occhio allo spray - defence system oc.pdf · cando la polizia municipale e la polizia provinciale),...

24
LO SPRAY AL PEPERONCINO I l tema delle aggressioni con successiva violenza alla vittima - che in molti casi portano anche allo stupro - e sempre più di attualità. L’interrogativo delle persone per bene è: Come potersi difendere effi- cacemente senza essere grandi e grossi e cattivi, essere cintura nera di arti marziali o essere armati? La risposta più semplice è di usare sempre un livello di attenzione e di prudenza che renda il più difficile possibile il verificarsi di una situazione che potrebbe sfociare in una aggressio- ne. Però è anche vero che, nonostante le attenzioni, l’aggressione potrebbe sem- pre verificarsi, e pertanto è importante conoscere uno strumento per la difesa introdotto con la legge 15-7-2009 n. 94 (pacchetto sicurezza), art. 3, comma 32. Il ministro dell’Interno, con regolamento da emanare nel termine di sessanta gior- ni dalla data di Lo spray al peperoncino è un utile strumento che consente di potersi difendere e allontanare dalla situazione di pericolo, senza causare danni gravi all’aggressore e chiedere l’intervento delle Forze di Polizia (prima parte) di Gianfranco Peletti Occhio allo spray siderarsi arma comune, come sostenuto da un ufficio del ministero dell’Interno (salvo tre eccezioni per cui è stato redatto un apposito atto) o non sia da conside- rarsi tale come dimostrato da numerose sentenze della magistratura. Lo scopo di questo articolo non è quello di entrare nel merito giuridico della questione, peraltro egregiamente trattata dal dott. Edoardo Mori (magistrato e oplologo di fama internazionale) e pubblicata sul sito www.earmi.it, bensì di spiegare che cosa è lo spray o.c. (d’ora in poi lo chiameremo Foto di gruppo di tutti i pro- dotti utilizzati per la prova entrata in vigore della presente legge, di concerto con il ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, definisce le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all’art. 2, terzo com- ma, della legge 18 aprile 1975 n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum e che non abbiano l’attitudine a recare offesa alla persona. A tutt’oggi questo regolamento non è ancora stato emanato, e pertanto si rimane sempre sull’interpretazione se lo spray oleoresin capsicum sia da con-

Upload: others

Post on 24-Oct-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    I l tema delle aggressioni con successiva violenza alla vittima - che in molti casi portano anche allo stupro - e sempre più di attualità. L’interrogativo delle persone per bene è: Come potersi difendere effi-cacemente senza essere grandi e grossi e cattivi, essere cintura nera di arti marziali o essere armati? La risposta più semplice è di usare sempre un livello di attenzione e di prudenza che renda il più difficile possibile il verificarsi di una situazione che potrebbe sfociare in una aggressio-ne. Però è anche vero che, nonostante le attenzioni, l’aggressione potrebbe sem-pre verificarsi, e pertanto è importante conoscere uno strumento per la difesa introdotto con la legge 15-7-2009 n. 94 (pacchetto sicurezza), art. 3, comma 32. Il ministro dell’Interno, con regolamento da emanare nel termine di sessanta gior-

    ni dalla data di

    Lo spray al peperoncino è un utile strumento che consente di potersi difendere e allontanare dalla situazione di pericolo, senza causare danni gravi all’aggressore e chiedere l’intervento delle Forze di Polizia(prima parte)

    di Gianfranco Peletti

    Occhio allo spraysiderarsi arma comune, come sostenuto da un ufficio del ministero dell’Interno (salvo tre eccezioni per cui è stato redatto un apposito atto) o non sia da conside-rarsi tale come dimostrato da numerose sentenze della magistratura. Lo scopo di questo articolo non è quello di entrare nel merito giuridico della questione, peraltro egregiamente trattata dal dott. Edoardo Mori (magistrato e oplologo di fama internazionale) e pubblicata sul sito www.earmi.it, bensì di spiegare che cosa è lo spray o.c. (d’ora in poi lo chiameremo

    Foto di gruppo di tutti i pro-dotti utilizzati per la prova

    entrata in vigore della presente legge, di concerto con il ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, definisce le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all’art. 2, terzo com-ma, della legge 18 aprile 1975 n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum e che non abbiano l’attitudine a recare offesa alla persona. A tutt’oggi questo regolamento non è ancora stato emanato, e pertanto si rimane sempre sull’interpretazione se lo spray oleoresin capsicum sia da con-

    136-139 Spray law 4.indd 136 29/12/09 16:45

  • 137

    D i f e s a P e r s o n a l e

    risolvere il problema dei cani mordaci che nelle campagne tedesche sembra prediligessero i polpacci dei postini. La soluzione adottata fu quella di dotare i postini di una bomboletta contenente dello spray al capsicum da spruzzare sul muso del cane mordace che, a causa della immediata e fortissima irritazio-ne delle mucose con conseguente forte bruciore, cambiava immediatamente idea e si dava alla fuga cercando un posto tranquillo per smaltire l’effetto. Anni dopo, una versione diversa ma sempre contenente spray o.c., venne adottata

    anche dalle Forze di Polizia tede-sche e americane, come strumenti

    Lo spray Key Defen-der durante l’eroga-zione del prodotto

    così per semplificare), quali sono le sue ca-ratteristiche, le varie tipologie, le modalità di impiego e l’effetto prodotto.

    Lo spray o.c., come strumento di difesa, nasce in Europa negli anni ‘50, su richie-sta del ministero delle Poste tedesco, per

    Uso dello spray per l’arresto di un violento che cerca di colpire l’agente

    Agente di polizia che contamina un aggressore per poi trarlo in arresto

    Lo spray utilizzato durante il T.S.O. di un paziente violento munìto di un bastone

    136-139 Spray law 4.indd 137 29/12/09 16:45

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    Per determinare il livello del piccante di un peperoncino, il sistema univer-salmente più diffuso è il metodo de-nominato Scoville, che prende il nome dal suo ideatore, Wilbur Scoville, che lavorava per conto di una azienda far-maceutica di Detroit, la Parke-Davis, e che nel 1912 sviluppò il SOT (Scoville Organoleptic Test). Il test (di tipo em-pirico, in quanto basato sul gusto) in origine prevedeva che una quantità predeterminata dell’estratto del pepe-roncino venisse diluita in una uguale quantità di acqua e zucchero finché il “bruciore” non fosse più percettibile ad un insieme di assaggiatori (ge-neralmente 5). Il numero delle parti di acqua, fissato in 16.000.000 per la capsaicina pura, determinava il valo-re di piccantezza in unità di Scoville. Per dare un’idea concreta della forza del principio attivo della capsaicina a seconda del peperoncino da cui viene estratta, riteniamo utile pubblicare un esempio della scala Scoville.

    il metodo scoville

    di autodifesa non letali, e diventarono noti anche al grande pubblico, venendo immediatamente adottati anche dai civili che riuscirono così a sventare numerosis-sime aggressioni.

    La capsaicinaLo spray o.c. è basato sul principio atti-vo del peperoncino, che è la capsaicina, sostanza nota fin dal tempo dei romani e utilizzata in campo medico e culinario, per le sue proprietà stimolanti e digesti-ve. Da un punto di

    scaLa scoviLLeGradazione scoville Tipo di peperoncino

    16.000.000 Capsaicina pura, Diidrocapsaicina

    8.800.000 - 9.100.000 Nordiidrocapsaicina

    6.000.000 - 8.600.000 Omodiidrocapsaicina, Omocapsaicina

    2.500.000 - 5.300.000 Spray al peperoncino della polizia

    1.150.000 - 2.000.000 Spray al peperoncino comune

    855.000 - 1.041.427 Naga Jolokia

    876.000 - 970.000 Dorset Naga

    350.000 - 855.000 Habanero Red Savina, Indian Tezpur

    100.000 - 350.000 Habanero, Scotch Bonnet, Bird’s Eye (noto anche come “Piripiri”)

    50.000 - 100.000 Santaka, Chiltecpin, Thai Pepper, Rocoto

    30.000 - 50.000 Ají, Cayenna, Tabasco, Piquin

    15.000 - 30.000 Chile de Arbol, Manzano

    5.000 - 15.000 Yellow Wax, Serrano, Peperoncino rosso calabrese

    2.500 - 5.000 Jalapeno, Mirasol, Chipotle, Poblano

    1.500 - 2.500 Sandia, Cascabel, NuMex Big Jim

    1.000 - 1.500 Ancho, Pasilla, Espanola, Anaheim

    100 - 1.000 Mexican Bell, Cherry, New Mexico Pepper, Anaheim, Peperone

    0 - 100 Sweet Bell Pepper, Pimento

    La locandina del convegno or-ganizzato nel 2001 dalla Regio-ne Lombardia

    Subito dopo essere stato contaminato, l’ubriaco abbassa la bottiglia e si porta una mano sugli occhi

    Utilizzo dello spray con un ubriaco che usa un coccio di bottiglia come minaccia, mentre un agente lo tiene sotto controllo con l’arma in do-tazione

    136-139 Spray law 4.indd 138 29/12/09 16:45

  • 139

    D i f e s a P e r s o n a l e

    non riescono più ad aprire normalmente gli occhi per un periodo di

    20/30 minuti. Tempo più che sufficiente per consentire ad una persona aggredita di sottrarsi all’aggressione. I prodotti difensivi contenenti o.c. sono chiaramen-te molti, prodotti da aziende europee e di altri Paesi e sono diversi a seconda dell’utilizzo a cui vengono destinati. E’ chiaro che prodotti destinati alle Forze di Polizia per un impiego di ordine pubbli-co sono completamente diversi da quelli di chi si deve “solamente” difendere da una aggressione. Di questa seconda categoria fanno parte anche i prodotti utilizzati dalla Polizia locale per la difesa personale e per i T.S.O. (Trattamenti Sa-nitari Obbligatori).

    In principio fu la LombardiaIn questo campo la Regione Lombardia, già nel 2001, iniziò ad occuparsi degli “strumenti di autotutela”, organizzando un convegno rivolto a tutti i Comandi dell’allora Polizia Municipale della regio-ne, per fare scaturire proposte su una nuo-va normativa regionale. Successivamente venne varata la legge n. 4/2003, con cui venne costituita la Polizia Locale (unifi-cando la Polizia Municipale e la Polizia

    Provinciale), dove l’art. 18 dava facoltà ai comuni di dotare i propri comandi di Tactical Baton e di spray o.c., riman-dando le caratteri-

    stiche di questi prodotti e la tipologia della formazione necessaria ad un successivo regolamento, di cui non entreremo nel merito per non annoiarvi. Lo spray o.c. è ormai diffuso in numerosissimi Comandi di Polizia Locale su tutto il territorio na-zionale, dove è stato utilizzato più volte in situazioni di pericolo, riuscendo a risol-verle senza danni fisici agli operatori e agli arrestati. Anche in numerosi casi di T.S.O., dove il paziente era particolarmente vio-lento si è riusciti a contenerlo senza che nessuno si facesse male e a parte il forte bruciore agli occhi, una volta passato l’ef-fetto non sono rimaste conseguenze. Nel prossimo numero, faremo una carrel-lata sui prodotti commercializzati in Italia, con una prova comparativa dei prodotti più diffusi sul mercato.

    Utilizzo congiunto di un Tactical Baton e dello spray da parte di due agenti

    Il volto di un sog-getto dopo un’ab-bondante conta-minazione

    Grazie ad un corretto utilizzo del-lo spray, il soggetto viene messo a terra e contenuto

    vista scientifico, la capsaicina fu scoperta nel 1816 da P. A. Bucholtz, il quale isolò la sostanza piccante dai peperoncini macerati mediante solventi organici, metodo tuttora utilizzato per estrarre l’oleoresina dai peperoncini. Come tutti

    i capsaicinoidi, la capsaicina è irritante nei mammiferi e produce una sensazio-ne di fortissimo bruciore nelle mucose, in particolare negli occhi e nella bocca, causando disorientamento e spesso crisi di panico nei soggetti contaminati, che LM

    136-139 Spray law 4.indd 139 29/12/09 16:45

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    182

    Occhio allo sprayPer quanto riguarda l'Italia è importante ricordare che quando si parla di spray o.c. si intende esclusivamente quello basa-to sull'oleoresina di capsicum (prodotto naturale estratto dal frutto della pianta del peperone) che contiene il principio attivo della capsaicina. Tutti i prodotti che contengono capsaicina di tipo sintetico denominata PAVA (nome scientifico No-nivamid -vanillilammide dell’acido pelar-gonico), in base alla legge 18 aprile 1975, n.110 (Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi) rientrano nel-la categoria degli aggressivi chimici, così come previsto dall'art. 1, che recita: "Agli effetti delle leggi penali, di quelle di pub-blica sicurezza e delle altre disposizioni legislative o regolamentari in materia sono armi da guerra le armi di ogni specie che, per la loro spiccata potenzialità di offesa, sono o possono essere destinate al mo-derno armamento delle truppe nazionali o estere per l'impiego bellico, nonché le bombe di qualsiasi tipo o parti di esse, gli aggressivi chimici, i congegni bellici mici-diali di qualunque natura, le bottiglie o gli involucri esplosivi o incendiari". Prima di passare alla prova è indispensabile anche

    un accenno di tipo tecnico riguardante l'erogazione del prodotto. Come si è detto, la capsaicina utilizzata comunemente nei prodotti per la difesa personale è al 10%, vale a dire che è stata diluita per diminuire l'effetto irritante, che altrimenti sarebbe eccessivo. All'interno del contenitore la capsaicina ha una base che serve per mantenerla in sospensione, per potere consentire la massima uniformità nella distribuzione durante l'erogazione. Inol-tre, trattandosi di un prodotto che viene distribuito in tutto il territorio, devono essere offerte garanzie di funzionamento a tutte le normali temperature, vale a dire da -20 a +50 gradi centigradi, e vi sono dei solventi particolari che assolvono a questa esigenza. L'ultimo componente è il propellente (che è sempre un gas) che

    Nella prima parte di questo articolo abbiamo parlato dello spray al capsicum nei suoi caratteri generali, tracciandone la storia e facendo accenni alla parte legislativa e normativa che, ovviamen-te, è diversa da una nazione all'altra. In questa seconda parte cominciamo con le prove pratiche, che si concluderanno nel prossimo numero di Gianfranco Peletti

    (seconda parte)

    Lo spray a getto balistico rsG6 vi-sto davanti e die-tro. in evidenza la forma ergono-mica, la linguetta della sicura che copre il tappo ros-so proteggendolo e la clip di aggan-cio al cinturone

    La leva di bloc-c a g g i o d e l l a bomboletta all'in-terno dello stru-mento è estratta e consente la so-stituzione della bomboletta

    il ventilatore utilizzato per le prove

    182-185 Spray law CS4.indd 182 03/02/10 17:07

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    183

    consente l'erogazione che può avvenire in tre modi: cono nebulizzato, getto balistico, getto schiumogeno. Tutte i componenti di uno spray o.c. devono avere le caratteristi-che di non essere nocivi per la salute delle persone e, per quanto ri-guarda il gas propellente,

    di essere conforme alla normativa FCKW (normativa internazionale per la messa al bando dei gas CFC che danneggiano l'at-mosfera). Il gas più utilizzato è l'azoto (gas incolore, inodore, insapore e inerte che

    costituisce il 78% dell'at-mosfera terrestre ed è il gas più diffuso nell'aria). Augurandoci di avere fat-to chiarezza su questo te-

    ma, iniziamo a parlare dei pro-dotti contenenti o.c. naturale (commercializzati sul mercato italiano), di cui abbiamo fatto la prova per verificare le ca-ratteristiche e la funzionalità nell'uso per difesa personale. Dopo avere effettuato un'ana-lisi sui prodotti distribuiti sul mercato, abbiamo scelto quelli più diffusi e più facilmente reperibili, acquistandoli nella normale rete commerciale e con Internet, per potere effet-tuare i test con la certezza di utilizzare i prodotti che ven-gono comunemente venduti a privati cittadini maggiorenni. Tutte le prove sono state effet-tuate all'esterno, per evitare problemi di contaminazione indiretta, che comunque si è verificata durante l'utilizzo di quelli erogati in forma nebu-

    lizzata, in condizione di vento contrario (ottenuta mediante l'utilizzo di un grosso ventilatore), mentre quello a getto balistico è risultato insensibile a questo fenomeno, subendo però una variazione di traiet-toria nelle prove con vento laterale a 90°. Per avere un’idea esatta sull'efficacia del prodotto, tenuto conto che non abbiamo proceduto ad effettuare analisi chimiche, ritenendo valido quanto riportato sulle etichette dei prodotti (tutti dichiarano di contenere capsaicina al 10%), abbiamo posizionato dei fogli di carta bianca e ab-biamo spruzzato alla distanza di un metro, per verificare la "rosata", ovvero quanto è il prodotto che va a colpire il bersaglio. Inol-tre abbiamo proceduto alla pesatura delle bombolette piene e successivamente vuote, per controllare l'effettivo contenuto.

    Spray a getto balisticoDi spray a getto balistico attualmente disponibili sul mercato italiano abbia-mo trovato solamente gli RSG4 e RSG6, prodotti dalla Hoernecke in Germania e distribuiti dalla Defens System di Pero (MI), in vendita solamente alla polizia locale o alle forze di polizia. I due prodotti si differenziano per la dimensione e per il quantitativo del prodotto, che è di 30 ml nell'RSG4 e di 45 ml nell'RSG6, nel bre-vetto esclusivo dello RSG6 che ne garan-tisce il normale funzionamento a 360°, e nella distanza di impiego ope-

    il “sotto” dello strumento, con i dati della bombo-letta chiaramente visibili dall'apposi-to foro nel fondello

    particolare della bom-boletta con evidenziate la normativa europea, il quantitativo del con-tenuto, il rispetto della normativa per la salva-guardia della fascia di ozono e, nel box rettan-golare, la percentuale del riempimento mas-simo del contenitore

    La bombolet-ta con l'o.c. (tappo rosso) e quella ad acqua da ad-destramento (tappo blu)

    La bomboletta correttamente impugnata e pronta per l'uso

    182-185 Spray law CS4.indd 183 03/02/10 17:07

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    184

    rativo, che è di circa quattro metri per lo RSG4 e di sei metri per lo RSG6. Le prove effettuate confermano questi dati e il getto è preciso e costante fino all'esaurimento di circa 3/4 del contenuto, dopodiché tende a diminuire e cadere fino

    allo svuotamento della bomboletta, che avviene preannunciato da una nuvoletta di gas nebulizzato. In entrambi i prodotti che, a parte le dimensioni, sono uguali, la bomboletta è contenuta all'interno di un apposito manicotto in tecnopolimero ad

    alta resistenza che, nella parte superiore, ha incernierata una leva a molla che funge da sicurezza e una linguetta parzialmente estraibile, che serve per bloccare la bombo-letta all'interno del manicotto. Nella parte inferiore vi è un tappo fissato con una vite, forato al centro per potere leg-gere i dati scritti sul fondello delle bombolette e con due scanalature su entrambi i lati, dove viene fissata una clip di acciaio che serve per il porto dello strumento, e può essere montata a destra o a sinistra per gli operatori mancini. Tut-to l'insieme è molto semplice, con una forma ergonomica che consente una facile impu-gnatura e un altrettanto facile puntamento istintivo verso il bersaglio. Sul fondello delle bombolette, facilmente leggi-bile anche quando è inserito nel manicotto, grazie all'ap-posito foro di cui abbiamo parlato, sono riportati i dati riguardanti la data di scaden-za, il lotto di fabbricazione e

    il tipo di contenuto (vi sono anche delle bombolette ad acqua per l'addestramento che recano la scritta “INERT”). Di questi prodotti non abbiamo potuto effettuare la pesatura prima e dopo l'uso perché supe-ravano la portata della bilancia elettronica

    La bomboletta spray a cono n e b u l i z z a t o DI.VA vista da-vanti e dietro. Si notano la catenella por-tachiavi, la clip in plastica per il taschino e la svasatura nella parte superio-re/posteriore dove appog-giare il pollice per premere il pulsante di erogazione

    La rosata ottenuta svuotando la bomboletta sul foglio di carta bianco posizionato ad un metro di distanza

    182-185 Spray law CS4.indd 184 03/02/10 17:07

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    185

    di precisione della Dillon, utilizzata per le prove degli altri prodotti. Entrambi gli spray hanno sempre funzionato in modo ineccepibile, garantendo un minimo di ot-to spruzzi da mezzo secondo circa lo RSG4 e dodici spruzzi lo RSG6, confermando la precisione balistica del getto fino alle di-stanze precedentemente citate.

    Spray a cono nebulizzatoVi sono molti spray a cono nebulizzato sul mercato, ma riteniamo interessante solo la prova dei cinque più diffusi sul merca-to: DI.VA, Key Defender, Pen Defender, TW1000 da 20 e da 40 ml. Cominciamo dal DI.VA, nel prossimo numero la prova degli altri quattro prodotti. DI.VA (acronimo di Difesa Valida): pro-

    dotto in Germania dalla Hoernecke, è distribuito in Italia dalla Defens System di Pero. Il prodotto è venduto tramite la gran-de distribuzione ed è facilmente acquista-bile anche in negozi di ferramenta, tabaccai ecc. Viene venduto in un blister sigillato, contenente la bomboletta e un bugiardino/scheda tecnica con tutte le informazioni relative al prodotto e al suo corretto utiliz-zo. La bomboletta, con capacità di 15 ml, è di forma cilindrica con dimensioni 90 x 20 mm, sul fondello sono riportati il nome del prodotto, la data di scadenza, il lotto di produzione e il contenuto di o.c. al 10%. La parte superiore è di materiale plastico di colore nero, con una clip da un lato e un occhiello per catenella portachiavi dall'al-tro, al centro il foro dell'erogatore e sulla

    sommità vi è il pulsante di erogazione pro-tetto da una corona svasata nella parte do-ve si appoggia il pollice per premerlo, po-sizionata esattamente dalla parte opposta del foro di erogazione, così da consentire un facile puntamento istintivo sul bersa-glio. Nella prova pratica, la bomboletta ha erogato 9 spruzzi della durata media di 1/2 secondo, con una rosata ampia e costante sul foglio di carta bianca posto alla distanza di un metro. Ripetendo la prova con il ventilatore posizionato a due metri di distanza, a 90° rispetto alla dire-zione del getto (per riprodurre le condi-zione di una giornata ventosa), la rosata si è praticamente dimezzata, rimanendo comunque ampiamente sufficiente a contaminare un soggetto.

    La pesatura della bomboletta (ab-biamo tolto la catenella portachiavi) piena e vuota dopo la prova. i dati del contenuto corrispondono a quanto dichiarato sull'etichetta

    CM (segue )

    182-185 Spray law CS4.indd 185 03/02/10 17:07

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    196

    Key DefenderProdotto dall'azienda statunitense A.S.P. (Armament Systems and Procedure), il Key Defender è attualmente distribuito in Italia dalla società Mad Max Co. di Roma. Viene venduto in un blister sigillato, con-tenente la bomboletta e un bugiardino/scheda tecnica con tutte le informazioni relative al prodotto e al suo corretto utiliz-zo. Il prodotto consiste in un contenitore cilindrico costruito in alluminio aero-spaziale ad altissima resistenza, filettato da una parte e chiuso dall'altra dove, in posizione centrale, è posizionato il foro di erogazione. Il tappo filettato di chiusura reca l'alloggiamento del pulsante di scatto - realizzato anch'esso in alluminio ano-dizzato - e del congegno di sicurezza che lo tiene bloccato, che deve essere spostato verso l'esterno (operazione che si compie agevolmente con il pollice della mano che impugna lo strumento) per poterlo

    utilizzare. Il pulsante, forato nella parte superiore, ha di serie due anelli portachiavi. Sia il tappo di chiusura sia l'altra estremità dove viene alloggiata la bomboletta di o.c. (che contiene 4 grammi di prodotto) sono sigillate da anelli del tipo o-ring, per evitare fuoriuscite accidentali del prodotto durante il suo utilizzo. La bomboletta ha un’etichetta su cui vengono riportate tutte le caratteristiche e le indicazioni, spe-cificando che il contenuto è di 4 grammi e

    la percentuale di o.c. è del 10%, equivalente al valore di due mi-lioni di unità della scala Scoville (vedi Armi Magazine febbraio 2010). Il contenitore cilindrico, che misura 145 mm di lunghez-za e 15 millimetri di diametro, è

    molto simile ad un attrezzo utilizzato per le arti mar-ziali, denominato Kubotan (dal nome del suo ideatore, il maestro Kubota), che consente di esercitare punti di pressione, percussioni e leve particolari, a patto di avere un adde-stramento adeguato, ottenibile solamente

    frequentando assi-

    Proseguono (e si concludono) le prove dello spray al capsicum. In questa ultima parte testiamo il Key Defender, il Pen Defender e il TW1000 da 20 e da 40 ml

    di Gianfranco Peletti

    Occhio allo spray (terza parte)

    Vista del Key Defender senza i due anelli portachiavi

    Lo strumento smontato per la sostituzione della bomboletta. in evidenza sul "tappo" la sicura aperta, il foro nel pulsante per l'anello portachiavi e l'anello di tenuta "o-ring" posto alla fine della filettaturaa

    il Key Defender impugnato cor-rettamente, con la sicura aper-ta e il pollice dell'operatore pronto a preme-re il pulsante

    La rosata ottenuta svuotando la bomboletta sul foglio di carta bianco posizionato ad un metro di distanza

    196-199Spray law CS4.indd 196 02/03/10 17:28

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    197

    duamente un dojo con un bravo maestro. L'attrezzo si impugna nel palmo della mano e si utilizza mantenendolo parallelo al suolo, con il pollice della mano che va a sganciare la leva della sicura e preme il pulsante di azionamento. Nella prova pra-tica, la bomboletta ha erogato sei spruzzi della durata media di 1/2 secondo, con una discreta rosata sul foglio di carta bian-

    ca posto alla distanza di un metro. Nella prova effettuata con il ventilatore, solo una parte del prodotto è arrivata sul foglio di carta, rimanendo sufficiente per una leg-gera contaminazione del soggetto.

    Pen DefenderIl prodotto è importato e distribuito dalla società News Group International

    srl di San Marino (non cono-sciamo il produttore perché non viene riportato). Il Pen Defender viene venduto in un contenitore cilindrico di co-lore argento metallizzato con un anello cromato nella parte centrale che separa il coperchio dall'astuccio. Sull'esterno, con una grafica molto chiara e ben leggibile, sono riportate le in-dicazioni relative al prodotto. Vi sono anche una card, che riporta alcune informazioni e un bugiardino con tutte le in-formazioni inerenti la sicurezza e alcuni riferimenti legislativi. Lo strumento è all'interno del contenitore, fermamente alloggiato in due appositi spazi di gommapiuma. Il Pen Defender è anche una bella

    penna, di colore argento satinato, con la parte terminale della punta cromata, così come la clip per fissarla nel taschino, che come vedremo ha una duplice funzione. La parte superiore è costituita da un tappo rimovibile (in materiale plastico), dello stesso colore della penna. Trattenendo la punta cromata fra le dita e ruotando la penna in senso orario fuoriesce il refill per la scrittura. Smontata la penna svitando la parte anteriore, vediamo che lo stesso ha una lunghezza di 40 mm ed è con la can-nuccia in materiale plastico, inserita in un terminale di ottone a vite che lo fissa

    La pesatura della bomboletta indica che il prodotto contenuto è legger-mente maggiore di quello indicato (circa 4,5 grammi anziché 4)

    il pen Defender con il tappo di chiusura tolto, per mettere in eviden-za il tasto di eroga-zione del prodotto

    L'operazione di rica-rica, con la bombola posta superiormen-te per fare scendere meglio il gas

    il pen Defender durante la pesatura a vuoto e dopo averlo ricaricato. L'opera-zione è stata ripetuta per tre volte e il contenuto è sempre stato di 3 grammi

    196-199Spray law CS4.indd 197 02/03/10 17:28

  • L o s p r a y a L p e p e r o n c i n o

    198

    in una apposita sede. Il tutto appare ben fatto e con materiali di ottima qualità. Tolto il tappo nella parte superiore, vedia-mo che la clip e l'anello sottostante sono in normale metallo cromato, mentre la parte superiore è in una lega leggera cro-mata alla cui estremità è ricavata una sede esagonale da cui fuoriesce il tubetto della valvola erogatrice. Un pulsante in plastica di colore nero, anch'esso esagonale, forato all'interno e su di un lato, è inserito in questa sede, con il foro dalla parte opposta a quella della clip, in modo da consentire a chi impugna lo strumento di indirizzare il getto di gas nella direzione voluta. Il Pen Defender non utilizza nessuna bombo-letta e contiene direttamente il gas in un apposito spazio realizzato al suo interno, che viene caricato dall'esterno mediante una apposita bombola di ricarica, utiliz-

    zata con un apposito raccordo in plastica che consente il passaggio dalla bombola di ricarica allo strumento. La bombola di ricarica è venduta sotto forma di kit, che consiste in una scatola di cartone cilindri-ca con all'interno la bombola contenente il gas e l'o.c., l'apposito raccordo e un paio di guanti di leggera plastica trasparente, per evitare la contaminazione diretta durante le operazioni di ricarica. Sulla sca-tola, oltre alle indicazioni sul contenuto, vi sono le indicazioni per eseguire corret-tamente la ricarica. Per effettuare la prova abbiamo effettuato diverse ricariche, seguendo scrupolosamente le indicazioni date, e abbiamo ottenuto una media di 3 grammi di prodotto contenuto nel Pen Defender per ogni ricarica. Nella prova pratica, la bomboletta ha erogato quattro spruzzi della durata media di 1/2 secondo,

    raggiungendo a fatica il foglio di carta bianca posto alla distanza di un metro. Nella prova effettuata con il ventilatore, il gas erogato, a causa della scarsa pressione di uscita, veniva completamente deviato senza raggiungere minimamente il foglio bianco. Abbiamo ripetuto la prova alla di-stanza di circa 60 cm, ancora per due volte dopo avere effettuato la ricarica, ottenen-do ancora quattro/cinque spruzzi e una discreta rosata sul foglio bianco. Non ab-biamo effettuato la prova con il ventilatore perché, data la breve distanza e la poca pressione, saremmo rimasti contaminati senza ottenere altri risultati.

    La rosata su foglio bianco, ottenuta a 60 cm con quattro/cinque spruzzi

    La bomboletta del TW1000 da 20 ml La bomboletta del TW1000 da 40 ml

    La bomboletta da 40 ml con evidenziato dal-la freccia rossa l'erogatore "panoramico"

    196-199Spray law CS4.indd 198 02/03/10 17:28

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    199

    TW1000 da 20 e da 40 mlProdotto in Germania dalla Hoernecke e distribuito in Italia dalla Defens System di Pero, è in vendita esclusivamente nelle armerie e nei negozi di militaria e consiste in una bomboletta che ha due capacità di-verse, 20 ml e 40 ml. La versione da 20 ml è un cilindro lungo 105 mm con un dia-metro di 20 mm, praticamente identico al DI.VA. ma con una capacità di 5 ml in più, resi disponibili dalla maggior lunghezza del contenitore, che nella prova pratica hanno dato come risultato 12 spruzzi anziché nove, e che per il resto è stata uguale alla precedente. Diverso è invece il TW1000 da 40 ml, che è risultato il più performante di tutti i test. La bomboletta ha dimensioni di 85 ml di lunghezza e 35 ml di diametro, con la parte dell'erogatore che ha una grossa leva piatta da azionare con il pollice della mano che la impugna e la parte dove esce il prodotto nebulizzato che, anziché il foro circolare tradizionale, ha una finestra rettangolare di 7 x 3 mm che produce un getto molto ampio (circa il doppio di tutti gli altri prodotti testati) e potente. Nella prova pratica, la bombolet-ta ha erogato 16 spruzzi della durata me-dia di 1/2 secondo, con una rosata molto ampia e costante sul foglio di carta bianca posto alla distanza di un metro. Ripeten-do la prova con il ventilatore posizionato a due metri di distanza, a 90° rispetto alla direzione del getto (per riprodurre le condizione di una giornata ventosa), la rosata si è ridotta, rimanendo comunque abbondante per contaminare un soggetto.

    ConclusioniCome avrete avuto modo di leggere nella prova, i prodotti testati hanno caratteristiche e qualità differenti pur essendo destinati allo stesso uso, che è quello della difesa personale. Purtroppo

    i casi di aggressione - e in particolare di violenza alle donne - sono quotidiani e quindi un qualsiasi strumento che possa evitare conclusioni causa di danni fisici (o peggio) è sicuramente utile. Certamente gli strumenti da soli non bastano, bisogna sempre esercitare un livello di attenzione e di prevenzione che riduca al minimo le possibilità di rimanere vittime di questi episodi e, qualora questo non sia sufficien-te, essere pronti e avere in mano uno spray o.c. utilizzato nel modo corretto, può fare la differenza e consentire alla vittima di ribaltare la situazione facendo assicurare alla giustizia l'aggressore.

    L'operazione di pesatura conferma il quanti-tativo di contenuto indicato sull'etichetta sia nel TW1000 da 20 ml…

    … sia nel TW1000 da 40 ml

    Le due rosate. il risultato più performante di tutti i test è stato ottenuto con il TW1000 da 40 ml

    CM

    196-199Spray law CS4.indd 199 02/03/10 17:28

  • t a c t i c a l b a t o n

    124

    di 30 centimetri, inizialmente costruito in legno e successiva-mente anche con altri materia-li, veniva portato dagli agenti della polizia inglese (i cosiddet-ti bobbies, agenti disarmati ad-detti al controllo del territorio) infilato in una apposita tasca posta all’interno dei pantaloni della divisa, cosicché l’attrezzo

    rimaneva posizionato in parallelo con la co-scia dell’operatore per dare il minor fastidio possibile, anche quan-do capitava di sedersi.

    Per gli agenti addetti all’ordine pubblico, in Europa si è sempre presentata la necessità di uno strumento di una lunghezza di

    60/70 centimetri che consentisse di colpire gli avversari tenendoli a una distanza di sicurezza, creando il minor danno fisico possibile. Nacque così lo “sfollagente”, un bastone in gomma o materiali similari, lungo una sessantina di centimetri e cavo all’interno, da utilizzare durante le ope-razioni in cui occorre disperdere la folla con delle cariche organizzate, cercando di creare i minori danni fisici ai manife-stanti. Nei Paesi oltreoceano, dove le idee sono diverse, gli operatori di polizia sono stati dotati di uno strumento similare a

    I l bastone come strumento di difesa in uso alle Forze di polizia è noto fin dai tempi di Roma antica, e attraverso i secoli ha progressivamente cambiato forma e si è sempre più specializzato in base ai vari tipi di utilizzo. Il primo tipo di bastone moder-no è quello chiamato “truncheon”, in uso alla polizia inglese dall’epoca vittoriana fino a pochi anni fa. Questo strumento è un bastone della lunghezza di poco più

    Storia ed evoluzione del Tacti-cal Baton, strumento per l’uso difensivo da parte delle Forze di polizia, ed in particolare di quel-la locale (prima parte)

    di Gianfranco Peletti

    Tactical baton: storia, regolamento, utilizzo

    il bastone in uso ai bob-bies inglesi dalla metà dell’ottocento

    Vista esplosa di un tactical baton classico

    Un tactical baton clas-sico con tutti gli ele-menti smontati

    124-127 law bastoni 4.indd 124 01/06/10 16:06

  • d i f e s a P e r s o n a l e

    della lunghezza dei tre segmenti. Per poterlo ri-

    chiudere è necessario batterlo con la punta su di una superficie

    dura, per creare una vibrazione che “scolla” gli elementi, consentendogli di

    scorrere l’uno nell’altro e tornare nella po-sizione di riposo dove vengono trattenuti da un’apposita molla posta nel tappo di chiusura dello strumento. Negli anni, sono stati progettati nuovi modelli con sistemi di bloccaggio diversi, che si possono chiu-dere semplicemente premendo un pulsan-te di sblocco anziché batterli a terra.

    quello europeo ma realizzato in legno o in materiali di considerevole durezza, simili nella lunghezza e nel diametro a quelli uti-lizzati in Europa. Con l’avvento della mo-torizzazione e degli agenti in pattuglia auto e motomontata, si presentò il problema che per praticità gli operatori dovevano to-gliere quest’attrezzo dalla cintura e posizio-narlo nel veicolo, con la conseguenza che spesso, durante rapidi interventi, l’opera-tore dimenticava di prendere lo strumento e si trovava ad affrontare la situazione di pericolo disarmato. Verso gli anni ’70 ap-parvero sul mercato americano i primi tac-tical baton o expandable baton, strumenti che in posizione di riposo hanno una lunghezza inferiore ai trenta centimetri e che possono essere tranquillamente tenuti nell’apposita custodia appesa al cinturone di servizio. Questo tipo di bastone, general-mente realizzato in acciaio, è composto da due/tre segmenti di diametro di-verso, assemblati in modo telesco-pico uno all’interno dell’altro, così da avere una lunghez-za equivalente a circa la metà o un terzo di quella dello strumento esteso. In caso di necessità, l’operatore estrae lo strumento e lo estende con una manovra del tipo “frustata” che fa sì che per inerzia gli strumenti fuoriescano l’uno dall’altro, proiettati in avanti. Grazie ad un’apposita conicità finale degli stessi (nota con il nome di cono di Titan), i seg-menti si bloccano come se fossero incollati l’uno all’altro, rendendo di fatto il bastone come se fosse composto da un solo pezzo dalla lunghezza equivalente alla somma

    125

    il tactical baton mod. autolok, smontato. in partico-lare si notano i fori dove si posizionano le sfere che servono per il bloccaggio dello strumento esteso. Premendo il pulsante, si aziona la leva che sblocca le camme e libera i segmenti consentendo la chiusura

    il tactical della S & W, con blocco a cono di ti-tan, esteso

    le principali misure in pollici dei tactical americani: il più lungo è quello in uso agli agenti a cavallo

    Vista in particolare della parte conica del segmento che serve per bloc-carlo all’interno dell’altro

    124-127 law bastoni 4.indd 125 01/06/10 16:06

  • t a c t i c a l b a t o n

    126

    Vista di bastoni fissi e di tactical in chiu-sura, che evidenzia la differenza di lun-ghezza tra bastoni fissi e tactical. ap-pare evidente la dif-ferenza dello stru-mento multifunzione di sicurezza, che ne consente l’uso anche in chiusura

    In principio fu la LombardiaOltre al bastone diritto, sono usciti

    sul mercato anche numerosi modelli con un’impugnatura laterale derivati da uno strumento noto nelle arti marziali con il nome di “tonfa”, che si sono sviluppati in parallelo a quelli già descritti, più o meno con le stesse caratteristiche. Negli ultimi modelli, dotati di blocco meccanico, è inol-tre possibile l’apertura senza dare il colpo di frusta con il polso, ma semplicemente estrarre i segmenti utilizzando l’altra ma-no. Inoltre questo tipo di strumento, attualmente in uso negli Stati Uniti e in varie nazioni europee, oltre al vantaggio di essere sempre al fianco dell’operatore è anche considerato meno intimidatorio e fastidioso agli occhi dei cittadini. Natu-ralmente, in Italia la situazione è un po’ diversa e senza entrare nel merito delle Forze di polizia e militari che hanno uno status normativo e giuridico particolare, penso che per i lettori sia interessante, facendo seguito agli articoli sullo spray al capsicum, conoscere la situazione per quanto riguarda i civili e la Polizia locale. Chi scrive ha avuto modo di conoscere gli strumenti “less lethal”, sul finire degli anni ’90, epoca in cui prestava servizio nel Cor-po della Polizia municipale di Milano, e iniziò ad interessarsi e occuparsi di questi presidi per l’autodifesa, tanto che grazie alla sensibilità dell’I.P.A. (International Police Association) e alla collaborazione con il Gruppo Fiamme Oro, nel 1999 or-ganizzò a Milano, presso la caserma della Polizia di Stato “Annarumma”, il primo corso fatto in Italia per la qualificazione di istruttori di tactical baton, con la collabo-razione della ditta Formica di Viterbo e la società americana A.S.P. Subito dopo pro-seguì questo percorso anche con lo spray al capsicum, qualificandosi istruttore per entrambi e incominciò a farli conoscere nel mondo dei Corpi di Polizia municipa-le. Gli strumenti di autotutela piacquero

    Vista di bastoni fissi e di tactical, in cui le uniche dif-ferenze in lunghezza sono quelle del modello

    Due diversi tipi di tappo e di molla per trat-tenere i segmenti quando il baton è chiuso

    124-127 law bastoni 4.indd 126 01/06/10 16:06

  • 127

    d i f e s a P e r s o n a l e

    ne Lombardia creò ufficialmente la Polizia locale, con la legge regionale n° 4, pubblica-ta sul Bollettino Ufficiale n° 16 del 18 aprile 2003, 1° supplemento ordinario, avente come titolo: “Riordino e riforma della disci-plina regionale in materia di Polizia locale e sicurezza urbana”, inserendo all’art. 18 gli “strumenti di autotutela”, rimandando ad un apposito regolamento le caratteristiche e le modalità per l’adozione degli stessi da parte dei comuni. L’anno successivo, il 13 luglio 2004, venne approvato e pubblicato il regolamento n° 3: “Caratteristiche e moda-lità di impiego degli strumenti di autotutela per gli operatori di Polizia locale”. Nel mese di settembre dello stesso anno,

    l’I.Re.F.(Istituto Regionale di Formazione della Lombar-dia), con la collaborazione progettuale e la direzione dell’autore (che

    nel frattempo si era qualificato anche come master trainer della Monadnock e della Casco), organizzò tre edizioni di un corso per qualificare gli istruttori di questi strumenti per gli appartenenti ai Corpi di Polizia locale della Lombardia, e subito dopo iniziò a inserire gli “strumenti di autotutela” nei corsi di tecniche operative, con numerosissime richieste da parte dei Comuni che volevano dotare il personale di questi strumenti. (segue)

    Vista di tonfa in chiusura, che evidenzia la diffe-renza di lunghezza con quello fisso. l’ordine è lo stesso della fotografia con gli strumenti estesi

    lM

    Vista di tonfa aperti, in cui appare evi-dente la lunghezza simile a quella del tonfa fisso. nell’ordine Monadnock fis-so, Monadnock PR24, E.S.P. e lo stru-mento multifunzione di sicurezza della Ghost di amadini

    subito molto a chi ne intuì il potenziale, e già nell’anno 2000 la Polizia Municipale di Cremona decise di adottarli e li inserì nel regolamento del Corpo della Polizia municipale. Il regolamento venne rigettato dall’O.Re.Co., l’amministrazione presentò un ricorso al T.A.R. della Lombardia e lo vinse, dotando gli appartenenti alla Polizia municipale di tactical baton e spray o.c. La notizia fece velocemente il giro d’Italia e si

    iniziò a parlarne pubblicamente, tanto che il 19 marzo 2001 la Regione Lombardia e l’I.Re.F. organizzarono un convegno dal titolo: “Polizia locale: nuovi strumenti di difesa personale”, nel corso del quale l’assessore re-gionale agli Affari generali, personale e sicu-rezza, Guido Della Frera, espresse la volontà politica di dotare di questi strumenti tutti gli appartenenti alla Polizia locale della Re-gione Lombardia. Due anni dopo, la Regio-

    L’articolo prosegue nel prossimo nu-mero, con l’estratto della circolare del ministero dell’Interno, la storia dello strumento multifunzione di sicurezza prodotto in Italia dalla Ghost di Ama-dini (conforme alla circolare) che si è affermato in Italia e a livello inter-nazionale (illustrato nelle fotografie), oltre a prove e schede tecniche.

    nel prossimo numero

    124-127 law bastoni 4.indd 127 01/06/10 16:06

  • T a c T i c a l b a T o n

    158

    Tactical Baton: storia, regolamento, utilizzoNel mese di novembre del 2004, una circolare del ministero dell’Interno, inviata alle Prefetture della Lombardia, invitava i sindaci a non dotare il personale di questi strumenti in quanto la Commis-sione Consultiva Permanente sulle Armi aveva espresso un parere che le conside-rava come armi comuni e come tali non rientravano nella potestà legislativa delle regioni, perché materia di competenza esclusiva dello Stato. Iniziò un periodo di grande confusione e di discussioni basate su opinioni contrastanti, ma di fatto pochi Comuni adottarono questi strumenti e rimasero in attesa di una chiarificazione da parte del ministero dell’Interno. Decine di Comuni che avevano acquistato questi strumenti, investendo somme cospicue di denaro, li ritirarono e giacciono a tutt’oggi nei vari magazzini economato dei coman-

    di, scadendo di validità e diventando pro-dotti da smaltire nel caso degli spray O.C. Il problema insoluto è quello dell’interpreta-zione data dalla Commissione Consultiva Centrale per il controllo delle armi, istituita in base all’art. 6 della legge 110 del 18 aprile 1975, che considera il bastone estensibile e lo spray al capsicum armi comuni, e per-tanto la competenza a legiferare rimane di competenza dello Stato e non delle Regio-ni. L’orientamento della Commissione è stato poi esplicitato in una circolare dell’ot-tobre 2006, inviata al prefetto di Ancona dal ministero dell’Interno - Dipartimento

    della Pubblica Sicurezza – Ufficio dell’Am-ministrazione Centrale, avente come og-getto ‘Strumenti di autodifesa per la polizia municipale’, nella quale, dopo avere fatto riferimento ad una proposta di modifica dell’art. 4 del D.M. 145, si scrive che "... a seguito delle recenti modificazioni inter-venute sull'art. 28 del T.U.L.P.S.,... questo ministero ha avviato l'integrazione del ministero dell'Interno 4 marzo 1985... al fine di consentire ai Comuni di disciplinare con proprio regolamento la dotazione per i corpi e servizi di polizia municipale di:erogatori a spruzzo, di capacità non supe-

    Prosegue la disamina sul tactical baton: in questa puntata ci occu-peremo dei problemi di interpretazione legislativa e della nascita dello “strumento multifunzione di sicurezza” (seconda parte)

    di Gianfranco Peletti

    il primo prototipo dello “strumento multifunzione di sicurezza” (SMS), interamente realizzato a mano mediante tornitura di una barra di nylon

    lo SMS completamente smontato in cui si nota che è composto da soli otto pezzi, seguendo la filosofia: "Quello che non c'è, non si rompe"

    158-161Bastone Law.indd 158 30/06/10 16:07

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    159

    Tactical Baton: storia, regolamento, utilizzo

    riore a 120 ml. Di soluzioni contenenti oleoresin capsicum funzionanti a getto balistico ovvero a cono, sigillati all’atto della consegna agli operatori e muniti di un sistema di sicurezza contro l’atti-vazione accidentale, con esclusione dei prodotti contenenti anche sostanze in-fiammabili, corrosive, tossiche, cancero-gene, ovvero aggressivi chimici micidiali; distanziatori in materiale plastico, gom-ma o altro materiale sintetico, di peso non superiore a grammi cinquecento,

    non utilizzabili quali sfollagente e tali, per requisiti costruttivi e di impiego, da non presentare bordi taglienti neppure in caso di rottura. Lo schema di provvedimento è stato inoltrato al Consiglio di Stato per il prescritto parere". Più avanti, sempre nella stessa circolare, viene anche scritto: ”... si rappresenta che, mentre per la maz-zette di segnalazione, questo ministero si è già espresso in senso favorevole, purché le stesse non abbiano caratteristiche assi-milabili a quelle degli sfollagente…”.

    Subito dopo l’uscita di questa circolare, vari Comuni - tra cui Milano - dotarono il personale di uno strumento che è identico

    alla mazzetta di segnalazio-ne, interamente di colore bianco, denominandolo

    “strumento distanziatore di sicurezza”, facendo effettuare

    al personale un corso di otto ore così come previsto dai vari regolamenti regionali in riferimento agli articoli di legge.

    Lo “strumento multifunzione di sicurezza”Tenendo conto delle esperienze acquisite e di questi orientamenti, chi scrive pensò che, visto che sul mercato non esisteva niente di simile, l’ideale sarebbe stato quello di realizzare uno strumento ad hoc che avesse tutte le caratteristiche descrit-te dalla circolare ministeriale, integrate a quelle già esistenti negli strumenti in commercio. Dopo avere preparato un progetto di massima, cercò chi fosse in grado di realizzarlo e dopo vari incontri ne parlò all’amico Sandro Amadini, inven-tore e realizzatore delle fondine Ghost e di altri prodotti realizzati in tecnopolimero.

    Questi, trovò molto interessante l'idea e la sposò immediatamente, cominciando a darsi da fare realizzando a mano i primi prototipi costruiti utilizzando delle barre di nylon, provandoli e modificandoli fino a raggiungere il risultato che soddisfaceva le esigenze del prodotto. A questo punto, per la realizzazione su scala industriale dello strumento da commercializzare, bisognava realizzare gli stampi, studiare i materiali e produrre i prototipi per portare avanti tutta la sperimentazione, con un grosso investimento in termini di tempo e de-naro. Trovata la soluzione e le risorse per realizzare il progetto, iniziò la realizzazio-ne degli stampi e la produzione dei primi prototipi, per arrivare - dopo vari collaudi e modifiche - ai modelli definitivi. Lo stru-mento prodotto è stato denominato “stru-mento multifunzione di sicurezza” (SMS), prodotto in due versioni, una diritta e una con in più una impugnatura laterale tipo tonfa, che ne consente anche un uso diverso, particolarmente adatto alla difesa personale. Entrambi gli strumenti hanno tutti i requisiti descritti precedentemente al paragrafo "b" della circolare ministeria-le, inoltre il materiale è completamente isolante e non conduce elettricità, per cui può essere utilizzato in situazioni di pericolo per isolare cavi elettrici o

    l’SMS chiuso e aperto

    lo SMS chiuso sotto la ruota anteriore di uno SsangYong Rodius dal peso di 2300 kg

    158-161Bastone Law.indd 159 30/06/10 16:07

  • T a c T i c a l b a T o n

    160

    similari. Entrambi gli strumenti sono di tipo telescopico, per potere essere portati in cintura con il minimo ingombro, hanno un peso di 360 grammi per lo strumento multifunzione di sicurezza e di 410 grammi per il quello tipo tonfa, con una lunghezza

    di 375 mm chiusi e 610 mm in apertura. La particolarità di questi strumenti è che possono essere utilizzati per gestire la via-bilità, così come per affrontare una persona pericolosa, mantenendola a una distanza di sicurezza con la certezza assoluta, se uti-lizzati nel modo corretto, di non arrecare

    danni fisici. Inoltre sono in fase avanzata di progettazione una serie di accessori che aumenteranno in modo notevole la versatilità dello strumento, per risolvere molteplici situazioni. Anche per quanto riguarda la formazione è stato predisposto un percorso per preparare e qualificare gli operatori e gli istruttori di questi stru-menti. I moduli formativi sono stati pro-gettati interamente dalla Scuola superiore della sicurezza dell’Advanced Security Academy di Milano, tenendo conto delle disposizioni dei vari regolamenti regionali, perfezionando le esperienze coltivate nella Regione Lombardia e con le città di Trie-ste e Modena, con un “panel” che supera le duemila unità. Hanno collaborato al progetto formativo e alla sperimentazione anche due stimati professionisti milanesi (Dario Capitani, primario di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Niguarda di Milano, e Luigi Matteo Galdi, responsabile della struttura semplice terapia del dolore del servizio di anestesia, rianimazione e terapia del dolore dell’istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano), realizzando una

    lo strumento aperto sotto la ruo-ta. Si noti la flessione centrale

    lo SMS bloccato in una morsa e piegato a 90°. lasciato andare è ritornato quasi diritto e dopo un'ora circa si è raddrizzato completamente, fun-zionando in chiusura e apertura in modo normale

    lo strumento chiuso e aperto dopo averlo estratto da sotto la ruota, normalmente funzionante

    158-161Bastone Law.indd 160 30/06/10 16:07

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    161

    D.F.A. DELTA FIREARMS ACADEMY Wilson Combat Official Academy

    NATO - OFFICIAL TRAINING FACILITY

    PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 320 3073075 - 3931212121 - 3482255500

    www.deltafirearmsacademy.com - [email protected]

    D.F.A. DELTA FIREARMS ACADEMY

    Wilson Combat Official Academy

    Accademia ufficiale Wilson CombatOFFICIAL TRAINING CENTER NATO - RAPID DEPLOYABLE CORPS ITA - AOCC

    OFFICIAL TRAINING CENTER - POLIZIA DI STATO DELLA PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA

    Diverse soluzioni nei Corsi proposti in grado di soddisfare qualsiasi esigenza con la massima professionalità.DELTA FIREARMS ACADEMY

    e Wilson Combat Official AcademySURE FIRE Aproved

    I CORSI DFALUGLIO: 17-18 DELTA DEFENSIVE PISTOL II - Sede di Domodossola

    24-25 DELTA DEFENSIVE PISTOL I-II - Sede di Roma

    AGOSTO: 31-1 DELTA DEFENSIVE PISTOL III - Sede di Domodossola7-8 DELTA DEFENSIVE PISTOL I - Sede di Domodossola

    21-22 DELTA TACTICAL CARBINE & PISTOL LIV I - Sede di Domodossola28-29 DELTA TACTICAL CARBINE & PISTOL LIV I - Sede di Roma

    PER INFORMAZIONI: 348 2255500 - 393 1212121 o www.deltafirearmsacademy.com

    NEL MESE DI SETTEMBRE NUOVO DELTA TACTICAL PISTOL BASIC-INTERMEDIATE 3 DAYS - SEDE DI ROMA e DELTA EXECUTIVE PROTECTION INTERMEDIATE LEVEL 4 DAYS - SEDE DI DOMODOSSOLA

    CON LA PARTECIPAZIONE COME GUEST OBSERVATOR DI J.L.R. U.S.A.Per informazioni e iscrizioni:

    393 1212121-348 2255500 - 320 3073075 - www.deltafirearmsacademy.com

    DFA.indd 1 29/06/10 16:03

    tavola anatomica del corpo umano che vie-ne utilizzata nei corsi di formazione dello strumento multifunzione di sicurezza.

    La sperimentazioneLo strumento multifunzione di sicurezza è nato e si è perfezionato con una sperimen-tazione pratica effettuata con vari materiali, distruggendo decine di prototipi, fino ad arrivare a quello definitivo, realizzato con un tecnopolimero ingegnerizzato che ha grandi

    capacità di resistenza meccanica a varie tem-perature (da meno 30 a più 50°) mantenendo inalterate le sue caratteristiche. Entrambi gli strumenti sono dotati di elasticità e resistenza, nonché di una “memoria meccanica” che anche dopo una flessione consistente li fa tor-nare diritti nella posizione normale. Grazie a queste caratteristiche lo strumento non è in grado di provocare fratture ossee e, in caso di utilizzo come strumento per la difesa perso-nale (grazie anche al suo peso ridotto), è in

    grado di raggiungere velocità elevatissime. Lo strumento, utilizzato da un istruttore addestrato, garantisce risultati sorpren-denti perché, pur non raggiungendo la velocità di una frusta, lo strumento per percorrere un metro impiega (velocità

    media di dieci misurazioni) un centesimo di secondo, equivalenti a una velocità di 360 km/orari. Questa caratteristica fa sì che quando un fascio muscolare viene colpito, essendo costituito per circa il 75% di liquidi, subisce uno shock di tipo idrodinamico e collassa, inabilitando temporaneamente il movimento dell’arto a cui fa capo, consenten-do all’operatore di potere così operare con la massima sicurezza. (segue) CM

    lo stelo mentre viene tagliato con una sega circolare

    Particolare dell'impugnatu-ra tagliata in cui si notano lo spessore interno e le cavità che mantengono il segmento scorrevole nella stessa posi-zione, per consentire il blocco mediante l'apposito pulsante

    lo SMS diviso in tre pezzi

    158-161Bastone Law.indd 161 30/06/10 16:07

  • T a c T i c a l B a T o n : s T o r i a , r e g o l a m e n T o , u T i l i z z o

    144

    P er indicare la pericolosità quando vengono colpite, è stata realizzata una tavola anatomica del corpo umano, suddiviso in tre zone colorate rispetti-vamente di verde, giallo e rosso. Natu-ralmente la decisione dell'operatore sul-la zona da colpire è data da quello che in Italia abbiamo denominato “indice di azione”, da lungo tempo conosciuto e utilizzato negli Stati Uniti e altri Paesi come "use of force", per dare all'opera-tore l'immediata capacità di determina-re l'uso del minimo della forza per ri-solvere una situazione di pericolo, quel-lo che in pratica è la proporzione tra of-fesa e difesa, previsto dall'art. 52 del co-dice penale che cita testualmente: "Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia pro-porzionata all'offesa. Naturalmente, poiché stiamo parlando di strumenti da difesa assegnati ad operatori di Polizia, bisogna considerare anche l'art. 53 del codice penale riguardante l'uso legit-timo delle armi che cita testualmente: "Ferme le disposizioni contenute nei due articoli precedenti, non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adem-piere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all'autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione,

    Si conclude la serie di articoli sul bastone tattico, analizzando l’uso dello Strumento Multifunzione di Sicurezza (S.M.S.) in casi concreti di legittima difesa (terza e ultima parte)

    di Gianfranco Peletti

    Tactical Baton: storia, regolamento, utilizzo

    il corpo umano suddiviso in zone colorate per identificare immediatamente la tipologia delle zone dove colpire a seconda della pericolosità, per avere una corretta proporzione offesa/difesa

    144-147tactical baton.indd 144 29/07/10 17:39

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    145

    disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano ar-mata e sequestro di persona. La stessa di-sposizione si applica a qualsiasi persona

    che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presti assistenza. La legge determina gli altri casi, nei quali è autorizzato l'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica (com-ma così modificato dalla legge 22 mag-gio 1975, n. 152). Appare evidente che nel caso del bastone difensivo estensi-bile, non trattandosi di armi, la parte dell'articolo che lo riguarda è quella che parla di mezzi di coazione fisica, a cui appartengono anche lo spray ole-oresin capsicum (di cui abbiamo parla-to nei numeri precedenti) e le manette, che tratteremo prossimamente in un articolo dedicato, così come “l'indice

    di azione”.

    Per difesa personaleLo Strumento Multifunzione di Sicu-rezza (SMS) è unico e non può essere confuso con i Tactical Baton in acciaio, in quanto progettato e realizzato con funzionalità diverse che ne escludono le potenzialità di offesa che potrebbero farlo classificare come arma, qualifican-dolo in modo chiaro e inequivocabile come strumento di lavoro che, in casi e situazioni particolari, può anche essere utilizzato come strumento di difesa personale. Per capire bene il perché di quanto scritto basta analizzare lo stru-mento nelle sue dimensioni, forma, pe-so e rigidità e confrontarlo con un Tac-tical Baton di qualsiasi marca e produt-tore per accorgersi delle differenze. Per chiarire meglio quale sia l'eventuale uso difensivo di questo strumento, utilizze-remo alcuni elementi facenti parte del manuale che viene distribuito ai parte-cipanti ai corsi per l'idoneità al porto di questo strumento (scritto dall'autore), della durata di 12 ore, con prove

    Tactical Baton: storia, regolamento, utilizzo

    un agente del reparto radiomobile della Polizia locale di milano durante il servizio scuole, in attesa dell'uscita dei bambini

    lo s.m.s. utiliz-zato per effet-tuare il "terzo tempo" che se-gnala agli utenti della strada di fermarsi

    lo s.m.s. utilizzato per effettuare la viabilità, mentre l'agente agevola l'attraversamento

    144-147tactical baton.indd 145 29/07/10 17:39

  • T a c T i c a l B a T o n : s T o r i a , r e g o l a m e n T o , u T i l i z z o

    146

    Un bloccaggio alto è molto efficace per fermare e bloccare un attacco frontale dall’alto verso il basso, indirizzato alla testa o alla parte superiore del corpo. In genere, questo tipo di attacco viene condotto da aggressori che impugnano tubi, bastoni o altri oggetti simili.

    esecuzione:• afferrare saldamente l’impugnatura

    dell’S.M.S. con la mano forte serrando bene le dita a circa cinque centimetri dall’estremità dell’impugnatura;

    • usando la tecnica dell’impugnatura a due mani, alzare l’S.M.S. passando da-

    vanti al corpo fino a che la parte lunga non sia sopra e davanti la fronte;

    • le dita della mano debole devono es-sere aperte e dietro la parte lunga dell’S.M.S. mentre si effettua la parata dell’oggetto;

    • l’S.M.S. deve essere tenuto in posizione orizzontale sopra la testa mentre as-sorbe il colpo.

    Dopo avere effettuato il bloccaggio alto, valutare la situazione e decidere rapida-mente con quale tecnica e impugnatura proseguire nell’azione per disarmare e neutralizzare l’aggressore.

    Un bloccaggio dal lato debole è molto efficace per parare l’aggressione da un colpo oriz-zontale diretto alla testa, al collo, al torace, ai fianchi o alla zona dell’anca. Questo tipo di colpo, generalmente è sferrato in orizzontale dall’esterno e può provenire dal pugno, dal pie-de, dal gomito o dal ginocchio dell’aggressore.

    esecuzione:• afferrare saldamente l’impugnatura dell’S.M.S. con la mano forte serrando bene le dita a circa cinque centimetri dall’estremi-tà della impugnatura;

    • usando la tecnica dell’impugnatura a due mani ruotare l’S.M.S. verso il lato debole in una posizione verticale;

    • assicurarsi che l’impugnatura con la mano for-te sia rivolta verso il basso, con la parte supe-riore dell’S.M.S. rivolta in verticale verso l’alto;

    • le dita della mano debole devono essere aper-

    te e dietro la parte lunga dell’S.M.S. men-tre si effettua la parata di un colpo diretto all’inguine o al torace.

    Al momento del contatto con l’oggetto pericoloso, la parte lunga che blocca il colpo deve formare un angolo retto rispetto all’oggetto pericoloso.

    nota sPeciale: prestare la massima attenzione al bloccag-gio. È molto facile che inavvertitamente la mano debole spinga un po’ in avanti rispet-to all’impugnatura della mano forte, cre-ando un angolo con il vertice verso il basso che durante la parata potrebbe deviare il colpo, facendolo scivolare lungo l’S.M.S., portandolo a colpire la mano forte. Usare sempre la massima attenzione quando si utilizzano tecniche di bloccaggio onde evita-re di creare questo tipo di angolo.

    Esempio di utilizzo dello Strumento Mul-tifunzione di Sicurezza. Un aggressore vio-lento, dopo aver preso una bottiglia la rompe e, impugnando il coccio, attacca l’operatore per ferirlo. L’operatore, utilizzando la tecnica di impugnatura a due mani (bastone esteso rivolto in avanti), con la sola mano forte ef-fettua una spazzata dall’alto verso il basso, dall’interno verso l’esterno e colpisce con la parte terminale del bastone il polso o la ma-no che tiene la bottiglia.

    esecuzione:• afferrare saldamente l’impugnatura dell’S.M.S. con la mano forte serrando bene le dita a circa cinque centimetri dall’estre-

    mità della impugnatura;• assicurarsi che l’impugnatura con la mano forte sia rivolta verso il basso, con la parte superiore dell’S.M.S. rivolta verso l’alto in avanti;

    • spostare velocemente l’S.M.S. verso l’altro lato del corpo a un angolo di circa 45 gradi;

    sferrare il colpo con la sola mano forte, met-tendo la mano debole in chiusura avanti a sé, a protezione del corpo e del volto.Come sempre vale la regola della velocità e del trasferimento di energia che scaricata sulla parte colpita la renderà inerte, facendo cadere il coccio di bottiglia o qualsiasi altro oggetto pericoloso.

    Bloccaggio alto

    Bloccaggio dal lato debole

    esempio di utilizzo dello strumento Multifunzione di sicurezza

    144-147tactical baton.indd 146 29/07/10 17:39

  • D i f e s a P e r s o n a l e

    147

    CM

    si ringraziano il reparto radiomobile della Polizia locale di Milano e gli istruttori aldo furiato e oriano Brianzoli per la collaborazione.

    d'esame scritta e pratica alla fine del corso, così come previsto dai vari regolamenti degli articoli delle leggi regionali che prevedono gli strumenti di autodifesa. Gli operatori della Polizia locale non hanno come servizio di Isti-tuto la prevenzione generale e quindi non si occupano di ordine pubblico che è di competenza delle Forze di polizia, ma devono garantire il quieto vivere e l'incolumità pubblica dei cittadini. Per questo, a volte, possono capitare situa-zioni in cui l'intervento è pericoloso da

    affrontare a mani nude e l'uso dell'ar-ma da fuoco può essere eccessivo, per esempio nel caso di un tossicodipen-dente che minaccia l'operatore con una siringa o di un ubriaco violento che spezza una bottiglia e la usa come mi-naccia. Questi sono i casi da manuale in cui un operatore addestrato, utilizzan-do lo spray al capsicum e lo Strumento Multifunzione di Sicurezza, è in grado di affrontare la situazione con sicurezza e nel migliore dei modi, disarmando l'aggressore e contenendolo, con il

    minor danno possibile per tutti i partecipanti all'operazione.

    ConclusioniAbbiamo illustrato nel box relativi degli esempi per mostrare la funzione e l'utilità dello S.M.S. nel caso del suo utilizzo per legittima difesa, così come deve essere chiaro che l'addestramento professionale per il porto da parte degli operatori non ha nulla a che vedere con le arti marziali e con le varie discipline che vengono insegnate nelle palestre. A questo proposito, basta valutare il tempo destinato all'apprendimento per un corretto utilizzo di questo strumen-to che varia dalle otto alle sedici ore, a seconda delle legislazioni regionali e della disponibiltà temporale ed econo-mica degli enti, per fare capire come questo tipo di utilizzo sia solamente per le emergenze non affrontabili in altra maniera. lo s.m.s. utilizzato come

    leva per un bloccaggio articolare del soggetto da arrestare

    144-147tactical baton.indd 147 29/07/10 17:39

    Spray O.C. 1parteSpray O.C. 2parteSpray O.C. 3parteTactical Baton 1Tactical Baton 2Tactical Baton 3