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primo M@GGIO www.cgiltoscana.it CGIL TOSCANA Numero 36/ 2012 - Anno 2 10. 09. 2012 La Newsletter del Lunedì SALVIAMO LA SCUOLA Firenze, 12 settembre Manifestazione

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Numero 36 anno II

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CGILTOSCANANumero 36/ 2012 - Anno 2

10. 09. 2012La Newsletter del Lunedì

SALVIAMO LA SCUOLA

Firenze, 12 settembreManifestazione

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Indice

Editoriale di Alessio Gramolati02 Breve decalogo per i tempi moderni

Primo Piano03 Camusso: su reddito e lavoro, piattaforma

Copertina04 Salviamo la scuola: 12 settembre05 Le ragioni per manifestare di Alessandro Rapezzi06 Il concorso per la scuola07 Insegnamento di Storia dell'Arte- Sono un ITP08 Crisi economica e ricerca09 La dura lotta dell'Università Pubblica10 La peggior azienda?- Scuole private e di formazione

Primo Piano Toscana11 Il riordino delle province12 Firmato integrativo all'Unicoop Firenze13 Un risultato importante di Robeto Betti14 Tiemme: disservizi per inizio scuole

La rubrica15 Appunti di diritto del lavoro

Toscana in breve16 Notizie dalle province toscane

Federconsumatori17 I tagli alla Sanità

Promoturismo18-21 Le offerte e le opportunità

Legalità22 L'8 settembre a Piana degli Albanesi

... in evidenza 23 sito, agenda

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EditorialeL'altro giorno alla bella festa della CGIL di Grosseto un giornalista mi ha detto che la CGIL, nonostante avesse colto da sola e per prima la catastrofe nella quale stavamo precipitando, viene spesso percepita come una forza conservatrice.Ho ripensato a quell'affermazione e mi sono convinto che effettivamente in questi ultimi tempi nella percezione di molti sono cambiate tante cose. Ecco quindi un piccolo glossario per capire come cambia il linguaggio.

Nuovi (innovatori). Sono coloro che propongono azioni e soluzioni tese a fare in modo che i costi per uscire dalla crisi siano distribuiti unicamente sui ceti popolari e medi. Naturalmente senza escludere nessuno: né giovani né disoccupati né pensionati né esodati.

Vecchi (conservatori). Sono coloro che propongono in nome di arcaici principi di equità che i costi per uscire dalla crisi siano principalmente a carico di chi ha maggiore disponibilità di reddito. Costoro pensano addirittura che i detentori di rendita e patrimoni non siano estranei alla situazione che si è creata. Si spingono quindi su proposte vendicative e manifestano propositi violenti fino al punto di volere “obbligare” tutti a pagare le tasse.

Democratici. Coloro che nutrendo dubbi sulla possibilità di successo del candidato del proprio schieramento, vogliono primarie aperte per scegliere il candidato dello schieramento opposto. Naturalmente non si vogliono assumere nessun impegno a votare per lo schieramento, anzi!

Antidemocratici. Sono coloro che pretendono che chiunque voglia essere eletto debba essere votato.

Vorrebbero che persino l'attuale Presidente del Consiglio nel caso intendesse continuare il proprio mandato nella prossima legislatura, debba chiedere il voto ai cittadini.

Poteri forti. Coloro che tutelano scrupolosamente i propri interessi e quando li vedono insidiati non esitano a denunciare chi sono i conservatori e gli antidemocratici che ci provano.

Intanto non cambia solo il linguaggio, accadono anche cose nuove. Ci sono lavoratori che si rinchiudono in gallerie, che salgono sui tetti per farsi sentire, c'è addirittura chi arriva a ferirsi per difendere il lavoro. In Grecia le ronde di Alba Dorata aggrediscono immigrati ed esponenti della sinistra, spadroneggiano sulle strade e nei media impunemente. Nessuno chiede alla Grecia di mettere a posto insieme ai conti, questi nazifascisti.L'Europa sembra solo pensare ai soldi e non ai valori per i quali nacque il suo progetto di unificazione. Diceva ironicamente un sindacalista della UIL “sui principi si tratta, sui soldi si rompe!”. Di questi tempi non pare più una battuta. Alla luce di queste novità forse quel giornalista aveva ragione, la CGIL può apparire conservatrice: per noi valori e merito contano ancora.

di Alessio Gramolati segretario generale CGIL Toscana

Breve decalogo per i tempi moderni

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Primo PianoCrisi: Camusso, su reddito e lavoro subito una piattaforma di obiettivi raggiungibili

Dal Comitato Direttivo della CGIL, il Segretario Generale ha annunciato una mobilitazione di "lunga durata" fino allo sciopero generale se non ci saranno, da parte del Governo, risposte positive su redditi e lavoro. Dall'incontro di domani, tra governo e sindacati, il leader della CGIL si augura possano arrivare delle prime risposte nella direzione di equità e crescita, “visto che finora ci sono state solo scelte di rigore, pagate prevalentemente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati”

Lo sciopero dei lavoratori pubblici, già proclamato dalle categorie di CGIL e UIL per il prossimo 28 settembre; una “grande” iniziativa di mobilitazione per il lavoro, che riunifichi le tante vertenze aperte, da tenersi nel mese di ottobre; infine lo sciopero generale se nella Legge di stabilità non ci saranno risposte positive su redditi e lavoro. E' questo il percorso di mobilitazione di lunga durata indicato oggi dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, nella relazione che ha aperto i lavori del Comitato Direttivo del sindacato di Corso d'Italia.

Secondo il leader della CGIL, “data la

congiuntura” e con “un governo tecnico a fine legislatura” è necessario “definire una piattaforma di rivendicazioni e obiettivi raggiungibili e decidere le adeguate iniziative di mobilitazione a sostegno”.

Al centro della piattaforma, secondo Camusso ci devono essere i temi del reddito e del lavoro. Per quanto riguarda il reddito, ha detto il segretario generale della CGIL, “servirebbe una riforma fiscale, che parta dalla patrimoniale, ma è difficile immaginare che possa essere realizzata da un governo a fine legislatura. Per questo è necessario utilizzare subito le risorse recuperate con la lotta all'evasione fiscale per detassare le tredicesime dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e ridare così un pò di ossigeno a coloro che in questi ultimi mesi hanno visto aggravare pesantemente le loro condizioni materiali, pagando più di altri il rigore imposto dal governo e salvando il paese dal baratro”.

Sul tema del lavoro, invece, Camusso ha ribadito la necessità di “un intervento pubblico immediato da parte del governo per riunificare le tante vertenze aperte nel paese, a cominciare da Alcoa, e trovare soluzioni di tutela delle attività produttive accompagnandole ... LEGGI TUTTO ...

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Copertina

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In questi giorni, nelle settimane e nei mesi passati, sentiamo i “professori” di questo Governo spiegarci cosa serve per uscire dalla crisi: riforme strutturali, modifica del mercato del lavoro, flessibilità, merito... Mi fermo su questo termine, perché il Ministro dell'Istruzione ne sta facendo il suo

cavallo di battaglia: il sistema formativo italiano per cambiare ed essere all'altezza avrebbe bisogno di selezionare il proprio personale in base al merito, aprendosi ad un rinnovamento generazionale, ecc., ecc. Purtroppo il Ministro dimentica o fa finta di dimenticare, cosa ha subito la scuola pubblica in questi anni: un taglio di risorse economiche e soprattutto umane che ne hanno ridotto la capacità propulsiva, la vitalità, la capacità di essere all'avanguardia nel mondo in molti suoi settori. Classi sempre più numerose, modifiche degli ordinamenti scolastici senza un vero obiettivo pedagogico, tagli del personale e conseguente riduzione dell'orario scolastico complessivo, della sicurezza, dell'assistenza, della pulizia e chiusura di molte istituzioni scolastiche oramai diventate “elefanti burocratici”, mancanza di un vero piano sull'edilizia scolastica a partire dagli effetti del patto di stabilità. Scarsissime le risorse per l'integrazione scolastica degli alunni disabili e di quelli stranieri. E questi sono solo alcuni esempi delle ricadute sull'utenza!

Se poi parliamo del personale: contratto di lavoro bloccato dal 2006 (secoli fa per ciò che è successo in Italia!), i provvedimenti Brunetta messi in campo e nessun confronto sull'organizzazione del lavoro che compromettono l'esigibilità della contrattazione di secondo livello, nessun piano di formazione del personale, nessun piano vero di reclutamento e soprattutto mancanza di chiarezza su come si formano i futuri insegnanti. Sorvoliamo sugli interventi in materia pensionistica, (gli effetti saranno che in classe con i bambini di tre anni ci saranno insegnanti di 60-65 anni), o sugli atteggiamenti mortificatori nei confronti del personale inidoneo per motivi di salute o i percorsi di riconversione per alcuni insegnanti, caratterizzati da improvvisazione e superficialità (ad esempio gli insegnanti di laboratorio in esubero - elettricisti, informatici, ecc. - trasformati con corsi di 60 h in insegnanti di sostegno!).

In una scuola così il Ministro ci viene a parlare del merito e del concorso come leva del rilancio del sistema formativo italiano? Usando una metafora (tanto cara al Postino di Neruda) è come se si parlasse di ostriche e champagne in casa di persone a cui manca il pane! Noi abbiamo bisogno di rimettere ordine in tutte le cose sopra esposte frutto della sciagurata politica del centro destra, senza sottrarci ad un confronto sul “merito”. Non mi sembra poco il merito di tutto il personale delle istituzioni scolastiche che da questa settimana, con la stessa dedizione di sempre, accoglierà di nuovo i ragazzi a scuola, nonostante il caos in cui sono state lasciate. Questo è il senso della mobilitazione che vogliamo mettere in campo: difesa della scuola pubblica, difesa del lavoro pubblico, qualità del lavoro degli operatori! Il lavoro pubblico come presidio di democrazia e sviluppo della società, non come spreco di denaro o come ammortizzatore sociale! Perché questo avvenga la scuola ha bisogno dell'aiuto di tutti: abbiamo bisogno che le famiglie, gli studenti, le istituzioni facciano rivivere la scuola come una opportunità e non come un parcheggio.

Abbiamo bisogno che l'opinione pubblica ridia valore alla scuola come luogo, come comunità educante: anche gli operatori, così valorizzati, potranno recuperare quegli stimoli che oggi risultano indeboliti. Questo è il messaggio che vogliamo mandare al Ministro, questo è il messaggio che vogliamo mandare a tutte le forze di centro sinistra alla viglia della campagna elettorale, affinché nei programmi e nella futura azione di governo la scuola pubblica, trovi le risposte che oggi mancano. E' anche il messaggio che vogliamo mandare agli studenti e alle famiglie, ai lavoratori: la scuola deve tornare al centro delle riflessioni politiche sociali e culturali del nostro Paese e la FLC vuole essere protagonista affrontando il confronto con tutti. Noi siamo quelli che non tolgono il disturbo!

Le ragioni per manifestaredi Alessandro Rapezzi, segretario generale FLC CGIL Toscana

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Se fermassimo una persona qualsiasi per la strada e le facessimo fare un esercizio di associazione di idee, alla parola scuola, con tutta probabilità, assocerebbe la parola concorso. E sì, perché, da un po’ di tempo a questa parte, questo è il tema al centro di un “appassionante” dibattito sulla scuola. Il Ministro Profumo ha, infatti, annunciato l’imminente bando di un concorso per assumere insegnanti nella scuola pubblica statale e il provvedimento è stato adottato dal Consiglio dei Ministri del 24 agosto 2012. La flc-cgil, e con essa anche gli insegnanti precari, categoria di cui faccio parte, si è da subito espressa in maniera contraria. Credo sia importante spiegare le ragioni di questa opposizione.

La nostra Costituzione sancisce, all’art 97, che il criterio per entrare nella pubblica amministrazione è il concorso pubblico. Nessuno di noi ha intenzione di mettere in discussione quanto scritto nella Costituzione ma, per quanto riguarda la scuola, sfortunatamente la situazione è molto, ma molto, più complessa e, vista la confusione e le mistificazioni diffuse sull'argomento, è forse il caso di chiarire la questione. In Italia ci sono circa 160 mila insegnanti precari, abilitati all’insegnamento attraverso procedure pubbliche e notevolmente selettive grazie alle quali sono stati inseriti in quella che è chiamata GaE, graduatoria ad esaurimento. Ad esaurimento significa non che tale graduatoria doveva portare all’esaurimento nervoso, ma che doveva essere

usata per assumere gli insegnanti, già selezionati, fino al suo esaurimento.Il primo problema è proprio questo: il concorso di cui si sente tanto parlare oggi sarebbe destinato quasi esclusivamente, salvo poche eccezioni, agli insegnanti inseriti in questa graduatoria; esso rappresenterà dunque un enorme spreco di denaro per le casse dello Stato visto che dovrà selezionare gente che è stata già selezionata. In un momento come questo, in cui il Governo continua con la sua politica di tagli lineari, è assurdo pensare di buttare i soldi pubblici in questo modo. Il Ministro Profumo, per difendere l’idea del concorso, sostiene che esso è necessario per poter assumere insegnanti giovani. Occorre a tal proposito, puntualizzare che la maggior parte degli insegnanti delle GaE è giovane e che coloro i quali giovani non lo sono più, sono invecchiati precari loro malgrado, a causa di uno Stato che, dopo aver investito sulla loro formazione e sulla loro selezione, non ha investito sulla loro stabilizzazione. Questo concorso, dunque, rappresenterà un sopruso per gli insegnanti in attesa da decenni di essere stabilizzati e per il Paese che non ha soldi da buttare e che, invece, è privato da troppi anni di un progetto serio per la scuola che ci restituisca un po’ di fiducia nel futuro.

La scuola ci dice come siamo e ci mostra, come fosse una sfera di cristallo, come saremo; la scuola è il laboratorio del nostro ... LEGGI TUTTO ...

Quel pasticciaccio grosso del concorso per assumere insegnanti nella scuoladi Anna Cassanelli - Ins. Precaria - coordinamento precari FLC Toscana

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Che senso ha oggi l’insegnamento della Storia dell’Arte nei curricula didattici della scuola pubblica italiana in un contesto che “propaganda” (senza progetto concreto in merito) come risolutivo essenzialmente il potenziamento delle materie tecnico-scientifiche? La risposta è da cercare probabilmente nella progressiva e definitiva eliminazione della Storia dell’Arte dai professionali e nella sua atrofizzata presenza nei licei. La disciplina scompare dove aveva una consistenza progettuale determinata anche dal monte ore settimanale per essere relegata a mero orpello per pochi con esigua consistenza oraria in un paese che della cultura e delle industrie creative dovrebbe fare la chiave per una ri-evoluzione antropologica.Saper riconoscere il Bello è dunque superfluo oppure pericoloso?La disciplina ha una potenzialità fortemente eversiva. Compendio di molte, è in grado di e-ducare, emancipare, insegnare a conoscere e conoscersi attraverso l’acuita capacità analitica e di valutazione. Saper vedere può rendere autonomi e liberi, creativi e meno condizionabili. Una società di consumatori deve però consumare acriticamente, perdendo irreversibilmente la capacità creativa. La Storia dell’Arte riesce ad arricchire senza possedere: insegna il ben-essere al di là del benessere. La sua eliminazione, frutto di una sottovalutazione o di un’attenta scelta, è un grave

danno per la formazione della persona e dei cittadini dello Stato, in linea con un progressivo impoverimento del sapere in Italia.La nostra scuola pubblica oggi non viene messa in condizione di educare, misura e seleziona in base alla contraddizione dei parametri oggettivi su di un modello precostituito.

Dalla nostra scuola non potrà uscire un nuovo modo di uscire dalla crisi. Per resistere occorre essere creativi, pensare possibile quello che ci viene fatto credere impossibile, riscattarci dall’esasperazione attraverso la speranza. Occorre opporsi a chi uccide il futuro negando la possibilità di poterlo sognare. Solo la creatività ci spinge oltre il nostro limite.

Storia dell'arte e scuola pubblica di massadi Rita Petti - Insegnante precaria di Storia dell'Arte

"Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal." (Luigi Pirandello, "Il Fu Mattia Pascal")

Non so quasi nulla dell'universo, ma una delle poche cose che so di certo è che sono un ITP."ITP" significa Insegnante Tecnico Pratico.Gli Insegnanti Tecnico Pratici a breve non esisteranno più. Intanto chiariamo chi... "erano" questi insegnanti ed io con essi!L'ITP è l'insegnante di laboratorio. E' un insegnante particolare, dunque, che non fa lezione in classe, frontale, come tutti si immaginano che facciano gli insegnanti. L'ITP fa un tipo di didattica diversa: mostra, fa fare. Se l'insegnante trasmette conoscenze e competenze, l'ITP insegna a "saper fare".A questo servono i laboratori: ... LEGGI TUTTO ...

Non so quasi nulla dell'universo, ma una delle poche cose che so di certo è che sono un ITPdi Simone Bogi - Insegnante ITP

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L’Italia è da anni la cenerentola d’Europa per gli investimenti in ricerca e sviluppo e, inoltre, è indietro anche rispetto a molti paesi Ocse. A questa criticità si deve aggiungere il peso debole che ha la ricerca finanziata dai privati, infatti su un totale dell’1,1% di spesa in ricerca e sviluppo sul PIL, solo lo 0,5% viene erogato dalle imprese private. Nel 2008, ad esempio, le imprese italiane hanno effettuato investimenti in R&S per 9.453 milioni, pari al 50,9% della spesa totale del paese e pari allo 0,6% del Pil. Nello stesso anno le imprese tedesche hanno investito in R&S 45.822 milioni, pari al 69,8% della spesa nazionale e all'1,84% del Pil; quelle francesi hanno investito 24.837 milioni, pari al 63,0% della spesa nazionale in R&S e all'1,27% del Pil.

È allora evidente che una differente dimensione delle imprese è di per sé sufficiente, a parità di condizioni, a determinare un divario di produttività del sistema. Purtroppo la distribuzione dimensionale delle imprese manifatturiere italiane è molto più sfavorevole se paragonata a quella francese o a quella tedesca. In Italia abbiamo un'impresa manifatturiera con più di 250 addetti ogni 337 aziende al di sotto dei 20; in Francia il rapporto è di una ogni 119; in Germania una ogni 39.Nel 2009 le esportazioni italiane hanno rappresentato il 3,5% delle esportazioni mondiali, ma in alcuni settori, nei quali siamo specializzati, abbiamo ottenuto quote molto più alte: quasi il 29% nei materiali da costruzione in terracotta, il 17% nelle pietre da costruzione tagliate, il 15,5%

nei prodotti da forno e farinacei, il 14% nei prodotti in pelle e cuoio, il 13% nei contenitori in metallo, l'11% nelle calzature, nonché quote intorno al 10% in prodotti quali tubi e cavi in acciaio, mobili, bevande. In quasi tutti questi settori le economie di scala possibili sono limitate e che quindi, per un sistema produttivo con queste specializzazioni, è naturale una distribuzione dimensionale compressa verso il basso.

La grande scommessa deve essere quella di aprire analoghe possibilità di crescita dimensionale anche dentro i nostri confini, costruendo posti di lavoro che riescano a coniugare salari e condizioni di lavoro di tipo europeo ed elevata produttività. La formula possibile è quella tedesca: intensità tecnologica, e risorse lavorative di qualità.In altre parole, la via di uscita dalla depressione economica per un paese, che è ancora fortemente manifatturiero, è l’investimento in ricerca. Questa soluzione non sembra essere nelle corde dell’imprenditoria nazionale e neanche in quella del governo Monti. Nonostante gli scarsi investimenti, la ricerca italiana continua a produrre buoni risultati ed essa è svolta prevalentemente negli Enti pubblici di ricerca. Quest’ultimi sono stati interessati negli ultimi dieci anni da tagli crescenti al loro budget e una quota sempre maggiore di lavoro è sostenuta dai precari. Ricercatori, tecnici e amministrativi a tempo determinato o con altri tipi di contratti precari, senza alcuna ... LEGGI TUTTO ...

Crisi economica e ricercadi Pasquale Cuomo - Flc CGIL Toscana

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Copertina

Il nuovo anno accademico all’Università di Firenze sta per partire e la crisi è drammatica. I lavoratori e gli studenti universitari si trovano ancora in lotta per la difesa della sopravvivenza dell’Università e della Ricerca pubbliche a causa delle politiche disastrose del Ministro Profumo, politiche in perfetta continuità con l’ex Ministro Gelmini - quando non sono addirittura peggiorative. L’attuazione della Legge 240/2010 (la controriforma Gelmini) con i decreti attuativi peggiorativi di Profumo sta destrutturando e snaturando il sistema universitario. L’Ateneo fiorentino - come tutti gli altri nel paese - è stato costretto nel 2011 ad adottare un nuovo Statuto con una forte impronta aziendalista ed autoritaria che vedrà l’ingresso dei privati nel nuovo Consiglio di Amministrazione insieme ad una sostanziale riduzione della presenza dei rappresentanti della comunità accademica. La totale riorganizzazione dell’Ateneo fiorentino vede la costituzione di 24 nuovi Dipartimenti (erano 49) che entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2013 mentre le vecchie Facoltà scompariranno del tutto dopo il 28 febbraio. Nel nuovo anno accademico saranno attivati 126 Corsi di Studio (55 corsi di Laurea triennale, 63 corsi di Laurea magistrale e 8 a ciclo unico) ovvero 13 in meno rispetto all’anno scorso. In

questa prima fase la riorganizzazione di Ateneo comporta la mobilità con nuova collocazione lavorativa di quasi 600 lavoratori tecnici-amministrativi e quasi 50 lettori e collaboratori esperti linguistici di madrelingua su un totale di ca. 1600, una mobilità senza precedenti accompagnata da una forte preoccupazione generalizzata da parte del personale. Ovviamente un tale riassetto massiccio della struttura universitaria vede impegnata in prima fila e a tempo pieno la FLC-CGIL. Il 12 settembre si svolgeranno le elezioni per i rappresentanti nei Consigli dei nuovi Dipartimenti (personale tecnico-amministrativo, lettori e CEL, assegnisti di ricerca e studenti) e poi entro i primi di ottobre i Consigli di Dipartimento eleggeranno i loro nuovi Direttori. Nell’ottobre 2012 si svolgeranno le elezioni per il nuovo Senato accademico, che si insedierà il 1 novembre. Entro il 15 dicembre si svolgeranno anche le elezioni dei membri interni e la nomina da parte del Senato accademico dei membri esterni del Consiglio di Amministrazione, che entrerà in carica dal 1 gennaio 2013. Il Regolamento per le nuove “Scuole” (“strutture di raccordo” con compiti di coordinamento della didattica fra Dipartimenti) è ancora in discussione in Commissione ed ... LEGGI TUTTO ...

Lotta dura nell'Università pubblicadi di John Gilbert - Segretario FLC Ateneo fiorentino

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Nell'immaginario diffuso quello della conoscenza (scuola, università, ricerca) è un settore identificato con il pubblico impiego.

In realtà all'interno del comparto c'è un territorio sconfinato e quasi completamente inesplorato, dal punto di vista sindacale, costituito da tutte le aziende private che lavorano nell'ambito della formazione variamente intesa.

In Toscana sono accreditati oltre 600 enti di formazione professionale (ma è possibile, ovviamente, operare anche senza accreditamento, quindi il numero è sottostimato), la nostra regione ospita inoltre più di 50 università americane; nella sola provincia di Firenze sono censite circa 80 scuole paritarie (ma, anche in questo caso è possibile operare anche senza parificazione, come è il caso di molti istituti privati stranieri). Del settore fanno parte inoltre tutti gli asili nido a gestione completamente privata o in

appalto e le diverse centinaia di scuole di lingua, e a questi numeri si devono aggiungere tutti quei soggetti che operano in ambiti più specifici, come è il caso delle scuole d'arte o di musica, o quelle associazioni culturali che offrono corsi a pagamento di vario titolo (ed in maniera non sempre trasparente).Esclusi alcuni grandi istituti, il settore è composto da una polvere fine di piccole o piccolissime aziende per lo più composte ... LEGGI TUTTO ...

Non solo scuola pubblica ... L'universo delle scuole private e della formazionedi Leonardo Croatto – Resp. Scuole private FLC Firenze

La peggior azienda? Lo Statodi Rita Petti - Insegnante precaria di Storia dell'Arte

Là dove non osano neppure i Marchionne:- puoi impiegare per venti anni o più personale ad alto livello di istruzione specializzato con contratti a tempo determinato stipulati in base al bisogno, chiedendo immediata disponibilità e senza alcun vincolo di proroga o rinnovabilità;- puoi impiegare per anni personale professionalmente specializzato stipulando venti volte il contratto come se fosse la prima volta, senza far maturare anzianità né garantire diritti (paradossale e grottesco anche dopo venti anni, per i pochi eletti a cui viene stipulato un contratto a tempo indeterminato, puoi far fare l’anno di

prova…);- puoi gettare come inoccupati obsoleti coloro che rendi inutili attraverso revisioni di spesa che, tutelando i diritti acquisiti (da alcuni), ipotecano il presente, il futuro e la vita di chi, avvezzo alla carestia, si ritiene possa digiunare;- “rivedendo oculatamente la spesa” puoi decidere ipso facto di non pagare le ferie che il tuo personale non ha fatto perché il contratto glielo impedisce adducendo come motivo che doveva farle. - puoi usare e abusare di migliaia di lavoratori “usa e getta” in nome della flessibilità chiedendo disponibilità in tempo reale mantenendoli in stand-by in un limbo che non li renda neanche statisticamente rilevabili quando non ti servono.Questa Shangri-La dell’imprenditoria non èun’azienda privata né un esotico “paradiso imprenditoriale”, è lo Stato italiano che da decenni pratica la convenienza del precariato nel sistema dell’istruzione pubblica.

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Primo Piano ToscanaRiordino delle Province: partire dalle aree vasteLa CGIL formula la sua proposta. Parlare di copoluoghi? Solo alla fine

Conferenza stampa venerdì 7 settembre in via Pier Capponi a Firenze per presentare le proposte della Cgil Toscana, di tutte le Cgil provinciali e della Federazione regionale del pubblico impiego, sul riordino delle provincie. Una proposta unanime, un valore aggiunto del maggior sindacato italiano e toscano in un periodo in cui le cronache ci rimandano dichiarazioni, prese di posizione bellicose all'insegna guai a chi tocca il mio capoluogo. Divisi, l'uno contro l'altro armati i vertici istituzionali, divisa la politica con in campo contraddizioni manifeste in chi a Roma era per l'abolizione delle province ed ora in toscana è in prima linea a difendere la propria.

Presenti in conferenza stampa Dalida Angelini, segretaria regionale responsabile della organizzazione, Antonio Lazzaro segretario generale della FP e i segretari generali della Cgil di Prato, Pistoia, Siena, Grosseto, Pisa, Livorno e Arezzo, i segretari responsabili di organizzazione di Firenze, Massa Carrara e Lucca.

“La riflessione sul riordino istituzionale della Toscana non è nuova”, si legge nel documento unanime distribuito alla stampa . “Per parte nostra”, si legge ancora, “iniziò a partire dall’analisi del tessuto socio economico della nostra regione e si realizzò, individuando tre sistemi territoriali (Aree Vaste) che presentavano caratteristiche di integrazione e di omogeneità con forti affinità socio economiche. Oggi siamo di fronte a scelte del Governo che ridisegnano l’assetto istituzionale ispirandosi a principi di risparmio economico, tra l’altro tutto da dimostrare, come concessione all’antipolitica, che produce scelte tutte determinate da fattori aritmetici, Km quadrati e numero di abitanti, senza tenere minimamente di conto, storia, tradizione, omogeneità socio culturale ed economica dei territori che sono sottoposti a detti stravolgimenti. La crisi che ha investito anche la nostra Regione non ha indebolito le ragioni per cui a suo tempo individuammo nelle aree ... LEGGI TUTTO ...

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Primo Piano Toscana

Firmato l'integrativo all'Unicoop FirenzeRiguarda 8.000 lavoratori. Premi, volontarietà, buona occupazione, welfare e partecipazione. Chiusure per 7 festività

Ieri notte Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno sottoscritto unitariamente l'ipotesi di accordo di rinnovo del contratto integrativo di Unicoop Firenze, dopo 5 giorni di trattativa. L'intesa, si legge in una nota, riguarderà i quasi 8.000 lavoratori della cooperativa, e sarà sottoposta al loro voto nelle assemblee che inizieranno in questo mese. L'ipotesi di accordo, spiegano i sindacati, contiene elementi in materia di partecipazione, buona occupazione (250 trasformazioni da part-time a full time, centralità del rapporto di lavoro a tempo pieno), strumenti di riduzione della precarietà, salario variabile (destinazione di una quota che oltre il 25% dell'utile commerciale ai lavoratori), welfare contrattuale (pagamento della malattia oltre i 180 giorni). e mantenimento all'interno della cooperativa di tutti i punti vendita. (ANSA).

"Soddisfazione per la siglia dell'accordo integrativo alla Unicoop Firenze è stata espressa da Dalida Angelini segretaria regionale che in

questa dichiarazione stampa ne evidenzia, a suo modo di vedere, gli elementi più positivi". “L’ipotesi di accordo unitaria che arriva dopo una lunga e difficile trattativa contiene elementi importanti tra questi: Passaggio di 250 lavoratori da parte time a full time nei 3 anni di vigenza contrattuale; consolidamento delle ore supplementari con sperimentazione ptime a 30 -Chiusura di 7 festività nazionali tra queste 25 aprile 1 maggio -Lavoro domenicale, conferma delle maggiorazioni economiche volontarietà e rotazione della prestazione. -Retribuzione aggiuntiva anziche aspettativa non retribuita in caso di fine periodo malattia per patologie importanti -Premio di produttività, tetto massimo raggiungibile Euro 1.540,00 con l’erogazione di una quota uguale per tutti i dipendenti -Rafforzati gli strumenti di Partecipazione attraverso il confronto decentrato con le RSU e le OO.SS su vari temi, tra questi la formazione le pari opportunità la sicurezza sul lavoro. Ora la parola andrà ai lavoratori ... LEGGI TUTTO ...

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Primo Piano ToscanaUn importantissimo risultato

In una fase di grande incertezze, senza nessuna chiara prospettiva di rilancio dell’economia e dell’occupazione nel nostro paese, riuscire, fra le parti sociali a concordare elementi importati come la conferma della base occupazionale e la

riduzione dell’orario ridotto a favore del tempo pieno, e all’utilizzo di norme contrattuali come l’apprendistato al fini di favorire l’occupazione giovanile rappresenta oggi un importantissimo risultato.Questo sta a significare, se si condividono obbiettivi reciproci, la possibilità di definire norme al fine del raggiungimento degli stessi, significa valorizzare il tema delle relazioni sindacali.Oggi, il coinvolgimento dei lavoratori e delle OO.SS., il tema della partecipazione, rappresenta il volano, non per ridurre i diritti normativi ed economici dei lavoratori, ma per migliorare le condizioni del lavoro e del suo valore e il riconoscimento dei livelli di rappresentanza sono necessari a raggiungere gli obbiettivi.Questa trattativa ha prodotto risultati positivi anche sul piano economico e normativo, buona occupazione, salario variabile, welfare contrattuale, ruolo dei rappresentati sindacali, uniformità di trattamenti e ha anche sancito il valore della contrattazione di secondo livello e

l’impegno delle parti ad attuare tale decisioni.

Le scelte di altre aziende non vanno nella stessa direzione, la cosa più facile per loro sono le disdette, la cancellazione di anni di contrattazione, il ricatto occupazionale, l’incertezza, l’assenza di prospettive. Anche per questo possiamo dire che ci sono le alternative. Questo accordo che interesssrà quasi 8.000 lavoratori lo sta a dimostrare.

Infine nelle prossime settimane fino alla fine del mese di ottobre saremo tutti impegnati in una grande campagna di informazione in tutti i luoghi di lavoro per sentire cosa ne pensano le lavoratrici e i lavoratori e per poi poter dare attuazione alle cose che abbiamo concordato.

di Roberto Betti - segretario generale Filcams CGIL Toscana

Ennesima vittima sul lavoroINFORTUNIO MORTALE IN CAVA : OGGI I FUNERALI, CON LAVORATORI IN SCIOPERO, DICHIARAZIONE DI PATRIZIA BERNIERI COSTRETTA IN CASA DA UN INFORTUNIO

“Ogni volta che accade la tragedia di una morte sul lavoro, il dolore, la rabbia , le parole. In più la morte in cava,quale luogo simbolo della fatica e del rischio, aggiunge lo scenario del dramma più atroce.Oggi è il giorno del dolore, della vicinanza ai parenti, agli amici di Lucio Cappé.Da domani queste emozioni e sentimenti devono farci riflettere su cosa non si è fatto abbastanza per garantire la sicurezza ma anche a respingere un idea che nel lavoro privilegia la produttività, il

ritmo esagerato che spesso, soprattutto nella crisi, sono usati come ricatto nei confronti di chi vede tutti i giorni a rischio il suo posto , il suo stipendio , la dignità.Nel lavoro , nella società, i beni più preziosi devono sempre e non solo oggi essere la vita e la salute delle persone.Non potrò essere presente oggi al funerale insieme ai lavoratori che hanno scioperato a causa di un infortunio che me lo impedisce voglio con queste righe parteciparvi ed esprimere la mia vicinanza ai suoi cari, il mio dolore ed anche la mia rabbia profonda”.Patrizia BernieriSegretaria Provinciale CGIL Massa Carrara

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Primo Piano Toscana

Trasporti: disservizi in arrivo per l'apertura delle scuoleLo annunciano i Sindacati Tiemme di Arezzo, Siena, Grosseto, Livorno

Una mattanza senza fine! Iniziata ad agosto 2010 e ricca di buoni propositi… Radicamento più forte nel territorio attraverso l’aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti, sviluppo di attività afferenti il Tpl, riduzione di inutili sprechi ed attività sinergiche mirate al potenziamento degli investimenti sui servizi, sviluppo di attività strategiche quali il servizio di noleggio e di controlleria e vendita titoli di viaggio...

Tutto fumo e niente arrosto! Dei servizi nessuna traccia, tutti a piedi, l’importante è aver trovato collocazione a tutti quei dirigenti che altrimenti sarebbero risultati in sovrannumero dando vita a lotte intestine per la selvaggia spartizione delle poche poltrone rimaste…

Invece, innaturale lievitazione delle postazioni di comando degna della più miracolosa moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Dopo due anni di trattativa con i Sindacati con un’intesa non trovata, la Tiemme ha mostrato la propria idea di ottimizzazione e di risparmio sui costi aziendali.

Il “buon” Direttore Generale, che voleva/vuole abbattere i contratti di secondo livello esistenti nelle quattro sedi operative confluite in Tiemme Spa, ha iniziato a colpire!!!

Dopo la forte esternalizzazione delle attività manutentive e delle lavorazioni interne a causa del mancato reintegro ... LEGGI TUTTO ...

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Un lavoratore viene licenziato con la generica motivazione di “riduzione di personale”. Il Tribunale di Catanzaro dichiara illegittimo il licenziamento, ma la Corte d’Appello ribalta la decisione sul presupposto della insindacabilità della scelta del datore di lavoro, dovendo il Giudice – a parere della Corte – limitarsi a

verificare la legittimità formale del provvedimento, l’impossibilità di adibizione a mansioni equivalenti e l’effettività della riduzione. La Cassazione, su ricorso del lavoratore, annulla la decisione impugnata rinviando la causa per un nuovo esame alla Corte d’Appello di Reggio Calabria.

IL LICENZIAMENTO PER GIUSTIFICATO MOTIVO: NON BASTA IL RICHIAMO AL SEMPLICE RIDIMENSIONAMENTO DELL'ATTIVITA' AZIENDALE

La rubrica

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Si preannuncia un 2013 molto duro per le aziende quarratine. Se all`orizzonte, almeno da qui alla fine dell`anno, non sono in vista cessazioni di attività, è solo perché le piccole e medie imprese del legno possono ancora contare su un buon numero di ore di cassa integrazione in deroga. Cinquant`uno, secondo i dati della Cgil, le pmi che tra gennaio e luglio 2012 hanno richiesto ore di cassa in deroga: nel 2011 erano state 43. La differenza 2011/2012 sulle richieste di cassa integrazione evidenzia la ... LEGGI TUTTO ...

Pistoia - A Quarrata è boom della cassa integrazione in deroga

Un`altra azienda storica verso la chiusura, altri diciannove lavoratori che stanno per diventare disoccupati. E` la triste parabola della Icam, impresa di lavorazione di carne, con sede alle Stiacciole. Giovedì mattina in Municipio si è tenuto un faccia a faccia tra il sindaco Bonifazi, il presidente della Provincia Marras, i lavoratori, il segretario generale della Camera del lavoro Lorenzo Centenari e il rappresentante di categoria della Cgil Gherardo Ganapini. La ... LEGGI TUTTO ...

Grosseto - Chiude la Icam. E' allarme occupazione

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TOSCANA in breve

La nuova gara per la gestione delle portinerie della Regione Toscana avra’ ricadute pesantissime sui 62 lavoratori impiegati nell’appalto a partire dal prossimo 1 ottobre.La gara, aggiudicata al massimo ribasso contro i principi dell’ordinamento regionale, produce incertezza occupazionale, un taglio di oltre il 35% del salario e un’anomalia contrattuale sul territorio fiorentino e toscano che non ha precedenti.Da mesi i lavoratori e le ... LEGGI TUTTO ...

11 e 12 settembre: scioperano i portieri della Regione Toscana

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Federconsumatori

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LegalitàL'8 settembre a Piana degli Albanesi

Anche questa mattina il tenace pulmino della cooperativa ha affrontato la discesa sterrata che porta ai terreni di contrada Drago, per farci proseguire la raccolta dei pomodori.Indossati i guanti da chirurgo ci siamo lanciati in solitaria lungo le file di piantine, studiando con attenzione la tecnica sopraffina di Gino, caratterizzata dall'infallibilità di ogni suo singolo gesto verso il rosso bersaglio. Imitando il silente maestro, abbiamo quasi completato il campo, con l'accompagnamento musicale di Dj Bernardo ("Gggiiiuuuuulia, oh mia cara!!!).Terminato il lavoro, abbiamo fatto la conoscenza del nostro "vicino di campo" Luca, un signore veramente cordiale che ci ha invitato a salire sui suoi cavalli. Vi informiamo che dall'anno prossimo il nuovo mezzo di trasporto di ciascun volontario sarà a quattro zampe...con notevole risparmio sulla benzina

(Calogero sta già esultando!). Nel primo pomeriggio siamo partiti per Portella della Ginestra dove ci aspettavano Giacomo, Serafino e Mario, sopravvisuti alla strage del 1 Maggio 1947, quando la banda di Giuliano, armato da agrari e mafiosi, sparò sulla folla di contadini che si era riunita per celebrare per la quarta volta la festa dei lavoratori, dopo la fine dell'oppressione fascista in Sicilia.Nonostante siano trascorsi 65 anni, i loro ricordi sono ancora così vivi da farli commuovere, e a noi hanno fatto venire i brividi.Più tardi siamo scesi alla villa comunale di Piana degli Albanesi per partecipare a un'incontro sul tema dell'utilizzo sociale dei beni confiscati, in cui sono intervenuti Maurizio Pascucci, Calogero, Pier Luciano Mennonna della CGIL Toscana, Franca Imbergamo, magistrato di Caltanissetta che ha seguito il processo sull'omicidio di Peppino Impastato, e Rita Borsellino. Al rientro a Corleone abbiamo trovato ad attenderci il quinto volontario di questo campo, Sergio, che nell'attesa ha assistito alla processione che si è svolta per le strade del paese.Domani ci aspetta una bella giornata al mare, con la speranza di arrivare a Balestrate senza smarrirci nelle campagne siciliane.

Stefania, Janet, Tommaso e Michele

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