (una sola volta) il termine croce liturgica: ci si riferisce ad un manufatto conservato al Museo di Norimberga, cioè una crocetta proveniente dall’Italia eseguita in lamina aurea su cui è impressa l’immagine di un tremisse bizantino di Leone I. Per quanto riguarda invece la definizione di tesoretto, benché se ne parlerà nel paragrafo a seguire tentando un’analisi separata, sono stati compresi nel catalogo sia alcuni dei gruzzoli monetali noti, sia i complessi di materia-le prezioso (oggetti e monete insieme) interrati dal secolo V al X42.

La prima tavola (Tabella IV.10) riporta tutti i ritrovamenti monetali censiti nella presente ricerca, senza operare distinzioni tra le aree politiche longobarde e bizanti-ne. Questa scelta ci consente di proporre delle considerazioni generali sulla moneta in contesto altomedievale.

Le altre due tavole (Tabella IV.11/a, Tabella IV.11/b) rappresentano invece le pre-senze monetali in tomba nelle due distinte aree: longobarda la prima e bizantina la seconda. Naturalmente l’intervallo dei secoli considerati per le due tabelle è diffe-

40 Allo stesso modo un esemplare monetale viene considerato sporadico sia quando rinvenu-to localmente isolato, sia quando all’interno di un contesto archeologico non è ricollegabile anche solo ad uno degli altri elementi del complesso indagato.

41 Vedi supra p. 60 (nota 58) e pp. 148-9.42 Sono stati compresi nel catalogo solo alcuni tesoretti monetali, l’elenco oggi disponibile

– praticamente completo e in continuo aggiornamento – su questa tipologia di fonte documenta-ria è in arslan Repertorio.

470 CAPITOLO IV

rente e rispecchia il periodo di vita amministrativa e politica dei due contesti: per le aree longobarde le sepolture non oltrepassano l’VIII secolo, mentre per le aree bizantine si arriva fino al X secolo dopo Cristo.

Da queste rappresentazioni grafiche risulta ancora una volta evidente quanto la scarsità di indicazioni specifiche da parte delle fonti bibliografiche condizioni la ri-cerca: nell’ultima colonna sulla destra, contrassegnata dall’intestazione da un punto interrogativo, sono riportate le notizie a cui è stato comunque possibile risalire. Non di rado, infine, anche il contesto funerario è taciuto dalle fonti perché di difficile interpretazione archeologica e tale mancanza caratterizza in maniera alle volte anche evidente l’analisi di alcuni contesti regionali.

Tabella IV. 10 – Rinvenimenti monetali censiti

Abruzzo

Abruzzo 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Aielli – AQ Necropoli VII-VIII 1B°

Caporciano – AQ T8 V-VI 1B

T9 V-VI 1B

Castel del Monte – AQ Tesoretto VI-X 1AV 6AR

Chieti, territorio – AQ Tesoretto + B

Civitella del T. – TE Necropoli VI-VIII +1AV

Cocullo – AQ Sporadico 1AV

Cugnoli – PE Scavi IV-X 1B

Cugnoli – PE Scavi ? ? ?

L’Aquila – AQ ? 3B

Mosciano – TE Tomba 2AR

Ortona – CH Scavi VI-VII 1AV

Pineto – TE Necropoli I-X B AR

San Vito – CH Tomba ?

Spoltore – PE Sporadico I-VII ? ?

Tocco Casauria – PE Tesoretto? +3AV

471ANALISI DEI DATI

Basilicata

Basilicata 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Atella – PZ Sporadico +1 ?

Irsina – MT Tesoretto 68B

Matera – MT N/M + 300B

Senise – PZ Tomba VII AV i

Venosa – PZ Tomba VII ?

Venosa – PZ Scavi VI-VII 1B

Venosa – PZ Tesoretto 227 ?

i Impronta di moneta su orecchini.

Calabria

Calabria 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Aieta – CZ ? 3 B

Botricello – CZ Scavi/Tombe VI-VIII 1B

Bova Marina – CZ Tesoretto 15 B

Calanna – RC Tesoretto 105B

Catanzaro – CZ Scavi VI-X 7B

Cropani – CZ Necropoli VI-VII 1B°

Crotone – KR Tesoretto 103AV

Gallico Marina – RC Tesoretto 13B

Montebello Ion. – RC Necropoli V? 1AV

Morano Calabro – CZ ? – Scavi 2B

Nocera Terinese – CZ Necropoli V-X 30AV 1B

Oppido Mam. – RC Scavi V-X 1AV

Pentimele – RC Tesoretto 1B 3B 1B 2B 2B

Piscino – RC ? ?

Platì – RC ? 1B

Polistena – RC Scavi 1AV

Reggio Calabria – RC Necropoli B ?

Reggio Calabria – RC Tesoretto IX 35B

Reggio Calabria – RC Scavi VII-X 1B 2B 1B

Rossano – CS ? 1B

San Sosti – CS Scavi X 2B

Sant’Aniceto – RC Scavi VII-XI 2B 1B

Spezzano Alb. – CS Scavi 1AR

Staletti – CS ? 1B

472 CAPITOLO IV

Torre di Ruggiero – CZ ? 1B

Valanidi – RC Necropoli IX-X 1B 1B

Campania

Campania 1/1Tipologia

RinvenimentoDa

ta S

ito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Altavilla Silentina – SA T13 VI-VII 1AR

T14 VI-VII 1AR

T14 VI-VII 1AR

Arpaia – BN Tesoretto V-VI 300B ca.

Benevento – BN Croce liturgica VIII 1AV ii

Benevento – BN Tesoretto VIII +1AV

Benevento – BN Tesoretto V-VI +72AV

Benevento – BN T3 V-VII 1B

Boscotrecase – NA Tesoretto +1AV

Capua – CE Tesoretto V-VI 47B

Cuma – NA Tesoretto V-VII? 213B

Cuma – NA Tesoretto +B

Cuma – NA Tesoretto +B

Lacco Ameno – NA Tesoretto VII 129AV

Lacco Ameno – NA Sporadico 2B 2B 1B 1AR 12B

Napoli – NA Tesoretto VI 32B

Napoli – NA Tomba 1B

Napoli? – NA Tesoretto 8AV

Pratola Serra – AV T11 VI-VII 1B

T16 VI-VII 1B

T21 VI-VII 1B

T25 VI-VII 1AR

T30 VI-VII ?

T41 VI-VII 1B

T78 VI-VII +B

Salerno – SA T19 1AR

T21 1AR

Sessa Aurunca – CE Tesoretto VI 2AV 298B 98B

Taurasi – AV Tesoretto 338B

II Moneta impressa su croce.

473ANALISI DEI DATI

Emilia Romagna

Emilia R. 1/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Baggiovara – BOScavi ca. 30B?

T21 3B

Bismantova – RE Necropoli VI-VII AV

Bologna – BO Tomba 1B

Bologna – BO Tesoretto VIII-IX 8AV 14AV

Bondeno – FE Tesoretto 2000AR

Boretto – RE Sporadico 1AV

Castellarano – RE Necropoli 1B°

Castrignano – PR Scavi VII 2AR

Cesena – FC Tes IV 1B

Classe – RA Scavi VII 1AV ?

Imola – BO

T20 VI 1B

T27 VI 1B

T33 VI 6B

T63 VI 1B

T91 VI 1B

T112 VI 1B

T133 VI 1B

T142 VI 1B

T185 VI 2AV iii

T274 VI 8B

Fornace 1B

US23 1B

US104 2B

US5001 +1B

Fossato 4B 1AR 1AR 1AR

Scavi VI-VII 2AR 10B +1B

Castrignano – PR Scavi VII

2AR

Modena – MO Necropoli IV-VI + 1?°

Modigliana – FC Sporadico? 1AR 1AR

iii Trasformate in fibule.

Emilia R. 2/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Montecchio – RE Necropoli VII 1 ?°

Parma – PR Tomba 1AV

Parma – PR Tomba 1AV

474 CAPITOLO IV

Piacenza – PC Sporadico 1AR

Porretta T. – BO Tesoretto +2AV

Reggio Emilia Scavi/Tesoretto

V 60AV

Rimini – RM T1 VII 1B?

San Cesario – MO Tesoretto 6AR

Sant’Ilario – RE T1 2B

Friuli Venezia Giulia

Friuli V. G. 1/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Aquileia – UD ? 1AR

Attimis – UD Scavi VI-VII 1AR

Cividale SM – UD T1 570 1AV

Cividale SM – UD T2 VI-VII 2B 2B 1AV 1B

Cividale SM – UD T21 570 2B

Cividale SM – UD T27 570 1AV

Cividale SM – UD T43 670 1AR

Cividale SM – UD T50 VI-VII 1AR

Cividale SM – UD T51 570 3AV

Cividale – UD ? (Liruti) VI-VII 1AV?

Cividale SG – UDT12 VI-VII 2AV

T105/a VI-VII 1 ? iv

Cividale SG – UD Necropoli 1AV

Cividale SG – UD Necropoli 15AV

Cividale – UD T (Gisulfo) VII 1AV v

Cividale – UD Scavi 1819 1AR

Cividale – UD Scavi 1819 1AR

Cividale – UDScavi P.zza Fontana 1B 1AR

Cividale – UD Scavi 1818 1B

Cividale – UD Scavi 1821 2B

Cividale – UDScavi Monte Barda

1AV

Cividale – UDScavi Monte Roba

+1 ?

Cordenons – PN T 1B

Farra d’Is. – GO T98 VI-VII 1B

Invillino – UD Scavi I-VII +1B +1B +1B +1B 1AV

Magnano – UD T VII-VIII 1AV vi

Maiano – UD T? 1B

iv Fibula d’argento che porta impressa la moneta.v Anello aureo con moneta.vi Anello aureo con moneta.

475ANALISI DEI DATI

Friuli V. G. 2/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Malnisio – PN N? 2B 4B 7?

Pordenone – PN T? 1?

Premariacco – UDT17 VI-VII 1B

Sporadico VI-VII 14B

Pulfero – UD 1AV

Romans Is. – GO

T74b VII 1B

T79 VII 5 B°

T90 VII 1B

T116 VII 1AE° 1B°

San Pietro N. – UDScavi/Necropoli

VI-VII 23B°

Travesio – PN T 1? 1?

Trieste – TS T8 2B

Udine – UD S ?

Zuglio – UD Scavi VI 1 ?

Lazio

Lazio 1/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Albano L. – ROMA

T 103 97B

T 104 111B

T 105 235B

Albano L. – ROMA ? 2AV

Ariccia Tesoretto IX 213AR

Bolsena – VT Catacombe 1AV

Bolsena – VT T4 1B°

Castro dei V. – FR Tesoretto IV-VI 1AR 142B 156 B 778B

Colleferro – ROMA T VII 1B

Falerii – VT Tesoretto 4000B

Fontana Liri – FR Tesoretto V-VI 2B 148B

Grottaferrata – ROMA Tesoretto X-XI 40AR

Ischia di Castro – VTT86/8 V-VII 1?

T86/9 V-VII 1?

Ladispoli – ROMA T/Tesoretto +1B

Lazio Tesoretto2AV 4B

59AR

Mazzano Rom. – VT Ta23 1?

Montebuono – RI Tesoretto 13AV

Montelibretti – ROMA Tesoretto 2B vii + 4B

vii 2 assi Vespasiano con inciso a graffio la cifra XLII.

476 CAPITOLO IV

Priverno – LT T/Tesoretto 6AR

Roma, colle Oppio Scavi VI 1B 1B 1B

Roma, foro Tesoretto 205B

Roma, foro Tesoretto 1AV 830AR

Roma, Laterano 1587 +1AV

Roma, Testaccio VI 1B

Lazio 2/2Tipologia

RinvenimentoDa

ta S

ito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Roma, Palatino 1AV

Roma, S. PaoloTesoretto 1843

+1AR

Roma, S. Stefano T 4AR

RomaTesoretto 1830

+1AR

Roma, Tevere Tesoretto? 31AR

Roma, Via Latina Tesoretto 20AV

Roma, S. Ciriaco

T1 17B 11 viii

T2 16B 12

T3 17B 15

T4 16B 22

T5 25B 9

T6 64B ix 38

Sutri – VT T 1AR 1B

Viterbo – VT Tesoretto +1AR

viii Tondelli non coniati.ix Un solo esemplare forato.

Liguria

Liguria 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Finale Ligure – SV Scavi 7B 8AR

Finale Ligure – SV Scavi XI 2B

Genova – GE T4 VI 2B 1B

Genova – GE Sporadico 1B x

Ortonovo – SP Scavi VI-VIII

2AV 7AV

21AR 10AR

37B 50B

2AR

2AV

Ortonovo – SP T (1868) 3AV

x Moneta dei Flavi con cifra XLII.

477ANALISI DEI DATI

Sarzana – SP Tesoretto IX 1AR 11AR

Savignone – GE Scavi 1? 1B 1?

Varigotti – SP T8 1AR

Ventimiglia – IM Tesoretto +1?AV +1

Ventimiglia – IM 1AR

Ventimiglia – IM 2AV

Lombardia

Lombardia 1/3Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Abbiate – VA Tesoretto 23AV

Arsago Seprio – VA T4 VII 1B

Bergamo – BG Tesoretto/N VI-VIII 50B?

Bergamo – BG Tomba VII 1B 2 ? 4°

Bolgare – BG T4 – T190 VII 1B 1B

Braone – BS Tesoretto 9AV

Brescia – BS TA-TB-TG III-V 1B 2B 1?

Brescia – BS T 1886 +1?

Brescia, V. Musei – BS Scavi VII 1AR

Brescia – BS Scavi 1991 1?

Brescia, Vl. S. Clemente Tomba VI-VII 5B

Brescia, Via Cattaneo T8 1B

Briosco – MI Tesoretto 63AR

Calvatone – CR S 50B

Calvisano – BS Necropoli 1B°

Calvisano, Mezzane – BS TA VII 1B°

Campione d’Italia – CO T – Scavi 1AR 1AR

Carpenedolo – BS T VII 1AR

Carpignago – PV Tesoretto 17AV

Carvico – BG Scavi VII-IX 1AR?

Casteggio – PV T V-VI 1B

Casteggio – PV Tesoretto V +1?

Castellaz – SO S/M VI-VII 1AV 1AR 1B

Cremona – CR Tesoretto 2AV 9AV

Cremona – CR M/T 1AR

Curtatone – MN Scavi (V-VII)US400 6B

T62 1B°

478 CAPITOLO IV

Lombardia 2/3Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Darfo Boario Terme – BS T 2B

Fornovo S.G. – BG Necropoli VI-VIII 6B°

Garbagnate – LC T 1B

Garlasco – PV Tesoretto 1AR

Goito – MN

T2 VII 2B°

T102 VII 1B°

T199 VII 2B°

Gornate – VA Scavi 1AR

Griante – CO Tesoretto 20AV

Iseo – BST3 VII-VIII 1B

T4 VII-VIII 1B

Laino – CO Scavi +1 °

Landriano – PV Tesoretto? VI ?

Leno – BS Scavi 5 ?

Leno – BSNecropoli 20?°

T123 8 ?°

Lesmo – MI Tesoretto 273AV

Lodi – LO Sporadico? IV 1AV

Lodi – LO Scavi 2B

Lomello – PV Scavi 1AV B?

Lozio – BS T1 VI-VII 1B 1B

Milano – MI T 1829 (1AV)

Milano – MI Tesoretto 30B

Milano – MI TombeV-VI 1B

1B

Mornico al Serio – BG T 1B

Nerviano – MI Tesoretto 21AV

Padenghe – BS Tesoretto 12AV

Pavia – PV 2001 T VIII 1B

Pavia – PV 1906 T 1B

Pavia – PV Tesoretto 360AR

Lombardia 3/3Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Pellio – CO Tesoretto 11AR

Peschiera B. – MI T3 1B

Pieve del Cairo – PV Necropoli +1 °

Ponte Lambro – CO Scavi IV-VI 1AR

Roccafranca – BS T19 VII 7 B

T20 VII 1B

Romano di L. – BG T VI-VII 1B°

479ANALISI DEI DATI

San Colombano – LO Tesoretto +1AV

San Daniele Po – CR Tesoretto 3AV

Sermide – MN Tesoretto 19 AV

Sirmione – BS Scavi 1B 1B

Somma L. – VA Tesoretto 23AV

Suzzara – MN Scavi 1?

Torriano – PV T V-VI 6AV?

Trezzo sull’Adda – MIT1 VII 1AV

T5 VII 1AV

Trezzo sull’Adda – MI T1 1AR

Vestone – BS T 1B 1B

Zeccone – PV Tesoretto VI? 49AV

Zinasco – PV Tesoretto V-VI 130AV

Marche

Marche 1/1Tipologia

Rinvenimento Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Ancona – AN Sporadico 1B

Ancona – AN Tesoretto 1AR 5 AR

Arcevia – AN T? VI-VII +1?

Arcevia – AN 1765-82 +1 ?

Ascoli Piceno – AP

TA VI-VIII 1B

T7 VI-VIII 1AV 3AV

T23 VI-VIII 2B°

T80 VI-VIII 1° AR

T82 VI-VIII 1B?

T85 VI-VIII 3 B°

T96 VI-VIII 1B° 1B°

Ascoli Piceno – AP

T108 VI-VIII 1B°

T115 VI-VIII 1AR 9 AV

T164 VI-VIII 1AR°

T169 VI-VIII 1B°

Camerino T VII +1AV

Fano – PS T 1 ?

Jesi – AN Scavi VII 1AR 82 ?

Macerata Feltria – PS Scavi 1B

Matelica – MC Tesoretto +1AV

Morro d’Alba – AN Necropoli 1AV xi

Pesaro – PS Necropoli X 1AR

Pieve Torina – MC Tesoretto +1B

Recanati – MC Tesoretto 2AV

Treia – MC Scavi +1 ?

xi Trasformata in fibula.

480 CAPITOLO IV

Molise

Molise 1/1Tipologia

Rinvenimento Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Campochiaro – CB Necropoli VII 2B 2B° 13 AR 10 AV xii

Colletorno – IS Tesoretto 125 B

Larino – CB Tesoretto IX 1AR 19AR

Matrice – CB S/M 1B

Monteroduni – IS Tesoretto/N +1000 B

San Vincenzo al Volturno – IS

Scavi VII-X 1B 1B

5 B 71B 1AV

4 AR 1AR 18 B7 B9 B 1B

17 B

xii Dalla T33 anello aureo con riproduzione tremisse.

Piemonte

Piemonte 1/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Albugnano – AT Necropoli/T +1 ?

Biella – BI Tesoretto VII-VIII 1600 AR12/28

AV

Borgomasino – TO Necropoli 1AV

Borgovercelli – VC Tesoretto +1AV

Carignano – TO Necropoli +1 °

Carignano – TO T1 1B°

Centallo – CN Scavi V-IX 1B 1AR

Craveggia – VB Necropoli B AR

Frascaro – ALT3 V-VI 1B

T11 V-VI 1AR

Masera – VC Tesoretto 114 AR

Mercurago – NO Necropoli +2 ?

Mezzomerico – NO Tesoretto +1AV

Mombello Monferr. – NO T VII-IX 1AV

Mombello Monferr. – NO Scavi VI-VII 1 AE 1B° 1AR 1AR°

Novara – NO Tomba? AV

Ornavasso – VC Tesoretto399? AR

Peveragno – CN Scavi IV-V 4 B 1B 3 B

Piemonte Tesoretto 150 AV

Piemonte Tesoretto +1AV

San Ponso – TO T VI-VII 1 ?

481ANALISI DEI DATI

Piemonte 2/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Sant’Albano – TO

T338 VI-VII 6 AR 1B

T365 1AR

T454 VII

T499 +1B

T586 1B°

T626 +1B

Vercelli – VC Scavi IV-X +1 ?

Vercelli – VC Tesoretto 30? AR

Villaro di T. – AL NecropoliI-II/

VI-IX+1 ? 1 ?

Puglia

Puglia 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Cagnano Varano – FG

T1 VI-VII 1 ?

T3 VI-VII 4 ?

T8-9 VI-VII 1 ?

T11 VI-VII 1 ?

T13 VI-VII 1 ?

T17 VI-VII 1 ?

Scavi I-X 39 B 7 B 1B 1B 1AR 1B 2 ?

Cagnano Varano – FG Sporadico 28 ?

Canne della Battaglia – BA

Necropoli IX-X +1 ?

Lucera – FG Tesoretto 900 ?

Martano – LE Scavi X +2 ?

Massafra – TA Tesoretto 289 B

Monopoli – BA Necropoli 1 ?

Ordona – FG Tesoretto 148 AV

Poggiardo – LE Necropoli V-VI +1

Putignano – BA Tesoretto ?

Taranto – TA Tesoretto2 AR 211B

174 B

Terlizzi – BA T2 35 B

Trani – BA Tesoretto 1025 B

482 CAPITOLO IV

Sardegna

Sardegna 1/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Alghero – SSNecropoli VI-VII 2B

Tesoretto 31B

Cabras – OR N +1? B +1? B

Cabras – OR T 1AV°

Cagliari – CA (1B)

Cagliari – CA Tesoretto 100 B

Cuglieri – OR

T75 VI-VII 6 B

T79 VI-VII 1B

T91 VI-VII 1B

Cuglieri – OR Tesoretto+100 AV

Cuglieri – OR Tesoretto +1AV

Dolianova – CA T 1AV

Fordongianus – OR S 3AV

Laerru – SS N 1AV 1AR? 1B

Lanusei – CA N 1B 4 B

Ossi – SS Tesoretto 13AV

Ozieri – SS Tesoretto VI-VII 50? AV

Ozieri – SS Tesoretto 61B

Ozieri – SS Tesoretto 72B

Ozieri – SS Tesoretto VI-VII 14? AV

Ozieri – SS Tesoretto 1B 2B 9 B

Ozieri – SS Tesoretto 5 B 8 B 17 B +1B

Porto Torres – SS

Camera 3 – sarcofago 9

VI-VIII

1B

Camera 3 – T1

2B

Porto Torres – SS Tesoretto 39 AV

Posada – NU T 1AV

Sant’Antioco – CA Tesoretto 1200? AV

Sardegna Tesoretto 10 AV

Sardegna 2/2Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Sardegna Tesoretto 38 B

Sardegna Tesoretto 197 AV

Sardegna Tesoretto 7? AV

Sassari – SS Tesoretto +1? B

Sassari – SS Tesoretto 200AR

483ANALISI DEI DATI

Settimo San Pietro Tesoretto +1AV

Siamanna/Serramanna T ?

Siurgus Donigala – CA T VIII-IX 1AR

Telti – SS Tesoretto 13AV B?

Villaurbana – OR T 1AV°

Sicilia

Sicilia 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Acireale – CT T VII-VIII 3 ?

Acitrezza – CT T 1B B

Barrafranca – EN Scavi Sito 1B

Caltagirone – CT Necropoli 1B° 1AV

Caltagirone – CT T15 2B

Camarina – RG T 1AV

Camarina – RG T 1B

Campobello – TR S 3AV

Canicattini Bagni – SR Necropoli IV-VII 1B

Castellana Sicula – PA Tesoretto 12AV

Magnisi – SR T VI 3 B

Mascali – CT N 1B 1B

Milazzo – ME Tesoretto 74 AV

Monte Iudica – CT Tesoretto 98 AV

Muraglia – RG Necropoli V-VII 1AV

Nissoria – EN T VI-VII 1AR xiii

Patti Marina – ME Necropoli VI-VII 1B

Priolo Gargallo – SR T3 2B?

Salemi – TP T54 IV-V 1 ?

Santa C. Cam. – TP T6 1 ?

Siracusa – SR T14 V-VI 3 B

Siracusa – SR

Camera 1/T4 1 ?

Camera 2/T1 1B

Camera 3/T1 1B

Camera 3/T3 1B

Camera 4/T3 1B

Camera 4/T4 3 ?

Camera 4/T8 1 ?

Camera 4/T9 1B 1 ?

Camera 6 3 B

Camera 7/T2 1B

xiii Moneta montata in anello.

484 CAPITOLO IV

Sicilia 2/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Siracusa – SR

Camera 8/T2 1B

Camera 8/T5 1B

Camera 13/TB’ 1 ?

Camera 16/T2 1B

Camera 16/T13 1B

Camera 20 2B

Camera 22 2B

Camera 24 1B

Camera 26 1 ?

Camera 30 90 B

Camera 31/T2 1 ?

Camera 31/T2 1B

Camera 31/T5 1B 1B

Camera 32/T1 1AR

Camera 32/T2 +1 ?

T1 5 B

T2 1B

Sofiana – CL

T4 1B

T6 2B

T9 1 ? xiv

T12 1B°

TXLV 1B

TLV 1B

Vittoria – RG Necropoli 3 B

xiv Moneta montata in anello d’argento.

Toscana

Toscana 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Bagnoro – AR Tesoretto 7 AR

Castel Azzara – GR Tesoretto 13 B

Castelnuovo – LU T2 1B

Farneta – AR Tesoretto +1AR

Fiesole – FI T15 1B

T17 1B

T24 1B°

Lucca – LU Tesoretto +1AV

Lucca – LU Tesoretto 32 AR

Montefegatesi – LU Tesoretto +1AV

485ANALISI DEI DATI

Montefiorino – AR Tesoretto 6 AR

Orbetello – GR Tesoretto VIII 80 AV

Pieve a Nievole – PT T11 1B

Pisa – PI Necropoli VII 1B 1B 1B

Pisa – PI Tesoretto 25 B

Santo Stefano a Lupi – LI S 1B

Toscana Tesoretto 119 AR

Toscana Tesoretto +1AV

Trentino

Trentino 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Ala – TN Sporadico 1AR

Bolzano – BZ Tesoretto 2AV

Bosentino – TN Sporadico 1AV

Calceranica – TN Sporadico 1B

Flavon – TN N (1AV)?

Fornace – TN Sporadico 1AV

Loppio – TN Scavi SitoVI-VII 2B°

1AR

2B

Mezzocorona – TN Scavi Sito/N VI-VII 1B°

Molina di Ledro – TN Necropoli VI-VII 1B

Mori – TN Necropoli VI-VII +1B

Nogaredo – TN Necropoli +1B

Nogaredo – TN Necropoli 1B

Sanzeno – TN Sporadico 1B 1AR

Sebatum – TN Tesoretto 12AV 10 AV

Trento – TN Sporadico VII 3AR B

Trento – TN T VI-VII 2 ?

Trento – TN Sporadico 1B xv

Trento – TN Sporadico 1B

Trento – TN Tesoretto 6 AV 7 AV

Trento – TN N ?

xv Potrebbe trattarsi di una ripetizione, cfr. Catalogo.

486 CAPITOLO IV

Umbria

Umbria 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Gubbio – PG Tesoretto 934 AR

Nocera Umbra – PG

T4 1B

T11 VI 1B

T23 1B

T39 1AR 2B

T56 1AV

T85 VII 1AV

T87 VII 1AV

T95 VII 1B°

T100 VII 1B°

T105 2B°

T107 2B

T122 1B

T160 2B

Perugia – PG Tesoretto VI 140 AV

Perugia – PG Tesoretto V-VI 418 B

Sigillo – PG Scavi VII +1 ?

Terni – TR T VI-VII? 1AV

Umbertide – PG Scavi V-VI +1 ?

Valle d’Aosta

Valle d’Aosta 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Aosta – AO

Scavi I-VIII 1B

Sporadico I-VIII 1B 28? 4 ? 1 ? 1AR

Sporadico I-VIII 3 ?

T274 VI 1B

487ANALISI DEI DATI

Veneto

Veneto 1/1Tipologia

Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Arzignano – VI Necropoli VII 4° ?

Bassano –VI Sporadico 1B

Breda di Piave – TV Sporadico 1B

Castelgomberto – VI Scavi ?

Cellore d’Illasi Necropoli VII 2B° 1B° 1B° 2B°

Cittanova – VE Necropoli 1AV

Este – PD Sporadico 1AV

Feltre – BL Tesoretto+100 AR

Fozaso – BL Tesoretto VI +1 ?

Legnago – VR Necropoli VII 1B° 1B°

Mel – BLScavi Sito V-VI 2B

Sporadico 1AV

Mestre – VE Tesoretto +1B

Oderzo – TV Sporadico 1AV

Oderzo – TVT15 VI-VII 1B

T 25 VI-VII1B

3 B

Padova – PD Scavi Sito 1AV 1B ?

Padova – PD Tesoretto +1AR

Povegliano – PD T7 VII 4 B°

Raldon – VR Necropoli VI ?

Sandrigo – VI T 1AR°

Sant’Anna – VR Sporadico 1B

Sarmede – TV T VI-VII 1B

Sommacampagna – PD +1AV

Venezia – VE Scavi Sito 1AV

Venezia, S. Lorenzo – VE Tesoretto 400 AV

Venezia, Sant’Elena – VE Tesoretto +1AV

Verona – VR 1822 +1B

Verona – VR T (1982) VII 1B

Verona – VR T (2004) VII 5 B°

Vicenza – VI T? VII 1AV xvi

Villamarzana – RO Tesoretto 7 AV

Vittorio Veneto – TV Necropoli +1 °

Voltago – BL Necropoli1B 1B

1 ? 1 ?xvi Crocetta con impressa immagine di moneta.

488 CAPITOLO IV

Tabella IV. 11a – Rinvenimenti monetali in Tomba in aree di pertinenza longobarda (fino all’VIII secolo)

Abruzzo Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Aielli – AQ Necropoli VII-VIII 1 B°

Caporciano – AQT8 VI-VII 1 B

T9 VI-VII 1 B

Civitella – TE Necropoli VI-VIII +1 AV

Mosciano – TE Tomba VII-IX 2 AR

Pineto – TE Necropoli I-X B AR

San Vito – CH T3 VI ?

Spoltore – PE Sporadico ? ?

Campania Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Senise – PZ Tomba VII AV i

Venosa – PZ Tomba VII ?

Venosa – PZ Necropoli VI-VII 1 B

i Impronta di moneta su orecchini.

Campania Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Altavilla – SA

T13 VI-VII 1 AR

T14 VI-VII 1 AR

T14 VI-VII 1 AR

Benevento – BN T3 V-VIII 1 B

Pratola S. – AV

T11 VI-VII 1 B

T16 VI-VII 1 B

T21 VI-VII 1 B

T25 VI-VII 1 AR

T30 VI-VII ?

T40 VI-VII 1 B

T78 VI-VII +1 B

Salerno – SAT19 1 AR

T21 1 AR

489ANALISI DEI DATI

Friuli Venezia Giulia

Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

CividaleSM – UD T1 570 1 AV

CividaleSM – UD T2 VI-VII 2 B 2 B 1 AV 1 B

CividaleSM – UD T21 570 2 B

CividaleSM – UD T27 570 1 AV

CividaleSM – UD T43 670 1 AR

CividaleSM – UD T50 VI-VII 1 AR

CividaleSM – UD T51 570 3 AV

Cividale – UDT12 VI-VII 2 AV

T105/a VI-VII 1 ? ii

Cividale – UD T VII 1 AV iii

CividaleSG – UD Necropoli 1 AV

CividaleSG – UD Necropoli 15 AV

Cordenons – PN T 1 B

Farra d’Is. – GO T98 VI-VII 1 B

Magnano – UD T VII-VIII 1 AV iv

Maiano – UD T? 1 B

Malnisio – PN N? 2 B 4 B 7?

Pordenone – PN T? 1?

Premariacco – UD T17 VI-VII 1 B

Romans d’Isonzo – GO

T74b VII 1 B

T79 VII 5 B°

T90 VII 1 B

T116 VII 1 AE° 1 B°

San Pietro – UD N VI-VII 23 B°

Travesio – PN T 1? 1?

Trieste – TS T8 2 B

ii Fibula d’argento che porta impressa la moneta.iii Anello aureo con moneta.iv Anello aureo con moneta.

Lombardia Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Arsago – VA T4 VII 1 B

Bergamo – BG Tesoretto/T VI-VIII 50 B?

Bergamo – BG T VII 1 B 2 ? 4°

Bolgare – BG T4 – T190 VII 1 B 1 B

Brescia – BS TA-TB-TG III-V 1 B 2 B 1?

Brescia – BS T 1886 +1 ?

Brescia – BS Tomba VII 5B

490 CAPITOLO IV

Brescia – BS T8 1 B 1 B

Calvisano – BS Necropoli 1 B°

Calvisano – BS TA VII 1 B°

Campione – CO T 1 AR

Carpenedolo – BS T VII 1 AR

Casteggio – PV T V-VI 1 B

Curtatone – MN T62 V-VII 1 B°

Darfo – BS T 2 B

Fornovo – BG Necropoli VI-VIII 6 B°

Garbagnate – LC T 1 B

Goito – MN

T2 VII 2 B° +1 B°

T102 VII 1 B°

T199 VII 2 B°

Iseo – BST3 VII-VIII 1 B

T4 VII-VIII 1 B

Leno – BSNecropoli VI-VII 20?°

T123 VI-VII 8?°

Lozio – BS T1 VI-VII 1? 1 B

Milano – MI T (1 AV)

Milano – MI T V-VI1 B

1 B

Mornico – BG T 1 B

Pavia – PV T VIII 1 B

Pavia – PV T 1 B

Peschiera B. – MI T3 1 B

Pieve d. Cairo – PV Necropoli +1 °

Roccafranca – BST19 VII 7 B

T20 VII 1 B

Romano – BG T VI-VII 1 B°

Torriano – PV T V-VI 6 AV?

Trezzo – MIT1 VII 1 AV

T5 VII 1 AV

Vestone – BS T 1 B 1 B

Emilia Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Montecchio – RE Necropoli VII 1?°

491ANALISI DEI DATI

Lazio Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Bolsena – VT T4 1 B°

Bolsena – VT T 1 AV

Marche Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Arcevia – AN T? VI-VII +1?

Ascoli – AP

TA VI-VIII 1 B

T7 VI-VIII 1 AV 3 AV

T23 VI-VIII 2 B°

T80 VI-VIII 1° AR

T82 VI-VIII 1 B?

T85 VI-VIII 3 B°

T96 VI-VIII 1 B° 1 B°

T108 VI-VIII 1 B°

T115 VI-VIII 1 AR 9 AV

T164 VI-VIII 1 AR°

T169 VI-VIII 1 B°

Camerino T VII +1 AV

Fano – PS T 1 ?

Morro – AN Necropoli 1 AV v

v Trasformata in fibula.

Molise Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Campochiaro – CB

T12

VII

1 AR

T15 2 B°

T33 1 AV vi

T46 1 AV

T61 3 AR

T71 1 AV

T73 1 AV

T76 1 AR

T81 1 AV

T84 1 AV

T85 1 AV

T86 1 AV

vi Anello con riproduzione tremisse.

492 CAPITOLO IV

T109 2 AR

T112 1 AR

T114 1 AR

T115 1 AV

T116 1 B

T129 1 AV

T134 1 AR

T145 1 B

T152 1 AV

T154 1 AR

T167 2 AR

Matrice – CB S/M 1 B

Monteroduni – IS Tesoretto/N +1000 B

Piemonte Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Albugnano – AT Necropoli/T +1 ?

Borgomasino – TO Necropoli 1 AV

Carignano – TO Necropoli +1 °

Carignano – TO T1 1 B°

Craveggia – VB Necropoli B AR

Frascaro – ALT3 V-VI 1 B

T11 V-VI 1 AR

Mercurago – NO Necropoli +2 ?

Mombello – NOTomba?

VI-VIII1AE 1 AV 1 AR

T10 1 B° 1 AR°

Novara – NO T? AV

San Ponso – TO T VI-VII 1 ?

Sant’Albano – TO

T338 VI-VII 6 AR 1 B

T365 1 AR

T454 VII

T499 +1 B

T586 1 B°

T626 +1 B

Villaro al T. – AL Necropoli

493ANALISI DEI DATI

Toscana Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Castelnuovo – LU T2 1 B

Fiesole – FI

T15 1 B

T17 1 B

T24 1 B°

Firenze – FI Necropoli 1?

Pieve a N. – PT T11 1 B

Pisa – PI Necropoli VII 1 B 1 B 1 B

Trentino Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Flavon – TN N (1 AV)?

Mezzocorona – TN Necropoli 1 ?°

Molina – TN Necropoli VI-VII 1 B

Mori – TN Necropoli VI-VII +1 B

Nogaredo – TN Necropoli +1 B

Nogaredo – TN Necropoli 1 B

Trento – TN T VI-VII 2 ?

Trento – TN N ?

Umbria Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Nocera – PG

T4 1 B

T11 VI 1 B

T23 1 B

T39 1 AR 2 B

T56 1 AV

T85 VII 1 AV

T87 1 AR

T95 VII 1 B°

T100 VII 1 B°

T105 2 B°

T107 2 B

T122 1 B

T160 2 B

Terni – TR T 1 AV

494 CAPITOLO IV

Valle d’Aosta Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Aosta T274 VI 1 B

Veneto Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

?

Arzignano – VI Necropoli VII 4° ?

Cellore d’Illasi Necropoli VII 2 B° 1 B° 1 B° 2 B°

Cittanova – VE Necropoli 1 AV

Legnago – VR Necropoli VII 1 B° 1 B°

Oderzo – TVT15 VI-VII 1 B

T 25 VI-VII 1 B

Povegliano – TV T7 VII 4 B°

Raldon – VR Necropoli VI ?

Sandrigo – VI T 1 AR°

Sarmede – TV T VI-VII 1 B

Verona – VR +1 B

Verona – VR T VII 1 B

Verona – VR T (2004) VII 5 B°

Vicenza – VI T? VII 1 AV vii

Vittorio V. – TV Necropoli +1 °

Voltago – BL Necropoli1 B 1 B

1 ? 1 ?

vii Crocetta con impressa immagine di moneta.

495ANALISI DEI DATI

Tabella IV. 11/b – Rinvenimenti monetali in Tomba in aree di pertinenza bizantina (fino al X secolo)

Calabria Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Botricello – CZ Scavi/Tombe VI-VIII 1 B

Cropani – CZ Necropoli VI-VII 1 B°

Nocera – CZ Necropoli V-X 30 AV 1 B

Reggio – RC Necropoli +1 B

Valanidi – RC Necropoli 2 B

Campania Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Napoli – NA Tomba 1 B

Emilia Romagna Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Baggiovara – BO T21 3 B

Bismantova – RE Necropoli VI-VII AV

Bologna – BO Tomba 1 B

Castellarano – RE Necropoli 1 B°

Imola – BO

T20 VI 1 B

T27 VI 1 B

T33 VI 6 B

T63 VI 1 B

T91 VI 1 B

T112 VI 1 B

T133 VI 1 B

T142 VI 1 B

T185 VI 2 AV i

T274 VI 1 B

Modena – MO Necropoli IV-VI 1 AR 1 AR ?

Parma – PR Tomba 1 AV

Parma – PR Tomba 1 AV

Rimini – RM T1 VII 1 B?

S. Ilario – RE T1 VII 2 B

i Trasformate in fibule.

496 CAPITOLO IV

Lazio Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Albano Laziale – ROMA

T 103 97 B

T 104 111 B

T 105 235 B

Albano Laziale – ROMA ? 2 AV

Colleferro – ROMA T VII 1 B

Ischia di Castro – VTT86/8 V-VII 1?

T86/9 V-VII 1?

Ladispoli – ROMA T/Tesoretto +1 B

Mazzano Rom. – VT Ta23 1?

Priverno – LT T/Tesoretto 6 AR

Roma, S. Stefano T 4 AR

Roma, S. Ciriaco

T1 17 B 11 ii

T2 16 B 12

T3 17 B 15

T4 16 B 22

T5 25 B 9

T6 64 B 38

Sutri – VT T 1 AR

ii Tondelli non coniati.

Liguria Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?Genova – GE T4 VI-VII 2 B 1 AR

Ortonovo – SP T (1868) 3 AV 2 PB

Varigotti – SP T8 1 AR

Puglia Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Cagnano Varano – FG

T1 VI-VII 1 ?

T3 VI-VII 4 ?

T8-9 VI-VII 1 ?

T11 VI-VII 1 ?

T13 VI-VII 1 ?

T17 VI-VII 1 ?

Canne – BA Necropoli IX-X +1 ?

Monopoli – BA Necropoli 1 ?

Poggiardo – LE Necropoli V-VI +1

Terlizzi – BA T2 35 B

497ANALISI DEI DATI

Sardegna Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Alghero – SS N VI-VII 2 B

Cabras – OR N +1? B +1? B

Cabras – OR T 1 AV°

Cagliari – CA (1 B)

Cuglieri – OR

T75 VI-VII 6 B

T79 VI-VII 1 B

T91 VI-VII 1 B

Dolianova – CA T 1 AV

Laerru – SS N 1 AV 1 AR? 1 B

Lanusei – CA N 1 B 4 B

Porto Torres – SSCamera 3 – sarcofago 9 VI-VIII

1 B

Camera 3 – T1 2 B

Posada – NU T 1 AV

Siamanna/Serramanna T ?

Siurgus – CA T VIII-IX 1 AR

Villaurbana – OR T 1 AV°

Sicilia Tipologia Rinvenimento

Data

Sito

II-I a

C

I dC

II dC

III d

C

IV d

C

V dC

VI d

C

VII d

C

VIII

dC

IX d

C

X dC

?

Acireale – CT T VII-VIII 3 ?

Acitrezza – CT T 1 B B

Caltagirone – CT Necropoli 1 B° 1 AV

Caltagirone – CT T15 2 B

Camarina – RG T 1 AV

Camarina – RG T 1 B

Canicattini – SR Necropoli IV-VII 1 B

Magnisi – SR T VI 2 B 1 B

Mascali – CT N 1 B 1 B

Muraglia – RG Necropoli V-VII 1 AV

Nissoria – EN T VI-VII 1 AR iii

Patti – ME Necropoli VI-VII 1 B

Priolo – SR T3 2 B?

Salemi – TP T54 IV-V 1 ?

Santa Croce C. – TP T6 1 ?

Siracusa – SR T14 V-VI 3 B

Siracusa – SR

Camera 1/T4 1 ?

Camera 2/T1 1 B

Camera 3/T1 1 B

iii Moneta montata in anello.

498 CAPITOLO IV

Siracusa – SR

Camera 3/T3 1 B

Camera 4/T3 1 B

Camera 4/T4 3 ?

Camera 4/T8 1 ?

Camera 4/T9 1 B 1 ?

Camera 6 3 B

Camera 7/T2 1 B

Camera 8/T2 1 B

Camera 8/T5 1 B

Camera 13/TB’ 1 ?

Siracusa – SR

Camera 16/T2 1 B

Camera 16/T13 1 B

Camera 20 2 B

Camera 22 2 B

Camera 24 1 B

Camera 26 1 ?

Camera 30 90 B

Camera 31/T2 1 ?

Camera 31/T2 1 B

Camera 31/T5 1 B 1 B

Camera 32/T1 1 AR

Camera 32/T2 +1 ?

T1 5 B

T2 1 B

Sofiana – CL

T4 1 B

T6 2 B

T9 1 ? iv

T12 1 B°

TXLV 1 B

TLV 1 B

Vittoria – RG

T13 1 B

T16 1 B

T28 1 B

iv Moneta montata in anello d’argento.

499ANALISI DEI DATI

iv.2.1. osservaZioni Generali sui rinvenimenti monetari

Le monete presenti nelle schede del Catalogo coprono un arco di tempo che va dal II-I secolo a.C. al X d.C., con un netto infittimento nel periodo IV-VII d.C. Per i secoli prima di Cristo è noto un bronzo romano repubblicano (non meglio specifica-to) dal territorio circostante una tomba longobarda presso la Chiesa di Sant’Andrea a Bergamo: si tratta certamente di un esemplare residuale43. Altre monete per cui è quasi certamente da ipotizzare un carattere di residualità nel sito altomedievale indagato44 sono state rinvenute ad esempio a Cugnoli (PE), in località Arcitelli45 e in località Cesure46, a Invillino (UD)47, presso la Chiesa di San Gervasio a Centallo – Fossano (CN)48, ad Avicenna di Cagnano-Varano (FG)49, a Castlevint di Mel (BL)50, nel territorio di Verona51, a Venosa (PZ)52, a Santa Maria in Vetere (CZ)53.

I tesoretti monetali sono attestati in tutta la penisola, con un particolare addensa-mento per i secoli dal IV al VI, ma anche in questo caso sono possibili delle diffe-renziazioni regionali.

L’unico gruzzolo in sito chiaramente altomedievale che appaia composto di ma-teriali precedenti al secolo IV proviene da Bergamo (via Fara 19) nell’ambito degli scavi di una necropoli altomedievale composta da 6 sepolture plurime: a lato delle sepolture venne rinvenuto un tesoretto di ca. 50 monete bronzee databili presumi-bilmente dal I al III d.C. Poiché appare abbastanza improbabile, da un punto di vi-sta statistico, la ricorrenza di una necropoli altomedievale esattamente nello stesso

43 Come già detto altrove, si intende residuale un reperto di epoche precedenti che permane nel terreno.

44 Per molti siti è stata osservata una precedente fase insediativa.45 Un sesterzio di Filippo l’Arabo (244-7 dC). 46 Dai ruderi di un edificio con funzione probabilmente termale, si rinvennero «monete

romane repubblicane ed imperiali», tra cui anche almeno un esemplare a nome di Teodosio I (379-95 dC).

47 Le monete in oggetto coprono un arco di tempo compreso tra il I ed il III-IV secolo. 48 Un esemplare di I secolo dC con il tipo del Divus Augustus.49 Il sito è noto per un precedente insediamento romano, da cui probabilmente proviene 1

moneta “con testa di Zeus” ed altre monete sporadiche di bronzo: 12 di Augusto, 13 di Tiberio, 2 di Gaio, 3 di Claudio, 2 di Nerone, 1 di Tito, 4 di Domiziano, 1 di Adriano, 6 di Antonino Pio, 1 di Alessandro Severo, 1 di Valente.

50 Si recuperarono due bronzi di Marco Aurelio.51 Dovrebbe trattarsi di monete bronzee di I secolo da una necropoli per cui solo ipotetica-

mente è stata proposta l’attribuzione al periodo tardoantico-altomedievale.52 Nei pressi di tombe si rinvenne un follis di Costante I (337-40 dC).53 Da indagini archeologiche in un sito databile al VI secolo dopo Cristo, ma per cui sono

attestate anche fasi insediative successive, provengono almeno 7 folles anonimi di X d.C.

500 CAPITOLO IV

luogo in cui si rinviene un ripostiglio monetale che chiude al III secolo, sembra che queste monete fossero in qualche modo pertinenti alla popolazione coeva alle sepol-ture (VI-VIII secolo dopo Cristo)54.

La composizione di questi ripostigli appare abbastanza ben caratterizzata: per le regioni amministrate dai Bizantini, o comunque di influenza bizantina come il Lazio, è quasi osservabile una equa distribuzione tra oro e bronzo55.

Concentrando l’attenzione però sulle aree longobarde, che potrebbero offrire maggiori spunti alla ricerca, si osserva che i tesoretti monetali (datati all’interno del periodo compreso tra il VI e l’VIII secolo) presentano quasi solo monete auree. I pochi ripostigli datati al VII-VIII secolo sono quelli di Venezia (San Lorenzo), Borgo Vercelli (VC), Mezzomerico (NO), Somma Lombardo (VA) con 23 tremissi longobardi, Biella, dove però a 12 (o secondo altri autori 28) tremissi erano associate anche 1600 circa silique argentee. Per la Toscana sono noti il ripostiglio di tremis-si longobardi e monili aurei di Orbetello (GR) e un altro gruzzolo genericamente proveniente dalla Toscana scoperto tra il 1834 e il 1840 con un numero imprecisato di monete d’oro longobarde databili all’ VIII d.C. Per il Piemonte è segnalato il ri-trovamento nel 1980 di un ripostiglio di moneta aurea longobarda contenente circa 150 pezzi e per la Campania da Benevento con monete auree di zecca beneventana ritrovate nel 1878.

Ripostigli contenenti monete longobarde sono localizzati però anche in area bi-zantina: il primo che ricordiamo è il ripostiglio emiliano detto “del Reno” rinvenuto nel 1857 e contenente circa 100 monete auree tra bizantine, longobarde e islamiche: ne rimangono attualmente 4 bizantine e 2 longobarde di VIII secolo, 1 bizantina e 13 islamiche databili al IX secolo56. Similmente il ripostiglio dalla Chiesa di San Giovanni ad Ossi (SS) in Sardegna comprendeva 19 monete auree di cui 13 longo-barde di Liutprando e 6 bizantine di VIII secolo. Sempre in Sardegna si rinvennero, in località imprecisata, 2 tesoretti monetali con monete longobarde. Nel 1965 venne scoperto un ripostiglio con 10 monete: 6 erano solidi e tremissi di Tiberio III (698-705), mentre 4 erano tremissi di Liutprando (712-44). L’altro ripostiglio, di rinve-nimento più recente, conteneva ben 197 tremisses longobardi (6 di Cuniperto, 56 di Ariperto II, 133 di Liutprando). Da ultimo ricordiamo anche un ripostiglio rinvenuto

54 A questo si affiancano i consistenti ripostigli tombali di moneta bronzea dalle catacombe di Albano Laziale (dal sito, ma non chiaramente indicati come provenienti da tomba, si sono rac-colti anche 2 tremissi bizantini di Giustiniano I). Il sito di San Senatore, però, è documentato da fonti a partire dal IV secolo e fu utilizzato fino al IX secolo.

55 La sola regione che rappresenta un’eccezione, perché vi sono gruzzoli composti anche di moneta argentea, è proprio il Lazio, ma si tratta di una regione da considerarsi bizantina.

56 Giova ribadire ancora una volta la concreta difficoltà di determinare con certezza l’ap-partenenza di un’area alle pertinenze longobarde o bizantine. Nel caso dell’Emilia Romagna, territorio conteso per molto tempo, la difficoltà appare ancora maggiore.

501ANALISI DEI DATI

prima del 1998 con almeno 4 tremisses di Liutprando, 2 tremisses di Desiderio, 1 tre-misse di Carlo Magno. Un tesoretto simile, sempre dalla Sardegna (Telti, SS), venne segnalato nel 1898: esso comprendeva 13 monete d’oro, di cui 11 di Liutprando, 2 di Carlo Magno e forse anche monete bronzee bizantine.

Non sono noti altri gruzzoli contenenti moneta d’argento databile al periodo di dominio longobardo, a parte quello appena ricordato di Biella; per i periodi prece-denti e soprattutto successivi ci sono però attestazioni di ripostigli argentei57.

Completamente assenti, sia nei territori della Longobardia che nei domini bizan-tini, i ripostigli di moneta bronzea nel periodo compreso tra il VII e l’VIII secolo, mentre – anche in questo caso – sono attestati nella penisola italiana per i periodi precedenti e successivi.

Con la conquista carolingia e l’introduzione del denaro d’argento, cioè a partire dalla fine dell’VIII secolo, appare evidente la predominanza di moneta bianca nei tesoretti, mentre – ragionevolmente – i ripostigli d’oro tendono a scomparire58. La parte decisamente più consistente di presenza monetale nel catalogo proviene dalle necropoli (nel caso di ritrovamenti non assegnabili a singole sepolture) e da tombe scavate secondo criteri archeologici.

A causa della frequente sovrapposizione cronologica in un sito fra insediamenti tardoantichi, alto e basso medievali la lettura degli strati archeologici risulta spesso difficile e sarà bene considerare solo i siti che offrono un certo margine di certezza, tralasciando per il momento gli altri.

Circoscrivendo quindi l’analisi alle sole monete provenienti da tombe longobar-de, ed escludendo quindi sia tesoretti che le monete da rinvenimento occasionale imprecisato o comunque da indagini archeologiche, il grafico che le rappresenta (Tavola IV.12) 59 evidenzia abbastanza chiaramente un infittimento delle presenze di IV-V secolo e VI. I reperti numismatici coprono un arco di tempo che inizia dalla prima età imperiale, dal I al III secolo e aumentano in numero consistente per i secoli IV e V: com’è immediatamente rilevabile dalla grafica, si tratta esclusivamente di monete bronzee. Anche le monete di VI secolo sono numericamente consistenti, e

57 In realtà quelli accertati non sono numerosi: ricordiamo ad es. il ripostiglio rinvenuto in Lazio meridionale che associava moneta argentea (59 frazioni di Giustiniano I e Giustino II) a 2 tremissi d’oro di Giustino II e a 4 monete bronzee (3 di Giustiniano I, 1 ostrogota e quasi 190 pen-tanummi bronzei di Giustiniano I e Giustino II); a questo si aggiungono il ripostiglio piemontese di Masera, con 114 monete argentee (Giustiniano I e Giustino II), quello di Farneta (Montefiorino, AR) con 6 frazioni argentee e diversi altri. Sono poi noti ripostigli di denari argentei emessi dai Papi, ma di certo a circolazione controllata e comunque in ambito ormai carolingio.

58 Per esempi di nascondigli di moneta carolingia, si vedano i casi di Bondeno (arslan Repertorio, n. 1745), Larino (arslan Repertorio, n. 4625), Vercelli (arslan Repertorio, n. 5095), Bagnoro (arslan Repertorio, n. 7585).

59 I colori per indicare le tipologie metalliche delle monete sono quelli già utilizzati.

502 CAPITOLO IV

si tratta però di emissioni quasi esclusivamente auree. Quest’ultimo dato potrebbe tuttavia essere influenzato dalle grandi necropoli censite, Castel Trosino, Cividale, Nocera, Trezzo, ma è un dato di fatto acclarato che la monetazione aurea di età alto-medievale proviene prevalentemente da tombe.

Tavola IV.12 – Monete in tombe longobarde

La maggior parte di monete rinvenute è precedente al VI secolo, ed infatti è complessivamente il 61% del totale, mentre quelle successive al VI secolo (e quindi più vicine alla data delle sepolture) sono il 39% del totale. L’impressione generale che se ne deduce è che vi sia nelle sepolture una massiccia presenza di monete bron-zee tardoromane mentre, dal V secolo e per i secoli a seguire, la presenza di nominali riguardi metalli più preziosi, coerentemente con il quadro della circolazione mone-taria. I nominali argentei sono i meno presenti e sono assegnabili soprattutto al VII e all’VIII secolo.

Le monete longobarde presenti in questo schema sono i tremissi aurei datati dal VI all’VIII secolo e le frazioni argentee (convenzionalmente dette silique) di VI-VII secolo: tutte le altre emissioni posteriori alla caduta dell’Impero sono ovviamente di zecca bizantina e dall’VIII – se lo schema proseguisse – si troverebbe praticamente solo moneta carolingia60. L’analisi percentuale delle monete longobarde rinvenute nelle sepolture è riportata in tavola IV.13.

60 Si veda il caso di Mosciano Sant’Angelo, TE.

503ANALISI DEI DATI

Tavola IV.13 – Percentuale monete in sepolture longobarde

A margine di una seppur consistente presenza di moneta aurea di V-VI secolo (si tratta dei numerosi esemplari di moneta in collana dalle grandi necropoli databili ai primi momenti dopo l’ingresso nella penisola) e un po’ più modesti argentei di VII, la maggioranza assoluta di reperti numismatici appartiene al IV-V secolo: si tratta esclusivamente dei piccoli nominali bronzei spesso illeggibili a cui per la verità do-vrebbero verosimilmente essere associate le monete bronzee incerte (l’8,94% del totale) che non sempre vengono indicate nei repertori archeologici61 .

Riguardo all’argento, presente soprattutto nelle necropoli meridionali, si tratta in gran parte delle frazioni di siliqua a nome di Eraclio con monogramma. Nella necropoli di Campochiaro molte sepolture erano corredate di monete, soprattutto d’oro e d’argento. Se volessimo porre l’attenzione sulla documentazione archeolo-gica del Regno, escludendo il ducato meridionale, la percentuale di oro e argento ne risulterebbe assolutamente ridimensionata: come si evince dalle analisi tabellari precedentemente proposte riguardo ai dati da scavo, consistenti presenze di monete d’oro e argento sono riscontrabili prevalentemente nelle grandi necropoli, per il resto sono niente affatto comuni. La tendenza generale sembra privilegiare la massiccia

61 Si ripropone qui l’osservazione condivisibile di Ermanno Arslan, che ha lamentato l’im-possibilità alle volte di accedere a documentazione numismatica affidabile soprattutto nei con-fronti della pubblicazione di scavi e recuperi svoltisi nell’Ottocento e in vari casi nel secolo scorso (arslan 2014a). I consunti nominali tardoantichi (ma non solo) spesso sfuggirono al recupero e alla registrazione in ragione di due motivazioni: l’ovvia consunzione che ne degradava irrime-diabilmente la conservazione e lo scarso interesse da parte degli scopritori stessi per una corretta e completa documentazione che oggi sarebbe estremamente preziosa. In aggiunta a questo, con riferimento anche agli altri manufatti scavati, si trascurò spesso (e non solo nel lontano passato) di documentare la posizione esatta dei reperti al momento della scoperta.

504 CAPITOLO IV

presenza di nominali tardoantichi che tendono a scomparire nel VII secolo: il bronzo appare utilizzato, monetato, in tomba altomedievale in esemplari databili dal primo secolo al VI. Per i dati censiti in questa fase pare di poter escludere eventuali resi-dualità, per cui sembra di poter proprio affermare che ancora nel contesto sociale (perlomeno in quello funerario) longobardo si privilegia moneta bronzea romana bassoimperiale e in alcuni casi anche sia altoimperiale. Gli esemplari d’oro e di bronzo, che almeno da questi dati parrebbero i due metalli maggiormente scelti per la deposizione di moneta in tomba, compaiono in alcuni casi approntati a collana. Diversi esemplari monetali, soprattutto in oro, vengono da necropoli: Cividale del Friuli (UD), Romans d’Isonzo (GO), Camerino (AN), Fornovo San Giovanni (BG), Castel Trosino (AP), Cellore d’Illasi (VR), San Pietro al Natisone (UD).

Non è possibile, scorrendo i dati dei rinvenimenti attribuire, determinare se non in pochissimi casi se sia intervenuto un qualche rito connesso all’ “obolo di Caronte”: quasi per tutte le monete recuperate siamo privi delle informazioni riguardo alla po-sizione all’interno della tomba. In alcuni rarissimi casi è possibile riferire, ma a tito-lo praticamente d’eccezione, registrazioni del posizionamento della moneta presso la bocca o la mano del defunto. Ricordiamo ad esempio la moneta presso la mano nella T11 di Nocera Umbra e similmente nella T25 a Oderzo (area ex Carceri), a Cordenons uno degli inumati portava in bocca una moneta altoimperiale. A Lozio (loc. Sommaprada) e a Frascaro alcuni inumati giacevano con una moneta presso il fianco o il braccio. A Trezzo (T5) una moneta venne ritrovata presso il capo del de-funto. Mancando dati scientifici su un numero consistente di segnalazioni, che invece sono generalmente cursorie, è per ora impossibile basare ipotesi né a favore né a torto.

Se alle monete auree si risparmia la foratura per corredarle di appiccaglio, non è così per i bronzi tardoantichi62. Nella ricognizione abbiamo registrato diversi casi in cui gli esemplari mostrano una foratura sul bordo. A causa di tale caratteristica sono stati, probabilmente in maniera corretta, interpretati come elementi utilizzati con la funzione di pendaglio ornamentale da collana o da cintura; oltre a questo si ricorda spesso che vengono rinvenuti insieme a vaghi vitrei o metallici, per cui non pare es-serci dubbio su come venissero deposti nel corredo funerario. Molti studiosi, in base a questa osservazione sugli esemplari, ne constatano la completa demonetizzazione e ne sottolineano la funzione eminentemente come oggetti che fungono da ostenta-zione di ricchezza o di status sociale.

Dalla necropoli di Sant’Agostino ad Aielli (AQ), contesto datato al VII-VIII seco-lo, è segnalata solo una moneta bronzea forata. Più numerosi sono invece i casi regi-

62 Le informazioni riguardo moneta aurea forata sono, per ora circoscritte alla Sardegna: dal comune di Cabras (località Tharros, SS), proviene un esemplare non specificato, mentre da 1 tomba a Villaurbana (località Murera, OR), è segnalato un solido Teodosio forato. Nel 1959 a Dolianova (CA) si ritrovò in tomba un tremisse forato di Liutprando.

505ANALISI DEI DATI

strati in Friuli Venezia Giulia: dalla necropoli longobarda di Romans d’Isonzo sono state raccolte 7 monete forate: la tomba 79 ha restituito 5 monete tardoantiche (1 follis di Costantino 331-4 dC, 1 follis di Graziano 367-75 dC e 3 AE3 giudicati illeggibili e quindi non determinabili); dalla tomba 116 si sono recuperati 2 esemplari composti probabilmente in collana, o comunque utilizzati come pendenti (1 moneta tardoantica in bronzo di IV secolo e 1 antoniniano di lega datato al III secolo dC). Nella stessa regione, presso l’insediamento di San Quirino a San Pietro al Natisone (Cividale del Friuli) indagini archeologiche hanno raccolto anche gli elementi in bronzo di una collana di cui facevano probabilmente parte anche 23 monete bronzee tardoantiche di IV-V secolo. Anche dalla necropoli di Calvisano (Brescia), scavata a fine Ottocento, si è raccolta una moneta enea tardoantica con foro. Lo stesso sito (stavolta in località Mezzane) ha restituito, grazie ad indagini del 1988, un piccolo bronzo illeggibile e forato; sulla base dei reperti il contesto è datato al VII secolo. Molto più recentemente (2012) dalla tomba 62 della necropoli di V-VII secolo a Curtatone (MN) è emersa anche una moneta romana con foro: le altre monete del sito sono tutti esemplari di IV secolo, quindi probabilmente è possibile proporre una datazione coerente anche per l’esemplare forato. Presso la Chiesa di Sant’Andrea, a Bergamo, indagini edilizie hanno individuato una tomba longobarda da cui si recuperarono anche 4 monete ro-mane forate. Dalla Lombardia sono noti anche i casi di Fornovo (Bergamo) e Goito (MN): il primo sito è noto sin dalla fine dell’Ottocento a causa dei numerosi ritrova-menti in località Caravaggio-Mora. La raccolta non scientifica di corredi di età lon-gobarda suggerisce si sia trattato di una necropoli da cui provengono anche 6 monete forate di tarda età imperiale. Presso Sacca di Goito, in località Campo Chiesa Vecchia, indagini archeologiche svolte nel 1992 hanno individuato una necropoli di VII secolo composta da circa 240 tombe: dalla sepoltura 2 provengono 2 piccoli bronzi forati di IV secolo (Costanzo, 348-50; Valente e Graziano, 364-78), dalla sepoltura 102 una moneta forata di Magnenzio (350-3) e dalla sepoltura 199 altri due monetine con foro, una assegnata a Costantino I (datata al 313), l’altra incerta ma databile al 327-40. Sempre dalla Lombardia, in provincia di Pavia, comune di Pieve del Cairo, località Cascina Mercurina, dovrebbero provenire più monete forate recuperate in necropoli altomedievale trovata nel 1869. Molto più certa è la notizia di un bronzo di Marco Aurelio, consunto e forato, raccolto a Chiusone (comune di Romano di Lombardia, BG) durante lavori agricoli che individuarono 3 tombe di VI-VII secolo negli anni ’40 del secolo scorso. A Leno (Campo Marchione, BS), la tomba 123 conteneva 8 monete romane forate e l’intera necropoli ha restituito circa 20 esemplari forati; dalla necropoli altomedievale di Offanengo (CR) la tomba 5 ha restituito almeno 15 mone-te argentee e bronzee forate che presumibilmente componevano una collana63 .

63 La necropoli non compare nel catalogo allegato. Le monete erano 1 antoniniano (Gallieno, 260-8) e 12 bronzi di IV-V secolo; arslan 2014a.

506 CAPITOLO IV

Nel 1972, in area emiliana presso Montecchio Emilia (Via Mazzini), dalle tombe sconvolte di una necropoli longobarda si raccolse anche 1 moneta forata, e così da quella di Castellarano (RE)64. Dal Lazio (catacombe di Santa Giustina a Bolsena, VT) da una tomba proviene 1 moneta bronzea di IV secolo forata. La tomba 24 della necropoli toscana di Fiesole (via Rorbico) conteneva un piccolo bronzo forato (forse costantiniano, quindi di IV secolo) e probabilmente sempre da necropoli proviene una monetina tardoromana forata a Mezzocorona (TN). 65

Dalla famosa necropoli marchigiana di Castel Trosino (Ascoli Piceno), oltre a monete auree in collana, diverse sepolture hanno restituito monete forate: 2 monete bronzee di IV-V secolo con rimasugli di collana provengono dalla tomba 23, mentre dalla tomba 80 si è scoperta una moneta repubblicana suberata del 135 avanti Cristo; altri 3 esemplari forati sono stati raccolti dalla tomba 85 e sembrano interessanti per l’associazione di periodi diversi: 1 asse di I-II secolo, 1 AE di I-III secolo e 1 AE spezzato di I-IV secolo. Il corredo metallico della tomba 96 era composto da due monete forate tardoantiche (1 di III-IV e 1 di IV-V secolo) e anche quello della tom-ba 108 era costituito da 1 moneta forata bronzea di III-IV secolo. Infine nelle tombe 164 e 169 si ritrovarono altre due monete forate: nella prima un’emissione romana d’argento, suberata (un antoniniano?), e nella seconda un bronzo tardoantico non leggibile. Due folles tardoantichi (IV secolo) erano nella tomba 15 della necropoli di Vicenne a Campochiaro (CB). Per il Piemonte le segnalazioni indicano un esem-plare romano tardoantico forato dalla tomba 1 di Carignano (località Fornace, TO)66 e 2 monete da Mombello Monferrato (NO), tomba 10: in questo caso si è osservata l’associazione tra 1 AE2 di IV secolo e un denaro merovingio (675-750). Dalla pro-vincia di Torino, a Sant’Albano Stura in località Ceriolo, nella necropoli di oltre 800 sepolture la tomba 586 conteneva una moneta bronzea forata (tardoantica?) che è stato ipotizzato potesse esser stata appesa alla cintura del defunto. Anche a Nocera Umbra, necropoli in località “Il Portone”, monete forate bronzee e non leggibili era-no nelle tombe 95, 100 e 105 (2 esemplari). Presso la chiesa di Cellore d’Illasi (VR) da una necropoli di VII secolo si recuperarono anche 6 monete bronzee forate. Esse costituivano presumibilmente una stessa collana e i nominali registrati dalle fonti coprono un arco di tempo che va dal I al III secolo almeno: 2 emissioni infatti non risultano leggibili. Si tratta di 1 moneta bronzea di Domiziano (81-96 d.C.), 3 bronzi non meglio specificati di I, II e III secolo rispettivamente. Nella stessa necropoli si

64 Questi siti e quello seguente, situati in zone che abbiamo compreso tra quelle bizantine, sono comunque stati analizzati nel presente studio come longobardi.

65 Di certo, alle nostre conoscenze attuali, monete forate in contesti altomedievali potrebbero suggerire – qualora non siano state direttamente recuperate da sepolture – che provengano comun-que da contesti tombali.

66 Da una località limitrofa, Boatera, sono segnalate monete romane forate da una necropoli indagata a fine Ottocento.

507ANALISI DEI DATI

raccolsero altre due monete bronzee forate ma non possediamo informazioni precise del contesto. Anche dalla necropoli della vicina Legnaco (in località Minerbe, fondo Stopazzola), indagata nell’ultimo quarto dell’Ottocento provengono 2 monete bron-zee forate: 1 asse dell’imperatore Galba (67-9) e 1 generico AE di IV secolo.

È nota da Verona, via Duomo, una collana di 5 monete tardoantiche forate (1 antoniniano di Probo, 276-82; 1 follis Costante, 337-41; 1 Costanzo II, 355-61; 1 decanummo ostrogoto, 493-554; 1 follis Giustiniano, 527-65) in una tomba di bam-bina datata al VII secolo. Per concludere, da Povegliano (TV), tomba 7, proviene la notizia di 4 esemplari tardoantichi forati di IV secolo (Costantino, 306-37; Costanzo Gallo, 351-4; 2 monete di Magnenzio, 350-3), e da Ca’ Marzan di Sandrigo (VI), ne-cropoli scavata negli anni ’20 del Novecento si recuperò un antoniniano forato. Nella stessa provincia di Vicenza, ad Arzignano (località Altura), durante lavori estrattivi nel 1966 si individuò una necropoli longobarda composta da una ventina di tombe: si raccolsero anche 4 monete romane forate. Senza precisazioni ulteriori si ha noti-zia di monete forate di età romana anche da Vittorio Veneto (Contrada Biorca e Bg. Superiore), in cui venne scoperta una necropoli nel 1833.

Il fenomeno di moneta forata in tomba si ritrova anche in aree bizantine, ad esem-pio a Cropani (CZ)67, a Roma (San Ciriaco)68 e nella necropoli di Sofiana in Sicilia (CL)69.

Nella tavola IV.14 i ritrovamenti appena citati sono messi a confronto con le altre tipologie di monete rinvenute nelle tombe longobarde di VI-VIII secolo.

Tavola IV.14 – Monete forate rispetto al totale in tombe (Longobardi e Bizantini)

67 Una moneta bronzea bizantina di IV secolo in necropoli di VI-VII secolo.68 In frazione Mezzocammino, vicino ad edifici con sepolture indagati nel 1915-16, erano

presenti gruzzoli monetali con tondelli non coniati nelle tombe; dalla tomba 3 si raccolse un AE di Massimiano Erculeo forato.

69 Nalla tomba 12 una moneta bronzea di Costantino era stata adibita a pendente di collana.

508 CAPITOLO IV

Riguardo al periodo di appartenenza, un gran numero di monete forate da tombe longobarde (in bronzo) appare purtroppo privo dell’attribuzione cronologica: esse vengono registrate spesso in maniera sommaria ed il dato appare quindi spesso la-cunoso, ma sembra evidente che gli esemplari datati ricadano nella quasi totalità dei casi nel periodo IV-V secolo dopo Cristo 70.

Come risulta evidente dalla grafica della Tavola IV.16 la maggioranza assoluta delle monete forate in tomba nell’Italia altomedievale è in bronzo, e rispetto a queste ultime gli esemplari d’oro (dalla Sardegna) sono estremamente rare. Confrontando le due zone, longobarda e bizantina, si evidenzia che per queste ultime le monete forate in tomba sono numericamente molto inferiori e sono completamente assenti esemplari d’argento.

Oltre alle monete forate ed unite in collane che abbiamo rilevato poco sopra, un’ulteriore osservazione che appare forse interessante muovere è l’associazione tra nominali di secoli diversi in tombe longobarde. L’informazione può essere ancora più utile quando si consideri le monete non necessariamente dalla stessa sepoltura ma nell’intera necropoli. Come si evince dalla Tabella IV.11/a, i casi osservabili sono diversi a partire proprio dagli esemplari di Castel Trosino citati poco fa: nella necropoli sono presenti monete romano repubblicane in argento, assi bronzei dell’al-to Impero e piccoli nominali tardoantichi di IV e V secolo, fino a solidi bizantini di VI secolo. Allo stesso modo a Vicenne (Campochiaro, CB) le tombe 116 e 145 conservavano (in assenza di altri nominali che nel resto della necropoli sono in oro e argento di VII secolo) 2 bronzi repubblicani di fine III-I secolo. Anche a Nocera Umbra (PG), presso la necropoli di località “il Portone”, l’inumato della sepoltura 11 (datata al 570 c.a. dC), teneva nella mano destra un 1 quadrante bronzeo di Claudio (42-4 dC); a distanza di pochi metri, la sepoltura 39 conservava tre monete, 2 bron-zee illeggibili ed un esemplare d’argento (non meglio specificato) da assegnarsi a Tito e Julia (79-81 dC). Tre tombe attinenti a quelle appena descritte restituirono 3 monete di VI secolo: la sepoltura 56 un solido bizantino di Giustiniano I (555-65 dC), la sepoltura 85 un solido di Giustino II (565-78 dC) e la sepoltura 87 1 frazione di siliqua sempre di Giustino II. La tomba 122 restituì invece un’esemplare bronzeo di Gordiano III (225-44 dC).

Dagli scavi in Piazza dei Miracoli a Pisa, presso una necropoli di VII secolo, si recuperarono anche 3 monete bronzee: 1 altoimperiale di Vespasiano (69-79 dC), 1 di Costantino I (306-37 dC) ed una purtroppo illeggibile. Similmente, dalla necro-poli genericamente definita “altomedievale” dalle fonti e scoperta attorno al 1920 presso la frazione Contura di Voltago Agordino (BL), si rinvennero almeno 4 monete

70 Anche in quest’occasione, abbiamo purtroppo dovuto escludere le informazioni lacunose o imprecise. Limitiamo il rimando al catalogo allegato per la bibliografia relativa alle citazioni che seguono.

509ANALISI DEI DATI

romane: probabilmente 1 di Nerone (54-68 dC) e 1 di Marco Aurelio (161-80 dC) ma 2 sicure: 1 bronzo di Vespasiano (69-79 dC) ed 1 di Commodo (180-92 dC). In Campania, presso la necropoli di Pratola Serra (AV), mentre la tomba 25 conteneva una frazione “barbarizzante” di siliqua argentea recante il monogramma dell’Im-peratore Eraclio (610-41 dC), la sepoltura 41 conservava una moneta bronzea di Valentiniano III (425-55 dC).

Riguardo alle aree di diffusione delle specie monetarie, pare che le monete lon-gobarde e bizantine non rispettassero il confine politico: le registrazioni di moneta bizantina in contesti di frequentazione longobarda, o tombe o necropoli, è ormai acclarata (si veda gli esempi dalle necropoli cividalesi o da Trezzo, o Castel Trosino o da Terni). A questi si devono aggiungere però anche le monete bizantine che vengono rinvenute in tombe longobarde trasformate in gioielli (anelli e fibule). A Morro d’Alba (AN), da necropoli di V-VI secolo si recuperò una 1 moneta d’oro di Teodorico (493-526) trasformata in fibula; a Magnano in Riviera (UD) in una tomba longobarda giudicata più tarda (VII-VIII secolo) il cavaliere inumato portava un anello con incastonata una moneta bizantina di Costantino IV (668-80); dagli scavi di Villa Clelia a Imola (BO), la tomba 185 restituì due fibule a cui erano legati con filo aureo due solidi di Onorio (395-423) e Valentiniano III (425-55); dello stesso Valentiniano III era una moneta argentea montata ad anello dalla tomba di VI-VII se-colo scoperta a Nissoria (Contrada Torre, EN); anche a Sofiana (CL) l’inumato della tomba 9 custodiva un anello argenteo con moneta di Giustiniano I; nell’arca detta “di Gisulfo”, a Cividale del Friuli, databile al VII secolo era presente 1 anello d’oro con un aureo dell’Imperatore Tiberio (14-37 dC). Esempi d’uso “non monetale” sono certo anche impressioni monetali che vengono ricavate da prototipi bizantini e che si riconoscono su monili o sulle crocette auree funebri dei Longobardi. Delle crocette in questione si è già discusso71, riguardo invece ai monili i casi registrati riguardano una tomba longobarda di VII secolo a Senise (PZ), in contrada Salza, da cui si recu-perarono 2 orecchini d’oro con l’impronta di un solido di Eraclio e Tiberio (659-68), allo stesso modo nella tomba 33 di Vicenne a Campochiaro (CB) è segnalato un anello che porta impresso sul verso (a contatto col dito, mentre espone una corniola) un tremisse di VII secolo72; un caso singolare è rappresentato dalla T105/A della necropoli cividalese di San Giovanni – Cella: 1 fibula argentea portava impressa la riproduzione di 1 moneta di II secolo assegnabile a Lucilla.

Tornando alla diffusione delle monete, si osserva che più rara e circoscritta ad alcune ben definite zone bizantine è la registrazione di moneta longobarda. Gli scavi archeologici svoltisi a Luni (nel comune di Ortonovo, SP) attestano monete longo-barde d’oro e d’argento. Ma il maggior numero di presenze monetali longobarde in

71 Vedi supra p. 451. 72 arslan 2000a.

510 CAPITOLO IV

area bizantina è certamente da segnalarsi in Sardegna, come abbiamo già avuto modo di anticipare poco sopra riguardo ai tesoretti. A questi dati si devono necessariamente aggiungere alcuni siti sardi73: a Dolianova, in località Su Bruncu e S’Olia (CA) si rinvenne nel 1959 una tomba con all’interno un tremissis di Liutprando (712-44 dC). Allo stesso modo a Laerru (SS) agli inizi del 1900 fu rinvenuta una tomba datata al VII secolo, nei pressi di questa, e forse non pertinenti all’inumazione, si scoprirono 1 tremisse di Liutprando insieme ad una monetina “di bronzo bizantina”. Infine, dagli scavi presso la cripta della Chiesa di San Lussorio a Fordongianus si ritrovarono 3 tremisses di Liutprando ritagliati fino ad assumere la forma di crocetta funebre.

IV.3. TESORI E RIPOSTIGLI

Oltre ai gruzzoli monetari, che rappresentano certamente delle forme di accumu-lazione di ricchezza o delle riserve di valore, nel catalogo sono stati compresi dei particolari ripostigli di oggetti preziosi che sono definibili come tesori: si tratta da accumuli di oggetti che presentano almeno le seguenti 3 caratteristiche: 1) siano costituiti dalla presenza di materiale prezioso (non necessariamente metallo, ma qua-lunque bene a cui si potesse evidentemente riconoscere qualche valore, come cera-mica, o pietre preziose…), 2) siano stati volontariamente nascosti, 3) siano contrad-distinti dalla chiara esigenza di accumulo di valore da parte del proprietario. Si tratta ovviamente di una tipologia di ritrovamento che non è registrata solo nel mondo altomedievale, ma che è un retaggio sociale dell’antichità74. L’usanza di nascondere le proprie ricchezze per sfuggire a momenti di pericolo o di generica difficoltà è testimoniata già da Procopio per l’età goto-bizantina: il generale Belisario avrebbe concesso ai cittadini di Napoli di mantenere il diritto alla proprietà delle proprie ric-chezze dato che già in molti avevano provveduto a seppellirle75.

Le analisi che finora sono state condotte su questo tipo di rinvenimento sono state sia di tipo storico-artistico, sia economico e riguardo a questa categoria si è naturalmente privilegiato i materiali preziosi, sia che si fosse trattato di monete che di altre forme di tesori: una forma molto comune di rinvenimenti metallici raccolti come tesoro è costituito ad esempio da vasellame76. Questa forma di accumulo appa-re documentata per tutto il periodo altomedievale, ma vi sono diverse testimonianze anche per i secoli immediatamente precedenti, in particolar modo per il V secolo.

73 Oltre alla bibliografia in catalogo si veda ora anche muresu 2015.74 Per una discussione sui tesori del mondo classico v. GuZZo 1993.75 Procopius, La Guerra Gotica, I, 10. Più specificatamente il Codex Theodosianus parla di

monilia.76 Baratte 1987, p. 14; Gelichi 2004, in particolare si veda bibliografia citata alle pp. 27-8.

511ANALISI DEI DATI

Negli studi sui tesori grande rilievo è stato riconosciuto ai manufatti argentei, gra-zie alla testimonianza della loro ampia diffusione nel periodo tardoantico, essi sono stati riconosciuti come forme alternative di pagamento al pari di monete e lingotti metallici, ma pare lecito avanzare dei dubbi al proposito poiché vi sono degli accu-muli costituiti da materiali metallici non considerati preziosi come ferro, piombo, bronzo, o altre categorie di oggetti composti da specie fittili77.

Appare però evidente come non sia possibile ipotizzare che per tutti i tesori/ripostigli rinvenuti si sia operata alla base una selezione di tipo economico: sin dal IV secolo sono testimoniati accumuli di recipienti in peltro e stagno. Tali ripostigli rendono palese il fatto che essi non vennero comunque occultati per il valore degli oggetti in base alla loro forma d’uso, ma essenzialmente per il metallo. Dall’età gota, ad esempio, appaiono anche degli accumuli di strumenti di lavoro in ferro.

È stato ipotizzato, in merito ai ripostigli di materiali meno preziosi (rispetto ad oro ed argento) per cui si è proposta una data di occultamento che ricade nei primi secoli dell’altomedioevo, che si fosse abbassata la soglia del valore da tesaurizzare78: essi potrebbero di fatto rappresentare allora un indice socio-economico del contesto sociale di appartenenza79.

Gli studi che hanno riguardato l’argomento circoscrivendolo all’Occidente tar-doantico, hanno per lo più dedicato attenzione a tesori in materiali preziosi. Johns e Potter hanno proposto ad esempio la seguente classificazione di tesori: a) tesori costituiti da recipienti d’argento; b) tesori costituiti da manufatti argentei presenti sia in forma intera che frammentati (Hacksilber80); c) tesori in cui sono presenti anche gioielli; d) tesori costituiti da monete81. La distinzione suggerisce una riflessione riguardo alle pertinenze sociali di tali tipologie di tesori: la prima categoria (a) com-prende dei tesori che più probabilmente di altri appartennero a possessores privati sia laici che ecclesiastici; ma solamente individuare dei dettagli decorativi sugli oggetti rinvenuti – per cui si potrebbe ipotizzare dei connotati liturgici – potrebbe favorire una qualche ipotesi di attribuzione all’una o all’altra categoria: essi vengono ritrovati con frequenza maggiore in tesori localizzati ai confini dell’Impero Romano tra IV e V secolo.

77 Allo studio sarebbe opportuno operare una minima precisazione linguistica per cui do-vrebbero considerarsi tesori solo le raccolte di metallo prezioso, come oro od argento, e chiamare in maniera necessariamente diversa i raggruppamenti di materiali metallici più vili. Per riferirci agli accumuli di materiale meno prezioso utilizzeremo perciò la definizione ripostigli.

78 Gelichi 2004, p. 29.79 bougard 1996, p. 170. 80 Letteralmente “argento a pezzi”.81 Johns – Potter 1983, pp. 68-70. Nello studio gli autori presentano un tesoro composto da

gioielli e vasellame argenteo databili al V secolo.

512 CAPITOLO IV

Questa forma di tesoro è presente anche in età longobarda (VI-VIII secolo) ed è generalmente assegnabile ad enti ecclesiastici, grazie proprio a motivi decorativi presenti su recipienti in metallo (patene, cucchiai, calici…)82.

I tesori «Hacksilber» (b) sono generalmente riconosciuti come appartenenti ad artigiani del settore dei metalli preziosi (orefici, fonditori, incisori, monetieri…)83 e la loro maggior incidenza si è registrata in aree del nord-est europeo84. Per quanto concerne accumuli in cui accanto a manufatti integri o spezzati siano presenti anche gioielli o preziosi, pare abbastanza scontato pensare a tesaurizzazioni di privati, sen-za escludere però la possibilità di donazioni private a tesori di enti ecclesiastici85.

Nel passaggio dall’età antica a quella medievale, riguardo al ruolo da assegna-re ai tesori presumibilmente da ritenersi di proprietà di possessores privati, ed in particolare agli oggetti che li costituiscono, Painter ha ipotizzato che i manufatti metallici non avessero svolto un ruolo economico sostitutivo del circolante, ma che essi rientrassero piuttosto in una sorta di sistema che egli chiama «gift-exchange system»86: essi sarebbero stati una caratteristica sociale della classe che li possedeva. Non sarebbero stati né posseduti per accumulo di capitale, né scambiati con un va-lore liberatorio, ma avrebbero ricoperto esclusivamente il ruolo di dono tra abbienti.

Questa visione, che oggettivamente pare possibile, presenta tuttavia una serie di difficoltà interpretative che non trovano immediata soluzione e che affronteremo solo in fase di discussione conclusiva. L’analisi degli accumuli di beni metallici di età altomedievale rinvenuti sul territorio italiano risulta agevole grazie ad alcuni lavori che hanno di recente trattato l’argomento fornendo anche letture ed analisi di grande interesse87. Nell’economia della nostra ricerca abbiamo però compreso nel catalogo solamente quei complessi che presentavano una composizione in parte o totalmente metallica, tralasciando volontariamente le raccolte con ceramiche che appaiono oggettivamente più interessanti in altri settori archeologici. Presentiamo qui di seguito gli accumuli che sono stati schedati e ne proponiamo di seguito anche l’estrapolazione tabellare della composizione. Abbiamo preliminarmente numerato

82 È stata tuttavia osservata per questi tesori una maggior diffusione nell’oriente bizantino; cfr. mundell mango 1986; mundell mango 1988; cruisHank dodd 1973; Ecclesiastical Silver 1992; i lavori di riferimento oggi sui tesori argentei con connotati ecclesiastici, ma non solo, sono ad opera di Marco Aimone (si vedano almeno aimone 2010, aimone 2013, aimone 2015, aimone 2015a).

83 È il caso del tesoro di Reggio Emilia, su cui v. deGani 1959. 84 HårdH 1976; PekarskaJa- kidd 1994; HårdH 2008.85 mundell manGo 1988, pp. 164-5.86 Painter 1988, p. 105. 87 Tesori 2004. Va tuttavia specificato che il taglio dello studio è differente dal nostro, per cui

nell’elenco dei ritrovamenti catalogati come “tesori” vengono compresi anche manufatti fittili e lignei.

513ANALISI DEI DATI

i ritrovamenti che elenchiamo divisi in fasce cronologiche secondo le date proposte dagli autori che li hanno analizzati88. Sono stati esclusi i gruzzoli totalmente mone-tari, perché in questa fase vorremmo verificare l’incidenza dei metalli non monetati in contesto altomedievale.

Anche in questo caso nella lista al nome del ritrovamento segue la provincia di riferimento; nella tavola riassuntiva, organizzata in colonne, abbiamo utilizzato la stessa metodologia di lavoro prescelta per le tabelle realizzate in precedenza per le Regioni italiane: nella prima colonna, coincidente coi siti relativi, è riportato il secolo di occultamento; a seguire il numero del tesoro/ripostiglio e le seguenti cate-gorie: recipienti, stoviglie, armi, gioielli, monete, strumenti e/o oggetti particolari. I colori e le sigle per indicare i metalli adottati sono sempre i medesimi che abbiamo utilizzato: giallo ed AV per oro, azzurro ed AR per argento, marrone e B per bron-zo, bianco e PB per piombo. Nella colonna in cui sono riportate eventuali monete presenti nell’accumulo, abbiamo specificato la data di assegnazione dei nominali, al fine di facilitare in seguito l’analisi. I tesori (o ripostigli) che elenchiamo interessano la nostra ricerca specificatamente per il periodo coperto dalla seconda metà del VI all’VIII secolo, ma abbiamo compreso nell’elenco anche i complessi di V secolo e di IX-X per poter eventualmente verificare se la scelta dei materiali da tesaurizzare (od occultare) in età longobarda sia coerente rispetto ai periodi precedente e successivo.

ELENCO TESORI/RIPOSTIGLI89

SECOLO V1) Carpignago, stazione ferroviaria – PV2) Marsiliana, loc. Fosso Castione – GR3) Milano, via San Raffaele – MI4) Milano, San Satiro – MI5) Milano, via Santa Maria Fulcorina – MI6) Torriano – PV7) Torricella Peligna, Piano di Santa Lucia – CH 8) Trivolzio, loc. Santi nel fondo La Maggiore – PV 9) Zeccone – PV

88 Per ogni riferimento bibliografico rimandiamo al Catalogo.89 Gli accumuli esclusi perché di datazione particolarmente incerta sono Cecina, loc. San

Vincenzino, LI; Terranova Pausania, OL.

514 CAPITOLO IV

SECOLI V-VI10) Domagnano, fattoria Lagucci – Repubblica di San Marino11) Mel, loc. Castello di Castelvint – BL12) Reggio Emilia – RE SECOLO VI13) Canicattini Bagni – SR14) Cesena, loc. Colle Garampo – FC 15) Colle Val D’Elsa, loc. Galognano/Pian de’ Campi – SI16) Desana, fraz. Settime – VC17) Domodossola, loc. Finero/Lo Scopello – VB18) Fonzaso, castello di Arten – VB19) Genga, Grotta del Mezzogiorno presso Frasassi – AN20) Imola, Villa Clelia – BO21) Lamon, loc. Castel Tesino – BL22) Landriano, loc. Campo San Giorgio – PV23) Pavia, San Michele Maggiore – PV 24) Perugia, Corso Vannucci, palazzo Donini – PG25) Rimini, Piazza Cavour – RM

SECOLI VI-VII26) Maranello, loc. Gorzano– MO 27) Roseto, loc. Montepagano – Cologna Spiaggia – TE28) Bazzano, loc. Casini – BO29) Bazzano, loc. Sgolfo – BO30) Certaldo, loc. Poggio del Boccaccio – FI31) Cognento – MO32) Crecchio, loc. Vassarella – Casino Vezzani – CH33) Pantalica – SR34) Serramonacesca, loc. San Gennaro – CH35) Spilamberto – MO

SECOLO VII36) Città di Castello, località Canoscio – PG37) San Cesario, greto del fiume Panaro – MO38) Isola Rizza – VR39) Rossiglione, loc. Lagoscuro – GE

515ANALISI DEI DATI

SECOLI VII-VIII40) Campobello di Mazara – TP

SECOLI IX-X41) Porto Torres, loc. Balai – SS42) Taranto – TA

516 CAPITOLO IV

Tabella IV.15 – Composizione dei tesori

Secolo n. Recipienti Stoviglie Armi Gioielli Monete Oggetti e Strumenti

V

1 4 AV 17 AV (V dC)

2 1 AR

3 5 B 1 AR

4 +1 B 3 AR F

5 3 B 30 B (IV-V dC)

6 1AV 1AR* 6 AV ? 2 AR*

7 B* F

8 7 AV

9 1 B? 4 AV 49 AV (V dC)

V-VI

10 21 AV

11 1 AR

12 1 Pb 1 AR 33AV 4 AR 60 AV (V dC) * 1 AV 1 AR

VI

13 5 AR 3 AR

14 2 AR 1 B

15 5 AR 1 AR

16 18 AR 21 AV 3 AV 5 AR

17 5 AR 12 AV (VI dC) 250 AR (VI dC)

18 3 AR 1 B AV ? ? 1 B 1 AR

19 F B* 1 AR 1 B 1 B

20 +13 F +2 B

21 1 AR

22 3 AV ? 2 AV

23 2 AR 1 AR

24 1 B 1 AR 5 AV 140 AV (VI dC) 1 AV

25 1 B 6 AR 1 AR* 2 B1 AR

VI-VII

26 7 B 2 B 4 F 3 PB

27 7 B F B* +1 B? 7 B

28 9 B 2 B

29 15 B 1 AR 2 F +1 B

30 +1 B?

31 +1 F

32 5 B 2 B* 2 B +9 F 1 B

33 B +1 AV +1 AV (VI-VII dC)

34 1 B 3 B

35 1 B 1 B 6 F 1 PB

VII

36 13 AR 12 AR 2 AR

37 2 B 5 F

38 2 AR 6 AR 5 AV

39 1 B

VII-VIII 40 1 AV 3 AV (V dC)

IX-X 41 2 AV 41 AV (IX dC) 22 AV

IX-X 42 1 B 2 AR 385 B

* 1 solido tagliato in 7 pezzi.

517ANALISI DEI DATI

iv.3.1. osservaZioni sui tesori

Le premesse allo studio degli accumuli di ricchezza sotto forma di tesori o ripostigli in età longobarda sono basate sui rinvenimenti che abbiamo censito per i secoli che vanno dal V al VI secolo. Gli accumuli registrati risultano composti da oro (princi-palmente in forma di gioielli e monete) ma anche da manufatti d’argento: recipienti e stoviglie. Com’è evidente, non sono rari i tesori monometallici d’oro (Carpignago, Trivolzio, Domagnano, Landriano, Campobello di Mazara e Porto Torres) e d’ar-gento (Marsiliana, Canicattini Bagni, Galognano, Lamon, Mel, Pavia, Canoscio), mentre solo in due casi il complesso di oggetti nascosti era solo bronzeo: a Milano, in via Santa Maria Fulcorina (30 monete di IV-V secolo e 3 recipienti enei) e nel poz-zo di Bazzano (località Casini: 1 moneta altoimperiale di Vespasiano, 1 tardoantica e 9 vasi, con datazione al VI-VII dC). In 3 casi documentati vi era associazione tra oggetti d’argento e oggetti di bronzo: a Milano in via San Raffaele (di V secolo), a Cesena (loc. Colle Garampo, VI secolo) e a Rimini (Piazza Cavour, VI secolo). In via San Raffaele 3 bottiglie bronzee e un cucchiaio d’argento erano in un contenitore di bronzo, mentre al Colle Garampo a 2 piatti argentei di IV secolo era associata una moneta bronzea di Teodorico (494-526 dC) e a Rimini 2 fibule d’argento (una dorata) e 6 cucchiai argentei erano nascosti con un nettaorecchie, un ago, una pisside e frammento di specchio di bronzo.

Sono frequenti le combinazioni fra metalli diversi: tralasciando i casi in cui è il solo contenitore (spesso un recipiente bronzeo) a costituire una differenza, associa-zioni tra solo oro e argento si rilevano a Settime di Desana (VC) (gioielli d’oro con stoviglie argentee), a Finero (preziosi argentei e monete d’oro e d’argento), a Isola Rizza (contenitori e stoviglie d’argento con elementi d’abbigliamento aurei). Il teso-ro di Reggio Emilia sposa forse quella che, nell’immaginario collettivo, rappresenta l’idea di un ideale tesoro antico: in un tubo di piombo, sigillato da un piatto argen-teo, erano nascosti oggetti (interi o in frammenti) e gioielli preziosi con l’aggiunta di molte monete d’oro, una delle quali era stata tagliata a pezzi. Anche il complesso di Perugia si segnala da questo punto di vista: un recipiente bronzeo conteneva 140 solidi aurei di VI secolo, gioielli d’oro e un piatto d’argento.

La maggioranza dei tesori databili al V secolo90 si localizza in Lombardia, tran-ne i casi Marsiliana (GR) e Torricella Peligna (CH). In quest’ultimo rinvenimento, però, non si rinvenne un vero e proprio accumulo di beni preziosi bensì solo parte

90 Non appare facile proporre datazioni certe da parte di chi studia questi materiali: quando presenti monete ci si affida spesso al termine post quem suggerito dall’ultima emissione presente e dal grado di usura degli esemplari. Solo l’approfondimento delle conoscenze attraverso una vi-sione d’insieme critica (v. ad es. Gelichi – Giordani 1994 e Tesori 2004) e magari nuove scoperte che consentano associazioni tra i materiali potrebbero offrire cronologie più affidabili.

518 CAPITOLO IV

di un elmo bronzeo assegnato all’età gota: lo annoveriamo tra i tesori/ripostigli per-ché probabilmente il suo nascondimento volle comunque rappresentare un accumulo di ricchezza. Anche per il secolo seguente i tesori si distribuiscono preferibilmen-te nelle regioni settentrionali: Lombardia (Landriano e Pavia), Piemonte (Desana, Domodossola, Fonzaso) e Veneto (in particolare nel bellunese: Mel, Lamon), per poi attestarsi in Emilia Romagna (Imola, Reggio Emilia, Colle Garampo, Rimini) e scendere al centro della penisola (Galognano presso Siena, Genga presso Ancona, a Perugia, a Domagnano presso San Marino). Il ritrovamento di VI secolo più meri-dionale è in Sicilia, a Canicattini Bagni (SR, occultamento posteriore al 549) presso cui vennero nascosti vasellame e stoviglie d’argento.

Per diversi tesori non è stato possibile chiarire il secolo di appartenenza, al gene-rico VI-VII secolo sono riferibili 12 accumuli riferibili in gran parte all’area emiliana e al centro della Penisola. Anche in questo caso si distingue un rinvenimento sicilia-no, Pantalica (che potrebbe datarsi però fino all’VIII secolo): in un vaso contenitore bronzeo erano gioielli e monete bizantine.

I tesori di V e tardo VII-VIII secolo vedono una principale presenza di materiali aurei, l’argento è presente soprattutto nel VI secolo, mentre nel VII possiamo osser-vare una maggior intensificazione dei manufatti bronzei.

Gli accumuli di materiale più povero (con preminenza di ferro) sono discussi dagli archeologi per un loro possibile riferimento ad officine connesse ad attività metallur-giche (ad es. si veda i casi di Villa Clelia, o Cognento o gli scavi presso San Vincenzo al Volturno, presso la Cripta di Balbo o presso Castel Belmonte a Valperga). Appare estremamente difficoltoso riconoscere se in questi casi si tratti di ripostigli di accu-mulo di un qualche valore economico o siano piuttosto semplici riserve metalliche strettamente funzionali ad operazioni di fusione, forgiatura, riparazione.

Due tipologie di tesori sono certo oggetto di particolare attenzione: i tesori di recipienti e stoviglie d’argento e i pozzi deposito (diffusi soprattutto in area emilia-na). Nel primo caso, riferibile a Canicattini Bagni, Galognano, Desana, San Michele a Pavia, Piazza Cavour a Rimini, Canoscio e Isola Rizza, appare del tutto evidente che gli oggetti da mensa d’argento, rappresentino una costante riserva di valore. Sembrerebbe confermarlo il fatto che in diversi casi si noti l’associazione con gio-ielli ed elementi d’abbigliamento d’oro (Desana, Isola Rizza) o elementi argentei di abbigliamento anche dorati (Rimini e Canoscio).

Al bronzo, in molti casi è riservato solo il ruolo di contenitore, ma in molti altri casi anche i recipienti bronzei sono evidentemente considerati fonte di accumulo di valore: almeno 8 recipienti a Milano (nei tre siti di via San Raffaele, via San Satiro e via Santa Maria Fulcorina), 7 recipienti bronzei a Gorzano e 7 a Montepagano di Roseto, 24 a Bazzano (nelle località Casini e Sgolfo), 5 anche a Crecchio in località Vassarella.

L’osservazione, ricordando i siti appena citati, riporta all’interessante questione del ruolo da riconoscere ai pozzi deposito di età romana riutilizzati in epoche succes-

519ANALISI DEI DATI

sive come luogo di conservazione di beni evidentemente di una certa importanza ma in cui non ritroviamo mai oro e solo occasionalmente argento, ad esempio a Bazzano (loc. Sgolfo) c’erano, tra i manufatti già citati, anche una moneta romana repubbli-cana, 2 chiavi in ferro e rottami di fibule bronzee. A Crecchio, in località Vassarella-Casino Vezzani gli scavi iniziati negli anni 70 e proseguiti fino agli inizi del 1991 hanno individuato presso una villa bizantina, datata al VI-VII dopo Cristo, non un pozzo bensì una cisterna in cui era stato nascosto un corredo da mensa composto da manufatti bronzei (bacile, acquamanile, ansa di brocca), 2 bracciali di bronzo dorato, 1 anello-sigillo in bronzo, 1 caldaia bronzea che recava segni di restauri in antico, ma anche un insieme di attrezzi di ferro (ascia, falce, coltelli, amo) e 1 ago crinale in bronzo. Sempre dalla provincia di Chieti, a Serramonacesca in località San Gennaro, ricerche archeologiche svolte nel 1976 hanno recuperato dalla cisterna di una Villa romana circa 40 boccali in ceramica con frammenti di oggetti bronzei: 1 gancio, 1 pomello, 1 peso, 1 anello.

Nella zona del modenese (Cognento, Gorzano, San Cesario e Spilamberto) e del bolognese (Bazzano) si localizzano con maggior frequenza rinvenimenti di questo tipo. A Cognento e Spilamberto si scoprirono ripostigli di attrezzi di ferro, a Gorzano e come ricordato Bazzano (anche in località Casini) vasellame eneo. Dal greto del fiume Panaro, presso San Cesario, sempre in un pozzo romano riutilizzato in epoche successive si scoprì un deposito di contenitori bronzei ed attrezzi agricoli in ferro.

Dalle altre regioni italiane citiamo in Toscana Certaldo (località Poggio del Boccaccio) da cui provengono notizie di reperti metallici bronzei rinvenuti in pozzo assieme a ceramica, e la Grotta del Mezzogiorno presso Frasassi (AN): la località era già nota perché nel 1938 si rinvenne una paragnatide di elmo bronzeo con doratura datato al VI dopo Cristo. Ma nelle indagini dagli anni 50 si recuperò un complesso di materiali preziosi e semi-preziosi: 1 anello digitale ed un campanello in bronzo, 1 paio di orecchini d’argento ed altri oggetti non meglio specificati. Ad Assisi, in loca-lità San Fortunato, poco distante da una necropoli di VII secolo si scoprì un pozzo da cui si recuperarono un anello in bronzo e un elemento di collana sempre in bronzo. Forse a questa tipologia di ripostigli si può riferire anche il caso di Cecina (LI), lo-calità San Vincenzino: nel 1850 venne scoperto un pozzo contenitore che conteneva ceramica e oggetti di ferro e bronzo forse successivi al IV secolo.

521

caPitolo V

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il fenomeno della scomparsa della moneta bronzea ha impegnato molti autori nella ricerca di soluzioni e spiegazioni. Le diverse interpretazioni si basano essenzialmen-te sulla constatazione che la crisi o, come pare oggi preferibile a molti studiosi, la trasformazione del sistema politico/fiscale dell’Impero Romano Occidentale ebbe delle ripercussioni a tutti i livelli sui secoli a seguire: economia, moneta, sfruttamen-to delle risorse. Già nel V secolo il sistema monetario romano appare trasformato: l’oro continua ad essere monetato per venire incontro alle esigenze amministrative della burocrazia, mentre l’unico altro metallo coniato è il bronzo che viene emesso solo in nominiali piuttosto piccoli (nummi). Per quanto riguarda i secoli successivi, se nell’Oriente Bizantino è appurato che la monetazione continua a sostenersi grazie al medesimo sistema fino a tutto il medioevo, il problema di giustificare l’assenza nell’Italia longobarda di una moneta destinata all’uso quotidiano, ha trovato diverse soluzioni: alcuni hanno decisamente negato che fosse necessaria a causa di un gene-rale arretramento dell’economia e di una semplificazione della vita commerciale, al-tri hanno suggerito una sopravvivenza della moneta bronzea romana che sarebbe sta-ta utilizzata a peso insieme a metallo non coniato; altri ancora hanno proposto l’idea di coniazioni di monete suppletive private in argento e rame. É stata avanzata anche l’idea di forme di scambio definibili “primitive” come il baratto e lo scambio di beni in natura valutate secondo metra definiti: c’è chi ha riconosciuto in queste forme di scambio il ruolo di vere e proprie “monete sostitutive”: ricordiamo ad esempio la scutella de cambio che Bognetti individuò nella Milano di XII secolo e che, a suo av-viso, poteva essere riferita ad usanze e tradizioni di gran lunga precedenti. In questo caso si sarebbe trattato di una sorta di misura standardizzata di beni naturali definita all’interno di uno stesso gruppo sociale, a cui poter ricorrerere nel momento di dover valutare degli altri beni. Non va escluso comunque che, a causa della variabilità di situazioni politiche negli stati dell’Europa occidentale e delle differenti risorse me-talliche a disposizione dei vari territori, siano coesistite in questo periodo più forme di scambio comprese quelle appena citate. L’argomento ha destato l’interesse di mol-

522 CAPITOLO V

ti, sia tra numismatici che tra economisti: alcuni di essi, riguardo all’alternarsi nella storia umana di economia naturale ed economia monetaria hanno a volte cercato di comprendere i fenomeni osservati in rigide categorie adottando la definizione di Naturalwirtshaft und Geldwirtshaft, ovvero economia naturale ed economia mone-taria. Per quanto riguarda però lo stanziamento dei Longobardi in Italia non pare che si possa proprio parlare di un ritorno ad un mondo privo di moneta: certo questo po-polo – come del resto altre popolazioni germaniche – prima dell’arrivo nella penisola basava molto probabilmente i propri scambi interni su forme non monetali, ma forse misurava piuttosto i doni e le permutazioni su base antropologica attribuendo valori a beni e oggetti come simboli di differenziazione sociale. Su questo aspetto, comun-que, non è possibile avanzare ipotesi credibili poiché ci è preclusa ogni informazione accettabile. Di certo, comunque, le società barbariche erano prive di una loro forma monetale, intesa come mezzo di scambio, riserva e misura di valore garantita negli scambi da una forma statale organizzata.

La situazione, in realtà, non doveva cambiare troppo nel momento in cui il grup-po di gens conosciuta come longobarda, ma naturalmente vale anche per gli altri popoli del centro-nord Europa preromano, si rapportava con il mondo dei Romani. Queste popolazioni erano da molto tempo in contatto con lo strumento monetario romano, soprattutto d’oro e d’argento, che avevano conosciuto grazie a tributi e a donativa, ma molto probabilmente lo valutavano in base alla preziosità del metallo e dovette esser del tutto ignoto il concetto di valore nominale che la moneta rappresen-tava all’interno del circuito economico imperiale1. Sembra ragionevole ritenere che la moneta, in base alla sua bellezza estetica, assumesse anche il ruolo di un oggetto da ostentare approntata a pendente, ma non sembra da escludersi nemmeno un uso talismanico, apotropaico, di questa tipologia di oggetti perfettamente tondi e compo-sti da metallo prezioso di buona qualità2.

Al momento dell’incontro con la realtà italiana per i Longobardi dovettero però cambiare diverse cose: non si trattava più di insediarsi in territori alieni a regole amministrative e fiscali e poco avvezzi all’uso di moneta. Da questo punto di vista,

1 Si tratta tuttavia di un argomento ancora da chiarire: oltre alle numerose testimonianze di tributi in metallo monetato, sono ben note le esperienze di negotiatores che procuravano (acqui-stavano?) beni nel Barbaricum. Alle attuali conoscenze non è possibile purtroppo risolvere se tali scambi avvenissero barattando merci barbariche contro moneta/metallo o se piuttosto si ricono-scesse alla moneta una qualche forma di sopravvalutazione.

2 Diversi fattori potrebbero supportare quest’ipotesi: ad esempio l’esistenza di imitazioni (anche fuse) di dischi preziosi, anche ornati da pietre, da portare in collane, ma soprattutto il fatto che le monete preziose adibite a pendagli non venissero generalmente forate per non danneggiarle e preservarne l’integrità. Da ultima l’osservazione che nella maggioranza dei casi appare rispetta-to l’orientamento degli assi di coniazione delle monete. che non venivano incastonate a caso ma le immagini (in genere i ritratti imperiali) apparivano perfettamente verticali; cfr. Perassi 2011, passim.

523CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

come abbiamo ricordato, diversi studiosi hanno manifestato la loro perplessità: pare strano pensare che gli invasori fossero riusciti ad imporre agli autoctoni, abituati ad una ben più comoda e funzionale economia monetaria, le loro concezioni secondo cui la moneta era solo un gioiello o un amuleto. In più, come appare dimostrato dai dati archeologici, la monetazione bizantina continuava ad essere prodotta e a cir-colare, testimoniando concretamente anche in questo modo l’esistenza dell’Impero orientale che rimaneva vivo e presente anche in Italia.

I dati archeologici prodotti dagli scavi, organizzati oppure occasionali, sia in con-testi abitativi che in aree funerarie, da tempo confermano la presenza di moneta bronzea tardoantica e anche aurea bizantina. Una soluzione al problema, alcuni anni fa, era stata prospettata da alcune indagini in siti che presentavano reperti monetali di età tardo-romana in strati di frequentazione altomedievale e pienamente medievale (fino al XIII secolo): secondo le evidenze archeologiche la moneta romana sembre-rebbe esser rimasta in circolazione anche in secoli successivi alla sua coniazione. Quello della presenza di moneta romana in contesti più tardi è in realtà un fenomeno già osservato in precedenza, almeno per l’Europa settentrionale: Mark Blackburn, ad esempio, ha ricordato a Dortmund (Olanda) e all’Isola di Schouwen (Burg-Haamstede, Olanda) il consistente numero di monete romane nei contesti alto me-dievali di VII-IX secolo3. L’entusiasmo per la scoperta in molti casi dovette tuttavia essere ridimensionato, perché si verificò che si poteva trattare di materiali residuali (si veda l’esempio ricordato degli studi numismatici della Crypta Balbi a cura di Alessia Rovelli). Da allora, infatti, la presenza di monete tardoantiche (ma in alcuni casi anche altoimperiali) in contesti archeologici successivi è stata per lo più giudi-cata casuale/residuale (in contesti insediativi) o votiva se riferita a monete (spesso forate) rinvenute in ambito tombale. Non mancano, però, autori che continuano ad ipotizzare come questa presenza possa essere giustificata dal mantenimento di un ruolo di strumento di scambio da parte della moneta antica. Ma in che forma? Con funzione di metallo a peso? Con funzione parzialmente monetaria o magari comple-tamente monetaria4?

Per valutare quest’ultima possibilità appare necessario ipotizzare, però, che ve-nisse riconosciuta al metallo bronzeo monetato una sopravvalutazione che ne giusti-ficasse l’uso monetario.

La ricerca fin qui condotta ha inteso cercare una risposta (o una smentita) a que-sto dubbio attraverso la valutazione complessiva del valore dei metalli nell’Italia di età longobarda. Tutti i metalli monetati sono infatti anche utilizzati per la realizza-zione dei manufatti e ci si è chiesti se in un’indagine macroscopica le varie percen-tuali di presenza metallica potessero evidenziare qualche particolarità per il bronzo

3 BlacKBurn 1993, p. 47: lo studioso ricorda i dati forniti da völckers 1965, n. 19. 4 Si veda al riguardo la discussione proposta al paragrafo II.7.

524 CAPITOLO V

rispetto agli altri metalli, ovvero se fosse un metallo comune o sufficientemente raro, tanto da giustificarne una sopravvalutazione nel caso di coniazione o utilizzo come moneta5. L’indagine si è mantenuta nell’ambito temporale che copre il periodo di insediamento dei Longobardi in Italia ma lo scopo è stato anche quello di operare un confronto tra i dati desunti dalle due realtà politiche del tempo: Italia Longobarda e Bizantina. Solo nel secondo contesto, com’è noto, il bronzo ricoprì anche il ruolo di metallo monetato, e si è cercato di rilevare se quest’impiego ne abbia condizionato o meno l’uso in ambito quotidiano.

Forse sarebbe stato sufficiente verificare, con la stessa metodologia di lavoro, la presenza dei metalli nelle “grandi necropoli” longobarde rinvenute, come Castel Trosino, Nocera Umbra, le necropoli cividalesi, Campochiaro… ma poiché era inte-ressante verificare in maniera quanto più estesa possibile la distribuzione metallica abbiamo preferito comprendere anche siti isolati e più periferici rispetto alle sedi amministrative accertate nel periodo altomedievale. Questo procedimento consente ora di avanzare qualche ipotesi basando le osservazioni non su singoli complessi, ma sulla capillarità degli insediamenti.

Come detto in più occasioni, le informazioni raccolte sono state oggetto di una consistente selezione in modo da essere rappresentative. La ricerca qui impostata potrà in seguito essere ampliata ed approfondita ulteriormente comprendendo tutti i dati raccolti che per motivi di spazio ed utilità non è stato proprio possibile riportare. Non si esclude, naturalmente, di applicare la ricerca anche a realtà coeve non italiane per operare un confronto con altri contesti.

Sembra evidente che in età altomedievale, durante il rituale della sepoltura, ve-nisse operata una ben conscia scelta dei beni metallici da accompagnare al corpo dell’inumato, anche se non pare possibile – alla luce degli studi odierni – avanzare spiegazioni sempre plausibili sulle motivazioni per cui si privilegiasse un metallo rispetto ad un altro. È stato osservato, nell’ambito del filone di studi che si preoc-cupa di individuare un percorso di sviluppo stilistico delle classi materiali funerarie altomedievali, che vi deve essere stata una diversa disponibilità di metallo prezioso tra VI e VII secolo, con la conseguenza che cambiarono i metalli utilizzati e la loro qualità: ai corredi di bronzo e ferro di VI secolo sarebbero seguiti dapprima corredi di cinture di metalli più preziosi come oro e argento, e in seguito cinture di ferro ageminato6. Un’analisi condotta in Inghilterra sulle sepolture di età altomedievale

5 Non è stato possibile purtroppo fare affidamento sulle fonti documentarie perché, oltreché lacunose, non offrono informazioni sul valore del bronzo in rapporto a qualsivoglia altra forma di oggetto.

6 Cristina La Rocca, insieme ad altri studiosi, ha appuntato come per evitare che tali visioni generali appaiano delle semplificazioni eccessive, sia assolutamente necessario valutare alcuni aspetti nei rapporti “interni” delle necropoli studiate: «queste considerazioni generali dovrebbero tuttavia essere valutate in rapporto alla presenza globale, in contesti di uguale cronologia, di altri

525CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

ha tuttavia evidenziato che l’indice di ricchezza relativa di un gruppo sociale non sembra strettamente connesso al metallo prezioso utilizzato nelle inumazioni, ma appare piuttosto correlato ad esempio alla frequenza con cui gli oggetti ricorrono in un contesto cronologico e geografico: dalla metà del VII secolo, ad esempio, dimi-nuiscono sia il numero delle sepolture con corredo, sia il numero delle offerte funebri nelle tombe7. È stato proposto quindi che l’omogeneità dei corredi presenti nelle necropoli possa essere giustificata dall’imitazione dei manufatti più modesti rispetto alle sepolture privilegiate8.

Con il passaggio ai secoli VIII e IX si è resa evidente per l’età altomedievale una minore tesaurizzazione di beni preziosi nelle tombe: la gente non lasciò più ai posteri i beni nelle tombe, ma prese a fare testamento. Attraverso tale nuova usanza la tesau-rizzazione, prima concentrata nei cimiteri, si trasferì agli enti ecclesiastici: la Chiesa stessa – come icasticamente si è detto – rivendicò da allora “la parte del morto”9.

L’analisi dei dati operata sulle schede catalografiche e sulle tabelle che ne sono derivate porta ad alcune osservazioni interessanti10.

Iniziando dall’elemento metallico sul cui ruolo le osservazioni appaiono forse più scontate, il ferro, esso appare prediletto nella realizzazione di armi, attrezzi e strumenti di uso comune, senza considerare le forme più tarde di agemina. Gli al-tri apporti metallici alle armi sono circoscritti ad elementi decorativi che appaiono realizzati in metalli preziosi (oro ed argento) e semi preziosi (bronzo). Con i primi vengono realizzate dorature ed argentature (ma anche ageminature e placcature) di impugnature, mentre in bronzo vengono spesso foggiate le fodere delle armi o co-munque altri elementi di decorazione. Esempio crediamo calzante di questa usanza sono gli umboni di scudo ed in particolar modo quelli detti “da parata”: si tratta di manufatti che si rinvengono con relativa frequenza in tombe maschili longobarde e che – al pari di quelli presumibilmente utilizzati in combattimenti sul campo – ven-gono realizzati per la parte più consistente (umbone e impugnatura) in ferro, mentre le borchie decorative sono spesso in bronzo dorato. Il ferro, in questo panorama,

materiali (per esempio bronzo e ferro) e, al contempo, in base al rapporto numerico tra le tombe con corredo e quelle del tutto prive di doni funebri, sia diacronicamente, sia sincronicamente», v. la rocca 1989, p. 87. Come si è già indicato (pp. 20 e 451) la lettura dei contesti tombali di età longobarda conta oggi su un diverso approccio scientifico che ha lo scopo di evitare la semplice attribuzione etnica delle inumazioni in base ai corredi; nelle indagini si tiene conto, per quanto possibile, anche di altri aspetti quali la disposizione dei corredi, la vicinanza/lontananza da even-tuali altre tombe (comprese quelle “privilegiate” naturalmente), il confronto con altri contesti con aspetti simili.

7 arnold 1979.8 young 1986. 9 duBy 1975, p. 69.10 Le pagine che seguono, naturalmente, integrano quanto già osservato nel capitolo precedente.

526 CAPITOLO V

ricopre un ruolo essenzialmente “funzionale”, anche se se ne attesta la presenza so-prattutto in area emiliana in ripostigli/accumuli di VI e VII secolo: questi nascondigli testimoniano l’occultamento volontario di strumenti di lavoro (attrezzi agricoli e da lavoro contadino raramente accompagnati da beni preziosi11) e dimostrano che forse era diventato apparentemente più difficile procurarsi attrezzature. Il fatto che alcuni di questi ripostigli di attrezzi siano stati occultati a volte con qualche altro oggetto (di solito in bronzo) potrebbe in alcuni casi avvalorare l’idea che se ne consideras-se il valore del metallo. Forse solo nel caso di Crecchio (loc. Vassarella, Casino Vezzani)12 possiamo osservare l’associazione di oggetti metallici nascosti per il valo-re del metallo in cui sono composti: nella cisterna di una villa bizantina (VI-VII d.C.) alcuni attrezzi di ferro erano occultati insieme a manufatti bronzei (un ago crinale, bracciali con doratura e un anello sigillare). L’ipotesi dell’occultamento in base alla preziosità del metallo è forse avvalorata dal fatto che nel ripostiglio venne recuperata anche una caldaia bronzea con tracce di restauro: non doveva evidentemente essere né facile, né tantomeno conveniente, acquistare o produrne una nuova. Del resto, nel periodo in esame, lo sfruttamento delle risorse minerarie appare essere decisa-mente “disperso” sul territorio, strettamente connesso alle esigenze d’uso locali di insediamenti sia urbani che periferici13. Anche le strutture religiose (ad esempio nel caso del Monastero di San Vincenzo al Volturno o di Santa Giulia a Brescia14) di certo provvidero a procurarsi strutture e manodopera atte a soddisfare le esigenze più immediate: vennero approntati forni fusori ed officine di cui rimangono, alle volte, tracce anche consistenti.

Altrettanto ‘scontato’ è stato il ruolo economico verificato per l’oro: esso si è dimostrato un metallo ampiamente utilizzato per la realizzazione di oggetti per cui si palesa un valore venale sempre molto alto, e questa osservazione sembra sia pienamente comprovata dal numero considerevole di gioielli ed elementi di abbi-gliamento rilevati. In questo gruppo tipologico si ritrova anche l’impiego di monete auree (anche di secoli precedenti) montate in gioielli di ornamento (anelli o collane) o trasformate in fibule. Il metallo giallo appare un costante elemento distintivo per ostentare ricchezza e probabilmente prestigio sociale. Esso appare impiegato indi-stintamente in tutti i periodi e in tutte le aree analizzate, sia longobarde che bizanti-ne, con sempre grande considerazione, nonostante alle volte i dati di rinvenimento possano suggerirne un impiego modesto: in questi casi, come abbiamo avuto modo

11 Il riferimento è ai ripostigli di Villa Clelia, Gorzano, Cognento, Crecchio, Spilamberto, San Cesario; cfr. al riguardo il Catalogo al Capitolo III alle voci relative e l’analisi dei tesori/ripostigli al Capitolo IV, in part. alle pp. 510-9 e Tabella IV.15.

12 Vedi supra p. 106 e pp. 514 e 518.13 Vedi supra al Capitolo I al paragrafo I.5.14 Vedi supra Capitolo III, pp. 178 e 212-3 .

527CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

di ricordare più di una volta, è possibile che siano stati i dati raccolti a condizionare l’interpretazione.

Nell’elenco dei tesori che abbiamo considerato nella ricerca, a partire anche da quelli di V secolo (quindi pienamente al di fuori dal contesto cronologico che ci siamo ripromessi di studiare) e per finire con quelli perfino di IX-X secolo, sono regolarmente compresi ripostigli aurei di gioielli, di monete o più spesso di entram-bi. Si tratta naturalmente di gruppi di preziosi di consistente valore economico e la ricorrenza di tesori di materiali d’oro nel periodo VI-VIII secolo viene certamente confermata dalla tabella relativa (Tabella IV.15).

I metalli riguardo ai quali si osservano le maggiori sorprese rispetto alla ricor-renza, alla diffusione e all’impiego, sono senz’altro argento e bronzo. Essi, stando almeno alla raccolta dei dati fin qui condotta, ci hanno smentito nelle aspettative.

Per l’argento ci si attendeva di verificarne un ruolo tutto sommato non molto diverso da quello dell’oro: la posizione economica, che immaginavamo di ricono-scergli, era quella di un metallo prezioso agevolmente più diffuso dell’oro a cau-sa del valore meno alto. Esso sembra però evidenziarsi per una presenza minorita-ria in tutti i contesti analizzati ed in diversi ambiti tombali analizzati risulta essere completamente assente. In gran parte delle regioni italiane i dati suggeriscono che l’argento sia il metallo percentualmente meno presente. Il suo impiego comunque pare trovarlo soprattutto in elementi di abbigliamento ed in gioielli, ma esso sembra tutto sommato modesto sia nelle regioni longobarde che in quelle bizantine: trovare un’immediata spiegazione per questa situazione non sembra facile. La “scomparsa” dell’argento per la realizzazione di manufatti in tomba viene confermata anche dalle successive analisi che abbiamo tentato riguardo alle presenze monetali e di tesori. La moneta argentea è decisamente più rara di qualunque altra: la presenza di argenti in tombe longobarde nel territorio longobardo centrosettentrionale è piuttosto spo-radica e sembra maggiormente circoscritta a contesti meridionali o vicini ad ambiti bizantini (Tavola IV.11/a). Allo stesso modo nelle regioni bizantine le sepolture evi-denziano la quasi totale carenza di nominali argentei in tomba (Tavola IV.11/b).

Così i tesori, che dovrebbero restituire il dato degli elementi tesaurizzati per pre-ziosità e valore, dimostrano che dopo il VI secolo l’argento – almeno secondo i dati raccolti – non sembra più tesaurizzato come nel V e VI secolo15: i tesori di Isola Rizza e Canoscio (VII secolo)16 sembrerebbero delle eccezioni ma in generale la ten-denza per il VI-VII secolo pare confermare una diminuzione della presenza dell’ar-

15 Si tenga conto però dei tesori censiti con datazione VI-VII, che indicano comunque un netto calo della presenza argentea.

16 Anche per questi rinvenimenti si rimanda al Capitolo III (Catalogo) e all’analisi dei tesori/ripostigli: paragrafo IV.3.

528 CAPITOLO V

gento17. Sembra in effetti di trovarsi a tutti gli effetti di fronte ad una vera e propria rarefazione non solo della moneta argentea18, ma anche dei manufatti in tomba e degli accumuli di preziosi. Ritorneremo fra poco su questo argomento.

Sul bronzo si è concentrata la maggior parte delle nostre riflessioni anche se, di fronte all’assenza di moneta spicciola enea nell’altomedioevo, non consideravamo di certo possibile – ancor prima di raccogliere ed analizzare i dati di ritrovamento – una rivalutazione di questo metallo (tanto da farlo scomparire dalla circolazione moneta-ria) causata da una sua rarefazione generalizzata. Esso, infatti, appare essere il metallo maggiormente presente nei contesti altomedievali, soprattutto in quelli funerari: esso viene impiegato sia in elementi di armi (come già denotato in fase di analisi e com-mento del catalogo), di abbigliamento e, anche se solo in parte, in gioielli e monili decorativi. È risultato oggettivamente il metallo con maggior diffusione geografica e ricorrenza nella quasi totalità delle regioni italiane e senza quasi distinzione percentua-le significativa nell’Italia Longobarda come nell’Italia Bizantina. Questa prima con-statazione, anche se giudicabile forse in maniera meramente statistica e quantitativa, non lo fa certo apparire un metallo di difficile reperimento o di difficile lavorazione.

Dal punto di vista dell’impiego, il bronzo pare porsi ad un livello intermedio rispetto ad oro e ferro: gli oggetti enei di corredo vengono a volte ritrovati con trac-ce di doratura ed il fatto che siano abbastanza numerosi i bacili funebri (realizzati spesso con la tecnica della fusione), induce forse ad ipotizzare per questo metallo un ruolo non solo come utensile od oggetto di finitura di corredo personale, ma anche con connotati religiosi-antropologici. Il valore da assegnare a questo metallo è allora duplice: dal lato funzionale esso è alternativo al ferro, ma in considerazione al suo valore sembra evidente riconoscerne un aspetto di ostentazione: una testimonianza oggettiva di questo utilizzo è assolutamente evidente quando si consideri le tipologie di metalli adoperate per la realizzazione di elementi di abbigliamento. Se l’impiego dell’oro era evidentemente riservato a figure particolarmente eminenti o comunque a personaggi di un certo rango e prestigio sociale all’interno della comunità, il bronzo si delinea come metallo alternativo, prediletto per decorazioni, appliques e, appunto, per l’abbigliamento.

Il bronzo, con la sua presenza nei contesti altomedievali visionati, è tale che non pare di potergli riconoscere un valore alto, né tantomeno appare tale da giustificare in qualche modo la sua assenza in questo periodo come metallo coniato.

17 Ricordiamo comunque la difficoltà di datazione dei manufatti che, rispetto alle monete, non portano certo data di emissione né tantomeno un’indicazione stampigliata della realizzazione così come accade oggi.

18 Questa constatazione è risaputa per il mondo longobardo, ma una contrazione delle emis-sioni argentee si ebbe già nel mondo romano di età tardoantica.

529CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Lo sguardo alle emissioni presenti nei contesti esaminati induce a constatare come sia ancora una volta la moneta in bronzo quella maggiormente ritrovata in scavi di ambienti altomedievali. In più l’esame dei ritrovamenti monetali, com’è evidente dalle estrapolazioni grafiche del capitolo precedente, porta prevalentemente ad indicare la datazione di queste monete tra il IV ed il V secolo dopo Cristo. I dati raccolti, per quanto parziali, indicano un ampio numero di monete tardoromane in contesti ampiamente successivi alla loro data di emissione. Benché alle volte molti dei ritrovamenti, come detto poco sopra, siano oggetto di discussione tra gli studiosi riguardo alla possibile residualità del bene monetale nel contesto, pare comunque oggettivamente impossibile affermare – di fronte a così tanti casi – che gli esemplari di età romana siano rimasti in un contesto più tardo sempre e solo casualmente.

Anche nelle tombe si evidenzia, al pari degli altri contesti, che è sempre in bronzo la moneta maggiormente presente ed esattamente allo stesso modo i nominali più rari sono argentei. Le osservazioni che si desumono per le emissioni monetali bron-zee rinvenute in tomba, ma spesso anche in contesto di scavo, sembrano indicare che esse abbiano del tutto perso il loro valore liberatorio: esse appaiono evanide con le caratteristiche di oggetti valutabili solo per il peso del loro metallo e vengono asso-ciate ai corredi tombali spesso come elementi di collana. Come sembra evidente la metà circa delle monete ritrovate e schedate in tombe longobarde presentano infatti una foratura per trasformarle in ciondoli19.

La massa di monete di età tardoantica ritrovate in scavi di ambienti chiaramente altomedievali, quindi pertinenti alla circolazione quotidiana, ed in tomba, ossia nel momento della selezione di beni da consegnare al defunto per l’al di là, indica con grande chiarezza, ci pare, che queste monete si trovavano comunemente nella dispo-nibilità di chi le possedeva. La frequenza con cui si ritrovano le emissioni tardoan-tiche in contesti tombali sembra escluderne, almeno a livello generale, che si tratti sempre di reperti residuali. Ci garantisce in questa affermazione il livello scientifico di accuratezza a cui sono giunti gli archeologi che, grazie a strumentazioni sem-pre più sofisticate, difficilmente trascurerebbero di rilevare correttamente i materiali scavati, soprattutto nel caso di reperti monetali che potrebbero fornire datazioni (per quanto relative) importanti.

L’affermazione che le monete tardoromane potessero essere utilizzate come cir-colante spicciolo con valore pienamente monetale necessiterebbe, come ammes-so da Saccocci20, di una qualche conferma certa come potrebbe essere forse solo il rinvenimento di un ripostiglio con monete tardoromane e medievali; va d’altro canto considerato il fatto indubitabile che in zone dell’Italia di comprovata influen-za politico/economica bizantina in età tardo-imperiale, è meno frequente rinvenire

19 Vedi Capitolo precedente, Tavola IV.14.20 saccocci 1997.

530 CAPITOLO V

monete romane degli ultimi secoli dell’Impero in contesti altomedievali: qui l’ap-provvigionamento monetale di bronzo destinato allo scambio minuto non dovette mai completamente mancare21. Così sembra ad esempio esser confermato che vi sia stata una continuità d’uso della moneta almeno lungo i percorsi alpini, perlomeno per quegli scambi “a lungo raggio” che sfruttavano la rete commerciale di tradizione bizantina22: l’estrema varietà dei nominali registrati, tra cui esemplari bronzei di area orientale, suggerirebbe che queste monete siano penetrate nei mercati occidentali per fungere da circolante ai livelli più bassi23.

Le constatazioni finora osservate ed i dati raccolti portano allora ad una conclu-sione che per molti studiosi pare ormai acquisita24: nel Regno Longobardo le mo-nete romane e, nello specifico quelle tardoromane, venivano utilizzate in maniera piuttosto diffusa ed erano probabilmente oggetti d’uso quotidiano. Rimane però da riconoscere con che ruolo venissero utilizzate.

Nello studio condotto sui tesori/ripostigli censiti25, abbiamo rilevato che alla scomparsa degli accumuli di argento di VI secolo pare contrapporsi nel VI-VII se-colo (quindi in pieno periodo longobardo) un notevole incremento di accumuli di materiale bronzeo. Esso appare non solo “tesaurizzato” sotto forma di gioielli ed elementi di abbigliamento (come ad esempio a Gorzano, Montepagano, Casini di Bazzano o Crecchio), ma gli accumuli testimoniano anche la raccolta di frammenti bronzei (si veda il caso di Serramonacesca, CH) di svariate tipologie di oggetti, come pesi, anelli, ganci, pomelli. È possibile pensare allora per questi contesti ad una ri-valutazione del metallo eneo in questo periodo? La domanda purtroppo è destinata a rimanere senza risposta perché i dati raccolti dai ripostigli/accumuli non consentono di proporre un quadro efficace rispetto a questa tipologia di ritrovamento: le datazio-ni sono troppo incerte e i dati forse incompleti.

Guardando invece ai dati monetari abbiamo già potuto osservare che in molti casi si ritrovano in uno stesso contesto monete di periodi differenti26. L’osservazione può

21 Nella Laguna di Venezia per i secoli VI-VIII è stata verificata una consistente presenza di moneta tardoromana, mentre gli esemplari coevi bizantini (recuperati negli stessi strati archeolo-gici) sono decisamente meno numerosi. In questo caso è probabilmente accaduto che una dimi-nuzione della produzione di monete bronzee da parte dell’Impero in Ravenna, attestata da fonti attorno alla II metà del VI secolo dopo la morte di Giustiniano – come è stato rilevato da Cecile Morrisson – ha provocato probabilmente una minor disponibilità di moneta enea in Laguna. Forse allora, almeno in quest’area, si è ricorsi al riutilizzo di monete tardoromane come si è ipotizzato succedere negli altri territori che erano sotto la dominazione longobarda.

22 saccocci 2005; mccormicK 2001.23 saccocci 2005, p. 118. 24 Vedi supra pp. 83-93 . 25 Riguardo a questi materiali vedi quanto detto supra a nota 16.26 Oltre agli esempi catalogati qui ricordati potrebbero esserne aggiunti altri (anche non com-

531CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

esser focalizzata sia ponendo l’attenzione a necropoli intere che a singole sepoltu-re. A Nocera Umbra (loc. “Il Portone”) dalla tomba 39 si raccolsero un esemplare argenteo di I secolo dopo Cristo e due monete bronzee non leggibili, ma probabil-mente di IV-V secolo27. A Sant’Albano Stura (TO), in località Ceriolo, la tomba 338 conservava 1 bronzo tardoantico e 6 monete longobarde con monogrammi databili al VII secolo. La tomba 1 di Collegno, datata al VI secolo dopo Cristo, restituì 4 monete forate: 1 denario suberato di Domiziano (I secolo), 1 bronzo di Costanzo II (IV secolo) ed altri 2 bronzi di IV-V secolo. Nella necropoli di Minerbe a Legnago (VR) erano due monete bronzee forate: un asse di Galba del I secolo e un bronzo di IV secolo. Nell’insediamento medievale di Savignone (GE) si recuperarono tre monete: una forse di Agrippina (I secolo dopo Cristo), un bronzo di Teodosio (IV secolo) e un esemplare dimezzato illeggibile. Da una tomba della necropoli di Lozio (BS) si recuperarono una moneta di Tiberio (I secolo) ed una di Costantino I (IV secolo). La tomba 115 di Castel Trosino restituì due collane composte da 5 solidi la prima e 4 tremissi la seconda, tutti databili al VI secolo dopo Cristo, ma nella sepoltura si trovò anche 1 moneta suberata romano repubblicana spezzata (si tratta di un quinario di inizio I secolo avanti Cristo). A Mombello Monferrato (località Molino Nuovo di Gambarello, AL) dalla tomba 10 si evidenziarono due monete forate di bronzo (una tardoromana di IV dopo Cristo) e d’argento (un denaro me-rovingio di fine VII-I metà VIII secolo dopo Cristo). Nella tomba 5 della necropoli di Villa Lancia (Moncalieri, TO) un follis di Costantino (IV secolo) era associato a un esemplare d’argento longobardo con chrismon (VI-VII? dopo Cristo)28. A questi casi certi si potrebbero affiancare altri rinvenimenti monetali da necropoli: in diversi casi è stato appurato che tombe adiacenti restituissero monete di periodi differenti. Tale situazione si verifica ad esempio a Pisa (Piazza dei Miracoli), Nocera Umbra, Voltago Agordino, Pratola Serra, Castel Trosino, Collegno, Mombello Monferrato, Peveragno, Ceriolo di Sant’Albano Stura29.

Particolarmente interessanti appaiono le associazioni a Ceriolo (tomba 338) e Villa Lancia (tomba 5) in cui monete d’argento riconosciute come longobarde sono state ritrovate, al di fuori di ogni dubbio in quanto a residualità ed eventuale casua-lità, con monete bronzee tardoantiche. I nominali in questione erano probabilmente valutati dai loro portatori come beni monetali con un valore economico: nel caso di Villa Lancia la frazione di siliqua e il follis costantiniano erano contenuti verosi-

presi nel Catalogo del Capitolo III), sui quali però non ci sono assolute certezze in quanto a datazione altomedievale del contesto e identificazione dei reperti. I casi qui indicati sono scevri da incertezze.

27 Gli esemplari potrebbero esser stati forati.28 Rinvenimento non in catalogo; v. Pantò et alii 2013, pp. 103-5. 29 Vedi Tabella IV.10.

532 CAPITOLO V

milmente in una borsa in materiale deperibile non rinvenuta30. I reperti monetali, in tomba di VI secolo dopo Cristo, erano conservati con altri oggetti metallici in una borsa sospesa alla cintura: 1 guarnizione di cintura in bronzo argentato, 2 frammenti in argento (1 anello di cintura e 1 lamina tagliata), una pinzetta bronzea e un “set da fuoco” (acciarino e spillone in ferro con pietre focaie)31. Come osservato dagli autori che hanno in studio il ritrovamento, il contenuto della borsa può far ipotizzare che i frammenti d’argento potessero assolvere al ruolo di “monete improprie” per lo scambio o aver assunto una funzione rituale32. In realtà Federico Barello, a nostro avviso molto opportunamente, ne ha escluso le possibili valenze rituali o talismani-che; lo studioso, osservando che le monete non presentano particolari segni di usura (soprattutto il follis di Costantino, datato 322-5 dopo Cristo), ha concluso che le circostanze della deposizione non possono che indicare, per entrambi gli esemplari, che fossero stati in uso con potere liberatorio. Essi manifestavano, all’interno del contesto tombale, lo status economico del defunto proprio perché nella vita rea-le possedevano un valore pienamente monetale: erano probabilmente destinati allo scambio ai più bassi livelli. Nel contributo, prescindendo dal caso specifico di Villa Lancia, Barello riconosce in generale ai nominali bronzei di IV secolo (AE2 e AE3) una sopravvivenza con funzioni monetali almeno per tutto il VI secolo33.

L’altro ritrovamento, quello di Ceriolo (anch’esso in studio da parte di Barello), presentava invece nella tomba 338 un gruzzolo di 6 monete argentee longobarde di pieno VII secolo dopo Cristo con monogrammi (pare inediti) con un nummus tardoantico34. Anche in questo caso possono valere le osservazioni appena avanzate: indubbiamente le due emissioni erano presenti nel mercato entrambe con valore eco-nomico, liberatorio ovvero certamente monetale. Gli esemplari argentei apparten-gono alla serie di emissioni che recano monogrammi “a scatola” spesso di difficile interpretazione e che dovrebbero concludersi con l’avvento al potere di Cuniperto (688) che promosse emissioni autonome dai prototipi bizantini35. La necropoli ha restituito, da altre tombe, anche un ulteriore importante reperto numismatico che sembra confermare per il sito una datazione al VI-VII secolo: dalla tomba 454 pro-viene un tremisse aureo longobardo “barbarizzante” di Maurizio Tiberio (582-602 dopo Cristo). Limitandoci a considerare questi reperti numismatici, per cui anche in

30 Le altre monete della necropoli (non compresi qui nel Catalogo) sono tre monete forate non contestualizzate (2 folles di Costantino e 1 antoniniano di Probo), Barello 2004, p. 154.

31 Pantò et alii 2013. 32 Ivi, p. 100.33 Ivi, pp. 103-5.34 Le informazioni che possediamo sono solo quelle essenziali riferite in micheletto et alii

2014, p. 109: tutte le congetture a seguire sono di chi scrive. 35 Vedi Capitolo II, p. 62 .

533CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

questo caso si escludono dubbi di residualità, ci troviamo in un contesto temporale di fine VI secolo – VII secolo dopo Cristo. Le due tombe ci offrono una fotografia di un possibile scenario monetario a disposizione dei Longobardi in cui coesistono contemporaneamente moneta aurea, argentea e bronzea. Se però le prime due tipo-logie (1 tremisse aureo e 6 argenti) esprimono un consistente valore economico, il bronzo potrebbe davvero aver ricoperto il ruolo di circolante spicciolo. Nella stessa necropoli sono testimoniate altre monete: un altro esemplare d’argento dalla tomba 363 ed esemplari bronzei dalle tombe 499 e 62636.

Utilizzare contestualmente monete tardoantiche (in alcuni casi altoimperiali) come nei casi censiti e citati, ci pare offra una lettura chiara che sembra confermare quanto ormai sostenuto da diversi studiosi: la moneta tardoantica veniva utilizza-ta dai Longobardi verosimilmente per gli scambi quotidiani. Questo però avrebbe potuto realizzarsi solo se esse venivano riferite ad un sistema di conto: come si è visto nella sintesi proposta al secondo capitolo tale sistema di riferimento è stato individuato da molti studiosi in quello bizantino. Ricordando quanto riscontrato per gli esemplari numismatici ritrovati, si osserva una permeabilità monetaria tra l’Italia Longobarda e quella Bizantina: gli scambi e la circolazione erano certamente – se non omogenei – almeno “coerenti” e rapportabili; il mercato monetario longobardo attirava moneta bizantina aurea (che venne imitata fino a fine VII secolo) e bronzea. Se però il sistema di conto bizantino “in esercizio” fosse stato adottato pienamente dai Longobardi non sarebbe strano ritrovare imitazioni longobarde in contesti bizan-tini: questo accade ma solo in aree piuttosto periferiche come la Sardegna e riguarda tesoretti monetali aurei con monete longobarde di fine VII-VIII secolo37.

Sembra allora plausibile, secondo questo scenario, la recente tesi di Saccocci38: presso i Longobardi sarebbe sopravvissuto il sistema di conto tardoantico e a que-sto si sarebbero riferiti sin dal loro ingresso in Italia. Per rappresentare il valore del solido di conto i Longobardi emisero ufficialmente tremissi aurei e a quello stesso valore rapportarono le loro emissioni argentee. Attraverso questo valore si salva-guardarono al momento dell’ingresso della gens longobarda nella penisola italiana gli importi delle (possibili) tasse e rendite che erano dovute al fisco e ai nuovi do-minatori. L’innegabile necessità di una moneta per lo scambio quotidiano, espressa dall’economia di mercato, trovò forse soluzione nell’ovvio utilizzo del circolante a disposizione, cioè la moneta tardoantica. Ma sembra evidente che potessero essere valutate a peso e riferite al relativo valore nel sistema di conto tardoantico anche altre forme monetali, come i bronzi del primo Impero (occasionalmente ritrovati) o i

36 micheletto et alii 2014, p. 108, nota 56. Gli esemplari non sono qui meglio specificati. 37 Vedi Capitolo IV pp. 500-1 e relative voci nel Catalogo di Capitolo III.38 La ricostruzione a seguire è rielaborata da quanto proposto da saccocci 2010 e saccocci

2016.

534 CAPITOLO V

contemporanei folles bizantini. Gli esemplari altoimperiali venivano probabilmente pesati e ritariffati al corrispondente valore di conto come sembrerebbero testimonia-re le monete flavie con i numerali incisi XLII e LXXXIII39.

In realtà, come sembra esser testimoniato dal caso di Villa Lancia, i valori di conto poterono essere rappresentati anche da frazioni di metallo tagliate e adattate (o adattabili) ad un peso consono. Non sembra un caso che nella borsa dell’inumato della tomba 5 di Villa Lancia, insieme al follis tardoantico di Costantino ed alla fra-zione argentea longobarda, si ritrovarono un frammento in bronzo argentato e lamine d’argento. L’abitudine, o meglio la necessità di pesare alcuni beni potrebbe esser confermata da contesti longobardi in cui si ritrovano monete auree e d’argento e di bronzo insieme a pesi monetali40.

Al momento del loro ingresso in Italia i Longobardi trovarono un’organizzazio-ne fiscale che conobbero probabilmente per la prima volta: sembra verosimile che la mantenessero e ad essa si adattassero e quando la naturale inflazione dei valori di conto, provocata anche dal continuo rapportarsi con il parallelo sistema moneta-rio bizantino, richiese adattamenti nelle emissioni longobarde, i tremissi iniziarono a rappresentare quest’inflazione venendo proposti con un bordo più largo fino ad assumere il valore del solido41. Di contro questo adattamento dovette riguardare in qualche modo anche la moneta argentea. Abbiamo verificato dai dati raccolti e dalle relative analisi che l’argento, sia nelle aree longobarde che bizantine che nei tesori, diventa progressivamente più raro. Questa problematica non è stata tralasciata dagli studiosi di numismatica e non molti anni fa Ermanno Arslan ha ripreso un’ipotesi già di Werner: poiché i Franchi dominarono in Italia dal 539 al 563 sarebbe stato effet-tuato un drenaggio sistematico della moneta verso l’odierna Francia per utilizzarla come obolo funerario e non con funzione monetaria42. Anche Cecile Morrisson ave-va notato che la moneta ostrogota appariva esser stata la moneta di riferimento nelle aree dei Franchi e dei Burgundi43. Queste ipotesi sembrano condivisibili perché pare di poter affermare che vi sia stato oggettivamente uno spostamento di metallo verso la Gallia: nelle tombe merovingie l’abbondanza di nominali argentei è nettamente superiore rispetto al panorama contemporaneo della penisola italiana44.

39 Vedi supra p. 90 .40 Ad esempio, nella necropoli di San Mauro di Cividale del Friuli; vedi al Catalogo p. 145. 41 Si riassume qui quanto accennato nel II capitolo a cui si rimanda per gli approfondimenti

bibliografici e tematici.42 arslan 1998a, pp. 402-3 e nota 89; Werner 1961, passim.43 morrisson 1991, pp. 54-5.44 Si veda i dati elencati in Monnaies 2003; lafaurie 1964; callu – loriot 1990; Böhme

1974.

535CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Considerando la rarità generalizzata di questo metallo, verificata in tutte le forme di contesto archeologico che abbiamo compreso nello studio, appare possibile che anche la moneta debba aver risentito di questa situazione. Ciò appare palesarsi nella progressiva presenza sul mercato di monetine argentee diversamente riconosciute come frazioni di siliqua, ma che – forse – sono invece da ritenersi vere e proprie unità. Non quindi frazioni, ma siliquae (o forse denarii come in Gallia?45) di peso gradualmente ridotto a causa dell’indisponibilità di metallo argento a disposizione: il metallo bianco sarebbe dunque drasticamente cresciuto di valore al punto che tali monetine continuavano a venir scambiate con quella aurea secondo il valore stabilito di 1/24 del solido di conto. L’impressione che siano state coniate delle frazioni di si-liqua al posto dell’unità argentea è stata suggerita agli studiosi dal peso stesso dei no-minali rinvenuti: essi, effettivamente, cadono nell’intervallo ponderale riconosciuto ai quarti, agli ottavi ed ai sedicesimi, ma non ci pare impossibile che proprio queste suddivisioni di peso abbiano potuto essere delle “tappe” di progressiva svalutazione ponderale del nominale convenzionalmente identificato come siliqua. L’incessante rivalutazione del metallo argenteo, in conclusione, avrebbe spinto l’autorità emitten-te a coniare la moneta argentea prima sul peso del suo quarto, quindi su quello del suo ottavo ed infine forse sul peso del suo sedicesimo. In seguito, nel corso del VII secolo, anche le silique longobarde di imitazione dei prototipi ravennati bizantini assunsero un aspetto molto differente e più caratteristico: il tondello venne allargato a fronte di un evidente assottigliamento del metallo coniato. L’unità d’argento forse rimase la stessa, ma si rivalutò nel valore rispetto al sistema di conto: venne certo utilizzata nello scambio, come concordano ormai gli studiosi, ma forse con un valore intermedio tra oro e bronzo e sempre secondo il suo peso. Del resto, spesso nella documentazione altomedievale ricorre l’uso di formule monetarie quali “argenti li-bras” per indicare il pagamento tramite metallo argenteo pesato.

Il sistema di conto tardoantico venne probabilmente mantenuto per tutto il VII se-colo, fino a che, dopo la pace siglata nel 680 da Pertarito con l’Imperatore Costantino IV che riconobbe l’esistenza del Regno Longobardo, il Re Cuniperto dette l’avvio ad una monetazione autonoma. In quell’occasione probabilmente il sistema di con-to tardoantico fu abbandonato per adottare il contemporaneo sistema bizantino46. Solo da quel momento, infatti, moneta longobarda aurea compare nei ripostigli sardi

45 Cfr. saccocci 2016, p. 80.46 saccocci 2010, pp. 36-7 ha ipotizzato che probabilmente con la riforma monetaria di

Cuniperto si applicò le prerogative dell’Editto di Rotari anche alla monetazione: se fino a quel momento il tremisse coniato era stato rivalutato fino a rappresentare il valore di un solido, con Cuniperto si ristabilì la parità aurea tra il sistema di conto e la moneta coniata. Come testimoniato dai documenti di VIII secolo, da allora la moneta aurea valeva nuovamente un tremisse. Si veda supra pp. 88-9 e nota 219.

536 CAPITOLO V

con moneta bizantina47: forse a quel punto le due monete si equivalevano48. Sembra scomparire, dall’VIII secolo, anche la moneta tardoromana in tomba.

Riguardo alle monete forate presenti nelle tombe, quasi esclusivamente bronzee49, esse subirono verosimilmente una demonetizzazione per assumere invece – forse per eredità culturale – il ruolo di oggetti talismanici. Non sembra di poter attribuire un simile ruolo alle monete auree disposte in collane, che non vengono forate ma dotate di appiccagnolo secondo un processo quindi reversibile: forse mantenevano il loro valore liberatorio (gli esemplari nelle tombe longobarde comprendono moneta sia longobarda di imitazione che bizantina) e forse le stesse collane vennero approntate rispettando i valori di conto del sistema tardoantico. Si pensi ad esempio alle collane cividalesi: a San Mauro si ritrovarono, nella tomba 51, 3 tremissi barbarizzanti (va-lendo quindi 1 solido), dalla necropoli Cella-San Giovanni (senza attribuzioni pre-cise) si raccolsero complessivamente almeno 21 tremissi di imitazione accomodati successivamente in collane50. I legami di conio identificati da Bruno Callegher51 tra queste emissioni suggerirebbero di considerare almeno due gruppi da 6 e 5 esem-plari. Per il primo gruppo (collana A, nn. 1-3; collana B, nn. 1-2, collana C, n. 1) il valore potrebbe indicare 2 solidi; un simile valore si potrebbe attribuire al secondo gruppo (collana A, nn. 4-8) se si comprende un esemplare conservato ai Civici Musei di Udine che presenta totale identità di conio e di probabile provenienza cividalese52.

Le numerose collane composte invece da moneta tardoantica, al di là delle pos-sibili valenze antropologiche, ci offrono concretamente solo la certezza che quegli esemplari fossero stati contemporaneamente nella disponibilità di chi li indossasse: la varietà della casistica documentata induce a credere che nel mondo longobardo oltre a monete romane, repubblicane, altoimperiali o tardoantiche, si disponesse ad esempio di numerario merovingio53.

Nel 1954 Philip Grierson aveva avanzato delle osservazioni sul panorama econo-mico-monetario altomedievale che sembrano contrastare con il quadro che abbiamo

47 Vedi supra nota 37.48 In GasParri – la rocca 2012, p. 199 si sottolinea da questo momento un intensificarsi di

rapporti commerciali tra i Longobardi e le aree bizantine testimoniato anche dalla documentazione.49 Ma si veda al proposito i capitoli III e IV per le attestazioni di esemplari argentei ed aurei

forati. 50 Purtroppo, per i rinvenimenti ottocenteschi non sempre si può contare con certezza sulla

completezza dei dati documentati.51 calleGher 2001, tav. III.52 arslan 2010a, pp. 197-8. La moneta a Udine non presenta appiccagnolo. Un’altra collana

nota composta di soli tremissi proviene dalla tomba 115 di Castel Trosino ma le 4 monete bizan-tine erano però associate a pendagli aurei e nella stessa sepoltura si rinvenne un’altra collana di 5 solidi sempre bizantini, ci riserviamo di tornare sull’argomento in altra occasione.

53 Vedi supra in part. al capitolo IV, paragrafo IV.2 relativo all’analisi di moneta in tomba.

537CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

definito, ma che contenevano spunti forse ancora validi. Egli osservò quanto diverse fossero le situazioni monetarie di Oriente ed Occidente. Se nell’Est esisteva un si-stema monetario “totalmente dispiegato” ed in grado di coprire perciò tutti i livelli dello scambio, ad Occidente c’era una società per cui si coniava esclusivamente moneta aurea dall’alto potere d’acquisto e che non disponeva di mezzi monetari specificatamente preposti a soddisfare le esigenze di un commercio quotidiano. I dati, però, sembrano attestare come tale differenza, di fatto innegabile, fosse più quantitativa che qualitativa visto che anche aree bizantine periferiche mostravano una sporadica circolazione di moneta bronzea assai simile a quella delle regioni lon-gobarde. Secondo Grierson, inoltre, la società occidentale non avrebbe mai necessi-tato di questi mezzi di pagamento perché il sistema socioeconomico si basava sulla struttura della curtis, cellula che mirava all’autosufficienza, per cui l’esigenza dello strumento monetario spicciolo non era sentita se non minimamente54. L’esistenza di una monetazione enea ridotta ai minimi termini sarebbe stata sicuramente utile ma altrettanto certamente non essenziale perché gli orizzonti economici del mondo conosciuto da queste persone potevano esser soddisfatti con scambi di compensa-zione55. Al di fuori della curtis, però, l’oro era necessario per pagare le tasse, per acquistare prodotti e manodopera servile. Solo in alcune regioni si dovettero veri-ficare particolari situazioni (come ad esempio in Lombardia) per cui sopravvisse il commercio al minuto esercitato soprattutto attraverso lo scambio di argento valutato a peso56. Questa lettura della situazione era la sola possibile, all’epoca in cui venne effettuata, ma abbiamo visto come sia stata profondamente discussa anche in chiave storica. A questo si aggiungono però dei dati che ci sembrano oggi inconfutabili, su tutti l’abbondanza di esemplari monetali di età tardoromana in contesti certamente posteriori e altrettanto certamente longobardi. «Forse il bronzo non venne conia-to dai Longobardi perché non ce n’era proprio bisogno»: questa affermazione di Grierson pare possa essere pienamente accettata anche allo stato degli studi purché con essa si voglia intendere che l’abbondanza di nominale tardoantico, che non era probabilmente difficile reperire perché rimasto liso in circolazione, suppliva al ruolo di circolante minuto al fianco delle altre forme di transazione monetaria su ipotiz-zate, non escludendo comunque scambio in natura per mercati locali. Non coniare moneta spicciola, anche se richiesta dal mercato, poteva comunque fornire dei van-taggi: sostenere un’economia monetaria basata su più metalli implicava delle grosse difficoltà perché generalmente monete di metalli differenti erano destinate a circuiti

54 Grierson 1954, pp. 80-1.55 Secondo Grierson sopravvisse nell’alto medioevo occidentale la pratica del dono e del

controdono, cfr. Grierson 1959, p. 137; lo studio classico sull’argomento rimane comunque mauss 1969.

56 Una ricostruzione delle posizioni degli studiosi è stata proposta nei Capitoli I e II.

538 CAPITOLO V

diversi ed a fruitori diversi e la difficoltà principale era essenzialmente dettata dal fatto di riuscire a mantenere un rapporto costante tra i valori che esse rappresenta-vano57. Questa operazione poteva riuscire però solo ad un governo particolarmente forte e pratico di gestione monetaria. Per quanto forte fosse il controllo “statale” sull’economia monetaria dei Longobardi, si preferì evidentemente lasciare che nel mercato quotidiano si utilizzassero mezzi monetari e non monetari presenti e a di-sposizione purché rapportati al sistema di conto adottato. La varietà delle presenze monetarie in tomba, in contesto da scavo ed in tesori potrebbero esserne una spia: oltre agli esempi già citati ricordiamo il caso di monete d’oro spezzate in almeno sette parti dal tesoro di Reggio Emilia58: forse rappresentano proprio il segnale di un accomodamento alle esigenze dei mezzi monetari disponibili.

Non ci pare possano esser convincenti le ricostruzioni della circolazione mone-taria nell’Italia longobarda secondo cui vi fu un completo abbandono della moneta con funzione economica per destinarla a riserva di valore da ostentare come simbolo di status sociale all’interno del gruppo di appartenenza, lasciando agli esemplari ar-gentei il ruolo di mezzo di scambio quotidiano, articolato in nominali sul peso delle frazioni della siliqua bizantina e accompagnato occasionalmente da moneta tardoro-mana sopravvissuta. I documenti altomedievali sopravvissuti, tardi, sono prevalen-temente costituiti da testimonianze di concessioni d’uso, prestazioni d’opera, affitti, rendite il cui valore viene quantificato sia in denaro che in natura59: tali testimonian-ze suggeriscono che sia perlomeno improprio affermare che in questo periodo la conoscenza della moneta sia stata dimenticata ed il suo uso una pratica abbandonata.

Il popolo longobardo era probabilmente più inserito nella realtà contemporanea di quanto possa apparire di quanto si potrebbe sospettare: a inizi dell’VIII secolo dei mercanti longobardi erano presenti alla fiera mercantile di Saint Denis e sapevano evidentemente rapportarsi con i mezzi monetari che allora erano a disposizione60. Del resto, come tutti gli altri popoli germanici, essi imitavano le monete che avevano conosciuto, o che conoscevano e con cui avevano maggiore familiarità61. Si potrebbe aggiungere, rispetto al discorso che abbiamo sostenuto finora, che evidentemente adottavano le monete che conoscevano perché rappresentavano dei valori di conto

57 dhénin 1993, pp. 832-7.58 Si veda la scheda del tesoro di Via Cavour a Reggio Emilia a p. 138.59 Un esempio di questa tipologia di documenti è il frammento di papiro che attesta i censi

di una ventina di coloni relativo al territorio di Padova e datato alla metà del VI secolo: i canoni richiesti sono costituiti da un certo numero di solidos, ma anche da xenia (cioè donativi, prodotti naturali) e da operae; cfr. tJäder 1955, p. 188.

60 levillan 1930; mccormicK 2001, p. 649; MGH, DD Mer., n. 27, p. 74: «Iubemus etiam, ut ipse mercadus per quatuor septimanas extendatur, ut illi negotiatores de Langobardia sive Hispanica et de Provencia ac de alias regiones illuc advenire possent».

61 Grierson 1961a, p. 54.

539CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

a loro noti e gestibili nel contesto in cui si trovavano ad operare. Proprio il cam-biamento e l’adattabilità delle proprie emissioni ai sistemi di conto più convenienti (aderirono al sistema tardoromano, secondo la tesi a nostro avviso più convincente, fino al VII secolo e dall’VIII secolo a quello bizantino) testimonierebbero la mo-dernità delle scelte anche economiche di questo popolo, nel solco comunque di una continuità forse inaspettata col mondo tardoantico. A questa situazione, comunque, contribuirono senz’altro le ingenti quantità di moneta tardoantica ancora a disposi-zione, la cui funzione liberatoria fu prolungata di almeno tre secoli e che rivissero occasionalmente – certo con tutt’altri presupposti – fino al XX secolo, se è vero, come raccontò Ernesto Bernareggi, che nelle campagne milanesi prima della II guer-ra mondiale non era affatto difficile ricevere «in luogo dei quattrini o sesini di rame in corso, degli sconservatissimi minimi del Basso Impero che venivano accettati per tradizione millenaria come moneta corrente62».

62 BernareGGi 1960, p. 117.

541

ÅBerG N. 1923, Die Goten una Langobarden in Italien, Uppsala.adelson h. l. 1957, Light weight solidi and Byzantine trade during the sixth and seventh

centuries, New York.adelson h. l. 1958, Silver currency and values in the Early Byzantine Empire, in American

Numismatic Society. Centennial Publication, New York, pp. 1-26.ahumada silva i. 1991, La crocetta aurea longobarda dei Musei Provinciali di Gorizia, “Annali

di Storia Isontina”, 4, pp. 117-21.ahumada silva i. 2008, La necropoli longobarda Gallo di Cividale del Friuli, dalla scoperta agli

scavi del 1949-1951, “Forum Iulii”, XXXII, pp. 21-35.ahumada silva I. 2010, La collina di San Mauro a Cividale del Friuli. Dalla necropoli longobarda

alla chiesetta bassomedievale, Bg. S. Lorenzo (FI) (Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, 35-36).

ahumada silva i. – testa a. (a c. di) 1991, L’Antiquarium di Tesis di Vivaro, Pordenone (Archeologia dell’Alto Pordenonese, 1).

aimone m. 2010, Il tesoro di Desana. Una fonte per lo studio della società romano-ostrogota in Italia, Oxford (BAR International Series, 2127).

aimone m. 2013, Il tesoro di Canicattini Bagni. Nuove acquisizione e spunti di ricerca, “Archivio Storico Siracusano”, s. IV,v. V, XLVIII, pp. 43-87.

aimone m. 2015, Il tesoro di Canoscio, Roma (Monumenti Antichi 72, v. XVIII, Accademia Nazionale dei Lincei).

aimone m. 2015a, Il tesoro di Canoscio e le argenterie italiche di VI secolo. Nuove prospettive di ricerca, in Aristocrazie e società fra transizione romano-germanica e alto Medioevo. Atti del Convegno internazionale di studi (Cimitile, Santa Maria Capua Vetere 14-15 giugno 2012), a c. di c. eBanista, m. rotili, San Vitaliano (NA), pp. 195-212.

aisa m. G. – corrado m. – de vinGo P. 2003, Note preliminari sul sepolcreto altomedievale di Cropani (CZ) – località Basilicata: i materiali rinvenuti nelle sepolture, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 741-6.

alBerti a. – Baldassarri m. 1999, Per la storia dell’insediamento longobardo a Pisa: nuovi materiali dall’area cimiteriale di piazza del Duomo, “Archeologia Medievale”, XXVI, pp. 369-75.

BIBLIOGRAFIA

542

alPaGo novello l. 1977, Tesoretto aureo longobardo proveniente da Belluno ora al British Museum, “Archivio Storico di Belluno, Feltre e Cadore”, Xlviii, pp. 170-3.

amante simoni c. 1981, Materiali altomedievali trentini conservati nei Musei di Trento, Rovereto, Ala, Riva del Garda, Innsbruck, “Museologia”, 10, pp. 71-93.

amante simoni c. 1984, Schede di archeologia longobarda in Italia. Trentino, “Studi Medievali”, s. 3a, XXV/II, pp. 901-55.

anderson P. 1974, Passages from Antiquity to Feudalism, London.andreolli B. 1999, Contadini su terre di signori. Studi sulla contrattualistica agraria dell’Italia

medievale, Bologna. andreolli B. – montanari m. 1983, L’azienda curtense in Italia. Proprietà della terra e lavoro

contadino, Bologna.andreoZZi G. B. – GraZiani G. – saGuì l. 1996, Gems from archaeological excavations at Rome

(Crypta Balbi), “Zeitschrift der Deutschen Gemmologischen Gesellschaft”, 45/4, pp. 175-88.Antichità e altomedioevo 1999: Antichità e altomedioevo tra Livenza e Tagliamento. Contributo

per una lettura della carta archeologica della Provincia di Pordenone, a c. di G. cantino WataGhin, Pordenone.

antico Gallina m. 1980, Materiale goto e longobardo nei musei di Tortona ed Alessandria, “Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte”, s. 3a, III, pp. 137-46.

S. Antonino 2001: S. Antonino: un insediamento fortificato nella Liguria bizantina, a c. di t. mannoni, G. murialdo, Bordighera.

antonelli s. 2008, Il territorio di Aprutium. Aspetti e forme delle dinamiche insediative tra VI e XI secolo, Roma.

antonelli s. – tornese m. 2003, I materiali altomedievali dal rinvenimento di Aielli (AQ), in I Longobardi dei Ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’Alto Medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002, Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto, pp. 1637-48.

antonelli s. – tornese m. 2013, Schede di Archeologia altomedievale in Italia: Abruzzo, “Studi Medievali”, III Serie, LIV/ I, pp. 365-443.

aquilano d. 2001, (CH) Villalfonsina, loc. Morandici. 2000-01, “Archeologia Medievale”, XXVIII, p. 409.

aquilano d. 2008, The early medieval necropolis at Villalfonsina, Chieti, Abruzzo, Italy, in Archaeology and landscape in central Italy, a c. di G. locK, a. faustoferri, Oxford, pp. 159-76.

arias P. E. 1946-1948, Il piatto argenteo di Cesena, “Annali della Scuola Italiana di Atene”, 24-25, pp. 309-44.

arnold c. 1979, Wealth and social structure: a matter of life and death, in Anglo Saxon Cemeteries 1979, a c. di P. rathZ, T. dicKinson, L. Watts, Oxford (British Archaeological Reports, British Series, 82), pp. 81-142.

aroBBa d. – caramiello r. – falcetti c. – murialdo G. 2003, Evidenze archeologiche e archeobotaniche di funzioni rituali nella cripta protoromanica di S. Eusebio di Perti (Finale Ligure, SV), in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003) a c. di r. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 705-10.

543BIBLIOGRAFIA

arslan e. a. 1974-1975, Un complesso cultuale paleocristiano a Botricello (Crotone), “Aquileia Nostra”, XLV-XLVI, cc. 597-603.

arslan E. a. 1978, Le monete di Ostrogoti, Longobardi e Vandali. Catalogo delle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano, Milano.

arslan E. a. 1983, Goti, Bizantini e Vandali: a proposito di ripostigli enei di VI secolo in Italia centrale, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, 12, pp. 213-28.

arslan E. a. 1984, La Monetazione, in Magistra Barbaritas. I Barbari in Italia, Milano, pp. 413-44.

arslan E. a. 1986, Una riforma monetaria di Cuniperto, re dei Longobardi (688-700), “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, 15, pp. 249-75.

arslan E. A. 1989, La monetazione dei Goti, “Corso di cultura sull’arte ravennate e bizantina”, XXXVI, pp. 17-72.

arslan E. a. 1990, Le monete, in Longobardi 1990, pp. 164-77.arslan E. a. 1991, Le monete, in Scavi MM3. Ricerche di archeologia urbana a Milano durante

la costruzione della Linea 3 della Metropolitana 1982-1990, 3/2, Milano, pp. 71-130.arslan E. a. 1991a, Un incontro inaspettato: i monetieri del re longobardo Liutprando, in Die

Muenze. Bild-Botschaft-Bedeutung, Festschrift fuer M. R. Alfoeldi, a c. di h.-c. noesKe, h. schuBert, Frankfurt, pp. 1-19.

arslan e. a. 1992, Il tremisse longobardo a doppio monogramma, in Florilegium Numismaticum, Studia in Honorem U. Westermark edita, Stockholm, pp. 21-8.

arslan E. A. 1993, La struttura delle emissioni monetarie dei Goti in Italia, in Teoderico il Grande e i Goti d’Italia. Atti del XIII Congresso Internazionale di Studi sull’Altomedioevo (Milano, 2-6 novembre 1992), Spoleto, pp. 517-54.

arslan E. A. 1993a, La monetazione di Ratchis, re dei longobardi: Dubbi e problemi, in Homenatge al Dr. Leandre Villaronga, “Acta Numismatica”, 21-22-23, pp. 337-45.

arslan E. a. 1994, La circolazione monetaria (secoli V-VIII), in La storia dell’Altomedioevo 1994, pp. 497-519.

arslan E. A. 1994a, La moneta dei Goti in Italia, in I Goti. Catalogo della Mostra (Milano, 28 gennaio – 8 maggio 1994), Milano, pp. 252-65.

arslan e. a. 1995, La moneta a Pavia. La monetazione dei Goti e dei Longobardi, “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, XCV, pp. 53-69.

arslan E. a. 1997, La diffusione della moneta ostrogota in Europa, in Vortragszusammenfassungen, in XII. Internationaler Numismatischer Kongress, Berlin, pp. 11-3.

arslan E. a. 1998, Problemi di circolazione monetaria in Piemonte dal V all’VIII secolo, in Archeologia in Piemonte, III, Il medioevo, a c. di L. mercando, E. micheletto, Torino, pp. 289-307.

arslan E. A. 1998a, Mutamenti di funzione e di struttura degli stock monetari in Europa tra V e VIII secolo, in Morfologie sociali e culturali in Europa fra tarda antichità e alto medioevo, I, Spoleto (Settimane del Centro Italiano di Studi sull’alto Medioevo, 45), pp. 379-461.

arslan E. a. 1999, Il ripostiglio di monete auree beneventane e bizantine “da Napoli 1896” nella collezione di Re Vittorio Emanuele III, in Festschrift fuer Katalin Bíró-Sey und István Gedai zum 65. Geburtstag, Budapest, pp. 237-53.

544

arslan e. a. 1999a, Le monete, in Santa Giulia di Brescia. Gli Scavi dal 1980 al 1982, a c. di G. P. BroGiolo, Firenze, pp. 347-99.

arslan E. A. 2000, Gli scavi nel sito fortificato di Pellio Intelvi (CO). Notizie preliminari, Il ripostiglio di Pellio. Segnalazione, in II Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, a c. di G. P. BroGiolo, Firenze, pp. 150-3.

arslan E. A. 2000a, L’anello, il cavaliere e il duca. La tomba 33 di Campochiaro-Vicenne (CB), “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXIX, pp. 333-56.

arslan E. A. 2001, Il ripostiglio di Pellio, in Dai Celti ai castelli medievali. Ricerche archeologiche tra Benaco e Lario, a c. di G. P. BroGiolo, Mantova (Documenti di Archeologia, 24), pp. 146-9.

arslan e. a. 2001a, Il Tremisse “Stellato” di Desiderio per Brescia. La moneta tra Longobardi e Carolingi, in Il futuro dei Longobardi. L’Italia e la costruzione dell’Europa di Carlo Magno, a c. di C. Bertelli, G. P. BroGiolo, Milano, pp. 197-209.

arslan E. A. 2001b, Tra romanità e altomedioevo: autorità delegante ed autorità delegata nella moneta, in Le invasioni barbariche nel meridione dell’impero: Visigoti, Vandali, Ostrogoti, a c. di P. deloGu, Soveria Mannelli, pp. 297-320.

arslan E. A. 2001c, Considerazioni sulla circolazione monetaria in età protobizantina a S. Antonino, in S. Antonino 2001, pp. 239-54.

arslan e. a. 2001d, Una moneta di sesto secolo (cat. N. 111), in San Vincenzo 2001, pp. 391-2.arslan E. A. 2001e, San Michele: un Arcangelo per i Longobardi, “Quaderni Ticinesi di

Numismatica e Antichità Classiche”, XXX, pp. 273-93.arslan E. A. 2002a, La moneta in argento dei re longobardi, un’emissione inedita di Ariperto I,

“Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXXI, pp. 327-44. arslan e. a. 2002b, La moneta in rame nell’Italia longobarda, in Humana sapit, Études

d’Antiquité tardive offertes à Lelia Cracco Ruggini, Turnhout, pp. 293-8.arslan e. a. 2002c, Ritrovamenti monetali in Lombardia: venticinque anni di lavoro per la

documentazione, in Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi. Atti del Convegno Internazionale di Numismatica, Padova 30 aprile-2 maggio 2000, Padova (Numismatica Patavina, 1), pp. 159-76.

arslan E. a. 2003, Emissione e circolazione della moneta nei ducati di Spoleto e Benevento, in I Longobardi dei Ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’Alto Medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002, Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto, pp. 1031-52.

arslan E. A. 2003a, Cortona e Farneta: goti e bizantini tra Roma e Ravenna, “Studi Medievali”, XLIV/III, pp. 1599-1611.

arslan e. a. 2004, Le monete della necropoli di Campochiaro, in I Beni Culturali nel Molise. Atti del Convegno di Studi (Campobasso 18-20 novembre 1999), Campobasso, pp. 87-131, 387-91.

arslan E. A. 2004a, Dalla classicità al medioevo. La moneta degli Ostrogoti, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXXIII, pp. 429-62.

arslan e. a. 2005, La zecca e la circolazione monetale, in Ravenna da Capitale Imperiale a Capitale Esarcale. Atti del XVII Congresso Internazionale di studio sull’alto medioevo (Ravenna 6-12 giugno 2004), Spoleto, pp. 191-236.

545BIBLIOGRAFIA

arslan E. A. 2006, La circolazione monetaria in Italia (secoli VI-VIII). Città e campagna, in Histoire et culture dans l’Italie byzantine. Acquis et nouvelles recherches, a c. di A. JacoB, J.-M. martin, G. noyé, Roma, pp. 365-85.

arslan E. A. 2007, Ancora sulla questione della cosiddetta “Moneta in rame nell’Italia longobarda”. Una replica e problemi di metodo, “Rivista Italiana di Numismatica”, CVIII, pp. 491-507.

arslan E. A. 2010, I primi decenni di presenza dei Longobardi in Italia: la documentazione numismatica, “Forum Iulii”, XXXIV [Studi in onore di Paola Lopreato, Cividale del Friuli 2010], pp.157-91.

arslan E. A. 2010a, 3. I documenti monetari e paramonetari, in I. ahumada silva, La collina di San Mauro a Cividale del Friuli. Dalla necropoli longobarda alla chiedetta bassomedievale, Bg. S. Lorenzo (FI) (Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, 35-36), pp. 175-201.

arslan e.a. 2011, e. a. arslan, Moneta e forme di tesaurizzazione dei Longobardi e delle popolazioni romanze in Italia nel VI secolo, in Archeologia e storia delle migrazioni: Europa, Italia, Mediterraneo fra tarda età romana e alto medioevo. Convegno internazionale di Studi (Cimitile – Santa Maria Capua Vetere, 17-18 giugno 2010), a c. di c. eBanista, m. rotili, Cimitile, pp. 307-35.

arslan E. A. 2012, Moneta e circolazione monetaria. Quale eredità bizantina?, L’héritage byzantin en Italie (VIIIe-XIIe siècle), a c. di J.-m. martin, a. Peters-custot, V. PriGent, Roma (Collection de l’Ecole française de Rome 461), pp. 505-32.

arslan E. A. 2012a, La produzione della moneta nell’Italia ostrogota e longobarda, in Zecche 2012, pp. 367-413.

arslan E. A. 2012b, Emissione e circolazione della moneta nei ducati di Spoleto e Benevento, in La trasformazione del mondo romano e le grandi migrazioni: nuovi popoli dall’Europa settentrionale e centro-orientale alle coste del Mediterraneo, a c. di c. eBanista, m. rotili, Cimitile, pp. 283-301.

Arslan E. A. 2012c, La moneta altomedievale come supporto di comunicazione scritta o ideografica, in Scrivere e leggere nell’altomedioevo. Atti delle Settimane di Studio del CISAM (Spoleto, 28 aprile-4 maggio 2011), vol. 2, Spoleto (Settimane di Studio, LIX), pp. 759-801.

arslan E. A. 2013, La “prima generazione” dei Longobardi in Italia e la loro moneta, in La monetazione di Taranto, le monete degli Ostrogoti e dei Longobardi in Italia. Atti del IV Congresso Nazionale di Numismatica (Bari, 16-17 novembre 2012), Bari (EOS – Collana di studi numismatici, 5), pp. 217-63.

arslan e. a. 2014, Al posto dell’oro: osservazioni sulla funzione e sull’uso dei pesi monetari nell’alto medioevo in Italia, in Oro sacro. Aspetti religiosi ed economici da Atene a Bisanzio, a c. di i. Baldini, a. l. morelli, Bologna, pp. 207-24.

arslan e. a. 2014a, La collana monetale della tomba 5 della necropoli altomedievale di Offanengo (CR) e la moneta in tomba di età longobarda, in Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati, a c. di e. Possenti, Trento, pp. 339-50.

arslan E. A. 2016, Un Ottavo di Siliqua a nome di Cunincpert nella Collezione Numismatica dell’Università di Pavia e la moneta longobarda in argento nel VII secolo, in I Longobardi oltre Pavia. Conquista, irradiazione e intrecci culturali. Atti della giornata di studio (Pavia, 15 giugno 2015), a c. di G. maZZoli, G. micieli, Pavia, pp. 73-106.

546

arslan E. A. 2017, La moneta dei Longobardi: il Regno e la Tuscia, in I Longobardi. Un popolo che cambia la storia, a c. di G. P. BroGiolo, f. maraZZi, c. Giostra, Pavia, pp. 166-74.

arslan E. A. 2017a, Ancora sulla roforma di Aureliano. XX e XXI: due nominali distinti?, “Bulletin du Cercle d’Études Numismatiques”, 54, pp. 2-17.

arslan E. A. 2018, La monetazione argentea degli Ostrogoti e dei Longobardi, in Mine, métal, monnaie, Melle. Les voies de la quantification de l’histoire monétaire du haut Moyen Âge, a c. di M. BomPaire, G. sarah, Genève, pp. 343-63.

arslan Repertorio: Repertorio dei ritrovamenti di moneta Altomedievale in Italia (489-1002), a c. di E. a. arslan, Spoleto 2005 (Testi, Studi, Strumenti, 18); con aggiornamenti on-line.

arslan e. a. – ferretti f. – murialdo G. 2001, I reperti numismatici greci, romani e bizantini, in S. Antonino: un insediamento fortificato nella Liguria bizantina, a c. di t. mannoni, G. murialdo, Bordighera, pp. 233-8.

arslan e. a. – morrisson C. 2002, Monete e moneta a Roma nell’Alto Medioevo, in Roma tra Oriente e Occidente. Atti della XLIX Settimana di Studio del CISAM (19-24 aprile 2001), Spoleto (Settimane di Studio, XLIX), pp. 1255-1305.

arthur P. 1987, Scavo in proprietà Carrillo, S.M.C.V.: contributo per una conoscenza di Capua Tardoantica, “Archeologia Medievale”, XIV, pp. 517-35.

arthur P. 1991, (Napoli, Capri) Marina Grande, S. Costanzo, “Archeologia Medievale”, XVIII, pp. 673-4.

arthur P. 1994, Giurdignano (Lecce), Le Centoporte, “Taras”, XIV/1, pp. 175-6.arthur P. 1999, (LE) Martano, loc. Apigliano. 1997-98, “Archeologia Medievale”, XXVI, p. 240.arthur P. 2002, Naples from Roman Town to City-State: an archaeological perspective, London

(The British School at Rome monograph series, 12).arthur P. – caGGia m. P. – cionGoli c. P. – mellisano v. – Patterson h. 1992, Fornaci

altomedievali ad Otranto. Nota preliminare, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 91-122.arZone a. 1987, Note preliminari al ritrovamento di monete romane e medievali nello

scavo archeologico del cortile del tribunale del tribunale di Verona, “Rivista Italiana di Numismatica”, LXXXIX, pp. 199-207.

asolati M. 1996, Considerazioni sulla circolazione di moneta aurea del V e VI sec. d.C.: materiali inediti da Nerviano, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXV, pp. 271-86.

asolati M. 2000, Ritrovamenti monetali nel territorio lagunare. Monete romane e bizantine, in Ritrovare restaurando. Rinvenimenti e scoperte a Venezia e in Laguna. Catalogo della Mostra, Venezia, pp. 115-8, 122-6, 130-1.

asolati m. 2002, I ritrovamenti monetali in rapporto ai contesti archeologici: gli esempi di Altino e della laguna veneziana in epoca romana, in Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi. Atti del Convegno Internazionale di Numismatica (Padova 30 aprile-2 maggio 2000), Padova (Numismatica Patavina, 1), pp. 193-202.

asolati m. 2005, Nota preliminare sul gruzzolo di dinar fatimidi rinvenuto in Piazza della Signoria a Firenze (1987-88), in II Simposio Simone Assemani sulla monetazione islamica. Atti del Congresso Internazionale di Numismatica e di Storia Monetale (Padova 17 maggio 2003), a c. di B. calleGher, a. d’ottone, Padova, pp. 127-35.

asolati m. 2005a, Il tesoro di Falerii Novi. Nuovi contributi sulla monetazione italica in bronzo degli anni di Ricimero (457-472 d.C.), Padova (Numismatica Patavina, 4).

547BIBLIOGRAFIA

asolaTi m. 2006, Il ripostiglio di Camporegio (Grosseto). Note sulle imitazioni bronzee di V sec. d.C. e sulla questione della cosiddetta “moneta in rame nell’Italia Longobarda”, “Rivista Italiana di Numismatica”, CVII, pp. 113-61.

asolaTi m. 2006a, La raccolta numismatica di Domenico Pasqualigo (1746) e la nascita degli studi sulla monetazione longobarda in Italia, in …ut…rosae…ponerentur. Scritti di archeologia in ricordo di Giovanna Luisa Ravagnan, “Quaderni di Archeologia del Veneto”, Serie Speciale 2, pp. 205-11.

asolati m. 2008, Nota aggiuntiva all’edizione del ripostiglio di Camporegio (GR). Quale metodo?, “Rivista Italiana di Numismatica”, CIX, pp. 537-57.

asolati M. 2012, Praestantia Nummorum. Temi e note di numismatica tardo antica e alto medievale, Padova (Numismatica Patavina, 11).

asolati m. 2014, Di uso in uso: note sull’impiego post-antico della moneta enea, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 60, pp. 105-34.

asolati m. 2015, Presenze di monete bizantine e di zecche orientali nell’Italia nord-orientale: nuovi dati da collezioni ottocentesche e novecentesche, “Archeologia Veneta”, 38, pp. 128-41.

asolati m. 2018, Nuove scoperte sulle monete bronzee d’età imperiale con contromarche XLII e LXXXIII, in Percorsi nel passato. Miscellanea di studi per i 35 anni del Gr.A.V.O. e i 25 anni della Fondazione Colluto, a c. di A. viGoni, Rubano (PD) (L’Album 22), pp. 253-65.

astenGo C. 1960, Ilanz – Coira – Jecklin, “Italia Numismatica”, 11/3, p. 34. attene franchini s. 1990, Goito (MN), località Sacca. Tombe medievali, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 134-6.attene franchini S. 1998, Suzzara (MN), piazza Garibaldi. Resti della chiesa di S. Biagio,

“Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 162-4.auGenti A. 1996, Il Palatino nel Medioevo. Archeologia e topografia (secoli VI-XIII), Roma

(Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma. Supplementi, 4).augenTi a. 2016, Archeologia dell’Italia medievale, Bari.aZZara c. – moro P. (a c. di) 1998, I capitolari italici. Storia e diritto della dominazione

carolingia in Italia, Roma.BaBelon e. 1897, Le origines de la monnaie considérées au point de vue économique et historique,

Paris.Baggiovara 2011: L’insediamento etrusco e romano di Baggiovara (MO). Le indagini

archeologiche e archeometriche, a c. di d. laBate, d. locatelli, Bg. San Lorenzo (FI).Baldelli G. 2002, Per una nuova carta archeologica di Fanum Fortunae. Primi dati su teatro e

anfiteatro, “Quaderni dell’Accademia Fanestre”, 1, pp. 31-48. Baldelli G. 2003, Fano (PU): il teatro romano, in Adriatica. I luoghi dell’archeologia dalla

preistoria al medioevo. Guida alla mostra (Ravenna, 5 luglio – 3 agosto 2003), Ravenna, pp. 26-45.

Balestracci d. 2015, Medioevo e Risorgimento. L’invenzione dell’identità italiana nell’Ottocento, Bologna.

BaloG P. 1958, Poids monétaires en verre byzantino-arabes, “Revue Belge de Numismatique”, 104, pp. 127-37.

BalZaretti R. 1992, Images of Dark Age Milan, “Medieval World”, 4, pp. 48-54.

548

BalZaretti r. 2002, Cities and markets in the early middle ages, in After Empire. Towards an Ethnology of Europe’s Barbarians, a c. di G. ausenda, San Marino (Studies in Historical Archaeoethnology, I), pp. 113-42.

Banca premonetale 2004: La banca premonetale. Contributi culturali e storici intorno alle primem forme di transazione monetaria, Milano.

Baratte f. 1987, Il vasellame prezioso nella tarda antichità: il tesoro di Kaiseraugust ed il suo contesto, in Il tesoro nascosto. Le argenterie imperiali di Kaiseraugust, Catalogo della mostra, Roma-Milano, pp. 13-39.

BarBiera i. 2005, Changing Lands in Changing Memories. Migration and Identity during the Lombard Invasions, Firenze.

BarBiera i. 2012, Memorie sepolte. Tombe e identità nell’alto medioevo (secoli V-VIII), Roma.barclay c. 1986, A countermarked As of Vespasianus from South Italy, “Numismatic Chronicle”,

146, pp. 226-30. Barello f. 2004, I materiali di età romana e le monete, in Presenze longobarde. Collegno

nell’altomedioevo, a c. di l. PeJrani Baricco, Torino, pp. 153-9.Barello f. 2007, La circolazione monetale, in Longobardi in Monferrato. Archeologia della

“Iudicaria Torrenis”, a c. di E. micheletto, Casale Monferrato, pp. 159-64.Barni G. 1974, I Longobardi in Italia, Novara.Barni G. – fasoli G. 1971, L’Italia nell’alto medioevo, Torino (Società e costume UTET, III).Barnish s. J. B. 1988, Transformation and survival in the western senatorial aristocracy, c. A.D.

400-700, “Papers of The British School at Rome”, 56, pp. 125-55. Barnish s. J. B. 1989, The transformation of classical cities and the Pirenne debate, “Journal of

Roman Archeology”, 2, pp. 385-400. baserga g. 1906, Notiziario di archeologia, “Rivista di Archeologia Comense”, p. 104.BaserGa G. 1917, Notiziario di archeologia, “Rivista di Archeologia Comense”, p. 117.BaserGa G. 1927, Notiziario di archeologia, “Rivista di Archeologia Comense”, p. 127.BaserGa G. 1928, Notiziario di archeologia, “Rivista di Archeologia Comense”, p. 201.BaserGa G. 1929, Notiziario di archeologia, “Rivista di Archeologia Comense”, p. 102.baTTaglia r. 1916, Scoperte di antichità barbariche nel Veneto. Tombe barbariche di Dueville,

“Atti dell’Accademia Veneto-Trentina-Istriana”, IX, pp. 142-51.BattaGlia m. 2013, I Germani. Genesi di una cultura europea, Roma.Bedini e. – ciamPoltrini G. – ducci s. 1992, Una sepoltura tardoantica dal porto di Capraia

Isola, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 369-377.Belli m. 2005, IV. I reperti metallici (secoli VI-XIII), in AA. VV, Archeologia Urbana a Siena.

L’area dell’Ospedale di Santa Maria della Scala prima dell’Ospedale. Altomedioevo, Firenze, pp. 205-12.

BellinGer A. 1966. BellinGer, Byzantine Notes, “Museum Notes”, 12, pp. 83-124. Bellini L. 1962, Le saline dell’antico delta padano, “Atti e Memorie della Deputazione ferrarese

di Storia Patria”, n.s., XXIV, pp. 581-8.Belloni G. 1993. Belloni, La moneta romana. Società, politica, cultura, Roma.

549BIBLIOGRAFIA

Benelli e. – nardi s. 1990, Sepolture alto-medievali dalla Vaccareccia (Allumiere), “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 467-70.

Benente f. 1990, Savona, fortezza del Priamar 1988-89, “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 525-7.

BerGer F. 1996, Roman coins beyond the northern frontiers: some recent considerations, in Coin Finds and Coin Use in the Roman World, a c. di C. E. KinG, d. G. WiGG, Berlin, pp. 55-61.

BerGhaus P. 1985, Wirtschaft, Handel und Verkehr der Mertowingerzeit im Licht numismatischer Quellen, in Untersuchungen zu Handel und Verkehr der vor- und frühgeschichtlichen Zeit in Mittel- und Nordeuropa, Teil III: Der Handel des frühen Mittelalters, a c. di K. düWel, H. JanKuhn, H. siems, D. timPe, Göttingen (Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Phil. - Hist. Klasse, 3. Folge, Nr. 150), pp. 193-213.

BernareGGi E. 1960, Il sistema economico e la monetazione dei Longobardi nell’Italia Superiore, Milano.

BernareGGi E. 1970, Attività economiche e circolazione monetaria in età longobarda nella documentazione delle «chartae», “Rivista Italiana di Numismatica”, LXXII, pp. 117-37.

BernareGGi e. 1970a, L’imitazione della moneta d’oro di Bisanzio nell’Europa barbarica, in Atti del convegno di Studi Longobardi (Udine – Cividale 15 – 18 maggio 1969), Udine, pp. 19-27.

BernareGGi E. 1976, Struttura economica e monetazione del Regno Longobardo, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, V, pp. 331-76.

BernareGGi E. 1977, I tremissi longobardi e carolingi del ripostiglio di Ilanz nei Grigioni, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, VI, pp. 341-64.

BernareGGi e. 1983, Moneta Langobardorum, Milano.BernareGGi e. 1983b, Carolingian gold coins from the Ilanz hoard, in Studies in Numismatic

method presented to Philip Grierson, Cambridge, pp. 127-35. BernareGGi E. 1985, Les monnaies d’or du trèsor d’Ilanz [Grisons, Suisse], “Bulletin de la

Sociètè française de numismatique”, 32, pp. 261-64. BerGhaus P. 2000, Ilanz, in Reallexikon der germanischen Altertumskunde, a c. di J. hooPs,

Berlin, pp. 340-3. Bernardi G. –drioli G. 1979, Le monete del periodo bizantino e barbarico esistenti presso il

Museo Archeologico Nazionale di Cividale (Parte prima), “Forum Iulii”, 3, pp. 5-20.Beroldus 1894: Beroldus sive Ecclesiae Ambrosianae Mediolanensis Kalendarium et Ordines

Saec. XII, a c. di m. maGistretti, Milano.Berti F. 1990, Nuovi documenti per la storia del popolamento del delta in età bizantina: la

necropoli di Voghenza, in Studi in Memoria di Giuseppe Bovini, I, Ravenna, pp. 77-8.Bertani a. 2004, L’isola di S. Giulio d’Orta dal Tardoantico all’età Longobarda, “Quaderni della

Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 20, pp. 77-119.berTino a. 1965-1967, Vita dei Medaglieri. Soprintendenza alle Antichità della Liguria, “Annuali

Istituto Italiano di Numismatica”, 12-14, pp. 171-210.Bertino a. 1972, La monetazione altomedievale di Luni, “Rivista Italiana di Numismatica”,

LXXIV, pp. 131-41.Bertino a. 1973, Monete, in Scavi di Luni. Relazione preliminare delle campagne di scavo

1970-1971, a c. di a. frova, Roma, pp. 828-82.

550

Bertino A. 1979, La monetazione altomedievale di Luni, in 9th International Congress of Numismatics, v. II, Berne, pp. 751-6.

Bertino A. 1983, Monete attestate in Luni dal IV al IX secolo, “Rivista di studi liguri”, LIX, pp. 265-300.

Bertino l. m. 2003, La monetazione tardoantica e altomedievale nel Levante ligure, in Roma e la Liguria Marittima: secoli IV-X. La capitale cristiana e una regione di confine, Genova - Bordighera, pp. 127-36.

berTo l. a. 2016, I raffinati metodi d’indagine e il mestiere dello storico. L’alto Medioevo italiano all’inizio del terzo Millennio, Mantova.

Bertolini m. 2017, Le fibule a staffa di Cividale del Friuli: dati e riflessioni, in Archeologia dei Longobardi: dati e metodi per nuovi percorsi di analisi. I Incontro per l’Archeologia barbarica (Milano, 2 maggio 2016), a c. di C. Giostra, Mantova, pp. 223-81.

Bertolone m. 1939, Lombardia Romana, Milano.Biddle M. 1972, Winchester, the Development of an Early Capital, in Vor-und Fruhormen der

europaischen Stadt, vol. I, a c. di H. JanKuhn, W. schlesinGer, H. steuer, Gottingen, pp. 229-61.

BierBrauer V. 1973, Gli scavi a Ibligo-Invillino, Friuli. Campagne degli anni 1972-73 sul Colle Zuca, “Aquileia Nostra”, XLIV, cc. 85-110.

BierBrauer v. 1973a, Die ostgotischen Funde von Domagnano, Republik San Marino, “Germania”, 51, pp. 499-523.

BierBrauer V. 1975, Die Ostgotischen Grab- und Schatzfunde in Italien, Spoleto.BierBrauer V. 1978, Reperti ostrogoti provenienti da tombe o tesori della Lombardia, in I

Longobardi e la Lombardia, Milano, pp. 218-40.BierBrauer v. 1980, Frühgeschichtliche Akkulturationsprozesse in den germanischen Staaten

am Mittelmeer (Westgoten, Ostgoten, Langobarden) aus der Sicht des Archäologen, in Longobardi e Lombardia: aspetti di civiltà longobarda. Atti del VI Congresso Internazionale di Studio sull’Alto Medioevo (Milano, 21-25 ottobre 1978), Spoleto, pp. 89-105.

BierBrauer v. 1980a, La croce d’altare della chiesa altomedievale di Ibligo-Invillino, “Forum Iulii”, 4, pp. 5-19.

BierBrauer V. 1984, Aspetti archeologici di Goti, Alamanni e Longobardi, in Magistra Barbaritas. I barbari in Italia, Milano, pp. 445-508.

BierBrauer V. 1990, Relazione conclusiva al seminario “Insediamenti fortificati tardoromani e altomedievali nell’arco alpino”, “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 43-56.

BierBrauer v. 1991, L’occupazione dell’Italia da parte dei Longobardi vista dall’archeologo, in Italia longobarda, a c. di G. C. menis, Venezia, pp. 11-53.

BierBrauer v. 1991a, L’insediamento del periodo tardoantico e altomedievale in Trentino –Alto Adige (V-VII secolo), in Italia longobarda, a c. di G. C. menis, Venezia, pp. 125-50.

BierBrauer v. 1993, Das Frauengrab von Castelbolognese in der Romagna (Italien). Zur chronologischen, ethnischen und historischen Auswertbarkeit des ostgermanischen Fundstoffs des 5. Jahrhunderts in Südosteuropa und Italien, “Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseum, Mainz”, XXXVII, pp. 541–92.

BierBrauer v. 1994, Archeologia dei Goti in Italia, in I Goti. Catalogo della Mostra (Milano, 28 gennaio – 8 maggio 1994), Milano, pp. 170-213.

551BIBLIOGRAFIA

BiJovsKy G. 2000-2002, The Currency of the Fifth century C.E. in Palestine. Some Reflections in Light of the Numismatic Evidence, in Studies in Memory of Leo Mildenberg, “Israel Numismatic Journal”, 14, pp. 196-210.

Bisconti F. 1985, Tarda antichità ed alto medioevo nel territorio orbetellano: primo bilancio critico, in Atti del VI Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana, Pesaro-Ancona, a c. di P. testini, Pesaro, pp. 63-77

BishoP J. 1998, Sirmione (BS). Scavo nell’area delle ex scuole elementari, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 78-9.

Bizantini in Abruzzo 1993: Dall’Egitto copto all’Abruzzo Bizantino. I Bizantini in Abruzzo (Catalogo della Mostra, Crecchio), a c. di A. R. staffa, W. PelleGrini, Mosciano S. Angelo 1993.

BlacKBurn m. 1993, Coin circulation in Germany during the early middle ages: the evidence of single-finds, in Fernhandel und Geldwirtschaft. Beitrage zum Deutschen Munzwesen in sachsischer und salischer Zeit. Ergebnisse des Dannenberg-Kolloquiums Thorbecke, a c. di B. KluGe, Sigmaringen (Römisch-Germanisches Zentralmuseum, 31), pp. 37-54.

BlacKBurn m. 2005, Money and coinage, in The New Cambridge Medieval History, I (c. 500 - c. 700), a c. di P. fouracre, Cambridge, pp. 660-74.

BlaKe H. 1983, Sepolture, “Archeologia Medievale”, X, pp. 178-80.Bloch m. 1939, Economie nature ou economie argent, “Annales d’histoire sociale”, 1, pp. 7-16.Bloch m. 1975, Comment et pourquoi finit l’esclavage antique, in Slavery and Serfdom in the

Middle Ages, a c. di id., Berkeley, pp. 1-31.Bloch m. 1981, Lineamenti di una storia monetaria d’Europa, Torino.blocH H. 1986, Montecassino in the Middle Ages, Roma.BlocKley P. – simone ZoPfi l. – ansaloni c. – Brunelli G. 1999-2000, Mariano Comense (CO).

Battistero di S. Giovanni Battista, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 215-9.

Blümner h. 1911, Die Römischen Privataltertümer, Munich.BoGnetti G. P. 1958, La proprietà della terra nel passaggio dal mondo antico al Medioevo

occidentale, in Atti del Convegno di Diritto Agrario, Milano, pp. 119-41 (ora anche in L’età longobarda, IV, Milano 1968, pp. 67-89).

BoGnetti G. P. 1959, Il problema monetario dell’economia longobarda, in Storia dell’economia italiana, a c. di c. m. ciPolla, vol. I, Torino, pp. 51-60.

bogneTTi g. P. 1961, Zecche e monetieri nell’età longobarda in L’età longobarda, I, Milano, pp. 379-87 (già in Discussione, in Moneta e Scambi 1961, pp. 123-63 alle pp. 130-7, 142-3).

BoGnetti G. P. 1966a, Longobardi e Romani, in L’età longobarda, I, Milano, pp. 83-141.bogneTTi g. P. 1966b, Il problema monetario dell’economia longobarda e il «panis» e la

«scutella de cambio», “Archivio Storico Lombardo”, n.s., IX, pp. 114-20 (ora anche in L’età longobarda, I, Milano 1966, pp. 381-90).

Böhme h. W. 1974, Germanische Grabfunde des 4 bis 5 Jahrhunderts zwischen unterer Elbe und Loire, Munich.

Bolgare 2006: Bolgare un territorio tra due fiumi nell’altomedioevo, a c. di P. M. De marchi, maria fortunati, Bergamo [2009] (“Notizie Archeologiche Bergomensi”, 14, 2006).

552

Bolla m. 1999, Il “Tesoro” di Isola Rizza: osservazioni in occasione del restauro, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, 28, pp. 275-303.

Bollini m. 1982, Monumenti cesenati: i pavimenti musivi e i piatti argentei, in Storia di Cesena, a c. di G. susini, Rimini, pp. 205-10.

BomPaire M. 1993, Du solidus d’or au denier d’argent: genèse de la monnaie médiévale, in L’économie médiévale, a c. di Ph. contamine, Paris, pp. 103-33.

BomPaire m. – cardon t. – Geneviève v. – marani F. 2016 (a c. di), Les trouvailles de monnaies romaines en contexte médiéval, Actes du colloque (Paris 27-28 février 2015), Bruxelles (“The journal of archæological numismatics”, 5/6, 2015-2016).

bonomi l. 1964, Cimiteri paleocristiani di Sofiana (retroterra di Gela), “Rivista di Archeologia Cristiana”, XL, pp. 169-220.

Bonomi PonZi L. 1996, Il territorio nocerino in età tardo-antica e altomedievale e Catalogo, in Umbria longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario della scoperta. Catalogo della Mostra (Nocera Umbra, Museo Civico 27 luglio 1996 – 10 gennaio 1997), Roma, pp. 161-6.

Bonomi PonZi l. – von Hessen o. 1996, NOCERA UMBRA (PG): La necropoli di Pettinara-Casale Lozzi, in Umbria longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario della scoperta. Catalogo della Mostra (Nocera Umbra, Museo Civico 27 luglio 1996 – 10 gennaio 1997), Roma, pp. 189-99.

Bonora e. – fossati a. – murialdo G. 1984, Il «Castrum Pertice» notizie preliminari sulle campagne di scavo 1982 e 1983 in località Sant’Antonino, Finale Ligure (Savona), “Archeologia Medievale”, XI, pp. 215-42.

Bordenache BattaGlia G. 1983, Corredi funerari di età imperiale e barbarica nel Museo Nazionale Romano, Roma.

Börm h. 2008, “Es war allerdings nicht so, dass sie es im Sinne eines Tributes erhielten, wie viele meinten ...”: Anlässe und Funktion der persischen Geldforderungen an die Römer (3. bis 6. Jh.), “Historia: Zeitschrift für alte Geschichte”, 57, pp. 327-46.

Borri f. 2010, I barbari a nord dell’impero. Etnografia, conflitto e assimilazione, Milano. Bortoletto M. 1999, Murano, Mazzorbo e Torcello: tre siti a confronto. Indagini archeologiche

nella laguna a nord di Venezia, “Archeologia delle Acque”, I/1, pp. 55-74.BorZa h. 1955, Le Mythe de l’obole de Charon et le symbolisme actuel de la monnaie dans le

cercueil, “Orbis”, 4, pp. 134-48.BorZacconi a. 2012, Cividale. Scavi di emergenza in una delle necropoli periurbane di età

longobarda, in Cividale longobarda e il suo ducato: ricerche in corso, a c. di S. vitri, Udine, pp. 53-64.

BorZacconi a. – tiussi c. 2000, Aquileia, via Roma, area esterna all’immobile ex Brunner. Saggi di scavo 2000, “Aquileia Nostra”, LXXI, cc. 559-63.

BorZacconi a. – ventura P. 2000, Villesse, chiesa di S. Michele. Saggi di scavo 2000, “Aquileia Nostra”, LXXI, cc. 624-8.

Bosio A. 1872, Storia dell’antica abbazia e santuario di N. S. di Vezzolano, Torino.bougard F. 1996, Trésors et mobilia italiens du haut Moyen Âge, in Les trésors de sanctuaires,

de l’Antiquité à l’époque romane, a c. di J.-P. caillet, Nanterre (Centre de Recherches sur l’Antiquité tardive et le Haut Moyen Âge, Cahier VII), pp. 161-97.

553BIBLIOGRAFIA

bougard F. – noyé g. 1986, Squillace (prov. di Catanzaro), “Mélanges de l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 98, pp. 1195-1212.

BoWersocK G.W. 2004, Riflessioni sulla periodizzazione dopo “Esplosione di Tardoantico” di Andrea Giardina, “Studi Storici”, 45, pp. 7-13.

BoWman A. W. – tomlin R. S. O. – WorP K. a. 2009, Emptio Bovis Frisica: the ‘Frisian Ox Sale’ Reconsidered, “The Journal of Roman Studies”, 99, pp. 156-70.

Braccio B. 1995, Brindisi - Chiostro della chiesa di San Benedetto, “Taras”, XV/1, pp. 129-30.Bracco E. 1949, Calle (Tricarico). Rinvenimenti di tombe di età barbarica, “Notizie degli Scavi

di Antichità”, s. VIII, 3, pp. 132-6.Bracco E. 1950, Matera. Necropoli dei bassi tempi, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VIII,

4, pp. 140-67.BramBilla C. 1883, Monete di Pavia raccolte ed ordinatamente dichiarate, Pavia.BramBilla l. 1990, Una moneta aurea longobarda per il ducato di Reggio, “Quaderni di

Archeologia Reggiana”, 5, pp. 307-8.Brather s. 2004, Ethnische Interpretationen in der frühgeschichtlichen Archäologie: Geschichte,

Grundlagen und Alternativen, Berlin.Bravar G. 1974, Un candelabro bronzeo nelle raccolte civiche di Trieste, “Antichità

Altoadriatiche”, vi, pp. 255-65.Brecciaroli taBorelli l. 1982, Tomba longobarda da Borgo d’Ale, “Quaderni della Soprintendenza

Archeologica del Piemonte”, 1, pp. 103-29.Brecciaroli taBorelli et al. 1996-1997, Jesi (Ancona) – L’officina ceramica di Aesis (III sec.

a.C. – I sec. d.C.), “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. IX, VII-VIII, pp. 5-277. Breda a. 1982, Sarezzo (BS). Loc. Brede. Necropoli altomedievale, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 103-4.Breda a. 1988-9, Calvisano (BS). Frazione Mezzane. Sepolture altomedievali, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, p. 200.Breda a. 1988-9a, Calvisano (BS). Località Sarti. Necropoli longobarda, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 201-4.Breda A. 1992-3, Calvisano (BS), località Prato del Giogo. Sepolture altomedievali, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica per la Lombardia”, p. 82.Breda a. 1992-3a, Leno (BS), località Campi di S. Giovanni. Necropoli e insediamento

altomedievali, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 82-3.Breda a. 1995-7, Leno (BS), Campo Marchione. Necropoli longobarda, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 93-5.Breda a. – venturini i. 1995-1997, Bedizzole (BS), località Pontenove. Indagini nell’area della

Pieve, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 225-7.Breda a. – rossi F. 1986, Villa Carcina (BS). Necropoli altomedievale, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 153-4.BreGlia l. 1941, Catalogo delle oreficerie del Museo Nazionale di Napoli, Roma.Brenot c. 1980, Monnaies en cuivre du VIe siècle frappées à Marseille, in Mélanges de

numismatique, d’archéologie et d’histoire offerts à Jean Lafaurie, Paris, pp. 181-8.

554

brenoT c. 1986, Une monnaie en cuivre au nom de Childebert, trouvée à Saint-Paul-lès-Durance, “Bulletin de la Societé Française de Numismatique”, 41/5, pp. 47-8.

Brenot c. 1987, Le monnaies, in Le Balneum des Frères Arvales, a c. di h. Broise, J. scheid, Rome, pp. 238-49.

Brida L. 1968, Indizi di vita longobarda a Caldonazzo, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XLVII, pp. 256-65.

BroGiolo G. P. 1981, Iseo (BS), loc. Breda, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 135-8.

BroGiolo G. P. 1981a, Brescia. Complesso monasteriale di S. Giulia, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 92-6.

BroGiolo G. P. 1982, Roccafranca (Brescia), loc. Vezzola, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 99-101.

BroGiolo G. P. 1982a, Gornate Olona (Varese), S. Maria di Torba, 2° campagna di scavo, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 79-80.

BroGiolo G. P. 1984, Carvico (Bergamo), San Tomé, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 111-3.

BroGiolo G. P. 1985, Carvico (Bergamo), San Tomé, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 137-40.

BroGiolo G. 1987, A proposito dell’organizzazione urbana nel medioevo, “Archeologia Medievale”, XIV, pp. 27-46.

BroGiolo G. 1989, Lo scavo di una chiesa fortificata altomedievale: S. Tomè di Carvico, “Archeologia Medievale”, XVI, pp. 155-70.

BroGiolo G. 2011, Dati archeologici e beni fiscali nell’Italia goto-longobarda, in Between taxation and rent: fiscal problems from late antiquity to early Middle Ages / Entre el impuesto y la renta: problemas de la fiscalidad tardoantigua y altomedieval, a c. di P. c. díaZ, i. martín viso, Bari, pp. 87-106.

BroGiolo G. P. 2011a, Le origini della città medievale, Mantova.BroGiolo G. P. – chavarría arnau a. 2005, Aristocrazie e campagne nell’Occidente da Costantino

a Carlo Magno, Firenze (Metodi e temi dell’archeologia medievale, 1).BroGiolo G. P. – Gelichi s. 1998, La città nell’alto medioevo italiano. Archeologia e storia,

Roma-Bari.BroGiolo G. P. – malaGuti c. – mancassola n. – riaveZ P. – scarin t. 2003, Scavi sulla rocca di

Garda (VR), in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 201-5.

BroWn P. r. l. 1971, The world of Late Antiquity: from Marcus Aurelius to Muhammad, London.BroWn P. r. l. 1974, Il mondo tardo antico: da Marco Aurelio a Maometto, Roma-Bari.BroWn P. r. l. 1997, The world of Late Antiquity Revisited, “Symbolae Osloenses”, 72, pp. 5-30.BroWn t. s. 1984, Gentlemen and Officers: Imperial Administration and Aristocratic Power in

Byzantine Italy. A.D. 554-800, London.BroWn c. G. – harPer A. E. T. 1984, Excavations on Cathedrall Hill Armagh, “Ulster Journal of

Archaeology”, 47, pp. 109-61.

555BIBLIOGRAFIA

BroZZi M. 1961, Recenti scoperte di tombe longobarde a Cividale del Friuli, “Sot la nape”, XIII/2, pp. 2-16.

brozzi m. 1961a, Das langobardische Gräberfeld von S. Salvatore bei Maiano, “Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums Mainz”, 8, pp. 157-63.

BroZZi M. 1963, La necropoli longobarda di Moraro, “Studi Goriziani”, XXXIII, pp. 63-73.brozzi m. 1964, La più antica necropoli longobarda in Italia, in Problemi della civiltà e

dell’economia longobarda. Scritti in memoria di Gian Piero Bognetti, a c. di A. taGliaferri, Milano, pp. 117-24.

brozzi m. 1969, Presenze longobarde nel goriziano, in Gorizia/Guriza, n. u., a c. della Società Filologia Friulana, Udine, pp. 141-3.

BroZZi M. 1970, La necropoli longobarda «Gallo» in zona Pertica in Cividale del Friuli, in Atti del convegno di Studi Longobardi (Udine – Cividale 15 – 18 maggio 1969), Udine, pp. 95-112.

BroZZi m. 1971, La necropoli tardo antica – altomedievale di Firmano (Cividale), “Aquileia Nostra”, XLII, cc. 71-100.

BroZZi m. 1971a, Tombe nobiliari longobarde, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LI, pp. 118-29.BroZZi m. 1972, Tracce di popolazione romana nel Friuli altomedioevale (VI-VII secolo), “Sot la

nape”, XXIV/4, pp. 39-48.BroZZi m. 1972a, Strumenti di orefice longobardo, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità

Classiche”, I, pp. 167-74.BroZZi m. 1974, Monete bizantine in tombe longobarde, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e

Antichità Classiche”, i, pp. 219-23.BroZZi m. 1974-1975, Pertica: un vasto campo cimiteriale longobardo a Cividale del Friuli,

“Aquileia Nostra”, XLV-XLVI, cc. 741-52.BroZZi M. 1976, Oggetti di ornamento dei popoli alpini in età altomedioevale, “Antichità

Altoadriatiche”, IX, pp. 505-16.BroZZi m. 1977, La scoperta di una tomba longobarda a Basagliapenta, “Memorie Storiche

Forogiuliesi”, LVII, pp. 87-92.BroZZi m. 1978, Presenze archeologiche romane e altomedievali nella zona di San Daniele,

“Antichità Altoadriatiche”, XIV, pp. 33-41.BroZZi M. 1978a, Appunti per una storia dei ducati longobardi di Ceneda e di Treviso, Cittadella.BroZZi m. 1980, La tomba di Gisulfo: ma vi era proprio sepolto il primo duca longobardo del

Friuli?, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, IX, pp. 325-38.BroZZi m. 1980a, Il sepolcreto longobardo di S. Vito di Fagagna, “Memorie Storiche Forogiuliesi”,

LX, pp. 73-8.BroZZi m. 1981, Il ducato longobardo del Friuli, Udine.BroZZi m. 1981a, Strumenti di orefice longobardo, “Quaderni Cividalesi”, 9, pp. 27-32.BroZZi m. 1981b, La valle del Natisone e le convalli, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXI,

pp. 51-67.BroZZi m. 1982a, Il ducato longobardo di Ceneda (Appunti di storia e di archeologia), “Forum

Iulii”, VI, pp. 85-97.

556

BroZZi m. 1982b, Reperti longobardi al Museo di Bassano, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXII, pp. 174-9.

BroZZi M. 1984, Reperti longobardi cividalesi perduti o dispersi in altre collezioni, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXIV, pp. 45-50.

BroZZi m. 1985, Tombe altomedievali scoperte a Stevenà, “Forum Iulii”, IX, pp. 65-7.BroZZi m. 1985a, Scoperta di una tomba longobarda a Magnano in Riviera, “Aquileia Nostra”,

LVI, cc. 413-20BroZZi m. 1985b, La necropoli longobarda di Assisi, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXV,

pp. 27-30.brozzi m. 1986, Autoctoni e Germani tra Adige e Isonzo nel VI-VII secolo secondo le fonti

archeologiche, in Romani e Germani nell’arco alpino (secoli VI-VIII), a c. di V. BierBrauer, c. G. mor, Bologna (Annali dell’Istituto storico italo-germanico, Quaderno 19), pp. 277-356.

brozzi m. 1986a, Antichi ritrovamenti longobardi in Italia, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XV, pp. 243-8.

brozzi m. 1986-1987, Tracce di un sepolcreto altomedievale a S. Pietro al Natisone, “Forum Iulii”, X-XI, pp. 31-6.

BroZZi m. 1987, Un libro di archeologia che farà discutere, “Quaderni Cividalesi”, 15, pp. 33-41.BroZZi m. 1991, Una fibbia di “tipo longobardo” proveniente dal Castello di Manzano, “Forum

Iulii”, XV, pp. 27-9.Bruni s. 1994, Nuovi-vecchi dati sulle tombe longobarde di Piazza del Duomo di Pisa,

“Archeologia Medievale”, XXI, pp. 665-7.Bruno B. 2001, Archeologia medievale nei Sassi di Matera, Scavi Medievali in Italia 1996-1999.

Atti della II Conferenza di Archeologia Medievale (Cassino, 16-18 Dicembre 1999), a c. di s. Patitucci uGGeri, Roma, pp. 137-48.

bücHer k. 1936, L’origine dell’economia politica, in Storia Economica, vol. III, a c. di G. luZZatto, Torino (Nuova collana di economisti stranieri e italiani, 112).

Buchet l. – lorren c. 1927, Dans quelle mesure la nécropole du haut moyen age offre-t-elle une anage figedèle de la société des vivant?, in La mort au moyen age, Strasbourg, pp. 27-9.

Buja 1993: Buja testimonianze di Cultura e di Storia, Buja.Buora m. 1980, Vecchie e nuove scoperte di età romana e altomedievale nel sanvitese, “Antichità

Altoadriatiche”, XVI, pp. 45-68.Buora m. 1981, Notizie su tre sepolcreti di età longobarda nelle lettere di Girolamo Asquini,

“Forum Iulii”, 5, pp. 29-39.Buora m. 1983, Collezionisti e collezioni di reperti aquileiesi a Udine, “Antichità Altoadriatiche”,

XXIII, pp. 275-310.Buora m. 1987, Due antichi sepolcreti del medio Friuli, “Memorie Storiche Forogiuliesi”,

LXVII, pp. 127-34.Buora m. 1988, Vissandone (Basiliano) – Scavo di tomba altomedievale, “Aquileia Nostra”, LIX,

cc. 392-3.Buora m. 1988a, Pradamano. Scavo di necropoli rurale del periodo altomedievale, “Aquileia

Nostra”, LIX, cc. 387-8.

557BIBLIOGRAFIA

Buora m. 1990, Reperti archeologici di recente rinvenimento databili tra V e VIII sec. e loro significato per la storia del popolamento in Friuli, “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 85-110.

Buora m. 1990a, A proposito del problema della continuità tra l’epoca romana e l’alto medioevo. Il caso della necropoli di Sclaunicco, “Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Udine”, pp. 79-146.

Buora m. 1992, Reperti tardo-antichi, in …in ecclesia Divi Georgii, Udine, pp. 91-3.Buora M. 1993, Lovaria (Comune di Pradamano). Scavo di parte di un edificio romano a

destinazione agricola e di necropoli del periodo altomedievale, “Quaderni Friulani di Archeologia”, 3, pp. 162-3.

Buora M. 1994, Lovaria – Comune di Pradamano del Friuli. Campagne di scavo 1992-1994, “Aquileia Nostra”, LXV, cc. 368-74.

Buora m. – fasano M. 1994, Udine romana – altomedievale e la grezza terracotta del castello di Udine, “Arheoloski Vestnik”, 45, pp. 175-85.

Buora m. – villa l. 2000, Attimis, chiesa di S. Giorgio. Scavi 2000, “Aquileia Nostra”, LXXI, cc. 628-30.

BurcKhardt J. 1898, Die Zeit Constantins des Großen, Leipzig.Burnett a. 1987, Coinage in the Roman World, London.Bursche A. 1996, Later Roman-Barbarian Contacts in Central Europe. Numismatic Evidence,

(Spätrömische Münzfunde aus Mitteleuropa: ein Beitrag zur Geschichte der Beziehungen zwischen Rom und den Barbaricum im 3. und 4. Jh. n. Chr), Berlin (Studien zu Fundmünzen der Antike, 11).

Bursche A. 2006, Relations between the Late Roman World and Barbarian Europe in the light of the coin finds, “Bulletin du Cercle d’Études Numismatiques”, 43, pp. 221–7.

Bursche A. 2008, Inflation and influx of Roman coins into Barbaricum, in I ritrovamenti monetali e i processi inflativi nel mondo antico e medievale. Atti del IV Congresso Internazionale di Numismatica e di Storia Monetaria (Padova, 12-13 ottobre 2007), a c. di m. asolati, G. Gorini, Padova, pp. 53-62.

Bursche a. 2008a, Function of Roman Coins in Barbaricum of Late Antiquity: An Anthropological Essay, in Bursche, cioleK, Wolters 2008, pp. 395-416.

Bursche a. – cioleK r. – Wolters R. 2008 (a c. di), Roman Coins outside the Empire: Ways and Phases, Contexts and Functions. Proceedings of the ESF/SCH Exploratory Workshop (Nieborow, 3-6 September 2005), Warsaw (Collection Moneta, 82).

BüsinG h. et Al. 1993, Ante Ruptam. Scoperte in Polesine, “Archeologia Viva”, s. XII, 38, pp. 24-35.

Busto A. 1998, Acquaviva delle Fonti (Bari), Cattedrale, “Taras”, XVIII/1, pp. 101-2.CALC, iii: Carta archeologica della Lombardia. III. Como. La città murata e la convalle, a c. di

m. uBoldi, Modena 1993.calderini c. 1974, Schede di archeologia longobarda in Italia. III Lombardia, “Studi Medievali”,

s. III, XV, f. II, pp. 1107-24.calderini c. 1980, Note su un antico rinvenimento di una crocetta aurea longobarda, “Rivista

dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e Storia dell’Arte”, s. III, III, pp. 147-50.caliandro G. 1997, Casamassima (Bari), Chiesa Matrice, “Taras”, XVII/1, pp. 123-5.

558

calleGher B. 1994, Presenza di “folles anonimi” in Italia Settentrionale: un’ipotesi interpretativa, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXIII, pp. 293-312.

calleGher B. 1997, Presenza di monete bizantine nelle Marche, in Monetazione e circolazione monetale nelle Marche: aspetti, confronti con l’esterno, proposte, “Atti e Memorie della Deputazione per la Storia Patria per le Marche”, 102, pp. 59-78.

calleGher B. 1999, Tra Bizantini e Longobardi: presenze monetali nel territorio trevigiano, in Il tempo dei Longobardi 1999, pp. 136-45.

calleGher B. 2000, Catalogo delle monete bizantine, vandale, ostrogote e longobarde del Museo Bottacin, 1, Padova.

calleGher B. 2001, Tra Bizantini e Longobardi: problemi di emissione e circolazione monetaria in Friuli, in Paolo Diacono e il Friuli altomedievale (sec. VI-X). Atti del XIV Congresso Internazionale di Studi sull’Alto Medioevo (Cividale del Friuli – Bottenicco di Moimacco, 24-29 settembre 1999), I, Spoleto, pp. 671-96.

calleGher B. 2002, La diffusione della moneta di Ravenna tra VI e metà VIII secolo, in Ritrovamenti monetali nel mondo antico: problemi e metodi, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Padova 31 marzo - 2 aprile 2000), a c. di G. Gorini, Padova, pp. 247-72.

calleGher B. 2008, Osservazioni sulla monetazione longobarda a margine di Aurei longobardi. La collezione numismatica della Fondazione CRUP, “Forum Iulii”, XXXII, pp. 65-74.

calleGher B. 2009, Una moneta di Re Arioaldo (624-636) dall’area ex-carceri di Oderzo (Opitergium): alcune note, “Forum Iulii”, XXXIII (2009), p. 213-24.

calleGher B. 2017, Moneta e scambi nell’Adriatico altomedievale. La costa dalmata nell’area monetaria bizantina, in Adriatico altomedievale (VI-XI secolo). Scambi, porti, produzioni, a c. di S. Gelichi, c. neGrelli, Venezia, pp. 347-74.

callu J. P. 1992, I commerci oltre i confini dell’Impero, in Storia di Roma, III. L’età tardoantica, vol. 1: Crisi e trasformazioni, Torino, pp. 487-524.

callu J. P. 1976, La circulation monetaire de 313 à 348, in Actes du 8e Congrès International de Numismatique, Paris-Bale, pp. 227-42.

callu J. P. 1978, Le ‘centenarium’ et l’enrichissement monétaire du Bas-Empire, “Ktema”, 3, pp. 301-16.

callu J. P. – barrandon J. P. 1986, L’inflazione nel IV secolo (295-361): il contributo delle Analisi, in Società romana e impero tardoantico, I: Istituzioni, ceti, economie, a c. di A. Giardina, Roma-Bari, pp. 559-99.

callu J. P. – loriot X. 1990, L’Or monnayé II. La dispersion des aurei en Gaule romaine sous l’Empire, Paris (Cahiers Ernest-Babelon, 3).

Calvi c. 1979, Il piatto d’argento di Castelvint, “Aquileia Nostra”, L, cc. 353-416.Cambridge 2001: A. cameron, B. Ward-PerKins, m. michael WhitBy, The Cambridge Ancient

History, 14, Late Antiquity: Empire and Successors, AD 425–600, Cambridge.cameron A. 1995, Il tardo Impero Romano, Bologna.cameron a. 2002, The «long» late antiquity: a late twentieth century model, in Classics in

Progress. Essays on Ancient Greece and Rome, a c. di T. P. Wiseman, London, pp. 165-91.cammarosano P. 1991, Italia medievale. Struttura e geografia delle fonti scritte, Roma.cammarosano P. 2004, Guida allo studio della storia medievale, Bari-Roma.

559BIBLIOGRAFIA

camPi l. 1886, Le tombe longobarde di Civezzano e alcuni ritrovamenti medioevali nel Trentino, “Archivio Trentino”, V, pp. 3-32.

camPi l. 1904, Rinvenimenti preistorici, romani e medioevali nella Naunia, “Archivio Trentino”, XIX, pp. 140-52.

camPi l. 1909, Tombe longobarde della necropoli longobarda di Civezzano, “Jahreshefte des Österreichischen Archäologischen Instituts”, XII, pp. 121-38.

Campione 2004: P. BlocKley, r. caimi, d. caPorusso, c. cattaneo, P. m. de marchi, l. miaZZo, Campione d’Italia, Scavi archeologici nell’ex chiesa di San Zeno, “Quaderni del Civico Museo archeologico e del Gabinetto Numismatico di Milano”, f. 1, pp. 83-111.

canoBBio f. – fortunati Zuccalà m. – Zanella a. 1998, Calcinate (BG), area della ex-chiesa di S. Stefano di Gerrate. Presenze medievali, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 141-3.

canoBBio f. – fortunati Zuccalà m. – Zanella a. 1998a, Grone (BG), via Papa Giovanni XXIII. Tomba altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, p. 53.

cantini F. 2001, S. Miniato (Pisa), loc. San Genesio, “Archeologia Medievale”, XXVIII, p. 407.cantino WataGhin G., uGGé s. 2001, Scavi e scoperte di archeologia cristiana in Italia

Settentrionale (1993-1998), in L’edificio battesimale in Italia. Aspetti e problemi. Atti dell’VII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Genova, Sarzana, Albenga, Finale Ligure, Ventimiglia 21-26 settembre 1998), a c. di D. Gandolfi, Bordighera, pp. 7-37.

caPoBianchi v. 1892, Pesi proporzionali desunti dai documenti della libra romana, merovingia e di Carlo Magno, “Rivista Italiana di Numismatica”, V, pp. 79-114.

caPorusso d. 1995-1997, Campione d’Italia (CO), chiesa di S. Zenone. Saggi di scavo, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 230-2.

caPrara r. 1978, Materiale di età altomedievale, in Sardegna centro-orientale dal neolitico alla fine del mondo antico. Mostra in occasione della XXII riunione scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Sassari, pp. 182-5.

caPrara r. 1978a, Reperti metallici altomedievali, in Sardegna centro-orientale dal neolitico alla fine del mondo antico. Mostra in occasione della XXII riunione scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Sassari, pp. 209-15.

caPrara r. 1984, Nuoro. Tomba a poliandro, in L’Archeologia tardoromana e medievale nella Sardegna centro-settentrionale, in L’Archeologia romana e altomedievale nell’Oristanese, Cuglieri, pp. 44-5.

carchidio F. 1824, Memorie storiche dell’antico e moderno Talamone nell’Etruria marittima, Firenze.

cardarelli R. 1924/25, Confini fra Magliano e Marsiliana; fra Manciano e Montauto Scerpenna Stachilagi; fra Tricosto e Ansidonia; fra Orbetello e Marsiliana; fra Port’ Ercole e Monte Argentario (28 dicembre 1508- 2 Marzo 1510), “Maremma-Bollettino della Società Storica Maremmana”, I, pp. 131-142 e 155-186 e 204-224; II, pp. 3-36 e 75-128 e 147-213.

carducci r. 1975-1976, Un insediamento barbarico presso il Santuario del Belmonte nel Cevalese, “Atti del Centro Studi e Documentazione sull’Italia Romana”, 7, pp. 89-104.

carettoni G. 1943, S. Maria Capua Vetere. Rinvenimenti nella necropoli romana, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VII, 4, pp. 137-54.

560

carlà f. 2007, Il sistema monetario in età tardoantica: spunti per una revisione, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 53, pp. 155-218.

carlà f. 2009, L’oro nella tarda antichità: aspetti economici e sociali, Torino.carlà f. 2009a, Tassazione sociale ed aristocrazia senatoria: la gleba senatus, in Droit, religion et

société dans le Code Théodosien, a c. di J. J. auBert, P. Blanchard, Neuchâtel, pp. 179-211.carlà f. – marcone a. 2011, Economia e finanza a Roma, Bologna 2011.Caronte 1995: Caronte: un obolo per l’aldilà. Atti delle giornate di studio (Salerno, 20-22 febbraio

1995), a c. di R. cantilena, Napoli.carretta m. c. 1980, Materiale longobardo o di età longobarda conservato nel Museo Civico di

Piacenza, “Bollettino Storico Piacentino”, 75, pp. 55-62.carretta m. c. 1981, Materiale longobardo – o di età longobarda – del Museo Civico

Archeologico-Etnologico di Modena, “Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province Modenesi”, III, pp. 269-81.

carretta m. c. 1981a, Reperti autoctoni di età longobarda del Museo Civico Archeologico di Bologna, “Archeologia Medievale”, VIII, pp. 645-8.

Carretta m. c. 1982, Il catalogo del vasellame bronzeo italiano altomedievale, Firenze (Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, IV).

carrié J. - m. 1981, L’economia e le finanze, in Storia di Roma, III: L’età tardoantica, I, Crisi e trasformazioni, Bologna, pp. 751-87.

carrié J. - m. 1981a, L’Égypte au IVe siècle: fiscalité, économie, société, in Proceedings of the Sixteenth International Congress of Papyrology. New York 1980, New York, pp. 431-46

carrié J. - m. 1993, Observations sur la fiscalité du IVe siècle pour servir à l’histoire monétaire, in L’“inflazione” nel quarto secolo d.C. Atti dell’incontro di studio, a c. di S. sorda, Roma (Istituto Italiano di Numismatica, Studi e Materiali, 3), pp. 115-54.

carrié J. - m. 1993a, Le riforme economiche da Aureliano a Costantino, in Storia di Roma, III: L’ età Tardoantica I. Crisi e trasformazioni, a c. di A. carandini, l. cracco ruGGini, a. Giardina, Torino, pp. 283-322.

carrieri M. 1991, Monopoli (Bari) – Chiesa di Santa Maria degli Amalfitani, “Taras”, XI/2, pp. 321-3.

carrieri m. 1991a, Monopoli (Bari). Vagone, “Taras”, XI/2, pp. 324-5.cary m. – scullard h. h. 1981, Storia di Roma, III. Il Principato e la crisi dell’Impero, Bologna.carver m. o. h. 1993, Arguments in stone. Archaeological research and the European town in

the first millennium, Oxford.castiGlioni et Al. 1992, Il “castrum” tardo-antico di S. Antonino di Perti, Finale Ligure (Savona:

terze notizie preliminari sulle campagne di scavo 1982-1991, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 279-368.

castriZio D. 1991, Circolazione monetaria bizantina nella Sicilia Orientale, “Sicilia Archeologica”, 24, pp. 67-76.

castriZio D. 2000, I Ripostigli di Via Giulia (RC) e del Kastron di Calanna e la zecca bizantina di Reggio sotto Basilio I e Leone VI, “Revue Numismatique”, 155, pp. 209-19.

castriZio d. 2008, Circolazione monetale nella Calabria bizantina, in La Calabria tirrenica. Atti del Convegno (Cosenza 23-25 novembre 2000), a c. di G. de sensi sestito, Soveria Mannelli, pp. 617-38.

561BIBLIOGRAFIA

catanuto n. 1939, Il Museo Nazionale di Reggio, Reggio Calabria.catarsi dall’aGlio m. 1992, Evidenze archeologiche altomedievali a Parma e nel suo territorio,

in Testimonianze archeologiche altomedievali nella provincia di Parma, Parma, pp. 1-13.catarsi dall’aGlio m. (a c. di) 1993, I Longobardi in Emilia Occidentale, Parma.catarsi dall’aGlio m. 2000, (PR) Neviano degli Arduini, Pieve di Sasso. 1998, “Archeologia

Medievale”, XXVII, p. 284.catarsi dall’aGlio m. 2000a, (PR, Parma) Vicofertile, strada Martiri della Liberazione. 1997-

98, “Archeologia Medievale”, XXVII, p. 285.cattani m. 1998, Stratificazione e centri storici: il caso di Modena, in Archeologia medievale in

Emilia Occidentale. Ricerche e studi, a c. di S. Gelichi, Mantova, pp. 35-49.cavada E. 1982, Un bracciale bronzeo d’epoca longobarda recentemente rinvenuto a Castello di

Fiemme (Trentino Orientale), “Studi Trentini di Scienze Storiche”, LXI, pp. 135-8.cavada E. 1989, Materiali di età romana e primo-medievale da Mezzocorona – S. Gottardo, in Il

castello di S. Gottardo a Mezzocorona, Mezzocorona, pp. 51-2.cavada E. 1990, Testimonianze di cultura materiale “slava” nelle alpi atesine: le fibule a disco

con smalti (Emailscheibenfibel), “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 727-40.cavada E. 1992, Elementi romani e germani nel territorio alpino tra Adige e Sarca: aspetti e

continuità dell’insediamento, in Il territorio tra tardoantico e altomedioevo. Metodi di indagine e risultati, Atti del Seminario di Monte Barro 1991, a c. di G. P. BroGiolo, L. castelletti, Firenze, pp. 105-8.

cavada E. 1993, La città di Trento tra l’età romana e il medioevo: campione stratigrafico nell’area di Piazza Duomo, “Archeologia delle Alpi”, I, pp. 75-110.

cavada e. – ciurleTTi g. 1986, Il territorio trentino nel primo medioevo: gli uomini e la cultura materiale alla luce delle nuove acquisizioni archeologiche, “Atti e Memorie dell’Accademia Roveretana degli Agiati”, 235, VI, v. 25, pp. 71-105.

cavallari c. 2003, I nuclei sepolcrali tardoantichi e altomedievali di Casalecchio di Reno (BO): osservazioni preliminari, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 720-4.

CDA, i: Codex diplomaticus amiatinus, Urkundenbuch der Abtei S. Salvatore am Monteamiata von den Anfängen bis zum Regierungsantritt Papst Innocenz III (736-1198), I, a c. di W. KurZe, Tübingen 1974.

CDL: Codice Diplomatico Longobardo, voll. I-II, a c. di l. schiaPParelli, Roma 1929-1933.ceci F. 2005, Monete e morte: un gruppo di monete d’argento di Giustino II da una sepoltura di

Priverum (Priverno – Latina, Italia), in Resùmenes de las comunicaciones, in XIII Congreso International de Numismàtica (Madrid, 15-19 settembre 2003). Atti del Convegno, Madrid, pp. 157-8.

ceGlia V. 1988, Lo scavo della necropoli di Vicenne, “Conoscenze”, 4, pp. 31-67.cePeda J. J. 2005, Las reformas de Diocleciano y Constantino I y su reflejo en la composicion

de los tesoros monetarios, in La moneda de l’Imperi romà. VIII curs d’historia monetària d’Hispania (Mnac, 25 i 26 de novembre de 2004), Barcelona, pp. 99-112.

ceresa mori a. 1987, Boffalora d’Adda (Milano). Tomba longobarda, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, VII, pp. 195-7.

562

ceresa mori a. – ruGGieri a. 1999-2000, Milano, Chiostri di S. Eustorgio. Scavi 1998-1999, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 225-8.

cesa M. 1982, Hospitalitas o altre ‘techniques of accommodation’? A proposito di un libro recente, “Archivio Storico Italiano”, 140, pp. 539-52.

cesano L. 1913, Della moneta enea corrente in Italia nell’ultima età imperiale e sotto i re Ostrogoti, “Rivista Italiana di Numismatica”, XXVI, pp. 511-51.

cesano L. 1918, Ancora della moneta enea corrente in Italia nel V-VI sec. d.C., “Rivista Italiana di Numismatica”, XXXI, pp. 96-100.

chadWicK haWKes s. – sPeaKe G. – northover P. 1979, A Seventh-century Bronze Metalworker´s Die from Rochester, Kent, “Frühmittelalterliche Studien”, 13, pp. 382-92.

chaPman r. – randsBorG K. 1981, Approaches to the Archaeology of Death, in The archaeology of death, a c. di R. chaPman, i. Kinnes, K. randsBorG, Cambdrige, pp. 6-10.

chastaGnol a. 1980, Remarques sur les salaires et rémunérations au IVe siècle, in Les «dévaluations» à Rome, Roma, pp. 215-33.

chiaradonna r. 2013, La Tarda Antichità: caratteri generali e questioni aperte, in Riflessioni sulla Tarda Antichità. In ricordo di Tommaso Marciano, Giornata internazionale di studio (Segni, 21 settembre 2013), “Chaos e Kosmos”, XIV, rivista on line: http://www.chaosekosmos.it/pdf/2013_01.pdf

chiaravalle m. 1988, Garlasco (PV) 1910, RMSA, Milano.chiaravalle m. 1989, Un ripostiglio di fine IV-inizi V secolo d.C. dagli scavi di S. Maria Fulcorina

in Milano. 1985, “Notizie dal Chiostro Maggiore”, 43-44, pp. 91-4.chiarini P. 1990, Calvisano (BS). Località Prato del Giogo. Sepoltura altomedievale, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, p. 133.chiariZia G. 1990 (a c. di), Centri storici della Val Pescara dall’evo medio ai nostri giorni,

Pescara.chiesi i. 1989, Il primo periodo altomedievale in provincia di Reggio Emilia: i rinvenimenti

archeologici fra la metà del V e il VII sec. dC, “Civiltà Padana”, II, pp. 109-72.childe V. 1945, Directional changes in funerary practices during 50,000 years, “Man”, 4,

pp. 13-9.christie n. 1995, Italy and the roman to medieval transition, in Europe Between Late Antiquity

and the Middle Ages. Recent archaeological and historical research in Western and Southern Europe, a c. di J. Bintliff, h. hameroW, Oxford (British Archaeological Reports, 617), pp. 99-107.

christie N. 1995a, The Lombards, Oxford.ciamPoltrini G. 1983, Segnalazioni per l’archeologia d’età longobarda in Toscana, “Archeologia

Medievale”, X, pp. 511-8.ciamPoltrini G. 1985, Considerazioni sul tesoro di Perugia, “Prospettiva”, 40, pp. 53-6.ciamPoltrini G. 1987, Un’armilla “tipo Bengodi” da Vada (Livorno), “Archeologia Medievale”,

XIV, pp. 453-8.ciamPoltrini G. 1990, L’anello di Faolfo. Annotazioni sull’insediamento longobardo in Toscana,

“Archeologia Medievale”, XVII, pp. 689-3.ciamPoltrini G. 1991, Annotazioni sulla scultura di età carolingia in Toscana, “Prospettiva”, 62,

pp. 59-66.

563BIBLIOGRAFIA

ciamPoltrini G. 1992, Tombe con “corredo” in Toscana fra tarda antichità e alto medioevo: contributi e annotazioni, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 691-700.

ciamPoltrini G. 1993, La falce del guerriero e altri appunti per la Tuscia fra VI e VII secolo, “Archeologia Medievale”, XX, pp. 595-606.

ciamPoltrini G. 1994, Città “frammentate” e città-fortezza. Storie urbane della Toscana centro-settentrionale fra Teodosio e Carlo Magno, in La storia dell’Altomedioevo 1994, pp. 615-33.

ciamPoltrini G. 1995, Altri materiali di età longobarda nel Museo Archeologico di Firenze, “Archeologia Medievale”, XXII, pp. 585-7

ciamPoltrini G. 1995a, Ville, pievi, castelli. Due schede archeologiche per l’organizzazione del territorio nella Toscana Nord-Occidentale fra tarda antichità e alto medioevo, “Archeologia Medievale”, XXII, pp. 557-67.

ciamPoltrini G. – notini P. 1990, Note e discussioni. Lucca tardoantica e altomedievale: nuovi contributi archeologici, “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 561-92.

CiamPoltrini G. – Pieri e. 2003, Archeologia a Pieve a Nievole dalla baselica sita loco Neure alla pieve romanica, Pisa (Quaderni della Biblioteca Capitolare di Pescia, 12).

cigleneči S. 2001, Romani e Longobardi in Slovenia nel VI secolo, in Paolo Diacono e il Friuli altomedievale (sec. VI-X), Atti del XIV Congresso Internazionale di Studi sull’Alto Medioevo (Cividale del Friuli - Bottenicco di Moimacco, 24-29 settembre 1999), I, Spoleto, pp. 179-95.

cilento n. 1987, Pluralità di culture e di insediamenti nella Campania dell’altomedioevo e le recenti prospezioni archeologiche, in Studia nad etnogenezą Słowian i kulturą Europy wczesnośredniowiecznej. I. Festschrift W. Hensel, Breslau, pp. 227-38.

cima m. 1986, Metallurgia in ambiente rurale al sito alto medievale di Misobolo, “Archeologia Medievale”, XIII, pp. 173-90.

cini S. 1989, Gli scavi recenti: la necropoli di Castelli Calepio, in de marchi – cini 1988, pp. 117-84.

cini s. – PalumBo a. – ricci M. 1979-1980, Materiali altomedievali conservati nei Musei di Luni e La Spezia, “Quaderni del Centro di Studi Lunensi”, 4-5, pp. 40-6.

cini s. – ricci R. 1979, I longobardi nel territorio vicentino, Vicenza.cini et al. 1979 – 1980, Materiali altomedievali conservati nei Musei di Luni e La Spezia,

“Quaderni del Centro Studi Lunensi”, 4/5, pp. 37-54.ciPolla C. M. 1949, Encore Mahomet et Charlemagne, l’économie politique au secours de

l’histoire, “Annales. Économies, Sociétés, Civilisations”, IV, pp. 4-9.ciPolla C. M. 1951. ciPolla, Questioni aperte sul sistema economico dell’alto Medio Evo,

“Rivista Storica Italiana”, I, pp. 95-9.ciPolla C. M. 1956, Money, Prices, and Civilisation in the Mediterranean World, Princeton.ciPolla C. M. 1957, Moneta e civiltà mediterranea, Venezia.ciPolla c. m. 1961, Appunti per una nuova storia della moneta nell’alto medioevo, in Moneta e

scambi 1961, pp. 619-25.ciPolla C. M. 2001, Le avventure della lira, Bologna.Città nascosta 2002: La città nascosta. Venti anni di scoperte archeologiche a Lucca, a c. di e.

aBela, s. Bianchini, Lucca.

564

citter C. 1993, L’ epigrafe di Orbetello e i Bizantini nell’ Etruria marittima fra Ombrone e Fiora, “Archeologia Medievale”, XX, pp. 617-32.

citter c. 1995, La frontiera meridionale, in La Toscana, in Città, castelli, campagne nei territori di frontiera (secoli VI-VII), a c. di G. P. BroGiolo, Mantova, pp. 170-1.

citter C. 1998, I corredi della Tuscia longobarda: produzione locale, dono o commercio? Note per una storia delle attività produttive nella Toscana altomedievale, in Sepolture tra VI e VIII (Strutture, Topografia, Processi di acculturazione). Atti del VII Seminario su «Tardo Antico e Alto Medioevo» (Gardone Riviera 1996), a c. di G. P. BroGiolo, G. cantino WataGhin, Mantova, pp. 179-95.

ciurletti G. 1978, Schede di archeologia. Reperti metallici, in Restauri ed acquisizioni 1973-1978, Trento, pp. 27-69.

ciurletti G. 1980, Reperti longobardi del Museo Provinciale d’Arte di Trento recentemente restaurati. Contributo all’archeologia longobarda nel Trentino, in Atti del VI Congresso Internazionale di Studi sull’Alto Medioevo, Spoleto, pp. 355-71.

ciurletti G. 1992, La crocetta aurea longobarda di Civezzano, in Civiltà classica e mondo dei barbari. Due modelli a confronto, Trento, pp. 271-8.

ciurletti G. – cavada E. 1980, Una piccola necropoli altomedievale a Pedersano nella Vallagarina (Trento). Testimonianze della popolazione autoctona durante il periodo longobardo, “Archeologia Veneta”, III, pp. 143-56.

clanchy m. t. 1993, From memory to written record. England 1066-1307, London.clover f. m. 1991, Relations between North Africa and Italy A.D. 476-500: Some numismatic

evidence, “Revue Numismatique”, XXXIII, pp. 112-33.CNI, IV: Corpus Nummorum Italicorum. Primo tentativo di un catalogo generale delle monete

medievali e moderne coniate in Italia o da italiani in altri Paesi, vol. IV, Lombardia, Zecche minori, Roma 1913.

coccoluto G. 1983, Appunti sulle epigrafi altomedievali del Piemonte sud-occidentale, “Rivista di Studi Liguri”, XLIX, pp. 376-97.

colautti c. – RavaGnan G. L. 1994, Mestre. L’area del Castelnuovo. Note preliminari, “Quaderni di Archeologia del Veneto”, X, pp. 64-72.

colomBetti l. 2002, Ritrovamenti monetali in Provincia di Pavia, “Ticinum”, III/2, pp. 21-6.Coloni e legionari 1986: Coloni e legionari romani nel Friuli Celtico, a c. di a. TaGliaferri, voll.

I-III, Pordenone.comacchio l. 1971, Storia di Asolo, Castelfranco Veneto. concina e. 1992, La necropoli altomedievale di località Namontet a Liariis di Ovaro in Carnia,

“Forum Iulii”, XVI, pp. 97-9.coPPi f. 1879, Nuova scoperta archeologica nella Terramara di Gorzano nell’anno 1879, “Atti

della Reale Accademia delle Scienze di Torino”, 14, pp. 529-44.corBier M. 2005, Coinage and taxation: the State’s point of view, A.D. 193-337, in The Cambidge

Ancient History. XII: The crisis of Empire, A.D. 193-337, a c. di A. K. BoWman, P. Garnsey, A. cameron, Cambridge, pp. 327-92.

corBier m. 2005a, Coinage, Society and Economy, in The Cambidge Ancient History. XII: The crisis of Empire, A.D. 193-337, a c. di A. K. BoWman, P. Garnsey, A. cameron, Cambridge, pp. 393-439.

565BIBLIOGRAFIA

cordero di san quintino G. 1834, Sulla moneta dei Longobardi in Italia, “Progresso delle Scienze, Lettere ed Arti”, XVI, pp. 3-20.

corrain c. – Piccinino M. 1964-5, Resti scheletrici umani di epoca medievale nelle provincie di Vicenza e di Verona, “Atti e Memorie dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona”, s. VI, XVI, pp. 17-24.

corrente M. 1997, Barletta (Bari), Canne della Battaglia, “Taras”, XVII/1, pp. 110-2. cortese m. e. – francovich r. 1995, La lavorazione del ferro in Toscana nel Medioevo, “Ricerche

Storiche”, XXV/2, pp. 435-53.coscarella a. 1990, Aspetti e problemi sulla presenza gota e longobarda in Calabria, in XXXVII

Corso di Cultura sull’arte ravennate e bizantina. L’Italia Meridionale fra Goti e Longobardi, Ravenna, pp. 121-45.

coscarella a. 1996, Insediamenti bizantini in Calabria. Il Caso di Rossano, Cosenza.cosenTino r. 1986, Sepolture tardo-antiche presso Ladispoli. Note su un corredo con oreficerie

ostrogote, “Bollettino d’Arte”, 37/38, pp. 61-7.cosentino S. 2002, La Sardegna bizantina: temi di storia economica e sociale, in Ai confini

dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 55-68.

cosentino s. 2008, Storia dell’Italia bizantina (VI-XI secolo). Da Giustiniano ai Normanni, Bologna.

cosentino s. 2012, Ricchezza e investimento della Chiesa di Ravenna tra la tarda antichità e l’alto medioevo, in From one sea to another. Trading places in the European and Mediterranean Early Middle ages, Proceedings of the International Conference (Comacchio 27th-29th March 2009), a c. di s. Gelichi, r. hodGes, Turnhout (Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 3), pp. 417-39.

costamaGna L. 2001, Il monastero di Castel San Felice sul Nera. Nuovi dati archeologici sul monachesimo in Umbria, in Umbria Cristiana. Dalla diffusione del culto al culto dei santi. Atti del XV Congresso Internazionale di Studi sull’altomedioevo (Spoleto, 23-28 ottobre 2000), Spoleto, pp.787-93.

coutts C. 2001, Artifacts lead, in San Vincenzo 2001, pp. 381-4.cracco ruggini l. 1961, Economia e società nell’«Italia Annonaria». Rapporti fra agricoltura e

commercio dal VI al IV secolo d.C., Milano. cracco ruGGini l. 2004, Come e perché è «esploso» il tardoantico?, “Studi Storici”, 45/1,

pp. 15-23.CraWford m. h. 1970, Money and Exchange in the Roman World, “Journal of Roman Studies”,

60, pp. 40-8.craWford m. h. 1975, Finance, coinage and Money from the Severans to Constantine, “Aufstieg

und Niedergang der römischen Welt”, II/2, pp. 560-93.Cremona Romana 1985: Cremona Romana. Atti del Congresso storico-archeologico per il 2200°

anno di fondazione di Cremona (Cremona, 30-31 maggio 1982), a c. di G. Pontiroli, Cremona (Annali della Biblioteca Statale e Libreria Civica, XXXV).

cresPellani a. 1875, Del sepolcreto e degli altri monumenti antichi scoperti presso Bazzano, Modena.

566

croGieZ s. 1991, Malvito, loc. Pauciuri, prov. Cosenza, “Mélanges de l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 103, pp. 869-73.

croitoru c. 2014, Considérations sur les relations commerciales entre Orbis Romanus et Barbaricum, en particulier l’espace à l’est des Carpates, in Archäologische Beiträge. Gedenkschrift zum hundertsten Geburtstag von Kurt Horedt, a c. di S. cocis, Cluj-Napoca, pp. 121-6.

crosetto a. 1987, Una necropoli longobarda presso Acqui Terme, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 6, pp. 191-209.

crosetto a. 1998, Sepolture e usi funerari medievali, in Archeologia in Piemonte, III, Il medioevo, a c. di l. mercando, e. micheletto, Torino, pp. 209-32.

cruishanK dodd e. 1973, Byzantine Silver Treasure, Bern.crusafont saBater i. 2004, An Unpublished Ravenna Tremissis of Charlemagne, “The

Numismatic Chronicle”, 164, pp. 241-4.Crypta Balbi 2000: Museo Nazionale Romano. Crypta Balbi, Roma.cuBeddu I. 2006, Aristotele e l’economia, “Isonomia”, 10/11/2006 (Rivista on-line reperibile

all’indirizzo internet: www.uniurb.it/Filosofia/isonomia/pratica1.htm) cucini c. 1989, L’insediamento altomedievale del Podere Aione (Follonica-GR), “Archeologia

Medievale”, XVI, pp. 499-512.cucini tiZZoni c. 1992 m. tiZZoni, Le antiche scorie del golfo di Follonica (Toscana). Una

proposta tipologica, “Notizie dal Chiostro del Monastero Maggiore”, supplemento IX, Milano.

cuteri f. 1998, (KR) Cutro, loc. Steccato – Marinella. 1996, “Archeologia Medievale”, XXV, p. 172.

da Borso a. 1952, Monete romane scoperte, “Archivio Storico di Belluno, Feltre e Cadore”, XXIII, n. 119, p. 27.

dall’aGlio P. L. 1985, Scavi nel sito della basilica di S. Cristoforo “ad Aquilam”, “Picus”, V, pp. 169-76.

dall’aGlio P. L.1991, La Basilica di Colombarone (Pesaro), in L’Alma Mater e l’antico. Scavi dell’Istituto di Archeologia, Bologna, pp. 65-9.

dall’aGlio P. L. 2001, Colombarone (PS), in L’edificio battesimale in Italia: aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Liguria, 21-26 settembre 1998), Bordighera, pp. 86-92.

dall’aGlio P. L. – verGari M. 2001, Scavi e ricerche nel complesso tardoantico di Colombarone (Pesaro), in Scavi medievali in Italia, 1996-1999. Atti della Seconda Conferenza Italiana di Archeologia Medievale (Cassino, 16-18 dicembre 1999), Roma, pp. 151-72.

dal rì l. 1955, La necropoli barbarica di Brentonico, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XXXIV, pp. 497-500.

dal rì l. 1974, I Longobardi in Val di Gresta, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, LIII, pp. 370-80.

dal rì l. – Piva G. 1987, Ledro B: una stazione del primo medioevo a Volta di Besta sul lago di Ledro nel Trentino, in La regione Trentino-Alto Adige nel Medio Evo. Atti del congresso, v. II (= “Atti dell’Accademia Roveretana degli Agiati”, s. VI, 236 [1986]), Rovereto, pp. 265-347.

d’andria f. 1994, Poggiardo (Lecce), Vaste – Fondo Giuliano, “Taras”, XIV/1, pp. 134-5.

567BIBLIOGRAFIA

d’andria f. 1998, Poggiardo (Lecce), Vaste, Fondo Giuliano, “Taras”, XVIII/1, pp. 109-10.d’angela c. 1976, Fibule tardoantiche e medioevali del Museo Civico di Barletta, in Scritti di

Storia e di Arte Pugliesi in onore dell’Arcivescovo Mons. Giuseppe Carata, Fasano.d’anGela c. 1978, A proposito dei ritrovamenti «longobardi» di Trani, “Archeologia Medievale”,

V, pp. 475-83.d’anGela c. 1980, Gli scavi nel santuario, in Il Santuario di S. Michele sul Gargano dal VI al

IX secolo. Contributo alla storia della Langobardia meridionale. Atti del Convegno (Monte Sant’Angelo, 9-10 dicembre 1978), a c. di C. carletti, G. otranto, Bari, pp. 337-45.

d’anGela c. 1982, Un sepolcreto altomedievale a Merine (Lecce), in Studi di Antichità, Galatina (Quaderni dell’Istituto di Archeologia e Storia Antica-Università di Lecce, 3), pp. 175-82.

d’angela c. 1986, Schede di archeologia altomedievale in Italia. Puglia, “Studi Medievali”, s. 3a, XXVII/2, pp. 913-24.

d’anGela c. 1988, Ritrovamenti tardoantichi e altomedievali, in Il museo di Taranto: cento anni di archeologia, Taranto, pp. 113-9.

d’anGela c. 1989, Tombe altomedievali a Vanze (Lecce), “Taras”, IX/1-2, pp. 119-31.d’anGela c. 1990a, (Bari) Modugno, loc. “Paradiso”, “Archeologia Medievale”, XVII,

pp. 536-7.d’anGela c. 1990b, (Lecce) Otranto, Cattedrale, “Archeologia Medievale”, XVII, p. 537.d’anGela c. 1990c, (Lecce) Otranto, via Borgo Corpo Santo, “Archeologia Medievale”, p. 537.d’anGela c. 1992, Il cimitero altomedievale di Masseria Basso a Canne, “Archivio Storico

Pugliese”, XLV, pp. 293-308.d’anGela c. 2000, La Puglia altomedievale: scavi e ricerche, Bari (Società di Storia Patria per la

Puglia, Documenti e Monografie, LI).d’anGela c. – liPPolis E. 1988, Gli scavi del 1953 nel piano di Carpino (Foggia), in Gli scavi

del 1953 nel piano di Carpino (Foggia). Le terme e la necropoli altomedievale della villa romana di Avicenna, a c. di c. d’anGela, Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 5), pp. 33-68.

D’anGela c. – volPe G. 1991, Insediamenti e cimiteri rurali tra tardoantico e altomedioevo nella Puglia centro-settentrionale: alcuni esempi, “Mèlanges de l’Ecole Française de Rome. Moyen Age”, 103/2, pp. 785-826.

d’anGelo F. 1976, Produzione e consumo del vetro in Sicilia, “Archeologia Medievale”, III, pp. 379-89.

d’anGelo f. 1980, La necropoli tardoromana da Celimarro (Castrovillari), in Testimonianze cristiane antiche e altomedievali nella Sibaritide. Atti del Convegno Nazionale (Corigliano-Rossano 1978), Bari, pp. 75-88.

d’aloe S. 1842-1843, Storia profana e sacra dell’antica Siponto e della metropolia di Manfredonia, Napoli.

dannheimer h. 1989, Byzantinische Grabfunde aus Sizilien. Christliches Brauchtum im frühen Mittelalter, München (Archäologische Staatssammlung, 15).

darK K. R. 1994, Civitas to Kingdom: British Political Continuity 300-800, Leicester.darK K. R. 2000, Britain and the End of The Roman Empire, Stroud.

568

davite c. 1988, Scavi e ricognizioni nel sito rurale tardo antico di Gronda (Luscignano, Massa Carrara), “Archeologia Medievale”, XV, pp. 397-403.

day W. r. Jr. 1997, The monetary reforms of Charlemagne and the circulation of money in early medieval Campania, “Early Medieval Europe”, 6/1, pp. 25-45.

de Benedittis G. 1988, Di alcuni materiali altomedievali provenienti dal Molise centrale ed il problema topografico della necropoli di Vicenne, “Conoscenze”, IV, pp. 103-8.

de Benedittis G. – lafaurie J. 1998, Trésor de monnaies carolingiennes du VIIIe siécle trouvé à Larino (Italie, Molise), “Revue Numismatique”, 153, pp. 217-43.

deGani M. 1959, Il tesoro romano barbarico di Reggio Emilia, Firenze.deGrassi V. 1991, Villanova di Farra. Sepolcreto tardoromano e altomedievale (Scavi 1991),

“Aquileia Nostra”, LXII, cc. 243-5.deGrassi V. 1994, Villanova di Farra. Sepolcreto tardoromano-altomedievale, “Aquileia Nostra”,

LXV, cc. 374-6.deGrassi v. – maselli scotti f. 1990, Villanova di Farra. Sepolcreto tardoromano e altomedievale,

“Aquileia Nostra”, LXI, cc. 341-3.del bello m. 1969, Una singolare crocetta aurea di Treviso, “Memorie Storiche Forogiuliesi”,

XLIX, pp. 121-8.deloGu P. 1980, Il regno longobardo, in P. deloGu, a. Guillou, a. ortalli, Storia d’Italia, I,

Longobardi e Bizantini, a c. di G. Galasso, Torino, pp. 1-216.deloGu P. 1988, Reading Pirenne Again, in The Sixth Century Production, Distribution and

Demand, a c. di r. hodGes, W. BoWden, Leiden, pp. 15-40.deloGu P. 1990, Longobardi e Romani: altre congetture, in Langobardia, a c. di P. cammarosano,

s. GasParri, Udine, pp. 111-67.deloGu P. 1994, Introduzione allo studio della storia medievale, Bologna.deloGu P. 2001, L’Editto di Rotari e la società del VII secolo, in Visigoti e Longobardi 2001,

pp. 329-55.deloGu P. 2003, Il Medioevo, Bologna (= deloGu 1994, pp. 13-104).deloGu P. 2007, Conclusioni, in Archeologia e società tra Tardo Antico e Alto Medioevo, a c. di

G. P. BroGiolo, a. chavarría arnau, Mantova, pp. 401-4.deloGu P. 2008, Il mancoso è ancora un mito?, in 774 ipotesi su una transizione, Atti del

Seminario di Poggibonsi (16-18 febbraio 2006), a c. di s. GasParri, Thurnhout, pp. 141-59.deloGu P. 2010, Usi monetari longobardi, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 56,

pp. 115-30.de marcHi P. m. 1986, Il ritrovamento di Boffalora d’Adda, in Nuovi contributi agli studi

longobardi in Lombardia. Atti del Convegno (Arsago Seprio 1984), Busto Arsizio, pp. 21-30.de marchi P. m. 1992-1993, Sepolture d’ambito longobardo di Calvisano (Brescia). Frazione

Mezzane, “Sibrium”, XXii, pp. 295-326.de marchi P. m. 1997, Calvisano e la necropoli d’ambito Longobardo in località Santi di Sopra.

La pianura tra Oglio, Mella e Chiese nell’altomedioevo, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda. Atti del convegno (Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a c. di l. Paroli, Firenze, pp. 377-411.

569BIBLIOGRAFIA

de marchi P. m. 1998, Una fibbia carolingia, in Piazza Labus a Brescia e l’antica Basilica, a c. di f. rossi, Milano, pp. 65-74.

de marchi P. m. 1999, Reperti metallici e miscellanea, in Santa Giulia di Brescia. Gli Scavi dal 1980 al 1982, a c. di G. P. BroGiolo, Firenze, pp. 318-25.

De Marchi P. m. 2001, Edifici di culto e territorio nei secoli VII e VIII: Canton Ticino, Area Abduana, Brianza e Comasco. Note per un’indagine, in Le chiese rurali tra VII e VIII secolo in Italia settentrionale: 8. Seminario sul Tardo Antico e l’Alto Medioevo in Italia Settentrionale (Garda, 8-10 aprile 2000), a c. di G. P. BroGiolo, Mantova, pp. 63-92.

de marchi P. m. 2005, Vecchi ritrovamenti d’ambito longobardo dal comasco, in L’Italia alto-medievale tra archeologia e storia. Studi in ricordo di Ottone D’Assia, a c. di s. Gelichi, Padova, pp. 105-30.

de marchi P. m. 2006, Leno: manufatti “bizantini” dalle aree cimiteriali di età longobarda, “Brixia Sacra”, s. III, XI/2, pp. 37-82.

de marcHi P. m. 2006a, I manufatti ageminati della necropoli longobarda di Castel Rampino presso Calepio, in Bolgare 2009, pp. 279-93.

de marchi P. m. 2007, Fornovo San Giovanni nell’Altomedioevo: la necropoli longobarda, in Storia economica e sociale di Bergamo, a c. di m. fortunati, r. PoGGiani, II, Bergamo, pp. 825-33.

de marchi P. m. 2007a, I manufatti ageminati della necropoli longobarda di Castel Rampino presso Calepio, in Storia economica e sociale di Bergamo, a c. di m. fortunati, r. PoGGiani, II, Bergamo, pp. 834-47.

de marchi P. m. 2007b, Le necropoli altomedievali di Montichiari, in Longobardi nel Bresciano: gli insediamenti di Montichiari, a c. di A. Breda, Brescia, pp. 57-72.

de marchi P. m. 2010, Brescia tra tardoantico e altomedioevo: manufatti da contesti funerari, “Forum Iulii”, 33, pp. 237-48.

de marchi P. m. 2015, La Valtellina tra tarda romanità e alto medioevo: i piccoli oggetti, in La Valtellina nei secoli. Studi e ricerche archeologiche, a c. di v. mariotti, II, Mantova, pp. 637-47.

de marchi P. m. – cini s. 1988, I reperti altomedievali nel Civico Museo Archeologico di Bergamo, Bergamo.

de marchi P. m. – Possenti e. 1998, Rocca di Monselice (PD) - Le sepolture longobarde, in Sepolture tra IV e VIII (Strutture, Topografia, Processi di acculturazione). Atti del VII Seminario su «Tardo Antico e Alto Medioevo» (Gardone Riviera, 24-26 ottobre 1996), a c. di G. P. BroGiolo, G. cantino WataGhin, Mantova, pp. 197-228.

de marchi P. m. – Possenti e. 2017, Le sepolture longobarde, in Monselice. Archeologia e architetture tra Longobardi e Carraresi, a c. di G. P. BroGiolo, a. chavarria arnau, Quingentole (MN), pp. 47-82.

de marchi P. m. – ZoPfi l. s. 2014, Cassano d’Adda (MI) e Montichiari (BS): sepolture con manufatti selezionati, significato sociale e circolazione di prodotti, in Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati, a c. di e. Possenti, Trento, pp. 118-36.

de marinis G. 1977, Topografia storica della Valdesia in periodo etrusco, Firenze.de marinis G. – silvestrini m. 2001, Esanatoglia (MC), loc. Crocifisso, in L’edificio battesimale

in Italia: aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Genova, Sarzana, Albenga, Finale Ligure, Ventimiglia, 21-26 settembre 1998), Bordighera, pp. 107-9.

570

de martino f. 1980, Storia economica di Roma antica, Firenze.demeGlio P. 1994, La pieve di S. Giovanni di Mediliano ed il territorio circostante, “Quaderni

della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 12, pp. 271-2.demeGlio P. 2001, San Giovanni di Mediliano a Lu (AL). Una pieve altomedievale e il suo fonte

battesimale, in L’edificio battesimale in Italia. Aspetti e problemi. Atti dell’VII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana: Genova, Sarzana, Albenga, Finale Ligure, Ventimiglia 21-26 settembre 1998), a c. di D. Gandolfi, Bordighera, pp. 589-608.

demeGlio P. 2003, Ripostigli monetali in Piemonte tra età imperiale e alto medioevo: una schedatura, in Fonti archeologiche e iconografiche per la storia e la cultura degli insediamenti nell’altomedioevo, Atti dell’Incontro di Studi (Milano-Vercelli, 21-22 marzo 2002), a c. di s. lusuardi siena, Milano, pp. 173-95.

demo Z. 2004, Ostrogothic Coinage from Collections in Croatia, Slovenia and Bosnia Herzegovina, Ljubliana.

de nino A. 1896, Tomba di età barbarica a Pratola Peligna, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 236-7.

dePalo m. r. 1996, Terlizzi (Bari), Ciurcitano, “Taras”, XVI/1, pp. 104-6.dePalo et al. 1998, Casamassima (Bari), Chiesa Matrice, “Taras”, XVIII/1, pp. 97-100.dePeyrot G. 1992, Le système monétaire de Dioclétian à la fin de l’Empire Romain, “Revue belge

de Numismatique”, 138, pp. 33-106.dePeyrot G. 1993, Les crises des Ve et Xe siecles: convergences et divergences, “Rivista Italiana

di Numismatica”, XCV, pp. 557-68.de Petra G. 1895, Lacco Ameno (frazione del Comune di Ischia). Di un tesoretto di monete d’oro

bizantine, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 83-4.De rebus bellicis 1989: Le cose della Guerra, a c. di a. Giardina, Milano 1989.de rinaldis A. 1916, Monili d’oro di età barbarica, “Notizi degli Scavi di Antichità”, s. V, 13,

pp. 329-32.dessi v. 1908, I tremissi longobardi - A proposito di un piccolo ripostiglio di monete d’oro di

Liutprando rinvenuto presso il villaggio di Ossi, Sassari, “Rivista Italiana di Numismatica”, 21, pp. 295-311.

de vanna l. 1999-2000, Darfo Boario terme (BS). Località Corna. Sondaggi 1999-2000, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, p. 123.

de vanna l. – dander P. – hoWes B. 1995-7, Brescia, via Musei 67, strutture nell’area dell’edificio scenico del teatro romano, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 183-5.

dhénin m. 1980, Monnaies des Ve-VIe siècles des nécropoles de Vron (Somme) et de Hordain (Nord), in Mélanges de numismatique, d’archéologie et d’histoire offerts à Jean Lafaurie, a c. di P. Bastien et al., Paris 1980, pp. 201-7.

dhénin M. 1993, L’or, l’argent, le bronze, métaux monétaires, in Mercati e mercanti nell’Alto Medioevo: l’area euroasiatica e l’area mediterranea, Spoleto (Settimane di Studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto medioevo, XL), pp. 827-39.

dicKinson t. m. 2002, Review article: What’s new in early medieval burial archaeology?, “Early Medieval Europe”, 11/1, pp. 71-87.

di Fulvio 1962 g., La Badia di San Liberatore a Maiella e Serramonacesca, Chieti.

571BIBLIOGRAFIA

di lorenzo a. m. 1886, Siderno, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 137-8.di raGoGna G. 1963, L’origine di Cordenons, Pordenone.di vasto F. 1983, Una crocetta altomedievale dalla necropoli di Celimarro (Castrovillari) ed

alcune osservazioni e notizie pertinenti ai rinvenimenti nella contrada, Castrovillari.di vita a. 1951, Archeologia ed identificazione di un antico centro nella Sicilia Orientale,

“Archivio Storico per la Sicilia Orientale”, 4, pp. 69-82.di vita A. 1953, Chiesette e sepolcreti bizantini in territorio di Chiaramonte Galufi (Ragusa),

in Atti dell’VIII Congresso Internazionale di Studi Bizantini (Palermo 1951), II, Roma, pp. 135-44.

di vita a. 1953a, Ricerche archeologiche in territorio di Chiaramonte Galufi, “Archivio Storico per la Sicilia Orientale”, 6, pp. 13-9.

DOC I: A. R. BellinGer, Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection, I: From Anastasius I to Maurice (491-602), Washington D.C. 1966.

donati l. – michelucci m. (a c. di) 1981, La collezione Ciacci nel museo archeologico di Grosseto, Roma.

donZelli c. 1980, 12. Pecetto di Valenza. Probabile villa romana e sepolcreto altomedievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 1, p. 147.

doPsch a. 1967, Economia naturale ed economia monetaria nella storia universale, Firenze. dressel e. 1879, Monete romane contrassegnate dai Vandali, “Bullettino dell’Istituto di

Corrispondenza Archeologica”, pp. 126-8.duBy G. 1975, Le origini dell’economia europea. Guerrieri e contadini nel medioevo, Roma-Bari.du canGe Glossarium: c. du canGe, Glossarium mediae et infimae latinitatis, Paris 1883-7.ducati P. 1913, Marzaglia (frazione del Comune di Modena). Tomba barbarica, “Notizie degli

Scavi di Antichità”, pp. 321-5.duiZ a. 2015, Pesare la moneta nell’Europa germanica dell’alto Medioevo: nuovi spunti di

riflessione, tdl. 2014-2015, Università degli Studi di Padova, rel. prof. M. Asolati.duPlessy J. 1956, La circulation des monnaies arabes en Europe Occidentale du VIII au XIII

siècle, “Revue Numismatique”, s. V, XVIII, pp. 102-63.durliat J. 1980, La valeur relative de l’or de l’argent et du cuivre dans l’empire protobyzantin

(IVe-VIIIe siècle), “Revue Numismatique”, s. VI, XXII, pp. 138-154.durliat J. 1982, Taxes sur l’entrée des marchandises dans la cité de Carales-Cagliari à l’époque

byzantine (582-602), “Dumbarton Oaks Papers”, 36, pp. 1-14.durliat J. 1986, Moneta e Stato nell’Impero bizantino, in La cultura bizantina. Oggetti e

messaggio. Monete e economia, a c. di A. Guillou et al., Roma, pp.151-201.durliat J. 1988, Le salaire de la paix sociale dans les royaumes barbares, in Anerkennung und

Integration: Zu den wirtschaftlichen Grundlagen der Völkerwanderungszeit (400-600), a c. di h. Wolfram, a. schWarcZ, Wien, pp. 21-72.

durliat J. 1990, Les finances publiques de Diocletien aux Carolingiens (284-889), sigmaringen.durliat J. 1990a, De la ville antique à la ville byzantine. Le problème des subsistances, Rome

(Collection del’EFR, 136).

572

Ecclesiastical Silver 1992: Ecclesiastical Silver Plate in Sixth-Century Byzantium, a c. di a. s. Boyd, m. mundell manGo, Washington.

edmondson J. c. 1989, Mining in the Later Roman Empire and Beyond: Continuity or Disruption?, “The Journal of Roman Studies”, LXXIX, pp. 84-102.

edWard J. 2008, The Rise and Function of the Concept “Late Antiquity”, “Journal of Late Antiquity”, 1, pp. 20-30.

edWard J. 2009, Europe’s Barbarians, AD 200-600, Harlow. eGGers H. J. 1951, Der romische Import in Freien Germanien, Hamburg.einZiG P. 1949, Primitive Money, London.eldada K. 2002, Glass weights and vessel stamps, in Fustat finds: beads, coins, medical

instruments, textiles, and other artifacts from the Awad collection, a c. di J. L. Bacharach, Cairo – New York, pp. 112-66.

engel a. – sassure r. 1964, Traité de numismatique du Moyen Age, Bologna.engels F. 1968, The origin of Family, private property and the State, in K. marX, f. enGels,

Selected works, London, pp. 568-76.ercolani cocchi e. 1978, La circolazione monetale fra tardoantico e alto medioevo: dagli scavi

di Villa Clelia, “Studi Romagnoli”, XXIX, pp. 368-99.ercolani cocchi e. (a c. di) 1984, Imperi Romani e Bizantini: Regni Barbarici in Italia attraverso

le monete del Museo Nazionale di Ravenna, Bologna.ercolani cocchi E. 2001, Le monete dello scavo di Domagnano nel contesto dei ritrovamenti

monetali dal territorio, in Domagnano. Dal Tesoro alla storia di una comunità in età romana e gota, a c. di G. BottaZZi, P. BiGi, Repubblica di San Marino, pp. 139-61.

ercolani e. 2006, La moneta nel VI secolo tra economia e ideologia, in Santi Banchieri Re. Ravenna e Classe nel VI secolo. San Severo il tempio ritrovato, a c. di a. auGenti, c. Bertelli, Milano, pp. 194-203.

L’eredità longobarda 1989: L’eredità longobarda. Ritrovamenti archeologici nel Milanese e nelle Terre d’Adda, a c. di S. lusuardi siena, Milano.

erim K. t. – reynolds J. – craWford m. h. 1971, Diocletian’s Currency Reform. A New Inscription, “The Journal of Roman Studies”, 61, pp. 171-7.

ermatinGer J. W. 1990, The circulation pattern of Diocletian’s nummus, “American journal of numismatics”, 2, pp. 107-17.

ermatinGer J. W. 1996, The economic reforms of Diocletian, St. Katharinen (Pharos: Studien zur griechisch-roemischen Antike, 7).

faBBricotti E. 1985, Iuvanum: scavi e ricerche 1980-93, in Papers in Italian Archaeology, IV, 4, Oxford (British Archaeological Reports. International Series), pp. 119-63.

faBre P. 1896, Les colons de l’Église romaine au Vie siècle. Étude d’une lettre de Saint Grégoire le Grand, “Revue d’histoire et de litterature religieuses”, I, pp. 74-96.

faBrini G. m. 1990, Dal culto pagano al culto cristiano: testimonianze archeologiche e documentarie per l’are del SS. Crocifisso a Treia, “Picus”, X, pp.107-75.

faBrini G. M. 2002, Bronzetti ed utensili metallici, in Antiqua frustula. Urbs Salvia. Materiali sporadici dalla città e dal territorio. Catalogo della mostra (Abbadia di Fiastra, 4 ottobre – 31 dicembre 2002), Pollenza, pp.73-98.

573BIBLIOGRAFIA

facchini G. m. 1990, Carta di distribuzione dei tesoretti, in Milano Capitale dell’Impero Romano, Milano, p. 450.

facella a. 2004, Vada Volaterrana. I rinvenimenti monetali degli horrea, Pisa (Instrumenta, 1).falco G. 1986, La Santa Romana Repubblica, Milano-Napoli.fallico a. m. 1975, Sul tesoro bizantino di Pantalica, “Sileno”, 1-3, pp. 23-34.fallico a. m. – GuZZetta G. 2002, Recenti apporti alle testimonianze sugli abitati della Sicilia

Orientale, in Byzantino-Sicula IV. Atti del I Congresso Internazionale di Archeologia della Sicilia Bizantina, Palermo, pp. 687-744.

farinelli r. – francovich r. 1994, Potere e attività minerarie nella Toscana altomedievale, in La storia dell’Alto Medioevo 1994, pp. 443-65.

farioli camPanati R. 1982, La cultura artistica nelle regioni bizantine d’Italia dal VI all’XI secolo, in I Bizantini in Italia, Milano, pp. 137-426.

fasoli G. 1958, Aspetti di vita economica e sociale nell’ Italia del secolo VII, in Caratteri del secolo VII in Occidente, I, Spoleto (Settimane di studio del centro italiano di studi sull’alto medioevo, 5), pp. 103-59 (ora anche in G. fasoli, Scritti di storia medievale, a c. di f. Bocchi, a. carile, a. i. Pini, Bologna 1974, alle pp. 3-48).

fasoli G. 1960, Che cosa sappiamo delle città italiane nell’Alto Medio Evo?, “Vierteljahrschrift für Sozial – und Wirtschaftsgeschichte”, 42, pp. 289-305 (ora anche in G. fasoli, Scritti di storia medievale, a c. di f. Bocchi, a. carile, a. i. Pini, Bologna 1974, alle pp. 181-98).

fasoli G. 1970, Considerazioni sul problema degli stanziamenti longobardi in Italia, in Atti del convegno di Studi Longobardi (Udine – Cividale 15 – 18 maggio1969), Udine, pp. 49-57.

fasoli G. 1978, Navigazione fluviale – porti e navi sul Po, in La navigazione mediterranea nell’alto medioevo, II, Spoleto (Settimane di studio del Centro italiano di studi sull’alto medioevo, 25), pp. 593-94.

Fasoli g. – manselli r. – Tabacco g. 1966, La struttura sociale delle città italiane dal V al XII secolo, “Vorträge und Forschungen”, XI, pp. 291-320.

faustoferri a. – tuliPani l. 1995, Un insediamento altomedievale in località S. Angelo di Archi (CH). Relazione preliminare, “Archeologia Medievale”, XXII, pp. 365-74.

fedele f. 1983, (Vercelli, Borgosesia) Monfenera 1971-1977, “Archeologia Medievale”, X, pp. 489-90.

felle a. e. 1994, Rinvenimenti dimenticati da Benevento, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LXX/1-2, pp. 247-69.

ferluGa J. 1991, L’esarcato, in Storia di Ravenna, II/I, Dall’età bizantina all’età ottoniana, a c. di A. CARILe, Venezia, pp. 351-77.

Fernández Flores a. 2002, Hallazgos numismáticos en contexto arquelógico en la ciudad de Sevilla. Periodo tardorromano-visigoto, in Actas XI Congreso Nacional de Numismática, Zaragoza, pp. 151-6.

ferrero E. 1889, Monete rinvenute nel territorio del Comune di Domodossola, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 262.

ferrero l. – uGGé s. 2011, Carignano. Museo Civico “Giacomo Rodolfo”. Riallestimento della sezione altomedievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 26, pp. 269-71.

574

filiPPi f. 1993, 6. Via Vernazza angolo via Cavour, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 11, pp. 253-6.

filiPPucci P. – mitchell J. – cann s. 2001, Artifacts in silver and copper alloy, in San Vincenzo 2001, pp. 329-45.

Fingerlin g. – garbscH J. – Werner J. 1968, Gli scavi del castello longobardo di Ibligo-Invillino (Friuli): relazione preliminare delle campagne 1962, 1963, 1965, “Aquileia Nostra”, XXXIX, pp. 100-36.

finley M. I. 1970, Aristotle and Economic Analysis, “Past and Present”, 47, pp. 3-25.finley m. i. 1984, Economia e società nel mondo antico, Bari.fiore cavaliere m. G. 1992, La necropoli altomedievale di Casale Madonna del Piano (Castro

dei Volsci) - Notizie preliminari, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 507-21.fiore cavaliere M. G. 1993, La necropoli altomedievale di Casale Madonna del Piano presso

Castro dei Volsci. Notizie preliminari, “Archeologia Laziale”, XI, pp. 335-40.fiorelli E. 1878, Ripostiglio e gioielli barbarici rinvenuti a Trapani, “Notizie degli Scavi di

Antichità”, p. 25.fiorelli G. 1878a, Sutri, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 159-60.fiorelli G. 1880, Pievetorina, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 121-2. fiorelli G. 1880a, Parco, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 359-61. fiorelli G. 1885, Ariccia, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 428.fiorelli G. 1885a, Padenghe, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 336.fiorelli B. 1885b, Donori, provincia di Cagliari, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 229-37.fiorelli G. 1886, Ariccia, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 25-6.Fiorio tedone c. 1985, Tombe dipinte altomedievali rinvenute a Verona, “Archeologia Veneta”,

VIII, pp. 251-86.Flavia Regio 1993: Flavia Regio. I Longobardi a Reggio Emilia e nell’Emilia occidentale.

Catalogo della Mostra (Reggio Emilia, Civici Musei, 9 dicembre 1993 – 13 febbraio 1994), a c. di m. catarsi dall’aGlio, Reggio Emilia.

foraBoschi D. 1976, Fattori economici nella transizione dall’antichità al feudalesimo, “Studi storici”, XVII, 4, pp. 76-103.

foraBoschi D. 1982, L’economia dei crediti in natura, “Athenaeum”, 60 (1982), pp. 69-83.foraBoschi D. 2003, Free coinage e scarsezza di moneta, in Credito e moneta nel mondo romano.

Atti degli Incontri Capresi di storia dell’economia antica (Capri, 12-14 ottobre 2000), a c. di E. lo cascio, Bari, pp. 231-44.

formica l. 1989, La necropoli longobarda di Trezzo sull’Adda. Il restauro dei materiali, in L’eredità Longobarda 1989, scheda 11.5.

Fornari F. 1916, Le recenti esplorazioni nel cimitero di S. Ciriaco al VII miglio della Via Ostiense, “Notizie degli scavi di Antichità”, pp. 123-37.

fornoni e. 1890, Orografia di Bergamo: le mura antiche, le porte cittadine, le pusterle, “Atti dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo”, pp. I-XCVI.

fortunati et al. 2014, Recenti ritrovamenti longobardi in territorio bergamasco, in Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati, a c. di e. Possenti, Trento, pp. 137-62.

575BIBLIOGRAFIA

fortunati Zuccalà m. 1991, Fornovo S. Giovanni (BG). Via Cimosse. Tombe di età longobarda, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 63-5.

fortunati Zuccalà m. 1991a, Predore (BG). Località Portone, via Molino-via Carrobbio, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, p. 66.

fortunati Zuccalà m.1992-3, Ponte Lambro (CO), località Schieppo. Villa di età romana, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 45-6.

fortunati Zuccalà m. 1992-3a, Fornovo S. Giovanni (BG). Via Cimosse. Presenze di età romana e tombe di epoca longobarda, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 77-8.

fortunati Zuccalà m.1995-1997, Cascina Bellinzona. Villa rustica di età romana e necropoli di epoca altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 55-7.

fortunati Zuccalà m. 1998, Bergamo, vicolo Ghiacciaia. Contesto pluristratificato, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 35-6.

ForTunaTi zuccalà m. – viTali m. 1986, Bergamo. Località Colognola. Tombe altomedievali, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 155-7.

fortunati Zuccalà m- – vitali m. 1987, Treviolo (Bergamo). Frazione Albegno. Tomba longobarda, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, p. 178.

fortunati [Zuccalà] m. – vitali m. 1988-9, Almenno S. Bartolomeo (BG), S. Tomé. Saggi di scavo, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 280-1.

fortunati [Zuccalà] m. – vitali m. 1988-9a, Almenno S. Salvatore (Bg), Chiesa di S. Giorgio, “Notiziario della Soprintendenza Archeologia della Lombardia”, pp. 282-4.

fossati s. – BaZZurro s. – PiZZolo O. 1976, Campagne di scavo nel villaggio tardoantico di Savignone (Genova), “Archeologia Medievale”, III, pp. 309-25.

foWden G. 2002, Elefantiasi del tardoantico?, “Journal of Roman Archaeology”, XV, pp. 681-7.franZ l. 1944, Die Frühdeutschen Altertümer im Tiroler Landesmuseum zu Innsbruck, Innsbruck. frascarelli A. 1998, La necropoli e il santuario di Cannicella. Le tombe altomedievali, in

Todi-Orvieto. Interventi per il consolidamento e il restauro delle strutture di interesse archeologico, a c. di P. Bruschetti, a. e. feruGlio, Perugia, pp. 132-42.

fraZer M. 1991, Teodolinda committente di opere d’arte, in Monza. La cappella di Teodolinda nel Duomo, a c. di r. cassanelli, r. conti, Milano, pp. 19-23.

Friedländer J. 1866, Vandalische Münzen, “Berliner Blatter fur Munz- Siegel- und Wappenkunde”, III, pp. 283-4.

friedländer l. 1921, Darstellung aus der Sittengeschichte Roms, Leipzig.FrancHi dell’orTo l. 1986, Il “ripostiglio” di Montepagano con elmo ostrogoto, in AA.VV., La

Valle del Medio e Basso Vomano, Roma (Documenti dell’Abruzzo Teremano, II), pp. 251-9.francovich R. – farinelli r. 1994, Potere a attività minerarie nella Toscana altomedievale, in

La storia dell’Altomedioevo 1994, pp. 443-65.friedländer J. 1849, Die Münzen der Vandalen, Berlin.frova A. 1951, Milano-Via S. Raffaele-Piazza del Duomo, “Notizie degli Scavi di Antichità”,

pp. 29-33.fruGoni c. 1988, A Distant City: Images of Urban Experience in the Medieval World, Princeton.

576

fuchs s. 1938, Die langobardischen Goldblattkreuze aus der Zone südwärts der Alpen, Berlin.fuchs s. – Werner J. 195, Die Langobardischen Fibeln aus Italien, Berlin.fulford m. 1978, Coin Circulation and Mint Activity in the Late Roman Empire, “Archaeological

Journal”, CXXXV, pp. 67-114.galasso e. 1969, Oreficeria medievale in Campania, Benevento.Galli E. 1912, Antichità barbariche scoperte a Bolsena, “Bollettino d’Arte”, 6, pp. 345-53.Galli e. 1942, Nuovi materiali barbarici dell’Italia centrale, “Atti della Pontificia Accademia

Romana di Archeologia – Memorie”, s. III, VI, pp. 1-37.GamBacorta f. 2010, La “contromarca” xlii sulle monete bronzee di epoca imperiale. Status

quaestionis, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XL, pp. 365-83.Gamurrini G. f. 1868, Delle recenti scoperte e della cattiva fortuna dei monumenti antichi in

Etruria, “Nuova Antologia”, VIII/5, pp. 170-9.Gardelli G. 1984, Montefeltro e Massa Trabaria. Fra Romanità e Medioevo: notizie di cultura

materiale e di topografia archeologica, I, Roma. Gardini a. 1989, Lo scavo dell’area suburbana di Via San Vincenzo a Genova, “Archeologia

Medievale”, XVI, pp. 357-410.Garland r. 1985, The Greek Way of Death, Ithaca.garraFFo s. 1996, Notes on coin production, use and circulation in Tripolitania and Crete in late

Roman and early Byzantine times (resumé), in Coin finds and coin use in the roman world. The thirteenth Oxford Symposium and monetary history (25-27.3.1993), a c. di c. e. KinG, d. G. WiGG, Berlin, pp. 179-84.

maruGGi G. a. 2000, Oria (Brindisi), via Stradone, Scuola Media “F. Milizia”, “Taras”, XX/1-2, pp. 131-2.

GasParri s. 1988, I gruppi dominanti nell’Italia longobarda e carolingia, “Mélanges de l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 100/1, pp. 39-46.

GasParri s. 1990, Il regno longobardo in Italia, in Langobardia, a c. di P. cammarosano, s. GasParri, Udine 1990, pp. 237-305.

GasParri s. 1992, Venezia fra i secoli VIII e IX. Una riflessione sulle fonti, in Studi offerti a Gaetano Cozzi, Venezia 1992, pp. 3-18.

GasParri s. 1997, Prima delle nazioni. Popoli, etnie e regni fra Antichità e Medioevo, Roma.GasParri s. 2004, Il regno longobardo in Italia. Struttura e funzionamento di uno stato

altomedievale, in Il regno dei longobardi in Italia. Archeologia, società e istituzioni, a c. di id., Spoleto, p. 1-92.

GasParri S. 2005, Culture barbariche, modelli ecclesiastici, tradizione romana nell’Italia longobarda e franca, “Reti Medievali. Rivista on line”, VI/2: http://www.dssg.unifi.it/_RM/rivista/saggi/Gasparri.htm

GasParri S. 2006, Tardoantico e alto Medioevo: metodologie di ricerca e modelli interpretativi, in Il Medioevo (secoli V -XV), VIII (Popoli, poteri, dinamiche), a c. di s. carocci, Roma, pp. 27-61.

GasParri s. 2012, Le molteplici identità etniche dei Longobardi in Italia. Linguaggi politici e pratiche sociali, “Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts. Römische Abteilung”, 118, pp. 493-504.

577BIBLIOGRAFIA

GasParri S. 2017, Voci dai secoli oscuri. Un percorso nelle fonti dell’alto medioevo, Roma.GasParri s. – la rocca C. 2012, Tempi barbarici. L’Europa occidentale tra antichità e medioevo

(300-900), Roma.GasParri s. – di salvo a. – simoni f. 1992, Fonti per la storia medievale. Dal V all’XI secolo,

Firenze.Gastaldo G. 1998, I corredi funerari nelle tombe “tardo romane” in Italia Settentrionale, in

Sepolture tra IV e VIII (Strutture, Topografia, Processi di acculturazione), Atti del VII Seminario su «Tardo Antico e Alto Medioevo» (Gardone Riviera 1996), a c. di G. P. BroGiolo, G. cantino WataGhin, Mantova, pp. 15-59.

Geary P. J. 1983, Ethnic identity as a situational construct in the Early Middle Ages, “Mitteilungen der Anthropologischen Gesellschaft in Wien”, 113, pp. 15-26.

Geary P. J. 2002, The Myth of Nations: The Medieval Origins of Europe, Princeton.Geary P. J. 2009, Il mito delle Nazioni: le origini medievali dell’Europa, Roma.Geary P. J. 2013, Europe of Nations or The Nation of Europe. Origin Myths Past and Present,

“Lusophone Journal of Cultural Studies”, 1/1, pp. 36-49.Gelichi S. 1983, La pieve di San Giorgio in Argenta (Ferrara). Relazione della prima campagna

di scavo 1982, in XXX Corso di Cultura sull’arte ravennate e bizantina. Seminario Giustinianeo (Ravenna, 6-14 marzo 1983), Ravenna, pp. 289-319.

Gelichi S. 1988, Modena e il suo territorio nell’Alto Medioevo, in Modena dalle origini all’anno Mille. Studi di archeologia e storia. I, Modena, pp. 551-76.

Gelichi s. 1989, Schede di archeologia longobarda in Italia. L’Emilia – Romagna, “Studi Medievali”, III s., XXX/1, pp. 405-23.

Gelichi s. 1989a, Testimonianze archeologiche di età longobarda in Emilia-Romagna: le sepolture, in XXXVI Corso di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina, Ravenna, pp. 149-88.

Gelichi s. 1989b, Castelli vescovili ed episcopali fortificati in Emilia Romagna: il castello di Gotefredo presso Cittanova e il castrum S. Cassiani a Imola, “Archeologia Medievale”, XVI, pp. 171-90.

Gelichi s. 1991, (Reggio Emilia) Castellarano, viale della Pace, “Archeologia Medievale”, XVIII, p. 670.

Gelichi s. 1993, Recenti interventi di archeologia medievale a Nonantola e nel suo territorio, in Nonantola nella cultura e nell’arte medievale. Atti della Giornata di Studi (Nonantola, 18 maggio 1991), a c. di f. Gavioli, G. malaGuti, Nonantola, pp. 158-9, 168-172.

Gelichi s. 1998, Introduzione all’archeologia medievale, Roma.Gelichi s. 2004, Condita ab ignotis dominis tempore vetustiore mobilia. Note su archeologia e

tesori tra la tarda antichità e il medioevo, in Tesori 2004, pp. 19-45.Gelichi s. 2005, Disiecta membra Emiliae: sepolture gote e longobarde disperse e ritrovate, in

L’Italia alto-medievale tra archeologia e storia. Studi in ricordo di Ottone D’Assia, a c. di s. Gelichi, Padova, pp. 151-86.

Gelichi s. – Giordani N. (a c. di) 1994, Il tesoro nel pozzo. Pozzi deposito e tesaurizzazioni nell’antica Emilia, Catalogo della mostra, Modena.

gelicHi s. – malnaTi l. – orTalli J. 1986, L’Emilia centro-occidentale tra la tarda età imperiale e l’alto medioevo, in Società romana e impero tardoantico, III: Le merci. Gli insediamenti, a c. di a. Giardina, Bari, pp. 543-645.

578

Gelichi et alii 1990, Contesti tardo-antichi e altomedievali dal sito di Villa Clelia (Imola, Bologna), “Archeologia Medievale”, XVII, pp. 121-234.

Gelichi et alii 2012, The history of a forgotten town: Comacchio and its archaeology, in From one sea to another. Trading places in the European and Mediterranean Early Middle Ages, a c. di S. Gelichi, r. hodGes, Thurnout (Seminari del centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 3), pp. 169-205.

Gentili G. v. 1954, Nissoria (Enna). Reperto di oreficerie bizantine, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 403-5.

genTili g. v. 1969, La basilica bizantina della Pirrera di S. Croce Camerina, prov. Ragusa, “Quaderni dell’Istituto di Antichità Ravennati e Bizantine”, n.s., 2, pp. 82-90.

Geraci P. o. 1975, L’arte bizantina, medioevale e moderna, vol. I-1: Il Museo Nazionale di Reggio Calabria, Reggio Calabria.

Geraci G. – marcone a. 2004, Storia Romana, Firenze.GerBerdinG R. 2005, The Later Roman Empire, in The New Cambridge Medieval History. I c.

500–c. 700, a c. di P. fouracre, Cambridge, pp. 13-34.GerBore r. – Pantò G. – villa G. 1993, La tomba di una longobarda ad Alice Castello (VC),

“archeologia Medievale”, XX, pp. 371-9.Gernet L. 1948, La notion mythique de la valeur en Grèce, “Journal de psychologie”, XLI,

pp. 415-62.Gerson L. P. (a c. di) 2010, The Cambridge History of Philosophy in Late Antiquity, 2 voll.,

Cambridge.Ghidotti P. 2003, Necropoli medievali nella pianura centropadana: catasto 1982-1997, in Atti del

III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 711-5.

Ghiroldi a. – Portulano B. – roffia e. 2001, L’abitato altomedievale di Sirmione (Brescia). I contesti dello scavo di via Antiche Mura 20, “Archeologia Medievale”, XXVIII, pp. 111-26.

Giacomini m. 1983, S. Bassano (CR). Loc. Dosso. Scavo di Necropoli altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 112-3.

GianaZZa l. 1998, Bibliografia per la numismatica longobarda, “rivista Italiana di Numismatica”, XciX, pp. 269-93.

Giannichedda e. 1993, Una padella altomedievale da Rossiglione (GE), “Archeologia Medievale”, XX, pp. 579-90.

Giardina a. 1977, Aspetti del fiscalismo tardoantico, “Studi Storici”, 18, fasc. 3, pp. 151-61.Giardina a. 1983, Il pane nel circo. Su una scena dell’atrio termale di ‘Philosophiana’, “Opus”,

2, pp. 573-80. Giardina a. 1999, Esplosione di Tardoantico, “Studi Storici”, 40, pp. 157-80.Giardina a. 2004, Tardoantico: appunti sul dibattito attuale, “Studi Storici”, 45/1, pp. 41-6.Giardino l. 1991, Grumentum e Metaponto. Due esempi di passaggio dal tardoantico

all’altomedioevo in Basilicata, “Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Age”, 103, 2, pp. 827-58.

Gillett a. 2004, Introduction: The Barbarian: The Alien in Antiquity, “Ancient History”, 34/1, pp. 1-9.

579BIBLIOGRAFIA

Giontella C. 1999, La tomba longobarda in loc. Cannicella, in Volsinii e il suo territorio, Orvieto (Annali del Museo Faina, VI), pp. 375-89.

Giordani N. 1998, Modena, piazza XX Settembre, “Archeologia dell’Emilia-Romagna”, II/2, pp. 84-6.

Giostra C. 1998, Le guarnizioni ageminate del secondo quarto del sec. VII e il problema della produzione metallurgica altomedievale, “Archeologia Medievale”, XXV, pp. 27-47.

Giostra c. 2000, L’arte del metallo in età longobarda. Dati e riflessioni sulle cinture ageminate, Spoleto.

Giostra c. 2003, Reperti di età longobarda poco noti provenienti dall’Umbria, in I Longobardi dei Ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002; Benevento, 24-27 ottobre 2002), II, Spoleto, pp. 1459-98.

Giostra C. 2003a, L’impressione delle lamine in età altomedievale: il processo tecnologico sulla base degli strumenti rinvenuti, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 682-9.

Giostra c. 2004, Catalogo, in Presenza Longobarde. Collegno nell’alto medioevo, a c. di L. PeJrani Baricco, Torino, pp. 73-152.

Giostra c. 2007, Aspetti del rituale funerario, in Longobardi in Monferrato. Archeologia della “Iudicaria Torrenis”, a c. di E. micheletto, Casale Monferrato, pp. 99-127.

Giostra c. 2008, Due corredi funerari longobardi da Verona, in Restituzioni 2008. Tesori d’arte restaurati, Catalogo della Mostra, a c. di C. Bertelli, Vicenza, pp. 138-44.

Giostra 2008-2009, Trezzo sull’Adda (MI). Località Ginesio/Sallianese. Indagini archeologiche 2006-2009, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 189-94.

Giostra C. 2011, La fisionomia culturale dei Longobardi in Italia settentrionale: la necropoli di Leno, Campo Marchione (BS), in Archeologia e storia delle migrazioni: Europa, Italia, Mediterraneo fra tarda età romana e alto medioevo, Atti del Convegno internazionale di studi (Cimitile – S. Maria Capua Vetere, 17-18 giugno 2010), a c. di C. eBanista, M. rotili, Cimitile, pp. 255-74.

Giostra C. 2011a, Goths and Lombards in Italy: the potential of archaeology with respect to ethnocultural identification, “Post Classical Archaeologies”, 1, pp. 7-36.

Giostra c. 2014, Metalli e osso lavorato di età medievale, in San Rocco a Ceneda (Vittorio Veneto). Indagini archeologiche 2003-2006, a c. di E. Possenti, Trieste, pp. 199-212.

Giostra c. 2017, Temi e metodi dell’archeologia funeraria longobarda in Italia, in Archeologia dei Longobardi: dati e metodi per nuovi percorsi di analisi, I Incontro per l’Archeologia barbarica (Milano, 2 maggio 2016), a c. di C. Giostra, Mantova, pp. 15-41.

Giovannetti G. 2007, La moneta in tomba nell’Italia altomedievale, in Il Forum di Numismatica Antica a Roma Tre. Studi e ricerche sul collezionismo, la circolazione e l’iconografia monetale, a c. di m. c. molinari, Roma, pp. 213-46.

Giovannini a. 2002, Una scoperta di epoca altomedievale nel territorio di Remanzacco: la tomba di una donna di rango e il suo corredo, “Forum Iulii”, XXVI, pp. 25-39.

Giussani A. 1914, Gli orecchini d’oro di Laino d’Intelvi, “Rivista archeologica della provincia e antica diocesi di Como”, pp. 61-73.

580

Giussani A. 1932-1933, Ripostiglio di aurei romani in Griante, “Rivista di Archeologia Cristiana”, 105-107, p. 161

GiZZi E. 1986, Tombe altomedievali in agro di Notaresco, in La Valle del Medio e Basso Vomano, III, Roma (Documenti dell’Abruzzo Teremano, II), pp. 260-72.

Gnecchi f. 1897, Un ripostiglio miserabile, “Rivista Italiana di Numismatica”, X, pp. 19-22.Goffart W. 1980, Barbarians ard Romans, A.D. 418-584. The Techniques of Accommodation,

Princeton.Goffart W. 1989, Rome’s fall and after, London.Goffart W. 2002, Does the Distant Past Impinge on the Invasion Age Germans?, in On barbarian

identity, a c. di A. Gillet, Thurnout, pp. 21-37.goFFarT W. 2006, Barbarian tides: the migration age and the later Roman Empire, Philadelphia.Goffart W. 2013, Administrative Methods of Barbarian Settlement in the Fifth Century: The

Definitive Account, in Gallien in Spätantike und Frühmittelalter. Kulturgeschichte einer Region, a c. di s. diefenBach, G. m. müller, Berlin (Millennium-Studien / Millennium Studies, 43), pp. 45-58.

göHl ö. 1906, Imitations barbares de monnaies d’or romaines et byzantines de Costantin Ier et II, de Tibèere Ii Costantin et d’Heraclius, “Numizmatikay Közlöny”, 5, pp. 90-2.

gonzález sáncHez s. – guglielmi a. (a c. di) 2017, Romans and barbarians beyond the frontiers: Archaeology, ideology and identities in the north, Oxford.

Gorfer a. 1958, I castelli del Trentino, Trento. Gorini G. 1985, Aspetti e problemi di numismatica nel “Breviarium”, in A. vasina et al., Ricerche

e studi sul “Breviarium Ecclesiae Ravennatis” (Codice Bavaro), Roma, pp. 63-79.Gorini G. 1988, Sopravvivenza delle monete romane in contesti più tardi, “Società Numismatica

Italiana. Comunicazioni”, 3, pp. 1-2.Gorini G. 1988a, La circolazione monetale nella Venetia (IV-IX sec.), in La Venetia dall’antichità

all’alto medioevo, Roma, pp. 187-200.Gorini G. 1989, Moneta e scambi nel Veneto altomedievale, in Il Veneto nel Medioevo. Dalla

“Venetia” alla Marca Veronese, a c. di A. castaGnetti, G. M. varanini, vol. I, Verona, pp. 167-97.

Gorini G. 1992, Zum Münzumlauf in nachrömischer Zeit in Oberitalien, “Litterae Numismaticae Vindobonensis”, 4, pp. 77-84.

Gorini G. 1992a, La zecca di Ravenna. Monetazione e circolazione, in Storia di Ravenna, II, 2, Dall’età bizantina all’età ottoniana. Ecclesiologia, cultura e arte, Ravenna, pp. 209-38.

Gorini G. 1993, La moneta tra tardoantico e altomedioevo alla luce dei dati friulani, in Dal Tardoantico all’altomedioevo in Friuli. Lezione letta al seminario dell’Università degli Studi di Udine, 10-11 dicembre 1993, pp. 1-11.

Gorini G. 1997, Problemi e metodi della numismatica oggi, “Bulletin de l’Académie de Saint-Anselme”, n.s., VI, pp. 33-47.

Goti 1994: I Goti. Catalogo della Mostra (Milano, Palazzo Reale 28 gennaio – 8 maggio 1994), Milano.

Goti e Longobardi 2010: Goti e Longobardi a Chiusi. I Materiali dal Museo Archeologico Nazionale Etrusco di Chiusi, a c. di M. salvini, Chiusi.

581BIBLIOGRAFIA

Grierson P. 1953, La trouvaille monétaire d’Ilanz, “Schweizer Münzblatter”, 4, pp. 46-8 (ora anche in Grierson 1979, XVI).

Grierson P. 1954 , Problemi monetari dell’alto medio evo, “Bullettino della Società Pavese di Storia Patria”, 54, pp. 67-82.

Grierson P. 1954a , Carolingian Europe and the Arabs: the myth of the mancus, “Revue belge de philologie et d’histoire”, 32, pp. 1059-74.

grierson P. 1956 , The silver coinage of the Lombards, “Archivio Storico Lombardo”, s. VIII, 6, pp. 130-47.

Grierson P. 1959 , Commerce in the Dark Ages, “Transactions of the Royal Historical Society”, 9, pp. 123-40.

grierson P. 1961, La fonction sociale de la monnaie en Angleterre aux VIIe – VIIIe siècles, in Moneta e scambi 1961, pp. 341-85.

grierson P. 1961a, Monete bizantine in Italia dal VII all’XI secolo, in Moneta e scambi 1961, pp. 35-55.

grierson P. 1965, Money and coinage under Charlemagne, in Karl der Grosse, I, a c. di W. Braunfels, Düsseldorf, pp. 507-11.

Grierson P. 1978, Un denier de l’empereur Arnoul frappée à Milan en Mars 896, “Bullettin de la Societè Françoise de Numismatique”, 33/1, pp. 286-9.

Grierson P. 1979, Dark Age Numismatics. Selected Studies, London (Collected Studies, 96).Grierson P. 1982, Byzantine Coins, Berkeley [University of California].Grierson P. 1991, The coins of medieval Europe, London.Grierson DOC II: P. Grierson, Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks

Collection and in the Whittemore Collection, vol. II: Phocas to Theodosius III, 602–717, Washington.

Grierson P. – mays m. 1992, Catalogue of Late Roman Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection: from Arcadius and Honorius to the Accession of Anastasius, Washington.

Grinsell l. 1957, The Ferryman and His Fee, “Folklore”, 68, pp. 257-69.Grizzo 1974: Gruppo ricerche di Grizzo, Ritrovamenti archeologici a Malnisio, “Memorie

Storiche Forogiuliesi”, LXII, pp. 207-8.Grote h. 1881, Die Langobardischen Bracteaten, “Blätter für Münzfreunde”, 93, pp. 804-5.gualazzini u. 1961, Aspetti giuridici dei problemi monetari in Italia durante l’alto Medioevo, in

Moneta e scambi 1961, pp. 89-122.Guarnieri c. 2003, Sepolture ed aree cimiteriali a Faenza tra tardoantico ed altomedioevo e

il rinvenimento di Palazzo Caldesi, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 725-30.

Guide 1999: A Guide to the Post-Classical World, a c. di G. W. BoWersocK, P. BroWn, O. GraBar, Cambridge.

Guido f. 1993, Monete longobarde rinvenute in Sardegna, “Annotazioni Numismatiche”, 9, pp. 188-9.

582

Guido f. 1994, Ripostiglio di monete bizantine da Ruinas (Ozieri), “Annotazioni Numismatiche”, 15, pp. 309-12.

Guido F. 2002, Note sulla monetazione sardo-bizantina, in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 165-70.

GuidoBaldi f. – Pavolini c. – PerGola P. (a c. di) 1998, I materiali residui nello scavo archeologico, Roma.

guillou a. 1969, Régionalisme et indépendance dans l’empire byzantin au VIIe siècle. L’exemple de l’exarchat et de la Pentapole, Roma.

Gurnet r. 1967, Le trésor d’Ordona. Ordona II, Bruxelles-Roma.GuZZetta G. 1983, Per la calabria bizantina: ptimo censimento numismatico, in Calabria

Bizantina. Istituzioni civili e topografia storica. Atti del VII Incontro di Studi Bizantini, Roma-Reggio Calabria, pp. 251-80.

GuZZetta G. 1986a, Appunti di circolazione monetaria nella Sicilia orientale bizantina, in La Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà mediterranee, Atti del VI Convegno Internazionale di Studio, Galatina, pp. 121-33.

GuZZetta G. 1988, Le monete, in Gli scavi del 1953 nel piano di Carpino (Foggia). Le terme e la necropoli altomedievale della villa romana di Avicenna, a c. di c. d’anGela, Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 5), pp. 73-86.

GuZZetta G. 1991, Note in margine ai dati di rinvenimento di sigilli plumbei a Reggio e a Siracusa, in L’arte nella Calabria bizantina. VIII incontro di Studi Bizantini (Reggio Calabria – Vibo Valentia – Tropea 1985), Soveria Mannelli, pp. 63-7.

GuZZetta G. 1991a, Prime testimonianze monetali da Motta S. Niceto, in L’arte nella Calabria Bizantina. Atti dell’VIII Incontro di Studi Bizantini, Soveria Mannelli, pp. 69-78.

GuZZetta G. 1995, La circolazione monetaria in Sicilia dal IV al VII secolo d.C., “Bollettino di Numismatica”, 25, pp. 7-30.

GuZZetta G. 2001, La circolazione monetaria in età bizantina, in Storia della Calabria Medievale. I quadri generali, Roma, pp. 563-75.

GuZZo P. G. 1993, Antico e archeologia. Scienza e politica delle diverse antichità, Bologna.hadelson h. l. – Kustas G. L. 1964, A sixth century hoard of minimi from the Western

Peloponnese, “American Numismatic Society Museum Notes”, XI, pp. 159-205.hahn W. 1987, Ein Minimifund des frühen 6. Jahrunderts aus Massafra bei Tarent, “Litterae

Numismaticae Vindobonenses”, 3, pp. 95-116.hahn W. 1988, Die Münstätte Rom unter den Kaisern Julius Nepos, Zeno, Romulus and Basiliscus

(474-491), “Rivista Italiana di Numismatica”, XC, pp. 349-64. hahn W. 1988a, Die Kleinsilbermünzen der langobardischen Herzöge von Friaul, in Studia

Numismatica Labacensia Alexandro Jeločnik oblata, a c. di P. Kos, Z. demo, Ljubljana, pp. 317-20.

hahn W. – metlich m. a. 2000, Money for the Incipient Byzantine Empire (Anastasius I to Justinian I, 491-565), Wien.

halsall G. 2005, The Barbarian Invasions, in The New Cambridge Medieval History. I c. 500 – c. 700, a c. di P. fouracre, Cambridge, pp. 35-55.

halsall G. 2007, Barbarian Migrations and the Roman West, 376–568, New York.HårdH b. 1976, Wikingerzeitliche Depotfunde aus Südschweden: Katalog und Tafeln, Lund.

583BIBLIOGRAFIA

hÅrdh B. 2008, Hacksilver and ingots, in Means of Exchange: Dealing with Silver in the Viking Age, a c. di d. sKre, Aarhus, pp. 95-118.

harKe H. 1990, “Warrior graves”? The background of the anglosaxon weapon burial site, “Past and present”, 126, pp. 22-43.

harl K. 1996, Coinage in the Roman Economy 300 B.C. to A.D. 700, Baltimore-London.harrison d. 1993, The Early State and the Towns. Forms of integration in Lombard Italy 568-

774, Lund.hartmann l. m. 1904, Zur Wirtschaftgeschichte Italiens im frühen Mittelalter, Gotha.hartmann a. – Wolf r. 1975, Vergleichende Spektralanalysen an einigen frühmittelalterlichen

Goldfunden und Goldblattenkreuzen, in Die Goldblattkreuze des frühen Mittelalters, a c. di W. hüBener, Baden (Veröffentlichung des Alamannischen Instituts, 37), pp. 23-30.

haseloff G. 1952, Die Funde aus dem Sarkophag derl Königin Theodelinda in Monza, “Germania”, XXX, pp. 368-77.

heather P. 1998, Disappearing and Reappearing Tribes, in Strategies of Distinction: the construction of ethnic communities 300-800, a c. di W. Pohl, h. reimitZ, Leiden, pp. 95-112.

heather P. 2005, The Fall of the Roman Empire: a New History of Rome and the Barbarians, Oxford.

heather P. 2008, La caduta dell’impero romano. Una nuova storia, Milano.heather P. 2010, Empires and Barbarians: The Fall of Rome and the Birth of Europe, Oxford.hedeaGer l. 1978, A quantitative analysis of Roman imports in Europe north of the limes (0-400

A.D.), and the question of Romano-Germanic exchange, in New directions in Scandinavian archaeology, a c. di K. Kristiansen, c. Paludan-müller, I, pp. 191-216.

hedeaGer l. 1988, Money economy and prestige economy in the Roman Iron Age, in Trade and Exchange in Prehistory. Studies in honour of Berta Stjernquist, a c. di B. hÅrdh et Al., Lund, pp. 147-53.

von heesch J. 2008, On the edge of the market economy: coin used in social transactions, as ornaments and as bullion in the Roman Empire, in Bursche – cioleK – Wolters 2008, pp. 49-57.

hendy m. f. 1972, Mint and fiscal administration under Diocletian, his colleagues and his successors A.D. 305-324, “The Journal of Roman Studies”, 62, pp. 75-81 (ora anche in M. F. hendy, The economy, Fiscal Administration and Coinage of Byzantium, Northampton 1989, n. IV).

hendy m. f. 1985, Studies in the Byzantine Monetary Economy c. 300 – 1450, Cambridge. hendy m. f. 1988, From Public to Private: The Western Barbarian Coinages as a Mirror of the

Disintegration of Late Roman State Structures, “Viator”, 19, pp. 29-78 (ora anche in M. F. hendy, The economy, Fiscal Administration and Coinage of Byzantium, Northampton 1989, n. VII).

von Hessen o. 1962-3, Una tomba di guerriero longobardo dalla Cappella di S. Germano in Borgo d’Ale, “Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti”, 16-17, pp. 23-37.

von Hessen o. 1966, Zwei goldene langobardische Riemenbesatzstücke aus Reggio Emilia, “Germania”, 44, pp. 402-4.

von Hessen o. 1968, I ritrovamenti barbarici nelle collezioni civiche veronesi del Museo di Castelvecchio, Verona.

584

von hessen o. 1971a, Zwei byzantinische Grabfunde aus Sizilien, “Bayerische Vorgeschichtblätter”, XXXVI, pp. 333-8.

von hessen o. 1971b, Primo contributo alla archeologia longobarda in Toscana. Le necropoli, Firenze (Accademia toscana discienze e lettere «La Colombaria», 18).

von hessen o. 1971c, A proposito della produzione di ceramica nel periodo delle migrazioni nell’Europa centrale e meridionale, in Artigianato e tecnica nella società dell’alto medioevo occidentale. Atti della XVIII Settimana di Studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (2-8 aprile 1970), Spoleto, pp. 749-64.

von hessen o. 1973, I ritrovamenti longobardi di Leno, “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LIII, pp. 73-80.

von hessen o. 1974, Schede di archeologia longobarda in Italia. II Piemonte, “Studi Medievali”, s. 3, XV/1, pp. 497-506.

von hessen o. 1974a, Schede di archeologia longobarda in Italia. IV Toscana, “Studi Medievali”, s. 3, XV/II, pp. 1124-8.

von hessen o. 1975a, Secondo contributo all’archeologia longobarda in Toscana, Firenze.von hessen o. 1975b, Langobardische Goldblattkreuze aus Italien, in Die Goldblattkreuze des

frühen Mittelalters, a c. di W. hüBener, Bühl/Baden, pp. 113-22.von hessen o. 1975c, Reperti di età longobarda dagli scavi di Santa Reparata, “Archeologia

Medievale”, II, pp. 211-4. von Hessen o. 1976, Una necropoli altomedievale a Nocera Umbra, “Notiziario di Archeologia

Medievale”, 17, pp. 26-7.von hessen o. 1978, Il cimitero altomedievale di Pettinara. Casale Lozzi (Nocera Umbra),

Firenze. von hessen o. 1978a, Fibbia in bronzo dell’alto medioevo proveniente da Roccelletta di

Borgia-Scolacium, “Notizie del Chiostro Maggiore. Rassegna di Studi del Civico Museo Archeologico e del Civico Gabinetto Numismatico di Milano”, XXI-XXII, pp. 47-8.

von hessen o. 1980, Ein “Avarisches” Frauengrab aus der Provinz Reggio Emilia, “Archäologische Korrespondenzblatt”, 10, pp. 343-4.

von hessen o. 1982, Reperti longobardi dal territorio di Verona, in Verona in età gotica e longobarda, Verona, pp. 301-2.

von hessen o. 1982a, Anelli a sigillo longobardi con ritratti regali, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XI, pp. 305-12.

von hessen o.1983, Il materiale altomedioevale nelle collezioni Stibbert di Firenze, Firenze.von hessen o. 1983a, Testimonianze archeologiche longobarde nel ducato di Spoleto, in Il ducato

di Spoleto. Atti del IX congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Spoleto, 27 settembre – 2 ottobre 1982), Spoleto, pp. 421-8.

von hessen o. 1984, Nuovi ritrovamenti longobardi in Italia, in La civiltà dei Longobardi in Europa, Roma, pp. 387-405.

von hessen o. 1985, La tomba di un nobile longobardo a Castelvint, “Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore”, LV, pp. 3-14.

von hessen o. 1988, Sei linguette in ferro ageminate per cintura, in Gli scavi del 1953 nel piano di Carpino (Foggia). Le terme e la necropoli altomedievale della villa romana di Avicenna, a c. di c. d’anGela, Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 5), pp. 147-9.

585BIBLIOGRAFIA

von hessen o. – KurZe W. – mastrelli C. A. 1977, Il tesoro di Galognano, Firenze.Hildebrand b. 1864, Naturalwirtschaft, Geldwirtschaft und Kreditwirtschaft, “Jahrbücher für

Nationalökonomie und Statistik”, II/1, pp. 1-24 (dell’estratto).hill P. 1986, Development Economics on Trial, Cambridge.hinGley r. 2017, Frontiers and mobilities: The Frontiers on the Roman Empire and Europe,

“European Journal of Archaeology”, 21/1, pp. 1-18.hitchner r. B. 1980, A discussion of the interpretation of the numismatic evidence in the context

of the history of the site, in Excavations at Carthage 1977 conducted by the University of Michigan, V, a c. di J. h. humPhrey, New Delhi, pp. 263-70.

HL: Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum Langobardicarum, a c. di G. WaitZ, Hannover 1878.

hoBart M. M. 1992, Indagine archeologica a Cosa (Orbetello, luglio 1990), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 58/3.

hodder i. 2012, Archaeological Theory Today, Cambridge. hodGes R. 1987, Emporia, monasteries and economic foundations of Medieval Europe, in New

Directions in Medieval Archaeology, a c. di C. redman, New York, pp. 57-72.hodGes R. 1988, Primitive and peasant markets, Oxford.hodGes R. 1989, Dark Age Economics. The origins of towns and trade AD 600-1000, Bristol.hodGes R. 1994, In the Shadow of Pirenne: San Vincenzo al Volturno and the revival of

Mediterranean commerce, in La storia dell’Alto Medioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia, Firenze, pp. 109-27.

hodGes r. – Whitehouse d. 1983, Mohammed, Charlemagne and the origins of Europe. Archeology and the Pirenee Thesis, London.

HoWgego c. 1996, The circulation of silver coins, models of the Roman economy, and crisis in the third century A.D.: some numismatic evidence, in Coin finds and coin use in the roman world. The thirteenth Oxford Symposium and monetary history (25-27.3.1993), a c. di c. e. KinG, d. G. WiGG, Berlin, pp. 219-6.

Hrnčiarik e. – kuzmová k. 2016, Evidence of trade and exchange during the Roman Period in Barbaricum (territory of Slovakia), in Die Barbaren Roms. Inklusion, Exklusion und Identität im Römischen Reich und im Barbaricum (1.-3. Jahrhundert n. Chr.), a c. di a. ruBel, Konstanz, pp. 149-62.

hudson P. 1984, Schede, in La Valpolicella dall’alto medioevo all’età comunale, a c. di A. castaGnetti, Verona.

hudson P. 1985, La dinamica dell’insediamento urbano nell’area del cortile del tribunale di Verona. L’età medievale, “Archeologia Medievale”, XII, pp. 281-302.

hudson P. – la rocca C. 1981, Villa Carcina (BS), Cimitero altomedievale, “Notiziario della Sorpintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 142-3.

hudson P. – la rocca c. 1983, Verona: cortile del Tribunale and via Dante, in Lancaster in Italy, Lancaster, pp. 9-21.

huGh-Jones s. – humPhrey c. 1992, Barter, exchange and value, Cambridge.humPhrey J. h. 1978, A discussion of the interpretation of the Numismatic evidence in the context

of the Histoty of the site, in Excavations at Carthage 1976 conducted by the University of Michigan, IV, a c. di id., Ann Arbor, pp. 164-8.

586

humPhries m. 2000, Italy. A.D. 425-605, in The Cambridge ancient history. 14, Late antiquity: empire and successors, AD 425-600, a c. di A. cameron, B. Ward-PerKins, M. WhitBy, Cambridge, pp. 525-51.

hunter F. 2007, Silver for the barbarians: interpreting denarii hoards in north Britain and beyond, in Roman Finds: Context and Theory. Proceedings of a conference held at the University of Durham, a c. di r. hinGley, s. Willis, Oxford, pp. 214-24.

iacoe a. 1984, I corredi tombali, in Villaggi fluviali nella pianura pestana del secolo VI. La chiesa e la necropoli di S. Lorenzo di Altavilla Silentina, a c. di P. Peduto, Salerno, pp. 97-102.

iannelli m. a. – scala s. 2000, L’area archeologica di San Leonardo in Salerno, “Rassegna Storica Salernitana”, XVII/2, pp. 10-32

il forte G. 1987, Sirmione (Brescia). Via Piana, 30. Tomba altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, p. 186.

ilisch L. 2004, Die imitativen solidi mancusi: “Arabische” Goldmünzen der Karolingerzeit, in Fundamenta Historiae: Geschichte im Spiegel der Numismatik und ihrer Nachbarwissenschaften. Festschrift für Niklot Klüßendorf zum 60. Geburtstag am 10. Februar 2004, a c. di r. cunZ, Neustadt a. d. Aisch, pp. 91-105.

Imola 1979: Imola dall’età tardo romana all’alto medioevo. Lo scavo di Villa Clelia, Catalogo della Mostra (Rocca Sforzesca, 5 maggio-10 giugno/8 luglio – 16 dicembre), Imola.

incitti M. 1997, La necropoli altomedievale della Selvicciola ad Ischia di Castro (VT) ed il territorio castrense in età longobarda, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda. Atti del convegno (Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a c. di l. Paroli, Firenze, pp. 213-38.

inverniZZi r. 2001-2, Pavia, piazza Duomo, Palazzo Vescovile. Rinvenimento di tombe affrescate, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 132-4.

ireland r. (a c. di) 1979: De rebus bellicis: Part 2: Anonymi auctoris libellus De rebus bellicis. A treatise by an unknown author on military matters edited, translated and presented with commentaries on the text, v. I/1, Oxford (British Archaeological Reports, International Series, 63), pp. 1-10.

Jarnut J. 1972, Prosopographische und sozialgeschichtlichen Studien zum Langobardebreich in Italien (568-774), Bönn (Bonner Historischen Forschungen, 38).

Jarnut J. 1995, Storia dei Longobardi, Torino.JecKlin F. 1906, Der langobardisch-karolingische Munzfund bei Ilanz, “Mitteilungen der

Bayerischen Numismatischen Gesellschaft”, 25, p. 28. Johns c. – Potter T. 1983, The Thetford treasure: Roman Jewellery and Silver, London.Jones P. 1964, Per la storia agraria italiana: lineamenti e problemi, “Rivista Storica Italiana”,

LXXVI, pp. 287-348.Jones P. 1965, The Agrarian Development of Medieval Italy, in Deuxième Conférence internationale

d’histoire économique (Aix-en-Provence, 1962), Paris-La Haye, pp. 69-86.Jones P. 1966, L’Italia agraria nell’alto Medioevo: problemi di cronologia e di continuità, in

Agricoltura e mondo rurale in Occidente nell’alto Medioevo, Spoleto (Settimane di studio del Centro italiano di studi sull’alto medioevo, 13), pp. 57-92.

Jones a. h. 1974, The Roman Economy, Oxford.Jones a. h. 1975, The Decline of the Ancient World, New York.

587BIBLIOGRAFIA

Jones a. H. 1986, The Later Roman Empire 284-602. A Social, Economic and Administrative Survey, Baltimora.

Jones P. 1980, Economia e società nell’Italia medievale, Torino.Jorio s. 1987, Varedo (Milano), Recupero di materiali longobardi, “Notiziario della Soprintendenza

Archeologia della Lombardia”, VII, pp. 197-8.Jurlaro r. 1971, Su alcuni simboli vetero-cristiani e di tradizione vetero-cristiana scoperti nel

Salento, in Atti del II Congresso di Archeologia Cristiana, Roma, pp. 233-43. Kent J. P. C. 1959, Zeno and Leo, the Most Noble Caesars, “Numismatic Chronicle”, 19, pp. 93-8.Kent J. P. C. 1959a, An introduction to the coinage of Julian The Apostate, “Numismatic

Chronicle”, 19, pp. 109-17.KerstinG t. 1993, Gli scavi della chiesa di S. Procolo a Naturno – Alto Adige, “archeologia

Medievale”, XX, pp. 353-68.Kidd D. 1987, Some New Observations on the Domagnano Treasure, “Anzeiger des Germanischen

Nationalmuseums”, pp. 129-40.KinG c. e. 1993, The fourth century coinage, in L’«inflazione» nel quarto secolo d.C., Roma

(Studi e Materiali, 3), pp. 1-87. KinG c. e. – metcalf d. m. – northover J. P. 1992, Copper-based alloys of the fifth century:

a comparison of Carthage under Vandalic rule, with other mints, “Revue Numismatique”, s. VI, 34, pp. 54-76.

Kiss a. 1984, Archäologische Angaben zur Geschichte der Sättel des Frühmittelalters, “Alba Regia”, XXI, pp. 189-207.

KisZely i. 1979, The anthropology of Lombards, Oxford.Kohl m. 1982, Die Ostgotischen Funde von Domagnano im Germanischen Nationalmuseum

Nürnberg. Untersuchcungen zur Goldschmiedetechnik, “Jahrbuch des Römisch-Germanischen Zentralmuseums, Mainz”, XXIII-XXIV, 3, pp. 1-13.

KolniK t. 1978, Q. Atilius Primus – interprex centurio und negotiator. Eine bedeutende Grabinscrhift aus dem 1. Jh. u. Z. im quadischen Lims-Vorland, “Acta Archaeologica Scientiarum Hungaricae”, 30, pp. 61-75.

Kos P. 1981, Neue langobardische Viertelsiliquien, “Germania”, 59, pp. 97-103.Kossinna G. 1911, Die Herkunft der Germanen. Zur Methode der Siedlungsarchäologie,

Würzburg.Kotel’’niKova L. A. 1983, Rendita in natura e rendita in denaro nell’ltalia medievale (secoli

IX-XV), in Storia d’Italia, Annali, VI, Economia naturale, economia monetaria, a c. di r. romano, u. tucci, Torino, pp. 93-112.

Kula W. 1970, Teoria economica del sistema feudale. Proposta di un modello, Varsavia.Kula W. 1972, Problemi e metodi di storia economica, Milano.KurtZ d. – Boardman J. 1971, Greek Burial Customs, London.KurZe W. – citter c. 1994, L’occupazione della Maremma toscana da parte dei Longobardi, in

Città, castelli, campagne nei territori di frontiera, Atti del 5° seminario di Monte Barro, a c. di G. P. BroGiolo, Mantova (Documenti di Archeologia, 6), pp. 159-186.

lacava m. 1889, GenzAno DI BASILICAtA, “Notizie degli Scavi di Antichità”, IV/7, pp. 195-6.

588

lafaurie J. 1964, Monnaie d’argent trouvée à Fleury-sur-Orne (Calvados). Essai de répertoire des trésors et trouvailles de monnaies d’argent frappeés en Gaule et en Italie pendant la seconde moitié du Ve siècle et au cours du VIe siècle, “Annales de Normandie”, XIV, pp. 173-222.

lafaurie J. 1967, Trésor de monnaies lombardes trouvè à Linguizzetta (Corse), “Bulletin de la Sociètè Française de Numismatique”, 22/2, pp. 123-5.

lafaurie J. 1971, Catalogue des monnaies trouvées au cours des fouilles de la nécropole d’Hérouvillette (Calvados), “Archéologie médiévale”, I, pp. 173-87.

lafaurie J. 1987, Les dernières émissions impériales de Trèves au Ve siècle, in Mélanges de numismatique offerts à Pierre Bastien, Wetteren.

lafaurie J. 1988, Monnaies mérovingiens trouvés dans la tombe 22 de la nécropole de Mailly-le-Camp (Aube), “Bulletin de la Sociètè Française de Numismatique”, XLIII/6, pp. 379-84.

lafaurie J. 1988, Deniers d’argent mérovingiens trouvés dans une tombe de Barbuise (Aube), “Bulletin de la Sociètè Française de Numismatique”, 43/6, pp. 390-5.

lafaurie J. 1990, Trouvailles de monnaies de Ve-VIIIe s. à Eyguières (Bouches-du-Rhône), “Bulletin de la Sociètè Française de Numismatique”, 45, pp. 772-5.

lamBoGlia N. 1956, La necropoli romana di Isasco presso Varigotti nel Finalese, “Rivista di Studi Liguri”, XXII, pp. 41-65.

la rocca c. 1984, Schede, in La Valpolicella dall’alto medioevo all’età comunale, a c. di A. castaGnetti, Verona.

la rocca C. 1984-1985, Reperti medievali e altomedievali da Gargagnago, “Annuario Storico della Valpolicella”, 3, pp. 27-34

la rocca C. 1988, Morte e società. Studi recenti sulle necropoli altomedievali, “Quaderni Medievali”, 26, pp. 236-45.

la rocca c. 1989, Le fonti archeologiche di età gotica e longobarda, in Il Veneto nel Medioevo. Dalla “Venetia” alla Marca Veronese, I, a c. di A. castaGnetti, G. m. varanini, Verona, pp. 81-164.

la rocca C. 1992, Public buildings and urban change in northern Italy in the early medieval period, in The City in Late Antiquity, a c. di J. rich, London, pp. 161-80.

la rocca C. 1997, Segni di distinzione. Dai corredi funerari alle donazioni ‘post obitum’ nel regno longobardo, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda. Atti del convegno (Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a c. di L. Paroli, Firenze, pp. 31-54.

la rocca C. 2004, Reperti longobardi della necropoli di Povegliano conservati al Museo di Castelvecchio di Verona, in I Longobardi e la Guerra. Da Alboino alla battaglia sulla Livenza (secc. VI-VIII), Roma, pp. 144-57.

la rocca C. 2004a, L’archeologia e i Longobardi in Italia. Orientamenti, metodi, linee di ricerca, in Il regno dei Longobardi in Italia. Archeologia, società e istituzioni, a c. di S. GasParri, Spoleto, pp. 172-234.

la rocca hudson c. 1986, “Dark Ages” a Verona. Edilizia privata, aree aperte e strutture pubbliche in una città dell’Italia Settentrionale, “Archeologia Medievale”, XII, pp. 57-150.

la rocca c. – hudson P- J. 1987, Riflessi della migrazione longobarda sull’insediamento rurale e urbano in Italia settentrionale, in Archeologia e storia del Medioevo italiano, a c. di R. francovich, Roma, pp. 29-47.

la rocca C. – modonesi D. 1989, Materiali di età longobarda nel veronese. Catalogo della Mostra, Verona.

589BIBLIOGRAFIA

la rocca e. – Parra m. c. 1984, San Vincenzino di Cecina: storia delle ricerche, in G. BeJor et Al., Lo scavo della villa romana di San Vincenzino presso Cecino (Livorno). Rapporto 1983, “Studi Classici e Orientali”, 34, pp. 201-18.

lasaGna Patroncini c. 1990, Materiali altomedievali raccolti in varie località della provincia, “Quaderni di Archeologia Reggiana”, 5, pp. 309-13.

la salvia v. 1998, L’artigianato metallurgico dei Longobardi alla luce delle fonti archeologiche, con particolare riferimento alla lavorazione del ferro. Suggerimenti e problemi, “Archeologia Medievale”, XXV, pp. 7-26.

la salvia v. 2011, Tradizioni tecniche, strutture economiche e identità etniche e sociali fra Barbaricum e Mediterraneo nel periodo delle Grandi Migrazioni, “Post classical archaeologies”, 1, pp. 67-94.

La storia dell’Altomedioevo 1994: La storia dell’Altomedioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia, a c. di r. francovich, G. noyé, Firenze.

lattanZi e. 1983, Un complesso di edifici paleocristiani a Metaponto, in Lo scavo di S. Giovanni a Ruoti ed il periodo tardoantico in Basilicata, Bari, pp. 11-9.

lattanZi E. 1983a, Attività della Soprintendenza archeologica della Calabria nel 1982, nel 1983, “Klearchos”, XXV, pp. 105-31.

laum B. 1924, Heiliges Geld Eine historische Untersuchung über den sakralen Ursprung des Geldes, Tübingen.

laurent V. 1963, Le Corpus des sceaux de l’Empire Byzantin, V/1, Parigi. lavaGna r. – varaldo c. 2000, Osservazioni sui corredi funerari nella necropoli tardoantica

e altomedievale del Priamàr a Savona, in Atti del I Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Pisa, 29-31 maggio 1997), a c. di s. Gelichi, Firenze, pp. 296-301.

lechi t. 1959, La necropoli di Calvisano, in Miscellanea di Studi Bresciani sull’alto Medioevo, Brescia.

lecieJeWicZ l. – taBacZynsKa e. – taBacZynsKi S. 1977, Torcello. Scavi 1961-62, Roma.leech r. 1981, The Excavations of the Romano-British Farmstead and Cemetery on Bradley Hill,

Somerton, Somerset, “Britannia”, 12, pp. 205-10. le Gentilhomme P. 1945, Le monnayage et la circulation monétaire dans les royaumes barbares

en Occident (V au VIII siècle), “Revue Numismatique”, VII [1943], pp. 46-112; VIII [1944-5], pp. 13-59.

leonardi P. 1958, Una necropoli barbarica scoperta a Castello di Fiemme, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XXXVII, p. 369.

leonardi P. – marcoZZi V. 1963, Sepoltura femminile con corredo di età barbarica a Castello di Fiemme, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XLII, pp. 273-7.

leoni c. – montevecchi G. – Pini l. 1997, Modigliana, “Archeologia dell’Emilia-Romagna”, I/2, pp. 127-9.

lera g. 1969, Ricerche in Provincia di Lucca, “La provincia di Lucca”, 2-3, p. 101. levi A. 1919, Sessa Aurunca, tesoretto di monetine di bronzo follari o nummi, “Notizie degli

Scavi di Antichità”, pp. 356-58.levi G. 1985, L’eredità immateriale, Torino. levillan l. 1930, Etudes sur l’abbaye de St. Denis à l’époque mérovingienne, “Bibliothèque de

l’Ecole des Chartres”, 91, pp. 1-44.

590

liBertini G. 1922, Acireale. Scoperte a Casalotto, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 491-9.lieBeschuetZ J. h. W. G. 1994, Realism and phantasy: the Anonymous de rebus bellicis and its

afterlife, in The Roman and Byzantine Army in the East, a c. di e. daBroWa, Królewskie StołeczneMiastoKraków,pp.119-39.

liebescHueTz J. H. W. g. 1996, The Romans demilitarised: the evidence of Procopius, in Studies in Memory of Abraham Wasserstein, I, Gerusalemme (Scripta Classica Israelica, 15), pp. 230-9.

lieBeschuetZ J. h. W. G. 2001, Late Antiquity and The Concept of Decline, “Nottingham Medieval Studies”, 45, pp. 1-11.

lieBeschuetZ J. h. W. G. 2003, Pagan historiography and the decline of the Empire, in Greek and Roman Historiography in Late Antiquity: Fourth to Sixth Century A.D., a c. di G. marasco, Leiden, pp. 177-218 (ora anche in J. H. W. G. lieBeschuetZ, Decline and Change in Late Antiquity. Religion, Barbarians and their Historiography, Hants – Burlington 2006)

lieBeschuetZ J. h. W. G. 2012, Habitus Barbarus: did barbarians look different from romans?, in Expropriations et confiscations dans les royames barbares. Une approche régionale, a c. di P. Porena, y. rivière, Roma, pp. 13-28.

li Gotti a. 1959, Barrafranca (Enna). Rinvenimenti nel territorio, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VIII, 13, pp. 357-65.

lincoln B. 1980, The Ferryman of the Dead, “Journal of Indo-European Studies”, 8, pp. 41-59.liPinsKy A. 1943-1944, Anelli paleocristiani e bizantini in Calabria, “Archivio storico per la

Calabria e la Lucania”, XIII, III, pp. 214-28.liPinsKy A. 1960, Enkolpia cruciformi orientali nel Museo Nazionale di Reggio Calabria. II. Da

Calanna, “Archivio storico per la Calabria e la Lucania”, XXIX, pp. 107-15.liPinsky a. 1962, Orafi ed argentieri nella Roma pagana e cristiana. Epigrafia latina minore, in

IX Corso di Cultura sull’arte ravennate e bizantina, Ravenna, pp. 315-65.liPinsky a. 1969, Oreficerie e minuterie paleocristiane ed italo-bizantine in Calabria, in Atti del

IV Congresso Storico Calabrese, Napoli, pp. 319-41.liPinsKy A. 1971, Testimonianze di oreficerie ed altri arti minori tardo-romane, vetero-cristiane

e bizantine in Basilicata. Atti del II Congresso nazionale di Archeologia Cristiana (Matera – Taranto – Foggia 1969), Roma, pp. 261-310.

liPinsKi A. 1973, L’arte orafa bizantina nell’Italia meridionale e nelle isole, Gli apporti e la formazione delle scuole, in La Chiesa greca in Italia dall’VIII al XVI secolo. Atti del Convegno storico interecclesiale [Bari 1969], Padova, vol. III, pp. 1464-5.

liruti G. G. 1749, Della moneta propria e forestiera ch’ebbe corso nel Ducato di Friuli, Venezia.lissia D. 1989, Alghero. Località Imbenia. Insediamento e necropoli di età tardoantica-

altomedievale, in Il suburbio delle città in Sardegna: persistenze e trasformazioni. Atti del III Convegno di studio sull’archeologia tardoromana e altomedievale, Taranto, pp. 29-38.

lo cascio e. 1986, Teoria e politica monetaria a Roma tra III e IV secolo d.C., in Società romana e impero tardoantico, I: Istituzioni, ceti, economie, a c. di A. Giardina, Roma-Bari, pp. 535-57, 779-801.

lo cascio e. 1995, Aspetti della politica monetaria nel IV secolo, in Il tardo Impero. Aspetti e significati della realtà sociale nei suoi riflessi giuridici. Atti del X Convegno Internazionale dell’Accademia Romanistica Costantiniana, Napoli, pp. 481-502.

lo cascio e. 1997, Prezzi in oro e prezzi in unità di conto tra il III e IV sec. d. C., in Prix et formation des prix dans les économies antiques, Saint-Bertrand-de-Comminges, pp. 161-82.

591BIBLIOGRAFIA

lo cascio e. 1998, Considerazioni su circolazione monetaria, prezzi e fiscalità nel quarto secolo, in Finanza e attività bancaria tra pubblico e privato nella tarda antichità. Definizioni, normazione e prassi. Atti del XII Convegno Internazionale dell’Accademia Romanistica Costantiniana (Perugia-Spello, 11-14 ottobre 1995), Napoli, pp. 121-36.

lonGhi a. 1880, Di un sepolcreto della prima età del ferro, e di una contemporanea fonderia di bronzi nel Castello Valtravaglia, nonché di altri cimeli preistorici trovati nel vicino abitato di Ligurno, “Rivista Archeologica della Provincia di Como”, 21, pp. 34-49.

Longobardi 1990: I Longobardi, a c. di G. c. menis, Milano.Longobardi 1993: I Longobardi in Emilia Occidentale, a c. di m. catarsi dall’aGlio, Parma.Longobardi 2000: Il futuro dei Longobardi. L’Italia e la costruzione dell’Europa di Carlo Magno.

Catalogo della Mostra (Brescia, S. Giulia), a c. di G. P. BroGiolo, C. Bertelli, Milano.Longobardi 2007: I Longobardi. Dalla caduta dell’Impero all’alba dell’Italia, a c. di G. P.

BroGiolo, a. chavarria arnau, Cinisello Balsamo.Longobardi a Romans 1989: Longobardi a Romans d’Isonzo. Itinerario attraverso le tombe

altomedievali, a c. di F. maselli scotti, Trieste.loPeZ R. S. 1953-1955, Un borgne au royaume des aveugles: la position de Byzance dans

l’èconomie européenne du haut moyen âge, “Bulletin de l’Association Marc Bloch de Toulouse”, V-VI, pp. 25-31.

loPeZ R. S. 1959, The role of trade in the economic readjustment of Byzantium in the seventh century, “Dumbarton Oaks Papers”, 13, pp. 67-85.

loPez r. s. 1961, Moneta e monetieri nell’Italia barbarica, in Moneta e scambi 1961, pp. 57-101.loPez r. s. 1961a, Discussione, in Moneta e Scambi 1961, pp. 123-63, alle pp. 147-52, 161-3.loPreato P. 1988, Recenti scavi a Bertiolo nella chiesa della SS. Trinità (Nota informativa),

“Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXVIII, pp. 148-9.loPreato P. 1991, La necropoli altomedievale di Bagnaria Arsa, “Forum Iulii”, XV, pp. 41-81.lo schiavo f. 1984, Sassari. Perfugas – Domus dell’Ariete, in L’Archeologia tardoromana e

medievale nella Sardegna centro-settentrionale, in L’Archeologia romana e altomedievale nell’Oristanese, Cuglieri, pp. 53-4.

losi a. – notari m. – PalaZZini C. 2011, Lo scavo delle strutture d’età romana e tardoantica, in Baggiovara 2011, pp. 51-64.

lucchelli t. m. 1998, La moneta nei rapporti tra Roma e l’Europa barbarica: aspetti e problemi, Firenze 1998 (Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, CLXXIX).

lucchelli t. m. 1998a, Riflessi della politica di Roma nel barbaricum: i denari romani oltre la frontiera dell’impero, “Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini”, 99, pp. 213-38.

lusuardi siena s. 1973, Materiale altomedievale, in Scavi di Luni. Relazione preliminare delle campagne di scavo 1970-1971, a c. di a. frova, Roma, cc. 564-8.

lusuardi siena s. 1989, Insediamenti goti e longobardi in Italia Settentrionale, in XXXVI Corsi di Cultura sull’arte ravennate e bizantina, Ravenna, pp. 191-226.

lusuardi siena s. 1989a, La necropoli longobarda di Trezzo sull’Adda, in L’eredità Longobarda 1989, scheda 11.1.

lusuardi siena s. 1989c, La ceramica, in L’eredità Longobarda 1989, scheda 7.

592

lusuardi siena S. 1989d, Vicenza. Cittanova Eraclea, in Il Veneto nel Medioevo, II, a c. di G. castaGnetti, G. M. varanini, Verona, pp. 108-217.

lusuardi siena s. 1992, La necropoli longobarda in località Cascina S. Martino nel quadro dell’insediamento altomedievale a Trezzo sull’Adda (Milano), in Il territorio tra tardoantico e altomedioevo. Metodi di indagine e risultati, Atti del Seminario di Monte Barro 1991, a c. di G. P. BroGiolo, L. castelletti, Firenze, pp. 131-48.

lusuardi siena s. 1995, Qualche considerazione sulla necropoli longobarda in località Cascina S. Martino a Trezzo sull’Adda (Milano), in Scavi medievali in Italia, Roma (Quaderni di Archeologia Medievale, I), pp. 9-28.

lusuardi siena s. – amBrosini A. M. 1987, Trezzo e le terre dell’Adda, in La necropoli longobarda di Trezzo sull’Adda, a c. di e. roffia, Firenze, pp. 167-234.

lusuardi siena s. – Giostra c. 2003, L’artigianato metallurgico longobardo attraverso la documentazione materiale: dall’analisi formale all’organizzazione produttiva, in I Longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002 – Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto, pp. 901-44.

lusuardi siena s. et Al. 1989, Le tracce materiali del Cristianesimo dal tardo antico al Mille, in Il Veneto nel Medioevo. Dalla “Venetia” alla Marca Veronese, a c. di A. castaGnetti, G. m. varanini, II, Verona, pp. 87-328.

luttaZZi a. 1992, Materiali tardoantichi e altomedievali conservati nella biblioteca Giovardiana di Veroli (Frosinone), “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 767-87.

luttaZZi A. 2000, La necropoli altomedievale di Casa Ripi (Colleferro), in I Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Pisa, 29-31 maggio 1997), a c. di S. Gelichi, firenze, pp. 302-7.

luzzaTTo g. 1936, Introduzione a bücHer 1936, pp. VIIXLVIII.luZZatto G. 1961, Economia naturale ed economia monetaria nell’alto medioevo, in Moneta e

scambi 1961, pp. 13-32.luZZatto g. 1961a, An Economic history of Italy, London. luZZatto G. 1963, Storia economica d’Italia. Il Medioevo, Firenze.macchioro v. 1925, Cancello. Avanzi di un edificio romano, “Notizie degli Scavi di Antichità”,

pp. 92-3.maestri A. 1927, Intervento all’Adunanza ordinaria del 15 marzo 1924, “Atti e memorie della

Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi”, s. VII, IV, p. XIII. maetZKe G. 1958-1959, Fibbie ‘barbariche’ da Tissi e da Siligo, “Studi Sardi”, 16, pp. 356-63.maetZKe G. 1964, Tissi (Sassari). Tombe con sarcofago in piombo e tombe barbariche, “Notizie

degli Scavi di Antichità”, s. VIII, 18, pp. 315-9. maetZKe G. 1965, Porto Torres. Tombe romane con arcosolio in loc. Scoglio Lungo, “Notizia

degli Scavi di Antichità”, s. VIII, 19, pp. 328-57.maeTzke g. 1965a, Siligo (Sassari). Resti di edificio romano e tombe di epoca tardo imperiale

intorno a S. Maria di Mesomundu, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VIII, 19, pp. 307-14.maetZKe G. 1966, Borutta (Sassari). Tomba bizantina presso San Pietro di Sorres, “Notizie degli

Scavi di Antichità”, s. VIII, 20, pp. 368-74.maetZKe G. 1977, Nuove accessioni di età longobarda al Museo Archeologico di Chiusi,

“Archeologia Medievale”, IV, pp. 297-9.

593BIBLIOGRAFIA

maetZKe G. 1985, Tombe longobarda e medievale da Chiusi, “Archeologia Medievale”, XII, pp. 701-7.

maetZKe G. 1991, La struttura stratigrafica dell’area nord-occidentale del Foro romano come appare dai recenti interventi di scavo, “Archeologia Medievale”, XVIII, pp. 43-200.

maGi F. 1929, Firenze. Scoperta di resti di sepolcreto barbarico e di una stele romana in via Giuseppe Riche, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 150-4.

Magistri Commacini 1962: Grimualdi sive Liutprandi memoriatorum de mercedibus magistri commacinorum, in Leges Langobardorum 643-866, a c. di F. Beyerle, Witzenhausen.

Magistri Commacini 2008: I magistri commacini mito e realtà del medioevo lombardo. Atti del 19° Congresso Internazionale di Studio sull’Alto Medioevo (Varese-Como, 23-25 ottobre 2008), Spoleto.

maioli M. G. 1979, Archeologia nel Fiume Panaro. Il pozzo di S. Cesario ed il problema dei pozzi-deposito nell’area emiliana. Catalogo della mostra, Spilamberto.

maioli m. G. 1980, Schede 1979: (Forlì) Rimini, loc. Sarzana, “Archeologia Medievale”, VII, p. 478.

maioli M. G. 1980a, Schede 1979: (Bologna) Imola, Villa Clelia, “Archeologia Medievale”, VII, p. 477.

maioli m. G. 1980b, Schede 1979: (Ravenna) Classe, Podere Chiavichetta, “Archeologia Medievale”, VII, pp. 478-9.

maioli m. G. 1980c, Classe (RA, podere Chiavichetta), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 26, p. 5.

maioli m. G. 1980d, Imola (BO), località «Villa Clelia», “Notiziario di Archeologia Medievale”, 26, p. 4.

maioli m. G. 1983, Puntualizzazione sull’abitabilità del territorio di Santarcangelo di Romagna in epoca altomedievale, “Studi Romagnoli”, XXXIV, pp. 147-61.

maioli m. G. 1984, Per la conoscenza del periodo dal tardoantico all’altomedioevo in Romagna. Nuovi dati di scavo, in Culture figurative e materiali tra Emilia e Marche. Studi in memoria di Mario Zuffa, Rimini, pp. 469-92.

maioli m. g. 1986, Ravenna, loc. Classe, podere Chiavichetta, quartiere portuale tardoromano e bizantino, “Studi e Documenti di Archeologia”, II, pp. 161-4.

maioli m. G. 1988, Caratteristica e problematiche delle necropoli di epoca tarda a Ravenna e in Romagna, in XXXV Corso di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina, Ravenna, pp. 315-56.

maioli m. G. 1989, Nuovi dati sulle necropoli gote in Emilia-Romagna, in XXXVI Corso di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina, Ravenna, pp. 227-52.

maioli m. G. 1992, Il tesoretto di piazza Cavour (scavo 1961), in Rimini Medievale, a c. di a. turchini, Rimini, pp. 81-7.

maioli m. G. 1992a, Le necropoli ed i complessi funerari, in Rimini Medievale, a c. di a. turchini, Rimini, pp. 205-36.

maioli m. G. 1992b, Rimini tardoromana e bizantina: i materiali, in Rimini Medievale, a c. di a. turchini, Rimini, pp. 237-304.

maioli M. G. 1997, Per la tipologia dei bronzi da tavola di epoca tarda: una bottiglia da Cesena, “Archeologia dell’Emilia Romagna”, I, pp. 110-4.

malaGola G. 1977, Ritrovamenti nel Veneto, “Notiziario di Archeologia Medievale”, 46, p. 20.

594

malaGola G. 1991, Sarmede (Treviso): una tomba di popolazione autoctona del VI secolo d.C., “Forum Iulii”, XV, pp. 9-19.

malaGola G. 1991a, Il sepolcreto altomedievale di Voltago (Belluno), “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXXI, pp. 240-55.

manacorda d. 1989, Crypta Balbi. Archeologia e storia di un paesaggio urbano, Roma.mancini M. 2002a, Testimonianze di età romana nel territorio di Pievebovigliana, in

Pievebovigliana fra preistoria e medioevo, a c. di e. Percossi serenelli, Loreto, pp. 135-42. mancini m. 2002b, Pievebovigliana tra Tardoantico e Altomedioevo, in Pievebovigliana fra

preistoria e medioevo, a c. di e. Percossi serenelli, Loreto, pp. 147-8. manconi F. 1989, Alghero, S. Imbenia. Insediamento di età tardoromana e altomedievale, in

Il suburbio delle città in Sardegna: persistenze e trasformazioni. Atti del III Convegno di studio sull’archeologia tardoromana e altomedievale, Taranto, pp. 38-40.

manGanaro Perrone G. 2013, Tesaurizzazione “povera” nella Sicilia imperiale e tardoantica, “Revue belge de numismatique et de sigillographie”, 159, pp. 267-312.

manninG W. H. 1970, Mattocks, Hoes, Spades and Related tools in Roman Britain, in The Spade in Northern and Atlantic Europe, a c. di a. Gailey, a. fenton, Belfast, pp. 18-34.

mantovani G. 1884-1890, Notizie archeologiche bergomensi: 1884-1890, Bergamo. manZelli v. – Pinar Gil J. 2017, La tomba 185 dal cimitero di Villa Clelia ad Imola: elementi

di cronologia relativa e assoluta, in Small finds e cronologia (V-IX secc.). Esempi, metodi e risultati, a c. di J. Pinar Gil, Roma, pp. 93-139.

marani F. 2016, La position du problème en Italie, in BomPaire – cardon – Geneviève – marani 2016, pp. 27-54.

marastoni c. 2017, L’insediamento di Curtatone, loc. Buscoldo: strutture e organizzazione di un abitato di V-VII secolo nel territorio mantovano, in Archeologia dei Longobardi: dati e metodi per nuovi percorsi di analisi. Atti del I Incontro per l’Archeologia barbarica (Milano, 2 maggio 2016), a c. di C. Giostra, Mantova, pp. 113-42.

maraZZi f. (a c. di) 2006, San Vincenzo 2006 Volturno. La vita quotidiana di un monastero altomedievale vista attraverso i suoi reperti, Campobasso.

maraZZi f. 2017, Vittime di Pirenne? I confini del Mezzogiorno negli scenari economico-politici di Europa e Mediterraneo (VII–IX secolo), in Southern Italy as Contact Area and Border Region during the Early Middle Ages. Religious-Cultural Heterogeneity and Competing Powers in Local, Transregional and Universal Dimensions, a c. di K. Wolf, K. herBers, Berlin (Beihefte zum Archiv für Kulturgeschichte, 80), pp. 241–72.

maraZZi F. – BroGiolo G. P. 2001, La civiltà dell’Adriatico nell’alto medioevo. Uno sguardo d’insieme agli indicatori storico-archeologici, in Io Adriatico. Civiltà di mare tra frontiere e confini, a c. di G. PaPaGno, Ancona, pp. 129-33.

maraZZi f. – strutt K. 2001, San Vincenzo al Volturno 1999-2000, in Scavi medievali in Italia 1996-1999, a c. di S. Patitucci uGGeri, Roma, pp. 325-44.

marcelli M. 1989, Su alcune tombe tardoantiche di Roma: nota preliminare, “Archeologia Medievale”, XVI, pp. 525-40.

marcone A. 1997, Storia dell’agricoltura romana. Dal mondo classico all’età imperiale, Roma (Studi superiori. Nuova Italia Scientifica, 338).

marcone A. 2004, La tarda antichità o della difficoltà delle periodizzazioni, “Studi Storici”, 45/1, pp. 25-36.

595BIBLIOGRAFIA

marcone a. 2008, A Long Late Antiquity? Considerations on a Controversial Periodization, “Journal of Late Antiquity”, 1, pp. 4-19.

mariani L. 1897, Bronzi antichi presso il villaggio di Cologna, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 412-5.

marinelli G. 1924, Guida della Carnia, Tolmezzo.marini calvani m. 1980, Collecchio (Pr). Necropoli altomedievale, “Notiziario di Archeologia

Medievale”, 28, pp. 38-9.marioTTi v. 1986, Arsago Seprio (Varese). Tombe altomedievali, “Notiziario della Soprintendenza

Archeologica della Lombardia”, pp. 151-2.mariotti v. 1994, Arsago Seprio (VA). Necropoli longobarda, “Notiziario della Soprintendenza

Archeologica della Lombardia”, pp. 134-7.mariotti Branca v. 1984, Brescia, Liceo Classico “Arnaldo”, “Notiziario della Soprintendenza

Archeologica della Lombardia”, IV, pp. 88-92.mariotti Branca v. 1984a, Iseo (Brescia), Via Cavone. Necropoli altomedievale, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, IV, pp. 129-30.marot t. 1997, Aproximacion a la circulacion monetaria en la peninsula ibérica y las islas

Baleares durante los siglos V y VI, “Revue Numismatique”, 152, pp. 157-90.martin J. - m. 1983, Economia naturale ed economia monetaria nell’Italia meridionale

longobarda e bizantina (secoli VI-XI), in Storia d’Italia, Annali, VI, Economia naturale, economia monetaria, a c. di r. romano, u. tucci, Torino, pp. 179-219.

martorelli r. 1992, Reperti numismatici, in Scavi nella catacomba di S. Senatore ad Albano Laziale [a c. di V. fiocchi nicolai], “Rivista di Archeologia Cristiana”, 68, pp. 7-140, spec. pp. 88-97.

marTorelli r. – amanTe simoni c. 1986, I corredi funerari e la suppellettile metallica, in L’archeologia romana e altomedievale nell’oristanese. Atti del Convegno di Cuglieri (22-23 giugno 1984) Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 3), pp. 161-96.

maselli scotti f. 1982, Necropoli romana (scavi 1981-82). Trieste, in Ritrovamenti archeologici recenti e recentissimi nel friuli Venezia Giulia, Catalogo della Mostra Trieste 1982, Trieste, pp. 99-108.

maselli scotti f. 1989, Villanova di Farra, “Aquileia Nostra”, LIX, c. 369.maselli scotti f. 1993, La necropoli altomedievale di San Michele di Muggia. Scavi 1991, 1993,

“Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”, XCIII, pp. 418-24.mastrelli C. A. 1974, La terminologia longobarda dei manufatti, in La civiltà dei Longobardi in

Europa. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma – Cividale del Friuli 1971), Roma, pp. 257-69.

maurina B. – PostinGer c. a. 2003, Scavi nel sito fortificato dell’Isola di S. Andrea – Loppio (TN), in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 213-9.

maurina B. – PostinGer c. a. – Battisti m. 2004, Ricerche archeologiche a Loppio, Isola di S. Andrea (TN). Relazione preliminare sulla campagna di scavo 2004, “annali del Museo Civico di Rovereto”, 20, pp. 23-51.

596

mauro d. 1984, Gli oggetti scelti, in Villaggi fluviali nella pianura pestana del secolo VI. La chiesa e la necropoli di S. Lorenzo di Altavilla Silentina, a c. di P. Peduto, Salerno, pp. 124-34.

mauss m. 1965, Teoria generale della magia ed altri saggi, Torino.mauss M. 1969, The gift: forms and functions of exchange in archaic societies, London.maZZarino s. 1951, Aspetti sociali del IV secolo. Ricerche di storia tardo-romana, Roma 1951.maZZarino s. 1959, La fine del mondo antico, Milano.maZZarino s. 1974, Precetti del buon governo (praecepta gubernandae rei publicae) e problemi di

economia militare, in Bonner Historia-Augusta-Colloquium 1971, a c. di A. alföldi, Bonn, pp. 103-12.

maZZarino s. 1998, L’Impero Romano, Roma.maZZei B. – severini f. 2000, Il fenomeno monastico nelle isole minori del mar Tirreno dal IV

al IX secolo. Fonti letterarie ed evidenze archeologiche, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LXXVI, pp. 621-50.

maZZi A. 1911, Questioni metrologiche lombarde, “Archivio Storico Lombardo”, s. IV, XV, pp. 5-64.

maZZini u. 1918, Di una zecca di Luni nei secoli sesto e settimo finora ignorata, in Miscellanea di Studi storici in onore di G. Sforza, Lucca, pp. 619-40.

mccormicK m. 2001, Origins of the European economy: communications and commerce, a. D. 300-900, Cambridge.

MDL, iv/1: Memorie e Documenti per servire all’Istoria del Ducato di Lucca, IV, 1, a c. di D. Bertini, Lucca 1818.

MDL, iv/2: Memorie e Documenti per servire all’Istoria del Ducato di Lucca, IV, 2, a c. di D. Bertini, Lucca 1836.

MDL, v/2: Memorie e Documenti per servire all’Istoria del Ducato di Lucca, V, 2, a c. di D. Barsocchini, Lucca 1841.

MeC 1: P. Grierson, m. BlacKBurn, Medieval European Coinage, I: The Early Middle Ages (5th to 10th Centuries), Cambridge 1986.

MeC 14: P. Grierson, l. travaini, Medieval European Coinage, 14: Italy III: South Italy, Sicily, Sardinia, Cambridge 1998.

mele E. 1935, Tricarico. Necropoli romana ad inumazione in Calle, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VI, 11, pp. 190-2.

melissano G. 1999, Poggiardo (Lecce), Vaste, Fondo Giuliano, “Taras”, XIX, 1, pp. 117-8.melucco vaccaro a. 1971, Materiali della Tuscia Longobarda nelle raccolte pubbliche toscane.

Catalogo della Mostra, Firenze.melucco vaccaro a. 1982, I Longobardi in Italia, Milano.melucco vaccaro s. 1978, Il restauro delle decorazioni ageminate «multiple» di Nocera Umbra

e di Castel Trosino: un’occasione per un riesame metodologico, “Archeologia Medievale”, V, pp. 23-41.

meneGhini R. 1985, Materiali da un sepolcreto altomedievale presso Lungotevere Testaccio (comunicazione preliminare), “Bollettino della Commissione Archeologica di Roma”, XC, pp. 88-95.

597BIBLIOGRAFIA

meneGhini R. 1986, Materiali da un sepolcreto altomedievale presso Lungotevere Testaccio (seconda comunicazione preliminare), “Bollettino della Commissione Archeologica di Roma”, XCI, pp. 560-95.

meneGhini r. – santanGeli valenZani r. 1993, Sepolture intramuranee e paesaggio urbano a Roma tra V e VII secolo, in La storia economica di Roma nell’Altomedioevo alla luce dei recenti scavi archeologici, a c. di l Paroli, P. deloGu, Firenze, pp. 89-111.

meneGhini r. – santanGeli valenZani r. 1994, Corredi funerari, produzioni e paesaggio sociale a Roma tra VI e VII secolo, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LXX, pp. 321-37.

meneGhini r. – santanGeli valenZani r. 2004, Roma nell’altomedioevo. Topografia e urbanistica della città dal V al X secolo, Roma.

menGarelli R. 1902, La necropoli barbarica di Castel Trosino presso Ascoli Piceno, “Monumenti Antichi dei Lincei”, XII, coll. 145-380.

MenGarelli r. – GaBrielli G. 1995, La necropoli di Castel Trosino, a c. di G. GaGliardi, Ascoli Piceno (ristampa di menGarelli 1902).

menGhin W. 1977, Il materiale gotico e longobardo del Museo Nazionale Germanico di Norimberga proveniente dall’Italia, Firenze.

menGhin W. 1985, Die Langobarden. Archaeologie und Geschichte, Stuttgart.menotti e. m. 1992-3, Goito (MN), frazione Sacca. Necropoli di epoca longobarda, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 84-5.menotti e. m. 1994a, Goito: la sua realtà archeologica e le recenti scoperte altomedievali nella

frazione Sacca, “Quaderni del Gruppo Archeologico Ostigliese”, 4, pp. 97-127.menotti e. m. 1999-2000, Guidizzolo (MN) Via Grassi. Necropoli altomedievale, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 165-6.messina E. M. 1986, Ripostiglio di ferri tardoromani dal Carso triestino, “Atti e Memorie della

Società Istriana di Archeologia e Storia Patria”, LXXXVI, pp. 5-20.metalli e. 1903, Usi e costumi della campagna romana, Roma 1903.metcalf D. M. 1967, The prosperity of western Europe in the eighth and ninth centuries,

“Economic History Review”, s. II, n. 20, pp. 344-57.metcalf D. M. 1986, Some Geographical Aspects of Early Medieval Monetary Circulation in the

Iberian Peninsula, in Problems of Medieval Coinage in the Iberian Area, a c. di m. Gomes marques, m. crusafont saBater, II, Aviles, pp. 307-24.

metcalf d. m. 1992, The Rome (Forum) hoard of 1883, “British Numismatic Journal”, 62, pp. 63-96.

metcalf d. m. 1999, Visigothic monetary history: the facts, what facts?, in The Visigoths: Studies in Culture and Society, a c. di a. ferreiro, Leiden, pp. 201-7.

metlich m. a. 2004, The coinage of Ostrogothic Italy, London.MGH, Capitularia, I: Monumenta Germaniae Historica, Legum sectio II. Capitularia regum

Francorum, I, a c. di a. Boretius, Hannover 1883.MGH, DD Mer.: Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Regum Francorum et Stirpe

Merovingica, I. Die urkunden der Merowinger, a c. di T. KölZner, Hannover 2001.MIB I: Moneta Imperii Byzantini Bd. 1. Von Anastasius I. bis Iustinianus I. (491-565), a c. di W.

hahn, Wien 1973.

598

MIB II: Moneta imperii Byzantini Bd. 2. Von Justinus II. bis Phocas (565-610), a c. di W. hahn, Wien 1975.

MIB III: Moneta imperii Byzantini Bd. 3. Von Heraclius bis Leo III. (610-720), a c. di W. hahn, Wien 1981.

micKWitZ G. 1932, Geld und Wirtschaft im römischen Reich des 4. Jahrhunderts n. Chr., Helsingfors (Societas Scientiarum Fennica. Commentationes Humanarum Litterarum IV.2).

micKWitZ G. 1933, Die Systeme des römischen Silbergeldes im IV. Jhdt. N. Ch., Helsingfors.micheletto e. 1995, Il Castelvecchio di Peveragno (CN). Rapporto preliminare di scavo (1993-

94), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 13, pp. 137-79.micheletto e. 1998, Forme di insediamento tra V e XIII secolo: il contributo dell’archeologia,

in Archeologia in Piemonte, III, Il medioevo, a c. di l. mercando, e. micheletto, Torino, pp. 51-80.

micheletto e. 2003, Materiali di età gota in Piemonte: un aggiornamento, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), II, a c. di r. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 697-704.

micheletto e. et al. 2004, Bra, frazione Pollenzo. Piazza Vittorio Emanuele. Necropoli romana, tardoantica e insediamento medievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 20, pp. 184-94.

micheletto e. et al. 2014, Due nuove grandi necropoli in Piemonte, in Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati. Atti del Convegno Internazionale (26-28 settembre 2011, Castello del Buonconsiglio, Trento), a c. di e. Possenti, Trento, pp. 96-117.

micheletto E. – neGrino F. – Pirotto S. – venturino GamBari M. 2001, Frascaro, loc. Cascina Brumosa. Insediamenti preistorici, area sepolcrale e pozzo di età gota, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 18, pp. 59-63.

micheletto e. – uGGé s. – Giostra c. 2011, Necropoli altomedievale: note sullo scavo in corso, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 26, pp. 243-7.

micHeleTTo e. – venTurino gambari m. – caTTaneo cassano a. 1996, Notiziario 1995: 8. Peveragno, fraz. Montefallonio, loc. Castelvecchio. Abitato d’altura altomedievale in area d’insediamento protostorico (tavv- CI-CII), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 14, pp. 248-50.

micheletto e. – Zanda e. – Barello F. 1999, Vita dei Medaglieri. Ritrovamenti monetali da insediamenti di età gota e longobarda della provincia di Alessandria, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 46, pp. 219-25.

miGliaro e. – WicKham c. 1998, Continuità e fratture tra tardo-antico e alto medioevo, in Storia della società italiana, IV: Restaurazione e destrutturazione nella tarda antichità, Milano, pp. 647-83.

Milano 1990: Milano capitale dell’Impero Romano (286-402 d.C.). Catalogo della Mostra, Milano.

miles G. c. 1948, Early arabic glass weights and stamps, New York.minuto D. 1970, Dodici oggetti medioevali, “Bollettino di notizie per la Storia Medievale

Calabrese”, II, pp. 9-11.minuto D. 1984, Testimonianze medievali in territorio di S. Agata, “Brutium”, LXIII, pp. 19-21.

599BIBLIOGRAFIA

miraBella roBerti m. 1958, Una basilica adriatica a Castelseprio, “Beiträge zur Kunstgeschichte und Archäologie des Frühmittelalters”, (Akten zum VII. Internationalen Kongreß für Frühmittelalterforschung, 21.-28. Sept. 1958), Graz-Köln, pp. 74-87.

miraBella roBerti m. 1988, Basiliano – Scavi nella chiesetta di S. Marco, “Aquileia Nostra”, LIX, cc. 372-3.

miraGlia G. 1986, Ricerche sulla tarda antichità nei Campi Flegrei. Un tesoretto monetale del VI sec. d.C. da Cuma, in Il destino della Sibilla, Napoli, pp. 235-52.

mitchell J. 1996, Monastic Guest Quarters and Workshops: the example of San Vincenzo al Volturno, in Wohn- und Wirthschaftsbauten frümittelalterlichen Kloester, Zürich, pp. 127-55.

mola R. 1974, Scavi e ricerche sotto la cattedrale di Trani. Notizie dei ritrovamenti, “Puglia paleocristiana”, II, pp. 189-254.

molinari m. c. 1995, Le monete della Meta Sudans, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 42, pp. 109-61.

molinari M. C. 2002, Un nucleo di monete bronzee tardoantiche da un edificio di via del Foro Romano: alcune note sulla circolazione del bronzo al tempo di Giustino II a Roma, “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, 103, pp. 99-106.

molli Boffa G. 1982, 3. Centallo/Fossano. Chiesa altomedievale in zona di necropoli romana, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 1, pp. 151-4.

molli Boffa G. 1983, Notiziario 1982: Centallo-Fossano. Chiesa altomedievale in zona di necropoli romana, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 2, pp. 158-60.

molli Boffa G. 1984, Notiziario 1983: 4. Centallo-Fossano. Chiesa altomedievale in zona di insediamento romano, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 3, pp. 256-7.

molli Boffa G. 1984a, Schede 1983: (Cuneo) Centallo-Fossano, loc. Madonna dei Prati, “Archeologia Medievale”, XI, p. 361.

molli Boffa G. 1985, Notiziario 1984: 4. Centallo-Fossano. Chiesa altomedievale in zona di insediamento romano, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 4, pp.19-21.

molli boFFa g. 1986, Notiziario 1985: 31. Centallo - Fossano (CN). Chiesa altomedievale in zona di insediamento romano, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 5, pp. 207-8.

mollo meZZena R. 1982, Il complesso cimiteriale fuori Porta Decumana ad Aosta, in Atti del V Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana. Torino – Valle di Susa – Cuneo – Asti – Valle d’Aosta – Novara. 22-29 settembre 1979, Roma, pp. 319-33.

mommsen T. 1893, Die Bewirtschaftung der Kirchenguter unter Papst Gregor I, “Zeitschrift für Social- und Wirthschaftsgeschichte”, I, pp. 43-59.

monaco G. 1955, Oreficerie longobarde a Parma, Parma.Moneta e scambi 1961: Moneta e scambi nell’alto Medioevo, Spoleto (Settimane di studio del

Centro Italiano di studi sull’alto Medioevo, VIII).Monnaies 2003: J. lafaurie, J. Pilet-lemière, Monnaies du haut Moyen Âge découvertes en

France (Ve - VIIIe siècle), Paris (Cahiers Ernest-Babelon, 8). monneret de villard u. 1915, Catalogo delle iscrizioni di Milano anteriori al sec. XI, Milano.

600

monneret de villard u. 1919, La monetazione nell’Italia barbarica I, “Rivista Italiana di Numismatica”, XXXII, pp. 22-38, pp. 73-112, pp. 125-38.

monneret de villard u. 1919a, L’organizzazione industriale nell’Italia longobarda durante l’Alto medioevo, “Archivio Storico Lombardo”, s. V., 46, pp. 1-83.

monneret de villard u. 1920, La monetazione nell’Italia barbarica II, “Rivista Italiana di Numismatica”, XXXIII, pp. 169-232.

monneret de villard u. 1921, La monetazione nell’Italia barbarica III, “Rivista Italiana di Numismatica”, XXXIV, pp. 191-218.

monoPoli M. C. 1997, Considerazioni sulla riforma monetaria dioclezianea, “Rivista Italiana di Numismatica”, XCVIII, pp. 189-227.

montanari M. 1999a, Il territorio di San Colombano al Lambro in età romana (secc. I a.C.-V d.C.), in San Colombano al Lambro e il suo colle dalla preistoria all’altomedioevo, a c. di M. montanari, M. Pearce, Novara, pp. 65-106.

montanari M. 1999b, Il colle di San Colombano e l’area del Basso Lambro nei secoli del primo medioevo (secc.VI-X), in San Colombano al Lambro e il suo colle dalla preistoria all’altomedioevo, a c. di M. montanari, M. Pearce, Novara, pp. 109-84.

moreland J. 1985, A monastic workshop and glass production at San Vincenzo al Volturno, Molise, Italy, in San Vincenzo al Volturno. The Archeology, Art and Territory of an Early Medieval Monastery, a c. di R. hodGes, J. mitchell, Oxford (BAR, International Series , 252), pp. 37-59.

morello A. 2002, La circolazione monetaria nel Basso Lazio tra tarda antichità e primo medioevo, “Monete Antiche”, I/ 4, pp. 19-32.

moret a. 1982, Ritrovamenti archeologici nell’antico Cenedese ponte e crocevia di cultura e di popoli migranti dal secolo IV all’XI, Cividale.

moret a. 1998, Summa archeologica romana liventina, Udine. moreno m. 1986, Mito e realtà di Torre romana dopo le ricerche del conte di Ragogna, in Torre

di Pordenone, Pordenone, pp. 47-68.moreno Buora m. 1983, Fibbie con anello “a lira” di epoca altomedievale, “Aquileia Nostra”,

LIV, cc. 207-14.muresu m. 2015, Monete longobarde della Sardegna bizantina: un’apertura dell’isola verso la

Penisola?, in VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Lecce, 9-12 settembre 2015), a c. di P. arthur, m. leo imPeriale, II, Firenze, pp. 432-5.

morrisson c. 1976, Les origines du monnayage vandale, in Actes du VIIIe Congrés International de Numismatique. New York – Washington 1973, a c. di G. le rider, h. cahn, Paris-Bâle, pp. 459-72.

morrisson c. 1979, La monnaie fiduciaire à Byzance ou «Vraie monnaie», «monnaie fiduciaire» et «fausse monnaie» à Byzance, “Bullettin de la Société française de numismatique”, 34, pp. 612-6.

morrisson c. 1980, La trouvaille d’Aïn Kelba et la circulation de «minimi» en Afrique au début du VI siècle, in Mélanges de numismatique, d’archéologie et d’histoire offerts à Jean Lafaurie, Paris, pp. 242-5.

morrisson c. 1981, Monnaies en plomb Byzantines de le fin du VIe et du début du VIIe siécle, “Rivista Italiana di Numismatica”, LXXXIII, pp. 119-32.

601BIBLIOGRAFIA

morrisson C. 1982, Numismatique et histoire, l’or monnayé de Rome à Byzance: purification et altérations, “Comptes rendus de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres”, 126/2, pp. 203–23.

morrisson c. 1983, The re-use of obsolete coins: the case of Roman imperial bronzes revived in the late fifth century, in Studies in numismatic method, presented to Philip Grierson, Cambridge, pp. 95-111.

morrisson c. 1986, Le mutations du cuivre à la haute époque byzantine, in La cultura bizantina. Oggetti e messaggio. Moneta ed economia, Roma, pp. 111-9.

morrisson c. 1988, Carthage: the “moneta auri” under Justinian I and Justin II, in Studies in Early Byzantine Gold Coinage, a c. di W. r. o. hahn, W. e. metcalf, New York (American Numismatic Society’s Numismatic Studies, 17), pp. 41-64.

morrisson c. 1989, Monnaie et prix à Byzance du Ve au VIIe siècle, in Hommes et richesses dans l’Empire byzantin, I, Paris, pp. 239-60 (ora anche in C. morrisson. Monnaie et finances à Byzance: analyses, techniques, London 1994, n. IV).

morrisson C. 1991, Le «dollar du Moyen Âge»: la destinée du solidus ou besant en Europe occidentale (VIe -XIIIe siècle), in Une monnaie pour l’Europe, Bruxelles, pp. 50-7.

morrisson C. 1998, La Sicile byzantine: une lueur dans les siècles obscurs, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, 26, pp. 307-34.

morrisson c. 2001, Caratteristiche ed uso della moneta protovandalica e vandalica, in Le invasioni barbariche nel meridione dell’impero: Visigoti, Vandali, Ostrogoti, a c. di P. deloGu, Soveria Mannelli, pp. 151-80.

morrisson c. 2011, Le zecche nell’Italia bizantina: un quadro d’insieme, in Zecche 2011, pp. 415-25.

morrisson c. – Barrandon J. - n. 1988, La trouvaille de monnaies d’argent byzantines de Rome (VIIe-VIIIe siècles): analyses et chronologie, “Revue Numismatique”, XXX, pp. 19-165.

morrisson c. – calleGher B. 2014, Ravenne: le déclin d’un avant-poste de Constantinople à la lumière de son monnayage (v. 540-751), in L’Italia bizantina. Una prospettiva economica, a c. di s. cosentino, Paris (Cahiers de recherches médiévales et humanistes/Journal of Medieval and Humanistic Studies, 28), pp. 255-78.

morrisson c. – PriGent v. 2012, Le monnayage byzantin en Italie au haut Moyen Âge: bilan d’un siècle d’études, “Bollettino di Numismatica On Line”, 1 (2010) [pubbl. 2012].

mosser S. A. 1935, A Bibliography of Byzantine Coin Hoards, New York (Numismatic Notes and Monographs, 67).

mosser m. 2003, Die Steindenkmäler der legio XV Apollinaris, Wien.mostecKi H. 1993, Ein spätantiker Münzschatz aus Sassari, Sardinien (2. Hälfte des 5. Jhdts.),

“Rassegna di Studi del Civico Museo Archeologico e del Civico Gabinetto Numismatico di Milano”, LI-LII, pp. 129-206.

mroZeK s. 1987, Inopia rei nummariae et l’usure dans l’histoire romaine, in Rythmes de la production monétaire, de l’antiquité à nos jours. Actes du colloque international (Paris 10-12 janvier 1986), a c. di G. dePeyrot, t. hacKens, G. moucharte, Louvain La Neuve, pp. 323-34.

mundell mango m. 1986, Silver from Early Byzantium. The Kaper Koraon Treasures, Baltimore.mundell manGo m. 1988, The origins of the Syrian Ecclesiastical Silver Treasures of the Sixth-

Seventh Centuries, in Argenterie Romaine et Byzantine, a c. di f. Baratte, Paris, pp. 163-84.

602

mundell manGo m. 1997, Continuity of 4th/5th-century silver plate in the 6th/7th centuries in the Eastern Empire, “Antiquité Tardive”, 5, pp. 83-92.

mureddu D. 2002, Cagliari: una matrice per gioielli dall’area di Vico III Lanusei, in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 243-4.

murialdo G. 1996, Il “vicus” romano e gli insediamenti altomedievali, in Perti. Un territorio rurale nel Finale tra la preistoria e l’età moderna, a c. di id., Finale Ligure, pp. 53-72.

murialdo G. 2003, Circolazione monetaria nel Finale (Savona), in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 27-31.

murialdo G. – scarrone M. 1983, Una precoce testimonianza paleocristiana a Perti, Finale: l’epigrafe sepolcrale di Lucius (362), “Rivista Ingauna Intemelia”, n.s., XX, pp. 1-15.

murray a. 1983, Peter Brown and the Shadow of Constantine, “Journal of Roman Studies”, 73, pp. 191-203.

muTinelli c. 1961, Das Langobardische Gräberfeld von S. Stefano in Pertica a Cividale, “Jahrbuch des Römisch-germanischen Zentralmuseum”, 8, pp. 139-46.

nanni M. 2001, La necropoli di Attiggio – Fabriano (AN), in L’edificio battesimale in Italia: aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Liguria, 21-26 settembre 1998), Bordighera, pp. 96-9.

La necropoli di Goito 1994: La necropoli longobarda a Sacca di Goito. I primi materiali restaurati, a c. di E. M. menotti, Mantova.

nef J. u. 1982, Le miniere e la metallurgia nella civiltà medievale, in Storia economica Cambridge, II, Torino (ed. originale Cambridge 1952), pp. 482-554.

neGrioli a. 1914, Praduro e Sasso. Tomba barbarica in val di Sirano, “Notizie degli Scavi di Antichità”, 11, pp. 443-4.

neGro PonZi M. m. 1982, Villaro di Ticineto (Alessandria). La chiesa paleocristiana e altomedievale. Notizie preliminari sulle campagne 1975-1976, in Atti del V Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana. Torino – Valle di Susa – Cuneo – Asti – Valle d’Aosta – Novara. 22-29 settembre 1979, Roma, pp. 211-25.

neGro PonZi mancini m. m. 1983, La necropoli altomedievale del Villaro di Ticineto (AL), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 2, pp. 79-105.

nelson J. l. 2007, The Dark Ages, “History Workshop Journal”, 63, pp. 191-201.noBile de aGostini i. 1995-97, Laino (CO), località Castello. Sondaggi, “Notiziario della

Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 134-5.novaco lofaro I. 1960, Monete auree di Leone V e Costantino, “Klearchos”, 7-8, pp. 76-80.novara l. 1975, Salemi: un centro paleocristiano della Sicilia occidentale, “Sicilia Archeologica”,

8, pp. 47-56.noyé G. 1988, Quelques observations sur l’évolution de l’habitat en Calabre du Ve au Xie siècle,

“Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici”, n.s., 25, pp. 57-138.nuTi m. 2006, Recensione. Fonti letterarie in Rete tra Antichità e Medioevo, “Reti Medievali –

Rivista on line”, VII, 1. Rivista elettronica: http://www.dssg.unifi.it/_RM/rivista/recensio/DAcunto.htm

603BIBLIOGRAFIA

oddy W. a. 1972, Analyses of Lombardic tremisses by the specific-gravity method, “Numismatic Chronicle”, s. 7, 19, pp. 193-215.

oddy W. a. 1988, The debasement of the provincial Byzantine gold coinage from the seventh to ninth centuries, in W. hahn, W. e. metcalf, Studies in Early Byzantine Gold Coinage, New York (Numismatic Studies, 17), pp. 135-42.

odoardi r. 2000, Saggi archeologici nel complesso monastico di S. Giovanni in Venere-Fossacesia (CH) (1998-1999), “Archeologia Medievale”, XXVII, pp. 229-39.

odoardi r. – sTaFFa a. r. 1996, Un insediamento costiero di età romana e bizantina in località Murata Bassa di S. Vito Chietino (CH), “Archeologia Medievale”, XXIII, pp. 449-66.

o’hara M. D. 1979, A sixth century hoard of solid of the fabric of the mint of Ravenna, “Revue Suisse de Numismatique”, 29, pp. 58-63.

o’hara m. d. 1985, A Find of Byzantine Silver from the Mint of Rome for the Period A.D. 641-752, “Schweitzer Münzblatter”, 64, pp. 105-40.

onGaro m. – de Piero m. 1992, Cordenòns. Percorso storico e curiosità, Pordenone.Ori e Argenti 1962: Ori e Argenti dell’Italia antica. Catalogo della Mostra, Milano.orsi P. 1887, Di due crocette auree del Museo di Bologna e di altre simili trovate nell’Italia

superiore e centrale, “Atti e Memorie della Reale Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna”, 5, pp. 333-414.

orsi P. 1896, Siracusa. Di una necropoli dei bassi tempi. riconosciuta nella contrada «Grotticelli», “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 334-56.

orsi P. 1905, Canicattini Bagni. Gruppi cemeteriali cristiani e bizantini, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 425-30.

orsi P. 1905a, Caltagirone. Necropoli bizantina a Cotominello, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 441.

orsi P. 1910, Byzantina Siciliae, “Byzantinische Zeitschrift”, XIX, pp. 63-90.orsi P. 1912, Byzantina Siciliae, “Byzantinische Zeitschrift”, XXI, pp. 187-209.orsi P. 1916, Nocera Ticinese. Ricerche al Pian della Tirena sede dell’Antica Noceria, “Notizie

degli Scavi di Antichità”, pp. 335-62. orsi P. 1918, Gli scavi intorno all’Athenaion di Siracusa negli anni 1912-1917, in Il cimitero

bizantino e medievale, “Monumenti di Antichità dell’Accademia Nazionale dei Lincei”, 25, cc. 364-70.

orsi P. 1942, Sicilia Bizantina, Roma.overbeck b. 1996, Themes on the fifth- and sixth-century Coinage of the Barbarians within

the empire, in Minorities and barbarians in medieval life and thought, Sewanee (Sewanee mediaeval studies, 7), pp. 121-40.

Pacilio G. 1987, S. Apollinare in Rutigliano: gli scavi archeologici, in S. Apollinare in Rutigliano, Rutigliano, pp. 77-144.

Pacilio G. 1991, I corredi longobardi di S. Apollinare, in S. Apollinare. Catalogo della Mostra (13 gennaio-2 febbraio 1991), Rutigliano, pp. 10-23.

Painter K. s. 1988, The origins of the Syrian Ecclesiastical Silver Treasures of the Sixth-Seventh Centuries, in Argenterie Romaine et Byzantine, a c. di f. Baratte, Paris, pp. 163-84.

PalaZZini c. 2011, La necropoli tardoantica, in Baggiovara 2011, pp. 65-72.

604

PalesTra a. 1964, Ritrovamenti di età romana per S. Satiro e loro rapporti con la documentazione del secolo IX, “Archivio Ambrosiano”, 36, pp. 9-37.

Pallottino m. 1937, Capena. Resti di costruzioni romane e medioevali in località Montecanino, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VI, 13, pp. 7-15.

PanaZZa G. 1964, Note sul materiale barbarico trovato nel bresciano, in Problemi della civiltà e dell’economia longobarda. Scritti in memoria di G. P. Bognetti, a c. di a. taGliaferri, Milano, pp. 137-71.

PanaZZa G. 1972, Tombe barbariche di Brescia, in Scritti Storici in memoria di P. L. Zovatto, a c. di A. taGliaferri, Padova.

Pancaldi c. 1841, Lo scavo savignanese, Bologna.Pani ermini l. – Giuntella a. m. 1981, Cornus. Indagini nell’area paleocristiana. Relazione

preliminare della campagna 1978. Appendice sui materiali ceramici a c. di A. M. Giuntella, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 541-91.

Pantò G. 1993, 5. Alice Castello. Tomba longobarda, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 11, pp. 307-8.

Pantò G. 1994, Notiziario 1993. 5. Desana, località Settime. Strutture insediative e cimiteri di età tardoantica e altomedievale (tav. CXXX, B), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 12, pp. 353-5.

Pantò G. 1999, 7. Moncalieri, fraz. Testona: Chiesa di S. Maria, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 16, pp. 255-7.

Pantò G. 2000, Settime di Desana: un insediamento altomedievale tra Vercelli e Trino, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 17, pp. 111-58.

Pantò G. 2001, Notiziario: 10. Marentino, via Umberto I. Ritrovamento di Ipogeo cristiano (tav. LIII), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 18, pp. 105-7.

PanTò g. – gallesio s. 1986, Notiziario 1985: 32. Vercelli. Ex Monastero delle Grazie o della Visitazione. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 5, pp. 208-9.

Pantò G. – leonardi M. 2004, Notiziario 2003: 5. Castiglione Torinese, frazione S. Martino, chiesa di S. Martino (tav. LVII), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 20, pp. 216-8.

Pantò G. – PeJrani Baricco l. 2001, Chiese nelle campagne del Piemonte in età tardolongobarda, in Le chiese rurali tra VII e VIII secolo in Italia Settentrionale. Atti del Convegno (Garda, 8-10 aprile 2000), a c. di G. P. BroGiolo, Mantova (Documenti di archeologia, 26), pp. 17-54.

Pantò G. – suBBriZio m. 2002, Notiziario 2001: 2. Moncalieri, frazione Testona, chiesa di S. Maria. Nuovi interventi (tavv. LXXIX-LXXX), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 19, pp. 166-9.

Pantò G. et al. 2013, Un nucleo di sepolture longobarde a Villa Lancia di Testona, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 28, pp. 89-118.

Panvini rosati f. 1982, Monetazione bizantina in Italia, in I Bizantini in Italia, Milano, pp. 653-69.Paolucci G. 1984, Tomba longobarda scoperta a Chiusi nel secolo scorso, “Archeologia

Medievale”, XI, pp. 437-40.Paolucci G. 1985, Nuovi materiali altomedievali dal territorio di Chiusi, “Archeologia

Medievale”, XII, pp. 695-700.

605BIBLIOGRAFIA

Paolucci G. 2009, Archeologia Gota e Longobarda a Chiusi, tra antiche e nuove scoperte, in Goti e Longobardi a Chiusi, a c. di C. falluomini, Chiusi, pp. 11-28.

Pardi R. 1999, Le monete flavie nel corso del secolo VIII. Ipotesi ed interpretazioni, “Rivista Italiana di Numismatica”, XCX, pp. 243-55.

Pardi R. 2003, Monete flavie longobarde: emissioni monetali e città longobarde nel secolo VIII, Roma.

Parise n. 1997, «Segni premonetari», strumenti del sacrificio. Per una discussione sulle origini religiose del denaro, in Bernhard Laum origine della moneta e teoria del sacrificio, Atti dell’Incontro di Studio, Roma 1995, a c. di n. Parise, Roma (Studi e materiali, 5), pp. 3-5.

Parise n. 2000, La nascita della moneta: segni monetari e forme arcaiche dello scambio, Roma.ParmeGGiani G. 1983, Comune di Spilamberto – pozzo romano nel greto del fiume Panaro (scavo

1979), in Miscellanea di Studi Archeologici e di Antichità, v. I, Modena, pp. 195-215.Parodi L. 2001, Le indagini archeologiche alla cittadella. Le strutture tardoantiche e altomedievali,

in Città antica di Luna: lavori in corso, a c. di A. M. durante, Sarzana, pp. 59-61.Paroli L. 1994, Aspetti e problemi dell’archeologia della produzione in età longobarda. Arti

del fuoco in età longobarda. Catalogo della mostra, a c. di M. S. arena, l. Paroli, Roma, pp. 11-8.

Paroli L. 2005, La necropoli di Castel Trosino dalla scoperta ai nostri giorni, in Paroli – ricci 2005, pp. 7-15.

Paroli l. – ricci m. 2005, La necropoli altomedievale di Castel Trosino, i, Bg. San Lorenzo (FI) (Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, 32-33).

Pasquali G. 2002, L’economia curtense e l’economia rurale dei secoli VI-XI, in Uomini e campagne nell’Italia medievale, Roma-Bari, pp. 3-71.

Pasqui a. – PariBeni R. 1918, Necropoli barbarica di Nocera Umbra, “Monumenti Antichi dei Lincei”, XXV, cc. 137-352.

Passera l. 2007, Rinvenimenti e circolazione monetaria a Cividale e nelle Valli del Natisone dall’antichità al Medioevo: continuità e discontinuità, in Terre d’incontro. Contatti e scambi lungo le Valli del Natisone e dell’Isonzo dall’antichità al Medioevo. Atti della Giornata di Studi (26 novembre 2005), a c. di G. BanchiG, S. maGnani, a. Pessina, Cividale del Friuli (ud), pp. 172-217.

Passera l. 2009, Una inedita moneta d’argento dei Longobardi comparsa in internet, “Forum Iulii” XXXIII, pp. 83-94.

Passi Pitcher l. 1982, Robecco D’Oglio (Cremona). Necropoli tardoromana, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 97-8.

Patitucci s. 1970, Comacchio (Valle Pega). Necropoli presso l’ecclesia beatae Mariae in Pado Vetere, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. VIII, vol. XXIV, 69-121.

Patitucci uGGeri s. 1974, La necropoli longobarda di Gennarano sul confine bizantino di Terra d’Otranto, Lecce.

Patitucci uGGeri s. 1975, La necropoli medievale dell’insula silva sulla via Romea, “Atti e Memorie della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria”, s. III, vol. XXI, pp. 1-32 dell’estratto.

Patitucci uGGeri s. 1975, Indicazioni numismatiche convergenti per la datazione delle ceramiche del nono secolo in Sicilia, “Archeologia Medievale”, II, pp. 462-7.

606

Patroncini l. 1977, Una sepoltura altomedievale a Castellarano, “Quaderni di Archeologia Reggiana”, 3, pp. 201-7.

Patroni G. 1911, Carpignago. Tesoretto di monete, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 4-9.Peduto P. 1979, Campagna di scavo 1977-78 ad Altavilla Silentina (Salerno), località S. Lorenzo,

“Notiziario di Archeologia medievale”, 24, pp. 6-7.Peduto P. (a c. di) 1992, S. Giovanni di Pratola Serra. Archeologia e storia nel ducato longobardo

di Benevento, Salerno (Fonti archeologiche per la Storia del Mezzogiorno, 1).PeJrani Baricco l. 1982, San Ponso Canavese (Torino). Antica pieve e battistero, in Atti del V

Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Torino – Valle di Susa – Cuneo – Asti – Valle d’Aosta – Novara, 22-29 settembre 1979), Roma, pp. 151-5.

PeJrani Baricco l. 1982a, 7. Arona, fraz. Mercurago. Reperti da una tomba longobarda, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 1, pp. 170-1.

PeJrani Baricco l. 1991, Pertusio-Prascorano-Valperga, loc. Belmonte. Insediamento di età longobarda, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 10, pp. 201-4.

PeJrani Baricco l. 1997, La chiesa di S. Gervasio a Centallo, in PeJrani Baricco – micheletto 1997, pp. 330-44.

PeJrani Baricco l. – micheletto e. 1997, Archeologia funeraria e insediativa in Piemonte tra V e VII secolo, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda. Atti del convegno (Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a c. di L. Paroli, Firenze, pp. 295-344.

PeKarsKaJa l. v. – Kidd d. 1994, Der Silberschatz von Martynovka (Ukraine) aus dem 6. und 7. Jahrhundert, Innsbruck.

PelleGrini G. 1898, Pitigliano-Farnese. Scavi nella tenuta del Voltone, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 58-63.

PelleGrini G. 1917, Rinvenimenti archeologici a Ovaro, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 233.Pera R. 2000, Una moneta con contromarca vandalica dagli scavi di Genova, in L’Africa Romana.

Atti del XIII convegno di studio (Djerba 10-13 dicembre 1998), Roma, pp. 1455-61.Perantoni satta G. 1954, Rinvenimenti in Sardegna di Monete dell’Impero Romano, “Annali

dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 1, pp. 87- 8.Perantoni satta G. 1956, Rinvenimenti in Sardegna di Monete dell’Impero d’Oriente, “Annali

dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 3, pp. 151- 66.Perassi C. 2001, Le monete della necropoli: osservazioni sul rituale funerario, in Ricerche

archeologiche nei cortili dell’Università Cattolica. La necropoli tardoantica. Atti delle giornate di studio (Milano, 25-26 gennaio 1999), a c. di M. sannaZZaro, Milano, pp. 101-14.

Perassi C. 2002, Pesi monetali bizantini in vetro dal territorio siciliano, in Byzantino – Sicula IV. Atti del I Congresso Internazionale di Archeologia della Sicilia Bizantina (Corleone, 28 luglio – 2 agosto 1998), a c. di r. m. carra Bonacasa, Palermo, pp. 439-74.

Perassi C. 2005, Usi “non monetali” delle monete romane: monete-gioiello, monete-talismano, monete-offerta, in Colloqui di Numismatica, a c. di G. russo, m. chimienti, v. I [2003-2004], Bologna, pp. 37-49.

Perassi C. 2006, Nome iscritto e immagine raffigurata: gli ‘exagia’ bizantini in vetro, in Anulus sui effigii: identità e rappresentazione negli anelli-sigillo longobardi. Atti della giornata di studio (Milano, Università Cattolica, 29 aprile 2004), a c. di S. lusuardi siena, Milano, pp. 81-98.

607BIBLIOGRAFIA

Perassi c. 2008, Catalogo ragionato di exagia bizantini in vetro dal territorio italiano e da recenti listini d’asta, “Temporis signa”, III, pp. 289-311.

Perassi c. 2011, Monete romane forate. Qualche riflessione su “un grand thème européen” (J.-P. Callu), “Aevum”, 85/2, pp. 257-315.

Perassi c. 2011a, Monete amuleto e monete talismano. Fonti scritte, indizi, realia per l’età romana, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, 40, pp. 223-74.

Perassi C. 2011b, Aspetti di Luni bizantina. La documentazione numismatica, in Ai confini dell’Impero. Insediamenti e fortificazioni bizantine nel Mediterraneo Occidentale (VI-VII secolo)- Atti del Convegno (Bordighera 14-17 marzo 2002), a c. di C. varaldo, Bordighera, pp. 294-316.

Perassi c. 2012, L’ottavo di siliqua di Pertarito, in Archeologia medievale a Trezzo sull’Adda. Il sepolcreto longobardo e l’Oratorio di san Martino. Le chiese di santo Stefano e san Michele in Sallianense, a c. di s. lusuardi siena, c. Giostra, Milano, pp. 607- 10.

Perin P. 1993, Les moules de fondeurs de Saint-Denis, in L’Ile-de-France de Clovis à Hugues Capet: exposition Guiry-en-Vexin, Musée archéologique départemental du Val-d’Oise, 1992-1993, Paris, pp. 279-81.

Perini R. 1975, Tombe del periodo longobardo rinvenute a Nomi, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, LIV, pp. 350-3.

Peroni a. 1967, Oreficerie e metalli lavorati tardoantichi e altomedievali del territorio di Pavia, Spoleto.

Peroni a. 1972, Argenti Paleocristiani ritrovati presso San Michele Maggiore di Pavia. Rapporto preliminare, in Atti del convegno su archeologia e storia nella Lombardia padana, Como, pp. 157-69.

Pes N. 1990, Vecchie storie di gente nostra, Fiume Veneto.Petala aurea 2010: Petala aurea. Lamine di ambito bizantino e longobardo della Collezione

Rovati, a c. di m. sannaZaro, c. Giostra, Roma.Petralia G. 1995, A proposito dell’immortalità di «Maometto e Carlomagno» (o di Costantino),

“Storica”, I, pp. 37-87.PicoZZi V. 1963, Considerazioni sul valore dei nominali di bronzo coniati dopo la riforma di

Diocleziano, “Numismatica”, n.s., IV/3, pp. 171-7.PicoZZi V. 1972, Un ripostiglio di monete bizantine del VI secolo dal Basso Lazio, “Rivista Italiana

di Numismatica”, LXXIV, pp. 99-130.Pirenne H. 2005a, Le città nel medioevo, Roma-Bari (edizione originale: Medieval Cities,

Princeton 1925).Pirenne h. 2005b, Maometto e Carlomagno, Roma-Bari (edizione originale: Mahomet et

Charlemagne, Bruxelles 1937).Pisu n. 1989, Fibula in bronzo di «tipo trentino», in Castelbosco – Ricerche. Catalogo della

Mostra, Civezzano, pp. 99-101.Piussi s. 1986, Un documento di età carolingia in Friuli: la placchetta bronzea di Lestans, in

Ricerche storico-archeologiche nello Spilimberghese, Spilimbergo (Pn), pp. 253-7.PiuZZi F. 2001, Sequals, castello di Solimbergo. Scavi 2001, “Aquileia Nostra”, LXXII, cc. 556-60.Pivano s. 1909, Il sistema curtense, “Bollettino dell’Istituto Storico Italiano”, 30, pp. 91-145.Pohl W. 1998, L’universo barbarico, in Storia medievale 1998, pp. 65-88.

608

Pohl W. 1998a, Telling the difference: Signs of ethnic identity, in Strategies of Distinction: The Construction of Ethnic Communities, 300-800, a c. di W. Pohl, h. reimitZ, Leiden, pp. 17-70.

Pohl W. 2000, Le origini etniche dell’Europa. Barbari e Romani tra antichità e medioevo, Roma.Pohl W. 2000a, Die Germanen, Oldenbourgs Enzyklädie Deutscher Geschichte, vol. 57, München.Pohl W. 2001, Per hospites divisi: Wirtschaftliche Grundlagen der Langobardischen Ansiedlung

in Italien, “Römische historische Mitteilungen”, 43, pp. 179-226.Pohl W. 2002, Die Völkerwanderung: Eroberung und Integration, Stuttgart.Pohl W. 2013, Christian and Barbarian Identities in the Early Medieval West: Introduction, in

Post-Roman transitions. Christian and Barbarian identities in the early medieval West, a c. di W. Pohl, G. heydemann, Turnhout, pp. 1-46.

PoGGiani Keller r. 1978, Castelli di Calepio (BG), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 23, p. 32.

PoGGiani Keller R. 1986a, Bergamo romana. Altri ritrovamenti isolati o senza contesto, in Bergamo dalle origini all’altomedioevo. Documenti per un’archeologia urbana, a c. di ead., Bergamo, pp. 136-53.

PoGGiani Keller R. 1986b, Bergamo altomedievale. I ritrovamenti, in Bergamo dalle origini all’altomedioevo. Documenti per un’archeologia urbana, a c. di ead., Bergamo, pp. 188-91.

Polosa a. m. 2011, Castiglione di Paludi, la circolazione monetaria, in Enotri e Greci in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale, a c. di G. de sensi sestito, s. mancuso, Soveria Mannelli, pp. 287-93.

Pontiroli G. 1993, Tesoretti numismatici nel territorio cremonese, Padova.Pontisso m. – venanti B. 2009, Monete romane in contesti funerari longobardi, “Nuova

Archeologia”, 1, pp. 2-5.Porciani I. 2004, L’invenzione del medioevo, in Il Medioevo al passato e al presente. Arti e storia

nel Medioevo, IV, a c. di e. castelnuovo, G. serGi, Torino, pp. 253-79.Porro lamBertenGhi G. (a c. di) 1873, Codex Diplomaticus Langobardiae, Torino (Historiae

Patriae Monumenta, 13).Portulano B. 1999-2000, Sirmione (BS). Via Antiche Mura 20. Resti di edificio romano e di

struttura abitativa altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 135- 9.

Portulano G. 2002, L’abitato altomedievale di Manerbio (BS), “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXXI, pp. 338-9.

Possenti E. 1994, Gli orecchini a cestello altomedievali in Italia, Firenze (Ricerche di archeologia altomedievale e medievale, 21).

Possenti E. 2014, Necropoli longobarde in Italia: lo stato della ricerca, in Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati, a c. di ead., Trento, pp. 35-54.

Potter t. W. – KinG a. c. 1988, Scavi a Mola di Monte Gelato presso Mazzano Romano, Etruria Meridionale. Primo rapporto preliminare, “Archeologia Medievale”, XV, pp. 253-311.

PriGent V. 2006, Le rôle des provinces d’Occident dans l’approvisionnement de Constantinople (618–717). Témoignages numismatiques et sigillographiques, “Mélanges de l’École française de Rome – Moyen Âge”, 118/2, pp. 269-99.

609BIBLIOGRAFIA

PriGent V. 2013, La circulation monétaire en Sicile (VIe-VIIe siècle), in The insular system of the Early Byzantine Mediterranean: Archaeology and History, a c. di e. Zanini, P. PerGola, d. michaelidis, Oxford, pp. 139-61.

PriGent v. 2014, Le mythe du mancus et l’origin de l’economie europeénne, “Revue Numismatique”, 171, pp. 701-28.

PrigenT v. 2016, A striking evolution: the mint of Ravenna during the early middle ages, in Ravenna: its role in earlier medieval change and exchange, a c. di J. Herrin,‎ J. nelson, London, pp. 151-62.

ProcoPio G. 1954, Il Riordinamento del Medagliere nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, I, pp. 150-4.

ProcoPio G. 1955, Il Medagliere della collezione Capialbi a Vibo Valentia, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, II, pp. 172-81.

ProcoPio G. 1959, Monete Bizantine, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, V-VI, pp. 281-2.

Profumo m. c. 1982, Ancona, via Menicucci 1978-79, “Archeologia Medievale”, IX, p. 434.Profumo m. c. 1982a, Civitanova Marche, via Cecchetti e via Buozzi 1974; 1977, “Archeologia

Medievale”, IX, p. 435.Profumo m. c. 1985, Rinvenimenti archeologici paleocristiani e altomedievali nelle Marche, in

Atti del IV Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Pesaro, 19-23 settembre 1983), Ancona, pp. 581-94.

Profumo m. c. 1995, Le Marche in età longobarda: aspetti storico-archeologici, in La necropoli altomedievale di Castel Trosino. Bizantini e Longobardi nelle Marche. Catalogo della Mostra (Ascoli Piceno, 1 luglio – 31 ottobre 1995), Cinisello Balsamo, pp. 127-83.

ProFumo m. c. 1996, Catalogo: NOCERA UMBRA (PG): La necropoli di piazza Medaglie d’Oro, in Umbria longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario della scoperta. Catalogo della Mostra, Nocera Umbra (Museo Civico 27 luglio 1996 – 10 gennaio 1997), Roma, pp. 186-9.

Profumo m. c. 2003, Castel Trosino e gli altri siti longobardi delle Marche, in I Longobardi dei ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002 – Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto, pp. 625-42.

Profumo m. c. 2005, Schede di archeologia altomedievale in Italia: Marche, “Studi Medievali”, s. III, XLVI, pp. 843-914.

Promis d. 1857, Monete dei romani pontefici avanti il Mille, Torino.Pryor J. 1988, Geography, technology and war. Studies in the maritime history of the

Mediterranean: 649-1571, Cambridge. PuPilli L. 1996, Il territorio del Piceno centrale dal Tardoantico al Medioevo. Dall’otium al

negotium, Ripatransone.Putortì N. 1912, Valanidi. Scoperta di tombe di età bizantina, “Notizie degli Scavi di Antichità”,

pp. 410-1.Quilici l. – Quilici gigli s. 1969, Le zone a Nord del Crati-Coscile, in Carta Archeologica della

Piana di Sibari, Roma, pp. 97-124.

610

quinsat F. 1997, Le mancusus, un nom de monnaie arabe dans le haut Moyen Âge occidental, “Arabica”, XLIV/2, pp. 248-305.

Racheli A. 1991, Osservazioni su alcune classi di materiali rinvenuti in territorio calabrese, “Mélanges de l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 103/2, pp. 709-29.

raddi m. 2003, Il territorio dell’alta valle del Volturno, in I Longobardi dei Ducati di Spoleto e Benevento, II, Spoleto, pp. 1583-8.

raimondi n. 2011, I rinvenimenti monetali, in Baggiovara 2011, pp. 87-92.rasPi serra J. 1974, Rinvenimento di necropoli barbariche nei pressi di Bomarzo e di Norchia,

“Bollettino d’Arte”, s. V, LIX, fasc. I-II, pp. 70-8.rasPi serra J. 1976, Una necropoli altomedievale a Corviano (Bomarzo) ed il problema delle

sepolture a «loggette» lungo le sponde mediterranee, “Bollettino d’Arte”, s. V, LXI, pp. 144-69.

ratto M. 1956, Asta di monete di Zecche Italiane, Milano.Rebirth of towns 1988: The rebirth of towns in the West. AD 700-1050, a c. di R. hodGes, B.

hoBley, London.redi f. – de iure a. – siena e. 2012, L’Abruzzo tra Goti e Bizantini: aggiornamenti della ricerca

archeologica, in La trasformazione del mondo romano e le grandi migrazioni: nuovi popoli dall’Europa settentrionale e centro-orientale alle coste del Mediterraneo, a c. di c. eBanista, m. rotili, Cimitile, pp. 195-216.

redi F. – ioveniTTi c. 2006, Piana S. Marco, Comune di Castel del Monte (AQ). Gli scavi dell’anno 2004, “Archeologia medievale”, XXXIII, pp. 307-24.

Reece R. 1984, The coins (Carthage) (1984), in Excavations at Carthage: the British mission, v. 1/1: The site and finds other than pottery, a c. di h. r. hurst, s. P. rosKams, Sheffield, pp. 171-81 (ora anche in R. reece, Roman coins and archaeology: collected papers. Wetteren 2003 [Collection Moneta, 32], pp. 219-28).

Reece R. 1994, The coins (Carthage) (1994), in Excavations at Carthage: the British mission, v. 2: The circular harbour, north side, a c. di h. r. hurst, s. P. rosKams, Sheffield, pp. 246-56 (ora anche in R. reece, Roman coins and archaeology: collected papers, Wetteren 2003 [Collection Moneta, 32], pp. 229-45).

reece r. 1996, The interpretation of site finds: a review, in Coin finds and coin use in the roman world. The thirteenth Oxford Symposium and monetary history (25-27.3.1993), a c. di c. e. KinG, d. G. WiGG, Berlin, pp. 341-55.

reinecKe P. 1941, Zu Grabfunden langobardischer Zeit aus Italien, “Germania”, 25, pp. 42-7.remedi A. 1870, Di alcune monete italiane medievali inedite e rare, “Bullettino di Numismatica

Italiana”, s. IV, pp. 31-2.Reuter t. 1985, Plunder and tribute in the Carolingian Empire, “Transactions of the Royal

Historical Society”, 35, pp. 75-94.reynolds BroWn K. 1987, Two langobardic fibulae in the Metropolitan Museum of Art,

“Archeologia Medievale”, XIV, pp. 447-9.RIC V, I: P. H. WeBB, The Roman Imperial Coinage, V, 1st part: Valerian to the reform of Diocletian,

AD 253 to 296, a c. di h. mattinGly, e. a. sydenham, London 1927.RIC VI: c. h. v. sutherland, The Roman Imperial Coinage, VI: From Diocletian’s reform

(A.D. 294) to the death of Maximinus (A.D. 313), a c. di h. mattinGly, e. a. sydenham, London 1923.

611BIBLIOGRAFIA

RIC VIII: J. P. c. Kent, The Roman Imperial Coinage, VIII: The Family of Constantine I, A.D. 337-364, a c. di r. a. G. carson, c. h. v. sutherland, London 1981.

RIC X: J. P. C. Kent, The Roman Imperial Coinage, X: The Divided Empire and the Fall of the Western Parts 395-491, London 1994.

riccardi a. 1996, Toritto (Bari), Legna, “Taras”, XVI, 1, pp. 53-4.ricci R. 1988, Le coniazioni altomedievali dei vescovi di Luni, “Giornale storico della Lunigiana

e del Territorio Lucense”, n.s., 39, pp. 45-63.ricci M. 1994, L’ergasterion altomedievale della Crypta Balbi in Roma, in Arti del fuoco in età

longobarda. Il restauro delle necropoli di Nocera Umbra e Castel Trosino, a c. di m. s. arena, l. Paroli, Roma, pp. 19-22

ricci M. 1997, Relazioni culturali e scambi commerciali nell’Italia centrale romano longobarda alla luce della Crypta Balbi in Roma, in L’Italia centro settentrionale in età longobarda (Ascoli Piceno 1995), a c. di L. Paroli, Firenze, pp. 239-7.

ricci m. 2001, La produzione di merci di lusso e di prestigio a Roma da Giustiniano a Carlomagno, in Roma 2001, pp. 79-87.

rieGl a. 1901, Die spätrömische Kust-Industrie nach den Funden in Österreich-Ungarn. Im Zusammenhange mit der Gesammtentwicklung der bildenden Künste bei den Mittelmeervölkern, I, Wien.

riemer E. 2000, Romanische Grabfunde des 5.- 8. Jahrhunderts in Italien, Rahden (Internationale Archäologie, 57).

riGoni a. n. – venturini i. 1997, Torre di Pordenone. Scavi 1994-1996, “Aquileia Nostra”, LXVIII, cc. 498-504.

riGoni m. 1990, Zuglio. Scavi nella basilica romana, “Aquileia Nostra”, LXI, c. 398.riGoni m. – hudson P. – la rocca c. 1988, Indagini archeologiche a Sovizzo. Scavo di una villa

rustica romana e di una necropoli di età longobarda, in La Venetia dalla antichità all’alto medioevo, Roma, pp. 229-43.

rinaldi M. L. 1964, Tombe longobarde di Valdonega, “Bollettino d’Arte”, XLIX, pp. 402-3.riZZi G. 1985, Considerazioni sul prolungato uso di moneta romana in relazione alle fasi

stratigrafiche e cronologiche di una casa di età tardo romana di Sebatum, “Rivista Italiana di Numismatica”, LXXXVII, pp. 143-93.

riZZini P. 1894, Illustrazione dei Civici Musei III: catalogo degli oggetti barbarici, in Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1894, appendice, pp. 3-50.

riZZini P. 1914, Supplemento agli oggetti barbarici raccolti nei Civici Musei di Brescia, in Commentari dell’Ateneo di Brescia per l’anno 1914, pp. 343-59.

riZZo r. 2008, Papa Gregorio Magno e la nobiltà in Sicilia, Palermo (Biblioteca dell’Officina di Studi Medievali, 8).

riZZo G. – villedieu f. – vitale M. 1999, Mobilier de tombes des VI-VII siècles mises au jour sur le Palatin (Rome-Vigna Barberini), “Mélanges de l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 111, pp. 351-403.

roBerti G. 1910, Notizie e appunti: tombe dell’epoca barbarica, “Rivista Tridentina”, X, pp. 187-8.

roBerti G. 1911, La tomba barbarica di Vezzano, “Pro Cultura”, II, pp. 187-90.

612

roBerti G. 1921, La “carta archeologica” del Trentino. Primo contributo – La valle di Sole, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, II, pp. 35-44.

roBerti G. 1922, La tomba del guerriero longobardo di Pié di Castello e gli altri rinvenimenti barbarici del Trentino, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, II, pp. 105-22.

roBerti G. 1930, Notiziario archeologico: Cavedine, Madruzzo, Terlago, Stenico, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XI, pp. 68-74.

roBerti G. 1951, Quadro sinottico dei ricuperi archeologici germanici nel Trentino dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente alla fine del Regno Longobardo (476 – 774), “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XXX, pp. 323-60.

roBerti G. 1959, Ritrovamenti di oreficeria archeologica, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XXXVIII, pp. 319-25.

roberTi g. 1961, La zona archeologica di Rovereto, “Studi Trentini di Scienze Storiche”, XL, pp. 208-12.

roffia E. 1978, Gornate Olona, loc. Torba (Varese), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 23, p. 34.

roffia E. 1978a, Boffalora d’Adda (MI), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 23, p. 35.roffia e. 1981, Roccafranca (BS). Via Donizzetti, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica

della Lombardia”, I, pp. 139-40.roffia E. 1982, Rodigo (Mantova), Loc. Corte Panicella. Tomba di età longobarda, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, II, pp. 105-6.roffia e. 1982a, Rodigo (Mantova), Loc. Corte Panicella. Tomba di età longobarda, “Notiziario

della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, II, pp. 105-6.roffia e. (a c. di) 1986, La necropoli di Trezzo sull’Adda, Firenze (Ricerche di archeologia

altomedievale e medievale, 12/13).roffia e. 2001-2002, Sirmione (BS). Via Piana 4, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica

della Lombardia”, pp. 63-4.roma G. 1991, L’insediamento rupestre medioevale in Calabria: “Timpa dei Santi” nel territorio

di Caccuri, in Incontro di Studi in ricordo di Roberto Pane, Napoli, pp. 226-34. roma G. 2010, Nefandissimi Langobardi: mutamenti politici e frontiera altomedievale tra Ducato

di Benevento e Ducato di Calabria, in I Longobardi del Sud, a c. di id., Roma, pp. 405-63. Roma 2001: Roma dall’antichità al medioevo. Archeologia e storia nel Museo Nazionale Romano

Crypta Balbi, a c. di m. s. arena, P. deloGu, l. Paroli, m. ricci, l. saGuì, l. vendittelli, Roma.

Rome 2013: Wells P. (a c. di), Rome beyond its Frontiers: Imports, Attitudes and Practices, Portsmouth (Journal of Roman Archaeology. Supplementary Series, 94).

romano r. – tucci u. 1983, Premessa, in Economia naturale, economia monetaria, a c. di r. romano, u. tucci, Torino (Storia d’Italia: Annali, 6).

rosada G. 1983, Un’area fortificata sul Castelàr di Rovèr a Possagno, in La Valcavasia¸a c. di m. Pavan, Dosson (TV), pp. 566-73.

rosada G. – riGoni a. n. 1988, Insediamenti pedemontani del Veneto e del Friuli: emergenze archeologiche, continuità e discontinuità tra protostoria e incastellamento medievale, “Antichità Altoadriatiche”, XXXII, pp. 281-324.

613BIBLIOGRAFIA

rossi G. 1890, Ripostiglio con monete rinvenuto nel comune di Domodossola, “Notizie degli Scavi di Antichità”, p. 27.

rossi F. 1991, Brescia (BS), via Trieste (area ex Hotel Gallo), “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 96-7.

rossi f. 1995-7, Borno (BS). Località Calanno, via Marconi 231. Sondaggi, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 76-7.

rossi a. 2005, Antropologia sociale e storia dei processi etnogenetici nell’altomedioevo (secoli V-X), “Achab”, IV, pp. 4-9.

rostovtZeff M. 2003, Storia economica e sociale dell’Impero romano, a c. di A. marcone, Milano.

roth h. 1974, Bemerkungen zur Deutung und Funktion der Goldblattkreuze in Baden-Württemberg, “Fundberichte aus Baden-Württemberg”, 1, pp. 642–9.

rotili M. 1974, I monumenti della Longobardia meridionale attraverso gli ultimi studi, in La civiltà dei Longobardi in Europa, Roma, pp. 222-4.

rotili M. 1977, La necropoli longobarda di Benevento, Napoli.rotili m. 1980, Arte bizantina in Calabria e in Basilicata, Cava dei Tirreni (SA).rotili M. 1982, Schede di archeologia longobarda in Italia. Campania, “Studi medievali”, III s.,

XXIII, f. II, pp. 1023-31.rotili M. 1984, Rinvenimenti longobardi dell’Italia meridionale, in Studi di storia dell’arte in

memoria di Mario Rotili, Napoli, pp. 77-108.rotili M. 1986, Benevento romana e longobarda. L’immagine urbana, Benevento, pp. 208-19.rotili M. 1992-1993, Due rinvenimenti di età romanobarbarica, “Romanobarbarica”, 12,

pp. 393-404.roTili m. 2006, Cellarulo e Benevento. La formazione della città tardoantica, in Benevento nella

tarda antichità dalla diagnostica archeologica in contrada Cellarulo alla ricostruzione dell’assetto urbano, a c. di id., Napoli, pp. 9-88.

rovelli a. 1985, I reperti numismatici di San Silvestro e il problema della datazione dei “quattrini” pisani, “Archeologia Medievale”, XII, pp. 379-87.

rovelli a. 1985a, Reperti numismatici, in Archeologia urbana a Roma: il progetto della Crypta Balbi. 3. Il giardino del Conservatorio di S. Caterina della Rosa, II, a c. di d. manacorda, pp. 131-8.

rovelli A. 1989, La Crypta Balbi. I reperti numismatici. Appunti sulla circolazione a Roma nel Medioevo¸ in saGuì – Paroli 1989, pp. 49-95.

rovelli A. 1990, Monete, tessere e gettoni¸in Archeologia urbana a Roma: il progetto Crypta Balbi, 5: L’esedra della Crypta Balbi nel medioevo (XI-XIV secolo), a c. di l. saGuì, l. Paroli, Firenze, pp. 169-94.

rovelli A. 1992, Circolazione monetaria e formule notarili nell’Italia altomedievale, “Bullettino dell’Istituto Italiano per il Medio Evo”, 98, pp. 109-44.

rovelli a. 1993, Aspetti numismatici e stratigrafici a Roma tra tardo antico e medioevo: una sintesi sui dati della Crypta Balbi a Roma, in Actes du XIe Congrès international de numismatique (Bruxelles 1991), a c. di t. hacKens, G. moucharte, vol. II, Louvain la Neuve, pp. 385-92.

rovelli a. 1993a, Usi monetari nell’Italia altomedievale: l’esempio della documentazione farfense, “Rivista Italiana di Numismatica”, XCV, pp. 547-56.

614

rovelli a. 1993b, La moneta nella documentazione medievale di Roma e del Lazio, in La storia economica di Roma nell’alto medioevo alla luce dei recenti scavi archeologici, a c. di l. Paroli, P. deloGu, Firenze, pp. 333-52.

rovelli a. 1994, La funzione della moneta tra l’VIII e il X secolo. Un’analisi della documentazione archeologica, in La storia dell’Altomedioevo 1994, pp. 521-37.

rovelli a. 1995, Il denaro carolingio nel Meridione d’Italia: una discussione da riaprire, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 42, pp. 255-62.

rovelli a. 1998, La circolazione monetaria a Roma nei secoli VII e VIII. Nuovi dati per la storia economica di Roma nell’alto medioevo, in Roma medievale. Aggiornamenti, a c. di P. deloGu, Firenze, pp. 79-91.

rovelli a. 2000, Some considerations on the coinage of Lombard and Carolingian Italy, in The long Eighth Century, a c. di I. L. hansen, C. WicKham, Leiden – Boston – Köln, pp. 194-223.

rovelli a. 2001, La moneta nell’Italia longobarda: aspetti e problemi, in Visigoti e Longobardi. Atti del Seminario (Roma, 28-29 aprile 1997), Firenze, pp. 357-69.

rovelli a. 2001a, Le monete, in San Vincenzo 2001, pp. 333-34 e 385-90.rovelli A. 2001b, Un Tremisse di Giustiniano II da S. Vincenzo al Volturno. Osservazioni sulle

emissioni auree dell’Italia Bizantina, in Scritti in onore di Girolamo Arnaldi offerti dalla Scuola Nazionale di Studi Medioevali, Roma (Nuovi Studi Storici, 54), pp. 497-511.

rovelli a. 2001c, Monete dal deposito di VIII secolo nell’esedra della Crypta Balbi, in Roma 2001, pp. 530-535.

rovelli a. 2005, Economia monetaria e monete nel dossier di Campione, in Carte di famiglia. Strategie, rappresentazione e memoria del gruppo familiare di Totone di Campione, a c. di s. GasParri, c. la rocca, Roma (Altomedioevo, 5), pp. 117-40.

rovelli a. 2008, The mints of the Kingdom of Italy: A survey, in 774: ipotesi su una transizione. Atti del Seminario (Poggibonsi, 16-18 febbraio 2006), a c. di s. GasParri, Turnhout, pp. 119-40.

rovelli a. 2009, Coins and trade in early medieval Italy, “Early Medieval Europe”, 17/1, pp. 45-76.

rovelli A. 2010, Naples, ville et atelier monétaire de l’Empire byzantin: l’apport des fouilles récentes, in Mélanges Cécile Morrisson, [s.l.] (Travaux et Mémoires du Centre d’histoire et de civilisation de Byzance, XVI), pp. 693-711.

rovelli a. 2012, Gold, silver and bronze: an analysis of monetary circulation along the Italian coasts, in From one sea to another. Trading places in the European and Mediterranean Early Middle ages. Proceedings of the International Conference (Comacchio, 27th-29th March 2009), a c. di s. Gelichi, r. hodGes, Turnhout (Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 3), pp. 267-95.

rovelli a. 2013, Per lo studio di alcune classi di materiale a partire dai rinvenimenti della Basilica Hilariana. Le monete, in Gli dèi propizi. La Basilica Hilariana nel contesto dello scavo dell’Ospedale Militare Celio (1987-2000), a c. di P. PalaZZo, c. Pavolini, Roma 2013, pp. 189-232.

rovelli A. 2015, Contextes urbains vs. ruraux: l’Italie centrale et septentrionale durant le haut Moyen Âge, “Revue belge de numismatique et de sigillographie”, 161, pp. 145-76.

rovelli A. 2016, The Circulation of Late Roman Bronze Coinage in Early Medieval Italy: an update, “The journal of archaeological numismatics”, 5/6, pp. 55-72.

615BIBLIOGRAFIA

rovelli a. 2017, Il ruolo della moneta nella competizione altomedievale, in Acquérir, prélever, contrôler. Les ressources en compétition (400-1100), a c. di v. loré, G. Bührer – thierry, r. le Jan, Turnhout, pp. 323-34.

rovelli A. – saGuì L. 1998, Residualità, non residualità. Continuità di circolazione. Alcuni esempi dalla Crypta Balbi, in GuidoBaldi – Pavolini – PerGola 1998, pp. 173-95.

rovina D. 1989, Alghero, loc. S. Imbenia. Necropoli altomedievale, in Il suburbio delle città in Sardegna: persistenze e trasformazioni. Atti del III Convegno di studio sull’archeologia tardoromana e altomedievale, Taranto, pp. 25-7.

rovina D. 1998, Alghero (SS), loc. Sant’Imbenia, “Archeologia Medievale”, XXV, p. 161.rovina D. 2002, Recenti rinvenimenti di epoca bizantina nella Sardegna settentrionale e centrale,

in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 171-5.

ruGGero G. 1908, Un tremisse di Ratchis, “Rivista Italiana di Numismatica”, XXI, pp. 137-8.ruPel L. 2005, Contributi alla carta archeologica delle Valli del Natisone. II, “Forum Iulii”,

XXIX, pp. 37-116.ruPP C. 1996, La necropoli longobarda di Nocera Umbra (loc. Il Portone): l’analisi archeologica,

in Umbria longobarda. La necropoli di Nocera Umbra nel centenario della scoperta. Catalogo della Mostra, Nocera Umbra (Museo Civico 27 luglio 1996 – 10 gennaio 1997), Roma, pp. 23-130.

ruPP C. 2006, Das langobardische Gräberfeld von Nocera Umbra, Firenze (Ricerche di Archeologia Altomedievale e Medievale, 31).

russi V. 1984, Necropoli altomedievale nel territorio di Rignano Garganico (Foggia), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 37, p. 9.

sabbione c. 1986, Tropea: cimitero paleocristiano di Piazza Duomo, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LXII, pp. 364.

saBBione c. – di GanGi G. – leBole di GanGi c. m. 1991, Scavi medievali in Calabria: Gerace 1. Rapporto preliminare, “Archeologia Medievale”, XVIII, pp. 587-642.

saccocci A. 1989, Circolazione monetaria nel territorio di Treviso. Secoli VIII-XIV, in Due villaggi della collina trevigiana Vidor e Colbertaldo, a c. di D. GasParini, Vidor (TV), II, pp. 303- 19.

saccocci A. 1991, La moneta nel Veneto Medioevale, in Il Veneto nel medioevo. Dai comuni cittadini al predominio scaligero nella Marca, a c. di a. castaGnetti, G. M. varanini, Verona, pp. 243-62.

saccocci a. 1992, La circolazione monetaria nel Patriarcato dal X al XIII secolo. Atti della XXII settimana di studi aquileiesi (Aquileia, 27 aprile-2 maggio 1991, “Antichità Altoadriatiche”, XXXVIII, pp. 359-75.

saccocci a. 1997, Monete romane in contesti archeologici medioevali in Italia, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichita Classiche”, XXVI, pp. 385-405.

saccocci a. 1999, L’aumento di diametro nelle monete: soltanto un fatto di natura tecnica?, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche”, XXVIII, pp. 347-56.

saccocci a. 2004, Contributi di storia monetaria delle regioni adriatiche settentrionali (secoli X-XV), Padova (Numismatica Patavina, 3).

616

saccocci a. 2005, Tra est ed ovest: circolazione monetaria nelle regioni alpine fra VIII e XI secolo, “Revue Numismatique”, 161, pp. 103-21.

saccocci a. 2005a, Ritrovamenti di monete islamiche in Italia continentale ed in Sardegna (sec. VII-XV), in Simposio Simone Assemani sulla monetazione islamica, Padova, pp. 137-49.

saccocci A. 2005b, La monetazione del Regnum Italiae e l’evoluzione complessiva del sistema monetario Europeo tra VIII e XII secolo, in XIII Congreso International de Numismàtica (Madrid, 15-19 settembre 2003). Atti del Convegno, Madrid, pp. 1037-49.

saccocci a. 2008, Una storia senza fine: le monete di conto in Italia durante l’Alto Medioevo, “Annali dell’Istituto italiano di numismatica”, 54, pp. 47-85.

saccocci a. 2010, Tra antichità e medioevo: aspetti giuridici ed economici della monetazione longobarda, in L’VIII secolo: un secolo inquieto, Atti del convegno internazionale di studi (Cividale del Friuli, 4-7 dicembre 2008), a c. di v. Pace, Cividale del Friuli, pp. 31-42.

saccocci a. 2012, La moneta: produzione e circolazione, in Storia di Cividale nel Medioevo. Economia, società, istituzioni, a. c. di B. fiGluolo, Cividale del Friuli (UD), pp. 171-83.

saccocci a. 2013, Rinvenimenti monetali nella Tuscia dell’Altomedioevo: i flussi (secc. VI-X), in Monete antiche. Usi e flussi monetari in Valdera e nella Toscana nord-occidentale, a c. di a. alBerti, m. Baldassarri, Bientina, pp. 21-34.

saccocci a. 2015, Ancora sui bronzi contromarcati XLII e LXXXIII. Nota a margine del volume di M. Asolati, Praestantia Nummorum. Temi e note di numismatica tardo antica e alto medievale, (Numismatica Patavina, 11), Padova 2012, “Rivista italiana di numismatica e scienze affini”, 116, pp. 407-15.

saccocci A. 2016, La circolazione di moneta bronzea tardo-romana e bizantina in Italia Settentrionale: non soltanto una questione archeologica, in BomPaire – cardon – Geneviève – marani 2016, pp. 161-82.

saGuì L. 1993, Crypta Balbi (Roma): conclusione delle indagini archeologiche nell’esedra del monumento romano. Relazione preliminare, “Archeologia Medievale”, XX, pp. 409-18.

saGuì L. 2001, Roma e il mediterraneo: la circolazione delle merci, in Roma 2001, pp. 62-8.saGuì l. 2002, Roma, i centri privilegiati e la lunga durata della tarda antichità: dati archeologici

dal deposito di VII secolo nell’esedra della Crypta Balbi, “Archeologia Medievale”, XXIX, pp. 8-23.

saGuì l. – manacorda D. 1995, L’esedra della Crypta Balbi e il monastero di S. Lorenzo in Pallacinis, “Archeologia Laziale”, XII, fasc. 1, pp. 121-34.

saGuì l. – Paroli l. 1989, La Crypta Balbi. La sequenza stratigrafica, in La moneta nei contesti archeologici. Esempi dagli scavi di Roma, Atti dell’incontro di Studio (Roma 1986), Roma, pp. 21-47.

salamon m. 1979, La conception de l’empereur Julien l’Apostat pour la réorganisation du monnayage romain, “Wiadomosci Numizmatyczne”, XXIII/1, pp. 20-30.

salinas a. 1893, Salemi. Antichità cristiane scoperte a poca distanza dall’abitato, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 339-42.

salvatore M. 1976, Ricerche nell’agro di Ruvo in Puglia, “Notiziario di Archeologia Medievale”, 18, pp. 41-2.

salvatore M. 1977, Notiziario 1976: Puglia. Patanella (Ruvo di Puglia), “Notiziario di Archeologia Medievale”, 18, p. 252.

617BIBLIOGRAFIA

salvatore M. 1979, Fibule con iscrizione dall’Italia meridionale, “Puglia Paleocristiana”, III, pp. 331-9.

salvatore M. 1980, Saggi di scavo a Banzi, contrada Cervarezza, “Lucania Archeologica”, 2, pp. 5-12.

salvatore m. 1981, Antichità altomedievali in Basilicata, in La cultura in Italia tra tardoantico e altomedioevo. Stato e prospettive delle ricerche, Roma, pp. 947-64.

salvatore m. 1981a, Materiali tardoromani ed altomedievali della Basilicata: Museo Nazionale Ridola di Matera, “Museologia”, 10, pp. 94-100.

salvatore m. 1981b, Un sepolcreto altomedioevale in agro di Rutigliano (Bari). Notizie preliminari, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LVII, pp. 127-60.

salvatore M. 1982, La ceramica altomedievale nell’Italia meridionale: stato e prospettive della ricerca, “Archeologia Medievale”, IX, pp. 47-66.

salvatore M. 1982a, (Bari) Rutigliano, Contrada Purgatorio 1979, “Archeologia Medievale”, IX, pp. 436-7.

salvi d. 1989, Testimonianze archeologiche, Dolianova. salvi D. 2002, Cagliari: San Saturnino, le fasi altomedievali, in Ai confini dell’Impero. Storia,

Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 225-9.

salvi D. 2002a, Recenti rinvenimenti di epoca bizantina nella Sardegna centrale e meridionale, in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 177-81.

salvi D. 2002b, Corbello: l’area cimiteriale di Santa Maria della Mercede, in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, pp. 207-8.

salvini M. 2003, Ancona, Lungomare Vanvitelli: il porto romano, in Adriatica. I luoghi dell’archeologia dalla preistoria al medioevo. Guida alla mostra (Ravenna, 5 luglio – 3 agosto 2003), Ravenna, p.27.

salvioli G. 1901, s.v. Moneta (diritto monetario), in Enciclopedia Giuridica Italiana, Milano, vol. X, p. 35.

salZani l. 1983-1984, Recenti ricerche e ritrovamenti archeologici, “Annuario Storico della Valpolicella”, pp. 109-22.

salzani l. 1986, Ortaia, “Quaderni di Archeologia del Veneto”, II, p. 97.salZani l. 1987, Ortaia, “Quaderni di Archeologia del Veneto”, III, pp. 106-9.salZani L. 1988, Necropoli di epoca altomedievale in località Ponte della Vallona (Nogara),

“Civiltà Veronese”, n.s., I, pp. 25-33.salZani l. – riedel a. 1993, Bovolone. Necropoli altomedievale in via Ignazio Silone, “Quaderni

di Archeologia del Veneto”, IX, pp. 88-91. samBon G. 1912, Repertorio generale delle monete coniate in Italia e da Italiani all’estero dal

secolo V al XX; nuovamente classificate e descritte da Giulio Sambon. Periodo dal 476 al 1266, Parigi.

sansone M. 1972, Panorama archeologico del Gargano, in Studi di Storia Pugliese in Onore di Giuseppe Chiarelli, I, Galatina (LE).

618

San Vincenzo 1985: San Vincenzo al Volturno. The archaeology, art and territory of an early medieval monastery, a c. di r. hodGes, J. mitchell, Oxford (British Archaeological Reports. International Series, 252).

San Vincenzo 1993: San Vincenzo al Volturno 1. The 1980-86 excavations, a c. di R. hodGes, London.

San Vincenzo 1995: San Vincenzo al Volturno 2. The 1980-86 excavations, a c. di R. hodGes, London.

San Vincenzo 2001: San Vincenzo al Volturno 3: the finds from the 1980-86 excavations, I, a c. di J. mitchell, i. l. hansen, c. m. coutts, Spoleto.

saronio P. 1997, Vigolzone, Borgo di Sotto, area Celaschi, “Archeologia dell’Emilia-Romagna”, I/2, p. 112.

saronio P. 2001-2, Lodi Vecchio (LO), via Pompeo Strabone. Lottizzazione San Bassiano, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 104-6.

sartori P. 1899, Die Totenmünze, “Archiv für Religionswissenschaft”, 2, pp. 205-25.satolli A. 1983, Peculiarità dell’urbanistica orvietana nel medioevo, “Bollettino dell’Istituto

Storico-Artistico di Orvieto”, 39, pp. 105-68.savini F. 1925, Una tomba carolingia con un denaro di Carlo Magno, “Atti e Memorie dell’Istituto

Italiano di Numismatica”, V, pp. 85-7.savio a. 1972, La riforma monetaria di Nerone, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità

Classiche”, I, pp. 89-99.savio a. 1984, Breve nota su di un follis di Teodato, “Quaderni Ticinesi di Numismatica e

Antichità Classiche”, XIII, pp. 257-60.savio a. 2001, Monete romane, Roma.scafile f. 1970, Due umboni di scudo longobardo, “Ad Quintum”, 1, pp. 22-8.scafile f. 1971, Di alcuni oggetti in ferro rinvenuti a Belmonte, “Ad Quintum”, 2, pp. 41-6.scafile f. 1972, Di alcuni oggetti in ferro rinvenuti a Belmonte, “Ad Quintum”, 3, pp. 28-32.Scavi Cesena 1999: Scavi archeologici a Cesena. Storia di un quartiere urbano, Ravenna.schaffran e. 1941-1942, Das Gräberfeld vom Mezzocorona in Südtirol, Innsbrück.scHeTTini F. 1966, Due monumenti paleocristiani inediti del Vulture e loro riflessi sull’architettura

medievale, “Archivio storico Pugliese”, XIX, pp. 93-167.schiaPParelli l. (a c. di) 1924, I diplomi di Ugo e Lotario, Roma.schilBach e. 2005, Glasgewichte für follis-Praegungen aus der Zeit des Kaisers Justinos II,

“Byzantinische Zeitschrift“, 98, pp. 495-501.schlumBerGer G. 1884, Sigillographie de l’Empire Byzantin, Paris.schWeitZer f. 1848, Monete e medaglie d’Aquileia e di Venezia, Trieste.scortecci D. 2001, Trasformazione degli edifici pagani in edifici di culto cristiano, in Umbria

Cristiana. Dalla diffusione del culto al culto dei santi. Atti del XV Congresso Internazionale di Studi sull’altomedioevo (Spoleto, 23-28 ottobre 2000), Spoleto, pp. 367-92.

scortecci D. 2004, Schede di archeologia altomedievale in Italia: l’Umbria, “Studi Medievali”, III s., XLV, fasc. I, pp. 469-500.

619BIBLIOGRAFIA

scrofani G. 1972, Nuove testimonianze archeologiche dal territorio di S. Croce Camerina, “Sicilia Archeologica”, 18-20, pp. 101-10.

seBis s. – Zucca r. 1987, Aristàne. Intervento di scavo nel sagrato della cattedrale di Oristano, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano”, 4, pp. 139-49.

seletti e. 1901, Marmi scritti del Museo Archeologico, Milano.serGi G. 1998, L’idea di medioevo, in Storia medievale 1998, Roma, pp. 3-41.serra P. B. 1976, Reperti tardoantichi e altomedievali dalla Nurra del Museo Nazionale “G. A.

Sanna” di Sassari, Sassari.serra P. B. 1978, tomba a poliandro altomedievale di Via Ballero. Nuoro, in Sardegna Centro-

Orientale dal Neolitico alla fine del Mondo Antico, Sassari, pp. 217-21.serra P. B. 1988, Quartu S. Elena: coppia di orecchini aurei con cestello a calice (orecchini

di tipo I provenienti dalla Sardegna, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano”, 4, pp. 105-23.

serra P. B. 2002, Siurgus Donigada: tomba collettiva di fanti da Su Nuraxi, in Ai confini dell’Impero. Storia, Arte e Archeologia della Sardegna Bizantina, a c. di P. corrias, s. cosentino, Cagliari, p. 219.

sesino P. 1989a, Le tombe di Boffalora d’Adda, in L’eredità longobarda 1989, scheda 13.sesino P. 1989b, La necropoli di Varedo, in L’eredità longobarda 1989, scheda 14.settia A. A. 1975, L’occupazione del suolo nel sito di Vezzolano. Dati e problemi, “Archeologia

Medievale”, II, pp. 330-3.simonett C. 1978, Die für Chur geprägte Goldmünze Karls des Grossen, “Quaderni Ticinesi di

Numismatica e Antichità Classiche”, 7, pp. 275-8.soGliani f. (a c. di) 1995, Utensili, armi e ornamenti di età medievale da Montale e Gorzano,

modena.someda de marco G. 1951-1954, Reperti archeologici in Friuli, “Atti dell’Accademia di Scienze

Lettere e Arti di Udine”, s. VI, XII, pp. 2-22.someda de marco G. 1953, Scoperte di armi barbariche a Udine, “Ce fastu?”, XXIX, pp. 20-1.sPadea R. 1991, Lo scavo di Stazione Lido (Reggio Calabria), “Mélanges de l’Ecole Française de

Rome – Moyen Age”, 103, 2, pp. 689-707.sPadea R. 1991a, Crotone: problemi del territorio fra tardoantico e medioevo, “Mélanges de

l’Ecole Française de Rome – Moyen Age”, 103, 2, pp. 553-73.sPaGnolo GarZoli G. 1988, Notiziario 1987: 11. Mercurago. Parco naturale dei Langoni,

loc. Motto Caneva. Ripristino della necropoli tardo-antica (tav. LXXVI), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 8, pp. 206-7.

sPaGnolo GarZoli G. 1993, Notiziario 1992: 3. Trecate. Necropoli romana e tardo-antica, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 11, pp. 265-7.

sPano G. 1858, Ultime scoperte, “Bullettino Archeologico Sardo”, IV, p. 188. sPano g. 1864, Ultime scoperte, “Bullettino Archeologico Sardo”, X, p. 117. sPerBer D. 1966, Denarii and Aurei in the Time of Diocletian, “The Journal of Roman Studies”.

56, pp. 190-5.sPufford P. 1988, Money and its use in medieval Europe, Cambridge.

620

sraFFa P. 1960, Produzione di merci a mezzo di merci. Premesse a una critica della teoria economica, Torino.

staffa A. R. 1992, Abruzzo fra Tarda antichità ed alto medioevo. Le fonti archeologiche, “Archeologia Medievale”, XIX, pp. 789-853.

staffa a. r. 1995, Una terra di frontiera: Abruzzo e Molise fra VI e VII secolo, in Citta’, castelli, campagne nei territori di frontiera (VI-VII sec.), a c. di G. P. BroGiolo, Mantova, pp. 187-238.

staffa a. r. 1995b, Riassetto urbano, trasformazioni territoriali, forme di acculturazione nell’Abruzzo bizantino (secc. VI-VII), in Acculturazione e mutamenti. Prospettive nell’Archeologia Medievale del Mediterraneo. Atti del VI Ciclo di Lezioni sulla Ricerca Applicata in Archeologia-II Congresso Italo-Spagnolo di Archeologia Medievale, a c. di e. Boldrini, r. francovich, Firenze, pp. 315-60.

staffa a. r. 1997, I Longobardi in Abruzzo, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda. Atti del convegno (Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a c. di L. Paroli, Firenze, pp. 113-65.

staffa a. r. 2000, Alcune considerazioni sulla presenza longobarda nell’Italia centrale adriatica, in Atti del II Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, a c. di G. P. BroGiolo, Firenze, pp. 117-26.

staffa a. r. 2002, Il territorio della provincia di Pescara fra IV e il II secolo a.C., in La battaglia del Sentino. Scontro fra nazioni e. incontro in una nazione. Atti del Convegno di Camerino e Sassoferrato (10-13 giugno 1998), a c. di d. Poli, Roma, pp. 275-82.

staffa a. r. 2004, Ortona tra tarda antichità ed altomedioevo. Un contributo alla ricostruzione della frontiera bizantina in Abruzzo, “Archeologia Medievale”, XXXI, pp. 365-403.

staffa a. r. 2005, Paesaggi ed insediamenti rurali dell’Abruzzo adriatico fra Tardoantico ed Altomedioevo, in Paesaggi e insediamenti rurali in Italia meridionale fra Tardoantico e Altomedioevo. Atti del Primo Seminario sul Tardoantico e l’Altomedioevo in Italia Meridionale (Foggia 12-14 febbraio 2004), a c. di G. volPe, m. turchiano, Bari, pp. 39-126.

staffa a. r. 2010, I Longobardi nell’Abruzzo adriatico fra VI e VIII secolo, in I Longobardi del Sud, a c. di G. roma, Roma, pp. 175-240.

staffa a. r. – troiano d. – verrocchio v. 1995, Progetto Valle Del Pescara terzo Rapporto Preliminare di attività (1991-95), “Archeologia Medievale”, XXII, pp. 291-342.

starna a. 2001-2002, Peschiera Borromeo (MI). Frazione Mirazzano. Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 196-8.

stasolla f. r. 1993, I materiali metallici, in l. Pani ermini et Alii, Recenti indagini nel complesso martiriale di S. Felice a Cimitile, “Rivista di Archeologia Cristiana”, LXIX, pp. 252-83.

staZio a. 1955, Vita dei Medaglieri, Benevento, Museo Provinciale, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 2, p. 191.

sTazio a. 1956, Vita dei Medaglieri, Napoli, Museo Nazionale, “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica”, 3, pp. 219-20.

sTeFan F. 1936, Der Beginn der Langobardischen Münzprägung un die Grabfund von Eiridale, “Mitteilungen der Numismatischen Gesellschaft in Wien”, XVI, pp. 104-12.

stefani G. 1984, Una tomba tardo-antica di Villanova Truschedu (Oristano), “Archeologia Sarda”, 2.

stefani G. 1985, Le tombe – tipologia, analisi, corredi, in Nurachi. Storia di un’ecclesia, Oristano, pp. 55-67.

621BIBLIOGRAFIA

stevens s. t. 1991, Charon’s Obol and Other Coins in Ancient Funerary Practice, “Phoenix”, 45, 3, pp. 215-29.

stumPo E. 1983, Economia naturale ed economia monetaria: l’imposta, in Economia naturale, economia monetaria, a c. di r. romano, u. tucci, Torino (Storia d’Italia: Annali, 6), pp. 523-62.

sturmann ciccone C. 1977, Reperti longobardi e del periodo longobardo della provincia di Reggio Emilia, Reggio Emilia.

suchodolsKi s. 1989, Remarques sur les monnaies des Ostrogoths, “Rivista Italiana di Numismatica”, XCI, pp. 151-80.

suchodolsKi S. 1993, Les débuts de l’obole des defunts en Europe centrale au haut Moyen Age, “Acta Numismatica”, 21-23, pp. 347-54.

sullivan f. 1950, Charon the Ferryman of the Dead, “Classical Journal”, 46, pp. 11-7.sutherland c. h. v. 1955, Diocletian’s Reform of the Coinage: A Chronological Note, “The

Journal of Roman Studies”, 45, pp. 116-8. suTHerland c. H. v. 1961, Denarius and Sestertius in Diocletian’s Coinage Reform, “The Journal

of Roman Studies”, 51, pp. 94-7.Tabacco g. 1966, Uomini e terra nell’alto Medioevo, in Agricoltura e mondo rurale in Occidente

nell’alto Medioevo, Spoleto, alle pp. 17-42.taBacco G. 1974, Egemonie sociali e strutture del potere nel Medioevo italiano, Torino.taBacZynsKi S. 1976, Cultura e culture nella problematica della ricerca archeologica,

“Archeologia Medievale”, III, pp. 49-50.taBacZynsKi s. 1977, Monete e scambi, in lecieJeWicZ l. – taBacZynsKa e. – taBacZynsKi s.

1977, pp. 271-86.taGliaferri A. 1970, Per una storia economica dell’altomedioevo: il contributo dei primi

Longobardi, in Atti del convegno di Studi Longobardi (Udine – Cividale 15 – 18 maggio1969), Udine, pp. 113-34.

tamis F. 1960, Il Capitaniato di Agordo dalle origini al Dominio Veneto. Ritrovamenti archeologici, “Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore”, 31, pp. 119-37.

tamis F. 1961, Il Capitanato di Agordo dalle origini al Dominio Veneto. Ritrovamenti archeologici, “Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore”, 32, pp. 16-23.

tamis F. 1964, Il capitanato di Agordo dalle origini al Dominio Veneto, “Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore”, 35, pp. 3-14.

tamis F. 1966, Ritrovamenti archeologici, “Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore”, 37, pp. 19-21.

taramelli a. 1919, Dolianova (Cagliari). Tomba di età della decadenza romana, con suppellettile ed oreficerie rinvenute in regione Su Bruncu e S’Olia nell’agro dell’antica Dolia, “Notizie degli Scavi di Antichità”, s. V, 16, pp. 141-7.

taramelli A. 1920, Suppellettile domestica di vasi di bronzo nell’agro olbiense, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 91-6.

taramelli A. 1922, Portotorres, “Notizie degli Scavi di Antichità”, pp. 294-6.taramelli A. 1985, Scavi e scoperte (1922-1939), Sassari.

622

Tasca g. – visenTini P. 1996, Notiziario archeologico. Chiesa di S. Pietro in Castello, Comune di Ragogna, campagne di scavo 1993-1995, “Aquileia Nostra”, LXVII, cc. 274-82.

tassin F. 1983, Tracce romane e medioevali a Visco, “Forum Iulii”, VII, pp. 13-9.tchaPrassian M. 1992, Donna ostrogota, “Padusa”, III/3, p. 5.Tedesco P. 2006, Il ritorno dei barbari. Studi recenti sulla crisi dell’Impero Romano, “Studi

romani”, LIV, 1-2, pp. 116-35.Il tempo dei Longobardi 1999: Il tempo dei Longobardi. Materiali di epoca longobarda dal

Trevigiano, a c. di M. riGoni, e. Possenti, Padova.Tesori 2004: Tesori: forme di accumulazione della ricchezza nell’alto Medioevo (secoli V-XI), a c.

di S. Gelichi, C. la rocca, Roma.Testimonianze 1998: Testimonianze di epoca altomedievale a Benevento. Lo scavo del Museo del

Sannio, a c. di a. luPia, Napoli.tJäder J. O. 1955, Die nichtliterarischen lateinischen Papyri Italiens aus der Zeit 445-700,

Lund-Stockholm.tinoZZi F. P. 1966, Brevi note sul comune di Cugnoli, Pavia.Toller m. 1963, Ritrovamenti longobardi in Carnia, “Sot la Nape”, 1, pp. 18-9.tocci o. 1989, La Calabria nord-occidentale dai Goti ai Normanni. Insediamenti e vie di

comunicazione, Cosenza. tomadin V. 1991, La necropoli altomedievale di Romans d’Isonzo: storia di una scoperta,

“Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXXI, pp. 211-8.tondo L. 1977, Monete medievali da Ansedonia (Grosseto), “Archeologia Medievale”, IV,

pp. 300-2.tondo l. 1981, FLAVIA PITVRIA. La moneta flavia nella storia del secolo VIII, “Bullettino

Storico Pistoiese”, 83, pp. 3-28.tondo l. 1983, Moneta gota da Monte Claro (Piacenza), “Archeologia Medievale”, X, pp. 519-20.tondo L. 1986, Piatto onorario in argento di Ardaburio, scheda 3, in Mensa e cucina

nell’Altomedioevo e medioevo V/XIII secolo, a c. di G. de marinis, G. Guidoni Guidi, firenze.

tondo l. 1990, Moneta longobarda di Montebamboli, “Archeologia Medievale”, XVII, p. 761.tononi G. 1995-7, Montichiari (BS), località Fontanelle, monte S. Giorgio. Necropoli

altomedievale, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 101-1Torcellan m. 1986, Le tre necropoli altomedievali di Pinguente, Firenze (Ricerche di Archeologia

Altomedievale e Medievale, 11).torelli M. (a c. di) 1982, Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma.tosatti a. m. – Giacomini m. 1985, Madignano (Cremona). Località Ripalta Vecchia. Santuario

di Santa Maria del Marzale. Rinvenimento di tombe altomedievali, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, V, pp. 135-7.

touBert P. 1973, L’Italie rurale aux VIIIe – IXe siècles. Essai de typologie domaniale, in I problemi dell’Occidente nel secolo VIII, Spoleto, pp. 187-206 (ora anche in versione italiana in P. touBert, Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell’Italia medievale, a c. di G. serGi, Torino 1995, pp. 156-82).

623BIBLIOGRAFIA

touBert P. 1983, Il sistema curtense: la produzione e lo scambio interno in Italia nei secoli VIII, IX e X, in Storia d’Italia, Annali, VI: Economia naturale, economia monetaria, a c. di r. romano, u. tucci, Torino, pp. 5-63 (ora anche in P. touBert, Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell’Italia medievale, a c. di G. serGi, Torino 1995, pp. 183-250).

toynBee J. m. c. 1971, Death and Burial in the Roman World, London.travaGlini e. 1974, Thesaurus Massafrensis, Brindisi.travaini L. 1980, Grottaferrata (ROMA) 1951, RMISA, Milano.travaini L. 1992, Monete medievali in area romana: nuovi e vecchi materiali, “Rivista Italiana di

Numismatica”, XCIV, pp. 163-182.travaini l. 1995, La monetazione dell’Italia normanna, Roma.travaini L. 1999, Il tremisse di Lucca con busto di Carlo Magno, “Quaderni Ticinesi di

Numismatica e Antichità Classiche”, 28, pp. 305-10.travaini L. 2003, Le monete a Benevento tra X e XI secolo e un falso ripostiglio del Settecento,

in I Longobardi dei Ducati di Spoleto e Benevento. Atti del XVI Congresso internazionale di studi sull’Alto Medioevo (Spoleto, 20-23 ottobre 2002, Benevento, 24-27 ottobre 2002), Spoleto, pp. 1053-76.

travaini L. 2004, Saints and Sinners: Coins in medieval Italian graves, “Numismatic Chronicle”, CLXIV, pp. 159-81.

travaini l. (a c. di) 2009, VALoRI e DISVALoRI SIMBoLICI DeLLe Monete. I tRentA DenARI DI GIUDA, Roma (Monete, 3).

travaini L. 2012, Monete e circolazione monetaria nell’Italia bizantina e post-bizantina, in, L’héritage byzantin en Italie (VIIIe-XIIe siècle), a c. di J.-m. martin, a. Peters-custot, V. PriGent, Roma (Collection de l’Ecole française de Rome, 461), pp. 483-504.

tremlett s. – coutts c. m. 2001, Artifacts in iron, in San Vincenzo 2001, pp. 347-79.Trouvailles 1999: Trouvailles monetaires de tombes. Actes du deuxieme colloque international du

Groupe suisse pour l’étude des trouvailles monétaires (Neuchatel, 3-4 marzo 1995), a c. di O. F. duBuis, s. frey-KuPPer, G. Perret, Losanna.

turri m. G. 2009, La distinzione fra moneta e denaro, Roma (Biblioteca di testi e studi, 515).Tuscia 1971: Mostra dei materiali della Tuscia longobarda nelle raccolte pubbliche toscane,

Firenze.tuZZato s. 1991, Venezia. Gli scavi a San Pietro di Castello (Olivolo). Nota preliminare sulle

campagne 1986-1989, “Quaderni di Archeologia del Veneto”, VII, pp. 92-103.uBoldi m. 1995, Diffusione delle lampade vitree in età tardoantica e altomedievale e spunti per

una tipologia, “Archeologia Medievale”, XXII, pp. 93-145.uBoldi m. 1995-1997, Pellio Superiore (CO). Strutture di età medievale nei pressi della chiesa di

San Giorgio, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 135-136.ucKo P. J. 1969, Ethnography and archaeological interpretation of funerary remains, “World

Archaeology”, 1, pp. 262-8.uGGé s. 2003, Materiali del Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli: un aggiornamento

preliminare, in Atti del III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Salerno, Castello di Salerno, Complesso di Santa Sofia, 2-5 ottobre 2003), a c. di R. fiorillo, P. Peduto, Firenze, pp. 21-6.

624

uGlietti M. C. 1983, Notiziario 1983: 8. Craveggia. Necropoli romana e altomedievale (tavv. L-LIII), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 2, pp. 169-71.

uGlietti m. c. 1984, Notiziario 1984: 13. Craveggia. Necropoli romana e altomedievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 3, pp. 266-7.

uGlietti m. c. 1985, Notiziario 1984: 14. Craveggia. Necropoli romana e altomedievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 4, p. 31.

valenti m. 2004, L’insediamento altomedievale nelle campagne toscane. Paesaggi, popolamento e villaggi tra VI e X secolo, Firenze.

valenti m. 2009, Ma i ‘barbari’ sono veramente arrivati in Italia?, in V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Foggia - Manfredonia, 30 settembre - 3 ottobre 2009), a c. di G. volPe, P. favia, Firenze, pp. 25-30.

valenTi m. 2016, Ogni tempo ha la sua storia: interessi culturali e politici nello studio dei Germani, in Alla ricerca di un passato complesso. Contributi in onore di Gian Pietro Brogiolo per il suo settantesimo compleanno, a c. di a. cHavarría arnau, m. Jurković, Zagreb - Motovun, pp. 109-36.

valenZa mele n. 1991, Ricerche nella Brettia. Nocera Torinese, Risultati degli scavi e ipotesi di lavoro, Napoli.

vannacci lunaZZi G. 1983, Tomba longobarda a Garlasco – Madonna delle Bozzole (Pavia), “Archeologia Medievale”, X, pp. 415-6.

varaldo c. 1989, Scavi archeologici nel castello dei Clavesana di Andora, “Notiziario del Centro Ligure per la storia della ceramica”, 9, pp. 5-6.

Venosa 1984: Venosa: un parco archeologico e un museo. Come e perché, a c. di m. salvatore, Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 2).

Venosa 1991: Il museo archeologico nazionale di Venosa, a c. di M. salvatore, Matera.venTurino gambari m. – micHeleTTo e. – daviTe c. – giareTTi m. 1996, Fossano - Via Muratori,

angolo via Mazzini, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 14, pp. 237-40.

vera d. 1986, Forme e funzioni della rendita fondiaria nella tarda antichità, in Società romana e impero tardoantico, I: Istituzioni, ceti, economie, a c. di A. Giardina, Roma-Bari, pp. 367-447.

vera d. 1988, Aristocrazia romana ed economia provinciali nell’Italia tardoantica: il caso siciliano, “Quaderni Catanesi di Studi Classici e Medioevali”, 19, pp. 115-72.

vera d. 1996, Strutture agrarie e strutture patrimoniali nella tarda antichità: l’aristocrazia romana fra agricoltura e commercio, in La parte migliore del genere umano. Aristocrazie, potere e ideologia nell’occidente tardoantico, a c. di S. roda, Torino, pp. 165-224.

verGer P. 1993, Schede di archeologia longobarda in Italia. Veneto, “Studi Medievali”, s. III, XXXIV, fasc. I, pp. 411-45.

verhulst a. 2002, The Carolingian Economy, Cambridge.viale V. 1942, Recenti ritrovamenti archeologici a Vercelli e nel Vercellese. Il tesoro di Desana,

“Bollettino Storico Bibliografico Subalpino”, 43, pp. 149-66. viercK H. 1972, Prunksättel aus Gellep und Ravenna, “Archäologisches Korrespondenzblatt”,

II, pp. 213-7.villa L. 1997, Meduno, frazione Ciago. Insediamento rurale di età romana. Scavi 1997, “Aquileia

Nostra”, LXVIII, cc. 472-5.

625BIBLIOGRAFIA

villa l. 2017, Il Castrum Artenia nel quadro del popolamento altomedievale del ducato di Forum Iulii, in Archeologia dei Longobardi: dati e metodi per nuovi percorsi di analisi, I Incontro per l’Archeologia barbarica (Milano, 2 maggio 2016), a c. di C. Giostra, Mantova, pp. 113-61.

Village 1988: Un village au temps de Carlemagne. Catalogo della Mostra, Paris.vimercaTi sozzi P. 1835-68, Spicilegio archeologico della provincia di Bergamo, ms. (non vidi).violi f. 1970, Nuovi contributi allo studio dell’insediamento dei Longobardi nel modenese, “Atti

e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Province Modenesi”, V, pp. 195-205.vismara G. 2002, s.v. Barbaren, in Lexikon des Mittelalters, I, München.Visigoti e Longobardi 2001: Visigoti e Longobardi, a c. di J. arce, P. deloGu, Firenze.vitri S. 1993, Notiziario archeologico: Montereale Valcellina, collina di Grizzo. Scavi 1992-

1993. Necropoli altomedievale, “Aquileia Nostra”, LXIV, cc. 356-8.vitri s. – coraZZa s. – donat P. 1993, Zuglio. Area archeologica del Foro. Interventi 1992-1993,

“Aquileia Nostra”, LXIV, cc. 342-9.voGler c. 1998, L’or dans la circulation monétaire de l’Empire romain au IVe siècle d’après les

textes législatifs, “Atti dell’Accademia Romanistica Costantiniana”, 12, pp. 136-82.volbacH W. F. 1965, Il tesoro di Canoscio, “Ricerche sull’Umbria”, 1965, pp. 303-16.völckers H. H. 1965, Karolingische Münzfunde der Frühzeit (751-800), Göttingen.volPe m. t. 1984, Le monete di Eraclio, in Villaggi fluviali nella pianura pestana del secolo

VI. La chiesa e la necropoli di S. Lorenzo di Altavilla Silentina, a c. di P. Peduto, Salerno, pp. 143-8.

volPe G. 1997, Lucera (Foggia), San Giusto, “Taras”, XVII, 1, pp. 108-10.volPe G. – Biffino a. – PietroPaolo L. 1966, La villa, la statio, l’ecclesia. Scavi nel sito

tardoantico di San Giusto (Lucera): relazione preliminare 1995, “Vetera Christianorum”, 33, 1, pp. 63-218

volPe G. et al. 1997, Il complesso paleocristiano di San Giusto (Lucera). Seconda relazione preliminare (Scavi 1996), “Vetera Christianorum”, 34, 1, pp. 111-52.

voZa G. 1976-1977, L’attività della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale – parte II, “Kokalos”, 22-23, pp. 551-86.

younG B. K. 1986, Quelque réflexions sur le sépultures privilegiées, leur contexte et leur évolution surtout dans la Gaule de l’Est, in L’inhumation privilegiée du IVe au VIIe siècle en Occident. Actes du colloque (Créteil, 16-18 mars 1984), a c. di y. duval, J. c. Picard, Paris, pp. 69-89.

Wallace-hadrill m. 1952, The Barbarian West, London.Ward-PerKins B. 1977a, Miscellanea (AE), in Scavi di Luni II. Relazione delle campagne di

scavo 1972-1973-1974, a c. di a. frova, Roma, p. 663.Ward-PerKins B. 1977b, Sepolture e pozzi d’acqua, in Scavi di Luni II. Relazione delle campagne

di scavo 1972-1973-1974, a c. di a. frova, Roma, pp. 664-71.Ward-PerKins B. 1983, La città altomedievale, “Archeologia Medievale”, X, pp. 111-24.Ward-PerKins B. 2000, Specialized production and exchange, in The Cambridge ancient history.

14, Late antiquity: empire and successors, AD 425-600, a c. di A. cameron, B. Ward-PerKins, M. WhitBy, Cambridge, pp. 346-91.

Ward-PerKins B. 2005, The fall of Rome and the end of civilization, Oxford.

626

Ward-PerKins B. 2008, La caduta di Roma e la fine della civiltà, Roma-Bari.Waser o. 1898, Charon, Charun, Charos, Berlin.WeBer s. 1902, Ritrovamenti dell’epoca longobarda a Civezzano, “Rivista Tridentina”, II,

pp. 186-90.WeBer s. 1903, I ritrovamenti archeologici di Sanzeno, “Rivista Tridentina”, III, pp. 159-83.WeBer s. 1913, Materiali archeologici dell’Alto Adige. La collezione archeologica del Museo

di Merano, oggetti provenienti dal Trentino, “Archivio per l’Alto Adige”, VIII, pp. 34-55.WeBer m. 1981, Storia Economica e Sociale dell’Antichità, Roma. Wells P. 1992, Tradition, identity and change beyond the Roman frontier, in Resources, Power

and Interregional Interaction, a c. di e. m. schortman, P. a. urBan, New York, pp. 175-88.WensKus R. 1961, Stammesbildung und Verfassung. Das Werden der frühmittelaterlichen Gentes,

Köln-Graz.Werner J. 1935, Münzdatierte Austrasische Grabfunde, Berlin.Werner J. 1936, Die byzantinische Scheibenfibel von Capua, “Acta Archaeologica”, VII,

pp. 57-67.Werner J. 1952, Langobardische Grabfunde aus Reggio Emilia, “Germania”, 30, pp. 190-3.Werner J. 1954, Waage und Geld in der Merowingerzeit, München.Werner J. 1961, FeRnHAnDeL und Naturalwirtschaft im ostlichen Merowingerreich nach

archaologischen und numismatischen Zeugnissen, in Moneta e scambi 1961, pp. 557-618.Werner J. 1962, Die Langobarden in Pannonien, München.Werner J. 1966, Scavi di Invillino, “Aquileia Nostra”, XXXVII, pp. 113-6.Werner J. 1973, Pendagli monetari longobardi nella tradizione bratteata di Cividale (San

Giovanni), “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LIII, pp. 30-7.Werner J. 1977, Der Grabfund von Prizzi, Prov. Palermo (Sizilien), in Die Ausgrabungen in St.

Ulrich und Afra in Augsburg 1961-1968, a c. di id., München, pp. 346-9.van WerveKe h. 1931, Économie nature et économie argent, “Annales d’histoire économique et

sociale”, 3, pp. 428-35.West l. c. – Johnson A. C. 1944, Currency in roman and byzantine Egypt, Princeton.Wheeler M. 1963, La civiltà romana oltre i confini dell’impero, Torino.Whitehouse D. 1989, Archaeology and the Pirenne thesis, “Medieval Archaeology”, 33, pp. 3-21.WhittaKer c. R. 1980, Inflation and economy in the fourth century A. D., in Imperial revenue,

expenditure and monetary policy in the fourth century A. D. The fifth Oxford symposium on coinage and monetary history, a c. di C. e. KinG, Oxford, pp. 1-22.

WhittaKer C. R. 1983, Late roman trade and traders, in Trade in the Ancient Economy, a c. di P. Garnsey, K. hoPKins, c. r. WhittaKer, London, pp. 163-211.

WicKham c. 1981, Early Medieval Italy. Central Power and local society 400-1000, London.WicKham c. 1983, L’Italia nel primo medioevo, Milano.WicKham c. 1984, The Other Transition: from the ancient world to feudalism, “Past and Present”,

103, pp. 3-36. WicKham c. 1985, The uniqueness of the east, “The journal of peasant studies”, 12, pp. 166-96.

627BIBLIOGRAFIA

WicKham C. 1987, Vendite di terra e mercato della terra in Toscana nel secolo XI, “Quaderni Storici”, LXV, pp. 355-77.

WicKham c. 1988, The Mountains and the City, Oxford.WicKham c. 1988a, La città altomedievale: una nota sul dibattito in corso, “Archeologia

Medievale”, 103, pp. 3-36.WicKham c. 1994, Land and Power. Studies in Italian and European Social History, 400-1200,

London.WicKham c. 2002, Asestamentos rurales y territorio en el Mediterràneo occidental en la alta

edad media, in Asentamientos rurales y territorio en el Mediterraneo medieval, a c. di c. trillo, Granada, pp. 11-29.

WicKham C. 2005, Framing the Early Middle Ages, Oxford.WicKham c. 2005a, The development of villages in the west, 300-900, in Les Villages dans l’Empre

byzantin (IVe-XVe siècle), a c. di J. lefort, c. morrisson, J.-P. sodini, Lethielleux (Réalités byzantines, 11), pp. 55-69.

WicKham c. 2009, Le società dell’alto medioevo. Europa e Mediterraneo secoli V-VIII, Roma.Willems J. 1973, Le quartier artisanal gallo-romain et mérovingien de «Batta» à Huy,

“Archeologia Belgica”, 148, pp. 5-155.Williams H. 2005, Rethinking early medieval mortuary archaeology, “Early Medieval Europe”,

13/2, pp. 195-217.Williams H. 2005a, Keeping the dead at arms length: memory, weaponry and early medieval

mortuary technologies, “Journal of Social Archaeology”, 5/2, pp. 253-75.Williams H. 2007, The Emotive Force of Early Medieval Mortuary Practices, “Archaeological

Review from Cambridge”, 22/1, pp. 107-23.Wolfram h. 1970, The shaping of early medieval kingdom, “Viator”, 1, pp. 1-20.Wolfram h. 1990, Das Reich und die Germanen. Zwischen Antike und Mittelalter, Berlin.Wolfram h. 1994, Origo et religio. Ethnic Tradition and Literature in Early Medieval Texts,

“Early Medieval Europe”, III, pp. 19-38.Wolters r. 2004, Prägungen des Kaisers vs. Prägungen des Senats: Mommsens „Dyarchie-

These“ und die antike Numismatik, in Geldgeschichte vs. Numismatik: Theodor Mommsen und die antike Münze, a c. di h. m. von Kaenel, m. r. alföldi, u. Peter, h. KomnicK, Berlin, pp. 247-63.

Wood i. 1997, Report: The European Science Foundation’s programme on the transformation of the Roman World and the emergence of early medieval Europe, “Early medieval Europe”, 6, pp. 217-27.

Wroth W. 1908, Catalogue of the imperial Byzantine coins in the British Museum, London. Wroth W. 1911, Catalogue of the coins of the Vandals, Ostrogoths and Lombards, and of the

empires of Thessalonica, Nicaea and Trebizond in the British Museum, London. Zanda E. 1996, Notiziario 1995: 5. Mombello Monferrato, loc. Molino Nuovo di Gambarello.

Strutture Romane e Medievali, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 14, pp. 214-7.

Zanda e. 1999, Notiziario 1997-1998: 7. Mombello Monferrato, loc. Molino Nuovo di Gambarello. Strutture romane ed altomedievali (tav.LIX), “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 16, pp.182-4.

628

Zanda e. – micheletto e. – vaschetti l. 2002, Mombello Monferrato, loc. Molino Nuovo di Gambarello. Strutture insediative di età romana e altomedievale, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 19, pp. 102-4.

Zanda e. – Pantò G. 1999, 6. Monteau da Po, Industria. Strutture di età romana e tomba longobarda, “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”, 16, pp. 253-5.

Zanica 2010: r. Bitelli, m. fortunati, a. Pittari, l. raGni, Cavernago e Zanica (BG). Metanodotto SNAM. Necropoli di epoca romana a Cavernago e complesso funerario di età altomedievale a Zanica, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, pp. 63-6.

Zanini e. 1998, Le Italie bizantine. Territorio, insediamenti ed economia nella provincia bizantina d’Italia (VI-VIII secolo), Bari (Studi Storici sulla Tarda Antichità, 10).

ZanZotto R. 1993, Bologna, cripta della cattedrale di San Pietro, “Studi e Documenti di Archeologia”, VIII, pp. 332-6.

ZaZo A. 1928, Rinvenimento di una necropoli longobarda del VII-VIII secolo, “Samnium”, I, p. 130.

Zecche 2011: Le zecche italiane fino all’Unità, a c. di L. travaini, Roma.ZorZi F. 1952, Tomba longobarda scoperta a Negrar di Valpolicella, “Memorie Storiche

Forogiuliesi”, XXXIX, pp. 112-3.zucca r. 1986, Il battistero di Nurachi, in L’archeologia romana e altomedievale nell’oristanese.

Atti del Convegno di Cuglieri (22-23 giugno 1984) Taranto (Mediterraneo tardoantico e medievale. Scavi e ricerche, 3), pp. 23-32.

zuccalà m. – viTali m. – zonca a. 1986, Terno d’Isola (BG). Presso la chiesa di S. Vittore. Strutture tardoantiche-altomedievali, “Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, VI, pp. 163-5.

Finito di stampare nel mese di marzo 2018EUT Edizioni Università di Trieste