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OMAGGIO a RENATO PALMIERI Napoli - Istituto per le Scienze Filosofiche - Palazzo Serra di Cassano
martedì 24 maggio 2016 presentazione multimediale
a cura di
ELVIRO LANGELLA ___________________________________________________
Martedì 24 maggio 2016 presso l’Istituto per le Scienze Filosofiche di Napoli nelle
sale del Palazzo Serra di Cassano, si terrà la presentazione multimediale “OMAGGIO A
RENATO PALMIERI” curata dal Prof. Elviro Langella.
In vista del 2500° anniversario della fondazione di Neapolis, il progetto illustrato dal
Langella proporrà la realizzazione di un’installazione commemorativa ispirata agli studi del
Prof. Renato Palmieri.
Prendendo spunto in particolare, dall’interpretazione in chiave archeo-astronomica della
fondazione di Neapolis approfondita dallo studioso napoletano, la presentazione al Palazzo
Serra di Cassano si articolerà in diversi momenti mirati da una parte, ad una dettagliata
descrizione del progetto, dall’altra, alla spiegazione delle finalità culturali e del messaggio
che si intende promuovere con la realizzazione dell’opera proposta.
Ne anticipiamo in queste pagine una breve sintesi.
____________ www.elvirolangella.com/extra/renato-palmieri/index.html ____________
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LA CHIAVE ASTRONOMICA DELLA FONDAZIONE DI NEAPOLIS
L' atto di fondazione di Partenope-Neapolis in una rêverie neoclassica
di
RENATO PALMIERI www.elvirolangella.com
COL VENTO IN POPPA PER OGNI ROTTA
INCONTRO CON RENATO PALMIERI
Quel veliero posto a eloquente ornamento della cornice marcapiano all’ingresso dello
splendido villino a San Martino, non poteva non accendere nella mia fantasia la promessa di un
invito esclusivo al viaggio argonautico.
Come non portare alla mente la nave scolpita sulla fontana del Vertbois a Parigi all’incrocio di rue
Saint Martin che non mancò di ispirare l’esegesi rivelatrice del maestro Fulcanelli e di Eugène
Canseliet, erede unico della sua Ars Regia. O piuttosto, l’analogo rilievo che decora le vie
Segurana, Lanfranchi, Mancini della magica Torino disseminata di segreti percorsi iniziatici
orientati alla sapienza esoterica. Ove è dato vedere a mo’ di polena vivente una vergine kore
riaffiorante dall’acqua come una Nike. O piuttosto, una sirena alata nel tripudio di rose sbocciate
d’incanto dalla spuma marina, e dei veli rigonfi quanto la vela per i venti che soffiano a poppa.
La rappresentazione speculare dei due velieri sospinti dalle allegorie del vento a vele
spiegate dritti in rotta di collisione, rimarca il chiaro significato simbolico. Battezzate l’una
Palepoli, l’altra Napoli come mostrano i nomi incisi a poppa, le navi stanno a rappresentarci l’antico
e il nuovo che pur anelano ad una riconciliare in armoniosa continuità il nostro convulso mondo
contemporaneo con le luminose tradizioni dell’anima antica della Sirena. Perché l’incanto del mito
perduri all’insofferente divenire della storia che tutto oblia e divora, Bernich, l’autore stesso sembra
riaffacciarsi sul nostro tempo ad auspicare con la veemenza plastica del suo mascherone, che le
nobili radici dell’originaria bellezza non vengano stravolte da inavvedute scelte in nome di una
pretesa modernità.
Sorta proprio quando il Risanamento immaginava di ricostruire Napoli secondo moderni
parametri urbanistici, la rivista “Napoli Nobilissima” fondata da Benedetto Croce quasi si volgeva
in una direzione opposta, tenendo desta l'attenzione, per non perderlo, su quel patrimonio - fatto in
parte di chiese minori, antiche locande, opere decorative quali fontane, statue, iscrizioni, lapidi - che
avrebbe potuto continuare a fornire testimonianza, oltre che dei grandi eventi, anche della convulsa
quotidianità di Napoli.
Tra i più assidui collaboratori di "Napoli nobilissima", proprio Ettore Bernich, abile e colto
architetto romano, partecipò a questo progetto con una serie di articoli apparsi tra il 1898 e il 1902.1
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Incastonato a chiari caratteri sull’architrave, tra i nomi di Ettore Bernich e Michele Capo,
autori della nostra Villa Elena e Maria, l’incipit che introduce al nostro viaggio recita: “Mirate qui
Napoli Nobilissima / l’incantevole Sirena”. E non vi è dubbio che il panorama che si apre a 360
gradi dalla terrazza dall’antica dimora partenopea, mostra la città flessuosamente distesa verso il
mare come un’“incantevole sirena”, quale la vide l’architetto Ettore Bernich.
1. “Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si pubblicò a Napoli, voluta e promossa da
Bartolommeo Capasso, Riccardo Carafa, Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Michelangiolo Schipa,
intellettuali diversi per formazione ed interessi, la rivista di topografia e d'arte napoletana "Napoli
nobilissima". Si trattava di un periodico dal taglio storico, che riguardava la topografia della città e che si
prefiggeva non tanto di soffermarsi sugli elementi tecnici e planimetrici, quanto di raccontare ai lettori le
vicende legate a quelle strade e a quei principali luoghi pubblici, in cui la vita dei napoletani si era svolta in
condivisione”.
La città dell'arte nei percorsi di Ettore Bernich di Apollonia Striano . La Repubblica 12 marzo 2011
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LA MERIDIANA DELL’INCONTRO
il significato simbolico dei dettagli plastici
La Meridiana dell’Incontro prevede alla base un impluvio contenente alcuni elementi plastici:
1. La PIRAMIDE a base triangolare riproduce in scala quella di Mauro Staccioli a Castel di
Tusa (Messina) posizionata sullo stesso meridiano che incrocia il 38° parallelo lungo il quale il
Comune di Motta d’Affermo si allinea alle cinque città prescelte per una progetto ideale legame di
pace: Seul, Smirne, Atene, San Francisco, Cordova.
Nel medesimo intento di gemellare queste città e promuovere una durevole collaborazione, già
Reggio Calabria aveva creato nel 1987 una stele troncopiramidale, il “Monumento al 38° Parallelo”,
in seguito al Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri.
2. Il MONOLITE grezzo porta effigiata una canefora reggente la fiaccola quale ancor oggi lo
si trova murato sotto l’arco della torre di S. Gregorio Armeno. Benché oramai avulso dal contesto
architettonico originario e scalfito dall’ingiuria del tempo, rappresenta un eloquente reperto
attestante il culto di Cerere diffuso nell’antica città. La tradizione erudita che ha preso in esame
questa stele consacrata a Demetra, ci ricorda come l’organizzazione urbanistica della città antica
gravitasse intorno ai tre grandi decumani principali:
Le sole divinità principali, che erano tre, come erano i decumani; ed in questa
rispondenza numerica fra gli dei e le vie principali potrà forse trovare un fondamento
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migliore alla definizione del tempio [...] Poiché se i Dioscuri avevano il loro tempio nel
decumano medio, niente di più probabile che Apollo abbia avuto il suo nel decumano
superiore e Cerere nell’inferiore.
Così si esprime Bartolomeo Capasso parlando della Napoli greco-romana (Napoli 1905).
3. Il POLIEDRO identico a quello raffigurato da Albrecht Dürer nella famosa Melencolia.
L’ incisione pur nella meticolosa descrizione degli innumerevoli dettagli, racchiude l’ingannevole
prospettiva obliqua di un solido archimedeo troncato dei suoi spigoli, che porta alla mente un
icosaedro benché resti incerta, ambigua l’identificazione.
Oggetto di molte discussioni, il singolare “poliedro di Dürer” secondo alcuni studiosistarebbe a
rappresentare un poliedro troncato romboedrico a sei facce al quale siano state tagliati due vertici
per poterlo inscrivere virtualmente in una sfera: avrebbe quindi sei facce a forma di pentagono
irregolare e due facce triangolari.
Secondo altri invece, il solido rappresenterebbe un cubo a cui siano stati troncati due spigoli
opposti; esso rappresenterebbe (seguendo l’idea platonica) la terra, pensata come materia prima
appena intaccata dall’opera dell’uomo (alla quale alludono gli spigoli troncati) e quindi in equilibrio
instabile. Inoltre, alcuni studi prospettici hanno permesso di ipotizzare che gli angoli della faccia del
solido misurino 72°, angolo riconducibile verosimilmente alla sezione aurea.
In linea con tali diversificate interpretazioni niente affatto contraddittorie, abbiamo inteso suggerire
con il nostro solido un’ulteriore metafora allusiva all’OPUS alchemico finalizzato nella tradizione
esoterica, a sgrossare e perfezionare con sapiente labor limae la Pietra grezza, orientandola per
gradi, alla forma della Sfera che esprime simbolicamente la compiutezza dell’Opera finalmente
raggiunta.
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_____________________________________________ Riferimenti Iconografici
Notre Dame du Haut
Ronchamp, Francia
Le Corbusier 1954 _____________________________________________
L'architettura per Le Corbusier era «ricerca paziente», l'uso logico di un metodo per
poter pensare la forma in funzione dei principi razionali, un gioco sapiente di volumi
sotto la luce:
«I cubi, i coni, le sfere, i cilindri e le piramidi, sono le più grandi forme primarie che
la luce invera con efficacia, perché sono forme belle, le forme più belle… ».
Rifacendosi alla lezione del maestro del modernismo pittorico Paul Cézanne diceva che
«è necessario partire dalle forme geometriche originarie, per l'appunto, in quanto
necessarie per fare dell'architettura e dell'arte in generale, un processo compiuto, ossia
trascrivere un'idea epigrafica, cristallizzata».
Paul Cèzanne arrivò a consigliare di “trattare la natura secondo il cilindro, la sfera e il
cono”, dunque di geometrizzarla trasformandola in una creazione umana, poiché “l’arte
è un’armonia parallela alla natura”
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PER QUESTO MUOIONO GLI UOMINI,
CHE NON SANNO CONGIUNGERE IL PRINCIPIO CON LA FINE. Alcmeone di Crotone
Questa l’epigrafe che corre circolarmente alla base della Meridiana. Rimarca
il simbolismo del CERCHIO e della SFERA già esposto a proposito dei solidi raccolti
nell’impluvio. «Comprensione è la coincidenza di tutte le cose» per Eraclíto. Proprio per questo
il cerchio è «intelligente», ossia segue il «lógos». L’unico saggio, e perciò l’unica
sapienza, mostra la connessione ciclica, che fa coincidere tutto con tutto.
“È un sapiente, Eraclíto di Efeso, che si proclama scopritore e possessore di una
legge divina che incatena gli oggetti mutevoli dell’apparenza, e lui stesso per
primo dà il nome di logos a questa legge. Esso è la trama nascosta del dio che
regge e sferza tutte le cose …” Giorgio Colli, La sapienza greca
I due volumi plastici che compongono l’installazione - la meridiana e
l’impluvio - si inscrivono compositivamente in due ideali semisfere. Come a
sottolineare l’evidente metafora alla quale alludono le due figure umane che
accarezzate dal movimento serpentino del velo annodato all’Albero della Vita,
arrivano a fondersi nell’immagine di un amore complementare che fa delle due
nature, una sola, come quello evocato da Aristofane nel Simposio di Platone con il
mito delle semisfere, ognuna delle quali ricerca l'unità perduta.
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_____________________________________________ Riferimenti Iconografici
Nell’interpretazione plastica che proponiamo i modelli di riferimento rimandano
ad certa figurazione metafisica di De Chirico (Melanconia) e alla statuaria antica
da cui essa stessa trae ispirazione (l’Arianna ai Musei Vaticani). Ma anche al
tema iconografico della Melencolia come sentimento profondo che l’artista
sperimenta affacciandosi al mondo per penetrarne tutta la problematicità e al
contempo, introspezione dei segreti del proprio animo non meno inespugnabili
del mistero stesso dell’universo.
Nella recente celebrazione del cinquecentenario della Melencolia di Albrecht
Dürer il filosofo Massimo Cacciari interpreta questa figura come “un grande
ordinatore, costruttore che non costruisce più, non disigilla più, è inoperoso”.
Tuttavia “è ben desto, attende, guarda e anela” verso la luce della cometa, “pre-
sente il cambiamento che quella cometa annuncia”.
Il suo tempo dunque è passato, ma questa figura alata rimane “monumentale
perché finita, nel senso di compiuta non fallita”. La drammaticità di quest’opera
starebbe proprio qui: la cometa non è un segno apocalittico, non porta la fine dei
tempi, ma una renovatio, un cambiamento d’epoca: “crisi e rinnovamento stanno
insieme”, ecco il significato dell’arcobaleno che quasi la incornicia.
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LOCATION
Individuazione dei siti per le 3
installazioni commemorative
1. Collina di Sant’Elmo
2. Adiacenze dell’antico Tempio dei Dioscuri
3. Monti Lattari (Faito)
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Il SOLSTIZIO e il RITO della LUCE
Il nostro progetto si apre a una fattiva collaborazione con altre istituzioni che
promuovono eventi e progetti su temi affini, quali ad esempio, l’Istituto di Archeo-
astronomia Siciliana e la Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti con sede a Castel di
Tusa (Messina), finalizzata a promuovere le risorse creative nel territorio.
Antonio Presti ha curato la realizzazione della PIRAMIDE 38° PARALLELO di Mauro Staccioli
eretta nel 2010, è situata in Sicilia nel Comune di Motta d’Affermo (Messina).
In occasione del Solstizio d’Estate, la Piramide e l’eccezionale scenario naturale che la ospita
diviene teatro a cielo aperto per il “Rito della Luce”. La singolare kermesse coinvolge di anno in
anno, moltissimi performer, artisti che spaziano dalla poesia, alla musica, al teatro. Il sito è stato
prescelto in ragione della sua particolare collocazione geografica, nell’intento di riunire idealmente
su un medesimo orizzonte simbolico le città attraversate dal 38° parallelo invitate a condividere un
comune programma volto alla Cultura della Pace: Seul, Smirne, Atene, San Francisco e Cordova.
In seguito al Congresso internazionale della Società Dante Alighieri, anche Reggio Calabria già nel
1987, aveva eretto un proprio “Monumento al 38° Parallelo” nello stesso nobile intento di gemellare
in un ideale legame di pace e di collaborazione con le cinque città.
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RINGRAZIAMENTI _____________________________________________________________________________
ISTITUTO PER GLI STUDI FILOSOFICI di Napoli
Dott. ANTONIO GARGANO, Segretario Generale Istituto per gli Studi Filosofici
Prof. RENATO PALMIERI
GRUPPO COPERNICO
Prof. Vincenzo Pepe, Presidente Fondazione GIAMBATTISTA VICO di Napoli
Associazione DOMUS MEMINI di Napoli
Michela Alfè e Mauro Caccavale – O-RING ART STUDIO
Dott. Paolo Marino, direttore di “OPUS MINIMUM” rivista di studi esoterico-filosofici
Dott.ssa Fulvia Marino, redattrice “OPUS MINIMUM”
Dott. Andrea Orlando – Presidente Istituto ARCHEO-ASTRONOMIA SICILIANA
Maestro Giuseppe Severini – esperto Archeo-musica,
fondatore CASA della MUSICA di Randazzo (CT)
Prof. Paolo Diodati – Dipartimento di Fisica dell'Università di Perugia
Dott. Mimmo Macaluso – Archeologia subacquea
responsabile Nucleo Operativo Subacqueo Lega Navale Italiana
Dott.ssa Regina Deckers – storica dell’Arte - BIBLIOTECA HERTZIANA di Roma
Giuseppe Pennisi – webmaster sito web www.elvirolangella.com
Benedetto Romano, Quinto Quinzii, Attilio Capuozzo, Marcello Capuozzo, Luciano Cattaneo,
Corrado Valletta, Roberto Germano, Antonio Gargano, Piergiorgio Fusco, Luigi Pastorello,
Mario Paduano, Duilio Cusani, Enzo Maddaloni, Enrico Leone, Amleto Livia, Luigi
Boscaino.
Un ringraziamento particolare ai traduttori della versione in inglese del sito renatopalmieri.com:
Alessandra Fiore, Emanuele Croce, Filippo Biondi, Giovanna Fragneto, Lina Ceniccola,
Vincenzo Nappa.
a cura di Fulvio Cusani
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