o2 psicologia 3

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OSSIGENO PER LA TUA MENTE LAVORO BENE E SONO FELICE DOSSIER WELLNESS PSYCHOLOGY Ipnosi Liberati dai pregiudizi e trova la verità Ce ne parla lo chef di RaiUno Fabio Campoli Anno 2 Numero 3 Bimestrale Con Virtual e-Book € 4,50 3 L’analisi di Roberto Giacobbo di Voyager per O2 Psicologia A Lezione di Yoga SPECIALE Con il guru Emy Blesio INVIDIA O GELOSIA? TEST Ricette di Benessere

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Corpo, Mente & Arte Numero 03

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Page 1: O2 PSICOLOGIA 3

O S S I G E N O P E R L A T U A M E N T E

LAVORO BENEE SONO FELICE

DOSSIER

WELLNESS

PSYCHOLOGY

IpnosiLiberati dai pregiudizie trova la verità

Ce ne parla lo chef di RaiUno Fabio Campoli

Anno 2 Numero 3Bimestrale

Con Virtual e-Book € 4,50 3

L’analisi di RobertoGiacobbo di Voyagerper O2 Psicologia

2012

A Lezione di YogaSPECIALE

Con il guru Emy Blesio

INVIDIA O GELOSIA?TEST

Ricette di Benessere

Page 3: O2 PSICOLOGIA 3

Una delle caratteristiche della vita umana sta nella capacità di adattamento. Le situazioni cambiano, peraltro mai velocemente come in questo periodo, il tempo passa e l’esistenza di per se stessa è dinamica, si evolve giorno per giorno. Laddove si cerchi un senso di sicurezza, che fughi dall’incedere degli eventi, da una parte cerchiamo di dare un senso di stabilità alla nostra

esistenza e dall’altra ad adattarci, spesso inconsciamente, ai cambiamenti di quello che ci circonda. Sto parlando soprattutto degli ambiti sociali, politici e culturali. Adattarsi senza comprendere o analizzare, in fin dei conti, facilita la vita. Ci protegge, ci permette di vivere un’esistenza meno complessa di quella che abbiamo. Ma tutto ha un limite. Prendiamo il caso del sentimento, dell’emozione chiamata “vergogna”. Ci si vergogna quando veniamo sorpresi o si viene a sapere che abbiamo fatto, consapevolmente, qualcosa che non dove-vamo fare. Un’azione che va contro qualcosa, con la quale abbiamo dimostrato agli altri di non essere coerenti. Un’azione maldestra, un tradimento, una promessa, venir meno ad un etica sociale, religiosa o politica nella quale e per la quale ci siamo battuti. Ad un bambino scoperto con le mani nella marmellata ci si rivolge intimandogli “vergogna”. E il sentimento che ne scaturisce assume uno scopo educativo. La vergogna è quindi funzionale al mante-nimento di una società civile. Può essere dannosa se quel sentimento deriva da pregiudizi e condiziona negativamente la nostra libertà psicologica e intellettuale. Quindi bisogna ri-conoscerla, gestirla, imparare a vincerla analizzando l’effettivo stato delle cose, evitando di rimanere strumentalizzati da essa. Una vita senza sentimenti di vergogna ci aiuta ad essere liberi, ad esprimerci al meglio, ma porterebbe il mondo ad una situazione completamente fuori controllo. Non bisogna mai vergognarsi di essere se stessi, ma al contempo si deve dare un grande valore al rispetto del prossimo. E allora fermatevi a rif lettere su quanto suc-cede, ed è successo in questo ultimo decennio. In passato una figura importante, rappresen-tativa, quando veniva scoperta, a seguito di uno scandalo, provava vergogna. L’ultimo ba-luardo delle nostre speranze in un mondo migliore. Provava vergogna e si dimetteva, a volte la situazione psicologica degenerava e la vergogna si faceva così insopportabile, da portare all’estremo gesto. Un’ultima forma di rispetto verso gli altri. Indignazione per chi subisce, vergogna per chi commette la mancanza. Oggi, pensateci bene, spesso, troppo spesso, passa un messaggio micidiale, quello della “non vergogna”. Vengo scoperto, si viene a sapere, commetto un’infamia e non mi vergogno. Davanti agli altri e a me stesso. Anzi, la mia non vergogna diventa un’ulteriore dimostrazione di forza, di potere. Sono forte perché libero di non rispettare altri, se non me stesso. Potete rilevarlo negli avvenimenti mondiali di questi ultimi anni, quanto nelle relazioni interpersonali, in quelle lavorative. E a questo non ci si deve adattare, perché se insieme alla vergogna, cessa anche l’indignazione nei confronti di chi vive passando sopra tutto e tutti, il mondo che ci aspetta non sarà degno di competere neanche con una cesta di serpenti, perché il vero benessere nasce da una società migliore, sensibile e intelligente, coerente e libera da condizionamenti.

Sergio PisanoPsicologo

www.myspace.com/spisano

EditorialeL’era della “non vergogna”

Page 4: O2 PSICOLOGIA 3

6 15 22 31 40 5060

Anno 2 Numero 3

Sommario

www.oxygenemedia.it

Spagna

USA

Italia

O2 Psicologia è pubblicata nei seguenti paesi

Be Well Readwww.zinio.com

OSSIGENO PER LA TUA MENTE

Musica, la macchina del tempo

Ipnosi, il vero e il falso

Comicoterapia

A lezione di Yoga

2012 - Intervista a Roberto Giacobbo

Tra Invidia & Gelosia

Test: Invidia o Gelosia?

La musica ti aiuta in ogni momento...

Liberati dai pregiudizi e trova la verità

Scopri perché ridere fa bene alla vita

Apri la mente con i consigli del Guru

La fine del mondo o l’inizio di una nuova era?

L’arte di essere se stessi nell’incontro con l’altro

Scoprilo con il test di O2 Psicologia

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40

31

Page 5: O2 PSICOLOGIA 3

64 74 85

88 98 105 110120122

Direttore ResponsabileDr. Sergio Pisano

Direttore EditorialeDott. ssa Melina Chiapparino

CaporedattriceDott. ssa Melania Battista

Art DirectorMario Spiniello

Marketing & PubblicitàDott. ssa Marianna Iermano

GraficaAntonio Montana

Licenze InternazionaliSpecial ProjectCinzia Pisano

CollaboratoriBald Eagle, Cristina Condello, Marco Mioli, Emy Blesio, Nello De Padova, Fabiola Giordano, Dott.ssa Graziella Ceccarelli, Dott.ssa Maria Frandina,Dott.ssa Carmela Maria Barbaro, Antonio Landi, Dott. Roberto Cavaliere, Dott.ssa Silvia Lanzarotto, Fabio Campoli

Distributore ItaliaParrini & C.

Versione Digitalewww.zinio.com

Aut. Trib. Beneventon. 17/2008 - 10/12/2008

StampaPoligrafica Ruggiero (AV)

EditoreOxygene s.r.l.Sede legaleVia Taburno, 70 - Montesarchio (BN)Indirizzo RedazioneVia G. Dorso, 13 - AvellinoPhone/Fax 0825 [email protected]

<ISSN 1974-2878>

74Coniuga l’ambito lavorativo con il benessere

Semplici mosse per risolvere i problemi

La psicologia del benessere in cattedra

Liberati dalla schiavitù del “PIL”

L’enfant prodige polistrumentista

La moda ecologica ti conquista

Se l’arte è figlia della follia

Prepara la “torta di una volta”

Videogame & Benessere

Benessere & Lavoro

Il problema è mio e lo risolvo io!

A Scuola di Felicità

La Decrescita Felice

Mike Oldfield

Il Boom Verde

Vincet Van Gogh

Ricette di Benessere

Wii Fit Plus

In fase di certificazione secondo il Regolamento CSST

www.o2psicologia.it

DOSSIER - Lavoro bene e sono felice

Virtual e-Book

84

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Page 7: O2 PSICOLOGIA 3

Musica, la Macchinadel Tempo

La musica ti aiuta in ogni momento evocando ricordi positivi e riattivando le tue energie

EMOZIONI

7Musica, la macchina del tempo

Dott.ssa Graziella CeccarelliPsicologa

Page 8: O2 PSICOLOGIA 3

con il nostro essere fisico ed emozionale, ed è questa la considerazione da cui partirà il nostro viaggio attraverso il potere evocati-vo dei suoni. Una capacità che appartiene da sempre all’essenza dell’arte musicale e che, attraverso la rievocazione del passato, si ri-vela una preziosa alleata per la condizione di

S e è vero che la filosofia è maestra di vita, conoscenza e sapienza, se è vero che sin dagli albori dei se-coli, la scienza filosofica ha ori-ginato la nostra cultura e ha fon-

dato le nostre radici, allora è ancora valida, e quanto mai attuale, la teoria dei pitagori-ci, secondo cui “la musica è data dall’unione delle singole parti del corpo”. L’armonia dei suoni dunque, secondo la scuola presocrati-ca fondata da Pitagora, sarebbe un tutt’uno

8 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

benessere nell’uomo. Ascoltando la musica puoi scoprirne il suo valore catartico, la sua potenza positiva e puoi individuare le me-lodie in grado di aumentare la tua sensazio-ne di benessere. Puoi imparare ad evocare immagini emotive, legate alle tue emozioni, che ti aiuteranno nei momenti di sconforto o di sofferenza. Per cominciare basterà lasciar scorrere i propri pensieri. Immagina di tro-varti di fronte ad una finestra in grado di spa-lancarti l’orizzonte del tuo mondo interiore.

Potresti guardare i tuoi ricordi, visualizzare le tue emozioni, rivivere il passato attraverso le immagini. Affacciandoti alla finestra, potre-sti rivedere te, come in una foto, come scatti di vita, rimasti impressi nella memoria e così vivi da far vibrare ancora il tuo corpo. Quella finestra è la musica.

IL MAGO DI OZRegiaVictor FlemingInterpretiJ. Garland, F. Morgan, R. Bolger, B. Lahr, J. Haley, B. Burke, M. Hamilton,C. Grapewin, C. Blandick, P. Walshe, Terry IIIDurata h 1.41USA 1939

IL FILMIl potere evocativo della musicaScopri le tue immaginiemotive attraverso l’armonia dei suoni

“Il Mago di Oz”, un cult di Victor Fle-ming, dove musi-ca, canti e colo-re dipingono un mondo ai limiti del surreale. Un sogno al quale tutti am-biscono, grandi e piccini, e che si realizza, scontran-dosi con la cruda realtà. In questa pellicola emerge con prepotenza il valore e l’impor-tanza del potere evocativo dei ri-cordi e dell’imma-ginazione, intrec-ciato con eventi sempre al limite del grottesco.

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Alfonso entra in casa sbattendo forte la porte alle sue spalle; è nervoso, è stata una giornatac-cia al lavoro e poi, da quando lei se n’è andata di casa, le cose non

vanno proprio bene.Un periodo da cancellare. Alfonso è carico emotiva-mente e la tensione nervosa fa da padrona.Spogliato di tutto ciò che, ormai, in camera da letto non serve più, si sdraia e infila nelle orecchie gli auricolari. Il corpo, pian piano, si adagia sempre meglio fino a tro-vare la posizione più comoda, le sopracciglia crucciate si distendono e anche il volto inizia a trovare sollievo, le guance si bagnano leggermente di lacrime. Gli occhi sono chiusi: è un momento di tranquillità per Alfonso.Scrutando la sua camera si nota la custodia del cd che sta ascoltando e sopra solo una scritta: “per te dal tuo

9Musica, la macchina del tempo

La musica dischiude all’uomo un regno sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da concetti, per affidarsi all’indicibile

E.T.A.Hoffmann

“Trumpet”Jean Michel Basquiat

Olio su tela(1984)

miglior amico Davide”.Quando Alfonso si rialza, è decisamente più rilassato e tranquillo, la tensione nervosa ha lasciato il posto al sorriso. Alfonso adesso è carico: pronto per una doccia e per un nuovo “mascheramento sociale”.

Ma cosa è successo ad Alfonso in quei pochi minuti? Cosa ha ascoltato di tanto benefico per la sua salute psichica e per il momento di tensione che sta vivendo? La musica ascoltata da Alfonso è un cd regala-togli da un amico di infanzia contenente tutte le canzoni a loro più care, musiche che raccon-tano le tante “avventure” vissute da giovani al tempo del liceo. Ascoltando queste canzoni, Alfonso ha aperto un cassetto della memoria fino ad allora custodito bene nella sua mente,

La storia di AlfonsoDalla tensione alla rilassatezza fino araggiungere la carica positiva. Un’esperienza da provare

Ascoltando canzoni, Alfonso ha aperto un cassetto della memoria fino ad allora custodito bene nella sua mente

Page 10: O2 PSICOLOGIA 3

ha evocato delle immagini trascorse con il suo amico, le ha rivissute come in un sogno. Scena-ri del passato hanno rianimato il suo umore: i due seduti al banco di scuola mentre lanciano bigliettini alla ragazza carina della prima fila, il ricordo della partita di calcio tanto amata per quel goal fantastico e, ancora, il primo appun-tamento e tutta quella “brillantina” spalmata sui capelli. Insieme a queste immagini evocate dalla musica, nella mente di Alfonso si susse-guono anche odori che sembrano reali, come ad esempio il profumo dei libri nuovi o quel-lo del gesso cancellato alla lavagna o l’odore dell’erba fresca del campetto di calcio o, anco-

ra, il profumo di lei, la ragazzina del primo ap-puntamento. Immagini, odori, ma anche gusto. La musica è in grado di evocare tutto ciò. Siete curiosi di sapere quali canzoni hanno emozio-nato Alfonso? Non è importante! La qualità della musica non conta, ma è il significato at-tribuito alle immagini che essa evoca, è l’emo-zione che suscita, a fare la differenza. Ad ogni modo, per soddisfare la vostra curiosità, i pez-zi ascoltati da Alfonso sono una serie di brani di fine anni ’80, molti di disco-dance ma anche sigle di cartoni animati e colonne sonore ro-manticissime come “It must have been love”, dei Roxette.

IMMAGINE + MUSICA = CREA IL TUO “AMARCORD”

Se la musica riesce ad avere tanto potere nell’evocazione delle immagini, cosa rie-sce ad evocare nella nostra mente il connubio immagine-musica?Un film non è un film senza la musica e tutti noi abbiamo una colonna sonora che

caratterizza la nostra vita. Così come diverse musiche ci portano ad evocare alcuni tipi di immagini, diversi film ci portano ad evocare diverse sensazioni ed emozioni, a volte personali e intime, riguardanti la propria esperienza, altre volte universali capaci di smuo-vere le coscienze e sentimenti di massa. Prova a fare un elenco delle pellicole che ti hanno maggiormente coinvolto e cerca di capire quali rimandi personali hanno influito sul giudizio positivo del film. Potresti scoprire qualcosa di nuovo su di te e crearti una pic-cola collezione di film che, in un modo o nell’altro, potrà sortire il suo effetto “curativo” nei momenti no.

10 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

SE VUOI LEGGERE

CON IL CUORE

M. Proust. La musicadella memoria

AUTORIA. Cavalieri, E. Guerra, C. De Nonno

ANNO2008

EDITORE Florestano Editore

La storia raccon-tata in questo li-bro parte da una “piccola frase” di un’immaginaria sonata per violi-no cha suscita nel narratore proustia-no sensazioni, pa-esaggi ed emo-zioni di un amore dimenticato. Mo-menti in cui l’ascol-to casuale di un brano musicale ha provocato lo schiudersi di una soglia che la men-te avrebbe volu-to tenere chiusa. La capacità evo-cativa dei suoni fa della musica l’ar-te che più agisce sulla memoria irri-flessa: quella in cui sono sepolti i ricordi che la coscienza, per la loro grande potenza emotiva, ha rimosso.

La qualità della musica non conta, ma è il significato attribuito alle immagini che essa evoca,

è l’emozione che suscita, a fare la differenza

Page 11: O2 PSICOLOGIA 3

8OTTO CONSIGLI PRATICIPER UTILIZZARE LA MUSICACOME RISORSA POSITIVA

Per poter usufruire degli effetti benefici della musica è bene annotare alcuni consigli pratici:

Scegliete dei brani musicali che pensate possano rappresentare i momenti felici della vostra vita e raggruppateli in un cd; se il periodo che volete rievocare coinvol-ge una persona a voi cara, chiedetele di creare un cd con le musiche che hanno emozionato entrambi (come ha fatto l’amico di Alfonso nel racconto a pag. 9).

1.Identificate il momento di stress e di tensione nervosa, fermatevi e decidete di prendervi del tempo per voi stessi.2.

Scegliete un luogo tranquillo e familiare, dove sapete di non poter essere disturbati all’improvviso.3.

Indossate cuffie o auricolari per consentire l’esclusività dell’atto che state per compiere: ci siete voi e le vostre immagini emotive.4.

Iniziate con l’ascoltare la musica, rilassandovi (se possibile distesi) e lasciandovi cullare verso la posizione più comoda.5.

Permettete che la musica coinvolga i vostri sensi e percorrete le immagini che essa vi evoca.6.

Date sfogo alle emozioni. Se insorge il pianto o la risata lasciatevi andare, senza alcuna censura.7.

Bastano anche dieci minuti, dopodiché cercate di metabolizzare quelle che sono state le emozioni provate, dando ad esse un nome (identifica-tele) e associatele alle vostre reazioni (ad esempio, emozione provoca-ta: gioia, reazione: pianto). Questo vi servirà per comprendere meglio voi stessi e imparare a capire come funziona il vostro “apparato emotivo”.

8.

Page 12: O2 PSICOLOGIA 3

12 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Le neuroscienze hanno dimo-strato che ascoltare musica coinvolge la totalità delle nostre funzioni cognitive e può avere effetti fisiologici: diminuisce la

pressione sanguigna, rallenta il battito cardia-co, agisce sul ritmo respiratorio condizionan-do, in senso positivo, gli stati di depressione e ansia e migliora anche l’umore. A chi non è capitato di sentire i brividi lungo la schiena ascoltando musica? Ciò avviene perché la mu-sica attiva entrambi gli emisferi della corteccia cerebrale, che sono associati a stimoli impor-tanti dal punto di vista biologico. Quando ci si abbandona all’ascolto melodico entrano in

gioco, infatti, i processi intuitivi che attivano il registro delle sensazioni e delle emozioni. Con la musica si azionano le aree legate all’euforia e al piacere (anche quello sessuale). Ci sono molti studi che confermano tutto questo, ma è ancora difficile riuscire a capire il motivo per il quale ciò accade, i meccanismi chimici e fisio-logici che motivano questi rapporti. Se aggiungiamo a queste risposte fisiologiche, l’importanza delle esperienze personali che una determinata musica può farci evocare, al-lora l’armonia mente-corpo avviene magica-mente. Il coinvolgimento emotivo si miscela alle risposte fisiologiche, provocando un mo-vimento di sensi.

Perché si “scomodano” i 5 sensi?La musica coinvolge le funzioni cognitiveche, miscelandosi alle risposte fisiologichedel corpo, provocano il potenziamento dei sensi

O2 WEB SELECTIONwww.apple.com/itunes

L’archivio mondialedi emozioni

Il musicista ha il dovere di mandar luce nel profondo del cuore umano

Schumann

Page 13: O2 PSICOLOGIA 3

Dopo una carrie-ra come musicista rock, e produttore musicale, Daniel Levitin si è dedi-cato alla ricerca cognitiva e alle n e u r o s c i e n z e . In lui convivono, perfettamente allineate, l’ani-ma e l’approc-cio dell’artista e dello scienziato rigoroso, in grado di ridurre una me-lodia a un impul-so neurale. Tutto questo senza pri-varsi del piacere di lasciarsi traspor-tare dalla buona musica.

SE VUOI LEGGERE

CON LA TESTA

Fatti di musica.La scienza di un’ossessioneumana

AUTORED. J. Levitin

ANNO2008

EDITORE Codice

Come trasformo la musica in risorsa?

Rivivere alcune tappe felici della nostra vita ha un effetto benefi-co sul nostro umore e la musica aiuta tale evocazione in maniera completa, in quanto coinvolge

tutta la nostra persona (anche fisicamente). L’at-mosfera psicologica che si crea è tale da favorire l’indebolimento degli aspetti più consci della per-sonalità e creare le condizioni affinché i contenuti più profondi possano essere vissuti in maniera più intensa. Il risultato è una diminuzione di alcuni meccanismi di difesa e, conseguentemente, della tensione nervosa.Inizialmente l’evocazione potrebbe sembrare dolorosa o nostalgica, ma non è così, (il pianto di Alfonso, ad esempio, non è tristezza), perché ciò che viene evocato sono le emozioni legate ad una determinata situazione o persona, e rivivere i momenti felici significa rivivere quelle emozioni che sono ancora vive e presenti dentro di noi. Ri-scoprire che siamo ancora in grado di utilizzare la nostra sfera emotiva positiva, significa riscoprire noi stessi al di là del “mascheramento sociale” al

quale dobbiamo per forza di cose sottostare quoti-dianamente. Dunque è proprio questo il pensiero che è necessario costruire nei confronti dei ricor-di: non idealizzare situazioni o persone già vissute, ma utilizzare l’ascolto della musica per rivivere le emozioni positive legate ad essa e trarre benefici psicologici nei confronti di ciò che viviamo quo-tidianamente come stressante. Nel caso di Alfonso, si parla di un uomo di quasi quarant’anni e, poiché l’età identifica il ciclo di vita che una persona sta vivendo, l’evocazione delle immagini e dei ricordi assumono un significato diverso se a viverle è un adolescente, un adulto o un anziano. Le immagini evocate dalla musica vengono gestite e incanalate in maniera diversa in base all’età e alle esperienze vissute, così come le reazioni fisiologiche (corpo) e quelle emoti-ve (mente) assumono forme diverse a seconda dell’età dell’individuo. Per quanto riguarda il ses-so della musica, non c’è femminile o maschile che regga. Alfonso è un uomo ma la musica, esercita lo stesso potere evocativo anche sulle donne e non conosce alcun tipo di discriminazione.

13Musica, la macchina del tempo

I flash back attivati dalla musicaabbassano l’auto difesa, consentendodi vivere le emozioni in maniera più profonda

Page 14: O2 PSICOLOGIA 3

M aya B e a u t y E n g i n e e r i n g S . r. l . - B o l o g n a - I TA LY - Te l + 3 9 0 5 1 7 8 2 3 6 8 - w w w. m aya b e a u t y. c o m

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MENTE

Il vero e il falso

Come immagini una seduta di ipnositerapia?Se ti aspetti frasi ad effetto, come il celebre ritornello mediatico di “a me gli occhi”, stai ca-dendo nella coltre di pregiudizi che da sempre avvolge l’ipnosi. Se, invece, le tue reazioni sono

di diffidenza e scetticismo, fai parte della maggioranza dei “non addetti ai lavori” che confondono questa valida tecnica terapeutica con meccanismi oscuri, sconfinanti nella stregoneria e nella parapsi-cologia. L’ipnosi, che affonda le radici in riti antichissimi basati sulla potenzialità della mente umana, deve combattere ancora oggi contro maghi, sedicenti ipnotisti da baracconi televisivi e un sottobosco di mil-lantatori che sfruttano la confusione legata a questa parola. Dopo oltre due secoli di sperimentazioni scientifiche e ricerche sull’evoluzione della sua fenomenologia, l’ipnosi si rivela una tecnica efficace e di grande applica-zione clinica. Può ridurre l’ansia, aiutare a risolvere definitivamente problemi di paura, può essere molto utile per controllare il dolore e l’attività somatica in ambito medico e consente un buon uso dell’immaginazione creativa per facilitare interventi psicoterapeutici. Oggi, dopo anni di ostilità scientifica, l’ipno-si è ufficialmente riconosciuta come uno strumento della me-dicina per curare i disturbi del comportamento, le nevrosi e coadiuvare altre terapie psicologiche.

Tra impostori e professionisti del mestiere. Liberati dai pregiudizi e trova la verità

Ipnosi

15L’ipnosi

Dott.ssa Melina Chiapparino

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O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 316

L o sta to i pno t i co è uno s ta to menta l e a l t e r na t i -vo che , con t r a r i amente a i l u o g h i c o mu n i , n o n h a nu l l a a ch e ve d e r e

con i l sonno. Non va a s so lu t amen te confuso ques to s ta to con l a cond iz io -ne d i ca ta l e s s i , che connotava i l con-

Cosa succede dall’Ipnoterapeuta?

cet to ot tocentesco d i ipnos i sug geren-do pe rd i t a d i co sc i enza e i n ib i z ione motor i a . L’ ipnos i , è una cond iz ione ps i ch ica d i consapevolezza cara t ter izza ta da un ab-bas samento de l l a c apac i t à c r i t i c a de i paz ien t i , cos ì da f a rg l i acce t t a re l e d i -re t t ive de l t e rapeuta che ne d iv i ene l a

Una seduta per entrare in contatto col proprio mondo interiore e vivere emozioni e pensieri inuno stato di profondo rilassamento psicofisico

O2 WEB SELECTIONwww.hypnosis.it

Società Italiana di Ipnosi

Page 17: O2 PSICOLOGIA 3

IL LIBRO

Q u e s t o l i b r o s i r i v o l g e a c h i u n q u e d e -s ide r i impara-re a coinvolge-r e l ’ i n c o n s c i o per mig l io ra re la p ropr ia ca-pac i tà d i s ta -r e b e n e , p e r e s p a n d e r e r i -l a s s a m e n t o e c o n s a p e v o -l e z z a . L ’ o p e -r a , c h e s i a r -t ico la in nove capito l i che in-quadrano i l fe-nomeno ipnot i -co e insegnano concretamente a ut i l i zzar lo, è, a l lo stesso tem-po, manuale di autoipnos i e d i medi taz ione e compend io d i tutt i g l i approc-c i ipnot ic i che hanno most ra-to di essere più eff icaci per una migl iore gest io-ne del males-sere.

Invito al Benessere

AUTOREAnnalisa Faliva

ANNO2008

EDITORE Urra

17L’ipnosi

gu ida . Durante l a seduta d i ipnoterap ia , aumenta l a sensaz ione d i conta t to pro-fondo e d i re t to co l propr io mondo in t e r io re , l e pe rce -z ion i sensor ia l i , cos ì come i pens ier i e l e emozion i , non sono p iù pro ie t t a te ver so l ’ e s te r no, ma s i r i f l e t -tono dent ro d i noi . L’ immaginazione, le emozioni e i r i c o r d i d iventano p i ù f o r t i de l l e capa-c i t à log iche e cr i t iche, in uno s t a to d i profondo r i las-samento ps i co-f i s i co. Lo svo l -g i m e n t o d i u n a seduta, generalmen-te, prevede sempl ic i esercizi di r i lassamento mentale e f is ico, attra-verso i qual i i l terapista insegna ad accedere a l la par te inconscia del la pro-pria mente. L’ induzione del sonno ipnotico, avviene, per lo più attraverso sug gest ioni verbal i , a volte rafforzate dal -l a f i ssaz ione d i superf ic i o d i un og getto in par t icolare. Spes-so, v iene ut i l izzata anche l ’espe-r ienza del l ’ immaginazione guidata, per stabi l i re un contatto coi propr i r icordi ed i l contenuto emozionale legato

ad essi . L’ ipnosi ha un effetto calmante, soprattutto per l ’azione di sgombero dei pensier i censori , che nor malmente abi-

tano la coscienza. Azione temporanea, ma in g rado di s tabi l i re una co-municazione più diretta ed eff i -

cace r ispetto a quel la verbale e cosciente, faci l i tando

in questo modo la so luz ione te ra -

peutica. Dun-que, s i trat-

ta d i una modal i-tà privi-

legiata di c o m u n i -

cazione, in cu i le s i tua-

zioni immagi-nate e sug geri-

te da l t e rap i s ta veng ono v i s su te

c o n s a p e vo l m e n t e e intensamente, qua-

s i come fossero real i . Per la ver i tà , non solo

è necessar ia una volontà ed una par tecipazione da

par te del sog getto che ver-rà ipnot izzato, ma occor re

anche che i l terapista trovi la modal i tà e le parole giuste per

interag ire col paz iente. Perché s i tratta comunque di una relazio-

ne interpersonale per la quale non esistono schemi predefinit i , ma ogni

passo va cal ibrato secondo l ’ in tesa che s i s t ab i l i s ce t r a t e rap i s ta e paz ien te.

L’ipnosi ha un effetto calmante, soprattutto per l’azione di sgombero dei pensieri censori, che normalmente abitano la coscienza

Page 18: O2 PSICOLOGIA 3

se lo psicoanalista austriaco a lasciar perdere l’ipnosi, fu la certezza errata, che questa agisse solo sui sintomi e non sulle cause dei disturbi. Questi presunti limiti dell’ipnosi, furono inve-ce accettati e interpretati diversamente da Mil-ton H. Erickson che, al contrario, li considerò espressione di energie psichiche positive, o me-glio potenzialmente benigne, da trattare come risorse. Il modello ipnotico ericksoniano, non è dunque unidirezionale con il terapista che im-pone e ordina, ma è al di fuori di schemi e rigidi protocolli. E’ il terapeuta che deve entrare nel mondo del paziente. Proprio da questa visione, offerta dagli studi e dalle ricerche cliniche dello psichiatra americano, si è sviluppata la moderna impostazione terapeutica dell’ipnosi.

Un tuffo nel passatoDa Paralcelso a Freud fino a Erickson, precursore della moderna impostazione terapeutica dell’ipnosi

Sarà pur vero che la storia dell’ipno-si come terapia medica viene citata da Paralcelso e compare in alcuni passi della Bibbia, ma è altrettanto impossibile non pensare a Sigmund

Freud quando si parla di ipnosi. Il fondatore della psicoanalisi dopo essersi entusiasticamen-te dedicato alla sperimentazione dell’ipnosi per la cura delle nevrosi, e in particolare dell’iste-ria, ne abbandonò la pratica sfiduciato dai suoi insuccessi. Tra gli inconvenienti incontrati da Freud ve ne erano, principalmente, tre: non tutti i soggetti erano ipnotizzabili, altri lo era-no in maniera troppo lieve e, in alcuni pazienti, si manifestavano i sintomi patologici in prece-denza scomparsi. La conclusione che convin-

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 318

Page 19: O2 PSICOLOGIA 3

Ritorna bambino

Il passato viene richiamato attraverso l’ipnosi per rivivere esperienze ed emozioni che, probabilmente, hanno ancora un ruolo determinante nel nostro presente, an-che quando non ce ne accorgiamo. E’ così che si attua la regressione, ovvero il

recupero del passato con l’atteggiamento, la critica e i sentimenti del presente, a differenza della rivivificazione, in cui il paziente dimentica il presente, per comportarsi e compenetrarsi totalmente nel ricordo passato. In quest’ultimo caso, si può far regre-dire il paziente sino all’età più tenera, utilizzando generalmente tappe di cinque anni, per viaggiare nel passato in maniera graduale e meno traumatica possibile. Tra le tecniche di rivivificazione più utilizzate e conosciute, ne spiccano quattro:

La tecnica del treno: guardi fuori dal finestrino del vagone gli episodi della tua vita. Giunto a quello più significativo o traumatizzante, il treno si ferma così da permetterti di scendere, per parlare e agire completamente immedesimato in quell’evento

1.

La tecnica dell’orologio: le ore trascorrono all’indietro, si fermano quando lo decidi tu, per rivivere minuti e attimi importanti del tuo passato

4.

La tecnica del calendario: sfogli un calendario in cui i giorni sono stampati in maniera regrediente. Fermati ad una data specifica, quella importante per te e rivivi quel giorno

3.

La tecnica dell’emozione: chiudi gli occhi e torni indietro nel tempo, a quando hai provato quell’emozione spiacevole. La rivivi appieno, ne parli e passo dopo passo, con l’aiuto del terapista, ti liberi dalla negatività di quell’emozione

2.

“Seduta Ipnotica”Richard BerghOlio su tela

(1887)

L’ipnosi richiama il passato per rivivere esperienze che influiscono sul presente. Ecco quattro tecniche

Page 20: O2 PSICOLOGIA 3

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 320

VERO FALSO• Si perde la propria identità

• Si viene privati della propria volontà

• Si sviluppa una dipendenza dal terapista

• Si perde la capacità di reagire

• Si rischia di essere manipolati/sedotti

• Rimane il controllo delle proprie facoltà cognitive

• E’ un’esperienza naturale, simile al “sogno ad occhi aperti”

• E’ un intervento modulato sul paziente• Cura disagi di natura psicosomatica e

psicologica• Stimola immaginazione e creatività

Ambientata nella New York anni ‘40, una vi-vace storia d’ipnosi, di donne, di intrighi e di amori difficili. E proprio le donne sono le pro-tagoniste di una vicenda che ruota attorno ad un’agenzia di assicurazioni, la “CW Briggs”, e al suo proprietario, un infallibile investigato-re, Mister CW Briggs, interpretato dallo stesso Allen, vittima di un incantesimo ipnotico ad opera di un sedicente mago. C.W. Briggs e l’odiata collaboratrice Betty Ann, sotto ipno-si, ruberanno i gioielli di un cliente della so-cietà, scatenando una catena di sospetti, congetture e supposizioni. Partirà così una serrata caccia al colpevole che però si con-cluderà con un colpo di scena sentimentale.

LA MALEDIZIONEDELLO SCORPIONE DI GIADA

RegiaWoody AllenInterpretiW. Allen, H. Hunt, C. Theron, D. Aykroyd, E. Berkley, G. Stebner, B. Markinson, J. Schuck, W. ShawnDuratah 1.43USA 2001

IL FILM

Quanto sei ipnotizzabile?Circa il 15% della popolazione mostra un alto grado di sensibilità all’ipnosi, mentre il 5-10% sembra non essere ipnotizzabile. Il resto della popolazione rientra tra questi due estremi.

O2 WEB SELECTIONwww.amisi.it

Associazione Medica Italiana per lo Studio

dell’Ipnosi

Page 21: O2 PSICOLOGIA 3

La volontà di una persona può, con l’energia del suo sforzo, agire sull’essere spirituale di un’altra persona, entrare in lotta e sottoporla alla propria possenza

Paracelso

Nel 1957 fu praticato il primo intervento chi-rurgico in ipnosi, senza anestesia. Questo dato può far riflettere sulle grandi potenzialità di una tecnica a lungo sottovalutata e snobbata dalle accademie del sapere. L’ipnosi può essere im-piegata per la sedazione durante interventi chi-rurgici e odontoiatrici, per correggere disturbi funzionali e neurovegetativi e per attuare la tera-pia del dolore (in ambito anestesiologico, infat-ti, la terapia ipnotica è in grado di ridurre ansia, paura e percezione del dolore in tempi ridotti rispetto all’impiego di farmaci). Ad esempio, l’ipnosi è molto efficace per eliminare la paura del dentista, riducendo il fastidio dell’anestesia locale o inducendo leggere amnesie delle fasi dell’intervento odontoiatrico o ancora, abo-lendo il riflusso gastrointestinale che si attiva in molti pazienti che non tollerano strumenti in bocca. In realtà, l’ipnoterapia è una tecnica

Perché affidarsi all’Ipnosi?

efficace per fronteggiare molti tipi di proble-mi. Disturbi del sonno, disistima, depressione, disordini alimentari, stati ansiosi e attacchi di panico, paure, fobie e disagi di natura sessua-le, sono solo alcuni dei campi applicativi dove si riscontrano gli ottimi risultati dell’ipnosi. A prescindere dalla grande valenza della tecnica ipnotica nei disturbi legati a patologie psico-logiche, c’è anche da sottolineare come questa possa rivelarsi utile per la risoluzione di disagi psicologici meno gravi, come ad esempio la di-pendenza da fumo, l’ansia da performance o il nervosismo prima di un esame. Partendo dai sintomi, si acquisisce la consapevolezza neces-saria per il proprio riequilibrio psicologico, av-vicinandosi sempre più alla causa ed alla radice della sofferenza psichica, affrontandola anche a livello emozionale e avvicinandosi, sempre più, alla guarigione.

L’ipnosi 21

L’ipnosi può essere utilizzata per ridurreansia e paura, ma può contribuire anchea mettere in pratica la terapia del dolore

O2 WEB SELECTIONwww.ciics.it

Centro Italiano di Ipnosi Clinico Sperimentale

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Page 23: O2 PSICOLOGIA 3

COMICOTERAPIARidere fa bene

alla vita e il buonumore fa

bene alla salute. Scopri tutte le

proprietàbenefiche

di unasana risata!

TERAPIE DI SUPPORTO

Dott.ssa Melania Battista

23Comicoterapia

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O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

dotte dall’organismo, sono in grado di poten-ziare l’efficienza del sistema immunitario. In altre parole, il sistema immunitario, nervoso ed endocrino sono interconnessi tra loro e le emozioni e gli stati d’animo positivi possono intervenire in maniera benefica sul nostro sta-to psicofisico. L’uso dell’umorismo e dell’au-toironia, consente l’autodistanziamento dalle condizioni negative, aprendo la porta a nuove forme di autocontrollo e di governo delle si-tuazioni esterne. Occorre, però, considerare che la gelotologia non è una medicina alter-nativa, ma aiuta e completa i metodi di cura di una patologia. D’altro canto l’incapacità di sorridere nelle professioni di cura finisce con l’eliminare quel discreto e sano umorismo alla base della relazione di fiducia tra medico e pa-ziente, determinante nel processo di recupe-ro dalla malattia. E poi ridere non costa nulla e allora perché non provarci? O2 Psicologia ne ha parlato con Jacopo Fo, artista eclettico e scrittore di successo, che ha fatto della risata una vera e propria filosofia di vita.

Terapia del sorriso o della risata, comicoterapia, clown therapy. In qualsiasi modo la chiamiate è oramai indubbio che “ridere fa buon sangue”. E’ grazie alla

recente scienza della “gelotologia” (dal greco ghelos-riso) che oggi possiamo contare su un numero crescente di ricerche scientifiche, il cui unico obiettivo è far emergere la relazione tra risata ed emozioni positive in campo di pre-venzione, terapia, riabilitazione e formazio-ne. La gelotologia affonda le sue radici nella PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), branca della medicina che ha sostanziato la di-retta correlazione tra emozioni e sistema im-munitario, nervoso ed endocrino. Mutamenti nel comportamento possono indurre cambia-menti di umore che, a loro volta, possono ri-percuotersi sulle condizioni di salute dell’in-dividuo. Secondo la gelotologia, per esempio, la risata stimola la produzione di adrenalina e dopamina che, liberando endorfine e ence-faline, sostanze antidolorifiche naturali pro-

”Vi sono tre cose reali: Dio, la follia umana ed il riso.Dato che le prime due oltrepassano la nostra comprensione,dobbiamo fare quello che possiamo con la terza

Dal testosacro Indiano“Ramayana”

24

La GelotologiaLa scienza che scopre la relazionetra risata, emozioni e difese immunitarie

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25Comicoterapia

Intervista a Jacopo Fo

È una mattina con uno splen-dente cielo azzurro e comin-cia la nostra chiacchierata con Jacopo Fo, che ci racconta le sue pratiche di comicoterapia.

Allora Jacopo, che tipo di definizione darebbe della comicoterapia?

Esistono diverse definizioni di comicoterapia, ma quella offerta da Patch Adams è sicuramente la più completa ed immediata. Adams afferma che la co-micoterapia non è una medicina, ma una filosofia, un modo per affrontare la vita con entusiasmo an-che quando, sul proprio cammino, si presentano degli ostacoli da superare. Ogni difficoltà diventa più semplice se affrontata col sorriso.

Secondo la moderna “gelotologia”, quali sono i benefici della comicoterapia?

L’effetto generale della risata è lo stimolo. Gli studi hanno dimostrato che nel sistema cardio-vascolare c’è un aumento della frequenza car-diaca, un vero e proprio esercizio per il cuore. Insieme alla frequenza cardiaca aumenta an-che la pressione del sangue che passa attraver-so le arterie più rapidamente rispetto a quando ci si trova in uno stato di quiete. Quando la risata diminuisce d’intensità, il sistema entra in uno stato di rilassatezza ed il battito cardiaco ritorna gradualmente normale. Inoltre, riden-do si liberano le beta endorfine che, prodotte dal cervello, potenziano il sistema immuni-tario. Questi sono solo alcuni esempi, ma il vero vantaggio è che ridere cambia il modo di sentire il mondo.

In che senso?

Ridere è un’esperienza culturale, filosofica,

L’umanità si prende troppo sul serio:è il peccato originale del mondo.Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere,la storia avrebbe avuto tutt’altro corso

O. Wilde

“Ogni difficoltà diventa piùsemplice se affrontata col sorriso”

“La Risata”Umberto Boccioni

Olio su tela(1911)

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La vita? Meglio prenderla sul ri-dere. Le endor-fine prodotte da una bella risata, rassicurano, al-leviano lo stress e ringiovaniscono la pelle, perché si libera l’energia vitale più pro-fonda. Questa è una delle basi dello ‘Zen oc-cidentale’. Se-condo Jacopo Fo ridere, oltre a essere diverten-te, galvanizza le difese immunita-rie, solletica i vasi linfatici, è afro-disiaco, libera-torio, allarga la mente, ci distin-gue dalle mac-chine e ci rende simili agli dei.

IL LIBRO

Guarire Ridendo

AUTOREJacopo Fo

ANNO1997

EDITORE Mondadori

spegne il cervello razionale, lo travolge annul-lando i suoi vincoli emotivi e liberando tutte le energie che abitualmente si consumano pensan-do. Energie che il corpo sfrutta per rigenerarsi. Ed è in quegli attimi privi di autocontrollo razio-nale che abbiamo una percezione più aperta del nostro essere parte integrante del mondo stesso.

E’ a conoscenza di qualche caso in cui l’applicazione della comicoterapia, a supporto della medicina tradi-zionale, ha portato a risultati positivi?

Quando si parla di guarigione bisogna stare molto attenti. E’ facile trasformare eventi isolati in una specie di “casistica dei miracoli”. Quello che sappiamo per certo, però, è che la comico-terapia stessa parte dall’esperienza positiva vis-suta dal suo fondatore, il giornalista americano Norman Cousins che, affetto da spondilo ar-

trite anchilosante, decise di curarsi con una te-rapia a base di vitamina C e risate. Ogni giorno assisteva a spettacoli clownistici e cabarettistici, passava il tempo leggendo libri di barzellette, guardando film comici e candid camera. Dopo sei mesi scoprì d’essere guarito. Ma questa è un’ esperienza singola, in cui il processo di guari-gione non può essere protocollato. Voltaire diceva che l’arte della medicina consiste nel far divertire il paziente, mentre la natura cura la malattia. Cosa pensa di questa frase?

Credo che sia assolutamente vero e perfettamente in linea con le recenti scoperte scientifiche, secondo le quali, se c’è una partecipazione emotiva positiva del paziente, ogni cura funziona meglio. In questo contesto diventa fondamentale il ruolo del medico e la capacità di creare empatia con il paziente.

JACOPO FO

Jacopo Fo negli anni 80 fonda a Gubbio la Libera Università di Alcatraz. Un centro culturale immerso nel verde dove, oltre a trascorrere una sana vacanza, è possibi-le seguire corsi “non tradizionali” tra cui lo “yoga demenziale”. <<E’ una disciplina

che ha scelto, come maestri spirituali, la gioia e il piacere>> - afferma Fo - . <<Lo yoga demenziale accoppia il meglio della civiltà occidentale: un sano laicismo, il rigore della sperimentazione, il training autogeno, con quello delle civiltà orientali: la meditazione trascendentale, le arti marziali, le tecniche yoga. Perchè tutta la saggezza dei due mon-di può essere riassunta in un’unica gigantesca risata!>>.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 326

“Ogni singolo uomo è una fonte inesauribile di comicità. Ridere è importante soprattutto

perché provoca un particolare stato di coscienza che è di per sé positivo”

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27Comicoterapia

A proposito del rapporto medico-paziente, secondo Patch Adams, simbolo della comicoterapia, la vena clownistica rappresenta una porta di accesso alla sof-ferenza dell’altro. E’ d’accordo?

Ridere consente al medico di entrare in con-tatto con il paziente, abbattendo le barriere della subordinazione ed il pudore della sof-ferenza. La comicità ride delle certezze della mente razionale e dunque ci fa essere più in-clini all’ascolto dell’altro. Ridendo si diventa più sensibili. La risata, insomma, ci aiuta ad accogliere il dolore con maggiore serenità, è questo il vero aspetto terapeutico.

Come si impara a ridere ogni giorno?

Occorre guardarsi dentro e trovare il lato co-mico in ognuno di noi. Ogni singolo uomo è una fonte inesauribile di comicità. Ridere è importante soprattutto perché provoca un particolare stato di coscienza che è di per sé positivo. Non posso scoppiare a ridere se il mio umore non è disponibile a farlo. Quando

guardiamo un comico, e sappiamo che ci farà ridere, entriamo in uno stato emotivo di attesa felice e giocosa. Se non entriamo in questo sta-to, ridere è impossibile. E ogni risata ci induce a calarci sempre più in questo atteggiamento aperto e leggero. In un crescendo di spensie-ratezza che ci fa arrivare, nei casi migliori, al famoso “fou rire” (riso folle ndr). Occorre-rebbe esercitarsi avendo presente questo stato emotivo.

Che rapporto c’è tra la risata e la morte?

La relazione non è negativa e non c’entra nulla con la mancanza di rispetto per il dolore legato ad una perdita. Ridere crea una coscienza diversa del proprio rapporto con la vita e con la morte. Ingenera il sospetto che sotto le apparenze, il mondo sia diverso, suggerisce altri valori esisten-ziali. Ridere del mistero ci permette di contem-plarlo senza restarne accecati. Perchè ridere è la nostra porta verso il mistero. Ridere è il mistero. Ridere è Dio. Per questo ridere è zen. Anzi, come dicono alcuni maestri, ridere è lo ZEN.

O2 WEB SELECTIONwww.jacopofo.com

Il sito ufficialedi Jacopo Fo

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Basato sulle più recenti ricerche scientifiche, questo libro dimostra che fare un regalo o baciare la persona che ami sono medicine più efficaci contro l’influenza dell’aspirina (e anche più piacevoli). E che non è vero che i ricchi vivono più a lungo, ma di sicuro le persone permalose e poco socievoli muoiono come mosche. Una volta apprese le co-noscenze strabilianti dello yoga demenziale, il tuo sguardo diventerà luminoso come un’esplosione atomica. Perché ridere è l’unica speranza, la grande magia, la medici-na che rende il tuo sistema immunitario tanto brutto, sporco e cattivo che i virus prefe-riscono andare in vacanza in fonderia piuttosto che incontrarti.

IL LIBROYoga Demenziale

AUTOREJacopo Fo

ANNO2009

EDITORE Fazi

Hunter Adams, ap-pena adolescen-te, dopo un ten-tativo di suicidio v iene r icovera-to in un ospedale psichiatrico, dove scopre la sua in-nata propensione ad aiutare gli al-tri. Quando viene dimesso il suo piú grande deside-rio è quello di di-ventare un medi-co per dare vita a un ospedale della gioia dove la tera-pia del sorriso è la cura giusta. Il film, tratto liberamente dall’autobiogra-fia del medico sta-tunitense Hunter “Patcfh Adams”, è stato nominato agli Oscar come miglior colonna so-nora originale.

IL FILM

PATCH ADAMS

RegiaTom ShadyacInterpretiR. Williams, D. Lon-don, M. Potter, P. S. Hoffman, B. Gunton, E. Albertini Dow, I. P. Hall, F. L. McCain, H. Presnell, D. Kuhn, P. Coyote, J. Greene, M. Jeter, H. Gould, B. BohneDuratah 1.55USA 1998

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 328

In Italia la comicoterapia viene intro-dotta in via sperimentale negli anni 90. Nel 1997, all’ospedale Meyer di Firenze, il russo Vlad Olshansky promuove il progetto “Soccorso

Clown”, basato sull’esperienza della Clown Care Unit di New York. Da allora, grazie ai risultati raggiunti dalla comicoterapia, come trattamento coadiuvante nel processo di gua-rigione dei pazienti, le associazioni che pro-muovono questo tipo di approccio all’interno degli ospedali si sono via via moltiplicate. Nel 2008 il Governo italiano ne riconosce l’im-portanza, stanziando 2 milioni di euro per interventi finalizzati al sostegno degli orga-nismi del terzo settore impegnati in attività di comicoterapia.Queste alcune delle associazioni che pro-

La comicoterapia in ItaliaDue milioni di euro a sostegno delle onlus impegnate nella promozione della comicoterapia

muovono la comicoterapia in Italia

• www.soccorsoclown.it

• www.theodora.org

• www.clowns.it

• www.viviamoinpositivo.org

• www.medicuscomicus.org

• www.veronicasacchi.it

• www.ilnasointasca.org

• www.dottorsorriso.it

• www.riderepervivere.it

• www.lamoledelsorriso.it

• www.clownmarameo.it

• www.magicacleme.org

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La bellezzadel Benessere

Il Comitato Internazionale di Estetica e di Cosmetologia (CI-DESCO), fondato nel 1946 a Bruxelles e presente in oltre 30 paesi nel mondo, rappresenta oggi la più grande associazio-ne internazionale nel settore dell’estetica e della cosmetolo-gia. Il CIDESCO ITALIA, fondato nel 1950, è attualmen-

te rappresentato dal suo Presidente, il Dr Andrea Bovero. In ambito formativo CIDESCO ITALIA ha attivato un Corso di Alta Forma-zione Universitaria per Operatore dell’Estetica e del Benessere (in collaborazione con l’Università di Bologna, Polo di Rimini) e organizza regolarmente corsi teorico-pratici, avvalendosi di docenti qualificati nei settori Beauty & Wellness. Nell’ambito della propria attività istituzionale, CI-DESCO ITALIA ogni anno realizza un importante Congresso Nazionale, un’occasione irrinunciabile per entrare in contatto con i principali espo-nenti del settore ed apprendere le ultime novità scientifiche in materia di bellezza e benessere. Il tema del prossimo congresso sarà pubblicato sul sito web www.cidesco.it.

29Cidesco

ESTETICAPubblired

azionale

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IL LIBRO

Comunicare la bel-lezza e il benessere

AUTORIAndrea BoveroMaria Teresa Ascioti

ANNO2009

EDITORE Tecniche Nuove

Chi comunica bel-lezza e benessere, oltre alla compe-tenza tecnica del prodotto o del ser-vizio, deve essere in grado di trasmette-re anche la valenza culturale delle scien-ze affini, intese come mezzo di appaga-mento dei nuovi bisogni interiori. Il libro é arricchito da un’avvincente dis-sertazione sull’evo-luzione storica della bellezza nei secoli (dalla preistoria al terzo millennio) e da approfondi-menti di antropo-logia e psicologia della bellezza, im-portanti per com-prendere il rappor-to esistente tra il significato estetico del corpo e alcu-ni comportamenti tipici dell’uomo. Vengono inoltre af-frontate tematiche relative alle ultime tendenze del setto-re cosmetico, senza trascurare il ruolo dei sensi come strumenti di apprendimento.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 330

Il miglioramento del nostro aspetto este-riore induce delle conseguenze a livello psicologico e sociale, ripristinando una situazione di benessere, che si ripercuote sull’intero organismo. Questa afferma-

zione può essere convalidata sperimentalmente? Come è possibile misurare il benessere? Il progetto di ricerca I.S.A.C. (Integrated Sensorial Approach in Cosmetics) nasce nel 2008 con l’obbiettivo di mettere a punto un protocollo per studiare le rela-zioni esistenti tra l’ansia, l’autostima e i trattamenti Beauty & Wellness (B&W). Il progetto, ideato dal Dr. Andrea Bovero, è stato realizzato dall’Istituto Internazionale Scienze del Benessere, in collabo-razione con CIDESCO ITALIA e la Sez. di Psi-cologia dell’Università di Ferrara. La prima fase sperimentale del progetto si è svolta presso quattro centri estetici associati CIDESCO ITALIA. La valutazione di ansia e autostima è avvenuta me-diante test psicologici, ai quali si sono sottoposti 102 volontari prima e dopo i trattamenti. L’analisi dei risultati ha confermato che tra i trattamen-ti cosmetici e il benessere psicologico esiste una

strettissima relazione, dal momento che dopo un semplice trattamento i volontari manifestano una diminuzione dell’ansia e un aumento dell’autosti-ma. La seconda fase del progetto I.S.A.C. è stata realizzata presso l’Anhembi Morumbi University di San Paolo (Brasile) grazie a un accordo di colla-borazione firmato tra gli enti coinvolti. Per studiare in modo completo i cambiamenti psico-fisici che avvengono nel nostro organismo quando ci sot-toponiamo ai trattamenti B&W, è stato messo a punto un protocollo che ha consentito di valuta-re, oltre alle variazioni di ansia e autostima, anche una serie di parametri fisiologici. In seguito ad uno specifico trattamento al viso, tutti i volontari dello studio hanno presentato una riduzione dell’ansia e un aumento dell’autostima associati a una diminu-zione della frequenza cardiaca, del ritmo respira-torio e della pressione arteriosa. I risultati di questa seconda fase della ricerca hanno confermato che il benessere può essere misurato e che esiste una correlazione diretta e dimostrabile tra “migliora-mento” dell’aspetto esteriore e “sensazione” di benessere psico-fisico.

Ansia & Autostimapre-post cure di bellezzaQuando sentirsi belli fa sentire meglio

Foto Marco M

ioliPubblired

azionale

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ARMONIA

A lezione di Yoga

Respira profondamentee libera la menteEmy Blesio Gayatri Devi, Guru dello Yoga, parla delle sue esperienze…

“Si parla tanto dello Yoga, ma molti ignorano cosa sia vera-mente. Nell’immaginario comune si pensa a gambe incro-ciate, posizioni sulla testa, acrobatismi straordinari. Oppu-re a stati fenomenici, levitazioni, esperienze extracorporee, divinazioni. O ancora, alla cosiddetta New Age con i fanta-

siosi Idro Yoga, Laughing Yoga, Yoga Bike, Yoga Trekking e le varie auree, i tunnel azzurri e nuvolette rosa. Ebbene il vero Yoga, è altro. Qualsiasi splendido fiore non è che una cosa morta se è senza radici. Può sì durare giorni, magari con qualche pro-dotto che ne allunghi la freschezza, ma alla fine diventa solo una cosa secca e sterile. Al contrario, una pianta con delle buone radici può crescere e donare profumati fiori e gustosi frut-ti. Quindi, il mio interesse, dovuto a un’esperienza quaran-tennale nello Yoga, è di far conoscere lo Yoga tradizionale, con buon spessore. Una disciplina antica in grado di evolversi, senza perdere la sua peculiarità.”

Emy Blesio MahamandaleshwarYogacharini Pandit Gayatri Devi

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32 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

La Conoscenza vede la medesima natura in ogni cosa e in tutti gli esseri animati o i cosiddetti inanimati…L’ignoranza ne vede solo una parte e la scambia per il Tutto…

Hari Om

O2 WEB SELECTIONwww.confederazioneyoga.it

C.U.I.D.Y. Confederazione Ufficiale Italiana Di Yoga

Dalla parola sanscrita al messaggio

L a parola Yoga ha il significato di unione, controllo, proviene dal-la radice sanscrita yuj = aggio-gare, unione, vincolo. Jugit è il giogo che si fissa sul collo dei

buoi per guidarli e attaccarli all’aratro. Yoga, quindi, indica l’insieme delle tecniche che con-sentono l’unione, il congiungimento del corpo, della mente e dell’anima con la propria Essen-za e il controllo delle proprie pulsioni.Colui che segue e pratica il cammino dello Yoga è chiamato yogi o yogin, le donne sono dette yogini. Ma è un termine più recente per-ché in origine, chi praticava lo Yoga, era solo l’uomo. Lo yoga è una scienza che a poco a

poco cambia il praticante dall’interno, con consapevolezza, e, cambiando dentro, cam-bia anche tutto l’ambiente che lo circonda. Il mahatma Gandhi diceva “Sii il cambiamento che vorresti negli altri”. E proprio questo è uno dei messaggi dello Yoga, che val la pena di esse-re seguito. Il percorso sul sentiero dello Yoga, può sembrare arduo e impegnativo, perché non è facile migliorare se stessi. Ma, in com-penso, dà quella consapevolezza che permette di vedere il mondo con occhi diversi, tolleran-ti, rispettosi, pieni di amore.Perché tutto quello che ci circonda fa parte di un’unica grande anima, di un unico immenso respiro.

Congiungere corpo, mente eanima con la propria essenza

Lo yoga è una scienza che a poco a poco cambia il praticante dall’interno e, cambiando dentro, cambia anche tutto l’ambiente che lo circonda

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33A lezione di Yoga

“I Panchamahabhuta”Emy BlesioOlio su tela

(1996)

Bhagavad Gita

AUTORESarvepalliRadhakrishnan

EDITOREUbaldini

ANNO1964

La Bhagavad Gita è il poema sacro più popolare e amato tra gli induisti, per i concetti etici e spiri-tuali che espone con un’altissima intuizio-ne lirica. Si tratta del testo base della fi-losofia spiritualistica dell’India. È costituito da 18 capitoli e 700 versi, si presenta sot-to forma di dialogo ed è inserito come VI libro in un’opera molto più ampia: il Mahabharata.Anche se non si può separare la Bhaga-vad Gita dal pro-prio contesto (il Ma-habharata) per una maggiore compren-sione della stessa, essa costituisce tut-tavia un’opera a pieno titolo che può essere letta indipen-dentemente.

IL LIBROEMY BLESIO

La maestra Emy Blesio, Mahamandaleshwar Yogacharini Pandit Gayatri Devi, è Pre-sidente dell’International Yog Confederation. E’ stata la prima donna in India a essere eletta Presidente per quanto riguarda lo Yoga, oltre a essere fondatrice e

presidente della CUIDY Confederazione Ufficiale Italiana Di Yoga, della The World Com-munity of Indian Culture & Traditional Disciplines e di Suryanagara, scuola internazionale di yoga e cultura indiana. Una Guru d’eccellenza, dunque, con alle spalle oltre qua-rant’anni di ricerche. La sua fama travalica i confini del mondo-yoga, e investe i media, ansiosi di conoscerla attraverso congressi, simposi, festival, riviste e giornali. Contesa da emittenti nazionali e internazionali, per parlare di Yoga e della cultura indiana, Emy ha preparato per “O2 Psicologia” lo speciale che state leggendo, dedicato agli appassio-nati dell’antica disciplina indiana, ma anche ai curiosi, ai dubbiosi e a chi è sempre alla ricerca della verità.

Potreste partecipare a qualche evento di Emy, tanto per cominciare. E’ creatrice del grande Festival dell’India: l’Oriente incontra l’Occidente, in una formula unica in Europa, lo propone con successo in varie città d’Italia e all’estero. Ha pubbli-

cato vari libri e manuali tra cui: Surya Namaskara Samkranti, Il Gatto, La Luce Azzurra. Da una decina d’anni si occupa della Formazione Internazionale Insegnanti Yoga in Ita-lia e all’estero, e sta terminando un libro sul LilaYoga, lo yoga per bambini, che prende in considerazione i piccoli da quando sono ancora nel pensiero dei genitori fino all’ado-lescenza (passando attraverso il lavoro sul concepimento, la gestante, la puerpera, il neonato, l’età scolare e molto altro). Propone viaggi studio e di formazione in India e in altre nazioni adatte alla ricerca spirituale.

COME SAPERNE DI PIÙ?

WEBRADIO

MUSICA CONSIGLIATAPER LA LETTURA

www.zenradio.fm

GURU D’ECCEZIONE PER O2 PSICOLOGIA

Emy Blesio Intervistata da O2 Psicologiaal Salone Internazionale del Benessere di Ischia

CORSI, EVENTI E YOGA PER BIMBI

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Le radici dello Yoga pescano nella scienza e nel profondo pensiero dei sacri testi vedici, che hanno una datazione approssimativa di 6000 anni.

Lo Yoga è uno dei sei punti di vista (Dharsha-na), sistemi ortodossi della filosofia hindu, ma nel contempo li comprende tutti. Trova le sue regole nella più recente codificazione (Ashtan-ga Yoga) a opera del saggio Patanjali: gli Yoga Sutra, che vengono datati da 400 anni prima di Cristo a 400 anni dopo Cristo. Da non con-fondere con quello che è chiamato in occidente Ashtanga Yoga, diffuso nel secolo precedente dallo Yogi Pattabhi Jois, e che più precisamente è l’Ashtanga Vinyasa Yoga. Ci sono molte in-terpretazioni nella classificazione di aspetti del-le varie tipologie dello Yoga. La caratteristica della società moderna è appunto quella di utiliz-zare piccole parti di questa profonda scienza e dilatarle fino al parossismo, sia per semplificare le difficoltà di un percorso molto impegnativo, sia per una ricerca di risultati economici faci-

li e soddisfacenti. Già nell’estratto dal grande poema epico Mahabharata, la Bhagavad Gita, che è la parte più nota del testo citato, parla di tre linee tradizionali: Bhakti Yoga (lo Yoga della devozione), Karma Yoga (lo Yoga dell’azione senza attaccamento al risultato), Jñana Yoga (lo Yoga della conoscenza) . Segue il Raja Yoga citato da Patañjali che riprende i sei passi della Maitry Upanishad con l’aggiunta degli yama e niyama, e l’Hatha Yoga che fa parte del Raja Yoga. Se l’Hatha Yoga viene considerato una disciplina fisica, il Raja Yoga è una disciplina mentale e afferma che la mente ha una gran-de potenza. Come i raggi del sole concentrati attraverso un prisma possono tagliare l’acciaio, i raggi liberi della mente, quando vengono riu-niti e concentrati in un punto, sviluppano una grande potenza, che permette di avere accesso all’intuizione, alla conoscenza più profonda.Da queste linee classiche e sperimentate, c’è una proliferazione di tante linee, consistenti e non con-sistenti, che sono solo delle elaborazioni e piccole parti delle quattro tradizionali radici Yoga.

Storia e Linee dello Yoga

Cos’è il Karma? Il Karma è come l’Oceano… qualsiasi cosa butti nei suoi flutti, finisce poi col tornare alle tue rive…

Hari Om

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Scuola Internazionale di Yoga, cultura e discipline

orientali

34 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Scienza e pensiero con radici lontane 6000 anni

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36 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Vivi il presente! A volte per l’ansia di arrivare in vetta, ci perdiamo la bellezza del percorso…

Hari Om

“D opo una mia conferenza, che ho tenuto in un congresso di Yoga e Ayurve-

da, è seguito un dibattito con il pubblico.Una signora mi disse che era stata forte-mente disillusa dallo scorretto comporta-mento del suo Guru.La signora era giunta alla conclusione che lo Yoga non portasse a buoni risultati ed era in dubbio se continuare a praticare oppure lasciare tutto.Allora le raccontai una mia analoga espe-rienza. All’inizio del mio percorso nello Yoga, dopo parecchie delusioni , avevo interrotto, le mie pratiche yogiche.Mentre mi trovavo in montagna salivo pensosa, meditando sul da farsi, percor-rendo la stretta strada che costeggiava un torrente impetuoso, dalle acque limpi-de e azzurrine. Giunsi in una valle e lì tro-vai un montanaro che stava smielando.

Aneddoto sullo yoga

Sapevo che in famiglia soffrivano spesso di raffreddori e il miele di rododendro era l’idea-le. Decisi di comperarne un vasetto.Però, il baffuto montanaro, ne aveva solo da un chilo.Era un po’ troppo visto che si usava solo in caso di necessità.Ma il vecchio mi tranquillizzò dicendomi che, essendo un miele purissimo, poteva conser-varsi anche una decina d’anni. Bastava che lo travasassi in vasetti più piccoli e ne aprissi uno per volta.Metto il chilo di miele nello zaino e mi avvio verso l’esterno della baita, quando la sua voce mi raggiunge sulla soglia: “Bada però di usare vasetti ben puliti perché, anche il miele più puro, in vasi sporchi, va a male.”Mi bloccai sulla porta come colpita da una folgorazione.Mi era diventato tutto chiaro: Non era lo Yoga sporco… ma il contenitore!Da quel momento ho ripreso a praticare e ora, dopo più di 40 anni, lo sto ancora facendo.”

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The World Community of Indian Culture &

Traditional Disciplines

Riflessioni di Emy Blesio su yoga e occidente

Lo Yoga è una via per la realizzazione della persona, che può essere ugualmente percorsa da credenti e

non credenti, seguaci di ogni confessione

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“Me n s s a n a in c o r p o r e sano”, sos tenevano gli antichi ro-mani. Ma noi

possiamo anche dire, “Corpore sano in mens sana”.Il collegamento del corpo con la mente e l’ani-ma, si può constatare sin dalle prime pratiche fisiche che svelano come viene coinvolto il pra-ticante in senso olistico (in ogni sua parte). Lo Yoga ha una grande forza che agisce sia a livello fisico sia a livello psichico. “Hatha” significa potenza, equilibrio, ma esprime anche le due polarità dell’essere umano. “Ha” significa in-fatti Sole, Calore, Terra, Polo Positivo, e “Tha” significa Luna, Freddo, Cielo, Polo Negativo.

Perché lo yoga?

Gli esercizi Yoga hanno dunque il compito di equilibrare e dominare le forze contrapposte del nostro organismo. Molto importante è il praticarlo con costanza, anche pochi minuti ogni giorno, e la salute, la pace interiore, scaturiscono naturalmente. Mai essere rigidi però, se non è possibile praticarlo con regolarità, è inutile crearsi sensi di colpa che annullerebbero la pace interiore. Sì ho parlato di pace interiore, ma non pensate allo Yoga come a una religione perché sarebbe un concetto erroneo. Lo Yoga è una via per la realizzazione della persona, che può essere ugualmente percorsa da credenti e non creden-ti, seguaci di ogni confessione, senza entrare in conflitto con il proprio credo e le proprie idee.

37A lezione di Yoga

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Women International Network

Trova la via per la tua realizzazione

Vedere al di là della Forma consente di arrivare al Principio Senza Forma

Hari Om

Gli esercizi Yoga hanno il compito diequilibrare e dominare le forzecontrapposte del nostro organismo

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Lo Yoga viene trasmesso da maestri, i Guru, ai discepoli. “Gu” significa oscurità e “ru” significa luce. Pertanto il Guru dovrebbe ri-muovere l’oscurità e portare la luce nella vita del discepolo. Nell’India antica il discepolo viveva a stretto contatto con il Guru e lo serviva con devo-zione; in questo modo assorbiva il sapere e la conoscenza del suo maestro divenendolo a sua volta. E questo accade anche oggi. Il mae-stro e/o maestra ha il dovere di trasmettere la conoscenza al suo discepolo come a un figlio e di dargli la possibilità di camminare da solo.Deludenti sono quei maestri che non voglio-no dare la conoscenza, ritenendola cosa loro.

Che non favoriscono la crescita dei loro allie-vi. Che consegnano la scienza dello Yoga con il contagocce. E deludenti sono però anche quegli allievi che stanno vicino al maestro solo per prendere. Perché è dallo scambio che nasce la conoscenza. A dire il vero, tutti gli esercizi fisici dello Yoga vengono descrit-ti nei vari testi classici, alla portata di tutti, ma sappiate che, le esperienze, le istruzio-ni precise, la filosofia, la scienza dello Yoga vengono trasmesse dai maestri che li evolvo-no continuamente. Con l’amore da ambo le parti e il non attaccamento, si può dire che lo Yoga, sebbene legato alla tradizione, sia una scienza viva.

Sii grato alla luce che ti è stata data… e non lamentarti se ti costa fatica tenerla costantemente accesa e luminosa…

Hari Om

38 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

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Pubbliredazionale

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2 0 1 2FUTURO

La fine del mondo,l’inizio di una nuova era o semplicemente una gran voglia di cambiamento?Dott.ssa Melania BattistaDott.ssa Carmela Maria Barbaro

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42 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

ri, crisi economica mondiale, decadenza lenta e progressiva di istituzioni e valori di riferimento. Tutte variabili che hanno prodotto nell’uomo un progressivo senso di insicurezza, l’emerge-re di paure e timori legati alla vita e all’avvenire, ma anche la ricerca di nuovi riferimenti e nuo-ve speranze.Catastrofe o rinascita? O2 Psicologia ne ha par-lato con Roberto Giacobbo, conduttore di “Vo-yager” e vicedirettore di Rai Due, che nel suo libro “2012 la fine del mondo?”, guida il lettore attraverso i grandi misteri e le antiche profezie proponendo, alla fine, una sua originale ipotesi su ciò che potrebbe accadere all’alba del 2012.

Negli ultimi tempi non si fa che parlare di una data ric-ca di mistero e di fascino, ma anche d’inquietudine e di timore: dicembre 2012.

Secondo il calendario Maya, il 21 dicembre del 2012 coinciderebbe con la fine di un’era e del mondo, così come appare oggi ai nostri occhi. Ma dobbiamo davvero aspettare il 2012 col fia-to sospeso? Che cosa ci attende veramente? La nostra è un’epoca di crisi, controversa e ricca di eventi che hanno portato l’uomo ad inter-rogarsi sul senso di ciò che lo circonda. Crisi energetica, divario tra paesi ricchi e paesi pove-

21 dicembre 2012Quale futuro ci attende veramente?

””

Studia il passato se vuoi prevedere il futuro

Confucio

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432012

Intervista a Roberto Giacobbo

Allora, Dott. Giacobbo, dicembre 2012. Perché esiste questo clima di attesa “quasi rovente” rispetto a questa data, ovvero come è potuto accadere che antiche profezie abbiano avuto riflessi così potenti sulla modernità?

Ad un occhio distratto le profezie che rive-lano i possibili accadimenti legati alla data del 2012 possono sembrare solo una serie di coincidenze, ma appaiano molto più coerenti se si guardano con gli occhi di chi le ha an-nunciate. Tutto nasce intorno alla circostanza secondo la quale nel mese di dicembre del 2012 la Terra sarà perfettamente allineata con gli altri pianeti sull’asse del sole, un alline-amento che compare solo ogni ventiseimila anni. Questa particolare congiuntura astrale determinerà, secondo gli antichi profeti, cam-biamenti anche sul nostro pianeta.

La leggenda Maya parla di una nuova era, in cui l’uo-mo ritroverà il contatto con se stesso e con l’universo. Un’era in cui l’uomo sembra chiamato a compiere un salto, ad elevarsi, perché il nuovo ciclo avrà inizio solo quando gli uomini saranno sufficientemente evoluti e integri moralmente, pronti per ricevere la “formula” per salvarsi, questo rispecchia la nostra era?

Beh, sicuramente rispecchia l’attuale momento storico, in cui si ci sta rendendo conto sempre di più che siamo solo ospiti di una “pallina” che galleggia nello spazio buio dell’universo e che, per una serie di fortunatissime coinciden-ze, viviamo condizioni ambientali favorevoli al genere umano. Ma un ulteriore passo in avanti deve essere rappresentato dalla comprensione che le risorse del pianeta sul quale viviamo non sono infinite. Pertanto non possiamo

R o b e r t o Gia-cobbo ci guida attraverso affa-scinanti misteri, rivelati da anti-che civiltà e sto-rici profeti. Una lettura piacevo-le e accattivante accompagna-ta ad una visio-ne ottimistica sul futuro. Un viag-gio che comin-cia dalle pirami-di di Gyza, dalla sfinge ai templi cambogiani e Maya, senza tra-scurare le ultime scoperte scien-tifiche. Proprio queste ultime, documentano come la Terra stia rallentando la sua evoluzio-ne, come si stia indebolendo il suo campo ma-gnetico, come lo strato di ozono si stia assottiglian-do e l’intero siste-ma solare si stia ri-scaldando...

IL LIBRO

2012 la finedel mondo?

AUTORERoberto Giacobbo

ANNO2009

EDITORE Mondadori

Un viaggio tra antiche profezie perscoprire cosa accadrà all’alba del 2012

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consumare più di quanto la Terra sia capace di rinnovare. Ritengo, comunque, che la crisi economica che stiamo attraversando stia por-tando ad un potenziamento delle coscienze umane e alla consapevolezza che la nostra casa non finisce fuori dalla porta, ma che conviene rispettare l’ambiente nella sua interezza, per-ché rappresenta il pianeta su cui viviamo che non è una fonte inesauribile. Secondo i Maya questo aspetto, al quale stiamo già assistendo, sarà il punto di partenza di una nuova era a partire dal 2012.

Cosa hanno in comune i Maya e gli Egizi rispetto alle profezie?

Nel Libro dei Morti degli antichi Egizi, che accompagnava il defunto nel cammino verso la nuova vita nell’aldilà, si legge della fine di un Dio del Male che coincide con un particolare allineamento stellare. Anche in questo caso si pensa alla conclusione di una fase negativa e alla nascita di una nuova era. Più si va indietro

nella storia è più il cambiamento è visto in maniera positiva. I catastrofisti sono

molto più recenti.

Si parla anche di fenomeni fisi-ci che riguardano non solo la

Terra ma anche l’Uni-verso, come l’allinea-

mento del Sole con

il cen-

tro della Via Lattea. Questi eventi possono essere considerati un caso o hanno effettivi legami con alcune delle profezie?

Sono eventi naturali che si verificano ciclica-mente. Di fronte al legame tra i cambiamen-ti sulla Terra e le profezie, attualmente gran parte della gente rimane scettica perché crede di saperne di più rispetto ai nostri antenati. Sarebbe meglio, invece, che ci si mettesse in-torno ad un tavolo per capire come mai anti-che civiltà realizzavano queste ipotesi e cosa si è effettivamente verificato nella storia. Fare questo tipo di ragionamento, con un po’ più di umiltà e confortati dalle conoscenze attua-li, sarebbe importante per l’uomo moderno per non negare le sue origini. Sicuramente nel 2012 ci sarà questa particolare coincidenza astrale e nessuno attualmente può dire cosa succederà davvero, perché sulle conseguenze di questo singolare allineamento stellare, che si è già verificato ventiseimila anni fa, non ab-biamo alcun dato, ma io sono ottimista.

Tornando ai giorni nostri l’abbattimento delle torri gemelle e le sue drammatiche conseguenze sono stati il canto del cigno della società moderna?

No, sono state le evidenze di una serie di in-congruenze politiche a livello mondiale in cui c’è sempre qualcuno che vuole sopraffare l’altro. Forse, oggi, la vera conquista dell’uo-mo sarebbe una maggior considerazione del prossimo, una gestione più oculata delle ri-sorse della Terra e, volendo rifarci ad un detto popolare molto famoso, “ un volemose bene” che salverebbe la pelle a tutti.

Oggi le reazioni a questi eventi si dividono tra i cata-strofismi e gli ottimismi, ma viene illustrata anche una

via di mezzo. Che tipo di soluzioni vengono prospettate? E secondo lei ci saranno più eventi catastrofici o positivi. Insomma ci dovremmo preoccupare realmente?

L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è di noi stessi e di come ci comportiamo. Se

452012

La pauraè una malattia, rimuoviladal tuocuore

dal film“Apocalypto”

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46 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 2

La profezia di Malachia è una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La storia prende le mosse da una visione mistica che San Malachia avrebbe avuto. La profezia fu trascritta nel testo dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus, in cui Ma-

lachia avrebbe descritto, in modo figurato, le successioni papali a partire da papa Ce-lestino II (1143-1144) sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla Terra per riprende-re le chiavi della Chiesa. Secondo questa antica profezia, dopo Papa Benedetto XVI, solo un altro pontefice, Petrus Romanus, “verrà a Roma da terre lontane per incontrare la tribolazione e la morte”. L’attribuzione a Malachia non è tuttavia sicura; il santo visse infatti tra il 1094 e il 1148, mentre il testo della profezia fu pubblicato dal monaco bene-dettino Arnold Winon solo nel 1595.

LA PROFEZIA DI MALACHIA

Un’antica profezia Maya narra che quando tutti e tredici i cristalli esistenti nel mondo verranno riuniti inizierà, per il genere umano, un nuovo

ciclo di conoscenza e di elevazione, un’epoca nuo-va che porrà fine al mondo come oggi lo conoscia-mo. I teschi di cristallo sono antichi manufatti Maya, risalenti ad epoche lontanissime che sono stati ritro-vati in molte zone del Centro-America. Costruiti con il cristallo di quarzo, il materiale è ritenuto ricco di qualità mistiche, in grado di stimolare l’amigdala, la ghiandola posta alla base del cranio, che control-la le emozioni umane. Numerosi esperimenti hanno confermato che i teschi provocano effetti simili a stati alterati di coscienza.

LA PROFEZIA DEITESCHI DI CRISTALLO

Secondo i seguaci del movimen-to New Age, sorto nel tardo XX secolo nel mondo occidentale,

l’umanità e il pianeta Terra vivono in un’epoca di profondi mutamenti, che porteranno ad una nuova consapevo-lezza. In questa ottica il 2012 è consi-derato il periodo di transizione verso un nuovo progresso spirituale. Questa data è, secondo la profezia, il ponte che porterà la fine dell’Era dei Pesci e l’inizio dell’Era dell’Acquario.

LA PROFEZIA DELL’ERA DELL’ACQUARIO

LE ANTICHEPROFEZIE

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472012

I Maya si servivano di 3 calendari per misurare il tem-po: il Tzolk’in, un calendario molto antico di tipo reli-gioso che prevedeva 260 giorni; un calendario sta-

gionale, che seguiva il sole e durava 365 giorni; infine il calendario noto come il Lungo Computo, che durava 1.872.000 giorni (5.125 anni circa). Secondo la profe-zia, un Grande Ciclo – e precisamente il Quinto- ebbe inizio l’11 agosto del 3114 a.C. e terminerà con il solsti-zio d’inverno, proprio il 21 dicembre del 2012, nel mo-mento in cui anche un “Grande Ciclo” di 26.000 anni giungerà al termine. Secondo alcuni ricercatori i ca-taclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya fu-rono causati da una inversione del campo magneti-co terrestre, dovuto ad uno spostamento dell’asse del pianeta. La Terra, infatti, subirebbe periodicamente una variazione dell’inclinazione assiale rispetto al pia-no dell’ellittica del sistema solare. Anche nel 2012 po-trebbe verificarsi un fenomeno simile. Lo spostamento dell’asse cambierebbe il clima in ogni luogo e porte-rebbe conseguenze anche distruttive sull’habitat ter-restre.

LA PROFEZIA MAYA

Gli antichi egizi aveva-no profonde conoscen-ze astronomiche, tanto

da riuscire a costruire le pirami-di perfettamente orientate verso i quattro punti cardinali, nonostan-te le insufficienti strumentazioni dell’epoca. Le costruzioni seguo-no le stelle che compongono la costellazione di Orione. Nel Libro dei Morti, posto all’interno delle piramidi per accompagnare i de-funti nel percorso verso l’aldilà, si profetizza la fine di un ciclo e l’ini-zio di una nuova era che coinci-derebbe proprio con l’anno 2012.

GLI ANTICHI EGIZI

Nell’Apocalisse di Giovanni, ultimo libro della Bibbia, viene descrit-to uno scenario catastrofico che porterà alla fine del mondo. Tra i personaggi più noti ci si imbatte nella “Donna vestita di sole”, con

la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. Alcuni studiosi della Bibbia hanno trovato forti accostamenti di questa imma-gine con quelle presenti in altre culture: ad esempio le 12 stelle descritte si accostano ai dodici segni zodiacali. Del libro sacro è stato elaborato un codice di interpretazione, Codice Genesi, secondo il quale si preve-dono eventi catastrofici per l’anno ebraico 5772, che corrispondereb-be proprio al prossimo 2012.

LA PROFEZIA DELL’APOCALISSE

PROFEZIE

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dovesse succedere qualcosa, sono sicuro sarà positiva. Anche solo una presa di coscienza del fatto che per vivere in mezzo agli altri oc-correrebbe ragionare tutti insieme sul nostro futuro, sarebbe già una circostanza positiva. Oggi abbiamo la concezione secondo la quale una volta chiusa la porta di casa nostra non ci interessa più quello che c’è fuori, invece non è così. Siamo collegati l’un l’altro, il benesse-re di ciascuno dipende dall’altro. Tuteliamo le storie personali, i singoli ambienti e il mon-do intero, ma occorre farlo con coscienza e soprattutto senza mire espansionistiche e di sopraffazione.

Come spiega il successo del suo libro “2012 la fine del mondo?”, nell’idea della caducità della vita che è dentro ciascuno di noi, oppure c’è altro?

Credo che il successo del mio libro sia da at-tribuire alla positività del messaggio che ho voluto lanciare. Non esistono campagne pub-blicitarie che tengano. Ho messo insieme 59 fonti bibliografiche e mi sono permesso di ragionare in maniera positiva. 2012 ha supe-rato le 150mila copie vendute perché offre al lettore una prospettiva positiva.

Credere o non credere, ad ognuno la libertà di scelta, ma in tutto questo come possiamo cogliere la positività del messaggio?

Noi dobbiamo assolutamente essere coscienti della nostra posizione sulla Terra e capire che siamo in un equilibrio sorprendente. Un mio vecchio amico una volta disse che non solo sia-

mo sul pianeta giusto, ma che se paragoniamo la Terra ad una cipolla la parte vivibile del Globo è rappresentata solo dal primo strato esterno della cipolla stessa. Quindi dobbiamo solo essere più consapevoli della fortuna che abbiamo, pensan-do che se dovesse succedere qualcosa di nuovo, gli antichi ci dicono che sarà un cambiamento positivo. Sinceramente preferisco credere a loro che ai moderni catastrofisti che, quando ho avuto modo di intervistarli, mi hanno candidamente confessato che le loro conclusioni non erano basate su ricerche scientifiche, ma su una serie di sogni. Da allora ho capito che gli antichi sono molto più saggi di alcuni moderni scrittori.

Qualche consiglio pratico per preparasi a questa data?

Stare sereni, perché ricordiamoci che se mai dovesse arrivare la fine del mondo, a meno che qualcuno non abbia costruito una casetta sulla Luna, c’è poco da fare. Tanto vale rimanere tranquilli ed affrontare questo momento che, secondo me, sarà assolutamente positivo.

A proposito dei temi affrontati da O2 Psicologia, cosa pensa Roberto Giacobbo del benessere? Ed in particolare del benessere psico-fisico?

Il benessere psicofisico è’ fondamentale per-ché chi sta bene con se stesso sta bene con gli altri. Il vero nostro problema è trovare un equilibrio tra mente e corpo. Il nostro corpo è una scatola in cui dobbiamo viverci per tutta la vita. Più dura la nostra scatola, più duriamo noi. La normalità, intesa come equilibrio, è se-condo me una conquista dell’uomo moderno.

“L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci è di noi stessi e di

come ci comportiamo. Se il 2012 dovesseriservarci qualcosa di nuovo, sono sicuro

sarà un cambiamento positivo”

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TRA INVIDIAE GELOSIAL’ARTE DI ESSERESE STESSI NELL’IN-CONTRO CON L’ALTRO

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MenteSENTIMENTI

C’era una volta, in un tempo non molto lontano, chi, per doti di natura, vizi o virtù, si ritrovava ad essere il più bello o la più bella del reame, come spesso accade nelle favole. Ma non solo. Mettendo da parte la fantasia, può succedere anche nella realtà, che bellezza, bravura e bontà coincidano e contribui-

scano a far risplendere l’immagine di chi, per sorte o per arbitrio, si ritrova ad esser padrone di queste qualità. Non si tratta della principessa invidiata dalla corte, né del personaggio dei fumetti che tante volte abbiamo sognato di essere. Stavolta, si tratta della vicina di casa, del collega in ufficio, del nuovo arrivato in comitiva o di chiunque possa far scattare in noi un senso di competizione e rivalità, pervasi da emozioni negative. Così ci ritroviamo a competere con immagini ideali o idealizzate, di fronte alle quali non è difficile provare vissuti di impotenza, solitudine, isolamen-to, inadeguatezza, invidia, gelosia. Nel rischio dell’incontro ci si può sentire sconfitti, giudicati, umiliati, abbandonati, rifiutati, inadeguati. Invidia e gelosia sono entrambi sentimenti distruttivi che nascono dal confronto con l’altro e ci mostrano una nostra mancanza, portandoci ad attaccare ed aggredire. Per difenderci da questo confronto de-vastante, che ci pone di fronte ai nostri limiti e alle nostre mancanze, possiamo reagire tentando di distruggere ciò che noi sentiamo di non poter essere o di non poter avere, ma questa reazione non ci farà certo stare meglio. L’alternativa è scegliere di arricchirci nella differenza con l’altro, creare un rapporto di confronto e scambio che possa ri-dimensionare e farci apprezzare la sua diversità, anche nei casi in cui possa sembrare “migliore di noi”.

Specchio, o Specchiodelle mie Brame,chi è la più Belladel Reame?

51Tra Invidia & Gelosia

Gestire i sentimentinegativi per star bene con se stessi e con gli altriDott.ssa Maria FrandinaPsicologa e Counsellor

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Emozione, sentimento e passio-ne si alternano, si scambiano, si intrecciano in maniera articola-ta nella persona gelosa a secon-da delle sue caratteristiche di

personalità, della capacità di autocontrollo-subli-mazione e a seconda del contesto. Nella gelosia, l’altro diventa strumento di soddisfazione di un nostro bisogno, un oggetto nella relazione. L’al-tro e la relazione stessa, sono funzionali al sod-disfacimento dei nostri bisogni. Non possiamo permetterci di affidarci all’altro, di fidarci di lui e di illuderci di esercitare il nostro potere, il nostro controllo sull’altro, sulla relazione. In realtà, noi stessi siamo vittime di meccanismi di cui non sia-mo consapevoli e che non riusciamo a control-lare. Maggiore è la forza, la continuità temporale e l’intensità con cui si manifestano i compor-tamenti e le dinamiche della gelosia, tanto più avviene in noi il pasaggio dalla gelosia “sana” a

quella patologica, fino ai casi più esasperati (la diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo vero e proprio). La gelosia si sviluppa lungo un con-tinuum che non ci permette di vedere l’altro, di incontrarlo in un tempo reale, nel qui ed ora del-la relazione. In quanto gelosi non ascoltiamo l’al-tro, cerchiamo conferme ai nostri sospetti, non ci sentiamo liberi di poterlo incontrare come persona con le sue scelte, ma ne pretendiamo il possesso come fosse un oggetto. Questo avviene perché, la gelosia, in tutte le sue manifestazioni, è sempre associata alla perdita reale o immaginata di un “oggetto d’amore” ritenuto ormai defi-nitivamente conquistato (Giusti, 1987). Se non ci sentiamo scelti sempre in maniera assoluta e totalizzante, se abbiamo la sensazione di perde-re il controllo su ciò che consideriamo nostro, ci sentiamo rifiutati, abbandonati e il possesso dell’altro diventa l’unica soluzione per colmare il nostro senso di vuoto.

Quando “Ti Amo” vuol dire “Sei Mio”La gelosia

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 352

””

Gelosia, infinita incertezza di sé

RossanaRossanda

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L’invidia, come la gelosia, è un fenomeno che da sempre caratterizza la storia dell’uo-mo. È un sentimento che nasce dalla domanda “Se lei

sì, perché io no?”, per trasformarsi in una escla-mazione del tipo “Se io no, allora neanche lei!”. Alla base dell’invidia vi è una mancanza, che vie-ne messa in evidenza dal confronto con l’altro che possiede ciò che noi desideriamo. L’invidia nasce dal confronto tra la propria nullità avvertita in quel momento e la grandezza dell’altro, un con-fronto schiacciante, un confronto del tutto o del nulla. Sentiamo di non avere più una via d’uscita, non vediamo più le nostre risorse, le nostre poten-zialità, le nostre possibilità. Non possiamo metterci in gioco perché non abbiamo le carte giuste, allo-ra non ci resta che barare. Nell’invidia il desiderio si trasforma in odio e rabbia verso chi ha ciò che noi desideriamo o vorremmo avere, ma sentiamo di non poter avere. All’interno del processo che ci porta a provare invidia, possiamo distinguere alme-

no quattro momenti fondamentali che vanno dal “vedere” al “vedere male”, cioè dal confrontarsi alla spinta aggressiva, secondo questo schema:

1. confronto;2. nascita del desiderio;3. sentimento di vuoto;4. spinta aggressiva.

Un crescendo psicologico e interiore che può de-terminare grande frustrazione e disturbare anche il normale andamento della nostra vita quotidiana. Tutto parte da un’evidenza: è tramite l’altro che af-fermiamo noi stessi. Il confronto ci pone di fronte all’altro e al contempo di fronte a noi stessi, l’altro diventa il nostro specchio. Solo dopo aver visto, dopo esserci confrontati con l’altro, nasce la con-sapevolezza della nostra mancanza, da cui, ap-punto, scaturiscono sentimenti di frustrazione, inferiorità, umiliazione che ci portano a “vedere male”, ad invidiare, ad esprimere la nostra rabbia svalutando il nostro rivale.

L’ invidia“Se lei sì, perché io no?”

53Tra Invidia & Gelosia

“Invidia”Giotto

Affresco(1305)

La sua pienezza ha creato in me un vuoto.Quel vuoto è l’invidia

Francesco Alberoni

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L’esperienza della mancan-za è molto profonda nel comportamento umano, inevitabilmente ognuno di noi si trova a confrontarsi

con il proprio vuoto. Riconoscere che invidia e gelosia, così come tutti i “sentimenti negativi”, sono insite nella natura umana, significa edu-carci a sentire questi sentimenti. Non vi sono emozioni negative se non quelle non sentite. È, infatti, proprio quando ci neghiamo di sentire ed esprimere un’emozione che questa resta blocca-ta, sfociando spesso in comportamenti disfun-zionali. Riconoscere ciò che sentiamo, al con-

trario, è il primo passo per scoprire un’energia che ci appartiene, lasciandola fluire, educando i sentimenti. La gelosia e l’invidia devono essere riconosciute, comprese, educate, piuttosto che represse, negate, additate. “Trasformare la gelo-sia paranoica in gelosia afrodisiaca” significa “fare in modo che non sia più il mostro dagli occhi verdi descritto da William Shakespeare, ma parte del gioco di seduzione di alcune coppie” (Pasini, 2003). Così come trasformare l’invidia malevola in invidia buona significa mettersi in gioco, sentirsi emulati, migliorarsi, crescere. L’altro non è più qualcuno da distruggere, ma una ricchezza: Se lui può…Posso anche io!

Dal “Sono… ma vorreiessere” al “Sono e posso essere”

La forza positiva deisentimenti negativi

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 354

La paura che nessuno ci possa proteggere e il sospetto di essere abbandonati e rifiutati sono gli incubi dell’infanzia, ma anche i fantasmi della maturità

Carotenuto

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La diversità è una ricchezza e come tale va vissuta. Invidia e gelosia nascondono un no-tevole potenziale creativo che non deve essere negato, ma

deve essere coltivato per aumentare il pro-prio empowerment e arricchire il proprio “essere” nel mondo. La forza distruttrice del rancore può trasformarsi in energia vi-tale, ma ciò richiede il sentirsi come agente dei propri sentimenti, l’entrare in contatto con il nostro sentire, attraversandolo, acco-gliendolo. Imparare ad accogliere le emo-

zioni significa trasformare la grande energia che vi è alla base della spinta vitale, cana-lizzandola in azioni positive. Le emozioni sono come una sorgente d’acqua che sgorga senza fine dentro noi; non costruire gli argi-ni significa rischiare che le nostre emozioni possano “inondarci”, trasformandosi in una forza distruttrice. Al contrario, educare le emozioni significa costruire gli argini per far scorrere il fiume emozionale dentro di noi, per permettergli di portare l’acqua lì dove ce n’è bisogno, affinché i campi seminati possa-no fiorire.

La cura

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 356

Se sono diverso da te, lungi dal ferirti, ti apprezzo ancor di più

Antoine de Saint-Exupéry

Dal Rancore all’Energia Vitale. Diventa protagonista e riappropriati dei tuoi sentimenti

Educare le emozioni significa costruiregli argini per farle scorrere dentro di noi, senza

permettere che possano inondarci

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SI NO• Reprimere sentimenti/emozioni• Sentirsi colpevoli• Chiudersi in se stessi• Demonizzare invidia/gelosia• Alimentare il rancore

• Educa sentimenti/emozioni• Riconosci sensazioni negative• Comprendi motivi di invidia/gelosia• Cogli il potenziale creativo di invidia/gelosia• Ricava Energia Vitale

Invidia e gelosia

Uno dei più potenti antidoti contro gli attacchi da invidia e gelosia è la propria auto-stima. Una riserva di be-nessere da coltivare e pre-

servare per essere soddisfatti di noi stessi, indipendentemente dalle sfide che la vita ci pone e dai confronti rispetto ai quali uscia-mo sconfitti. Alcune piccole attenzioni ine-renti al nostro modo di porci nei confronti delle cose, possono facilitare di molto il rag-giungimento di una buona autostima. Ad esempio, consigliamo il passaggio dal devo al posso, dal giudizio al fatto, dalla colpa alla responsabilità, dal sempre all’ora, dal

tutto al qui, semplici passi fondamentali nel cammino verso la riscoperta di sé. Ricono-scere i propri bisogni, desideri, emozioni, li-miti e risorse e saperli esprimere in maniera adeguata diventa fondamentale per il proprio senso di autoefficacia, la propria capacità di essere assertivi ed il benessere psicofisico. Ma soprattutto significa essere protagoni-sti del proprio agire, del proprio “essere nel mondo” in maniera autentica. Il cammino, e non la meta (su cui spesso si corre il rischio di focalizzarsi quando si parla di obiettivi) di ciascuno di noi, deve condurci ad una vita il più possibile aperta alla possibilità di essere, divenire, appartenere.

COME GUARIREDA INVIDIA E GELOSIA

TRE PAROLE CHIAVE PER STARE BENE• ESSERE, autostima, sicurezza, sfera fisica, psicologi-

ca, sociale, spirituale.• DIVENIRE, capacità di raggiungere scopi ed

obiettivi autonomamente prefissati, appagamen-to, aspirazioni.

• APPARTENERE, il modo e la possibilità che l’indivi-duo e l’ambiente si integrino e si nutrano vicende-volmente (Giusti, Iannazzo, 1998).

Tra Invidia e Gelosia 57

La gelosia è un misto d’amore, d’odio, d’avarizia e d’orgoglio

AlphonseKarr

Ma qual e’ il vero antidoto per guariredai sentimenti negativi?... L’autostima

Page 58: O2 PSICOLOGIA 3

L’angolo della lettura

Nell’atrio della Signoria

giaceva un enorme

blocco di marmo.

Molti artisti aveva-

no cercato di lavo-

rarlo invano, e dopo

diversi tentativi, era rimasto abbando-

nato nel cortile, scalfito in diversi

punti e con un enorme buco da

un lato, residuo di uno dei tanti

artisti. Alla vista di quel mar-

mo Michelangelo ne rimase

colpito e iniziò a scolpirlo e

a lavorare proprio intorno a

quel buco, creando così il

David, opera d’arte tra le

più famose. La stessa cosa

accade nella vita dell’uo-

mo: cresciamo “plasmati”

da tante persone, che spes-

so ci lasciano dei “buchi”.

Ognuno di noi, dalla nascita

ha un proprio “buco” con il qua-

le confrontarsi. Diventare artisti della

propria vita significa fare di quel buco

un’opera d’arte, costruire intorno a

quel vuoto proprio come ha fatto Mi-

chelangelo.

Angelo Mercurio

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 358

Quando parlaredi patologia?

Tra odio e amore

I nvidia e gelosia sono presenti in tut-ti noi e ci accompagnano fin dalla nascita. Sono emozioni complesse le cui radici profonde si intrecciano. Alla base di questi due fenomeni vi

è un vuoto da colmare, una forte insicurezza, sentimenti di frustrazione. Il desiderio frustra-to può ritornare attraverso comportamenti disfunzionali. Il passaggio dalla “normalità” alla “patologia” avviene quando i sintomi provocano un disagio marcato o interferi-scono significativamente con le normali abi-

tudini della persona, con il funzionamento lavorativo, con le attività quotidiane, con

le relazioni sociali. Quando le conse-guenze di questi sentimenti comin-ciano a invalidare la nostra esistenza, allora il grado di rilievo del problema diventa patologico.

Page 59: O2 PSICOLOGIA 3

L’invidia virtuale

I l terzo millennio è alle porte e, con lui, i nuovi pericoli pronti a minac-ciare il nostro equilibrio interiore e la stima che faticosamente con-quistiamo giorno per giorno. Tra

le minacce, prima in classifica, una nuova e pericolosa forma di invidia che nasce dal bombardamento mediatico e del mondo web. Lo sviluppo di una società sempre più telematica ha, infatti, portato alla nascita di quella che possiamo definire l’invidia vir-tuale. Se prima il termine di confronto era rappresentato esclusivamente dal vicino di casa, dal compagno di banco o dal collega in ufficio, oggi abbiamo possibilità infini-te di confronto restando seduti davanti allo schermo della nostra televisione o del no-stro computer. Se non siamo sufficiente-mente consapevoli dei meccanismi che ci

sono dietro lo schermo, il confronto virtua-le rischia, però, di essere una fonte di grande frustrazione, alimentando la nascita di desi-deri e bisogni che restano insoddisfatti. La realtà mediatica ci mostra migliaia di beni, la cui esistenza a volte è reale, a volte è addi-rittura virtuale. Ciò nonostante, in noi nasce la voglia di possedere, e non poter avere ciò che ci appare come desiderabile, aumenta il nostro senso di frustrazione ed impotenza, oltre che rabbia, odio e rancore. Bisogna difendersi da questi attacchi virtuali con la consapevolezza che la televisione, così come l’universo web, nasce con l’intento e lo scopo di rendere appetibili e desiderabili i suoi prodotti, ad esempio spacciando la per-fezione estetica del corpo come un valore. Occorre puntare all’autostima che è molto di più del risultato della nostra forma fisica.

Tra Invidia e Gelosia 59

Cosa fare quando il confronto nasce da modelli immateriali

La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo

Françoisde LaRochefocauld

La realtà virtuale ci mostra migliaia di beni, la cui esistenza a volte è reale, a volte è addirittura virtuale

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1. Esserefigliounicosignificaessere:

a. Più viziatob. Più fortunato c. Più solod. Più amato

TEST

3. Iltradimentoè:

a. Una sceltab. Un rischio c. Una possibilitàd. Qualcosa da temere

2. Se nell’ambiente di lavoro un tuo collega riceve un complimento in tua presenza, tu…

a. Resti indifferenteb. Ti senti sminuito c. Condividi e riconosci il valore dell’altrod. Ti senti irritato

4. Spessoticapitadi:

a. Non riuscire a regolare le emozioni, esprimen-dole sempre e comunque

b. Restare impassibile anche di fronte a forti emozioni c. Esprimere ciò che senti naturalmente,

tenendo conto del contestod. Non riuscire ad esprimere ciò che senti e

“scoppiare” poi all’improvviso

6. Quandoiltuopartnerritarda:

a. Diventi curioso/a b. Il tuo desiderio si trasforma in apprensione c. Aspetti naturalmente d. Ti arrabbi

7. I tuoi bisogni…

a. Sai riconoscere i tuoi bisognib. Riconosci i tuoi bisogni, ti lamenti nel vederli

insoddisfatti c. Riconosci i tuoi bisogni, li esprimi e ti adoperi

per soddisfarli d. Haidifficoltànelriconoscereituoibisogni

8. Al lavoro il capo assegna a un altro un incarico che aveva promesso a te

a. Incassi il colpo b. Ti senti tradito e lavori male c. Gli chiedi spiegazioni in maniera assertiva d. Trovi il modo per vendicarti

9. Marito e moglie devono dirsi tutto?

a. Solo le cose indispensabili b. Si, se ci sentiamo in colpa nel non dire c. No, ognuno può sentirsi libero di custodire

la propria intimità d. Si, qualsiasi cosa

5. Uncassettochiusoachiaveè:

a. Un misterob. Un invito irresistibile c. Un giardino segretod. Una verità nascosta

10. Untuocollegahaunsuccessodilavoro:a. Resti indifferenteb. Ti senti inferiore, impotente, incapace c. Pensi:“Celapossofareancheio!”d. Senti rabbia ed irritazione e fai di tutto per

rendergli difficile il lavoro

TEST Invidia oGelosia?

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11. Seottieniunsuccessoouninsuccesso:a. Pensi di essere stato fortunato o sfortunato b. Tendi ad attribuirti i meriti o le responsabilità c. Attribuisci ad altri meriti e responsabilità d. Ti senti giudicato e colpevole

12. Setivienechiestoinprestitoqualcosacuitieni:a. Presti ciò che ti viene chiesto, ma chiarisci

quanto è importante per te che ti venga restituito

b. Presti ciò che ti viene chiesto, ma pensi che non ti venga restituito

c. Ti fidi ciecamente e non hai problemi a dare qualsiasi cosa

d. Tendi a rifiutare, perché hai paura che non ti venga restituito

13. Internetè:a. Un modo per conoscere amici b. Un “luogo” dove si può giocare qualsiasi ruolo c. Uno strumento utile d. Una fuga, un’alternativa alla realtà

22. Ammirarequalcunosignifica:

a. Naturaleb. Sentirsi impotentec. Avere una spinta in più per migliorarsi d. Far di tutto per danneggiarlo

20. Desideriebisogninascono:a. Dall’incontro con l’altrob. Da stimoli esternic. Dalla scoperta del proprio séd. Dai mass media

19. Staresoliè:a. Una possibilitàb. Una condizione obbligatac. Una sceltad. Una condanna

18. Controllareè:a. Una perdita di tempob. Una curiositàc. Un’ossessioned. Una sana abitudine

17. Fidarsiè:a. Un rischio b. Una possibilitàc. Libertàd. Pericoloso

16. Laseparazione:a. Può accadere b. Va evitata c. È normale d. Una disgrazia

15. Idesiderisono:a. Realizzabilib. Impossibilic. Una spinta per agired. Una fuga dalla realtà

14. I tuoi spazi, il tuo tempo…

a. Pensi che ci siano momenti in cui è importante stare soli, altri in cui stare in compagnia

b. Pensi che gli altri non abbiano mai tempo per te c. Hai uno spazio in cui nessuno può “sbirciare” d. Tendi ad invadere spesso lo spazio degli altri

21. Essereinvidiatiè:a. Una condizione di disagiob. Meglio che invidiarec. Una possibilitàd. Un’aspirazione

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TEST

62 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Calcolate ora il punteggio attribuendo 2 punti ad ogni risposta A, 3 punti ad ogni risposta B, 1 punto ad ogni risposta C e 4 punti ad ogni risposta D.

Profilocorrispondenteinbasealpunteggio

Sommate i risultati degli item: 1*3*4*5*6*9*12*14*16*17*18*19*20.

Se il punteggio è minore di 20 Chiedetevi perché la gelosia non vi appartieneLa gelosia, che pure è un sentimento naturale, non sembra far parte delle vostre emozioni. Eccessiva sicurezza o scarso senso di appartenenza? Una forma di difesa oppure una piena fiducia verso se stessi e l’altro? A voi il compito di riflettere e trovare la giusta risposta.

Se il punteggio è compreso tra 20 e 40La gelosia è per voi il giusto ingrediente che alimenta il desiderioLa vostra gelosia rientra in quel sentimento naturale che proviamo per ciò che ci appartiene. Siete sufficientemente sicuri di voi e la gelosia è solo una molla per alimentare quel gioco di coppia che accresce il desiderio e la passione.

Se il punteggio è maggiore di 40Occupatevi della vostra gelosiaTendete a controllare le persone che vi stanno accanto e a non fidarvi pienamente del vostro partner. Spesso cercate conferme ai vostri sospetti più che ascoltare veramente l’altro. Tollerate male la solitudine e il senso di frustrazione legato al rifiuto. Non riuscite a godere dell’amore dell’altro. Possedete una grande sensibilità e il vostro grado di au-tostima è alla continua ricerca di conferme.

Sommate i risultati degli item: 2*4*7*8*10*11*13*15*20*21*22.

Se il punteggio è minore di 15Chiedetevi perché l’invidia non vi appartieneL’invidia, sebbene rientri in un sentimento naturale, non vi appartiene. Vi accontentate di ciò che avete o di ciò che siete e non vi guardate intorno, oppure siete fieri e felici di voi stessi anche nel confronto con l’altro.

Se il vostro punteggio è compreso tra 15 e 30L’invidia è per voi quella molla che vi spinge ad essere miglioriLa vostra invidia rientra in quel sentimento naturale che nasce nel confronto con l’altro. Può essere una spinta per migliorarsi in cui l’altro non è un nemico da sconfiggere, ma un modello da emulare. Il successo per l’altro può essere il giusto ingrediente per farvi pensare che anche voi ce la potete fare.

Se il punteggio è maggiore di 30Occupatevi della vostra invidiaL’incontro con l’altro è per voi una continua sfida. Avete difficoltà a seguire i vostri bisogni e i vostri desideri. L’altro ha sempre qualcosa in più di voi o in qualche modo è migliore di voi. Non riuscite a godere delle vostre risorse e delle vostre ricchezze. Il vostro senso di inadeguatezza vi porta ad attaccare l’altro, danneggiando spesso anche voi stessi.

Risultati Sei Geloso o Invidioso?

Dott.ssa Maria FrandinaPsicologa e Counsellor

Page 64: O2 PSICOLOGIA 3

&

Page 65: O2 PSICOLOGIA 3

&Benessere

LavoroUna delle mete piùambite dal genere umano:coniugare l’ambito lavorativo conil proprio benessere in piena armonia

DOSSIER

A cura di Cristina Condello

Page 66: O2 PSICOLOGIA 3

Se ti stai chiedendo come stress, fatica e impegno professionale siano conciliabili col puro relax, molto probabilmente è quello che hai sempre sperato, ma non

sei mai riuscito ad attuare. In realtà, il rappor-to tra l’esperienza lavorativa ed il proprio be-nessere potrebbe essere molto positivo, se non si riducesse il tutto a due terreni inconciliabi-li e senza nulla in comune. Partiamo dal no-stro contesto sociale. Siamo protagonisti di un tempo pieno di comodità e, sicuramente, rispetto a quarant’anni fa, viviamo situazioni che appagano molti bisogni. La casa, l’auto, il cellulare, il computer, le vacanze e molto al-tro. Nonostante ciò, parlando con le perso-

Amici o nemici?Scopri come conciliare illavoro con l’armonia tra mente e corpo

ne, quasi tutte, ti confessano che: “No, non sto bene... mi manca qualcosa”. Si respira un senso di insoddisfazione latente. I ritmi di vita e la velocità del quotidiano ci fanno perdere di vi-sta i valori veri. Ed ecco che, negli ultimi due anni, abbiamo assistito al fenomeno del forte incremento dei centri benessere, delle SPA, dei centri termali ed estetici, con numeri in con-trotendenza rispetto all’andamento dell’eco-nomia generale. Finito il lavoro ci tuffiamo in un mondo ovattato, dove poterci prendere cura di noi stessi. Dunque le persone sembra-no decise a “curare” incertezze, paura del futu-ro e ansia da mutuo con creme, oli profumati, bagni di vapore e coccole. Il primo passo ver-so una reale ricerca dell’armonia psicofisica.

O2 WEB ADDRESS

L’indirizzo web dell’Accademia del

Benessere“Formazione & Benessere”

www.accademiadelbenessere-kondel.it

Page 67: O2 PSICOLOGIA 3

67Benessere & Lavoro

La rivalità tra Benessere eLavoro comincia dalle parole

Dall’etimologia alle emozioni

Solo pronunciare la parola benes-sere ci fa sentire meglio. Si af-facciano alla mente immagini e sensazioni positive: rilassamento, tranquillità, cura, vitalità, salute,

equilibrio, positività, affettività, pace, silen-zio. E’ uno stato che coinvolge tutti gli aspetti

BENESSERE

dell’essere, difatti il significato etimologico della parola ben-essere, riguarda lo “stare bene” nella sua accezione globale, inerente allo stato fisico, emotivo, mentale, sociale e spiri-tuale. In ognuno di noi scatta automaticamen-te il richiamo a ricordi, sensazioni e immagini positive e rilassanti.

IL FILM

L’Attimo Fuggente

Regia Peter WeirInterpreti R. Williams, R.S. Leonard, E. Hawke, J. Charles, G. Hansen, D. Kussman, A. Ruggiero, J. Waterston, N. Lloyd, K. Smith, C. BelverDurata h 2.09USA 1989

I metodi assolu-tamente insolit i di un nuovo inse-gnante di mate-rie umanistiche, John Keat ing, sono considerati con timore e sgo-mento dal presi-de Nolan e dalle famiglie. Keating affascina la sua classe non solo per intelligenza e simpatia: per lui la poesia, sopra ogni altra cosa, è il fulcro per far na-scere e sviluppare lo spirito creativo e per “liberare” nei ragazzi le pre-messe migliori per le loro scelte.Oscar per miglior s c e n e g g i a t u r a originale (1989), David di Donatel-lo 1990 per miglior film.

Page 68: O2 PSICOLOGIA 3

68 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa, traen-done un vantaggio economico. Già l’etimologia del termine lavoro riporta al latino “labor”

con il significato di fatica. Sono noti i detti della letteratura classica “durar fatica” e “ope-rar faticando”, così come, ancora oggi, in al-cuni dialetti si utilizzano i termini “faticare”,

LAVORO

“andare a faticare” per intendere “lavorare” e “andare a lavorare”. Altro termine dialettale si-nonimo è travaglio, dal francese “travail” (per es. in piemontese “lavorare” si dice “travajè”). Nelle parole è insito un richiamo negativo, al termine “lavoro”, spesso affiorano in noi emozioni ostili, quali fatica, disagio, contrasto, conflitto, paura, frustrazione e, in questo caso, i sostantivi si sprecano.

IL LIBRO

Un bizzarro e ge-niale ‘presidente’ riunisce su un’iso-la sette ragazzini, ognuno con una passione: Hilary adora le scatole e i contenitori, Hans è un disegnatore di nuvole, Javier è fissato con le scale, Victoria è speciali-sta in meccanica e non resiste di fronte a una ruota, Etienne non pensa ad altro che a fare traslochi e Thomas è esperto di tutto ciò che può unire due oggetti. Sper-duti, inventivi e ap-passionati come piccoli Leonardo da Vinci, i ragazzi dell’isola dovran-no far lavorare fan-tasia e ingegno per affrontare i disastri di una tempesta. Ma solo unendo le forze riusciranno a farcela, perché non serve essere bravi in qualcosa se non si è in siner-gia con gli altri.

Ultime notizie dagli uccelli

AUTOREErik Orsenna

ANNO2006

EDITORE Salani

Page 69: O2 PSICOLOGIA 3

I NUMERI DEL BENESSERE

15%

16275

L’aumento di fatturato dell’industria del Benessere negli ultimi 2 anni

Miliardi di euro, la spesa media per il Benessere negli ultimi anni

Euro la spesa annuale pro capite per la Bellezza

La richiesta forte di benessere nasce da un bisogno, quasi un grido, una richiesta d’aiuto pro-veniente dal mondo aziendale e non solo. Il bisogno di stare

bene, il bisogno di essere riconosciuti ed ap-prezzati come persone. Il benessere psicofisi-co è importante anche per rendere il massimo, dal punto di vista lavorativo. Il bene-essere, il bene-stare, il rispetto per l’uomo nella sua uni-cità, il prendersi cura di sé, il considerare i pro-pri ritmi, il concedersi spazi di vita pura, sono

la parte fondamentale della nostra giornata. Se ci illudiamo di non considerare questi aspetti, soprattutto nell’organizzazione dei tempi e dei modi della nostra attività professionale, prima o poi i nodi arriveranno al pettine. Insoddisfa-zione, frustrazione, ansia, sono sintomi molto diffusi quando non si riesce a conquistare il benessere sul posto di lavoro. Lo confermano ricerche europee e statunitensi sul tema della produttività legata alla salute. La sfida è renderci consapevoli che non serve solo lavorare duro, ma anche coinvolgere, con-

Conquista il benesserenel lavoro

69Benessere & Lavoro

Passione entusiasmo e consapevolezza tiaiutano ad affrontare la giornata in maniera positiva

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70 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Il nuovo trend del benessere: formazione a 360°. Dalle aziende alle professionalità i corsi su misuraL’Accademia del BenEssere www.accademiadelbenessere-kondel.it propone formazione esperienziale ed emozionale. Progetti formativi che si occupano a 360° della persona. Soluzioni concrete per le aziende, e le persone che ne fanno parte, finalizzate a migliorare i risultati indivi-duali e di gruppo attraverso l’apprendimento emozionale, potenziando i talenti delle persone. Promuove la cultura del benessere come strumento di crescita.

Alcune aree di Intervento eMenù dei Percorsi Formativi Emozionali

Benessere organizzativoGenerare il benessere in azienda e negli spazi di lavoroObiettivi condivisi, risultati condivisiIl Tutor aziendale: far crescere le proprie “umane risorse”Valutazione dello stress da lavoro correlato

Benessere personale-professionaleIl Potere della Vision, imparare a sognareLeader di se stessi e della propria aziendaDelegare in modo efficaceSviluppo delle potenzialità personali e professionali attraverso il coaching

MarketingIl marketing multisensorialeIl marketing della piccola impresa in tempi di crisiPremiare, incentivare, fidelizzare per migliorare la motivazioneAscoltarsi per ascoltare, con il suono

VenditeLa vendita e l’ascolto emozionaleL’Estetica nella venditaLa neuro-venditaQualità del servizio, ovvero l’arte della seduzioneDai preliminari… al contatto telefonico, l’approccio seduttivo al cliente

Team BuildingVibrazioni giocose e Armonia di gruppoImprovvisazione teatrale & comunicazione interpersonaleValorizzare il potenziale della musica nello sviluppo della mente umanaMontare in sella… team building out doorDimensione buio, migliorare le relazioni interpersonali senza pregiudizi

Pubb

lired

azio

nale

Page 71: O2 PSICOLOGIA 3

dividere, rispettare. Lavorare assecondando la nostra natura, il nostro mondo interiore senza troppe forzature. Concetti ed approcci che, oggi più che mai, sono assolutamente determinanti. Bisogna generare motivazione per se stessi e per gli altri. E’ questo il carbu-rante che serve per raggiungere ogni tipo di obiettivo, personale ed aziendale. La mancan-za di obiettivi chiari e condivisi è, in molti casi, il dato più riscontrato nelle aziende. La motivazione è la molla che consente alle per-sone, appartenenti ad una organizzazione, di

71Benessere & Lavoro

arrivare ai risultati, superare i traguardi e sen-tirsi vincenti. Tradotto: generare Benessere. Il lavoro va considerato come una risorsa, anche per la nostra crescita emozionale e umana. Iniziamo a pensare di lavorare ricercando ne-gli altri rapporti umani, alimentando in noi stessi la voglia di collaborare e condividere con gli altri qualcosa che va oltre la fredda relazione professionale. Qualche volta tra-sformiamo la necessità in virtù e impariamo ad amare ciò che facciamo, perché, in qualche modo, è parte di noi.

Page 72: O2 PSICOLOGIA 3

Il silenzio, l’aria leggera, i passi che ri-suonano sulle strade di basalto grigio secolare, mentre lo sguardo spazia su-gli uliveti e sulle vigne. Macchie di cor-bezzoli e di lavanda e la memoria di un

passato mai dimenticato. Questa è l’atmosfera che si respira in terra campana, nel Sannio, a Telese Terme in provincia di Benevento, sug-gestiva località rinomata per le acque termali dai poteri curativi. Nell’antico borgo presso l’Aquapetra Resort & Spa, tra il fascino di ogni

pietra tagliata a mano e tra i tetti rivestiti dagli antichi coppi, il benessere fisico e mentale ha trovato la sua attuale dimora.L’opportunità di lasciare il quotidiano alle spal-le per dedicarsi solo al proprio benessere, qui diventa possibile. Perché, oggi più che mai, l’uomo è alla ricerca di nuovi spazi nei quali ri-fugiarsi e sentirsi finalmente bene anche solo per pochi giorni. L’importante è staccare da tut-to e tutti con una sola imprescindibile priorità: se stessi. L’incantevole struttura, inaugurata nel

Tra il fascino delle pietre tagliatea mano e i benefici delle acque termali,

il benessere psicofisico ha trovato la sua dimoraPubb

lired

azio

nale

72 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

LUXURY SPA

WEBSITE

L’indirizzo web di Aquapetra

Resort & Spa

www.aquapetra.com

Page 73: O2 PSICOLOGIA 3

73Aquapetra Resort & Spa

2008, è stata realizzata nel pieno rispetto dei se-gni architettonici e con la massima attenzione per il più raffinato design. Al riparo dalla pietra, l’avanguardia in tema di benessere ha raggiunto livelli massimi per dare alla bellezza del corpo e della mente la sua completa espressione. Così l’architetto Domenico Tartarone, progettista con il suo staff di Aquapetra Resort & Spa, pre-senta la struttura, non troppo lontana dal quoti-diano, ma luogo dell’anima. Quando si entra ad Aquapetra Resort & Spa, si riscopre la saggezza dei classici e il fascino di sentirsi in armonia con se stessi e con il mondo.La Spa è uno spettacolo da esplorare, un vero e proprio inno all’acqua e al suo straordinario potere. Una realtà unica fatta di aromi, luci, im-magini e colori e insieme un sogno in cui si è i protagonisti. Complici di questa magia senza tempo e senza spazio sono i trattamenti benes-sere garantiti dalla Spa. Si va dalla cura del viso e del corpo con interventi mirati a base di so-stanze naturali, a giornate interamente dedicate al relax o a programmi speciali, studiati in sin-tonia con le diverse stagioni. Abbandonarsi alle cure intelligenti proposte dal Resort vuol dire recuperare l’ essere umano nella sua comples-sità secondo natura. Ed è proprio la natura che

ad Aquapetra fa da padrona. Pace e relax sono le parole che meglio descrivono l’atmosfera che si respira nel borgo.L’appuntamento con il benessere, ad Aqua-petra, continua a tavola, dove la dedizione al piacere è assoluta. “La Locanda del Borgo”, il ristorante del Resort, è la perfetta armonia di sapori che anche i palati più esigenti possono apprezzare. Ognuno incontrerà il suo gusto. Ogni nostra pietanza è sintesi dei sapori tipici della tradizione campana.Per assaporare Aquapetra Resort & Spa in tutte le sue sfumature, non resta che mettersi in viaggio alla volta di Telese Terme. Viverlo dall’interno equivale ad immergersi in un mon-do di emozioni e benessere, per dar corpo ad un’esperienza indimenticabile. Ancora oggi negli occhi profondi e intelligenti dei sanniti di Aqua-petra si possono incontrare i guerrieri valorosi del passato o i formidabili pastori che traman-dano in ogni luogo i segreti della loro arte. Tra chi riflette aspettando l’alba o chi beve una tisana nella notte stellata, svetta il campanile quasi a ri-correre dei desideri oggi irraggiungibili. Chi si la-scia tentare dalle meraviglie di Aquapetra Resort & Spa scoprirà che non c’è modo più appagante per dedicare tempo al proprio essere.

Chi scorge una differenza tra spirito e corpo non possiede né l’uno né l’altro

OscarWilde

Pubbliredazionale

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Page 75: O2 PSICOLOGIA 3

PROBLEM SOLVING

Il Problemaè mio e lorisolvo io!

75Problem Solving

Raggiungere gli obiettivie risolvere i problemi èuna questione di metodo.Pochi semplici passiper una tecnica alla portata di tutti

Dott. Roberto CavalierePsicologo e Psicoterapeuta

Page 76: O2 PSICOLOGIA 3

tematica o l’informatica, ma in tutte le aree in cui ci si tro-vi a dover fronteggiare del-le problematicità pratiche, professionali, organizzative e relazionali. Si tratta di gesti-re situazioni difficili, stress, problemi di comunicazione e anche di coppia ma, in real-tà, non esistono campi pre-cisi di applicazione, perché ogni situazione può ingene-rare difficoltà e quindi avva-lersi del “Problem Solving”. In base all’ambito di utiliz-zo, vi sono strumenti e me-

todologie diverse che aiuta-no ad inquadrare al meglio il problema, per analizzarlo e risolverlo. Possono esservi strumenti che meglio si adat-tano alle organizzazioni, altri agli insegnanti, al coaching e tecniche consigliate nella psi-coterapia, nella crescita per-sonale. Nonostante ciò, esi-ste una base comune a tutti i processi di Problem Solving. Pochi semplici passi fonda-mentali che ti aiuteranno ad affrontare e risolvere qualsia-si tipo di problema.

Av e r e o ac-qu i s i r e ca-p a c i t à di P r o b l e m Solving si-

gnifica, in realtà, riuscire a raggiungere i propri obiet-tivi. La “soluzione dei pro-blemi”, come suggerisce la traduzione in italiano, con-siste nell’abilità di risolvere difficoltà di diversa natura. Questa dimestichezza viene considerata un’arte da appli-care non solo in ambiti facil-mente intuibili, quali la ma-

L’arte che ti semplifica la vita

76 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

IL LIBRO

Un libro per l’au-t o f o r m a z i o n e , coinvolgente, di-vertente ed istrut-tivo, da leggere sia sotto l’ombrellone d’estate che nelle aule delle universi-tà oppure a casa insieme agli amici o in riflessiva solitu-dine. Un libro sulla percezione che, attraverso i giochi, aiuta a risolvere problemi di varia natura, dalla vita quotidiana ai di-sagi professionali o legati all’attività di studio per pre-pararsi ad esami e concorsi. Più di 200 esercizi e rompica-po, corredati da soluzioni ed esem-pi, invitano a riflet-tere sulla vostra percezione della realtà, stimolando-vi a cambiare pun-to di osservazione e a vedere così, più di una soluzio-ne, per risolvere i problemi.

Problem solving con creatività

AUTOREFabio Ciuffoli

ANNO2002

EDITORE Franco Angeli Edizioni

Le soluzioni che cerchiamo sono una questione di punti di vista e metodologia

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Trovare la soluzione giusta, significa anche capire qual è la condotta migliore da adottare per ottenere il massimo beneficio da una situazione di disagio. Ognuno di noi dovrà fare i conti con la propria personalità, il proprio passato e, molto probabilmente, i propri limiti. Per sbrogliare la matassa che ostacola la soluzione di un problema, comincia con tre semplici domande, a cui dovrai rispondere con la massima sincerità. Chiedi a te stesso:

77Problem Solving

La soluzione in tre mosse

“Quanto sono in grado di affrontare i miei problemi?” La premessa fondamentale è la necessità di avere consapevolezza che c’e’ un problema da risolvere. Tale coscienza potrebbe sembrare scontata, ma in realtà non è sempre facile ammettere la gravità o l’evidenza di un problema, quando ci troviamo in uno stato di disagio personale. Se hai timore di qualcosa, potresti vi-vere questo timore come un’emozione da subire e basta. Diverso sarebbe capire che tale emozione è solo il sintomo di un problema. Questa consapevolezza e la sua identificazione rappresenta la prima fase preliminare del processo di problem solving e viene denominata “problem finding”.1

Nella fase successiva, che viene denominata “problem setting”, definia-mo il problema stesso. A questo punto, un’esatta e strutturata definizione del problema rappresenta già un grande passo verso la sua risoluzione, perché quanto più un problema e’ definito in maniera chiara, tanto e’ più semplice affrontarlo e superarlo.

“Quanto conosco il mio problema?” 2Dopo queste due fasi iniziali ha inizio l’individuazione delle soluzioni attraverso spe-cifiche tecniche di problem solving. Infine c’è la messa in azione del tipo di soluzio-ne individuata e la valutazione dei risultati conseguiti.

“Qual è la soluzione più adatta a me?”3

Come ottenere il massimobeneficio col minor sforzo possibile

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Il passaggio indi-spensabile per una buona risoluzione di un problema è ri-conoscere di averlo

e, quindi, identificarne e spe-cificarne bene la natura e le cause. Saltando questi pas-saggi, o analizzandoli male, si pongono le premesse af-finchè l’intero processo non ottenga i risultati desidera-ti. Inoltre, seppur il campo d’applicazione delle tecniche di problem solving sia illimi-tato, di fatto, in quelle situa-zioni dove il contenuto emo-

tivo ed inconscio è maggiore (nelle problematiche di cop-pia, ad esempio), tali tecniche trovano più difficoltà ad es-sere applicate. Proprio il non prendere in considerazione il campo dell’emotività indi-viduale (fatta eccezione per alcune tecniche, come quel-la dei “sei cappelli per pensa-re”, illustrata a pag. 83) rap-presenta il limite del problem solving. Non dimentichiamo anche che occorre volontà e determinazione per mette-re in atto questa metodolo-gia. Tale processo è spesso

lento, faticoso, non sempre dà i risultati desiderati. Serve quindi una forte motivazio-ne personale, accompagnata da tenacia e perseveranza. Il problem solving richiede al-lenamento, sperimentazio-ne, flessibilità d’utilizzo. Ap-plicare meccanicamente uno schema, non adattandolo al singolo e specifico problema, significa non aver capito la lo-gica di fondo del problem sol-ving. Non va dimenticato che un problema è sempre un op-portunità per migliorare, per crescere.

78 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

...E se non funziona?

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuoviocchi

M. Proust

Il problem solving di successonecessita di allenamento e concentrazione

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Una delle tecniche più uti-lizzate è quella che viene riassunta nel l ’acronimo “FARE”, che racchiude i quattro elementi carat-

terizzanti del cammino risolutivo. Dun-que: focalizzare, analizzare, risolvere ed eseguire. Un percorso molto adatto a chi voglia dare la priorità al lato pratico del problema, puntando ad una soluzione im-mediata e a breve termine. Per comincia-re, prendi un foglio di carta e segui, pas-so dopo passo, le indicazioni di ogni fase, che ti condurranno al raggiungimento del-la soluzione.

FOCALIZZARE• Stila un elenco di problemi • Seleziona il problema principale • Verifica e definisci questo problema • Fai la descrizione scritta del problema

ANALIZZARE• Decidi cosa è necessario sapere • Raccogli i dati relativi • Determina i fattori rilevanti • Focalizza i valori di riferimento • Elenca i fattori critici

RISOLVERE• Genera soluzioni alternative • Seleziona una soluzione • Sviluppa un piano di attuazione • Scegli la soluzione del problema • Organizza un piano di attuazione

ESEGUIRE• Impegnati a raggiungere il risultato aspettato • Esegui il piano • Esegui il monitoraggio dell’impatto del

piano attuato• Completa il piano• Valuta i risultati finali

79Problem Solving

4 Tecniche “tascabili” per mettere allaprova la tua capacità di risolvere i problemi

La tua Problem Solving Therapy

Metti subito alla prova i tuoi problemi e testa la tua capacità di problem solving. Segui i suggerimenti e applica la tecnica che senti più vicina al tuo modo di essere. Rispondi alle domande e focalizza i tuoi punti di forza per affrontare al meglio piccoli e grandi ostacoli. Ecco la mini-guida che ti illustra le principali metodologie di problem solving. Scegline una e comincia a semplificarti la vita…

FARESoluzioni pratiche e immediate1

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Nella tecnica denomina-ta “Risolvi ed analizza” si parte da alcuni presup-posti teorici, che vanno adottati come i pilastri su

cui fondare tutto il percorso di soluzione del problema. Dunque, i principi fondamenta-li sono tre:

• Cercare la responsabilità di una situazio-ne problematica rallenta la soluzione del-lo stesso, senza portare benefici evidenti

• Se si trova una soluzione bisogna rende-re disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo

• Se non si trova una soluzione è comun-que importante dettagliare bene il pro-blema e descrivere accuratamente i passi

da seguire affinché il problema non si ri-presenti

In base all’assunzione di tali principi, le ope-razioni da seguire sono le seguenti:

• Relaziona gli effetti del problema • Relaziona la situazione specifica• Identifica tutte le modifiche effettuate

prima dell’esistenza del problema • Ricerca le cause • Analizza le cause • Poni rimedio, se possibile • Verifica che il rimedio abbia risolto effet-

tivamente il problema • Relaziona la soluzione, oppure dichiara

l’impossibilità di trovare una soluzione adeguata.

80 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

RISOLVI ED ANALIZZASe sei un tipo riflessivo

Applicare davvero il Problem Solving risulta impossibile se c’è l’abitudine di dare la colpa agli altri

KatsuyaHosotani

2

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3In campo organizzativo, o dei grup-

pi in generale, viene spesso adotta-ta la tecnica del “Brainstorming”. Il termine, che letteralmente signi-fica “tempesta di cervelli”, è molto

usato per la generazione di idee ed il suo pro-cedimento si basa sul principio che le idee si innescano l’una con l’altra. Tale procedimen-to comprende due fasi, quella iniziale detta divergente e quella successiva detta, invece, convergente.

• Nella fase divergente si producono idee a ruota libera. Chi conduce la sessione di brainstorming stimola i presenti a pro-porre idee e vieta di muovere critiche. Il fondamento del brainstorming è infatti generare idee, evitando di darne subito

un giudizio di valore. Le idee vengono appuntate per parole chiave

• In un secondo momento si passa alla fase convergente. Le idee vengono seleziona-te, valutate e si arriva a scegliere le più in-teressanti

Nel caso di un processo decisionale, il brain-storming funziona focalizzando un problema e poi lasciando emergere - deliberatamente senza un ordine prestabilito - tante soluzioni originali quante ne siano possibili.Nello specifico, i momenti di articolazione della tecnica sono:

• La creazione del gruppo di lavoro com-preso il conduttore/moderatore

• La presentazione dell’obiettivo dell’in-

81Problem Solving

BRAINSTORMINGIdeale per ambiti professionali e aziende

L’ABC DEL PROBLEM SOLVING

1. Ho un problema?2. Quale problema ho?3. Come posso muovermi per risolvere questo problema??

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contro: il conduttore avvierà il lavoro impiegando alcuni minuti per spiegare a tutti i partecipanti l’argomento di di-scussione (scrivendolo in modo sinte-tico e visibile a tutti, ad esempio, sulla lavagna a fogli mobili) e, per esplicita-re le regole fondamentali della sessione di gruppo, sottolineando l’importanza della libera espressione delle idee e della partecipazione di tutte le persone pre-senti

• La “creazione” delle idee individuali: ogni partecipante, dopo aver riflettuto per qualche minuto, annota su un foglio le proprie idee

• La raccolta e la registrazione delle idee: a turno ogni partecipante viene invitato a esprimere una sua idea, che viene poi registrata dal conduttore in modo visi-bile a tutti. La raccolta e la trascrizione delle idee prosegue fino ad esaurimen-to delle stesse. Il risultato di questa fase è un elenco, probabilmente abbastanza disordinato

• L’organizzazione delle idee: l’elenco creato nella fase precedente viene rifor-mulato, classificando le idee in gruppi per analogie ed eliminando le eventuali ripetizioni

• La valutazione delle idee: si discutono e si commentano le varie idee, allo sco-po di giungere alla formulazione di un “elenco ragionato” che contenga solo quelle più interessanti.

Si discutono e si commentano le varie idee, allo scopo di giungere alla formulazione di un “elenco

ragionato” che contenga solo quelle più interessanti

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Analizzare un problema utiliz-zando la tecnica di Edward De Bono “Sei cappelli per pensare”, significa sforzarsi di prendere in considerazio-

ne tutti i punti di vista nella ricerca di una so-luzione. I cappelli sono i diversi atteggiamen-ti che si possono presentare durante l’analisi di un problema, atteggiamenti che poi vengo-no riassunti in un bilancio finale, da cui emer-ge la soluzione. Il metodo consiste nell’indos-sare a turno, metaforicamente, sei cappelli di colore diverso, ciascuno dei quali rappresenta una funzione distinta:

1. Il cappello bianco va indossato nella fase di ricerca, raccolta, sistematizzazio-ne delle informazioni e dei dati disponi-bili al momento. Con questo cappello ci si focalizza sui dati disponibili e sulle in-formazioni che si possiedono in merito al problema da risolvere

2. Il cappello rosso va indossato per libera-re ed esternare le sensazioni, le emozio-ni e i sentimenti (spesso trattenuti) che

possono nascere davanti ad una soluzio-ne. Indossare il cappello rosso significa guardare il problema usando le emozio-ni, provando anche a immaginare come le altre persone potrebbero reagire emo-zionalmente

3. Il cappello nero va indossato per valuta-re perché l’idea potrebbe non funziona-re. Usando il cappello nero per pensare, si guarda in modo cauto e difensivo a tutti gli aspetti negativi delle decisioni

4. Il cappello giallo va indossato per espri-mere i lati positivi di un’idea. È il punto di vista ottimistico che aiuta a vedere tutti i benefici della decisione

5. Il cappello verde va indossato per libera-re la creatività, per produrre nuove idee e soluzioni innovative

6. Il cappello blu serve a controllare la di-scussione ed è utilizzato dal moderatore dell’incontro. Quando si incontrano del-le difficoltà con questo cappello si cerca di riassumere, di sintetizzare i contenuti del discorso e cercare di far ripartire la valutazione dell’idea.

83Problem Solving

SEI CAPPELLI PER PENSARE:Se sei un tipo emotivo4

Non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema

A. Einstein

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Scopri te stesso e il cammino da intraprendere per una vita migliore. Comincia subito il tuo percorso verso ciò che realmente può render-ti felice. In trenta giorni potrai conquistare, passo dopo passo, il tuo benessere con esercizi, test e letture, da consultare dove e quando vuoi grazie all’e-book da sfogliare direttamente sul tuo pc.

Leggilo e scaricalo gratuitamente dal sito www.o2psicologia.it, en-tra nell’area Download digitando il codice sottostante ed il tuo indi-rizzo e-mail

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SCUOLADI FELICITÀDa Harvard a Wellington, lapsicologia del benessere sale in cattedra

La felicità? Ora si insegna al college. Nei migliori campus di America e di In-ghilterra, infatti, lo studio della felicità è diventato ufficial-mente una materia di ap-

prendimento con tanto di docenti, le-zioni, interrogazioni, voti e compiti a casa. Tecnicamente il corso è chiama-to “well being”, ovvero dall’inglese “stare bene”. In concreto, invece, si tratta di imparare nozioni di psicolo-gia positiva, una scienza relativamen-te recente, che mira a porre in evi-denza tutto quanto di buono c’è nell’ individuo. In questo modo possono emergere potenzialità e risorse in gra-do di traghettarci verso la personale interpretazione del benessere, col con-seguente miglioramento della qualità di vita. Un approccio completamente op-posto a quello della psicologia tradizionale, che tende ad analizzare principalmente proble-mi, insicurezze, patologie e manie del soggetto, piuttosto che focalizzarsi sui lati positivi.

PSICOLOGIA

Cristina Condello

Scopri te stesso e il cammino da intraprendere per una vita migliore. Comincia subito il tuo percorso verso ciò che realmente può render-ti felice. In trenta giorni potrai conquistare, passo dopo passo, il tuo benessere con esercizi, test e letture, da consultare dove e quando vuoi grazie all’e-book da sfogliare direttamente sul tuo pc.

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Scuola di felicità

Pensiero Positivofuori e dentro l’aula

L’iniziativa ha raccolto immedia-tamente un inaspettato succes-so. Ad Harvard, universalmen-te considerato come il miglior Ateneo al mondo, il corso di

psicologia positiva del professor Tal Ben-Sha-har, famoso per il suo decalogo della felicità, ha addirittura più iscritti dei blasonati corsi di economia. Al corso di felicità si registrano re-golarmente ogni anno 900 studenti all’incirca, provenienti da tutte le facoltà, da psicologia e filosofia sino a informatica, economia e scien-ze politiche. Al Wellington College di Crow-thorne, una delle scuole private più rinomate del Regno, nella verde campagna d’Inghilterra, sono iniziati corsi simili. Il motto della scuola è quello di formare adulti solidi e realizzati, quindi soprattutto felici. L’aiuto e l’istruzione sul livello emozionale, emotivo e dei rapporti umani appare indispensabile per questo fine. Il mondo del lavoro, ad esempio, non è fatto di solo business ma anche di sentimenti. Biso-gna soprattutto lavorare su autostima, empatia, amicizia, amore, ottimismo, come anche su cre-atività, spiritualità, musicalità e senso dell’umo-rismo. Secondo i docenti del corso, nella vita di tutti i giorni come nel mondo del lavoro, il

segreto è semplificare e ricordare che pau-ra e frustrazione sono sentimenti naturali. La pressione delle nostre società, poi, è forte e la concorrenza è molta. Questa condizione porta milioni di persone a perseguire obiettivi esterio-ri e a risentirne è il proprio benessere interiore. Per questo “studiare la felicità” significa anche utilizzare giochi di ruolo e simulazioni, per im-parare a uscire da situazioni difficili, pensando positivo e calibrando le azioni su quel pensiero. È necessario avere la consapevolezza che la feli-cità dipende da come siamo dentro, non da ciò che è al di fuori di noi, come il nostro conto in banca. I numeri delle statistiche parlano chiaro. Negli ultimi trent’anni, infatti, siamo diventati più ricchi, meglio vestiti, più consumisti e il li-vello di soddisfazione personale dovrebbe per-ciò essere cresciuto inesorabilmente. Ma non è così. I beni materiali non ci hanno reso migliori e, oggi, i giovani sono mediamente più infelici, incerti e privi di entusiasmo rispetto alle ge-nerazioni precedenti. Ricordiamoci, però, che lo star bene non è un bilancio, né qualcosa da calcolare, ma riguarda la specificità di ognuno di noi. La felicità non è una merce, ma sapere come e dove cercarla può essere un buon inizio per trovarla…

PILLOLE DI FELICITÀ…Siamo sempre occupatissimi e saturiamo il nostro

tempo libero con mille attività. Ma la quantità pregiudica la qualità e dire no agli altri spesso

significa dire un forte sì a noi stessi.

87

Ad Harvard il corso di psicologiapositiva del professor Tal Ben-Shahar

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Il corso dedicato alla felicità nelle scuo-le estere rappresenta un ponte tra le nozioni di psicologia elaborate dai ri-cercatori e la vita quotidiana degli stu-denti. Una via di mezzo, insomma, tra

i trattati di famosi medici e filosofi e la manuali-stica spicciola della felicità, da mettere in pratica

La felicità, la sua essenza, è da sempre motivo di studio. Anton Checov diceva che la felicità è come la salute: quando la possie-di non te ne accorgi. Altri illustri

personaggi si sono espressi in materia. Epi-curo sosteneva che la saggezza insegna come sia possibile vivere felici soltanto conducendo una vita ragionevole. Sant’Agostino consi-derava la felicità come il pieno appagamento dello spirito, raggiungibile solo attraverso la ricerca della verità. Seneca considerava felice chi giudica rettamente e gode di quello che ha. Leopardi, invece, si rifaceva all’immaginazio-ne come prima fonte della felicità umana. Perfino il grande scienziato Albert Einstein

89Scuola di felicità

In classe col well being

giorno per giorno. In classe ci sono momenti di meditazione, esercizi di respirazione e tecniche di rilassamento, mentre, a casa, è richiesto di studiare testi di psicologia e di preparare tesine sull’argomento. Tra i principali testi utilizzati vi sono: I Sei Pilastri dell’Autostima, Moby Dick e Il Vecchio e Il Mare.

Maestri del ‘buon vivere’

sosteneva che la felicità fosse qualcosa di raggiungibile solo attraverso la dedizione a un obiettivo, che non riguardasse persone o cose. Infine, secondo Kafka, la giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza e chiunque sia in grado di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio. Questi sono solo alcuni dei tanti autorevoli pareri sulla felicità. Probabilmente possederla si rivela un com-pito estremamente arduo, ma è pur vero che la conoscenza e lo studio possono, senz’altro, facilitare il raggiungimento del proprio benes-sere emotivo.Esiste una ricetta della felicità? Una formula infallibile che ci consenta di sentirci appagati e completamente realizzati? Bisogna cercarla...

Un ponte tra i trattati di filosofiae la vita quotidiana degli studenti

Da Checov a Kafka, unexcursus sulle teorie della felicità

Raggiungere la felicità si rivela un compitoarduo, ma è pur vero che la conoscenza elo studio possono facilitare il raggiungimentodel proprio benessere emotivo

Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo

Dal film “Carpe Diem” L’attimo Fuggente

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SOCIETÀ

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LadecrescitaFeliceSe il mondo corre per cresceree accumulare, tu fermati eliberati dalla schiavitù del “PIL”

Quante volte ti hanno parlato della possibile estin-zione del genere umano? Che siano stati racconti catastrofici, articoli di riviste scientifiche o lucide analisi, ponderate da dati statistici, non conta poi molto. Quello che importa, invece, è sapere che la

devastazione delle foreste, la fine del petrolio, la crisi delle materie prime e tutti i punti di criticità del nostro sistema non comporteranno necessariamente la

distruzione del Pianeta, come molti sostengono, ma saranno una minaccia esclusiva per il genere umano. Una minaccia per l’esistenza e la sopravvivenza dell’uomo, che è la specie

più vulnerabile tra tutte. Infatti, mentre gli animali sarebbero in grado di sopravvivere a grandi inondazioni, al riscaldamento atmosferico e all’ indisponibilità di materiali, quali la plastica e tutti i derivati del petrolio, solo l’uomo, anzi forse solo l’uomo “occidentalizzato” o comunque vivente in zone “sviluppate” del Pianeta, non potrebbe sopravvivere a questi eventi. O, forse, potrebbe al prezzo di gravi ripercussioni sociali. Ciò che rischia di portare alla distruzione del genere umano è l’attuale modello di sviluppo, basato sulla preponderanza dell’agire economico sul sistema sociale.

91La decrescita felice

Nello De Padova

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92 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Chi crede nella Decresci-ta Felice crede, infatti, che la soluzione dello stato at-tuale in cui viviamo sia nel riportare il sistema econo-

mico nel suo alveo fisiologico, smuovendo-lo da quella posizione centrale, dominante e patologica che caratterizza, economica-mente, la società dai primi del Novecento. Si tratta, cioè, di prendere coscienza che oltre agli scambi mercantili, gli unici e soli

che fanno crescere il PIL, è possibile e ne-cessario che la società si basi sugli scam-bi non mercantili. Scambi in cui l’elemen-to valoriale non sia strettamente connesso alla valutazione materiale degli oggetti di scambio, ma in qualche modo interessi an-che l’ambito emozionale e spirituale dei soggetti coinvolti nel rapporto di scambio. Questa possibilità diventa concreta quan-do parliamo di “economia del dono” e au-toproduzione.

Ricchi e infelici. Di chi è la colpa?Oltre lo scambio consumistico peruna crescita emozionale del proprio Io

O2 WEB SELECTIONwww.decrescitafelice.it

Decrescita Felice:per uscire dalla crisi

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Lo Scambio Etico dei primitivi

Se vado al mercato e scambio con del danaro un prodotto, ad esempio una mela, ho fatto uno scambio mercantile. Dunque ho acquistato un prodotto da qual-

cuno che lo ha realizzato al preciso scopo di venderlo. Per poter acquistare il bene ho utilizzato del danaro che mi sono procura-to, vendendo a mia volta qualcos’altro, allo scopo di procurarmi danaro. In realtà, ad esempio, se avessi portato direttamente una pera al mercato e l’avessi scambiata con una mela non sarebbe cambiato molto. Avrei fat-to quello che si chiama un baratto, ma avrei comunque realizzato uno scambio mercan-tile. Sin da quando l’uomo ha cominciato a manipolare oggetti ed ha acquisito partico-lari abilità nel realizzare prodotti, lo scambio

mercantile ha rappresentato un ottimo mez-zo di miglioramento del suo stato. Già all’età della pietra tutto ciò avveniva, ma con una sostanziale differenza. Le comunità primor-diali scambiavano merci, ma la maggior parte del loro tempo lo dedicavano ad altre attività. In particolare si impegnavano nel “lavoro di cura”, addestrando i giovani alla caccia, inse-gnando loro come accendere il fuoco, come tenere ordinata e pulita la caverna, come re-alizzare riti e curare malattie. Il lavoro era svolto “senza nulla in cambio” o meglio “sen-za uno scambio immediato”. Talvolta questo tipo di attività veniva messa in pratica anche con le comunità vicine. Ad esempio, se in un villaggio c’era la necessità di spostare grossi massi, i componenti della comunità attigua an-davano in aiuto “gratuito” degli altri.

Come riuscire a passare dalla cul-tura del PIL (Prodot-to Interno Lordo) alla cultura del BIL (Benessere Inter-no Lordo)? Basta-no pochi semplici gesti quotidiani. C o m p o r t a m e n t i che non richiedo-no grandi sforzi, nessuna rinuncia, nessun sacrificio, solo buona volontà e consapevolez-za. Per superare il circolo vizioso del PIL superfluo basta riflettere, evitare gli sprechi e attuare un consumo delle risorse consapevo-le dei bisogni delle generazioni che verranno. Utilizza la mappa del BIL, contenuta nel libro, scegli una direzione e sco-prirai come ogni percorso genera un circolo virtuoso, orientato al vero benessere. Le sche-de, semplici e diver-tenti, ti aiuteranno a capire come è facile contribuire al BIL.

IL LIBRO

93La decrescita felice

Il valore del baratto immateriale

Depiliamoci

AUTORIRoberto Lo RussoNello De Padova

ANNO2007

EDITORE Riuniti

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Gli scambi non mercantili sono stati sostituiti da surrogati di servizi pensati per “liberare” le persone ed in particolare le donne, permettendo loro di andare a lavorare nella zona “mercantile”. Servizi come babysitter, badanti, dogsitter, addetti alle attività domestiche, scuolabus e simili hanno reso inutile lo scambio non mercantile e con ciò hanno depau-perato le relazioni di vicinato. Trent’anni fa in un condominio, ci si conosceva tutti e nel cortile bastava un adulto per “sorvegliare” decine di bambini. Oggi in mini edifici abitati si rischia di non sapere chi è il vicino di casa. Il cortile, se c’è, è occupato dalle automobili e i bambini sono negli asili nido, nei centri sportivi, nelle ludoteche.L’autoproduzione è stata addirittura additata come pericolosa, rischiosa, inutile, dannosa per la società.

Dove’è finita l’Economia del Dono oggi?

Cosa autoproduciamo noi? Nella maggior parte dei casi, la cucitura di un bottone ad una nostra camicia è fin troppo. Se rappresentassimo con tre cerchi concentrici i vari tipi di attività produttive, avremmo subito evidenza di come nelle comunità

umane, sino al boom del consumismo, gli scambi mercantili fossero molto ridotti. Immagi-niamo dei cerchi, dunque, (vedi figura) con al centro le attività orientate all’autoprodu-zione, cioè alla produzione finalizzata all’utilizzo diretto proprio, o al più, alla ristrettissima cerchia della propria “famiglia”. Consideriamo, poi, le attività di economia mercantile e, in-fine, nel cerchio di mezzo l’economia del dono. Nella zona più sviluppata della Terra, grazie alla tecnologia, alla ricerca scientifica, alla disponibilità di fonti energetiche a basso costo, i tre cerchi si sono allargati di molto, considerati gli ultimi due o tre secoli, ma comunque fino al boom del consumismo l’area dell’autoproduzione era quella proporzionalmente più grande. Da quel momento in poi tutto è cambiato: l’area dello scambio mercantile ha cominciato a prendere il sopravvento ed ha eroso spazi sempre più ampi alle altre aree.O2 WEB SELECTION

www.benessereinternolordo.net

Liberarsi dal PIL superfluo e vivere felici

L’IMPORTANZA DELL’AUTOPRODUZIONE

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95La decrescita felice

LO SAPEVI CHE?Dell’inadeguatezza del Pil come indicato-

re di benessere ne aveva parlato Robert Kennedy il 18 Marzo 1968, in un famoso

discorso all’Università del Kansas, tre mesi prima della sua tragica morte.

Come salvarci dal PIL ?

I l problema principale della socie-tà at tuale, d i quel la che insegue i l benessere mater ia le , è l ’os -sess ione de l la cresc i ta : nono-stante s ia stato accer tato e con-

fer mato che i l Prodotto Interno Lordo d i un Paese non ha nul la a che fare con i l Benessere sp i r i tua le de l l ’ ind iv iduo, tutto i l nostro s istema socia le è basato sul la crescita del PIL. Ebbene, chi crede nel la Decresc i ta Fel ice r i t iene che per salvare i l mondo svi luppato da una f ine inesorabi le, s ia necessar io r ipor tare i l giusto equil ibrio tra tecnologia e scienza. Occore, c ioè, pensare d i poter realizza-

La scienza e la tecnologia alservizio della “riciclabilità” del prodotto

re processi produttivi e prodott i manu-tenibi l i , r ipara-bi l i , d i lun -g a dura ta , m o d i f i c a -bil i , r iusabi-li, smontabili e smaltibili, rici-clando al mas-simo i materia-li utilizzati. Solo così è possibile evita-re l’esaurimento delle ri-sorse sulla Terra.

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96 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

SI NO• Non è identificare nuovo con meglio• Non è identificare vecchio col superato• Non è identificare la conservazione

con chiusura mentale• Non è identificare il progresso con una

sequenza di cesure• Non è chiamare consumatori gli acquirenti• Non è desiderare il divertimento, ma la

gioia

• É elogio della lentezza e della durata• É rispetto del passato• É indifferenza alle mode e all’effimero• É attingere al sapere della tradizione • É distinguere la qualità dalla quantità• Lo scopo dell’acquistare non è il con-

sumo ma l’uso• É valorizzare la dimensione spirituale e

affettiva

Cos’è la decrescita felice?La Decresci ta Fel ice è la possibi l i tà di real izzare un nuovo Rinascimento, che l iber i le persone dal r uolo di str umenti de l la cresc i ta economica e r i -co l lochi

l ’economia nel suo ruolo di gestore della “casa comune” a tutte le specie viventi , in modo che tutt i i suoi inqui l ini possa-no viverci a l megl io.

Comincia a decrescere felicemente

Invece d i anda re da l pa r r ucch i e r e , i l p iù de l l e vo l t e è su f f i c i en te o rg an iz -zars i con i l p ropr io par tner o, meg l io, con un f i g l i o, o s emp l i c emen t e con un amico e r e a l i z z a r e l ’ a c conc i a tu r a v icendevolmente. Lavare e fa rs i l avare i cape l l i da un propr io ca ro è una sen -saz ione be l l i s s ima , in t ima e r i l a ssante. E cos ta meno !

Pr ima d i dar v i a un ves t i to, pens i amo se f ra i nos t r i amic i c ’ è qua lcuno che po t r ebbe u t i l i z z a r l o. E non r i t en i a -moc i s f a c c i a t i n e l ch i ede r ne uno i n pres t i to, per un’occas ione impor tante.

Un’ idea è que l l a d i c rea re “merca t in i domes t i c i” . Una g ior na ta d i incont ro con amic i e amiche per da re v i t a , t r a l e mura d i casa , ad un bara t to d i ab i t i , og get t i e vecch ie c i anf r usag l i e . Scam-biars i , o sempl icemente rega lars i qua l -cosa che non c i occor re p iù , pot rebbe anche esse re l ’occas ione per un par ty in casa o un aper i t ivo fuor i da l l e r ighe.

Non verg ogn iamoc i d i ch iedere qua l -cosa in pres t i to ad un v i c ino d i casa . Sarà l ’occas ione per conoscers i megl io e t rova re a l t r e mi l l e mot iv i pe r s t a r e ins i eme e co l l aborare.

Consigli facili e divertenti permigliorare le relazioni interpersonali

I l documentario “The Corporation (dura circa 2 ore), evidenzia come nel tempo i sistemi economici mer-canti l i abbiano preso il sopravven-to nella nostra so-cietà. Su internet è visionabile in ingle-se (basta cercare su video.google.it), mentre la versione sottotitolata in ita-liano è venduta da Feltrinelli insieme ad un libro che ap-profondisce i temi trattati.

DOCUMENTARIO

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MIKEOldfield

Un concentrato di emozioni, energia, sentimenti, folklore e ricerca musicale che conquista al primo ascolto

Fabiola Giordano

Page 99: O2 PSICOLOGIA 3

ARTE MUSICALE

Ha rivoluzionato la storia del rock con un’opera geniale. La sua musica ha segnato un punto di rottura con il passato e ancora influenza,

radicalmente, l’evoluzione del panorama so-noro mondiale. Lui è il musicista eclettico e virtuoso passato alla storia con l’album Tubu-lar Bells (Virgin, 1973), un mix molto ardito di musica atipica e interamente strumentale. Un disco del 1973, pubblicato dopo numerosi ten-tativi falliti a causa della dubbia commercialità dell’album, che beffando i pronostici delle case discografiche, resta ancora il disco più venduto dell’intero catalogo Virgin (di cui fu la pubblica-zione inaugurale). Un’opera di importanza epo-cale dove Mike Oldfield realizzò un’esperienza

titanica, suonando più di venti strumenti diver-si ed effettuando più di duemila sovraincisioni. Quei suoni, quegli intrecci musicali in sospeso tra il progressive rock e la new age di due decen-ni dopo, sono conosciuti anche come la celebre colonna sonora del film “L’Esorcista”, che inclu-de l’intro di Tubular Bells. Ma il talento artistico di Oldfield, caratterizzato dall’estrema cura dei suoni e dai suoi inconfondibili tocchi di genio, ha conquistato il favore della critica e l’amore del pubblico per un altro inimitabile aspetto. Il suo potere emotivo. E’ una musica del senti-mento, quella del compositore britannico che, oltre ad essere un polistrumentista fenome-nale, non perde occasione per piegare suoni e melodie al servizio delle dirompenti emozioni che ogni suo disco trasmette.

L’Enfant prodige polistrumentista

Mike Oldfield 99

La felici-tà... è una cosa molto sopravva-lutata. Il divertimen-to... penso che anche questo sia sopravvalu-tato. Voglio dire, sono cose molto belle, ma non sono parago-nabili alla pace dell’anima

MikeOldfield

Un genio, una fonte di emozioni

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Il Paroliere dei suoni

La passione musicale travol-ge Mike Gordon Oldfield, sin dall’età più tenera. A sette anni suona già la chitarra e manife-sta un’innata propensione alla

composizione musicale. Dopo i primi passi, con le pubblicazioni in duo dei The Sallyangie e dei Barefoot, rispettivamente con la sorella Sally ed il fratello Terry, Mike, ancora adole-scente, comincia la sua personale scalata verso il successo e verso l’essenza emozionale della propria musica. Ogni singola esperienza, dal-la serata ingaggiata nei club alle collaborazio-ni con altri artisti, ha contribuito a tracciare il suo personalissimo stile, contaminato dal rock progressive, dal folk, dalla musica etnica e da quella classica. La sua musica, vibrante e cari-ca di energia, è un concentrato di emozioni e sentimenti, un travaglio interiore in cui l’artista non si risparmia, travolgendo la carica emoti-

va di chi l’ascolta. Dall’assolo finale del capo-lavoro Ommadawn (Virgin, 1975), alla trasfi-gurazione del suono di chitarra in dolci note di arpa celtica in Voyager (WEA, 1996) sino alla musica visionaria che esplode in The Song of Distant Earth (Reprise, 1995), Mike rac-conta sempre qualcosa di sé, arrivando drit-to al cuore. La sua musica anticonvenziona-le, influenzata dalle melodie mediterranee, dal minimalismo dei suoni e dal moderno filone acid-house, oltrepassa le differenze stilistiche e le regole tecniche, per imporsi in tutta la sua originalissima forza. Ascoltare Oldfield, che siano brani dai richiami mediorientali o par-titure ispirate al ritmo del bolero, come il mix di Incantations (Virgin, 1978), significa intra-prendere un viaggio emotivo che non si esau-risce con l’ascolto di un disco. La sua passione lascia un segno, e non solo, in chi ama le emo-zioni forti…

Un’autobiografia ricca di foto inedi-te e scritta di tutto pugno dal genio musicale britanni-co, vi permetterà di entrare nella te-sta e nel cuore del talentuoso artista. Il libro che raccon-ta vita e missione artistica di Mike, descrivendo an-che i problemi di salute mentale intervenuti dopo il grande successo del suo primo al-bum, è in inglese e svela i sogni, le aspirazioni e le de-bolezze più profon-de del cantante. Vi aspettano rivela-zioni e sorprese.(In vendita su Amazon UK e Amazon DE).

IL LIBRO

Changeling: The Autobiographyof Mike Oldfield

AUTOREMike Oldfield

ANNO2007

EDITORE Virgin Books

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3100

Dentro ogni melodia un messaggioche arriva dritto al cuore di chi l’ascolta

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Mike Oldfield 101

N on si può parlare di Mike Oldfield senza dedicare uno spazio esclusivo al suo passo musicale e ar-tistico, più rivoluzionario

in assoluto. Un’idea che ebbe appena ven-tenne e che segnò per sempre la sua carriera. Erano gli albori degli anni ’70, il nostro ge-nio, dopo aver collezionato tanta esperien-za sul campo, suonando nei locali ed eserci-tandosi in sperimentazioni di ogni tipo, era in cerca di un cambiamento. Un lavoro in-novativo, in grado di sovvertire il decorso della storia della musica. Fu così che, ancora giovanissimo, Mike pensò di registrare una composizione lunga un album intero, com-posta, suonata e arrangiata da lui. Una “paz-zia” che si concretizzò di lì a poco, utiliz-zando ventotto strumenti, sovrapponendo

La rivoluzione: Tubular Bells

ottanta tracce e vendendo più di dieci mi-lioni di copie. Nacque Tabular Bells (Virgin, 1973), un’opera ispirata al Bolero di Ravel e intrisa di contaminazioni ben armonizza-te sulla sua lunghezza sinfonica. La fatica di Mike, che orchestrò ciascun frammento, suonandolo da solo e incollandolo successi-vamente agli altri, fu ripagata da un successo dilagante. Probabilmente non immaginava di aver creato un ponte tra il progressive rock e la futura new age, unendo tra loro il contrap-punto di pianoforte, la chitarra elettronica, flauti e riflessi sonori indiani con cori fem-minili e tripudi di campane. Alla prima edi-zione di questo capolavoro, che rappresenta uno standard di riferimento per i composito-ri di poemi tonali ed elettronici, ne seguirono altre due. Tocchi di genio che contendono la scena alle nuove leve della musica.

Un successo artistico cheha venduto più di 10 milioni di copie

IL FILM

L’ESORCISTA

RegiaWilliam Friedkin

InterpretiM. von Sydow, J. Miller, E. Burstyn, Lee J. Cobb, L. Blair, K. Winn, J. MacGowran

Duratah 2.07USA 1973

E’ indiscutibilmen-te uno dei film cult del genere horror, vincitore di due premi oscar nel 1974. La pellicola, diretta da William Friedkin e tratta dall’omonimo ro-manzo di William Peter Blatty, rac-conta del ritrova-mento di una sta-tuetta dell’ antico demone Pazuzu, all’interno di un sito archeologi-co in Iraq, per cui si svilupperanno oscure coinciden-ze a Georgetown. L’esistenza della piccola Regan, appena dodicen-ne, sarà sconvolta da episodi gravi e inimmaginabili per una ragazzina di quell’età, tra cui l’uccisione di un uomo. La presen-za pregnante del male richiederà l’intervento di un esorcista...

Page 102: O2 PSICOLOGIA 3

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3102

Mike in dieci punti

Nato a Reading, Inghilterra, il 15 maggio 19531

109

87

654

32 Compositore e polistrumentista

1968 Esordio con la sorella nel duo: The Sallyangie

Poco dopo, forma i Barefoot con il fratello Terry

Entra a far parte della Whole Worlddi Kevin Ayers

1972 Incontra il produttoreRichard Branson della Virgin

1973 Album di maggior successo: Tubular Bells

Mike è un pilota qualificato d’aereo e di elicottero

E’ appassionato di aviazione,aeromodellini, di moto, barche e fantascienza

E’ stato onorato con l’intitolazione di un pianeta minore a suo nome. Si tratta di un asteroide, (5656) Oldfield.

www.mikeoldfield.org

DISCOGRAFIA

Page 103: O2 PSICOLOGIA 3

103Mike Oldfield

Tubular Bells è presente nella vita artistica di Mike, non solo come l’opera rivoluzionaria che ha segnato il suo percor-so musicale, ma anche come il

momento in cui culmina l’essenza della sua arte. Per questo il musicista non ha mai smesso di la-vorarci sopra, dando vita a due progetti satellite, meno azzardati ma molto interessanti dal punto di vista stilistico. Mentre il 1975 vede la versione orchestrale di Tubular Bells ad opera della Royal Philarmonic Orchestra, dove l’unico strumen-

La saga musicale di Oldfield

Mike odia rispondere alle domande che iniziano con un “perché”. Ha sempre avuto un carat-tere introverso e fin da

piccolo ha trovato nella musica un rifugio per estraniarsi da una situazione familiare infelice. Il rapporto conflittuale con la mamma, alco-lizzata e afflitta da crisi depressive, ha causa-to non pochi problemi al giovane musicista. Proprio al culmine del suo successo, si trovò

Profilo Psicologico diun genio tormentato

ad affrontare un evento traumatico che lo tra-scinò per lungo tempo in un tunnel di alcool e droga. La madre si suicidò, gettando Mike in un vortice di crisi di panico e depressione. No-nostante gli episodi destabilizzanti della sua esistenza, incluse parentesi di tossicodipen-denza, Oldfield, non ha mai smesso di creare musica di alta qualità e valore artistico. Quella musica che lo aveva aiutato da bambino e che continua ad essere per lui, una salvifica com-pagna, mai tradita.

to suonato da Oldfield è la chitarra, bisognerà aspettare la venuta degli anni ’90 per la ripresa del capolavoro del ’73. Nel 1992, dopo la reci-sione del lungo contratto con la Virgin, esce Tabular Bells II (1992, Warner Bross Records), che riprende la struttura e le tonalità del primo album, variandone i temi melodici. Il lavoro di sperimentazione e integrazione fra vecchio e nuovo sound, continua fino al terzo capitolo della saga, Tubular Bells III (1998, Warner), che risente delle ritmiche elettroniche e psichedeli-che delle notti trascorse a Ibiza.

La musica di Old-field viene spesso collegata al fa-moso film horror “L’Esorcista”, per i l quale venne utilizzata l’intro di Tubular Bells come tema musicale di a c c o m p a g n a -mento. In realtà, quel le sonorità r a p p r e s e n t a n o solo uno spacca-to della grande varietà e com-plessità che Mike ha realizzato nel-le sue opere. Un mondo musicale che raccogl ie suoni ed emozio-ni molto distanti e diversi, seppure resi compatibi l i dall’eccelsa tec-nica del musicista, aiutato anche da un indole fantasio-sa e temeraria. Ba-sti ricordare che il suo nome ricorre in molti dei successi pop internazionali negli anni ‘80, il più famoso dei quali è senza dubbio, l’ intramontabile “Moonlight Sha-dow” cantata da Maggie Reilly.

Le composizioni che hannosegnato la vita artistica del musicista

La musica per risolvere il conflitto interiore

MOONLIGHTSHADOW

Page 104: O2 PSICOLOGIA 3

www.o2psicologia.it

Page 105: O2 PSICOLOGIA 3

Il BoomVerde

L’ecologia diventa moda. Dal cibo ai tes-suti, dalla scelta dell’automobile ai pro-grammi per le vacanze, la tendenza del “pensiero verde” non si impone più come un dovere da rispettare, ma come

un trend sociale, culturale ed economico. Seguire i principi di sostenibilità ambientale e rispetto dell’ecosistema non è più solo una questione di sopravvivenza, necessaria per di-fendere il Pianeta. Oggi sappiamo che tutte le attività che svolgiamo lasciano un segno sull’ambiente che ci circonda. Quando compriamo qualcosa, quando viaggiamo, lavoria-mo, mangiamo, in ogni istante della nostra vita le azioni com-piute producono delle conseguenze sull’ambiente.

105Il Boom Verde

Il nuovo Glamour è seducente da indossare e buono da mangiare, ma rigorosamente biologico e attento all’ambiente

Dott.ssa Silvia Lanzarotto

www.o2psicologia.it

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IL LIBRO

1001 Modi persalvare il Pianeta

AUTOREJoanna Yarrow

ANNO2008

EDITORE Cooper

Un libro piccolo nel formato ma grande nel contenuto e ric-co di spunti pratici per uno stile di vita e c o c o m p a t i b i l e . Fornisce consigli utili per dare una mano all’ambiente senza bisogno di rinuncia-re al tempo libero o spendere dena-ro, ma cambiando il nostro modo di pensare e di agire a partire da piccole azioni quotidiane. Se desiderate fare qualcosa di buono per il Pianeta, ma non sapete da dove cominciare, questo libro è l’occasione giusta.

La nostra impronta ecologica è la misura che indica la “porzione di territorio” di cui abbiamo biso-gno per produrre tutte le risorse che consumiamo e per assorbi-

re i rifiuti che ne derivano. Cercare di ridurre la propria impronta ecologica in passato era considerato un dovere, ai nostri giorni, invece, si può parlare di una vera e propria tendenza culturale. Proprio questo cambiamento ha at-

Il vero benessere comincia dalla riduzione dell’ impronta ecologica

tirato l’attenzione dell’industria, di personaggi pubblici, dei media ed anche di grandi aziende. Si moltiplicano ogni giorno nuovi trend ecolo-gici che riguardano gli ambiti più disparati, dai consigli per una casa ecosostenibile alle dritte per comprare vestiti biocompatibili. Il vero be-nessere, quindi, non riguarda esclusivamente noi, ma si riflette in qualche modo sull’ambiente circostante. Ecco qualche spunto per “rinverdi-re” il proprio stile di vita…

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3106

Rin-verdisci il tuo stile di vita

Industria eco-friendly

Quando il cavallo è buo-no i pubblicitari lo ca-valcano. E’ sicuramente il caso della cultura eco. La moda, lo spettacolo,

l’industria manifatturiera e persino l’indu-stria automobilistica approfittano dell’ac-cresciuta coscienza ambientalista dei con-

sumatori per proporre prodotti sempre più eco-friendly. Collezioni griffate fatte di materiali naturali, riciclati ed ecocompa-tibili ed eventi ad impatto zero alimentati ad energia pulita ed abbinati a progetti di rimboschimento in varie zone del Pianeta sono solo alcune delle proposte per i con-sumatori più esigenti.

Dalla griffe all’auto, tutto è targato “Eco”

Page 107: O2 PSICOLOGIA 3

107Il Boom Verde

Sappiamo di essere diventati dei “bulimici”di energia, ne con-sumiamo troppa. L’edil izia, infatti, pesa per un terzo sul consumo energetico mondiale.

E’ da questa consapevolezza che nasce l’in-teresse per la bio-edilizia. Il segreto è scelta

Voglio una casa bella, funzionale edecologica… Arredala con mobilio naturale e atossico

di materiali naturali ed atossici, un sistema di ventilazione controllata con recupero di calore, in grado di sfruttare la luce solare e le sorgenti di calore interne. E infine il fotovoltaico, per cui si ha la possibilità di poter vendere l’energia che avanza, immet-tendola nuovamente nella rete elettrica.

LO SAPEVI CHE?Quelli derivanti dal packaging rap-presentano una percentuale com-

presa tra il 25% e il 30% del totale dei rifiuti solidi urbani

Voglio organizzare il miotempo libero, divertendomi e rispettando l’ambiente. Organizza la tua Eco-Vacanza

L’impronta ecologica non va in vacanza. Agriturismi bio, viag-gi in bicicletta, volontariato ecologico, vacanze nei parchi e soggiorni responsabili nel sud

del mondo, sono le alternative a disposizione

di chi desideri trascorrere un periodo di re-lax, a contatto con la natura. Recuperare una dimensione più umana, allontanandosi dalla città e controllando allo stesso tempo il pro-prio impatto sul Pianeta giova al benessere psicofisico, ma anche all’industria del turismo.

Voglio un’alimentazione gustosa,buona ma naturale e sana… Mangia Bio

Consumo critico, vegetarianesi-mo, cibi bio. I prodotti biologici sono la risposta giusta da dare ai cittadini che, con sempre mag-giore insistenza, chiedono pro-

dotti di qualità. L’attenzione degli italiani verso ciò che è rispettoso degli equilibri naturali è, senza dubbi, in crescita e fortemente orientata verso

un mercato attento all’ambiente, che stimola il consumo di alimenti sani, stagionali e territoria-li.. Tra i trend alimentari figurano anche menù a chilometri zero e prodotti sfusi, acquistati diretta-mente dal produttore. Anche al supermercato ed in cucina cresce l’attenzione per salute e natura. Nelle grandi città, infatti, i Gas (Gruppi di Acqui-sto Solidale) spuntano come funghi.

Aderire ad un Grup-po di Acquisto Soli-dale è facile, puoi anche crearne uno su www.retegas.org

SAPEVI CHE...

Recuperare una dimensione più umana, allontanandosi dalla città e controllando allo stesso tempo il proprio impatto sul Pianeta

Utilizzare dei misce-latori d’aria nei rubi-netti e nelle docce consente di ridurre il consumo d’acqua del 40% senza dover modificare le proprie abitudini

SAPEVI CHE...

SAPEVI CHE...L’impatto sul clima dell’aereo è pari a dieci volte quello di un viaggio in tre-no anche a causa dell’emissione mas-siccia di vapore ac-queo in quota

Page 108: O2 PSICOLOGIA 3

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3108

• L’erba alta trattiene meglio l’umidità rispetto a quella ben tagliata. In estate tagliare il prato solo quando supera i 4 centimetri evita inutili annaffiamenti e il formarsi di spazi brulli.

• Mettere qualche goccia di colorante alimentare nella cisterna dell’acqua aiuta a individuare, se dal lavandino esce acqua colorata, una possibile per-dita. “Tappare i buchi” in certi casi consente di risparmiare fino a mille litri di acqua al mese.

• Usare vernici a base d’acqua o al lattice. Contengono meno sostanze chimi-che pericolose e sono meno dannose di quelle a base di derivati petroliferi. Non necessitano di solventi per diluirle o per pulire i pennelli e possono essere usate per interni ed esterni.

• Per profumare l’ambiente non sono necessari i deodoranti. Gli aromi naturali come quello del pane appena sfornato, del caffè o dei pot-pourri sono più gradevoli e non inquinano.

• La soda caustica contenuta nei detersivi per il bagno oltre a uccidere i batteri elimina gli organismi che digeriscono i rifiuti negli impianti di trattamento delle acque. Per pulire il WC scaricare, versare una tazza di borace sulle pareti del gabinetto e spruzzare dell’aceto bianco. Lasciare agire tutta la notte poi scro-stare con una spazzola e risciacquare con lo scarico.

Consigli pratici per “mettere il pianeta al centro”:Sfide possibili: comincia da qui!LA RADIO

Il primo green net-work italiano. Con il suo mix di notizie, mu-sica e intrattenimen-to, Ecoradio offre ogni giorno un’infor-mazione completa su ambiente, sviluppo sostenibile, qualità della vita, solidarietà, diritti umani e civili. La puoi ascoltare in FM a Roma (88.3) e a Na-poli e Caserta (92.1) oppure in tutta Italia sul sito www.ecora-dio.it

SLOWFASHION

Dopo lo slow food ecco la slow fashion, dall’etica a tavola a quella nel guarda-roba. Grandi firme e umili consumatori tornano a scoprire il gusto di andare alle origini della fi-liera tessile, bandire i capi usa e getta e rispolverare il fasci-no e la qualità delle fibre naturali. Lana, cashmere, mohair, alpaca, vicuna, seta, guanaco. Ma anche cotone, lino, canapa e juta. Ovviamente sono severamente vietati coloranti chi-mici e fibre sintetiche

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Presso il *****Central Spa Hotel di Sölden, immerso nel panorama mozzafi ato dell’Ötztal in Tirolo a pochi passi dall’Italia, si coniugano semplice lusso, cucina gourmet e wellness. In una simbiosi perfetta questi elementi promettono una vacanza ideale per i più raffi nati.

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Page 109: O2 PSICOLOGIA 3

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Page 110: O2 PSICOLOGIA 3

VincentVan Gogh

ARTE

L’arte come fonte diespressione di una folleanima tormentata

Dott.ssa Melina Chiapparino

Page 111: O2 PSICOLOGIA 3

Campo di grano con cipressi - 1889 - Olio su tela

Page 112: O2 PSICOLOGIA 3

Una vita in bil ico tra g en i a l i t à e fo l l i a . P i t t o r e

per passione, autolesioni-sta per amore. La sua sto-ria, affascinante e oscura, sembra uscita dalle pagine di un romanzo ottocente-sco, uno di quelli scritti da qualche poeta maledetto che, nonostante il trascor-

112 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

rere degli anni, conserva intatto il suo mistero. La sua arte, svela i l ruolo te-rapeut ico del la creat iv i -tà in funzione del disagio psichico, un ruolo ampli-ficato dalla portata genia-le e fantasiosa di uno dei più grandi ar tisti mai vis-suti. Ecco a voi il maestro dei color i , Vincent Van Gogh. Il pittore simbolo del vero ar t ista , di colui

che diviene mezzo del la sua nobi le ar te a l punto di piegare i l proprio vis-suto personale, la soffe-renza e la malattia al ser-vizio dell ’estro. Un uomo simbolo dell ’annosa que-stione che riguarda il rap-por to tra genio e fol l ia , racchiuso in una domanda cruciale. La malattia salva o distrugge i l ta lento ar-tistico?

Esiste una relazione traarte e malattia mentale?La risposta è Van Gogh. Il genio,il pittore, il folle autolesionista

Signore di Arles - 1880 - Olio su tela

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Le opere e la vita dell’in-quieto pitto-re olandese d imos t rano

quanto la malattia abbia gio-cato un ruolo fondamentale nella ricerca dell’ispirazione artistica. Cominciamo, dun-que, dal capire chi era ve-ramente Van Gogh. Un ca-rattere non comune e una propensione a indagare il senso profondo dell’esi-stenza, erano i tratti fon-damentali della sua perso-

113Vincent Van Gogh

nalità, che sin da bambino mostrava la tendenza a iso-larsi, nonostante fosse sem-pre alla ricerca di amore e amicizia, fatta eccezione per il perno centrale ed essen-ziale della sua vita affetti-va, il legame con il fratello Theo. Le sue lettere erano piene di notizie ed allusio-ni a disturbi psichici, che si manifestarono il lui prima dei trent’anni. Allucinazio-ni, depressioni, malinconia e l’aggressività, di cui sof-friva, hanno dato vita a di-

versi filoni interpretativi riguardo il suo malessere psichico. Dapprima si pen-sò all’epilessia, successiva-mente si attribuì buona par-te dei sintomi alla diagnosi di schizofrenia, ma in real-tà non esiste una certezza scientifica in grado di chia-rire la natura del suo disagio psichico. Eppure, proprio le allucinazioni, sembrano aver ispirato l’alterazione del senso cromatico e del-le forme, visibili e godibili nei dipinti del genio olan-

Quando la sofferenzadiventa creativa?

O2 WEB SELECTIONwww.vangoghmuseum.nl

Le miglioriopere di

Van Gogh

Dalla solitudine infantile al malessere psichico,la malattia esalta personalità e talento di Van Gogh

Iris - 1889 - Olio su tela

Page 114: O2 PSICOLOGIA 3

114 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

dese. Come se quei quadri “allucinati” fossero il risul-tato di una creatività diver-sa, sviluppata dalla capaci-tà di guardare la realtà da prospettive non ordinarie (come quelle di un malato, per l’appunto). Il rapporto tra la sua alterazione psi-chica, scoppiata in una cri-si nel dicembre del 1888, e l’evoluzione artistica della sua pittura, è provata dal filosofo Karl Jaspers. Se-

condo tale interpretazio-ne, i dipinti realizzati suc-cessivamente a quella data, possiedono un nuovo tono rispetto ai precedenti che appaiono meno vigorosi. Alle tonalità scure suben-tra la pienezza del colo-re, esplosioni cromatiche chiare e luminose e segni caratteristici del suo trat-to pittorico, che ricordano vagamente il manierismo e producono quell’effetto “sconvolgente” tipico dei

Dietro i celebr i paesaggi con splendidi girasoli e cie-l i tormentati, c’è una vita

interrotta da episodi v iolent i e foll i , culminati nel suicidio. Prima dell’epilogo segnato da un colpo di pistola all’inguine Van Gogh, che si era autodefinito “un pazzo o un epilettico”, dopo una violenta lite con l’amico e pittore Gauguin, si recise parte del lobo dell’orecchio sinistro, donandolo ad una prostitu-ta alla quale si era affezionato (se-condo altre fonti, Van Gogh avreb-be reciso l’intero orecchio). Anche questo tragico episodio venne ela-borato dal suo genio artistico nel celebre dipinto “Autoritratto con orecchio bendato”. Il suo vissuto è stato sempre segnato da emozioni forti a cui l’uomo, prima che il pit-tore, si concedeva totalmente. E’ il caso della delusione d’amore con la cugina Kate, di cui si era innamo-rato. Al rifiuto della richiesta di ma-trimonio, Van Gogh si bruciò una mano con la fiamma di una lam-pada, forse per mostrare l’intensità del suo amore. Con il passare degli anni fu ricoverato, a più riprese, in ospedali per malattia mentale, ma continuò a dipingere quadri mera-vigliosi fino alla sua morte.

Pillole di Folliasuoi capolavori. Basti pen-sare che le opere che hanno avuto la più grande riper-cussione sul nostro tempo datano dagli anni 1888 ai ‘90, come periodo di mag-giore produzione e crescita artistica. In conclusione, la risposta circa il valore sal-vifico o distruttivo della malattia nei confronti della produzione artistica è posi-tiva nel caso di Van Gogh. O meglio, il processo psi-

cotico, di cui soffriva l’ar-tista, non è stato creativo in sé, ma ha rappresenta-to una condizione speciale da cui poter attingere a del-le profondità interiori, che altrimenti avrebbero po-tuto rimanere sommerse. La personalità e il talento di Van Gogh preesistevano alla malattia, ma probabil-mente senza quest’ultima, non avrebbero avuto la stes-sa potenza. E i suoi quadri la stessa bellezza.

Autoritratto con orecchio bendato1889 - Olio su tela

La stanza di Vincent ad Arles - 1888 - Olio su tela

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115Vincent Van Gogh

Iproblemi psicolo-gici e psichici non sono necessaria-mente una condi-zione a favore del

genio artistico o non lo pro-vocano automaticamente, ma, come il caso Van Gogh dimostra, bisogna guardare con occhi diversi la condi-zione di malattia. Uno sta-to alterato può, attraverso il mezzo artistico, rivelarsi produttivo sia dal punto di vista umano, perché stabili-

sce un contatto intimo con la nostra interiorità e le sue zone d’ombra, sia artistico. Questo legame tra males-sere psichico e arte, quasi curativa, è stato riconosciu-to e sviluppato, in tempi moderni , da l l ’Ar tetera-pia, che utilizza il mezzo artistico come veicolo di espressione personale per comunicare percez ioni , sentimenti e pensieri. Un metodo efficace per re-cuperare o migliorare la

crescita personale, nella sfera emotiva, affettiva e relazionale, anche in situa-zioni di disagio psicologi-co o psichico. In generale, l ’Arteterapia rende pos-sibi le l ’elaborazione del proprio vissuto personale, a cui si può dare una forma e trasmetterlo all’esterno, renderlo comunicativo e creativo. La pratica espres-siva consente una maggio-re coscienza di sé, della propria interiorità. Difatti

Arteterapia

O2 WEB SELECTIONwww.artecometerapia.it

Progetti educativi,sociali e riabilitativi

attraverso l’arte

Il processo artistico è una praticaespressiva che accede all’interiorità

La notte stellata - 1889 - Olio su tela

Page 116: O2 PSICOLOGIA 3

non ha importanza la qua-lità del prodotto artistico, ma è il processo artistico che svolge un’azione tera-peutica, in quanto rende possibile l’espressione di ciò che le parole non sono in grado di fare, poiché si tratta di una comunica-zione che viene percepita emotivamente in maniera diretta, anche da chi ne fruisce. Il processo arti-stico ha la virtù di smuo-vere la trama profonda della psiche. L’arte incor-pora idee, sogni, aspira-zioni, sentimenti e veicola il nostro mondo interiore in tutte le sue sfumature, dalla gioia al dolore. Men-tre le parole implicano la concettual izzazione e la verbalizzazione del disa-gio, possono ingannare o nascondere, le imma-gini non mentono. Sono immedia te , au tent i che, l ibere da pudori censori, partono dal profondo ed è più semplice esprimerle perché non necessitano di barriere di difesa.

116 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Visionari.Arte, sogno, follia in Europa

AUTOREGiorgio Bedoni

ANNO1964

EDITOREUbaldini

I confini tra arte e follia sono dipinti nei “Visionari” che ani-mano le pagine di questo libro. Artisti celebri, outsiders dell’arte e disadat-tati dell’immaginario sono i protagonisti di una specie di diario di viaggio, nutrito dal repertorio ico-nografico, storico e culturale dell’Euro-pa. Nel libro, che è anche una valida guida artistica, le personalità creative sono analizzate da un punto di vista psi-chiatrico, per trac-ciare un percorso dove l’arte più bella può nascere da ani-me tormentate.

IL LIBRO

Il processo artistico ha la virtù di smuovere la trama

profonda della psiche

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117Vincent Van Gogh

Strada a Saint-Maries de la mer - 1888 - Olio su tela

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118 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

• Nasce il 30 mar- zo 1853 a Groot Zundert, regione Brabante Olandese

• Primo di sei figli di un pastore protestante• A 17 anni inizia a lavorare come mercante d’arte all’Aja e poi a Londra• Nel 1876 si licenzia, vuole diventare predicatore come il padre• Nel 1879 compie una missione di apostolato in Belgio, ma a causa di zelo eccessivo

e fanatismo, l’incarico non gli fu rinnovato• Decide di darsi completamente all’arte• Nel 1881 prende le sue prime lezioni d’arte da Anton Mauve, suo cugino acquisito

e rappresentante di spicco della “scuola dell’Aja”• Nel 1885 muore il padre, con il quale aveva un rapporto conflittuale, ma l’evento

segna una drammatica traccia nella vita di Van Gogh• Dopo una parentesi parigina, nel 1887, organizza una sua mostra presso il Restau-

rant du Chatelet, ma rimane deluso dall’assenza dei neoimpressionisti• Nel 1888 si ritira ad Arles, in Provenza, preferendo uno stile di vita meno cittadino

e più solitario rispetto alla capitale francese• Ad Arles prende in fitto la celebre Casa Gialla, protagonista di un suo dipinto dove

ospitò Gauguin• I cittadini di Arles firmano una petizione per chiedere l’internamento di Van Gogh,

che decide di farsi ricoverare nel manicomio di Saint-Rémy, non lontano da Arles• Gli proibiscono di dipingere senza autorizzazione• Dieci suoi dipinti di Arles e Saint-Remy ricevono grandi apprezzamenti alla nuova

esposizione degli Indépendants, soprattutto da parte dei colleghi, tra cui Monet, Pissarro, Bernard e Gauguin.

• Muore il 29 luglio 1890, ad Auvers-sur-Oise, dopo essersi sparato un colpo di rivoltella due giorni prima. Quasi sconosciuto in vita è poi stato celebrato, con la sua pittura personale ed emotiva, come uno dei più grandi pittori al mondo, che ha impresso una traccia indelebile, cambiando il corso della storia dell’arte.

Tracce di una vita “indelebile”VINCENT WILLELM VAN GOGH

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Page 120: O2 PSICOLOGIA 3

120 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

“L a Torta d i una v o l t a , e g ià i l

nome d i c e tu t to, è u n e s e m p i o d i d o l c e c h e r i s p e t -

t a c i ò c h e s i d i c e “ l a c u c i n a s a n a ” . E l o f a d opp i amen -

t e , s i a da un pun t o d i v i s t a d e i p r od o t t i u t i l i zza t i ,

s i a da un pun t o d i v i s t a p s i c o l o g i c o. E ’ un d o l c e , i nnanz i t u t t o , f a t t o c o n i n g r e d i e n t i na tu ra l i , r ea l i zza to c on equ i l i b r i o n e l l e su e p a r t i e m eg l i o t o l l e r a t o d a l n o s t r o f e ga t o ,

WELLNESS COOKING

Fabio Campoli, chef di RaiUno, ci propone la “Torta di una volta”,

mix goloso di relax e piacere

Ricette di BenessereLo chef Fabio Campoli nello stand di O2 Television

al Salone Internazionale del Benessere di Ischia

r i s p e t t o a d una t o r t a i n du s t r i a l e c h e c on -t i en e c on s e r van t i o quan t ’a l t r o. E’ un do l c e ada t t o p e r f a r e c o laz i one , p e r l a mer enda a i bambin i , s o s t i tu endo la c l a s s i ca mer end ina c on f ez i ona ta , i n quan t o c on t i e n e l e g i u s t e c a l o r i e p e r i n i z i a r e b en e l a g i o r na t a . La c o sa p iù impor tan t e è ch e - e s s endo un do l c e f a t t o in ca sa - rappr e s en ta un momen to da d ed i ca r e a l l a cu c ina e a l l a f amig l i a , magar i n e i g i o r n i d i f e s ta . Ogn i tan to è impor tan t e sme t t e r e d i c o r r e r e , d i andar e d i f r e t t a e r i -t r ovar s i in to r no a l l e c o s e s empl i c i , c ome fa r e una t o r t a , r i t a g l i ando un po ’ d i t empo p e r s é e p e r ch i c i s t a in t o r no. Fa b ene a l c o r po, f a b en e a l l a f amig l i a , f a b en e a l l a men t e” .

Fabio Campol i

a cura del Circolo dei Buongustai

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121Ricette di benessere

IL CIRCOLO DEI BUONGUSTAI

Il Circolo dei Buongustai rappresenta un luogo, un’idea e una filosofia ispi-rata alla convivialità. Vive intorno alle

buone cose e si alimenta di idee, di per-sone, della voglia di stare insieme. Nato dall’idea di Fabio Campoli, chef di fama internazionale, con l’intento, attraverso la cucina, di far scoprire il gusto delle cose semplici e del confronto. Ma il Circolo dei Buongustai va oltre alla semplice as-sociazione enogastronomica. Al Circolo dei Buongustai si fa cultura, scienza, scuo-la, grazie alle numerose iniziative di cui è promotore. In questa prospettiva, intorno al Circolo dei Buongustai, si riuniscono arti-sti, personaggi dello spettacolo, medici e tante altre persone, con un unico comu-ne denominatore: la passione per la cu-cina italiana e il gusto e il piacere di stare insieme per scoprire sapori e tradizioni.

Ingredienti per una torta da 6\8 persone

Pasta frolla gr. 250 (si acquista già pronta)Mele 2Uova 2Farina gr. 40Zucchero gr. 60Fecola di patate gr. 20Confettura di prugne gr. 130Scorza di limone grattugiata

Torta di una volta

Come si prepara...Stendete la pasta frolla ad uno spessore di mm 5 circa e foderateci uno stampo a tortiera alto almeno 6 cm. Riempite una pentola di acqua (per fare un bagnomaria).Mettete le uova in una ciotola d’acciaio (bastardella), insieme allo zucchero, adagiatele sul ba-gnomaria e iniziate a montarle con la frusta, usando movimenti ampi.Le uova man mano che si scaldano prendono corpo, diventando spumose, lo zucchero si scio-glie e si amalgama, fortificando la struttura delle uova.Appena risulteranno ben spumose, aggiungete con un setaccio la farina e la fecola a pioggia, mescolando con una schiumarola delicatamente. Mettete sul fondo dello stampo un pò di con-fettura. Rovesciate nello stampo le uova montate (pan di Spagna).A parte tagliate le mele a cubetti e condite con scorza di limone grattugiata; sistemate anch’es-se nello stampo. Fate cuocere in forno preriscaldato a 180°c per almeno 40 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Servite freddo.

O2 WEB SELECTIONwww.ilcircolodeibuongustai.net

Sito ufficiale delCircolo dei Buongustai

dello chef Fabio Campoli

FABIO CAMPOLI

Fabio Campoli è una stella del pano-rama gastronomico internazionale. E’ dall’amore per il gusto che nasce la

sua passione per la cucina. Una passione che si alimenta di tradizione, conoscen-za e innovazione, dando vita ad una ga-stronomia originale, contrassegnata dalla contaminazione tra sperimentazione e antichi sapori. Campoli è consulente di nu-merose trasmissioni Rai, da “Check-Up” a “Uno Mattina” e “Uno Mattina Estate”. Due i libri all’attivo “Alchimia dei Sapori” e “La mia Cucina” e un terzo in uscita dal titolo “Note di Gusto”. Tra i riconoscimenti otte-nuti: la Stella della Ristorazione nel 2008, il titolo Maestro di Cucina ad Honorem 2006. E’ uno dei maggiori esperti internazionali di food design, qualità grazie alla quale ha curato la gastronomia dei film “Mission Im-possible 3”, “Nine e Eat”, “Pray and Love”.

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HIGHTECHWELLNESS

122 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Il Benessere non è mai stato così divertente. Non fino a quando la Wii Fit mania, irrompendo nelle case di grandi e piccini, ha rivoluzionato il concetto di equili-brio psicofisico. Star bene è diventata una condizione a portata di tecnologia, senza essere per questo scre-

ditata nella sua componente riflessiva e spirituale. Semplicemente, l’approccio moderno ad una sana high technology si è tradotto nella

possibilità di impiegare videogiochi “ad hoc” per migliorare il proprio stile di vita. Oggi puoi allenare la tua mente ed il corpo, giocando e trasformando

momenti di svago in piccoli esercizi quotidiani per risvegliare le tue energie e sviluppare potenzialità mentali e fisiche. La consolle Nintendo non è solo un diversivo tecnologico, ma è l’occasione per trovare nuovi spazi, modi e

tempi per dedicare la giusta attenzione al tuo benessere, spesso dimenticato nelle giornate frenetiche dove si rincorrono impegni e stress.

Quando la tecnologiasi prende cura di te

Videogame e divertimento ti aiutano a non trascurare la tua

“dose di benessere”Fabiola Giordano

Page 123: O2 PSICOLOGIA 3

Wii Fit Plus 123

Benessere a 360°? Prova Wii Fit Plus

Se immagini un gioco che possa rimettere in sintonia tutte le tue componenti, dalla sfera razionale all’equilibrio fisico, stai pensando certamente a Wii Fit Plus. Una

versione potenziata e migliorata della prima edizione, che ha riscosso grande successo proprio per la grande versatilità delle attività proposte. Un gioco in grado di allenare cor-po e mente, attraverso l’esecuzione di routine preimpostate per combattere la stanchezza, impegnare la mente, bruciare calorie e molto altro ancora. La trovata vincente del video-gioco sta proprio nella possibilità di curare il benessere psicofisico sotto ogni aspetto, per realizzare una cura del tono muscolare abbi-nata ad un allenamento delle capacità logiche e mentali e, ancora, ad una stimolazione della

sfera emozionale e spirituale. Per rilassarti e ri-generare le energie, puoi iniziare dagli esercizi basati sullo stile di vita, per stimolare piccoli miglioramenti nei gesti semplici e banali della vita di ogni giorno. Tra le attività proposte, ad esempio, puoi provare la “Respirazione pro-fonda” per imparare a inspirare ed espirare, traendo il massimo beneficio dai movimenti del diaframma. Dunque non solo allenamento fisico e muscolare, ma anche autocontrollo e gestione delle proprie emozioni e sensazio-ni, per ristabilire l’armonia totale. In più, per esercitare la mente, e nello specifico la sua ca-pacità logica-matematica, puoi provare attività particolari come “L’Isola di Wuhu”, dove fare jogging memorizzando l’ambiente circostan-te, o la “Somma perfetta”, per compiere rapidi calcoli in movimento.

Combatti la stanchezza fisica,impegna la mente con le routine interattive

Inseribile nella porta di espansione del Wii Remote, il Wii motion Plus permette di com-piere movimenti con il telecomando Wii che verranno recepiti dalla console con una map-patura 1:1. In pratica vengono mappati tutti i movimenti 3D compiu-ti nello spazio, garan-tendo una precisione perfetta e esente da imperfezioni grazie a due giroscopi, uno per le alte velocità e uno per le basse.

WII MOTION PLUS

Page 124: O2 PSICOLOGIA 3

HIGH

TECH

WELLNESS

124 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

Wii Fit Plus aggiorna il software originale Wii Fit, introducendo nuovi esercizi per il cor-po e per la mente, sfruttando la periferica Wii Balance Board. Per la prima volta, è possibile personalizzare le sessioni di yoga e gli esercizi di potenziamento per creare

un piano di allenamento continuo modellato sugli obiettivi individuali. Wii Fit Plus permette anche di selezionare specifiche aree del corpo con lo scopo di allenarle, tonificarle o sempli-cemente per alleviarne la fatica e migliorare la postura. Il programma “La mia routine” salva i vari allenamenti e permette di combinare fino a 30 esercizi in totale.

La Wii Balance Board è una pedana senza fili sensibile alla pressione, che registra il peso e gli spostamenti di equilibrio in qualsiasi direzione. Ogni sensore ha la capacità di rilevare anche i più piccoli movimenti in modo da percepire, per esempio, anche lo spostamento

della posizione della mano. Wii Fit Plus, che comprende tutti i contenuti del gioco originale, è venduto insieme alla Wii Balance Board ma una versione singola del gioco sarà inoltre in vendita per coloro che possiedono già la periferica.

Il gioco

Wii Balance Board

Page 125: O2 PSICOLOGIA 3

Wii Fit Plus 125

Oltre al rilevamento del peso e al calcolo dell’IMC (indice di massa corporea), già presente in Wii Fit, un nuovo calorimetro permette di tracciare più facilmente i pro-gressi giornalieri. Infatti, è possibile stimare la quantità di ossigeno utilizzato dal corpo

durante l’esercizio fisico e quindi calcolare le calorie bruciate per ogni attività presente nel gioco. Ogni programma, inoltre, è caratterizzato da combinazioni di esercizi pensati apposi-tamente per il raggiungimento di obiettivi mentali e fisici (generalmente allenati contempo-raneamente). Le combinazioni sono infinite, dalla “routine stile di vita” per aiutare ad allenare i muscoli, potenziare la flessibilità e scaldare le mani e i piedi per attenuare la tensione, alla “routine salute”, per esercitare gli addominali e bruciare calorie o, ancora, alla “routine gio-vinezza” per allenare il fisico e la mente e lavorare sulla parte inferiore del corpo.

Funzioni per Corpo & Mente

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126 O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3

HIGH

TECH

WELLNESS

Wii fit plus party

S.O.S personal trainer

W ii Fit Plus offre tante possibilità di personalizzare e modificare, a seconda delle proprie esigenze, il programma di allenamento da intraprendere. Puoi creare un percorso individuale, in linea con i tuoi bisogni fisici, mentali, personali e i tuoi obiettivi di fitness.

Tra le routine di allenamento già pronte, puoi scegliere opzioni diverse in base al tuo umore, oppure concentrarti su esercizi mirati per specifiche parti del corpo, come ad esempio lavorare sui fianchi o scuotersi di dosso un senso di pesantezza. Ci sono anche programmi per migliorare il tuo stile di vita, per restare giovane o migliorare il peso-forma. Ovviamente, la personalizza-zione comprende anche allenamenti pensati in base alla quantità di tempo a disposizione. Anche pochi minuti basteranno affinché il software crei istantaneamente un allenamento ad hoc, così non avrai più scuse per trascurare la tua “dose di benessere”.

Giocare in compagnia è un modo per allenarsi e creare occasioni conviviali che posso-no trasformarsi anche in party decisamente originali. Organizza cene, serate o cocktail party a base di gruppi in competizione tra di loro e metti in palio premi per gli sfidanti

che si aggiudicano il podio. Calma e nervi saldi sono fondamentali per superare le prove di coordinamento mentale e fisico che caratterizzano il repertorio di oltre quindici giochi tra cui scegliere quello più adatto a te. Con Wii Fit Plus possono giocare contemporaneamente fino a otto persone, sfidandosi a turno con una selezione di esercizi nelle categorie “Giochi di equilibrio” e “Training Plus”, per mettere a dura prova abilità fisiche, determinazione e spirito competitivo.

Gioca in compagnia e regalatimomenti di festa insieme ai tuoi amici

Crea il tuo percorso di allenamento ideale

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Wii Fit Plus 127

R icorda che il Benessere psicofisico è uno stile di vita. E’ un modo di approcciare all’esisten-za al fine di armonizzare tutte le componenti del proprio essere. Non basterà una seduta in palestra, una lezione di yoga Wii Fit Plus o la lettura di un libro per cambiarti la vita, ma

sicuramente cominciare un percorso di cura del sé, anche con piccoli passi quotidiani, potrà essere l’inizio di un miglioramento della qualità di vita. Il binomio videogame-benessere, che sdogana i luoghi comuni e vecchie concezioni che demonizzano la tecnologia, può essere un valido aiuto per cominciare a ricercare la strada migliore per il proprio equilibrio psicofisico. Ma, con la stessa efficacia, potrebbe anche essere un valido supporto per chi già ha trovato la via giusta da seguire e desidera affiancarla ad un’esperienza nuova, ma soprattutto divertente.

Non sottovalutare il benessere hi techRicerca la strada migliore per raggiungerel’armonia psicofisica partendo dalla tecnologia

Page 128: O2 PSICOLOGIA 3

ANTISTRESSANTISTRESSnaturalmente

SUPREMOMAGNESIO

PERCHÉ MAGNESIO SUPREMO®: Formula originale. Ciclo di produzione dedicato senza contaminazione di sostanze estranee. Selezione accurata delle materie prime. No OGM. Acido citrico da fermentazione naturale. PH e RDA (dose giornaliera consigliata) ottimali per una completa assimilazione.In vendita nelle erboristerie, farmacie e negozi di alimentazione naturale.

L’esclusiva formula di MAGNESIO a rapido

assorbimento è disponibile in confezione da 150 g,

da 300 g e anche in pratiche bustine predosate.

SCEGLI SOLO

L'ORIGINALE!

Trecentoventicinque funzioni vitali si attivano in presenza del magnesio, che è un elemento straordina-rio e senza eguali fra tutti i minerali utili all’organismo. Col magnesio, il nostro corpo si regola come il mecca-nismo di precisione di un orologio. Ma se il magnesio scarseggia, certe funzioni chiave si inceppano: l’equilibrio tra calcio, potassio e sodio, la formazione delle proteine, l’energia delle cellule, il livello del glucosio… e diventiamo stressati, stanchi, nervosi, tesi, doloranti. Il magnesio è indispensabile, non facciamocelo mancare!

MAGNESIO SUPREMO® è: un integratore alimentare solubile, facile da usare e di sapore gradevole. Natu-ral Point lo commercializza in Italia dal 1993, seguen-do la formulazione originale di Peter Gillham, il ricer-catore australiano che per primo ha identificato la giusta miscela d’ingredienti che assicurano la massi-ma biodisponibilità.

... per una naturale distensione

Natural Point srl Tel. 02 27007247www.naturalpoint.it

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• STRESS • STANCHEZZA• NERVOSISMO• IRRITABILITÀ

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La carenza di magnesio si può manifestare con:

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Page 129: O2 PSICOLOGIA 3

La Propulsionedi Ossigeno

più importanti Università del mondo. In pratica, chi decide di dare una svolta realmen-te positiva al proprio aspetto non deve fare altro che concedersi circa quarantacinque minuti di fre-schezza, relax e puro piacere. Nel giro di un con-tenuto numero di sedute la consistenza della pelle darà risultati eccellenti senza rischiare lo sgradevo-le, diffusissimo, “effetto clone”. L’impatto galva-nizzante del singolo trattamento con Propulsione di Ossigeno Maya Beauty Engineering dura circa una settimana, ma più sedute ci si regala, più i ri-sultati si fanno duraturi per effetto di una sorta di accumulo. Le pelli delicate non hanno nulla da temere perché il trattamento è così dolce da poter essere tranquil-lamente effettuato persino sulle palpebre, intorno agli occhi, sulle labbra. Per la prima volta, il benes-sere regalato da una piacevolissima metodologia beauty dà risultati estetici tangibili, impareggiabili, evoluti. Grazie Ossigeno!

È nata una tecnologia che, in modo del tutto indolore, permette di di-menticare le conseguenze della pigrizia, dell’alimentazione non corretta e dell’invecchiamen-

to precoce. Una soluzione che ha rivoluzionato il mondo dell’estetica e cambiato la vita di molte star internazionali soprattutto perché cancella il ricor-so forzato a bisturi, cicli di punture, piccole siste-matiche torture. La nuova chiave della bellezza è l’utilizzo dell’Os-sigeno Puro pressurizzato come efficacissimo vei-colo di principi attivi all’interno della pelle del viso e del corpo. Maya Beauty Engineering, azienda produttrice di tecnologie innovative e cosmetici con sede a Bologna, sta riscuotendo grande inte-resse nel mondo e ora anche presso i Centri italiani con la Propulsione di Ossigeno: l’unica famiglia di tecnologie realmente originali per qualità e com-pletezza, la sola che vanta un’efficacia testata nelle

129La propulsione di ossigeno

BELLEZZA

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Page 130: O2 PSICOLOGIA 3

INDICAZIONI TRATTAMENTO INDICATO SEDUTE CONSIGLIATE PREZZI A SEDUTA

Rughe e segni d’espressione Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno

Da 4 a 10 a seconda della profondità delle rughe Da 80 a 150 €

Macchie cutaneeIperpigmentazioni

Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno Da 4 a 6 Da 70 a 100 €

Idratante d’urto Propulsione di ossigeno e Ossigeno Spray Da 3 a 6 Da 70 a 100 €

Acne - inestetismi correlati Propulsione di ossigeno e Ossigeno Spray Da 5 a 10 Da 80 a 100 €

Smagliature Tachipercussione ossigenata e Propulsione di Ossigeno Da 10 a 15 Da 2,5 a 3,5 € a minuto

Adiposità localizzateOXYENDODERMIA

Massaggio Connettivale e Propulsione di Ossigeno

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RimodellamentoOXYENDODERMIA

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Inestetismi legati alla CelluliteOXYENDODERMIA

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N.B. In tutti i casi, trattandosi di una tecnica NON CHIRURGICA, una volta raggiunto il risultato sarà necessario seguire un programma di mantenimento dei risultati in istituto con cadenza bimestrale.

I risultati più rapidi si ottengono attraverso l’applicazione dei prodotti cosmetici domiciliari appositamente formulati con gli stessi principi attivi utilizzati in istituto.

Tutti i trattamenti sono adatti ad un pubblico femminile e maschile.

O2 Psicologia - Anno 1 N.ro 3130

Tabella

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y

La Propulsione di Ossigeno è una tecnica innovativa creata e brevettata nel 2000 che giunge ora per la prima volta in Italia. L’innovazione consiste nel rappresentare una vera alternativa all’ago per l’introdu-zione di sostanze attive all’interno degli strati più vitali della pelle. Speciali sostanze attive vengono pre-

ventivamente applicate sulla pelle e successivamente spinte sottocute dalle pressioni ripetute dell’ossigeno iperbarico, emesso da un manipolo a contatto con la pelle. Durante la spinta l’ossigeno, oltre a “iniettare” gli attivi in profondità, agisce come potente ossigenatore cellulare. Il trattamento è una vera e propria alterna-tiva alla mesoterapia per il corpo ed alle iniezioni di biorivitalizzanti per il viso.

Non più punture dolorose. La propulsione di ossigeno si sostituisce all’ago

Pubb

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Il trattamento è una vera e propria alternativa alla mesoterapia per il corpo ed alle iniezioni di

biorivitalizzanti per il viso